Il Leggendiario: La storia perduta di Blackword

di pokas
(/viewuser.php?uid=1053471)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Figli dell'Oblio ***
Capitolo 2: *** La prima dishwa: L'arma che uccise un dio e ne fece impazzire un altro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 0.3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 0.4 ***
Capitolo 5: *** Il Popolo della Luna d'argento ***
Capitolo 6: *** Capitolo 0.6 ***
Capitolo 7: *** La mela d'oro e la nascita dei Mondi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 0.8 ***
Capitolo 9: *** Un progetto fantastico ***
Capitolo 10: *** Capitolo 0.10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 0.11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 0.12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 0.13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 0.14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 0.15 ***



Capitolo 1
*** Figli dell'Oblio ***


ATTENZIONE

Se sei giunto fin qui seguendo le due serie principali, sei il benvenuto, in caso contrario ti consiglio di aspettare che questa storia sia COMPLETA.

-----

L'oblio… Una creatura? Un'entità? Un luogo?

Il nulla. Ecco cosa era, cosa sarà. Senza tempo, senza nome, senza… Vita? No, la vita c'era, nascosta, addormentata, ma c'era.

Tre creature, giacevano nel silenzio di quella nube impenetrabile di oscurità: Black Jack, Nemesis e Lucia.



Il primo nella coltre dispersiva di rocce e meteoriti che vorticava incensante, che lo cullava, lo scuoteva, lo trascinava contro il suo volere verso la vita. La rabbia, la violenza, furono ciò che si portò nel cuore quando l'Oblio lo liberò.

La seconda, che galleggiava, accarezzata dalla nebbia e illuminata dal nucleo cristallino, la Culla degli Specchi, apriva gli occhi su una vita di equilibrio e consapevolezza. Con grazia e controllo, oltrepassò la nebbia conquistando la sua libertà.

La terza, Lucia, il cui nome non le venne dato per caso, giaceva immobile e accecata, nella Culla degli Specchi. Incapace di vedere altro che la luce, si lasciò spingere pigramente fuori, verso una vita per la quale forse non era pronta.

 

L'Oblio non aveva proferito parola, ma nel loro profondo sapevano quale fosse il loro compito, intrinseco nella loro natura.

I tre si guardarono attorno, circondati da un mosaico di buio e luce che gli umani avrebbero chiamato Universo. Un deserto di possibilità, per costruire un luogo da chiamare casa e non prigione.

Si guardarono indietro, squadrando ciò che era rimasto dell'Oblio, un luogo immenso, quanto misero in confronto all'infinito. Per ultima cosa, si guardarono a vicenda.

 

Black Jack, completamente nero, dal corpo che sembrava non avere una forma fisica, si muoveva agilmente intorno alle altre due. Strisciando come un serpente, scomparendo come un fantasma, gli sembrò di disprezzare ogni aspetto delle sue sorelle, così dissimili da lui.

Lucia non avrebbe potuto fare la stessa cosa, non sarebbe stata capace di vedere né gli altri, né se stessa. I sui occhi, coperti da gemme brillanti, erano il motivo della sua cecità. Percepiva però il suo corpo, completamente compatto, senza arti, sferico e perfetto. Solo due ali, le uscivano da quella che poteva essere la sua schiena. La pelle fatta di minuscole scaglie che brillavano più di tutte le stelle che potevano vedere attorno a loro.

Nemesis invece non degnò gli altri del suo sguardo, concentrò la sua attenzione su sé stessa. Un corpo solido, grigio e denso, che poteva toccare. L'unica ad avere gambe e braccia, e su quelle che in un periodo diverso avrebbero chiamato vene, scaglie di gemma che però riflettevano solo la luce che la circondava. Tutto poteva vedere di sé, tranne gli occhi, che terribilmente la rendevano legata a Black Jack. Due, grossi e spalancati, ma soprattutto rossi.

Ironico che il rosso, il colore della passione, dell'amore, del sangue, fu il primo che i Principali conobbero.

 

I tre provarono ad aprire bocca. Qualcosa di forte, impetuoso, gonfiava i loro corpi a ritmo costante. L'energia di quel luogo, invadeva i polmoni dei Principali, fino a spingerli a parlare.

Prima gorgoglii e versi, poi gesti, fino a suoni a cui attribuirono un senso.

Le prime parole che impararono furono i loro nomi e il nome dell'Oblio, poi diedero un nome a quella sensazione di incompleto che provavano: Malgelaranai.

 

Si separarono, si separarono per esplorare quel luogo immenso e scoprire se esisteva un limite, se esistevano altre creature come loro.

Secoli, passati a setacciare ogni centimetro, ogni luogo, ogni punto luminoso, ma di creature familiari, non vi era traccia. L'Universo però, aveva un limite.

Una cerchia di gemme, simili a quelle che Lucia portava negli occhi, circondava quella frazione di Spazio, un nuovo concetto che avevano assimilato.

E con lo Spazio, assimilarono il Tempo, scandito da ogni respiro che invadeva i loro corpi. Ma per loro, che la morte non la conoscevano ancora, il Tempo era solo il segno che esistevano.

 

Nonostante non ci fossero altri simili, qualcosa colpì nel profondo Nemesis, forse l'unica che aveva intravisto la verità che si nascondeva nel silenzio incessante dell'Universo.

Le stelle erano circondate da sfere di roccia danzanti, alcune in fiamme, altre congelate. Su ogni sfera c'era qualcosa che la rendeva unica, differente.

Fu quella sensazione di meraviglia nel non conoscere, che la ispirò a creare un luogo dove creature diverse potevano godere della reciproca unicità.

Nemesis tornò dai due per raccontare di ciò che aveva visto e con un progetto capace di dare loro un luogo da chiamare Casa. Prendendo sfere deserte, potevano metterle in orbita attorno all'Oblio per ricreare la tecnica delle stelle.

Lucia, cieca e sola, non si mosse da dove era, piuttosto si divertiva a giocare con la sua voce, qualcosa che l'aveva sorpresa e affascinata. Il suo volto brillante, sorrideva mentre la sua voce risuonava attorno a lei. Senza saperlo, stava plasmando le stelle, persino le più lontane.

Black Jack invece non si era fermato al limite. Quando si ritrovò davanti alle gemme del perimetro, non si trattenne all'idea di afferrarle.

Le gemme sprigionarono una grande luce, tanto da accecarlo, invadergli il lato destro del corpo e farlo allontanare.

Black Jack rotolo all'indietro per un po', poi aprì quella che sembrava una bozza di mano, e al centro del palmo giaceva una gemma completamente nera. Quel furto, la sua curiosità, segnò la fine di un equilibrio che avrebbe portato quelle creature primordiali, a conoscere la fine.

 

Nemesis e Black Jack presentarono le idee a Lucia, l'unica che aveva il potere di dare il voto decisivo e l'unica a controllare le stelle.

-Riorganizziamo le sfere!-

-Allarghiamo i confini!- litigavano i due

-Sfere!-

-Confini!-

-SILENZIO!- tuonò Lucia sui due litiganti. Il silenzio tornò, era spaventoso e cupo, ma Lucia lo interruppe subito.

-Io non posso vedere ciò che avete visto voi… Vi prego, parlatemene invece che urlarvi contro-

 

Il primo a parlare fu Black Jack

-Possiamo scappare da qui, lontano da quella cosa- iniziò indicando l'Oblio -Potremo essere liberi, potrebbero esserci altre creature come noi là fuori-

-Non possiamo rischiare tanto! Creiamo una casa qui, prendiamo le sfere deserte e ricostruiamo la civiltà- intervenne Nemesis

-Tu che ne sai di civiltà! Qui non c'è nessuno per crearne una-

-C'è la stessa materia che ha dato vita a noi… C'è Lucia, se può plasmare le stelle, chissà cosa potrebbe fare con l'energia dell'Oblio-.

