L'ombra del potere e della gelosia si cela dentro di noi

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una preghiera per la libertà ***
Capitolo 2: *** I Conti Bass ***
Capitolo 3: *** Una madre piena di rancore ***
Capitolo 4: *** Segreti pericolosi ***
Capitolo 5: *** Un ospite indesiderato ***
Capitolo 6: *** Tentato omicidio sventrato ***
Capitolo 7: *** Con l'acqua alla gola ***
Capitolo 8: *** Il tranello del sesso ***
Capitolo 9: *** Verità malsana ***
Capitolo 10: *** Non c’è modo per rialzarsi ***
Capitolo 11: *** Avvelenamento ***
Capitolo 12: *** Insinuazioni dannatamente disturbanti ***
Capitolo 13: *** Sulla scia della morte e del dolore risplenderà la luce ***
Capitolo 14: *** Guerra aperta ***



Capitolo 1
*** Una preghiera per la libertà ***


“Ave Maria piena di grazia.
Tu sei benedette tra le donne.
Ave Maria piena di grazia.
Padre nostro che sei nei cieli.
Proteggimi dalla sciagura e dalla morte che sta bussando alla mia porta.
Non riesco a trovare nessun rifugio.
Solo tu puoi salvarmi, mio Signore.
Non ho nessun rifugio.
Sapere troppo mi ha portato sull’orlo della distruzione e il mio silenzio non è stato soffocato.
Ho i minuti contati. Me lo sento.”
Una preghiera per cercare di dimenticare il dolore.
E’ questo quello che provava la povera Jenny durante una notte di nebbia nella chiesa di Isola dei Liri, un piccolo borgo nella provincia di Frosinone.
La cascata squarciava quel silenzio che sembrava infrangersi sulle grida dell’odio e sullo scovare una verità che i più potenti hanno tramandato tra di loro coalizzandosi contro i più deboli come lei.
ormai sembra davvero non esserci nessuna via di fuga per la giovane ragazzina.
I rumori dei passi si fanno più presenti e il parroco della chiesa del luogo cerca di avvertire la ragazza che inerme non vuole lasciare il suo posto.
< Padre, io ho molto peccato. Non posso che meritarmi questo! > mormorava disperata Jenny con le lacrime agli occhi.
< Smettila, figliola. Dobbiamo cercare di fuggire. Alla svelta. >
< Fuggite voi. Io non ho nessun nascondiglio… I nobili mi troveranno anche in capo al mondo. Non ho nessun rifugio. E solo Dio può darmi la grazia necessaria. >
Non riuscendo a convincere la ragazza, il prete della chiesa assolse da quei peccati così innocenti una giovane donna che non ha saputo spiegare a tutti la voglia di vivere e che il suo destino era ormai stato segnato dai più potenti.
mentre i cacciatori di taglie sfondarono il portone della chiesa, il vecchio prete non poté far nulla per far valere l’asilo nella casa del signore, finendo sgozzato come un povero animale senza che potesse minimamente difendersi.
Jenny tremava come una foglia in mezzo a quelle decine di uomini che erano pronti per farla finita.
< Finalmente ti abbiamo trovata, Jenny Humphrey. La tua fuga non poteva durare in eterno. >
< Tu… dannato uomo schiavo dell’ignoranza dei potenti > replicò la ragazza sprezzante digrignando i denti < Chi ti credi di essere? >
< Colui che insieme ai miei uomini deciderà la tua inutile sorte. Sei pronta? >
< Puoi fare di me quello che vuoi. Ma la mia fine non verrà mai dimenticata. >
< Questo lo vedremo… Ho rispetto per il Signore qui presente. Ed è per questo che ti ucciderò fuori da questa chiesa. >
Trascinata contro la sua volontà, Jenny gridava più forte che poté.
nessuno poteva aiutarla. Nessuno si sarebbe azzardato a salvarla per paura di fare la sua stessa fine.
La sua fine dannatamente crudele era stata segnata dal sangue versato di parole innocenti e da segreti che non avrebbe dovuto dire e da un tradimento impunito che il lascito di quell’aria malinconica ancora stride nelle sue orecchie.
Jenny sapeva tutto. Sapeva che la sua sorte era stata legata dal tradimento di una persona molto vicina a lei e che la sua fine non avrebbe causato nessun senso di colpa.
Si sentiva afflitta e impaurita, ma sicuramente sarebbe morta a testa alta.
< Vuoi forse continuare a pregare qualcuno? Oh, certo che no. credo che tu abbia dato abbastanza. >
< Sei solo un vile bastardo. >
< E tu una sporca puttana > ribadì il cacciatore di taglie con ghigno malefico < Ti prometto che non soffrirai. Come quel dannato prete. >
< Fai di me quello che vuoi. Mi basterà guardarti negli occhi e il mio sguardo non lo dimenticherai mai. >
Senza lasciare quel sorrisetto compiaciuto, il cacciatore prese Jenny per i suoi capelli biondi tagliandogli la testa crudelmente mentre tutto il suo sangue andò a sporcare i vestiti dell’uomo.
Lasciando il suo corpo inerme mentre i compagni del cacciatore sputavano malamente verso di lei, l’aria turbolenta di quella sera avrebbe risuonato nel borgo come un frastuono e uno spirito che non avrebbe mai potuto cadere nel dimenticatoio in quella fredda notte d’inverno dove la protezione della povera erede minore della famiglia Humphrey sarebbe decaduta nello scontro di sangue dove le casate più potenti avrebbero fatto di tutto per una resa scritta con la morte e con la vendetta.


Tre mesi prima
Poli (Roma), 28 settembre 1536

Mentre una fugace giovane donna rimaneva rinchiusa nella sua biblioteca a studiare per tutto il giorno, il fascinoso nonché innamorato Dan Humphreysi apprestava a disturbare la quiete di quella donzella con l’innocenza e la spensieratezza che coglieva inerme la sua amata.
< Non avete di meglio da fare che disturbare il mio studio? >
< Noi uomini non siamo fatti per studiare > replicò sorridente l’uomo < Siamo fatti per divertirci. >
< Ho l’impressione che amate molto perdere tempo nei divertimenti più bizzarri. A proposito, so che ieri sera avete vinto molto a carte. Vi sentite soddisfatto? >
< Soddisfatto e fortunato, oserei dire. Peccato che voi non mi abbiate raggiunto. >
< Sapete bene che non sopporto vedere certe persone. >
< I Bass sono il fiore all’occhiello del mio patrimonio. Sanza di loro io e la mia famiglia non saremo niente. >
< Non fate altro che ripetermelo, Dan. Ma possiamo anche andare a qualche serata dove non ci siano i Bass. >
< Ad esempio? Vengono invitati alle feste più esplosive. >
< Vorrà dire che organizzerò una serata mondana dove loro e i Waldorf non saranno invitati. >
Lo sconcerto del giovane Dan non passò inosservato alla giovane ragazza.
> Serena, cosa state dicendo? È da folli. Vi inimicherete tutta la loro stirpe e i suoi amici. >
< Sono molte le persone che non li sopportano, sapete? >
< Ad esempio? >
< As esempio… non so. Ma sono sicuro che qualcuno c’è. >
< Serena, vedete di essere lucida. Almeno cercate di conoscerli meglio. Soprattutto Chuck. Lui non è come suo padre. >
< Avete ragione: è peggio. Mi è bastati incontrarlo una volta nella vostra dimora e mi è stato subito antipatico. Per non dire di peggio, s’intende. >
< Sfogarsi non fa parte di una signorina come voi, giusto? > replicò Dan prendendola in giro.
> Esattamente. E smettetela di prendervi gioco di me. >
la complicità che i due fidanzati manifestavano in quelle giornate così vuote e singolari erano lo specchio di un’anima che avrebbe riscontrato la gelosia e l’invidia di persone potenti che non sarebbero mai stati in disparte a godersi la loro stessa felicità.

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Capitolo 2
*** I Conti Bass ***


In quell’immediata sera dove i nobili più importanti del luogo e tutti gli alleati di guerra si apprestavano a radunarsi in una delle feste organizzate più rapidamente del secolo, Serena non faceva mancare niente al caso.
Pronta a salutare tutti i suoi ospiti, il suo fidanzato Dan nonché suo promesso sposo intratteneva gli ospiti parlando di un rinascimento che ormai era in espansione anche nel territorio del Frosinone.
< Avete davvero un borgo bellissimo e la gente qui vi rispetta. >
< Vi ringrazio, Nate. È bello sentirvelo dire. >
Nate Archibald, figlio di un marchese filantropo che controllava gran parte dei territori a nord del luogo e che con la sua supremazia aveva reso la sua famiglia rispettata e ricca allo stesso tempo.
Non si poteva lo stesso della famiglia Abrams, costretta a sottostare al volere di quella famiglia come se fossero degli schiavi.
Ma Nate era una persona buona oltre ad essere molto colto e intelligente e la sua promessa sposa Vanessa Abrams era davvero orgogliosa di lui e di tutto il suo operato.
< Mia cara, preferireste passare un po’ di tempo con Serena? Ho sentito che ha molte novità al riguardo. >
< Come volete voi, marchese. >
< Vanessa, sapete che non c’è bisogno di tutte queste formalità quando siamo insieme > gli sussurrò Nate:
< Ma quando non siamo soli, sì. >
Sorridendo e facendo un cenno d’assenso, il giovane Nate prese la mano della sua giovane promessa sposa mentre Serena dava il via alle danze.
Quella serata sembrava davvero perfetta e niente e nessuno avrebbe potuta rovinarla.
Se non fosse per qualcuno giunto alla festa con il suo solito sguardo glaciale e i suoi metodi poco ortodossi.


Mentre la musica risuonava nel castello dei Van Der Woodsen, la giovane Serena prese in disparte sua madre dopo che la donna l’aveva richiamata all’attenzione.
> Madre, che succede? >
< Non so te figlia mia, ma io non mi sento proprio a mio agio. >
< Perché dite questo con tono preoccupato? >
< Perché ho visto il duca… I Bass non erano invitati a questa festa. Me l’avevi promesso. >
< Infatti non hanno il permesso di stare qui. >
< Allora toccherà a te allontanare il Duca Bart Bass prima che tutti gli occhi dei nostri invitati… >
Ma fu troppo tardi poter fermare l’uragano dei Bass.
Bart Bass, filantropo di una casata tra le più potenti dello Stato della Chiesa, si avvicinò al centro della sala del castello dove tutti gli invitati non poterono che rimanere interdetti.
< Davvero una bellissima festa > fece l’uomo con ghigno malefico < Non credevo che tale segreto potesse rimanere all’oscuro per sempre. Chi ha organizzato tutto questo è stato davvero bravo. >
< Sono stata io > replicò Serena facendosi avanti < E voi non avete nessun diritto nel stare qui. >
Scrutando quegli occhi pieni di sfida, subito dopo toccò al figlio Chuck entrare in scena, accompagnato dalla sua bellissima nonché perfida  Blair Waldrof.
I Bass erano riusciti a salvare il nome della casata Waldrof grazie ad un accordo di garanzia che gli permetteva di possedere tutti i titoli e le terre di una casata caduta in disgrazia grazie ad investimenti falliti.
L’arma segreta di tale casata era stata data dal fatto che la loro erede, Blair Waldorf, era una delle donne più belle del regno.
Facendosi conoscere tra le casate più importanti del luogo, Blair era riuscita a conquistare il suo nome e a scambiare la sua dote grazie alla sua intelligenza e alla sua cattiveria.
Per molti anni i crimini di tali casate sono state nascoste dagli stessi Bass che con tali accordi e alleanze hanno fatto sì che tali segreti potessero rimanere all’oscuro per sempre e che il sangue versato sarebbe stato un diavolo presente che nessuno avrebbe mai dimenticato.
la paura si stava pian piano impadronendo di quelle persone che con i loro sguardi e i lo ro assensi contrari, si apprestavano a lasciare la sala del castello dei Van Der Woodsen.
< Vi prego, rimanete ancora qui > fece Serena a gran voce < I Bass se ne stavano andando in questo momento. >
< Certo. Noi non rimaniamo presenti se non siamo i benvenuti > fece Chuck a mo’ di sfida < Ma questa mancanza di rispetto di tutti voi presenti sarà la vostra stessa rovina. >
< Non vi permetto di minacciare mia moglie > fece Dan prendendo le difese di Serena.
< Voi non siete ancora sposati, o sbaglio? >
< Andatevene. Subito. >
Mentre Blair era rimasta silenziosa per tutto il tempo, fu in quel preciso momento che sguainò il suo fascino e il suo charme mentre la sfida delle due casate era ormai cominciata.
> Serena, ricordo quando eravamo delle ottime amiche. Non mi avete mai fatto mancare niente e il vostro rispetto era tutto per me. Ma poi avete deciso di rimanere con i più deboli e così le nostre strade si sono separate per sempre. Un vero peccato. >
< Il vostro peccato è stato allearvi con le persone sbagliate, Blair > replicò Serena con disprezzo < Io non dimentico il mio passato e gradirei che non ne parlaste proprio ora. >
< Ormai la vostra festa è rovinata e il mio intento è stato raggiunto. Ma vi prometto che in questi giorni ci rivedremo. Parola mia. >
< Se oserete rimettere piede a Isola del Liri, vi assicuro che le segrete del mio castello sarà l’ultima cosa che vedrete in vita vostra. >
< E con quale accusa? > mormorò la ragazza divertita < HO la protezione che mi serve. I Conti Bass non mi fanno mancare niente. e al prossimo vostro passo falso, non rivedrete mai più le vostre terre. >
< Non succederà mai. Ve lo garantisco. >
< Su questo non ci giurerei > fece Chuck riprendendo la parola < Avete dei conti in sospeso che non riuscite a pagare da molto tempo. >
< Adesso basta! > tuonò Dan < Fuori! Fuori di qui! >
Mentre la vergogna ricopriva quell’indecenza e quell’innocenza ormai macchiata dall’odio, tutti gli invitati dei Van Der Woodsen si allontanarono immediatamente con lo sconforto di una donna che non aveva fatto niente per respingere tutto questo.


