It's beginning to look a lot like Christmas

di cabin13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Galeotto fu il vischio e chi lo appese ***
Capitolo 2: *** Profumo di biscotti ***
Capitolo 3: *** Di pattini e discussioni ***
Capitolo 4: *** Scivoloni e decorazioni ***
Capitolo 5: *** Regali inusuali e dove trovarli ***



Capitolo 1
*** Galeotto fu il vischio e chi lo appese ***


 

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Scritta per il Christmas Countdown Challenge 2021 sul forum FairyPiece Fanfiction&Images

Pallina 4 (18 dicembre)

Citazione: "Natale è una cospirazione per far sentire i single soli." (Armistead Maupin)
Situazione: A fa di tutto per baciare B sotto il vischio (BONUS: ma qualcosa va storto)
Prompt: Sciarpa/guanti

 

 

 

 

 

Galeotto fu il vischio e chi lo appese

Usopp sa che non dovrebbe ridere ma è più forte di lui. Forse rischia di prenderle da entrambi i diretti interessati, più tardi, però sete la grassa risata di Franky e Luffy vicino a lui e capisce che ne vale proprio la pena. Mai fonte d’intrattenimento è stata più azzeccata e riuscita nella storia umana.

È partito tutto quel mattino, quando lui e i ragazzi – tra cui il chiamato in causa Sanji – si sono dati da fare per sistemare in tutta la casa le decorazioni in vista della festa di quella sera. Usopp si è ritrovato con il vischio tra le mani e, purtroppo per lui, il biondo cuoco l’ha intravisto con la coda dell’occhio: subito si è offerto volontario lui per appenderlo e l’altro ha avuto la malaugurata idea di chiedergli se avesse in mente di baciare qualcuno – a sua discolpa, Usopp può dire che non aveva ancora raggiunto la sua dose giornaliera minima di caffeina per essere abbastanza reattivo.

Solo a lavoro terminato gli inquilini si sono accorti che il ragazzo ha appeso il vischio proprio nei pressi dell'ingresso. Brook si è congratulato con l’apprendista cuoco per il piazzamento strategico, mentre tutti gli altri li stavano fissando storto.

– Vado a prendere la scala. Meglio se lo spostiamo da qui. – ha borbottato il piccolo Chopper, già diretto verso lo sgabuzzino dell’appartamento.

Ignorando le proteste inutili dei due donnaioli del gruppo e i rimproveri di Zoro, Franky e Usopp hanno fermato lo studente di medicina. Se avessero lasciato il vischio nell’ingresso, i risvolti della festa avrebbero potuto essere parecchio divertenti; e in effetti, di fronte alla scena che stanno vedendo adesso, possono confermare che la loro intuizione è stata corretta.

Sanji e Brook hanno cercato di ottenere un bacio da Nami e Robin quando queste hanno raggiunto gli amici nel primo pomeriggio. Giusto per venire puntualmente scansati da entrambe quando si sono accorte di trovarsi sotto il vischio. La rossa ha anche minacciato di rifilare un pugno ben assestato a tutti e due se le avessero dato di nuovo fastidio, mentre la studentessa di archeologia si è limitata a ridacchiare divertita a quella scena.

Il biondo cuoco ci ha provato una seconda volta, mentre aspettava che le ultime tartine cuocessero in forno, ed è stato rispedito in cucina a suon di cazzotti e parolacce. Le ragazze hanno aiutato a ultimare i preparativi per la festa, sistemando anche delle posate e dei bicchieri che Nami ha portato dal loro appartamento nel palazzo di fianco – e per non smentirsi mai, minaccia di richiedere una cifra esorbitante a tutti e sette se dovessero anche solo scheggiare o rovinare qualcosa.

– Sempre la solita strozzina – ha mugugnato Zoro sottovoce, mentre Usopp ha alzato gli occhi al cielo, rassegnato.

– Devo ricordarti il debito che mi devi ancora ripagare? – si è rivolta a lui con un finto sorriso angelico la ragazza.

– Prima o poi lo capirai che non ti devo nemmeno un centesimo! – ha replicato piccato lo studente di scienze motorie.

Lei stava per ribattere qualcos'altro, quando la voce euforica di Luffy li ha distratti: – Guardate fuori... Sta nevicando! Dobbiamo assolutamente scendere!

Subito si sono tutti mossi verso la finestra dove il moretto teneva premuto il viso, lo sguardo fisso sui fiocchi che in massa scendevano vorticando dal cielo. I tetti e i marciapiedi si stavano già ricoprendo di un leggero velo bianco: quella neve avrebbe attecchito in fretta, e con un po' di fortuna anche per più di uno o due giorni.

– Sì, che bello! Scendiamo, scendiamo! – ha ribadito Chopper entusiasta, correndo ad arraffare il cappotto sull'attaccapanni.

La sua allegria e quella di Luffy hanno contagiato anche Usopp, Brook e Franky; nel giro di cinque minuti si sono intabarrati nei giacconi pesanti e si sono avviati al piano terra. Gli altri sono rimasti nell’appartamento – vuoi per controllare la cottura degli ultimi antipasti, per sistemare qualche dettaglio negli addobbi, o semplicemente perché non avevano voglia di scendere.

Usopp progettava già di sfidare tutti in una battaglia a palle di neve, ma ancora non aveva deciso se tutti contro tutti o a squadre. Di sicuro aveva tutta l’intenzione di riempire di neve i suoi amici, tanto i grossi fiocchi candidi scendevano in abbondanza dal cielo plumbeo.

Ma il divertimento è durato poco. Ben presto Chopper ha cominciato a lamentarsi che senza i guanti era impossibile giocare e che gli facevano male le mani. E in effetti anche le dita di Usopp si sono arrossate per il contatto della pelle nuda con il ghiaccio e se le muoveva un poco sembravano dei pezzi di legno.

Luffy e Franky hanno dato loro dei guastafeste, accusandoli di voler tornare in casa perché in realtà avevano paura di “combattere” – e non ha fatto cambiare loro idea il commento di Chopper sul fatto che loro di solito vadano in giro in infradito e bermuda anche con quaranta sottozero.

– Io salgo a prendermi i guanti, non me ne frega niente. – ha decretato lo studente di medicina, sprofondando le mani nelle tasche del giaccone grande quasi quanto lui.

Anche Brook ha assentito, ignorando le proteste degli altri due amici.

– Mmh, ma se noi saliamo a prendere i guanti, magari possiamo anche prendere qualche stuzzichino salato... – ha aggiunto Usopp con un sorrisetto sghembo in volto, ammiccando verso Luffy.

– Salgo anch’io!!

– Tipico. – ha riso il ragazzo con i capelli ricci, soddisfatto di sé stesso e della sua piccola trovata. Almeno Luffy avrebbe smesso di lagnarsi e rompere le scatole.

– Così non mi lasciate tanta altra scelta, però... – ha mugugnato Franky arricciando le labbra in un broncio. – Che cavolo ci resto a fare qui da solo?

E così hanno deciso di sospendere la battaglia di palle di neve. Mai si sarebbero aspettati che la loro temporanea ritirata sarebbe stata così provvidenziale.

