Io e te insieme ...

di terryoscar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivoglio mio figlio ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** In fuga ***
Capitolo 4: *** Alle porte di Annecy ***
Capitolo 5: *** l'ultima notte in Francia ***
Capitolo 6: *** Gli sgherri di Bouillè ***
Capitolo 7: *** Lo sconosciuto ***
Capitolo 8: *** Notte a castello Chaisy ***
Capitolo 9: *** Fabrice de Laborde ***
Capitolo 10: *** Tensione sotterranea ***
Capitolo 11: *** Notizie dal Piemonte ***
Capitolo 12: *** Le acque termali ***
Capitolo 13: *** La locanda di Madame Pompadour ***
Capitolo 14: *** Una casa per noi ***
Capitolo 15: *** L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 16: *** L'arrivo del Generale ***
Capitolo 17: *** Io e te insieme per sempre ***



Capitolo 1
*** Rivoglio mio figlio ***


Rivoglio mio figlio


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 credito all'autore



Palazzo Jarjayes 15 Luglio 1789
 
Sono seduto in poltrona, sorseggio del vino rosso. Sono stanco, affranto, la mia divisa è sporca, strappata e maleodorante. Sul tavolino c'è una lettera con poche righe scritte: Padre, Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me, perdonatemi se vi ho dato dei dispiaceri ...
Oscar
 
Tiro su gli occhi, davanti a me c'è il dipinto di mio figlio, anzi ... di mia figlia. Marte, il dio della guerra. Continuo a sorseggiare il mio vino, finché non sento un ticchettio, dei passi, è Nanny.
“Signore....è arrivata questa missiva per Voi.”
"Ancora un'altra! ... Non sarà di mio figlio?"
“No, Signore......"
"Uhm ... dopo aver tradito la corona, la sua famiglia e infangato il mio onore, dubito che quel traditore possa dare notizie di sè! ... E pensare che quell'ingrato di André l'ha seguita in una decisione tanto scellerata!"
"Signore, mio nipote non è uno scellerato. Lo sapete anche Voi che la ama, da sempre!"
"Credi che sia uno stupido?! ... Io l’ho sempre saputo che André è innamorato di ... mio figlio! ... E pensare che gli ho dato anche la mia benedizione! TRADITORE!! ... TUTTI E DUE!"
"Signore, non dite così! Loro....sono sempre stati onesti, sinceri e attenti!"
"Attenti a cosa?! Avanti, parla!"
"Alle necessità altrui, Signore!"
"Sono tutte sciocchezze! Nanny, il mondo non è uguale per tutti e nessuno può cambiarlo!" Poso con stizza il bicchiere sul tavolino, mi alzo di scatto dalla mia poltrona, digrigno: "Tradire la corona!... Questa è un'onta che si lava solo con il sangue!"
 
Scuoto la testa sconsolata, poso la missiva su un tavolo ed esco.
 
Il padrone è impazzito. Poveri i miei ragazzi, chissà cosa ne è stato di loro! … Oddio … sono sicura che morirò di crepacuore … spero di poterli riabbracciare!
 
 
Abbasso lo sguardo sul tavolino, vedo una busta con sopra il sigillo reale, sussurro: "Cos'altro ancora è accaduto?! ... Forse è la sentenza di Sua Maestà emessa nei confronti della famiglia Jarjayes?!”
Apro e leggo ....
"Vostro figlio Oscar ha preso parte all'assalto della Bastiglia ed è perito con disonore sotto il fuoco dei nostri fucili.
Viva il Regno di Francia"
 
Stringo con forza il foglio tra le mani, mi appoggio al tavolino che è di fianco. Sento la fronte imperlata di sudore, alcune goccioline scendono giù pian piano, mi sento confuso, stordito, sussurro: "Oscar ... è morto?! ... No, non può essere! … Non è possibile ... l'ho addestrato io, non è assolutamente possibile! … Non ci credo finché non lo vedrò con i miei occhi!!!"
 
 
Entro nel salone quasi in punta di piedi, il volto di mio marito è pallido, sussurro: "Augustin cosa ti succede? Stai male?"
"Non è possibile, Marguerite. Non è possibile! L'ho addestrato io, non può essere. Io non ci credo, non mi arrendo finché non lo vedrò!"
“Ma cosa dici?”
"Devo andare ... e tornerò con nostro figlio, in un modo o nell'altro!"
"Oscar! ... Non capisco Augustin ... ma di cosa parli?"
"Secondo gli alti comandi sarebbe morto. Non è possibile, l'ho addestrato io. Non può essere morto. È mio figlio, lo saprei! Ora vado a cercarlo! Tu aspettami qui!"
"Morta?! Oscar?! Ma ... non è possibile!" afferro per le braccia mio marito, lo scuoto e urlo: "DIMMI CHE NON E' VERO! OSCAR NON PUO' ESSERE MORTA!"
"Certo che no!! Marguerite stai calma, vedrai che lo riporterò a casa!!! Lui e …  André. Li riporterò qui, fidati di me!"
Scoppio in un pianto irrefrenabile e guardandolo negli occhi continuo: "Augustin cos'hai intenzione di fare?"
"Ma te l'ho detto! Li riporto a casa!! Vivi, stai tranquilla!! Poi ci penserò io a loro!"
Con la mano mi asciugo le gote e sussurro: "No. Non devi! Augustin non puoi riportarla a casa, l'arresteranno! ... Oscar ha tradito la corona, meglio che tu ... si, tu, la porti via, via da qui, dalla Francia, lontano, molto lontano!” alzo gli occhi al cielo e continuo: “ Oh Madre Vergine ... Vi prego aiutate la mia Oscar!"
"Marguerite ma ... lontano? Dove vorresti che la portassi?"
"Non so ... aspetta ... sing ... in un posto dove le leggi francesi non hanno alcun valore! ... Non so ... non lo so!" continuo a piangere disperata.
"E va bene, Marguerite. Farò come vuoi tu!!"
Mi accascio sulla poltrona, con lo sguardo nel vuoto e un fil di voce sussurro: "Augustin ... per la prima volta in vita tua ti comporterai da buon padre!"
"Io sono un buon padre, Marguerite! Lascerò che la corona li creda morti. Poi deciderò cosa fare. L'importante è che li ritrovi!! Ora fammi togliere la divisa, devo recarmi in città a cercarli!"
 
 
Sono davanti alla porta, in mano ho un vassoio con una tazza di cioccolata calda per Madame Marguerite, ascolto le parole del Generale, non capisco più nulla, mi sento mancare, tutto mi cade dalle mani, urlo: "I MIEI BAMBINI, LI HANNO AMMAZZATI! NOOOO!"
"Nanny!!! Smettila subito!!! Li ho addestrati io, non possono essere morti!!! Smettila subito! Ora vado a cercarli, vedrai che ho ragione io!! Il mio cuore mi dice che sono vivi!"
Vedo Nanny piangere e disperarsi, proprio come me. Mi alzo dalla poltrona, mi avvicino e con un gesto spontaneo l'abbraccio e tra le lacrime sussurro: "Mia cara Nanny, sono sicura che Augustin ha ragione. Oscar e André non possono essere morti ... no, non può essere!"
 
Alzo gli occhi, vedo lo sguardo deciso di Madame e mi faccio forza. Avrà ragione lei!
 
 
 
"Madame, Voi davvero credete che il Generale andrà a cercarli senza avere delle brutte intenzioni?"
"Si … lui ama Oscar, non potrebbe mai farle del male. Stai tranquilla Nanny, anche io sento che sono vivi!"
"Ma quella lettera dice che ... che i nostri ragazzi sono morti!" Dico asciugandomi gli occhi pieni di lacrime.
"L'ha scritta Bouillè, di lui non c'è da fidarsi! Forza Nanny..."
"Sniff ... sniff ... sarà come dite Madame, ma io credo che siano morti!"
"Nanny … fatti forza ed abbi fede!!! Anzi, andiamo nella cappella a mettere qualche fiore davanti alla Vergine!"
"Pregherò ... per l'anima di Oscar e André! ... Il mio povero nipote quanto l'ha amata! .... Poveri cari sono stati tanto sfortunati! Sig ... sniff ..." Dico uscendo dal salone in compagnia di madame.
“No, non può essere .. mi rifiuto che sia vero!”
 
 
 
Mi sono cambiato, indosso abiti semplici, devo passare inosservato. Ho anche tolto la mia parrucca. Vado verso le scuderie e monto in sella al mio cavallo. Troverò Oscar, a qualsiasi costo.
Vedo Marguerite andare verso la cappella, sono certo che pregherà per me.
 
 
 
Studio medico del dottor Lassonne
 
 
 
André giace inerme nella mia stanza da letto.
In camera con me, c'è madamigella Oscar e due dei suoi  soldati. E' pallida, sconvolta, ha le lacrime agli occhi.
Visito con cura André e poi dico: "Madamigella Oscar, la situazione del Vostro amico è molto grave, ma voglio tentare, debbo estrarre il proiettile dal petto."
"Vi prego Dottore, salvatelo!! Io ... Vi prego, non voglio che muoia!"
"Madamigella Oscar, non posso prometterVi nulla! ... Pregate il Signore Nostro Dio affinché guidi le mie mani."
"Si … farò come dite dottore."
"Bene, adesso Vi prego di attendere fuori!"
"Si ... coff… salvatelo … coff … "Mi alzo con fatica, esco dallo studio e mi sistemo nel corridoio con Alain e Gerard.
 
Vedo il Comandante tossire, tiro fuori il fazzoletto, glielo porgo e dico: "Comandante, Voi non state affatto bene! ... Sono mesi che Vi osservo, siete pallida e tanto stanca ..."
"Lo so Alain … lo so. Io resto qui, tu vai dagli altri."
"I nostri amici sono ben nascosti nel covo, loro sono al sicuro invece Voi no. Se solo le Guardie venissero qui arresterebbero anche il povero dottore. Poveretto e pensare che lo fa per salvare André! ... No, io resterò con Voi. Non posso abbandonarVi in questo momento. Il mio onore non me lo consente e poi ... se Vi dovesse accadere qualcosa, non me lo perdonerei mai ... Comandante!"
"Ti ringrazio Alain...ma non è il caso."
"Invece lo è!" dico rimanendo in piedi davanti a lei.
 
 
 
Reggia di Versailles, negli appartamenti di Sua Maestà la Regina
 
 
"Come dite?! Ma Generale Bouillè ... Voi ... Voi ... No. Io non posso credere che Madamigella Oscar si sia schierata con i ribelli! Non vi credo!"
"Invece è così Maestà!"
Mi alzo dalla poltrona, mi dirigo verso il balcone, mi appoggio alla porta, chiudo gli occhi e penso ...
 
Non può essere! Anche Oscar si è schierata con i rivoluzionari! ... Dovevo aspettarmelo infondo qualche giorno fa mi ha chiesto di ritirare le truppe ... non ho voluto ascoltarla e adesso ... Mio Dio! ... Nemmeno la mia migliore amica  mi ha compresa ... questa è la punizione più grande che Dio potesse infliggermi!
 
Sento le lacrime salire ma le ricaccio giù, ritrovo la forza di sempre, mi giro, guardo negli occhi il Generale e sentenzio: "Generale Bouillè, aldilà di ciò che abbia commesso il Colonnello Jarjayes non Vi riguarda! Sarò io a decidere cosa fare. Adesso lasciatemi sola!"
"Si, Maestà!"
"Un momento Generale! Cosa ne è stato del Colonnello Oscar?"
"Era davanti ai cannoni. Dalla Bastiglia i nostri hanno sparato e verosimilmente è stata colpita a morte, Maestà "
"COSA!!! No. Non può essere!" sento ancora le lacrime salire, ma prima di liberare le mie emozioni ordino: "Lasciatemi sola!"
"Subito Maestà " faccio un inchino ed esco.
Vedo la porta chiudersi, le lacrime rigano il mio viso, sussurro: "Oscar, mi avete lasciata sola."
 
La mia mente torna indietro di vent'anni…
 
Ricordo il salvataggio sul Rodano,  il giorno in cui mi ha scortata a Parigi, al ballo in maschera dove ho conosciuto il mio Fersen e a tutti i momenti difficili della mia vita …  la morte del mio piccolo Joséph ...
 
"Oh Signore, mi avete messa nuovamente alla prova!" Sussurro mentre scoppio in un pianto liberatorio.
 
 
 
 
 
Raggiungo la caserma della Guardia Metropolitana, entro nel cortile ma non trovo nessuno. Sembra abbandonata. Scendo da cavallo, lego le briglie ed entro a passo deciso.
Salgo le scale, cerco i quartieri degli ufficiali, apro le porte di diversi uffici finché non trovo il colonnello D'Agout.
 
"Ma possibile che non ci sia nessuno?!"
"Generale Jarjayes? Siete davvero Voi?"
"Colonnello D’Agout, finalmente Vi trovo! Ditemi,cosa è successo a mio figlio! Voglio conoscere da Voi la verità!"
"Generale...Vostra figlia … ha rinunciato a tutto, per amore …"
"Per amore! ... Volete dire che ha abbracciato la causa solo per seguire André?"
"No, certo che no. Lei crede davvero in quello che fa ... e poi da nobile non potrebbe mai sposare André."
"Ma se avete appena detto che ha rinunciato a tutto! ... Colonnello D'Agout, Oscar è vivo?"
“Non ne sono certo ma ... credo che se la sia cavata! È una donna forte, ma questo Voi lo sapete già!"
Sento le mani gelare, la fronte bagnata, sussurro felice: "Lo sapevo! ... Mio figlio non poteva morire in quel modo! ... Ditemi, dov'è?"
"Non lo so .... ma so chi potrebbe saperlo!"
"CHI? Avanti, parlate!"
"C'è una ragazza ... una certa Rosalie Lamoriel...di sicuro lei sa dov'è Vostra figlia!"
"Dove la posso trovare? Su avanti, non fateVi pregare! Parlate!"
"La troverete nel quartiere della bassa borghesia, non saprei dirvi di più!"
"Non sarà facile ma devo trovarla! Grazie Colonnello!" dico lasciando la caserma in tutta fretta.
 
Vedo allontanarsi il padre del Comandante, è un uomo stanco, provato dagli ultimi eventi. Ma sono sicuro che riuscirà a ritrovare le figlia, è deciso come solo un padre può esserlo.
 
 
Sono ore ormai che mi aggiro per Parigi, entro nelle osterie per capire dove trovare questa Rosalie.
 
Sono seduto ad un tavolo, sento un uomo parlare della rivoluzione, della Bastiglia e di mio figlio.
 
“Ehi Sauveur, però chi l’avrebbe detto che un ufficiale di Sua Maestà si sarebbe schierato con il popolo!”
“I tempi stanno cambiando amico mio! Anche i nobili hanno compreso che il popolo ha i suoi diritti, quindi la Francia deve cambiare!”
“Deve cambiare?! Sta cambiando!”
Un terzo ribatte: “Ma avete visto che furia che è stato quell’ufficiale quando ha dato l’ordine ai suoi soldati di bombardare la Bastiglia?”
“Già … anch’io ero presente durante l’assalto e ho visto tutto! … E’ stato davvero coraggioso!”
“Se non fosse stato per lui a quest’ora Parigi sarebbe stata rasa al suolo dai cannoni del generale Launay.” Dico alzandomi.
“Sauveur dove vai?”
“E’ tardi, torno a casa! Compagni, ci vediamo domani!”
 
 
Quando si alza quell’uomo decido di seguirlo, forse mi porterà dal mio Oscar.
 
Continuo a seguirlo per le vie di Parigi, intorno a me vedo desolazione e macerie.
Aspetto che l’uomo svolti l’angolo, affretto il passo, sono dietro di lui.
 
 
Sento qualcuno alle mie spalle, mi volto, fronteggio l’uomo che mi sta seguendo e guardandolo negli occhi domando con tono grave: "Perché mi state seguendo? Cosa volete da me?"
"Cerco una persona e credo che Voi possiate aiutarmi."
"Chi siete?" dico scrutandolo con attenzione. "Voi non siete uno di noi, avete l'aria diessere un aristocratico."
"Conoscete una certa Rosalie Lamoriel?"
" ... Cosa volete? Perché la cercate?"
"Perché abbiamo delle conoscenze comuni. Ditemi ...sapete dove posso trovarla?"
"Quali conoscenze comune? Avanti parlate!"
"Uhm ... André, André Grandièr!"
"André Grandièr è morto per la causa.”
"No, non è possibile!"
"Certo che è possibile. Non è morto solo il cittadino Grandièr ma anche il cittadino Oscar François."
Sussulto appena, scruto per bene quest'uomo e poi aggiungo: "Fatemi parlare con Rosalie!"
"La cittadina Rosalie abita a due isolati da qui, ma Vi assicuro che coloro che state cercando sono periti per la causa. Diteglielo al Quartier Generale! Ditegli che il cittadino Oscar François è perito grazie ai fucilieri schierati dall'alto della Bastiglia!"
"Parlerò con Rosalie, grazie Monsieur!" dico allontanandomi in tutta fretta.
 
 
 
Un mio amico mi si avvicina e domanda: "Sauveur, chi era quell'uomo?"
"Non lo so ..... ma non mi sono fidato …"
“Chi o cosa cercava?”
“Voleva notizie di André Grandièr …”
“Immagino che volesse sapere anche dell’ufficiale biondo!”
“Credo di si, anche se non l’ha nominato.”
“Glielo hai detto?”
“Che sono morti, si.”
“Hai fatto bene! Di sicuro è una spia.”
 
 
 
Studio del dott. Lassonne
 
Vedo l'acqua del catino diventare rossa, continuo a lavarmi per bene le mani, mia moglie mi porge l'asciugamano, le asciugo con cura e dico: "E' stato davvero difficile ma sono riuscito ad estrarre la pallottola ... adesso non ci resta che aspettare."
"Ce la farà!! È un ragazzo forte. Lo abbiamo visto crescere, sono certa che ce la farà!"
"Charlene asciugagli la fronte, io vado da madamigella Oscar."
"Si, certo caro. Resto io con lui."
 
Mi libero del camice bianco macchiato di sangue, lo appoggio sulla spalliera della sedia e lascio la stanza. Vedo Madamigella Oscar e i suoi soldati venirmi incontro.
 
"Dottore ... coffcoff ... come sta?!!!"
 
Osservo madamigella, ha gli occhi rossi, il passo stanco e tossisce di continuo.
 
"Ho estratto la pallottola. Ma Voi piuttosto, siete tanto pallida, avete bisogno di riposare. Dirò a mia moglie di prepararVi una camera."
"Grazie Dottore ma ... ce la farà vero?"
"André è giovane ma ... dobbiamo aspettare fino a domani mattina. Madamigella, Vi consiglio di riposarVi queste poche ore che ci separano dall'alba! … Dovete lasciare il paese."
"Si, lo so! … Non possiamo più rimanere in Francia! Dottore, posso ... posso vederlo?"
“Certo!” Dico spalancando la porta.
 
Appena il Comandante entra nella camera dove giace il mio amico domando: “Dottore, ora che siamo rimasti soli, ditemi, come sta André? Se la caverà?”
“Credo di si, André ha reagito bene e stranamente non ha avuto febbre. E’ un ragazzo forte!”
“Si è svegliato?”
“Non ancora.”
“Dottore, il Comandante … il Comandante non sta bene, lei … dottore i suoi sintomi, mi portano a pensare che abbia la tisi …”
“Si, infatti! … Madamigella Oscar ha bisogno di cure e soprattutto deve cambiare vita.”
“E’ grave?”
“Si, se non si atterrà scrupolosamente ai miei consigli.”
Inorridisco per le parole del dottore e sussurro: “Sono sicuro che lo farà.”
“Lo spero …”
“Per  André farà qualsiasi cosa.”
“Volete dire che …”
“Si … credo che appena potranno, si sposeranno.”
“Sono contento! Almeno ho ricevuto una lieta notizia in mezzo a tutto questo guazzabuglio. Ma dimmi soldato, cosa è successo? Ho udito fin qui i rombi dei cannoni sparare sulla città …”
“Beh … dottore, siete fortunato ad abitare fuori Parigi, altrimenti quei maledetti avrebbero bombardato anche la Vostra casa. La città è un cumulo di macerie.”
“Santo cielo! Non si capisce più nulla! Ma spiegatemi meglio, i soldati di Sua Maestà hanno bombardato Parigi?”
“Non esattamente, le cannonate sono giunte dall’alto della Bastiglia …”
“Cosa?!”
“I Parigini hanno assaltato la Bastiglia … adesso la città è in mano ai rivoltosi!”
“Incredibile!”
Gerard ribatte: “Dottore, certo non è stato tanto semplice come l’ha raccontato Alain … ecco vedete, il Generale Launay ha dato l’ordine ai suoi soldati di bombardare la città e noi ci siamo difesi …”
“Sta zitto Gerard!”
Strofino le lenti al mio fazzoletto e sussurro: “Davvero credete che io nonsappia di Voi? … So bene che in casa mia ho dato asilo a dei rivoluzionari …”
“Dottore …”
“Avanti, non temete, raccontatemi tutto!”
 Annuisco, poi sussurro: “André è stato ferito per salvare il Comandante … l’abbiamo portato al campo per prestargli le prima cure, nel frattempo il Generale Launay ha dato l’ordine di fare fuoco sulla città …”
Gerard continua: “Anche il popolo era provvisto di cannoni ma nessuno sapeva adoperarli e così il Comandante Oscar ha dato ordine di rispondere al fuoco …”
“Dottore, dovete aiutare il Comandante e André a fuggire da qui! Potrebbero arrestarli e processarli.”
“… Um … procurerò loro una carrozza, dovranno partire prima dell’alba!”
“Grazie dottore!”
 
 
 
Quartieri bassi di Parigi
 
 
Raggiungo una piccola abitazione, le indicazioni di quell'uomo mi portano qui. Apro la porta e salgo le scale, strette e ripide. Trovo una porta su cui è scritto Chatelet. Busso.
 
 
"Bernard, hanno bussato!"
 
TOC TOC
 
Apro la porta con un gesto deciso e rimango stupito dalla persona che vedo davanti ai miei occhi.
Sono sorpreso, mi ritrovo di fronte a una mia vecchia conoscenza, con tono grave e deciso, dico: "Se siete qui per recuperare il corpo della cittadina Oscar François potete recarVi alle fosse comuni dove sono stati sotterrati migliaia di parigini."
"Voi sapete chi sono io, ma io non Vi conosco. Sto cercando Rosalie."
"Come? Possibile che non Vi ricordiate di me? Eppure mi avete ospitato in casa Vostra!" rispondo sarcastico.
"Uhm … no, non mi ricordo."
 
Dall'interno riconosco la voce, è il generale, il padre di Oscar.Mi avvicino alla porta, vedo un uomo stanco, piegato, spettinato.
 
Spalanco la porta ed aggiungo: "Accomodatevi Generale, Vostra figlia è stata generosa con me ed io non posso essere sgarbata con suo padre!"
"Grazie … Voi siete Rosalie, vero? Sono passati alcuni anni ormai ... troppi!"
"Già ... molti. Generale, Vi prego entrate!" guardo mio marito e sussurro: "Bernard, per favore, io debbo la mia esistenza anche al Generale, infondo ha permesso ad Oscar di accogliermi in casa sua!"
 
Mi sposto con una certa stizza e lascio entrare quest'uomo.
 
"Grazie!"
"Generale come state?"
"Mi sento stanco, improvvisamente invecchiato. Ditemi, Voi avete notizie di mio ...." faccio un lungo sospiro e riprendo: "Di mia figlia Oscar e di André?"
"Generale ..."
Bernard risponde piccato: "Forse non mi sono spiegato? Oscar è morta e con lei André!"
"No. Non è vero. Lo so. Lo sento. Un padre certe cose le sente. Rosalie Vi prego, ditemi come sta mia figlia! Sono solo un padre ..."
"Generale, Voi ... siete un nobile ..."
"Si certo ... ma questo non cambia le cose. Sono solo un padre, come tanti. Vi prego, ditemi come sta?"
Bernad ribatte: "Un padre che non esita di alzare la lama contro sua figlia!"
"Potete pensare di me ciò che credete ma io amo mia figlia. Ditemi come sta, dov'è e datemi notizie di André!"
"Generale vedete ..."
“Rosalie non dirgli nulla!"
"Bernard … non è giusto!!! È solo un padre!!!"
"Un padre che MAI capirà sua figlia! Ricordati che agli occhi della nobiltà e per ... quest'uomo, Oscar è una rivoluzionaria. Io non mi fido, potrebbe farla arrestare o ucciderla lui stesso!"
"Io invece mi fido! Generale … avete ragione, sono vivi ...ma …"
"Lo sapevo!!! Sono vivi!" sento le lacrime scendere sulle mie guance. "Sono vivi!! Sia ringraziato il Cielo!!! Rosalie, come stanno?"
"Male! ... Vedete Generale, André è stato ferito e ..."
"Taci Rosalie! Non dirgli dove sono!"
"Bernard! Smettila! Vedete Generale ... Madamigella è malata ...credo da tempo....."
"COME!!! Mia figlia sta male?! Cos'ha? Avanti parla!"Mi sento tremare alle parole di Rosalie, mia figlia malata, da tempo. Ed io, io non mi sono accorto di nulla.
"Tisi Signore sniff...." Inizio a piangere disperata gettandomi addosso al generale.
Spalanco gli occhi, sono confuso, mormoro: "Tisi ..." prendo per le braccia la giovane, la guardo negli occhi e con tono grave domando: "Dov'è? Voglio sapere dove sono!"
"Sigh sniff ... bouaaaa!!! Sob..." Continuo a piangere disperata.
"Lei è ... è con André. Sniiiffff ... ce la farà!!!" mi stringo al generale e aggiungo: "Lei è forte, ce la farà vero?!!" Alzo gli occhi e guardo quest'uomo, è così simile alla figlia!
"Ti ho chiesto dove sono!?"
"André … André l’ha portata dal medico ... sniff......o Signore salvatela!!! Aaaahhhhh … "
"Ma se André è ferito! Cosa dici ragazza?"
"La verità! Sob .... dal dottore .... assieme..."
" ... Non capisco ... forse i loro compagni li hanno accompagnati da un medico sovversivo? ... Ma no, cosa vado a pensare ... Oscar si fida solo di Lasonne. Andrò da lui!" Dico lasciando di corsa l'abitazione.
"Generale!!!! Giuratemi che non le farete del male!!!!"
Arresto appena il passo, rispondo: "Anche se ha tradito la corona e ha disonorato la sua famiglia, resta pur sempre mia figlia."
"Sniff..... Si salverà, vedrete!!!"
 
Vedo poi quest'uomo allontanarsi con passo deciso, risollevato dalla certezza che Oscar e André siano vivi.
 
 
Guardo severamente mia moglie e sussurro: "Non avresti dovuto. Io non mi fido di quell'uomo!"
"Tu non lo conosci! Fidati di me Bernard, lui le vuole bene."
"Spero che tu abbia ragione ..."
"Certo che ho ragione!!"
 
 
 
 
Entro decisa nella stanza dove giace il mio amore, lo vedo. La moglie del dottor Lassonne, appena mi vede, mi viene incontro, domando: "Come sta André? E' grave? Forse Vostro marito non ha voluto dirmi la verità?"
"È ancora sotto l'effetto del laudano, ora deve riposare. E anche Voi dovreste farlo! Siete così pallida."Osservo per bene madamigella Oscar, è pallida, magra, sciupata. Ha gli occhi cerchiati, mio marito mi ha detto di cosa soffre, povera ragazza.
"No. Io non mi allontanerò da lui!"
"Almeno cambiatevi d’abito! … Vi porto dell'acqua calda e dei vestiti puliti. E poi potrete restare accanto ad André … magari su una poltrona. Va bene?"
Mi guardo, ho la divisa sporca e strappata, poi dico: "Non vorrei recarVi disturbo, Madame."
"Nessun disturbo Madamigella. Qui siete come a casa Vostra!"
"Vi ringrazio Madame, ma temo che la nostra presenza possa metterVi in difficoltà."
"Per ora non pensateci! Vado a prendere l'acqua!"
 
"Grazie!" seguo con lo sguardo Madame Lassonne mentre si allontana, mi avvicino al capezzale del mio amato André, lo guardo, non riesco a trattenere le lacrime, mi inginocchio, prendo la sua mano e sussurro: "Oh Andrè ... ti prego reagisci! ... Se sei qui …  inerme su questo letto, è soltanto colpa mia. Quella pallottola era destinata a me ma tu come sempre ti sei sacrificato per amor mio ... per salvarmi la vita." Porto la sua mano al mio viso rigato dalle lacrime, l'accarezzo, la sfioro con i miei baci. "Oh André caro, non abbandonarmi! ... Io ti amo, ti ho sempre amato ... non devi, non puoi lasciarmi! ... André, quando tutto questo sarà finito, vorrei che tu mi portassi in un piccolo villaggio dove ci sarà una semplice cerimonia ... ecco vorrei diventare tua moglie.."
 
 
 
Raggiungo mio marito, lo chiamo con un cenno.
"Edmond … dobbiamo aiutarli! Madamigella si merita di essere felice, ed anche quel povero ragazzo che l'ha sempre seguita ovunque!"
"Lo faremo! ... Una carrozza li porterà via di qui."
"Oh … Edmond ... ma quando? André è ancora debole ... e prima o poi li verranno a cercare qui."
"Partiranno alle prime luci dell'alba. Questi due giovani soldati li aiuteranno."
"Dove andranno?"
"Fuori dal paese. Non so dove ma dovrò parlarne con Madamigella Oscar."
"Si, certo. Ora le porto dell'acqua calda per lavarsi e degli abiti … anche se trovare dei pantaloni adatti a lei … sarà difficile!! I tuoi le saranno di certo grandi!"
"Madamigella non baderà a questi dettagli. Portale delle bretelle, così potrà sistemarsi meglio!"
"Edmond … se indossasse una gonna sarebbe irriconoscibile! "
"Ottima idea! Così potrebbe passare inosservata. Fatti dare dei vestiti dalla nostra cameriera, credo che le andranno bene."
"Perfetto … però la convinci tu!! Ora vado!!!"
"... Si, ci proverò!"
 
 
Vedo il dottore entrare nella stanza dove sono il Comandante e André, sussurro sottovoce al mio amico: "Gerard, anche se l'idea della moglie del dottore è perfetta per poterci fare scappare,  sarà strano vederla vestita con gli abiti da cameriera."
"Sempre che il Comandante accetti! Dubito che abbia mai indossato una gonna."
"Vedrai che lo farà. Deve mettersi in salvo, lei è una nobile."
"Se lo farà sarà solo per André, credimi. È testarda peggio di un mulo!"
"Ragiona da soldato e come tale è una donna irremovibile."
"Già … ora non ci resta che aspettare!"
"Spero davvero che André si salvi ..."
 
 
 
Entro nella stanza dove ho lasciato madamigella e André. Mi fermo un attimo ad osservare con quanto amore Oscar stia accarezzando André, lo guarda dolcemente e sussurra qualcosa che non riesco a udire.
 
"Coffcoff …"Tossisco per richiamare la sua attenzione.
 
 
Sento la presenza di qualcuno, mi giro e con voce bassa sussurro: "Dottor Lassonne, André non si è ancora svegliato."
“Ci vorrà ancora un poco. Ma state tranquilla, è un ragazzo forte. Ora però vorrei occuparmi anche di Voi!"
Mi alzo, mi avvicino appena e dico: "Cosa volete dirmi dottore?"
"Innanzi tutto vorrei medicarvi. Avete diverse escoriazioni sulle mani ed un taglio sulla fronte. Poi Vi cambiate gli abiti. Per ora accomodatevi qui!"
"Grazie Dottore!"
 
Faccio accomodare madamigella ed inizio a ripulirle il viso, ha un piccolo taglio sporco di sangue. Passo piano una pezza bagnata per togliere il sangue rappreso, poi osservo per bene il taglio, lo pulisco con cura. Madamigella non si muove, anche se deve bruciare un poco la ferita.
 
"State tranquilla, non rimarrà nessuna cicatrice. E' un taglio leggero, va solo pulito per bene, ora fatemi vedere le mani!"
Apro i palmi delle mani e sussurro: "Io sto beneè di André che dovrestepreoccuparVi, non di me!”
"Fate vedere il dorso delle mani .... ecco, così!" dico afferrando le sue mani e ruotandole."Siete piena di taglietti, vanno curati. Non fate storie Madamigella, Andrè deve trovarvi in salute!"Rispondo tranquillo, cercando di usare un tono dolce.
"Dottore, io non posso restare a lungo nella Vostra casa. Voi sapete benissimo che siamo ... dei sovversivi."
Sento Madamigella pronunciare le ultime parole a bassa voce, con fatica.
"Certo, so tutto. Infatti sto organizzando la vostra fuga, all'alba. Però ... dovrete collaborare anche Voi, Madamigella."
“Grazie Dottore! … Farò ciò che mi direte."
"Bene, mi fa piacere. Innanzi tutto Vi farete medicare le mani, poi Vi darete una bella ripulita e indosserete degli altri abiti. La divisa Vi rende troppo riconoscibile. Salirete su una carrozza e lascerete la Francia, almeno per un po'. Ma dovrete passare inosservata, lo capite vero?" Domando prendendo alla lunga la richiesta di indossare abiti femminili.
"Si, avete ragione! ... Ma i miei capelli biondi ..."
"Non Vi preoccupate, con un bel vestito femminile ed i capelli raccolti sarete irriconoscibile!"
Osservo un attimo Madamigella, per un attimo ha stretto i pugni, mi ha osservato male, poi la vedo sospirare, abbassa un attimo lo sguardo e mormora: "E' proprio necessario?"
"Si, Madamigella, cercano degli uomini ... è la soluzione migliore!"
"E va bene, farò come mi dite!"
 
Sono nella stanza con madamigella Oscar, vedo aprirsi la porta, è mia moglie.
 
“Charlene hai preparato la stanza per Madamigella?"
"Si, certo. Ed anche abiti puliti ed un bagno! Forza Madamigella, venite con me!
"Ecco ... io ... Madame, preferisco rimanere con Andrè. Non vorrei che si svegliasse con me in un'altra stanza!" mi guardo intorno e continuo:" Riposerò sul divano, mi basterà una coperta ... coff ... coff ... scusatemi!"
"Ah no, Voi adesso fate un bel bagno caldo!! E poi se proprio volete dividere la stanza con André … troveremo il modo! Ma prima il bagno! Forza, venite con me!"
" .. Coff .. coff .. ma io ... non voglio recarVi disturbo, è già tanto ciò che state facendo per noi."
"State tranquilla, e poi ... il Vostro André sarà felice di vedervi bella lavata e profumata, non credete?"
"Si, avete ragione!" dico seguendo mestamente Madame Lassonne.
 
Entriamo in una stanza ampia e pulita, con un bel letto ed una tinozza. Ecco, qui potete lavarvi con calma. Vi lascio fare da sola. Tornerò tra un po' per aiutarvi a lavare i capelli! Va bene?!"
"Grazie Madame!"
“Madamigella, Vi ho preparato il vestito per il viaggio, è su quella sedia …”
“Un abito da donna!?”
“Si, è di mia nuora! Sapete, ne ha lasciati diversi per quando vengono in vacanza. Ho scelto il più modesto, credo che sia più appropiato per il vostro viaggio, così passerete innosservati!”
“Grazie Madame! Siete davvero molto gentile!”
“Di nulla Madamigella! Sono contenta di poterVi aiutare.”
“ Lo so, ma non voglio causarVi problemi, per questo motivo è meglio che lasciamo la Vostra casa quanto prima!”
Sorrido e sussurro: “A dopo Madamigella Oscar!”
“A dopo …”  rimango sola nella stanza da bagno, un colpo di tosse mi piega in due. “Coff .. coff ... coff ..." sento il sapore ferroso del sangue, mi porto la mano alla bocca, mi pulisco con un fazzoletto, sussurro: "Sto male! ... Devo assolutamente cambiare vita altrimenti non avrò la gioia di vivere con ... il mio André."Poi guardo l’abito appoggiato sulla sedia. “Per la seconda volta in vita mia indosserò un abito femminile … ma questa volta non c’entra nulla con un ricevimento a Versailles per farmi notare da Fersen, questa volta lo indosserò per fuggire da qui.  Un’altra vita … con l’uomo che amo.”

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


L’incontro
 
Sono nella stanza con Andrè, mi sono sistemata sul salotto, ho freddo, mi copro con la coperta. Vedo André dormire profondamente ma io non ci riesco. Appena chiudo gli occhi, nella mia mente riaffiora l'immagine della Bastiglia, le torri cadere, il fumo, la polvere, le grida. E poi il sangue, il gusto ferroso in bocca, le teste mozzate e portate come trofei sulle picche. E Andrè, gettarsi su di me per proteggermi, le sua voce, sempre più flebile. Le mie lacrime salate rigarmi il viso, portando via la polvere, la mia voce roca chiedere aiuto ……. Ho l'impressione di udire ancora il rombo dei cannoni, i colpi dei fucilieri, le pallottole scaraventate contro di noi ... contro di me. Sono viva grazie a un gesto eroico di Alain altrimenti …
 
"Coff ... coff ... questa tosse non accenna a fermarsi, non riuscirò a dormire! .... Chissà se mio padre avrà saputo?! ... Ma si, che sciocca, certo che lo sa! ... Magari spera che sia morta sotto le torri della fortezza, l’ho disonorato, ho tradito la corona!" Mi alzo dal divano, mi avvicino al capezzale del mio compagno. “André ormai ci apparteniamo! ... Ma cosa dico? Ci siamo sempre appartenuti, solo che sono stata cieca e sorda al tuo amore infinito!" con la guancia accarezzo la sua mano, sussurro: "Svegliati André ... ho bisogno di te! Non potrei mai farcela senza la tua presenza ed il tuo amore. Io ti amo! ... Coff ...Che strano ... non avrei mai immaginato di pronunciare queste parole a un uomo e soprattutto a te ... mio André!"
 
Affondo le mani nei suoi capelli, ne saggio la consistenza. È così pallido il mio Andrè, osservo le coperte salire e scendere all’altezza del torace, il suo respiro costante, lento, affaticato. Voglio restare qui con lui, stretta a lui, al mio Andrè.
 
 
Sono confuso, stanco. Sento le palpebre pesanti, credo di sognare, è la voce di Oscar.Cerco di aprire gli occhi, guidato dal suono della sua voce. Che io sia in paradiso? Sento le sue mani accarezzarmi, la sua voce dolce, il suo profumo. Si, sono in paradiso.
 
Spalanco gli occhi, sussurro: "André ... ti sei svegliato!"
"Oscar… sei … sei tu?" Rispondo con fatica. Apro gli occhi ma è tutto confuso, sfocato.
 
Vedo davvero poco, ma la voce...è la sua. Anche il profumo....è la mia Oscar.
 
"André ... André caro! ... Si, sono io ... come ti senti?"
"Stanco … e tu?!" Domando con un filo di voce e la vista appannata.
"Io sto bene ... bene ... coff .. coff ... André, partiremo tra qualche ora."
“Partire? … E per dove?”
“Lontano, lontano da qui … lontano da Parigi, dalla Francia!”
“Oscar, dove siamo?” Domando con voce flebile.
“Siamo a casa del dottor Lassonne.”
“Il dottor Lassonne?! … Ma è pericoloso! Oscar, non possiamo mettere in pericolo la sua incolumità.”
Stringo la sua mano e sussurro: “Stai tranquillo André, non devi preoccuparti … ormai la città è in mano ai parigini …”
“Vuoi dire che …”
“La rivolta ha rovesciato il potere anche se non del tutto … comunque dobbiamo allontanarci da qui! … André, voglio vivere tranquilla. Basta con le rivolte, basta con i problemi.  Solo io e te.”
La guardo, sorrido e sussurro felice: “Si … d’ora in avanti solo io e te! … Oscar sei pallida …”
“Non preoccuparti per me, sto bene! … André, mi dispiace ma dovrai viaggiare in queste condizioni …”
“Io e te da soli? Come faremo? Io sono ferito … ho male al petto! … Ora ricordo … eri davanti a me, ho visto un soldato puntarti il fucile … e io …”
“Tu come sempre mi hai protetta … mi hai fatto da scudo. Oh André, ho creduto di morire quando …” sento le lacrime rigare le gote, inizio a singhiozzare. “Ho temuto di perderti, proprio ora che ho capito di amarti.”
Sollevo con molta fatica la mano, le accarezzo il viso e sussurro: “Non piangere … voglio vederti sorridere! … Adesso niente e nessuno potrà separarci!”
 
Prendo le sue mani, sussurro: “Si, niente e nessuno ci separerà! … André caro, perdonami …”
“Perdonarti cosa?”
“Di essermi accorta soltanto adesso di amarti!”
“Oscar …”
“André!”
“… Oscar, dobbiamo partire, come faremo … io sono tanto stanco, sarò un peso per te!”
“Sta tranquillo, ci accompagneranno Alain e Gerard. Il dottor Lassonne ha già fatto preparare la carrozza.”
“Il dottor Lassonne è davvero un brav’uomo!” sussurro mentre mi addormento nuovamente, sfinito da queste poche parole ma rassicurato dalla presenza della mia Oscar.
 
Vedo André chiudere gli occhi, mormoro: “Spero che riesca davvero ad affrontare il viaggio!” Bacio la sua mano, gli accarezzo il viso e torno sul divano. “Ho freddo, credo di avere un poco di febbre ….”
 
 
 
Dopo una lunga cavalcata sono dietro la porta di casa Lassonne.
 
Lui saprà senza dubbio dove sono, o forse sono proprio qui. Spero davvero di avere notizie di mio figlio e di Andrè.
 
Busso …
 
“Edmond, chi sarà a quest’ora?! … Forse le guardie?!”
“Sta tranquilla Charlene, a Parigi ci sono i disordini, non c’è legge!”
“Ne sei davvero sicuro? Oh Edmond, ho paura!”
“Rimani qui, nella nostra camera e chiuditi a chiave!”
“Si … si ..”
 
Prendo il candelabro, lascio la mia stanza e raggiungo la sala principale. Vedo i due soldati di madamigella Oscar impugnare le armi e guardare fuori dlla finestra, uno dice all’altro: “Alain non sono i soldati del re ma è un uomo … sembra un popolano … chi sarà?”
“Non ne ho la più pallina idea Gerard!” Mi giro, vedo arrivare il padrone di casa. “Dottore, là fuori c’è un uomo, venite a vedere!”
Mi affretto, poso il candelabro sul tavolo,  mi avvicino alla finestra, scruto e sussurro: “E’ il generale Jarjayes!”
“Il padre del Comandante?”
“Si, lui!”
Gerard ribatte: “Cosa è venuto a fare qui?”
“Che domande! Avrà saputo che sua figlia è qui e vorrà arrestarla!”
“Ma cosa dici Alain?! Il generale è suo padre e poi non indossa la divisa ed è venuto da solo! Sono sicuro che è qui per avere notizie di sua figlia.”
“Gerard, io non mi fido!”
Lassonne sussurra: “Io invece si.”
 
Busso ancora.
“DOTTOR LASSONNE … APRITE! HO BISOGNO DI VOI!”
 
Mi avvicino alla porta, domando: “Generale Jarjayes cosa succede?”
 
“APRITE PER FAVORE!”
 
Il soldato mi afferra per un braccio e mormora: “Non Vi fidate! Dimenticate che quell’uomo è uno scagnozzo di Sua Maestà!”
 
“LASSONNE APRITE!”
 
“Soldato cosa credi?! Anch’io ho paura ma non penso che quell’uomo possa fare del male a sua figlia!”
“Al Vostro posto non ne sarei tanto sicuro, come fate a fidarVi?”
“La monarchia ormai ha perso il potere assoluto e Parigi è in mano al popolo, l’hai forse dimenticato?”
“Uhm …”
“Alain, il dottore ha ragione!”
 
Metto la catena alla porta per bloccarla, tolgo il chiavistello, la apro appena, vedo il volto dell’uomo, domando: “Generale cosa succede?”
“Dottore, avete paura di me? Perché non volete farmi entrare?”
“Perdonatemi Generale ma in città ci sono i ribelli ed io …”
“Avete forse paura di un rappresentante di Sua Maestà?”
“Si … no …”
“DecideteVi, avete paura si o no?”
“Cosa volete?”
“Ho bisogno di parlaVi! … Non preoccupateVi, non ho armi con me, solo la spada … se non mi credete perquisitemi!” dico mostrando la mia cintura. “Vi giuro che Ve la consegnerò non appena mi farete entrare! … Su avanti dottore aprite!”
“Chi mi assicura che con Voi non ci siano i soldati?”
“Andiamo dottore! Voi abitate in aperta campagna, intorno alla Vostra casa non ci sono ne cespugli, ne alberi e tanto meno abitazioni, dove potrei nascondere i soldati!?Non c’è nessunocon me.”
“Ma io …”
“Vi giuro sul mio onore che sono qui da solo, se non mi credete, armateVi prima di aprirmi!”
“E quello che farò!”
Alain passa la pistola a Lassonne, impugna la spada e sussurra: “Ecco tenete!”
 
Stringo l’arma, tolgo la catena dalla porta e apro.
 
“Entrate!” Dico puntando la pistola al mio ospite mentre i due soldati chiudono immediatamente la porta e alzano le armi.
 
Entro mestamente, mi tolgo il cappello e sussurro: “Se ricevo questa  accoglienza è perché non Vi fidate di me!”
“Scusatemi Generale ma dopo quanto sta succedendo, c’è poco da fidarsi!”
“Sono qui vero?”Domando deciso mentre mi guardo bene in giro.
“Di chi state parlando?”
“Andiamo! Credete che sia nato ieri? A dimostrazione dei miei sospetti, ci sono due soldati che Vi stanno proteggendo e per di più indossano la divisa dei Soldati della Guardia …”
“Parlate chiaro Generale!”
“Avete capito benissimo a chi mi riferisco! Sono qui vero? …”
“….”
“Il Vostro silenzio è più che eloquente! Voglio vedere mio figlio e André!”
“Cosa Vi fa pensare che siano qui?”
“Lassonne, adesso rispondimi! Cosa ci fanno qui i soldati di mio figlio? … Avanti, voglio solo sapere se sta bene?! …”
“Che intenzioni avete?”
“Voglio che si allontanino dalla Francia! Non voglio che corrano alcun pericolo!” Tiro fuori una lettera e delle monete, continuo: “Se non fosse così non avrei portato con me tanto denaro! … Lassonne, Voglio aiutare mio figlio a fuggire!”
 
Alain ed io ci guardiamo stupiti e rimaniamo in silenzio ma tenendo sempre alta la guardia.
 
Lassonne abbassa la pistola e sussurra: “Venite con me!”
 
Seguo il dottore Lasonne, mi conduce in una stanza al piano di sopra.
"Attendete qui un momento!"
"Aspetterò!" dico con tono severo.
 
 
Busso appena ed entro, facendo attenzione affinché il generale non possa guardare dentro.
Chiudo la porta, osservo André dormire e madamigella Oscar seduta sulla dormeuse con una copertina sulle spalle.
"Madamigella, è giunto qui Vostro padre. È preoccupato per Voi. Volete vederlo?"
“Mio padre?! Ma come! Io ... lui ... Dottore, conosco il suo modo di pensare e ... credo che sia qui per arrestare sia me che Andrè."
"Non credo. È solo, disarmato e vestito con abiti semplici. Mi sembra davvero preoccupato. Ma se non volete vederlo lo allontano."
"No, no ... fatelo entrare!" Mi alzo, sistemo un poco i miei abiti, ho indossato quello che mi ha portato madame Lasonne.
"Bene, volete che rimanga?"
"Si."
 
 
Apro la porta e faccio cenno al generale di entrare.
 
Entro ed osservo mia figlia, non posso fare a meno di pensare a lei al femminile, adesso che la vedo con indosso un semplice abito da donna, un abito borghese, blu scuro., poco scollato. Ha i capelli sciolti, ribelli e liberi, come lei. Si, è davvero bella .... e poi è sempre lei, anche se ha un'aria così stanca .....
 
Osservo il suo ingresso, come vede la figlia sorride ed apre le braccia.
"Sei viva ... siete vivi!!!" Lo sento mormorare "Lo sapevo ... sei viva!!"
 
Sono stupita, mio padre è davvero felice di vedermi, possibile?
 
Rimango immobile.
 
"Oscar.....vieni qui!!"
"Io ..."
 
Possibile che mio padre voglia abbracciarmi? Non lo ha mai fatto ....
 
Mi avvicino piano, cauto, e stringo a me Oscar. La abbraccio, sento il suo profumo, è magra, tanto magra. La accarezzo, la sento rigida, poi piano si scioglie. Sento le lacrime scendere e rigare le mie guance.
"Sei viva. Solo questo è importante!!!"
Sussurro: "Possibile non Vi importa che io abbia abbracciato la causa dei rivoluzionari?"
La tengo ancora stretta a me e rispondo piano: "Certo che mi importa, ma conta di più che tu sia viva". Poi allento un poco l'abbraccio. "André come sta? Dovete fuggire, in fretta."
"All'alba lasceremo Parigi."
"Bene. Sapete già dove andare?"
"Ecco ... veramente ... Perdonatemi Padre ma preferisco non dirvelo. "
"Oscar … capisco. Non ti fidi."
Guardo intensamente negli di mio padre e sussurro: "Quando tutto questo sarà finito, sarò io stessa a informarVi. Per favore, assicurate mia madre e la nonna di André che stiamo bene, non voglio che si preoccupino per noi!"
"Si, certo. Ti lascio questo sacchetto di monete e queste lettere di cambio. Alcune sono a nome di André, se ne avrai bisogno in Francia usa quelle. All'estero usa quelle a tuo nome. Non andare in Belgio, molti nobili stanno fuggendo in quella direzione. Ti consiglio di attraversare la Francia come foste due borghesi....magari una famiglia borghese. Poi vai nell'impero austriaco, è il posto più sicuro. Milano, Venezia o anche Vienna. Ma ti prego, mandami tue notizie!"
"Grazie Padre!"
"Sei così pallida ....... " sussurro quasi, osservandola meglio.
"Non preoccupateVi, sto bene ... coff ... coff ... " Mi porto la mano alla bocca, è sporca di sangue e la nascondo stringendo la gonna.
"Uhm ... tossisci .... sei sicura? Chiedi a Lassonne il nome di un medico che possa visitarti al tuo arrivo .... sono certo che lui saprà aiutarti. Ed ora .... dimmi di Andrè"
"André è stato colpito da una pallottola per ... salvare me." Dico trattenendo le lacrime.
"Non piangere .... vedrai che starà bene, è un uomo forte ....e ti ama Oscar, credo da sempre" Rispondo con un poco di commozione.
 
Le parole di mio padre mi commuovono, non riesco a trattenere le lacrime, mi giro verso André e mi avvicino.
 
"Si, avete ragione! ... André è un uomo forte, ce la farà."
Seguo lo sguardo di mia figlia, mi avvicino ad Andrè, mi piego un poco e poso una carezza tra i suoi capelli.
"Andrè ... ti affido mia figlia, il mio bene più prezioso. Abbine cura ragazzo mio!"
La voce del Generale mi desta dal sonno, schiudo lentamente gli occhi, lo vedo e con voce flebile sussurro: "Siete Voi Signor Generale?! ... Credevo di sognare…"
"Sono felice di vederti vivo, Andrè. Dimmi, come ti senti ragazzo mio?!" Domando con tono stranamente dolce.
" ... Vorrei dirVi che sto bene ma non posso. Vi prego Signor Generale, non ditelo a mia nonna, non voglio che si preoccupi per me. Ditele che sto bene e presto ci rivedremo."
"Certo Andrè. Non so dove andrete, Oscar non vuole dirmelo. Ma va bene così. Quando arriverete scrivimi, se posso vi raggiungerò. Se non potessi arrivare, porterei comunque mia moglie e tua nonna."
"Signor Generale, credo che saranno tempi difficili per ... i nobili, temo che ci potranno essere delle persecuzioni ... ho paura per Voi, per madame e per mia nonna. Vorrei ... vorrei che anche Voi lasciaste il paese ..."
"Loro vi raggiungeranno senza dubbio .... io vedrò cosa potrò fare. Lo sai che ho i miei valori e le mie idee. Ciò non toglie che voglio vedervi tutti al sicuro. Andrè, abbi cura di mia figlia, mi raccomando. Lo sai che è una testa dura .... ma tu abbi pazienza."Sorrido un poco.
 
 Andrè è un ragazzo forte, unico. E poi sono certo che ama Oscar, l’ha sempre amata. La renderà felice.
 
"... Signor Generale ecco ... io vorrei che Voi partiste con Madame e mia nonna ..."
"Vedremo Andrè ... vedremo. Ma ti assicuro che saprò badare a me stesso. Tu ora promettimi che ti prenderai cura di mia figlia.”
Guardo con amore la mia Oscar e sussurro: "Come potrei non farlo?! ... Generale ... Voi conoscete i miei sentimenti per Oscar .. anche se le circostanze sono piuttosto insolite, io Vi chiedo la sua mano. Mi piacerebbe avere il Vostro consenso."
Resto un attimo sorpreso, questo ragazzo è davvero ben educato. "Andrè, hai il mio consenso. Hai anche quello di Madame" Rispondo tranquillo, sereno.
"Grazie Signor Generale!"
Ascolto in disparte la conversazione di mio padre e di André poi mi avvicino e dico: "Grazie per la Vostra comprensione, Padre!"
"Oscar .... ricordati sempre che ...... ti voglio bene, figlia mia. Forse non te l'ho mai detto, ti voglio bene" Sono commosso, mai avrei pensato di dire una cosa simile a mio figlio.
Lassonne interviene: "Mia moglie ha fatto preparare tutto il necessario per il viaggio, sono sicuro che i due soldati che viaggeranno con voi saranno in grado di proteggervi. Madamigella Oscar, se volete che Vostra madre e Nanny Vi raggiungano dovrete informare Vostro padre su quale sarà la Vostra destinazione”
"Si .... certo. Ma lo farò una volta che saremo al sicuro. Credo che sia meglio per tutti."
"Si, certo!"
Avanzo verso mia figlia, l'abbraccio nuovamente e dico: "Fa buon viaggio e prenditi cura di te!"
Sento una lacrima scendere, tiro su un poco con il naso poi mi avvicino di un passo a mio padre e rispondo "Anche Voi Padre. Promettetemi che ci rivedremo."
"Certo figliola! ... André abbi cura di ... lei!"
"Si Signore, state tranquillo" rispondo con fatica, a voce bassa. Anche parlare è faticoso per me.
"A presto ragazzi! ... Grazie Lassonne! Non dimenticherò mai quello che stai facendo per loro, ti sarò riconoscente per tutta la vita. Grazie!" dico lasciando la camera.
 
Vedo mio padre allontanarsi, mai avrei creduto che potesse essere così ... così .... paterno. Non lo è mai stato in oltre trent'anni. E poi, ha dato la sua benedizione alla mia unione con Andrè. Sono così commossa.
Quando la porta si chiude mi volto verso Andrè, mi siedo sul letto al suo fianco, afferro una sua mano e la stringo tra le mie.
"Oh Andrè, sono così felice!"
"Anch'io sono tanto felice Oscar! ... Diventerai mia moglie ... mia!" la guardo nel suo vestito, sussurro: "Sei bella, bellissima! ... Sono l'uomo più felice del mondo!"
"Oh .... Andrè ...." mi appoggio piano di fianco a lui, un poco stretta, rintanata nel suo abbraccio.

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Capitolo 3
*** In fuga ***


In fuga
 
 
Palazzo Jarjayes
 
 
Nanny ed io siamo davanti al fuoco nell'attesa che arrivi mio marito, ormai abbiamo esaurito le parole, entrambe pensiamo ai nostri ragazzi: Oscar e André.
Sentiamo dei passi decisi, ci voltiamo, è Augustin che si avvicina con il suo solito passo deciso e cadenzato.
 
 
Mi tolgo la mantella e mi lascio cadere su una poltroncina.Sento lo sguardo di Marguerite e Nanny addosso, riesco a percepire tutta la loro tensione e preoccupazione Poi sorrido e aggiungo: "Li ho visti, sono vivi. Devono solo riuscire a lasciare la Francia, poi andrà tutto bene!"
Tolgo le lenti, mi asciugo gli occhi esclamo: "Che Dio sia lodato!"
Le parole di mio marito mi consolano e con tono concitato, domando: "Augustin, come stanno? Dove sono?"
 
Osservo mia moglie, stringe le pieghe della gonna con ansia, forse per cercare di calmarsi. Ha una piccola goccia di sudore correre sul suo bel viso, arrossato dalle troppe preoccupazioni e dalla lunga attesa.
 
"Ecco ..... non intendo mentirti. Non stanno proprio bene, ma se la caveranno, vedrai. Sul dove sono ... preferisco tacere, anche i muri hanno orecchie! Ma vedrai andrà tutto bene!"
"Non stanno bene?! Augustin, cosa è successo? Oscar ... la nostra Oscar sta male?"
"Il mio André, cosa è successo al mio ragazzo?"
"Sono entrambi feriti ... ma non sono in pericolo di vita. Oscar però mi è parsa molto provata, è magra, Marguerite, tanto magra. Ed ha una tosse che non mi piace. In quanto a Andrè ... è stato colpito da una pallottola, ora ha bisogno di tanto riposo!" Mi accascio sulla poltrona ed aggiungo: "Ma sono vivi! Capite, sono vivi!!"
"Ahhh il mio André colpito da una pallottola! Bouuuubouuuu ... povero figliolo!Ahhhh .... sniff ... sniff … Quante disgrazie si sono abbattute su questa casa! ... André non potrà proteggere la mia Oscar! ... Sniff ... sniff ..."
"Nanny .... smettila di piangere! Vedrai che si riprenderanno. E poi ... uhm ... ecco ... Andrè e Oscar ... vorrebbero ... sposarsi." sussurro quasi le ultime parole, emozionato, confuso.
 
Ho sempre saputo che erano fatti l'uno per l'altro, se solo li avessi lasciati vivere assieme molto tempo fa ...
 
"Si ... il mio ragazzo ha sempre amato Oscar ma non ha mai osato dichiararsi, lui ... lui ... è solo un servo! Ahhhbouuu ... sniff ..."
"Basta Nanny ... piuttosto, nessuno deve sapere che sono vivi, sono stato chiaro? Nessuno, per nessun motivo. E' molto importante!"
 
Osservo il generale, è ritornato perfettamente padrone di se stesso, l’uomo di ghiaccio che è sempre stato. Tranquillo, imperscrutabile.
 
Ritrovo la padronanza di me stessa e aggiungo: "Nanny, dobbiamo indossare degli abiti neri, tutti dovranno pensare che sono morti!"
"Si .... si. Come volete Madame ...  anche se è tutto così ... sniff ... Spero di rivederli un giorno!"
Il Generale ribatte: "Vi prometto che un dì li rivedremo! ... Nanny per favore, fa servire la cena! ... Finalmente adesso potrò riposare, sono così stanco!"
"Si ... certo Generale. Vado." Mi alzo mesta e lascio la stanza.
"Augustin ma di cosa vivranno? Come faranno ad affrontare il viaggio?"
"Ho dato loro due sacchetti di monete e diverse lettere di cambio. Stai tranquilla Marguerite, hanno quanto necessario per raggiungere un luogo sicuro, poi ci scriveranno e manderemo loro altro denaro. Vedrai, andrà tutto bene. Non sono due sprovveduti, li ho cresciuti io!" pronuncio le ultime parole fiero. “Sono convinto di avere fatto un ottimo lavoro con loro. Forse troppo …… resta il fatto che Oscar ha tradito la corona, se il generale Bouillè dovesse scoprire che è viva per lei ci sarebbe la corte marziale. Se la meriterebbe, ma è mia figlia, preferisco saperla viva e al sicuro lontano dalla Francia, ed affrontare io le ire e la derisione degli altri ufficiali dell’esercito.
Mi avvicino a mio marito e sussurro: "Oscar e André si amano ... André la renderà felice."
"Si, lo credo anche io. Se solo lo avessi capito prima ..."
Prendo le mani di mio marito, lo guardo negli occhi e sussurro: "L'importanteè che tu abbia compreso. Augustin, spero solo di rivedere i ragazzi."
"Li rivedremo, stanne pure certa! Ti ho mai delusa?!"
"Hai sempre mantenuto la parola, Augustin, mi fido di te."
 
Prendo le mani di Marguerite tra le mie, le porto alle mie labbra e ci poso un piccolo bacio. Sono anni che ci siamo persi, forse è giunto il momento di ritrovarci, riavvicinarci.
 
 
 
 
 
Siamo partiti all'alba, il dottore ci ha procurato una piccola carrozza, molto borghese, in cui ci siamo sistemati io e Andrè. Alain e Gerard sono a cassetta, sotto al sole di questa calda estate. Andrè è di fronte a me, appoggiato al fianco della piccola vettura, stanco. Abbiamo fatto solo una piccola sosta per il pranzo e siamo ripartiti subito. I nostri poveri cavalli saranno ormai stanchi ma avevamo la necessità di allontanarci velocemente da Parigi. Alexander e Caesar, non potevamo di certo separarci da loro, anche se abbiamo dovuto sporcare il loro mantello di fango per farli passare inosservati.
Raggiungiamo una piccola città, sento la carrozza rallentare nei pressi di una piccola locanda.
La vettura si ferma e Gerard viene ad aprire il piccolo sportello.
"Comandan ... ehm .... Madame, credo che sia meglio fermarci per la notte."
André è disteso sulle mie gambe, anche se si fa forza in realtà è molto debilitato, sussurro: "Coraggio André, adesso potrai riposare! ... Alain, Gerard aiutatemi!"
"Si, certo. Su forza amico, cerca di alzarti!"
 
Sento la fronte imperlata di sudore, tento di alzarmi ma la ferita mi fa molto male.
 
"Alain ... Gerard, io ... non ci riesco, eppure sono riuscito a salire sulla carrozza ... "
"Sarai stanco! Su forza, ti aiutiamo noi!" Afferro il nostro amico, lo faccio appoggiare a me e piano lo aiuto ad uscire dalla carrozza. Poi osservo il nostro comandante, sembra così fragile con indosso un abito femminile. Piano esce anche lei dalla carrozza, entriamo mentre Gerard si occupa dei cavalli.
Seguo i miei soldati che sorreggono André ed appena entriamo nella locanda l'oste ci viene incontro.
 
“Buona sera signori! Immagino che abbiate bisogno delle stanze?!"
Faccio un passo avanti e rispondo, come d'abitudine."Si certo, due stanze per la precisione!"
"Si, certo, certo! Madame, ho appunto un camera con un letto matrimoniale e un'altra con letti singoli! ... Vedo con rammarico che trasportate un ferito, avete bisogno di un dottore?"
"Uhm ... si, se fosse possibile vorrei che mio ... marito venisse curato. Purtroppo ha una brutta ferita!"
"Ma certo! Manderò il garzone a chiamare il dottore!" mi affaccio in cucina e ordino: "Pascal vai immediatamente a chiamare il dottore!"
"Grazie Monsieur. Se non Vi dispiace noi vorremmo cenare in camera." Rispondo tranquilla. "Eh ... potreste mandare qualcuno ad occuparsi della nostra vettura e dei cavalli?!"
"Penseremo a tutto noi!" Rispondo felice.
"Bene, grazie mille. Se ora voleste indicarci le nostre stanze ....."
"Venite con me, prego da questa parte!" dico facendo strada.
 
 
Seguiamo il locandiere, sollevo la lunga gonna per salire le scale, sono un poco affaticata. Non sono abituata a questi abiti e sento il fiato corto, forse anche a causa della tisi. Raggiungiamo il primo piano ed entriamo in una stanza piccola ma pulita. Mi guardo per bene attorno mentre Alain e Gerard aiutano Andrè a distendersi.
 
Mi avvicino ad André, gli sollevo il capo con dei cuscini e sussurro: "Stai meglio così?"
"Si ... grazie  Françoise!"
Sento la voce bassa di Andrè, quasi un sospiro. Non si è lamentato per tutto il giorno, ma si vedeva che era molto stanco e provato.
"Alain, Gerard, andate a riposare anche voi. Sarete stanchi ...... "
"Si ... grazie madame Françoise!" dico lasciando la stanza con Gerard.
 
L'oste domanda: "Signori, Vi farò portare in camera una cena succulenta! ... Bene, vado a dare disposizione in cucina, sempre se non avete preferenze."
"Nessuna, per me andrà bene qualsiasi cosa.”
“FidateVi di me, la cuoca ha preparato dei pranzetti!”
“Una cortesia ancora. È possibile avere dell'acqua calda? Vorrei lavarmi."
"Ma si, certo Madame! Ve la porterà mia figlia!" dico lasciando la stanza.
 
Mi avvicino ad André, poso una carezza sul suo viso, lo vedo aprire gli occhi e osservarmi.
 
Mormoro con affanno: "Oscar ... sei pallida, cos'hai ... avanti dimmelo!"
"Nulla, solo un poco di stanchezza!"
"Non è vero! ... Dimentichi che ti conosco da una vita, so quando mi menti e mi nascondi le cose ... Oscar, forse non hai fiducia in me?"
"Certo che mi fido di te! Tu ora però pensa solo a ristabilirti.”
"Ci vorrà molto tempo e lo sai ... certo che è mancato davvero poco per lasciare questo mondo, per lasciare te!" i miei occhi si riempiono di lacrime. "Oscar, nonostante questo brutto momento, sono felice ... tanto felice! ... Tu mi ami, sei la mia donna come ho sempre desiderato!"
Poso le mie labbra sulle sue, in un bacio piccolo e leggero, imbarazzata dalla mia stessa intraprendenza.
"Anche io ti amo, André!"Rispondo in un sussurro.
Sento le lacrime scendere, per pochi istanti chiudo gli occhi, sussurro: "Oscar ... è meraviglioso sentirtelo dire, desidero abbracciarti ma non posso ... questo dolore al petto ..."
"Shhh … stai tranquillo! Piuttosto...pensi di riuscire a mangiare da solo?" Poso una carezza sul suo viso, mi sento attratta da lui, dal suo profumo, dal tono caldo della sua voce.
" .... No ... non riesco a muovere le braccia, ho l'impressione che siano paralizzate."
"E allora … temo proprio che dovrò imboccarti! Non ho mai imboccato nessuno ... povera me!” Rispondo sorridendo.
"Ed io non avrei mai immaginato che l'avresti fatto!"
"Uhm ..... forse non ti fidi?!!"
"Perché non dovrei!?"
"Non lo so!!"
 
Poi sento bussare, apro e vedo entrare una ragazzina con un catino di acqua fumante in mano e alcuni asciugamani.
 
"Buona sera! ... Ho portato l'acqua come avete chiesto!" poso tutto sul tavolo, faccio un inchino e concludo: "Vado a prendere la cena, con permesso!"
"Grazie!" Poi mi volto verso André e dico: "Bene, direi che meriti un piccolo lavaggio!! Non trovi?!"
"Ma io ... non posso!"
"Ci penso io a te ... coffcoff …" mi volto ed inizio a tossire, un attacco forte che mi fa piegare. Apro il palmo della mano e vedo sangue.
Tento di sollevarmi dal letto ma non ci riesco, domando con timore: "Oscar, Oscar ... cosa ti succede? Oscar!"
"Nulla....nulla. Tu stai tranquillo!" Mi pulisco con un fazzoletto, a fatica mi sistemo e raddrizzo. Faccio un bel respiro, sento mancarmi l'aria, un altro respiro, piano, nel tentativo di calmarmi e prendere aria. Non è nulla, ora passa …. Respira Oscar, respira …..
TOC TOCTOC
Oscar non riesce a rispondere, dico: "Avanti!"
Vedo la porta aprirsi ed entrare un omino basso, magro, con un lungo naso.
"Buona sera, sono il dottor Tireau!"
"Dottore, Vi prego, visitate mia ... moglie, sta male, tossisce e non riesce a respirare!"
Mi volto, osservo il medico, cerco di sorridere e rispondo: "Ma no, non è necessario. Piuttosto ….. mio marito è ferito, credo sia necessario pulire la ferita e cambiare le bende, dottore.” Rispondo con fatica cercando di dissimulare la mancanza di fiato.Mi sento debole però, mi gira la testa e sento dei sudori freddi scendere lungo la mia schiena.
“Madame, mi occuperò di Vostro marito ma ho l’impressione che Voi abbiate tutti i sintomi della tisi!”
Spalanco gli occhi e ribatto: “Ma no, cosa dite?! Io sto benissimo, sono solo raffreddata.”
 
Mi sento gelare il sangue, continuo ad ascoltare  in silenzio la conversazione tra il dottore e Oscar.
 
“Madame, dimenticate che sono un medico, conosco i sintomi della tisi e in questo periodo purtroppo sto  curando tantissima gente! … Madame, se me lo permetterete appena avrò finito con la ferita di Vostro marito, mi occuperò di Voi.”
 