Mentre la collera di Serena era ormai giunta al suo picco, ella trascinò nelle sale private di sua madre con l’accusa di non essere riuscita a fermare tutta quella follia.
< Dovevate allontanarlo prima che fosse stato troppo tardi. E invece avete preferito che il nostro buon nome venisse macchiato ancora una volta. >
Rimanendo immobile e interdetta, la madre si Serena, Lily Van Den Woodsen, era ancora segretamente innamorata di un uomo dove il suo odio gli aveva fatto dimenticare il suo passato antecedente.
Infatti, durante una delle tante feste organizzate in quel luogo, la giovane donna e il rampollo di casa Bass si sarebbero dovuti sposare in un matrimonio conveniente che avrebbe sancito l’alleanza delle due casate più importanti del Lazio.
ma il fato aveva a che fare con altri piani e mentre la spensieratezza e la voglia di vivere di Lily l’aveva fatta allontanare da un rude Bart Bass che era cambiato inconsapevolmente, gli accordi presi prima del matrimonio furono rotti proprio dalla donna che non riusciva a riconoscere il suo promesso sposo.
Gli intrighi e i tradimenti che avevano colpito il suo essere, avevano spinto la donna a prendere le dovute distanze da quella casata maledetta, mentre Bart Bass aveva ripromesso alla donna che prima o poi si sarebbero rivisti.
< Sono passati vent’anni > fece Lily con tono tremante < Ma io non sono riuscita a dimenticarlo in nessun modo. >
< Madre, vi devo ricordare che presto sarete la moglie di Rufus Humphrey? Volete rovinare tutto ancora una volta? >
< Se ho lasciato quell’uomo era perché non volevo avere sulle spalle tutti i crimini che lui e tutta la sua famiglia avevano macchiato il loro nome. Il loro modo di essere corrotti per colpa del denaro, sarebbe stata la mia rovina e una volta legata a lui, non sarei più riuscita a fuggire. >
< Per questo hai sposato il marchese Van Der Woodsen nonché mio padre? >
< Lui era l’uomo che mi avrebbe protetta nonostante tutte le avversità. E pensando di rifugiarmi in questo bellissimo luogo pensando di trovare la pace necessaria, venni a sapere che i Bass era diventati la famiglia più importante dello Stato della Chiesa e che la sua alleanza con il papato di Roma gli avrebbe permesso di poter manovrare i suoi affari in tutti i possedimenti del papato, rendendolo intoccabile e ancora più potente. I soldi e il potere solo lo stipite di quell’uomo ed io, donna ferita da un passato che mi tormenta, dovrò sopportare tutto questo e stare bene alla larga da lui. >
< E perché non mi volete dire il motivo per cui non siete riuscito a cacciarlo? >
< Perché l’ho guardato dritto negli occhi e ho avuto paura! > gridò spazientita la donna < Tu non puoi sapere come io mi possa sentire in questo momento. Tu non capisci come ho sofferto prima che tu nascessi. >
< Se voi avreste sposato un uomo crudele e viscido, ve ne sareste pentita a vita. Datemi retta. >
< No, Serena. Perché tu non conosci il nostro stesso legame… Un legame che ci ha resi veramente felici. Solo con me riusciva davvero a ridere e ad essere sé stesso. Ma pensare che i suoi secondi fini potevano essere la mia stessa rovina… >
< Avete pensato bene di rompere tutti i legame. Avete fatto bene, madre. E questa è stata la vostra salvezza. >
< So che vuoi farmi sentire come se io avessi scelto la strada giusta da intraprendere, ma ancora oggi mi pento. E mi pentirò per sempre. >
Nel mentre gli invitati ancora presenti stavano parlottando tra di loro per il brutto spettacolo che i Bass avevano inscenato, Serena non riuscì a tenere a bada quelle voci all’interno del suo regno che giorno dopo giorno sarebbero divenuti più insistenti, con un lascito di strane voci che avrebbero ancora infastidito per molto quella ragazza che non temeva paure e timori.
I Bass erano tornati a bussare alla porta dei Van Der Woodsen e mentre Lily non riusciva ad avere l’appoggio di nessuno, il suo promesso sposo Rufus fu chiamato a risolvere delle controversie proprio nei possedimenti del papato dove le rivolte popolari erano state issate dalla fame e dalla carestia.
Partendo e lasciando una donna sull’orlo di una crisi d’identità, toccò al figlio prediletto Dan Humphrey mantenere vive le speranze di una guerra civile che avrebbe potuto rovinare la pace che regnava in quei luoghi.
E mentre le paure di una donna matura avevano raggiunto tutti i suoi pensieri, le notizie oltre i confini delle dimore dei Van Der Woodsen non furono confortanti come Dan e Serena si aspettavano di ricevere dopo settimane che i Bass erano tornati a bussare alle loro porte.

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Capitolo 3
*** Una madre piena di rancore ***


Isola del Liri, Frosinone

Mentre Lily cercava di portare avanti gli affari del suo regno, le voci che i suoi confini venivano ogni giorno minacciati, non la rendevano tranquilla.
Lo stress e il timore di venire soppiantata da rivolte che non poteva soffocare, era il primo pretesto per poter fuggire da quella vita che ormai non riusciva più a darle le dovute soddisfazioni.
Per di più, il suo cattivo umore era dato dalla mancanza di notizie di Rufus Humphrey, ormai lontano da Isola del Liri da molte settimane.
Solo sua figlia Serena rendeva le sue giornate lieti e spensierate, cercando di dimenticare tutto quello che gli girava intorno.
< Madre, vedrete che Rufus starà meglio. >
< Che cosa dice Dan di suo padre? Nemmeno lui ha ricevuto notizie? >
< Purtroppo no. Sembra che i problemi di quel luogo siano molto più gravi del previsto. >
< Per questo non riesco a stare tranquilla, Serena. Per questo ho bisogno di partire per vedere che stia bene. >
< Madre, non siate impudente. Sapete bene quanto possa essere pericoloso. >
< Lo so, ma non posso continuare a non avere notizie di lui. >
< Vedrete che presto si farà vivo in una lettera. Oppure sta già tornando da voi e vuole farvi una sorpresa. >
< Rufus non è tipo da fare sorprese, Serena. è un uomo accorto e vigile. >
< Ed è per questo che dovete avere fiducia in lui, madre. Solo così potete stare tranquilla. >
ma la fragile calma della donna venne interrotta dall’arrivo di un ospite per nulla gradito alla famiglia Van Der Woodsen che con i suoi modi poco ortodossi, avrebbe gettato quasi in rovina la sua stessa famiglia se non fosse stato per l’intervento tempestivo di un giovane Van Der Woodsen che era riuscito a scongiurare l’inquisizione del tribunale della Santa Sede mascherando il tutto con un nulla di fatto.
Le vicissitudini della casata dei Van Der Woodsen che si erano alleate con i Rhodes, aveva fatto in modo che la madre di Lily nonché nonna di Serena si fosse ritirata nelle sue dimore a Pitigliano, nella regione Toscana.
L’arrivo della madre fu un tremendo colpo che la giovane Lily non poteva sopportare in nessun modo.
< Serena, ti prego di pensarci tu a quella donna. Io non voglio farmi vedere da lei. Rivangherebbe un passato a cui non riesco a sottrarmi. >
< State tranquilla. Voi andate a riposarvi e non fatevi vedere da nessuno. >
ma appena si alzò per lasciare il salone del castello, lo sguardo perentorio di sua madre la bloccarono all’istante.
< Non mi saluti più dopo così tanto tempo? >
L’avversione di sua madre e il suo modo puntiglioso, avevano sempre messo in allarme la povera Lily, costretta a stare sotto il suo volere per troppo tempo.
< Buongiorno, madre. Non vi aspettavo nel mio castello. >
< Queste dimore non ti appartengono, Lily. Tu sei la Marchesa di Pitigliano. E non di questo borghetto da quattro soldi. >
< Felice di vedervi, nonna. >
< Ciao, nipote mia. Vedo che ogni giorno diventi sempre più bella. >
< Malgrado le nostre distanze, non c’è stato modo per sentirci. >
< E tutto questo grazie a tua madre, Serena. Mi ha tenuto lontano da lei e dalla mia famiglia per troppo tempo… Ma ora tutto questo sta per cambiare. >
< Che cosa volete dire con ciò? > domandò Lily con tono d’allarme.
< Che rimarrò qui in questo castello finché il tuo promesso sposo non sarà tornato. Vorrei tanto conoscerlo meglio e tu non potrai fare niente per impedirmelo. >
< Madre, è una situazione molto complicata questa che sto attraversando. Vi prego di lasciarmi in pace una volta per tutte. >
< Sono quasi dieci anni che non ci vediamo e tu cerchi di ripudiarmi così? Non ti ho insegnato l’educazione e il buon senso da tenere con la tua famiglia? Oh, certo che no. Hai deciso di sposare un Van Der Woodsen piuttosto che un Bass, rendendoci agli occhi della Santa Sede lo zimbello degli ultimi anni. Il Papa non ha mai accettato questo tuo cambiamento e da quel momento i rapporti che avevo con gli uomini più potenti di Roma si sono dissolti per sempre. E tutto per colpa tua. >
< Madre, smettetela di rivangare il passato. Roma e la Santa Sede non ha mai voluto avere a che fare con noi. Ai loro occhi eravamo una famiglia insulsa e senza potere. >
Non riuscendo a mantenere la sua calma e i suoi istinti, la madre di Lily schiaffeggiò la sua stessa figlia sotto gli occhi di Serena.
< Non ti permetto di parlare così. Mi hai capito? Sei solo una donna senza spina dorsale. Debole e senza cervello. Io… non riesco più a riconoscerti. >
< Per questo non volevo più avere niente a che fare con te > fece la donna massaggiandosi la guancia < Ed è per questo che ho sempre deciso di non avere più niente a che fare con voi. >
< La tua mancanza di rispetto mi disgusta a tal punto che se fossi tuo padre, ti avrei relegato nelle segrete. Così che la tua educazione sarebbe stata il pretesto per farti cambiare. >
< Voi madre volete fare in tutti i modi in cui posso assomigliarvi. Ma non ve l’avrei permesso in nessun modo. I vostri metodi e le vostre macchinazioni mi disgustano a tal punto che siete stata voi a farmi allontanare dai Bass. >
< Se solo tu non avessi scoperto quello per cui il loro potere e la loro grandezza gli è stata conferita, a quest’ora saremo una grande famiglia felice. Potente e senza alcun rivale… Ma tu hai deciso di rimanere con i più deboli. Per questo non avrai altro che problemi… Ma tutto questo può cambiare. Sposati con lui. Fallo per me e per la tua famiglia. >
< Non posso credere che voi diciate questo > fece Serena digrignando i denti < Mia madre non starà mai sotto il vostro volere. Ricordatevelo bene. >
< Tu stanne fuori, ragazzina. Il tuo legame con un altro membro degli Humphrey sarà solo la goccia che farà traboccare il vaso. Gli ultimi avvenimenti del ritorno dei Bass mi hanno spinto a tornare a farvi visita. Altrimenti non avrei mai fatto un viaggio così lungo da Pitigliano fino a qui. >
< Per me potete tornare benissimo da dove siete venuta, nonna. >
< So di non essere la benvenuta, ma vedrete che non darò nessun tipo di fastidio. Ve lo prometto. >
< No, madre. Voi non riuscite a stare ferma per nessun motivo. Volete rovinarmi la vita e lo continuerete a fare finché siete in vita. >
< Perché mi tratti con tale disdegno? Io non ti ho fatto niente di male. A parte vederti diventare pazza e senza un briciolo di intelligenza. >
< Voi avete macchinato contro di me. E lo farete per sempre. Perché non riuscite a farne a meno. >
< Voglio solo che tu e tutta la tua famiglia riusciate a prendere le decisioni giuste, cosa che in questo momento non riuscite a fare. Per questo mi preoccupo tanto per voi. >
< Adesso basta, madre. Ne ho fin sopra i capelli dei vostri metodi per niente permissivi. Vedete di lasciarmi in pace e di andarvene dal mio castello. >
< Mi dispiace per te ma ho già detto alla servitù di sistemarmi nella camera degli ospiti più grande di questo castello… Quindi non riuscirai a sbarazzarti di me. >
< Avete dato un ordine alla servitù senza prima avermi detto niente?! come osate?! Non siete a casa vostra! >
< Lo sai quanto mi piace comandare, Lily. Ormai fa parte di me relegare ordini. Tu non riusciresti a farlo… E poi dove avresti messo tuo madre? Mi avresti cacciato malamente. Ormai ti conosco. >
< Su questo potete giurarci. >
Indignato per come sua madre continuava a comportarsi dopo tutti gli anni trascorsi lontano da lei, la giornata terribile dei Van Der Woodsen fu scandita da una notizia allarmante e per niente rassicurante che avevano gettato Dan Humprey nello sconforto più totale.


Giungendo al castello dopo una battuta di caccia andata male, i fedeli consiglieri di Dan Humphrey avevano messo in allarme il giovane erede di tale casata per le condizioni di suo padre non proprio ottime.
Prendendo in disparte la sua promessa sposa senza dire niente a sua madre, le preoccupazioni di Dan crescevano ogni minuto che passava, spingendolo a partire oltre i confini delle sue dimore rischiando anch’egli la sua stessa vita.
< Devo partire. Devo sapere che mio padre non è in pericolo di vita. >
< Lo so, tesoro mio. Vi capisco perfettamente. >
< Mi dispiace lasciarvi in un momento tanto complicato quanto difficile, ma il destino della mia casata dipende solo dal soffocamento delle rivolte. Non posso pensare che la guerra civile colpisca le mie terre. Sarebbe la rovina per tutti. >
< Soprattutto ne gioirebbe mia nonna, giunta fin qui da Pitigliano. >
< La Duchessa Andrews è giunta fin qui da così lontano? >
< Sì e non ha intenzione di andarsene. Ha già preso dimora qui nel vostro castello, facendo come se fosse lei la padrona. >
< Che dannata impertinenza. Se fosse per me, l’avrei cacciata. >
< Non se ne sarebbe andata tanto facilmente. È impossibile riuscire a comandare i suoi dannati propositi. E per di più riesce sempre a spuntarla. >
< Purtroppo non ho tempo per pensare a tua nonna > fece Dan con disprezzo < Ma vedrete che dopo il mio ritorno, tutto andrà meglio. Ve lo prometto. >
Per cercare di tenere altro un morale di una famiglia che stava cadendo in pezzi, Dan Humphrey diede l’unica buona notizia di giornata che sembrava davvero incredibile dopo tutto quello che stava succedendo.
< Presto mia sorella Jenny giungerà qui a Isola del Liri in compagnia di una sua amica. Sarà un ottimo momento per cercare di dimenticare tutti i dispiaceri che ci stanno affliggendo. >
< Davvero viene vostra sorella? Sono davvero felice di rivederla > fece Serena ritrovando momentaneamente il sorriso < Sono molti mesi che non la vedo. >
< Anche lei sarebbe felice di rivedervi. Mi ha scritto proprio ieri. Giungerà qui domani pomeriggio. >
< Spero che non ci sia mia nonna intenta a rovinare tutto questo. >
< Voi tenetela a bada. So che potete farcela. >
< E’ molto più facile a dirsi che a farsi. Mia nonna è una donna incontrollabile e molto sfuggente. >
< Isola del Liri può contare su ogni vostro aiuto. Le guardie che controllano i miei territori possono aiutarvi in ogni momento. Quella donna non farà un solo passo senza che voi non lo sappiate. >
Rincuorata ancora dalla sicurezza che il suo promesso sposo gli stava dando, Serena non vedeva l’ora di poter convolare a nozze cercando di dimenticare tutti i dispiaceri che stavano affliggendo la sua giovane vita.
< Vi ringrazio. Per tutto quello che state facendo per me. >
< Sono io che ringrazio la buona sorte per avermi fatto conoscere la donna della mia vita > replicò l’uomo baciandola a sua volta < Vi amo Serena e vi amerò sempre. >
< Vi amo anch’io, piccola duchessa. E presto il nostro sogno si potrà finalmente realizzare. >
< Non vedo l’ora. >
Dopo aver salutato il suo promesso sposo, la giovane Van Der Woodsen non poté che essere importunata dallo sguardo indagatore di sua nonna che con la sua affabilità pungente, sembrava davvero nascondere molto meglio il suo ghigno di disapprovazione.
< Che bello essere giovani e spensierati > fece la donna facendo sobbalzare Serena dallo spavento > Scusami, mia cara. Ti ho spaventato? >
< Dovreste smetterla di piombare alle spalle come se niente fosse, nonna. >
< Cercherò di fare più attenzione, promesso… Però è un vero peccato non aver potuto conoscere il tuo promesso sposo. Sicuramente sarà una persona più interessante del suo stesso padre, un uomo frivolo e per niente ricco. >
< Nonna, non vi permetto di parlare male della famiglia Humphrey. >
< Mia cara, sai molto meglio di me che la mia lingua tagliente non può essere tenuta al guinzaglio… Io parlo per dire le cose come stanno. E la verità certe volte fa’ male. >
< Volete rovinarmi il resto della giornata come avete fatto con mia madre? >
< Assolutamente no. Questa bella giornata di sole non potrà essere oscurata dal tuo folle amore che provi per lui… Beata gioventù. Sono ancora molte le cose che voi giovani dovete capire dalla vita. Spero che quando accadrà, non sia troppo tardi. >
< Adesso devo lasciarvi, nonna > replicò Serena interrompendo bruscamente la loro conversazione < Con permesso. >
E nel lasciarla sorridere con quel ghigno malefico e divertito, l’arrivo tempestivo di Jenny Humphrey non riuscì a scalfire minimamente la rabbia repressa che la povera Serena non riusciva a controllare.

