Petali e spine

di Sbruby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** keep me stronger ***
Capitolo 3: *** to burn inside ***
Capitolo 4: *** no need to complicate ***
Capitolo 5: *** Don't break even ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Fan Fiction arrivata quarta nel contest
indetto da MarieCullen


§In the world of vampires§









La notte è un viaggio.
La morte un passaggio.






Petali e spine

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Il compagno di lady Diana
{Ed alla fine fui io il suo assasino.
Ero riuscito a proteggerla da tutti,
ma non dalla mia anima nera...}




Prologo




Una cupa determinazione sembrò impossessarsi dei miei occhi, quando la vidi.
Ma sapevo che non avrei mai potuto averla.
Era intoccabile ed io potevo solo guardarla da lontano,
un gioiello troppo prezioso per le mie corrotte mani.
Dovevo andarmente.
Si, dovevo andarmene e trattenere l'istinto di
afferrarla e trascinarla via con me.
Ma era troppo tardi, lei aveva acceso la mia Fame e stranamente
il mio Amore ed io non avrei mai smesso di volerla per me.
Bramavo la purezza della sua anima,
quanto la tenera carne del suo corpo.
Ed il suo sangue.
Desideravo berne fino all'ultima maledetta goccia.










Piccolo spazio per l'autrice:
Questo è solo l'inizio di una storia d'amore non troppo lunga, credo che conterà al massimo quattro capitoli (escluso il prologo e l'epilogo) Non è un granchè, (ed in alcuni punti non si asterrà dall'essere sdolcinata) ma spero che vi piaccia leggerla. (I pomodori marci da lanciarmi contro li trovate qui, a destra U.U) Sono ben accetti commenti xD
Sbruby


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Capitolo 2
*** keep me stronger ***





keep me stronger







"Victor, ho un dono per voi... "
Fu la voce di Vanessa a destarmi, a scacciare dalla mia mente le ultime ed evanescenti immagini del mio sogno.
La notte era appena cominciata ed io mi sentivo pieno di forze.
Aprii gli occhi e guardai la mia compagna, fingendo curiosità, recitando per pochi istanti la parte dell'amorevole fidanzato.
Poi, borbottai a bassa voce una risposta, rigirandomi tra le candide lenzuola. Non avevo molta Fame, sebbene sapessi che il dono di Vanessa non era altro che una verginella appena adolescente. Chissà per quale motivo, lei pensava che mi piacessero particolarmente. In realtà, non avevo alcuna preferenza, bastava che fossero creature umane, che la rossa linfa scorresse nelle loro vene.
"Questa volta, ho trovato una vera chicca per voi. Diana è stata giù morsa tre volte, ma, sorprendentemente, ne è sempre uscita indenne. Magari, volete dare voi un bel taglio alla sua vita?"
Lanciai al cuscino che abbracciavo una torva occhiata, ma non senza una lieva traccia di senso di colpa. Non sarebbe stato giusto scagliarmi contro una Vanessa, lei cercava soltanto di compiacermi. Purtroppo era una vampira fin troppo petulante, angosciata dal timore che fossi pronto ad abbandonarla da un momento all'altro. E l'avrei fatto senza dubbio, ma una pigrizia incurabile dominava la mia magra esistenza da essere immortale. In effetti, vivere con Vanessa era come sopportare un sassolino nella scarpa...
Ogni tanto dava fastidio, ma per la maggior parte del tempo poteva essere ignorato.
Rotolai sul materasso, per poi distendermi supino, incrociando lentamente le braccia sotto la testa.
Guardandola, la ragazzina, mi sembrava proprio un ingenuo ed indifeso agnellino, scaraventato nella gabbia dei lupi, pronti ad aggredirlo. Era un bell'agnellino, ma l'esatto opposto di Vanessa.
La vampira, alta e flessuosa, vantava una delle chiome più rosse ed indomate che avessi mai visto. Gli occhi da cerbiatta, simili ai miei, possedevano la stessa tonalità della notte. Diana, era, invece, un esserino dalla corporatura fragile e poco prosperosa, magra come un chiodo e due occhi di un azzurro limpidissimo. Lunghi e vellutati capelli dorati le incorniciavano il volto, minuto, ma affascinante.
Peccato che non potessi vedere le sue labbra...
"Avete dovuto...imbavagliarla, questa volta?" Domandai, non senza un pizzico di malcelata malizia.
" Questo scricciolo strillava come un'ossessa. Non volevo che qualche stupido ficcanaso sentisse i suoi strepiti"
Risi...Una roca risata mascolina che addolcì i tratti severi del mio viso. "Lasciateci soli" Bastarono soltanto due parole e ci fu concessa la privacy desiderata. Solo il silenzio, ora, ci faceva compagnia.
Con un agile balzo saltai giù dal letto, atterrando a piedi nudi sulla soffice e pregiata moquet. Raggiunsi la mia nuova amica, cogliendo il mio riflesso nello specchio. Alto, imponente come una montagna e tenebroso, ferino come una belva selvaggia. I miei capelli folti ed i miei grandi occhi erano neri come la pece. Nel mio sguardo sembravano sprofondare le tenebre, il male più profondo...
Tutti mi temevano, soprattutto la mia compagna. Le mie parole potevano essere più taglienti di una lama ed i miei colpi più violenti di qualsiasi altro pugno.
Camminai attorno alla preda, permettendo alle mie iridi fameliche di studiare le sue fattezze. Infine, allungando un braccio, le derubai della benda che le impediva di parlare.
"Quanti anni avete?" Le chiesi improvvisamente, accostando quella striscia di tessuto bianco al mio naso. Aspirai il profumo che emanava, inebriandomi della sua fragranza ammaliante.
Odore di rose, odore di ciliegie.
"Ventuno" Fu la sua risposta, lapidaria come lo sguardo d'acciaio che mi indirizzò.
"Così pochi?"
"Si...Ma bbastanza da capire che state giocando con me. Non dovreste giocare con il cibo, Victor"
"Vedo che Vanessa vi ha istruito per bene, prima di condurvi da me"
"No. Quella strega è insolente, quanto stupida. Io vi ho visto..."
Alle sue sibilline parole, eliminai ogni distanza tra di noi ed appoggiai le mie mani sulle sue spalle che tremarono sotto il mio glaciale tocco. Soffiai il mio freddo respiro sulla sua nuda ed invitante nuca. Trattenni l'istinto di assalirla seduta stante, sarebbe stato certamente più divertente ed appagante prima trastullarmi con lei.
"Siete diversa dagli altri umani, vero lady Diana? Possedete qualcosa..di interessante..ma avete pur sempre paura"
"E' inutile nascondervi che io discendo da un'antica e nota veggente, Sibilla. Per quanto riguarda la paura, ne posseggo la giusta misura. Non nutrire alcun timore è da sciocchi"
"Allora io sono uno sciocco"
A quel punto, lei si scostò senza preavviso. Indietreggiò, arrancando verso il letto. Notai con immenso piacere che aveva mani e piedi accuratamente legati.
Vanessa aveva compiuto proprio un bel lavoro.
"Non vi azzardate" Sbottò Diana, fissandomi offesa.
"Sapevate esattamente cosa stavo per fare...Ma non potete impedire che accada..." La rimproverai bellamente, avanzando verso di lei e sostenendo quello sguardo di sfida, la cui innocenza mi sconcertava. Non avevo mai incontrato così tanta purezza...ma, dopo averla intrappolata tra le mie braccia, mi avventai sulle sue labbra con rabbia e furore, come se fossi un vile brigante e Diana il villaggio da saccheggiare.

