Chibi: Un incantesimo malriuscito

di God_Eden_Imperial
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***
Capitolo 5: *** Cap 5 ***
Capitolo 6: *** Cap 6 ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


In un mondo dove la magia regna sovrana, diventa un bel problema quando qualcuno sbaglia la formula di un incantesimo.
Leo, l'apprendista del più forte e famoso stregone del Regno di Pandora, Levi Baskerville, si sta allenando in alcune formule magiche, con la speranza di sorprendere il suo maestro e salire di livello.
"Ammirate! Ora vi lascerò senza parole!"
Esclama di fronte al suo pubblico composto di tre persone: il suo migliore amico Elliot Nightray, nonché figlio del Re; Gilbert Baskerville, il servitore di Oswald Baskerville, il secondo stregone più forte di Pandora; e, infine, il braccio destro del cavaliere Jack Vessalius, Vincent Baskerville.
"Vai Leo! Siamo pronti, facci cadere la mascella a terra!"
Dice Elliot, emozionato. Adora vedere il suo amico fare magie e non si sarebbe mai stancato di ammirarlo.
Leo agita la sua bacchetta magica, pronuncia la formula magica ma, purtroppo, sbaglia l'ultima parola. Dalla bacchetta parte un fulmine carico di magia che va a scontrarsi contro la parete, poi sul tavolo, facendo rovesciare le pozioni e, successivamente, per tutti i mobili presenti nella stanza.
"Oh cielo! Presto, tutti al riparo!"
Urla Gilbert abbassandosi appena in tempo prima che il lampo di luce lo possa colpire. Anche Elliot si scansa per un soffio e si rifugia dietro una tenda, chiamando Leo che si trova nella traiettoria del suo stesso incantesimo. Se lo avesse colpito chissà cosa sarebbe accaduto.
"Leo!"
Grida anche Vincent, precipitandosi dal ragazzino e spingendolo via. Di conseguenza non fa in tempo a spostarsi a sua volta e viene colpito. Sbatte contro il secondo tavolo posto alle sue spalle e cade a terra dolorante, circondato dagli utensili e dalla tovaglia rossa che lo copre.
"Vince!"
Esclama Gilbert preoccupato, precipitandosi dal ragazzo. Elliot, intanto, ha soccorso Leo e lo ha aiutato a rimettersi in piedi. Per fortuna nessuno dei due è ferito ma, non appena Leo ha visto il disordine che si è creato, sospira tristemente.
Levi si sarebbe di certo arrabbiato con lui.
"Vince! Stai bene?"
Entrambi si voltano verso Gilbert e corrono da lui per controllare la situazione. Tutti e tre restando di stucco quando vedono cosa ha provocato l'incantesimo mal riuscito del giovane apprendista.
"Ahi, ahi, che male...devo aver sbattuto la testa"
Borbotta Vincent fuoriuscendo da sotto la tovaglia con una certa difficoltà, massaggiandosi il capo e barcollando leggermente.
Alzando il viso, si sorprende nel vedere che tutto è diventato enorme, anche Gilbert, Elliot e Leo che lo fissano con gli occhi sbarrati.
"Ehi...vi siete ingigantiti?"
Chiede confuso. Gilbert lo prende nel palmo della mano con la massima attenzione, per non fargli male, e risponde:
"In realtà, Vince...sei tu ad esserti rimpicciolito"
Vincent sbatte le palpebre un paio di volte, poi si volta verso lo specchio non molto distante da loro; l'unico oggetto rimasto intatto.
Si vede in versione chibi e si sente svenire; infatti, perde i sensi.
"Cosa accidenti è successo?? Leo??"
"Zitto Elliot! Non urlare! Ora controllo"
Risponde l'apprendista chinandosi per raccogliere il libro d'incantesimi che gli aveva preparato Levi.
Intanto Gilbert cerca di far riprendere Vincent anche se ha paura di ferirlo visto quanto è diventato piccolo. Fortuna che entra perfettamente nella sua mano.
Leo sfoglia velocemente le pagine fino ad arrivare a quella del suo interesse.
"Ecco qui! Oh oh..."
"Oh oh? Cosa vuol dire oh oh?"
Domanda Gilbert, allarmato per l'espressione di agitazione che si è disegnata sul volto del ragazzino.
"Beh...ho sbagliato la formula...invece di ingrandire la mela, come avrei voluto...ho rimpicciolito Vincent"
"Sì, ce ne siamo accorti! E non hai una contro magica o come si chiama?"
"Si dice contro incantesimo e no...non al momento, almeno. Devo spiegare la situazione a Levi...sperando non mi strozzi"
Sussurra chiudendosi nelle spalle. Elliot gli accarezza la schiena per infondergli coraggio, mentre Gilbert torna a guardare Vincent ancora svenuto tra le sue dita.

Mentre Elliot è rimasto ad aiutare Leo a sistemare il disordine creato dal suo incantesimo, Gilbert ha deciso di portare Vincent a casa sua. Il suo piccolo appartamento è situato nella periferia della capitale di Pandora. Portarlo da Jack non gli sembra una buona idea date tutte le armi che il cavaliere tiene con se. Da Oswald ancora peggio; sua sorella minore, Lacie, si sarebbe divertita a giocarci, scambiandolo per un pupazzetto. Inoltre, se fosse arrivato Levi, avrebbe per forza dovuto dare spiegazioni e quello è compito di Leo.
"Sta fermo, Vince. Così rischi di cadere"
Gli dice entrando in casa. Dopo che si è ripreso, lo ha posato sulla testa, coprendolo col suo cappello così che nessuno lo vedesse.
"Rischio comunque di cadere. Non hai una testa tanto comoda, sai?"
"Ehi...tanto siamo arrivati"
Sospira Gilbert sfilandosi il cappello e, prendendo Vincent, lo posa sul tavolo. Si sfila il cappotto e si siede sulla sedia, guardandolo.
Così piccolo lo trova davvero tenero e lo riempirebbe di baci. Sorride addolcito e gli accarezza la testa con il pollice.
"Come ti senti?"
"Confuso...e mi gira un po' la testa"
Risponde Vincent lasciandosi accarezzare.
"Non preoccuparti, vedrai che Levi troverà una soluzione al problema. Lui è il migliore, dopotutto"
Aggiunge Gilbert alzandosi per andare a prendere qualcosa da mangiare. Entra in cucina e, aprendo il frigo, tira fuori un piatto con sopra dell'uva e torna da Vincent. Sbianca quando lo vede raggiungere un paio di forbici che aveva lasciato lì quella mattina e si allarma.
"Ehi, ehi, fermo!"
Esclama, ricordando quanto al biondo piacciono gli oggetti appuntiti e si precipita da lui per bloccarlo. Purtroppo Vincent ha già afferrato le forbici quando Gilbert lo prende nella mano, tirandolo su.
"Lasciale!"
Ordina ma il più piccolo nega, rafforzando la presa.
"Mettile giù, adesso!"
Ripete severo e, dopo un paio di secondi d'esitazione, Vincent molla la presa e le forbici cadono sul tavolo, provocando un fastidioso rumore metallico.
"Bravo. Queste le mettiamo via"
Aggiunge Gilbert posandole dentro il cassetto di un mobile vicino, chiudendo a chiave.
"Ehi, no! Ridammi il mio gioco!"
"Non sono un giocattolo, Vince. Sono pericolose e potresti seriamente farti male viste le tue attuali condizioni"
Vincent sbuffa mentre si agita tra le dita di Gilbert che lo riposa sul tavolino, accanto al piatto pieno d'uva.
"Hai fame? Non ho avuto il tempo di fare la spesa"
Dice accomodandosi nuovamente, guardando Vincent prendere un chicco e iniziare a mangiare con gusto.
Il moro sorride intenerito e avvicina la mano a Vincent, permettendogli di usarla come appoggio quando si siede.
"Finché Levi non crea un contro incantesimo meglio se resti qui, è più sicuro"
"Jack andrebbe nel panico se mi vedesse in questo stato"
Risponde Vincent addentando un altro chicco d'uva.
"Appunto. Meglio non far preoccupare nessuno. Dovrò prepararti un piccolo letto. Purtroppo non ho vestiti della tua taglia"
Scherza rimediandosi la linguaccia da Vincent che indica il cassetto dove Gilbert ha nascosto le forbici.
"Dammi ago, filo e delle stoffe che non usi più. Ci penso io"
Il più grande lo guarda sorpreso, poi fa come gli ha detto.
"Fa attenzione però. Le forbici le uso io, dimmi come"
Vincent acconsente e si mette a confezionarsi un paio di comodi abiti da poter indossare nella sua nuova...versione.
A fine lavoro Gilbert è senza parole: Vincent ha creato una camicetta da notte bianca che gli arriva fin sotto il ginocchio e un completino da giorno niente male, con tanto di fiocco e cravatta.
"Finito!"
Esclama apportando le ultime modifiche e osservando il suo lavoro con entusiasmo.
"Wow...sei davvero bravo"
"Lo so. Passami il tuo cappello, così mi cambio"
Di nuovo Gilbert esegue e gli passa il copricapo, aspettando. Vincent lo chiama quando termina di cambiarsi e il moro lo libera, osservandolo: la camicetta da notte gli sta una favola.
"Lo sai, coi capelli lunghi e quella addosso sembri proprio una ragazza- ahio!"
Esclama quando Vincent gli lancia un chicco d'uva, colpendolo in piena fronte.
"Ho capito, non hai apprezzato. Ma è la verità- ahio!"
Stavolta è stato colpito in un occhio e decide di non aggiungere altro, per la propria incolumità.
 

