My Christmas with you

di 20maggio2013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Il mio amico di natale

Westerville, Natale 2007

«Vieni qui, Blaine!» Una giovane donna sui trent'anni aveva richiamato suo figlio di soli quattro. Si era inginocchiata per essere alla sua altezza e aveva alzato il colletto della camicia bianca che indossava il piccolino.
«No, mamma.. non mi piace» si era lamentato il bambino quando la donna gli aveva legato al collo un piccolo papillon rosso, aveva provato a divincolarsi anche quando aveva iniziato a sistemargli la sua folta chioma riccia con del gel.
«Ecco.. ora sei bellissimo» aveva poi affermato mentre lo teneva per le spalle e lo osservava nei suoi vestiti eleganti. Poi gli aveva lasciato un delicato bacio sulla guancia e si era rimessa in piedi.
«Ehi schizzo, conciato così sembri nostro nonno» Cooper era appena entrato in stanza e aveva visto le condizioni del fratello minore e come in ogni occasione non poteva fare a meno di prenderlo in giro. Il piccolo Blaine si era lamentato di quello, aveva tolto la mano dalla presa della madre e aveva provato a togliersi quel papillon.
«Cooper smettila -lo aveva rimproverato la donna- E sistemati quella camicia invece di prendere in giro tuo fratello» aveva aggiunto mentre si piegava a sistemare di nuovo il papillon. Lo aveva preso di nuovo per mano e aveva raggiunto il marito, poi una volta che anche Cooper era pronto, erano usciti tutti e quattro e si erano diretti verso l'hotel dove si sarebbe tenuto l'evento di natale organizzato dall'azienda dove lavorava il signor Anderson. Cooper aveva subito raggiunto alcuni bambini della sua età, figli di colleghi che aveva conosciuto in altre occasioni,  mentre Blaine era rimasto mano nella mano con la madre a guardarsi intorno. Si guardava intorno in cerca di altri bambini come lui. Ma quello che vedeva erano solo o neonati o bambini troppo grandi che non avrebbero mai giocato con lui. Ma poi la sua attenzione era stata catturata da un altro bambino che era appena entrato mano nella mano con una giovane donna bellissima. E Blaine aveva sperato davvero che quel bambino fosse lì per l'evento così avrebbe avuto un amico anche lui con cui passare quelle vacanze di natale.

Kurt non aveva molti amici, anzi non ne aveva proprio. A scuola era sempre preso di mira dai suoi compagni, veniva considerato quello strano. Ma lui stava bene così, aveva la sua mamma e il suo papà e non gli serviva altro. Per questo quando aveva saputo che avrebbero passato le vacanze di natale fuori Lima non si era lamentato, a lui interessava stare solo con i suoi genitori.
«Mamma, mi sistemi i capelli?» Aveva chiesto a sua madre dopo essere entrato nel bagno dove lei si stava finendo di preparare. 
«Certo tesoro, vieni qui -gli aveva sorriso la donna dai lunghi capelli color cenere e gli occhi che facevano invidia all'oceano. E Kurt aveva preso i suoi stessi occhi e ogni volta che qualcuno lo notava lui mostrava sempre un sorriso fiero. Elisabeth gli aveva sistemato i capelli spostandogli il ciuffo di lato e l'aveva fissato con un po' della sua lacca. Poi gli aveva sorriso. - ecco qui, il mio bambino perfetto» aveva affermato mettendolo davanti allo specchio e mostrandogli uno dei suoi bellissimi sorrisi. Kurt le aveva sempre invidiato il sorriso.
«Kurt, Tesoro.. dobbiamo andare se non vuoi fare tardi» aveva esclamato Burt Hummel entrando nel bagno e sorridendo alla moglie e al figlio. Kurt si era dato un'ultima occhiata allo specchio sistemandosi la camicia che aveva indossato con le mani. Poi aveva allungato una mano verso il padre e una verso la madre e tutti e tre insieme erano usciti di casa e si erano diretti a Westerville, dove si sarebbero intrattenuti fino al giorno dopo Natale. Ci avevano impiegato circa un'ora per arrivare a destinazione e una volta arrivati non avevano trovato subito parcheggio. Così Burt aveva fatto scendere la moglie e il figlio mentre lui continuava a cercare parcheggio. Kurt aveva seguito sua madre senza lasciarle mai la mano e si era guardato intorno una volta entrato dentro l'hotel. Era enorme ed elegante, si stava perdendo in tutti i più piccoli dettagli mentre la madre parlava con qualcuno di lavoro tanto che non si era accorto che qualcuno si era avvicinato a lui. 
«Ciao, io sono Blaine» aveva detto un bambino più piccolo di lui, o almeno fisicamente. Kurt si era voltato verso di lui un po' titubante e lo aveva osservato attentamente. 
«Ciao» aveva detto poi senza aggiungere altro, Blaine stava per fargli una domanda ma poi era arrivato Burt che aveva richiamato la sua attenzione e poco dopo erano andati nella loro camera. 

Blaine, dopo aver insistito a lungo, era riuscito a convincere sua madre ad allontanarsi un po' solo dopo averle promesso che per qualsiasi cosa non sarebbe uscito dall'hotel. Così si era messo a girovagare per l'ultimo piano di quell'enorme hotel curiosando un po' in giro. Le persone intorno a lui erano tutte fin troppo occupate per accorgersi di lui, così era riuscito a girare indisturbato e ad entrare senza farsi notare dentro una porta dove c'era scritto "Solo personale". Era ancora troppo piccolo per poter leggere, certo aveva imparato a distinguere le varie lettere ma non aveva ancora imparato a leggere, quindi per lui la scritta sula porta poteva avere qualsiasi significato. E poi aveva visto un bambino aggirarsi da quella parte della stanza, quindi non era una zona pericolosa, giusto?
Kurt seguiva sua madre che camminava avanti e indietro, a destra e sinistra per risolvere tutti i problemi che le venivano posti dai suoi colleghi. Quando gli avevano detto che sarebbero andati via per Natale, Kurt aveva pensato a quel viaggio come ad una vacanza, non aveva considerato il fatto che sua madre sarebbe stata impegnata con il lavoro e che suo padre avrebbe avuto una chiamata urgente e sarebbe dovuto tornare a Lima per risolvere il tutto. Così si era ritrovato a seguire sua madre sperando che trovasse un minuto libero per lui.
«Tesoro, mi dispiace così tanto -aveva affermato la donna fermandosi un attimo e abbassandosi alla sua altezza, sapeva che andando lì avrebbe dovuto lavorare, ma non pensava neanche che non avrebbe trovato neanche un minuto libero- Senti, intanto perché non vai di là e inizi a preparare tutto e appena mi libero vengo a giocare con te?» gli aveva domandato con un sorriso e Kurt aveva annuito, un po' tristemente. Poi l'aveva osservata tornare a lavoro.
«Posso giocare io con te» si era girato verso quella voce trovandosi davanti lo stesso bambino di qualche ora prima.
«Non vuoi davvero giocare con me» gli avevarisposto sicuro, ormai era abitato a quello, nessuno dei bambini che conosceva aveva mai voluto giocare con lui.
«Perché?» aveva chiesto ingenuamente Blaine 
«Nessun bambino ha mai voluto giocare con me» aveva alzato le spalle e Blaine in risposta gli aveva sorriso e lo aveva preso per mano.
«Io voglio giocare con te, possiamo essere amici» aveva affermato e Kurt aveva alzato il suo sguardo su quello di Blaine e aveva sentito che quel bambino era diverso dagli altri, forse poteva davvero avere un amico anche lui.
«Anche se voglio giocare a prendere il the?» aveva domanda poi per sicurezza e Blaine aveva annuito sempre con quel sorriso sulle labbra. E solo allora Kurt aveva sorriso anche lui e tenendolo per mano lo aveva portato nella stanza dove sua madre gli aveva detto che avrebbe potuto giocare e aveva sistemato con Blaine tutto quanto. Elisabeth era passata diversi minuti dopo ma, quando aveva visto che il figlio era in compagnia di un altro bambino e gli era sembrato divertito, li aveva lasciati giocare con un sorriso sulle labbra poi era andata ad avvertite i genitori di Blaine su dove fosse il figlio, conosceva bene tutti gli ospiti di quell'evento e sapeva che i signori Anderson fossero gli unici ad avere un figlio di quell'età, poi era tornata a lavoro. I signori Anderson erano andati a prendere il figlio solo una volta che si era fatta sera.
«Blaine, dobbiamo andare. Saluta il tuo amico, lo rivedrei domani» aveva detto la madre richiamando l'attenzione del piccolo che aveva annuito e si era alzato da terra.
«Ciao Kut» aveva sussurrato, ancora troppo piccolo per pronunciare bene il nome del ragazzo.
«Ciao Blaine» aveva sorriso Kurt agitando piano la mano in segno di saluto, gesto ricambiato dall'altro bambino.

Era così che Kurt e Blaine avevano passato quei gironi prima di Natale, a giocare e vedere cartoni natalizi insieme e ogni tanto Kurt lo correggeva quando Blaine pronunciava male qualcosa, come per esempio il suo nome. 
Blaine arrivava la mattina presto in hotel con i suoi genitori, ogni giorno sua madre gli faceva indossare un abito diverso e un papillon diverso, i capelli rigorosamente fermi e sistemati con del gel, aveva anche smesso di lamentarsi quando sua madre lo sistemava per farlo essere in ordine e non badava più alle prese in giro di suo fratello, perché così facendo significava arrivare prima in hotel e passare quindi più tempo con il suo nuovo amico.
Kurt si preparava ogni girono da solo, si metteva davanti allo specchio e si sistemava meglio che poteva, aveva preso da sua madre in quello. Lei era sempre così bella e perfetta e Kurt voleva essere come lei. Indossava la sua camicia bianca, ne aveva portate due, un paio di bretelle rosse, un papillon natalizio che ormai aveva imparato a mettere da solo nonostante i suoi cinque annui e un paio di pantaloni scuri. E ogni volta ammirava i completi che indossava Blaine e si imbarazzava a presentarsi da lui ogni giorno vestito sempre uguale, ma Blaine sembrava non fare caso a quello o forse semplicemente non gli interessava. Era così strano avere un amico, ogni sera prima di andare a letto raccontava a sua madre e a suo padre, che era tornato, di quello che aveva fatto con Blaine sempre con un sorriso emozionato sulle labbra. 

Era arrivato finalmente il giorno di Natale e Kurt aveva scartato emozionato il suo regalo, una giacca rossa che aveva subito indossato per quella giornata. Aveva abbracciato forte i suoi genitori e poi era corso nella stanza dove si vedeva sempre con Blaine per potergli mostrare fiero la sua nuova giacca. Ma Blaine non era arrivato quel girono e più il tempo passava, più il sorriso sulle labbra di Kurt si spegneva. Non voleva più essere suo amico?
Blaine quella mattina era corso ad aprire i suoi regali come prima cosa, poi aveva fatto una lunga colazione e si era andato a preparare per il pranzo di natale che avrebbero trascorso sempre in hotel. Aveva preso il suo zainetto che ultimamente si portava sempre dietro e aveva conservato un pacchetto che aveva fatto lui stesso la sera prima con dentro un regalo per Kurt. Era suo amico e voleva fargli un regalo, così era andato in giro per casa cercando qualcosa da regalargli, alla fine aveva optato per una vecchia sciarpa del padre, usata una sola volta. Così senza dire nulla aveva preso la sciarpa della Burbarry consapevole che suo padre non la indossava più e che non si sarebbe mai accorto della sua assenza e aveva confezionato un pacco regalo un po' trasandato che aveva poi conservato nel suo zainetto. Non vedeva l'ora di darlo a Kurt. Stava correndo da lui quando era arrivato in hotel, ma sua madre l'aveva trattenuto. Era il girono di Natale e avrebbero pranzato tutti insieme. 
«Kurt, tesoro, perché quel musetto triste?» aveva domandato Elisabeth quando lo aveva trovato sul divano con un'espressione triste sul volto.
«Blaine non vuole più essere mio amico» aveva mormorato ed Elisabeth gli aveva accarezzato dolcemente una guancia.
«Perché pensi questo tesoro?»
«Non è venuto» aveva affermato con tono ovvio, come se quello bastasse a significare che Blaine non voleva più essere suo amico ed Elisabeth aveva trattenuto una risata.
«Kurt, è Natale..ora sta pranzando con la sua famiglia, ma vedrai che quando avrà finito verra qui da te -gli aveva sorriso e Kurt aveva annuito un po' speranzoso- Ora che dici se andiamo a pranzo anche noi? Papà ci aspetta giù, vedrai che quando tornerai qui troverai Blaine ad aspettarti» 
E così era stato. Quando Kurt aveva finito di pranzare con la sua famiglia, suo padre era andato a riposare e sua madre era tornata a lavoro, lui era tornato nella stanza dove aveva passato tutte le sue giornate a giocare con Blaine ed era proprio lì che lo aveva trovato. Seduto sul divano, in un nuovo completo elegante e con il suo zainetto sulle gambe.
«Buon Natale Kut -aveva esclamato quando lo aveva visto, facendo un piccolo salto per scendere dal divano. E Kurt aveva sorriso.- Mi piace la tua nuova giacca»
«Grazie -aveva sorriso di nuovo, contento che avesse notato quel dettaglio- buon Natale anche a te»
«Ho un regalo per te» aveva affermato poi Blaine aprendo il suo zainetto e porgendogli il pacchetto tutto rovinato. Kurt avrebbe voluto commentare quella cosa, ma il sorriso e gli occhi dolci di Blaine lo fecero sorridere a sua volta.
«Io non ho niente per te» aveva detto tristemente e Blaine si era stretto nelle spalle, come a dire che non gli importava. Aveva già avuto tanti regali.
«Tieni, aprilo» Kurt aveva sorriso e aveva scartato piano il pacchetto toccando poi qualcosa di soffice. Era piccolo, ma aveva più volte sfogliato le diverse riviste di moda della madre rimanendo ogni volta incantato ad osservare tutti quegli abiti, quelle sciarpe e accessori, e al contrario di altri bambini che avrebbero odiato ricevere una sciarpa come regalo, lui era al settimo cielo per quello.
«Grazie Blaine» aveva affermato buttandosi tra le sue braccia e l'amico colto alla sprovvista era caduto sul divano ridendo. Poi Kurt si era alzato e si era slegato il papillon che aveva al collo.
«Tieni, te lo regalo» aveva affermato porgendogli quel piccolo pezzo di stoffa.
«Ma..ma è tuo»
«Voglio che lo abbia tu» gli aveva sorriso Kurt e Blaine aveva ricambiato il sorriso prendendo il suo papillon e conservandolo poi nel suo zaino. Avevano poi passato il resto bella giornata seduti vicini sul divano a guardare cartoni, quando poi si erano dovuti separare avevano conservato gelosamente i regali che si erano scambiati e si erano saluti con un abbraccio augurandosi di nuovo un buon Natale.

Il giorno dopo Natale, Kurt e Blaine si erano visti come ormai loro abitudine, ma non avevano passato la giornata nella solita stanza, quel giorno c'era il sole e faceva anche abbastanza caldo per essere pieno inverno. Così avevano passato la giornata nel parchetto dell'hotel. Blaine non ci aveva pensato due volte prima di correre verso le giostre o arrampicarsi sugli alberi, Kurt lo aveva osservato con sguardo terrorizzato.
«Blaine così rovini tutti i vestiti» aveva affermato quando lo aveva visto salire un un albero basso ma robusto.
«Oddio sei pazzo, potevi farti male» aveva esclamato sempre Kurt quando lo aveva visto saltare da quel tronco e cadere in piedi accanto a lui. Blaine aveva alzato gli occhi al cielo e lo aveva preso per mano trascinandolo poi sullo scivolo. Aveva dovuto insistere un po' per far in modo che Kurt scendesse. Ma non era riuscito a convincerlo a sedersi sotto un albero per mangiare il loro pranzo, si erano seduti invece su una panchina all'ombra. Ma poi Blaine si era alzato e si era seduto sull'erba mentre Kurt era rimasto su una panchina. 
«Questa è una pietra magica, lo sai?» aveva domandato Blaine alzando lo sguardo sul suo amichetto.
«Perché è magica?»
«Scrive -aveva risposto emozionato Blaine tracciando una linea sulla parte cementata del parchetto e lasciando un piccolo segno.- Guarda so scrivere il mio nome» aveva aggiunto poi prima si scrivere in modo disordinato e un po' storpiato il suo nome. Era l'unica cosa che aveva imparato a scrivere e leggere per il momento. E Kurt aveva sorriso.
«Come si scrive il tuo nome Kut?» aveva chiesto poi dopo aver scritto Blaine per terra.
«K u r t» aveva risposto facendolo lo spelling del suo nome lasciando però un'espressione confusa sul volto di Blaine.
«Quale è la K?» aveva chiesto ancora dopo qualche minuto di silenzio, Kurt allora aveva riso e si era alzato dalla panchina, gli aveva preso la pietra dalle mani e aveva scritto il suo nome. La sua calligrafia era molto più elegante e delicata di quella di Blaine.
«Kurt, tesoro, dobbiamo andare» quel momento era stato interrotto dalla voce forte del signor Hummel che aveva raggiunto il figlio insieme alla madre. L'evento era giuro al termine e loro sarebbero dovuti tornare a Lima. Kurt aveva annuito, si era pulito le mani l'una contro l'altro e aveva abbracciato Blaine.
«Grazie per essere stato mio amico, Blaine» aveva sussurrato restando abbracciato a lui. Aveva passato delle belle vacanze in sua compagnia, non aveva mai avuto un amico ed era triste sapendo di dover salutare l'unico amico che aveva avuto. Se solo fossero stati entrambi della stessa città, magari avrebbero potuto continuare ad essere amici.
«Forza Kurt, dobbiamo andare» aveva detto ancora il signor Hummel prendendolo per le spalle per farlo allontanare. Kurt aveva annuite un po' triste e aveva salutato di nuovo Blaine.
«Ciao Kut» lo aveva salutato Blaine con un cenno della mano per poi vederlo allontanarsi con i suoi genitori, poi si era seduto di nuovo tra l'erba sospirando. Sapeva che gli sarebbe mancato, certo aveva altri amici, ma nessuno come Kurt, Kurt era stato un amico speciale.


