IL CORAGGIO DI ANDARE?

di frenzazero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ABBI CURA DI TE ***
Capitolo 2: *** Bolle di sapone ***



Capitolo 1
*** ABBI CURA DI TE ***


E SE ANDRE' DECIDESSE DI ANDARE VIA? 

CAP. 1 
E con questa sera direi che chiudo qui la mia vita con te Oscar… non riesco più a sopportare questo mio amore per te nascosto, sotterrato dentro di me, e tu che ami lui. Non ce la faccio più, il mio cuore non regge. Ti ho ben impressa in mente e in questo ventricolo sinistro, tu bella come non mai, ma non per l’abito che hai scelto di indossare per lui, ma quella luce nei tuoi occhi, pieni di adorazione, di desiderio, di voglia, di passione, e mi duole dirlo di AMORE. Non posso più competere con questo, ti ho ascoltata, ti ho osservata e a dir la verità ti ho anche spinta nel cercare di farti perdere interesse verso di lui, ma invano. Ed effettivamente non è giusto, il tuo cuore è suo, e non sarà mai mio,  e ora non posso più vivere così. Ho raggiunto questa consapevolezza mentre ti vedevo scendere le scale un passo per volta, il tuo essere imbranata ed ingenua, poco pratica su quei tacchi e con quell’abito da donna, ti rendevano ancora più bella, e quel tuo sorriso quando hai incrociato il mio sguardo, quel sorriso fraterno in cerca come sempre della mia approvazione. Lì ho capito tutto, ho capito che il mio destino sarà un altro e tu devi compiere il tuo. Sono a pezzi ma lo devo fare e lo faccio pure da codardo, senza salutarti di persona, dovessi riguardare i tuoi occhi o imbattermi nel tuo sorriso o nel tuo profumo non me ne andrei più via, e credimi non è giusto per te, e per me. Ti porto via con me perché abiti nel mio cuore non dimenticarlo mai, e non dimenticarti del tuo amico Andrè oltre ad avere avuto l’onore di essere il tuo attendente. Mia piccola Oscar, ti sono sempre accanto, tu promettimi che tenterai tutto il possibile per vivere la tua vita al meglio e il tuo amore.
Con affetto, il tuo Andrè
 
E mentre ripiego queste poche righe da lasciarti sul tuo cuscino, mi sento morire, ho davanti agli occhi questa nostra vita passata insieme, attimo dopo attimo, dalle nostre litigate, ai nostri abbracci, dai nostri duelli ai nostri giochi alle nostre chiacchierate davanti al fuoco con un buon libro o un ottimo vino, e inevitabilmente scende una lacrima. Guardo ancora la tua stanza, imprimo ogni pezzetto di questo tuo piccolo mondo, la tua divisa rossa scintillante, la tua spada indimenticabile, riguardo tutto con attenzione e nei minimi dettagli, inspiro tutto il tuo profumo fino in fondo al mio stomaco. Chiudo così la tua porta piano piano, come a non voler lasciare la maniglia e mi avvio dalla cara nonna, nel frattempo ripeto in testa le poche parole che vorrei dirle senza farla star male ma mi basta vederla per dimenticare tutto.
“Ehi testone che ci fai qui a quest’ora? E con una sacca in mano” mi domandi guardando oltre le mie spalle.
“nonna…“ e non riesco a dire una parola di più poiché piangi già a dirotto buttandoti addosso con una presa mai avuta
“nonna, non fare così… lo sai anche tu che in fondo è giusto così e che questo momento sarebbe arrivato…” mentre ti accarezzo dolcemente la tua testa nascosta nel mio petto
“Andrè… lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo… te lo ripeto da quando hai compiuto 13 anni e sei diventato un ometto..” urli queste parole battendo i pugni serrati sul mio petto
“stai lontano da lei, siete di due mondi diversi… lo so lo so nonna, me l’hai ripetuto ogni santo giorno, ma purtroppo non è servito, il mio cuore credo che si sia innamorato di lei al primo sguardo… il passato e il presente non posso cambiarlo ma il futuro si, per lei e per me… andrò a Parigi per ora, ho trovato un lavoro onesto dietro il bancone di un’osteria in centro, potrai venire a trovarmi quando vuoi… non piangere te ne prego!!”
“mio piccolo screanzato di un nipote, come posso non volerti bene dopo queste tue parole? Non ti libererai mica di me, lo sai. Prenditi cura di te stesso Andrè, mi raccomando e non cacciarti nei guai se no….”
“se no arrivi tu con il tuo famoso mestolo” sorridendo ti stritolo cosi forte come se volessi lasciare la tua sagoma su me stesso  e sulla mia pelle e continuo
“tu prenditi cura di Oscar nonna, fallo per me”  guardo il tuo viso arruffato e insieme diciamo
“Madamigella Oscar” e scoppiamo a ridere con le lacrime che scendono silenziosamente. Mi giro di spalle e alzo la mano per salutarti, e ora tocca affrontare l’ultimo ostacolo. Il generale.
Eccomi di fronte alla sua temibile porta, busso e aspettando l’invito ad entrare non so ancora cosa dire  e come reagirà.
“Avanti”  questo tuono mi fa riprendere
“Buonasera signor Generale, sono venuto qui stasera per dirLe che lascio la Vostra dimora e il mio posto di attendente di vostro figlio…” finisco qui la frase sperando che non abbia bisogno di spiegazioni o altro, incrocio le dita dietro alla mia schiena
Guardandomi negli occhi dice “Sicuro Andrè?” poche parole gelide ed il mio "SI" non è da meno.
“Non ti chiederò altre spiegazioni a riguardo, posso solo dirti che mi dispiace perderti ma comprendo. Avrai tutta la tua ricompensa per questi anni di presenza e di fedeltà assoluta verso la nostra famiglia e verso mio figlio.” Mi dice mentre mi mette le mani sulle spalle e guardandomi negli occhi gli dico semplicemente “Grazie Signor Generale…di tutto”
Ora tocca a me, è giunto il momento di chiudere tutto e di affrontare la vita oltre questo palazzo. Prendo Alexander, e via, al galoppo me ne scappo, senza voltarmi indietro, ma con una pesantezza nel cuore assoluta.

