Lo Chef di Mezzanotte

di LaTuM
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Katsudon per tre. Anzi, per quattro. ***
Capitolo 2: *** Okonomiyaki ***
Capitolo 3: *** Ramen ai funghi ***
Capitolo 4: *** Gyoza tofu, funghi e zucca ***
Capitolo 5: *** Cetrioli piccanti in agrodolce ***
Capitolo 6: *** Colazione per due ***
Capitolo 7: *** Broccoli, tofu e curry ***
Capitolo 8: *** Pranzo per due. Anzi per uno. ***
Capitolo 9: *** Zuppa di miso con zucchine ***



Capitolo 1
*** Katsudon per tre. Anzi, per quattro. ***


Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

Hero Tales


Katsudon per tre. Anzi, per quattro.


Izuku poteva dirsi una persona nel complesso felice.

Era stata una lunga giornata e alle tre del mattino stava ancora camminando per le strade mediamente affollate di chi come lui aveva appena finito di lavorare e stava tornando a casa. Tutti i locali oramai erano chiusi e il profumo di cibo che si era disperso nell’aria nelle ore precedenti non faceva che far tormentare lo stomaco di Izuku oramai pronto all’auto-digestione.

Nonostante la fame e la stanchezza, l’odore delle strade, la gente che camminava tranquilla e che gli sorrideva quando lo riconosceva, erano cose che lo convincevano sempre di più del fatto che avesse ragione a considerarsi fortunato. Era un Pro Hero come aveva sempre sognato, nonostante fosse nato senza Quirk, le sue azioni e qualche coincidenza l’avevano portato a realizzare il suo (o quanto meno, uno dei) sogno più grande. Non solo era diventato un eroe come voleva, ma era diventato il successore di All Might designato dallo stesso All Might, il suo mito da che aveva imparato a parlare. Non che questo non avesse avuto ripercussioni sulla sua vita o quella degli altri – cicatrici sulla pelle di tutti, vite spezzate di cui spesso tendeva a incolparsi, città distrutte che ancora non erano state completamente ricostruite – ma alla fine aveva imparato a gestire quel turbinio di emozioni che più volte avevano rischiato di soffocarlo.


Ancora una volta era stato fortunato, i suoi amici, tutti i suoi amici gli erano stati accanto, lo avevano aiutato e si erano aiutati a superare gli orrori e i dolori. Per essere così giovani, avevano alle spalle una storia degna di quella di Harry Potter.

Izuku sorrise, in fondo ogni tanto si sentiva un po’ come il mago sfigato con gli occhiali che però aveva dovuto affrontare un nemico più grande di lui. Però doveva ammettere che il biondo della sua storia era meglio del Serpeverde, almeno Kacchan era suo amico, un amico dal carattere difficile e irascibile, ma comunque un amico. Soprattutto dopo il suo mese come Vigilante… alla fine era stato lui a farlo cedere e farlo tornare alla UA. Da quel momento le cose non erano state più le stesse. Sicuramente non per Izuku.


Il ragazzo sospirò e si tolse il guanto dalla mano destra per sfregarsi gli occhi che erano prossimi a chiudersi. Aveva finito tardissimo, sapeva sarebbe dovuto tornare in agenzia a finire i rapporti, ma era stanco e voleva andare a casa. Poi, durante il tragitto, ne era successa di ogni, e ora non aveva idea di come fosse finito – tre ore dopo la fine del suo turno –nel quartiere di Shinjuku, dove la notte sembrava non essere mai arrivata. Peccato fossero appunto le tre del mattino e la fame stava per riuscire lì, dove Shigaraki non era riuscito. Se Dynamight fosse rimasto con lui avrebbe finito decisamente prima, ma Kacchan era a dir poco rigido sui suoi orari: da un anno a quella parte, a costo di essere pagato meno e lavorare anche sette giorni su sette, lui avrebbe lavorato soltanto dalle quindici alle ventuno, non un minuto di meno, ma mai un minuto di più. Non aveva voluto dare spiegazioni in merito perché non erano fatti di nessuno. Stava camminando oramai per inerzia quando arrivò all’angolo di una strada con una piccola stazione di polizia (anche se sembrava più uno sgabuzzino), non c’erano auto ma solo un paio di bancarelle: una vendeva giocattolini in plastica e l’altra del ramen. Fu sul punto di ordinare una ciotola di ramen quando alle spalle gli giunse una risata.

Beh, lo chef si è superato anche stasera, non mi sarei mai aspettata sarebbe riuscito a fare un ramen al curry con quei pochi ingredienti che aveva.”

La prossima volta gli voglio chiedere dei mochi piccanti, secondo me sarebbe capace di farli” commentò una seconda voce.

Con il piccante non è nemmeno più una sfida” rispose la prima voce.

Scusate!” disse Izuku avvicinandosi ignorando gli sguardi perplessi dei passanti, che di certo non mi aspettavano di vedere l’eroe Deku in giro per strada “Posso chiedervi di che posto state parlando?“

Di quel posto” disse la ragazza indicandogli una porticina non molto distante con una lanterna appesa davanti “Noi la chiamiamo la Taverna di Mezzanotte, ma in realtà non ha un nome, lo chef non glielo ha mai dato. Apre da mezzanotte alle cinque ed è un luogo ideale per chi finisce di lavorare tardi e ha fame. Ha pochi piatti in menù, ma puoi chiedere quello che vuoi allo chef, se ha gli ingredienti te lo prepara” continuò a spiegare senza riuscire a staccare gli occhi dal suo costume (sporco) e il volto (stanco).

“Vi ringrazio moltissimo. Vi auguro una buonanotte” rispose Izuku salutandoli con un breve inchino prima di dirigersi dove gli era stato indicato. L’entrata era proprio piccola e piuttosto bassa, la luce soffusa e - a giudicare dal silenzio - in quel momento non doveva esserci nessuno dentro. Izuku aprì lentamente la porta e si trovò davanti un ambiente decisamente piccolo con un bancone di legno che faceva da perimetro alla zona dove andava a veniva chi cucinava, alcuni sgabelli, qualche soprammobile acquistato con ogni probabilità nella bancherella di giocattoli di plastica che aveva visto prima e… basta. Definire quel luogo spartano era un eufemismo, ma sembrava estremamente caldo e accogliente nella sua frugalità. Izuku si richiuse la porta alle spalle facendo purtroppo più rumore di quanto avrebbe voluto, ma almeno in questo modo aveva segnalato al sua presenza

“Benvenuti” disse infatti una voce da dietro un paravento che nascondeva in parte la cucina.

Izuku fece un lieve inchino in direzione della voce e si sedette. Prese in mano il piccolo e semplice menù con pochissimi piatti a disposizione. Si sentiva monotono, ma aveva davvero voglia di katsudon.

“Cosa vi port-…?” chiese una voce gentile, anche se le parole andarono a morirono sulle labbra del proprietario senza che però Izuku ci facesse caso. Era stanco, aveva fame e aveva davvero voglia del suo piatto preferito in assoluto.

Alzò gli occhi per guardare in faccia lo chef e chiedere:

Un Kats...uki?!”

Io non sono nel menù” rispose il biondo con il suo solito tono ma con una punta di divertimento “E chiudi quella bocca Deku o il tuo katsudon te o infilo in gola ancora ustionante!”

Izuku chiuse la bocca che non si era reso conto di aver spalancato per lo stupore.

Cosa...” ci fai qui avrebbe voluto chiedere, ma il fatto che Bakugou Katsuki fosse lo chef della tavola calda di mezzanotte era piuttosto evidente. Non l’aveva riconosciuto. Come aveva fatto a non riconoscerlo?

Certo, la divisa blu da chef, il grembiule e la stanchezza di Izuku non lo avevano aiutato, eppure Deku aveva osservato l’altro fin troppo bene per una vita intera da poterlo riconoscere ovunque, eppure aveva fallito. Ma lo stesso tono di Kacchan era completamente diverso: meno muori, muori, muori’ e decisamente più gentile, accogliente… il tono di voce che Izuku aveva sempre sognato sentir provenire dalla bocca dell’altro ragazzo.

Come facevi a sapere che avrei preso-”

Katsuki non lo lasciò finire.

Mi prendi in giro? Non prendi mai altro da che ti conosco, e ti conosco da vent’anni!” borbottò Kacchan allontanandosi dal bancone per andare a prendere una bevanda isotonica al lime dal frigorifero.

Ti servirei una birra, ma questo è meglio visto che hai appena staccato” mormorò il biondo per poi spostarsi nel piccolo angolo dedicato alla cucina con i fornelli e iniziò a prendere gli ingredienti per cucinare il piatto richiesto da Izuku.

La regola del suo ristorante era semplice: c’è il menù fisso che prevede curry, zuppa di miso e soba calda o fredda (grazie Metà e Metà). Se i clienti avessero voluto altro, dovevano chiederglielo, se aveva gli ingredienti glielo avrebbe preparato, altrimenti si sarebbero fatti andar bene quello che aveva. Di solito riusciva sempre a soddisfare le richieste, faceva in modo di avere più ingredienti di quanti gliene servissero per le sue ricette, ma a volte doveva improvvisare con quello che aveva.

Izuku bevve avidamente la bevanda datagli da Kacchan, rendendosi conto di avere molta più sete e di essere molto più disidratato di quanto pensasse. Come sempre Kacchan era riuscito a cogliere nel segno… era – e per Izuku lo sarebbe sempre stato – il migliore. Gli doleva ammetterlo, ma anche se erano quasi alla pari in classifica – a volte uno era un numero più avanti dell’altro o viceversa – per lui Kacchan era secondo solo a All Might: ce l’avrebbe messa tutta per raggiungerlo, ma non sarebbe mai stato davvero possibile.

Hai finito di borbottare o vuoi aspettare che la cena di freddi?”

Izuku sbarrò gli occhi: quanto poco gli ci era voluto?

Il riso era già pronto” spiegò Katszuki prima ancora che l’altro potesse porgli la domanda “Mangia” gli intimò poi restando lì a guardarlo finché non ebbe mandato giù il primo boccone.

Gli occhi verdi di Izuku divennero lucidi e un sorriso sincero apparve sulle sue labbra.

Kacchan, è il miglior katsudon che credo di aver mai mangiato! La frittura è croccante ma leggera, il riso caldo al punto giusto e la-”

MANGIA E SMETTILA DI PARLARE MERDEKU!

Ok, ora Izuku lo riconosceva. Ridacchiò ma fece come gli era appena stato… intimato? Ordinato?

E’ per questo che un anno fa hai preso i turni di pattugliamento fissi?”

“No, mi andava e basta...” rispose il biondo prima di alzare gli occhi al cielo “Ovviamente nerd, apro da mezzanotte alle cinque, un minimo di riposo me lo vorrai concedere?”

“Non è stancante? Per uno abituato ad andare a dormire alle otto di sera… lavorare sei ore da Hero e cinque da chef non è… estenuante?”

Il biondo alzò le spalle.

“Un po’, ma qui mi rilasso. Quando chiudo vado a comprare gli ingredienti freschi per la cena, mi alleno e poi dormo prima di iniziare il turno in agenzia.”

Izuku annuì continuando a mangiare con calma il suo katsudon… non mentiva quando aveva detto a Kacchan che era il più buono che avesse mangiato ultimamente. Era abbastanza evidente che la cosa lo rilassasse: i suoi muscoli erano meno tesi, dalle mani non era uscita nemmeno una scintilla neanche quando gli aveva urlato di mangiare, il suo volto era evidentemente sereno e Izuku poteva giurare che la sua espressione mal celasse un sorriso soddisfatto.

“Hai tanti clienti?”

“Più di quelli che mi sarei mai aspettato. Spesso sono clienti abituali o loro amici, ma ho sempre un buon numero di coperti. Arrotondo bene, anche se come potrai intuire, non è esattamente un discorso di soldi.”

“E cosa dicono di te?”

“Che sono un bravissimo chef.”

“E di Dynamight?”

“Sanno chi è, ma non sanno che sono io. Non perché non ci vedano, ma credo che non riescano a sovrapporre le due figure” ammise i biondo consapevole che in quel momento era difficile associarlo a Dynamight.

Izuku parve rifletterci, ma comprese il discorso: lo chef di questa tavola calda era calmo, rilassato, gli piaceva cucinare e gli piaceva vedere le persone felici mentre assaggiavano un piatto delizioso che gli faceva riaffiorare ricordi o che li colpisse per i sapori incredibili. A lui era successo lo stesso e il sorriso di Kacchan quando si era complimentato con lui non se lo sarebbe dimenticato facilmente, anche perché – finalmente - non si era minimamente preoccupato di nasconderlo.

“Sanno solo che ogni tanto non posso esserci, quindi mando un amico a cucinare al posto mio.”

“Un amico?”

“Il figlio di una cliente abituale. Gli piace cucinare ed è bravo. Lui mi ha riconosciuto subito ma quando gli ho chiesto di non dire nulla, non ha fiatato. Così se non posso, viene lui al mio posto e tiene per sé metà dell’incasso che di solito spende in libri universitari o manga.”

Izuku annuì con una punta di gelosia. L’idea che Kacchan avesse un altro amico importante, una persona di cui si fidava ciecamente come solo con lui era solito fare (dietro tutti gli insulti e le urla, negli ultimi anni le cose erano decisamente cambiate, e nonostante la loro rivalità, la stima, il rispetto e a fiducia erano diventati la base della loro collaborazione) un po’ lo infastidiva, ma si rendeva perfettamente conto che lui non era nessuno per essere geloso della vita di Kacchan. Con dispiacere dovette ammettere che di lui sapeva molto meno di quanto pensasse visto che fino a meno di un’ora fa non aveva idea che il suo amico, il suo collega, avesse un secondo lavoro così lontano da quello di Hero che aveva sempre voluto fare.

Katsuki prese una tazzina da dietro il bancone e la riempì con un po’ di saké caldo prima di metterla davanti a Izuku che lo guardò perplesso. Era strano che uno così attento al regime alimentare come lui gli servisse dell’alcool.

“Ti scalderà… devi andare a casa a dormire Deku, se no domani non ti reggerai in piedi.”

“E l’alcool come dovrebbe aiutarmi per quest’ultima parte?”

“Ti aiuterà a dormire. Ora bevi e vai. Stasera la cena la offro io, ma la prossima volta portati del contante. E non dire a nessuno di questo posto.”

Izuku bevve il saké tutto d’un fiato, si alzò a dopo aver ringraziato Kacchan con un inchino, se ne andò verso casa e, come aveva previsto il biondo, una volta a letto, prendere sonno fu questione di pochi attimi, ma abbastanza per non dimenticare il sorriso sul viso di Katsuki. Aveva detto la prossima volta porta i contanti e Izuku sarebbe tornato, per gustare la sua ottima cucina e perché sì, aveva voglia di rivedere l’amico sorridere così.


Il giorno seguente Izuku si svegliò stanco, ma la cosa non lo stupì minimamente: aveva dormito sì e no quattro ore prima di alzarsi, allenarsi e poi andare in agenzia. In teoria aveva dei turni, ma erano più le volte che arrivava prima e staccava dopo, ma non gli importava. Non è che avesse davvero molto altro da fare, oltre allenarsi, le alternative erano stare in casa a studiare gli eroi (non aveva smesso di portare avanti questo suo hobby e il quaderno su cui stava scrivendo ultimamente recitava un bel 42 in copertina) o allenarsi, ma preferiva di gran lunga dedicarsi al lavoro che gli sembrava un’attività molto più utile. In fondo per lui fare l’eroe non era mai stato veramente un lavoro: gli servivano licenza e contratto per poterlo fare ma in fondo la sua era una vocazione, quello che era stato ed era diventato il sogno di una vita. Non che fosse sempre rose e fiori, ma abbastanza per non sentire il peso di trascorrere ore in più per le strade o in agenzia a scrivere rapporti.

Quella giornata voleva fargliela pagare per essersi attardato al locale di Kacchan fino alle prime luci dell’alba (o l’aver staccato tre ore dopo la fine del suo turno) quindi fu un continuo intervenire: appena iniziato il suo turno di pattuglia aveva sventato una rapina da parti di qualche ladruncolo che aveva sfruttato il suo Quirk di mimetismo per portare via un gran numero di gioielli (ma perché i Villain si ostinavano a rubare nelle gioiellerie non l’aveva ancora capito visto che venivano sempre colti in flagrante…), poi per tre volte, aveva dovuto arrampicarsi su vari alberi per recuperare tre gatti che quel giorno avevano deciso di sentirsi delle scimmie ma che poi avevano iniziato a piagnucolare perché non ce la facevano a scendere (o saggiamente non ci provavano). Nel mentre, durante il salvataggio del gatto numero due che era metà bianco e metà nero e che era stato chiamato – con assai poca sorpresa d Izuku – Todo, aveva trovato tra i rami un pappagallino e una tartaruga. Aveva compreso il primo, ma dopo aver afferrato la seconda, decise di non fare domande e portò giù lo strano bestiario che aveva raccolto tra i rami.