La Principale più piccola sorrise, la luce che le uscì dagli occhi invase le Stelle tanto da farle sobbalzare nello Spazio.

Era chiaro che Nemesis aveva ottenuto il voto di Lucia, peccato che sarebbe stato il suo stesso progetto a portarla alla morte.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La prima dishwa: L'arma che uccise un dio e ne fece impazzire un altro ***


Lucia seguì il piano di Nemesis, rubò i pianeti alle altre galassie, i pianeti più adatti alla colonizzazione.

Le principali caratteristiche dovevano essere la presenza di acqua e la temperatura che non implicasse né fuoco né ghiaccio.
 
Alcuni pianeti vennero scaraventati via, lontano dall'Oblio, perché non erano stati messi correttamente in orbita, alcuni invece vennero risucchiati e distrutti per lo stesso motivo.

A furia di esperimenti e tentativi, le due sorelle riuscirono a far girare le sfere rocciose attorno a quel luogo di oscurità e luce, la loro Culla era diventata il fulcro.
 


Le sfere però rimasero disabitate.

-Che stupida idea la tua! Te l'ho detto che non avresti ottenuto nulla-

-Taci Jack! Lasciami riflettere… Cosa manca…-

Poi Nemesis guardò Lucia, non importava quanto impegno potessero mettere nel creare la vita, senza luce non avrebbero ottenuto nulla.

-Ci servono anche le stelle… Ci serve luce-

-Lei è palesemente la luce più forte di tutte!- le rispose Black Jack indicando Lucia

-Ma c'è bisogno di una stella, non puoi pensare che Lucia resterà immobile per sempre-

-Perché no? Tanto non possiamo andare da nessuna parte!-

-Jack…- lo afferrò per quel che poteva essere il corpo -Basta… Se non vuoi aiutare va via da solo- gli disse.


 
Così fece, Black Jack si allontanò dalle sorelle per secoli, lasciandosi alle spalle ciò che conosceva.

Strinse la gemma che aveva in mano e fissò il confine che fluttuava. Una voce, una voce sconosciuta ma familiare, come la sua , ma distorta, lo chiamava, ma gli parve essere tutta attorno a lui.
 
-Da solo… Sempre da solo… Vuoi di più?-

-Si…-

-Vuoi essere felice?-

-Cosa… Cosa è la felicità?-

-È il sorriso che quelle due traditrici avevano stampato in volto! Così in sintonia… Cosa farai tu da solo per il resto dell'eternità?-

-Non lo so…-

-Non vuoi esplorare ciò che c'è oltre questa barriera?-

-Non posso… Loro…-

-Loro non ti vogliono!-

-Non è vero!-

-Allora perché l'unico essere con cui stai parlando è il tuo stesso braccio?-


 
La voce si placò. A Black Jack parve di aver sognato, confuso si guardò la mano destra, aveva stretto così forte la gemma da averla frantumata.

Le ferite che aveva sanguinavano, qualcosa che lui non credeva possibile, poi si spaventò ancora di più nel notare che le ferite ricordavano un distorto e malato sorriso con due piccoli occhi verticali.
 
Più il tempo passava, più Black Jack si ritrovava solo a parlare tra sè e sè, a fantasticare su ciò che c'era oltre il confine, senza avere mai il coraggio di oltrepassarlo.

Era diventato ossessivo, le sue fantasie lo perseguitavano come la voce che sentiva dentro di sé.

-Dovresti andare via-

-Nessuno ti cercherebbe-

-Non c'è posto per te in quella casa che loro due vogliono creare-

-Non serve a nulla che scappi… Io sarò sempre con te… L'unico di cui puoi fidarti-
 
Frasi che il suo cervello ripeteva costantemente, seguito dal senso di essere fissato da qualcuno, seguito. Gli sembrava di avere un pubblico che godeva della sua sofferenza, senza volerlo salvare.
 
-Vi prego! Aiutatemi! Aiutatemi…- urlava sempre più frequentemente all'universo, ma le Stelle rimasero a guardare senza interferire con la sua pazzia.


 
La disperazione di Black Jack lo portò dalle sorelle, non poteva tenersi tutto dentro, non poteva farsi divorare da quelle nuove e inspiegabili emozioni che lo stavano torturando.

Black Jack era ormai un dio caduto, perché aveva perso la ragione, era un lume senza luce per guidare sé stesso.
 
Il progetto di Nemesis e Lucia proseguiva bene, avevano scelto di creare un mondo sperimentale, di aggiungere una finta stella usando una gemma che Lucia aveva portato con sé dalla Culla, di dare il via ad una civiltà, come il loro destino voleva.

Black Jack corse verso le sorelle, schivando le rocce, nuotando nelle nubi gassose, fino a giungere da loro.
 
-Fallo tacere! Nemesis, ti prego fallo tacere…- supplicò, ma lei lo guardò spaventata, disgustata da quel lamento sconosciuto, da quella sofferenza che lei non poteva provare.

Le mani di Black Jack, che avevano preso una forma stabile, stringevano le spalle della sorella, la quale invece voleva solo allontanarsi, scappare lontano.
 
-Ascoltami! Loro, loro ci stanno guardando… Loro vogliono che io stia male… Ti prego aiutami….-

-Non c'è nessuno oltre a noi…-

-ASCOLTAMI! Sono ovunque! Lì, lì e anche lì- urlava indicando ogni punto luminoso nel cielo.
 


Nemesis si limitò a spingerlo via, alimentando così la sua ira primordiale. Lei godeva di equilibrio e non di giudizio, lui godeva di forza, ma non di controllo.

Black Jack tirò un cazzotto governato dalla rabbia, colpì Nemesis al petto e senza alcuno sforzo la trapassò. La sua forma intangibile quanto reale, aveva creato un buco nel petto della sorella.
 
Black Jack rimase immobile, lasciò che il corpo di lei scivolasse via dal suo braccio, sconvolto. Il sangue di lei gli avvolgeva il braccio fino al gomito, o la giuntura che ne faceva le veci.

Guardò verso il basso, ai suoi piedi, Nemesis non parlava più, non lo guardava con altro che pura paura.Era immobile, come un giocattolo che si rompe perché troppo delicato.
 
-Sangue… Il sapore del suo sangue… Di più-

Black Jack fissò il suo braccio destro, la voce gli parve ancora più reale.
 
-Ho detto di piu!- il braccio lo tirò verso quel corpo senza vita

-No! Che vuoi fare?- chiese Black Jack, rendendosi conto solo in quel momento che le sue non erano più illusioni, erano una crudele realtà.

Quando la sua mano destra toccò quel corpo, gli sembrò che la cicatrice che aveva sul palmo si fosse aperta per divorare quel frammento di esistenza che lui aveva appena distrutto.

Nemesis venne assorbita, come una preda di un pitone, donando a Black Jack la sua forma fisica dotata di arti.
 


-Nemesis?- chiamò Lucia

-Lucia…- le corse in contro Black Jack

-Jack… Che bello saperti qui- gli disse accarezzandogli il volto con una delle sue ali

-Hai visto Nemesis? Ha detto che sarebbe tornata subito…-.
 


