Oltre le barriere

di kiki0297
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Diversa ***
Capitolo 3: *** Amore e maledizioni ***
Capitolo 4: *** Vacanze ***
Capitolo 5: *** Natale a Londra ***
Capitolo 6: *** Sectumsempra ***
Capitolo 7: *** Mi fido di te ***
Capitolo 8: *** La verità ***
Capitolo 9: *** È un addio? ***
Capitolo 10: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 12: *** In casa del nemico ***
Capitolo 13: *** Missione di salvataggio ***
Capitolo 14: *** La forza per lottare ***
Capitolo 15: *** Incontro inaspettato ***
Capitolo 16: *** Pronti a combattere ***
Capitolo 17: *** La battaglia ***
Capitolo 18: *** Speranza per il futuro ***
Capitolo 19: *** Non è ancora finita ***
Capitolo 20: *** È questa la fine? ***
Capitolo 21: *** Rivelazioni ***
Capitolo 22: *** Ricominciare ***
Capitolo 23: *** Il processo ***
Capitolo 24: *** L’avventura più grande ***
Capitolo 25: *** Il matrimonio ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


“Ce la puoi fare Clare” continuava a ripetersi senza sosta da almeno mezz’ora. Era una settimana che la ragazza preparava i bagagli ma continuava a pensare che mancasse qualcosa. Fece il giro della sua stanza per la terza volta, aprendo cassetti e armadio per essere sicura di non aver dimenticato nulla, e si sedette nuovamente sul letto.
-Ormai non si torna indietro- disse a se stessa per l’ennesima volta. Clare osservò con malinconia la sua camera, consapevole che per un po’ sarebbe stata lontana da casa. Era la prima volta che le capitava e non sapeva bene come gestire la cosa. Da quel giorno la sua vita sarebbe cambiata completamente e ancora non riusciva a capacitarsene del tutto. All’età di sedici anni sarebbe finalmente riuscita ad entrare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
A undici anni, quando la scuola mandava la lettera, Clare era priva di poteri. Nonostante entrambi i suoi genitori fossero maghi straordinari, sembrava proprio che lei fosse una maganò. Loro avevano sempre cercato di non farla sentire diversa mandandola nelle scuole babbane e vivendo ai margini del mondo magico, ma lei si era sempre sentita incompleta. Non era mai riuscita ad accettare il fatto di essere diversa e e si era sempre sentita in bilico tra due mondi, senza però esser mai parte completamente né di uno né dell’altro.
Un anno prima però tutto era cambiato. Clare si trovava in giardino a leggere sotto l’ombra di un albero quando d’un tratto aveva sentito dei rumori, prima un tonfo e poi un pigolio sommesso. Spinta dalla curiosità si era avvicinata alla fonte del suono e aveva trovato un uccellino con l’ala spezzata. Per non spaventarlo, lentamente si era chinata per raccoglierlo, e proprio in quell’istante qualcosa di incredibile era successo: appena lo aveva sfiorato si era sentita attraversare da un’energia fino a quel momento sconosciuta e l’uccellino era guarito come per incanto e volato via.
Per qualche istante Clare era rimasta immobile ad osservare il punto in cui lo aveva visto sparire ma dopo essersi ripresa era corsa in casa come un fulmine per dirlo ai suoi genitori.
Anche loro come lei ormai avevano abbandonato le speranze ma non appena la ragazza finì di raccontare ciò che era successo ne furono entusiasti.
Sua madre scrisse una lettera in cui spiegava la sua situazione ad Albus Silente, il preside di Hogwarts, e ottenne il permesso per poterle insegnare a casa ogni argomento trattato a scuola negli anni che non aveva potuto frequentare. Clare sarebbe così potuta andare ad Hogwarts il sesto anno, dopo aver superato un esame di ammissione su tutte le materie.
In un primo momento non era stato per nulla semplice, ma era così determinata nel suo intento che in che in quel poco tempo che aveva avuto a disposizione aveva imparato tutto quello che doveva e adesso era allo stesso livello degli altri.
Ad un tratto Clare sentì bussare alla porta della camera e suo padre entrò subito dopo: era giunto il momento di andare.
Salutò sua madre abbracciandola forte, poi lei e suo padre caricarono tutti i bagagli sulla macchina, pronti a dirigersi verso la stazione di King’s Cross.
Una volta arrivati si fecero largo tra la folla che invadeva la stazione, alla ricerca del binario nove e tre quarti, che in tutte le volte che era stata lì la ragazza non aveva mai visto.
Spingendo il gigantesco carrello con tutte le sue cose, arrivarono al binario nove e Clare si guardò attorno per cercare quello giusto, ovviamente non trovandolo. Suo padre però le mise una mano sulla spalla, indicandole un’ampia colonna tra il binario nove e il dieci.
-Devi attraversarla- disse e lei lo guardò confusa.
Proprio in quel momento però vide una ragazza con un carrello enorme tanto quanto il suo pieno di bagagli superarli correndo e la osservò stupefatta dirigersi verso la parete e sparirvi attraverso.
Per qualche istante Clare rimase immobile, impressionata da quello che aveva appena visto, poi strinse la presa sul carrello e corse verso la colonna a tutta velocità.
E fu così che si ritrovò circondata da un mare di gente.
Una locomotiva a vapore di un rosso fiammante occupava il binario e vedeva una folla di studenti accalcarvisi attorno. Sollevando lo sguardo vide un arco di ferro battuto su cui era scritto “Binario Nove e Tre Quarti”. Ce l’aveva fatta, tra poco sarebbe stata a Hogwarts.
Continuava a guardarsi intorno estasiata, non riusciva a capacitarsi di quello che si trovava davanti. Finalmente anche lei entrava a far parte del mondo magico, non si sarebbe più sentita un pesce fuor d’acqua.
Un istante dopo suo padre le fu accanto. Le fece le ultime raccomandazioni e poi la abbracciò. Clare sapeva che anche i suoi genitori ormai erano abituati ad averla a casa con loro come una qualunque ragazza babbana, non aveva mai passato così tanto tempo lontana da loro e adesso sarebbe cambiato tutto. Con un sospiro suo padre si allontanò da lei, sparendo nuovamente attraverso la parete e lasciandola sola.
Decisa a darsi da fare Clare si guardò intorno, cercando di capire dove dovesse andare, e vide che tutti gli studenti stavano spingendo i loro carrelli verso il fondo del treno. Si aggregò agli altri e attese il suo turno per caricare tutti i suoi bagagli, tenendo con se solo la borsa con la divisa. Quando finalmente riuscì ad uscire dalla calca salì sul treno, alla ricerca di un posto libero. Per il corridoio si sentiva un vociare assordante, intorno a lei tutti si conoscevano e si sentì più che mai fuori posto. Doveva farsi coraggio per affrontare quella nuova avventura, se si fosse tenuta in disparte come al suo solito non sarebbe mai riuscita ad integrarsi e non voleva assolutamente che le cose andassero così.
Persa com’era nei suoi pensieri Clare non si rese conto che il gruppo di ragazzi davanti a lei si era fermato ed andò a sbattere contro uno di loro, finendogli praticamente tra le braccia. Lui la tenne su, impedendole  di cadere di faccia a terra anche se probabilmente in quel momento la ragazza lo avrebbe preferito, voleva sprofondare. Alzò lo sguardo ed incrociò un paio di occhi di ghiaccio fissi su di sé: appartenevano ad un ragazzo che doveva avere circa la sua età. Dopo averla rimessa in piedi, con immenso imbarazzo di Clare, lui la lasciò andare facendo un passo indietro. Era molto alto, la ragazza con la sua bassa statura gli arrivava alle spalle, aveva i capelli lisci di un biondo chiarissimo, quasi bianco, ed era vestito completamente di nero. Si sistemò la giacca del completo, probabilmente di alta sartoria, che lei aveva sgualcito e la squadrò da capo a piedi come se fosse un essere insignificante, tanto che Clare si affrettò a scusarsi.
-Mi dispiace moltissimo… non ti avevo visto… scusami tanto- balbettò  imbarazzata. Nessuno l’aveva mai fissata in quel modo, gli occhi chiarissimi del ragazzo mandavano lampi.
-E tu saresti…- le chiese con malcelato disprezzo. Clare si stava vergognando così tanto che non riusciva nemmeno a rispondergli a tono.
-Clare Gordon- rispose, implorando che il pavimento si aprisse e la inghiottisse in quel preciso momento.
-Casa?- domandò nuovamente e Clare intuì che si riferisse alle casate di Hogwarts.
-Non lo so, sono nuova- rispose e vide un lampo di sorpresa balenare per qualche secondo nei suoi occhi chiarissimi. La stava squadrando dall’alto al basso facendola sentire tremendamente a disagio e fuori posto e la cosa pareva anche divertirlo. Poi, come se niente fosse successo, fece un sorrisetto e se ne andò, lasciandola lì, più confusa che mai.
Clare si affrettò a rifugiarsi nel primo scompartimento libero che trovò e incastrò la sua borsa nella retina sopra i sedili. Si sedette di fianco al finestrino e si perse nei suoi pensieri, fino a quando non sentì la porta dello scompartimento aprirsi.
-Ci sono sempre più studenti del primo anno. Mi sembra incredibile che non ci siano altri posti liberi-.
Erano appena entrati due ragazzi e una ragazza e a parlare era stato quello con i capelli rossi.
-Come se non bastasse i Serpeverde hanno occupato la maggior parte dei posti, come se fossero i padroni del treno- disse il secondo e quando Clare lo osservò meglio rimase senza parole. Era Harry Potter, Il Ragazzo Che È Sopravvissuto. Aveva sentito spesso i suoi genitori parlare di lui e aveva visto qualche foto sulla Gazzetta del Profeta, ma fino a quel momento non aveva ritenuto possibile poterlo conoscere davvero. Era una leggenda, persino per una maganò come lei.
-Ciao!- esclamò invece la ragazza rendendosi conto di Clare in quel momento.
-Questi posti sono liberi, giusto? Il resto del treno è praticamente tutto occupato- continuò con un mezzo sorriso e Clare fece loro cenno di sedersi.
-Io sono Hermione Grenger, lui è Ron Weasley- disse indicando il rosso che le fece un cenno con la mano, -e lui è Harry Potter- continuò indicando l’altro ragazzo. Come se tutto il mondo magico cono lo conoscesse. Harry e Ron si sedettero nei sedili di fronte a lei e Hermione al suo fianco.
-Io sono Clare Gordon- si presentò e vide che Harry la stava osservando con attenzione misto a stupore, come se qualcosa di lei non gli fosse chiaro.
-Sei del primo anno? Non ti ho mai vista in giro…- osservò ma sembrava confuso. Probabilmente si rendeva perfettamente conto che lei non potesse avere solamente undici anni.
-In realtà sarei al senso, ma è il primo anno che vengo- spiegò e se possibile loro parvero ancora più perplessi.
-I miei genitori sono entrambi maghi, ma quando è venuto il momento per me di andare a Hogwarts i miei poteri non erano ancora comparsi-.
-Sei una maganò?- le chiese Harry incuriosito e Clare scosse il capo.
-Non più. La magia è entrata in me un anno fa. Non so il motivo, ma da quel momento ho avuto i poteri. Ho studiato a casa per un anno e ho superato dei test su tutto il programma, raggiungendo il livello degli altri. Adesso posso continuare come voi- concluse. I tre erano davvero stupiti, e dire che negli anni ne dovevano aver viste di cose assurde ben più di quella.
-Quindi non sai ancora a quale casa appartieni?- le chiese Harry, sempre studiandola con attenzione, e lei scosse il capo.
-Penso che mi destineranno non appena arriveremo- disse, pensando a quello che le avevano detto i suoi genitori a proposito dello Smistamento. Probabilmente la ragazza si sarebbe sottoposta al giudizio del Cappello Parlante insieme con gli studenti del primo anno. La sola parola che le veniva in mente al pensiero era “imbarazzante”. Sperava con tutta se stessa che il tutto succedesse in privato e non davanti a tutti, per lo meno in quel modo sarebbe stata abbastanza invisibile e nessuno avrebbe fatto domande.
Harry, Ron e Hermione le raccontarono moltissimi aneddoti riguardanti Hogwarts, per rendergliela un po’ più familiare. Più parlavano più Clare ne era entusiasta, non vedeva l’ora di far parte anche lei di quel mondo. Harry ogni tanto le lanciava ancora qualche strana occhiata, ma non si sentiva a disagio con loro. La ragazza raccontò loro della sua vita fino ad un anno prima, vissuta come una maganò, di come fosse stato crescere senza poteri in una famiglia di maghi. Si trovò subito bene con loro e si consolò con il pensiero che probabilmente non tutti erano come il ragazzo contro il quale si era scontrata prima.
Arrivarono alla stazione dopo qualche ora, poco prima di scendere indossarono le divise e in quel modo Clare riuscì a non sentirsi più così diversa dagli altri. Lei, Ron e Hermione scesero velocemente dal treno e  si diressero subito verso le carrozze che li avrebbero portati al castello, Harry invece rimase indietro, scusandosi dicendo di dover sistemare una questione. Clare stava per salire insieme ai suoi nuovi amici quando si sentì chiamare per nome e voltandosi si trovò davanti all’uomo più inquietante che avesse mai visto, avvolto in un ampio mantello nero. Lui la studiò per qualche istante e sul suo viso si dipinse lo stupore. Strinse le labbra e fece un profondo respiro, tornando immediatamente ad essere padrone di sé.
-Clare Gordon. Sono il professor Piton. Sono stato incaricato di scortarla subito al castello per ricevere il giudizio del Cappello. Abbiamo ritenuto inopportuno collocarla nella sua casa insieme agli studenti del primo anno-. Clare lanciò un’occhiata ad Hermione che scrollò le spalle. Si affrettò ad avvicinarsi al professor Piton, che la prese per una mano con più delicatezza di quanto si sarebbe aspettata e un secondo dopo si sentì come risucchiata in un vortice.
Quando riuscì a riaprire gli occhi, in preda alla nausea, si ritrovò in un a stanza molto particolare, colma degli oggetti più disparati, con appesi alle pareti ritratti intenti a parlare tra di loro. Quando finalmente, dopo profondi respiri, riuscì a placare la nausea che la attanagliava su rese conto dell’uomo che le stava davanti. Aveva una lunghissima barba bianca, un naso sottile su cui poggiavano occhiali con le lenti a mezzaluna e occhi grigi che guadagnarono subito la sua fiducia. Indossava una lunga tunica argentea, che frusciò non appena lui si alzò dall’immensa poltrona che stava dietro ad una meravigliosa scrivania in legno pregiato e andò verso di lei.
-Severus, dovevi per forza farle provare la Smaterializzazione prima del banchetto?- rimproverò bonariamente l’altro professore che prontamente replicò:
-Non avevamo tempo da perdere-. Poi le lanciò un’alta strana occhiata e si congedò.
-Io sono il professor Silente, Clare, e per me è davvero un piacere conoscerti- disse, porgendole la mano che la ragazza si affrettò a stringere. Nel mondo dei maghi Silente era una leggenda, perfino lei che praticamente non ne aveva mai fatto parte sapeva chi fosse.
-Ho pensato che sarebbe stato meglio non sottoporti allo Smistamento con gli allievi del primo anno- disse comprensivo e Clare non poté fare a meno di ringraziarlo. Meno si fosse trovata al centro dell’attenzione, meglio sarebbe stata.
-Penso tu sappia come funziona- le disse, facendole cenno di sedersi su uno sgabello, mentre lui andava a prendere un logoro cappello sa uno scaffale colmo di libri. Non appena glielo posò sulla testa Clare lo sentì muoversi e subito dopo cominciò a parlare.
-Clare Gordon. Mi chiedevo proprio quando avrei valutato la figlia di Aileen e Dominik. Il tuo caso ha davvero dell’incredibile- commentò. La ragazza rimase in silenzio, riflettendo su quale potesse essere la casa nella quale sarebbe finita.
-Bene, so perfettamente dove collocarti. GRIFONDORO!- esclamò il cappello e Clare si sentì sollevata. Avrebbe continuato la tradizione di famiglia.
-Bene! La professoressa McGrannit sarà molto contenta di questa aggiunta alla sua casa. Ora andiamo, o il banchetto comincerà senza di noi- disse Silente togliendole il cappello. Clare sistemò con una mano i lunghi capelli castani e lisciò la divisa, poi seguì Silente fuori dal suo ufficio.
...
 