“Oscar …”
Guardo timidamente André e sussurro: “Non è necessario! Non molto tempo fa mi sono recata da un medico  … sono a conoscenza dei miei disturbi …”
“Quindi sapete già quale è la diagnosi?!”
“Si. So cosa fare, adesso Vi prego, occupateVi di mio marito!”
“Se è così, farò come Volete!”
Ascolto un mesto sussurro: “Oscar …”
Mi avvicino, e con tono rassicurante rispondo: “Sta tranquillo André, andrà tutto bene!”
“Oscar …”
"Andrà tutto bene." Ripeto in un sussurro, più e più volte, per convincere Andrè o forse per convincere anche me.
Non posso perderlo ora, non posso lasciarlo ora. Ora che ci siamo trovati e capiti. Ora che ci amiamo. Non cederò, farò ciò che sarà necessario, e avrò vittoria su questa malattia.
 
 
 
 
 
Getto i vestiti sporchi sul letto per prenderne altri, Gerard mi guarda e dice: "Alain ma hai visto quanto è bello il nostro comandante vestita da donna? Ora capisco perché André era disposto a farsi ammazzare in caserma per lei!"
"In effetti ... faccio fatica a credere che sia la stessa persona. Poi però quando decide cosa e come fare ... torna ad essere il nostro comandante!"
"Già! ... E che donna coraggiosa!"
"Unica direi! E solo Andrè potrebbe sopportarla!"
"Ma cosa dici Alain?! Ah ahah ..."
"Ah ahahahahah la verità amico! Non vorrai mica dire che il Comandante è una donna dolce e arrendevole!? … Comunque, ironia a parte, il nostro amico è un uomo fortunato!"
"Fortunato ... lo è di sicuro! Un altro al suo posto sarebbe morto! Lui invece delirava chiamando il nostro comandante! Però è ancora qui, non proprio in salute ma se la caverà!"
 
TOC TOC
 
“Deve essere la nostra cena! ... Avanti!"
"Buona sera Messieurs! Vi ho portato la cena!" poso il vassoio, faccio in piccolo inchino e uscendo dico: “Con permesso Signori!”
"Grazie madamigella!"
Guardo le pietanze fumanti sul tavolo e dico: "Uhm ... che buon profumino! Avanti Gerard, facciamoci sotto!"
"Si ... ho una fame!!! Sono giorni ormai che mangiamo solo avanzi!!"
Tra un boccone e l'altro domando: “Ehi Alain, che ne pensi di andare a vivere a Venezia? Credi davvero che lì saremo tutti al sicuro?"
"Credo di si. Di sicuro il Comandante avrà valutato bene dove andare. Il vero problema sarà la lingua .... io capisco solo il francese!"
"Bel problema!" afferro un cosciotto di pollo e continuo: "Non sarà facile, soprattutto comunicare con le ragazze! Chissà come sono le veneziane? ... Uhm ... davvero ottimo questo pollo!"
"Slurp ... uhm ... ma secondo te .... il Comandante conosce la lingua di Venezia?!"
"Immagino di si ... è un nobile e come tutti gli aristocratici conoscerà un mucchio di lingue."
"Già ... magari anche Andrè .... potrebbe aiutarci lui ..... ih ihih …"
 
 
 
Sono in camera con André, sul tavolo ci sono i piatti fumanti, sussurro: "André, devi mangiare qualcosa! ... Ti aiuterò!" prendo il piatto e la posata, mi avvicino piano, mi sistemo accanto a lui e immergo il cucchiaio nel brodo. "Dai André, apri la bocca!"
"Si, certo. Oscar ..... " Mi perdo ad osservarla, è così bella, fragile. Ha le gote un poco rosse, non capisco se è per l'imbarazzo o per la febbre.
"André, penso alla nuova vita che ci aspetta, sono sicura che saremo felici!"
"A me basta averti accanto per essere felice! Oscar .... voglio davvero sposarti! Io ..... "
Arrossisco per le sue parole, lo imbocco e sussurro: "Ed io desidero diventare tua moglie."
 
 
 
Sono stanco, tanto stanco. Ma non voglio cedere, non voglio chiudere gli occhi finchè Oscar non si sarà sistemata nel letto, al mio fianco. Spero che non sia imbarazzata all'idea di dividere il letto con me.
 
"Oscar hai bisogno di riposare, vieni qui accanto a me!"
"Si ... certo. Ora ... mi cambio." Poi mi guardo attorno, ho davvero bisogno di togliere questi abiti femminili, troppo stretti per le mie abitudini. Purtroppo in questa stanza non c'è neppure un paravento.
"Andrè ... ecco .... potresti ... non guardarmi?!"Domando un poco imbarazzata.
Le sue parole mi sorprendono e con imbarazzo rispondo: "Chiuderò gli occhi..."
"Grazie!" rispondo imbarazzata. Osservo Andrè, ha davvero chiuso gli occhi e piegato un poco la testa. Inizio piano a sbottonare il vestito, poi piano lo sfilo e lo appoggio su una sedia, ben sistemato. Poi mi sfilo le calze e resto con indosso solo una camicia, lunga fino alle ginocchia. Mi avvicino al letto, sollevo un poco il lenzuolo e mi nascondo.
"Fatto Andrè ... e ... grazie" aggiungo imbarazzata.
Questa sarà la prima notte che passeremo assieme, da soli, nello stesso letto .... dopo .... dopo quell'unica notte in cui ci siamo amati.
 
Guardo con tenerezza la mia amata, sussurro: "Mi sembra di sognare ... tu ed io qui ... insieme!"
"Si ... è così ... oh Andrè ... io ... uhm ... forse ... è meglio cercare di riposare. Buona ... buona notte Andrè." Poi mi avvicino un poco e poso un piccolo bacio sulle sue labbra. Vorrei tanto stare nel suo abbraccio, sentire il suo calore. Ho freddo ... sarà la febbre.
"Coff ... coff..."
"Oscar non stai bene! ... Cosa ti ha detto il dottor Lassonne riguardo alla tua ... malattia?"
"Coff .... mi ha detto ... coff ... di stare al caldo, a riposo e di mangiare dei pasti regolari ... e sostanziosi. Coff ..."
"Quando arriveremo a destinazione, dovrai curarti, penserò io a te!"
"Si ... stai tranquillo! Coff ... coff ... e ... coff ... riposati. Domani dovremo rimetterci in viaggio ... dobbiamo allontanarci il più in fretta possibile!"
"Perché non me l'hai detto?"
"E tu perchè non mi hai detto della tua vista?"
"Perché mi basterà un poco di riposo per riacquistarla."
"Andrè .... hai rischiato molto ... troppo, pur di starmi vicino ..... e se sei rimasto ferito ... è solo per causa mia."
"Per te sono disposto a dare la mia vita!"
"Ma ... Andrè ... anche io ... farei lo stesso per te ....."
"Lo so! ... Sei la mia vita Oscar!"
 
Mi lascio andare alla stanchezza, davvero non ce la faccio più. Mi rannicchio accanto ad Andrè, ho freddo … voglio solo sentire il suo calore. D'istinto prendo una sua mano e la stringo, intreccio le mie dita con le sue e piano mi addormento.
 
Sento il calore del suo corpo, sono felice, per la prima volta mi addormento accanto a lei, quanto la amo ..."
 
 
 
Albeggia, uno squarcio di sole penetra nella stanza. La mia Oscar è qui accanto a me, la sento. Schiudo gli occhi, la vedo, è stretta a me; mi muovo appena, ho l'impressione che il dolere sia più lieve.
 
 
Apro piano gli occhi, vedo il sorriso di Andrè, i suoi occhi. Sbatto un poco le palpebre, poi sorrido a mia volta. "Buongiorno!"
"Buongiorno ... Oscar!"
"Uhm .... hai riposato bene? O hai avuto male?!" Domando mentre con una mano sfioro appena la pelle del suo torace. È così strano svegliarmi accanto a lui, sentire il calore del suo corpo.
"Ho dormito benissimo ... accanto a te."
"Oh ... ehm .... anche ... anche io, Andrè."
"Ti ho messa in imbarazzo?"
"Eh? Uhm ... un poco ... " Poi sorrido, osservo meglio Andrè, il suo profilo, il suo sguardo dolce.
"Credo che sia ora di alzarci e rimetterci in viaggio. Dobbiamo allontanarci in fretta!"
"Si, ma prima desidero che mi baci!"
 
Mi avvicino un poco, sfioro la pelle del suo viso e poi piano poso le mie labbra sulle sue. E' un'emozione forte sentire le sue labbra dolci, morbide. Mi sento arrossire, ma sono così felice!
 
Sollevo il braccio, accarezzo il suo viso e rispondo al suo bacio.
 
"Ti senti a disagio qui con me?! ... Ti capisco, infondo per una vita siamo stati solo amici!”
"Ecco ... io ... ti dispiace non guardarmi? Dovrei vestirmi."
"Ma si, certo! Chiuderò nuovamente gli occhi!"
 
Oscar si vergogna di me, eppure l'altra notte è stata mia! ... Non vedo l'ora di riaverla, la desidero così tanto!"
 
Scendo piano dal letto ed inizio a vestirmi, prima le calze poi il vestito ed infine le scarpe.
 
"Fatto, sistemo i capelli e ti aiuto!"
"Oscar, ho bisogno di lavarmi, riguardo ai vestiti, beh ... lasciami quelli puliti che mi ha dato il dottor Lassonne, non riuscirei a cambiarli."
"Ti aiuto io, stai tranquillo! O vuoi che chieda ad Alain?!"
"Ma no, lascia stare, mi cambierò quando ci fermeremo alla prossima locanda!"
"Come vuoi...però devi infilare la camicia ... e alzarti dal letto!"
" ... Si ... però non sarà facile alzami, avrò bisogno di aiuto."
"Ci penso io!! O forse non ti fidi?! Coff...."
"Ma sono pesante e tu sei già debilitata! Oscar, preferisco che mi aiutino Gerard e Alain."
"Come vuoi....vado a chiamarli allora!"
 
 
 
"Alain che ne diresti se prima di preparare la carrozza ci facessimo un bel bicchierino di sotto?"
"Non mi pare il caso … il Comandante potrebbe non gradire!!!"
"Ma solo un bicchiere! Giusto per scaldarci un po' gli animi."
 
TOC TOCTOC
 
"Alain, Gerard!!"
"E' il Comandante! Su presto Alain apri!"
 
Apro la porta e vedo il Comandante con indosso un bell'abito rosso, con una piccola scollatura, le maniche lunghe fino al gomito. Ha i capelli un poco raccolti con alcune ciocche ribelli. Certo che è davvero bella.
 
"Buongiorno...Madame!!"
"Alain, devi venire con Gerard in camera mia, dovete aiutare André a cambiarsi d'abito!"
"Certo!! Arriviamo subito. Voi intanto volete scendere per colazione?"
"Si, inizierò a ordinare qualcosa per tutti! ... Mi raccomando, fate attenzione alla ferita."
"Si, certo! Arriviamo subito!"
 
 
 
Scendo di sotto e mi sistemo ad un tavolo, in un angolo della sala. Vedo arrivare il locandiere.
"Madame, buongiorno! Siete sola? Volete la colazione?!"
"Si certo, potete predisporre la colazione per noi quattro. Mio marito ed i nostri amici scenderanno a momenti."
"Certo Madame, subito!"
 
Nella locanda ci sono diversi uomini, sono l'unica donna e tutti mi guardano curiosi, alcuni bisbigliano tra loro. Certo che non ho mai messo piede in una locanda con abiti femminili, per questo motivo desto curiosità.
 
 
"Mattheu hai visto che bel tocco di femmina? Ma che ci farà una donna simile in un postaccio del genere?!"
"Chissà ... magari è alla ricerca di compagnia? O forse ... non sa come mettere insieme il pranzo con la cena ..."
Arriva l'oste con le portate e dice: "Ehi voi, state alla larga da quella dama! Non è qui per far compagnia a nessuno! Suo marito è di sopra e con lei ci sono degli accompagnatori, quindi girate al largo che non voglio problemi nella mia locanda, mi sono spiegato?"
"Si, si ... come vuoi! Però è un vero peccato!"
"Peccato o no, girate al largo!"
 
 
Vedo l'oste arrivare con una colazione abbondante, adatta a quattro persone. Posa il tutto sul tavolo e si allontana. Prendo una tazza di latte e inizio a berla quando vedo scendere dalle scale Andrè, sorretto da Alain. Noto che fa molta fatica a camminare, se non ci fosse Alain non credo che si reggerebbe in piedi.
Arrivano al tavolo, si siedono con non poca difficoltà.
"Andrè, ce la fai a mangiare da solo?" Domando preoccupata.
"Si ... si ... e poi devo in tutti i modi riacquistare i miei movimenti ..."
"Bene ... però se non riesci ... ci sono io ad aiutarti, Andrè!" Rispondo sotto voce.
"No, tranquilla, farò da me!"
 
 
Vedo aprirsi la porta della locanda ed alcuni soldati entrare nel locale. Istintivamente cerco di nascondermi un poco, preoccupata di poter essere riconosciuta.
Sento la voce di André: "Françoise rilassati!"
"S... si. Ci provo però ...... " Prendo la tazza di latte e la porto alle labbra, per nascondere un poco il viso. Tendo le orecchie nella speranza vana di sentire cosa stanno chiedendo quegli uomini al locandiere.
 
 
Sono dietro il bancone ad asciugare i bicchieri quando vedo entrare dei soldati, vado incontro e domando: "Posso esservi utili?"
Uno di loro risponde: "Si, portaci da bene e qualcosa da mangiare! Siamo stanchi e affamati, è da ieri che siamo di guardia, non ne possiamo più!"
"Ma certo, subito! Ma dite ... quali notizie portate dalla capitale?!"
"A Parigi è scoppiato l'inferno, che Dio ce ne scampi!"
"Dite davvero? Qui sono giunte notizie vaghe, raccontate un po'!"
"Si, ma prima vogliamo prendere posto, le gambe ormai non ci reggono più!"
"Ma certo, c'è un tavolo libero laggiù, accanto a quei quattro viaggiatori!"
"Perfetto! Amici, andiamo!"
 
 
 
 
 
Vedo i soldati avvicinarsi, di sicuro l'oste li avrà fatti accomodare nel tavolo accanto al nostro. Dalle loro divise riconosco il reggimento di appartenenza, è l'altra compagnia delle guardie metropolitane. Spero che non ci creino problemi. Osservo Andrè, sorseggia con fatica il suo latte, anche lui è teso.
 
Sussurro al mio amico: "Gerard, spero che questi non ci diano rogne!"
"Lo spero anche io, meglio cercare di essere veloci ed andare via da qui."
"Si, mangiamo alla svelta!"
 
 
L'oste continua a chiedere: "Dunque soldati, cosa dicevate riguardo alla situazione a Parigi?"
"Oh .... vedi amico, la Bastiglia è caduta!! Avresti dovuto vedere!! Gli uomini della compagnia B hanno sparato con i cannoni!! Erano guidati da un soldato biondo, esile ed elegante. Sembrava un angelo ...l'angelo del giudizio!"
"Ah ahah ... Jeanne stai parlando di quell'ufficiale nemmeno se fosse l'Arcangelo Gabriele! Ah ahah ..."
"Beh .... sembrava proprio esserlo!! Comunque, la Bastiglia è caduta grazie a quell'uomo! Ora è il più ricercato di Francia! Il popolo inneggia a lui, l'esercito regio lo vuole morto!"
L'oste continua: "Lo vuole morto?! Quindi è un ricercato?"
"Esatto!!! Ha espugnato la Bastiglia! Parigi è a ferro e fuoco grazie a lui! Il suo nome ormai è sulla bocca di tutti! Ah ahahah ... certo, me lo sarei immaginato diverso, questo condottiero!!"
"Diverso come?"
"Ecco .... sembrava ...... asessuato .... quasi fosse ... una donna! Ah ahahahah!"
 
 
Vedo Alain sghignazzare alle parole dei soldati, sussurro: "Smettila di ridere e muoviamoci! Dovete ancora preparare la carrozza!"
"Si ... certo ..com .. ehm ...Madame! Certo che Voi avete mantenuto il Vostro piglio ..... militaresco!"
"Credo che nessuna veste potrebbe togliermelo! Avanti, sbrighiamoci a fare colazione!"rispondo sottovoce. “Non voglio che i nostri vicini di tavolo possano ascoltarci.”
"Si, certo! Meglio lasciare in fretta questo posto!" Rispondo mentre butto giù l'ultimo sorso di latte.
"Ecco ... io ho fatto! Gerard, se hai finito possiamo andare a preparare la carrozza!"
"Sono pronto, possiamo andare!"
"Bene, allora io pago il locandiere e vi raggiungiamo fuori!" Poi Mi volto verso Andrè ed aggiungo: "Pensi di farcela appoggiandoti a me?!"
"Devo! Dobbiamo uscire di qui passando inosservati."
"Bene, allora finisci la tua colazione!"
Poi sento la voce dei nostri vicini di tavolo.
"Ehi voi, non vi ho mai visto qui! Siete forestieri? O forse fuggite dalla città?!"
Alain risponde: "Si, siamo forestieri ma siamo di Lione, di Parigi non sappiamo nulla. Piuttosto mi avete incuriosito, avete parlato di un ufficiale biondo che avrebbe bombardato la Bastiglia, è mai possibile che degli ufficiali abbiamo fatto questo?"
"Di Lione? E cosa ci fate qui, nell'Ile de France?!"
"Eravamo venuti per delle questioni ma quando ci siamo resi conto che nella capitale non c'è più legge, siamo andati via."
"Capisco. Siete commercianti?" Osservo per bene questi quattro.
Uno sembra malato, forse ferito. Non capisco. La donna invece è strana. Non so il perché ma ha qualcosa che non mi torna.È innegabilmente una bella donna, algida, rigida forse. Ma ha qualcosa che non riesco bene ad inquadrare, forse nei modi …..
 
"Esatto! Forniamo alcuni negozi parigini ma ormai Parigi è diventata inaccessibile."
"Si. Vi conviene starne alla larga!!! Ah....che giornate!!!"
Gerard continua: "Ma non ci avete ancora raccontato di come è stata espugnata la fortezza!"
"Oh … una cosa senza eguali!!! La compagnia B, quelli con le nostre stesse divise, si è unita al popolo ed ha bombardato la Bastiglia!!! È stato un vero assedio! Una cosa mai vista!! Ed il loro Comandante!!! Un uomo incredibile!! Uhm …  non so perché Madame, ma Voi me lo ricordate molto. Forse è un Vostro parente?!"
 
Alle parole del soldato sussulto appena, faccio un piccolo respiro e rispondo con farsa tranquillità.
 
"No, no! Non so nemmeno di chi parliate!"
"Uhm … eppure … bah!!! In ogni caso dicono che sia morto ..... peccato che lo stiano cercando ovunque!!!"
Domando curiosa: "Avete detto che lo stanno cercando? Chi? I soldati di sua maestà?"
"Hanno la giubba verde.....sono uomini di quel pallone di Bouillè!!"
"Capisco!" rispondo pensierosa.
 
Eppure questa donna non mi convince. La osservo con attenzione, proprio ha qualcosa di conosciuto.
"Madame...forse Vi ho già vista?!!"
"Impossibile, non Vi conosco e poi, come Vi ha detto il mio parente, siamo forestieri."
"Si si .... scusatemi! Non volevo essere invadente!!"
"Bene, adesso è tempo di ripartire. Alain, Gerard, preparate la carrozza!"
"Certo!!! Andiamo!!!" Mi alzo assieme al mio amico Gerard e insieme ci allontaniamo.
Rimango solo con Oscar e sussurro: "Dobbiamo lasciare questo posto alla svelta."
"Si … vado a pagare il conto. Tu aspettami qui!"
"Va bene Oscar."
Mi alzo, faccio un bel respiro e raggiungo il locandiere.
"Monsieur, ditemi quanto Vi devo. Per noi è ora di partire!"
Apro il libro per gli appunti, mormoro: "Dunque ... due camere, otto pasti, i servizi igienici ... la stalla per i cavalli .. uhm ... mi dovete una moneta d'argento."
"Bene, ecco a Voi! Arrivederci Monsieur!" Rispondo mettendo quanto richiesto sul tavolo. Poi torno verso André, lo raggiungo e gli sorrido.
"Bene, ti aiuto André?!"
"Faccio da solo." dico aggrappandomi al tavolo. "Ce l'ho fatta! ... Françoise, possiamo andare!"
"Certo, vieni. Appoggiati a me!!"
Osservo André, si muove con fatica. Passiamo accanto ai due soldati che continuano ad osservarci.
 
Vedo i due forestieri lasciare la locanda, dico al mio amico: "Secondo me quell'uomo è ferito! ... Magari andando a Parigi, avrà preso una bella pallottola! ... Poveretto! Ma chi glielo ha fatto fare a venire fin qui?"
"Se sono commercianti....saranno venuti per vendere i loro prodotti! Chissà!! Comunque hanno un'aria aristocratica, non trovi?!"
"Quei due che sono appena usciti di qui, si, ma gli altri non mi pare."
"Già!! E continuo a dire che quella donna ..... ha qualcosa di strano!!! E poi è andata lei a pagare.....bah!"

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Capitolo 4
*** Alle porte di Annecy ***


Alle porte di Annecy
 
È passata una settimana da quando siamo fuggiti rapidi dalla locanda. Ho paura che davvero i soldati di Bouillè ci stiano inseguendo. Abbiamo spronato i poveri cavalli ma ormai sono stanchi. E poi piove. Piove da giorni,temporali continui, piogge incessanti, e Oscar tossisce sempre più sovente. Raggiungiamo sotto la pioggia battente una piccola città, Annency. C'è una lunga coda all'ingresso, alcuni soldati controllano i carri e le carrozze.
 
Porto i cavalli a passo, dall'alto della cassetta vedo una lunga file di uomini a cavallo, a piedi e in carrozza, sussurro al mio amico: "Alain, sono preoccupato ... temo che ci stiano cercando!"
"Cercano 4 uomini.....e noi non lo siamo! Spero solo che André passi inosservato, non saprei come spiegare la sua ferita."
"Invidio il tuo ottimismo Alain! Io sinceramente ho paura..."
 
 
Apro il piccolo finestrino che ci permette di comunicare con chi sta a cassetta, vedo i nostri amici agitati.
"Cosa succede?!!"
Ascolto la voce del Comandante e dall'alto rispondo: "Madame Françoise, siamo bloccati ... ovvero l'ingresso della città è bloccata dai soldati!"
"State tranquilli....e cerchiamo di passare inosservati! Siamo mercanti....mi raccomando!!"
Poi mi volto ed osservo André, ha un’aria stanca, sfatta e sofferente. Povero caro, questo viaggio è davvero faticoso per lui, con questa brutta ferita.
"Come stai?!"
"Abbastanza bene da tirarmi su e non far scoprire ai soldati che sono ferito." dico raddrizzandomi.
"Bene … cerchiamo di resistere!! Coff..."
"Oscar ... stai male! Oh mia povera Oscar!"
"Coff...coff...." mi copro con un fazzoletto, faccio fatica a respirare. Cerco di calmarmi...piano, piano..... Poi sento una mano di André cingermi la vita, sorreggermi, mentre piano la carrozza raggiunge l'ingresso della città.
 
All’ingresso della cittadina ci sono dei soldati che controllano i passanti. Hanno fermato anche le altre carrozzi e carri.
"Fermi! Chi siete e dove andate?!"
Alain risponde deciso: "Siamo mercanti e veniamo da Lione!"
"Mercanti? Cosa vendete?!"
"In questo momento non vendiamo nulla, visto che dei banditi ci hanno assaliti e derubati! ... Accidenti a loro, ci hai rovinati!"
"Assaliti? Dove?!!"
“Stavamo per entrare a Parigi quando è successo! Noi mica sapevamo che nella capitale fosse in atto la rivoluzione! ... Quei disgraziati ci hanno derubati di tutto! Mancava solo che si portassero via anche le nostre mutande!"
"Uhm....si, ci hanno riferito di alcuni disordini. Viaggiate soli?!"
"No. Ovviamente con noi ci sono i padroni! ... Cioè i nostri capi per cui lavoriamo."
"Datemi i Vostri documenti!!"
Poi osservo per bene i due cavalli, uno bianco ed uno marrone, grandi, possenti. Sono sporchi di fango ma hanno la muscolatura dei cavalli da guerra.
 
"Documenti? Soldato, forse non hai capito che ci hanno portato via quasi tutto? Se non si sono impossessati anche dei cavalli è perché siamo riusciti a tirare fuori le nostre armi mentre tenevano in ostaggio la padrona! Povera donna era quasi morta per lo spavento!"
Alle parole di Alain mi verrebbe quasi da ridere, se non fossi così preoccupato. Certo che il mio amico ha una faccia tosta senza eguali.
"Niente documenti? Allora non potete entrare in città!! Questi sono gli ordini!!"
"Ma soldato, cosa dite? Adesso anche voi ci tenente in ostaggio? Noi siamo dei poveri commercianti che tentano di sopravvivere!"
"Niente da fare!! E ringrazia che non vi arresto!! Andate via prima che cambi idea!!"
“Si …”
Un soldato sussurra all’altro: “Un momento, voglio dare un occhiata ai passeggeri!”
“Uhm … hai ragione!” alzo su la testa e  con tono deciso dico ai vetturini: “Ehi voi due … un momento! Vogliamo parlare con i vostri padroni!”
 
Sussurro al mio amico: “Hai sentito Alain? Qui si mette male!”
“Sta calmo amico! Tu rimani qui, scendo io.”
 
“EHI VOI DUE AVETE SENTITO?”
 
“Un momento soldato, ora scendo!” lascio la cassetta, con un salto mi ritrovo giù, sono di fronte ai due soldati. “Adesso sistemo il predellino così potrete verificare che abbiamo detto è la verità.”
Sistemo la scaletta, con un colpo deciso busso allo sportello e a gran voce dico: “Monsieur, mi dispiace disturbarVi ma abbiamo visite!”
Il soldato con tono infastidito ribatte: “Togliti! Apro io!”
Il soldato mi spinge e apre  lo sportello.
 
Signore proteggi il Comandante e André! … Beh anche me e Gerard … se ci scoprono finiamo tutti davanti al plotone di esecuzione!
 
 
Spalanco gli occhi e sussurro ad André: “Hai sentito?”
“Si, Oscar …”
“Meglio essere previdente!” Dico tirando fuori dalla borsa la pistola.
“Oscar cosa fai? Non vorrai mica sparare a dei soldati?”
“Certo che non voglio ma se sarà necessario …”
“Oscar, ti rendi conto di cosa dici? Sta calma e metti via quell’arma, anzi, dammela e lascia parlare me!”
“Ma André …”
Mi raddrizzo con fatica su me stesso e sussurro: “Ti ho mai deluso?”
Osservo per bene gli occhi di Andrè, profondi, dolci e decisi. Faccio un bel respiro e poi rispondo decisa.
“No, mai …”
“E allora fidati di me!”
“E va bene André … ecco … la pistola.”
Prendo l’arma dalla mano di Oscar e la nascondo dietro di me, sussurro: “Adesso aspettiamo, vediamo cosa vorranno dirci!”
 
Vedo spalancarsi lo sportello, ho di fronte un soldato con addosso la divisa del reggimento del generale Bouillè. André mi posa il braccio sulle spalle con molta fatica camuffando il dolore.
 
Il soldato domanda: “Chi siete e da dove venite?”
André risponde: “Siamo i coniugi Delacroix, siamo commercianti e veniamo da Lione!”
“Mostratemi i documenti!”
“Impossibile! Siamo stati derubati dai rivoluzionari, come vedete non abbiamo nulla …”
“Nulla dite?”
“Si, nulla a parte la vettura e i cavalli …”
“Che strano … possibile che non siano riusciti a portarvi via anche quelli?”
“No, non ci sono riusciti! … Quando ci hanno intimato, per paura che facessero del male a mia moglie, non abbiamo fatto resistenza ed abbiamo ceduto tutto ma poi l’hanno presa  in ostaggio ed io e i miei servitori a quel punto abbiamo reagito, avevamo con noi le pistole e ci siamo difesi!”
Uno dei due soldati risponde: “Bene, dei sporchi rivoltosi in meno!”
 L’altro soldato guarda le nostre mani ribatte: “Avete detto che siete marito e moglie! Dove sono le vostre fedi nuziali?”
“Soldato, ma se vi ho appena detto che ci hanno derubati di tutto! Stentiamo a credere di essere sani e salvi! … Ci farete attraversare la città?”
“No! La legge vale per tutti! Niente documenti, niente passaggio! … Se vorrete varcare il confine, dovrete cambiare percorso!”
Oscar ribatte: “Ma ci impiegheremo almeno tre giorni in più!”
“Pazienza Madame! Vorrà dire che vi arrangerete, vedrete, sopravviverete alla polvere! Ah ahah …. E ringraziate Dio che vi lascio andare!”
 
Sento la mano di André farsi pesante sulla mia spalla, annuisco.
 
André risponde con tono pacato: “Soldato avete ragione, la legge va rispettata!”
“Sentito Madame? Vostro marito è un uomo saggio, molto più di Voi.” dico con tono sarcastico mentre sbatto con forza lo sportello e guardo il vetturino. “E tu sali a cassetta e sparite!”
“Sissignore!” rispondo salendo in tutta fretta prendendo il posto accanto  a Gerard. Un colpo di briglia sulle spalle dei cavalli e urlo: “AHHHHH …. Forza belli, andiamo!”
 
 
“André stai bene?”
“Si, si … tu?”
“Anch’io, anche se per un attimo ho temuto che non ci lasciassero andare.”
“Oscar, vedrai che raggiungeremo Venezia, lì cominceremo una nuova vita!”
Vedo gli occhi del mio André brillare, sussurro: “Si.”
 
Poi mi stringo un poco nel suo abbraccio, ho davvero bisogno di rilassarmi un poco, sono così stanca. Credo di avere anche un poco di febbre, questa maledetta febbriciattola che torna tutte le sere, assieme a questa tosse insopportabile.
 
Ormai siamo lontani dai soldati e dico: “Alain, temevo che ci avrebbero arrestati.”
“Ci è andata bene!”
"Si ... ma ora dove passeremo la notte?"
"Dovremo arrangiarci! ... Fortuna che abbiamo qualche coperta e siamo a Luglio."
"Si .... sempre che non faccia un altro temporale. Oggi ci siamo bagnati fin nelle ossa .... avrei davvero voluto un letto per riposare!"
"Non lamentarti e pensa piuttosto a portare la tua pellaccia a Venezia!"
"Si si .... certo. Ora cerchiamo un posto per fermarci ..... uff ...."
"Dovremo fermarci in una radura. Speriamo bene!"
 
 
 
“Non posso negare che mi sento debole! … A volte mi domando come non sia morto con una ferita tanto profonda e vicino al cuore."
"Sei qui .... e questo è tutto ciò che conta! Ora però dobbiamo organizzarci per la notte, piove e Alain e Gerard saranno ormai zuppi ... ed anche i cavalli!"
"Cosa possiamo fare?"
"Magari troviamo una locanda lungo la strada. O almeno una grotta .... o forse una vecchia miniera abbandonata. Ci serve un posto coperto ..... coff .... coff"
Mi lascio andare sul sedile della vettura, sussurro: "Sarà un viaggio molto lungo e faticoso!"
"Già ..... e poi come passeremo il confine? Non abbiamo i documenti ... dovremmo passare per i boschi forse? A piedi? Coff"
"A piedi? Ma è impossibile?! Tu non stai bene, io con questa brutta ferita e poi il paese italico è ancora molto lontano!"
"E allora ci serviranno dei documenti falsi .... non so davvero come fare, Andrè!"
 
Vedo Oscar scuotere un poco la testa, non l’ho mai vista così avvilita e stanca. Questa tosse la sta consumando …… ha bisogno di riposo, tanto riposo, la mia Oscar.
 
"Non conosciamo nessuno, figurarsi procurarsi dei documenti falsi! ... Non sarà facile."
"Dovremo trovare una soluzione! In certi momenti davvero non so se ce la faremo e .... se abbiamo fatto bene a coinvolgere i nostri amici. Alla fine .... è me che i soldati cercano!"
"Oscar ma cosa dici?! Come potrei vivere senza di te!? E poi anche Alain e Gerard sono stanchi di vivere in questo modo ... loro desiderano quanto noi vivere in pace in un mondo migliore."
" Vivere .... coff ....coff...." Mi piego su me stessa, ho un attacco di tosse, uno dei soliti che mi affliggono negli ultimi mesi. Come vorrei vivere .... ma forse non è nel mio destino ..... "COFF COFF"
 
Vedo la mia Oscar piegarsi su se stessa, sussulto, mi raddrizzo con molta difficoltà, la chiamo: "Oscar! Oscar! ... Stai male Oscar?!"
"COFF..... COFF ..." Tossisco con violenza, mi sembra di non riuscire a respirare, come se i polmoni volessero uscirmi dal petto. Chiudo gli occhi, mi sento mancare ..... piano di accascio mentre respiro con fatica.
“Oscar! OSCAR! ... Rispondimi, ti prego!"
 
Sento la voce di Andrè sempre più lontana .... mentre sprofondo nell'incoscienza.
 
"No, NOOO ...." poso la mano sulla sua fronte calda, sussurro: "Sei febbricitante!" con lentezza mi trascino allo sportello, mi affaccio, urlo: "ALAN! GERARD! FERMATEVI IMMEDIATAMENTE!"
 
 
Sento le urla di Andrè, mi volto verso Gerard, anche lui è spaventato. Tiro le redini e scendiamo entrambi rapidi. Siamo su una strada sterrata, in campagna. Apro lo sportello e vedo il comandante accasciata sul petto di Andrè.
"André....cosa è successo?"
"Oscar ... Oscar sta male!"
"Ci serve un dottore....ma qui siamo in mezzo al nulla! Lasonne non ti ha lasciato qualche intruglio?!"
"Solo una medicina per far abbassare la febbre, nulla di più!"
"Proviamo a dargliela?"
"E' nella borsa. Guarda ... è là sul sedile! ... Aiutami Alain!"
 
"Si subito!"
Entro nella carrozza, prendo la borsa e cerco con rapidità. La svuoto tutta rovesciando il contenuto sul sedile della carrozza.
Poi vedo un sacchetto, lo apro e trovo un intruglio in polvere.
"È questo André?!"
"Si, si ... ma dovrà essere sciolto nell'acqua ... presto, PRESTO!" poso la mano sul suo viso, la chiamo disperato: "Oscar ... Oscar, ti prego, apri gli occhi! ... Alain, credo che sia svenuta!"
"Aspetta, portiamola fuori, sotto quell'albero. Fa caldo qui dentro!"
"Si, si ... per fortuna ha smesso di piovere."
 
Prendo il comandante in braccio, certo che pesa davvero poco, è magrissima e leggerissima. Raggiungo piano l'albero mentre Gerard prende una coperta e la appoggia a terra.
"Alain, aiutiamo Andrè a scendere, non credo che voglia stare lontano dal comandante!"
" ...Si! ... Appoggiati amico! ... Forza!"
"Grazie Gerard ...... voglio stare accanto ad Oscar!" Mi appoggio con fatica sul mio amico e piano raggiungiamo Oscar. Mi siede al suo fianco, è così pallida. La prendo tra le mie braccia e la tengo stretta a me, con la testa un poco sollevata per farla respirare meglio. Mi sembra che con la testa sollevata respiri un poco meglio, anche se è molto affannata.
"Alain, riesci a preparare quella medicina? E magari passami una pezza bagnata con dell'acqua, per raffreddarle un poco la fronte"
"Si ... certo amico ... vado!"
Dopo un tempo che a me sembra interminabile vedo arrivare Alain con un fazzoletto bagnato, lo prendo e lo passo sul viso di Oscar, la accarezzo piano e le parlo, con voce dolce.
"Ti prego Oscar, apri gli occhi ..... "
"A ... Andrè .... sono ..... stanca"
La vedo sbattere un poco le palpebre, parla piano, quasi sussurra.
Gerard sussurra: “Comandante, Alain sta preparando l'infuso, tra poco Vi sentirete meglio."
"Oh .... io ....."
"Forza amore mio .... "
Poi vedo Alain arrivare con l'infuso, mi passa la tazza e piano la porto alle labbra di Oscar.
"Su forza, bevi un po'... ecco, piano .... forza Oscar"
Chino la testa, con piccoli sorsi consumo l'infuso, mormoro: "André ho freddo ... tanto freddo ..."
"Alain .... passami una coperta per favore!"
Schiudo gli occhi, vedo una sagoma, è mio padre.
 
“Padre cosa ci fate qui ... perché ci avete seguiti?"
"Oscar ...... tuo padre non è qui ..... stai tranquilla .... shhhhh"
" ... lo vedo ... si avvicina ... André, forse ... ha cambiato idea, non vorrà più aiutarci ..."
"Sh .... stai tranquilla, è tutto a posto"
La stringo forte a me, la cullo come fosse una bambina. Oscar ti prego ... non lasciarmi.
" ... André ..."
 
Osservo il Comandante e dico: "Gerard, spero davvero che ce la faccia! ... Amico mio, comincio a dubitarne."
"Ce la farà .... vedrai. Però ora dobbiamo organizzarci per la notte, dovremo restare qui. Vorrà dire che faremo i turni di guardia, tu ed io!"
"Si, ma prima mangiamo qualcosa, ho una fame!"
"Si .... certo! Prendiamo qualcosa anche per Andrè!"
"Gerard, non credi che il Comandante dovrebbe mangiare qualcosa ... una minestra, del brodo, insomma qualcosa di simile."
"Si, forse hai ragione. Riusciamo a prepararle qualcosa?"
"Proviamoci! Dai vieni con me! ... ho bisogno del tuo aiuto."
" Si certo ....."
 
 
E' ormai notte, Alain e Gerard hanno improvvisato una cena e sistemato i cavalli. La pioggia dei giorni scorsi ha reso l'aria della notte umida e fresca. Oscar è avvolta in una coperta, la tengo stretta a me, cercando di tenerla al caldo. La sua fronte è ancora calda, la rinfresco di continuo con un fazzoletto umido. Gerard ha trovato dell'acqua fresca in un torrente qui vicino.
"Non lasciarmi Oscar .... non lasciarmi. Resisti amore mio" sussurro piano, con le labbra sul suo viso. La bacio piano, voglio che senta la mia presenza, la mia vicinanza. Poso dei piccoli baci su suo viso, mentre la chiamo e la incito a resistere.
 
 
Sento la voce di Andrè ... è così lontana!
"Sono stanca ... ma voglio montare Cesar, desidero corre sulla spiaggia ... André, corri ... non riuscirai a raggiungermi!"
"Si ... certo .... come vuoi Oscar .... io sarò sempre con te ....."
" ... André ..." sussurro prima di addormentarmi.
"Oscar .... ti prego resisti ...." sento le lacrime scendere sul mio viso, sento Oscar abbandonarsi completamente, respira piano, con affanno. Signore, fa che ce la faccia. Vi prego Signore, non toglietemela!! Poi inizio a pregare, è l'unica cosa che posso fare, fino a crollare sfinito.
 
 
 
Apro piano gli occhi, ho le palpebre pesanti e la testa confusa. Sento un profumo rassicurante, il profumo del bosco, del fieno, del muschio. Il profumo del mio Andrè. Lo sento che è qui, con me. Mi tiene stretta. Mi muovo piano e poso una piccola carezza tra i suoi capelli corvini, setosi e profumati. Mi sento a pezzi, stanca ed affannata. Non ho la forza per alzarmi, ma resto qui. Credo che sia mattina, ma non ricordo cosa è successo.
 
 
Sento una mano tra i capelli, apro gli occhi e vedo Oscar, ha gli occhi socchiusi, ma la sento muoversi.
Devo essermi addormentato senza neppure rendermene conto, stringo ancora un poco Oscar e me.
"Buongiorno amore mio, come ti senti?" poi poso le labbra sulla sua fronte. E' molto più fresca di questa notte, la febbre deve essere scesa.
" ... Bene ... André, ho sete!"
"Aspetta ... ecco .... bevi!" Avvicino un bicchiere alle sue labbra e piano la aiuto a bere, a piccoli sorsi.
Assaporo l’acqua fino a bere tutta, sussurro: "Grazie!"
"Oscar ... mi hai fatto spaventare!"
"Io? Perché ... cosa è successo?"Domando frastornata. Mi sento così debole, stanca e confusa.
"Hai avuto la febbre alta, deliravi. Oscar ... ho davvero avuto paura!"
"Non ricordo nulla ... però ... mi sembra di aver visto mio padre, era triste ma forse ho sognato! ... Ahi che male alla testa!"
"Shhh .... hai bisogno di riposo ..... peccato che siamo in mezzo ai boschi!"
"... Andé hai ancora tanto male alla ferita?"
"Un po' ..... ma l'importante è che tu stia meglio. Direi che la febbre ti è scesa!"
" ... Credo di si! Dove sono Alain e Gerard?"
"Uhm .... "mi guardo in giro e poi li vedo, devono essere crollati per la stanchezza anche loro, sono sdraiati a terra.
 
 
 
Mi avvicino al Comandante e dico: "Vedo con piacere che siete tornata in Voi! Immagino che la febbre sia scesa ..."
"Si ..... adesso va meglio! Grazie ... coff ... coff ...."
"Ho portato la colazione ... beh ... non è un granché come colazione ma ... il formaggio andrà bene comunque! Ecco tenete! André anche tu devi nutrirti, sei debole. Prendi amico!"
"Grazie mille, ragazzi! Senza di voi non sapremmo come cavarcela!"
Mi gratto la testa e con fare baldanzoso ribatto: "Beh ... eravamo stufi dei problemi di Parigi! ... Cambiare aria non potrà che farci bene! ... Comandante, André, dopo aver messo qualcosa sotto i denti ve la sentite di ripartire?"
"Si, certo. Anche perchè non possiamo di certo restare qui. Voi due piuttosto .... sarete stanchi!"
"Non preoccuparti per noi, André, siamo soldati! ... Siamo abituati alle ronde e anche tu amico lo sei!"
"Già ... Brutta vita quella del soldato! ... Dai Oscar, mangiamo qualcosa, dobbiamo rimetterci in viaggio quanto prima. Venezia ci aspetta!"
"Si ... però ... non ho molta fame ..... coff ..."
"Sei debole, il viaggio sarà faticoso e tu devi mangiare! ... Dai, provaci amore mio!" sussurro perdendomi nell'azzurro ei suoi occhi.
"Si ... ci proverò ...Andrè" Poi piano mangio qualche boccone, sono però tanto stanca, mi sento un po' strana, come se non fossi realmente qui. Confusa forse .....

 

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Capitolo 5
*** l'ultima notte in Francia ***


l'ultima notte in Francia

"Uhm ... soldati dici? Altro che soldati, questi sono mercenari!" dico tirando fuori dalla tasca le monete. "Ecco, prendi!"
"Grazie!! Consegno ed entriamo! Preferenze per la locanda?"
"Dobbiamo cercare un posto pulito provvisto di stalla per i cavalli."
"Va bene .... non vedo l'ora di dormire in un letto!!" Poi chiudo lo sportello, mi avvicino ai soldati e consegno le monete. "Ecco a voi. Potete almeno consigliarci una locanda pulita?!"
 
 
"André, a quanto pare qui i soldati sono corrotti."
"Beh ... si arrangeranno per sopravvivere Oscar! Ora non ci resta che trovare una locanda!"
"Già ... la solita storia!"
"Stiamo lasciando un paese allo sfascio, questo lo sappiamo bene purtroppo!"
 
 
Sentiamo la carrozza ripartire, avanziamo nella Grand Rue fino a raggiungere una locanda.
Poi sentiamo la voce di Alain: "Vado a vedere se c'è posto per noi! Voi non scapate, mi raccomando!"
"Scappare? E sentiamo dove dovremmo andare?"
"Ah ahah ... non saprei. Ma non abbandonatemi qui!!" Poi entro veloce nella locanda.
 
"Andrè, speriamo che ci sia posto e che sia una locanda pulita e per bene ..... non vorrei che Alain si confondesse!"
"Alain confondersi?! Allora non lo conosci! Vedrai che ci porterà nel posto giusto."
"Uhm ... lo spero ......"
Dopo poco vedo tornare Alain sorridente. "Bene, c'è posto per tutti! Andrè, Com .. ehm .. Madame, ce la fate a scendere?"
"Io si, ma devi aiutare André!"
"Bene! Allora Voi scendete, a lui ci penso io!"
Scendo rapida dalla carrozza, sollevando con attenzione le gonne per non inciampare, e attendo che Alain aiuti André.
 
 
"Su amico, appoggiati a me!"
"Si .... grazie Alain, fai piano!" Mi appoggio ad Alain e piano scendo dalla carrozza, con fatica e lentezza. "Aiutami ad entrare, per favore"
"Dai André, tra poco potrai riposare in un bel letto! Ti farò portare la cena in camera, così tu e il ... oh beh ... tua moglie potrete stare tranquilli!"
"Alain .... mi faresti una cortesia?"Domando a voce bassa, per non farmi sentire da Oscar.
"Dimmi amico!"
"Chiedi un bagno caldo per Oscar ... e .... potresti comprare dei cioccolatini per lei? Vorrei farle una sorpresa .... è così stanca!"
"Ma si ... certo! Non appena ti porterò nella camera, andrò dritto di filata a comprare i cioccolatini per la tua vivace sposina! Ih ih ..."
"Grazie Alain .... sei un vero amico!"
 
 
 
Raggiungiamo la stanza salendo una scala in legno, Alain mi sorregge con pazienza e mi aiuta a salire. Ogni scalino è un supplizio. Oscar è dietro di noi mentre Gerard si sta occupando dei cavalli e della carrozza. La sento tossire alle nostre spalle, piccoli colpi che cerca di dissimulare. Il locandiere apre la porta ed Alain mi aiuta a sedermi su una poltroncina. Poi esce, mi saluta facendomi un occhiolino, mentre Oscar si guarda attorno e posa a terra la nostra borsa da viaggio.
 
“André, la tua ferita deve essere vista da un medico! … Dirò al locandiere di far venire il medico del paese!”
"Si .... magari dopo però. Ho chiesto ad Alain di farti preparare un bagno caldo, ne hai bisogno Oscar. Devi scaldarti e rilassarti! Dovrebbe arrivare a momenti l'acqua calda!"
Osservo Oscar, ha un’aria davvero stanca, sembra persino più magra del solito. È pallida, troppo pallida, ed ogni tanto la sento tossire.
"Ho bisogno di un bagno caldo e di riposare . André, domani mattina lasceremo il paese, saremo al sicuro solo quando saremo sul suolo italico!"
"Si, lo penso anche io. E non vedo l'ora di varcare il confine! E poi Oscar ... promettimi che ti farai vedere da un medico! Oscar .... io ..... ti amo Oscar. Promettimi che farai tutto ciò che dovrai fare per guarire!"
Mi avvicino a piccoli passi, lo guardo e sussurro timidamente: "Si, André, lo farò. Voglio guarire per dividere la mia vita con te."
"Oscar ...... sposami!! E' tutto quello che desidero!!" Sorrido felice nel vedere le gote rosse dalla mia Oscar, emozionata, imbarazzata. Poi un tocco deciso alla porta ci riporta alla realtà
TOC TOCTOC
"AVANTI!"
Vediamo entrare alcune cameriere con diversi secchi colmi di acqua.
"Signore .... ci hanno ordinato di preparare un bagno caldo!"
 
Osservo le cameriere rovesciare i secchi nella piccola tinozza, poi lasciano la stanza sorridendo.
"Madame, il bagno è pronto. Vi abbiamo lasciato un secchio di acqua calda ed uno con quella fredda. I teli sono già dietro al paravento. A più tardi!"
Mi guardo attorno, la vasca è stata collocata dietro al paravento, purtroppo la stanza non dispone di una sala da bagno separata. Osservo Andrè, è appoggiato stancamente alla poltrona, mi sorride un poco malizioso, dovrò fare il bagno con lui nella stanza, non posso di certo chiedergli di andarsene. Ma in fondo, dalla sua posizione, non potrà vedere nulla.
 
"Non preoccuparti per me, ti aspetterò qui. E poi, se non ti dispiace, dopo dovrai aiutarmi a rinfrescarmi un poco, da solo non ci riuscirei! ... Beh ... sempre se non ti dispiace!?"
 
"Oh .... lo farò ... con piacere ...." Rispondo imbarazzata, mentre vado dietro al paravento. Sfilo il vestito, lo appoggio in un angolo e mi immergo nell'acqua calda, lasciando che il suo tepore entri nelle mie carni, fino a scaldarmi tutta.
Andrè è di là, a poca distanza da me. Certo, ci siamo amati, ma .... è stato tutto così naturale ..... venuto da se, così. Nel buio di una notte, un poco disperata. Ora invece lui è qui, vicino a me, seduto al di là del paravento. E' .... imbarazzante.
Mi passo il sapone sulle braccia, sul collo e poi sul petto, mentre penso che vorrei ripetere l'esperienza del boschetto. Andrè è stato dolce, premuroso, appassionato ed attento. Ma eravamo disperati, adesso vorrei poter sentire ogni momento, capire meglio e amarlo come merita. Poi lavo i capelli, sono pieni di polvere. Passo il sapone e poi li sciacquo con acqua e aceto, per renderli morbidi e lucenti.
 
 
 
Osservo Oscar, si avvicina a passi lenti al paravento e scompare alla mia vista. Chiudo gli occhi e mi rilasso, in attesa che torni da me. Sento il fruscio dei suoi abiti mentre scivolano a terra sfiorando la sua pelle. Ecco, vorrei essere seta, per accarezzare così la sua pelle.
Poi segue il rumore dell'acqua, Oscar deve essere entrata nel bacile, sento lo scroscio dell'acqua che esce fuori, forse per l'impeto con cui Oscar si è lasciata cadere.
Il rumore leggero del sapone sulla sua pelle .... ricordo tutti i baci che ho dato su quella pelle, in quell'unica notte che Nostro Signore ci ha concesso. Ma ne seguiranno altre .... Oscar mi ama, ricambia i miei sentimenti.
Uno scroscio più deciso mi fa aprire gli occhi, preoccupato. Poi mi rendo conto che deve essere lei che sciacqua i suoi splendidi capelli. Ecco, tra poco la sentirò uscire .... e coprirsi con i teli che le cameriere le hanno lasciato.
Signore .... grazie per avermi lasciato in vita, un solo attimo con lei vale qualsiasi ferita, qualsiasi dolore.
 
Esco dalla vasca, afferro un telo e mi ci avvolgo. "Andrè .... ho quasi fatto! Mi vesto e sono da te!"
"Va bene Oscar! ... Prendo i vestiti puliti!" dico alzandomi con molta fatica. Apro la borsa e con lentezza tiro fuori gli abiti per la notte.
"Grazie Andrè .... potresti allungarmi il mio ... mi sono dimenticata di prendere la mia camicia ....." Domando imbarazzata.
"Si ... aspetta!" tiro fuori dalla borsa anche la sua camicia e, da dietro il paravento, allungo la mano per  porgergliela. "Ecco tieni!"
 
Vedo la mano di Andrè sporgere appena, lui è sempre così gentile e pieno di attenzioni. Prendo la camicia sfiorando appena la sua mano, poi sussurro "Grazie Andrè".
Lascio cadere a terra il telo e infilo la camicia.
Poi scalza, piano, esco dal paravento e raggiungo Andrè.
 
Osservo Oscar uscire a passo lento, posando i suoi piedini scalzi sul legno del pavimento. La camicia la copre fino a terra, lasciando in vista solo le sue braccia e parte del petto.
Sento bussare e dico: "Oscar, apro la porta."
"Ce la fai Andrè?!"
"Si .." rispondo mentre mi avvicino alla porta e l'apro. E' la cameriera.
"Signore, ho portato la cena e come ha chiesto Vostra moglie nel vassoio c'è anche la cioccolata. E' bollente così ci vorrà un bel poco di tempo per poterla bere."
"Grazie ... ecco ..... potete posarla Voi sul tavolino?"
"Ma si, certo!" poso il vassoio e domando: "Avete bisogno di altro?"
"No, grazie mille Mademoiselle!"
"Bene, con permesso."
La cameriera sta per uscire quando vedo entrare Alain con un sacchetto, mi dice: "Ecco qua amico, ti ho preso ciò che mi hai chiesto. Se non hai più bisogno di me, vado nella mia stanza, sai anche i caproni hanno bisogno di un bagno! Ah ahah ..."
"Grazie mille Alain! Sei stato gentilissimo!" Afferro il sacchetto soddisfatto, sono certo che Oscar sarà felice.
“A dopo André ... buona notte!"
"Buona notte amico mio! A domani ....e mi raccomando .... non importunare le cameriere!"
Sorrido e rispondo: "Alain sei incorreggibile! E poi quello che importuna le ragazze sei tu non io! Ah ah ..."
 
 
 
"Andrè, vuoi che ti aiuti a cambiarti prima di cena?"
"Si ... si Oscar ... Grazie!" Rispondo mentre poso il sacchetto dei cioccolatini sul tavolo.
"Uhm ... André, sento il profumo della cioccolata calda, sono sicura che è buonissima!"
"Lo spero ..... e guarda che controllerò che tu prima faccia cena!! Devi mangiare Oscar!"
"Siii ... sta tranquillo André! Non ho nessuna intenzione di mettere ancora a repentaglio la mia salute!"
"Bene Andrè .... ora tocca a te il lavaggio!! Forza, ti aiuto a togliere la camicia ed i pantaloni?"
"Beh ... ecco ... si."
 
Non è possibile! Questa volta è Oscar a mettermi in imbarazzo!
 
"Ecco io con una mano non posso farcela, la spalla mi fa ancora male ed è tutta indolenzita."
 
"Stai tranquillo, ci penso io a te!" Poi piano sbottono la sua camicia e la faccio scivolare lungo le spalle, fino a lasciarlo a dorso nudo. Accompagno la camicia nella sua discesa, sentendo il calore della sua pelle sotto al tessuto.
Sollevo lo sguardo, imbarazzata, e vedo Andrè rosso in volto, forse ancora più imbarazzato di quanto lo sia io.
 
" ... Oscar ... scusami ma ... lasciami provare a togliere i pantaloni ... magari ci riesco senza il tuo aiuto."
"Si....si, certo. Magari .... se riesci a sbottonarli almeno ....
Con movimenti lenti ma decisi vado dietro il paravento e mi slaccio i pantaloni e con non poca fatica riesco a buttarli giù, mi libero delle coullottes, entro nella vasca e con una sola mano comincio a passarmi la pezza sul corpo ma riesco a fare ben poco.
"Aspetta André!! Ti aiuto!! Tu .... devi fare attenzione alla ferita!!"
Poi piano mi affaccio dietro al paravento, rossa in viso dallo spettacolo che vedo. André, immerso fino alla vita nella tinozza, con in mano una pezza che cerca di lavarsi. È così.....bello!! La sua pelle è leggermente ambrata, è così sensuale!!
"Oscar ho bisogno del tuo aiuto, non riesco a lavarmi dietro la schiena ... però fa attenzione alla fasciatura, meglio non bagnarla! ... Oscar forse sarebbe il caso che tu le dessi un’occhiata, infondo hai visto molte ferite di arma da fuoco.”
"Si .... si. Prima ti aiuto a lavarti un poco. Poi pulisco la ferita!!! Su, dammi la pezza ed il sapone!!"
Poi mi inginocchio alle sue spalle ed inizio a passare piano il sapone sulla sua pelle. Il suo profumo mi fa sentire a casa.
Sento la pezza accarezzarmi la pelle, al pensiero che è la mano di Oscar a guidarla mi fa impazzire, comincio quasi a tremare, non resisto, afferro la sua mano e la induco a fronteggiarmi, preso dal desiderio la bacio prima con tenerezza poi con passione, sussurro: "Ti amo Oscar ..."
"André....ma.....cosa....." sento le sue labbra sulle mie, il desiderio di accarezzarlo, di sentire la sua pelle contro la mia, si fa pressante, quasi urgente.
"Tu....tu sei ferito .... non ...."
Mi allontano appena dalla sua bocca e sussurro: "Io cosa?!" Poi la bacio ancora e ancora ...
"Oh André......"
Poi André esce dalla tinozza, mi guarda con passione. Mi sembra che il suo sguardo sia caldo, che voglia abbracciarmi, scaldarmi ed amarmi.
Mi prende per mano e, nudo, mi porta con sé davanti al letto.
Bacio ancora la mia amata Oscar poi mi allontano afferro un asciugamani e mi asciugo in fretta, l'avvicino nuovamente, con le mani afferro delicatamente il suo viso, la bacio ancora e sussurro appena: "Ti voglio ... ti desidero da impazzire ...."
"Io....anche io....però io....non so .... cosa fare. Oh André!!!"
"Nulla! ... Non devi fare nulla! ... Abbandonati al mio amore ..." dico spingendola delicatamente sul letto mentre mi impadronisco nuovamente della sua bocca.
 
André è così dolce, premuroso e sicuro di sé. Mi abbandono a lui, alle sue mani, alla sua bocca. Finché non sento un piccolo gemito di dolore.
"André...la ferita....ti fa male?!!"
"Un poco ma ... non importa, non è nulla di grave! ... Ti voglio Oscar, vuoi essere ancora mia?"
"Si André!! Insegnami .... ad amarti!!!"
"Non ho bisogno di insegnarti nulla! ... Amami ... saranno i nostri cuori a guidarci ..."
"Oh André!!! Ti amo.....ti amo!!!" Sussurro sulle sue labbra!
Tento di liberare dalla camicia la mia amata Oscar con una mano, lei mi aiuta, si lascia guidare dalle mie carezze sulla sua pelle ... la bacio ancora ....
 
Sento André scendere piano con i suoi baci, ogni bacio è un brivido sulla mia pelle. Il collo, le scapole, il petto....e poi la pancia e sempre più, dove non aveva ancora osato posare le sue labbra.
 
 
 
Sono disteso nel letto accanto al mio amico, protesto: "Gerard se qualcuno mi avresse detto che un giorno avrei diviso il letto con un uomo, non ci avrei mai creduto!"
"Alain smettila!!! Almeno questa notte abbiamo un letto comodo ed un tetto!!!"
"Si, si ma io avrei preferito una bella ... bionda con me."
"Oohhh....sei sempre il solito!!! Vorresti forse chiedere delle monete al comandante per andare con una donnina?!!"
"No! Ho chiuso con quella vita. Ho voglia di innamorarmi!"
"Uhm ..... davvero?!!! Faccio davvero fatica a crederti!! Ah ahahah"
"Credici! Beh non posso negare che avrei voglia di stringere una bella donna ma la vorrei solo per me."
 
 
 
Osservo Oscar, è rannicchiata su un fianco, sdraiata nel letto, con il lenzuolo a nasconderla, stretta a me. Piano passa una mano sul mio torace, in una carezza leggera.
"Oscar .... starei tutta la notte così .... con la tua mano che mi accarezza, ma tu devi fare cena .... e poi ho una sorpresa per te!"
"Una sorpresa?! Dici davvero? ... Non capisco ma perché?"
"Come perchè .... perchè ti amo, Oscar!! Su, ora ti aspetta la cena .... devi mangiare. Dimmi, come ti senti?"
Arrossisco e sussurro: "Ecco io ... Ma che domande fai? Su passami la camicia che ho fame!"
"Si ... eccola .... ma sappi che non c'è nulla di male a chiederti come ti senti!!" Poi prendo la sua camicia, attorcigliata tra le lenzuola, e gliela passo.
Allungo timidamente la mano e mormoro: "Grazie André!"
Osservo per un attimo Oscar, è imbarazzata, tiene il lenzuolo stretto sul petto, a coprirsi. È così dolce … indifesa e disarmata.
 
Mi alzo dal letto con fatica, cerco le mie coulottes e le infilo, facendo attenzione a non usare il braccio ferito. Sento Oscar infilarsi la camicia e scendere piano dal letto. Poi un colpo di tosse, secco, mi volto di scatto e corro da lei.
"Coff ... coff ..." mi porto la mano alla bocca, la guardo,sussurro: "E' pulita, non è sporca di sangue."
"Oscar ..... ce la fai a sederti? Vuoi che ti aiuti?!" Domando preoccupato, senza neppure rendermi conto che nella mia condizione potrei fare ben poco per aiutarla. Questa dannata ferita mi impedisce di prendermi cura di lei come vorrei!
"Si ... ce la faccio da sola." dico sedendomi, poi guardo la cena e le tazze di cioccolato. "Ormai è diventato tutto freddo! ... Beh ... pazienza, in caserma ho mangiato di peggio!"
"Uhm ... si però .... mi dispiace, è solo colpa mia se la cena si è raffreddata. Scusami Oscar .... " Rispondo mentre mi siedo anche io a tavola. Non posso fare a meno di osservarla, sembra così fragile con la camicia da notte femminile, lunga, sottile. La vedo prendere un pezzetto di pane e mangiarlo. Mangia piano, poco per volta, forse anche con fatica.
"Non ti piace Oscar? Vuoi che chieda altro?" Domando preoccupato.
"No, va bene così! ... Vedi, ho fame ma al contempo non riesco a mangiare."
"Devi sforzarti Oscar, hai bisogno di nutrirti. Devi mangiare per guarire!" Poi prendo il cucchiaio e cerco di imboccarla, sorridendo alla sua faccia buffa.
"Ma no, lascia, faccio da me!"
"Ma a me fa piacere ..... e poi vorrei viziarti un poco ... posso?"
"Ecco ma io ... così mi metti a disagio!"
"Uff .... come vuoi tu allora. Mi arrendo, tu però mangia .... e poi avrai la tua sorpresa!"
"Ma lo sai che mi hai incuriosita?"
"Ih ih .... vedrai ...... ma prima finisci la cena! Su ..... ancora un cucchiaio di minestra!"
Continuo a mangiare il brodo caldo fino a finirlo tutto poi dico: "Avanti André, fammi vedere la tua sorpresa!"
"Ah ahahahah!! Conosco i tuoi punti deboli!! Bene, eccola qua!" Rispondo felice porgendole il sacchetto. Almeno ha finito tutta la minestra.
"Beh ... domani dobbiamo ripartire e voglio sentirmi bene!"
"Sono felice di vederti così decisa. Su, ora apri il tuo sacchetto!"
"Uhm ... vediamo di cosa si tratta!" Apro il sacchetto, guardo dentro esclamo: "Sono cioccolatini, i miei preferiti! ... Grazie André! Ma adesso li mangeremo tutti come quando eravamo ragazzi! ... Sapessi come mi mancano quei momenti!"
"Già .... mancano molto anche a me! Su vieni, mettiamoci comodi nel letto, mangiamo i cioccolatini e beviamo ancora un poco di vino! Voglio che tu stia comoda e al caldo!"
Seguo André, ci mettiamo a letto seduti, lo guardo teneramente.
"André, è tutto così strano, io e te qui ... in questo letto a mangiare cioccolatini! Ah ahah ... dai prendine un po'!"
"Si ... ne prendo uno .... tu però vieni qui, appoggiati a te .... sul lato dove sono ancora tutto intero però!"
Cambio di posto, mi siedo accanto a lui, assaggio un cioccolatino e dico: "Sono buonissimi!" poi ne tiro fuori uno dal sacchetto e imbocco il mio amore. "Tieni! Su ... mangia!"
"Uhm .... grazie Oscar!! Ah ahah ...... " Rido felice, Oscar è qui, nel letto con me, sorridente. Spero davvero che guarisca in fretta ....
"André la tua ferita va pulita e poi dovrò dare un’occhiata."
"Si .... ma prima mangia ancora un cioccolatino! Su ...... "
Lo guardo negli occhi, sono bellissimi, mi perdo in lui, sussurro: "Ti amo André!"
Avvicino le mie labbra alle sue, poi susurro "Anche io ti amo ... e ti vorrei ancora. Ma tu ... devi riposare"
Sento la voce roca di Andrè, percepisco tutto il suo desiderio e la sua passione, il suo amore e la sua attenzione.
Abbasso lo sguardo e mormoro: "Grandièr mi sorprendi, non ti facevo tanto temerario! Ricordati che non sono l’unica a non stare bene!"
"Si .... lo so, purtroppo lo so! Oscar .... puoi controllare la mia ferita? Non vorrei che si fosse aperta ....."
“Si, certo."
 
Inizio a togliere la benda dal torace di Andrè, piano piano la svolgo fino a liberare del tutto la ferita, facendo molta attenzione. L'ultimo strato è macchiato di sangue, sembra fresco, credo che la ferita si sia riaperta proprio da poco.
"Uhm ... devi fare più attenzione Andrè! Ora prendo una pezza bagnata e ti pulisco per bene!"
La osservo e dico: "Non è arrossata, quindi non si è infetta."
"Per fortuna! Ma credo che tu abbia fatto qualche movimento brusco! Devi stare più attendo Grandièr!" Passo la pezza sulla ferita per ripulirla per bene, poi prendo dalla borsa un barattolo che mi ha lasciato Lassonne e passo leggera l'unguento sulla ferita.
La guardo malizioso e rispondo: "Qualche movimento brusco?! ... Per te amore caro, farei qualsiasi cosa!"
"Andrè!! Sei .... sei .... uno sfacciato!!" Rispondo fintamente imbronciata.
Accarezzo il suo viso, la guardo con amore, la porto a me e la bacio.
“Ti amo Oscar …”
“André …”

 

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Capitolo 6
*** Gli sgherri di Bouillè ***


Gli sgherri di Bouillè
 
 
Sono sul ciglio della porta della locanda con André, Gerard e Alain quando ascolto due soldati.
 
"Gli ordini del Generale supremo sono questi: arrestare i ribelli che hanno assaltato la Bastiglia!"
"Si, ma i ribelli che cercano in realtà è una ribelle! Pare che il Comandante che ha dato l'ordine di buttare giù la fortezza sia una donna!"
"Ma non dire sciocchezze! Come può una donna comandare dei soldati!? Leonard, sai cosa ti dico?!! Che queste sono dicerie! Ma ti pare che una donna sia a capo di un esercito e per giunta abbia il fegato di schierarsi con i ribelli?"
"Appunto! Sono frottole inventate dall'esercito per giustificare la sconfitta del Generale Launay!Ah ah ah ..."
"Ma sei matto? Stai ridendo del Generale della Bastiglia!"
"E allora?! Ma sai cosa mi importa! Per me può andare anche al diavolo! Qui, in questo paese entra ed esce chi vuole, l'importante è che ci diano la grana! Ah ahah ...."
"Ben detto amico! Adesso andiamo a pattugliare i confini! Ah ahah ...."
                      
 
Vediamo i due soldati allontanarsi, sussurro: "Avete sentito?"
"Si, Oscar! ... Dobbiamo riconoscere che siamo fortunati!"
Alain ribatte: "Comandante ... ehm ... Francoise, dobbiamo approfittare del fatto che quei due imbecilli siano di guardia per lasciare Briançons!"
"Si .... meglio andarcene in fretta!!"
"Alain, hai sistemato i cavalli?"
"Si certo, per me possiamo partire!!"
André , sussurra: "Abbiamo fatto provviste a sufficienza, quindi non perdiamo tempo!"
"Andiamo! Forza salite in carrozza!!"
 
 
 
Siamo alle porte di Briançons, Alain ed io dall'alto della cassetta avvistiamo le guardie, sussurro: "Alain, spero che anche questi  soldati ci lascino veramente oltrepassare i confini!”
“Ma non li hai sentiti poca fa? Quei due pensano solo al denaro e per fortuna ne abbiamo!”
“Speriamo bene! … Ma ci pensi ... oltre le guardie, metteremo piede nella terra italica!"
"Beh, oltre le guardie ed un paio di passi di montagna ..... non sarà affatto facile Gerard! Per fortuna almeno è estate ..... pensa se dovesse nevicare!"
"Già! ... Alain, tu credi che quel maledettissimo di Bouillè ci lascerà in pace?"
"Non lo so .... e non capisco neppure che cosa possa volere da noi .... anzi dal Comandante!"
"Vuole farsi giustizia da solo oppure quel pallone gonfiato cerca qualche ora di gloria!"
"Non saprei .... ma forse il Comandante potrebbe averne idea!"
"Uhm ... credo che sia meglio non chiedere nulla a riguardo! ... Ma l'hai vista com'è pallida? Spero che si ristabilisca quanto prima."
"Si, questo viaggio è troppo faticoso per lei! Ho come l'impressione che ogni giorno sia più pallida e debole ...."
"E magra, quasi scheletrica."
"Già .... però questa mattina ha una strana luce negli occhi .... non trovi?"
"E' molto innamorata del suo bel soldato! ... Almeno in tutto questo schifo, c'è qualcosa di buono!"
"Già .... hai ragione!!"
Ci avviciniamo sempre di più alle sentinelle e sussurro: "Alain, incrociamo le dita! Che Dio ce la mandi buona!"
"Lascia stare Nostro Signore .... qui l'unico dio che conta è il denaro .... e il comandante ci ha lasciato un discreto gruzzoletto per ammorbidire le guardie!" Rispondo sorridendo sbieco, mentre faccio saltellare il sacchetto pieno che mi ha consegnato il comandante.
"Speriamo! ... Non vedo l'ora di attraversare le Alpi! Solo allora mi sentirò al sicuro!"