Per quanto assurde o noiose potessero sembrare quelle attività, a Deku piaceva aiutare, anche semplicemente ricevere un grazie dalla persona di turno dopo avergli restituito il quadrupede disperso (mammifero o rettile che fosse) era una motivazione non smetteva mai di convincerlo che quella era davvero la sua strada.

Dopo aver restituito il terzo gatto a un ragazzo dall’aria burbera ma comunque gentile, Deku si avviò verso una strada un po’ più trafficata. Davanti a una vetrina vide un bambino accompagnato dalla madre che la tirava per un braccio perché voleva vedere le gesta di Dynamight che, nonostante le sue esplosioni apparentemente solo distruttive, era appena riuscito a creare un varco in un capannone in fiamme e portare in salvo quelli rimasti intrappolati. Entrare in luogo così caldo e pieno di fuoco era pericoloso a prescindere... per Kacchan, che era nitroglicerina allo stato puro, poteva essere quasi mortale (Deku notò con sollievo che si era tolto le granate dai polsi per fortuna), ma lui non aveva esitato un solo istante ad aiutare chi era in difficoltà. Dynamight poteva sembrare un Villain, ma era più eroico di chiunque altro. Ed era estremamente intelligente, agiva sempre nel modo migliore, velocemente ma con attenzione. Izuku si ritrovò a sorridere stupidamente davanti al bambino e a se stesso che guardavano in televisione le gesta del loro eroe, ma non poteva farci nulla. Sentendo un borbottio allo stomaco di fermò in una bancarella a prendere un okonomiyaki e una limonata frizzante al litchi e andò a mangiare il suo pasto ancora caldo sulla cima di un edificio da cui poteva godere un bel panorama. Non era in una zona particolarmente centrale, ma almeno era tranquillo e poteva pranzare senza sentirsi in colpa per quella breve pausa. Addentò un pezzo di frittata godendosi i sapori carichi e e avvolgenti e non poté fare a meno di chiedersi come avrebbe potuto essere l’okonomiyaki cucinata da Kacchan. Forse avrebbe potuto chiederglielo. Magari sarebbe potuto tornare quella sera stessa al suo ristorante per farlo, ma forse era meglio di no. Probabilmente gli avrebbe solo dato fastidio considerato che aveva scelto un luogo e un lavoro dove era difficile incontrare amici e colleghi, perché mai avrebbe dovuto essere felice di rivederlo?

Però Izuku non riusciva a smettere di pensare all’assurdità della situazione in cui si erano ritrovati solo poche ore prima. Aveva visto Dynamight in azione e non gli era sembrato aver perso minimamente lo smalto, nonostante la stanchezza che poteva accusare per via delle ore di lavoro notturno. Eppure vedendolo così rilassato Izuku si era chiesto se forse, davvero, quel secondo lavoro non fosse un modo per scacciare via il fastidio, il cattivo umore e la pesantezza che certi giorni essere un Hero comportava. Perché non era sempre salvare gatti (e tartarughe) dagli alberi; come era appena successo a Kacchan dovevano intervenire in situazioni pericolose e mettere in gioco la loro stessa vita. Vero che dal momento in cui avevano sconfitto Shigaraki e All for One il pericolo dei Villain si era ridotto parecchio, ma criminalità e incidenti erano il loro pane quotidiano. Chissà se quella sera avrebbe aperto comunque, considerato gli interventi di oggi…

Deku finì il pranzo e prima di finire il suo giro di pattuglia, si fermò a un bancomat. Così, se gli fossero serviti dei contanti. Era sempre meglio avere del contante con se, no?


Non ci aveva creduto nemmeno per un istante che quella sosta al bancomat fosse solo per precauzione.

Era tornato a casa non troppo tardi e, dopo essersi fatto una meritata doccia (presentarsi di nuovo vestito da Hero, sporco e puzzolente non era il modo migliore in cui voleva farsi nuovamente vedere da Kacchan, non in quel contesto dove comunque l’amico cercava di mantenere il più possibile l’anonimato) indossò un semplice paio di pantaloni, le sue immancabili scarpe rosse (quelle più nuove), felpa grigia e una maglietta di All Might. L’unica cosa in più che decise di mettersi fu un anonimo cappellino grigio che lo aiutava a nascondere quella zazzera dal colore un po’ troppo inusuale. Non che fosse così anomalo avere dei tratti somatici variopinti (nella loro classe c’era Mina che era rosa, con le corna e gli occhi neri come… beh sì, Kacchan non la chiamava occhi da procione mica per niente, o Tsyui, che era in tutto e per tutto una rana) però voleva non dare troppo nell’occhio. Per rispetto a Kacchan e al suo desiderio di non far sapere ai suoi clienti chi fosse.

Arrivò davanti al ristorante dell’amico che era l’una di notte e, a differenza della sera precedente, vedeva delle persone muoversi all’interno e delle lievi risate provenire da oltre la porta. Sentì anche la voce dell’amico dire qualcosa di irriverente ma con tono gentile a uno degli avventori, cosa che fece ridere tutti gli altri.

Izuku fece un respiro profondo: non gli andava molto di entrare e obiettivamente nessuno lo stava obbligando a farlo. Non sapeva nemmeno se Kacchan avrebbe apprezzato, ma non gli importava, aveva voglia di entrare, mangiare qualcosa di buono e, perché no, scambiare due parole sul tempo.

“Benvenuto” lo accolse la voce di Katsuki quando entrò e lui gli rispose con un inchino prima di sedersi a un lato del bancone, osservando le altre persone già intente a mangiare e bere di gusto.

“Una birra, per favore” chiese Izuku e Kacchan annuì, prendendo una birra fresca dal frigorifero e, dopo averla stappata, gliela posò davanti insieme a un bicchiere di vetro.

“Quindi è tornato… cosa le porto?” domandò lo chef, rivolgendosi a lui in tono formale, come se non volesse far vedere che si conoscessero, ma ad Izuku non sfuggì lo sguardo divertito dell’amico, che un po’ si aspettava la richiesta dell’altro.

“Il kats-sudon era molto buono” rispose e le labbra del biondo s’incurvarono in quello che era un ghigno divertito ma gentile.

“E katsudon sia...”

“Come mai non lo aggiunge al menù chef? E’ un piatto che prepara sempre” gli chiese una donna di circa quarant’anni che stava mangiando un tan-men senza spaghetti.

“E’ un piatto per le occasioni speciali” fu l’unica risposta che diede Katsuki prima di allontanasi verso la piccola cucina e iniziare la preparazione.

“E’ uno dei suoi piatti migliori, ma non è nel menù” gli spiegò la donna.

“Sì, sembra quasi che lo prepari sempre nel caso in cui arrivasse qualcuno di speciale a cui servirlo...” commentò l’uomo seduto accanto a lei.

“Chiudi quella dannata bocca Takashi!” gli intimò la voce un po’ arrabbiata di Katsuki.

“Andiamo chef! Sa bene quanto tutti noi amiamo il suo katsudon! E’ il piatto che le riesce meglio!”

Izuku si sentì improvvisamente avvampare e si versò della birra, bevendone una lunga sorsata. Non ne andava matto, ma in effetti era una bevanda che si prestava perfettamente all’ambiente in cui si trovava, ai profumi che lo circondavano e al cibo delizioso che sapeva a breve avrebbe mangiato.

“Ecco qua” disse poco dopo Kacchan, porgendogli una scodella calda e fumante.

“Itadakimasu” disse Izuku congiungendo le mani e accettando volentieri le bacchette che l’amico gli stava porgendo. Non doveva essere un gesto abituale, a giudicare dagli sguardi degli altri avventori, ma non se ne preoccupò. Quella piccola gentilezza rese ancora più delizioso quel primo boccone che gli scaldò lo stomaco e il cuore.

“Com’è?” gli domandò Katsuki.

Anche da sotto la visiera del cappellino era impossibile non vedere gli occhi di Izuku brillare.

“Squisito!”

“Chef, potrei avere anch’io un katsudon, per favore?” domandò la donna.

“Ne prepari due” disse il famigerato Takashi.

“Faccia direttamente tre!” aggiunse il terzo uomo che fino a quel momento aveva solo mangiato e osservato la scena.

“Altri tre katsudon in arrivo” disse Kacchan e sparì in cucina prima di fare l’occhiolino a Deku, che si sentì arrossire senza alcuna ragione apparente.

“E’ da molto che viene qua? Non l’abbiamo mai visto...” gli chiese la donna incuriosita. A differenza di molti altri posti, quel ristorante sembrava voler rompere i tabù solitari della loro tradizione.

“In realtà sono capitato qui per caso ieri sera. O forse dovrei dire questa mattina. Avevo appena finto di lavorare e morivo di fame. Non mi aspettavo di trovare un posto del genere dove trovare il mio…”

“Piatto preferito” disse Kacchan dalla cucina, bloccando sul nascere qualsiasi possibile errore.

“Esatto, il mio piatto preferito.”

“Allora è stato proprio fortunato.”

Izuku annuì… si, era stato proprio fortunato.


Note dell’autrice:

Ho visto Midnight Diners su Netflix (tratto da La taverna di mezzanotte di Yaro Abe) ed è un capolavoro (ho ovviamente fatto alcune modifiche necessarie ai fini di questa trama).

E niente, durante la visione ho pensato troppo a Kacchan nel ruolo dello chef ed eccomi qua.

Il 42 sul quaderno di Deku è citazione di Guida Intergalattica per Autostoppisti mentre Yaro prende ovviamente il nome dall’autore de La Taverna di Mezzanotte.

Ogni capitolo – come la serie – sarà incentrato su una ricetta. Non sono un’esperta né di Giappone né di cucina giapponese, ma viste le mie attitudini, spesso ricorro alla cucina orientale :)

Alla prossima!

LaTuM


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Capitolo 2
*** Okonomiyaki ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 2

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

Hero Tales


Okonomiyaki



Tornò per altre tre sere di fila, ordinando sempre birra e katsudon (non che ci fosse davvero bisogno di chiederlo, Kacchan sapeva cosa avrebbe preso prima ancora che aprisse bocca) pagando ogni volta milletrecento yen.

Ogni sera c’erano nuovi clienti e quelli abituali – a breve lo sarebbe diventato anche lui se fosse andato avanti così -, aveva già rivisto Takashi, Kane (la donna sulla quarantina), e Yaro. In quel poco tempo trascorso in loro compagnia aveva scoperto diverse cose: Takashi aveva una piccola bottega in fondo alla strada dove spesso che vendeva fiori e gioielli di poco valore per chi doveva fare dei regali dell’ultimo minuto e si era palesemente dimenticato di acquistare qualcosa per tempo, Kane lavorava per il call center di una banca e Yaro era uno scrittore, a volte mangaka, ma soprattutto gli piaceva scrivere dialoghi. Quando gli avevano chiesto che lavoro facesse Izuku aveva semplicemente risposto che lavorava nel sociale e aiutava le persone… in fin dei conti non era così lontano dalla realtà. Aveva scoperto che nessuno conosceva il nome di Kacchan: i suoi clienti lo chiamavano semplicemente chef ed erano soliti usare un tono informale ma con forma onorifica.

Nel giro di pochissimo tempo, oramai andare a mangiare al ristorante di Kacchan era diventato quasi un appuntamento fisso. Non che l’altro si aspettasse di vederlo arrivare ogni giorno (alcune volte gli aveva scritto che era di pattuglia o che l’intervento gli aveva preso più tempo del previsto, ma l’altro o non gli aveva risposto, oppure gli aveva semplicemente mandato l’emoticon di una testa che esplodeva… a Deku il compito di interpretarla, ma non è che gli ci era voluto molto o avesse dovuto metterci troppa fantasia) però gli piaceva questa strana routine che si stava costruendo. Per tanto tempo si era sentito in colpa all’idea di costringere l’amico a mantenere il segreto sul suo Quirk, che ora gli piaceva e lo faceva sentire importante essere lui il suo custode segreto. Da che i media l’avevano così tanto preso di mira – in parte a ragione – dopo il loro primo Festival Sportivo, Kacchan non vedeva di buon occhio la televisione e i giornali e Izuku aveva facilmente compreso perché l’amico volesse mantenere il più possibile l’anonimato. Non faceva nulla per nascondere chi fosse, ma nessuno sembrava riconoscerlo comunque. O, quanto meno, a nessuno sembrava importare veramente.

“Richiesta d’intervento! Codice rosso! Incidente ponte raccordo autostradale zona sud est di Tokyo uscita Alderan!”

Deku si alzò di scatto dal bordo del tetto dove si era fermato a mangiare il suo okonomiyaki. Non era distante da dove si trovava.

“Hero Deku in arrivo” disse all’auricolare prima di iniziare a muoversi di scatto tra i tetti, lanciando la carta in cui era avvolto il suo pranzo in un cestino prima di arrivare sul posto.

Quando arrivò vide che alcune auto erano rimaste intrappolate nel guardrail pericolante e che sarebbero finite giù dal ponte. Nel giro di un attimo evocò Black Whip e iniziò a recuperare le auto, lanciandole in aria in modo da farle atterrare delicatamente in luogo sicuro. Non appena però queste furono lontano dal pericolo, un grosso macigno si staccò dal ponte sotto al quale si trovava Izuku che non poteva allontanarsi, visto che stava ancora spostando le auto con dentro dei civili. Cercò di preparare uno Smash, ma prima ancora di poter convogliare l’energia di One for All sulla gamba destra, sentì la voce di Dynamight urlare ‘MUORI!’ nella sua direzione. Ovvio che non era riferito a lui, perché di fatti il biondo aveva appena disintegrato il grosso macigno che stava per schiacciarlo, salvando lui e almeno una decina di civili.

Grazie Dynamight!” urlò Deku posando le auto ben lontane da qualsiasi punto che avrebbe potuto cedere.

Nel giro di poco tempo i due misero l’area in sicurezza, evacuarono i civili e puntellarono il ponte così da evitare possibili cedimenti in attesa di qualcuno con il Quirk adatto per rendere nuovamente agibile l’area.

Sei arrivato proprio al momento giusto” disse Deku osservando l’amico poco distante lui che lo guardava torvo, come sempre, al di sotto della maschera che gli copriva gli occhi. Era così diverso dallo chef della tavola calda di mezzanotte, che in effetti Deku comprese perché i suoi clienti non lo riconoscessero.

Katsui gli si avvicinò e, con enorme sorpresa di Izuku, gli fu praticamente addosso per annusarlo.

Puzzi di olio scadente e uova” gli disse il biondo.

Beh...” cercò di giustificarsi Deku “Ho preso qualcosa di semplice per pranzo.”

Kacchan assottigliò lo sguardo.

Stasera mangerai i miei okonomiyaki” fu tutto ciò che gli disse prima andarsene… appena in tempo per venire fotografato sul luogo ma non abbastanza perché i giornalisti volessero parlare con lui, lasciando a Deku l’incombenza. Era migliorato con il tempo, ma il più delle volte che lo intervistavano, Izuku si sentiva improvvisamente capace di padroneggiare il Quirk di Kirishima.

Per tutto il resto della giornata Deku non riuscì a non pensare al velato invito di Kacchan di andare quella sera alla sua tavola calda. Probabilmente aveva interpretato il suo aver mangiato okonomiyaki come un gesto di sfida (anche se per Kacchan qualunque cosa era un gesto di sfida nei suoi confronti) ma gli aveva esplicitamente detto ‘stasera mangerai’ con un tono che non ammetteva repliche o rifiuti.

Fece ben attenzione a finire per tempo il suo turno, voleva andare a casa, lavarsi (visto che l’altro gli aveva fatto capire che puzzava) e quando fu il momento di vestirsi, si ritrovò a scartare quella che era la sua solita scelta di pantalone e t-shirt in favore di un jeans e una camicia blu. Niente di troppo elegante, viste le sue solite scarpe rosse, ma gli dava l’impressione di non aver fatto un salto nell’armadio ed essere uscito con i vestiti che gli erano rimasti appiccicati addosso. Sembrava che almeno avesse provato a metterci un po’ d’impegno per apparire quantomeno decente.

Uscì di casa poco prima di mezzanotte, voleva arrivare un po’ dopo l’orario di apertura ma non troppo tardi. Non sentiva il bisogno di restare necessariamente solo con Kacchan, gli piaceva l’atmosfera del locale e Katsuki sembrava trovarsi a suo agio in mezzo a quelli che erano diventati dei conoscenti di cui apprezzava la compagnia… non degli extra, non degli amici, ma dei clienti abituali e fidati che non si erano fatti trarre in inganno dalla giovane età dello chef. In effetti bastava fermarsi davanti al locale per rimanere ammaliati dai profumi che provenivano da oltre la porta. Sedersi al bancone e mangiare il cibo di Kacchan era un’esperienza mistica, e siccome era capitato spesso che cucinasse per tutti quando erano alla UA, sapeva di cosa parlava. Il cibo del suo ristorante, se possibile, era ancora più buono.

Quando arrivò sentì delle voci gentili che chiacchieravano tra di loro e Izuku aprì la porta, pregustandosi la cena. Certo, abituarsi a cenare all’una di notte (o era già mattina?) non era una cosa molto sana, ma quel suo andare lì era ritagliarsi un piccolo spazio nella vita di Kacchan in un luogo dove spesso gli sorrideva ed era (quasi) gentile con lui. Una specie di universo alternativo racchiuso in pochissimi metri quadrati, ma per Izuku erano sufficienti.

