Never mind

di Yokohomi29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: LA CREATURA NEI BOSCHI ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: CHI DIAVOLO SEI? ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: STIAMO CALMI ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: CHI DIAVOLO TI CREDI DI ESSERE? ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: SEI UNO STRONZO EGOISTA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: MA SEI SERIO? ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: LA CREATURA NEI BOSCHI ***


Con passo lento e incerto, il ragazzo dai capelli corvini, si aggirava con una torcia all'interno del bosco, avvolto dall'oscurità.

Era l'una passata e il giovane avrebbe tanto voluto andare a dormire solo per prepararsi ad un'altra lunga e pesante giornata di scuola ma, quegli stupidi suoi suoi amici, avevano ben pensato di sfidarlo ad inoltrarsi lì dentro da solo. 

Perché in fondo, a chi servono ore in più di beato riposo?! Di certo non a Jeon Jungkook, no no.

Il suo migliore amico Jimin, un tenero ragazzo dal volto angelico, dalle guance soffici e il sorriso splendente come il sole, quella sera aveva finalmente raggiunto la maggiore età; il che gli dava il potere di comprare l'alcool per la sua serata con gli amici più stretti e, per giunta, ancora minorenni. 

Jungkook dal canto suo, aveva bevuto soltanto mezza birra già aperta dal suo amico, ormai troppo ubriaco per poterla finire e rischiare che finisse rovesciata sul parquet di casa mentre Taehyung si divertiva a guardare.

Era già da qualche anno che i tre ragazzi vivevano insieme in un piccolo appartamentino non molto distante dalla scuola e, nonostante la spola tra casa e lavoro, se la cavavano egregiamente.

Alla vista di un grosso ceppo circondato dai rovi, si fermò a contemplare quella vista notturna. Aveva sempre amato la natura, sin da bambino. Aveva sempre sognato di diventare un avventuriero o un eroe dei boschi, proprio come si vedeva in televisione. Purtroppo però, crescendo in città con due genitori avvocati, entrambi germofobici, era un po' impossibile da realizzare, finendo per scartarne l'idea.

Si sedette tranquillo sul tronco, guardandosi intorno. 

"Restaci per un'ora, noi ti aspettiamo qui." L'aveva avvisato Taehyung. 

 

Crack

 

Un rumore secco, uno scricchiolio dei rami e una strana sensazione, lo fecero voltare di scatto, puntando la torcia in un punto in totale oscurità alle sue spalle.

 

"R-ragazzi...?!"

 

 

 

***

 

 

Con un'incredibile agilità, la mistica creatura dai capelli biancastri stava saltando da un ramo all'altro degli alberi in cerca di un eventuale preda con cui sfamarsi. Erano settimane che non toccava sangue animale e se non ne avesse recuperato subito un po' avrebbe potuto perdere quel minimo di autocontrollo che possedeva. Sfiorò velocemente l'ennesimo ramo, finché non percepì qualcosa di insolito. Si fermò e restò in ascolto. 

Ne era assolutamente certo, quello che aveva sentito non erano versi animali, ma una voce umana. Forse un forestiero che si era perso.

Si concentrò per sentirne l'odore e lo seguí finché non trovò il soggetto di suo interesse.

Lentamente si mise seduto sul ramo, e ipnotizzato lo guardò.

Un ragazzo. Stava seduto su un tronco tranciato a pochi metri più in basso di lui.

Mentre cercò di scrutarlo meglio, appoggiò la mano su un piccolo bastoncino sporgente, spezzandolo. Ma non lo fece preoccupare, visto che il rumore fece voltare il giovane, mostrando il suo bel viso.

"Tae, sei tu? Non è divertente!" Si alzò urlando, guardandosi intorno e cercando di scrutare nel buio, senza però vedere nulla.

Lui e il suo amico erano soliti farsi sempre degli scherzi, ma a differenza di quest'ultimo, Jungkook non credeva in creature sovrannaturali. 

Era una cosa stupida, perché crederci?

Peccato che la presenza di animali selvatici intorno a sé non lo rendeva particolarmente tranquillo: quel bosco era infatti famoso per i suoi continui attacchi ai forestieri da parte di: lupi, orsi, volpi e, una volta, persino di una marmotta.

Inoltre, quella notte le nuvole avvolgevano completamente il cielo, coprendo la luna e le stelle; e l'unica fonte di luce che poteva dargli sicurezza era quella artificiale del telefono.

"In realtà, a me sembra molto divertente." 

Ghignò la creatura, guardando il ragazzo ormai spaventato.

Era appoggiato comodamente con i gomiti sulle sue ginocchia, sporgendosi in avanti per vedere meglio. 

Avrebbe voluto scendere, per osservarlo più da vicino, ma non poteva rischiare. Aveva assolutamente bisogno di cibo e quel ragazzo gli sembrava troppo carino per essere sbranato così.

Certo, tralasciando il fatto che lui non aveva mai ucciso un essere umano solamente per sfamarsi, ma in quel momento poteva succedere di tutto.

Jungkook si irrigidì all'istante sentendo una voce estranea. 

Indietreggiò leggermente, abbassandosi cautamente per cercare a tentoni qualcosa da afferrare per difendersi, senza abbassare però la guardia.

"Chi c'è?" Urlò.

Si diede subito dello stupido, pensando a tutti i film horror visti in cui il protagonista chiedeva all'assassino nascosto di rispondere.

Yoongi sghignazzò: quel ragazzino era così tenero!

"I film horror non ti hanno insegnato niente, ragazzino?"

Un leggero spasmo gli colpì l'occhio, segno che stava arrivando al limite e doveva assolutamente mangiare. Si alzò lentamente, senza distogliere lo sguardo dal moro. Aveva come la strana sensazione che si sarebbero incontrati di nuovo, e Yoongi di sicuro non sarebbe scappato via.

C'era qualcosa di interessante in quel umano e doveva assolutamente scoprire che cosa fosse.

Dopo un ultimo sguardo, iniziò a correre in tutt'altra direzione, in cerca della sua cena.

Jungkook con la punta delle dita riuscì a tastare un grosso bastone, proprio quel che faceva al caso suo. Si affrettò a raccoglierlo e agitandolo in torno, finché...

 

"Ahi!"

 

***

 

"Jimin, ti giuro che mi dispiace." Si scusò Jungkook, guardando il suo migliore amico dal fondo della cucina, non avendo il coraggio di avvicinarsi.

Come aveva previsto, i suoi due amici avevano deciso di fargli uno stupido scherzo, finendo però con un brutto occhio nero.

"Però siete due imbecilli..." gli sgridò.

"La tua faccia era impagabile, Jk. Ne è valsa la pena." Rise Tae, più sobrio che mai.

Jungkook si era chiesto per tutta la serata come facesse il suo amico, nonostante l'ora, ad essere sempre bello e pimpante. Con i suoi capelli biondi mossi, gli occhi azzurri e il viso simmetrico. Insomma, una sottospecie di statua greca. Perfetto. 

Chiunque l'avesse guardato non avrebbe mai detto che fosse coreano, o tanto meno umano. E di questo Jk, ne era completamente certo.

"Parla per te, non sei tu quello che è stato colpito." Si lamentò Jimin.

I due ragazzi iniziarono a discutere e Kookie, stanco com'era, decise di lasciarli lì e farsi quella beata dormita, che tanto desiderava.

 

"Ma di chi era quella voce?" Pensò prima di cadere in un sonno profondo.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: CHI DIAVOLO SEI? ***


Di certo a Yoongi non serviva dormire essendo una creatura della notte, ma la sensazione del materasso morbido a massaggiargli quel corpo ormai freddo e rigido era meravigliosa.
Era il posto in cui si rifugiava la maggior parte delle volte, quando i ricordi del passato gli ritornavano alla mente, o semplicemente per puro sfizio.
"MUOVITI!" Una voce gli perforò un timpano, strappandogli le coperte di dosso e spalancando le tende della sua camera, lasciando che la luce lo accecasse.
I capelli di Yoongi, illuminati dalla luce del sole, cambiarono colore all'istante diventando completamente neri. Ormai si era abituato al cambio nel suo aspetto, ma non riuscendo così a sembrare una persona normale, continuava ad odiarlo.
Il suo amico Hoseok all'apparenza un ragazzo allegro e gentile dai capelli rossi- che con il buio anch'essi sbiadivano, diventando bianchi- non era affatto stanco di quei cent'anni passati a scuola a studiare, perciò aveva deciso che, anche quel l'ennesima volta, dovevano frequentare l'ultimo anno. Avevano discusso parecchio su ciò ma le motivazioni del rosso erano sicuramente più valide.
"Dobbiamo sembrare persone normali." Aveva detto.
"Non vorrai mica dare nell'occhio? E poi me lo devi!"

Certo che glielo doveva: dopo quello che aveva fatto passare al suo amico, costringendolo ad abbandonare la sua vecchia vita, trascinandolo da una città all'altra per non farsi scoprire e soprattutto fargli abbandonare un'amicizia umana. Andare a scuola era davvero il minimo che potesse fare. Yoongi rimase disteso con gli occhi chiusi, sperando che se ne andasse ma non fu cosí fortunato.
"Muoviti, non puoi restare a letto tutto il giorno."
"Certo che posso, guarda..."
"Ormai ci siamo iscritti e ci andremo!"
"No!" Urlò, alzando la testa e un dito verso il rosso. "Sei stato tu a decidere tutto, non mettermi in mezzo, bastardo." E si rimise giù, chiudendo gli occhi.
"Non costringermi ad usarlo..." lo avvertì con un tono piuttosto allusivo.
Yoongi, spalancò gli occhi scioccato per poi strizzarli fino a due fessure, lanciandogli uno sguardo di sfida.
"Non oseresti."
"Scommettiamo?" Ghignò.
I due ragazzi tenevano chiuso sotto chiave in uno sgabuzzino del loro appartamento un crocefisso. Tale oggetto si diceva tenesse lontano creature maligne tra cui demoni e vampiri. Forse erano solo storie per spaventare gli umani, ma i due ragazzi non osavano toccare quell'oggetto senza aver preso eventuali precauzioni.
"Va bene, oggi mi alzo. Ma non ho intenzione di farlo tutti i giorni."
Hoseok sorrise soddisfatto e insieme si prepararono per uscire.

Una volta davanti all'edificio Hoseok, come ogni anno, era emozionato e Yoongi invece, beh, lui non lo era affatto.
L'amico gli sorrise, tirandolo per un polso. Lo trascinò in segreteria dove ritirarono l'orario prima di dirigersi in classe.

***

"Sveglia, Kookie~" Una dolce melodia gli sfiorò l'orecchio e una mano gli accarezzò dolcemente i capelli.
"Forza~" canticchiava la voce.
"Jimin, lo sai che così non lo sveglierai mai. Devi andarci di prepotenza."
"No aspetta, Tae-"
Il cuscino colpì con violenza il volto di Jungkook irritandolo a dir poco.
"Ahhh" urlò.
Si strofinò la faccia con una mano, sperando che il dolore se ne andasse in fretta.
"Sei un bastardo..." si lamentó il più piccolo.
"Forse, ma almeno ti sei svegliato." Rise il ragazzo.
Si mise seduto, cercando di aprire a fatica gli occhi, imbronciatosi.
"Che ore sono...?"
"Le 8.30. A questo punto entriamo alla seconda ora..." disse dolcemente Jimin.
"Oppure non ci andiamo... Jiminie hai vomitato appena 10 minuti fa"
"Tae smettila, dobbiamo andare a scuola... e io sto bene"
"La maggiore età ti ha fatto male." Si lamentò il biondo.

Dopo essersi lavati, vestiti e aver litigato per l'ennesima volta, riuscirono ad arrivare a scuola senza problemi. Camminarono tranquilli per i corridoi, discutendo della serata precedente.
Mancavano ancora diversi minuti prima che suonasse la campanella.

***

Jungkook si ritrovò a sbuffare per l'ennesima volta durante l'ora di matematica. Era entrato da meno di un'ora, ma sembrava passata un'eternità. Odiava quella materia e probabilmente l'insegnante odiava lui.
Un leggero mal di testa gli impediva di concentrarsi sulla lezione, probabilmente colpa del poco alcool ingerito, unito all'insonnia della sera prima.
Ogni tanto buttava l'occhio fuori dalla finestra e pensava ai fatti suoi.
Aveva dimenticato qualcosa... ma cosa?
"Cos'è successo ieri sera?" pensò.
Buio totale.
A fine lezione si alzò alla svelta per cambiare classe. L'ora dopo avrebbe avuto supplenza quindi appoggiò la sua roba nell'armadietto e decise di farsi un giro per i corridoi.

