Blue Twister - La storia continua [Vol.2]

di Danielle Petite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Lavoro, studio e divertimento ***
Capitolo 3: *** Piuma ***
Capitolo 4: *** Trasferimento ***
Capitolo 5: *** Fortuna o Sfortuna? ***
Capitolo 6: *** Pozioni e Inganni ***
Capitolo 7: *** Quattro anni ***
Capitolo 8: *** Dove sei? ***
Capitolo 9: *** Confundus ***
Capitolo 10: *** Il viaggio di Neville ***
Capitolo 11: *** Party, famiglie e amici ***
Capitolo 12: *** Sarah si racconta ***
Capitolo 13: *** Il Ballo del Fiordaliso ***
Capitolo 14: *** Tornerai da me ***
Capitolo 15: *** Sete D'Amore ***
Capitolo 16: *** Ti Amo ***
Capitolo 17: *** Nuovo Giorno ***
Capitolo 18: *** Chiarimenti ***
Capitolo 19: *** La magie de la Tour Eiffel ***
Capitolo 20: *** Proposta ***
Capitolo 21: *** Una sorpresa inaspettata ***
Capitolo 22: *** Dolce attesa ***
Capitolo 23: *** La rivelazione di Andres ***
Capitolo 24: *** Open Day ***
Capitolo 25: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 26: *** Caveam Medetur ***
Capitolo 27: *** The End ***
Capitolo 28: *** RINGRAZIAMENTI ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


!!!! STORIA RISCRITTA NEL 2021!!!!
 

Prima di cominciare vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo volume "Blue Twister - Un Guizzante Tornado Blu" un grazie davvero di cuore .

(Se sei arrivato qui senza leggere prima il Volume 1 torna indietro). Inoltre vorrei far notare che questo secondo volume ha l'avvertimento OOC in quanto, come avrete potuto notare anche nel primo Volume, ormai Draco è cambiato troppo rispetto all'originale (spero vi piaccia di più il mio! LoL)
Ringraziamenti particolari vanno a:
Lars, che mi ha aiutato in momenti difficili e alla stesura della storia.
Yari, super fan di Sarah, per il suo supporto.
Marty, che mi ha aiutata fin dal primo capitolo.
Le mie amiche nel gruppo FB Ilaria, Marta, Valeria, Alice e Tiziana, alcune hanno anche betato dei capitoli.

Grazie a tutti voi.

Passo a presentarvi il secondo Volume della serie "Blue Twister"
Parlerà della vita di Sarah e dei suoi amici dopo la guerra magica.

 

Prefazione

Il signore oscuro era stato sconfitto da un ragazzo con gli occhiali tondi ed una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Harry Potter.

La popolazione magica, ed inconsciamente quella babbana, ringraziavano lui per averli liberati e ad Hogwarts fu istituita la Giornata della Liberazione dove si rendeva omaggio a tutti i caduti in battaglia.

Sarah uscì dall’ospedale un mese dopo la battaglia, non guarita completamente a causa della maledizione inflitta da Grayback, ma giusto in tempo per dare gli esami per i M.A.G.O.

Neville ebbe il massimo in Erbologia e la sua storia con Luna andava a gonfie vele nonostante i loro caratteri particolari. 

Alan, dal canto suo, riuscì a strappare due Oltre ogni Previsione ed un Eccezionale in Cura delle Creature Magiche mentre Sarah riuscì a prendere il massimo sia in Trasfigurazione che, miracolosamente, in pozioni. Ora poteva avere accesso agli studi per diventare una Medimaga.

Decise di frequentare i corsi in Francia perché voleva vivere nella sua casa, la sua amata villetta bianca con i fiori di pesco ma faceva visita quasi ogni settimana ai Kallum in Scozia, erano quello che più si avvicinava alla famiglia per lei ed inoltre aveva trovato un lavoretto nel mondo babbano che l'aiutava a sostentarsi adeguatamente...

…Come? Draco? Non si sa nulla al momento, forse lo scopriremo più avanti nel corso della storia...

 

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Capitolo 2
*** Lavoro, studio e divertimento ***


Capitolo 1

 

Era una sera come un'altra allo studio fotografico Art Photographie di Parigi dove belle ragazze e ragazzi entravano ed uscivano attraversando l'enorme porta di vetro per farsi fotografare in varie pose davanti un telo bianco. Il lavoro pagava abbastanza bene e non era nemmeno molto stressante infatti molti dei modelli riuscivano a conciliare bene gli orari con lo studio.

Era quasi l'ora di chiusura di quella sera, quando…

 

«Madeline sei stata magnifica!»

«Si! Stupenda!»

«Stasera hai da fare? Ti va di bere qualcosa con me?»

«Oh ragazzi…grazie ma devo andare adesso….scusatemi…a domani!»

Una ragazza bionda in minigonna uscì di corsa per seminare i due pretendenti. Non appena voltò l'angolo si guardò intorno sospettosa per poi sparire nel nulla, nel vuoto assoluto, lasciando dietro di sé un suono simile ad un fruscio.

 

 

A chilometri di distanza, di fronte una villetta bianca, lo stesso fruscio rimbombò nell'aria con la conseguente imprecazione «Dannazione! Le mie scarpe nuove!»

La ragazza era apparsa improvvisamente e imprecò contro la pozzanghera in cui era finita. Zoppicando sul vialetto ghiaioso andò verso la porta di quella villa dicendo «Gratta e Netta!» agitando un bastoncino di legno. Magicamente le sue scarpe si ripulirono da sole e con un gesto della mano la porta si aprì come sospinta dal vento.

«Casa dolce casa» si tolse le scarpe e attraversò l'atrio per arrivare alle scalinate di marmo bianco che portavano al piano superiore.

La scrivania della sua camera era piena di libri strani, le immagini sulle copertine si muovevano e sembravano avere vita propria ma la ragazza sembrava non farci caso a queste stranezze nemmeno quando un gufetto con un cappello si fiondò nella sua camera atterrando su un cuscino.

«Attento…» allungò la mano verso di lui ed egli saltò sul suo dito indice «Allora che mi racconti? Cosa hai fatto stasera?» lo adagiò su una gabbietta azzurra e lui stridì appena come per risponderle.

«Hai mangiato vero?» chiese sorridendo «Vado a farmi un bel bagno…domani ho lezione presto...uffa» il gufetto girò la testa di lato e strizzò gli occhi un paio di volte.

«Si lo so non guardarmi così…ma ho bisogno di lavorare!» la ragazza entrò nel bagno e si chiuse la porta alle spalle.

Estrasse di nuovo il bastoncino di legno e con un gesto riempì la vasca da bagno con acqua calda e bagnoschiuma, poi si guardò allo specchio.

Aveva i capelli biondi lunghi appena sotto al viso e degli occhi azzurro ghiaccio truccati solamente con del mascara, il naso era piccolo e leggermente all'insù molto grazioso ed una bocca non molto carnosa rosso fuoco. La pelle era chiarissima, sembrava una bambola di porcellana.

Sarebbe stata una normalissima ragazza francese se improvvisamente non avesse cambiato colore dei capelli. Divennero nero corvino con una ciocca blu che spuntava dalla fronte.

«Bentornata Sarah» disse al suo riflesso.

 

 

****

 

 

«Com'è andata ieri?» chiese una ragazza in divisa bianca con dei capelli ricci e lunghi.

«Bene, come al solito…» Sarah si stava preparando per affrontare un'altra giornata all'Hôpital San Camill di Parigi.

«Non so come fai stare in mezzo ai babbani…» si intromise un'altra collega dall'aria seccata.

«Lucy ma sono divertenti!» le rispose.

«Si, dici sempre così…ma io non li trovo divertenti…» si voltò e le anticipò uscendo dalla saletta con i suoi capelli biondi e lisci che le fluttuavano dietro.

«Uff….»

«Dai! Non le dar retta, lo sai com'è fatta!» la ragazza mora le diede una pacca sulla spalla.

«Hai ragione Sam…andiamo» si mise il copricapo e seguì Lucy fuori alla saletta delle Medimaghe.

«Signorine...l'assemblea sta per cominciare…vite vite!» la caporeparto accompagnò le ultime parole con due battimani a tempo.

«Cosa vogliono da noi adesso…non basta che passiamo tutti i giorni qui dentro a pulire il moccio del Signor Scrums?» disse Sam.

«Ahahahah bella questa!» Il signor Scrums era ricoverato lì da tempo immemorabile a causa di un incantesimo andato male. Praticamente produceva ininterrottamente muco nasale ogni volta che pronunciava la lettera "A" e, visto che quella lettera è presente nella maggior parte delle parole, non riusciva a smettere.

Le tre ragazze entrarono nell'aula magna e si sedettero giusto in tempo prima che il direttore cominciasse a parlare.

«Benvenuti a tutti» il silenzio calò nella sala.

«Vi starete chiedendo il perchè di questa assemblea straordinaria..»

«Sì!» rispose Sam.

«Shh! Non ci far fare figuracce!» la rimproverò Sarah.

«Ahahahah è divertente prenderlo in giro…» Sam era così, Sarah si era rassegnata.

«…i nostri bilanci sono carenti in questo periodo…»

«Ma che noia! A noi che interessa? Non lavoriamo ancora per lui! Siamo solo studentesse!» si innervosì Sam

«Ssshhh…silenzio!» le rimproverò un medimago seduto dietro di loro.

«Scusi, ci scusi» Sarah tappò la bocca alla compagna e Lucy sbuffò infastidita, come suo solito.

Dopo quasi un'ora scoprirono tutti il motivo per cui si trovavano lì.

«…tra sei mesi verrete tutti trasferiti, quindi vi invito a compilare questo modulo scrivendo le preferenze e le conoscenze linguistiche per spostarvi negli…»

«Cosa?» «Ma come?» «Ci prende in giro!»

«Ecco, questa ci mancava Sam…» disse Sarah sbuffando e incrociando le braccia.

«Ma uffa come farò! Io so parlare solo francese!»

«Silenzio per favore!» di nuovo il silenzio calò nell'aula «Consegnerete i moduli alla Signorina Perrin nel suo ufficio dalle otto e trenta alle dieci, adesso non mi rimane che augurarvi buon lavoro.» Applaudirono in pochi e a lui non rimase altro da fare che andarsene.

«Vado io a prendere i moduli» si offrì Lucy vedendo la folla di persone che si accalcavano dalla segretaria.

«Ok, grazie…uffa! Sam tu dove pensi di fare richiesta?» chiese Sarah alzandosi dal suo posto.

«Dove la farai tu!» scoppiò in una risata fragorosa.

«Eh…??»

«Tu almeno sai parlare inglese, io no, quindi verrò con te!»

«Mmm…penso che farò richiesta al San Mungo, almeno lì a Londra ho già degli amici» si avviarono verso la porta e rimasero lì ad aspettare Lucy.

 

 

****

 

 

«Finalmente è finita!» Sarah si gettò sul divano nella saletta dei Medimaghi.

«Già! Questa giornata è sembrata infinita..» Sam si stava cambiando d'abito.

«Stasera che fate?» chiese Lucy.

«Io ho un altro servizio fotografico per una pubblicità…»

«Pubbli cosa?» chiese Sam.

«Pubblicità…praticamente devo farmi fotografare con un paio di occhiali per poi mettere le immagini su dei giornali»

«Ma ti pagano in galeoni?» chiese Lucy.

«No,no…in soldi babbani ovviamente! Poi li faccio cambiare alla banca…»

«Ho una idea! Stasera io e Lucy verremo con te!»

«Eh? Cosa? Non contare su di me…odio i babbani» Lucy prese la sua borsa e fece per andarsene ma Sam la bloccò.

«Sarah possiamo?» sorrise.

«Per me non c'è problema…» cambiò il colore dei capelli diventando bionda «Ma ricordate di chiamarmi Madeline, è il mio personaggio babbano di stasera»

«No! Io non voglio!» Lucy cercò di liberarsi dalla presa di Sam.

«Ormai è deciso! Sarah quando vuoi…»

«Mi dispiace Lucy…» allungò la mano e Sam la prese.

Si smaterializzarono tutte e tre e comparvero in un parcheggio di automobili babbane.

«Ma dove siamo?» Sam sembrava divertita.

«In mezzo alla spazzatura» rispose Lucy arrabbiata.

«Questo è un parcheggio, qui lasciano le automobili. Mi materializzo sempre qui perchè non c'è mai nessuno, ora seguitemi» mentre si incamminava Sarah prese la bacchetta e trasfigurò i suoi abiti. Ora indossava un vestito rosso aderente e scarpe nere col tacco alto.

Sam fischiò «Accidenti…così si conciano le babbane?»

«Veramente non tutte, ma in quell'ambiente si vestono tutte così…» rise con lei. Lucy le seguiva nervosa.

Arrivarono allo studio e Sam rimase affascinata dalla porta che si apriva da sola senza magia. «Woooow»

«Sam non fare casini, ricorda che questi sono babbani!» La vide estrarre la bacchetta.

Un uomo si avvicinò a loro «Madeline! Che piacere rivederti» era il fotografo, suo amico e spasimante.

«Ciao Albert» si baciarono sulle guance. «Loro sono mie care amiche, Sam e Lucy….ragazze lui è Albert, il miglior fotografo di Parigi» disse un pò smaniosa e con la voce acuta. Interpretando diverse volte modelle diverse aveva imparato a dare a ciascuna una personalità diversa. Madeline era la più estroversa.

«Piacere di conoscerti» «Piacere» si strinsero la mano.

«Siete qui perché volete partecipare al photoshoot?» chiese lui.

«Veramente..noi…» cominciò Sam ma Sarah la interruppe

«Si, vorrebbero provare…se per te non è un problema ovviamente..» disse. Voleva dimostrare alle amiche che i babbani non erano noiosi come dicevano i maghi.

«Mmm…» il fotografo ci pensò su e le guardò dalla testa ai piedi «Ma si, proviamo! Madeline accompagnale tu al camerino»

«Certo! Grazie mille!» prese le due per mano che la guardavano scioccate e si diresse verso i camerini.

«…mi devi una cena…» le sussurrò Albert all'orecchio quando gli passò accanto.

Si come no…pensò.

«Che hai combinato Sar..cioè Madeline!» disse Sam

«Io non ho intenzione di partecipare a questa cosa!» esclamò Lucy.

Il camerino era ben illuminato e pendevano abiti e accessori da ogni parte. Le ragazze erano agitate.

«E' facile! Basta divertirsi!...Oh Ludmille!» salutò la costumista «Queste sono mie amiche…falle belle mi raccomando!»

«Contaci! Su venite con me mie care…» la donna le trascinò dietro un separè «Madeline e tu dove vai?»

«Al trucco! State tranquille non vi abbandono mica!»

 

Dopo mezz'ora erano pronte tutte e tre.

 

«Ma sono uno schianto!» esclamò Sam guardandosi allo specchio. Lei indossava un vestito aderente nero e fuxia con una lampo che attraversava tutta la lunghezza, dal corpetto a cuore fino alla gonna a livello delle cosce e i capelli castani mossi le erano stati sistemati in eleganti ricci.

«Alla faccia della modestia eh?» Lucy indossava uno splendido vestito nero e oro corto a metà cosce che le metteva in risalto le lunghe gambe e i capelli, biondo cenere, erano stati lasciati naturali, lunghi e lisci.

«Siete tutte e due uno schianto!» disse loro mostrandosi con un vestito aperto sui fianchi «Ma…ma…sei una bomba!» esclamò Sam.

«Grazie! Adesso mettiamo le scarpe e andiamo!»

«Ok..» Sam eseguì all'istante divertita mentre Lucy sembrava a disagio.

Sarah si avvicinò a lei «Ehi…dai un opportunità a queste persone…vedrai che non sono tanto male»

«Ma cosa dovrei fare adesso conciata così?»

«Fai quello che faccio io…» indossò le scarpe e andò sul set fotografico.

«Madeline…sei bellissima come sempre…» Albert non la finiva mai di farle complimenti «…anche voi due…sono sorpreso!»

Sam e Lucy arrivarono dopo di lei e si misero alle sue spalle impacciate.

«Mani sui fianchi…più sciolte!» sussurrò loro Sarah.

«Allora cominciamo? Indossate gli occhiali..» una ragazza dello staff diede loro tre paia di occhiali e glieli fece indossare.

«Cominciamo con Madeline al centro…voi due mettetevi ai lati…»

Sarah eseguì e si mise in posa e con la coda dell'occhio vide Sam fare lo stesso mentre Lucy si guardava intorno spaventata.

Decise di muoversi un pò per far vedere loro come fare, sorrise, fece delle giravolte, giocherellò con gli occhiali «Bravissima! Sorridi così…mostra il marchio…voi due avvicinatevi a lei…»

Sam si stava divertendo un mondo e sorprendentemente anche Lucy sembrava essersi rilassata. «Bellissime…ora abbracciatevi e avvicinate i visi….vi faccio un bel primo piano…Sam aggiusta quegli occhiali…perfette così…siete raggianti!»

 

 

****

 

 

«Allora? Che ve ne pare del mio lavoro?» chiese Sarah a fine serata.

«Io ti seguirò tutti i giorni!» esclamò Sam.

«Io…ogni tanto…» rispose Lucy seriosa come suo solito.

«Ahahah hai visto che ho fatto bene a trascinarti?» la prese in giro Sam.

Lucy cercò di cambiare discorso «…comunque ora è meglio andare a casa, domani abbiamo il turno delle nove»

«Ti prego non me lo ricordare!» esclamò Sam.

«Ma l'esame quando l'abbiamo?» chiese Lucy.

«Tra due settimane…» rispose Sarah

«Ho detto non me lo ricordate!» Sam avanzò il passo per seminare le altre due.

«Hai studiato le ferite da lame avvelenate?» Lucy continuò fingendo di non averla sentita.

«Si, però mi manca la parte della sciabola d'argento…» rispose Sarah.

Sam si coprì le orecchie con le mani e prese a cantare «La la lalala la la la laa»

«Per il trasferimento? Hai già qualche idea di dove fare richiesta?»

«Si, dicevo anche oggi a Sam, credo farò richiesta al San Mungo per Ferite e Malattie Magiche a Londra»

«Ah capisco…» Lucy sembrò pensierosa.

«Io vado con lei! E devi venire pure tu!» finalmente Sam aveva smesso di cantare.

«Mi piacerebbe continuare il corso con entrambe..» disse Sarah pensierosa.

«Oh…effettivamente…io un po ' di inglese lo parlo..» ammise Lucy.

«Ottimo! Noi saremo le tre Medimaghe francesine del San Mungo!» Sam balzò alle loro spalle abbracciandole.

 

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Capitolo 3
*** Piuma ***


Capitolo 2 - Piuma

 

 

Piano 2, reparto: Lesioni da Creature

 

Sarah fece uscire Piuma con un paio di lettere dalla finestra della camera 105 approfittando che fosse sola e poi si occupò del paziente.

«Ha bisogno di altro Signore?» chiese Sarah.

«CATTURATELO! STA CERCANDO DI UCCIDERMI!» urlò il paziente.

«Le ho già spiegato che qui è al sicuro, nessun demone sta cercando di ucciderla…» ripeté per la terza volta. Cercò di rimboccargli le coperte ma lui continuò a tremare e lamentarsi.

«Mi dispiace che soffre, vedrà che i medimaghi riusciranno a guarirla da questa maledizione…»

«ECCOLO E' LUI! E' QUI! LO PRENDA, LO PRENDA!»

«Faccia finta di dormire così lui se ne andrà» disse Sarah.

«Si, si buona idea…shh» Le faceva una pena immensa quel povero signore. Se ne andò senza far rumore e si chiuse la porta alle spalle.

«Hai tu la notte oggi?» chiese una Medimaga che stava andando via.

«Si Geneviève, tocca a me..» rispose sbuffando.

«Auguri con la 303 allora…» le disse sparendo con un sorrisetto giù per le scale.

«Come? Cosa mi aspetta nella 303?» le urlò dietro inutilmente.

La 303 era l'ultima stanza del corridoio e purtroppo il giro quella sera doveva farlo tutto da sola perchè a Sam e a Lucy capitò il turno della mattina.

Stanza per stanza controllò tutti i pazienti e a parte qualche piccolo inconveniente filò tutto bene, fino a quando toccò alla 303. Genevieve era una Medimaga a tutti gli effetti e ne aveva viste di tutti i colori nella sua carriera mentre Sarah era ancora una studentessa del terzo anno e se aveva avuto problemi con il paziente di quella stanza figurarsi a lei cosa poteva capitare. Si avvicinò alla porta e vide che sulla maniglia c'era un' etichetta con una sigla: PPP.

Aprì leggermente, giusto un pò per sbirciare all'interno. Caldo. Da quella camera buia fuoriuscì una vampata di calore e guardando bene era diversa dalle altre, le pareti erano tappezzate da una strana stoffa. Una sagoma era rannicchiata sul letto sotto le lenzuola che aveva tirato fin sopra la testa. Entrò facendo il minimo rumore, non voleva svegliare il paziente dopotutto erano le dieci di sera, doveva soltanto controllare la cartella clinica che era appesa al muro accanto al letto però più si avvicinava e più sentì caldo.

Prese la cartella e lesse.

 

Nome: Sconosciuto.

Età: circa 21 anni.

Luogo di nascita: Sconosciuto.

Maledizione: Ignota.

Sintomi: Produce fiamme dalla pelle, Perdita della memoria.

Terapia: Ignota, in Ricerca.

 

Alzò lo sguardo e guardò la figura distesa sul letto. Aveva la sua età. Poverina…pensò.

Girò la pagina e lesse un appunto scarabocchiato in un angolo.

 

Attenzione: Munirsi di pozione antincendio prima del cambio bende.

P.s. Usare bende di pelle di Drago.

 

Poi in basso c'erano gli orari con le firme dei medimaghi che avevano effettuato il cambio. Il prossimo toccava a lei.

Guardò di nuovo la figura che dormiva. Possibile che esistesse una maledizione capace di fare ciò? Accese le candele con la bacchetta e allungò la mano in modo da prendere un lembo del lenzuolo per scoprirle il viso solo che lei fu più veloce. Si alzò all'improvviso.

«Aaaaaaaaaaaaah» urlò Sarah.

«Scusa non volevo spaventarti, ma non ti posso vedere» la voce si sentiva appena e parlava inglese.

La ragazza sembrava una mummia, era ricoperta di bende marroni e sul viso aveva una maschera strana senza fessure per gli occhi.

«No…scusa tu…sono entrata silenziosamente…» il caldo stava diventando insopportabile e la ragazza le metteva un pò paura.

«Sei nuova? Non riconosco la tua voce…Genevieve è andata via?» chiese la ragazza.

«Si ora è il mio turno…ma che caldo…» le sfuggì.

«…devi prendere la pozione...» Sarah fece un passo indietro allontanandosi da lei e prese a sudare.

«Dove…?» era un pò spaventata, non le era mai capitata una cosa simile sembrava mancare l'ossigeno. Mantieni la calma…si disse.

«Apri quel l'armadietto che sta in fondo alla stanza…Genevieve le mette sempre lì» Sarah si allontanò da lei e corse all'armadietto che aveva indicato, quasi non riusciva a respirare.

Prese un flacone e lo inghiottì in un baleno. Sembrò improvvisamente che la temperatura si stesse abbassando.

«Uff…ecco fatto, ci ho quasi rimesso le penne…»

La ragazza rise sotto le bende e Sarah si rilassò. In fondo sembrava una ragazza normale a parte tutto «Non hai letto l'etichetta fuori la porta?»

«No..» mentì. In verità le era appena venuto in mente cosa significava la sigla PPP. L'aveva studiato l'anno precedente, era una sigla che doveva essere esposta fuori le camere dei pazienti pericolosi. PPP stava per Prendere Prima la Pozione. Alcuni pazienti potevano essere contagiosi oppure pericolosi sia per lo staff dell'ospedale che per gli altri pazienti ed in questi casi prima di qualunque contatto si dovevano prendere le opportune misure di sicurezza bevendo le pozioni difensive.

«Stai attenta la prossima volta, potresti farti male» le disse gentilmente la ragazza di fuoco.

«Si, hai ragione, sono stata una stupida…ora procediamo con il cambio delle bende?»

«Si, era ora. Queste si stanno consumando» alzò le braccia e Sarah vide che le bende erano già ridotte a brandelli, ma sulla cartella era riportato che le erano state cambiate circa sei ore prima.

Cominciò dai piedi.

«Woow» le sfuggì non appena scoprì la prima parte di pelle. Non fece in tempo a scostare le bende che subito una lingua di fuoco la colse in pieno viso, se non avesse bevuto la pozione si sarebbe ustionata.

Dopo una buona mezz'ora completò tutto il corpo tranne il viso con fatica.

«Grazie, sei stata molto delicata» disse la ragazza di fuoco.

«Non devi ringraziarmi…» le sorrise pur sapendo che non poteva vederla «Ora continuo il giro…buonanotte!»

«'Notte» le sistemò le lenzuola ed uscì.

Per le settimane successive non le capitò più di andare alla 303 ma rimase incuriosita da quella ragazza.

 

*****

Scozia, casa Lovegood.

 

«Hei c'è Piuma!» urlò Neville improvvisamente.

«Dove?» rispose Luna.

«Guarda lì….Eccolo!»

«Si è proprio lui! Ha il cappellino che gli ho fatto io…»

Luna e Neville si trovavano sulla collina alle spalle di casa Lovegood a fare un pic-nic con delle strane pietanze preparate da lei. Era una bella giornata soleggiata e una brezza leggera accarezzava i loro visi rendendola ancora più piacevole.

«Ha una lettera per noi…vieni Piuma!» il piccolo gufo atterrò sul braccio di Neville.

«Fai leggere prima a me?» chiese.

«Si certo…» le porse la lettera e Luna lesse.

 

Ciao ragazzi come ve la state passando? Ho una bella notizia da darvi! Mi trasferirò a Londra il mese prossimo per studiare al San Mungo. Mi aiutate a cercare casa?

Sarah

 

«Che bello! Potremo rivedere Sarah più spesso, si trasferisce a Londra!» disse Luna sorridendo.

«Fai leggere…» Neville prese la lettera e la lesse a sua volta «Ottimo! Potrebbe venire a stare nella vecchia casa di mia nonna…che ne pensi?»

«Penso sia un'ottima idea…è vicino al San Mungo!»

«Organizziamo…» cominciò a dire Luna.

«…una festa a sorpresa quando arriva?» finì Neville.

Sorrisero entrambi e si guardarono negli occhi.

 

 

******

 

Galles, Monti Cambrici, foresta sconosciuta.

 

Un gruppo di persone stava accerchiando un enorme drago nero che ringhiava ed emetteva lunghe lingue di fuoco dalla bocca. Erano cacciatori di Draghi.

«Lancia quella fune!»

«Prendilo da quel lato!»

«Non mollate! Ci siamo quasi riusciti!»

«Eccolo! Eccolo!»

«Ahii!»

Il drago ruggì e incendiò tutti gli alberi che erano intorno a loro. Era enorme, nero e pieno di lunghe spine su tutto il corpo.

«Vai adesso!» Uno degli uomini che stava accerchiando il drago fece un cenno con il braccio ad un ragazzo che si trovava su un albero. Egli, con un gesto della bacchetta fece apparire dal nulla un enorme rete spessa che cadde al suolo. Il drago era in trappola.

«Yeee!» esclamarono tutti gli uomini in coro. Il ragazzo scese dall'albero e i compagni gli andarono incontro «Grande Alan!» «Ottimo lavoro amico!»

«Ragazzi…ahi ahi» cercò di evitare le varie pacche sulle spalle e i pugni sul braccio «Dai basta…grazie a tutti…finiscila Oliver!»

«Ahahah è la prima volta che fai un lavoro decente! Magari questa volta ti pagano ahahah» Oliver era un uomo di mezza età con una lunga barba nera e argento, molto muscoloso e tozzo. Era il veterano del gruppo.

«Si, si tu ridi…intanto qui sono l'unico che riesce a fare incantesimi» rispose massaggiandosi la spalla.

«Bhè…se comandavo io questo si sarebbe fatto solo con le mani!» disse gonfiando il petto.

«…e ci avresti fatto uccidere tutti…» concluse Alan ma per fortuna non lo sentì, arrivarono gli uomini con i boccali di birra urlando al tramonto la loro vittoria.

Lasciarono il drago inchiodato al terreno tutta la notte grazie alla magia e si spostarono al loro campo per festeggiare tutta la notte con l'alcool e per cantare canzoni. Organizzarono la tenda principale in modo che sembrasse una taverna.

 

Prendi una birra, buttala giù!

Prendi un tabacco, aspiralo su!

Noi vinciam, siamo i migliori!

Conoscere i luoghi,

vicino o lontani,

ne vale la pena,

saper dove meglio si spini la birra,

Perchè cacciare i draghi è un piacer!

 

«Da capo, da capo!» urlò un uomo, ubriaco fradicio, nella tenda. Acconsentirono e ripresero la cantilena per l'ennesima volta.

Alan era seduto in disparte ed aveva in mano ancora il primo boccale.

«Non lo bevi più quello?..hich..» gli chiese un uomo.

«Non pensi di aver già bevuto abbastanza Reg? Vai a ballare lì con Leo» gli disse indicando un uomo che prese ad agitare il bacino in maniera oscena su uno dei tavoli.

«Sii…» lo vide allontanarsi e raggiungere il compagno sul tavolo.

Era il primo lavoro che era riuscito a portare a termine con successo, una volta aveva fatto fuggire il drago, una volta era caduto e gli era sfuggita da mano la bacchetta e una volta si era presentato tardi ed aveva perso la passaporta.

Era cambiato parecchio dagli anni passati ad Hogwarts, si era irrobustito ed aveva aumentato la sua agilità, ed inoltre era migliorato parecchio anche negli incantesimi perchè aveva dovuto esercitarsi di nascosto da suo padre per passare le prove per diventare Cacciatore di Draghi. Suo padre avrebbe voluto che diventasse magicultore come tutta la sua famiglia, ma non faceva per lui perché lo trovava troppo noioso.

«Ehi Alan! C'è un gufo per te!» lo avvisò un uomo.

«Oh sì vado subito…» buttò giù l'ultimo sorso di birra e si diresse fuori. Era già notte e non se ne rese conto.

«Ciao Piuma! Brr che freddo qui….vedo che ti sei incappucciato per bene eh?» il gufetto voltò la testa a destra e a sinistra.

Alan prese la lettera e lesse.

 

Ciao Alan come stai? E' da tanto che non ci sentiamo. Il mio tirocinio sta procedendo bene, ma indovina?

Torno a Londra! Non di mia spontanea volontà, ma torno!! Ho chiesto a Neville e Luna di aiutarmi a trovare un appartamento e quando lo trovo si festeggia da me, ok?

Quindi tieniti libero mi raccomando!!

Sarah

 

«Grazie Piuma! Prendi questo…» prese un ratto morto e glielo mise nel becco «Mi hai dato una bella notizia…portalo con te durante il viaggio di ritorno»

Piuma si levò nell'aria e partì in direzione della luna.

 

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Capitolo 4
*** Trasferimento ***


Capitolo 3 

 

Passarono 6 mesi dall'annuncio del Direttore e quindi era arrivato il momento del trasferimento.

«Teniamoci in contatto mi raccomando!» dissero i colleghi «Buona Fortuna per tutto…a presto!» 

 

Sam e Lucy dormirono a casa di Sarah quella sera poichè l'indomani sarebbero partite insieme verso Londra.

L' Hôpital San Camill da quel giorno in poi era chiuso ai tirocinanti.

 

 

****

 

«Eccoci arrivate!» Sarah, Sam e Lucy si trovavano alla stazione di King Cross.

«Cavoli è bellissima questa stazione! Sarah, come si chiede "vuoi uscire con me" in inglese?» disse Sam adocchiando un ragazzo babbano che ascoltava musica con delle cuffie.

«Smettila Sam….aiuta Lucy con quella valigia…SENZA magia…non dimenticare che siamo tra i babbani» Avevano appuntamento con Neville e Luna fuori dalla stazione.

Neville aveva proposto a Sarah di utilizzare la casa di sua nonna, ormai disabitata, che era nelle vicinanze del San Mungo e così lei e le sue amiche avevano deciso di dividere l'appartamento.

«Sam non prenderla da lì, me la rompi!» si innervosì Lucy.

«E da dove la dovrei prendere...» Sam lasciò la presa del baule ed esso cadde a terra con un tonfo.

«Cominciamo bene…» sbuffò Sarah che le precedeva.

«Ma sei proprio…» stava per dire Lucy ma Sarah le interruppe «Ok date a me ci penso io…» estrasse la bacchetta velocemente da sotto il cappottino bianco e fece un incantesimo non verbale per alleggerire i bagagli.

«Senza magia eh…» sussurrò Sam.

«Mi ci avete costretta! Litigate sempre!» 

«Comincia sempre lei…» disse Lucy ma fu interrotta da un fischio.

Un gruppo di ragazzi le avevano notate ed uno di loro esclamò in inglese «Salve bellezze! Serve una mano?».

Sam diede una gomitata a Sarah sussurrandole «Questo qui non mi piace, cosa vuole?»

«Ciao! No, ti ringrazio stiamo aspettando qualcuno…» gli rispose.

«Dai andiamocene, queste qui sicuramente sono fidanzate» sentì uno di loro che sussurrò questa frase.

«Sicura?» chiese di nuovo gentilmente il ragazzo.

«Si, ne sono sicura…oh ecco i nostri amici! Ciao!» Vide in lontananza la chioma bionda di Luna con Neville accanto, andarono loro incontro.

«Sarah!» Luna le corse incontro con le braccia aperte.

«Luna!» Lasciò il baule e strinse l'amica.

Le due si abbracciarono e Sarah affondò il naso nei suoi lunghi capelli biondi che profumavano di frutta.

«Che bello rivederti…sei bellissima!» Luna indossava un cappottino simile al suo ma rosa chiaro con un cappello abbinato. Il viso le era cambiato, meno tondeggiante e più affinato. Erano diventate delle giovani donne.

«Non mi saluti più adesso?» Neville le sorrise accogliendola in un caloroso abbraccio.

«Neville! Oddio quanto mi siete mancati…» Era diventato più alto e lo trovava dimagrito. «Accidenti sei diventato un figurino eh?»

Sorrisero tutti poi presentò Lucy e Sam.

«Lei è Samantha Marie Blanc e lei è Lucilla Gerard, Neville, Luna….»

«Piacere di conoscervi!» esclamò Neville.

Sarah le aiutò a rispondere educatamente in inglese ed impararono in fretta.

«Chiamimi Sam»

«No…è CHIA-MA -MI» la riprese Sarah.

«Oh si…Chia-me….no. Chiamami Sam»

«Brava! Tocca a te Lucy»

«Io mi chiamo Lucilla Gerard, ma puoi chiamarmi Lucy»

«Bravissima Lucy!» le disse Luna.

«Sempre la secchiona deve fare…» sussurrò Sam a Sarah

«Allora vogliamo andare?» Sarah si accorse che Lucy l'aveva sentita e le interruppe prima che ricominciassero a litigare.

Neville guardò l'orologio «…dovrebbe essere già qui….»

«Chi?» chiese Sarah.

«Andiamo a prendere un gelato?» li interruppe Luna.

«Si, perchè no….venite ragazze offro io!» disse Neville.

Si diressero verso l'uscita ed improvvisamente Luna esclamò «Oh eccolo! Sta arrivando!»

Sarah vide una figura incappucciata che correva verso di loro. Chi poteva essere? 

Luna e Neville la fissavano con uno strano ghigno mentre la figura si avvicinava. Era ad un passo da lei quando l'uomo parlò «Dannazione è una noia non potersi materializzare direttamente qui dentro»

Quella voce…l'avrebbe riconosciuta tra mille. Era più alto di Neville e molto più robusto e muscoloso.

«Alan…»

«Eccoti qui…la sexy Medimaga è tornata a casa!» si abbassò il cappuccio e Sarah gli sorrise.

«Ma che cavolo ci fai qui? Ahahah scemo mi hai mentito!» si abbracciarono e Sarah poté notare i suoi muscoli molto ben formati «Non dovevi essere non so dove a catturare draghi?»

«Volevo farti una sorpresa! Ma dei capelli blu è rimasta solo questa ciocca?» chiese indicando i capelli.

«Eh si, devo far la persona seria….non ho più 17 anni…ti presento le mie amiche…» L'incontro con Alan le aveva riportato alla mente dei bei ricordi, ma anche quelli brutti. Lui era stato il suo primo vero ragazzo, la sua prima volta e soprattutto il primo che aveva lasciato. Lo aveva lasciato sia per la sua gelosia sia perché lei...si era innamorata di un altro.

Come dimenticarlo, Draco.

La cicatrice che portava sulla schiena corrispondeva a quella che aveva sul cuore. 

Mentre Alan era stato il suo primo ragazzo, Draco era stato il suo primo vero amore. 

Ogni tanto si chiedeva che fine avesse fatto, e quando camminava per strada, sia tra i babbani che tra i maghi, se vedeva qualcuno che gli somigliava il suo cuore cominciava a palpitare. Lui l'aveva lasciata, o per meglio dire, abbandonata, perchè continuare a cercarlo?

Sam si accorgeva, ogni tanto, che era assente ma non le fece domande. Non pronunciava il suo nome ad alta voce da quasi quattro anni ormai.

«Hei tutto bene?» Neville le passò la mano davanti agli occhi.

«Si, scusate ero sovrappensiero…allora vogliamo andare?» si guardò intorno e vide che Sam aveva lo sguardo fisso su Alan e Lucy stava chiacchierando a gesti con Luna. 

«Certo, seguitemi…» seguirono Neville fuori alla stazione fino ad una gelateria babbana, mangiarono i gelati e dopo si smaterializzarono.

 

****

 

«Benvenute nella vostra nuova casa!» disse Neville non appena si materializzarono nel salone di casa Paciock.

«Wow»

«Fantastica!»

«E' bellissima!»

Le tre ragazze erano entusiaste. Il salotto era molto accogliente, il pavimento era interamente in parquet e dei bei finestroni ampi facevano entrare molta luce. Da un lato c'erano dei divanetti di fronte un caminetto spento e dalla parte opposta c'era una ringhiera circolare sotto cui c'erano le scale a chiocciola che portavano al piano di sotto ed accanto c'erano quelle che portavano al piano superiore. L'appartamento era composto da 3 piani. Come unici arredi c'erano solo una libreria vuota e una scrivania anch'essa in legno.

«Come regalo di benvenuto io e Luna abbiamo pulito tutto! Non sai com'era messa prima…»

«Già…polvere ovunque...etcì! Scusate, il solo pensiero mi ha fatto starnutire» 

Sarah sapeva che Neville, dopo la morte di sua nonna quattro anni prima, si volle trasferire in Scozia per seguire il suo sogno di diventare un bravo Erbologista, e quella casa era rimasta chiusa per anni.

«Il mio regalo di benvenuto è di sopra!» esclamò Alan.

«Ragazzi….ma non dovevate…siete fantastici grazie!» Seguirono Alan al piano di sopra attraverso l'altra scala a chiocciola.

Su questo piano c'era un piccolo bagno con arredi sempre in legno e due camere da letto, una era la vecchia stanza di Neville, infatti c'era un letto e una piccola scrivania sotto le scale che portavano alla piccola mansarda/sgabuzzino, mentre l'altra camera era a due posti, con un letto matrimoniale. Entrambe le camere avevano dei parati verdini intonati alle tende. Sulla scrivania c'erano tre pacchetti.

«Ecco questi sono per voi, li ho fatti con le mie mani» disse Alan prendendo i tre pacchetti e distribuendoli alle ragazze.

«Grazie Alan..» Sam sembrava ipnotizzata.

«Grazie, molto gentile» disse Lucy.

«Tu che fai qualcosa con le tue mani….wow…vediamo» Sarah lo prese in giro.

Aprirono i pacchetti e videro tre collane identiche con un dente, presumibilmente di drago visto la grandezza. 

«Questi sono denti di un Dorsorugoso di Norvegia, dicono che portino fortuna!»

«Accidenti hai ucciso un Dorsor…»  disse Neville ma Alan gli diede una gomitata per farlo zittire e disse «Su indossatele!»

Sam obbedì subito e se la fece mettere da lui, Lucy la indossò come bracciale e Sarah la imitò.  Non era esattamente "comoda" come collana.

«Grazie Alan sei stato molto carino a fare questo per noi…» lo vide arrossire leggermente.

Dopo scesero in cucina, al piano terra, dove Luna aveva preparato degli strani stuzzichini. Rimasero quasi tutta la giornata a chiacchierare e a raccontarsi vicende accadute nel periodo post-scuola. Poi dopo cena, offerta da Luna, le ragazze rimasero da sole.

Non appena Alan si chiuse la porta alle spalle Sam afferrò Sarah e le disse «Lui è il tuo ex?»

«Si…» rispose sconcertata.

«E…ehm…tu…lo ami ancora?» chiese. Lucy sbuffò e se ne andò al piano di sopra.

«No…cioè gli voglio bene…ma…» capì subito «…vuoi uscirci?»

«Si! Ti prego dimmi che posso…mi piace troppo! E' bellissimo!» fece una giravolta e si mise a ballare da sola.

«Certo che puoi uscirci…studia l'inglese però! Io mica vengo con te per farti da traduttrice…» sembrò che non l'avesse sentita tanto era presa a pensare ad Alan «…ok…io vado eh…» nessuna risposta.

Si materializzò al terzo piano, non le piacevano quelle scale a chiocciola, e vide Lucy disfare il baule nella camera doppia. Ovviamente nessuna voleva la camera singola perché era abbastanza striminzita. Però a pensarci bene, non dover condividere gli spazi con le altre non le dispiaceva affatto....

«Ti sistemi qui allora?» le chiese. 

«Già…anche tu? O forse volevi stare con Sam? » rispose alzando lo sguardo.

«No, tranquilla…» fece per sedersi sul letto ma improvvisamente Sam si materializzò su di esso e fece sussultare tutte e due «Questo lo prendo io!» urlò.

«C'era prima Sarah, tu prenditi la singola!» esclamò Lucy

«Ragazze lasciate stare, prendo io la singola tanto non mi cambia molto…» si sentiva molto stanca e non aveva per niente voglia di discutere.

«Ma cosa dici Sarah…è un tuo diritto c'eri prima tu!»

«Dai Sarah scherzavo, vado io di là» Sam si alzò.

«No no, davvero…preferisco la stanza piccola, ma promettete di non litigare…»

«D'accordo…» disse Lucy.

«Ne sei sicura?» chiese Sam.

«Si, per me va bene così»

«Ok..» Sam l'abbracciò.

«Dai scema, disfiamo i bauli» disse sorridendo.

 

****

 

Finalmente quella giornata si concluse. Si sentiva confusa e provava delle strane emozioni perchè era tornata in Inghilterra e l'indomani sarebbe stato il primo giorno al San Mungo per tutte e tre. Svuotò l'ultimo scompartimento del baule, prese una scatola di legno che posò sul letto/divano, e dei fogli di pergamena per scrivere una lettera ai Kallum e una per Elle dicendo loro che era andato tutto bene e che sarebbe andata presto a trovarli. Fece uscire Piuma dalla gabbietta che aveva posizionato sul davanzale della finestra e lo mandò da loro. Poi si sistemò sul letto e prese di nuovo la scatola tra le mani. La fissò per un pò poi decise di aprirla, e quasi istantaneamente essa emise una dolce melodia. Ascoltarla la feceva rilassare ed infatti quello era il suo rito serale personale. Mise le dita all'interno e ne estrasse una collana con una moneta appesa al centro. Draco era lì fuori da qualche parte…molto più vicino di prima.

 

****

 

«SVEGLIA!»

Qualcuno bussò alla sua porta, ed era lo stesso qualcuno che prese ad urlare a squarciagola di alzarsi dal letto.

Senza alzare la testa dal cuscino Sarah prese la bacchetta e la puntò verso la porta sussurrando «Silencio».

Sam entrò nella sua camera e la tirò dal letto muovendo le labbra ma senza emettere nessun suono. Sarah, che ora si trovava sul pavimento, aprì gli occhi e la fissò. Le sue labbra formavano delle parole che stranamente riuscì a comprendere. Sono le dieci.

«Le dieci? Ma non dovevamo essere lì alle nove?» con un gesto della bacchetta rimosse l'incantesimo.

«Nessuna di noi ha pensato di mettere una sveglia? Si Sarah, sono le dieci muoviti! Siamo in super ritardo! Lucy sta preparando la colazione vite vite!»

«Accidenti!» fece una corsa e si chiuse in bagno facendo il più in fretta possibile usando anche la magia e dopo dieci minuti si trovavano tutte e tre all'ingresso del San Mungo con la colazione a sacco.

«Da che parte andiamo?» chiese Lucy.

«Non lo so, le indicazioni sono scritte in inglese…Sarah?»

Essendo stata ricoverata tre mesi in quell'ospedale lo conosceva come le sue tasche. «Seguitemi» Le portò al terzo piano e si diressero verso l'ufficio del Direttore, dovevano ricevere il tesserino magico d'abilitazione e la divisa.

«Ma cosa…?» Sarah rimase stupita. C'era una lunga fila di persone davanti alla porta.

«Non siamo le uniche ritardatarie a quanto pare…» disse Sam. Davanti a loro c’era una folla cospicua di persone in divisa verde acido.

Cercarono di alzarsi sulle punte dei piedi per capire chi o cosa ci fosse davanti ma non riuscirono a vedere nulla «Aspettate qui, vado a chiedere cosa succede…» Sarah con difficoltà passò avanti chiedendo il permesso e quando fu quasi davanti sentì due ragazze che chiacchieravano 

«…chissà cosa si stanno dicendo…» 

«…sono carini però…» a quanto pare sapevano qualcosa.

«Ragazze scusatemi…» le interruppe «Per caso sapete come mai c'è questa fila?»

«Si, vedi, prima di noi sono entrati due medimaghi, estremamente carini aggiungerei…» l'amica rise «qualcuno li ha sentiti urlare però non so….»

L'altra aggiunse «Sono entrati dicendo che era un'emergenza e quindi stiamo aspettando tutti qui»

«Capisco...grazie per...» La porta si spalancò all'istante e un ragazzo moro con gli occhi verdi si fece largo tra la folla ignorando tutti «Incredibile! Non credevo fosse così difficile ottenere un pò di rifornimenti...» fece lui all’altro medimago che lo seguì uscendo dall’ufficio.

«E pensare che mio padre è uno dei maggiori benefattori di questo posto...» rispose il biondo anch’egli ignorando la folla di ammiratrici.

Sarah inghiottì a vuoto. 

 

Non poteva essere.

 

Impossibile.

 

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Capitolo 5
*** Fortuna o Sfortuna? ***


Capitolo 4 - Fortuna o sfortuna?

 

Le lacrime presero a scorrerle copiosamente dagli occhi azzurri e Sam e Lucy, nonostante fossero abbastanza lontane da lei, le notarono.

Corsero subito da lei.

«Sarah stai male?»

«Cos'hai?»

Cosa poteva rispondere? «Nulla, ho avuto una fitta atroce allo stomaco…scusatemi vado a prendere un pò d'aria » disse mentendo asciugandosi le lacrime. Sentiva il batticuore e aveva la sensazione che le gambe non la sorreggessero per bene.

«Veniamo con te..» disse Sam

«No ragazze rimanete qui e prendete i nostri tesserini e le divise…» 

«D'accordo…» disse Lucy preoccupata trattenendo Sam.

Sarah si allontanò dall'ufficio e riprese a piangere in silenzio. Le ciocche di capelli le ricaddero davanti agli occhi e si accorse di aver trasformato i capelli senza volerlo.

Dopo aver camminato un po ' senza meta si ritrovò in un corridoio deserto dove si appoggiò al muro fissando il soffitto appannato dalle lacrime. Perché mai aveva deciso il San Mungo? Mannaggia a lei!

Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi.

«Non sono pronta» sussurrò a se stessa.

Rimuginò per un po ' su come affrontare la nuova situazione e, decisa, si asciugò le lacrime. Le venne un'idea.

 

 

«Sarah dove sei?»

«Sono qui!»

«Qui dove?»

«Nel bagno!»

«Ma…cosa hai combinato?»

Si trovavano nel bagno delle Medimaghe, Sam e Lucy avevano girato in lungo e largo l'ospedale per cercare Sarah e finalmente l'avevano trovata. Ora aveva l'aspetto del suo personaggio babbano, Madeline, solo che aveva indossato degli occhiali da vista enormi per il suo viso.

«Ho deciso di cambiare aspetto quando vengo a lavoro» disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

«Eh?» entrambe le ragazze la guardavano come se avesse perso il senno.

«Voi fate finta di niente..» uscì dal bagno ed indossò la divisa.

«C'entrano qualcosa quei due medimaghi che sono usciti da quell’ufficio, vero?» disse Lucy.

Si bloccò un attimo mentre abbottonava la camicia e rifletté. Non voleva parlare di lui.

Riprese a vestirsi «No…» sollevò leggermente gli occhiali sopra il naso e si voltò a guardarle.

«Ok…» disse Sam fissandola.

«Certo che sei strana…» Lucy le passò il suo tesserino. 

Sorrise e disse «Chiamatemi Madeline» con un colpo di bacchetta modificò il suo nome.

Per il momento sarebbe andata bene così.

 

****

 

Passarono due settimane e le tre ragazze non passarono inosservate. Sarah fu costretta a seguire Sam e Lucy ovunque andassero perché le diciture sulle pozioni erano tutte in inglese, i pazienti parlavano inglese e così anche il personale dell’ospedale. Lucy un pò riusciva a destreggiarsi da sola, ma Sam per niente. Inoltre continuava a guardarsi intorno per evitare di incontrare qualche medimago e risultava molto spesso distratta. In poche parole erano le più confusionarie di tutte.

 

Infatti il giorno dell'esame...

 

«Sam! Muoviti l'esame comincia alle 11!»

«Perchè non riusciamo mai ad anticiparci?» disse Lucy.

L'ansia e il nervosismo si erano impossessate delle due ragazze. Sam si era chiusa in bagno da più di mezz'ora a ripetere "Avvelenamento da pozioni" e non consentiva alle altre di entrare.

«SAM! Devo usare il bagno ESCI!» gli esami giocavano brutti scherzi alla sua pancia. Lucy riusciva ad essere tranquilla, o almeno esternamente sembrava tranquilla, sorseggiava il tè leggendo la Gazzetta del Profeta, ma Sarah era in preda all'ansia. Non era sicura di sé questa volta perché non aveva studiato come si deve da quando si erano trasferite.

«Eccomi! Sono pronta, possiamo and…» esclamò Sam ma Sarah le diede una botta in testa.

« Eh no adesso aspetti tu!» entrò in bagno e chiuse la porta sbattendola alle spalle.

Fece tutto ciò di cui aveva bisogno e uscì dieci minuti dopo isterica.

«ORA possiamo andare!» prese la sua borsa e precedette le due sul retro della casa. Si presero per mano e si smaterializzarono per andare al San Mungo dove avevano preparato un'aula per gli esami. Quando arrivarono molti studenti già erano ai loro posti e la prima fila era l'unica rimasta libera perché era davanti ai commissari che le avrebbero controllate. Per fortuna Sarah si ricordò in tempo di rimettere a posto il tesserino, altrimenti non l'avrebbero ammessa con il nome Madeline.

«Brave, adesso non possiamo nemmeno muoverci» sussurrò Lucy alle altre due, mortificate.

Si sedettero ed attesero che le porte furono chiuse.

«Che l'esame abbia inizio!» il Medimago commissario sollevò nell'aria una clessidra e la capovolse. Sui loro banchi comparvero istantaneamente dei rotoli di pergamena sigillata con dei nastri rossi. La polverina d'oro prese a scendere verso il basso vorticosamente, sembrava così veloce…

Sam starnutì alla sua destra riportandola alla realtà. Srotolò la pergamena e lesse la prima domanda "In quale caso si usa una fiala di essenza di bella donna?"