Zuku-kun!” lo accolse la voce di Kana “Oggi non si può scegliere, okonomiyaki per tutti ha detto lo chef.”

Izuku sorrise al ricordo di come Kacchan lo aveva invitato con i suoi modi burberi, di come gli si era avvicinato e intimato di presentarsi lì quella sera. Per un attimo rabbrividì.

E okonomiyaki sia!” rispose poi allegro sedendosi al bancone scoccando uno sguardo divertito a Kacchan che gli rispose sollevando il mento e mostrandogli i denti. Un essere umano qualunque lo avrebbe definito un ringhio silenzioso o lo avrebbe paragonato a un cane, ma Izuku sapeva che Kacchan aveva apprezzato il suo essere arrivato a un’ora decente ed era certo che – figlio di due persone che si occupavano di moda e design – non gli era sfuggito il suo, seppur misero, tentativo di apparire meglio del solito.

“Avete visto oggi l’incidente ad Alderan?!” disse improvvisamente Soske “Cavoli, se la stavano proprio vedendo brutta! Mio cugino era in una delle auto messe in salvo!”

Izuku si irrigidì a sentir parlare degli eventi della giornata, era capitato alcune volte che la conversazione cadesse sugli eroi, ma lui e Kacchan non erano mai stati al centro dell’attenzione o della conversazione.

“Sì, sì, bravi eroi...” tagliò corto Kacchan sbucando dalla cucina “Quante okonomiyaki?”

Tutti i clienti, compreso Izuku, alzarono la mano e Katsuki sorrise prima di iniziare a portare i piatti.

“Una birra per favore… anzi, del sake caldo.”

“Arriva subito” disse il biondo prendendo la bottiglia che gli serviva per scaldare e servire il sake. Deku non perse tempo e, dopo aver recuperato le bacchette, prese un boccone di okonomiyaki e se lo portò alle labbra, soffiandoci leggermente sopra. Il profumo era incredibile, nulla a che vedere con quella mangiata diverse ore prima di entrare in azione. Non c’era odore di olio stantio o di piastra usata così tante volte che alla fine i sapori e gli aromi non erano più distinguibili. Izuku percepiva tutto e quando addentò il boccone che aveva tra le bacchette la sua espressione fu tale che Kacchan scoppiò a ridere. Deku dovette fare del suo meglio per non chiamarlo per nome per l’entusiasmo.

“Ka...voli, è davvero incredibile! Nulla a che vedere con quella che ho mangiato oggi a pranzo! Non credo potrò mai mangiare okonomiyaki altrove se non qui!”

“Si sta abituando troppo bene Zuku-kun, quando si prova la cucina dello chef non si riesce più a farne a meno.”

Izuku non poté che trovarsi d’accordo.

“Mi ricorda la cucina di un mio compagno di liceo. Lui era davvero bravissimo, e meno male che c’era, se no io e i miei compagni saremmo morti di fame. Anche se spesso ha provato a ucciderci con il cibo piccante che adorava cucinare.”

“Anche allo chef piace il cibo piccante. Dovresti provare il suo curry. Lui lo tiene sempre in menù – anche se secondo me dovrebbe metterci il katsudon – ma solo lui e pochi altri sono in grado di sopportarlo. Dovresti provarlo un giorno.”

“Lo farò” rispose Izuku, continuando a mangiare di gusto ciò che aveva nel piatto intervallando i bocconi con dei sorsi di saké caldo che andarono a riscaldargli… tutto.

Arrivarono altri clienti, altri se ne andarono. Izuku rimase fino alle quattro, quando oramai c’erano solo lui e Kacchan.

“Non dovresti andare a casa?” gli chiese il biondo, osservandolo. Aveva l’aria stanca, si era tolto il cappellino che gli copriva i capelli verdi e si stava sfregando gli occhi rossi e gonfi.

“Domani, cioè, oggi sono di riposo” spiegò Deku. Non gli dispiaceva lavorare, ma visto i suoi ritmi degli ultimi tempi un giorno di riposo passato a casa a dormire non gli dispiaceva per niente.

“Come fai a non essere distrutto?” gli domandò prima di sbadigliare sommessamente.

“Sono stanco, ma mi piace cucinare. Anche se stavo pensando di ridurre l’orario di apertura alle quattro, al momento ci sei solo tu e di solito non entra quasi mai nessuno dopo quell’ora.”

“Mi dai dell’altro saké?”

“Te ne ho già servite due. La regola dice non più di tre a testa, ma credo non sia il caso di arrivarci.”

“Birra?”

Katsuki sospirò ma prese una bottiglia di birra dal frigo e la aprì, versandola in un bicchiere per Izuku e in un bicchiere per sé.

“Hey” protestò Deku.

“Questa la offro io...”

“Giusto, quanto ti devo?”

“Tre okonomiyaki e due saké sono millecento yen” fece rapidamente i calcoli il biondo.

Izuku si alzò in piedi per recuperare il portafoglio dalla tasca dei pantaloni traballando leggermente.

“Ce la fai, merDeku?” domandò Katsuki e il ragazzo scoppiò a ridere.

“Ah, Kacchan, quando non c’è nessuno ti lasci andare al tuo solito caratteraccio” mormorò Izuko trovando finalmente il portafoglio (e l’equilibrio).

Il chiaro rumore di piccole esplosioni non tardò ad arrivare.

“Tranquillo Kacchan, non dirò mai a nessuno che hai un cuore...”

“Credo sia il caso di chiamarti un taxi.”

“Credi davvero sia così sfatto? Sono stanco e forse un po’ brillo, ma perfettamente in me. O quasi, forse quello che penso lo dico a voce più alta del solito perché credo – e spero – non mi farai esplodere la faccia” rispose il ragazzo porgendogli i soldi. Katsuki prese il denaro – poteva offrirgli qualcosa, ma da quell’attività doveva comunque guadagnarci – e prima che Deku se ne andasse lo tirò per un braccio, facendolo chinare sul bancone, in modo per fossero più vicini, un po’ come il giorno precedente quando il biondo aveva sentito quel terribile odore di cibo scadente addosso all’altro.

“Dimmi Deku… chi cucina la migliore okonomiyaki?” gli sussurrò all’orecchio prima di inspirare leggermente il suo profumo.

Izuku sentì un brivido percorrergli tutta la schiena. Kacchan non era mai stato… così. Era sempre stato estremamente fisico nel manifestare i suoi sentimenti (soprattutto se questi includevano la rabbia) ma così se lo sentiva addosso, sulla pelle, nelle ossa. L’aveva invitato lui quella sera perché voleva ancora una volta provargli di essere il migliore, ed Izuku conveniva che lo era davvero.

“Non credo potrò mangiare altre okonomiyaki che non siano le tue” rispose Izuku serio, vedendo Kacchan… sorridere? Ghignare? Non avrebbe saputo definire bene l’espressione dell’altro, ma sicuramente era compiaciuto.

“Buonanotte Deku. E non perderti sula strada verso casa.”

Izuku sorrise

“Buonanotte anche a te Kacchan. E non stancarti troppo.”

“Tsk...” fu il commento dell’altro prima che Izuku si chiudesse la porta alle spalle. Doveva andare a casa. Aveva bisogno di un’altra doccia. Possibilmente fredda. Doveva togliersi di dosso quella strana sensazione che l’alcool gli aveva lasciato addosso.

Perché era stato l’alcool, vero?


Note dell’autrice:

Uscita Alderan, necessaria citazione di Star Wars.

Soske è il bambino di Ponyo di Miyazaki

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Capitolo 3
*** Ramen ai funghi ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 3

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

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Ramen ai funghi


L’improvvisa ondata di gelo che aveva travolto la città sembrava più il risultato di uno starnuto di Todoroki, o almeno, così aveva commentato Dynamight durante un breve Team Up tra lui, Deku e, per l’appunto, Shoto. In effetti era un po’ prematuro tutto quel freddo appena agli inizi dell’autunno, ma il tempo aveva deciso di divertirsi un po’ alle loro spalle – soprattutto a quelle di Dynamight – e costringerlo a tirar fuori il suo costume invernale prima del tempo. Vista la natura del suo Quirk il freddo gli dava particolarmente fastidio, ma grazie alle modifiche fatte negli anni – alcune grazie anche ai consigli di Deku – ora era diventato una macchina da guerra anche con le temperature più rigide.

Ovviamente, all’osservazione di Dynamight, Shoto aveva commentato qualcosa tipo ‘ma io godo di ottima salute’ ma oramai nessuno faceva più caso all’incapacità di Metà e Metà di non cogliere le battute sarcastiche.

Con la pioggia dei giorni scorsi e il freddo di oggi, si prospettano ottimi funghi e verze” fu il commento buttato lì da Katsuki mentre con qualche piccola esplosione cercava di rimuovere alcune zolle di fango. Deku si guardò intorno e si godette la tranquillità del luogo. Erano stati mandati come intervento post straripamento di un fiume. Non c’erano stati danni particolarmente ingenti, ma era necessario ripristinare l’argine il prima possibile perché non avrebbe sicuramente retto una seconda ondata. Così, i loro tre Quirk – per quanto prettamente d’attacco – si erano rivelati anche piuttosto utili per questi lavori di ingegneria civile al servizio dei cittadini.

Dopo una giornata al freddo, sembrano degli ottimi ingredienti per un ramen...” commentò più o meno volutamente Deku, senza lasciar intendere nulla, aspettando che fosse Kacchan a dirgli – a sua volta, più o meno esplicitamente – di andare da lui.

Se passi a un orario decente, magari riesci ancora a trovare qualcosa...”

E diverse ore dopo Izuku era seduto al bancone del ristorante di Kacchan a mangiare di gusto un ramen delizioso ai funghi profumato allo zenzero che non si sarebbe scordato molto presto. Oramai faceva colazione sul tardi, pranzava con qualcosa di semplice e la tarda sera era dedicata a godersi i deliziosi piatti che gli preparava Kacchan. Perché, per quanto pagasse ogni volta, mangiare quanto cucinato dall’amico era sicuramente meglio e più salutare di quello che avrebbe potuto fare lui da solo con le sue mani e con il suo tristissimo frigorifero. Da che non cenava più a casa, era diventato l’elettrodomestico più inutile che avesse (secondo solo al forno e al ferro da stiro che non aveva mai posseduto).

“Ci voleva proprio” commentò Izuku sentendo sul palato il gusto del miso e dei funghi caramellati con la salsa di soia, il sapore pungente dello zenzero e dell’aglio e quello piccante del peperoncino che aveva usato come guarnizione. I noodles stemperarono i sapori più forti e il brodo rimasto sul fondo gli riempì la pancia, facendogli arrossare le gote. Ma era colpa del brodo bollente. Era colpa del brodo bollente, vero?

Anche Takashi e Yaro furono entusiasti del piatto e, quando gli chiesero come gli fosse venuto in mente di fare un ramen di verdure, lui si limitò a rispondere che quel giorno, chiacchierando con un amico, questo gli aveva dato l’idea. A Izuku per poco non andò di traverso brodo. In effetti tra il lancio di una zolla di terra e l’altra per ricostruire l’argine, si poteva dire che l’idea gliel’avesse quasi suggerita lui.

“L’autunno porta con se i sapori migliori” disse Takashi.

Tutti convennero e finirono di cenare bevendo del saké caldo.


Note dell’autrice:

Capitolo brevissimo, ma non riuscivo ad accorparlo altrove. Ramen ai funghi.. ottimo, sto migliorando nel prepararlo XD


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Capitolo 4
*** Gyoza tofu, funghi e zucca ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 4

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

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Gyoza tofu, funghi e zucca


Era l’una di notte di un qualunque giorno di ottobre quando Izuku entrò alla tavola calda di Katsuki. Sapeva che a quell’ora c’era movimento, oramai era diventato a tutti gli effetti un cliente abituale – non aveva capito se gli altri avessero capito ci fosse visto che aveva smesso di andare in giro con quel ridicolo cappellino da baseball, ma a nessuno sembrava importare veramente qualcosa – ma non si aspettava così tanta gente da riempire quasi il locale. Era rimasto giusto un posticino per lui.

“Zuku-kun!” lo chiamò Kane mentre versava un po’ di birra in un bicchiere, passandoglielo educatamente “Oggi è tornato Hiro-san da Hokkaido e ha portato zucca e funghi!”

“Wow” che prelibatezze!” commentò Izuku con un sorriso in direzione di Hiro.

“Lo chef sta pensando cosa cucinarci, anche oggi non possiamo chiedergli nulla.”

“Beh, credo potremmo ritenerci fortunati. Ka… Lo chef è sempre bravo a stupirci.”

“Vero Zuku-kun!” commentò Sina, una ragazza di circa trent’anni che veniva lì di tanto in tanto. Prendeva solo cibi a base di verdure e privi di noodle, riso o… cibo, come spesso era solito prenderla in giro Kacchan, soddisfacendo comunque le sue richieste.

“Per chi indovina, il primo giro è gratis” disse la voce di Kacchan dalla cucina “Avete trenta secondi” aggiunse poi portando alcune bottiglie di birra fresca che erano appena state tirare fuori dal frigo. Tutti si servirono da bere – riempirono un bicchiere anche per lo chef – e iniziarono a proporre ricette, ma nessuno riuscì a indovinare.

“Gyoza grigliati ripieni di tofu, cipolla, funghi e zucca” disse Kacchan mettendo sul bancone una grande padella con dentro dei ravioli rosolati a puntino ancora sfrigolanti, con una perfetta doratura in superficie che li avrebbe resi sicuramente croccantissimi all’esterno e morbidi e succosi all’interno. Osservò con attenzione le mani di Katsuki prendere delle ciotoline e riempirle di salsa di soia prima di disporle davanti a ogni commensale. Poi, con rapidità e una grazia nei movimenti difficile da associare all’eroe esplosivo Dynamight, iniziò a riempire i piattini rettangolari con quattro ravioli per ciascuno dei suoi clienti.

Quando ognuno ebbe la sua porzione – Kacchan riempì un piatto anche per sé – ognuno giunse le mani e dopo un generale Itadakimasu si gustarono una delle cose più fenomenali – e improvvisate – che a detta di tutti fosse mai stata cucinata da che quella piccola tavola calda aveva aperto. I sapori si combinavano alla perfezione, la sapidità della soia incontrava la dolcezza della zucca e della cipolla, accompagnate dalla delicatezza del tofu che creava armonia tra i due opposti. L’involucro esterno era croccante esattamente come Izuku si era aspettato ed erano caldi al punto giusto per essere morsi senza però scottarsi. Osservò di nascosto Kacchan mordere un gyoza chiudendo le labbra intorno alla crosta croccante, mentre sorrideva a una battuta di Yaro. Era davvero diverso dal Katsuki che sempre stato abituato a frequentare eppure la cosa non lo stupiva minimamente. Era come se in fondo sapesse che quello era il vero animo del suo amico e che tutta la rabbia e il suo temperamento esplosivo fosse quasi più una conseguenza o una necessità dettata dal suo Quirk che altro (come se per evitare di collassare dovesse essere sempre arrabbiato perché aveva letto che la nitroglicerina poteva avere delle conseguenze potenzialmente gravi sul cuore). Vederlo poi con la divisa da chef blu il grembiule sporco (ma molto meno di quello che si sarebbe potuto aspettare da qualcuno che aveva passato le ultime ore a cucinare) l’espressione rilassata, divertita e serena… Izuku dovette ammettere a se stesso che forse la sua ammirazione per Kacchan stava sorvolando un territorio inesplorato e altamente pericoloso. Sarebbe finito per diventare patetico. O almeno, decisamente più patetico di quanto già in fondo non fosse o non fosse stato in vita sua, ma vedere Kacchan così felice rendeva felice anche lui. E questo forse era davvero un brutto segno.


“Chef, si è superato!” disse Sina che, inaspettatamente, aveva mangiato di gusto i ravioli nonostante contenessero della spaventosa farina.

“Merito di Hiro, senza i suoi ingredienti non avrei combinato nulla.”

“Non faccia il modesto chef!”

Izuku per poco non si strozzò. Kacchan era tutto fuorché modesto e quella era davvero l’ultima frase che mai si sarebbe sentito di sentir pronunciare rivolta all’amico.

“Accetto il complimento” rispose lui cordialmente in direzione della ragazza. Questa pagò e se ne andò, lasciando Izuku e Katzuki da soli nel locale. Erano quasi le cinque, avevano mangiato a chiacchierato per quattro ore ed oramai era quasi arrivata l’ora di chiudere. Il turno di Deku iniziava alle sette e avrebbe appena fatto in tempo ad andare a casa, lavarsi, cambiarsi e arrivare in agenzia. Dormire quella sera (...sera?) non se ne parlava nemmeno per sbaglio.

“Spero non ti abbia dato fastidio” disse Izuku quando furono soli senza nessuno nei paraggi che potesse sentirli.

“Tu mi dai sempre fastidio” rispose il biondo senza però credere davvero alle sue parole.

