Harry's Animagus Shape

di Kira90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. e 5. ***
Capitolo 5: *** 6. ***
Capitolo 6: *** 7. ***
Capitolo 7: *** 8. ***
Capitolo 8: *** 8:9 ***
Capitolo 9: *** 10. ***
Capitolo 10: *** 11 ***
Capitolo 11: *** 12. ***
Capitolo 12: *** 13. ***
Capitolo 13: *** 14. e 15. ***
Capitolo 14: *** 16. ***
Capitolo 15: *** 17. ***
Capitolo 16: *** 18. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


FAN 3 CAP 1

note: Non linciatemi vi pregooo! So che ho già un'altra storia in cantiere, ma questa aveva la necessità di essere pubblicata ora per avere un vostro giudizio! Vi prometto che sarò puntuale negli aggiornamenti di entrambe le fic! 
Questo capitolo è brevissimo, ma è anche una specie di prologo, perciò gli altri non saranno sempre così corti=) Fatemi sapere che ne pensate!  

 

HARRY'S ANIMAGUS SHAPE

(parte prima)


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The white tiger flies
with its wings in the dark blue skies,
and it sees the big eagles,
and it dreams its self in their moon,
and it wants their stars;
This is the whit tiger and this is its sad story:
it can't realize its little desire,
but only it walks
with the Marauders under the sun.

by Kira90


"Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"- De Saint Exupèry, Il Piccolo Principe

Disclaimer: Questa storia è stata scritta senza fini di lucro e tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling

Post libro 5
riassunto
: durante l'estate, distrutto dalla perdita di Sirius e dalla rivelazione sulla profezia, Harry si ritrova a dover fare i conti con certi cambiamenti del suo corpo ma anche con ben altre preoccupazioni...
rating: verde/giallo?

1.

In quella calda, afosa giornata di metà Luglio, Harry James Potter si ritrovava a correre come un pazzo per sfuggire a cinque agenti della polizia babbana, nel bel mezzo di una strada affollata in pieno centro a Londra. Harry, con una busta di plastica piena in mano e la bacchetta ben nascosta nella tasca dei jeans sotto l'enorme camicia, cercava di non pensare al fatto che ancora una volta suo cugino era riuscito a metterlo nei guai e continuava a correre; sperava di disseminare quegli uomini in qualche vicolo ma non conosceva bene la zona e aveva paura di restare intrappolato. Li aveva distanziati solo di qualche metro urtando e travolgendo la gente che malauguratamente gli passava vicino, e si sentiva il loro fiato sul collo. Non si fermò davanti alla volante che gli aveva appena bloccato il passaggio: l'adrenalina gli scorreva a fiumi, sentiva che il cuore gli sarebbe scoppiato, ma a scoppiare fu qualcos'altro, il suo autocontrollo. Non si fermò, semplicemente scavalcò l'auto saltando sul tettuccio di questa, sotto gli occhi increduli dei presenti. Harry iniziava a sentire una strana pressione a livello di muscoli e ossa, che parevano scricchiolare, e si diede dell'idiota per essersi ficcato in quella situazione. Di nuovo, a distanza di poche settimane. Senz'altra scelta, ignorando il nodo allo stomaco che gli provocava il pensare ai fatti del Ministero e alla scomparsa di Sirius, si infilò in una stradina laterale e presto si ritrovò a girovagare senza meta in un reticolo di vie anguste e poco illuminate... senza dubbio un quartiere malfamato, che aveva una sgradevole somiglianza con Nocturne Alley. Non sentiva più gli stivali degli agenti alle calcagna, quindi rallentò un pò per riprendere fiato. Eppure quel dolore di muscoli e quello strano formicolio sotto pelle continuavano a tormentarlo. Si rese conto troppo tardi di ciò che gli stava succedendo. Nella stradina deserta si materializzarono improvvisamente con un sonoro CRACK tre Mangiamorte, proprio mentre il suo corpo prendeva a cambiare forma...

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Capitolo 2
*** 2. ***


FAN 3 CAP 2

2.

Non gli avevano dato nemmeno il tempo di completare la sua trasformazione che già tre lunghe catene gli si erano serrate addosso per controllare ogni suo movimento. Harry sapeva, ma si sentiva lo stesso stordito. La busta di plastica contenente dei videogiochi per l'X Box rubatiera scivolata poco lontano. E dire che la sua intenzione era stata quella di restituirli... da parte di suo cugino.

I suoi occhiali erano scomparsi invece , e di certo ora non ne aveva bisogno. Poteva vedere bene lo sconcerto sulle facce di Mc.Nair, Rodolphus Lestrange e Fenrir Greyback

"cos'è ragazzi, non avete mai visto un Animagus?" provò a dire, e dalla sua bocca uscì un ringhio felino. 'Cavoli! Magari avessi uno specchio ... non riesco a capire in che accidenti mi sono trasformato... e con queste catene non riesco neppure a voltare la testa!' pensò Harry, mentre il mannaro gli si avvicinava; 'Oddio! Ma mi sta... annusando!?!'

  • E' proprio lui, non ho dubbi. Potter.- sputò Greyback, forse indispettito perchè finchè restava in quella forma Harry era al riparo dal veleno del suo morso.

  • Bene. E ora cosa facciamo? Non credo che Lui sarà contento di saperlo-

  • Proviamo a ritrasformarlo- suggerì Lestrange, puntandogli la bacchetta sulla tempia;

  • Reverto- sussurrò. Non accadde nulla.

  • ...non abbiamo altra scelta. L'Ordine starà per arrivare, purtroppo Mundungus è già stato sostituito. E Scrimgeour è sulle sue tracce. - concluse quello che ad Harry sembrava il meno 'bestiale' dei tre. Gli altri annuirono, si posizionarono ai lati del progioniero immobilizzato e confuso e aspettarono che Rodolphus li raggiungesse con una passaporta, un vecchio libricino dalla copertina rossa e consunta. Con vago orrore Harry riuscì a leggerne il titolo... 'Poesie d'Amore' . Per Merlino e Morgana. Ma con chi sono capitato , si chiese il ragazzo sopravvissuto per uccidere Voldemort o morire nel tentativo, prima di sentire il consueto strappo all'ombelico. Quando il mondo attorno a lui si fermò nuovamente a comporre un'immagine distinta, Harry puntò i suoi occhi verdi sulla persona che lo attendeva seduta su una poltrona rossa, di fronte a lui. La cicatrice prese a bruciargli pazzamente. Un ringhiò che era anche un urlo d'umana rabbia riempì l'aria circostante e si propagò in un'eco minacciosa per tutte le sale di Malfoy Manor.

risposte ai commenti:
Azzalea= Grazie cara, sono davvero felice che ti piacciano le mie fic, come vedi ho già provveduto ad aggiornarle entrambe, anche se questa ha capitoletti piuttosto brevi per ora. Ti dico subito però che la prima parte di Harry's Animagus Shape è solo una pre-slash, il pairing è quello che preferisco, anche se non è l'unico che io voglia approfondire...vedrai, vedrai!=)
GinnyPotter93= Ciao! Ecco fatto, subito accontentata =) Scusa la brevità di questo capitolo, i primi sono piuttosto corti, ma per ora vado meglio con questa suddivisione... spero di sentirti ancora!
Marty4ever= Grazie mille!!! Spero che il continuo di questa storia te la renda ancora più interessante!!!=) Dimmi cosa ne pensi!=)  

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Capitolo 3
*** 3. ***


FAN 3 CAP 3

3.

Lord Voldemort stava esaminando un antico manoscritto di arti oscure e aveva ordinato ai suoi Mangiamorte di non disturbarlo per nessun motivo. Nessun motivo, a meno che non riguardasse la sua spina nel fianco di sempre. Perciò quando avvertì l'imminente materializzazione di tre dei suoi seguaci in compagnia di una quarta creatura decisamente non umana, non si preoccupò nemmeno di sollevare il capo da quelle vecchie pagine ingiallite, nè di alzarsi dalla poltrona per verificare chi avesse messo piede nel suo studio privato. Semplicemente alzò la bacchetta, pronto a Cruciare tutti e quattro gli sgraditi ospiti. Eppure dovette fermarsi a metà dell'opera, perchè un'emozione intensa, conosciuta, lo colpì, trasportata da un ringhio rabbioso. Allora sollevò lo sguardo.

Allora i suoi occhi da serpente e da demone incontrarono quelli di Harry James Potter. Quegli occhi del colore dello smeraldo più puro intrisi di una strana luce primordiale potevano appartenere solo al Bambino Sopravvissuto. Le sensazioni che lo avevano investito pochi minuti prima erano le sue.

Non solo abbastanza forti da poterle percepire anche a migliaia di chilometri di distanza, ma anche loro abbastanza vicini da poter fare a meno di ogni legame. Lord Voldemort guardava quella creatura e si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo di soli quindici anni potesse causargli così tanti problemi. Come fosse possibile che quel ragazzo possedesse così tanto potere. Lord Voldemort si alzò e con un cenno della mano ossuta e pallida ordinò ai tre di lasciarlo solo con la loro preda; si avvicinò abbastanza da potergli toccare il muso con due dita, per poi farle scorrere sulle orecchie pelose e sul manto bianco e striato del dorso. Ignorò completamente i suoi ringhi d'avvertimento, i suoi lamenti per quei tocchi a lui indubbiamente dolorosi , ignorò la forza dei suoi muscoli che scattavano a vuoto tentando di liberarsi dalle catene magiche. Fece un giro completo , scorse anche la maledetta saetta sulla fronte, ora niente di più che un segno nero screziato d'argento, che in mezzo a quelle striature si mimetizzava . Sfiorò la coda che sbatteva a scatti sul duro pavimento in pietra, fendendo l'aria come una lingua di cobra; infine posò il palmo lì dove, all'altezza delle scapole, avrebbe dovuto incontrare altro pelo, e invece toccò morbide, delicate piume. L'attaccatura di un paio di grandi, bellissime, candide ali, innaturalmente costrette all'immobilità dalle catene sui fianchi dell'animale.

-Un Animagus, Potter. E' così? Speri forse di uccidermi con queste ...- , strinse una bianca zanna tra pollice e indice e volutamente si lasciò ferire. Una stilla di sangue accarezzò la lingua della bestia , che fremette senza volerlo e si fece più vicino al nemico; - ... o con quelle? - indicò le potenti zampe e le unghie che avrebbero potuto squarciarlo senza fatica . Retrattili, come per tutti i felini. - Non potevi adeguarti alla massa nemmeno volendolo, vero? Una tigre sarebbe stata già di per sè una straordinaria trasformazione, ma immagino che tu non lo abbia ritenuto abbastanza... un'alata tigre bianca... non potevi trovare forma più perfetta per te Harry Potter- sibilò il mago oscuro; Harry si bloccò come pietrificato da quelle parole. Ovviamente, pensò il ragazzo, mentre il Lord Oscuro scioglieva imprudentemente l'incanto che lo imprigionava, nemmeno così potrò essere normale...

risposte ai commenti: 

princess oscure= Figurati , non sentirti in dover di recensire, fallo solo se ti senti tu, ok? Comunque mi ha fatto molto piacere ... se continui con tutti questi complimenti inizierò a montarmi la testa eh eh ( scherzo, scherzo!!!) ... allora, che ne pensi della trasformazione!?! Sono un pò fissata con le tigri io... =)

GinnyPotter93= Grazie!!! Sono contentissima di averti risentito, spero che questo terzo capitolo ti piaccia! Chiedo anche a te cosa  ne pensi della forma da Animagus di Harry...è da un bel pò che ci pensavo... ho unito la mia passione per Harry Potter al fascino che da sempre questi animali suscitano in me! 

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Capitolo 4
*** 4. e 5. ***


FAN 3 CAP 4 e 5

NOTE: ragazzi, scusatemi  per questi capitoli così brevi, ancora un pò di pazienza, vi prometto che il prossimo sarà lunghisssimoooo.....intanto, buona lettura!!!=)


4
Harry era sconvolto, vero, ma non a tal punto da perdere una simile occasione. Non appena sentì di essere nuovamente libero provò ad azzannare il suo nemico alla gola, guadagnandosi uno stupeficium in pieno 'petto'.Sbattè pesantemente su un fianco e ringhiò frustrato. Finchè rimaneva così non poteva usare la bacchetta per attaccare o difendersi, e visto che quella era la sua prima trasformazione non aveva abbastanza pratica per deciderne i tempi. Si trovava in una gran brutta situazione. Si rialzò subito, frullando un'ala che nell'impatto con il pavimento era rimasta schiacciata sotto il suo stesso corpo.Rimase immobile, pronto a scattare alla prima mossa di Riddle, ma questo si limitò per un pò ad osservarlo e sembrava colpito da qualcosa, ma Harry non avrebbe saputo dire cosa. Voldemort ascoltò il basso brontolio di sottofondo emesso dall'Animagus incosciamente e si rese conto che in quel momento avrebbe reagito molto più naturalmente ai suoi istinti che non alla sua ragione. Sarebbe bastato provocarlo... però...
il mago sollevò di nuovo la bacchetta con l'agognata maledizione già pronta ad abbandonare le sue labbra. Quante volte aveva sognato il corpo senza vita del moccioso riverso ai suoi piedi? Quante volte aveva assaggiato il sapore della vittoria e poi questa gli era stata strappata via da sotto il naso, per colpa di quello, che ora lo fissava con arroganza?Vide la tigre fremere, catturata da ogni suo più piccolo movimento, ne sentì il respiro pesante e il raschiare minaccioso delle unghie sulla nera pietra.
-E'un peccato doverti uccidere così presto Potter... mi sarebbe piaciuto possedere una rarità del genere, davvero. Ma i tuoi occhi mi dicono che non approveresti un trattamento simile. Sappiamo entrambi quanto può essere soffocante la prigione ...-
Harry era rimasto ad ascoltarlo e decisamente non si aspettava niente di diverso da quel maledetto assassino; i suoi ringhi aumentarono d'intensità e le sue orecchie si abbassarono, mentre la coda continuava ad agitarsi frenetica. Inconsapevolmente stava adottando la posizione d'attacco dei grandi felini dei quali aveva preso le sembianze; le ali si spiegarono e non appena Voldemort pronunciò la fatidica parola, l'Animagus si gettò ad una velocità impressionante e con una forza disumana. Accadde così rapidamente che per capire cosa fosse effettivamente successo avrebbero avuto entrambi bisogno di un Omniocolo, per ritornare alla scena precedente e azionare il rallenty:
Voldemort non aveva neppure avuto il tempo di completare la formula, perchè quando aveva appena pronunciato – Ava...- la tigre con l'aiuto delle possenti ali aveva dimezzato la distanza di parecchi metri che poco prima lui stesso aveva messo fra di loro (per la sua sicurezza); poi, alla successiva sillaba, - ada- l'animale aveva fatto in tempo a chiudergli il braccio magro fra le fauci atterrandogli sopra e facendolo cadere di schiena. Il tutto in due millesimi di secondo; a Harry sembrava di essere tornato il bambino di Privet Drive che compiva magie,senza sapere nè cosa facesse,nè come lo faceva.
Fatto sta che ora aveva in bocca il braccio malamente piegato del suo peggior nemico e ne beveva il sangue che aveva preso a scendergli copioso, a fiotti, mentre col muso era a pochi centimetri da quella faccia da serpe. Faccia su cui era dipinta l'espressione più incredula e più ... buffa, perchè, per Merlino, non c'erano altri aggettivi per quella smorfia di dolore mista a rabbia e odio e, sì, anche ammirazione, che contorceva brutalmente i lineamenti di quel volto orrendo, ma che incredibilmente lasciava spazio ad un broncio di quasi infantile frustrazione. Harry non voleva credere a ciò che vedeva, 'probabilmente è la vista felina che mi sta giocando brutti scherzi!' pensò, mentre, non potendo resistere un secondo di più nè alla vicinanza, nè a quella vista, nè al sapore del sangue, che proprio lo stava facendo impazzire nella sua forma animale, il suo corpo decise per lui e lentamente si ritramutò.

5.