Westerville, Natale 2008

Era passato un anno da quel natale dove Kurt e Blaine si erano conosciuti, non si erano più visti dopo quel giorno. Avevano vite diverse in due città diverse, ma ora era di nuovo dicembre e dato il successo dell'evento durante lo scorso Natale, quell'anno si sarebbe ripetuto. Elisabeth Hummel si era occupata di tutto proprio come l'anno precedente, anzi aveva organizzato tutto più in grande. Quell'anno non si sarebbero limitati ad organizzare l'evento dal 20 al 26 dicembre, ma aveva prolungato l'evento fino al 2 gennaio. Era stato un po' un azzardo e sperava che quell'anno sarebbe filato tutto liscio come il precedente. Kurt invece sperava tanto di incontrare di nuovo il suo amico e quando l'aveva visto entrare in hotel quella mattina aveva sorriso, ma non si era avvicinato. Era rimasto con suo padre ad osservarlo. Chissà se si ricordava di lui, chissà se sarebbe stato ancora suo amico. Blaine si era lamentato per tutto il viaggio in macchina perché si trovava ancora una volta con i suoi genitori quando avrebbe voluto passare quelle giornate insieme ai suoi amici di scuola. Si lamentava del fatto che Cooper fosse potuto andare in vacanza dai nonni quell'anno in modo da stare con i suoi amici e invece lui non era potuto andare. Ma quando era entrato in hotel e aveva riconosciuto Kurt, aveva improvvisamente smesso di lamentarsi. Aveva sorriso e gli aveva fatto un cenno di saluto con la mano. Kurt aveva subito ricambio il saluto con un sorriso. E proprio come l'anno precedente, anche quell'anno avevano passato tutti i gironi insieme, avevano giocato e visto cartoni. Kurt gli aveva raccontato alcune cose della scuola elementare che aveva iniziato da qualche mese e per mettersi in mostra leggeva tutto quello che trovava in giro, Blaine lo ascoltava sempre con un sorriso. Alla fine di quelle vacanze, grazie a Kurt aveva imparato a riconoscere tutte le lettere dell'alfabeto. Il giorno di Natale, Blaine si era presentato in hotel con il papillon che Kurt gli aveva regalato l'anno prima e Kurt nel vederlo aveva sorriso. Anche quell'anno si erano scambiati dei regali, Blaine aveva fatto una specie di disegno che raffigurava i due amici sotto l'albero di natale, Kurt gli aveva scritto una letterina che poi gli aveva dovuto leggere dato che Blaine non era ancora in grado di farlo.

"Al mio amico di natale, grazie per essere mio amico e giocare sempre con me, anche quando giochiamo a fingere di prendere il the. Mi piace passare il tempo con te e spero di vederti di nuovo il prossimo natale e spero che vuoi essere ancora mio amico anche il prossimo natale. Ti voglio bene, Kurt" 

Blaine gli aveva sorriso e l'aveva abbracciato per ringraziarlo e poi gli aveva promesso che sarebbe stato sempre suo amico. 

Avevano passato poi il resto dei giorni insieme fino a Capodanno, erano stati di nuovo anche al parchetto dell'hotel e avevano ripassato i loro nomi scritti sulla parte cementata del parchetto ormai leggermente sbiaditi. Si divertivano insieme e non si stancavano mai della compagnia dell'altro. E quando si erano dovuti salutare, quella volta era stato più triste e difficile della precedente. E poi erano stati entrambi contenti nel sapere che anche l'anno successivo si sarebbe tentato di nuovo quell'evento e non solo, ormai era diventato un evento ufficiale che si sarebbe tenuto ogni anno. 

Westerville, Natale 2009

Il terzo anno che passarono il natale insieme, Blaine si portava ovunque andasse la chitarra giocattolo che gli era stata regalata per il compleanno. Non se ne separava mai e quando poteva si metteva a suonare dando anche la possibilità a Kurt di farlo, ovviante nessuno dei due era in grado di suonarla, ma non li interessava. Si divertivano così, iniziando anche ad improvvisare piccoli concerti. Quell'anno era stato Blaine a scrivere una lettera per Kurt dato che anche lui aveva iniziato ad andare a scuola e aveva imparato a leggere e scrivere.

"Ciao Kurt, sono così felice che passeremo tutti i natali insieme. Sei un amico davvero speciale e ti voglio tanto tanto tanto bene. Buon Natale da Blaine. 
Ps. Sarò sempre il tuo amico di natale"

Kurt invece gli aveva regalato un suo disegno, aveva iniziato a disegnare scoprendo che gli piacesse più di quanto aveva immaginato. E così aveva fatto un disegno per Blaine, un disegno forse fin troppo elaborato per un bambino di soli sette anni, ma Kurt era davvero portato per quello. Quando quell'anno si erano dovuti salutare l'avevano fatto con il cuore più leggero sapendo che si sarebbero rivisti l'anno successivo. 

Westerville, Natale 2010

E così era stato. La chitarra giocattolo di Blaine era stata sostituta da una chitarra vera e propria, era grande quasi quando lui eppure Blaine se la portava ovunque andasse. Non suonava più a caso dato che aveva iniziato a prendere lezioni e per l'occasione aveva imparato a suonare Jingle Bells e l'aveva suonata tutto fiero a Kurt. Anche quell'anno si erano scambiati dei regali, Kurt gli aveva regalato un vecchio spartito che aveva trovato a casa e Blaine un set di matite colorate che era andato a comprare con sua madre. Erano entrambi cresciuti e nonostante si vedessero solo per pochi giorni all'anno tenevano molto l'uno all'altro. Nonostante lo vedesse così poco, Blaine lo considerava il suo migliore amico.
«Ci vediamo l'anno prossimo, Blainey» l'aveva salutato Kurt quella mattina prima di tornare a Lima mentre lo stringeva in un abbraccio.
«Ci vediamo l'anno prossimo, Kurtie» aveva risposto lui prima di vederlo andare via, era sempre lui ad osservarlo andare via, ma consapevole che l'avrebbe rivisto il prossimo natale. Ma non era stato così. Kurt non era tornato il natale successivo. 
Blaine invece era tornato anche l'anno successivo ed era rimasto ad aspettare Kurt per diversi gironi. Solo arrivato il girono di Natale aveva capito che lui quell'anno non ci sarebbe andato e Blaine ci era rimasto male. E poi l'anno dopo ancora l'evento non c'era più stato, perché quell'ultimo anno l'evento era stato un fiasco e non era stato riproposto l'anno successivo. E così Blaine non aveva più rivisto Kurt. Quello che gli restava di lui erano quei piccoli regali che gli aveva fatto negli anni precedenti e i ricordi. Anche Kurt non aveva più saputo nulla di Blaine, ma aveva custodito gelosamente i suoi regali. Era stato il suo unico amico e lo sarebbe stato per diversi anni. Andarono avanti con le loro vite, custodendo gelosamente i ricordi di quei natali trascorsi insieme, senza sapere che il destino aveva in mente di farli rincontrare e quale periodo migliore del periodo di natale per farlo?

***

 

Salve a tutti, sono tornata con una breve storia natalizi sui Klaine. In questo prologo vediamo i Klaine ancora bambini, vediamo come si sono conosciuti e come, nonostante si vedessero per pochi giorni l'anno, siano riusciti a diventare buoni amici. Ma poi Kurt non è più andato a passare il natale a Westerville e non si sono più rivisti. Blaine lo ha aspettato a lungo prima di capire che non sarebbe arrivato, povero cucciolo.

Poi ci tenevo a ringraziare AileaDreamer  per avermi sopportata e consigliata mentre scrivevo la storia. In totale i capitoli saranno 7/8 e aggiornerò una volta a settimana, concedendo così tutto entro la fine delle vacanze di natale. Spero che questo prologo vi sia piaciuto e che possa piacervi il resto della storia.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


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Io ti ho regalato quella sciarpa

 

New York, Natale 2021

Quello sarebbe stato il primo natale che Blaine avrebbe trascorso da solo. Cooper gli aveva offerto di passarlo con lui a Los Angeles, ma Blaine aveva rifiutato la proposta del fratello. Si era trasferito da qualche mese a New York per il college e aveva appena trovato un lavoretto natalizio per mettere da parte dei soldi. Non aveva mai avuto problemi di soldi, anzi ne aveva sempre avuti fin toppi forse. Ma non voleva più dipendere dai suoi genitori, non voleva che gli rinfacciassero anche quello. Non aveva mai avuto un gran rapporto con loro, forse solo da bambino. Ma poi era cresciuto, aveva capito chi fosse e quello che era non era esattamente quello che volevano i suoi genitori. Così mano mano il loro rapporto era andato a spezzarsi e Blaine non era mai stato più felice di andare via da casa una volta finito il liceo. Certo i suoi genitori non gli avevano mai fatto mancare nulla e si erano anche offerti di pagargli la rata del college, ma il loro rapporto si limitava a quello. Ma a Blaine andava bene così, aveva suo fratello su cui poteva contare per qualsiasi cosa. Nonostante da bambini si fossero sempre presi in giro, o meglio Cooper lo avesse sempre preso in giro, con gli anni erano diventati più uniti e poi anche Cooper non andava molto d'accordo con i genitori. Forse era proprio quello che aveva unito i due fratelli, quello e la loro passione per la musica e la recitazione. Si erano sempre supportati a vicenda e ora Cooper era a Los Angeles per cercare di intraprendere la strada dell'attore e Blaine era a New York, iscritto alla NYADA. Nonostante i loro sogni fossero simili, erano anche diversi. Cooper sognava il cinema, Blaine sognava Broadway. Si erano spesso messi a discutere su questo, ma poi avevano sempre chiarito cantando una canzone.
«Schizzo, sicuro che non vuoi venire da me per Natale? Sei ancora in tempo e non mi piace sapere che passerai il natale da solo» gli stava ripetendo Cooper, ormai tutte le volte che parlavano al telefono Cooper tornava sempre su quell'argomento.
«Ne sono sicuro Coop- aveva affermato Blaine incastrando il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre faceva passare il suo badge per entrare negli spogliatoi dedicati al personale- Devo lavorare e devo partecipare ad uno spettacolo oltre che allo Showcase della NYADA -gli aveva ripetuto, avevano parlato tante volte di quanto fosse importate aver ricevuto quell'invito per il Winter Showcase della NYADA quando era solo una matricola- E poi sono sicuro che non sarà così male passare il natale qui, sono a New York, Coop!» aveva ribadito, come se ogni tanto avesse bisogno lui stesso di ricordarsi che era veramente a New York e non era solo un sogno. Cooper aveva sospirato e poi l'aveva salutato dato che breve Blaine avrebbe iniziato il suo primo giorno di lavoro. Aveva chiuso la chiamata con il fratello e aveva indossato il suo costume da Babbo Natale e poi aveva fatto una strana smorfia quando aveva dovuto indossare la barba, pungeva ed era fastidiosa. 

«Kurt! Ti vuoi sbrigare? Siamo in ritardo» aveva esclamato Rachel mentre osservava il suo migliore amico correre da una parte all'altra del loro appartamento.
«Ci sono eccomi» aveva ribadito il ragazzo mentre si avvolgeva la sciarpa Burberry al collo e raggiungeva la sua amica. Quella sciarpa l'aveva conservata per anni nel suo comodino, la prima volta che l'aveva utilizzata era stato quando si era trasferito a New York l'anno prima. Ormai non era più un bambino e quella sciarpa non era più troppo grande. Quando si soffermava a pensare a come l'aveva avuta sorrideva malinconico. Blaine era stato il suo unico amico per molti annui, almeno finché non era entrato nel Glee Club della sua scuola. Erano stati anni difficili quelli del liceo e se non fosse stato per i suoi amici non era sicuro che sarebbe riuscito ad affrontare il tutto. Ma era uscito da quella scuola più forte di prima e aveva iniziato una nuova vita quando era arrivato a New York. Era andato a vivere con la sua migliore amica che era lì per frequentare la NYADA e lui aveva trovato un lavoro da stagista da vogue.com. Doveva essere una cosa temporanea, ma poi era finita per diventare un vero e proprio lavoro. Così si divideva tra le lezioni alla Parson e il lavoro lì.
«Io davvero non so come tu mi abbia convinto a fare una cosa del genere -stava borbottando Kurt mentre entravano al centro commerciale- No seriamente, Rach.. come mi hai convinto a indossare questi osceni costumi di poliestere?» aveva ribadito osservando schizzinoso il vestito da elfo che aveva in mano mentre la sua amica aveva già indossato il suo.
«Soldi Kurt! -aveva esclamato Rachel in risposta mentre si sistemava allo specchio- Soldi!» Kurt aveva annuito per poi spogliarsi dai suoi preziosi vestiti, conservarli con cura in quell'armadietto e indossare, un po' riluttante, quello stupido costume.
«Ma poi, si può sapere come hai trovato questo lavoro?» le aveva domandato mentre usciva dagli spogliatoi e raggiungeva il palco insieme alla sua amica, palco dove c'era già Babbo Natale che parlava con alcuni bambini, ma Kurt non ci aveva prestato attenzione in quel momento.
«Ne aveva parlato distrattamente un mio compagno alla NYADA, Blake credo -aveva affermato pensierosa cercando di ricordare il nome del ragazzo, per poi agitare la mano come a dire che il nome non aveva importanza- Lo sai che anche lui parteciperà allo Showcase anche se è una matricola?» Kurt aveva annuito senza prestarle veramente attenzione, voleva bene a Rachel ma quando iniziava a parlare della NYADA sapeva che poi non la smetteva più e lui automaticamente iniziava a pensare ad altro.