“Mi sembra di aver invaso la tua privacy e aver intaccato qualcosa di solo tuo...” continuò Izuku, ignorando le parole provocatorie dell’altro.

“Deku… se non ti avessi voluto qui, non saresti mai più entrato. Non ti avrei nemmeno invitato, eppure l’ho fatto e sei qui. Non hai detto niente a nessuno e qui nessuno sembra essere interessato a noi. Hanno tutti Quirk abbastanza inutili e fanno lavori normali, ma sono...”

“Amici?”

“Buoni conoscenti. Sono pur sempre miei clienti” spiegò il biondo girandosi verso Izuku che o guardava ammirato.

“Sei incredibile Kacchan...”

“E tu sembri un disco rotto” borbottò l’altro senza riuscire a nascondere però quel lieve sorriso che Izuku aveva imparato a riconoscere nelle sue più diverse sfaccettature.

“Ammettilo che non ti dispiace.”

“E’ ora di chiudere,..”

“Kac-chan!”

“De-ku!” Gli fece il verso il biondo uscendo dal bancone per mettere a posto gli sgabelli, lavare il pavimento e poi andare finalmente a casa a dormire.

“Dai, Kacchan… almeno questa piccola soddisfazione!”

“Dovrai passare sul mio cadavere” sibilò l’altro, ritrovandosi in una frazione di secondo bloccato con la schiena verso il bancone e il corpo di Deku che lo spingeva verso di esso.

“Deku!”

Lo sguardo di Izuku si rabbuiò.

“Non dirlo Kacchan. Ti ho visto ferito, ti sei fatto trafiggere da Shigaraki, hai subito delle ferite così profonde per colpa mia… non chiedermi di passare sul tuo cadavere quando ho rischiato di farlo per davvero” disse il ragazzo serio, guardandolo fermamente negli occhi senza abbassare lo sguardo, lasciando il biondo di stucco.

“Io...” Katsuki si ritrovò senza parole e la cosa non gli piaceva per niente “Va bene, lo ammetto, sentirti dire quanto sono incredibile è fantastico ma perché io sono fantastico e, soprattutto, sono vivo. Ora vai a casa, lo so che inizi tra due ore: fatti una tanica di caffè e una doccia perché odori di fritto.”

Izuku sorrise.

“Anche tu”

“Io ho cucinato tutta la sera per voi scansafatiche e mi è rimasto addosso tutto l’odore del vostro cibo.”

“Ma è cibo buono.”

“Puoi giurarci...” rispose Kacchan con un ghigno e Izuku si sciolse.

Fortuna ebbe la decenza di farlo una volta uscito dal locale.


Note dell’autrice:

Hiro, in onore a Chef Hiro e Sina dal Wall Sina di Attack on Titan.

Questo capitolo mi piace un sacco per come interagiscono questi due. Spero non risulti OOC perché questo Chef Katsuki mi sta dando tante soddisfazioni *__*

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Capitolo 5
*** Cetrioli piccanti in agrodolce ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 5

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

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Cetrioli piccanti in agrodolce



Dopo la sera in cui si era fermato fino alla chiusura, Izuku non ebbe più modo di tornare al ristorante di Katsuki per diversi giorni. Dopo aver lavorato dalle sette alle… non era sicuro che ora avesse tirato, ma sicuramente aveva trascorso sveglio quasi quarantotto ore, andò a casa e dormì praticamente fino alla sveglia delle cinque della mattina successiva quando avrebbe dovuto iniziare il turno. Fece tre turni la mattina e due di pattugliamento notturno. Per un momento, una notte, ebbe la tentazione di andare a mangiare qualcosa da Kacchan, ma la prima volta che era andato con il suo costume da Hero non c’era nessuno e nessuno lo conosceva come cliente abituale. Ora invece avrebbe rischiato di far saltare la copertura dell’amico (sempre che copertura fosse, perché davvero, Kacchan non aveva mai fatto niente di ché per nascondere chi fosse e agli altri pareva semplicemente non importare). Quando alle due di notte lo stomaco di Izuku cominciò a mormorare infastidito dalla fame, il ragazzo si accontentò di alcuni dorayaki. Per quanto sfiziosi, caldi e sazianti, era più che certo che se li avessi chiesti a Kacchan i suoi sarebbero stati sicuramente migliori.

Nei giorni passati i suoi turni non erano ma coincisi con quelli dell’amico e si chiese come stesse, se si fosse infastidito perché non era più andato… in fondo gli aveva chiaramente detto che non gli creava il minimo disturbo averlo nel suo ristorante e che se così fosse stato sarebbe stato lui il primo a non invitarlo (cosa che invece aveva già fatto un paio di volte).

Arrivarono finalmente le sei di mattina: il turno era trascorso tranquillo, solo un paio di piccoli furti e qualche intervento di ordinaria routine, ma niente di grave e pericoloso e Izuku poté finalmente andare a casa a dormire, puntando la sveglia perché quella sera sarebbe andato da Kacchan. Voleva rivederlo e aveva voglia che l’amico gli cucinasse qualcosa: avrebbe potuto provare a chiedergli dei dorayaki e magari una bella tempura (nell’ordine inverso). Oppure prendere la soba che aveva in menù. O magari del tofu piccante. Sì, non era un gran mangiatore di cibo piccante e poteva essere pericoloso chiederlo a Kacchan, ma decise che quella sera gli avrebbe chiesto di preparargli del tofu piccante. E con l’acquolina in bocca al pensiero, si lanciò sul materasso. Aveva avuto malapena la forza di lavarsi i denti e mettersi il pigiama. La doccia se la sarebbe fatta tra qualche ora.


Se c’era una cosa a cui Deku non era mai riuscito a resistere era intervenire davanti a una richiesta d’aiuto.

Così quando sentì una voce che diceva ‘qualcuno ci aiuti’ il suo corpo, come sempre, si mosse da solo e raggiunse quello che era un piccolo negozio di alimentari con un piccolo espositore esterno di legno che era praticamente crollato, facendo rotolare per terra gran parte della merce. Deku non esitò un secondo a richiamare Frusta Nera e bloccare tutti i ragazzini che stavano correndo via con la preziosissima frutta e verdura che venivano vendute da due signore sulla sessantina che non avevano la forza di rincorrere i ladruncoli. Non che non fossero in gamba, ma contro dei marmocchi di meno di dieci anni c’era poco da fare.

Ragazzi...” li ammonì Deku guardandoli con occhi severi.

Era un scherzo signor Eroe!” disse uno di quelli, seriamente impaurito dall’essersi trovato catturato da un Quirk che fino a qualche giorno prima aveva solo visto in televisione.

Ci scusi signor Hero Deku” disse un altro abbassando lo sguardo.

Izuku si voltò verso le due signore che scossero la testa sconsolate.

Cosa desiderate fare?”

Può accompagnare questi giovanotti al gabbiotto della polizia all’angolo?” disse una delle due “Non vorrei sembrarle insensibile, ma rubare è sbagliato. Qualche ora con un poliziotto gli farà solo bene” mormorò poi avvicinandosi a lui, così da essere certa che i ragazzini non la sentissero. Ci vollero due minuti per accompagnare i tre bambini dal poliziotto di quartiere che assicurò ad Izuku che si sarebbe fatto carico di lui di spiegargli chiaramente la situazione e avvisare i loro genitori. Evidentemente non era un evento così raro e sporadico.

Quando Deku tornò sulla sua strada incrociò nuovamente il negozio di alimentari e le due signore, nel tentativo di ringraziarlo, gli misero tra le braccia un cospicuo numero di cetrioli (senza dargli nemmeno un sacchetto) e con quelli ancora le tra braccia raggiunse il ristorante di Kacchan. Non riuscendo ad aprire la porta chiese da fuori se qualcuno potesse aprirgli e poco dopo fu Kacchan stesso ad aprire.

“Oi!”

“Ciao Kacchan” lo salutò il ragazzo con un sorriso, felice di rivederlo dopo quella che gli era sembrata un’eternità (quasi una settimana intera senza vedere Kacchan ERA un’eternità).

“Hai fatto spesa?” lo prese in giro in biondo.

“In realtà sono per te” rispose Izuku mettendogli i cetrioli tra le braccia.

“Sai… di solito quando si devono dire cose importanti si regalano mazzi di fiori” rincarò la dose Katsuki facendolo arrossire fino alle orecchie.

“Veramente me li hanno dati due signore di un negozio che incrociato per venire qua. Ho bloccato qualche ragazzino che stava cercando di rubargli la merce e questo credo sia il loro modo si ringraziarmi.”

“Pure un regalo di seconda mano... sei proprio pessimo merDeku” gli disse il biondo facendogli però cenno con la testa di entrare.

“Vuoi qualcosa di particolare?”

“Una birra. E mi chiedevo se potessi prepararmi del tofu piccante. Di solito hai sempre il tofu in casa, e conoscendoti so quanto ami le spezie. La prima volta che sono venuto qui dei tuoi clienti avevano detto che avevi fatto dei mochi piccanti – o che li avresti fatti? Non mi ricordo – quindi direi che sul piccante vado sicuro. Non troppo però, non sono abituato come te. Mentre il tofu… beh di solito ce l’hai sempre, ma se non ce l’hai non importa, va bene tutto, sinceramente non so se ho davvero molta fame. No, ok sono affamato, ma non voglio disturbarti quindi mi andrebbe bene anche la zuppa di miso o la sob-”

“VUOI DARCI UN TAGLIO MERDEKU?!!” urlò Kacchan per farlo stare zitto. Quando Izuku pativa con i suoi monologhi non si poteva fare altrimenti.

“Sì, scusami è che io...” ma si zittì subito vedendo l’espressione del biondo.

“Siediti che ti porto a birra. E sì, la regola è mi dici cosa vorresti e io vedo se ho gli ingredienti. Non pensare a cosa potrei cucinarti in base a come soffia il vento oggi e cosa potrebbe esserci nella mia cucina. Ho il tofu, ho il peperoncino e ora ho anche una piantagione di cetrioli” disse il ragazzo posando la suddetta piantagione sul ripiano della piccola cucina sul retro prima di andare a prendere una birra dal frigorifero e portarla a Izuku insieme a un bicchiere.

“Il tofu arriva tra poco” disse poi andando in cucina.

“Mi spiace non essere più passato. Ho avuto dei turni piuttosto incompatibili con queste uscite serali...”

“Lo so, lavoriamo per la stessa agenzia” gli fece presente Katsuki mentre tagliava a cubetti un panetto di tofu che aveva già fatto asciugare.

“Già, giusto, hai ragione.”

“Come sempre...”

“Come sono andati questi giorni?” chiese poi Izuku dopo aver bevuto un abbondante sorso di birra.

“Lavoro e lavoro… tutto da copione” fu la risposta che sentì Izuku prima che le altre parole venissero coperte dallo sfrigolio dell’olio che accoglieva i cubetti di tofu.

Dopo qualche minuto nel piccolo locale si sparse un profumo agrodolce dato da quello che Izuku pensò essere della salsa di pomodoro con aceto e sicuramente un’abbondante dose di peperoncino. Forse non avrebbe dovuto bere già metà della sua birra.

“Hai preferenze per i cetrioli?”

Izuku cercò di articolare una risposta sensata che però non venne.

“Non importa, ho già deciso” rispose Katsuki mentre in una ciotola metteva olio di sesamo, salsa di soia, zucchero, aceto di riso, peperoncino e, dopo aver dato una bella mescolata, aggiunse delle striscioline di cetriolo che aveva ricavato usando un pelapatate. Mischiò il tutto con le bacchette e guarnì con del peperoncino in fiocchi e dei semi di sesamo bianco e nero. Poi versò il tofu piccante in un’altra ciotola accompagnato da un po’ di riso e portò il tutto a Deku.

“Kacchan, sembra buonissimo!”

“Assaggia e dimmi se lo è invece di fare congetture.”

Izuku non fece in tempo a prendere le bacchette che entrarono un paio di ragazzi che non aveva mai visto ma che salutarono Kacchan come se si conoscessero da un po’.

“Due birre, udon con verdure, riso con tofu fritto e… quei cetrioli sembrano piuttosto buoni. Potremmo averne una porzione?”

Kacchan incrociò le braccia e diede un’occhiata alla cucina – oramai Izuku aveva imparato che era più un gesto di rito che la vera necessità di controllare la presenza o meno degli ingredienti per preparare il piatto richiesto. Kacchan conosceva a memoria persino il peso di quanto aveva acquistato e quanto aveva usato, voltarsi con il busto in direzione della cucina era un rituale che andava ad accrescere l’attesa del cliente, incerto se la sua richiesta sarebbe stata soddisfatta o meno.

“Sì, arriva tutto tra poco” rispose il biondo prima di andare a prendere le birre.

Deku divise le bacchette ringraziò per il cibo che aveva davanti e, sotto lo sguardo discreto di Kacchan, assaggiò in primis i cetrioli e si stupì di quanto un contorno così semplice fosse anche così gustoso e soddisfacente.

“Allora?” gli chiese Katsuki posando le birre dei nuovi clienti sul bancone.

“Deliziosi. Ma non mi aspettavo nulla di diverso. La salsa è perfetta perché è più corposa della semplice salsa di soia, c’è il sapore agrodolce che accompagna la freschezza del cetriolo e la nota piccante mitigata dall’insieme dei sapori. Mentre la croccantezza data dai semi di sesamo è perfetta!”

Izuku si fermò solo quando sentì sei occhi puntati addosso.

“Sei un critico culinario?” chiese uno dei due ragazzi sorpreso ricevendo una gomitata dall’altro.

“Ma non lo vedi che è Deku!” disse entusiasta “Sei un borghese, ma sei tu vero?”

Izuku incassò la testa nelle spalle sorridendo timidamente.

“Può darsi...”

“Hey, chef! L’avrei mai detto che un Hero sarebbe venuto nel tuo locale?” disse uno dei due – che Deku scoprì volente o nolente chiamarsi Yosuke.

“Ma davvero? Che onore...” commentò beffardo sparendo velocemente in cucina. Avevano già riconosciuto Deku, se li avessero visti un affianco all’altro sarebbe stato troppo ovvio fare due più due, così iniziò a cucinare quanto richiesto da Yosuke e Maiko prima che dal bancone arrivasse l’ordine di Takashi che gli chiedeva a sua volta i cetrioli. Stavano avendo successo… avrebbe fatto uno sconto a Deku, visto che gli altri ospiti ordinavano come sempre e in più volevano assaggiare la ricetta che era si era inventato sul momento.

“Ringraziate Zuku-kun per questi” disse il biondo calcando il tono sul nome e scoccando un’occhiataccia a Yosuke e Maiko che non prometteva nulla di buono se avessero provato a fare commenti sugli eroi. Katsuki immaginava l’avessero riconosciuto a quel punto, ma quando i due ragazzi se ne andarono ringraziandolo – e ringraziando Deku per i cetrioli – chiamarono lui chef e Izuku Zuku-kun, senza fare il minimo accenno ad altro.

Fu una delle sere più belle che Izuku ricordò di aver trascorso a ristorante di Kacchan dalla prima volta che vi aveva messo piede. Nonostante l’ora tarda, nessuno sembra voler andar via c’era tanta voglia di chiacchierare e rilassarsi, persino Katsuki sembrava particolarmente di buon umore. Così di buon umore, che quando tutti ebbero pagato la loro parte, l’ultimo giro di sakè lo offrì lui e nessuno rifiutò l’offerta. Bevvero con un ultimo piccolo brindisi e quando uscirono, erano tutti più leggeri e sorridenti. Izuku sentiva le guance andargli a fuoco, ma non era sicuro se fosse stato per colpa del sakè, del peperoncino o del sorriso sincero che aveva visto dipingersi così tante volto sul volto di Kacchan quella sera.


Note dell’autrice:

Adoro questa ricetta per i cetrioli che ho trovato della YouTuber veg mina_rome, questa estate che avevo un polso rotto era una delle poche cose che riuscivo a prepararmi senza troppe difficoltà.


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Capitolo 6
*** Colazione per due ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 6

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

Hero Tales


Colazione per due


Quel senso di euforia lo accompagnò per tutto il giorno successivo e lungo il tragitto che percorse fino ad arrivare alla sua tavola calda preferita dopo il lavoro (aveva staccato alle undici e aveva fatto un salto in agenzia prima di andare così da potersi lavare e cambiarsi, non aveva vestiti particolarmente ricercati con sé, ma sempre meglio che il costume di Deku impolverato e anche un po’ sporco di fango che aveva dovuto mandare in lavanderia). Così con jeans, felpa, maglietta e il suo inseparabile zaino giallo (quello nuovo che i suoi compagni gli avevano regalato all’inizio del secondo anno) si avviò verso il ristorante di Kacchan. Il suo entusiasmo subì una battuta d’arresto quando entrando vide due figure oltre il bancone: quella di Kacchan con la divisa interamente blu, e quella di un altro ragazzo la cui divisa era a grandi quadri viola e azzurri… difficile non vederlo visto che sembrava un personaggio uscito da un manga.

Li vide intenti a ridere mentre Kacchan era chinato sul tagliere intento a sminuzzare dell’erba cipollina e l’altro era troppo vicino a osservare il modo in cui il biondo muoveva il coltello con rapidità.