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


"Stai comodo?"
Chiede Gilbert guardando Vincent accomodarsi nel piccolo letto che il moro ha fatto su misura per lui utilizzando un vecchio certo.
"Non mi lamento"
Risponde il biondo tastando la morbidezza del cuscinetto e infilandosi sotto le copertine. Gilbert arrossisce alla vista, pensando che sia esageratamente adorabile così piccino.
Cielo...sembra davvero una bambolina.
Pensa continuando ad osservare Vincent con gli occhi che gli brillano. Il biondo ha un sussulto non appena sente il verso dell'animaletto domestico di Gilbert e scatta a sedere.
"Lo hai sentito??"
"Sì. Non preoccuparti"
Dice Gilbert avvicinandosi ad una gabbietta coperta da un telo scuro. Scoprendola, mostra a Vincent un piccolo corvo che si agita, sbattendo le ali, una delle due coperta da alcune fasce.
"Ti presento Reven. L'ho trovato un paio di giorni fa con un'ala spezzata e l'ho curato. Finché non sarà in grado di volare come prima, lo terrò con me"
Il corvo, vedendo Gilbert, si calmò all'istante, voltandosi successivamente ad osservare Vincent che lo guarda con un luccichio negli occhi.
"Bello"
Commenta e il moro ride. Sa bene quando all'altro piacciano gli uccelli notturni e si aspettava che non ne restasse spaventato come era stato, invece, per Elliot.
"Se non sbaglio volevi prenderti un animaletto domestico, giusto?"
Vincent annuisce intanto che Gilbert torna a coprire Reven col telo, andandosi ad accomodare sul suo letto.
"Esatto! Pensavo di prendere un ghiro. Sono davvero carini, non trovi?"
"Jack non ne ha tipo il terrore?"
Domanda il moro ricordando che, una volta, non molto tempo prima, il cavaliere ha trovato un ghiro tra le sue armi ed era saltato sul tavolino, urlando il nome di Vincent affinché lo venisse a salvare.
"E' proprio per questo che ne voglio uno. La faccia di Jack in quel momento è stata epica"
Ride Vincent ricordando quel momento.
Sa essere veramente cattivo...
Pensa Gilbert, sospirando, tornando a sorridere.
"Cerca solo di non farti cacciare, ti serve quel lavoro e mi pare che Jack ti ricompensi per bene"
"Sì, lo fa. Non credo mi sbatterà fuori, lo sai che ha un debole per i figli del diavolo"
Gilbert annuisce, rammentando tutte le volte che Jack ci ha provato con la sorella del suo padrone, rimediandosi botte a più non posso da Oswald. E' sempre stato piuttosto protettivo nei confronti di Lacie; inoltre, sembra divertirsi davvero un mondo quando lo picchia, minacciandolo di tagliargli tutti i capelli.
Il moro accenna una risatina al pensiero e si sdraia, fissando il soffitto, sentendo gli occhi di Vincent puntati su di lui.
"Chissà se Levi è già rientrato"
"Non credo. Avremo sentito le urla fino a qui. Povero Leo"
"Già...ma può succedere di sbagliare la formula. A tante maghe e stregoni capita"
"Anche a Oswald?"
"Sì, quando sua sorella lo disturba all'improvviso, nel ben mezzo di un incantesimo. L'altro giorno voleva cambiare il colore del pelo di un topolino e si è ritrovato la faccia tutta arancione"
Ride Gilbert seguito da Vincent che si è immaginato la scena.
"Aspetta, ma allora è per questo che non si è fatto vedere nei tre giorni successivi"
"Proprio così. Mi ha fatto un po' pena"
"Non dirglielo. Noi figli del diavolo siamo imprevedibili. Persino Charlotte non riesce a comprenderci e parliamo della miglior indovina di Pandora"
Risponde Vincent con un sorriso soddisfatto in viso, mentre torna a sdraiarsi nel suo piccolo letto.
Gilbert non risponde, sollevandosi sui gomiti per sbirciare all'interno della cesta.
Quant'è carino!
Esclama nella sua testa, allungando la mano per accarezzargli i capelli sparsi sul cuscinetto.
"Continuerai così finché non tornerò normale, vero?"
Chiede Vincent. Da quando sono arrivati a casa, Gilbert ha approfittato di ogni occasioni per coccolarlo e riempirlo di baci, come quando erano bambini.
"Probabile"
Nel profondo, dentro di se, spera che Vincent resti in quelle condizioni per parecchio tempo. Almeno potrebbe tenerlo con se.
"Jack sarà preoccupato non vedendomi rientrare"
Sussurra Vincent spostando gli occhi in direzione della finestra coperta dalle tende.
"Tranquillo. Domani gli spiegheremo l'accaduto. Ora cerca di riposare. Notte Vince"
Il biondo annuisce sentendo la mano di Gilbert allontanarsi. Segue il rumore delle molle del letto che cigolano fastidiosamente e la luce si spegne.
Girandosi, è il suo turno di osservare l'altro ragazzo che ora gli dà le spalle, il viso rivolto verso la parete dove appoggia il letto.
"Buonanotte, Gil"