Sarah ci pensò su.

Questo l'ho letto da qualche parte…accidenti non lo passerò mai quest'esame….leggo la prossima…."Definisci i sintomi di un avvelenamento da tabacchiera maledetta" non sono sicura nemmeno di questa! Ok resta calma, non farti prendere dal panico….

 

Due ore dopo…

 

«Ok, a me non è andato male…» affermò Sam non appena misero piede fuori dall'aula.

«A me è andato benissimo! Sono riuscita a rispondere a tutte le domande» disse Lucy sorridendo.

«Io penso di essere arrivata a stento alla sufficienza» disse col capo chino modificando di nuovo il tesserino. Aveva il terrore che qualcuno la chiamasse Sarah Moreau davanti a lui.

«Che c'è la secchia non ha passato l'esame?» la prese in giro un' altra tirocinante, si chiamava Rachel ed aveva fatto gruppetto con altre ragazze.

Sarah aveva preso l'abitudine di indossare gli occhiali da vista e questo le dava un'aria un pò da secchiona.

«Lo vedremo!» le rispose stizzita.

«Dai Sarah non la pensare» le disse Lucy in francese.

«Si hai ragione, non ne vale la pena» le rispose.

«Cosa vi state dicendo? Queste francesi sono proprio maleducate!» disse Rachel alle compagne.

«Maleducata sarai tu che origli le nostre conversazioni!» si stava innervosendo.

«Come ti permetti piccola…» Rachel stava per estrarre la bacchetta ma qualcuno la fermò bloccandole il braccio.

«Ehi dolcezze…che sta succedendo qui?» alzarono tutte lo sguardo verso di lui

«Oh Andres…noi…noi non stavamo facendo nulla…» Rachel si fece piccola piccola sotto lo sguardo del ragazzo.

Era alto, moro e con degli occhi verdi da mozzare il fiato. Era un po ' scuro di pelle rispetto a lei che era bianco latte, come se fosse stato abbronzato e Sarah capì subito dal suo nome che era di origine Spagnolo.

«E voi belle fanciulle chi siete? Non vi ho mai viste prima» le tre erano rimaste fisse a guardarlo ma per fortuna Sarah si riprese in tempo.

«Io sono Sa..Madeline! Lei è Lucy e lei è Sam…ci hanno trasferite qui da Parigi, loro due non parlano molto bene l'inglese quindi io faccio da traduttrice» gli sorrise.

Lui lasciò la presa dal polso di Rachel e si presentò «Io sono Andres Lopez» prese la mano di Sarah e l'alzò verso le sue labbra stampandole un bacio delicato. «Piacere di conoscerti Madeline»

«Oh…piacere mio» non riuscì a non arrossire ma per fortuna riuscì a contenersi abbastanza da non trasfigurarsi i capelli.

Salutò allo stesso modo anche le altre due, poi dopo ritornò su Sarah «Mi piacerebbe invitarvi a bere qualcosa stasera. Vi va?»

Rachel e le compagne che erano rimaste a guardare fecero delle espressioni disgustate. Lui doveva essere un ragazzo molto conteso a giudicare dal comportamento delle compagne di corso. Tradusse alle compagne l'invito, anche se avevano capito lo stesso.

«Si certo…magari ci fai conoscere anche un pò la zona…non siamo molto pratiche ancora…» resistette all'impulso di togliersi gli occhiali per non sembrare una sfigata giusto in tempo, perchè qualcuno lo raggiunse e lo chiamò dal corridoio.

«Andres! Eccoti qui…ti ho cercato ovunque…» Sarah inghiottì a vuoto.

Alto come lui ma biondo e con gli occhi azzurro ghiaccio. Draco Malfoy. Il gruppetto delle ragazze sembrava onorato di poterli vedere entrambi.

«Ohi Draco…vieni qua ti presento le nuove donzelle» Andres non aveva staccato un attimo gli occhi da Sarah.

Draco si avvicinò e il suo cuore mancò dei battiti. Posò gli occhi prima su di lei e poi su Sam e Lucy.

«Lei è Madeline ed è l'unica che parla inglese…e loro sono Lucy e Sam, sono tutte e tre Parigine…» poi guardò Draco e fece un sorrisetto che lui ricambiò.

«Io sono Draco. Draco Malfoy» anche lui fece il baciamano ma lasciò per ultima Sarah.

Il suo viso era così vicino alla sua mano... Ricordò l'ultima volta che lo vide…

 

"No! Lasciami…devo aiutarli…lui stringeva troppo forte... LASCIAMI! urlò. Draco fu costretto a lasciare la presa perchè una strana forza sembrò respingerlo

Sembrava furioso…D'accordo fai come vuoi! Io non rimango qui a farmi ammazzare da quei tipi…si voltò e cominciò a camminare a passo svelto verso le scale.

…Bene! Vai via,scappa! Scappa come hai sempre fatto!...

Sparì dalla sua vista."

 

Ci mise qualche secondo per staccarsi dalla sua mano, sembrava sovrappensiero anche lui. Sarah si spaventò un attimo. Che l'avesse riconosciuta?

«Stasera le portiamo al Paiolo Magico» disse Andres. Aveva capito bene? Sarebbe venuto anche lui?

«Ok, certo!» esclamò Draco. Notò che non portava la fede, era riuscito ad ottenere la separazione allora?

Tradusse velocemente a Sam e a Lucy e poi chiese tremando un po 'e maledicendosi  «Ci venite a prendere voi?»

«Giusto! Lasciami il tuo indirizzo…» Andres estrasse dalla tasca del camice un pezzo di pergamena ed una penna e Sarah scrisse l'indirizzo del loro appartamento.

«A stasera allora, 9 e 30! Ora dobbiamo andare, abbiamo lezione tra 5 minuti» prese Draco per un braccio e lo trascinò con sé «Ciao ragazze a stasera!»

Rachel era verde d'invidia, tanto che si voltò arrabbiata e se ne andò col suo seguito.

«Oh my god!» esclamò Lucy.

«Perchè non siamo venute prima in Inghilterra?» disse Sam.

Si avviarono verso l'uscita e Sarah si disse sottovoce «Perché sono venuta in Inghilterra…»

 

****

 

Erano le otto e mezza e le ragazze già si stavano preparando. Sarah si sentiva nervosa ed aveva un groppo in gola. Aveva pensato di fingersi malata per non presentarsi all'appuntamento però l'indomani aveva un turno al San Mungo e le ragazze avrebbero capito subito che mentiva, in fin dei conti erano pur sempre quasi Medimaghe.

«Mi presti il tuo rossetto?» chiese Lucy.

«Quale vuoi?» disse Sarah indossando un paio di jeans controvoglia.

«Quello rosa chiaro» Lucy si era messa tutta in tiro.

«Vedi è in quel cassetto della scrivania» andò in bagno per usare lo specchio e sentì Sam che diceva «Wow come mai così attenta ai dettagli?»

«Trovi che ho esagerato?» rispose Lucy.

«No, però mi chiedo a quale dei due bellocci sei interessata…»

«Eh….bhè, diciamo che Draco non è affatto male…»

Sarah inghiottì a vuoto per la seconda volta quella giornata. Prese la spazzola e cominciò a strapazzarsi i capelli biondo platino.

Non deve interessarmi, non deve interessarmi…lui non mi vuole, mi ha trattata male, non deve interessarmi, se a Lucy piace a me che importa…userà anche lei come ha usato me…

«Sarah, Sarah!» Sam le tolse la spazzola da mano e chiuse la porta del bagno «Ora devi dirmi cos'hai!» disse sottovoce brandendo la spazzola piena di capelli spezzati.

«Oh Sam…io…» si sentì il viso bagnato, stava piangendo.

L'amica l'abbracciò ed attese che lei fosse pronta a parlare, intanto Lucy era indaffarata con il trucco e non avrebbe fatto caso a loro.

«Sam…» cercò di ricomporsi ma era difficile, ormai si era lasciata andare.

«Dimmi» le strinse la mano.

«Draco…è…» tirò su col naso « è stato il mio primo vero amore»

Sam si portò le mani alla bocca «Hai sentito Lucy? E' per questo?»

«No, no…cioè sì, ho sentito….però…» le raccontò brevemente quello che le era successo poi però Lucy chiese di usare il bagno.

«Stai tranquilla, stasera rimarrò sempre vicino a te e se qualcosa ti da fastidio ce ne andiamo subito ok?» la rassicurò Sam.

«Ok, grazie….ma non dire nulla a Lucy, in fondo…lui non è più mio…» si asciugò le lacrime e posò la mano sulla maniglia.

«D'accordo come vuoi…» uscirono e trovarono Lucy già pronta mezz'ora prima dell'appuntamento.

«State ancora così? Su, fate presto! Non voglio farli aspettare!» lei entrò e si specchiò per l'ennesima volta.

«Io sono pronta» si mise il rossetto rosso, senza la quale non riusciva a vedersi come Madeline, e gli immancabili occhiali.

«Come, scendi così? Di solito sei quella che ci mette più tempo a prepararsi…»

«Si, hai ragione…però sono ancora un pò delusa a causa dell'esame…quindi non ho molta voglia di festeggiare stasera…» si accorse di non riuscire a guardarla negli occhi.

«Anche io sono pronta!» esclamò Sam infilandosi un cappello sopra la marea di capelli ricci.

«Mancano 15 minuti…record!»

«Ahahah vero!»

Passarono i restanti 15 minuti a mettere gli abiti e i trucchi al loro posto e finalmente sentirono suonare il campanello.

Sarah si sistemò gli occhiali nervosamente e Lucy andò ad aprire.

«Bonsoir!» esclamò Andres.

«Bonne soirée à vous!» risposero Sam e Lucy in coro.

«'Sera» disse Draco alle sue spalle.

«Vogliamo andare mie care?» Andres era un tipo allegro. Lucy si avvinghiò al braccio di Draco e loro due ai lati di Andres.

«Pronte?» Draco porse la mano a Sam e tutti insieme formarono un cerchio, si materializzarono fuori ad un pub dall'aspetto dimesso.

L'interno era molto buio ma alcune candeline galleggiavano nell'aria dando appena un tocco natalizio e  alcune streghe erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino di cherry. Una di loro portava un cappello con sopra una civetta morta. Un folletto stava parlando al bar con il barista, completamente calvo, che sembrava a sua volta non capire una parola di ciò che stava dicendo.

«Ma che posto è questo?» scappò da dire a Sam.

«E' il posto migliore per bere un buon wisky incendiario….vero Draco?»

«Verissimo…tu cosa prendi?» disse rivolto a Lucy al suo fianco.

«Quello che prendi tu…» il suo inglese era migliorato parecchio.

«E voi due?» chiese Andres.

«Io prendo una burrobirra» rispose Sarah.

«Anch'io»

«Vi mantenete leggere?» disse Andres ridendo.

«Eh, già…» Draco e Lucy avevano preso il whisky incendiario e Sarah intuiva come sarebbe andata la loro serata.

«Lucy lo sai che domani abbiamo il turno di mattina?» disse Sam quasi come se le avesse letto nel pensiero.

«Si si, tranquille che lo reggo un bicchierino…»

«Andres questo è per te…» Draco gli passò un bicchiere e per un attimo guardò Sarah che subito si voltò fingendo di parlare con Sam.

«Sam andiamo a prendere i posti lì…» disse indicando un tavolo non lontano da loro. Si sedettero e Andres porse le due burrobirre alle ragazze.

Draco e Lucy si misero di fronte Sarah e Sam ed Andres si mise a capotavola «Cin Cin! Alle nostre nuove amiche francesi!»

«Cin cin!» dissero in coro brindando.

«Allora Madeline, Sam…parlatemi un pò di voi….cosa vi piace fare?» si passò una mano nei capelli ondulati, era davvero bello.

«Oh…bè…io…» Lucy aveva l'aria di divertirsi molto con Draco, che chiacchieravano fitto fitto «Io ho un lavoretto babbano che faccio nel tempo libero, sono una modella»

Ad Andres sembrò andare storto il whisky incendiario «Madeline! Allora sei tu! Lo sapevo….» Draco si voltò verso Andres.

«C-cosa?» chiese Sarah confusa.

«Ecco che ci risiamo…» disse Draco sorridendo.

«Bè vedi…io colleziono riviste babbane»

«…di belle ragazze…» aggiunse Draco.

«Si e allora? Che c'è di male!».

Su ogni tavolino c'era un centrotavola fatto con delle pigne legate tra loro con dei nastri rossi, e lei prese a giocarci con le dita.

«Si, però non sapevo portassi gli occhiali…per questo non ero sicuro fossi tu, toglili un' attimo» senza preavviso le tolse gli occhiali e Sarah cercò di coprirsi con i capelli. Perché doveva essere così sfortunata? Un mago che colleziona riviste babbane! Stupida, con tanti travestimenti che poteva utilizzare proprio quello di Madeline doveva scegliere? si disse. Lui la fissò per qualche secondo poi disse «eh si, sei proprio tu!»

«Ridammeli! Senza non vedo nulla» Draco non l'aveva guardata per fortuna.

«Sam e tu?» riprese Andres

«Io sono andata con Sarah una volta per fotografie» cercò di rispondere in inglese.

«Hai fatto la modella anche tu?» chiese sorpreso Andres.

«Si, si»

«Anche io sono andata con lei una volta!» si intromise Lucy.

«Ma che fortuna! Hai visto Draco? Ho buon occhio..»

«Ahahah sì, questa te la concedo….»

Parlarono per il resto della serata del più e del meno poi verso le dieci e mezza i ragazzi le accompagnarono a casa.

«Notte Sam,…Madeline puoi aspettare un minuto?» disse Andres. Poco più in là c'erano Draco e Lucy che si stavano salutando.

Cosa voleva da lei? Sam da dietro la incoraggiò prima di entrare in casa «Buonanotte Andres! 'Notte Draco!»

Sarah si avvicinò a lui guardando sott'occhio Lucy. «Ti volevo chiedere…ti va di uscire qualche altra volta?»

«Vuoi uscire con me?» chiese stupita. Non aveva parlato molto per tutta la sera, era stata fredda e distratta, e lui voleva rivederla?

«Se ti va…» Draco e Lucy si stavano abbracciando.

«Certo che mi va! Ti va bene questo sabato?» disse di impulso.

«Oh….» sembrò sorpreso dal suo entusiasmo improvviso. «Si! Ti passo a prendere alle 8 va bene?»

«Perfetto! Buona notte!» fece per andarsene ma Andres la tirò a sé e l'abbracciò. Da quanto tempo non riceveva un abbraccio così…

«Buona notte Madeline….dormi bene» le sussurrò all'orecchio.

«'Notte Andres…a presto»

Entrò in casa seguita da Lucy.

«Che serata Sarah!» disse entusiasta.

«Già, che serata…»

 

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Capitolo 6
*** Pozioni e Inganni ***


Capitolo 5 - Pozioni e inganni

 

Il weekend arrivò in fretta. Tra turni in ospedale, le sue amiche, lo studio e il lavoro da modella che aveva ricominciato non si accorse nemmeno che arrivò il giorno dell’appuntamento con Andres. Si scoprì una ragazza molto ansiosa per i primi appuntamenti. I suoi ex ragazzi li aveva conosciuti a scuola per cui non aveva mai avuto un vero primo appuntamento. Indossò un vestito invernale con la gonna morbida che le arrivava appena sotto le ginocchia e degli stivali con tacco alto. Da quando aveva iniziato a posare si era innamorata dei tacchi alti e ne aveva una decina di paia nella sua collezione personale.

Il vento era gelido e Sarah si coprì bene quella sera, Andres venne a prenderla alle otto puntuale e la portò in un ristorante non molto lontano da dove abitava lei. Tutto sommato aveva passato una piacevole serata in sua compagnia, lui era un chiacchierone, continuava a raccontare storie su di lui o su suoi amici e di tanto in tanto le strappava delle grosse risate. Lui sembrava un ragazzo molto alla mano, gentile, spiritoso, bello e soprattutto sembrava veramente preso da lei che, al contrario, non si era mostrata per niente per quello che era. Era rimasta tutto il tempo ad ascoltarlo e ogni tanto aveva risposto a qualche domanda. Capì da ciò che lui aveva preso una cotta solo per la Madeline delle riviste.

Non aveva pensato a Draco per tutta la serata fino a quando, mentre stava per riaccompagnarla a casa, Andres glielo riportò a mente.

«…e poi Draco mi spinse addosso al paziente! Cioè non hai idea di cosa mi ha fatto passare…»

Da quando lo vide per la prima volta con la divisa da medimago, Sarah si chiese come mai avesse scelto di intraprendere quel corso di studi. Non aveva mai accennato al suo futuro in ambito medico, quando poi lei stessa aveva dichiarato apertamente di voler diventare una Medimaga.

«Siete molto amici voi due, vero?» fece finalmente lei una domanda.

«Si, abbiamo molte cose in comune anche se lui è più avanti di me con gli esami» le sorrise tenendole la mano. Si sentiva un pò in imbarazzo camminando mano nella mano con lui però le sembrò una cattiveria tirarsi indietro.

«Ah è un secchione?» chiese lei sorpresa. A scuola non si era mai distinto per nessuna materia in particolare per quanto ricordasse.

«E’ il migliore del nostro anno, pensa che ha dovuto anche fare gli esami integrativi per accedere al corso e li ha passati tutti con il massimo dei voti. Qualcuno dice sia per merito della sua famiglia, non so se lo sai ma i Malfoy fanno annualmente generose donazioni al San Mungo, ma in realtà è davvero bravo, a casa è sempre sui libri»

«Ah si? » disse lei un pò scioccata ricordandosi il Draco del passato e confrontandolo con quello attuale.

«Per farlo staccare dei libri lo trascino io» disse lui.

«Vivete da tanto insieme?» chiese.

«Condividiamo un appartamento di fronte al San Mungo da quasi quattro anni…qualche volta ti ci porto!» esclamò lui.

«Ah…» pensò subito alle miriadi di ragazze che entrambi si portavano a casa «…no dai non è il caso…»

«No,no,no!» si diede uno schiaffo sulla fronte «Non pensare che….no!»

«Che hai Andres?» Sarah si accigliò.

«Non pensare che voglio portarti a letto…è solo per farti vedere l'appartamento!»  era imbarazzato ed in quel momento era molto carino.

Decise di prenderla sul ridere «Ah, perché non vorresti? Mi stai dicendo che sono brutta?» lo fissò per un attimo con aria seria.

«Nooo! Certo che vorrei portarti a letto…» si bloccò di nuovo e arrossì. Sarah a questo punto gli rise in faccia.

«Che mi fai dire…» si portò le mani sul viso.

«Ti ho fregato…» gli sorrise.

«Si…» si stava avvicinando pericolosamente al suo viso.

«Che…vuoi fare?» chiese ingenuamente.

«Niente» le diede un bacio sulla guancia «Sei arrivata a casa»

Si guardò intorno e notò che aveva ragione.

«Allora…Buonanotte Andres» fece per voltarsi, per paura di ricevere un altro bacio.

«'Notte Madeline»

Continuò a salutarlo con la mano fino a quando non entrò in casa e sentì il classico suono della smaterializzazione.

Era l'una di notte e la casa era molto silenziosa. Salì le scale a chiocciola togliendosi le scarpe per non far rumore e si diresse verso la sua camera.

Stranamente c'era una sciarpa avvolta tutta intorno alla maniglia, non ricordava di averla messa lì. Aprì la porta ed accese la luce «AAAAAAAH!» urlò.

Nel suo letto c'era qualcuno che si nascondeva sotto le coperte.

«Chi c'è?» Sarah estrasse la bacchetta terrorizzata.

«Sarah!» arrivò Lucy in vestaglia dalla sua stanza.

«Sarah sono io» disse una voce da sotto le coperte.

Riconobbe la voce e tirò un sospiro di sollievo «Sam? Sei tu? Che ci fai nel mio letto!» fece per tirare le coperte mentre Lucy gridava «No!» ma ormai era fatta.

Sarah rimase scioccata.

«Ehm…ciao Sarah…come mai bionda?» disse Alan imbarazzato. Erano nudi.

«Vestitevi e andate via da qui!» disse arrabbiata. I suoi capelli diventarono rosso fuoco «E cambiate le lenzuola!» aggiunse prima di uscire sbattendo la porta alle spalle

«Le avevo detto di non entrare in camera tua…» disse Lucy seguendola in cucina due piani sotto. 

«Avvisarmi almeno, no?» mise l'acqua calda in una teiera ed accese il fuoco del camino. 

«Ha detto che avresti capito vedendo la sciarpa sulla maniglia…dai lo sai com'è fatta» Lucy sembrava dalla sua parte.

«No, aspetta….io dalla sciarpa avrei dovuto capire che stava con Alan nel mio letto?» buttò una manciata di foglie di camomilla nell'acqua calda senza aspettare che bollisse.

«Nella sua testa…si» Lucy estrasse la bacchetta e alzò il fuoco per far bollire l'acqua.

Stettero in silenzio per tutto il tempo della preparazione della camomilla poi Lucy parlò «Sarah…posso farti una domanda?»

Sarah le porse una tazza calda e rispose «Spara»

«Da quando siamo venute qui a vivere insieme…ti vedo spesso nervosa, ansiosa…» Sarah, pur di non rispondere, buttò giù un sorso di camomilla bollente ustionando l'esofago.

«…se ti va di parlare…forse così starai meglio…» 

Parlare con qualcuno. Doveva farlo ma non con lei, non voleva dirle di Draco. 

«Sto bene Lucy…devo solo abituarmi alla convivenza…e alle stramberie di Sam…grazie comunque» le sorrise, ma non era un sorriso sincero. Lo stesso fece lei.

Sentirono dei passi provenire dalla scala a chiocciola e le due si voltarono per vedere Alan che si piegava sulle scale chiedendo «Posso?»

Sarah buttò giù l'ultimo sorso di camomilla «Vieni» fece cenno a Lucy e lei capì.

Dietro Alan stava per scendere anche Sam ma Lucy se la riportò sopra lasciandoli da soli.

«Scusami Sarah» Alan chinò il capo sinceramente dispiaciuto.

«Vieni qua, abbracciami» si alzò e andò da lui in lacrime.

«Cos'hai…» lui la strinse a se lasciandola sfogare.

Pianse, pianse forte. La spalla di Alan era abbastanza forte da non lasciarla andare a fondo. Non ne poteva più di quella situazione.

Alan aspettò qualche minuto poi sussurrò «So che non stai così a causa mia…purtroppo per me» Sarah alzò lo sguardo pieno di lacrime e lo guardò sorridere poi continuò «Dammi un nome…e lo crucio all'istante»

«No…» si asciugò il viso con la manica del maglioncino che indossava.

«Vuoi parlarne?» 

Buttò l'occhio sulle scale, quasi sicuramente le ragazze stavano origliando «Muffilato!» disse estraendo la bacchetta. 

«Sediamoci» si misero vicino al camino e Sarah cominciò subito.

«E' da quando sono tornata a Londra che non sto bene» si accorse che le tremava la voce. Aveva ragione Lucy nel dirle di parlare.

Alan si accigliò «Come mai?» 

«Il primo giorno…il primo giorno che sono entrata al San Mungo come Medimaga ho incontrato una persona» si mise a fissare il fuoco nel camino.

«Chi?» 

«Un’altro studente di medimagia…che conosciamo entrambi» non riuscì a guardarlo in faccia mentre lo diceva.

«Studente di medimagia…non mi dice niente…chi è?»

Si asciugò un'altra lacrima «D-Draco»

Alan si passò le mani tra i capelli «Ancora lui…»

«Ma non è tutto! Non riesco ad evitarlo perchè....sta uscendo con Lucy»

«Che bastardo! Ma non ti ha detto niente quando ti ha vista?» si alzò in piedi con i pugni serrati.

«No, aspetta…lui non sa chi sono io in realtà…» dirlo così ad alta voce la faceva sentire una stupida. Perché non lo aveva affrontato fin da subito?

«Non ti seguo…» Alan si rimise a sedere pendendo dalle sue labbra.

«Ogni volta che vado in giro per Londra o sono in ospedale mi trasformo, mi faccio chiamare Madeline» guardò il pavimento cercando di nascondere l'imbarazzo.

«Cioè aspetta, fammi capire…non sei più tu?» 

«Esatto…non ci capisco più nulla! Mi sto perdendo…non so più chi sono, cosa voglio….»

Alan le prese la mano «Povera piccola…perchè non me ne hai parlato prima?»

Stavolta alzò lo sguardo verso di lui «Come potevo? Non so quando tu sei in giro per il mondo a catturare draghi…»

«Nemmeno con Luna ti senti più?»

«Purtroppo no»

Ci fu una piccola pausa «Quindi Lucy esce con Draco…perchè nemmeno a lei hai detto nulla?»

«Lui mi ha lasciata tempo fa! Non è più mio…che senso ha dire a Lucy di non uscirci…non so nemmeno se mi dispiace in realtà….anche perchè adesso c'è Andres...»

«Andres?»

«Si…un collega...lui è un amico di Draco, ho scoperto stasera che condividono un appartamento…credo di piacergli» 

«E a te lui piace?»

«Non lo so ancora. Ho un pò paura di scoprirlo a dirla tutta» disse finalmente aprendo il suo cuore.

«Paura di cosa?» riprese serio.

Sarah ci pensò qualche secondo ma la risposta era ovvia «Che succeda di nuovo, che mi lasci»

«Guarda che non tutti sono bastardi come Malfoy» le riprese la mano e lei la strinse.

«Lo so…»

«Facciamo una cosa, se ti va…qualche volta usciamo tutti insieme e mi fai conoscere questo Andres»

«Eh?»

«Non diremo che siamo amici. Ci parlerò in privato e cercherò di capire che intenzioni ha con te»

«Vuoi indagare su di lui?» chiese stupita della proposta.

«Perchè no!»

«Sai che ci sarà anche Draco se usciamo in gruppo?» gli fece notare.

«Che ci importa di lui…a proposito ma per Andres sei Sarah o Madeline?»

«Madeline»

«E quando scoprirà chi sei veramente….non credi ci rimarrà male?»

Non aveva ancora pensato a questa eventualità «Dovrei dirgli chi sono…secondo te?»

«Bhè io vorrei saperlo!» esclamò alzando le mani.

«Ci penserò su…»

«D'accordo! Organizza e mi fai sapere! Ho altre 2 settimane di vacanza prima di ripartire» guardò l'orologio.

«Ok…ma giura che non farai casini con nessuno!» si alzò e lo ammonì con un dito

«Giuro!»

«Ah…e giura anche che non ti avvicini mai più al mio letto e prenderai una stanza in qualche albergo!»

«Già mi sono scusato! Comunque si, lo giuro!»

«D'accordo…fammi un ultimo piacere» andò alla credenza e prese una tazza versandoci della camomilla ancora calda, poi prese un flaconcino di una sostanza grigiastra che si trovava nell'armadietto delle pozioni e ne versò 3 gocce nella camomilla.

«Fallo bere a Sam…»

«Non oso chiederti cosa ci hai messo dentro…ma sono certo che non è niente di mortale»

«E' una cosetta che le farà imparare bene la lezione…»

 

***

 

Il giorno successivo Sam non poté uscire di casa.

«Aiutatemi…sto malissimo…»

«Mi dispiace Sam, non sappiamo cos'hai, meglio che stai qui e non esci» disse Lucy.

«Chiedi a Sarah…» supplicò Sam

«Lo sai che lei è arrabbiata con te….»

«Dille di perdonarmi…sto male..»

«Ha detto che quando le passerà verrà a visitarti…»

«Uff….»

Lucy sapeva benissimo cosa aveva, una banale intossicazione da fungo bianco indotta da qualcuno.

Chiuse la porta della camera da letto e raggiunse Sarah in giardino, pronta per il san Mungo.

«Come hai fatto a farglielo bere?»

«Oh…è stato facile…» risero insieme e si smaterializzarono.

 

Al San Mungo come al solito c'era molto va e vieni e prima di perdere di vista Lucy fra i vari reparti Sarah le disse «Per domenica sera volevo organizzare un'uscita tutti insieme…per te va bene?» 

«Si certo! E' una bella idea…quando lo vedo lo dico a Draco…» e come al solito provò la strana sensazione in fondo allo stomaco al sentir pronunciare la parola "Draco" da qualcun altro.

«Ok…a più tardi! e non dimenticare chi sono…» le disse indicando il suo tesserino.

«Si, Madeline…ma un giorno me la dovrai spiegare questa!» disse allontanandosi tra la folla.

 

 

Passò la mattinata a rifare i letti, perché le caporeparto non le permettevano di fare altro dato che era ancora "quella nuova" 

«Ehi tu, pulisci qui» le ordinò un Medimago molto grosso e che incuteva timore solo a guardarlo.

«Si, signore» 

«E dopo cambia quel paziente»

«Si, signore»

«Fai in fretta!»

Per amor del paziente non rispose, ma dentro di sé era nera dalla rabbia. Pure a lavoro dovevano stressarla?

Fece il più in fretta possibile poi la mandò a prendere del materiale in una parte dell'edificio in cui non era mai stata. Durante il percorso non fece altro che mandargli maledizioni sottovoce.

Entrò nella stanza descritta dall’uomo e vide che assomigliava molto all'infermeria di Hogwarts. C'erano letti sia a destra che a sinistra con delle tende bianche in tessuto, forse era una parte vecchia dell'ospedale.

Fece un passò avanti e il rumore delle sue scarpe sul pavimento formava un eco sinistro. Proseguì fino in fondo alla stanza deserta perchè era lì che doveva trovarsi l'armadio con il materiale richiesto dal Medimago. Uno strano suono arrivò alle sue orecchie, un suono che conosceva bene. Sembrava il suono che faceva una pozione in ebollizione.

Si guardò intorno per riuscire a stabilire da dove venisse e capì che il suono aumentava sulla sua destra, a lato di un letto per la precisione.

Si avvicinò incuriosita e vide un piccolo calderone colmo di una pozione che le sembrava familiare.

«Hai scoperto il mio segreto»

Sarah sussultò e si voltò di scatto.

«Ehi, non volevo metterti paura» disse Draco Malfoy.

«Draco! Ma…ma che ci fai qui?» Era in divisa, quindi era chiaro che anche lui fosse in servizio ma la domanda le uscì spontanea.

«Mi prometti che non lo dirai in giro?» le fece l'occhiolino e la fece spostare.

«Certo…» era un pò intimorita di essere da sola con lui. Cercò di nasconderlo in tutti i modi.

«Questa è una pozione molto delicata, e questo è il posto migliore per prepararla» si sedette accanto al calderone e le fece segno di sedersi accanto a lui. Strano da parte sua questo atteggiamento pensò Sarah.

Si sistemò gli occhiali e si inginocchiò. L'odore della pozione lo conosceva molto bene….era…

«E' una pozione rigenerante specifica per me» estrasse dalla tasca delle cime di rapa salterina e le gettò dentro «Non sei di molte parole tu..»

«Vero…» lo guardò mescolare la pozione. Soffriva ancora dunque e stava cercando di preparare la sua pozione dopo anni «Per cosa ti serve?» finse di non sapere nulla, ovviamente.

«Un vecchia ferita che fa ancora male» rispose vago.

Non seppe se per deformazione professionale o cosa ma disse «Posso vedere?»

Draco la fissò «Perchè no, un parere da un’altra Medimaga non mi farebbe sicuramente male»

Si alzarono e Draco si tolse il camice con fatica e Sarah per istinto lo aiutò a togliere la casacca «Come hai fatto a capire che era sul torso?»

«Oh…eh bè lo hai detto tu no? Sono una Medimaga! Lo capisco dove c'è dolore» buttò lì rimproverandosi per il suo istinto.

«Giusto..» ed eccola lì la cicatrice. Era molto più sottile da come la ricordava però era ancora lì.

Ci passò sopra le dita delicatamente riportandole alla mente ricordi di quando erano stati insieme.

Quando si materializzò a casa sua morente, quando aveva cercato di guarirlo insieme ad Elle, quando andò alla Villa Malfoy come domestica, quando avevano fatto l'amore…

«Che ti sembra?» la sua voce la riportò alla realtà.

«Stenditi» decise di provare le sue nuove conoscenze. Estrasse la bacchetta e pronunciò delle parole sottovoce. Ci mise almeno cinque minuti per dire «Sei stato colpito con un'arma maledetta…però non è stata nemmeno guarita in maniera corretta» forse sapeva come guarirlo completamente.

«Sei in gamba!» esclamò lui sorpreso «lo so dovevo prendere la pozione regolarmente all'inizio, ma non l'ho fatto…ed ecco perché sto cercando di rimediare» si alzò e si sistemò.

«Sei sicuro che si prepara così?» disse china sulla pozione, forse stava saltando alcuni passaggi. Forse se aggiungeva un po ' di polvere di corno di bicorno e faceva qualche variazione nella ricetta originale poteva funzionare.

«In realtà non ho mai saputo come si prepara» rise prendendosi in giro da solo. 

«Posso aiutarti?» si offrì.

«Non potresti…» disse lui.

«Chi te lo dice?» si accigliò.

«Solo una persona sapeva come prepararla…» rispose lui guardando il pavimento.

«Non…non puoi chiedergli di spiegartela?» fece lei.

«No, non posso.» capì dal tono e dal suo sguardo che era meglio non insistere. Non voleva proprio più saperne di lei.

Fece un passo verso la porta «D'accordo….allora io vado. Tranquillo non dirò a nessuno che usi questo spazio» disse con voce afona

«Ok grazie, ci si vede in giro» rispose lui rimettendosi il camice.

Se ne andò scordandosi il materiale e ripassando a mente tutte le variazioni per la pozione rigenerante di Draco.

 

****

 

Alan, quella domenica, si trovava a casa loro in salotto ad aspettarle «Quanto ci vuole?»

«Zitto!»  urlarono le ragazze in coro dal piano di sopra.

Presto arrivarono anche gli altri due ragazzi e Sarah li fece accomodare in salotto insieme ad Alan.

«Chi si rivede…Draco Malfoy in persona» Alan si alzò dal divano e andò loro incontro.

«Tu qui?» si strinsero la mano come perfetti gentiluomini «Lui è Andres, il mio amico e collega…Andres lui è Alan…»  Che cosa strana pensò Sarah che rimase lì a guardarli.

«…un vecchio avversario di scuola per così dire» aggiunse Alan e anche loro due si strinsero la mano.

«Avversario?» chiese Andres divertito.

Draco mugugnò qualcosa di incomprensibile.

«Si, l'ossigenato qui mi ha fregato la ragazza…ahahah» guardò di soppiatto Sarah che lo rimproverò con lo sguardo.

«Ma dai? Draco non si fa» Andres lo prese in giro.

«E' acqua passata»

Sarah salì in camera sua, un pò perchè si sentiva in imbarazzo e un pò perchè doveva finire di prepararsi.

Cosa sarebbe successo quella sera? Si pentì quasi di aver accettato questa messa in scena con Alan.

 

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Capitolo 7
*** Quattro anni ***


Capitolo 6 - Quattro anni

 

Andres bussò alla porta e fu Madeline ad aprire. Indossava una vestaglia bianca, stretta in vita ed era scalza. Come si aspettavano non erano ancora pronte.

«Buona sera! Prego, accomodatevi al piano di sopra in salotto» esclamò la biondina.

«Buona sera! Grazie!» disse Andres entusiasta. Era cotto di lei, si vedeva a un miglio di distanza. Certo, lei era carina, aveva un bel corpo guardando anche le fotografie che Andres collezionava gelosamente, però quegli occhiali Draco li odiava. La prima volta che le vide da vicino aveva avuto una strana sensazione, come di un dejavù, ma non diede troppo peso alla faccenda. 

Gettò lo sguardo alla stanza e capì che era una cucina. Strano ,pensò , l'ingresso che da direttamente nella cucina. Era molto accogliente e un pò rustico però il suo sguardo cadde su un armadietto semiaperto, sembrava una dispensa di ingredienti di pozioni. Si vedeva che era una casa di Medimaghe.

Seguirono Madeline al piano di sopra e notò che l'arredamento era quasi tutto in legno tranne che per la scala a chiocciola, che era in ferro battuto. Rispetto a ciò a cui era abituato, quella casa era arredata orrendamente. Arrivati in salotto, spoglio per i suoi gusti,  trovarono un' altra persona seduta sul divano e appena lo riconobbe sentì un tuffo al cuore.

«Chi si rivede…Draco Malfoy in persona» Alan si alzò dal divano e andò loro incontro. Cercò di cacciare via l'ultimo ricordo che aveva di lui ma era troppo forte…

 

C'era il Signore Oscuro da un lato del cortile e tutta Hogwarts dall'altra…cercava con lo sguardo Sarah, doveva scusarsi con lei per essersene andato in quella maniera…dov'era? 

Girò la testa cercando uno scorcio di capelli blu…Molti visi erano sfregiati, ne riconobbe molti…il castello era a pezzi, gli alberi del cortile abbattuti e parecchie statue avevano pezzi mancanti..ah ecco! Dietro un gruppo di Tassorosso vide Paciock e gli altri amici di Sarah…si avvicinò a loro per chiedere di lei ma la bionda stramba aveva in mano delle ciocche di capelli blu….poi udì una frase che non avrebbe mai più dimenticato..."Grayback maledetto…non doveva prendersela"…..

 

«Tu qui?» cercò di sembrare indifferente ed impassibile. Gli strinse la mano ma Andres li guardava incuriosito, quindi pensò di presentarli «Lui è Andres, il mio amico e collega…Andres lui è Alan…» cosa dire di lui?

«…un vecchio avversario di scuola per così dire» anche loro due si strinsero la mano.

«Avversario?» chiese Andres divertito.

«Ehm…cioè…» disse sottovoce

«Si, l'ossigenato qui mi ha fregato la ragazza…ahahah» Come osava parlare di lei e ridere in quel modo? Si accorse che stava stringendo i pugni.

«Ma dai? Draco non si fa» Andres sapeva di Sarah, gliene aveva parlato in confidenza, ma ovviamente non poteva sapere che Alan stava parlando proprio di lei.

«E' acqua passata» si sistemò il colletto della giacca nervosamente.

«Alan fai gli onori di casa io vado a finire di prepararmi…» Madeline, che era rimasta a fissarli, corse al piano di sopra e notò che Andres la seguì con lo sguardo.

«Accomodatevi…» Alan fece cenno di sedersi accanto a lui e i due si sedettero. Rimasero un paio di secondi a fissarsi a vicenda poi Andres parlò.

«Tu sei il ragazzo di Sam?» chiese.

«Si, esatto….e tu? Esci con Madeline?» i due sembravano a loro agio.

«Si…ma come hai fatto ad indovinare?» si accigliò e Draco si intromise «E' da quando siamo entrati che non le hai staccato un attimo gli occhi di dosso»

«Ah…è così evidente?» Andres rise di se stesso.

«Già» disse freddamente.

«Eh..si..» ora Alan fissava lui. 

«Qualcosa non va?» chiese. Non gli aveva mai perdonato quella messa in scena ad Hogwarts dove si ferì da solo per incolpare lui.

«No, no….accidenti non hai perso la tua acidità…» voleva replicare ma fu interrotto.

«Alan che fai nella vita? Studi?» si intromise Andres, forse, prevedendo che si sarebbero attaccati.

«No, io lavoro con un gruppo di Cacciatori di Draghi…»

«E che ci fai qui allora….» disse Draco un pò sottovoce, e forse lui lo sentì.

«E come hai conosciuto Sam?» Andres gli diede una gomitata.

«Me l'ha presentata Sa…cioè Madeline!»

«Madeline? E come l'hai conosciuta? Cioè io…sai sono un suo fan, colleziono riviste babbane….»

«Ci risiamo….» Draco si alzò, non aveva voglia di sentire di nuovo quella storia, e si avvicinò alla finestra. Ci aveva messo un'eternità per dimenticarla ed ora a causa di quell'idiota si sentiva strano.

Passarono altri quindici minuti nella quale Andres non smise di raccontare la sua passione per le modelle babbane e soprattutto per Madeline, e finalmente fu interrotto dalle ragazze che erano pronte. Sam corse da Alan che lo abbracciò e lo baciò, Lucy subito si diresse verso di lui e lo salutò baciandolo sulle guance e vide sott'occhio Madeline che si abbottonava il cappotto bianco, quasi ignorando Andres. Povero sciocco.

«Dove ci portate?» chiese Lucy.

«A pattinare sul ghiaccio» rispose Andres facendogli un cenno. Doveva portarli lui.

«Possiamo smaterializzarci da qui?» chiese Alan.

«No, dobbiamo uscire in giardino» rispose Madeline.

«Ok, datevi la mano, vi guido io» aspettò che il cerchio di mani fu chiuso e si concentrò su dove dovevano andare. Il posto era a Londra e il Ministero aveva attrezzato una zona per gli arrivi via materializzazione con misure anti babbane e sperò di ricordare bene dove fosse.

La solita sensazione di nausea si impossessò di lui per qualche minuto e appena materializzati, nel posto giusto, le ragazze urlarono entusiaste. La pista di pattinaggio brillava sotto ai loro occhi, lungo i corrimano c'erano delle bellissime ghirlande e al centro un enorme albero di natale fluttuante che sparava scintille d'oro verso l'alto da una stella posizionata sulla sommità che sembrava espandersi verso il cielo così che le scintille ricadevano sulla pista facendo brillare il ghiaccio. Alla loro destra c'era una lunga coda di persone di fronte ad un capanno

«Che meraviglia!» 

«Presto andiamo!»

Draco si ritrovò trascinato in un batter d'occhio nella fila per affittare i pattini. In realtà non era felice di essere lì, a lui piacevano le feste in casa con alcool e belle ragazze, ma Andres era un tipo romantico e l'aveva trascinato in mezzo a quella gentaglia per stare con la sua amata Madeline.

Si trovavano quasi a metà della fila quando «Ehi c'ero prima io!» due ragazzi che li precedevano presero a litigare.

«Cosa? Tu mi sei passato davanti!» si spinsero a vicenda.

«Fermi fermi! Andate tutti e due dietro!» il vigilante li aveva ripresi e osservarono i due che furono trascinati con la magia dietro a tutti.

«Pss…» Alan che era appena dietro di lui gli fece cenno di avvicinarsi. Riluttante gli porse l'orecchio «Non puoi farci passare avanti? Non sono colleghi di tuo padre quelli?»

Che sfacciato! pensò. Però non aveva tutti i torti, guardando bene uno di loro lo conosceva bene, era Ben Gallen, addetto dell' Ufficio del Trasporto Magico. Prima entravano, prima se ne andavano.

Era uno dei pochi amici rimasti a suo padre, che dopo aver ammesso i suoi peccati fu assolto perché si rifiutò di partecipare alla Guerra Magica. 

Fece cenno agli altri di seguirlo e si avvicinarono al capanno «Ehi Ben! Buona sera!» 

L'uomo si voltò e gli sorrise «Oh oh Draco! Che piacere vederti!» era molto robusto e senza capelli ma in compenso aveva dei lunghi baffi rivolti verso l'alto. 

«Avrei bisogno….» cominciò ma lui subito lo interruppe

«Vieni, entra, entra…anche voi venite dentro!» Invitò lui e i suoi amici nel capanno e fece scegliere loro i pattini più belli. Lucy lo guardava con occhi innamorati, pensò che forse quella sera avrebbe dovuto pagare Andres per andare a farsi un giro…

«Draco!» Ben lo chiamò e disse agli altri di avviarsi in pista. 

«Dimmi» con difficoltà si avvicinò a lui, cercando di non cadere.

«Come sta Lucius? Si è ripreso un pò?» se lo aspettava.

«Si, sta molto meglio.» cercò di tagliare a corto.

«E quella cosa…gli succede più?» l'uomo sembrò imbarazzato. 

«Ogni tanto, ma adesso riesce a calmarsi da solo» 

Da quel giorno che scapparono via, suo padre aveva il terrore che qualcuno lo andasse ad uccidere da un momento all'altro, era diventato molto suscettibile ad ogni azione improvvisa e questo lo portava ad avere delle crisi isteriche. Anche per questo aveva deciso di diventare un Medimago, per salvare suo padre e per non perdere un'altra persona amata.

«D'accordo ora vai pure ragazzo» gli diede una pacca sulla spalla che quasi lo fece cadere.

Entrò in pista e cercò con lo sguardo gli altri, ma improvvisamente qualcuno gli sfrecciò davanti lasciando una scia di profumo così familiare…

«Ops, scusa Draco!» quella voce…

«Sarah…» sussurrò guardando la figura allontanarsi…no non poteva essere. Si stropicciò gli occhi e guardò meglio, era solo Madeline.

Rimase un momento lì fermo e si ascoltò il cuore. Batteva all'impazzata.

«Eccoti finalmente! Vieni andiamo!» Lucy lo afferrò al braccio e lo trascinò verso gli altri. Si sentiva uno stupido per quello che era appena accaduto.

Passarono l'ora successiva a girare come i matti e ridendo alle varie scivolate e cadute delle persone, più o meno tutti loro sapevano pattinare discretamente ma le francesine erano le più brave.

«Madeline sei spettacolare» Andres non faceva altro che correrle dietro goffamente facendo strofinare le lame sul ghiaccio, mentre lei era leggera e delicata, sembrava volasse.

Lucy improvvisamente gli diede una gomitata «La stai fissando da quando sei entrato…» sembrava arrabbiata.

«Cosa? Ma dai non lo faccio apposta…» o no? «…è brava sui pattini» lo guardò quasi offesa «…ma anche tu lo sei! Dai insegnami!»

Riuscì a convincerla e finalmente il tempo a loro disposizione terminò.

«Andiamo a bere qualcosa?» suggerì Alan.

«Perchè no…proviamo lì!» Rispose la riccia indicando un piccolo pub di fronte alla pista. Entrarono e videro che era un posto molto accogliente e caldo, si sedettero ad un tavolo e una cameriera prese le ordinazioni.

« 3 burrobirre, un caffè e 2 wisky incendiari…arrivano subito» la cameriera si allontanò e le ragazze ne approfittarono per andare al bagno.

Improvvisamente Alan si rivolse ad Andres «Andres, devo chiederti una cosa…» 

«Cosa?» 

Alan si guardò intorno «Madeline è una mia cara amica…voglio sapere che intenzioni hai» disse tutto d'un fiato.

«Che intenzioni ho…con lei?» rispose Andres accigliato.

Ma che domanda era? Che aveva in mente Alan? 

«Siamo usciti insieme…mi piace molto…e vorrei…approfondire il nostro rapporto…ecco l'ho detto» 

«Sei serio?» Alan sembrava sospettoso.

«Si, assolutamente»

«Ok, d'accordo» arrivò la cameriera con le bibite e le appoggiò sul tavolo di fronte a loro.

Draco si intromise senza riuscire a trattenersi «Devi controllare tutti quelli che stanno con le tue amiche?» 

«Dopo aver incontrato te…si!» lo vide bere un sorso della sua bibita e rivolgergli uno sguardo di disprezzo.

«Cosa intendi dire?» si stavano scaldando entrambi.

«Hai mollato Sarah nel bel mezzo della guerra! Scusami se non mi fido dei tuoi amici!» esplose Alan.

«NON LA DEVI NOMINARE!» si alzò e colpì il tavolo con entrambe le mani facendo girare le teste di tutti gli altri clienti del locale. Non poteva accettare di sentirlo da lui.

«Se non fossi intervenuto io Grayback l'AVREBBE UCCISA!» si alzò anche lui.

Un' attimo…cosa aveva appena detto?

«Intervenuto…ma che dici!» 

Lui continuò «Era quasi morta quando l'ho trovata…l'hai fatta combattere da sola!»

«Quasi…morta…» Ripeteva le sue parole come se le sentisse da un eco lontano. Qualcosa non andava.

Si guardò intorno e si accorse che molti li stavano osservando «Vieni con me! Dobbiamo parlare» prese Alan per il braccio ma lui lo tirò indietro.

«So camminare da solo…» disse sprezzante.

Andò fuori e Alan lo seguì e non appena si chiusero la porta alle spalle Draco urlò «Che significa QUASI MORTA?»

«Cosa vuoi che significhi? FERITA GRAVEMENTE!»

«No aspetta…mi stai dicendo…che è ancora viva?» si appoggiò alla parete del pub e cercò di respirare profondamente.

«Certo che è viva!» Alan lo disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

Si mise le mani tra i capelli «Io…io ho sentito…che era stata uccisa….dal lupo mannaro... la lunatica aveva in mano i suoi capelli...»

«Cosa? Quando?» Anche lui sembrò sconvolto.

«…oh mio dio…» Il suo cuore andava a mille, sentiva di stare per svenire.

«Draco!» Alan lo afferrò al volo e lo aiutò a sedersi sul marciapiede.

«Credevi davvero fosse morta?» gli chiese Alan sconvolto quasi quanto lui.

«Si...io ho sentito.....Grayback....» cercò di ripetere ma non riusciva nemmeno a parlare.

«Grayback ha ucciso Lavanda Brown…non Sarah…»

«E io….io per tutto questo tempo…dov'è adesso? DOV' E'?» lo prese per il collo del giubbotto e lo strattonò.

Alan non rispose.

Si sentì gli occhi fuori dalle orbite «Devo andare, devo trovarla!» si smaterializzò lasciandolo lì fuori al pub.

In un attimo si ritrovò fuori alla villa bianca di Sarah. Sperò con tutto il cuore di trovarla lì, non aveva mai voluto andare per non evocare ricordi dolorosi ma adesso ne era più pentito che mai.

 

Quattro anni erano passati.

 

Quattro anni senza di lei

 

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Capitolo 8
*** Dove sei? ***


Capitolo 7 

 

La serata terminò quando le ragazze tornarono dal bagno perché al loro rientro Draco non c'era più. Erano tutti confusi su quello che era accaduto, persino Andres.

Sarah guardò Alan che con lo sguardo le fece capire di voler parlare in privato con lei.

«Direi che la serata è finita. Io torno a casa» disse Lucy visibilmente irritata.

«Vengo con te» disse Sarah sperando che si accodasse anche Sam in modo da poter parlare con Alan.

«Veniamo anche noi» disse Alan al suo posto. Vide Sam accigliarsi ma non si tirò indietro.

«Ok, a questo punto...il conto per favore!» disse Andres chiamando il cameriere.

I ragazzi le accompagnarono a casa e si trattennero un pò con loro. Sarah non riusciva a trovare un momento per parlare da sola con Alan, Sam gli stava appiccicata come una sanguisuga e Andres la seguiva ovunque andasse. Alla fine si arrese e si salutarono tutti verso mezzanotte.

«Mi dispiace che la serata sia terminata così presto…» disse lui accarezzandole le braccia prima di varcare la soglia. Era così dolce con lei.

Pensò a quello che le aveva detto Alan, che era giusto dirgli chi era in realtà, in fondo che le importava di Draco?

Si strinse le spalle e guardò per terra «Devo…devo dirti una cosa…»

«Dimmi» disse sorridendo.

«Posso dirti un segreto?» alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi verdi, le infondeva fiducia quel ragazzo.

«Certo» rispose serio.

«Madeline non è il mio vero nome, è quello che uso tra i babbani…il mio vero nome è Sarah» cosa penserà di lei adesso?

«Sarah…che splendido nome…» sembrò sorpreso «…e come mai non ti fai chiamare così?»

«Ehm…» cosa rispondere? «…volevo…provare a cambiare!» buttò lì.

Lui le prese la mano e sussurrò su di essa «Giuro di mantenere il tuo segreto a costo della vita» con fare scenico.

«Tu non sei normale lo sai vero?» disse Sarah ridendo.

«La normalità è noiosa!» Con questa frase l'aveva conquistata.

«Lo dici a me…» modificò i suoi capelli e i suoi tratti a intervalli di qualche secondo.

«Sei una metamorphomagus!» strabuzzò gli occhi.

«Già…un altro mio segreto» capì che forse avrebbe dovuto dargli le due notizie in momenti separati, era troppo per lui «Ora entro in casa, fa freddissimo stasera…a domani Andres» lo salutò con un bacio sulla guancia lasciandogli lo stampo del rossetto e si avviò verso la porta. Capì che aveva bisogno di tempo per mettere a posto le idee. Ma tutto sommato non era stato difficile dirglielo, era soddisfatta.