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Capitolo 4
*** Segreti pericolosi ***


Giungendo al castello mentre gli animi erano molto tesi, Jenny Humphrey non vide l’ora di riabbracciare tutta la sua famiglia, ma con grande sorpresa trovò solamente Serena che cercando di placare la sua rabbia, era impegnata a fare qualche passo in giardino e a contemplare la bellissima cascata.
< Serena! > sono davvero contenta di vedervi qua! >
< Anch’io, Jenny > replicò sorridente la bionda < Era da molto tempo che non ci vedevamo. >
Nascondendo il disappunto di sua madre, Serena gli confessò che Dan era dovuto partire per il fronte alla ricerca di suo padre, senza dire che egli stava poco bene.
< Infatti lo stavo cercando per tutto il castello, ma non lo trovavo da nessuna parte > mormorò Jenny confusa < Spero che torni presto. Sono settimane che non li vedo. La mia amica Agnes mi ha tenuta sempre occupata facendo spese nei negozi e altre cose importanti che una donna del nostro rango deve fare a quell’età. Ormai sono quasi in età da marito. >
< Non dite così, Jenny, voi siete ancora molto giovane. Godetevi la vita finché potete. >
< Jenny! Jenny! >
Gridando a gran voce per attirare la sua attenzione, una giovane ragazzina scapestrata raggiunse le due donne interrompendole per pensare a piacere frivoli e di poco conto.
> Duchesse Van Der Woodsen, vi presento la baronessa Agnes Andrews. Agnes, la duchessa è una mia grande amica fin dall’infanzia. Vedete di comportarvi bene.>
< Lo farò. > replicò Agnes sorridente con tono affannato dopo la corsa < Felice di fare la vostra conoscenza. >
< Il piacere è tutto mio, baronessa > rispose cordialmente Serena < Da dove venite, se posso domandare? >
< Da Napoli. Una terra bellissima baciata sempre dal sole. E voi? >
< Pitigliano. Un borgo nella bassa Toscana… Ho sempre sognato di poter visitare il sud. Se sarò fortunata, io e Dan ci sposeremo e passeremo un po’ di tempo da soli in quei luoghi magnifici. >
< Ve lo auguro con tutto il cuore… Scusate se sono frettolosa, ma devo ancora sistemare i bagagli. Voglio dare istruzioni alla servitù in modo che non mi rovinino i vestiti di seta. Ci rivediamo più tardi? >
< Senz’altro > mormorò Serena un po’ scioccata da come quella ragazzina era agitata.
Jenny, dal canto suo, aveva sempre timore che la sua amica Agnes gli facesse fare una brutta figura.
Non era una cattiva ragazza, ma i suoi modi spicci e rozzi l’avevano sempre messa in imbarazzo anche con gli altri nobili del luogo che Agnes gli aveva fatto conoscere.
< Una ragazza piena di vita la vostra amica. >
< Sicuramente. Forse anche troppo. >
< E’ quello che in fondo avete sempre voluto: essere libera da questi legami indissolubili che la nobiltà ci spinge ad essere. >
< I canoni di questo secolo sono davvero soffocanti. Non dico che vorrei rinascere una povera contadina, ma sono convinta che anche loro possono essere felici. >
< Indubbiamente. >
< Cambiando discorso duchessa, come sta mio fratello nonché vostro prossimo promesso sposo? >
< In gran forma. Passa le sue giornate a caccia o nei campi insieme agli altri contadini. Non ha mai un momento di pausa. >
< Spero per lui che non vi faccia mancare niente. >
< Non vi preoccupate, Jenny. È sempre presente e molto premuroso nei miei confronti. Per questo non vedo l’ora di sposarlo. >
< Mio fratello è un ottimo partito sicuramente, ma non capisco come i suoi modi da uomo tutto d’un pezzo abbiano sciolto il vostro animo. >
< Sinceramente non so. Ma ho capito che era l’uomo adatto a me. >
Senza pensare che avrebbe sposato Dan anche per dare un dispiacere a sua nonna Celia Rhodes, in fondo Serena amava davvero quell’uomo.
Conosciuto durante i suoi viaggi a Roma, Serena era rimasta affascinata da quell’uomo dai metodi così sopraffini e cordiali, dimenticandosi quasi che il suo rango di marchesa gli precludeva di fidanzarsi con i baroni di un lignaggio molto inferiore.
ma tutto ciò non era importante per Serena: rispettava quell’uomo più della sua stessa vita e sapere che stava soffrendo a causa di suo padre, la rendeva inerme e arrabbiata con il mondo.
Jenny tutto ciò non doveva saperlo, ancora troppo piccola e impreparata per curare i dettagli della sua famiglia.
< Mi piacerebbe ascoltare un giorno in maniera approfondita come voi e mio fratello vi siete innamorati. Mi piacerebbe che capitasse pure a me. >
< Sono convinta che l’uomo giusto presto salterà fuori e anche voi sarete finalmente felice. Abbiate pazienza… Ma come vi ho detto, dovreste godervi di più la vostra libertà di adolescente. >
< Senza però quel tornado della mia amica > replicò Jenny sorridente.
< Ahahah senz’altro. >


Entrando nel castello di Isola del Liri, la giovane Agnes rimase colpita da come i Baroni Humphrey avevano costruito la loro fortuna in ricchezze fatti di quadri, arazzi e altri materiali che per loro stessi erano assolutamente importanti.
Guardandosi attorno nei corridoi del castello, la giovane ragazza s’imbatté in una stanza socchiusa che subito attirò la sua attenzione.
Guardando all’interno, la ragazzina vide una signorina pensierosa e nervosa allo stesso tempo impegnata a scrivere una lettera e a pensare ad alta voce.
< Mia figlia non può sposare un uomo inetto come Rufus Humphrey. Quella famiglia non ha l’onore di me solare il sangue con la mia. E mia figlia non vuole capire. Devo studiare un espediente affinché quella stupida cambi idea. >
Sorpresa da come la donna stava parlando con tanto astio della famiglia della sua migliore amica, in amniera goffa, Agnes aprì la porta inavvertitamente suscitando tutto lo sdegno della Duchessa Rhodes.
< E voi? Chi siete?! >
< Scusate, mai signora. Ho sbagliato stanza > rispose Agnes con tono affannato.
< Mi stavate spiando, non è così? >
< Assolutamente no, signora. Stavo cercando la mia stanza. Sono ospite di Jenny Humphrey. >
< Jenny Humphrey? Chi sarebbe? Un’altra bastarda del ramo di questa casata in declino? >
< E’ la mia migliore amica, signora. Perché parlate male di lei? >
< Perché rimanere qui in mezzo a queste quattro mura mi rende irascibile e nervosa. >
< Fate una passeggiata se l’aria all’interno del castello vi disturba. È una bellissima giornata. >
< Quello che farò non è affar vostro, ragazzina. E ora toglietevi di mezzo. Ho bisogno di stare da sola. >
Sebbene offesa dai modi bruschi di quella donna, Agnes ricevette la visita tempestiva della madre di Serena spiegandogli l’accaduto e l’imprevisto appena successo.
> Non volevo recare disturbo a vostra madre signora, soltanto che inavvertitamente ho sbagliato stanza e… >
< Non vi preoccupate di quella vecchia brontolona > fece Lily con tono calmo < Mia madre vorrebbe essere la padrona del mondo. Ma purtroppo per lei e fortunatamente per noi, non può avere tutto dalla vita. >
Scrutando la sua stessa madre mentre Agnes si sentiva a disagio, Celia non ebbe il coraggio di controbattere alle parole taglienti di sua figlia, sbattendo malamente la porta e facendosi sentire da tutta la servitù.
< Signorina Andrews, ve l’ho detto che era meglio se ci seguivate > mormorò una domestica alquanto risentita < La Signora duchessa non vuole essere disturbata da nessuno. >
< Mia madre non deve fare la padrona di questo posto > fece Lily ancora in difesa di Agnes < E’ giunto il momento che lei lo capisca. >
< Mi dispiace ancora per ‘accaduto, signora. Vi prometto che non succederà più. >
< Non dovete chiedermi scusa, signorina. Sono cose che accadono. >
Rincuorando la giovane ragazza, Agnes avrebbe volentieri confessato alla madre di Serena che quella maledetta donna stava macchinando contro di loro per provare a mettere in cattiva luce o peggio ancora distruggere una reputazione e una storia che gli Humphrey si erano costruiti nel corso dei secoli.
ma il timore di cadere in qualche trappola e non fidandosi di quelle persone, Agnes desistette dal provare a confessare il tutto, mantenendo tutto dentro di sé fino al ricongiungimento della sua amica Jenny.


Passeggiando nei dintorni del castello come non gli capitava da tempo, Agnes cercò di comportarsi come una signorina educata e con stile, senza correre per le vie del castello come se fosse una pazza.
< Ciao, Agnes. Hai trovato la tua stanza? >
< Sì, Jenny. Ma forse era meglio se non l’avessi fatto. >
< Che vuoi dire? >
< La prossima volta vorrei che fossi tu ad accompagnarmi tra le vie del castello, d’accordo? >
< Non capisco. Ma cosa ti è successo?. >
< E’ quella donna… una nuova ospite della tua famiglia… mi ha fatto raggelare il sangue e spaventarmi non poco. >
< Serena mi ha parlato che in questi giorni dobbiamo sorbirci sua nonna. Ma non vedo quale è il problema. Ti ha forse trattato male? >
< Più che trattato male, ho carpito tra le sue parole prima che il mio sguardo incrociasse il suo, che stava nascondendo qualcosa. Come se volesse arrecare danno alla tua famiglia. >
< Che cosa hai scoperto, Agnes? Parla una volta per tutte. >
< Non so se posso. E se quella donna lo venisse a scoprire? >
< Non accadrà. Sei sotto la protezione della mia famiglia. Quella donna di malaffare non può essere la nuova padrona. >
< E’ la stessa cosa che mi ha detto la madre di Serena. Ma non so se posso fidarmi. >
< Adesso basta con i giri di parole. Parla. >
< Dobbiamo stare molto attenta a lei. Non dico altro. Vuole sabotare il legame tra la sua stessa figlia e tuo padre… Ho subito intuito che alla duchessa non piacesse la tua famiglia, ma addirittura avere la faccia tosta per provare a fargli del male…. E’ inaudito. >
Soppesando le parole della sua amica, Jenny sapeva bene di stare attenta a quella donna ormai nemica conclamata della sua famiglia, cercando di fare la diplomatica e cercando di conoscerla meglio.
Ma il tempo sembrava non essere dalla parte della famiglia Humphrey.
Perché nel giungere al castello, dopo solo un giorno, un messaggero varcò il cancello della dimora, suscitando curiosità tra tutti i presenti.
L’arrivo dell’uomo non passò inosservato alla giovane Humphrey, desiderosa di conoscere la lettera che era stata consegnata proprio a Serena in persona.
Lo sguardo triste e afflitto della donna, portarono Jenny a pensare che qualcosa di terribile era appena accaduto e che Serena non poteva tenerlo nascosto per sempre.
Gli occhi della bionda e tutto il suo dolore non poterono più rimanere repressi dentro di sé, confessando alla giovane Jenny Humphrey che suo padre aveva avuto un incidente durante le rivolte successe oltre i confini dei suoi possedimenti.
< Mio padre… Com’è potuto accadere? >
< Giungerà tra qualche giorno qui a Isola del Liri per essere curato. Ma voi state tranquilla. Vedrete che andrà tutto bene. >

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Capitolo 5
*** Un ospite indesiderato ***


Una volta ritornato al castello con al capezzale Rufus Humphrey visibilmente ferito dalla battaglia al confine, Lily si mobilitò immediatamente nel preparargli la stanza e tutte le cure necessaria di cui avrebbe avuto bisogno.
Lo sguardo mortificato della donna suscitò in Serena come un presagio di sciagura.
< Madre, state tranquilla. Andrà tutto bene. >
Il povero barone Humphrey, ferito alla spalla, sembrava soffrire le pene indicibili dell’inferno.
Durante il viaggio, le continue medicazioni non erano servite a fare in modo che la sua ferita non si infettasse.
< Doveva essere curato immediatamente > fece il medico al primo impatto quando vide la ferita dell’uomo < In questo modo il barone rischia davvero tanto. >
< Fate il possibile. Ve ne prego. >
Serena non aveva mai visto Dan così preoccupato.
Cercando di rimanergli vicino, le rassicurazioni di Serena non sortirono l’effetto sperato.
< Rimarrò vicino a mio padre. Qualsiasi cosa accada. >
< Dan, ci sono molte cose che devo dirvi. Ma non è questo il momento. >
Le preoccupazioni della donna erano suscitate dal fatto che sua nonna era presente al castello e che avrebbe visto qualsiasi cosa durante la sua permanenza.
< Riguarda forse un membro della vostra famiglia? >
< Purtroppo sì. >
Lo sguardo corrucciato del giovane Humphrey era tutto un programma per Serena.
< Forse ho capito a chi vi state riferendo. >
Girando lo sguardo, Dan vide la nonna di Serena impartire ordini alla servitù in maniera così indegna che l’uomo per poco non intervenne.
< Come osa quella donna parlare così ai miei domestici? >
< Dan, per favore. Vi prego di non fare scenate proprio adesso. >
< Serena, vi avevo detto che non sopportavo vedere quella donna nelle vicinanze. >
< Lo so. Ma si è autoinvitata. Non potevo cacciarla come se niente fosse. >
< Rovinerà la mia famiglia. È questo che vuoi? >
< Assolutamente no! > fece Serena con tono rauco < Ma mettetevi nei miei panni: quella donna è vendicativa. >
< Mi dispiace Serena. Ma quella donna non rimarrà qui un secondo di più. >
Ma prima che Dan potesse dire qualcosa, un invito improvvisato lasciò di sasso il giovane erede di casa Humphrey.
Vedendo avvicinarsi Bart Bass, Dan rimase inerme e spiazzato.
< Buonasera, Barone. Ho sentito delle condizioni di vostro padre durante la sua battaglia. Spero tanto che non sia in pericolo di vita. >
< Come osate voi e la vostra faccia tosta presentarvi qui? >
< Vi voglio confessare che non sono qui per scatenare guai indicibili. Sembra che i problemi siano all’ordine del giorno in questa casata. >
< Questi non sono affari vostri. Adesso andatevene, altrimenti… >
< Barone Dan, vostro padre chiede di voi > fece Lily correndo a grandi passi senza degnare di uno sguardo l’ospite sgradito.
< Forse è meglio che andiate. Toccherà a me intrattenere la Signora Rhodes. >
Disgustato da quelle parole, Dan non poteva immaginare che quell’uomo era legato alla nonna di Serena.
< E’ proprio vero che l’erba cattiva non muore mai. >
< Ci vuole ben altro per farmi sentire una nullità. Ho ancora un potere che voi non potete minimamente immaginare. >
< E non voglio nemmeno farlo, sia ben chiaro… Adesso devo andare da mio padre. Meglio che non sappia che razza di gente circola nel suo castello. >
< Questo castello non rimarrà vostro per sempre. Le vostre finanze non nuotano in acque tranquille. Vi ricordate il debito che avete con noi? >
< Avevamo deciso di chiuderlo con un duello. >
< Un duello che riguarda me e vostro padre… Ma credo che dopo le sue attuali condizioni, non sia possibile. >
< Combatterò io per lui. Solo l’erede diretto. >
< Credete davvero di farcela? >
< Provare per credere, Conte. >
< Dan, vi prego. >
Richiamandolo a gran voce, Dan non poté far altro che seguire la promessa sposa di suo padre e di lasciare in sospeso la conversazione con il Conte.
La rabbia che rifluiva all’interno dei pensieri di Dan Humphrey era fin troppo forte.
Le disgrazie si sarebbero abbattute ancora per un po’ su quella casata che di nemici era circondata in qualsiasi situazione.
< Conte, non avete sentito… >
> Serena Van Der Woodsen. È una vera gioia rivedervi dopo la vostra festa movimentata a cui non sono stato invitato. Non è stato carino da parte vostra. >
< E lo rifarei ancora, caro Conte. Voi e la vostra feccia di famiglia siete insopportabili e insolenti. >
< Peccato che la vostra amica Blair non sia del vostro stesso avviso. Manca solo l’annuncio del matrimonio tra mio figlio e quella ragazza. E vedrete che il nostro potere e la nostra influenza non avrà limiti. >
< Se credete di spaventarmi, vi sbagliate di grosso. >
< Serena? Cosa sta succedendo? >
Mentre Celia Rhodes raggiungeva l’ospite Bart Bass, Serena non poteva credere che ad invitarlo era stata proprio sua nonna.
< Siamo amici di vecchia data, cara nipote. Per questo ho grande piacere nell’incontrarlo dopo tanti anni. >
< Nonna, mia madre… >
< Tua madre sarebbe meglio che usasse meglio il suo cervello piuttosto che il suo cuore. Altrimenti rischierà di fare una brutta fine. >
< Voi non gli farete mai del male? >
< Certo che no. Ma lascia che parli con il Conte Bass. I baroni Humphrey non se la prenderanno se passeggiamo all’interno del loro cortile. O vuoi andare dal tuo amato a spifferargli tutto? >
< Voi ci godete proprio nel veder soffrire i miei amici più cari. Non è così? >
< Quand’è che tu e tua madre capirete che gli Humphrey sono nostri nemici? >
< Celia, lasciate perdere. Tanto è tutto fiato sprecato > fece Bart cercando di abbassare gli animi ormai tesi.
< Sì. Avete ragione… Adesso, se vuoi scusarmi. >
Lasciando una Serena inerme e arrabbiata, Celia si apprestava a preparare un folle piano che avrebbe scosso ancora l’anima di un uomo che stava proprio barcollando tra la vita e la morte.