Entrarono nel salone insieme a tutti gli altri studenti, in modo da non attirare troppa attenzione. Clare stava per andarsi a sedere con gli altri ragazzi ma Silente la trattenne vicino a sé e la ragazza temette per quello che immaginava stesse per fare. Dopo che tutti si furono seduti il preside disse:
-Quest’anno si aggiunge una nuova studentessa alla classe del sesto anno. Lei è Clare Gordon e farà parte dei Grifondoro- concluse, invitandola poi ad unirsi al tavolo della sua casa, dove gli altri ragazzi stavano applaudendo. Clare individuò in mezzo a tutti Hermione che le faceva cenno di raggiungerla e ne fu sollevata. Poco prima di sedersi i suoi occhi incrociarono uno sguardo di ghiaccio fisso su di lei: il ragazzo del treno. Lo osservò per qualche istante, a giudicare dalla sua uniforme doveva essere un Serpeverde.
Quando la ragazza si rese conto di quello che stava facendo si affrettò a distogliere lo sguardo da lui e si sedette di fianco ad Hermione, in mezzo agli altri Grifondoro. Sentiva però ancora su di sé i suoi occhi.
-Benvenuta nei Grifondoro- disse una ragazza seduta davanti a lei, al fianco di Ron. E subito dopo le fece una domanda che mai si sarebbe aspettata.
-Conosci Draco Malfoy?- le chiese con interesse e Clare la guardò perplessa. Non aveva nemmeno mai sentito il nome. Intuendo la sua confusione la ragazza si affrettò a descriverglielo.
-Biondino, occhi chiari, Serpeverde-. Clare si voltò, per essere sicura di chi le stesse chiedendo e lo vide di nuovo, i suoi occhi fissi su di lei. Si affrettò a distogliere lo sguardo.
-Quello seduto proprio dietro di noi?- chiese per essere sicura che si riferisse proprio a lui e la ragazza annuì.
-Ci siamo solo scontrati sul treno. In realtà non lo conosco- spiegò e lei annuì nuovamente, meditando sulle sue parole.
-Perchè da quando sei entrata non ha distolto lo sguardo da te- disse. Clare stava per aggiungere qualcosa quando lei, Ron ed Hermione si voltarono verso l’ingresso della sala e lei fece lo stesso. Harry si stava dirigendo verso di loro, premendosi sul naso un fazzoletto insanguinato.
Si sedette al tavolo e nonostante le domande insistenti dei suoi amici si rifiutò di fornire qualsiasi spiegazione; accettò solamente l’aiuto di Hermione per pulire il viso e controllare eventuali danni. Clare lo vide lanciare un’occhiata colma d’odio a qualcuno alle sue spalle e quando si voltò incrociò nuovamente lo sguardo di Draco Malfoy.
Al termine della cena il professor Silente richiamò l’attenzione di tutti.
-Una volta c’era un giovanotto che come voi sedeva proprio in questa sala, percorreva i corridoi di questo castello, dormiva sotto questo tetto- fece una pausa, -Il suo nome… Tom Riddle. Oggi è conosciuto con un altro nome. Ed è per questo che rammento che adesso che le forze oscure tentano di sconfiggerci la nostra più grande risorsa siete voi- concluse guardando ognuno di loro.
-Bene, ora tutti a letto!- esclamò, come se quello che aveva appena detto non fosse di vitale importanza, come se fosse un normale discorso d’inizio anno. Tutti però si rendevano conto che non fosse così. Persino Clare, che fino ad un anno prima viveva praticamente al di fuori del mondo magico, sapeva tutto di Colui Che Non Deve Essere Nominato, di quanto quello in cui vivevano fosse un periodo estremamente difficile e pericoloso.
Lentamente tutti gli studenti lasciarono la Sala Grande scortati dai Prefetti. Clare si era appena avvicinata ad Hermione per non perdersi in quella moltitudine di persone quando si sentì urtare da qualcuno. Si voltò, per cercare di capire di chi si trattasse e si ritrovò di nuovo faccia a faccia con Draco Malfoy. Lui la squadrò di nuovo da capo a piedi, facendola sentire sotto esame per un interminabile istante, poi se ne andò senza dire nulla, insieme agli altri Serpeverde.
-Lascialo perdere, fa sempre così e anche peggio- le disse Hermione, prendendola per un braccio.
-Vieni con noi, ti mostriamo il tuo letto- continuò e la ragazza con i capelli rossi le seguì.
-A proposito, io sono Ginny Weasley, la sorella di Ron- si presentò.
Seguirono gli studenti Grifondoro fino a quando tutti non si fermarono davanti ad un enorme quadro. Hermione, che Clare scoprì in quel momento essere un Prefetto , si fece largo tra di loro, sparendo tra le divise scure.
-La signora Grassa custodisce il dormitorio dei Grifondoro- le spiegò Ginni, e le disse di farsi spiegare meglio da Hermione la questione della parola d’ordine.
Quando finalmente Clare riuscì ad entrare nel dormitorio si ritrovò senza parole per la bellezza di quel posto, dove il colore rosso e il dorato predominavano.
-Di lì c’è il dormitorio delle ragazze- disse Hermione indicando una scala che saliva verso destra. Entrarono in un’enorme stanza con cinque letti e le due ragazze gliene indicarono uno libero.
-Quello è il tuo letto e in quell’armadio troverai tutte le tue cose- le spiegò Hermione.
Clare rimase a parlare con le due ragazze fino a tardi nella sala comune e quando tornarono nella camera le altre dormivano. Clare infilò una camicia da notte e si mise a letto, pensando a quello che si sarebbe potuta aspettare dal giorno dopo. Era molto stanca ma faticò ad addormentarsi… il suo sonno fu disturbato da un paio di occhi color del ghiaccio alquanto fastidiosi.
 



Note: Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction. Avevo iniziato tempo fa a pubblicare con un altro account che ho poi chiuso per inattività. Spero che questo primo capitolo vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate 

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Capitolo 2
*** Diversa ***


Per fortuna il mattino seguente Clare non ebbe nessuna difficoltà a svegliarsi e in un attimo fu pronta e piena di energia per affrontare quella nuova avventura. E che dire della colazione, qualcosa di mai visto prima.
Le lezioni si susseguirono senza intoppi fino all’ultima ora prima del pranzo in cui aveva Difesa Contro le Arti Oscure e doveva ancora trovare l’aula che pareva essersi dileguata. Si era dovuta trattenere a parlare con la professoressa McGrannit alla fine dell’ora precedente e quindi non poteva contare sulla guida dei suoi nuovi amici. Cercò di fare mente locale e provò a salire le scale ma poi si trovò in un punto che proprio non riuscì a riconoscere, segno inconfutabile che ormai si fosse persa. Il professor Piton le sembrava molto severo, se fosse arrivata in ritardo alla sua prima lezione con lui non l’avrebbe presa bene.
Stava cercando do capire cosa fare per non beccarsi una punizione il suo primo giorno quando ad un certo punto in fondo al corridoio scorse un volto familiare.
-Grazie al cielo- mormorò, affrettandosi a raggiungerlo. Draco Malfoy avanzava a passo spedito, con lo sguardo perso nel vuoto e non si accorse di lei fino a che la ragazza non si parò davanti a lui.
-Scusami…- disse Clare e lui fissò gli occhi nei suoi. Improvvisamente si sentì nervosa.
-Non riesco a trovare l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure… potresti aiutarmi?- gli chiese e nei suoi occhi lesse della sorpresa.
-Perchè lo chiedi a me?- domandò, come se lei fosse stupida. La ragazza non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di male.
-Bè, ci sei tu qui- rispose, le sembrava abbastanza ovvio.
-Io sono un Serpeverde- disse indicando la sua cravatta verde e argento, con lo stesso tono di prima. La stava trattando come se fosse una perfetta idiota, come se proprio non capisse l’ovvio. La ragazza però non riusciva ad intuire il problema.
-E quindi?- gli chiese confusa. Da quello che sapeva non le sembrava proprio che non si potesse parlare con quelli delle altre case.
-E quindi di solito voi Grifondoro non avete a che fare con noi- disse con malcelato scherno, ma lei non voleva dargli la soddisfazione di intimidirla di nuovo.
-Non ti sto chiedendo di diventare il mio migliore amico, ti ho chiesto come posso arrivare all’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Non ho voglia di ricevere una punizione il mio primo giorno. Non mi interessa se sei un Serpeverde. Sono appena arrivata e non so come funziona qui. Ho solo bisogno di aiuto- replicò, cercando di non farsi prendere dall’ansia.
-Per favore- aggiunse, incrociando il suo sguardo e probabilmente fu quello a sorprenderlo più di tutto il resto. Non appena avesse trovato il tempo lei avrebbe dovuto chiedere a Hermione o Ginny come funzionassero le cose con i Serpeverde.
-Terzo piano- rispose lui, infine, quando ormai la ragazza si era convinta che non avrebbe più detto niente, e se ne andò.
-Grazie!- gli gridò, lui fece solo un cenno con la mano e sparì in corridoio.
...
 
Fortunatamente, grazie all’aiuto del ragazzo, Clare riuscì a raggiungere l’aula in perfetto orario. Il professor Piton la sottopose a qualsiasi domanda riguardante l’argomento, tentando più volte di metterla in difficoltà, ma grazie alla sua preparazione la ragazza riuscì sempre a rispondere. Di certo lui voleva metterla alla prova, verificare che fosse davvero all’altezza del suo corso.
Quando Clare uscì dall’aula insieme ad Harry, Ron ed Hermione un paio di studenti di Serpeverde bloccarono loro il passaggio.
-Bene, Sfregiato, adesso oltre a Weasley e alla Mezzosangue hai una nuova amica, una maganò. Complimenti Potter hai fatto dei passi avanti!- ridacchiò uno di loro guardandola con scherno. Clare sentì il mondo crollarle addosso. Sapeva che prima o poi qualcuno si sarebbe fatto domande sul perché fosse venuta a scuola solo il sesto anno, ma non avrebbe mai immaginato un simile trattamento. E fu in quel momento che capì quello che Draco Malfoy le aveva detto poco prima, sulla rivalità tra Serpeverde e Grifondoro. Proprio in quel momento lui uscì dall’Aula di Difesa Contro le Arti Oscure, lanciandole un’occhiata incuriosita, ma quando si rese conto dei suoi compagni i suoi occhi tornarono ad essere freddi come il ghiaccio. Clare non si era nemmeno resa conto che ci fosse anche lui in classe, presa com’era dalla lezione. I due che li avevano bloccati gli si affiancarono e dal loro modo di fare la ragazza si rese conto e era lui a contare, quelli lì erano semplici leccapiedi.
-Draco, visto cosa abbiamo qui? Un’ex maganò. Peggio che essere una mezzosangue…- ridacchiò quello tarchiato lanciandole un'occhiata e dandogli di gomito. Per un secondo a Clare parve quasi di scorgere del fastidio sul suo viso, ma fu subito sostituito da un sorriso diabolico.
-Andiamo, non vale neanche il tempo che perdiamo a prenderci gioco di lei- disse e gli altri scoppiarono a ridere. Quando finalmente se ne andarono Clare si sentì come svuotata, nessuno l’aveva mai trattata in quel modo. Negli anni precedenti i suoi genitori l’avevano mandata nelle scuole babbane per non farla sentire diversa, adesso invece veniva disprezzata per quello che era stata in passato, per qualcosa che non era colpa sua. Cercò di trattenere le lacrime, non voleva che nessuno la vedesse piangere. Anche se loro ormai erano andati via altri studenti di Serpeverde stavano uscendo dall’aula lanciandole occhiate. Non avrebbe permesso che la vedessero crollare. Mantenne la testa alta e, senza dire niente, si diresse velocemente verso il suo dormitorio e una volta lì si permise di liberare sotto forma di lacrime tutta la sua frustrazione. Preferì non andare a pranzo per non scatenare altri insulti e prese in giro, aveva bisogno di un po’ di tempo per riprendersi completamente. Quando sognava di andare ad Hogwarts nulla di tutto quello era contemplato, le era sempre sembrato tutto meraviglioso.
Più tardi nel pomeriggio Hermione e Ginny la raggiunsero e si sedettero sul letto con lei.
-Clare, io so come ti senti- mormorò Hermione, -Sono cinque anni che Malfoy e i suoi amici mi perseguitano perché sono una mezzosangue. Fa male, ma devi ignorarli, mostrare che sei meglio di loro- disse poggiandole una mano sul braccio.
-Sono degli idioti, Clare. Idioti viziati e spocchiosi. Non meritano nemmeno un secondo del tempo che stai usando pensando a loro-
-Lo so, è solo che fino adesso non avevo mai dovuto preoccuparmi di essere diversa. Ma non voglio che i loro pregiudizi mi impediscano di fare del mio meglio. Sarò più forte e li lascerò perdere- promise Clare, sia a loro che a se stessa.
 
...
 
Il tempo passò in fretta, le lezioni procedevano bene e Clare ed Hermione erano le migliori dei corsi. Alcuno Serpeverde, gli amici di Malfoy, infastidirono Clare qualche volta, ma la ragazza non diede mai più loro la soddisfazione di farla soffrire, le loro cattiverie non la scalfivano. Malfoy, dal canto suo, non fece mai niente di concreto contro di lei, si limitava ad ignorarla, per lui era come se non esistesse. Sembrava sempre talmente preso dai suoi pensieri da estraniarsi  del tutto da ciò che gli stava attorno. Le cose però cambiarono un giorno di metà ottobre. Clare era appena uscita dall’aula di trasfigurazione, in ritardo rispetto ai suoi amici perché di era fermata a parlare con la professoressa McGrannit dei progressi che aveva fatto da quando era arrivata, quando proprio quei due Serpeverde, gli amici di Malfoy, le passarono affianco ridacchiando. Clare si costrinse ad ignorarli e proseguire per la sua strada, voleva ancora passare dal dormitorio per posare le sue cose prima di andare a pranzo e non aveva tempo da perdere con loro.
-Hey Gordon, ti esce qualcosa dalla borsa- ridacchiò quello tarchiato e il suo sospetto modo di fare la spinse a controllare. Non appena l’ebbe aperta da dentro uscì un grosso ragno, nero e peloso, quasi delle dimensioni di un libro. Clare lanciò un urlo e lasciò cadere la borsa a tessa. Aveva sempre avuto una paura folle e irrazionale nei confronti di quelle creature e il vederlo avvicinare a sé sempre di più la fece andare nel panico. Continuò a indietreggiare, pensando a cosa fare.
“Accidenti a me, sono una strega!” si rimproverò, com’era possibile che non fosse in grado di liberarsi di uno stupido ragno? Eppure tutta la sua conoscenza degli incantesimi pareva non volerne sapere di andarle in soccorso.
-La piccola maganò ha paura dei ragni!- quei due stavano continuando a ridere. Ad un certo punto, indietreggiando, Clare finì addosso a qualcuno che le sfiorò la mano. Gli afferrò il braccio, in preda al panico, non le importava nemmeno di sapere di chi si trattasse. Lui la spostò dietro di sé e in quel momento la ragazza riuscì a riconoscerlo: era Draco Malfoy. Aveva lo sguardo fisso sui suoi compagni, sul ragno che continuava ad avvicinarsi a loro. Quando fu abbastanza vicino lo schiacciò con il piede e da sotto la suola della sua scarpa Clare vide alzarsi del fumo nero. Era solo un incantesimo. Tirò un sospiro di sollievo e gli lasciò andare il braccio. Poi raccolse le sue cose e corse via.
Si fermò solamente quando raggiunse un punto appartato e deserto del giardino e si sedette a terra, con la schiena appoggiata al tronco di un albero. Non riusciva a capire cosa fosse appena successo, era tutto troppo assurdo. Stava ancora tentando di darsi una spiegazione convincente quando alzando lo sguardo davanti a sé vide delle scarpe nere e lucide, coperte quasi interamente dal mantello scuro. Una sola persona poteva permettersi di indossare delle scarpe del genere. Quando alzò gli occhi, infatti, incrociò quelli di ghiaccio di Draco Malfoy.
-Cosa? I tuoi amici non si sono divertiti abbastanza?- sbottò, mentre sentiva gli occhi riempirsi di lacrime fastidiose.
-Mi dispiace per quello che è successo- disse però lui, prendendola del tutto in contropiede.
-Cosa?- domandò incredula. Di sicuro era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentirgli dire. Lui in tutta risposta si chinò fino a raggiungere la sua altezza, e le porse un fazzoletto di seta con sopra ricamate le sue iniziali.
-Mi dispiace- ripeté, trattandola per la prima volta come se non fosse una stupida.
-Perchè, i Serpeverde non sono crudeli con i Grifondoro maghinò come me?- borbottò sarcastica.
-Sì, ma i Grifondoro evitano i Serpeverde, non chiedono loro aiuto- ribatté lui con un ghigno. Poi siccome sembrava non volersi riprendere il fazzoletto Clare lo prese e si asciugò gli occhi.
-Grazie- gli disse sinceramente. Lui annuì, senza aggiungere altro, e se ne andò, lasciandola sola a meditare sulla sua improvvisa gentilezza.




