La magia passata del Tanabata

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una lettera dalla Terra della Luna ***
Capitolo 2: *** Preparativi per la festa ***
Capitolo 3: *** Una notte o tutta la vita ***
Capitolo 4: *** Quanto la amo ***
Capitolo 5: *** Un po' bambina e un po' donna ***
Capitolo 6: *** Per la Via Lattea ***



Capitolo 1
*** Una lettera dalla Terra della Luna ***


"Cara Rouge, innanzitutto un grande saluto dalla tua Ayame, potessi ti abbraccerei fortissimo!!^o^
Ti scrivo perché voglio raccontarti una storia. La storia di Orihime e Hikoboshi.
Orihime era la figlia del Re del Cielo Tentei, era un'abile tessitrice e tesseva le sue stoffe lungo la via del Fiume celeste, ma era triste perché nella sua vita mancava l'amore. Il  padre decise così di accontentarla e un giorno le fece incontrare Hikoboshi che ogni giorno portava i suoi buoi al pascolo dall'altro lato del fiume. Tra i due nacque subito un profondo amore che però li porto a distrarsi dai loro compiti, così Tentei separò i due amanti ognuno su una sponda del fiume. Orihime cadde nello sconforto e il padre allora le concesse un solo giorno l'anno, il  settimo del settimo mese, per permetterle di incontrare il suo amato.
Tutto questo per farti sapere che il 7 luglio ci sarà una festa nel mio paese, e la mia famiglia sta allestendo uno spettacolo. Mi piacerebbe rivederti in questa occasione, e se  possibile porta con te il tuo amato, non si sa mai si avveri il tuo desiderio proprio come successe a Orihime! Un bacio, ti voglio bene!! >//<"

L'araba dai lunghi capelli ripiegò con cura quella lettera per poi emettere un gridolino d'emozione, quella di cui parlava la sua amica Ayame doveva essere davvero una bella festa e un'ottima occasione per coronare il suo sogno d'amore con quel freddo Samurai, che di freddo in realtà aveva ben poco. Poi lui veniva dallo stesso paese di Ayame, sicuramente doveva sapere di questa festa, il fuoco bruciò nel ventre della donna, si arrabbiò un po' con lui per non averla invitata ad una festa romantica così importante. Ringraziò profondamente Ayame portando quella lettera al petto, si sarebbe presa qualche giorno di riposo dalle sue previsioni da indovina e avrebbe raggiunto l'amica e il suo amato, anche perché sapeva che ne valeva la pena per uno spettacolo della famiglia di Ayame, erano davvero bravi!
Rouge:- E non ti preoccupare piccola- strinse il pugno e guardò il tramonto avanti a sé:- farò in modo di portarmi dietro anche lui!- Si accorse di aver stropicciato la lettera e piano cercò di rimediare:- So benissimo che mi hai scritto questa lettera per far sì che io convincessi anche Falcon a venire da te!- Ridacchiò.
E così la sensuale donna scrisse a sua volta una lettera al giovane inglese che quando la ricevette si allenava al sacco indossando unicamente dei pantaloncini e i suoi guantoni.
Apollo entrò nella palestra di quella grande casa trafelato come suo solito, anche se non ce n'era bisogno.
Apollo:- Signorino! Una lettera per lei dalla bella Rouge!-
Attirò subito la sua attenzione. Il bel ragazzo si asciugò il sudore dalla fronte con il braccio e tolse i guantoni poggiandoli a terra. Si avvicinò entusiasta e tolse la lettera dalle mani del maggiordomo non con troppa delicatezza.
Edward:- Una lettera dalla mia Rouge?? Davvero??-
La aprì e iniziò a leggere a voce alta:- Caro Falcon, prendi il tuo elicottero, passa a prendermi e raggiungiamo insieme la Terra della Luna, subito. Dobbiamo essere lì in tempo per il 7 luglio.-
Esultò:- Uuuh! Lo sapevo che era innamorata di me!!-
Apollo smorsò:- Un po' fredda per essere una lettera d'amore...-
Edward lanciò lui un'occhiataccia:- E' solo il suo modo di porsi. E' chiaro che sogna un bel viaggio con me!-
Apollo:- Ma la Terra della Luna non è la terra natia di quel samurai? Ru... Ryoma, Ryoma giusto? Aveva una cotta per lui o sbaglio?-
Il giovane rampollo borbottò nervoso cercando di ignorarlo completamente, quella lettera diceva chiaramente che aveva invitato lui e non Ryoma, era un caso dove fossero diretti.
Apollo continuò compiaciuto:- E' anche la terra della bella Ayame! Giusto?-
Edward scontroso:- Bella Rouge, bella Ayame. Apollo, a te piacciono tutte.-
L'inglese dai grandi muscoli diede lui la lettera e indossò nuovamente i suoi guanti cominciando a tirare altri pugni su quel sacco rosso mentre la luce del sole che proveniva dalle grandi finestre infastidiva i suoi occhi.
Apollo:- Allora, che intenzioni ha?- Domandò rimanendo lì con la lettera in mano.
Edward:- Finisco l'allenamento di oggi e parto subito. Il 7 è tra pochi giorni. Fa un caldo...- sottolineò asciugandosi ancora il sudore.
Il vecchio maggiordomo annuì e chiuse la porta lasciando il ragazzo da solo libero di allenarsi.
Il sole iniziava a tramontare quando Edward Falcon uscì dalla doccia e raggiungendo la sua camera iniziò a fischiettare allegro, convinto di dover passare alcune belle giornate romantiche con l'araba che spesso sognava. In camera trovò una valigia sul letto, Apollo gli aveva preparato tutto l'occorrente, doveva solo mettersi in viaggio.
- Mi raccomando- sussultò il giovane sentendo improvvisamente la voce del vecchio, si voltò e Apollo era apparso all'uscio della sua porta.
Edward sbuffò ricomponendosi:- Mi raccomando cosa? Sai che sono un ottimo aviatore, proprio come mio padre. Di cosa hai paura?-
Apollo:- Mi faccia finire. Non era un "mi raccomando stia attento" è un viaggio di piacere, non sono preoccupato. Mi raccomando se incontra la dolce Ayame non faccia lo sciocco e la saluti calorosamente anche da parte mia.-
Il giovane chiuse la valigia ancora aperta sbuffando un'altra volta, quasi arrossì.
Edward:- Sei un vecchio porco Apollo.-
Apollo scoppiò imbarazzato:- Come si permette?! Intendo un saluto affettuoso non uno da pervertito! Ovviamente dovrai salutarmi sia Rouge che Ryoma! Ho nominato Ayame perché so come è lei, signorino Edward, quella ragazza le è molto affezionata, lo sa!-
Il ragazzo mugugnò cercando di evitare il discorso e caricandosi in spalla l'occorrente uscì dalla stanza quasi spintonando il maggiordomo.
Edward:- Stai tranquillo. Penso che tutto sommato saluterei Ryoma, figurati Ayame. Goditi questi giorni senza di me Apollo- sorrise ora guardandolo:- E sii felice per me!-
Apollo:- Oh, lo sono!- Ricambiò il sorriso salutando con un pacato inchino.
E Edward Falcon partì con il suo elicottero quella sera stessa raggiungendo il giorno dopo la Terra del Fuoco.
Era appena l'alba quando Rouge l'accolse a braccia aperte vedendolo atterrare in quella grande distesa di terra. Ma lui quasi le cadde tra le braccia addormentato.
Rouge, ora un po' nervosa:- Si può sapere perché non sei partito di mattina anziché ieri sera?? Hai chiaramente bisogno di dormire!-