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Capitolo 6
*** Tentato omicidio sventrato ***


Lo sguardo ci Celia verso il paesaggio circostante era serio e spietato.
La vecchia donna si era intrufolata nel castello in maniera impeccabile, cogliendo di sorpresa l’eleganza di una famiglia che non avrebbe mai avuto il coraggio di cacciarla.
I suoi modi di fare trucidi con quei suoi modi arroganti, avevano spinto la famiglia Van Der Woodsen a chiedere perdono per un imbarazzo che non sarebbe mai stato cancellato.
Intanto, occupati e in pensiero per la salute di Rufus Humphrey, Celia passeggiava per i corridoi del castello come se fosse lei veramente la padrona.
La servitù non poteva che stare al suo gioco perverso di comandargli a bacchetta senza che i veri padroni del castello potessero dire niente.
I giorni passarono e purtroppo il Barone Humphrey difficilmente migliorava.
Le cure prescritte dal suo medico non stavano facendo l’efficacia sperata, e il braccio infetto stava colpendo gli organi vicini.
Vociferando che potevano amputarglielo, la gioia di quella donna era mascherata dalla sua crudeltà, mentre il via vai del Conte Bass diventava sempre più presente.
< Voi non avete nessun rispetto per il Barone Humphrey > fece Lily guardando dritto negli occhi la sua ormai vecchia fiamma < Perché venite qui a controllare come se foste un ospite gradito? >
< Perché per vostra madre lo sono, Lily > replicò Bart con tono pacato < Io non declino mai un invito della madre duchessa. Mi sembra molto scortese. >
< Andatevene. È l’ultimo consiglio che vi do’. >
< E perché? Eppure tornando indietro nel tempo, non mi avreste mai detto una frase del genere. Che proviate così tanto astio nei miei confronti? Io vi ho sempre fatto sentire una principessa. E adesso? Cos’è cambiato? >
Cercando di trattenere le lacrime per dimenticare un passato che non voleva ricordare, Lily si assestò uno schiaffò che risuonò in tutto il corridoio.
< Siete diventata pure violenta > fece il Conte ridendo sommessamente < La vostra sofferenza non fa’ altro che divertirmi. >
< Siete un mostro. Se avessi la forza… >
< Cosa?! Cosa fareste?! > replicò l’uomo prendendola per il braccio < Mi picchiereste? Ma se non riuscireste a colpire nessuno. La vostra debolezza è la vostra condanna, Duchessa Van Der Woodsen. >
< Smettetela! Mi fate male! >
< Adoro vedervi soffrire. Ma non vi preoccupate: non vi ucciderò. Non adesso. >
< Fermo! >
Mentre le urla della duchessa risuonavano come un preambolo di sofferenza, toccò a sua madre fermare una follia che sarebbe potuto sfociare in indecenza.
< Conte Bass. Vi aspettavo nella mia stanza. >
< Scusate il ritardo, duchessa. Ma vostra figlia non mi lasciava in pace. >
< Vedo. >
Nel guardarla piangere, la Duchessa Celia Rhodes non batté ciglio nel difendere la sua stessa figlia, ancora arrabbiata con lei per le sue pessime scelte nella sua vita privata.
< Madre, perché fate questo? Perché anche voi mi state torturando? >
< Che cosa dici, Lily? Io non ho fatto niente di male. >
< Smettetela di fingere! > gridò inviperita Lily < Voi e il Conte Bass volete solo rovinarmi la mia vita. Ma non ve lo permetterò. >
< Tu stai impazzendo, figlia mia. Ti consiglio di tornare a Pitigliano nella tua casa natale se vuoi davvero riprenderti. Rimanendo qui non farai altro che peggiorare la tua situazione. >
< Madre, venite alla svelta > fece Serena andandogli incontro < il Barone Humphrey si è svegliato. >
Colta da una bella notizia, Lily corse verso la stanza del suo amato mentre il Conte Bass non faceva altro che fissarla deridendola del suo stesso piacere.


Una volta soli, la duchessa Celia rincarò la dose della schiaffo verso il Conte Bass per aver alzato le mani verso sua figlia.
< Non pensavo che voi del ramo Van Der Woodsen vi piacesse prendere a schiaffi la gente. >
< Io non faccio parte di quel ramo, Signor Bass. E anche se disprezzo le scelte della mia stessa figlia, non vi permetto di alzare le mani contro di lei. Se vi rivedrò una seconda volta, non avrò èpietà per voi. >
< Signora duchessa, non ho ancora capito se io e voi dobbiamo essere alleati oppure no. >
< Sta a voi decidere ciò > replicò piccata la donna < Se riuscirete nell’intento di uccidere quell’uomo, sicuramente potremmo andare d’accordo. >
< Uccidere il Barone Rufus Humphrey? Quell’uomo morirà da solo. >
< Non è del tutto vero, conte. >
< Anche se si è svegliato, non vuol dire che vivrà ancora per lungo. >
< Ascoltatemi bene, una volta per tutte > fece stizzita la donna < Se non agiremo alla svelta, toccherà a me mettere fine alla sua esistenza. Mi sono spiegata? >
> E come pensate di farlo voi da sola? >
< Voi non vi preoccupate. Ho ucciso per molto bene, sappiatelo. >
< E questo mi dovrebbe far spaventare? >
< Nono sono affari miei, conte. Voi limitatevi a seguire il piano. So che avete degli agganci poco leciti al riguardo. Entrare nella camera del Barone non sarà affatto difficile. >
< Ammiro tutta la vostra sicurezza, Signora. E sono davvero sorpreso che l’abbiate sempre fatta franca. >
< Essere furbi e intelligenti nella vita vuol dire molto > rispose la donna con tono saccente < E anche la bellezza dice tutto. >
< La bellezza è l’arma più potente che io conosca, duchessa. >
Nel dire ciò, Bart Bass non poté che ripensare ai momenti felici con la sua amata Lily, troppo dolorosa per essere dimenticata.
< Ancora non capisco come abbiate fatto a farvi scappare mia figlia. >
< E’ una storia lunga, signora. Alla fine non eravamo fatti per stare insieme. >
< E’ colpa di quel dannato Humphrey. Oltre che vostra, s’intende… Si è infatuata di un uomo dannatamente povero e stupido. Ancora non riesco a capire che cosa ci possa trovare in lui. >
< Lasciamo perdere tutto questo signora. Ormai è il passato… E la morte presunta di Humphrey, non raddrizzerà mai le cose. >
< Se voi avrete questo senso di arrendevolezza, non riconquisterete mai mia figlia. >
< Sono passati anni e tra di noi non è mai mutato niente. Perché dovrei avere delle flebili speranze per riconquistarla? >
< Perché toccherà a me portarla dalla mia parte. Voi forse non la conoscete molto bene come la conosco io, ma raggirarla non è poi così difficile. >
< Siete sicura di quello che state dicendo? >
< Mai stata più sicura prima d’ora. >
Rinfrancato da quelle parole, il Conte Bass si apprestava aa divenire più spietato e cinico che mai, volendo affrettare un destino che solo lui poteva scrivere.

Nelle notti seguenti, le condizioni di Rufus Humphrey miglioravano incredibilmente.
il braccio infetto non sembrava più essere un problema ed era solo questioni di giorni prima di tornare ad essere in forma ottima per poter lasciare la sua camera da letto.
Ma l’ombra imperversante di un destino nefasto avrebbe per sempre colpito l’animo forte e sincero di un uomo che aveva sempre combattuto.
< Vedo che vi state riprendendo molto bene > fece Lily stringendogli la mano < Mi avete fatto spaventare molto. >
< La guerra civile oltre i confini dei miei territori mi ha turbato molto. Non potevo pensare che quella povera gente stava morendo di fame. >
< La povertà è molto brutta, Rufus. Per questo dobbiamo essere sempre giusto con la nostra gente. >
< Sì ma quel popolo… Non posso definirli mia gente. Ai miei occhi sono solo invasori che vogliono far del male ai miei braccianti. >
< Vi hanno quasi ucciso. Vi prego di essere più prudente la prossima volta. >
< Quando tornerò in forze, sarò pronto per fronteggiarli. >
ma appena Rufus si apprestò a tirarsi su, una feroce fitta al braccio gli fece provare un dolore indicibile.
< Siete ancora debole > fece Lily con tono premuroso < Fareste bene a rimanere fermo altri giorni. Per il vostro bene. >
< Mi dispiace mia cara, ma credo che non sarà possibile. >
< Rufus, avete promesso che un giorno di questi… >
< I tempi sono maturi per noi due, Lily. >
< Appunto. Non fatemi rimanere vedova prima del nostro matrimonio. >
< Quando avrò sistemato tutte le mie terre, vedrete che potremmo essere per sempre felici. >
< Lo spero tanto, tesoro mio. >
Una volta baciato e datogli la buonanotte, Rufus Humphrey si apprestava ad addormentarsi dopo una giornata monotona che gli aveva occupato la mente verso destini incorreggibili che avrebbero per sempre cambiato il suo modo di pensare.
Ma la notte buia e burrascosa di una giovane vita che non poteva e non doveva essere spezzata, avrebbe messo in allarme la sua intera esistenza sventrata solo dalla fortunata intrusione di una donna debole ma coraggiosa.


I rumori persistevano nascosti dal silenzio di una notte placata.
I rumori di passi sempre più confusi andavano ad insediarsi in quella stanza mentre la vita assopita era appesa ad un filo tra la morte e l’esistenza.
E Rufus, ignaro di tutto questo, si rigirava nel letto bloccato da un sonno profondo che gli dava la pace necessaria per recuperare le sue stesse energie.
Tutto si muoveva intorno a lui impresso nel buio più oscuro mentre ormai eravamo arrivati alla resa dei conti.
Un cuscino per cercare di farlo addormentare per sempre, soffocandolo impercettibilmente senza che lui potesse fare qualcosa per difendersi.
Dimenandosi con coraggio tra le urla soffocate, toccò alla giovane Jenny Humphrey fermare l’imprevedibile.
< Padre! Padre! >
Le sue grida spaventarono quegli aggressori che per fuggire sfondarono le finestre della sua camera mentre l’uomo si sentiva ad un passo dall’esalare l’ultimo respiro.
Passato il momento critico, Jenny si sincerò immediatamente delle sue condizioni.
< Padre, ma che diavolo è successo?! >
< Non lo so. Non sono riuscito a guardare in faccia gli aggressori > fece l’uomo con tono flebile < Mi sono sentito morire. Fino a quando non sei giunta tu e la mia luce è divenuta sempre più forte. >
Abbracciando suo padre consapevole di essere stata molto vicino a perderlo, Jenny mise in allarme tutta la sua famiglia, aumentando le guardie all’interno e all’esterno del castello nei giorni seguenti evitando che il male più profondo potesse innescarsi come una bomba esplosiva e scoppiare in un momento improvviso versando lacrime e dolori incancellabili.

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Capitolo 7
*** Con l'acqua alla gola ***


L’incidente accaduto la notte scorsa, suscitò non poche preoccupazioni alla corte degli Humphrey.
Anche se l’ospite indesiderato non mostrava alcun segno di sfida o problemi rilevanti, Rufus Humphrey cercò di spronare la sua promessa sposa a far allontanare sua madre dalle loro terre.
< La sua presenza è cagionevole per voi, Lily > fece l’uomo dopo esseri ripreso definitivamente < Quella donna non farà altro che portare guai. >
< E’ mia madre, barone. Non posso cacciarla come una donnetta qualunque. >
< La vostra rabbia potrebbe divenire incontrollabile e a quel punto sarà troppo tardi cacciarla via. Potreste fare qualcosa che vi pentireste tanto. >
< Come ucciderla? >
< Tra le altre cose, sì. >
< Non succederà mai, Dan. Non posso perdere il lume della ragione in questo modo. >
< Per non parlare di come si atteggia a padrona del castello. Mi da’ davvero sui nervi… Anche se è una persona molto potente, questo non vuol dire… >
< Abbiamo capito, barone. Però vi prego di smetterla di parlare di lei. È onnipresente in qualsiasi momento. E ciò mi disturba molto. >
< Vedete che giungete alle mie conclusioni? >
< Più che riuscire a pensare a lei, dobbiamo pensare a noi. E al nostro futuro. >
< Certo. Avete ragione. >
nelle preoccupazioni dell’uomo, c’era un piccolo segreto che egli non riusciva a confessare per nessun motivo.
Il suo sguardo lancinante e i suoi modi spicci, lo fecero rimanere in silenzio di fronte a colei che poteva essere la sua più grande confidente.
Rufus era circondato da nemici a causa dei suoi modi giusti che lo relegavano nelle persone di buon cuore.
E i conti Bass, potente famiglia senza scrupoli, non poteva sopportare tale bontà, spingendogli a fare di tutto per toglierlo di mezzo in ogni frangente.
Ma quando si trattava di risolvere una questione d’amore in sospeso da anni, allora la loro furia sarebbe stata incontenibile.