Leo è ormai da mezz'ora che cammina avanti e indietro per la sua stanza, nervoso, ripetendosi nella testa le parole giuste da dire a Levi non appena sarebbe tornato.
"Sì...così dovrebbe andare bene"
Si dice dopo essersi ripetuto il discorso per la ventesima volta. Si ferma sistemandosi gli occhiali e sospira. Il suo pensiero si sposta a Vincent e spera che stia bene, poi si volta verso la porta da dove è entrato Elliot. Il nobile tiene un vassoio con due tazze fumanti sopra.
"Ho chiesto a Philip di preparare del tè. Ti farà sentire meglio, vedrai"
Philip è, come Leo, un discepolo di Levi, di qualche anno più giovane, quindi ancora frequentante il corso di base.
"Ah...grazie"
Borbotta il ragazzo prendendo una delle due tazze e, soffiando un paio di volte, si gusta la bevanda dolciastra che lo fa rilassare, anche se di poco.
"Sei riuscito a contattare Levi?"
Chiede Elliot sedendosi sul letto di Leo e prendendo l'altra tazza.
"Sì. Mi ha detto che farà ritorno domani mattina. Adesso si trova a nord di Pandora"
"Davvero? E' il luogo più pericoloso che esista! Che cosa è andato a fare lì?"
"Ha detto che doveva incontrarsi con la maga Alice per discutere di alcune faccende, ma non mi ha voluto dire di che si trattasse"
"Capisco"
Sussurra Elliot in risposta, terminando la bevanda e posando la tazza vuota sul vassoio.
"Spero non mi darà una punizione come quella dell'ultima volta. Al solo pensiero rabbrividisco"
Dice Leo a denti stretti, ricordando quando, sbagliando una formula, ha trasformato i capelli di Levi in tanti serpenti e, di conseguenza, lo stregone lo ha mandato a pulire la cella in cui tiene rinchiuso Jabberwock.
"Non voglio...è stato tremendo"
Balbettò il ragazzo facendo preoccupare Elliot.
"Leo, calmati. Dai, non pensarci, vieni qui"
Lo chiama allungando un braccio verso di lui. Leo sospira ancora e, sfilandosi gli occhiali, accetta l'invito del nobile, mettendoglisi accanto.
"Non dovresti tornare a palazzo? Tuo padre e i tuoi fratelli si preoccuperanno. Inoltre, non penso di stare loro tanto simpatico"
"Perché non ti conoscono come ti conosco io, altrimenti cambierebbero subito idea. E poi sei scosso dopo quello che è successo a Vincent, non posso mica lasciarti da solo"
Leo arrossisce a quelle parole e sorride, sussurrando un ringraziamento che fa borbottare Elliot, imbarazzato.
"Sei un ragazzo gentile"
"Ehi, smetti di dirlo!"
"Ma è la verità"
Ride Leo quando Elliot inizia a colpirlo col cuscino. Ne afferra alla svelta un altro e prende a colpirlo a sia volta. I due ridono, rigirandosi nel letto più volte, fino a ritrovarsi in una posizione...altro che casta: Leo con la schiena contro il materasso e il nobile a torreggiare su di lui; le loro gambe sono intrecciate tra loro e i visi molto vicini, tanto che se uno dei due si sporgesse anche di solo un centimetro, potrebbero benissimo baciarsi.
La tentazione è alta.
"Elliot..."
Sussurra Leo, facendolo rabbrividire. Adora il suo nome pronunciato dal ragazzino sotto di lui e la voglia di posare le labbra sulle sue cresce.
"Leo...io...io-"
"Oh, cielo! Mi è appena venuta in mente una cosa!"
Esclama Leo allontanandolo malamente e alzandosi velocemente dal letto, rompendo l'atmosfera e lasciando Elliot a sentirsi un perfetto idiota.
"Accidenti a lui!"
Sussurra alzandosi a sua volta e seguendo l'amico fuori dalla stanza, verso quella in cui erano rimasti a sistemare il disordine.
"Che ti prende Leo? Cosa hai ricordato? La contro magica?"
"Si dice contro incantesimo, scemo!"
"E' irrilevante, rispondi"
Leo sospira per l'ennesima volta mentre prende uno dei libri nel ripiano più basso dello scaffale.
"Magari. I miei problemi sarebbero risolti e potrei far tornare Vincent subito alla sua forma normale. Mi sono ricordato di un incantesimo simile però"
Dice sfogliando il libro mentre Elliot si avvicina a lui, confuso.
"Ti spiego: Vincent è stato colpito dall'incantesimo comunemente chiamato Drink Me che fa rimpicciolire le cose, gli animali e persino le persone. Purtroppo il contro incantesimo, Eat me, non sono ancora capace di farlo, ma posso provarne uno simile"
"Sicuro sia una buona idea?"
Mi sembra tu abbia fatto abbastanza danni per oggi...
Riflette Elliot non avendo il coraggio di dirlo ad alta voce o si sarebbe rimediato un pugno in piena faccia. Anche se sembra docile e innocuo, Leo in realtà è piuttosto manesco.
"Rilassati. L'ho già utilizzato con Levi, molte volte"
Risponde Leo leggendo in fretta la formula poi, tirando fuori la sua bacchetta, recita l'incantesimo. 

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Vincent si è girato e rigirato più volte nel suo piccolo letto, scoprendo quanto sia scomodo. Sbuffando, si tira a sedere, pensando ad una soluzione.
Fa vagare lo sguardo per tutta la stanza, finché i suoi occhi non si posando su Gilbert e, a qual punto, gli si accende una lampadina nella testa.
Facendo attenzione a non farsi male, esce dalla cesta, avvicinandosi al bordo del comodino, poco distante dal letto.
Con un buon salto riuscirebbe tranquillamente a raggiungere il materasso.
Dopo aver fatto qualche calcolo veloce, si allontana dal bordo; si posiziona al centro del mobile e inizia a correre. Salta e atterra sulla coperta. E' costretto a fare un enorme sforzo per non scivolare e riesce ad arrampicarsi fino a raggiungere il cuscino. Ci sale sopra, superando la testa di Gilbert ma inciampa in un paio di ciocche e finisce con la faccia nella stoffa.
Sbuffando, si rimette in equilibrio, o almeno ci prova e si lascia scivolare accanto al moro, riuscendo a trovare, finalmente, un punto comodo in cui riposare.
Si sistema per bene sotto la coperta e osserva Gilbert. Lo trova bellissimo anche quando dorme e vorrebbe tanto posargli un bacio sul viso ma, nello stato in cui si trova, gli riuscirebbe alquanto difficile e ha fatto abbastanza sforzi per quella notte. Si accoccola nel caldo del letto e chiude gli occhi, addormentandosi pochi minuti dopo.
Intanto, la camera si illumina leggermente della luce chiara della luna precedentemente coperta dalle nuvole e filtra dalle tende. Ad un tratto, una fievole scintilla rossastra, proveniente dal contro incantesimo di Leo, fa la sua apparizione e, dopo essere svolazzata di qua e di là, punta su Vincent, colpendolo in pieno. Il biondo non se ne accorge minimamente e continua a riposare, tranquillo.

