Il posto delle fragole

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Viaggio sotto la pioggia ***
Capitolo 2: *** I ricordi sono sempre indelebili ***
Capitolo 3: *** E’ stato tutto un sogno premonitore ***



Capitolo 1
*** Viaggio sotto la pioggia ***


Era una brutta giornata quei primi giorni di aprile.
La pioggia sferzava sull’auto di Annalise mentre in compagnia di Bonnie si stavano recando a New York per ritirare un premio molto importante che gli era stato conferito.
Ma Bonnie, per quanto potesse essere curiosa, non aveva capito il premio che Annalise era riuscita a vincere.
< Vogliono premiarmi per le mie doti di avvocato > fece la donna con tono altezzoso < Sinceramente Bonnie, non l’ho capito. Quello con cui ho parlato al telefono ha sviato molto il discorso, dicendomi solo che mi sarei dovuto recare a New York tra due giorni. Ecco tutto. >
< E tu parti da così lontano per ricevere un premio che nemmeno conosci? > replicò Bonnie sconcertata < Almeno avremmo potuto prendere l’aereo.
> Perché prendere un aereo quando possiamo stare solo io e te in quest’auto a parlare degli anni passati. >
< Tu vuoi parlare del passato? >
< Non c’è niente di particolare che io nasconda, ma almeno potremmo passare il tempo. E magari potresti darmi il cambio alla guida. >
< E chi ti dice che io voglia guidare? >
< Avanti Bonnie, non essere scontrosa. >
< Dovevo farmi dire che saremmo dovuti andare a New York. Siamo nel bel mezzo degli Stati Uniti in una strada in mezzo alle foreste con la pioggia che non vuole accennare a smettere. >
< Sei forse nervosa? >
< Certo che lo sono! Almeno avremmo fatto più in fretta prendendo l’aereo. >
< Almeno potresti dirmi che sei fiera di me per il premio ricevuto, Bonnie. >
< Ti farò le congratulazioni quando capirò che razza di premio hai vinto. >
Bonnie, negli ultimi mesi, si era allontanata considerevolmente da Annalise.
Voglia il suo passato turbolento e i suoi modi poco pratici quando si trattava della sua professione di avvocato. Oppure tutto era dato da sentimenti che la giovane bionda non riusciva a tener freno.
Annalise, dal canto suo, era partita con Bonnie per rievocare momenti spensierati di quando le due si erano conosciute.
< Ora che ci penso bene, non abbiamo mai fatto un viaggio insieme > fece Annalise cercando di smorzare gli animi tesi < Potremmo recuperare adesso. Sono sicura che ci servirà per conoscerci meglio. >
A quelle parole, Bonnie non rispose subito, mantenendo gli occhi sulla strada e sulla pioggia che continuava a cadere.
< Bonnie, ti sto forse mettendo in soggezione? Non ti senti a tuo agio? >
< Sinceramente non so cosa pensare, Annalise. Stavamo prendendo strade separate e ieri mi chiami che saremmo andati a New York in macchina. Non credi che sia abbastanza strano? >
< Non volevo essere da sola > mormorò la donna con tono flebile < Negli ultimi anni la solitudine è stata un pensiero fisso per me. Poi c’è stata mia madre e la sua malattia e purtroppo non ho avuto molto tempo per me stessa. >
< Per non parlare dei tuoi studenti. >
Rivangando quel passato che sembrava così vicino, Annalise accigliò uno sguardo verso Bonnie che la fece ricredere di quello che aveva appena detto.
< Perché non vuoi parlare di loro? >
< Perché è una questione chiusa. Abbiamo preso strade diverse. >
< Sei stata tu a dividerli. >
< Ho dovuto farlo > replicò piccata Annalise < Non sono più dei poppanti. Sono persone intelligenti che possono professare il lavoro di avvocato molto meglio di me. >
< Nessuno è meglio di te, Annalise. >
< Questo non puoi saperlo, Bonnie. Con il passare degli anni, loro miglioreranno sempre di più… A meno che non facciano errori che potranno condizionare la loro carriera. >
< Se hanno preso da te, molto probabilmente potrebbe succedere. La tua avversione e il modo in cui vuoi scoprire la verità, ti hanno fatto guadagnare il rispetto verso di loro. E dovresti esserne felice, sai? >
< Ho solo fatto il mio lavoro, Bonnie. Tutto qui. >
< Dovresti smetterla di sminuirti, sai? >
< Ti prego, Bonnie. Non ti ho invitata per parlarmi di loro. Sono pensieri che la mia mente sta cercando di rimuovere. >
< E come ti ho fatto capire prima, non dovresti farlo. >
Scocciata dall’insistenza di Bonnie, alla fine Annalise accese la radio per sentire le ultime notizie del giorno.
Ma l’intempestiva pioggia, faceva in modo che si potesse concentrare sulla guida e non sulle parole.
< Credi che tra noi due ci possa essere futuro, Bonnie? >
< Che intendi dire con questo? >
< Vorrei tanto che tornassimo a lavorare insieme. Come una grande squadra. >
< Annalise, finché non riconsidererai il tuo passato… >
< Voglio solo guardare avanti, Bonnie. Non mi sembra chiedere troppo. >
< Tu sei ancora una donna molto frustrata. Dovresti cercare… >
< Non riesco ad essere me stessa se continuo a parlare di te sul mio passato. >
< Forse perché sei molto stanca e stressata. >
Guardandola con sguardo corrucciato, alla fine Annalise si rese conto di aver guidato molte ore senza mai fermarsi.
< Cerchiamo un motel per la notte e ricarichiamo le energie. Domani mattina ripartiremo subito alla volta di New York. >
Ma prima che potessero giungere nel luogo prestabilito, tre figure nascoste dalla pioggia attirarono la sua attenzione.
< Chi mai potrebbe fare l’autostop sotto la pioggia? > fece Annalise con tono stupito.
< Non lo so > rispose Bonnie < Ma credo che quei ragazzi abbiano bisogno d’aiuto. >
< Tu pensi davvero ce mi dovrei fermare per aiutarli? E se fossero dei criminali? Vorrei ricordarti che siamo due donne sole e indifese. >
< Indifese non direi… In borsa ho il mio spray al peperoncino e una… pistola. >
< Cosa?! Ma sei impazzita, Bonnie?! >
< Non si sa mai cosa può succederti nella vita. Quindi è sempre meglio riuscire a difendersi. >
< Tu sei completamente fuori. >
< Fermati, avanti. Almeno non sentiremo il rimorso di non aver aiutato questi ragazzi. >
Convinta alla fine dalle parole di Bonnie, Annalise accostò la sua auto per dare soccorso a quei tre ragazzi rimasti sul ciglio della strada a fare l’autostop.
Ma quando vide con i suoi occhi che il suo passato era tornata a tormentarla, non poté fare niente per tornare indietro.
< Buonasera, avvocato Kiepling. Felice di vederla. >