Non ero riuscito ad approfondire quel bacio, qualcosa mi aveva impedito di farle del male ed, in quel momento, mi chiesi se fossi diventato tutto ad un tratto un vergognoso codardo.
Un pappamolle. Avrebbe detto la mia cara Vanessa.
Lei sì che usava un linguaggio colorito.
Mi sedetti sul letto, spostando la mia attenzione sul corpo adagiato su di esso.
La desideravo ardentemente, ogni fibra del mio essere era attratto da lei ed, in special modo, dal suo sangue. Ma un inaspettato istinto protettivo frenava le mie intenzioni bellicose.
Eppure, almeno apparentemente, Diana non sembrava una creatura eccezionale, probabilmente soltanto le sue preziose quanto misteriose qualità da veggente mi allettavano.
Magari sarebbe riuscita ad annoiarmi molto prima di quanto immaginassi...
"Perchè non mi avete morso? Non sono abbastanza succulenta per voi?"
Tornai immediatamente in me, quando udii la sua voce...Così immerso nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorto che lei si era svegliata. Per un attimo soltanto avevo abbassato le mie difese e, subito, me ne pentii.
"Che voi siate succulenta o meno, non mi interessa. Non ho Fame, però, se continuate a lamentarvi senza ritegno, potrei anche decidere di assaggiarvi." Risposi con il tono più distaccato possibile.
"Sarà la vostra fine..."
"Non credo che abbiate tanto potere da..."
"Ascoltatemi bene. Se voi non mi uccidete, qui ed ora, incontrerete la vostra fine. Dovete saperlo, perchè questa non è nient'altro che la pura verità"
Quando tacque, catturai il suo mento, stringendolo voluttuosamente tra le mie dita. Tra il suo viso ed il mio non vi era altro se non i nostri respiri...E nei suoi occhi non lessi menzogna.
"Piccola bambina impertinente, nessuno può uccidermi. Nemmeno il Diavolo in persona"


To be Continue...