Sollevo la tendina del finestrino, osservo la strada e la gente passare attorno a noi, poi in lontananza vedo le porta della città con le guardie del “Forte de Tete” a controllare i passaggi.Guardo fuori e dico: "André ci sono i soldati! ... Spero che ci lascino passare senza alcun problema."
"Uhm ..... dubito che sarà così semplice. Piuttosto .... come stai? Hai freddo? Oggi c'è parecchia aria!"
 
Osservo Oscar, la notte di riposo, al caldo, i pasti e forse anche la compagnia, le hanno fatto bene. Certo è sempre magra, un poco debole anche se cerca di nasconderlo in ogni modo … e poi è impacciata con questi abiti femminili addosso.
 
"No, no! ... Sto bene! ... Ho affrontato dei lunghi viaggi, andata in missione ma adesso avverto una certa stanchezza! ... Desidero una vita più tranquilla ..."
Poso una carezza sul viso di Oscar, ha gli occhi un poco lucidi, ho paura che abbia un po' di febbre.
"Io invece ... desidero solo vivere con te!"
"Lo desidero anch'io André! ... Ma prima dobbiamo lasciare la Francia per ricominciare una nuova vita."
"Si .... vieni qui, appoggiati a me, così starai più al caldo!"
"André, con queste gonne mi sento ridicola e poi mi sento impacciata; non appena lasceremo il paese, indosserò i miei abiti."
"Ah ahahah .... sei incorreggibile Oscar! Ma a me .... piaci anche per questo!!"
"Ti ringrazio, ma io non mi sento a mio agio."
"Ih ih .... come vuoi, amore mio!! Come vuoi tu!!" Poi stringo un poco Oscar a me, poso le mie labbra sulle sue e piano piano la bacio, con dolcezza e lentezza.
 
Voglio assaporare ogni momento accanto a lei, godere di ogni suo respiro. Voglio posare le mie labbra sempre sulla sua pelle, affondare le mani nei suoi capelli e sapere che è accanto a me, stretta e vicina.
 
 
Sono perso nei miei pensieri quando sento la carrozza fermarsi ed i soldati di guardia avvicinarsi a Alain e Gerard.
 
"Alt!! Fermatevi!! Documenti, prego!!"
"Buongiorno! ... Ecco ... noi non abbiamo documenti e ..."
"Eh?!! Cosa avete da dichiarare?!!"
Siamo commerciati, veniamo da Lione ma non possiamo dimostrarlo perché durante il nostro viaggio siamo stati assaliti dai ribelli."
“Uhmmm.... quanti siete?!"
“In quattro!"
"Nomi?!"
"Il mio nome è Salvator Seigur."
Gerard continua: "Io mi chiamo Philippe Villard ..... Viaggiamo con i nostri padroni ...."
"Nomi dei Vostri padroni? Mi sembrate reticenti!!"
"Ehm ... si, si ..."
 
 
 
"André, i soldati stanno chiedendo ad Alain e Gerard le nostre generalità!"Sussurro piano, un poco tesa, mentre resto stretta al fianco del mio Andrè.
"Speriamo che sappiano mentire!"
"Sono sicura che sapranno cavarserla e poi quei due soldati stanno mentendo, vogliono solo il nostro denaro!"
 
 
"Sulla vettura viaggia madame Françoise e suo marito Josèph Larouge
"Uhm ...... e da quando le donne vengono prima degli uomini? Cos'è....Madame è forse una megera tiranna?!! Ah ahahah …"
"Esatto soldato! Ah ahahah ..." porto l'indice sulla bocca e sussurro appena: "Scccch .... non fatevi sentire! Quella donna è il diavolo in persona!"
"Uhm .... e ditemi .... è bella?!!"
"Bella?! Bah ... a me piacciono le donne in carne e la padrona è più dritta di una mazza di legno! Ah ahah ...."
"Uhm....ed è .... ricca?!!!"
"Ricca ma non troppo, povera ma non tanto! Diciamo che a mala pena riesce a pagare le nostre commissioni. E poi dovreste sapere che in questo periodo i soldi scarseggiano e gli affari anche!"
"Beh...peggio per lei!! Dunque torniamo a noi, quattro viaggiatori, una carrozza, due cavalli, zero documenti. Esatto?!"
"Sigh ... si, esatto! Dannati ribelli in quale guaio ci hanno cacciati!"
"Ehi Salvator ma cosa dici?! Pensa se ci avessero ammazzati!"
"Dunque....senza documenti ..... avete almeno fatto denuncia alla gendarmeria?!!"
"Siamo stati assaliti alle porte di Parigi e, data la situazione, le autorità parigine non potevano darci retta! Quindi abbiamo deciso di darcela a gambe per non lasciarci la pelle!"
"Beh .... mi dispiace ma .... niente documenti, niente denuncia ..... niente passaggio!! Andate a fare la denuncia ora, nella nostra caserma!!"
 
Osservo il soldato sorridere beffardo, accidenti a lui. Ma tanto lo so cosa vuole …. Soldi!
 
"Ma noi abbiamo fretta! Vogliamo raggiungere il prossimo villaggio prima di sera! Sapete, la mia padrona aspetta un bambino e non può trascorrere la notte in carrozza! Su, siate comprensivi, infondo sotto la divisa ci sono degli uomini!"
"Degli uomini ... squattrinati! Vedete un po' voi ..."
"Beh ... se permettete potremmo metterci d'accordo ..."
"Potremmo ..... dipende tutto da voi .... siete quattro .... con cavalli e carrozza ..... certe cortesie .... come dire ...... non hanno prezzo!"
"Come sarebbe che non hanno prezzo?! Impossibile, tutto ha un prezzo ... dite, quanto volete?"
"Eh ..... almeno due monete d'oro!"
"Accidenti, però! Certo che dalle vostre parti tutto costa caro! E sia! Avrete le vostre due monete d'oro!" dico tirandole fuori dal sacchetto, poi guardo il mio amico Gerard e continuo: "Philippe, di questo passo non riusciremo a pernottare nemmeno in una bettola di infima categoria!"
"Sig ... Pazienza Salvator! L'importante è che almeno la padrona abbia un letto comodo, visto che è incinta!"
"Bene ...... una volta risolta la questione economica .... potete passare! Prego Signori, e tanti saluti alla gestante!!"
"Porteremo i vostri saluti! ... Buona giornata soldati!"
 
 
 
Ci allontaniamo rapidi, lasciandoci alle spalle la cittadina di Briançons. I cavalli iniziano la loro salita verso il colle, la strada è tortuosa ed i poveri animali arrancano. Purtroppo oggi il tempo non ci è favorevole, nuvole scure si vedono all'orizzonte, arrivano rapide mentre saliamo lenti. Percorriamo lenti la via fino a quando vediamo scendere alcuni fiocchi di neve.
 
"André, finalmente siamo ripartiti! Certo che se tutti i soldati fossero così, la Francia sarebbe in mano ai rivoluzionari! Ah ahah ..."
"Già ..... per nostra fortuna!!"
"... Comincia a far freddo!" Mi affaccio al finestrino e dico: "Sta nevicando! ... Ci mancava solo la neve! Eppure siamo in pieno Luglio!"Rientro rapida mentre un fiocco di neve caduto sulla mia mano si scioglie veloce.
"Ma siamo anche in alta montagna! Oscar .... hai freddo? Forse è meglio se ti copri un poco!"
"Si ... metterò la cappa che mi ha mandato mia madre!"
 
Afferro la borsa, cerco il caldo indumento e lo sistemo sulle spalle, decisamente così va meglio.
 
"Bene ...... poi vieni qui e stringiti a me!" Osservo preoccupato Oscar, ha gli occhi lucidi, temo che questo freddo non le farà affatto bene.
 
Non posso fare a meno di preoccuparmi, Lasonne è stato chiaro, Oscar deve curarsi, stare al caldo e mangiare con regolarità. Solo così potrà guarire. La tisi è una malattia subdola, difficile da curare.
 
Metto sulle spalle la cappa e quasi con naturalezza mi stringo ad André, sussurro: "Con te mi sento libera, felice ..."
"Anche io Oscar ...... sono felice solo quando sono accanto a te" Finisco la frase quando in lontananza sento degli spari.
Mi allontano rapida da André e domando: "Hai sentito? Degli spari!"
"Si ..... non vorrei che fossero dei banditi!"
"Gerard .... prevedo guai! La neve sta aumentando e quegli spari ..... non vorrei che quei soldati ci avessero traditi!"
"Non credo! Ci hanno derubati e vedi ci tradiscono?! No, in tal caso li denuncerei! ... Tieni a portata di mano le armi!"
"Si si ...... ma tu vedi di fare correre un poco i due animali ....."
 
BANG BANG
 
 
 
Sguaino la spada, guardo negli occhi André e dico: "Qualsiasi cosa accada, tu rimani sulla carrozza!"
"COSA? MA SEI FORSE IMPAZZITA? TU NON STAI AFFATTO BENE!!!!"
 
Vedo Andrè preoccupato, quasi terrorizzato. Eppure non ha mai avuto paura, mi ha sempre seguita gettandosi con me nella mischia.
 
"E tu hai una brutta ferita nel petto!"
"E allora? Se esci tu ... esco anche io!!"
BANG BANG BANG
 
 
CLOPPETE CLOPETE CLOPPETE
 
Sento degli spari seguito dal rumore sordo degli zoccoli dei cavalli lanciati al galoppo.
 
"Sono sicura che è un agguato ma non sono in tanti! Alain, Gerand ed io li ce ne sbarazzeremo in men che non si dica! E TU resta qui, non provare a muoverti!" Ordino spalancando lo sportello della vettura, ormai ferma per la troppa neve.
 
 
Vedo Oscar balzare fuori dalla vettura, urlo: "ASPETTA, DOVE VAI? VENGO CON TE!""
Sento alle spalle la sua voce, urlo: "TI HO DETTO DI RIMANERE DENTRO!" Sbatto lo sportello, guardo i miei amici. "ALAIN, GERARD, SCENDETE IMMEDIATAMENTE DA LI' E SGUAINATE LE SPADE!"
"Sissignore!!! Agli ordini!!"
Mi guardo intorno, vedo avvicinarsi tre malviventi al galoppo, urlo: "COSA VOLTE? ANDATE VIA SE TENETE ALLE VOSTRE VITE!"
"Vogliamo Voi, ovviamente!"
"ME?! COSA VOLETE DA ME?"
"Riportarvi a Parigi!! Davanti alla corte marziale!!! Ma prima ..... ci divertiremo un poco ....... ih ihihih!"
"Ma davvero?!" Rispondo con tono ironico. "E allora venitemi a prendere se ne siete capaci!" Sferro un primo e un secondo colpo di spada, metto in difficoltà l'avversario anche se tenta di disarmarmi. Anche Alain e Gerard si battono, sono davvero abili!
 
 
Sono sulla carrozza, sento le grida e infine le lame incrociarsi, afferro la spada che è posta sul sedile di fronte, con uno scatto veloce tento di aprire lo sportello della vettura ma sento un dolore lancinante alla spalla, la ferita mi impedisce di attuare il mio proposito, sono disperato. Accidenti, mi sento così inutile, chiuso qui dentro. Impotente, mentre Oscar è lì fuori a battersi anche per me. Dovrei essere io a proteggerla, invece lei è lì, con la spada in  mano, che si occupa anche di me, nonostante la sua salute precaria. Mi sento così inutile in questo momento.
 
 
Il malvivente che si batte con me, continua: "In gonnella o in divisa rimanete sempre un soldato! Aveva ragione Boillie che siete un demonio!"
"... Dovresti sapere che il demonio è imprendibile!" Ribatto mentre affondo la mia lama nel suo petto. Poi guardo i miei soldati. "ALAIN, GERARD, FORZA! QUESTI UOMINI NON VALGONO NULLA!"
Con pochi colpi ben assestati ci liberiamo dei nostri assalitori finchè non sentiamo uno sparo seguito da un urlo. Ci voltiamo nella direzione della voce e vediamo il Comandate accasciarsi a terra.
Vedo il comandante portarsi una mano al braccio, è ferita. Non capisco più nulla e in pochi secondi mi libero del mio avversario, corro da lei, urlo: "COMANDANTE SIETE FERITA?!"
"Non è nulla Alain!" Guardo alle spalle del mio amico, l'ennesimo assalitore tenta di aggredirci, lancio nella sua direzione la spada che impugno e lo colpisco.
 
 
Mi porto la mano al petto e lentamente esco dalla carrozza, vedo il braccio della mia Oscar grondare di sangue, urlo: "OSCAR!!"
Sento la voce del mio amato, mi volto, ribatto: "Cosa fai?! Torna dentro!"
"Oscar, sei ferita!! Non puoi farcela da sola!"
 
Mentre Gerard si libera dell'ultimo malvivente, mi avvicino al Comandante le strappo il lembo della manica e dico: "Lasciatemi vedere la ferita!"
"Alain!! Ma che modi sono?!"
"Anche se in questo momento siete un soldato in gonnella, ho il dovere di soccorrerVi ... quindi lasciatemi vedere!" Rispondo deciso, poi guardo con attenzione la ferita. "Vi ha preso di striscio! ... GERARD PRENDI I MEDICAMENTI NELLA BORSA!"
"Alain, lascia stare la mia ferita, meglio allontanarci in fretta! Forza, risalite a cassetta e fuggiamo. Potrebbero arrivare altri sgherri di Bouillè!"
"Si ... come sempre avete ragione ma almeno fatemi tamponare il sangue con una benda!"
Gerard ribatte: "Alain, non abbiamo bende!"
"Poco importa amico, so come fare!" Ribatto strappando un lembo della gonna del Comandante.
"Alain!! Ma che modi sono? Giuro che alla prossima locanda metterò i miei pantaloni!! Tanto ormai la copertura è saltata!!"
"Come ha detto quello sgherro, gonne o divisa, Voi siete un diavolo! E poi, in certe situazioni la galanteria non serve a nulla! Volete forse morire dissanguata?"
"Oscar lasciati bendare la ferita!" Dico esasperato.
 
Possibile che non capisca che ogni goccia del suo sangue è un colpo mortale per me? Che ogni stilla che perde la allontana sempre di più dalla guarigione?
 
 
Sento la voce di André, lo guardo, si trascina appena verso di me portandosi la mano al petto.
"Vedi di rientrare in carrozza! Tu sei ancora ferito!! Muoviti Andrè!" Dico fredda e determinata.
"Ma ... Oscar!"
"Ma niente!! Muoviti!"
 
"Alain, aiutiamo i feriti a salire sulla carrozza, dobbiamo ripartire!"
"Si ... certo!" Faccio una veloce fasciatura al Comandante, la aiuto, come se ce ne fosse bisogno, a risalire in carrozza e ripartiamo.
 
Salgo in carrozza, mi siedo accanto ad Andrè, poi sento in un attimo le forze venirmi meno, ho gli occhi pesanti e mi accascio su petto del mio amore.
 
"Oscar! OSCAR!!! ALAIN PRESTO, AIUTALA!"
Scendo da cassetta, apro lo sportello e vedo il comandanteaccassciata addosso ad Andrè.
"Accidenti .... abbiamo almeno dei sali?!"
"Non lo so, Alain! Guarda nella borsa!"
"Eh ... sisi ....." Cerco la borsa, la apro, la rovescio, ma nulla. "Accidenti!! Qui ci sono solo unguenti vari, erbette, laudano, tisane per la febbre ed altre per la tosse! Ma niente sali!! Possibile?!"
Scuoto con forza il Comandante, sussurro: "Forza, svegliateVi! Comandante Oscar!"
"Oscar ..... amore mio .... ti prego .... apri gli occhi!!" Sono terrorizzato, Oscar è così pallida, abbandonata, senza forze. Vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi con lentezza mentre le sue labbra diventano violacee.
Gerard domanda: "Alain, non avrà perso molto sangue?"
"No, ho guardato bene la ferita, non è profonda!" sento il vento gelido soffiare, borbotto: "Accidenti, ci mancava anche la bufera di neve!"
Gerard ribatte: "Andrè ... cerca tu di svegliarla .... dobbiamo muoverci o rimarremo bloccati qui!!"
"Si, si, andiamo via, altrimenti potremmo rimanere impantanati!"
 
 
 
Ripartiamo con mota fatica, i cavalli stentano a salire e scivolano tra la neve, mentre la carrozza fatica a mantenere la strada. Stringo forte Oscar a me, è pallida e credo abbia anche la febbre.Poso piano le mie labbra sulla sua fronte, è calda. Purtroppo le è nuovamente salita la febbre. Signore ti prego, fa si salvi.
"Oscar .... ti prego Oscar, guardami!"Sussurro disperato sul suo viso, mentre la tengo stretta a me, nel tentativo di scaldarla un poco.
".... A ... André ... sono stanca ..."
 
Mi sento debole, distrutta, mentre la voce di Andrè mi arriva da sempre più lontano. È come se il mio corpo mi avesse abbandonata, le braccia sono pesanti ma io mi sento leggera …. Pronta a volare via.
 
"Oscar .... resisti Oscar ..... ti prego ..... non lasciarmi!"Sussurro disperato mentre sento le lacrime rigarmi il volto.
 
 Oscar è tutta la mia vita, senza di lei nulla avrebbe più senso per me.
                                                                   
 
 
Palazzo Jarjayes
 
Sono davanti al camino, non faccio che pensare a mia figlia, temo per la sua incolumità, spero che riescano a varcare i confini senza problemi. Mia figlia è malata, molto malata e per giunta André ha una brutta ferita. I miei pensieri sono distolti da alcuni passi, è Marguerite.
 
"Augustin ... stai pensando ad Oscar?"
“Come posso non pensarla!? ... Ma sono sicuro che ce la faranno, devono farcela!”
"Certo che ce la faranno, Augustin! E' nostra figlia ..... è forte come te!" Poi mi siedo accanto a mio marito, afferro una sua mano e la stringo forte.
"Avrei tanto voluto vederla, sai?!"
"La vedrai! ... Non appena conosceremo la loro destinazione, li raggiungeremo..."
"Si .... grazie Augustin!"
 
 
 
 
 
 
"Alain ... non riusciamo più a proseguire .... c'è troppa neve ed i cavalli scivolano! Così rischiano di rompersi una zampa!"
"Maledizione Gerard!!! Anche la bufera di neve?!! Questa proprio non ci voleva! Non bastava l'aggressione che abbiamo subito anche questa!" Mi stringo nella mantella e digrigno: "Che rabbia! Ma senti che freddo! Chi l'avrebbe immaginato che sulle Alpi nevicasse a Luglio!?"
"Sai....io non sono mai uscito da Parigi!!"
"E nemmeno io MALEDIZIONE!"
Crack
"ODDIO ALAIN!!! CREDO CHE ABBIAMO PERSO UNA RUOTA!"
"Ma no ..... si sarà solo rotta!!! E adesso? Dobbiamo fermarci!!!"
 
 
 
Sono appoggiata appena sulla spalla di André, dormo profondamente quando all'improvviso mi sveglio a causa di uno scossone, sobbalzo e sussurro: "Cosa sta succedendo?"
 
Sento la voce debole di Oscar, finalmente ha riaperto gli occhi.
 
"Temo guai, Oscar. Credo che ci sia qualche problema con la carrozza!"
Mi sporgo un poco dal finestrino, fuori imperversa una bufera di neve, mormoro: "Santo cielo! Non ho mai visto nulla di simile! C'è una tempesta di neve!"
“Già......ora siamo davvero nei guai! Dovremo fermarci e cercare un riparo"
"André, magari nelle vicinanze ci sarà una grotta o qualcosa di simile!" Dico scendendo dalla vettura mentre una folata di vento gelido fa irruzione all'interno.
Seguo Oscar,è ancora molto debole, mi guardo attorno, è tutto bianco. Siamo in mezzo alle nuvole, con la neve che cade copiosa.
Tiro su lo sguardo verso la cassetta urlo: "ALAIN, GERARD, DOBBIAMO SPERARE DI TROVARE UN RIPARO! DALL'ALTO NON VEDETE NULLA?"
"Nulla, Comandante!! L'unica è spostarci dalla strada e nasconderci nella vettura. E speriamo che i cavalli non si ammalino per il freddo!"
"Gerard, io ho ancora la forza di non arrendermi!" Dico scendendo da cassetta.
"Allora cerca un riparo!!"
"Se tu non ce la fai, sali sulla carrozza, io mi avventurerò tra la neve! Sono sicuro che un riparo lo troverò."
"Ma non possiamo lasciare qui carrozza e cavalli!! E poi .... André e il Comandante.....sono troppo deboli!"
"Se non morirò assiderato, tornerò indietro, altrimenti sarai tu a prenderti cura di loro!"dico allontanandomi! "Comandante, spero di tornare!"
"Alain....contiamo su di te!"
 
Mi allontano velocemente anche se la neve mi impedisce di correre. Mi stringo nella mia mantella e sussurro: "Mio Dio, so di essere un peccatore impenitente e  non ho alcun diritto di pretendere un miracolo da parte Vostra ma Vi giuro sul mio onore e sull'amore che provo per il mio Comandante che se riuscirò a trovare un riparo, non frequenterò mai più un bordello finchè vivrò!"
 
Sento i miei stivali affondare nella neve, ormai non so più da quanto tempo cammino. I minuti mi sembrano ore. Non so se davvero riuscirò a tornare indietro .....
 
 
 
Un gruppo di pastori sono in una grotta davanti al fuoco a scaldarsi, uno di loro dice: “Accidenti che tempo!”
“Non avrei mai immaginato che si sarebbe verificata una bufera di neve in questo periodo! Per fortuna che siamo riusciti a mettere al riparo le nostre pecore!”
“Si, certo Pascal … ma intanto ci vorranno delle ore prima di riuscire ad andare via da qui!”
“Non ha importanza! Abbiamo legna a sufficienza per scaldarci e anche le provviste …”
“E il latte! Tanto latte fresco! Ah ah ah … Brrr … e pensare che manca così poco per raggiungere le nostre malghe! … Santa pazienza!” Ribatto alzandomi per avvicinarmi all’ingresso della grotta.
“Ehi Carl, si può sapere dove stai andando?”
“A vedere se là fuori qualcosa sia cambiato!”
“Ah ah ah … Si vede che sei ancora tanto giovane! … Devi imparare che quando avvengono simili tempeste, durano almeno qualche ora!” dico mentre aggiungo un altro ceppo di legno sul fuoco!”
 
 
Sono sul ciglio della grotta quando mi sembra di vedere una figura avvicinarsi lentamente, sussurro: “Ma c’è qualcuno!” corro dai miei compagni e con tono concitato dico: “Là fuori, mi è parso di vedere un uomo!”
“Cosa dici?! Ma ne sei davvero sicuro?”
“Certo! Lo sapete tutti che ho un’ottima vista! .. Su, venite a vedere!”
Seguiamo il nostro amico, facciamo appena qualche passo fuori dalla grotta e scrutando l’orizzonte dico: “Si, Carl ha ragione! Lì fuori c’è un povero disgraziato in cerca di aiuto! Magari si sarà perso!”
“Presto, andiamo a salvarlo!”
 
Siamo in quattro, ci precipitiamo per soccorre l’uomo ….
 
Vedo arrivare nella mia direzione degli uomini, spero che non siano soldati, altrimenti è la fine.
 
 
Raggiungiamo l’uomo, uno di noi dice: “Ehi amico, vieni, presto! Ti portiamo al riparo!”
Il freddo mi impedisce quasi di parlare, sussurro appena: “Non sono solo … al mio seguito c’è una donna, due uomini e i cavalli… se non farò qualcosa moriranno tutti! … Vi prego, in nome di Dio aiutateli!”
“Dimmi amico, quanto distano da qui?”
“ … Credo … un miglio … nella direzione ovest …”
Ordino al più giovane: “Carl, porta nella grotta quest’uomo, io e gli altri andremo a cercare i dispersi!”
“Si, si, Pascal!”
Alain ribatte: “No! Vengo con voi! Non voglio che si perda altro tempo per cercarli, potrebbero non farcela … con loro c’è anche un ferito.”
“Ma non puoi tornare indietro, non ce la faresti!”
“Se non sono ancora crepato, significa che almeno per adesso il diavolo non mi vuole con sè! … Venite con me!”
Carl ribatte: “Pascal, dobbiamo lasciare le capre da sole?”
“Ragazzo, dove credi che possano andare con questa bufera di neve? E poi questa gente non dista molto da qui!”
“E va bene, su andiamo a salvare quei poveri disgraziati!”
 
 
 
Ci siamo riparati all’interno della carrozza, dopo avere sganciato i cavalli per permettere almeno a loro di muoversi un poco, nel tentativo che non muoiano per il freddo. César ed Alexander non sono abituati a questi cambi di temperatura, hanno il pelo corto tipico dell’estate. Oscar è stretta a me, mentre Gerard si è sistemato dall’altro lato, nel tentativo di tenerla al caldo. Sento la sua testa appoggiata al mio torace, stretta forte a me, con addosso tutte le mantelle di cui disponiamo.
 
“Alain sarà morto assiderato …”
“Gerard, ricordati che siamo dei soldati, abbiamo superato prove ben più difficili!”
“André, sii realista! Qui non siamo in missione, fuori imperversa una tempesta di neve e Alain … Alain non riuscirà mai a tornare indietro.”
Oscar ribatte: “Non dimenticare che siamo dei soldati e non dobbiamo arrenderci!”
“Comandante, ancora qualche ora e i cavalli moriranno assiderati e in queste condizioni, se riusciremo a sopravvivere, potremmo diventare pasto per i lupi …”
“SMETTILA GERARD! MA CHE RAZZA DI UOMO SEI! … NON CREDEVO CHE REAGISSI IN QUESTO MODO! … Hai forse dimenticato che sei uno di quegli uomini che hanno buttato giù le torri della Bastiglia!”
Chino il capo e sussurro: “Avete ragione Comandante! … Vi prego di scusarmi…”
 
 
 
Alain avanti alla spedizione con l’indice indica il posto: “Eccoli sono lì!”
Pascal sussurra: “La carrozza ha perso una ruota, dobbiamo portare in salvo i passeggeri e i cavalli. Carl,Leonard, voi pensate agli animali mentre io, Màrio, e … non so nemmeno come ti chiami, buon uomo!” Domando.
“Alain, il mio nome è Alain!”
“Bene, noi ci occuperemo dei passeggeri!”
 
 
 
“Oscar, i cavalli nitriscono, forse …”
Scendo rapida dalla carrozza e dico: “E’ arrivato Alain! … Non è solo!”
 
Vedo il Comandante, la chiamo: “FRANCOISE! SONO TORNATO! SIAMO SALVI!”

 

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Capitolo 7
*** Lo sconosciuto ***


Lo sconosciuto
 
 
"Alain, ammettilo al tuo amico! Tu ami il nostro Comandante, non negarlo tanto è inutile! ... Credi che io non lo sappia?"
"Gerard.....quella donna è bellissima!! È inutile negarlo!"
"Si, ma ... un conto è apprezzare la bellezza di una donna e un'altra cosa è innamorarsene, non trovi?"
"Beh .... forse .... ma sai che io amo le donne .... tutte le donne!!!!" Rispondo cercando di dissimulare il mio imbarazzo.
"Si, certo! Ma ne ami una in particolare e per lei saresti capace di dare la tua vita. E poi, credi davvero che non ti abbia osservato in caserma quando discutevi con lei? Era evidente a tutti che non la guardavi mai negli occhi e ti rivolgevi a lei sempre a testa bassa! ... Smettila e non mentire a te stesso, anzi a me!"
"Beh....ma questa sera ce l'hai con me?!!!" Rispondo scocciato.
"Si, si ... Ti lascio in pace ... amico mio!"
 
 
 
 
Sono sdraiata accanto al mio André quando vedo arrivare il pastore più giovane con due tisane, sorride, si piega sulle ginocchia e dice: "Scusatemi Madame ma Vi ho preparato le tisane curative. Ho dovuto metterle nelle ciotole di legno che noi pastori ci portiamo dietro. Una è per Voi, affinché plachi la Vostra tosse, e l'altra è per pulire la ferita di Vostro marito."
"Grazie....siete tutti molto gentili" Rispondo in un sussurro, a voce bassa, con fatica.
Poi prendo la ciotola e bevo un poco di questa tisana.
Mi alzo dal mio giaciglio e vado dal mio amico, guardo il giovane e dico: "Grazie, sei davvero gentile! Penserò io a pulire le ferite di Andrè!"
"Bene .... allora .... buon riposo!"
"Grazie! ... André, ti aiuto a togliere la giacca e la maglia ma devi tirarti un po’ su!"
Oscar ribatte: "Vado a prendere le bende che sono nella borsa."
"No no .... state qui Madame.... riposatevi. Mi occupo io di AN.... ehm.... di Vostro marito" Rispondo sorridendo.
"Grazie Alain!"
Sorrido, il comandante non cambierà mai! Tra lei e André.....l'uomo è e resta lei!! Ih ih ih
 
Osservo da lontano i forestieri, il mio sguardo inevitabilmente finisce sulla donna, quando all'improvviso mi giunge una gomitata nel fianco e un sussurro. E' il mio amico Pascal.
 
"Carl, vuoi smettere di guardarla?! Potresti infastidire suo marito! E poi, quella donna ha anche qualche anno in più di te ... ma perché non ti concentri sulla figlia di mio cugino?"
"Uh....si si ..... hai ragione. Però è proprio bella ..... e poi ha carattere! Non trovi?"
"Molto. Da quel poco che ho visto è una donna molto forte, però tu evita di guardarla! Non vorrei avere problemi."
"Si si ..... stai tranquillo!!!"
Pulisco accuratamente la ferita, sento lo sguardo del Comandante addosso, sussurro: "E' quasi rimarginata ... credo che ancora qualche giorno e si chiuderà del tutto! ... Ma ti consiglio di non fare sforzi altrimenti potrebbe riaprirsi."
"Grazie Alain! In effetti inizio a sentirmi meglio....ma deve chiudersi bene anche in profondità!"
Oscar domanda: "Ti fa ancora male André?"
"Un poco .... ma sta migliorando!! Tu piuttosto....come ti senti?"
"Meglio! ... La tisana che mi ha dato Carl mi ha scaldato il petto. Ho sonno, credo che dormirò profondamente. André, spero che la bufera si plachi, vorrei arrivare quanto prima a Venezia …”
"Si ... anche io Oscar, soprattutto per poterti curare. Ma ora vieni qui, stringiti a me e riposa tranquilla" Rispondo stringendo un poco Oscar sul mio petto e coprendola per bene. Voglio che stia al caldo e che si riposi tranquilla.
 
Sento il calore del corpo del mio André, è così tutto strano! ... Fino a poche settimane fa lui era soltanto André e adesso invece ... è il mio André! ... L'ho capito soltanto dopo l'attacco di Saint Antoine, anche se Fersen mi aveva portato in salvo e stretta a lui, era André che volevo! ... André, il mio unico vero amore! ... Sono gli ultimi pensieri prima di cadere in un sonno profondo...
 
Èmattina, i primi raggi del sole ci svegliano con il loro calore. Apro gli occhi e sento Oscar dormire serenamente stretta a me. È una sensazione bellissima poterla tenere così stretta a me. Piano cerco di svegliarla per poterci rimettere in viaggio, anche se prima dovremo riparare la ruota. Poso piano una carezza sul suo viso, sposto una ciocca dei suoi riccioli ribelli e la chiamo piano, con dolcezza"Oscar ... Oscar ..."
Ascolto appena la voce di André, schiudo lentamente gli occhi e sussurro: "André ... è già mattina?"
 
Mi stringo un poco al mio Andrè, sorrido al pensiero di avere dormito stretta a lui, tra le sue braccia. Credo di non avere mai dormito così bene come questa notte, in questa grotta umida, mentre fuori nevicava. È la sola presenza di Andrè a farmi stare bene.
 
"Si .... e sembra che ci sia il sole. Dimmi ..... come ti senti?"
"Molto meglio!" Mi guardo intorno, vedo Alain e Gerard sistemare la ruota della carrozza, mi alzo e dico: "Aspetta André, vado dai nostri amici!" Sento dei passi dietro di me, è Carl, il giovane pastore, mi giro e lo osservo, ha una ciotola tra le mani.
"Madame, ecco tenete, Vi ho scaldato un po' di latte ... ovviamente l'ho fatto per tutti!"
"Oh .... grazie, sei molto gentile!" Rispondo sorridendo mentre prendo la tazza di latte. Poi sento dei passi alle mie spalle, è Andrè che mi raggiunge e posa una mano su una mia spalla.
Guardo timoroso l'uomo e balbetto: "Mo .. monsieur adesso Vi porto il Vostro latte!"
"Grazie mille! Siete tutti molto gentili. L'importante è che ci sia il latte caldo per mia moglie!"
"Ah ah ah ... Ma cosa dite?!" con la mano indico gli animali e dico: "Avete visto quante capre abbiamo? L'unica cosa che non manca è proprio il latte! Ih ih ... E Vi assicuro che è il migliore della zona!"
Pascal ribatte: "Il ragazzo ha ragione! I nostri pascoli sono ricchi di erba è solo che durante la nostra transumanza ci siamo imbattuti in una bufera di neve, cosa strana, visto che siamo a Luglio! Per fortuna che siamo vicini alle nostre fattorie, poche ore e saremo a casa!"
"Grazie ..... noi speriamo di partire il più in fretta possibile!"
Oscar domanda: "C'è un villaggio o un rifugio nelle vicinanze?"
"Eh ... salendo ancora, raggiunto il colle del Montgenèvre, si. C'è un piccolo borgo montano, tutto in pietra. Ma direi che ci metterete diverse ore per raggiungerlo, con la carrozza"
"Non fa nulla! ... L'importante è trovare una locanda per ristorarci e riposare."
"Si certo .... raggiungerete il colle prima di sera senza dubbio! Bene, ora vado ad occuparmi delle nostre bestie ... e magari porto fuori anche i vostri cavalli, così possono brucare l'erbetta verde!"
"Grazie!"
 
Mi avvicino alla carrozza, osservo Alain e Gerard intenti a riparare la ruota. Spero davvero che riescano senza metterci troppo tempo.
 
 
Dopo aver sistemato la vettura e agganciato i cavalli, ringraziamo i pastori. André, Alain e Gerard gli stringono la mano, quasi sono tentata anch'io ma improvvisamente mi ricordo di indossare abiti femminili. Uno ad uno mi fanno la riverenza e dicono: "Vi auguriamo buon viaggio Madame e riguardateVI!"
"Grazie mille .... per tutto" Rispondo un poco imbarazzata, poi sollevo la gonna e salgo nella carrozza, seguita da Andrè. Piano i cavalli riprendono la strada, lasciando questo piccolo sentiero, per risalire lungo le curve e gli scoscesi di questo sterrato.
Vedo allontanarsi la vettura, il belare delle pecore e la voce del mio amico mi portano alla realtà.
"Su Carl smettila di sognare ad occhi aperti! Quella donna è partita con suo marito!"
"Eh .... si si .... hai ragione. Però è proprio bella ..... sembra una fata!"
"Già! ... Ma riesci a immaginare che una donna simile diventi la moglie di un pastore?! Beh io no! Sono sicuro che quella là è una nobildonna ... magari abbiamo soccorso una principessa con i suoi servitori, chissà!"
"Uhm .... magari è scappata per sposare un poveraccio come uno di noi ...... certo che è un sogno .... bella, leggiadra, e poi ha due occhi azzurri .... e quei capelli? ah ..... sarà il mio sogno!"
Scompiglio i suoi capelli e con voce allegra ribatto: "Su, scendi dalle nuvole! Le capre aspettano! Ah ah ah ..."
 
 
 
Sono molte ore che viaggiamo, dopo diverse salite raggiungiamo finalmente il colle di cui ci hanno perlato i pastori. I cavalli sono stanchi, il percorso è stato molto ripido ed è ora di fermarci per farli riposare.
"Andrè .... credo che sia tempo di trovare un riparo per la notte"
"Si, però il villaggio è ancora lontano ... magari riusciamo a trovare una malga o un qualsiasi riparo per affrontare la notte."
"Ma si .... dai .... troveremo qualcosa ...... in alternativa tempo proprio che dovremo dormire all'addiaccio! Non voglio di certo fare morire i nostri amici equini!"
"Uhm ..." mi affaccio dal finestrino e catturo l'attenzione dei nostri amici. "ALAIN, GERARD!"
"Sissignore!!" Rispondiamo all'unisono, abituati a quel tono di comando.
"AVETE AVVISTATO UN RIPARO?"
"Ecco ..... ci sarebbe quella costruzione .... sembra però una villa signorile ..... non saprei!"
"Bene! Magari potranno ospitarci, anche in un fienile andrà bene!"
"E sia .... allora andiamo lì! Forza belli .... un ultimo sforzo e potrete riposare!" Poi sprono i cavalli e li dirigo verso la costruzione.
Ci avviciniamo sempre più alla villa, osservo attentamente la costruzione e dico: "Alain aveva ragione: è un palazzo signorile, magari ci ospiteranno."
"Oscar ..... vuoi davvero chiedere ospitalità lì? Come ci presenteremo?" Domando perplesso.
"Ci presenteremo come semplici mercanti. E poi non abbiamo certo degli abiti signorili! Come ho già detto ci basterà un pagliaio. André, fa troppo freddo, noi quattro possiamo ripararci sulla carrozza ma i cavalli potrebbero non farcela! E poi abbiamo denaro a sufficienza per pagare il disturbo."
"Come vuoi Oscar ... ma sappi che non sono affatto convinto. In ogni caso ... tu dormirai con me!"
Arrossisco e sussurro: "Ma certo! Dove vuoi che dorma!?"
"Uhm .... dove vuoi .... basta che sia con me!" Rispondo sorridendo.
"André!"
"Dimmi ......"
"Sei geloso?"
"Ecco .... io ..... si, lo ammetto. Sono molto geloso .... ma solo perchè ti amo!"
"Ma non vedo perché dovresti esserlo?! Suvvia André, ho quasi l'impressione che tu stia scherzando! Ah ah ..."
"Beh ..... lo so che non ho motivo di esserlo .... però è innegabile, sono geloso!! E poi .... chi non lo sarebbe di una splendida donna come te?!"
"Smettila! Non vedi che mi fai arrossire?! Ammetto che ti conosco molto bene come amico ma come uomo non ti conosco affatto!"
"Ah ah ah ah ah ..... " Scoppio a ridere .... non mi conosce come uomo ..... povero me!
"Grandièr si può sapere cosa c'è di tanto divertente? Ho detto semplicemente la verità: io non ti conosco affatto come uomo."
"Ih ih .... scusami Oscar .... ma cosa intendi esattamente?!"
"Che ... che ... ma insomma André, ti è così difficile capire ciò che intendo? .. Io sinceramente non ti pensavo geloso."
"Beh ... ma non c'è nulla di male nell'essere geloso. Che poi, qualsiasi uomo avesse il tuo amore sarebbe geloso. Oscar ... tu .... tu sei bellissima. Credo di amarti da sempre. Ed io .... io ho sempre visto in te la donna, sotto alla divisa. Sempre. Ho sempre visto i tuoi movimenti sensuali, aggraziati. Il tuo sguardo forte e fiero, ma anche dolce e comprensivo. Ho sempre sentito il tuo profumo. Eh si, sono geloso, perchè so che ora tu ricambi i miei sentimenti ..... e morirei se dovessi perderti."
"Ma che discorsi fai?! André, tu mi perderesti solo se io dovessi morire!"
"Ma tu mi hai promesso di vivere ..... e quindi sono felice!" Poi poso un piccolo bacio sulle sue labbra. Ho una gran voglia di lei!
"Vivrò per realizzare tutti i nostri sogni!" guardo negli occhi il mio amato e sussurro: "Ti amo André!"
"Ti amo Oscar" Rispondo sulle sue labbra.
 
Entriamo nel piccolo cortile dopo avere oltrepassato un cancello in legno lasciato aperto. Ci fermiamo al centro dello spiazzo, arresto i cavalli e vedo venirci incontro una donna di mezza età, tutta vestita di nero, con una cuffia ricamata in testo ed i capelli raccolti, seguita da un uomo alto, moro, con una mantella bordata di pelliccia.
 
 
“Gerard, siamo davanti al cancello, speriamo che ci sia qualcuno e ci lascino pernottare!"
“Alain, ne abbiamo davvero bisogno! .. Passare più di dodici ore a cassetta con questo freddo è diventato un incubo, e pensare che siamo a Luglio. E’ assurdo!”
“Amico credi che anche a Venezia faccia così freddo?”
“Spero di no … non credo … ecco ci siamo! E che l’Altissimo ci assista!” Dico scendendo dalla carrozza. Sono di fronte a l’uomo con la mantella nera, mi tolgo il cappello e faccio la riverenza. “Buonasera Monsieur, siamo viaggiatori e abbiamo bisogno di ristoro.”
“Chi siete?”
“Il mio nome è  Philippe Villard, siamo mercanti …”
“Chi è con voi?”
Sento la voce di Alain alle spalle. “Mi chiamo Salvator Seigur,  come Vi ha appena detto il mio amico siamo mercanti e dobbiamo attraversare le Alpi ma abbiamo bisogno di ristoro! … Speravamo di trovare lungo la via una taverna, un convento insomma  un luogo dove poterci fermare ma non abbiamo trovato nulla! Monsieur siamo disposti ad alloggiare anche nelle scuderie ovviamente pagando il disturbo.”
“Chi c’è nella carrozza?”
“I nostri padroni: MonsieurJosèphe Larouge e  consorte.”
“Voglio conoscerli!”
 
Sento la voce decisa di quest’uomo, non sono ancora riuscito a vederlo bene in viso, ma il suo è un tono di comando, deciso e secco.
 
“Ma certo!” Sistemo il predellino, apro lo sportello e con voce pacata dico: “Monsieur Larouge, prego, potete scendere!”
 
Guardo  André, sussurro appena: “Vai!”
Con lentezza ma deciso, scendo dalla vettura, sono di fronte al padrone di casa, con un sorriso appena accennato dico:  “Buonasera  Monsieur! … Il mio nome è Josèphe Larouge, viaggio con mia moglie e i miei fedeli collaboratori, siamo mercanti.”
“Umm … cosa commerciate?”
“Stoffe …”
“Interessante! Mi piacerebbe dare un’occhiata ai Vostri tessuti.”
“Sono spiacente ma con noi non abbiamo nulla, siamo stati assaliti dai briganti.”
“Vi hanno derubato della merce ma vi  lasciano il denaro, che strano!”
“Ci siamo difesi e almeno il denaro che avevamo addosso non sono riusciti a portarcelo via!”
“Una bella fortuna! … Dunque vorreste che Vi ospitassi e per Voi andrebbe bene anche nelle scuderie!? … Potrei avere il piacere e l’onore di conoscere la Vostra consorte?”
“Ma certo!” porgo la mano verso l’interno della carrozza e con tono pacato dico: “Françoise, prego …”
 
André mi invita a uscire dalla vettura, alzo appena le gonne e con molta cautela scendo dalla scaletta.
 
Vedo scendere la donna, rimango folgorato dalla sua inusuale bellezza, non ho mai visto una donna tanto bella in vita mia! …  I suoi capelli sono biondi come il grano e i suoi occhi azzurri mi trafiggono l’anima e i sensi. Ho di fronte un’apparizione. Indossa un abito semplice, azzurro, con le maniche lunghe ed una cappa sulle spalle. Questa donna emana fascino e sensualità ad ogni movimento. È aggraziata, morbida nei movimenti. È bellissima.
 
 
Sono di fronte a quest’uomo, il suo sguardo e il suo atteggiamento non mi piacciono affatto, poi dico con piglio deciso: “Il mio nome è Françoise Larouge.”
 
Mi avvicino alla donna, prendo la sua mano, la bacio e sussurro: “Incantato!” continuo a guardarla. “Scusatemi, Madame, il mio nome è Cristopher Chaisy. Per me sarà un onore averVi come ospite nella mia umile casa!”
 
Sussurro al mio amico: “Umile dimora?! Ma cosa dice?! … Gerard, quest’uomo non mi piace per niente … temo che ci saranno guai in vista!”
“Alain, dovremmo dormire armati, compreso la nostra Françoise!”
“Già! … Almeno per una volta devo darti ragione!”

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Capitolo 8
*** Notte a castello Chaisy ***


Notte a castello Chaisy
 
 
E' sera, André, io Alain e Gerard, siamo ospiti del ConteChristopherChaisy.
"André, è stato un errore ... sarebbe stato meglio proseguire il nostro viaggio senza chiedere ospitalità al Conte! ... Quell'uomo è molto strano! ... Abbiamo chiesto un giaciglio e invece non mi spiego il perché ci abbia dato le camere migliori del palazzo!?"
"Oscar, ormai siamo qui. E poi .... tu devi riposare. Sei tanto pallida, Oscar. Dimmi ... stai bene?"
"Sto come sempre! ... Tutto sommato non sto peggio di quando eravamo a Parigi!" poi guardo il letto e continuo: "Sono stanca, andrò a dormire e non voglio nemmeno cenare."
"Ah no, Oscar. Lassonne ha detto che devi nutrirti con regolarità, pasti abbondanti e salutari. Quindi farai cena!"
Mi lascio andare sul letto ancora vestita e sussurro: "Sono davvero stanca! Non morirò mica se salterò la cena. Buona notte André!"
"OSCAR!! E allora ti porterò qualcosa da mangiare qui! Non intendo certo permetterti di digiunare!"
"Se vuoi! ... Ma credo che al tuo ritorno io dormirò profondamente!"
"Beh .... magari invece sarai sveglia!"Sorrido mentre poso una carezza sul suo viso, è così magra, pallida e stanca. Vorrei vederla sorridere, in salute. Invece questo viaggio la sta stancando ancora di più. Spero di arrivare in fretta a Venezia, così potrà curarsi e ritornare la ragazza allegra e solare che era.
Sussurro prima di addormentarmi: "Non credo ..."
 
Osservo Oscar, sdraiata nel letto, stanca. Sospiro e decido di andare a prendere qualcosa per lei, deve assolutamente nutrirsi! Ha un’aria così dolce ed indifesa, con ancora gli abiti addosso, addormentata su un fianco, con le mani strette vicino al viso. Ha la stessa posa che aveva da bambina.
 
 
 
 
 
Alain ed io dividiamo la stessa camera, mi guardo intorno stranito e sussurro: "Amico mio, non ho mai dormito in un letto a baldacchino, è la prima volta!"
Prendo dalla mia borsa i vestiti puliti e ribatto: "Gerard, è tutto così strano ... possibile che a dei servitori quell’uomo abbia dato una stanza come questa? E poi siamo praticamente nell'ala opposta a quella in cui alloggiano il Comandante e André!"
"Ma la cosa più stranaè che oltre a quell'uomo non ho visto nessun altro abitante in questa casa, a parte i servitori!"
"Gerard, lo sai che non mi piace fare insinuazioni ma credo che quel bell’imbusto abbia guardato in modo strano madame Françoise, come se la conoscesse da sempre..."
"Certo che hai una fervida fantasia!"
"Ma come, se anche tu hai detto la stessa cosa!"
"Si, è vero ... però ... in parte hai ragione, quell'uomo ha guardato un poco troppo il Comandante ma da qui a dire che hai avuto la sensazione che la conoscesse da sempre, lo trovo alquanto esagerato."
"Spero di sbagliarmi ma credo che quel Conte abbia delle mire su Madame."
"Alain, secondo me vedi fantasmi ovunque! Vabbè che sia rimasto abbagliato dalla bellezza del Comandante, ci sta anche che ci abbia ospitati in queste stanze lussuose, ma da qui a pensare che possa avere delle mire su una donna che domani si rimetterà in viaggio mi sembra improbabile!"
"Gerard, spero che tu abbia ragione e sia io il matto!" mi massaggio la pancia e dico: "Però che fame! Il mio stomaco reclama!"
 
TOC TOC ...
 
"Qualcuno bussa, vado a vedere!" apro la porta e davanti a me c'è un servitore con un vassoio pieno di pietanze. L'osservo, è vestito di tutto punto con abiti lussuosi come se fosse il padrone. Indossa la parrucca legato da un nastro bianco e le sue mani sono ricoperte da guanti dello stesso colore.
"Signori .... il mio padrone vi manda la cena in camera.... potrete riposare!!"
Vediamo il servitore entrare, è così pallido .... un colore che tende al viola. Eppure non credo che abbia la cipria in viso.
Appoggia il vassoio sul tavolo, dopo di lui arrivano altri servitori con altre pietanze.
 
Consommè, cacciagione, pollo, zuppa, verdure, patate, dolci e vino rosso.
Santo cielo quante prelibatezze!! E poi .... sono un piacere anche per gli occhi!!
 
Alain domanda: "Ma lo stesso trattamento è riservato anche ai nostri padroni?"
"No, per loro c'è molto di più!!"
Sento rispondere da una voce stridula, mentre esce a passi corti e veloci, che sembra quasi volare, dalla nostra stanza. Certo che questo maggiordomo è proprio strano.
Spalanco la bocca per la sorpresa, annuisco.
 
Gerard ribatte: "Se a noi avete riservato questo genere di trattamento non riesco nemmeno a immagine cosa gli abbiate portato! Comunque grazie! ... Ringraziate da parte nostra il ConteChaisy!"
"Certo Monsieur. Buona cena. E se avete bisogno....basta che tiriate la corda rossa, suonerà una campanella nelle stanze della servitù!"
Mi sfrego le mani felice e rispondo: "Grazie! Grazie!"
"Ed ora Alain .... buona cena!!"
"Gerard, non ti sembra che sia troppo per dei poveri servitori come noi, servire tutta questa roba?"
“Si certo … ma soprattutto non capisco il motivo di tutto ciò!”
"Nemmeno io! ... Questo è il punto!"
 
 
 
Mi accingo ad uscire dalla mia camera, giro la serratura della porta quando mi ritrovo davanti una schiera di camerieri tutti vestiti di bianco, ciascuno di loro con un vassoio ricco di pietanze, il primo mi dice: "MonsieurLarouge, Vi abbiamo portato la cena!" E subito dopo fa un picco inchino, appena accennato, mentre tiene in equilibrio il suo vassoio.
Rimango basito del numero dei servitori, mi faccio da parte e sussurro: "Prego! Avanti!"
Vedo ciascuno di loro entrare con eleganza e con molta delicatezza appoggiare i vassoi sul tavolo, l'ultimo che entra dice: "Questo dolce è stato fatto prettamente per madame Larouge, è la specialità della nostra cuoca! ...Il Conte Chaisy si auspica che sia di suo gradimento!"
"Oh ma ... ringraziate il conte!"
Il primo risponde con un inchino: "Sarà fatto Monsieur!"
Vedo il personale di servizio inchinarsi uno ad uno e lasciare la mia camera. La porta si chiude, osservo il tavolo imbandito e rimango esterrefatto, poi raggiungo la camera da letto e vedo la mia Oscar venirmi incontro.
"Andrè ma .... cosa sta succedendo? Perchè tutto questo?!"
Mi guardo attorno, la tavola è stata imbandita con una preziosa tovaglia, ricamata con fili d'argento. Al centro è stato posizionato un enorme candelabro che illumina la tavola. E poi fiori, rose nere, rare e preziose.
"Oscar ... veramente non capisco! Se non ci fossimo presentati come marito e moglie direi che quell’uomo ti stia ... corteggiando!"
"Andrè .... ma cosa dici ...io ..." Sussurro imbarazzata mentre sfioro con una mano i petali di una rosa.
"Ho notato come ti ha guardata! ... Per fortuna che domani lasceremo il palazzo! Su, vieni, devi mangiare qualcosa!"
"Si .... vengo. Però secondo me stai esagerando!"
"Non esagero affatto! ... Oscar, permettimi di dirti che come donna manchi di esperienza."
"COSA? Ma Andrè .... cosa intendi dire? Io davvero non ti capisco!" Domando curiosa mentre mi siedo a tavola. C'è davvero di tutto .... peccato solo che io non abbia affatto appetito.Osservo per bene tutte le pietanze servite, è tutto caldo, cucinato alla perfezione e con un aspetto delizioso. E soprattutto …. C’è tantissimo da mangiare! E ogni piatto è stato preparto con cura, su stoviglie di porcellana bianche. Le posate sono d’argento, i bicchieri sono in cristallo e il vino …. Bottiglie preziose, troppo per degli ospiti di passaggio.
"Lascia stare! ... Comunque sappi che mi scopro molto ma molto geloso!"
"Ih ih" Sorrido al pensiero di vedere Andrè così geloso. Però, a ben pensarci, si è sempre occupato di me ... forse un poco geloso ... lo è sempre stato.
"Su forza Andrè, mangia qualcosa. Vedo che inizi a stare meglio!"
Mi siedo di fronte alla mia Oscar e ribatto: "Ti ho sempre sentita mia, anche se non lo eri. E quando il tenente Girodelle ha chiesto la tua mano a tuo padre, è mancato poco che impazzissi di gelosia, temevo di perderti."
"Non sarebbe mai potuto succedere, mai Andrè. Sai .... quando sono stata in Normandia dopo .... ho sentito la tua mancanza. E quando ti ho visto tra i Soldati della Guardia, passata la rabbia iniziale, sono stata felice. Non avresti mai potuto perdermi, Andrè."Rispondo imbarazzata.
 
Ho capito davvero tardi di amarlo e parlare di certe cose mi è difficoltoso. Io sono più per l’azione ….. sono e resto un soldato.
 
Sorrido appena, allungo il braccio, prendo la sua mano, gliela bacio e sussurro: "Non avrei mai immaginato che tu un giorno mi avresti amato, però con il tempo mi sono reso conto che non ti ero più indifferente e soprattutto ... non eri più arrabbiata con me!"
"Già .... piano piano è diventato chiaro anche a me .... ma sai bene che non sono portata ad esprimere quello che provo ..... " Rispondo imbarazzata, a bassa voce, quasi in un sussurro.
"Si, lo so!" accarezzo ancora la sua mano e con un fil di voce dico: "Adesso mangia qualcosa!"
"Oh .... Andrè .... io ... non ho appetito.”
"Oscar ma guarda cosa c'è su questo tavolo! ... E poi ... c'è anche il dolce e il servitore ha specificato che il conte l'ha fatto preparare solo per te."
"Uhm .... assaggerò qualcosina .... ma proprio non ho appetito!"
 
 
 
 
Sono in camera mia seduto tranquillamente alla poltrona a leggere un libro, sento bussare. "AVANTI!" E' il maggiordomo, domando: "Hai servito i Signori Larouge?"
"Si Signore. E' stato fatto come avete ordinato. Anche le rose nere, nella stanza si sta sprigionando il loro effluvio ....."
"Perfetto! ... E dimmi, madame Françoise le ha gradite?"
"Madame ... credo di si .... mi pare una donna così .... particolare. Se posso permettermi ... direi molto adatta a Voi, Signore"
Chiudo energicamente il libro, mi alzo, mi avvicino al dipinto dove è raffigurato una donna e sussurro: "Dopo te solo lei!"
Faccio un inchino ed esco dalla stanza mentre osservo il mio padrone perso nei ricordi, davanti al ritratto di Madame Chaisy.
Continuo a guardare malinconico il dipinto della mia defunta moglie e mormoro: "Mia dolce sposa ... finalmente ho trovato la donna degna che prenderà il tuo posto! ... Filmante sei tornata da me!"
 
 
Alain ed io abbiamo mangiato a sazietà. Vedo il mio amico gettarsi con forza sul letto e farfuglia appena: "Amico, credo di essermi ubriacato, non riesco neppure ad alzare il braccio. Accidenti a quel vino! Ma che cosa avrà di tanto speciale per ridurmi in questo stato!?"
"Forse .... ne abbiamo bevuto troppo?!"
"Solo due bicchieri. Eppure mi sento impotente! ... Tu Gerard come ti senti?"
"Assonnato ..... uhm ... buona notte Alain .... ahhh .... che sonno" Rispondo mentre mi butto nel letto senza neppure togliere i vestiti, stanco, troppo stanco.
Ribatto tra i fumi dell'alcol: "Ma che diavolo c'era in quel vino ... ronff ... ronf ..."
"Ronf .... fiii ... uhm ... temo ... Alain ... temo .... ronf ... una qualche ..... droga"
"... ronf ... maledetto conte dei miei ... stivali! ... Se solo osa mettere le mani sul comandante, giuro che ... l'ammazzo ... ronff ..."
Crollo addormentato nonostante abbia cercato in tutti i modi di rimanere sveglio. Di sicuro c'era qualcosa nella cena .... forse le spezie? O il vino? O i fiori?
"Ronf ..... ffiiiiiii"
 
 
 
 
 
"E' ancora buio quando mi sveglio. Ho l'impressione di aver dormito molto ma in realtà non sono nemmeno le cinque del mattino. Mi giro sul fianco, vedo André dormire profondamente, mi alzo dal letto, vado prima nella toilette poi decido di vestirmi ma questa volta senza abiti femminili. Rovisto nella mia borsa, tiro fuori i miei pantaloni, camicia e un maglia pesante, chissà perché sento freddo!? Poi in fondo alla borsa prendo il mio stiletto e lo infilo in tasca.
All'improvviso sento un tocco leggero alla porta, sussurro: "Chi sarà a quest'ora?!”Prima di aprire guardo ancora André, non ha sentito nulla, continua a dormire. "Che strano eppure ha un sonno piuttosto leggero!" Vado alla porta, l'apro, è uno dei servitori del conte.
Osservo il servitore, tutto vestito di scuro, nero e viola. Che strana livrea che hanno in questa casa. E poi ha tutti i capelli incipriati!
"Ditemi....." Domando perplessa mentre lo osservo.
"Madame, il conte Chaisy desidera vederVi!"
"A quest'ora antelucana? Ma non dormite in questa casa?"
"Il Signor conte ha immaginato che foste sveglia!" poi la osservo e continuo: "Indossate abiti maschili, non credo che al Signor conte farà piacere!"
"Prego?!!"
"Ecco ... se magari indossaste un abito femminile ..."
"Ma come vi permettete!!! Siete un gran maleducato" Rispondo altera e scocciata. Questo individuo sa di viscido.
"Non era mia intenzione offenderVi ... comunque se volete raggiungere il Signor conte, dovete venire con me!"
"Uhm..." Mi volto, osservo André che dorme beato e poi rispondo "E sia ... ormai non ho più sonno!"
"Prego, seguitemi! ... Il conte Vi aspetta in biblioteca!"
 
 
Afferro la bugia posta sul tavolino, la accendo ed esco dalla stanza seguendo questo strano tizio.
Il candelabro che ha tra le mani illumina appena il corridoio, proiettando lunghe e lugubri ombre al nostro passaggio. Mi rendo conto che le pareti sono rivestite da una tappezzeria rossa, morbida.
Ogni tanto, in corrispondenza di alcune porte, sento un refolo d'aria sfiorarmi il collo. Forse mi sto facendo suggestionare dal luogo ... ma ho come l'impressione di attraversare qualcosa di strano, polveroso e filoso.
Annuso un poco l’aria, c’è uno strano profumo, secco, dolciastro e terroso. Forse umido, non saprei esattamente, ma è un odore strano, mi ricorda quello che c’è nella cripta della cappella di famiglia.
 
Conduco la dama vestita da uomo lungo il corridoio, svoltiamo il primo, il secondo corridoio fino ad arrivare in biblioteca, la porta è spalancata, il conte è seduto di spalle dietro la scrivania mente la sua pipa fumante è tra le sue mani.
 
 
Entro nella biblioteca, il camino è acceso e alle pareti sono accese alcune candele.
L'ambiente è invaso da un odore strano, sa di pioggia, umido e terra, più forte qui che altrove. Questo odore mi mette a disagio.
 
Sono seduto di schiena alla porta, il mio sguardo vuoto cade verso il parco, i miei pensieri sono confusi, vuoti..... all'improvviso il silenzio viene rotto da alcuni passi, sono loro. Mi alzo, mi giro verso la mia ospite e con tono deciso ma cordiale dico: "Vi stavo aspettando Madame!" poi osservo con stupore l'abbigliamento della donna e annuisco.
"Buongiorno Conte! Il Vostro servitore è venuto a cercarmi .... a cosa devo tutto ciò?!"
Guardo il mio servitore e dico: "Javier puoi andare!"
Vedo il servitore fare un inchino e uscire con passo leggero.
Questo posto mi rende inquieta, ho tutti i sensi all'erta. Essere un soldato mi permette di avere uno spirito diverso.
Mi avvicino alla mia ospite, prendo la sua mano e tento di baciarla.
Sfilo rapida la mano prima che questo tizio possa posare le sue labbra sulla mia pelle. Sento però il suo respiro sulla mia mano, un respiro stranamente freddo.
"Prego Monsieur, non sono avezza a certe smancerie"
"Madame, non era mia intenzione offenderVI!
"Meglio...ma ditemi...perché sono qui?"
“Desideravo parlarVi e … vederVI …”
 
Sento la voce sottile, con note leggermente acute, stridule, viscida del conte. Mi irrita questo suo atteggiamento.
 
“Vedermi?! Perché mai? Cosa succede?”
“Madame, Vi prego non è il caso che Vi agitiate!”
“Conte Chaisy se avete qualcosa da dirmi, fatelo in fretta!”
Avanzo di qualche passo e sussurro: “Non siate prevenuta nei miei confronti, desidero solo parlarVi …”
“Cosa volete dirmi?”
Sorrido, mi avvicino alla scrivania dove è posto un vassoio su cui si trovano due bicchieri e una bottiglia di vino rosso e lo verso. Poi prendo i bicchieri, uno lo porgo alla mia ospite.
 
“Prego Madame, fatemi compagnia!”
Guardo dritto negli occhi l’uomo e ribatto: “Vi ringrazio ma non è mia abitudine bere a quest’ora! Piuttosto, non mi avete ancora detto il motivo di questo incontro notturno!”
“Incontro notturno!? … Non credete di esagerare?”
“Non è ancora l’alba e non saprei come definire questo nostro colloquio!”
“Madame, insisto … vorrei che mi faceste compagnia con un buon bicchiere di vino, il migliore delle mie cantine.”
“Conte Chaisy cosa volete da me?”
Avanzo porgo con insistenza il bicchiere e sussurro ammiccante: “Fatemi compagnia …”
Mi allontano di scatto e ribatto: “Che cosa intendete dire? Su, avanti, parlate!” Rispondo minacciosa.
“Madame, ma perché Vi siete messa sulla difensiva? Io non ho alcuna intenzione di farvi del male …”
Sorrido sarcastica e ribatto: “E nemmeno io!”
“Ma cosa dite madame Françoise?! Una dama a modo non parla in questo modo!”
“Conte Claisy, il nostro soggiorno nella Vostra casa termina qui.” Rispondo andando verso la porta.
“No. Aspettate! Dove volete andare?”
“Dobbiamo riprendere immediatamente il nostro viaggio! Grazie per la Vostra ospitalità. Lascerò una lauta ricompensa al maggiordomo per il disturbo che Vi abbiamo arrecato.” Giro la maniglia ma la porta è chiusa a chiave. “Il Vostro maggiordomo ci ha chiusi dentro! Cos’è questa storia?”
 
Mi volto di scatto e guardo dritto negli occhi quest’uomo. I suoi occhi …. Sono così strani, grigi, profondi, sembrano voler leggere l’anima, o volerla succhiare via.
 
Avanzo e rispondo: “Non ha chiuso dentro me ma Voi!”
“Cosa?!”             
“Avrei voluto che Vi deliziaste del vino delle mie cantine per poi assaporare ciò che io ho da offrirVI!”
Sgrano gli occhi e sussurro: “Voi siete pazzo!”
“E Voi la donna della mia vita!”
Sorriso minacciosa e sussurro: “Cosa Ve lo fa pensare? Non ci conosciamo e poi dimenticate che sono una donna sposata.”
Guardo la sua mano e ribatto: “State mentendo! … Una donna sposata sfoggia il suo anello nuziale e Voi non l’avete, quindi la Vostra è una pietosa bugia!  Quell’uomo che è con Voi molto probabilmente è un Vostro parente oppure il Vostro amante. Farò di Voi la mia donna, la mia sposa …”
Vedo l’uomo avanzare verso di me, porto la mano alla tasca, tiro fuori lo stiletto e glielo punto alla gola premendolo con forza, poi digrigno: “Aprite immediatamente la porta se non volete che sporchi il pavimento con Vostro sangue!”
“Madame Françoise se Vi avessi almeno per una volta morirei felice!”
 
Con un gesto rapido colpisco l’uomo al braccio sinistro, lo sento lamentarsi appena.
 
“Ma cosa mi avete fatto?” Dico portandomi la mano alla ferita.
“Aprite immediatamente la porta!”
“Solo se accetterete di diventare mia moglie …”
“Siete un uomo malato!”
“No .. sono perdutamente innamorato di Voi e desidero con tutto il mio essere che siate mia! … Non sono geloso del Vostro passato, farò di Voi la mia sposa, la mia donna!”
“VI HO DETTO DI APRIRE LA PORTA!”
“Non posso, non ho la chiave!”
“Allora ordinate il Vostro servitore di farlo!” dico puntando nuovamente lo stiletto verso l’uomo.
“Credete davvero di farmi paura Françoise? Un semplice stiletto non può certouccidermi! … Da una donna poi!”
Osservo sopra il camino, ci sono due spade incrociate tra loro, ne afferro una e puntandola contro il mio avversario dico: “Non ho mai ucciso un uomo disarmato!” Afferro l’altra lama, gliela lancio e digrigno: “In guardia!”
Afferro la spada al volo e sussurro: “Cosa?! Voi vorreste batterVi con me! Ah ahah …”
 
Quest’uomo ride mentre afferra la spada, come tutti gli uomini pensa che una donna non possa maneggiare le armi. Ma quanto si sbaglia!
                                      
“Avete forse paura di batterVi con una donna?”
“Non l’ho mai fatto in vita mia ma se è il prezzo che debbo pagare per averVi allora lo farò!”
“Voi siete pazzo! IN GUARDIA!”
 
Il nostro duello ha inizio, non lascio spazio al mio avversario, è annichilito, non si aspettava che gli tenessi testa, indietreggia, leggo sul suo volto l’espressione di un uomo smarrito, sorpreso, poi mi dice con affanno: “Siete ancora più bella con i capelli ribelli …. Ma Voi non siete una donna come le altre … siete una dea … la mia dea!”
 
 
 
 
Mi giro con fatica nel letto, sento il posto accanto al mio vuoto, apro lentamente le palpebre, mi accorgo che Oscar non c’è.
La cerco in bagno, non c’è, non è nella stanza. Mi vesto rapidamente e correndo per i corridoi la cerco disperatamente.
Ho in mano una piccola bugia per illuminare questi corridoi. Sembrano tutti uguali. Ad ogni passo sento scricchiolii sinistri provenire tutto intorno, senza dubbio sarà suggestione, deve essere il pavimento il legno che fa questo rumore. A parte questi strani scricchiolii non si sente nulla, non c'è nessun servitore in giro per il palazzo, tutto tace, che stranezza.
 
 
 
Anche se con fatica continuo a destreggiarmi con la mia ospite, tra un colpo di lama e l'altro dico: "Françoise chi siete?"
"Chi siete Voi piuttosto!" Rispondo piccata mentre paro e rispondo al suo colpo. Nonostante la malattia riesco ancora a destreggiarmi bene con la spada in mano!
"Un uomo che aspettava Voi!"
"Non siete il mio tipo ... e poi Vi ho già detto che sono sposata!"
"Mentite! ... Paff .. paf f ... Voi non siete affatto sposata!"
"Certo che lo sono" Rispondo decisa. Inizio ad essere tufa di questo tizio. Accelero i movimenti, ruoto rapida il polso e disarmo il mio avversario.
Poi punto la lama al suo petto ed aggiungo: "Ed ora .... aprite quella porta!"
"Paff ... paff ... siete un demonio! Ma chi siete?"
"Una donna ..... solo una donna!" Poi abbasso la lama e taglio di netto i suoi pantaloni.
"Françoise, finalmente Vi siete convinta! Vedrete, Vi farò felice!"
"Certo .... avvicinatevi pure .... eVi passerò da parte a parte!"
"Non lo farete mai!" Rispondo avvicinandomi.
 
Vedo quest'uomo cercare di avvicinarsi, rimane incastrato nelle sue braghe, inciampa, tenta di reggersi in piedi saltellando, si dimena, tenta di aggrapparsi ad una sedia ma finisce a terra.
"ah ahahah"
Scoppio a ride mentre vedo un mazzo di chiavi rotolare per la stanza, veloce mi piego e le afferro. Mi avvicino alla porta, provo una chiave ed apro.
"A non rivederVi, Monsieur. E grazie per l'ospitalità!"
"NOOOO ASPETTATE! ... FRANçOISE DIVENTATE MIA MOGLIE!"
 