Il primo della fila era Brook, seguito subito da Usopp, Chopper, Luffy e a chiudere Franky. Lo studente del conservatorio di Raftel ha infilato la chiave nella toppa, nascondendo la sagoma della porta principale con la sua figura smilza, ma molto più alta della media. Perciò Usopp non ha subito capito come mai si sia inchiodato di colpo nell’ingresso e gli ha quasi tirato una testata sulla schiena.

– Ma che cazzo...? – ha esclamato, sporgendosi per vedere che cosa stesse succedendo.

E si è trovato davanti la scena per cui adesso sta ancora ridendo a crepapelle come un pazzo. Nell'ingresso c’è Sanji, proprio di fronte a Brook. Entrambi sotto il vischio.

Pure gli altri ragazzi allungano il collo e spintonano un po’, per essere tutti nell’androne e controllare cosa stia accadendo. Le loro risate sguaiate richiamano anche Robin, Nami e Zoro, e si ritrovano tutti a fissare quella scena davvero ridicola. Il cuoco e Brook si fissano a occhi sbarrati, nessuno dei due capace di proferire parola. Sanno che non la possono scampare, perché ormai gli altri amici sono tutti lì e non li lasceranno andare filare via così facilmente.

– Direi che è ora di dare il primo bacio della serata – ghigna Zoro con aria compiaciuta, mentre incrocia le braccia al petto. – Che ne dici, Torciglio?

Sanji si volta a lanciargli un’occhiata omicida, ma è ancora troppo scioccato per poter ribattere qualcosa di sensato.

– Un risvolto interessante per quelli che volevano baciare noi ragazze a tutti i costi... – commenta Robin divertita.

– Bacio! Bacio! Bacio! – inizia a scandire Franky, e subito Nami e Luffy gli stanno andando dietro. Usopp non si fa problemi ad accodarsi.

I due malcapitati li guardano storto e poi si scambiano uno sguardo a metà tra lo schifato e il terrorizzato, deglutendo a vuoto. La repulsione si può leggere a caratteri cubitali sui loro volti più pallidi della neve che sta cadendo fuori.

– Rapido e indolore, su, su! – esclama Nami, gli occhi lucidi di lacrime da quanto sta ridendo forte.

Sanji e Brook si osservano di nuovo e finalmente avvicinano i loro visi uno all’altro, con una lentezza inesorabile. Usopp non sta più nella pelle per assistere alla scena e se non si muove per far accelerare i loro movimenti è solo perché sa che poi rischierebbe di venire suonato come un tamburo da entrambi.

Le loro labbra sono a meno di un centimetro di distanza. Luffy e Chopper stanno già piangendo dal ridere, e anche Zoro fatica a mantenere soltanto il suo ghigno divertito.

Il contatto dura un battito di ciglia, Sanji e Brook si staccano più veloci della luce, ma non sfugge a nessuno dei presenti e viene accolto con un coro di risatine e finte esultanze. – Congratulazioni alla nuova coppia! – sta esclamando Luffy, fingendo di essere uno di quei paggetti che spande i petali ai matrimoni.

– Andate tutti a fanculo. – mugugna Sanji.

Brook non dice niente, ma dalla sua smorfia è evidente che condivida quanto detto dall’amico. – Devo andare a sciacquarmi la bocca. – esala soltanto, prima di farsi largo tra l’improvvisato gruppo di spettatori e fiondarsi verso il bagno.

– Pure io! – conviene il biondo, passandosi una mano sulle labbra in un movimento quasi compulsivo. Si incammina in direzione della cucina, ma poi si volta un’ultima volta in direzione degli amici che stanno ancora sghignazzando: – Sappiate che questa me la lego al dito. Prima della fine di stasera anche voi cretini vi sarete baciati tutti!

Usopp sa che lo farà dare di matto con quella domanda, ma non riesce a resistere: – Ci baceremo con Nami e Robin?

– Non osare!!

Il cuoco prende letteralmente fuoco a quelle parole e gli affibbia un calcio nelle costole che gli fa vedere le stelle ballare sul soffitto. Usopp quasi travolge Luffy e Chopper cadendo all’indietro, mentre Zoro perde il sorrisetto che gli dava il suo solito cipiglio “da duro” e scoppia apertamente a ridere.

– Tu sei il prossimo, Marimo. Che cazzo ti ridi?

– Voglio vederti provare, Torciglio.

I due attaccano briga per quella che sarà la trilionesima volta; Nami intima loro di darci un taglio; Robin, Luffy e Franky se la ridono; il povero Chopper si dispera strillando di chiamare un dottore per aiutare Usopp – scordandosi puntualmente di essere un medico lui stesso. Vischio e neve a parte, è solo un’altra normale giornata come tante altre nel loro appartamento di scalmanati. 

 

 

 

 

 

Hola gente

Sono in ritardo perché questa storia doveva essere pubblicata ieri dato che era il 18, ma per casini vari e because of life, la pubblico adesso e tant'è... Mi sono comunque divertita a buttare giù questa cosa (che dovrebbe essere vagamente comica, almeno spero)

Non ho molto altro da aggiungere, perciò ringrazio semplicemente chi recensirà e anche chi leggerà e basta

 Alla prossima gente

Adios 

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Capitolo 2
*** Profumo di biscotti ***


 

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Scritta per il Christmas Countdown Challenge 2021 sul forum FairyPiece Fanfiction&Images

Pallina 2 (19 dicembre)
Citazione: A Natale dovremmo essere più bravi, non più stupidi! (Carl William Brown)
Situazione: A crede ancora a Babbo Natale, toccherà a B svelargli/le la verità
Prompt: Biscotti

 

 

 

Profumo di biscotti

Il profumino proveniente dal forno aleggia per tutto l’appartamento, facendo sperare bene per il risultato finale. Nami sente già l’acquolina in bocca, mentre osserva con impazienza le cifre squadrate sullo schermo del cellulare che segnano i minuti mancanti al termine della cottura.

È accovacciata insieme a Zoro sul divano di casa loro, un morbido plaid a coprire loro le gambe, mentre guardano senza troppo interesse uno di quei film natalizi di serie B che danno il sabato pomeriggio sotto le feste. In realtà sta quasi per addormentarsi; Nami avverte il suo fiato regolare che le solletica i capelli mentre tiene la testa poggiata contro il petto di lui.

È il loro primo periodo di vacanze come coppia convivente e la rossa si è divertita un mondo a convincere Zoro a preparare i biscotti allo zenzero insieme a lei. È rimasto due minuti buoni a fissare lo sbattitore come se fosse il suo peggior nemico sulla faccia della Terra.

– Non ti morde, sai. – ha scherzato, e Zoro ha fissato male pure lei.

Il verde deve ancora prendere dimestichezza con la cucina – assurdo che sia riuscito a campare fino a quel momento senza dar fuoco a qualsiasi abitazione dove abbia mai vissuto –, ma quel momento domestico le ha dato una sensazione piacevole che ancora le scalda il petto. Lei e Zoro, a preparare da mangiare insieme, fianco a fianco tutti i giorni... Non le dispiace affatto.