In quel momento lui non ebbe il cuore di dirle la verità, non sapeva nemmeno cosa fosse successo. Sorrise, cercò di farlo, e poi parlò

-è andata a prendere delle cose per il vostro progetto…-

-Ah… Forse non le è piaciuto come ho fatto alcune cose… Non rispettavano del tutto il suo progetto…- disse lei dispiaciuta

-Che lagna questa, uccidiamo anche lei!- la voce che Black Jack sentiva era più forte, come il braccio stesso dove ne identificava la fonte

-No! Lei no!-

-Lei si invece- il braccio si mosse di nuovo, caricò un colpo pronto a colpire la creatura di luce.

Prima che potesse farlo, Black Jack bloccò il colpo con l'altro braccio

-Ho detto…Lei no-

Il suo tono, lo inquietò per quanto era somigliante a quella voce che lo tormentava.
 


Lucia non si era mossa, inconsapevole del rischio, gli sorrise senza fare domande ne giudicarlo.

-Tu… Non trovi strano che io parli da solo?-

-Tu non sei mai solo… Le Stelle vegliano su di te-

-Vegliano non mi sembra la parola più adatta…-

Lei rise. Lui rise. Fu l'inizio di una storia unica, quanto già vista.
 
Dalla morte nasce la vita, dalla rabbia nasce il perdono, il buio e la luce lavoreranno insieme in nome dell'amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 0.3 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 0.4 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il Popolo della Luna d'argento ***


Il mondo 0, creato da Lucia e Black Jack era un esperimento, dopo che Jack scoprì di avere un talento per la distruzione la mise al servizio dell'ordine, aggiustando i difetti ambientali provocati dalla cecità di Lucia, ma una sola cosa non cambiò: le creature da lei create.
 
Non lo fece sia per non rischiare di ucciderle, sia perché non ne avrebbe avuto il coraggio considerando la somiglianza che queste avevano con Nemesis.

Lucia, per onorare la sorella che non tornava le dedicò la forma delle creature, con due gambe, due braccia, una lunga peluria sulla testa e qualche altro piccolo dettaglio che si prese la libertà di aggiungere.
 
Le creature non differivano dagli umani che sarebbero giunti in futuro, se non per un albinismo dilagante, i denti più affilati e le orecchie a punta,

Lucia d'altronde voleva aggiungere un dettaglio di sé a quelle creature, le orecchie all'insù avrebbero simboleggiato le sue ali, una firma tutta sua.
 
Black Jack non interferì con le creature, né con il loro aspetto, né negò alla sua unica figlia di crescere tra di loro.

La principessa si distingueva facilmente, d'altronde era l'unica con i capelli rossi.

Per amore della figlia si trasferì anche nel Mondo 0, rimpicciolendo la propria figura ed adattandosi ai costumi ed usi del popolo. Poche regole si erano diffuse autonomamente nei secoli: chi ha la forza e il potere comanda, le parole del re sono legge.


 
Jack non si tirò di certo indietro, essere amato d'altronde era la sua unica consolazione nei momenti di solitudine che provava, era talmente preso dall'essere il re che trascurò la famiglia, tanto da mettere in cattiva luce la regina, ben voluta dal popolo e forse anche largamente compatita per via della sua condizione fisica.
 
A differenza di Jack, il quale comandava con una certa autorità, Lucia passava il tempo a godersi il mondo da lei creato, accontentando ogni richiesta del popolo senza distinzioni e senza pretendere amore in cambio.

Due approcci completamente diversi che misero i monarca su piedistalli opposti, i più deboli e sfortunati erano grandi ammiratori di Lucia la quale non gli faceva mancare nulla, i più forti e determinati invece invocavano il nome di Black Jack ritenendo che fosse compito del popolo meritarsi la benevolenza degli dei e non elemosinarla.
 
In tutto ciò BG non prese posizione, ignorava la cosa passando gran parte del suo tempo con i bambini e tenendosi lontana dal suo ruolo di principessa, ma non avrebbe mai potuto ignorare ciò che stava per accadere.
 


BG non avrebbe potuto dire che Tempo fosse, non era possibile stabilirlo, ma facendo affidamento sulla propria maturità magica, doveva essere una giovane adulta poiché anche i gesti più semplici sprigionavano dal suo corpo impulsi magici.

Ciò la rese più interessante agli occhi del padre, il quale la educò a gestire il potere a tenerlo stretto e soprattutto a non condividerlo con la plebe.

Era diventato ossessivo nei confronti della figlia, fiero di lei ma anche geloso della capacità che lei mostrava di avere, era un rapporto di squilibrio che portò BG a non sapere se dalla bocca del genitore sarebbe uscita una parola d'amore o una critica aspra.
 
Avrebbe desiderato far vedere i suoi progressi alla madre, ma lei era estremamente disinteressata, non per scelta ma per natura. Si curava talmente tanto di tutti che non sembrava nutrire una preferenza verso l'unico essere per il quale avrebbe dovuto: sua figlia.

BG lentamente sembrò interessarsi di più al popolo che alla famiglia, si sentiva amata, accettata apprezzata e soprattutto si sentiva uguale.

A differenza dei genitori BG nutriva la consapevolezza di essere ignorante in tutto, nel linguaggio che mutava troppo in fretta per lei, nella cultura, nei ruoli, negli scherzi, in tutto, le sembrava di restare sempre indietro e per ciò si impegnava al massimo per conoscere ogni cosa, fino allo sfinimento.
 
In una famiglia tanto distante, nessuno si rese conto che Black Jack stava prendendo sempre più l'abitudine di parlare da solo, meglio dire con il suo braccio destro.

Shadow Star sembrava essere l'unico a stargli vicino, d'altronde era un parassita che si era insediato nel suo corpo, chi più vicino di lui? Consigliava il sovrano sul da farsi nutrendo quel bisogno di amore ed accettazione di cui Jack aveva disperato bisogno, un bisogno che derivava dalla consapevolezza di aver ucciso la sua stessa sorella.
 


Era un discorso che i due trattavano spesso e lo fecero anche la sera della morte di Lucia. Preoccupata per il consorte, Lucia aveva seguito Jack nella grande sala deserta, e lì seppe la verità.

Tutto il suo impegno, i suoi tentativi, la sua speranza di rivedere Nemesis si spezzarono in un istante e con esse anche il suo cuore.

Lucia era convinta di essere immortale, che le sofferenze derivanti dalla morte, le angosce e la paura non potessero appartenerle, ma in quel mometo si rese conto che era vulnerabile e mortale.
 
La paura le attanagliò talmente tanto il cuore che venne colpita dal più profondo attacco di panico che si potesse provare, il suo cuore le sembrò scapparle dal petto fino a che non cedette e si fermò per sempre.

Quel incidente scatenò la furia di Black Jack, perché l'unica persona che lui voleva proteggere era morta tra le sue braccia e la colpa era di nuovo sua.
 
Shadow Star assorbì anche Lucia lasciando di lei solo gli occhi, due cristalli che incanalavano il segno distintivo della donna, uno di essi venne scagliato sulla luna orbitante attorno al Mondo 0, era una gemma talmente brillante che chiunque su quel pianeta l'avrebbe potuta vedere, tanto che presto il popolo non vedendo più la regina andò a bussare alla porta del re.
 


-Nostro re, la prego di accogliere le nostre perplessità, ma come vostro devoto popolo, devoto a tutto il nucleo dei Black, ci sorgono preoccupazioni riguardo l'assenza della regina-

si fece avanti il rappresentante più anziano del centro abitato più vicino al castello, la capitale se vogliamo dire così. Black Jack si limitò al silenzio per un po', non sapeva che dire, ma guardando il cielo l'idea lo raggiunse.
 