Kurt era corso a togliersi quello stupido costume appena finito il turno, senza neanche aspettare Rachel che si era fermata a parlare con il suo compagno. Era ormai di nuovo nei suoi vestiti quando Rachel aveva fatto il suo ingresso accompagnata da Babbo Natale, questa volta non aveva più la barba sul volo e Kurt si perse un attimo a guardarlo. Non immaginava che Babbo Natale potesse essere così bello. Ma quello che lo aveva catturato più di tutto, una volta che gli si era avvicinato, erano stati i suoi occhi. E Kurt poteva giurare di aver conosciuto già quegli occhi.
«Lui è il mio migliore amico e coinquilino -stava dicendo Rachel indicandolo e raggiungendolo- Kurt» lo aveva presentato e Kurt era abbastanza sicuro di aver visto una luce accendersi negli occhi di Babbo Natale.
«Kurt -aveva ripetuto e il suo nome era stato quasi melodico. "Ho conosciuto un Kurt anni fa -aveva pensato Blaine per poi osservare attentamente il ragazzo che aveva difronte- Aveva i tuoi stessi occhi" aveva pensato ancora osservando gli occhi azzurri del ragazzo che aveva difronte. Kurt non sapeva il motivo, ma era sicuro che fosse arrossito, forse per il modo in cui lo stava guardando- Di dove hai detto che siete?» aveva poi chiesto guardando di nuovo Rachel, come se gli sfuggisse qualcosa.
«Lima, Ohio» aveva risposto Kurt per poi sentire di nuovo quello sguardo dorato su di lui. E quella risposta aveva solo aumentato i pensieri di Blaine. "Anche il Kurt che ho conosciuto era dell'Ohio, ma non ricordo di dove con precisione" aveva pensato ancora. Rachel guardava confusamente quello scambio di sguardi e, conoscendo Kurt e capendo che fosse in imbarazzante il modo in cui Babbo Natale lo stava osservando, aveva deciso di intervenire.
«Tu invece, di dove hai detto che sei?» aveva domandato al ragazzo che aveva spostato poi il suo sguardo dorato su di lei, facendo così avere una tregua a Kurt.
«Anche io vengo dall'Ohio, Westerville» aveva affermato e Kurt sentendo quella città aveva alzato di scatto lo sguardo, che aveva abbassato momentaneamente, incontrando di nuovo quello dorato di Babbo Natale che non faceva altro che scrutarlo, come se stesse cercando di capire qualcosa. Kurt aveva balbettato qualcosa confusamente e si era girato per recuperare le ultime cose e quando aveva indossato la sua sciarpa Blaine l'aveva riconosciuta. Ma, insomma, era davvero la stessa sciarpa? Ci sono infinite sciarpe di quel genere e sono a New York, non era strano che un ragazzo indossasse una sciarpa Burberry. Eppure da quando aveva sentito quel nome non faceva altro che ripensare a quel bambino conosciuto anni prima, quello stesso bambino che non vedeva da undici anni ormai. E andiamo, non poteva essere davvero lui quel bambino. Quante probabilità c'erano.
«Babbo Natale -lo aveva richiamato Kurt rendendosi contro che ancora non sapeva il suo nome, Blake forse, era così che lo aveva chiamato Rachel- non pensarci neanche a rubarmela -aveva affermato dopo aver notato lo sguardo del ragazzo sulla sua sciarpa- Oltre ad essere un modello non più in produzione -aveva aggiunto e Blaine aveva alzato un sopracciglio confuso, cosa c'era di diverso tra questa sciarpa e quella dell'ultimo modello? A lui sembravano perfettamente uguali- è un regalo di tanti anni fa» aveva affermato, ci teneva particolarmente a quella sciarpa proprio perché gli era stata regalata dal suo vecchio amico. Chissà se Babbo Natale lo conosceva, aveva detto di essere di Westerville. Aveva pensato Kurt, ma Blaine ormai non pensava più fossero solo delle coincidenze. Come era il detto? Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. E ora lui si trovava davanti un ragazzo che aveva all'incirca la sua stessa età e si chiamava Kurt, veniva dall'Ohio e aveva gli stessi occhi del Kurt che aveva conosciuto lui. E in più aveva una sciarpa Burberry uguale a quella che aveva rubato a suo padre per regalarla al suo amico e aveva detto che era un vecchio regalo.
«Io ti ho regalato quella sciarpa -aveva affermato poi Blaine, con tono non troppo sicuro. Sia Kurt che Rachel avevano guardato confusamente il ragazzo a quell'affermazione.- Okay no.. forse ti ho solo confuso con qualcun altro, scusa» aveva aggiunto Blaine, poi aveva scosso la testa e si era allontanato, diretto verso il suo armadietto per togliersi quel costume di Babbo Natale e rimettere i suoi vestiti. "Avanti Blaine, non può essere davvero lui. E se lo è perché dovrebbe ricordarsi di te?" si ripeteva in mente mentre si spogliava senza rendersi conto che Kurt lo stava fissando, senza volerlo. E intanto Rachel guardava Kurt confusa, non capendo cosa era appena successo. 
«Che vuol dire che mi hai regalato tu questa sciarpa?» Kurt non si era neanche reso conto di aver raggiunto Babbo Natale e di aver parlato. Ma quell'affermazione l'aveva turbato. Quella sciarpa gli era stata regalata dal suo unico amico, unico fino all'arrivo dei ragazzi del Glee, amico di cui aveva completamente perso le tracce da anni. Di lui sapeva solo che si chiamava Blaine, che era di Westerville e che era di famiglia ricca. E non poteva essere davvero lui, giusto? O forse sì? Forse era per questo che aveva avuto l'impressione di conoscere quegli occhi?
«Niente, lascia stare» gli aveva risposto Blaine mentre infilava velocemente il suo maglione natalizio.
«Come hai detto che ti chiami?» aveva chiesto ancora Kurt.
«Non l'ho detto -aveva risposto mentre si passava una mano tra i ricci per sistemarli- Mi chiamo Blaine» aveva aggiunto sotto lo sguardo curioso del ragazzo. "Blaine. Westerville. Sciarpa." Kurt ripeteva queste parole in mente, come una specie di mantra.
«Non.. non può essere» aveva mormorato a voce alta senza rendersene conto, ma il tono era talmente basso che Blaine al suo fianco non era riuscito a capire cosa aveva detto.
«Tutto bene, Kurt?» aveva domandato Blaine vedendo lo sguardo spaesato del ragazzo. Kurt si era portato una mano davanti alla bocca per lo stupore. Era davvero lui, forse era assurdo, ma ricordava bene il modo in cui Blaine pronunciava il suo nome una volta che lo aveva finalmente imparato e ricordava bene il suo sguardo. E sapeva che all'epoca erano solo due bambini, che erano cresciuti ora. Eppure il modo di pronunciare il suo nome era sempre quello, gli occhi sempre li stessi, innocenti e pieni di speranza. E poi aveva detto di essere di Westerville, aveva detto di essere stato lui a regalargli quella sciarpa.
«Cosa mi sono persa? Cosa sta succedendo?» aveva domandato Rachel più confusa che mai mentre spostava lo sguardo tra i due ragazzi.
«Mi hai regalato tu questa sciarpa» aveva poi affermato Kurt, ignorando la domanda di Rachel e Blaine aveva spostato di nuovo lo sguardo su di lui senza rispondere alla ragazza che era sempre più confusa. Blaine osservava il ragazzo non sapendo bene cosa dire, troppo stupito per poter dire qualcosa. Erano passati undici anni, undici, dall'ultima volta che si erano visti. Nessuno dei due avrebbe mai pensato che si sarebbero rincontrarti anni dopo, per di più di nuovo sotto periodo natalizio.
«Vi conoscete?» aveva domandato ancora Rachel cercando di capire di più.
«Sì» avevano risposto in coro, senza neanche farlo apposta.

«Quindi, fatemi capire, vi siete conosciuti quindici anni fa a Natale e non vi vedete da undici anni?» aveva domandato Rachel quando Kurt e Blaine le avevano raccontato il modo in cui si erano conosciuti anni prima. Kurt e Blaine avevano annuito in risposta.
«E tu gli hai regalato quella sciarpa? -aveva domandato ancora Rachel, questa volta guardando solo Blaine e indicando la sciarpa che Kurt portava al collo. Blaine aveva semplicemente annuito- E avevi quanto? Quattro anni? -aveva chiesto ancora Rachel e Blaine aveva annuito di nuovo- E come fa un bambino di quattro anni a fare un regalo del genere?» aveva domandato ancora e Blaine si era messo a ridere.
«Diciamo che potrei averla rubata dall'armadio di mio padre» aveva ammesso ridendo e Kurt a quella frase aveva spalancato gli occhi. Non si era mai posto il problema di come Blaine a soli quattro anni si fosse preoccupato quella sciarpa, ma di certo non pensava che l'avesse rubata.
«Oddio allora te la ridò subito» aveva affermato portandosi le mani al collo per togliersi la sciarpa e porgerla al ragazzo che in risposta si era messo a ridere.
«Kurt sono passati quindici anni da quando te l'ho data e mio padre non si è mai accorto che mancava. È tua, tienila tranquillamente» l'aveva rassicurato Blaine posando una mano su quella di Kurt per impedirgli di togliersela. Era stato un gesto istintivo, non ci aveva neanche pensato. Kurt aveva sentito una scossa quando aveva sentito la mano calda e callosa di Blaine sulla sua, ma aveva cercato di non darlo a vedere. Si era limitato ad annuire e a sistemarsi di nuovo la sciarpa. Poi si erano ritrovati a parlare del perché fossero lì a New York e di cosa avrebbero fatto durante quelle vacanze, scoprendo che nessuno dei tre sarebbe tornato dalla propria famiglia quell'anno.
«Ehi Blaine! Eccoti» una ragazza dai boccoli biondi era arrivata all'improvviso schioccando un bacio sulla guancia di Blaine, fin troppo vicino alle labbra aveva pensato Kurt.
«Ehi Steffy -l'aveva salutata Blaine risvegliandosi da quel mondo fatto di ricordi in cui era sprofondato dopo aver rivisto Kurt- Scusate ragazzi, ora devo andare -aveva affermato poi rendendosi conto che si era perso in chiacchiere con loro- Ci vediamo domani»
«Domani?» aveva domandato Kurt confuso.
«Si, domani -aveva confermato Blaine- Sai io sono Babbo Natale, tu uno dei miei elfi» aveva spiegato sotto lo sguardo confuso di Kurt.
«Oh si.. giusto. A domani» lo aveva salutato con un cenno della mano Kurt per poi vederlo andare via con quella ragazza spuntata all'improvviso.
«Ti piace!» aveva affermato Rachel una volta che erano rimasti da soli.
«Cosa? -aveva balbettato confusamente- No, cosa dici? Cioè ci conosciamo a malapena, no.. non mi piace» aveva blaterato confusamente facendo sorridere Rachel.
«Oh avanti è così carino con quegli occhi da cucciolo. Hai visto i suoi occhi Kurt?» aveva domandato Rachel agitando il suo braccio. 
«Rachel lascia il mio braccio e il fatto che sia carino non significa nulla. E poi non hai visto che ha una ragazza? Non c'è niente tra me e Blaine, siamo stati amici in passato e ora siamo colleghi. Fine.» aveva risposto con quel suo tono piatto, facendo capire che non voleva parlarne. Perché sapeva che se si fosse soffermato un secondo di più a pensare a quel occhi che aveva riconosciuto sin da subito, alla sua mano calda che aveva sfiorato la sua, ai suoi ricci non più pieni di gel come quando era bambino e al fatto che aveva soppresso per tutto il tempo un'irrefrenabile voglia di infilarci una mano, sapeva che se ci avesse pensato un secondo di più, quel ragazzo sarebbe stata la sua rovina. E ne aveva abbastanza di cotte per ragazzi etero.

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


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Credo che tu gli piaccia

New York, Natale 2021

Era ormai una settimana che Kurt e Blaine si erano rincontrati. Ma il loro incontri si erano limitati al lavoro e magari a prendere un caffè a fine turno e ogni volta arrivava quella ragazza bionda che lo salutava con un bacio sulla guancia, sempre troppo vicino alle labbra e se lo portava via. E Kurt si trovava ad invidiare ogni giorno di più quella ragazza, perché lei poteva baciare quelle labbra morbide e invitanti quante volte voleva, poteva giocare con i suoi ricchi, poteva toccarlo come avrebbe voluto sempre fare Kurt, poteva perdersi nei suoi occhi magnetici. E Kurt ogni volta che si ritrova a pensare a quello si malediceva. Maledetto Blaine e maledetta la sua dannata perfezione, maledetta Rachel che l'aveva spinto verso quei pensieri. Kurt era consapevole di starsi prendendo una bella cotta per il ragazzo, ma non poteva. Non poteva dannazione. Lui aveva una ragazza, era etero, sarebbe stato impossibile per loro due. E poi diamine, non lo conosceva neanche, non sapeva nulla di lui se non il suo nome, che era di Westerville e che condivideva lo stesso sogno di Rachel, non poteva essersi preso davvero una cotta per un ragazzo che neanche conosceva. Un ragazzo etero, sottolineò il suo cervello. Eppure da quando aveva incontrato di nuovo i suoi occhi non aveva fatto altro che sognarli.
«Kurt? Mi stai ascoltando? -Rachel sventolava una mano davanti al volto di Kurt come per richiamare la sua attenzione- Stavi sognando di nuovo Blaine vero?» aveva ridacchiato Rachel, ormai aveva imparato a riconoscere i segnali che le facevano intuire che Kurt si fosse preso una cotta.
«No! -aveva negato subito Kurt, ma Rachel non ci aveva creduto- Dannazione Rach! Non posso esserci ricascato di nuovo, non con un ragazzo etero»
«Ma tu sei sicuro sicuro che sia etero?» gli aveva domandato Rachel, perché di certo la prima impressione che le aveva fatto Blaine non era certo quella di un ragazzo etero. Insomma quale ragazzo etero avrebbe guardato Kurt con la stessa intensità con cui l'aveva guardato Blaine il giorno in cui si erano rincontrati.
«Ha chiaramente una ragazza -aveva riposto Kurt cercando si pensare a quella ragazza che ogni volta compariva dal nulla e se ne andava con Blaine tenendolo a braccetto. E Rachel non aveva aggiunto altro, magari si era sbagliata e non voleva dare alcuna speranza a Kurt rischiando poi di illuderlo- Comunque cosa mi stavi dicendo?» le aveva chiesto poi Kurt, cambiando argomento. Cercando di non pensare a Blaine. O almeno quello era l'intento.
«Ti avevo chiesto se ti dovevo riservare il biglietto per lo Showcase» gli aveva ripetuto.
"Anche Blaine parteciperà allo showcase, vero?" aveva domandato a sé stesso. Oh Dannazione, stava di nuovo pensando a lui.
«Si, certo» aveva risposto poi alla sua amica mentre pensava che se fosse andata a vederla avrebbe visto Blaine esibirsi per la prima volta e sinceramente non vedeva l'ora. "Maledizione Kurt! Smettila di pensare a lui" si era detto subito dopo.

«Dio quanto è fastidiosa questa barba» si era lamentato Blaine una volta sceso dal palco, si era abbassato quella barba e si era grattato il mento leggermente irritato ora. Kurt aveva ridacchiato per la sua lamentela, per una volta non era lui che si lamentava dei costumi.
«Oh dai.. non sarà così terribile» aveva risposto divertito Kurt mentre cercava di non fissarlo troppo insistentemente, ma era dannatamente difficile non farlo quando Blaine aveva portato la testa indietro, facendo così allungare tutti i muscoli del collo, per grattarsi sotto il mento. Come aveva fatto a crescere così bene? Si era chiesto Kurt costringendosi a guardare altro.
«Perché non la metti tu, allora? Così vedremo chi ha ragione» l'aveva provocato Blaine per poi scoppiare a ridere per l'espressione terrorizzata del ragazzo.
«Tieni lontano da me quella cosa, Anderson» aveva detto Kurt con tono minaccioso quando Blaine si era sfilato la barba finta e l'aveva avvicinata pericolosamente al suo viso, alla delicatissima pelle del suo viso.
«Prendiamo lo stesso un caffè? -aveva domandato Blaine lasciando perdere la barba e indossando di nuovo i suoi vestiti- O devi andare anche tu come Rachel?» aveva chiesto ancora, dato che Rachel si era praticamente dileguata non appena era scesa dal palco, non si era neanche cambiata e Kurt non aveva perso occasione di prendere in giro la sua amica che sarebbe andata in giro per New York vestita da elfo.
«Sì -aveva risposto Kurt, forse con troppo entusiasmo suscitando uno sguardo curioso e divertito di Blaine- sì certo, mi andrebbe» aveva aggiunto poi cercando di non sembrare poi così entusiasta e felice del fatto che Blaine gli avesse chiesto di prendere un caffè solo loro due, infondo non significava nulla, lui aveva una ragazza e loro erano solo amici. Blaine era solo il suo amico di natale, come l'aveva definito quando era solo un bambino.

Blaine quel giorno si era concesso di prendersi una buona cioccolata calda. Era sempre stato un ragazzo goloso e quel giorno le temperature a New York erano più basse del solito e quale modo migliore di riscaldarsi con una cioccolata calda gigante?
«Sicuro di berla tutta?» aveva domandato Kurt quando gli avevano consegnato il bicchierone grande quasi quanto la sua faccia. Blaine aveva riso per la sua espressione e poi aveva annuito mentre il ragazzo più grande ordinava il suo solito caffè magro. 
«Allora Kurt -aveva detto Blaine mentre si sedevano al solito tavolino di Starbucks, ormai era diventata una loro abitudine prendere un caffè e fare quattro chiacchiere seduti a quel tavolo dopo il loro turno di lavoro- Come siete diventati amici tu e Rachel? Mi ha detto che andavate al liceo insieme, giusto?» aveva domandato intenzionato a conoscere, o meglio conoscere di nuovo, il ragazzo. Aveva dei bei ricordi con lui e anche se erano cresciuti in quegli anni in cui non si erano visti, Blaine riusciva ancora a vedere quel bambino in quegli occhi e voleva conoscere l'uomo che era diventato.
«Si, eravamo nel Glee club insieme» aveva risposto semplicemente prima di prendere un sorso del suo caffè. E poi erano finiti a parlare del Glee club. Blaine gli aveva raccontato di essere stato il leader dei Warblers ed entrambi si erano stupiti di non essersi rincontrati prima durante le varie competizioni che avevano affrontato con i Glee club per poi scoprire che all'unica esibizione dove i due Glee club, le New Direction e i Warblers, si erano scontrati direttamente Blaine era stato assente per un problema di salute, uno stupido scherzo finito male fatto dai suoi compagni della Dalton, scherzo che era costato anche la vittoria delle New Direction invece che la loro. Blaine poi aveva guardato l'orario sul suo telefono e si era alzato, Kurt si era guadato intorno rendendosi conto che quello era il solito orario in cui arrivava quella biondina e si portava via Blaine, eppure quel girono non sembrava avesse intenzione di arrivare.
«Io devo andare a comprare alcuni regali per Natale, ti va di accompagnarmi?» gli aveva chiesto poi Blaine con un sorriso sulle labbra, prendendolo completamente contropiede.
«Si, certo -aveva annuito- Ne approfitto anche io per fare qualche regalo -aveva poi aggiunto alzandosi anche lui dal tavolo. Poi insieme erano andati a buttare i loro bicchieri ormai vuoti ed erano usciti da Starbucks e si erano diretti al piano superiore del centro commerciale dove c'erano i negozi- Allora, non ti vedi con la tua ragazza oggi?» aveva domandato Kurt giusto per fare conversazione. Non che gli interessasse davvero una risposta, ma magari sentendo direttamente Blaine parlare della sua ragazza avrebbe smesso di pensare a lui come se fosse un adolescente alla presa con la sua prima cotta. E Kurt decisamente non voleva ricordare come erano andate a finire le cose dopo la sua prima cotta.
«La mia ragazza?» aveva risposto confuso Blaine alzando un sopracciglio a quella domanda mentre continuava a camminare con Kurt ed entravano nel primo negozio.
«Si Stefany, Steffy.. la biondina che ti viene sempre a prendere» aveva risposto Kurt cercando di spiegarsi dato che non era sicurissimo di ricordare il nome della ragazza e Blaine era scoppiato a ridere a quell'affermazione.
«Steffy non è la mia ragazza» gli aveva poi risposto tranquillamente, negando tutto.
«Oh» era tutto quello che Kurt era riuscito a dire, forse troppo sorpreso da quella scoperta, non so lo aspettava di certo. 
«Davvero pensavi fosse la mia ragazza?» aveva domandato divertito Blaine e Kurt aveva annuito facendo ridere di nuovo Blaine 
«Perché ridi?» aveva chiesto poi confuso, non capendo cosa ci fosse di divertente in quello.
«Sono gay, Kurt -gli aveva risposto come se fosse la cosa più scontata del mondo- non mi interessano le ragazze»
«Oh -aveva sussurrato di nuovo, di certo non se lo aspettava, anzi era ancora più sorpreso di prima. Andiamo, davvero Blaine, il suo vecchio amico di natale, il bellissimo ragazzo che aveva difronte oltre ad essere generoso e simpatico era anche gay?.- E lei.. e lei lo sa?» aveva chiesto poi non sapendo bene cosa dire. Perché da quello che aveva visto lui in quei gironi aveva sempre pensato che stessero insieme, anche se ora che ci penava meglio si era accorto che era sempre lei quella che baciava Blaine, che lo prendeva sotto braccio, lui non aveva mai fatto una prima mossa. E magari non stavano insieme, ma era sicuro che quella ragazza ci stesse provando con Blaine. 
«Si lo sa -aveva annuito Blaine- ma credo che lo ignori.. credo sia convinta che così facendo cambierò idea sui miei gusti» aveva aggiunto in un'alzata di spalle e Kurt si era limitato ad annuire senza sapere bene cosa dire. Il suo cervello stava ancora rielaborando le parole che gli aveva detto prima: "Sono gay, Kurt". Il ragazzo per cui si stava prendendo una cotta non aveva una ragazza, era gay. Doveva assolutamente parlare di quello con Rachel.