Sta per abbandonarsi anche lei alla sonnolenza, cullata dal volume sommesso della televisione, quando il trillo del campanello la coglie alla sprovvista e la fa sobbalzare. Non aspettano visite, quindi chi diavolo può essere? Nami si alza dal divano cercando di fare in fretta e al contempo non disturbare il fidanzato; nemmeno inforca le ciabatte quando saltella in punta di piedi verso l’ingresso.

Sbircia dallo schermo del citofono e vorrebbe tanto prendere a craniate il muro – o vuole sbatterci contro la testa del suo visitatore indesiderato, ancora non ha deciso. Con un sospiro fa scattare la serratura del portone al piano terra e attende fin quando l’ascensore con il suo amico raggiunge il piano.

– Ciao, Luffy. Che cosa c’è? – chiede, più brusca di quanto volesse.

Il moro la saluta con un sorrisone raggiante che potrebbe far concorrenza a una palla da discoteca. – Ehi, Nami! Come va? Che fate di bello?

La ragazza inarca un sopracciglio, per niente convinta da quella farsa. Come mai Luffy si è presentato alla sua porta senza preavviso e adesso le rivolge quelle domande vuote, tipiche di una conversazione di circostanza?

La rossa si fa ancora più sospettosa. – Luffy...

Ma il moro anticipa ogni sua parola, perché annusa l’aria e quasi la spintona mentre si fionda dentro casa. – Ma avete fatto i biscotti?!

– Ma che cazzo...! Luffy! – sbotta Nami, furiosa, la mano che si protende per tentare invano di afferrare il cappotto rosso fuoco dell’amico e sbatterlo fuori di casa.

Peccato che il ragazzo sia veloce come una scheggia e la sua corsa concitata passi anche per il salotto, svegliando di colpo anche Zoro. Il verde si stropiccia gli occhi, sbadiglia, e deve sbattere un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco e realizzare che la figura che traffica in cucina decisamente non è Nami. La sua fidanzata sta marciando a grandi passi verso quella figura, con intorno un’aura omicida che fa intuire a Zoro che deve scattare all’azione, altrimenti quel poveraccio di Luffy potrà considerarsi un uomo morto.

– Che diamine ci fai tu qui?! – esclama, balzando giù dal divano.

Sbarra la strada a Nami, raggiungendo per primo l’intruso accovacciato di fronte al vetro del forno. Rivolge un cenno alla giovane per farle intendere che se ne occuperà lui, e può vedere lo sguardo della rossa simile ai tuoni in una tempesta. Si sente addosso la sua occhiata assassina, mentre si inginocchia accanto all’amico e lo strattona malamente per il giaccone ancora freddo.

– Si può sapere che stai combinando...? – sibila, una nota di pericoloso avvertimento nella voce.

Il moro si volta a osservarlo come se gli avesse appena chiesto una stupidaggine. – Osservo i biscotti che cuociono. Non vedo l’ora di assaggiarli!

– Ti è andato di volta il cervello??

– Ma che c'è? – protesta Luffy, e Zoro può giurare di aver appena sentito la corrente d'aria che gli passa in mezzo a quello spazio vuoto che si ritrova nella scatola cranica in mezzo alle orecchie.

Il volume della sua voce si abbassa ancora di più per non farsi udire da Nami, mentre gli mormora all'orecchio: – Non andava in questo modo il piano. Stai solo facendo casino!

– Rilassati! Vedrai che funzionerà! – ridacchia quell'altro, e Zoro gli preme una mano sulla bocca perché sta alzando troppo il volume.

– Funzionerà... cosa, esattamente?

Ecco, infatti. Proprio quello che volevano evitare è appena accaduto: Nami ha sentito l'ultima parte della conversazione e adesso ha le mani sui fianchi come una madre che scruta sospettosa i figli pestiferi. I due ragazzi si voltano verso di lei, i cervelli che lavorano alla velocità della luce per inventarsi una bugia che non sembri del tutto ideata sul momento.

– Funzionerà... funzionerà il nuovo metodo di cottura che ho consigliato a Zoro per i biscotti!

Suddetto ragazzo si schiaffa una mano in viso con aria rassegnata, perché quella che ha infornato i dolcetti è stata Nami e Luffy è l'ultima persona al mondo da cui un sano di mente potrebbe accettare consigli culinari. E di tutto questo la giovane ne è perfettamente a conoscenza.

I suoi occhi nocciola lampeggiano micidiali. – Che diavolo sta succedendo qui? – domanda, con lo stesso tono di un comandante.

Maledetto Luffy e la sua ingordigia! La prossima volta che avranno in programma qualcosa, lui lo escluderanno dal piano a priori. Col cavolo che gli si affida di nuovo. C'è solo da sperare che gli altri complici si siano accorti che qualcosa è andato storto e si stiano preparando a intervenire prima del previsto.

Cerca di sbirciare dietro la figura di Nami, che dà le spalle all'ingresso, per vedere se la porta si sta aprendo di nuovo o meno -avrà pur prestato loro le sue chiavi per una ragione! Tuttavia non osa fissare lo sguardo, per paura che la rossa possa insospettirsi e girarsi a controllare.

La serratura scatta, con un movimento lento che però pare riecheggiare nell’intera abitazione. Zoro dà una gomitata sul braccio a Luffy, sperando che il moretto possa capire il suo sguardo eloquente, e poi attacca a ridacchiare nervosamente. Non ha idea di cosa inventarsi da dire, gli basta solo che il suono della sua voce copra il casino che stanno facendo nell’androne esterno.

– Ma che hai, Zoro? – Nami inclina la testa di lato, confusa. Non sta capendo niente della situazione corrente; lo si intuisce dalla sua espressione che è proprio persa, oltre che un po’ contrariata. La furia iniziale si è attenuata un poco.

Usopp, Chopper e il cuocastro sono apparsi sulla soglia, i volti solcati da dei ghigni divertiti che il ragazzo può immaginarsi anche se sono nascosti dalla figura di fronte a lui. Con sua somma soddisfazione, Nami è ancora focalizzata su di loro e non si è accorta di niente.

I tre complici si avvicinano sempre di più, mentre Luffy si muove – a balzelli come una papera, in uno spostamento davvero ridicolo  per poter essere protetto dietro la schiena di Zoro. Il verde gli lancia un'occhiata stranita, ma ha vita breve perché la ragazza ha accorciato le distanze e adesso sembra proprio intenzionata a suonarle a tutti e due.

Il giovane si sta alzando in piedi per parlarle, quando la sua visione diventa d’improvviso bianca e viene investito da una massa che gli scivola sul corpo, si infila sotto i vestiti e si incastra tra i capelli. Dura solo un attimo, e quando Zoro torna a vederci si ritrova coperto di farina da capo a piedi. Davanti a lui, Nami sembra una statua, sporca anche lei di bianco e impietrita con un’aria sorpresa stampata in viso.

Chopper, Usopp e Sanji se la stanno ridendo alla grossa e nemmeno Luffy si sta risparmiando. Li sente pure che si battono il cinque, tutti fieri del loro operato.