Al suono della campanella Yoongi fu il primo ad uscire, riuscendo a stento a controllare la sua velocità. Era stufo di stare lì dentro a far finta di ascoltare, aveva provato più e più volte a isolare tutti quei pensieri che gli avevano fatto venire solo un gran mal di testa, ma non c'era riuscito. Cent'anni a utilizzare il potere della lettura della mente e non riusciva ancora a controllarlo appieno.
Si voltò, cercando il suo amico che era ancora in mezzo alla folla, in fondo alla classe.
In quell'esatto istante un profumo familiare attirò la sua attenzione, mandandolo in confusione. Tutto intorno a lui sembrò ovattarsi: tutte quelle voci nella sua testa si erano improvvisamente spente, lasciando solo lui e quella meravigliosa fragranza. Era un profumo buono, a dir poco delizioso. Si leccò le labbra e cercò l'origine di quell'odore.
Si accorse solo in quel momento che un ragazzo l'aveva sorpassato, camminando dritto.
Yoongi guardò ipnotizzato quella folta chioma corvina. Non l'aveva nemmeno sentito arrivare, nemmeno un pensiero. Nulla di nulla. Era il giovane della foresta, non c'erano dubbi. Si concentrò al massimo per cercare di sentire i suoi pensieri ma era come se fossero trasmessi da una radio con poco segnale. Percepiva qualche parola ma niente di più.
C'era qualcosa di strano in quel ragazzo e non riusciva a capire cosa fosse e di sicuro la cosa lo intrigava parecchio.
"È successo qualcosa? Hai una faccia..." Hoseok lo distrasse, facendolo tornare alla realtà. Finalmente era riuscito a liberarsi dalla massa di studenti intenti a uscire dall'aula, ovviamente avrebbe potuto fare come Yoongi e correre via senza problemi, ma a lui stava davvero a cuore far credere di essere normale.
"No, niente." Disse ancora perso a pensare al giovane.
Una voce leggermente familiare arrivò all'orecchio di Jungkook. Si voltò per vedere chi fosse, scoprendo che non c'era nessuno di sua conoscenza. Si limitò a fare spallucce e ad entrare in bagno.
Il profumo nelle narici di Yoongi, cominciò a svanire lentamente facendolo tornare in sè per un istante. Hoseok lo guardò preoccupato. Aveva già visto quell'espressione su una creatura che avevano incontrato parecchi anni fa: erano stati costretti ad ucciderla essendo ormai fuori controllo. Sung Woo, così si chiamava, era un vampiro ossessionato dalla carne di bambine che torturava prima di divorare. Ad Hoseok vennero i brividi ripensando a quell'orribile storia e solo il pensiero che il suo amico potesse finire in quella maniera, gli sembrò devastante.
"Yoongi? Tutto bene, amico?" Chiese piano appoggiandogli una mano sulla spalla, cercando di attirare la sua attenzione.
Il ragazzo lo guardò confuso per un istante. Ne voleva ancora.
"Certo che sto bene!" la risposta gli uscì leggermente agitata "E smettila di fare quella faccia! Non sarò mai come quel pazzo di Sung Woo" aggiunse scostandosi dalla sua presa, dopo aver sentito i pensieri dell'altro.
"Certo che non lo sarai" cercò di scusarsi Hobi. A volte odiava il potere del suo amico di leggergli la mente, non aveva libertà nemmeno nella sua stessa testa. E proprio mentre pensava questo, capì che Yoongi l'aveva sentito.
Quest'ultimo si limitò a sospirare leggermente deluso e se ne andò.
Conosceva Hoseok da un centinaio d'anni, ormai aveva sentito qualsiasi tipo di pensiero ma ogni volta che sentiva quello, faceva male. Infondo non era colpa sua. Non l'aveva deciso lui di avere questo potere e se avesse potuto se lo sarebbe tolto senza pensarci due volte.
"Scusa" Cercò di ignorare il pensiero del suo amico, continuando a camminare.

Si ricordò del ragazzo della foresta appena se lo trovò di fronte, mentre usciva dal bagno dei ragazzi. Respirò a pieni polmoni inebriandosi di nuovo di quell'odore così delizioso. Sentì il livello di salivazione aumentare e deglutì rumorosamente quando sentì "Tutto okay?"
Aveva attirato l'attenzione del ragazzo, probabilmente doveva sembrare un vero idiota a fissarlo in quel modo. Cosa gli stava succedendo?
Jungkook guardò il ragazzo, gli sembrava spaesato. Era poco più basso di lui, folti capelli neri, pelle bianca come la porcellana e un viso delicato. Sembrava una bambola. Di sicuro non l'aveva mai visto, forse era un nuovo studente, ma non sembrava un primino. Lo guardava con una tale intensità da metterlo parecchio a disagio ma qualcosa dentro di sé, gli disse che aiutare il ragazzo non sarebbe stata una pessima idea. In fondo era un'opportunità per stringere nuove amicizie al di fuori di Jimin e Taehyung.
"Come ti chiami?" Chiese timidamente.
"Jungkook..." Lo chiamò Yoongi, non avendo sentito la domanda dell'altro ancora stordito da quella situazione.
Il più piccolo aggrottò le sopracciglia, confuso. La risposta dell'altro ragazzo sembrava più un modo per attirare la sua attenzione che una presentazione.
"Ti chiami Jungkook anche tu?
"Cosa? No, Jungkook sei tu!" Yoongi si sentì improvvisamente stupito, cosa stava dicendo? Non era mai stato bravo a comunicare, soprattutto se si trattava di esseri umani.
"Si, lo so" Jungkook era ancora più confuso di prima.
"Questo ragazzo è davvero strano."
Fu quello, il primo pensiero che riuscì a sentire dal ragazzino e, nonostante l'imbarazzo che stava provando e l'interrogativo sul perché avesse sentito solo quello in quel preciso momento, si sentì anche particolarmente felice.
"Io sono Yoongi" disse infine.
"Sei strano Yoongi" gli sorrise il minore e lui fu ancora più contento di sapere che il ragazzo non era una persona che pensava una cosa e ne diceva un'altra, come molte persone che aveva conosciuto. Hoseok compreso. Anche se ormai il suo amico aveva imparato da un pezzo a essere sincero con lui.
"Sei nuovo, non ti avevo mai visto prima."
"Ehm sì, diciamo di sì" Non era sicuro di cosa volesse fare, Jungkook stava provando a essergli amico e lui stava cercando di trattenersi per non saltargli addosso. Con gli anni ci aveva davvero provato ad andare d'accordo con gli umani ma lui non era Hoseok, non era un bravo ragazzo, solare e chiacchierone. No, lui era diverso, se lo sentiva fin dentro le ossa. La campanella suonò.
"Senti, ora devo andare, ci si vede in giro" il sorriso del giovane lo riportò alla realtà e, preso dal panico, lo afferrò per un polso. "No!" urlò.
Jungkook rimase sorpreso dal comportamento del ragazzo, infatti ci mise qualche istante prima di percepire la forte pressione che stava esercitando sul suo polso. Il dolore si fece più intenso e una smorfia si creò sul suo viso.
"Cosa stai facendo? Ti prego lasciami."
"Resta qui." si limitò a dire la creatura.
"Lasciami!" Urlò il ragazzo, era stufo di quel comportamento strano, Jungkook voleva solo fare amicizia, non trovarsi un pazzo a spezzargli un polso.
"Yoongi che stai facendo?" La voce di Hoseok gli arrivò all'orecchio, era parecchio preoccupata. Ovviamente l'amico l'aveva seguito e aveva visto tutta la scena da un'apposita distanza di sicurezza, sapendo che il suo potere aveva solo un raggio di 10 m. Era orgoglioso che Yoongi stesse provando a farsi degli amici anche se a modo suo, ma quando vide che il suo amico non era totalmente in se e a portare avanti le sue azioni fosse il suo istinto, si preoccupò sul serio.
"Yoongi, lascialo." Disse avvicinandosi ai due. Yoongi lo ascoltò, lasciando la presa sul polso del ragazzo che aveva riportato grossi lividi rossi. Jungkook si tenne il polso con l'altra mano e guardò i segni leggermente spaventato, non riusciva a capire. Perché un ragazzo così mingherlino e dall'aspetto fragile, possedeva una forza simile? Lui, che era il miglior atleta della scuola, non era riuscito a muoversi di un millimetro.
Una mano, colpì la spalla di Jungkook facendo cessare il suo flusso di pensieri e una voce molto profonda gli perforò un timpano.
"HEY, JK!" Urlò Taehyung, regalandogli uno dei suoi sorrisi squadrati.
"Aish, non urlare." Si infastidì il ragazzo.
Tae puntò lo sguardo verso le due creature- che lo stavano guardando allarmate- pronto a scoprire che cosa stesse succedendo. Aveva una sensazione strana appena entrato a scuola, ma non pensava questo.
Un formicolio alla punta delle dita gli aveva fatto percepire che uno dei suoi migliori amici era in pericolo e dato che Jimin era accanto a lui in infermeria per via dell'alcool ingerito la sera prima, pensò subito al più piccolo. Con i suoi poteri era in grado di controllare entrambi a distanza: percependo la loro presenza per un massimo di 30 metri e ponendo scudi di protezione per eventuali minacce. Fu quando, per una frazione di secondo, Jungkook era uscito dal suo scudo di protezione- cosa che non era mai successa prima- che si preoccupò.
Non appena suonò la campanella, sfrecciò fuori dalla stanza, correndo in suo aiuto. Aveva ragione, riusciva benissimo a percepire le emozioni del suo amico e quello che sentiva, non gli piaceva affatto. Abbassò per un istante gli occhi sul polso del ragazzo per poi, puntarli verso Yoongi. Quest'ultimo percepì una strana sensazione al petto, come se un pugnale l'avesse trafitto, non si accorse però del colore particolare che aveva tinto per un istante gli occhi del biondo.
"Jk, chi sono i tuoi nuovi amici?" Chiese, sforzandosi di sorridere.

Yoongi guardó prima Taehyung, poi Hoseok che si voltó a sua volta. Nessuno dei due l'aveva sentito arrivare e avevano capito entrambi che c'era qualcosa che non andava.
"Qui non andrà a finire bene" Pensò Hoseok e Yoongi cercò di mantenere la calma. Avevano entrambi una brutta sensazione e Yoongi sapeva che era tutta colpa sua.
"Yoongi. E lui è Hoseok."
"Chiamatemi pure Hobi." Disse con il tono piú allegro che riuscí a trovare.
Tae si limitò a guardarli e annuire impercettibilmente.
Jungkook dal canto suo, non aveva più voglia di stare lì, il polso gli faceva male e il ragazzo basso gli lanciava occhiate che lo facevano sentire a disagio.
"Taehyung." Disse il biondo dopo un po'. "Siete nuovi, non vi avevo mai visti prima."
"Arrivati oggi." Disse fiero Hoseok. "E qualcuno ha già pensato di saltare qualche lezione..." Aggiunse con disappunto.
"Non ricominciare." Yoongi continuava ad essere nervoso, quel biondino non gli piaceva per niente, non riusciva a percepire nemmeno un pensiero da lui e da quando era arrivato, si era azzerato anche quel poco che sentiva nella testa di Jungkook.
Taehyung rise beffardo.
"Vuoi iniziare bene l'anno, eh?"
"Si sai com'è, ho una reputazione da mantenere." Rispose freddo Yoongi.
"E che reputazione..." il biondo lo guardò gelido.
"Tae,  dov'è Jimin?" Chiese Jk, sentendo ormai la tensione tra quei tre. Il suo migliore amico era sempre stato bravo a smorzare una situazione simile. Era sempre così solare e amichevole ed impossibile da odiare.
"E ditemi, cosa vi porta in questa scuola proprio in questo periodo dell'anno?" Tae ignorò Kookie, troppo preso ad indagare. Ormai erano già al secondo quadrimestre, i ragazzi si preparavano al ballo di primavera in Aprile, al festival dello sport in giugno e agli esami di fine anno. La loro presenza lì era sospetta.
"Ci siamo trasferiti a Seul da poco. Ci sono state delle complicazioni con alcune carte e hanno potuto farci entrare solo ora." Rispose Hoseok sperando che suonasse credibile.
Chissà che classe faceva questo Taehyung...
"Ah certo." Fece scettico il biondo.
"Beh, spero che diventeremo grandi amici e che non vi cacciate nei guai, ragazzi..." Si vedava lontano un miglio che il sorriso di Tae era assolutamente forzato.
"Ma certo, Taehyung, non ho dubbi."Disse il rosso forzando un sorriso nervoso.
"Ci vediamo in giro, allora." Li salutò Tae, senza smettere di guardarli.
Le due creature iniziarono a camminare tranquillamente dalla direzione opposta, finché non svoltarono l'angolo e Hoseok prese Yoongi per un polso, trascinandolo nella prima stanza vuota che trovarono.
Una volta chiusa la porta alle spalle e essersi assicurati che fossero soli, Hobi cominciò a camminare su e giù per la stanza, mentre Yoongi lo guardava dispiaciuto appoggiato alla porta dell'aula. Cercò con tutto se stesso di non ascoltare i pensieri dell'altro ma non ci riuscì.
"Cosa diavolo possiamo fare? Siamo fottuti!" I pensieri di Hoseok gli arrivavano alle orecchie come se gliele stesse sussurrando dalla spalla.
"In mia difesa..." cominciò Yoongi, attirando l'attenzione dell'altro. "Posso giurarti che quel ragazzino ha un profumo che ti fa andare fuori di testa."
Hoseok lo guardò sconcertato. "Davvero Yoongi? Davvero?" Alzò la voce avvicinandosi all'amico "Forse non ti rendi conto in che casino siamo. Lascia che ti faccia un riassunto della situazione"
"No, davvero non serve-"
"Hai perso il controllo e hai aggredito un ragazzo, che guarda caso è amico di una creatura a noi sconosciuta" "poi vieni a fare storie a me se faccio amicizia con un umano e appena inizia a sospettare qualcosa mi costringi a trasferirci." "Come la mettiamo così?" Sorrise amaramente. Hoseok non si accorse che Yoongi aveva sentito il suo pensiero, perché nonostante quel commento lo avesse ferito e se lo meritava pure, questa volta era stato bravo a non darlo a vedere.
"Siamo nella merda." sussurrò spaventato Yoongi, realizzando davvero in che situazione aveva cacciato il suo amico.