Kurt era rientrato nel suo loft a Bushwick che ormai era ora di cena e Rachel gli era subito andata incontro riempiendolo di domande sul dove fosse stato e perché ci aveva messo tanto a tornare a casa. Kurt aveva riso per tutte quelle domande, anche se non lo avrebbe mai ammesso gli piaceva quando Rachel si comportava con lui come una mamma.  E se ripensava a com'era il loro rapporto agli inizi, gli veniva da ridere. Se all'epoca gli avessero detto che Rachel Berry sarebbe stata la sua migliore amica sarebbe scoppiato a ridere. E invece ora lei era l'amica più cara che avesse, sapeva che poteva contare su lei per qualsiasi cosa, sapeva che lei ci sarebbe sempre stata.
«Calma Rach, sto bene -aveva bloccato il suo flusso di domande sorridendole- Mi sono fermato a fare un giro per i negozi» le aveva spiegato poi il motivo del suo ritardo, ma Rachel che aveva imparato a conoscerlo sapeva benissimo che ci fosse qualcosa di più, qualcosa che non le stava dicendo.
«Cosa mi nascondi? -aveva domandato infatti- Kurt Elisabeth Hummel parla subito!» gli aveva ordinato quando aveva visto un sorriso spuntare sulle labbra dell'amico, un sorriso diverso dagli altri, un sorriso che aveva visto solo in poche, pochissime occasioni. E Kurt non se l'era fatto ripetere due volte, si era il suo cappotto appendendolo all'appendiabiti e poi aveva trascinato Rachel sul divano iniziando a raccontarle tutto quello che era successo da quando avevano finito il suo turno. Le aveva raccontato di come Blaine si fosse lamentato di quella barba sorvolando di quando si era messo a fantasticare sul suo collo, le aveva raccontato di quando erano stati a Starbucks e della conversazione che avevano avuto, poi le aveva raccontato di quando gli aveva chiesto di accompagnarlo a prendere alcuni regali di natale e di tutti i negozi che avevano girato. Le aveva anche raccontato di quanto fosse stato difficile trattenersi dal comportarsi come suo solito quando entrava in un negozio perché non voleva assolutamente che Blaine pensasse che fosse un maniaco dello shopping, anche se effettivamente lo era. Rachel era rimasta un po' spaventata quando erano andati a fare shopping insieme per la prima volta, ma poi si era abituata a quello e adesso si faceva sempre trasportare quando andava a fare shopping con il suo amico. E poi Rachel doveva ammettere che non c'era persona migliore di Kurt con cui andare a fare shopping, sapeva consigliarti tutto perfettamente.
«E poi mi ha detto di essere gay, ti rendi conto? Non solo è bello, simpatico, gentile, è anche gay Rach!» aveva esclamato Kurt, ma non sembrava così felice di quella cosa. Perché come sempre aveva iniziato a pensare troppo, alla fine il fatto che Blaine fosse gay non significava nulla. Non è che solo perché fosse gay allora di conseguenza di sarebbe innamorato di lui. Blaine era bello, ricco, simpatico, gentile e a quanto pare pieno di talento, perché avrebbe dovuto interessarsi a lui? 
«Lo sapevo -aveva esclamato Rachel con un sorriso, per poi accorgersi dello sguardo dell'amico- Che succede Kurt?» aveva domandato preoccupata.
«Che vuol dire che lo sapevi?» le aveva chiesto aggrottando la fronte confuso, ingorgando la domanda della ragazza.
«Beh lo sospettavo -si era stretta nelle spalle- Insomma nessun ragazzo etero ti avrebbe guardato con la stessa intensità con cui ti guardava Blaine il giorno in cui vi siete rivisti» aveva spiegato e Kurt l'aveva guardata ancora più confusamente.
«Perché? Come mi guardava?»
«Non come un ragazzo etero, questo è poco ma sicuro -aveva risposto Rachel ridacchiando e le era bastata un solo sguardo per capire cosa stesse frullando nella testa del suo amico- Sai, credo che tu gli piaccia» aveva aggiunto poi sorridendogli. Ora che aveva rimesso insieme i pezzi era giunta a quella conclusione. Forse a Kurt era sfuggito, ma Blaine si lasciava sfuggire spesso qualche sguardo verso il ragazzo quando lavoravano. E poi era sempre lui a proporre di bere qualcosa a fine turno. E poi il modo in Blaine scherzava con Kurt. E il fatto che oggi gli avesse chiesto aiuto per i regali quando alla fine, come raccontato da Kurt, non aveva comperato nulla.
«Tu.. tu lo credi? Credi davvero che potrei interessargli?» e Rachel aveva annuito convinta a quella domanda. Kurt era sempre stato un ragazzo abbastanza sicuro di sé, un ragazzo che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Tranne quando si trattava di ragazzi, in quel caso diventava il ragazzo più insicuro del mondo.
«Perché non dovresti? -gli aveva domandato- Kurt sei un ragazzo stupendo e da quando sei qui a New York sei diventato ancora più bello. E fidati, quel costume da elfo potrai anche odiarlo e potrà essere tutto in poliestere, ma mette in evidenza il tuo fisico asciutto e tonico. A proposito, da quando hai queste braccia?» e Kurt era scoppiato a ridere per quella domanda finale.

Blaine era uscito presto di casa quella mattina, aveva preso un caffè di passaggio da uno dei bar sotto casa ed era andato in un piccolo teatro off Broadway dove si sarebbe tenuto un piccolo spettacolo di natale. Steffy era stata la prima a raggiungerlo, si era aggrappata al suo braccio e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia. Blaine aveva alzato gli occhi al cielo.
«Dovresti smetterla di salutarmi così Steffy -gli aveva detto incamminandosi verso i camerini- Poi la gente pensa che stiamo insieme» aveva aggiunto mentre la ragazza lo seguiva come un cagnolino.
«Beh se la gente già lo pensa, perché non ci mettiamo davvero insieme?» aveva domandato la biondina con un sorriso sulle labbra.
«Forse per il semplice fatto che sono gay? -aveva domandato retoricamente e la ragazza aveva alzato gli occhi al cielo sbuffando, come se quel dettaglio fosse irrilevante- Solo perché recitiamo insieme e sono il tuo ragazzo nello spettacolo, non significa che dobbiamo stare insieme anche nella realtà»
«Come sei pignolo.. vedrai che entro natale cambierai idea» aveva ripetuto la ragazza. Blaine aveva alzato gli occhi al cielo e si era chiuso nel suo camerino per prepararsi per le prove di quel piccolo spettacolo natalizio che avrebbero dovuto fare il giorno della vigilia.

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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***


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Serata al Callbacks

 

New York, Natale 2021

Dopo quel pomeriggio di shopping, Blaine non era più riuscito a fermarsi a prendere un caffè con Kurt e Rachel. E Kurt aveva iniziato a pensare di aver fatto qualcosa di male durante il loro pomeriggio in giro per negozi. Rachel ogni giorno provava a rassicuralo dicendo che non era colpa sua, ma che Blaine era solo impegnato. Eppure Kurt aveva creduto alle parole dell'amica solo quando per il quinto giorno di fila Blaine non si era fermato, ma prima di andare via si era scusato di quello e aveva rivolto a Kurt uno di quei sorrisi che gli toglievano il fiato. E poi il suo sguardo era involontariamente caduto forse troppo in basso quando Blaine aveva voltato le spalle ed era andato via.
«Okay che Blaine non è tutta questa altezza, ma sono sicura che il suo volto era un po' più in alto» l'aveva ripreso divertita Rachel notando lo sguardo del suo migliore amico. Kurt non aveva detto nulla, aveva voltato lo sguardo cercando di nascondere le sue guance improvvisamente rosse, ma a Rachel non erano sfuggite. Si era limitata a sorridere e a rivestirsi.

Blaine aveva passato gli ultimi gironi a dividersi tra prove al teatro, lavoro al centro commerciale e le prove per il Winter Showcase che si sarebbe tenuto nel giro di pochi giorni. Aveva dovuto anche saltare tutti i caffè post lavoro con Kurt e Rachel per riuscire ad arrivare preparato a tutto. Ci teneva davvero a fare una buona impressione davanti a Madame Tibideaux. E poi era arrivato il girono dello Showcase. Dire che era agitato era poco, era da circa un'ora che era davanti allo specchio a cercare di sistemare i suoi ricci ribelli con il gel. Si era allontanato dallo specchio ed era uscito di casa solo una volta che si era ritenuto soddisfatto del risultato. Ormai erano mesi che non usava più tutto quel gel e gli faceva uno strano effetto non vedere più i suoi ricci cadergli sulla fronte appena si muoveva. Aveva infilato una semplice giacca grigia sopra un maglioncino nero a collo alto e poi era uscito dal suo appartamento. Quando era arrivato alla NYADA si era subito diretto alla Round Room dove si sarebbe tenuto lo Showcase. Era rimasto sorpreso dal gran numero di persone che c'erano quella sera, ma nonostante la stanza fosse piena il suo sguardo aveva subito notato la presenza di Kurt. Era rimasto sorpreso in un primo istante di trovarlo lì. "Rachel è la sua migliore amica, è ovvio che sia qui" si era detto poi, non era di certo lì per lui. Forse doveva starlo fissando troppo intensamente e Kurt doveva essersi sentito osservato dato che poco dopo il ragazzo aveva alzato lo sguardo su di lui e aveva accennato un piccolo sorriso imbarazzato. Poi anche Rachel si era girata verso di lui e gli aveva fatto segno di raggiungerli. Così Blaine si era fatto spazio tra la folla e li aveva raggiunti. 
«Nervoso? -aveva domandato Rachel dopo averlo salutato e Blaine aveva annuito- Tranquillo, se sei qui significa che devi essere davvero bravo» gli aveva sorriso la ragazza, Blaine non aveva fatto in tempo a rispondere che Carmen Tibideaux aveva richiamato l'attenzione facendo iniziare così lo Showcase. Avevano preso tutti e tre posto. Il caso, che aveva un nome e cognome e questi erano Rachel e Berry, aveva voluto che Kurt si sedesse vicino a Blaine. Gli aveva fatto un sorriso incoraggiante e poi tutti e tre avevano prestato attenzione alle varie esibizioni. Quando era arrivato il turno di Rachel, Blaine l'aveva ascoltata a bocca aperta. Non l'aveva mai sentita cantare prima di quel giorno e doveva ammettere che era davvero brava.
«Si, Rachel fa questo effetto -aveva detto Kurt orgoglioso della sua amica dopo aver visto l'espressione di Blaine al suo fianco.- Vedrai che anche tu andrai bene» aveva aggiunto, non sapeva il perché ma voleva incoraggiarlo.
«Come fai a dirlo? Non mi hai mai sentito cantare» aveva ribattuto Blaine, certo da piccoli avevano cantato e suonato insieme, ma non era più un bambino, la sua voce era cambiata e maturata.
«Beh uno perché mi ha detto che sei stato il leader più giovane dei Warblers, due come ha detto Rachel se sei qui nonostante tu sia una matricola significa che sei davvero bravo -gli aveva detto Kurt e Blaine gli aveva sorriso- Escluso l'anno scorso con Rach, non succedeva da anni che una matricola venisse invitata allo showcase. Da quello che so, le matricole invitate si possono contare sulle dita di una mano» aveva aggiunto come a dimostrare che c'era una ragione che Blaine quella sera fosse lì. 
«Grazie Kurt» gli aveva sorriso e in quel momento sperava davvero di non deludere le aspettative del ragazzo.

«Blaine Anderson» Rachel era tornata da un paio di esibizioni quando Carmen Tibideaux lo aveva chiamato. Si era alzato dal suo posto e incoraggiato da un sorriso di Kurt e un'occhiolino di Rachel aveva raggiunto il palco. Aveva rivolto un sorriso al pubblico e poi aveva preso una chitarra e aveva iniziato a suonare le prime note. Kurt l'ascoltava incantato, non aveva ancora iniziato a cantare ma era già incantato da lui. Sapeva che suonava la chitarra, o meglio ricorda di quei due natali dove Blaine andava in giro ovunque con una chitarra più grande di lui, non che ci volesse molto poi. Aveva sorriso al suo ricordo e quando Blaine aveva iniziato a cantare aveva sentito dei brividi. Da quando aveva saputo che Blaine frequentava la NYADA, da quando aveva saputo che cantava, aveva più volte immaginato come sarebbe potuta essere la sua voce, ma quello che si era immaginato non dava giustizia alla voce di Blaine. Era calda e accogliente e Kurt in quel momento era stato più che sicuro che avrebbe potuto ascoltarlo per ore e ore senza mai stancarsi. E poi aveva immaginato di come sarebbe stato cantare insieme a lui, anche se non aveva scelto quella strada per il suo futuro, Kurt amava cantare e non perdeva occasione di farlo. E ora, dopo aver ascoltato Blaine cantare per la prima volta, desiderava cantare con lui almeno una volta. Non gli toglieva gli occhi di dosso neanche per un secondo, era come se Blaine fosse una calamita per i suoi occhi. E per un momento, vederlo con una chitarra in mano e i capelli pieni di gel, l'aveva riportato indietro a undici anni prima.
«Here we are as in olden days
Happy golden days of yore
Faithful friends who are dear to us
Gather near to us once more» Blaine aveva spostato il suo sguardo su Kurt e gli aveva sorriso cantando quella strofa. E Kurt era sicuro di essere arrossito sotto il suo sguardo. E poi aveva iniziato a prendere delle note più alte fino ad arrivare a fare un acuto. E se appena aveva iniziato a cantare aveva sentito dei brividi, ora aveva una vera e propria pelle d'oca su entrambe le braccia. Era completamente rapito da lui e dalla sua voce. E non era rimasto per nulla stupito quando aveva sentito tutta la platea applaudirgli e alzarsi in piedi. Forse lui era stato anche il primo ad alzarsi in piedi, seguito subito da Rachel e poi tutti gli altri.

Dopo lo showcase, Kurt, Blaine e Rachel erano andati al Callbacks, locale dove si riunivano abitualmente gli studenti della NYADA e puntualmente c'era qualcuno che si esibiva ogni sera. Sia Kurt che Rachel non avevano fatto altro che complimentarsi con Blaine per la sua esibizione.
«Potrei finalmente aver trovato una voce maschile alla mia altezza» aveva commentato Rachel facendo ridere Blaine e alzare in modo scherzo gli occhi al cielo a Kurt. 
«Dovremmo fare un duetto insieme» l'aveva assecondata Blaine e Rachel aveva subito accettato quella proposta. Ed era stato proprio Kurt a spingerli a farlo quella sera stessa. E così i due nuovi amici avevano cantato un duetto natalizio e Kurt aveva avuto la possibilità di ascoltarlo di nuovo. E poi, Rachel aveva preso possesso del microfono restando sul palco a cantare un'altra canzone e Kurt doveva immaginarlo che sarebbe andata a finire così la serata. Ma quello che non si aspettava era che Blaine si sedesse al pianoforte che c'era su quel palco e accompagnasse la sua amica. Ed era rimasto ad ascoltarlo suonare trovandolo impeccabile anche in quello. Possibile che fosse bravo in tutto quello che faceva? Si era chiesto Kurt.
«C'è qualcos'altro che sai suonare oltre al piano e la chitarra?» gli aveva domandato poi quando Blaine era tornato, lasciando Rachel ad esibirsi, al tavolo dove erano seduti. 
«Suono anche la chitarra elettrica e poi me la cavo con il violino e la batteria» aveva risposto fiero Blaine lasciando Kurt ancora più stupito.
«Quindi , ricapitolando: canti, suoni il piano, la chitarra acustica ed elettrica, il violino e la batteria, reciti -aveva elencato Kurt tenendo il conto sulle dita "sei bello, simpatico, gentile e gay" aveva anche voluto aggiungere ma aveva pensato che era meglio se quello se lo teneva per sé e Blaine aveva annuito in risposta- C'è qualcosa che non sai fare?» e Blaine era scoppiato a ridere. "Oh insomma, ha anche una rista perfetta" aveva pensato Kurt in quel momento.
«Ci sono tante cose che non so fare, Kurt»
«Dimmi una cosa che non sai fare» l'aveva sfidato Kurt.
«Lo sport, sono terribilmente negato in qualsiasi forma di sport -aveva detto Blaine ripensando a quando anni prima aveva provato ad entrare nella squadra di football prima di cambiare scuola- Anche se faccio boxe -aveva aggiunto- Ah sono completamente terribile nel disegno. Disegno ancora come un bambino di 5 anni -aveva aggiunto e Kurt aveva ripensato con un sorriso al disegno che li aveva regalato quando erano bambini- anzi, forse ero più bravo a 5 anni» aveva concluso ridendo e coinvolgendo anche Kurt.