– La farina? Sul serio? – sbotta, spostando lo sguardo dai tre idioti ai suoi vestiti zozzi. – E poi, razza di deficienti...

– ...avete beccato pure me! – una voce femminile gli ruba le parole di bocca, e Zoro si ritrova a fissare Nami a occhi sbarrati. La rossa si volta a fulminare i tre amici: – Avete preso pure me, cazzo!

– Come pure te? – è il turno di Zoro di essere confuso per la reazione della sua fidanzata. – È me che non dovevano prendere. Lo scherzo dovevano farlo a te!

– In realtà, Marimo, tu credevi che lo scherzo dovessimo farlo a Nami-swan – interviene Sanji, ancora divertito dal risvolto che ha preso la situazione. – Lei ci ha sgamato e ha proposto di rigirare la cosa a tua insaputa. E chi sono io per dirle di no? – conclude poi, con il suo tono tipico da moina.

– Più che avervi sgamato, sarai stato tu che non riesci a tenere chiusa la tua boccaccia se si tratta di donne... – borbotta tra i denti il verde, ma per fortuna Sanji non sembra aver sentito la provocazione.

– Solo che la situazione era troppo divertente per non fregarvi entrambi! – interviene Usopp, con un ghigno furbo stampato in volto.

Zoro non ci crede: quei quattro idioti li hanno fregati entrambi. E ci sono riusciti anche parecchio bene, perché nessuno dei due si era aspettato un risvolto simile. Vorrebbe uscirsene con un commento sarcastico che li lasci di stucco, ma non riesce a trovare niente che possa volgere a suo favore e sente solo che la punta delle orecchie gli sta diventando dello stesso colore dei capelli di Nami.

– A Natale si dovrebbe essere più buoni, non più stupidi... – sta commentando la ragazza, anche se non ce la fa a rimanere seria. Poi però Zoro coglie il luccichio che le attraversa gli occhi e capisce che la vendetta è vicina. – Manca ancora un po’ alla cottura dei biscotti. Io vado a farmi una doccia, voi che ne dite di ripulire tutto questo macello? – è una domanda, ma il tono non ammette un “no” come risposta. – Visto che siamo in tema natalizio, potrei anche non addebitarvi il costo dei detersivi...

Si incammina verso la camera e fa cenno a Zoro di andarle dietro. Mentre la segue, il ragazzo accenna un sorriso compiaciuto: le espressioni sbigottite sui volti dei quattro amici – specialmente il cuocastro – valgono più di qualsiasi altro stupido scherzo per vendetta. 

 

 

Hola gente

Se a scrivere il primo capitolo mi sono divertita, questo è stato ancora meglio. Luffy che sragiona quando sente profumo di cibo mi è piaciuto troppo da buttar giù come idea e in realtà è partito tutto da lì...

Di nuovo, nulla da aggiungere se non ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

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Capitolo 3
*** Di pattini e discussioni ***


 

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Pallina 5 (20 dicembre)
Citazione: A Natale tutte le strade conducono a casa. (Marjorie Holmes)
Situazione: A e B non stanno più insieme o hanno litigato pesantemente, ma la magia del Natale li farà riappacificare
Prompt: Pista di pattinaggio

 

 

 

 

Di pattini e discussioni

Il fiato si condensa in piccole nuvolette quando butta fuori dal naso i profondi respiri che sta prendendo per cercare di calmarsi. In realtà, forse è quasi più rilassante osservare il vapore che gli fuoriesce dal naso che fare i respiri in sé. Sabo è un fascio di nervi, e la baraonda di gente intorno a lui non facilita certo le cose.

Peccato che l'idea di recarsi in piazza quel tardo pomeriggio sia stata proprio sua e non può certo rimangiarsi la parola – almeno non senza sentire un senso di colpa che gli schiaccia il petto come un macigno mentre gli occhioni scuri di suo fratello minore lo osservano delusi.

L'ha promesso a Luffy da mesi che sarebbero andati insieme a pattinare durante le vacanze, dopo settimane che si vedevano solo in videochiamata perché lui era fuorisede all'università in un'altra città e il moretto continuava le superiori a Raftel.

Che ne sapeva lui che, per sua somma sfiga, nello stesso giorno e alla stessa ora ci sarebbe stata anche Koala? Non si parlano da una settimana, e Sabo non ha per niente voglia di ricominciare a farlo adesso. È stato un litigio parecchio pesante, non è certo di aver del tutto smaltito la rabbia. Eppure qualcosa si muove all'altezza del petto, quando nota la figura della ragazza in pista. Gli causa una sensazione di calore che si propaga fino alla punta delle orecchie e alle guance, che sembrano bruciare in contrasto con l'aria fredda e il gelo che si sono prese finché si recavano al palazzetto.

– Uh? Sabo, che aspetti? – lo richiama Luffy, i pattini già indossati e ormai pronto a fare il suo ingresso sul ghiaccio. Sabo è contento che non si sia accorto della presenza di Koala. – Andiamo, dai!

Il biondo si riscuote dai suoi pensieri e abbozza un sorriso, anche se un po' tirato. – Arrivo!

Gli ci vogliono più di cinque minuti per prepararsi; più che altro perché deve aspettare che si liberi un posto sulle panche a disposizione per cambiarsi le scarpe. C'è un sacco di gente, quel pomeriggio. Magari con un po' di fortuna entrambi si confonderanno tra la folla ed eviteranno di incontrarsi.

– Ce ne hai messo, eh... – sbuffa il suo fratellino adottivo, quando finalmente lo raggiunge al cancelletto d'ingresso. Ma la sua espressione torna entusiasta non appena mettono piede sul ghiaccio.

Per un poco faticano a mantenere l’equilibrio sulle lame sottili – non ci sono proprio abituati, è già un evento speciale che vadano a pattinare una volta all’anno sotto Natale. Sabo di istinto si aggrappa al parapetto di legno, osservando divertito Luffy che invece cerca al contempo di stare in piedi e addirittura scivolare già alla massima velocità. Dopo un paio di tentativi e di cadute mancate per un soffio, riescono a trovare il loro ritmo e finalmente anche il biondo si stacca dal suo appiglio sicuro.

Sugli stessi piloni su cui sono montati dei faretti che illuminano la pista dopo il calar del sole sono presenti anche delle casse, dalle quali si diffondono le note allegre di una canzone natalizia. Sabo e Luffy si ritrovano, quasi senza accorgersene, a seguire le battute della melodia. Non sono gli unici adulti e bambini, coppie di giovani e gruppi di amici, ci sono tanti che imitano la loro stessa andatura. Ed è sulle ultime note di quella canzone che, insieme col fratello, Sabo va quasi a sbattere contro l’ultima persona con cui avrebbe voluto trovarsi faccia a faccia in quel periodo. Evidentemente l’universo deve divertirsi proprio tanto ad ascoltare le sue preghiere e poi ignorarle di sana pianta.