Esco, mi volto, chiudo la porta, infilo la chiave e giro fino a fare scattare la serratura. Poi mi allontano alla ricerca di Andrè e degli altri uomini per lasciare questa casa in fretta.
Batto i pugni sulla porta, urlo: "FRANçOISE TORNATE INDIETRO! IO VI AMO! ... VI ASPETTAVO DA TANTO TEMPO... FRANçOISEEEE...
Sento la voce del conte sempre più lontano finchè, ruotato un angolo, vedo Andrè tutto trafelato cercarmi.
 
Vedo Oscar venirmi incontro correndo, domando: "Dove sei stata?"
"Andrè .... andiamo via!"
“Oscar cosa succede?"
"Il nostro anfitrione è solo un pazzo maniaco. Meglio partire in fretta! Forza!"
"Si ... certo! Andiamo a cercare i nostri amici! ...Sono nell' altra parte del palazzo! Ma possibile che con tutto questo trambusto la servitù non sia svegliata?!"
"Qui la servitù è complice di quel pazzo! Soprattutto il maggiordomo! Meglio ripartire subito .... e non toccare più nulla. Andrè ... con tutto il rumore che ho fatto non ti sei neppure svegliato!"
Rallento appena il passo e sussurro: "Vuoi dire che nelle pietanze hanno messo dei sonniferi?"
"O qualche droga .... non saprei, ma di sicuro c'era qualcosa!!"
"Oscar ma ... e va bene, mi dirai tutto dopo, adesso andiamo da Alain e Gerard!" dico correndo dietro ad Oscar.
"Certo ... ma dobbiamo prima prendere le nostre borse! Forza Andrè!!"
"Si ... si ..."
 
 
 
Raggiungiamo veloci la nostra stanza, Andrè raccoglie le nostre cose e usciamo veloci. Attraversiamo tutto il palazzo in un'atmosfera spettrale, sembra che sia tutto disabitato. Raggiunta la stanza dei nostri amici apriamo la porta senza neppure bussare.
"Alain, Gerard. In piedi, veloci!"
".... Ronfff ..... ronff ...."
"Andrè .... dormono! Lo vedi?"
 
Osservo i nostri amici distesi nel letto, dormire di un sonno profondo che sa di finto, indotto.
 
"Si, hai ragione! Era una trappola!" poi scuoto i miei amici. "Forza svegliatevi! dobbiamo andare via!"
"Ohhh che mal di testa! ... ho sonno.... ronff ..."
"Sveglia!!" Scuoto Gerard con vigore, lo vedo aprire gli occhi con difficoltà e biascicare "Uhm .. sonno .... presto ...ronff"
"Dannazione André, cosa facciamo!" poi vedo un catino pieno d'acqua, l'afferro e lo gettoloro addosso. "FORZA MUOVETEVI!"
"ARGH!! COMANDANTE!!!"
"Presto, rivestitevi in fretta, dobbiamo andare via!"
"Eh ... si si ... ma ... cosa è successo? E poi .... cosa ci fate vestita così?!"
"Vestita come? Io ho sempre vestito così! Su avanti, poche chiacchiere!"
"Uh ... Sissignore!" Poi scatto in piedi e mi metto sugli attenti.
"HO DETTO DI MUOVERVI!"
Scattiamo veloci, ci vestiamo, raccogliamo le nostre cose e in meno di un attimo siamo pronti.
"Andrè ... Ma cosa è successo?!"
"Non lo so. Oscar ce lo spiegherà dopo ma sospetto che qualcosa di losco aleggia intorno alla figura del conte!"
"E allora andiamo ... peccato solo non poter fare colazione ..... " Rispondo mentre afferro qualche frutto rimasto dalla cena.
"Beh ... sempre meglio di niente, non trovi amico?!"
"Oh Alain!"
 
 
Usciamo dal palazzo, raggiungiamo le scuderie e troviamo la nostra carrozza ben sistemata ed i due cavalli che mangiano tranquilli il fieno.
Mi avvicino a César, poso una carezza sul suo muso e sussurro "Siamo qui amico mio .... è ora di ripartire!" Poi mi volto verso gli altri ed ordino decisa: "Forza, sistemiamo i cavalli e partiamo!"
"Agli ordini Comandante!"
Gerard ribatte: "Ma con tutto il rumore che abbiamo fatto possibile che non abbiamo visto nessuno?!"
"Questo posto è davvero strano! Su forza, muoviamoci, prima partiamo e meglio sarà!"
Sistemiamo la carrozza nel mezzo del cortile, portiamo fuori i due cavalli, questi animali sono davvero splendidi, forti ed ubbidienti. Li leghiamo alla carrozza e, proprio quando siamo pronti per partire, sentiamo una voce sottile, acuta, giungere dalle nostre spalle.
"Signori ... volete forse partire così? Senza neppure salutarci? Sapete che non è affatto gentile da parte vostra?!"
Dall'alto della carrozza rispondo: "AMICO, SE MADAME FRANCOISE HA DECISO IN QUESTO MODO, UN MOTIVO CI SARA'. VA AL DIAVOLO!" tiro veloce i cavalli al galoppo. "AHHHHH ...."
Vedo i miei ospiti fuggire, la reincarnazione della mia splendida moglie abbandonarmi.
"TORNATE QUI!!!! VOI SIETE MIAAAAA!"
"Alain hai sentito? Ma cosa si è messo in testo quel pazzo?"
"Non saprei ... ma alla prima occasione dovremo chiederlo al comandante!"
Vedo la carrozza allontanarsi in tutta fretta, mi accascio al suolo in un pianto liberatorio e tra i singhiozzi farfuglio: "Françoise ... mia amata Francçise! Bouuuu ...."

 
 

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Capitolo 9
*** Fabrice de Laborde ***


Fabrice De Laborde
 
 
 
Dopo una settimana di viaggio, con qualche sosta intermedia per riposarci, abbiamo attraversato tutta la valle di Susa, passando rapidi davanti al forte di Exilles, per non essere fermati, raggiungendo Susa, in cui abbiamo passato una piacevole notte, e finalmente siamo in prossimità della capitale Sabauda, Torino.
"André....credo che sia più opportuno fermarci fuori dalla città...."
"Oscar, se non sbaglio un tuo zio abita da queste parti ...... potremmo chiedergli ospitalità per qualche giorno!"
"Si, è il fratello maggiore di madre, zio Fabrice. Sono anni che non ci vediamo! ... Un tempo veniva spesso a palazzo Jarjayes a farci visita ma adesso come bene tu sai, lo zio Fabrice è avanti con gli anni, non è più in grado di  viaggiare."
"Credi che potrebbe ospitarci? Senza fare troppe domande e senza dire nulla a tua madre, almeno per ora?"
"Credo lo zio sarebbe felice di vedermi dopo tanto tempo! ... Sai, lui era l'unico a criticare apertamente mio padre per avermi allevata come un uomo! Ma nessuno ha compreso che quella di mio padre è stata la decisione migliore per me, mi ha resa libera dai pregiudizi e ho vissuto nella totale libertà!"
"Allora andremo da lui. Eh .... credi che .... mi accetterà.... intendo al tuo fianco. O forse è meglio tacere?"
 
Vedo Andrè un poco imbarazzato, parlare di noi è ancora così strano ….. cederci come coppia, un noi di amore, fa un certo effetto anche a me. Ma ormai non permetterò a nessuno di dividerci …. Nessuno!
 
"Ecco ... io credo che lo mio zio sia un uomo piuttosto ancorato agli schemi sociali, però l'ultima volta che l'ho visto risale a quasi vent'anni fa, magari qualcosa in lui sarà cambiato!"
"Uhm .... vedremo. Adesso avviso Alain e Gerard .... ed indico loro la strada!"
Poi mi affaccio dal finestrino e li chiamo a gran voce.
"Alain!! Ferma un attimo!!"
Tiro le redini e dall'alto della cassetta dico: "Andrè, cosa succede?"
"Ferma, dobbiamo parlare un attimo"
"Va bene! ... Hai sentito Gerard? Su forza muoviamoci a scendere!"
La carrozza si ferma, apro lo sportello e scendo con calma. La ferita è ormai chiusa ma sento ancora un poco di dolore. Credo che dentro, in profondità, non sia ancora tutto a posto.
Poi allungo una mano verso Oscar, la vedo così pallida e stanca.
Scende con fatica, tossisce, nasconde la mano, e poi sorride.
 
Signore .... fa che Oscar possa guarire! È la cosa che più conta per me, vederla in salute, sorridente e felice.
 
"Abbiamo pensato di fermarci qualche giorno a riposare, da un mio zio. Sono certa che non ci tradirà!"
Gerard domanda: "Avete detto uno zio?! Comandante cosa Vi da la certezza che sarà dalla nostra parte? E poi credo che sia meglio non fare parola del motivo del nostro viaggio."
"È un fratello cadetto di mia madre, vedovo, senza figli. Un uomo gentile .... anche se non lo vedo da anni. È l'unico che ha criticato mio padre per avermi cresciuta..... così. Ci aiuterà, vedrete"
"Se lo dite Voi ...... e comunque qualche giorno di riposo ci vorrebbe proprio. Dove dobbiamo andare allora, Comandante?!"
"Verso est! ... Credo che arriveremo nel pomeriggio."
"Bene Comandante ...  allora andiamo!"
Viaggiamo per tutto la giornata, attraversando alcune colline. Ci fermiamo solo per un veloce pasto, all'ombra di una quercia, vicino ad un ruscello. I nostri cavalli iniziano ad essere stanchi, senza dubbio un poco di riposo farà loro bene. Sono certa che lo zio Fabrice ci accoglierà bene e non ci tradirà, anche se è un monarchico convinto. Ma in fondo anche io sono rimasta legata alle loro Maestà, voglio solo un mondo più giusto, in cui un nobile non possa uccidere impunito un bambino, sparandogli alle spalle. Un mondo dove la gente non muoia di fame, dove una nobile possa sposare un uomo del popolo perchè lo ama, senza doversi nascondere o vergognare.
Verso sera raggiungiamo il bordo di Montiglio, nel cui castello abita lo zio. Abbarbicato sulla sommità di una collina,è il classico castello tutto in mattoni, ben più piccolo e meno moderno di Palazzo Jarjayes. Raggiungiamo il cancello in ferro battuto, entriamo nel cortile e Gerard ferma la carrozza.
 
Sono nel salone a sorseggiare un dolcetto quando sento dei passi, è mia moglie Chiara.
 
"Fabrice, si è appena fermata una carrozza davanti al cancello!"
 
"Andiamo a vedere chi sarà. Non riceviamo mai visite, a parte i nostri amici del borgo, ma non vengono di certo in carrozza!" Poso il bicchiere sul tavolino ed esco nel cortile con mia moglie.
 
Sono al braccio di mio marito e percorriamo il salone fino ad arrivare davanti all'atrio, guardo all'interno della carrozza, intravedo una cascata di capelli biondi e dico: "Chissà chi è? Non credo di conoscerla!"
"Uhm ...  adesso andiamo a vedere però ..." Esco nel cortile quando vedo scendere dalla carrozza un uomo biondo, con capelli lunghi lasciati sciolti, occhi azzurri e un sorriso .... un sorriso ed uno sguardo inconfondibile. Ma chè uomo .... è mia nipote Oscar.
 
Sorrido al ricordo che quella giovinetta, vestita da uomo, a capo delle Guardie Reali. Certo che è diventata davvero una bella donna.
 
Allungo il passo, al suo fianco compare un uomo alto, moro, in lui rivedo i lineamenti del nipote della governante della casa dove abita mia sorella Marguerite, quel bimbetto giunto come compagno di giochi, ed esempio maschile, per forgiare l'utopia di mio cognato Augustin, il sogno del suo figlio maschio mancato.
"Buonasera Zio .... spero di non arrecarvi disturbo"
 
Saluto sorridendo quando riconosco nell’uomo anziano che si sta avvicinando il fratello di mia madre. Sono passati parecchi anni ma è rimasto sempre lui, stesso sguardo, stessa posa, anche se mi sembra un poco più rilassato.
 
 
Sento la voce di mia nipote, la riconoscerei ovunque, un timbro particolare, controllata per non essere troppo acuta, ma comunque femminile, e poi quegli occhi ... sono gli occhi dei Jarjayes.
 
"Oscar! Sei davvero tu! Oh .... ma quanti anni sono passati!"
 
Vedo lo zio sorridere mentre ci viene incontro. Spero davvero di non avere commesso un errore nel venire qui.
 
"Zio come state?" Domando porgendo la mano.
 
"Oh mia cara!" Prendo la mano della mia nipote, la stringo e sorridendo aggiungo: "Come stai, ma perchè non mi hai avvisato del tuo arrivo .... " Poi la osservo per bene ed aggiungo: "Sei pallida .... e magra. Forse tuo padre si è inventato qualche altra strana punizione? O richiesta assurda?"
Smorzo appena un sorriso e dico: "Ma no, zio! Mio padre non c'entra nulla!"
"Ah ... beh, su vieni dentro ...." Poi osservo i suoi accompagnatori ed aggiungo: "Venite tutti dentro .... sarete stanchi! Eh ...magari mi racconti cosa ti porta qui ..... "
"Grazie!" Rispondo con un sussurro, commossa ed imbarazzata per la calda accoglienza.
 
Spero davvero che ci possa ospitare.
 
Sorrido, mi volto verso mia moglie ed aggiungo: "Chiara, permettimi di presentarti mia nipote Oscar, la figlia minore di mia sorella, la mia unica sorella!"
Guardo stranita la nipote di mio marito e dico: "Sono contenta di conoscerVi, Madame Oscar!"
"Grazie ..... quindi Voi .... siete mia zia? Non sapevo che Vi foste sposati!"
 
Osservo questa donna, sembra una persona molto semplice, non indossa abiti sfarzosi ne gioielli appariscenti. Solo la fede nunziale ed una catenina al collo. Niente cipria nei capelli, niente trucco eccessivo. Sembra quasi una donna del popolo…..una borghese direi.
 
“Fabrice ed io ci siamo sposati tre anni fa."
"Oh ... perdonatemi .... credo di non ricordarlo" Rispondo imbarazzata mentre entriamo nel palazzo, seguita da Andrè, un passo indietro, Alain e Gerard.
"Zio ... possiamo ... fermarci qui .... qualche giorno?" Domando timida, "Sapete ... siamo in viaggio e .... vorremmo riposare. Loro sono Andrè, che spero ricorderete, e due nostri amici, Alain de Soisson e Gerard La Salle."
 
Osservo per bene questi ragazzi, di Andrè ho un bel ricordo e devo dire che è diventato un bell’uomo, gli altri due … .sembrano persone educate, anche se mi appaiono un poco intimiditi dall’ambiente.
 
"Potete fermarvi tutto il tempo che vorrete. Lo sai che mi fa piacere averti qui!" poi guardo mia moglie e continuo felice: "Non immagini quante volte ho invitato Oscar a farci visita ma a causa del lavoro che svolge alla reggia ha sempre rimandato questo momento! ... Oh scusatemi Signori, non Vi ho ancora salutati! Andrè, come potrei non ricordarmi di te! Invece questi due altri Signori non li ho mai visti prima."
"Buonasera Conte de Laborde" Poi faccio un piccolo inchino. "Se non vi arreca disturbo ... portiamo i bagagli di Oscar e sistemiamo i cavalli e la carrozza ..... " Rispondo con gentilezza, come ho sempre fatto a palazzo Jarjayes.
 
L'idea di Oscar di fermarci qui è di certo buona, ma devo tornare ad essere il suo attendente ..... a malincuore ma tornerò al mio posto, un passo indietro e pronto a servirla, prima ancora che lei esprima una qualsiasi necessità.
 
"Si, certo André!"
"Portali di sopra! Ma aspetta che arrivi il maggiordomo! .. Ah ecco! Maurice, aiuta a scaricare i bagagli e portateli di sopra!"
"Subito Signore .... mi occupo io di tutto. Ditemi ... dove faccio alloggiare i Vostri ospiti? Vostra nipote nella stanza delle rose?"
"Ovviamente! Voglio che mia nipote abbia la stanza più comoda!"
"Eh .... i suoi accompagnatori? nell'ala della servitù, Signore?"
"Si, ma disponili nell'ala nord! Lì le camere sono decisamente più fresche."
"Bene Signore! Prego ... se volete seguirmi .... così sistemiamo anche i cavalli!"
"Ah ....fai servire della limonata, ti va bene della limonata fresca, Oscar? Su ma vieni, siediti qui!"
"Si, grazie zio!"
 
 
Entriamo in un salottino fresco e riparato, le ampie vetrate sono aperte e guardano verso un bel roseto. Ci accomodiamo, osservo per bene mia nipote, faccio un bel respiro e prendo per mano mia moglie.
 
"Dimmi Oscar, cosa ti porta qui. E non dirmi che è un viaggio di piacere, perchè non ci credo!"
                                         
Se fosse un viaggio di piacere mi avrebbe avvisato invece ….. no, qui c’è qualcosa sotto, ne sono certo.
 
"Ecco ... ho deciso di lasciare Parigi per trasferirmi  a Venezia."
 
Osservo mia nipote, è visibilmente imbarazzata, anche se è un soldato ben addestrato a dissimulare le sue emozioni.
 
"Ah ..... capisco .... cioè, non capisco .... ma ..... puoi restare qui quanto vuoi .... e se vuoi spiegarmi ..... sarò ben felice di aiutarti."
Stringo il bicchiere tra le mani e giocherellando con il suo contenuto rispondo: "Vedete zio, ormai sono più di vent'anni  che presto servizio militare ed è giunto il momento di ritirami a vita privata."
"Si .... credo di poterti comprendere. Lo sai che io non ho mai appoggiato la follia di tua padre. Sentiti libera qui, vedi ..... io sono un uomo piuttosto .... aperto." Rispondo stringendo la mano di mia moglie.
Sorrido appena e ribatto: "Scusatemi zio, più che un uomo aperto, io Vi ricordo come un conservatore." Guardo mio zio dritto negli occhi, lo vedo sussultare un attimo per poi ricomporsi.
"Beh .... sono cambiate molte cose. Innanzi tutto, mi sono sposato ... come vedi!"
"Si ma credo che il matrimonio sia normale per un uomo solo!"
"Si ma .... ne riparleremo, magri a cena. Ora vai di sopra, credo che tu abbia voglia di cambiarti e lavarti!"
"Non posso negare di avere bisogno di cambiarmi d'abito!"
“Vai pure! Ah ancora una cosa, la più importante…”
“Ditemi zio!”
“Non ti ho chiesto ancora di mia sorella, come sta?”
“Bene!”
“E’ sempre la dama di compagnia della Regina?”
“Ecco …”
“Cosa c’è?”
“Vedete …”
“Oscar, mi preoccupi… è forse successo qualcosa?”
“ … Zio, Voi davvero non sapete nulla di ciò che è accaduto a Parigi?”
“No. Cosa è accaduto?”
“E’ scoppiata la rivoluzione…”
“Cosa?! Oh ma davvero?! Io non ne so nulla! E dimmi, mia sorella è al sicuro?”
“Si, si, zio state tranquillo!”
“Mi stai dicendo la verità?”
“Si, state tranquillo!” Rispondo allontanandomi.
“Oscar …”
Arresto il passo, mi volto. “Ditemi!”
“Sei scappata da Parigi?”
“Cosa?!” Rispondo sorpresa dalla domanda di mio zio.
Chiara interviene: “Fabrice, non credo che siano domande da fare?!”
Poso la mano sulla spalla di mia moglie e con tono pacato rispondo: “Non preoccuparti, Oscar è mia nipote, la figlia della mia amata sorella!” poi continuo: “Stai fuggendo?”
Guardo dritto negli occhi mio zio e sussurro: “Si. Se la mia presenza Vi disturba lascerò immediatamente la Vostra casa.”
“… Nemmeno a pensarci! Oscar, non voglio sapere cosa ti è successo e tanto meno ti farò domande. Adesso va di sopra, hai l’aria stanca! … Mia moglie ed io ti aspettiamo per la cena e avremo modo di parlare.”
Chiara conclude: “Per qualsiasi bisogno, basta che tu me lo dica.”
“Grazie, siete davvero gentile!”
 
 
Vedo la nipote di mio marito allontanarsi e sussurro: "Fabrice, meglio non fare domande, se vorrà raccontare dovrà essere lei a farlo."
"Come vuoi ... però davvero mi farebbe piacere parlare un poco con lei .... sapere di mia sorella ......"
"Si, si , di tua sorella ma ti suggerisco di non chiedere perché è scappata da Parigi."
"E sia .... magari sarò più fortunato con Andrè. Sai, quel ragazzo è cresciuto con lei ..... mi pare che sia il suo attendente. È un gran bel ragazzo, non trovi?"
"Per quel poco che ho visto, mi pare un ragazzo piuttosto a modo ed educato."
"Oh .... di questo non ho alcun dubbio ..... con il generale Jarjayes può essere solo a modo ed educato, credimi. Mio cognato è un uomo ... rigido, direi. Molto rigido. E matto, ovviamente" Sorrido al ricordo di Augustin. “Tuo padre  era un giovane tanto a modo, innamorato pazzo di mia sorella …… ma proprio pazzo.
"Non posso che darti ragione, visto che ha allevato sua figlia come un maschio! ... Non ho mai sentito nulla di simile!"
"Già ...." rispondo ripensando alla follia di mio cognato.
"Ora scusami Fabrice, vado in cucina a disporre per la cena!" dico felice dando un bacio sulla guancia a mio marito.
 
 
 
Sono nella stanza che lo zio mi ha riservato, è ben arredata, elegante, anche se molto più piccola di quella che ho sempre avuto a casa .... casa ..... mi manca la mia stanza, mi manca la nonna. Chissà cosa staranno facendo .... mio padre e mia madre .... ma ci rivedremo ..... ce lo siamo promessi.
In un angolo della stanza vedo un catino ed una brocca, mi avvicino, sfilo il gilet e la camicia e decido di darmi una rinfrescata, mi ripulisco per bene il viso, il collo le braccia ..... poi mi asciugo, prendo una camicia pulita dai miei bagagli e la indosso. Cambio anche i pantaloni e le calze. Prendo la spazzola e la passo tra i capelli. Chissà cosa starà facendo ora Andrè? Ormai sono abituata a dividere la stanza con lui .... invece ora è un'altra stanza .... Mi volto verso il letto, dovrò dormire da sola .... è troppo grande senza di lui. Spero almeno di vederlo a tavola .... poi magari .... potrei raggiungerlo nella sua stanza. Mi sento sola, smarrita senza di lui. È incredibile come bastino poche settimane a cambiare una vita intera.
 
 
Sono nella mia stanza, sento bussare.
"Avanti" rispondo tranquillamente.
"André, posso entrare?"
"Ma certo Monsieur" Rispondo mentre finisco di chiudere la camicia, così da nascondere le bende che ancora porto.
"Ti ho riservato la camera singola mentre ai tuoi amici quella doppia!" poi l'osservo per bene e continuo: "Sei cresciuto! L'ultimo volta che ci siamo visti eri un ragazzo adesso sei un uomo! Dimmi ti sei sposato?"
"Oh .... no Monsieur .... no."
"Ah ahah ... a quanto pare la mia domanda ti ha spaventato! Su, su che il matrimonio non è poi tanto male! Forse non hai trovato ancora la donna che ti piace! Ma vedrai che prima o poi ti innamorerai e non ci penserai due volte a fare il grande passo."
"Monsieur ..... non è così .... così semplice, almeno per me" Rispondo imbarazzato cercando di rimanere vago.
"A no?! Spiegati! Su avanti, ho tutto il tempo per ascoltarti!" dico accomodandomi su una sedia.
"Io .... non posso spiegarvi ...... non posso, davvero. Vi prego di scusarmi, conte" Rispondo imbarazzato
"Uhm ... e va bene! ... Dopo tutto sono faccende personali! ... Però dimmi almeno il motivo di questo viaggio!"
"Oscar ...... uhm .... Monsieur Oscar .... ha bisogno di cambiare aria, per .... motivi di salute"
"Salute?! Vuoi dire che non sta bene? Ma è chiaro, l'ho capito immediatamente che non sta bene, è pallida e molto magra!"
"Già ...... tisi Signore ..... deve curarsi, mangiare cibi sani e riposare. In alcuni momenti ha violenti attacchi di tosse, febbre alta ..... in altri sta bene, come ora. E poi .... sapete bene che Oscar .... nasconde bene le sue debolezze" Rispondo piano, a bassa voce.
"COSA?! Mia nipote è malata di tisi?! Ma certo! La causa è la vita che conduce! ... La vita militare non è adatta a una donna. André, domani mattina farò venire immediatamente il mio medico personale, voglio che la visiti!"
 
"Uhm .... non è solo ... la vita militare. Oscar .... ha chiesto troppo a se stessa .... trascurandosi. Comunque il dottore Lasonne le ha prescritto delle medicine ed io .... mi assicuro che le prenda, come prescritto, e che mangi cose sane e pasti completi, tutti i giorni. Ho promesso al Generale che mi sarei occupato di lei .... e lo farò!"
"Hai promesso di occuparti di lei! ... Uhm ... comincio a capire..."
Le parole del fratello di madame Marguerite mi mettendo in imbarazzo, non so davvero cosa rispondere.
"Io ..... “
"Cosa c’è André?! Forse ho detto qualcosa che ti ha messo a disagio?"
"Ecco ..... cosa .... cosa cominciate .... a capire?"
"La tua devozione nei confronti di mia nipote."
 "Beh si .... io ..... siamo cresciuti assieme .... è ... normale che sia così, non trovate?!"
"Guarda caso non hai ancora preso moglie!"
"Uhm ... no .... Signore ...... no"
"No, cosa?"
"Non sono sposato ...... " Poi faccio un bel respiro ed aggiungo "Non potrei ..... spero che mi capiate", aggiungo imbarazzato, io non potrei mai vivere lontano da Oscar, dalla donna che amo più della mia stessa vita. Il mio angelo, il tuo amore, il mio tutto.
"Certo che ti capisco! ... Mia nipote, oltre ad essere molto intelligente,è anche bellissima! Chi non si innamorerebbe di lei!?"
"Già ...... quindi Voi ..... mi capite?"
"Ah ragazzo mio! Se non ti capissi io, chi potrebbe farlo!?"
"Voi? Perchè ..... Voi? Se non sono indiscreto, ovviamente"
"Anch'io mi sono innamorato di una donna non adatta al mio rango!"poso una mano sulla spalla del ragazzo. "Almeno è ciò che direbbero alcuni.
"E ...... l'avete sposata?!" Domando un poco titubante
 "Sig ... si ... e ne sono felice .... molto."
"Davvero? Quindi .... Voi accettereste che io e ...... insomma ..... per Voi, non sarebbe un problema? Dite davvero?!"
"Forse un tempo si, ma adesso ..." mi avvicino alla finestra e continuo:"L'amore non ha rango o ricchezza."
 
Osservo lo zio di Oscar, ha lo sguardo perso oltre il parco, forse immerso nei suoi ricordi. Però credo di potermi fidare di lui …. Mi sembra essere sincero.
 
"Io ...... avete ragione, Signore. L'amore arriva e non guarda nulla. Ed io ..... io amo Vostra nipote" Rispondo imbarazzato.
"L'avevo immaginato e ne sono felice! ... Mio cognato il generale ti ha accettato quale futuro marito di sua figlia?"
 "Beh ..... questo .... non lo so con certezza. Ma mi ha chiesto di prendermi cura di lei ... e sa che la amo ... che ci amiamo. Quindi .... si, credo proprio di si."
Spalanco gli occhi e ribatto: "Mi compiaccio! ... Augustin è un conservatore come ... anzi ... come lo ero io un tempo."
"Già ..." Rispondo sorridendo. "Quindi .... ci aiuterete?"
"André ... ancora una cosa ... perché state scappando? E da chi?"
Faccio un bel respiro, quest'uomo mi ispira fiducia. "Stiamo lasciando la Francia da disertori, siamo tutti soldati ma .... siamo dalla parte del popolo. Il generale Bouillè, a capo dell'esercito Regio, ci ha fatti inseguire. Abbiamo bisogno di riposare qualche giorno, soprattutto Oscar. Avete visto come è pallida e stanca .... Vi prego, aiutateci e nascondeteci"
 Strizzo gli occhi e sussurro: "Siete dei rivoltosi! ... Non avrei mai immaginato che mia nipote, devota alla corona, un giorno si sarebbe schierata dalla parte dei rivoluzionari!"
"Oscar ...... ha solo compreso che la situazione della Francia .... e dei francesi, è grave. Il popolo è affamato mentre a Versailles continuano a fare feste e buttare cibo. Di certo, Oscar non vuole spargimenti di sangue nè sovvertire l'ordine delle cose, vorrebbe solo che la Francia fosse un Regno più equo. Sapete .... anni fa un Duca ha ucciso un bambino, sotto ai suoi occhi, sparandogli alla schiena. Ed è rimasto impunito .... ecco, queste cose non devono accadere”
 Il mio sguardo cade nel vuoto e dico: "Hai ragione! Certi crimini non posso rimanere impuniti! ... La nobiltà ha commesso fin troppo ingiustizie, ciò che è accaduto era inevitabile!"
 "Grazie Signore ..... " Rispondo un poco più tranquillo.
"Ora ciò che mi preoccupa è lo stato di salute di mia nipote. Domani chiamerò il medico per visitarla!"
"Grazie Signore ..... posso .... posso andare da lei ... o lo trovate troppo sconveniente?" domando imbarazzato. “Ho davvero bisogno di vederla, di sapere che sta bene, di raccontarle di questa conversazione.
Sorrido e rispondo: "Va da lei!"
"Grazie" Poi esco sorridente e raggiungo la stanza di Oscar.
 
 
Sono nella mia stanza, nel mio letto, tossisco, mi rigiro, sento bussare.
 
"Avanti!"
 
Apro la porta ed entro. Vedo Oscar distesa nel letto, chiudo la porta e mi avvicino a lei. Mi siedo sul bordo del letto, poso una carezza sul suo viso, la osservo, è così stanca e fragile.
 
"Come stai? Tra poco sarà pronta la cena."
"Bene anche se mi sento debilitata." mi alzo dal letto e mi allontano, domando preoccupata: "André cosa fai qui? Non vorrei crearti problemi! Qualcuno ti ha visto entrare?"
"Stai tranquilla. Ho chiesto a tuo zio il permesso per salire. Ma prima ..... ho parlato un poco con lui.” Mi avvicino a Oscar, allungo una mano sul suo viso e poso una carezza, poi le sposto una ciocca di capelli e la osservo. Quanto è bella .... però ha un'aria così stanca.
"Sai, tuo zio .... ha sposato una donna del popolo. Lui .... lui ci capisce"
"Cosa?! ... Mio zio?! Ma lui è un uomo integerrimo forse più di mio padre!"
 "E invece ...... ha sposato una donna di rango inferiore ...... sai, mi sento sollevato. Ci aiuterà!"
"Gli hai detto di noi?!"
 "Io .... si, gli ho detto che ti amo!" Poi mi avvicino di un passo, attratto da lei, dal suo sguardo un poco smarrito di fronte alla forza dei nostri sentimenti.
 
André mi guarda con amore, sono emozionata, il mio cuore batte forte, che emozione. Mi getto tra le sue braccia, mi stringo forte a lui, sussurro: "Ti amo ... ti amo con tutta me stessa! ... Oh André!"
Stringo Oscar forte a me, la sento così magra ed indifesa. Lo so che lei è forte .... però ora .... ora ha bisogno di cure ed attenzione. "Oscar, tuo Zio ha detto che ci aiuterà, gli ho detto degli uomini di Bouillè che ci inseguono .... e poi vuole chiamare il suo medico personale, per farti visitare"
 Mi sciolgo dal suo abbraccio e sussurro: "Non avrei mai pensato che mio zio ci avrebbe aiutati dopo aver conosciuto la verità!"
 "Già ..... anche io ero preoccupato. Su .... ora vieni, scendiamo di sotto per la cena. Te la senti?"
Sorrido e timidamente rispondo: "Si ... se sei con me!"
 
Prendo la mano di Oscar nella mia, la porto alle mie labbra e poso un piccolo bacio, un gesto di affetto e devozione, le sorrido e poi usciamo dalla sua stanza così, tenendoci per mano, e scendiamo di sotto.
 
 
 
“Chiara, vedo che hai fatto apparecchiare per sei! Hai forse dato disposizione alla servitù che anche i servitori di mia nipote si siedano a tavola?”
Sorrido e con dolcezza rispondo: “Anche Alain e Gerard sono nostri ospiti! Non trovi?”
“Si, certo Chiara, hai ragione e poi sei tu la padrona di casa!”
“Grazie Fabrice!”
Mi avvicino a mia moglie, le accarezzo il viso e sussurro: “Riconosco che un tempo non avrei immaginato di dividere la mia tavola con dei servitori …”
“Forse perché hai sposata la tua cameriera!?”
“No. Ho sposato una donna meravigliosa che ha rubato il mio cuore!”
Poso un bacio sulla guancia di mio marito e ribatto: “Se penso a quanti ostacoli abbiamo dovuto superare affinché ci sposassimo!”
“Però ci siamo riusciti ed è ciò che conta!”
“Già! … E’ ciò che conta!”Abbraccio mia moglie poi continuo: “Sai, anche mia nipote e André sono nella stessa situazione.”
“Dici davvero Fabrice?”
“Si. Me l’ha appena detto André.”
"Quindi ..... si amano?!"
"Si, si amano. Ma Oscar non sta bene, domani mattina manderò a chiamare il dottor Fenoglio. Voglio che la visiti!"
"In effetti è così pallida e magra .... ti ha detto cos'ha?"
"No. Oscar non mi ha detto nulla, è stato André ad accennarmi che non sta bene."
"Beh .... domani ci penserà il dottor Fenoglio. Oh .... eccoli, stanno arrivando!!”
 
 
Alain ed io entriamo quasi in punta di piedi nel salone centrale della villa. Vedo la tavola apparecchiata con diverse pietanze, una tovaglia bianca finemente ricamata, piatti di diverse dimensioni, bicchieri e posate. Troppe posate, almeno per me. Temo proprio che faremo sfigurare il comandante …. E mi dispiacerebbe molto. Sarebbe stato meglio se fossimo rimasti nelle cucine, invece che venire qui, alla tavola dei padroni.
 
"Alain sei sicuro che siamo invitati?"
"Eh .... si. La cuoca ci ha detto di andare nel salone centrale. Ci ha anche dato degli abiti puliti ...... e che abiti!!! Guarda Gerard!"
"Ih ih ... vedo, vedo! Sembri un damerino!"
"Beh ... anche tu!!! Ma .... non vedo André!"
"Non saprei ... forse è con il comandante!"
"Uhm .... beh ... noi andiamo!" Poi faccio un bel respiro ed entro nel salone.
Vedo mia moglie sorridere, va incontro ai primi ospiti, esclama: "Ben arrivati! Prego, accomodatevi!"
"Grazie mille Madame!" Poi mi esibisco in una specie di inchino, un poco maldestro. Ma come fa André con questa camicia chiusa fino al collo?!! Accidenti, fa caldo!
"Su, tranquilli, mio marito ed io non badiamo alle formalità! ... Ah ecco ... sono arrivati anche Oscar e André!"
 
Ci voltiamo, vediamo entrare il Comandante ed il nostro amico. Lei sembra stanca, anche se sorride. André invece ..... ha un sorriso felice in volto.
 "Buona sera!"
 "Oscar!! Buona sera!! Hai riposato un poco?"
"Si grazie, Zio!"
 
"Allora possiamo accomodarci a tavola!"
 
Mi siedo a tavola con André al mio fianco, di fronte ho mia zia, questa zia che non conoscevo affatto. I nostri amici sono un poco impacciati, forse intimoriti dal numero delle posate! Sorrido al ricordo della nonna che ci ha insegnato a stare a tavola. Mi manca la cara Nanny!!
Vengono servite le prime portate. Osservo André che indica a Alain e Gerard quali posate utilizzare per ogni cibaria.
"Eh eheh ... grazie amico!" poi guardo i padroni di casa e dico imbarazzato: "Scusateci ma noi siamo dei poveri soldati ignoranti!"
Alain ribatte: "Si, è vero ma io qualcosa la so da me, visto che ho frequentato l'accademia militare! ... Em ... André questa posata per quale portate è? Sai, non me lo ricordo più! Ih ih ..."
"Oh...state tranquilli!!! Alla fine servono tutte per mangiare!! Sapete, mio padre ci teneva molto all'etichetta .... e fino a qualche anno fa ..... anche io!! Ah ahah!"
Vedo lo zio ridere allegro, è decisamente meno rigido di mio padre!
"Ih ih .... Grazie Signore!"
Fabrice domanda: "Dunque Signori, voi avete prestato servizio militare, dove precisamente?"
 "Nella Guardia Metropolitana, Signore. Gli ultimi anni agli ordini di Vostra nipote.....che ci ha fatti faticare parecchio!!"
"Ih ihih ... immagino! ... Se è come suo padre non c'è dubbio!"
"Io non conosco il Signor Generale .... ma il Colonnello ..... ci ha messi tutti in riga ...... anche se all'inizio proprio non la volevamo, Signore"
"Ah no?! E si può sapere perché?"
"Beh....prendere ordini da una donna ..... capite che è un problema!"
"Ti risponderò come risponderebbe mio cognato: è solo un dettaglio! Ah ahahah...."
 
Lo zio è molto più aperto di quanto ricordassi.
Poi sorrido, guardo André  al mio fianco mentre mangiucchio qualcosa, purtroppo non ho appetito, ma sento lo sguardo preoccupato di Andrè, in una muta preghiera affinchè metta comunque qualcosa nello stomaco.
 
"Sapete, anch'io un tempo sono stato un soldato, precisamente ero al comando di mio cognato Augustin!"
 "Davvero zio? Non lo sapevo!! Raccontateci qualcosa!"
"Allora eravamo molto giovani e tuo padre era il comandante delle guardie reali! Beh …. per generazioni la famiglia Jarjayes ha servito la corona ed io ero un sotto ufficiale e facevo parte della guardia reale! In seguito tuo padre conobbe tua madre ed io dopo qualche hanno stanco di una vita tanto burrascosa, ho deciso di trasferirmi qui con la mia povera moglie."
 "È per questo che Vi siete trasferito qui?"
 "Si, desideravo vivere in tranquillità."
"Anche io .... vorrei vivere tranquilla...... coff coff ...." Tossisco un poco, mi copro con la mano e spero di non vedere sangue .....
Osservo preoccupato mia nipote e cerco un’indifferenza non vera. Sono molto preoccupato.
 
"Oscar, vorrei che vi fermaste per qualche settimana!"
 "Eh Zio, credo che non sia  possibile. Purtroppo siamo disertori .... dobbiamo far perdere le nostre tracce......"
" ... Si, ma non potete rimettervi in viaggio tanto presto! ... Tu hai bisogno di qualche giorno di riposo."
"Qualche giorno ..... ci fermeremo molto volentieri. Ma non voglio farvi correre dei rischi. Coff.... scusatemi ..... coff ...."
 
 
Sussurro al mio amico: "Alain, temo che il comandante stia davvero male."
"Già.....ha mangiato pochissimo e continua a tossire!! Deve riposare ....."
 
TOC TOCTOCTOC
 
"Oscar, temi che siano sulle vostre traccia? Forse vi hanno inseguiti?”
"Purtroppo si ....."
 
TOC TOCTOCTOC
 
Vediamo entrare una cameriera allarmata.
"Signore....ci sono degli uomini che bussano ...... cosa faccio?"
"Uomini? Sei sicura che non siano soldati?"
 "Non saprei ...... non indossano divise .... però...."
 
TOC TOCTOCTOC
 
"Aspetta! Prendi tempo! ... Devi aprire tra qualche minuto, fingi di non aver sentito! Vai su presto e raccomandati con la servitù di non dire a nessuno che abbiamo ospiti!"
Appena la cameriera si allontana, dico a mia moglie: "Chiara nascondi mia nipote e gli altri nelle cantine! ... Oscar, dietro l'espositore dei vini c'è una botola che porta nelle segrete. Chiara conosce perfettamente il passaggio, seguitela! ... Prendete le candele!" poi chiamo la servitù! "Bernardo! Bruno!!"
 
Ci alziamo rapidi, pronti a nasconderci.
"Zio....fate sparecchiare la tavola e sistemare le stanze ..... eh .... grazie! State rischiando molto .... troppo Zio!"Rispondo commossa alle attenzioni dello zio.
 
"Signore avete chiamato?"
"Sparecchiate immediatamente la tavola! Deve rimanere solo la mia portata! Veloci! E riguardo i nostri ospiti, nessuno deve farne parola! Intesi!"
"Certo Signore .... però....continuano a bussare!!"
"Penserò io a loro! Chiara sbrigati! Andate via da qui!"
"Venite, seguitemi!"
 
Poi corriamo tutti dietro alla moglie dello zio. Percorriamo una lunga scala, passiamo diverse porte che vengono richiuse a chiave dalla signora Chiara. Raggiungiamo un'ampia sala, interrata, in cui Chiara accende alcune candele. Al centro c'è una tavola e alcune sedie.
 
"Oscar, vieni, siediti. Hai freddo?!" Sento la voce dolce e preoccupata di André.
"No, no, sto bene André!"
Mi guardo attorno e vedo alcune casse, delle spade ed altri oggetti. Poi mi siedo, con i sensi all'erta e spero che vada tutto bene.
"Gerard, sono convinto che siano i soldati di quel pallone gonfiato di Bouillè! Finchè non metteremo piede sul suolo italico, saremo tutti in pericolo!"
"Qui siamo nel suolo italico .... ma purtroppo i francesi controllano il ducato ..... dobbiamo raggiungere il suolo austriaco. Vedrete che ce la faremo!"
"Accidenti Comandante! Sono davvero un ignorantone!"
 "Coff ... coff ....." sento le forze venire meno, mi sento stanca .... "coff coff coff ......" piano mi accascio sul tavolo. Mi sento debole .... tanto debole ... "André.... coff ....." chiamo in un sussurro, con tutto il poco fiato che ho in corpo.
Vedo la mia Oscar accasciarsi, la soccorro spaventato e con voce tesa, dico: "Oscar! Oscar! Cos'hai?"
 "André....coff .... coff ....."
La stringo a me, sussurro: "Coraggio, resisti! Domani ti vedrà un medico!"
 "Si .... coff .... coff ...." sento le braccia di André tenermi stretta, mi appoggio a lui, ho il respiro affannato .... mi sento stanca ...
"André ..... ce la faremo .... coff .... coff ..... "
 "Si che ce la faremo! ... Ci sposeremo e la nostra vita sarà meravigliosa! ... Come ho sempre sognato!" Sussurro nel suo orecchio stretto a lei.
 
 
TOC TOCTOCTOC
"APRITE!!"
 
Mi avvicino lentamente al portone principale con in mano un candeliere, spalanco la porta, davanti a me c'è un esercito di soldati, domando: "Cosa succede? Perché le guardie francesi sono a casa mia?"
"Stiamo cercando Oscar François de Jarjayes!! È qui?!"
“Avete detto Oscar François?! Mia nipote?! E cosa dovrebbe farci qui mia nipote? Per quanto ne so, è a Parigi agli ordini di Sua Maestà il Re.”
"Fateci entrare!!! Abbiamo l'ordine di perquisire tutto!!"
 "Volete perquisire la mia casa?! Prego, mostratemi il mandato!"
 "Eccolo!!!"
L'emozione è tale che riesco appena a leggerlo, poi dico: "Non capisco cosa vogliate da me e soprattutto da Oscar! Almeno ditemi perché è ricercata?"
 "La cosa non Vi riguarda. Fateci entrare!"
"Non posso impedirvi di entrare ma almeno abbiamo rispetto della mia casa!"
 "Ma certo ... ih ih ih! Forza!! Perquisite tutto!!"

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Capitolo 10
*** Tensione sotterranea ***


 Tensione sotterranea
 
 
I soldati stanno perquisendo la casa dei padroni.
 Bernardo ed io siamo nelle cucine, abbiamo nascosto nella botola del legname i bagagli dei fuggiaschi. Il mio amico sussurra appena: "Bruno, spero che non frughino anche tra la legna altrimenti sarebbe la fine."
“Bernardo, sopra la botola abbiamo messo il tavolo e intorno ho messo sedie a sufficienza affinchè non la notino. Comunque noi restiamo seduti così diamo meno sospetti, e poi il mio piede copre la fessura della chiave.”
"Speriamo vada tutto bene. Non ho mai avuto così tanta paura!! E poi .... chi sono questi?"
 "Questi chi?"
"Questi soldati! Insomma .... qui siamo nel Regno Sabaudo! Che tornino a casa loro, queste giubbe blu!"
"Cosa vuoi ne sappia?! Come hai appena detto,  se ne tornino in Francia!"
"Esatto! Puah...maledetti ...... noi qui stiamo bene!!"
“Sento i loro passi, stanno arrivando!”
“Che Dio ci assista!”
 
 
 Vedo spalancarsi la porta, sono i soldati francesi, uno di loro con tono grave dice: "Spostatevi! Dobbiamo perquisire!"
"Certo Certo! Non abbiamo niente da nascondere noi! Voi piuttosto..... tornatevene a casa vostra!!"
“Ma come osi servo?”
“Ehi un momento, qui non siete in Francia e non potete parlarci in questo modo!”
L’ufficiale ribatte: “Ma come osi, plebeo!? Ancora una parola e ti sbatto dentro!”
Sento la mano del mio amico stringere il mio braccio, poi aggiunge: “Scusatelo, lui non è molto … come dire … ecco … normale. Si, ecco, il mio amico è un povero storpio dalla nascita.”
“Sarà anche un povero storpio come tu dici ma è molto offensivo, quindi fallo tacere!”
“Si… Signore!” poi guardo il mio amico e digrigno: “Sta zitto se non vuoi andare a letto senza cena!”
 
L’ufficiale ci guarda e con tono severo ordina ai suoi soldati: “Perquisite ogni angolo della cucina!”
“Sissignore!”
L’ufficiale ci guarda in malo modo e continua: “Non siete francesi eppure conoscete bene la nostra lingua!”
“Ecco, per lavorare abbiamo dovuto impararla, visto che il nostro padrone è francese.” Rispondo timidamente mentre vedo i soldati rovistare in tutti gli angoli della cucina.
Spostano stoviglie, pentole, vasellame, persino una credenza. Si infilano con le testa nel grande camino, forse credono che ci sia qualcuno nascosto lì? Certo che sono davvero matti, matti e furiosi.
 
Spero che i soldati non si accorgano che sotto il tavolo c’è la botola. Signore Vi prego, aiutateci!
 
 
 
 
Ormai è passata quasi un’ora da quando siamo nascosti nelle cantine, comincio a sentire freddo, André mi stringe a sé, sussurra: “Oscar, ti è salita la febbre, credo che sia piuttosto alta!”
“André, ho freddo … tanto freddo!”
 
Sento la voce di Oscar bassa, è quasi un sussurro. Ha qualche goccia di sudore sulla fronte.
 
“Aspetta Oscar!” dico allontanandola appena dal mio petto per togliermi  la giacca. Gliela appoggio sulle spalle e domando: “Va meglio?”
“No … no, André, ho troppo freddo …”
 
La sento tremare e la stringo a me più che posso. È così magra, indifesa e fragile in questo momento. La sistemo meglio tra le mie braccia, nel tentativo di scaldarla.
 
Chiara sussurra: “Povera ragazza! Appena quei soldati saranno andati via, manderò a chiamare immediatamente il medico. Non puoi aspettare fino a domani!”
Vedo il Comandante tremare dal freddo, mi tolgo la giaccia immediatamente e gliela porgo sulle spalle, poi sussurro: “André, sistemala meglio!”
“Grazie Alain!”
Poco dopo anche Gerard porge la sua e mormora commosso: “FateVi coraggio Comandante! Vedrete che ce la farete a superare questo brutto momento!”
 
Sentiamo dei passi sopra di noi, sussurro: “André, temo che stiano arrivando …”
Chiara ribatte a voce bassa: “E’ molto improbabile scoprire questo nascondiglio, sta tranquilla!”
 
 
 
Il Comandante domanda: “Soldati avete trovato qualcosa?”
“No, Signore! Non c’è traccia dei ribelli!”
Un secondo risponde: “Credo che il conte De Laborde abbia detto la verità. Abbiamo cercato ovunque e non abbiamo trovato nulla di sospetto.”
“Uhm … forse si saranno nascosti tra la boscaglia, infondo sarebbe da sciocchi nascondersi da un parente, è il primo posto dove dei soldati verrebbero a cercare! … Soldati, l’ispezione è terminata, andiamo!”
“Sissignore!”
 
 
Sentiamo i passi allontanarsi, sussurro al mio amico: “Alain, stanno andando via. Siamo salvi!”
“Amico, se ci avessero scoperti, avremmo venduto cara la pelle. Meglio morire battendosi che finire sul patibolo!”
“Sccc… smettila Alain! Non dire queste cose davanti al Comandante che sta molto male!”
 
Ascolto le parole dei miei soldati e mormoro: “Alain ha ragione! Preferisco morire in battaglia che essere arrestata e finire sul patibolo.”
Le parole della mia Oscar mi gelano il sangue, la stringo a me, le poso un piccolo bacio sulla nuca e mormoro: “Vedrai che non ci accadrà nulla, ormai siamo sul suolo italico!”
Tremo tra le braccia del mio André e rispondo: “Sempre che quei soldati lascino il palazzo!”
“Sta tranquilla … vedrai che andrà tutto bene!”
 
 
Sono preoccupato però, non tanto per quei soldati, l’accesso a questa stanza è piccolo e sarebbero costretti a procedere uno alla volta, basterebbe quindi uno di noi per tenerli occupati e magari sbarazzarci di loro. no, io sono preoccupato per Oscar. Ha la febbre molto alta e non abbiamo portato nessuna erba con noi, è tutto tra i nostri bagagli.
 
 
 
Faccio avanti e indietro nel salone, aspetto impaziente i soldati, quando sento lo scalpitio dei loro passi, li vedo. Nascondo la mia inquietudine e con finta allegrezza domando: “Dunque Signori, avete visto che non nascondo nessuno? Vi ho già detto che non so nulla di mio nipote e adesso, se non Vi dispiace, lasciatemi andare a riposare, visto che è già notte fonda.”
“Uhm … si … togliamo il disturbo. Vi auguro una buona serata.”
 
Vedo i soldati lasciare la mia casa, il maggiordomo spranga il portone ed io corro felice verso le cantine.
 
 
Siamo ancora nascosti nelle cantine nell’attesa che qualcuno ci avverta dello scampato pericolo. Udiamo dei passi veloci.
 
“Gerard ascolta!”
“Si, qualcuno viene di corsa, chi sarà?”
Chiara risponde: “Riconoscerei i passi di mio marito tra mille!”
André ribatte stringendo tra le braccia Oscar: “Lo spero … Oscar ormai è priva di conoscenza.”
Mi avvicino, poso la mano sulla fronte e dico: “Povera ragazza … ha la febbre altissima. André, toglile di dosso tutte queste giacche, dobbiamo  far scendere la febbre!”
Libero la mia Oscar dagli indumenti e dico: “Madame Chiara, Oscar ha bisogno degli impacchi di acqua fresca, solo così la febbre si attenuerà!”
Vedo spalancarsi la porta, è mio marito. “Fabrice!”
“I soldati hanno lasciato il palazzo, presto usciamo di qui!” poi guardo mia nipote e domando allarmato: “Cosa sta succedendo?”
“Fabrice, è quello che stavo per dirti … Oscar ha la febbre molto alta, dobbiamo chiamare il dottore!”
Mi avvicino, tocco la fronte, sussurro: “Mio Dio! … Presto André, portala in camera sua!”
“Sissignore!” Rispondo prendendola in braccio.
 
Vedo André prendere tra le braccia il Comandante e seguire i conti De Laborde verso l’uscita. Io e Gerard raccogliamo  le giacche poste sul pavimento, sussurro: “Spero che il medico arrivi in tempo. Temo che …”
“Non dirlo nemmeno per scherzo Alain! Il Comandante è forte, sono sicuro che tornerà quella di un tempo.”
Sento le lacrime scendere giù senza che riesca a trattenerle, mormoro: “Lo spero amico … ma ho tanta paura.”
Poso una mano sulla spalla di Alain e ribatto: “Su, coraggio, meglio uscire da qui, fa troppo freddo, rischiamo di prenderci un brutto raffreddore.”
Guardo negli occhi il mio amico e con voce tremante,dico: “Se lei dovesse morire allora preferisco ammalarmi e morire con lei.”
“Ma sei impazzito? Ma dico, stai parlando della donna del nostro amico!”
“Lo so, non è il caso che tu me lo ricorda! Gerard nella vita tutto si può controllare … tutto, tranne i sentimenti.”
Sorrido appena e concludo: “Hai ragione! … Ma non è il caso che ti abbatta. Dai andiamo!”
“Si … andiamo!” Rispondo mesto.
 
 
 
Precedo in tutta fretta André e gli altri, corro per i corridoi fino ad arrivare nelle cucine, spalanco la porta e a gran voce dico: “Bruno, Bernardo, preparate immediatamente la carrozza!”
“Padrone, forse i Vostri ospiti lasciano il palazzo?”
“No. Andate a casa del dottore e portatelo qui!”
“Si, Padrone! Ma diteci almeno se …”
“Mia nipote ha la febbre alta, presto!”
“Si, si, faremo in un attimo! … Bernardo presto! Io preparo i cavalli e tu occupati della carrozza!”
“Si … certo, certo!”
 
 
 
 
Entro nella camera di Oscar con lei in braccio seguito da il conte mentre sua moglie porta in camera una bacinella d’acqua fresca e delle pezzuole.
L’adagio sul letto, Madame Chiara mi dice: “André, dobbiamo liberarla dai vestiti, meglio che rimanga in camicia!”
“Si, avete ragione Madame! Dobbiamo fare in modo che scenda la temperatura.”
Fabrice ribatte: “Ti manderò la cameriera così ti aiuterà a liberare Oscar dai vestiti.” Esco dalla stanza alla ricerca di Cristina.
 
 
Alain ed io siamo nel corridoio nell’attesa di avere notizie del Comandante. Vedo il mio amico affranto, mi dispiace davvero per lui, non doveva innamorarsi di una donna irraggiungibile.
 
 
Percorro il corridoio seguito dalla cameriera, le dico: “Devi aiutare mia moglie ad occuparsi della nostra ospite!”
“Sissignore!”
 
 
Vedo passare davanti a noi il conte De Laborde seguito da una ragazza bellissima, sgomito il mio amico e dico: “Ehi ma hai visto che stupenda creatura?”
“Stupenda creatura? Ma di chi stai parlando?”
“Come di chi?! Forse non hai visto la donna che accompagnava il conte?”
“ … Non ho visto nessuno.”
“Oh ma allora sei davvero grave se non hai notato una tale bellezza!”
“Non dire sciocchezze! In questo momento nella mia testa c’è solo lei … il mio Comandante.”
“Già … Scusami Alain, non volevo farti arrabbiare.”
“No, amico … scusami, tu. Riconosco di essere intrattabile ...”
“Tranquillo Alain! … Però quanto è bella quella ragazza!”
“Vorresti corteggiarla?”
“Perché no!? Mi piace, mi piace moltissimo!”
“ Non appena il Comandante starà meglio dovremo ripartire  …  quindi non avrai tempo per corteggiarla. E poi ne sei semplicemente attratto …”
“E chi lo sa!”
“Dai! Non venirmi a dire che l’ami che non ci credo.”
“Senti, io non so cosa sento, però quella ragazza mi piace!”
“Ih ih ih …”
“E non prendermi in giro!”
“Non ti prendo in giro. Hai forse dimenticato che non appena il Comandante starà meglio, dovremo riprendere il nostro viaggio?”
“Come potrei dimenticarlo!? E poi non è il caso che tu me lo ripeta!”
“Appunto! Quindi non pensare a quella ragazza!”
“Si, ma … come si fa!? Sono sicuro che stanotte la sognerò …”
“Smettila e sii realista! Piuttosto, dobbiamo pensare cosa faremo quando saremo arrivati a Venezia…”
“Cosa intendi dire?”
“Ah ma sei tonto! Mi riferisco al fatto che dobbiamo pensare al nostro futuro!”
“Beh … noi siamo dei soldati …”
“Vorresti forse prestare servizio ai veneziani? No, grazie! Io ho rinunciato alla divisa, voglio vivere da civile.”
“Alain hai qualche idea?”
“Nessuna … ma ci penserò.”
 
 
 
Sono a cassetta con il mio amico Bruno mentre tiriamo i cavalli al galoppo, dico: “Certo che l’abbiamo scampata bella! Non sai che paura avessi!”
“Lo so, ed è mancato poco che mandassi tutto all’aria! Certo che il coraggio non è una delle tue qualità.”
“Dai! Adesso non burlarti di me! … Si, lo so che … ehi un momento! Ma se ho tenuto testa a quei maledetti soldati francesi!”
“Ah ah ah ah … Amico, stavo scherzando! Ah ah ah …”
“Scherza pure comunque per fortuna che il dottore abita in prossimità del palazzo Laborde e non in paese! … Ecco siamo arrivati … scendi tu, io rimando qui!”
 
 
Busso deciso alla porta ed attendo. Mi apre direttamente il dottore.
"Buonasera! Cosa vi manda qui?"
 "Il mio padrone, il Conte De Laborde. Dottore dovete recarVi immediatamente a palazzo, c'è un ammalato che ha bisogno di Voi."
 "Forse Maurice sta male?" Domando allarmato.
"No, non si tratta del Conte e nemmeno della Contessa."
 "Forse un membro della servitù? Su forza, parla e vedi di essere chiaro!"
 "No, no! Noi stiamo tutti bene. Vedete, si tratta del nipote del Conte ma Vi prego di mantenere il riservo, il padrone non vuole che si sappia che al palazzo ci sono degli ospiti."
"Il nipote? Va bene, va bene. Prendo la borsa e andiamo!!" Poi entro in casa, afferro la mia borsa ed esco. Salgo sulla carrozza e partiamo rapidi.
 
 
 
Sono seduto al capezzale della mia Oscar, la guardo ansimare per la febbre, ormai ha perso conoscenza da troppo tempo.
Madame Chiara è qui con noi, tiene costantemente fresca la fronte con degli impacchi di acqua fresca. Leggo sul suo volto un velo di preoccupazione anche se a modo suo tenta di rincuorarmi.
 
"André, vedrai che il dottor Ferrero saprà aiutarla! ... E' il miglior medico del territorio. Si è specializzato all'università di Padova... forse non lo sai ma è lì insegnano i migliori luminari di tutta la penisola."
"Madame Chiara .... non posso fare a meno di preoccuparmi! Io .... lei è tutto per me!!"
Poso la mano sulla spalla, sorrido, lo guardo negli occhi e sussurro: "So cosa provi ... anch'io amo mio marito come tu ami lei! ... Coraggio, vedrai che tutto andrà bene!"
"È così fragile ed indifesa ..... eppure è una donna forte, coraggiosa ed indomita! Sapete....siamo cresciuti assieme, conosco la storia di ogni piccola cicatrice della sua pelle ..... non potrei mai vivere senza di lei. È tutto....amica, sorella, moglie. È la mia famiglia...." Rispondo a bassa voce, mentre osservo Oscar e tengo stretta una sua mano tra le mie.
 
 Le parole mi escono senza volerlo, sono i miei pensieri che si fanno concreti, escono dalle mie labbra senza che neppure me ne accorga. È vero, Oscar è il mio tutto, senza di lei io non sono nulla.
 
 
Le parole del ragazzo mi commuovono fino a sentire le lacrime rigare il mio viso. Non parlo, il silenzio scende tra noi mentre continuo a tenere fresca la fronte di questa sfortunata ragazza.
 
Poi d'improvviso sento spalancarsi la porta. Alzo gli occhi e vedo un uomo di mezza età, ben vestito, con i capelli legati ordinatamente, una camicia bianca aperta.
"Buonasera! Signora Chiara .... mi hanno detto che un vostro nipote ha bisogno di me? È lui immagino?!"
"Veramente ecco ... vedete dottore .."
Interrompo Madame Chiara e continuo: "Dottore, Oscar è una donna."
“Ma …”dopo un attimo di esitazione continuo. “Non è il caso che  faccia domande in proposito, ditemi qual è la situazione di Madame!”
“Dottore, mia moglie è malata di tisi …”
“Da quanto tempo?”
“Io l’ho saputo da qualche settimana, credo che Oscar lo sapesse già da qualche tempo. Dottore, Vi prego fate l’impossibile per salvarla!”
Apro la mia borsa, guardo l’uomo e dico: “Adesso dovete lasciarmi da solo con la Signora! Potrà rimane soltanto la Contessa!”
“Si, Dottore!” Sento delle mani appoggiarsi sulle mie spalle, è lo zio di Oscar.
“Vieni André, aspettiamo fuori!”
“Si, Sissignore!” Rispondo mesto.
 
Accompagno André fuori la stanza, dove ad attenderci ci sono anche i due soldati di mia nipote.
 
Alain domanda: “Cosa ha detto il dottore?”
Fabrice risponde: “La sta visitando! … Coraggio André, vedrai che il dottor Ferrero farà il possibile per guarirla! Matteo è un grande illuminare nel campo della medicina.”
“Lo spero …” Sussurro asciugandomi il viso.
 
 
 
Vedo il medico visitare accuratamente Oscar, attendo che deponga i suoi arnesi nella valigia e domando: “Dottore,il Vostro silenzio mi preoccupa! … Ditemi, è grave?”
“Contessa, la situazione è piuttosto critica. Molte persone nelle sue condizioni non ce l’hanno fatta però, un mio amico e collega di Padova mi ha inviato un medicinale specifico per la cura della tubercolosi …”
“Dite davvero dottore? C’è una medicina curativa?”
“Molti pazienti sono guariti! … Proverò a somministrarla alla Signora!”
“L’avete con Voi?”
“No. Non pensavo certo che avrei avuto a che fare con un malato di tisi. Devo tornare nel mio laboratorio. Scusatemi, farò in un attimo!” Dico mentre apro la porta della stanza.
 
 
Vediamo spalancarsi la porta, mi precipito per primo, avanzo verso il medico e domando: “Come sta mia moglie?”
“Come mi avete detto, la Signora è affetta dalla tisi …”
“Si, lo so ma come sta? La guarirete, vero?”
Tutti gli occhi sono puntati su di me, mi pronuncio: “Come ho già detto alla Contessa, un collega padovano mi ha inviato un farmaco per curare la tubercolosi …”
Fabrice domanda: “Matteo, dimmi, è efficace?”
“La maggior parte dei pazienti guariscono. Fabrice, devo tornare al laboratorio a prendere il preparato.”
Fabrice dice: “Penserà la servitù ad accompagnarti, la carrozza è fuori ad aspettarti …”
André interviene: “Andrò con loro!”
“Sei troppo agitato, calmati André!”
“… Si avete ragione Conte de Labourde …”
 
 
 
La carrozza sulla quale viaggia il Dottor Ferrero corre spedita, a cassetta ci sono André e Bruno.
 
Signore, salvate la mia Oscar! Se volete una vita, prendete la mia! … Oscar amore mio, ti prego resisti … non potrei mai vivere senza di te!
 
 
Entro nel mio laboratorio accompagnato dal marito della giovane. Guardo attentamente i flaconi, ne prendo due e comincio a miscelare con molta attenzione.
 
 
Osservo il dottore, è tutto preso a preparare la medicina.
I minuti mi sembrano ore. Penso alla mia Oscar che giace inerme nel suo letto, sono disperato, non voglio che mi lasci … se dovesse succedere, andrò via con lei ….
Oscar, la mia Oscar, la mia vita. Signore Vi prego, salvatela. Non portatemela  via, tutto ma non lei.
                      
Dopo un po’ sento il dottore che dice: “Ho preparato la medicina, adesso possiamo tornare a palazzo.”
“Presto dottore, andiamo!”
 
 
 
 
Palazzo De Laborde
 
Entro nella camera di mia nipote, mia moglie è rimasta al suo capezzale tenendole costantemente la fronte fresca.
 
“Chiara, Oscar si è svegliata?”
“Poco fa ha aperto gli occhi e ha chiesto di suo marito. Le ho detto che è andato con il dottore a prendere la medicina e poi si è addormentata nuovamente.”
 
Scuoto la testa preoccupata, mi sembra così fragile questa povera ragazza. La febbre non scende e nella sua incoscienza la sento lamentarsi e chiamare Andrè. Sempre lui e solo lui, Andrè. Devono amarsi molto questi due giovani, un poco sfortunati.
 
“Povera figliola! … Sono sicura che se si è ridotta in queste condizione, è stato per la vita che ha condotto.” Mi accascio pesantemente sulla poltrona, allento il collo della camicia e continuo: “Una ragazza che conduce la vita militare … è pazzesco! … Augustin è un pazzo squilibrato. Non ho mai approvato la sua decisione ma contro la sua testardaggine non c’è nulla da fare! … Spero davvero che mia nipote si salvi e che continui la sua esistenza accanto a quel bravo giovane …”
Immergo nuovamente la pezzuola nel catino e sussurro: “Oscar è una donna fortunata, André l’ama più della sua stessa vita.”
Sorrido, mi alzo dalla mia poltrona, mi avvicino a mia moglie, appoggio le mie mani sulle sue spalle e sussurro: “Adesso divento geloso! Anch’io ti amo moltissimo!”
Guardo mio marito con tenerezza e ribatto: “Lo so caro … lo so …”
 
“ … A … André … dove sei?”
 
Sento la voce flebile di mia nipote, mi avvicino e sussurro: “Oscar, Oscar cara … svegliati! Reagisci!”
“André …”
“E’ andato con il dottore a prenderti la medicina. Nipote fatti forza!”
 
Sento le parole di mio zio che mi incita a svegliarmi. Apro lentamente gli occhi, inizialmente le figure sono confuse fino a diventare nitide, poi sussurro con un fil di voce: “Zio … cosa è successo? … Forse i soldati ci hanno scoperti?” mi alzo di scatto ma poi le forze mi vengono a mancare, mi lascio andare sul cuscino. “André! Dov’è André? L’hanno portato via?”
“Ma no, no!I soldati non vi hanno trovati e André è andato con il dottore a prendere la medicina per te.”
“Dite davvero zio? Non mi starete mentendo?”
“Non avrei motivo di farlo. Adesso calmati, vedrai che a breve saranno qui ….”
 
Sento dei passi veloci, la porta si spalanca, vedo entrare André seguito da Matteo che dice: “Ho portato la medicina, adesso non mi resta che somministrare.” Apro la borsa e prendo il flacone, lo porto alla mia paziente, l’aiuto a sollevare il capo e avvicino la boccetta alla bocca e sussurro: “Signora, fate uno sforzo, dovete bere!”
 
 
Sollevo con fatica il capo, appoggio le labbra sul flacone e comincio a sorseggiare ….

 

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Capitolo 11
*** Notizie dal Piemonte ***


Notizie dal Piemonte
 
Palazzo Jarjayes
 
 
Sono seduto dietro la scrivania, tiro una, due boccate, vedo il fumo innalzarsi nello studio, mi alzo nervosamente, vado verso la finestra, il mio sguardo cade sulla fontana del parco, mi sembra di vedere Oscar e André duellare, quasi mi sembra sentire il tintinnio delle lame ... le loro voci. Mi mancano, è inutile cercare di nasconderlo. Mi manca mia figlia, lo so che è una donna. E mi manca anche Andrè, che la ama. Credo che l’abbia sempre amata. Forse è stata la decisione che abbia mai preso mettere Andrè al suo fianco.
Con stizza e a passo marziale lascio il mio studio, percorro il corridoio, scendo lo scalone e mi reco nel salone, lo sguardo finisce alla grande tela, il dipinto di mia figlia ....
Stringo con forza la pipa, sussurro: "Spero che tu stia bene ... mi chiedo se hai raggiunto il luogo dove trascorrerai il resto della tua vita! ... Sono tranquillo che André è con te ma i soldati di Bouillé?! ... Dio proteggi mio figlio!"
 
Vedo mio marito altero, guarda il dipinto della mia Oscar, lo sento sussurrare, mi avvicino, poso la mano sulla sua spalla e domando: "Augustin sei preoccupato?"
"Marguerite ...." mi volto e osservo mia moglie, poi sospiro ed aggiungo, "Si, sono molto preoccupato. Bouillè ha mandato dei soldati sulle loro tracce ..... sono certo che Oscar e Andrè se la sono cavata, li ho addestrati io. Però .... Oscar ...... è malata, cara. Non vorrei che fosse troppo debole o stanca per difendersi. Come vorrei avere loro notizie ....."
Sento la voce di mio marito, di solito così severa, spezzarsi quasi in un singhiozzo, mentre parla di nostra figlia.
"Oh caro! ... Mi chiedo dove saranno?! ... Spero che abbiano raggiunto il regno Sabaudo e siano sani e salvi!"
 