Il tempo si era fermato mentre la pioggia continuava a sferzare il parabrezza della macchina di Annalise.
Il suo ritorno al passato avrebbe sconvolto per sempre il suo animo, facendogli ricordare quello che davvero era successo un lontano giorno di inizio estate di qualche anno fa’.


“Eravamo un gruppo di avvocati molto felici.
Spensierati, ci scambiavamo opinioni e sorrisi in un luogo che non riesco più a ricordare dopo tutti questi anni passati.
Vedevo gli occhi dei miei allievi crescere e scambiarsi parole di conforto mentre risolvevamo casi e rendevamo un sistema americano migliore e più giusto.
Ricordo ancora quel viale dopo la serra e di quella moltitudine di piantine di fragole che rendevano quel luogo fragrante e davvero stupefacente.
Ne staccavo sempre una ogni volta che riuscivo a giungere in quel prato sconfinato, mentre sentivo alcune voci rimbombarmi nella mia mente, staccandomi da quei pensieri truci e misteriosi.



Annalise aveva chiuso gli occhi per concentrarsi di quel ricordo che la rendeva tanto felice.
Ma non poteva essere lo stesso mentre Wes, Laurel e Asher cercavano di ritornare al passato facendo molta confusione.
> Avvocato Keating, lei non ha un amarcord da raccontarci? >
< Sono molto stanca, Asher. Mi piacerebbe arrivare al primo motel disponibile per fermarmi e riposarmi… Ma voi dove dovete andare? >
< Ovunque, avvocato. Lontani da questa pioggia, qualsiasi posto va bene. >
Annalise fissò con sguardo incuriosito e qualcuno confuso il suo ex allievo.
Ora che erano cresciuti e che avrebbero fatto la loro vita lontano da lei e dalla sua vecchia vita.
Intanto Bonnie, cercava di mantenere serietà e distanze verso quegli ex studenti che potevano dare molti problemi alle due donne.
C’erano voci che si confondevano all’interno di quell’auto, mentre i ricordi andavano ancora a confondersi. A scontrarsi.
Come poterne uscire?