Piccolo spazio per l'Autrice (ufficialmente impazzita xD):
Per chi volesse saperlo i capitoli sono betati da....Me stessa!(Non vi preoccupare, le mie innumerevoli personalità collaborano tra di loro in modo egregiamente professionale. Oibò) Diaciamo che...La fic era, in origine, una shot, ma era troppo lunga per pubblicare tutte le diverse scene assieme. Spero di aver preso la decisione giusta. Incrociamo le dita! (Prego coloro che hanno le dita delle mani occupate di incrociare quelle dei piedi e...Viceversa xD)
Grazie, soprattutto a Isy_264 che ha lasciato una recensione (Ti ringrazio per i complimenti, chèrie...Ma non li merito!), a Greedfan che ha inserito la fic tra i preferiti ed a monochrome che la segue. Siete dei veri tesori! ^^
Sbruby.



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Capitolo 3
*** to burn inside ***


Avvertimento: Conclusione leggermente hot.


to burn inside








Trascorsero alcune settimane da quel nostro primo incontro e sempre più spesso mi ritrovai a chieder consiglio alla luna. Proprio io che odiavo sprecare parole...
Avevo deciso di rinchiudere Diana in una cella, eppure sentivo la sua ineffabile presenza al mio fianco durante quei momenti di triste solitudine. Mi accertavo regolarmente che ottenesse tutto quello di cui aveva bisogno, ma per molti giorni decisi di non rivederla.
Continuavo a domandarmi il motivo per cui la stessi trattenendo nella mia casa, la causa per la quale i suoi occhi e le sue labbra vagassero indisturbati tre i miei pensieri. Ma non avevo una risposta. Ogni certezza sembrava sgretolarsi tra le mie mani, il cielo lacerarsi sopra la mia testa. E, questo, mi rendeva alquanto irritabile, perfino Vanessa preferiva starma alla larga.
Mi trovavo in giardino, durante una calda notte di luna piena, quando sentii le sue grida acute. Ed il loro eco riverberò sulla mia pelle, come se io fossi ad urlare di dolore e non Diana.
Rientrai in casa e raggiunsi le segrete, più rapido ed imprevedibile di una saetta.
<< Cosa è successo? >> Sbraitai all'unica guardia che sorvegliava la sua cella, un giovane vampiro che apparteneva ad una delle caste più umili.
<< Niente, lord Lancaster. Ho servito la cena ai detenuti due ore fa e la ragazza godeva di ottima salute...>>
Ma non rimasi ad ascoltarlo, piombai sulle sbarre di acciaio e strappai la porta dai cardini. Un fastidioso rumore metallico ruppe il silenzio delle segrete, ma nessuno accorse. Entrai nella cella da solo, ordinando al cadetto di dirigersi altrove.
<< Diana?>> Tuonai, scovando tra gli angoli ed il buio della cella i lineamenti del suo volto. Finchè non l'avessi rivista, non sarei riuscito a calmarmi.
<< Uccidetemi, Victor...Ve lo chiedo un'altra volta >> Mi rispose lei, rendendosi visibile ai miei occhi, illuminata da un bianco fascio che aveva attraversato le robuste spranghe alla finestra.
<< Perchè...Dovrei uccidervi?!>> Chiesi sbigottito, contemplando segretamente la sua anngelica bellezza.
<< Perchè morirò comunque. E' scritto. Succederà..Nessuno può opporsi al Destino, neanche chi lo possiede nell'anima. Ed io, non voglio trascinarvi nell'aldilà assieme a me.>>
<< No...Non potete esserne certa. >>
<< La scorsa notte ho incontrato la mia morte, sapete? E' ben presto tornerà a trovarmi ed allora me ne andrò con lei.>>
Quelle sue ultime parole risuonarono nella mia mente come un rimbombo lontano, una mia mano corse ad una tempia, liddove cominciò a descrivere cerchi perfetti con la punta delle dita.
No, non volevo la sua morte.
Tutto ad un tratto la sua vita mi parve preziosissima.
<< Su di voi, ho più diritti io che la morte.>> Detto questo, la liberai dalle catene, inginocchiandomi dinnanzi a lei.
Per la prima volta, era lei a dover abbassare lo sguardo e lo fece con una grazia ed una dignità che mi lasciarono interdetto. La prigionia alla quale Diana si era sottomessa non aveva minimamente intaccato l'interezza del suo sguardo diamantino. Avrei voluto conservare per sempre l'irreprensibile lucentezza dei suoi occhi.