«Sarah…e il tuo cognome?» le gridò Andres dietro.

«Sarah Moreau» gli rispose guardandolo per un attimo prima di richiudersi la porta alle spalle.

 

****

 

Era notte fonda e il vento gelido gli scompigliava i capelli. Si trovava davanti ad un cancelletto in ferro battuto, non vedeva l'ora di entrare.

La villetta era illuminata dalla debole luce della luna e sentiva solo il suono dei battiti del suo cuore che gli rimbombavano nella testa.

Bum, bum. Bum, bum.

Estrasse la bacchetta da sotto al cappotto e aprì il cancello, i suoi passi sulla ghiaia producevano un rumore sinistro man mano che si avvicinava alla porta. Salì i due gradini e bussò con la mano tremante. Cosa poteva dirle adesso? Come poteva spiegarle che era stato uno stupido idiota a credere che fosse morta? Si maledì per non aver mai più stretto tra le sue mani la moneta magica.

Attese qualche minuto ma non ci fu risposta, riprovò, ma nessuno venne ad aprirlo, nemmeno l’elfa.

Fece il giro intorno alla casa per sbirciare attraverso le finestre ma non c'era nessun segno che ci abitasse più qualcuno. Per avere un'ulteriore conferma prima di entrare disse «Homenum Revelio» con la bacchetta tesa davanti a se.

Sarah non era in casa. Deluso decise di entrare a dare un'occhiata.

«Alohomora» la porta si aprì all'istante. Sapeva già dove voleva andare e conosceva la strada. Salì la scalinata di marmo bianco ed entrò di corsa nella prima stanza del corridoio. Poteva ancora sentire il suo profumo chiudendo gli occhi.

Alcuni dei suoi effetti personali erano lì, vide sulla scrivania una catasta di libri e riviste, la sua spazzola per capelli sul comodino e degli scatoli con altri oggetti dentro riposti sul pavimento.

Si é trasferita da qualche parte…pensò…e forse ogni tanto torna qui...

Guardò nell'armadio ed ebbe la conferma, i suoi abiti non c'erano.

Dalla rabbia lo richiuse sbattendo le ante «Dannazione»

Come la ritrovava adesso? Non poteva accamparsi lì a casa sua ad aspettare il suo ritorno, ammesso che tornasse. Per quello che ne sapeva poteva anche averli abbandonati lì quegli oggetti. Si guardò intorno e il suo sguardo cadde sulla pila di libri.

«Lumos»

Infusi e pozioni magiche di Arsenius Brodus, Manuale degli Incantesimi VII Volume di Miranda Gadula, Trasfigurazioni Avanzate di II e III livello di Camilla Wool…bei ricordi. Cosa non avrebbe dato per tornare ai tempi della scuola, per rivivere quei momenti in pace e in serenità e non come li aveva passati in realtà.

Un paio di libri catturarono la sua attenzione. Le copertine erano in movimento e mostravano una Medimaga che somministrava pozioni, un uomo baffuto in camice che mostrava un cadavere….li sfogliò un pò e capì nonostante fossero scritti in francese…studiava per diventare Medimaga!

Bene, un indizio! Accennò un piccolo sorriso a se stesso, si sentiva quasi un detective in gamba. Si ricordò anche che Sarah gli aveva rivelato una volta che sarebbe voluta diventare una Medimaga.

Chiuse di botto il librone di anatomia «Ahi!» scivolò dal piano e gli cadde sul piede. Disse un paio di parolacce rivolte al libro e poi lo raccolse. Chinandosi notò uno scatolo sigillato con del nasto adesivo sotto la scrivania. Gettò il fascio di luce su di esso e lesse una scritta fatta con un pennarello rosso "journaux".

Incuriosito dal fatto che fosse chiuso lo tirò fuori e lo appoggiò sul letto. Lo strappò con le mani, tanto dopo poteva ripararlo con un semplice incantesimo, e rimase sorpreso nel vedere delle riviste babbane. Ne sfogliò una e gli venne in mente Andres che ritagliava le foto delle modelle che più gli piacevano. Notò che su alcune pagine c'erano dei segnalini di carta, come dei segnalibri.

«Che roba è…» andò alla pagina segnata da Sarah e c'era una modella bellissima dai capelli neri e lunghi, il viso era molto fino e spigoloso e aveva un neo sullo zigomo sinistro proprio sotto all'occhio e  indossava un abito molto aderente ma elegante. Accanto c'erano degli appunti scritti a matita.

 

Stephanie 100 F - 150.00 G Paris, néo gauche

 

Prese un'altra rivista e vide che anche lì aveva preso appunti ma ad una modella diversa.

 

Monic 1200 F -  1250.00 G Monaco, mesch blond

 

Sfogliò ancora, e ancora. Non capiva cosa fossero quei numeri associati alle modelle e ai luoghi.

Ne prese un'altra e riconobbe la modella segnalata da Sarah, era Madeline.

 

Madeline 2000 F - 2500 G Paris

 

Dalla stessa pagina cadde un biglietto che prese al volo su cui c’era un messaggio scritto in francese e per di più con una penna babbana. Ricordava ancora le lezioni di babbanologia, con suo stupore, ed aveva riconosciuto il tipo di inchiostro utilizzato dai babbani.

«Verterim ad me» era un incantesimo che permetteva di tradurre il testo nella propria lingua.

 

Dolcissima Madeline, oggi sei stata fantastica allo studio e vorrei vederti di nuovo. Per lavoro ovviamente! So che ci tieni a dividere il lavoro dalla vita sentimentale…però, se ti va, possiamo andare a bere qualcosa insieme? Come amici!

Insieme a questa lettera ti ho dato il tuo assegno con un piccolo extra come hai notato.

Il prossimo lavoro è il 22 Aprile alle 16,30 non vedo l'ora di poterti rivedere.

Albert Reneé

 

Si sedette sul letto e ragionò.

Mi trovo a casa di Sarah e questo è assodato…ho trovato una lettera per Madeline…in effetti ora che ci penso anche Madeline ha detto che proviene dalla Francia…. possono essere amiche! Si, deve essere così! Si spiega anche come mai Alan conosce quelle tre….Avrà conosciuto Sam tramite Sarah!…però questi appunti che cavolo sono? I prezzi degli abiti? Perchè no…

 

Rimase a lungo a pensare seduto su quel letto fino a quando si addormentò. Si accorse di essersi addormentato la mattina dopo, quando il sole penetrando attraverso la finestra finì esattamente nei suoi occhi. Quando si svegliò ci mise un attimo a ricordare tutto e ritornò ad essere nervoso.

Ebbe bisogno di usare il bagno. Passò davanti allo specchio e guardò il suo riflesso per un attimo prima di andare vicino al water. Quando finì si lavò le mani e ne approfittò per sciacquarsi anche il viso stanco, però non c'era un asciugamano.

Guardò dallo specchio le gocce d'acqua cadere dal suo naso, gocciolavano una alla volta….

 

Ha convertito i soldi babbani in galeoni…F sono i Franchi! E quindi...G sono i Galeoni!

 

Una seconda goccia scivolò giù.

 

Le modelle sono tutte diverse tra di loro….

 

Una terza goccia cadde e sentì una vocina nella sua testa che gli diceva "Dimentichi qualcosa?"

 

Sarah…«è una metamorphomagus!»

 

Si asciugò in fretta e furia con la manica della giacca pensando a quanto era stato stupido, l'aveva avuta sotto il naso per tutto quel tempo e non l'aveva riconosciuta.

Andres. Ieri sera l'ho lasciata con lui…e lui voleva…

Si smaterializzò all'istante. Doveva andare al suo appartamento, subito.

 

Come ho fatto a non riconoscerla? Perché mi sono convinto che era morta? Non ho nemmeno tentato di….ritrovare la mia Sarah.

E perché lei si è nascosta a me? Voleva farmela pagare per averla lasciata in quel modo? Ci è riuscita alla grande se è così

 

In un batter d'occhio si ritrovò fuori ad un portone lussuoso nei pressi del San Mungo, appoggiò la mano sul battente ed essa si aprì. Corse verso l'ascensore e ci si buttò dentro a capofitto «Buongiorno Signor Malfoy, settimo piano?» disse la solita voce all'interno.

«Si, subito per favore» L'ascensore partì e in pochi minuti arrivò fuori al suo appartamento. Estrasse la bacchetta ed aprì la porta

«ANDRES!» per istinto andò nella sua camera da letto e con un colpo di bacchetta aprì le tende e tolse le coperte dal letto.

«Draco…ma che cavolo fai?» disse Andres ancora con gli occhi chiusi tra i cuscini. Non indossava la parte superiore del pigiama.

Fece un sospiro di sollievo vedendolo solo «Madeline?» chiese.

«Magari fosse qui…ma sai che ore sono? Perché fai tutto questo baccano!» mise la testa sotto al cuscino.

Lei gli aveva detto chi era in realtà? Lui sapeva la verità e non gli aveva detto niente?

«Ascolta…voglio che da ora in poi stai lontano da Madeline» disse tutto d'un fiato stringendo la bacchetta tra la mano.

Andres non rispose, rimase immobile.

«Hai capito?» insistè.

Andres sollevò la testa e si mise a sedere «Me lo ha detto ieri sera»

«Cosa?» 

«Che il suo vero nome è Sarah, è lei allora?…ma non doveva essere morta?» si alzò e si stirò sbadigliando tranquillamente.

«Così credevo…» posò la bacchetta, capì che non c'era motivo di utilizzarla. Era un buon amico, avrebbe capito.

«Comunque non le sto lontano, scordatelo» Andres lo guardò rigidamente negli occhi.

«Che dici! Lo sai che per me è stata….» mancò poco che la sua mano scivolasse di nuovo sulla bacchetta.

«Lo hai detto…è stata! Quello è il passato e adesso sta uscendo con me e si diverte…»

«TU non la devi TOCCARE!» non capì quello che successe, seppe solo che improvvisamente la sua mano chiusa si ritrovò sulla faccia di Andres. Era pieno di sangue e probabilmente gli aveva rotto lo zigomo.

«LEI ora è MIA! Sparisci!» urlò Andres atterrandolo.

Andres lo sovrastò mentre lo colpì molto forte sul viso ma non sentiva dolore, era talmente pieno di adrenalina da esserne stordito. Alzò la gamba tirandosela su con fatica e gli diede un calcio nello stomaco facendolo ribaltare, sentì una fitta alla cicatrice sul petto ma non ci badò, si tuffò su di lui e riprese a prenderlo a pugni.

Non ricordò per quanto tempo andarono avanti, ricordò solo che ad un certo punto quando entrambi non avevano più energia vide un lampo rosso e perse i sensi.

 

*****

 

Si svegliò nella sua stanza con  le tende tutte tirate, non seppe dire sul momento che ore fossero. Cercò di alzarsi ma sentiva un dolore tremendo alla testa.

«Fermo, fermo!» una ragazza gli si avvicinò e gli controllò le funzioni vitali.

«Che è successo? Tu chi sei?» chiese sentendosi stordito.

«Sono Rachel, la tua Medimaga….sei stato in coma per 2 settimane….Buon Natale» lo accarezzò sul viso.

«Cosa? In coma?» fece mente locale e si ricordò della lite con Andres. Aveva detto Buon Natale? Era il giorno di Natale?

«Si, hai battuto la testa…» continuò la ragazza.

«E perchè non mi avete svegliato dal coma? E' un incantesimo banale….» si ricordò il lampo rosso, uno stupeficium, ma non capiva cosa stesse succedendo.

«Non so….Andres ha detto che non potevi essere svegliato..» guardò il viso della ragazza e capì che aveva solo eseguito degli ordini.

«Non potevo? Ma che….» fece due più due «…bastardo!» cercò di alzarsi ma gli faceva malissimo la testa «Rachel, hai detto che ti chiami così vero?»

«Si, si» annuì.

Pensò a dove aveva sistemato le pozioni di emergenza ma alzando un pò la testa gli venne in mente «Apri quell'armadio e portami una pozione rigenerante…» si tastò la testa e sentì che aveva una frattura al lobo destro «e pure l'ossofast!»

Due settimane…non poteva crederci! Lo aveva lasciato in coma due settimane quando bastava un semplice incantesimo curativo. Gliel'avrebbe pagata amaramente.

Rachel gli portò subito le pozioni e le bevve subito una dopo l'altra. Sentì un dolore immenso alla testa, la parte del cranio rotto si stava rimarginando in pochi secondi.

«Come stai?» chiese facendo gli occhi dolci.

«Molto meglio» si rimise in piedi e guardò meglio la ragazza, la conosceva di vista. «Dov'è Andres adesso?»

«Al San Mungo…aveva da fare una cosa….» sembrava in imbarazzo.

«Ti ha detto di avvisarlo se mi fossi svegliato vero?»

«Sì…» rispose lei timidamente.

«Ti do il doppio che ti ha pagato lui per il silenzio ok?» doveva sbrigarsi.

«Ok!» la ragazza sembrò felice di quella proposta.

«Sei stata qui tutto il tempo?»

«Si…»

«Bene, mentre mi vesto raccontami cosa ha fatto…» prese il pantalone e se lo infilò sopra i boxer velocemente, non gli importava di farsi vedere da quella ragazza.

«Beh…è uscito spesso con una ragazza…una collega….e da quanto ho capito è andato a prepararle qualcosa nell'ala vecchia dell'edificio» sulla parola collega aveva utilizzato un tono sprezzante.

Si fermò di botto «La ragazza si chiama Sarah?»

«No,no…Madeline, è una stupida fran…» Draco non le fece finire la frase, l'aveva paralizzata.

«Non osare mai più parlare male di lei in mia presenza…sono stato abbastanza chiaro?» disse puntandole la bacchetta alla gola. Il vecchio Draco era tornato.

Si finì di vestire e andò al San Mungo lasciando Rachel paralizzata nella sua camera, così non avrebbe potuto fare la spia.

 

*****

 

Era la sera di Natale, lo aveva capito anche dal fatto che non c'era nessuno per strada, camminò a passo svelto fino all'atrio del San Mungo. Chissà i suoi genitori se erano in pensiero per lui visto che era sparito da ben due settimane.

Andò verso l'ala vecchia dell'ospedale e si chiese come avesse fatto Andres a scoprire quel posto, che gliel'avesse detto Sarah nonostante le avesse chiesto di mantenere il segreto?

Andò spedito e a passo svelto fino ai vecchi reparti del San Mungo, e lo trovò subito. Andres stava trasportando dei tessuti con la levitazione dentro la sala dove lui preparava la pozione. Camminava con la bacchetta tesa davanti a sé e canticchiava qualcosa sottovoce allegramente.

Infastidito lo seguì e sbattè la porta alle spalle facendolo voltare di scatto.

«Draco! Che hai in mente!?» disse Andres spaventato, Draco gli stava puntando la bacchetta alla testa.

«Cos'ho in mente io? Cos'hai in mente tu!» si guardò intorno e vide che aveva preparato un letto matrimoniale con delle decorazioni in stile San Valentino. Era furioso. Si sentì gli occhi che gli bruciavano e la mano cominciava a tremare di rabbia, lo fece.

«Stupeficium!» lo prese in pieno e lo scagliò contro il muro in fondo alla sala. Fu come a rallentatore, gli occhi di Andres lo guardavano spalancati quasi chiedendogli pietà.

Draco respirò a fondo, si sentiva come se avesse corso per miglia. Aspettò qualche minuto che il suo cuore tornasse a battere normalmente e si avvicinò ad Andres. L'aveva ucciso?

Si chinò su lui e vide che il colpo ricevuto gli aveva spaccato la testa «Non te lo meriteresti» disse sprezzante, ma non poteva lasciarlo così. Fermò l'emorragia e richiuse la ferita ma non lo rianimò, anzi lo legò con una corda che fece apparire dal nulla e lo trascinò fuori la sala per nasconderlo in uno sgabuzzino delle scope.

Sarah dov'era? Aveva un appuntamento con lui?  pensò mentre fissava Andres svenuto.

«Stupido idiota svegliati!» gli diede un colpo sulla spalla e lui urlò improvvisamente.

«Aaaaah lasciami andare! Draco! LASCIAMI!» Draco gli mise la mano sulla bocca per non farlo urlare o li avrebbero scoperti.

«Sssch! Dimmi dov'è Sarah! E non urlare altrimenti ti schianto di nuovo» stacco la mano dalla sua bocca giusto di qualche millimetro.

«M-mi sta as-aspettando qua fuori» rispose spaventato.

«Silencio» gli tolse l'utilizzo della voce.

Uscì fuori al freddo e vide Sarah di spalle che lo aspettava, o meglio aspettava Andres.

Il cuore gli batteva forte non vedeva l'ora di toccarla e baciarla, l'aveva creduta morta per tutto questo tempo…

«Andres! Finalmente…che ti è succ….» le afferrò il viso con le mani e la baciò intensamente. Non voleva lasciarla mai più.

 

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Capitolo 9
*** Confundus ***


Capitolo 8

 

 

 

Arrivò il giorno di Natale e Sarah lo passò con i Kallum come i precedenti anni. La invitavano sempre per tutte le festività sapendo che era sola. Fu felicissima di rivederli e soprattutto di rivedere Elle perchè doveva chiederle tante cose.

«Padroncina, mi dica tutto!»

«Sai Elle, ho incontrato di nuovo Draco…ti ricordi della sua ferita?»

«Oui, oui» annuì l'elfa.

«Non è ancora guarito….però forse se…»

Si trovavano entrambe nella stanza che i Kallum avevano dato ad Elle, in realtà era una dispensa ma era abbastanza grande infatti lei seduta ci stava benissimo. Le avevano costruito un piccolo letto a sua misura con delle assi di legno su cui adesso era seduta Sarah ed anche un piccolo comodino su cui c'era una cornice con una foto della sua famiglia. C'era Sarah, piccola di qualche anno, sua madre e suo padre. La foto era in movimento e sembravano molto felici, Elisabeth la teneva in braccio mentre Edmund faceva le smorfie per far ridere la piccola Sarah.

Adesso Sarah stava discutendo con Elle delle modifiche alla pozione di Draco e lei sembrava d'accordo.

«…si, si…così dovrebbe funzionare!»

«E' pronto venite a tavola!» Marcus le stava chiamando.

«Andiamo Elle!» Era davvero felice di aver portato lì la piccola elfa, veniva trattata come una di loro, come un pari.

Si sedettero a tavola e Sarah aiutò Marcus a sistemare i cuscini sulla sedia di Elle.

«Oh no padrone! Elle fa da sola!» arrivò di corsa dopo aver posato i piatti sul tavolo e li fece allontanare

Marcus si voltò verso di lei «Ma perchè fa sempre così?!»

Sarah fece per rispondere però Margaret l'anticipò «Tesoro, ricorda che è un elfa domestica, è nella sua natura essere così»

Si sistemarono tutti e quattro ed ammirarono la tavola imbandita. Tacchino arrosto, verdure bollite, salsicce con purè, stuzzichini di salmone, zucca candita, il pudding, zuppa inglese…le venne in mente Hogwarts «Oddio Margaret, hai preparato tutte queste cose…»

«Mi ha aiutata Elle, ci siamo divertite un mondo a cucinare…vero?»

«Si, io ed M. ci divertiamo in cucina» Sarah scoppiò a ridere, aveva dimenticato che Margaret si faceva chiamare M. da Elle.

«Buon Natale e Buon appetito!» disse Marcus a capotavola.

«Buon Natale!» risposero in coro.

Mangiarono quasi tutto e dopo cena si scambiarono i regali. Sarah ricevette anche i regali da parte Luna,Sam e Lucy via gufo ed una lettera da parte di Andres che lesse subito.

 

Cara Madeline,

Vieni stasera dopo cena fuori al San Mungo, vorrei darti il tuo regalo di persona. Ti aspetto. 

Andres

 

«Oh che carino!» esclamò ad alta voce.

«Chi è?» chiese Margaret avvicinandosi e cercando di leggere la lettera «Il tuo ragazzo?»

«Non proprio…cioè siamo solo usciti insieme…mi vuole vedere adesso….che faccio vado?» era un pò emozionata all'idea di vederlo quella sera.

«Stai attenta» disse Marcus serio sedendosi sul divano pieno di carte da regalo strappate.

«E' un bravo ragazzo…» ci pensò su «Ok! Ci vado, non ho nulla da perdere…» estrasse la bacchetta e si sistemò il trucco e i capelli con un sol gesto.

«Buona serata tesoro!» l'abbracciò Margaret. Salutò anche Marcus ed Elle e si smaterializzò.

Improvvisamente sentirono un rumore, una forte botta contro il vetro della finestra e si voltarono tutti di scatto. Un gufo ricoperto di neve cercava di entrare beccando sul vetro.

«Oh povero piccolo! Elle aiutalo a entrare!»

L'elfa obbedì ed aprì la finestra. Il gufo volò dentro, fece cadere una lettera per terra e si mise sul davanzale del camino per riscaldarsi.

Marcus raccolse la lettera «E' una lettera per Sarah…da parte di un certo Alan…che facciamo?»

«Adesso lasciamo riposare il gufo, domani lo rispediamo a Londra….saranno sicuramente degli auguri di Natale…» disse accarezzando il gufo.

 

*****

 

Faceva un freddo incredibile e Sarah diventò un pezzo di ghiaccio, stava aspettando da 10 minuti circa Andres fuori al San Mungo e per di più non c'era un' anima viva. Qualcuno le toccò la spalla e si voltò di scatto.

«Andres! Finalmente…che ti è succ….» le afferrò il viso con le mani e la baciò.

Le sue mani erano davvero calde…oppure era il suo viso che era troppo freddo?

Quel bacio sembrò non terminare mai…il suo cuore batteva all'impazzata, come non accadeva da tempo.

Si lasciò andare…l'ultima volta che aveva ricevuto un bacio così era stato…

Quello che credeva fosse Andres si fermò e allontanò il suo viso di un pò.

Sarah rimase sconvolta nel ritrovarsi davanti gli occhi azzurro ghiaccio di Draco.

«Ma...cos..»

«Sarah, perché non mi hai detto che eri tu?» le chiese subito Draco.

Lei si allontanò da lui costringendolo a lasciarla «Ma che ti viene in mente!» esclamò.

Draco la fissò per un secondo e poi si inginocchiò davanti a lei nella neve portandosi le mani nei capelli «Ho creduto per tutti questi anni che fossi morta!»

Sarah si sentiva come in un pallone «Che stai dicendo?»

«Quel giorno, quando litigammo e me ne andai lasciandoti lì…» continuò lui.

«Lo ricordo bene»

«Si…è stato il mio incubo fino a poco tempo fa» 

«Anche il mio tranquillo…» 

«Ho creduto che Grayback ti avesse fatta fuori!» disse alzando lo sguardo verso di lei con le lacrime agli occhi.

«Perché hai pensato questo?» chiese lei ormai scioccata da quello che stava ascoltando.

«Ho frainteso le parole dei tuoi amici…a quanto pare...sono stato un idiota»

«Quindi aspetta» Sarah non poteva crederci «Hai sentito qualcuno dire che fossi morta...e non hai pensato di venire a controllare di persona?»

Draco iniziò a singhiozzare «Ti prego Sarah, puniscimi, fammi tutto quello che vuoi» poi si rialzò «Non ho avuto il coraggio di...se ti avessi vista morta...» non continuò la frase.

Sarah continuava a scuotere la testa senza riuscire a capacitarsi «E’ talmente assurda questa storia che non riesco a crederti»

«Credimi Sarah! E’ così! Usa pure del veritaserum su di me!»

«Ah si? Non mi sembravi così a lutto…».

«E tu perchè non mi hai detto subito chi eri? Perchè questo travestimento?»

«Non volevo...parlarti…mi sono ritrovata costretta a causa delle mie amiche» rispose sinceramente.

«E la storia della modella?» quindi adesso era il suo turno di fare domande?

«E’ solo un lavoro»

«Perché stai piangendo adesso?» disse lui.

Sarah si toccò le guance e scoprì di averle rigate con le lacrime. Stava piangendo.

«Perchè sei davvero un idiota» cercò di cacciare indietro le lacrime.

«Potrai mai perdonarmi...» fece un passo verso di lei e cercò di prenderle la mano. 

«Era da quattro anni che non uscivo con un ragazzo….per colpa tua!» voleva farlo sentire in colpa.

«Mi dispiace...»

«Si certo, vorrei crederci» incrociò le braccia. 

Ci fu una pausa nella quale lui si rialzò «Quindi Andres è il primo con cui esci dopo di me?»

«Si, esatto» 

«Bene» poi fece un respiro profondo e si asciugò le lacrime. I suoi occhi azzurri brillavano più che mai «Vista la mia suprema idiozia ora farò l’unica cosa che forse mi farà perdonare da te un giorno.»

Sarah si accigliò.

Allargò le braccia e gli scese qualche altra lacrima «Non ti farò mai più del male. Non proverò più a sabotare Andres» poi estrasse la bacchetta e la puntò verso l’ospedale «Starò lontano da te, non ti farò più del male» ripeté.

«Draco...che ti prende...» Sarah era sempre più confusa.

«Sapere che sei viva...me lo farò bastare» disse lui quasi singhiozzando riponendo la bacchetta nel cappotto.

Le sorrise e poi si smaterializzò.

Andres arrivò di corsa poco dopo «Sarah! Tutto bene?»

«Si...credo di si» disse lei intontita.

«Cosa è successo? Hai visto Draco per caso?» disse lui guardandosi intorno come se si aspettasse un imboscata da un momento all’altro.

Non rispose. Stava fissando il punto in cui era Draco pochi secondi prima. Cosa era appena accaduto?

«Sarah?» fece lei riportandola alla realtà.

«N-no...ti stavo aspettando» disse lei mentendo.

Lo vide tirare un sospiro di sollievo «Ok, vieni»

La prese per mano e la tirò verso l'entrata del San Mungo. Lo seguì senza fiatare ripensando a tutto quello che aveva detto Draco fino a quando si rese conto del corridoio che stavano percorrendo, dove la stava portando? Passarono oltre la Reception, salirono le scale per due piani e poi svoltarono a destra…

Arrivarono ad un certo punto dove Sarah riconobbe il posto, era la parte vecchia dell'ospedale.

Andres si stava dirigendo proprio nella sala dove Draco preparava la sua pozione, aprì la porta e si ritrovò davanti una scena da favola. La sala che ricordava con tutti i letti, i comodini e le tendine vecchie e ammuffite non c'era più, aveva lasciato il posto a candele, un bel letto a baldacchino rosa, petali di rose sparse ovunque e sulle pareti c'erano dei teli rossi e rosa.

Sarah rimase a bocca aperta. 

Era pronta per tutto ciò? 

No.

Si sentì abbracciata da dietro e le vennero i brividi, alzò e girò la testa per guardarlo negli occhi ma lui ne approfittò per darle un bacio sul collo, poi un altro e poi un altro…

Confusa da tutto quello che era accaduto con Draco e tutta questa nuova situazione che le si era parata davanti si lasciò trascinare.

Andres la sollevò e lei gli cinse la vita con le gambe. Lui prese ad accarezzarle la coscia e il sedere, poi si avvicinò al letto e la fece cadere delicatamente su di esso continuando a baciarla.

«Mi…» disse lui tra un bacio e l'altro «Mi piaci un sacco»

Lui si mise sopra e cominciò a baciarla ovunque mentre lei non riusciva a fare altro che assecondarlo.

Quella sera fecero l’amore per la prima volta ma Sarah non se ne rese realmente conto. 

 

 

 

*****

 

Il giorno successivo Sarah si svegliò tardi e quando andò in cucina a fare colazione trovò un gufo ad aspettarla.

«Buongiorno...tu vieni da parte di...Alan!» prese la busta e l'aprì strappandone il bordo. Uscirono due biglietti per la pista di pattinaggio ed una lettera che lesse:

 

Buon Natale Sarah!

Scusa per il ritardo ma non ho avuto un attimo di tempo per mandare un paio di gufi! Ho una cosa importante da dirti! Non potevo dirtelo davanti agli altri, Malfoy pensava che fossi morta in battaglia! Me lo ha confessato l'altra sera al Pub. E' andato a cercarti ma non gli ho detto che ora sei Madeline perché non sapevo che rispondergli in quel momento. Sembrava impazzito, è quasi svenuto quando ha saputo che eri viva…

Comunque Andres è un bravo ragazzo! Goditi i biglietti che ti ho mandato, un bacione

Alan

 

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Capitolo 10
*** Il viaggio di Neville ***


Capitolo 9 - Il viaggio di Neville

 

«Dai Sarah…bevi un pò di camomilla ti farà stare bene…» disse Luna. 

«No! Niente mi farà stare bene…sono arrabbiata!» esclamò.

Sarah si trovava a casa di Luna, dopo quello che era accaduto aveva avuto il bisogno di parlare con lei. 

«...quindi quella sera che uscimmo in gruppo Draco scoprì che ero ancora viva...Alan provò a parlarmi ma a causa delle circostanze non ci riuscì. Stamattina mi è arrivata una sua lettera, dopo due settimane!»

«Cosa ti ha dato più fastidio?» le chiese Luna dopo il racconto sorseggiando la camomilla. Non sembrava né sorpresa dalla faccenda e né dispiaciuta, era semplicemente indifferente.

«Che Draco non mi abbia mai cercata…si è fidato di alcune voci che avrebbero parlato della mia morte» dirlo ad alta voce faceva sembrare ancora più assurda la questione. Luna di nuovo non batté ciglio. Si insospettì da quel suo strano comportamento. Certo non era mai stata "normale" ma nemmeno così strana.

«Luna…ma tu stai bene?» non riuscì a trattenersi dal chiederglielo.

«Si, si…» tutto qui? «E con il tuo nuovo ragazzo come va?»

«Andres?» fece una pausa per pensarci «Mi piace stare con lui» rispose semplicemente.

Luna annuì.

Voleva parlare con Neville, che le avesse fatto qualcosa? E’ vero che non si sentivano più spesso come prima ma ora lei sembrava un’altra persona «Neville dov'è?» 

«Ah, non te l'ho ancora detto» disse girando il cucchiaino nella tazza a vuoto.

«Cosa non mi hai detto?» che le prendeva?

«Ci siamo lasciati qualche mese fa» lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Cosaaa?! E quando avevi in mente di dirmelo?» disse sorpresa sgranando gli occhi.

Lei sorrise e disse «Mi è sfuggito di mente» Sarah la fissò per un bel pò fino a quando lei parlò «Fra qualche mese parto per un lungo viaggio»

«Eh?» ma lei era davvero Luna?

Sorrise di nuovo. Per un attimo si dimenticò dei suoi problemi.

«Ma cosa ti è successo?»

«A me?»

«Si»

«Nulla! Sarah, smettila di fissarmi così attirerai l'attenzione degli angelidi ridenti!» 

«I che? No, lascia perdere…quindi ora non sai dov’è Neville?» Si rese conto di aver trascurato troppo i suoi vecchi amici.

«Non lo so» improvvisamente bussarono alla porta e Luna si illuminò.

«Ti presento il mio nuovo amico» andò saltellando ad aprire la porta ed entrò un ragazzo moro e alto.

«Ciao Lunetta!» 

«Ciao Rolf!» si abbracciarono e Sarah rimase sbalordita. Non aveva mai visto Luna in quello stato, sembrava ipnotizzata da lui.

Si presentò da sola «Ciao! Io sono Sarah Moreau, un'amica di Luna…» lui molto sorridente le prese la mano.

«Ciao! Io sono Rolf Scamandro, che piacere conoscerti! Luna mi ha parlato molto di te! E' vero che sei una metamorphomagus? E porti spesso i capelli blu? Ah e sai anche trasfigurare bene gli oggetti?»

Fu travolta da una miriade di domande che stranamente fu felice di rispondere.

Quel ragazzo tutto felice e sorridente la distrasse per un paio di ore buone, gli parlò di se stesso, della sua famiglia, del lavoro che voleva intraprendere insieme a Luna, e del viaggio che avevano in programma di fare.

«…e quindi io vengo da una famiglia naturalista, un pò come Luna!»

«…ma toglietemi una curiosità…» ormai aveva preso confidenza con lui «…ma voi due state insieme?» 

«Ahahahahha» rise Rolf «Non ancora» lui si voltò verso di lei che arrossì. Che scena buffa.

Per toglierla dall'imbarazzo decise di cambiare argomento «Quando avete intenzione di partire?»

«Pensiamo fra circa 3 mesi…dobbiamo finire di prepararci!» rispose Rolf

«Bene! Io finisco gli studi il mese prossimo e vorrei dare una festa! Ci sarete vero?»

«Si! Che bello!» esclamò Luna.

«Siamo stati invitati tutti e due!» presero a saltellare insieme. Sorrise a quel l'ennesima scena buffa, Luna aveva trovato la sua anima gemella a quanto sembrava.

«Bhè ragazzi…» guardò l'orologio da polso erano le sette di sera «…ora devo proprio andare….grazie mille per la chiacchierata!»

«Torni a Londra Sarah? Dove c'è anche lui?» le chiese Luna.

«Si, sono obbligata»

«Andrà tutto bene vedrai..»

«Lo spero proprio…»

 

*****

 

Dopo aver scoperto da Luna la sua rottura con Neville lo rintracciò e finalmente si incontrarono. L’affitto dell’appartamento lo pagavano alla Gringott direttamente sul suo conto per cui non ebbero mai bisogno di vedersi per quello. Inoltre scoprì che lui stava frequentando una grande scuola a Edimburgo specializzata nella scienza dell’ Erbologia.

«Che bello rivederti!» esclamò Sarah appena lo individuò tra la folla della stazione di Edimburgo.

«Sarah!» esclamò lui appena la vide e si abbracciarono stretti «Da quanto tempo!»

Neville aveva addosso un odore floreale e quando si staccò da lui quasi le dispiacque. 

«Andiamo, conosco un posto dove si mangia bene!» disse lui incamminandosi.

Neville era cresciuto parecchio dall’ultima volta che si erano visti, le sembrava fosse ancora più alto e lei ora indossava i tacchi.

«E’ qui vicino, facciamo due passi» disse lui indicandole la strada «Intanto se vuoi chiedermi qualcosa...»

Sarah doveva aspettarselo da lui. Aveva capito che non era andata lì soltanto per vederlo «Tu vuoi dirmi qualcosa?» fece lei e a quel punto lui si fermò e si girò verso di lei.

«Io e Luna ci siamo lasciati circa sei mesi fa» poi sorrise «Ma questo lo sapevi già»

A questo punto gli afferrò il braccio e lo guardò negli occhi «Non vedevo Luna da tanto tempo. La settimana scorsa, sono andata da lei ed è….è tutta un’altra persona! Che le è successo?»

Neville sospirò «Vieni, ti racconto tutto mentre pranziamo...» fecero altri due passi ed entrarono in un ristorantino niente male. Era babbano, c’erano i camerieri che portavano le pietanze ai tavoli e bottiglie di vino su tutti gli scaffali. Poi Neville la portò in una zona che sembrava tipo un deposito/dispensa e per magia, una volta attraversate delle tendine fatte di perline si trovarono in un altro posto. Come estetica il ristorante era identico all’altro ma qui la magia traboccava da ogni parte. Il vino si versava da solo, bibite strane levitavano dal bancone ai tavoli, strane creature erano sedute ad alcuni tavoli «Benvenuti da Pitt! Un tavolo per due?» chiese un Centauro. Indossava una sorta di gilet a righe ed un cappello da marinaio che si intonava particolarmente ai suoi capelli rossi e lunghi che gli incorniciavano il viso. Sul dorso da cavallo aveva uno strano armadietto in cui vedevano i menu, le tovaglie, i bicchieri e altre cose per apparecchiare.

Sarah non aveva mai visto un centauro in un posto del genere e con quelle cose addosso.

Li portò al loro tavolo e dal suo armadio portatile estrasse tutto l’occorrente per apparecchiare.

«Grazie» rispose Sarah quando richiuse il suo armadio.

«Non c’è di che! Chiamatemi quando volete ordinare, io mi chiamo Augustus!»

Quando si fu abbastanza allontanato Sarah disse «Da noi i centauri sono così...mistici...che strano...»

Neville rise «Hai ragione, ho avuto la tua stessa reazione quando sono venuto qui per la prima volta»

«Allora cosa vogliamo ordinare?» chiese lei aprendo il menu.

«Io ti consiglio la zuppa di mare..»

Ordinarono e dopo circa 10 minuti Augustus arrivò trottando con le loro pietanze «Buon appetito signori!» se non fosse stato per magia le due zuppe sarebbero addosso a tutti i clienti.

«Grazie!» dissero in coro.

Cominciarono a mangiare e finalmente Neville cominciò il racconto «Dunque...circa un anno fa io e Luna incontrammo il nipote di Newt Scamander, ti ricordi chi è?»

Sarah ci pensò su un’attimo «Quello che ha scritto il libro “Animali Fantastici e dove trovarli”?»

«Esattamente!» buttò giù un boccone «Si chiama Rolf»

«Si...l’ho conosciuto. Non avevo capito fosse una persona famosa»

Neville rise «Famoso...insomma...comunque sia, iniziammo a frequentarci e lei ha cominciato a cambiare da allora»

Sarah si accigliò «Lui l’ha cambiata?»

Neville non sembrava turbato, continuava ad avere un'espressione quasi sorridente «Si, le parlava sempre delle sue idee sulla natura, e sembrava quasi che la assecondasse su quelle creature magiche che inventava lei...»

«Si è innamorata di lui?» disse lei facendo due più due.

«Questo non posso saperlo. Probabilmente si» si pulì la bocca con il tovagliolo e poi versò il vino prima a lei e poi per se stesso.

«Grazie. E tu come stai adesso?»

«Oh, io sto bene!» bevve un pò del vino e poi aggiunse «Da quando ho cominciato il percorso di studi qui sono felice. Sai, forse tra qualche anno mi candiderò a professore di Erbologia ad Hogwarts»

«Davvero? Wow!» disse veramente sorpresa «Te lo auguro con tutto il cuore! Ti ci vedo sai? Come professore»

Neville rise «Speriamo.»

«Sono felice che non hai sofferto troppo per Luna»

«Alla fine, a parte il suo cambiamento...anche io sono cambiato. Forse voglio dare la colpa a Rolf….ma probabilmente ci saremmo lasciati lo stesso...»

Sarah annuì capendo quello che stava dicendo «La guerra magica ai tempi ci ha unito molto...forse con il passare del tempo ognuno si sta distaccando dagli altri per seguire la propria strada»

«La penso anch'io così. Tu che mi racconti invece? Nella lettera hai parlato di problemi al lavoro, che è successo?» chiese lui riprendendo a mangiare.

«Eh. Da dove comincio?» posò il calice e riprese anche lei la forchetta «Draco Malfoy sta studiando per diventare medimago»

«Coosa?!» esclamò Neville quasi sputando «Malfoy è al San Mungo?»

«Già...ma aspetta. Ora arriva il bello. Non ci crederai mai» aspettò un secondo e lo disse «Per tutti questi anni ha creduto che fossi morta!»

A Neville cadde da mano la forchetta che cadde sul bordo del piatto facendo rumore «Oh mio dio»

Neville divenne pallido tutt un tratto «Ehi stai bene? Ti è andato storto qualcosa?»

Si portò le mani alla bocca «Forse….è colpa mia!»

«Cosa?» fece lei stupita.

«E’ successa una cosa durante la guerra, non ci avevo mai dato peso però ora che mi hai detto ciò...» fece una pausa e la guardò sconvolta «Nel momento in cui Lord Voldemort chiamò la pausa per raccogliere i cadaveri, ti ricordi no? Tu eri ferita...»

«Si, ricordo. Mi lasciaste da sola per uscire fuori»

«Esatto, proprio in quel momento...io stavo parlando con Alan della morte di Lavanda...all’improvviso poi alle nostre spalle vedemmo Malfoy...era come sconvolto...è stato strano ma non ci abbiamo dato peso...poi lui si è unito ai mangiamorte...»

«Si e quindi?» fece lei per farlo arrivare al punto.

«Se mi avesse sentito e pensato che parlassi di te? OH MIO DIO!» si alzò di botto «In quel momento Luna aveva in mano i tuoi capelli…»

«I miei capelli?» ma che avevano tutti?

Neville si sedette di nuovo «E’ tutta colpa nostra se ha pensato che fossi morta. Deve essere andata così!»

«Questa storia è ancora più assurda di quella che mi ha raccontato Draco» ammise lei.

«Sarah ti giuro! Se avessi capito che lui ci aveva sentito avrei chiarito immediatamente!»

«Neville...anche se fosse andata così non ha importanza la cosa. Doveva comunque assicurarsene di persona.»

«No, devo parlargli!» si alzò di nuovo «Sai dove abita?»

«Sei serio? Vuoi davvero andargli a parlare?»

«Sì!» disse lui serio e convinto.

«Ti accompagnerò da lui. Ma io non voglio vederlo» disse lei chiarendo.

«D’accordo, andrò da solo a parlarci».

Terminarono il pranzo e pagarono il conto. Utilizzarono una metropolvere che conosceva Neville per viaggiare e arrivarono in un batter d’occhio nei pressi del San Mungo.

«Quello è il palazzo, mi pare che abita all’ultimo piano. Non so altro scusami.» disse lei indicando il cancello di ingresso.

«Grazie mille. Allora provo a entrare, tu torni a casa?»

«Già...ormai si è fatto tardi, ho il turno di notte»

«D’accordo. Allora buon lavoro» si abbracciarono e si salutarono

 

*****

 

Draco era seduto alla scrivania vicino alla finestra a studiare quando bussarono alla porta «Draco vai tu? Io sono occupato con i bagagli!» disse Andres dalla porta accanto alla sua.

Non gli aveva detto di andarsene ma per fortuna lui lo fece lo stesso. Stava facendo i bagagli per traslocare in un altro appartamento a breve.

Draco si alzò in silenzio e andò ad aprire la porta. 

«Ciao, scusa il disturbo» Con sua enorme sorpresa si ritrovò davanti Neville Paciock.

«Paciock? Sei tu vero?» gli chiese stupito.

«Già...vorrei parlarti qualche minuto se non sei troppo occupato»

Cosa poteva mai volere da lui? Ancora stupito lo fece accomodare.

«Parlarmi di cosa?» chiese lui chiudendo la porta.

«Di Sarah» rispose lui ma Draco lo zittì subito.

«Vieni, parliamo nella mia stanza» si fece seguire fino in camera sua e una volta chiusa la porta eseguì degli incantesimi per non farsi sentire da Andres.

«Scusa, c’è il mio coinquilino che è un pò suscettibile a certi argomenti»

«No, scusami tu per essere venuto qui così all’improvviso. Forse era meglio se ti mandavo un gufo prima»

«Non è un problema, accomodati» disse indicando una poltrona. La camera sua era identica a quella di Andres, un letto a baldacchino, una finestra, armadio, una poltroncina e la scrivania.

«Oh...Grazie» fece lui imbarazzato.

«Che ti prende?» chiese.

«Scusami…mi sono tornate in mente delle cose del passato. Comunque non sono qui per parlare di me» fece un sospiro e continuò «Ho parlato con Sarah questa mattina. Mi ha raccontato che tu l’hai creduta morta per tutti questi anni. Credo sia colpa mia vero? Mi sentisti parlare con Alan riguardo il lupo mannaro?»

Draco ebbe un sussulto al cuore ricordandosi di quel momento.

«Paciock perché sei venuto qui?» chiese lui turbato.

Di nuovo lui sospirò «Se è così ti vorrei chiedere scusa. Lì per lì ti vidi sconvolto ma non capii»

A Draco tornarono le lacrime agli occhi a ripensarci ma le cacciò dentro per non mostrarsi debole ai suoi occhi.

Si alzò e gli diede la schiena fingendo di guardare fuori la finestra «Si, io ascoltai la vostra conversazione ed ho dato per scontato che steste parlando di lei. E’ colpa mia. Sarah ha ragione sono un’idiota.»

«Mi dispiace...» disse lui.

Paciock ai suoi occhi era sempre stato una nullità fino a quando divenne il capo dei Ribelli ad Hogwarts. Gliene aveva dette di tutti i colori prima di quel momento, lo ricordava bene.

Ora era a scusarsi con lui per una cosa per cui non aveva colpa.

«Ormai è passato» si voltò di nuovo verso di lui «E’ stata solo colpa mia, ma apprezzo che tu sia qua oggi»

Paciock si accigliò «Ma tu sei Malfoy? Non ti ho mai sentito rivolgere a nessuno parole così cordiali»

Gli scappò un mezzo sorriso «Se vuoi posso cruciarti all’istante»

Rise anche lui «No grazie, sono già messo male» stese la gamba e se la massaggiò «Piuttosto, posso approfittare di te visto che sei un medimago adesso? Non ho avuto modo di mostrarlo a Sarah»

Draco si avvicinò «Che hai?»

«Non ne ho idea. Mi sono imbattuto in qualcosa mentre ero nella foresta in Scozia. Stavo facendo delle ricerche con i miei compagni di corso e tutt’un tratto ho sentito un dolore che è partito circa qui» si alzò la gamba del pantalone e gli mostrò le ferite.

Da sotto il ginocchio in poi la gamba era completamente rossa a macchie «Da quanto è così?» gli chiese avvicinandosi ed estraendo la bacchetta.

«Circa una settimana. All’inizio era solo una macchiolina...» Draco prese a fare alcuni incantesimi e videro entrambi la macchia ritirarsi fino a diventare solo un puntino per poi sparire.

«Accidenti!» esclamò Paciock sorpreso «Come hai fatto? Il  medimago del mio istituto non ha potuto nulla….»

«Se avessi aspettato ancora un po avresti perso la gamba.» disse rialzandosi «Sei fortunato ad essere qui adesso»

Paciock rimase con la bocca aperta «Non so come ringraziarti»

«Non sono ancora un medimago comunque. Sono solo un tirocinante» specificò lui «Ma quando lo diventerò sarò il migliore, ricordatelo»

«E chi se lo sarebbe mai aspettato che il bastardo Malfoy diventasse così» disse lui ridendo «E’ stata Sarah vero?» disse lui sorprendendolo.

«Sarah?»

«Credo che il tuo cambiamento sia cominciato quando hai conosciuto Sarah»

Lo mise in imbarazzo perché non aveva completamente torto «Non credere di conoscermi...non sai niente di me»

Lui alzò le mani «Era solo una constatazione amichevole, nulla di più» poi si alzò «Ora tolgo il disturbo, quello che volevo dirti te l’ho detto...»

Forse era stato troppo duro con le sue parole «Dimmi...come sta?» chiese.

«Che domanda strana...scusa se te lo chiedo ma...non lavorate insieme?» gli chiese lui.

Era chiaro che Sarah non gli aveva raccontato più di tanto «Siamo in reparti diversi, non ci vediamo mai» disse senza dare troppe spiegazioni. Non era il caso di dirgli che si era fatto spostare di proposito e che non sopportava la vista di quei due insieme.

«Ah ecco.» rispose lui annuendo «Io purtroppo non la vedo spesso per cui posso solo dirti che a occhio mi è sembrata che stesse benone» poi abbassò un po la voce «A parte il fatto che non ha voluto vederti»

«Ti ha accompagnata lei qui immagino» per istinto si girò di nuovo verso la finestra per cercarla.

«Sì» rispose affiancandosi a lui per guardare fuori «Farai qualcosa per riprendertela?»

Draco si voltò verso di lui con un ghigno «Per cominciare potrei far fuori il tizio che è nella stanza a fianco...credi che Sarah mi perdonerebbe?»

Paciock si accigliò «Cosa? Stai dicendo che il suo ragazzo ora è...» poi indicò con il dito la parete che aveva in comune con la stanza di Andres.

Gli rispose con un'espressione come per dire “eh già!”

«Accidenti non ti invidio affatto!»

«Per fortuna sta traslocando. Penso che un’altra settimana e l’avrei ammazzato davvero»

Appena finì la frase sentirono bussare alla porta «Eccolo.»

Andò alla porta e l’aprì «Questa è tua, non so perché era tra le mie cose» disse Andres porgendogli una sciarpa «Ah scusa, non sapevo avessi compagnia» aggiunse notando Paciock.

«Lui è Neville Paciock, un amico di Sarah» disse presentandoli «Paciock invece lui è Andres Lopez, il ragazzo di Sarah»

«Piacere» dissero in coro stringendosi la mano «E’ anche amico tuo se è qui no?» aggiunse Andres.

Fu Paciock a rispondere «Oh no, tra di noi c’è sempre stato un rapporto particolare, ci odiamo a prescindere ma quando c’è di mezzo Sarah siamo dalla stessa parte.»

Draco fu colpito dalle sue parole. Aveva apertamente dichiarato ad Andres che lui era dalla sua parte ma forse lui non capì la frecciatina perché rispose «Sì, Draco è una persona difficile con cui avere a che fare»

Lui difficile? Avevano convissuto per tre anni e mezzo ed erano stati più che amici, quasi fratelli.

Decise di non rispondere, non aveva voglia di litigare.

«Si è fatto tardi, meglio che vada altrimenti perdo il treno» disse Paciock forse intuendo la tensione che si era creata tra i due.

«Il nostro camino è collegato alla metropolvere, se vuoi puoi usare quello» disse Draco facendogli strada e scansando bruscamente Andres «Ops, scusa» disse senza enfasi.

«O-ok...grazie…ciao Andres, spero di rivederci un giorno..» disse in fretta Paciock senza dargli il tempo di replicare. Poi li vide stringersi la mano e lo seguì in salotto.

«Sei tremendo» gli sussurrò ridendo.

«Come vedi non sono del tutto cambiato» afferrò un vaso finemente decorato che era su una mensola sopra il camino e glielo porse.

Paciock infilò la mano all’interno e prese una manciata di polvere «Buona fortuna Malfoy» disse prima di entrare nel camino.

«Stammi bene» rispose con un cenno del capo. La metropolvere si attivò e Paciock sparì in un fuoco verde.

Quando tornò in camera sua notò che Andres si era chiuso nella sua.

 

 

*****

 

Poco più tardi Andres si trasferì in un altro appartamento sempre nei dintorni del San Mungo. Lucy non smise di vederlo nonostante seppe quello che era accaduto ma chiese il permesso a Sarah

«…se ti da fastidio dimmelo tranquillamente, ti capirò..»

«Lucy, va tutto bene.» poi sorridendo aggiunse «I miei ex sono finiti per fortuna, li avete presi entambi» 

«Hai proprio dei bei gusti sai?» disse Sam ridendo della sua battuta.

«Effettivamente...» disse Lucy sorridendo a sua volta.

Come lui l’aveva lasciata libera lei fece altrettanto.

 

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Capitolo 11
*** Party, famiglie e amici ***


Capitolo 10 

 

I mesi proseguirono e le cose non cambiarono molto. Sam e Lucy divennero ormai completamente autonome con la lingua inglese, Sarah riuscì a recuperare tutte le materie in cui aveva preso voti bassi negli ultimi tempi e Andres e Draco si divisero completamente. Turni, reparti e appartamento. Inoltre Draco si era laureato prima di tutti loro, non parlava quasi mai con nessuno se non di lavoro in cui, con gelosia da parte di Andres, eccelleva.  

I preparativi nell' ex casa Paciock erano quasi terminati, avrebbero festeggiato il compleanno di Sarah e la conclusione dei loro studi nello stesso giorno, ma Lucy non avrebbe festeggiato con loro perché sapeva che invitando Draco si sarebbero create discussioni.

«…bè se è così ha fatto la scelta giusta» disse Sarah cercando di essere indifferente, anche se le dispiaceva perchè avevano cominciato il corso insieme 3 anni prima e sarebbe stato bello terminarlo anche insieme.

«Lo penso anche io…però un pò mi dispiace che non festeggia con noi» disse Sam.

«Non ci pensiamo, ha scelto di stare con lui no?»