Vedere Koala gli fa saltare un battito. Per la sorpresa, ma anche perché solo adesso si rende conto di quanto gli sia mancata. È una sensazione che scavalca il risentimento e la rabbia che ancora gli rodono se ripensa al loro ultimo litigio. Koala è lì, di fronte a lui, con un floscio berretto violaceo sui capelli ramati e le gote e la punta del naso arrossate dal freddo. Sotto i fari della pista, gli occhi castani le scintillano come due stelle.

I due rimangono per un secondo a fissarsi come se entrambi avessero appena visto un fantasma. Tutto il resto del mondo sparisce, la musica diventa un rumore di sottofondo e si estraniano dalla baraonda di persone che schiamazzano intorno a loro. Si crea un silenzio teso e carico di imbarazzo, che nessuno dei due sa come spezzare – e forse non ne hanno nemmeno l’intenzione.

– Oh, vi siete incontrati!

L'arrivo di Luffy li lascia sbigottiti. Sabo deve sbattere un paio di volte le palpebre per comprendere appieno le parole di suo fratello e lo stesso non ci riesce. Che ha il giovane da essere così entusiasta se lui e la sua – non ne è più tanto sicuro – fidanzata si sono incrociati dopo quasi una settimana di silenzio stampa?

L'espressione del moro si distende in un ampio sorriso. – Così finalmente potrete parlare!

Sabo è più confuso di prima, e un’occhiata di sottecchi a Koala gli fa intendere che per lei sia lo stesso. Suo fratello non è proprio un guru dell’amore o chissà quale mente da stratega, perciò il ragazzo non riesce a spiegarsi come Luffy abbia potuto orchestrare il tutto.

Quello anticipa la sua richiesta di spiegazioni, perché con espressione entusiasta rivela: – Nico Robin mi ha detto che le ragazze andavano a pattinare oggi e ci sarebbe stata anche Koala. E allora io ho insistito con te per scegliere questo pomeriggio.

– Ma io non ti ho detto di... di... – farfuglia Sabo senza riuscire a terminare la frase. Non ha parlato con nessuno dei suoi familiari riguardo la discussione con Koala.

– Nico Robin non è entrata nei dettagli, mi ha solo detto che era importante che voi due vi trovaste per parlare – fa le spallucce il ragazzo.

Sabo vorrebbe sbattere la testa contro la recinzione di legno. Nico Robin è un’amica comune di entrambi ed è molto legata a Koala, hanno pure affittato insieme l’appartamento per seguire i corsi all’università - archeologia e scienze politiche, rispettivamente –; forse se lo doveva aspettare che la castana le avrebbe riferito tutto, o buona parte della storia. E ancora una volta la mora apprendista archeologa ha giocato d’astuzia.

– Va bene, io adesso raggiungo le altre. Vi lascio a parlare, ciao! – e Luffy svicola via prima che Sabo possa anche solo pensare di agguantarlo per il giubbotto e fermarlo.

Quando rimangono solo loro due, in un angolo della pista per essere più in disparte, il silenzio imbarazzante è spezzato solo dagli schiamazzi delle altre persone e dalla playlist natalizia in sottofondo. Sabo si fissa le punte dei pattini azzurri per qualche secondo buono, prima di sollevare di colpo lo sguardo e parlare.

– Mi sei mancata. – la frase gli scappa prima che possa porsi un freno.

Koala rimane per un attimo interdetta, ma poi la sua espressione si addolcisce e un tenero sorriso le distende le labbra. – Anche tu mi sei mancato. Mi pento... mi pento di averti chiesto di non sentirci più per un po’. Questa settimana è stata terribile.

Sabo annuisce, perché anche la sua è stata un completo incubo. Ha riabbracciato sua madre e suo padre dopo che sono venuti a prenderlo in stazione quanto è tornato a Raftel e ha rivisto anche Luffy, ma tutti i sentimenti negativi per il litigio irrisolto con Koala continuavano a divorarlo da dentro. Non sa quante volte ha represso la tentazione di scriverle o chiamarla per sapere come se la stesse passando.

Che poi, se ci ripensa, si sono infuriati l’un con l'altro davvero per una stronzata. È bastata una più spiazzante del solito, sul loro futuro dopo l’università come studenti e come coppia, seguita da una risposta più brusca del solito, e prima che se ne accorgessero hanno preso a scaricarsi contro lo stress accumulato per la fine del semestre e tutti gli esami imminenti. Si sono sfogati dandosi addosso, urlando e alzando la voce in preda alla rabbia. Lui ricorda di essere uscito dalla stanza – qualunque essa fosse – sbattendosi dietro la porta, mentre Koala tra le lacrime gli gridava di andare al diavolo e che le serviva del tempo per stare da sola.

– Mi sono pentita ogni singolo giorno di averti urlato quelle cose – sta mormorando la ragazza, mentre si tormenta le dita e le maniche del giaccone. Tiene il tono di voce basso, per timore che le si spezzi man mano che prosegue. – Ho sbagliato e... e... non so se tu riuscirai a perdonarmi...

Il cuore di Sabo si stringe in una morsa alla vista dei suoi occhi color nocciola che si stanno riempiendo di lacrime. Le posa i palmi sulle guance e le fa dolcemente alzare il viso fino a guardarlo negli occhi.

– Io ho sbagliato tanto quanto te, se non peggio... Anche io ti ho urlato addosso per tutto il tempo, non sei l’unica ad aver commesso una cazzata madornale. – abbozza un sorriso amaro. – Abbiamo fatto un errore tutti e due. Ed entrambi siamo stati di merda per le sue conseguenze.

Koala fa un cenno di assenso con il capo, seria. Si morde il labbro inferiore come se fosse incerta sul pronunciare quelle parole, ma alla fine lo dice: – Sono stata un’idiota, mi dispiace. Possiamo provare a superarla... insieme?

E Sabo è contento che lei sia della sua stessa idea. Perché si sono comportati da stupidi e sarebbe ancora meno sensato se lasciassero che una cosa del genere distrugga tutto quello che c’è di positivo nel loro rapporto. Il biondo non ci pensa due volte ad azzerare le distanze, stringere la figura minuta di lei in un abbraccio e posarle un bacio sulla fronte. Koala si aggrappa al suo cappotto e affonda il viso nell’incavo della spalla di lui.

– Tra poco è Natale e poi arriverà il nuovo anno. – mormora piano Sabo contro la sua fronte. – La supereremo e ripartiremo di nuovo. Insieme, io e te. 

