I sociopatici si
preoccupano solo di soddisfare i propri bisogni e desideri: egoismo ed
egocentrismo all’estremo. Qualsiasi altra cosa e qualsiasi
altra persona vengono ridotte nella loro mente ad oggetti da usare per
soddisfare i propri bisogni e desideri. Spesso sono convinti di fare
qualcosa di buono per la società, o almeno niente di
così brutto.
Un figuro sociopatico, apparentemente simpatico che
saltella di ombrellone in ombrellone a farsi i fatti degli altri e
credendosi amico fidato di tutti. Il posto, ovviamente è la
spiaggia. Lui, spesso e VOLENTIERI cerca suo figlio. Un po' come "Alla
ricerca di Nemo" per intenderci, ma con davvero troppa poca avventura.
Tale Dario.
Guarda l'orologio.
-Sono le cinque e mezza, lascia che scendo a mare.-
La sua mente
è affolata da un triglione di pensieri stupidi mentre
scivola velocemente attraverso il sottopassaggio, posto melmoso e
malfamato. Con molta disinvotura e silenziosamente cammina tra la
sabbia. -Mi sto scottando i piedi, accidenti.- Nonostante avesse le
ciabatte blu. Senza farsi notare con il suo bel asciugamano saldamente
ancorato al suo braccio, apre il suo ombrellone, blu. Sventola
l'asciugamano blu e lo adagia alla bell'è meglio sulla
sabbia. -Che brutta terra che c'è in questa spiaggia!- Che
pensieri signor Siretto, molto arguti. La sabbia del posto, erano
pietruzze. Ma tornando a noi. Si avvia " a mare " come dice lui.
Uno spezzone della sua
arguzia. Il Sirenetto che cerca di persuadere un bambino ad entrare in
acqua "Ehy Lorenzo, vieni a mare", per tutta risposta il bimbo lo
guarda per pochi minuti, poi scappa dalla madre. Il Sirenetto che cerca
di convincere tutti ad entrare in acqua con lui "Venite a mare che
è calda!" Il Sirenetto che cerca di convincere Dario a
smettere di amoreggiare e di andare in acqua con lui "Dario smettila un
po', tanto lei non scappa e vieni a mare con me che sono solo dentro".
Lui, è un uomo molto malizioso e parecchio egocentrico. Si
capisce.
Infila il suo piccolo
piede nell'acqua -Oh! Ma come è fredda oggi!- ridendo,
guardandosi intorno cercando qualche consenso. Guadagna in breve tempo
il largo del mare, ci rimane fin quando non vede qualcuno di sua
conoscenza per poter fare quatto "ghiacchiere" come è solito
dire. Ed eccolo, nota un suo amico da anni immemori. "Ciao, Michele.
Entra che l'acqua è perfetta" sghignazzando felice. Con
l'abilità di sirenetto che possiede arriva in spiaggia in
pochissimi secondi. E comincia a persuadere l'amico che alla fine,
cede. -Come sono bravo e amato.- "Senti, hai visto a Dario? La barca di
Ciccio manca, forse è con lui. AHAHAAH sembre con Ciccio
è Dario" ebbene, lui non è contento se non nomina
suo figlio tra le 10mila e le 40mila volte al giorno. Si, è
una palla, o una BOA siccome siamo a mare. Continua la conversazione,
è capace di parlare ore ed ore con la stessa persona.
Due ore e mezzo dopo,
il suo amico era morto affogato. Causa, aveva sbadigliato troppo,
mentre provava a nuotare per scappare, andare a sdraiarsi al sole. Il
Siretto, mai triste, questa volta si sentiva in colpa, ma
svanì presto. Uscì dall'acqua per andare a
consolare la moglie di Michele. "Mia moglie non scende mai a mare di
pomeriggio! Come mai sei scesa tu?" facendo strane allusioni che solo
lui capiva.
Ne andava anche molto
fiero, si sentiva un vero figo da spiaggia con il suo costume blu, con
una chiazza rossa sul davanti. -Sono davvero un bravo e bellissimo
bagnino. Tutte mi stanno dietro.- ridendo. Spostandosi in un'altra
zona, la cosidetta zona dove stanno i bambini, cosidetta da lui
ovviamente. Vide tre bimbe giocare con le palette e darsele di santa
ragione e disse loro, come farebbe qualsiasi nonno amorevole. "Ma daai
su, state tranquille che ce ne per tutti yeyeyeyeahaha" stava per
andare quando torno, "Avete visto a Dario?" non udendo alcuna risposta
andò via.
All'orizzonte
però, il figlio Dario con "l'amico suo Ciccio" stavano
tornando. Il sirenetto, stava impazzendo. Chiedeva a chiunque, anche
alle pietre se avessero visto A DDDARIO. Appena lo scorse, il suo cuore
si ristabilì e tornò il sereno.
-Eccolo, il mio
bellissimo figlio, così perfetto! Tutto suo padre. Certo
che, quel costume arancione... Tzè, rovina tutto.- quasi in
lacrime per l'ultimo avvistamento. Si avvicinò, "Dario, come
mai quel costume... Arancione?" si sentiva il disprezzo sull'ultima
parola. Il figlio guardandosi in basso, il costume orrendibile si
giustificò. "Pà, me l'ha regalato la..." non
potè finire che il padre disse la sua "Dario, vado a casa".
Saluto tutti velocemente, si mise le ciabatte blu, prese il suo
asciugamano blu e credendosi invisibile si infilò nel
sottopassaggio melmoso e malfamato. Dario guardò il padre
allontanarsi in modo patetico e ridicolo, stava camminando in modo
assurdo. Si vergognava di essere suo figlio. Tutti lo guardavano come
se stesse indossando una cacca di cane. Provò a
giustificarsi "Me l'ha regalato la mia fidanzata!" brontolò.