Prendendo suo figlio in disparte per riuscire a parlarci in privato, Rufus fece il resoconto della sua missione ai confini delle sue terre ormai fallita da tempo.
< Ho paura che in qualsiasi momento gli invasori dell’ovest possano occupare queste terre e rivendicarle. >
< Che cosa volete dire, padre? >
< Voglio dire che… >
Rimanendo in silenzio alcuni secondi, Dan capì che per suo padre era difficile parlarne.
< Padre, che sta succedendo? >
< Mi dispiace dirtelo in un momento simile Dan, ma credo che siamo sopraffatti dai debiti. E dai nostri investimenti che ci stanno facendo perdere un sacco di soldi oltre che alle rivolte contadine. >
< Padre, mi volete forse dire… >
< Quelle persone fanno bene ad avercela con me. Stanno morendo di fame e fanno di tutto per oltrepassare i nostri confini… Ma d’altronde come dargli torto? Vogliono rivendicare la loro esistenza sopravvivendo. Ed io non riesco a fare niente per impedirlo. >
Dan, sconcertato per le parole del padre, non riusciva a dire niente al riguardo.
< E voi… me lo dite solo adesso? >
< Dan… che cosa avrei dovuto fare? >
< Riuscire a parlarmene prima, per la miseria! Qui si tratta della nostra famiglia e voi mi avete tenuto all’oscuro di tutto. >
< Lo so figliolo, non volevo. >
< State mentendo! >
< Ti prego di non trattarmi così. Mi sento debole e inerme di fronte alla mia impotenza. Le nostre forze e il nostro potere si sta esaurendo. E ho bisogno del tuo aiuto… >
> Ma quale aiuto? Come posso rimediare all’irrimediabile? >
< Se solo tu fossi più comprensivo… >
< Mi dispiace padre, ma non riuscirei a farlo. Voi avete tradito questa famiglia. Mi avete tradito tenendomi all’oscuro di tutto… E adesso dobbiamo stare molto attenti a non essere invasi. E se ciò accadesse, non riusciremmo a contrastarlo. >
< Questo non è del tutto vero, Dan. >
< Fatela finita padre e cercate di essere realista una volta per tutte: siamo rovinati e in procinto di venire uccisi. Forse i vostri attentatori fanno parte di quella gente… Come possiamo dirci al sicuro se voi siete sul filo di lana e in procinto di venire ucciso quando meno ve lo aspettate? >
< So badare a me stesso, Dan. Non Scordarlo. >
< Ma non quando dormite… Se non fosse stato per Jenny, non saremo qui a parlare di ciò. Povera Jenny… Lei sa di tutto questo? >
< No. e visto come stai reagendo, non ho assoluta intenzione di dirgli niente. >
< Ma come pensavate che io reagissi? >
< Non in questo modo! Dannazione! > replicò Rufus con tono esaurito < Pensavo di avere una valida spalla sui cui appoggiarmi. Ma purtroppo mi sbagliavo. >
< Siete voi ad aver sbagliato, padre. Voi soltanto. >
Ma nel mentre Rufus si sentiva più solo che mai, la famiglia Humphrey dovette fare i conti con un avviso a dir poco imprevedibile.
< I Conti Bass si stanno muovendo per sottrarmi le nostre terre… Siamo rovinati. >
> E come pensate di risolvere questa situazione, padre? Ormai abbiamo fallito. >
Pensando a quella lettera che teneva in mano scritto di pari pugno dal suo più grande nemico, Rufus Humphrey era convinto che non tutto era perduto.
> Legandoci con la famiglia Van Der Woodsen sarà più semplice per noi ripagare tutti i nostri debiti. >
< No, padre. Io non mi sposerò con Serena solo per convenienza. Io la amo davvero. >
< Ed è per questo che vi sposerete! Senza però dimenticarci… >
< No, padre. I vostri secondi fini non mi piacciono per niente. >
< Adesso basta fare il pragmatico, Dan. Vuoi aiutare la tua stessa famiglia oppure no? >
< Padre, vi prego di essere ragionevole… >
< Sei tu che devi esserlo! Ormai siamo ad un punto morto. Le nozze e i contratti di matrimonio devono essere firmati alla svelta. Altrimenti al nostra fine è annunciata. >
Cogliendo uno dei momenti più terribili e problematici della casata Humphrey, Celia Rhodes non perse tempo a piombare tra di loro cercando in qualsiasi modo di impedire la riuscita di quel folle piano.
< Voi non riuscirete mai a farci soccombere, mia cara signora > fece Rufus digrignando i denti < E Lily sarà d’accordo con me. >
< Lily non sposerà mai un poveraccio che ha tenuto oscuro a tutti i suoi infami segreti. Siete solo povero. E senza una dignità. >
< Ho molta più dignità di voi, signora… E visto che Lily non riesce a cacciarvi, lo farò io in questo momento. >
< Non oserete mai. >
< Scommettete?! >
Per fare in modo che la situazione non degenerasse ancora, toccò a Lily e a sua figlia Serena fermare quella discussione.
< Dovete smetterla di prendere le sue difese, Lily > sbraitò Rufus in maniera incontrollabile < Non capite che sta giocando su di voi? >
< Cara Lily, se solo tu sapessi cosa nasconde questo dannato stolto di un uomo… Volevi far parte della sua vita sapendo tutto di lui? Credo che per te sia impossibile. >
< Che cosa volete dire, madre? >
< Che il tuo futuro marito sta per andare sul lastrico. Oppure ucciso da possibili rivoltosi che entreranno in questo castello, se vuoi metterla su questo piano. >
< Come? Io non… >
< Non capisci? E come darti torto? La tua begligenza è pari soltanto alla tua ignoranza… Se solo tu usassi un po’ del tuo cervello, capiresti che non possiamo rimanere qui ancora per molto. La famiglia Humphrey sta per scomparire per sempre inghiottita dai debiti e dai suoi nemici. >
Lily, inerme a quelle parole, guardò dritto negli occhi Rufus e Dan riuscendo a trovare le risposte necessarie.
> Rufus, voi avreste dovuto… >
< NO, Lily. Non ho avuto il coraggio. >
< E certo… Troppo impegnato a risolvere il tutto da solo… Perché non mi avete detto niente? >
< E’ quello che sto cercando di farmi spiegare anch’io, Lily > fece Dan cercando di rimanere in disparte < Ma mio padre non è una cattiva persona. Su questo ne sono certo. >
< Lo so bene… Ma sentendo quelle parole, vostro padre ha tradito la mia fiducia. Ed io non so se riuscirò a fidarmi ancora di lui. >
< Lily, non direte sul serio… >
< Rifletterò sul da farsi, Barone Humphrey. Vedrò se rimanervi accanto oppure no… Mi duole dirlo, ma purtroppo mia madre ha ragione. >
Sentendo le campane a festa rimbombargli nelle sue orecchie, Celia udì le parole più sensate pronuncitae da sua figlia come non gli era mai accaduto da tempo.
> Lily, puoi sempre fuggire anche adesso, se vuoi. >
< Non mettetemi fretta, madre. Ho solo bisogno di riflettere. Riflettere da sola. >
Disorientata e delusa per come si era evoluto tale segreto, anche Serena non sapeva che cosa fare.
< Duchessa, non penserete di fuggire anche voi, spero. >
< Dan, io vi amo… Ma il mio lignaggio e la mia posizione mi portano a tutelarmi in mezzo a questo vortice a cui non vedo nessuna protezione. >
< Serena, perché state parlando come vostra nonna? >
< Dan, voi siete un uomo forte. Saprete uscirne anche senza di me. >
Sentendosi abbandonati, la famiglia Humphrey si ritrovò improvvisamente sola mentre le macchinanzioni alle loro spalle non si concludevano certo a quell’infimo segreto.
I nemici erano sempre più vicini a dissolverli e a distruggerli per sempre.
Ma coloro che potevano credere amici, si muovevano nell’ombra come una maledizione che non poteva essere fermata in tempo.

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Capitolo 8
*** Il tranello del sesso ***


Arona, Novara


Blair Waldorf si dilettava in lunghe passeggiate nelle bellissime vie del borgo novarese pensando a come sarebbe stata la sua vita senza qualcuno che la potesse capire realmente.
< Dorota, non faccio altro che viaggiare in lungo e in largo per la penisola italiana > mormorò la ragazza come se fosse annoiata < Secondo te dovrei trovarmi un uomo da sposare? >
< Signorina, voi ormai siete in età da marito. Ma posso capire che è bello essere liberi senza aver nessun tipo di accorgimento. >
< Mio padre mi ha cresciuto così: non dovevo avere nessun tipo di legame. Per questo adesso sono felice… Ma in qualche modo è come se dovessi riempire il vuoto. Un vuoto che mi manca impercettibilmente. Forse mi dovrei innamorare? >
< Signorina, innamorarsi non è poi così semplice. >
< Scusami se ti rivolgo questa domanda a te Dorota visto che non sei mai stata innamorata. >
< Già. Per quanto riguarda me il destino è sempre stato beffardo se non crudele. >
< Che vuoi dire? >
< Cercate di non prendere a male le mie parole, ma sono stata molte volte vicina a sposarmi. Ma purtroppo il destino ha avuto in sebo per me tremende sorprese. >
< Gli uomini sono dei traditori per eccellenza, Dorota. Non mi sorprende se sei rimasta da sola. >
< No signorina, non avete capito: loro sono morti in guerra. >
< Oh… scusami. >
< Non vi preoccupate. Ormai ho imparato a vivere nel dolore più profondo e a rinchiudermi in me stessa quando ci penso troppo. >
< Non dovresti farlo. Altrimenti come fai ad essere felice? >
< La vita bisogna prenderla così com’è. Punto e basta. >
< Sai Dorota, certe volte ti ammiro proprio. >
< Vi ringrazio, signorina. È bello sentirvelo dire. >
Ma nel mentre la passeggiata si stava trasformando in un passatempo piacevole, la giovane Blair s’imbatté in una sua vecchia conoscenza che non aveva mai dimenticato.
Nei sobborghi del paesino, Chuck Bass era impegnato in alcuni affari importanti e loschi allo stesso tempo, trattandosi di intimorire un presunto investitore che non aveva nessuna intenzione di sborsare il suo denaro pattuito con il giovane conte.
< Vi avverto per un’ultima volta: se non mi pagherete alla fine della settimana, vi verrò a cercare. Siete fuggito da Poli con rapidità fulminante. Ma qui ad Arona mi conoscono in tanti. Ho agganci ovunque nella penisola e vengo rispettato da tutti… Tranne da voi, s’intende. >
Spaventato per le parole del Conte, l’uomo fuggì a gambe levate con tale rapidità che Blair non riuscì a capire che cos’era successo.
Curiosa e indiscreta, il Conte Chuck sobbalzò appena la vide subito dopo, rimanendo interdetto e infastidito allo stesso tempo.
< Buongiorno, Conte Bass. >
< Voi siete… Avete un viso familiare. Ci conosciamo? >
< Ci siamo incontrati spesso alle feste della mia amica di vecchia data Serena Van Der Woodsen. >
< Adesso ricordo! Voi siete molto legato a quella traditrice. >
< Traditrice? Perché dite questo? >
< Perché la sua e la mia famiglia non vanno molto d’accordo. Ma ciò non m’interessa personalmente, anzi… >
< Infatti qui non stiamo parlando di loro, ma di noi due. Posso prendervi sottobraccio, my lady? >
< Con grande piacere, Signor Bass. Però ho con me appresso la mia domestica… >
< Lasciatela dove si trova. Posso badare benissimo io a voi. >
Ibfatuata da tali galanterie, Dorota fu scaricata come una serva della peggior specie, senza riuscire a vigilare come avrebbe voluto per evitare che gli potesse accadere qualcosa di male.
“State molto attenta alla famiglia Bass, Contessa Wladorf. Di loro non ci possiamo fidare.”


Isola del Liri

Ritornando ad un presente turbolento che stava avvinghiato come una maledizione imperdonabile, la famiglia Humphrey si sentiva sempre di più con le spalle al muro.
Jenny Humphrey, non essendo a consocenza delle sorti della sua stessa famiglia, passava le sue giornate a spettegolare sulla vita di corte di molte loro amicizie che non vedevano da moltissimo tempo.
< Secondo me Nelly Yuki non dovrebbe comportarsi come una ragazzina > fece Jenny sghignazzando < E’ una bella ragazza. Non come me, s’intende. >
< E’ frivola e molto stupida. Per questo nessuno la prende mai sul serio > ribatté Agnes con tono provocatorio < La conosco da molto più tempo di te e più èpassa il tempo più peggiora. >
< Non è ancora riuscito a trovare un marito? >
< Figurati! Chi se la prende quella ragazzina! >
Ridendo delle parole della sua amica, Jenny sembrava quasi infatuata ogni volta che Agnes parlava.
La ascoltava sempre con dedizione e ogni volta sembrava incantata in ogni modo.
Anche Agnes sembrava in un certo senso attratto dall’amicizia e dal rispetto che aveva nei confronti di Jenny, anch’ella bella e intelligente allo stesso tempo.
< Sai Jenny, se tutte le donne fossero belle e intelligenti come noi, non sarebbero così sciocche da prendere la vita così stupidamente. >
< Hai ragione. Non hanno un minimo rispetto per loro stesse. Come possono sposarsi e fare figli? Non hanno nessuna dote. >
< Sì, è vero… Secondo te quale è la tua più grande dote? >
< Non saprei, Agnes. Di sicuro mi ritengo una persona fortunata nell’aver conosciuto te. >
< Posso dire lo stesso… E dopo tanto tempo che ci conosciamo il nostro legame si è rafforzato molto di più. E dai tuoi occhi posso capire che stai pensando la stessa cosa. >
< Vuoi davvero che te lo dimostri, Agnes? >
< Sì. Attenderò con ansia > replicò la giovane donna con tono sensuale.
Senza distogliere gli occhi dalla sua amica, Jenny appoggiò le sue labbra contro quelle della sua amica stringendola in un abbraccio appassionato che un amore sincero li avrebbe legati per sempre.
Tale infatuazione o amore perverso, non sarebbe rimasto all’oscuro.
I muri avevano molte orecchie e molti occhi e l’irrequietudine e la crudeltà di una donna di mondo, avrebbe per sempre rovinato un rapporto malsano che sapeva di rispetto e di amore sincero.

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Capitolo 9
*** Verità malsana ***


Jenny e Agnes si sentivano felici con i loro sguardi reciproci e il loro sorriso contagioso.
Sembrava che la loro esistenza non potesse essere macchiata in nessun modo e che il loro futuro sarebbe stato roseo e senza alcuna oscura presenza che li avrebbe potuti distruggere.
ma il ricatto e l’invidia delle persone che li circondavano, avrebbe presto messo a repentaglio la loro stessa esistenza e seppellito per sempre un futuro fatto solo di problemi.