Un nuovo giorno era cominciato, Blaine aveva passato la mattina in teatro a provare per lo spettacolo che ormai si sarebbe tenuto di lì a dieci giorni, poi dopo aver pranzato era andato al centro commerciale dove aveva trovato già Rachel e Kurt nei loro costumi da elfo. Si era cambiato in fretta anche lui e poi erano saliti tutti e tre sul palco.
«Starbucks?» stava chiedendo Blaine a fine turno mentre tornavano verso gli spogliatoi.
«Chi avrebbe mai detto che Babbo Natale fosse sexy?» era intervenuta una nuova voce che aveva impedito a Kurt di rispondere. Blaine si era girato conoscendo quella voce fin troppo bene.
«Sebastian -lo aveva chiamato con un sorriso- Cosa ci fai qui?» gli aveva chiesto mentre gli andava incontro per abbracciarlo sotto lo sguardo attendo di Kurt. E ora chi era quel ragazzo? Si era chiesto.
«Magari è solo un amico» gli aveva detto Rachel all'orecchio notando lo sguardo del suo amico. 
«Sono venuto a trovare la leggenda della Dalton -aveva risposto il ragazzo alto ignorando i due, Kurt continuava a fulminarlo con lo sguardo, non faceva altro che chiedersi chi fosse quel ragazzo e cosa volesse da Blaine- Ormai ad ogni riunione dei Warblers almeno una volta finiamo a parlare di te e di come ci hai fatto vincere le nazionali l'anno scorso»
«Oh ma non è solo merito mio» aveva risposto Blaine sentendo parlare il suo vecchio compagno di scuola.
«Non fare il modesto Anderson-» Stava per aggiungere altro ma un fino colpo di tosse aveva riportato l'attenzione dei due ragazzi su Kurt e Blaine.
«Seb, loro sono Rachel e Kurt -aveva detto poi Blaine voltandosi verso i due amici- Ragazzi lui è Sebastian, era nel Glee club con me» Kurt aveva annuito guardandolo di sottecchi e aveva stretto la sua mano forse con troppa forza, infastidendosi ancora di più per quel sorriso fastidioso sulle labbra del nuovo arrivato.
«Forza Babbo Natale, togliti questi vestiti e andiamo che ti offro la cena» aveva poi detto Sebastian tornando a guardare Blaine e ignorando le occhiate che gli rivolgeva Kurt. Blaine aveva annuito e si era andato a togliere quel costume sostituendolo con i suoi vestiti.
«Ciao Rachel, ciao Kurt, ci vediamo domani» li aveva salutati velocemente Blaine prima di andarsene con Sebastian. Solo allora Kurt si era lasciato cadere su una delle panche che c'erano nello spogliatoio e aveva sospirato.
«Fantastico, forse avrei preferito saperlo etero che con un ragazzo» aveva sbuffato Kurt togliendosi quello stupido cappello da elfo dalla testa.
«Kurt, non è detto che sia il suo ragazzo» aveva provato a tirarlo su di morale Rachel.
«Ma se appena l'ha visto si è completamente dimenticato della nostra presenza» aveva ribattuto, si era sentito completamente invisibile quando Sebastian era arrivato. Rachel non gli aveva risposto, si era seduta al suo fianco e l'aveva stretto in un abbraccio.

Kurt non sapeva come si era lasciato convincere a trascorrere un altra serata al Callbacks anche quella sera. Ma Rachel aveva insistito. Voleva farlo distrarre perché aveva visto come il suo umore fosse peggiorato dopo l'arrivo di Sebastian. Non aveva voluto illuderlo dicendogli "Ma no, vedrai che è solo un amico" o "Non è come sembra, sono sicura che a Blaine non interessa quel ragazzo gli piaci tu". Non lo aveva fatto perché aveva visto come Blaine lo aveva abbracciato, il sorriso che aveva sulle labbra quando lo aveva visto. E non era sicura di sapere cosa fosse per ragazzo per lui, forse era davvero solo un amico ma non poteva dirlo con certezza. Perciò si era limitata a stare accanto a Kurt e a provare a distrarlo convincendolo ad uscire anche quella sera. E Kurt non sapeva neanche come si fosse fatto convincere a salire su quel palco, sicuramente condizionato dal drink che aveva bevuto una volta arrivato.
Blaine aveva passato il resto del pomeriggio in compagnia di Sebastian. Avevano approfittato di quel momento per scambiarsi i regali e poi erano andati a cena insieme. Sebastian l'aveva aggiornato di quello che facevano gli Warblers e poi non aveva perso occasione per chiedergli se avesse trovato qualcuno da portarsi a letto. Blaine abituato a quel tipo di domande, era ormai diventato bravo a cambiare argomento e non rispondere. Dopo con erano andati a bere qualcosa al Callbacks, la sera precedente si era trovato bene in quel locale e aveva deciso di portarci Sebastian. Quest'ultimo era tornato ancora una volta sull'argomento ragazzi e stava provando a convincerlo a scaricarsi l'app d'incontri affermando che se aveva trovato lui ragazzi a Westerville allora Blaine non avrebbe avuto problemi a trovarli lì, a New York, ma Blaine non aveva risposto a quello. La sua attenzione era stata catturata da altro. Una voce angelica l'aveva fatto voltare verso il palco e aveva sorriso quando aveva riconosciuto Kurt. Doveva ammettere che avesse davvero una voce stupenda ed era come rapito, non gli aveva tolto gli occhi di dosso per tutta l'esibizione. L'aveva fatto solo per un secondo, solo per guardare male Sebastian quando stava facendo commenti poco carini su Kurt che subito aveva chiuso la bocca per lo sguardo che gli aveva lanciato il suo amico. E poi non ci aveva pensato due volte prima di scendere dallo sgabello dove era seduto e raggiungerlo.
«Hai una voce spettacolare» gli aveva detto e Kurt si era voltato verso di lui, sentendo il cuore perdere un battito. Non si aspettava di trovarsi Blaine lì e soprattutto non si aspettava quel complimento.
«Grazie» gli aveva sorriso Kurt, ma poi il sorriso si era spento quando alle spalle di Blaine era comparso Sebastian che aveva poggiato le mani sulle spalle del ragazzo.
«Carl, giusto?» aveva domandato poi al ragazzo.
«Il mio nome è Kurt» l'aveva corretto acidamente mentre Rachel giungeva in suo supporto.
«Carl, Kurt , quello che è -aveva mormorato con poco interesse guadagnandosi una nuova occhiata di Blaine- Vi unite a noi?» aveva poi domandato ad entrambi e Kurt era stato tentato di rifiutare, ma non aveva saputo dire di no al sorriso di Blaine. E così ora si trovavano tutti e quattro seduti ad un tavolo a bere un drink.
«Allora, state insieme?» aveva domandato Rachel senza giri di parole, sapeva quanto Kurt volesse sapere quella risposta ma sapeva anche che non l'avrebbe mai chiesto così esplicitamente.
«Chi? Io e il nano da giardino? -aveva domandato divertito Sebastian indicando prima sé stesso e poi Blaine che aveva alzato gli occhi al cielo, lo faceva ogni volta che Sebastian lo prendeva in giro per la sua altezza. Rachel si era limitata ad annuire mentre Kurt attendeva con forse troppa impazienza la risposta- Nah.. gli piacerebbe, ma sono un uomo libero. Non mi piacciono i legami» aveva negato Sebastian e Kurt aveva sentito il suo cuore più leggero, ma questo non significava che Blaine non provasse qualcosa per lui.
«Sebastian, ti voglio bene e lo sai.. ma non sei il mio tipo -aveva detto divertito Blaine scuotendo la testa e Kurt aveva stretto automaticamente il ginocchio della sua amica, cercando di non mostrarsi troppo felice per quella scoperta- te lo avrò ripetuto non so quante volte» aveva aggiunto. Infondo era proprio così che i due erano diventati amici. Sebastian era entrato a far parte dei Warblers e ci aveva subito provato con Blaine, ma più veniva rifiutato e più ci provava. E anche quando erano diventati amici ogni tanto aveva continuato a provarci. Ma Blaine era abituato a quello e doveva ammettere che si divertiva in compagnia di Sebastian, era uno dei suoi più cari amici alla fine.
«Impossibile, io sono il tipo di tutti» aveva commentato Sebastian facendo ridere Blaine.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro. ***


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Baby it's cold outside

New York, Natale 2021

Un paio di giorni dopo la serata al Callbacks, Sebastian era tornato a Westerville e Blaine aveva ripreso la sua routine quotidiana. Era uscito di casa e si era fermato al solito bar sotto casa quando aveva ricevuto un messaggio che lo avvertiva che per quel giorno le prove erano saltate. Stava per girare i tacchi e tornare nel suo appartamento quando aveva visto Kurt.
«Ehi -si era avvicinato per salutarlo- Che ci fai da queste parti?» gli aveva chiesto con un sorriso mettendosi in fila accanto a lui e guadagnandosi le occhiate dalle persone in coda dietro di lui. 
«Blaine! -aveva esclamato sorpreso voltandosi verso di lui e regalandogli un sorriso- Stavo facendo una passeggiata e mi sono fermato a prendere un caffè -aveva spiegato avanzando nella fila- E tu?» aveva chiesto poi curioso.
«Abito qui difronte -aveva spiegato e Kurt aveva annuito, non stupendosi del fatto che Blaine avesse un appartamento a Manhattan- volevo prendere un caffè prima di andare alle prove, ma ho appena scoperto che sono state annullate» aveva raccontato prima ancora che gli facesse una qualche domanda.
«Oh beh..sono sicuro che un giorno di pausa non ti farà male -gli aveva sorriso- quando è lo spettacolo?» gli aveva chiesto poi curioso, in parte sperando che lo invitasse.
«Settimana prossima -gli aveva risposto poi Blaine- Posso chiederti una cosa? -aveva poi domandato e Kurt aveva subito annuito. Ma prima che potesse chiedergli quello che aveva in mente era arrivato il loro turno- Un caffè magro per il mio amico e uno medio per me» aveva detto alla barista e Kurt aveva sorriso, affondando la testa nella sciarpa che gli aveva regalato anni prima.
«Sai come prendo il caffè» aveva mormorato poi stupito.
«Certo che lo so -aveva risposto con tono ovvio, avevano presto talmente tante volte un caffè insieme da aver imparato il suo ordine- Non ci pensare neanche, offro io» gli aveva poi detto quando l'aveva visto recuperare il suo portafoglio e Kurt in quel momento era troppo stupito anche solo per ribattere per pagarsi il suo caffè. Così era rimasto un attimo in silenzio con un sorriso sulle labbra prima di prendere il suo caffè una volta pronto.
«Cosa volevi chiedermi prima?» gli aveva chiesto poi mentre raggiungevano uno dei tavoli liberi.
«Oh ecco, ti va di provare con me una delle canzoni dello spettacolo? -gli aveva chiesto e Kurt 
per poco non si affogava con il suo caffè- Non sono molto soddisfatto di come viene questo duetto, volevo lavorarci oggi ma le prove sono state cancellate -aveva aggiunto come spiegazione- Ma se hai da fare o non ti va, tranquillo, proverò da solo» aveva poi concluso, non sapeva neanche lui perché glielo avesse chiesto, aveva semplicemente seguito il suo istinto come sempre. Non ci aveva pensato, gli era venuto in mente di chiedere il suo aiuto e glielo aveva chiesto. E Kurt si era ritrovato ad annuire a quella proposta, voleva duettare con lui sin da quando lo aveva sentito allo showcase.
«Con che canzone ti devo aiutare?» gli aveva chiesto poi. E improvvisamente aveva sentito un po' troppo caldo quando Blaine gli aveva regalato uno dei sorrisi più dolci che potesse fare.
«Baby it's cold outside» aveva risposto. "Ah fa freddo fuori? E allora perché io, persona super freddolosa, sto sentendo caldo ora?" si era domandato Kurt mentre finiva di bere il suo caffè.

Mezz'oretta dopo si trovavano nell'appartamento di Blaine. Era piccolo ma accogliente e la prima cosa che Kurt aveva notato era il pianoforte a muro posizionato accanto al divano e la chitarra lasciata lì accanto conservata nella custodia. Sempre sulla stessa parte, dall'altra parte della finestra, c'era una piccola libreria, prima di cd e vinili e poi un giradischi sulla mensola centrale. E poi un mucchio di fogli lasciati sul leggio del piano. No, non fogli, spartiti. Era chiaro a chiunque che Blaine vivesse di musica, chiunque sarebbe entrato in quella casa lo avrebbe capito.
«Lascia pure tutto sul divano» gli aveva detto poi Blaine, era evidente anche che non fosse un maniaco dell'ordine. Kurt non gli avrebbe mai detto "lascia pure tutto sul divano" ma avrebbe preso il suo giubbotto, la sua sciarpa e tutto quello che aveva con se e avrebbe riposto il tutto nell'armadio a muro che fungeva da guardaroba. Ma si era limitato a sorridergli e fare come gli aveva detto. Poi si era avvicinato al piano e aveva sorriso quando, tra gli spartiti, aveva riconosciuto quello che gli aveva regalato lui anni prima. E sapeva che fosse quello perché la calligrafia della madre in basso a destra sul foglio era indimenticabile. Aveva sorriso sia perché dopo anni aveva rivisto la scrittura della madre e sia perché Blaine aveva conservato quel regalo, regalo che utilizzava ancora dato che lo sparito era lì, in bella vista insieme a tanti altri.
«Posso offrirti qualcosa?» gli aveva domandato Blaine raggiungendolo e facendo un po' di ordine, togliendo gli spartiti lasciati in giro e conservandoli in un cassetto dove ce ne erano tanti altri.
«Abbiamo appena preso un caffè, Blaine» gli aveva fatto notare con un sorriso.
«Giusto -aveva mormorato grattandosi la nuca, poi aveva cercato il cd con tutte le basi delle canoni dello spettacolo a cui avrebbe partecipato e lo aveva messo nel lettore- Iniziamo?» gli aveva chiesto e dopo che Kurt aveva annuito aveva fatto partire la base. Kurt si era schiarito la voce e poi, dopo un segno di Blaine aveva iniziato a cantare. Poi si era aggiunto Blaine e avevano continuato a cantare insieme. E quello che nessuno dei due si era aspettato da quel duetto era la complicità che avevano, nonostante fosse la prima volta che cantavano insieme. Si capivano con uno sguardo, avevano iniziato a muoversi per tutta la stanza, ma non sembravano movimenti improvvisati, anzi sembrava che studiassero quel duetto da settimane. E poi Blaine si era avvicinato a lui, si era fatto molto, molto vicino. E Kurt aveva sentito il suo cuore battere velocemente nel suo petto, ma aveva cercato di concentrarsi sulla canzone e non sulla vicinanza con il ragazzo, aveva cercato di non pensare alle loro spalle che si sfioravano. Poi si era allontanato ed era andato a sedersi sulla panca difronte al piano e Blaine l'aveva seguito per poi suonare un paio di note con questo e Kurt si era perso ad osservarlo un attimo. E poi avevano ripreso a spostarsi per tutta la stanza. Poi Kurt si era ritrovato alle spalle del divano che era al centro di quella stanza, Blaine era dall'altro lato ed era salito su questo con le ginocchia e si era avvicinato tanto, troppo, al suo viso, continuando a cantare quella canzone. E Kurt aveva dovuto allontanarsi di nuovo, perché se non lo avesse fatto avrebbe annullato quella poca distanza che c'era e lo avrebbe baciato. E poi, quasi in contemporanea avevano fatto segno all'altro di sedersi sul divano. E così avevano fatto, si erano seduti vicino, spalla contro spalla finendo di cantare. E poi si erano sorrisi, entrambi un po' imbarazzati, entrambi consapevoli che era stato più di un semplice duetto.
«Credo che tu sia pronto» gli aveva detto poi Kurt, sicuro di avere le guance rosse in quel momento, ma non riuscendo a smettere di fissare il sorriso sulle labbra di Blaine.
«Per la cronaca, tu canti molto meglio di quella ragazza» gli aveva poi riferito Blaine alzandosi dal divano per andare a spengere lo stereo. E Kurt aveva sentito il suo cuore perdere un battito.

