Il Mondo Euforizzante del Sirenetto

di Idris Kessivrea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al mare ***
Capitolo 2: *** Il Dramma ***



Capitolo 1
*** Al mare ***




I sociopatici si preoccupano solo di soddisfare i propri bisogni e desideri: egoismo ed egocentrismo all’estremo. Qualsiasi altra cosa e qualsiasi altra persona vengono ridotte nella loro mente ad oggetti da usare per soddisfare i propri bisogni e desideri. Spesso sono convinti di fare qualcosa di buono per la società, o almeno niente di così brutto.

Un figuro sociopatico, apparentemente simpatico che saltella di ombrellone in ombrellone a farsi i fatti degli altri e credendosi amico fidato di tutti. Il posto, ovviamente è la spiaggia. Lui, spesso e VOLENTIERI cerca suo figlio. Un po' come "Alla ricerca di Nemo" per intenderci, ma con davvero troppa poca avventura. Tale Dario.

Guarda l'orologio. -Sono le cinque e mezza, lascia che scendo a mare.-
La sua mente è affolata da un triglione di pensieri stupidi mentre scivola velocemente attraverso il sottopassaggio, posto melmoso e malfamato. Con molta disinvotura e silenziosamente cammina tra la sabbia. -Mi sto scottando i piedi, accidenti.- Nonostante avesse le ciabatte blu. Senza farsi notare con il suo bel asciugamano saldamente ancorato al suo braccio, apre il suo ombrellone, blu. Sventola l'asciugamano blu e lo adagia alla bell'è meglio sulla sabbia. -Che brutta terra che c'è in questa spiaggia!- Che pensieri signor Siretto, molto arguti. La sabbia del posto, erano pietruzze. Ma tornando a noi. Si avvia " a mare " come dice lui.

Uno spezzone della sua arguzia. Il Sirenetto che cerca di persuadere un bambino ad entrare in acqua "Ehy Lorenzo, vieni a mare", per tutta risposta il bimbo lo guarda per pochi minuti, poi scappa dalla madre. Il Sirenetto che cerca di convincere tutti ad entrare in acqua con lui "Venite a mare che è calda!" Il Sirenetto che cerca di convincere Dario a smettere di amoreggiare e di andare in acqua con lui "Dario smettila un po', tanto lei non scappa e vieni a mare con me che sono solo dentro". Lui, è un uomo molto malizioso e parecchio egocentrico. Si capisce.

Infila il suo piccolo piede nell'acqua -Oh! Ma come è fredda oggi!- ridendo, guardandosi intorno cercando qualche consenso. Guadagna in breve tempo il largo del mare, ci rimane fin quando non vede qualcuno di sua conoscenza per poter fare quatto "ghiacchiere" come è solito dire. Ed eccolo, nota un suo amico da anni immemori. "Ciao, Michele. Entra che l'acqua è perfetta" sghignazzando felice. Con l'abilità di sirenetto che possiede arriva in spiaggia in pochissimi secondi. E comincia a persuadere l'amico che alla fine, cede. -Come sono bravo e amato.- "Senti, hai visto a Dario? La barca di Ciccio manca, forse è con lui. AHAHAAH sembre con Ciccio è Dario" ebbene, lui non è contento se non nomina suo figlio tra le 10mila e le 40mila volte al giorno. Si, è una palla, o una BOA siccome siamo a mare. Continua la conversazione, è capace di parlare ore ed ore con la stessa persona.

Due ore e mezzo dopo, il suo amico era morto affogato. Causa, aveva sbadigliato troppo, mentre provava a nuotare per scappare, andare a sdraiarsi al sole. Il Siretto, mai triste, questa volta si sentiva in colpa, ma svanì presto. Uscì dall'acqua per andare a consolare la moglie di Michele. "Mia moglie non scende mai a mare di pomeriggio! Come mai sei scesa tu?" facendo strane allusioni che solo lui capiva.
Ne andava anche molto fiero, si sentiva un vero figo da spiaggia con il suo costume blu, con una chiazza rossa sul davanti. -Sono davvero un bravo e bellissimo bagnino. Tutte mi stanno dietro.- ridendo. Spostandosi in un'altra zona, la cosidetta zona dove stanno i bambini, cosidetta da lui ovviamente. Vide tre bimbe giocare con le palette e darsele di santa ragione e disse loro, come farebbe qualsiasi nonno amorevole. "Ma daai su, state tranquille che ce ne per tutti yeyeyeyeahaha" stava per andare quando torno, "Avete visto a Dario?" non udendo alcuna risposta andò via.