La condussi fuori dalle segrete e, poi, fuori dalla casa, fino ad un vecchio pozzo, sorvegliato dalle figure alte e scure dei cipressi. Colossi misteriosi ed inquietanti che circondavano la radura erbosa. La luna, corteggiata da una schiera di stelle lucenti, illuminava il profilo delicato di Diana, la calma riflessa nei suoi occhi non tradiva la sua giovane età.
Quanto poco aveva vissuto e quanto ancora l'aspettava!
<< Rinunciate alla vita, ditemi che desiderate la morte ed io ve la concederò. Ma non provate ad ingannarmi. Incappereste nella mia ira e non esisterebbero scappatoie per voi. Siate sincera. Non nascondetevi dietro il vostro dono. Affidatemi la chiave dei vostri pensieri...>> Dissi, fronteggiando il solido mutismo dietro al quale si era rinchiusa.
Inizialmente, non sembrò nemmeno che avesse sentito ciò che avevo detto, forse la sua mente ed il suo spirito non si trovavano in quel luogo dimenticato dalla Benedizione Divina...
<< Come potrei fidarmi di voi?>> Furono le sue parole, che giunsero come un colpo in mezzo agli occhi. Cieco, Diana mi rendeva cieco. Non si era voltata, evitava deliberatamente di incrociare il mio sguardo. Il suo sguardo di pavida sorgente era concentrato sulle chiome pasciute degli alberi.
<< Fidatevi e basta. Ragione e sentimento sono più nemici di quanto lo siamo io e voi >>
<< Non illudetevi. Io sono il sole del mattino e voi la stella della mezzanotte. Quando potremmo mai incontrarci?>>
<< Al tramonto – Le risposi avvicinandomi a lei. L'abbracciai con tenerezza, accogliendo il suo leggero peso sul mio petto – Quando i vostri ultimi raggi, rossi come il sangue, riscalderanno le mie gelide gote ed il mio cuore diverrà vostro schiavo...>>
<< Siete un ottimo poeta, lo devo ammetere...Ma quanto c'è di vero nei vostri splendidi versi?>>
<< Tutto e niente. Soltanto voi potete decidere il valore delle mie parole.>>
E, così, le mie parole determinarono la sua resa.
Con aggraziata velocità la sollevai dal suolo, prendendola tra le braccia. Insieme ci allontanammo da quel giardino fiabesco, ma, nel momento in cui varcammo la soglia del mio palazzo, intravidi un'ombra muoversi dietro le colonne. Un'ombra tra le tante, alla quale non diedi molta attenzione.
Quando arrivammo nella camera padronale, la adagiai sulle coperte d'avorio, ispirando il profumo della sua pelle e cospargendo il suo volto di baci leggeri come caldi soffi di vento...Le mie mani scivolarono sui suoi fianchi, le dita invasero lo spazio tra la sua veste e la sua pelle, dapprima timide per poi divenire intrepide ed ingorde.
Diana non si oppose, anzi percepivo il mio stesso desiderio incendiare le sue innocenti membra.
Attendeva, attendeva che l'amassi.
E non aveva paura di me, non della mie impetuose mani su di me, nè del mio corpo che coprì il suo con delicatezza. Allungai le braccia ai lati della sua testa ed i miei palmi atterrarono sulla bianca e fresca morbidezza delle lenzuola di seta.
In un attimo i vestiti scomparvero e più nulla ci separò. La sentii fremere sotto di me e l'inaspettato calore, unito alla bellezza del suo corpo nudo, mi eccitarono, colmando la mia mente di una schiacciante frenesia.
La mia lucidità stava per cadere inesorabilmente nell'oblio.
Se fosse accaduto, non avrei potuto impedire che le fiamme dell'Inferno divampassero dentro di me.
<< Puoi ancora fermarmi, Diana...Sei...sei libera di andare via, se lo vuoi.>> Riuscii a dire, quasi per miracolo.
Poi, bloccai l'insistente movimento ondulatorio che aveva cominciato ad accompagnare i nostri ansiti, ma ogni muscolo teso mi provocò una fitta di dolore indicibile. Non nel corpo, ma nell'anima, privata della sua oasi di pace tanto cercata.
<< No, Victor. Stringimi, stringimi forte. >> Rispose lei, la voce colorata da un'affascinante tono implorante. Intrecciai il mio sguardo al suo e, di fronte alla casta limpidezza dei suoi occhi, ebbi il coraggio di arrendermi.
I nostri corpi finirono per adattarsi perfettamente come se fossero stati creati per essere una cosa sola e, dopo un breve attimo di bruciante esitazione, entrai dolcemente in lei.
Mi sfuggì un gemito di piacere che scemò nel suo respiro affanato e sensuale...