Udiamo dei passi, è Nanny.
"Signor Generale, nel salone c'è un ospite che attende Voi, è il Generale Bouillè."
Sospiro, mi sistemo la giacca, raddrizzo la schiena, mostro un bel sorriso di circostanza, senza eccessi, e raggiungo il salone a passo spedito.
"Buonasera Bouillè! A cosadevo il piacere della Vostra visita?"
"Jarjayes, noto con piacere che siete tranquillo ... beh io al Vostro posto non lo sarei affatto!"
 "E per quale motivo, di grazia?" domando fintamente tranquilloe rilassato. Sempre dritto, impettito.
 Sorrido, avanzo e rispondo: "I miei soldati sono sulle tracce di tuo figlio e appena troveranno lui e i suoi complici, finirà dritto alle Tuileries! ... Sai cosa gli aspetta?"
"Mio figlio? Ma sei per caso impazzito? TU, proprio tu, mi hai detto che è morto!! Ed ora vieni qui a dirmi che lo stai inseguendo? Mi stai mentendo? Vuoi forse farmi impazzire?!"
 "Jarjayes, sai quanto me che tuo figlio è vivo e sta scappando ma i miei uomini sono sulle sue tracce! ... Vedrai che lo riporteranno a Parigi!"
"Se quello che dici è vero ..... sono sicuro che i tuoi uomini non lo prenderanno mai. Ih ih .... mio figlio ... l'ho addestrato personalmente!!" Rispondo fiero, Oscar se la caverà, adesso ne sono sicuro.
"Un solo uomo non può sfuggire a un intero esercito."
 "Uno Jarjayes si! Ti ringrazio per la lieta novella che mi hai dato,  mio figlio è vivo ..... avrà anche tradito la corona, ma è vivo! E come padre ne sono davvero felice!"
 Stringo i denti e digrigno: "Jarjayes!! Non hai altri argomenti?"
"Certo, vuoi brindare con me? Lunga vita a mio figlio, in esilio certo, ma vivo!!"
Batto un pugno sul tavolo che è accanto a me, ribatto: "Jarjayes, ti avverto che con il tuo atteggiamento rischi anche tu l'accusa di alto tradimento!"
"Io? Io sono fedele alla corona, lo sai bene. Mi sono battuto contro i ribelli, io! Non hai nulla per rivolgermi una tale accusa. Bada Bouillè, se sei venuto nella mia casa per offendermi, puoi anche tornare alla tua scrivania!"Vecchio grassone, penso tra me e me. Prima o poi ti dorò tutto ciò che penso!
"Ciò non toglie che anche Voi siete un sovversivo, visto che Vi rallegrate per Vostro figlio!"
 "Sono solo un padre, un buon padre." Rispondo fiero. Nonostante tutto, una volta passata la rabbia iniziale, sono fiero di Oscar.
"Non è così! Se foste stato un buon padre, non avreste allevato un traditore nella Vostra casa!"
"Ho insegnato a mio figlio ad usare la testa e farsi le sue idee. Mi rammarico che queste idee siano diverse dalle mie ..... ma resto fiero di lui. Non conosco nessun  nobile che sia disposto a battersi per ciò in cui crede! La maggior parte passa il tempo a gozzovigliare! Ormai molti nobili, invece di camminare, potrebbero rotolare sul loro girovita!! Palloni gonfiati, pieni di grasso, incapaci di tenere in mano un'arma e pensare con la loro testa!! Sfruttatori, lussuriosi ..... "
"BASTA JARJAYES!"
 "Certo, basta. la verità fa male!"
 Indietreggio e concludo: "Sono venuto per darVi la notizia che a breve Vostro figlio tornerà a Parigi per occupare una delle tante celle delle Tuileries!"
"Sono certo che i Vostri soldati faranno ritorno da sconfitti, con le mani vuote, come la cella che avete preparato!"
"Vedremo, Jarjayes ... vedremo!" Ribatto lasciando il salone.
 Sento dei passi leggeri alle mie spalle, poi una mano cercare la mia. Il suo profumo è inconfondibile, così come il suo tocco lieve, la sua pelle morbida. "Sono vivi Marguerite ...... e ormai saranno al sicuro! Quel pallone gonfiato è venuto qui nella speranza di carpirmi qualche informazione .... peggio per lui!"
 "Oh Augustin ... ho paura ..."
"Cara .... nostro figlio è uno Jarjayes!! E poi è con Andrè! Vedrai ..... "
Sento le lacrime scendere copiose, sussurro: "Spero che sia come dici!"
 "Ne sono certo cara, assolutamente certo! Conosco quell'uomo da troppi anni ...... vedrai che in qualche modo avremo loro notizie ....."
Entro nel salone asciugandomi le lacrime con il grembiule, sussurro: "Madame, ho servito la cena."
 "Si Nanny .... siedi con noi, dobbiamo parlarti!"
"Io sedermi con Voi! Ma Madame!"
 "Si .... forza, andiamo a tavola, così potremo parlare da tranquilli. Augustin, tu sei d'accordo con me, vero?"
 "Ma certo! ... E poi Oscar sposerà Andrè! ... E tu Nanny sei sua nonna."
"Eh ... si ma ..... come volete Generale!"
Poi ci allontaniamo e raggiungiamo la sala da pranzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La notte è trascorsa, sono rimasto su questa poltrona, al fianco di Oscar, per vegliare su di lei. Ho cambiato le pezze sulla sua fronte, l'ho sorretta ad ogni colpo di tosse. Le ho asciugato il sudore dal viso.
Secondo il medico bisogna aspettare e sperare che la febbre scenda.
 
 
 
 
Mi reco nelle scuderie, vedo il mio amico seduto su una panca, lo raggiungo a passo lento, poso la mano sulla spalla e domando: "Tutto bene, Alain?"
Mi volto appena e sussurro: "Ah sei tu Gerard! ... Come può andare bene se il Comandante Oscar è moribonda?! ... E pensare che quel medico da strapazzo aveva promesso di fare l'impossibile per salvarla! ... Tzè ... tutte frottole!"
"Alain ..... il Comandante è una donna forte .... e testarda. Vedrai che ce la farà. E poi ..... c'è André con lei. Credo che amare ed essere amati possa aiutare! Non trovi?"
"Già ..." Poi sputo un filo di paglia che ho tra i denti.
"Alain .... lei ama André!! Lo sai vero?!" Osservo il mio amico, temo proprio che si sia innamorato!
"Si ... lo so ... Lo so dannazione!" Ribatto stizzito mentre mi alzo dalla panca. "Gerard lo sai che non ho mai amato una donna in vita mia .... beh ... mia madre a parte ma lei almeno in questo discorso non c'entra ahhhh ... pure la mia povera sorella! ... Ma che diavolo dico! Cosa c'entrano loro in questo momento? Ah …. non c’è dubbio: sono fuso.
"Vedi di togliertela dalla testa!! Lei ama André!"
"Ma come faccio?! Io l'amo! Te lo ripeto ... io l'amo! Capisci?!"
"Capisco tutto Alain, ma il comandante ama Andrè. Mettitelo bene in testa!! Che poi .... solo Andrè ha la pazienza necessaria per vivere una vita con lei"
Afferro per la giacca il mio amico e ribatto: "Ti assicuro che l'avrei anch'io! ... Quella bionda bellissima, mi entrata nella testa, nel cuore ... nel sangue!"
Spingo via il mio amico, lo guardo male ed aggiungo: "Forse è meglio se torni a Parigi .... non puoi continuare il viaggio con loro! Lo capisci questo, vero? LEI ama Andrè!!"
"Lo so dannazione, lo so! ... Ma mettiti al mio posto, come potrei andare via se la donna che amo rischia la vita!?"
 "Ora basta!! Io vado a vedere come sta. Ma tu .... vedi di darti una bella calmata e farti passare queste strane idee!!"
 Mi dimeno come un matto e ribatto: "Voglio una bottiglia! Vado in cucina!"
"Ecco .... ci manca solo che ti ubriachi!! Alain, tu ti stai cacciando in un grosso guaio!!"
 "Per un’ubriacatura?"
 "Non solo, e tu lo sai bene!!"
"Spiegati, perché non ti capisco!"
 "Devi togliertela dalla testa, e ubriacandoti non risolverai nulla. La tua soluzione non è nell'alcool!!"
"Ahhhhhh basta! ...."
 
Poi vedo il mio amico allontanarsi verso le cucine. Spero davvero che non perda del tutto la testa ... o potrebbe venire alle mani con Andrè!
 
Sono passate troppe ora da quando Oscar ha bevuto, seppure a fatica, la medicina del dottore, la febbre sembra essere scesa un poco, ma resta comunque ancora calda. E poi non accenna a svegliarsi. Io le inumidisco un poco le labbra, cerco di idratarla in qualche modo, ma è tutto così difficile. Sono davvero preoccupato. Tengo stretta la sua mano, la porto alle labbra e la bacio. Poi poso una carezza sul suo viso quando sento un sussurro, un soffio appena.
"A .... Andrè ....."
Vedo le sue labbra schiudersi, sorrido felice, mi avvicino quasi mi avvento su di lei, la chiamo: "Oscar! Oscar, amore mio ... svegliati!"
"A ...  Andrè ...." Sento la sua voce, il suo respiro vicino al mio, cerco di aprire gli occhi, ci provo, ma davvero non ce la faccio. "A ... Andrè .... io ...... acqua ..... " susurro appena, stanchissima, spossata.
"Oscar ..." mi precipito a prendere il bicchiere dell'acqua, glielo avvicino alla bocca, sussurro: "Bevi amore ..."
"S .... si", cerco di bere un poco di acqua, faccio davvero fatica. Sento una mano di Andrè sorreggermi la testa, non riesco neppure a tenerla su da sola.
"Coff ... coff ..." Un colpo di tosse, respiro a fatica.
"Andrè .... io .... ti amo ..... ricordalo ..... per sempre ..... se io .... non dovessi ......" Poi mi appoggia al cuscino, apro un poco di occhi, ho la vista appannata, non riesco a mettere a fuoco Andrè .... "Andrè ...  sto .... sto morendo, vero?"
Spalanco gli occhi bagnati dalle lacrime e sussurro deciso: "Ma cosa dici?! Noi ci sposeremo e ... avremo dei bambini, tanti bambini! Vorrei avere una bambina bella come te, bionda con gli occhi azzurri ..."
"Coff .... coff ...... Vorrei .... anche io .... ma ...  sono stanca ..... Andrè ....."
 Abbraccio il mio amore e tra i singhiozzi dico: "Non lasciarmi! Resta con me! ... Ti prego Oscar!"
 
Sento le lacrime di Andrè cadere sul mio viso, piano, a fatica, alzo la mano e lo accarezzo. La sua pelle è ispida, forse non si è ancora tagliato la barba. Poi piano crollo addormentata. Riposo, non so per quanto tempo, sogno Andrè, noi due ragazzini, correre nei boschi, fare a botte, strapparci le camice, salire sugli alberi ..... sogno Andrè, uomo, forse ricercato da altre donne, e poi, la nostra notte. La nostra prima notte.
 
 Vedo entrare lo zio di Oscar accompagnato dal medico e tra le lacrime domando: "Dottore, ditemi qualcosa! Perché Oscar non reagisce alla medicina che le avete somministrato?"
 Mi avvicino alla nipote del mio amico, le tasto il polso, le tocco la fronte.
"Uhm ...  la febbre sta scendendo ... più lentamente del previsto ma sta scendendo. Siete riuscito a farla bere un poco? È importante che beva"
 "Non molto, solo un sorso ..."
"Uhm ...  cercate di inumidirle le labbra .... vedrete che ce la farà. Intanto facciamo preparare un infuso, per abbassare la temperatura. E poi tenetele la fronte fresca, mi raccomando. E anche le braccia ed il collo"
 "Si ... certo dottore! ... Farò tutto ciò che mi direte!"
 
 
 
 
Sono seduto in cucina davanti a un bicchiere e una bottiglia ormai vuota, la porto alla bocca, scende appena un goccio e farfuglio: "Maledizione, il vino è finito ... ma nelle cantine ci sarà dell'altro!"
Entro deciso nella cucina per prendere dell'altra acqua per la nipote del signor conte. Vedo uno degli amici della nipote barcollare, vistosamente ubriaco, con una bottiglia di vino rosso, una delle migliori bottiglie di grignolino, in mano, vuota.
"Ehi tu!! Ma cosa stai combinando?!"
Apro appena gli occhi e ribatto confuso: "Che diavolo vuoi? ... Chi sei? Forse non hai mai visto un uomo innamorato?"
 "Innamorato? Tu forse? E di chi?!"
 ".... Non certo di te! Ih ihih ... a me piacciono le donne!"
"Certo certo ... ora vedi di toglierti dai piedi, io ho da fare! La nostra ospite necessita di cure!! E tu mi stai facendo perdere tempo!"
 "Hic ... hic ... Come sta ... la nostra ospite? E' forse passata a miglior vita? Hic ..."
Alle parole di questo ragazzo non resisto, il signor conte sembra molto affezionato alla nipote, afferro per un braccio questo giovane e lo trascino fuori, nel cortile della servitù. "Ecco, resta qui, questo è il tuo posto! Dovresti vergognarti anche solo di pensare certe cose!"
" ... Hic ... vergognarmi di cosa? Che non mi piaci? ... Hic ... ehi amico ... mettiti l'anima in pace, ti ho già detto che mi piacciono le femmine e tu, mi sei indifferente. Capito?!"
Esasperato, afferro un secchio di acqua e lo getto addosso a questo ubriaco.
"Ecco ... ed ora scusami ma Madame necessita di cure!" Poi mi allontano e preparo l'infuso, così come mi ha ordinato il dottore.
“Ehi tu ... aspetta ... hic ... vengo con te ... hic ..."
"Ma smettila!!! Devo lavorare io!!! Vai a farti passare la sbronza altrove!!"
" ... Ehi ... hic ... ma lo sai che sei davvero scorbutico? ... E così che tratti i Signori?"
"Quali signori? Io qui non nevedo!" Poi prendo l'infuso e mi allontano, per portarlo alla nipote del signor Conte.
 Vedo allontanarsi il servitore, perdo l'equilibrio, barcollo, mi aggrappo ad una sedia, farfuglio: "Maledizione ... hic ... non posso nemmeno sfogarmi in un bordello! ... Ho fatto una promessa ... hic ... ogni promessa è un debito!" cado al suolo. "Comandante ... non morite! ... Altrimenti ... Vi seguirò nella tomba ... io e te stretti in una bara!" Perdo i sensi.
 
 
Busso alla porta di Madame, vedo aprirsi la porta, è il Signor Conte.
"Hai portato l'infuso ... bene, dallo a me! ... Dimmi! Dov'è la Contessa?"
"Madame sta arrivando, è andata a prendere dei fiori per la stanza di Vostra nipote. Uno dei Vostri ospiti le ha detto che ama le rose ....."
 "Uhmm ... va bene ... adesso vai!"
"Sissignore!" Rispondo lasciando la camera.
 
Poso il vassoio sul tavolo, prendo la tazza con il liquido fumante e dico: "Dobbiamo farla bene, sono sicuro che starà meglio!"
 "Si, certo. Ma credo che sia troppo caldo. Meglio fare raffreddare un poco l'infuso. Poi cercherò di farla bere. Signore ..... è così pallida e debole ....."
Il medico ribatte: "E' naturale che lo sia! Dimenticate che Madame è malata di tisi!? ... In questo momento il suo organismo sta lottando ma tutto sommato risponde bene, la febbre è scesa."
"Quindi ....  ce la farà, vero dottore?!" Domando preoccupato mentre cambio la pezza sulla fronte di Oscar. Le rinfresco un poco il viso, la sfioro appena. "Mi sembra che respiri un poco meglio .... però non si sveglia. Dottore .... ditemi, ce la farà?!"
 "Monsieur, vorrei dirVi che Madame starà bene ... ma non posso! ... Però risponde bene alla cura e nulla è perduto."
"Si si .... avete ragione. Oscar è una donna forte. Lo è sempre stata. Basta ricordarglielo e restare accanto a lei." Poi piano le stringo la mano ed aggiungo: "Oscar, io sono qui, accanto a te. Non ti lascerò mai, Oscar. Ricordatelo!"
 
 
 
 
Vedo il maggiordomo di palazzo, domando: "Scusa hai visto il mio amico Alain?"
 "Oh, Si si. E' completamente ubriaco. Ora sta smaltendo la sbronza. Credo che tra qualche ora starà meglio!"
 "Dov'è?"
"L'ho lasciato in cucina, parlava di bare e non so cos'altro!"
 "Bare? Ma è forse impazzito? Vado a vedere, magari riesco a farlo ragionare! Ammesso che abbia mai ragionato in vita sua ...." Poi mi allontano e raggiungo la cucina.
In un angolo, seduto su uno sgabello, con i capelli e la camicia bagnati, vedo Alain, ha gli occhi chiusi e russa rumorosamente.
 "Ronff .... ronf .... Oscar .... Comandante ... ronff ... come siete bella ... ronff
 "ALAIN!!! SMETTILA SUBITO!!"
 "Ronff ... ronff ... Comandante, aspettate ... fatevi ammirare ancora! ... Ronff ..."
 Mi avvicino e decido di scuotere il mio amico, deve essere completamente impazzito!
"ALAIN!! SMETTILA SUBITO!"
"Non lasciatemi! Non voglio! .... Vi voglio ancora .... ronff ...."
"ALAIN!!! SMETTILA SUBITO!!!!" Poi prendo un secchio da terra, colmo di acqua sporca, e lo getto addosso al mio amico.
"Siiii … E  .... NOOOOO ... MA CHE DIAVOLO SUCCEDE?! AFFOGO!" protesto mentre mi dimeno poi spalanco gli occhi, continuo: "Accidenti chi mi ha bagnato?"
"Oh, vedo che finalmente ti sei svegliato!! Ma dico, non avevi nulla di meglio da fare che ubriacarti?!"
 "Ubriacarmi?! No, no! Io ero a letto con ... ed eravamo  sul punto di … " mi porto le mani alla bocca, sussurro: "Ma ... ho sognato! ... E pensare che sembrava tutto così vero ..."
 "Alain, tu devi smettere di fare certi sogni. Il Comandante è di Andrè .... anzi meglio, Andrè è del Comandante!! Vedi di fartene una ragione un po' in fretta!"
Mi passo le dita tra i capelli e sussurro: "Ma certo! ... Che discorsi! Forse credi che non lo sappia? Però sarò almeno libero di sognarla o no?"
 "NO!!! Certo che no!!! Ma sei forse impazzito? Alain ... tu hai bisogno di andare in un bel bordello!!"
"Cosa?! No, no! Con quella vita ho chiuso! Ho deciso di cambiare vita... seguirò l'esempio di Andrè!"
 "Cioè? Castità assoluta per i prossimi ... vediamo .... trentaquattro anni? AH ahahahahahah!!!" Scoppio a ridere allegro.
"No! Non ne sarei mai capace e tu lo sai!"
 "Ecco ... allora vedi di smettere di insidiare il Comandante!"
 "Ehi ma che sei matto? Io non insidio nessuna donna, figurarsi poi il Comandante!"
 "E vedi anche si smetterla di sognare lei!"
Guardo severamente dritto negli occhi Gerard e ribatto: "Amico o sei fuori oppure ubriaco! Ma come si possono controllare le emozioni e figurarsi poi impedire qualcuno di sognare?”
"Non mi importa ..... è un problema solo tuo! Vedi di smetterla!"
 "Già ... belle parole le tue! ... Magari potessi!"
 "Arrangiati, Non è un problema mio! E’ chiaro?"
"Certo che il problema non è tuo! ... Siamo già in troppi! ... Hic ..."
"Ahhhh!! E' inutile parlare con te, tanto sei ubriaco ...... "
 Vedo Gerard andare via, lo chiamo: "Amico, non sopporto essere arrivato secondo!"
 "Basta!! Me ne vado! A più tardi Alain, io vado a vedere come sta il comandante?"
"Come sta!? ... Ah già ... a proposito la medicina ha fatto il miracolo?"
"Vado a vedere .... a dopo Alain!" Poi lascio la cucina e vado verso la stanza del Comandante!"
 
 
 Sono seduto al capezzale della mia Oscar, accarezzo la sua piccola e magra mano, la bacio, sussurro: "Ti prego, apri gli occhi!"
 Sento in lontananza la voce del mio Andrè, sembra che mi chiami, mi cerchi. Ma io mi sento così stanca, spossata. "A ...  Andrè ...."
Sorrido felice: "Oscar, finalmente!"
Cerco di aprire gli occhi, ma non vedo nulla. E' tutto sfocato, appannato. Sento la voce di Andrè chiamarmi, cerco di rispondergli, ma le forze mi vengono meno. "A ..... n ... An ..." sento la sua mano stringere la mia, riconoscerei tra mille la sua pelle, il suo odore. Ma sono stanca, tanto stanca.
 "Oscar sono così felice di ascoltare il suono della tua voce! ... Oscar, sono sicuro che questo brutto momento passerà e tu tornerai ad essere il mio diavoletto di un tempo!"
"A .... n .... io ..... ti ..... a .... mo" Sussurro piano, con voce spezzata.
 
 
 
Oscar ha trascorso gli ultimi giorni come sospesa, stanca, alternando momenti di lucidità ad altri in cui la febbre la faceva delirare. Ha dormito tanto, ha bevuto tanta acqua e tisane. Oltre alla medicina che ci ha dato il dottore. Sono rimasto al suo capezzale senza mai abbandonarla, seduto qui, accanto a lei, a stringerle la mano nei momenti di difficoltà, a sorriderle quando aveva gli occhi aperti. Qui, a sussurrarle parole dolci per tenerla legata alla vita.
Questa mattina, finalmente, la febbre sembra essere andata via.
La vedo aprire gli occhi, le sorrido. "Oscar, sono qui. Come ti senti?"
Sorrido appena, rispondo: "Meglio ... André! ... André, non ti ho mai visto con la barba ... da quanto tempo siamo qui?"
"Ecco, sono tre giorni che hai la febbre alta ed io ... sono rimasto qui, accanto a te!" Rispondo emozionato e felice.
" ...  Come sei strano ... diverso con la barba!"
"Uhm ...  forse non ti piaccio?!" Rispondo un poco impertinente, poi poso un piccolo bacio sulle sue labbra. "Oscar, avrai fame. Cosa preferisci?!"
"Del brodo ..."
 "Bene, allora chiamo una cameriera!" Poi mi alzo un attimo e tiro un cordino.
 
La porta si spalanca quasi subito, entra la cameriera. "Avete chiamato Signore?"
"Si, Oscar si è svegliata e vuole un brodo. È possibile?"
"Ma certo Signore! Marilena la cuoca ne prepara sempre in abbondanza. Vado a prenderlo, con permesso!"
 "Grazie!!" Poi torno accanto ad Oscar, le sorrido e la aiuto a mettersi seduta, le sistemo i cuscini dietro alla schiena. E' così debole, la mia Oscar. Pallida e stanca. Però, il suo sorriso mi illumina. Sono così felice!
"André, i soldati di Bouillè sono tornati?”
 "No, dopo quel giorno, no. Per fortuna, Oscar!"
"Appena mi sentirò meglio, dobbiamo assolutamente ripartire!"
"Si, ma per ora tu devi riprenderti. Oscar, sei stata male per giorni. Ora ti prendi il tempo necessario ..... tuo zio ci sta aiutando. Vedrai che andrà tutto bene"
" ... Lo spero, André ... lo spero ..."
 "Ora pensa solo a riprenderti, A tutto il resto penserò io. Oscar, ti amo, lo sai vero?"
"Ti amo anch'io Andrè! ... Ti amo con tutta la mia anima!"
 
 
Vedo la cameriera portare un vassoio, domando: "Per chi è?"
"Per la nipote del signor Conte. Si è svegliata, finalmente"
 "Si è svegliata?! Dite davvero? ... Su dai a me! Ci penserò io a portarglielo!"
 "Ma .... No! Assolutamente no!!!!" Poi trattengo il vassoio, sento quest'uomo cercare di sfilarmelo dalle mani, tiro più di lui.
 "Ma lascia a me! Vai a riposare!" Dico afferrandolo con prepotenza.
TONF!
"Ahh!! Il vassoio, il mio vassoio con la minestra per madame!! Tutto a terra!!! Tu .... tu sei uno screanzato!! Oh, povera me!! Sparisci!"
"Oh se solo me l'avessi dato! Guarda, è tutto per colpa tua! ... Corri a prendere l'altra minestra, sbrigati!"
"Sgrunt!! Tu vedi di ripulire tutto!!!"
"Ma come faccio a pulire?! Non ho nessun straccio!"
"Vai a fartene dare uno dalla lavandaia!! Muoviti!!!"
"Uffa! E va bene!"
 Poi mi allontano, raggiungo la cucina e prendo altea minestra, brontolando contro quel francese.
Dopo aver pulito alla meno peggio il pavimento, vedo tornare la cameriera, le dico: "Ora lo vuoi lasciare a me il vassoio?"
"No! E vedi di pulire meglio!! C'è tutto un alone qui!!!"
"Ma io non so fare di meglio e poi sono cose da donna!"
 "Arrangiati!!" Poi mi allontano con il mio vassoio in mano.
La vedo allontanarsi e farfuglio: "Accidenti che donna insopportabile! ... E va bene, anche se non mi ha consegnato il vassoio, andrò comunque dal Comandante!"
Raggiungo la stanza della nipote del conte e busso decisa.
TOC TOCTOC
Distolgo lo sguardo dalla mia Oscar e rispondo: "AVANTI!"
Entro rapida e sbatto la porta con un piede, non vorrei che quel francese mi seguisse.
"Perdonate il ritardo ma uno dei vostri amici mi ha fatto rovesciare il vassoio!! Ecco Mademoiselle, una bella minestra calda! Vi farà bene!!"
Vedo la cameriera poggiare il vassoio sul tavolo, mi alzo, prendo la tazza del brodo fumante, un cucchiaio, mi avvicino ad Oscar e domando: "Avete detto poco fa che un mio amico Vi ha fatto rovesciare il vassoio?! Di chi state parlando? Di Gerard o Alain?"
 "Di quello alto!! È davvero indisponente!! Voleva venire qui lui con la minestra!! Un uomo impossibile!"
"Alain?!"
Toc toc ...
Senza attendere risposta, faccio capolino e dico: "Posso entrare?"
"Credo di si!! Eccolo! È lui, un gran maleducato!!"
"Entro e ribatto: "E no, un momento! ... io volevo solo aiutarti e tu me l'hai impedito."
"Ma è il modo di entrare? Soprattutto nella stanza di mademoiselle!! Dovreste vergognarvi!! Ed ora uscite!! Madamigella deve riposare e mangiare!!! Gli ordini del dottore sono tassativi! Fuori di qui o vi lancio contro il vassoio!!"
Sento discutere la cameriera e Alain, con voce flebile interrompo: "Per favore smettetela! Ho un gran mal di testa! ... Alain entra pure ma non dire altro!"
"Visto? Io posso entrare!!"
 
Vedo questo maleducato avanzare, adesso andrò ad avvisare il conte e la contessa!! Li sistemeranno loro!!
 
Avanzo timidamente senza distogliere lo sguardo dal Comandante e sussurro: "State bene?"
“Insomma ...." Rispondo a fatica.
"Alain, Oscar deve mangiare qualcosa e riposare ... quindi per favore lasciaci soli!!"
" ... Ehm ... si ... si ... Volevo solo sapere come sta il Comandante! ... A dopo!" Concludo alzando il braccio in segno di saluto prima di lasciare la stanza. Sento le lacrime salire ma le ricaccio giù.
Per fortuna che sta meglio! Il mio fioretto sta funzionando ... però accidenti com'è dura stare senza donne!
                                                
 
 E' ormai trascorsa una settimana da quando Oscar si è risvegliata, è ancora molto debole ma sta migliorando. La cura che il dottore le sta somministrando sta funzionando, seppure con una certa lentezza. Purtroppo però è ora di ripartire, lo zio di Oscar è stato gentile, ma questo è uno dei posti in cui ci cercherebbero. E' ora di ripartire, e raggiungere finalmente Venezia.
Non è ancora l'alba quando siamo nel patio per salutare mio zio e sua moglie, quest'ultima mi abbraccia e commossa mi dice: "Spero che Vi rimettiate presto! Il mio desiderio è vederVi felici! ... Oscar, spero che ci inviterete alle Vostre nozze."
 "Certo, io ... non so come ringraziarvi per tutto! Io .... se sono viva, lo devo a voi, ed alle vostre cure! Madame Chiara, grazie. Grazie di tutto." Sono commossa, mio zio e sua moglie hanno fatto per me, per noi.
 "Non dovete ringraziarci, Voi rappresentate la famiglia del mio caro marito!"
"Vi ringrazio perchè vi devo la vita. Ecco ..... io ..... grazie. Vorrei chiedervi ancora una cosa, se posso" Domando imbarazzata.
"Ma certo, dite!"
"Voi ..... vorreste essere i miei testimoni di nozze?"
Guardo sorpreso mio marito quasi a cercare il suo consenso poi ribatto felice: "Ma certo che si!"
Sorrido felice, voglio avere al mio fianco le persone che mi amano per quella che sono, Oscar, una donna, vestita da uomo, che ama le armi .... ma sempre una donna.
Sento la voce di André mentre stringe la mano a mio zio: "Conte, grazie per la Vostra ospitalità! Come ha appena detto la mia fidanzata, saremo onorati di averVi come nostri testimoni di Nozze. Vi aspettiamo a Venezia!"
"Verremo con immenso piacere! Andrè, prenditi cura di mia nipote ed amala come merita! A presto allora!"
 "A presto Signore! " Porgo la mano ad Oscar e continuo: "Dobbiamo andare!"
Saliamo in carrozza, Andrè ed io all'interno, Alain e Gerard a cassetta, con i nostri cavalli, Alexander e Cesar, attaccati alla carrozza. Piano lasciamo la residenza dello zio per riprendere il nostro viaggio. Il dottore mi ha lasciato la cura da seguire e l'indirizzo di un suo collega di Venezia, ma dice che guarirò. Ci vorrà del tempo, ma guarirò.
 
Dieci giorni dopo, Palazzo Jarjayes
 
E' pomeriggio, sono nel salone in compagnia della mia Marguerite quando vedo entrare Nanny con in mano una lettera.
 
"Generale, hanno consegnato questa per Voi! .. Ecco tenete!" Dico porgendola.
Prendo la busta dalle mani di Nanny, la osservo per bene, poi la porgo a Marguerite.
"Cara, è tuo fratello ..... quello che vive nello Stato Sabaudo. Forse è meglio se la leggi tu"
 "Si, certo" Poi allungo la mano e prendo la missiva,  sfiorando appena la mano di mio marito. Poi spezzo il sigillo e apro la missiva.
 
Mia amata sorella, mio caro cognato.
Ho avuto il piacere di incontrare, ed ospitare, una persona a voi cara. Una creatura forte, fiera e decisa. È giunta qui malata, è ripartita con i suoi amici con una cura in mano ed il nome di un luminare a cui rivolgersi.
Mia cara sorella, spero che vorrai venire a farmi visita, così da poter ricordare la nostra gioventù!
Con affetto,
Fabrice Maurice de Laborde
 
Chiudo felice tra le mani la lettera e felice dico: "Augustin hai sentito?! Oscar, Oscar sta bene!"
 "Si, sono felice. Di sicuro tuo fratello sa dove sono diretti. Partiremo anche noi e li raggiungeremo!! È ora di preparare i nostri bagagli!!"
“Nanny fa preparare i nostri bagagli ovviamente tu verrai con noi!"
 "Oh, subito!! Sono così felice!!!"
Vediamo Nanny uscire rapida e allegra per dare disposizioni alle cameriere.
 
Oh Augustin che gioia! E pensare che ho temuto veramente che nostra figlia fosse stata arrestata dai soldati di Bouillè!" giungo le mani e continuo: "Signore mio Dio, Vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Sento le lacrime rigare il  viso.
 "Non piangere Marguerite!!"
Poi sorrido ed abbraccio la mia sposa.
 
Tra il caldo abbraccio di mio marito scoppio in un pianto liberatorio.
"Augustin, nostra figlia è viva e sta bene ... non posso chiedere di più da Nostro Signore." Sussurro asciugandomi le lacrime.

 

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Capitolo 12
*** Le acque termali ***


Le acque termali
 
 
 
Siamo in viaggio da oltre una settimana, abbiamo attraversato quasi tutta la pianura Padana, siamo passati per Pavia, poi Mantova ed ora siamo a Abano, località nota per le sue acque termali.
Abbiamo deciso di riposare qui qualche giorno, prima di raggiungere Venezia. Abbiamo dovuto usare le lettere di cambio che ci ha lasciato mio padre per avere altra liquidità per il viaggio.
Vedo la mia Oscar uscire dalla toilette, dopo tanti giorni ha indossato un pantalone e camicia, sorrido e dico: "Non hai resistito! Tutti qui pensano che siamo fratelli, adesso dobbiamo stare attenti a non farci scoprire." Sussurro all'orecchio. "Sei bellissima ... ti amo ..." la bacio con passione, la sento sciogliersi tra le mie braccia.
 "Oh André!!! Che ne diresti di uscire e raggiungere uno dei laghetti di acqua termale? Ho una gran voglia di tuffarmici!!" Rispondo sorridendo felice. Ormai siamo al sicuro!
"Sono sicuro che dopo ti sentirai meglio ma dovremo portarci degli abiti asciutti!"
"Ma veramente.....vorresti fare il bagno vestito?!!" Rispondo maliziosa.
" ... Ma ... ecco ... vorresti tuffarti in acqua senza vestiti?"
"Esatto! Ah ah ah …"
 Spalanco la bocca e sussurro: "E se ... poi ... qualcuno ti vedesse?"
 "Penserebbe che finalmente ti sei trovato una donna ..... ed hai abbandonato tuo fratello!! Ah ah ah ah!"
"Oscar, ti prego non scherzare su una cosa tanto ... tanto ... ah ah ah ..."
 "Beh .... fai come vuoi .... io mi farò un bel bagno!!!" Poi sorrido.
Vedo Oscar lasciare la stanza e la seguo mestamente, poi sussurro: " Ma io sono un tantino geloso, e se dovesse vederti qualcuno?"
"Mi vedrai tu ..... ovviamente!! Allora vieni o no?!!"
Poi scendo le scale della locanda e raggiungo la grande sala comune.
 
 
 
Vedo scendere il comandante, spalanco la bocca e sussurro come un ebete: "E' bellissima!"
Vedo il mio amico guardare troppo il Comandante, gli do una gomitata nel fianco e dico: “Imbecille torna alla realtà! Ma non hai visto che André è al suo fianco?"
 "Eh .... si si .... però...... è bellissima lo stesso!"
 
Mi avvicino ai nostri amici, Alain ha una strana espressione.
"Va tutto bene? André ed io ci allontaniamo un paio d'ore!! Voglio andare a vedere questi laghetti di acqua termale!! A dopo ragazzi!!"
"A dopo ... Comandante!" la seguo con lo sguardo fino a che non lascia la sala, sussurro sottovoce: "Beato lui!" poi mi guardo intorno, vedo una donna sorridermi, la ignoro. "Chissà cosa vorrà?! Mica sono piacente, anzi!"
 
 
Raggiungo le scuderie seguita da André, mi avvicino a César, faccio per prendere la coperta sottosella quando sento la mano di André afferrare la mia.
"Lascia, faccio io. La sella pesa troppo per te .....
Sento un brivido, la sua mano stretta alla mia, sale l'emozione, non resisto, lo bacio timidamente, sussurro: "Ti amo tanto!"
"Anche io André.....anche io ....." Poi sorrido.
"Ora però prepariamo i cavalli! Uhm .... anche a te Alain sembra strano?"
"Ammetto che negli ultimi tempi è molto distratto, forse pensa a Parigi ... ma no, cosa dico?! A Parigi non ha famiglia ...."
 "Non so a cosa pensa .... però lo trovo strano! Su, ora prepariamo i cavalli! Voglio tuffarmi in uno di questi laghetti!!!"
 "Andiamo ..."  Prendo le redini di César e salgo in sella. Sono diverse settimane che non monto, faccio un poco fatica a salire ma non voglio fare preoccupare Andrè.
"Coff .... " Faccio un bel respiro, mi sistemo meglio in sella, mi volto verso Andrè, lo osservo e dico: "Bene, andiamo Andrè?!"
 
 
 
Mi faccio portare dal garzone un bicchiere di liquore e dico al mio amico: "Gerard, non vedo l'ora di trasferirmi a Venezia, però devo pensare di cosa vivrò ... anzi vivremo!"
 "Alain ... come prima cosa dovrai toglierti dalla testa la donna di Andrè! Vedi di iniziare a vederla così: la donna di Andrè!"
 " ... La donna di André! ... Uhm ... belle parole!" rispondo buttando giù il liquore. "Facile a dirsi amico mio ma a farsi? ... Gerard, dove credi siano andati quei due?"
"Dove non lo so .... ma ho una vaga idea del cosa vogliano fare!!"
"Cosa? Avanti parla!"
"ALAIN!!! Ma apri gli occhi!!! Faranno quello che fanno tutte le persone che si amano! Insomma, devo essere più esplicito?"
 L'afferro per il bavero e digrigno: "Smettila! Ti proibisco di continuare!" Poi lo spingo e lascio il salone.
 
Osservo il mio amico allontanarsi, spero davvero che riesca a pensare al comandante in maniera diversa, deve togliersela dalla testa o diventerà matto.
 
Cammino svogliatamente con le mani in tasca, tiro un calcio a un ciottolo, sento un lamento: "Ahi che male! Ma siete impazzito?! E’ così che trattate le donne?"
Alzo lo sguardo, vedo davanti a me una donna minuta, con i capelli rossi e le lentiggini in viso, giovane, molto giovane.
 "Ehm ... ecco, veramento no, certo che no!"
"E vorrei vedere!" rispondo mentre mi massaggio la caviglia. "Monsieur avete forse litigato con la Vostra donna ed è per questo che tirate i calci alle pietre?"
 "No no .... nessuna donna ... almeno nessuna donna mia .... ecco!"
 "Quindi è la donna di un altro! Ma di dove siete? Cioè volevo dire è evidente che siete francese ma da dove venite?"
 "vengo da Parigi, Mademoiselle!"
"Parigi?! Oh Signore ma lì non è scoppiata la rivoluzione?"
 "Proprio lì! Un posto da cui fuggire, credetemi!"
"Dunque siete un fuggiasco?! Uhm ... forse siete un ricercato?"
 "Eh? No no ....  perchè ricercato?"
"Venite o no da Parigi? Quindi siete un fuggiasco!"
"No no .... sono un uomo libero!! Niente ricercato, niente fuggiasco, niente di niente! Solo un francese che ha deciso di allontanarsi dal caos che regna lì!"
"Chissà perché ma non Vi credo, comunque è affar Vostro! ... Ditemi, dove siete diretto?"
"Non lo so .... non ho ancora deciso"
"Mi piacerebbe che mi portaste con Voi!"
 "Ma ... perchè?!"
 "Perché non ho famiglia e desidero viaggiare."
 "Eh, capisco però io .... mi dispiace ma non credo che sia possibile, mademoiselle. Ed ora, se volete scusarmi ...."
 "Voglio venire con Voi altrimenti Vi segnalo alle autorità!"
“ Ma .... no no, io proprio non posso. Mi dispiace!" Poi mi volto e mi allontano deciso.
 
Vedo andar via l'uomo e sussurro: "Accidenti, ma perché non trovo un uomo?"
 
Corro via da quella squilibrata, quasi quasi vado a fare un tuffo in qualche laghetto, almeno mi rilasso un poco! ...
 
 
 
Dopo avere cavalcato per un breve tragitto, porto il cavallo al passo, sento un poco di stanchezza e di fatica a respirare. Cerco di fermarmi, di rallentare il respiro. Forse ho chiesto troppo a me stessa.
Vedo Cesar rallentare, pian piano porto al passo il mio cavallo fino ad affiancarla, domando: "Cosa ti succede? Stai male?"
"No no ..... solo .... " arrossisco un poco, non voglio fare preoccupare Andrè, "Ecco, forse sono stata troppo a riposo ... coff coff ....."
"Non sei ancora guarita ma sono sicuro che andrà tutto bene!" Scendo da cavallo, le porgo la mano e dico: "Su, vieni, tanto siamo quasi arrivati."
 "Si .... " Poi scendo con fatica, aiutata da Andrè. Faccio un bel respiro e ci addentriamo nel folto del bosco. Dopo pochi passi vediamo un magnifico laghetto, piccolo, riservato, tranquillo. Andrè lega i cavalli e prende due coperte, le sistema a terra e poi mi osserva.  Sento lo sguardo di Andrè addosso, mi volto e lo scopro intendo ad osservarmi. Arrossisco, imbarazzata. Poi sorrido, il suo sguardo mi scalda il cuore, gli sorrido, mi avvicino, prendo le sue mani e le stringo tra le mie.
 "Oscar vieni qui, meglio che ti riposi un poco, la cavalcata ti ha stancata."
"Si ... forse .... però sarebbe meglio se facessi un bel bagno caldo ..... coff ....magari potrebbe aiutarmi ....  se poi tu volessi venire con me .... coff coff"
"Si ma ... dobbiamo toglierci i vestiti ...."
 "Si, l'idea sarebbe proprio questa ..... un bel bagno caldo ...  senza vestiti ... solo tu ed io ...." rispondo posando una mano sul suo petto, all'altezza del cuore.
"Se è questo che vuoi, sono pronto!" Rispondo mentre mi libero della camicia.
 Sorrido mentre osservo Andrè, è così bello e sensuale mentre si sfila la camicia. Faccio un bel respiro e inizio anche io a sfilare gli abiti, tolgo gli stivali, poi le calze, sbottono i pantaloni e li lascio cadere a terra.
Guardo la mia Oscar, sussurro: "Sei bellissima, da togliermi il fiato ..."
"Oh, io ...." Imbarazzata abbasso lo sguardo, "Grazie, io ..... anche tu sei .... bellissimo!"
 
 Mi avvicino alla mia donna, l'abbraccio poi mi perdo in un lungo e appassionato bacio ...
 
Sento le labbra di Andrè sulle mie, la sua lingua cercare la mia, le sue braccia stringermi forte, poi piano ci muoviamo fino a raggiungere il laghetto e così, stretti l'uno all'altra, ci immergiamo nelle calde acque termali di questo laghetto. Piano sento le mani di Andrè farsi più impertinenti, i suoi baci più esigenti. Iniziamo così ad amarci, con calma, dolcezza e calore.
 
 
 
Mi addentro mestamente tra i laghi, desidero fare un bel bagno termale, spero che la tensione che ho accumulato sparisca con un bel tuffo in acqua. Continuo a camminare, intravedo un lago, sussurro: "Ecco sono arrivato, un bel bagno non me lo toglie nessuno." mi sfilo il primo e il secondo scarpone, guardo il calzino, c'è un bel buco. "Accidenti, prima di ripartire debbo fermarmi ad un emporio, debbo comprare delle calze!" poi mi sfilo la camicia e infine slaccio la cintura dei pantaloni, quando all'improvviso sento un vociferare .....
 Mi avvicino al lago, nascosto da un cespuglio, accidenti, io avrei voluto fare un bel bagno caldo in solitudine! Sposto un poco le fronte, "Ahi ..  accidenti a te cespuglio spinoso!", brontolo per avere scelto un cespuglio pieno di spine, sembra quasi un rovo. Poi sbircio, sono proprio curioso, dal rumore sembrano due amanti. Mi sistemo per bene, sposto qualche foglia cercando di non pungermi .... e poi la vedo. Li vedo. Loro due, belli, lei sembra una dea, con i capelli bagnati e senza abiti, stretta a lui.
Sbianco in volto, sussurro: "Accidenti ad André! Quanto lo invidio! ... Ci ha messo tutta la vita per averla e ci è riuscito! Oh Signore quanto soffro! Aiutatemi, Vi prego!"
Sento i loro gemiti, la sento gioire tra le sue braccia, avvinghiata a lui. Le sue lunghe gambe gli cingono la vita mentre lui la stringe, immerso in acqua a metà. Lei piega la testa all'indietro, i capelli appoggiati all'acqua, il collo esposto ai baci di Andrè. Si muovono all'unisono, gemono in sincronia. È un concerto di anime, inizio a sentirmi di troppo, però ...  come vorrei essere io al posto di Andrè. Anche io potrei .... no, la osservo meglio, no. Io non potrei mai farla gioire così. Lei lo ama, ama lui, solo lui.
Accovacciato, cerco di allontanarmi, afferro gli scarponi e la camicia e vado via.
"Ma guarda cosa doveva accadermi, maledizione!" All'improvviso sento una voce già sentita.
Monsieur, ma è destino incontrarci ancora, dove state andando?"
"Oh, Mademoiselle. Di nuovo Voi? Vado ...  a cercare un altro laghetto, questo è già occupato ..... purtroppo!"
 "Vengo con Voi!"
"Piuttosto .... potreste consigliarmi un altro laghetto?!"
 "Certo, venite con me!" Rispondo felice mentre faccio strada.
Seguo questa ragazza, ora che ci penso .... non conosco neppure il suo nome.
"Madamigella .... come Vi chiamate?"
 "Bella, Voi?"
"Alain"
"Alain! Ma che bel nome! Ditemi, il mio Vi piace?"
 "E’ molto .... particolare, ecco!" Però è una bella ragazza ... ma io .... amo il comandante ....
"Si, infatti lo è. Il nome l'ho ereditato da mia nonna. Ma ditemi, viaggiate da solo?"
"Io .... no, no. Viaggio con degli amici, tre amici, per la precisione."
 "Ma lo sapete che il numero tre porta male? .... Ho deciso, verrò con Voi!"
"COSA?!!! No no .... non è possibile!! Noi ... noi ...  stiamo facendo il Gran Tour!!! Si si .... il Gran Tour!!!"
"Non capisco ... comunque ovunque Voi andiate per me va bene."
 "Eh ... ma per i miei amici non so ....insomma, sono loro che ... finanziano il viaggio, ecco!"
"Ma io posso essere utile ... non so, potrei governare i cavalli, preparare i pasti insomma qualsiasi cosa tranne concedermi. E' meglio mettere le cose in chiaro, sono una ragazza onesta."
 "Ma ... io ....  non posso, davvero. Io non posso decidere una cosa simile! E poi ... perchè? Insomma, avrete una famiglia qui, degli amici, parenti ...." Rispondo imbarazzato, questa pazza non vuole arrendersi!
 "Ma ve l’ho detto già prima, io non ho nessuno al mondo e voglio cambiare vita, magari trovo un brav'uomo che mi sposa. A proposito, siete impegnato?"
"COSA? Ma ... Voi mi conoscete appena ..... non potete davvero fare certe domande!"
"Come no?! Non c'è nulla di male! Credevo che i francesi fossero persone di larghe vedute e invece mi sbagliavo, siete dei tardoni!"
"Ah no, tardone a me proprio no!!! Che Vi sia ben chiaro, io sono un uomo a modo, educato ... beh, insomma, quasi educato! E sveglio!"
 "E allora perché Vi siete scandalizzato quando Vi ho chiesto se avete una donna?"
 "Perchè ... perchè ... io non ho nessuna donna ... anche se ... ne vorrei una, una sola, ma non posso averla, lei è già di un altro ..."
"Ohhh mi dispiace! Beh vedrete che ne troverete un'altra magari più carina! E ditemi, i Vostri amici sono tutti uomini?"
"Ehm ... no .... "
"Quindi c'è una donna con Voi!? Magari è proprio quella di cui siete innamorato, non è vero?"
"In effetti ...... ma come Vi ho detto, lei è impegnata"
"Sono davvero curiosa di conoscerla! Forse è lei che è a capo della spedizione? Perché se così fosse, vorrei parlarle, magari la convinco a farmi partire con Voi."
 "Eh ... ma una donna a capo di una spedizione? Ma poi ... la nostra non è una spedizione!! È un viaggio!! Il Gran Tour!! Oh ... Voi mi state confondendo!"
Sorrido e ribatto: "Ma lo sapete che siete simpatico? Comunque siamo quasi arrivati ... eccoci al laghetto, forse un bel bagno è quello che Vi ci vuole magari Vi aiuta ad aprirVi mentalmente e quando sarete uscito dalle acque sarete meno tardone!"
"Oh ... ancora!! Io non sono tardone, chiaro?!!! Ed ora ... se non Vi dispiace, vorrei fare il bagno!"
"Posso farlo anch'io? Ovviamente con la biancheria che indosso."
"Oh ... beh, se volete .....  e sia! Ma poi non datemi del maniaco ... gli occhi son fatti per guardare ... ed io guardo!"
"Guardare non ha mai fatto nascere bambini e poi Vi ho già detto che indosserò le sottane! ... Ah ... ma certo ... per un francese magari è scandaloso, non è vero?"
 "Beh .... mica solo per un francese!! Sappiate che siete davvero sfacciata!! Ma .... quanti anni avete? Diciotto?!"
"Sedici."
 "Ecco ... siete ancora una bambina!!"
"Bambina? Ma se tutte le mie amiche sono sposate e hanno figli! Beh ... io certo non sposerò il primo venuto!" dico togliendomi il vestito e rimanendo con le candide sottane, poi mi immergo nell'acqua. "Avanti, sbrigateVi ... non sapete cosa Vi perdete!"
“Oh ..... Voi mi farete impazzire, ragazzina!!" Poi mi sfilo gli scarponi, le calze, la camicia e mi butto nel laghetto.
"Ehi Alain, i tuoi amici sono più gentili di te? Ah ah ah ...."
 
 
 
 
André ed io ci asciughiamo e ci rivestiamo. Mi infilo le scarpe quando mi sento cingere da dietro, André mi afferra per i fianchi, mi bacia l'orecchio e sussurra con dolcezza: "Mi farai impazzire! ... Non faccio che desiderarti ... ti amo!"
 "Andrè ... ma ...  tu ancora .... vorresti?" Rispondo imbarazzata. Andrè è un amante appassionato, attendo, dolce ed instancabile. Io invece .... mi stanco facilmente, sarà colpa della malattia ....
"E perché no?!" la giro a me e la bacio con passione. La porto giù sul prato.
 "A ... Andrè ... io ... coff .. coff. ...non .. sono ... io ... coff ... scusami ma .... sono stanca ....." Rispondo imbarazzata, arrossendo, vorrei anche io, però mi sento davvero stanca. E poi, non è che ci siamo risparmiati, nel laghetto, anzi!
La stringo a me, bacio le sue mani e guardandola negli occhi sussurro: "Scusami, hai ragione!" poi l'aiuto ad alzarsi e bacio ancora le sue mani. "Dai, vieni! Meglio tornare alla locanda ma non dimentichiamoci che da questo momento siamo nuovamente fratelli! Ah ah ah ..."
"Andrè ... se non ti dispiace io ... vorrei rimanere ancora un poco qui ..... questo posto è così bello!! E poi .. quest'acqua ... mi sembra di respirare meglio ..... "
"Come vuoi amore mio! ... Troviamo un posto dove sederci!" mi guardo in giro. "Ecco, quel tronco andrà benissimo." stringo la sua mano alla mia e la porto con me, ci sediamo, vicini, stretti. Sposto i suoi lunghissimi capelli biondi e l'abbraccio. "Sei un sogno! ... Tutto ciò che desidero lo stringo tra le mie braccia! ... Oscar, ti amerò fino all'ultimo giorno che Dio vorrà concedermi."
"Oh Andrè .... io ... non avrei mai pensato di poter provare simili sensazioni .... io .... vivo solo stando accanto a te." Poi mi stringo nel suo abbraccio, respiro il suo profumo, mischiato a quello di questo boschetto e delle acque termali. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare, sento le mani di Andrè stringermi, mi appoggio al suo corpo e mi affido a lui, totalmente.
 
 
 
 
Palazzo Jarjayes
 
 
 "NANNY!! NANNYYY!! Ma dove sei? E' ora di partire!! Accidenti, Marguerite, se non si presenta entro un minuto, io la lascio qui!!!"Sbuffo, adesso che so dov’è mia figlia, voglio raggiungerla. Mio figlio, o figlia, il mio erede. Lei è uguale a me, forte, fiera e decisa. E mi manca, devo ammetterlo, mi manca.
 "Sta calmo Augustin, ma cosa ti prende? ... Eccola sta arrivando!"
 "Oh, Marguerite, io voglio partire e raggiungere nostro figlio ..... e di sicuro tuo fratello sa dov'è diretto. Quindi prima partiamo e prima lo troviamo!!!"
 "Ma si, caro, lo desidero anch'io!"
Cammino veloce, fino a raggiungere la vettura.
"Paff .. paff ... Scusatemi Generale ma avevo dimenticato di prendere i dolci che tanto piacciono ai miei ragazzi!"
 "I dolci? Ma Nanny .... i dolci li mangeremo noi durante il viaggio! Ora che li raggiungeremo ....saranno diventati tutti duri come delle pietre!! Su forza, saliamo in carrozza! Jacques, preparati a partire! Forza, veloci!"
"Sissignore!" Rispondo chiudendo lo sportello, poi tiro su il predellino, salgo a cassetta e tiro i cavalli.
Mi sistemo in carrozza accanto a mia moglie, davanti a me si è sistemata Nanny.
"Marguerite, sono ansioso di raggiungere tuo fratello. Anche se uscire dalla Francia non sarà affatto facile!"
 "Spero vivamente che nessuno ci segua. Augustin, ho paura!"
 "Stai tranquilla ..... ho fatto predisporre dei lasciapassare ... e poi i nobili che scappano passano tutti dal Belgio, noi invece attraverseremo il Paese, daremo meno nel'occhio così. Ufficialmente saremo dei borghesi che vanno in visita a dei parenti .... Vedrai che andrà bene!"
 "Lo spero Augustin ..."
Nanny tira fuori il fazzoletto, si asciuga le lacrime e sussurra: "Spero che i miei ragazzi siano in un luogo al sicuro."
 "Ne sono certo, Nanny. Mio cognato li ha protetti e curati .... vedrai che li troveremo in salute!!! Su su ... un poco di ottimismo, donne!"
"Si, avete ragione Signor Generale ..."
 
 
 
 
 
 
Sono in acqua con quella mocciosa, la sento ridere e non fa che parlare, Dio che mal di testa mi sta facendo venire! ... Non ne posso più decido di uscire.
 
Vedo Alain allontanarsi a nuoto e andare verso la riva fino a che non tocca il fondo e lascia il laghetto, lo chiamo: "ALAIN ASPETTATE! .... ESCO ANCH'IO!"
 "Oh....Mademoiselle!!! Lo sapete che siete ..... siete.... uff...."
"Sono cosa? Forse la mia presenza Vi da fastidio? Beh rassegnatevi tanto ho deciso che verrò con voi ... parlerò con i vostri amici e partiremo insieme!" Dico lasciando il laghetto.
"Oh ... povero me!!! Ma chi Vi dice che i miei amici Vi vogliano!!!"
 "Non vedo perché dovrebbero rifiutarmi?!" lo guardo dritto negli occhi e continuo: "Non voglio approfittare di nessuno, il viaggio saprò guadagnarmelo!"
“Guadagnarvelo? E come? Sono proprio curioso!!"
"Accudendo voi e i vostri amici e poi ho qualche moneta che ho risparmiato."
"Accudendoci? Io non ho bisogno di essere accudito!! E neppure i miei amici!! Ed ora scusatemi, vado da loro!"
"E i vestiti? Le Vostre coullottes? Chi li lava?"
“ Le mie .... io!!!"
"E quelle degli altri? Sempre voi?"
 "Certo che no!! Ognuno di noi si lava le proprie cose .... a parte André che si occupa del c .... ehm ... di Madame!!"
"Volete dire che uno dei vostri amici lava le coullottes a una donna?!"
"Eh ... si certo. La sua donna .... oh ma insomma!! Lasciatemi in pace!!!"
"CHE?! Ma dove si è mai visto che un uomo lava le coullottes di sua moglie!? ... Va bene che sono una donna di larghe vedute e voi siete un tardone ma questa davvero non l'ho mai sentita!"
 Mi allontano a passo spedito, seguito da questa matta che mi riempie di parole.
Povero me!! Mi sta rintronando!!!
Passo davanti al laghetto dove ho visto il Comandante, mi fermo un attimo, sospiro, indeciso se spirali ancora o andare oltre.
 "ASPETTATE! Perchè correte in questo modo?" Domando tentando di tenerlo al passo.
"Perché....perché si!!"
 
Sposto un poco il cespuglio, decido di sbirciare di nuovo. Accidenti a me ed alla mia curiosità!
 
Sono alle spalle di Alain, sussurro all'orecchio: "Oltre ad essere tardone siete anche guardone!"
"Io non sono un guardone ........ come ti salta in testa di dire una cosa del genere? E poi .... cosa vuoi TU da me!!!" Sbuffo, mentre sbircio al di là del cespuglio. Eccoli lì, lei stretta tra le sue braccia, credo che si sia addormentata. Lui la accarezza piano la schiena, la tiene appoggiata sul suo petto.
"Ah no?! Se non siete un guardone perché state spiando quei due amanti?"
"Perchè ..... perchè quei due sono i miei amici, e poi io non spio, mi assicuro che .... che nessuno li disturbi! Ecco ....."
"Siete il loro guardiano? Uhm ... beh se lo dite Voi! Comunque se quei due sono i vostri amici, andrò da loro per chiedere se mi lasceranno partire con voi!" Ribatto oltrepassando la siepe.
 "COSA?!!! No no ... resta qui, ragazzina impertinente!!"
Alain mi afferra la mano, lo guardo e dico: "Non vorrete provarci con me, spero!"
 "Certo che no, ma tu non andrai a disturbarli, chiaro?!"
"Se non volete che li disturbi allora verrò con voi in paese e attenderò che quei due tornino alla locanda per parlargli!"
 "Oh ... mi arrendo ......"
 
Sento dei rumori alle nostre spalle, piano sposto Oscar, afferro la spada e mi alzo. Mi avvicino al luogo dei rumori. Non posso crederci, Alain è qui, con una ragazza.
Vedo André puntarmi la spada contro, metto le mani davanti e balbetti: "A .. André ... so ... sono io ... mi riconosci, vero amico?"
"Certo che ti riconosco, ma tu cosa ci fai qui!!!"
"Ma come ... non eravate di guardia?! Dunque avevo ragione, siete un guardone!"
"Alain .... spiegami cosa stai facendo qui e chi è lei!!"Rispondo indicando una ragazzina, sistemata al fianco di Alain, che si è intromessa nella nostra discussione.
"Ecco lei ... lei è ..." guardo la ragazza e domando: "Ma come diavolo hai detto che ti chiami?"
"Avevo ragione, siete un tardone, visto che non ricordate nemmeno il mio nome! Comunque Monsieur, il mio nome è Bella."
"Allora Alain .... mi vuoi spiegare?" Domando arrabbiato.
" ... Ecco ... io ..."
Bella ribatte:"Ve lo spiego io, Monsieur..."
"NO! Tu sta zitta!"
"E invece parlo! Vedete Monsieur, Alain ha fatto  il bagno nel laghetto e anch'io ... come vedete siamo bagnati fradici, poi stavamo tornando alla locanda e  vi abbiamo incontrati."
"E no, non ci avete incontrati ... ci avete spiati! Che è ben differente!! Allora Alain .... tu lo sapevi che saremmo venuti al laghetto ..... cosa ci fai qui?!"
 
Sento delle voci, mi alzo, raggiungo André e ascolto la discussione.
 
"Ehi André ma sei matto o cosa?! Come ti ha detto madamigella Bella, sono venuto qui per fare un bagno, il resto è pura coincidenza. Ma guarda tu, cosa mi tocca sopportare ... essere additato come spione ..."
"Monsieur, Alain ha ragione, infatti ci siamo incontrati casualmente e poi mi ha perfino promesso che partirò con voi!" Dico soddisfatta.
 "COSA?!! Alain .... tu sei tutto matto!! No no no .... è fuori discussione!! E poi questa è solo una ragazzina!!! Vuoi crescere una buona volta? E smettere di correre dietro ad ogni gonnella che incontri? Questa è davvero troppo grossa!!!"Quasi urlo decisa, palesando la mia presenza a fianco di Andrè. Possibile che Alain non voglia crescere?
 "Ma Com ... ehm ... Madame Françoise, io non corro dietro a nessuna tanto meno alle ragazzine."
 "Certo Alain ... e tutto ciò ... come lo spieghi?!"
 "Madame, Alain ha detto la verità, lui non mi corre dietro anzi se potesse mi farebbe sparire immediatamente, solo che si è impietosito per via della mia condizione e ha deciso che mi porterà con lui. Vedete madame, non ho nessuno al mondo ed io desidero andare a Venezia e cambiare vita, non voglio rimanere qui e sentirmi costretta a sposare un vecchiaccio bavoso pur di mangiare!"
 "Ma .... Andrè ... tu cosa pensi?!"
 "Dico che per me, Bella può unirsi a noi."
Abbraccio felice il giovane dagli occhi verdi e dico: "Grazie, grazie Monsieur!" poi guardo la donna, abbasso gli occhi."Scusatemi Madame, non volevo adirarvi ma io sono così felice ... Grazie!"
"E sia, però che ti sia ben chiaro ragazzina, qui comando io. E Andrè .... Andrè è mio marito. In quanto a te Alain .... vedi di non creare altri problemi!"
 "Si ... certo Madame!
 
Uff ... e adesso cosa faccio con questa ragazzina?! ... Beh ... devo riconoscere che mi ha salvato dalla lama di Andrè e del comandante.
 
 "Andrè ... torniamo alla locanda ..... coff ...."
"Si ... andiamo .... Françoise!" Sussurro mentre ci allontaniamo seguiti da Cesar.
 
Appena i due vanno via, dico: "Bene Alain, non mi ringraziate? Da quanto ho visto, vi ho salvato la vita!
"Taci!!! Ma lo sai che sei davvero ..... impossibile!! Ed io ora ...cosa ci dovrei fare con te?!!"
 "Cosa ci vorreste fare?! Ehi ... sappiate che io non sono una meretrice quindi esigo rispetto! E poi, Vi consiglio di comportarvi bene con me, se non volete che dica al Vostro amico che siete innamorato di sua moglie!"
 "COSA?!! Tu TU TU ..... sei tutta matta!! Ed ora muoviti, torniamo alla locanda ....... uff ... povero me!!"
 "Ohhh come sono felice! Finalmente si realizzeranno i miei sogni! .. Si, andiamo Alain! Ih ih .... Che fortuna che mi è capitata, grazie mio Dio!"

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Capitolo 13
*** La locanda di Madame Pompadour ***


 La locanda di Madame Pompadour
 
 
Dopo giorni di viaggio abbiamo finalmente raggiungo la frontiera. Ci sono molte carrozze e carri in attesa dei controlli, spero che ci lascino passare senza troppi problemi.
"Marguerite .... ancora pochi minuti e avremo lasciato la Francia!"
 
Stringo la mano della mia amata tra le mie, la sento agitata, preoccupata.
 
"Augustin, spero che Oscar abbia varcato il confine! ... Immagino i ragazzi debilitati,  André ferito, Oscar malata..."
"Vedrai che saranno già al sicuro. E poi a loro ci ha pensato tuo fratello Maurice!"
"Si, però ... ho tanta paura ..."
 
 Stringo la mano di mia moglie un poco di più, le sorrido rassicurantee poso le mie labbra sul dorso della sua mano.
 
"Stai tranquilla ...... andrà tutto bene!!"
Improvvisamene sento arrestare la carrozza, poco dopo sento delle voci.
 
“Altolà! Chi viaggia sulla vettura?”
 
 Sento il nostro cocchiere fermare la carrozza, sposto la tendina e mi affaccio dal finestrino.
 
"Buongiorno!"
"Chi siete e da dove venite?"
"Siamo Augustin e Marguerite Jarjayes, veniamo da Arras!"
Il soldato sussurra al compagno: "Hai sentito? Ha detto di chiamarsi Jarjayes!"
 "Si ..... sarà lo stesso Jarjayes che ha preso parte alla conquista della Bastiglia?"
"Non saprei ma è meglio indagare!" mi avvicino alla vettura e con tono grave dico al passeggero: "Mostrateci i documenti!"
 "Si si ....  certo. Eccoli lì. Lasciapassare per me, mia moglie e i nostri due domestici!" Poi allungo una mano e porgo i documenti a questo soldato.
 "E la vecchia? Dove sono i documenti della passeggera anziana?"
 "Ma assieme ai nostri! Vi ho appena detto che ci sono i nostri documenti e quelli dei nostri due domestici: Marie Grandier e Jacques Millerand! “
 
Vorrei davvero sbuffare! Questo soldato è un vero idiota!
 
Guardo con attenzione i documenti, sussurro: "Dite di venire da Arras? Ma qui dice che siete parigini!"
 "I documenti sono stati fatti a Parigi, ovviamente. Ma noi siamo originari di Arras!"
 "Che relazione avete con Oscar François de Jarjayes?"
"Oh, ehm ..... si tratta di ... mio figlio."
"COSA?! Il ricercato numero uno della Francia è Vostro figlio?!"
 "Si ... è nostro figlio"
 "Dove siete diretti?"
 "Nel Regno Sabaudo, dal fratello di mia moglie!"
L'altro soldato dice: "Non possiamo lasciarli passare! Dobbiamo fare i dovuti accertamenti."
"Ma ... io davvero non capisco!!"
 "Siete il padre del traditore di Francia e questo basta! Abbiamo il dovere di comunicare al Quartier Generale che abbiamo fermato uno Jarjayes."
 "Ufff ..... il generale Bouillè sa già che siamo partiti! Forse non ve ne siete accorti, ma quei visti portano la sua firma!!"
 
Inizio a spazientirmi. Va bene tutto, compreso avere pazienza. Ma questo è davvero troppo, soldato ottuso.
 
 Guardo con attenzione il visto e sussurro: "E' vero ... quest'uomo dice il vero."
L'altro soldato ribatte: "E se fosse falso? Meglio fare un’indagine." Guardo i soldati e dico: "Dobbiamo arrestarli ..."
"Arrestarci? Dico, ma siete matti? Ma come vi permettete!! I nostri documenti sono in regola!! Voi non potete arrestarci!"
“Rappresentiamo la legge e lo possiamo fare!”
“Questo è un abuso di potere!”
 
I soldati ci obbligano a scendere dalla carrozza e seguirli.
 
Nanny borbotta: "Ma è inaudito! Cosa volete da noi?"
 "Fate silenzio Madame!!"
"Ohhh ma come osate rivolgervi in questo modo a una donna che potrebbe essere vostra nonna? Siete un grandissimo maleducato!"
 "Se non tacete Vi sbatto in una cella!!! È chiaro?!! Qui comando io!!"
 
Sento gli occhi di questo delinquente addosso, ci manca solo un soldato maleducato! Nessuno mi impedirà di raggiungere i miei bambini!
 
"Ops ... Ascoltate ... capisco che dobbiate fare i controlli ma nessuno vi da il diritto di trattarci in questo modo!"
 "Nanny, lascia stare. Vedrai che controlleranno e potremo ripartire!!"
 "Generale, io davvero non capisco perché ci trattano come se fossimo delinquenti?!  Noi siamo gente per bene!"
 "Lo so Nanny. Ma tu porta pazienza!!" Poi entriamo nella gendarmeria.
 Sento sussurrare Marguerite: “Oh Augustin, non sono mai entrata in una gendarmeria ... poveri noi!"
"Tu resta vicino a me e non preoccuparti!!"
 
Il soldato bussa ed entriamo nell'ufficio del responsabile della gendarmeria.
 
"Signore....queste persone sono … Equivoche! Qui ci sono i loro documenti!!"
 
Vedo il soldato, un tenente, esaminare i nostri documenti.
 
"Uhm .... dunque Voi siete il Conte Jarjayes!! Il padre di quel traditore ricercato!!"
 "Si, sono io! E riguardo a mio figlio, vi proibisco di chiamarlo in questo modo!"
"E come lo dovrei chiamare? È ricercato in tutta la Francia!!! Ditemi!!"
“Sono un generale dell'esercito francese e conosco bene le leggi ma qui dinanzi a voi avete un padre e come tale vi chiedo di non infierire."
"Bene, non infierisco. Ma forse Voi sapete dove si è nascosto!! Parlate!!"
 "Se lo sapessi, nemmeno ve lo direi."Rispondo deciso, con tono autoritario.
 
Sono un generale e questo ragazzino è solo un piccolo tenente intrigante.
 