La famiglia Van der Woodsen si apprestava a lasciare il castello con gli sguardi attenti della famiglia Humphrey.
Rufus stava facendo di tutto per cercare di fermare la sua amata Lily, ma sentendosi offesa nell’animo, la giovane donna non ne voleva sapere di restare.
< Ho bisogno del vostro aiuto, Lily. Non potete andarvene adesso. >
< Dovevate pensarci prima, non trovate? Adesso è troppo tardi. >
Al contrario di sua madre, Serena non era tanto d’accordo di andarsene da quel castello.
In fondo Dan l’aveva sempre rispettata in tutto e per tutto e non c’erano ombre che poteva coprire la loro felicità.
Ma convincere sua madre era tremendamente difficili.
La duchessa Rhodes, per quanto fiero che la sua stessa figlia fosse rinsavita, non stava spingendo il suo convincimento a lasciare il castello il prima possibile.
I suoi loschi giochi dovevano presto vedere la luce e questa volta avrebbe fatto tutto da sola.
< Hai i nervi a fior di pelle, Lily. Non ti ho mai vista così prima d’ora > fece Celia appena sua figlia si allontanò dal barone Humphrey < Vuoi davvero fuggire? >
< Ho bisogno di tornare a Pitigliano, madre. Lontano da questo presente tremendo. >
< Brava, figlia mia… Ma prima dobbiamo smascherare l’odio viscerale e i propositi peccaminosi che avvolgono questa famiglia malsana. >
< Che intendete dire? >
< Vieni con me e lo scoprirai. >
Giungendo nelle stalle del castello, Celia e sua figlia adocchiarono Jenny e la sua amata Agnes baciarsi con passione in mezzo al fieno tra lo sconforto generale che stava avvolgendo Lily.
> Ma… questo è un abominio. >
Gridando come se nulla fosse, le due donne furono interrotte per l’imbarazzo mentre tutti gli abitanti del castello si riversarono immediatamente nelle stalle. >
< Baronessa Humphrey, che diavolo state facendo?! >
> Duchessa Lily, io… >
< In tutta la mia vita non avevo mai visto niente di simile. Una vera schifezza. >
< Lo vedi, Lily? Questa famiglia è piena di matti. Non possiamo rimanere qui ancora per molto. >
< Sì, madre. Avete ragione. >
Rufus, che non aveva ancora capito che cosa stava succedendo, non riuscì a fermare l’impeto di Lily.
< Lily, vi prego. Cercate di ragionare… >
< Non ci pensate nemmeno, Rufus. Non rimarrò in questo castello un minuto di più. L’invertita di vostra figlia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. >
< Non osate puntare il dito contro mia figlia, Lily. Lei non centra niente con noi. >
< Sì, forse avete ragione. Ma non potremmo mai essere felici. L’ambiente che ci circonda finirà per distruggerci. >
< E’ colpa di vostra madre se voi siete così! Perché non riuscite a capirlo? >
< NO, Rufus. Mia madre non centra niente. >
Vedendo sua figlia ancora in atteggiamenti non convenzionali, Rufus non poté trattenere la sua rabbia.> Prendendola a schiaffi davanti a tutti, gridò ai suoi dometsici di tornare subito al lavoro, altrimenti sarebbero stati tutti licenziati.
< Padre, posso spiegarvi. >
< Non ho bisogno che tu lo faccia, Jenny. Sei la vergogna di tutta la tua famiglia. >
< Ma io amo Agnes. È l’unica che riesce davvero a capirmi. >
< L’unica che riesce a capirti? E non pensi alla tua famiglia?! Che cosa ti ho fatto mancare in tutta la tua esistenza? Amore? Soldi? Felicità? Niente! e tu mi hai ripagato con un amore malsano ben sapendo che saresti andata incontro ad un vortice di problemi. Soprattutto adesso che la tua famiglia… >
Interrompendosi bruscamente mentre le lacrime scendevano dal suo viso, Jenny non riusciva a capire che cosa stesse nascondendo suo padre.
< Padre, di quali problemi vi state riferendo? >
< Non ha più importanza per te, Jenny. Ormai non potrai più far parte della nostra famiglia. >
< Mi state forse cacciando? >
< Padre! Non potete! >
Dan, arrivato a difendere sua sorella, cercava in tutti i modi di far cambiare idea ad un padre fuori di sé.
< Omria ho preso la mia decisione. Prepara i bagagli insieme alla tua amata Agnes. Non voglio mai più vederti gironzolare nel mio regno. >
Con le lacrime che gli sgorgavano per il dolore, Agnes non fece niente per proteggerla, completamente senza emozioni dinanzi a tutta quella scena.
Vagando per il castello facendo finta di niente, ricevette la ricompensa adatta dal male in persona e tutti i complimenti per il piano conseguito.
< Grazie mille, duchessa. Non avrei mai immaginato che il vecchio Humphrey avrebbe agito in quel modo. >
< E’ una famiglia debole, mia cara. E tu hai fatto il tuo dovere perfettamente. Una famiglia a pezzi non potrà mai risollevarsi. Oprmai per loro è solo questione di tempo. >
< Mia Signora, posso sapere perché ce l’avete tanto con loro? >
< Io devo schiacciare i miei nemici per fare in modo che i miei piani vadano a buon fine… Però certe volte ho bisogno di aiuti validi per fare in modo che ciò accada. E tu sie stata molto brava, Agnes. >
L’animo corruttibile di quella giovane donna aveva consegnato una famiglia ormai distrutta al suo destino compiuto, mentre il corso degli eventi avrebbe per sempre seppellito il loro presente e il loro futuro.

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Capitolo 10
*** Non c’è modo per rialzarsi ***


Pitigliano, Grosseto

Ritornata a Pitigliano, Lily Van Der Woodsen non si sentiva per niente felice.
L’influenza della madre era così forte da lasciarla quasi soffocare.
Rimanendo in disparte dalla vita pubblica, pian piano Lily si stava richiudendo si sé stessa, mentre la sua stessa figlia l’aveva abbandonata.
Ma Celia, sempre in procinto di fare sorprese, comunicò alla sua stessa figlia una notizia che era nell’aria già da troppo tempo.
< Figlia mia, non riesco più a riconoscerti in questa divisa opprimente. >
< Non voglio vedere nessuno, madre > replicò la donna con tono flebile < Vi prego. Andatevene. >
< Non ti convinto a riportarti a casa per vederti in queste dannate condizioni. Presto arriveranno degli ospiti che aspettano di rivederti da tanto tempo. >
< Madre, vi ho detto che non voglio rivedere nessuno. >
< Tu non riesci a dimenticare Rufus Humphrey, non è così? >
< Madre, non vi azzardate a dire il suo nome. >
< So che la questione vi ferisce molto, ma devi essere forte e andare avanti. Solo così ti potrò riconoscere. >
< Ho avuto solo dolore in questa vita… Non riesco ad essere quella di un tempo. E tutto per colpa vostra. >
< Non è colpa mia se la famiglia Humphrey ti ha nascosto ina verità folle e che i loro legami sono indicibili. Io ti ho solo salvata. >
Alzandosi di scatto, Lily stava perdendo la pazienza verso sua madre, ancora inconscia di quello che poteva fare sua figlia.
< Lasciatemi vivere gli ultimi anni della mia vita in pace. Non vi chiedo altro. >
< La tua solitudine sarà anche la mia rovina. È giunto il momento di prendere la situazione in mano una volta per tutte. >
< Non ci sarà bisogno di tutto questo, duchessa Rhodes. >
Irrompendo nel castello di Pitigliano, Bart Bass era molto contento di rivedere la sua amata Lily.
< Conte Bass, siete giunto qui molto prima che io credessi. >
< Mio figlio si è legato impercettibilmente alla famiglia Waldorf. Presto festeggeremo un matrimonio in grande stile e le nostre casate saranno le più grandi e più importanti dellapenisola italiana. >
Contenta di tali parole, la duchessa Rhodes fissava a malincuore una figlia che non aveva nessuna intenzione di rialzarsi dal suo torpore di solitudine, dimenticando la sua voglia di vivere.
< Lily > fece Bart Bass richiamandola con voce flebile baciandogli subito dopo la mano < Sono contento di rivedervi qui a casa vostra. >
< Bart… Anche voi vi state unendo alla festa di mia madre? >
Cercando di fargli risollevare il morale all’erede dei Van Der Woodsen, Bart non poteva dimenticarsi degli accordi che aveva con la duchessa Rhodes.
< Conte, non sarà facile riportare mia figlia dalla nostra parte > fece la donna prendendo in disparte l’uomo < Non ha alcuna intenzione di dimenticare quel dannato Rufus Humphrey. >
< Per gli Humprhery il loro tempo è quasi scaduto. Mi dirigerò subito nelle loro terre e li farò soccombere una volta per tutte. Non ci metterò molto, mia Signora. Avete la mia parola. >
< Vi ringrazio, Signor Conte. Io credo molto in voi. >
< Stavolta non fallirò. >
Con gli occhi sempre in allarme e con lo sguardo bene attento, la giovane erede degli Humphrey aveva seguito la carrozza dei Van Der Woodsen fino a Pitigliano una volta che era stata cacciata.
la sua voglia di rivalsa era molta e attendere più del dovuto sarebbe potuta essere la sua stessa fine.
ma tutto ciò non poteva che essere un gioco pericoloso per la giovane Jenny.
Un gioco che non avrebbe saputo guidare.


I rivoltosi oltre il confine di Isola di Liri, stavano giungendo a grandi marciate dinanzi al castello del luogo.
Gli Humphrey, che non potevano contare su nessun alleato se non i loro pochi soldati, si dovettero arrendere miserevolmente mentre la guida di tali rivolte si faceva largo fino dinanzi a loro.
< Sapevo che dietro tutto ciò c’eravate voi… Jack Bass. >
< Era da un pezzo che non ci vedevamo, vero Rufus? >
< Siete solo un miserabile senza spina dorsale. >
< Oh, ma io non voglio avere nessuna spina dorsale. A me interessa solamente vincere. E questa volta mio fratello dovrà darmi tutti i territori che ho conquistato. >
< Siete solo un volgare mercenario. Noi non ci inchineremo mai di fronte al vostro cospetto. >
la lingua tagliente di Dan sortì solo una rabbia irrefrenabile nei confronti del Conte Bass.
< Voi sarete il primo a soccombere > replicò Jack Prendendo il figlio di Rufus per la gola < Non potrete mai vincere. Avete perso in tutto e adesso perderete anche la vita. >
< Chiediamo pietà, Conte Bass. Vi prego. Come ultima grazia verso la nostra famiglia. >
< E perché vi dovrei lasciare in vita? >
< Perché noi non avremmo mai infierito sulla vostra famiglia… Non daremo nessun tipo di fastidio. Ce ne andremo in isolamento dove nessuno potrà mai trovarci. Avete la mia parola. >
Ascoltando attentamente le parole dell’uomo, Jack Bass non credeva che tutto questo sarebbe stato così facile.
< Davvero posso fidarmi di voi? >
< Avete le mie terre. E adesso controllate anche la mia stessa vita. La mia e quella della mia famiglia. Ormai avete tutto di noi. >
< Non so se vostro figlio sarà dello stesso avviso. >
< Con mio figlio parlerò io. Di questo non dovete preoccuparvi. >
Accogliendo quelle parole con ghigno malefico, gli ultimi eredi della casata Humphrey vennero arrestati e allontanadi sotto le ulra di libertà e di offese che i contadini oltre i loro confini cercavano di sottolineare a gran voce.
Ormai la battaglia per il potere dei Bass era stata vinta proprio da loro.
Ma niente doveva essere perduto.
La battaglia sarebbe continuata con una scia di sangue ancora invisibile.

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Capitolo 11
*** Avvelenamento ***


Un’anima persa, un’anima tradita.
E’ questo quello che sentiva la povera Jenny mentre gli veniva tolto il suo respiro di vita.
la sua famiglia era in pezzi e la sua amante nonché sua confidente e migliore amica, l’ha tradita impunemente.
le lacrime di dolore non potevano servire in quel frangente.
Era perduta in tutto e quello che gli poteva rimanere era una vendetta che non poteva attendere per sempre.
Doveva agire alla svelta sotto quegli sguardi attenti e su quelle ingiustizie in cui era stata avvolta.
“Non ho più niente. non possiedo più niente. le mie cose ormai appartengono a quei dannati Bass.”
Vedendo scorrere dinanzi a lei tuta la sua vita e tutta l’infanzia di ricordi che gli era stata strappata, i servitori degli Humphrey erano divenuti i servitori dei Bass mentre l’arroganza dei nuovi padroni si faceva sentire a gran voce.
< Voi siete la figlia minore degli Humphrey, giusto? >
< Sì, signorina. Sono io. >
< Bene. Vi devo ricordare che non siete più la benvenuta? Dovete andarvene via come il resto della vostra famiglia. Ormai non contate più niente in questo luogo. >
< Voi non potete mancarmi di rispetto in questo modo, Contessa Waldorf. >
< Posso eccome. Io e il mio fidanzato Chuck Bass siamo i nuovi padroni di questo luogo. >
Il rispetto e i ricordi di una casata gloriosa ormai non contavano più.
Jenny veniva ancora estirpata di quella dolcezza e di quel luogo che una volta poteva chiamare casa, ma che adesso era diventata una sconosciuta a cui era stata sottratta l’anima.
< Non me ne andrò di qui finché non avrò preso le mie cose. Mi avete capito? >
< Le vostre cose? Qui non vi appartiene più assolutamente niente. e se non lo capite con le buone, lo capirete con le cattive? >
< Maledetta! Voi non potete parlarmi così! >
Prima che la situazione potesse ancora degenerare, toccò al Conte Jack Bass trascinare fuori dal castello la povera Jenny Humphrey.
< Ragazzina, andatevene via finché siete in tempo. >
< Voi… Non avete nessun rispetto per… >
< Fate silenzio. Ormai le vostre parole sono inutili alle mie orecchie. >
< Perché ci fate questo? Che cosa vi abbiamo fatto? >
< Il potere della nostra famiglia è incommensurabile ai vostri occhi. Voi siete ancora ingenua. Non potete capire che i più forti sotterrano i più deboli. E la vostra famiglia fa parte dei deboli. >
< Non osate macchiare il buon nome della mia famiglia. Siamo i proprietari e i padroni di queste terre da generazioni. E non permetteremo mai che dei bifolchi come voi ci portino via il nostro passato. >
< Fate pure quello che volete signorina, ma il vostro potere e la vostra influenza sono nulle. Lo sanno benissimo anche i contadini che hanno superato i vostri confini. Contadini che avete fatto morire di fame. >
< No. la mia famiglia non avrebbe mai fatto questo. >
< Signorina Humphrey, non mi costringa ad essere un vile e volgare uomo che vi può distruggere quello che rimane del vostro passato. Andatevene e non fate storie. >
Una volta trascinata oltre le mura del castello, Jenny non riusciva che a piangere dal dispiacere, mentre la visione di Agnes che gli passò dinanzi non poteva che renderla ancora più irascibile.
< Non ho parole per quello che avete fatto alla mia famiglia, Agnes. >
< Mi dispiace tanto Jenny, ma la vita va’ così: un giorno sei importante e il giorno dopo una nullità. I Bass sanno come comandare e la loro influenza va ben oltre quello che puoi credere. >
< Anche tu parli come loro? >
< Non potevo andare contro i loro voleri, Jenny. È bene che tu lo capisca subito. >
< Ho perso tutto. Per colpa tua… >
< No, cara amica. È la tua famiglia ad aver fatto degli sbagli madornali. >
< Non saprò mai che cosa ne sarà di loro. Sono distrutta. >
la pietà era sconosciuta agli occhi di Agnes Andrews, completamente senza emozioni nel vedere quella povera ragazza senza forze.
< Jenny, ricostruisciti la tua vita. Cambia la tua esistenza e non parlare mai più del tuo passato. Così un giorno potrai tornare a sorridere. >
L’istinto nell’ucciderla fu così forte che per poco Jenny non perse definitivamente il lume della sua ragione.
Ma doveva aspettare il momento adatto. Aspettare di vivere la vita per il piacere di assaporarla.