Voldemort non aveva urlato il suo dolore nè quando era stato morso, nè quando aveva sentito le ossa della colonna vertebrale orribilmente schiacciate contro il pavimento, e nemmeno quando il dolce peso di Potter si era scaricato tutto sulle sue spalle compresse dalle zampe anteriori e per giunta graffiate senza pietà, e sulle sue cosce che avevano subito il medesimo trattamento. Non aveva urlato perchè le terminazioni nervose che percepivano il dolore, del suo nuovo e per questo debole corpo, non avevano sopportato nemmeno due decimi di secondo di quel dolore ed erano collassate, bruciate, (come qualcuno direbbe: sono svampate segnò!), completamente inibite. Continuava a perdere sangue però, tantissimo sangue, e il suo corpo non poteva sopportare neppure questo. Adocchiò la sua bacchetta, finita pochi metri più in là, e provò a richiamarla sperando che nel frattempo Potter non gli staccasse il braccio a morsi... ma proprio una delle ali dell'Animagus si abbassarono fino a fargli perdere il contatto visivo con il prezioso legno. Fu allora che la frustrazione prese il sopravvento su tutte le altre emozioni, fu allora che Harry vide quella strana espressione, riacquistando le sue sembianze umane. Voldemort stentava a credere a quello che era successo. Avrebbe potuto richiamare a sè la bacchetta in quel momento e farla finita, ma una forza misteriosa lo bloccava in quella ridicola posizione, con ancora il braccio serrato fra i denti e le labbra umide del moro, in una presa molto più morbida. E qul corpo seminudo sopra il suo. Scosse pensieroso il capo, per la prima volta indeciso su cosa fare, finchè uno strisciare vicino e un sibilo familiare lo spinsero a sollevarsi un pò, solo per incontrare lo sguardo curioso della sua Nagini.


  • ...troppo pericolossso, troppo... ssicuramente proverà a sscoprirre qualcosssa ...-

  • so perfettamente che Potter è per natura curioso e fin troppo testardo.-

  • sssi, sssi ribellerà, vorrà ucciderci... -

  • E' una mia decisione Nagini. Non discuterai con me su questo mai più, se non vorrai che io mi sbarazzi di te-

  • sssai che non puoi, moriresssti anche tu...-

  • TACI!-

Harry si sentiva incredibilmente leggero e udiva delle frasi e delle parole spezzate, inframmezzate da sibili, ma non riusciva ad afferrarne il senso. Non ricordava neanche cosa gli era successo. Finalmente la sensazione di essere sospeso nel vuoto finì e la testa smise di girargli. Si sentì depositare con un tonfo leggero in mezzo a morbide coltri, ma i suoi occhi miopi non distinguevano null'altro che i contorni sfocati di una camera da letto in penobra.
I sibili si interruppero e anche quello strisciare fastidioso. Una mano fredda gli afferrò il mento e lo costrinse a sollevare la testa. I suoi occhi distinsero solo una maschera ed un cappuccio da mangiamorte ... '
sono stato catturato?' ... poi sentì che un vetro altrettanto freddo, una fiala, gli veniva premuto sulle labbra, che dischiuse involontariamente ad accogliere quella che gli sembrava solo acqua. Ma si sa, non è che Harry fosse proprio un genio a Pozioni!
Il sonno lo prese alle spalle per la seconda volta in poco tempo e il buio lo avvolse lasciandolo alla mercè del nemico.

risposte ai commenti:

xevel=  grazie grazie, anche io le adoro, e la mia fantasia ha fatto strani viaggi ultimamente... sono contenta che l'aggiunta delle ali sia piaciuta... ma non è finita qua, spero di non farti cambiare idea con questi due (ahimè lo so, brevissimi) capitoletti !!! 

GinnyPotter93= non sai quanto mi faccia felice leggere le tue recensioni cara!!! Grazie, vedrò di allungare i capitoli a partire dal prossimo, del resto questi non potevano essere più lunghi... ne ho messi due, cosa ne pensi, Voldemort doveva finire già divorato? Naaaa=)

yuukimy= eh eh, hai proprio ragione, soprattutto dopo aver letto  il 4. e il 5. , chissà cosa ti verrà da pensare... comunque, grazie mille per il commento spero di risentirti ancora!!!

Azzalea= Cara, ma sei tu il genio!!! Inizio a credere che tu abbia qualche strana capacità di telepatia.... proprio per la questione del felino nero... ebbene: devi sapere che l'idea piace un k anche a me, ma di storie in cui Harry si trasformava in Pantera ne ho lette già... perciò la nostra tigre subirà qualche cambiamento nei capitoli più avanti... segui con attenzione, credo proprio che non ti deluderò, almeno su questo punto!!=)

princess oscure= oh sono commossa !!! snif snif, credo che ti nominerò mio angelo protettore su EFP! Il sostegno che mi dai è incredibile, davvero! Ho già segnato la data del tuo compleanno sul calendario, e ti prometto che oltre a pubblicare un mega capitolo per l'occasione ti farò gli auguri! Non disperare, pensa che invece io inizio scuola l'8!!! Ehm ehm, di  alla tua Coscenza che tu puoi dirmi quello che ti pare e per quanto a lungo vuoi tu=)ciaooo!!!TVB  

Grazie a tutti quelli che seguono la mia storia e a quelli che l'hanno addirittura messa fra i preferiti=) =) 

note conclusive: l'html di questa pagina mi ha fatto strani scherzi e non sono riuscita a sistemare il layout come avrei voluto, non capisco perchè... sperò che non ci siano grandi problemi nella lettura=(

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Capitolo 5
*** 6. ***


FAN 3 CAP 6

6.

Freddo. Un freddo cane. Gli invadeva, come una malattia, tutto il corpo. Gli congelava il cervello; ghiacciava il suo cuore; gli offuscava la vista, ed era come se due piccole lastre di cristallo opaco, sporco, gli occludessero le orbite, procurandogli un leggero, fastidioso prurito agli angoli degli occhi, lì dove di solito si fermavano le lacrime. Ora anche quelle erano ghiacciate. E le mani e i piedi assiderati, e il tronco e il collo e le gambe e le braccia bloccate da iceberg di metallo freddo. Merlino, com'era freddo. Non sentiva nient'altro che quello, e gli venne il dubbio di star morendo... perchè chi muore sente tanto tanto freddo... almeno così dicevano gli attoroni delle telenovelas sdolcinate che amava guardarsi sua zia Petunia. Solo che là chi moriva poi resuscitava in circostanze misteriose qualche buon numero di puntate di suspanse dopo... lui non credeva avrebbe avuto lo stesso culo due volte. Prepotentemente qualcosa lo risvegliò da quel pericoloso intorpidimento mentale. Un improvviso calore bruciante all'altezza del petto, delle spalle e poi più giù , sempre più giù... fuoco divampò su di lui, sulla sua pelle, contrastando quel gelo mortale, e lo percorse tutto con movimenti sinuosi, soffermandosi... sempre lì, sempre su quella maledetta cicatrice. La odiava. Si odiava. Odiava Lui. E voleva solo che finisse e allo stesso tempo, voleva che durasse in eterno: com'era possibile sapere di stare per morire e sentirsi vivi come non mai, nello stesso momento? Era possibile, ogni volta che Harry incontrava Lord Voldemort, era possibile. Che sta succedendo? Harry riaccquistò le sue facoltà e spalancò gli occhi, fissandoli sulla figura serpeggiante al suo fianco. Nagini lo aveva morso al braccio sinistro, così violentemente che i suoi dentini si erano conficcati nella carne in profondità, inniettandogli una buona dose di veleno, se non tutto. Doveva aver approfittato della momentanea assenza del padrone, per agire indisturbata, ma aveva fatto male i conti. Un'altra figura cappeggiava cupa sul serpente, che aveva preso ora ad azzannargli il polpaccio e subito dopo il fianco... un lampo argentato e quella bestiola evidentemente affamata fu scaraventata contro il muro senza troppi problemi. La figura che lo aveva salvato assunse i contorni di quel bastardo. Harry gemette, indeciso se essere più incazzato o grato per quella strana uscita del suo Nemico. Erano le sue mani ad essersi posate senza il suo permesso sul suo corpo, e ancora si muovevano quelle maledette. Erano quelle mani, per qualche strano motivo non più così pallide, ma certamente ancora macchiate del sangue di migliaia di innocenti, a vagare quasi incerte su di lui. Lo stava curando dal veleno o stava affrettando il processo che sicuramente lo avrebbe riportato tra le braccia della cara Lily? Harry a quel punto sperava la seconda opzione. Non voleva rivedere quel brutto muso da rettile, se doveva morire quella era la volta buona....

Passò qualche minuto prima che Harry riuscisse a svegliarsi completamente, e a rendersi conto di dove si trovasse, e sopratutto con chi.
  • Sei nei miei appartamenti Potter, non affannarti troppo, tanto non ne uscirai molto presto-

  • ...-

  • Nagini è stata un pò irruenta prima, devi scusarla, ma evidentemente ti trovava molto appetitoso in quel momento. L'ho punita per aver toccato qualcosa che non le appartiene. -

  • ... - Harry guardava l'uomo davanti a sè cercando di ricordarsi dove l'aveva già visto. Sapeva chi si celava dietro quell'aspetto affascinante e virile,ma non poteva nè voleva associare quel volto da angelo dannato allo stesso demonio con la faccia da rettile che aveva visto qualche ora prima!

  • Potter, sembra che tu abbia visto un fantasma – disse Voldemort , elegantemente seduto su una poltroncina di pelle nera lì vicino al suo letto. Suo di faccia da rettile, non suo di Harry.

  • Riddle- esalò il ragazzo, a cui veramente stava mancando il fiato. Chiuse di scatto gli occhi e contò cinque secondi. Li riaprì... e quel figo da paura era ancora là. E quegli occhi d'ebano striati di rosse scintille brilavano divertiti, schernendolo per quella reazione.

  • Beh Potter, come vedi non sei l'unico in grado di sorprendere. E solo perchè comprendo la tua sorpresa non ti crucio all'istante per aver osato tanto-

  • Ti ho solo chiamato per cognome Thomas. Il tuo, se te lo ricordi ancora. -rispose Harry di getto, ignorando la fitta improvvisa alla cicatrice. Prevedibile, visto che lo stava facendo incazzare. Si ritrovò la bacchetta dolorosamente puntata alla gola, provò a parlare ,ma scoprì di non poter emmettere un suono. Lo aveva fatto tacere, a modo suo.

  • Sei vivo solo per un mio capriccio Potter. Se farai il bravo forse ti concederò un altro pò di tempo. -

Harry per tutta risposta gli alzò il dito medio. Lo stupore iniziale per essersi ritrovato davanti il volto di Riddle dopo così tanto tempo gli aveva quasi fatto dimenticare il mostro con cui aveva a che fare da due anni a quella parte. Sentiva la rabbia montare in lui e non fece niente per controllarsi... se non poteva usare la bacchetta allora avrebbe confidato nella magia accidentale. Accidentale un corno, pensò il moro. Voldemort contemplò quel dito sollevato con un sopracciglio lievemente inarcato; tese una mano, quella che non reggeva la bacchetta, e prese quel dito circondandolo con il suo palmo delicatamente. Se lo portò alle labbra e vi posò un bacio leggero. Harry era paralizzato. Disgustato. Incazzato nero. Estasiato. Confuso. E turbato. Così, tutto in una volta. Ma che diavolo...Thomas si è fumato le erbe speciali della Sprite secondo me... magari ne fa uso quotidiano insieme a Rodolphus... si spiegherebbe la presenza del libretto di poesie d'amore...
Voldemort gli abbassò il dito con una leggera pressione.

- Ci si aspetta la dovuta educazione in un ragazzo della tua età Harry- sibilò in serpentese. Una scarica di piccoli brividi gli scesero giù per la schiena... che intenzioni hai ? Formulò Harry nella sua mente, sapendo bene che Tom avrebbe potuto leggergliela senza problemi... infatti...

  • Lo scoprirai presto-

Cosa credi che farò ora... ? Avresti dovuto uccidermi mentre ero incoscente. Non ti appartengo e non ti apparterrò mai Riddle, e di certo non mi metterò a sfoggiare le mie conoscenze del Galateo proprio con te. Ti odio.

  • Se ti ostini in questo modo non mi lasci altra scelta-

  • Ti odio- gli sibilò in risposta Harry, ad alta voce. Tom lo guardò, la sorpresa questa volta visibile nei suoi, di occhi. Il potere sfrigolava dal ragazzo andando ad accarezzare il corpo dell'uomo più grande, lasciando lievi bruciature al suo passaggio sul ricco mantello nero orlato d'argento.

Harry si sentiva ancora instabile e sapeva che anche avendolo voluto non avrebbe potuto controllare gli eventuali scoppi di magia. Sentiva che stava di nuovo trasformandosi, e anche Riddle lo aveva capito a giudicare dal disappunto che gli si leggeva chiaro in faccia. Come ha fatto ad annullare l'incantesimo tacitante... la sua energia magica si comporta come se fosse ancora dentro il corpo di un bambino...

... non so cosa mi sta accadendo Riddle. Ma ti consiglio di tenerti stretta la bacchetta.

Credi di farmi paura moccioso?

No. Non è mia intenzione farti paura. E' mia intenzione ucciderti.

Come vedi non siamo poi di idee tanto diverse Potter

Ah, ma dai. Non sapevo mirassi al suicidio. Posso darti una mano.

Molto spiritoso Potter, ma credo che presto finirai di ... ghignare.

Ghignare?

Stai ghignando come una serpe Potter

E tu stai sorridendo come un grifone tronfio e compiaciuto Riddle.

Dopo questo insolito scambio di battute, Harry iniziò a tremare. Abbassò la testa sulle ginocchia e le sue spalle sussultarono in modo allarmante. Soffocò qualche sigulto, non voleva farsi vedere da Voldemort in quello stato. Voldemort. Per Merlino era il suo nemico, l'assassino dei suoi genitori, il bastardo che negli ultimi sei anni non aveva fatto altro che tentare di ucciderlo. Il maledetto che anche se indirettamente aveva causato la morte di Cedric e di Sirius. No davvero. Non poteva mettersi a ridere. Non poteva parlare con lui come se fossero compagni di casa, amici di vecchia data. Non era Malfoy. Era Lord Voldemort. Ma è anche Tom.
Per quei pensieri, e per la sensazione di instabilità che continuava a dilaniarlo, Harry si calmò e alzò di nuovo il capo. Thomas lo osservava attento. Temeva che se avesse abbassato la guardia anche solo per un attimo Harry avrebbe trovato il modo per fargliela sotto il naso... per l'ennesima volta.
Nessuno dei due però sapeva come comportarsi ora. Era la prima volta che si trovavano in una situazione simile. Harry sdraiato, quasi seduto, sul letto a baldacchino, coperto fino al mento con le lenzuola di seta nera, anch'essa ricamata in argento con il motivo ricorrente del serpente. Lui seduto a pochi passi di distanza sulla poltrona, apparentemente rilassato, non lo aveva ancora nè maledetto nè ucciso, e non sembrava averne l'intenzione nonostante le parole iniziali. Stavano la, immobili da parecchi ,minuti, quando Harry si decise ad esternare i suoi dubbi:

-Non sono ancora morto.-

-No, per ora-.

-Nemmeno tu sei morto.-

-A quanto pare.-

-E che cosa facciamo ancora qui allora? -

-Questo dovresti essere tu a dirmelo Potter.-

Finalmente Harry capì dove voleva arrivare. La profezia. Improvvisamente capì perchè le parole gli uscivano così veloci, limpide e leggere dalla mente come dalle labbra.

Veritaserum, mormorò.

-Mi avevano detto che fossi un pò tardo in Pozioni, ma non credevo ci avessi messo tanto a capirlo. -

La rabbia tornò a infiammarlo come un virus molesto. In pochi secondi accadde... al posto del ragazzo fra le neri coltri comparve una tigre alata. Nera. Voldemort sorrise, mentre con un rapido movimento della bacchetta materializzava un leggero collare d'oro bianco, decorato con piccoli smeraldi, attorno al collo della creatura magica. Il suo piano aveva funzionato e Nagini aveva perso la sua scommessa. L'Animagus ora era in suo potere.



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GinnyPotter93= Ciao! Grazie per i tuoi commenti, spero che questo capitolo ti abbia chiarito qualche dubbio, anche se forse te ne ha solo creati degli altri! Comunque all'inizio non volevo mettere alcun pairing, ma in ogni caso questa fic, almeno nella prima parte, è pre-slash. Sta venendo fuori una Harry/Tom, ma non aspettarti grandi scene da rating rosso, anche perchè Voldemort è Voldemort con il suo canon originale (almeno spero... ), e le cose non sono certo rose e fiori tra i due. Comunque interverranno altri personaggi nella storia a rendere le cose ancora più movimentate. ...=)


xevel = Eh eh, male sì, il povero Voldy farà bene a leccarsi le ferite non credi? Comunque non so se questo capitolo ti abbia chiarito o meno le idee, io spero di si, ma in caso contrario non esitare a farmelo sapere! In questa storia Harry è alle prese con le sue prime difficili trasformazioni in forma Animagus, e quindi non riesce a controllarsi granchè bene, per questo accadono cose strane! Mmm e credimi, siamo solo all'inizio...grazie per aver commentato, fammi sapere che ne pensi di questo capitolo=)


yuukimy= Grazie mille cara, oddio, ma spero di non averti fatto troppo male eh eh... Cmq se Nagini ti stava sulle palle prima ora non so cosa penserai dopo questo !!! Purtroppo continuerà ad impicciarsi ancora a lungo... è pur sempre una serpe,no? Peggio di Pansy Parkinson con Draco Malfoy, credimi....=)


princess oscure= BUON COMPLEANNO!!!! (ora tutti quelli di EFP sapranno che compi gli anni oggi 'vecchia' mia muahahahah... ) Allora cosa ne pensi di questo capitolo??? L'ho fatto più lungo che potevo, solo per te... lo so, non succede granchè, ma credo di aver incuriosito parecchi con il finale (o no?)... Grazie di recensire sempre, spero che questi Auguri fatti col cuore possano rallegrarti, anche se ormai è iniziata la scuola... ma non ci pensiamo... salutami la tua Coscienza, mi raccomando, e fai gli auguri anche a lei ... (mi inchino o Venerabile Coscenza di princess oscure, quando avrà voglia di onorarmi della sua presenza io sarò qui ad ascoltarla!!!) =)



Grazie a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra i preferiti o tra i seguiti!!!