***

"Tae!"
Appena sentirono la voce del loro migliore amico, si voltarono.
"Perché cavolo sei scappato via così? Ti ho cercato ovunque..." ansimò.
Jungkook diede un'occhiata a Jimin e doveva ammettere che non aveva un bell'aspetto: capelli arruffati, vestiti sgualciti, occhi arrossati e occhiaie, per non parlare del fiatone.
"Cazzo Jimin, fai proprio schifo!" Osservò.
"Grazie Kookie, era proprio quello il mio intento. Ero in infermeria fino ad adesso." Si irritò il ragazzo. "Che hai fatto al polso?" si allarmò poi.
"Nulla, una sciocchezza" Sussurrò Jungkook nascondendosi i lividi con l'altra mano.
"Sono stato io, non mi sono reso conto della mia forza." Intervenne Tae. "L'ho visto qui da solo e volevo portarlo da te, Jiminie." Gli sorrise dolcemente. Jimin guardò Jk e lui annuì piano. "Ma sei scemo? La prossima volta diglielo e basta!" Lo sgridò il maggiore e cominciarono a battibeccare. Guardando il biondo, Jungkook si chiese perché si fosse preso la colpa di una cosa che non aveva fatto e perché non si era preoccupato pure lui. Si era sicuramente accorto che era stato Yoongi a lasciargli quei segni ma allora perché non aveva detto niente?
"Jimin, forse è meglio se torni in infermeria a riposarti." Suggerí dopo un po'. "E la prossima volta niente after, intesi?" Gli rimproverò.
"Sì mamma." Sbuffarono entrambi.
E così, Jk si ritrovò di nuovo da solo in una classe fredda e distaccata, pensando all'accaduto di poco fa, non prima di esser passato in infermeria per farsi controllare il polso.
Per fortuna nulla di rotto.
Si guardò un ultima volta il polso.
"Chi diavolo è quel Yoongi?" Pensò.

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: STIAMO CALMI ***


Il tamburellare delle dita sul tavolo di Hoseok stava mandando fuori di testa Yoongi. I due ragazzi dopo aver scoperto la presenza di una creatura a loro sconosciuta, avevano iniziato a sentire un leggero nervosismo. Non che non avessero mai incontrato altre creature ma Taehyung poteva essere un problema, proprio perché non sapevano cosa fosse. Sicuramente il biondo si era accorto di loro ma speravano non si fosse reso conto a quale specie appartenessero.

"La smetti per favore?" Sussurrò Yoongi, cercando di non farsi sentire dall'insegnante. Ormai nessuno dei due stava prestando attenzione e nonostante Hoseok si ostinasse a voler essere il primo della classe- cosa piuttosto egoistica da parte sua avendo ben cent'anni di cultura sulle spalle- di quella lezione non gliene importava nulla.

"E se non fosse solo?" Chiese Hoseok.

Yoongi lo guardó pensandoci un attimo: "Potrebbe, come no..."

"Non hai fatto caso? Il ragazzino parlava di un certo Ji-e qualcosa, che anche lui...?"

"Non lo so."

La campanella suonò facendoli sobbalzare entrambi. Non si erano minimamente resi conto del tempo che passava, vista la paranoia che aveva preso possesso di loro.

"Andiamo a pranzo." Hoseok si alzó cercando di convincere Yoongi a fare lo stesso. Probabilmente la maniera migliore per affrontare il problema non era rimuginarci sopra per ore e magari mangiandoci su- anche se loro non mangiavano lo stesso cibo degli umani- sarebbero arrivati a una soluzione.

"Hobi, mi dispiace davvero." Disse Yoongi alzandosi e seguendo la massa per andare in mensa.

"Va bene così, tranquillo"

Jungkook entrò nella mensa scolastica qualche minuto dopo il suono della campanella, giusto il tempo che si fossero seduti tutti. Odiava le grandi folle; gente che spintonava per passare attraverso una piccola porta. Tutto ciò era snervante.

In quel piccolo lasso di tempo era passato in infermeria per trovare il suo amico, venendo sbattuto fuori dall'infermiera. "Lui sta bene, Jeon. Lascialo riposare." Lo informò la donna.

"E dí al tuo amico Kim, che se si presenta di nuovo qui gli metterò una nota. Stare attento alle lezioni non gli farebbe male." Si lamentò.

Il ragazzo si limitò ad annuire e poi andarsene, imbarazzato per il suo amico.

Appena entrò nella sala, cercò una figura sbracciarsi per attirare la sua attenzione, ma non ci fu. Tae era solito metterlo in imbarazzo a quell'ora anche se il loro era un posto fisso e Jk sapeva benissimo dove sedersi.

Infatti, lo trovò in fondo alla sala vicino alla finestra con lo sguardo serio.

"Stai tranquillo, non è colpa tua." Lo consolò, sedendosi accanto a lui, appoggiando il suo vassoio sul tavolo, supponendo stesse pensando a Jimin.

"Eh?" Il biondo si accorse solo in quel momento della sua presenza. "Ah, si... l'infermiera Park si è lamentata, vero?" Disse senza distogliere lo sguardo.

"Si... quante volte sei andato li?"

"12 credo... forse 13."

"Tu sei pazzo- Ma cosa stai guardando?" Chiese alla fine, curioso.

"Niente." Gli sorrise, portando infine la sua attenzione su di lui ma Jungkook non ci cascò.

Yoongi si sentiva osservato e sapeva benissimo chi fosse. Taehyung li stava fissando da quando erano entrati e questo lo irritava molto. Stava cercando di concentrarsi sui pensieri di Jungkook ma sembrava che lui gli facesse da scudo mentale.

"Yoongi!" Si risvegliò dai suoi pensieri, mettendo a tacere tutte quelle voci nella sua testa.

"È la terza volta che ti chiamo." Hoseok era infastidito il che non accadeva spesso.

"Cosa c'è?"

"Credo che dovremmo affrontarlo."

"Cosa? In che modo?"

"Parlandogli, è chiaro. Dobbiamo spiegargli che non siamo qui per avere problemi."

"Ma sei fuori? Quello non ha per niente l'aria di uno che vuole parlare."

"Proviamoci almeno..." Hoseok guardò dritto di fronte a sé, oltre a Yoongi il quale si voltó a sua volta per osservare il loro problema.

"Torno subito, Jk." Disse Taehyung distrattamente, alzandosi dal suo posto e dirigendosi all'uscita.

"Ma io sono appena arrivato..." fece l'altro. "Jimin sta bene! Non andare per la 14esima volta!." Urlò.

"Vado solo in bagno, Jk." Rise Tae voltando leggermente la testa e continuando a camminare.

Hoseok vide Taehyung alzarsi, guardó Yoongi che non disse nulla, limitandosi ad annuíre, capendo le sue intenzioni.

"Allora vado." Disse Hobi nervosamente e alzandosi a sua volta "augurami buona fortuna".

Yoongi incrociò le dita per dare coraggio all'amico e sperò con tutto il cuore che una volta tornato, avesse informazioni utili. Ci mise un attimo per rendersi conto che il ragazzino era da solo e poteva andarci a parlare senza problemi. Appena questa consapevolezza lo colpí, prese un tovagliolo e ne strappò due piccoli pezzettini che appallottolò e si infilò nel naso. Si alzó e senza preoccuparsi del vassoio ancora pieno si avvió con passo calmo verso di lui.

Lo trovó lì, seduto con lo sguardo basso sul cibo. Fece stridere la sedia sul pavimento e si accasció su di essa. JungKook alzò la testa e si sorprese della presenza del maggiore di fronte a lui. Non riusciva proprio a capire cosa volesse, in fondo non era un ragazzo molto interessante e di sicuro con il suo brutto carattere non era buono a farsi degli amici.

Perciò spesso si ritrova a ringraziare il suo migliore amico Jimin che gli stava vicino nonostante tutto.

"Mi dispiace per prima" disse sincero. Stava cercando di respirare solo con la bocca poiché il fazzoletto non faceva il suo lavoro e gli risultava comunque difficile mantenere il controllo.

"Non fa niente." Rispose il più piccolo.

"Ti fa ancora male?"

Jungkook scosse la testa in segno di dissenso "Ci ho messo il ghiaccio" sforzò un sorriso.

"Cosa hai messo nel naso?" chiese poi, incuriosito.

"Un fazzoletto" disse senza peli sulla lingua "Per filtrare gli odori, ho il naso sensibile"

Jungkook trovò la cosa curiosa ma non commentò.

Guardò Yoongi un ultimo istante, aspettando che continuasse la conversazione ma, quando si rese conto che non avrebbe detto nulla, ricominciò a mangiare, leggermente imbarazzato.

Yoongi, dal canto suo, stava provando con tutto se stesso a penetrare quello stupido scudo protettivo per potergli leggere il pensiero. Si accorse solo dopo di sembrare un emerito idiota, così disse alla prima cosa che gli venne in mente.

"Come fate a stare su questi aggeggi infernali?!" Si lamentò, riferendosi alla seggiola di plastica.

Jk accennò un piccolo sorriso, alzando di nuovo lo sguardo.

"Dopo un po' ci fai l'abitudine... il tuo sedere diventerà durissimo."

"Allora ragazzino, il mio sedere è perfetto cosí. Vuoi sentire?" Disse serio, guardandolo.

"No no, ti credo sulla parola." Ridacchiò il più piccolo.

Gli occhi di Yoongi si fissarono sulla figura di fronte a sé, ammirando ogni movimento. Era così bello, non aveva mai visto una creatura simile e lui ne aveva viste parecchie.

Quella sensazione non gli piaceva per niente, lo faceva sentire strano. Debole. E il fatto che non riuscisse a sentire i suoi dannati pensieri lo irritava molto.

"Mi urti." Disse infine.

Il più piccolo cessò lentamente di ridere e spalancò gli occhi in un'espressione sorpresa.

"Cosa ho fatto?" Sorrise perplesso.

"Niente, immagino che tu sia sempre cosí."

Si alzó dalla sedia e, senza voltarsi indietro, si diresse verso l'uscita dalla mensa.

"Ma cosa...?"

Okay, Jungkook era veramente confuso. Gli dava veramente fastidio tutto quel mistero.

Insomma, quel tizio si era presentato davanti a lui fuori dal bagno fissandolo come se volesse mangiarlo, gli aveva quasi spezzato il polso e poi, dopo essersi seduto con lui a mensa e avergli dato la colpa di chissà cosa, se n'era andato.

No, non poteva sopportarlo. Si alzò lasciando il resto del cibo dov'era e lo seguì.

***

Hoseok era una brava persona. Non era di certo lo stereotipo di creatura che assaliva un essere umano solo per piacere personale. No. Lui era buono, amichevole e carismatico. Sempre stato amico di qualsiasi creatura vivente e non, al contrario del suo amico Yoongi. Proprio per quel motivo decise di parlare lui con Taehyung e magari convincerlo che non erano una minaccia. Doveva solo contare sulla sua personalità.

Non ci volle molto per trovare il ragazzo biondo che era fermo in mezzo al corridoio vuoto a fissare il tabellone degli annunci. Probabilmente aveva capito che c'era qualcuno che lo stava seguendo.

"Qualcosa di interessante?" Chiese cauto, avvicinandosi a lui, osservando a sua volta i manifesti.

"Veramente, si. Il club di scienze ha trovato due creature di una nuova specie aggirarsi nei dintorni della scuola." Si voltò verso il rosso sorridendogli maligno. "Probabilmente le vivisezioneranno."

Hobi deglutì rumorosamente, cercando di non mostrare la sua preoccupazione ma il sorriso del biondo era davvero inquietante.

"Povere creature, magari sono innocue." Sussurrò.

"Mh, chi lo sa..." si limitò a dire l'altro.

Lo vide sorridere con soddisfazione, come se avesse capito cosa stesse pensando e decise di cambiare argomento.

"Che sappia leggere anche lui nel pensiero?" Pensò.

"Sai, sei proprio un bel ragazzo... non sembri affatto coreano..."

Per un istante Taehyung lo guardò di sbieco per poi rise.

"Ci stai provando, per caso?"

"COSA?! Certo che no!" Si stizzí.

"Calma, calma! Sto solo scherzando" rise. "Comunque si, sono coreano. Semplicemente mio padre non è di qui." Ammiccò.

Il biondo gli voltò le spalle, deciso ad andarsene e soprattutto per vedere la reazione dell'altro. Era sempre pronto ad attaccare.