-Non c'è più, la regina ha scelto di abbandonarvi ed è scappata sulla luna, non avete notato quanto brilla?-

-Ma è impossibile!- si apprestò ad esclamare l'uomo -La regina non avrebbe mai lasciato il suo amato popolo-

-Mi stai dando del bugiardo per caso?- la voce di Black Jack risuonò minacciosa più del solito

-No mio re… Ma…-

-TACI!- l'uomo serrò le labbra -Come osate bussare alla mia porta con l'arroganza di venirmi a dire cosa succede in casa mia? Lei ha abbandonato tutti, me compreso, ciò non fa di me una delle vittime più sofferenti? L'unica creatura che io abbia mai amato mi ha lasciato solo, solo tra creature talmente piccole ed insignificanti che credono di poter compare sé stessi al mio dolore!- 

la sua voce lasciava traspariva un male profondo che provava

-Sparisci dalla mia vista prima che anche di te non si sappia più nulla- quella minaccia fece tremare le ginocchia al povero uomo che cadde a terra invaso dal terrore. A quanto pare il potere più evidente di Black Jack era la paura che incuteva nell'animo perché senza rendersene conto, dopo aver chiuso la porta con un grande boato, l'uomo non si rialzò più, rimase sull'uscio reggendosi il petto.


 
A trovarlo fu BG, preoccupata cercò di farlo riprendere, ma era tardi, ormai non era più in vita. Dispiaciuta portò il corpo, rimesso in ordine e ben curato, alla famiglia comunicando anche un messaggio di condoglianze della famiglia reale.

Per quanto fosse il minimo ed il gesto più spontaneo da fare, il popolo iniziò a guardare BG con grande diffidenza perché con il passare del tempo, la sua presenza d'avanti ad una determinata abitazione, il suo bussare tre volte alla porta e il suo sguardo basso erano solo l'anticipazione di una brutta notizia.
 
Chiunque si fosse permesso di andare al castello a parlare con il re, sembrava non farne ritorno vivo.

BG tentò di dissuadere il popolo spostando il castello nel cielo, sollevandolo per impedire che altri segnassero la propria fine, ma ciò venne visto dal popolo come la goccia che fece traboccare il vaso.

Si radunarono sotto al castello, invocando con urla e sgomenti, rabbia e delusione il nome dei Black, pretesero un'udienza e non fuggirono nemmeno quanto BG cercò di spaventarli creando un gigantesco drago di fumo. Più lei cercava disperatamente di allontanarli, più loro si facevano coraggio e rafforzavano la credenza che la famiglia Black fosse maledetta, che dopo che Lucia scomparve, la buona sorte dei reali fosse decaduta.


 
-Basta BG- tuonò Black Jack -Sono stufo di questo continuo infastidirmi, andate tutti via di qui, prima che rada al suolo questo insignificante posto-

ad ogni parola Jack scendeva sempre più verso il popolo, macerie e pezzi di terra gli facevano da gradini arrivando a reggere ogni suo passo come scalini sospesi

-No…- risuonò una flebile voce

-Non ho sentito bene- disse Jack toccando terra

-Ho detto no!- si fece coraggio un ragazzino, lo sguardo di Black Jack lo percorse carico di rabbia ma lui sembrò non vacillare.
 
C'era qualcosa di speciale in lui, d'altronde non lo sapeva ancora ma sarebbe diventato un grande cavaliere d'argento.
 
Lo sguardo fisso di Silver su Black Jack fece strizzare gli occhi dalla rabbia a quest'ultimo

-Che moccioso insignificante, di grazia, chi sono i tuoi genitori? Sono certo di poter insegnare loro come si cresce un figlio ben educato- dietro di lui BG rimase impassibile, quasi sugli attenti

-E' un vero peccato… Ma la tua occasione di parlare con loro è sfumata quando hai deciso di ucciderli l'ultima volta che hanno chiesto udienza- parole forti, soprattutto uscite dalla bocca di un ragazzino che si prese la confidenza di trascinare Black Jack sullo stesso piano usando il tu.
 


Ciò che non fece insorgere il popolo fino a quel momento fu la convinzione che le morti non fossero volontarie ma causate da una maledizione, cosa largamente diffusa dalla stessa principessa che era stata sempre benevola con il popolo e che non aveva mai preso le parti del padre, ma in quel momento, la risata che Black Jack rivolse a Silver scosse tutti i presenti
 
-Lo farei di nuovo, se solo potessi- poi Jack sorrise in modo maniacale -Ironico che posso in effetti farlo-

con la magia ricreò la madre di Silver, e davanti agli occhi di tutti i presenti le strappò il cuore

-tieni, conservalo come souvenir- gli disse ridendo. Silver impallidì più di quanto gli fosse di natura possibile, tra le mani reggeva un cuore che Black Jack decise di non far smettere di battere, solo per terrorizzarlo ulteriormente.

Sarebbe dovuto morire come tutti, la paura lo doveva invadere e ucciderlo sul colpo, ma Silver era carico di ben altro.
Il respiro corto, il volto rosso, i denti stretti, quel ragazzino che ormai aveva perso tutto scatenò la sua furia, tirò un solo pugno, nello stomaco di Black Jack piegandolo dal dolore

-Maledetti scarafaggi… Lei vi ha creati… Allora perché non siete morti con lei? - ringhiò Black Jack, quelle parole furono la conferma che Lucia era morta.

Ciò che accadde dopo fu incontrollabile, lo sgomento dell'intero popolo invase l'aria, le urla i pianti, la disperazione. BG non seppe che fare, era troppo, troppo da dover tenere sotto controllo, troppo da dover processare. Si limitò a nascondersi nel castello trascinando con sé Black Jack, d'altronde era suo padre, non poteva lasciarlo lì… Avrebbe davvero dovuto farlo.


 
La disperazione si diffuse come una malattia, tutti piangevano urlando alla luna luccicante che vegliava sulla loro sofferenza, Black Jack doveva risolvere la questione.

Vorrei dire che fu il suo buon cuore a spingerlo a quegli atti crudeli, che nel complesso sperava solo di risolvere le cose, che ci aveva provato, ma in realtà fu solo la pedina di un ennesimo folle.
 
-Dottore… Lei sembra essere l'unico ad aver accolto la mia richiesta- disse Black Jack facendo accomodare un'uomo nel salottino. Un camice bianco era ciò che più saltava all'occhio, la pelle pallida come tutti i popolani, ma il suo sguardo era tutt'altro che di dolore.

Dietro spessi occhiali quadrati, nascondeva uno sguardo soddisfatto, quasi gongolante per essere stato convocato dal re. Sistemandosi i capelli neri e corti il dottore si sedette sulla poltrona vicina a Black Jack.

-Ammetto che sono lieto di essere qui e di poter quasi certamente dire che ne uscirò con le mie stesse gambe- disse ridendo per rompere il ghiaccio, la battuta fece sorridere il sovrano, lasciando infastidite le due figlie presenti nella stanza.
 
Anche Kawakay, il cognome del dottore con cui egli stesso si presentava, aveva una figlia, particolarmente simile a BG, entrambe portavano sulle spalle un genitore morto ed uno particolarmente disprezzato.

-Che ci fate ancora qui?- disse Black Jack fissando le due -Qui parlano gli adulti sloggiate- concluse passando una tazza di the a Kawakay, BG ubbidì, prese per mano Kymiky e la portò via.