Edward quasi poggiato sul suo seno tra il sonno e l'eccitazione:- Tu mi hai detto di partire il prima possibile. E poi magari mi farai dormire con te, nel tuo letto, che dici?-
Lei lo scaraventò lontano e allontanandosi a movimenti lenti e ondulatori:- Riposa un po' nel tuo aereo, appena sarai pronto partiremo per andare da Ryoma e Ayame- oltrepassò uno di quegli archi in pietra che portavano all'interno di quella vecchia e grande casa dove viveva con altri.
Il sonno del ragazzo era davvero troppo per lamentarsi del fatto che anche sta volta Apollo avesse ragione, voleva raggiungere quel maledetto samurai.
Dopo aver sonnecchiato qualche ora poggiato scomodamente sul sedile di quel freddo oggetto volante il ragazzo venne svegliato dalla bella indovina.
Edward:- Mm?- Emise aprendo piano gli occhi.
Rouge:- E' ora di pranzo, sai? Abbiamo cucinato qualcosa anche per te. Vieni dai- era ancora un po' nervosa ma anche molto dolce nei confronti dell'amico compagno di temibili avventure.
Edward strofinandosi gli occhi annuì e ancora un po' tra il sonno e la veglia saltò già dall'elicottero.
Seguì piano la donna.
Edward:- Mi è venuta una voglia di mangiare qualcosa cucinato da Wang Tang!-
Rouge sorrise un po' stizzita:- Mi spiace ma non sono lui, accontentati!-
L'inglese ridacchiò e sedendosi a tavola accanto alla donna iniziò ad assaporare quei piatti, circondati da alcuni amici e colleghi della giovane in quella grande, spoglia e un po' buia sala da pranzo.
Tra una forchettata e l'altra il ragazzo le chiese:- Allora... che andiamo a fare nella Terra della Luna? Oltre che per Ryoma si intende- aggiunse nervoso.
Rouge:- Non ti manca Ayame?- Chiese sincera sbattendo quegli occhi seducenti.
Edward quasi sputò quello che stava mangiando:- Perché dovrebbe??-
Rouge scontrosa:- Perché è stata una nostra cara amica e ottima alleata, che dici?-
Edward ingurgitando un po' di minestra:- Sì sì, ovvio! Ovvio...- ingoiò:- E' stata brava.-
La donna lo guardò ancora stizzita, poi:- Brava? Che vuol dire brava?-
Edward:- Brava, una buona alleata, una brava amica, insomma, mi hai capito.-
L'araba sbuffò:- Ok. In ogni caso è stata lei a scrivermi.-
Il ragazzo la guardò appena spostando unicamente lo sguardo continuando a mangiare.
Rouge:- Ha detto che gli mancavi troppo, e che aveva bisogno di te.-
Mentre ingurgitava patate lesse gli occhi del giovane boxeur si spalancavano sempre di più e le sue gote si coloravano di un rosso vivo, simile a quello dei suoi vestiti.
Rouge:- Sì sì- ingoiò anche lei un po' di minestrone:- C'era scritto proprio questo, che era stanca di vivere senza di te. E voleva la tua compagnia...-
Edward:- D... davvero?-
Rouge assecondò:- Ha scritto anche che, anche se si vergognava molto ad ammetterlo, muore dalla voglia di averti dentro di lei!-
Il ragazzo finì per sputare veramente tutta la minestra in faccia al povero signore che aveva di fronte, si scusò passando in fretta una pezza addosso alla sua faccia infastidendolo ancora di più, e completamente preso dal panico urlò alla donna:- Sei seria? Sei seria?! Fammi leggere questa lettera!!-
Rouge, che l'aveva in tasca, gliela porse e il rampollo inglese la lesse tutta d'un fiato.
Respirava ancora a fatica quando ancora sporco di zuppa aveva finito di leggere. Nel dubbio, la rilesse ancora e ancora prima di capire di essere stato chiaramente preso in giro dalla bellissima araba che ora rideva a crepapelle.
Il ragazzo si infuriò sbattendo pugno e lettera sul tavolo che traballando fece cadere altra zuppa sopra il signore sfortunato che imprecando si allontanò dal vandalo straniero.
Edward:- Come ti è saltato in mente di prendermi in giro a quel modo?!-
Rouge ridendo ancora di gusto:- Dovevi vedere la tua faccia!! Ahahah!!-
Il viso del ragazzo era ancora visibilmente paonazzo e strofinò gli occhi quasi come se asciugasse una lacrima.
Rouge:- Ma che fai? Piangi?-
Edward:- Stupida, no che non piango. Sono solo infastidito!-
Rouge:- Te lo sei meritato! Tratti sempre male quella ragazza, dalla tua reazione alla mia finta lettera è invece chiaro che non ti dispiace affatto! Ahahah!-
Edward tornò a sedere e sbuffando:- Meriti di rimanere qua, vado da solo a vedere lo spettacolo di Ayame ecco!- Finì di mangiare mentre la ragazza rideva ancora a crepapelle.
Rouge poi consigliò lui di andare a farsi un bagno e cambiarsi, visto che ormai era più la zuppa che si era versato addosso che quella che aveva ingurgitato. Lui pensò di fare un altra stupida battuta tipo "faccio il bagno solo se lo fai con me" ma era così arrabbiato con lei che gli era passata la voglia, lei rideva ancora di lui invece.
Immerso nell'acqua calda di quelle terme si strofinò ancora gli occhi che diventavano veramente lucidi ogni tanto dopo quello scherzo. Ok, forse un po' se lo meritava ma era stato davvero troppo di cattivo gusto, pensò.
Pensò che l'aveva illuso, e non era divertente.
- Mi hai illuso...- balbettò a voce bassa da solo immerso in quell'acqua.
- Che stupido. Che vuol dire che mi ha illuso? Come se ci tenessi tanto a quello che Ayame vuole fare o no con me. E poi... so di piacerle- borbottò:- Penso. Penso di piacerle. Ma a me non importa! E' troppo petulante, mi è quasi antipatica ecco.-
"Muore dalla voglia di averti dentro di lei."
Ripensò a quelle parole riprendendo ancora colore, nascose il viso quasi interamente nell'acqua per calmare la sua mente che cominciava a viaggiare così in alto che nemmeno col suo aeroplano! Cercò di calmare soprattutto quelle pulsazioni violente che venivano dalle sue parti basse. "Che stupido, sono qui con la supersexy Rouge e penso a quella così infantile Ayame! Davvero uno stupido! Vergogna su di me!" Diede una testata alle rocce che circondavano le terme, facendosi molto più male di quanto non credeva, tanto che lanciò un urlo.
Rouge lo raggiunse preoccupata:- Falcon!! Tutto ok??-
Lui sanguinava un po' dalla fronte:- Va tutto bene- disse vergognandosi come un ladro.
Lei si avvicinò in fretta per fermargli il sangue con una pezza ma lui la prese per il polso e la trascinò nelle terme con tutti i vestiti.
Tornò a galla sputando acqua:- Sei completamente fuori di testa?!-
Ora era lui a ridere di gusto:- Dopo quello scherzo te lo sei meritato!!-
Rouge uscendo nervosa dall'acqua:- Che modi! La prossima volta non mi preoccuperò per te! Che modi! Sei anche nudo!- Disse in un lieve imbarazzo, lui assecondò e ora contento ammise:- Eccoli qua i miei giusti pensieri erotici!- Soddisfatto di pensare alla donna giusta adesso, lei tirò lui un calcio in faccia andando via ancora completamente bagnata.
La mattina seguente partirono come promesso per la Terra della Luna.