«Già…»

Lucy aveva portato via le sue cose quel pomeriggio, non avrebbero più vissuto tutte insieme perché ormai i corsi erano finiti.

«Alan verrà vero?» chiese cambiando argomento.

«Certo! Ha detto che ha anche una sorpresa per me…chissà cos'è! Sono emozionatissima!»

Sarah immaginò un'altra collana fatta con denti di drago ma preferì non dirlo ad alta voce.

«A occhio direi che è tutto pronto per domani…che ne pensi?»

Guardarono il loro salotto, era tutto pronto! Avevano aggiunto decorazioni e festoni con scritto "Buon Compleanno Sarah" e "Congratulazioni", poi avevano creato l’angolo snack ed il tavolo per la torta. L'indomani dovevano fare giuramento e avrebbero ricevuto la spilla ufficiale da Medimago.

«Sei emozionata anche tu Sarah?»  Sam le porse la sua mano.

«Si, finalmente ci siamo riuscite» l'afferrò e la strinse.

 

*****

 

15 Marzo, ore 10:00. Aula Magna dell'Ospedale San Mungo per le Malattie e Ferite Magiche.

 

«Buongiorno a tutti voi. Siamo qui riuniti oggi per augurare ai nuovi Medimaghi e Medimaghe un buon inizio carriera!»

I medimaghi docenti, le Caporeparto e altre figure importanti dell'ospedale erano tutti seduti alle spalle del direttore sul palco mentre loro erano sedute in prima fila aspettando di essere chiamate. Erano tutti nervosi e tesi infatti Sarah guardandosi intorno vide quasi tutti i colleghi che avevano gli occhi lucidi. Sam e Lucy erano al suo fianco e si tenevano tutte e tre per mano mentre Andres invece si posizionò alle loro spalle.

«Cominciamo dunque con i giuramenti, in ordine alfabetico…Anderson Lorelai»

La ragazza si alzò e salì sul palco tremante. Strinse la mano al direttore che fece apparire dal nulla una spilletta e gliela appuntò sul collo della divisa verde acido.

Poi chiamò gli altri spulciando l'elenco e riempiendo lentamente il palco. Dopo parecchi minuti finalmente arrivò alla lettera M.

«Moreau Sarah» annunciò la voce amplificata magicamente del direttore. Sarah si alzò decisa e camminò a testa alta fino a guardare negli occhi l'uomo.

Strinse la mano al direttore che si congratulò e ricevette anche lei la spilletta ufficiale. Era emozionatissima, le sarebbe piaciuto che i suoi genitori fossero stati lì a guardarla. Si mise al fianco di Sam che salutava i parenti in fondo all'aula magna e rimase sorpresa nel vedere accanto a loro anche i Kallum.

Margaret agitò la mano per fersi vedere e Sarah ricambiò con un gran sorriso. Li aveva invitati per la festa ma non se lo sarebbe mai aspettato che si sarebbero presentati anche al giuramento.

«Finalmente siete finiti…» disse il direttore dopo una ventina di minuti e il pubblico rise alla battuta «Concludiamo con il giuramento» disse sorridente. Si mise da parte e loro si posizionarono al centro, tutte dritte e perfette.

In coro cominciarono:

 

«Prometto davanti a Merlino, in presenza di questa assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la mia professione.

Mi asterrò da tutto ciò che può nuocere e non prenderò, né somministrerò consapevolmente alcuna pozione nociva...»

 

Notò che c’erano degli occhi azzurro ghiaccio che la fissavano intensamente...

 

«…Farò tutto ciò che è in mio potere per elevare il livello della mia professione e farò uso riservato di tutte le informazioni personali che mi verranno confidate, nonché di tutte le situazioni familiari di cui sarò venuta a conoscenza nell'esercizio della mia professione…»

 

Perché fissava lei e non Lucy? Lei se n'era accorta?

 

«…Aiuterò e collaborerò lealmente con i colleghi medimaghi..»

 

Avrebbero lavorato fianco a fianco...

 

«…e mi dedicherò al servizio di coloro che mi verranno affidati per l'assistenza.»

 

Devo dimenticarlo una volta e per sempre.

 

Conclusero e il pubblico applaudì felice. Le ragazze sul palco si abbracciarono e c'era anche chi piangeva di commozione. Sarah fu sopraffatta dal pianto disperato di una collega accanto a lei e perse di vista Draco.

«Su dai…non piangere così!» le diede un paio di pacche sulla schiena ma non la finiva più. La lasciò alle sue amiche che la trascinarono giù al palco a festeggiare.

Si guardò intorno e vide che Lucy e Sam erano sparite «Sarah tesoro!» i suoi occhi si posarono su Margaret che correva verso di lei brandendo un mazzo di fiori.

«Margaret!» cercò di scendere ma le scale erano bloccate dalle altre ragazze.

«Ehm…permesso! Dovrei scendere!» presi dall'euforia non la sentirono.

«Sarah vieni qui! Ti prendo io!» Andres dal basso allungò le braccia verso di lei. 

«Ok..» si chinò fino a sedersi sul bordo del palco e Andres la prese in braccio come se fosse una piuma.

«Congratulazioni piccola mia» la strinse a sé prima di lasciarla andare. Quelle parole la fecero arrossire.

«Sarah eccoti finalmente!» Marcus e Margaret l'abbracciarono a turno e si congratularono «Questi fiori sono per te»

«Oh grazie! Sono magnifici!» Erano tutte roselline colorate.

Vide che Andres era rimasto al suo fianco e fissava Marcus «Oh vi presento Andres, il mio ragazzo…»

«Piacere di conoscerla!» Andres afferrò subito la mano di Marcus con un'espressione seria.

«Piacere mio, auguroni anche a te!» rispose. Poi fece il baciamano a Margaret che sussurrò «Che ragazzo carino!»

Sarah arrossì.

«Sarah! Andiamo?» Arrivò Sam con i suoi genitori. Lei era identica a sua madre, capelli ricci color nocciola, pelle ambrata e snella.

«Salve signori Blanc» li salutò Sarah.

«Samantha! Non vedi che li hai interrotti?» disse rimproverando la figlia. Indossava un tailleur rosa antico con perline argentate, le dava un aspetto molto autoritario al contrario della figlia.

«Mamma! Lasciami in pace almeno oggi!» rispose Sam impertinente.

«Signorina, modera i termini!» la madre si stava scaldando ma per fortuna si intromise suo padre prima che le due cominciassero a dare spettacolo.

«Dai Marie, non essere così severa…e tu Sam chiedi scusa ai signori» il padre di Sam aveva uno sguardo molto dolce, aveva pochi capelli brizzolati ed un neo abbastanza grande sulla guancia sinistra, anche lui vestito molto elegante con un completo blu notte.

«Perdonate la mia irruenza…» Sam si sforzò e guardò sott'occhio Sarah.

«Oh tranquilla mia cara!» disse Margaret sorridente «E poi ha ragione andiamo a festeggiare in un altro luogo, qui si sta scatenando l'inferno»

In effetti guardandosi intorno, Sarah vide che alcuni gruppetti stavano festeggiando con bevande molto forti o addirittura ballavano.

«Sarah cerchiamo prima Lucy, così la salutiamo» aveva dimenticato che lei non tornava a casa con loro.

«Oh si, hai ragione…Margaret, Marcus loro sono i genitori di Sam, La signora Marie e il Signor Ferdinand….» li presentò e loro si porsero la mano «..scusateci un momento ci vediamo all'uscita»

Andres le seguì e andarono a cercarla. L'Aula Magna era piena zeppa di gente, sarebbe stata un'impresa trovarla.

«Ma non stava accanto a te?» chiese Sam continuando a guardarsi intorno.

«Si, ma l'ho persa di vista…» si era distratta durante il giuramento guardando Draco.

«Dannate divise verdi…sembrate tutte uguali!» esclamò Andres che non aveva tutti i torti. 

«Eccola! Lucy!» Sam si alzò sulle punte e cominciò a sventolare la mano in aria «Dannazione non ci vede…»

«Avviciniamoci» Sarah si fece largo tra la folla

«No aspetta Sarah…» Sam cercò di tirarla verso di sé però riuscì a vederla. Era insieme a Draco e sembrava che lo stesse presentando ai suoi genitori.

Non mi importa.

«Andiamo a salutarla e andiamo via» Andres le precedette.

«Ok..» Sam la prese per un braccio e si fece forza.

Andres già si stava complimentando con lei e Draco si voltò verso loro due ma non disse nulla.

«Ragazze!» Lucy le abbracciò contemporaneamente «Auguri a noi!»

«Auguri a noi!» risposero insieme. Si strinsero nonostante Sarah provasse una strana sensazione a sentirla così vicina. Probabilmente Lui l'ha Toccata.

Si separarono e cercò di non guardarla negli occhi continuando a sorridere. Salutarono i genitori di Lucy, che indispettiti per l'interruzione ricambiarono con un cenno del capo e si incamminarono verso l'uscita lasciandoli lì.

«Tutto bene?» le sussurrò Sam. Doveva essersene accorta.

«Tutto ok…credi che ci frequenteremo ancora?» rispose guardando il pavimento. Andres era davanti a loro ma in tutta quella confusione lei era sicura che non lo avesse sentito.

«Ammetto che mi sono fatta la stessa domanda…Tu sai se anche lei ha fatto domanda per lavorare al San Mungo?» le sussurrò di nuovo.

«Non lo so…ma immagino di si»

Erano quasi fuori dall'Aula Magna quando Sarah si sentì afferrare il braccio. Si voltò di scatto e vide di nuovo i due occhi azzurro ghiaccio che la fissavano.

«Ti posso parlare?» chiese lui lasciando la presa sul suo braccio.

Cosa voleva da lei? Si voltò e vide che Andres e Sam stavano continuando a camminare dritto, non se n’erano accorti che lei era rimasta indietro. Poi si girò di nuovo e guardò in direzione di Lucy. Sia lei che i suoi genitori stavano parlando tra di loro.

«Lucy e i suoi...» provò a dire ma lui la interruppe subito.

«Non stiamo insieme» 

Sarah si accigliò. Guardò di nuovo Lucy e la vide allontanarsi con i suoi con lo sguardo triste «Credo che lei non la pensi così...» disse poi guardandolo negli occhi. Era in conflitto con se stessa, non sapeva se essere arrabbiata con lui per come stava trattando Lucy o essere felice che l’aveva mollata.

«Non ho più intenzione di uscire con lei...comunque non volevo dirti questo» mise la mano in tasca e ne estrasse un pezzo di pergamena  «La tua elfa mi ha fatto avere questo»

Elle? Sì, era la calligrafia di Elle, gli aveva scritto la ricetta della pozione rigenerante di cui avevano discusso entrambe a Natale.

«Non le ho detto io di dartela» disse poi cercando di mascherare la sua sorpresa. Perché Elle aveva fatto una cosa simile senza prima chiederle il permesso? Per quanto fosse libera non era mai accaduto che avesse fatto di testa sua una qualsiasi cosa.

«Lo so. Si è punita dopo avermela data.» Riprese il pezzo di pergamena e se lo rimise in tasca «Volevo ringraziarti perché sta funzionando. Ora non provo più dolore» si toccò il petto «Erano anni che non mi sentivo così bene» il suo sguardo si rasserenò e quasi le sorrise.

Appena finì la frase Andres la raggiunse «Tutto bene Sarah?» chiese facendola voltare.

«Si, stavamo solo parlando» si girò di nuovo verso Draco ma lui non c’era più, era come sparito. 

«Con chi parlavi?» fece lui.

Capì al volo. Se Andres non lo aveva visto quello era un Incantesimo di disillusione. 

Draco era ancora lì ma avendo perso il contatto visivo non riusciva oiù a vederlo «Niente, lascia stare…».

«Saraaaah! Andiamo!?» la chiamò Sam urlando dall’ingresso.

«Si...» rispose lei incamminandosi verso l’uscita.

Poi improvvisamente sentì una voce direttamente nel suo orecchio «Se mi vorrai ancora parlare, chiamami con la moneta»

«Cosa?» chiese Andres che era accanto a lei.

«Oh...io..ho detto che ho fame!» disse lei mentendo.

La moneta magica. Erano anni che non la indossava, aveva quasi dimenticato di averla.

 

 

 

*****

 

«Cin Cin!»

Nella vecchia casa Paciock si festeggiava allegramente «Auguri!» Sarah dovette sorridere per tutta la serata, le facevano male i muscoli del viso.

«E allora il pollo prese a camminare per la cucina…»

«Margaret cosa dici? Era il tacchino!!»

«Ahahahahahah»

I Signori Blanc e i Kallum insieme a Neville erano seduti sui divanetti e si raccontavano storie divertenti con dei drink in mano. All'inizio erano più tranquilli ma dopo i primi bicchieri anche la signora Marie fu costretta a ridere a crepapelle. Alan e Sam si erano appartati per chiacchierare vicino alla finestra e lei rimase sulla sedia a guardare le bollicine del suo drink.

Perché non era allegra come gli altri? Ogni tanto rivolgeva uno sguardo o una chiacchiera ad Andres che era seduto accanto a lei ma sapeva di non essere una buona compagnia in quel momento.

«Sono solo stanca» continuava a ripetergli. Cercò con lo sguardo Luna ma stava discutendo con Elle, voleva convincerla a indossare un cappello fatto di una strana consistenza, sembrava gelatina. Rolf, non poté venire per qualche motivo non molto chiaro ma lei suppose fosse a causa della presenza di Neville. 

Improvvisamente tutti gli occhi si puntarono su Alan. Si era inginocchiato davanti a Sam.

Ebbe un dejavù «Oh mio dio» sussurrò Sarah alzandosi dalla sedia e vide che anche gli altri la imitarono. La madre di Sam si portò le mani alla bocca.

Avevano tutti gli occhi sbarrati e attendevano.

«Samantha…» cominciò Alan. Lo videro estrarre un piccolo contenitore dal taschino.

Sarah per istinto afferrò il braccio di Andres, era scioccato ed emozionato quanto lei.

Alan aprì il contenitore e si intravide un luccichio «…vuoi sposarmi?» disse tutto d'un fiato.

Trattennero un "oooh" e attesero che Sam rispondesse.

Sembrò passare un' eternità fino a quando lei gli saltò al collo «Si, si, si!»

Alan si alzò e l'abbracciò alzandola da terra. Finalmente Sarah sorrise per davvero quel giorno. Vide Alan scambiarsi un'occhiata col padre di Sam che sembrò ricambiare mentre la madre era ancora scioccata.

Sarah corse da lei che stava piangendo e si abbracciarono strette «Una giornata che non si dimentica! Il tuo ventiduesimo compleanno, la nostra laurea e una proposta di matrimonio!»

«Che altro vuoi dalla vita? Ahahahah»

«Brindiamo ancora!» esclamò Andres e magicamente si riempirono tutti i calici.

«Tanta felicità per voi!»

«Tanta felicità!»

Andres la prese per mano e le sorrise. Che fosse lui quello giusto?

Nel dubbio quella sera cercò una moneta nel suo baule.

 

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Capitolo 12
*** Sarah si racconta ***


Capitolo 12 - Sarah si racconta

 

Mi trovo in un bellissimo albergo di Parigi e mentre mi preparo ho voglia di raccontarvi cosa è successo negli ultimi tempi. Il grande giorno di Samantha Blanc è oggi. Mi ha torturata per mesi, sapete? No che non lo sapete, voi non ne avete la minima idea.

 

Si infilò l'abito blu notte che aveva acquistato per l’occasione

 

Ora vi racconto cosa è successo...

Tutto cominciò quando andammo insieme a scegliere l'abito dopo un lungo turno di lavoro al San Mungo. Ci mettemmo delle ore per trovare la Boutique perchè Sam, come suo solito, fece confusione l'indirizzo. Il folletto sarto mise sottosopra il suo laboratorio e dovette annullare gli altri appuntamenti che aveva in giornata solo per noi.

"No questo mi sta largo" "Carino questo…ma No!" "Pensi che ad Alan piacerà?" "Sarah a te questo starebbe d'incanto!"

1, 3, 5, 20, 50 abiti provò…ma lei riuscì a trovare sempre un difetto!

 

Andò allo specchio e cominciò a sistemarsi i capelli.

 

Come avrete potuto intuire…quel giorno non comprammo nessun abito. Ci tornammo ad ogni rifornimento ma nulla da fare, speravo sempre che il prossimo sarebbe stato quello giusto.

E non vi dico per scegliere le decorazioni! Mi vengono i brividi solo a ripensarci. Sono riuscita a resistere solo una settimana per quelli poi ho ceduto il mio posto a Lucy. Ah quasi dimenticavo… io e Andres siamo i testimoni di Alan! E indovinate quelli di Sam? Si…Lucy e il suo compagno.

 

Si mise gli orecchini e con un gesto della bacchetta si mise il rossetto

 

So che vi starete chiedendo "il suo compagno? E Draco?"

Dopo la laurea, come mi annunciò lui di persona, non si videro più. 

Comunque il nuovo ragazzo di Lucy sembra un bravo ragazzo, si chiama Gary e lo ha conosciuto in vacanza.

 

Mandò un bacio al suo riflesso per assestare il rossetto

 

Finalmente dopo mesi trovammo un abito giusto. Quando disse quello che aspettavo da tempo "Sarah è lui!" piansi con lei, ma non per la gioia del momento…perchè finalmente potevo riposarmi un pò!....Ma questo non lo saprà mai!.

In quel periodo ricordo di aver dedicato pochissimo tempo ad Andres ma lui per fortuna non me l' ha mai fatto pesare. Sto bene con lui.

 

Si voltò verso Andres che si stava aggiustando la giacca e le sorrise come se le avesse letto nel pensiero.

 

Ci sto bene davvero con lui sapete? Stiamo insieme da quasi un anno e pochi giorni fa mi ha chiesto se voglio andare a vivere con lui. Non gli ho ancora dato una risposta ma credo proprio che accetterò, perché lui mi ama davvero, me lo dimostra! Ha comprato una villetta carina in periferia ma ha detto che sta aspettando me per arredarla. Sono emozionata alla sola idea!

 

Prese le scarpe dalla loro confezione e si sedette sul letto per indossarle.

 

Sono riuscita, con difficoltà, a superare la storia con Draco infatti ora riusciamo ad essere almeno dei colleghi. Il più delle volte discutiamo sui metodi o sulle cure da dare ai pazienti. Non perde mai occasione di dire "Io sono il miglior Medimago del Paese".

Odioso ma ha ragione. E' riuscito a laurearsi un anno prima dei suoi coetanei e vengono da ogni dove per farsi curare da lui.

 

 

Tornò allo specchio e si guardò al completo

 

Per Andres è stata dura accettare la sua superiorità, lui non ha ancora finito di dare gli esami dell'ultimo anno ma con il mio aiuto c'è la farà sicuramente per la fine di quest'anno!

Ho appena visto Alan passare davanti la mia camera...nervosetto! Andres è andato a fargli compagnia.

Ora devo andare, Sam è nella stanza accanto con Lucy e si sta preparando....dire che è isterica è poco...ha bisogno di me…

A presto!

 

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Capitolo 13
*** Il Ballo del Fiordaliso ***


Capitolo 12

 

 

«Tesoro sei pronta?» chiese Andres che si trovava nel salotto di casa sua. Era molto elegante nel suo completo blu notte nonostante i suoi riccioli ribelli non fossero in ordine.

Dalla finestra si poteva scorgere la luna, splendente come non mai. Era una bella serata primaverile e il vialetto era colmo di alberi ricchi di fiori bianchi.

«Si amore, dammi un secondo!» rispose Sarah dall'alto delle scale. Si stava mettendo gli orecchini.

«Fsssshhhh» fischiò Andres guardandola.

Lei era stupenda. Indossava un abito azzurro chiaro senza spalline in chiffon in stile impero. I suoi capelli erano raccolti in uno chignon morbido e aveva un rossetto rosso acceso e l’eyeliner nero che spiccava con la sua pelle bianchissima e gli occhi azzurri.

«Non guardarmi!» disse scendendo le scale con una tale grazia da sembrare una farfalla.

L'uomo le prese la mano e si chinò per baciarla «Sei bellissima»

«Grazie…anche tu» disse sorridendo.

Si misero i copriabiti e uscirono dalla loro abitazione «Pensi che ci siano altre persone della zona che vengono lì?» disse la ragazza mentre si incamminarono nel vialetto.

«Lo spero…anche perchè non ho idea di quale possa essere la passaporta» svoltarono l'angolo ed una folata di vento li investì sollevando i petali bianchi che venivano strappati dai fiori. Camminarono per una quindicina di minuti fino a quando Sarah esclamò «Quello laggiù dovrebbe essere il posto!» indicando un cassonetto della spazzatura poco distante da loro. Notarono che c’era un'altra coppia vestita di tutto punto che si guardava intorno spaesata ed era chiaro ai loro occhi che cercavano anche loro la passaporta.

«Salve!» esclamò Andres avvicinandosi.

«Oh…andate anche voi al ballo?» chiese la donna guardandoli dalla testa ai piedi. Sembrava veramente felice di vederli.

«Si…» rispose Sarah.

«Piacere, io sono Brian! Aiutami a cercare la passaporta!» disse l'uomo presentandosi ad Andres. La coppia era poco più grande di loro a guardarli.

«Si, certo…cosa dovrebbe essere?» chiese Andres speranzoso.

«Non lo sappiamo!» rispose la donna «Comunque molto piacere, io sono Emily»

«Piacere mio, sono Sarah»

Si misero tutti e quattro a cercare e finalmente dopo parecchi minuti Brian esclamò «Trovata!»

«Oh bene!» 

«Finalmente» 

«Cos'è?»

Alzò la mano e videro un barattolo di pomodori che si illuminava leggermente «E' quasi ora presto!»

I quattro accerchiarono il barattolo e lo toccarono contemporaneamente sparendo nel nulla.

 

*****

 

Si trovavano in coda fuori ad una villa che sembrava un castello incantato, il vialetto che dava alla porta d'ingresso era pieno di persone, tutte eleganti.

«Ehi ragazzi! Siamo qui!» Sam agitava la mano freneticamente per farsi vedere da loro.

«Sam! Ma sei uno schianto!» esclamò vedendola. Indossava un vestito lungo senza spalline rosa pallido e tra i capelli aveva una decorazione in perline che sembrava una coroncina. Sulle spalle portava un boa fatto di piume bianche. 

«Mai come te amica mia!» esclamò la riccia.

«Ciao Alan!» Sarah lo abbracciò. Lui indossava un silim smoking verde acido con una cravatta abbinata.

«Ehi amico!» «Ehiii!» Andres ed Alan si salutarono come vecchi amici.

«Sarah hai visto che splendore?» disse Sam indicando la villa.

«Si! E' bellissimo….ma Lucy e Gary?» si guardò intorno ma non li vide.

«Sono più avanti, Gary conosce un tipo ed è riuscito ad avanzare un pò»

«Beh, tanto entreremo tutti…ti sei ricordata di portare l'invito vero?» disse prendendola in giro.

«Si me ne sono ricordato io» si intromise Alan estraendo due buste dalla tasca interna della giacca.

«Chiedo scusa…» una ragazza che si accodò alla fila le toccò il braccio per farla girare «E' qui il Ballo del Fiordaliso? Quello organizzato dai pezzi grossi del San Mungo?»

«Oh sì, è proprio qui…» rispose Andres divertito «…i pezzi grossi sono tutti qui» disse indicandosi.

«C'è anche il Signor Malfoy vero?» chiese la ragazza che parve eccitata solo all'idea. Andres smise di sorridere.

«Non lo sappiamo…» rispose Sam «..ci dispiace…»

«Ok! Grazie mille!» la ragazza si girò verso i suoi amici.

Sarah vide Andres improvvisamente teso «Ehi amore, che hai?»

«Nulla…»

Sarah capì che solo a sentire il suo nome si era innervosito «Pensiamo solo a divertirci!» gli sorrise. Parve rincuorarlo un po ' perché le ricambiò il sorriso.

Aspettarono quasi un'ora prima di poter entrare. Videro pian piano il cancello di ingresso avvicinarsi mentre le persone entravano.

«Che dolore ai piedi!» disse Sam sfregandosi le scarpe.

«Già, a chi lo dici…ho scelto di mettermi i trampoli stasera»

 

Mezz'ora dopo…

 

«Gli inviti prego» disse l'uomo alla porta.

Andres ed Alan porsero gli inviti e l'uomo controllò che fossero originali con un incantesimo.

«Benvenuti al Ballo del Fiordaliso» detto ciò i loro soprabiti sparirono nel nulla.

«Bene divertiamoci finalmente!» disse Alan. Erano tutti eccitati di essere lì perché era l'evento dell'anno. Era un ballo di beneficenza esclusivo a cui si poteva partecipare solo su invito.

Entrarono nella sala da ballo e rimasero sbalorditi «Wow!» esclamarono quasi in coro.

La sala era illuminata da un enorme lampadario in cristalli che rifletteva la luce in ogni direzione e un quartetto d’archi suonava su un palco che galleggiava in aria. Il pavimento sembrava di marmo e le pareti erano ricche di affreschi e arazzi finemente decorati. Tutti erano elegantissimi e qualcuno già ballava. Sul perimetro c'erano dei piccoli buffet e qualche poltrona intonata con la sala ed ovviamente i fiordalisi bianchi, tema della festa, erano dappertutto. 

«Prego, ha voglia di un drink?» disse passando accanto a loro un cameriere porgendo un vassoio con degli aperitivi.

«Si, grazie» ne presero uno ciascuno ma il vassoio si rifornì da solo.

«E' bellissimo qui! Sembra un sogno!» esclamò Lucy che li raggiunse. Lei indossava un vestito verde acqua a sirena e i capelli erano tutti acconciati in boccoli elegantissimi.

«Ciao Lucy!» si salutarono tutti.

«Tesoro goditi questa serata perché non potremo più permettercela» disse Alan a Sam sorseggiando il suo aperitivo.

«Non hai tutti i torti… vieni, andiamo a ballare!» Sam lo trascinò al centro della pista e cominciarono a volteggiare.

«Avrà preso lezioni di ballo Alan?» chiese Andres osservandoli.

«Vuoi provare?» Sarah lo prese per mano e si avvicinarono alla pista «Non hai mai ballato prima?»

«Non un lento» rispose lui un pò in imbarazzo.

«Proviamoci» posizionò una mano di Andres sul suo fianco e l'altra la strinse nella sua.

«Prima col destro…..ahi! Ho detto destro!» le aveva pestato un piede.

«Scusami» disse mortificato.

Tentarono per i successivi dieci minuti fino ad arrendersi completamente. Sarah guardò Lucy e Gary, loro si che erano bravi. Sam ed Alan avevano inventato dei passi tutti loro, infatti non andavano nemmeno a tempo, però si stavano divertendo.

«Non è per noi…» ammise.

«No, non lo è affatto..» convenne lui.

Improvvisamente Andres cozzò contro qualcuno.

«Ops, mi scusi…» alzarono lo sguardo e lo riconobbero all’istante.

Draco Malfoy indossava uno smoking nero che gli stava così a pennello che rasentava la perfezione. I capelli gli si erano allungati fino al collo e li aveva acconciati tutti all’indietro perfettamente pettinati.

«Tu…» lo sguardo di Andres si fece più duro.

«Buonasera» disse lui guardandoli entrambi. Sembrava anche lui sorpreso di vederli.

«Buonasera Draco, bella serata, vero?» disse Sarah educatamente.

Draco non rispose subito ma la guardò dalla testa ai piedi per un secondo «Si, c’è una luna magnifica stasera. Ora, vogliate scusarmi...» disse allontanandosi.

Sarah aveva indossato il vestito che le avevano regalato i genitori di Draco anni addietro. Non aveva mai avuto l'occasione di indossarlo e quella sera pensò che fosse giunta l'ora ma non aveva pensato che probabilmente lo avrebbe incontrato.

Ma che m'importa, si disse.

«Andres ho fame, andiamo a mangiare qualcosa»

«Si, andiamo da questa parte» la prese per mano e fece solo due passi quando improvvisamente Sarah sentì un brivido lungo la schiena e un forte impulso di andare al bagno.

«Aspetta, vado prima in bagno» che le succedeva? Aveva parlato senza che lo volesse.

«D'accordo ma fai presto…lì c'è un tavolo, lo vado ad occupare!» gli lasciò la sua borsetta con all'interno la bacchetta e vide Andres allontanarsi.

Lei si voltò per uscire dalla sala da ballo e come un automa sembrava che conoscesse già la strada, salì le scale una ad una fino ad arrivare al secondo piano. Camminò in un lungo corridoio e finalmente arrivò fuori ad una porta che sapeva essere quella giusta.

Non bussò ma entrò e basta. Sentì di nuovo un brivido lungo la schiena e si guardò intorno. Era un salotto. C'erano poltrone, un caminetto e delle librerie. Perché si era recata in quel posto in quel modo? C’era solo una risposta.

«Bel vestito» disse una voce che conosceva ormai bene.

«Hai usato l'Imperius su di me?» chiese cominciando a sentirsi nervosa. Se Andres li avesse visti insieme si sarebbe fatto venire il diavolo a quattro.

«Certo, altrimenti adesso non staresti qui» disse lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Si voltò verso un tavolino di cristallo su cui c'erano dei liquori «Credi che possiamo usufruire?» disse prendendo in mano una delle bottiglie per leggerne l’etichetta «Ti piace il Jin?»

«No, grazie. Posso sapere che ci faccio qui? E perché mi hai fatta venire qui in questo modo?» incrociò le braccia ed attese.

«Ti sta bene…»  disse indicando il vestito mentre si preparò un drink «Avevo sempre sognato di vedertelo indosso»

«Grazie ma non credo che mi hai messa sotto Imperio solo per dirmi che il vestito mi sta bene…quindi parla»

«Hai fretta di tornare da Andres?»

«Draco, che succede?» disse seriosa «Lo conosci, se scopre che siamo qui insieme farà un casino ed io non voglio» Con fatica erano riusciti a stabilire un minimo di rapporto civile visto che lavoravano insieme, facendo così rischiava di alterare quel delicato equilibrio che si era creato fino a quel momento.

«Ok, ok…andrò subito al sodo» fece una piccola pausa «So che adesso vivete insieme…» continuò sorseggiando il suo drink.

Non si meravigliava che lui fosse venuto a conoscenza della cosa, in ospedale tutti spettegolavano su tutti «Si, e allora?» che gli era preso tutto d'un colpo? 

«Ti ho fatta venire qui perché volevo dirti due cose» fece una pausa per finire il contenuto del bicchiere e continuò «La prima è che devo chiederti scusa. Ti avevo detto che mi sarei fatto da parte per il tuo bene...ma dopo tutto questo tempo non sono riuscito a toglierti dalla testa»

Sarah rimase scioccata e non riuscì a dire nulla.

«La seconda cosa che volevo dirti...più che altro è una domanda...tu sei riuscita a dimenticarmi?» fece un passo verso di lei.

Lei ingoiò a vuoto e si irrigidì «Si, certo, ora sei solo acqua passata»

Lui non ebbe nessuna reazione «Posso accertarmene?»

Draco si avvicinò ancora di più e lei cominciò ad arretrare.

Perché non aveva la bacchetta con sé? Si sentiva inerme senza la sua bacchetta. Certo poteva scagliare qualche incantesimo anche senza ma non era la stessa cosa, era come essere scoperta. «Accertartene? Che vorresti fare?» indietreggiò fino a quando si trovò spalle al muro. Voleva leggerle la mente? Che incantesimo voleva farle?

La sua mano si avvicinò al suo viso e lei chiuse gli occhi per istinto credendo che volesse schiaffeggiarla.

Sentì un calore sulle sue labbra e una carezza sul viso. 

La stava baciando.

Si sentiva paralizzata non riusciva a respingerlo. Il suo profumo le riempiva le narici e sentiva i battiti del suo cuore nella testa. 

Bum bum, bum bum.

Stava rispondendo al bacio e non riusciva a capire perché. C’era Andres di sotto che probabilmente la stava cercando. Le labbra di Draco erano come le ricordava e riaverle sulle sue era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata. Le desiderava. Lo desiderava.

Quei secondi parvero eterni e quando lui staccò le labbra dalle sue le avvicinò al suo orecchio per sussurrarle «Acqua passata dici?»

Rimase lì ferma senza dire nulla e lo osservò uscire dalla stanza per tornare alla festa con la sua aria da vincente.

«D-raco…» sussurrò al nulla lasciandosi andare contro la parete e sedendosi sul pavimento.

Si portò il dito indice e il medio sulle labbra e ripensò a quello che era appena accaduto. Sentiva una strana sensazione nello stomaco che già aveva provato...le classiche farfalle. 

Che cosa era appena accaduto?

 

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Capitolo 14
*** Tornerai da me ***


Capitolo 13

 

Uscì da quella camera soddisfatto pulendosi le labbra dal rossetto di Sarah. 

Finalmente.

Aveva atteso da tempo un'occasione del genere per farsi avanti e finalmente ci era riuscito. 

Camminò per il lungo corridoio molto lentamente, sperando che lei lo rincorresse ma in fondo se la conosceva bene…non lo avrebbe mai fatto.

E' l'unica ragazza che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita che gli tenesse testa in quel modo. Anche al San Mungo non perdeva mai occasione di rinfacciargli qualche errore o qualche cosa che non le stava bene.

Si ricordò di quando arrivò un paziente che era gonfio e viola come un mirtillo gigante. Lui pensò che fosse un incantesimo ma…

 

«Che stai facendo? Non si cura così un avvelenamento da doxy!» lo rimproverò vedendolo estrarre la bacchetta. 

«So-tutto-io come fai ad affermare che è un avvelenamento da doxy se non lo esamini?» le disse.

«Guarda!» sollevò la gamba del paziente, che si era ridotta a causa del rigonfiamento, e vide le classiche striature sulla pelle che erano sintomo di avvelenamento da doxy.

«Tsk…solo perchè sei "poco alta" le hai potute notare prima!» disse.

«Ma sta zitto…mettiti gli occhiali» rispose sprezzante.

 

Sorrise a quel ricordo. Adorava vederla in divisa, era bellissima. Il suo volto si incupì ricordando quello che accadde dopo…

 

«D'accordo io ho finito il turno…» disse Sarah riordinando il carrello delle pozioni. 

«Vai via?» le chiese senza alzare lo sguardo dal paziente che era sedato e dormiva.

«Si…io..» provò a dire ma fu interrotta.

«Sarah! Eccoti finalmente! Siamo in super ritardo, ti ho portato la borsa così andiamo via subito…» irruppe Andres «ah sei con lui...»

«Oh si grazie! Io ho appena finito…andiamo…» notò che parlò più veloce di quanto dovesse.

Draco finse di non sentirli e si accorse di aver stretto troppo le bende attorno alla gamba dell'uomo.

«Abbiamo lo stesso paziente che ci posso fare!» la sentì sussurrare al moro «Buona notte, io vado»

«'Notte» rispose senza voltarsi.

 

Non lo aveva dimenticato. Il suo migliore amico si era rivelato per quello che era, un bastardo traditore. Perchè ha sempre incontrato persone che gliel'hanno portata via?

Perchè lei è speciale, si rispose da solo, perché io non ero degno di lei

Ma negli ultimi anni si impegnò tantissimo nel suo lavoro. Voleva essere il migliore anche ai suoi occhi.

Adesso era arrivato il momento di riprendersela, e Andres avrebbe pagato con gli interessi. 

Non era più riuscito ad innamorarsi di qualcun'altra oltre lei. 

Scese le scale e si addentrò di nuovo nella sala da ballo. Vide sott'occhio un gruppetto di ragazze che lo seguivano ma fece finta di non essersene accorto fino a quando una di loro gli toccò il braccio. Scocciato da quella situazione si voltò di scatto e le regalò un espressione glaciale «Ci conosciamo?»

La ragazza tirò indietro il braccio turbata «N-no…»

Draco attese che dicesse qualcosa ma rimase lì fissa a guardarlo. Si voltò e la lasciò lì immobile andando verso il tavolo dei genitori.

«Signor Malfoy venga» lo invitò il Ministro della Magia. Accanto all'uomo c'era sua moglie che era la vice-direttore del San Mungo.

«Buona sera Signor Ministro, ha fatto vedere a sua moglie l'esterno? E' veramente superbo…come lei d'altronde» convenne che gli faceva comodo una come lei dalla sua parte.

Le fece il baciamano e lei di ricambio gli fece degli strani sorrisetti «Oh Lucius, tuo figlio è così galante!»

«Si, ha preso tutto dal padre..» suo padre si alzò e gli diede una pacca sulla spalla mentre gli altri risero alla battuta. Era felice che stava bene. 

Presero a parlare di lavoro e vide sua madre molto annoiata nascondere un paio di sbadigli.

«Mamma mi concedi questo ballo?» buttò lì per portarla via.

«Certo tesoro» gli sorrise e si alzò. Era elegante e bellissima anche lei, le due donne della sua vita erano lì ma non poteva averle entrambe.

Andarono al centro della pista e cominciarono a ballare.

«Mi aspettavo che invitassi a ballare qualche bella ragazza…» gli sussurrò.

«Stavi per addormentarti al tavolo, ti ho salvata» lei parve arrossire leggermente e si guardò intorno.

«Lei è qui?» capì che alludeva a Sarah.

«Si» sua madre era l'unica che sapeva davvero cosa provava per lei.

«Vorrei vederla…sarà cresciuta molto…me la indichi?» chiese sbirciando oltre la sua spalla.

«Non è cresciuta per niente, è sempre bassa…»

«Non fare lo stupido!» volteggiarono e il suo sguardo andò sull'ingresso. Sarah era tornata in sala, visibilmente sconvolta. Sperò di essere riuscito nel suo intento.

«Eccola…indossa il vestito che le hai regalato» girò di nuovo in modo che sua madre potesse vederla oltre la sua spalla.

«Oh…» la vide emozionarsi.

«Che hai?» chiese stupito.

«E'….è uguale a Elisabeth…sua madre…solo…che…lei era bionda..» si voltò di nuovo e la vide andare verso il tavolo di Andres, si chiese se gli stesse raccontando l'accaduto.

«Draco…per te è un problema se andiamo a parlarci?» gli chiese con gli occhi lucidi. 

Cosa poteva risponderle? «Non è il caso…adesso»  

«Che hai fatto?» chiese sospettosa. 

«Nulla….davvero nulla…hai sete? Posso andare a….» 

«Cosa - hai - fatto» si era fermata al centro della pista ed aveva messo le mani sui fianchi, qualcuno già la stava guardando.

«Andiamo a farci un giro fuori, poi ti racconto» ci aveva provato almeno. Sua madre era arguta.

Non appena misero piede nei giardini «Dimmi che non hai fatto un disastro di nuovo» 

«Certo che sei di grande aiuto così…» Si diresse verso la fontana e si sedette sul muretto.

«Draco! Ti decidi a parlare?» si mise di nuovo le mani sui fianchi e quando faceva così era meglio non farla arrabbiare.

«Ok, ok….poco fa….mi sono fatto avanti» disse tutto d'un fiato.

Sua madre sorrise e si rilassò «E?» 

«Che pettegola…tu solo questo vuoi sapere»

«Io pettegola? Non ti permetterò di trattare Sarah come tratti le tue amichette…» si sedette a fianco a lui aggiustandosi il vestito.

«Tanto non tornerà mai da me…quindi toglitelo dalla testa» Quando le raccontò del fatto che Sarah era viva si era messa in testa che potevano tornare insieme.

«E cosa te lo fa pensare?» chiese tristemente.

«Faccio sempre fatica a credere alle cose belle. Voglio dire, perché dovrebbero capitare proprio a me?»

«Dopo la tempesta c'è sempre l'arcobaleno…» disse sua madre.

«Non l'ho mai visto l'arcobaleno…» disse sconfortato.

«Tesoro guardati» gli sollevò il mento «Sei cresciuto»

In effetti si sentiva un pò più maturo, alcune cose prima le avrebbe fatte diversamente. Tipo fare a botte con Andres.

«Sei bello, intelligente, in salute, sei un medimago bravissimo ed hai una lunga carriera davanti…non ti manca nulla»

«Mi manca lei»

 

****

 

Il ballo terminò verso le quattro di mattina e Draco non perse di vista Sarah ed Andres quasi per tutto il tempo su consiglio di sua mamma.

 

«Bhè…osserva il suo comportamento…magari riesci a capire cosa prova..»

 

Da quando era tornata da lui sembrava molto fredda. La vide rifiutare un paio drink e non si mosse di molto dal loro tavolo, che avesse paura di incontrarlo di nuovo?

Draco cercò di resistere alla tentazione di farsi vedere di nuovo ma non ci riuscì quando li vide indossare i soprabiti.

Li anticipò andando all'ingresso e aspettò il loro passaggio con ansia. Davanti al gruppetto c'era Lucy con il suo nuovo compagno ma non lo degnò d'uno sguardo quando lo superò, cosa di cui non si meravigliò. Alan gli fece un cenno con la testa e sua moglie sembrò non sapere cosa fare.

Che scena divertente, pensò.

Andres e Sarah arrivarono per ultimi «Bella serata vero Andres?» gli disse sorridendo come per sfidarlo.

«Si, è stata una bellissima serata…ora se vuoi scusarmi…» cercò di sfuggirgli tirandosi dietro Sarah ma lui fu più furbo. 

«Avrei bisogno di parlare un momento con Sarah» la guardò sott'occhio e sembrò a disagio.

«Parlale pure» rispose teso senza muoversi da lì. A quanto pareva voleva sentire cosa aveva da dirle. Bene.

«Mia madre voleva farti i complimenti per come ti sta l'abito che ha fatto cucire per te…non ho avuto occasione di farvi incontrare se non ora» 

Andres rimase impassibile, era certo che Sarah non gli avesse detto che quell'abito era un regalo dei suoi genitori, conoscendolo non le avrebbe permesso di indossarlo.

«C-certo…dov'è la Signora Malfoy?» Bingo! Era sbiancata.

«E' qui da qualche parte» si guardò intorno e la vide «Oh eccola è laggiù…seguimi» 

 

Non voltarti ancora, non voltarti ancora…non farlo….non resisto….devo farlo….

 

Si voltò e vide che Sarah aveva lasciato la mano di Andres per seguirlo e lui era rimasto lì deluso con un'espressione da cane bastonato. Non potè fare a meno di sorridere.

Sua madre li vide avvicinarsi e andò loro incontro «Sarah!» l'abbracciò per molto tempo. 

Anche suo padre si avvicinò a Sarah «E' un vero piacere rivederti Signorina Moreau» le fece il baciamano «Avevamo creduto…»

«Che fossi morta?» disse sorridendo «Io non avevo la minima idea che pensaste questo…mi dispiace»

«E' stata colpa mia…avrei dovuto accertarmene con i miei occhi…invece di ascoltare quelle parole…» si intromise Draco.

Sua madre le prese la mano «L'importante è che stai bene adesso, non importa il passato»

Ci furono un paio di secondi di imbarazzo generale poi Sarah parlò «E' bellissima stasera»

«Grazie tesoro…anche tu…ti sta d'incanto questo abito…somigli tanto a tua madre così»

«Grazie, è un bellissimo complimento» le sorrise «E lei Signor Malfoy come sta? La vedo in gran forma»

«Si sto molto meglio! Mi dispiace che hai dovuto conoscermi in quello stato…»

«Non è stata colpa sua, non si preoccupi» 

La sua educazione ed eleganza l'avevano stupito. Non che generalmente fosse l’opposto, ma vederla così in tiro faceva un certo effetto «Ora vi chiedo di scusarmi, ma devo proprio andare, i miei amici mi stanno aspettando…» 

«Certo, vai pure…è stato bello rivederti Sarah» disse sua madre.

«Anche per me…Buona serata!» le rispose.

«Ti riporto da Andres» fece lui accompagnandola di nuovo verso l’ingresso.

Si allontanarono entrambi dai suoi genitori e Sarah prima di arrivare alla portata d’orecchio di Andres gli sussurrò «Per questa storia del vestito dovrò subirmelo per una settimana almeno. Me la pagherai per questo»

«Vedremo» le rispose sussurrando, poi alzò la voce «Ecco Andres, te l'ho riportata sana e salva»

Lui non gli rispose ma si rivolse a Sarah «Possiamo andarcene adesso?»

«Si…» la vide un pò perplessa ma lo seguì all'uscita.

 Tornerai ad essere mia….

 

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Capitolo 15
*** Sete D'Amore ***


Capitolo 14

 

Erano le quattro e mezza del mattino ma ne Sarah e ne Andres avevano minimamente sonno. Durante tutto il tragitto verso casa nessuno dei due aprì bocca, Sarah da parte sua non sapeva che dire. Il Ballo del Fiordaliso era terminato ma invece di sentirsi rallegrata e serena come lo erano tutti gli altri ospiti lei si sentiva ansiosa e un po' oppressa. Draco l'aveva attirata in un tranello dove lui ne era uscito vincitore perché quel bacio aveva significato qualcosa anche per lei, se solo ci ripensava le tremavano le gambe. Doveva dirlo ad Andres?

Certo che devi dirglielo, vivete insieme e vi amate, si disse, la sincerità prima di tutto

Ricordati che stai parlando di Andres, disse la sua coscienza.

«Già…» sussurrò sovrappensiero bocciando l'idea di raccontargli l'accaduto. 

Non appena arrivarono a casa e Sarah si fu chiusa la porta alle spalle Andres si voltò di scatto e le parlò alterato «Mi vorresti dire qualcosa?»

Ci pensò su per un attimo, a cosa si stava riferendo? L'aveva letta nel pensiero?

«Cosa?» chiese ansiosa.

«Perchè non mi hai detto che il vestito era un regalo di Draco?» aveva alzato la voce di un tono, significava che si stava infuriando.

Sospirò credendo di aver evitato il peggio «Non è un regalo di Draco! Ma dei suoi genitori!» fece per salire in camera tranquillamente, ma Andres l'afferrò per il polso «Ma che diavolo ti prende?» gli sbottò scendendo di un gradino per non cadere, aveva i piedi doloranti a causa dei tacchi alti delle scarpe.

«Non voglio niente in questa casa che riguarda lui!» si sentì stringere ancora di più il polso.

«Lasciami! Mi fai male!» strattonò il braccio e cadde con il sedere sulle scale. Sentì una forte fitta di dolore alla schiena all'altezza della cicatrice.

«Oh scusa Sarah, ti sei fatta male?» si chinò per aiutarla ma lo respinse. Ogni volta che si parlava di Draco, Andres andava in escandescenza.

«Lasciami!» si alzò da sola e corse in camera chiudendo la porta «Colloportus!» sigillò la porta.

Sentì Andres ripercorrere i suoi passi «Sarah! Ti prego perdonami…ho perso la testa lo so…» urlava da dietro la porta «…Piccola scusami…»

Il suo cuore batteva all'impazzata e si ritrovò a piangere disperatamente. Non si era ferita, non piangeva per quello che aveva detto Andres.

Piangeva perché in quel momento stava desiderando una persona, una persona che non avrebbe mai avuto timore di un altro uomo.

Una persona che non avrebbe mai dovuto baciarla quella sera.

 

****

 

Passò tutta la giornata a letto con l'abito della sera prima a pensare e a ripensare. Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi?

Amava davvero Andres? 

Stavano insieme da un anno e mezzo e si meravigliò di se stessa pensando a ciò. Che aveva fatto per tutto questo tempo?

Aveva anche accettato di andare a vivere con lui.

Ma io lo amo?

L'ho amato?

Andres c'era sempre stato e non l'aveva mai lasciata da sola.

Sgranò gli occhi e si mise a sedere al centro del letto.

Era stato il primo pensiero, la prima risposta che le venne in mente a quella domanda. 

Poi capì.

L'ho amato, certo. Ma non quanto ho amato Lui. 

Draco l'aveva lasciata durante la battaglia, quello era stato un duro colpo per lei e non voleva assolutamente riprovare una cosa del genere. Andres era diventato il suo punto fermo, sapeva che l'amava da morire e che non l'avrebbe mai lasciata.

Stava con lui solo per essere sicura di non essere lasciata?

Se è così sono una persona orribile. 

Chiuse gli occhi e si lasciò cadere sui cuscini inondandoli di lacrime.

Ma come può, un bacio, risvegliare i sentimenti che aveva provato in passato?

Dopo tutto quello che le aveva fatto…

No, non posso tornare da lui, mi farebbe soffrire di nuovo.

Andres ogni tanto bussava alla porta ma non gli dava retta.

Ora c'era una sola cosa da fare, una sola domanda a cui rispondere. Cosa fare?

 

 

*****

 

Passò una settimana e Sarah ci passò su riguardo alla storia dell'abito e così fece Andres dopo aver dormito sul divano in salone. Continuò ad andare a lavoro e a stare con Andres, ma cercò in tutti i modi di evitare Draco per l'imbarazzo di trovarsi con lui di nuovo.

«Il responsabile del reparto 106 è desiderato in medicheria, ripeto, il responsabile del reparto 106 è desiderato in medicheria» disse una voce amplificata con la magia.

«Sarah ti chiamano» disse la sua collega incitandola. Non voleva assolutamente andare in medicheria perché era sicura che lì avrebbe incontrato Draco. Negli spogliatoi avevano un calendario su cui c’erano scritti tutti i turni per cui sapeva sapere lui dov’era e viceversa.

«Mary, vai tu per me per favore? Dici che ho da fare con un paziente» 

Questo successe molte volte quella settimana, almeno una volta al giorno veniva chiamata in medicheria e solo una volta si azzardò ad andarci perchè seppe di un' emergenza in un altro reparto e che quindi Draco doveva essere sul posto.

«Finalmente è finita anche questa giornata!» esclamò Sarah al cielo rosso un venerdì sera. Erano le sette e mezza e Andres finiva il turno a mezzanotte, non aveva voglia di tornare subito a casa.

Si incamminò per il viale babbano guardando un pò le vetrine dei negozi, era autunno quindi si stava bene camminando per strada. Fu colpita da un bel completo giacca e pantalone color bronzo e blu ma quando vide il cartellino del prezzo girò i tacchi e se ne andò. Quei colori le mancavano un pò, Corvonero, Hogwarts, Luna, Neville, i ribelli…si mise a ripensare ai bei momenti passati ad Hogwarts, allo smistamento, al buonissimo cibo preparato dagli elfi, alle lezioni disastrose di pozioni, alla battaglia…

A quell'ultimo pensiero le venne un groppo alla gola e cercò di concentrarsi sui negozi. 

«Guarda mamma, che bello quel gioco!» Una bambina in un carrozzino indicava alla mamma un gioco che aveva visto nella vetrina di un negozio di giocattoli ed aveva il viso e il vestitino tutto sporco di gelato.

«Monella, guarda che hai combinato!» la rimproverò la madre cercando di pulire il più grosso del gelato con un fazzoletto. Rise pensando che con la magia ci sarebbe voluto un attimo per ripulirla. 

Svoltò l'angolo e si diresse nel mondo magico attraversando una cabina telefonica in una strada abbandonata.

Presa da una voglia di gelato pensando alla bambina di prima si diresse verso Ice Raimbow, la miglior gelateria della zona «Uno a ciliegia e vaniglia per favore!» disse sorridente al gelataio.

«Ottima scelta signorina! Glielo preparo subito!» l'uomo con uno strano movimento di bacchetta fece in modo da animare il cono ed esso si riempì di gelato.

Fece per prendere il borsellino dalla borsa ma qualcuno l'anticipò, vide una mano inguantata bianca porgere delle monete al gelataio «Offro io alla signorina» 

Sarah rabbrividì, seguì con lo sguardo tutta la lunghezza del braccio fino a guardare in faccia il gentiluomo. Draco.

Lui le porse il gelato.

«Che ci fai qui?» chiese senza pensarci. 

«Oggi volevo riposarmi un pò così ho chiesto il cambio ad un collega…e tu?» rispose. Sarah ebbe dei dubbi sulla veridicità della cosa. Aveva il sentore che l'avesse seguita. 