Nota dell'autrice: ecco a voi il secondo capitolo. Non essendo molto pratica avevo fatto un pasticcio nel pubblicare il primo capitolo che spero di aver risolto. 
Avendo già tutta la storia pronta dovrei riuscire a pubblicare regolarmente, impegni scolastici e lavorativi permettendo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate 
 

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Capitolo 3
*** Amore e maledizioni ***


Dopo quell’episodio la permanenza di Clare ad Hogwarts migliorò molto. Ormai nessun Serpeverde la infastidiva più e la ragazza immaginava fosse grazie a Malfoy. Lui, dal canto suo, dopo quel giorno tornò ad ignorarla, comportandosi come se nulla fosse successo. Clare si rendeva perfettamente conto che fosse meglio così, diventare sua amica non le avrebbe procurato altro che problemi, soprattutto con gli altri Grifondoro. Hermione e gli altri lo odiavano e non ne facevano mistero, quando Clare aveva raccontato loro di come lui l’avesse aiutata avevano fatto davvero molta fatica a crederci e da quello che le avevano detto di lui non le veniva difficile dal loro ragione.
A volte però la ragazza non riusciva ad impedire a se stessa di pensare a lui, o osservarlo di tanto in tanto. Sembrava sempre così triste, sempre perso nei suoi pensieri e sembrava che nessuno, nemmeno i suoi amici, potesse aiutarlo o capirlo. Era come se, nonostante fosse sempre al centro dell’attenzione, non permettesse a nessuno di conoscerlo veramente.
Si stava avvicinando la fine di novembre quando Clare decise di andare ad Hogsmeade da sola, voleva rimanere un po’ di tempo per conto suo. Quello sarebbe stato il primo Natale che non avrebbe passato con la sua famiglia e più si avvicinava al periodo delle vacanze più diventava malinconica. I suoi genitori avevano ricevuto un incarico fuori Londra e per quel periodo non sarebbero nemmeno stati a casa. Per lo meno adesso al ragazza aveva Hogwarts e i suoi amici.
Erano diverse ore ormai che vagava senza una meta precisa immersa nei suoi pensieri e iniziava a patire il freddo. Decise di avviarsi verso la strada del ritorno, la neve che copriva le strade le arrivava alle caviglie e il silenzio attorno a lei pareva surreale.
Ad un tratto però la quiete fu turbata da un grido agghiacciante. Clare cercò di capire da che parte fosse arrivato e si diresse correndo in quella direzione. Sbucò in uno spiazzo e vide davanti a sé Harry, Ron ed Hermione rannicchiati a terra di fianco ad una ragazza che quando si avvicinò riconobbe come Katie Bell, una Cacciatrice dei Grifondoro. Prima che chiunque di loro potesse fare nulla arrivò Hagrid, che la prese tra le braccia possenti per portarla subito a scuola.
Una volta tornati al castello i tre ragazzi furono convocati dalla professoressa McGrannit per spiegare quello che era accaduto e Clare decise di tornarsene al dormitorio. Mentre si dirigeva verso gli appartamenti dei Grifondoro vide qualcuno correre su per le scale, diretto al piano superiore. Salì anche lei, percorse il corridoio del piano diretta all’altra rampa, ma si fermò davanti ai bagni femminili, dove si trovava Mirtilla Malcontenta. Hermione le aveva detto che un po’ per la sua presenza, un po’ per quello che era successo con la Camera dei Segreti al loro secondo anno quei bagni non erano usati mai da nessuno. Dopo che Hermione gliela aveva presentata Clare era andata a trovare Mirtilla qualche volta e il fantasma le aveva raccontato tutte le sue disgrazie in più di un’occasione, talvolta poteva risultare un po’ pesante, ma era tanto sola e a volte la ragazza si sentiva come lei.
Clare fece per entrare a salutarla, ma fu fermata da una voce.
-Vattene mezzosangue, lasciami in pace- e poi si sentì Mirtilla rispondere.
-Sei cattivo!- gridò e poi si sentì un tonfo nell’acqua, segno che si fosse gettata nel suo gabinetto. Per qualche istante Clare fu tentata di andarsene, ma quella voce le era troppo familiare e soprattutto sembrava così disperata… infatti, qualche istante dopo, sentì qualcuno piangere. Entrando la ragazza si rese conto che Mirtilla aveva di nuovo allagato il bagno e il pavimento era pieno d’acqua, ma non le importava. Fu in quel momento che si rese conto della figura che se ne stava rannicchiata davanti alla porta dell’ultimo bagno e quando la riconobbe rimase senza parole: era Draco Malfoy. Si teneva la testa tra le mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia. Clare si avvicinò a lui lentamente, sembrava che non so fosse nemmeno accorto della sua presenza. Per un istante la ragazza pensò che forse avrebbe fatto meglio ad andarsene, ma quando lo guardò di nuovo non ci riuscì. Non poteva lasciarlo solo. Quando fu abbastanza vicina si inginocchiò di fianco a lui, incurante dell’acqua che le bagnava i vestiti, e gli sfiorò il braccio con le dita. Lui sobbalzò e si voltò verso di lei, i suoi occhi di ghiaccio erano rossi di pianto e il suo bellissimo viso terribilmente disperato.
-Vattene. Dimentica di avermi visto così- sibilò. La sua voce così gelida lasciò la ragazza senza fiato e la convinse a fare come voleva. Si alzò e si diresse verso la porta, ma a pochi passi dall’uscita si fermò e si guardò indietro. Malfoy era ancora lì, non si era mosso nemmeno di un millimetro e vedendolo in quello stato Clare non riuscì proprio ad andarsene. Incurante di quello che le aveva appena detto di fare tornò indietro e lui alzò lo sguardo su di lei.
-Ti ho detto di…- iniziò alzando il tono della voce, ma lei non se ne curò. Si inginocchiò al suo fianco e lo abbracciò, e lui rimase talmente stupito che non riuscì nemmeno a terminare la frase. Clare lo strinse forte a sé e qualche istante dopo sentì le sue mani sulla schiena.
-Vorrei poterti aiutare- mormorò e lo sentì scuotere la testa.
-Non puoi aiutarmi, nessuno può- disse lui, affondando il viso tra i suoi capelli. E fu in quel momento che Clare capì, che riuscì a comprendere i propri sentimenti per lui. Era stato completamente inutile cercare di convincersi di quanto fosse sbagliato affezionarsi ad uno come lui, non era riuscita a farne a meno. Sin dal primo momento in cui lo aveva visto dopo essersi scontrata con lui sul treno non aveva mai lasciato il suo cuore e i suoi tentativi di lasciarlo perdere erano stati del tutto vani. Lo lasciò sfogare, senza dire nulla, tenendolo stretto a sé. Voleva solo essergli vicina.
-Non so cosa fare… so solo che non voglio farlo- mormorò Draco, scostandosi un po’, fino a quando i suoi occhi non furono fissi in quelli di lei.
-Non dovrei essere qui con te- disse, sfiorandole la guancia con le dita e Clare trattenne il respiro, stupita dal suo gesto.
-Ma non voglio andarmene- continuò, mettendole una mano dietro la nuca e intrecciando le dita ai suoi capelli, così che non potesse allontanarsi. Non che lei ne avesse la minima intenzione. Draco si avvicinò sempre di più, fino a posare le labbra sulle sue. Ma fu solo un istante, perché lui si allontanò subito.
-Scusami. Non dovevo farlo. Dimentica tutto- disse alzandosi in piedi di scatto e dirigendosi a grandi passi verso la porta.
-Draco- lo chiamò, poco prima che uscisse. Lui si fermò e si voltò verso di lei. Clare sapeva che le aveva detto di dimenticare tutto, lo sapeva che era una pessima idea, ma proprio non poteva lasciarlo andare. Si alzò e gli corse incontro, senza minimamente preoccuparsi che se fosse scivolata sul pavimento bagnato avrebbe potuto rompersi il collo. In quel momento contava solo lui. Si gettò tra le sue braccia con slancio tale che Draco la sollevò da terra. Clare lo strinse forte e lo baciò con trasporto e questa volta lui non la respinse. Tutti i problemi e i dubbi in quel momento sparirono per incanto, per la ragazza contavano solo le braccia forti di Draco che la stringevano.
Quando poi uscirono dal bagno si guardarono attorno, per essere sicuri che nessuno li vedesse. Non appena lui ne fu certo la prese tra le sue braccia, attirandola a sé.
-È meglio che nessuno sappia di noi per adesso- le disse e prima che lei potesse replicare in qualunque modo aggiunse: -I tuoi amici mi odiano-. Questo purtroppo la ragazza non poteva negarlo e sapeva che avrebbero preso malissimo quello che c’era tra lei e Draco, ma non voleva rinunciare a lui.
-Non mi interessa che gli altri lo sappiano o cosa ne pensino. Voglio solo sapere quello che pensi tu- mormorò, stringendosi a lui. Draco le prese il viso tra le mani, guardandola negli occhi.
-Io penso che, da quando una Grifondoro sbadata mi è venuta addosso sul treno, non ho smesso di pensare a lei- disse, baciandola poi dolcemente.
-Pensavo che mi avresti fulminata per averti sgualcito la giacca- borbottò Clare, ripensando alla prima volta che si erano incontrati e lui ridacchiò.
-Non lo avrei mai fatto- mormorò, guardandola negli occhi.
-Ora va- disse poi lasciandola andare. Clare lo baciò un’ultima volta, poi se ne andò, diretta al dormitorio dei Grifondoro.

 
-È stato lui, ne sono certo- disse Harry entrando nella sala comune, seguito da Ron ed Hermione. Era più di mezz’ora che Clare era tornata nel dormitorio e si era messa a studiare pozioni per impiegare il tempo libero che aveva in modo costruttivo. Da quindici minuti però rileggeva sempre lo stesso passaggio della preparazione, la sua mente sembrava rifiutarsi di concentrarsi sulla scuola e continuava a tornare a quello che era appena successo con Draco. Sollevò lo sguardo dal libro, ormai era inutile continuare a studiare, e salutò i suoi amici, che andarono a sedersi vicino a lei. Oltre a loro quattro il salottino dei Grifondoro era deserto.
-Come fai a dirlo?- chiese Hermione e Harry scrollò le spalle. Sembrava molto teso e accorgendosi del suo atteggiamento insolito Clare si fece più attenta.
-Non lo so, ma per me Malfoy sta seguendo le orme di suo padre e di tutta la sua famiglia- affermò e la ragazza in un primo momento non riuscì a capire a cosa si riferisse.
-La collana di Katie era maledetta. Per me è stato lui- continuò Harry con decisione.
-Maledetta?- ripeté Clare, completamente sotto shock.
-Sì. Lien ha detto che voleva consegnarla a Silente, ma non sapeva chi fosse stato a dargliela- confermò lui.
-Stai dicendo che per te Malfoy è un Mangiamorte?- domandò Ron e alla ragazza per poco non cadde il libro a terra. Si voltò verso Harry, in preda al panico, sperando che smentisse la supposizione del suo amico, che si rendesse conto di essersi sbagliato sul conto di Draco.
Ma Harry non fece nulla di tutto ciò.
-O lo è o lo sta per diventare- affermò con sicurezza.
-Ma sei sicuro Harry? Potrebbe esser stato chiunque a maledire quella collana…- mormorò Clare, cercando di non farsi sopraffare dalle sue emozioni. Harry scrollò le spalle.
-Non credo Clare. Conosciamo Malfoy da un po’ ormai, penso che possa esser stato solo lui a fare una cosa del genere- obbiettò, guardandola dritto negli occhi e la ragazza sperò che non potesse intuire nulla di quello che stava provando in quel momento.
-Lo so che tu tenti a vedere del buono in tutti…- disse Hermione, -Ma di lui non devi fidarti- concluse Ron. Clare annuì senza ribattere, non sapeva più cosa dire. Se avesse raccontato loro quello che era appena successo tra lei e Draco non avrebbero reagito nel migliore dei modi e decise che per nessun motivo avrebbe dovuto parlarne con loro. Continuò a fingere di leggere le fasi di preparazione senza prestarvi davvero attenzione; ormai aveva capito che prima o poi avrebbe dovuto fare una scelta, che in un modo o nell’altro avrebbe fatto soffrire le persone a cui voleva bene.

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Capitolo 4
*** Vacanze ***


In men che non si dica arrivò il periodo delle vacanze di Natale, che Clare probabilmente avrebbe passato a scuola perché i suoi genitori erano dovuti partire per lavoro e non sarebbero stati a casa. Quello per lei sarebbe stato probabilmente il Natale più triste di tutti, poiché nemmeno uno dei suoi amici sarebbe rimasto a Hogwarts, avrebbero trascorso tutti le feste con le loro famiglie.
Clare stava tornando dalla lezione di Pozioni quando passò davanti ad uno dei ripostigli del secondo piano e si sentì afferrare per un braccio e tirare dentro. Non fece in tempo a gridare che si ritrovò una mano premuta sulla bocca. Piano piano i suoi occhi si abituarono al buio e riuscì a riconoscere la persona davanti a sé.
-Tranquilla, sono io- disse una voce, sussurrando al suo orecchio e la ragazza si rilassò.
-Draco mi hai fatto morire di paura- mormorò, dopo che lui le ebbe tolto la mano da davanti alla bocca. Lo sentì  frugare nel mantello e un attimo dopo una tenue luce si accese, illuminando il minuscolo stanzino.
-Volevo vederti- disse, avvicinandosi a lei con un sorriso.
-Ci vediamo tutti i giorni-
-Sai perfettamente quello che intendo- e Clare ridacchiò. Come minimo avrebbe finito per saltare il pranzo, ma stare con lui era molto meglio. La ragazza sapeva perfettamente cosa volesse dire, nonostante passassero quasi tutto il giorno insieme quasi non si rivolgevano la parola o ci sarebbero stati problemi da entrambe le parti. I suoi amici lo odiavano da sempre e quelli di lui la disprezzavano.
A nessuno dei due importava davvero, ma non volevano andare a creare situazioni imbarazzanti o spiacevoli. Clare lo afferrò per il bavero del mantello e lo tirò verso di sé, baciandolo. Draco la spinse contro la parete, facendo aderire il suo corpo a quello della ragazza e approfondendo il bacio. Clare si sentiva come se ogni terminazione nervosa del suo corpo stesse andando a fuoco, il dover stare sempre lontani senza potersi mai toccare era straziante e ogni volta che riuscivano a ritagliarsi un momento solo per loro si sentiva più felice che mai.
-Rimarrai a scuola durante le vacanze?- gli chiese poi, guardandolo negli occhi.
-Penso di sì. Tu?-
-Anche io-. E così sarebbero di nuovo stati senza potersi parlare persino nelle vacanze. Clare scorse la sua occhiata seccata, anche lui non sopportava che le cose tra loro dovessero essere così. Fu in quell’istante che le venne un’idea folle.
-Andiamo via insieme- propose, cogliendolo di sorpresa.
-Passiamo insieme il Natale. A Londra magari, dove nessuno ci conosce- aggiunse. Si rendeva conto che fosse poco tempo che stavano insieme, ma se avessero continuato di questo passo, senza potersi quasi rivolgere la parola non sarebbero andati da nessuna parte. Dovevano conoscersi meglio.
-Cosa ne pensi?- gli chiese poi, temendo di aver corso troppo, ma lui sorrise.
-Prepara il baule- e la baciò di nuovo.
La McGrannit passò nel pomeriggio per prendere i nomi d coloro che sarebbero tornati a casa e di chi sarebbe rimasto al castello e con il sorriso sulle labbra Clare si segnò fra quelli che sarebbero andati via. Non vedeva l’ora di poter passare quei giorni con Draco.
-Torni a casa, Clare?- le chiese Hermione quando entrò nella stanza e lei annuì. Stava preparando il baule con tutto quello che le sarebbe potuto servire, in fibrillazione per la vacanza che la aspettava. Si sentiva in colpa a non dire di Draco ai suoi amici ma non era ancora il momento giusto, loro lo ritenevano ancora la persona più odiosa nell’intera scuola e la ragazza non voleva che si creassero dei problemi. Anche Harry, Ron, Hermione e Ginny tornavano a casa per le vacanze, per cui lei e Draco avrebbero dovuto ignorarsi almeno fino a quando non fossero scesi dal treno, lontani da tutti.
-Allora suppongo ci rivedremo al tuo ritorno- disse lei con un sorriso.
Il mattino dopo Clare scese nella Sala Grande per fare colazione prima di andare a prendere il treno. Poi con i suoi amici si unì agli studenti che tornavano a casa. Poco davanti a loro c’era Draco e quando la ragazza gli passò affianco le fece l’occhiolino, facendo attenzione che nessuno li vedesse. Clare non vedeva l’ora di poter stare un po’ da sola con lui, non le bastavano più gli attimi rubati tra una lezione e l’altra e sapeva che per lui era lo stesso.
Una volta arrivati, dopo aver caricato il bagaglio si unì ai suoi amici alla ricerca di uno scompartimento libero. Per fortuna il treno non era al completo, considerando che diversi studenti rimanevano a scuola durante le vacanze, e riuscirono a trovarne uno vuoto. Clare stava per entrare con i suoi amici quando qualcuno la urtò, facendola sbilanciare in avanti, e sarebbe sicuramente caduta se un paio di braccia non l’avessero afferrata al volo. Le riconobbe all’istante e quando sollevò lo sguardo incrociò quello di Draco, che ce la stava mettendo davvero tutta per non ridere. La rimise in piedi, il che la fece subito ripensare al suo primo giorno, in cui era successa una cosa simile.
-Sempre con la testa tra le nuvole, Gordon?- ghignò facendole l’occhiolino e lei cercò di astenersi dal comportarsi con lui come faceva di solito, rispondendogli a tono.
-Proprio non mi sai resistere, vero?- disse Draco ridacchiando e lei sbuffò platealmente.
-Sogna, Malfoy- e gli lanciò un’occhiataccia, come se ritenesse la cosa repellente. Fu subito raggiunta da Harry e Ron, che praticamente la tirarono via da lui.
-Che cosa vuoi Malfoy?- chiese Harry con astio, spostandola dietro di sé come se dovesse proteggerla da Draco.
-Rilassati, Potter. Ho solo impedito alla tua amica di rompersi l’osso del collo- commentò. Harry fece un passo avanti, ma Clare lo fermò, afferrandolo per un braccio.
-Harry è tutto a posto, davvero. Lascia stare- e lui parve calmarsi, nonostante rimanesse sempre in guardia. Draco fece un cenno con il capo e con un ghigno stampato sulla faccia le fece l’occhiolino, proseguendo poi per la sua strada.
Harry e Ron, non appena lui se ne fu andato, parvero rilassarsi di colpo  ed entrarono dentro lo scompartimento.
-Io vado a cercare Ginny- disse Clare, vedendo arrivare anche Hermione. Doveva cercare Draco e con loro due come scorta non sarebbe mai riuscita a parlare con lui.
-Va bene, Clare. Allora buone vacanze- disse Harry ed entrambi la abbracciarono, andando poi a sedersi. La ragazza salutò Hermione ed andò alla ricerca di Ginny. Che dovesse parlare con lei non era del tutto una scusa.
La trovò in uno scompartimento insieme alle altre ragazze del suo anno e la ragazza venne subito a parlarle in corridoio. Clare decise di non girarci tanto intorno, ormai erano parecchio in confidenza e nonostante non le avesse detto apertamente di Draco si era resa conto che l’amica avesse intuito qualcosa.
-Ho bisogno che tu mi copra- le spiegò e lei si fece attenta.
-Gli altri sanno che sono con te. Se venissero a cercarmi per favore inventa una scusa-. Poi avvicinandosi in modo che nessuno potesse sentirle con tutto il baccano che c’era sul treno bisbigliò:
-Devo vedere una persona… e loro non devono assolutamente saperlo. Non lo approverebbero per niente- e a quelle parole, dal suo sguardo, Clare si rese conto che aveva un’idea piuttosto precisa di chi stesse parlando.
-E perché a me lo stai dicendo?- le chiese Ginni, guardandola meglio occhi e lei scrollò le spalle.
-Perchè sento di poterlo fare- disse semplicemente e lei sorrise.
-Ci penso io Clare. Vai ad incontrare il tuo Serpeverde- replicò in un bisbiglio. Aveva capito tutto. Clare la ringraziò, abbracciandola, e andò alla ricerca di Draco.
Ad un certo punto lo vide nel corridoio con altri Serpeverde e non appena si voltò nella sua direzione gli fece un cenno, per dirgli che lo avrebbe aspettato in uno scompartimento dove si infilò poco dopo. Doveva solo aspettare che riuscisse a liberarsi.
Clare tirò fuori dalla borsa il suoi libro di Incantesimi e iniziò a leggerlo per passare il tempo, preferiva sempre portarsi avanti con il lavoro per evitare le difficoltà quando le fosse servito. Non era sicura che Draco potesse raggiungerla e preferiva tenersi impegnata.
Il treno era ormai partito da una buona mezz’ora e lei era del tutto presa dallo studio di un incantesimo di fuoco quando sentì la porta dello scompartimento aprirsi. Quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato non riuscì a trattenere un sorriso.
-Gordon- la salutò Draco, facendo cenno a un Serpeverde che era con lui di andare a non tornare a cercarlo.
-Malfoy- replicò e lo vide chiudere la porta e tirare la tenda in modo da nascondere a chi era fuori l’interno dello scompartimento.
-Non posso credere che tu stia ancora studiando- commentò andando a sedersi al suo fianco e la ragazza scrollò le spalle.
-Non avevo molto di meglio da fare- mormorò e lui sorrise, avvicinandosi.
-E adesso?- chiese, il suo viso a pochi centimetri da quello di Clare.
-Non credo…- rispose lei, cercando di mantenere il suo sguardo di ghiaccio.
-Ne sei sicura?- sussurrò lui al suo orecchio, sfiorandole il viso con le dita, facendola rabbrividire di piacere.
-Un incantesimo di fuoco… cosa c’è di meglio?- replicò, ma lui le stava rendendo davvero difficile concentrarsi.
-Io avrei un paio di idee- disse Draco in un sussurro, posando le labbra nell’incavo della sua spalla.
-Se entrasse qualcuno…- mormorò la ragazza, ma in quel momento non le importava davvero. Un attimo dopo le labbra di Draco si unirono alle sue, le sue mani scivolarono attorno alla sua vita, attirandola a sé. Clare si allontanò da lui per un momento, mettendogli le mani sulle spalle, e Draco la guardò stupito, ma la sua espressione cambiò completamente quando lei si sedette sulle sue ginocchia e riprese a baciarlo.
-Non vedo l’ora di passare questi giorni con te, solo noi due- le sussurrò all’orecchio, le sue mani sulla sua schiena.
-È stata l’idea migliore che potessi avere- disse lui e Clare gli sorrise.
-Non potevamo continuare in quel modo, senza poter mai stare insieme- mormorò guardandolo negli occhi.
-Non voglio che mi lasci. Mai- sussurrò Draco prendendole il viso fra le mani.
-Mai- promise.