"E allora....temo che resterete con noi qualche giorno! Sapete come vanno queste cose .... devo controllare i vostri documenti ....."
 "Fate pure, tanto non avete alcuna prava contro di noi, dovrete rilasciarci in poche ore!"
 "Poche ore? Oh no .... settimane!!! Dovreste saperlo che la burocrazia è lenta!!!"
 Guardo dritto negli occhi il Comandante della gendarmeria e ribatto con tono severo: "Il vostro è abuso di potere! E va bene, tanto prima o poi dovrete rilasciarci!"
"Soldato!!! Accompagna il signor Conte in una locanda!!"
Il soldato ribatte: "Locanda? Forse non imprigionate i Generali francesi?”
"Soldato!! Vorresti forse mettere in una lugubre cella Madame la comtesse? O il Generale? Adesso non esagerare!!! Credo che la locanda del paese andrà bene! Anche perché è l'unica!!"
Il Generale domanda: “Per quello che mi riguarda potete mettermi anche in cella ma esigo che le Mesdames vadano in una locanda!”
Il Comandante ribatte divertito: “Sentito soldato?”
“Ma …” sento delle goccioline di sudore scorrere sulle guance e sussurro: “Agli ordini Comandante!”
“E riguardo a Voi, Generale Jarjayes, non solo le donne ma anche Voi sarete ospite di Madame Pompadour!”
“Madame Pompadour?”
“Si, avete sentito bene! Vi sorprende che abbia il nome della favorita del nostro defunto Re?”
“ … Uhm … No.”
“Soldato Flanelle accompagna i nostri ospiti alla locanda di Madame Pompadour!”
“Sissignore!” guardo i prigionieri e dico: “Seguitemi! Da questa parte!”
"Augustin ..... non mi piace per nulla tutto ciò!!"Parlo piano, in modo che solo mio marito possa percepire le mie parole.
Sussurro all'orecchio di mia moglie: "Nemmeno a me! ... Sono sicuro che c'è sotto qualcosa ma non possiamo ribellarci."
"Madame Pompadour .... Augustin, non vorrei che fosse un posto di malaffare!!”
"Marguerite, temo che sia come dici!"
 "Oh no!!! Augustin..... tu dormirai con noi!!! Vero Nanny?!!"
 "Madame, cosa volete che sappia?! Dipenderà tutto da cosa ci hanno riservato questi soldatacci! È evidente che vogliono vendicarsi di ciò che ha fatto Oscar."
"Già....ma io non intendo lasciare soli te o Augustin!!"
 
 Attraversiamo la caserma, raggiungiamo il nostro cocchiere ed il soldato fa cenno anche a lui di seguirci.
Marguerite è stretta al mio braccio, splendida nel suo vestito da viaggio blu, semplice e comodo. I suoi capelli appena raccolti in parte, i boccoli che ricadono sulle sue spalle. Nanny ed il nostro cocchiere, Jean, ci seguono dietro di pochi passi.
Il paese è piccolo, una via sola, case da un lato, dall'altro un prato e le montagne.
Raggiungiamo un edificio in pietra con una grossa insegna ed una lanterna rossa.
Entriamo, seguendo il soldato.
 
 
"Buongiorno Madame! Il Comandante vi ordina di ospitare questi viaggiatori!!"
 Sorrido ammiccante e rispondo: "Immagino che siano degli ospiti molto particolari!"
 "Esatto!! Li lascio alle Vostre cure! Io tornerò in serata..... per incontrare Malika!"
 "Ah ah ah ... siete il benvenuto! E dite al vostro Comandante che l'aspetto a braccia aperte!"
"Certo Madame!! Sono certo che non mancherà!!! So per certo che sente la mancanza di Aisha!!"
 
Osservo la maitresse, è una donna di bell’aspetto, non più giovane, ma di sicuro deve essere stata una gran bellezza in gioventù. Lei ci scruta di rimando, ad uno ad uno, come se ci stesse passando in rassegna. Reggo il suo sguardo, io non sono certo uomo da farmi intimorire da un paio di occhi verdi o un seno procace. Soprattutto perché adoro gli occhi di mia moglie … ed il suo petto.
"Augustin..... tu resterai con noi!!! Io ..... io ho paura!!!"
Ascolto la voce spaventata di mia moglie, avanzo verso i soldati e dico: "Cos'è questa storia? Perché ci avete portati in un luogo di male affare?"
"Ordini del nostro comandante!! Ed ora scusatemi! Devo rientrare in gendarmeria!! A presto, Signore!"
 Lo raggiungo, gli sbarro la strada e continuo: "Esigo parlare con il Vostro Comandante!"
"Ci avete già parlato. Ed ora ..   Vi lascio alle sapienti mani di Madame Pompadour!"
Vedo il soldato allontanarsi, mi avvicino alla responsabile della locanda e domanda: "Cosa Vi ha ordinato il Comandante della gendarmeria?"
 "Monsieur... state tranquillo!! Avrete la Vostra stanza matrimoniale..... da dividere con Vostra moglie, se lo volete!!! Ah Ah ah ah!"
"Perfetto! Ed esigo che nella medesima stanza si metta una branda per la mia governante!"Non posso certo abbandonare Nanny da sola, alla sua età potrebbe spaventarsi.
"Uhm .... anche il cocchiere dormirà con Voi?!!" Rispondo ironica.
Vedo avvicinarsi due donne, una va spedita verso dal mio cocchiere e gli accarezza il viso, l'altra mi si avvicina e dice: "Uhm avete un'aria distinta! ... Non ho mai avuto un cliente di una certa classe, sarà piacevole fare una simile esperienza!"
"Vi ringrazio Madame ma come potete vedere sono in compagnia della mia sposa!"
Guardo la donna di quest'uomo e ribatto divertita: "Ma io non sono gelosa! Ah ah ah ..."
"Ma mia moglie si. E pretende l'esclusiva!! Quindi Madame, Vi prego di lasciarmi in pace."
Sento Nanny sussurrare con voce sdegnosa: "Che oscenità! Siamo finiti tra le donne di male affare!"
 "Povere noi Nanny!! Spero almeno che la stanza sia pulita!!"
 Sento la risata sguaiata di Madame Pompadour: "Ah ah ah ah .... noi non siamo persone sporche! Sappiate che curiamo la nostra igienepersonale in maniera impeccabile!"
"Oh, bene Madame. Allora potreste mostrarci la nostra stanza? E magari ... è possibile cenare?!"
"Ma certo! Vi daremo il cibo migliore, ovviamente se tirerete fuori la grana!"
"Uhm .... certo. Pagheremo. Ora se volete farci strada ...."
Osservo la mia Marguerite, così forte e fiera. Forse Oscar ha preso anche da lei.
"Non volete cenare qui nel salone con gli altri clienti?”
"Augustin .... io preferirei evitare ..."
 Guardo la padrona della locanda e ordino: "Serviteci la cena in camera!"
 "Monsieur ..... davvero volete stare rintanati di sopra? E sia, come desiderate! Mariselle, porta la cena in camera ai signori!! In quanto a voi, seguitemi!"
 
Vedo Madame sistemarsi una ciocca di capelli, ruotare lasciando svolazzare l'ampia gonna e salire le scale, con passo cadenzato. Devo ammettere che è una gran bella donna, molto seducente.
La seguiamo su per le scale, Marguerite si appoggia al mio braccio. Dietro di noi ci sono Jean e Nanny.
 
Sono dietro ai padroni, sussurro a Jean: "In tutta la mia vita non mi è mai capitata una cosa simile! Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei messo piede in un bordello, non ci avrei mai creduto!"
 "Oh Marie, mi dispiace davvero che Voi dobbiate sopportare tutto ciò." Rispondo un poco preoccupato.
"Se fosse solo questo! ... Sono tanto preoccupata per Oscar e mio nipote, spero che stiano bene!"
"Vedrete che se la saranno cavate. Monsieur Oscar e Andrè sono persone molto mature ed autonome. Sono certo che li troveremo in salute!"
"Lo spero ..."
 
 Raggiungiamo la stanza, madame ci lascia entrare.
 
 "Bene, voi alloggerete qui ......  La cena arriverà in camera tra circa mezz'ora. Di là c'è una piccola toilette ..... e l'acqua calda è già pronta!"
Marguerite ribatte: "Come Vi abbiamo detto, la mia governante dormirà in questa stanza. Fate portare una branda!"
"Uhm ....  e il cocchiere? Dove volete che alloggi? Forse ..... lui gradirebbe compagnia?!"
Jean ribatte; :Ma non siamo in arresto? Non credevo che i prigionieri avessero simili di trattamento."
"Pagando ... tutto è possibile, presso la mia casa! Allora? Cosa desiderate? Una stanza vuota e fredda ... o una calda ... molto calda!!"
Vedo la padrona e Nanny guardarmi scandalizzate e ribatto deciso: "Sono in stato di fermo e voglio comportarmi da prigioniero! Madame, non ho bisogno di nulla!"rispondo deciso, sotto lo sguardo severo del generale.
 
Ci mancava solo una proposta del genere. Io non sono sposato, ma non posso certo spassarmela mentre siamo agli arresti!
 
 "Nulla? Quindi dove volete alloggiare? Forse con i cavalli?!"
 Il Generale ribatte: "Il mio valletto avrà una stanza!"
"Come desiderate, una stanza fredda per il valletto del signor Conte!! Sarà la stanza posta davanti alla vostra. Prego valletto! Ah ah ah ah!"
Vedo uscire Jean assieme a Madame Pompadour e dico: "Chissà quale sarà il vero motivo del nostro arresto?!"
 "Spero solo che non ci trattengano a lungo. Oh Augustin .... sono quasi certa che sia tutta una macchinazione di Bouillè!! E pensare che tu lo consideravi un amico, quel pallone gonfiato, dedito solo alla lussuria!!"
"Già ... coloro che credevo miei amici, ci hanno voltato le spalle... in fondo me l'aspettavo, Oscar ha tradito la corona!"
 "Augustin .... non dire così. Oscar ha seguito il suo cuore, come le hai insegnato tu. Vorresti forse dirmi che tu avresti sparato sulla folla inerme, con i cannoni della Bastiglia? Tu avresti ucciso i cittadini di Parigi, solo perché hanno fame?!" Guardo severa mio marito.
 
Lui non è così, lui è un soldato ma non sparerebbe mai sulla folla disarmata. Io non posso credere che lui ….
 
" .... Marguerite ... dimentichi che io ..."
"Che tu? Tu sei un uomo buono e giusto, non un assassino!"  Mi lascio cadere su una poltroncina, stanca. Tolgo lo spillone che tiene fermo il cappello, lo poso sulla toilette e osservo il mio riflesso nello specchio. Poi alzo gli occhi, osservo per bene la stanza."Augustin .... guarda che dipinti che ci sono alle pareti! Santo Cielo!" Osservo per bene, sono tutti ritratti di donne discinte, nude, in pose decisamente equivoche."Augustin ..... questo posto non mi piace per nulla! Io .... mi sento a disagio! Chissà cosa avrà passato la mia piccola, lei ha dovuto perquisire posti come questo?!"
 "Dimentichi che è un soldato?!"
 
Sento la voce decisa di Augustin, fiero della nostra ultimogenita.
 
 "Lo so .... ma davvero Oscar ha dovuto vedere questi .... posti? Insomma .... guarda le pareti! E poi senti che odore che c'è! E ... le signorine di sotto .... erano tutte ben poco vestite!! Povera figlia mia!!! Perché Augustin? Perché?!" Scuoto la testa, preoccupata per la vita che ha passato mia figlia, solo per colpa della follia di mio marito.
"Adesso la attende una vita tranquilla accanto ad André ...."
"Si ..... spero davvero che vada tutto bene e che siano in salvo. Sono così preoccupata, Augustin!!"
 Nanny sussurra: "Sono sicura che mio nipote la renderà felice! .... Lui l'ha sempre amata in silenzio."
"Già .... mettere Andrè al fianco di Oscar è stata l'unica scelta giusta che mio marito ha fatto! Uff .... poveri ragazzi!"
 
 
Gendarmeria di Montgenevre
 
Sono seduto alla scrivania, mi verso un bel bicchiere del liquore, sento bussare.
 
"Avanti!" la porta si spalanca, vedo entrare il Vice Comandante, dico soddisfatto: "Bene, li avete portati da Madame Pompadour?"
"Certo Signore! Madame è rimasta soddisfatta .... sono certo che cercherà di spennarli e far passare loro una brutta notte!"
"E' quello che voglio! ... Che vengano puniti i traditori! ... Certo non possiamo intrattenerli più di qualche giorno ma voglio divertirmi un po’! ... Voglio spaventarli! Ah ah ah ...”
 "Ih ih ..... Madame mi è parsa terrorizzata ... il signor Conte invece .... credo che nulla possa scomporlo!"
 "Di cosa ti meravigli? ...Dimenticate che è un Generale! E poi Jarjayes sa il fatto suo."
 "Già .... Madame Pompadour non riuscirà a sedurlo .... purtroppo!"
"Certo che non ci riuscirà! Adesso mi toccherà trovare una scusa per il suo fermo! Certo, l'ordine è di arrestare Oscar François de Jarjayes, non suo padre ma pazienza! ... Voglio giocare come il gatto fa con il topo!"
 "Oh beh .... i controlli dei documenti potrebbero essere lunghi ..... qualche giorno! E poi quella vecchietta non mi piace per nulla! Vorrei perquisire il suo bagaglio .... e anche tutta la carrozza!"
 "Ma certo! Fate pure! .... Un bicchiere di liquore?" Domando divertito.
"Si ... grazie Signore!! Credo che la perquisizione sarà minuziosa .... senza ovviamente smontare tutta la carrozza ... ma almeno un giorno se ne andrà via!! Ih ih!"
 
 
 
 
 
 
 
 Siamo riparti dalla locanda alla volta di Venezia, ormai mancano non più di due giorni. La prossima notte ci accamperemo in tenda per poi raggiungere finalmente la Serenissima. La ragazza che abbiamo incontrato è voluta partire con noi, spero solo che non rimanga delusa. È seduta in carrozza, davanti a me e Andrè. Non fa altro che guardare fuori dal finestrino e parlare. Mi sta assordando con tutte le sue chiacchiere, ormai credo di conoscere la storia di tutta la sua vita. E poi è estasiata da tutto ciò che vede.
Mi volto verso Andrè, lo vedo sorridermi mentre mi stringe una mano.
 
"Oscar, hai freddo? La tua mano .... sembra davvero fredda!"
 "Credo che mi stia salendo la febbre ..."Rispondo a bassa voce, mentre sento qualche brivido per la schiena.
"Allora devi prendere la medicina. Oscar, devi avvisarmi quando non stai bene! Io voglio curarti ...... ora faccio fermare la carrozza e ti preparo la tisana calda per la febbre!"
 " ...Grazie André!"Sussurro mentre mi accascio sulla parete della vettura.
Busso forte alla parete. "Alain, Gerard, dobbiamo fermarci!! Oscar non sta bene!"
Dall'alto della cassetta sento battere dei colpi, poi sento la voce di André, arresto i cavalli, Alain domanda: "Ma che diavolo stai facendo?! Gerard perché hai fermato la carrozza?"
 "Ma non hai sentito Andrè? Il Comandante non sta bene, dobbiamo fermarci!!"
 "No ... ero distratto. Su, presto ... ferma la carrozza!" Dico scendendo in tutta fretta dalla casetta. Faccio un salto e mi precipito giù, sistemo in tutta fretta il predellino e spalanco la porta, con tono concitato domando: "André, cosa succede al Comandante?"
 "Ha la febbre. Dobbiamo preparare subito la tisana che ha rescritto il medico! Su forza, muoviamoci!" Mi volto verso Oscar, la vedo appoggiata al sedile, stanca. Afferro una coperta e la sistemo addosso a lei, poi le poso una carezza.
"Oscar, tu resta qui, io torno subito!" Poi mi volto verso Belle ed aggiungo: "Puoi restare con lei?"
 "Monsieur André, meglio che la tisana la prepari io, Voi siete un uomo e come tutti gli uomini fareste solo pasticci. Vado io con Monsieur Alain!" Dico seguendolo.
 "E sia .... mi raccomando però!!" Poi mi sistemo a fianco di Oscar e la abbraccio, stringendola un poco a me.
"Oscar .... forza, reagisci!"La cullo piano, la accarezzo, la stringo, nella speranza di farla sentire meglio.
 
 Sento la voce di André, è così lontana. Sento gli occhi pesanti e piano mi addormento tra le sue braccia.
 
"Oscar ......" Sussurro piano, poi poso un bacio sui suoi capelli profumati.
Mi sembra che il tempo passi troppo lento mentre tengo Oscar tra le mie braccia. “Quanto ci mettono a preparare questa tisana? Accidenti ..... resisti Oscar, resisti. Signore ti supplico, salvala.”
 
 
 
 Mi precipito nel bagagliaio, tiro fuori in tutta fretta la borsa dei medicinali, cerco la bustina. "Eccola, adesso preparerò la tisana!"
“Monsieur Alain, lasciate fare a me, voi accendete il fuoco per preparare infuso!"
"Si certo Belle!! Grazie!"
"Date qua!" dico togliendo dalle mani il sacchetto. "Monsieur dovreste calmarvi se non volete che Monsieur André capisca che siete innamorato della sua donna."
"Eh? Ma cosa dici!!! Io io .... tu sei tutta matta, ragazzina!!!" Rispondo imbarazzato ed arrabbiato.
"Ma perché lo negate?! L'avete dimenticato che me l'avete detto il giorno che ci siamo conosciuti?"
"Si .... cioè no, oh insomma!!! Prepara questa tisana!!!" Sbuffo agitato, il comandante sta male .....
"Calmatevi! ... Adesso lo faccio ...."
 
 
 
 
 
 
Sono nella vettura, stretta tra le braccia di André, sussurro: "Mi dispiace ... vorrei non darti noie. André, a volte dubito della mia guarigione..."Tengo gli occhi socchiusi, mi sento stanca, la testa pesante.
"Non dire così Oscar, tu guarirai. Lo ha detto anche il dottore che ti ha visitato a casa di tuo zio. Ed una volta giunti a Venezia contatteremo il luminare di cui ci ha dato il nome tuo zio. Sono sicuro che guarirai. Però tu .... tu non devi arrenderti, amore mio. Promettimelo!" Poi la stringo ancora un poco a me.
" ... Andrè, lo sai che io non mi arrendo tanto facilmente ... però ..."
"Però niente! Mettitelo bene in testa, tu guarirai!!" Poi poso le mie labbra sulle sue, sono così calde ... temo proprio che sia salita la febbre.
"Andrè ... ti amo ..."
 "Anche io .... ti amo sopra ogni cosa. Lo sai che darei la mia vita per te ...." sussurro piano, perso nei suoi occhi azzurri, un poco smarriti e stanchi.
 "Lo so, Andrè ... me lo hai sempre dimostrato ... ed io non mi sono mai resa conto del tuo amore."
 "Te ne sei accorta ora ... a me basta!!" Poi sbuffo, quanto ci mettono a preparare questa tisana?
 Vedo spalancare lo sportello, giunge la voce allegra di Belle.
 
“Madame. Ecco qui l'infuso. Ma fate attenzione perché è bollente!"
Allungo la mano e prendo l'infuso. "Grazie Bella, dallo a me. Ci penso io a Oscar!" Poi lo avvicino alle sue labbra. "Ecco, bevi piano, con calma."
"Si, grazie Andrè! Però ... posso fare da sola, davvero!" Poi poso una mano su quella di Andrè, prendo la tazza e piano sorseggio il liquido caldo, stando stretta nell'abbraccio del mio amore. Bevo lentamente, con fatica, mentre sento il liquido scaldarmi un poco. Andrè mi stringe a sé, mi abbraccia e mi osserva. Sento il suo sguardo preoccupato addosso, vorrei davvero stare bene, invece mi sento così stanca.
Ho appena finito di bere la tisana, poso la tazza sul sedile e mi stringo la coperta addosso, mentre mi appoggio ad Andrè. All'improvviso sento delle urla e dei grugniti. "Andrè, cosa sta succedendo?!"
Allontano delicatamente Oscar dal mio petto, rispondo deciso: "Rimani qui!" poi afferro il fucile che è di fianco al sedile e spalanco lo sportello.
 
 
D'istinto afferro la mia spada e la pistola, mi sento debole ma non intendo di certo essere un peso. Scendo dalla carrozza subito dopo Andrè e vedo dei cinghiali assalirci.
Andrè prende il fucile e spara un colpo, colpisce un animale che però non muore e si avventa su di lui, furioso. Non ci penso un attimo, prendo la mira e sparo decisa uccidendo l'animale prima che possa fare del male al mio Andrè.Mi sento stanca ma intendo fare la mia parte, sono ancora un soldato, il comandante Jarjayes.
 
 
"AHHHHH AIUTOOOO .... MONSIEUR GERARD .... MONSIEUR ALAIN HO PAURAAA …"
 
Le grida di Bella mi irritano, dico al mio amico mentre sparo un colpo contro una bestia mentre tenta di caricarmi: "Accidenti Gerard, ci mancava anche quell'oca giuliva che ci siamo portati dietro!"
 "Alain!! Aiutala invece di brontolare. E poi Bella .... non è un'oca giuliva!!" Poi prendo la mira e sparo un colpo, centrando un animale che, ferito, fugge via.
Vedo altri due cinghiali, carico nuovamente il fucile, dico a gran voce: "BELLA ... ANZICHE' STARNAZZARE, SALI SULLA CARROZZA E CHIUDITI DENTRO!"
BANG ...
"Si, colpito!"
 Carico la pistola, mi avvicino ad Andrè mentre vedo la ragazzina salire in carrozza.
"Oscar, stai bene? Perché non sei rimasta in carrozza! È troppo pericoloso qui fuori!"
"Non preoccuparti!" Rispondo con affanno mentre colpisco l'ultimo cinghiale.
 
Nonostante tutto ho un’ottima mira e la mano ferma. Neppure la febbre riesce a fermarmi.
 
"Oscar ... certo che mi preoccupo!" Poi vedo gli ultimi animali scappare, Oscar mi sorride e poi si accascia a terra.
"Oscar ...  Oscar!!" Mi piego sulle ginocchia, Oscar ha gli occhi socchiusi. La prendo in braccio, la sento tossire un poco, e la porto in carrozza.
Sento la voce di Gerard: "André porta al riparo il Comandante! Io, intanto, mi occupo della cena, abbiamo carne a volontà!"
Alain ribatte: "Come puoi pensare alla carne di cinghiale quando il Comandante sta male?!"
"Dovrà pure mangiare per rimettersi in forma!! Su forza Alain, aiutami con questi animali! Ci aspetta una bella cene succulenta!! E senza spendere!!"
 Mi passo nervosamente la mano tra i capelli e sussurro: "Si, hai ragione!"
 "Alain, Gerard .... dobbiamo anche occuparci dei cavalli! I poveri animali avranno fame e sete, e vanno staccati dalla carrozza!" Poi appoggio Oscar sul sedile, osservo Bella ed aggiungo: "Resta con lei, assicurati che stia al caldo e si riposi. Pensi di poterlo fare? Io intanto aiuto gli altri!"
 "Si, certo Monsieur André! A Madame, ci penserò io!"
"Bene, grazie" Poi mi allontano, raggiungo i cavalli e li stacco dalla carrozza. Tolgo loro i finimenti e li lego ad un tronco, in modo che possano muoversi senza poter però fuggire.
"Cesar, Alexander .... spero davvero che Oscar possa tornare a cavalcare libera!" Poi prendo la spazzola e inizio a pulirli dalla polvere della giornata mentre loro si cibano delle foglie dell'albero.
Sento dei passi susseguiti dalla voce di Alain: “André come sta il Comandante?"
 "L'ho lasciata in carrozza con Bella, ora deve riposare. Ci vorrà un po' perché la tisana faccia effetto. Ma Oscar è forte e il dottore è ottimista. Arrivati a Venezia contatteremo subito la persona che ci ha consigliato. Ce la farà, ce la deve fare. Lei è tutto per me!"
 
Osservo Andrè, non posso fare a meno di sentire nelle sue parole tutto l’amore che prova per il comandante, però non riesco a non esserne geloso. Anche io la amo.
 
 Annuisco e mi allontano mestamente.
 
 
 
Nella locanda di Madame Pompadour
 
È mattina, abbiamo trascorso una notte non troppo tranquilla a causa dei rumori inequivocabili che provenivano dalle altre stanze. Ma possiamo fare ben poco, siamo ospiti di una casa di tolleranza. Povera me, mai avrei immaginato una cosa del genere. Ma per mia figlia sopporterò anche questo. Ho sentito Augustin rigirarsi nel letto per tutta la notte, anche lui credo che abbia dormito davvero poco. Chissà Nanny.
 
 Mi tiro su dal letto, mi siedo e sussurro appena: "Marguerite, per favore, porgimi un bicchiere d'acqua! ... Stranamente ho tanta sete ..."
"Augustin .... forse non stai bene?" Domando mentre scendo dal letto, prendo un bicchiere e lo riempio con l'acqua di una brocca.
Sento Nanny alzarsi, ha diviso la camera con noi. Mai avrei potuto lasciarla in una stanza da sola, in un luogo simile.
 " ... Marguerite, ho freddo, credo di avere la febbre ..."
"Oh no, chissà se in questo posto c'è un dottore!!" Porgo il bicchiere a mio marito mentre Nanny si avvicina spedita, con la sua cuffietta in testa e la vestaglia addosso, lunga fino ai piedi.
"Generale, aspettate"
Poi vedo Nanny allungare la mano e posarla sulla fronte di mio marito.
"Eh si, secondo me avete proprio la febbre!"
"Santo cielo, Augustin! Dobbiamo chiamare un medico!”Rispondo mentre osservo mio marito, un poco preoccupata. Ha gli occhi lucidi, il viso pallido con le sole guance rosse.
 "Ma no .... non credo che sia necessario ..... magari basterà un poco di riposo!"
"E invece si! Nanny, aiutami a vestirmi, per favore!”
"Si, subito Madame!" Poi prendo gli abiti di Madame Marguerite, un vestito pulito dalla borsa da viaggio, quello blu, sobrio ed elegante. La aiuto a vestirsi e poi le sistemo i capelli.
"Ecco fatto, se mi aspettate mi vesto anche io e vengo con Voi a cercare un medico, non vorrete uscire da sola in questo luogo di perdizione!"
"Non ho scelta. Augustin sta male!"
 "Andremo assieme! Datemi solo qualche minuto!"
 "Si, certo ..."
 Mi allontano qualche minuto, vado dietro al paravento e infilo i miei abiti. Sistemo i capelli e la cuffia ed esco.
"Ecco fatto, ed ora cerchiamo la proprietaria di questo posto e chiediamo di un bravo medico!"
 
 
 
 
 
Nanny ed io scendiamo al piano di sotto, seduta sul sofà e circondata da diversi uomini vediamo Madame Pompadour sorridere.
 
Mi avvicino decisa, senza farmi intimidire da questo ambiente così scostumato. Tutto qui sa di sesso, inutile nasconderlo e scandalizzarsi.
 
"Madame, potreste per cortesia indicarmi dove posso trovare un bravo medico? Mio marito ha la febbre purtroppo."
Mi alzo dal sofà e ribatto stizzita: "Adesso ci mancava anche questo! Un prigioniero malato che alloggia nella mia locanda!? Oh Signore, chissà che strana malattia ci avrà portato?!"
 
Vedo la donna alzarsi indispettita e sistemare tutta la sua mercanzia.
 
 "Nessuna strana malattia!! Noi siamo gente per bene, cosa credete! Ed ora indicatemi dove posso trovare un buon medico!" Rispondo fiera, non sarà di certo questa donna a farmi impressione!
"Eh no! ... Un momento Madame! Voi tutti siete dei prigionieri e come tali non potete lasciare la mia casa! ... Manderò uno dei miei ragazzi a chiamare il medico! E voi tornate immediatamente di sopra! ... Non vorrei che siate malate e contagiaste i miei ospiti."
"Io malata? Ma come Vi permettete!! È facile che la stanza non fosse adeguatamente pulita, piuttosto!! Siete Voi Madame la causa della febbre di mio marito! Oltre al medico, mandate a chiamare anche il comandante della caserma!"Rispondo mantenendo un tono di voce deciso, non troppo alto né basso, forte e fiera.
 "Ahhh certo che sarà avvisato! Dovrà sapere che uno dei prigionieri è affetto chissà da quale malattia misteriosa!"
 "Dovrà rispondere a me invece, questo posto è la causa del malessere di mio marito! Ed ora muovetevi!! E rendetevi presentabile!! Tutta quella pelle in vista è scandalosa!"
 Sento le risate sguaiate degli uomini presenti, uno di loro ribatte: "Madame, ma con chi credete di avere a che fare? Sappiate che noi siamo dei gentil uomini."
Un secondo incalza: "Già! Siamo gentiluomini soprattutto con le donne, vero madame Pompadour? Ah ah ah ..."
 "Voi tutti siete solo dei volgari uomini alla ricerca del piacere. Un gentiluomo non si intrattiene con donne di così scarsa virtù!" Rispondo fiera, mentre osservo dritto negli occhi a uno a uno questi uomini, anni di frequentazione della Reggia a qualcosa saranno pure serviti. Non saranno questi poco di buono a spaventarmi.
Mi avvicino alla donna e sussurro con voce suadente: "Non mi sono mai intrattenuto con una nobildonna ... che ne direste di ..."
 Mi allontano di un passo, senza abbassare lo sguardo. "Scordatevelo! Io sono una donna per bene!"
"Anch'io sono un uomo per bene! Ah ah ah ..."
"Uhmph, a vedervi non si direbbe affatto!" Poi mi allontano, raggiungo le scale e salgo i primi gradini, seguita da Nanny. Mi fermo, mi volto ed aggiungo: "Allora, volete muovervi a chiamare il dottore o volete che faccia scappare tutti i presenti?"
Vedo Madame Pompadour ridere.
 
"Ah ah ah ... Si, certo!"
Uno dei clienti dice: "Madame cosa avete da ridere? E se il Vostro prigioniero avesse davvero una malattia contagiosa!?"
"Forse ci conviene andare via ..... non vorrei che venisse la febbre anche a me! Madame ... magari tornerò domani!"
 "Eh no, dove vorreste andare?! Voi avete prenotato Marilù e se non volete più le sue prestazioni, dovete comunque pagarle!"
"E Voi Madame dovreste avere un locale sano! Tornerò solo quando il malato sarà guarito!!"
 
Sorrido soddisfatta, "Allora Madame, questo dottore? Lo volete chiamare?!"
 Rispondo infastidita: "Mi state rovinando la clientela. Sappiate che dovrete pagarmi i danni!”
 "Certo .... Voi però mandate a chiamare il dottore!" Rispondo fiera mentre salgo un altro paio di scalini. Mi volto ed aggiungo: "Ah, dimenticavo, gradirei anche la colazione in camera, per me, mio marito e la mia governante, oltre al povero cocchiere che alloggia nell'altra stanza! Latte caldo, brioches, marmellata di more e del pane, potranno essere sufficienti!"
"Tzè ... ma con tutta la gente che gira in città, doveva proprio capitarmi gente simile!"
 "Ih ih ....  fate in fretta, Madame!" Poi mi allontano sorridendo soddisfatta.
Sussurro a madame Marguerite: “Ho temuto che “quell’”uomo Vi mancasse di rispetto ma se così fosse stato, lo avrei preso a calci!"
 "Grazie mille Nanny! Ma devo ammettere che a Versailles i maleducati non sono mai mancati!"
 Giungo le mani, guardo in alto e dico: "Chissà dove andremo a finire!?"
"Da mia figlia, ovviamente! Su vieni Nanny, torniamo da Augustin!"
 
Mi si avvicina il garzone e mi chiede: "Madame Pompadour, meglio chiamare il dottore! ... Io ho paura di essere contagiato dal forestiero."
 "Si, vai subito a chiamarlo!! E che si sbrighi!!"
 "Subito ... corro. Madame!"
 "Uff.....povera me!! Ma non potevano chiuderli in una cella?!!!"
 Un mio cliente risponde divertito: "Vorreste paragonare una squallida cella a questo posto accogliente?"
 "Certo che no!! Ma qui mi rovinano la piazza!!"
"Io non credo affatto che il forestiero abbia una malattia contagiosa! Dimenticate che sono dei nobili, non dei morti di fame qualsiasi."
"Anche questo è vero!! Ah ah ah!"
 Una delle ragazze ribatte: "Ma se dovesse girare la voce riguardo al forestiero?"
"Cerchiamo di mettere tutto a tacere!! Tu porta su la colazione! Forza!"
"Si, Madame!" Rispondo allontanandomi.
"Bene bene .... alla fine ci guadagnerò qualcosa .... o anche di più!!"
 
Sono passati pochi minuti quando vedo arrivare il medico.
"Benvenuto dottore!! Dovete visitare un ospite!!! Ed in fretta!!"
 "E' uno dei clienti della casa?"
 "Eh? No no .... è un ospite di riguardo ... consegnato qui dalla gendarmeria!"
"Quindi è un prigioniero?!"
"Si .... credo che sia una spia .... o un rivoltoso. Sapete, non ho ben compreso! Però so che è pieno di soldi!! Un nobile, un conte! Con moglie e governante al seguito! Due segugi!!!"
"Beh ... almeno non sarà affetto da malattie di cui soffrono i poveri. Portatemi da lui!"
"Certo! Venite, ma fate attenzione a quelle due donne!! Sono due cerberi!! Se non ci fossero loro....avrei già avuto quell'uomo .... e i suoi denari!"
 "Ma se è in pessime condizioni! Madame siete una donna unica! A proposito, Vi prenoto per questa notte, o forse anche prima, magri anche subito ….."
"Ma certo dottore!!" Poi sorrido e faccio strada, con passo lento e sensuale.
Sento il suo profumo, sussurro: "Mi fate girare la testa! ... Ah che donna che siete!"
 Raggiungo la stanza, busso e apro senza attendere oltre.
"Prego dottore!! Il malato è qui!"
Entro deciso, domando alla donna distinta: "Posso entrare?"
 "Prego! Siete il medico vero?!"
 "Sono il dottor Montpassant.Che cos'ha il paziente?" Domando guardando l'uomo che giace inerme nel letto.
"Ha la febbre alta, dottore!! Mio marito ha sempre avuto una salute ottima!"
 "Quindi è una febbre improvvisa!? ... Uhm ... forse Vostro marito è un frequentatore di bordelli?"
 "COSA?!! MA COME VI PERMETTETE!!!" Rispondo furiosa."Mio marito è un uomo onesto e retto!! Non Vi permetto simili affermazioni!!"
 
Questo è davvero troppo, come si permette questo screanzato di dire certe cose del mio Augustin!
 
"CalmateVi Madame! Le mie sono domande di prassi. Devo sapere che genere di vita conduce il paziente per avere un quadro clinico."
 "Mio marito è un generale!! Nobile da oltre sette schiatte! Fedele!! Onesto e sincero. Temo che abbia preso freddo durante il viaggio .... e sia un poco stanco!!"
 Poggio la mia borsa su di una sedia accanto al letto, l'apro, tiro fuori i miei strumenti e dico: "Madame, alzate la camicia a Vostro marito!"
"Certo!!"
Poi vedo mio marito aprire gli occhi, stanco.
" ... Marguerite, chi è quest'uomo?" Domando con affanno.
Mi avvicino al paziente, lo osservo per bene. È pallido, con l'aria stanca, spettinato, la camicia un poco aperta ed una berretta da notte appoggiata sul comodino.
"Monsieur, cosa vi sentite?"
"Ho dolori ovunque, mi gira la testa e mi sento confuso ... tanto confuso ..."
 "Avete tosse, mal di gola, raffreddore?!"
 "Ho male alla gola, non riesco nemmeno a deglutire."
 "Uhm .... allora aprite la bocca e fatemi vedere .... Madame, mi serve una candela e un cucchiaio, prego!"
"Si, subito dottore!" afferro prima il cucchiaio che è posto sul tavolo e poi afferro la candela!
"Potete tenere la candela qui? In modo da illuminare la gola di Monsieur!" Poi prendo il cucchiaio e lo appoggio sulla lingua per tenerla bassa.
"OH, avete una gran brutta gola, tutta arrossata, Monsieur!"
 Sento Nanny sussurrare: "E' grave dottore?"
"Ma no ... no ..... deve solo stare al caldo, bere molti liquidi ..... tisane, minestrina, purea, mele cotte ..... e vedrete che nel giro di qualche giorno tornerà come nuovo! Voi .... siete la madre, Madame?!"
"La madre? No, no ..."
Marguerite ribatte: "Ma è come se lo fosse."
"Uhm .... beh, comunque sia, assicuratevi che si riposi e mangi" Poi mi volto verso il malato, lo osservo meglio, "Monsieur, fatemi auscultare la Vostra schiena!"
" ... Si ..." mi sollevo con fatica, poi guardo mia moglie e con un fil di voce, dico: " .. Marguerite, aiutami, per favore ...”
 
Accorro ad aiutare mio marito, lo aiuto a scoprire la schiena, la sento sudata. Povero caro, non ricordo neppure quando è stata l’ultima volta che non è stato bene. Lui è sempre in salute, forte, sano come un pesce.
 
"Ecco dottore, prego!"
Poso il mio strumento sulla schiena, ascolto per bene. "Per cortesia, tossite".
 "Coff ... Coff ..."
"Uhm .... uhm ....  si si ... va bene, copritevi"
Poi vedo il dottore mettere via i suoi strumenti, prendere un sacchetto dalla borsa e porgerlo a Marguerite.
"Ecco, fate preparare questo decotto, una tazza ogni sei ore. Vedrete che la febbre scenderà. Per la gola invece ..... questo sciroppo. Vi avviso, non è affatto buono, ma un cucchiaio ogni tre ore andrà bene. Questo è quanto, se lo ritenete tornerò domani a controllare come sta, ma credo che ci vorranno almeno due giorni affinché passi la febbre, forse anche qualcuno in più. Ditemi, quanti anni ha il paziente?"
 "Tra un mese compirà sessant'anni."
"Uhm ...  data l'età .... avanzata, credo che ci vorrà anche qualche giorno in più. Bene, io vado. Se dovesse peggiorare fatemi chiamare, ma sono certo che non sarà necessario. A domani Madame"
 "Grazie dottore, a domani!"
 Mi allontano, apro la porta ed esco dalla stanza. Trovo ad attendermi madame Pompadour, bella, procace ed affascinante.
"Bene Madame, io ho visitato il Vostro ospite ... ora vorrei visitare Voi ......"
Sorrido ammiccante, con le dite sfioro le sue labbra e sussurro: "Vi stavo aspettando! ... Oh dottore ho male al petto, dovreste visitarmi!"
 "Certo Madame!" Poi la afferro e la trascino nella stanza accanto a quella del malato.
"Ah ah ah ah ... Voglio che siate Voi a spogliarmi! Ah ah ah ... Dottore siete così irruento!"
"Io irruento?! E Voi invece? Ahhh che buon profumo che avete! ... Un momento! ... Ho dimenticato di chiederVi se il prigioniero ha qualche malattia infettiva!"
 "E cosa volete che ne sappia io!! Quell'uomo si è chiuso in camera con la moglie e la madre!!"
"Ma come?! L'avete visitato o no? Dovreste saperlo se è affetto da qualche malattia infettiva!"
"Ma io non ho visitato le sue parti intime, Madame!! Per il resto, Vi assicuro che gode di quasi ottima salute, per l'età che ha!"
"Perfetto!" Rispondo sfilandomi le calze.
Sorrido soddisfatto, questa sarà un'ottima mattina!
 
 
Mi sono appisolata nella mia branda, quando all'improvviso sento dei rumori molesti dall'altra parte del muro, domando: "Madame Marguerite ma sentite questi strani rumori?"
 "Nanny ... ma ...  cosa .... povere noi! Se è quello che credo che sia ..... "
 "Già ... che imbarazzo! ... Per fortuna che il Generale sta dormendo profondamente!" ascoltiamo rumori e chiacchiericcio inequivocabili. " Oh mio Dio! Che vergogna!"
"Nanny ... Versailles è peggio, credimi! Ho sentito cose che .... uff .... lascia stare ....." Poi mi siedo su una poltroncina e osservo mio marito.
Continuo a sentire i rumori molesti, mi copro le orecchie, borbotto: "Ma che situazione! ... Secondo me quei gendarmi ci hanno portato qui di proposito."
"Già .... ma pare che in questo paesino disperso non ci siano neppure locande decenti, solo questa casa di piacere! Uff .... povere noi!"

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Capitolo 14
*** Una casa per noi ***


Una casa per noi
 
 
 
Siamo ormai in vista di Venezia, la carrozza sta attraversando l'ultimo tratto della strada che ci conduce alla città lagunare. Il nostro viaggio è giunto al termine e qui dovremmo essere al sicuro. Certo, dovremo trovare una sistemazione per la notte, magari una locanda. Osservo dal finestrino il mare, sento l'odore salmastro e paludoso entrarmi nelle narici. Spero davvero di guarire, o almeno di poter stare bene, poter rendere felice il mio Andrè, che tanto ha fatto in questi anni per me. Se solo mi fossi accorta prima dei suoi sentimenti ... e dei miei. Saremmo potuti essere felici già molti anni fa e forse ora io sarei in salute. Purtroppo in dietro non si torna, dobbiamo solo guardare avanti, nel nostro futuro. Che sia breve o lunga, il resto della mia esistenza sarà al fianco di Andrè.
 
 
 "Oscar sei pensierosa ..."
Mi volto verso Andrè, richiamata dal suono della sua voce, dolce e tenera, sorrido, lo osservo. "Penso a noi due ..... al nostro futuro. Oh Andrè ..... " Poi prendo la sua mano e la stringo tra le mie, sotto lo sguardo stupito di Bella.
Abbasso lo sguardo, poi guardo fuori il finestrino e dico: "Non vedo l'ora di arrivare! ...Madame Oscar, mi permetterete di lavorare nella vostra casa? Sapete, io so fare tutto."
 "Ecco ... vedi Bella, noi ..... non so quanto potremo pagarti ..... siamo .... siamo dei fuggiaschi, è questa la verità"
"L'avevo capito subito, infatti glielo avevo detto al Signor Alain ed è per questo motivo che mi ha portato con Voi. Lui non voleva ma io l’ho minacciato ... mi dispiace!" abbasso la testa per l'imbarazzo. "Mi vergogno per quello che ho fatto ma io desidero tanto una vita migliore e riguardo a ciò che potete offrirmi, beh ... a me basta solo un letto e da mangiare."
 Sorrido alle parole di questa ragazzina ... ed alla gentilezza di Alain. "Se ti basta così poco .... sei assunta. Ma appena avremo delle entrate sarai retribuita. Nella mia famiglia abbiamo sempre pagato chi ha lavorato per noi, sempre!"
 "Oh, grazie Madame Oscar! ... Però che strano ... una donna con un nome da uomo. Comunque grazie, grazie davvero!"
 Sorrido nel vedere questa ragazzina così allegra e felice, forse una ventata di allegria mi farà bene. Sento Andrè stringermi la mano, poi aggiunge: "Oscar, io intendo trovare il modo di provvedere a noi, in ogni caso lo sai che abbiamo qualche risparmio e .... l'aiuto inaspettato di tuo padre. Vedrai che ce la caveremo. Ma la cosa prioritaria è contattare il medico per la tua salute, ricordalo!"
Lo guardo con tenerezza e sorrido, poi domando: "Chissà quanto tempo manca ancora per arrivare?"
 "Direi che ormai ci siamo, guardati attorno! Non ci resta che trovare una locanda per la notte .... ed una sistemazione per i nostri fedeli amici a quattro zampe!"
 "Speriamo bene ... coff ... coff ..."
 "Oscar ...  vieni qui, copriti con la mantella! Non devi prendere freddo!", poi sento la carrozza fermarsi, di sicuro Alain avrà trovato una locanda adatta a noi.
 Scendo dalla vettura, spalanco lo sportello e dico: "Madame Françoise, André, siamo arrivati ... potete scendere ma prima devo sistemare il predellino!”
 "Grazie Alain!" Poi scendo deciso e porgo la mano alla mia Oscar, da perfetto gentiluomo, anche se lei indossa abiti maschili.
 "Grazie André! ... Coff ... coff ... questa tosse ... eppure era da un po’ che non mi infastidiva."
"Sarai stanca .... vedrai che con una bella cena calda ed un poco di riposo ..... starai meglio!"
Poi entriamo nella locanda, un locale ampio e pulito, illuminato da molte candele. Nell'aria si sente un buon profumo di vivande, ai tavoli siedono alcuni avventori. Vedo un uomo rubicondo venirci incontro, con passo rapido, mentre si pulisce la mani sul grembiule bianco.
"Buonasera Signori, in cosa posso servirvi?"
 "Dobbiamo fermaci per la notte e abbiamo bisogno di almeno tre camere e un rifugio per i nostri cavalli, ovviamente abbiamo bisogno anche di ristoro."
 
“Coff ... coff ..."
 
Sento Oscar tossire.
 
"Si certo, forse ... il Vostro amico non sta bene? Volete anche un medico?”
"Un medico? No, no. grazie! Sono solo un poco raffreddato."
 "Bene, allora potete sistemare i cavalli nelle scuderie, nel retro della locanda. Faccio subito preparare tre stanze ... ma in quanti siete?"
"In cinque."
"Quindi ... due doppie ed una singola per mademoiselle, immagino! Bene, se volete accomodarvi al tavolo, in attesa che le stanze siano pronte posso farvi servire la cena, per Voi e per i Vostri accompagnatori, Monsieur"
 "Grazie!"
"Allora Oscar, tu accomodati con Bella, mentre io indico ad Alain dove sistemare i cavalli e recupero i nostri bagagli. Mi raccomando, stai al caldo"
"Si, certo Andrè! ... Bella vieni! Andiamoci a sedere al tavolo!"
"Si Madame!"
 
Sento la ragazza chiamare il Signore biondo madame, resto un attimo allibito, eppure sembra un uomo, magari un poco giovane, ma sempre uomo.
"Ehm ... perdonate .... forse non ho ben compreso .... ma Voi .... siete un uomo, vero?"
 Vedo Bella, è spaventata e arrossisce, rispondo all'oste guardandolo negli occhi: "Invece avete compreso benissimo! Sono una donna anche se indosso abiti maschili. Dovreste saperlo, sono molto più comodi dei fronzoli che indossano le donne."
"Oh ... perdonatemi ...  Dunque .... Voi Madame, siete sposata .... quindi Vi serve una stanza matrimoniale! Ed immagino che questa ragazza sia la Vostra cameriera .... dunque ci vuole una stanza comunicante con la Vostra .... adesso provvedo!"
Guardo stranita Bella e ribatto: "Si ... va bene."
 
Questo Oste è davvero troppo premuroso ….. ed io mi ritrovo in imbarazzo.
 
 "Perfetto, allora provvedo subito a dare disposizioni a mia figlia. Per la cena ... quanti tavoli faccio predisporre? Uno per Voi e per Vostro marito ed uno per i vostri servitori?"
 "Questo andrà bene per tutti!"
"Bene, come desiderate, Madame!" Poi mi allontano rapido per dare indicazioni a mia figlia.
 
 
Esco fuori dalla locanda, raggiungo i miei amici e dico: "Alain, Gerard, possiamo portare i cavalli e la carrozza nella stalla."
"Bene, quindi c'è posto per tutti! Dimmi .... com'è l'interno? Intendo .... c'è profumo di mangiare?!"
 "Ih ih ... certo Alain! E c'è anche un posto caldo e asciutto per dormire. Su forza sbrighiamoci, anch'io sono affamato!"
 
 Raggiungiamo veloci le scuderie, sistemiamo i cavalli, li stacchiamo dalla carrozza, li spazzoliamo, diamo loro da bere e da mangiare. "Bene, possiamo andare. A domani amici miei!". Poso una carezza sul muso di Alexander ed una su César, prendo i bagagli miei e di Oscar e seguito dai nostri amici entro nella locanda.
 
 
Seguiamo André e dico: "Ormai siamo quasi arrivati a destinazione, dobbiamo pensare a come guadagnarci la vita."
"La prima cosa da fare è cercare una casa. Ma ne parleremo con calma a tavola. Ora chiediamo al locandiere di portare di sopra i bagagli e mangiamo .... sono affamato!"
Entriamo nella locanda, vedo venirci incontro l'oste seguito dal garzone, ci dice: "Lasciate a noi le vostre borse, ci penserà il garzone. Potete accomodarvi da quella parte ..." dico indicando dove sono sedute le ospiti. "Madame ha deciso che un tavolo per tutti è sufficiente."
"Grazie, un tavolo in effetti è perfetto, noi siamo tutti amici!" Poi porgo i bagagli al ragazzo e mi dirigo a passo deciso verso il tavolo.
 
 
Vedo arrivare André e gli altri. André si accomoda accanto a me mentre Alain si siede lontano da Belle lasciando il posto a Gerard.
"Bene, ora che siamo tutti a tavola .... non ci resta che riempirci la pancia! E tu Oscar, devi mangiare più di tutti, mi raccomando!"
"Facile a dirsi , André! ... ma lo sai che ho poco appetito!"
"Ma devi sforzarti ... è per la tua salute! Dunque ...  cosa desideri per cena?!" Domando alla mia amata sorridendo sfacciatamente.
 
In qualche modo riuscirò a farla mangiare ….. se voglio che guarisca devo assicurarmi che si nutra a dovere, così ha detto il medico e così farò. Certo che è così pallida ... non vorrei che avesse di nuovo la febbre!
 
"Non saprei ... ecco, qualsiasi cosa andrà bene."
Vedo l'oste avvicinarsi, con aria felice ci domanda: "Allora, cosa osso servirvi? Stufato? Pesce? Minestra?"
 Oscar risponde: "Una minestra andrà bene."
"Per me uno stufato, grazie. E anche del vino di queste parti!"
Guardo gli altri ospiti e domando: "Voi invece cosa desiderate?"
 "Uhm ... stufato, sarà perfetto! E vino ovviamente!"
"Un poco di arrosto, è possibile?!"
“Si, certo!” guardo la ragazza e domando: "Invece per Voi?”
"Per me ... un piatto di minestra, grazie. E ...  dell'acqua"
 "Desiderate altro?"
"Uhm ... no, per ora no. Grazie mille!"
Vedo l'oste allontanarsi, da sotto il tavolo afferro la mano di Oscar e la stringo un poco.
"Andrè ... ma noi domani .... cosa faremo? Tu hai già un'idea?"
"Dobbiamo trovare un alloggio e poi penseremo a cercarci un lavoro."
 "Un alloggio .... intendi delle stanze per noi? O una casa?"
 "Una casa."
 "Si ma ...  Andrè, lo sai vero che noi non abbiamo soldi? Insomma ... io e Gerard siamo solo due poveracci .....”
 "Il Generale, ci ha dato dei titoli e li cambieremo quindi per un po’ di tempo, almeno finché non troveremo qualcosa da fare, non avremo problemi."
Gerard ribatte: "Si, questo andrà bene all'inizio ma appena ci troveremo un lavoro, Alain ed io andremo a vivere per conto nostro. "
 "Se è quello che desiderate .... sarò ben felice per voi! Anche io voglio trovarmi un lavoro, voglio essere autonomo e potermi occupare di Oscar"
"Andrè, tu lo sai che oltre alle lettere di cambio .... io ho anche un discreto patrimonio, sono i risparmi dei miei vent'anni di servizio presso l'esercito francese!"
"Appunto! Sono i tuoi risparmi e potrai disporne come desideri ma io voglio provvedere a te ... a noi."
 "Ma .... se ci possono servire per vivere sereni ... o per acquistare una casa .... possiamo usarli"
"Se lo desideri, per me va bene."
 
 "Bene" Sorrido, mentre vedo arrivare l'oste con la nostra cena. Posa tutto sul tavolo, riempie i nostri bicchieri con il vino e ci augura una buona cena.
 
 
Vediamo entrare dei soldati, si guardano intorno, si avvicino al nostro tavolo e prendono posto a pochi metri da noi, uno di loro fa un cenno all'oste e dice: "Maurizio, portaci il solito!"
 "Certo Bepi! Arrivo subito! Vuoi anche un'ombreta?!"
"Si, certo! Ahhh visto che ci sei, portaci anche qualcosa di buono da mettere nello stomaco!"
"Certo!! Ago delebele sarde in saor! Vedrai ... sarai soddisfatto!" (certo!! Ho delle belle sarde in saor!)
 
 
 
"Ehi Alain, ci sono le guardie!"
 "Già.... André, tu hai capito cos'hanno detto?"
 "No, ma credo che non abbiano parlato la loro lingua perché la conosco discretamente."
"Speriamo non ci creino problemi ...."
 Oscar ribatte: "Ma no, siamo a Venezia e non siamo perseguibili ... coff .. coff ..."
 "Oscar, non ti senti bene? Sei così pallida....."
" ... No ... no ... sto bene è solo la tosse .. nulla di più .."
 
Guardo con preoccupazione il Comandante, è così pallida ... povero amore mio ...
 
"Su, mangia. Qualcosa di caldo ti farà bene .... e domani andremo a cercare il dottore!"
 
 
Uno dei soldati dice all'altro: "Ehi Bepi, li hai sentiti? Quelli sono francesi!"
 "Già..... loro si sono ribellati ..... non come noi!"
"Già ... aspetta, voglio conoscerli!" dico alzandomi dal mio posto. Mi avvicino e domando: "Scusate la mia invadenza ma voi siete francesi?"
 Osservo questo giovane soldato, avrà neanche vent'anni.
"Si, siamo francesi"
 Continuo felice: "Davvero? Disturbo se mi unisco a voi?"
 "Uhm .... no, certo. Io sono André, loro sono Alain e Gerard e lei .... è mia moglie, Françoise" Rispondo seppure indeciso se presentare Oscar come donna o come uomo.
"Cosa?! Vostra moglie? Una donna vestita da uomo!? ... Ehm ... scusatemi ma non sapevo che in Francia ci fosse una moda per cui le donne si vestono come gli uomini!!"
"Beh, per viaggiare è molto più comodo! E se anche voi l'avete scambiata per un uomo .... è anche più sicuro!"
"Si, certo, certo!" rispondo sedendomi con loro. "Io Vi ammiro, ammiro i francesi, vi siete ribellati al Re!"
"Beh .... Parigi era alla fame e .... qualcosa bisognava pure fare, non trovate?"
"Beh ... non che le cose qui vadano meglio ma ditemi, voi avete preso parte alla rivoluzione?"
"Eh ... ecco ... no, noi no. Però .... l'abbiamo vista da vicino. Ed abbiamo deciso di lasciare la Francia"
"Ohhh ... beh .. ma almeno ditemi se davvero i parigini hanno buttato giù la Bastiglia!?"
 "Oh si, la Bastiglia è stata abbattuta a cannonate!"
 Non riesco a trattenere il mio entusiasmo e continuo: "Ma come, il popolo era munito di cannoni? Oppure è vero ciò che si dice, che siano stati dei soldati a buttarla giù?"
"Si ... alcuni soldati si sono uniti alla folla, così la Bastiglia è stata abbattuta a cannonate. Parigi è stata messa a ferro e fuoco dai soldati fedeli alla corona ..... è stato tutto così .... strano, direi"
"Strano perché?"
"Perchè .... era strano, vedere i soldati del Re, che avrebbero dovuto difendere il popolo francese, attaccarlo"
"I parigini dovevano essere davvero esasperati per arrivare a tanto! ..."
"Si .... esasperati ed affamati ...... " Rispondo affranto mentre sento una mano di Oscar posarsi sulla mia.
Sento la voce di un mio compagno: "Ehi Bepi, lascia stare i forestieri, vieni qui!"
"Ma Gino ..... io voglio solo sapere cosa è accaduto a Parigi! Non disturbo mica, io!"
"Ti conosco, sei troppo curioso!"
"Beh si, certo. Tu forse non lo sei?!"
"Beh .. si, in caserma non si parla d'altro!"
 "Ecco vedi, noi qui abbiamo dei francesi che hanno visto ..... io voglio sapere!"
 Guardo i forestieri e dico: "Dovete scusarlo, è ancora un ragazzo."
"Sentito Bepi? Su dai, torniamo al nostro tavolo!"
"E va bene ..... buona serata francesi!"
 "Buona sera!"
Osservo il soldato tornare al suo tavolo, mi volto verso Oscar, vedo il suo piatto ancora pieno.
"Oscar, non hai mangiato quasi nulla!"
"Non ho molta fame, sono stanca, preferisco andare in camera."
"Oscar ..... " Poi sospiro, arreso al suo volere. Il piatto è quasi colmo ed Oscar ha l'aria davvero stanca. "Va bene, vengo con te di sopra."
 
Sono molto preoccupato, è così pallida e magra … devo riuscire a farla mangiare un poco di più.
 
 Mi alzo da tavola e dico ai miei amici: "Scusatemi! Buona notte a tutti!"
"Buona notte Comandante!"
 
Vedo andare via Monsieur André e Madame Oscar, sussurro: "Signor Alain se continuate a guardarla in quel modo, se ne accorgerà!"
"Oh, smettila tu, sei solo una ragazzina! Anzi, a quest'ora le ragazzine vanno a dormire!"
"E Voi siete un uomo indisponente! Signor Alain, voglio darvi un consiglio: smettetela di pensarea chi non Vi ama; al mondo ci sono tante donne pronte a sposarvi!" rispondo furiosa alzandomi dalla sedia. "Buona notte!"
"Ecco brava, vai a dormire ragazzina impertinente!"
 Vedo Belle allontanarsi a passo marziale, sussurro al mio amico: "Alain, credo che la ragazzina si sia presa una bella cotta per te!"
"Ma non scherzare Gerard!!"
 "No, no ... non sto affatto scherzando. Belle è innamorata di te."
"Oh .... ci manca solo questa!! Che le passi in fretta! Io non ho bisogno di una bambina!!" Sbuffo scocciato. “Io ho bisogno di una donna ….. anzi no, di quella donna!”
 "Se a Belle deve passare in fretta, anche tu dovresti farti passare l'abbaglio che hai preso per il Comandante!"
"Ah no!! Adesso basta!" Mi alzo di scatto, facendo cadere la sedia a terra, e mi allontano a passo spedito.
 "Prima o poi, mio caro amico, dovrai togliertela dalla testa! ... Quella donna appartiene ad un altro uomo!"
 
Esco veloce dalla locanda, ho bisogno di una bettola dove bere. Bere e magari trovare qualche donna disponibile.
 
Sono nella toilette, mi sfilo gli abiti impolverati e passo un panno sulla pelle. Non ho pensato di chiedere un bagno caldo. Pazienza, sarà per domani. Infilo la mia camicia da notte ed esco.
Vedo André con indosso solo le coulottes, seduto su una sedia, intento ad osservare dei documenti.
"Sei pensieroso, André?" Domando avvicinandomi curiosa a lui.
"Oscar, no, no, sto solo guardando le lettere di cambio ...."
 "Ci serve il denaro, quello che abbiamo a disposizione è quasi finito."
"Infatti .... domani cercheremo la banca così vedremo di quanto possiamo disporre subito e quando arriverà il resto. In tutto c'è una bella somma. Ma io vorrei trovare un lavoro"
"Cosa pensi di fare?" domando mentre mi siedo sul letto. "E poi penso a cosa potrei fare io ..."
 "Beh .... potrei scrivere! È una cosa che mi riesce bene. In quanto a te ... per ora devi curarti! Questa è la cosa che conta di più!"
 "Scrivere? Vorresti forse lavorare in un giornale?"
"Ecco .... è una possibilità! E poi mi piacerebbe scrivere un libro"
"Un libro? Ma cosa vorresti scrivere?!”
"Io .... pensavo alla nostra storia, sempre se sei d'accordo!"
"Ma parli della rivoluzione accaduta nel nostro paese?"
"Uhm ... in realtà avevo in mente un racconto diverso .... della nostra infanzia .... una cosa per ragazzini, o giovani. Che insegni che la formazione è importante, che l'amicizia aiuta a crescere .... e che parli dell'amore!"
 
Osservo Andrè, ha un’aria sognante mentre racconta di noi, in effetti serbo anche io nel mio cuore dei ricordi meravigliosi. Io ero un bambino solo, senza amici, prima che Andrè arrivasse a palazzo. E lui … lui era un bambino triste, fiero certo, ma triste.
 
Sorrido. "Oh beh ... ecco ..." il mio sguardo va nel vuoto, sussurro: "La nostra infanzia ... oh André, come sono stata felice ... almeno fino a che non ho dovuto decidere cosa fare della mia vita."
"Ed io .... sono felice che alla fine tu abbia scelto così! Se tu avessi preso una decisione diversa ..... ti avrei persa"
Incrocio le dita, continuo: "Mio padre mi avrebbe costretta a ... sposarmi con un nobile, magari un vecchio!" improvvisamente divento allegra, mi alzo dal letto e mi avvicino ad André. "Non sarei diventata tua e saresti rimasto un bel ricordo d'infanzia e magari ti avrei sognato tutte le notti! Ah ahah ..."
"Oscar ... ah ahahah!" La osservo per bene, è così bella quando ride, però ha il viso un poco arrossato, non vorrei che avesse la febbre. "Dimmi, come ti senti?"
"Bene ..." mi avvicino e mi stringo a lui. Sento la sua mano accarezzarmi la nuca, mi abbandono al suo abbraccio, sento il calore del suo corpo, il battito del suo cuore. Tiro su la testa, lo guardo negli occhi e sussurro: "Ti amo Andrè ...."
"Anche io ti amo Oscar, ti ho sempre amata ..... " Poi sorrido, la prendo in braccio e la faccio sdraiare nel letto.
"Però tu ora hai bisogno di riposare ... e se ti tengo ancora un po' tra le braccia .... potrei fare cose che ..... tu devi riposare, Oscar. Hai l'aria stanca questa sera"
"Si, sono stanca ma ho bisogno di sentirti vicino. "
 "Allora ...  dormiremo abbracciati! Oscar .... vuoi una cioccolata? O una tisana? Hai mangiato così poco a cena!"
"Sto bene così, non voglio nulla! ... André vieni qui!"Apro le braccia per accoglierlo qui, accanto a me.
"Va bene, arrivo!" Rispondo sorridendo, poi scosto le lenzuola e mi sistemo nel letto. La abbraccio e la stringo a me, sul mio petto. Sento il peso della sua testa sulla spalla, i suoi capelli solleticarmi un poco le narici, una sua mano appoggiata sul mio petto che mi accarezza piano, leggera, facendo piccoli cerchi sulla mia pelle.
"André ... domani mattina, dopo aver fatto il cambio dei titoli, dobbiamo cercare una casa. Sai ... mi piacerebbe vivere in un posto tranquillo ..."
 "Certo, una casetta tutta per noi .... vedremo cosa potremo permetterci, io vorrei che tu non fossi costretta a rinunciare a tutte le comodità con cui sei cresciuta! Voglio che tu ti senta felice!"
 "Comprerò un pianoforte, mi manca strimpellare i tasti ..."
"Certo! Ma io vorrei molto altro per te! Una camera da letto spaziosa, accogliente, con una bella finestra che sia sul mare. Una biblioteca, in cui ritirarci a leggere la sera, davanti al caminetto acceso. Una bella sala da pranzo. E poi ci servirà anche una stanza per gli ospiti .... credo che tuo padre manterrà la promessa e ci raggiungerà .... appena gli comunicheremo dove trovarci!"
"Devi scrivere a mio zio per fargli sapere dove siamo."
"Uhm ... perchè non lo fai tu? Magari domani .... o appena avremo trovata una casa per noi!"
 Mi stringo ancora al mio André, mormoro: "Lo farò, ma adesso voglio dormire, sono tanto stanca ... buona notte André ..."
"Buona notte Oscar", poi poso le mie labbra sulla sua chioma bionda e poso un leggero bacio, come la amo!
 
La tengo stretta a me, al mio petto, finchè non sento il suo respiro diventare regolare, i suoi muscoli distesi, le sue palpebre chiuse.
 
 
 
E' mattina, ci siamo alzati tardi, senza nessuna fretta, e ci siamo vestiti di tutto punto. Siamo scesi di sotto per la colazione, Oscar ha indossato un completo maschile, da perfetto gentiluomo, sui toni del verde, con la camicia bianca. Io ho preferito i miei soliti abiti sul marrone, quelli della famiglia Jarjayes. Dopo colazione andremo a cercare il medico, voglio che Oscar si curi e guarisca!
Ci sediamo al tavolo per la colazione, ci siamo tutti.L'oste ci porta del latte caldo e dei biscotti.
Sento la voce di Belle: "Madame avete il viso riposato, Vi vedo molto meglio."
 "Si, grazie. Ho riposato bene e mi sento molto meglio!"
 "Madame, pensate che entro stasera finalmente alloggeremo in una vera casa?"
"Non credo. Dovremo cercare una casa ed acquistarla! E prima ancora avere i soldi necessari .... credo che resteremo nella locanda per almeno una settimana!"
"Volete dire che alloggeremo qui per due settimane?! Allora dovrò trovarmi un lavoro!"
 "Beh, una settimana senza dubbio. Comunque non preoccuparti, ho di che fare fronte a questa spesa!"
"No, no, Madame ..."
L'oste posa il dolce e interviene: "Se la ragazza ha voglia di lavorare, qui c'è molto da fare. Ho bisogno di qualcuno che serva ai tavoli."
"Perfetto!"
Sento rispondere allegra Bella.
"Se proprio vuoi ..... noi ora andiamo, dobbiamo cercare la banca per depositare le lettere!"
Poi mi volto verso l'oste e domando: "Sapete indicarci la strada per la banca?"
“Si certo, dovete uscire sulla calle, dirigervi a destra, superare due ponti, attraversare il successivo, voltare a destra e sarete arrivati.”
"Grazie Monsieur! Vieni André, andiamo! E poi dovremo metterci alla ricerca di una casa!" Rispondo allegra, non vedo l'ora di iniziare questa nuova vita!
 "Si andiamo Oscar! ...Alain, Gerard ci vediamo qui all'ora di pranzo. A dopo!"
 "A dopo!! In quanto a noi .... cercheremo un’occupazione!"
 Belle ribatte: "Io invece l'ho trovata. Vado in cucina per farmi spiegare esattamente cosa devo fare!"
 "Certo, vai vai!! Se sei occupata è meglio!!" Poi sbuffo mentre la osservo allontanarsi.
 "A dopo amici!" Dico lasciando la locanda in compagnia di Oscar.
"Bene André, oggi comincia la nostra nuova vita! Sei felice?" Domando sfiorandolo appena con una mano.
"Più di quanto immagini!"
"E allora .... muoviamoci!! Oggi mi sento davvero bene!! Sarà l'idea di questa nuova avventura!! Forza, l'oste ha detto di girare per di qua!"
"André guarda come sono diversi i palazzi!"
"Già! Questa città è così....particolare! I disegni che abbiamo visto sui libri non sono sufficienti a descriverla. Certo .... c'è un odore di marcio ..... salmastro .... e non so cos'altro!" Poi sorrido nel vedere Oscar così allegra e attiva.
 " .... Già... nulla a che vedere le illustrazioni dei libri."
"Eccoci arrivati! Guarda .... entriamo è chiediamo!"
Entriamo nella banca, appena varcata la soglia ci accoglie un solerte funzionario. Ci osserva per bene, Oscar ha sempre l'aspetto di un giovane nobile, ed io del suo attendente.
"Benvenuti signori, in cosa posso esservi utile?"
"Buongiorno" Rispondo fiera in un perfetto italiano, "Sono il conte Jarjayes, ho delle lettere di credito a mio nome e a nome del mio attendente, da depositare e convertire in moneta locale."
"Certo! Prego, accomodiamoci nel mio ufficio"
Seguiamo il funzionario, entriamo in una stanza ben arredata, con mobili in legno scuro, sedie imbottite e quadri alle pareti.
"Posso vedere le lettere?"
"Ma certo!" Sento rispondere André. Purtroppo siamo stati costretti a riprendere i nostri antichi ruoli per poter riscuotere i titoli a nostre mani.
"Uhm .... si tratta di una grossa somma! Molto grossa!! Ma ditemi, volete depositare o ritirare?"
 "Ritirare."
"Tutto?!! Perdonatemi ma .... non è possibile così...insomma .... nessuna banca possiede una tale liquidità! Forse non ve ne siete reso conto, signor Conte, ma è una cifra.....molto più che ragguardevole! È.... tanto, troppo"
 "Uhm .... ma a me sono necessari, voglio acquistare un immobile qui, a Venezia!" Rispondo decisa e fiera.
"Un immobile!? Quindi vi trasferirete qui?!"
 "Esatto!"
"Bene, bene! Monsieur in tal caso ho un affare da proporvi .... devo vendere la casa che apparteneva ai mie genitori, è un bella palazzina e dato la somma di cui disponete, la potreste comprare!"
"Uhm ..... è possibile vederla?"
"Ma si, certo! Vedrete che la troverete di vostro gradimento."
"Quando possiamo vedere la casa?"
 "Se volete ... anche subito! E' abbastanza vicina"
"Si, ma prima cambiano i titoli in denaro."
 "Ma non è possibile! Ve l'ho già detto, la banca non dispone di tutta la somma riportata. Se volete, possiamo depositare le lettere di cambio, poi provvederete al ritiro man mano che ne avrete bisogno. Che poi Conte, è pericoloso tenere una simile somma in casa .... o in una locanda!"
 "E va bene! ... Se la casa dovesse andar bene, potrete trattenere i titoli, ovviamente titoli corrispondenti alla somma adeguata."
"Certo Signor Conte! Magari potreste aprire un conto presso questa filiale e depositare qui i titoli. Provvederemo noi a fare arrivare i soldi dalla Francia, tramite le nostro consorelle. Ma ora venite, Vi porto a vedere la casa"
"Bene ... possiamo andare!"
Ci alziamo e lasciamo l'ufficio, seguiamo questo signore, di cui non conosciamo neppure il nome.
"Perdonatemi, non conosco neppure il Vostro nome!
"Ah già scusatemi, Signor conte, sono Giuseppe Zanon marchese di Villadose."
"Molto lieto, ditemi .... siete Voi il direttore della banca?"
"Si. Sono onorato che siate mio cliente.”
 