 

 

 

Hola gente

Il finale di questa shot non mi convince proprio del tutto, forse è un po' melenso e sconclusionato, ma tant'è... Anche qui è partito tutto di nuovo da Luffy, perché mi sono immaginata come potrebbe essere stato se si fosse ritrovato a dover fare da "wingman" per una coppia che si doveva riappacificare - e considerando che non è proprio una cima in queste cose, l'aiuto di Robin dietro le quinte doveva essere necessario

Anche il titolo non mi convince, ma sono anni che io non sono capace di dare i titoli alle mie storie quindi ormai ci ho rinunciato... È un po' banale e buttato lì, forse lo cambierò se mi viene in mente qualcosa di meglio

Non ho tanto altro da aggiugere, ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

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Capitolo 4
*** Scivoloni e decorazioni ***


 

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Scritta per il Christmas Countdown Challenge 2021 sul forum FairyPiece Fanfiction&Images

Pallina 1 (21 dicembre)
Citazione: Non c'è niente di più triste in questo mondo che svegliarsi la mattina di Natale e non essere un bambino. (Erma Bombeck)
Situazione: A rovina per sbaglio gli addobbi natalizi (es. l’albero, le lucine ecc.) che B ha preparato con tanta cura
Prompt: Neve

 

 

 

 

Scivoloni e decorazioni

Osservando fuori dalla finestra il cielo grigio chiaro, risulta impossibile capire che ora sia di preciso, ma Viola sa che sono all'incirca le tre del pomeriggio. Ha pranzato con Sanji molto presto, prima che lui uscisse per andare al ristorante in cui lavora, e ha passato tutte le ore successive ad appendere decorazioni e festoni di Natale in tutta la casa.

È stato un po' complicato, ma alla fine ce l'ha fatta a trovare una diposizione che soddisfi il suo gusto personale, sia equilibrata nelle misure e non crei un'accozzaglia inguardabile di colori e toni tutti diversi.

Oltre al tradizionale albero che lei e il ragazzo hanno montato l'8 dicembre, i punti focali sono il soggiorno e la cornice del portone principale, sia all’interno che all’esterno. Le mensole sulla parete dietro il divano sono rivestite da ghirlande verdi e bianche, che simulano la neve che ricopre gli aghi delle conifere sempreverdi. Qua e là spuntano delle macchie di rosso e marrone chiaro, a imitazione delle ghiande e delle bacche tipiche della festività. Sulla porta, invece, ha appeso delle ghirlande luccicanti, sui toni dell’oro, dell’argento e del blu.

La mora ammira con aria soddisfatta la sua opera finale, le mani sui fianchi come un generale e un sorriso compiaciuto a illuminarle il viso. Manca poco al ritorno a casa di Sanji, e la ragazza non vede l'ora che noti il suo allestimento – si divertirà un mondo a leggere la sorpresa sul suo viso.

È ancora troppo carica per poter pensare di sedersi sul divano a oziare mentre aspetta, così, per ingannare il tempo, decide di mettersi ai fornelli. Il professionista è il suo ragazzo, ma lei non se la cava male, soprattutto con i dolci: le piacciono da sempre, e sotto il periodo natalizio predilige particolarmente qualcosa con il cioccolato.

Uno dei vantaggi di essere fidanzata e convivere con un cuoco è che la loro dispensa non è mai vuota e, infatti, in breve tempo riesce a radunare sul bancone tutti gli ingredienti necessari per preparare una torta al cacao e frutti di bosco – non è esattamente di stagione, ma non è riuscita a resistere. Sarà anche quella una bella sorpresa per Sanji, visto che avrà appena staccato dal lavoro e potrà godersi un momento di relax con una merenda che non dovrà prepararsi da solo.

Prima di mettersi all’opera, Viola fa partire sul cellulare una playlist di musica mista, giusto per avere qualcosa in sottofondo che le dia il ritmo. Alza il volume mentre utilizza lo sbattitore elettrico per mischiare le uova, la farina e lo zucchero, agitando i fianchi a tempo e canticchiando sottovoce le parole del testo che non sapeva nemmeno di ricordare per intero.

Si sta dedicando ai frutti di bosco da sciacquare sotto l’acqua fredda, fischiettando la canzone successiva, quando il forte rumore di qualcosa di grosso che cade le fa voltare di scatto la testa verso l’ingresso. Sconvolta, accorre per controllare cosa sia successo e si sente mozzare il fiato quando si trova di fronte alla scena.

Sanji è tornato dal lavoro. Ed entrando in casa ha per sbaglio tirato giù le ghirlande che lei ha faticato per appendere.

La porta d’ingresso della villetta è ancora spalancata, perché il biondo è caduto proprio al limitare della soglia. Mentre si inginocchia vicino al ragazzo che si sta rimettendo seduto, Viola può notare che fuori ha ripreso a nevicare: grossi fiocchi scendono giù dal cielo grigio scuro, ormai prossimo al calar del sole. La mora rabbrividisce nel maglione quando una folata di vento la raggiunge dal portone aperto.

Anche il giaccone di Sanji e i suoi scarponi sono sporchi di neve mezza sciolta, che forma anche una piccola pozza d’acqua sotto di lui. Molto probabilmente deve essere scivolato non appena ha messo piede in casa e per non perdere l’equilibrio ha afferrato il primo appiglio disponibile – ovvero la coda dei festoni.

Viola passa una mano sulla schiena del giovane. – Tutto bene? Ti sei fatto troppo male? Se vuoi ti porto del ghiaccio.

Sanji scuote il capo, mentre si tasta distrattamente il fianco sinistro. – No, no, tranquilla. Di ghiaccio ne ho abbastanza, ne ho avuto fin troppo tornando qui... – borbotta, contrariato con nessuno in particolare. Poi nota una delle ghirlande che gli si è chissà come attorcigliata intorno al braccio e si accorge del disastro che ha combinato. – Oh, merda.

La ragazza si alza a chiudere la porta, perché della neve in casa ne fa volentieri a meno, sta davvero cominciando a congelare e non ci tiene particolarmente a pagare un patrimonio di bolletta del gas. Sulla cornice sono rimasti attaccati soltanto metà dei festoni che c’erano prima, e le parti sfilacciate penzolano con aria desolata.

– Cazzo... – mormora la voce di Sanji alle sue spalle. Il ragazzo si è rimesso in piedi e osserva torvo le decorazioni rovinate; in mano ha un pezzo di quelle strappate. Continua a spostare lo sguardo dal moncone nel suo arto a quello ancora attaccato.

– Non fa niente, dai, dopo li riattacco. – lo rassicura lei. – Vai a toglierti il giaccone, prima che causi un’altra pozza su cui scivolare!

Ma ormai il biondo è già partito con uno dei suoi discorsi assurdi e melodrammatici: – Che cosa ho combinato? Le decorazioni della mia Violaaa!! Non temere, mio dolce fiore, sistemerò tutto io. Io ho fatto il casino e io rimedio! Tu non devi preoccuparti di niente! È mio dovere, altrimenti non posso nemmeno provare a osare definirmi un gentiluomo!

Viola rotea gli occhi, l’ombra di un sorriso sulle labbra. Quando inizia a fare così, è quasi impossibile farlo desistere dal suo intento e farlo tornare normale – a meno che non ci sia intorno Zoro con i suoi commenti taglienti.

– Va bene, – accetta – ma ti vuoi togliere quella giacca?

– Ai tuoi ordini, mio amore! – esclama il biondo con forse un po’ troppo entusiasmo.

Si spoglia del cappotto, fa per fiondarsi verso l’attaccapanni che sta sul lato destro dell’atrio e lasciare l’indumento su uno degli appendini lì presenti, ma gli scarponi slittano sul pavimento con un sibilo acuto e il ragazzo si trova di nuovo lungo disteso. Solo che questa volta è caduto faccia avanti.