 
BG potrebbe dire che quella ragazza fosse stata la sua prima vera e propria amica, infatti nonostante la sua esistenza secolare lei non era mai riuscita a convincere il padre a far entrare una del popolo nel palazzo, la famiglia Kawakay doveva avere qualcosa di davvero speciale.

In effetti era vero, da quel primo incontro tra i due uomini le visite si intensificarono, sia del dottore sia della figlia e questo in un certo senso rincuorava BG, per quanto potesse negarlo era felice di avere qualcuno con cui parlare.
 
-Principessa…-

-Quante volte devo dirti di chiamarmi BG?-

-Perdonatemi… Ma mi sembra così irrispettoso…-

-Non fartene un problema, dimmi, cosa ti passa per la mente?-

-Ecco... Mi sono informata su di voi…-

-Non che io mi sia sottratta a fare la stessa cosa con te- ammise BG interrompendola, forse per non far sentire Kymiky in colpa per aver indagato

-Avete scoperto qualcosa che vi aggrada… O qualcosa che vi desta preoccupazione?- chiese, probabilmente conscia del fatto che BG aveva scoperto un oscuro segreto di casa Kawakay

-Definiamola solo una "cosa"… So di tua madre, tragica storia…- disse BG porgendole alcuni fogli con degli appunti

-Ma questi vengono dal laboratorio della nostra casa…- il tono della ragazza sembro piuttosto preoccupato -Ammetto di aver infranto la vostra riservatezza, ma ora comprendo il perché di molte cose…-

-Io… Mi dispiace…-
 


Tutto il discorso girava attorno ad una verità che nessuna delle due voleva esprimere apertamente: la morte della madre di Kymiky non solo non era stata naturale, ma aveva a che fare con le ricerche che Black Jack e Kawakay stavano portando avanti da diverso tempo.

Lith, la madre di Kymiky era stata classificata come morte autoindotta, d'altronde il medico incaricato di scrivere i rapporti era Kawakay, ma qualcosa non tornava a BG.

Il metodo del suicidio era stato segnato come dissanguamento autoindotto con ferite profonde alle braccia, ma non solo sul corpo c'erano segni molto più evidenti di legature e fori sulla pelle, bruciature e tant'altro che lasciava trasparire torture, ben altro che un suicidio e basta.
 
-Hai completato tu il rapporto?- chiese improvvisamente BG notando che il silenzio si faceva più pesante

-Si…-

-Hai fatto un ottimo lavoro, non posso immaginare come ti sia sentita nell'apprendere della sua morte, se avessi avuto la possibilità di rivedere il corpo di Lucia, di certo non mi sarei fermata nelle indagini. Ho comparato i tuoi dati con quelli attuali che conserva mio padre nello studio, molte cose sono simili… Ma non ne comprendo lo scopo, torturare qualcuno per il puro divertimento? Troppo persino per Black Jack-

-Stanno cercando la cura…-

-Cura?-

-Per la malattia della luna. Principes… BG da quanto non uscite?-

-Dal giorno della rivelazione-

-Mesi… Non sapete ciò che accade fuori dunque- Kymiky si fece pensierosa di colpo, presa dal dubbio se dire o no tutto a BG causandole preoccupazioni aggiuntive

-Dimmi- la incoraggiò BG, ma lei tacque -Consideralo un ordine dalla futura sovrana di queste terre- il tono si fece aspro e Kymiky cedette

-In parole povere, le persone stanno regredendo a bestie, la disperazione per la morte di Lucia ha causato insonnia e depressione, coloro che rimanevano troppo a lungo fuori casa hanno iniziato ad avere delle brutte reazioni. In primis perdono la vista a furia di fissare la luce della luna, e poi…-

mostrò a BG la mano che teneva nascosta in un guanto

-In alcuni casi le radiazioni della luna sono talmente forti da ustionare la pelle… Altro esperimento di mio padre…- .
 


BG tenne sul viso la sua solita espressione seccata, l'espressione da ritratto la chiamava il padre, indecifrabile e severa.

-Quindi ricapitolando, tua madre è stata tratta come paziente 0 dal dottore-

-Esatto-

-Ha scoperto qualcosa?-

-Sembra di no, per questo si è rivolto alla persona più vicina a Lucia. Per sapere come contrastare la malattia bisogna conoscerne l'origine-

-Ma non è semplicemente un'isteria di massa? Non basterebbe obbligare tutti a stare dentro casa?-

-Non è così facile, mi sono informata sul conto dei Black… Perdonate se mi sono permessa. Comunque, le origini degli esseri viventi sono legate strettamente a Lucia, poiché Black Jack non ha avuto alcun ruolo, il cordone fondamentale ed invisibile dell'esistenza è stato tagliato. Il popolo ha prosperato perchè Lucia lo nutriva o lo accompagnava in tutti gli aspetti che la vita stessa comporta, ora che alle persone tocca contendersi il cibo, i possedimenti e sopravvivere, il più forte vince. Aggiungendo l'influenza lunare è già un bel guaio…-

-Ma? Sembra esserci dell'altro…-

-Ho sentito il dottore parlare della soluzione finale, ha intenzione di usare la magia-

-E quella Black Jack ne ha in abbondanza…-

-Già… C'è già una cavia che ha reagito bene all'Unione- a quelle parole BG si bloccò, scavò tra i fogli ed estrasse un mezzo appunto del padre
 


La principessa della notte è quasi pronta


 
Non parlava di lei, non parlava della principessa legittima, ma di qualcun altro o qualcos'altro

-Portami al luogo dove si trova la cavia- ordinò BG.
 
Con al suo seguito Kymiky, BG entrò nella zona del castello che un tempo era di Lucia, sulla via per raggiungere il laboratorio Black Jack spuntò da un corridoio, sul suo volto si stampò un grande sorriso.
 
-BG, figlia mia, vieni qui da me, voglio insegnarti a fare una cosa incredibile. Se imparerai bene in futuro governerai tu su queste terre abitate da disgustose creature create da tua madre- le disse accompagnandola nei sotterranei, Kymiky venne fermata sull'uscio della stanza
 
-BG, ti ricordi del signor Kawakay mi auguro, perché da oggi il suo nome risplenderà tra i geni della storia. Abbiamo la cura, possiamo riprogrammare queste immonde creature che tua madre ci ha mollato… Guarda come si contorce, sembra un verme- disse ridendo.
 
Black Jack fece una cosa orribile, utilizzò la sua dishwa, il suo braccio destro, lo infuse di magia dell'Oblio e le strappò via il cuore. Sembrava aver superato il trauma che quel gesto portava con sé, d'altronde è con quello stesso braccio che uccise Nemesis. Al posto di quel cuore creò una creatura di pura oscurità e la mise nella cavità.
 


Della persona che vi era prima non rimase nulla, iniziò a contorcersi talmente tanto da rompersi i polsi che erano bloccati al tavolo metallico, il suo stesso corpo mutò, gli occhi si fecero tutti neri, la bava che le colava dalla bocca si mischiò col sangue che si condensava in grosse chiazze gelatinose poco dopo.

Con potenti strattoni si liberò dalla sua prigionia, saltò addosso al dottore che cercava di sedarla dopo essersi ripreso dallo shock, ma non fu svelto. Un'artigliata ben piazzata gli recise la carotide. Kymiky neanche si avvicinò al padre, piuttosto si strinse a BG

-Dobbiamo fare qualcosa-

-Lo so- con una magia deviò la creatura e la scaraventò contro il muro -E' lei la cavia principale di cui mi parlavi?- chiese

-No…- ma quando potè guardare dall'altra parte della stanza, vide solo una gabbia vuota, le si gelò il sangue.
 