Verso l'alba, quando i primi raggi del sole iniziando a risplendere, illuminano Gilbert che si è svegliato e sta fissando la persona accanto a lui.
Ha gli occhi sbarrati puntati su Vincent che è tornato alla sua statura originaria. Anche la camicetta bianca ha preso le dimensioni giuste, solleticandogli le gambe scoperte.
Levi ha già lanciato il contro incantesimo??
Si chiede senza smettere di fissare il più piccolo, arrossendo: Vincent sta ancora dormendo, il petto si alza e si abbassa seguendo il respiro pesante, le labbra rosee leggermente aperte e i capelli sparsi per il cuscino.
E' semplicemente bellissimo. La creatura più bella che avesse mai ammirato.
Gilbert ha sempre avuto un debole per i capelli biondi, quindi non perde tempo ad accarezzare qualche ciocca, rigirandosi quei fili dorati tra le dita.
Sorride, chinandosi per posare un bacio sulla soffice guancia di Vincent, poi sull'altra, sulla fronte, sulla punta del naso, fino a sfiorare le labbra.
Dal ragazzo arriva un lieve mugolio mentre sposta il viso di lato e Gilbert ne approfitta per piantare un bacio anche sull'orecchio, facendolo rabbrividire leggermente.
"Mh...Gil..."
Sussurra Vincent ancora nel mondo dei sogni.
Mi sta sognando?
Si chiede Gilbert, addolcito.
E' pronto a continuare con la sua scia di baci, quando sente il telefono suonare. Sbuffando, si tira in piedi e, prima di lasciare la stanza, lancia un ultimo sguardo a Vincent.
"Chi rompe?"
Dice con tono annoiato dopo aver alzato la cornetta.
"Ehilà! Buon salve, Gilbert caro. Spero tu abbia fatto un bel riposino"
"Break...non trattarmi come un bambino, non lo sono più da tempo"
La risatina divertita di Xerxes lo infastidisce ma non dice nulla. Xerxes Break, conosciuto anche col nome di Kevin Regnard tra i soldati, è al servizio di una delle quattro famiglie reali di Pandora: i Rainsworth. E' diventato il comandante dell'esercito dopo aver sposato Sharon, la nipote della Regina Sheryl.
"Che cosa vuoi? Almeno lo sai che ore sono?"
"Quasi le sei e mezza di mattina"
"Come mai sveglio a quest'ora?"
"A dire il vero non ho dormito tutta la notte, non so se mi spiego"
"Sì, hai fatto sesso con tua moglie, bravo. Mi hai chiamato per vantartene?"
Di nuovo Break ride divertito, per poi aggiungere:
"Ieri me ne sono dimenticato, il Re Oscar Vessalius vorrebbe parlarti; sembra piuttosto urgente la questione, quindi ti consiglio di non farlo aspettare"
"Aspetta! Non sai di cosa si trat- ha attaccato? Quel figlio di pagliaccio mi ha attaccato?? Appena lo vedo gli cavo pure l'altro occhio"
Borbotta attaccando a sua volta. Durante un combattimento è stato ferito gravemente dalla gemella della maga Alice, Alyss, che gli ha tolto l'occhio sinistro e da quel giorno porta sempre la frangia lunga per coprirsi.
"I Vessalius...chissà cosa vogliono stavolta"

"Gil? Perché mi guardi in quel modo?"
Chiede Vincent notando l'espressione di delusione dipinta sul volto del moro. Gilbert, infatti, dopo aver parlato con Break ed essere tornato in camera, ha trovato il più piccolo nelle stesse condizioni della sera precedente. Ovvio che ne fosse rimasto deluso.
"Sarà stata la mia immaginazione...a molta gente capita di avere le allucinazioni appena svegli...giusto?"
"Ma cosa borbotti? Ti senti poco bene, forse?"
"Lascia stare. Vuoi fare colazione? O preferisci che ti porti subito da Jack?"
"Perché tanta fretta? Cosa devi fare?"
Domanda il biondo osservando Gilbert aprire l'armadio tirando fuori alcuni vestiti che riconosce subito.
"Quelli...devi incontrare i Vessalius?"
"Esatto. Mi ha chiamato Xerxer Break e mi ha detto che il Re Oscar vuole incontrarmi. Spero non voglia chiedermi di sposare sua nipote dopo che tu hai rifiutato"
"Se te lo dovesse chiedere farebbe la figura del disperato. Che poi, sua nipote non ha ancora compiuto quindici anni o sbaglio?"
"Infatti, ne ha ancora tredici, quindi non capisco tutta questa fretta. Non mi pare che il Re sia di salute cagionevole, quindi governerà ancora per molto, immagino"
Vincent scrolla le spalle, mentre si sdraia nuovamente. Ha conosciuto Ada Vessalius ad una festa organizzata per l'ennesima vittoria portata da Jack. Lui e Break si sono divisi le regioni di Pandora: Jack avrebbe difeso Sabrie, la vecchia capitale, e i suoi dintorni; mentre Xerxes si sarebbe preoccupato di Reveille e le cittadine vicine.
Quella sera nevicava, lo ricorda bene. Si era messo a parlare con Ada del più e del meno e quando il Re li aveva visti, gli aveva subito chiesto se volesse prenderla in moglie, peccato avesse interessi del tutto differenti.
Aveva insistito nei mesi successivi e se adesso si metteva a perseguitare Gilbert, ci sarebbe stato da divertirsi, almeno per Vincent.
"Ada mi ha rivelato che non è interessata a prendere marito, non al momento"
"Ci credo. Ha solo tredici anni, santo cielo!"
Risponde Gilbert dal bagno.
"Cos'altro potrebbe mai volere da te il Re Oscar allora?"
"Non ne ho idea. Spero nulla di assurdo"
Vincent decide di raggiungere Gilbert e, prestando attenzione, riesce a scendere dal letto senza farsi troppo male.
Corre verso la stanzetta, lanciando uno sguardo alla gabbia di Reven che non si è ancora fatto sentire. Per fortuna Gilbert ha tenuto la porta accostata, quindi per Vincent è facile entrare. Avvampa di colpo quando vede il moro sfilarsi la maglietta che ha usato per dormire, restando a petto nudo.
"Mh? Vince. Vuoi fare la doccia con me?"
Chiede Gilbert tranquillamente, senza notare che Vincent sta diventando sempre più rosso.
"...assolutamente no! Nemmeno morto!! E avverti la prossima volta, pervertito!!!"
Urla uscendo in fretta dal bagno, col cuore a mille e sotto lo sguardo confuso di Gilbert.

"Sono quasi affogato in quella dannata bacinella!"
"Scusa. Non ne avevo di meno profonde"
"Segnatelo sulla prossima lista della spesa. Ah, che imbarazzo! Spero che Levi torni presto"
Borbotta Vincent mentre si sistema meglio sulla testa di Gilbert e sotto il suo cappello.
Il moro trattiene una risatina al ricordo. Era stato l'unico modo per far fare un bagno a Vincent dato che la vasca era troppo grande.
"Vedrai che tornerai normale molto presto"
Lo rassicura scendendo da cavallo una volta arrivato di fronte la villa dove vivono Oswald e Lacie.
Entrando, saluta con un cenno della mano le cameriere e i maggiordomi, raggiungendo il salone principale dove il suo padrone è solito attenderlo per iniziare la giornata.
"Alla buon'ora. Sei in ritardo!"
"Oswald non cominciare. Ben arrivato Gilbert"
Lo saluta Lacie con un sorriso gentile. Il ragazzo tace quando vede Levi prendere tranquillamente il tè, seduto in mezzo ai due fratelli.
"Ma...lei..."
"Mh?"
"Quando è arrivato? Non era dalla maga Alice?"
"Esatto. Ho fatto ritorno circa un paio d'ore fa. Sto giusto per andare da Leo, ieri sera mi ha contattato tutto agitato. Chissà che avrà combinato"
Risponde Levi sorseggiando tranquillamente la sua bevanda, per poi alzarsi.
"Ah...ecco...non saprei proprio"
Mente Gilbert, facendo finta di nulla.
"Penso che lo scoprirò a breve"
Aggiunge lo stregone salutando i due Baskerville e raggiungendo la porta, passando accanto a Gilbert senza aggiungere altro e andando via.
Il moro tira un sospiro di sollievo che gli si blocca in gola quando si ritrova il viso di Lacie vicinissimo al suo.
"Vincent, sei proprio tu?"
Il biondo, alzando il capello di Gilbert, incontra subito gli occhi rossi della ragazza.
"Ciao Lacie"