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Capitolo 6
*** 7. ***


FAN 3 CAP 7

note: mi scuso per la brevità di questo capitolo, ma con l'inizio della scuola non ho potuto fare di meglio. Cercherò di aggiornare il prima possibile=) Buona lettura!!!

Un caloroso  benvenuto a JuJu90, la mia migliore amica, su EFP!!!

7.

La tigre nera sbattè violentemente le ali e ringhiò il suo sdegno a un passo dall'impassibile volto umano, che sembrava avesse reali manie suicide da come lo provocava. Lord Voldemort sorrideva ancora, non si era mosso da quella poltrona di pelle nera, e anzi osservava l'Animagus con un divertito luccichio negli occhi di nero cristallo.
La tigre non ci pensò due volte ad attaccarlo, e fece per azzannarlo alla gola... ma proprio quando era a un soffio da quel fragile collo diafano una forza sconosciuta gli impedì di affondarvi le zanne e lo costrinse ad accucciarsi ai piedi dell'uomo. La magia del collare. Harry però in forma Animagus non riusciva a riflettere bene, non distingueva le proprie emozioni dagli istinti animali, figurarsi poi se si trattava di comporre un pensiero lucido e articolato. Quello che sapeva invece era che aveva sentito un forte strappo nella colonna vertebrale e si era ritrovato a chinarsi istantaneamente... poi alla sensazione di dolore si era subito sostituito un senso di inferiorità rispetto all'umano, per cui gli era diventato impossibile minacciarlo con qualsiasi atteggiamento di innata ferocia. La coda infatti ondeggiava tranquilla, il capo era abbassato in una chiara dimostrazione di docilità, le ali si erano ripiegate ai fianchi, e i ringhi si erano del tutto spenti, lasciando il posto a qualche più mite miagolio. Gli smeraldi del collare, benchè molto piccoli, mandavano bagliori sinistri...
Voldemort tese la mano e la impose sul capo del grande felino dagli occhi verdi. La mosse in un'imitazione di carezza che aveva più l'aria d'essere una dimostrazione di superiorità per quanto le dita facevano pressione sul manto nero in mezzo alle orecchie. Ghignò, osservando come anche le ali erano diventate scure come quelle di un corvo;
-Sembra che quando ti trovi a subire un contatto prolungato con la mia presenza la magia oscura trovi un più facile accesso dentro di te, incalanandosi fino a farti perdere il controllo. Ti sei arrabbiato, ti sei infuriato, e il tuo manto , almeno nella forma Animagus, ne mostra gli effetti visibili, mentre quando sei completamente umano, ciò non è verificabile... davvero interessante poi, notare come questo collare possa essere usato solo su creature oscure... è un vero peccato che tu ora non possa capire una sola parola di quanto ti ho detto, vorrà dire che dovrò trovare il modo di sfruttarti al meglio fintanto che sarai in questa forma... mmm, per la profezia ho già provveduto, presto Severus mi porterà il Pevensie di Silente con i suoi ricordi più preziosi... Ahahahah, il vecchio si affatica per nulla contro di me. Basterà dirgli che sei nelle mie mani per ottenere la sua completa... attenzione. - sibilò il mago, continuando ad accarezzare Harry, che come tigre addomesticata non accennava a reagire a quelle parole pronunciate con calma mortale. Voldemort era ormai sicuro della sua vittoria. Eppure non aveva ancora fatto i conti con la rinomata testardaggine dei Potter, altresì conosciuta come innata forza di volontà... ed Harry presto avrebbe trovato il modo di dimostrargli che per domare uno come lui ben altra cosa che la magia nera sarebbe stata necessaria...


Quando Severus Piton fece il suo ingresso nella stanza, avvolto come sempre dalla frusciante veste nera, con lo stile che lo contraddiceva, fu costretto a fermarsi di botto sull'uscio, cercando di capire perchè gli occhi di Lily si trovassero lì, in quel muso ferino che di femminile non aveva niente. Li aveva riconosciuti subito, ed era stato quello, più del fatto di ritrovare una creatura magica ai piedi del Signore Oscuro, al posto di solito occupato dalla strisciante Nagini, a farlo arrestare. Cercò di non dimostrare il suo turbamento, e ci riuscì bene, in fondo anni di esperienza come spia giovavano sempre in situazioni simili. Severus Piton aveva portato il Pevensie di Silente, come gli era stato ordinato, e di certo non si aspettava di scoprire che le chiacchere assurde pronunciate in un momento di baldoria da Mc.Nair fossero vere... Harry James Potter era stato catturato in forma Animagus ed era sotto la speciale custodia del Signore Oscuro in persona. 
''Il moccioso idiota ovviamente non poteva starsene a casa durante l'Estate, no! Ora chi dovrà tirarlo fuori da qui, a suo rischio e pericolo, col possibile risultato di far saltare anni e anni di copertura? Ma io, Severus Piton , ovviamente! Come tutte le altre volte... oh, ma se me la pagherai , maledetto figlio di quel degenerato Potter!!! Si, eccome se me la pagherai!E ovviamente, come fare a distinguersi dalla massa una volta di più, per testimoniare il suo posto di diritto nella graduatoria delle celebrità del Settimanale delle Streghe??! Ma ovvio, trasformarsi in un topolino di campagna sarebbe stato troppo poco, troppo banale, per il Bambino Sopravvissuto col solo scopo di irritarmi a morte!''
-...ehm ehm , sono qui al vostro comando mio Signore. Come avete richiesto, il Pevensie- disse Severus, appoggiando il prezioso contenitore di ricordi, ad un cenno del mago, sopra ad un tavolo lì vicino, per poi inchinarsi come da protocollo ai suoi piedi. Lord Voldemort quasi lo ignorò per la fretta che aveva di verificare personalmente il contenuto di quel prezioso sapere. Per anni aveva cercato di riprendere in mano le redini del proprio destino, e finalmente stava per venire a capo del mistero della parte finale della profezia. Piton lo vide immergersi in quei ricordi, e trattenne il respiro. Silente aveva inspiegabilmente acconsentito a mettere il suo vero Pevensie nelle mani del suo vecchio studente, nonchè mago più oscuro di tutti i tempi, e ora aveva capito il perchè. Voleva dargli il tempo di occuparsi di Harry... si alzò dalla posizione scomoda che aveva assunto per compiacere Voldemort e si diresse con prudenza verso la tigre. L'animagus si alzò nello stesso momento e non appena posò i suoi occhi su quelli d'onice un ringhio gli uscì spontaneo...

-continuo a non starti simpatico Potter-

-è un eufemismo, Prof. -

-...-

-Non reagisca così professor Piton, o potrebbe entrarle qualche mosca in bocca-

-Potter! Come diavolo?-

-Questo coso che ho al collo in teoria dovrebbe controllare sia il corpo che la mente. Soprattutto la mente-

-Con chi credi di parlare Potter? Conosco quell'artefatto oscuro, fu Malfoy a regalarlo al Signore Oscuro in mia presenza, non più tardi di qualche settimana fà-

-Avrebbe dovuto pensarci due volte allora... non mi pare sia stato granchè ricompensato. Comunque... anche se i miei movimenti sono perlopiù quelli di un burattino, quando sono in sua presenza, con la testa ci sto ancora. Ci pensi, che smacco sarebbe stato per lei, che ha cercato di inculcarmi la disciplina in tutti questi anni...-

-... sapere di essere stato preceduto da Lui? Ti riferisci al mago più potente dei nostri tempi Potter? -

-Si riferisce al mago che l'ha trasformata in un assassino, professore?-

-... cosa credi di fare Potter? Ti obbligherà a fargli da animaletto da compagnia. Ti userà per i suoi scopi, per indebolire Silente. Ed ora ha in mano la parte mancante del puzzle...-

-La profezia? Niente di preoccupante, niente che io e lui non avessimo già capito. Il motivo per cui resto qua, in queste condizioni? Che non saranno tali ancora a lungo. Il mio corpo assorbe l'energia oscura del collare come fosse un mucchietto di cioccorane. Delle cioccorane impazzite che mi daranno qualche problema per i primi giorni, ma poi sarò in grado di digerirle senza intoppi. E allora sarà Tom a dover temere me, non il contrario. -

-Non posso lasciarti qui Potter, devo approfittarne adesso che..-

-No, lei deve continuare a mantenere la sua copertura. Io devo fare ciò per cui sono sopravvissuto. Controllerò Tom, quando invece lui penserà di controllare me. Non sospetterà nulla obnubilato dal pensiero della vittoria così vicina. E quando sarò in grado di muovermi, provvederò ad andarmene. O a terminare il mio compito, a seconda di come si metteranno le cose. Mi saluti tutti gli altri. E dica a Silente di non preoccuparsi. -

-Mi hai scambiato per il tuo lacchè Potter?-

-Sù, che le costa? Le sto solo dicendo cosa dovrà rispondere al vecchio quando le chiederà mie notizie...-

-Il vecchio. Questo mi ricorda qualcosa...-

-Si. Anche per Tom, Silente è ' il vecchio'. Ora vada. Lui è di nuovo qui. -


Non appena ebbe interrotto il collegamento mentale con Piton, in effetti, Harry tornò ad accucciarsi come prima, e proprio in quel momento Lord Voldemort riemerse dal Pensatoio. Piton non notò nel mago niente di strano, apparte la usuale assenza di emozioni su quel volto da rettile, (in presenza dei Mangiamorte, Voldemort non rivela le sue sembianze più umane), e si congedò in fretta, pieno di preoccupazioni nascoste dalla solita maschera di indifferente freddezza. Però anche Tom aveva una maschera che non mostrava a nessuno. Solo Harry poteva udire il suo cuore ora battere violento contro la cassa toracica, solo Harry ne sentiva il flusso rapido del sangue, solo Harry poteva ascoltare il delirio di pensieri che ne invadevano la mente non lucida. Davanti alla tigre nera Lord Voldemort tornò Tom Riddle e si lasciò cadere sconvolto sulla poltrona. L'Animagus si chiese cosa mai avesse turbato fino a quel punto l'uomo che aveva ripreso a passare distrattamente le dita sulla sua folta pelliccia... forse c'era qualcosa che Silente ancora non gli aveva detto?



Risposte ai commenti



GinnyPotter93= Ciao... grazie mille, spero che questo capitolo abbia risposto alle tue domande: insomma, alla fine Harry cambia colore del manto a causa della prolungata influenza che su di lui ha il vecchio Tom, alla quale si somma la rabbia covata dal nostro eroe, che è simile per intensità a quella descrittaci dalla Row nel quinto libro della saga, ma motivata da ragioni più mature. In realtà come avrai capito Harry non fa altro che assecondare i piani del nemico per poter meglio prevedere le sue mosse. Non è controllato così bene come vorrebbe credere Tom... =) Gli scoppi di magia derivano invece dalla traformazione in Animagus che è destabilizzante per il suo equilibrio energetico. Ciao, spero di non averti creato dubbi ulteriori!=)


Azzalea= eh, si nera nera! Piaciuta la sorpresa? =) In effetti hai ragione, pubblicherò un pò meno ora, anche perchè sono di maturità quest'anno... ma non preoccuparti, di sera non studio neanche sotto tortura, quindi continuerò ad aggiornare con la dovuta frequenza=) Tornando alla storia... Nagini non c'era in questo cap, avevi ragione, era dannatamente offesa e indignata per il trattamento ricevuto eh eh.. ma temo che tornerà presto a farci visita con la sua ssss sibilante pronuncia!=)


yuukimy= Ah ah ah, Nagini sta proprio sul c***o a tutte eh? Ma poveraaaa, che avrà mai fatto per meritarsi la vostra antipatia... =) Anche io ho sempre sbavato dietro alla figura di Tom, spero di rendergli onore. Il collare come hai visto rappresenta un problema più dal punto di vista fisico che mentale, ma è sempre di Voldemort che si parla, quindi Harry secondo me ha poco da star tranquillo... vedrai vedrai... =)


princess oscure= ehilà chi si risente! Come stai, passato il trauma da inizio scolastico...? No perchè a me sembra già di essere nel pieno di un incubo! Ciò non mi farà desistere dal continuare a pubblicare le mie fic per voi e per me, e soprattutto per te, che le commenti sempre=) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se non ce l'ho fatta ad allungarlo come avrei voluto, ma sai, scrivendo a tarda sera principalmente, non posso dilungarmi... uff! Cmq, anche io ti voglio tanto tanto bene, e non vedo l'ora di leggere cosa ne pensi e di avere tue notizie=) Un grande abbraccio!

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Capitolo 7
*** 8. ***


FAN 3 CAP 8

Note: Questo capitoletto mi è uscito così, in un momento di follia... spero comunque di farvi divertire, e mi scuso sin da ora per l'attesa 'disattesa'... Tom ed Harry si sono presi una piccola pausa dal set per permettere ad altri importanti personaggi di entrare in scena... almeno una breve apparizione per loro era d'obbligo,no? Buona lettura=)=)=)

8.

Quando Piton riferì ciò che aveva visto e sentito, ma soprattutto chi aveva visto e ascoltato,nella cucina della Tana, stanza usata inappropriatamente per le sporadiche riunioni dell'Ordine almeno per quell'estate, piombò il silenzio. Silenzio che non durò a lungo, perchè mentre i membri dell'Ordine, raggelati dalla notizia che il loro protetto non era più così protetto, avevano momentaneamente perso l'uso della parola lasciando che fossero le loro espressioni di puro terrore a commentare l'accaduto, due piani più sopra si udì un fragoroso boato di grida, pianti, e piedi che calpestavano le povere scale di legno della vecchia abitazione, producendo in coloro che stavano presenziando alla riunione la sensazione che una mandria di bufali inferociti stesse arrivando in carica proprio verso di loro. La porta sigillata da vari incantesimi, il più debole dei quali era un Colloportus castato da Moody, parve esplodere sotto i loro sguardi increduli. Piton vide chiaramente Tonks proteggersi sotto il tavolo, Lupin rimanere seduto dov'era, troppo sconvolto per difendere sè stesso da qualsiasi pericolo mortale, e il pozionista era sicuro di sapere quali pensieri circolassero liberi ad autodistuggere lo spirito già labile del mannaro, che ancora si rodeva per la morte di Black; Moody, che ovviamente grazie all'occhio magico e roteante sapeva già chi si celava dietro al polverone creatosi con la deflagrazione, era rimasto impassibile, al centro della stanza, e si era limitato a puntare la bacchetta contro i piccoli ma fastidiosi detriti che avrebbero altrimenti investito tutti loro; Shackleboth in piedi affianco a Silente e ad Arthur invece sfoderò i suoi istinti da Auror e si chinò immediatamente dietro una sedia con la bacchetta sollevata, pronto a reagire a qualsiasi attacco nemico... gli altri erano troppo frastornati per reagire in qualsiasi modo, apparte lui stesso, Severus Piton, che essendo insegnante da quasi sedici anni ormai, aveva già intuito chi potessero essere i colpevoli di quel trambusto. Ad avvalorare la sua ipotesi un mucchio di chiome rosse si fece strada in mezzo alla polvere...
-Ronald, Fred, George... anche tu Ginny!!! Ma dico io... COSA VI SALTA IN QUELLA TESTA BACATA!!! - a parlare non era stata Molly Wesley, come tutti si sarebbero aspettati, ma Charlie, rientrato in fretta e furia dalla Romania per assistere i genitori e l'Ordine. I quattro nominati neanche si degnarono di rispondere, ma marciarono, stravolti, dal Preside, incuranti dello stato in cui erano i loro abiti o i loro capelli, un pochino bruciacchiati... si limitarono ad indicare una Hermione in lacrime ancora sulla soglia, perchè in effetti era lei che stava ancora reggendo la bacchetta incriminata...Charlie la fissò allora come si guarda un ungaro spinato che ha appena perso una delle sue uova e fece ciò che faceva sempre in quei casi : corse ad abbracciarla. Se pensiamo alla reazione che a questo punto potrebbe aver avuto un vero Ungaro Spinato, beh, penseremmo che il Wesley più grande sia ridotto come minimo a un mucchietto di cenere sulle assi dello scricchiolante parquet. Hermione fortunatamente era una ragazza, con tutti gli attributi umani del caso, sia fisici che psicologici, perciò si lasciò stringere da quelle braccia forti e scoppiò a piangere, bagnando di lacrime il largo, muscoloso, petto di Charlie. Piton strinse le labbra seccato da quella scena almeno quanto lo era dalla calma simil buddha mostrata dall'uomo più anziano... no, non il Santa Claus che sorrideva felice e rideva a intermittenza in una cartolina vecchia di cinque anni ,appiccicata al muro da un incantesimo adesivo non rimovibile ( Fred e George ne sapevano qualcosa...) , e neppure il Gandalf che spiccava in mezzo a sette nani (ops, erano forse tredici?) sulla copertina di un libro babbano che Hermione stava leggendo e aveva sbadatamente lasciato sulla mensola della cucina, all'arrivo del fustacchione rosso malpelo con tanto di bruciacchiature ganze qualche ora prima ( chissà perchè...) , ... in effetti settemila anni sarebbero stati troppi anche per Silente. Ecco, proprio ad Albus Wulfric Percival Brian Silente stava pensando Piton. No, non pensate a cose strane, niente pensieri romantici dell'ultimo minuto. Solo, si chiedeva... ma come cazzo faceva Il vecchio ( e ci risiamo...) a sorridere compiaciuto e a farsi sbrilluccicare gli occhi in un momento come quello, eh!?! Silente lo fissò brevemente negli occhi per segnalargli che forse, ma proprio per caso, gli aveva appena 'letto nella mente', tanto per usare il termine preferito di Potter...Piton strinse le labbra ancora di più, senza nascondere la propria indignazione, e decise che ne aveva abbastanza.Uscì con uno scatto dalla stanza, oltrepassando senza un ulteriore sguardo o parola chiunque si trovasse fra lui e quella soglia. Qualunque macchinazione stesse mettendo in atto Il vecchio ( per l'appunto) stava mettendo ancora una volta in serio pericolo il figlio di Lily. E lui non poteva permettergli di morire, buttando al vento il sacrificio della donna che aveva amato, e gli ultimi, ma forse anche i primi, sedici anni della sua vita. Prima che potesse smaterializzarsi, infuriato, a Spinner's End, qualcuno lo afferrò per un braccio ...