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Capitolo 2
*** Preparativi per la festa ***


"Che poi in quella lettera nemmeno parlava di me" pensò decollando. Il sole era alto e il vento dell'elica muoveva forte i lunghi capelli scuri dell'indovina che si tenne forte al sedile di fronte, sedile dove vi era seduto l'amico pilota.
Edward:- Stai tranquilla. Ho controllato le cinture, non rischi di cadere, ma se hai paura, tieniti pure forte al sottoscritto- lo disse in maniera sincera senza doppio fine.
- Non ho paura- rispose lei un po' offesa sfiorando però le spalle del ragazzo che ridacchiò.
"Pensavo di piacere ad Ayame. Ma perché ha scritto a Rouge e non a me?" Pensava senza dar nemmeno troppo peso ai suoi stessi pensieri mentre l'aereo ora alto solcava i cieli diretto verso la terra della sua minuta ma audace amica.
Edward a voce alta per farsi sentire nonostante l'alta quota e l'elica:- Non conoscevi un altro modo per raggiungere la Terra della Luna?? Dovevi per forza chiamare me?-
Rouge:- Pensavo fossi felice di farmi un favore!-
Edward:- Oh lo sono. Ma ho comunque fatto un lungo viaggio per un passaggio, mi pare esagerato!-
Rouge:- Sciocco, Ayame vuole chiaramente vederti!-
Edward:- Piantala con questa storia. Ho letto la lettera, non parlava di me.-
Rouge:- Lo dici con un po' di rammarico- sghignazzò.
Edward sbuffò:- Smettila, non è come credi.-
Rouge:- Come vuoi tu. Ormai sei qui, stai zitto e guida!- Dolce a modo suo.
Era una bella giornata di sole anche in quel quartiere dove si allestiva la festa del 7 luglio, i commercianti preparavano le loro bancarelle e un odore di frittura iniziava già a invadere l'aria. Agli angoli delle strade ogni tanto si potevano vedere lunghe canne di bambù con sopra attaccati alcuni bigliettini. La festa e gli spettacoli sarebbero cominciati la sera stessa ma alcune persone cominciavano già a riempire le strade e soffermarsi su bancarelle ancora in allestimento.
I più giovani giocavano o scrivevano i loro desideri per poi appenderli alle foglie di bambù rimaste libere.
Si respirava un'aria di felicità tra un'esclamazione violenta e l'altra di qualche lavoratore.
Si percepiva un po' di ansia anche nel tendone dove si sarebbe tenuto lo spettacolo intitolato "Tanabata".
Tra una prova e l'altra la famiglia che preparava lo show non riusciva a trovare riposo ma solo qualche litigata dovuta allo stress. In particolar modo la figlia più piccola si muoveva avanti e dietro lungo la fila delle sedie ancora vuote posizionate di fronte il palco. Suo fratello, che come lei vestiva per adesso in tuta, era seduto elegantemente su quel palco guardandola muoversi meccanicamente. Il resto della famiglia sistemava la scenografia.
- Ayame, vuoi calmarti un po'- disse pacato il ragazzo:- Metti in ansia anche me così.-
Lei sbuffò pesantemente:- Uff! Tu non capisci Kikuno! Sono giorni che provo e riprovo la canzone di Orihime ma non riesco più a prendere la nota finale! Non possiamo permetterci una tale figura!-
Kikuno ridacchiò:- La figura la farei io, visto che Orihime la interpreto io!-
Ayame si fermò a guardarlo incrociando le braccia al petto:- Dovresti cantarla tu allora!-
Kikuno:- Sai che non sono bravo come te, quella nota non la prendo nemmeno io!-
Ayame:- E allora! Sai che cambia!-
Kikuno chinò leggermente il busto guardando negli occhi la sorella:- Cambia che tu la prendi eccome quella nota! Ti ho sentita cantare la canzone di Orihime tante volte, sarà un po' l'ansia che ti sta facendo sbagliare.-
Ayame:- Rimane il fatto che sbaglio.-
Kikuno:- Vedrai che l'ansia ti passerà durante lo spettacolo. E mi presterai benissimo la tua voce da dietro le quinte!- Ridacchiò e la sorella mugugnò quasi confortata.
La ragazza, aiutata dal fratello, si arrampicò sul palco sedendosi accanto a lui.
Ayame:- Le coreografie mi riescono bene, anche il gioco con l'acqua che facciamo per far sembrare ci sia davvero il fiume che divide i due amanti. Se non fosse per me questo spettacolo renderebbe la metà- modesta, Kikuno sorrise poggiando la testa su quella della sorella:- Lo ammetto, buona parte di questo spettacolo è merito tuo!-
Lei sorrise:- E' un po' avvilente che tutti si soffermeranno a guardare quanto tu sia bella da Orihime! E' ingiusto che mio fratello sia più bella di me!- Ridacchiò amaramente.
Kikuno:- Che sciocchina. Sai che non è così vero.-
Ayame indispettita:- Che significa "non così vero"?! Non l'hai negato, sai?-
Poi guardò avanti a sé all'entrata del tendone:- Chissà se Rouge è arrivata? E chissà se ha rintracciato Ryoma!-
E proprio in quel momento vide una mano afferrare la tenda dell'entrata per aprirla e spiare all'interno.
Era Rouge! E non era sola!
Il viso della giapponesina prese colore e il cuore le balzò in gola, strinse involontariamente la mano di Kikuno che ridacchiando la spinse giù dal palco.
Lei si voltò a guardare il fratello ancora indispettita. Fece alcune smorfie e cenni come a chiedergli "come sto?? Sono stressata e stanca, sarò inguardabile!"
Kikuno le sussurrò:- Sei bella, quasi quanto me! Vai a salutare i tuoi amici e Falcon soprattutto, prima che lo faccia io!-
Alzò lo sguardo verso i due forestieri poi lui, allungando un braccio in segno di saluto, il volto sereno e un ampio sorriso portò i due ragazzi appena scesi dal cielo a sentirsi a casa.
Dopo i primi passi un po' timidi Ayame si avvicinò ai due di corsa, si lanciò subito tra le braccia della donna senza quasi degnare l'inglese che per un secondo si indispettì ma poi sorrise vedendo la gioia delle due amiche.
Ayame:- Rouge! Sei arrivata! Che bello! Hai già incontrato Ryoma??-
Rouge:- Che accoglienza! Certo che sono arrivata, come potevo rifiutare?- Abbassò timidamente lo sguardo:
- Sono arrivata solo adesso, Ryoma non l'ho ancora cercato...-
Edward:- Pensi di trovarlo per pura fortuna? Insomma... non sai nemmeno sei sia in questa Terra.-
Kikuno alzò la voce per farsi sentire, visto che era ancora seduto lontano da loro:- E' qui! E' qui. Lo abbiamo incontrato pochi giorni fa casualmente, e Ayame ha detto lui che tu saresti venuta. Credo si farà vivo.-
Ayame:- In realtà gli ho detto che saresti venuta ancora prima di scriverti. Ti ho scritto anche apposta!-
Edward:- Col rischio di illuderlo insomma- se ne stava con le mani in tasca ancora vicino quell'entrata non troppo distante dalle due ragazze.
Rouge non riuscì più a dire molto, era immersa nel suo mondo di fantasie, sarebbe stata una splendida notte per giurarsi amore eterno col suo Ryoma. Ayame rise di gusto vedendola così innamorata, poi si soffermò a guardare il ragazzo inglese che le stava di fianco. Era ancora più alto di quanto ricordasse, probabilmente era lei ad essere di piccola statura o tutte e due le cose, non era importante. I loro sguardi si incrociarono e timidamente entrambi guardarono immediatamente altrove.
Rimasero in un imbarazzante silenzio per qualche secondo e il primo a parlare fu lui:- Beh, non mi saluti?-