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Capitolo 2
*** I ricordi sono sempre indelebili ***


Finalmente Annalise e Bonnie riuscirono a trovare un motel non molto lontano dal posto in cui avevano caricato i tre ragazzi.
L’avvocato voleva dimenticare i suoi pensieri, concentrandosi su quel presente che sembrava tanto nefasto.
Nemmeno il premio che avrebbe ricevuto a New York era importante.
Per lei esisteva solo il silenzio, o almeno era quello che credeva.
Sentendo bussare alla sua porta, Annalise non poteva credere che qualcuno potesse disturbarla.
Era stanchissima e a malapena riusciva ad alzarsi dal letto..
Ma quando vide di chi si trattava, il suo nervosismo divenne sempre più palpabile.
< Wes. Che cos vuoi a quest’ora da me? >
< Avrei bisogno di parlargli, se non le dispiace. >
< Sì, mi dispiace molto. Domani mattina devo svegliarmi molto presto e non posso perdere tempo con te. >
< La prego, ho bisogno… >
< Non riesco ancora a capacitarmi come te, Laurle e Asher abbiate chiesto un passaggio da me… Sto davvero pensando che non sia un caso avervi incontrato. >
Wes non volle rispondere a quella supposizione, volendosi concentrare su un passato turbolento e di quel ricordo felice di un paradiso che sembrava tanto lontano.
< Avvocato, dimentichiamoci i suoi crimini e ripensiamo a quella bellissima estate dell’anno scorso. >
< No, Wes. Perché sei così ostinato a volermi ricordare? Ormai quel tempo non tornerà mai più. >
< Ha deciso di abbandonarci perché non ci voleva più tra i piedi. È così? >
< E con ciò? Dovevate immaginare che tutto questo sarebbe dovuto succedere. >
< Lei è il miglior avvocato che avremmo mai incontrato sulla nostra vita. Grazie a lei… >
> Ti prego, Wes. Non ho bisogno di ringraziamenti. >
< Se davvero non voleva aiutarci avrebbe fatto meglio a lasciarci su quel bordo stradale. >
< Sotto la pioggia? Vi sareste ammalati e i miei sensi di colpa avrebbero avuto il sopravvento. >
< E adesso? Non ha i sensi di colpa? >
Quella domanda piombò nelle sue orecchie come un fulmine a ciel sereno.
< Adesso basta, Wes. Non rimarrò qui a rispondere alle tue stupide domande. Vattene fuori dalla mia camera o ti ci spedisco a calci in culo. >
< Lei non è mia madre > replicò piccato il ragazzo < E se davvero vuole cacciarmi, lo faccia pure. Ma io rimarrò qui finché non avrò ricevuto le risposte necessarie. E finché lei non sarà tornata ad essere quella di un tempo. >
< Non tornerò ad essere la persona debole e piena di sentimenti di un tempo! Lo vuoi capire, o no? >
< Perché? È così tremendamente frustrante per lei? >
< Sono un avvocato, Wes. Io ho bisogno di essere una roccia e di eliminare i miei sentimenti. >
< Eppure quella vacanza che avevamo fatto assieme… >
< Solo ricordi, Wes! Stupidi ricordi! >
< Ma che non potranno mai essere cancellati. Nemmeno se lei volesse. >
< Vuoi continuare a darmi il tormento, Wes? Ebbene, ci stai riuscendo. Vuoi farmi perdere la ragione? Non costringermi a fare qualcosa di imperdonabile, altrimenti… >
< Mi uccida, se ha davvero il coraggio, io e i miei amici non abbiamo paura di morire. >
E nel mentre la discussione stava entrando nel vivo, la porta della camera cominciò ad aprirsi subito dopo.
> Adesso non posso avere più un momento di solitudine senza che voi… >
< Lei ha bisogno d’aiuto > mormorò Asher entrando nella stanza < Non ci cacci come l’ultima volta. La prego. >
< Sentimi bene, Asher: io andrò a New York a ritirare quel dannato premio e tornerò per sempre alla mia vita. Fine della storia! >
< Perché vuole eliminarci dal suo passato? > domandò invece Laurel < Che cosa gli abbiamo fatto di male? >
< Niente! voi non mi avete fatto niente! > gridò spazientita Annalise.
> Ma allora perché… >
< Perché io sono un’assassina! Ho ucciso mio marito e ho tentato sempre di distruggere le vostre carriere molto prima che voi poteva iniziare. Sono una persona orribile e non merito il vostro rispetto! Lo volete capire oppure no?! >
Ma anche dopo quello sfogo, i tre ragazzi ex alunni della Kealing non indietreggiarono minimamente.
< A noi non importa, avvocato. Vogliamo solo avere il suo rispetto. >
< Il mio rispetto? >
< Non ci dimentichi, avvocato. Sotto sotto, siamo l’unica cosa buona che è rimasta a lei… Senza contare il premio e la sua carriera, ovviamente. Lei è incredibile e stupefacente. Ed è giunto il momento che lo capisca anche lei. >
Quelle parole forti, brevi ma concise furono il pretesto per un nuovo inizio nella mente di Annalise.
E mentre anche Bonnie si stava per riunire a loro, quella notte piena di solitudine, si sarebbe presto trasformata in un ritorno al passato dove quell’estate rimanesse sempre presente in quei momenti bui e pieni di tristezza.