All'orizzonte però, il figlio Dario con "l'amico suo Ciccio" stavano tornando. Il sirenetto, stava impazzendo. Chiedeva a chiunque, anche alle pietre se avessero visto A DDDARIO. Appena lo scorse, il suo cuore si ristabilì e tornò il sereno.
-Eccolo, il mio bellissimo figlio, così perfetto! Tutto suo padre. Certo che, quel costume arancione... Tzè, rovina tutto.- quasi in lacrime per l'ultimo avvistamento. Si avvicinò, "Dario, come mai quel costume... Arancione?" si sentiva il disprezzo sull'ultima parola. Il figlio guardandosi in basso, il costume orrendibile si giustificò. "Pà, me l'ha regalato la..." non potè finire che il padre disse la sua "Dario, vado a casa". Saluto tutti velocemente, si mise le ciabatte blu, prese il suo asciugamano blu e credendosi invisibile si infilò nel sottopassaggio melmoso e malfamato. Dario guardò il padre allontanarsi in modo patetico e ridicolo, stava camminando in modo assurdo. Si vergognava di essere suo figlio. Tutti lo guardavano come se stesse indossando una cacca di cane. Provò a giustificarsi "Me l'ha regalato la mia fidanzata!" brontolò. -Che gusti di cacca di cane che ha la sua fidanzata.- pensarono tutti i presenti. Poi ognuno tornò a farsi gli affari propri. Molte signore a guardare i figli, gli uomini a far finta di guardare mogli e figli.

A casa, nella sua villa che lui credeva ricca e stupenda. Il Siretto, si era seduto sulla seggiola, era avvilito e distrutto, suo figlio, il suo amato DDARIO, aveva dissacrato lo stemma della famiglia, la fissazione comune che si tramandava di generazione in generazione. Erano tutte balle che lui, propinava alla sua dolce e poco pettegola moglie e al suo amato, bellissimo e intelligentissimo figlio. In realtà, spadroneggiava indisturbato. Adorava il blu. E pretendeva che tutti nella sua famiglia lo venerassero, lo eloggiassero e lo indossassero come lui faceva.
Era distrutto. Non aveva voglia di farsi la doccia, di lavarsi con il suo Felce Azzurra di colore, blu. La moglie non l'aveva sentito rietrare. L'unica volta che lui faceva rumore rietrando e la moglie non l'aveva sentito. Strano. Lui la vide, "Guarda lasciami stare che sono arrabbiato" disse. Senza che nemmeno la moglie poco pettegola dicesse niente. -Spero mi chieda il perchè- Invece la moglie molto interessata "Va bene, vado a vedere se i negri hanno preparato da mangiare". Il Sirenetto affranto e con il cuore spezzato rimase con i suoi pensieri. "Va' a fare la doccia che puzzi di sale" che donna dall'udito sopraffino. -Ma che donna! Che uomo fortunato che sono!!- Tornò felice per pochi minuti, giusto il tempo di farsi la doccia, di uscire e di vedere suo figlio, l'amato DDARIO con l'orribile costume.

L'indomani mattina la moglie poco pettegola svegliò il marito "Tra poco, 10 minuti scendiamo a mare, muoviti caro!!" sentenziò. Si sentiva di umore magnifico. Si alzò, andò in bagno -Come mi risalta questo specchio, sembro Dario adesso. Forse oggi qualcuno ci scambierà per gemelli!- sorridendo. Alle 10,30 scesero per il melmoso e malfamato sottopassaggio sottocasa e si ritrovarono in spiaggia, con tutti i loro amici mattinieri. Anche la moglie poco pettegola era solita andare di ombrellone in ombrellone e gridare il nome dell'amica più lontana per convincerla ad andare sotto il suo ombrellone, blu. Il marito, evitò la zona dove stanno i bambini, non voleva vederne altre due litigare per lui -No, per adesso meglio di no. Magari più tardi, prima di salire... Oh, la moglie di Lucio, lascia che vado. Chissà dov'è Lucio- aveva uno sguardo contrito. "Cara, dov'è Lucio?" "In acqua!" con il solito tono da donna di classe infastidita "Oh ohohoh hai ragione, lascia che vado" e si allontanò. Entrato in acqua, "Ma è freddina oggi, vero Lucio?  Senti, hai visto a Dario?" la sua voce era più stridula del solito, forse per il freddino dell'acqua. "No, oggi non ancora. Scusami adesso esco, c'è da tanto che sono dentro!!" Lucio, evidentemente aveva saputo della morte di Michele e non voleva essere il prossimo. "No, Lucio... Rimani, sono appena arrivato, appena entrato" tirandolo per la mano. -Mi evita questo?! No, non può essere... Mi vogliono tutti bene- Eh, povero Sirenetto, quante cose ignorava.