risposte ai commenti:


GinnyPotter93= Ciao!!! Grazie , da parte mia avevo delle grandi perplessità su come impostare il capitolo sette, e sono contenta che ti sia piaciuto così tanto=)


Yuukimy= eh eh, se pensavi che le pene di Sevvy fossero concluse beh... hai letto il capitolo, no? Pare che sia l'unico con abbastanza cervello da rendersi conto che non è il caso di perdere tempo ... il vecchio Silly non pare d'accordo muahahahahah!!!=)=)

Sammy Malfoy= Grazie, purtroppo come hai visto questo capitolo non era incentrato sui due personaggi principali, perchè mi sembrava giusto sondare le reazioni dell'Ordine, anche in chiave comica ( oggi ero in vena di farmi quattro risate, non ho resistito dal prendere in giro Silente ancora un pò =/ ) , ma ti prometto che il prossimo capitolo, oltre a essere più lungo, sarà incentrato su Tom ed Harry, e ne accadranno delle belle. Anche Piton avrà il suo daffare... ma ora basta, altrimenti mi lascio sfuggire tutta la storia, e finisce che la pubblico qui!!! eh eh, alla prossima, allora=)=)


princess oscure= ciaoooooo!!! Oddio, spero nulla di grave carissima, stai meglio ora? Come hai visto sono stata crudele e vi lascio con il fiato ancora un pò sospeso... oggi ho avuto l'ispirazione ed è uscita fuori questa... specie di brano da comico da strapazzo, ma spero che non ti dispiaccia, e che anzi ti risollevi un pò il morale=) aggiornerò presto per farvi sapere cosa succede tra i due nemici del secolo!=) =) =)

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Capitolo 8
*** 8:9 ***


FAN 3 CAP 9

9.

  • Lupin

  • Severus ti prego... -

  • Non se ne parla, non posso rischiare di far saltare la mia copertura. Specialmente, non lo farei mai per te!-

  • E' ... Non mi rimane più nessuno oltre lui... Devi portarmi con te-


Erano appena atterrati sul divano di casa Snape, a Spinner Ends, e la smaterializzazione congiunta improvvisata li aveva fatti arrivare di pochi centimetri più in là del punto previsto da Severus. L'uomo avvolto dalla tunica nera si era ritrovato schiacciato fra la superfice tarmata del divano e il corpo del licatropo pericolosamente premuto sul suo... Anzicchè spostarsi o quantomeno scusarsi per quella situazione, il dannato uomo-bestia lo aveva afferrato per le spalle e scuotendolo manco fosse stato un sacco di patate aveva preso a pregarlo e implorarlo di fargli raggiungere il figlioccio. In effetti, ora che il cagnaccio era morto il tutore di Harry era diventato lui, Remus James Lupin. E poi si chiedeva da dove provenissero la sfiga costante e l'arroganza innata di Potter Junior... una disgrazia dopo l'altra, a quanto pareva i Malandrini si davano il turno.

  • Non sai quanto ciò mi commuova Lupin... - riprese Severus, con la solita nota di pungente sarcasmo ... - così tanto che se non ti levi subito di dosso ti porterò esattamente dove vuoi e meriteresti di essere portato, al cospetto del Lord Oscuro -

  • Cos.. Oh! Scusa, ti sto ... mi levo, mi levo. Puoi stare tranquillo Severus, non ho le pulci-

  • No, certo che no, quello era Black-

  • ... non provocarmi più di quanto tu possa permetterti Snape, o potrei perdere il controllo. Mancano solo cinque giorni alla Luna Piena, lo sai-

  • Tremo di paura Lupin. Eppure noto con piacere che finalmente oltre a lasciarmi respirare adesso ti sei anche deciso a ritornare al cognome. Dovrei insultare il cane più spesso -

  • Dovresti lavarti la bocca e vedere se ...-

  • Se cosa, Lupin? Non sono io che ho bisogno di un favore-

  • ...-

  • ecco , bravo. Adesso vedi di calmarti, e quando avrai corretto i tuoi modi, potrai anche provare a chiedermi quello che realmente ti interessa sapere. Non sono uno stupido,Lupin, e fino a qualche mese fa credevo che non lo fossi nemmeno tu-


Dopo svariati minuti di silenzio, in cui Severus aveva osservato con ostentata indifferenza il panorama squallido riflesso sul vetro opaco della finestra, e Remus era rimasto a rimuginare seduto sul divano con la testa sostenuta dalle mani, proprio il licantropo dagli occhi color miele tutto ciò alzandosi improvvisamente e raggiungendolo vicino alla tenda stinta e rosicchiata.

  • Cosa è successo esattamente a Harry? -

  • ... nulla. Ha solo l'esagerata dote di cacciarsi nei guai nei momenti meno opportuni. Apparte questo ha deciso che questo era il periodo giusto per testare le sue capacità di Animagus. E siccome Potter è un Potter, la sua forma animago ha una notevole capacità di... mutare. -

  • Perchè...?-

  • Oh, lo sai benissimo il perchè; tu e Black non vi siete sufficientemente divertiti a rievocare le storie degli infallibili Malandrini? Non vi siete beati del suo sguardo ammirato ricordando le vostre... nobili gesta?-

  • Non è da Harry... lui.. Merlino, lui è sempre stato dannatamete serio quando si trattava di usare nuovi incantesimi. Lo abbiamo più volte redarguito sull'immane complessità, e sui rischi che la traformazione avrebbe comportato... e.. è vero, spesso ci abbiamo scherzato su.. . diceva che un giorno anche lui sarebbe diventato... diventato... per ... giorni di Luna Piena.-

  • Ti sei risposto da solo, allora.Ma come ho già detto durante la runione, Potter è perfettamente in grado di intere e di volere, non ha subito danni fisici, e ha una certa consapevolezza delle proprie nuove abilità. A tal proposito, dovresti chiedere a Tonks se ne sa qualcosa. Dubito che Potter si sia limitato a far cercare le informazioni nel Reparto Proibito o nella testa della Granger-

  • Merlino-

  • Si, pare sia esistito un mago con un nome simile un tempo. E pare che sia anche morto, quindi puoi smettere di chiamarlo, tanto non verrà a prendersi il tè delle cinque-

  • ... ora cosa si fa?-

  • Si aspetta il momento propizio. Sono certo che avrò altre occasioi per parlare con Potter, e se accadrà qualcosa comunque il Lord vorrà richiamarci tutti. Ma non potrai venire con me-

  • Ti seguirò-

  • Te lo impedirò-

  • Non questa volta-


***



La tigre nera frullò indispettita le ali e sbattè la coda per il nervosismo. Da quando era riemerso dal Pevensie, Riddle non aveva detto una sola parola. Era in uno stato catatonico da più di cinque ore ormai. Il tempo passava e Harry si preoccupava sempre di più... cosa diavolo aveva visto nei ricordi di Silente da ridurlo in quello stato?! ? Arrancò a passi felpati sino a letto dove il Lord si era disteso e si issò con le zampe sul bordo del materasso, avvicinado il muso al volto impassibile, bianco latte, sfiorandolo inavvertitamente con le lunghe vibrisse. Gli occhi d'onice incontrarono quelli smeraldo della tigre, e si riempirono di qualcosa simile alla disperazione.
-
Per tutto questo tempo. Sin da quando ti ho rivisto a Hogwarts, grazie a quell'imbecille di Raptor... io ero convinto che prima o poi, ti avrei ucciso. E avrei lasciato a Nagini il piacere di mutilare il tuo corpo indegno- mormorò, passando casualmente la mano lungo il profilo delle zanne. Ora invece è cambiato tutto. -
Cosa ? Cosa è cambiato?
-
... ora dovremmo rassegnarci a questa condizione, io temo. Ma ciò significa che tu sarai obbligato a servirmi per tutto il tempo che ti resterà. Mmm, a questo punto dovrò marchiarti. Si, e fra pochi giorni avverrà l'iniziazione dei nuovi Mangiamorte. E' perfetto -
Nei tuoi sogni Riddle
Harry ringhiò la sua protesta ma non diede segno di voler attaccare, per fargli credere che il collare avesse ancora un effetto su di lui. E poi, spazientito, spinse il muso sulla guancia del nemico che aveva le sembianze di un giovane uomo, Avanti, me lo dici cosa è cambiato, o no? Non voglio essere l'unico a rimanere sempre all'oscuro, per la miseria!;
Tom
si lasciò accarezzare da quella punta umida e socchiuse gli occhi, un pò più rilassato ora che aveva deciso cosa fare, ma anzicchè rivelare ad Harry quello che lo aveva sconvolto e che a quanto pareva aveva modificato i suoi piani iniziali, si addormentò lì, proprio a uno sputo dalle sue fauci.
La figura rilassata del moro Serpeverde lo pietrificò. Pian piano, le forme animali mutarono in membra umane e una chioma ribelle fece la sua comparsa sopra a una fronte segnata da una singolare cicatrice. Harry, completamente nudo, aveva ripreso le sue vere sembiante ed osservava turbato il profilo angelico del nemico. Poi il suo sguardo corse ad alcuni rotoli di pergamena rimasti sul tavolo. Lentamente, ma molto, molto lentamente, si avvicinò alla superfice circolare di cristallo e presi i rotoli, diede una scorsa veloce al loro contenuto.
Mmm, progettano di attaccare Londra tra pochi giorni... Ma Piton lo saprà senz'altro, no, questo nemmeno... niente di utile qui per i miei amici. Direi che ora posso fare un viaggetto nei ricordi del Preside... sperando che Tom non si risvegli prima del tempo.



Era scivolato in un sonno agitato, strane visioni lo tormentavano senza tregua ogni volta che chiudeva occhio, o che perlomeno ci provava. Lord Voldemort, alias Tom Riddle, non sopportava di dormire più di mezzora ogni tot. Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che notò fu di essere solo.
Si girò su un fianco, e si accorse subito dei rotoli spostati di qualche centimetro dal punto in cui li aveva lasciati. Si alzò e seppe subito dove guardare... il Pevensie in quel momento gorgogliò rumorosamente per poi rigettare un ragazzo giovane, dalla chioma scura e ribelle, ma soprattutto nudo, sul pavimento. Lo vide tremare e stringere i pugni mentre cercava di rialzarsi mormorando piano – dovranno spiegarmi molte cose quei due, oh, si se dovranno... -
-
Prima sarai tu a dover spiegare a me un paio di cosette... Harry sibilò Voldemort arrivandogli alle spalle e stringendo le dita attorno al collare. Harry scattò come una molla e si girò, con l'espressione di uno che è appena stato colto con le mani nel sacco, ma non si è pentito nemmeno un pò. Lo schiaffo arrivò potente e inaspettato, e Riddle si ritrovò con la faccia voltata di lato. - Come hai potuto... bastardo... io... Un Horcrux?-

Grazie a tutti quelli che hanno commentato, in particolare a yuukimy e GinnyPotter93: scusate il ritardo ! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto=) 

Un grazie anche a Shino93 =)=) E a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite o le seguite!

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Capitolo 9
*** 10. ***


FAN 3 CAP 10

10.


Cosa era cambiato ? Questa, la domanda che aveva martellato Harry, almeno fino a che non aveva visto ciò che era contenuto nel Pevensie. Ora, mentre la sua mano tremava, ancora appoggiata sulla guancia bruciante di Tom, l'unica cosa che desiderava era non aver mai visto niente. Cancellare tutto. Un Horcrux. Tutto il suo stramaledetto passato riassunto nello spazio di un'ora e tre quarti. Un Horcrux. Il significato della profezia assumeva ora il giusto significato...
-dobbiamo morire entrambi...- mormorò, più a se stesso. Tom si girò, lentamente, e si fissarono negli occhi per un lungo momento. - dobbiamo morire – ripetè atono Harry, e Tom prese a stringere il collare ancora più forte, allo stesso modo in cui il turbamento aveva ripreso a stringere lui, ad avvolgerli entrambi come le spire di un maledetto serpente. La mano di Harry continuava a rimanere lì, appoggiata alla sua guancia. Non riusciva a spostarla. Nè voleva farlo.
La destra di Tom risalì a coprire quella tramante di Harry. Il contatto prolungato avrebbe dovuto far soffrire il ragazzo terribilmente, ma nessuno dei due provava dolore in quel momento, almeno in senso fisico. Restava solo la devastazione di qualcosa che non sarebbe mai più stato possibile seppelire sotto le ceneri del loro passato.
Una sola lacrima scese dalla guancia sinistra di Harry. Era schiacciato, oppresso, inerme di fronte a tutto. Aveva fame. Di calore umano. Avvicinò il suo corpo nudo a quello del nemico. Aveva freddo. Il gelo gli annebbiava il cervello, gli impietriva il cuore. Abbracciò il suo nemico. Aveva voglia. voglia di non essere più solo. Baciò il suo nemico.