Dopo quel duetto, Blaine l'aveva convinto a restare a pranzo da lui ed erano rimasti a parlare per un po' seduti sul divano. Blaine gli aveva raccontato di cosa accadeva durante le prove, di come alcuni suoi colleghi si credevano già i più importanti attori di Broadway e di come alcuni fossero irritanti. Kurt gli aveva raccontato invece di come era lavorare da vogue.com. 
«Kurt? -lo aveva richiamato Blaine una volta che avevano finito di mangiare e avevano sistemato tutta la cucina. Kurt aveva rialzato lo sguardo su di lui e gli aveva fatto cenno di continuare a palare mentre tornava a sedersi sul divano- Come mai non sei più venuto a Westerville per Natale? -gli aveva chiesto dopo essersi seduto al suo fianco. Kurt aveva abbassato il volto perdendo un attimo quell'espressione felice che aveva.- Non devi diremo per forza, tranquillo. Non volevo essere indiscreto» aveva aggiunto subito dopo aver visto la sua espressione. Kurt aveva scosso la testa e gli aveva accennato un sorriso, facendogli capire che non era stato un problema.
«Un paio di mesi dopo quell'ultimo natale, mia madre si ammalò -aveva raccontato, poi aveva fatto una piccola pausa. Erano passati ormai undici anni, ma il ricordo faceva ancora male.- Nel giro di un mese la situazione è peggiorata, è entrata in ospedale e non è più uscita» aveva spiegato chiudendo gli occhi per mandare indietro le lacrime. Blaine lo aveva notato e gli aveva afferrato istintivamente una mano, stringendola tra la sua.
«Io..Kurt, mi dispiace così tanto. -aveva sussurrato realmente dispiaciuto, ricordava quanto Kurt fosse legato a sua madre ed era solo un bambino quando l'aveva persa, non poteva neanche imaginare il dolore che aveva provato- Io non lo sapevo» Kurt aveva accennato un sorriso, come a dirgli che ora stava bene, che era andato avanti, ma che nonostante tutto sua madre gli mancava ogni giorno.
«Non lo potevi sapere -gli aveva detto poi stringendosi nelle spalle, senza togliere la mano da quella di Blaine. Quel contatto era confortevole, lo faceva stare bene- Eravamo solo due bambini e non eravamo in contatto, ci vedevamo soltanto durante il Natale, non potevi saperlo»
«Se avessi avuto la possibilità, ti sarei stato accanto» gli aveva detto e Kurt gli aveva sorriso, un vero sorriso. Perché era impossibile non farlo quando Blaine gli diceva quelle cose.

Era tutto il giorno che Kurt e Blaine passavano del tempo insieme, gli sembrava di essere tornati indietro a quando erano bambini. Anche se non avevano passato il loro tempo a giocare e guardare cartoni. Avevano cantato quel duetto ed entrambi avevano pensato a come le loro voci fossero perfette insieme, ma nessuno dei due l'aveva detto. Avevano parlato di loro e di come era la loro vita a New York e poi erano finiti a vedere un film. E non un film qualsiasi. Erano finiti a vedere Moulin Rouge dopo aver scoperto che era il musical preferito di entrambi e Kurt era finito a chiedersi come sarebbe stato cantare con Blaine Come What May. Ma poi aveva scacciato quel pensiero. Non stavano neanche insieme, non era neanche sicuro di poterlo definire suo amico. E poi erano andati a lavoro insieme dove avevano trovato Rachel con già indosso il suo costume da elfo. Appena li aveva visti, li era andata incontro e Kurt e Blaine si erano fermati sotto il vischio. 
«Farete meglio a sbrigarvi se non volete fare tardi» gli aveva detto Rachel, guardando principalmente Kurt sapendo che tra i due era lui quello che ci metteva più tempo a prepararsi. Poi aveva alzato lo sguardo sopra di loro e aveva provato a trattenere un sorriso che però non era sfuggito a Blaine che aveva alzato anche lui lo sguardo e aveva notato il vischio. Aveva sorriso, poi si era alzato leggente sulla punta dei piedi e aveva lasciato un bacio sulla guancia di Kurt. Anzi dire un bacio sulla guancia non era corretto, era più giusto dire un bacio sull'angolo della bocca. Kurt era arrossito per quel contatto inaspettato ed era rimasto un attimo imbambolato a chiedersi cosa avesse significato mentre Blaine si allontanava per andarsi a cambiare. Poi aveva spostato il suo sguardo spaesato su Rachel che con un sorriso gli aveva indicato di guardare sopra di lui. Ed era stato in quel momento che lo aveva visto, il vischio. E nella sua mente non faceva altro che chiedersi cosa avesse significato quel bacio per Blaine.

«Sbaglio o devi raccontarmi qualcosa, signorino? -aveva domandato Rachel una volta che erano tornati a casa dopo essersi fermati a prendere il solito caffè con Blaine- Dove sei stato tutto oggi? Come mai sei arrivato con Blaine? E cosa significava quel bacio?» aveva iniziato con le domande a raffica e Kurt aveva sorriso sprofondando nel divano.
«Una domanda alla volta Rach -aveva riso- Prometto che ti risponderò a tutto» Rachel aveva battuto le mani entusiasta e si era seduta al suo fianco.
«Dove sei stato oggi? Sei uscito stamattina e non ti ho più sentito»
«Ero uscito a fare una passeggiata e poi mi sono fermato a prendere un caffè -aveva iniziato a raccontare senza smettere di sorridere- E giuro che non lo sapevo, ma Blaine a quanto pare abita proprio diffonde al bar dove mi ero fermato e ci siamo incontrati. Mi ha offerto il caffè dopo che aveva preso anche il mio ordine. Blaine sa come prendo il caffè Rachel, non mi ha chiesto come lo volevo, ha semplicemente ordinato al posto mio sapendo benissimo cosa avrei ordinato -aveva esclamato emozionato e in quel momento si sentiva davvero come un adolescente alla presa con la prime cotta. Rachel aveva sorriso per quella sua reazione, era bello vederlo così, Kurt meritava di essere felice- E poi mi ha chiesto se potevo aiutarlo a provare una canzone per lo spettacolo così siamo andati a casa sua e abbiamo cantato insieme e Rach.. giuro è stato magico. -aveva sussurrato con occhi sognanti mentre ripensava a quel duetto- Le nostre voci si intonano così perfettamente. Dio sembro un ragazzino» Rachel si era messa a ridere per quell'affermazione, non aveva mai visto Kurt così preso per qualcuno. Certo aveva avuto le sue cotte e un paio di storie, ma non era mai stato così preso da un ragazzo.
«Hai completamente perso la testa, ma è bello vedere che anche tu così perfettino puoi impazzire a causa di un ragazzo. -l'aveva preso in giro, ma Kurt era troppo preso da quella giornata per ribattere come sapeva fare solo lui- E quel mezzo bacio?» gli aveva chiesto ancora.
«Non lo so, non ho la minima idea di cosa abbia significato per lui Rach.. dio non so proprio perché lo abbia fatto. So solo che mi farà impazzire» aveva mormorato nascondendo il volto tra le mani. Ma la verità era che stava già impazzendo per lui.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque. ***


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Come quando eravamo bambini

 

 

New York, Natale 2021

Il giorno del piccolo spettacolo a cui avrebbe partecipato Blaine era finalmente arrivato. Un paio di giorni prima era riuscito ad avere due biglietti da dare a qualche suo amico. All'inizio aveva pensato di conservarli per suo fratello e per Sebastian, ma da quando aveva rincontrato Kurt non aveva più parlato con i due di quei possibili biglietti che avrebbe potuto avere. E quando due giorni prima gli avevano consegnato la busta con i due biglietti il suo primo pensiero era stato invitare Kurt. Così quando poi era andato al centro commerciale e l'aveva visto glieli aveva consegnati.
«Lo so che è un po' all'ultimo momento e che lo spettacolo sarà il giorno della vigilia -gli aveva detto mentre recuperava i due biglietti dal suo borsone- magari avete già qualche impegno -aveva continuato a parlare, rendendosi conto che era molto probabile che avessero già preso un impegno per la vigilia- ma me li hanno dati solo oggi -aveva detto poi mostrandogli il i biglietti dello spettacolo- Mi farebbe piacere se tu e Rachel veniste» aveva aggiunto porgendoglieli. Kurt aveva sorriso, un po' per il suo modo di parlare a raffica, aveva pensato che fosse tenero, un po' perché Blaine voleva che lui andasse a vederlo.
«Mi farebbe piacere -aveva risposto subito Kurt, forse troppo velocemente- Cioè ci farebbe piacere -si era corretto dato che Blaine non aveva invitato solo lui, ma anche Rachel- E tranquillo i nostri piani per la vigilia erano stare stesi sul letto a mangiare gelato e fare una maratona di tutti i nostri musical preferiti» aveva raccontato ridendo e coinvolgendo anche Blaine.
E così ora Kurt e Rachel si trovavano in quel piccolo teatro a cercare i loro posti rimanendo sorpresi quando notarono che erano in prima fila. Blaine intanto era dietro le quinte, seduto nel suo camerino e si guardava alla specchio ripetendosi che sarebbe andato tutto bene. Era il suo primo spettacolo importante e ci teneva che tutto andasse per il meglio.
«Blaine che ci fai ancora qui? Lo spettacolo sta per iniziare» gli aveva detto Steffy entrando nel suo camerino senza bussare, Blaine non aveva fatto in tempo a risponderle che la campanella aveva suonato. Aveva preso un lungo respiro e si era alzato dalla sedia, raggiungendo così il palco con Steffy. Lo spettacolo stava per iniziare e lui voleva fare una buona impressione. Voleva fare una buona impressione ai critici che ci sarebbero stati in platea, ad eventuali produttori di Broadway. E poi voleva fare una buona impressione a Kurt.

«Rach.. sei sicura che possiamo andare?» aveva domandato titubate Kurt. Lo spettacolo era finito da una decina  di minuti. Era stato veramente bello e Blaine era stato impeccabile. E ora Rachel lo stava spingendo dietro le quinte per andare così a salutare il ragazzo e complimentarsi con lui.
«Oh avanti cammina Kurt, se ci fermano diciamo che Blaine è nostro amico e che lo stiamo raggiungendo» aveva mormorato Rachel continuando a spingerlo finché non avevano trovato l'intero cast che stava festeggiando l'ottima riuscita dello spettacolo e, ovviamente, Kurt aveva subito individuato Blaine tra il casino.
«Blaine! Sei stato spettacolare» aveva esclamato Steffy buttandosi sul ragazzo che preso alla sprovvista aveva rischiato di cadere.
«Grazie Steffy, anche tu sei stata brava» le aveva detto prendendola per le braccia e spostandola da sopra di lui.
«Mi devi un bacio» gli aveva detto poi la ragazza mentre si riavvicinava a lui e alzava una mano sopra di loro con un ramoscello di vischio. Blaine aveva alzato lo sguardo e aveva fatto poi un passo indietro e poi il suo sguardo era caduto su Kurt, poco distante da lui, che lo stava guadando.
«Scusa, devo andare» aveva detto per poi allontanarsi e raggiugnere Kurt e Rachel. Kurt aveva osservato attentamente la scena, non riuscendo a trattenere un sorriso nel vedere come Blaine avesse evitato la biondina che aveva provato a baciarlo usando la scusa del vischio. Ma questo non aveva fatto altro che aumentare le sue domande. Blaine avrebbe potuto baciarla anche semplicemente sulla guancia, invece non lo aveva fatto. E invece aveva baciato lui sul sotto il vischio. E non era un bacio sulla guancia, certo neanche un vero bacio. E forse era proprio questo che lo confondeva ancora di più.
«Sei stato spettacolare» aveva subito detto Rachel appena Blaine gli aveva raggiunti, togliendo le parole di bocca a Kurt.
«Questi sono per te -aveva detto Kurt porgendogli poi un mazzo di rose gialle e rosse- Ogni futura star di Broadway merita i suoi fiori» aver detto come spiegazione, lasciando Blaine completamente spiazzato da quel gesto. Era fin troppo evidente che non se lo aspettava proprio.
«Grazie -aveva detto sinceramente prendendo il mazzo e annusandolo. Kurt l'aveva osservato nascondere la testa tra i fuori con un sorriso sulle labbra- Non c'era bisogno e sono ancora lontano dal diventare una star di Broadway.»
«Zitto e prenditi tutti i nostri compimenti. Sono più che meritati» aveva detto Rachel mentre Kurt annuiva concorde. Possibile che Blaine non si rendesse davvero conto di quanto fosse in realtà bravo?
«Grazie -aveva detto ancora- Venite, vi offro qualcosa» aveva detto poi andando verso l'enorme tavolata piena di cibo e bevande. E così avevano passato il resto della vigilia. A mangiare e parlare tra di loro, ogni tanto qualcuno si complimentava con Blaine e Kurt sorrideva nel vederlo sempre così emozionato e sorpreso per quello.
«Ti sbagli, verrai a stare da noi domani. Nessuno sta solo il giorno di Natale» aveva detto Rachel quando, arrivato il momento di salutarsi, Blaine aveva affermato che sarebbe stato da solo il giorno successivo.
«E non accettiamo un no come risposta» si era intromesso Kurt, cercando di nascondere la felicità alla sola idea di passare di nuovo il giorno di natale con Blaine.
«Come quando eravamo bambini?» aveva detto Blaine con un sorriso, guardando però solo Kurt.
«Come quando eravamo bambini» aveva ripetuto con lo stesso sorriso.

 

Quella mattina Kurt si era svegliato con una chiamata di suo padre. Era il primo natale che passavano separati, ma Kurt non aveva trovato i soldi necessari per tornare a Lima e Burt e Carole avevano pensato di usare i risparmi per un viaggio che volevano fare ma non trovavano mai il tempo, così Kurt li aveva convinti a fare finalmente questo viaggio rassicurandoli con il fatto che non sarebbe stato solo, ma che con lui ci sarebbe stata anche Rachel. E quando li aveva convinti a fare quel viaggio ancora non sapeva che avrebbe passato il natale anche con un'altra persona.
«Buongiorno e buon natale figliolo» aveva detto Burt quando Kurt aveva risposto. Erano rimasti al telefono per circa un'oretta. Si erano aggiornati su quanto successo negli ultimi gironi dato che erano riusciti a sentirsi solo tramite messaggio. Kurt gli aveva subito raccontato di aver rincontrato Blaine e che si sarebbe aggiunto anche lui a quel piccolo pranzo. Burt era rimasto sorpreso nello scoprire questa novità, ma quello che lo aveva lasciato più confuso era stato il troppo entusiasmo nella voce del figlio. Ma aveva deciso di lasciar perdere e in caso chiedere altre informazioni in seguito. Poi dopo aver parlato anche un po' con Carole che era diventata un po' una seconda mamma, Kurt aveva chiuso la chiamata per prepararsi per quel pranzo.

E così, dopo ben undici anni, Kurt e Blaine  si erano trovati a festeggiare di nuovo il natale insieme. Blaine si era svegliato presto e aveva deciso di preparare dei biscotti natalizi da portare a casa Hummerlberry. Non si sarebbe di certo presentato lì a mani vuote. Poi prima di uscire aveva preso anche i regali che aveva fatto ai due. Quando lui e Kurt erano andati in giro per negozi per comprare alcuni regali, aveva notato come avesse fissato con aria sognante una spilla. Così quando qualche giorno dopo si era ritrovato di nuovo in quel negozio, non aveva resistito dal comprarla e regalargliela per natale. Ma poi gli era sembrato brutto presentarsi solo con un regalo per Kurt, così aveva presto anche un maglione abbastanza semplice a Rachel, non conosceva così bene la ragazza da poter azzardare con qualcosa di diverso.
«È arrivato Babbo Natale» aveva annunciato Blaine una volta fuori la porta del loft che condividevano i due ragazzi. Era stato a Kurt ad aprigli con un sorriso sulle labbra.
«Buon natale, Blaine, e benvenuto» gli aveva detto facendolo entrare, poi si era fatto dare la sua giacca, il suo cappello e la sua sciarpa e aveva conservato tutto mentre Rachel andava a salutarlo.
«Buon natale anche a voi -aveva detto guardandosi intorno, Rachel e Kurt erano riusciti a rendere quel loft davvero accogliente- Ho fatto dei biscotti -Aveva detto poi prendendo un contenitore dalla busta dove aveva conservato anche i regali.- E da bravo Babbo Natale ho anche un pensierino per voi» E Kurt aveva sorriso rendendosi conto che non era stato l'unico a fare un regalo all'altro, aveva preso il contenitore di biscotti e l'aveva portato in cucina per poi assaggiarne uno. "Fantastico, sa anche cucinare" aveva pensato mentre lo mangiava.
«Sono ottimi, Blaine -gli aveva fatto sapere per poi invitare Rachel ad assaggiarne uno e subito la ragazza aveva confermato. Blaine aveva sorriso contento del successo che stavano riscuotendo- E anche noi abbiamo qualcosa per te» aveva aggiunto poi mentre si puliva le mani dalle briciole. Qualche giorno prima, mentre era in giro con Rachel per negozi, aveva visto un plettro per la chitarra con una stampa natalizia e non aveva pensato due volte prima di prenderlo. E poi si era ritrovato a supplicare Rachel di prendere qualcosa anche lei per Blaine perché non voleva sembrare così disperato da essere l'unico ad avergli preso qualcosa dopo pochi gironi che si frequentavano come amici. E Rachel alla fine si era lasciata convincere comprandogli una sciarpa, sempre sotto consiglio dell'occhio attento di Kurt. Avevano pranzato insieme fino a scoppiare, poi si erano scambiati i regali. Kurt era rimasto a bocca aperta quando aveva visto la spilla che sognava di comprare da mesi. Come aveva fatto Blaine a sapere che la voleva? E poi si era ricordato di quella giornata in cui erano usciti e aveva fissato la spilla forse un po' troppo a lungo. E si era trovato a sorridere realizzando che ancora una volta non aveva bisogno di chiedere nulla, Blaine faceva caso a quello che faceva, a quello gli piaceva. E quando Blaine aveva aperto il suo regalo e aveva visto il plettro aveva sorriso e non era riuscito a trattenersi dall'abbracciarlo. Il resto della giornata l'avevano passato a vedere Funny Girl, musical preferito di Rachel, e Moulin Rouge, musical preferito di Kurt e Blaine, mentre mangiavano i biscotti.