"Aspetta" Hoseok cercò di fermarlo, allungando istintivamente una mano per toccarlo ma Taehyung fu più veloce e con uno scatto mise al muro il rosso, bloccandolo con un braccio.

Vedendo la sua espressione sorpresa, però, rimase un po' deluso e lo lasciò andare. Lo guardò per un istante, allibito.

"Per chi lavori?" Chiese leggermente irritato.

Hoseok davvero non capiva cosa stava succedendo. Si okay, lui e Yoongi potevano essere una minaccia e il biondo aveva tutte le ragioni per restare sulla difensiva, ma attaccarlo in quel modo?

"Ma cosa vuoi?! Non lavoro per nessuno altrimenti cosa ci farei a scuola? Cioè, sto cercando un lavoro pomeridiano ma dubito tu ti riferisca a questo."

Aveva cominciato a parlare a vanvera, ogni tanto gli capitava in situazioni a lui scomode proprio come in quel momento.

"E datti una calmata, santo cielo." Urlò poi.

Taehyung lo guardò perplesso, non capendo a che gioco stesse giocando.

"Io una calmata? Sei tu che mi hai seguito..." lo accusò.

"Beh, effettivamente hai ragione ma anche io ho i miei motivi, sai benissimo che potremmo essere una minaccia, come potresti esserlo tu."

"Una minaccia? A me basta che non vi mettiate in mezzo tra me e il mio protetto."

Protetto?!

Questa cosa stava degenerando. Hoseok sapeva di cosa stava parlando Taehyung ma la cosa era alquanto improbabile, essendo tutte leggende. Certo, ormai lui sapeva che "la storia" che conoscevano gli umani era sbagliata ma non avendo mai visto creature simili faceva un po' fatica a crederci. Si guardó intorno, vide Yoongi uscire dalla mensa e sapeva già che sarebbe successo il caos.

Tae si sentì leggermente spaventato ma quella paura non apparteneva a lui, era di qualcun'altro... Jimin? Jimin era in pericolo?

Si voltò, guardando nella stessa direzione di Hoseok, notando Jungkook alle prese con Yoongi.

***

"Hey, nano!" Urlò Jungkook una volta fuori dalla mensa.

Yoongi sentendo quell'insulto si bloccó all'istante, si voltò di scatto e lo guardó furioso. Assurdo che quel ragazzino avesse toccato l'unico nervo scoperto di Yoongi, certo lui era comunque una testa calda che si infastidiva per qualsiasi cosa ma se si toccava la sua altezza di soli 173 centimetri- che non erano nemmeno pochi per la media coreana- andava fuori di testa.

"Senti, se non stai zitto immediatamente, ti faccio fuori." Disse con tono pacato, cercando di non esagerare e, per via della rabbia, i suoi occhi si colorarono di rosso. Per un istante Jungkook pensò che fosse uno scherzo proiettato dalla sua mente ma quando si rese conto che i suoi occhi avevano davvero cambiato colore, iniziò ad avere paura.

"Yoongi, No!" Urlò Hoseok ormai sull'orlo di una crisi.

"Non sono un fottuto cane." Yoongi si voltò verso di lui e lo guardò indignato. Sia Hoseok che Taehyung notarono il cambiamento nei suoi occhi e quest'ultimo si voltò furibondo verso il rosso, lanciandogli uno sguardo di avvertimento.

"Non mi fai paura." Sputò acido, Jungkook.

Non sapeva nemmeno lui del perché si stava comportando così, semplicemente quel ragazzo lo irritava e inquietava allo stesso tempo.

"Hey Jk, hai già finito di mangiare?" fece Taehyung voltandosi verso il minore in un tono calmo e tranquillo per farlo rilassare mentre una sfumatura di rosso avvolgeva gli occhi di entrambi. A volte ringraziava di avere dei poteri così utili con questi ragazzini.

Poteva capitargli di peggio...

Kookie dal canto suo, vedendo il sorriso dell'amico si calmò all'istante, si dimenticò perché fosse lì in quel momento e perché era infastidito. Si ricordava di aver parlato con il ragazzo nuovo e per qualche motivo lo aveva seguito fin lì poi il vuoto.

Yoongi notò il cambiamento d'umore del più giovane e il modo in cui distolse completamente l'attenzione da lui gli diede parecchio fastidio. Non poteva ignorarlo in questa maniera per colpa di quel ragazzino biondo. Lo squadrò per poi guardare ancora peggio Hoseok che stava ancora pensando alla discussione avvenuta poco prima e cercò di scoprire qualcosa.

"Esci dalla mia testa, Yoongi." Pensò l'amico.

"E tu, anzi voi, datemi una spiegazione."

"Di cosa stai parlando?" Chiese Jungkook.

Taehyung sospirò esasperato, sorridendo di nuovo all'amico alquanto confuso. Questi due riuscivano a farlo infuriare.

"Jk, potresti andare a vedere come sta Jimin per favore?" Gli sorrise e per un istante nei suoi occhi si creò una sfumatura di giallo che comparve anche in quelli dell'amico.

"Tanto mi cacceranno di nuovo." Fece spallucce, incamminandosi verso l'infermeria. "Ci vediamo dopo, okay?" Lo salutò.

Taehyung mantenne il suo sorriso squadrato finché il ragazzo non ebbe girato l'angolo.

Subito dopo si voltò verso le due creature, incazzato.

"Voi due state sfidando la mia pazienza!" Disse a denti stretti con gli occhi di color argento per la rabbia.

"TU stai sfidando la MIA pazienza." Urlò Yoongi fuori dai gangheri. Non era abituato ad avere fra i piedi creature che facevano quello che gli pareva, soprattutto usare i propri poteri per tranquillizzare ragazzini che lui stesso si divertiva a far arrabbiare. Si, Yoongi non era una bella persona.

"Yoongi, sta zitto. Taehyung noi non siamo sicuramente quello che credi tu."

Hoseok cercó di convincere il biondo con scarsi risultati visto che il suo amico, quando si infuriava, era incontrollabile e Taehyung era molto diffidente.

"Col cazzo Hobi, non mi frega niente, voglio capire cos'è."

Stavano attirando troppo l'attenzione, ormai l'ora di pranzo era finita e rischiavano davvero che succedesse qualcosa di compromettente davanti a troppi occhi umani.

"Angelo."

"Ti prego, almeno non qui."

Quel pensiero di certo non sfuggì a Yoongi.

Il biondo si fece sfuggire un altro piccolo grido esasperato, toccò le spalle dei due ragazzi e prima che il più basso potesse fargli qualsiasi cosa, si teletrasportò da tutt'altra parte.

La leggera brezza invernale scompigliò i loro capelli. La terrazza della scuola era sempre un ottimo posto per andare a parlare o saltare le lezioni: cosa che Taehyung faceva spesso.

Come angelo conosceva ormai tutto quello che gli umani erano obbligati ad imparare e, sapendo che la loro storia era completamente diversa da quella che conosceva lui, la voglia se ne andava sempre.

In fondo era lì solo per Jimin e con i suoi poteri avrebbe anche potuto controllarlo a distanza.

"PORCA PUTTANA!" Urló Yoongi.

"Qua va a finire male! Cosa cazzo sei?!" Yoongi si scaraventò contro Taehyung afferrandolo per il colletto della maglietta. Hoseok invece era fermo immobile, completamente terrorizzato. "Credevo fossero tutte leggende..." Sussurró.

"TU! Tu lo sapevi dell'esistenza di creature simili e non hai detto niente!"

Il biondo appoggiò una mano su quella dell'altro e lo guardò dritto in faccia. Una leggera sfumatura di rosso avvolse gli occhi di entrambi e un sorriso comparve sulle labbra dell'angelo, facendo calmare il ragazzo che lo lasciò e le loro iridi tornarono del loro solito colore normale.

Taehyung non si aspettava per niente una reazione simile. Il panico era l'ultimo dei suoi pensieri.

Forse li aveva giudicati troppo presto ma era meglio essere prudenti. Guardò prima il rosso e poi il moro, se si concentrava poteva benissimo sentire le loro emozioni e non era affatto piacevole.

"Il mio lavoro non è facile, ragazzi..." sospirò, guardando il cielo azzurro.

"Devo stare attento ad eventuali minacce. Era meglio mettervi alla prova."

"Tu e i tuoi giochetti mentali, anche prima con Jungkook." Sospiró il moro arrendendosi. Hoseok ringrazió con lo sguardo Taehyung, riuscire a calmare il suo amico non era un'impresa facile.

"Cristo..." Si lasció sfuggire Hoseok.

"Non esattamente." Sentí Taehyung rispondergli con un sorrisetto.

"Spiega." Disse Yoongi con tono freddo.

"In fondo non siamo molto diversi, no?" pensò l'angelo, sapendo che Yoongi poteva sentirlo.

"Ma... Io prima non riuscivo a sentirti." Yoongi era visibilmente scosso.

"Meno sapete e meno casini si potrebbero creare, credetemi..." disse Tae.

"Va bene, tu stai fuori dalle nostre discussioni e noi stiamo fuori dalle tue, basta non mettersi contro." Disse Hoseok, prese Yoongi sotto braccio e lo trascinò per le scale riportandolo dentro l'edificio.

"Fate in modo che sia cosí." Urlò il biondo dall'inizio delle scale.

La giornata era quasi finita e Tae decise di andare a trovare Jimin. Si era teletrasportato fuori dalla porta dell'infermeria e bussò.

"Hey Jiminie, sei pronto a tornare a casa?" Lo salutò con la dolcezza di un bambino.

***

Il corridoio della scuola era deserto, ormai quasi tutti se n'erano andati a casa ma Jungkook aveva dimenticato del materiale nell'armadietto e aveva già avvisato i suoi amici di avviarsi verso casa. Mentre passeggiava per i corridoi, notò una piccola figura che metteva a posto il proprio armadietto: Yoongi.

Dopo quel piccolo episodio a pranzo non l'aveva più visto e per il resto della giornata gli era rimasta una sensazione di vuoto, come se gli mancasse qualcosa. Poi però, si ricordò che gli succedeva spesso e che associava quella sensazione allo stress per la scuola.

Si avvicinò al ragazzo, visto che il suo armadietto era proprio lì a fianco.

Yoongi puntò lo sguardo su di lui, rimanendo sorpreso del fatto che potesse sentire i suoi pensieri e che non aveva sentito l'arrivo di Jungkook finché quest'ultimo non si era accorto di lui.

"Probabilmente l'angelo non è nei paraggi." Pensò.

Chiuse lo sportello del suo armadietto e rimase per un istante in ascolto come se fossero una bellissima melodia data alla radio.

Jungkook gli lanciò diverse occhiate confuse, non capendo cosa stesse facendo. Yoongi si sentì leggermente imbarazzato ma allo stesso tempo era felice di non essere lasciato fuori dalla testa del più giovane. Era anche orgoglioso di se stesso perché stava respirando la fragranza del ragazzo senza perdere il controllo. Pian piano si stava abituando.

"Che cosa fai?" Chiese infine Jungkook.

"Ascolto" si limitò a rispondere.

Jungkook si guardò intorno cercando di ascoltare anche lui qualcosa che però, non c'era.

"Io non sento nulla..."

"Lo so" ridacchiò il più basso.

"Questo ragazzo è davvero strano"

"Può darsi, ma devi ammettere che sono adorabile"

Jungkook trovò strano quel commento, era assolutamente sicuro di non aver detto nulla, probabilmente glielo si leggeva in faccia a cosa avesse pensato. Yoongi ridacchiò, gli spettinò i capelli con la mano e si diresse verso l'uscita, dove Hoseok lo aspettava: "Sei proprio adorabile, ragazzino." Era consapevole che Taehyung e Hoseok  si erano accordati di starne fuori, ma Yoongi non erad'accordo. Voleva solo divertirsi.

"Adorabile?" Si voltò a guardarlo leggermente imbarazzato. "Ma chi diavolo ti credi di essere?" Disse infastidito.

Yoongi ridacchió, sentendo il commento del giovane e Hoseok lo guardó male.

"Non sono sicuro di voler sapere..." Disse ironico.

"Dai, non sto facendo niente di grave." Gongoló il moro.

"Giuro che negli anni peggiori invece che migliorare." Rise Hoseok, scuotendo la testa rassegnato "Mi prometti che questa cosa non comprometterà la situazione con Taehyung?" Chiese speranzoso.

In risposta ebbe solo un sorrisetto malizioso, niente di piú.

"Irresponsabile"

"Fottiti Hobi!"

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: CHI DIAVOLO TI CREDI DI ESSERE? ***


Quella mattina Jungkook non si era svegliato al massimo delle forze. Nonostante le continue insistenze dei suoi amici per farlo alzare, lui non riusciva proprio a tenere aperti gli occhi.
La sera prima non era riuscito ad addormentarsi a un'ora decente per vari pensieri che lo tormentavano. Era assolutamente sicuro di aver dimenticato qualcosa, ma più cercava di rammentare e più il suo mal di testa cresceva. Erano quasi le 4:30 del mattino quando riuscì finalmente a placare tutti quei pensieri e a chiudere occhio.