Era stato un innocente bacio sulla guancia, nulla di più, e un ingenuo premere di pelle, muscoli e ossa contro la sua veste da mago. Tom sapeva perfettamente che l'intento di Harry non era certo quello di provocarlo, ma nonostante tutto non riuscivia a restare indifferente rispetto a quel corpo attraente; lo aveva lasciato fare. Lo portò sino al divano, dove si sedettero entrambi, il più giovane ancorato alle spalle del mago oscuro; Non piangeva, Harry, perchè in un certo senso non aveva mai pensato di sopravvivere. Ma la sensazione di essere stato tradito da Silente, aggiunta a quella di essere, insieme a Tom, un burattino nelle mani del destino, e di non avere più alcuna scelta, alcuna speranza, era troppo da sopportare in una volta sola. Passarono diversi minuti di assoluto silenzio, finchè il più grande non si decise a romperlo...
-Così il collare non è poi tanto utile, mmh? Dovrò farla pagare a Lucius una volta di più-
-nah, il collare funziona benissimo. Ho fatto fatica anche io, all'inizio. Non serve punire il padre di Draco per questo ... - disse Harry con un filo di voce, - ho freddo. Mi ritrasformo...-
Tom evocò un mantello per lui, e glielo drappeggiò sul busto magro. Harry rimase com'era.
-Non mi farò marchiare – disse poco dopo.
-Lo avevo immaginato. Ma del resto non è qualcosa che puoi decidere, Potter. Solo così sarò sicuro di poterti controllare, e sorvegliare... altrimenti, sarai sempre in pericolo-
-Non sei così diverso da Silente allora ... - ribattè Harry rudemente, senza però staccarsi da quella fonte di calore, - ... non ti permetterò di rendermi schiavo. -
-Non scherzare con il drago che dorme Potter . Mi stai irritando. Non ho altra scelta, lo vuoi capire!?-
-Si che ce l'hai. Lasciami andare -
A quella richiesta, Tom scoppiò a ridere. Una risata metallica, sadica, che di allegro non aveva niente. -Vuoi scappare Harry? Vuoi tornare a nasconderti dietro le gambe di quel vecchio babbanofilo, fino a quando non deciderà che è giunto il momento di sacrificarti... per il bene del mondo magico?- disse Tom Riddle, sottolineando schifato le ultime parole. Harry si separò da lui, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, e curiosamente sembrava incerto sulla risposta da dare... per strano che fosse Riddle avvertì un senso di vuoto irradiarsi dal punto in cui prima c'era qualla massa informe di capelli arruffati. - Non me ne voglio andare per Silente. Solo, ho una famiglia da proteggere. Sfortunatamente stai dedicando il tuo tempo a decimarla... -
-Quando sapranno cosa sei... -
-Rispetterò la loro decisione. Qualunque essa sia. -
Tom stava per mettere la mano alla bacchetta, seccato da quello scambio infruttuoso di opinioni, irritato dalla vena di agnello sacrificale che il moccioso stava sfoderando con non chalance, desideroso di fargli cambiare idea a suon di Cruciatus. In fondo, Lord Voldemort restava Lord Voldemort. Ma uno scoppio improvviso proveniente dall'esterno lo distrasse, ed Harry ne approfittò per sgusciare fuori dalla sua presa. Con la coda dell'occhio assistette alla sua ritrasformazione, ora molto più controllata. Non faceva nemmeno più finta di essere sotto il controllo del medaglione, Harry. Il suo manto bianco e striato gli accarezzò le gambe; anche Tom prese le sue sembianze serpentiformi e si alzò con calma. Cosa stava succedendo?

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo, e mi scuso per la brevità di questo. Molti di voi mi hanno detto che ho la tendenza ha interrompere nei momenti peggiori... beh, sappiate che lo faccio apposta muahahaha... ( il mio spirito Slitherin non si rassegna, perdonatelo =/)  ... 

Risposte ai commenti:
 Azzalea =  grazie cara, e scusami per averti fatto aspettare così tanto =/ =)    Ma  Ottobre si è rivelato un mese no... a volte capita =(  Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

tomas86= Chiedo venia per la mia brutta abitudine, ma come ho detto sopra, non ne posso fare a meno eh eh! Per rispondere alla tua domanda, invece: Harry stava studiando per diventare Animagus, il suo obbiettivo infatti è sempre quello di aiutare Remus durante le trasdormazioni, così come facevano i Malandrini. Il punto è che la sua prima trasformazione è avvenuta involontariamente, e non sapeva come controllarla all'inizio... ora è migliorato. =) Cmq, quello che voglio sottolineare è che senza le giuste basi, non ci sarebbe mai riuscito, neanche per caso. Ciaoo, spero di risentirti!   

 

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Capitolo 10
*** 11 ***


FAN 3 CAP 11


11




Lucius Malfoy non aveva creduto a Rodolphus quando questo gli aveva detto chi avevano trovato a girovagare per le strade della Londra babbana. Aveva pensato a uno scherzo di cattivo gusto, quando lui e Mc.Nair lo avevano informato sull'improbabile forma Animago di Potter.
-Quando vedrò Albus Silente e il nostro Signore Oscuro bere il tè delle cinque allo stesso tavolo senza lanciarsi maledizioni, allora potrò credere che un giorno, molto lontano, Harry Potter potrebbe, in teoria, divenire un mago potente. Fino ad allora non crederò a una sola parola di quanto mi avete comunicato. - aveva detto Lucius, battendo a terra il lungo bastone che nascondeva la sua bacchetta.
-Ti ricrederai Lucius – aveva mormorato fra sè Rodolphus, ancora preso a sfogliare il libretto ''Poesie d'Amore'', cercando forse qualcosa che avrebbe potuto colpire la sua Bellatrix.
Non sapeva quando, ma era sicuro che il loro padrone non avrebbe esitato a mostrare ai suoi Mangiamorte il suo trofeo. A meno che non lo avesse già ucciso, avrebbe scommesso 100 galeoni sulla decisione dell'Oscuro di fare una cerimonia per assassinare la maledetta nemesi in pubblico ... allora Malfoy avrebbe visto con i suoi occhi.
Rodolphus però, non dovette attendere alcuna cerimonia. Il sole aveva da poco iniziato a tramontare, quando all'improvviso si udì un botto nel Salone principale del Manor, e cinque persone, i Mangiamorte presenti in quel momento oltre a Lucius, si materializzarono immediatamente per vedere cosa fosse successo. Furono accolti da un denso fumo nero, che si stava propagando in fretta lungo i corridoi e le stanze, ovunque ci fosse una porta o una finestra aperta.
-Ma che diavolo ...! - esclamò Mc.Nair che portava sempre il suo orribile copricapo da boia, come se ne andasse fiero ... accanto a lui Fenrir Greybeck annusava l'aria come attirato da qualcosa.
-Fenrir ? - gli chiese Rodolphus, bacchetta alla mano, non azzardandosi a lanciare incantesimi che avrebbero potuto danneggiare i compagni al posto dei nemici.
-Lupin – sussurrò il lupo mannaro, il cui fiuto non era stato messo in difficoltà da quella strana polvere scura;
-Riesci a sentirne altri? Non sarà mica venuto da solo!?-
-Manca poco alla prossima luna piena. L'istinto di protezione verso il cucciolo che gli è stato affidato potrebbe portarlo a commettere pazzie, un errore fatale. Non mi stupirei troppo, se fossi in te. Non sento nessun altro – commentò Fenrir, leccandosi le labbra. Sperava di mettere carne fresca sotto i denti. Forse questo avrebbe portato lui, a commettere un errore fatale, pensò Rodolphus, per niente convinto che uno come Remus Lupin fosse giunto senza scorta. Non aveva mai fatto nulla, ai tempi di Hogwarts, senza i suoi stupidi amici. Perciò si guardò intorno, e mantenne alta la concentrazione. Poco dopo udirono un sigulto soffocato e il suono di uno schianto. Mc.Nair sobbalzò e strinse la presa sulla sua bacchetta, Rodolphus cercò di eliminare in tutti i modi quella nebbia nera, senza riuscirci. Si chiese chi di loro fosse stato messo ko. Bellatrix non c'era, restavano solo Mulciber, Dolohov e Malfoy. Fenrir decise che non gli importava di colpire qualcuno dei suoi, si gettò nella mischia con un grido disumano. Un urlo femminile seguì lo schianto, e poi altre grida soffocate si mischiarono al frastuono di maledizioni urlate. Mulciber atterrò ai loro piedi svenuto, il segno di una profonda ferita sulla gamba e un braccio piegato in una strana angolazione.
Rodolphus si chinò sul compagno svenuto, impaziente di capire cosa stesse succedendo.
-Innerva -
-L – Lestrange ... -
-Dimmi chi ti ha ridotto così!-
-... non si vedeva nulla ... solo, polvere , Buio ... pesto. Nulla. Tonks ha fatto cadere un vaso, noi l'abbiamo vista! Poi quelli ...!! -
-Ma chi!?! -
-C'era – c'erano... del clan Wesley, e ... - Mulciber tossì e alcune gocce di sangue colarono dalle sue labbra screpolate. Rodolphus era indeciso se colpirlo di nuovo in testa o premiarlo per quelle poche informazioni;
-...la riccia ... quella dell'ufficio Misteri, l'amica di Potter!-
-Hermione Grenger. Altri? -
Mulciber scosse la testa, le pupille dilatate si nascosero oltre le palpebre e svenne di nuovo.
- Che razza di incompetenti cadrebbero in una trappola simile! - sbottò un irritato Lucius Malfoy, appena comparso dietro di loro. I suoi capelli biondi erano impregnati di uno strato leggero di polvere, e gli davano un'aria sporca per cui, in un altro momento, Rodolphus e Mc.Nair lo avrebbero deriso. Ma Lestrange decise di glissare sia su quello, sia sul recente soggiorno ad Azkaban. Avevano tutti un urgente problema adesso. Stava per aggiornare Lucius su quello che aveva scoperto, quando la porta principale si spalancò. La nebbia nera si diradò improvvisamente come spazzata via da un vento impetuoso, e un'enorme tigre alata dal manto bianco balzò sul pavimento di marmo ora coperto di quella strana polverina nera, emettendo un ringhio che li bloccò tutti ai loro posti. Rodolphus era coscente del punto che gli occhi larghi come piattini di Lucius Malfoy stavano fissando. Il segno seghettato e screziato d'argento, che altro non era la maledetta cicatrice di Harry Potter, sul testone di quella incredibile bestia.

NOTE: Scusate il grandissimo ritardo nella pubblicazione ma sono stata parecchio impegnata, come ho cercato di spiegare in FIND ME ... Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che riusciate a seguire lo stesso la fic =)  Come avete notato ho deciso di fare un pezzo sul POV dei Mangiamorte XD  

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Capitolo 11
*** 12. ***


FAN 3 CAP 12

12.



Harry si chiese come diavolo si era potuti arrivare a quello. Una situazione in cui tutti, ma proprio tutti, lo guardassero impietriti come se avessero appena visto un basilisco, non era stata prevista.
Bè, forse nemmeno una tigre con le ali era una cosa che si vedeva tutti i giorni ... comunque era tutto assurdo e ... sbagliato. Cosa ci faceva Tonks con un vaso di fiori al posto dello stivaletto viola, sdraiata ai piedi del tavolo chilometrico dei Malfoy? E perchè Lupin e Fenrir, un insieme di braccia e gambe intricate, sembravano appena usciti da un incontro di wrestilng/sesso selvaggio? E cosa ci facevano là Fred e George, appesi ai due rami del grande lampadario dei Malfoy come fossero scimmie? Sembravano due angeli ...no angeli no, ecco, due diavoli pronti a distribuire al mondo la sua dose giornaliera di coca tagliata male ... infatti la polvere nera proveniva dai sacchetti ciondolanti dalla loro tasche multiuso. Harry era sicuro che non avrebbe mai infilato le mani in una tasca multiuso Wesley. No, grazie. Ci teneva alle sue mani. Anche alle zampe se è per questo. Harry decise di uscire dal pericoloso trip mentale in cui stava andando a infilarsi, e terminò velocemente la sua analisi della situazione. Ron e Hermione erano là anche loro, ma questo non lo sorprese, anche se una sensazione di calore gli si diffuse nel petto. Anche loro lo fissavano inebetiti, l'uno con la bacchetta puntata pericolosamente verso le palle di Dolohov, che a sua volta aveva afferrato Hermione per i capelli. Le bacchette del Mangiamorte e dell'amica giacevano per terra, poco distanti, coperte dalla polvere nera. Schiacciati alla parete di fianco a lui trovò invece Mulciber, svenuto, Rodolphus e Malfoy. Mc.Nair invece si era appena smaterializzato dietro di lui, e credeva stupidamente che brandire un'ascia contro di lui ...
-CRUCIO!- ....
...non avrebbe scatenato le ire del suo Oscuro Signore ...
Harry ringhiò, gettandosi sul Mangiamorte già piegato in due dalla maledizione di Voldemort, ma non fece altro che afferrare tra i denti l'impugnatura dell'ascia e allontanarla con uno strattone violento. Poi, ruggì così forte che Mc.Nair si rattrappì ancora di più, sperando forse di nascondersi sottoterra.. .Voldemort smise di torturarlo e fissò i suoi occhi rossi sulla sala. Un ghigno sadico gli distorse la piega delle labbra. Harry rabbrividì internamente; ''
lo preferivo prima, questo e poco ma sicuro!'' pensò. Voldemort lo fissò per un attimo negli occhi, e il suo ghignò si allargò. Si chiese se per caso non gli avesse letto nella mente. Il collare si restrinse attorno al suo collo mentre riprendeva le sue sembianze umane,e questa volta riuscì anche ad evocare dei vestiti. La sua bacchettà, richiamata dalla magia, tornò al suo padrone.
L'incantesimo di pietrificazione, che forse era stato davvero gettato sulla sala, si ruppe in quel momento, ed una serie di esclamazioni e grida confuse miste a qualche incantesimo dettato più dall'agitazione che da serie intenzioni riempirono l'aria. Harry sapeva di essere al sicuro dagli Avada del suo nemico, ma altre maledizioni più insidiose non gli erano precluse. Non si stupì quando sentì il formicolio dell'Imperius scorrergli su per la schiena, fino alla nuca. Ma non se ne preoccupò. Non era cambiato nulla dall'ultima volta. Il ricordo del cimitero gli piombò doloroso sullo stomaco. Non doveva permettere che qualcun'altro morisse per quella che era, ormai lo sapeva, una questione tra Tom e lui. Prese un respiro profondo, e implorò con gli occhi Hermione e Ron. Pregò che almeno loro cercassero di capire. Il collare sfrigolava fastidioso, tentando ancora e inutilmente di assoggettarlo.
-HARRY!!- gridarono i suoi amici, quando finalmente si decise a voltare loro le spalle. Era doloroso. Oh, se lo era.
-
Per favore. Cercate di capirmi. Non posso permettervi di seguirmi. Non dovete più rischiare la vita per me. Non cercatemi. E se potete, dimenticatemi. Sarà più facile. - Una sola lacrima scese lungo la guancia mentre un sorriso amaro gli si faceva lentamente strada sul volto. Voldemort fu l'unico a vederla scintillare.
-
Con voi è stato il periodo più bello. Grazie - disse, e con un ampio gesto della bacchetta evocò un oggetto piccolo e dorato, sul quale quell'unica lacrima si infranse.
Basteranno pochi giri,
si disse, mentre il ghigno sulla faccia serpentina di Voldemort spariva rapidamente. Pochi giri. E tutto intorno a lui divenne un vortice di colori e azioni confuse.




Severus sapeva che qualcosa sarebbe andato storto. Lo sapeva, perchè succedeva sempre quando c'era qualcuno di nome Potter implicato nel mezzo. Era rimasto nell'ombra per tutto il tempo, e quando aveva visto Potter ritrasformarsi e dire quelle parole, aveva trattenuto il respiro. E poi l'aveva vista. La Giratempo scintillava sul palmo della mano del ragazzo, che senza nemmeno riflettere stava attivando il congegno. Per una volta, il Serpeverde che era in lui non lo trattenne dal fare un'azione sconsiderata. Semplicemente, si materializzò dietro a Potter, e poi non fu nient'altro che un'ombra nera che avviluppava il ragazzo mentre le spire del tempo si srotolavano intorno a loro due soltanto.

Note dell'autore: Ancora una volta mi scuso per la brevità del capitolo, premetto che era mia intenzione modificarlo o aggiungere la parte successiva in questo 12., ma l'istinto mi ha suggerito di aggiornare adesso. Prima che mi si porti via la voglia XD XP Apparte tutto, grazie a chi commenta e a chi mette la storia tra i preferiti e i seguiti, un abbraccio a tutti voi!!

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Capitolo 12
*** 13. ***


FAN 3 CAP 13

Note del capitolo: Le frasi in violetto sono tratte direttamente da pag 333 di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Questo perchè mi sembrava giusto descrivere correttamente e non inventare di sana pianta una determinata sensazione. Detto questo, buona lettura ^^   

13.