Seguiamo il marchese lungo alcune calli, attraversiamo un piccolo ponte e raggiungiamo un piccolo palazzo, con un cancelletto pedonale ed un ingresso dal canale. Diverse finestre a sesto acuto ornano la facciata, oltre ad un ampio balcone. Le decorazioni sono magnifiche, particolari. Il Marchese armeggia un poco con delle chiavi ed apre il piccolo portone, ci ritroviamo così in una corte interna, accessibile agevolmente anche con una imbarcazione, una gondola, come le chiamano qui. Mi guardo intorno, sulla destra ci sono delle scale, le percorriamo e raggiungiamo il primo piano. Appena entrati mi colpisce la luce che entra dalle finestre, esposte verso il sole.
 
 "Eccoci qua! ... Come Vi ho detto, questo modesto palazzo è appartenuto alla mia famiglia! ... E' già arredato, Vi assicuro che non manca assolutamente nulla ..." Entriamo nel salone. "C'è anche la tappezzeria ... come potete vedere è ben tenuta. Il salone è piuttosto ampio, e a destra c'è la cucina, le stanze della servitù! .... Prego, andiamo al piano di spora, ci sono ben dodici stanze."
 "Dodici stanze? Sono ... fin troppe, per me!" Rispondo osservando bene in giro, poi rallento il passo, sfioro una mano di Andrè e domando sottovoce: "Tu cosa ne pensi?"
"Beh ... è piuttosto grande ma immagino che tuo padre e tua madre si trasferiranno qui, poi c'è la nonna ..."
"Si .... hai ragione .... e poi .... forse ...... avremo dei .... figli ..... se guarirò ....." Rispondo imbarazzata, in un sussurro.
 
Prima d’ora non avevo mai pensato a questa eventualità …. Però io da Andrè vorrei dei figli ….
 
 "Ne avremo e molti."
"Beh ... adesso non esagerare .... molti ..... "
"Ameno due?"
 "Ecco ... due mi sembra il numero perfetto!"
 Sento la voce del Marchese: "Questa è la stanza patronale, la più bella!", spalanco le tende poi le porte, esco fuori sul balcone: "Come vedete, l'affaccio da sia sul giardino che sul Canal Grande. Guardate, non è una meraviglia?"
Raggiungo il Marchese, esco sul balconcino ed osservo il panorama. "Si, avete ragione, è davvero molto bello da qui. Ma ditemi, perchè volete venderla?"
"Ho già la mia casa ed io non ho figli e nemmeno eredi a cui lasciarla. Preferisco che l'abbia gente di un certo rilievo, come Voi!"
 "Capisco... credo che potrebbe interessarmi! Sempre che il prezzo sia accettabile."
 "Oh, credo che Voi non abbiate alcuna difficoltà per acquistarla, visto i titoli che possedete."
"Si, però non intendo spenderli tutti. Vorrei investirne una parte per farli fruttare, una casa così va anche mantenuta, non credete?" Rispondo fiera e decisa.
 
Mio padre mi ha insegnato anche a gestire un patrimonio, il mio patrimonio in questo caso.
 
 "Ecco ... appunto stavo per proporvi di investire il Vostro denaro nella mia banca. E riguardo al costo di questa casa è appena un terzo del Vostro capitale."
 "Un terzo ..... trattabile spero, perchè mi sembra ... troppo. Tu Andrè cosa ne dici?"
 "Ecco ... credo che sia un poco troppo ..."
"Uhm ... marchese, credo che dovremo trattare sul prezzo! Su queste cose Andrè è molto più preparato di me!" Rispondo fiera e decisa, io di queste cose non so nulla, mi fido di Andrè.
"Con il Vostro attendente?"
"Certo, avete forse qualcosa in contrario?"
"No, no! Me ne riguarderei bene!" guardo l'attendente del conte e domando: "Il Vostro nome?"
"Andrè, Signore! Andrè Grandier"
 "Bene, allora seguitemi alla banca e sono certo che troveremo un accordo!"
Lasciamo questo palazzo, di sicuro non è grande come palazzo Jarjayes ed ha un odore di chiuso. Ci sono diversi lavori da fare, ma sono sicura che potrà diventare una bella casa, la nostra casa. Rallento il passo, lascio che Andrè mi affianchi e sussurro piano "Sono felice, Andrè. Avremo una casa nostra!"
 "La mia casa sei tu, Oscar ..."
 "Oh Andrè ....... ti amo!" Sussurro piano, imbarazzata e felice.
"Oscar ..." Sussurro emozionato.

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Capitolo 15
*** L'inizio di una nuova vita ***


L’inizio di una nuova vita
 
 
                         
Taverna di Madame Pompadour
 
 
Sono al capezzale di mio marito, con noi c'è la fedele Nanny.
Appoggio la mano sulla sua fronte e sussurro: "Augustin, finalmente la febbre è scesa ... come ti senti?"
 "Meglio, grazie!! Credo che sia stato solo un malessere passeggero!"Rispondo ancora un poco assonnato, mentre apro gli occhi con fatica.
Nanny ribatte: "Si, certo! Un malessere tanto passeggero che è durato quasi una settimana! Io stento a crederci, da quando ho memoria non ti ho mai visto a letto più di un giorno! ... Beh a parte quella volta che i ribelli ti hanno sparato sulla carrozza credendoti il generale Bouillè!"
"Oh Nanny ..... mi scoccia ammetterlo ma .... ero più giovane!!"
"Ma quale più giovane! Secondo me quel cialtrone di dottore non ha capito nulla di cosa ti è successo!
"Vabbè dai, ormai sto meglio. Anzi ...  inizio ad avere fame! Pensi che sia possibile avere qualcosa?"
 "Ma si, certo! Vado immediatamente in cucina! Sarò io a prepararti un buon brodo di carne!" Risponde Nanny uscendo in tutta fretta.
"Coff ..... Marguerite, vorrei ripartire in fretta. Dopo avere mangiato andrò al comando militare!"
"Credi che ci lasceranno andare?"
 "Certo!! Ormai è troppo!! Farò valere le mie ragioni! Sono il Generale Jarjayes io!!!"
 
Osservo mio marito, risponde fiero e deciso, decisamente si è ripreso da questa strana febbre, mi sono molto preoccupata in questi giorni.
 
" ... Si ... certo! ... Augustin spero davvero che Oscar e André siano in salvo!"
"Vedrai che è così! Li ho allevati ed istruiti io!!"
 "Non ho mai avuto tanta paura come adesso!" guardo al cielo, prego: "Signore fate che stiano bene e che mia figlia guarisca!"
 "Marguerite ..... vedrai che staranno bene! Andrè farebbe qualsiasi cosa per la nostra Oscar .... la ama, ne sono certo. E lei lo ricambia. Vedrai che sarà questo sentimento a farla guarire!"
"Vorrei tanto che formassero una famiglia ... dei figli. Ma ci pensi, Oscar madre!? Non mi sembra vero!"
"Beh, effettivamente anche io faccio fatica ad immaginarmela come madre .... però chissà ..... Uhm ... Marguerite, ma secondo te .... alla sua età ... potrà ancora diventare madre?!"
"Tante donne a Versailles hanno avuto figli all'età di nostra figlia! ... Per esempio la contessa di Polignac."
 "Bene, quindi diventerò nonno!! Bene Bene!!! Ih ih" Sorrido soddisfatto, voglio che mia figlia sia felice!
"Dici davvero Augustin? ... Che gioia sentirti parlare così!" tiro fuori il fazzoletto dalla borsetta e mi asciugo gli occhi. "Povera figlia mia, spero solo che la tisi non ce la porti via. Ho tanta paura ...”
"Mia figlia è forte! Vedrai che avrà la meglio anche sulla malattia!!" Scosto le coperte e decido di alzarmi.
"Bene, mi cambio in attesa che arrivi Nanny!"
Porgo la vestaglia a mio marito e continuo: "Andrai in caserma?"
"Certo! È ora di rimetterci in viaggio!! Voglio avere notizie di nostra figlia!"
"Ma sei così debilitato! Non credo che tu ce la possa fare a rimetterti in viaggio."
 "Certo che si! Mi serve solo un pasto caldo!"
 Osservo mio marito. Certo, è un uomo forte, non si è mai lasciato abbattere dalle avversità.
 Vado dietro al paravento con i miei vestiti in mano, mi sfilo la camicia da notte, tolgo la berretta e infilo i miei abiti, con cura e attenzione.
 "Augustin, credi che i soldati ci lasceranno andare? Temo checon un'altra scusa ci terranno ancora prigionieri in questo posto."
"Ci lasceranno andare!! Forse non hai fiducia in me?!" Esco dal paravento,  tutto ben sistemato. Afferro la mia parrucca e la sistemo sulla testa.Mi osservo nel piccolo specchio, ho un aspetto forse un poco stanco ma decisamente forte e fiero.
"Perfetto!! Il tempo di riempire lo stomaco e andrò in caserma! Prima di sera saremo liberi di ripartire!! Parola mia!"
 
 
 
 
Venezia
 
Percorriamo le strette calli della città, attraversiamo diversi canali e raggiungiamo l'indirizzo del medico.
Siamo davanti alla porta, faccio un bel respiro, non sono affatto pronta ad affrontare tutto ciò.
Mi volto verso Andrè, lo vedo sorridermi. Lui è sicuro che andrà tutto bene, io .... non so, davvero non so. Ma di sicuro lotterò per avere la meglio sulla malattia.
Andrè allunga una mano, afferra il battacchio e bussa deciso.
 
Sento bussare al portone, a grandi passi mi precipito, apro.
"Chi cercate?"
"Buonasera, stiamo cercando il dottore!"
"Ma Voi siete forestieri?! Francesi direi ..."
"Si, esatto. Ci manda il dottor Ferrero"
"Ah il dottor Ferrero ! Ditemi, sta bene?"
"Si si!!! Sta benissimo!! … Madame noi abbiamo bisogno del dottore.”
“E’ per Voi? State male?”
“No, non è per me è per il mio … amico!” Rispondo un poco confuso osservando Oscar in abiti maschili.
“Il dottore è nel suo studio. Prego accomodatevi!”
“Grazie Madame!”
“Oh questa è bella! Quasi nessuno mi chiama mai Madame! Certo che a volte fa piacere sentirselo dire! Ah ahah …” rispondo divertita mentre faccio strada. Siamo dietro la porta dello studio, busso.
“AVANTI!”
Apro la porta e dico: “Scusatemi dottor Mesolin ma fuori ci sono dei francesi, uno di loro ha bisogno di essere visitato.Faccio entrare tutti e due?”
“Si, certo!”
Mi giro e dico ai francesi: “Il dottore ha detto di entrare.”
“Grazie Madame!”
“Prego!” rispondo allontanandomi. “Ih ihih … Chissà quando sentirò qualcuno chiamarmi nuovamente in questo modo! Ih ih …”
 
“Oscar ed io entriamo nello studio, salutiamo.
“Buongiorno dottore!”
Mi alzo, vado incontro ai due forestieri e rispondo: “Buongiorno, sono il dottorMesolin e così vi manda il mio amico Marcello Ferrero”
Stringo la mano al dottore poi lo fa Oscar e dico: “ Si. Ci ha detto che siete un medico specialista di polmoni.” “ Si, è così! Ma accomodiamoci!” Con la mano indico le sedie che sono poste davanti alla scrivania.
“Grazie!”
Prendo posto dietro la scrivania e domando. “Come posso aiutarvi?”
Oscar risponde: “Dottore sono ammalata di tisi. Dovete dirmi quanto ho da vivere.”
"Uh....vedo che siete una persona decisa. Per rispondervi però devo visitarvi .... e farvi alcune domande!"
"Dite!"
 "Innanzi tutto ..... quanti anni avete?"
"Trentadue."
 "Uhm .... da quanto sapete di essere .... ammalata, siete una donna, vero?"
"Poche settimane fa."
"Capisco" Rispondo osservando questa strana creatura. Appare decisa, forte, senza paura. Ma in fondo ai suoi occhi ..... c'è una luce diversa. Il suo accompagnatore la osserva con uno sguardo dolce, preoccupato e .... innamorato.
"Dovrei visitarvi, ora.”
Mi alzo dalla sedia e rispondo: "Va bene! Ditemi dove devo andare!"
 "Dietro al paravento! E Voi Signore...posso sapere chi siete?"
"Sono ... suo marito."
"Ah, bene. Allora potete restare!" Mi alzo dalla mia sedia e raggiungo la mia paziente dietro al paravento.
"Signora, devo ascoltare i Vostri polmoni"
"Si, certo!" Rispondo mentre mi sbottono la camicia.
Prendo i miei strumenti, mi avvicino alla schiena di questa donna, appoggio lo stetoscopio e vedo la mia paziente sussultare appena per il freddo.
"Fate un bel respiro profondo!"
Faccio un respiro profondo.
"Ancora, per cortesia"
 Respiro profondamente  ancora e ancora ...
"Uhm ...." Sposto un poco lo stetoscopio e ascolto ancora.
"Ora tossite"
"Coff .... coff ... coff ..."
"Ancora per cortesia"
"Coff .... coff ... coff …”
"Uhm ..... " Mi sposto un poco, osservo la mia paziente, è tanto magra.
"Ditemi, mangiate con regolarità?"
"Ecco ... adesso si, ma fino a qualche settimana fa non molto."
"Uhm .... come mai? Non mi sembrate indigente!"
"Non è questo il motivo è che ... dottore, il mio lavoro mi portava spesso a restare fuori casa quindi non sempre avevo l'opportunità di nutrirmi regolarmente."
"Uhm .... capisco. Però così non va bene. Avete avuto febbre? Svenimenti?"
"Febbre si, svenimenti mai."
"E allora mi spiegate il motivo della Vostra magrezza?"
 "Ecco vedete ..."
“Lascia stare André! E' evidente che il dottore non capisca il  mio stato! ... Dottore, sono un soldato quindi comprenderete che la mia è stata una vita piuttosto dura!"
 "Un soldato? Una donna soldato? Ma .... non è possibile!! È assurdo!!"
 Sorrido e con tono giocoso ribatto: "Per i francesi non è assurdo che una donna intraprenda la carriera militare!"
 "State cercando di difendere Vostro marito?"  Poi osservo per bene questi due, in effetti sul braccio di questa donna ho notato delle cicatrici ..... "Va bene, voglio credervi anche se mi sembra assurdo. Se volete guarire dovrete fare esattamente ciò che Vi dirò "
 "Voi dite che potrò guarire?”
                      
Sento la voce stentorea ed emozionata di Oscar, il dottore ha detto che guarirà. Sono così felice …. Che faccio fatica a credere che tutto ciò sia reale.
 
 "Si .... sono ottimista. Ma dovrete fare ciò che Vi dirò!"
Sento André: "Dite davvero dottore? Oscar, mia moglie guarirà?"
"Si, credo proprio di sì. Ma dovrà riposare e nutrirsi in maniera adeguata. Fare passeggiate in riva al mare e prendere le medicine che adesso scriverò. Ovviamente ci vorrà del tempo e la situazione dovrà essere controllata. E .... niente gravidanze per ora"
 "Si ... l'importante che mia moglie guarisca."
Le parole del dottore e di André mi mettono in imbarazzo, annuisco per qualche istante poi sussurro: “ Farò tutto ciò che mi direte …”
"Bene, ora devo prepararvi il medicamento.....tornate nel pomeriggio e vi consegnerò il tutto"
"Grazie dottore!"
Andrè ed io lasciamo lo studio medico, sento alle mie spalle tirare la porta. Vedo avvicinarsi la cameriera che ci accolti e dice: "Avete risolto la Vostra questione?
"Si, il dottore mi curerà!"
"Mi fa piacere! Venite con me, Vi accompagno!"
"Grazie Signora!! Siete molto gentile!"
 "Oh no! Preferisco che mi chiamate Madame! Ih ih ... il francese è così raffinato."
"Certo .... Madame!! Torneremo nel pomeriggio!"
"Bene, allora ci rivedremo!"
"Si! Certo .... Madame!!"
 
 
 
Sono seduto comodamente dietro la mia scrivania, preparo i documenti dell'atto di vendita della mia villa. La mia attenzione viene distolta quando sento bussare.
 
"AVANTI!"
"Signore ..... ho preso le informazioni che mi avete chiesto "
 "Avanti, dimmi tutto! A chi sto per vendere la mia casa?"
"Oh, il conte Jarjayes appartiene ad una nobile e rinomata famiglia, molto vicino ai Reali francesi. È una famiglia di soldati, militari da generazioni. Ha avuto una brillante carriera militare, veloce, sfolgorante. E poi, il precipizio"
 "Precipizio?! Quale precipizio?"
 "Dal comando delle Guardie Reali .... alle Guardie Metropolitane! Un precipizio, anche se non è chiaro il motivo"
 "Caspita! Sto per vendere la mia casa niente meno all'ex comandante delle Guardie Reali! ... Però! Hai scoperto altro Sebastiano?"
"Nulla di sicuro, forse un tradimento  nulla di chiaro però.... "
"Interessante! Forse ha tradito la corona?”
"È possibile ma nulla è certo. Ci sono notizie confusionarie sul tema"
"Cerca di scoprire! Certo che questo Oscar François è un personaggio davvero interessante!"
"Ambiguo ..... alcune voci, assurde invero, sostengono che sia una donna! Figuratevi ..... una donna ....."
 "COSA?! Ah ahah ... di sicuro il tuo informatore ha molta fantasia! Ah ahah ... Molto  probabilmente tutto ciò che ti ha detto non sarà nemmeno vero! Una donna! Bah ... che stupidaggini!"
"Stupidaggini, appunto!!"
"Comunque se scopri altro, informami! E adesso va! ... Devo preparare tutta la documentazione per il passaggio di proprietà."
"Certo Signore .... l'unica altra informazione è che sia ricco .... paurosamente ricco!"
 "Può farci comodo ... magari gli proporrò di investire il suo capitale."
 "Ih ih .... ne avrà ancora dopo avere acquisito il palazzo?"
 "Ma se mi ha appena detto che è ricchissimo!"
 "Certo ...... ma Voi siete abile ..... Signore!"
"Vedremo ... vedremo! Ma guarda un po' che fortuna: un riccone che decide di trasferisce a Venezia!"
"Ih ihih, io vado Signore!! E grazie ......"
"Vai, vai e chiudi la porta! ... Che fortuna per la mia banca!"
Esco felice per il lauto compenso che ho guadagnato. Certo che questo conte è proprio ambiguo....
 
 
 
 
 
 
 
Gendarmeria di confine
 
Dopo un veloce pasto esco dalla locanda per raggiungere la caserma. Entro deciso quando un soldato mi ferma.
 "Alto là! Dove andate?”
"Dal vostro comandante! Sono il Generale Jarjayes!! Spostatevi!"Rispondo fiero e impettito, autoritario.
"Ma il Comandante non ha chiesto di Voi!"
"Io desidero conferire con lui. Chiaro?" ribatto con tono deciso e fiero, il mio tono militaresco.
"E va bene! Venite con me!"
"Muovetevi dunque, non ho tempo da perdere io!"
"Ehi calmateVi! Ma i francesi sono tutti così superbi?"
"Solo i Generali, quando incontrano dei soldati ottusi come te!"
"Eh che modi grossolani! Seguitemi!"
"Sbuff.....sei un soldato indisciplinato"
"E pure arrogante!" sussurro tra me.
 
 
Raggiungiamo a passo spedito l'ufficio del comandante, il soldato bussa ed attende l'autorizzazione ad entrare. Non attendo oltre ed entro a passo deciso.
"Buongiorno maggiore. Riposo prego" Dico deciso, anche se questo omuncolo che ho davanti resta esterrefatto dal mio atteggiamento.
 "Generale, mi fa piacere vederVi in buona salute!"
 "Grazie, ed ora che sono guarito toglierei il disturbo"
"Ma Voi non disturbate anzi ... che ne direste di rimanere ancora qualche giorno?"
"Assolutamente no, prima di sera intendo essere a Exilles!"
"Ma quanta fretta! Ma si può sapere dove siete diretto?"
 "Non devo di certo rendere conto a Voi. Ora, vedete di rendermi i miei documenti, subito"
"Uhm ... ma quanto ardore! ... Purtroppo non ci sono elementi per cui possatrattenrVi, quindi siete libero."
"Perfetto. I miei documenti, ora. E la mia carrozza, la rivoglio integra, pulita e pronta a partire entro trenta minuti. E non accetto un rifiuto come risposta"
"E' già tutto pronto, potete partire quando volete!"
"Perfetto. Addio allora!", poi mi volto ed esco veloce, dopo avere preso i nostri documenti dalle mani del maggiore. Esco a passo deciso, attraverso la caserma, il piazzale e raggiungo la nostra locanda.
 
 
 
 
 
Venezia
 
Sono passati alcuni giorni dal nostro arrivo a Venezia, Andrè si assicura che prenda le medicine con continuità, tutti i giorni, nel dosaggio previsto. Controlla inoltre che mi nutra i maniera adeguata, sceglie personalmente i miei cibi, mi vizia con ogni leccornia, cerne, pane, pasta e dolci. L’unica cosa che mi vieta sono gli alcolici, ma pazienza. Voglio guarire, per lui, per tutto l’amore che mi dimostra in ogni momento.
Oggi però è un gran giorno, finalmente avremo una casa tutta per noi. Andrè ha contrattato ed ottenuto un buon prezzo, io mi fido del suo giudizio.
Siamo nell'ufficio del notaio, vedo il direttore della banca soddisfatto di firmare l'atto di cessione della sua proprietà che in questo momento è diventata nostra: mia e di Andrè.
Prendo la piuma ed il calamaio, intingo la piuma nell'inchiostro e firmo, Oscar François de Jarjayes, conte. Ed ora .... la casa è nostra.
Il notaio verifica le ultime firme, poi ci dice: "Congratulazioni!"
 "Grazie Notaio", mi volto verso Andrè ed aggiungo: "Ed ora non ci resta che sistemare la nostra nuova casa, Andrè! Voglio che ci trasferiamo subito!"
"Si, certo!"
"Allora, Andiamo!" Sorrido felice, allegra.
Osservo Oscar, è allegra, sorridente, ha persino un colorito più acceso. Sarà per la felicità o per la cura, ma oggi è tornata ad essere la mia Oscar, in salute, forte, decisa, allegra e ottimista. E sono sicuro che dover sistemare la casa la renderà felice, perchè così Oscar avrà una occupazione.
Oscar ed io entriamo nella nostra nuova casa, che gioia un posto tutto nostro!
 
"André! André! A cosa stai pensando?"
"Oscar, avremo una casa, nostra! Anzi, tua, per la precisione! Ma io sono felice! Qui saremo liberi, solo noi!"
"Nostra, André! Nostra! ... Su vediamo come poterci sistemare."
 "Si, certo! Forza vieni, voglio vedere quale sarà la nostra stanza! Perchè noi .... avremo una stanza tutta per noi, assieme, vero?"Domando impertinente.
 "Ecco ... si, mi sembra ovvio anche se ... non siamo ancora sposati."
 "Oscar .... tu ... vuoi sempre sposarmi? Perchè io .... io non desidero altro"
 Guardo negli occhi André, sussurro: "Non desidero altro! ... Ti amo André ..."
 
Stringo Oscar tra le mie braccia, stretta a me, accarezzo piano la sua schiena, sento i suoi capelli, affondo le dita tra i suoi capelli. Poso le labbra sui suoi capelli biondi lucenti. Sento il suo respiro sulla mia pelle, vorrei che fosse sempre così, solo lei ed io, stretti, abbracciati.
 
"Andrè ..." mi abbandono tra le sue braccia. "Non potrei vivere senza di te!"
"Neppure io ...... neppure io Oscar" Poi mi abbasso un poco, poso le mie labbra sulle sue, la bacio piano, la sento rispondere al bacio, prima timida e poi sempre più appassionata. La sento abbandonarsi a me, alle mie carezze, ai miei baci. Non resisto, piano la spingo verso una stanza, apro la porta, la voglio, ora, nella nostra casa.
 
 
 
 
"Ronfff ... ronffff ...."
 
Dormo beatamente nel mio letto che divido con Alain quando mi sveglia il suo russare, gli tocco un braccio e protesto: Alain! Alain! Ti prego non russare in questo modo, voglio dormire anch'io!"
"Sgrunt .... Gerard .....Uhm ... cosa ci fai nel mio letto? Io sono con Amelie ...... o Monique .... o Lorene ..... Uhm .... RONFFFFFF"
"Ma che diavolo dici! Tu stai dormendo con me e vedi di tenere le mani a posto!"
"Umh ...... Mathilde ..... si, sono con Mathilde ..... ronfffff"
 "Oh santo cielo! Ma perché non c'era un'altra stanza per me!?" Protesto mentre mi metto sul fianco.
 "Ronfff ....... Mathilde ....... ronfff ......... Uhm ... però ti ricordavo più magra .... e più morbida!"
 Mi alzo di scatto dal letto e dico: "Alain sei non ti svegli, giuro che ti butto un secchio d'acqua addosso!"
 Scatto su, sconvolto, dalle parole di Gerard. "Ma si può sapere cosa vuoi? Ma che modi sono, i tuoi?!"
"Alain non mi fai dormire, russi come un maiale! Ma dico, anche stasera ti sei ubriacato?"
"Io? Ubriacato? Certo che no! Ma tu sei tutto matto!!! Piuttosto, quei due, saranno rientrati?"
"Quei due chi?"
"Ma il Comandate ed il suo fido scudiero, ovviamente!"
 "E piantala! Al Comandante ci pensa il suo fidanzato! Alain devi togliertela dalla testa! Piuttosto perché non fai sul serio con Belle!? E' una brava ragazza e poi è una bella ragazza!"
"Ragazza? Bambina semmai!!! Ma ti rendi conto che avrà si o no ..... quindici anni?!"
"E allora?! Avrà tutto il tempo per crescere al tuo fianco! Sinceramente l'avrei corteggiata se non fosse che tu le piaci."
"Ma la vuoi smettere? Quella è solo una ragazzina!"
"Eh si, una ragazzina che presto sboccerà! Alain sei un vero tonto!”
"Smettila!! E dormi .... anzi no, visto che ormai è giorno! Forse è ora di alzarci!"
 "Ma è impossibile! Mi sembra di avere una tromba nelle orecchie! E poi ... tra non molto è l'alba ed io voglio cercare un lavoro, non voglio far parte della servitù del Comandante."
"Ah, se è per questo .... neppure io voglio fare il servo!"
"Quindi? Cosa facciamo?"
"Quindi ....  andiamo a cercarci un lavoro! Forza, alziamoci!"
 "Alain, desidero trovare una sistemazione e prendere moglie. Basta con i bordelli!"
"Certo, niente più bordelli .... sono mesi che non ne frequento!"
 "Dici davvero? Eppure mentre dormivi hai tirato fuori una sfilza di nomi! Dimmi, sono tutte le donne che hai avuto o ce ne sono altre?"
"Oh, beh ....  sinceramente io ho perso il conto delle donne che ho avuto ...... vediamo .... ho iniziato a tredici anni ...... una media di una a notte ....  vedi un po' tu!"
 "Maledetto bugiardo! Secondo me sei davvero impazzito! Ah ahah ...
 "Bugiardo? Io? Ma ti pare ......"
"Tutte le notti? E i turni di guarda che hai fatto? Non verrai a dirmi che invece di montare di guardia andavi a sollazzarti nei bordelli perché non ti credo! Ah ahah ... Se avresti fatto una cosa del genere sotto il comando del nostro Comandante, avresti trascorso più giorni in isolamento che nella tua branda! Ah ahah ..."
"Oh basta, alziamoci e muoviamoci! Io voglio un lavoro!"
"Dai, meglio vestirci!"
 
 
 
 
Ducato Sabaudo - Montiglio
Sono tre giorni che viaggiamo senza sosta, voglio raggiungere la dimora di mio cognato il più in fretta possibile. Abbiamo alloggiato in locande di ogni tipo, pur di arrivare in fretta a destinazione. "Marguerite ..... dovremmo essere quasi arrivati!" Dico agitato ed eccitato.
 "Sono impaziente di avere notizie di Oscar."
 "Anche io Marguerite! E non vedo l'ora di vederla!"
"Credi che i ragazzi siano qui?"
"Non lo so ..... è possibile .... ma hanno un vantaggio di diverse settimane rispetto a noi ..... e non credo che Oscar volesse rimanere qui ...... non lo so davvero Marguerite!"
 
 
 
Sono nel porticato in compagnia di mio porticato quando vedo avvicinarsi una carrozza, sussurro: "Fabrice guarda ... una carrozza!"
 "Uhm ...  aspettiamo una sola visita ...... dalla mia amata sorella! La mia unica sorella .... lo sai che l'abbiamo viziata? Spero davvero che sia lei!"
 "Finalmente la conoscerò! ... Spero che mi accetti."
"Ne sono sicuro, Marguerite è sempre stata una donna a modo, gentile ed educata"
 Guardo mio marito, sorrido e con tono dolce rispondo: "Se ti somiglia almeno un poco, sarà una donna magnifica!"
 "Molto più che magnifica, credimi!"
 
La carrozza entra nel cortile e si ferma. Si apre lo sportello ed esce un uomo distinto, ben vestito, rigido. Due occhi azzurri, uguali a quelli di mia nipote. Stesso passo, stesso fierezza. L'uomo si volta, pone il braccio verso la carrozza ed esce una mano guantata, seguita da una splendida donna, con un abito sobrio ma elegante, azzurrino. La vedo alzare la testa, incrocio il suo sguardo, sorrido, è lei, è mia sorella, è Margherite.
 
 Percorro qualche passo, esclamo: "Fabrice ... fratello che gioia rivederti dopo tanto tempo!"
"Marguerite!!! Sorellina mia adorata!! Che piacere vederti!!! Sei .... uno splendore, mia cara!"
Mi avvicino a mio fratello e lo saluto con un abbraccio.
"Quanto mi sei mancata sorellina! Quanti anni sono passati?!"
 
Stringo mia sorella in un abbraccio dolce e tenero, mi è mancata così tanto in questi anni.
 
"Non saprei ... ma sono troppi!"
"Ma tu .... sei bellissima!!!"
 "Sempre galante! Ah ahah ..." mi sciolgo dall'abbraccio di mio fratello osservo la donna che gli è accanto e dico: "Fabrice non hai da dirmi nient'altro?"
"Si, certo!! Ti presento mia moglie!!!" Rispondo sorridendo felice mentre la mia adorata Chiara si avvicina e fa un leggero inchino.
"È un piacere conoscervi, Madame!"
 "Non ci posso credere!" abbraccio mia cognata, continuo: "Finalmente Fabrice ha trovato una moglie ... che gioia! Chiara, benvenuta in famiglia!"
"Grazie mille Madame Marguerite! Siete molto gentile" Rispondo imbarazzata.
Prendo le mani di mia cognata e dico: "Dovrete raccontarmi come siete riuscita a convincere mio fratello a sposarsi!"
"Oh beh, io ecco .... è...." balbetto imbarazzata. “Oh, ma Voi sarete stanca per il viaggio!! Venite dentro, su!"
 "Ammetto di sentirmi stanca ma ciò non toglie che dovrete raccontarmi tutto!" mi volto verso mio fratello e continuo: "Ti sposi e non fai sapere nulla!? Fabrice, ti sei comportato davvero male!"
 "Eh mia cara ..... cosa vuoi farci ... lo sai che son fatto così! Ma ora venite dentro, su!!"
Vedo Marguerite allontanarsi con sua cognata, sussurro a Fabrizio: "Dov'è mia figlia?"
 "È partita, destinazione Venezia. Ed è pure arrivata!! Dalla sua ultima lettera so che stava cercando una casa....."
 Sento scendere sulla guancia una goccia di sudore, tiro su gli occhi dall'emozione, mormoro: "Dio sia ringraziato!"
"Guarda Augustin, il mio medico l'ha visitata. Oscar deve curarsi, ha bisogno di riposo ed attenzione, ma vedrai che se la caverà!! I de Laborde sono forti quanto se non più dei Jarjayes e mia nipote ha anche il mio sangue!!"
"Ehm ... si, si! Ma raccontami ... ci sono stati problemi?"
"Non è stata molto bene, purtroppo. Però ti ripeto, il dottore è ottimista!"
"Intendevo dire se i soldati sono stati sulle sue tracce."
"Si, purtroppo si. Ma sono andati via ih ihih. Li abbiamo fatti fessi!! Avresti dovuto vedere le loro brutte facce!!!! Ah ahah!"
Guardo serio mio cognato, poi scoppio a ridere.
"Ah ah ah ... Meno male! ... Grazie Fabrice, ti sarò riconoscente per tutta la vita."
"Vieni su ...." mi sento osservato da una anziana, vestita di scuro, con in testa una cuffietta bianca. Vedo che ha le lacrime agli occhi.
"E tu Nanny, non piangere!!"
 "Come potrei non piangere!? ... Sono così contenta per Vostra figlia!"
"Su Nanny!!! Bisogna festeggiare!!!"
 "Si, certo! Ma ditemi, Monsieur, mio nipote come sta? So che era stato ferito duranti gli scontri di Parigi."
"Vi riferite ad André? Sta bene, state tranquilla!!"
 
Mi faccio il segno della croce. “Signore Ve ne sono grata. Grazie!"
 
"Su, entriamo!! Vi faccio preparare le stanze! Spero vorrete riposare qualche giorno prima di ripartire!!"
"Il tempo necessario per riprenderci ma dobbiamo ripartire prima possibile."Rispondo deciso e felice, non vedo l’ora di riabbracciare mio figlio, o mia figlia, poco importa, Oscar!
"Certo!! Il vostro viaggio è andato bene?"
“Non proprio, ci hanno fermati e trattenuti in un bordello dopo di che sono stato colpito da una strana febbre.”
“Cosa?! In un bordello?!” Domando scandalizzato.
Marguerite ribatte: “Esatto! Fabrice, non immagini nemmeno che imbarazzo fermarci lì, in quel posto per diverse notti!”
Chiara sussurra: “Oddio!”
“Fabrice adesso dimmi la cosa più importante: come sta Oscar?”
“Come ho appena detto ad Augustin, tua figlia e … il suo fidanzato sono arrivati sani e salvi a Venezia.” Guardo mio cognato. “Spero che non ti abbia urtato l’aver detto che quel giovane è il fidanzato di tua figlia!”
“… Ehm … no, no, certo che no!” guardo Nanny poi di nuovo Fabrice, continuo: “Non vedo perché dovrebbe dispiacermi se Oscar ha deciso di unire la sua vita con Andrè … infondo sono cresciuti insieme, si conoscono da una vita e hanno ricevuto la stessa educazione. Credo che sia il marito perfetto per Oscar!”
Le parole del Generale mi commuovono, mormoro appena: “Grazie Signore! … André l’ama da sempre.”
“Lo so, Nanny. In fondo l’avrei dovuto immaginare che sarebbe finita così! … Sono sempre stati fianco a fianco anche se per un breve periodo avrei voluto che sposasse il Conte de Girodelle! …. Ero cieco, non mi ero accorta che i nostri ragazzi ormai non potevano fare a meno l’uno dell’altro.”
Fabrice ribatte: “Sono davvero contento che tu abbia acconsentito alla loro unione.” dico porgendo i bicchieri di un buon dolcetto che nel frattempo ho versato. “Sai cosa penso Augustin?”
“Cosa?”
“Che con o senza la tua benedizione, Oscar avrebbe comunque deciso di sposare Andrè!”
“Lo penso anch’io! … Spero solo che almeno aspettino il nostro arrivo. Desidero accompagnare mia figlia all’altare!”
“Mi fa piacere! Spero che mia moglie ed io saremo invitati!”
“Ma certo!”
“Perfetto! Quindi, facciamo un brindisi ai futuri sposi: Oscar e Andrè!”
 
 
 
Venezia
 
Sono ormai giorni che sto pulendo e sistemando la nostra nuova casa, questo edificio è in stato di abbandono da troppo tempo. Oscar passa le sue giornate qui con me, mi aiuta come può, ma il dottore è stato chiaro, lei deve riposare.
 "Oscar, che te ne pare delle tende che ha appena messo mademoiselle Lucia? ... Io le trovo molto belle!"
"Si certo, qui è tutto bello ..... e soprattutto è tutto nostro! Però Andrè, ci sono così tante cose da acquistare ..... tende, lenzuola, tovaglie, stoviglie ..... io non so nulla! Mi dispiace obbligarti a fare tutto tu! Certe volte mi domando come fai ..... tu riesci a fare tutto!"
 
E con te sembra che tutto sia semplice … mentre per me, è tutto così difficile.
 
 Mi avvicino lentamente, accarezzo il suo viso e sussurro in un soffio: "Per te farei qualsiasi cosa ... e poi la nostra vita sta cambiando ed io sono molto felice di aver trovato lavoro in un ufficio stampa, adesso posso ..." tiro fuori dalla tasca una scatola, l'apro, dentro c'è un anello. "Oscar, vuoi diventare mia moglie?"
"Andrè!!" urlo felice saltando addosso al mio Andrè, il mio uomo, amico, fidanzato, amante e presto marito.
"Oh Andrè, è la cosa che desidero di più al mondo .... non so se guarirò da questa malattia ma so che voglio vivere al tuo fianco tutto il resto della mia vita!" Rispondo emozionata, con le lacrime agli occhi, mentre osservo il mio Andrè.
Prendo il suo viso tra le mani, mi avvicino, le mie labbra sfiorano le sue e mi perdo in un lungo dolce bacio appassionato ..."
 "Ti amo ...." sussurro piano sulle sue labbra, emozionata e felice. Poi, un colpo di tosse mi scuote all'improvviso. "Coff .... coff ...."
"Oscar ..." il colpo di tosse si attenua, l'abbraccio, le bacio la nuca, sussurro: "Amore, sono sicuro che guarirai e saremo molto felici ..."
"Coff ....." mi guardo le mani, per fortuna non vedo tracce di sangue, fosse davvero guarirò.
Prendo le sue mani e le bacio. "Vedrai, guarirai."
 "Si ..... lo spero davvero Andrè! E farò tutto ciò che posso per guarire!"
 La prendo per mano e la porto allo scrittoio, l'apro, tiro fuori dei manoscritti e dico: "Qui c'è scritto tutta la nostra vita ma manca ancora un altro pezzo, l'ultimo: il nostro matrimonio."
"Tu .... hai raccolto tutto di noi? In un libro? Ma .... è ..... voglio leggerlo, Andrè!"
"Vieni ... sediamoci!"
" Si, certo ..... "
 
"Ci sediamo vicini, abbracciati stretti, davanti ad una finestra. Fuori si vede tutta Venezia, con le sue calli ed i suoi monumenti.
 
"André ma quando l'hai scritto? E poi in così poco tempo!"
"È una vita che scrivo, Oscar! Qui è raccolto tutto di noi!"
 "Dici davvero? Hai scritto davvero tutto? Di noi ragazzi?"
 "Si certo Oscar!!"
"Delle nostre scorribande?" Domando allegra.
 "Anche!"
"Ah ah ah ... di quella volta che ti ho sorpreso dormire nelle scuderie reali?"
"Ah ahahah .... Oscar!!! Sei .... tremenda!!"
 "Ah ah ah ..." divento triste, mormoro: "Quel giorno rischiasti di salire sul patibolo ... la principessa decise di andare a cavallo che si imbizzarrì a causa della sua inesperienza. E' mancato poco che ... André, mi chiedo cosa starà accadendo a Versailles!?”
"Le notizie che giungono non sono buone .... lo sai anche tu!"
 "Si, vero!" lo guardo negli occhi e domando: "Hai scritto anche il periodo più buio della mia vita?"
 "Uhm .... ecco Oscar io  ..... " la osservo, così dolce ed indifesa. "Oscar, andrà tutto bene. Ti amo....."
 "Andrè, perché non mi rispondi? Hai scritto di Fersen, della mia infatuazione e della tua sofferenza?"
 "Si .... ho scritto tutto ....."
"Tutto?! ... "
"Tutto ..... forse .... non vuoi?" Domando titubante.
 "Ecco ... anche quella sera che mi hai confessato di amarmi?"
"Si ....." Rispondo mesto.
Sento le guance avvampare e il cuore in gola, sussurro: "Cosa vuoi farne del tuo diario?"
"Un libro .... se tu vuoi"
"Un libro!? ... Tuo ... nostro?"
 "Esatto. Un libro nostro"
Mi getto tra le sue braccia, sento le sue mani accarezzarmi i capelli, sussurro: "Quanto abbiamo sofferto! ... Ma adesso sono tanto felice ... ti amo André!"
"Oscar ...." sussurro stringendola a me.
Mi allontano appena e domando: "Da soldato quale eri, ora sei diventato un giornalista. A proposito, come va il tuo lavoro al giornale?"
"Bene! Mi piace molto! Lo sai che io sono stato un soldato solo per stare con te!"
 "Si, lo so. Andrè, tante volte mi sono chiesta come tu abbia potuto sopportare quella vita tanto dura."
"Come ho fatto? Semplice! Nello stesso modo in cui hai fatto tu!"
"Ma il mio letto non era la tua branda, il mio rancio non erano come quelli che davano a te e soprattutto la mia stanza non era uno squallido alloggio freddo e fatiscente!"
 "Ma la caserma era la tua, tu eri là, dietro una porta, sotto lo stesso tetto. E questo per me era sufficiente"
Sento gli occhi brillare per l'emozione, mi stringo ancora a lui. Le lacrime rigano il mio viso.
"Oscar, desidero che il nostro libro abbia le nostra firme."
 "André!!! Tu ..... tu davvero ...... io ...." balbetto emozionata e commossa
"E' la nostra storia. Desidero lasciare qualcosa di noi ai nostri figli magari nipoti ... voglio che sappiano chi è stata la loro nonna e di quando ti ho amata e ti amo ...."
Mi stringo forte ad André,  in un abbraccio dolce, tenero, che sa di casa e di noi.
"Vita mia ...."
 

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Capitolo 16
*** L'arrivo del Generale ***


L’arrivo del Generale 
 
E' trascorso un mese dal nostro arrivo a Venezia, ho trovato lavoro presso un giornale locale, sto rileggendo il nostro libro e nel tempo restante sistemo la nostra nuova casa. 
Oscar piano piano sta migliorando, la cura del dottore sta facendo effetto, ogni giorno che passa la vedo sempre più in forma, ha ripreso anche un poco di colorito e l'idea di realizzare una casa solo per noi la elettrizza. 
Alain e Gerard stanno apprendendo l'arte della lavorazione del vetro, incredibile che Alain, con quelle mani enormi, riesca a fare cose così delicate. Nel tempo libero però vengono qui ad aiutarmi con la casa, sono dei veri amici!Belle la sta aiutando con la scelta dei tessuti e degli arredi, oltre a ripulire la casa. E da oggi, ci trasferiremo tutti qui, finalmente. Sono così felice all'idea di avere una casa tutta nostra.
"André, stasera daremo una cena per inaugurare la nostra casa. Credo che i nostri ospiti arriveranno tra poco."
"Si, spero che in cucina sia tutto a posto ..... Oscar, dimmi, non avrai cucinato tu ......"Domando un poco preoccupato.
 
Oscar ai fornelli sarebbe davvero troppo …… anche per il mio stomaco pronto a tutto.
 
"Io?! Ma cosa dici André?! Io non ne sarei capace, piuttosto ho voglia di un bel duello. Prendi le spade!"
"Le spade? Adesso ... ma ... tra poco arriveranno Alain e Gerard ...... Oscar, sei sicura che sia il caso?"
"Ma certo! Su avanti, sono mesi che non impugno una spada!"
Sbuffo, Oscar quando si mette in testa una cosa ..... "E va bene ..... ma tu cerca di non esagerare ...... ricordati che sei ancora debole e in cura e ..... insomma Oscar ....”
“Cosa c’è André?”
“Il dottore è stato chiaro,  non devi stancarti né prendere freddo o colpi d’aria.”
“Vedrai che non mi accadrà nulla.”
“Ne sei convinta?”
"Si, certo ... prendo le spade... ma lasciami dire che sei e rimarrai la Oscar caparbia di sempre."Sorrido mentre rispondo al mio dolcissimo amore.
"André, sto benissimo e poi, se ho prestato servizio nelle Guardie Metropolitane quando ero quasi in fin di vita!"
"Si però ..... adesso è tutto diverso!! Tu .... tu devi guarire, Oscar. Me lo hai promesso ...... ed io .... io ti amo, Oscar!" Poi mi avvicino e la bacio, un passo di passione, di amore. Un bacio da togliere il fiato, un bacio pieno di noi.
 Mi abbandono al suo bacio, al suo abbraccio, poi mi allontano e con fare deciso afferro la sua mano, lo tiro verso il camino dove sono poste sopra le due spade, ne afferro una, gliela lancio e dico: "Prendi!" impugno l'altra. "Muoviti, andiamo in giardino!"
 "Uff .... come vuoi Oscar, ma non devi sudare, ricordalo, nè stare nella corrente. Mi raccomando ..... promettimelo!"
 "Quante storie! Ricordi quando si sono riuniti gli Stati Generali? Pioveva a dirotto per giorni e non so quanta pioggia ho preso!"
 "Ecco .... e ti sei ammalata ..... quindi per cortesia ...... io ne morirei!"
"Era già malata! E poi se sono sopravvissuta allora non sarà certo un duello a farmi morire."
"Sei irragionevole, Oscar! Non vedo l'ora che arrivi la nonna ..... così ci sarà lei a sorvegliarti!! E sono sicuro che con lei starai tranquilla ed a riposo!" Rispondo sorridendo, la mia cara nonnina, lei riuscirà di sicuro a curare la mia Oscar!
"Si, certo ma adesso non è qui con noi. Chissà quando arriveranno!? ... Dai poche storie, muoviti!"
"Si si ... mi muovo ..... come sempre ... ai tuoi ordini, Oscar. Certe volte mi chiedo come tu riesca a farmi fare tutto ciò che desideri ....."Rispondo sorridendo.
 
Vince sempre lei ….. forse perché la amo troppo ……
 
Usciamo fuori nel giardino e cominciamo a duellare, tra una stoccata e l'altra dico divertita: "Ehi Grandièr noto con dispiacere che sei fuori forma!"
 "Fuori forma? Io? Al massimo potrei essere stanco ..... Guarda che fisico che ho .... ih ihih!"
"Sarà! Ma sei fiacco e non è da te!" Ribatto facendolo indietreggiare.
Arretro, Oscar è davvero rinata, si vede che sta molto meglio. Sorride felice, radiosa. La vedo respirare tranquilla, senza affanno. Poi è un attimo, mi ritrovo a terra disarmato.
"Ma come ..... come hai fatto? Accidenti!"
"Come sempre! Tu piuttosto perché sei finito a terra?"
"Uh .... non lo so! Sei una furia, Oscar!! Certe volte mi chiedo come tu faccia!"
Sorrido e con tono giocoso ribatto: "Non lo so!" mi giro di spalle e continuo: "Per adesso mi ritengo soddisfatta. Torno dentro!" 
Vedo la mia Oscar allontanarsi, mi alzo velocemente da terra, afferro la sua mano obbligandola a girarsi verso di me, la stringo, sussurro: "Dove credi di andare? ..." mi avvento sulla sua bocca e la bacio con passione.
 
 
 
 "Ehi voi due .... avete finito di fare così? Qui noi due siamo in astinenza da mesi!!"
Sentiamo la voce di Alain, forte, provenire dall'ingresso del cortiletto.
Arrossisco e mi allontano appena da André che mi trattiene con le sue forti braccia, mi sussurra all'orecchio: "Ma perché vuoi scappare? Abituati a comportarti come una moglie! Ih ihih ..."
"Ma .... Andrè .... io .... mi vergogno!!" Sussurro imbarazzatissima.
"Ti vergogni di me?"
 "No ....  certo che no .... io ..... mi vergogno .... di me .... losai che .... che ......"
Alain ed io ci avviciniamo timidamente ai nostri amici e dico un poco imbarazzato: "Comandante, se volete torniamo più tardi."
"Eh, no no ..... magari ...  accomodatevi in casa mentre io .... vado a posare le spade!"
"Aspetta Oscar, ci penso io … dalle a me!"
 
 
Ci sistemiamo tutti in salotto, attendiamo Andrè bevendo un vino bianco, tipico di queste zone.
Arrivo con i bicchieri, porgo il primo ad Oscar, poi ai miei amici, infine mi siedo accanto alla mia amata. 
"Amici, raccontatemi come va il vostro lavoro alla fabbrica!"
"Direi che è interessante, anche se fa un caldo assurdo, vero Gerard?"
 "Noi non siamo abituati al caldo di questo posto, certo che sotto questo aspetto rimpiango la nostra Parigi! ... Chissà cosa starà accadendo?!"
 "Arrivano poche notizie e frammentarie. La città è in fermento .... i reali sono ormai con le spalle al muro e ..... pare che a giorni verrà promulgata la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino!"
 "Caspita! André, credi che i sovrani verranno esiliati?"
 "Chi lo sa ..... per ora sono quasi agli arresti....." Rispondo perplesso.
 " ... Uhm ... per come vanno le cose, rischia davvero di rimetterci la pelle!"
"Alain ... non dire così.....avranno commesso degli errori ma ....non è per questo che mi sono battuta!Io sognavo una Francia migliore, dove ci fosse cibo per tutti, non solo per i nobili. Una Francia più equa, dove una donna può sposare un uomo anche se non è suo pari.”
"Comandante, conosco la politica di Robespierre, non è per niente buona. E' un sanguinario e poi pur di arrivare al potere, sarebbe capace di vendere anche sua madre!"
"E pensare che era un giovane a modo ..... ha anche scritto il discorso per il matrimonio dei sovrani!"
Sorrido sarcastico e ribatto: "Avete forse dimenticato le speranze che i francesi avevano riposto in loro? ... Comandante, il popolo francese ha fame, e un popolo affamato è capace di qualsiasi cosa! ... Beh ... ma l'avete visto anche Voi! ... Infondo Vi siete schierata dalla nostra parte pur non avendo vissuto di stenti."
"Si certo! Ma io mi sono battuta per l'uguaglianza! Non certo per uccidere delle persone! Vedere De Lunay sulle picche è stato orribile!!
André mi guarda timoroso e sussurra: "Orribile è stato pensarti davanti alle torri della Bastiglia..."
"André....io..." Rispondo commossa dalla voce di André.
 
Osservo i suoi occhi lucidi e ripenso a lui ferito, grave, a terra …. Sento una lacrima scendere sulla mia guancia.
 
 
Vedo il Comandante e André guardarsi con tenerezza, all'improvviso sento una pedata di Gerard sul mio piede.
 
"Alain perché non racconti ai nostri amici di quella ragazza che ti viene dietro?"
"Eh? Ma no Gerard.....lo sai che io sono come i marinai ... una donna in ogni porto"
"Un tempo forse ma adesso ... ih ihih ...." continuo guardando il nostro amico:"André, Alain ormai ha messo la testa a posto, non è più un assiduo frequentatori di bordelli!" arrossisco per lo sguardo del mio superiore. "Scusatemi Comandante!"
"Uhm....faccio fatica a crederci....." Rispondo sorridendo.
 Imbarazzato sussurro: "Comandante avete una brutta opinione di me ... certo non sono paragonabile ad Andrè però .... ecco ... anch'io  posso diventare un uomo serio se ... se trovassi la donna dei miei sogni."
 Sorrido alle parole di Alain mentre entra Belle ad annunciare che la cena è pronta.
Mi inchino ai presenti, poi guardo Alain, arrossisco, abbasso lo sguardo e sussurro: "La cena è in tavola! ... Con permesso."
 
Osservo Belle e dico: "Togliti il grembiule e unisciti a noi! Stasera faremo una cena tra amici e tu sei nostra ospite!"
"Oh, grazie ma .... qualcuno dovrà pure portare la cena in tavola!!!"
 Gerard interviene rapidamente: "Ci penserà Alain e ... anch'io a dare una mano!" do una gomitata al mio amico, mi alzo. "Muoviti Alain! Noi non siamo abituati ed essere serviti, diamoci da fare!"
"Si si .... certo!!!"
 
Faccio in modo che sia solo Alain ad entrare in cucina insieme a Belle, rimango nel corridoio e raggiungo il Comandante e André.
 
Vedo Gerard accomodarsi in sala da pranzo e domando scherzoso: "Ma come, non eri tu quello abituato a non essere servito! Ah ahah ..."
"André possibile che tu non abbia capito? Ho lasciato di proposito da soli Belle e quello zuccone di Alain! Belle è innamorata di Alain e lui ancora non si decide a farsi avanti! ... Dice che Belle è una ragazzina per lui, ma so che sotto sotto a lui piace.”
Spalanco la bocca e sussurro: “Dici davvero Gerard!? … Ma Belle è una ragazzina e Alain è … è … insomma Alain ha trent’anni e Belle appena diciassette!”
“Al cuor non si comanda e tu dovresti saperlo! Ah ahah … Scusatemi Comandante.”
“Oh beh … io … credo che tu abbia ragione. L’importanteè che siano felici.”
 
 
 
Mi giro, con lo sguardo cerco Gerard e non vedo. Accidenti a lui, me l’ha fatta! Stasera faremo i conti!
 
“Alain! Alain! Si può sapere a cosa stai pensando? … Su dammi una mano!”
“Si … arrivo …”
Preparo le pietanze, con capo chino, sussurro: “Alain, l’hai dimenticata?”
Sussulto alla domanda di Belle e ribatto deciso: “Ma di cosa stai parlando?”
“Non di cosa ma di chi! … Sai di chi sto parlando, non fare il finto tonto …”
Gesticolo nervosamente e ribatto: “Ma come faccio a dimenticare qualcosa se ci pensi tu a ricordarmelo?”
Lascio i piatti, mi atteggio e con sguardo impertinente dico: “Lo sai che ho un pretendente?”
“Cosa?! E chi sarà mai!?”Domando stupito.
 
Un pretendente per Belle?
 
“Il figlio del panettiere. E’ follemente innamorato di me, vuole sposarmi e portarmi via di qui!”
Sento la fronte imperlarsi  di sudore e dico: “E’ uno scherzo …”
“Ho l’aria di chi sta scherzando?! … Cosa c’è Alain, forse sei geloso?”
“Io geloso!? Ehi ma cosa dici!?”
Continuo a preparare le pietanze, riempio i piatti e ne porgo due. “Su, prendi, aiutami a servire a tavola! … Credo che accetterò la corte di Giulio … è un ragazzo tanto carino e …”
“E’ un imbecille!”
“Ehi ma come ti permetti di insultare il mio futuro fidanzato!?”
“Dunque non hai ancora accettato la sua proposta?”
“Lo farò domani mattina quando andrò a comprare il pane!” Dico lasciando la cucina seguita da Alain.
 
Sono dietro  Belle con le portate. Accidenti a questa ragazzina! … Ha deciso di rovinarmi la cena! 
 
 
 
Siamo tutti seduti a tavola, ormai la cena è quasi conclusa. Il mio amico è distratto, mi alzo dal mio posto e riempio l'ultimo bicchiere di vino ai miei ospiti: prima a Belle poi a Gerard infine ad Alain.
 
"Alain non stai bene?"
Guardo il mio amico e rispondo: "André, cosa ti fa pensare che stia male?"
"Non hai parlato quasi mai e tu non sei certo taciturno quando sei tra amici!"
"No, è che ... non ho nulla ma che sciocchezze dici!" Ribatto nervosamente buttando giù il bicchiere di vino. 
"Accidenti! Alain ne vuoi un altro?"
"No, grazie! Ho chiuso con le ubriacature!"
Sento Gerard ridere: "Ah ah ah ... E' vero! Alain ormai è un uomo serio e sobrio! Ah ahah ..."
"Smettila imbecille! Non dire certe cose in presenza del Comandante!"
Sorrido al battibecco dei miei amici e dico: "Credo che infondo siamo tutti cambiati, nessuno di noi è come prima! ... Alain, Gerard, spero che anche voi Vi troviate bene qui a Venezia. Certo, mi manca Parigi ma qui mi sento come se fossi a casa!"
 "Casa ... avete ragione Comandante! Questa sarà la nostra casa!"
Gerard domanda: "Comandate, quando convolerete a nozze con Andrè?"
"Non appena giungeranno i nostri parenti .... i miei genitori e la nonna di André sono partiti da Parigi .... non credo che tarderanno ancora molto!!" Rispondo un poco commossa.
"Oh bene! Quindi dovrò tirare fuori l'abito migliore!"
"Certo!! Anche perché credo che tu e Alain sarete i nostri testimoni!!"
"Dite davvero Comandante!? Ma che onore!"
 "È un onore per noi ..... vero André? Assieme ai miei zii ..... se siamo qui è  grazie a voi, non lo dimenticheremo mai!!"
 "Si, Oscar ... sono i nostri amici e saremo sempre loro grati."
Sorrido commossa e felice. 
Il resto della serata trascorre tranquilla tra chiacchiere allegre e risate.
 
 
 
 
 
 
Siamo arrivati a Venezia ormai da diversi mesi, tra pochi giorni sarà il compleanno della mia Oscar. Sono stati mesi difficili, in cui Oscar è stata molto male. Abbiamo passato intere giornate in casa, nel letto, con le finestre aperte per fare entrare l'aria salmastra della laguna. Mia nonna mi ha scritto, dovrebbe arrivare a giorni, in tempo per il compleanno di Oscar, e per il nostro matrimonio.
Sono affacciato da una finestra in questa casa borghese, comprata con i soldi che Oscar ha accumulato negli anni di servizio per la corona. Si affaccia su una piccola calle in cui passano alcune gondole. Viviamoquasi da soli, Oscar non vuole essere servita e il mio lavoro di giornalista non ci permette di assumere molto personale ed io non voglio attingere al patrimonio di Oscar per mantenerla. Per l'arrivo dei suoi genitori abbiamo preparato alcune stanze e cercato due ragazze che possano occuparsi della casa e di Madame.Con noi ovviamente è rimasta Belle, si occupa delle necessità di Oscar e mantiene la casa in ordine.
 
Sono seduta sul sofà, leggo il giornale mentre André guarda fuori dalla finestra.
 
"André, ci sono notizie da Parigi?"
"No, nulla di nuovo dai nostri amici. Ho solo le notizie che si leggono sui giornali."
 
Mi volto verso Oscar, la osservo. Le sue guance sono un poco più piene, la sua pelle più luminosa. Tossisce ancora ma secondo il dottor Parolin la malattia è ormai sconfitta. Certo, deve ancora fare attenzione, è ancora debole e anche un raffreddore sarebbe un problema per lei. Ma la tisi è stata sconfitta. Sorrido mentre la osservo.
 
 
"André, spero che mio padre, mia madre e tua nonna giungano sani e salvi a Venezia. Sono sicura che si troveranno bene, Venezia è una città accogliente e poi staranno al sicuro."
"Si, verissimo. E poi mi fa piacere vivere di nuovo con loro. Sai, nonostante tuo padre sia sempre stato rigido .... mi manca. Così come mi manca la dolcezza di tua madre…"
"E le torte della nonna!! Ah ahah ... Andrè ammettilo, ti manca la nonna e i suoi dolci!"Rispondo sorridendo, mentre lo prendo un poco in giro.
 
Sono felice, il sorriso di Oscar mi illumina la giornata, dopo averla vista tanto soffrire vederla allegra è tutto ciò che desidero.
 
"Come potrei negarlo?! Da quando abbiamo lasciato Parigi, non ho più mangiato un dolce superbo come quelli fatti dalla nonna! Ah ahah ..."
"Vorrà dire che la nonna dovrà accontentarti! Spero le darai almeno il tempo di riposare un poco dopo un viaggio così lungo."
Mi avvicino, la prendo tra le mie braccia e mi perdo in lei con un lungo bacio appassionato.
 
"Oscar, non vedo l'ora che diventi la mia sposa! ... Sapessi quanto ti amo!"
"Oh Andrè ... anche io ti amo .... anche io ......" rispondo in un sussurro, a bassa voce.
La stringo al mio petto e sussurro: “Sei l’amore della mia vita! Non mi sembra vero che siamo qui … lontano da tutto, io e te, insieme. Sei mia, Oscar, mia! Oh mio amore!”
Mi allontano appena, lo guardo negli occhi e con voce timida mormoro: “E’ tutto così strano, viviamo insieme non come amici ma …”
“Come marito e moglie. Sto contando i giorni ...”
“Già … per molti siamo una coppia fuori dal comune anche se tutti pensano che siamo sposati.”
“Ma tu sei mia moglie! Lo sei diventata quella sera nel boschetto …” la bacio poi sussurro: “Mi sembrava di impazzire anche se conoscevo da tempo i tuoi sentimenti.”
“Dici davvero André?”
“ Dimentichi che ti conosco?!”
Sorrido e domando birichina mentre mi allontano ma una mano mi afferra. André mi porta a se mi stringe ancora.
“Sentiamo monsieur Grandièr … se mi conoscete bene, allora pretendo che Voi mi diciate da quanto tempo Vi amo!”
Sorrido e rispondo con tono insolente: “Credo … dall’attacco di SaintAntoine”
“Eh? … Ma … io …”
“Forse mi sbaglio?”
“Ecco … io … veramente …”
“Stai tentennando, ho ragione?”
“… Si… è vero. Andrè, ti ho amato inconsapevolmente, mi sono resa conto dei miei sentimenti quella sera, quando la folla ti ha portato via …”
La stringo ancora.
“A volte mi sembra ancora di ascoltare le tue parole: lasciatelo, lui non è un nobile.”
“… Si … siamo vivi grazie a Fersen …” accarezzo la chioma del mio uomo e continuo: “Quella sera … Fersen mi portò in salvo in un vicolo, anche se ero stordita, ho gridato il tuo nome … ero disperata, temevo che ti avessero ucciso. Quella sera, André, ho capito di amarti ma sono stata una sciocca a non confessati i miei sentimenti …”
“Perché non l’hai fatto?”
“Non lo so … forse …. si, temevo che tu non mi amassi più.”Rispondo imbarazzata.
 
Per un certo tempo ho davvero creduto di averlo perso, il mio Andrè.
 
“Ma cosa dici? Mai avrei potuto smettere di amarti, mai! “
“Oh André!”
 
Poi sentiamo dei tocchi decisi alla porta di ingresso.
TOC TOCTOC
Mi sciolgo dal suo abbraccio e dico: "Aspetta ... vado io!"
"Vengo con te, Andrè!"
Apro la porta esclamo: “Alain, Gerard!”
“André, state per ricevere degli ospiti!”
“Di chi si tratta?”
Gerard risponde: “Comandante abbiamo visto nel canal grande il Generale, sua moglie e tua nonna André.”
“Davvero?! Finalmente sono arrivati!”
“Non appena li abbiamo visti siamo corsi ad avvisarti ma adesso hanno bisogno di aiuto.”
“Sono già sbarcati?”
“Non ancora ma manca poco!”
“Oscar, Gerard Alain ed io andiamo da loro!”
Prendo la mantella e ribatto: “Aspettate vendo con Voi!” 
“Oscar, non vorrei che prendessi freddo …”
“Non preoccuparti, sono ben coperta! … Su, prendi la tua mantella! … Alain, Gerard, andiamo ad aiutarli!”
“Comandante, noi li aiuteremo non Voi!”
“Si, certo! Ma adesso andiamo!”
 
 
 
Piano raggiungiamo l'ingresso, apriamo la porta e vediamo sul canale diverse gondole. Alcune sono cariche di bagagli, ma su una si trovano mio padre, mia madre e Nanny.
Le gondole vengono ancorate al bordo della calle, Andrè ed io ci avviciniamo e vediamo posare piede prima mio padre, poi lui allunga una mano e aiuta mia madre e nanny a scendere.
"Oscar, figlia mia!" Sento la voce di mia madre, la vedo correre ed abbracciarmi.
"Signore, Madame .... Nonna!!" Corro incontro alla mia nonnina, la abbraccio e la sollevo da terra. Mi è mancata in questi mesi. C'è stato un momento in cui ho temuto di non rivederla più!!
"Andrè, bambino mio!!! Come sono felice!!!"
"Nonna!" metto giù la nonna e divento serio, guardo il Generale e porgo la mano. "Signore ..."
"Andrè, dimmi, state bene?"
"Si, si, Signore! ... Madame, scusatemi, sono felice di rivederVi" dico baciandole la mano.
"Andrè sono felice anche io!! Oh ragazzi miei, sniff … " 
 
Sento una lacrima scendere, sono davvero felice di poter riabbracciare la più piccola delle mie figlie, ed Andrè che per me è come un figlio.
 
Poi vedo mio marito avvicinarsi a Oscar, la guarda quasi con dolcezza, allunga un braccio e la stringe a se, abbracciandola come credo non abbia mai fatto.Sono commossa nel vedere che per la prima volta mio marito abbraccia la nostra ultimogenita.
 
"Padre ... sono contenta di rivederVi!"
"Oscar .... anche io sono così felice! Ma dimmi, come stai?" tengo stretta a me ancora un attimo mia figlia, è così magra .... è la prima volta che la abbraccio, da quando non è più una bambina.
"Il peggio è passato. Ora sto bene, grazie al dottore e ... ad André che in tutti questi mesi si è preso cura di me."
 
Lascio l'abbraccio, osservo per bene mia figlia, sorrido.L’ultima volta che l’ho vista era pallida, decisa ma fragile, indifesa. L’ho affidata ad Andrè e lui l’ha protetta, a qualsiasi costo. È un bravo ragazzo, Andrè.
 
"Sono davvero felice, ma ora dimmi, dove vivi?!"
"Abitiamo in questo piccolo palazzo" Rispondo indicando l'edificio alle mie spalle. "Non è grande ma è pulito e accogliente!"
"Piccolo hai detto?! ... Uhm ... dovremo provvedere immediatamente."
"In che senso, Padre?!"
"Ne riparleremo con calma quando saremo in casa!"
Guardo mia madre, mi sento imbarazzata, non ricordo un suo abbraccio. Osservo i suoi occhi, brillano, piangono, istintivamente l'abbraccio, sussurro: "Oh madre!"
"Oscar, figlia mia! Sono così felice!!! Lasciati stringere un poco!"
Guardo commossa madame Marguerite e la mia piccola Oscar, piango di gioia. Sento il braccio di mio nipote avvolgermi, mi bacia poi sussurra: "Nonna ..."
"Sniff .... Andrè ... sono così felice. Non ricordo di avere mai visto il generale abbracciare sua figlia .... e Madame ... saranno quasi vent'anni che non ha il permesso di abbracciarla! Sniff ...."
"Già ..."
Sento la voce di mio padre: "Oscar, abbiamo tante cose di cui parlare."
“Si, ma venite, entriamo. Fa freddo qui fuori!"
Entriamo nella nostra abitazione, Alain e Gerard si sono offerti di occuparsi dei bagagli dei genitori di Oscar. Certo che hanno portato parecchi bauli .... forse si immaginavano una casa più grande.
Entriamo nel salotto, che poi funge anche da sala da pranzo.
"Prego Signore, se volete accomodarvi sulla poltrona. Posso offrirvi del vino bianco?!"
"Si, grazie André! ... Certo che il clima di Venezia è decisamente diverso dal nostro, è molto più umido!"
"Si, soprattutto in questa stagione. In estate, quando siamo arrivati noi, faceva un gran caldo. E poi quest'aria salmastra ha fatto molto bene a Oscar!"
Mia madre chiede: "Figlia mia, spero che tu sia guarita."
"Si .... anche se ho ancora qualche piccolo strascico. Comunque sono fuori pericolo, credo che questo sia l'importante! E tutto grazie alla pazienza di Andrè .... e ai consigli del dottore Lasonne!"
"Mi fa piacere! Ciò significa che possiamo organizzare le vostre nozze."
Mia nonna ribatte decisa: "Certo! E dovranno avvenire quanto prima. Basta vivere in questo modo, non mi piace per niente!"
"Nonna .... non credi di esagerare? E comunque Oscar ed io vorremmo sposarci, aspettavamo solo il vostro arrivo .... sempre se il generale acconsente alle nozze. Anzi ... Signore, posso chiedervi ufficialmente la mano di Vostra figlia?!"Domando formalmente, facendo un piccolo inchino.
"André, sono lieto e orgoglioso di concederti la mano di ... mia figlia."
Marguerite continua: "Oscar tra due settimane sarà il tuo compleanno, sarebbe bellissimo se ti sposassi quel giorno!"
"Avete ragione Madre, dovremo chiedere al sacerdote se è possibile! Tu cosa dici Andrè?!"
"Ma certo! Ne sarei immensamente felice!"
Osservo i miei bambini, poi domando curiosa "Adesso però vorrei vedere un po' questa casa ..... devo pure conoscere le persone che sono al vostro servizio e organizzarmi!!! Ah .. un matrimonio!!! Come sono felice!! Su Andrè, fammi vedere questa casa!!"
"Certo nonna, vieni con me!Vieni Ti porto a vedere il nostro piccolo nido! Tu Oscar, resti qui. Immagino che avrete molto da raccontarvi!" Dico tranquillo. 
 