“Benven-OH!” fu quello che si sentì dire Deku dalla zazzera arancione – si, arancione! Un pungo un occhio con la divisa da apprendista – che si voltò verso di lui quando sentì il rumore della porta che si apriva.

“Non ci credo!” mormorò poi con gli occhi che gli brillavano e voltava la testa prima in direzione di Kacchan e poi nella sua “Deku e Dynamight!”

“Oi nerd!”

“Eh?” risposero all’unisono Izuku e l’altro ragazzo.

“Il mio nerd” disse Katsuki che, vedendo che i due continuavano a guardarlo perplessi sbuffò alzando gli occhi al celo “Deku” specificò.

Un moto di orgoglio riempì il petto di Izuku perché Kacchan lo aveva definito il suo nerd.

Dimmi Kacc-”

Lui è Hideyoshi” disse presentando l’assistente “E’ un fanboy, dovreste andare d’accordo. Non dargli troppa corda però, non ho voglio di passare la sera a sentire voi due che parlottate.”

A Deku non piacque molto che Kacchan volesse liberarsi così velocemente di lui. Sgonfiò il petto e sospirò osservando il sorriso gentile dell’altro ragazzo.

Cosa ti porto?”

Una birra” rispose atono Deku sedendosi al bancone mentre l’altro gli porgeva la bevanda richiesta.

Scusa l’entusiasmo” disse il ragazzo “Seguo sempre le vostre imprese, ma il boss mi impedisce di farne parola. Siete una fonte d’ispirazione.”

Sei anche tu un eroe in addestramento?”

Chi, io?” domandò Hideoyoshi “Assolutamente no, anzi… mi piace vedervi in televisione e sono un vostro fan, ma decisamente non ho né il desiderio né il Quirk adatto per diventare un eroe. Sai quanto mi ci è voluto per ottenere un autografo da Dynamight? Ho dovuto offrire la cena a tutti per averlo. Poi però mi ha offerto un lavoro, visto che lui non sempre riesce a venire e io… beh, ho il Quirk adatto per stare in cucina.”

Izuku aggrottò le sopracciglia prima di squadrare il ragazzo che aveva di fronte. Avrebbe voluto rispondergli in modo scortese, ma la sua curiosità da nerd stava avendo la meglio.

E sarebbe?”

Ho le mani… diciamo che le mie mani...”

Ha delle fottute papille gustative sulle dita” ringhiò Katsuki dalla cucina e per poco Deku non si strozzò con la birra.

COSA?!”

Diciamo che questo è uno dei pochi luoghi in cui posso stare senza guanti perché sento il sapore di tutto ciò che tocco” spiegò lui alzando le spalle imbarazzato.

Oh. questo sì che era un Quirk piuttosto strano. La mente di Izuku cominciò ad affollarsi di domande prima di venire distratto dalla domanda di Hideyoshi.

Non ho capito, scusami, ero distratto...”

Tsk” fu il commento di Kacchan, che ovviamente sapeva perfettamente perché si era distratto.

Cosa ti porto?”

Ehm...”

Izuku avrebbe voluto il suo amato katsudon che oramai era tempo che non mangiava, ma non voleva che glielo preparasse qualcuno che non fosse Kacchan.

Zuppa di miso, riso e tempura di verdure…?” disse – o chiese – dopo averci riflettuto un attimo vedendo Testa Arancione annuire prima di andare verso la cucina. Lo vide posare una mano sulla schiena di Katsuki per farlo spostare e Izuku si accorse che qualcosa stava ribollendo dentro di lui. Per un attimo si sentì pervadere da quella forza sconosciuta e ingestibile che aveva preso il controllo del suo corpo durante l’esercitazione con la 1B in cui, per la prima volta, si era manifestata Frusta Nera. Fece un respiro profondo cercando di controllarsi. Per la miseria, non era successo nulla, quante volte aveva visto le persone toccare Kacchan? Perché l’idea che lo facesse Testa Arancione gli dava così fastidio? Forse perché quei due condividevano una passione per un qualcosa che non fosse la vita da eroe e Izuku… si sentì escluso. Tagliato fuori dalla vita del suo di Kacchan, anche se stava cercando di inserirsi prepotentemente in quel piccolo spiraglio di anonimato e libertà che si era ritagliato all’insaputa d tutti.

Di a quel nerd che se non ordina anche qualcosa di proteico lo sbatto fuori a calci” borbottò Katsuki verso Testa Arancione e il ragazzo tornò da lui con uno sguardo colmo di scuse.

Tofu fritto ed edamamame” rispose semplicemente Izuku che aveva sentito l’amico brontolare. Un piccolo sorriso tornò a delinearsi sul suo volto, visto che Kacchan si era preoccupato che il suo pasto non fosse sufficientemente bilanciato. Tipico di lui, brontolava contro tutto e contro tutti, ma teneva alle persone molto più di quanto non volesse dare a vedere. Sapeva che Izuku era un disastro in cucina e che spesso dimenticava di abbinare correttamente i nutrienti. Si occupò lui stesso di preparare tutti i cibi (o la tempura o il tofu, ma due cibi fritti te li scordi! aveva berciato a un certo punto Katsuki e alla fine Izuku aveva sostituito la tempura con delle verdure saltate) e lo osservò soddisfatto mente mangiava a sua cena calda, saporita complimentandosi con lui per come aveva abbinato i sapori e gli ingredienti. Kacchan non si preoccupò minimamente di nascondere un ghigno soddisfatto mentre si sedeva accanto a Izuku chiedendo all’apprendista di preparargli un ramen bello piccante, lasciando poi che fosse Hideyoshi a occuparsi di (quasi) tutte e richieste dei clienti di quella sera. Gli occhi di Katsuki non lo lasciarono un solo momento, ma al tempo stesso, non si spostò dal fianco di Deku nemmeno per sbaglio. Ancora una volta Izuku volle incolpare il sakè per il caldo che sentiva, ma oramai stava diventando una scusa abusata.

E’ bravo” disse Katsuki rivolgendosi all’amico che aveva la testa appoggiata a una mano e un sorriso ancora dipinto sulle labbra dopo aver riso a una battuta di Kana.

Ti piace?”

Come ti ho detto, è bravo. Ha un Quirk sfigato, ma molto utile se vuole cucinare.”

Non sarà mai più bravo di te” rispose sinceramente Izuku voltando la testa verso l’amico guardandolo con gli occhi resi languidi dall’alcool. Non reggeva moltissimo, in più la stanchezza non lo aiutava a essere particolarmente lucido. E bere gli faceva venire fame. Così, verso le tre aveva ordinato degli yakisoba che non ricordava nemmeno di aver mangiato. Ma solo perché non li aveva cucinati Kacchan non perché era così brillo da non ricordare cosa aveva messo nello stomaco.

Katsuki gli mise una mano sulla testa spingendola delicatamente verso il basso. Agli occhi esterni sembrava quasi un gesto di stizza, ma Izuku conosceva bene il modo di muoversi dell’amico ed era certo che quella era la cosa più simile a una carezza che avesse mai ricevuto da Kacchan.

Ho sonno” mormorò Izuku sorridendo e appoggiando la testa alle braccia incrociate sul bancone.

Katsuki sorrise.

Dormi ti sveglio quando chiudo” mormorò il biondo prima di alzarsi.


Izuku aprì gli occhi disturbato da un leggero tintinnio di piatti. Cercò con lo sguardo l’origine del rumore prima di rendersi conto di essere nel ristorante di Kacchan e di essersi addormentato come un sacco di patate su uno degli sgabelli, con le braccia appoggiate al bancone e Katsuki che gli diceva gentilmente (!) di dormire e che l’avrebbe svegliato lui tra qualche ora. Rimase immobile nella sua posizione, osservandolo mentre era ancora in cucina, in piedi di profilo intento a girare con le bacchette qualcosa in una padella che sfrigolava allegramente diffondendo un leggero profumo di fritto nel piccolo locale. Il volto di Kacchan era evidentemente stanco, le spalle leggermente incurvate e i capelli erano, se possibile, più disordinati del solito. Trattenne una risata al pensiero che anche i capelli del biondo riflettessero il l’esplosività del suo Quirk.

Lo vide spegnere il fornello e mettere su un panno quanto aveva appena fritto prima di disporre il tutto su un piattino ed uscire con questo tra le mani. Izuku non riuscì a trattenersi e silenziosamente si alzò e lo seguì, uscendo dalla porta del retrobottega, dove lo trovò davanti a un piccolo tempio mentre batteva a congiungeva le mani in segno di preghiera.

Fu strano per Izuku vederlo… così.

Per questo cercò di tornare dentro senza farsi notare e far finta di essersi appena svegliato non appena sentì Kacchan rientrare. Non avrebbe saputo dire se l’amico si fosse accorto o meno di essere stato seguito, ma sembrò comunque far finta di nulla e borbottò un assonnato buongiorno.

Ciao Kacchan” lo salutò con un sorriso “Grazie per avermi fatto dormire un po’. Ero davvero stanco.”

Tanto ieri sera ha cucinato Hide e io dovevo fare inventario e pulizie.”

Inventario?”

Sì, hai presente quando all’asilo ci insegnavano a contare le mele e le pere? Ecco, uguale.”

Izuku assottigliò le labbra, mordendosele leggermente con i denti.

E smettila di fare così o ti rovinerai tutte la labbra!” lo rimproverò il biondo.

Perché è un problema?”

Le labbra screpolate mi fanno schifo, sono orribili da guardare. Adesso svegliati, ti ho lasciato un po’ di tè se vuoi. Io vado a cambiarmi e poi andiamo a fare colazione.”

Non sei stanco?”

Come ti ho già detto, ieri ha cucinato Hide. Io mi sono riposato.”

Hai cucinato per me….” gli fece notare Izuku.

Era poca roba e piuttosto semplice. Per il resto del tempo ho ascoltato le vostre inutili chiacchiere dalla vostra prospettiva.”

Non è vero che sono inutili. Tu sei il primo ad unirti a noi e a essere coinvolto.”

Katsuki sbuffò ma ebbe la decenza di non rispondere.

Torno tra poco” disse poi afferrando delle chiavi e salendo delle scale che Izuku non aveva notato. Prese la tazza che Kacchan gli aveva lasciato e se la portò alle labbra, sentendole bruciare lievemente al contatto con il liquido bollente, anche se non era colpa del fatto che se le era morso.

Dopo qualche tonfo proveniente dal piano di sopra, Katsuki tornò di sotto vestito con dei semplici pantaloni neri dal taglio militare, degli stivali alti con la suola rossa simili a quelli del suo costume da Hero e una felpa nera dall’aria piuttosto pesante con la stampa di un teschio molto stilizzato. Sulle spalle portava uno zaino blu scuro dall’aria sportiva a cui aveva attaccato una borraccia rossa con un moschettone. Probabilmente aveva riposto nello zaino la divisa da chef oramai sporca… Izuku era più che sicuro che l’amico ne avesse una quasi per ogni giorno della settimana, così da poterle portare a casa e lavarle, visto quanto era ossessionato dai germi, dai cattivi odori e dalla sporcizia.

Andiamo?”

Si, grazie per il tè Kacchan. Ho davvero bisogno di andare a casa dormire….” mormorò Izuku vedendo però Katsuki rabbuiarsi inspiegabilmente. Cercò di pensare a cosa avesse detto di sbagliato, ma non riuscì a capire finché il biondo non parlò.

Pensavo venissi con me a fare colazione” borbottò quello mettendosi meglio lo zaino in spalla prima di voltargli le spalle.

Izuku rimase interdetto ma lo bloccò in tempo per un polso prima che Katsuki uscisse senza guardarlo in faccia.

Se non ti do fastidio, verrei davvero volentieri a fare colazione con te. Non conosco molto questa zona della città e stasera ho la ronda notturna, quindi non potrò sicuramente venire al locale. Mi piac-”

Bastava un semplice sì” borbottò il biondo ma con un tono di voce meno scontroso.

Sì, grazie” rispose Izuku prendendolo in giro, anche se fu certo di averlo sentito emettere uno sbuffo divertito.


Dopo che Kacchan ebbe chiuso a chiave la porta del ristorante si avviarono verso una serie di stradine contorte in cui Izuku si rese conto a posteriori, avrebbe dovuto far cadere delle briciole di pane per riuscire a ritrovare la strada di casa.

Finalmente raggiunsero il luogo prescelto da Kacchan: era un bel locale con i muri di una dolce tinta pastello, l’ambiente aveva decisamente un’aria pulita e il profumo di cibo era delicato ma al tempo stesso invitante.

Benvenuti” disse una voce gentile quando entrarono “Oh, Chef… che piacere averti di nuovo qui.”

Grazie Akane. La solita colazione, per favore. Per due” rispose Katsuki con un inchino prima di accomodarsi a un tavolo lontano dall’ingresso.

Akane sorrise e andò a preparare quanto le era stato chiesto e Izuku, sedendosi davanti all’amico, rimase a osservarlo ancora una volta, sempre più stupito dalla persona che aveva di fronte.

Beh, che c’è?!”

Mi concederai che è strano per me conciliare il Bakugou Katsuki che conosco da una vita con questo ‘misterioso chef’ di cui nessuno conosce il nome ma che è stimato e apprezzato da tutti.”

Katsuki avrebbe voluto rispondergli in malo modo, ma qualcosa glielo impedì.

Le cose cambiano Deku...” rispose semplicemente il biondo girandosi sulla sedia, sedendosi in modo ancora più scomposto e sgraziato del solito, ma a questo Izuku ci era abituato.

Vero… ma credo ti abbia fatto bene. Nel senso, sembri… contento?”

Katsuki sorrise. Un sorriso appena abbozzato, ma quel tanto che bastava affinché agli occhi di Izuku quel sorriso lo facesse risplendere.

Sì, lo sono. Almeno per ora. Non potrà durare per sempre questa cosa. Arriverà il giorno in cui ci sarà la nuova League of Villans, il nuovo Shigaraki che ci costringeranno a combattere ancora una volta. Spero vivamente di sbagliarmi, ma ci tenevo a fare questa cosa ora che ne avevo la possibilità” disse lui facendo un cenno con la testa in direzione – o almeno, così suppose Izuku – del suo ristorante “Ed è molto più economico che seguire un fottuto strizzacervelli che si è messo in testa di farti riflettere per insegnarti a gestire la tua rabbia. Sono perfettamente in grado di controllarmi!”

Kacchan...” lo chiamò debolmente Izuku.

“”EH?”

Stai fumando…”

Katsuki sbuffò e si sfregò e mani sui pantaloni. Izuku sperò che la scelta un pantalone militare fosse anche per l’utilizzo di materiale ignifughi, o almeno più resistenti di altri.

Ecco a voi” li raggiunse la voce di Akane che si era accostata al loro tavolo iniziando a disporre davanti a loro quel che Izuku avrebbe semplicemente potuto descrivere come ogni ben di Dio: natto, zuppa di miso con tofu, riso, sottaceti, frutta fresca e quello che, dopo averlo annusato e assaggiato, Izuku riconobbe con un tè ai fiori di ciliegio e melograno.

Wow, Kacchn!” esclamò il ragazzo entusiasta prendendo le bacchette e cominciando ad assaggiare quelle leccornie “E’ tutto così delizioso…” mormorò Izuku “Certo, se devo essere sincero la tua cucina mi piace di più, ma questa è una colazione, non la si può paragonare a una cena...”

Da quanto tempo non fai una colazione degna di questo nome?” domandò Katsuki portandosi alla bocca le bacchette con cui aveva raccolto del natto a un po’ di riso.

Ehm… dipende cosa intendi con colazione...”

Qualcosa che non siano taiyaki surgelati o fette di pizza riscaldate al microonde.”

Izuku si sentì arrossire perché sembrava che Kacchan conoscesse troppo bene il cibo che girava per casa sua. Forse per questo non si stupiva di vederselo comparire davanti così spesso al ristorante, in fin dei conti quando mangiava da lui era l’unico pasto davvero decente della giornata che si concedeva. Non che non sapesse cucinare, ma quando ci provava di solito ne ricava una sbobba informe dall’aspetto poco invitante: a volte c’era troppa salsa di soia e il tutto diventava marrone, a volte troppo poco miso e le zuppe erano insipide. Lui aveva imparato a farsele piacere quelle cose, ma solo perché si rendeva conto che non poteva solo vivere di cibo d’asporto.

Beh, diciamo che questa è una colazione da occasione speciale” rispose Izuku ricevendo un’occhiataccia da Katsuki.

Come immaginavo” rispose laconico il biondo prima di allungare la mano verso la faccia dell’altro che di riflesso strinse gli occhi quasi impaurito, per poi riaprirli subito quando sentì il tocco delicato dell’altro a un centimetro dalle sue labbra.

Sei proprio un Deku, non sei neanche capace di mangiare senza sporcarti come un bambino” lo prese in giro il biondo lasciando l’altro completamente interdetto.

Cos’era successo?

Finirono di mangiare e Kacchan insistette per pagare la colazione a entrambi prima di uscire dal locale salutando Akane.