Il giorno dopo Blaine era volato a Los Angeles dal fratello. Cooper gli aveva regalato un biglietto, ma più che un regalo era un modo per obbligarlo ad andarlo trovare. Non vedeva il suo fratellino da mesi e gli mancava e poi voleva sapere dello showcase e dello spettacolo e voleva parlare con lui di persona e non tramite uno stupido telefono. Sarebbe andato a trovarlo anche lui stesso a New York se il suo lavoro non lo avesse trattenuto lì a Los Angeles. Aveva lavorato tutta la mattina e si era preso il pomeriggio libero per trascorrerlo con il fratello. Si erano aggiornati sulle ultime cose accadute in quel giorni, Blaine gli aveva raccontato di come ancora una volta sotto natale aveva rincontrato Kurt. Cooper non si ricordava del ragazzo, ma aveva notato il sorrido sulle labbra del fratello mentre gli parlava di lui. Mentre gli parlava di come anni prima fossero diventati amici, del perché Kurt non fosse più andato a Westerville e di come si erano ritrovati. Gi aveva raccontato di come Kurt aveva pensato che fosse impegnato con una ragazza, dello sguardo che aveva quando aveva visto la spilla che poi gli aveva comprato. Gli aveva raccontato di come fosse riuscito a tenere testa a Sebastian. Poi gli aveva parlato di quando l'aveva sentito cantare e di quanto fosse bella la sua voce, gli aveva raccontato di quando avevano cantato insieme e di come fosse stato naturale e spontaneo duettare con lui. E poi gli aveva raccontato di come fosse stato felice di ricevere quella spilla e del plettro che aveva ricevuto per poi mostrarglielo.
«Lui ti piace» aveva detto Cooper quando Blaine aveva finito di parlare. Non era una domanda, era un'affermazione. Perché il sorriso e i gli occhi di suo fratello parlavano chiaro. E Blaine non aveva negato, perché suo fratello aveva ragione. Kurt gli piaceva, semplice.

Blaine era tornato solo quella mattina a New York e nel pomeriggio aveva deciso di uscire a fare una passeggiata e andare a prendere un caffè. Si trovava in uno Starbucks a Rockfeller Center quando aveva visto Kurt. Aveva sorriso pensando che quello fosse un segno del destino e poi aveva alzato la mano in segno di saluto.
«Blaine -l'aveva salutato Kurt quando l'aveva raggiunto- Credevo fossi a Los Angeles»
«Sono tornato questa mattina» aveva risposto mentre si allargava la sciarpa dato che lì dentro faceva caldo.
«Come è andata con tuo fratello?» gli aveva chiesto mentre avanzavano nella fila.
«Bene, era un sacco che non passavamo del tempo insieme, ma lui era impegnato con il lavoro e non mi sono potuto fermare più a lungo» Kurt aveva annuito e gli aveva sorriso.
«Un caffè magro e uno medio per il mio amico» aveva poi ordinato una volta arrivato il loro turno anticipando Blaine.
«Sai come prendo il caffè» aveva detto il ragazzo con un sorriso sulle labbra, ricordando di quando qualche girono prima era stato lui a prendere le ordinazioni lasciando Kurt sorpreso. Kurt gli aveva sorriso per poi pagare lui quella volta. Non si erano fermati al bar a bere i loro caffè. Avevano preferito passeggiare per quell'enorme piazza volendo godersi ancora tutte le decorazioni di natale che non sarebbero durate ancora a lungo. Stavo parlando di cosa avrebbero fatto la notte di capodanno decidendo poi di andare a vedere insieme a Rachel la Ball Drop a Time Square e non limitarsi a vederla solo in tv. E poi Blaine si era fermato in un punto ben preciso della piazza e aveva sorriso. Kurt lo aveva guardato confuso fermarsi, ma non aveva fatto domande e si era fermato pure lui.
«Sai, per la prima volta, non saremo costretti a salutarci una volta finite le vacanze» aveva detto Blaine senza smettere di sorridere.
«Ah no?» aveva domandato Kurt trattenendo il respiro quando Blaine si era fatto più vicino a lui. Certo sapeva che vivevano nella stessa città, ma ora che il natale era quasi finito, ora che non dovevano più lavorare al centro commerciale, aveva pensato che non avrebbe più rivisto Blaine dato che non c'era nessun motivo apparente per farlo. Nessun motivo oltre alla sua grandissima cotta.
«No..-aveva scosso la testa- non ne vedrei il motivo. Viviamo nella stessa città, io e la tua migliore amica frequentiamo la stessa scuola, abbiamo interessi comuni e poi..» aveva spiegato lasciando poi la frase in sospeso avvisandosi ancora di più.
«E poi?» aveva domandato Kurt con il cuore in gola. Non troppo sicuro di quello che stava accadendo.
«Tu mi piaci, Kurt» aveva detto così, senza giri di parole e Kurt aveva sentito il suo cuore perdere un battito.
«Ma non mi conosci neanche, non sai molte cose di me, non posso piacerti» aveva mormorato Kurt, non riusciva a credere a quello. Non riusciva a credere che poteva davvero piacere a Blaine. Era troppo bello per poter essere vero.
«Ma è così e imparerò a conoscerti se tu me lo permetterai e tu imparerai a conoscere me, lo faremo insieme» aveva risposto Blaine, sicuro delle sue parole. Kurt gli piaceva e voleva conoscerlo, conoscerlo davvero, voleva sapere tutto di lui. Kurt aveva annuito e poi lo aveva osservato alzare lo sguardo. Così lo aveva fatto anche lui e aveva sorriso. Ora aveva capito perché si era fermato proprio in quel punto della pizza. Aveva creduto che si fosse fermato a caso e invece ancora una volta si era dovuto ricredere, Blaine non faceva mai nulla per caso. Reagiva istintivamente, quello sì, ma mai nulla era dovuto al caso. E lui aveva voluto fermarsi sotto il vischio. E quando Kurt aveva di nuovo abbassato lo sguardo aveva visto che Blaine era ancora più vicino a lui, tremendamente vicino, e gli stava guardando le labbra. E poi quella distanza era stata annullata da un bacio. Un bacio dolce e delicato, eppure Kurt era sicuro che quello fosse il bacio più bello che aveva mai ricevuto. Forse era per la magia del natale, o semplicemente era perché a baciarlo era Blaine.

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Capitolo 7
*** Epilogo. ***


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Un amico speciale

 

 

New York, Natale 2022

 

Era ormai passato un anno da quando Kurt e Blaine si erano incontrati di nuovo per caso. E da quel girono non si erano più allontanati. Una volta finite le vacanze di natale non si erano dovuti salutare, avevano iniziato a frequentasti, come qualcosa di più di amici e poi si erano innamorati ed erano diventati inseparabili. Non mancavano certo le discussioni, ma poi facevano sempre pace e il loro rapporto si rafforzava sempre di più. Quell'anno per natale, Rachel aveva raggiunto i suoi genitori in crociera, mentre quelli di Kurt e il fratello di Blaine erano arrivati a New York il giorno della vigilia. Kurt lo aveva passato interamente con suo padre e Carole mentre Blaine l'aveva passato con suo fratello. Ma dopo un giorno di lontananza, né Kurt né Blaine avevano resistito a lungo a non vedersi e così Kurt era sgattaiolato via dal suo loft, lasciando Burt e Carole a dormire, e aveva raggiunto quello del suo ragazzo. Avevano passato gran parte della notte a parlare tra di loro, raccontandosi la propria giornata e poi si erano addormentati abbracciati. Quando Kurt si era svegliato, si era lamentato non avendo trovato Blaine al suo fianco, aveva recuperato una coperta buttata su una sedia e, avvolto in essa, aveva raggiunto la cucina dove aveva trovato Blaine ai fornelli.
«Mi sarebbe piaciuto svegliarmi e non trovare il letto vuoto» aveva borbottato Kurt abbracciandolo da dietro e poggiando il mento sulla spalla del suo ragazzo. Blaine si era voltato verso di lui e gli aveva lasciato un bacio sulla guancia.
«Ti ho fatto i biscotti che ti piacciono tanto» aveva risposto per giustificare la sua assenza durante il risveglio di Kurt.
«Mmmh allora forse potrei perdonarti -aveva sorriso sporgendosi in avanti e catturando le labbra del suo ragazzo in un piccolo e tenero bacio-Buon natale Blainey» aveva sussurrato poi stringendolo tra le sue braccia. E Blaine aveva sorriso per il modo in cui lo aveva chiamato, era l'unico da cui si faceva chiamare ancora in quel modo.
«Buon natale, Kurtie -aveva sussurrato lui voltandosi nell'abbraccio e circondandogli il collo per tenerlo più vicino- ho un piccolo pensiero per te» aveva detto poi rubandogli un altro piccolo bacio.
«Ma non avevamo deciso di scambiarci i regali dopo pranzo insieme a mio padre, Carole e tuo fratello?» aveva domandato confuso Kurt. 
«Si, ma questo non è proprio il mio regalo di natale -aveva affermato Blaine allontanandosi dall'abbraccio per poter andare a recuperare una piccola scatolina che aveva poi nascosto dietro la schiena- So che sei triste per non essere riuscito a prendere all'asta l'autentica collana di Liz Taylor. Ma penso che quest'anno dovremmo essere grati per le cose che abbiamo e non pensare a quelle che non abbiamo. Ed è per questo che so che la nostra relazione ha raggiunto un nuovo livello quest'anno» aveva affermato mostrando poi la piccola scatolina, ma prima che potesse continuare a parlare, Kurt era intervenuto.
«Se è un anello di fidanzamento la mia risposta è si» aveva detto subito facendo sorridere Blaine.
«Kurt, aprilo e basta -gli aveva detto, Kurt aveva annuito per poi aprire la scatola e la sua bocca aveva preso la forma di una piccola 'o' quando aveva visto il contenuto- È un anello di promessa, l'ho fatto con involucri di gomme da masticare» aveva spiegato Blaine, aveva perso quasi una giornata intera per farlo, ma l'espressione sul volto di Kurt ne valeva la pena.
«È un papillon? -aveva domandato continuando a fissare quell'anello che per lui valeva più di mille collane di Liz Taylor- Ma cosa prometti?» aveva chiesto poi alzando lo sguardo sul suo ragazzo che lo guardava con un sorriso innamorato.
«Di amarti sempre. Di difenderti anche se so che sbagli. Di sorprenderti. Di rispondere sempre alle tue telefonate, non importa cosa sto facendo. Di farti i biscotti almeno due volte all'anno. -promessa dopo promessa Kurt sentiva il suo cuore battere sempre più velocemente e il suo sorriso si allargava sempre di più- Di baciarti quando e dove vuoi -aveva sussurrato avviandosi di più a lui e sistemandogli la coperta che era tutta arruffata vicino al collo.- Ma soprattuto per essere sicuro che tu ricordi quanto perfettamente imperfetto tu sia. -aveva concluso guardandolo negli occhi- Ora so che non è..» stava continuando a dire, ma Kurt lo aveva bloccato buttandosi tra le sue braccia.
«Lo amo -gli aveva detto mentre Blaine lo stringeva a lui- Buona natale. È il nostro primo natale insieme» aveva sorriso a quel pensiero. Certo avevano trascorso altre volte il natale insieme, ma quello era il primo natale che li vedeva davvero insieme, il loro primo natale come una coppia.
«Il primo di tanti» gli aveva sorriso Blaine prima si baciarlo.

Tra un bacio e l'altro, l'anello delle promesse era stato conservato attentamente e poi erano finiti a letto. Un bel modo per iniziare il giorno di Natale. Erano rimasti a letto a coccolarsi fino a tardi, tanto del pranzo si sarebbe occupata Carole che aveva insisto affinché rimanesse sola in cucina a preparare tutto. 
«Voglio farti vedere una cosa» aveva detto di punto in bianco Blaine. Si era alzato sotto lo sguardo confuso del suo ragazzo che poi si era perso ad osservare i suoi glutei sodi e nudi, molto nudi. Ed era talmente preso dall'osservare il suo ragazzo e a pensare a quanto fosse perfetto e suo che non si era accorto della scatola che aveva in mano mentre tornava da lui. 
«Cos'è? Un altro regalo? -aveva chiesto curioso Kurt. Ma Blaine aveva scosso la testa, aveva aperto la scatola e l'aveva passata a Kurt così che potesse vedere il contenuto.- Blaine ma.. -era rimasto senza parole quando aveva trovato all'interno di questa tutti i regali che gli aveva fatto negli anni. C'era la sua letterina, il suo disegno, lo spartito che aveva preso da sua madre, quello che aveva sul piano era solo una copia perché non voleva rovinare l'originale, c'era anche il plettro che gli aveva regalato lo scorso anno.- Hai conservato tutto?» aveva domandato emozionato prendendo il piccolo papillon natalizio e rigirandoselo tra le mani. Poi aveva alzato lo sguardo sul ragazzo davanti a lui, chiedendosi cosa avesse fatto per meritarselo. 
«Si.. erano importanti per me. Ho sempre saputo che eri un amico speciale» gli aveva sorriso dolcemente. 
«Anche io ho conservato i tuoi regali -aveva smesso con un sorriso- o meglio ho conservato quelli che non uso -aveva aggiunto facendo ridere Blaine. Poi aveva riposto il papillon nella scatola e l'aveva chiusa e poggiata sul comodino- Ti amo Blaine Anderson» aveva sussurrato sulle sue labbra prima di baciarlo. 
«Ti amo Kurt Hummel» aveva ripetuto lui baciandolo di nuovo per poi fare ancora l'amore con lui. 

New York, Natale 2024

Rachel aveva trattenuto Kurt tutto il giorno fuori casa quel 20 dicembre 2024. Era il primo giorno libero che Kurt e Blaine avevano contemporaneamente, ultimamente erano stati entrambi così impegnati che riuscivano a stento a vederi anche se vivevano ormai insieme da quasi un anno. Avrebbe voluto passare la giornata tutto il giorno tra le lenzuola con lui. Ma Rachel si era presentata da loro in tarda mattinata e l'aveva supplicato di uscire con lei dicendogli che si trattava di vita o di morte. Blaine gli aveva sorriso, gli aveva lasciato un lungo bacio sulle labbra e gli aveva sussurrato un "Vai, mi troverai qui quando tornerai". Kurt aveva sbuffato, lo aveva baciato di nuovo e si era andato a vestire senza sapere che in realtà Rachel e Blaine si erano messi d'accordo e che lei aveva trovato solo una scusa per trascinarlo fuori casa.
«Ora che ti ho aiutato con questa questione di "vita o morte" -aveva detto un po' scocciato mimando le virgolette, dato che la questione di vita o morte per Rachel era quella di andare a comprare un regalo di natale per il suo nuovo ragazzo- Posso tornare a letto dal mio ragazzo? Sai avevo altri piani per questa giornata» si era continuato a lamentare Kurt.
«No, devi accompagnarmi ancora da una parte, poi ti prometto che potrai tornare a casa.» Kurt aveva sbuffato ma aveva seguito la sua amica sperando che così facendo avrebbero finito il prima possibile. Rachel l'aveva trascinato al centro commerciale dove avevano lavorato un paio di anni prima. Anche quell'anno, come tutti i precedenti, c'era una zona dove era stato allestito un palco per Babbo Natale e i suoi elfi. Ma ormai non c'era più nessuno, nessuno tranne qualcuno vestito da babbo natale.
«Rach, ma cos -stava dicendo quando la ragazza lo aveva spinto sul palco, ma poi Babbo Natale si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso, un sorriso inconfondibile- Blaine?» aveva domandato confusamente, cosa ci faceva lì? Con un costume da Babbo Natale? Non gli aveva detto che lo avrebbe trovato a casa quando sarebbe tornato?
«No, sono Babbo Natale -aveva negato il ragazzo facendo una voce più robusta- e ho un regalo per lei, Kurt» aveva aggiunto per poi prendere una piccola scatola dalla tasca e porgergliela. Kurt sempre più confuso l'aveva presa e l'aveva aperta, trovando un piccolo cerchio argentato. E improvvisamente il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente iniziando a capire cosa stava succedendo. 
«Tu lo..-aveva mormorato sorpreso voltandosi verso Rachel che osservava i suoi due amici con un sorriso sulle labbra, certo che lo sapeva, era evidente. E quando Kurt si era girato di nuovo verso il suo ragazzo, l'aveva trovato più vicino di prima e senza barba. Qualche ricciolo usciva disordinatamente dal cappello e aveva un sorriso e uno sguardo pieno di amore e speranza.- Cosa significa?» aveva domandato. Quello che aveva in mano era davvero un anello di fidanzamento? E perché erano lì? Perché Blaine era vestito da Babbo Natale?
«Kurt, esattamente diciassette anni fa ci siamo incontrati per la prima volta. Eravamo solo due bambini e non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il futuro. -aveva iniziato a parlare- Abbiamo passato i successivi quattro natali insieme diventando buoni amici, ma sin da allora sapevo che tu fossi diverso, un amico speciale. E poi non ci siamo più visti per ben undici anni. Finché poco più di tre anni fa, non ci siamo incontrati di nuovo. Proprio qui. Io indossavo questo costume di Babbo Natale -aveva sorriso indicandosi il costume che aveva addosso- e tu non facevi altro che lamentarti del tuo costume da elfo -aveva riso e Kurt con un lui, ma gli occhi erano lucidi e pieni di felicità mentre lo ascoltava parlare- Appena ho incontrato i tuoi bellissimi occhi avevo già capito che eri tu. Il mio cuore, il mio corpo e la mia anima l'avevano capito. La mia mente ha avuto bisogno di qualche indizio in più perché non poteva credere che fossi davvero tu, il bambino che tanti anni prima avevo conosciuto a natale.- un'altra risata e gli occhi di Kurt erano sempre più lucidi e pieni di lacrime, lacrime di felicità.- Sai, credo che il Natale sia la nostra festa. Infondo ci siamo conosciuti in questo periodo, ci siamo ritrovati, siamo diventati amici, ci siamo innamorati. Ed è per questo che oggi sono qui, esattamente diciassette anni dalla prima volta che ci siamo incontrati, vestito come quando dopo undici anni ci siamo rincontrati per farti una domanda -aveva affermato per poi inginocchiarsi davanti a lui, la scatola con l'anello tra le mani. Kurt si era portato una mano sulla bocca aperta, sapeva già cosa gli avrebbe chiesto, l'aveva capito sin da quando aveva visto l'anello, ma lo aveva lasciato parlare e l'aveva ascoltato senza mai interromperlo- Kurt Hummel, vuoi farmi l'onore di diventare mio marito e sposarmi rendendomi così l'uomo più felice du questa terra?»  E poi dopo un lungo discorso che aveva fatto battere il cuore a Kurt, ecco che era arrivata la domanda. Kurt non ci aveva pensato due volte, non aveva esitato un secondo. Aveva annuito, l'aveva preso per mano e fatto alzare in piedi e si era buttato tra le sue braccia.
«Sì, Blaine..mille volte sì. Sarei più che onorato nel diventare tuo marito»