§

Mio Angelo, purtroppo devo lasciarti.
Qualsiasi decisione tu prenda, io ti apparterrò.
Il tuo ricordo vivrà in me, amore mio, non mi abbandonerà mai...
Tornerò presto da Canterbury, ma, se non ci sarai,
sappi che il nostro amore mi guiderà sempre e per sempre mi donerà forza.
Ti amo e che Dio mi punisca per questo!

Il tuo devoto diavolo.
V.




To be Continue...








Piccolo spazio per l'autrice
Eccume de nuevo! (Trallalero Trallalà) Continuo a pubblicare questa ff, ma sono sempre più convinta che non meriti il quarto posto (ma l'ultimo)* valle di lacrime mode on * Tralasciando alcune parti che sono OK, ce ne sono molte altre che fanno...Fanno piangere!! E non lo dico per modestia (non potrei essere modesta, neppure accidentalmente. Mi limito ad essere esigente 24ore su 24), ma è una costatazione che non posso omettere. Spero, però, che un pò vi piaccia. Confido in voi, stelline..
D'altronde non posso non ringraziarvi tutte, per il vostro sostegno che permette alla mia ff di tornare alla luce.
Grazie a Kristith, monochrome, GreedFan, Isa_264, Anthy che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete dei veri tesori. Purtroppo credo di avervi deluso con questo capitolo, dato che Victor ha mostrato il suo lato più...(oddei non riesco a dirlo)....s..sdulcinoso! Ma, per fortuna, non manca del suo irresistibile egoismo (In poche parole: Non ci pensa circa tremila volta prima di zombarle addosso, nè tenta di rinchiudere la sua bella in una campana di cristallo). Ho cercato di allontanarmi dalla trama Twilightiana, togliendo ai vampiri qualsiasi peculiarità (specificando...I poteri speciali). Sono semplicemente Immortali, ho cercato di essere il più semplice possibile.
Lo so, nel complesso, non potrete perdonarmi, ma non posso impedirmi di sperare. Non ancora, almeno.
Ancora Grazie.
baci.
Sbruby.





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Capitolo 4
*** no need to complicate ***





no need to complicate







Tornare da Canterbury costituì per me il viaggio più angosciante che avessi mai compiuto.
Non attendevo altro se non giungere nuovamente nella mia residenza e contemporaneamente desideravo ardentemente altro tempo per schiarirmi le idee.
Non sapevo come avrei dovuto comportarmi nei confronti di Diana, eppure l'idea di non averla mi terrorizzava. Ero consapevole della possibilità di non trovarla ad aspettarmi.
Non avevo mai vissuto una situazione del genere, legato ad una donna che non si lasciava legare. Provava qualcosa per me, lo avevo intuito dal modo con cui il suo sguardo cristallino e limpido si era posato su di me, prima che di prenderla tra le braccia. Ma questo non sarebbe mai bastato.
Non avrebbe potuto accettarmi per ciò che ero. Probabilmente non avrebbe potuto amare un mostro come me, nè convivere con i vizi che portavo con me da secoli. Soltanto un altro essere come me lo avrebbe fatto.
Vanessa.
Non meritavo Diana, dovevo accontentarmi di un rapporto a metà, che si trascinava attraverso gli anni senza speranza e nella più deplorevole noia. Nonostante avessimo condiviso una notte indimenticabile ed un meraviglioso sogno, lei non mi apparteneva e mai sarei riuscito a conquistare il suo cuore completamente. In quel momento di febbricitante ansia mi sembrava impossibile.
Arrivai a Londra e , dopo aver sbrigato una commissione di scarsa importanza, raggiunsi velocemente la mia proprietà. Il tempo per riflettere era oramai scaduto, avrei appreso la verità ed avrei dovuto affrontarla, superarla.
Prima che potessi entrare nel palazzo, Vanessa mi venne incontro ed il suo atteggiamento lezioso non mi piacque per niente. Di tutti i vampiri inglesi io ero il meno paziente ed il più irascibile.
<< Dov'è la ragazza?!>> Chiesi, schivando le maliziose moine che lei intendeva destinarmi. Solamente la soffocante curiosità, che mi dominava, rendeva sopportabile il comportamento della vampira.
<< E' scappata...E' fuggita di nascosto attraverso un passaggio segreto.>> Replicò Vanessa, cercando i miei occhi e trovano esclusivamente il mio immediato sgomento.
Alla fine Diana aveva preso la sua decisione e sapevo che non sarebbe tornata indietro. Dovevo accettare la sua scelta, donarle la libertà che meritava, eppure...
<< Un passaggio segreto, eh?Un passaggio segreto non controllato da un cadetto?Come può essere accaduto?!>>
<< Victor, mi dispiace. Capisco il vostro legame con quell'umana, ma io non so altro.>>
<< Mentite >> Sibilai, comprendendo finalmente l'insolita baldanza di Vanessa. Impiegai un attimo per aggredirla, gettandola a terra grazie alla mia rabbiosa, irruenta forza.
<< V-Victor!>> Strillò spaventata la vampira, ma non si divincolò, non si mosse affatto. Boccheggiò come se avesse bisogno d'aria, muovendo silenziosamente le carnose labbra.
<< Ora, mi racconterete tutta la verità, Vanessa...>> Conclusi, togliendo il piede che aveva schiacciato il suo petto.
Poco dopo la vampira cominciò a descrivere quello che era realmente accaduto. La sua voce si perse facilmente nel silenzio della notte, un sussuro atono, trascinato dalla lieve brezza che spirava, mentre la mia preoccupazione aumentava ad un ritmo sempre più crescente...