Io oggi sono di riposo e devo andare a fare la spesa per questa sera. E per casa mia. Tu dovresti andare a casa a riposarti. Per quanto il mio locale sia fantastico, dormire piegati in due sul bancone non ha mai giovato a nessuno.”

Izuku annuì e dopo essersi fatto dare indicazioni precise da Kacchan su come uscire da quel labirinto di viuzze strette che li avevano portati fin lì, si diresse verso casa, rimanendo solo qualche secondo a guardare la schiena dell’amico allontanarsi verso la sua meta.

Nei prossimi giorni avrebbe avuto sempre turni di notte, gli dispiaceva sapere che sarebbe passato un po’ di tempo prima di poter tornare alla sua tavola calda preferita, ma forse era meglio così. Avrebbe sicuramente incrociato Kacchan durante uno dei loro turni, e se anche non si fermavano mai a parlare o chiacchierare come accadeva al ristorante, si sarebbe accontentato di combattere al suo fianco, come erano sempre stati bravi a fare.


Note dell’autrice:

Hideyoshi è l’amico di Ken Kaneki di Tokyo Ghoul mentre la sua divisa da chef è ispirata – anche se cromaticamente diversa – alla veste di Tanjiro di Demon Slayer.

Anche Izuku non è da meno da dare nomi impropri alle persone, il povero Hide è diventato Testa Arancione.

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Capitolo 7
*** Broccoli, tofu e curry ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 7

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

Hero Tales


Broccoli, tofu e curry


Benvenuto” disse la voce di Hideyoshi da dietro il bancone della tavola calda non appena Izuku entrò.

Dov’è Ka-” si bloccò, ma vide che c’era solo un signore che non aveva mai visto intento a leggere un libricino “-tsuki?” chiese, usando il nome proprio dell’amico e non il diminutivo. Per quanto Hideyoshi l’avesse sentito chiamarlo così, Kacchan era una prerogativa di Izuku che non voleva condividere con quello lì.

Mi ha avvisato nel pomeriggio che non sarebbe potuto venire” si limitò a rispondergli il ragazzo con un alzata di spalle.

A che ora?”

Saranno state circa le sei...”

Izuku aggrottò le sopracciglia: strano, un’ora dopo si erano sentiti in merito alla posizione di un possibile sospetto di uno scippo, se quella sera aveva intenzione di non andare ad aprire il suo ristorante glielo avrebbe detto, no? No. Probabilmente non l’avrebbe fatto. E c’era solo una motivazione possibile: Kacchan stava male e non voleva farsi vedere con la febbre da nessuno. Se gli avesse detto che non sarebbe andato quella sera, Izuku avrebbe capito subito. In fin dei conti non parlavano mai del secondo lavoro di Kacchan, le uniche volte era stato il biondo ad invitarlo più o meno espressamente, ma capitava che a volte Deku non andasse ma non si premurava mai di avvisarlo, perché Katsuki avrebbe dovuto fare lo stesso?

Ti preparo qualcosa?” gli chiese il ragazzo circospetto.

Io...” forse andarsene subito sarebbe stato troppo palese, ma era mezzanotte e mezza e non aveva alcuna voglia di mangiare alcunché sapendo che Kacchan non stava bene. E non aveva voglia di mangiare nulla che non fosse stato preparato da lui.

Mi dai una birra?” chiese poi porgendogli trecento yen “Mi sono dimenticato di prelevare” si giustificò con un sorriso, sperando di non sembrare sospetto “Tranquillo, la bevo a casa. Mangerò qualcosa lì” aggiunse fermando Hideyoshi prima che questo gli stappasse la bottiglia.

Sicuro? Sei un cliente abituale, non credo lo chef avrebbe problemi se lo pagassi la prossima volta.”

Izuku fece segno di no con la testa.

A posto così, davvero. Ti ringrazio” rispose con un inchino prima di prendere la bottiglia e uscire.

C’erano due commissioni che doveva assolutamente fare prima di andare a casa di Kacchan, perché era ovvio sarebbe andato da lui.


Quanto ci hai messo a capirlo?” gli chiese Katsuki aprendo la porta, per niente stupito di trovarsi davanti Deku con due sacchetti in mano, uno contenente ovviamente delle medicine.

Non appena mi ha detto che gli avevi scritto alle sei per avvisarlo che non saresti andato…”

Sagace” lo prese in giro il biondo facendolo entrare. Izuku era già stato a casa di Kacchan un paio di volte, quindi si diresse verso il salotto e posò i sacchetti sul tavolo.

Katsuki sospirò e chiuse la porta, prima di afferrare una mascherina nera con una grossa X arancione… persino il suo merchandising ufficiale sembrava sfotterlo per l’influenza.

Ho pensato che se non avevi la forza per cucinare per gli altri, probabilmente non avevi nemmeno la forza per prepararti la cena...”

Si può sapere per chi mi hai preso?” cercò di abbaiare Katsuki, ma gli doleva la gola e non aveva le forze per riuscire a essere davvero scontroso.

Per uno che si fa in quattro e che dovrebbe prendersi una pausa” gli rispose Izuku ignorando il tono polemico dell’altro.

Hai cenato?”

Ho mangiato della zuppa di miso istantanea con un po’ di tofu” rispose il biondo alzando le spalle.

Izuku oltrepassò la porta della cucina mentre Katsuki si lasciò cadere sul divano, arrotolandosi dentro una coperta verde dall’aria decisamente calda e pesante.

C’è ancora metà panetto di tofu sul tagliere” disse Izuku osservando la cucina: era tutto in disordine e il tofu era stato lasciato lì… Kacchan doveva essere davvero ko se non era riuscito a lavare i piatti o rimettere il cibo in frigorifero.

Non andrà lontano” rispose il biondo.

Se la febbre non ti passa in fretta, gli spunteranno le gambe e vedrai come se ne andrà di casa! Darà origine a una nuova forma di vita di tofu incazzoso” lo prese in giro Izuku sentendolo sbuffare… quanto meno lo aveva fatto sorridere.

Senti… stai lì. Ho preso qualcosa strada facendo. Immagino avrai il frigo pieno, ma non volevo rischiare di rovinare i tuoi ingredienti...”

Finché non mi mandi a fuoco la cucina” rispose Kacchan prendendo la bottiglia d’acqua che aveva appoggiato sul tappeto e Izuku ne approfittò per porgergli due pastiglie di antipiretico.

Katsuki alzò un sopracciglio, ma accettò le pastiglie e le mandò giù insieme all’acqua. L’altro sorrise e portò in cucina il sacchetto con la spesa: a quell’ora non aveva trovato molto, ma c’era il tofu da sopprimere prima che diventasse una forma di vita indipendente, aveva trovato un broccolo e del latte di cocco. Dal frigorifero di Kacchan prese una carota e un cipollotto e per fortuna l’amico teneva sempre del riso già pronto a portata di mano. Ok, ce l’avrebbe fatta. Quando aprendo l’armadietto delle spezie trovò del curry (a dire ne trovò diversi e di vari livelli di piccantezza, così ne scelse uno medio) e capì cosa avrebbe dovuto cucinare.

Cercando di non metterci troppo – era già l’una e mezza in fondo – taglio a cubetti il tofu, la carota e il cipollotto mentre faceva cuocere il broccolo in acqua bollente. Fece soffriggere le verdure e poi aggiunse tofu, latte di cocco e curry. Rimase a mescolare la brodaglia gialla e verde nella pentola finché non gli sembrò abbastanza calda e cotta e la mise in due ciotole che aveva già riempito a metà con il riso. Non sembrava un granché, ma il profumo era almeno invitante. L’aspetto invece no, sembrava vomito. 

Mise tutto su un tagliere (non aveva idea di dove Kacchan potesse tenere i vassoi, sempre che ne avesse) insieme a due bicchieri riempiti di tè e andò a posare tutto sul tavolino da caffè che c’era tra i divano e il mobile della televisione.

Non sento odore di bruciato” commentò il biondo guardando con circospezione la cena preparata da Izuku “Quelli sono broccoli?” domandò indicando la poltiglia verde.

Direi di sì...”

Cannibale” lo prese in giro prima di prendere comunque la ciotola che l’altro gli stava porgendo.

Spiritoso… spero sia commestibile. Nel dubbio, ho abbondato con il curry.”

Itadakimasu” disse Katsuki prima di mettersi seduto e provare a mangiare.

Il primo boccone fu… un’esperienza. Di certo non mistica però. Masticò lentamente facendo mente locale di tutte le cose che non andavano bene, ma quanto meno era cibo caldo e sicuramente più nutriente della zuppa di miso istantanea che si era preparato una volta arrivato a casa. Come doveva essere messo male se si era ridotto ad attingere alla scorta dei cibi già pronti che teneva solo in caso di emergenza…

Allora… chef?” domandò Izuku cauto.

Katsuki fece un verso chiaramente irritato.

Il curry è troppo poco, il latte di cocco troppo dolce, il tofu andava fatto rosolare PRIMA di essere aggiunto alle altre verdure e i broccoli sono troppo cotti...” sentenziò Kacchan impietoso.

Una tragedia, quindi...” mormorò sconfortato Izuku, anche se doveva ammettere che davvero, era un po’ troppo dolce. Forse aveva sbagliato latte di cocco, perché gli sembrava di star mangiando un budino al curry.

Riconosco il potenziale” disse il biondo “Portami del peperoncino e del sale però, perché se no non ne veniamo a capo” brontolò.

Izuku fece quanto gli era stato ordinato e Kacchan non solo condì meglio la sua porzione, ma sistemò anche quella dell’altro, seppur con meno peperoncino. Izuku rimase rapito ad osservarlo mentre dal divano riusciva, con dei muovimenti eleganti e aggraziati che poco si addicevano alla sua figura e al suo carattere, a rendere - se non buono - almeno decente, un suo piatto.

Decisamente meglio” disse il biondo cominciando a mangiare con un po’ più di gusto. Izuku lo guardò con discrezione mentre lo vedeva inghiottire a fatica i piccoli bocconi che raccoglieva con le bacchette. Non l’aveva nemmeno deriso troppo per il suo operato, segno che doveva essere veramente stanco. Mangiarono e bevvero in silenzio e quando Izuku tornò dalla cucina dopo aver lavato i piatti, trovò Kacchan addormentato sul divano. Aveva davvero l’aria stanca e provata. Da che aveva scoperto il suo secondo lavoro, capiva molte delle scelte dell’amico, ma al tempo stesso non poteva fare a meno di chiedersi se non stesse tirando troppo la corda nel voler fare troppe cose tutte insieme. La giornata era fatta di sole ventiquattro ore e il loro primo lavoro non era quello di un semplice impiegato: richiedeva sforzo fisico, un carico di stress notevole ed era oggettivamente pericoloso. Capiva perché Kacchan desiderasse concentrarsi anche su qualcosa di diverso nella sua vita, così da poter trascorrere qualche ora senza essere arrabbiato con il mondo, ma al tempo stesso non doveva strafare.

Anche per Izuku oramai andare alla piccola tavola calda di mezzanotte era diventato un appuntamento fisso. Era l’unico momento che riusciva a trascorrere tranquillo in compagnia dell’amico senza che questo passasse tutto il tempo ad abbaiargli dietro, anzi. Si divertiva a dargli da mangiare cibi squisiti e anche se non mancavano mai le battutine, non c’era l’astio e il tono scontroso che era solito provenire dalla sua bocca. Era gentile, rilassato, sempre irriverente e a volte Izuku doveva ammettere che Kacchan gli sembrava persino abbastanza malizioso nel rispondere a certi suoi commenti o battute. Al di fuori di quel piccolo locale Katsuki era letteralmente una mina vagante ma in quel contesto così diverso, così fuori dall’ordinario, Izuku lo vedeva a suo agio, inaspettatamente e straordinariamente gentile. Almeno con gli altri clienti, con lui ci provava ma non ci riusciva mai veramente. E a Izuku andava bene così.

Si sfregò gli occhi, evidentemente stanco. Aveva bisogno di dormire, e anche Kacchan avrebbe dovuto farlo, possibilmente in un letto, ma mai e poi mai Izuku si sarebbe permesso di svegliarlo e aiutarlo o ancor peggio portarlo a letto e non nel senso a cui neanche inconsciamente voleva pensare.

Così si assicurò che la coperta lo coprisse bene e lui si rannicchiò in un angolo. Avrebbe tanto voluto distendersi su un materasso (meglio se insieme a Kacchan), ma non poteva andarsene così, non con un Dynamight così indebolito dall’influenza. Domani gli avrebbe sicuramente urlato dietro le peggio cose perché aveva sbagliato ogni singola cosa, ma per quella sera Izuku si fece bastare un piccolo angolo di divano. Alle urla ci avrebbe pensato tra qualche ora.


Maledetto merDeku!” furono le prime parole che Izuku sentì quella mattina provenire dalla cucina di Kacchan. Si era miseramente addormentato sul divano di Katsuki ma evidentemente ancora una volta il biondo aveva preferito non svegliarlo appena alzato, cosa che però fece dopo qualche minuto inveendo contro di lui. Izuku si sfregò distrattamente gli occhi: aveva la vista offuscata, la bocca pastosa e il sapore di curry ancora fin troppo prepotente sulla labbra.

Kacchan” disse Izuku alzandosi e raggiungendo l’amico in cucina. Lo vide appoggiato al bancone, evidentemente ancora debole per riuscire a stare in piedi a lungo e a giudicare dalla quantità di cibo che aveva preparato per colazione, era in piedi da almeno un’ora.

Smettila di fissarmi!” lo riprese il biondo con gli occhi di fuoco osservandolo con rabbia, nonostante la sua espressione fosse coperta dalla mascherina di Dynamight.

Kacchan, è meglio che tu vada a letto. Sei stanco e sul divano avrai dormito da schifo.”

Mai quanto te” replicò l’altro, stizzito. Izuku ebbe il buon senso di non rispondere.

Non è una gara. Sembra tutto delizioso, ma che ne dici di andare a letto mentre io pulisco, faccio del tè e ti porto tutto in camera?”

Katsuki gli rivolse uno sguardo che lasciava intravedere un sorrisetto malizioso.

La colazione a letto? Per averti fatto dormire sul divano?”

Beh, abbiamo dormito tutti e due sul divano” gli rispose a tono Deku costringendolo ad allontanarsi dai fornelli “Almeno per oggi, dammi retta e non brontolare per la mia sola esistenza. Vai a letto, sarai esausto.”

Sto bene...”

Sì… parli con mister vi dico che sto bene quando in realtà sto di merda, non faccio nemmeno finta di crederci...”

Lava bene la piastra, odio quando rimangono degli aloni” gli fece notare il biondo prima di sparire oltre la porta e percorrere quei pochi passi che lo separavano dalla camera da letto. Nonostante il discreto stipendio che il lavoro da Pro Hero gli garantiva, Katsuki aveva scelto per se una casa piuttosto modesta, niente di troppo grande o sfarzoso, non mancava nulla, ma non era di certo il super appartamento nell’attico più in vista della città, anzi. Era un appartamento di una palazzina piuttosto datata ma una bella zona tranquilla e ben servita. Quello che aveva risparmiato lo aveva investito nel ristorante e Izuku si sentì stupidamente orgoglioso dell’amico che si era tanto impegnato per riuscire a realizzare due dei suoi sogni. Erano ancora agli inizi delle loro carriere, ma entrambi stavano scalando le classifiche, era un continuo testa a testa tra Deku, Dynamight e Shoto. Sperava davvero che Kacchan si sbagliasse su una nuova guerra con i Villan, ma sapeva che le probabilità erano alte. Per quanto All for One fosse stato sconfitto, i Quirk si stavano evolvendo in modo sempre più strano e se da una parte c’era chi abusava di essi, al tempo stesso c’era chi cominciava a definire tutti i possessori di Quirk dei malvagi mutanti*. Con tutta la fatica fatta per conquistare e imparare a usare One for All l’ultima cosa che poteva accettare era sentirsi definire un malvagio mutante, lui che era nato senza Quirk e aveva dovuto lottare ogni giorno della sua vita per ottenere una singola briciola di ogni cosa. Ma era orgoglioso di se stesso e delle persone che gli erano state vicine e che l’avevano aiutato a realizzare questo suo sogno.

Smise di fare pensieri troppo assurdi e andò a recuperare il tagliere che era rimasto sul tavolino da caffè e vi posò sopra alcune ciotole che si premurò di riempire con quanto preparato da Kacchan.

Quando lo raggiunse lo vide ancora ben vigile e attento che stava leggendo qualcosa sul cellulare. Izuku appoggiò il vassoio sul lato libero del materasso e, in silenzio, cominciarono a mangiare la loro colazione: per quanto fosse molto simile a quella consumata nel locale di Akane, questa per Izuku era decisamente molto più buona.

Ho detto a Hyde che non andrò nemmeno stasera a locale” gli disse Katsuki guardandolo al di sotto di un ciuffo di capelli che gli cadeva sugli occhi.

Spero tu abbia avvisato anche in agenzia...”

Deku...”

Kacchan…”

Fatti i cazzi tuoi!”

Sono cazzi miei! Se hai la febbre non posso preoccuparmi di salvare i civili e stare attento che ti venga in mente di collassare nel bel mezzo di un’azione!”