Afferrò il cono «Grazie» sussurrò «Ho finito il turno alle sette e sono venuta a farmi un giro» leccò il suo gelato cercando di non guardarlo in faccia per non essere abbagliata dal luccichio della vittoria nei suoi occhi.

«Capisco…ti va di bere qualcosa? Dopo il gelato ovviamente» 

«Mmm…» che fare? si stava facendo prendere dal panico e le venne in mente il bacio.

«Andres stacca a mezzanotte no? Per quell'ora starai già a casa» Sapeva tutto ovviamente. Incastrata. 

«Cosa ti fa pensare che è per Andres?» gli rispose nervosa ma forse quella era l'occasione giusta per chiarire con lui «Ok andiamo» acconsentì.

«Da questa parte, c'è un piccolo pub che non ho mai provato…» indicò un vialetto sulla loro destra. Sarah, mentre camminavano, cercò di mandare giù il gelato più velocemente che poteva per cominciare il discorso con Draco e andarsene subito ma era enorme.

Lui camminava a fianco a lei con le mani nella tasca «Perchè sei così agitata? Il gelato non scompare mica» se n'era accorto allora. Lo sapeva perfettamente perchè era agitata perchè doveva fare il finto tonto?

Draco si fermò di botto «Hai paura che ti baci di nuovo?» disse con un sorriso malizioso.

«Certo che no!» rispose un pò troppo ferocemente credendo di arrossire «Andiamo, sbrigati» accelerò il passo e ingurgitò il gelato ghiacciandosi l'esofago. Si fece buio presto e Sarah quasi non se ne accorse.

Marciò a passo svelto davanti a lui, rigida come una Nimbus, fino a quando lui disse «Fermati, è qui» 

Osservò il posto. L'insegna su sfondo verde bottiglia diceva "Mc Sorley's old Ale House", era un pò tetro rispetto agli altri pub dove era stata, le finestre erano nere e sembravano quasi delle sbarre di metallo. «Da paura..» sussurrò ma lui non la sentì.

«Vieni, entriamo» Draco si tolse i guanti posandoli in una tasca interna della giacca ed entrarono.

«Che frastuono!» esclamò Sarah sbigottita. L’interno stonava enormemente con l’esterno. Doveva essere un pub irlandese a giudicare dalla musica e dall'abbigliamento delle persone lì dentro. La band era composta da tre persone, uno era al pianoforte, uno al violoncello e uno al violino ed erano vestiti tutti di verde.

«Benvenuti da Mc Sorley! Qui è tutti i giorni la festa di San Patrizio!» gridò un uomo con un cappello verde a cilindro e con una lunga barba rossa. Diede loro il benvenuto, probabilmente era il proprietario del pub.

«Oh…magnifico….» Draco si voltò verso Sarah e si avvicinò al suo orecchio «Se vuoi possiamo andare da un'altra parte…non sapevo che qui fosse così…»

Non era il luogo adatto per discutere di faccende delicate come le loro

«Si…forse è me… » improvvisamente si sentì tirare la gonna e abbassò lo sguardo, c'era un omino in miniatura che somigliava al proprietario del Pub, un lepricano.

«Venite, venite qui! Accomodatevi!» era vestito tutto di verde ed aveva la forza di un uomo grande e grosso «Bevete, bevete tutto!» ficcò loro in mano degli enormi boccali con del liquido verde e li fece accomodare ad un tavolo.

«Ma cos'è?» chiese Draco annusandolo.

«Luckybeer! La birra di San Patrizio!» rispose il lepricano prima di andare a fare baccano insieme ai musicisti.

«Mmh…» Draco la guardò per un momento come per dire "se mi succede qualcosa portami via di qui" e poi assaggiò la strana birra. Lo vide un pò perplesso mentre la degustava poi disse quasi urlando per farsi sentire «Non male!…puoi assaggiare!»

Guardò il suo boccale e facendosi coraggio assaggiò, in fondo era curiosa di provare la Luckybeer e forse le avrebbe infuso un po ' di fortuna. Aveva un sapore dolce ma con un retrogusto amarognolo «C'è di meglio…ma è alcolica? Non riesco a capire che ingredienti ci sono dentro!»

«Come?!» rivolse un orecchio verso di lei.

«E' ALCOLICA?» urlò

«Non ne ho idea…ehi!» Draco afferrò il piccolo lepricano che stava per passare dietro di loro e lo sollevò per guardarlo negli occhi «E' possibile fare meno frastuono? Non si riesce nemmeno a parlare!»

«No, qui si festeggia sempre!» rispose allegramente l'omino.

«Allora andiamo via…» 

«Aspettate! Se lei vuole Signore, al piano di sopra abbiamo degli ambienti tranquilli per parlare!» 

Sarah immaginò una "zona vip"  «Per te va bene?» le chiese Draco.

«Si, basta che ci sbrighiamo» guardò l'ora ed erano già le otto e mezza.

«Ottimo! Signore se mi mette giù vi accompagno…seguitemi» 

 

****

 

«Allora vado! Grazie per avermi accorciato il turno, Sarah ne sarà contenta perchè non dovrà cenare da sola»

«Che vuoi che siano due ore! Vai a casa ragazzo!» il capo gli diede una pacca sulla spalla.

«Grazie ancora, buona serata Capo!»

«Buona serata a te!» gli fece l'occhiolino e lo congedò.

 

****

 

«Oooh» 

La "zona vip" come l'aveva immaginata Sarah era una camera arredata in stile povero, c'era solo una specchiera, qualche mobiletto in legno e al centro una sorta di letto o divano dalla forma tonda con dei cuscini. La biancheria era verde per richiamare i colori del pub di sotto.

«Credevo che fosse una sala con dei tavoli…non una camera da letto…» che aveva in mente?

«Ehi lo so che stai pensando…io non c'entro niente! Non ci sono mai stato qui prima d'ora…»  le sembrava sincero.

«Vabbè…» guardò l'orologio «Parliamo e andiamocene» si tolse il soprabito e lo appoggiò su uno dei tavolini dove improvvisamente apparvero due boccali di birra verde.  

«Dannati Irlandesi…» per poco le sporcavano il trench.

«Ahahahahah» Draco si avvicinò e ne afferrò uno «Cin cin»

«Che ridi?» ripose il trench su un comodino.

Draco si sedette sul letto circolare «Allora di che vuoi parlare?» chiese sorseggiando la Luckybeer.

Guardarlo bere le fece venire sete e prese anche lei il suo boccale «Di quello che è successo al ballo»

«Dai ammettilo che ti è piaciuto…ammettilo che ti manco» sorrise ormai palesemente brillo. Quel sorriso le fece venire i brividi e si concentrò sul boccale convinta che bevendo avrebbe nascosto il suo viso.

«Non hai perso questa tua aria da playboy…con me non attacca più!» stava in piedi col boccale in mano, per niente naturale e con l'aria di non volersi avvicinare a lui. 

«Sai una cosa?» disse improvvisamente.

«C-cosa?» a furia di inghiottire birra a fiotti le venne il singhiozzo.

«Ti amo»

 

Ti amo…

ti amo… 

ti amo…

 

Queste parole le rimbombavano nella testa.

«E sai un'altra cosa?» stava sorridendo ancora «Secondo me…questa birra non è analcolica»

«Già...» cominciava ad offuscarsi la vista.

Smise anche lei di bere però si accorse di aver sete ancora. Un Incantesimo.

«…..si lo hai capito anche tu vero?» disse Draco malfermo.

 Guardò il boccale e capì «Non si svuota mai...Quanto abbiamo bevuto?» 

 

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Capitolo 16
*** Ti Amo ***


Capitolo 15

 

«Siediti qui…mica ti posso mangiare!» esplose Draco in una sonora risata.

«Ma sei ubriaco!» vederlo ridere così di gusto la stava contagiando.

«La cosa buffa è che non riesco a smettere di bere…» stava ridendo a crepapelle.

«Nemmeno io…hich...avranno fatto un…un incantesimo» rise anche lei ma cominciava a girarle la testa «Oddio…si muove tutto…non farmi ridere» la stanza, Draco, i suoi pensieri, erano tutti confusi.

«Vieni qua…se cadi e ti fai male…in queste condizioni non sono in grado di guarirti, anche se sono un Medimago»

«Si ok…ora mi siedo eh..» arrivò traballante fino al letto e si gettò sopra come se volesse fare un tuffo in piscina.

«Questo non è sedersi…ops» gli cadde la birra addosso ma il boccale non si svuotò.

Si girò in modo da stare distesa supino «Basta bere…stiamo male non vedi? Finite…Finite Incantatem! Era così l'incantesimo?»

«Hai dimenticato la bacchetta! » si stese anche lui lasciando cadere il boccale sul pavimento.

«Ma no…gli incantesimi semplici li possiamo fare senza bacchetta ricordi?»

Si sentiva leggera come una piuma e soprattutto si sentiva libera. Sentiva di poter fare o dire qualunque cosa senza nessun vincolo imposto da emozioni.

«Zitta, sei ubriaca pure tu…» stavano fissando il soffitto. Sarah stava dimenticando qualcosa ma non le viva in mente cosa. Si voltò verso di lui mettendosi sul fianco «Non è vero…sei tutto verde e bagnato…ti verrà un raffreddore...»

Draco si guardò e rise «Questa birra è micidiale…ok ora mi tolgo la camicia…» si tirò su con fatica e prese a giocherellare con i bottoni.

Sarah si sentiva tutta stordita «Si è meglio…così non ti ammali…io ora ho sonno…» sentiva gli occhi pesanti e cercavano di chiudersi da soli.

«Dammi una mano invece di dormire…questi bottoni mi vogliono mangiare le dita!» lo sentì urlare mentre cercava di sbottonare la camicia.

Aveva la mente offuscata «Ok…basta che gli dici di non farlo...» si tirò su e lo aiutò «ti sei fatto male…» disse sorpresa guardando la cicatrice sull'addome.

«Si...» disse lui con gli occhi chiusi e con un sorriso buffo.

«Io ricordo qualcosa…» passò la mano sulla cicatrice ed ebbe un flashback…

 

Gli accarezzò il petto sfiorando la cicatrice con le dita «Non mi hai data ascolto» sussurrò.

«Credevo che una cicatrice mi rendesse più sexy» rispose lui.

«Ahahahah sei uno stupido» lo baciò ancora.

«Fallo di nuovo..» le sue mani le accarezzavano la schiena.

«Cosa?» un altro brivido le percorse la schiena.

«Sorridi» le fece il solletico lungo i fianchi e lei rise.

La spinse contro la parete e le sfilò la maglietta lasciandola solo con il reggiseno…

 

«Draco…io…» si sentiva molto strana e non era solo l'effetto della birra.

Le stava facendo segno con la mano di stendersi «Chiudiamo gli occhi…altrimenti non passa l'effetto»

Stendersi vicino a lui, buona idea.

Lo guardò e pensò a cosa dire, in quel momento nulla le sembrava sbagliato da dire «Io non voglio dormire»

Draco rise di nuovo «Dai non ti tocco…e poi mi gira la testa per fare qualsiasi cosa…»

Perchè non lo capiva? «Io voglio che mi tocchi» disse convinta, forse anche troppo.

Lui divenne improvvisamente serio «Dici così…solo perchè hai bevuto…» poi rise di nuovo « se adesso facessi qualcosa mi accuseresti di averti usata…» Si tirò su di nuovo per guardarla negli occhi, ma Sarah, offuscata dall'alcool, guardava solo i suoi capelli che adesso erano tutti in disordine e che lo rendevano maledettamente sexy.

«Hai detto che mi ami…non era vero forse?» disse senza pensarci, ormai era tutto un "non pensarci".

«E tu? Non me lo dici da una vita…»

L'alcool glielo fece fare senza timori. Lo baciò spingendolo indietro così che lei gli fu sopra, poi dopo qualche minuto staccò le labbra dalle sue e scostò i suoi capelli che ricadevano sul viso di lui «Ti amo…Draco»

 

****

 

Andres era inginocchiato davanti al camino di casa sua con la testa nel fuoco.

«Ok grazie Signor Kallum…si certo le farò sapere appena torna…buona serata!» Ritirò la testa e si scrollò la cenere dai vestiti.

Ma dove era finita? Non era dai Kallum, nemmeno da Sam e da Lucy. Che le fosse successo qualcosa?

«Uff…» pensò di controllare dalle colleghe. Prese una manciata di metropolvere e la gettò nel fuoco «Casa di Mary Gallager»

 

****

 

«Aspetta» Draco la fermò.

«Cosa c'è?» lo vide cercare qualcosa nella giacca ma la nausea non le permise di vedere cosa.

«Epura Corpis» lo sentì dire e poi lo ripetè. Sarah sentì una vampata di calore e improvvisamente si sentì meglio. La stanza si fermò e si rese conto di essere a cavalcioni su Draco che era a petto nudo.

«Cosa…» non si mosse e si guardò intorno. Che aveva fatto...

«Mi sono ricordato di un incantesimo per l'alcool…»

«Oh…scusa…» arrossì violentemente e cominciò a tremare per quello che aveva fatto. Fece per scendere ma Draco la bloccò per i polsi. Le venne in mente Andres in quel momento, di quando la fece cadere per le scale.

«Tranquilla non ti farò niente…voglio solo che me lo ripeta…da sobria» le lasciò i polsi e lo vide, aveva gli occhi lucidi.

Gli aveva detto ti amo, se lo ricordava bene. Che stupida! Non doveva bere così tanto! Ora si sentiva a disagio e voleva solo andare via da lì.

«Non ti ripeto nulla…non era vero» si alzò e cercò di prendere il soprabito ma Draco l'afferrò e la fece ruotare in modo da guardarla in faccia.

«Io ti amo davvero, e non voglio nessun'altra oltre te» Sarah rimase colpita dalla sincerità con la quale sembrava aver detto quelle parole.

«Non..»  no, non era una cosa che poteva sopportare di nuovo «Io…» le vennero gli occhi lucidi, mentre lui la guardava fisso negli occhi, quegli occhi azzurri così belli e simili ai suoi «Io…ho paura»

Draco la tirò a sé e la strinse forte. La cosa le provocò troppe emozioni.

«Paura? Di me?» le fece sollevare la testa per guardarla negli occhi.

«Di essere lasciata di nuovo come durante la battaglia» si lasciò andare ai suoi sentimenti, ed era una cosa che non faceva da tempo. Si sentiva come se si fosse tolto un peso di dosso, ed ora le lacrimavano gli occhi.

«Ma io sono subito tornato indietro! Non ti ho mai lasciata!»

«Hai creduto subito che fossi morta…non hai nemmeno cercato di trovare il mio corpo» gli sbottò senza guardarlo in viso, sentendo il calore sulle guance del suo petto nudo.

«Ma che dici? Secondo te io avrei avuto la forza di vederti morta? Sai perchè ho deciso di diventare un Medimago?»

«No…» rispose sinceramente.

Draco arretrò di un passo e si chinò in modo da guardala negli occhi «Tu mi dicesti di voler diventare una Medimaga per aiutare e salvare le persone, volevo farlo al tuo posto»

«Cosa?» rimase esterrefatta da quelle parole «E perchè…non me lo hai mai detto prima?» il cuore le batteva forte forte.

«Hai sempre cercato di tenermi lontano, come potevo dirti una cosa del genere» alzò la testa e si passò una mano nei capelli cercando di sistemarli «Ti sei trasformata per nasconderti a me, cosa volevi che facessi?»

Sarah si allontanò di botto da lui. Con quel gesto che fece aveva notato il suo avambraccio tatuato «Il marchio…Ma cosa...» gli afferrò il braccio senza troppe cerimonie e lo guardò.

Il marchio che inizialmente rappresentava un serpente intorno ad un teschio ora era attorcigliato intorno una rosa.

«Ah già…» si guardò anche lui il braccio «Non si può togliere in nessun modo il marchio nero…per cui almeno sono riuscito a modificarlo. Guarda...» seguì con il dito la silhouette del serpente e le fece notare che formava la lettera S «L’ho modificato in tuo onore»

«Oh» Sarah dovette ammettere a se stessa che era colpita.

«Capisci quanto sei importante per me?» stava cominciando a sentire le farfalle nello stomaco.

«Draco, mi stai mettendo in difficoltà...Io sto con Andres adesso...»

Lui sbuffò «Ti prego…sto aspettando da una vita che ti rendi conto di quanto è stupido Andres…non si è nemmeno laureato!»

«Si deve laureare alla fine di quest'anno! Sei tu che hai terminato un anno prima…secchione»

Si ammutolirono entrambi per qualche secondo poi Draco riprese «Allora non vuoi dirmelo?»

«Cosa?» guardò l'orologio ed era mezzanotte, doveva andare via subito o Andres avrebbe fatto il pazzo.

«Vieni qui…dammi un bacio» la tirò di nuovo verso di sé e la baciò.

«Draco…me ne devo…andare…» gli disse tra un bacio e un altro ma senza esserne convinta.

«Ok, vai pure…» rispose cominciando a baciarle il collo, purtroppo ricordava i suoi punti deboli.

«Perchè mi fai questo…» sussurrò esasperata.

 

****

 

Andres era preoccupatissimo e non aveva cenato. Si trovava in salotto rivolto verso la porta di ingresso, in attesa. Ogni tanto sbirciava tra le tende del soggiorno ma di lei non c'era nemmeno l'ombra. Si chiese se dovesse uscire a cercarla «Dannazione Sarah! Ma dove sei andata?»

 

****

 

«Sarah…» mormorò, continuando a baciarla.

«Non fermarti» ordinò quasi.

La strinse e la baciò con foga, sospirando e gemendo.

«Sarah…» sussurrò di nuovo.

«Non ancora» lo supplicò baciandolo più a fondo incontrando la sua lingua. I loro corpi si muovevano all'unisono e piaceva ad entrambi.

Sarah passò le dita sul torace, seguendo la linea della cicatrice, poi arrivata al bordo dei boxer lo sfilò per liberarlo.

«Oddio…» sfuggì a Draco quando lei lo toccò «Stai tentando di uccidermi?» lui cercava in tutti i modi di possederla ma lei riusciva sempre a non farsi bloccare.

«Una cosa del genere…» gli sorrise e poi affondò le labbra sulle sue impedendogli quasi di respirare. Sarah continuava a farlo eccitare fino a quando dovette fermarsi di colpo nel sentire la bocca di Draco scendere sui fianchi, baciarle i seni e sfilare delicatamente gli slip.  

«Ti piace eh?» Lei sorrise e abbassò il capo, incontrando il suo sguardo.

«Draco» sussurrò dolcemente «Vieni qui»

Si lasciò sovrastare e allungò le mani per afferrare il suo viso sussurrandogli «Me ne sono resa conto solo adesso…mi sei mancato da morire»

«Ti è mancato fare l’amore con me?» disse senza smettere di baciarle ogni parte del corpo dove riusciva ad arrivare.

«Non intendevo questo…» gli accarezzò i capelli accompagnando i movimenti della sua testa che seguivano le curve del suo corpo.

«E cosa intendevi?»

«Mi sei mancato tu»

A queste parole Draco affondò le sue mani tra i capelli di Sarah e la strinse a se «Ti amo»

Queste parole la colpirono molto perché sentiva che le aveva dette con il cuore.

«Non ti facevo così sentimentale…poco fa non vedevi l'ora di concludere…» sfilò le gambe da sotto al suo corpo e rotolò di lato come per invitarlo a prenderla.

«La smetti di farmi eccitare?…» Sarah rise e Draco fu costretto a saltarle addosso «Ora sei mia!»

«Sei ancora capace?» gli disse prendendolo in giro.

«Mi stai sfidando?»

In risposta Sarah rise, alzò una gamba e gliela avvolse attorno al fianco.

Draco accettò la sfida e lo sentì scivolare piano, senza staccare mai gli occhi dai suoi a mano a mano che spariva dentro di lei.

Da quel momento in poi chiuse gli occhi ed inspirò profondamente…e lo sentì nel suo cuore e nella sua testa, di nuovo.

Pelle contro pelle, la tirò a sé in modo da averla più vicino possibile, ora, seduta su di lui a gambe incrociate, strinse le mani sui suoi glutei sollevandola appena rendendo quel contatto sottilissimo.

Sarah rovesciò la testa all’indietro lasciando scoperto il collo su cui Draco subito affondò la bocca. Faceva molto caldo in quella stanza, si sentiva i capelli tutti grondanti di sudore e anche Draco era tutto scivoloso.

Stava tradendo Andres, come aveva potuto fare una cosa del genere? Pensò Sarah mentre rispondeva ai suoi affondi.

Ardeva di desiderio.

«Hai paura di farmi male?» sussurrò dolcemente all'orecchio di Draco incitandolo «Ingrana…» leccò il suo lobo e quasi istantaneamente lui si mosse verso di lei. Alla seconda gli andò incontro e presero a muoversi insieme.

Entrambi si guardavano per capire fino a che punto potevano trattenersi, sentendo cose che non avevano mai sentito prima. Il loro mondo, la loro vita era in quella camera.

Il corpo di Sarah cominciò a muoversi di sua volontà stringendo quello di Draco più che poteva e si sorprese a pronunciare il suo nome.

«Draco..» si ritrovò a dire, cercando di riprendere fiato. Si scostò i capelli da viso, che erano diventati rosa, e riprese «…da oggi in poi voglio farlo solo con te»

La lasciò andare e sprofondarono insieme tra le lenzuola verdi, abbracciati e accaldati.

Sarah si addormentò e al suo risveglio trovò Draco che stava fissando il soffitto, quasi pensieroso.

«Cos' hai?» gli chiese cercando di capire che ore fossero.

Lui si portò l'avambraccio sulla fronte e si girò verso di lei «Sto pensando che fra poco varcherai quella porta e te ne andrai…»

Si stupì di quella sua affermazione «Ma…non possiamo mica rimanere qui dentro…cioè…» si guardò intorno e fece un'allusione al pessimo arredamento della camera.

«Intendevo…» la tirò a se e l'abbracciò stretta «..il solo pensiero, di quello ancora vicino a te mi fa imbestialire»

Ebbe un tuffo al cuore. Andres.

«…pensa io come sto…l'ho appena tradito…» disse.

«Bè di questo…» la baciò «..non mi interessa proprio nulla, tu sei mia e basta»

Sono tua.

Si è così.

 

****

 

Erano le cinque di mattina quando finalmente sentì il rumore della porta che veniva aperta «Sarah!» le andò incontro di corsa e l'abbracciò

«Scusami Andres…dobbiamo parlare» disse tutto d'un fiato.

 

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Capitolo 17
*** Nuovo Giorno ***


Capitolo 16

 

 

«Scusami, sono stata da Luna per un’emergenza. Rolf non stava affatto bene, è stato avvelenato...» inventò lì per lì.

Non era riuscita a raccontargli la verità, era troppo difficile per lei in quel momento. Non aveva ancora metabolizzato quello che era successo con Draco. In quel momento, anche nel mentirgli, si sentiva una bastarda perché sentiva ancora addosso il tocco di Draco ovunque sul suo corpo «...non ho potuto inviarti nessun gufo. Mi dispiace che sei stato in pensiero per me»

Andres sospirò «Ho pensato di tutto» e la strinse a se. 

Sarah dovette farsi forza per non piangere «Andiamo a dormire adesso, meno male che ho il turno di pomeriggio...»

«Io invece tra un’ora» fece lui con le occhiaie «E non ho dormito per niente»

Stavolta pianse dal dispiacere e dalla vergogna «Scusami Andres»

«Non piangere...l’importante è che adesso sei qui sana e salva» l’ accompagnò a letto e lui si preparò per uscire. Sarah si sentiva davvero un verme.

Come dirgli che lo aveva tradito con Draco? In che modo poteva farlo? Si sentiva malissimo.

Doveva parlarne con qualcuno o sarebbe scoppiata. 

Aspettò che Andres andasse a lavoro per cercare la moneta magica nel suo baule e smaterializzarsi. 

Andò al San Mungo, si trasformò per modificare i lineamenti ed il colore dei capelli e poi chiese di Sam alla reception, se ricordava bene i suoi turni lei doveva essere lì.

Dopo una decina di minuti la vide arrivare «Buongiorno, mi ha fatto chiamare?» disse Sam alla receptionist.

«Si, la signorina ha chiesto di lei...» rispose lei indicandola. 

Ovviamente Sam non la riconobbe per cui le disse in francese «Je suis Sarah»

Lei spalancò gli occhi per la sorpresa e poi disse «Che è successo?»

«Possiamo parlare da qualche altra parte?» 

«Vieni!» la prese per mano e la trascinò lontano dalla reception, in un angolino appartato. «Sarah che è successo? Se ti stai nascondendo deve essere qualcosa di grave...»

Sarah eseguì l’incantesimo muffilato intorno a loro e poi cominciò a spiegare «Sam, ho fatto un casino. Non so come uscirne ora»

«Comincia dal principio» disse lei invitandola a parlare.

«Ieri sera ho tradito Andres….con Draco» lo disse coprendosi il viso con le mani dalla vergogna.

«Oh mio dio» Sam la imitò.

«Come faccio adesso Sam? Come glielo dico?»

«Ma come ti è venuto in mente!» esclamò lei sconvolta.

«Non lo so» poi le afferrò le mani con le lacrime agli occhi «Sam sono nei guai. Ho capito di amarlo ancora»

Lei cambiò il suo sguardo e sembrò addolcirsi «Alan lo aveva predetto sai?»

«Cosa? Che avrei tradito Andres?» chiese sorpresa.

«No, non questo. Che saresti tornata con Draco prima o poi.» rispose lei stringendole le mani.

«Per ora non sono tornata con lui. Sono ancora la ragazza di Andres. Ed ora non so come dirgli che amo un altro e forse l’ho sempre amato….oh mio dio!» di nuovo si coprì gli occhi con le mani «Dirlo ad alta voce è anche peggio!»

Sam la scosse per le spalle «Sarah! Non c'è un modo gentile o carino per confessare un tradimento!»

Sarah pianse «Lui...lui è sempre stato...così gentile e amorevole nei miei confronti...mi dispiace avergli fatto questo...»

«Ti capisco. Ma dovrai lasciarlo prima possibile, prima che lo scopra da altre persone. Altrimenti sarà mille volte peggio, lo sai vero?»

Certo che lo sapeva «Si...»

«Vuoi che stia con te quando lo farai?» chiese lei dolcemente.

«No Sam, preferisco farlo da sola, mi vergogno già abbastanza così» rispose lei continuando a piangere.

Sam le accarezzò la testa e l’abbracciò «Passerà tutto con il tempo, vedrai...»

«G-grazie» disse lei singhiozzando tra le pieghe della sua divisa verde acido.

«Dai, rimettiti in sesto adesso...quando attacchi tu?»

Si staccò da lei e si asciugò il viso «Ho il turno di pomeriggio, attacco alle 15. Ma ora vado a chiedere un cambio per fare il turno di notte, ho bisogno di tempo»

«Ve bene, quando gli parlerai?» chiese di nuovo Sam.

«Io vorrei parlare oggi stesso ad Andres...se riesco a trovare il coraggio»

«Tu sei la persona più coraggiosa che conosco, ce la farai sicuramente. E corri da me per qualsiasi cosa ok?»

Sarah l’abbracciò di nuovo «Grazie Sam, ti voglio bene»

«Anche io amica del cuore.» rispose lei stringendola.

Sam tornò a lavoro ma lei voleva prima fare una chiacchierata veloce con una persona. Di soppiatto senza farsi vedere andò verso la parte vecchia dell’ospedale ed entrò nella stanza dove aveva fatto l’amore con Andres per la prima volta. Riprese il suo aspetto e prese la moneta magica dalla tasca. Non era certa che Draco l’avesse con sé però volle fare un tentativo, la strinse forte tra le mani. Dopo nemmeno un minuto fu sorpresa di sentire il suono della materializzazione e di ritrovarselo lì davanti in pigiama. Dall’espressione che fece era sorpreso anche lui di essere lì.

«Ma come diavolo hai fatto a materializzarti qui dentro?» chiese Sarah stupita visto che non ci si poteva né materializzare e nemmeno smaterializzare all’interno dell’ospedale.

«Ho capito come funziona questa» rispose lui sorridente guardando la sua moneta «Quando viene attivata crea un canale diretto con il suo doppione che non risente di tutto il resto. E’ come avere un canale privato» la fece girare in aria e poi se la rimise nella tasca del pigiama «Scusa l’abbigliamento ma ero a letto»

Draco era felice. Non lo aveva mai visto così, il suo sguardo era rilassato e gli angoli della sua bocca erano rivolti verso l’alto. 

«Non mi aspettavo che ti precipitassi qui...in questo modo...» si sentì un pò in imbarazzo a pensare quello che era accaduto qualche ora prima «Comunque volevo parlarti»

Draco si sedette su uno dei letti «Dimmi»

«Sto per lasciare Andres» disse lei tutto d’un fiato.

Draco la fissò senza dire una parola.

«Ti prego dimmi qualcosa» disse lei agitata «Aiutami a capire se sto facendo la scelta giusta!»

Draco si alzò e si avvicinò a lei. Poi si chinò fino a quando i loro occhi azzurri furono alla stessa altezza «Sei la persona per cui ho sofferto le pene dell’inferno pensando che fossi morta. Non esiste al mondo niente e nessuno che mi terrà lontano da te da ora in poi. Sei la mia vita e il mio unico amore per sempre. Non so se stai facendo la scelta giusta ma io sicuramente si.»

Sarah sentì il suo cuore sciogliersi e si costrinse a non piangere di nuovo «E’ un pò egoista da parte tua però...» disse prima di baciarlo. 

Non c’era niente da fare. Il contatto con le sue labbra le dicevano che lui era quello giusto Gli disse a fior di labbra «Ok, ora sparisci, devo trovare Andres e parlargli prima possibile»

E lui si smaterializzò all’istante lasciandole un dolce calore sulle labbra.

 

Per prima cosa andò dal suo caporeparto che acconsentì al cambio turno. Successivamente tornò a casa e attese Andres.

Non riuscì a pranzare e continuava a fare avanti e indietro per tutta la casa. Ad un certo punto si rese conto che avrebbe dovuto lasciare quella casa e tornare in Francia, poi cercare un’altra casa in affitto vicino al San Mungo e questo significava traslocare più volte. Sarebbe cambiato tutto. Forse doveva avvisare Elle e i Kallum del suo ritorno? 

«Che casino!» disse ad alta voce mettendosi le mani nei capelli. 

Improvvisamente sentì il fuoco del camino scoppiettare e si voltò a guardarlo. Le fiamme stavano diventando verdi il che significava che…

«B-bentornato Andres» gli disse non appena lo vide spuntare dal camino «Oggi hai preso la metropolvere?»

Lui si avvicinò sorridente per baciarla ma lei lo bloccò subito senza riuscire a guardarlo negli occhi «Che ti succede?» chiese lui accigliato.

Era arrivato il momento. Sentiva tutto il corpo tremare «Devo parlarti»

«Ok, ma guardami in faccia» fece lui con un tono di voce diverso.

Non ce la faceva.

«Con chi sei stata ieri notte?» sbottò lui. Come aveva fatto ad intuire che era stata con qualcuno? Doveva lasciarlo. Subito.

«Andres…» sentì la sua  voce tremare e non riusciva a stabilizzarla «…penso che tra noi debba finire qui» non c'erano altre parole.

Lui improvvisamente le si gettò addosso e Sarah sobbalzò, non voleva essere abbracciata, non voleva essere toccata, non voleva…

«NO Andres!» cercò di liberarsi dall'abbraccio ma lui la teneva stretta a sé. Nella follia del momento per liberarsi gli diede una gomitata nello stomaco e lui a quel punto fu costretto a cedere.

«Con chi sei stata…» era quasi in lacrime anche lui. Non poteva farlo soffrire così, non dopo tutto quello che c'era stato tra di loro.

Si irrigidì e chiuse i pugni «Andres io…» disse col capo chino. 

Era uno dei momenti più brutti della sua vita, se avesse potuto sotterrarsi lo avrebbe fatto.

«Chi è?» alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi. Aveva capito.

Respirò profondamente e si fece coraggio «Non doveva accadere in questo modo...mi dispiace io non avrei mai voluto» disse tutto d'un fiato fissando il pavimento.

«Aspetta…» chiese confuso «…mi hai tradito?» 

Distolse lo sguardo dai suoi occhi, e questo bastò a fargli intuire la risposta. Lo vide tremare per la rabbia, stava stringendo i pugni. 

Sarah si asciugò le lacrime che stava cercando di trattenere «Mi dispiace…non so come sia successo...non era premeditato....» alzò di nuovo lo sguardo e lo guardò negli occhi.

«Sarah…come hai potuto…» Andres si passò le mani tra i capelli sconvolto e le diede le spalle.

Cosa poteva dirgli. Che il suo ex aveva risvegliato i sentimenti che provava per lui? No, non poteva.

«Prendo le mie cose…» si asciugò il viso e gli passò davanti a testa bassa senza guardarlo.

«E’ DRACO VERO?» le urlò dietro ma non gli rispose. Che aveva fatto.

Andò in camera da letto, fece comparire il suo baule bianco e con un gesto della bacchetta tutti i suoi abiti e accessori volarono ai loro posti in maniera ordinata.

Non potevo fare altrimenti, continuava a ripetersi. 

Andò fuori al balconcino dove avevano messo le gabbiette dei loro rispettivi gufi ed aprì quella di Piuma «Torniamo a casa…su vieni» disse tristemente. 

Porse la mano e il piccolo gufetto col cappello gli saltò sul dito indice «Io vado smaterializzandomi, tu vuoi volare un po?» gli disse guardandolo negli occhietti. Lui chinò la testa su un lato ,come faceva di solito, per poi levarsi in volo verso il cielo azzurro. 

Lo guardò per un istante pensando al da farsi, poi richiuse la gabbietta azzurra e la prese per il gancio «Gratta e netta» la pulì in un nanosecondo.

Tornò al baule e, dopo aver fatto un incantesimo per alleggerirlo tanto da poterlo portare con una sola mano, scese giù in salotto e non fu sorpresa di trovare Andres lì ad aspettarla. Che brutta situazione.

«Allora io vado…» lo guardò ma non disse nulla «…ciao…» non seppe aggiungere altro per farlo stare un pò meglio.

«Mi dici chi è?» chiese a testa bassa bloccandole l'uscita.

«Non è importante, ho sbagliato io. Devi prendertela solo con me. Odia me.» si fermò davanti alla porta e sistemò il baule per terra. Lo fissò e per qualche secondo, sembrò che stesse pensando a cosa dire, poi finalmente parlò.

«E' importante invece!» era disperato e lei si sentiva sempre peggio.

«Scusami» cercò di spostare la sua mano ma era ostinato.

«Non te ne vai di qui fin quando non mi dirai un nome» aveva preso una brutta piega e Sarah era sempre più convinta che lui avesse capito che fosse Draco. 

«Fammi passare per favore» riprovò a spostargli la mano e stavolta cedette.

«…Tsk…» la guardò disgustata prima di voltarsi e andarsene al piano di sopra.

Me lo sono meritato.

 

****

 

Villa Moreau era splendente come ai vecchi tempi perchè Elle, almeno una volta alla settimana,  andava a fare le pulizie nonostante Sarah le avesse detto che non era necessario. Casa sua le era mancato da morire ma se ne rese conto soltanto ora. 

«Gli alberi di ciliegio della mamma…» sussurrò guardandoli camminando nel vialetto. 

«Maîtresse Sarah! Padroncina Sarah!» Sobbalzò spaventata dall'improvviso urlo proveniente da una finestra del piano superiore.

«Elle qu'est-ce que tu fais ici? Elle che ci fai qui?» non ebbe risposta. Probabilmente stava scendendo per andarle incontro. Si affrettò verso l'ingresso e si vide aprire la porta dalla piccola elfa. 

«Quel plaisir de vous revoir! Che piacere rivederla!»

«Pour moi aussi! Anche per me!»

Elle la trascinò in salotto e fece evanescere il baule «Il signor Andres non è venuto con lei padroncina?» si sedettero su uno dei divani.

«Ehm…è successa una cosa…» decise di raccontare tutto alla sua piccola amica, era l'elfa più saggia che avesse mai conosciuto ed era certa che le avrebbe fatto una ramanzina.

«Ci siamo lasciati…o meglio…l'ho lasciato io» la guardò per capire l'effetto delle sue parole ma lei non batté ciglio. Strano, pensò.

Immaginava una sua reazione del tipo "Cosa?! Lui è un bravissimo ragazzo! Fate pace!"

Decise di continuare «…perchè non lo amo più…e anche perché… l'ho tradito» ingoiò a vuoto.

Elle fece un' espressione strana, come se sapesse già tutto «Elle cos'hai? Sei strana…»

«Ascolto» le sorrise l'elfa.

«E' successo qualcosa?» si stava preoccupando per il suo strano comportamento.

«No, nulla, Elle sta bene! Continui» le disse continuando a sorridere stranamente.

«Comunque, mi sento terribilmente in colpa per ciò che ho fatto ad Andres…però allo stesso tempo con Draco…»

Improvvisamente Elle si porto le mani alla bocca e cominciò a saltellare facendo ondeggiare le buffe orecchie.

La stava facendo irritare con quel comportamento «Ok, Elle. Basta così. Ti ordino di dirmi che ti succede»  disse seriosa.

Fece un ultimo saltò e si avvicinò a lei sempre sorridendo «Lo sapevo che sareste tornati insieme un giorno»

Eh? Ancora con questa storia?

«Cosa..??»

Elle le prese le mani «Padroncina Sarah…si ricorda quando abbiamo creato la ricetta con i nuovi ingredienti per la pozione del Signor Malfoy?»

«Certo che me lo ricordo…» si ricordò anche che lei era andata senza permesso da lui per consegnargliela.

«Elle è andata da lui di nascosto. Elle ci ha messo un bel pò per trovarlo, era a Hogsmade alla Testa di Porco in pessime condizioni…»

 

 

POV Elle

 

Una sonora risata di un vecchio uomo barbuto riempiva il piccolo locale lercio «Quindi ti sei fatto fregare dal tuo migliore amico come uno smidollato! Ahahahah»

«Esattamente Aberforth! Hich!»

C'erano altri strani individui nel locale ma ognuno sembrava farsi gli affari propri.

«E come intendi agire adesso?» l'uomo chiamato Aberforth sembrava stuzzicarlo nonostante il biondo era ubriaco fradicio.

«Adesso? Adesso bevo…ma cos'è questa roba?» chiese osservando nel suo boccale.

«Il solito idromele corretto Draco….» l'uomo aspettò che fece un altro sorso come aspettandosi una risposta che arrivò.

«Sarah è ancora viva…la rivoglio con me…»

«Oh bene! Quindi sfiderai a duello Andres?» Aberforth si stava divertendo, si capiva.

Draco fece un gesto inaspettato, gettò il boccale ai suoi piedi e poggò la testa sul bancone.

«Non posso…le ho detto che l’avrei lasciata in pace» dall'espressione del barista capì che si pentì di averlo stuzzicato fino a quel punto.

«Accidenti...sei nei guai ragazzo!» 

«Sono innamorato di lei e lo sarò per sempre...hich!»

Per Elle era abbastanza. Si avvicinò a lui e gli tirò un lembo della giacca per farlo accorgere della sua presenza.

Draco la fissò dall’alto «Ma io ti conosc….» 

Elle gli mise il rotolo di pergamena nella tasca della giacca e disse «La padroncina Sarah non sa che sono venuta qui» gli mostrò i cerotti sulle dita che si era procurata per punirsi di aver fatto di testa sua «Ma sono sicura che voleva farle avere questo»

Vide i suoi occhi accigliarsi prima di smaterializzarsi.

 

 

 

«…quindi sono contenta che lei ha scelto chi la ama veramente»

Sarah rimase colpita dal racconto, tanto da sentire la sensazione di avere le farfalle nello stomaco.

«Elle…grazie» 

«Non è arrabbiata con Elle?» chiese l’elfa facendo tremare le sue lunghe orecchie.

«No, non sono arrabbiata stai tranquilla»

Che ora erano? Guardò l'orologio a pendolo. Cinque e trenta quasi. 

«Elle ti dispiace sistemare le mie cose? Ho il turno di notte al San Mungo ed ora il viaggio da qui sarà più lungo per arrivare a lavoro»

«Vado subito!» schioccò le dita e sparì.

Ora Sarah aveva bisogno di un momento per sistemare la sua testa. Aveva appena lasciato Andres furente, non dormiva da 24 ore e tra non molto doveva iniziare il turno di notte. 

 

 

Si materializzò in un vialetto dimesso babbano, luogo dove erano previste le materializzazioni dei dipendenti del San Mungo e corse nell'edificio attraverso una vetrina incantata di un negozio. Era la prima volta che passava attraverso l’ingresso babbano.

Andò a passo svelto nel suo reparto e indossò la sua divisa. Il turno di notte era quello più noioso perché non c’era nessuno con cui parlare, i pazienti dormivano ed i colleghi sonnecchiavano.

«Sei in ritardo» disse una voce familiare dietro di lei sulle le scale.

Draco stava salendo lentamente con le mani nelle tasche del lungo camice. Le stava sorridendo. 

«Già…arrivo dalla Francia» si guardò intorno e scese di un paio di gradini ma standone uno su rispetto a dove si trovava Draco.

Fece scivolare le braccia intorno al suo collo e lo baciò teneramente. Lui ricambiò subito e l'abbracciò stretta.

Durò pochi minuti ma per Sarah fu un eternità.

«Ascolta…ho lasciato Andres…ma sospetta di te. Quindi ti prego…evitalo e non litigate» gli sussurrò dolcemente all'orecchio.

«E' la cosa più bella che mi potessi dire..» cercò di abbracciarla di nuovo ma lo fermò. Stavano passando delle colleghe.

«Buon giorno Sarah…Signor Malfoy….»

«Buon giorno» «'Giorno»

«La stanno aspettando nell'ufficio del direttore» gli comunicò una di loro.

«Si, vado subito. Grazie»

Aspettarono che se ne furono allontanate poi Draco le chiese «Quando possiamo vederci?»

«Bè ora sono tornata a casa mia…quando ti par…» non la fece finire di parlare che l'afferrò per stamparle un grosso bacio sulle labbra.

«Ci vediamo presto» disse prima di andare.

Aveva completamente cancellato dalla sua mente il lungo periodo senza di lui, le sembrava che non si fossero mai lasciati.

 

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Capitolo 18
*** Chiarimenti ***


Capitolo 17

 

Sarah si stava preparando per una serata con Draco ma scegliere cosa indossare si stava rivelando un'impresa ardua. Per qualche ragione non le piaceva nulla quella sera.

Prese una gonna e la indossò «Ehm…è troppo corta?» chiese a Piuma che la osservava dalla scrivania.

Il gufetto ruotò la testa come suo solito e lei fece per sfilarsi la gonna.

Poi entrò con la testa nell'armadio ed estrasse un’altra gonna a tubino nera alta e una magliettina bianca molto carina.

«Ok, questa è l'ultima volta che mi cambio» disse di nuovo a Piuma che ovviamente non poteva capirla. 

Andò in bagno e ne uscì quindici minuti dopo, truccata e pettinata.

I capelli li lasciò neri con due ciocche blu nei lati tirati su in uno chignon.

«Ora dobbiamo decidere le scarpe...» non appena finì questa frase un suono di un' esplosione arrivò alle loro orecchie. 

«Oddio che è successo?» a Sarah le batteva forte il cuore. Piuma prese a volare in circolo sopra la sua testa terrorizzato.

Estrasse la bacchetta e si ripararò dietro alle pareti «Elle! Corri presto!» la piccola Elfa si materializzò al suo fianco in un baleno «C'è qualcuno nel nostro giardino padroncina!»

Avevano messo molti incantesimi trappola intorno alla villetta e forse era giunto il momento di testarli.

Cercò di sbirciare dalla finestra e riuscì a vedere una testa bionda «Ma quello è Draco!» 

«Il Signor Malfoy?» disse Elle spaventata

«Sta duellando contro qualcuno….accidenti non riesco a vedere bene da qui» cercò di sporsi dalla finestra ma non si vedeva molto, stavano nel vialetto davanti all'ingresso.

«Scendiamo!»

Corsero per le scale di marmo bianco più in fretta che poterono, Sarah era scalza e il marmo freddo sotto i piedi le fece venire i brividi. Spalancò la porta con un gesto del polso e si ritrovarono al centro del duello. 

Alla loro sinistra c'era Draco pronto a contrattaccare, e alla loro destra…Andres. 

«Che state facendo?» urlò. Il suo cuore stava battendo all’impazzata. Era tutta colpa sua.

Lo sguardo di Sarah cadde su un albero di ciliegio, era a pezzi. Quel forte rumore di esplosione probabilmente era dovuto al fatto che uno dei due aveva colpito l'albero.

E' tutta colpa mia. Uno dei preziosi alberi di mia madre è morto.

Lasciò cadere la bacchetta e camminò nel terreno a piedi nudi verso il ceppo bruciato «Sarah…» disse Draco.

«Basta così Signori!» Esclamò Elle furiosa «Andate a combattere da un'altra parte, per noi questi ciliegi sono molto importanti»

Aveva appoggiato una mano sul tronco mozzato «Scusami…mamma» sussurrò.

«Abbiamo un vecchio conto in sospeso» rispose Andres.

«Non hai speranze contro di me, ti consiglio di andare via!» disse Draco.

Sarah si voltò e vide Andres andare a passo svelto verso Draco con la bacchetta abbassata. Lo prese per il colletto della giacca e l'ultima cosa che vide prima che si smaterializzassero fu il sorriso malefico di Draco rivolto al suo nemico.

«Noo!» urlò al nulla. 

Il suo cervello si mise in moto e cercò una soluzione. Dove potevano essere andati? Come fermali? Che intenzioni avevano?

Stette lì ferma a rimuginare per molto tempo quando finalmente Sarah si ricordò della moneta.

«Chissà se adesso Draco la tiene con se…» disse ad alta voce. Poi recuperò la bacchetta e disse «Accio moneta!» 

Essa volò dalla finestra della sua stanza ed atterrò direttamente nella sua mano. 

La indossò. L'ultima volta aveva desiderato di trovarlo ed essa cominciò ad indicarle la strada galleggiando nell'aria, quindi cercò di farlo di nuovo chiudendo gli occhi per concentrarsi.

Trova Draco ti prego, trova Draco ti prego, trova Draco….

Aprì gli occhi ma nulla.

Per favore, ti prego, ti scongiuro indicami dov'è Draco, è in pericolo devo salvarlo…

Nulla ancora.

«Accidenti!» la tolse e la gettò per terra furiosa. Passò mezz'ora da quando i due erano spariti e in tutto quel tempo potevano benissimo essere morti entrambi.

Si inginocchiò a terra e portò le mani al viso disperata.

«Riprovi con la moneta» suggerì Elle.

«E' inutile non so come funziona!» 

«Riprovi» la fissò per qualche secondo e poi acconsentì a riprovare.

Raccolse la collana con la mano inumidita dalle lacrime e si attivò all'istante.

«Ooh» si alzò subito in piedi e la fissò. Non indicava in nessun punto, si era limitata a galleggiare in aria e capì che forse l'avrebbe guidata durante la materializzazione come aveva detto Draco in precedenza.

Ci provò.

 

 

****

 

 

Si materializzò in una landa desolata, era quasi buio e non c'era nulla intorno a lei a parte un vecchio albero rinsecchito e montagne in lontananza. La zona era collinare e non c'era traccia né di Draco e né di Andres, perchè la moneta l'aveva condotta lì?

La guardò e vide che era ancora attiva.

Indicami dov'è, pensò.

Sentì che si mosse verso il suo stomaco «Ma cosa…» si girò e capì che stava indicando alle sue spalle.

C'era un promontorio e non riusciva a vedere oltre. Ci andò di corsa pentendosi di non aver indossato delle scarpe, sotto il terreno secco si nascondevano dei rametti spezzati e dei piccoli semi ricoperti di aghi. Arrivata sulla cima guardò dall'altro lato del promontorio e cacciò un urlo. Vide in lontananza due sagome, uno era a terra e un'altro era in piedi con la bacchetta puntata contro il petto di lui.

Corse giù per la collina e urlò «EXPELLIARMUS!» puntando alla mano tesa della sagoma. Era troppo lontana e l'incantesimo non era andato a buon fine, però forse lui, chiunque dei due fosse, si accorse di lei perché lo vide abbassare la bacchetta.

Continuò a correre e finalmente riuscì a distinguere i ragazzi, Andres era a terra disarmato e Draco aveva metà viso ricoperto di sangue.

«Ma siete…» cercò di riprendere fiato e di assestare i battiti del cuore «…due…» entrambi la guardavano stupiti «…IDIOTI!!»

Provava delle emozioni contrastanti, era felice perché erano entrambi vivi e un po ' ammaccati ma allo stesso tempo era furiosa con loro per quello che avevano fatto.

«Come hai fatto a trovarci?» le chiese Andres.

«Sono io che faccio le domande qui! Che diavolo avete fatto?» 

«Non guardare me! Mi sono solo difeso…» rispose Draco

«Perchè non mi hai detto che era lui con cui sei andata a letto?» Andres la fissava ignorando completamente tutto il contesto in cui si trovavano in quel momento.

Sarah non riuscì a rispondere.

«Basta smettiamola» disse Draco.

«Curatevi…stupidi» Sarah incrociò le braccia adirata. Draco e Andres si curarono da soli dalle ferite e si rimisero uno di fronte all'altro.

«Sarah…» Andres fissava Draco ma c'è l'aveva con lei «…tu non mi hai mai amato vero?»

«Ma che dici? Certo che ti ho amato…» tremava e non riusciva a fare altro.

«Capisco…» Andres fissò il terreno ai suoi piedi «…ha usato il passato...contento? » stavolta non parlava con lei.

«Me l'hai portata via per quasi due anni…dopo che ti avevo detto quello che provavo per lei…eri il mio migliore amico…puoi immaginare come mi sono sentito?» 

«Sai…in fondo al mio cuore sapevo che lei non ti aveva dimenticato...tutto sommato dovevo aspettarmelo..».

«Come vogliamo sistemare la questione?» disse Draco.

«Non c'è nulla da sistemare…tu hai vinto ed io ho perso…sapevo di trovare te alla sua porta, volevo solo la conferma»

«Siamo pari dunque» 

Andres annuì.

«Tornerete amici?» suggerì Sarah senza crederci nemmeno un secondo.

«No.» rispose subito Andres.

«Non ancora, per ora ci limiteremo ad essere colleghi»

«Si, solo colleghi»

Si sentiva tremendamente in colpa per tutto ciò e non seppe che dire.

«Io torno a casa» Andres alzò la mano in segno di saluto e guardandola negli occhi, si smaterializzò. Un'istante dopo Sarah scoppiò a piangere.

«Piccola è tutto finito…» Draco si avvicinò e l'abbracciò ma non smise di piangere.

«Io…io…sono una persona orribile…» disse singhiozzando.

«Cosa? Perchè dici così?»

«Ho rovinato la vostra amicizia…e ho tradito Andres»

«No, ascolta» la prese per le spalle e la scosse «Andres doveva tirarsi indietro quando ha saputo che eri Sarah. Lui sapeva di te, io gli avevo parlato della ragazza dai capelli blu di cui mi ero innamorato…è una questione tra di noi»

La cosa non la rincuorò molto però smise di piangere «Ora andiamo a casa, qui fa paura» era diventato buio pesto e si trovavano nel nulla.

«Vieni alzati..» 

«Ahi..» si era ferita ai piedi ma non se ne accorse fino a quel momento.

«Venire fin qui senza scarpe…che stramboide» la prese in braccio e si smaterializzò.

 

****

 

«Padroncina! E’ ferita?» esclamò Elle appena la vide.

«Tutto bene, ora il medimago qui presente mi guarirà» disse sorridendo. Draco la mise sul divano e con un semplice gesto della bacchetta rimarginò tutti i tagli che aveva sotto i piedi.

Non lo aveva mai visto così. Sembrava felice per davvero. 