Provò di nuovo quella strana ma conosciuta, sensazione di volare all'indietro, a grandissima velocità. Un turbine velocissimo di colori e forme gli sfrecciò accanto, le orecchie gli pulsavano, cercò di gridare a chiunque stesse cercando di soffocarlo di allentare almeno la presa, ma poi si rese conto che sarebbe stato inutile e alquanto pericoloso. E poi avvertì di nuovo il terreno sotto i piedi e tutto tornò a fuoco ...
improvvisamente il peso di quel qualcuno che stupidamente aveva tentato di trattenerlo lo abbandonò, crollando a terra con un tonfo
rumoroso. Un gemito e un'imprecazione lo raggiunsero subito dopo. Harry si girò di scatto, chiedendosi chi potesse essere talmente idiota da ... - Piton!!!? -
-Uuhh ... Cinquanta punti da Grifondoro Potter ...- disse il viluppo di stoffa nera che
doveva essere stato il suo professore, ma il tono sofferente rese vuota la minaccia appena pronunciata. Harry si chinò preoccupato accanto all'uomo, che ora stava liberandosi dal mantello con un gesto stizzito ed elegante insieme. Parte di esso era evidentemente bruciato, risucchiato nel vortice spaziotemporale.
-Avrebbe dovuto indossare la catenina anche lei ... Ha rischiato grosso! esclamò Harry, studiando ansioso le espressioni che si alternavano sul volto di Piton: rabbia, dolore, rabbia, preoccupazione, rabbia,rabbia e ancora rabbia. Harry aspettò paziente che si riprendesse abbastanza. Sapeva cosa sarebbe successo.
-POTTEEER!!!
Come- le -è -venuto -in-mente!!?? Stupido. Idiota!- ribattè lui, ignorando a piè pari la critica, più che giusta, del ragazzo.
-Questo dovrei dirlo io a lei! Avrebbe potuto
spezzarsi!!-
-E lei invece? Giocare così col tempo ... la Granger avrebbe dovuto riconsegnare già da tempo quel dannato marchingegno! Com'è che ce l'ha lei??-
-... L'ho solo preso in prestito. Il come non è importante. Però, visto che lei si ostina a voler combattere la crociata del ''Salviamo Il Ragazzo Che Non Può Essere Salvato'', e visto che per forza di cose lei dovrà starmi vicino ... -
-Già inizio a pentirmi ... -
-...penso che dovrebbe risparmiarsi gli insulti, le provocazioni, e i rimproveri. So quel che faccio.
Non avevo altra scelta. -
-Cosa intende dire?-
-So qual'è il contenuto della profezia, e so qual'è la verità dietro il legame tra Voldemort e me -
-Non pronunci il suo nome!-
-Non l'ho fatto. Il suo vero nome è Tom. Che io di sicuro preferisco -
-... -
-Mi ascolti, la prego. Deve credermi quando le dico che non avevo scelta. Non potevo lasciare che si ammazzassero per causa mia. E non potevo nemmeno permettere che Lui continuasse a conoscere quelle informazioni. Sono diventato bravo a controllare il collare, ma lui se n'è accorto. Voleva ... marchiarmi !!!-
Severus sussultò, inorridendo a quell'affermazione. ''
Marchiare il ragazzo. Mio Dio.'', pensò, senza immaginare nemmeno cosa sarebbe successo se
Harry
fosse diventato davvero un servo dell'Oscuro. Harry dovette aver visto qualcosa nel suo volto, nei suoi occhi, perchè gli rivolse un amaro sorriso e gli tese la mano. Allora Piton si rese conto di essere ancora steso a terra. Si rialzò afferrandola, chiedendosi come facesse Potter a cacciarsi sempre in quelle situazioni impossibili. Si guardò intorno, riconoscendo in un attimo il posto dove la GiraTempo li aveva portati. Grimmauld Place n 12, direttamente nella ...
soffitta. Nella stanza di Fierobeco. L'Ippogrifo aveva puntato su di loro i suoi occhi dorati e intelliggenti. Harry sorrise calorosamente alla creatura inchinandosi brevemente e andando ad abbracciare quel cavallo con le piume. Oh, e le ali.
-Tu e lui avete qualcosa in comune adesso – sibilò Piton, cercando di ingnorare quanto quello sguardo affettuoso gli ricordasse Lily.
-Ahahah, si, immagino di si. A noi piace un sacco volare, vero Fierobecco? - sussurrò dolcemente Harry appoggiando la testa contro il collo piumato. L'Ippogrifo agitò piano la coda e abbassò il capo, sfiorandogli col becco la spalla in un tocco gentile.
Piton non era stupido. Si accorse che qualcosa non andava quando le spalle del ragazzo iniziarono ad alzarsi e abbassarsi con un brusco sussulto, nonostante dal ragazzo non provenisse alcun lamento. Non osava però avvicinarsi a quella creatura dal carattere facilmente irritabile. Se normalmente dalle persone non riusciva ad ottenere comprensione, fiducia, come sarebbe stato possibile suscitarne nella bestia alata? Strinse le labbra in una dura linea sottile, e aspettò fin quando di quello sfogo non rimasero che la rigidità esasperata della schiena, il convulso movimento delle dita fra le piume grigie.
-Cosa intendi fare adesso? - chiese, esasperato da tutto quello. Non sopportava di non poter agire. Di non sapere come fare.
-Devo fermare Mc.Nair, Rodolphus e Greyback prima che mi catturino. E magari evitare che Dudley riesca nell'intento di fregarmi ... Puoi materializzarci a Privet Drive? Dovrò prendere le mie cose e trasferirle qui prima che i miei zii ritornino ... e poi, beh, dovremo andare nella Londra babbana -
-E come supponi di non farti catturare questa volta? - chiese Piton, senza mascherare una punta di sarcasmo;
-... con l'aiuto di un mago molto potente quanto astuto – rispose piano Harry, girandosi a guardarlo. Ne scorgeva il profilo in ombra, le sottili labbra rosse piegate in una smorfia, le sopracciglia agrottate a conferirgli una strana espressione, un misto di sofferenza, forse per l'ammissione a cui si stava costringendo, e divertimento, tradito da quella particolare scintilla nell'unico occhio verde che rispondeva al suo sguardo sospettoso.
-E chi mai sarebbe questo mago? -
-Uno che non ha paura di confrontarsi con maghi ancora più potenti di lui. Uno che riesce a camminare incolume nel pericoloso confine che separa la Luce dall'Oscurità. Un mago di cui spero di potermi fidare ... uno che mi ha già salvato la vita, in più di un'occasione.-
-Non credo di averlo mai conosciuto, Potter -
Harry indicò con l'indice uno specchio ovale, grande quanto un uomo, adornato da una elaborata cornice d'argento tutta ossidata. Attraverso la polvere e le incrostazioni Severus riconobbe il suo riflesso. Sbuffò, incredulo per quella non troppo sottile adulazione. Non sapeva se prendere per sincera quell'argomentazione, o se considerarla come una presa in giro. Poco ma sicuro, non si sarebbe potuto allontanare da Potter in ogni caso. Non quando rischiava di rimanere intrappolato nel passato. Ghignò, e sollevò la bacchetta. - Così sia – disse, e, dopo che Harry ebbe salutato Fierobecco con un ultima carezza e gli si fu avvicinato afferrandolo per il braccio, smaterializzò entrambi. Krecher , venuto ad arraffare qualche altro vecchio cimelio di famiglia, si affacciò alla porta in tempo per udire uno schiocco familiare e vedere due ombre sparire nel nulla.

ER

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Capitolo 13
*** 14. e 15. ***


FAN 3 CAP 14 e 15


14.




Privet Drive n 4 era un'oasi di pace e tranquillità, quando Harry giunse lì aggrappato fortemente al braccio del suo professore di Pozioni. Non si sentiva volare una mosca, e l'unico elemento vagamente disturbante era la temperatura eccessiva. Il sole estivo batteva insensibile al loro disagio sopra le loro teste. Il ragazzo diede un'occhiata a Piton, aspettandosi di vederlo sciogliersi lentamente sotto quella sue pesante veste nera, ma l'uomo non dava alcun segno di insofferenza. Qualcosa nel suo sguardo comunque, gli rivelò che Piton non stava muovendosi in un territorio completamente sconosciuto. Piton gli artigliò una spalla con quelle sue lunga dita da pianista, e lo condusse rapidamente verso la porta. Harry sapeva bene che a casa non c'era nessuno. A quell'ora ( le due del pomeriggio), i suoi parenti erano appena partiti trascinandosi dietro un riluttante se stesso. Harry si ricordava di aver protestato inizialmente, pensando che Silente e gli altri dell'Ordine sarebbero diventati pazzi se improvvisamente fosse andato via da quella maledetta casa, l'unico posto in cui fosse veramente al sicuro dagli attacchi di Voldemort. E poi, appunto, alla sola idea di Silente che diventava pazzo, un ghigno vendicativo si era allargato piano sul suo viso. Harry si ricordava di essere stato divorato dai sensi di colpa appena un quarto d'ora dopo, schiacciato sul fondo del sedile posteriore, con Dudley che gli urlava nelle orecchie grezzi motivetti rap. Una serie di insulti senza fine. Ma Harry li aveva a mala pena sentiti, concentrato com'era sul pensiero

di quello che avrebbe detto Sirius, ... Sirius che era morto a causa delle sue azioni sconsiderate. Ed ora ne stava per commettere un'altra. Piton aprì la porta con un alohomora, ignaro delle sensazioni che stavano assalendo il ragazzo al suo fianco. Entrarono, il pozionista esaminò l'ambiente con una espressione disgustata, Harry caracollò su per le scale non volendo perdere un attimo di più. Non si aspettava certo di essere seguito ... Gli ci volle poco più di un minuto per infilare nel baule le poche cose che solitamente tirava fuori ogni estate: alcuni libri di testo, dei fogli si pergamena,(molti dei quali spiegazzati e macchiati di inchiostro), una malandata penna d'oca e lo spioscopio regalatogli da Ron, camuffato dentro un vecchio calzino per non attirare l'attenzione di suo cugino. In ultimo, le cose che teneva sul comodino. Arraffò l'album che Hagrid gli aveva regalato alcuni anni prima, evitando accuratamente di sfogliarlo, e poi il manuale del Quidditch Attraverso I Secoli, letto, riletto e straletto!

Fu enormemente facile anche prendere la foto dei suoi genitori, rimirarla per un attimo con affetto e riporla nel baule con cura. E poi, l'ultimo oggetto. Harry si sedette sul letto, guardando fisso i tre soggetti che abbracciati ridevano felici all'ombra delle mura di Hogwarts. Ron sfoggiava la sua bacchetta nuova di zecca con malcelato orgoglio, la bocca spalancata in un enorme sorriso tutto denti e gli occhi azzurri brillanti di divertimento. Con un braccio circondava le spalle di Hermione, mentre la ragazza era stata catturata nell'atto di mandare un bacio all'obbiettivo, con un ciuffo di capelli ricci le carezzava a tratti la guancia, spinto dalla brezza primaverile. E poi ovviamente lui, Harry. Era appena tornato da una detenzione ... con Piton. Ma questo non sembrava aver avuto alcun effetto su di lui, perchè al momento in cui era stata scattata la foto la sua espressione era di gioia pura. Guardava alternativamente i suoi due amici, li guardava come se fosse il giorno di Natale e loro i suoi due doni più belli.

Harry sapeva che stare là a rimuginare sul passato era un errore, un grosso errore. Ma non potè impedire a un singhiozzo di farsi strada a forza su per la gola, e uscire, liberatorio, dalle labbra. Strinse la foto al petto, desiderando per un solo istante di non aver mai scoperto nulla, desiderando che tutto tornasse come prima. Prima che Voldemort tornasse. Prima che Sirius se ne andasse. Prima che lui fosse costretto a lasciare Ron e Herm, e tutti quelli che amava.

Non si rese conto della presenza di Piton fino a che le sue mani non comparvero a stringergli gli avambracci, costringendolo a sollevarsi. Non si rese conto di nulla fino a che non si ritrovò con la faccia premuta sulla veste del mago, all'altezza del petto, e il corpo avvolto in uno stretto, goffo, abbraccio. Ancora Harry non si sentiva libero di piangere, non davanti a lui. Non come aveva già fatto con Tom, e questo era ancora più strano. Però capì cosa nascondeva quel gesto. Era il ''Ti capisco. Sono con te'' che stava cercando. E poco importava se a dargli ciò di cui aveva bisogno era Piton.

La foto era ancora là, in mezzo a loro due . Non sarebbe stata lasciata indietro. E quel ricordo primaverile se lo sarebbe serbato nel cuore.


15.



Non era stato difficile nascondere le sue cose a Grimmauld Place, ma quando erano arrivati nella Londra babbana lo schiocco della smaterializzazione si era confuso nel vociare della folla, in mezzo alla quale erano apparsi senza destare troppa attenzione. Né lui ne Piton avevano più parlato di quello che era successo a Privet Drive, in effetti entrambi si erano comportati come se niente fosse accaduto. Harry era nervoso, preoccupato, ma si costrinse a soffocare la paura di trovarsi di fronte alla copia esatta di se stesso, e a seguire l'insegnante. Erano le quattro del pomeriggio, e tra gli Inglesi rimasti in città si mescolavano i turisti. Un sacco di turisti. Mancava un'ora al momento della cattura, perciò lui e Piton avanzarono nella calca con relativa tranquillità. Giunsero davanti al negozio di elettronica dieci minuti prima che arrivassero i Dursley. Si imbucarono in una strada laterale e aspettarono. Approfittando del tempo che rimaneva loro Harry si girò a dare un'occhiata al suo professore. Per non attirare l'attenzione dei babbani Piton aveva dovuto rinunciare alla sua amata veste da mago; al suo posto adesso facevano la sua figura un paio di pantaloni lunghi neri, stretti alla vita da una cintura di pelle nera, con una fibbia in argento, e una camicia nera. Harry avrebbe sollevato gli occhi al cielo. Se non altro Piton portava anche una cravatta, verde con dei ricami serpeggianti color argento. Un tocco di colore, nonostante lo sgradevole, ma non sorprendente, accostamento, pensò il grifondoro, sorridendo timidamente quando Piton colse il suo sguardo. Il professore si era anche tirato su le maniche, e dimostrando così che dopotutto soffriva l'afa inglese come qualsiasi altro essere umano.

Insieme tennero d'occhio l'entrata del negozio, finchè, alle quattro e venti, giunsero i Dursley in tutto il loro sudato splendore. Forse zio Vernon avrebbe fatto volentieri a meno di quattro o cinque strati di lardo in quel momento ... era tutto viola in faccia, proprio come quando si arrabbiava con lui. Harry stirò le labbra in un sorriso compassionevole. I Dursley ormai gli facevano solo pena. Li vide scambiarsi qualche parola, suo zio amava inframmezzare minacciosi avvertimenti per lui alle amorevoli raccomandazioni per il figlio, per poi allontanarsi con zia Petunia, che fissava già con occhi brillanti la vicina gioielleria.

Harry vide se stesso sorbirsi in silenzio la tiritera di suo zio, per la verità neppure lo stava ascolando, e poi trascinarsi malvolentieri dietro a Big D, che si era immediatamente fiondato nel negozio con un'espressione da invasato. Non aveva bisogno di guardare Piton per leggere il disgusto nella suo volto. Lo sentiva, ormai aveva una specie di radar per quello. Nessuno dei due commentò la scena in ogni caso, limitandosi ad aspettare l'inevitabile. Dopo cinque minuti appena videro Dud uscire di corsa dal negozio. In una mano teneva la borsa di plastica incriminata. Harry lo aveva raggiunto subito e lo aveva afferrato per un braccio, ma non aveva fatto in tempo a dire alcun che. Infatti,davanti agli occhi di un Piton allibito, Dudley lanciò il sacchetto contro Harry che di riflesso lo afferrò. E si mise a gridare -Al ladro, mi sta derubando!- , puntando il grasso indice sul cugino. Piton sospirò, mentre sollevava la bacchetta :- avresti potuto restare fermo e chiarire - , disse. Harry scosse la testa, indicando due polizziotti che, attirati dal richiamo, stavano sbucando all'angolo della strada;

-loro non mi avrebbero dato il tempo ... li vedi anche tu i manganelli, no? - sussurrò, occhieggiando preoccupato le armi sollevate fra le mani dei due uomini.

-Prima ti picchiano, poi ti fanno le domande – continuò il ragazzo, con una smorfia.

Piton avrebbe forse voluto affermare qualcosa a proposito della stupidità dei polizziotti babbani. '' Non si può interrogare qualcuno che è in fin di vita ...'' si disse, sussurrando alcune parole.

- Un incantesimo di tracciamento – spiegò all'Harry vicino a lui, intento a seguire la sua fuga da quel punto di vista privilegiato. Ancora fermo davanti al negozio, Dudley Dursley sghignazzava tutto contento. Almeno fino a quando una pioggia di fango e chissà cos'altro gli cadde addosso, piovuta dal cielo. O meglio, dalla bacchetta di un certo professore di pozioni. Harry rise di gusto, per la prima volta quell'estate. Sarebbe stato difficile per lui dimenticare il sorriso soddisfatto sul volto di Severus Piton.

BUON NATALE A TUTTI VOI!!

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Capitolo 14
*** 16. ***


FAN 3 CAP 16


16.

Harry's  Animagus  Shape


-...non abbiamo altra scelta. L'Ordine starà per arrivare, purtroppo Mundungus è già stato sostituito. E Scrimgeour è sulle sue tracce. - disse Rodolphus, tirando fuori dalla tasca del mantello un libricino rosso.
Harry aveva appena assistito affascinato alla sua prima trasfigurazione animale, troppo concentrato per notare lo sguardo pieno di altrettanta ammirazione che il suo professore stava incosciamente mostrando. Era strano vedere se stessi durante un viaggio temporale, e la cosa non cambiava neppure adesso che l'altro sè era in forma Animago.
Perciò rimase immobile, nascosto all'ombra di quel puzzolente cassonetto dei rifiuti , attento a non farsi vedere, mentre Piton usciva allo scoperto ...