Nota: ecco il quarto capitolo. Spero che la storia vi stia appassionando, fatemi sapere cosa ne pensate

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Capitolo 5
*** Natale a Londra ***


Quando Clare scese dal treno non lo cercò, sapeva che l’avrebbe trovata lui una volta lontani da tutti. Draco era tornato nel suo scompartimento poco prima di scendere per prendere le sue cose e adesso la ragazza lo stava aspettando vicino alla fermata degli autobus.
-Aspettavi me?- chiese una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare, e quando si voltò si ritrovò di fronte a Draco. Gli gettò le braccia al collo e lui le sorrise.
-Dobbiamo cambiare i soldi dei maghi in soldi babbani- e lui la guardò pensieroso.
-La sola cosa da fare è andare alla Gringott- aggiunse ma lui non ne sembrava molto convinto.
-Potremmo stare al Paiolo Magico- propose invece. Clare non avrebbe avuto nulla da obbiettare, ma era lui ed esser sempre stato convinto che meno si fossero fatti vedere insieme meglio sarebbe stato.
Essendosi reso conto della sua espressione preoccupata, Draco le prese il viso fra le mani.
-Oppure facciamo questo cambio e ce ne stiamo lontani dal mondo magico per un po’. Noi due soli-.
Per fortuna, se così si può definire, in giro per le strade di Diagon Alley, le persone tendevano ad evitare di incrociare lo sguardo di Draco e probabilmente nessuno avrebbe mai detto nulla nel vedere la ragazza insieme a lui. La famiglia Malfoy era temuta più di quanto lei potesse immaginare. Lui sembrava non farci caso, mentre tenendola per mano si dirigeva verso la Gringott, probabilmente ormai ci era abituato.
Entrarono in banca e lui si diresse con sicurezza verso uno dei folletti seduto dietro un’enorme scrivania rialzata.
-Signor Malfoy- disse questo, assumendo subito un’aria servizievole.
-Desidero convertire una certa somma in soldi babbani-. Clare non gli aveva mai sentito usare quel tono con nessuno, era sempre così diverso con lei, ma adesso non c’era dolcezza o comprensione nella sua voce. Stava intimando al folletto di fare quello che chiedeva.
-Signor Malfoy, sarebbe un'operazione irregolare. Il preavviso per una simile transizione...- ma Draco non lo fece finire.
-Mia zia verrà qui fra qualche giorno. E sospetto che non le farà piacere sapere di questa mancanza di rispetto nei confronti della famiglia...- continuò, guardando il folletto con freddezza e Clare gli rivolse un’occhiata preoccupata. Sembrava esser tornato ai primi giorni in cui lo aveva conosciuto, così freddo e distaccato. Se possibile il folletto impallidì ancora di più e gli assicurò che avrebbe fatto tutto il possibile per fargli avere quanto richiesto immediatamente. E fu di parola, perchè nemmeno un quarto d'ora dopo che Draco gli aveva comunicato la cifra che gli serviva si ripresentò con i soldi babbani.
-Grazie molte- disse Clare al folletto, prima di seguire Draco fuori dalla banca. Per un po’ rimasero in silenzio, la ragazza di tanto in tanto gli lanciava qualche occhiata di nascosto, poi ad un certo punto lui si fermò, trascinandola in un vicoletto nascosto. Abbandonò a terra il bagaglio che si stava portando dietro e la strinse fra le braccia, spingendola contro il muro per baciarsi.
-Mi dispiace che tu mi abbia visto così. Ma in questo modo nessuno della mia famiglia verrà mai a saperlo. E tu sarai al sicuro-. Quelle sue parole fecero preoccupare Clare ancora di più.
-Cosa vuoi dire…- mormorò e lui distolse lo sguardo.
-Voglio dire che hanno una certa mentalità. E non approverebbero mai il fatto che stia con te. Sei una Grifondoro, io un Serpeverde. Hanno idee piuttosto precise su questo-. Le sue parole la fecero però anche pensare a una cosa che le aveva detto Hermione.
“Sono cinque anni che Malfoy e i suoi amici mi perseguitano perché sono una mezzosangue”. Clare non voleva nemmeno pensare a cosa avrebbero potuto dire su di lei.
-È perché ero una maganò, vero? Peggio che essere una mezzosangue- disse e lui la guardò sorpreso. Erano stata le stesse parole che il suo amico aveva usato quando l’aveva presa in giro la prima volta fuori dall’aula di Piton.
-No, Clare. A me non importa nulla di questo. Voglio solo te- replicò, prendendole il viso fra le mani e obbligandola a guardarlo.
-Ti prego, credimi- e quando Clare incrociò il suo sguardo, così limpido e sincero, non poté fare a meno di credergli.
...
 
Affittarono una camera in un albergo di Londra in cui Clare mai e poi mai avrebbe pensato di poter andare, non era mai stata abituata a tutto quel lusso. Per Draco doveva però essere diverso però, visto che a differenza sua non stava seguendo la cameriera che li guidava verso la loro stanza con espressione rapita da tutto lo sfarzo che li circondava. Quando entrarono nella camera per poco alla ragazza non venne un colpo al pensiero di quando l’avrebbero pagata ma quando lo fece presente a Draco lui la guardò come se fosse impazzita.
-La mia famiglia ha un mucchio di soldi, pagare questa non sarà un problema- disse con naturalezza, sedendosi di fianco a lei sul letto. A Clare sembrava veramente brutto farsi pagare tutto da lui, ma quando glielo disse lui la guardò con un’espressione ancora più stranita di prima. Probabilmente era abituato a persone che stavano con lui per il suo nome o i suoi soldi, ma non era di certo quello che aveva in mente lei quando gli aveva chiesto di passare le vacanze insieme.
-Clare, ti prego. Lascia che ti faccia questo regalo- disse prendendole il viso fra le mani quando gli spiegò il suo disagio.
-Se ti fa sentire meglio quando usciamo mi potrai offrire una burrobirra- e lei sorrise.
-I babbani non fanno burrobirra- e questo forse lo sconvolse più di tutto il resto. Siccome era ormai tardi decisero di scendere a cena.
Clare vedeva che Draco non era molto a suo agio con i babbani, nel mondo magico in effetti davvero pochi lo erano e la ragazza sapeva che la sua famiglia gli aveva insegnato a odiarli. Il fatto che però ora lui fosse lì con lei diceva molte cose sulla sua volontà di renderla felice.
Dopo la cena lo portò a fare una passeggiata per la città e al posto della burrobirra gli fece assaggiare il caffè, che lo lasciò piacevolmente sorpreso. Tra un paio di giorni sarebbe stato Natale e Londra era decorata come non mai. A dispetto di qualsiasi previsione lei potesse fare Draco rimase molto colpito dal mondo babbano, anche se tentò in tutti i modo di nasconderlo. Clare era davvero felice di essere lì con lui, stava scoprendo un lato del suo carattere che raramente mostrava, soprattutto quando erano a scuola circondati dai loro rispettivi amici. Ora che non doveva dimostrare nulla a nessuno poteva essere se stesso. Erano davvero solo loro due, per la prima volta da quando si erano conosciuti.
Passarono i due giorni seguenti a visitare Londra e insieme si divertirono come non mai. Clare non era mai stata così felice in vita sua, le sembrava davvero un sogno. La mattina di Natale quando aprì gli occhi lui era già sveglio e la stava guardando con tale adorazione da lasciarla senza fiato.
-Buon Natale, Draco- mormorò e lui sorrise.
-Buon Natale, Clare- e si chinò su di lei per baciarla. Per la ragazza fu il Natale più bello della sua vita, in assoluto.
-È stata la vacanza più bella di sempre- gli disse, mentre passeggiavano lungo la riva del Tamigi e lui la attirò a sé, mettendole un bracco attorno alla vita.
-Clare…- mormorò, sfiorandole il viso con le dita.
-Non sono mai stato più felice in vita mia- disse guardandola negli occhi. Sentirlo dire quella frase le riempì il cuore di gioia.
-Nessuno mai aveva fatto una cosa del genere per me- aggiunse.
-Io non ho fatto nulla…- sussurrò Clare ma lui la zittì con un bacio.
-Hai fatto più di quanto pensi, hai dimostrato di tenere a me-.
Alla ragazza sembrava di non aver fatto nulla di speciale, semplicemente aveva seguito quello che le diceva il cuore e aveva agito di conseguenza. Nel sentire quelle parole si rese però conto di quando lui in realtà fosse solo e si sentì davvero felice di non aver mollato, di non aver lasciato perdere quando tutti glielo dicevano. Lui ne valeva la pena.
-Guarda nella borsa- le disse lui all’improvviso e la ragazza, anche se un po’ perplessa, l’aprì. Ne tirò fuori una polaroid bianca. Lo guardò confusa e lui sorrise.
-È babbana. Ma l’ho fatta modificare in modo che le foto fossero come le nostre-. Clare la guardava estasiata, non ne aveva mai avuta una. In casa sua le foto non si muovevano, i suoi genitori negli anni si erano adattati per lei a non usare la magia a meno che non fosse necessario. Da quando aveva acquisito i poteri quella era una delle cose che desiderava di più. Siccome non diceva niente lui aggiunse:
-Per caso ti ho sentita quando ne hai parlato con lo sfregia… con Potter- si corresse, astenendosi dal chiamare Harry “lo sfregiato”, come lei spesso aveva sentito fare dai suoi amici. La sua affermazione se possibile l’aveva stupita ancora di più: aveva parlato di quello con Harry mesi prima, appena la scuola era iniziata. Il discorso era venuto fuori una volta in biblioteca mentre facevano un compito assegnato da Piton e per caso sfogliando il suo libro Clare aveva visto una foto che aveva con i suoi amici. Era talmente presa dalle figure che si muovevano che nemmeno si era resa conto della presenza di Draco.
-Non riesco a credere che tu te lo sua ricordato- mormorò, sollevando lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi.
-Guarda che io sono una persona molto attenta a quello che mi interessa- disse lui, fingendosi offeso.
-Quindi ti interessavo, Malfoy?- domandò Clare con un sorriso.
-Può darsi, Gordon- replicò lui con un ghigno e si chinò a baciarla.
E in quel momento Clare scattò la foto.
...
 
-Sei lenta, Gordon- ghignò Draco accelerando il passo. La loro vacanza perfetta purtroppo era giunta al termine stavano andando alla stazione di King’s Cross per prendere l’Espresso per Hogwarts. In mattinata Draco aveva chiamato qualcuno per andare a prendere il loro bagagli per mandarli direttamente a scuola e i due avevano solo una borsa con le loro divise.
-E tu non sei pre niente un gentiluomo, Malfoy- gli gridò dietro Clare ridendo. Poi lo raggiunse, tirandogli una spallata.
-Come osi colpirmi…- e la afferrò per la vita, caricandola in spalla.
-Mettimi giù!-
-Prima scusati, Grifondoro- disse, continuando a camminare mentre la ragazza vedeva le persone attorno a loro lanciare occhiate divertite.
Sembrava che a Draco in quel momento non importasse nulla che qualcuno di loro conoscenza potesse vederli, era solo felice di stare con lei e stava approfittando di quel momento.
-Mai, Serpe- ribatté lei e lo sentì ridere.
All’improvviso Draco la mise giù, sempre tenendola stretta a sé e Clare lo prese per il bavero della giacca, avvicinandolo a sé per baciarlo.
-In questo caso chiuderò un occhio- sussurrò lui non appena si separarono, guardandola negli occhi e scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Contavo su quello- replicò Clare e lui rise.
Draco poi la prese per mano e insieme proseguirono in direzione della stazione e non la lasciò andare nemmeno quando arrivarono in prossimità della colonna che conduceva al binario nove e tre quarti, che attraversarono insieme.
Si ritrovarono circondati da tutti gli studenti che ritornavano ad Hogwarts dopo le vacanze e Draco individuò gli altri Serpeverde nella calca.
-Devi andare- disse Clare e lui abbassò lo sguardo verso di lei. Non ne sembrava per niente contento.
La ragazza gli lasciò andare la mano e frugò nelle tasche del cappotto fino a che non trovò quello che cercava.
-Tieni- disse porgendoglielo e lui la guardò confuso.
-Voglio che la tenga tu- continuò, abbassando lo sguardo sulla foto. Era quella che aveva scattato il giorno di Natale lungo la riva del Tamigi, circondati dalle luci di Londra.
-In questo modo, quando la guarderai, penserai che ci sarà sempre qualcuno che tiene a te-. Draco rimase ad osservarla in silenzio per qualche istante, poi ignorando del tutto il luogo in cui si trovavano e le persone che li circondavano le prese il viso fra le mani e la baciò.
-Sono piuttosto sicuro di non meritare una come te, Gordon. Ma fino a quando l’universo non si renderà conto del suo errore non ti lascerò andare- mormorò quando si allontanò da lei, guardandola negli occhi.
-Ci conto, Malfoy-


Nota: ecco il quinto capitolo, un raro momento di tranquillità per i nostri protagonisti.
Fatemi sapere cosa ne pensate

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Capitolo 6
*** Sectumsempra ***