Ayame:- Potrei dire lo stesso- senza mai guardarlo.
Lui prese fiato e le si posizionò davanti costringendola a un contatto visivo, se non con i suoi occhi almeno col suo stomaco vista la stazza.
Edward:- Ti saluta Apollo!-
Allora lei lo guardò, e poi sorrise così dolcemente da far tornare in lui quei pensieri che lo scherzo di Rouge aveva portato, nonostante indossasse una semplice tuta rosa. Sgranò le pupille e scosse la testa. Diede un colpetto alla fronte dell'araba per riportarla tra di loro:- Ah, Apollo saluta anche te!-
Rouge:- Oh- tornata in sé:- Che carino!-
Edward portò gli occhi al cielo:- Come no- ripensando al fatto che forse era solo un vecchio depravato.
Ayame poi improvvisamente li spinse fuori:- Ora uscite su! Qui ci stiamo preparando! Andate a cercare quel samurai e poi tornate qui sta sera! Vi aspetto! Ci conto!-
Rouge:- Certo!-
Edward:- Siamo venuti apposta- straniti dalle solite pazzie della giovane.
Una volta che i due erano fuori la giapponese si chiuse la tenda alle spalle guardando il fratello, sorrise in maniera forzata per poi, assicuratasi che i due si fossero allontanati, urlare:- C'è Falcon, Kikuno! Stonerò di sicuro!!-
Kikuno saltò giù dal palco per raggiungerla, prenderla quasi di peso, e trascinarla dietro le quinte:- Allora corri subito ad esercitarti ancora! Quante storie!-
Ayame trascinata tra le braccia del fratello:- Tu non capisci! Stonerò e ancora una volta lui noterà quanto tu sia più bella di me!-
Kikuno:- Ancora con questa storia- poi si bloccò, stette un attimo a pensare prendendo il viso della sorella tra le mani:- Mm.-
Ayame:- Che c'è?- Riuscendo a parlare appena con le guance schiacciate dalle sue mani.
Kikuno sorrise:- Niente, lascia stare. Ci pensi?- Disse poi riprendendo a camminare:- Hikoboshi sarà interpretato da papà. Questa cosa fa ridere!-
Ayame:- Lo noti solo adesso?- Ayame era strana, ma Kikuno era più strano di lei.
Nel frattempo Edward e Rouge camminavano piano tra le bancarelle mentre il sole si allontanava a poco a poco. Il ragazzo si guardava attorno, era quasi tutto pronto per la festa, non era interessato a queste cose ma pensò che doveva essere una bella festa. Lo sguardo si soffermava spesso sulle belle orientali in kimono che elegantemente passeggiavano, poi pensò che passeggiava al fianco di Rouge, la bellissima Rouge. La guardò notando che lei era completamente immersa nei suoi pensieri, aveva le mani strette al petto e si guardava intorno con ansia.
L'inglese sbuffò, quella donna era davvero innamorata di quel maledetto samurai, "che invidia" pensò.
- Ehi- le disse poi un po' scontroso attirando la sua attenzione:- Guarda la.-
Allora notò anche lei che dietro uno di quegli alberi di bambù si nascondeva timido un energumeno sospetto, il suo energumeno sospetto!
- Ryoma!!- Urlò allora lei piena di gioia lanciandosi addosso.
Lui singhiozzò colorandosi di rosso, rimase immobile mentre la ragazza, buttando giù per sbaglio le canne verdi dei desideri si ritrovò tra le braccia di lui.
- C... ciao R... Rouge- balbettò, e poi rimettendosi in piedi fiero:- Ciao Edward!-
- Ciao Ryoma- disse l'inglese scontroso aggiustando quel piccolo albero e tutti quei bigliettini appesi.
Rouge rimanendo tra le sue braccia lo guardò negli occhi, mentre i suoi brillavano:- Come stai??-
Ryoma:- Mmm- verso sopra di un ottava rispetto al suo tono naturale.
Edward:- Sta benissimo ora che ci sei tu. Avete quasi buttato a terra i desideri di queste persone.-
Rouge infastidita:- Ma li stai leggendo? Non si fa.-
Edward:- Nemmeno buttarli via.-
Rouge si ricompose mettendo insieme al biondo quei bigliettini al loro posto. Ryoma dopo diversi secondi urlò:
- Falcon! Sfidiamoci!-
Edward:- Ma piantala! Siamo qui per lo spettacolo di Ayame e Kikuno. Vieni con noi o no?-
Ryoma timido:- E' un invito?-
Edward scocciato:- Non da parte mia, per quel che mi riguarda puoi sparire. Ma credo che Ayame ci tenga- guardò l'indovina guardare il giapponese con occhi sognanti.
Edward:- E purtroppo non solo Ayame- sbuffò e Ryoma annuì istintivamente unendosi al gruppo.
Raggiunsero l'hotel dove avevano preso alloggio, Ryoma andò in camera con Edward nonostante l'invito di Rouge.
Edward aprì la sua valigia, prese un paio di pantaloni neri pregiati e una camicia bianca di seta.
Iniziò a spogliarsi mentre il samurai se ne stava serio poggiato al muro della stanza.
Edward:- E tu? Non hai altri vestiti?-
Ryoma:- Sono un samurai, devo essere sempre pronto a combattere.-
Edward:- Come preferisci- non voleva discutere con una persona che considerava stupida.
Si abbottonò l'ultimo bottone della camicia e iniziò ad intrecciare un papillon nero al collo.
Edward:- Sai cosa?- Sputò stizzito all'uomo che poggiava ancora le spalle al muro:- Non sopporto proprio che una come Rouge sia innamorata di uno come te. E tu te ne stai lì come se non te ne fregasse nulla. Non la meriti affatto.-
Il giapponese rimase serio, impassibile, occhi chiusi, non fiatò.
Edward aggiustò il fiocco:- Ma che ti parlo a fare?! Vorrei solo che lei mi notasse e invece...- uscì fuori dalla stanza:- Che mondo ingiusto!-
Ryoma ancora nella stanza aprì gli occhi, il suo viso trattenne a stento una smorfia di compiacimento e una risata quasi depravata per poi tornare serio, asciugarsi una lacrima e uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Seguì l'inglese verso la porta di Rouge che uscì bellissima vestita con un lungo vestito rosso, dietro un velo trasparente arancio brillava come il fuoco e una scollatura vertiginosa sul seno mandava entrambi in visibilio.
Edward d'istinto diede un colpo alla nuca del samurai che troppo distratto dalla donna si accorse di essere stato colpito quando ormai i due amici erano già proseguiti lungo il corridoio da un pezzo.
Rouge si voltò a guardarlo quasi a braccetto con Edward:- Su? Ryoma, caro, non vieni?-
Ryoma:- S... sì!- Disse drizzandosi:- Ma non sono vestito fuori luogo??- Notando l'eleganza degli amici, Edward borbottò pesantemente innervosito.
Fuori ormai il cielo era buio e le stelle bellissime e luminose, una falce di luna rendeva tutto ancora più romantico.
Era estate ma un vento piacevole non li faceva soffocare dal caldo. Era una giornata magica, e quelle luci e quelle bancarelle e tutti quei piccoli desideri appesi a quelle sottili canne di bambù rendevano quella serata davvero magica.
Attorno al tendone c'era davvero tanta gente, lo spettacolo doveva riscuotere successo. Entrarono e si accomodarono tra le prime file dove c'erano ottimi posti che Ayame aveva prenotato apposta per loro.
Partì una dolce melodia, le luci si abbassarono lasciando illuminato unicamente il palco, il vociferare si fermò e tutti si prepararono a gustarsi lo spettacolo. Una cascata d'acqua, come un fiume, divise in due quel palco e dall'entrata sinistra apparve la bellissima Orihime e alla destra Hikoboshi e i suoi buoi di cartone. 