-Se fossi in voi non mi azzarderei a fare quello che state per fare ... - disse Piton in tono soave, lo stesso tono che utilizzava con i suoi serpeverde per avvisarli che no, non sarebbe stato saggio mettere una scaglia di drago in quella pozione. Il genere di tono, quindi, che usava quasi sempre con Tiger e Goyle. Amichevolmente ... minaccioso. Ignorò volutamente il ringhio dell'Animagus. Una chiara manifestazione d'affetto da parte del suo allievo preferito. Merlino, al solo pensiero gli veniva da ridere...
-Severus! Quali affari ti portano qui, nella Londra Babbana? - disse Mc.Nair, vagamente inquisitorio. Non che fosse abituato a fare domande, di solito eseguiva e basta. Ma forse il vedere Piton in abiti babbani lo aveva reso audace.
-Gli stessi che probabilmente hanno condotto qui voi ... Davvero, sarebbe conveniente per voi riporre quella passaporta - ribattè Severus, impassibile e glaciale come sempre.
-Spiegati – disse Rodolphus, altrettanto placido. Al contrario della moglie, aveva una certa stima del collega che gli stava di fronte.
-Ho la certezza che sia stata manomessa. Quel libricino ti è arrivato stamattina, giusto Rodolphus? -
-uh ... si . Si, stamattina, l'avevo ... ordinato via Gufo – mormorò il Mangiamorte, rendendosi conto di dove Piton voleva andare a parare. Se il gufo era stato intercettato dagli Auror allora ...
-Ti rendi conto di quanto sia pericoloso, per quelli come noi, affidarsi alla posta via Gufo? Se l'aveste attivata, adesso sareste già circondati dalle bacchette dell'Ordine -
continuò Severus, riuscendo a sembrare genuinamente indignato e preoccupato insieme.
Fenrir ringhiò, manifestando molto più che semplice disappunto, e Mc. Nair indirizzò a Rodolphus uno sguardo assassino.
-Ah- ehm, la cosa ... mi dispiace ... mi è sfuggita di mano, insomma, pensavo che non sarebbe mai stato sospettato un libro ... di poesie! E', è un libro di poesie d'amore, Severus! - esclamò Rodolphus, guardando il collega con occhi da cane bastonato.
-Azkaban deve aver abbassato le tue difese più di quel che credevo Rodolphus, se pensi davvero che gli Auror o i membri dell'Ordine lascerebbero passare un gufo diretto al Manor dei Lestrange senza battere ciglio! - sibilò Severus, senza nascondere una smorfia adeguatamente disgustata alle parole ''poesie d'amore''.
Smorfia che si ripetè uguale nei volti degli altri due uomini.
-Allora dobbiamo solamente disattivarla e poi attivarne un'altra, e dobbiamo farlo prima che quelli si accorgano della sua scomparsa!- disse Mc.Nair, stringendo a due mani la catena che teneva ferma la tigre bianca. Gli anelli tintinnarono pericolosamente ... chissà per quanto ancora avrebbero resistito, prima di rompersi sotto la tensione delle ali, costrette a un'innaturale immobilità.
-Non è possibile disattivarla con un semplice incantesimo. Ma a questo penserò dopo, nel mio laboratorio ... ho una pozione che può fare al caso nostro. Nel frattempo, ci serviremo di questa – strascicò Severus evocando un'oggetto che Harry non riuscì a vedere bene, dalla sua posizione. Il professore gli dava le spalle e allo stesso tempo copriva la visuale dei tre Mangiamorte.
-Una pergamena? Perfetto allora ... - disse Rodolphus, mentre lui, Mc. Nair e il lupastro si accingevano a toccarla. Severus fece finta di fare lo stesso, ma all'ultimo ritirò le dita.
Per un momento il silenzio, poi ... SBAM!!
-Potter, si levi immediatamente di dosso. Lei e il signor Lupin avete sgradevoli abitudini in comune ... - disse Severus, rimasto solo con i due Harry nel vicolo. L'Harry nascosto dietro il cassonetto sapeva dove il professore avesse spedito i suoi colleghi , ma quello che ancora in forma Animago sovrastava Piton era in preda alla confusione più totale, e si chiedeva quali fossero le reali intenzioni dell'uomo. Ringhiò, cercando di liberarsi dalle catene, ma nonostante i Mangiamorte fossero scomparsi l'incantesimo che lo imprigionava era ancora attivo. I suoi movimenti erano molto limitati.
Piton lesse frustrazione e nervosismo negli occhi di giada.
Allungò le mani e le posò con fermezza ai lati del testone, sorprendendosi della sensazione delle sue dita che affondavano nel pelo folto e morbido. L'Harry dietro il cassonetto trattene il fiato. La riuscita del loro piano dipendeva in larga parte dalla reazione dell'altro se stesso. E sia lui che Piton sapevano quanto fosse improbabile una reazione pacifica, soprattutto quando parte della coscienza di Harry era predominata dall'istinto felino. Difatti dalla bocca della tigre uscì una specie di soffio prolungato, sicuramente un avvertimento. Ma Piton non demorse. - Si levi e mi lasci respirare signor Potter ... e poi le darò tutte le informazioni di cui ha bisogno-
Per un lungo, teso, istante, i due si guardarono dritto negli occhi. Il professore che aspetta il giudizio dell'allievo. Poi l'Animago emise un vago brontolio di gola, una specie di sbuffo, e spostò le zampe dalla cassa toracica di Piton, che tornò a respirare normalmente. Le dita affusolate scivolarono via dal muso di Harry, per poi posarsi con lentezza sulle catene. Severus le prese e le fece passare oltre le zampe, liberandolo definitivamente dall'impiccio. Harry lo guardava sempre più sconcertato, senza rendersi conto dei lievi mugolii (simili a sibili) emessi, o del dondolare pigro della coda, mentre Piton si rimetteva in piedi e lo scrutava, domandandosi forse che gli passava per la testa ...
-allora Potter, si è convinto? Non sono qui per farle del male – disse Piton, prendendo una piccola ampolla e una pergamena sigillata dalla tasca e sventolandogliele sotto il naso. L' Harry – Animago seguì ogni suo movimento, curioso, come un grosso gatto. -Questa pozione la aiuterà a riprendere le sue sembianze... E', sfortunatamente, indolore. Questa invece è una lettera, scritta da un nostro ... conoscente comune.
Prenda la pozione, torni con i suoi viscidi parenti babbani a Privet Drive n 4, e da li non se ne vada fino a che non verrà a prenderla qualcuno dell'Ordine. Nel frattempo eviti quei pachidermi privi d'intelletto e si chiuda a doppia mandata in camera sua. Una volta lì, leggerà da solo la lettera. Qualsiasi informazione ci sia contenuta, lei non la rivelerà a nessuno, intesi? -
Harry annuì col testone e aprì la bocca, lasciando che Piton gli versasse il contenuto verdastro dell'ampolla sulla lingua. Deglutì schifato e aspettò. Ritrasformarsi non fu doloroso, ma nemmeno facile. Sentiva tutte le ossa rimpicciolire e deformarsi per ricostruire il suo corpo umano, i muscoli tendersi fino allo spasimo, le unghie rientrare e la pelle tirarsi. Si ritrovò ad ansimare, ginocchioni sull'asfalto sudicio, cercando di riprendere fiato. La gola gli bruciava come se si fosse mangiato un barattolo di peperoncini peruviani ...
-Aaarggh .. non ... argh ... uff! Doloroso? Eh? -
-Devono essermi accidentalmente sfuggite alcune controindicazioni ... Poche storie Potter! Si alzi e torni dai Dursley prima che decidano di lasciarla qui. -
Harry tossì un paio di volte, e si rialzò, lanciando un'occhiataccia all'uomo che lo guardava di nuovo dall'alto in basso; "Accidentalmente, sicuro! Per la miseria, come brucia ... scommetto che ci gode questo figlio di Serpe...!"
-Allora Potter?? -
-Ora, ora ... -
Harry si spazzò via la polvere dai vestiti, e cercò per quanto possibile di rimettersi in sesto. I Dursley non sarebbero stati comprensivi con lui ...
Piton gli diede la pergamena, che si ficcò subito in tasca. Si guardarono, e per un momento Harry ebbe l'impressione che l'altro volesse dirgli qualcosa. Invece fu lui a prendere la parola.
-Professore, perché mi sta aiutando? Credevo di non andarle molto a genio – chiese, continuando a chiedersi se era veramente il caso di fidarsi di lui.
-Potter, ha usato un gentile eufemismo. Diciamo che, dopo più di cinque anni passati a cercare di inculcarle qualcosa in quella zucca vuota che si ritrova, troverei la sua morte un enorme spreco delle energie da me profuse fino ad ora ... perciò veda di seguire le mie indicazioni e non si cacci di nuovo nei guai. -
-Farò il possibile professore ... e .. g-grazie – sputò fuori Harry, meravigliandosi delle sue stesse parole. La risposta di Piton lo aveva addirittura divertito! Piton lo osservò come se avesse qualcosa di strano in faccia. Non era abituato a tanta obbidienza!
Harry dal canto suo non potè ignorare quel tono di lieve ma sincera preoccupazione che era trasparito dalle parole dell'uomo. Gli si riscaldò il cuore. Ora che il fastidio della trasformazione era passato e così anche la rabbia e la frustrazione provate con la cattura, gli riusciva più facile ragionare con lucidità. E c'era una cosa che voleva sapere prima di tornare dai Dursley ...
-Professor Piton, che fine hanno fatto quei tre? -
-Questo Potter, lo saprai leggendo la Gazzetta di domani – rispose Piton. Un ghigno malefico gli si allargò sul volto.

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Capitolo 15
*** 17. ***


FAN 3 CAP 17

note dell'autrice :  ho aggiornato l'ultima volta il 23 gennaio 2011, vale a dire più di un anno fa. Considerando quanti di voi seguono e commentano questa storia, mi sento in dovere di porre le mie più sentite scuse : so bene cosa vuol dire aspettare invano, per mesi, l'aggiornamento di qualche autore, e so che non è piacevole, anche perché si corre il rischio di perdere il filo della trama, a lungo andare. Mi dispiaccio di questo, e spero che non tutti abbiate messo nel dimenticatoio delle storie inconcluse questa fanfiction, anche perché Harry's Animagus Shape non resterà tale. Grazie sin da ora, a tutti coloro che leggeranno e commenteranno il nuovo capitolo ! 

Kira90

17 . 

Grande Vittoria del Ministero: Catturati tre Mangiamorte!


Il merito di questa cattura è da attribuire alla nuova direzione di Scrimgeour, ex Capo Auror, ora Ministro della Magia. Scrimgeour ha dichiarato di essere fiero del lavoro egregio compiuto dai suoi uomini in queste ore di grave difficoltà:

''contribuirò personalmente a debellare il cancro che questi criminali stanno diffondendo nella nostra amata patria, augurandomi di ricevere un pronto supporto da coloro che come me sono impegnati in questa guerra per la nostra libertà, per la pace!! ''

Scrimgeour ha forse intenzione di reclutare Harry Potter, il Prescelto ...


... la cattura è avvenuta alle 06.00 pm., a opera di quattro Auror, tra i quali il noto Kingsley Shacklebot. Secondo le prime indiscrezioni, i tre mangiamorte avrebbero attaccato gli auror con l'uso di maledizioni senza perdono in un vicolo di Nocturne Alley ... trovati in possesso di manufatti oscuri ...

... il Wizegamont ha garantito la condanna ad Azkaban ...


Ad Azkaban ... Sul serio ? Piton non poteva aver fatto una cosa del genere per salvare lui, vero ?
Harry sedeva sul letto della sua camera a Privet Drive, il giornale poggiato sulle gambe; un cipiglio che diventava sempre più scuro, (incredulo) man mano che leggeva l'articolo.

"Non sarebbe la prima volta che ti salva la vita" sussurrò una vocina maledettamente simile a quella di Hermione nella sua testa. Harry si passò una mano tra i capelli, sconfortato. A chi avrebbe dovuto credere ? Da quando era tornato a ''casa'', niente era andato per il verso giusto. Il tragitto in macchina da Londra era trascorso in un silenzio teso ed ostile, e non appena la porta del numero 4 si era richiusa alle loro spalle, zio Vernon aveva cominciato a urlare, il faccione violaceo e gli occhi iniettati di sangue. Ovviamente, se Dudley era stato accusato di aver rubato quelle cose al negozio, la colpa era sua. Se Dudley Didino si era imbrattato tutto di fango la colpa era sua. Se la gente li aveva guardati in malomodo, la colpa era di certo sua !
Scosse la testa. Ormai si era rassegnato a quello stato di cose, era così che andava a Privet Drive, e finché non fosse diventato maggiorenne ...

''Lo sapevo, lo sapevo'' aveva sibilato tra i denti sua zia, mentre, in ginocchio, strofinava le scarpe del suo adorato figlioletto, seduto su una sedia come un principe; ''dovevamo lasciarlo qui, non esiste al mondo che una creatura subdola come lui possa comportarsi decentemente ... E' sempre colpa sua ! ''

Harry dentro di sè le diede ragione. Sarebbe stato meglio che lo avessero lasciato lì. Come se non bastasse, quando finalmente aveva potuto abbandonare il salotto e rifugiarsi in camera sua, aveva scoperto con sgomento che tutte le sue cose erano sparite. Vestiti, oggetti, i suoi libri di scuola, persino Edvige ! Il trespolo vuoto accanto al comò sembrava prendersi gioco di lui :  un brutto spaventapasseri con le braccia contorte, ricoperto di piume bianche e cacchette. 
Aveva rovistato ovunque, anche in camera di Dudley, ma niente, non vi era traccia delle sue cose, da nessuna parte. Al loro posto un bigliettino di pergamena, ripiegato in quattro e lasciato sul suo cuscino, recava la scritta ''sono al sicuro, leggi la Gazzetta di domani'', nella calligrafia stretta e tristemente nota del suo professore di Pozioni. E così quella notte aveva avuto un sonno agitato, pensando e ripensando a quello gli che aveva detto Piton. Lo scoprirai nella Gazzetta di domani

L'aveva letta la benedetta Gazzetta, era lì, davanti ai suoi occhi per la miseria ! Ma si supponeva che lui dovesse credere a quello che veniva riportato ? Si grattò la fronte, passandosi il pollice sulla cicatrice arrossata, e chiuse gli occhi alla prima fitta. ''Sei irritato, Tom ? Beh, non immagini me ... ''

Quando rimise a fuoco , scoprì che era accaduto qualcosa di strano. I riquadri, i titoloni, e le foto davanti ai suoi occhi erano gli stessi , ma lentamente le parole avevano preso a spostarsi, componendo frasi nuove, e dal senso completamente diverso a quello di prima.  

Harry gettò uno sguardo sorpreso alla nuova composizione. Era quello, il messaggio di Piton ? O una strana, contorta trappola dei mangiamorte ? Un improvviso ticchettio distolse la sua attenzione da quel nuovo problema. Leotordo, la pallina piumata che Ron aveva per gufo, stava svolazzando allegro fuori dalla sua finestra, trasportando una busta più grande di lui. Harry rise a quella vista, e lo fece entrare : 

- mi spiace Leo, non ho biscottini da darti – disse il ragazzo;
il gufetto parve non averlo nemmeno sentito, perché non appena Harry lo ebbe privato della sua missiva, ruzzolò giù sul materasso, esausto. Due secondi netti dopo dormiva : era in uno stato catatonico, con le zampette all'aria e la testina al sicuro sotto le ali. Strani rumorini emergevano dall'ammasso di piume... - si è mai sentito di gufi che russano ? ! - si disse il grifondoro, aprendo impaziente la lettera di Ron. Dall'incarto scivolò fuori un'altra copia della Gazzetta, e gli bastò gettare uno sguardo veloce per riconoscere i segni tondeggianti e ordinati che componevano le varie note di Hermione.

'' A quanto pare è già alla tana '', realizzò Harry, con una punta d'invidia. 

La lettera invece, era stata scritta interamente da Ron, era molto breve e andava diretta al punto, proprio come era nello stile dell'amico.

_ Caro Harry, come stai ? Spero che i Dursley non ti stiano affamando amico !
Qui è un delirio totale, e la cosa peggiore è che non posso dirti ogni cosa per lettera, Silente ce lo ha vietato. Ma ti prego di leggere la Gazzetta, troverai qualcosa di interessante ... _


''anche tu, amico ? '' pensò HarryLa lettera si concludeva con poche altre informazioni, di nessuna utilità. A quanto pare la signora Weasley aveva incantato il Ministro in persona con il suo pasticcio di carne due giorni fa, i gemelli avevano inventato una nuova serie di Pasticche Raffreddose e Girelle Febbricitanti, e i Cannoni di Chudley avevano perso l'ennesima partita ...