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Capitolo 4
*** Cap 4 ***


"Possiamo sapere cosa accidenti è successo?!"
Chiede Oswald incrociando le braccia al petto e osservando Gilbert seriamente. Il ragazzo si è chiuso nelle spalle, leggermente intimorito dal tono usato dal suo padrone.
"Ecco...Leo ha sbagliato la formula di un incantesimo e...beh, questo è il risultato"
Spiega indicando Vincent che si trova in piedi tra le mani chiuse a coppa di Lacie che lo osserva come un predatore fissa la sua preda. Come Gilbert aveva immagato, la ragazza inizia a riempire Vincent di baci, rigirandoselo tra le dita.
"E' così carino!"
Esclama tutta contenta mentre Vincent tenta di salvarsi la vita, ma fallendo.
"S-soffoco"
Balbetta non appena Lacie lo strofina contro la guancia.
"Lacie-sama...non dovrebbe scuoterlo in questo modo"
Borbotta Gilbert, preoccupato per Vincent, tornando poi a concentrarsi sul suo padrone non appena Oswald riprende parola:
"Immagino che Jack non lo sappia"
"Esatto. Al momento ne siamo a conoscenza noi, Leo e il principe Elliot Nightray"
"Capisco. Levi non mi dà il permesso di mettere mano sui danni commessi dai suoi discepoli, altrimenti avrei potuto fare un contro incantesimo da subito"
"Se scoprisse che lo hai fatto senza il suo permesso, saresti in un bel guai fratello"
Lo prende in giro Lacie sistemandosi meglio sulla poltrona così da posare Vincent sulle sue gambe. Il poveretto riprende fiato e cerca di non inciampare tra le pieghe del vestito. Alla fine sceglie di mettersi seduto per evitare di fari male.
"Non c'è bisogno che me lo ricordi. Jack ha detto che sarebbe passato stamani, quindi immagino che sarà qui a momenti. E' giusto che sappia in che condizioni si trova il suo discepolo"
Aggiunse Oswald spostando lo sguardo, da Gilbert, a sua sorella e Vincent.
"Padrone, se non avete ordini da assegnarmi io andrei"
"E dove?"
"Il Re Oscar Vessalius vuole rifilargli sua nipote"
Scherza Vincent rimediandosi un'occhiataccia da Gilbert.
"E' vero?"
"Non lo so Lacie-sama...ho solo saputo che vuole parlarmi, ma il motivo mi è sconosciuto"
"Va bene, vai pure. Meglio non far aspettare i Re, anche se si tratta di Oscar, vorrei evitare problemi con la nobiltà"
Risponde Oswald e Gilbert annuisce. Prima di andarsene, si china all'altezza di Vincent.
"Cerco di tornare il prima possibile, ok?"
Il biondo si limitò ad acconsentire, guardandolo andare verso la porta.
"Aspetta"
Gilbert si ferma e si volta a guardarlo, curioso.
"Comprami un ghiro nel tragitto"
"Ma se hai detto che Jack ha paura"
Ribatte il moro, restando sorpreso quando Oswald gli porge dei soldi.
"Compra un ghiro al ragazzo, uno bello grosso"
Lacie scoppia a ridere e Gilbert sospira: Jack ne avrebbe viste di tutti i colori finché avrebbe avuto a che fare con quei tre.
"Capito. Farò del mio meglio"
Disse oltrepassando la porta e chiudendola alle sue spalle.
Oswald, dopo qualche istante, avverte Lacie e Vincent di non fare danni e, prendendo il suo libro di incantesimi, si dirige nella stanza accanto, ovvero il suo laboratorio pieno di pozioni e gabbiette contenenti topolini bianchi per i suoi esperimenti di magia.
Quando i due figli del diavolo rimangono soli, la ragazza sbuffa, catturando l'attenzione di Vincent.
"Che noia! Non succede mai nulla di interessante"
Vincent a quel punto tossisce, facendole abbassare lo sguardo su di se e ride.
"Giusto, scusa. Allora, che mi racconti? Ti sei finalmente dichiarato a Gilbert?"
"E tu ti sei finalmente dichiarata a Jack?"
"...touché, Chibi"
Risponde Lacie sussultando nel sentire la voce di Jack chiamarla a gran voce.
"E' arrivato prima del previsto...che strano"
Scherza prendendo Vincent tra le mani così da potersi alzare e guardarlo meglio in viso.
"Che ne dici di fare un accordo?"
"Che tipo di accordo?"
Chiede il biondo, sentendo un brivido gelido lungo la schiena alla vista del ghigno disegnato sul volto di Lacie.