Una volta addormentato però non riuscí più a svegliarsi, arrivando tardi a scuola.

"Prossima volta niente pippe fino al mattino, okay Jk?" Lo prese in giro Tae e il diretto interessato gli regalò un fantastico sguardo omicida.

"Taehyung, non essere volgare" rise Jimin, che sembrava esser tornato in forma, portando poi la sua attenzione sul minore.

"Kookie, sei sicuro di stare bene? Non hai per niente un bell'aspetto."

Si guardò allo specchio del bagno e non poté fare a meno di dargli ragione: capelli arruffati, occhi rossi, occhiaie ed era anche molto pallido.

"Grazie Hyung" disse sarcastico "Ma sto bene." aggiunse poi, voltandosi a guardarlo. Era così stanco.

"Ci vediamo a pranzo." Lo salutarono i suoi amici una volta a scuola.

Quando arrivò al suo armadietto, appoggiò la fronte contro il verde metallo freddo nel tentativo di svegliarsi, ma non ebbe alcun effetto, così lo aprì rassegnato per raccogliere le sue cose, non accorgendosi del ragazzo di fianco a lui.

Yoongi sorrise quando vide il ragazzino. Quella stessa mattina si era svegliato straordinariamente presto e si era preparato solo per poterlo rivedere. Non riusciva davvero a capacitarsi del perché quel ragazzo lo stava ossessionando tanto: il suo odore, l'aspetto, il carattere ma soprattutto i suoi pensieri erano un punto fisso nella sua mente e ne voleva di più.

"È una sorta di Imprinting o qualcosa del genere" aveva commentato Hoseok la sera prima.

"Davvero Hobi, basta guardare Twilight" l'aveva sgridato.

Ma in fondo a lui non interessava se c'era davvero un motivo logico o no, gli bastava solo divertirsi un po'.

"Promettimi che ti comporterai bene e non farai lo stronzo" lo aveva implorato Hoseok.

"Io stronzo? Quando mai?"

L'amico si limitò guardarlo male e la conversazione cessò lì. Yoongi ci voleva davvero provare, ma non aveva proprio idea di come si facesse. Faceva parte di lui. Sicuramente fare finta di essere qualcun'altro con il ragazzino non sarebbe stata una buona idea, voleva essere sincero. Quindi non si sorprese quando le sue labbra pronunciarono queste parole: "Che fai, stalkeri?"

Jungkook, dal canto suo, quando non dormiva era molto più irritabile del solito e a quelle parole non poteva restare indifferente.

"Sei stupido per caso?" disse seccato, voltandosi verso di lui. "Questo è il mio armadietto e poi chi diavolo ti credi di essere?"

Yoongi ridacchiò "La principessa si è alzata dalla parte sbagliata del letto?" appoggiò il gomito destro contro il suo armadietto e schiacciò la guancia contro le sue nocche fredde ed ammirò la figura di fronte a sé. "Oppure, ti sei addormentato sul pisello sbagliato?" ghignò. "Hoseok mi ucciderà" Pensò

Jungkook aggrottò le sopracciglia e spalancò la bocca, offeso. Balbettò per qualche istante, non riuscendo a capire come una persona potesse essere così fastidiosa. Certo, lui e Taehyung erano soliti litigare e prendersi in giro per stupidaggini e, se doveva essere onesto, il suo amico era spesso molto volgare nelle battute ma per l'appunto, lui era suo amico. Questo genere di cose dette da uno sconosciuto...

"Stronzo" disse infine, sbattendo lo sportello del suo armadietto e andando verso la sua classe con l'intento di ignorare il ragazzo. Di certo ora non aveva più sonno.

Yoongi ghignò di nuovo, guardandolo mentre se ne andava. Si stava davvero divertendo.

***

"Jiminie, ho voglia di pizza, ti va se stasera usciamo?" Propose Taehyung mentre entravano nella loro classe. Dopo quell'episodio l'angelo non aveva più visto le due creature; sperava che fossero scappati dalla città.

"Magari, dopo chiedo a Kookie..."

"È grande abbastanza per stare da solo, se la caverà..." Si sedettero ai loro soliti posti, vicino alla finestra.

"Mmm, non credo sia una buona idea. Non mi va di lasciarlo solo."

"Eddai, Jiminie!" Gli occhi del ragazzo si tinsero di giallo e il maggiore si ritrovò a cambiare idea. Taehyung ghignò soddisfatto ma si accorse solo in quell'istante che c'era qualcuno ad osservarli. Un ragazzo con una folta chioma rossa a soli due banchi di distanza da loro, lo stava osservando.

Hoseok era un po' nervoso. Aveva lasciato Yoongi al suo armadietto perché voleva sapere che classe frequentasse l'angelo. Gli mancò il respiro quando lo vide entrare con il suo amico nella sua stessa classe. Si ricordava di aver visto dei banchi vuoti il giorno prima ma non pensava fossero loro. Di certo, l'amico che l'accompagnava non era del tutto umano, questo lo riusciva a percepire, ma c'era dell'altro. Non riusciva proprio a capire cosa fosse e per il momento decise di lasciar perdere. Mentre andava a sedersi al suo posto, cercò di farsi gli affari suoi, ma non ci riuscì ascoltando la conversazione tra i due. Le discussioni sul lasciare o no il ragazzino da solo erano affar loro ma il comportamento del biondo non gli sfuggì di certo. Perchè usare i propri poteri per fare una cosa del genere?

Arrivare ad usare certi metodi per convincere un ragazzo ad uscire gli sembrava eccessivo.

Taehyung lo guardò serio. L'aveva visto.

L'aveva visto violare una delle leggi del cielo profondo: Mai usare i propri poteri per uso personale sul proprio protetto.

Questo, lui lo faceva spesso, amava violare le regole. La sua parte oscura predominava sempre sul suo cuore, il che non avrebbe portato a nulla di buono ma questo Taehyung ancora non lo sapeva.

Yoongi entrando in classe vide Hoseok e si bloccò per un istante quando notò chi stesse osservando. Il biondo puntò i suoi occhi verso di lui e questi si colorarono di viola intenso: "Che hai da guardare?" Yoongi si irrigidì, sentendo la voce dell'angelo nella sua testa. Scosse lievemente la testa, distogliendo lo sguardo da lui e si avvicinò ad Hoseok, accasciandosi sulla sedia accanto.

"Quel biondino non mi piace per niente." Sussurrò.

"Nemmeno a me." sospirò il rosso, dando così le spalle a Taehyung "Ma non possiamo farci niente"

"Potremmo farlo fuori" Scherzò Yoongi, sapendo benissimo che non avrebbero avuto successo. Hoseok si limitò a guardarlo male per poi cambiare argomento.

"Hai parlato ancora con quel ragazzino?"

Yoongi sorrise divertito.

"No, seriamente. Non ti avevo mai visto divertirti cosí..." Sospiró.

"Ce qualcosa di strano in quel moccioso..."

"Imprinting" pensò Hoseok.

"Smettila!"

Le lezioni passarono lente, non successe niente di particolare in quel lasso di tempo, se non mettersi a piovere. Verso la terza ora iniziò a diluviare e si faceva fatica a vedere fuori dalla finestra tanto era fitta la pioggia.

Hoseok e Yoongi aspettarono un po' prima di raggiungere la mensa, volevano evitare di incontrarsi di nuovo con il biondo e lasciargli un po' di spazio.

Appena furono sicuri che tutti fossero a mangiare, si incamminarono verso la sala e, una volta all'entrata, caló il silenzio.

"Cosa cazzo avete da guardare?!" Urlò Yoongi d'istinto prima di rendersi conto che non stavano guardando loro.

"Chi diavolo ti credi di essere?"

Un pensiero familiare arrivò alle sue spalle e fu sorpreso che potesse sentirlo, seppur fosse soltanto quella frase. Si voltò a guardare il ragazzo dietro di lui. I capelli fradici a coprirgli gli occhi su cui poteva chiaramente vedere un espressione di disgusto. Gocce d'acqua cadevano sul pavimento, creando una piccola pozza intorno ai piedi del ragazzo.

Jungkook era uscito per seguire gli allenamenti di atletica quando, a metà della corsa, aveva iniziato a diluviare. Yoongi lo fissò sorpreso, immobile.

Intanto Taehyung, dal fondo della mensa, si era alzato di colpo facendo cadere la sedia e li guardava minaccioso, attirando l'attenzione di Hoseok.

"Cazzo." Hoseok non diceva mai parolacce, il che faceva capire che la situazione era grave. Yoongi sentendo l'amico parlare, sì voltó a guardarlo.

"Cazzo sì, quel moccioso dovrebbe imparare un po' di buone maniere, adesso vado a..."

Inizió Yoongi, parlando con un tono relativamente basso per non farsi sentire da tutti.

"No! Contro chi ti stai mettendo, Yoongi?!" Lo fermó Hoseok, guardandosi attorno:"Vieni."

Si sedettero ad un tavolo vuoto in fondo alla sala, lontano da orecchie indiscrete.

"Taehyung è un angelo." Pensò il rosso in modo che potesse sentirlo solo lui.

"É arrivato il genio..." sussurrò l'altro.

"Per quanto ne so, sono creature molto potenti, capaci di distruggere qualsiasi cosa."

"Ma non erano creature celestiali, mandate da Dio a proteggere gli umani?" Bisbigliò confuso.

"Ma che bravo, ti sei messo a studiare." Disse Hoseok sorpreso.

"Fottiti."

"Comunque, esistono varie teorie su ciò e sinceramente non vorrei essere io a scoprirle. Anche se... Taehyung aveva parlato di un protetto..."

"Un protetto?"

"Si, un protetto..."

"E quindi?"

"E quindi, se entrambe le teorie sono vere e noi ci avviciniamo troppo al suo protetto, potremmo finire molto male!"

"Ma se invece è l'altro il protetto?" Chiese speranzoso.

"Sinceramente non so come funziona, se il protetto è umano o no, ma ho percepito una sensazione strana quando ho visto l'amico di Taehyung. Non mi sembra del tutto umano."

"Che vuoi dire? Io non ho sentito nulla." chiese turbato Yoongi.

"Non lo so ma per adesso e meglio stare lontani da tutti e tre."

Yoongi, suo malgrado annuí, questa volta doveva ascoltare Hoseok o sarebbero finiti in grossi guai.

Jungkook guardò tutta la scena totalmente indifferente. Era stanco, molto stanco. Una corsa sotto la pioggia l'aveva aiutato a schiarirsi le idee, ma ora era esausto.

Dopo aver preso il pranzo, si incamminò verso il suo tavolo, sentendosi ancora tutti gli sguardi dei presenti addosso.

Il suo amico era ancora in piedi a guardarlo con Jimin imbarazzato a tirarlo per la maglietta e pregandolo di sedersi.

"Che cosa fai?" Chiese serio Jungkook.

"Mi è venuto un crampo." Rispose l'altro.

"Cammina. Lasciami la sedia."

"No." Si sedette subito il biondo. "Mi è passato."

"Dai Tae, non fare il bambino." Lo picchiò piano Jimin. "Kookie, come stai?" Gli sorrise teneramente.

"Come se un'unicorno mi avesse vomitato addosso." Rispose senza alcuna emozione.

I suoi amici si guardarono per qualche istante, riportarono l'attenzione su di lui.

"Beh, l'immaginazione non ti manca..." risero poi.

Mentre consumavano il loro pasto, Taehyung si perse nei suoi pensieri. Era da un po' di tempo che si sentiva strano, percependo cose che nemmeno lui riusciva a capire.

Il suo compito era quello di proteggere il suo protetto fino al totale raggiungimento dei suoi pieni poteri e finalmente prendere il posto di suo padre. Sapeva benissimo che la strada era ancora molto lunga e dopo tutti i secoli passati da demone della distruzione, il ruolo dell'angelo lo sentiva stretto. Non era per niente abituato a starsene buono tra gli umani  senza compiere qualche disastro. Però voleva davvero prendere il posto del Padrone dei cieli ed essere qualcuno, sempre che i suoi fratelli non gliel'avessero impedito. Per questo doveva tenere gli occhi ben aperti e stare attento a qualsiasi eventuale minaccia.

Sicuramente le due creature non erano state ingaggiate da uno dei suoi fratelli per uccidere Jimin anzi, il più basso sembrava molto più interessato a Jungkook. Era assolutamente conscio del fatto che il minore avesse un odore particolare, che attirava creature di ogni tipo, intente a divorarlo. Proprio per questo si era incaricato di proteggere pure lui, anche perché se avesse scoperto qualcosa, l'avrebbe saputo anche Jimin e di conseguenza sarebbe stato più difficile proteggerlo. Inoltre il legame affettivo che il minore aveva con il suo protetto era così forte da coinvolgere anche lui. Non poteva lasciarlo morire.

Non riusciva a capire, però, perché ogni tanto Jungkook usciva dal suo controllo, proprio come pochi minuti fa e perché percepiva sentimenti come delusione e rabbia. Jimin non dimostrava mai emozioni del genere e lui poteva sentirlo. Quindi cosa stava succedendo?