-Padre!- BG richiamò l'attenzione di Black Jack

-Non è incredibile?- le chiese lui, impassibile a Kawakay che si contorceva per terra affogando nel proprio sangue

-Dov'è l'altra cavia?- chiese senza esitazione BG

-E' libera, potrà finalmente diffondere il vaccino, basta solo che il suo sangue con gli antigeni finisca nel sangue di qualcun altro, così ha detto il dottore- disse lui scuotendo con un piede il corpo ormai esanime dell'uomo.


 
L'epidemia iniziò, le creature informi invasero le terre. I primi ad essere aggrediti furono coloro che erano andati incontro alla cecità, poi pian piano tutta la popolazione.

BG poteva solo sperare di rispondere con la stessa moneta, tagliando la testa al problema e spargendo distruzione in tutto il Mondo 0. Si potè concludere che il primo esperimento dei Mondi fu' un grande e grave fallimento.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 0.6 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La mela d'oro e la nascita dei Mondi ***


Quante leggende girano attorno ad una mela.

La conoscenza eterna! L'immortalità! Il potere!

Quante sciocchezze, è una mela, cosa credevano sarebbe stata se non un buon frutto da mangiare? Ah vero sto dilagando, meglio tornare al principio delle cose.


 
La mela d'oro fu l'ultimo frutto dell'albero che Lucia teneva in casa, un albero maestoso, con tronco, radici e foglie di oro massiccio.

Ritrovandosi per le mani l'oro, Lucia non sapeva cosa farsene di un metallo che nemmeno poteva ammirare con i suoi occhi, le piaceva però come era malleabile e amava sentire i complimenti del suo popolo quando lo mostrava fiera e regalava un rametto o due.
 
Quando il Popolo della Luna subì la trasformazione, quando si ribellò alla famiglia Black, quando tutto venne raso al suolo da una creatura di pura magia oscura e immatura, due cose venenro risparmiate: un ragazzo che non avendo subito la trasformazione fu lasciato libero e una mela, grossa e succosa, che BG, ormai l'unica sovrana, si portò via con sé insieme al castello.

Il giovane risparmiato però decise di seguire la regina nel suo viaggio, nascondendosi tra alcune colonne del porticato, in fin dei conti i suoi simili vennero uccisi tutti… o così credeva, ma questa è un'altra storia.
 
Dal momento in cui BG creò il primo Regno, Blackword, e stabilizzò le terre circostanti, si sentì sola. Aveva la sua guardia, aveva l'occhio della madre in tasca, aveva la mela, ma si era ritrovata al punto di inizio di tutto, come i genitori lei era l'unica creatura nel raggio dell'infinito.


 
Passò secoli da sola, a sperimentare con la sua magia, a volte ringraziando il destino per essere l'unica nel raggio di chilometri considerando le esplosioni di magia che creava, altre volte restava a guardare Trisha mentre la vedeva interagire con le poche cose che era riuscita a creare bene.

L'idea nacque in quel istante, BG di rese conto che poteva ricreare il mondo perduto in cui era cresciuta, che ricordando ogni oggetto che le apparteneva nei secoli precedenti, lei avrebbe potuto ricreare il tutto, partendo dal nulla.
 
Iniziò dalle cose piccole, piccoli animali, pioggia, fiamme, fino a plasmare quel pezzo di universo che aveva a portata di mano e renderlo come lo voleva lei. Equilibrando terra, acqua, fuoco e aria, BG aveva fondato le basi per comprendere i suoi poteri, gestire il suo potenziale e prepararsi al peso di una corona che non aveva mai chiesto.
 
Si tenne per se alcune cose, piante bizzarre che erano fatte di solo fumo, che danzavano col vento, si tenne i marmi pregiati che usò per decorare il castello e via via tutta la zona circostante. In poco tempo Blackword splendeva davanti ai suoi occhi, mentre gli scarti del suo operato li lasciava su quelle sfere deserte che un tempo erano i Mondi, ma che lo sarebbero stati anche in futuro.
 
Per ultima cosa decise di piantare anche lei un albero di mele dorate, prese un seme dalla mela, scavò nel punto più lontano dal castello, all'altro apice dello Spazio e lo lasciò crescere, annaffiandolo con pioggia e facendo splendere le foglie con la luce che le stelle lontane e vicine gli davano.

BG scelse un punto lontano perchè non voleva che le persone in futuro litigassero per quell'oro, come era successo al Popolo della Luna, l'albero sarebbe sempre ricresciuto, che se ne facessero quello che vogliono con quel metallo scintillante.

Poi si fermò a pensare, forse era giunto il momento di creare altre creature come Trisha, ma con una modifica, avrebbe usato solo una parte del potere che aveva, avrebbe fuso le creature di oscurità che poteva creare, con oggetti, animali, per rendere più facile il controllo ed evitare altre rivolte.
 


Così fece, prese le essenze degli oggetti e degli animali che aveva creato e li impregnò come simbolo nei palmi delle sue stesse creature, così che potessero controllare il proprio potenziale senza rischi, limitando il loro potere allo stesso tempo.

Nacquero gli oblidi, fieri e forti, dalle forme diverse che si addentrarono in zone diverse del regno di BG… ma questa non è la storia della nascita d Blackword, vero, qui parliamo di una mela, che cosa è successo all'albero?
 
Venne ignorato, BG perse interesse per quella cosa che era ben lontana dai suoi occhi e dai suoi pensieri, non aveva più bisogno di aggrapparsi al passato, aveva imparato a creare le sue stesse creature, creature che le avrebbero fatto compagnia per sempre, allora perché crebbe? Perché quel alberello sottile e spoglio divenne un albero massiccio e folto? Perché i simili si attraggono.

Silver, il ragazzo che venne risparmiato e che clandestinamente si era nascosto nel castello prima del teletrasporto, si è preso cura dell'albero, nutrendolo con l'acqua e nutrendosi dei suoi frutti, erano in un equilibrio quasi perfetto se non accadde che un giorno, disattento e impetuoso, Silver si ferì alla mano, nutrendo quell'albero anche con il suo sangue.
 
Cosa accade quando una creatura si nutre del sangue di un'altra? Cose brutte, proprio così. L'albero crebbe creando in sé una creatura di luce e oro, una fata la avrebbero chiamata in futuro gli umani, ma all'epoca era solo un parassita che si nutriva e cresceva in un tronco ormai cavo.

La creatura apprese il fretta il linguaggio, ancora prima di uscire da quel suo bozzolo dorato, diventando una voce che guidava le azioni di Silver, diventando una voce da venerare essendo un ricordotangibile di Lucia, diventando una dea.
 


Floridiana, il nome che la creatura si diede non appena la sua metamorfosi si completò, nacque su una terra desolata e senza sorveglianza, BG era troppo indaffarata a godersi il suo piccolo Regno invece che notare come le cose stessero per cambiare.

Floridiana piantò alberi attorno al suo, pù piccoli perché dati da delle mele ormai rinsecchite e immature, ma erano abbastanza da iniziare un nuovo Regno, basato sulla vendetta. Vendetta perché? Perché Silver aveva raccontato tutto a quell'albero, di quanto ha sofferto nel vedere il suo popolo morire, della fine di tutto, della regina cattiva che gli aveva portato via tutto, della sua solitudine.