Senti i passi di suo figlio nel sottopassaggio, era felice, e non vedeva l'ora di vederlo. Adorava suo figlio. Quand'ecco che comparve, Dario. Il suo figlioletto, con il costume... Blu. Era felicissimo... Ma Dario, non sentiva esattamente le stesse cose.
"Papà, dove l'hai messo il mio costume arancione?" alzando la voce ad ogni parola. Era arrabbiato. Il Sirenetto, rideva facendo finta di non capire cosa il figlio DDDario gli stesse dicendo. La moglie lo guardava malissimo, pronta a mollarlo alla prima brutta figura in pubblico... Si alzò e disse "Avevano ragione i miei!!!" allontanandosi.

La notte prima, il Sirenetto aveva fatto irruzione nella stanza di suo figlio.
-Tanto, non c'è è uscito con l'amico suo Ciccio ihihih- Aveva sottratto il brutto costume arancione -Metto i guanti, non voglio essere contagiato- serio. Prese una busta, lo infilò dentro -Bene, adesso...- Ci pensò qualche istante. -Sì, il cassonetto, lo butterò lì... e poi gli darò fuoco- con un ghigno malefico. Ecco quello che successe al costume arancione di suo figlio DDDARIO. A parte una cosa, alla fine non gli dette fuoco. Riempì la busta di terra, e poi prese la macchina e andò a buttare tutto dentro il vicino cassonetto. -Pesava quella busta, ma almeno adesso non indosserà più quel orribile costume. Il suo costume sarà sempre quello blu!- Giurandolo a se stesso. Felice rientrò nel vialetto della sua villa ricca, si tolse le ciabatte blu, e pieno di adredalina si addormentò.

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Capitolo 2
*** Il Dramma ***


Il Dramma


Rimasero in spiaggia solo lui e l'amato figlioletto, o almeno lui non riusciva a vedere altri. Nonostante la spiaggia fosse piena di gente. "Papà dove cazzarola hai messo il mio costume?" sempre più arrabbiato. Non che lo fosse realmente, aveva paura della reazione della sua ragazza. Pensava l'avrebbe lasciato, forse. Il Sirenetto che continuava a mandare avanti il suo piano di fingersi ignaro e stupido "Ma Dario, ce l'hai addosso" ridendo, convinto del fatto suo. Il ragazzo sentendosi ridicolo e preso per il culo divenne rosso, non si sà se per rabbia o per la vergogna di avere un genitore così idiota. "Ma... Io... AAHHH" e scappò su per il sottopassaggio diretto a casa. Il padre rimasto solo rivide affiorare tutte le altre persone, altrimenti chiamati "bagnanti". Guardando in giro, vide che la moglie poco pettegola era sparita "Scusateee..." con la voce squillante "avete visto... a Dario?" ebbene, era una fissazione ricorrente. Uscì dall'acqua e si infiltrò sotto un ombrellone a sentire di cosa stessero parlando. Dopo pochi minuti di "meditazione", aveva assorbito tutti i discorsi altrui. Cominciò a interloquire con i proprietari dell'ombrellone " Sì, povero Michele, è stata sfortuna. Lucio, doveva essere il prossimo me l'ha detto lui stesso!" Non si rendeva per niente conto che non era il ben venuto. -Povero Michele che brutta fine. Dovrò stare attento la prossima volta che entro in acqua... Chissà se a Dario sarà passata quella strana cosa che aveva verso i miei confronti-.