Guardò Jimin negli occhi. Quest'ultimo gli sorrise e lui non poté fare a meno di imitarlo, non accorgendosi, però, della sfumatura di rosso che avvolgeva gli occhi dell'altro.

***

Quando tutti ebbero finito di mangiare  si diressero nuovamente in classe.

Yoongi ne approfittò per farsi una passeggiata all'aperto, lasciando Hoseok da solo. Doveva stare un po' per le sue, lontano da tutte quelle voci che gli stavano facendo scoppiare la testa.

"Moriró per colpa di questa storia, lo so." Pensò.

Non poteva credere di essere finito in una situazione del genere. Combattuto tra il continuare e fregarsene di Taehyung o ascoltare seriamente Hoseok per una santa volta.

Ascoltarlo avrebbe voluto dire dargli ragione e Yoongi odiava dare ragione alle persone, ma continuare avrebbe significato rischiare. Doveva trovare un compromesso e fare entrambe le cose. Si ritrovò fuori dall'edificio, la pioggia cadeva fresca su di lui ma non potendo avvertire la sensazione già da parecchi anni, non ci fece caso. Passeggiava tranquillo per il cortile scolastico, ignorando il telefono che continuava a vibrare nella sua tasca, sapeva benissimo che Hoseok lo stava cercando. Ovviamente lui se n'era andato senza dirgli nulla, come era solito fare, ma sperava che almeno questa volta il suo amico capisse e lo lasciasse in pace. Prese in mano il telefono e rifiutò la chiamata, poi digitò svelto un semplice "Lasciami stare" e inviò il messaggio. Fu in quel momento che notò il ragazzino causa dei suoi problemi correre sotto la pioggia. Lo guardò un po' triste, non sapendo cosa fare.

Subito dopo pranzo Jungkook aveva salutato i suoi amici e aveva ripreso l'allenamento. Non tanto per la scuola ma più per piacere personale, essendo l'atleta migliore della scuola. Voleva anche stare lontano dai suoi compagni di classe che probabilmente per gelosia verso le sue prestazioni sportive, l'avevano preso di mira. Lui cercava con tutto se stesso di non farci caso: di ignorare i bigliettini di scherno che gli infilavano nell'armadietto, di non guardare gli insulti scritti con un pennarello indelebile sul suo banco, provava davvero a non ascoltare tutte quelle risatine e insulti alle sue spalle. Però, suo malgrado, non ci riusciva. Ai suoi amici, di quella situazione, non ne aveva minimamente parlato, soprattutto con Jimin. Era sicuro che si sarebbe preoccupato e avrebbe fatto una sceneggiata, peggiorando le cose. Perciò continuò ad allenarsi cercando di non pensare ai suoi problemi perché tra un mese ci sarebbe stata l'assemblea sportiva e aveva deciso di saltare le lezioni per allenarsi, pioggia o meno che fosse.

Il respiro cominciò a diventare più pensante ma non si fermò. Le gocce d'acqua che gli battevano sulla pelle come se fossero aghi e il vento tagliente lo mettevano in difficoltà. Dopo aver superato per l'ennesima volta il traguardo in tempo record si fermò senza forze, appoggiando le mani sulle ginocchia e cercando di riprendere fiato. Stava esagerando. Se avesse continuato così si sarebbe preso un febbrone da cavallo se non di più. Ma con tutto quello stress accumulato nell'ultimo mese avrebbe voluto solo correre. Correre via, lontano da tutto e tutti. Ma non avrebbe mai potuto.

Una presenza dietro di sé, lo distolse dai suoi pensieri e voltò la testa per vedere chi fosse.

Yoongi continuava a guardarlo senza muoversi dal suo posto. I suoi capelli, ormai tendenti al grigio chiaro per via della mancanza della luce solare, erano fradici e incollati alla fronte ma poco gli importava. Vedere il ragazzino sotto la pioggia, ansante e con un'espressione dura in volto lo fece star male. Il silenzio, rotto solo dal cadere incessante della pioggia sul terreno che ormai era già pieno di pozzanghere, era fastidioso ma Yoongi non voleva urlare, quindi a passo lento si avvicinó al ragazzino.

"Prenderai freddo." Disse serio.

Jungkook lo guardò e con un gesto svelto della mano, si pettinò i capelli all'indietro, facendo in modo di vederlo meglio.

"Che fai, mi stalkeri?" Disse, usando lo stesso tono che il ragazzo aveva usato con lui quella stessa mattina. La pioggia cadeva su di loro con violenza e quell'atmosfera grigia, seppur a Jungkook piacesse, gli metteva tristezza.

Yoongi a quella frase ridacchiò: "Adesso anche mi copi?"

Jungkook lo guardò impassibile: "Se lo facessi diventerei fastidioso come te." disse poi.

"Ma tu lo sei." Gli uscí spontaneo.

"Allora si, ti sto copiando." Annuì Jungkook.

Yoongi rise. "Vabbè, allora sto zitto."

"Sarebbe la prima volta..." gli sorrise impercettibilmente l'altro.

"Vieni dentro?" Chiese Yoongi, speranzoso. Non gli sembrava il caso che il ragazzo stesse fuori sotto la pioggia a prendersi un malanno. Kookie scosse la testa. Si guardò intorno, allargando le braccia, facendogli notare cosa stesse facendo.

"Devo allenarmi."

Il sopracciglio destro di Yoongi si inarcò in un'espressione di incredulità. Il ragazzino era pure in maniche corte. Di certo il maggiore non poteva sentire né caldo né freddo, ma ricordava benissimo la sensazione di quando era ancora umano. Era sicuro che al momento il minore stesse provando freddo e non voleva che si prendesse male.

"Ma sei serio?! Sta diluviando. Muoviti." Gli disse con un tono che non ammetteva repliche.

Jungkook incrociò le braccia, spostando il peso su una gamba e inarcando un sopracciglio.

"Altrimenti?" Sorrise beffardo.

"Muori." Disse l'altro, secco.

Il ragazzo sorrise, sfidandolo e gli voltò le spalle, preparandosi a correre ancora.

"Bene allora."

"Ma davvero?!" Yoongi lo guardó partire, aspettando il segno che stesse davvero scherzando. Ma no, quell'idiota era serio. Gli lasció un po' di vantaggio poi, cercando di moderare la velocità, gli corse dietro, superandolo con facilità. Voltandosi a guardarlo, chiese beffardo: "Ho vinto?".

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: SEI UNO STRONZO EGOISTA ***


Si chinò in avanti appoggiando le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Sentiva i polmoni andare a fuoco. Non era sicuro di quello che fosse appena successo. Un attimo prima era lontano dal ragazzo di almeno una ventina di metri e l’attimo dopo se l’era ritrovato davanti con un sorriso stampato in volto. Era stato battuto. 

Alzò leggermente la testa per guardarlo e si rese conto che non stava ansimando e non stava mostrando alcuna traccia di fatica. 

Ma, è umano? Non è normale” Si ritrovò a pensare.

Jungkook balbettò per qualche istante, cercando di stabilizzare la respirazione. Dopodiché, rimettendosi dritto, si schiarì la voce, pettinando un’altra volta i capelli all’indietro.

"Ne hai approfittato perché sono stanco. È stata solo fortuna." Cercò di convincersi.

"Pensala come vuoi, ma ho vinto." Continuó a sottolineare Yoongi divertito: "Adesso, come premio, mi ascolti e andiamo dentro." 

Gli angoli della bocca di Jungkook si erano incurvati verso il basso, leggermente imbronciato: "Non sei mia madre." Disse poi.

"No, non è biologicamente possibile. Piú probabile tuo padre." Ridacchiò Yoongi e Jungkook, al suono della sua risata, non poté fare a meno di sorridere.

I due ragazzi si guardarono per qualche istante e a Jungkook sembrò di vedere il ragazzo per la prima volta. Era assolutamente sicuro di avergli parlato un paio di volte, ma probabilmente non aveva prestato abbastanza attenzione. Era proprio un bel ragazzo. Forse se n’era accorto solo in quel momento. Yoongi non era una persona che sorrideva spesso. Anzi, non sorrideva quasi mai, ma quando lo faceva sembrava tutt’altra persona. Infatti, era pure stufo di sentirsi dire di sorridere dal suo amico Hoseok: “Sorridi di più! Così almeno non sembra che voglia uccidere qualcuno.” Continuava a ripetergli ormai da anni. Lui però se ne fregava. Preferiva che le persone gli stessero lontano. Ovviamente questo non includeva Jungkook.

“Dai vieni” disse Yoongi, allungando una mano verso di lui: “Non voglio che tu muoia di freddo.”

Jungkook abbassò lo sguardo verso la mano del ragazzo e per un istante pensò di afferrarla senza dire nulla. Però qualcosa non gli tornava. Non era affatto abituato a simili attenzioni se non da parte di Jimin e Taehyung. Per questo si ritrovò a chiedere: "Perché ti preoccupi per me?" 

“Ti trovo simpatico” disse semplicemente Yoongi, alzando le spalle, tenendo tesa la mano. La risposta sembrò essere abbastanza per Jungkook , così afferrò la mano e gli accennò un sorriso.

Yoongi si sentì leggermente imbarazzato e, cercando di nascondere la sua felicità, si voltò e insieme camminarono verso l’entrata dell’edificio.

Le guance di Jungkook si tinsero di rosa appena si rese conto che stava tenendo per mano un ragazzo. Yoongi, per essere così piccolo e minuto, aveva delle mani davvero grandi. Fredde ma rassicuranti.

 

Yoongi rallentò il passo quando vide che la porta d’ingresso si era aperta, rivelando il suo amico Hoseok visibilmente arrabbiato. Anche lui aveva i capelli sbiaditi tendenti al rosa pastello. Yoongi avrebbe tanto voluto scappare via portandosi dietro il ragazzino ma sapeva benissimo che non sarebbe stata una buona idea.

Jungkook, dal canto suo, quando vide il ragazzo dai capelli rosa guardarli in cagnesco, non poté fare a meno di tirare via all’istante la sua mano, nascondendola dietro la schiena.

"Hobi... Hey!" Disse Yoongi fingendo un sorriso, cercando di non dare a vedere che il comportamento del ragazzino l’aveva ferito.

"Yoongi, cosa ti avevo detto?" Pensò Hoseok, in modo che potesse sentirlo solo lui.

“Stai tranquillo, questa volta non stavamo facendo niente.” Cercò di giustificarsi.

"Ti ho chiamato almeno sette volte. Perché non hai risposto?!"

Yoongi sbuffò, alzando gli occhi al cielo e voltandosi verso Jungkook: "Vedi? Questo è da mamma." 

Jungkook però non lo stava ascoltando. Stava ancora pensando alla frase che il ragazzo aveva detto prima al suo amico. Guardò un po’ perplesso prima Yoongi poi Hoseok.

"Che vuol dire 'questa volta non stavamo facendo niente'?” Chiese leggermente infastidito “Che cosa gli hai raccontato?"

Yoongi lo guardò confuso, scuotendo lievemente la testa: “Niente. Non gli ho detto assolutamente nulla.” Disse, sperando che il ragazzo gli credesse. “Anche perché se fosse successo davvero qualcosa di certo non andavo a dirlo a quest’idiota. Tra l’altro..” Aggiunse, spostando poi lo sguardo verso Hoseok: "Lo stavo portando dentro, perché altrimenti moriva di tubercolosi e non mi sembrava il caso." Disse con tono alquanto ironico.

"Ma sta zitto! Non sai nemmeno che cos'è la tubercolosi!" Ribatté Hobi.

"No, ma sembra pericolosa!" 

"Basta!" Urlò Jungkook esasperato, non riuscendo più a sopportarli. Pure Jimin e Taehyung a volte litigavano in quel modo parlando di lui come se non ci fosse. Gli dava parecchio fastidio, ma lasciava sempre perdere, non volendo litigare. Loro però non erano i suoi amici, così protestò: "Perchè a te interessa?" Chiese a Yoongi: "E perché per te dovrebbe essere un problema?" Si voltò verso Hoseok.

Li guardò frustrato per qualche istante e non ricevendo risposta da nessuno dei due, continuò: "Sentite, non mi interessa che razza di problemi abbiate tra di voi, io oggi volevo solo correre." Indicò la pista. "Quindi per favore, non mettetemi in mezzo." Guardò Hoseok. 

"E lasciatemi in pace." Si voltò verso Yoongi per poi entrare nell’edificio, sbattendo la porta alle sue spalle.

 

"Ecco vedi?!" Disse Yoongi pestando un piede, infastidito: "Per Una volta che cerco di parlarci come una persona normale, tu mi metti nei casini.” 

Cercò di spingerlo di lato per riuscire ad entrare e rincorrere il ragazzo, ma Hoseok lo fermó per un polso: "Dove credi di andare?!" Chiese scocciato.

"A parlargli." Rispose Yoongi serio, cominciando ad irritarsi.

“No, Yoongi.” “Cazzo no!” Sbottò l’altro: “Perché devi sempre comportarti così? Perché non mi ascolti mai?”

Yoongi rimase immobile a guardarlo, non si aspettava che il suo amico potesse reagire così. Era da parecchio tempo che Hoseok non si arrabbiava in quel modo.

“Yoongi, io sono stufo di scappare.”