Una volta tornati a scuola le cose tornarono come prima, come se Clare e Draco non avessero mai passato quei giorni insieme. La ragazza ai suoi amici raccontò di aver passato le feste con i suoi genitori, ai suoi genitori di averle passate con i suoi amici e lei e Draco tornarono a comportarsi come al solito in presenza degli altri. Era solo quando riuscivano a ritagliarsi quei pochi momenti da soli che vedevano come le cose tra loro fossero cambiate.
Purtroppo però pareva che ad Hogwarts un periodo tranquillo, senza drammi, non ci potesse essere.
Tempo dopo, infatti, Ron venne avvelenato da dell'idromele destinato a Silente. Fortunatamente anche Harry era presente al momento dell'accaduto ed era riuscito a salvarlo somministrandogli del bezoar, la sua ottima competenza in pozioni era stata fondamentale e preziosa. Ron rimase comunque in infermeria una settimana, tenuto costantemente sotto controllo da Madama Chips. Il poveretto venne anche lasciato dalla sua ragazza, Lavanda Brown, perchè mentre era incosciente aveva invocato più volte il nome di Hermione anziché il suo e questo, ovviamente, non le era piaciuto. Lui non si ricordava assolutamente niente e infatti a colazione aveva continuato a chiedere con insistenza ai suoi amici il motivo della rottura.
Hermione naturalmente era giù di morale, ormai tutti si erano accorti che fosse innamorata di Ron e il fatto che lui continuasse a non rendersene conto non le rendeva le cose facili.
Dal canto suo Clare continuava la sua storia con Draco di nascosto da tutti. Avrebbe tanto voluto poterne parlare con i suoi amici, ma si rendeva conto che non sarebbero mai stati d’accordo e non voleva deludere nessuno. Non che si pentisse della sua scelta, Draco la rendeva felice come non mai, ma non era a suo agio a mentire ai suoi amici. E soprattutto alla sua famiglia. Dopo che aveva chiesto ai suoi genitori notizie sulla famiglia Malfoy nella lettera che aveva mandato prima di Natale le avevano espressamente detto che meno si aveva a che fare con loro meglio era e quindi anche con i suoi aveva dovuto tacere. A forza di tenersi tutto dentro stava impazzendo, ma non c’era proprio nessuno con cui potesse confidarsi. La sola che sapeva qualcosa era Ginny, che aveva capito tutto sin da subito e aveva mantenuto il segreto senza farle pressioni perché raccontasse di sé e Draco. L’amica sapeva che non appena lei si fosse sentita pronta sarebbe stata la prima a cui ne avrebbe parlato.
Clare sapeva che anche Draco non aveva raccontato a nessuno di loro. I suoi amici e la sua famiglia se possibile erano ancora più conservatori rispetto a quelli della ragazza e una relazione tra un Serpeverde purosangue e una Grifondoro ex maganò non sarebbe mai stato vista di buon occhio. Avrebbero continuato a tenere tutto nascosto fino a quando fosse stato possibile, cercando di godersi quello che avevano.
Era una giornata apparentemente tranquilla e Clare era a pranzo con i suoi amici quando Katie Bell si fece rivedere per la prima volta dopo quello che le era successo. Ci era voluto parecchio tempo prima che Madama Chips riuscisse a rimediare del tutto a quello che le era stato fatto e fino a che non era stata completamente in forze non le era stato dato il permesso di riprendere le lezioni. Senza dire nulla Harry si alzò da tavola e andò a parlare con lei. Clare li osservò con attenzione e dall’espressione del suo amico capì che Katie non era stata in grado di dargli qualche informazione utile e dimostrabile di quello che le era capitato. In quel momento vide entrare Draco nella sala, sembrava assolutamente sconvolto e l’occhiata che in quel momento gli lanciò Harry se possibile la preoccupò ancora di più. La ragazza si voltò per un istante in direzione di Hermione e Ron, per capire se anche loro si fossero accorti di quello che stava succedendo, ma si rese conto che erano troppo presi dalla loro conversazione. Quando però Clare tornò a guardare Draco e Harry si rese conto che nessuno dei due si trovava più nella Sala Grande. Senza perdere nemmeno un secondo di più lasciò tutte le sue cose a Hermione e corse fuori per cercarli. E per poco non andò a finire contro Neville, che la prese al volo.
-Hai visto Harry?- gli chiese non appena riuscì a riprendere l’equilibrio. Lui la guardò, sorpreso e preoccupato. Clare aveva una terribile sensazione e probabilmente anche lui si rendeva conto di quanto fosse sconvolta.
-Sì, è andato di là- disse indicando il corridoio alla loro destra. La ragazza lo ringraziò e corse via.
Arrivò quasi fino alla scala che portava al primo piano senza trovare nessuno dei due e stava quasi rinunciando a cercarli quando sentì dei rumori e degli schianti provenire dal bagno dei ragazzi.
Entrò in punta di piedi, pensando ai guai in cui si sarebbe cacciata de qualcuno l’avesse trovata lì, ma poi sentì un’esplosione e un incantesimo:
 -Sectumsempra!- e riconobbe la voce. Era Harry. Clare si precipitò in direzione del rumore, cercando di non scivolare sul pavimento allagato. L’acqua era ovunque, probabilmente le condutture erano state danneggiate con l’esplosione che aveva sentito.
-Harry?- chiamò, facendo attenzione a dove metteva i piedi.
Lo trovò nello spazio dove erano i lavandini. Provò a chiamarlo di nuovo ma pareva non sentirla. Era pietrificato e guardava a terra. Clare seguì il suo sguardo, per cercare di capire l’origine del suo turbamento, e ciò che vide la sconvolse. Riverso sul pavimento in un una possa di sangue c’era Draco.
-Draco!- gridò gettandosi in ginocchio di fianco a lui. Sbottonò la sua camicia ormai zuppa di sangue e acqua e vide tagli profondi sul suo petto martoriato. La ragazza cercò di non farsi sopraffare dai sentimenti, doveva fare qualcosa per aiutarlo e non poteva perdere la calma. Cercò la bacchetta nel mantello e si accorse solo in quel momento di averla lasciata nella Sala Grande con il resto delle sue cose.
-Harry, mi serve la tua bacchetta- implorò l’amico ma lui pareva non vederla neanche. Da come stava reagendo Clare non era nemmeno sicura che avesse idea degli effetti del suo incantesimo prima di usarlo.
-Harry ti prego!- gridò, sentendo le lacrime salire. In quel momento lui parve ridiventare cosciente della situazione e le porse la bacchetta senza protestare. Clare non era nemmeno sicura di riuscire a fare l’incantesimo con quella ma doveva almeno tentare.
-Ce la puoi fare Clare- disse a se stessa, prendendo la mano di Draco e poggiando la bacchetta al suo petto.
-Clare- mormorò lui in un gemito di dolore.
-Non ti preoccupare... ci penso io- disse la ragazza e, stringendo più forte la sua mano, iniziò a pronunciare l’incantesimo di guarigione più potente che conoscesse.
“Fa che funzioni” continuava a pregare in silenzio mentre sentiva la magia scorrere. La bacchetta di Harry non le rispondeva bene come la sua, ma sembrava che gli effetti dell’incantesimo cominciassero a vedersi le ferite che si erano già formate smisero di sanguinare e fortunatamente smisero di formarsene altre. Non volevano però saperne di rimarginarsi. Clare non aveva idea di che incantesimo avesse usato Harry e non sapeva più cosa fare per rimediare.
-Harry- mormorò voltandosi verso di lui.
-Aiutami ti prego- ma anche mentre glielo chiedeva sapeva perfettamente che nemmeno lui poteva farlo. Poi però sentì dei passi decisi venire verso di loro e un istante dopo il professor Piton era di fianco a lei. Lanciò solamente un’occhiata ad Harry, poi si dedicò completamente a Draco. Tirò fuori la bacchetta e cominciò a passarla sul suo petto martoriato, pronunciando un incantesimo a lei sconosciuto. Senza nemmeno guardarlo Clare restituì la bacchetta ad Harry e lo sentì andare via, ma non le importava. Le ferite di Draco si stavano finalmente rimarginando, contava solo quello.
Il professor Piton ripose la bacchetta e prese Draco tra le braccia, senza degnarla di uno sguardo, e lo portò in infermeria. Clare lo seguì in silenzio, qualsiasi cosa le avesse detto non l’avrebbe mai convinta a lasciarlo, avrebbe potuto darle punizioni da adesso alla fine dell’anno per quanto la riguardava.
Quando madama Chips li vide per poco non le venne un colpo: Draco non aveva più segni di ferite né macchie di sangue addosso, solo i vestiti e i capelli umidi. Clare era un disastro. I suoi lunghissimi capelli castani erano fradici e impiastrati di sangue, la divisa sgualcita cosparsa di macchie color porpora.
-Professor Piton! Che diamine è successo?- chiese, facendo strada verso un letto vuoto e nascosto da un paravento.
-Il signor Malfoy ha bisogno di riposo. Manderò uno studente della sua casa a portare dei vestiti asciutti- si limitò a dire. Lei si affaccendò di fianco a Draco, ignorando per qualche momento gli altri due.
-Gordon- disse Piton, con voce gelida. Ormai però Clare era così spaventata e sollevata per Draco da non aver nemmeno più la forza di avere paura di lui.
-Sì, professore- rispose, guardandolo negli occhi senza timore.
-Nessuno studente avrebbe potuto rimediare ad un incantesimo del genere, per di più senza la propria bacchetta- osservò.
-Dovevo aiutarlo- replicò lei solamente. Non era nemmeno sicura di dove avesse trovato la forza per non crollare.
-Lei mi ricorda molto una persona- disse lui, stupendola.
-Dopo quello che è riuscita a fare credo sia corretto assegnare cinquanta punti alla sua Casa- aggiunse, questa volta lasciandola proprio senza parole. Da quello che sapeva e aveva potuto osservare Piton quasi mai assegnava punti ai Grifondoro.
-Io volevo solo aiutarlo-. Quando Clare aveva preso in mano la bacchetta di Harry non si era nemmeno fermata a pensare a quello che sarebbe successo. Quando aveva visto Draco in quello stato aveva capito di dover fare qualcosa a tutti i costi.
-Ha fatto un ottimo lavoro- disse solo Piton, poi si diresse verso l’uscita.
-Professore, mi scusi- lo richiamò la ragazza, poco prima che lasciasse l’infermeria.
-Di chi parlava prima?- chiese, alludendo a quando le aveva detto che gli ricordava una persona. Clare cercò di fare due calcoli e immaginò che il professor Piton avesse frequentato i corsi con i suoi genitori. Magari era a loro che si riferiva. Non era nemmeno sicura del perché glielo stesse chiedendo, probabilmente non glielo avrebbe nemmeno detto. Sul suo volto vide balenare per un istante un’espressione colma di rimpianto. Proprio quando ormai la ragazza pensava che non avrebbe aggiunto altro lui parlò.
-Lily Evans- e se ne andò.
...
 
Madama Chips dovette quasi cacciarla dall’infermeria per convincerla ad andare a farsi una doccia, viste le condizioni in cui era. Clare non voleva proprio saperne di lasciare Draco, ma accettò di fare quello che le diceva dopo che le ebbe promesso che poi l’avrebbe lasciata stare un po’ con lui più tardi. Ormai tutti gli studenti erano nel pieno delle lezioni pomeridiane e in giro per la scuola non c’era nessuno. Clare andò nel dormitorio dei Grifondoro e alla signora Grassa per poco non venne un colpo quando la vide. Per fortuna era un dipinto.
Clare prese una divisa pulita dal suo armadio e si rifugiò in bagno, dove si concesse una lunghissima doccia calda per calmare i nervi. Così riuscì a liberarsi di tutti i freni che si era imposta fino a quel momento e permise a se stessa di piangere, finalmente. Si rannicchiò sulle piastrelle fredde della doccia, prendendosi la testa tra le mani e cercando di calmare il respiro. Draco stava bene, era riuscita ad aiutarlo. Ma allora perché adesso non riusciva a fermare le lacrime? Non si capacitava di quello che Harry avesse fatto, non lo capiva, quando ripensava al momento in cui aveva trovato entrambi nel bagno sentiva in sé una rabbia mai provata prima.
Quando finalmente uscì dalla doccia era quasi passata un’ora e si affrettò a rivestirsi. Prima di tornare in infermeria intrecciò i capelli ancora bagnati e si diede un’occhiata veloce allo specchio. Era in condizioni pessime, i suoi occhi verdi erano rossi di pianto ed era palese quanto fosse sconvolta. Quando madama Chips la vide rientrare si offrì di dare un’occhiata anche a lei, probabilmente sembrava messa peggio di quanto non sembrasse.
-Sto bene- Clare si sforzò di essere convincente, ma vide nei suoi occhi che proprio non le credeva. Tuttavia non insistette e la portò da Draco, lasciandoli poi da soli. Clare si sedette sul bordo del letto e gli prese una mano tra le sue. Aveva indosso dei vestiti asciutti e i suoi capelli ormai erano solo leggermente umidi. Quello che la preoccupava un po’ era che sembrasse ancora più pallido del solito. Ad un tratto la ragazza sentì la mano di Draco stringere la sua.
-Clare…- mormorò e sentirlo pronunciare il suo nome la riempì di gioia.
-Se proprio volevi far sapere a tutta la scuola di noi due potevi trovare un modo un po’ meno doloroso- lo rimproverò e lui sorrise.
-Le cose o le faccio bene o non le faccio- replicò.
-Come ti senti?- chiese Clare, sfiorandogli il viso con le dita. Lui fece una smorfia.
-Come se fossi appena stato pestato dal Platano Picchiatore- ridacchiò cercando di sdrammatizzare.
-Vedo che il senso dell’umorismo non ti manca- ribatté la ragazza fingendosi indignata. In realtà era troppo felice che lui stesse bene.
-Sono troppo superiore per farmi fermare da una cosa da nulla. Ricordatelo, Grifondoro- replicò Draco con un mezzo sorriso.
-Sei veramente insopportabile, Serpeverde- lui ridacchiò.
-È per questo che ti piaccio- disse lanciandole un’occhiata.
“È per questo che ti amo” pensò Clare ma ancora non riuscì a dirglielo. Era sicura di quello che provava, ma non voleva affrettare le cose, non voleva che lui si allontanasse. In tutta risposta si chinò su di lui, sfiorando le sue labbra con le proprie. Come se non aspettasse altro Draco le mise una mano dietro la nuca, stringendola a sé e baciandola con passione, tanto da lasciarla stordita.
-Signorina! Il professor Piton le ha portato la sua giustifica per le lezioni di oggi pomeriggio- li interruppe la voce di madama Chips. Clare si allontanò da lui di scatto, giusto in tempo. Lei le porse un foglio di pergamena, dicendole che doveva portarlo subito alla professoressa McGrannit, in quanto responsabile della sua casa.
-Il signor Malfoy deve riposare- disse, accompagnando la ragazza fuori e ci fu poco da discutere. Clare andò nell’aula della McGrannit, che fortunatamente non le fece nessuna domanda sull’accaduto, probabilmente ormai sapeva già tutto. Quando la ragazza uscì da lì sapeva che le restava una sola cosa da fare e a grandi passi si diresse verso il dormitorio dei Grifondoro.



Nota: ecco il nuovo capitolo. Il dramma doveva arrivare prima o poi dopo la tranquillità dei primi capitoli. Fatemi sapere cosa ne pensate

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Capitolo 7
*** Mi fido di te ***


Il quadro della signora Grassa si spalancò, facendola entrare nella sala comune. Harry era lì, con Ginny, Ron e Hermione. Adesso che Clare se lo ritrovava davanti la rabbia tornò a farsi sentire. Anche se Draco adesso si sentiva meglio le cose sarebbero potute andare molto peggio di così se nessuno lo avesse aiutato in tempo.
-Clare, senti…- iniziò a dire facendo un passo nella sua direzione, ma lei lo interruppe.
-Si può sapere che diavolo è successo?- Clare non avrebbe mai voluto litigare con lui, era per quello che fino adesso aveva tenuto segreto quello che c’era tra lei e Draco, ma non riusciva proprio a calmarsi.
-Non sapevo cosa sarebbe successo usando quell’incantesimo. Dovevo difendermi ed è stato il primo che mi è venuto in mente- disse Harry, confermando i suoi timori. Non aveva idea degli effetti, anche se avesse voluto aiutarla a salvarlo e in quel momento la ragazza ne dubitava, non avrebbe potuto.
-Se Piton non fosse arrivato lui sarebbe morto- disse Clare con voce gelida.
-Ha cercato di maledirmi!- esclamò lui, facendo un passo verso di lei, ma non aveva alcuna intenzione di indietreggiare.
-Non te ne importa nulla? Lui è una vittima e basta? Se fosse successo qualcosa a me ti saresti preoccupata?- continuò alzando la voce.
-Oh falla finita! Certo che mi sarei preoccupata, sei mio amico!- replicò. Gli altri ormai li guardavano senza parole.
-E di lui che mi dici? Ne sei innamorata vero?- la aggredì, come se fosse la cosa peggiore che potesse fare. Clare non fece in tempo a ribattere che lui riprese a gridare. Probabilmente ormai tutta la scuola stava sentendo il loto litigio.
-Lui ti sta solo usando, Clare, non te ne rendi conto? La sua famiglia serve Voldemort da sempre!-
-Ti sbagli su di lui- replicò la ragazza, senza tentennare nemmeno per un secondo. Era sicura che Draco tenesse a lei.
-Noi lo conosciamo da molto tempo, Clare. Non è mai stato gentile con nessuno, figurarsi con chi ha un passato come il tuo- esclamò Harry. Clare si sentì come se le avesse tirato uno schiaffo. L’esser stata una maganò non avrebbe mai finito di tormentarla. Harry sembrò rendersi troppo tardi di quello che le aveva detto e tentò di rimediare.
-No, Clare, non intendevo quello…-
-Ho capito benissimo cosa volessi dire- disse lei freddamente. Poi gli voltò le spalle e se ne andò.
...
 
I pettegolezzi parevano proprio diffondersi alla velocità della luce lì dentro. Mentre Clare andava in infermeria sentì strascichi di conversazioni su quello che era successo nei bagni, ma sembrava che nessuno conoscesse davvero tutta la storia. Probabilmente il Serpeverde che Piton aveva incaricato di portare abiti puliti a Draco non era stato capace di tenere la bocca chiusa. E in qualche modo doveva anche averla vista con lui perché nei corridoi le venivano lanciate strane occhiate. La frase più ricorrente che la ragazza sentiva bisbigliare era “l’amica di Potter con Malfoy”, come se fosse la cosa peggiore che potesse fare. Ignorò tutto e arrivò in infermeria.
-Draco, una cosa del genere non dovrà più capitare- sentì dire e riconobbe la voce del professor Piton.
-Lo so. Se lei non fosse arrivata non so cosa sarebbe potuto succedere- rispose Draco. Clare si sentiva un po’ in colpa ad ascoltare la loro conversazione ma non riusciva ad allontanarsi da lì. Seguì qualche istante di silenzio, poi Piton riprese a parlare.
-Ti rendi conto che la tua missione è molto pericolosa vero? Se lei è come penso io non ti abbandonerà e questo potrebbe metterla in serio pericolo e lo sai- a quanto pareva Draco e il professore erano molto più in confidenza di quanto non credesse.
-Dovrei allontanarla- disse Draco. Clare si sentì come se le avessero dato uno schiaffo. Non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo.
-Se tieni a lei davvero così tanto… sì, dovresti- replicò Piton.
-Non ci riesco- ribatté Draco dopo un po’.
-Pensi che potrebbe accettare quello che devi fare, andando contro tutto quello in cui crede?- gli chiese l’altro e la ragazza lo sentì sospirare.
-Non credo. Ma non riesco a fare a meno di lei- rispose. Niente di quello che Clare stava sentendo faceva presagire qualcosa di buono. La sola cosa di cui continuava ad avere la certezza era quanto lui tenesse a lei.
-Decidi in fretta, Draco. Il tempo sta scadendo-.
Pochi istanti dopo Clare sentì dei passi e intuendo che il professore stesse per uscire si comportò come se fosse appena arrivata.
Piton non parve nemmeno così sorpreso di vederla e non disse nulla, fece solo un cenno e se ne andò. Clare voleva assolutamente capire chi fosse la persona che gli ricordava, Lily Evans. Il nome le diceva qualcosa, ma non riusciva a ricordarsi dove l’avesse sentito. A volte il fatto di aver vissuto tutto quel tempo lontana dal mondo dei maghi non le era affatto d’aiuto. Raggiunse il letto di Draco e non appena la vide lui sorrise, riscaldandole il cuore. Come poteva dubitare di lui?
-Come ti senti?- chiese, e lui le prese le mani tra le sue.
-Meglio. Madama Chips vuole tenermi qui ancora per oggi, ma domani posso ricominciare le lezioni- rispose. Lui sembrava come sempre, ma Clare non riusciva a smettere di pensare alla conversazione che aveva appena ascoltato. Draco dovette accorgersi che qualcosa non andava perché subito le chiese se ci fosse qualche problema.
“Brava Clare” pensò la ragazza tra sé. Proprio non riusciva a nascondere quello che provava.
-Mi sono solo preoccupata per te. Quando ho visto tutto quel sangue…- rabbrividì al solo pensiero e lui le fece spazio per potersi sdraiare al suo fianco, poi la strinse a sé.
-Ho litigato con Harry- aggiunse. Era consapevole del fatto che loro due non fossero mai andati d’accordo e il ragazzo non impazzisse dalla voglia di sentir parlare di Harry, ma Clare aveva bisogno di dirgli quello che era successo. Draco rimase in silenzio, aspettando che lei continuasse il discorso.
-Mi ha detto di non fidarmi di te, che mi stava solo usando e che la tua famiglia segue Voldemort-. A sentir pronunciare quel nome lui sobbalzò.
-Io però mi fido di te- disse Clare e sapeva che non ci fosse nulla di più vero. Non poteva credere a quello che Harry le aveva detto, non ci riusciva proprio. Draco rimase in silenzio per un po’, poi sospirò.
-Ho bisogno di dirti una cosa. Convinci madama Chips a farmi uscire da qui. Dobbiamo parlare e questo non è il luogo adatto- disse, guardandola negli occhi.
-È davvero importante, Clare. Ti prego-. Per un secondo dentro di lei il dubbio si fece sentire, ma lo scacciò con decisione.
-Come ti ho detto, mi fido di te. Farò quello che mi chiedi- poi si alzò e andò a cercare madama Chips. 
...
 