"Mia cara! Sono così felice di vederti!"
Esclama Jack entrando di botto nella stanza seguito da Oswald che, sentendo le grida del ragazzo, ha deciso di rimandare i suoi esperimenti per tenerlo sotto controllo. Non si sa mai allunghi troppo le mani verso sua sorella.
"Buongiorno, Jack. E' un piacere anche per me incontrarti oggi"
Risponde Lacie. Ha fatto giusto in tempo a nascondere Vincent prima che il ragazzo facesse il suo ingresso.
Subito si ritrova avvinghiata stretta in un abbraccio e non può fare a meno di sorridere, ricambiando. Entrambi ignorano lo sguardo omicida che lancia loro Oswald.
"Cosa ti porta qui, Jack?"
Chiede lo stregone catturando finalmente l'attenzione del cavaliere che, staccandosi di poco da Lacie, ma continuando a tenerla tra le sue braccia, risponde:
"Beh, ovviamente per salutarvi. Inoltre, è da ieri che non trovo Vincent e mi sto seriamente preoccupando. Non è da lui sparire, così all'improvviso, senza nemmeno lasciare un breve messaggio. Spero non gli sia accaduto nulla di male"
Oswald lancia un'occhiata a sua sorella che annuisce, sorridendo lasciva.
"E se ti dicessimo che sappiamo dove si trova?"
"Sul serio? Lo sapete? Ah, ero certo di poter contare sul vostro aiuto! Come farei senza di voi"
Esclama tornando ad abbracciare forte Lacie.
"E dove si trova?"
"Non così in fretta, biondino"
Lo ferma la ragazza e stavolta è lei a staccarsi quel poco che le basta per guardarlo negli occhi, facendolo arrossire. Non è un segreto che Jack fosse follemente innamorato di lei. E' disposto a fare qualsiasi cosa, a correre ogni tipo di rischio, solo per dimostrarle il suo immenso amore.
"Se ti dico dove si trova il tuo prezioso cadetto, tu cosa mi dai in cambio?"
Jack rimane sorpreso da quella richiesta, anche se un po' se lo aspettava. Oswald ha insegnato sia a Gilbert che a sua sorella che nulla al mondo è gratis e che, se possono approfittarne, è giusto che lo facciano.
"Non abbiate vergogna nell'esagerare con le richieste. Soprattutto se avete di fronte dei nobili. Approfittate sempre della loro ricchezza! Hanno solo quella, sfruttiamola a nostro vantaggio!"
Questo è quello che ripete sempre loro.
"Dimmi tutto quello che desideri, mia amata! Farò e ti darò tutto quello che vuoi!"
Esclama Jack in risposta, inchinandosi e afferrando le mani di Lacie, guardandola con gli occhi che gli brillano. Oswald sospira alla vista, pensando a quanto sia facile prenderlo in giro, soprattutto se è Lacie a farlo.
"Voglio un posto in una delle tue truppe. E non in una qualunque, ma in quella che protegge Abisso. Io sono nata lì e, come me, molti altri figli del diavolo, tra cui il tuo Vincent e Kevin Regnard"
Jack rimane sorpresa da tale richiesta e, alzandosi in piedi, le rivolge uno sguardo disperato.
"Lacie, ti prego ripensaci! Tu sei solo una don-"
Si blocca a metà frase non appena la ragazza gli lancia uno sguardo omicida. I suoi occhi rossi iniziano a brillare di una luce pericolosa che fa trasalire il ragazzo.
"U-una do...donzella tanto gentile nel volerti offrire volontaria in questo modo che io tanto ammiro. Ma si tratta della guerra e si corrono tantissimi pericoli ogni giorno. Non vorrei mai che restassi ferita o sconvolta"
"Ti sei salvato, idiota"
Dice Oswald e Jack ridacchia agitato.
Lacie decide di giocarsi il suo jolly e, tirandolo più vicino a se, tanto da far toccare i loro nasi, sussurra:
"Sai bene che nessuno può mettersi contro una figlia del diavolo. Noi siamo i migliori. Tutti lo sanno e ci invidiano, desiderando il nostro immenso potere. Lascia che mi arruoli ed esaudirò il tuo desiderio più grande"
"Ci sposeremo, vivremo in una villa sul mare e faremo tanti bellissimi bambini???"
Di nuovo gli occhi di Jack iniziano a brillare e stavolta non è solo Oswald a sospirare, ma anche Lacie e Vincent che, nel suo nascondiglio, può sentire tutto il discorso.
"Sì, certo..."
"Fantastico! Allora ci sto! Da domani farai parte del mio plotone! Lavoreremo insieme e ci vedremo tutti i giorni, tutto il giorno! Fantastico! Non potrei chiedere di meglio!"
Esclama entusiasta e Lacie, liberandosi dalla sua presa ferrea, si sistema il vestito e tossisce, cercando di non scoppiare a ridere di fronte quella reazione tanto esagerata.
"Bene allora, abbiamo trovato il modo di accontentare entrambi. Ora ti dirò dove si trova Vincent"
"Perfetto!"
La ragazza tira fuori un contenitore di biscotti e gliela porge, confondendolo.
Inizialmente, Jack pensa sia uno dei suoi soliti scherzi ma, vista l'insistenza di Lacie, alla fine afferra la scatola e la apre.
Subito vede Vincent intento a mangiarsi i dolci al cioccolato e, alzando il viso verso di lui, si pulisce la bocca impastata di briciole, salutandolo, agitando il braccio.
"Ehi, Jack. Questi sono i migliori! Devi assolutamente assaggiarli"
"V-Vincent???"

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Capitolo 5
*** Cap 5 ***


"Che cosa hai fatto tu?!"
La voce di Levi risuona per tutta la villa, facendo sussultare sia Leo che Elliot.
"Mi dispiace Levi"
Borbotta il ragazzino, sistemandosi gli occhiali nervosamente. Lo stregone, sospirando, si mette a sorridere, sorprendendo i due ragazzi.
"E vabbé, sono cose che capitano"
"...eh?"
Ma come...fino a tre secondi fa sembrava sul punto di uccidere Leo e invece adesso...bah, io non lo capirò mai quest'uomo.
Pensa Elliot visibilmente confuso dalla reazione di Levi che, scompigliando i capelli al suo discepolo, aggiunge:
"E' normale sbagliare gli incantesimi. Certo, è molto meglio che non accada, ma visto che sei ancora solo un allievo ci passerò su. Preparati, però, per i prossimi giorni ci eserciteremo continuamente, no stop"
"V-va bene"
Balbetta Leo, cercando di prepararsi mentalmente e fisicamente a quello che sarebbe venuto. Lo aspettano giornate stressanti e faticose, tanto che avrebbe pregato per potersi buttare sul letto a fine serata.
"Quindi...non è arrabbiato?"
Domanda Elliot facendosi avanti. Levi nega, senza smettere di sorridere.
"E' sciocco e inutile arrabbiarsi. Anche io quando ero solo un apprendista capitava che facessi degli errori. Possiamo tranquillamente rimediare. Dimmi Leo, che incantesimo hai lanciato, per errore, contro Vincent"
Chiede l'uomo chinandosi all'altezza del ragazzo che gli porge il suo libro. Aveva messo un segnalibro la sera precedente così Levi, leggendo velocemente, capì subito il problema.
"Drink me, eh?"
"Esatto. Puoi scioglierlo e riportare Vincent alla normalità, vero?"
"Ovvio che posso. Sono il miglior stregone di Pandora, dopotutto. Posso fare questo e moltissimo altro"
Sia Elliot che Leo tirano un sospiro di sollievo e sono già pronti a raggiungere Vincent per dargli la bella notizia, quando Levi interrompe il loro entusiasmo, aggiungendo:
"Ma non lo farò"
"Che cosa?? Perché?"
"Come perché? Se risolvessi ogni guaio che combini non imparerai mai niente. Vedila come una prova d'esame"
"Oh no..."
"Oh sì. Se riuscirai a riportare Vincent alla sua forma normale nel giro di una settimana, allora avrai superato l'esame, altrimenti sarai surclassato alla classe dei principianti"
Questo mai!
Pensa Leo rabbrividendo dalla testa ai piedi e accettando subito la proposta del suo maestro, anche perché non è che abbia molte altre scelte.
"Molto bene. Confido nel fatto che farai un buon lavoro. Questo lo sai già: il contro incantesimo è conosciuto col nome Eat Me e, purtroppo per te, non è più in mio possesso"
"Oh, dai, basta con tutte queste belle notizie"
Scherza Elliot incrociando le braccia al petto. Levi gli lancia un'occhiata veloce per poi tornare a guardare nuovamente il suo apprendista.
"Che vuol dire che non lo hai più?"
"Come ben sai, negli ultimi giorni ho raggiunto la maga Alice e lì ho incontrato la sua sorella gemella, Alyss, che mi ha chiesto di prestarle l'incantesimo"
"E a cosa le serviva?"
Domanda Elliot, incuriosito. Levi scrolla le spalle, rispondendo:
"Non ne ho la più pallida idea, ma fatemelo sapere non appena la incontrate"
"Noi?"
"Non ti consiglio di andare da solo, Leo. Le due maghe gemelle vivono in un luogo pericoloso, anzi, è quasi impossibile tornare indietro sani e salvi da lì"
"Vero. Quelle due abitano..."
Sussurra Leo e Levi mostra un ghigno beffardo, terminando la frase.
"Abisso"