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Capitolo 3
*** Una notte o tutta la vita ***


Rouge, che sedeva tra Edward e Ryoma, strinse emozionata il braccio di quest'ultimo che timidamente si voltò a guardarla. Le luci dello spettacolo le illuminavano il volto e lei guardava estasiata quel gioco di acqua e ventagli che i bravissimi attori e scenografi creavano.
Lo spettacolo era davvero ben fatto, e Ryoma non ne dubitava, sapeva quanto fossero in gamba Ayame e la sua famiglia. Ma in quel buio tendone la cosa che più gli sembrava bella era proprio quella donna così sensuale che in questo momento aveva gli occhi emozionati di una bambina.
Edward Falcon invece aveva una mano a pugno poggiata sul volto mentre il gomito reggeva a stento sulla sedia, lo sguardo un po' annoiato ma sempre vigile su quel palco. Probabilmente sperava che Ayame uscisse da un momento all'altro ma sapeva anche che tutti i giochi d'acqua e ombre erano merito suo e sicuramente avrebbe agito per tutto il tempo dietro le quinte dello spettacolo.
Sbuffò, per poi voltarsi distrattamente a guardare gli altri due amici alla sua destra, notò che Ryoma non guardava lo spettacolo ma fissava con una faccia da pesce lesso la bella araba, dopo un primo momento di rabbia scoppiò a ridere. Rouge guardò l'inglese nervosa, stava rovinando lo spettacolo. Anche il sandalo di Orihime, per puro caso, finì dritto sulla sua faccia.
Edward:- Che mira Kikuno...- disse dolorante a voce bassa e poi continuò parlando a Rouge:- Scusate, ma Ryoma sembrava proprio uno stupido.-
Rouge:- Sempre il solito. Il mio Ryoma non ti ha fatto niente!-
Ryoma imbarazzato ora guardava lo spettacolo come se non avesse fatto altro per tutto il tempo.
Edward le parlò nell'orecchio:- Guarda che sembrava uno scemo perché guardava te.-
Rouge sbatté più volte le palpebre un po' emozionata:- Ah sì?- Poi strinse anche il braccio del biondo:- Sei stato molto carino a dirmelo! Inizi ad abituarti all'idea di noi due?-
Edward alzò le spalle con sguardo stizzito, poi tornò a guardare lo spettacolo. Orihime veniva divisa da Hikoboshi e Kikuno piangeva così forte da fare male.
Rouge notò le pupille di Edward che andavano avanti e dietro a guardare quel palco:- Cerchi Ayame?- Chiese imbarazzandolo.
- Che dici?!- Rispose.
- Credo non uscirà, non ci sono altri personaggi in questa storia, è uscito anche quel Tentei già. Però è bravissima, è grazie a lei la bellezza della scenografia e di buona parte dello spettacolo. Anche Kikuno è bravo, ma senza Ayame lo spettacolo non ci sarebbe stato!- Sorrise orgogliosa della sua amica, Edward assecondò un po' giù di morale.
Lo spettacolo sembrava arrivare alla fine, mancava la canzone di Orihime a chiudere il tutto, ma l'attore che la interpretava chiese un attimo di pausa.
Kikuno camminò elegantemente lungo il palco, tolse la casacca e la parrucca al padre che interpretava Hikoboshi e le lanciò su Edward.
Il pubblico osservò incuriosito in silenzio. Anche il padre non capiva:- Che... che fai Orihime?- Cercando di rimanere nella parte.
Edward imbarazzato:- Già che fai?-
Rouge ridacchiando costrinse Edward a mettere la casacca e malamente la parrucca che venne indossata solo a metà.
Kikuno fece cenno al sipario di chiudersi.
Kikuno spogliandosi spuntò dietro le quinte.
Ayame:- Che diavolo stai facendo?! Non vuoi che canti? Hai paura che possa rovinare tutto??-
Kikuno:- Scherzi? Mi fido ciecamente di te. Tieni qua- le lanciò il kimono indossato da lui durante lo spettacolo e di corsa acconciò i suoi capelli e le passò un filo di trucco, non ci mise molto, il pubblico attese paziente mentre il padre improvvisava qualche trucco.
Ayame, ora vestita come Orihime, lo guardò:- Che vuoi che faccia?-
Kikuno la spintonò:- Esci fuori e canta, bellissima Orihime. Vai a fare colpo sul tuo Hikoboshi!-
Ayame:- Papà intendi?- Venne spinta fuori e il pubblicò subito acclamò.
Gli occhi del pugile inglese si spalancarono, Rouge sorrise, Ayame era davvero bellissima! - Quasi quanto Kikuno- dissero ridacchiando Rouge e Ryoma, ma Edward non diede loro peso, si soffermò a guardarla incantato non notando la metafora che il fratello di lei voleva far intendere, lui era il suo Hikoboshi.
La giapponesina dopo un attimo di imbarazzo sorrise, fece un inchino, allargò dalle maniche due ventagli dai quali ancora una volta venne fuori uno splendido gioco d'acqua e poi cominciò a cantare, e la sua voce era così delicata che il cuore dell'inglese si sciolse completamente. Era brava, era veramente brava, la sua Orihime.
Rouge lasciò cadere la testa tra l'incavo del collo e della spalla del samurai, lui si voltò a guardarla, senza imbarazzo questa volta, sorrise appena e a sua volta lasciò cadere la testa su quella di lei.
E la voce così melodiosa della giovane lasciava l'intero pubblico in assoluto silenzio con gli occhi puntati su di lei.
Si avvicinava l'acuto che tanto temeva, Kikuno da dietro le quinte strinse le mani come in una preghiera, non gliela aveva detto ma aveva lasciato un bigliettino su uno di quei bambù "voglio che mia sorella oggi faccia un figurone e che sia felice come merita", ma lui sapeva già che sarebbe andato tutto bene e che a trattenerla era solo un po' di ansia.
Non a caso prese quella nota in maniera impeccabile, tanto che al ragazzo venne una lacrima di commozione, forse in fondo era in ansia anche lui, il padre lo abbracciò soddisfatto di entrambi i suoi figli.
Partì un applauso di sinceri complimenti per Ayame e lo spettacolo, uscirono tutti gli attori, fecero un grande inchino e ringraziarono tutti tra le lacrime.
Rouge batteva le mani più forte di tutti, lanciava anche qualche urletto d'orgoglio per l'amica!
Ayame allora si voltò verso di lei, e di conseguenza notò che Edward vestiva come Hikoboshi. In poche parole aveva dedicato quella meravigliosa canzone a lui senza volerlo, maledetto Kikuno, lo guardò maligna e il fratello rise di gusto.
Anche Edward, che ancora estasiato guardava la sua piccola e meravigliosa amica, notò solo adesso quello che Kikuno aveva in mente. Imbarazzato lasciò cadere la parrucca e si tolse la casacca, Ayame si indispettì ma poi lui prese a battere le mani quasi più forte di Rouge e si calmò. Edward aveva un caratteraccio, ma sapeva essere dolce ogni tanto. Ayame sorrise ancora, felice, e il sipario si chiuse.
- Veramente carina l'ultima Orihime, e che voce!-
- Vero. Poi era vestita come una geisha. Sai cosa significa??-
- Ahah sì. Andiamo a farle compagnia?-
Il pugile inglese si voltò di scatto verso i tre tizi che parlavano a quel modo della sua Ayame:- Ehi- disse con sguardo minaccioso. Due dei tre ragazzi, di statura minuta, fecero due passi indietro intimoriti dal biondo tutto muscoli, ma l'altro era un uomo altrettanto muscoloso e non si spaventò.
- Sì? Che vuoi? Straniero!- Disse scontroso.
Rouge e Ryoma si avvicinarono a Falcon.
Edward:- Moderate le parole, quella ragazza non è quello che pensate voi!- Sputò nervoso.
- Ahahah, e chi te lo assicura? Lascia che mi risponda lei!-
Edward lo prese per la maglia avvicinandolo di prepotenza al suo naso:- Sta' attento! Non osare avvicinarti a lei!-
Rouge prese a strattonare Edward per evitare una rissa ma lui la ignorava.
- E' la tua ragazza?- Chiese con presunzione il giapponese di poca morale.
- Non ti riguarda!- Rispose Falcon pronto a combattere.
Ryoma era pronto a difendere l'amico, Rouge si accanì anche contro di lui:- La volete smettere! Ryoma, anche tu, non azzardare a immischiarti!-
Ryoma:- Queste sono cose da uomini- pronto con la sua spada.
Rouge si indispettì, prese fiato nel tentativo di calmarsi, non ci riuscì e colpì con un calcio sia Ryoma che Edward lasciando i tre vandali senza parole.
- Cavolo neanche lei è male.-
- Silenzio, questa ci uccide- borbottarono tra di loro.
Edward si infuriò con l'amica:- Sei fuori di testa?!- Perdeva un po' di sangue dal naso:- Hai forse fatto confusione tra alleati e nemici?!-
Allora Edward fu interrotto dalla voce di Ayame:- Si può sapere che sta succedendo?!-
La ragazza, ancora vestita come una geisha ma ora struccata e coi capelli raccolti come suo solito, li osservava nervosa:- Lo spettacolo è già avvenuto, non dovevate darlo voi!-
Edward lasciò perdere Rouge e si accanì sulla giapponese:- Guarda carina che volevo solo difenderti!-
- Sì, il tizio qui dice di essere il tuo ragazzo- sentenziò il poco di buono e Ayame arrossì sgranando gli occhi.
Edward:- Non è quello che ho detto!!-
Intanto Rouge che si era calmata accarezzava il viso malmenato di Ryoma, malmenato da lei per l'esattezza, e lui si godeva le coccole ignorando completamente il resto del gruppo.
- Mi chiamo Hakai, dolcezza- si presentò il tizio alla bella Orihime:- E volevo semplicemente passare una serata con te- sorrise provocatorio.
Edward:- Voleva passare una notte con te, dì le cose come stanno!- Pronto ad alzargli le mani, Ayame lo bloccò.
- Falcon!- Disse risoluta:- Questi non sono affari che ti riguardano! Questo è il mio lavoro e ma la vedo io.-
Edward sbattendo le palpebre:- Il... il tuo lavoro non è quello che intende lui!-
Ayame arrabbiata:- Non ti riguarda. Vai a fare una passeggiata con Rouge e Ryoma su. Se mi va vi raggiungo!-
Il ragazzo rimase in silenzio, con le mani ancora in guardia. Si sentì profondamente imbarazzato e quasi tradito.
Hakai rise di lui:- Ti chiama anche per cognome, e tu che pensavi di essere il suo ragazzo!-
Ayame guardò altrove tossendo un po'.
Edward ribadì con voce tremante:- Non l'ho mai detto!-
Hakai:- Sai cosa, bello? Se vuoi conquistarti il cuore di questa fanciulla che ne dici di sfidarci all'incontro ufficiale che si terrà sta notte? E' un'incontro di boxe, è libero, può parteciparci chiunque se la senta- sogghignò sicuro di vincere.
Edward guardò Ayame come a chiedere se fosse vero, la ragazza annuì:- Sì, c'è un piccolo torneo con in palio del denaro. Ma tu ne hai tanto...-
Edward:- Non è il denaro che stiamo scommettendo!- Alzò la voce interrompendola per poi stringere la mano a quell'Hakai:- Ci sto! Chi vince passerà una serata con Ayame!-
Ayame non riuscì a trattenere un rossore sulle sue adorabili gote. Rouge fu improvvisamente attirata dal discorso.
I due avversari si "salutarono" per darsi appuntamento sul ring.
Edward rimase ancora lì, con Rouge, Ryoma e un imbarazzata Ayame, Kikuno ignaro si avvicinò in quel momento, giusto in tempo per vedere la sorella esplodere:- Ma sei completamente impazzito?! Ti sembro un oggetto da mettere in palio?! Chi vi dice che io voglia passare una serata con uno di voi?!-
Edward fermò i suoi bollenti spiriti poggiandole una mano sulla spalla:- Sono arrabbiato con te- le disse però dolcemente:- E non preoccuparti che vincerò.-
Ayame stette un attimo in silenzio guardando gli occhi azzurri così fieri di quel giovane pugile per poi obiettare:
- Non hai capito il concetto. Semmai sono io quella arrabbiata...-
Passarono i minuti e poche ore e Edward raggiunse il luogo dell'incontro. C'era un po' di folla e qualche avversario ma niente che preoccupasse il rampollo inglese. Rouge e Ryoma erano con lui ma la loro mente era altrove, se ne stavano a braccetto a guardare le bancarelle o il cielo stellato.
Ayame non era con loro, il ragazzo sbuffò, doveva guardare i suoi incontri, se no che gusto c'era a lottare per lei?
Doveva gridare il suo nome quando avrebbe vinto e lei lo avrebbe raggiunto di corsa gridando a tutti quanto lo amasse!
Che poi, riflettendoci, perché si immaginava queste scene? Ayame era solo un'amica per lui! E stava lottando per difendere il suo onore, tutto qua. Ma perché aveva una voglia così assurda di sentire pronunciare "Falcon, ti amo da impazzire" dalle sue delicate labbra, con quella bellissima voce. Anzi, "Edward, ti amo da morire" il nome rendeva tutto più intimo.
Perché?? Perché sentiva queste emozioni?
"Muore dalla voglia di averti dentro di lei." Ingoiò d'istinto un groppo e strinse le mani che sudavano. Già, che voglia di passare una notte con lei e poi perché no? Anche tutta la vita.