Convincere madama Chips non fu per nulla facile ma Clare non si arrese fino a quando non diede a Draco il permesse di uscire.
-Basta che non si affatichi troppo- le fece promettere, nonostante sapesse benissimo che non essendo nella stessa Casa la ragazza non avrebbe potuto controllarlo.
-Puoi uscire- gli disse Clare, una volta entrata in infermeria e lui le sorrise.
-Non avevo alcun dubbio che l’avresti convinta- replicò Draco andandole vicino. La prese tra le braccia, stringendola a sé.
-Questa notte esci dal castello. Vediamoci alla Stamberga Strillante a mezzanotte- mormorò tra i suoi capelli.
-Come…- sussurrò Clare. Se li avessero beccati avrebbero passato dei guai non da poco.
-Basterà fare attenzione. I tuoi amici l’hanno fatto milioni di volte negli anni- poi mi guardò negli occhi.
-Ho davvero bisogno di parlare con te senza che nessuno ci interrompa-
-Va bene, troverò un modo- gli promise.
-Adesso dobbiamo andare- disse poi Draco, separandosi da lei.
-Ci vediamo dopo- mormorò Clare e lui la strinse nuovamente a sé, baciandola come se potesse essere l’ultima volta. Qualche istante dopo si allontanò e le fece un mezzo sorriso, poi se ne andò, sparendo nel dormitorio.
...
 
A cena Clare si tenne alla larga da Harry, Ron ed Hermione e loro fecero lo stesso. La sola che non l’aveva evitata era stata Ginny, ma solo perché lei aveva capito sin da subito quello che c’era tra Clare e Draco e non l’aveva mai giudicata, anzi, l’aveva sempre appoggiata.
Quando Clare entrò nella Sala Grande cercò subito lo sguardo di Draco, trovandolo con gli altri Serpeverde. La cosa però non passò inosservata e diede il via ad altri pettegolezzi. Possibile che non ci fosse altro di cui parlare? Era davvero così assurda la loro relazione?
La ragazza tornò nel dormitorio subito dopo aver finito di mangiare, cercando di non reagire alle occhiate che le venivano lanciate, e quando entrò negli appartamenti della sua casa non c’era ancora nessuno. Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, non sapeva proprio cosa inventarsi per uscire senza essere scoperta. Sarebbe stato d’aiuto conoscere qualche passaggio segreto o simili ma era lì da troppo poco e non le era mai interessato scoprirli. Se l’avessero trovata fuori dopo il coprifuoco avrebbe potuto essere espulsa, ma sapeva di dover trovare un modo. Proprio in quel momento la porta della camera si aprì ed entrò Ginny. Era chiaro che volesse parlarle.
-Spero che ti abbia capito che io sono dalla tua parte e non ti giudico. Se avessi bisogno di parlare con qualcuno io sono qui. Malfoy non mi piace, non lo posso negare, non si è mai comportato bene con me e con gli altri, ma con te è sempre stato diverso per qualche motivo e penso che tu sia abbastanza intelligente da decidere la persona che vuoi al tuo fianco- continuò, facendo segno a Clare di sedersi di fianco a lei sul letto.
-Se tu hai scelto lui sono sicura che lo hai fatto ascoltando il tuo cuore-.
Nel sentire quelle parole Clare si rese conto per la prima volta da quando tutto era iniziato di quanto bisogno avesse di non tenersi tutto dentro, di parlare con qualcuno. Stava esplodendo ad affrontare tutto da sola e sapeva che di lei si poteva fidare, glielo aveva già dimostrato.
-Io sono innamorata di lui- ammise e Ginny la guardò con gli occhi sgranati. Probabilmente non si aspettava una simile affermazione.
-E so di potermi fidare. All’inizio è stato difficile, ma con il tempo sono stata capace di abbattere il muro che aveva costruito attorno a sé- e le raccontò di lei e Draco, di come avevessero affrontato i loro sentimenti e di come avessero dovuto tenere tutto nascosto. Parlando con l’amica a Clare sembrò di essersi liberata dell’enorme peso che la opprimeva e quando ebbe finito di raccontare si sentì molto meglio.
-Non avrei mai detto che lui… non sembra nemmeno lo stesso che ho conosciuto io- disse lei alla fine.
-Devo parlare con lui- confessò infine Clare e Ginny sgranò gli occhi.
-Lo devo incontrare alla Stamberga Strillante ma non so come fare-. Per il tempo in cui lei rimase in silenzio ad osservarla Clare pensò che non fosse stata una buona idea raccontarle tutto, ma poi Ginny parlò.
-Ho un’idea- e fu così che le raccontò della Mappa del Malandrino di Harry.
-Con quella troveresti tutti i passaggi segreti ed eviteresti di essere scoperta- disse. Ma c’era un problema nel suo piano.
-E come me la dovrei procurare?- le chiese e lei scrollò le spalle.
-A questo penso io- rispose e un attimo dopo era fuori dalla stanza.
Clare la aspettò per un tempo che le parve interminabile, in cui pensò a tutte le cose terribili che avrebbe potuto aspettarsi da quella serata. Non era per niente tranquilla ormai. Si fidava di Draco, ma tutto quel mistero la stava facendo diventare matta. Quando Ginny spalancò la porta del dormitorio sobbalzò per lo spavento, ma quando la osservò bene si rese conto che sorrideva.
-Presa- disse, tirando fuori dalla tasca del mantello una pergamena accuratamente ripiegata. Venne verso di lei e gliela porse. Clare la guardò perplessa.
-È bianca- ma lei scosse la testa, estraendo la bacchetta e puntandovela contro.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- disse, e all'improvviso dal centro cominciarono a dipanarsi sottili linee di inchiostro. Si allargarono fino a ricoprire ogni centimetro di pergamena e sotto il suo sguardo stupefatto si formarono le parole:
 
I SIGNORI LUNASTORTA, CODALISCIA, FELPATO E RAMOSO CONSIGLIERI E ALLEATI DEI MAGICI MALFATTORI
SONO FIERI DI PRESENTARVI
LA MAPPA DEL MALANDRINO
 
-Non posso crederci- riuscì solo a mormorare Clare.



Nota:ecco il nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate 

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Capitolo 8
*** La verità ***


Poco prima di mezzanotte Clare sgusciò fuori dal suo letto e si vestì stando attenta a non far rumore. Ormai nel dormitorio tutte le ragazze erano andate a letto e poteva uscire senza essere scoperta.
Prese la mappa e la bacchetta e cercando di essere il più silenziosa possibile uscì dalla stanza. L’aiuto di Ginny e della mappa si rivelarono incredibilmente utili e utilizzando i passaggi segreti indicati riuscì ad uscire dal castello senza essere scoperta. Rischiò un paio di volte si imbattersi in Gazza ma riuscì sempre a nascondersi in tempo. Adesso doveva solo più arrivare alla Stamberga Strillante.
La luna piena brillava in cielo illuminando il suo cammino e confortandola in qualche modo. La ragazza non aveva idea di cosa sarebbe successo quella notte, ma voleva sapere a tutti i costi, non poteva continuare in quel modo.
Quando intravide finalmente la Stamberga in lontananza aumentò il passo e la raggiunse in fretta. Ormai mancava solo qualche minuto alla mezzanotte. Entrò, stando attenta a non fare rumore, impedendo a se stessa di pensare a tutte le creature che si sarebbero potute nascondere nell’oscurità. L’essere appassionata di creature magiche in quel momento la stava aiutando ad immaginare mille modi in cui sarebbe potuta finire ammazzata in una notte di luna piena lontana dalle difese della scuola. Poi raggiunse la stanza: Draco era lì, il suo viso pallido illuminato dalla luce lunare. Non appena la sentì alle sue spalle si voltò verso di lei.
-Clare… non ero sicuro che saresti venuta- mormorò e Clare lo raggiunse.
-Certo che sono venuta. Io mi fido di te e voglio sentire quello che devi dirmi- replicò lei sfiorandogli il viso con le dita. Clare era sicura di non averlo mai visto più nervoso di così. Draco la prese tra le braccia, stringendola a sé come se potesse essere l’ultima volta.
-So che sto rischiando di perderti per sempre, ma non posso più mentire. Non a te-
-Sono qui per te Draco. Non mi perderai- gli promise.
-Non so nemmeno come cominciare- mormorò scostandosi e passandosi nervosamente una mano tra i capelli. La ragazza non sapeva più cosa fare per rassicurarlo, così rimase in silenzio, dandogli il tempo che gli serviva.
-Clare, io…- iniziò, ma si interruppe subito come se quello che doveva dire fosse troppo terribile per esprimerlo a parole.
-Io…- riprovò, ma poi si allontanò da lei ancora di più andando verso la finestra. Ma Clare non voleva più che la allontanasse, voleva che si fidasse di lei.
Lo raggiunse e lo abbracciò, stringendosi a lui.
-Draco, per favore guardami- disse, facendolo voltare verso di sé. Gli prese il viso tra le mani, guardandolo negli occhi.
-Sono qui per te. Ti prego, fidati di me- lo desiderava più di qualunque altra cosa. Draco la prese fra le braccia, baciandola con disperazione.
-Non me lo merito, Clare…- mormorò, -Tu non meriti uno come me- non riusciva nemmeno a guardarla.
-Sono io che devo decidere cosa merito o no. E io ho scelto te, Draco- replicò lei. Voleva assolutamente capire cosa stesse succedendo, quale fosse il motivo del suo tormento.
-Puoi dirmi tutto, Draco- gli promise. Per qualche istante lui la guardò senza dire nulla e pensò quasi che avesse cambiato idea, ma poi parve decidersi. Si sbottonò il polsino della manica sinistra della camicia e iniziò ad arrotolarla, lasciando scoperto il braccio fino al gomito. Poi lo tese verso di lei, mostrandole la pelle bianca.
Ma non del tutto. Quando Clare vide i segni scuri il suo cuore mancò un battito e trattenne il respiro. Non riusciva a credere a quello che stava vedendo: sul suo avambraccio era impresso, malefico e terribile, il Marchio Nero, il simbolo del Signore Oscuro. La verità la colpì con la violenza di un pugno in pieno viso: lui era un Mangiamorte, era uno di loro.
-Harry aveva ragione- riuscì solamente a dire Clare, pensando a tutte le volte in cui il suo amico aveva cercato di metterla in guardia e lei non gli aveva dato retta perché era accecata da quello che provava per Draco.
La ragazza non riusciva a crederci, era stata così stupida…
-Tu sei un Mangiamorte- mormorò, completamente sotto shock. Si sentiva tradita, non aveva mai provato una sensazione peggiore. Draco fece un passo verso di lei, allungando una mano.
-Non toccarmi- gli urlò ritraendosi. Non aveva nemmeno più paura ormai, era solo furiosa.
-Tu mi hai mentito, Malfoy- sibilò, con tanta asprezza che lui sobbalzò. Il suo sguardo ferito la stava letteralmente uccidendo, ma non voleva più dargli la possibilità di mentirle.
-Hai approfittato del fatto che io fossi l’unica lì dentro a non odiarti, a tenere davvero a te- continuò. Si sentiva così male da non riuscire quasi a respirare, mai aveva provato una delusione così grande.
-Clare, ti prego- disse lui, facendo un passo verso di lei, ma Clare indietreggiò ancora. Non voleva più averlo vicino.
-Ti supplico, Clare. Lo so che avrei dovuto dirti la verità da subito, ma ce l’ho fatta. Non ti volevo perdere-. Perché i suoi occhi sembravano così sinceri? Come faceva se lui la guardava in quel modo?
-Tu hai portato la luce nella mia vita, non immaginavo nemmeno che sarei stato capace di provare una cosa simile. Soprattutto per una persona così diversa da me- aggiunse e per un istante Clare sentì tornare quella terribile sensazione di essere diversa, di essere sbagliata, ma poi lui aggiunse:
-Di una persona così buona e speciale- la ragazza sentiva le lacrime salirle agli occhi. Non voleva credergli, non voleva più fidarsi. Era stata una stupida a pensare che fosse tutto reale anche per lui, che non era solo lei ad essere innamorata. Perché lei lo amava, eccome se lo amava e avrebbe tanto voluto che non fosse così, perché forse avrebbe fatto meno male.
-Come potrei crederti ancora?- domandò, cercando di mostrarsi più forte di quanto non si sentisse in realtà.
-Perchè io ti amo davvero, Clare, come non ho mai amato nessuno-. Sentirlo pronunciare quelle parole la lasciò senza fiato. Draco fece un passo verso di lei con cautela, probabilmente temendo che si allontanasse ancora, ma lei non ne era in grado.
-So di averti tenuto nascosto un segreto terribile, ma avevo paura. Paura di perdere la sola cosa bella presente nella mia vita-.
“Ti ha mentito, non ti puoi fidare, non gli devi credere” continuava a ripetersi Clare senza sosta, cercando di impedire a se stessa di fare la scelta sbagliata.
-Sono terrorizzato all’idea di perderti- mormorò lui, sfiorandole il viso con le dita.
-Non posso crederti ancora…- sussurrò Clare all’orlo delle lacrime.
-Lo so. Voglio che tu faccia la cosa giusta per te. E se lo riterrai opportuno voglio che tu mi denunci. Preferisco quello a ciò che mi è stato ordinato di fare-. Ma la ragazza non avrebbe mai potuto farlo.
-Ma io non posso… non lo capisci?- si lasciò sfuggire in un lamento.
-Io ti amo, maledizione!- gridò scoppiando in lacrime e lui la prese tra le braccia.
Rimasero immobili in quella posizione per un tempo che parve infinito, poi Clare si allontanò, guardandolo negli occhi.
-Perchè?- mormorò e lui capì subito a cosa si riferisse.
-Lui mi avrebbe ucciso, avrebbe ucciso la mia famiglia, i miei amici… tutte le persone a cui tenevo… Non sono stato capace di dire di no- rispose, distogliendo lo sguardo.
-Ma non posso fare quello che mi chiede… non potrei mai fare una cosa del genere. Io non ho mai voluto tutto questo, non sono come mio padre-
-Cosa vuole da te, Draco? Cosa vuole che tu faccia?- chiese Clare, prendendogli le mani.
-Non posso…- la voce di Draco era disperata, la ragazza non l’aveva mai visto così.
-Draco… guardami per favore- e lui puntò i suoi occhi di ghiaccio su di lei, come se solo quello che stava per dirgli potesse salvarlo.
-Io so che farai la cosa giusta, io credo in te- disse e lui la strinse forte a sé, nascondendo il viso tra i suoi capelli.
-Se non avessi conosciuto te… sarei stato perso per sempre-.
Rimasero lì ancora per qualche minuto, l’uno tra le braccia dell’altra senza parlare. Poi però lui si allontanò.
-Dobbiamo andare, o verremo scoperti- disse e Clare annuì. Draco la prese per mano ed insieme uscirono per tornare al castello. Quella notte Clare non riuscì a chiudere occhio. Aveva salutato Draco da qualche ora e adesso non faceva che pensare a quello che lui le aveva detto. Harry aveva sempre avuto ragione su di lui, soprattutto quando le aveva parlato della sua famiglia. Su una cosa però aveva torto: Draco l’amava e la ragazza sapeva che quando fosse giunto il momento avrebbe saputo fare la cosa giusta.
...
 