Gilbert ha raggiunto Reveille qualche ora dopo aver lasciato Vincent dal suo padrone. Arrivato davanti al palazzo reale dei Vessalius, gli venne incontro proprio Break, con al seguito sua moglie Sharon.
"Ehilà"
"Buongiorno, Gilbert"
Lo salutano entrambi con un sorriso da orecchio a orecchio.
"Che ci fate voi qui?"
"Mia nonna ci ha affidato degli incarichi e visto che eravamo di passaggio abbiamo pensato di venirti a salutare"
"Oh, molto gentile, ma non era necessario, davvero"
"Su, su, Gilbert caro, non essere timido con noi"
"No...seriamente, non era necessario"
Borbotta il ragazzo facendo ridacchiare Break.
"Allora, dicci, come va la vita? Il tuo padrone ti sta ancora tartassando di lezioni sulla magia?"
Chiede Xerxes mentre entrano nel palazzo.
"Dato che prenderò il suo posto, sì. Sono migliorato moltissimo"
"Avere al proprio fianco un figlio del diavolo può tornare molto utile"
Dice Sharon alzando il viso verso il marito che sorride soddisfatto.
"Vero, vero. Modestamente noi figli del diavolo siamo le creature più potenti che esistano a Pandora. Sei fortunato ad avere Vincent dalla tua parte. Ricordami come hai fatto a convincerlo? Non è facile farci avvicinare"
Domanda Break ricordando quanto ci ha impiegato prima di fidarsi della famiglia Rainsworth. Se non fosse stato per la madre di Sharon, Shelly, non l'avrebbe mai sposata e starebbe ancora vagando per Abisso, il luogo dove vivono i figli del diavolo, comandato dalle maghe gemelle: Alice e Alyss.
Shelly era una condottiera molto forte e abile; temuta dai suoi nemici e ammirata dai propri compagni. Purtroppo, durante una feroce battaglia, perse la vita. Per ringraziarla della sua costante pazienza, cortesia e dolcezza, Break ha deciso di prendere il suo posto nell'esercito e proteggere così Pandora, affinché il ricordo di quella donna non morisse mai.
"Ammetto che non è stato facile. Ma non abbiamo tempo di parlare di questo. Chissà, magari un giorno, quando mi andrà di raccontarvi come è andata, sarò ben felice di accontentare la vostra curiosità"
Risponde Gilbert entrando nella sala del trono, lasciando i suoi due accompagnatori fuori dalla porta, con l'amaro in bocca.
"Cielo, Gilbert caro è veramente cresciuto"
"Dici? Non mi pare sia cambiato più di tanto"
"Mhh...mah! Forse hai ragione tu, mia cara"
Intanto che si allontanano, Gilbert raggiunge il Re Oscar, inchinandosi al suo cospetto.
"Ho sentito che desiderate parlarmi, Maestà. Di cosa si tratta?"
"Aaaahhh, Giiiil"
Il moro sussulta ritrovandosi tra le forti e possenti braccia del Re che lo stringe in un forte abbraccio, senza preoccuparsi di trattenere le fontane di lacrime che gli sgorgano da dietro gli occhiali.
"E' terribile! E' terribilissimooo"
Ho i miei dubbi in proposito...
Pensa Gilbert sapendo quanto il Re sia esagerato e faccia sempre lamentele eccessive anche per delle sciocchezze. Quando finalmente si decide a lasciarlo andare, entrambi vanno ad accomodarsi nella stanza accanto, decidendo di continuare la chiacchierata di fronte a una deliziosa tazza di tè.
"Cosa è successo di tanto terribile?"
"Si tratta di mio nipote, Oz"
"Che ha combinato stavolta?"
Oz Vessalius, nipote del Re e futuro erede al trono, è famoso per cacciarsi costantemente nei guai. Si comporta da donnaiolo e procura non pochi problemi alla sua famiglia. Parecchie volte Jack lo ha dovuto recuperare e riportare a casa prima che si facesse male o provocasse qualche danno in giro.
"Quel ragazzo ha già risvegliato la sua indole da ribelle. E' proprio come mio fratello quando aveva la sua stessa età. Ma se continua così il popolo non gli porterà mai rispetto. Già è restio adesso, figuriamoci quando salirà al trono"
Sospira Oscar, amareggiato dal comportamento infantile del nipote.
"E io cosa dovrei fare?"
"Ho ricevuto questa l'altro giorno"
Aggiunge Oscar tirando fuori una lettera dalla tasca della giacca e porgendola a Gilbert.
Aprendola con cura, sospira. La lettera cita questo:
"Caro zio, ho conosciuto una fanciulla bellissima. Il suo nome è Echo e ne sono follemente innamorato! Ho intenzione di sposarla e vivere con lei. Ti scrivo questa lettera per dirti che non tornerò mai mai mai mai mai più a casa. Con affetto, Oz"
E' veramente uno sprovveduto...
Pensa Gilbert, accorgendosi che il nome della ragazza gli è piuttosto famigliare ma, in quel momento, non riesce proprio a ricordare dove lo aveva sentito o da chi.
"Vuole che lo riporti qui, dico bene?"
Oscar annuisce.
"Ma perché proprio io? Insomma, perché non chiedere a Jack?"
"Ci ho provato ma ha detto che ne ha abbastanza del comportamento di Oz e che finché non imparerà a mettere la testa a posto, lui non muoverà più un dito per aiutarlo"
In effetti, dopo ben novantadue volte che è stato costretto a recuperarlo, chi non si innervosirebbe?
Riflette Gilbert, sorridendo divertito al fatto che Vincent fosse riuscito a tenere il conto.
"Inoltre, Oz sembra avere un debole per te. Ti considera il suo migliore amico, ecco perché ti sto chiedendo di aiutarmi. Ti pregooo! Sono disperatooo!"
"Maestà, per favore, si dia un contegno. Ovvio che la aiuterò"
"Sul serio? Ah, grazie, Gil. Sapevo di poter contare su di te"
"Ma ovviamente non lo farò gratis"
Aggiunge seriamente il moro. Oscar, tossendo, torna serio a sua volta.
"Lo trovo corretto. Dimmi, cosa vuoi in cambio? Una donna?"
"Non sono interessato a sua nipote, gliel'ho già detto"
"Giusto, giusto. Allora...un posto come servitore della famiglia reale dei Vessalius? Magari potrei affidarti a mio nipote. Con te al suo fianco sono certo che-"
"Io sono un mago, non una misera guardia del copro, sia chiaro"
Lo interrompe. Oscar sospira, giocandosi la sua ultima carta:
"E va bene...quanto denaro ti devo?"
Gilbert sorride beffardamente.
"Ora sì che iniziamo a ragionare"