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Capitolo 3
*** E’ stato tutto un sogno premonitore ***


La mattina dopo, Annalise si alzò di buon mattino.
Le conversazioni avute con i suoi ex studenti gli avevano fatto ricordare i suoi anni passati, soprattutto di quell’estate in mezzo a campi di fragole e alla spensieratezza che doveva assolutamente essere ritrovata.
Prese le sue poche cose che aveva con sé, richiamando Bonnie per la ripartenza.
< Chiama anche Wes, Laurel e Asher. New York ci aspetta. >
Inizialmente Annalise non riusciva a capire perché Bonnie la stava fissando in quel modo, ma quando la bionda cominciò a parlare, lo sconforto dell’avvocato fu palpabile.
< Annalise, cosa stai dicendo? Siamo solo io e ete in questo viaggio? >
< Ma cosa dici tu. Ieri sera abbiamo caricato tre dei miei ex alunni sotto la pioggia dirompente e abbiamo alloggiato in questo motel… Quindi ti prego, evita di farmi perdere tempo. >
< Annalise, ti giuro che qui non c’è nessun a parte noi e il titolare di questo posto. >
Con lo sguardo confuso, Annalise cercò delle informazioni che solo corrompendo il titolare sarebbe riuscita ad avere.
Controllando le prenotazioni del posto, Annalise capì che Bonnie aveva ragione.
< Ma non è possibile… io ieri sera… >
< Ti sarai sicuramente sognata, Annalise. Senti qualche volta la mancanza dei tuoi studenti? >
< Io veramente… >
Il giovane avvocato non riusciva a parlare, capendo che stava succedendo qualcosa di surreale che non riusciva a spiegarsi.


Una volta ripartiti, Annalise non riusciva a star lontano da quel pensieri.
Il suo premio che la stava attendendo a New York, fu solo un piccolo pretesto per cercare di nascondere le sue intenzioni.
Voleva arrivare in fondo a quella storia, ma come avrebbe fatto se non avesse trovato nessun indizio che si sarebbe potuto ricongiungere alla sera precedente? Davvero era stato tutto uno strano sogno?
Annalise ormai credeva che la sua mente stava impazzendo, a causa degli eccessi avuti in passato ma anche nel presente.
< Annalise, tornando a quello che sostieni… >
< Lascia perdere, Bonnie. Non ne voglio parlare. >
< Credo che tu abbia bisogno d’aiuto. Hai toccato alcol questa notte? >
< Cosa vuoi insinuare? Che sono una pazza ubriacona? >
< Come ti ho appena detto, voglio solo aiutarti. >
< Ebbene, non ne ho bisogno. Grazie. >
Interrompendo bruscamente la loro conversazione, sul cellulare di Annalise gli venne recapitato il posto in cui avrebbe ritirato il suo prestigioso premio.
“Perché tra migliaia di avvocati americani molto più in gamba e seri di me, hanno scelto…”
Era tutto strano per lei.
Un viaggio che si trasformava in un sogno insignificante.
Oppure i suoi tre ex ragazzi volevano fargli capire che la vita era ancora importante per lei e che doveva viverla alla sua maniera?
Troppe domande senza risposta, adesso che New York era più vicino.


Giungendo al Plaza Hotel dove si teneva il ricevimento per la consegna del premio, Annalise e Bonnie volevano rilassarsi alcuni minuti.
Volevano godersi le bellezze dell’albergo e dopo che avessero festeggiato il premio, anche godersi le bellezze della città.
Ma tutto ciò non capita mai per Annalise, troppo concentrata e pazza per pensare al suo presente.
E nel mentre si distendeva sul suo letto per cercare di tornare alla realtà, qualcuno bussò alla sua porta dicendogli che gli avevano consegnato una lettera per lei.
< Ma nessuno sa che io sono a New York > mormorò con un filo di voce al fattorino.
L’uomo naturalmente non sapeva trovare nessuna risposta, facendo solo quello che gli era stato ordinato.
La situazione stava diventando surreale sotto molti punti di vista e quando Annalise scartò la lettera ricevuta, l’ennesimo colpo al cuore a causa di un tuffo nel passato, la rese alquanto nostalgica.
Una foto che ritraeva i momenti passati.
Quando lei era felice in quel campo di fragole.
Quando il presente e i suoi crimini erano assenti nella sua esistenza e la vita doveva prendere un’altra piega.
“Che cosa ho fatto per meritarmi questo?”
E nel pensare ciò, si accasciò a terra prendendo tutto l’alcol disponibile in quella camera d’albergo, uccidendosi definitivamente e sparendo in quella vita che l’aveva trasformata in un mostro senza cuore.

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