Al mattino Clare si alzò presto e scese a fare colazione con Ginny.
-Spero che sia andato tutto bene- mormorò l’amica mentre scendevano le scale e in quel momento Clare vide Draco passar loro affianco seguito dai suoi amici, che per fortuna evitarono i commenti sarcastici o offensivi, si limitarono ad andare avanti fino ad entrare in Sala Grande. Draco, invece, le lanciò un’occhiata e fece un mezzo sorriso che lei ricambiò.
-È stato molto difficile- confessò a Ginny, mentre entravano nella sala che stava iniziando a riempirsi.
-Puoi dirmi cosa ti ha detto?- le chiese l’amica guardandola con attenzione. Clare stava per rispondere quando sentì una voce alle sue spalle.
-Possiamo sederci qui?- e voltandosi vide Harry, Ron ed Hermione. La ragazza non aveva idea di come si sarebbero comportati, sperava solo di non dar vita ad una scenata proprio lì davanti a tutti. Fece loro cenno di accomodarsi, accennando un sorriso.
-Clare. Mi dispiace davvero per ieri. Non avevo il diritto di dire quelle cose- iniziò Harry stupendola.
-Sì… ma capisco perché tu lo abbia fatto. Volevi solo aiutarmi e lo apprezzo davvero- rispose Clare, spiazzandolo completamente. Probabilmente si aspettava di litigare ancora. La ragazza però ormai sapeva quando lui avesse ragione su Draco e non poteva di certo prendersela con lui perché aveva provato a metterla in guardia.
-Il fatto è che non capiamo- ammise Ron, lanciando un’occhiata al tavolo dei Serpeverde alle loro spalle.
-Soprattutto non capiamo lui. Non lo abbiamo mai visto comportarsi bene con nessuno e ci è difficile capire cosa tu abbia visto in lui- continuò e Hermione gli lanciò un’occhiataccia.
-Quello che Ron voleva dire… è che siamo rimasti tutti molto sorpresi. Ma siamo tuoi amici e non vogliamo mettere in dubbio le tue scelte- disse lei e Ron annuì. Clare lanciò un’occhiata a Ginny che scrollò le spalle, come a dire “questo è il massimo che puoi sperare di ottenere”.
-Mi dispiace essermi arrabbiata così tanto ieri. Ma dovete fidarvi di me. So quello che sto facendo- rispose, sperando con tutta se stessa che fosse vero. Dopo quello che Draco le aveva raccontato non ne era più tanto convinta.
Subito dopo la fine della colazione Harry fu chiamato da Silente e non fu presente alle lezioni di tutta la giornata. Clare aveva la testa altrove e prendeva appunti distrattamente, non riusciva proprio a concentrarsi sulla lezione e continuava a pensare alla conversazione che aveva avuto con Draco. Avrebbe dovuto parlarne con qualcuno? Magari con Silente… se qualcuno era in grado di aiutare Draco quello era lui, ma non riusciva a decidersi a farlo.
All’ultima ora aveva Incantesimi, una delle lezioni che i Grifondoro avevano con Serpeverde, cosa che di certo non aiutò la sua già scarsa attenzione. Vedeva Draco seduto di fianco al suo amico Goyle e non riusciva proprio a concentrarsi su quello che il professor Vitious stava dicendo sull’Incantesimo Acquatico, nella sua mente continuava a comparire il Marchio Nero impresso sul suo braccio.
Ogni tanto la ragazza scorgeva qualche occhiata preoccupata che le lanciava Luna, seduta al suo fianco e cercava di prestare attenzione almeno quando il professore faceva le domande. Quando finalmente Vitious li congedò non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo.
Infilò nella borsa il libro di testo e la pergamena sulla quale aveva preso malamente appunti e si alzò per dirigersi verso la porta. Proprio in quel momento Draco le passò affianco e le fece scivolare una busta bianca tra le mani, poi uscì, voltandosi solo un istante per sorriderle. Troppo curiosa di sapere cosa contenesse Clare l’aprì.
 
Clare vediamoci dopo cena nel bagno di Mirtilla. Ho bisogno di stare con te in un posto tranquillo.
 
Quando sollevò lo sguardo dalla lettera aveva il sorriso dipinto sulle labbra e non appena si voltò vide l’espressione sorpresa di Luna, poteva solo immaginare cosa stesse pensando.
Clare scrollò le spalle e fece un mezzo sorriso, poi uscì dall’aula.



Nota: ecco il nuovo capitolo. La verità è venuta a galla finalmente. Fatemi sapere cosa ne pensate 
 

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Capitolo 9
*** È un addio? ***


Clare cenò con Ginny, Ron ed Hermione e dopo che ebbe finito si scusò con loro, dicendo di avere un impegno e che non sarebbe tornata subito nella sala comune. Non aggiunse altro ma dai loro sguardi capì che avevano un’idea piuttosto precisa di chi stesse andando ad incontrare. Poi da sola Clare si diresse al secondo piano e arrivata davanti al bagno delle ragazze entrò, sperando che per una volta Mirtilla avrebbe concesso a lei e Draco qualche minuto da soli. Per fortuna oggi il fantasma doveva essere stata di umore migliore rispetto al solito perché a differenza di altre volte la ragazza non trovò il pavimento allagato. A causa delle continue crisi di Mirtilla quello era uno dei pochi posti della scuola dove lei e Draco potessero stare un po’ da soli. Non era di certo un ritrovo romantico, ma si accontentavano pur di poter stare un po’ insieme. Per fortuna dentro Mirtilla non c’era, c’erano solo Clare e Draco.
-Clare- disse lui non appena la vide e la ragazza non riuscì a non sorridere. Lo vedeva tutti i giorni quasi ad ogni lezione, ma lo sentiva lontano come non mai e i pochi momenti che aveva con lui erano speciali. Lo raggiunse e lui la strinse fra le braccia.
-Ho aspettato questo tutto il giorno-. Clare era felice che quella situazione non pesasse solo a lei, per lo meno era certa che i sentimenti di Draco per lei fossero reali tanto quanto i suoi. Non voleva più rivivere il terribile momento in cui aveva dubitato di lui la sera prima, quando le aveva detto di essere un Mangiamorte.
-Clare… c’è una cosa che devo dirti…- disse poi lui, con un tono che non le piacque per niente.
-Questa è l’ultima volta che potremo vederci, per molto tempo. Forse per sempre- continuò, lasciandola senza parole.
-Cosa stai dicendo?- chiese Clare, cercando di rimanere calma.
-Questa sera succederà qualcosa…- disse lui e la ragazza capì che si riferiva alla missione che gli era stata affidata da Voldemort.
-No, Draco ti prego… non farlo- mormorò, prendendogli le mani tra le sue. Lui le rivolse uno sguardo disperato.
-Io non voglio farlo, Clare, capisci? Non ho mai voluto ma non ho scelta-.
-Si ha sempre una scelta, Draco. Io ti aiuterò, farò quello che vuoi, ma ti prego…- non poteva sopportare che perdesse se stesso. Lui la prese per le spalle, i suoi occhi mandavano lampi.
-Loro sanno di te, Clare. Non posso sopportare che ti facciano del male-. Clare sentiva così tanto dolore nella sua voce da star male.
-Ti prego… dimmi cosa succede. Io ti voglio aiutare- mormorò.
-Non so cosa succederà questa notte, Clare. La sola cosa che so è che non tornerò più-. La ragazza rimase per qualche istante in silenzio, pensando alle sue parole, poi la verità la colpì come un pugno nello stomaco.
-Chi devi uccidere?- chiese e lui la guardò con sorpresa e terrore, segno che aveva ragione.
-Cosa ti ha ordinato di fare Draco? Ti prego dimmelo!- lo incalzò guardandolo dritto negli occhi. Probabilmente Voldemort aveva dato a lui l’ordine per punire tutta la sua famiglia, senza mai pensare che potesse farlo davvero.
-Non te lo posso dire, Clare, non posso. So che proveresti ad aiutarmi ma ti metteresti solo in pericolo-. In quel momento Clare riusciva solo a pensare che lo stava perdendo, probabilmente per sempre, e non c’era nulla che potesse fare.
-Non puoi farlo, Draco, non puoi…- mormorò con voce rotta e lui la strinse a sé. Clare avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo, ma era troppo tardi.
-Mi dispiace, Clare, non immagini nemmeno quanto mi odi per quello che ti sto facendo- disse Draco stringendola forte.
-Avrei tanto voluto che per noi ci fosse un futuro diverso. Non ci saremmo dovuti conoscere in queste circostanze- aggiunse, mentre lei sentiva le lacrime bruciarle gli occhi.
-Forse se fossi entrata nella mia vita tempo fa le cose sarebbero state diverse-
-Io non ti posso perdere, Draco- mormorò Clare, guardandolo negli occhi. Come avrebbe fatto a dirgli addio? Come avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita sapendo che lui non ne avrebbe più fatto parte?
Draco la tenne stretta tra le braccia ancora per un po’, poi la allontanò, mettendole le mani sulle spalle e piantando gli occhi nei suoi.
-Adesso devi tornare nel tuo dormitorio e non muoverti per nessun motivo- disse con voce ferma.
-Non posso… non posso lasciartelo fare…-
-Non hai idea di quanto vorrei poter scappare, prenderti con me e fuggire il più lontano possibile da qui, facendo perdere le nostre tracce…- Clare non riusciva nemmeno più a guardarlo senza scoppiare in lacrime.
-E allora facciamolo!- esclamò, senza nemmeno pensarci, ma lui scosse il capo.
-Dovremmo fuggire tutta la vita e non voglio questo per te. Starai molto meglio senza di me- replicò, asciugandole una lacrima con il pollice.
-Io non ti vorrei lasciare, Clare, ma devo. Avrei voluto poterti dare tutto, qualsiasi cosa avessi mai sognato e mi odio davvero per non poterlo fare- disse tornando a stringerla forte e in quel momento la ragazza non riuscì più a trattenersi. Scoppiò in lacrime, non riusciva nemmeno a respirare per il dolore che stava provando in quel momento. Quasi si aggrappò alla sua camicia, come se potesse impedirgli di andarsene. Sapeva però che non c’era più nulla che potesse fare.
-Adesso vai- disse Draco dopo un po’, con voce ferma, allontanandola da sé. Clare scosse il capo.
-Devi andare- disse dopo averla baciata con passione. La ragazza non riusciva a credere a tutto quello che stava succedendo.
-Vai e ricordati di non uscire dal dormitorio. Fallo per me- disse. Lei annuì, ormai rassegnata e lo baciò di nuovo. Poi, praticando quasi una violenza su se stessa, corse via dal bagno, lasciandosi alle spalle quegli occhi grigi che tanto amava.
Raggiunse il dormitorio come un’automa, non si rendeva nemmeno più conto di quello che la circondava. Si lasciò cadere sul letto, rimanendo immobile a fissare il soffitto. Era consapevole del fatto che Draco fosse convinto della sua decisione e pensasse che non ci fosse nessun altro modo, ma lei non riusciva a sopportarlo. Doveva fare qualcosa.
Si mise a rovistare nel suo armadio e nascosta tra le divise trovò la Mappa del Malandrino. Non era ancora riuscita a ridarla a Ginny per rimetterla a posto ma in quel momento era l’ultimo dei suoi problemi. Pronunciò la formula, facendo comparire l’intricato disegno e cercò un nome: Albus Silente. Era nella torre di astronomia e con lui c’era Harry. Facendo il meno rumore possibile Clare uscì dal dormitorio del castello, riuscendo ad evitare per un pelo Gazza. Salì di corsa le scale della torre, doveva sbrigarsi o non ci sarebbe stato più tempo per salvare Draco.
-Professor Silente!- lo chiamò senza fiato e lo vide sollevare lo sguardo su di lei, sembrava mortalmente stanco.
-Clare che ci fai qui?- le chiese Harry sorpreso.
-Professore, mi deve aiutare, solo lei lo può salvare- disse la ragazza raggiungendoli entrambi. Harry la guardava come se fosse impazzita, ma Silente sembrava sapere esattamente perché fosse lì.
-Se le cose andranno come penso, signorina, nulla di irreparabile accadrà al suo amico- poi però distolse lo sguardo, lanciando un’occhiata alle sue spalle.
-Nascondetevi qua sotto- ordinò loro, spingendoli per la scaletta che portava al sottotetto. Clare e Harry si precipitarono di sotto, appena in tempo per sentire dei passi su per la scalinata che portava alla torre.
-Buonasera Draco- sentì dire Clare a Silente e sentì il suo cuore fermarsi. Si voltò verso Harry e lo vide tirare fuori la bacchetta.
-Chi altro c’è?- chiese Draco con voce tremante. La ragazza riusciva a intravederlo attraverso le fessure del pavimento e aveva il braccio alzato, la bacchetta puntata verso Silente. Era questo che Voldemort gli aveva ordinato di fare, voleva che uccidesse Silente. Il senso di colpa era pesante come un macigno, forse se lei fosse andata prima a parlare con Silente tutto quello non sarebbe successo. Riusciva a malapena a capire quello che si stavano dicendo tanto era lo shock, sperava solo che quello fosse un terribile incuba dal quale si sarebbe svegliata molto presto.
Si riscosse solo quando sentì Draco esclamare Expelliarmus! E vide la bacchetta di Silente volare via. Clare voleva salire, doveva fermarlo. Avendo però intuito quello che stava per fare Harry la afferrò per la vita, impedendole di muoversi.
-Non sei da solo… ci sono altri-
-Grazie all’Armadio Svanitore. Sono riuscito a ripararlo- spiegò Draco con voce tremante.
-Draco… ti prego lascia che ti aiuti…- disse Silente e Clare vide che il braccio con cui Draco teneva la bacchetta stava tremando.
-Io non voglio farlo… ma hanno minacciato lei, hanno minacciato Clare… ci uccideranno entrambi…- e la ragazza sentì la presa di Harry stringersi su di lei. Poi i ragazzi sentirono altri passi sulle scale e dalle fessure del pavimento videro arrivare altre persone, gli altri Mangiamorte. Una donna di avvicinò a Draco, congratulandosi con lui e spronandolo a fare il suo dovere.
-Coraggio, Draco! Ora!- gridò lei, ma Draco stava abbassando la bacchetta.
-No- sentirono però dire Clare ed Harry ad una voce inconfondibile. Il professor Piton si fece avanti, guardando dritto negli occhi Silente.
-Severus… ti prego…-
Clare pregava con tutta se stessa che Piton potesse fare qualcosa, che potesse cambiare la situazione. Ma non andò così. Un attimo dopo il grido di un incantesimo squarciò l’aria e un lampo verde illuminò la notte scura. Silente rimase immobile per qualche istante, poi Clare lo vide cadere dalla torre e Harry le mise una mano sulla bocca per impedirle di gridare.
Una risata acuta si levò e la strega alzò la bacchetta verso il cielo, dove si andò a formare il Marchio Nero. La ragazza vide Piton afferrare Draco per il braccio e trascinarlo giù per la scalinata e gli altri li seguirono di corsa. Clare, ancora stretta tra le braccia di Harry, sentiva le lacrime bagnarle il viso. Piton aveva ucciso Silente, lo aveva guardato negli occhi mentre scagliava l’Anatema Che Uccide senza mostrare rimorso.
Harry la lasciò andare, guardandola per qualche istante senza fiato, come se nemmeno lui riuscisse a capacitarsi di quello che era appena successo. Poi, come se si fosse risvegliato in quel momento, la prese per mano e insieme si precipitarono giù dalla torre.
In giro per i corridoi c’erano altri studenti, tutti ancora in pigiama, che correvano insieme ai professori verso il portone principale.
Si riversarono tutti fuori dal castello, raggiungendo poi i piedi della torre di astronomia. Harry continuava a tenere Clare per mano, anche se la ragazza non era del tutto sicura che se ne rendesse conto, e lei lo seguì mentre si faceva largo tra la folla che si era fermata. In quel momento la lasciò andare e camminò lentamente fino al corpo di Silente, accasciandosi poi al suo fianco. Il petto del vecchio mago era immobile: era morto. Clare portò le mani al viso, le lacrime iniziavano a scendere. Non riusciva a crederci; Silente, il primo mago ad aver creduto in lei dopo i suoi genitori, era morto. Lo aveva ucciso l’uomo di cui probabilmente di fidava di più e lei non era riuscita a far nulla per impedirlo. Ginny raggiunse Harry e lo abbracciò, e tutti insieme alzarono le bacchette verso il cielo; lentamente il Marchio Nero svanì, lasciando posto alla luna che, ignara, illuminava quella terribile notte di dolore.
 