– Sto bene... – mugola con il tono di chi non ci sta affatto, mentre prova a rimettersi in piedi.

– Amore, ti sanguina il naso... – obbietta Viola con un sopracciglio inarcato. Di solito succede perché il biondo è colpito da epistassi, quindi non è troppo preoccupata per questo; lo esorta soltanto ad andare in bagno e bagnarsi il viso con acqua fredda. – Pensa a fermare il sangue. Poi, se ti va, c’è una torta da finire in cucina. Anzi, se vuoi darmi una mano forse è meglio che prepari quella!

Sanji sembra bruciare di una nuova fiamma. – Ai tuoi ordini, mio fiore!! Ogni tuo desiderio, io lo esaudisco! – e sparisce in direzione della toilette, per fortuna senza ulteriori danni.

Viola osserva la sua schiena fin quando non sparisce dal suo campo visivo, un'espressione divertita dipinta sul viso. Le ci vuole circa una mezz’oretta per riparare al danno, giusto il tempo che Sanji si sistemi e ultimi la preparazione del dolce, infornandolo. Alla fine, un invitante profumo di cioccolato si sta diffondendo nella villetta e Viola sta osservando il suo operato con le ghirlande sulla cornice della porta, compiaciuta per una seconda volta.

Quando il biondo la raggiunge nell’atrio e le cinge le spalle con un braccio, la ragazza gli rivolge un sorriso allegro. Con un cenno del capo indica i festoni luccicanti: – Sai, credo che il tuo incidente sia stato più un’utilità che un problema. – ridacchia, imitata dal giovane. – Mi piacciono molto di più così!

 

 

 

 

Hola gente

Non ho mai scritto direttamente sulla coppia Sanji/Viola, nonostante siano una delle mie otp, quindi spero di non averli resi troppo ooc - soprattutto in questa storia che ho scritto un po' così, senza troppe pretese. Ho cercato di rendere uno dei soliti monologhi/scleri ridicoli di Sanji che si dispera di aver tirato giù le decorazioni della sua dolce amata Viola, anche se non sono proprio sicura di esserci riuscita...

Spero che non risulti troppo sconclusionata, il finale ho fatto un po' fatica a buttarlo giù perché non sapevo di preciso come tirare le fila e non volevo tirare troppo per le lunghe; anche adesso non mi convince molto... In caso qualcuno avesse suggerimenti/osservazioni e/o critiche costruttive, sono sempre ben accetti

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

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Capitolo 5
*** Regali inusuali e dove trovarli ***


 

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Scritta per il Christmas Countdown Challenge 2021 sul forum FairyPiece Fanfiction&Images

Pallina 6 (22 dicembre)
CITAZIONE: Natale non è tanto aprire i regali quanto aprire i nostri cuori (Janice Maeditere)
SITUAZIONE: A riceve un regalo totalmente inaspettato da B
PROMPT: Mercatino di Natale

 

 

 

 

Regali inusuali e dove trovarli

Trafalgar Law non ha per niente voglia di trovarsi lì dov’è. È stato costretto contro la sua volontà e oltretutto si sta annoiando a morte. In quella situazione ce l’ha trascinato quell’infame del suo ragazzo; se la colpa deve ricadere su qualcuno, allora che lo faccia del tutto su di lui.

Law detesta i mercatini di Natale. Dopo tre vie le bancarelle iniziano a sembrargli tutte uguali, vendono sempre la stessa merce, e anche le offerte di cibo da assaggiare non cambiano poi molto una dall’altra. Perché la gente – Luffy incluso – ci tiene così tanto a farci sempre un giro? Lo studente di chirurgia proprio non riesce a capirlo.

Camminano mano nella mano per le vie del centro di Raftel, alla mercé della sera e del freddo pungente che li tormenta nonostante giacca, sciarpa, berretto e gli strati di vestiti sottostanti; inoltre, devono di continuo scansare gente che a quanto sembra non sa dove mettere i piedi quando è in giro per strada.

L'ha già detto che lui odia i mercatini?

Ma non ha saputo dire di no a Luffy. È difficile resistere agli occhioni scuri del suo ragazzo e allo sguardo da cucciolo bastonato che gli rivolge sempre quando sa che la vena antisociale di Law sta per rifiutare la proposta. Quel piccolo e furbo stronzetto. Sa fin troppo bene che tasti toccare per riuscire a smuovere il più grande. E poi la gente tende a dire che non è intelligente...

Lui sembra del tutto a suo agio in un ambiente come quello. Osserva estasiato ogni tipo di merce esposta sui ripiani delle bancarelle, un sorriso a trentadue denti che gli distende i lineamenti e gli occhi che brillano più di due stelle. Ogni tanto strattona il braccio di Law, perché si fionda verso un particolare stand che ha attirato la sua attenzione, ma non lascia andare la mano del giovane chirurgo. E, anche se non vuole ammetterlo, quello non ci tiene proprio che gliela molli.

Il più grande mantiene la sua espressione distaccata e imperturbabile, mentre Luffy si concentra sui dolcetti ai vari gusti che una rubiconda signora sta sistemando sul piano in esposizione. Il moro ne compra un sacchetto per sé e uno per Law – che non commenta, ma lo accetta comunque, perché in effetti i dolci hanno un bell’aspetto. E sono anche buoni, come constata quando ne assaggia un paio.

Appena finisce di masticarli, si accorge dello sguardo sornione di Luffy. – Allora?

– Che c’è? – inarca un sopracciglio.

– Non male questo giro ai mercatini, eh? – sorride compiaciuto.

Law si limita a sospirare e non dice nulla per non dargliela del tutto vinta, ma non serve dar conferma al più giovane. Deve aver visto la sua espressione finché assaggiava i biscotti, e in due anni e mezzo di relazione ha ben imparato a decifrare ogni più piccola reazione del chirurgo.

Adesso che fa mente locale, una breve riflessione che gli ruba appena una manciata di secondi, lo studente di medicina realizza che è da un bel po’ di tempo che il moretto sa leggere ogni sua azione e non si sorprende più di nessun comportamento. L'illuminazione lo lascia parecchio stupito, anche perché di solito è Luffy quello che si preoccupa delle romanticherie più palesi; Law tende a dimostrarsi affettuoso in maniera più discreta, sottile e distante da sguardi estranei.

Tiene per sé quel pensiero, mentre continuano a girovagare per i mercatini. Per una volta si concede di osservare con sguardo più attento di un’occhiata seccata i vari ninnoli che sono esposti, sforzandosi di non catalogarli come “oggetti senza senso tutti uguali”. Magari può trovare qualcosa di interessante che possa convincerlo di essersi imbattuto in un regalo perfetto per il suo ragazzo.

Per un’ora abbondante, però, gli occhi di Law osservano glaciali tutte le cianfrusaglie che all’apparenza non hanno niente di speciale e nessuna utilità pratica – chi mai si sognerebbe anche solo di comprare una moka a forma di alce?

Peccato per lui la persona interessata sia proprio quella che lo tiene per mano. – Forte! – esclama, non appena lo nota, e le pupille paiono quasi scintillare. – Guarda, Torao! È fighissimo, dobbiamo prenderlo assolutamente!