Elle preparò la cena e mangiarono lì tutti insieme. Draco rimase sorpreso nel vedere Elle mangiare al tavolo insieme a loro «Al Manor Malfoy una cosa del genere sarebbe inammissibile» commentò lui senza far capire a Elle che stesse parlando di lei.

«A te crea qualche problema?» chiese lei.

«Nessuno. E’ solo strano, tutto qui» rispose lui riprendendo a mangiare.

«Comunque...» Sarah si pulì la bocca «Ho un favore da chiederti»

«Dimmi» ebbe tutta la sua attenzione.

«Mi aiuteresti a cercare un appartamento a Londra? Ci metto troppo a venire a lavoro da qui»

«Puoi venire a vivere da me» disse lui normalmente.

«Stiamo insieme da una settimana….» fece lei sorpresa.

Lui rise e posò la forchetta «Andiamo Sarah, davvero hai bisogno di tempo per conoscermi?»

«Non è per questo...» si rese conto di aver detto una stupidaggine.

«Il mio appartamento è di fronte al San Mungo lo sai. Ho una stanza libera da quando Andres è andato via...quindi a te la scelta» sorrise e riprese le posate.

«La fai facile tu» incrociò le mani al petto «Già sparlano abbastanza di noi in ospedale, immagina se scoprono che subito dopo che ho lasciato Andres sono venuta a vivere da te»

Draco rise di nuovo «Da quando ti importa ciò che dicono di noi?»

Stavolta si fece seria «Draco...non voglio che Andres soffra ancora di più.»

«Lo avevo capito» rispose anch’egli serio «Ma ho in mente una cosa, per cui se puoi aspetta a trasferirti»

Sarah lo fissò per un pò cercando di capire cosa avesse in mente ma dovette arrendersi «Ok...»

 

Dopo cena...

 

«Vuoi rimanere qui per la notte?» disse Sarah senza malizia.

«Speravo che me lo chiedessi…» la baciò intensamente per un bel pò, poi andarono al piano superiore in camera da letto.

Era tutt'altra cosa fare l'amore senza preoccupazioni. Tra sospiri e baci lasciavano spazio anche a qualche sorriso.

«Ti amo..»

«Anche io..»

 

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Capitolo 19
*** La magie de la Tour Eiffel ***


Capitolo 18

 

Il 5 Giugno all'Ospedale San Mungo c'era molto da fare. Sarah per quel giorno era la capo reparto e quindi dirigeva tutti gli altri colleghi in servizio.

«Mary, la 202 ha bisogno di una pozione rigenerante!»

«Vado subito Sarah!»

«Bene io vado dalla paziente nuova» indossò un paio di guanti in pelle di drago come specificava la cartella clinica e bussò alla porta col numero 210 «E' permesso? Sono Sarah, la sua medimaga per il suo periodo di permanenza qui al San Mungo» 

«Salve» La paziente era una ragazza che aveva all'incirca la sua età, indossava una camicia da notte bianca di seta. Era seduta di spalle sul bordo del letto ed aveva sia le gambe che le braccia bendate, ma la cosa che la colpì fu il suo pallore spettrale. Era bianca sia di pelle che di capelli, probabilmente era albina. Sarah le fece il giro intorno per trovarsi di faccia e lei non appena la vide esclamò «Ci conosciamo, non è vero?»

La guardò bene e notò che anche le ciglia e le sopracciglia erano bianche come i capelli, ed aveva gli occhi azzurro chiaro quasi come i suoi. Però non ricordava di averla mai vista prima d'ora, d'altronde non era così facile da dimenticare una persona dall'aspetto come il suo.

«Forse mi confondi con qualcun altro…» prese la bacchetta e fece comparire la cartella per rileggerla cominciando dalla prima pagina che corrispondeva all'anno 2001. Era scritto in francese.

 

Nome: Sconosciuto.

Età: circa 21 anni. 

Luogo di nascita: Sconosciuto.

Maledizione: Ignota.

Sintomi: Produce fiamme dalla pelle,Perdita della memoria.

Terapia: Ignota, in Ricerca. 

 

Non le era nuova questa dicitura e si ricordò di lei. Guardò le firme dei medimaghi che si erano presi cura di lei in quell'anno e figurava anche quella della sua insegnante. All'epoca era completamente bendata dalla testa ai piedi e nella stanza quasi non si poteva respirare dal calore che emanava. Girò le pagine fino ad arrivare all'anno in corso, cioè 2004.

 

Nome: Lisa Corbin.

Età: 25 anni. 

Luogo di nascita: Sconosciuto.

Maledizione: Variante sconosciuta del fuoco maledetto chiamato Ardemonio.

Sintomi: Produce fiamme dalla pelle delle braccia e dalle gambe, miglioramento parziale. Memoria non ancora recuperata.

Terapia: Pozioni a base di scaglie di Opaleye degli Antipodi. In ricerca una terapia definitiva.

 

Guardò la firma del Medimago di riferimento per quel caso e vide che era di Draco. Lui si era specializzato in Lesioni da incantesimo ed era davvero bravissimo.

«Forse ho capito chi sei, tu sei stata al San Camill di Parigi?» chiese per conferma.

«Si…tu sei quella della pozione» aveva un'espressione stanca, quasi indifferente. In fondo la capiva, aveva vissuto in ospedale per tutto quel tempo.

«Si! Ti ricordi ancora di me? Eppure sono passati quasi quattro anni…»

«Io ricordo tutto da dopo l'incidente»

«Ma qui hanno segnato il tuo nome…»

«E' quello che mi hanno dato i maghi che mi stanno studiando, non ricordo il mio nome vero»

«Capisco, scusami….»

Lisa alzò le braccia verso di lei «Cominciamo da queste?»

«S-si…certo» fece comparire il materiale per cambiare le bende e si mise all'opera. Si chinò e cominciò a togliere quelle vecchie partendo dalle mani e si accorse che rispetto a quattro anni prima il fuoco era decisamente più poco, adesso riusciva ad intravedere lo strato di pelle sotto le lingue di fuoco.

«Il medimago che si occuperà di te è molto famoso in questo paese» cercò di rompere il ghiaccio.

«Così ho sentito dire…» 

«Cos'è, non ti fidi di lui?» disse scherzando

«Mmm…sono stata visitata dai migliori medimaghi di tutti i paesi…fino ad ora sono stati in grado solo di limitare la maledizione agli arti»

«Meglio di niente non trovi? Rispetto all'ultima volta almeno adesso posso vederti in faccia!» decise di continuare a sorridere e a scherzare, voleva strapparle un sorriso almeno.

«Questo si…ops scusa» aveva appoggiato per sbaglio la mano sul copriletto ed esso prese fuoco istantaneamente.

«Aguamenti» disse prontamente Sarah «Tranquilla, è facile che succeda» l'odore di bruciato le stava dando fastidio alle narici.

«Fatto!» disse appena finì di medicare le braccia «Ora distenditi così facciamo le gambe» si mise dritta di botto ed ebbe un leggero capogiro. Con un gesto della bacchetta spalancò le finestre, quella puzza non accennava ad andare via.

«Cos'hai, non stai bene?» le chiese Lisa.

«No, è solo la puzza di bruciato mi sta dando fastidio, per questo ho aperto un pò» 

«Ok»

Toc.Toc.

«Avanti» 

La porta si aprì ed entrò Draco seguito da altri colleghi «Buongiorno Signorina Corbin, vedo che siamo arrivati giusto in tempo» disse sorridendo guardando Sarah che si apprestava a medicare le gambe.

«Vuole che le lascio scoperte?» non seppe perché gli diede del Lei, ma la cosa era divertente.

«Si, così le diamo un'occhiata, guarda anche tu» disse a lei ed ai colleghi.

Si misero tutti intorno al letto e Draco cominciò:

«Indubbiamente qui ci sono segni di Ardemonio» indicò le caviglie «Ma qui in alto il fuoco è diverso, avvicinate una mano»

Sarah li sentì borbottare mentre Lisa aveva un espressione dubbiosa. Sentì anche lei la differenza che c’era in quelle strane fiamme, si stupì di non averlo notato mentre la medicava. Sembrava essere di una consistenza diversa.

«Per ora la pozione fa da tampone, dobbiamo trovare una soluzione definitiva» disse un uomo sulla cinquantina.

«Che suggerite?» chiese un'altro. Intanto Draco con la magia tolse le bende anche dalle braccia per osservarle meglio.

«Una contromaledizione sarebbe abbastanza scontata e l'autore di ciò avrà pensato anche a quello…»

«Perchè non fate parlare il biondino, lui sembra sappia cosa fare» li interruppe Lisa vagamente annoiata.

Sarah guardò Draco e lo vide sorpreso dalla sua affermazione, i colleghi lo fissavano aspettando una risposta «Io pensavo ad un sigillo, in realtà»

«Vuoi bloccarle il fuoco dentro? E' da pazzi!» esclamò uno degli anziani.

«Il nostro lavoro consiste nel guarire, non nel nascondere Signor Malfoy…non lo avrà mica dimenticato?» disse un’altro.

«Io sono convinto che un sigillo faccia al caso nostro…Non ne hai mai sentito parlare Lisa?»

«Un Medimago in Italia ne aveva parlato…ma disse che doveva essere fatto in maniera perfetta per non danneggiarmi…quindi si tirò indietro»

«Come immaginavo…» i colleghi borbottavano indispettiti. 

Sarah prese la bacchetta e fece alcuni incantesimi per analizzare quella parte sul braccio che sembrava avere un fuoco diverso.

«Signorina Moreau, cosa sta facendo?» chiese Draco con un mezzo sorriso.

«Ho capito.» rispose al sorriso «Anche io credo che ci sia bisogno di un sigillo»

Gli anziani non la presero sul serio e quindi Draco parlò «…quindi nessuno a parte me e la medimaga qui presente ha notato che ci sono i resti di un sigillo spezzato sul braccio sinistro?»

«Cosa?»

«Dove?» 

Si avvicinarono tutti al braccio teso di Lisa e sussurrarono degli incantesimi sottovoce come aveva fatto Sarah muovendo la bacchetta dalle punte delle dita fino alla spalla.

«Quindi il fuoco maledetto era già dentro di te, qualcuno ha rotto il sigillo e ti sei ritrovata così, probabilmente lo shock e l'impatto magico ti ha fatto perdere la memoria»

Lisa rimase visibilmente di stucco.

«Lo hai capito…solo guardandomi?» 

«Ho visto sulla cartella che tutti i miei colleghi si sono concentrati solo su come rimuovere la maledizione , e secondo me prima di pensare a ciò, bisogna capire come è stata applicata. Per questo ho cercato tracce di un impatto da incantesimo o sigilli. Il tuo è sul braccio sinistro.»

Sarah non riuscì a trattenere un sorriso. In passato avrebbe trascurato tutti questi particolari e si sarebbe incentrato sulla maledizione, come aveva detto giustamente lui. Stava cominciando a pensare che forse il titolo di miglior medimago del paese non gli era stato affibbiato solo per il suo cognome.

«Giovani d'oggi! Avete la testa più fresca!» esclamò un uomo con la barba bianca. Gli altri risero.

«Dunque Signor Malfoy…come intende procedere con la Signorina Corbin?» continuò.

Draco guardò per un pò Lisa negli occhi e poi parlò «La dimetto»

«Roba da matti…» «Ma sentitelo»

«Silenziò!» esclamò l'uomo con la barba «E' la giusta decisione»

«Come?» «Ma perchè?» gli altri si stavano innervosendo.

«Qualcuno di voi ha la forza necessaria per creare un nuovo sigillo?» chiese Draco.

Nessuno rispose.

«Quindi Lisa, ti procureremo degli accessori adatti per coprire le braccia e le gambe che durino di più delle bende, e sarai libera.»

Le si illuminarono gli occhi.

«Vivi la tua vita e cerca di recuperare la memoria. Per guarire del tutto dovrai cercare il mago che ti ha apposto il vecchio sigillo»

Fece comparire la cartella e firmò la dimissione.

«Questo è quanto….Sarah continua pure»

«Certo..» 

Draco precedette tutti ed in fila uscirono dalla stanza. Lisa rimase immobile nel letto a fissare il nulla.

Con un colpo di bacchetta le rimise apposto le bende delle braccia e con le gambe fu molto più veloce anche perché non si mise a chiacchierare.

«Lisa stai bene?» le chiese vedendo che non parlava.

«Si, riflettevo soltanto» rispose serenamente.

«Bene, ho finito ti lascio sola. Se hai bisogno di qualcosa chiamami pure» l'aiutò a mettersi seduta e lei annuì con la testa.

Uscì da quella stanza e si imbattè in Andres sbattendogli addosso «Oh scusa, ciao»

«Ciao…tutto bene?» chiese gentilmente tenendole le spalle.

«Si…a te?» si tolse i guanti di pelle di drago e li fece evanescere.

«Abbastanza bene…hai medicato la nuova paziente?»

«Si»

«Sicura di stare bene Sarah?» Andres la guardava strano.

«Certo…come mai me lo richiedi?»

«Sei pallida come un fantasma»

«Forse è perché ho mangiato poco a colazione…ma sto bene grazie!» in realtà aveva mangiato abbastanza, forse era stato il piccolo capogiro di prima a farla sbiancare.

«Allora si, forse è per questo…cerca di mangiare di più prima di venire a lavoro» Andres era tornato quello di un tempo, gentile e premuroso. Era contenta che dopo qualche mese si fosse un po ' rasserenato.

«Grazie per il consiglio…ciao!»

«Sarah scusami se ti disturbo…» Marie si avvicinò un po avvilita «Il paziente della 205 chiede di te…non vuole che lo tocco»

«Ah si…so io come prenderlo…tranquilla ci penso io, tu finisci il giro da questa parte» disse indicandole il corridoio alla sua destra.

Quella sarebbe stata una lunga giornata.

 

****

 

«Sei pronta Sarah?» Draco la stava aspettando nel suo salotto in giacca e cravatta. Quella sera sarebbero andati a cena fuori in un bel ristorante di lusso perché era il compleanno di Draco.

«Si eccomi!» aveva voluto indossare di nuovo il vestito che le avevano regalato i genitori di Draco.

Entrò in salotto e Draco si alzò dal divano per andarle incontro «Sei sexy in quell'abito…»  la squadrò dalla testa ai piedi con un sorrisetto malizioso e la baciò sulle labbra rosse sussurrandole «Non vedo l'ora di togliertelo…»

«Prima andiamo…prima torniamo…» sorrisero entrambi. Draco le porse il suo braccio e lei ci intrecciò il suo braccio sparendo nel nulla.

 

Si materializzarono a Parigi, in centro. C'erano molti babbani in giro e Sarah si meravigliò che Draco avesse scelto un posto così perché lui li odiava.

«Parigi babbana…» disse meravigliata.

«Contenta?» L'aveva scelta per lei dunque.

«Si…ma è il tuo compleanno…andiamo dove piace a te» 

«Qui va bene…andiamo a cena lassù» disse indicando la Torre Eiffel.

«Cosa? Sulla Torre Eiffel? Cibo babbano?» aveva sempre sognato di andare a mangiare in un ristorante babbano, ma mai avrebbe mai immaginato che potesse accadere sul serio.

«Se non vuoi cerchiamo un altro posto…»

«No, qui è perfetto!» disse entusiasta. I babbani consideravano quel posto il più romantico del mondo ed era curiosa di scoprire se era vero.

«Bene andiamo» passeggiarono nei giardini fino ad arrivare all'entrata della torre di ferro dove c'era un ascensore di vetro trasparente. Fortunatamente c'erano solo due babbani, un uomo e una donna vestiti anch'essi eleganti lì dentro «Come fa a muoversi senza magia?» le sussurrò Draco.

«Non lo so…non è bellissimo però? I babbani riescono a fare delle cose che noi riusciamo a fare solo con la magia» voleva provare a fargli cambiare la considerazione che aveva di loro.

«Sono stupidi…fanno una fatica di anni per creare delle cose che si possono fare anche con un semplice incantesimo in due minuti» come non detto.

«Se…lasciamo perdere….guarda che panorama!» stavano salendo sempre più in alto e si riusciva a vedere tutta la città illuminata.

L'ascensore si fermò al secondo livello e ne entrarono altri babbani. Uno di loro puzzava di alcool ed aveva urtato Draco «Désolé beau jeune homme, vous avez pas froissé veste?» 

Sarah tradusse mentalmente "Scusa bel giovanotto, ti ho mica stropicciato la giacca?" «Non, ne vous inquiétez pas» No, stia tranquillo, rispose al posto suo. 

«Che ha detto?» chiese Draco.

«Niente di importante»

L'uomo prese a fissarla «C'est hot chick vous êtes ... vous voulez venir avec moi?» Tradusse di nuovo mentalmente "Che bella pollastrella che sei...vuoi venire insieme a me?"

«Si elle ne va pas maintenant mon copain ici va faire très mal…» "Se non se ne va subito il mio fidanzato qui le farà molto male…" disse con un'aria di sfida.

L'uomo si intrufolò tra le persone e si mise davanti all'apertura delle porte, il più lontano possibile da Draco.

«Che gli hai detto?» 

«Che sei un assassino pluriomicida»

Risero di gusto «E ci ha creduto?»

«A quanto pare si…eccoci siamo arrivati» erano al piano più alto e vennero accolti da una ragazza in divisa.

«Bienvenue Madame et Messieurs»

Li fecero accomodare ad un tavolo posizionato fuori un terrazzino, in privato «Wow Draco…quanto ti sarà costato?» 

«Non molto, tranquilla» 

C'era una brezza leggera e si stava benissimo, prima di mettersi a sedere si avvicinò alla balaustra di ferro per osservare le persone che passeggiavano metri più sotto «Come siamo in alto!»

«Ti piace?» l'abbracciò da dietro, che bella sensazione, pensò, l'avevo dimenticata.

«Si, molto…grazie per avermi portata qui» girò la testa e lo baciò.

«Su forza, scegliamo le portate, ho una fame da lupi! Mi hai fatto aspettare troppo per prepararti» disse Draco.

«Tsk!» Si accomodarono e quasi subito li raggiunse un cameriere che, ovviamente, parlava in francese.

«Desiderate un tipo champagne in particolare Signori?»

«Si, il migliore che avete, grazie» rispose Sarah.

«Lo porto subito» rispose gentilmente facendo un piccolo inchino. Appena si fu allontanato Draco esclamò «Potresti tradurre per me? Grazie.»

«Ho solo ordinato uno champagne per festeggiare…vuoi che ti traduca tutto?»

«Oui, moi demoiselle»

Risero entrambi all'accento inglese di Draco.

«Dillo di nuovo!»

Continuarono a ridere e a scherzare quasi per tutta la cena ma fu al dessert che si stancarono un pò.

«Aaaaah che abbuffata! E' tutto squisito, non trovi?» Dal cibo babbano si sarebbe aspettata molto meno e invece dovette ricredersi. Mangiarono ostriche e champagne, bouillabaisse alla marsigliese, filetti d'anatra, creme brulée e Sarah chiese anche dei macarons.

«Mmm…si…ma è anche tutto semplice» commentò Draco.

«Non ti accontenti mai…» rispose degustando il suo ultimo macaron al pistacchio.

«In effetti hai ragione…» si alzò sistemandosi la giacca e prese la sua mano «…basta mangiare, vieni qui» la trascinò fino alla balaustra per godersi un pò il panorama.

«E' arrivato il momento di darti il tuo regalo» disse Sarah approfittando del momento.

«Pensavo che me lo avresti dato più tardi…non qui davanti a tutti…» disse lui maliziosamente sussurrandogli nell’orecchio.

«Scemo» prese dalla borsa una busta scarlatta e gliela porse «Buon compleanno Mon amour»

«Oh…cos'è…» se la rigirò tra le mani e poi, deciso, strappò la carta «Due biglietti per la finale della Coppa del Mondo di Quidditch! Grande!»

«Sapevo che volevi andarci ma non hai fatto in tempo al botteghino…» Alan lo aveva visto in fila andarsene a mani vuote, mentre lui aveva comprato dei biglietti in più e li aveva rivenduti a Sarah.

«…e come fai a saperlo?» chiese incerto.

«Segreto» gli sorrise e lo baciò. 

Stettero lì abbracciati teneramente per molto tempo, fino a quando Draco ruppe il silenzio «Sai, pensavo ad una cosa»

«Che cosa?»

«Ti andrebbe di sposarmi…un giorno?»

 

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Capitolo 20
*** Proposta ***


Capitolo 19

 

Il cuore di Sarah ebbe un’accelerata improvvisa. 

Le aveva appena chiesto di sposarlo? Sposare Draco? Stare per sempre insieme a lui? Insieme al suo primo vero amore?

«D-dici sul serio?»

Le venne in mente che lui si era già sposato una volta, si sposò con Astoria sotto ricatto architettato da Daphne, sua sorella.

«Certo» disse sorridendo. Sarah arrossì violentemente e trattenne a stento l'impulso di trasfigurare i capelli, si era resa conto che non era una domanda da fare in quella situazione.

«Scusa…» sussurrò guardandosi le mani dall'imbarazzo. Cosa doveva fare? Era una vera proposta di matrimonio. 

Il suo cuore batteva forte e per un momento si immaginò insieme a lui in una bellissima casa come una vera coppia felice. 

«Stai bene?» Draco rise di lei che era diventata rossa come un pomodoro. 

«Io…» fu la prima cosa che le venne in mente di dire «Aspetta…dammi un pò di tempo» dall'emozione non riuscì a controllarsi questa volta e i capelli le diventarono rossi.

Lo guardò per un attimo negli occhi e vide un velo di tristezza, poi come se fosse tornato improvvisamente alla realtà, scattò come un fulmine, allargò la giacca e l'abbracciò nascondendola con essa. 

«Grazie..» sussurrò Sarah col viso sul suo petto «Scusa non volevo…» erano tra i babbani, sperava che nessuno l'avesse vista trasfigurarsi.

«Non devi scusarti…» aveva un grande sorriso «…aspetterò…ti amo»

Solo lui riusciva a farla arrossire in quel modo incontrollato «Ti amo» affondò il viso sul suo petto.

La strinse ancora più forte e le diede un bacio sulla fronte «Puoi fare una cosa per me?»

«Si, dimmi..» avrebbe voluto fermare il tempo in quell'abbraccio.

«Metti la mano tasca interna della giacca…» lui la teneva ancora nascosta nonostante i capelli le fossero tornati di un colore normale per i babbani.

«Ok..» fece scorrere le dita sulla fodera ricamata cercando la tasca e la trovò quasi subito visto che conteneva qualcosa di quadrato e solido «Ma cos' è…» fece scivolare le dita all'interno e ne estrasse una piccola scatolina argentata. 

E' un…

«Aprilo, è per te» 

La scatolina d'argento era tutta intagliata con motivi floreali e le tremavano un po ' le mani mentre rimuoveva il coperchio.

…anello!

«Oh mio Dio» lo richiuse subito, come se fosse rimasta accecata. Non poteva crederci «Draco…»

«Non ti piace?» chiese incerto dalla sua reazione.

«No…» il cuore le batteva all'impazzata impedendole di ragionare.

«Lo posso cambiare…» disse dispiaciuto e fece per riprendersi il contenitore ma Sarah lo tirò verso di sé.

«No! Non hai capito…mi piace…è solo che…troppe emozioni!»

«Ehi…rilassati…» le sorrise «Prendilo. Se te lo vedrò al dito un giorno capirò che mi hai detto Si»

Sarah sorrise «D'accordo…» gli diede un bacio sulle labbra poi lui disse «Che ne dici di andare a casa? Ci stanno guardando tutti»

Si sporse di lato ed, effettivamente, avevano tutti gli occhi puntati addosso. Arrossì di nuovo.

«Si, andiamo via prima che il Ministero ci sbatte ad Azkaban per aver svelato il nostro mondo…»

 

****

 

«Sarah sei proprio un caso perso! Ma come! Lo hai sempre amato e gli dici che vuoi aspettare?»

Era a casa di Sam e, come al solito, le stava facendo una ramanzina. Sarah continuava a rigirarsi la scatolina tra le mani mentre lei continuava a parlare alle pareti del suo modo di essere così noioso.

«Ma che ti passa nella testa? Hai quasi 25 anni vuoi mettere la testa a posto o no? Non pensavo che tra di noi saresti stata l'ultima a sposarti…»

«Eh?» alzò la testa e per la prima volta quel giorno le diede attenzione.

«Non lo sai? Lucy si sposa il mese prossimo…pare che quel Gary l'abbia messa incinta»

«Oddio, no, non lo sapevo! E tu che ne sai? Sei rimasta in contatto con lei?» Era più di un anno che non riceveva una sua lettera, e di conseguenza anche lei smise di scriverle.

«Me lo ha detto mia madre…si sono incontrate in un negozio a Parigi e le ha visto…» fece un gesto con le braccia sulla pancia, per indicare il rigonfiamento di una donna incinta.

«Wow…»

«Chissà che aspetto avrà il bambino…lui non era una gran bellezza…»

«Sam! Non si dice, stai parlando di un bambino!»

«Ok, ok…» 

La casa di Sam era un appartamento abbastanza spazioso nella periferia di Marsiglia , la mobilia era, per la maggior parte, di legno grezzo. Era evidente che Alan ci aveva lavorato su, alcune ante portavano incisi delle rune e dei draghi stilizzati e su alcune mensole penzolavano degli attrezzi che Sarah non aveva mai visto, sembravano delle frecce o arpioni. Non si poteva dire però che mancava il tocco femminile, Sam aveva esposto la sua collezione di bambole di porcellana in una vetrina nel salone e le tende e tutta la tappezzeria era di un rosa chiaro con dei ricami bianchi.

«Quindi…» continuò Sam «…hai intenzione di farlo aspettare ancora?»

«Solo qualche giorno…è un passo importante…e poi non sono ancora andata a casa sua, dai suoi genitori»

«Ah giusto…non sei ancora la sua fidanzata ufficialmente…»

«No…»

«Mica lo fai per Andres? Aspetti a causa sua?» chiese lei con sguardo indagatore.

«No, o meglio, credo di no. Sam! Non lo so perché ho reagito in quel modo! Lo trovo assurdo anche io!»

«Sarà stato un piccolo attacco di panico forse. Dai, non parliamone più. Piuttosto dammi un’idea per stasera, cosa posso cucinare?»

Sarah apprezzò il cambio di discorso nonostante in cuor suo continuava a pensare di aver deluso Draco.

 

****

 

La stanza di Lisa, l'albina misteriosa, era stata occupata da un uomo sulla settantina al quale crescevano dei rametti di legno al posto dei capelli.

«Signore, la prego stia fermo!» Sarah e Mary stavano combattendo da un ora per tenerlo fermo per poterlo visitare.

«Nooo voglio andare a casa! Lasciatemi andare! Mia moglie mi sta aspettando!» 

«Ma ieri lei ha detto che sua moglie è morta!» esclamò Marie. 

Sarah la zittì e poi disse «Spostiamolo al reparto Lesioni cerebrali»

Fece comparire un registro e lo firmò. 

«Bene, chiamo i colleghi del secondo piano per farlo venire a prendere» rispose Mary «Sarah scusami per prima…»

«Devi leggere la cartella clinica prima di aver a che fare con un paziente…la moglie lo ha abbandonato dopo che gli è successo quello che abbiamo visto» disse un po ' seccata.

«Si, hai ragione…scusa»

«Avvisi tu Rachel? Dovrebbe esserci lei al secondo…io devo andare in bagno»

«Si, si, vado subito» la vide sfrecciare verso le scale e lei si nascose nella stanza delle Guaritrici prima che qualche parente la bloccasse per chiedere informazioni che non poteva dare.

Si sedette sul divanetto e si rilassò un pò, fino a quando qualcuno di familiare entrò interrompendo il suo riposo.

«Sapevo di trovarti qui!»

«Ehi Draco…» si alzò malvolentieri e si diedero un bacio di saluto.

«Ho una notizia da darti» le mise le mani sulle spalle, aveva un espressione raggiante.

«Dimmi, che è successo?» chiese incuriosita sorridendo.

«Mi hanno scelto per rappresentare la Gran Bretagna al Congresso dei Medimaghi a Tokyo»

«Cosa? Wooooow» fece un saltello per la felicità. 

Il congresso dei Medimaghi si teneva circa ogni paio di anni ed era il momento in cui si riunivano le menti più brillanti di tutto il mondo. Venivano scelte un paio di persone per ogni paese del mondo e si teneva ogni volta in un paese diverso a rotazione. L’equipe di maghi specializzati in vari rami si riunivano per mettere a punto nuovi metodi di guarigione man mano che la magia avanzava

«Sì, è incredibile…me lo hanno appena riferito» lo sguardo di Draco cambiò improvvisamente facendosi meno sorridente.

Forse capì il motivo «Quando devi partire?»

«Il giorno dopo la finale di Quidditch» le rispose.

«Oh bene, così sabato potremmo andare alla partita!» disse sorridendo di nuovo.

«Si…» il suo sguardo non cambiò.

«Draco…c'è qualcosa che devi dirmi?» Lo vide sospirare leggermente e lasciò andare le braccia lungo i fianchi.

Sarah si preoccupò ed attese che parlasse.

«Il Congresso è famoso per la sua importanza in ambito sperimentale e....per la sua durata. Stiamo ricercando un antidoto per il veleno del Basilisco. Pare che pochi mesi fa ne è stato trovato un altro in Australia e come saprai un'altro è stato trovato ad Hogwarts nel '93 nella Camera dei Segreti. Visto che non è più leggendario ma esiste davvero sono preoccupati.»

«Si…arriva al dunque per favore»

«Per i Medimaghi che vengono da lontano, i Giapponesi hanno pensato di metterci a disposizione un laboratorio enorme a Tokyo stesso, e…»

Capì al volo «Per quanto tempo devi rimanere a Tokyo?»

«…fin quando lo decideranno loro»

«Oh…capisco…» non riuscì a nascondere il suo dispiacere e le vennero le lacrime agli occhi.

«Hey, hey…» l'abbracciò «Non sarò segregato lì…» 

«M-ma non puoi usare ma smaterializzazione da Tokyo, è troppo lontano!» cercò di trattenere le lacrime.

«Forse il Ministero ci metterà a disposizione delle passaporte…non sappiamo ancora nulla»

«Ok…ti aspetterò» fu l'unica cosa da dire.

«Questo volevo sentirti dire» la strinse ancora più forte.

 

****

 

Sabato arrivò in un batter d'occhio, troppo presto. Si sentiva spossata e stanca perché in quei giorni aveva mangiato poco o niente e la tristezza per la partenza di Draco aumentava sempre di più, già sapeva che alla partita non si sarebbe divertita per niente.

La partita cominciava alle quindici ma loro si avviarono a mezzogiorno. Si erano vestiti tutti e due sportivi , lei aveva indossato un jeans ed una polo verde, e lui jeans rigorosamente nero ed una camicia verde scuro con berretto abbinato. Tifavano Irlanda quella sera.

In semifinale l'Inghilterra era stata battuta dalla Russia che ora gareggiava contro l'Irlanda.

«Sei andato a tutte le finali vero?» chiese Sarah. Nella tasca del jeans aveva l'anello che le aveva regalato. Decise di indossarlo prima che lui partisse, per rispondergli Si.

«Quasi a tutte…da quando sono nato ne ho perse 3» rispose Draco guardandosi intorno. Erano arrivati alla passaporta un pò in anticipo.

«Aspetti qualcuno?» chiese scherzando.

«Si, i miei genitori» rispose normalmente.

«Vengono anche i tuoi?» lo sbranò con gli occhi «Perchè non me lo hai detto?»

«Non pensavo fosse un problema…vi conoscete già»

«Si, ma avrei potuto vestirmi meglio! Credevo fossimo andati da soli!» si ricordò che si sarebbero incontrati anche con Alan e Sam più tardi e sicuramente si erano conciati come lei.

«Non credevo ti importassero queste cose…» disse sconcertato.

«Conosco tua madre e tuo padre…il look che hanno e cosa più o meno gli può piacere….e sicuramente una strega vestita da babbana è il peggio che possono vedere» si chiese se facesse in tempo a tornare a casa a cambiarsi.

«Sei bellissima anche così, non ti tormentare per nulla» le diede un pizzicotto sulla guancia che la fece per un secondo arrossire.

«Va bene…ma so che tuo padre mi odierà» lo disse sullo schiocco di una materializzazione e nessuno la sentì.

«Siamo arrivati in tempo tesoro» Lucius Malfoy era imponente nel suo completo nero con tanto di bastone d'argento. I suoi capelli lunghi e bianchi erano riportati dietro la testa e delle rughe gli contornavano gli occhi e la bocca facendolo assomigliare ad un cane da guardia. Sua moglie, invece, bellissima in un abito panna che le arrivava poco sotto le ginocchia, sorrise vedendoli.

Che ore erano? Doveva dire "Buon Giorno" oppure "Buona sera"? 

«Signori Malfoy…felice di rivedervi» La madre di Draco fece uno scattò e si avvicinò per abbracciarla.

«Sarah! Finalmente…era da tanto che aspettavo di rivederti…»

«Si…ehm…mi dispiace non esser venuta prima….io…» non sapeva che dire e Draco lo notò.

«Andiamo?» Draco indicò la passaporta che era un vecchio barile e la prese per mano.

«Siamo gli unici in questa zona? Bene» il padre di Draco le sorrise e Sarah si rilassò, forse Lucius Malfoy era cambiato.

Si chinarono tutti e toccarono il bordo del barile che ora si illuminava a intermittenza scandendo il tempo. Sarah si sentì trascinare dall'ombellico e rivoltare per più volte fino a quando toccò la terra ferma accanto a Draco.

Lo stomaco era sottosopra e le venne da vomitare «Scusatemi un momento» si rese conto che stava stringendo la mano di Draco e la lasciò subito.

Con una mano davanti alla bocca si allontanò di corsa da loro e si nascose dietro un albero rimettendo anche l'anima.

Dopo qualche minuto si riprese e li ritrovò dove li aveva lasciati «Sarah tesoro, stai bene?» chiese Narcissa preoccupata.

Era inutile nascondere che aveva rimesso, era sicura che era pallida in volto «Non molto, ho lo stomaco sottosopra»

«Hai mangiato qualcosa che ti ha fatto male?» chiese Draco preoccupato.

«Forse…» in realtà avevano mangiato insieme, e se lui stava bene era dubbiosa sul fatto che fosse una intossicazione alimentare. Forse l'alimentazione limitata che aveva assunto ultimamente l'aveva debilitata a tal punto da beccarsi un virus.

«Draco riportala a casa…» propose suo padre.

«Si, andiamo…»

«No!» era l'ultimo giorno che poteva stare con lui «Ora sto bene…e voglio vedere la partita» mentì sorridendo.

«Prova a mangiare qualcosa almeno» suggerì Narcissa.

Si guardò intorno e vide che si trovavano in una sorta di campeggio, c'erano dei venditori ambulanti di ogni genere, dai gadget per la partita, agli abiti fino al cibo.

«Si, prendo una ciambella lì» disse indicando un banchetto di dolci, fece per avvicinarsi ma Lucius la precedette ostacolandola col bastone d'argento.

«Permettimi..» disse gentilmente. Poi si rivolse al rivenditore «Me ne dia una…a che gusto Sarah?» 

«Oh…ehm…ciliegia» rispose imbarazzata sentendo il suo nome pronunciato da lui.

«Una a ciliegia per la Signorina, ecco a lei» Lucius pagò e porse il sacchetto a Sarah. 

«Grazie mille Signor Malfoy» disse abbozzando un sorriso.

«Di nulla è un piacere» tornò vicino a sua moglie e si avviarono verso l'entrata dello stadio che Sarah non aveva notato nonostante fosse enorme.

Draco le mise un braccio intorno al fianco e la spinse verso l'ingresso sussurrando «Mangia ti farà bene»

****

 

Verso le diciotto terminò tutto e non riuscirono ad incontrarsi con Sam ed Alan, cosa di cui Sarah era felice. Visto che erano in compagnia dei Malfoy era meglio così. 

L'irlanda aveva perso purtroppo, però si divertirono tutti e anche lei riuscì a dimenticare per un paio di ore che Draco sarebbe partito di li a poco.

Ora si stavano dirigendo verso la passaporta che li avrebbe riportati al punto di partenza ma Draco la tirò indietro, lontano dai suoi genitori.

«Sarah…» le prese il viso tra le mani «come ti senti?» 

Lui aveva ancora il viso arrossato per gli incitamenti alla squadra.

«Adesso bene» lo stomaco le era tornato normale.

«Bene, ora che vai a casa mettiti subito a letto e cerca di dormire»

«Cos'hai sei stanco?» gli disse scherzando maliziosamente.

Lui rise «No, non sono mai stanco per quello…» le fece l'occhiolino e l'abbracciò stretta.

Era un abbraccio strano, troppo stretto per due persone che stavano tornando a casa insieme.

«Sarah…» le sussurrò all'orecchio «…non posso venire a casa con te…»

«Cosa? Che stai dicendo?» si staccò di botto da lui per guardarlo in faccia.

«Parto adesso» il suo sguardo era il più triste che aveva mai visto prima d'ora.

«Come….parti adesso…» 

«Il Ministero ha preparato delle passaporte che partono da qui per tutti i membri del Congresso che sono venuti alla partita»

Non era ancora pronta per questo. 

«Ma dovevi partire domani mattina!» lo disse solo perchè era amareggiata, sapeva che non era colpa sua.

«Mi dispiace»

«Ok! Vattene subito!» si mise le mani davanti al viso e pianse. Voleva che quel momento straziante terminasse il prima possibile.

«Sarah…» Draco la strinse al suo petto circondandola con le sue braccia.

«Non d-dovevi…accettare» disse tra le lacrime.

Draco le baciò la fronte.

Passarono svariati minuti, poi riuscì a ragionare «Impegnati…a t-trovare l'antidoto…così torni a casa» disse disperata nascondendo il viso tra le pieghe della camicia.

«Si, lo farò…» si allontanò di un passo da lei e si chinò per baciarla sulle labbra ormai bagnate di lacrime.

«A presto…ti amo»

«A presto…» lui si voltò e si incamminò verso la direzione opposta alla sua.

Sarah si mise la mano in tasca e quasi come se l'anello avesse capito le sue intenzioni, le si infilò al dito giusto.

«Dracoooo!» urlò infischiandosene di chi potesse sentirla.

Lui si voltò di scatto.

Sarah alzò la mano al cielo mostrandogli l'anello.

«Ti amoooo!» urlò più forte stavolta in modo che potesse capirlo bene.

Lui sorrise e poi fece un gesto che Sarah non dimenticherà mai.

La indicò e poi si toccò il petto all'altezza del cuore come per dire "Tu sei qui"

 

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Capitolo 21
*** Una sorpresa inaspettata ***


 

Capitolo 20 

 

Sarah fu estremamente contenta che Draco volle unirsi ai suoi genitori per la partita. Non appena lo vide scomparire in lontananza si lasciò andare e svenne ma sentì di non essere cozzata contro il terreno, qualcuno l'aveva sorretta.

Si risvegliò al Manor Malfoy in una stanza che non conosceva, probabilmente una delle stanze degli ospiti.

«Sarah finalmente ti sei svegliata!» esclamò Narcissa che era seduta sul bordo del letto accanto a lei.

«C-cosa è successo?» chiese socchiudendo gli occhi alla luce che penetrava dalla finestra.

«Tranquilla, ora è passato, hai solo avuto un mancamento» disse con una voce dolce.

«Quanto tempo sono stata svenuta?» chiese confusa.

«Un paio d'ore, abbiamo chiamato un Medimago…» Narcissa la guardava come si guarda un cucciolo di cane.

«E che ha detto? Che ho?» Vide Narcissa voltarsi e solo in quel momento notò che in fondo alla stanza c'erano due uomini. Lucius e un uomo che non aveva mai visto prima. Aveva circa la stessa età del Signor Malfoy ma i capelli erano brizzolati ai lati e portava dei baffi neri rivolti verso l'alto, l'abbigliamento era dei più stravaganti, aveva un completo giallo canarino.

«Signorina!» l'uomo si avvicinò sorridendo al suo letto «Come si sente?» 

«Oh…bè..io…un pò confusa..» farfugliò. Vedendo che l'uomo dall'aria simpatica non continuava lo incitò «Cosa mi è successo?»

«Deve stare a riposo per i prossimi mesi…visto che è incinta»

Incinta? «Cosa ha detto?» chiese con gli occhi sgranati.

«Dalla sua reazione posso supporre che non ne era a conoscenza…bene! Congratulazioni lei è incinta!» 

Le porse la mano e lei la prese per istinto ma si sentiva come lontana dal mondo. Sentiva il pulsare del cuore nelle orecchie. Guardò Narcissa sperando che fosse uno scherzo ma nessuno gridò "scherzetto!"

«Ma…» com'era stato possibile? Tutte le volte che aveva fatto l'amore con Draco aveva usato le precauzioni. Ma non era il caso di parlare di questo davanti ai Malfoy. 

«Posso parlare un momento con il dottore…in privato?» chiese rivolgendosi a Narcissa che sorrideva.

«Certo…tesoro lasciamola sola per un pò» aggiunse rivolta al marito e portandoselo con lei fuori la porta.

«Cosa vuole sapere?» chiese il medimago stravagante. 

«Io e il mio…fidanzato…» stava per dire "ragazzo" ma ora erano fidanzati ufficialmente «abbiamo sempre usato gli incantesimi di protezione»

«Mmm…» lo vide dubbioso «Dubito che ragazzi della vostra età possano sbagliare un incantesimo così semplice…sicura di averlo usato sempre?»

«Si…ma da quanto tempo…» non riuscì a dire "sono incinta".

«Un paio di mesi o poco più direi…» 

Ora le era tutto chiaro, come se l'ultimo pezzo di puzzle fosse stato messo al suo posto. Quella sera al pub irlandese. 

«Capisco…» si lasciò andare sul cuscino e fissò il soffitto. Come avevano potuto dimenticare gli incantesimi protettivi?

«Aspetti un attimo dottore!» le venne in mente una cosa importantissima, alzò la testa di botto «Il mio ciclo è stato regolare in questi due mesi…e poi…la pancia» istintivamente si portò la mano al ventre ma non era gonfia.

Il medimago rise «Non a tutte le donne sparisce subito il ciclo mestruale…ed inoltre lei è minuta fisicamente e sicuramente la sua prole non sarà da meno…la pancia crescerà a breve si fidi di me»

«E' sicuro vero? Che sono incinta» stavolta riuscì a dirlo ad alta voce.

L'uomo le sorrise «Si, resti a riposo e mangi tanto!» si voltò prendendo il suo cappello a cilindro, che aveva posato su un divano rosso di velluto, e andò alla porta.

«Signori Malfoy, auguri e figli maschi» fece un inchino e lasciò passare Narcissa, che era molto agitata.

«Sarah tesoro, stai bene? Come hai preso la notizia?» le prese la mano.

«Non me ne rendo ancora conto…» Entrò in quel momento anche Lucius, al contrario di Narcissa sembrava felice.

«Allora! C'è da arredare la stanza del bambino! Io direi che questa stanza è perfetta…» Narcissa lo zittì con lo sguardo.

«Lucius, Sarah non ha ancora deciso se tenerlo…» disse in maniera decisa. Vide lo stupore sul viso del Signor Malfoy.

Improvvisamente si trovò gli occhi di entrambi addosso e quella tensione la stava facendo a pezzi.

«Ascoltate…» si stava rimettendo in piedi «…ho bisogno di un pò d'aria…» i due non obbiettarono, lei si rimise le scarpe e uscì lasciandoli inermi nella stanza.

 

«Lucius la decisione è sua»

«Ma anche di nostro figlio non trovi?»

«Nostro figlio non sa ancora niente del bambino, e lei ha il diritto di fare ciò che si sente»

«Accetteresti…accetteresti il fatto che uccida nostro nipote?»

«So che non lo farà, ma diamole il tempo di riflettere»

«Riflettere se uccidere nostro nipote?»

«Lucius! Ha appena scoperto di essere incinta!»

 

Stava passeggiando nel giardino dei Malfoy, sapeva che doveva rimanere lì in quel momento. Non aveva una madre a cui chiedere consiglio su un figlio, la persona che più le si avvicinava era Margaret, ma lei non poteva averne. Narcissa era stata amica intima di sua madre quindi lei era quella più adatta, ed inoltre sarebbe stata la nonna di suo figlio o figlia.

Oddio avrò un bambino

Si guardò le mani che aveva, senza accorgersene, appoggiato sul ventre e vide che tremavano. Si sedette sul muretto della fontana e cercò di fare dei respiri profondi.

Ebbe un tuffo al cuore. Draco era appena partito e chissà quando sarebbe tornato. Doveva dirglielo per gufo? Oppure doveva aspettare per dirglielo a voce?

Ed inoltre, ripensando a quello che aveva detto Narcissa…poteva abortire se voleva.

Abbassò lo sguardo sulla sua pancia e versò una lacrima. 

No, che non poteva.

****

 

Tokyo, Magic General Center

 

«I vostri bauli sono già nei rispettivi alloggi, buona serata» disse un piccolo uomo senza capelli dai tratti tipicamente asiatici.

Dopo aver fatto il check-in furono invitati ad un banchetto d'apertura, in modo che si potessero conoscere tra di loro tutti i partecipanti del Congresso. Draco conobbe la rappresentante della Russia, una donna alta e snella dall'aria severa, il rappresentante del Madagascar, un uomo  molto muscoloso vestito con uno strano completo fatto in pelle di serpente, ed un medimago di cui non capì l'esatta provenienza, ma fu palese che venisse da un posto molto caldo visto che non indossava nulla sulla parte superiore.

Dopo il banchetto ebbero tutti una chiave con su riportato il numero della stanza. A lui capitò la 203. Osservò gli altri e li vide mettersi in fila davanti ad uno specchio e li imitò ma non prima di aver preso qualche spuntino per la notte. Che persone strane i giapponesi. Lo stile della struttura era tutto futuristico, come materiali spiccavano l'acciaio e il vetro, e come colore solo il bianco.

Il soffitto era una trama d'acciaio su cui erano fissati dei pannelli in vetro attraverso cui poteva vedere il cielo stellato, le pareti divisorie non c'erano, era un enorme sala circolare. Probabilmente il giorno successivo avrebbero lavorato lì, perché al posto del banchetto apparvero dei lunghi banconi da lavoro bianchi.

«Allora ragazzo, come si entra?» un uomo anziano e barbuto parlò sopra la sua spalla.

«A quanto pare…» sbirciò il primo della fila «…bisogna attraversare lo specchio con la chiave nella mano…»

«Tsk, che idiozia…» l'anziano si voltò per spettegolare di quel modo assurdo di entrare in stanza.

Draco non era molto in disaccordo. Finalmente toccò a lui e attraversò lo specchio con gli occhi serrati non sapendo che aspettarsi.

Si sentì freddo improvvisamente e aprì gli occhi. Era tutto buio intorno a lui, l'unica cosa che riusciva a vedere era una porta d'acciaio davanti a lui. Era molto a disagio in quella situazione e si trattenne dall'usare la bacchetta quando vide che sulla porta c'era scritto un numero. 203.

Guardò la serratura e la chiave che aveva in mano, e agì.

La sua camera era simile all'arredamento che c'era fuori, tutto bianco e acciaio, e c'era una luce strana che illuminava l'ambiente. Poteva essere la luce del sole al mattino che rifletteva sulle pareti bianche, ma non c'erano finestre. Sapeva che sarebbe morto lì dentro.

Avanzò guardandosi intorno, c'era una libreria, un divano dalla forma strana che sembrava una salsiccia bianca, un letto singolo minuscolo e poi fu sorpreso di trovare un arco che portava in un'altra camera. Il letto qui era una piazza e mezza ed aveva un bagno, quindi non erano stanze singole?

«Accogliente non trovi?»

Draco sobbalzò e la voce rise di lui «Chi è là?» la voce che aveva parlato proveniva da una sagoma incappucciata in un angolo. 

Guardandolo meglio era in accappatoio.

E la voce la conosceva.

«Ma come, non ti ricordi del tuo vecchio amico?» si abbassò il cappuccio e gli mostrò il viso.

«Andres che diavolo ci fai qui!» esclamò.

«Sono il tuo assistente» si tolse l'accappatoio rimanendo come la mamma lo ha fatto.

«E' un'idea del direttore vero?» disse ignorando il fatto che fosse nudo.

«Il fatto di avere un assistente o di aver scelto me?» disse indossando i boxer.

«Entrambi»

«Tutti i medimaghi del congresso hanno il diritto di avere un assistente…potevi lavorare da solo certo, ma il direttore ha pensato che potevo esserti utile»

«Tu? Ah certo come no…a farmi fuori forse» disse ironicamente.

«Ahahah ancora arrabbiato per la storia di Sarah?» 

«Sempre»

Indossò il pigiama e si avvicinò a lui mettendogli una mano sulla spalla «Me l'hai presa, basta così»

Era troppo stanco per ribattere su questa storia e si voltò per tornare nell' altra stanza capendo la planimetria del mini appartamento. La stanza dove si trovava Andres era la camera da letto principale quindi fece dietrofront «Andres! Quella camera spetta a me!» urlò attraversando di nuovo l'arco.

«Dove sta scritto scusa? Sono arrivato prima io» già si era messo a letto.

«Io sono il medimago e tu il mio assistente, quindi fila via nel letto che sta all’ingresso!»

«Cerco come no» gli diede le spalle e sentì un suono familiare da sotto le coperte. Aveva fame. 

«Non hai mangiato vero? Non ti ho visto al banchetto» disse beffandosi.

«Ovvio che no, quei maledetti non ci hanno detto che noi assistente avremmo potuto partecipare al banchetto..»

Estrasse dalla tasca due tramezzini al formaggio e insalata «Ho qui degli squisiti tramezzini…»

Andres si voltò di scatto e lo fissò «Mi vuoi corrompere?»

Draco diede un morso al tramezzino «Mmm…squisito…» e si sentì lo stomaco di Andres brontolare di nuovo.

«Ok vado di là…brutto str…» Andres si alzò strappandogli i tramezzini dalle mani e se ne andò sull'altro letto.

Draco si sistemò soddisfatto di sé e si addormentò quasi subito.

 

****

 

La sala da pranzo dei Malfoy era enorme per tre persone, o meglio tre persone e mezzo.

«Dunque…ho deciso di tenerlo…» annunciò Sarah prima di addentare i manicaretti degli elfi domestici.

Lo sguardo di Narcissa si illuminò e le sorrise mentre quello di Lucius era più di sollievo.

«…Però a Draco voglio dirlo da vicino..» aggiunse.

«Quindi aspetteremo che torni» disse Narcissa.

«Direi di si…sperando che torni presto»

Lucius tossì leggermente come se volesse che le donne gli prestassero attenzione «Potrei…»

«Oh santo cielo Lucius! Si, prepara la stanza!»

 

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Capitolo 22
*** Dolce attesa ***


Capitolo 21 

 

Giappone, Tokio, Laboratorio M.G.C. , 6:00 a.m.

 

I raggi del sole penetravano attraverso il soffitto di vetro e faceva già caldo, nonostante fossero le sei del mattino. Inoltre i vapori che emanavano i trenta calderoni fumanti non miglioravano l'ambiente. Ogni gruppo di ricerca era formato da tre medimaghi più i loro assistenti ma Draco, nel suo gruppo, era l'unico ad averne uno. La sua divisa era zuppa di sudore e continuava a strofinarsi la fronte con la manica del camice, si fermò qualche secondo per prendere una boccata d'aria e notò che i suoi colleghi non se la passavano meglio di lui. Una donna poco distante da lui aveva i capelli ritti in testa ed un'espressione disgustata mentre cercava di schiacciare degli scarafaggi, Andres era concentratissimo sulla fiamma con i suoi ricci grondanti di sudore, poteva contare le goccioline che finivano sul pavimento. 

«Tutto bene?» gli chiese Halina, la donna russa che aveva conosciuto al banchetto. Gli si avvicinò così silenziosamente che non percepì la sua presenza fin quando non parlò.