Era il giorno di natale e Kurt non faceva altro che fissare l'anello che aveva al dito. Non avevano detto nulla ancora a nessuno. Solo Rachel sapeva tutto in quanto era stata complice di quello. Avevano intenzione di annunciare tutto quel giorno dopo il pranzo di natale. Quell'anno ci sarebbero stati Burt e Carole, Cooper e la sua ragazza, Rachel e il suo ragazzo e Sebastian, il migliore amico di Blaine. Negli anni il rapporto tra Sebastian e Kurt era migliorato, si parlavano sempre lanciandosi frecciatine e insultandosi, ma avevano imparato a volersi bene.
«Se continui a guardarti la mano così capiranno tutti che ci spostiamo ancora prima che possiamo dire qualcosa» aveva affermato Blaine con un sorriso. E se Kurt non aveva fatto altro che guardare il suo anello ancora incredulo, Blaine non aveva fatto altro che guardare lui.
«Scusa è solo che.. sono solo così felice Blaine e l'anello è bellissimo e..» Blaine aveva bloccato quel flusso di parole baciandolo. E poi i loro ospiti avevano iniziato ad arrivare e nascondere quella novità per i due futuri sposi era stato davvero difficile, ma alla fine con il supporto di Rachel ci erano riusciti. Erano stati tutti felici di quella scoperta. Burt aveva abbracciato forte Blaine tra le sue braccia, ringraziandolo per aver reso suo figlio felice. Cooper aveva abbracciato Kurt felice di poterlo chiamare fratello. Anche Sebastian si era congratulato stringendo i due in un abbraccio. E poi avevano festeggiato fino a tardi.
«Credo che dovremmo sposarci a natale» aveva affermato poi Blaine una volta che finalmente si era steso a letto con il suo ragazzo.
«Si, mi sembra un ottimo piano» aveva annuito emozionato Kurt per poi baciarlo.

Los Angeles, Natale 2025

E così avevano fatto. Avevano deciso di sposerai a Los Angeles. Perché anche se volevano sposarsi nel periodo di Natale, volevano anche delle temperature più alte di quelle che ci sarebbero state a New York. Così Cooper gli aveva proposto di utilizzare la sua villa a Los Angels come location per il matrimonio. E i due avevano accettato a patto che sarebbe stato proprio lui a sposarli.
E così il 27 dicembre 2025, dopo aver festeggiato un natale diverso con la loro famiglia e i loro migliori amici pronti a farli da testimone, Cooper aveva unito in matrimonio Kurt e Blaine che avevano coronato la loro unione con un bacio sotto il vischio. Kurt e Blaine si erano tenuti per mano per tutta la durata della cerimonia e non avevano mai distolto lo sguardo l'uno dall'altro. Sapevano che il resto del giardino di quella grande villa era piena di invitati, dei loro amici e familiari. Ma per Kurt e Blaine c'erano solo loro due, loro due e le promesse di amarsi sempre, indipendente dalle difficoltà che avrebbero incontrato. 
«Blaine, io ho sempre vissuto nell'ombra -aveva iniziato a parlare Kurt dopo che Cooper avesse annunciato il momento delle promesse. Stringeva le mani di Blaine forti tra le sue, come se avesse bisogno di realizzare che era tutto vero, che Blaine era reale.- Chiunque sia entrato nella mia vita ha cercato di portarmi alla luce o di ripiombarmi nelle tenebre. Poi sei arrivato tu. -Blaine gli aveva sorriso dolcemente, gli occhi lucidi per l'emozione. Aveva stretto a sua volta la presa sulle loro mani come a dire "Sono qui e non vado da nessuna parte".- Anche se mi avessero detto che non avrebbe funzionato e che dopo tanti sforzi e fatiche mi avresti spezzato il cuore, avrei detto di sì. Tu non mi chiedi di uscire dall'ombra, mi aiuti a liberarmi di ciò che oscura il sole. E ora, per noi è arrivato il momento di camminare insieme alla luce del sole, per sempre. È una cosa che vuoi fare?» Burt si era asciugato velocemente una lacrima che era sfuggita ai suoi occhi, era così fiero dell'uomo che era diventato suo figlio ed era contento che finalmente avesse trovato la felicità.
«Lo voglio -aveva risposto Blaine senza alcuna esitazione e poi Kurt gli aveva messo una fede al dito mentre Blaine cercava di non piangere. Poi Blaine si era schiarito la gola e aveva osservato l'uomo davanti a lui.- Kurt -aveva detto con voce tremante, poi aveva preso un respiro e aveva continuato a parlare- Quando ci siamo conosciuti, ti presi per mano e ti dissi che io volevo essere tuo amico quando di te non sapevo ancora neanche il tuo nome. Ho sempre pensato che l'avessi fatto perché ero solo un bambino che cercava qualcuno, solo quando ci siamo rincontrati tre anni fa ho capito che non era così. Ma credo che la mia anima sapesse qualcosa che la mia mente e il mio corpo ancora non sapevano. Sapeva che le nostre mani erano fatte per tenersi senza paura e per sempre. Ed è per questo, che non ho mai sentito che ti stavo conoscendo poco a poco. Ho sempre sentito che mi stavo ricordando di te. Come se in ogni vita che io e te abbiamo vissuto, avessimo sempre scelto di tornare indietro, ritrovarci e innamorarci di nuovo. Sempre, per l'eternità. Mi sento fortunato ad averti trovato così presto in questa vita, perché tutto quello che voglio fare.. che ho sempre voluto fare è passare la mia vita ad amarti. E tu, Kurt Hummel, mio amico di natale -aveva mormorato ricordando di come si era riferito quando gli aveva scritto una letterina- mio incredibile amico, mio unico amore, vuoi passare il resto della tua vita ad amarmi?»
E la risposta di Kurt era stata immediata, senza alcuna esitazione. Due semplici parole.
«Lo voglio»

New York, Natale 2027

«Blaine? -Kurt aveva richiamato suo marito, aveva alzato la testa dal suo petto per poterlo guardare e lo aveva trovato con gli occhi chiusi- stai dormendo?» aveva domandato allungando una mano sulla sua fronte per potergli spostare un ricciolo. E Blaine aveva sorriso. No, non stava dormendo.
«Pensavo alla proposta di Rachel a dire il vero» aveva ammesso e Kurt aveva sussultato.
«Anche io -aveva ammesso poi lui. Ormai era un po' di tempo che pensavano di voler allargare la loro piccola famiglia. Si amavano così tanto e avevano ancora tanto amore da dare. Ed entrambi desideravano diventare genitori più di ogni altra cosa. Nell'ultimo mese avevano per fino iniziato ad informarsi per adottare un bambino, ma di certo non si sarebbero mai aspettati che Rachel li facesse quella proposta. Ormai avevano preso l'abitudine di festeggiare il natale insieme e quell'anno Rachel aveva deciso di regalare loro nove mesi della sua vita. Aveva visto nei loro occhi quando desiderassero costruire una famiglia, crescere un bambino che avesse qualcosa di loro. Anche se questo non lo avevano mai detto, ma Rachel li conosceva e non aveva bisogno che glielo dicessero. Era evidente. Così mentre Kurt e Blaine si informavano sull'adozione, Rachel si era informata su cosa significasse fare da madre surrogata. E alla fine, dopo tutte le informazioni che aveva raccolto, aveva deciso che per loro, che per Kurt e Blaine, ne valva la pena.- Mi piacerebbe tantissimo avere un bambino o una bambina con i tuoi ricci. -aveva detto poi dopo qualche attimo di silenzio in cui non avevano fatto altro che guardarsi- Amerei qualsiasi bambino dovessimo avere con l'adozione -ci aveva tenuto a precisare- Ma.. dio Blaine, vorrei davvero tanto guardare nostro figlio e vedere qualcosa di tuo.» e Kurt si era sentito forse un po' egoista per quel desiderio, ma era quello che più voleva, quello che aveva sempre desiderato.
«Piacerebbe anche a me -aveva sussurrato Blaine prima di baciarlo. Decidendo così di accettare la proposta di Rachel.- Buon natale amore mio, forse il nostro ultimo da soli» aveva sorriso a quel pensiero.
«Buon natale, l'ultimo tranquillo» aveva riso Kurt coinvolgendo Blaine per poi finire per fare l'amore con lui.

New York, Natale 2034

«Dove hai trovato quella scatola?» aveva domandato Blaine quando aveva trovato il figlio con la testa in una scatola più grande di lui. Il piccolo stava frugando nello stanzino in cerca dei regali che gli avevano fatto i suoi genitori per quel natale quando si era imbattuto in quella scatola dove c'era scritto "Kurt e Blaine" e curioso come poteva esserlo un bambino di sette anni l'aveva presa e ci aveva curiosato dentro -Stavi cercando i tuoi regali vero?  -nel tono di Blaine non c'era alcun segno di rimprovero, come poteva arrabbiarsi quando il figlio lo guardava con quegli occhi da cucciolo? Occhi presi indubbiamente da lui.- Ryan devi aspettare solo un girono e vedrai che stanotte arriverà Babbo Natale con i tuoi regali»
«Babbo Natale non esiste -aveva affermato sicuro, era un bambino fin troppo intelligente per la sua tenera età. E poi era attento a tutto quello che accadeva intorno a lui e già da un anno aveva capito che in realtà babbo natale non esisteva- Cosa sono queste cose?» aveva chiesto poi tornando a guardare la scatola. Blaine si era seduto al suo fianco e aveva iniziato a prendere in mano le varie cose nella scatola con un sorriso sulle labbra.
«Sono alcuni dei regali che ci siamo fatti io e tuo padre nel corso degli anni» Alla fine avevano unito in un'unica scatola i regali che avevano conservato di quando erano bambini e piano piano si erano aggiunti degli altri. Avevano aggiunto i fogli dove avevano scritto le loro promesse, i loro costumi da Babbo Natale e da Elfo, il testo originale della prima canzone che Blaine aveva composto per Kurt. Gli schizzi dei loro vestiti del matrimonio disegnati con tanto amore da Kurt. E tanti altri oggetti simili che ricordano loro un pezzo della loro storia e che meritano di essere conservati.- Questo è il primo regalo che mi fece tuo padre. -aveva detto ancora prendendo in mano il papillon- Era suo e lo indossava il giorno di natale, se lo tolse dal collo per regalarmelo» Ryan ascoltava il padre con un sorrido sulle labbra.
«Posso prenderlo? Prometto che lo tratterò con cura -aveva affermato poi capendo quando per piccolo pezzo di stoffa fosse importante per suo padre- Voglio metterlo domani e fare una sorpresa a papà, posso?» aveva chiesto ancora sfoderando i suoi occhi da cucciolo. E Blaine aveva accennato una risata e poi aveva annuito.
«Sono sicuro che tuo padre sarà felice di vederti con questo addosso»

«Buon natale papà -aveva esclamato Ryan quella mattina buttandosi sul letto dei suoi genitori che stavano ancora dormendo. Ormai i due sposi erano abituati a quel tipo di risveglio. Avevano coccolato un po' loro figlio e poi, quando Ryan era tornato in camera per prepararsi, erano rimasti ancora un po' a letto a coccolarsi tra loro. Poi prima che potessero essere interrotti si erano alzati e vestiti anche loro.- Come sto?» aveva domandato il piccolo mettendosi di fronte a Kurt e sorridendo allo stesso modo in cui sorrideva Blaine. Ryan era il figlio biologico di Rachel e Blaine, eppure non aveva preso nulla da Rachel. Era la copia esatta di Blaine e Kurt non poteva che essere più felice di quello. 
«Sei bellissimo -gli stava dicendo Kurt mentre lo osservava per poi notare il papillon che aveva al collo. Come poteva non riconoscerlo?- Dove l'hai preso quello?»
«Me lo ha dato papà.. aveva detto che potevo prenderlo» il suo tono si era fatto improvvisamente più insicuro, per caso suo padre non voleva che lo mettesse?
«E ha detto bene, ti sta davvero un incanto -lo aveva rassicurato Kurt facendolo tornare a sorridere- Ma mi raccomando, trattalo con cura» il bambino aveva annuito, era salito su una sedia e aveva lasciato un bacio sulla guancia del padre che lo aveva guardato con tono di rimprovero per essere salito sulla sedia, per di più con le scarpe. Ma non fece in tempo a dirgli nulla perché Ryan era corso via ad aprire la porta allo zio che era appena arrivato.
«Okay che ha il tuo DNA, ma doveva per forza prendere la tua odiosa abitudine di salire sui mobili come se fosse una scimmia?» aveva domandato al marito che era scoppiato a ridere per quella domanda.
«Sei stato tu a voler un figlio con i miei geni» aveva ribadito Blaine prima di andare ad accogliere i loro ospiti. Quel natale non era stato diverso dagli altri, avevano pranzo tutti insieme con la loro famiglia allargata. Ryan aveva giocato con Juliette e Megan, rispettivamente figlie di Rachel e Sebastian. Kurt e Blaine avevano passato il loro tempo con i loro familiari e i loro amici. E come d'abitudine dopo pranzo si erano scambiati i regali. Erano rimasti di nuovo loro tre da soli. Ryan era sotto l'albero di natale a giocare con i suoi nuovi giocattoli mentre Kurt e Blaine stavano sistemando la cucina. O meglio, Kurt stava sistemando la cucina mentre Blaine si era perso tra i suoi pensieri ad osservare felice la sua piccola famiglia.
«Dovremmo fare un altro figlio» aveva detto poi, rompendo quel piacevole silenzio e abbracciando il marito da dietro e a Kurt quasi non era caduto il bicchiere di mano.
«Cosa? -aveva domandato voltandosi verso Blaine che lo guardava seriamente, quindi aveva davvero sentito bene- Blaine sei sicuro? Lo sai cosa significherebbe avere un altro bambino in casa?» gli aveva detto, quando Ryan era nato avevano passato mesi e mesi con le mani tra i capelli, avevano trascorso notti e notti insonni tanto da arrivare a credere che non ce l'avrebbero mai fatta, tanto da arrivare a pensare che sarebbero stati dei pessimi genitori. Ma poi, pian piano, avevano imparato a gestire tutto ed erano diventati molto bravi in quello. 
«Mai stato più sicuro. Voglio dare un fratellino o una sorellina a Ryan. E voglio che abbia il tuo DNA questa volta. Voglio che abbia il tuo piccolo nasino perfetto e i tuoi occhi cristallini. Non ti piacerebbe avere un altro bambino?» aveva affermato con tono sicuro Blaine e Kurt aveva sorriso, facendo capire così al marito che la sua risposta era sì, che anche lui voleva un altro figlio con Blaine e che non gli sarebbe dispiaciuto rivedere un po' di se stesso in lui o lei.
«Lo sai che se ci addentreremo in questa nuova strada avremo molto tempo in meno da dedicare a noi due, vero?»
«Puoi star certo che il tempo lo troveremo, così come lo abbiamo trovato con Ryan» aveva affermato Blaine mentre aspettava ancora una risposta da suo marito.
«Ti dico di sì solo se mi prometti che se sarà una femminuccia la chiameremo Tracy -e Blaine aveva riso per quella richiesta per poi annuire e baciarlo- Dobbiamo smettere di prendere queste decisioni durante il natale» aveva detto ancora Kurt circondano il collo del marito con le braccia e baciandolo di nuovo prima che Blaine gli potesse rispondere.
«Tutte le nostre migliori decisioni le abbiamo prese a natale»

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