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Capitolo 4
*** Quanto la amo ***


La bella araba e il rude samurai se ne stavano su una delle panche che circondavano quel ring. La folla movimentata che si spingeva avanti e indietro non faceva vedere loro molto bene dove si trovasse Falcon e cosa stesse facendo, ma non era importante per loro perché le stelle si vedevano bene, e se ne stavano a braccetto. In realtà, come al solito, solo lei stringeva il braccio di lui e lui se ne stava completamente irrigidito dalla timidezza o meglio dalla sensualità della donna che tanto ammirava.
"Ammirare" sì, era questo il termine che nella sua mente girava e girava per cercare di autoconvincersi. "Io ammiro questa donna" e andava bene, non c'era niente di sbagliato nell'ammirare qualcuno, nemmeno per un samurai. "Io ammiro questa meravigliosa, bellissima, seducente donna! Sì, la amo-iro, ammiro! Ammiro!" Chinò la testa preda delle mille emozioni che quell'essere tutto curve creava in lui.
- Ryoma, tutto ok?- Gli chiese vedendo la sua testa andare sempre più giù tanto da quasi scomparire.
- No- sputò lui con educazione.
- Che succede??- Si preoccupò.
- Tu, sei successa! Tu!- Allora le disse guardandola in quegli occhi che brillavano come pietre preziose.
Il ragazzo si alzò, non era violento, né maleducato, ma si allontanò in tutta fretta da lei che rimase ancora un po' seduta su quella panca col braccio ancora come se fosse stretto a quello di lui.
- Ryoma!- Urlò poi il suo nome alzandosi in tutta fretta per raggiungerlo:- Ryoma!!- Facendosi largo nella folla.
Intanto gli incontri di boxe erano cominciati, Edward sbaragliava i suoi avversarsi con facilità, era un pugile che aveva affrontato Valgas, non aveva certo paura di principianti. Ma anche quell'Hakai riusciva con facilità ad aggiudicarsi gli incontri e sbruffone lanciava a Falcon una frase di sfida ogni vittoria conquistata.
- Ma sentilo, quanta sicurezza- sfiatò l'ultima volta veramente infastidito il biondo. Edward prima di cominciare lo scontro successivo si guardò attorno notando che non solo Ayame non era presente, ma erano anche andati via Ryoma e Rouge, che amici ingrati.
"Va a finire che resto solo. Senza Rouge, e senza Ayame" pensò beccandosi un pugno dritto sul muso, tornò con la mente al match e mise k.o. l'ennesimo avversario.
Intanto la sua Ayame non era così distante da lui come pensava, era con Kikuno e il resto della famiglia nascosta sopra il soffitto della casetta in legno dove veniva custodito il montepremi del torneo a cui Edward Falcon stava partecipando.
Parlavano a voce bassa vestiti da ninja in quella soffitta buia.
Kikuno:- E' stato uno spettacolo davvero impegnativo e a malapena siamo stati pagati! Questi soldi ce li meritiamo noi!-
Il padre non ne era così convinto ma Ayame ribadì:- Vedrai che vincerà Falcon questo torneo, e lui non ha certo bisogno di questi soldi!-
Kikuno:- Non potresti allora semplicemente chiederglieli quando avrà vinto?-
Ayame:- Non posso chiedere dei soldi a Falcon, che persona sarei?-
Kikuno:- Una persona migliore di una ladra, non credi?-
Ayame:- Shh!!- Lo zittì senza una ragione semplicemente per cambiare discorso e si preparò al colpo.
Rouge riuscì a raggiungere il samurai nei pressi di un piccolo ponte in legno che affacciava su un piccolo fiume. Le luci della festa erano lontane e il ragazzo se ne stava al buio a guardare quell'acqua. Alcune lucciole volteggiavano e toccavano appena quel fiume mostrando leggeri vortici luminosi. Era un posto veramente romantico, ma lui lo raggiunse da solo, non accompagnato dalla sua amata.
Perché la amava, ma quale ammirazione?! Ammirava Ayame, Garuda, Want Tang e gli altri, anche Falcon, sì, ammirava molto soprattutto Falcon, ma quello che provava per lei non era ammirazione.
- Ryoma...- lei sfiatò stanca e visibilmente preoccupata vedendolo chinato sulla ringhiera di quel ponte.
- Ryoma, mi odi?- Gli chiese con voce appena tremolante e occhi lucidi. Che occhi, anche se era buio, brillavano proprio come quelle lucciole.
Ryoma la guardò, inspirò a fondo, strinse quella ringhiera di legno tra le mani più forte che poteva.
Poi espirò, prese a camminare a passi larghi e svelti verso di lei che immobile rimase con le mani lungo i fianchi e labbra semiaperte.
La mano sinistra strinse la sua spada, come a chiederle scusa, l'altra strinse il collo di lei e l'avvicinò a sé così in fretta che non le lasciò nemmeno il tempo di metabolizzare ciò che stava accadendo.
Lui la stava baciando.
In mezzo a quelle lucciole che danzavano con il suo cuore. 
E Edward Falcon metteva k.o. il suo penultimo avversario, l'unico che lo allontanava dal suo vero nemico, Hakai!
Arrivarono entrambi in finale, come fosse un film.
Hakai:- Aspettavo te, straniero!-
Edward:- Potevamo capitare contro già nel primo match e invece guarda un po', sembra un film!-
Hakai:- E l'eroe avrà la sua bella!- Sghignazzò.
Edward:- Sì, ma l'eroe sono chiaramente io. Sono io quello biondo!-
Il giapponese lo guardò come se avesse davanti uno stupido e poi attaccò.
E contemporaneamente Ayame incassò quel premio all'oscuro di tutti. L'intera famiglia saltò sopra il tetto di quella casa pronti a fuggire mentre tutti erano distratti dal match. Ma mentre Kikuno e gli altri scesero di corsa da quel tetto per perdersi nel bosco retrostante anche la giovane Ayame venne catturata da quell'incontro.
Rimase in piedi, la notte e la luna le facevano da cornice mentre vestita con quella tutina nera sembrava ancora più minuta. Gli occhi si spalancarono piano diventando ancora più grandi di quanto già non fossero, si illuminarono e la bocca nascosta sotto quella maschera si spalancò lentamente. Edward Falcon, il suo Edward Falcon era arrivato in finale, come lei supponeva; e vinceva, lottando per lei!
Quell'energumeno arrogante non era in grado di reggere il confronto, Edward Falcon stava nettamente vincendo tra un destro e l'altro.
Vinceva per lei.
Per difendere un'amica.
O forse qualcosa di più.
"Che ingenua, non voglio illudermi" pensava sotto quel manto blu e quella semisfera così bianca.
Rimase così estasiata dalla bellezza e bravura dell'uomo che amava che non si accorse che suo fratello la chiamava a gran voce, rischiava di farsi scoprire!
E infatti... quell'Hakai perdendo sangue dal naso indicò su quel tetto:- Ehi, rubano i nostri soldi!- Gridò parlando a fatica.
Vedendo che tutto il pubblico si voltava, compresi Rouge e Ryoma tornati insieme a braccetto da chissà dove, Edward capì che non era un bluff ma la pura verità. Si voltò anche lui e, come i suoi due amici, riconobbe subito la sua piccola donna.
"Allora mi stai guardando!" Pensò e il cuore prese a battere forte mentre sulle labbra nasceva un sorriso spontaneo.
Quel Hakai però non sorrideva affatto, preso da un impeto di rabbia staccò uno dei quattro pali che segnavano il ring e lo lanciò di forza, come fosse un proiettile, contro la giovane ninja, senza nemmeno sapere che in realtà era la bella che tanto voleva conquistare.
Edward, Rouge e Ryoma d'istinto fecero un passo avanti come a difenderla.
Soprattutto il pugile inglese si lanciò in avanti ma non poteva raggiungerla, venne bloccato dalle corde rosse del ring.
Non poteva difendere la sua Ayame? Era troppo lento! Come poteva fare?! I pensieri correvano molto più veloci di lui.
- Ayame!- Tanto che l'unica cosa che riuscì a fare per tempo fu urlare il suo nome e un:- No!!-
- Ayame?- Pensò colui che aveva lanciato la "scheggia" pronta a colpire la giovane donna.
Rouge chiuse gli occhi e Ryoma la strinse a sé.
- Ma siete impazziti?!- Un calcio circolare e quel palo venne spedito contro uno degli alberi circostanti, conficcandosi nel busto e perdendo un po' di fumo come se bruciasse appena.
La voce della donna risuonava squillante e parlava ai suoi amici:- Cos'era tutta quella preoccupazione?! Dico a voi tre!- Indicò Rouge, Ryoma e Edward:- Pensate che non sia capace di difendermi da sola da una sciocchezza simile?!-
Strinse i soldi rubati vicino il viso ancora coperto:- Questi sono miei! Vedendo il vostro livello, il torneo l'avrei vinto io!- E saltò giù dal tetto con una capriola all'indietro raggiungendo il fratello e scappando alle autorità.
I tre amici della ladra sospirarono sorridendo, che sciocchi, chissà perché la sottovalutavano sempre?! Sembrava sempre una bambolina di porcellana, ma aveva la forza di una pietra!
Soprattutto Edward sorrise tranquillizzandosi, continuando a guardare fisso quel punto dove poco prima c'era la ninja, ora regnava solo quella luna dal pallore così simile.
"Quanto la amo" pensò.
"Già" sgranò gli occhi smettendo di guardare quel cielo e abbassando piano lo sguardo, "quanto la amo", notò solo adesso.
- Quanto la amo- ammise a voce bassa per poi voltarsi piano, con sguardo truce, verso quel misero avversario.
Alla vista di quegli occhi assetati di vendetta il vandalo giapponese tremò arrendendosi ma era troppo tardi, il pugno di Falcon lo colpì a pieno scaraventandolo fuori dal ring a ridosso di un samurai che sguainò la sua spada puntando il collo di quell'essere viscido.
- Non provare mai più a toccare uno dei miei amici- sfiatò con voce temibile e quell'Hakai svenne dalla paura.
Rouge non aveva mai visto un uomo più bello di lui in quel momento, strinse le mani al petto, emozionata.
Contemporaneamente Edward Falcon veniva dichiarato vincitore del torneo di boxe di quel 7 di luglio. Un uomo vestito elegante alzava lui il braccio in segno di vittoria e gli consegnava una medaglia. Era stato un torneo fin troppo facile ma a Falcon tutto sommato piaceva stare al centro dell'attenzione e volle gustarsi tutti gli applausi, e anche qualche fischio di chi non voleva uno straniero come vincitore (Rouge dava "involontariamente" qualche spintone a quelle persone).
Asciugandosi il sudore si voltò di nuovo a cercare la sua donna, dov'era? Perché non gridava il suo nome seguito da un ti amo?
Ah già, scappava col montepremi, non a caso gli organizzatori del torneo si scusavano con lui mortificandosi.
- Non preoccupatevi, non l'ho fatto per i soldi- ripeteva sperando anche che le ricerche del ladri cessassero, non voleva arrestassero la sua donna né un componente della sua famiglia.
Sentiva comunque che si erano nascosti nei dintorni, se urlava forse poteva sentirlo.
"Rubò" quell'antica specie di microfono dalle mani del presentatore ma non urlò il suo nome, sarebbe stato lo stesso nome con cui ingenuamente aveva chiamato la ladra, non voleva creare sospetti.
- Coniglio rosa!- Urlò fin troppo da creare fastidio ma allo stesso tempo curiosità negli spettatori.
- Coniglio rosa fatti vedere! Ho bisogno di dirti una cosa!-
In verità molti gli diedero del pazzo, Rouge sorrise emozionata e non troppo distante un ladro alto e longilineo portava le mani al petto mentre gli occhi si facevano lucidi.
Guardò la sorella che non aveva nessuna intenzione di raggiungere quel ring e diede lei due spintoni:- E coraggio, raggiungilo e basta!- 