«Si…a te come va?» Era una bellissima donna senza alcun dubbio, ma aveva qualcosa che spingeva Draco a non darle troppa confidenza.

«Oh tutto male…nel mio gruppo ci sono due idioti» Draco seguì lo sguardo di Halina verso la sua postazione e vide un vecchio che sonnecchiava su una sedia e un ragazzo che aveva circa la sua stessa età con gli occhiali e il viso pieno di brufoli.

«Capisco…» disse.

«Peccato che non possiamo lavorare insieme…» prese a giocherellare con la sua cravatta «…noi due…». 

Il suo sguardo trasudava malizia e Draco si sentì strano, come attratto da lei. Si ritrovò a fissarla negli occhi, così scuri ma limpidi. Lei gli sussurrò qualcosa all'orecchio e gli mise una mano in tasca.

«Etciùùùùùù!» Draco si voltò di scatto a quel suono e fu come essersi risvegliato da un sogno. 

«Già…ora se vuoi scusarmi torno a lavoro…» si accorse che quasi le stava addosso.

«D'accordo…arrivederci…Draco» lei si voltò colpendo il viso di Draco con i capelli, e tornò alla sua postazione ticchettando sul pavimento con i suoi tacchi alti.

Andò anche lui al suo posto e si beccò una clamorosa gomitata da Andres «Ahi!»

«Ci sei quasi caduto!» sussurrò.

«Sei stato tu a starnutire?» gli chiese Draco.

«Certo…mancava un soffio e te la sbattevi sul bancone…eri come ipnotizzato» disse schifato.

«Si…credo sia una mezza veela…» si ricordò che gli aveva messo qualcosa in tasca «Accidenti!» si colpì la fronte, era una chiave.

«Che hai?» chiese preoccupato.

«Nulla…nulla» lasciò ricadere la chiave in fondo alla tasca e si concentrò sul suo lavoro.

Era già un mese che Draco risiedeva al Magic General Center di Tokyo.

 

Inghilterra, Londra, Malfoy Manor, 12:00 a.m.

 

Narcissa era seduta davanti ad una scrivania con in pugno una piuma intinta in inchiostro nero come la pece.

«Scrivi a nostro figlio?» chiese Lucius sbirciando il foglio di pergamena che aveva sua moglie davanti.

«Si…o meglio ci provo…» Narcissa aveva il viso stanco, stressato, mentire a suo figlio era una cosa che detestava fare «E' passato già un mese…» pensò ad alta voce.

«Parlerò con il Direttore, gli chiederò di ritirare Draco dal Congresso…» avrebbe voluto risolvere quella situazione e vedere sua moglie di nuovo felice.

«Non puoi farlo…è una carica importante…e dopotutto Sarah non è in fin di vita…» 

«Si, ma vorrebbe sapere di stare per diventare padre» cercò di insistere.

«Lei ha deciso di dirglielo da vicino…e non le do torto sinceramente» disse sorridendo.

«Mi nascondi qualcosa?» chiese aggrottando le sopracciglia.

«No, è solo che stavo ripensando a quando ti ho detto di Draco…» rise di nuovo e vedendo che lui non capiva continuò «Vedere la tua reazione è stata una cosa impagabile»

Capì e sorrise anche lui ricordando l'evento. 

 

Una giovane e bellissima Narcissa era di fronte a lui in camicia da notte. Si era sentita male durante il sonno e lui rimase fuori la porta del bagno preoccupato e indeciso se portarla in ospedale o meno.

Gli stava sorridendo e aveva le mani appoggiate in grembo.

«Come ti senti?» le chiese accarezzandole il viso.

«Sto bene adesso…mi è passato tutto» rispose dolcemente.

Si rilassò e l'abbracciò.

«Però…potrebbe capitarmi di stare di nuovo male…» disse tra le sue braccia.

«Perchè? Cos'hai?» la guardò negli occhi preoccupandosi di nuovo.

«Aspetto un bambino…» 

Scosse la testa per l'incredulità e lei continuò «…diventerai padre Lucius!»

Passò qualche secondo in cui rimase immobile assorbendo la notizia e passarono giorni alla fine della sua euforia.

 

«Ahahaha e ricordi che mangiasti tutto il burro d'arachidi quella sera?»

«Ahahah si che lo ricordo…» Lucius baciò sua moglie e lei ricambiò con un largo sorriso.

«Sono felice che ci siamo buttati il passato alle spalle..» capì che si riferiva a Lord Voldemort.

«Anche io…e non vedo l'ora che arrivi il nostro nipotino»

«Nipotino? Sarà una femmina!» esclamò decisa.

«Stasera si saprà vero?» chiese alludendo alla festa che aveva organizzato Sarah per sole donne.

«Si, ed è meglio che vada a prepararmi adesso…spedisci tu la lettera tesoro?»

«Certo vai pure»

Attese che sua moglie si chiuse la porta alle spalle, poi prese il foglio di pergamena ed annotò qualcosa in fondo prima di arrotolarlo e portarlo al gufo postino.

 

 

Francia, Villa Moreau, 10:00 p.m.

 

A Villa Moreau le luci erano tutte accese e molte voci femminili provenivano dall'interno.

«Sarah! Siediti qui al centro su!» Sam l'aveva spinta sul divano e lei si lasciò andare su esso ridendo alle battute di Luna.

«…E poi un cucciolo di ricciocorno mi è spuntato dalla borsa all'improvviso e…»

«Oddio Luna e come era finito nella borsa?» chiese Mary, la collega di Sarah.

«Dai basta vediamo Sarah che apre i regali!» le interruppe Margaret.

«Grazie a tutte ma non dovevate…davvero…»

«Non dire così! Per noi è un piacere!» esclamò Lucy col pancione. Il suo sì che era un bel pancione, Sarah un pò si vergognava del suo pancino appena accennato rispetto al suo che era enorme. Nonostante si erano perse di vista per quasi due anni Sarah non ci trovò nulla di strano nell'invitarla per l'annuncio del sesso del suo bambino. 

Al terzo mese di gravidanza le streghe possono usare un incantesimo per scoprire il sesso del nascituro e la tradizione vuole che la mamma scelga una delle donne presenti per praticare l'incantesimo, come una sorta di benedizione. Solitamente vengono scelte le donne che non hanno ancora avuto figli e lei aveva ben chiaro a chi chiedere. Chi praticava l'incantesimo poteva udire la voce del bambino stesso che annunciava il suo sesso.

«Apri prima il mio!» Sam le ficcò in mano un pacchetto argentato e tutti gli occhi si puntarono su di lei.

«Ok…vediamo un pò cos'è…» scartò il regalo e lo mostrò a tutte. Era un biberon molto carino di colore rosso «Prova a metterlo in bocca!» suggerì Sam.

«Io?» chiese tra le risa.

«Certo!» rispose ridendo con gli altri. Sarah acconsentì visto che si stavano divertendo e lo avvicinò alla bocca. Passò qualche secondo che non successe nulla poi improvvisamente si sentì una musica dolce provenire dal biberon.

«Oooooh» esclamarono in coro Narcissa e Margaret «Anche Draco ne aveva uno di quelli…non lo lasciava mai» risero al pensiero di Draco con un biberon canterino.

«Ok ora apri il mio!» disse Lucy indicando un piccolo pacchetto sul tavolino di fronte a lei. Sembrava un libro dalla forma.

Scartò anch'esso e si stupì. Era un diario con la copertina in cuoio su cui erano incise delle frasi "La crescita del mio bambino, Diario di una mamma"

«Su questo puoi scriverci tutte le cose che farai con tuo figlio, in futuro sarà un bel ricordo» disse Lucy.

Sarah si alzò e l'andò ad abbracciare. Le sussurrò all'orecchio «Grazie è meraviglioso»

Aprì gli altri regali. Luna le ragalò un serie di libri per bambini, Marie un peluche a forma di orsetto, Margaret una copertina fatta da lei e da Elle, Narcissa invece le diede una busta. Quando la prese in mano si aspettava che fosse leggera invece sembrava contenere un pezzo di ferro.

«E' la chiave del Manor…ora puoi entrare ed uscire quando vuoi, lo sai che Lucius sta facendo la vostra stanza…»

Rimasero tutti a bocca aperta.

«Signora Malfoy io…»

«Chiamami Narcissa adesso, o Cissy se preferisci» le prese la mano e sorrise.

«Oooh Sarah che fortuna! Mia suocera è una persona infernale!» disse Sam rovinando l'atmosfera.

«Sam! Sccch!» la rimproverò Lucy.

«Io…non so che dire…grazie di tutto…» arrossì ed aggiunse «…Cissy…» ebbe un tuffo al cuore dicendo quel nome ad alta voce.

 

Elisabeth era inginocchiata davanti al camino e la piccola Sarah stava giocherellando accanto a lei «Ehi Cissy! Che bello rivederti…»

Sarah si voltò per vedere con chi stesse parlando e vide un viso nel fuoco.

«Ti disturbo? Oh c'è anche la piccolina…ciao bella!» Sarah agitò la manina per salutare il fuoco.

«Non disturbi mai…»

 

Le vennero le lacrime agli occhi a quel ricordo che credeva aver rimosso. 

«Sarah stai bene?» le chiese Narcissa che era ancora di fronte a lei.

«Si,si..mi sono solo emozionata» disse strofinandosi gli occhi.

«Aaaah gli ormoni ahahahah» disse Lucy «Ti capisco bene» risero tutte di nuovo.

«Mi fate sentire esclusa!…anche io voglio un bambino!» esclamò Sam all'improvviso.

«Dovresti dirlo a tuo marito…» disse Margaret.

«Ho paura che dica di no» si confessò.

«Ci dovresti provare almeno…» disse Sarah ma fu interrotta.

«E' mezzanotte!» annunciò Elle.

Si zittirono tutte, era il momento dell'incantesimo e Sarah doveva dire chi l'avrebbe fatto.

«Allora…siete pronte?» 

«Si!» risposero in coro.

Attese qualche secondo per ripensarci bene. Voleva scegliere Margaret perchè lei non era riuscita ad avere un figlio, e forse le avrebbe fatto piacere annunciare il sesso del suo. Però, dopo ciò che aveva detto Sam…

Guardò per un'attimo Margaret e la vide sorridente. Il suo viso aveva delle rughe come il viso di Narcissa ma erano bellissime.

«Samantha!» disse tutto d'un fiato.

Si girarono tutte verso di lei e la videro sussultare.

«Vuoi che sia io? Sei seria?»

«Certo che sono seria!» Sarah si spostò al centro della stanza e tirò a se Sam «Non aver paura»

«E se sbagliassi l'incantesimo? Non sono brava in questo…lo sai Sarah…»

«Panico da palcoscenico Sam?» la burlò Lucy.

Sarah si mise di fronte a Sam e attese che lei fosse pronta. Rimasero tutte in silenzio mentre la videro estrarre la bacchetta e rivolgerla verso il ventre di Sarah.

Sam fece un respiro profondo e cominciò:

«Sed hic in lucem curiosa omnes amant te dic mihi si marem sive feminam pro vobis loquar»

Passarono dei minuti nella quale il cuore di Sarah batteva all'impazzata, e quasi riusciva a sentire anche i cuori delle altre. Il viso di Sam era concentratissimo ed attendeva di sapere. 

L'espressione di Sam finalmente cambiò e sorrise «E' una bambina»

«Siii!» «E' una di noi!» Sarah si lasciò andare e sorrise agli applausi e agli abbracci. Elle le abbracciava la gamba.

«Sai già che nome darle?» chiese Luna.

Ci rifletté su un secondo e decise quasi subito «Si…ma dovrò comunque sentire Draco prima…»

«Dai dillo!» la incitò Sam e vide che anche le altre attendevano.

«Elisabeth Malfoy» 

«Non credo che Draco avrà da ridire…è un bellissimo nome» disse Narcissa.

«E se me lo permetti…mi piacerebbe darle come secondo nome Narcissa…in fondo eri la migliore amica di mia madre…e sei sua nonna» Narcissa si portò le mani alla bocca e le sgorgarono le lacrime.

Le aveva dato del tu per la prima volta ed un pò si era sentita a disagio però lo aveva chiesto lei «Non piangere! Altrimenti fai piangere anche me!»

«No, no…non piangiamo nessuna delle due» si asciugò con un fazzoletto e ripresero i festeggiamenti fino a tardi.

 

 Giappone, Tokyo, Stanza 203 , 3:00 a.m.

 

Draco era nel mondo dei sogni già da parecchio ma fu interrotto da un rumore all'ingresso. Si svegliò di soprassalto e andò a controllare.

«Scusa Draco…non volevo far casino…» parlò un Andres spettinato e mezzo nudo.

«Non mi dire…hai preso la chiave dalla mia tasca?» disse con un ghigno.

«Si…tanto tu non l'avresti usata…vero?» aveva uno sguardo indagatore.

«Certo che no…ma non pensavo che volessi usarla tu…non mi sembrava il tuo tipo» 

«Ma l'hai vista? E' il tipo di tutti! Anche se è rimasta un pò delusa quando mi ha visto entrare…»

«Ovvio si aspettava me» disse andando al frigorifero per bere un po' d'acqua.

«…non è rimasta dispiaciuta dopo però….anzi…non voleva farmene andare via…»

«E perché sei tornato scusa? Rimanevi da lei…per sempre»

«Perché dovevo portarti questa…e poi ho un altro appuntamento per domani sera…» gli porse una lettera.

«Come l'hai avuta? Non è possibile che sia arrivata per via gufo…» disse Draco stupito.

«In realtà si, è arrivata via gufo…ma è un gufo che viaggia per metropolvere…»

Non ascoltò il continuo perché cominciò a leggere la lettera.

 

Caro Draco,

Ci manchi moltissimo, soprattutto a me e a Sarah. Quando sei partito ha avuto un piccolo collasso ma ora sta bene e non vede l'ora di rivederti.

Qui al Manor va tutto bene, tuo padre ha cominciato a coltivare un nuovo hobby ed è diventato un pò sereno anche grazie a Sarah. Passiamo molto tempo insieme, la invito spesso a pranzo o a cena e ci divertiamo. 

Spero che anche a te le cose vadano bene,

Con amore, mamma.

 

P.s. C'è una notizia importante che dobbiamo darti, cerca di venire il prima possibile. Lucius

 

Arrotolò di nuovo la lettera e la conservò nel comodino affianco al letto. Cos'era la notizia importante che doveva dargli suo padre?

Si riaddormentò tra mille dubbi con in mente il viso di Sarah.

 

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Capitolo 23
*** La rivelazione di Andres ***


Capitolo 22 - La rivelazione di Andres

 

Andres spariva tutte le notti e Draco litigava con gli organizzatori  tutti i giorni per poter tornare a casa almeno per un giorno ma non ci fu nulla da fare.

«Il regolamento è chiaro, fin quando le ricerche non arriveranno ad un punto di svolta i membri del Congresso devono rimanere qui»

«Ma sono passati 5 mesi! Sono 5 mesi che non vedo la mia famiglia…» insistette Draco.

Spinti da Draco anche gli altri membri cominciarono a lamentarsi «Io non vedo mia figlia da 5 mesi!» «Io ho mio padre malato!» 

«Silenzio!» il direttore modificò la sua voce per farsi sentire da tutti «Visto il malcontento generale, concedo sei ore di visita al nostro Centro ai vostri cari…MA…» il direttore guardò ognuno negli occhi e si soffermò su quelli di Draco «…Ma dopo mi aspetto da tutti voi un impegno maggiore per questa ricerca…»

«Si! Grazie non la deluderemo!» esclamò un uomo. Draco non era soddisfatto del tutto, aveva conquistato solo sei ore.

 

«Dai Draco non fare quella faccia!» disse Andres fastidiosamente allegro già a colazione.

«Sei ore soltanto capisci?»

«Si ma almeno tuo padre ha tutto il tempo di dirti quello che deve dirti…» azzannò un toast.

Dopo tutto quel tempo erano tornati ad essere quelli di un tempo e Draco gli aveva confidato della lettera ricevuta.

«Certo lo so…ma riuscire a vedere Sarah per poi salutarla subito…»

«E' orribile, ti capisco»

Draco lo fissò «Sei meno fastidioso quando fai sesso con qualcuno»

«Scccccch!» Andres parve sconvolto dalla sua affermazione.

«Che c'è?» lo vide ingoiare il boccone e guardarsi intorno. 

«Ti devo parlare di una cosa…andiamo in stanza» disse titubante. Draco incuriosito prese un paio di toast e lo seguì.

Arrivati in stanza Draco si sedette sul divano e mangiò i suoi toast mentre Andres si aggirava nervoso nella stanza.

«Allora? Parli o no? Altrimenti vado in laboratorio a passare il mio tempo in maniera più intelligente» 

«Ok…ma ho bisogno che mi prometti una cosa» disse Andres imbarazzato.

«Cosa?» 

«Tutto quello che ti dirò dovrà rimanere tra noi due. In questa stanza»

«Ok…giuro» disse serio. Posò anche i tramezzini.

«Giura su Sarah» colpito dal fatto che avesse capito che Sarah era la persona più importante ci pensò su.

«Giuro su Sarah che non dirò a nessuno quello che ora mi dirai» giurò ancora più incuriosito da quello che gli stava per dire.

«Sai quello che si dice di Haline…» Cominciò lui.

«No…che si dice di lei?» Da quando era lì non faceva altro che studiare e lavorare in laboratorio, non era interessato a fare gruppetto o a fare gossip con gli altri.

«Bhè…insomma…che non è…non è proprio una Lei…»

Draco sgranò gli occhi «Che mi vuoi dire?»

Arrossì «Credo…credo di essere bisex»

Non disse nulla. Rimase li a fissarlo senza nessuna espressione «Ah…ed io che pensavo fosse una mezza veela. Come ha fatto a incantarmi quella volta?» ci pensò incuriosito. Andres si portò le mani nei capelli e si sedette sul suo letto come se fosse dispiaciuto.

«No, quella volta con te aveva usato un incantesimo...»

«Oddio…» Draco si rese conto di una cosa.

«Lo so, ora ti faccio schifo…» disse con tono arrendevole.

«No…» spalancò gli occhi «Non so nulla sugli incantesimi d’amore!»

Andres lo guardò per un momento e poi scoppiò a ridere «Dopo quello che ti ho detto ti preoccupi del fatto che non conosci qualche incantesimo?»

«Ovvio…devo procurarmi un libro» Andres rise di nuovo.

«Quindi…non ti importa che io…cioè che mi piacciono anche i transgender*

«Perchè dovrebbero interessarmi i tuoi gusti? Mi basta che non ti innamori di me» disse semplicemente.

«Tranquillo, ti odio troppo per potermi innamorare di te…e poi c'è Sarah…»

«A proposito, nemmeno a lei vuoi che lo dica giusto?» 

«No…non sono ancora pronto per dirlo a tutti…le parlerò io quando sarà il momento»

«Perché hai deciso di dirlo proprio a me?»

«C'è qualcun altro qui?»

Non potè replicare. Si guardarono per un pò, poi Draco disse «Sei sicuro che non è solo perché siamo qui “in gabbia”?»

«No...il fatto è che mi sono innamorato di lei come persona e quindi...come dire...»

«Qualunque genere sia non ti interessa» finì la frase per lui.

«Esatto. Da questo suppongo di essere bisex...»

«Che ti importa di doverti etichettare, se ti piace va bene così...comunque muoviti, prendi gli appunti e torniamo in laboratorio…» disse guardando l'orologio.

«Non puoi darmi ordini!» esclamò Andres indignato «Soprattutto dopo un discorso così serio non puoi uscirtene così»

«L'essere gay non implica che non sei più mio assistente» disse con un ghigno.

Lo guardò male e raccolse i suoi appunti dalla scrivania «Non sono gay, mi piacciono sempre le donne…» 

«…con qualcosa in più…ahahah» terminò Draco. 

Uscirono e si diressero al laboratorio con un sottofondo di insulti da parte di Andres.

«A lavoro!»

 

****

 

Sarah si trovava al Manor, come succedeva spesso in quel periodo, e stava per vedere la stanza di sua figlia finita. Il fatto di portare in grembo una nuova vita la faceva sentire speciale, molto speciale. Non aveva mai immaginato la sua vita da mamma ed ora che stava accandendo ne era felice, soprattutto perché era figlia sua e di Draco. Il lavoro per lei era passato in secondo piano, ora desiderava soltanto vivere con l'uomo che amava e sposarsi con lui il più presto possibile. 

Le mancava da morire. 

«Sarah ti avviso, troverai qualcosa che sarebbe stato più adatto ad un bambino…» disse Narcissa riportandola alla realtà prima di aprire la porta. Era al primo piano, sullo stesso corridoio in cui c'era la camera da letto di Draco, qualche porta più avanti.

Lucius guardò un pò male sua moglie ma Sarah sapeva che lui aveva acquistato delle cose prima di sapere il sesso del bambino e che desiderava avere un nipotino maschio.

«Pronta?» le chiese la donna sorridendo.

«Si» aveva in mano dei bustoni con tutte le cose che le avevano regalato e che aveva acquistato lei stessa, come scarpine, vestitini, pannolini e cose del genere. Visto che avrebbero vissuto lì per i primi tempi voleva cominciare a sistemarsi per bene ora che aveva tempo libero. Era al settimo mese, quindi fu costretta ad andare in maternità e a stare a riposo.

Narcissa aprì la porta e la spinse dentro. 

La cosa che la colpì subito fu la luce che c'era in quella stanza, luminosissima e calda. Era delle dimensioni come la camera di Draco ma non aveva la suddivisione anticamera/camera ma tutto un solo ambiente. Il letto a baldacchino era identico a quello che conosceva, suppose che fosse standard in tutte le camere, solo che le tende erano bianche invece che verde e argento stile Serpeverde, e le pareti erano tappezzate con parati dai colori chiari. Accanto al letto c'era una culletta che sembrava una cascata di merletti e tulle stile vittoriano come tutto il resto, invece, alla sua sinistra c'era un grande comò color legno chiaro con dei motivi graziosi intagliati in pendant con l'armadio e sulla parete sovrastante uno specchio con una cornice dorata. Divanetti color panna e giocattoli erano sparsi per il resto della stanza che sembrava vuota ma era un'illusione data dalla grandezza della stanza stessa.

«Wow» disse soltanto. Ci avrebbe potuto vivere tranquillamente per il resto della sua vita in quella stanza.

«Ti piace?» chiese Lucius.

«Si…è…est magnifique!»  disse sorridendogli e lui parve apprezzare.

Notò che alcuni dei giocattoli erano prettamente maschili come treni o scope volanti in miniatura e vide un angolo di stoffa verde che spuntava da un cassetto del comò.

«E questo?» chiese divertita estraendo l'oggetto. Era un pigiamino verde con il davanti ricamato, diceva "Sanctimonia Vincet Semper".

«E' quello di cui ti parlavo prima…» rispose scherzando.

Il motto significava "La purezza conquisterà sempre" e le vennero i brividi al pensiero di mettere quella cosa addosso a un bambino. La posò nel cassetto e aggiunse le sue cose.

«E' davvero bellissima, complimenti Signor Malfoy» gli disse mentre posava i vestitini nei cassetti.

«Se noti che manca qualcosa…basta dirmelo» si voltò sorridendo e uscì dalla stanza lasciando le due donne da sole. Narcissa chiuse bene la porta e poi si rivolse a lei «Sicura che ti piace? Possiamo cambiare tutto se vuoi…»

«No, davvero….mi piace molto…e poi anche se fosse non resteremo qui per sempre» si rese conto troppo tardi di aver detto qualcosa che non doveva.

Narcissa si fece improvvisamente seria.

«Non fraintendermi, a me piace stare qui con voi…solo che…» non seppe continuare.

«Capisco, vuoi una casa tutta tua»

«Un giorno…si» affermò mordendosi la lingua.

Narcissa sorrise di nuovo «Vado dagli elfi a chiedere di prepararci qualcosa…dopo raggiungici in salotto» notò che diventò un tantino fredda nel dire quelle parole.

Sospirò dopo che Narcissa si fu chiusa la porta alle spalle, questa non ci voleva. Aprì gli altri cassetti per riporre pannolini e gli oggetti da bagno come piccoli accappatoi dopo di che si lasciò andare sul letto di traverso a braccia aperte.

Si stancava subito. La sua pancia non era enorme, la considerava giusta visto che era minuta, però riusciva a percepire un piccolo peso in più al suo corpo.

Chiuse gli occhi e sospirò di nuovo «…Draco quando torni?…» la familiare sensazione in fondo allo stomaco la fece quasi piangere.

Si tirò su e si strofinò gli occhi, non doveva piangere. Decise di andare a scusarsi con Narcissa quando improvvisamente se la vide venire incontro appena fuori la porta della camera.

«Sarah!» era agitata ed aveva un leggero fiatone.

«Che è successo?» chiese preoccupata.

«E' appena arrivata questa» le porse una busta bianca, era una lettera da parte di Draco?

Non aspettò oltre e la prese, notò che non aveva indirizzi, era completamente bianca. L'aprì e ne estrasse un cartoncino dall'aria formale stile invito ad un matrimonio. 

 

 

Non poteva crederci «Aaaaah» urlò di gioia e saltellò.

«Sarah! Calma non devi stancarti!» Narcissa la guardò interrogativa e lei non riuscì a smettere di sorridere.

Le prese le mani e la guardò negli occhi «Possiamo andare a trovare Draco dopo domani!» 

Vide crescere un sorriso sul suo viso ed illuminarsi gli occhi, si portò la mano sulla bocca ed emise un gemito. Sarah guardandola si commosse e iniziò a vedere sfocato a causa delle lacrime che le inondavano gli occhi. Le due donne si abbracciarono strette e Sarah capì che tra di loro era tutto a posto.

Andarono a dare la buona notizia a Lucius che non mostrò nessuna emozione, ma sapevano che dentro di lui ne era felice.

«Sono curioso di vedere la sua faccia quando gli dirai di Elisabeth» disse sorridendo.

«Anche io tesoro» Narcissa si mise al suo fianco e suo marito la cinse con un braccio. Che bella coppia che erano!

«Non penso ci sia bisogno di dirglielo…ahahah» disse toccandosi la pancia.

Anche gli altri due risero.

«Potrebbe pensare che sei solo ingrassata però…»

«Che dici Lucius! Si vede che porta in grembo un figlio!» si staccò da lui come indignata.

Sarah rise «Se dovesse accadere…dovrebbero cacciarlo dall'ordine dei medici però….»

Risero tutti e tre alla battuta e al pensiero che presto avrebbero rivisto Draco.

 

 

 

 

*Andres in questo capitolo è confuso, riscoprirsi innamorato di una donna transgender negli anni 90-00 (anni in cui è ambientata questa scena) gli fa credere di essere di essere bisex oppure gay. In realtà lui è un personaggio Pansessuale, terminologia poco usata in quel periodo, che ho deciso di approfondire in questo trafiletto. Vi riporto il link con approfondimenti a riguardo: 

La pansessualità (dall'aggettivo greco πας, πάσα, παν, "tutto") è un orientamento sessuale che comporta l'attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso un individuo senza dare importanza al suo sesso e al suo genere.[1][2][3][4] Essendo quindi un’attrazione indipendente da questi due fattori, le persone pansessuali possono essere attratte da persone di genere maschile, di genere femminile e di genere non-binario, senza alcuna distinzione e preferenza.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pansessualit%C3%A0

 

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Capitolo 24
*** Open Day ***


Capitolo 23 - Open Day

 

 

La mattina del 20 si svegliò al Manor di buon ora perché non vedeva l'ora di rivedere Draco. Andò al bagno che era uguale a quello che aveva lui nelle sue stanze, enorme e con una vasca in muratura a livello del pavimento che sembrava una piscina, dove vi si immerse.

La prima cosa che fece fu accarezzarsi il pancione, era una cosa che le veniva istintivo fare ogni tanto, poi parlò «Sai tesoro, oggi conoscerai il tuo papà» e come risposta la sentì scalciare.

Sorrise tra sé e sé immaginando che avesse capito poi cercò di rilassarsi rimanendo a galla distesa sul pelo d'acqua ma ci restò per poco. L'eccitazione era troppa.

Fece un paio di vasche avanti e indietro poi decise di uscire e cominciare a pensare a cosa indossare. Fece non poca fatica a risalire poi si asciugò e si mise di fronte allo specchio per osservarsi, lo faceva tutte le mattine per rendersi conto della crescita di Elisabeth.

I fianchi le si erano un po ' allargati perché era un pò ingrassata naturalmente, e la pelle intorno alla pancia era tesissima. Per fortuna però Narcissa le aveva insegnato una pozione anti-smagliature che aveva usato anche lei quando era incinta di Draco.

«E' davvero miracolosa! Sarah usala mi raccomando, spargila anche sul seno e sui fianchi!»

Prese la pozione che aveva precedentemente preparato in un piccolo calderone e se la sparse sul corpo partendo dal seno, aumentato di una taglia circa, sui fianchi e sulla pancia.

«Ecco fatto!» disse al suo riflesso. Si mise la vestaglia e andò all'armadio per decidere cosa mettere.

Sapeva che in Giappone l'estate era molto più afosa e umida rispetto all'Inghilterra quindi optò per un vestitino premaman rosa in chiffon, era leggero cadeva molto morbido così da mostrare solo un accenno delle sue nuove forme.

Andò in sala da pranzo al piano di sotto per la colazione immaginando di essere sola, ma Lucius era già lì.

«Buon giorno Signor Malfoy» disse sorridendogli.

«Buon Giorno Sarah…mattiniera oggi?» Stava leggendo la Gazzetta del Profeta e non aveva per niente l'aspetto di una persona appena sveglia. Effettivamente non aveva mai visto i Signori Malfoy in disordine ma sempre elegantissimi e attivi.

«Si…sono emozionata» rispose arrossendo leggermente.

Lui rise e disse «Capisco…devo ammettere che anche io sono un pò…curioso…di vedere la faccia di Draco» fece una piccola pausa per sorseggiare il suo caffè «Anche se in realtà già ho avuto modo di vederla»

«In che senso?» non capì a cosa si riferisse.

«No, nulla. E' acqua passata» rispose scuotendo il capo.

«Su! Voglio saperlo adesso!» lo incitò sorridendo.

«Bhè...Diedi io la notizia a Draco di Astoria all'epoca…era a dir poco sconvolto» disse ridendo.

Ebbe un tuffo al cuore ricordandosi di quel periodo «…immagino…»

«Ma questa volta è del tutto diverso!» Esclamò forse pentendosi di quello che aveva detto.

Sarah lo intuì dal fatto che si agitò non poco facendo cadere la tazzina.

Non riuscì a contenersi «Secondo lei...potrebbe aver paura di diventare padre?»

«No, no!»

Furono interrotti da Narcissa «Buongiorno Sarah! Lucius…» Indossava una veste rossa da strega in cotone leggero ed aveva acconciato i capelli in una treccia laterale.

«Buongiorno Cissy…» le rispose ma lei fissava Lucius.

«Di che stavate discutendo?» chiese con un aria minacciosa.

«Stavo appunto per dire a Sarah che secondo me Draco sarà felicissimo dell'arrivo della bambina...sono consapevole di aver causato molti dispiaceri a mio figlio in passato e di avergli procurato non poco dolore…» si rigirò verso di lei «…ed ora sono più che convinto che sarà felice di essere riuscito a costruire una famiglia con te»

Non seppe mai se lo disse per far felice sua moglie o lo pensasse davvero.

 

****

 

«Draco non vedo l'ora di rivederla!» esclamò Andres in mensa.

«Chi?» chiese addentando un cornetto.

«Come "chi?",  Sarah!» esclamò sorridendo di nuovo.

«E come mai non vedresti l'ora di rivederla?» disse bloccando la masticazione.

«E' pur sempre la mia ex…e poi siamo rimasti amici» rispose lui come fosse una normale conversazione da fare quel giorno su quell'argomento in particolare.

«Mi stai cominciando ad andare sui nervi..»

«Puoi dire quello che vuoi, anche a me è mancata!» lo disse tranquillissimo e questo lo urtò.

«Lei viene per me, non te lo dimenticare…in più non sa nemmeno che tu sei qui» disse riflettendoci su.

«Come non lo sa? Non le hai parlato di me nelle tue lettere?» lasciò andare anche lui la colazione.

«Le mie lettere? In tutto questo tempo mi è stata concessa una sola lettera…e poi…perchè avrei dovuto sprecarla per dirgli di te?»

«Accidenti, però…» disse deluso.

«Appena la vedo le dirò che sei gay» gli disse per ripicca.

«Non ti azzardare a dirle una cosa del genere! Ti ho detto che non sono gay! E poi…di quella cosa…gliene parlerò io!»

«Pensa a Helina e lascia perdere Sarah….» Andres gli tirò addosso un vassoio di biscotti ormai vuoto.

«Piuttosto che pensare a Sarah…» continuò pulendosi i pantaloni dalle briciole «…chi hai invitato oggi?»

«Mia madre…forse viene anche mia sorella Carmen dalla Spagna..»

«Coooosaaa?» questa non ci voleva.

«C'è qualche problema?» chiese Andres.

«Non ricordi l'ultima volta che è venuta a trovarti a casa nostra un paio di anni fa?» fece un'espressione meravigliata.

«Si, ma dai, ora è cresciuta!»

«Appunto! Digli di starmi alla larga…»

Lui rise «Hai paura che ti salti addosso?»

«L'ultima volta ha fatto più di saltarmi addosso…»

«Non mi dirai che…te la portasti a letto?» aveva gli occhi sbarrati.

«Ti correggo…lei portò me…»

«Ma aveva solo 18 anni!» esclamò sconvolto Andres.

«E' tua sorella non la mia…se non sai quello che fa con i ragazzi non è un mio problema»

«Perchè non me lo hai mai detto!?»

«Tu non me lo hai mai chiesto!»

«Oddio che scena orribile…povera sorellina…»

«Povera sorellina? Non voleva nemmeno che facessi una pausa tra una…»

«Basta! non voglio sentire più nulla…»

 

 

Due anni e mezzo prima, nell'appartamento condiviso con Andres…

 

«Ciao Andres, torna presto!» lo salutò sua sorella.

«Non temere, un paio d'ore e sono di nuovo qui» disse prima di richiudersi la porta alle spalle.

Carmen si voltò verso di lui con uno sguardo malizioso.

«Cosa…c'è?» le chiese supponendo di conoscere la risposta.

Gli si avvicinò con passo felino «Mi fai vedere la tua camera da letto?»

Le sorrise accogliendo l'invito «Non perdi tempo tu…»

Lo afferrò per la cravatta e lo trascinò nella camera da letto riempiendolo di baci.

«Hey, hey…vacci piano» le disse mentre cercava di strappargli la camicia. Se la ragazza voleva qualcosa da lui, perchè non darglielo?

La assecondò e fecero sesso sfrenato per più di un'ora.

«Draco sei stato magnifico..» gli disse Carmen che ora giaceva accanto a lui nuda sotto un lenzuolo bianco.

«Grazie…» si sentiva sfinito…

 

 

«Comunque…» tornò serio « non voglio che Sarah sappia di lei…»

«Questo sarebbe un ottimo modo per vendicarmi di te lo sai?» certo che lo sapeva.

«Cosa vuoi in cambio per tenere tua sorella lontana da me?»

«Oh…domanda interessante…» sorrise maliziosamente «Avrei in mente qualcosa…»

«Spara» disse rassegnato.

«Nel caso trovassi tu l'antidoto…voglio il mio nome accanto al tuo»

Acconsentì con un leggero disprezzo.

 

****

 

I Malfoy e Sarah erano al Ministero della Magia pronti a partire. Il cuore di Sarah era a mille e sentiva Elisabeth che si agitava nel suo ventre.

«Prego Signori, entrate uno alla volta» disse il guardiano della metropolvere.

«Cara vuoi andare tu per prima?» chiese Lucius a sua moglie porgendole la mano.

«Certo» la donna si chinò per entrare nel caminetto e gettò una manciata di polvere ai suoi piedi senza dire nulla. Una fiamma verde l'avvolse e sparì. Probabilmente l'avevano fatto in modo che portasse direttamente "alla base segreta"

«Sarah tocca a te» Lucius le porse la mano come fece con sua moglie e l'aiutò ad entrare.

«Prendi» il guardiano le porse la ciotola e presa una manciata di polvere magica. Non appena la gettò a terra il viso di Lucius sparì e fu trascinata in un vortice nero dove i sensi non si distinguevano più.

Si ritrovò in un vialetto in giardino o un campo, non seppe distinguere bene il posto perché non lo aveva mai visto prima. Narcissa spuntò davanti a lei e le porse un braccio per tenersi.

«Come ti senti?» le chiese.

«Un pò stordita…ma dove siamo?» si guardò intorno e vide di fronte a sé un edificio maestoso e in stile futuristico, le travi in acciaio erano a vista e le pareti di vetro.

«Un posto…insolito direi» disse Lucius che era appena comparso dietro di lei.

«Molto insolito» affermò sua moglie.

Non le interessava del posto. Dov'era Draco?

 

****

 

«Hola mamá me alegro de verte!» esclamò Andres rivedendo sua madre.

«Hola querida cómo estás?» la donna era visibilmente emozionata di rivedere suo figlio e Draco fece due passi indietro per lasciarli soli.

La sala d'ingresso era affollata, continuava a guardarsi intorno alla ricerca dei suoi genitori e di Sarah ma non li vide da nessuna parte.

Erano le due in punto quindi supponendo che fossero arrivati puntuali in metropolvere dovevano essere lì. Decise di disturbare la mamma di Andres.

«Salve Signora! Mi chiamo Draco sono un amico di Andres!» le porse la mano sperando che capisse l'inglese e lei la strinse.

«Piacere di conoscerti» rispose lei. Era una bella donna, capelli ricci e mossi come il figlio e la pelle olivastra. Sembrava molto più giovane di sua madre.

«Posso chiederle da che parte è arrivata? Vorrei andare a cercare i miei…»

«Si, da quella parte…c'è una metropolvere lì fuori...»

«Corri Draco!» lo incitò Andres. Non se lo fece dire due volte.

Camminò facendosi largo tra la folla ed uscì all'aperto respirando l'aria afosa del Giappone, quanto gli mancava la sua Inghilterra. Ovunque si girasse c'erano persone felici ed emozionate che si abbracciavano.

«Draco!» si sentì chiamare improvvisamente alla sua destra e vide in lontananza tre sagome che si sbracciavano per salutarlo.

Gli si allargò un enorme sorriso sul viso e prese a camminare a passo svelto verso di loro.

Sua madre era vestita di rosso, spiccava contro il cielo azzurro mentre suo padre era vestito di nero come al solito. Sarah era dietro di loro sembrava che non riuscisse a tenere il passo con gli altri due.

«Mamma! Papà!» Finalmente li aveva raggiunti. Sua madre subito gli si buttò al collo.

«Tesoro! Ci sei mancato tanto! Ma che hai fatto con questi capelli? Sembri un vagabondo!» Effettivamente non ci aveva pensato a darsi una sistemata ai capelli, gli si erano allungati di parecchio.

Strinse la mano a suo padre a finalmente i suoi occhi si posarono su Sarah.

 

****

 

Lo aveva visto! Era appena uscito dall'edificio «Draco!» urlò alzando le braccia. Narcissa e Lucius la imitarono e lui ricambiò.

Il cuore di Sarah martellò nel petto e si sentì quasi subito il respiro affannoso nonostante stesse solo camminando a passo svelto. Voleva abbracciarlo per prima ma Narcissa riusciva a camminare più veloce.

Si avvicinava sempre di più, com'era bello! Indossava una camicia bianca con il collo sbottonato in modo che riuscì a intravedere parte del suo petto e i capelli gli ricadevano sul viso un po ' scompigliati. Draco la guardò per un attimo negli occhi ma fu preso d'assalto da sua madre.

Ormai Sarah non ci sentiva più, sentiva il suo cuore che batteva talmente forte da coprire tutti i suoni circostanti. Lui strinse la mano a suo padre e finalmente toccò a lei.

«Draco…» sussurrò, quasi in lacrime dalla felicità.

Lui fece uno scatto in avanti e le prese il viso tra le mani per poi darle un lungo bacio sulle labbra. Non riuscì a trattenere le lacrime e non appena lui si staccò lei fece altrettanto e lo baciò di nuovo. Le sue labbra…nessuno poteva dire quanto le erano mancate.

Elisabeth le diede un calcio che la riportò alla realtà «Draco…» gli sorrise «…devo parlarti di una cosa…»

«Dammi solo un secondo ok?» le disse accarezzandole i capelli.

Lo guardò interrogativa e lui si voltò verso suo padre «Dimmi che era questa la cosa importante ti prego!»

Lucius fece un mezzo sorriso «Era questa»

Si voltò di nuovo verso Sarah e si inginocchiò improvvisamente.

«Ciao…penso di essere il tuo papà» disse al pancione di Sarah.

 

****

 

Sarah era bellissima, più di prima. I capelli li aveva tutti neri e indossava un vestitino rosa chiaro…ma la cosa che lo colpì fu il suo corpo.

Era incinta. La prima cosa che fece fu di baciarla, non vedeva l'ora da tempo.

La notizia importante di cui parlava suo padre doveva essere sicuramente quella! Finalmente qualcosa di positivo!

Era la seconda volta che qualcuno gli dava questa notizia ma solo ora si rese conto di quanto dovesse essere bello riceverla dalla persona che si ama. Provò a staccarsi da lei per contemplarla meglio ma lei lo afferrò per il viso e lo baciò di nuovo. Però se ci fosse dell'altro? Forse suo padre stava male?

«Draco…devo parlarti di una cosa..» gli disse Sarah sorridendo. Credeva che non avesse capito?

«Dammi solo un secondo ok?» si voltò verso suo padre sperando che avesse ragione «Dimmi che era questa la cosa importante ti prego!»

«Era questa» le parole magiche, si sentì leggero come una piuma.

Si inginocchiò e parlò al ventre di Sarah «Ciao…penso di essere il tuo papà» appoggiò delicatamente una mano sul pancione e riuscì quasi a percepire un piedino. O forse era solo frutto della sua immaginazione.

«Pensi? Lei è tua figlia!» esclamò Sarah asciugandosi le lacrime.

Una bambina? Aveva sentito bene? «E' una femmina?» era emozionatissimo.

«Draco…ti presento Elisabeth Narcissa Malfoy» alzò lo sguardo a sentire il nome per guardare Sarah negli occhi. Aveva usato i nomi delle loro madri.

«Ovviamente per il nome…se non ti piace possiamo discuterne…»

«E' un bellissimo nome» riuscì a dire soltanto.

Si voltò verso i suoi genitori, in particolare verso sua mamma «Perché non mi hai scritto di ciò?»

«E' colpa mia…volevo dirtelo da vicino…in realtà speravo che tornassi presto…» si intromise Sarah.

«Figliolo credimi…è stata dura non dirti niente…ma qualcuno si è fatto sfuggire qualcosa a quanto ho capito!» Narcissa si voltò verso suo marito e lo guardò male.

«Gli ho solo detto di tornare presto perchè avevamo una notizia da dargli»

«Si ma non ho potuto fare nulla se non guadagnare queste 6 ore» prese la mano di Sarah e la strinse forte.

«Tesoro noi andiamo a farci un giro…avete tante cose da raccontarvi...ci rivediamo dentro ok? E non far stancare Sarah!» disse Narcissa prima di trascinarsi Lucius verso la struttura.

Rimasero soli e improvvisamente Sarah lo abbracciò «Mi sei mancato da morire!»

«Anche tu piccola mia» le disse stringendola a se. Avrebbe tanto voluto fermare il tempo per stare con lei un pò di più.

«Ti amo tanto» gli disse tra le pieghe della sua camicia. La strinse ancora di più e sorrise quando sentì il pancione contro il suo corpo.

«Che bella sorpresa…però mi chiedo…come è successo?» disse ad alta voce.

«Penso sia successo al pub irlandese, quella sera…con le luky beer in circolo...»

«Cosa? Ma allora….» avrebbe partorito a breve! «…Sarah quando te ne sei accorta?»

«Quando tu sei partito ho avuto un piccolo collasso e tua madre ha chiamato il medimago…ed ecco…mi ha detto che ero incinta di 2 mesi…»

Era un medimago anche lui, sapeva come funzionavano le cose «E in due mesi non hai avuto nessun sintomo?»

«Ho avuto il ciclo regolare fino ai 3 mesi, ed ho rimesso solo un paio di volte ma lo avevo associato a qualcosa che avevo mangiato…»

«..Si ricordo alla partita che ti sentisti male dopo la materializzazione…che stupido!» Era un pessimo medimago. Non accorgersi che la propria ragazza è incinta.

«Sai…io non sono ancora stata da una medimaga pediatrica» gli confessò.

«Come no? Nemmeno una volta?» le chiese ma lei scosse il capo. Come mai aveva deciso di non andare? E come mai sua madre non l'aveva portata?

«Sono sempre stata bene…e poi la sento muoversi spesso…»

«Non significa niente! Vieni che ti visito io» le prese la mano e fece per trascinarla con se.

«D'accordo…ma vorrei ricordarti che sono una Medimaga anche io…so se lei sta male» Sarah aveva incrociato le braccia irritata.

«Scusa…hai ragione…avevo scordato che sei più brava di me» le disse sorridendo.

«Certo…e non dimenticarlo più!» gli sorrise raggiante e lo precedette. La fissò per un pò fino a quando lo riportò alla realtà.

«Che fai non vieni?»

«Arrivo»

 

 

Draco la portò dinanzi uno specchio, oltre il salone dove c'erano tutti i parenti e gli amici «Che si fa?»

«Osserva» fece un passo avanti ed entrò letteralmente nello specchio ondulando la superficie.

«Wow» le scappò, non aveva mai visto una magia simile. Draco le porse la mano e lei la prese oltrepassando lo specchio insieme a lui.

«Per la barba di Merlino…che magia è questa?» davanti a loro c'era una porta che sembrava risplendere di luce propria e tutto intorno l'oscurità assoluta.

Draco infilò una chiave nella serratura e l'aprì «Benvenuta nel mio appartamento»

Entrò e subito vide un letto sulla sua sinistra «Bel lettino» poi di fronte a lei c'era un divano bianco e sul tavolino vide poggiate due tazze.

«Ehm…io non dormo qui…» disse frettolosamente «Vieni ti faccio vedere il mio letto» sempre alla sua sinistra c'era un arco che portava in un altra stanza da letto ed in fondo riuscì a vedere anche un bagno.

«Draco…» cominciava a sentirsi strana «…con chi dormi?» a questa domanda lo vide imbarazzato.

«Dormo da solo, di là dorme qualcun altro» ammise.

«E chi sarebbe questo qualcuno?» sperò con tutto il cuore che non fosse una donna.

«E'…» furono interrotti da un baccano proveniente dall'ingresso che fece sussultare Sarah.

«Chi è?» disse Draco.

«Ohi Draco...sei qui…» Sarah quella voce la conosceva bene.

«Andres?» disse scioccata spuntando da dietro l'arco. Sì era lui, ma non era solo, insieme a lui c'era una ragazza più giovane con i capelli biondi tinti e vestita alla moda.

«Oh mio Dio! Sarah!» lui divenne allegro e sorridente come ai vecchi tempi.

Andres si avvicinò e l'abbracciò «Sarah…ma tu…»

«Draco!!» la ragazza bionda, ignorando del tutto Sarah e gli altri, si buttò al collo di Draco e lo baciò sotto un orecchio «Che bello rivederti, mi sei mancato!»

Sarah rimase a bocca aperta.

«No, Sarah non è come pensi…» Andres prese la ragazza per il gomito e la rimproverò «Che stai facendo?»

«Sarah..» Draco si avvicinò lentamente ma lo respinse con la mano.

Andres cercò di trascinare via la ragazza ma lei non si volle muovere. La stava fissando con un' aria di sfida.

«Carmen vieni via! Lasciali stare!» insistette Andres.

«Perchè scusa? Qui sto talmente bene!» e si avvinghiò al braccio di Draco.

«E' uno scherzo?» disse Sarah irritata.

Vide Draco scrollarsi di dosso la biondina «Che vuoi da me?»

«Andres fammi uscire di qui» fece per andarsene ma Draco la fermò per un polso.

«Non è come pensi!» finalmente si scrollò di dosso la tipa che si offese.

«Lasciami…mi stai facendo male…non sarei dovuta venire qui a Tokyo!» con un colpo di frusta liberò il braccio e uscì da quella stanza abbracciandosi il pancione.

 

 

****

 

Camminò a passo svelto verso Narcissa che era seduta a un tavolo con il marito ed altre persone che non conosceva.

«Cissy dovrei parlarti» disse tutto d'un fiato tesa.

«Certo…vogliate scusarmi…» si congedò e si misero in disparte «Che è successo Sarah?»

«Voglio andare via da qui! Subito!» tremava dalla rabbia.

«Cosa? Vuoi andartene? Mi vuoi dire cosa è accaduto?» chiese preoccupata.

«Draco ha una relazione con un'altra ragazza» disse disperata.

«Cosa! Non può essere vero!» si guardò intorno come per cercare conferma ma non trovò nessuno ovviamente «Sarah…ne sei sicura?»

«Li ho visti!» cercò di non piangere ma le fu molto difficile.

«Voglio parlare con mio figlio» disse arrabbiata anche lei.

«Io voglio andarmene!»

«Sarah! Sarah!» «Sarah!» urlarono il suo nome nella sala.

Draco e Andres la stavano cercando, ma non voleva vederli, odiava tutti!

Scappò in giardino e si nascose dietro un albero, a piangere.

Il suo cuore era a pezzi di nuovo, fatto a pezzi dallo stesso ragazzo da cui era scappata per molto tempo e a cui aveva ceduto nuovamente. Non le era chiara tutta la situazione, l'unica cosa che sapeva è che si sentiva male.

«Tranquilla piccola…mi prenderò io cura di te» si lasciò andare contro l'albero e si sedette sull'erba fresca poi improvvisamente chiuse gli occhi.

 

****

 

«Mamma! Hai visto Sarah?» chiese a sua madre una volta trovata.

Come risposta ricevette uno schiaffo in piena regola davanti a tutti.

«Come hai osato…» quasi urlò e fu raggiunta da suo padre immediatamente.

«Che diavolo sta succedendo qui?» chiese sussurrando.

Sua madre si voltò di scatto verso suo padre e disse «Tuo figlio non ha perso il vizio di spassarsela con le ragazze…»

«Mamma che stai dicendo?» le chiese sconvolto. La guancia gli pulsava ancora.

«Mi perdoni se mi intrometto signora Malfoy…» disse Andres timidamente «C'è stato un malinteso con mia sorella, Draco non sta con nessun'altra ragazza»

Si sorprese di lui. Lo stava difendendo.

«Tu sei il ragazzo che condivideva l'appartamento con Draco…» disse suo padre.

«Si, ora sono il suo assistente qui…mia sorella è venuta solo per oggi, come voi d'altronde…il suo comportamento è stato orribile, chiedo scusa a suo nome»

«Quindi…non hai tradito Sarah?» gli chiese direttamente sua madre.

«No! Non lo farei mai! Sto studiando giorno e notte per liberarmi di questo posto così da poter tornare a casa! Mi dici dov'è andata adesso?» vide l'espressione di sua madre addolcirsi.

«E' andata fuori…»

Corse come non faceva da tempo.

«Sarah! Sarah! Dove sei?» la cercò ovunque ma non la trovò. Il caminetto da dove erano arrivati era spento e si sarebbe riacceso solo alle venti, quindi doveva essere lì da qualche parte.

Passò davanti alla fontana cinque, sei volte, ormai si disperò.

«SARAH!» continuò a chiamarla «SARAH!»

«Ehi Signore!» un bambino spuntò da dietro un albero «Sei un medimago?» gli chiese.

«Si…» rispose andandogli incontro.

«C'è una signora che dorme là terra» indicò un punto imprecisato in mezzo agli alberi.