Frustrazione ed incandescente gelosia mi impedivano di ragionare chiaramente, ma un pensiero continuava a sovrastare gli altri...
Eliminarla.
Eliminare dalla faccia della terra quella insipida umana.
Lei...che aveva osato sporcare il pavimento della mia casa con i suoi piedi da folletto, una insignificante e caduca creatura che aveva affondato le sue grinfie nel corpo voglioso del mio compagno. Non c'era da meravigliarsi se lui ne avesse approfittato.
Ah, si...Li avevo visti nel giardino scambiarsi tenere effusioni...
Ma questo gioco doveva essere immediatamente interrotto ed io avrei fatto qualsiasi cosa affinchè Diana si ricordasse il mio nome per molto, molto tempo..
Proprio per questo uscii in giardino, certa che l'avrei trovata lì, probabilmente intenta a fissare la luna, il cielo, le stelle. Quell'umana sembrava stupirsi di ogni cosa, un'intrepida fanciullina fin troppo ingenuotta per i miei gusti.
Ed eccola lì...proprio dove mi aspettavo di incontrarla. Una smilza figurina, priva di forme, appoggiata alle pietre consumate del vecchio pozzo. Il chiarore della luna riusciva ad illuminarle soltanto la lunga chioma dorata, il resto del corpo s'intravedeva a stento.
<< Voi! Voi non sapete le conseguenze di ciò che avete fatto...Dovreste vergognarvi!>> Sibilai tra i denti, avvicinandomi a lei. Ammantai furbamente il mio sguardo corvino di odio ancor più feroce.
<< Parlate con me, lady Vanessa? Se così è, non vedo il motivo per cui dovrei vergognarmi.>> Rispose la ragazza, voltandosi verso di me. Cercava di conservare un'apparente tranquillità, ma io scoprii facilmente sul suo viso una prevedibile incredulità ed una leggera confusione. Diana era innocua come un uccellino...
<< Voi avete turbato la pace in questa casa...Credo sia evidente.>> Riconobbi e la sicurezza nel mio tono di voce e la superbia della mia Famiglia traspariva da ogni mio gesto, da ogni parola che pronunciavo.
<< Ah...Debbo essere sincera, non avrei mai associato al vostro stile di vita la parola pace.>> Ribattè l'umana, ostentando un sorriso poco saggio. Quella sfrontata osava trarre diletto da ciò che dicevo!
<< Ridete dei vampiri? Proprio voi che ne amate uno. Proprio voi che avete decretato la morte di uno di essi!>> Ero stufa di giocare con il topo, ora bisognava intrappolarlo. Ed io conoscevo bene il modo con cui farlo.
<< Antoine?>> Gridai, senza distogliere lo sguardo dalla mortale. Non sarebbe fuggita, ne ero sicura, ma tenerla d'occhio era una precauzione alla quale non avrei rinunciato.
<< Dite a questa stupida ragazzina cosa è accaduto al Conte...>> Dissi, non appena sopraggiunse il giovane vampiro.
Antoine Bernard avrebbe ricevuto un buon guadagno, cinque fanciulle succulente ed avvenenti, in cambio della menzogna che stava per proferire.
<< Ebbene, milady, stavo accompagnano sir Lancaster al castello di Canterbury, quando le guardie della Corte Suprema ci hanno improvvisamente aggredito. Hanno...Hanno catturato il conte, accusandolo di aver infranto una delle più importanti leggi vampiresche.>>
<< Dille...quale...Antoine...>> Lo incalzai, godendomi ogni attimo di quella assurda quanto utile messinscenza.
<< Amare un'umana. Lasciare in vita una creatura mortale...e per di più un'umana pericolosa per la nostra comunità. Lo giustizieranno ben presto.>>
<< No!No!>> Strepitò Diana, spalancando gli occhi celesti per il terrore.
<< Si, invece. Per colpa della vostra spregevole infatuazione, lui pagherà...>> La contraddissi prontamente e la mia voce si agghindò di dolore.
<< Posso, posso impedirlo?>>
<< Oh...si, che potete impedirlo! Basterà che vi togliate la vita...>>
Diana non disse nulla, ma, poco dopo la consapevolezza sostituì l'angoscia.
<< Non mi guardate così! Siate ragionevole...Con la vostra morte, ovviamente non esisterete più voi. Non esisterà più la testimonianza della sua colpa. La condanna cadrà e sarà spento il grande rogo nel quale viene gettato ogni vampiro che infrange la legge.>>

<< Credetemi. Con la vostra morte, lui potrà salvarsi>>
Quando Diana voltò le spalle e corse via, un'espressione maligna e soddisfatta deformò le fattezze del mio volto.