-Che gusti di cacca di cane che ha la sua fidanzata.- pensarono tutti i
presenti. Poi ognuno tornò a farsi gli affari propri. Molte
signore a guardare i figli, gli uomini a far finta di guardare mogli e
figli.
A casa, nella sua
villa che lui credeva ricca e stupenda. Il Siretto, si era seduto sulla
seggiola, era avvilito e distrutto, suo figlio, il suo amato DDARIO,
aveva dissacrato lo stemma della famiglia, la fissazione comune che si
tramandava di generazione in generazione. Erano tutte balle che lui,
propinava alla sua dolce e poco pettegola moglie e al suo amato,
bellissimo e intelligentissimo figlio. In realtà,
spadroneggiava indisturbato. Adorava il blu. E pretendeva che tutti
nella sua famiglia lo venerassero, lo eloggiassero e lo indossassero
come lui faceva.
Era distrutto. Non
aveva voglia di farsi la doccia, di lavarsi con il suo Felce Azzurra di
colore, blu. La moglie non l'aveva sentito rietrare. L'unica volta che
lui faceva rumore rietrando e la moglie non l'aveva sentito. Strano.
Lui la vide, "Guarda lasciami stare che sono arrabbiato" disse. Senza
che nemmeno la moglie poco pettegola dicesse niente. -Spero mi chieda
il perchè- Invece la moglie molto interessata "Va bene, vado
a vedere se i negri hanno preparato da mangiare". Il Sirenetto affranto
e con il cuore spezzato rimase con i suoi pensieri. "Va' a fare la
doccia che puzzi di sale" che donna dall'udito sopraffino. -Ma che
donna! Che uomo fortunato che sono!!- Tornò felice per pochi
minuti, giusto il tempo di farsi la doccia, di uscire e di vedere suo
figlio, l'amato DDARIO con l'orribile costume.
L'indomani mattina la
moglie poco pettegola svegliò il marito "Tra poco, 10 minuti
scendiamo a mare, muoviti caro!!" sentenziò. Si sentiva di
umore magnifico. Si alzò, andò in bagno -Come mi
risalta questo specchio, sembro Dario adesso. Forse oggi qualcuno ci
scambierà per gemelli!- sorridendo. Alle 10,30 scesero per
il melmoso e malfamato sottopassaggio sottocasa e si ritrovarono in
spiaggia, con tutti i loro amici mattinieri. Anche la moglie poco
pettegola era solita andare di ombrellone in ombrellone e gridare il
nome dell'amica più lontana per convincerla ad andare sotto
il suo ombrellone, blu. Il marito, evitò la zona dove stanno
i bambini, non voleva vederne altre due litigare per lui -No, per
adesso meglio di no. Magari più tardi, prima di salire...
Oh, la moglie di Lucio, lascia che vado. Chissà
dov'è Lucio- aveva uno sguardo contrito. "Cara,
dov'è Lucio?" "In acqua!" con il solito tono da donna di
classe infastidita "Oh ohohoh hai ragione, lascia che vado" e si
allontanò. Entrato in acqua, "Ma è freddina oggi,
vero Lucio? Senti, hai visto a Dario?" la sua voce era
più stridula del solito, forse per il freddino dell'acqua.
"No, oggi non ancora. Scusami adesso esco, c'è da tanto che
sono dentro!!" Lucio, evidentemente aveva saputo della morte di Michele
e non voleva essere il prossimo. "No, Lucio... Rimani, sono appena
arrivato, appena entrato" tirandolo per la mano. -Mi evita questo?! No,
non può essere... Mi vogliono tutti bene- Eh, povero
Sirenetto, quante cose ignorava.
Senti i passi di suo
figlio nel sottopassaggio, era felice, e non vedeva l'ora di vederlo.
Adorava suo figlio. Quand'ecco che comparve, Dario. Il suo figlioletto,
con il costume... Blu. Era felicissimo... Ma Dario, non sentiva
esattamente le stesse cose.
"Papà, dove
l'hai messo il mio costume arancione?" alzando la voce ad ogni parola.
Era arrabbiato. Il Sirenetto, rideva facendo finta di non capire cosa
il figlio DDDario gli stesse dicendo. La moglie lo guardava malissimo,
pronta a mollarlo alla prima brutta figura in pubblico... Si
alzò e disse "Avevano ragione i miei!!!" allontanandosi.
La notte prima, il
Sirenetto aveva fatto irruzione nella stanza di suo figlio.
-Tanto, non
c'è è uscito con l'amico suo Ciccio ihihih- Aveva
sottratto il brutto costume arancione -Metto i guanti, non voglio
essere contagiato- serio. Prese una busta, lo infilò dentro
-Bene, adesso...- Ci pensò qualche istante. -Sì,
il cassonetto, lo butterò lì... e poi gli
darò fuoco- con un ghigno malefico. Ecco quello che successe
al costume arancione di suo figlio DDDARIO. A parte una cosa, alla fine
non gli dette fuoco. Riempì la busta di terra, e poi prese
la macchina e andò a buttare tutto dentro il vicino
cassonetto. -Pesava quella busta, ma almeno adesso non
indosserà più quel orribile costume. Il suo
costume sarà sempre quello blu!- Giurandolo a se stesso.
Felice rientrò nel vialetto della sua villa ricca, si tolse
le ciabatte blu, e pieno di adredalina si addormentò.
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