«Una signora che dorme hai detto?» non poteva essere che…«Portami da lei»

Seguì il bambino sul prato quando improvvisamente ebbe un tuffo al cuore.

«Sarah!»

Si inginocchiò accanto a lei e continuò a chiamarla ma non si mosse.

Estrasse la bacchetta e sentì i parametri vitali di Sarah e della bambina, erano molto deboli.

«Sarah ti prego riprenditi» le fece un incantesimo per farle riprendere conoscenza ma sembrò non funzionare.

Doveva portarla dentro e farla visitare da qualcuno, lui ora non era in grado agitato com'era. La prese in braccio e corse dentro alla struttura urlando «Codice rosso! Aiutatemi!»

 

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Capitolo 25
*** Finalmente a casa ***


Capitolo 25 

 

Molte teste si voltarono verso di lui mostrando sguardi spaventati, solo qualcuno si fece avanti.

«Portiamola in laboratorio, qui è troppo scomodo» disse un vecchio medimago di nome Edward.

«Si» acconsentì Draco seguendolo. Fece cenno ai suoi genitori di stare tranquilli nonostante fosse lui il primo a temere il peggio. Narcissa si portò le mani alla bocca sopprimendo un gridolino di spavento.

Li seguirono Andres e Halina sotto gli sguardi vigili degli altri.

La poggiò delicatamente su un banco, in fondo al laboratorio «Cosa è successo?» chiese il medimago cominciando ad estrarre la bacchetta.

«Lei è Sarah, 25 anni, al settimo mese di gravidanza, i parametri vitali suoi e della bambina sono deboli…»

Edward non perse tempo e cominciò subito a praticare un incantesimo, un incantesimo che avrebbe potuto fare anche Draco se non si fosse fatto prendere dal panico.

«E' tutta colpa mia…non dovevo invitare mia sorella» disse Andres preoccupato quasi in lacrime.

«La colpa è mia….è il mio destino farle sempre del male» disse più a se stesso che ad Andres.

«Non dire cavolate! Ora che si risveglia..perché si risveglierà….le spiegheremo la situazione per bene!»

«Ma chi è questa?» chiesa Halina all'improvviso.

«E' la fidanzata di Draco…» rispose Andres senza distogliere lo sguardo dalla bacchetta di Edward. Perchè ci metteva così tanto?

Poteva sentire il suo sangue scorrergli nei polpastrelli tanto che stringeva forte i pugni. Doveva riprendersi, doveva farlo.

«Draco vieni qui» Edward gli fece un cenno e lui si avvicinò «Continua tu…ho idea che voglia sentire la tua voce…»

«La mia…voce?» chiese stordito avvicinandosi. Sarah si era svegliata.

«Sarah! Come ti senti? Riesci a parlare?» le strinse forte la mano.

«Cosa è successo?» chiese Sarah sussurrando.

Bella domanda, cosa era accaduto? Si voltò verso Ed e lui disse «Il tuo corpo è molto esile e fragile, devi stare completamente a riposo per i prossimi due mesi, fin quando nascerà»

«Come sta la bambina?» gli chiese Sarah agitandosi di nuovo.

«Tranquilla ora sta bene…guarda» la rassicurò Draco mettendole una mano sul pancione e stringendola a sua volta. Elisabeth si mosse.

Fece un sospiro di sollievo «Sarah io non ti ho mai tradita! Quella di prima è solo una ragazzina che voleva fare un dispetto…»

Sarah si voltò verso Andres «Tu che ci fai qui?»

«Io sono il suo assistente…l'ho tenuto d'occhio per te…non ha nemmeno guardato una donna da quando è qui…»

«Non so se credervi…» ritrasse la mano dalla sua.

«Sarah…»

«Voglio tornare a casa…a riposare.» disse guardando il soffitto piangendo «Non voglio perdere anche Elisabeth»

Lui non voleva perderle entrambe.

«Tornerò a casa con voi, stasera.»

Silenzio.

Andres lo guardò come per dire "E' la cosa giusta da fare" e Edward aveva un'espressione compassionevole.

Fu lei a rompere il silenzio «E la tua ricerca?» si alzò e si mise a sedere ignorando le mani che cercavano di trattenerla distesa.

«Tu sei più importante di questo posto» disse deciso «Tu ed Elisabeth»

Draco si sentì toccare la spalla improvvisamente e si voltò. Andres aveva un sorriso enorme.

«Ho trovato!»

«Cosa?» di che diamine stava parlando?

«Preleva un pò di sangue da Sarah…fidati di me!» lo vide sfrecciare alla loro postazione e scarabocchiare delle cose sulle pergamene.

Si voltò verso Sarah che lo guardò interrogativo.

«Andres cosa…» ma Sarah gli aveva già allungato il braccio

«Dai fallo»

«Ma che vuole fare?»

«Credo abbia avuto un'idea per la ricerca» disse Halina.

La ricerca? Sangue di Sarah? Ma a cosa doveva servire il sangue di…

No, aspetta. Non il sangue di Sarah ma il sangue di una donna incinta. Era un ingrediente raro e dalle proprietà depurative che non aveva mai usato però il principio era quello di depurare, far rinascere, tornare alla vita, pulire ciò che è stato sporcato. Nella sua pozione poteva funzionare per depurare il sangue dal veleno di basilisco.

«Andres sei un genio!» sussurrò in modo che nessuno potesse sentirlo.

Estrasse la bacchetta e versò un pò di sangue di Sarah in una fialetta che prese in un armadio lì vicino «Ecco, prendi Andres» disse lanciandogliela

Lui intanto aveva tirato fuori la loro pozione di prova e prese a versare il sangue due gocce alla volta.

«Credete…che possa funzionare?» chiese Sarah avvicinandosi al calderone insieme agli altri.

«Non ne ho idea…tu sei al settimo mese, teoricamente potrebbe volerci il sangue di una donna al primo, al secondo, o al terzo….» rispose Andres.

«E' tutto da testare…ma se già questa ci da un risultato…direi che siamo liberi» disse Edward entusiasta.

«Come scoprirete se funziona?» chiese di nuovo Sarah.

Stavolta fu Halina a rispondere «Abbiamo dei soggetti avvelenati. Se il presidente decide che la pozione possa funzionare verrà testata su queste persone» Era una donna molto curata e vestita alla moda.

«Capisco…»

«Dai avanti…» Andres incitò il calderone. La pozione doveva avere una qualche reazione per essere attivata.

«La nascita avviene quando due persone si uniscono…» disse Edward al nulla come recitando una poesia.

«Andres…» Draco ebbe un'illuminazione «Forse…c'è bisogno anche del mio sangue»

«Proviamo» estrasse un'altra fiala pulita e gliela porse.

«Sarah vuoi farlo tu?» le chiese porgendole il braccio a sua volta.

«Con piacere» gli tirò su la manica della camicia avvolgendola su se stessa e con la punta della bacchetta fece un segno sul braccio. Quasi istantaneamente un rigolo di sangue si sollevò dalla sua pelle e si riversò nella fiala.

«Fatto!» Draco la prese e la porse all'amico.

«Potrebbe funzionare…» osservarono tutti Andres che faceva colare il sangue di Draco nel calderone e attesero trattenendo il respiro.

«La densità sta cambiando…c'è reazione…» disse il vecchio.

«Funziona, funziona!» Andres portò i pugni sopra la sua testa con aria di vittoria e gli altri lo imitarono.

«Evvai!» «Yeah!» «Bravo amore!» Halina gli saltò al collo e lo baciò.

Sarah si sorprese per qualche secondo poi si voltò per guardare Draco che non stava festeggiando come loro, ma la fissava con aria dispiaciuta.

«Non sei felice Draco?» gli chiese.

«No, fin quando non dirai che mi credi» l'abbracciò improvvisamente, stretta.

Sarah capì che gli passava per la testa «Scusami tu, mi sono lasciata trasportare dai sentimenti...da quando sono incinta è tutto amplificato»

«Ssshh non dire nulla» le sussurrò all'orecchio «Sarai sempre e solo tu la mia piccola Stramboide»

Anche Sarah lo strinse forte 

 

****

 

Draco e Andres si diressero verso il direttore che stava brindando allegramente al suo tavolo con altre persone «Signor Matzumoto, vorremmo parlarle un secondo in privato»

L'uomo abbassò il calice e li guardò interrogativi.

«Signore, riguarda la nostra ricerca…» insistette Andres.

«Fatemi capire…prima avete insistito per incontrare i vostri parenti…ed ora che sono tutti qui volete parlare di lavoro?» disse leggermente irritato.

Draco lo stava odiando quell'uomo.

«Signore, potrebbe venire a parlare in laboratorio…» Andres stava cercando di essere gentile ma Draco ormai era più irritato di lui.

«Io e il mio assistente abbiamo terminato la ricerca SIGNORE» disse ad alta voce in modo che tutti lo potessero sentire «Se è interessato a sapere come abbiamo fatto ci segua ADESSO perchè NOI torneremo a casa con le nostre famiglie STASERA» Aveva tutti gli occhi puntati su di lui e sentì Andres al suo fianco leggermente impietrito dalla situazione.

«Bene, bene…molto bene» il direttore alzò il calice e allargò le braccia verso di loro «Vogliamo andare dunque?»

Il terzetto si recò in laboratorio sotto gli sguardi stupiti dei colleghi e quando entrarono si chiusero la porta alle spalle in modo che nessun altro potesse sentire.

«Come mai questa dolce donzella è seduta su un bancone da lavoro?» chiese infastidito riferendosi a Sarah che non si era ancora alzata su consiglio di Edward.

«Lei è il nostro ingrediente principale, Signore» Andres prese coraggio e parlò imitando Draco.

«Come?»

«Nella nostra pozione…» Draco gli porse la lista degli ingredienti « ci mancavano due cose fondamentali»

Il direttore si poggiò dei piccoli occhialetti sul naso e lesse «quali sarebbero queste due cose?»

«Il sangue di una donna incinta e del suo compagno» si intromise Edward.

Guardò prima Sarah, poi il suo pancione e poi Draco.

«Interessante.» lo videro sorridere. «E' la prima volta che uno dei miei dipendenti diventa un ingrediente delle nostre pozioni» risero alla battuta.

«Manderò subito una fiala della vostra pozione al test…tu ragazzo!» si rivolse ad Andres «Versane un po in una fiala e mandala a questo indirizzo» sotto la lista degli ingredienti aggiunse un appunto a penna e lo restituì a Draco.

«Bel lavoro, per il momento siete tutti liberi, dopo il test si deciderà sul da farsi»

A questa affermazione un sorriso si stampò sui visi di tutti i presenti.

«Signor Malfoy, nel caso in cui la pozione dia esiti positivi riceverà sul suo conto la ricompensa e il suo nome comparirà sotto gli altri illustri ricercatori del Congresso mondiale dei medimaghi»

A queste parole Draco sgranò gli occhi, non poteva crederci. Il premio in denaro era spropositato.

«Bravo Draco!» Halina gli diede una pacca sulla spalla ed Edward gli fece un applauso in solitario. Poi si voltò verso Andres, che lo guardava sorridendo.

Qualcosa non andava.

«Signor Presidente…io…non ho fatto tutto da solo…» cercò di dire.

«Certo, certo! tutto il tuo gruppo sarà premiato» si riferiva agli altri due Medimaghi a cui non aveva dato molta confidenza, inoltre non avevano lavorato per niente insieme a lui.

«Sono loro il mio gruppo» disse indicando Sarah, Edward, Halina e Andres «Tutti insieme abbiamo trovato l'antidoto»

Sarah fu visibilmente sorpresa dalla sua affermazione, la vide sgranare gli occhi e la cosa lo fece stare bene.

«Un ragazzo inglese con la sua compagna ed il suo assistente, una donna russa e un uomo americano…che strana squadra!» il Presidente rise da solo e quando si accorse che nessun altro rideva aggiunse «D'accordo, tutti quelli che sono in questa stanza saranno premiati…ovviamente il premio sarà diviso in 4...ora vogliate scusarmi, vado ad annunciare la nuova situazione» alzò il calice che aveva ancora in mano in loro onore e tornò al banchetto.

«Grazie Draco!» disse Ed entusiasta «Così potrò comprare una nuova abitazione per la mia famiglia!»

«Si grazie davvero…» Halina aveva gli occhi lucidi «…ora potrò realizzare il mio sogno» gli strinse la mano ma Draco guardò Andres che parve contrariato.

«Che hai? Non volevi questo?» gli si avvicinò con sguardo indagatore, non era questa la reazione che si aspettava da lui.

Andres gli fece segno di avvicinarsi al suo orecchio.

«Il suo sogno è di completare…la sua trasformazione…» Draco capì al volo.

«E non va bene?» gli chiese a voce talmente bassa da consentirgli a stento di sentirlo.

«Lo sai, è un'operazione complessa e pericolosa...»

«Capisco ma se è il suo sogno...»

«Lo so...» Andres sbuffò e si voltò per andare nella sala principale con Halina.

Rimasero solo loro due e Draco si precipitò ad abbracciarla «Quanto mi sei mancata…» il suo odore era il profumo più bello che c'era al mondo «Torniamo a casa insieme»

 

 

****

 

Al Manor verso mezzanotte c'era una piccola festicciola in atto. Alle otto in punto a Tokyo la metropolvere fu di nuovo attivata per il ritorno a casa dei parenti, ma non se ne andarono da soli, riportarono con sé il loro figlio,papà o mamma,nonno o nonna, felici come non mai.

«Voglio la zuppa inglese!» esclamò Draco rivolto a un elfo domestico. Erano al dessert ma lui non la smetteva di ordinare piatti tipicamente inglesi.

«Si mio Padrone, arriverà a momenti» il piccolo elfo si smaterializzò all'istante per recarsi alle cucine al piano di sotto.

Draco era seduto al centro tra sua madre e la sua donna, non era mai stato così felice come in quel momento.

«Ci hai fatti spaventare prima Sarah!» disse Narcissa.

«Mi dispiace molto…io non so cosa mi sia successo» si toccò d'istinto il pancione «Elisabeth sta bene fortunatamente»

«Sarah ora è meglio che vai a dormire…anche Ed ha detto che devi stare completamente a riposo» disse Draco ricordandosi delle parole dell'amico.

«Ma sono seduta adesso…e non sono stanca, voglio sentirti raccontare…» non finì la frase perché le venne uno sbadiglio.

«Draco, andate a dormire…» Lucius si alzò e fece cenno a entrambi di sparire, come se fossero dei bambini che fanno i capricci prima di andare a letto.

Narcissa sorrise e gli sorresse il gioco «A letto! subito!»

Draco e Sarah risero ma si alzarono anche loro, o meglio, Sarah provò ad alzarsi ma sentì cedere le gambe. Draco la sorresse subito «Che hai?»

«Nulla…forse avete ragione, sono stanca, non mi reggo in piedi» a queste parole lui infilò il braccio sotto le ginocchia e la sollevò di peso. Sarah arrossì leggermente per quella scena davanti ai suoi genitori ma a lui parve non dare fastidio per niente.

«Buonanotte, noi andiamo a dormire» disse Draco.

«Come siete carini…buonanotte» Cissy fece l'occhiolino a Sarah che arrossì ancora di più trasfigurando i capelli.

«Non hai ancora risolto questo problema con le trasfigurazioni eh?» la prese in giro Lucius «Buonanotte figlioli»

Sarah li salutò con la mano mentre Draco si voltò per dirigersi verso le scale con lei tra le braccia.

«Mi dispiace…sarò pesante..» cercò di scusarsi. Non si trovava esattamente a suo agio in quella situazione.

«Scherzi? Sei una piuma» Draco gli sorrise dolcemente e per lei fu come trovarsi in paradiso. Gli strinse il collo. Era bellissimo. Ed era tutto suo.

Quando arrivò in cima alle scale gli sussurrò all'orecchio «L'aria di Tokyo ti fa bene…ti trovo…in forma…»

«Da quando sei diventata così maliziosa?» la mise con i piedi per terra fuori la porta della sua camera.

«Non è qui» ignorò la sua domanda e lo trascinò verso la porta accanto alla sua. Sulla porta Lucius aveva intagliato nel legno delle lettere : Elisabeth

«Ma cosa…» Sarah mise la mano sulla maniglia e la spalancò. Fece entrare prima Draco e poi lo seguì chiudendosi la porta alle spalle.

«Lumos Maxima» illuminò tutta la camera e guardò il viso di Draco.

«Questo è un regalo di tuo padre per noi…ha detto che potremmo stare qui per i primi mesi di vita di Elisabeth» spiegò Sarah.

«Oh…io penso che ci voglia qui per sempre» Draco rese reali i suoi pensieri iniziali.

«Bene, quindi non sono l'unica a pensarlo» si guardarono e risero. Per il momento andava bene così.

Improvvisamente Draco la strinse di nuovo e lei fece altrettanto. Non le sembrava vero di stare tra le sue braccia.

«Sarah, spogliati» le sussurrò.

Presa alla sprovvista da quella richiesta disse «Perché?» come una stupida.

«Voglio vederti col pancione» lo disse con una dolcezza unica tanto che si ritrovò ad arrossire.

«Oh…ok…» si staccò da lui e senza timore cominciò a spogliarsi. Abbassò le bretelle del vestito ed esso cadde a terra scivolando addosso lasciandola in intimo.

Incerta sul dafarsi chiese «Vuoi che tolga tutto?»

Draco sembrava non poterle togliere gli occhi di dosso e rispose appena con un "si". Quindi procedette e si denudò completamente.

«Ehm…ecco come sono diventata…a causa tua» disse le ultime cose con un sorriso da sfottò che colpì molto Draco.

«Sei ancora più bella di prima» si avvicinò e prese a baciarle delicatamente il collo, poi le guance e poi le labbra. Sarah pensò che si sarebbe spinto oltre ma dopo un po si fermò e disse «Vieni, andiamo a dormire»

Lui si mise il pigiama e lei si infilò una camicia da notte leggera e si mise accanto a Draco sul letto. Non appena si distese e si rilassò, chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.

Draco l'abbracciò e la coccolò tutta la notte. Era la madre di sua figlia.

 

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Capitolo 26
*** Caveam Medetur ***


Capitolo 26 - Caveam Medetur

 

Draco si trovava fuori da quella stanza da ore e stava marciando avanti e indietro col batticuore. Suo padre invece era appoggiato alla parete un paio di metri più in là con l'aria tranquilla.

«Come fai ad essere così calmo?» gli chiese Draco spazientito.

«Bhè…non c'è nulla di cui preoccuparsi…tu sei un medimago dovresti saperlo…» rispose Lucius sorridendo appena.

«Lo so…» rispose irritato. Odio attendere notizie.

Sentì improvvisamente un rumore di passi in fondo al corridoio dove c'erano le scale e si voltò per vedere chi fosse. Una lunga chioma riccia si avvicinò a lui correndo «Draco!» era Sam.

La vide riprendere fiato e aspettò che dicesse qualcosa.

«Saaaam?Saaaaam!» entrambi si voltarono di scatto verso la voce conosciuta.

«Alan siamo qui!» urlò Sam agitando la mano verso suo marito poi si voltò di nuovo verso Draco e lo guardò.

«Che ci fate qui?» chiese loro. Non aveva mandato nessun gufo come facevano a sapere quello che stava succedendo.

«Come che ci facciamo? Dov'è Sarah?»

«Sarah…è lì dentro…» disse indicando la porta davanti a lui.

Sam si precipitò nel posto indicato e sparì dietro la porta.

«Ehm…perchè non sei dentro anche tu?» gli chiese Alan.

«Io…non lo so…» non si era mai sentito così stupido e confuso.

Alan gli rise in faccia divertito e gli diede una pacca sulla spalla «Paura di diventare papà?»

«No…io…» si sentì urtare da dietro e vide suo padre che rideva sotto i baffi «La finite di prendervi gioco di me?»

Alan scosse il capo sorridendo e Lucius se ne andò al piano di sopra, Draco immaginò verso la biblioteca, il suo posto preferito.

Sarah quella mattina era entrata in travaglio e da quel momento in poi non aveva avuto il coraggio di entrare in quella stanza, fissava da ore il nome Elisabeth intagliato sulla porta.

Alan parve capire i suoi pensieri «Vedrai che andrà tutto bene…»

Draco, seccato, lo guardò negli occhi «Come fate a dirlo? Lei…lei è così fragile! Si è sentita male tante volte a causa di questa gravidanza…e se non riuscisse…» la frase gli rimase in gola.

«Ha combattuto la Guerra Magica, ha ucciso Grayback, è stata l'eroina dei ribelli…è tutto fuorché fragile» gli strinse la spalla e si lasciò andare in un debole sorriso.

«Spero tu abbia ragione».

 

****

 

Passarono altre due ore quando li raggiunsero Andres, Halina e Lucy con la sua bambina tra le braccia. Si sedettero tutti per terra sotto la grande finestra del corridoio a giocare con la piccola Francine che aveva tre mesi.

«Che sguardo attento che ha!» esclamò Halina tenendo tra le braccia la piccola «Scommetto che anche Elisabeth sarà sveglissima..»

«Oh si per forza…con una mamma come Sarah!» scherzò Andres.

«Draco stai bene? Sei pallido come un fantasma!» disse Lucy guardandolo.

«Si, sto bene…» si alzò di botto e si ritrovò a guardare tutti dall'alto «Sono un medimago ok? Lo so che non è normale tutto questo tempo…» guardò l'orologio, erano passate sette ore. Per un parto babbano era un tempo fattibile, ma loro erano maghi, un parto durava un ora o due al massimo.

Aveva capito che i suoi amici avevano cercato di distrarlo per tutto il tempo ma non ci riuscirono, la sua mente e il suo cuore erano dietro quella porta.

Doveva entrare e vedere con i suoi occhi che stava succedendo, l'ansia lo stava distruggendo dentro.

Le voci degli amici sembravano arrivare alle sue orecchie in ritardo, si sentì toccare la spalla e qualcuno gli prese la mano ma la sua mente viaggiava a rallentatore. Come sta procedendo? Marie e Sam sono in grado di cavarsela? Mi avrebbero chiamato se ci fosse stato bisogno... no?

Cominciò a pensare al peggio. Se una delle due fosse stata in pericolo di vita, loro, chi avrebbero salvato? E se la sua Sarah...

Si voltò di scatto e afferrò la maniglia della porta con forza, sotto lo sguardo di tutti, quando improvvisamente alle sue orecchie arrivò un nuovo suono.

Il suono di un bambino che piange. Girò la maniglia e si fiondò dentro.

Sarah era distesa sul letto in una pozza di sangue e teneva tra le braccia quello che sembrava un mucchio di stracci.

«Draco!» sua madre ripulì in un batter d'occhio il lenzuolo pieno di sangue e vide la guaritrice praticarle un incantesimo per il dolore.

Draco si avvicinò e lei si fece da parte «D-Draco…» sussurrò appena Sarah.

Era stanca e pallida e sembrava fare fatica a respirare per il troppo sforzo «Ehi piccola…come ti senti…» abbassò lo sguardo sul fagotto e si innamorò sul colpo. Elisabeth era bellissima.

«Sta-n-nca» le accarezzò la fronte zuppa di sudore e le diede un bacio «Prendila..» disse spingendo il fagotto verso di lui.

Con il cuore a mille la prese tra le braccia e Sarah quasi immediatamente chiuse gli occhi.

«SARAH! SARAH!» sua madre accorse e Sam controllò subito i parametri vitali con la bacchetta «Sta bene! Sta solo riposando… »

Lui e sua madre fecero un sospiro di sollievo.

«Draco, mi occuperò io di Sarah…ora ha bisogno di dormire è stata dura per lei…» si offrì Sam.

«D'accordo…ma chiamami se succede qualcosa»

«Certo..» gli sorrise e aggiunse «Appena l'hai presa in braccio ha smesso di piangere…già ti adora!»

Abbassò lo sguardo e sorrise quasi immediatamente guardando quel dolce visino ancora arrossato. Era la sua bambina e doveva ancora essere lavata.

Guardò la guaritrice e lei parve capirlo al volo «Ora le faccio il bagnetto...» allungò le sue braccia e Draco gliela porse.

«Posso...vedere come si fa?» in realtà non gli importava minimamente di imparare a farle il bagno ma non seppe precisamente perché, in quel momento sapeva solo che non voleva separarsi da lei.

«Certo...in bagno ho preparato il lavandino con acqua già tiepida» la vide prendere delle asciugamani pulite e la seguì nel bagno.

«Immergila tenendo su la testa reggendola da qui, dietro la testa...» gli mostrò come fare e lui osservò.

«Dai provaci tu...» lo invitò lei «Cosa? No...io» lei fece per lasciarla e lui istintivamente la prese. Era leggera come una piuma, così delicata e soffice che ebbe paura di farle male.

«Tranquillo, così va bene...con questa spugnetta umida puliscile il visino» seguì tutte le istruzioni come se ne dipendesse la sua vita ma quando toccò al pannolino si trovò in difficoltà «Se la tengo così...per le gambe...non le farò male?»

«No, basta essere delicato...» menomale che c’era qualcuno che gli spiegava passo passo. Era la guaritrice specializzata in pediatria e parti, Sarah aveva scelto lei molti mesi prima per aiutarla durante il parto a casa e Draco fu felice della scelta.

Dopo qualche altro minuto e dopo aver superato la paura di spezzarle le braccine per vestirla, Elisabeth era pronta per essere presentata agli altri. In bagno si vide riflesso nello specchio con quel piccolo angelo tra le mani e finalmente si rese conto che ora lui era un papà, ma Sam distrusse il suo momento di felicità «Draco! Corri!» lasciò la bambina aalla guaritrice e corse nella stanza da letto.

La vista di Sarah gli spezzò il cuore. Era lì distesa zuppa di sudore, sfinita, agonizzante mentre le parole di Sam le risuonavano nelle orecchie come se ci fosse un eco

 

...la pressione sta calando...

 

...il battito è debole...

 

...ha perso troppo sangue, le pozioni non bastano forse...

 

...Draco che facciamo...

 

...Draco! Draco!....

 

Non doveva andarsene. Si diresse verso la porta di corsa e la spalancò «Andres, Halina presto!»

Loro erano già pronti, come se lo stessero aspettando e non fecero domande, ma lo seguirono svelti in silenzio richiudendosi la porta alle spalle.

Ad Andres bastò uno sguardo per capire che le pozioni non bastavano «Signora prenda la bambina ed esca fuori» disse a Narcissa.

«Facciamole il Caveam Medetur!» esclamò Draco estraendo la bacchetta.

Era un incantesimo molto potente per il quale ci volevano molte energie, infatti solitamente era praticato da cinque o sei maghi contemporaneamente ma per Sarah avrebbero fatto questo e altro.

Andres annuì ed estrasse la bacchetta anche lui, Halina lo imitò.

«Vi devo un favore» disse Draco.

«Posso dirvi....che siete impazziti?» disse Sam.

«Perché?» chiese Andres.

«Siete in tre» affermò Sam.

«Ti basta sapere che Draco una volta lo ha fatto in quattro, con successo.» si sentì l'autostima crescergli dentro dalle parole dell'amico ma si ricordò che quella volta ci aveva quasi rimesso la pelle.

 

 

****

 

La signora Narcissa uscì di corsa fuori con la bambina tra le braccia spaventata e riuscì solo a capire il nome dell'incantesimo che volevano praticare su Sarah.

«E' un incantesimo che si usa per ridare energia...è una sorta di gabbia che si crea intorno al corpo del paziente formato dall'energia dei maghi che praticano l'incantesimo...è un pò complicato da spiegare...»

«Ed è pericoloso?»

«Se i maghi non sono sincronizzati e non dosano bene le energie che rilasciano...potrebbero cederla tutta» cercò di riassumere Lucy, ma la questione era molto più complicata di questa.

«Non puoi dare loro una mano anche tu?» le chiese Alan visibilmente spaventato da quello che stava accadendo a pochi passi da loro»

«E' un incantesimo che viene praticato solo dai migliori medimaghi, io non l'ho mai visto fare...» guardò la sua piccolina e pensò che forse Sarah non avrebbe potuto vedere la sua. «...ma forse posso evitare che qualcuno di loro perda troppa energia...tenete Francine io entro.»

****

 

Mentre Draco, Andres ed Halina si posizionarono due ai lati e uno ai piedi del letto intorno a Sarah, entrò Lucy con una buona idea.

«...così se uno di voi dovesse cedere noi tre vi iniettiamo in vena direttamente le pozioni in modo da evitare il collasso»

«A mali estremi, estremi rimedi...pronti?» Sarah non avrebbe potuto resistere ancora per molto, la respirazione stava peggiorando.

In coro tutti e tre dissero «Caveam Medetur»

Dalle loro bacchette sembrarono uscire dei fulmini dorati che si andarono ad intrecciare intorno al corpo di Sarah facendola galleggiare a mezz'aria. I tre Medimaghi erano concentratissimi e sussurravano sottovoce una cantilena che nessun altro parve capire.

Sentirono la loro energia vitale scorrergli dal braccio ed ognuno di loro provò emozioni diverse.

Halina aveva paura. Quello che stavano facendo era incredibilmente sconsiderato, lo stava facendo solo perchè sapeva che se non avesse accettato Andres lo avrebbe fatto lo stesso, in fin dei conti perchè stava rischiando la vita per una donna che nemmeno conosceva? Per non vedere morire l'uomo che amava.

Andres sperò con tutto il cuore che riuscissero in quell'impresa quasi impossibile, e sperava inoltre di essere all'altezza di Draco Malfoy. Da quando mise piede nella scuola di Medimagia si scontrò con Draco, fecero a gara per anni su ogni cosa, donne, voti d'esame, diagnosi giuste sui pazienti, lui era un passo avanti a tutti ma Draco era sempre stato due passi avanti a tutti. Quando scoprì di Sarah, che lei era la sua ex e di cui era ancora innamorato, fu così accecato dal fatto di batterlo almeno in quello che fece un macello. Aveva fatto del male a entrambi ed ora quello era il minimo che poteva fare per loro, ma soprattutto per Elisabeth.

Draco provava terrore e determinazione. Fu felice dell'idea di Lucy, ma non per la sua vita, perché in quel modo se avesse prosciugato la sua energia ce ne sarebbe stata dell'altra pronta. Aveva appena avuto il suo breve momento magico con sua figlia e se doveva morire lui per far sì che avesse una mamma lo avrebbe fatto.

Tutta la sua vita per Sarah ed Elisabeth.

****

 

«Lucius tesoro!..Finalmente...» Alan andò a chiamare il signor Malfoy al piano di sopra di corsa e fortunatamente lo trovò subito.

«Nostra nipote...» disse guardando la piccola tra le braccia della nonna.

«Sarah sta morendo e Draco sta rischiando la vita per salvarla» gli disse tutto d'un fiato sua moglie lasciandolo a bocca aperta.

«Cosa? Ma...lei è qui...è nata...non capisco...» Alan gli mise una mano sulla spalla e la strinse forte.

«Vedrà che andrà tutto bene» cercò di rincuorare l'uomo che sembrò distrutto.

«Spiegatemi che sta succedendo»

 

****

 

 

Sam, Lucy e Marie, la specialista pediatrica, avevano le bacchette puntate alle schiene dei tre medimaghi in modo da poter sentire il livello delle loro energie vitali e nell'altra mano stringevano pronte delle fiale di pozioni rigeneranti che all'occorrenza sarebbero state iniettate in vena.

Il tempo sembrava scorrere lentamente ma nessuno in quella stanza si accorse che passarono già venti minuti.

Sam guardò Sarah che galleggiava a mezz'aria apparentemente priva di vita e le cominciarono a scendere delle lacrime. Si girò verso Lucy e vide che anche lei stava provando le stesse cose.

Sarah era stata la sua prima amica durante il corso per diventare Medimaghe, sempre allegra e sorridente, bravissima nel suo lavoro, era lei che aveva tenuto unito il loro gruppo.

«Lucy...» disse singhiozzando «ti ricordi...q-quando ci portò a fare quelle foto...» sorrise tra le lacrime ma Lucy invece ebbe una crisi di pianto che coinvolse anche lei.

«Ragazze...su concentratevi adesso...non è finita...» Marie le portò alla realtà.

«Si, hai ragione...scusaci» si asciugarono il viso con i polsini e andarono avanti controllando Halina e Andres.

Dopo altri dieci minuti fu proprio Halina a cedere «Ragazzi...io» cercò di parlare tra l'affanno «sto per cedere» Videro il flusso dalla mano di Halina diminuire gradualmente «Perdonatemi...io...» Halina lasciò cadere la bacchetta sul pavimento e per compensare sia Draco che Andres dovettero fare uno sforzo enorme. I loro visi si trasformarono in due smorfie di dolore.

Sam si occupò di Halina dandole la pozione endovena, le erano rimaste energie giusto per rimanere seduta per terra.

«Ragazze che possiamo fare ora? Da soli non possono terminare l'incantesimo!» esclamò Lucy sentendo che anche Andres stava terminando le energie.

«Non lo so...io non so farlo! Altrimenti prenderei il suo posto!» rispose Sam.

«Lucy diamo le pozioni adesso, prima che il livello scende troppo» suggerì Marie e lei obbedì.

Esaurirono le pozioni in meno di tre minuti.

****

 

Lucius era all'ingresso del suo Manor e fissava un punto poco più in là del cancello. Il suono familiare della materializzazione finalmente giunse alle sue orecchie. Aveva mandato un gufo urgente al direttore del San Mungo spiegandogli che suo figlio e sua nuora erano in pericolo. Da quello che aveva capito Draco aveva bisogno di aiuto per eseguire un incantesimo di cui non aveva mai sentito parlare.

«Da questa parte presto!» con un colpo di bacchetta aprì il cancello e ben sei uomini lo attraversarono a passo svelto.

Tutti lo seguirono su per le scale fino a raggiungere la stanza di Elisabeth. Ignorarono la signora Malfoy e la bambina e si fiondarono nella camera.

Ciò che videro li lasciò senza parole. Un Caveam Medetur perfetto eseguito da due soli e giovani medimaghi.

Superato lo shock iniziale si posizionarono tutti e sei intorno a Sarah ma si bloccarono di nuovo quando la videro da vicino. Aveva spalancato gli occhi.

 

****

 

 

Draco basta così...ora sto bene si sentì sussurrare dolcemente nella sua testa. Aprì gli occhi che aveva chiuso per la concentrazione e vide Andres che fece la stessa cosa. Guardarono Sarah ed entrambi terminarono l'incantesimo lasciandosi cadere a terra sincronizzati come metronomi. L'ultima cosa che vide furono gli occhi azzurri di Sarah.

 

****

 

«Sarah!» Sam e Lucy gridarono il suo nome all'unisono e le si gettarono addosso stringendola stretta.

Si sentiva strana, come se potesse spaccare il mondo con un sol pugno e non come una che aveva appena partorito. Mentre abbracciava le sue amiche vide Halina che cercava di sostenere Andres, Draco circondato da persone che non conosceva, Marie in lacrime e Narcissa ed Alan in fondo alla stanza con la sua piccola tra le braccia.

«Ok...che diavolo è successo?» chiese più a se stessa che a qualcuno.

«Stanno tutti e tre bene, ora devono solo riposare» affermò un uomo che ricordò aveva visto al San Mungo.

«Incredibile» «Mai vista una cosa del genere» «Entreranno nella storia della medimagia»

«Ti spiegherò tutto» disse Sam asciugandosi le lacrime.

 

Dopo aver compreso che era quasi morta prese Elisabeth tra le braccia e l'abbracciò stretta, aveva rischiato di non vederla mai più.

Andres e Halina furono portati in una camera degli ospiti a riposare mentre Draco lo lasciarono nella stanza di Elisabeth accanto a Sarah. Tutte quelle persone uscirono per farli riposare, anche se lei ora non ne aveva bisogno e rimasero solo loro tre.

Distese Elisabeth a pancia in giù sopra al petto di Draco lei gli si accoccolò vicino mettendo la testa sulla spalla «Riposa amore mio» disse accarezzando il viso del suo salvatore.

 

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Capitolo 27
*** The End ***


Capitolo 27 

 

Draco si svegliò nel tardo pomeriggio da solo. Aprì gli occhi e il suo unico pensiero fu «Sarah!» si alzò di colpo e scese dal letto accorgendosi che indossava gli abiti del giorno precedente. Uscì di corsa cercando di urlare il nome di Sarah ma si accorse di avere la forza a stento per trascinarsi.

Mentre scendeva le scale i pensieri più oscuri si fecero largo nella sua testa.

Non c'è nessuno…dove sono tutti…forse…ad un funerale?…Quanto ho dormito?…Elisabeth? E' nata oppure è stato tutto un sogno?…e se fossi io quello morto?

Si guardò le mani e vide che erano scheletriche, la pelle secca e rugosa come quella di un vecchio. Non sono un fantasma.

«Sarah! Sarah!» scivolò sull'ultimo scalino e cadde a terra con un tonfo.

«Draco!» si voltò di scatto e vide sua madre venire verso di lui.

«Mamma! Sarah…dove…» le chiese. Si accorse che non aveva la forza di alzarsi e che aveva ogni muscolo del suo corpo dolorante.

«Tesoro, Sarah sta bene…è qui in salotto…forza cerca di alzarti» sua madre cercò di sollevarlo ma non ci riuscì.

Lui doveva vederla «SARAH!!!» urlò verso il salotto «SARAH!! SARAH!!»

Lei arrivò e vide quel momento come al rallentatore. Uscì dal salotto correndo verso di lui, vide i suoi capelli lunghi e blu ondeggiare dietro le sue spalle, con uno sguardo preoccupato i suoi occhi azzurri e luminosi si posarono su di lui ancora disteso a terra.

«Draco sono qui» gli disse dolcemente inginocchiandosi davanti a lui. La vide estrarre la bacchetta con una grazia che non aveva mai visto prima, sembrava un angelo. Cominciava a vedere tutto appannato ma appena lei pronunciò l'incantesimo riuscì a sentirsi leggermente meglio.

Arrivarono anche suo padre ed Alan che lo rimisero in piedi di peso «Adagiatelo sul divano!» disse sua madre.

Si sentì trascinare fino al divano, aveva gli occhi chiusi. Sentiva delle voci intorno a lui, incantesimi e una strana sensazione di benessere.

Non seppe dopo quanto tempo aprì gli occhi ma fu contento di averlo fatto. Sarah era accanto a lui e gli teneva la mano, poi vide i suoi genitori e i suoi amici.

«Amore come ti senti?» gli chiese Sarah con l'espressione dolce che aveva visto prima.

«Hai i capelli blu…era da tanto che non ti vedevo così» le accarezzò il viso e lei sorrise. Voleva vederla sorridere per sempre.

«Oh come stai?» gli chiese Andres di nuovo. Lo guardò e ci rimase un attimo di stucco. Sembrava un vecchio anche lui e vide che Sam gli stava praticando degli incantesimi curativi.

«Penso di essere nel tuo stesso stato» gli disse accennando un sorriso che anche lui ricambiò.

«Siete stati degli stupidi a fare il Caveam Medetur» li rimproverò Sarah.

«Se non lo avessimo fatto, adesso, non ci avesti potuto dare degli stupidi non credi?» disse Andres cercando di ridere. Draco si guardò intorno, Halina era messa un pò meglio di loro due, ma non vedeva Elisabeth.

«Dov'è Elisabeth?» chiese.

«Sta dormendo…» Sarah indicò la culletta dietro di lui.

«Voglio vederla» Sarah annuì e prese la bambina tra le braccia.

«E' bellissima» disse in un sussurro.

Improvvisamente vide tutti gli altri alzarsi e andare via «Dove vanno…» sussurrò di nuovo cercando la voce.

«Ci lasciano soli» disse Sarah «…perchè devo chiederti una cosa»

Draco annuì ed attese.

Lei lo guardò negli occhi e sorrise «Posso diventare tua moglie?»

«Dovevo…dovevo essere io a richiedertelo» disse accennando un sorriso.

«E' un si?» vide Elisabeth che cominciava ad agitarsi tra le sue braccia, era una bambola.

«Appena mi riprendo…andiamo in una…in una chiesetta qui vicino…e ci sposiamo» sussurrò un ultima volta prima di richiudere gli occhi.

 

 

****

 

Quattro settimane dopo Draco si riprese completamente però decisero insieme di sposarsi quando Elisabeth avrebbe compiuto almeno un anno.

Nel frattempo successero un pò di cose.

Sam scoprì di essere incinta e finalmente poté coronare il suo sogno di costruire una famiglia con Alan.

 

Luna partì nuovamente con suo marito e purtroppo persero i contatti con lei.

 

Neville divenne l' insegnante di Erbologia ad Hogwarts quello stesso anno.

 

Halina decise di completare la sua trasformazione nonostante Andres non lo ritenesse necessario e ufficializzarono il loro fidanzamento.

 

Lucius e Narcissa Malfoy si dedicarono con tutti loro stessi alla piccola Elisabeth viziandola come non mai.

 

Harry Potter si sposò con Ginny Weasley, cosa che a Draco non importava nulla ma i gufi e i giornali decisero di farglielo sapere in ogni modo "L'auror del momento Harry James Potter prende in moglie Ginevra Weasley, bel colpo per il nostro salvatore!"

 

Lucy, che lavorava ancora all'ospedale di Parigi, venne promossa Capo specializzando vista la sua improvvisa passione per l'insegnamento. "Insegnare alle future guaritrici è un'arte, devi farle amare la professione rispettandone i valori"

 

Margaret e Marcus decisero di adottare un bambino di dodici anni che viveva da solo per strada ed Elle tornò a vivere con Sarah al Manor.

 

«La Padroncina non vuole prendere il biberon» disse Elle che si agitava intorno al seggiolone nella camera da letto di Sarah.

«Elle lasciala perdere, fa sempre così, è abituata che la nonna la prende in braccio» disse Sarah irritata mentre tirava su l'abito da sposa.

«Elle non deve dare da mangiare allora?» chiese l'elfa.

«No, quando le viene fame per davvero mangia…dammi una mano a chiudere il corpetto per favore» il suo abito era abbastanza semplice, il corpetto era aderente e con una scollatura a cuore ma appena sotto la vita cominciava ad allargarsi ed a scendere morbido. Aveva deciso di prepararsi da sola quel giorno, come per una sorta di rispetto per sua madre che immaginava avrebbe voluto esserci, infatti nella sua camera c'erano solo Elisabeth ed Elle.

Ci impiegò più di un ora nonostante la magia.

«Uff…che fatica…Elle puoi vedere se Elisabeth prende il biberon adesso?»

«Si padrona!» Sarah si sedette un momento sul letto per poter mettere le scarpe, ma si rese conto che avevano un tacco assurdo.

«Tutto il giorno con queste ai piedi…perchè le ho comprate?» disse più a se stessa che a Elle che era alle prese di nuovo con il biberon.

«Non vuole mangiare?» si avvicinò al seggiolone «Cos'hai tesoro?» non voleva mettere in bocca il biberon «Fammi vedere i dentini…» cercò di aprirle la bocca e scoprì che aveva le gengive arrossate.

«Ah ecco…sta mettendo i dentini…» improvvisamente sussultarono tutte e tre, l'orologio a cucù segnava le 12.

«E' già ora…» prese Elisabeth dal seggiolone e la sistemò sul letto accanto al vestitino che avrebbe dovuto indossare e con un colpo di bacchetta la cambiò «Elle portala dalla nonna, io finisco e scendo»

«Certo padrona!» l'elfa la prese tra le braccia e scomparì nel nulla. Finalmente Sarah potè concentrarsi su se stessa.

Si truccò e si acconciò i capelli meglio che potè guardandosi allo specchio. Si sentiva una principessa.

Finalmente stava per sposare Draco, l'uomo della sua vita.

 

 

****

 

Draco era già pronto da ore e si trovava sull'altare insieme a sua figlia che teneva tra le braccia.

«Si fanno sempre attendere eh?» disse Alan scherzando. Era il testimone di Sarah insieme a Sam mentre lui aveva scelto Andres ed Halina.

«Almeno lei è già qui» disse alludendo a sua figlia.

«Sii perchè lei è una principessaaaa! Dammela un pò….vieni da zia Sam…»

I genitori di Draco erano seduti in prima fila insieme a Margaret, Marcus e il loro nuovo figlio e ogni tanto si voltavano appena vedevano un ombra provenire dall'ingresso. Sarah solitamente non era mai in ritardo ma quel giorno le avrebbe perdonato tutto.

Suo padre si alzò con uno sguardo un pò teso e gli sussurrò «Figliolo…mi hanno riferito che la carrozza è ancora fuori casa…vuoi che vada a dare un'occhiata?» Sarah sarebbe dovuta arrivare con una carrozza e quella era una cosa di cui lei si vergognava moltissimo e Draco lo sapeva.

«No, diamole altri 10 minuti…sono sicuro che in qualche modo sarà qui» non appena finì quella frase sentì un fruscio ed uno schiocco accanto a se, erano i suoni di una materializzazione.

«Woooow» esclamarono in coro tutti i presenti.

Draco alzò lo sguardo e potè vedere il velo che lentamente fluttuava verso il basso per ricoprirle il viso. Era bellissima come sempre.

«Amore hai scelto l'entrata a sorpresa?» le disse sorridendo.

«Già…spero non ti dispiaccia» gli fece l'occhiolino e si alzò il velo da sola.

«Per niente…» l'aiutò a sistemare il velo dietro le spalle e la baciò sulla fronte. La sua pelle era candida come quella di una bambola di porcellana e la bocca così rossa da far venire voglia di baciarla, Draco era pazzo di lei e della sua bambina.

Mentre il parroco chiamava l'ordine Sarah gli sussurrò «Elisabeth non ha mangiato nulla, sta mettendo i dentini»

«Davvero? Già?» si voltarono entrambi verso Sam e guardarono Elisabeth che tentava di rosicchiarsi le mani.

«Si…sta crescendo» gli prese la mano e Draco gliela strinse.

«Siamo tutti qui riuniti oggi per celebrare l'unione di questi due giovani genitori…»

...dopo un pò finalmente…

 

Cominciò Sarah «Io ...accolgo te...come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita» Gli infilò l'anello e poi fu il suo turno.

«Io ...accolgo te ... come mia sposa…Prometto di esserti fedele sempre…nella gioia e nel dolore…nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti…tutti i giorni della mia vita» Sorrise e aggiunse «Ti Amo» le infilò l'anello delicatamente e guardò il parroco.

«Ora lo sposo può baciare la sposa»

«Finalmente…Signora Malfoy…» le cinse la vita e la tirò a se. Poi si guardarono negli occhi e si baciarono con uno sottofondo di applausi.

«Però…suona bene…mi piace…»

 

 

 

 

Qualche anno dopo…

 

«Mamma, mamma!» Elisabeth era pronta con lo zainetto sulle spalle e l'orsetto Bernie tra le braccia.

«Ely stiamo arrivando comincia a salutare i nonni» Sarah e Draco stavano raccogliendo gli ultimi bagagli per portarli in giardino dove un elfo avrebbe provveduto al trasporto nella loro nuova casa. Draco aveva acquistato una villa enorme in Scozia, già arredata ed elegantissima. Sarah appena la vide pianse di gioia. Era di solamente due piani ma si sviluppava in larghezza, il colore predominante era il bianco ed enormi lampadari di cristallo rendevano tutto ancora più fiabesco.

​«Oh ciao tesoro, vieni a trovare presto la nonna mi raccomando!» Disse nonna Cissy stringendo la sua nipotina.

«Si nonna, tonno presto! E nonno dov'è?» si chiese la piccola guardandosi intorno.

«Eccolo che arriva…ha una sorpresa per te» il nonno arrivò con un cavallo a dondolo di legno.

«Beeelloooo!» Ely saltellò di gioia e strinse forte suo nonno «Gazzie!»

«Papà…ancora?» Draco portò fuori l'ultimo sacco con i giocattoli che le avevano regalato i nonni, da quando era nata nessuno dei due aveva potuto fare un regalo alla loro figlia perché aveva già tutto.

«Dai Draco è l'ultimo! Ora andate via…» disse suo padre facendo un occhiolino ad Ely.

Draco sbuffò e sua moglie le venne in soccorso «Ely lasciamolo qui il cavalluccio così quando vieni puoi giocarci con i nonni»

La piccola guardò il suo nuovo gioco e con un' enorme fatica disse «…va bene mamma»

«Allora noi andiamo…» disse Draco un pò impacciato.

«Grazie per esservi presi cura di noi per tutto questo tempo…» aggiunse Sarah.

«Per noi è stato un vero piacere» Narcissa si avvicinò e l'abbracciò «Venite a trovarci spesso»

«Certo!» Draco salutò i suoi genitori e finalmente furono pronti.

Ely salì sulle spalle di suo padre e si smaterializzarono tutti e tre.

«Ecco casa nuovaaa!» urlò la piccola vedendo la villa bianca di fronte a loro.

«Si Ely, la nostra nuova casa» affermò Sarah stringendo la mano di Draco e sorridendo.

«Andiamo!» esclamò Draco avanzando verso l'ingresso «Ely a chi vuoi bene di più, a mamma o a papà?»

«A papà!» rispose la piccola.

Draco fece una linguaccia a Sarah «A me no? Fai piangere a mamma…» Sarah fece finta di piangere.

«Noo mamma, no piangere mamma bella» si sporse verso di lei e Sarah la fece scendere. Camminava in maniera un po traballante e quindi entrambi le tenevano le mani.

«Sei contenta di vedere la casa nuova? La tua cameretta con tutti i tuoi giocattoli…» le chiese Sarah.

«Siii…lascia mani, lascia» cercò di divincolarsi.

«Ely cammina piano che se no cadi…» le disse Draco.

«Si, io brava» la lasciarono e fece qualche passo in avanti poi cadde in ginocchio ma non pianse. Si rialzò da sola e continuò a camminare fino alla porta di casa con Sarah alle calcagna pronta a prenderla nel caso perdesse l'equilibrio.

Draco aprì la porta ed entrarono, l'ingresso era pieno zeppo di giocattoli.

«GIOCHII» urlò Ely dalla felicità. I suoi capelli cambiarono colore improvvisamente e da biondo platino, ereditato dal padre, divennero rosa shocking.

«Draco…guarda…» disse Sarah scioccata.

«E' una…» continuò Draco altrettanto scioccato.

«...Metamorphomagus»

 

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Capitolo 28
*** RINGRAZIAMENTI ***





Eccoci di nuovo alla fine di questa fanfiction. Questa è la seconda volta che la riscrivo (la prima versione risale al 2012 includendo anche il primo volume). 

Ci tengo a ringraziare di cuore la mia amica Lars che nonostante non sia fan delle mie fanfiction (a lei piacciono quelle sui Malandrini, se ne trovate di belle consigliatemele così gliele giro) mi ha aiutata e consigliata DI NUOVO durante la stesura di questa storia. 

I cambiamenti importanti rispetto alla versione precedente sono sostanzialmente due:

1) Sarah ora è Medimaga. In precedenza avevo scitto di lei come Guaritrice inteso come infermiera. In realtà non esiste il ruolo infermieristico nel mondo magico per cui ho modificato tutto. Nel mio immaginario, supportato anche dai giochi di ruolo (GDR) su vari forum, le due figure erano separate ed ora ho scoperto che è stato un errore. 

2) Ho inserito un personaggio Transgender 

In tutto il resto della storia ho modificato dialoghi e situazioni varie per rendere sia le reazioni che le emozioni dei personaggi più realistiche rispetto alla situazione descritta. Direi che da piccola ero molto drammatica....xD
Come ho scritto all'inizio di questo secondo volume e come ormai avrete visto il mio Draco non ha più nulla a che fare con quello originale. Un pò perchè, ovviamente è cresciuto, e un pò perchè se devo dirla tutta, il Draco della Rowling è così poco approfondito che ci si può immaginare di tutto su di lui. Che ne pensate della mia versione di Draco Malfoy? Voi come lo avete immaginato? Nella mia testa non è nemmeno interpretato da Tom Felton!
Comunque sia spero che via sia piaciuta quanto è piaciuto a me scriverla. Grazie per essere arrivato fino a qui.
Danielle Petite


 

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