To be continue...







Piccolo spazio per l'Autrice:

Oh, bene fratelli e....fratelle!xP So che leggere questa ff è una lenta agonia, ma non temete! Manca soltanto un capitolo all'epilogo.(che è carino, almeno quello *sospiro malinconico*) Spero, dunque, che non vi stiate tirando tutti i capelli per la noia..Capirò se non vorrete un più leggere una sola riga di questa storia. Chiedo umilmente venia.. Ringrazio tutti i lettori ed in special modo le fantastiche persone che hanno recensito _ alic3 , Isy _264, GreedFan e che sostengono questa ff strampalata. Un grazie dal cuore! Il mio timore era deludervi, ma una stellina mi ha detto che no, non l'ho fatto! Ippy Ippy urraaaa (oh la follia quanto esalta!) mmm...Isy, Vanessa ha creato un bel guaio tecnico, il ciappy stesso ha risposto alla tua domanda. Vi adoro, ragazze!!! **
Baci
Sbruby.


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Capitolo 5
*** Don't break even ***


34


Don't break even




Ed allora si gettò.
La vidi buttarsi dal parapetto senza esitare e con la stessa sicurezza schizzai in avanti.
Corsi al limite delle mie forse sovraumane, per raggiungere il punto in cui il suo delicato avrebbe incontrato il duro asfalto della strada. Dovevo essere più veloce, molto più veloce. Non mi importava per niente che qualcuno notasse la mia assurda velocità, il mio aggraziato saettare tra gli alberi e le staccionate in legno. Ma prim'ancora di arrivare, capì che era troppo tardi per salvarla.
Diana giaceva sul grigio suolo come se non avesse più vita, immobile e silenzioso corpo, la bianca pelle baciata dai famelici raggi di un solo morente. Gridai con tutta la voce che avevo, sputai al cielo il dolore insopprimibile che mi attanagliava il petto. Alle mie labbra sfuggì una terribile blasfemia...che morì, strozzata da quello che i miei occhi videro in quel momento.
Diana aveva riaperto gli occhi, le ciglia bagnate di lacrime e lo sguardo puntato su di me. Sembrava poter sopportare il dolore, nonostante grosse ed umide chiazze di sangue le sporcassero la camicetta bianca e la stoffa del jeans.
<< Prendimi >> La sentii dire e, sebbene la sua voce fosse tremante, un sorriso di pace aleggiava sulle sua labbra.
<< No...Non puoi chiedermi questo...No...No...>Esclamai, inorridito solo all'idea di mettere fine alla sua vita. Non potevo. Non mi sarei mai perdonato un simile sbaglio.
<< Victor, morirò. Sto morendo...Prendimi adesso, perchè io voglio stare con te...Per sempre >> Mi implorò con voce sempre più tenue, per poi tendere il braccio verso di me.
Percepivo il suo cuore perdere sempre più battiti e sapevo che quelli erano gli ultimi attimi di vita dell'unica persona che mi ero concesso di amare. Una parte di me avrebbe voluto morderla e strapparle quel cuore ansimante, stringerla al petto, mentre esalava l'ultimo respiro da donna...Come me, sarebbe diventata una dannata, costretta a vagare incessantemente come uno spettro tra i comuni mortali, nutrendosi delle fiamme dell'Inferno, congelata in una bellezza senza tempo. Altrimenti...
Altrimenti avrei dovuto lasciarla andare, assistere alla sua morte definita, consapevole che l'avrei perduta per sempre. Non credevo che esistesse il paradiso, non sapevo dove sarebbe volata la sua anima, dopo aver abbandonato questo mondo. Ma se solo lo avessi saputo, non sarei stato così tentato di rubarla a Dio.
<< Victor...Ti prego... >> Mormorò Diana, ma un singultò le spezzò la voce e dovette deglutire lentamente, come se l'aria nei suoi polmoni non fosse sufficiente. Improvvisamente susultò e si coprì la bocca con la mano. Io gliela tolsi dolcemente e la disperazione della Fame s'impadronì di me, quando i miei occhi caddero sulla linea purpurea che dalle sue livide labbra colava fino alla punta del mento. Distolsi lo sguardo, non sarei riuscito a trattenermi a lungo, ma non avrei potuto nemmeno allontanarmi da lei. Non ora.
<< Guardami... - Disse lei e sentii le sua dita gelide sfiorarmi un fianco. Allora rivolsi nuovamente il mio sguardo sul suo volto sofferente – Ora...ora non lasciarmi. Victor, non puoi lasciarmi. >>
<< Amore mio, non potrei mai separarmi da te – Le risposi, prendendole una mano e portandola alla mia bocca – Ti amo troppo. >>
E, dopo essermi piegato su di lei, dischiusi le labbra ed affondai crudelmente nel suo collo. L'abbracciai impetuosamennte, avvolgendola tra le mie forti braccia. La sentii divincolarsi, udii i suoi gemiti strazianti, ma continuai a bere il suo sangue, finchè non fui completamente sazio.
Quando ritrovai il suo volto, scoprii che era eccessivamente pallida, le nivee palpebre coprivano quasi del tutto i suoi occhi. Diana stava scivolando via ed io non avevo più tempo. << Ascoltami. Devi...succhiare>> Dissi e con l'aiuto dei canini mi procurai una piccola ferita al polso, avvicinandolo alle sue labbra. Il mio sangue, scuro e viscoso, colorò l'innaturale pallore della mia mano, non mi preoccupai. Ne avevo abbastanza per entrambi. Diana indugiò solo per un momento, un momento in cui lessi lo smarrimento e lo sconcerto mescolarsi nei suoi occhi. Le sorisi, porgendo il mio braccio senza riserve.
<< Non avere paura. Andrà tutto bene...>>
Dopo aver parlato, chiusi gli occhi, provando una sensazione che offuscò la mia lucidità. La bocca di Diana sulla mia carna squarciata. Assaporai la deliziosa confusione di quel momento, finchè non finì...
<< Victor...Ora sono parte di te?>> Ed il tono della sua voce era quasi soffocato, ma io capii quanto quelle parole fossero vere ed allo stesso tempo insufficienti.
<< Diana, sono tuo. Completamente. Non una parte di me ti è negata, amor mio...>> La corressi, suggellando quel dolce patto d'amore con un bacio di desiderio.