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Capitolo 5
*** Un po' bambina e un po' donna ***


- Che stai aspettando?? Vai dal tuo Falcon!- Continuò Kikuno insistente.
- Ma sei pazzo?? Non se ne parla proprio! E se ci scoprissero? E poi...-
Kikuno la spogliò delle vesti di ninja per lanciarle addosso di nuovo il lungo kimono di Orihime, sorrise dolcissimo, per poi urlare:- Va' da lui e basta! Vigliacca!!-
Lei quasi spaventata dal fratello indossò quel kimono in fretta e raggiunse quel ring.
La folla si divise per fare passare quella ragazza che doveva essere il "coniglio rosa", molti la riconobbero, era la ragazza con quella meravigliosa voce nello spettacolo "Tanabata"!
Lei rimase immobile a qualche metro da quel ring dove ancora l'inglese regnava.
Respirava a pieni polmoni lei, gonfiando il petto, gli occhioni sbarrati e un rossore ancora più evidente del solito sulle gote delicate.
Lui, visto che la folla le faceva spazio, finalmente la poté vedere, respirava profondamente anche lui, sorrise:
- Ciao- le disse ancora con quel microfono.
Ayame:- Chiamavi me?- Chiese ancora distante.
Edward:- Certo che chiamavo te! Chi vuoi che sia il coniglio rosa?-
Ayame d'istinto cercò Rouge nella folla come a chiedere aiuto, la notò, se ne stava emozionata con Ryoma, la guardava come se tifasse per lei e insieme a loro adesso c'era anche Kikuno, più emozionato di tutti.
Edward:- Vieni qui sul ring, che stai aspettando?- Ancora col microfono.
La giapponesina lo guardò e urlò:- Getta quella roba! Che bisogno hai di attirare così tanto l'attenzione?! Guarda che da qui ti sento così come tu senti me!-
Edward alzò le spalle e gettò il microfono, il presentatore andò nervoso a raccoglierlo, che modi.
Poi allungò la mano verso di lei come a dire "ora vieni però".
Ayame ingoiò la saliva nervosa e un po' rigida lo raggiunse.
Lui l'aiutò a salire sul ring anche se di aiuto non aveva bisogno.
Si ritrovarono finalmente faccia a faccia, anche se per guardarlo negli occhi lei doveva sempre tenere lo sguardo così alto.
Tutti osservarono in silenzio aspettandosi una ormai palese dichiarazione.
Ayame:- Allora?- Chiese timida con occhi luminosi.
Lui prese fiato non distogliendo mai lo sguardo da quello ora stranamente timido del coniglio.
Che strano. L'aveva chiamata perché? Che intenzioni aveva?
Voleva forse dichiararsi come pensavano chiaramente tutti in quella folla? Il ragazzo perse tutta la sua sicurezza e iniziò imbarazzato a guardarsi intorno.
Li guardavano tutti. Anche Rouge, Ryoma e quel Kikuno. Che vergogna. Pensò.
Ma che intenzioni aveva?? Perché l'aveva fatto?
Gli piaceva stare al centro dell'attenzione sì, ma non era certo tipo da gesti plateali.
Si accorse che l'intera situazione gli era sfuggita di mano e che era vero, lui amava quella adorabile piccola peste.
Si soffermò ancora a guardare i suoi occhi e non riusciva a non confermarselo, lui la amava!
La amava tanto che non gli importava nemmeno che Rouge e Ryoma si stringessero. "Perché diavolo ho pensato a Rouge a Ryoma?!" Si chiese poi rendendosi conto che la sua mente vagava ovunque pur di non essere lì. E i secondi di silenzio imbarazzante aumentavano.
D'altro canto lei se ne stava lì, non distogliendo mai nemmeno un istante quegli occhi sognanti da quelli cielo di lui.
Lei era l'unica che non credeva stesse per succedere una dichiarazione, ma quella che in fondo più ci sperava.
Non lo credeva, perché conosceva quel suo capriccioso e viziato Falcon. Non era tipo da gesti plateali per qualcuno che non fosse lui, soprattutto non per lei.
Sì, erano amici, ma niente di più per lui. Ne era sicura. Questo la faceva soffrire, e molto. Non pensava a lui costantemente, ma a volte le sere andava a dormire pensandolo.
Pensando che le sarebbe piaciuto averlo accanto. Le sarebbe piaciuto guardare il cielo dalla finestra della sua stanza e chiacchierare con lui.
E le sarebbe piaciuto anche chiudere quella finestra e diventare una cosa sola con quell'egoista straniero.
Ma sapeva bene che lui non provava lo stesso. Erano amici sì, ma niente di più. Questo la faceva soffrire, e molto, ma lei era forte e non lo dava a vedere mai.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi vedere in lacrime da lui.
- Ehm... niente. Volevo solo dirti che ho vinto il torneo! Così impari a non credere in me!- Disse infine lui in una risatina d'imbarazzo. La folla gridò un "no" di delusione, soprattutto Rouge, Ryoma e Kikuno erano rossi di rabbia. Quello stupido si era tirato indietro all'ultimo, pensarono, non aveva avuto il coraggio!
Ma Ayame pensò solo che era la realtà.
- Sei stupido. Non ho mai detto questo. Sapevo che avresti vinto tu- disse quasi senza voce guardando ora in basso. Singhiozzò appena.
Non avrebbe mai voluto dargli la soddisfazione di farsi vedere in lacrime da lui, ma non andò così. Una lacrima le scivolò da quegli occhi di porcellana, se ne vergognò e corse subito via da quel maledetto ring.
Lui rimase in silenzio, aveva notato le sue lacrime, e si sentì un perdente, altro che vincitore.
Kikuno rincorse la sorella che nel panico correva via lontana.
- Falcon!!- Urlò l'araba con rabbia riportando l'inglese alla realtà, lui strabuzzò gli occhi e la guardò.
Rouge:- Che stai aspettando? Corrile dietro, persona terribile!-
Edward:- P... persona terribile? Io?-
La gente cominciò anche a tirare lui addosso qualche lattina vuota o un po' di cibo, il vincitore di quel torneo ora non era simpatico a nessuno.
Nessuno quel giorno avrebbe voluto vedere la bella Orihime piangere e fuggire.
Edward tornò in sé:- Ehi!- Disse bloccando gli oggetti che gli lanciavano:- Datevi una calmata! So di aver fatto una pessima figura! Non è il caso di infierire!-
Rouge:- Tu non capisci proprio eh?- Le disse avvicinandosi con le braccia ai fianchi come una madre severa:- Esatto, per tutti noi la pessima figura l'hai fatta tu, ma Ayame pensa che l'abbia fatta lei! Le hai fatto provare una grande vergogna!-
Edward ancora in quel ring:- Io... io non volevo... tutt'altro.-
Rouge:- Sappiamo tutti cosa volevi. Va' da lei e vedi di non fare altre... altre cose... alla Edward Falcon!- Disse quasi con un tono di disprezzo, lui ridacchiò nervoso e saltò fuori da quel ring sorpassando gli elastici rossi.
Era faccia a faccia con la bella amica, poco distante il samurai li guardava orgoglioso.
- Rouge- disse il pugile con voce seria:- Non l'ho persa per sempre, vero?-
- Non sono Ayame, non posso dirtelo con certezza. Ma se ti sbrighi forse hai ancora qualche speranza. Anche se non la meriti affatto.-
Edward annuì, poi aggiunse a voce bassa:- Non chiamarla per nome, non vorrei pensassero sia la ladra!-
Rouge rimase in silenzio ma il suo sguardo diceva tutto, "lei E' la ladra" diceva.
- E muoviti e raggiungila!!- Gridò infine il samurai perdendo la sua disciplina e quasi tra le lacrime, era il più preso di tutti da questa storia d'amore in realtà.
Il biondo tutto muscoli non se lo fece ripetere più e prese a correre lungo quella via che avevano preso Ayame e il fratello preoccupato, nella speranza di poter incontrare la sua amata, e che nessuna Via Lattea li tenga più lontani!
Oltre il fiume che segnava il confine tra la festa e il bosco se ne stavano i due fratelli. Lei era così arrabbiata, tanto che non riusciva a smettere di singhiozzare tra le lacrime. Piangeva, di rabbia, ma piangeva.
Kikuno:- Tesoro, calmati! Non è stato carino, ma non è come pensi tu!-
Se ne stavano al buio rannicchiati tra le radici di un albero.
Ayame:- E come è? Qual è la realtà? Se non che voleva prendersi gioco di me davanti a tutta quella gente?!-
Kikuno che cercava di asciugarle le lacrime schivando di tanto in tanto qualche pugno involontario della ragazza che non riusciva a stare ferma dai troppi nervi.
Kikuno:- Nessuno rideva di te! Sta' certa che se qualcuno ha fatto una pessima figura quello è Falcon. Ma io non credo tu pianga davvero per questo.-
Ayame:- Tsz. Ho dato più spettacolo adesso che prima allo... spettacolo, appunto. Maledetto schifosissimo Falcon!- Si alzò andando avanti e dietro quell'albero.
Kikuno:- Ma lui non l'ha fatto apposta! Non era quello che voleva dirti, si è solo vergognato!-
Ayame urlando:- Vergognato di cosa?!-
- Di quello che provavo.-
Riconobbe la voce, fermandosi di colpo, si voltò verso di lui.
Kikuno si alzò, accarezzò la mano alla sorella senza dire niente e dopo essersi scambiato una sguardo con Falcon si allontanò.
Prima di lasciarli completamente soli passò vicino al pugile e con voce dolcissima gli sussurrò:- Spezzale di nuovo il cuore, e non ci sarà tuo pugno che mi spaventerà dallo spezzarti le gambe. Sarebbe davvero un peccato però, sei così carino, e in più mi rovinerei la manicure quindi...-
"Capito Kikuno, eviterò di farle altro male" pensò semplicemente sorridendogli per poi rimanere solo con il coniglio.
Ayame finalmente parlò, non perdeva più lacrime, ma la rabbia era ancora tanta. Cercava di trattenerla, se ne stava ferma, distante coi pugni serrati:- Di quello che provavi?- Chiese seria.
Edward:- Sì. Ed ero intimorito.-
Ayame:- Intimorito- corrucciò la fronte come se venisse presa in giro.
Edward:- Intimorito dalla tua bellezza- ammise questa volta senza vergogna.
Perché lui non era tipo da gesti plateali, ma questa intimità non lo spaventava affatto.
Si accorsero che il sole iniziava a sorgere, era alba, il torneo era durato delle ore e in effetti già da un po' non era più il 7 di luglio.
Lei non scostava gli occhi da lui, rimaneva sulle sue, non convinta, coi pugni chiusi. Ma si accorse della luce che piano li illuminava.
- E' alba- disse:- il Tanabata è finito.-
- E' finito da diverse ore ormai- sottolineò lui in una risatina.
Non si avvicinava a lei, voleva; si mostrava rilassato ma non si avvicinava, come se lei fosse una belva feroce che andava calmata. La temeva e la bramava.
- Questo significa che Orihime e Hikoboshi dovranno aspettare che passi un altro anno prima di potersi rivedere- continuò lei.
Il ragazzo sorrise amaramente non sapendo che dire.
- Ma sai?...- lasciò che il pugno si aprisse:- ...Se piove, i due non possono vedersi neanche il settimo giorno del settimo mese!- Non riuscì ancora a trattenere le lacrime, che sgorgavano pesanti su quel viso da bambolina, come quelle della festa delle bambine.
Queste non erano lacrime di rabbia, tremava e non riusciva a fermare quel pianto.
Non era più rabbia, era tristezza e una belva triste non faceva più paura. Edward Falcon le si avvicinò all'istante, senza timore, e l'abbracciò forte.
- Ti prego. Scusami. Dimmi che ho ancora una possibilità con te.-
Incurvò la schiena per riuscire a perdere il volto tra le spalle e i capelli un po' scompigliati di lei.
Respirava piano ma la stringeva forte, come se anche lui trattenesse a stento un pianto. 
- Hai dei naruto e un po' di noodles addosso...- sfiatò piano lei ora felice vittima di quell'abbraccio sincero.
- Mi hanno tirato addosso un po' di cose, anche del ramen- disse sfiorandole le spalle con le sue grandi mani, la guardò negli occhi:- La gente se l'è presa con me dopo quello che ti ho fatto. Ora mi odiano tutti...-
E lei non riuscì a trattenere una risata di cuore:- Te lo sei meritato- continuò a ridacchiare con la spontaneità di una bambina e la bellezza di una donna.

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Capitolo 6
*** Per la Via Lattea ***