Katsuki assottigliò le labbra pronto a rispondergli a tono, ma Izuku fu più veloce di lui: prese il telefono e chiamò l’agenzia per cui lavoravano e, adducendo a un’intossicazione alimentare – ‘broccoli al curry’ sentì tossire Kacchan – avvisò che lui e Dynamight non sarebbero riusciti a venire a lavoro.

Dai, non erano così disgustosi” disse Izuku cercando di spostare l’attenzione dell’amico verso cose più futili e non il suo dar malati entrambi.

Ho mangiato di molto meglio Deku, ma riconosco che almeno sei riuscito a non bruciarli. Per uno che cucina una volta la mese direi che te la sei cavata decentemente.”

Hey, guarda che a casa cucino! Non sarò mai bravo quanto te e di certo non posso pretendere che qualcuno mi paghi per quello che metto nei piatti, ma sono in grado di prepararmi un pasto caldo… circa” concluse sentendo lo sguardo intimidatorio del biondo su di sé.

Dovresti cominciare leggendo gli ingredienti di quello che compri” lo prese in giro Katsuki masticando poi lentamente il boccone, facendo evidentemente fatica a deglutire.

Izuku si alzò sotto lo sguardo perplesso dell’altro e tornò in cucina. Iniziò ad aprire gli armadietti finché non trovò quello che stava cercando. Prese una bustina di tè alla frutta e la mise in una tazza piena d’acqua che infilò nel microonde. Dopo un paio di minuti, quando l’acqua fu calda, ci mise dentro un cucchiaino di miele che aveva trovato nella dispensa e glielo portò.

Fa miracoli, ma forse già lo sai...”

Fottuto nerd...” disse Katsuki prima di accettare comunque la tazza mentre Izuku riportava il tagliere (che oramai era diventato un vassoio a tutti gli effetti) in cucina. Lavò brevemente le ciotole prima di metterle in lavastoviglie e tornò da Kacchan, portandogli un altro paio di pastiglie di antipiretico.

Stai meglio?”

Uhm… non se mi rimbambisci con questa roba” disse il biondo afferrandogli il polso e guardandolo negli occhi “Resta, hai delle occhiaie tremende.”

Non preoccuparti, posso-”

Resta. Non mi piacciono le occhiaie” disse Katsuki spostandosi sull’altro lato del letto per fare spazio a Izuku. Quest’ultimo deglutì ma accettò l’offerta. Il letto di Kacchan era caldo e comodo. Finire nel mondo dei sogni fu un attimo.


Note dell’autrice:

* teoria di cui si parla nel film My Hero Academia: World Heros' Mission

Beh, chi non ama Kacchan malaticcio e Izuku che si prende cura di lui?

Il discorso mascherine non è il Covid, ma perché nelle varie fanart quando in Giappone uno sta male indossa una mascherina quando in casa c’è qualcuno (che abbiamo imparato aiutare).

La ricetta fallimentare ahimé me la sono mangiata: avevo usato la bevanda di cocco e non il latte di cocco, quindi era un budino dolce al curry ç__ç

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Capitolo 8
*** Pranzo per due. Anzi per uno. ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 8

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Lo Chef di Mezzanotte

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Pranzo per due. Anzi per uno.


Cosa vi è successo? Siete andati usciti a festeggiare con del sushi economico?” li prese in giro Kirishima qualche giorno dopo che si erano incontrati durante un giro di pattuglia.

Chiudi quella fogna, Capelli di Merda!” urlò Bakugou con il suo solito atteggiamento aggressivo che però non sembrò minimamente toccare l’amico, fin troppo abituato ai suoi modi rudi.

Ci siamo incontrati per caso in una piccola tavola calda finito il turno di notte. Abbiamo mangiato qualcosa, ma la stanchezza e forse la zuppa non più così fresca...” rispose Deku cercando di non allontanarsi troppo da una specie di mezza verità

Tsk!”

Dai Bakugou succede anche ai migliori come te!” disse il rosso mettendogli un braccio intorno alle spalle senza però saltare in aria. Per quanto continuasse a denigrarlo, Kirishima sapeva benissimo che in fondo aveva la sua stima e il suo rispetto. Deku ci aveva messo un po’ di più a capirlo, ma dopo che Katsuki si era scusato con lui, il loro rapporto era diventato molto più paritario, nonostante non perdesse quel tono burrascoso che aveva sempre caratterizzato la loro interazione. O meglio, l’interazione di Bakugou con qualunque cosa, animata o meno. C’era chi sosteneva che la nitroglicerina presente nel suo corpo lo costringesse a essere così, perché se si fosse calmato troppo sarebbe potuto collassare, ma Katsuki in primis aveva scartato la teoria: non era lui ad avere problemi, erano tutti gli altri che sembravano geneticamente programmati per dargli fastidio.

Non dovreste tornare in agenzia? Il vostro turno di ronda è finito...” gli fece notare Red Riot controllando l’ora e salutando Suneater che lo stava raggiungendo con aria tetra, calandosi il cappuccio sul viso. Troppe persone che lo guardavano.

Deku si voltò verso Dynamight e dopo un cenno di assenso de ne andarono, lasciando i due ragazzi dell’agenzia di Fat Gum a proseguire la ronda del quartiere.

Sto morendo di fame” disse Deku non appena varcarono le porte degli uffici “Spero abbiano rifornito le macchinette, altrimenti potrei comprare qualcosa dal Lurido.”

Kacchan rabbrividì. Il Lurido era un baracchino che sostava a un angolo della strada, di solito friggeva qualunque cosa gli capitasse tra le mani, quindi non sapevi mai cosa avresti mangiato. Usava così tanto olio e di così pessima qualità che macchiava l’asfalto e nemmeno la pioggia riusciva a pulire quella roba. Però a molti piaceva, anche se Katsuki non si sarebbe mai avvicinato a un posto del genere. Deku doveva ammettere che aveva preso qualcosa dal Lurido ma non l’avrebbe mai confessato a Kacchan e, dopo aver provato la cucina dell’amico, non sarebbe più stato in grado di farlo.

Presero l’ascensore e prima di entrare nell’ufficio dove avrebbero dovuto stilare il rapporto della ronda, Deku si fermò alle macchinette alla ricerca di qualcosa che lo salvasse dall’autodigestione. Kacchan stava controllando i messaggi sul cellulare quando vennero raggiungi da Shoto, Tsukuyomi e, inspiegabilmente, anche da Chargebolt che per quanto lavorasse anche lui per l’agenzia di Fat Gum, era insieme agli altri due eroi dell’agenzia indipendente in cui lavoravano Deku, Dynamight e Shoto - raccomandati da Endevour - e Tsukuyomi, pupillo di Hawks.

Hey BakuBro!” lo salutò l’eroe elettrico con un po’ troppo entusiasmo per i gusti di Katsuki che iniziò, per l’appunto, a digrignare i denti “Non fai il tuo solito turno?”

Katsuki ringhiò per quanto avesse scelto lui quel turno mattutino visto che i giorni scorsi non aveva lavorato fino all’alba.

Ho saputo che ti sei preso un intossicazione alimentare! Proprio tu che sei sempre stato il più bravo di tutti a cucinare?!” continuò Kaminari, percorrendo un sentiero pericoloso.

In effetti è strano che sia successo proprio a te Bakugou” commentò Todoroki con la sua aria flemmatica, portandosi una mano sotto al mento come se la cosa lo aiutasse a riflettere “Capisco Midoryia che sa malapena preparare un ramen liofilizzato”

EHI!” protestò Izuku sentendosi chiamato in causa e avvicinandosi al gruppo tenendo tra le mani una poco salubre ma tanto gustosa barretta a cioccolato con arachidi e caramello “Tu fai lo stesso con la soba!” ribatté poi iniziando a scartare quello che sarebbe stato il suo pranzo.

Sarebbe successo lo stesso anche me” confermò Todoroki, per nulla consapevole dell’assai poco velata critica rivolta all’amico.

L’importante è che adesso stiate bene” disse semplicemente Tokoyami che aveva visto delle scintille cominciare ad apparire dalle mani di Bakugou.

Il prossimo che fa una battuta sull’intossicazione alimentare esploderà insieme all’edificio e non me ne potrà fottere un fottuto cazzo se dovrò ricostruirlo a mani nude!” ringhiò Bakugou rivolgendosi ai presenti che impallidirono. Erano più che abituati alle minacce dell’amico, ma quando urlava non faceva paura a nessuno (quel che si dice, can che abbaia non morde) ma quando ringhiava. Beh, il silenzio assoluto che scese nella stanza fu più che sufficiente.

E tu merDeku, non provare a dare un morso a quella schifezza o ti faccio mangiare anche la carta” aggiunse Dynamight afferrando l’altro per un orecchio del cappuccio (perché era meno imbarazzante pensare che fossero orecchie di coniglio anziché i ciuffi di All Might) e trascinarlo fuori dall’edificio.

Dove stiamo andando Kacchan?” domandò Deku distratto dal profumo del cibo del Lurido che ora come ora gli sembrava la cosa più buona del mondo.

A mangiare.”

Izuku tacque e si lasciò trascinare dall’amico verso un piccolo locale poco distante dall’agenzia ma sufficientemente nascosto perché non fosse troppo frequentato. Era un ristorante dagli spazi piuttosto ampi ma con pochi tavoli, così da garantire una discreta privacy ai clienti o, nel caso di Bakugou, che gli permettesse di appoggiare i pesanti bracciali a forma di granata che non aveva avuto tempo, modo o voglia di togliere quando erano rientrati in agenzia.

Dynamight! Deku! Benvenuti!” disse una voce dall’aria familiare avvicinandosi ai due.

Ciao Hide. Ci porti del riso, melanzane grigliate con miso, curry di verdure e zuppa di miso per due?”

Arrivo subito” rispose il ragazzo dalla testa arancione facendo l’occhiolino ai due.

Izuku guardò l’amico piuttosto perplesso e con una lieve aria di rimprovero.

Katsuki sbuffò e iniziò a spiegare.

Vengo qui da un po’. Un giorno ho incontrato Hideyoshi che è un nerd otaku quasi peggio di te, ha attaccato bottone raccontandomi del suo Quirk e della sua università. L’ho ignorato fin quando, un paio di settimane dopo, lui e sua madre sono finiti a mangiare da me. Gli ho fatto cenno di tacere e quando un paio di giorni dopo sono venuto a mangiare qui gli ho proposto una collaborazione. Fine della storia.”

Tutto qua?”

Perché, cos’altro dev’esserci di mezzo?”

Pensavo di avesse chiesto di uscire visto come scodinzola ogni volta che ti vede..” borbottò Izuku carico di veleno alla vista di come questo fantomatico Hide con un nulla era riuscito a guadagnarsi il rispetto di Dynamight e di Katsuki in un colpo solo.

Già, perché tu sei sei bravo a distinguere quelli che mi scodinzolano dietro. Hai un talento naturale...” gli rinfacciò il biondo con altrettanta durezza.

Izuku gli rivolse uno sguardo di fuoco prima di alzarsi di scatto.

Mi è passata la fame. Ci vediamo in agenzia” la chiuse lì Midoryia dirigendosi verso l’uscita del locale dando – più o meno involontariamente – una spallata a Hideyoshi che aveva in mano due ciotole di riso. Non si voltò, ma augurò a entrambi di godersi il loro pranzo, tanto Kacchan aveva ordinato per due, no?

Con tutta la rabbia che aveva in corpo si diresse verso il Lurido e ordinò tempura, riso fritto, takoyaki, gyoza e yakisoba da asporto e andò a mangiare tutto alla scrivania dove avrebbe dovuto finire di compilare i rapporti.

Quando Kacchan tornò in agenzia storse il naso alla vista dei cartocci vuoti sul tavolo occupato da Deku. L’odore di cibo di scarsa qualità arrivava fin dall’ascensore e la cosa lo nauseava come solo il Villain fangoso era riuscito a fare. Non osava immaginare le condizioni in cui versava lo stomaco di Deku che quelle cose le aveva mangiate e ora doveva pure digerirle.

Si può sapere che diavolo ti è preso fottutissimo nerd?!” gli urlò Katsuki facendolo sobbalzare dallo spavento.

Izuku alzò lo sguardo con aria colpevole. Era consapevole di aver esagerato sebbene non ne compr… no, il motivo lo comprendeva pienamente. Il problema era proprio che era perfettamente consapevole di quale fosse il problema.

Scusami Kacchan. Quando ho fame non ragiono e dico cose stupide.”

Tu dici sempre cose stupide, evidentemente hai sempre fame...”

Izuku dovette incassare il colpo.

Un minuto ed è arrivato tutto, invece sei dovuto andare a prenderti questa merda” commentò Katsuki afferrando una cartelletta e spingendo i contenitori vuoti (e anche i due con ancora mezzi pieni) nel cestino della pattumiera.

Ehi! Quello era il mio pranzo.”

Ringraziami, altrimenti rischi che ti venga davvero un’intossicazione alimentare… merDeku” mormorò Katsuki avvicinandosi e passando oltre, non prima però di aver, seppur rudemente, passato una mano tra i capelli del nerd. Visto da fuori sembrava quasi gli avesse tirato una sberla sulla fronte, ma Izuku sentì le guance andare in fiamme al pensiero di come le dita di Kacchan erano scivolate tra i suoi capelli in quella che fu a tutti gli effetti una carezza.

Tutta la rabbia provata fino a quel momento si dissolse.

Quando quella sera andrò alla tavola calda di Kacchan gli sembrò che l’amico non gli avesse mai servito una zuppa di miso così buona.

E il suo stomaco ringraziò Katsuki per non avergli permesso di mangiare altro.


Note dell’autrice:

Un momento di difficoltà o incomprensione era cliché ma necessario. E poi Deku è palesemente geloso marcio, lo sa pure lui.

Il Lurido era baracchino che vent’anni fa(!), vicino al mio liceo che ti vendeva il classico panino farcito con roba grassa e unta che ti faceva passare la sbronza. O ti dava il colpo di grazia.

La carezza finale è stata... <3

Vado a mangiarmi il ramen che ahimè mi sono preparata io e non Chef Katsuki ma vabbè XD

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Capitolo 9
*** Zuppa di miso con zucchine ***


Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 9

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Lo Chef di Mezzanotte

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Zuppa di miso con zucchine


Oramai Izuku conosceva a memoria ogni singolo mattone, graffito e sfumatura di asfalto che portava verso la tavola calda di Kacchan. Aveva scoperto quel posto solo da qualche mese ma ci era andato praticamente ogni giorno che non aveva il turno di notte.

A ben pensarci, nonostante i prezzi di Kacchan non fossero particolarmente alti, non ricordava di aver mai speso così tanti soldi per andare fuori a mangiare in una vita intera. Ma non poteva evitarselo. Finire di lavorare – o poco prima di iniziare – e andare a cenare da Kacchan era diventato un rito irrinunciabile: nonostante il suo ritmo sonno-veglia e il suo metabolismo stessero in qualche modo cominciando a risentirne. Cercava sempre di non eccedere e nel caso in cui avesse già cenato, optava sempre per qualcosa di leggero ma che comunque gli desse la scusa per andare a trovare Katsuki... Le visite alla tavola calda di mezzanotte erano oramai una dipendenza. Era diventato a tutti gli effetti un cliente abituale. Non avrebbe saputo dire se gli altri li avessero riconosciuti, con il passare del tempo aveva imparato a non farci caso visto che loro in primis non toccavano mai l’argomento. Ogni tanto aveva visto Yaro osservare lui e a Katsuki prima di appuntarsi qualcosa su un foglio dove stava scrivendo o disegnando, ma Kacchan gli aveva detto di non farci caso, che il mangaka lo faceva quasi con ogni persona che vedeva perché chiunque poteva essere una fonte d’ispirazione. Chissà se Yaro avrebbe fatto di loro due dei personaggi di un manga… Sarebbe stato divertente, si era ritrovato a pensare Izuku prima che delle immagini di alcune doujinshi gli balenassero nella mente facendolo rabbrividire.

Perso nei suoi pensieri e nei ricordi, il suo flusso di coscienza venne interrotto nuovamente da una voce che gridava aiuto. Era la stessa voce che aveva sentito tempo fa e, nel giro pochi secondi, Deku si ritrovò proprio davanti al negozio di frutta e verdura. Solo che questa volta non c’erano dei piccoli delinquenti, ma un fiume d’acqua che proveniva dall’interno.

Oh ragazzo, dacci una mano per favore!”

Non temete, ora ci sono io!” rispose Deku calandosi nella parte “Ma cosa succede?” chiese poi girandosi verso la donna che l’altra volta gli aveva dato i cetrioli.

Le tubature! È esploso qualcosa di là!” disse la donna indicando uno stanzino sul retro e, non appena Deku lo raggiunse, venne travolto da un getto di acqua gelida che gli annebbiò la vista. Si portò un braccio sopra la testa così da poter vedere cosa stava succedendo: era semplicemente esploso un tubo ma con una violenza notevole che stava letteralmente allagando l’intero locale. Richiamando una piccola percentuale di One for All andò a piegare il tubo da cui usciva l’acqua e, rapidamente, chiuse il rubinetto così da evitare che la pressione dell’acqua potesse vanificare il suo lavoro. Si diede una rapida scrollata ai capelli e al resto del corpo, rendendosi conto di quanto lui e i suoi vestiti fossero da strizzare.