Dal piccolo angolo dell'autrice
Ebbene...Con questo capitolo siamo quasi giunti al termine...(che è la parte della storia che, sinceramente, preferisco di più) Bene, nonostante tema di ripetermi, debbo scusarmi per l'interminabile distanza temporale che separa un aggiornamento dall'altro (di qualsiasi mia storia), ma il mio viaggio al Nord è durato molto più di quanto avessi immaginato inizialmente. Ora che sono tornata a casa sarò molto più libera! ^^ Grazie mille a tutti ed i special modo a coloro che mi sostengono commentanto o inserendo le mi storie tra le preferite e/o seguite.
Baci
Sbruby






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Capitolo 6
*** Epilogo ***





Epilogo

Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita?
Come fai ad andare avanti quando dentro al cuore
cominci a capire che non si torna indietro?
Ci sono cose che il tempo non può accomodare,
ferite talmente profonde che lasciano il segno.

Non avevo mai capito quanto il mio cuore avesse voglia di amare, nè quanto
la mia vita fosse così maledettamente in bilico tra il fuoco ed il ghiaccio.
Quanto i miei occhi fossero stanchi di osservare gli anni scivolarmi addosso,
senza che nessuno di essi rimanesse dentro di me.
Ero sordo, cieco e muto. Insensibile alla morte, quanto alla vita.
Ero il gioco di me stesso, l'ombra di una malinconia che indeboliva la mia forza.
Finchè non era arrivata lei.
Lei che aveva deciso di amarmi oltre i bene ed il male,
al di là del mio peccato.,
abbracciando il ricschio con coraggio e fermezza.
Lei che aveva squarciato le ingannevoli apparenze della mia vita.
Lei che aveva percorso la valle della morte e del dolore, senza mai voltarsi indietro.
Lei che aveva conquistato il mio mondo.
Lei che, come la rosa, ha petali e spine.

Io, Victor Christian Lancaster, Conte dei Vampiri.
Compagno di Lady Diana.








Dal piccolo angolo dell'autrice:
Ed ecco a voi il tento atteso (o.o) finale!! Spero che vi sia piaciuto...Ringrazio ancora tutti i lettori che hanno seguito questa mini-long fanfiction. E spero che, in un futuro non troppo lontano io possa regalarvi una storia ancora più bella. Grazie! ^_^
Per ora mi dedico alla mia long, se volete fateci un salto!
Titolo Fanfiction/="Maybe angel"
Baci
Sbruby





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