Dopo un'ora di chiacchiere, -lascia che guardo l'orologio... Ma è veramente tardi, e ho "anghe" un po' di famuccia- Salutò i nuovi amici, che non vedevano l'ora che l'intruso scomparisse, e si avviò lento al suo ombrellone. Lì, con molta calma e accuratezza, convinto di essere guardato e ammirato da tutti raccattava le sue due cose. Ciabatte e asciugamano neppure usato, blu. Salutò tutti i presenti con un gesto generale con la manina destra e senza attendere risposta, che comunque non arrivò. Lento e calmo salì per il sottopassaggio melmoso e malfamato. -Odio passare per questo posto umido, melmoso e malfamato!!- con questi pensieri 10 minuti dopo arrivò a casa. Ci mise il doppio, ma si era perso nel labirinto del suo cervello e capite che uscirne sarebbe stato alquanto difficoltoso. -Ma oggi che giorno è! Giorno, domani devo fare la spesa. Devo sistemare il giardino, ma... la mia maglietta blu del giardinaggio è sporca. E dove sarà la carriola? Cercherò rinforzi? Rinforzi. Polizia. Omicidio. Michele. Povero. Che ci faceva la moglie a mare di mattina?- I pensieri erano su per giù tutti così, disordinati. Povero!

"Cara, sai dov'è la mia maglietta?" attese, ma non rispose nessuno. Passò in rassegna tutte le stanze della sua lussuosa villa. Notò che una porta era chiusa a chiave, sospettò si fosse chiusa lì. "Cara?? Se qui? Perché non apri la porta? Devo chiederti una importante cosa, davvero importante!" bussò ancora e premette più volte sulla maniglia in modo da aprire la porta "Caraaa, la mia maglietta blu da giardinaggio? L'hai vista? Io credo sia sporca, è ver..." si bloccò perchè notò una cosa strana. Correndo, ancora una volta passò in rassegna le stanze della sua villa lussuosa. Infine affronto andò in giardino, e vide la maglia a terra... Non se ne curò. Gli premeva solo una risposta alla sua domanda. Non gli importava che la moglie non c'era, l'unica cosa che voleva sapere era -Ma dove sarà DDDARIO?  Cosa gli sarà capitato? Sì, lo so. Sarà stata quella ragazza, la ragazza con il costume rosa e il nasone. La sua fidanzata priva di gusto.- con un ghigno malefico. Rincasò, si sedette su una sedia della cucina. Notò che la moglie gli aveva lasciato il pranzo, ovviamente non fatto da lei dal momento che non sapeva cucinare nulla. Aveva dato ordine ai negri di prepararlo per lui -Che cara donna che è mia moglie, sono così fortunato!!!- Accanto vide un foglietto, tagliato
 -Divinamente- come solo Dario sapeva fare. Non aveva mai imparato a ritagliare in modo almeno decente, gradevole alla vista. Con smania lesse, "Torneremo fra un paio di giorni. Non ti diciamo dove siamo, compreremo un nuovo costume, e mamma pure. Ci hai profondamente delusi, sia me che la mamma intendo" Quel messaggio a primo impatto gli parve così perfetto, l'ortografia, nonchè la grafia del figlio erano -meravigliose-. Il Sirenetto era impossibilitato di capire, di vedere la realtà, amava così tanto suo figlio DDDario. Gli pagava l'università, pensava fosse un genio, un intellettuale, uno che avrebbe fatto successo. Come lui. -No! Meglio di me, Dario andrà in Americhe, in Gran Bretagne... ovunque. Sarà rispettato. Il nuovo Einstein.- Dopo di chè arrivò l'amara verità, che lo colpì come un pugno in piena faccia, come un fulmine a ciel sereno. Sereno che non era, ma tralasciamo. Capì che "VOGLIONO COMPRARE NUOVI COSTUMI!!!?!" gridò pieno di isteria.C'era anche un piccolo pianto di tre ore in programma! Con le dovute pause di mezz'ora l'una. Giusto per sfogarsi un po'. Se solo avesse saputo prima del dramma che si era consumato, avrebbe comprato lui stesso un costume nuovo al figlio. "Se solo avessi saputo, avrei comprato un costume nuovo, in tinta con il mio a DDDARIO" Quella notte non dormì nemmeno. Nonostante i vicini giurerebbe di averlo sentito russare. Si sveglio... dal "coma indotto" da se stesso (come ama raccontare ai vicini, affermando "Ero come, in un... coma indotto! Sono rimasto ore seduto a quella sedia.) in tarda nottata, andò in giardino.




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