Sono certo che la cara nonnina voglia lasciarli un po' da soli.
 
"Va bene."
 
Usciamo dal salottino, attraversiamo un piccolo corridoio ed entriamo nella cucina. "Nonna, questa è la nostra cucina. Ti presento la Signorina Belle, si occupa un po' di tutto. Sai .... io e Oscar non sappiamo cucinare ......"
"Uhm ... dimmi nipote, dove dormi?"
"Oh ... al piano di sopra, vieni nonna. Ti faccio vedere anche la tua stanza!" Rispondo sorridendo. usciamo dalla cucina, saliamo le scale e raggiungiamo un piccolo ballatoio con tre porte. "Ecco Nonna, tu dormirai qui!" Dico indicando la prima porta.
"Uhm ... questa casa non mi sembra tanto piccola. Però non ho visto ancora la tua camera! Forza nipote, voglio vederla!"
"Oh ehm ... si certo. Vedi nonna, ci sono solo tre stanze. In una dormirai tu, nell'altra il General e Madame e nella terza ... ehm .... Oscar ed .... io!"
"Oscar e chi?! Vuoi dire che ... che ... ma sei impazzito o cosa?!"Urlo furiosa.
“Ma nonna!”
“Davvero mio nipote è impazzito? Ma io non ti ho cresciuto così!”
"Ma Nonna .... insomma ... io e .... Oscar ..... sai ...." Rispondo imbarazzato davanti allo sguardo inquisitore della cara nonna.
"Tu e Oscar cosa?! Voi due non siete ancora sposati. Cosa direbbero il Generale e Madame se lo sapessero?! Eh no! Vuol dire nipote che da stasera tu dormirai ... dormirai ... ci sono altre stanze?"
"No .... c'è solo una soffitta, ma è piena di polvere e spifferi!"
"Bene, vuol dire che entro stasera la metterò in ordine e tu dormirai lì! Mi sono spiegata Andrè?"
"Ma nonna ..... fa freddo in soffitta!! E poi non c'è neppure un letto!! Ti prego ... non vorrai farmi ammalare ....."
"Vuoi che il Generale gridi allo scandalo? E non pensi a Madame? Certo che hai una bella gran faccia tosta!"
"Ma Nonna ..... ci sposeremo ... cosa cambia?!"
"Come cosa cambia?"punto il dito contro mio nipote e ribatto decisa: "Perfetto, se è questo che vuoi, allora va dal Generale e digli che dividi il letto con sua figlia! Avanti, sbrigati!"
"Ecco ... magari non glielo diciamo, vero nonna?!"Rispondo cercando di fare l’espressione più innocente che mi riesce.
"Ma come farete a nasconderlo? E' impossibile!"
"Non lo so ....  entrerò di nascosto nella camera ..... dopo che il generale si sarà ritirato! Nonna .... cosa potevo fare? Questa casa non è grande come palazzo Jarjayes!"
"Ma tu stai scherzando, vero André? Ci sono ben dieci camere da letto, perché è inutile che cerchiche cerchi della scuse …… e tu mi dici che non potevi dormire altrove?! Dimmi! Da quando dormite insieme?"
"Beh .... da ..... insomma ... da ...... dal 13 luglio, nonna!" Rispondo imbarazzato.
"Santo cielo! Ciò significa che sono ben cinque mesi che ... che ... Scellerato che non sei altro! Spero che il generale non lo venga a sapere!"
"Nonna .... basta che tu non glielo dica ..."
"Non avrò alcun bisogno di dirlo, credo ... credo che lo abbia già capito!"
“Nonna, dimentichi che non siamo più dei ragazzini e poi ... ecco ... abbiamo una certa età!"
"Zitto sfacciato! Stanno arrivando i tuoi futuri suoceri."
 
 
Saliamo le scale accompagnati da mia figlia Oscar, voglio vedere questa casa e soprattutto dove alloggeremo io e mia moglie. Una volta giunti al piano superiore vedo la nostra Nanny che discute con Andrè, davanti alla porta di una stanza.
"Nanny, cosa sta succedendo? E' così che tratti tuo nipote dopo cinque mesi che non lo vedi?!"
Sussulto alla voce del Generale e rispondo: "Ma no, Generale, io sono felice di riabbracciare André! …  Generale, Madame, domani cominceremo con i preparativi di matrimonio."
Marguerite ribatte: "Domani stesso ci recheremo in un atelier. Voglio per mia figlia l'abito più bello!"
"Ma ....Madre, non esagerate, Vi prego. Io voglio un abito semplice, senza inutili fronzoli, sobrio.”
"Io invece voglio che il mio erede indossi un abito adatto! Uhm ... dimmi Oscar, qual è la tua stanza?!"
"Ecco ... questa." dico indicando con la manola porta della stanza che divido con Andrè.
"Uhm ... e dimmi, Nanny dove alloggerà?!"
"La seconda a destra."
"Uhm ... suppongo che tua ed io alloggeremo nella terza stanza, è corretto?!"
"Si, Padre!"
"Bene, quindi Andrè alloggerà in una locanda?" Domando con tono serio.
Vedo la mia Oscar imbarazzata, faccio un passo in avanti e rispondo: "Ma certo Signore! Alloggerò alla locanda."
"Bravo André! Sei proprio un gran bravo ragazzo! Proprio come ti ho allevato!! Comunque....dovremo assumere altra servitù! Siamo in troppi per una sola ragazza!!!"
"Si, avete ragione! Oggi stesso dirò a Belle di cercare qualche altra ragazza."
"Perfetto!! Allora a domani André!! Riposati tranquillo!!"
"Buona notte Signore!" Rispondo mentre istintivamente percorro la scalinata per andare al piano di sopra.
 
Vedo mio nipote salire e con tono brusco dico: "Dove vai André? Devi alloggiare in una locanda!"
"Eh....si si Nonna .... ora ...... vado ......"
"Metti la roba in una borsa e non dimenticare nulla!"
 
Sono perplesso da ciò che sta accadendo: Andrè ha diviso la stessa casa con mia figlia dunque a serve che adesso vada in un osteria!?
 
Con tono grave e alto dico: "André aspetta!"
"Si Signore! Ditemi!!"
Lo guardo severamente e dico: "E' inutile che tu vada a dormire in una squallida locanda, visto che hai sempre vissuto nella stessa casa di mia figlia e da quanto ho capito hai continuato a farlo. Resterai qui!"
"Uh, grazie Signore. Allora.....mi sistemo di sotto ...... " Rispondo tranquillo.
 
Certo che il generale è ben strano.
 
 
André ha appena detto che si sistemerà di sotto, quindi ... quindi ha diviso la stanza di Oscar!?
 
 
 
"Eh... Signore io ..... ecco .... non è come pensate ..... io ..... e Oscar ...... cioè, le mie cose erano in una stanza, ma ora le ho spostate per ..... per ..... ecco, lasciare la stanza a mia nonna....che sarà stanca per il viaggio!" Rispondo imbarazzato, cercando di sembrare credibile.
 
 
Sono imbarazzata, ma perché mio padre fa di tutto per mettere in imbarazzo André!?
 
“Si ... certo ... ho inteso perfettamente!" osservo mia figlia e continuo: “Oscar, intendo continuare a fare crescere il patrimonio di famiglia, dovremo trovare modo di investirne una parte in qualche attività che renda. Uhm ... anzi, se hai idee in proposito ti ascolterò ben volentieri"
"Io? ... Veramente ...Padre, scusatemi se Vi interrompo ma vorrei avere notizie della regina Maria Antonietta."
"Si, certo Oscar. La situazione a Parigi è difficile. I sovrani sono stati trasferiti in città con la forza. Il popolo ha preso il sopravvento, senza rispettare più l'autorità costituita! Molti nobili, come noi, stanno lasciando la Francia. Forse anche i sovrani dovranno fuggire ..... "
"Se le loro maestà non dovessero collaborare con l'Assemblea Nazionale, rischiano di essere esiliati."
"Considerata l'attuale situazione ..... forse sarebbe un bene. Poi potrebbero organizzare un esercito e riprendersi il potere. Vedremo Oscar, io resto un fedele della corona!"
"Padre, il palazzo Jarjayes è disabitato?"
"Si, non ho avuto altra scelta. E poi .... Oscar ..... il palazzo è stato assalito dopo la tua partenza. Non era più un posto sicuro. Anche molti servitori ci hanno abbandonati per unirsi ai rivoluzionari ..... abbandonarlo era l'unica soluzione, anche se me ne dispiaccio ogni momento."
"Vi comprendo. Padre, spero che le mie sorelle si siano allontanate da Parigi."
"Si .... sono partite tutte, per fortuna. Ma io e tua madre abbiamo deciso di raggiungere te, che sei il mio erede!"
Annuisco. André mi si avvicina e con tono gentile, sussurra: "Oscar, è tempo che il Generale e Madame si sistemino nelle loro stanze, riguardo te, hai bisogno di riposare, dimentichi che sei convalescente."
"Si, lo so Andrè. In effetti si è fatto tardi. A domani Madre, Padre. Spero che la stanza sia  soddisfacente, non ha nulla di quella di palazzo Jarjayes."
"Non preoccuparti! Tuo padre ed io staremo a nostro agio. Vieni Augustin, anch'io sono stanca! Con permesso."
"Certo, andiamo cara. A domani figlia mia, Nanny. In quanto a te Andrè,  grazie per tutto quello che stai facendo."Poi mi volto senza attendere risposta, prendo una mano di mia moglie e piano raggiungiamo la nostra stanza.
"Buona notte Signore ... Madame!"
"Mi ritiro anche io, buona notte bambini miei!" Poso una carezza sul viso di Oscar ed una su quello di mio nipote, poi sorrido e mi ritiro. 
 
 
Oscar ed io rimaniamo soli, sussurro appena: "Io non so cosa fare ... dovrei alloggiare in un’altra stanza tutto solo  ma ..."
"Ma io non intendo certo dormire da sola! Fa freddo .... non vorrai lasciarmi entrare in quel letto da sola, spero!"Rispondo sorridendo impertinente.
Con i pollici accarezzo il viso della mia amata Oscar e sussurro: "Sai bene che mi piace scaldarti, ma ..." afferro la sua mano e la porto con me nella nostra camera e chiudo la porta a chiave. "Scccc ... nessuno ci ha visti e nessuno sa!" l'abbraccio e la bacio . "Vieni! Voglio che riposi, domani sarà una giornata faticosa!"
"André dimentichi che di sotto ci sono Alain e Gerard!"
"Vado di sotto, tu intanto vai in camera nostra, e aspettami sveglia, desidero scaldarti!"
 
 
 
"Alain, non mi sembra vero che la nostra vita sia cambiata così! E pensare che solo quattro mesi fa indossavamo la divisa dell'esercito francese, adesso invece lavoriamo in una fabbrica di vetro!"
"Già! ... Gerard, sinceramente sono contento di aver lasciato non solo la divisa ma anche la Francia ... e poi le notizie che giungono non mi piacciono affatto. Anche il Generale ha lasciato il paese e ha portato in salvo la moglie e Nanny. A proposito Gerard, chissà come si usa tra i nobili?!"
"Come si usa cosa?!"Domando perplesso, cosa mai avrà in mente ore il mio amico?
"Beh ... si, insomma ... il Comandante e André non sono ancora sposati eppure vivono insieme. Chissà cosa dirà il Generale quando se ne renderà conto!?"
Sento le voci dei miei amici, li raggiungo e rispondo: " Inizialmente voleva che andassi a dormire in una locanda, ovviamente!!"
"Cosa?! Dici davvero? Ih ih ... Se vuoi, sono di strada."
"No, grazie. Oscar vuole che resti qui e poi ho detto inizialmente."
"Ah beh ... se rimani qui! ...Possibile che il Generale non capisca che sono mesi che vivi sotto lo stesso tetto di sua figlia e per giunta se non ti fossi preso cura di lei, sarebbe già morta?!"
"Credo che lo abbia capito. Ma vuole salvare le apparenze! È fatto così...."
"Si, ma allora perché rimani qui? E se ti scopre uscire dalla sua stanza?! Non ti sentiresti a disagio?"
"Cercherò di non farmi scoprire, stai tranquillo! E comunque Oscar non vuole che dorma altrove, quindi non ho scelta!"
“Bene, come vuoi! Gerard si è fatto tardi, è ora di andare.”
"buona notte amici!"
 
Vedo i miei amici lasciare la mia casa, poi guardo minuziosamente tutto il restante bagaglio non ancora sistemato dalla servitù. Osservo in un angolo del salone qualcosa di ingombrante rigorosamente coperto da delle lenzuola, sussurro: “Ma che strano … chissà cos’è?” lo tocco, mi rendo conto che è un quadro, lo scopro, rimango esterrefatto e felice. “Ma è la tela di Oscar! … Quella ritratta a cavallo: Marte il dio della guerra. Com’è bella la mia Oscar! … Il Generale ha voluto portarla con sé. Credo che Oscar ne sarà molto felice!”  
 
Salgo rapidamente la scalinata per raggiungere la camera della mia Oscar, percorro silenziosamente il corridoio assicurandomi che nessuno mi veda, entro in punta di piedi, chiudo piano la porta e girola chiave. Sussurro: “Oscar dove sei?”
“Dietro al paravento! Rispondo andandogli incontro.
“Hai indossato la camicia! Su mettiti a letto che ti raggiungo in un attimo.” Dico preparandomi per la notte.
 
 
Mi metto a letto, poco dopo mi raggiunge André, mi si avvicina, mi stringe a lui, mi bacia, mi abbandono al suo bacio.
 
“Oscar hai freddo?”
“Non più … sto bene.”Rispondo un poco imbarazzata, l’idea che al di là del muro ci siano i miei genitori …… e dall’altro lato Nanny …. Non mi rassicura affatto!
Poso un piccolo bacio sulla sua nuca. “Sono così felice!”
“Io molto di più André!” rispondo guardandolo negli occhi. “Ti amo più della mia vita …”
“Lo so!” non aspetto che sia lui, lo bacio, sento le sue carezze sul mio corpo, mi abbandono, mi perdo in lui…
 
 
 
 
Alain ed io percorriamo la strada lungo il canale, dico: "Alain, è da quando abbiamo lasciato la casa del Comandante che sei silenzioso, forse stai male perché tra non molto sposerà André?"
"Tu conosci i miei sentimenti per lei, sai che l'amo sin da quando ho imparato a conoscerla ... ma lei ama André ed io non ho alcuna speranza!"
“Già ... infatti comincio davvero a preoccuparmi per te! ... Da quando ci siamo trasferiti, non sei entrato nemmeno una volta in un bordello."
“Le donne non mi interessano più … io amo lei.”
“Una donna che appartiene a un altro uomo. Alain, a breve il Comandante si sposerà, cosa intendi fare della tua vita?”
“Debbo dimenticarla Gerard … anche se non sarà facile! … E pensare che una volta ho detto ad André, che è una donna da ammirare e non da amare! … Che strana la vita!”
 
Percorriamo in silenzio l’ultimo tratto di strada, entriamo nella nostra piccola abitazione e ci mettiamo a letto, nell’unica stanza che la compone. Non abbiamo voluto trasferirci a casa del comandante per non dare troppo lavoro a Belle ….. e non disturbare Andrè. Il Comandante è stata malata a lungo ed aveva bisogno di tranquillità.
 
 "E Belle? Possibile che tu non ti seta attratto da lei? Eppure ci esci insieme e hai impedito che il panettiere la corteggiasse."
 "Si si .... però.....è....giovane!!"
"Ah ah ah ... E' giovane ma ti piace, non negarlo!"
"Però......è giovane!"
"Ormai ha compiuto diciassette anni, ha l'età per prendere marito."
"Si .... ma ..... è così......giovane! Troppo giovane .... io ho ..... qualche anno in più....."
"Ma ti piace! Ascolta Alain, è meglio che ti metta l'anima in pace, tanto con il Comandante non combinerai mai niente invece con Belle, lei si che ti aspetta a braccia aperte! Ih ih ..." Rido colpendolo con una gomitata.
 "Ohhhh....smettila subito e dormi!!!" Sbuffo stanco di essere canzonato.
"Ah ah ah ... pensa al calore che potrebbe darti Belle! Ah ahah ..."
Mi sento in imbarazzo, il discorso di Gerard è intollerabile!
"Ah ah ah .... una ragazza tanto bella e sopratutto così ingenua dove la troveresti!" osservo Alain è confuso. "Ah ah ah ... e non fare quella faccia, sposati!"
 "Dannazione! Ti diverti vero?"
"No. Voglio solo che ti dia una bella svegliata! Belle ti piace, tu piacia lei e tanti auguri! Ah ahah ..."
Afferro il cuscino, glielo lancio e dico furioso. "Piantala idiota!"
"Ah ah ah ... Mi hai convinto, ti lascio in pace ma non sognare Belle, sai, potrebbe farti molto male, visto che sono mesi che non vai con una donna! Ah ahah ..."
"Idiota!"

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Capitolo 17
*** Io e te insieme per sempre ***


Io e te insieme per sempre
 
Siamo riuniti nella sala da pranzo per la colazione, mio padre occupa il posto d’onore, mia madre è alla sua destra, io e Andrè siamo seduti l’uno accanto all’altro, anche la nonna è con noi.
 
Mio padre dice: “André, come va la tua vista?”
“Ecco Signore, il dottore che sta curando Oscar mi ha presentato a un suo collega, è uno specialista della vista …”
“Cosa ti ha detto?”
“Ma Voi come …”
“Come ho fatto ad accorgermi che tu avevi problemi?! … Dimentichi che sono un soldato? A me non sfugge nulla! … Mi sono accorto che non vedevi bene quel giorno che ci siamo salutati nelle scuderie, mi avevi confuso con Oscar …”
“Si, è vero!”
“Allora, dimmi cosa ti ha detto lo specialista?”
“Per un certo periodo mi ha bendato l’occhio e poi mi ha fatto impacchi di unguenti ma alla fine mi ha detto che se la vista mi si era abbassata è stato a causa della stanchezza e la vita in caserma non aveva fatto altro che peggiorare una situazione già compromessa.”
“Uhm … quindi è un problema risolvibile!”
“Sissignore! Da quando siamo arrivati qui, la mia vista è decisamente migliorata.”
Marguerite sussurra commossa: “Sono contenta! “
Vedo le lacrime rigare il volto di mia madre, abbasso il capo, poi sento la sua voce: “Oscar, oggi pomeriggio andremo dalla sarta, dovrai scegliere il tuo abito da sposa! .. Ovviamente André, dovrai accompagnarci visto che anche lo sposo ha bisogno di un abito adatto all’occasione … e anche tu, Nanny! ”
“Grazie Madame!” Risponde mia nonna.
“Nanny, sono davvero contenta di preparare le nozze della mia ultima figlia!”
Sento la voce decisa di mio padre: “Si approssima il Natale e con esso il tuo genetliaco. Oscar, propongo che ti sposi il giorno del tuo compleanno!”
“Il giorno del mio compleanno!?”
Vedo il volto di André illuminarsi e ribatte: “Sarebbe bellissimo sposarsi quel giorno e poi è la vigilia di natale!”
Mio padre continua: “Stamattina ho mandato le missive alle tue sorelle per informale che ti sposi.”
“Ecco io …”
“Forse non ti fa piacere?”
“Si, certo che si …”
“Bene, tua madre e Nanny si occuperanno dei preparativi , dovete decidere in quale chiesa celebrare le nozze ma … credo che la Basilica di San Marco sia perfetta per  le tue nozze.”
“Cosa?”
“Forse non ti piace? … La conosco, ci sono stato in gioventù quando tua madre ed io eravamo da poco sposati. La Cattedrale di San Marco è molto bella e poi il campanile … si, è adatta al mio erede! A proposito Oscar … da palazzo Jarjayes ho portato diversi ritratti che riguardano la nostra famiglia tra cui il tuo …”
“Il mio!?” domando stupita.
“Si, il tuo … l’unico che ti ritrae nelle sembianze del dio della guerra: Marte. ”
“Oh ma … grazie Padre!” Rispondo in un sussurro.
Vedo André illuminarsi, mi prende la mano sotto il tavolo e sussurra: “Credo che sul camino andrà benissimo!”
“Come desideri … Andrè.”
 
 
Il resto della giornata trascorre lento, mia madre e Nanny mi hanno trascinata dalla modista, alla ricerca di un abito adatto a me. Non troppo largo, non troppo sfarzoso. Elegante e sobrio, che non mi costringa il petto, come ha ordinato il dottore. Poi siamo stati alla Basilica di San Marco per organizzare la cerimonia, mio padre ha insistito per parlare con l’arciprete, vuole che la cerimonia sia qui. Si è intestardito ed alla fine a me importa solo sposare il mio Andrè.
 
 
 
E’ sera, André ed io siamo nelle scuderie. André ha prima sellato César poi Alexander, mi guarda e domanda: “Perché sei silenziosa?”
“Sto pensando a mio padre …”
“Riguardo a cosa?”
“Vuole che ci sposiamo nella Basilica di San Marco …”
“Invece tu avresti voluto una semplice cerimonia in una piccola chiesetta.”
“Già … invece …”
“Invece tuo padre vuole che il suo erede abbia un matrimonio come si conviene.”
“Non scherzare André!”
“Ma io non sto scherzando!” dico avvicinandomi. L’abbraccio, le poso un piccolo bacio e sussurro: “A me non importa dove e quando … l’importante è che tu diventi mia moglie.”
“E tu mio marito!” sorrido. “Forza André! Andiamo! Voglio andare in città e bere qualcosa.”
“Come ai vecchi tempi?”
“Si, come ai vecchi tempi! Ah ahah …”
 
 
André ed io montiamo a cavallo e andiamo al galoppo fino a raggiungere la città.
 
Portiamo i cavalli al trotto, ci guardiamo intorno, leggo l’insegna: “L’antica locanda”
André arresta il cavallo e dice: “Che ne dici di fermarci qui?”
Arresto l’andatura del mio cavallo e rispondo: “L’importante è che abbiano del buon vino, non vorrei tornare a casa ubriaca! Ah ahah …”
“Beh … in tal caso potremmo prendere una stanza, non ti pare?”
“Ma cosa dici André?! Dimentichi che in questo momento non indosso gli abiti da dama, penserebbero che … che …”
“Oscar, spero che un giorno tu indossi un bel vestito da donna e …”
“Per fare cosa?”
“Per passeggiare mano nella mano lungo il Canal Grande!”
“Mano nella mano?! Se mai al tuo braccio, proprio come fanno i gentiluomini e le vere dame! Ah ahah ..”
Sorrido sornione, sussurro: “Prendimi pure in giro, tanto io ci spero.” Rispondo scendendo da cavallo.
 
Scendo anche io da cavallo e facciamo il nostro ingresso nella locanda, l’oste ci viene incontro, sorride e dice: “Benvenuti nella mia locanda, Signori! … Prego accomodatevi!”
“Grazie!” Rispondiamo quasi in coro.
André chiede: “Vogliano un tavolo!”
“Ma certo Signore!”
Sentiamo alle nostre spalle una voce familiare, è Giuseppe Zanon, il direttore della banca: “Niente affatto, sarete miei ospiti! Prego, accomodatevi al mio tavolo con i miei amici!”
André ed io ci scambiamo uno sguardo fugace, non possiamo evitare di unirci a loro.
“Prego Conte Jarjayes, Signor Grandièr accomodatevi!” Dico felice facendo cenno di prendere posto.
 
André ed io ci sediamo al tavolo, Zanon ordina all’oste: “Il Conte ed il suo amico sono miei ospiti, portate il miglior vino che avete nelle vostre cantine!”
“Sissignor Zanon!” Rispondo allontanandomi allegro.
 
Zanon ci presenta ai suoi amici. “Conte Vi presento i miei amici, loro sono i miei soci, finanziatori della mia banca.”
“Molto lieta!” Rispondo porgendo la mano per una stretta di mano poi lo fa anche André.
Uno di loro domanda: “E così siete Voi il celeberrimo Conte Jarjayes che ha acquistato la villa dei Zanon!?”
Oscar sussurra sotto voce: “Addirittura celeberrimo?!”
Il secondo dice: “Non potete negare che avete acquisito un certo rilievo qui a Venezia?!”
Zanon continua: “Conte, spero che diventiate cliente della mia banca.”
Sorriso e ribatto: “Vedo che non conoscete i mezzi termini Monsieur Zanon.”
“Ih ihih … Effettivamente! … Gli affari sono affari Conte!”
“Si, certo! Comunque nei prossimi giorni mio padre ed io verremo in banca.”
“Oh bene, bene! Quindi anche Vostro padre si è trasferito a Venezia!”
 
Intanto l’oste ci serve il vino. “E’ il migliore della casa, sono sicuro che lo gradirete!” dice allegro mentre  si allontana.
 
Zanon solleva il bicchiere e dice: “Conte, ho saputo che presto Vi sposerete, spero di essere invitato!”
La richiesta di Zanon mi mette in imbarazzo, poi sussurro: “Ma certo!”
André continua: “Oscar ed io saremo lieti di avervi come ospiti, il matrimonio si celebrerà la Vigilia di Natale.
“Ma che magnifica idea! Grazie Conte, per noi sarà un vero piacere dividere con Voi un momento tanto importante!” dico bevendo l’ultimo bicchiere. Poi mi alzo guardo i miei soci e dico: “Amici, si è fatto tardi, meglio andare!”
 
Zanon continua: “Conte assaggiate!”
 "Si si ... assaggio ......" Poi afferro un bicchiere, faccio per bere ma sento una mano calda, più grande della mia, appoggiarsi e trattenermi.
"Oscar ..... è proprio il caso?"
Sento la voce calda di Andrè, una carezza per me.
Lo guardo e rispondo: "Si, hai ragione!" Poso il bicchiere.
Sorrido, la mia Oscar, così dolce ed avventata. Poso una mano sulla sua guancia in una leggera carezza.
 Zanon si alza con i suoi amici e dici: "Bene, per noi si è fatto tardi. Scusateci!"
 "Si certo, buona notte allora!" Rispondo sorridendo mentre sento lo sguardo di Andrè addosso, dolce, una carezza.
Vedo  Zanon e gli altri allontanarsi, stringo ancora la mano della mia Oscar e sussurro: "Sarebbe meraviglioso se questa notte  ci fermassimo qui, che ne pensi?"
 "Si ..... però .... non credi che a casa si preoccuperebbero? Non vorrei fare preoccupare tutti ....."
"Hai ragione, dobbiamo resistere. Ormai mancano poche settimane al nostro matrimonio."
"Resistere ...... insomma ..... non è che dobbiamo vivere in castità per le prossime settimane ........ basterà fare ..... attenzione" Rispondo sorridendo.
Mi perdo nel suo sguardo dolce e mormoro: "Faremo molta attenzione, anche se ti vorrei con me ogni notte."
Sorrido, la dolcezza e la forza di Andrè mi scaldano.
"Su forza, andiamo".
Ci alziamo, Andrè mi sistema la mantella sulle spalle, usciamo fuori dal locale e dei piccoli fiocchi bianchi cadono dal cielo, leggeri, come tante piume.
"Andrè .... nevica, a Venezia!" Allungo una mano ed un fiocco si posa sul palmo. Sorrido felice, è tutto così .... perfetto.
"Tu sei perfetta ... mia adorata Oscar."
 
 
 
 Sono in piedi dietro la vetrata della finestra, vedo scendere la neve copiosa. Nelle mani stringo la mia pipa, una bocca, un'altra e un'altra ancora. Penso a Parigi ormai lontana, a Oscar che a breve convolerà  a nozze con André. Mai avrei immaginato che quel ragazzino timido, dolce e così a modo un giorno sarebbe diventato il marito di Oscar! .... Guardo oltre la finestra, vedo dapprima due figure all'orizzonte diventare sempre più nitide, sono loro. Li guardo compiaciuti poi mi siedo alla poltroncina accanto alla finestra e finisco il tabacco nella mia pipa.
 
 
Sistemiamo i cavalli nella scuderia, diamo loro acqua e fieno, chiudiamo la porta per mantenere caldo l'ambiente ed entriamo in casa. Togliamo i mantelli, li scrolliamo dalla neve e raggiungiamo il salottino per scaldarci davanti al camino.
 
Sento i loro passi, alzo lo sguardo dalla pipa, li vedo arrivare.
 "Coff coff .... "
Sentiamo un tossire mentre entriamo abbracciati stretti, ci voltiamo e vediamo mio padre seduto che ci scruta severamente.
"Buona sera Signor Generale!" saluto mentre mi sciolgo imbarazzato dall'abbraccio di Oscar.
 "Buonasera......" osservo I miei due ragazzi severamente, "È un po' tardi, non trovate? E nevica...."
Rimango basita per le parole di mio padre: mai ci ha fatto un appunto sull'ora del rientro.
"E tu Oscar....devi avere riguardo! Guarda, sei tutta infreddolita....ed hai i capelli umidi!!"
"Ecco io ..."
"Tu ora vai in camera tua, ti cambi e ti metti al caldo!!"
Mi avvicino al camino per scaldarmi le mani, sorrido e sussurro: "Scusatemi, ma non Vi credevo così premuroso!"
 "Ed io non credevo che André non si occupasse di te!! Insomma....Sei ancora convalescente!!" L'atteggiamento del generale mi mette in imbarazzo, mormoro: "Avete ragione Signore! Anche se Oscar sta meglio deve riguardarsi."
"Bene, quindi ora puoi ritirarti nella tua stanza!
Guardo mio padre, sorrido e con atteggiamento sornione ribatto: "Ho capito, volete rimanere da solo con Andrè, se è questo che volete, vi lascio. Buona notte Padre! ... Buona notte Andrè!" Dico mentre mi allontano.
 
 
Sento lo sguardo del generale addosso, mi osserva come fossi un nemico, sembra che mi stia studiando. Inizio a preoccuparmi, quello sguardo freddo, quegli occhi che potrebbero uccidere. Mi sento preoccupato, non vorrei che il generale avesse cambiato idea ....
"Bene Andrè, ora veniamo a noi". Sento la voce decisa ed autoritaria del generale, quest’uomo è imprevedibile, non vorrei che avesse cambiato idea e avesse riconsiderato la questione matrimonio e il fatto che Oscar sia una donna.
Mi avvicino lentamente e domando: "Signore cosa succede?"
 "Siediti, e parliamo da uomo a uomo"
Mi siedo timidamente, dall'alto guardo il Generale, sussurro: "Vi ascolto Signore ..."
 "Andrè .... tu .... tu ami mia figlia?"
Sorrido appena e rispondo: "Più della mia stessa vita!"Faccio un sospiro, ha detto figlia quindi almeno il punto non è in discussione.
"Bene, me ne compiaccio. Ma tu sai che ..... come dire ..... l'amore è anche .... desiderio ....."
"Ma ... non capisco, Signore ..."
"Certo che capisci! Andrè ... io sono un uomo per bene, rispettato e rispettabile. Ed esigo che anche i miei famigliari lo siano"
"Lo so Signore."
 "Ecco, quindi comprenderai bene che tu devi attendere il matrimonio per dividere il letto con mia figlia. Già non si è mai visto che due fidanzati vivano sotto lo stesso tetto .... ma dividere il letto no, questo sarebbe davvero troppo. Sono stato chiaro Andrè?!"
Sono imbarazzato per il discorso del Generale, sussurro appena: "Signore, non è mia intenzione mancarVi di rispetto e soprattutto non voglio turbare Oscar." mi alzo e continuo: "State tranquillo Generale, Vi prometto che non accadrà."
"Ecco, meglio così Andrè. Ed ora, puoi ritirarti anche tu ..... a domani" Rispondo serio mentre prendo la mia pipa tra le mani.
“A domani Signore!" Rispondo mesto mentre mi allontano.
 
Che imbarazzo. Ho avuto l'impressione che mi leggesse nel pensiero.
 
Osservo Andrè, attendo che si allontani e raggiunga gli alloggi del piano terreno, poi mi alzo, salgo le scale, passo davanti alla stanzadi mia figlia, mi fermo un attimo, penso a quanto sia bella, forte e simile a me. Sospiro al pensiero di cosa avrà passato, decido di proseguire e raggiungere mia moglie nella nostra stanza.
 
 
Sono nella mia stanza, ho l'impressione di ascoltare ancora la voce del Generale, certo che mi ha messo a disagio! ... Non si è mai preoccupato di me e Oscar come coppia, mi ha sempre accordato la sua fiducia ... almeno credo ... invece adesso che sono il suo promesso sposo mi tratta in maniera diversa.
 
 
Entro nella nostra stanza, spalanco la porta e vedo Marguerite attendermi seduta davanti alla specchiera, mentre si spazzola i capelli. Mi lascio cadere su una poltrona, la vedo voltarsi sorridente.
"Augustin, cosa ti angustia così tanto?"
Sbottono la giacca e rispondo: "Ho detto ad André di rispettare mia figlia."
"Era proprio necessario?"Sento la voce melodiosa di mia moglie, una punta di ironia nelle sue parole.
"Certo! Il medesimo discorso l'ho fatto agli altri generi e André non è diverso dagli altri."
"Si certo, ma Andrè .... oh, non importa. Però ricorda che lui si è preso cura di nostra figlia, si è occupato di lei da sempre ed in questo ultimo periodo in maniera particolare. Sai, se avessimo avuto un figlio, avrei voluto che fosse come lui"
"Considero André come se fosse mio figlio... gli sarò sempre grato di essersi preso cura di Oscar! ... E poi questo è stato il motivo per cui l'affiancai sin da bambino. Volevo che Oscar imparasse a comportarsi come un uomo e che André la proteggessi da ogni pericolo e soprattutto che le impedisse di commettere pazzie."
"E allora perchè gli hai detto di rispettare nostra figlia? Io sono certa che si amino ...... e non credo proprio che sia il caso di ricordare loro certe cose. In fondo, siamo loro ospiti!"
"Anche se siamo suoi ospiti, sono suo padre e come tale mi comporto!"
 "Come desideri, caro", Mi alzo dalla poltrona, raggiungo il letto, sposto le coperte e mi sistemo. "Certo che fa davvero freddo! Su, vieni qui, in due il letto è molto più caldo"
 " ... Uhm ... devo ancora cambiarmi. Farò in un attimo!"
 
 
 
 
 
Mancano pochi giorni al matrimonio, mio fratello ha promesso di raggiungerci, spero che arrivi in tempo.
Sono seduta nel salottino del piano terreno, il caminetto è acceso, l'ambiente è caldo. Mio marito e Andrè sono usciti, Augustin vuole conoscere il banchiere da cui Oscar ha acquistato la casa. Nanny ha appena portato due tazze di cioccolata calda, una per me ed una per Oscar, quando dalla finestra vedo una gondola fermarsi nella calle, nell'attracco della nostra dimora.
 Chiara ed io siamo sulla gongola, il gondoliere attracca, ci aiuta a scendere. Porgo la mano a mia moglie e dico: "Fa attenzione cara."
"Si, certo. Chissà come starà tua nipote! Nell'ultima lettera che ci ha mandato, assieme al suo indirizzo, ha detto ben poco di se.”
 "Oscar è una donna di poche parole ma sono sicuro che starà meglio."
"Si, hai ragione. Su, bussiamo così lo scopriremo!", rispondo mentre vedo il gondoliere scaricare i  nostri bagagli. "Certo che Venezia è davvero un città affascinante!"
"Appena ci saremo sistemati, voglio fare un giro per la città!"
“Certo! Sarà un vero piacere accompagnarti!" Rispondo mentre vedo la porta spalancarsi e mia sorella accogliermi con un gran sorriso.
"Chiara, Fabrice! Benvenuti!!"
 "Marguerite cara!" Esclamo mentre abbraccio felice mia cognata.
 Raggiungo mia madre all'ingresso, la vedo mentre abbraccia lo zio.
"Benvenuti!"
 Osservo mia nipote, rispondo allegro: "Oscar che gioia rivederti! ... Noto con immensa gioia che stai bene!"
"Si, sto molto meglio, grazie Zio" Rispondo felice anche seun poco imbarazzata, non gradisco molto parlare di me.
"Oscar, non vedo André! ... Marguerite, dov'è Augustin?"
 "Sono usciti, ma credo che torneranno tra non molto, ma ora entrate! Fa davvero freddo qui fuori! Su, forza ..... e per i bagagli ..... Belle, puoi occupartene tu, magari chiedendo aiuto anche alla cuoca?"
 "Sono tanti, dovrò chiedere aiuto. Vado a chiamare la servitù, con permesso!" Rispondo correndo via.
"Non correre così!! Belle, potresti inciampare!" Mi volto verso mio fratello ed aggiungo: "Per ora abbiamo poco personale e quella ragazzina è un vero terremoto! E' bravissima, si presta a fare qualsiasi cosa ma ..... ogni tanto ho paura che cada, talmente corre veloce"
"E' la gioventù, mia cara sorella! Ah ah ah ..."
"Ma ora entriamo! Su, tutti al caldo" Rispondo sorridendo, mentre rientro in casa seguita da mio fratello e mia cognata.
 Raggiungiamo il salottino, vedo mia cognata fermarsi davanti al caminetto e scaldarsi. In effetti lì fuori fa un gran freddo.
"Avete fatto un buon viaggio?"
 "Non proprio! ... Il cocchiere è stato poco bene e siamo stati costretti a fermarci svariate volte. Per fortuna nulla di grave."
"L'importate è che siate qui .... in tempo per le nozze di Oscar! Mancano solo pochi giorni! Sono davvero felice" Rispondo allegra mentre Oscar sorride un poco imbarazzata. Parlare di lei la mette sempre un po' a disagio.
Nanny ribatte: "Madame Marguerite ha fatto preparare la Vostra camera e riguardo al Vostro cocchiere alloggerà nel piano di sotto."
"Grazie mille! Se non vi dispiace, andrei di sopra a cambiarmi, ho tutti gli abiti umidi!"
 "Venite con me, Vi accompagno."
Osservo mia cognata e mio fratello seguire Nanny, mi siedo su un divanetto, faccio segno a mia figlia di fare altrettanto ed aggiungo: "Sono davvero felice che siano arrivati in tempo, Oscar. Vedrai, sarà una giornata bellissima!"
"Madre, sono felice di sposare André, il resto non mi importa."Osservo mia figlia, indossa abiti maschili, semplici ma di buona fattura. Siede dritta, appena appoggiata allo schienale, ha le gote un poco rosse, come sempre quando si trattano certi argomenti.
"Sono felice anche io .... soprattutto di poterti vedere sposa ..... solo pochi mesi fa non avrei creduto che fosse possibile!" Sono commossa, sento una lacrima scendere su una guancia e rigarmi il viso. Allungo le mani e stringo tra le mie quelle di Oscar. "Oscar, figlia mia ..... sniff...."
"Madre ...."
 
 
Il Generale ed io facciamo irruzione nel salone, dico: "Fuori le scuderie abbiamo visto la carrozza con lo stemma dei conti Laborde."
Mi volto non appena sento la presenza di Andrè, vedo al suo fianco mio padre. "Si, sono arrivati da poco.”
"Mi fa piacere ... Oscar, i tuoi zii potrebbero essere gli altri due testimoni, cosa ne pensi?"
 "Certo!! Ne avevamo appunto già parlato .... quando siamo stati loro ospiti. Sono felice che siano giunti per tempo!"
 Mi avvicino alla mia fidanzata, prendo la sua mano e continuo: "Hai fatto la prova del tuo abito da sposa?"
"Si, certo. Anche se l'idea di sposarti con indosso un bel completo maschile ..... mi attira molto!"
 Sento tossire mio padre: "Coff ... coff ... non mi sembra il caso! Dovrai entrare nella cattedrale con me e due uomini non entrano in chiesa al braccio!"
 Alzo gli occhi al cielo, un poco scocciata. "Lo so ..... ma non è per questo motivo che indosserò un abito femminile. Sapete bene che a me non importerebbe nulla delle critiche", poi mi volto verso Andrè ed aggiungo: "Lo farò solo per te, ma sappi che sarà l'ultima occasione in cui indosserò quelle trappole! Ne ho avuto abbastanza durante il viaggio .... io non sono e non sarò mai una damina per bene"
Sorrido e sussurro: "Lo so, ed io ti voglio così come sei ... non voglio che tu cambi."
"Anche io ..... ti voglio come sei ...... "
Vedo mio padre imbarazzato, abbasso lo sguardo, lui mi dice: "Domani verranno gli addetti per allestire la sala centrale della villa. Ogni dettaglio dovrà essere curato alla perfezione."
"Si, certo però .... io vorrei una cosa semplice, senza formalità .... una cosa in famiglia"
"Lo sarà. Ma la festa che daremo alla villa dovrà essere impeccabile e poi André mi ha detto che tra i pochi ospiti che avrete, ci saranno i dirigenti della banca."
"Si ..... certo, ma io voglio una cosa sobria, nulla a che vedere con le feste relative ai matrimoni delle mie sorelle"
"Saremo in pochi, le tue sorelle non faranno in tempo ad intervenire”
 "Meglio così! Ora se volete scusarmi, vorrei riposare un poco prima di cena"
"Uhm ... va pure!"
Mi alzo, lascio il salotto e mi allontano su per le scale.
 
"Se permettete Signore, vorrei raggiungere Oscar ......" Domando imbarazzato sperando che il generale non si alteri.
".... Si ... vai ..."
"Grazie Signore ....."
Vedo André correre dietro a Oscar, Marguerite mi si avvicina e dice: "Su, cosa c'è? Infondo André sin da piccolo è sempre entrato in camera di Oscar!"
Sbuffo indispettito, sospiro ed aggiungo: "Allora non erano fidanzati ......"
 "Se ci pensi, era ancora peggio!"
"Uhm .... in che senso? Erano solo dei bambini!"
 Mi avvicino ancora di più a mio marito, lo guardo negli occhi e dico: "Ti ricordo che André non è entrato in camera di nostra figlia solo da bambino ma anche da adulto! Augustin rilassati! ... Ormai mancano pochi giorni alla loro unione."
Seguo Marguerite, raggiungiamo la nostra stanza ed entriamo.
"Unione unione ...... Marguerite ..... sono stanco di fare finta di non vedere ..... insomma ...... quei due ormai .... hanno già celebrato quello che non avrebbero dovuto celebrare! Ecco, ora l'ho detto ...."sbuffo indispettito, va bene, hanno superato i trent’anni, va bene anche il fatto che io abbia creduto Oscar un maschio, va bene che tutti i maschi fanno certe esperienze prima di convolare a nozze …. Ma Oscar è mia figlia, femmina. Uff …..
 "E con questo?! Hanno superato da un po' i trent’anni."
"Si certo .... ma questo non vuole dire che ..... che ..... oh insomma, per certe cose si attende il matrimonio!!"
Mi sfilo rapido i vestiti e mi butto sotto alle coperte, sbuffando.
"Marguerite......è mia figlia, capisci? Figlia!!"
Guardo sorpresa mio marito e ribatto: "Sono felice che tu abbia finalmente capito che Oscar in realtà è una donna!" mi infilo nel letto e concludo: "Domani, Nanny ed io dovremo fare l'ultima prova dei nostri abiti, il tuo invece è pronto. Lo consegneranno insieme a quello di André. Debbo ammettere che l'abito dello sposo è venuto davvero bene! Buona notte Augustin!"
"Buona notte Marguerite....sgrunt"
 
 
 
 
Sono dietro la porta di Oscar, con tocco delicato busso e sussurro un poco preoccupato: "Oscar, stai bene?"
 Sento bussare, la voce di André. "Vieni, entra pure!"
Vedo la mia Oscar pettinarsi i capelli ma appena mi vede arrivare, posa la spazzola.
          
"Oscar sono venuto per chiederti come stai!? Stasera credo che ti sia stancata moltissimo e sei piuttosto pallida."
"Sto benissimo, stai tranquillo!! Domani finalmente saremo marito e moglie ..... sono felice, André!!" Rispondo avvicinandomi a lui e posando le mie labbra sulle sue.
Abbraccio per i fianchi  la mia Oscar con una stretta dolce ma decisa, sussurro sulle sue labbra: "Ti amo tanto, sei la mia vita!"
"Anche io Andrè ...ti amo .... senza di te .... io ...... sai, ci ho messo molto per capirlo ma tu sei l'altra metà della via vita" Rispondo imbarazzata.
La stringo a me, affondo il viso tra i suoi capelli, sussurro: "Amore ... amore mio!" La bacio ancora con dolcezza, con passione ....
 
 
 
Un mese dopo
 
 
 
"Alain, sono davvero felice per te!"
"Ti riferisci a Belle?"
"E chi se no? ... Finalmente hai capito che è la donna adatta a te!"
"Donna dici? E' una ragazzina!"
"Ih ih .... Una ragazzina che ti ha fatto dimenticare il Comandante."
"Ti prego non riaprire quest'argomento! .... Con molto dolore ho compreso che quel sentimento mi avrebbe solo portato alla distruzione. Non mi capirai mai, ma io sono stato malissimo."
"Lo so Alain. Conosco la tua sofferenza ... comunque Belle è stata molto convincente! Ih ih .... A quando le nozze?"
"Nozze? Dico, ma tu sei tutto matto!"
"Come?!!! Vuoi dirmi che hai solo intenzione di divertirti con quella ragazza? Ma non ti vergogni?"
 "Divertirmi? Ma sei forse matto? No davvero, Gerard, tu hai qualche serio problema, lasciamelo dire!"
"Ma non hai appena detto che Belle ti piace e ti ha fatto dimenticare il Comandante? Cosa fai, ti rimangi le parole ed io sarei il pazzo?"
"Eh? No no ...però, però .... è una ragazzina, ecco"
 "Alain, tu hai qualche problema: prima dici che Belle ti piace, ti ha fatto dimenticare il Comandante, e poi ritratti?! Forse non hai il coraggio di dirmelo?! E poi ti conosco, sono sicuro che tra te è lei c'è stato ... si, insomma mi hai capito."
 "C'è stato cosa? Dico, tu sei tutto matto .... sei in astinenza da troppo tempo e vedi cose che non ci sono!!"
"Ah ah ah ah ah ... Vabbè non vuoi ammetterlo ma sappi che ieri sera, mentre rincasavo, ti ho visto baciare con molto ardore Belle! Ah ah ah ... Eravate dietro l'angolo."
 "COFF COFF .... tu .... devi imparare a farti i fatti tuoi, chiaro?!"
"Ah ah ah ... si, certo! Ah ah ah ... dimmi ... le vostre nozze avverranno prima o dopo quelle di André? Ih ih ih .... immagino prima, tu non sei capace a resistere! Ah ah ah ..."
"BASTA!! Me ne vado Gerard, sei insopportabile!" Rispondo offeso fuggendo via.
 "Ah ah ah ... Alain sei uno stupido! Non capisco perché reagisci in questo modo, eppure ti ho presentato la mia fidanzata, perché non vuoi presentarmi la tua? Ah ah ah ..."
 
Le risate di Gerard mi arrivano in lontananza, tutto ciò mi imbarazza tremendamente.
 
 "Ah ah ah ... credo che la colombella ti piaccia più di quanto immagini! Ah ah ah ...."
 
 
 
 
24 Dicembre 1789
 
Sono nella mia stanza in compagnia di mia moglie Marguerite, mi sistemo il colletto della camicia, infilo la giacca e sussurro infastidito: "Finalmente oggi Oscar si sposa, giuro che non sopportavo più dover fingere di non vedere e capire che André si intrufolava di nascosto nella camera di mia figlia. E' un’indecenza!"
"Caro......non fare così!!"
"Fare così cosa?! Marguerite, io non ti ho sfiorato nemmeno con un dito prima di sposarci, invece quei due ...."
“Quei due ……..” rispondo sorridendo felice “Quei due hanno tutta un’altra età!”
Mi giro, guardo mia moglie e ribatto: "Mi stai prendendo in giro?”
"Assolutamente no, Augustin! Non mi permetterei mai di prenderti in giro ..... tu piuttosto .... sei sicuro di ricordare bene?!"
"Marguerite non scherzare! Io, ti ho rispettata fino al matrimonio!"
"Lo so caro ..... ma se posso permettermi....noi eravamo molto più giovani dei ragazzi!!! Insomma....tu non avresti aspettato così tanti anni!!!! E in tutta onestà....neppure io!!" Poi mi avvicino e poso le mie labbra sulle sue.
Aggrotto lo sguardo e ribatto severo: "Intendi giustificarli?"
"Certo che si!!!" Sussurro piano, con voce suadente.
"Marguerite, i miei sentimenti per te non hanno nulla a che vedere con quanto accade in questa casa! ... Comunque meglio sorvolare, non voglio rovinarmi questo giorno!" mi allontano da mia moglie, vado verso lo scrittoio, apro uno scrigno e tiro fuori un collier. Lo mostro a Marguerite e dico orgoglioso: "Ecco …... anche l'ultima dei Jarjayes indosserà un gioiello appartenuto alla mia famiglia! ... Lo metterò personalmente al collo di mia figlia!"
 "Oh Augustin, quando vuoi sai essere un padre perfetto!" Rispondo mentre osservo commossa mia marito, sarà anche un uomo rigido e burbero, ma ama davvero la nostra Oscar.
 "Marguerite, andiamo da nostra figlia! E poi non dovresti aiutarla nella vestizione?"
 "Credo che se ne stia occupando Nanny .....  e in tutta onestà credo che la farà disperare!" Rispondo sorridendo mentre mi sistemo una ciocca di capelli ribelle.
"Con questo vuoi dire che non andrai da lei?"
"Certo.......è mia figlia!!"
 "Vai da lei, Vi raggiungerò tra poco!"
"Va bene caro......come desideri....."
Vedo mia moglie lasciare la nostra camera, mi avvicino al tavolino dei liquori, mi verso un dolcetto e lo "Oscar si sposa .... si sposa con André. Sono sicuro che saranno molto felici."
 Esco dalla nostra stanza, chiudo la porta e raggiungo la stanza di mia figlia. Davanti alla porta, in attesa, agitato, vedo Andrè.
"E tu, cosa ci fai qui?"domando curiosa mentre lo osservo, vestito di tutto punto, che cammina avanti e indietro, agitato e preoccupato.
"Ecco ... Madame, voglio sapere se Oscar è pronta per .. per ... si, insomma, se è pronta per andare in chiesa!"
 "Ora busso, controllo e torno ad informarti, va bene? Ma tu stai tranquillo ......" Rispondo sorridendo, "Certo Andrè che sei diventato un gran bel ragazzo .... ragazzo, uomo ormai!"
 Arrossisco per le parole di Madame Marguerite, mormoro: "Grazie ..."
Mi volto, busso decisa alla porta ed attendo.
TOC TOC TOC
"Avanti!" rispondo mentre Nanny mi aiuta a sistemare il vestito.
“Mia cara, manca solo l'acconciatura e il velo."
Entro nella stanza, aprendo appena la porta e richiudendola con attenzione, non voglio certo che Andrè veda la sposa prima del matrimonio. Entro e osservo mia figlia. Nanny è riuscita a farle indossare l'abito che abbiamo scelto assieme, un abito elegante ma sobrio, di un tessuto prezioso senza essere eccessivo. Chiaro, caldo, abbastanza incollato per proteggerla dal freddo, la sua salute non le permette certo di indossare un abito scollato a dicembre. Sul letto è posata la mantella che indosserà sopra al vestito ed un bel manicotto di pelliccia per le mani.
"Sei bellissima, Oscar" Sussurro commossa.
Mi giro verso mia madre e rispondo commossa con un filo di voce: "Vi ringrazio!" sento gli occhi brillare. "In alcuni momenti ho temuto che questo giorno non sarebbe mai arrivo."
"E invece è arrivato ... e Andrè è lì fuori dalla porta, agitato! Nanny, potresti occuparti di lui?"
"Mio nipote è fuori dalla porta?! Madame, spero che non abbia intravisto la sposa, porta male!"
"Assolutamente no .... ma è parecchio agitato ......" Rispondo osservando ancora mia figlia, è così bella con indosso un abito femminile.
"Meno male!" guardo l'acconciatura e il velo posto sul letto e dico: "E' il momento di acconciare i capelli, devi indossare il velo."
"Si ....." rispondo imbarazzata.
"Aspetta Nanny ... ti aiuto!" Dico mentre prendo l'acconciatura.
Sistemo i capelli di mia figlia, metto alcuni nastrini blu e realizzo una piccola treccia. Poi prendo il velo e lo sistemo.
 
Mi guardo nello specchio, vedo mia madre posarmi il velo sul capo. E' tutto così strano! .... Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei sposata .... con André poi!
 
TOC TOC TOC
Busso alla porta quando vedo un’ombra alle mie spalle, mi giro, è André.
 
"André cosa fai qui? Dovresti essere di sotto!"rispondo burbero, possibile che non sappia come comportarsi?
 "Io....io ...... Signore sono.....preoccupato e .... emozionato ....."
"Capisco che tu sia emozionato ma preoccupato!?" poso la mano sulla spalla. "Su, vai di sotto, tra poco scenderà Nanny e dovrai partire con lei verso la Cattedrale. Oscar, dovrai vederla là, non adesso!"
"Si....si...ma.....potreste farmi una cortesia?"
 "Dimmi!"
"Potreste dirmi se Oscar .... sta bene? Io .... non posso entrare ma vorrei sapere come sta!"
"Forse non l'hai vista ieri sera?" Rispondo con tono di rimprovero.
"Si....ieri sera a .... cena. Ma io .... tutte le mattine mi assicuro che stia bene e che prenda lo sciroppo ......"
"Uhm .... André! ... Va di sotto! Non vorrei essere sgarbato con te  proprio il giorno delle tue nozze. Via!”
"Uh....si Signore, come desiderate" Rispondo mesto.
 
 Vedo il mio futuro genero allontanarsi poi entro in camera di mia figlia. La vedo riflessa nello specchio, è bellissima!
 
Sento dei passi alle mie spalle, nel riflesso dello specchio vedo arrivare mio padre.
Arresto il passo, sono alle spalle di mia figlia, continuo a guardarla riflessa nello specchio, annuisco. Infilo la mano nella tasca, tiro fuori il collier di diamanti, glielo appunto al collo e dico: "Questo gioiello è appartenuto a tua nonna, l'ha indossato il giorno del suo matrimonio .... chissà perché non l’ho regalato nemmeno alla mia primogenita ... forse in cuor mio immaginavo che un giorno sarebbe appartenuto al mio erede. Strano, vero?"
"Padre...." rispondo commossa. "Forse....avreste voluto farlo indossare a Vostra nuora?!"
Accenno appena un sorriso e con compostezza ribatto: "Tutti sanno che ho sperato che tua madre mi desse un maschio ma non è stato così. Però ... sono sicuro che nessun figlio ha reso orgoglioso suo padre quanto tu hai fatto con me!"
"Grazie Padre" Rispondo commossa.
Non resisto, per la prima volta abbraccio mia figlia, sussurro appena: "Sei bellissima! ... Sono orgoglioso di te ... figlia mia!"
 
Sento l'abbraccio caldo e forte di mio padre, è una sensazione così strana, stare tra le sue braccia. Non ricordo che mi abbia mai stretta così, in trent'anni di vita. Sento la commozione salire, una lacrima scende sulla mia guancia fino a cadere sulla spalla della giacca di mio padre.
 
Nanny ed io guardiamo commosse l'abbraccio tra padre e figlia, non tratteniamo le lacrime. Tiro fuori il fazzoletto, mi asciugo le gote mentre Nanny passa il fazzoletto dietro le lenti e sussurra: "Raggiungo André! ... Povero nipote è così ansioso. Con permesso!" Lascio quasi in punta di piedi la camera della mia adorata bambina.
 
Vedo mia nonna scendere al piano di sotto, le vado incontro e dico: "Sbrigati nonna! Se non andiamo via per primi, Oscar non potrà raggiungerci. Su, dammi il braccio e andiamo, la gondola è pronta da un pezzo!"
"Si si .... Andiamo. Andrè ... cerca di calmarti, non fare così!"
Quasi tiro mia nonna e ribatto: "Ma come faccio a calmarmi se sto per sposare la donna che ho sempre amato!? ... E poi è la più bella di tutte, la più onesta e ..."
"Basta nipote! Conosco perfettamente le qualità della tua futura sposa. Muoviamoci! Non vorrei che il Generale scenda di sotto e tu la veda! ... A proposito, lo sai che suo padre le ha regalato un collier che apparteneva a sua madre? Sapessi che effetto mi ha fatto vedere la mia Oscar con al collo una collana! Uhm ... sapessi quanto è bella, un incanto, una vera dea!"
"Certo che è bella .... nonna, siamo sicuri che il generale non abbia cambiato idea, vero?"domando un poco preoccupato.
 "Cambiato idea?! Riguardo a cosa?"
 "Al matrimonio!"
"Non vedo perché dovrebbe!? Il Generale è felice di darti in sposa sua figlia ed io ne sono onorata! ... Avanti, muoviti, sali!"
"Si si ..... Nonna ..... Grazie .... di tutto" Rispondo commosso nel vedere la mia cara nonnina così forte e decisa.
Adesso sono io a tirare mio nipote verso la gondola e dico al gondoliere: "Giovanni, siamo pronti per partire!"
André ed io saliamo sulla gongola e ci sistemiamo comodamente, il gondoliere comincia a remare, guardo mio nipote e dico: "Non ti ho ancora detto che stai benissimo, sembri uno di quei figurini che vedo sui giornali! Meno male che le nuvole hanno lasciato il posto al sole altrimenti avremmo rischiato di bagnare i nostri abiti.
 "Hai ragione nonna, ma per  .... l'unica cosa che conta è sposare Oscar, pioggia o sole non cambia nulla!" Rispondo con aria sognante mentre già immagino Oscar al mio fianco, mia moglie, la mia sposa. O forse dovrei dire, io al suo fianco, suo marito, il suo sposo .....
Stringo le mani una all'altra e continuo: "Sei un uomo fortunato, lo sai?"
 "Si, lo so. Sposo la donna che amo, con cui sono cresciuto, contro ogni convenzione sociale ...... si, sono fortunato nonna"
 Guardo l'orizzonte e dico entusiasta: "Guarda André! ... Ci siamo!"
"Si ....." Osservo il campanile di San Marco, abbiamo attraversato in gondola il sestiere in cui alloggiamo ed abbiamo raggiunto la grande piazza San Marco. Il generale ha preteso, ed ottenuto, che il matrimonio si svolga qui. Come sempre, lui riesce ad ottenere ciò che vuole!
 
 
La gongola si arresta davanti a una banchina, mio nipote si alza con delicatezza, mi porge la mano e mi aiuta a scendere.
 
"Tieniti a me, nonna e sta attenta!"
"Si, grazie nipote. Certo che questa città è proprio strana ......"
 "Più che strana, direi piuttosto particolare!" scendiamo sulla terra ferma e guardo estasiato l'imponente Basilica di San Marco, mormoro appena: "In quella chiesa Oscar diventerà la mia sposa!"
"Su, forza, entriamo!" Afferro decisa mio nipote e lo trascino verso l'ingresso della basilica.
 Sento l'emozione salire, aspetto con ansia che la mia amata Oscar arrivi al braccio di suo padre.
 Avanzo all'interno dell'imponente basilica, è molto diversa dalle chiese parigine. Qui tutto brilla, luccica di oro, i mosaici ricoprono le pareti ed il pavimento. è un luogo magico, inaspettato.
Spalanco la bocca a tanta bellezza poi sussurro sottovoce: "Nipote, non ho mai visto nulla di simile! Nemmeno a Parigi abbiamo una Basilica del genere!"
"No ... proprio no, Nonna. A Parigi le chiese sono molto diverse ..... o forse è questa ad essere particolare, non saprei davvero. Durante il viaggio non ho visto nulla di simile, credimi nonna!"
 Ci avviciniamo all'altare, troviamo ad attenderci il sacerdote. E' tutto pronto, manca solo la mia Oscar.
Mi avvicino allo sposo e alla sua accompagnatrice dico: "Ben arrivato figliolo, adesso dobbiamo attendere la sposa."
 "Si ..... Padre ..... sono così emozionato ......" rispondo sognando.
 Giungo le mani e sussurro: "La sposa non tarderà, quindi rilassatevi."
"Si si .... se il padre non cambierà idea ......"rispondo preoccupato.
 
Io del generale non riesco ancora a fidarmi del tutto.
 
"Il padre della sposa!? Non vedo perché dovrebbe cambiare idea!?"
 "E' .... un uomo ... particolare ..... imprevedibile, direi"
“Davvero non capisco ..."
"Non importa....non importa .... pregate per me, però"
“Ma cosa dici nipote?! Il Generale è ben lieto di darti in sposa sua figlia!"
"Si, certo. Ma, se proprio all'ultimo cambiasse idea e tornasse a considerare Oscar come suo figlio?"
"Smettila di dire sciocchezze! ... André guarda la faccia del povero sacerdote!" Dico parlando in francese, scrollando mio nipote, certe volte mi chiedo come faccia a non fidarsi del generale.
“Mais .... Grand-mère ......" rispondo alzando gli occhi verso il crocefisso.
 
Signore ti prego, fa che Oscar arrivi presto ......
 
 
Vedo mio padre porgermi il braccio, allungo una mano e la appoggio. Piano usciamo dalla stanza, seguiti da mia madre, e piano scendiamo le scale per raggiungere la gondola che ci porterà in piazza San Marco. Sono emozionata, felice, imbarazzata. Appena discesi mia madre mi porge la mantella per coprirmi, in questo freddo inverno veneziano. Una mantella chiara, bordata di pelo, morbida e calda.
 "Grazie Madre!"
 "Devi stare al caldo, Oscar. Non dimenticarlo mai"rispondo mentre sistemo meglio la mantella di mia figlia, le allaccio la mantella, voglio che stia bene al caldo.
"Si ... certo."
 "Ora andiamo ..... Augustin, metti anche tu una mantella, fa freddo fuori! E anche tu hai avuto i tuoi problemi di salute, mio caro"
 "Si, hai ragione, Marguerite."
Guardo preoccupata mio padre, domando: "Siete stato male?! Quando?"domando un poco preoccupata.
"Oh, non preoccuparti Oscar, durante il viaggio sono stato poco bene .... ma tutto è passato ormai!"
"L'importante che adesso stiate bene."
"Si, certo. Ma ora andiamo, su. Non vorrei che quel ragazzo iniziasse a preoccuparsi ...."rispondo sorridendo.
 
Andrè questa mattina aveva una strana espressione, agitato, preoccupato …..
 
"Andiamo Padre!" Rispondo in un sussurro mentre provo a immaginare André davanti all'altare che mi aspetta. Il mio Andrè ... il mio caro e amato Andrè!"
 
 
Usciamo dal palazzo, saliamo, con qualche difficoltà da parte di Oscar, sulla gondola. Aiuto mia figlia con attenzione, non vorrei che cadesse o rovinasse il vestito. Marguerite invece sale con leggiadria, porgo a lei la mano che lei accetta e la aiuto.
"Bene, ora possiamo andare!"
 
 
Sono seduta accanto a mio padre, mia madre invece si è sistemata di fronte. Sono così felice che sento il cuore battere forte. Tra qualche ora diventerò la moglie di André Gradièr.
 
La gondola procede lenta, spinta dal remo del gondoliere. Transitiamo sotto diversi ponti, attraversiamo l'intero sestiere e raggiungiamo piazza San Marco.
Il gondoliere si avvicina all'ormeggio, ad attenderci troviamo un uomo, mio padre scende per primo, poi mi porge la mano.
Sollevo la gonna, faccio attenzione a non inciampare, allungo un poco il passo, afferro la mano di mio padre e salgo sulla riva. Certo che tra l'abito femminile e le scarpine, è davvero complicato muoversi.
 
 
Dopo aver aiutato mia figlia a scendere dalla gongola, mi occupo di Marguerite.
"Vieni ... fai attenzione!"
"Si, grazie Augustin" Afferro la mano di mio marito e leggera raggiungo la riva.
Mio padre mi porge nuovamente il braccio, mia madre è a un passo dietro di noi.
 
Tra poco vedrò André ...
 
Sistemo la gonna e la mantella, sorrido davanti all'imponenza della basilica.
"Bene, possiamo andare Padre!"
La guardo negli occhi e dico: "Ti auguro di essere felice ... figlia mia..."
 "Grazie Padre ..... lo sono già .... e Andrè ...  Andrè è la mia metà"
 
Annuisco e poi faccio un cenno con il capo e avanziamo per Piazza San Marco, sotto gli occhi dei curiosi. Ammirano la bellezza di mia figlia Oscar.
 
A passo lento raggiungiamo la Basilica, entriamo e l'organo inizia a suonare una melodia che mi accompagna fino all'altare.
Vedo Andrè, fermo, vedo i suoi occhi, il suo sorriso. Sento tutto il suo amore per me.
 
 
Vedo Oscar fare il suo ingresso al braccio di suo padre. I nostri amici, invitati, sono tutti sistemati nella basilica e la ammirano mentre entra con passo leggero, al braccio del generale Percorre la navata, viene verso di me. La osservo nel suo bellissimo abito da sposa ... un abito indossato per me soltanto. Oscar quanto sei bella! Sei l'unico desiderio della mia vita ... ti amo amore mio, ti amo da impazzire ....
 
 
 
"Andrè .... Andrè ..... figliolo .... non restare lì imbambolato!!" Dico scuotendo il mio quasi genero, è perso ad ammirare la mia ultimogenita, certo non posso dargli torto, ma qui abbiamo un matrimonio da celebrare-
" ... Ecco ... io ... Signor Generale, grazie per avermi concesso la mano di Oscar."
"Figliolo .... sei sicuro di stare bene?!" Domando preoccupato.
"I ... io?! Certo Signore!" guardo la mia sposa e sussurro: "Sei bellissima!"
"Grazie .... anche .... anche tu, Andrè." Sussurro appena, emozionata, mentre sento lo sguardo di Andrè su di me, mentre mi osserva ammaliato. Mi fa piacere essere guardata da lui così, con questo sguardo così dolce.
 
Lascio mia figlia accanto ad Andrè, mi sistemo accanto a mia moglie e mi preparo ad assistere alla cerimonia. Il sacerdote inizia ad officiare la cerimonia, con lentezza, parole in latino, una dopo l'altra.
 
Sono emozionata, sento le mani sudate, mi perdo ad osservare Andrè. Poi lo sento afferrare la mia mano mentre il sacerdote prosegue.
 
"Ego coniugo vos in matrimonio"
 
Oscar è finalmente mia moglie!
 
Sorrido, alzo lo sguardo ed incontro gli occhi di Andrè, gli occhi che amo, gli occhi che mi hanno tenuta vigile nei momenti difficili, la luce che ho sempre visto quanto ero nel delirio, in bilico tra la vita e la morte.
 
Non riesco a trattenere le lacrime, Oscar, la mia ultima figlia, è ormai un sposa. Afferro la mano di mio marito, la stringo forte, emozionata, sento che Augustin risponde alla mia stretta, si volta appena e mi sorride. Osservo una piccola lacrima anche tra le sue ciglia, anche lui è commosso, felice “Augustin …” sussurro appena mentre mi stringo un poco di più a lui. Mi sembra quasi impossibile tutto ciò, finalmente mia figlia ha sposato Andrè, la sua metà, il bambino con cui è cresciuta, il ragazzo che l’ha accompagnata, l’uomo che l’ha amata in silenzio per anni.
 
La cerimonia è finita, Andrè mi porge il braccio, poso la mia mano e mi faccio accompagnare da lui, dal suo passo, dal suo sorriso e dal suo profumo. Piano percorriamo la navata e raggiungiamo l'uscita, seguiti dalla nostra famiglia, i miei genitori e la cara nonna, dai nostri amici, quelli venuti con noi da Parigi e quelli che abbiamo conosciuto qui a Venezia.
 
"Andrè .... sono così felice!"
 "Anch’io Oscar. Adesso niente e nessuno potrà separarci ....”
 
Usciamo dalla Basilica, raggiungiamo piazza San Marco, mi volto, osservo Andrè, vedo le sue labbra avvicinarsi alle mie. Il nostro primo bacio da marito e moglie, qui, davanti alla basilica che ci ha uniti in matrimonio, davanti al mare, con il sole alto nel cielo, in questa splendida giornata invernale baciata dal sole, con la nebbiolina veneziana che si è alzata, per salutare questo giorno che ci vede finalmente sposi.
“Io e te, insieme, per sempre.” sussurro sulle labbra del mio Andrè, stretta nel suo abbraccio, con un raggio di sole che ci illumina, sul sagrato della basilica di San Marco.
 
 Crediti all'Autore
Il matrimonio di Oscar e Andrè Una nuova vita. | Cartoni animati,  Personaggi, Immagini

 

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