– Tu non sai fare il caffè... – è la debole obiezione che il più grande prova a tirare in ballo, ma nemmeno lui stesso è convinto delle proprie parole.

E infatti Luffy non cede. – Ma è bellissimo! Con una moka così bella posso pure provare a imparare.

Law ci crederebbe pure, se Luffy non avesse più volte dimostrato di avere un pessimo livello di attenzione. Già soltanto finché giravano lì in centro è saltato di bancarella in bancarella appena qualcosa di un po’ più inusuale del resto gli balzava all’occhio.

– E poi, tu vivi di caffè... te lo preparerei io, Torao! – indica un altro ninnolo poco distante dalla moka. – Guarda, c’è pure la tazza a forma di renna per berlo!

Ecco, appunto.

Law si prende il ponte del naso tra pollice e indice soffocando un sospiro. A volte, più che avere un fidanzato, gli sembra di dover badare a un bambino troppo cresciuto, ed è uno degli aspetti di Luffy che ancora lo fanno ammattire.

– Non ci servono tazze a forma di renna...

– Ma poi l’alce si sentirebbe solo, no?

Lo studente di medicina mugugna qualcosa di irripetibile mentre allontana con tutte le sue forze il più giovane da quella bancarella. Per sua fortuna le proteste del moretto non durano molto, dato che nota subito un altro stand e tutte le sue merci stravaganti e così la moka è già acqua passata.

Law però non riesce ancora a trovare qualcosa che lo soddisfi abbastanza. Non c’è niente che risalti in mezzo a tutta quella roba stramba, niente che gli faccia vedere Luffy con in mano quel regalo e un sorriso sincero, luminoso, in viso – uno di quelli speciali che riserva solo a lui. Forse avrebbe dovuto comprare davvero la moka e la tazza...

Sta già pensando a un modo per convincere il fidanzato a tornare dal venditore con l’alce e la renna, quando finalmente lo intravede. Eccolo lì, è lui. Il dono perfetto per lasciare Luffy di stucco. Mai avrebbe pensato di poter mettere gli occhi su un oggetto simile, soprattutto a dei mercatini natalizi; e invece eccolo proprio lì.

Il ragazzo controlla che Luffy sia ancora concentrato sull’ennesima bancarella a cui l’ha trascinato, dopodiché si sposta in silenzio a quella adiacente, dove ha notato il fantomatico oggetto. È qualcosa di perfetto per il moretto, quel tipo di persona che girerebbe a piedi scalzi anche con trenta centimetri di neve e dieci gradi sotto lo zero.

Sono degli infradito.

Potrebbero sembrare dei comunissimi infradito di gomma rossa, come quelli che si possono trovare nei negozi sportivi, nella sezione dedicata all’abbigliamento da piscina. Se non fosse che la pianta e le stringhe sono decorate con ghirigori bianchi e verdi a tema natalizio. Law conosce il numero del suo ragazzo, così non ci pensa due volte ad acquistarli; il venditore è così gentile da mettergli anche un fiocco regalo sul pacchetto quando glielo chiede.

Non appena ritorna allo stand dal suo ragazzo, quello si volta e lo studia con espressione poco convinta, chiedendogli implicitamente dove fosse finito. Poi nota il sacchetto che Law regge tra le mani e si fa ancora più confuso.

– Hai davvero preso qualcosa? – chiede incredulo, indicando il pacchetto misterioso.

Dopo due anni e mezzo, Law si trova a sentire ancora la gola secca e le orecchie in fiamme quando deve spiegare che ha seguito i suoi sentimenti, lui di solito così freddo e razionale, e ha compiuto un gesto romantico. Gli mancano le parole per descrivere il tutto. Da dove inizia, come si parla?

Luffy accorre in suo aiuto, e il più grande gli è silenziosamente grato. – Posso vederlo? – chiede, con un sorriso curioso stampato in viso.

Si allontanano dalla bancarella, fino a spostarsi sul lato opposto della strada, così da evitare di essere in mezzo al via vai di gente. Il giovane chirurgo gli pone il sacchettino, vergognandosi come uno scolaretto delle medie e maledicendosi per questo. L'altro lo apre con una delicatezza che non è da lui – Law ha visto la fine della povera carta quando, nella foga dell’entusiasmo, lui ha spacchettato i regali il Natale passato o al suo compleanno – ed emette un verso strozzato non appena se lo ritrova tra le mani.

Quest'ultimo è soddisfatto che il suo regalo abbia sortito l’effetto desiderato; l’espressione sul viso di Luffy gli rimarrà impressa per un bel pezzo. Lo sta osservando con occhi increduli, quasi commossi, la bocca semiaperta e un leggero rossore a coloragli le gote.

– Torao... – sussurra, così piano che Law teme di esserselo immaginato. – Grazie... è stupendo.

Il più giovane è sempre stato un tipo istintivo, uno che si preoccupa poco di chi ha intorno e di quello che questo potrebbe pensare vedendo le sue azioni. E Law lo sa, ma lo stesso viene colto di sorpresa quando Luffy gli butta le braccia al collo e posa le proprie labbra sulle sue.

Si dimentica di tutta la gente che cammina di fianco a loro, della baraonda e delle luminarie che adornano le bancarelle e i palazzi circostanti. Di riflesso gli passa un braccio intorno alla vita e lo attira maggiormente verso di sé, mentre le dita dell’altro gli scompigliano le corte ciocche corvine sulla nuca e gli passano sulle basette ruvide ai lati del volto.

Si separano solo quando i polmoni di entrambi non resistono più senza ossigeno, le labbra arrossate e i petti forse un poco ansimanti. Law si ritrova a sorridere senza nemmeno quasi accorgersene, certo che la sua espressione assomigli all’espressione che illumina il volto di Luffy in quel momento.

Ma non resiste dall’inclinare leggermente di lato il capo, incarcare un sopracciglio e abbozzare un ghigno mentre domanda: – Adesso possiamo andare, che dici?

Luffy dapprima annuisce entusiasta, dondolando il sacchetto contenente il suo regalo inaspettato. Poi però anche le sue labbra si curvano in un sorrisetto che rispecchia la stessa malizia degli occhi e il suo tono è tutto un programma: – Assolutamente sì. 

 

 

 

 

Hola gente

Sono un po' (tanto) in ritardo, Natale è bello che passato ed è pure arrivato il nuovo anno, ma io continuo questa raccolta natalizia come se niente fosse. Il capitolo sarebbe dovuto arrivare il 22 dicembre, ma un po' perché ho fatto fatica a impostarlo, un po' perché mi sono presa una pausa durante le vacanze, pubblico gli ultimmi capitoli soltanto ora...

È la prima volta che scrivo su questa coppia (e su Law direttamente), quindi spero di non averli stravolti troppo. Spero che non risultino OOC...

(In realtà, ora che ci penso, non ho mai scritto direttamente su tre quarti delle coppie che ho inserito in questa raccolta... Anni fa ho scritto solo sulla Luffy/Nami, ma delle altre ship ho sempre letto storie e basta)

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

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