_ E anche se leggendo queste mie righe ti venisse voglia di raggiungerci, ti prego di NON farlo Harry. Resta protetto, al sicuro. Comportati bene _

Harry corrugò le sopracciglia pensoso ... ''Comportati bene ? Resta al sicuro ? Non era da Ron ... !! ''

- Prometto di non avere buone intenzioni - sussurrò, in un istante di ispirazione. Non era sicuro che potesse funzionare senza bacchetta, ma conoscendo Herm, lei aveva già pensato a tutto. Le sue parole ebbero effetto immediato. A differenza del giornale lasciatogli da Piton però, le lettere non si mossero, nè scomparvero. Ci volle qualche minuto prima che l'inchiostro simpatico ai margini della pergamena iniziasse a rivelare altre frasi...

_ Mio padre è tornato dal ministero insieme a Shacklebolt ieri sera : ci hanno detto di aver trovato quei tre mangiamorte incatenati a un palo davanti al Ministero. Davanti al Ministero, te ne rendi conto ? !  Su di loro era stato impresso uno strano sigillo ... Non sono stati gli Auror, Harry. In giro c'è qualcuno che agisce per conto proprio ... '' _

Tutto questo era incredibile . Piton aveva fatto una cosa del genere !? Perché ? Harry scosse la testa, sempre più confuso, e tornò alla copia di giornale lasciatagli dal professore in persona. Un'altra lettera a quanto pareva ...

Non riconosceva la grafia, ma sapeva per certo non essere quella dell'uomo, né di nessuno che conosceva. Era piuttosto formalizzata, anonima a dire il vero. Man mano che, con curiosità sempre crescente, leggeva la misteriosa missiva, sentiva che qualcosa di ben più strano di tutto quello che fino ad ora gli era capitato, stava per avvenire. Lo sentiva, era un cambiamento sottile e quasi impalpabile, ma scorreva inesorabile come i suoi occhi sulle parole davanti a lui ... scorreva inesorabile come il tempo, e come il tempo era formato da piccoli granelli. Tic – tic – tic ...
Ricordi di un'altra vita, momenti mai vissuti gli attraversarono la mente, sferzanti, pungenti, assordanti. Tic – tic – tic ... un secondo dopo l'altro, un ricordo dopo l'altro, Harry sentiva di esserne ormai travolto, non poteva tornare indietro. Il cambiamento era in atto. Fu quando lesse l'ultima parola, il nome del mittente, che si compì.

'' ... e ti aspettano qui a Grimmauld Place entro un'ora da adessoHarry Potter ''

E' tutto vero. Io mi sono scritto questa lettera ...

Gli mancò il respiro, la vista gli si appannò, le ginocchia cedettero ... e fu il buio.

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note conclusive  : a dire il vero non accade granché, probabilmente dopo un anno vi aspettavate un capitolo extra long, ma ho deciso di lasciare il tempo, a tutti quelli che ne avessero bisogno, di riprendere le fila con la storia prima di sovraccaricarvi con nuove mille informazioni ... spero che non vi abbia deluso !  :) :)   



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Capitolo 16
*** 18. ***


FAN 3 CAP 18

18.



Non aveva dovuto fare altro che leggere. Improvvisamente, man mano che i suoi occhi scorrevano le parole, queste avevano preso forma di ricordi reali nella sua testa ; era tutto così incredibile, pazzesco all'inizio, che aveva fatto fatica ad accettarlo. E quando infine se n'era reso conto, era svenuto.


BAM

BAM

BAM


- Sfigato vieni giù -

- ... -


Harry gemette ; la testa gli martellava incessantemente, miriadi di immagini confuse la riempivano senza pietà.
- Piton ... che ti pigli un accidente !! Per Salazar che dolore ... - si lamentò , rialzandosi a fatica dal pavimento e tastandosi il bernoccolo spuntatogli sulla nuca. Notò la pergamena aperta ai suoi piedi : tutti i suoi ricordi , vecchi e nuovi, si risistemarono insieme come tanti tasselli di un puzzle. Si tastò all'altezza del collo, e trovò il collare che Tom gli aveva infilato ...

''Sono di nuovo tutto intero a quanto pare ... ''

- Ragazzo, scendi immediatamente – urlò suo zio in quel momento. C'era una chiara sfumatura d'allarme, nel tono del burbero uomo; Harry corrugò le sopracciglia : qualcosa gli diceva che i suoi guai non erano finiti. Si affacciò alla finestra, colto da uno strano presentimento.
- merda ... -

C'erano due uomini, due polizziotti, all'ingresso del loro vialetto, e fissavano entrambi insistentemente il portoncino.
"Forse Dudley è riuscito ad arraffare qualcos'altro dal negozio, pensando che nessuno se ne sarebbe accorto nella confusione ... e indovina chi ne pagherà le conseguenze ?" si disse Harry, scuotendo la testa esasperato.

- Ragazzo ! Giù ti ho detto ! - gridò di nuovo zio Vernon ;

Soffocò una risata, la voce dell'uomo era intrisa di panico, ed era divenuta acuta, quasi femminea. In quel momento uno degli sbirri alzò il capo, lo sguardo rivolto alla sua finestra ... Harry si appiattì sul pavimento, rapido.

''Pensa pensa pensa''

La situazione non era delle migliori. Aveva la vaga impressione che non sarebbe mai riuscito a convincere quelli della sua innocenza, nè tantomento della colpevolezza di suo cugino. Eppure, il pensiero di andarsene lasciandolo impunito non gli andava a genio. Per una volta, per una volta sola, avrebbero dovuto riconoscere che se in quella casa c'era del marcio non ne era lui il portatore !

Un'idea balzana e assolutamente folle lo fulminò. Sul suo viso si fece lentamente strada un ghigno malandrino ... Si buttò sotto il letto, e proprio come aveva sperato, nessuno, né Piton, né tantomeno zia Petunia, avevano messo le mani o la bacchetta, lì sotto : sopra i tre strati di polvere del pavimento c'erano diverse riviste di Quidditch, palle accartocciate di pergamena, incarti dei più svariati dolciumi di Mielandia, e persino una caramella mou vecchia di chissà quanti anni, probabile residuo di un regalo di Hagrid, imprigionata in una ragnatela alquanto elaborata. Poi accatastati in un angolo ritrovò vecchi calzini, rigorosamente spaiati, un'altra maglia extra-large macchiata di Merlino sapeva cosa, e una sola piccola scarpa, risalente forse a quando aveva sette, otto anni, riempita di mozziconi di matite colorate, gomme e pennarelli senza tappo : gli scarti di Dudley, che lui arraffava con gioia, appena poteva. Harry sfiorò la tela consunta della scarpa ... sembrava passato un secolo, da quei giorni amari passati senza la minima coscenza di chi e che cosa fosse in realtà. E di chi e che cosa fosse Lord Voldemort. Sospirò, lasciando perdere quel vecchio tesoro e trascinando le dita sul pavimento bianco di polvere, disegnando tracce, linee senza senso, fino a che i suoi polpastrelli non trovarono ciò che stava cercando. Una rientranza, una piccola cavità in una delle assi, tanto sottile da poter sembrare una scheggiatura nel legno. Vi fece leva col pollice e spinse, fino a che l'asse interà si spostò dalla sua base, rivelando un comodo nascondiglio. Un comodo nascondiglio pieno di piccoli gioiellini targati Tiri Vispi Weasley.


... .... ... ... ....


Non c'era nessuno motivo per il quale Remus Lupin avrebbe dovuto trovarsi lì in quel momento. La riunione dell'Ordine non sarebbe iniziata che a tarda sera, ed erano appena le undici di mattina. Sapeva per certo che a quest'ora il mannaro avrebbe dovuto essere di ritorno dalla pericolosa missione che Silente gli aveva affidato. Una spia tra i suoi simili ... Severus abbassò il fuoco sotto il calderone, e mescolò tre volte in senso orario prima di agitare la bacchetta e mettere la nuova pozione a riposo. Sarebbero dovuti passare due giorni solo per la fermentazione.

''Abbiamo qualcosa in comune, a quanto pare''

E non significava niente, il fatto che Remus Lupin non fosse in qualche oscuro antro della foresta Proibita, ma qui davanti a lui, nella stanza che l'Ordine gli aveva adibito a laboratorio. Niente, a parte che il viaggetto a ritroso nel tempo di Potter aveva evidentemente causato qualche cambiamento.

- Lupin, a cosa devo questa gradita sorpresa ? -

- Vorrei che mi spiegassi una cosa, Severus ... - disse calmo Remus, ignorando il tono sarcastico del pozionista, - ... Come mai sui Mangiamorte che sono stati catturati al Ministero ho chiaramente sentito il tuo odore ... e quello di Harry ?-


... .... ... ........... ..............


Harry sentì i passi pesanti di suo zio sulle scale ... finì di sistemare il suo capolavoro, appendendo l'ultimo degli stracci vecchi di Dudley sul trespolo di Edvige, spinto vicino alla finestra per l'occasione.
I passi si fermarono davanti alla porta della sua stanza. 

- Ragazzo ! -

- U-un attimo zio ... mi sto cambiando ! - gridò Harry in risposta, mentre rapido si acquattava e strisciava sotto il letto ;

- Sbrigati ! - urlò Vernon, battendo un pugno sulla porta.

Harry immaginava cosa preoccupasse tanto i suoi zii : i vicini probabilmente avrebbero parlato di questo evento per le prossime settimane, e sapeva quanto detestassero essere loro al centro di pettegolezzi e congetture. Non avevano idea di quanto peggiore stesse per diventare la situazione ...


Aveva riempito le maniche e le tasche dei suoi vecchi vestiti di caccabombe ed altri artefatti esplosivi dei gemelli Weasley : quell'anno erano stati particolarmente generosi con lui, dato il successo dei Tiri Vispi. I vestiti appesi al trespolo dovevano dare l'idea della sua sagoma scura, al di là del vetro. Harry sogghignò. Non dovette aspettare poi molto ... Piton si sarebbe arrabbiato di sicuro, ma questa non poteva perdersela !
Ci furono un frastuono di pugni battuti, di grida e ultimi avvertimenti, prima che Vernon si decidesse ad aprire la porta, calciandola poi con rabbia, ed entrando con i due polizziotti . Da dov'era non poteva vederne che i piedi gonfi dalle dita bitorzolute, stretti nei sandali color moquette ... facevano una magra figura se messi a confronto con le due paia di stivali neri al seguito.

-Ma che diavolo ... ! ? - sbottò suo zio, accortosi che c'era qualcosa che non andava nella figura di suo nipote. Il grasso uomo arrancò fino al trespolo ricoperto di abiti e lo scosse con violenza, in preda a una crisi isterica : - lo so che sei tu !! Ma non puoi nasconderti, no ragazzo ! Le tue miserabili colpe non ricadranno su Dudley !! -
Davvero, non avrebbe potuto chiedere di meglio da suo zio, pensò Harry, soffocando sul nascere una risata. Uno degli sbirri si avvicinò ad esaminare il ''manichino''.

''Penserà che mio zio è impazzito ... ''

-Signor Dudley ... è sicuro di avere un nipote ? Capisco che un genitore possa essere disposto a tutto pur di difendere il proprio figlio ... - disse uno dei polizziotti, una voce

- NO ! No vi dico !! E' colpa di quello spregevole ragazzo ! E' qui , si nasconde ! NON VEDETE ?! - gridò Vernon, ed Harry lo immaginò sputacchiare in faccia allo sbirro più vicino per la rabbia. Non un'esperienza piacevole, poteva assicurarlo.

- Signor ...

- LE DICO CHE E' QUI !! E' QUESTO COSO !! NON LO VEDE ?! -

Vernon Dursley aveva scosso il trespolo una volta di troppo. L'esplosione che seguì fu pazzesca, sottolineata dallo scoppio simultaneo di cinque fuochi d' artificio. I più colorati e strani che i tre uomini avessero mai visto. Mentre suo zio e i due polizziotti si dibattevano a terra, coperti di una strana sostanza vischiosa, con le braccia sopra la testa e gli occhi chiusi per il panico, Harry ne approfittò per sgusciare fuori. Il frastuono aveva richiamato Dudley e zia Petunia, già a metà delle scale : il grifondoro li guardò con un sorriso tutto denti, sventolò la mano e con l'altra strinse la passaporta che Piton aveva attivato per lui, un cucchiaino d'argento con lo stemma dei Black. L'ultima cosa che vide, prima di sentire il familiare strappo all'ombelico, furono le loro facce sconvolte e terrorizzate. Gli sbirri non avrebbero trovato nessun Harry Potter al numero 4 di Privet Drive. Il che significava che Dudley e zio Vernon erano in un mare di guai ...

..... ............. ................ .........


- Lui sospetta qualcosa ? -

- Certo che sospetta ! Ha già mandato i suoi ad indagare ... il Ministero pullula di spie, lo sai -

- Ne ho una vaga idea, sì -


- Chi sospetta cosa ? - chiese una voce, proveniente da dietro la porta. Un attimo dopo i due maghi videro far capolino la testa di un Harry Potter pallido, ma decisamente sorridente.
- Harry ! - esclamò Remus, alzandosi per salutarlo. Il ragazzo gli sorrise incerto, non si aspettava di trovarlo lì, ma era comunque felice di rivederlo. Mentre lo abbracciava forte, Harry si chiese quanto Severus avesse gli avesse rivelato;

- Signor Potter ... a cosa dobbiamo quell'espressione compiaciuta ? -
- Ah ! Credo che lo saprà nella Gazzetta di domani, professore - rispose Harry, facendogli l'occhiolino da sopra la spalla di Remus.
Piton strinse gli occhi in una fessura, e lo scrutò sospettoso; il grifondoro era certo che morisse dalla voglia di praticare un po' di legilimanzia su di lui, ma non si nascose.

- Allora, professore ? - chiese di nuovo, mentre nel suo viso spariva ogni traccia di allegria, - chi sospetta cosa ? - ripetè. La stretta di Lupin sul suo braccio si rafforzò. Piton si alzò dalla poltrona, e lentamente arrotolò fin sopra il gomito la manica della sua veste : il marchio nero si stagliava sulla pelle arrossata, e sembrava una creatura pulsante, viva, il serpente che sinuoso scivolava nell'orbita vuota dell'orrido teschio.
- Questa sera lo scopriremo - disse Piton.
Harry annuì.

Il ricordo di quello che era successo durante la breve prigionia nelle stanze di Tom si faceva di ora in ora più limpido. Non poteva fare a meno di ritornarci, frammentando ogni minuto, esaminando ogni dettaglio, rivivendo ogni sensazione, persino le più tremende. Schiavo di Voldemort o schiavo di Silente. Queste le uniche vie che aveva scorto per lui, se solo avesse lasciato che tutto rimanesse com'era. Quel pensiero era in dita di fumo filiformi avvolte strettamente sui suoi polmoni : gli impediva di respirare. Harry scosse la testa, impedendosi di continuare a pensarci in modo così masochistico. Se solo avesse continuato su quella strada, gli sarebbe stato impossibile non ricordare anche il volto umano di Tom, quelle carezze,  quel bacio... 

- Professor Piton ... - sussurrò, la voce che improvvisamente veniva a mancargli
Piton inarcò un sopracciglio, mentre tornava ad abbassarsi la manica.
- Se per lei non è un problema ... avrei bisogno di una di quelle fiale ... per i ricordi – disse Harry, cercando di non arrossire.
La pressione al suo braccio aumentò.

- Harry , se c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi. Lo sai , sono qui – gli disse Remus. L'espressione sul suo volto era tra le più angustiate che gli avesse mai visto.
- Non devi sentirti in colpa, Remus. Non c'eri, e non avresti potuto fare niente, ok ? Lo sai, sono i guai che vengono a trovarmi nei momenti più impensabili ! - cercò di sdrammatizzare il grifondoro, facendo spallucce. Quello che aveva detto però non sembrò migliorare l'umore del suo
ex – professore, che mollò la presa e si sedette con aria sconfitta sulla poltrona prima occupata da Piton. Il pozionista gli dedicò un'occhiataccia, ma stranamente non disse una parola, né per rimproverare l'uomo, né per commentare la sua richiesta. Si limitò a prendere la fialetta da un portaprovette sul tavolo, e a porgerla al suo studente. Nessuna profferta d'aiuto chiaramente udibile uscì dalle labbra sottili chiuse in una linea stretta stretta, ma Harry intuì qualcosa nello sguardo dell'uomo, che gli provocò un lieto calore nel petto. Fiducia.

Mi guarderà ancora così domani, quando verrà a sapere quello che ho combinato ?

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