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Capitolo 2
*** Bolle di sapone ***


E’ quasi l’alba, il sole si sta affacciando in questa nuova giornata, e sto rientrando con calma a piedi dalla serata più disastrosa della mia vita, finalmente vedo in lontananza il mio riparo dal mondo…le mie quattro mura, il mio amico pianoforte, e sogno lei..la mia spada!! come ho potuto solo pensarlo? Come ho potuto credere che Fersen sarebbe caduto ai miei piedi? Vestita da donna poi perdipiù.. Sono stata una perfetta idiota… non vedo l’ora di svegliare Andrè  e poter duellare con lui, questo ora mi serve!!!
Con questi pensieri Oscar  stava mettendo piede in casa quatta quatta cercando di non fare nessun tipo di rumore, ma ovviamente nulla sfugge a lei…
“Madamigella Oscar, ma siete rientrata a piedi?” le sussurrò nanny facendola sobbalzare
“Nanny… mannaggia, mi hai fatto spaventare!! Cosa ci fai sveglia a quest’ora?” guardando verso l’orologio a pendolo in cima alle scale
“non fate la furba Madamigella, rispondete alla mia domanda non con un’altra domanda per favore…”
Tenendo giu la testa come quando era piccola e combinava delle marachelle rispose: “Si Nanny, avevo bisogno di camminare e schiarirmi le idee… a proposito è possibile prepararmi un bel bagno a quest’ora? Così appena sono pulita e Andrè si sveglia, posso fare la cosa che più mi aiuta in assoluto…duellare con la spada” e stavolta la testa rivolta verso il pavimento ce l’aveva Nanny e Oscar non capiva come mai…
“Nanny…nanny… non ti senti bene?” e con una dolcezza immane le tirò su il mento vedendo i suoi occhioni nonostante gli occhiali, gonfi di lacrime
“Nanny cosi mi fai preoccupare..cosa succede? ha fatto o detto qualcosa mio padre?” 
“Andrè è andato via!” quattro parole che la colpirono in pieno petto
“non ho ben capito Nanny, spiegati meglio te ne prego…” e non staccava i suoi occhi azzurri da quelli della tata intenta a carpire chissà quale altra affermazione
“Madamigella Andrè stanotte si è congedato da vostro padre e dal suo ruolo di vostro attendente” posando lievemente una mano sulla spalla di una Oscar completamente immobile e frastornata
Calò il silenzio tra le due donne mentre si fissavano intensamente negli occhi, in un attimo Oscar sbloccò la situazione dicendo solo:
“Nanny per favore avrei bisogno di un bel bagno” tuonò con il suo tono di voce gelido e distaccato in completa opposizione ai gesti del suo corpo, poiché salì mesta mesta e con il capo chinato le scale senza aspettare la risposta affermativa della nonna, ora voleva solo chiudersi in camera sua e cercare di tornare alla realtà, le ultime ore erano state particolarmente fuori dalla sua realtà.
“Andrè è andato via…” lo disse in un soffio mentre richiudeva la porta alle sue spalle e avvicinandosi al letto intravide la firma di Andrè, rimase un attimo li ferma con gli occhi su quel foglietto ripiegato, e con un moto di rabbia lo prese e lo stracciò senza neanche aprirlo.
“Hai voluto andartene Andrè, e cosi sia!” e si tuffò nel suo letto con la testa immersa nel cuscino che riempì senza neanche accorgersene di lacrime.
Quando Nanny si permise di entrare in camera con il catino d’acqua calda per riempirle la vasca la trovò inerme nel letto con la testa ancora nascosta dal cuscino, non le disse una parola, d’altronde non sapeva come affrontare questa situazione, per primo con se stessa e poi con la sua bambina, così si infilò dietro al paravento e preparò tutto in men che non si dica, aggiungendo quelle gocce di profumo alla lavanda che adorava tanto.
“Questo è l’odore di Andrè, per favore mettimi quello alle rose.” Diretta e precisa come un gancio in piena faccia, proseguì “nanny tieni questi pezzi di carta, bruciali, insomma fanne quello che vuoi, ma fuori da questa camera, non voglio più niente qui che possa anche lontanamente ricordare…..” non finì neanche la frase che decise di tuffarsi in quell’acqua calda e ad immergersi tutta, testa compresa, solo l’acqua a parte la spada, riusciva a farle fermare il cervello e i pensieri, tutto si immobilizzava tra quelle bolle d’acqua calda.
“Oh Madamigella… “ stringendosi le mani sul proprio cuore “mi prenderò cura io di voi, d’altronde come ho sempre fatto”
Cosa sta succedendo? Cosa mi sta succedendo?  Ieri a quest’ora avevo il mondo in mano, ora mi ritrovo solo bolle di sapone.
 
 

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