- Ayame?-
- Sì?-
Era ancora con la schiena curva ma ora la guardava negli occhi poggiando le mani su quelle spalle delicate.
- Posso baciarti?- Le chiese.
Il vento soffiò leggero tra quegli alberi facendo cadere poche foglie attorno a loro.
Lei non rispose, rimase quasi immobile proprio come una bambolina, con occhi grandi e insicuri.
Aprì piano le labbra per prendere un po' d'aria e parlò finalmente ma senza dare una risposta a quella domanda:
- Ricordo uno dei nostri primi incontri. Tu non sapevi nemmeno ancora chi io fossi. Ma vedesti che avevo una gamba ferita e ti prendesti cura di me.-
- Oh... sì, forse ricordo- rispose lui con aria un po' tonta.
Lei sorrise appena con sguardo perso nei ricordi.
- Non mi hai risposto però- puntualizzò lui.
- Che vuoi che ti risponda?- Lo guardò:- Perché dovresti farlo?- Con voce delicata e un po' svampita.
Lui mise finalmente la sua schiena dritta, lasciò cadere le braccia ai fianchi e si limitò a guardare la giovane donna in silenzio.
L'unico a parlare ogni tanto era il vento, che sembrava recitare una preghiera per i due amanti distanti.
- Che domanda sciocca- disse infine lui un po' scorbutico:- Perché ne ho voglia. Perché se no?-
"Che strano" pensò lei. Le sue guance rosa divennero color delle ciliegie e gli occhi si socchiusero in uno sguardo involontariamente innamorato.
"Che strano, perché mai Edward Falcon dovrebbe volermi baciare? Mi sta prendendo in giro ancora una volta? O quella che voleva farmi sul ring era davvero una dichiarazione? Se così fosse" le labbra accennarono un sorriso "che vigliacco!" Ridacchiò "che vigliacco che sei stato!"
Alzò il suo braccio come volersi far prendere a braccetto.
- Hai vinto il torneo, ti spetta una serata con me. Ti va bene anche se è mattino?-
Lui ricambiò il sorriso e prese nel suo il braccio esile di lei:- Volentieri. Dove vuoi che ti porti?-
- Per la Via Lattea- rispose lei.
E il modo più semplice per avvicinarsi alla Via Lattea era quell'elicottero rosso con cui l'aviatore aveva solcato i cieli per raggiungere questa Terra.
Lo raggiunsero e decollarono alzando il vento e muovendo tutte le spighe che coloravano di giallo l'aperta compagna.
Edward alzò la voce per parlare con l'amica, visto che le eliche e l'alta quota impedivano una chiacchierata rilassata:- E' mattino però, come hai fatto notare tu. Sarà difficile vedere le stelle- ridacchiò.
- Non importa- urlò anche lei seduta al sedile posteriore, aprì le braccia nel tentativo di toccare il cielo, nel farlo si alzò dalla poltrona e il ragazzo sussultò:- Sei pazza?! Così cadi!-
- Figurati- rispose lei:- Non stiamo volando così alto, più che per la Via Lattea mi stai portando a raccogliere il grano- sarcastica e l'orgoglio di aviatore di lui si risentì. Lei agile con una capriola saltò all'indietro iniziando a camminare in equilibrio lungo tutto l'aereo, il ragazzo spaventato un po' guidava un po' la guardava.
Lei però non cadeva, era una bravissima equilibrista e lui si incantò a guardarla arrossendo appena.
- Guarda avanti- le disse lei andando su e giù:- Stai guidando.-
Edward:- Non c'è molto da vedere ed evitare, è aperta campagna.-
Ayame:- Non c'è molto da vedere nemmeno qua- riferita a sé stessa.
- C'è tanto da vedere- disse in maniera così spontanea da farla arrossire, ed ecco di nuovo quegli occhioni spalancati che lo guardavano.
Lei tornò a sedersi, così da stargli più vicino.
Edward sorrise:- Se ti metti le cinture e fai la brava ti porto più in alto!-
Ayame:- Bla bla, non sei capace- lo prendeva in giro.
Edward:- Mi stai sfidando?- Orgoglioso e l'elicottero si alzò di quota.
Il vento muoveva i loro capelli, mentre in qualche minuto di timido silenzio si lasciavano rapire da quel cielo aperto.
- Allora... perché quest'improvvisa voglia di baciare me?- Parlò finalmente la giapponesina con voce delicata.
Lui la guardò appena senza rispondere.
- Hai capito di non avere speranze con Rouge?- Aggiunse poi un po' maligna:- Hai finalmente capito di non avere speranze con Rouge?-
- Ahah- mugugnò lui:- Che c'entra adesso Rouge? E' il nostro appuntamento, non tirare in ballo altre ragazze.-
- Ma sentilo- le braccia conserte:- Non voglio essere la seconda scelta di nessuno.-
- Tu non puoi essere una seconda scelta- disse lui sembrando sincero:- Non dare peso a uno stupido come me. Sono veramente uno stupido. Hai incantato tutti ieri allo spettacolo, tu ieri eri la prima scelta di tutti. Non sei seconda a nessuno. Lo penso davvero.-
Lei rimase in silenzio qualche secondo, girò una ciocca dei suoi capelli tra le dita:- Non lo pensavi prima però.-
Edward:- Lo penso adesso. Che importanza ha cosa pensavo prima?-
Ayame:- Quindi non vuoi baciarmi solo perché Rouge sta con Ryoma.-
Edward:- Rouge sta con Ryoma?!- Si alterò lui per poi scoppiare a ridere vedendo la faccia offesa di lei, le guance gonfie e arrossate e gli occhi socchiusi, a volte sembrava proprio una bambina.
Edward:- Scema, ti ho detto che non mi interessa più- sorrideva continuando a guidare.
Lei rimase offesa per un po', poi si rilassò e, visto che nessuno parlava più, incominciò a intonare la canzone di Orihime. Mentre cantava allungò ancora una volta le mani verso il cielo nel tentativo di toccare la Via Lattea, il volto era sereno e la sua voce cristallina.
Lui di tanto in tanto la guardava cantare mentre il cuore ancora una volta gli si riscaldava.
L'aereo intanto perdeva quota, avvicinandosi sempre di più a quel giardino dorato.
La canzone giungeva al termine e lei si accorse che lui si allontanava sempre di più da quel cielo:- Che fai? Perché stiamo scendendo?- Chiese ingenua.
Lui la guardò con un sorriso appena accennato:- Perché voglio che togli le cinture di sicurezza- rispose.
Lei sbattendo le palpebre ubbidì:- Vuoi buttarmi giù dall'elicottero? Non sapevo di essere così stonata.-
Edward:- Che scema- ridacchiò:- Voglio che mi baci- disse senza troppi giri di parole.
Lei incrociò le mani sbattendo ancora gli occhi di porcellana, e senza troppa timidezza si alzò dalla sua postazione, fece una ruota in avanti sorpassando l'inglese e si ritrovò faccia a faccia con lui, dietro di lei l'elica le alzava appena la gonna imbarazzandolo. Lui teneva il volante con entrambe le mani mentre lei rannicchiata di fronte a lui lo guardava con occhi sicuri e cosce nude. Lui ingoiò di fretta la saliva, prese colore; ecco, questo era uno di quei momenti in cui le gli sembrava una donna. Una donna molto più matura di lui, una donna che probabilmente nemmeno meritava.
Lei lo baciò.
Mentre l'aereo perdeva completamente quota come i loro cuori finendo sempre più vicino a quelle spighe.
Quel bacio accompagnato dal vento e la magia passata del Tanabata venne interrotto dal tonfo che si sentì subito dopo, l'elicottero era finito veramente tra le spighe. Ayame cadde nella campagna e Edward imprecò, risero di gusto subito dopo visto che né l'aereo né loro avevano riportato danni.
Ayame ancora stesa tra le spighe a ridere:- Ne è valsa la pena comunque! Ahahah!-
Sorrise anche il pugile che guardava il suo mezzo:- Ne è valsa la pena- la guardò innamorato.
Attimi di silenzio e poi:- Quindi? Questo che significa adesso?- Chiese la ragazza serena ancora stesa in quel campo, il ragazzo si stese accanto a lei, le strinse la mano:- Non lo so. Tu che vuoi che significhi?-
Lei sollevò la schiena di scatto innervosita:- Oh insomma quanto sei vigliacco oggi! Smettila di fuggire e dimmi le cose come stanno!-
Lui si sollevò di conseguenza per baciarla di nuovo stringendola a sé con la mano.
- Le cose stanno così- disse staccandosi dalle sue labbra.
Fu questo bacio a far capire ad Ayame quello che davvero stava accadendo, tanto che le venne da piangere, ancora una volta davanti a lui:- Ma... ma come faremo? Tu sei di un'altra terra!-
Edward:- Vieni via con me. In giro per il mondo navigando la Via Lattea!-
Era così sicuro di sé adesso da riuscire quasi a convincerla, il vento sembrava sussurrarle all'orecchio le sue stesse parole.
Ayame:- Ma la mia famiglia ha bisogno di me...-
Edward:- Anche io ho bisogno di te- le strinse le mani e lei arrossì guardandole.
Ayame:- Sai cosa?- Disse poi:- Ci rifletteremo con calma! Tutto questo romanticismo mi sta agitando! Non sembriamo neanche noi!- Si alzò spolverandosi appena il sedere sporco di terra mentre lui imbarazzato la guardava ancora seduto a terra.
Ayame:- Dì qualcosa che mi faccia ricordare che sei tu e non Hikoboshi venuto improvvisamente dal cielo!-
Edward:- Rouge mi ha fatto uno scherzo l'altro giorno, ha detto che tu mi volevi dentro di te, e in quel momento che ho capito di amarti- fin troppo sincero, lei spalancò gli occhi aggrottando la fronte. Si girò a guardarlo mentre se ne stava ancora lì seduto.
- Ma sei scemo?- Disse poi:- Potevi essere un po' meno tu.-
Lui rise:- Non te la sei presa, bene!- Provò ad alzarsi ma lei lo fece cadere di nuovo spingendogli le spalle con le mani:- Tu sei completamente scemo!- Ribadì per poi urlargli:- Mi hai appena detto che mi ami ti rendi conto?! In un discorso simile!!-
- Tu mi hai sputato...- disse lui asciugandosi il volto.
- Quante storie- si voltò lasciandolo capace di alzarsi:- E' solo saliva- scostò appena il volto per guardarlo con sguardo malizioso:- dovrai abituartene, anche perché Rouge non aveva torto- proseguì con passo sicuro per quella campagna lasciando lui immobile preda di sporche ma piacevoli fantasie.
Ridacchiò come uno stupido e poi:- Ma dove stai andando?!- Le urlò vedendola ormai lontana.
Ayame:- Torno da Kikuno e gli altri!- Urlavano per potersi sentire.
Edward:- Ma devo sistemare il mio elicottero!-
Ayame:- Allora raggiungici dopo, Falcon.-
Edward:- Puoi chiamarmi Edward! E comunque ancora non mi hai detto "ti amo"!!-
Lei lo guardò, sghignazzò e proseguì per la sua strada.
Quella stessa sera Edward Falcon cenò allo stesso tavolo con Ayame, i loro amici Rouge e Ryoma e suo cognato Kikuno che non faceva altro che fissare la sorella con sguardo emozionato e soddisfatto.
Ridevano spesso e sembravano felici mentre intorno a loro le baracche e le giostre della festa del 7 luglio venivano smontate e si salutavano pronte a rivedersi dopo un altro anno, proprio come Orihime e Hikoboshi.

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