I sentieri di quella vita così dannata erano giunti ad un punto morto.
E mentre la notte diventava il preambolo di uno sguardo trascinato nel buio, Jenny non riusciva a non pensare ad altro che alla vendetta e al sangue.
Ma lo spargimento di sangue sarebbe stato ricondotto subito a lei e alla sua famiglia e tutto ciò era impossibile e inevitabile.
Vagava nel buio come un’anima in pena e nell’agire alla svelta, rientrò in quelle mura che una volta erano la sua casa.
Sentiva dei bisbigli concitati mentre la felicità di altri era la sua eterna condanna.
< Conte Bass, voi mi volete far morire > fece Blair Waldorf mentre si dimenava nel letto con il suo amante.
< Oh, non lo farei mai, contessina. Voi mi state molto a cuore e le vostre carezze sono il solo preludio di una bellissima notte indimenticabile. La nostra prima notte.
< Voi non attendete altro che le mie carezze, giusto? >
< Assolutamente sì. >
Disgustata nel vederli in atteggiamenti intimi, Jenny attese quell’ultimo flebile lume di candela che si sarebbe esaurito non molto tempo dopo, muovendosi ancora nell’ombra per portare avanti il suo piano di vendetta.


Un forte e potente veleno si celava nelle mani gracili della giovane Humphrey.
Fissando gli sguardi assopiti e senza pensieri dei due giovani avanti, la giovane ragazza cercò di attentare alla vita prima della giovane contessina e poi del suo amante Chuck Bass.
Il suo disgusto era ancora incommensurabile e indecifrabile.
Il suo dolore alle stelle e la sua mano ferma completamente assente.
Non riusciva a muoversi e mentre la sua anima di perdizione l’avevano completamente bloccata, il suo prossimo movimento le fu fatale.
Scoperta negli alloggi dei due fidanzati, Chuck si svegliò allarmato scoprendola sul fatto.
< Voi! Che cosa ci fate qui?! >
Non riuscendo a dire niente, Jenny Humphrey cercò solo di fuggire il più lontano possibile.
Ma i corridoi di quel castello erano troppo vasti per cercare una fuga facile e veloce.
Prima che potesse varcare il portone dell’edificio, fu fermata dalle guardie mentre la povera ragazza stramazzava dalle urla.
< Credeva di farla franca, stupida ragazzina?! >
Chuck non riusciva a contemplare la sua rabbia, colpendola al volto varie volte mentre suo zio, il conte Jack Bass, cercò di fermare un odio sfociabile solo in torto.
< Lasciatela stare, nipote. A lei penserò io. >
< Ha tentato di ucciderci, zio. Non può rimanere impunita ancora per molto. >
< E non succederà mai, Chuck. Avete la mia parola. >
Non riuscendo a guardarlo dritto negli occhi, la povera Jenny Humphrey era ormai giunta alla fine della sua esistenza contemplata solo dal dolore.
I segreti che custodiva dentro il suo cuore mescolati con i suoi fatti criminosi, non potevano far altro che distruggere un’adolescenza fatta di amore e di delusione più profonda.
< Ragazzina, io vi avevo avvertito. >
< Non osate parlarmi in questo modo, maledetto che non siete altro. >
< Siete davvero una sciocca se pensavate di farla franca… >
Sputando addosso all’uomo per farlo tacere, Jenny cercava una preghiera di conforto per dimenticare quel presente così opprimente.
Ma i suoi momenti erano ormai contati e cercando di cogliere una distrazione, riprovò una fuga che sembrava una disperazione ormai inutile.
Non poteva esserci nessun rifugio per lui e la fine di un anno scandito dal cadere della neve e dal freddo pungente, fu una notizia che colpì al cuore una famiglia già disastrata e in isolamento, mentre i loro più grandi dolori sarebbero stata la loro prova di rivalsa.

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Capitolo 12
*** Insinuazioni dannatamente disturbanti ***


Pitigliano

Nel borgo imbiancato dalla neve fitta che non voleva smettere di cadere, Lily e sua figlia Serena cercavano una pace che non sarebbe mai giunta dentro quelle mura.
L’insistenza di una madre nonché duchessa padrona di tale borgo, era al culmine della prepotenza e la povera Lily sembrava ogni giorno che passava, sempre più depressa e debole.
Il Conte Bart Bass, finito di sistemare le pratiche dell’assunzione di territori ormai non facenti più parti degli Humphrey, poteva adesso concentrarsi sulla riconquista di una donna che non aveva più voglia di vivere.
< Conte Bass > fece la duchessa Celia Rhodes andandò incontro all’uomo < Meno male che siete arrivato. >
< Che cosa succede, signora? >
< Si tratta di Lily… Ho paura che il suo cuore non reggerà più simili sciagure. La sua desolazione e la sua solitudine la stanno portando verso l’autodistruzione. >
< Fatemela vedere, signora. >
Ritrovandosi dinanzi alla sua camera da letto, il Conte Bass bussò ripetutamente alla sua porta cercando di farsi ascoltare.
> Dono giorni che non dorme e la sua salute… >
< Sì, ho capito duchessa… Lily, apritemi! Sono Bart! >
Ma la donna, inconscia di quello che stava succedendo, si limitò a non rispondere ai richiami dell’uomo chiudendo gli occhi per immaginarsi un futuro diverso.
in compagnia di sua figlia Serena, la donna gli strinse le mani in segno d’affetto, avendo paura di rimanere da sola.
< Non lasciarmi mai, figliola. Ormai mi sei rimasta solo tu. >
< Non lo farò mai, madre. Avete la mia parola. >


Svegliandosi con lo sguardo felice e pieno di gioia, Lily Van Der Woodsen sentiva l’aria fresca d’estate che nel suo borgo di Pitigliano rispecchiava tutti i suoi buoni umori.
Era una bellissima giornata di sole e la giovane duchessa, nuova padrona del borgo, trascorreva una vita tranquilla lontano dagli abusi e dalle macchinazioni della madre,
La vecchia donna ormai era morta da anni e il suo periodo di terrore era ormai concluso.
Lily, dal canto suo, sembrava infatti rincuorata dal rimanere lontana dalla sua avidità e dai suoi metodi davvero poco ortodossi, tanto che fu indetto una giornata di liberazione che il borgo non poté mai dimenticare.
La felicità fece spazio alla frustrazione e alla tristezza, senza mai dimenticare il suo passato.
ma la donna, per quanto potesse essere una nuova donna, non era solo al comando del borgo.
Unendosi in matrimonio con i baroni Humphrey di Frosinone, presto si rese conto che tale unione doveva essere espressa molti anni prima.
Ma certe volte il destino è davvero beffardo e tale gioia non poteva non essere espressa prima.
“Tesoro mio” gli sussurrò Rufus alla donna “Hai visto che bellissima giornata è oggi?”
“Sì. Il sole splende in alto e il silenzio radioso del borgo è davvero piacevole da udire.”
“Vostra madre non sarà mai più un problema. Finalmente possiamo essere felici.”
Tali parole risuonarono nella mente della donna come un preambolo verso un futuro diverso.
Un futuro che avrebbe reso la casata Van Der Woodsen – Humphrey, la casata più forte, influente e rispettata di tutto il centro della penisola, tenendo alla larga canaglie e invasori in un territorio dove la prosperità era all’ordine del giorno e la miseria dimenticata per sempre.


< Madre, state bene? > domandò Serena a sua madre facendola riscuotere dai suoi pensieri.
< Ho immaginato un futuro diverso, figlia mia. Un futuro dove io e te eravamo felici. >
< Possiamo ancora esserlo, madre. Bisogna essere forti e avere forza di volontà. >
< Non abbiamo più niente di tutto ciò.. Mi sento debole e inutile, Serena. Come posso continuare a vivere in questo modo? >
< Voi riuscirete ad essere felice un giorno. Io non vi abbandonerò. >
< Ti ringrazio. Ma tutto ciò non cambierà mai il mio destino. Me lo sento. >
< Voi madre vi sentite debole e abbattuta > fece Serena stringendo più forte la sua mano < Ma vedrete che una volta che ci sbarazzeremo dei Bass, tutto andrà per il meglio. >
< E’ mia madre il male peggiore. A lei non possiamo fare niente in modo che ce la faccia passare liscia. Fuggire? Come potremmo? >
< Lily! Aprite! >
Spazientite dallo sbattere la porta, toccò a Celia Rhodes cercar di placare l’ira dell’uomo.
< Fermatevi, vi prego! Non peggiorate la situazione > fece la donna.
> Se vostra figlia non vorrà aprirmi, butterò giù la porta. >
< Non cambierà niente. non desidera mai ascoltarvi. >
Ma improvvisamente, Serena decise di aprire la porta.
< Avete finito? Credevo che i Bass fossero dei gentiluomini, invece sono solo la peggio feccia della nobiltà. >
< Fatevi da parte, Serena. Devo parlare con vostra madre. >
< Credo che non sia possibile. Mia madre ha bisogno di riposo e di non vedere nessuno. >
< NO, non è vero. Vuole solo ignorarmi. Ma non potrà farlo per sempre. >
< Voi giurate? Vi vorrei ricordare che voi qui siete ospite. Non costringetemi a cacciarvi malamente. >
< Serena, come ti permetti di parlare così al Conte? >
< Tacete, nonna. Voi siete peggio di lui! >
Prima che la situazione potesse ancora degenerare, toccò proprio a Lily placare tale rabbia.
< Eccomi qua, conte. Volevate vedermi? >
< Finalmente. C’è voluto un po’ per convincervi. >
< Non mi avete convinto in nessun caso, Conte. Piuttosto che sposarvi con voi, preferisco morire. Non voglio più vedere la vostra lurida faccia da nessuna parte. E se mia madre e voi continuerete ad insistere, brucerò l’intero borgo così che nessuno potrà avermi. >
credendo che la donna stesse impazzendo, il conte Bass cercò di fargli cambiare idea cercando di strattonarla verso di sé.
Ma la donna, ancora in forze, si destò da ogni suo tocco, avvertendolo una seconda volta.
< Madre, fate tutte le macchinazioni del caso. Ma non riuscirete a scalfire la mia flebile libertà. Nessuno potrà decidere per me. >
Sbattendo violentemente la porta, le giovani Van Der Woodsen sapevano bene che ormai la guerra conclamata tra la duchessa Rhodes e i Bass non poteva più ritardare e che il silenzio di tale nemico sarebbe presto scoppiato in una rivalsa di fuoco.
> Nessuno potrà avere vostra figlia, cara duchessa? Molto bene la prenderò bene in parola. Brucerò questo luogo. Qualsiasi cosa accada. >
indignata e spaventata dalle parole del conte, la duchessa non poté fare nulla contro di lui, venendo arrestata subito dopo in attesa di un giudizio che non sarebbe tardato.

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Capitolo 13
*** Sulla scia della morte e del dolore risplenderà la luce ***


Triora, Imperia

Venendo esiliati in un luogo dimenticato dal presente e dalle concezioni del futuro, Rufus Humphrey e suo figlio Dan assaporarono il motivo di solitudine che li aveva colpiti.
Rufus si sentiva debole e inerme e le sue ferite di guerra non avevano nessuna intenzioni di essere rimarginate.
Dan d’altronde, non lo aiutava in nessun caso, anch’egli ferito ma da questione sentimentali.
Non si erano mai sentiti così affranti e la loro voglia di vivere era pari alla voglia di riuscire a ribaltare tale situazione.
Ma durante quei miseri giorni grigi, una rivelazione tanto sconcertante scosse l’animo di tale famiglia dove la loro esistenza sarebbe cambiata ancora.
giungendo a cavallo a grandi falcate, una messaggera e vecchia conoscenza della giovane Jenny, giunse nel borgo ligure cercando tra le vie del paesino sotto gli occhi indagatori degli abitanti.
< Scusatemi. Sto cercando la famiglia Humphrey > fece la giovane donna con tono intimorito < Per caso sapete dove si trova? >
Gli abitanti di Triora, restii ad aiutare la ragazza, si limitarono a fare finta di niente e a non rispondere.
< So che posso sembrare una nemica ai vostri occhi, ma vengo in pace. Vi prego, ho bisogno di trovarli. È una faccenda troppo urgente. >
Dall’alto del borgo, fissando con occhi indiscreti tale scena, toccò a Dan andare incontro alla giovane messaggera.
< Yuki. Che cosa ci fate voi qui? >
< Barone Humphrey, finalmente vi ho trovato. Purtroppo non porto buone notizie a voi. >
Per niente sorpreso da tali parole, Dam fissò prima la giovane donna e poi l’abitante di Triora, famosa per il nascondiglio di molte streghe.
< Seguitemi. Nella nostra abitazione saremo al sicuro. >


Domandando al giovane Humphrey sulla popolazione del luogo, Yuki si sentiva a disagio su quella terra straniera.
< Ma gli abitanti di questo luogo sono tutti così… strampalati? >
< Meglio che voi non sappiate delle leggende che circolano in questi luoghi. Giusto per non smascherare tali segreti. >
< Ho visto quelle vecchiette praticare sorte di preghiere per evocare non so cosa. Ma è del tutto normale? >
< Sì, Yuki. E non sarà la cosa che ti spaventerà. >
< Lo so molto bene, Barone… Soprattutto quando sarete voi a scoprire che cosa ho da dirvi. >
< Riguarda forse mia sorella Jenny? >
< Come… fate a saperlo? >
< Sono andato ad intuito, Yuki. È molto tempo che non so di lei. Che cosa gli è successo? >
Facendo un respiro profondo, la giovane messaggera si sentì ancora spaventata.
Raccontare la verità sarebbe stata dolorosa, ma è per questo che non voleva dar spreco alle sue parole attendendo che tutta la famiglia fosse presente.
< Manca ancora molto alla vostra abitazione? >
< No. Ci siamo quasi. >


vedendo l’abitazione fatiscente in cui gli Humphrey si erano rifugiato, alla giovane Yuki gli venne un colpo al cuore.
Vedere quella famiglia sul crollo sociale di un degrado orami onnipresente, gli stava facendo piangere il cuore.
< Barone Rufus. Sono felice di rivedervi. >
< Yuki… Come avete fatto a trovarci? >
< Ho i miei informatori, Barone. Non ci sono solo nemici che vi vogliono morti o in disparte. Qualcuno pensa ancora a voi? >
< Se vi state riferendo a Lily e a sua figlia, vi state sbagliando di grosso. Ormai io e mio figlio siamo soli. Soli e in solitudine. >
< Non dite così. Vedrete che un giorno di questi… >
< I giorni sono ormai tutti uguali. È inutile sperare in qualcosa di bello. Soprattutto quando sai che non hai la famiglia unita. Ogni tanto penso alla mia piccola Jenny e a dove possa essersi cacciata. Se solo sapessi… >
A quel punto Yuki non poteva più nascondersi.
Un esplosione dentro di lei si faceva sentire con insistenza mentre la folle reazione e il pianto disperato avrebbe annebbiato gli occhi di due povere anime ormai allo sfacelo.
< Sono riuscito a risalire a voi grazie alle mie conoscenze si questo territorio. Ho fatto tutto da sola e grazie a me sono riuscita a rintracciarvi. >
< Quindi non c’è nessuno che sa di noi a fin di bene. >
< Sì, Dan… Mi dispiace aver mentito. >
< Lasciate stare. Meglio che nessuno sappia di noi… Tornando a noi, che cosa volevate dirci? >
< Si tratta di vostra figlia Jenny. Purtroppo non porto buone notizie. >
Guardando negli occhi Yuki, Rufus aveva capito che la vita di sua figlia era arrivata ad una fine ingloriosa e disperata.
< Non usate altre parole. Ormai dai vostri occhi si capisce tutto. >
< Io… vorrei fare qualcosa > fece Yuki singhiozzando.
< L’unica cosa che possiamo fare è uccidere quei dannati traditori dei Bass. Ormai hanno davvero esagerato in tutto questo… Ci hanno portato via tutto. Anche la nostra dignità. >
< Padre, è molto pericoloso. >
< Rimanere qui a deprimerci non servirà a niente. Mi riprenderò il mio futuro. Da solo o con te, figliolo. >
Non potendo sottrarsi al volere del padre, Dan sapeva bene che tale esilio era stato uno sbaglio per tutti.
La voglia di tornare ad essere importante era estremamente forte e la voglia di rivalsa ormai era divenuta un preciso scopo da portare a termine.
< Yuki, voi siete dei nostri? >
< Sì, barone. Riusciremo nel nostro intento a vincere questa battaglia. Insieme. >