In pratica l'albero era cresciuto nutrito anche dell'odio e dal rancore che Silver nascondeva dentro di sé.
 
Furono quelle circostanze che portarono alla nascita di due regni opposti, un rancore innato e agguerrito serpeggiava in ogni appezzamento di terra che BG e Floridiana cercavano di tenersi strette, tutto era il presupposto di una guerra, una guerra che avrebbe portato al sonno centenario di Silver e soprattutto alla nascita dei Mondi che tuttora sono conosciuti.


 
Quando le due fazioni iniziarono, senza un apparente motivo, a contendersi il territorio quanto le risorse, ogni cosa presente nell' Universo era perfetta per costruire abitazioni, mura, vestitti protettivi. Di tutto, Cristalove, il nome che Floridiana diede al suo Regno, si riempì le terre di gemme e di ogni cosa che ricordasse il brillane delle stelle e di Lucia, la cui descrizione venne ben fornita da Silver.

Blackword invece decise di non darsi pena per costruire muri che dovevano tenerli rinchiusi nella paura, ma piuttosto si crearono armature per difendersi e armi per proteggere i prorpio simili.

Il primo attacco lo scagliò Cristalove, senza avviso, senza un motivo, così sembrava.
 


La prima guerra in realtà non era un vera guerra, Silver era sto mandato in battaglia prima di tutti perché era il più carico di motivazione, un ottimo martire nel momento in cui sarebbe stato ucciso, un ottimo esperimento per comprendere come si uccide.

E non ci misero nulla, impararono che dove fa male, è il posto giusto per colpire, caricarono senza un ordine Blackword, mentre BG restava a guardare inconsapevole del motivo per cui tutto era iniziato, non comprendendo quel rancore e quell'odio nei suoi confronti.
 
Povera piccola, davvero non era in grado di comprendere che il motivo per cui era in quella situazione, era una serie di sfortunati, ma necessari eventi che avrebbero portato ad una fine e ad un inizio definitivo del Tutto.

BG si fece guidare dalle Stelle, perchè a differenza dei suoi genitori che non avevano mai guardato oltre la punta del proprio naso, BG ne aveva piena coscienza, sapeva che nella sua solitudine c'era sempre qualcuno che manovrava i fili, e sinceramente, le andava anche bene.

La sovrana di Blackword non era convinta che il destino lo si scrive da sé, era consapevole he non importava quanto impegno ci mettesse nel lottare, nel decidere cosa fare, le Stelle avrebbero semplicemente continuato a fissarla, senza applaudire alle nobili gesta e senza piangere i caduti.
 


Fu il suo freddo modo di approcciarsi alle cose, il suo sorriso assente, i suoi occhi vuoti, a renderla un nemico tanto temibile per Floridiana, perché la paura non era qualcosa che Blackword conosceva, ma l'odio, quello si poteva imparare a provarlo.
 
Floridiana ottenne ciò che voleva, in parte, ottenne che Blackword e Cristalove, per un motivo o per un altro, si schierarono come nemici, ma perse Silver, la chiave per un nuovo inizio, che nessuno sapeva che era già scritto.
 
Gli scontri furono disastrosi, a tal punto che alcune creature, di entrambi i Regni, decisero di allontanarsi, di vivere su ciò che restava dei Mondi precedenti, degli esperimenti semi falliti dei Principali, ma rimessi in piedi da BG. La sovrana di Blackword diede il permesso a chiunque di andare via, di aggregarsi alla causa o di restare imparziali, in fin dei conti le terre ai confini non erano più terre sue, i popol che li abitavano erano liberi di scegliere… no. Non era così per Cristalove.
 


Il Regno fatto di oro e di brillanti aveva invece conquistato a forza i suoi alleati, incutendo la paura e imponendo un solo credo: loro sono i buoni, Blackword è il male.
 
Le creature che lasciarono i Regni, si insediarono nei Mondi, perdendo la loro immortalità e conquistando il potere della vita, di creare la vita.

Questo era un aspetto non programmato da nessuna delle due parti, convinte che creature come loro non potessero riprodursi se non con l'uso della magia o dei semi, ma non sapevano che chi tira i fili ha deciso di dare una mano nel ordinare le cose.
 

Chiamiamoli ingegneri onniscienti, per contenere il potere di BG durante il teletrasporto dal Mondo 0, hanno creato una dimensione in cui le guerre e le dispute non avrebbero ferito altre creture che avrebbero abitato i Mondi, facendo così i Mondi erano al sicuro, ma comunque influenza dai Regni principali, i quali si svilupparono nei due poli dell?universo.
 
Ogni mondo comunicava con i Regni attraverso i buchi neri, percorsi ad una sola via, verso i Mondi, che smontavano e ricostruivano le creture togliendo loro l'immortalità e sostituendola con apparati capaci di riprodurre la vita. In parole povere, l'immortalità cambiò solo la sua forma, ma non la sostanza, perché la vita era ancora eterna.
 
[DISEGNI ESPLICATIVI]
 
-Che combini!-

-Sto disegnando-

-Sul Leggendiario?! Ti sembra normale?-

-Ma se non disegno non si capisce come sono fatti i Mondi e i Regni e…-

-E chi se ne frega tanto lo sai che…-

-Shhhh! Non spoilerare!-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 0.8 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Un progetto fantastico ***


Dopo la Seconda Guerra sia Cristalove che Blackword avevano perso valorosi uomini e donne, alcuni erano fuggiti seguendo l'esempio dei superstiti della Prima Guerra, altri erano morti, ma il malcontento aveva principalmente spinto alla fuga dai due grandi Regni.  
 

I Mondi divennero ormai abitati solo dai fuggitivi e dai superstiti, a nulla era servito un armamento migliore, a nulla era servito un contratto di tregua dopo l'incidente dei tornei amichevoli, a nulla era servito l'esilio di Razael. 


Le sue creazioni, le sue idee, furono solo d'ispirazione per Cristalove per una guerra che fece più vittime della prima, per accrescere un rancore che ormai i Figli della Luce avevano radicati in sé, generazione dopo generazione. 

  

 

Fu il trascorrere degli anni, dei secoli, a mutare persino la forma della guerra, le Dishwa e Helltane erano ormai armi del passato, la magia era diventata la nuova forma di potere.  


La nuova generazione, generazione che delle due Grandi Guerre ne aveva solo sentito parlare, generazione che non era più marchiata per possedere un'arma, ma per possedere della magia, una generazione più debole ma più scaltra, era diventata la nuova classe emergente dei due Regni principali. 
 

Sfruttando tale potere, la magia, Cristalove e Blackword si ritrovarono a contendersi i Mondi. Attenzione, non è per avere più terre, ormai la riproduzione era un rito che si era fermato da secoli per via del sovrappopolamento dei Mondi, si contendevano gli umani e la loro lealtà.  


Ovviamente le motivazioni erano diverse e sempre opposte, Blackword ci teneva che gli oblidi non scordassero mai da dove venivano, non si dimenticassero della gloria passata, dei valori con cui i loro antenati erano cresciuti.  


Cristalove voleva invece soldati anche al di fuori dei propri confini, o più che altro, Floridiana preferiva diffondere l'ignoranza nei Mondi. L'ignoranza non deve essere confusa con la scarsa conoscenza, Floridiana ci teneva a diffondere l'attitudine ad ignorare, chi? Gli oblidi che Blackword mandava sui Mondi ovviamente. 