“Hobi, questa volta non scapperemo!” 

“Perché?” Urlò Hoseok “Perché finalmente hai trovato qualcuno che ti piace? Non hai la minima idea di come mi senta io, vero? A te non interessa.”

“Certo che mi interessa!” Ribatté Yoongi avvicinandosi all’amico, ma quest’ultimo fece un passo indietro.

“No, non è vero. Altrimenti non mi avresti costretto a trasferirmi.” 

“Lo sai che era per il nostro bene. Stava cominciando a capire…"

“E ALLORA? Magari l’avrebbe accettato. Non potevi saperlo” Una lacrima scivolò sulla guancia fredda del ragazzo, rigandogli il volto.

“Non potevamo rischiare, Hobi, e tu lo sai. Però questa volta non ho intenzione di mandare tutto a puttane!” 

Hoseok lo guardò per un istante in silenzio, disgustato: “Sei uno stronzo egoista” Pensò e Yoongi lo guardò offeso. Hoseok si passò una mano tra i capelli sbiaditi, scuotendo lievemente la testa. Prese un respiro profondo e cercò di ricacciare le lacrime che minacciavano di uscire: “Fai come ti pare.” disse poi con voce soffocata: “Però io contatterò Joon Pyo-hyung, non mi importa se è passato molto tempo e se si è fatto una vita. Tu questa volta ne starai fuori.”

Yoongi, sentendo quel nome, trattenne il respiro. Deglutì rumorosamente, non sapendo più che dire. Fra tutti i ragazzi che Hoseok aveva frequentato, quel nome era proprio l’ultimo a cui Yoongi aveva pensato. Era stato stupido credere che ogni volta che gli rinfacciava un trasloco, il vero motivo non fosse quel ragazzo. Era egoistico fantasticare che il suo amico fosse andato avanti. Anche perché lui poteva sentire i suoi pensieri. Forse non aveva fatto abbastanza attenzione. O forse il suo amico ci pensava quando lui non era presente. Perché se Yoongi aveva perso la testa per Jungkook, anche Hoseok aveva avuto la sua occasione. Occasione ormai persa. Persa per colpa di Yoongi. Probabilmente se non si fossero trasferiti, Hoseok sarebbe stato ancora con quel ragazzo. Probabilmente Joon Pyo avrebbe potuto accettare Hoseok per quel che era e, magari, avrebbe trovato una soluzione per vivere insieme. Per amarlo. Proprio come Hoseok amava lui.

Però questo non avrebbero più potuto scoprirlo, perché Joon Pyo era morto e Yoongi era terrorizzato che il suo amico Hoseok potesse scoprirlo. Non aveva idea di come avrebbe potuto reagire se avesse saputo che era stato lo stesso Yoongi a ucciderlo e nascondere il suo corpo dove nessuno avrebbe potuto trovarlo. Aveva mantenuto il silenzio per una decina di anni ormai ed era deciso a portare quel peso per l’eternità.

“Va bene” Sussurrò infine. 

Hoseok lo guardò ancora per un istante prima di andarsene sotto la pioggia. Si incamminò verso l’uscita scolastica a testa bassa. Era la prima volta che Hobi saltava una lezione.


***


Jungkook, una volta rientrato a scuola, si fermò un attimo e sospirò. Guardò la pozzanghera che si stava formando sotto i suoi piedi e in quell’istante lo percosse un brivido di freddo. Decise così di passare dal suo armadietto per recuperare una felpa. Una volta di fronte allo sportello verde, lo aprì. Una decina di bigliettini di carta caddero a terra, probabilmente opera dei suoi compagni di classe. Li guardò sbuffando e dovette chinarsi per raccoglierli.

 

Yoongi nel frattempo era rientrato nell’edificio, perso nei suoi pensieri. Aveva ragione Hoseok. Era uno stronzo egoista. Avrebbe dovuto raccontargli tutto, chiedergli scusa e Hobi non l’avrebbe mai perdonato, ma era quello che si meritava. Sapeva che prima o poi Hoseok avrebbe scoperto della scomparsa del ragazzo, in fondo bastava fare una semplice ricerca in internet. Però sperava davvero che non arrivasse mai a lui. Il suo flusso di pensieri si fermò quando notò il ragazzino intento a raccogliere dei foglietti per terra. Sospirò, non sapendo che fare. Sarebbe stato giusto nei confronti di Hoseok se per una volta l’avesse ascoltato e avesse smesso di dare fastidio a Jungkook. Però, mentre pensava questo, i suoi piedi si mossero da soli, ritrovandosi chinato di fianco al ragazzo per aiutarlo a raccogliere la carta.

Jungkook alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò leggermente contrariato: “Allora è vero che mi stalkeri.” Yoongi si limitò ad alzare le spalle e a dire: “Può darsi”.

Jungkook lo scrutò per qualche secondo, notando il suo malumore: “Hai litigato con il tuo amico per colpa mia?” Chiese dispiaciuto. 

Yoongi scosse piano la testa: “No, è per colpa mia. Non sono un buon amico.”

Finirono il loro lavoro nel silenzio assoluto e buttarono tutto nel bidone lì accanto. 

“Che cos’erano?” chiese infine Yoongi, non riuscendo più a trattenere la sua curiosità.

“Niente di che” rispose imbarazzato Jungkook, indossando la felpa che teneva nell’armadietto. 

“Lettere d’amore?” Azzardò Yoongi.

Kookie scoppiò a ridere: “Certo, come no!”

“Cosa?” Chiese confuso l’altro.

Jungkook lo guardò stupefatto, non riuscendo a credere che il ragazzo pensasse davvero a una cosa simile: “Non sono così popolare” 

“Hey, non sottovalutarti” lo rimbeccò l’altro.

“È la verità.” Disse semplicemente, alzando le spalle: “I miei compagni di classe mi odiano” Sorrise amaramente.

Yoongi lo fissò in silenzio. Non poteva credere che il ragazzino che aveva di fronte venisse bullizzato dai compagni. Si insomma, ammetteva anche lui che Jungkook non aveva un carattere che le persone potessero apprezzare facilmente, Però era un ragazzo bellissimo con un fisico mozzafiato. Per non parlare del suo sorriso. Beh certo, io sono di parte… pensò Yoongi. Tuttavia la bellezza era la prima cosa che si guardava in Corea e veniva pure elogiata. “Sono invidiosi perché sono tutti dei cessi?” Chiese spontaneo Yoongi. 

Jungkook si morse il labbro inferiore cercando di trattenere una risata imbarazzata. Com'era possibile che quel ragazzo riuscisse sempre a farlo sentire così. Nemmeno lui riusciva a descrivere ciò che sentiva. Sapeva che c'era una parola adatta, ce l’aveva sulla punta della lingua.

"Cosa state facendo?" Chiese una voce con tono piuttosto irritato alle sue spalle. Si voltò, ritrovandosi faccia a faccia con il suo amico Taehyung.

"Ciao anche a te, Tae." Lo saluto sarcastico Jungkook.

Yoongi spalancò leggermente gli occhi in un'espressione spaventata. Aveva visto l’angelo comparire in mezzo secondo, teletrasportandosi dietro al ragazzo. Il biondo lo aveva guardato furioso e prima che Jungkook si voltasse, gli occhi di Taehyung si erano colorati di viola e Yoongi poté sentire chiaramente la sua voce nella testa: “Sparisci!

"I-io me ne stavo giusto andando, sì." balbettò, alzando meccanicamente una mano in segno di saluto. Girò i tacchi e si diresse nella stessa direzione da cui era entrato con l’intento di tornarsene a casa.

Jungkook guardò Taehyung, scocciato: "Grazie tante, stavamo cominciando ad andare d'accordo."

"Jungkook, tu non capisci." Gli disse Tae freddamente, ma appena si rese conto del tono che aveva appena usato, cercó di calmarsi. Aveva sentito la presenza di Yoongi accanto a Jungkook appena erano rientrati a scuola. Si era dato dello stupido per non essere stato più attento. Era ovvio che il suo amico avrebbe passato la giornata ad allenarsi fuori da scuola nonostante la pioggia. Sentiva che il suo scudo di protezione era attivo, ma non riusciva a percepire cosa si fosse avvicinato a Jungkook.

"Non capisco cosa, esattamente? Che ti dia fastidio che mi faccia nuovi amici? Perché quello lo capisco perfettamente." Disse poi Jungkook, sospirando esasperato. "Ogni volta che provo a parlare con qualcuno tu lo tratti male perché sei geloso. Così ho dovuto smettere..." Si fermò un attimo a pensare, alzò gli occhi al cielo, ormai lucidi.

"Tae, io mi sento solo. Tu e Jimin state sempre insieme, posso capire che siete nella stessa classe, ma anche quando siete con me, mi sembra di non esserci davvero." Il labbro inferiore del ragazzo iniziò a tremare e l'angelo riuscì subito a percepire l'immenso dolore che si portava dentro. In effetti non si era mai chiesto cosa pensasse l’amico di quella situazione. Ogni tanto si prendeva la briga di ascoltare le sue emozioni, ma per il resto pensava solo a se stesso. La cosa più importante era proteggere Jimin, nient’altro. E se questo doveva portare a isolare Jungkook da eventuali amici, poco importava. Era davvero uno stronzo egoista.

"Jungkook..." provò a consolarlo, ma il più piccolo continuò.

"Io voglio solo qualcuno con cui parlare. Vorrei quello che avete voi, ma la cosa diventa difficile se ogni volta ti metti in mezzo." La sua voce si spezzò e calde lacrime rigarono il volto freddo e ancora umido del ragazzo.

"Hyung, non voglio stare solo..." pianse.

Taehyung si fiondò su di lui, stringendolo forte a sé.

Appena lo toccò, le emozioni di Jungkook esplosero dentro di lui, conficcandosi nel suo cuore e l’angelo venne sommerso da un dolore che non avrebbe mai pensato di provare. Taehyung si ritrovò a piangere insieme a Jungkook, stretti in un abbraccio che sentiva sarebbe stato l’ultimo.

"Jk, mi dispiace... non volevo."

Jungkook chiuse gli occhi, facendosi cullare dalle calde braccia del ragazzo. Ormai il loro rapporto andava avanti per inerzia. Solo per Jimin. E Jungkook era stufo. Stanco. Quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe permesso a Taehyung di intromettersi nella sua vita. O almeno così sperava.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: MA SEI SERIO? ***


Quella mattina Hoseok era rimasto seduto sul suo letto, immobile. Con sguardo vacuo, teneva tra le mani il suo vecchio cellulare che non usava più da dieci anni. Il display era ancora acceso su una pagina di notizie che riportava il titolo: "Busan: Ragazzo di 19 anni scomparso nel nulla.

La sera prima, dopo la discussione che aveva avuto con Yoongi, era tornato a casa e aveva recuperato il suo vecchio telefono. Era stato gettato in uno dei tanti scatoloni dopo l'ennesimo trasloco. L'aveva tenuto soltanto perché dentro al dispositivo era ancora presente il numero di telefono di Joon Pyo Gu. Yoongi aveva provato un milione di volte a buttarglielo via con l'intento di farlo andare avanti. Per fargli dimenticare, ma lui non ci riusciva. Aveva dovuto nasconderlo e costringersi a non pensare mai al suo hyung in presenza del suo amico. "Smettila di chiamarlo 'hyung', tu sei più vecchio di lui" l'aveva sempre sgridato Yoongi. Certo lui era più grande di almeno settant'anni, ma voleva davvero sembrare un ragazzo normale. Non poteva non portare rispetto a Joon Pyo. Ma Yoongi questo non poteva capirlo. Lui non aveva mai provato una cosa simile. Lui non portava mai rispetto a nessuno, perché non faceva parte della sua indole. Lui pensava solo a se stesso. Non come Joon Pyo-hyung. Non poteva dimenticare quel sorriso, il modo dolce in cui pronunciava il suo nome, il suo profumo. Gli mancava da morire.

Aveva ancora chiaro nella mente il giorno in cui lo conobbe per la prima volta dieci anni prima. 

 

Erano le sei di sera. I locali avevano appena iniziato a prepararsi per il ciclo notturno e il "giovane" Hoseok si aggirava per i vicoli di Busan. Gli piaceva quella città. Era grande, ma abbastanza tranquilla. Lui e Yoongi si erano trasferiti da poco e Hoseok aveva cominciato a cercare lavoro. Di solito era lui che portava i soldi a casa. Il suo amico Yoongi aveva provato più e più volte a candidarsi per qualsiasi tipo di impiego, ma secondo i datori di lavoro lui non aveva abbastanza esperienza e, soprattutto, personalità. A Yoongi andava bene che dicessero che non aveva lavorato abbastanza, in fondo sulla carta aveva appena diciotto anni e frequentava ancora il liceo. Non poteva certo scrivere che era nato nel 1932, aveva combattuto la guerra coreana nel 1950 o che aveva partecipato alle proteste a Gwangju negli anni 80 dopo la repressione militare. Però dire che non aveva personalità, quello era troppo.