Le due proprietarie del negozio lo raggiunsero iniziando a dargli una mano ad asciugarsi con dei fazzolettini di carta, prima che Deku si allontanasse ringraziandole ma dicendogli che sarebbe andato a cambiarsi.

Le due signore annuirono ma, prima di lasciarlo andare via, come la volta precedente, gli misero tra le mani un buon numero di zucchine verdi, ancora una volta senza sacchetto.

Quando arrivò davanti alla tavola calda di Kacchan si rese conto di essere arrivato con più anticipo di quanto pensasse, nonostante l’incidente al negozio gli avesse fatto perdere un po’ di tempo. Il locale era illuminato dalla luce fioca che proveniva dalla cucina e gli arrivavano al naso dei profumi deliziosi. In condizioni normali avrebbe aspettato che il ristorante aprisse, ma oramai era autunno inoltrato e, considerato il fatto che era quasi mezzanotte e lui era bagnato da capo a piedi, stava cominciando ad avere freddo.

Con un piede cercò di spingere la porta, riuscendo solo a fare un gran rumore.

SIAMO ANCORA CHIUSI!” urlò Katsuki dall’interno.

Kacchan, sono io! Ho avuto un’emergenza! Puoi aprirmi?” si ritrovò praticamente a balbettare Izuku con voce tremante. Si rese conto che, effettivamente, stava tremando.

Il suo tono doveva aver allarmato Katsuki che dopo pochi secondi gli aprì la porta osservandolo perplesso.

“Quirk acquatico?”

Peggio.”

Gang Orca?”

Tubatura rotta” rispose Izuku “E queste sono per te” aggiunge, mettendo tra le braccia del biondo la piantagione di cucurbitacee che gli era stata regalata.

“Dovresti smetterla con questa messaggi subliminali...” disse Kacchan con nonchalanche portando gli ortaggi in cucina.

Izuku ringraziò il fatto di essere troppo infreddolito per arrossire.

Posso chiederti qualcosa di caldo?” domandò invece all'amico che gli scoccò un’occhiata eloquente.

No” rispose e Izuku ci rimase malissimo.

Katsuki sbuffò.

Ora come ora non ti servirebbe a niente” spiegò cercando qualcosa in una scatoletta di latta che teneva dietro al bancone “Sali le scale, di sopra c’è una piccola stanza con bagno. Fatti una doccia e scaldati. Sotto al lavandino ci sono gli asciugamani mentre dentro l’anta sinistra dell’armadio ci sono delle tute, sono un po’ vecchie ma almeno puoi metterti addosso qualcosa di asciutto” gli spiegò Bakugou porgendogli una chiave a cui era stato attaccando un ciondolo con l’inconfondibile X del costume di Dynamight.

Io...”

Vai prima che ti venga un accidente. Tra poco di porto qualcosa di caldo per cena” disse il biondo facendogli cenno di salire.

Izuku fece quanto gli era stato detto, salì le poche scale che portavano al piano superiore e aprì la porta, trovandosi in un piccolo locale che ospitava un letto, un tavolino e un armadio. Più qualche sedia sparsa e degli oggetti che probabilmente Kacchan aveva acquistato o portato per il ristorante ma che non aveva usato. Lo sguardo gli cadde su alcune mensole dove erano stati accatastati libri di ricette e un gran numero di riviste di ogni tipo in merito agli eroi. Con sua somma sorpresa, la maggior parte riguardavano loro due e nello specifico molto più Deku di Dynamight. Izuku si sentì arrossire ma un brivido particolarmente fastidioso che li fece tremare i denti lo spinse a non curiosare ma andare diretto verso il bagno. Aprì l’acqua calda della doccia, recuperò gli asciugamani e si svestì il più velocemente possibile perché stava cominciando ad avere l’impressione che i vestiti gli si stessero congelando addosso.

Il getto di acqua calda fu un toccasana e gli parve che la sua temperatura corporea fosse scesa ben al di sotto del minimo consigliabile. Era così infreddolito che sentiva persino dolore alle dita dei piedi, nonostante le temperature all’esterno non fossero ancora così rigide. Si lavò velocemente con un po’ di bagnoschiuma che aveva trovato poggiato in un anfratto ricavato nel muro e rimase qualche secondo ad annusarlo, rendendosi conto come quel prodotto avesse lo stesso profumo dolciastro di Kacchan. In effetti aveva senso, considerato il particolare aroma del sudore dell’amico causato dalla sostanza simile alla nitroglicerina che produceva, un profumo balsamico o troppo floreale avrebbe creato una combinazione tremenda, mentre un bagnoschiuma vaniglia e papaya, per quanto potesse sembrare una fragranza più femminile, era perfetto per Kacchan.

Si ridestò dai suoi pensieri (e borbottii), chiuse l’acqua e si avvolse un asciugamano in vita mentre con l’altro iniziava ad asciugarsi il resto del corpo e a frizionarsi i capelli. Fu un trauma uscire dal piccolo bagno, ora piacevolmente caldo per i vapori della doccia, ed entrare nella piccola stanza ben più fredda. Rabbrividì nuovamente andando a passo spedito verso l’armadio che gli era stato indicando e trovò alcune vecchie tute sformate e con qualche buco. Ne trovò anche una della UA e per un attimo fu tentato di indossare quella, ma poi optò per un paio di pantaloni grigio scuro, una maglietta nera e una felpa che, a occhio e croce, doveva essere uno dei primi prototipi del mechandising di Dynamight mai realizzato perché, in effetti, era un po’ troppo sobrio (solo la tipica X a punto cuore non era sufficiente). Nel dubbio Izuku aprì anche l’altra anta alla ricerca anche di un paio di boxer e di calze, ma invano. Trovò solo una divisa blu da chef, dei grembiuli e un altro paio di sandali di legno che Katsuki era solito indossare mentre lavorava alla tavola calda.

Con i vestiti puliti in mano tornò in bagno a cambiarsi – quanto meno lì faceva comunque meno freddo che nella stanza – e una volta che ebbe indosso dei vestiti puliti e, soprattutto, asciutti, tornò nella stanza principale. Kacchan era ancora di sotto e Izuku decise che lo avrebbe raggiunto tra un attimo. Non voleva che l’amico tardasse ad aprire per colpa sua, solo perché la sua sindrome da eroe l’aveva portato a ritrovarsi conciato peggio di un pulcino durante un temporale, però non poteva negare a se stesso che l’idea di sbirciare in quel piccolo angolo di privacy di Kacchan lo elettrizzava non poco. Da un anno a quella parte Kacchan era diventato molto più schivo, e alla fine Izuku era letteralmente inciampato nella ragione che l’avevano portato a essere molto meno presente nella vita di tutti loro – in fin dei conti, Katsuki conduceva a tutti gli effetti una seconda vita – ma c’era ancora qualcosa di lui che non riusciva veramente a comprendere o afferrare. Forse non l’avrebbe mai fatto, ma essere lì, in quella piccola stanza sopra la tavola calda di Katsuki di cui praticamente nessuno era a conoscenza, lo faceva sentire importante ma al tempo stesso fuori luogo, come se in fondo lui non meritasse davvero di essere lì.

Sospirò e andò verso la porta che conduceva alle scale, aprendola delicatamente sorprendendosi di trovarsi davanti Kacchan con un vassoio colmo di cibo e stoviglie tra le mani.

Giusto in tempo, nerd” mormorò Katsuki entrando e andando a depositare il vassoio sul tavolino basso che c’era al centro della stanza.

Spero tu non mi abbia finito tutta l’acqua calda” gli disse il biondo stiracchiandosi.

Giuro, ho fatto il più velocemente possibile.”

Katsuki annuì indicandogli il vassoio con delle stoviglie scure che, vista la scarsa illuminazione, Izuku non riuscì a identificare a meglio, ma vide e riconobbe con entusiasmo due onighiri che Kacchan prese, porgendogliene uno.

E’ una ricetta della moglie di un mio vecchio cliente. Vecchio nel senso che credo sia nato nel mesozoico, ma comunque sono onighiri di prugne con semi di sesamo” spiegò Kacchan addentando il panino di riso e Izuku fece lo stesso, lasciando pendere l’asciugamano con cui si stava frizionando i capelli su una spalla.

Oddio che meraviglia” disse Deku assaporando quel cibo così semplice ma squisito “Kacchan è incredibile anche in questo. Sembra una ricetta da nulla, ma bisogna saper dosare bene gli ingredienti, non eccedere con le prugne se no diventano troppo salati, o con i semi di sesamo che poi risulterebbero amar-”

Nerd… mi stai facendo andare di traverso l’onighiri.”

Scusa...” disse Izuku finendo la sua porzione in silenzio ma gustandosi ogni singolo boccone “Non devi andare ad aprire il ristorante?” domandò poi mortificato, ricominciando a sfregarsi con poca delicatezza i capelli ancora umidi.

Non questa sera.”

Ma avevi già preparato tutto!”

Chiuso per imprevisto, ma se proprio ti do così fastidio me ne vado” sbottò Katsuki arrabbiato e solo in quel momento Izuku osservò con maggior attenzione il vassoio notando le due ciotole chiuse da un coperchio di legno, due paia di bacchette, due bicchieri e una birra.

NO, KACCHAN!” si ritrovò quasi ad urlare il ragazzo, afferrando l’amico per un polso, invitandolo molto goffamente a sedersi. In realtà gli diede uno strattone che lo fece praticamente cadere, ma per fortuna Katsuki sembrò non prendersela troppo.

Sono felice che possiamo cenare solo io e te. Mi dispiaceva solo che avessi lavorato così tanto per poi non aprire. Dalla cucina vengono dei profumini deliziosi…”

Niente che non possa non essere riscaldato a casa domani. Ora smettila di assillarmi e mangia la tua fottuta zuppa!” disse il biondo tirando via con stizza i coperchi dalle ciotole, rivelando un leggero brodo di miso in cui si intravedevano dei noodle e le zucchine che Izuku aveva portato come ricompensa per essersi ritrovato bagnato fino al midollo. In superficie dei fiocchi di peperoncino, dei germogli e semi di sesamo bianco e nero completavano quello che si poteva definire semplicemente un quadro.

Itadakimasu” mormorò Izuku congiungendo le mani prima di separare le bacchette e assaggiare quello che si rivelò essere l’ennesimo piatto delizioso preparatogli da Kacchan. Aiutandosi con le bacchette si riempì rumorosamente la bocca di quella bontà sotto lo sguardo del biodo che non riusciva a nascondere un sorrisetto soddisfatto mentre riempiva entrambi i bicchieri di birra.

E’ buonissima Kacchan” disse Izuku posando le bacchette e bevendo un sorso di birra mentre Katsuki assaggiava il suo operato. Aveva cucinato di meglio, ma era comunque gustosa e probabilmente l’essere calda aiutava non poco a risultare più piacevole a un infreddolito Midoryia.

Perché, avevi dubbi?” gli chiese mostrandosi molto più sicuro di quanto in realtà non fosse.

In effetti no. Però è bello quando qualcuno cucina per te. Quello che mangi sembra avere tutto un altro sapore proprio perché è per te. Qui non hai il solito menù impersonale cucinato in serie, quasi fosse un automatismo e da cui uno sceglie la cosa che gli sembra essere la migliore. Tu offri qualcosa di unico per chi te lo chiede e questo rende ancora più buono quello che prepari. È una sfida continua da cui riesci a uscirne sempre vincitore e che fa sentire speciale chi te lo chiede.

Katsuki lo guardò assottigliando gli occhi, elaborando le sue parole.

Mi stai dando della casalinga?”

Izuku deglutì.

Più dell’eroe da sposare” rispose con sguardo serio soppesando le parole con estrema attenzione cercando di mantenere il tono leggero, ma al tempo stesso privo di scherno.

Cos’è? Una proposta?”

Dipende da te, Kacchan.”

Lo sguardo del biondo si fece più serio prima di posare le bacchette sulla ciotola con estrema attenzione.

Che cosa intendi dire?”

Izuku si sentì avvampare, non pensava che Katsuki l’avrebbe presa così sul personale.

N-niente. È un modo di dire” cercò di giustificarsi lui, sperando di non aver rovinato anni trascorsi ad instaurare un rapporto civile tra loro. Nel mentre però Katsuki si era fatto vicino. Decisamente troppo vicino.

Quindi fai proposte simili a chiunque” constatò l’altro con… era delusione quella nella sua voce?

No.”

Lo sguardo inquisitorio di Katsuki lo costrinse ad elaborare.

Se così fosse non verrei a mangiare te ogni sera, no? Ho scoperto per caso questo posto, ma non ci sono tornato per l’ottima cucina. Non solo, almeno” aggiunse subito vedendo del fumo salire dai pugni chiusi dell’altro e che a quel punto si era ulteriormente avvicinato.

Izuku poteva chiaramente vedere le iridi cremisi di Katsuki inghiottite dalle pupille sempre più dilatate da quello che Midoryia sperò con tutto il cuore essere desiderio, anche se aveva il terrore e la certezza di aver preso un abbaglio.

La mia cucina è fantastica” fu l’unico commento che fece il biondo, tornando al punto di partenza della loro conversazione, come fosse stato un gioco da tavolo.

Ora dovevano solo decidere se lanciare i dadi e uscire dalla casella in cui erano tornati oppure rimanere fermi per quel turno, in attesa che qualcosa facesse ricominciare la partita.

Così Izuku fece un respiro profondo e portò la mano destra, segnata e piena di cicatrici al viso di Kacchan, aspettandosi un gesto di stizza da parte dell’altro. Katsuki però, nonostante quel tocco ruvido e involontariamente graffiante, percepì la delicatezza che però annullò afferrando la nuca di Izuku con forza spingendolo verso di sé, facendo scontrare le loro labbra in un goffo bacio al sapore di miso e di birra.

Le labbra screpolate di Izuku graffiavano quelle morbide di Katsuki, ma a Kacchan sembrava non importare granché. O almeno, non gliene importò più quando Deku socchiuse le labbra, dandogli libero accesso e trasformando quel goffo contatto in uno scontro alla pari fatto di lingue, saliva e gemiti che si perdevano nella bocca dell’altro.

Senza essersene reso conto probabilmente attivò One for All (a meno dell’uno per cento probabilmente) e spinse Kacchan sul pavimento, andando a bloccargli i polso ai lati del viso mentre continuava a baciarlo, seduto sopra di lui percependo chiaramente l’erezione farsi sempre più dura contro la sua.

Kacchan” mormorò Izuku rilasciando i polsi dell’altro e andando ad appoggiare la fronte su quella di lui, sospirando sulle sue labbra con occhi chiusi mentre cercava di fare del suo meglio per spingere con insistenza il bacino contro quello di Katsuki.

Nerd” gli disse il biondo con un tono divertito ma non offensivo. Izuku aprì leggermente gli occhi incerto su cosa aspettarsi dall’altro “Era ora che lo capissi. Mi si è servito solo cucinarti l’intero Giappone” concluse con scherno prima di afferrargli nuovamente la nuca e riunire le loro labbra in un bacio affamato, pieno di cose non dette.

Deku ricambiò il bacio come se da quello dipendessero le loro stesse vite.

E, in fondo, era proprio così.

.Fine.


Come mai stasera è chiuso? Possibile che lo chef non sia ancora arrivato?” domandò Takashi provando ad aprire la porta scorrevole ma trovandola irrimediabilmente chiusa. Anche la lanterna era spenta e dall’interno non proveniva alcuna luce.

Probabilmente c’è stata un’emergenza e hanno richiesto l’intervento di Dynamight da qualche parte” commentò Yaro guardandosi intorno prima di sentire un leggerissimo tonfo provenire dalla stanza ubicata sopra al ristorante, illuminato da una debolissima luce “O forse no” commentò poi mettendo un braccio sopra le spalle di Takashi e conducendo lui e Kane verso una bancherella di ramen non lontano dalla stazione di polizia. Per quella sera si sarebbero fatti andare bene quello, non aveva la benché minima intenzione di disturbare Deku e Dynamight solo perché loro tre avevano fame.


Note dell’autrice:

Volevo scrivere una breve oneshot, poi la cosa mi è sfuggita di mano e si è allungata di sua volontà diventando un what I eat in a week, vegan edition.

Tutte le ricette – tranne il katsudon che non potevo escludere – sono vegetali perché... Plant Power! (mi sono sempre chiesta però come sarebbe il Quirk di Suneater se fosse vegano XD). E sono praticamente quello che cucino più volte durante la settimana, tranne un paio di cose he ho provato appositamente per scrivere questa storia.
Questa sera sulla mia tavola c'è proprio questa stessa zuppa, quindi il capitolo andava per forza pubblicato oggi =)

Spero vi sia piaciuta, per me scriverla è stato incredibilmente zen :)

Ringrazio NightWatcher96 e soniacrivellaro per i loro bellissimi commenti <3

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