Perché mandare altre creature sui Mondi? Ottima domanda, il motivo per cui BG aveva scelto di mandare sulle terre gli oblidi non era uno solo, ma due.

Sperava di diffondere il messaggio che la guerra era cessata, che potevano tornare a casa se volevano, ma allo stesso tempo, desiderava che il suo popolo scegliesse da solo se essere umano o restare oblide, motivo per cui, ogni tot anni, un guerriero valoroso veniva scelto per andare sulla terra e risvegliare un compagno guadagnandosi l'onore in patria o la liberta su uno dei Mondi. 

  

 

Abbiamo detto come ha agito Blackword, ricreando i tornei e mandando il vincitore su uno dei Mondi, ma Cristalove?  
 

Cristalove aveva un piano più ad ampio raggio, non mandava uomini sul campo, non moveva un dito se è per questo, ma utilizzava la sua magia al massimo del potenziale.  


Ciò che distingueva la magia bianca da quella oscura di Blackword, era che il fulcro del potere era un albero, l'albero che aveva dato inizio a tutto, motivo per cui tutti avevano potenzialità magiche nello stesso modo.

La magia di Blackword invece era incanalata in una persona, una regina amorevole e attenta, ma che non poteva condividere oltre un limite il suo potere, nemmeno volendo, perché lei lo sapeva bene che condividere il massimo del suo potere, sarebbe significato condividere anche la sua maledizione.  

  

 

Il progetto di Cristalove era semplice ed efficace, continuare con la propaganda del terrore, mettendo in cattiva luce Blackword, sfruttare il contributo magico di tutti della nuova generazione ormai plagiata e creare una patina davanti agli occhi degli umani.  
 

Fino a quel momento il cervello umano era rimasto simile a quello delle creature iniziali, incapace di immaginare qualcosa che non ci fosse, ma con la patina di magia, questa capacità si diffuse facilmente e subdolamente, venendo persino trasmessa alla prole. L'unica cosa da fare per Floridiana era creare uno spazio dove le menti si sarebbero isolate ignorando i richiami alla verità che i soldati di Blackword tentavano di compiere.  

  

 

Il luogo venne chiamato Fantasia e se devo descriverlo… È complicato ma ci provo con un esempio pratico.  
 

Prendiamo un cubo di Rubik, ogni cubetto può comunicare con gli altri, avere almeno un lato in comune a differenza della combinazione che creiamo sul cubo. Ogni cubetto è un padiglione, prendiamo per esempio una cosa che voi umani amate tanto… Harry Potter.

Un cubetto conterrà un micromondo basato su Harry Potter, con tutte le informazioni che lo riguardano e cercherà di essere il più fedele possibile alle vostre aspettative e all’opera originale di quel Mondo, questo è il padiglione di Harry Potter.  


Tale padiglione avrà la capacità di toccare con uno dei suoi lati un altro padiglione, per esempio le Winx, per restare in tema "magia", il lato che li congiunge è quello che voi definite crossover, e permette a personaggi di un padiglione o di un altro di comunicare tra di loro.  


Fatto l'esempio del cubo di Rubik la domanda esce spontanea: Non tutti i cubetti possono comunicare tra di loro nell'originale cubo di Rubik, accade lo stesso per Fantasia? No.  


L'esempio del cubo è un esempio limitato nello spazio perché le mosse possibili sono basate sulle tre dimensioni, Fantasia ha la capacità di spostare i suoi cubetti, i suoi padiglioni, su infinite dimensioni, rendendo possibili crossover tra tanti padiglioni, e soprattutto collegando anche quelli più improbabili. 


Altra domanda che probabilmente sorge, ma se ci sono i crossover, esistono padiglioni a parte per quei crossover? No, ma si.  


I crossover esistono per un tempo determinato, di solito quando una persona ne fa uso o per necessità interne ai padiglioni stessi, ma sono cose che prima o poi svaniscono. Quando un crossover si stacca dai padiglioni, rubando un po' da uno e un po' dall'altro, senza essere né uno né l'altro, è chiamato sub-padiglione, una realtà distorta che potrebbe dare vita ai glitch. 


Cos'è un glitch? Una creatura ispirata a uno dei padiglioni, ma instabile, con la capacità di viaggiare tra i padiglioni e non solo, a volte anche tra i Mondi. 

  

 

Ben detto cara, adoro queste descrizioni

Non tu… Fuori dalla mia narrazione! 

Antipatica, sempre così fai. Discord, non far piovere cemento in Russia, non far piovere ragni in Australia, non far piovere pesci nel Massachusetts 

Dovrei semplicemente vietarti di far piovere, l'ultima volta ad Alicante hai fatto piovere rane, rane! Ti rendi conto? 

Si fa per ridere 

Perché non vai a fare compagnia a quell'altro? Gli ho affidato una missione, vedi a che punto sta va 

Sì signr sì signora 

  

 

Togliendo questa parentesi assai imbarazzante, non posso fare a meno di rammaricarmi di come le nuove generazioni aprezzino degli errori come i glitch.   
 

Quindi, riassumendo, Prima Guerra, Seconda Guerra, fuga di massa verso i Mondi tanto da riabitarli completamente e sovrappopolarli. Passano i secoli e Blackword manda soldati a risvegliare lo spirito patriottico degli oblidi, Floridiana decide di mettere due fette di prosciutto magico sugli occhi degli umani e crea un mondo fatto di mini mondi a cui si accede solo con l'immaginazione.  


Bene, siamo in pace ora no? No! 


Avete idea di cosa significhi passare una vita intera in un mondo completamente fittizio e inventato solo per tenervi buoni e zitti legati alla vostra misera vita? 
 

Non è la trama di Matrix? 

DISCORD! Ho detto vai via! 

Volevo solo aiutare 

  

Dicevo… Una condizione simile ha reso i Mondi luoghi completamente tristi e desolati, la gente non lavorava più, le persone si isolavano per non soffrire, l'empatia stava svanendo, i sentimenti, i rapporti sociali.

Le persone erano dipendenti dal mondo immaginario, convinti di essere eroi di storie tutte loro, di essere amati dalla donna di turno che magari avveno visto mezza volta in una chiesa, di essere destinati a brandire una spada che chissà come è finita in una roccia… Fidatevi, se vedete una spada in una roccia, l'unica cosa che non dovreste fare è liberarla dalla sua prigionia. 

  

In ogni caso, il mondo, i Mondi, stavano crollando nella fantasia e nel buonismo. Ogni atteggiamento che fosse diverso da uno standard di "bene assoluto" era considerato "male assoluto". Se tutti dicevano che un vestito era bianco e oro, guai a te se dicevi che era blu e nero.

La violenza tipica di Cristalove, che metteva a tacere con un colpo in testa chi la pensava diversamente, si era diffusa ovunque, serviva riequilibrare le cose, ricreare il concetto di male, aggiungere un po' di nero a quel bianco accecante per dare vita a tantissime sfumature di grigio… Ah ah ah, lo vedo che ridi, il che è stupido considerando che è solo un errore obbrobrioso di traduzione quel libro da maniaci. 

  

 

Per riportare l'equilibrio nascono gli Elementi della Disarmonia, diffusi sulla Terra 170 per diffondere l'egoismo, la sete di potere, la crudeltà, l'inganno e la depressione che deriva dalla consapevolezza della solitudine… Strano che saranno proprio questi la chiave per la pace. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 0.10 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 0.11 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 0.12 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 0.13 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 0.14 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 0.15 ***


Questo capitolo non è disponibile, verrà sbloccato quando sarà il momento giusto

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4005825