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Capitolo 14
*** Guerra aperta ***


Venti burrascosi andavano ad infrangersi sulle mura del borgo di Pitigliano.
L’esecuzione ormai era in atto e il destino della povera Celia Rhodes non poteva assolutamente cambiare.
< Lasciatemi andare! Maledetti! Voi non sapete chi sono io! >
< Una traditrice. Ecco chi siete voi. >
< Jack Bass, dopo tutti questi anni che siamo stati alleati, voi mi voltate le spalle in questo modo?! >
> Non posso fare altro. Siete diventata un problema. >
< Ma quale problema?! Io ho sempre fatto quello che volevate voi. >
< Non è stato sufficiente, mia signora. Avete fatto in modo di metterci i bastoni fra le ruote e noi non possiamo assolutamente permetterlo. >
< Bastoni fra le ruote? Ma che diavolo state dicendo?! >
< Calmatevi, mia signora. Agitarvi non servirà a niente. >
Capendo che sarebbe stata condannata a morte da lì a poco, Celia Rhodes faceva di tutto per dimenarsi e liberarsi.
< Non servirà a niente fare resistenza, mia signora. Ormai il vostro destino è scritto. >
< Che voi siate maledetto. Voi e tutta la dinastia dei Bass. >
< I Bass regneranno indisturbati nei borghi più influenti d’Italia. La nostra ricchezza e il nostro potere non possono avere nessun limite. >
Jack Bass, con tono determinante, attendeva il giudizio da suo fratello Bart mentre il figlio del suo fratello maggiore camminava indisturbato tra quelle vie piene di storia.
< Dunque è questo il nostro prossimo capito > fece Chuck con tono deciso < Conquistare questo luogo per avere la supremazia sul Tirreno. >
< E ancora non abbiamo finito, caro nipote. Presto nessuno potrà fermarci. Il tuo matrimonio con Blair Waldorf sarà la nostra rampa di lancia per l’intoccabilità. >
< Ovvio che quella donna non sospetti nulla > replicò Chuck con ghigno malefico < Sta sistemando i suoi ultimi accorgimenti nel suo borgo in provincia di Novara e presto giungerà qui da noi. >
< Non vedete l’ora, figliolo? >
< Certo che non vedo l’ora. Supremazia e matrimoni combinati per un unico potere: il rispetto verso tutta questa gente ignorante. Non può che rendermi l’uomo più felice del mondo. >
< Bravo, figlio. Non ti avevo mai visto sotto tale aspetto. >
< Ed è giunto il momento che voi riusciate a capirmi davvero, caro zio. Dopo Isola del Liri e Pitigliano, ci spingeremo sempre verso nord. e nessuno potrà fermarci. >
< dovremmo attendere l’esecuzione della duchessa Rhodes. Prima non potremmo agire su nient’altro. >
< Quella famiglia sarà lieta di togliersi di mezzo un peso molto importante. Come me, del resto… Anzi, gradirei parlare con Lily Van Der Woodsen. Chissà cosa ne potrebbe pensare dell’arresto della madre. >
< Sicuramente sarà contento > fece Bart.
< Ne sono sicuro… E voi che cosa attendente oltre? Quando farete la mossa decisiva? >
< Ogni cosa a suo tempo, figliolo. Avrò tutto il tempo necessario? >
< Credete? Gli Humphrey potrebbero essere un grave problema. >
< La loro casata è ormai caduta in disgrazia. Non c’è niente di cui preoccuparsi. >
< Se lo dite voi… A quando la dipartita di quella donna? >
> Domani mattina alle 10 in punto.>
< Non aspetterò altro che lo sguardo diretto verso i raggi del sole. E finalmente sarò io a ridere. >
< Chuck, siete sicuro che voi con Blair sia tutto apposto? >
> Certo, zio. Che cosa vorresti dire al riguardo? >
< Niente. volevo solo rassicurarmi. >
< Ebbene, è inutile farlo. I piani si stanno compiendo con tutto di fatto. Di conseguenza non c’è da preoccuparsi. >
< Sono contento di vederti così raggiante, figliolo. Vedo che cedi nelle tue capacità. >
< Ho imparato dal migliore, padre. >
< E dal migliore zio > fece Jack attirando su di lui tutta l’attenzione necessaria.
> Certo, come no… Ma adesso dobbiamo prepararci alla conquista del nord. il mio matrimonio dovrà essere indimenticabile. >
< Certo, caro figliolo. Come volete voi. >


Scendendo giù dai confini della Liguria, i baroni Humphrey non credevano nella fatica e nel dolore.
“Abbiamo perso fin troppo durante la nostra esistenza” fece Dan ripensando alla sua amata Serena “Adesso devo cercare di riconquistare tutto. Compreso il mio onore.”
Rufus, d'altronde, non era da meno.
Anche lui voleva che la sua supremazia e il suo potere potesse tornare agli albori di un tempo, stando molto attento a non fare passi falsi.
< Padre, vi vedo pensieroso > fece Dan con tono lieve < Che cosa vi succede? >
< Non lo so, figliolo. Ho paura di fallire. >
< Padre, se partite da questo presupposto, fallirete sicuramente. E noi non vogliamo che ciò accada, giusto? >
< Sì, giusto. >
< Dovete avere più fiducia in voi stesso. Solo così riusciremo a vincere la nostra guerra per il nostro futuro. I Bass non devono avere più nessuna via di fuga. >
< Ho sentito dire che vogliono unirsi con la prossima casata potente > fece Nelly Yuki interrompendo i loro pensieri.
< A cosa vi state riferendo? >
< A Blair Waldorf, una delle giovani donne più belle della penisola. Talmente bella che la sua bellezza non può essere misurata. >
< Non sarà così bella come Serena > fece divertito Dan.
> Attento, Dan Humphrey. Si tratta del futuro di tutti noi… Alcuni miei informatori mi hanno detto che si sposeranno in un borgo in provincia di Novara, una strada che noi controlliamo sotto i nostri occhi. Se vogliono giungere fino a quel punto, dovranno passare di qui. >
< E se prenderanno altre strade? >
< Non è possibile, Rufus. Fidatevi. Ho battagliato queste terre per molto tempo. Io e la mia famiglia non sappiamo che cosa sia la pace. Per questo viviamo solo per combattere. >
< Sembrate una vera macchina da guerra, Yuki. >
< Non posso pensare altro, miei padroni. Se ho deciso di servirvi adesso, è per vendicare una povera ragazza trucidata contro la sua volontà. >
< Vi prego di non dire niente al riguardo > fece Dan con tono sofferente < Dove si troverà la casata dei Bass? >
< A Pitigliano, ovvero l’avamposto dei Van Der Woodsen. Spero che la madre di Lily non sia un rave pericolo come io credo. >
< Non lo sarà, Yuki > fece Rufus con insistenza < Quella donna mi ha rovinato la vita per molti anni. Ma stavolta sarà tutto diverso. >


Mentre fissavano i Bass prendere un potere che non gli spettava, Lily Van Der Woodsen assisteva all’impiccagione della madre rimanendo senza emozioni e per nulla esterrefatta.
< Duchessa Van Der Woodsen, non è bello che voi assistiate a tale raccapricciante esecuzione. >
< E’ mia madre, Conte Bart Bass. Perché dovrei desistere a non vederla soffrire? >
< Perché voi non vi meritate una simile condanna. >
< Ma quale condanna? Mi avete fatto un grande favore nell’ucciderla… E adesso, nel vederla appesa e senza vita, mi riempie il cuore di gioia. >
< Davvero? E sarete dello stesso avviso quando metterò a ferro e fuoco tutto il borgo di Pitigliano? >
< Perché dovreste fare una cosa del genere? >
< Perché non ammetto superstiti nelle mie esecuzioni. E voi, e non sarete avvolta nel mio volere, farete la sua stessa identica fine. >
Sorridendo a tali parole, Bart Bass credeva che la donna stesse impazzendo.
< Che diavolo ridete? Non capite che la faccenda è seria? >
< Lo capisco benissimo, Signor Conte > rispose la donna con ghigno malefico < Quindi voi sareste disposto a mettere a ferro e fuoco l’intero borgo dopo che io e voi avevamo avuto una storia d’amore che sicuramente non avete dimenticato? >
< A che gioco state giocando, signora? >
< A nessun gioco, Conte Bart Bass. Volevo solo ricordarvi di cosa potete essere capace… Credete di avermi in pugno, non è così? Ebbene, vi sbagliate. >
< Così mi costringete ad usare le maniere forti con voi. >
< Avreste il coraggio, mio prode guerriero? Sapete molto bene che io e voi non siamo stati fatti l’uno per l’altro. Il nostro destino è sempre stato diverso. Ma voi non vi volevate arrendere, macchinando piani che andavano otre la vostra conoscenza. Io amavo perdutamente Rufus Humphrey e voi non avete fatto altro che approfittarne mettendoci i bastoni fra le ruote. Voi volete il potere e nient’altro. Voi Bass non riuscirete mai a capire dove finisce la vostra supremazia e dove comincia la pace. >
< Quello che voglio è solo il mio unico desiderio > replicò Bart Bass stringendo la donna< E se io non posso avervi, nessun altro vi potrà mai conquistare. >
< Di conseguenza che cosa volete farmi? Uccidere? >
< Potrebbe essere un’idea… Ma sarebbe troppo facile per voi. Meglio fr soffrire li resto della vostra famiglia e solo così avrò quello che desidero. >
< Se volete torchiare la mia povera figlia, vi confesso che non è qui tra noi. >
< Impossibile. I miei uomini tengono sott’occhio ogni centimetro di questo territorio. >
< Davvero? Vuol dire che non avete fatto i conti con i passaggi segreti che noi godiamo > rispose Lily con tono maestoso e per niente spaventato < Pitigliano gode di molti cunicoli segreti che nemmeno io sono a conoscenza. E voi credete di guardarli a vista tutti? Quando mia figlia tornerà qui sarà troppo tardi per voi. >
Inorridito da tali parole, Bart Bass prese il coltello che teneva ina scrivania adiacente alla finestra, tirandolo fuori il più rapidamente possibile.
< Non vi consiglio di fare la guerra con me, signora. Potreste prendere un brutto spavento. >
< Credete davvero che io mi spaventi per così poco? > ripeté divertita la donna< Siete voi che ancora non mi conoscete dopo tutto questo tempo. >
< Adesso finitela! Non potrete fare niente! >
< E’ qui che vi sbagliate, Conte Bass. Voi volete conquistare l’intero mondo, ma non riuscite a capire che ci sarà sempre qualcuno più forte e preparato di voi. E sapete chi è il primo tra questi? Propio io, Signor Conte. La vostra amante segreta. >
< NO. voi non farete niente di spiacevole! >
Prima che il Conte Bart Bass potesse colpirla a morte, Rufus e Dan Humphrey lo fermarono all’istante prima che fosse troppo tardi.
< Lasciatela in pace, Signor Bass. Ormai è finita. >
Tenendo sotto scacco il povero Jack Bass, il vecchio conte non poté fare niente contro il volere di quegli uomini.
< Jack, che diavolo state facendo? >
< Sono caduto nella sua trappola > fece l’uomo digrignando i denti < Ormai abbiamo fallito. Il borgo di Pitigliano è perduto. >
< Mi vuoi forse dire… >
Subito dopo l’arresto di Jack Bass, anche Chuck Bass fu messo con le spalle al muro e condotto all’interno del palazzo dei Van Der Woodsen.
< Ormai ci siamo tutti > fece Lily con tono di vittoria < Avete visto, mio caro Conte? Noi Van Der Woodsen abbiamo sempre un piano B. piani che voi non potrete mai immaginare. >
< Pensate davvero di averci messo all’angolo? Non sarà così facile? >
Con un balzo felino, il vecchio Bart Bass inchiodò la giovane Serena Van Der Woodsen che era riuscita a rivoltare la situazione in favore della sua famiglia, ricominciando un piano di terrore che avrebbe dovuto conoscere la fine.
< Non peggiorate la vostra situazione, Conte Bart Bass. >
< Voi tutti… mi avete portato via il mio futuro di detentore dei miei diritti. Come posso lasciar scivolare tutto questo? È inaudito? >
< Lasciatela, Conte. Altrimenti sarete voi a soccombere! > fece Rufus con tono determinato.
< Fermatevi, padre. Potrete colpire Serena. >
Capendo che Rufus avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua Serena, il vecchio marpione di Bart Bass ne approfittò immediatamente.
< Se io non posso avere la mia felicità, nessuno la potrà mai avere. >
E sguainando il suo pugnale che teneva nascosto sotto la sua giacca, riuscì solo a ferire di strisci al povera Serena, mentre subito dopo venne ricoperto da colpi di fucile che non lasciarono scampo al povero Bart Bass.
Cogliendo la fine come un simbolo di resistenza, gli altri membri della famiglia Bass si congedarono con onore, guardando il corpo del capo famiglia dilaniato proprio dinanzi ai loro occhi.
Respirando ancora affannosamente, fu Lily ad estirpare il suo ultimo desiderio.
< Duchessa Van Der Woodsen, avrei tanto voluto compiacervi > Fece Bart con tono flebile < Ma purtroppo ho scelto di stare dalla parte sbagliata. Spero che voi possiate perdonarmi. >
< Vi perdono, mio prode cavaliere. Adesso però riposate in pace. Ve lo meritate. >
Lily non sapeva il motivo per cui sortirono dalla sua bocca simili parole, ma in fondo gli dispiaceva per come era finita tale situazione.
I Conti Bass non sarebbero mai più stati più un problema e la pace agognata tra le due famiglie si sarebbe presto realizzata.


Con due matrimoni a sancire la propria felicità, Dan Humphrey convolò a nozze con Serena Van Der Woodsen, mentre Lily Van Der Woodsen si sposo con Rufus Humphrey, sancendo così un’alleanza che si sarebbe protratta per sempre, senza dimenticare i propri passati funesti che li avevano fatti dividere per sempre.
La felicità era tutto per loro.
Un monito per scrivere i loro racconti.
Un pretesto per sancire una pace dove fino a qualche anno fa’ era impossibile da scrivere.
Il tutto sancito da ricordi spensierati e da una felicità che avrebbe per sempre unito le loro rispettive famiglie, senza mai dimenticare il loro passato, governando il presente e scrivendo un futuro che non avrebbe conosciuto nessun tipo di distruzione.

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