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Capitolo 6
*** Cap 6 ***


"Jack ci ha beccati in fretta, eh?"
Dice Gilbert tornato a casa e guardando Vincent seduto sul tavolo.
"Già. E' rimasto alquanto sconvolto, poverino"
"E come dargli torto, nessuno di noi se lo aspettava che ti capitasse una cosa simile, Vince"
Borbotta il moro poggiando la testa sul tavolino e chiudendo gli occhi, senza notare che Vincent, alzandosi, gli si avvicina, sporgendosi verso il suo viso.
E' troppo bello! Vorrei tanto baciarlo...
Pensa tristemente, osservandosi il corpo e tirando un sospiro.
"Di cosa hai parlato con il Re? Che ti ha chiesto?"
"Suo nipote si è innamorato ed è scappato di casa"
"Ma come? Di nuovo?"
"Già...e indovina un po' chi dovrà andare a recuperarlo?"
"Una bella rottura. Quanto gli hai chiesto?"
Gilbert, aprendo gli occhi, tira fuori dalla tasca l'assegno, mostrandoglielo.
"Wow! Sono tantissimi soldi! Cosa ci farai?"
"Non lo so, ci devo pensare"
"Potresti cominciare comprandoti una casa nuova, Gil. Questa è una topaglia"
"Ehi...però hai ragione. Pensiamo a una cosa alla volta. Notizie da Leo?"
Vincent nega.
"Non mi ha ancora chiamato. Spero che Levi non si sia arrabbiato con lui"
"Chissà...senti, conosci per caso una ragazza di nome Echo? Non mi è nuovo, ma non ricordo proprio dove l'ho sentito"
"Hai veramente una pessima memoria, Gil"
Lo beffeggia Vincent facendolo arrossire per l'imbarazzo. Prima che Gilbert possa dire qualcos'altro, aggiunge:
"Comunque sì, la conosco. E' la sorella gemella di Noise"
"Ecco perché mi era così famigliare"
Noise e Echo sono indovine come Charlotte e non sono rare le volte in cui lavorano insieme. Le due, però, non vanno molto d'accordo; alla fine Echo deve aver davvero perso la pazienza, decidendo di andarsene di casa. Ne ha parlato con Vincent molte volte e il ragazzo ha sempre creduto che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo. Ora deve ricredersi.
"Ma cosa c'entra?"
"A quanto detto dal Re Oscar, la ragazza di cui Oz si è invaghito è Echo"
"Noise e Charlotte potrebbero sapere qualcosa, ma è anche vero che Echo sarà stata attenta a non farsi rintracciare nemmeno da quelle due. Conosce bene i trucchi del mestiere ma chiedere non costa nulla"
"Hai ragione. Prima vorrei occuparmi del tuo problema, però"
"Finché Leo non ci fa sapere nulla non hai molto altro da fare"
Gli fa notare Vincent, felice comunque di essere la priorità per Gilbert che non risponde, mettendosi a pensare.
"E se per trovare Oz usassimo il tuo potere di figlio del diavolo?"
Vincent sussulta a quella richiesta e si chiude nelle spalle, voltando il viso altrove.
"Lo sai che non mi piace usare i miei poteri, a meno che non sia strettamente necessario, Gil...ma visto che me lo chiedi tu-"
"No, no, non fa niente. Non voglio che tu ti senta costretto. Troverò un altro modo, vedrai"
Gli accarezza di nuovo la testa con delicatezza e Vincent arrossisce, ricordandosi della chiacchierata fatta con Lacie.
"Gil...io..."
"Sì?"
"Ecco...ci sarebbe una cosa...che devo dirti..."
Balbetta col cuore a mille. Sente le gambe tremare e il viso scaldarsi, segno che è arrossito e anche parecchio.
"Qualche problema, Vince? Cosa devi dirmi?"
Vincent apre la bocca per parlare, più volte, ma la voce gli si blocca sempre in gola e non riesce a dire nulla, sentendosi in tremendo imbarazzo.
"N-non importa! E' stata una lunga giornata...meglio andare a riposare"
Gilbert lo guarda poco convinto ma sceglie di non fare domande e di non insistere. Acconsente e, prendendolo tra le mani, si avvia in camera, posandolo nella cesta.
"Ci ho aggiunto altre stoffe. Spero riuscirai a dormire più comodamente"
Dice Gilbert e Vincent fa una smorfia. Avrebbe tanto voluto dormire insieme a lui, non in quel patetico cestino.
"Certo..."
Risponde solamente, mettendo il broncio, tristemente. Gilbert se ne accorge ed è molto tentato di permettergli di dormire al suo fianco, come la notte passata. Se fosse tornato alla sua forma originaria come già accaduto, meglio che si trovasse nel suo letto e non lì dentro.
"Vuoi...ehm...dormire con me?"
Il viso di Vincent si illumina alla richiesta e non esita ad accettare, tutto felice. Gilbert sorrise addolcito e lo aiuta a mettersi sotto le coperte, al suo fianco. Vincent affonda ad ogni passo nel materasso, quindi è costretto a camminare a gattoni per non perdere l'equilibrio, anche se barcolla comunque.
Il moro non può non pensare a quanto sia adorabile mentre si sdraia.
"Comodo?"
Vincent annuisce, accucciandosi più vicino a lui in cerca di maggior calore e Gilbert gli accarezza i capelli, lasciandogli un bacetto sulla testa, augurandogli la buonanotte. Il biondo avvampa e alza il viso verso il suo, incontrando i suoi bellissimo occhi dorati nuovamente nascosti dalle palpebre.
Ci teneva davvero ad aiutarlo con la missione datagli dal Re Oscar, ma usare i suoi poteri dopo quello che gli era successo in passato...
Si sente bloccato, come tutte le volte in cui cerca di rivelargli i propri sentimenti, senza riuscirci.
Sospirando, decide di spostare i pensieri altrove, così da poter riposare meglio e affrontare la nuova giornata.

Al risveglio, come la mattina precedente, Gilbert si ritrova Vincent avvinghiato a lui e nella sua forma normale. Il sole sta sorgendo e i primi raggi li illuminano parzialmente.
Le braccia di Vincent sono attorno al suo collo; di conseguenza i loro copri sono attaccati l'uno all'alto e i visi a pochi centimetri di distanza.
Gilbert è fortemente tentato di svegliarlo con un bacio e di far vagare le mani per tutto il suo esile corpo. Arrossisce di colpo al solo pensiero e decide di limitarsi a rigirarsi tra le dita qualche ciocca di capelli dorati, passando a massaggiargli la schiena e, infine, prende ad accarezzargli il fianco, lentamente.
Nel frattempo, Vincent non si è svegliato ma, non appena la mano calda di Gilbert lo accarezza, il suo corpo si irrigidisce leggermente e il suo respiro si fa più pesante.
"Mhh..."
Mugola nel sonno, muovendosi appena. Gilbert si ferma per un momento, riprendendo un attimo dopo. Alzandogli la camicia da notte, ci infila la mano, percependo la pelle bollente di Vincent contro il palmo. Anche il suo respiro di fa pesante e si sposta di poco per posare un bacio sul suo collo, succhiando e mordendo fino a lasciare un segno violaceo. Vincent mugola ancora, schiacciando maggiormente il corpo contro quello di Gilbert che sussulta.
"Vince"
Sussurra a un soffio dalle sue labbra, passando a lasciare baci bagnati lungo il collo, pensando di lasciare altri segni, ma non lo fa.
"Gil..."
Bisbiglia a sua volta Vincent e Gilbert alza subito il viso per incontrare il suo ma lo vede che sta ancora dormendo.
Vuole svegliarlo per approfittare di quel momento prima che l'incantesimo malriuscito di Leo lo ritrasformi, ma non fa in tempo. Sentendo suonare il campanello, si volta verso la porta della stanza e sbuffa. Perché devono sempre interromperlo a quell'ora del mattino?
Se è di nuovo Break giuro che...
Pensa, voltandosi verso Vincent solo per trovarlo nella sua versione Chibi.
"Oh, andiamo, mi prendete in giro?!"
Borbotta. Il campanello suona ancora e segue la voce di Elliot che lo chiama. Subito si alza, stando attento a non far male a Vincent. Si mette in fretta i pantaloni e si sbriga ad andare ad aprire, ritrovandosi davanti il principe e Leo.
"Vincent è con te?"
"Sì, perché?"
"Fate i bagagli. Si parte per un viaggio!"
Esclama Leo e Gilbert gli lancia uno sguardo confuso, certo di aver capito male.
"Come scusa? E dove dovremmo andare?"
"A recuperare l'incantesimo che farà tornare Vincent normale"
Risponde Elliot incrociando le braccia al petto e gli occhi di Gilbert si illuminano a quelle parole. Spostando il viso verso la camera da letto, torna a concentrarsi sui due ragazzini davanti a se.
"Destinazione?"
"Abisso"

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