Hoseok si faceva sempre una sonora risata quando Yoongi gli raccontava l'ennesimo colloquio finito male. Voleva bene a Yoongi, ma anche lui ammetteva che non era una persona molto affabile. Proprio per quel motivo avevano concordato che Yoongi si sarebbe occupato di recuperare il cibo cacciando e Hoseok avrebbe pagato l'affitto.

Perciò quando Hobi uscì quella sera, tenendo stretto nella mano il suo dossier ben compilato con l'aiuto di Yoongi, non si sarebbe mai aspettato di fermarsi di fronte a una scuola di ballo. Guardava spaesato la porta di vetro che dava sulla hall. Il grande volantino colorato di giallo riportava in grandi caratteri rossi: "BIGHIT ENTERTAINMENT OFFRE DUE SETTIMANE DI CORSI GRATUITI. APPROFITTANE!"

Osservò il foglio per pochi secondi, poi la sua attenzione venne subito attirata da un sorriso smagliante e da una folta chioma di capelli ricci e castani. 

A passo lento, attraversò la porta automatica e, un classico 'DIN DON', risuonò al suo passaggio. Venne subito investito da un profumo che era sicuro di non aver mai sentito prima. Per un istante non riuscì a realizzare dove fosse. Riuscì a mantenere il controllo e raggiunse la reception leggermente a disagio.

Lui era lì. Alto e bellissimo. Spalle larghe, sorriso splendente e sguardo penetrante. Per un secondo gli mancò il respiro.

"Buonasera, come posso aiutarla?"

"Vorrei iscrivermi"

 

 

 

Una lacrima sfuggì dal suo controllo correndo giù per la sua guancia e scagliandosi contro lo schermo del telefono. Abbassò di nuovo gli occhi sul dispositivo e rilesse con attenzione l'articolo. Era di dieci anni prima. Nell'esatto periodo in cui lui e Yoongi se n'erano andati. Nella sua testa erano balenate una marea di eventualità, una peggio dell'altra. La possibilità che fosse scomparso a causa sua lo colpiva come pugnali roventi. Se n'era andato e l'aveva abbandonato. L'aveva lasciato solo in quella città piena di creature che non aspettavano altro che divorare quel povero ragazzo. Era tutta colpa sua. 

Scoppiò in un pianto disperato, affondando la testa nel cuscino di fianco a sé, cercando di soffocare i singhiozzi incontrollabili.

 

Però non sapeva che dietro la porta chiusa di camera sua c'era Yoongi ad ascoltare ogni suo singolo pensiero. Con la mano si premeva la bocca cercando di non emettere nessun tipo di gemito, mentre le lacrime gli rigavano il volto pallido.

"Hoseok, mi dispiace" pensò.

 

 

 

***

 

 

Una volta a scuola entrambi fecero finta di niente. Nessuno dei due si era azzardato ad accennare l'argomento 'Joon Pyo' ed ambedue ne furono sollevati. Hoseok aveva paura che raccontando di quell'articolo a Yoongi, lui potesse confermare la sua ipotesi: La colpa era sua. 

Yoongi invece, nonostante facesse finta di non sentire, sapeva benissimo cosa pensava il suo amico. Però una piccola parte di lui preferiva starsene buono e lasciare che Hoseok soffrisse per causa sua. Un giorno l'avrebbe pagata molto cara per questo e l'avrebbe pure accettato.

Una volta superato l'angolo, Yoongi notò subito la presenza di Jungkook che rovistava nel proprio armadietto. Hoseok, invece, appena vide il ragazzo girò i tacchi e con un semplice "Ci vediamo in classe" se ne andò dall'altra parte. Yoongi sapeva che il suo amico non aveva la minima voglia di vederli insieme. Aveva sentito i suoi pensieri e sapeva che gli dava parecchio fastidio. Però Yoongi, nonostante gli dispiacesse per il suo amico, era felice di vedere Jungkook. 

 

 

 

I corridoi erano quasi deserti, la campanella era appena suonata e Jungkook era rimasto al suo armadietto aspettando l'arrivo di Yoongi. 

Quello che era successo il giorno prima rimase tra lui e Taehyung; Jimin non ne sapeva nulla. Non voleva far preoccupare il suo migliore amico. Sapeva che Jimin avrebbe provato a farli confrontare e chiarire, ma non ne aveva proprio voglia. Per il momento voleva starsene per le sue e non vedere Taehyung per un po'. Cosa piuttosto difficile data la loro convivenza. 

Infatti quella mattina si era svegliato presto e, dopo aver avvisato Jimin, era uscito a correre. Una volta a scuola si era cambiato e aveva finito i compiti che gli mancavano per poi dirigersi verso il suo armadietto ad aspettare il suo nuovo amico. Si era ripromesso di non lasciarsi sfuggire nessuna occasione. 

"Buongiorno, fiorellino" lo salutò Yoongi mentre apriva il proprio armadietto.

"Ciao" sorrise Jungkook.

"Vedo che non sei ancora morto di tubercolosi; buono a sapersi" scherzò Yoongi.

"Me la cavo come posso." rise l'altro.

Jungkook ogni tanto sbirciava oltre l'armadietto cercando di ammirare per pochi istanti il sorriso dell'altro. Non si sentiva affatto imbarazzato mentre si scambiavano quegli sguardi intriganti. Per la prima volta in vita sua, si sentiva davvero attratto da una persona che non fosse il suo migliore amico. Perché sì, Jungkook era stato innamorato di Jimin sin dalle elementari. Dalla prima volta che aveva ascoltato la sua risata. Però, con l'arrivo di Taehyung nella loro vita, aveva capito che per lui non c'erano speranze. Bastava guardarli per capire che avevano un grandissimo legame, come se fossero la stessa cosa. C'erano voluti un po' di anni, ma finalmente Jungkook si era messo l'anima in pace ed era andato avanti.

"Ci vediamo dopo" lo salutò Yoongi, chiudendo il proprio armadietto e indietreggiando senza distogliere lo sguardo da lui, continuando a sorridere.

"A dopo" Sorrise Jungkook, dirigendosi dal lato opposto.

Mentre camminava non riusciva a togliersi dalla testa il sorriso dell'altro. Era inciso nel suo cervello e non aveva intenzione di andarsene. Cominciò a sentirsi un po' accaldato, un leggero mal di testa comparve nell'arco di pochi secondi e la testa cominciò a girargli lievemente, così decise di fare un salto in infermeria.

Per un momento, pensò che la causa fosse quello scambio di sguardi e tutte quelle emozioni forti che non provava da un po'. Poi, però, si ricordò che il giorno prima aveva corso sotto la pioggia e che, probabilmente, si stava ammalando. Infatti, non si sorprese quando l'infermiera della scuola gli comunicò che si era preso l'influenza. Sospirò. Neanche quel giorno avrebbe frequentato le lezioni.

 

 

 

"TaeTae, mi stai ascoltando?" Chiese Jimin leggermente infastidito.

"Certo, Jimin-ah" Mentì l'angelo, ancora perso nei propri pensieri. Si teneva il mento con una mano mentre era appoggiato con un gomito sul suo banco. Con sguardo assente guardava fuori dalla finestra, sentendo parlare Jimin in sottofondo. Aveva davvero provato ad ascoltarlo, ma appena il suo protetto aveva introdotto l'argomento 'Jungkook', si era perso di nuovo. Aveva pensato e ripensato, non tanto alle parole di Jungkook, ma ai suoi sentimenti e, nonostante fosse lì solo per Jimin, gli dispiaceva davvero. Aveva assorbito le emozioni del suo amico dentro di sé, come fosse una spugna. Percepiva come una stretta al cuore e quelle emozioni così dolorose lo avvolgevano. Non riusciva proprio a capire perché gli facesse così male. Lui era un Angelo, dannazione. Una cosa simile non avrebbe dovuto minimamente toccarlo. Eppure non era così. 

La sua scia di pensieri si interruppe quando vide Yoongi, tutto sorridente, entrare in classe.  Sentì un leggero fastidio alla bocca dello stomaco. Sapeva che quel sorriso era dovuto ai sentimenti che Yoongi provava per Jungkook. Non riusciva nemmeno a darsi una vera e propria spiegazione di quel fastidio. Yoongi non gli piaceva e basta. 

Guardò la creatura sedersi a due banchi di distanza di fronte a lui, a fianco all'altra creatura dai capelli rossi. Taehyung non aveva assolutamente niente contro Hoseok, anzi, a tratti gli stava pure simpatico, però il fastidio che provava verso Yoongi era davvero grande e insopportabile. Doveva usare tutto il suo autocontrollo per cercare di non scagliarsi contro di lui e farlo a pezzi.

Per l'ennesima volta, Taehyung sospirò. Non era sicuro di quello che stesse per fare, sapeva che se ne sarebbe pentito, ma forse era la cosa migliore, gelosia a parte. Guardò per un istante il suo protetto, poi strappò un pezzettino di carta dal suo quaderno, l'appallottolò e lo lanciò verso Yoongi.

"Tae, ma che fai? Non è carino" lo rimproverò Jimin, dandogli un leggero buffetto sulla mano.

Taehyung si voltò verso di lui, una sfumatura gialla comparve per un istante negli occhi di entrambi e in un istante il suo protetto si voltò, facendosi i fatti suoi.

In quel preciso istante, Taehyung si sentì un po' più leggero. Come se si fosse appena liberato di un peso. Di primo impatto gli sembrò un po' strano, poi però lasciò perdere, tornando a lanciare palline di carta a Yoongi, sperando si girasse.

Quando lanciò la seconda pallina, però, si rese conto che la creatura lo stava guardando fisso negli occhi con un'espressione piuttosto seccata in volto. A quel punto, Taehyung attivò i suoi poteri, i suoi occhi si colorarono di un intenso colore viola e così poté subito sentire quello che stava pensando l'altro: "Che cazzo vuoi?

A quel pensiero, il suo occhio sinistro tremò leggermente per la frustrazione. Non riusciva a credere che stava per lasciare Jungkook a uno stronzo simile. Prese un respiro profondo e poi pensò: "Che intenzioni hai con Jungkook?"

Yoongi era appoggiato con le braccia incrociate allo schienale della sedia e, per un momento che gli sembrò interminabile, rimase a fissarlo senza dire nulla. Taehyung vide che Hoseok si era voltato a sua volta, probabilmente per vedere che stesse facendo il suo amico, per poi alzare gli occhi al cielo e tornare dritto.  

"Che intenzioni devo avere?" chiese poi Yoongi.

"Non saprei. Dammi un buon motivo per non farti a pezzi." Lo fissò con sguardo assassino. Sperava di intimorirlo almeno un minimo, ma poi vide Yoongi sbuffare e alzare gli occhi al cielo prima di rispondere imbarazzato: "Senti. Jungkook mi piace, okay? Non voglio fargli del male.

Taehyung lo guardò spaesato. Di certo non si aspettava una dichiarazione da parte sua. Sembrava così maledettamente sincero. Un brivido gli percorse tutto il corpo e, questa volta, fu l'angelo a distogliere lo sguardo. Sperava davvero che gli desse un motivo per fargli cambiare idea. Un motivo per tenersi Jungkook ancora tutto per sé, senza lasciarlo a nessuno. Poi, però, ascoltò di nuovo le emozioni che circolavano nel suo cuore e, nonostante non capisse perché fossero più leggere, facevano comunque male. Così rialzò la testa incontrando di nuovo lo sguardo della creatura che, sorprendentemente, stava aspettando una sua risposta. 

"Dimmi cosa ti preoccupa?" chiese la creatura mettendosi un po' più comodo sulla sedia. Sembrava davvero interessato.

"Voglio solo capire se posso fidarmi di te." rispose l'angelo, stringendo i pugni sempre più irrequieto.

"Non devi preoccuparti di me, penso tu abbia cose più importanti a cui pensare." ribatté l'altro. Ed era vero. Aveva cose più importanti a cui pensare che cercare di rendere felice Jungkook. Però doveva anche ammettere che aveva sentito una strana connessione tra i due il giorno prima e, probabilmente, non gli avrebbe fatto male una preoccupazione in meno. Anche se si stava parlando di lasciare in custodia il suo amico a un vampiro.

Sospirò per l'ultima volta e finalmente si decise: "Io non mi preoccupo per te, ma per Jungkook. E credo di aver bisogno di qualcuno che pensi a lui al posto mio..." Yoongi, a quella frase, per poco non cadeva dalla sedia. I suoi occhi si spalancarono e la sua bocca formò una 'O' in un'espressione incredula. Alzò una mano e con l'indice indicò se stesso con l'implicita domanda: se fosse lui quel 'qualcuno'. Taehyung fece finta di niente e continuò: "Farò in modo che tu possa sentire i suoi pensieri, ma se gli succede qualcosa lo saprò subito." Lo avvertì poi.

Yoongi lo guardò interdetto. Non fece nemmeno caso agli sguardi curiosi dei suoi compagni che ormai lo stavano fissando. Non si accorse nemmeno che la loro insegnante di storia era appena entrata in classe, chiedendo la loro attenzione e di fare silenzio. Yoongi continuò a dare le spalle alla cattedra, nonostante le varie gomitate da parte di Hoseok che cercava di farlo voltare. Il suo sguardo fisso su Taehyung: "Ma sei serio?"

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