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Capitolo 10
*** Ritorno a casa ***


Il mattino dopo la scuola non era più la stessa, le lezioni erano state sospese e in ogni angolo del castello gli studenti si muovevano come in trance, scioccati da quello che era successo la notte precedente, e i professori non riuscivano ad essere d'aiuto. La notizia che fosse stato Piton a commettere quell'atto così terribile aveva segnato tutti e ci sarebbe voluto molto tempo prima che le cose tornassero ad una parvenza di normalità. Clare aveva passato tutta la mattina nella sala comune dei Grifondoro insieme ai suoi amici, rannicchiata su una poltrona, nessuno sembrava essere in vena di parlare, volevano stare solo in compagnia gli uni degli altri per provare a farsi forza.
All’ora di pranzo si spostarono come zombie nella sala da pranzo, che nonostante tutto era stata imbandita.
Dopo che ebbe finito Clare si allontanò dagli altri senza dire nulla, aveva bisogno di stare da sola.
Scese le scale, fino a quando non si ritrovò davanti al dormitorio dei Serpeverde. Sapeva di non poter entrare, ma in quel modo si sentiva come se Draco fosse ancora con lei. Si rannicchiò a terra, appoggiandosi al muro di fronte alla grande parete di pietra e rimase immobile, a pensare alla sera prima. Quando aveva visto Draco puntare la bacchetta contro Silente si era sentita morire, ma quando si era resa conto che lui non avesse mai voluto nulla di quello che era successo era stato ancora peggio: aveva seguito la sua famiglia nonostante non credesse nei loro ideali perché temeva per la sua vita e per quella delle persone a cui voleva bene. Aveva avuto paura per lei.
In quel momento Clare sentì dei passi venire nella sua direzione e quando alzò lo sguardo incrociò quello di uno degli amici di Draco, Blaise Zabini.
-Cosa ci fai qui?- le chiese con voce stanca, sembrava non avesse nemmeno più la forza per essere sprezzante.
-Non lo so… volevo solo…- Clare non riusciva nemmeno a spiegare il motivo per il quale fosse lì, senza sentirsi patetica. Lui la osservò per qualche istante, poi la ragazza vide i suoi occhi illuminarsi.
-Allora è vero- disse, come se stentasse a credere a quello che aveva appena intuito.
-Cosa intendi?- chiese lei perplessa.
-Tu e Draco…- disse solo e Clare non poté far altro che annuire. Lui le porse la mano, aiutandola ad alzarsi.
-Dopo tutto quello che hai saputo, Grifondoro…- e calcò il tono sull’ultima parola come se si trattasse del peggiore degli insulti.
-Tu tieni ancora a lui?- le chiese, come se non potesse crederlo.
-Io lo amo- rispose Clare solamente e lui le lanciò un’occhiata sempre più stupita. La ragazza non aveva nessun problema ad ammetterlo ormai.
-Va bene- disse lui e si voltò, pronunciando la parola d’ordine che apriva il passaggio per la sala comune dei Serpeverde. Dentro tutto era avvolto da una fredda luce verdastra, che illuminava l’arredamento completamente nero e i tappeti argentati. Alcuni ragazzi guardarono Clare con sorpresa e disprezzo, chiedendosi sicuramente cosa ci facesse una Grifondoro lì. Zabini le indicò una porta sulla sinistra e le fece cenno di entrare, poi le indicò il letto di Draco vicino alla finestra e se ne andò.
-Chi è quella? Perché l’hai fatta entrare?- sentì chiedere a una stridula voce femminile.
-È la ragazza di Draco- spiegò Zabini di rimando, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Lei?- esclamò qualcun altro.
Clare si sforzò di non ascoltare e si concentrò sulle cose di Draco, che probabilmente nessuno aveva più toccato da quando se n’era andato. La ragazza aprì l’armadio di fianco al baldacchino e si chinò per prendere la sua sciarpa argentata e verde. La strinse al petto, sentendo il suo profumo, le mancava così tanto…
Poi sopra le divise notò una foto e quando vide chi ritraeva sentì le lacrime salirle agli occhi: era quella che aveva scattato durante le vacanze di Natale che lei e Draco avevano passato insieme a Londra. Per lui andare nel mondo Babbano era stata proprio una novità assoluta, ma volendo stare con lei senza che nessuno li vedesse o rischiasse di rovinar loro la vacanza aveva acconsentito a provare. Adesso quei giorni così felici sembravano lontani secoli. La strinse forte al petto, l’avrebbe portata sempre con sé. Prese la sciarpa e chiuse l’armadio, poi uscì dalla stanza, dove trovò alcuni Serpeverde ad osservarla. Probabilmente doveva sembrare proprio disperata perché nessuno si permise di dire nulla o fare commenti acidi come quelli che venivano riservati di solito ai Grifondoro.
-Vi dà fastidio se la tengo?- chiese a Zabini che aspettava lì vicino. Lui guardò gli altri attorno a sé, poi rispose:
-Tienila pure- e nei suoi occhi Clare vide, per un attimo, un po’ di compassione.
-Grazie- disse, stringendo la sciarpa al petto. Poi uscì da lì, diretta al suo dormitorio.
...
 
Era l'ultimo giorno di scuola. A breve Clare avrebbe preso il treno che l’avrebbe riportata a casa per l’estate dopo il suo primo anno ad Hogwarts. Era convinta che sarebbe stata l’esperienza migliore sella sua vita e in effetti lo era stata, ma gli eventi che avevano segnato gli ultimi giorni erano stati anche i peggiori che mai avrebbe potuto immaginare. Poco prima della partenza salì sulla torre di Astronomia, per godersi il tramonto in solitaria prima di lasciare il castello. Mentre guardava il sole sparire dietro le montagne ripensò al funerale di Silente, probabilmente una delle cose più strazianti alla quale avesse partecipato. Era rimasta vicino ai suoi amici ma in quel momento si era sentita più sola che mai, come se tutto quello che aveva conquistato durante l’anno fosse andato perduto. Il fatto di non avere Draco al suo fianco aveva reso il tutto ancora più difficile. Aveva visto Harry tenere Ginny stretta a sé come fosse un’ancora di salvezza, Hermione rifugiarsi nell’abbraccio di Ron per trarne conforto e lei non era riuscita a fare altro che guardare quella bara bianca e pensare alla notte in cui Silente era morto. Non riusciva a togliersi quelle immagini dalla testa e quello che era peggio era che non riusciva non pensare a quello che Draco avrebbe dovuto fare e cosa gli fosse successo dopo che era sparito. Il senso di colpa era terrificante, Clare continuava a pensare che forse se avesse parlato prima con Silente avrebbe potuto salvare sia lui che Draco e non riusciva a darsi pace. Doveva esser sembrata davvero disperata perché ad un certo punto Blaise Zabini, l’amico di Draco, era andato al suo fianco e le aveva messo un bracco attorno alle spalle, facendola appoggiare a sé. Clare era piuttosto sicura che non gli importasse granché di lei, lo stava solo facendo per il suo amico e le stava bene così, non voleva stare da sola.
Il treno per tornare a casa sarebbe partito tra poco così la ragazza decise di iniziare a scendere per andare a prendere il suo baule. Proprio in quel momento però vide salire Harry, Ron ed Hermione. Harry aveva in mano la Mappa del Malandrino. Clare gliela aveva restituita poco prima, spiegandogli tutta la faccenda e per fortuna lui non si era arrabbiato, probabilmente perché il dolore era troppo per pensare ad altro.
-Harry… mi dispiace- mormorò Clare, non appena fu abbastanza vicino, ma lui scosse il capo.
-Hai fatto quello che potevi, Clare. Nessuno di noi avrebbe potuto fare altro. Probabilmente è solo grazie a te se Malfoy non è diventato un assassino- disse, cogliendola di sorpresa.
-Lo hai sentito anche tu… voleva solo proteggerti- continuò e Clare si sentì come se il cuore le venisse stretto in una morsa.
-Volevamo dirti che l’anno prossimo non saremo a scuola. Silente ci ha affidato una missione di vitale importanza- le spiegò poi Harry e lei li guardò tutti e tre sorpresa. Non riusciva a credere che avrebbe potuto non rivederli mai più.
-Ti scriveremo Clare, potrebbe servirci il tuo aiuto, dopotutto sei una strega straordinaria- disse Hermione abbracciandola, e i ragazzi fecero lo stesso.
-Mi mancherete- disse la ragazza a tutti e tre.
-Anche tu-.
Clare evitò di prolungare i saluti, non voleva scoppiare in lacrime, e andò a prendere i suoi bagagli nel dormitorio. C’era ancora qualche sua compagna che trascinava via gli ultimi bauli. La ragazza prese il suo per portarlo al piano di sotto, dopo aver dato un’ultima occhiata alla sala comune. Uscì dal castello a testa alta tra gli altri studenti, con la sciarpa di Serpeverde attorno al collo.
Quando scese dal treno dopo due ore di viaggio e vide i suoi genitori si sentì leggermente meglio, per quanto fosse possibile. Notò il loro sguardo perplesso nel rendersi conto dei colori della sciarpa che portava al collo, ma non riusciva ancora a mettere insieme i pensieri per una spiegazione di qualunque tipo.
-Sono in Grifondoro- e fu la sola cosa che riuscirono a farle dire durante tutto il tragitto fino a casa.
Clare si rese conto dal primo giorno però che lì si sentiva fuori posto, il suo cuore era rimasto ad Hogwarts e lì era stato fatto a pezzi. I suoi genitori erano preoccupati per lei, quasi non mangiava più e continuava a perdere peso, passava intere giornate chiusa in camera a fissare la foto che aveva trovato nell’armadio di Draco che ora aveva trovato posto in una cornice sul comodino di fianco al suo letto. Non sapeva più cosa fare di se stessa, in un solo anno aveva trovato e perso quasi tutto quello che aveva e se pensava a come sarebbe stato quello successivo, senza Silente, senza i suoi amici, senza Draco, non era nemmeno più così convinta di volerci tornare ad Hogwarts. Il Signore Oscuro aveva vinto, aveva tolto le speranze a tutti loro. In quei giorni che Clare passava lontana da tutto e tutti sentiva la mancanza di Draco più che mai. Non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare di innamorarsi di un Mangiamorte. Fino a qualche anno fa pensava che avrebbe avuto una perfetta vita normale, lontana in modo definitivo dal mondo della magia. Immaginava di sposare un babbano, con il quale avrebbe costruito una famiglia normale, di avere un lavoro normale e non sentir mai più parlare di incantesimi e di Voldemort.
Adesso di quei sogni non le era rimasto nulla.
Dopo un mese passata a casa la sola cosa che i suoi genitori erano riusciti ad ottenere da lei era tornare almeno a concentrarsi sullo studio, ci aveva pensato e si era davvero impegnata troppo per mandare tutto all’aria. Ma non faceva nient’altro, niente di tutto quello che prima la rendeva felice. Proprio non ci riusciva.

Nota: ecco il nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate 

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Capitolo 11
*** Di nuovo insieme ***


I suoi genitori cercavano di lasciare Clare da sola il minor tempo possibile, ma anche loro si rendevano conto che non potevano fare nulla negli orari in cui lavoravano. La ragazza si rendeva conto di avere ormai un aspetto pessimo e un umore ancora peggiore, ma non aveva intenzione di uccidersi, come era sicura che sospettassero. Aveva raccontato poco di quello che era successo a scuola, quando avevano provato a chiederle di Silente era scoppiata in un pianto dirotto e non era riuscita a dire nulla, si erano dovuti accontentare di quello che aveva detto la Gazzetta del Profeta.
Quella mattina Clare si alzò con l’intenzione di passare la giornata sui libri di Difesa Contro le Arti Oscure e Incantesimi. Non si sarebbe mai fatta trovare impreparata un’altra volta, voleva essere in grado di combattere. Passò quasi un’ora sotto il getto caldo della doccia e impiegò lo stesso tempo per asciugare e legare i capelli che ormai le arrivavano fin sotto la vita. Si svestì svogliatamente e andò in cucina per prepararsi una tazza di sé prima di mettesti a studiare. Proprio in quel momento suonarono alla porta e sentì sua madre andare ad aprire. Incuriosita dall’identità dell’ospite si diresse verso l’ingresso, non aveva idea che i suoi genitori aspettassero qualcuno.
-Chi è mamma?- chiese, uscendo dalla cucina.
-Clare- ma a pronunciare il suo nome non era stata sua madre. Quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille.
-Non è possibile- mormorò, entrando in soggiorno. Accanto a sua madre, ancora più bello di quanto non ricordasse, c’era Draco.
Clare percorse la sua figura con lo sguardo, cercando di imprimersi nella mente ogni più piccolo dettaglio, come se temesse di vederlo sparire da un momento all’altro. E in quel momento si rese conto che anche lui era cambiato, anche su di lui per terribile periodo di lontananza e dolore aveva lasciato il segno: sembrava dimagrito, il viso pallido e scavato e le occhiaie scure sotto i suoi occhi di ghiaccio.
Clare rimase immobile, temendo che si trattasse di un sogno e che se solo avesse fatto un passo lui sarebbe svanito.
-Clare- disse lui, muovendosi lentamente verso di lei, quasi come se temesse di spaventarla. E in quel momento la ragazza si rese conto che lui era reale, era davvero lì davanti a lei. Senza aspettare nemmeno un secondo gli corse incontro, gettandosi tra le sue braccia.
-Draco...quanto mi sei mancato- mormorò, sentendosi completa per la prima volta dopo mesi.
-Non sono stato io, Clare, non sono un assassino- disse però lui, come se temesse che lei potesse ritenerlo colpevole di quello che era successo.
-Lo so, Draco, lo so. Non riesco a credere che tu sia davvero qui- riuscì solamente a dire stringendolo forte, aveva paura che se l’avesse lasciato andare sarebbe sparito di nuovo.
-Non potevo aspettare, volevo che tu sapessi la verità…-.
Sua madre, vicino a loro, fece finta di niente e se ne andò, lasciandoli soli.
-Come puoi essere qui?- gli chiese Clare, senza riuscire ad allontanarsi da lui. Dubitava fortemente che questa visita gli fosse concessa. Lo guardò negli occhi e si rese conto di quanto realmente le fosse mancato in quei mesi di lontananza, nei quali non aveva avuto la minima notizia di cosa gli fosse successo.
-Pensano che sia con Blaise. Lui ha tetto che mi avrebbe coperto- rispose Draco con un mezzo sorriso.
-Ma se sapessero che sei qui…-
-Non la prenderebbero bene- ammise, come se in realtà la cosa lo preoccupasse solo in parte. Prima che Clare potesse aggiungere qualsiasi cosa lui le mise un dito sulle labbra.
-Non mi importa. Tu vali qualunque rischio- poi tornò ad abbracciarla.
La ragazza lo guidò fino alla sua stanza che lui osservò con attenzione e interesse.
-È tutto così… normale- e dal tono sembrava una specie di apprezzamento. In effetti Clare non aveva quasi nulla di magico lì dentro, i quadri non parlavano e le fotografie rimanevano immobili. Tutte tranne una.
-Ma questa…- disse infatti lui indicando il portafoto sul suo comodino.
-Era tra le tue cose- e Draco la guardò confuso. La ragazza gli indicò anche la sciarpa ripiegata sul bordo del letto.
-Avevo bisogno di avere qualcosa di tuo… così sono andata nel dormitorio dei Serpeverde- gli spiegò.
-Come sei entrata?- le chiese lui sorpreso.
-Io tuo amico Blaise. Devo avergli fatto pena- rispose Clare, ripensando a quanto fosse distrutta quel giorno, doveva proprio essere stata in condizioni penose.
-Non posso pensare di averti fatto soffrite così- disse Draco prendendole il viso fra le mani e poggiando le labbra sulle sue. Clare si perse completamente nel suo bacio, le era mancato così tanto da non riuscire più ad essere felice e adesso che era lì con lei non poteva pensare di lasciarlo andare un’altra volta. Sapeva però che non sarebbe potuto restare molto e stava cercando di godere della sua presenza il più possibile. Non voleva sprecare nemmeno un secondo del tempo che le rimaneva per stare con lui.
La giornata passò in un attimo, trascorsa tra parole sussurrate, baci e silenzi colmi di significati. La madre di Clare aveva portato loro il pranzo, che i ragazzi avevano consumato in camera senza separarsi nemmeno per un istante.
-Non voglio che tu te ne vada- mormorò Clare, stringendo forte Draco. Ormai la sera stava giungendo inesorabile e lui doveva tornare a casa.
-Neanche io, ma non posso restare, ti metterei in pericolo più di quanto non abbia già fatto- disse lui. La baciò un’ultima volta e la lasciò ansare.
-Ti amo- sussurrò. Poi fece un passo indietro e si smaterializzò, lasciandola di nuovo sola.
-Ti amo anch’io…- mormorò Clare, nonostante ormai lui non potesse più sentirla.
Era stata una giornata bellissima ma colma di tristezza, lei e Draco avevano approfittato di ogni momento che rimaneva da passare insieme perché non sapevano se e quando ce ne sarebbero stati altri.
I suoi genitori erano usciti per lasciarli un po’ da soli, ma la ragazza sapeva che appena fossero tornati l’avrebbero sottoposta a un interrogatorio serrato.
In quel momento Clare sentì la chiave girare nella toppa e i suoi entrarono in casa.
-Ciao- li salutò, e cercò di rifugiarsi nella sua camera per evitare le loro domande, ma non fu abbastanza svelta.
-Clare, vieni dobbiamo parlare- la fermò sua madre con un tono che non ammetteva repliche. La ragazza immaginava di cosa volessero parlarle ma qualsiasi cosa le avessero detto nulla l’avrebbe convinta a desistere. Per nessuna ragione avrebbe rinunciato a Draco, avrebbe combattuto per lui contro chiunque, persino con loro se fosse stato necessario.
I suoi genitori la fecero sedere sul divano e si accomodarono entrambi su quello di fronte a lei. Sua madre trasse un profondo respiro.
-Clare, quel ragazzo era Draco Malfoy?- le chiese. Clare non si preoccupò nemmeno di come avesse fatto a riconoscerlo, nella comunità magica si conoscevano tutti e la sua era una famiglia di cui si era parlato molto negli ultimi tempi. Purtroppo mai in modo positivo. La ragazza si limitò ad annuire, avendo ormai capito dove volesse andare a parare.
-La sua famiglia segue il Signore Oscuro da anni. Con lui sarai sempre in pericolo- intervenne suo padre, guardandola con occhi colmi di delusione, come se proprio non capisse cosa le passasse per la testa. Clare poteva capire le loro preoccupazioni, nessuno che facesse parte dell’Ordine della Fenice avrebbe mai voluto che la propria figlia frequentasse un Mangiamorte, ma loro non lo conoscevano, non potevano sapere come fossero andate le cose tra di loro.
-Lui non è come credete- protestò lei, decisa a non lasciar perdere.
-Clare, può essere pericoloso. Tu non capisci cosa c'è in gioco- continuò lui, e quelle parole la ferirono molto. Clare sapeva perfettamente che c’era una guerra in corso e lei e Draco si trovavano l’uno contro l’altra, ma come poteva modificare quello che provava? Si era resa conto di amarlo molto prima di scoprire che fosse un Mangiamorte, molto prima di avere la certezza che il Signore Oscuro lo stesse controllando. Draco non aveva mai voluto un simile destino e lei non poteva giudicarlo. Sapeva che non sarebbe mai riuscita ad abbandonare del tutto la speranza che lui potesse essere salvato.
-Lui non mi farà mai del male- disse con sicurezza. I suoi si guardarono con preoccupazione evidente, probabilmente nemmeno loro sapevano bene cosa dire per cercare di farle cambiare idea. Per quanto la riguardava avrebbero potuto provare qualsiasi cosa. Non avrebbe mai rinunciato a Draco.
-Da quando va avanti questa storia?- le chiese sua madre, come se proprio non riuscisse a capirla.
-Da un po'- tagliò corto Clare, mettendosi sulla difensiva, e ripensando alla notte in cui l’aveva baciato per la prima volta, alle emozioni che aveva provato.
-Clare, siamo preoccupati per te, cerca di capire-
-Lo capisco, mamma. Ma voi non lo conoscete, io si. Mi avete insegnato a non giudicare mai le persone basandomi sulle apparenze o sulle voci, mi avete sempre detto che dovevo decidere e valutare con la mia testa senza farmi influenzare e così ho fatto. C’è del buono in lui e sono sicura che mi ami davvero- affermò la ragazza con convinzione alzando la voce.
-Quel ragazzo…- tentò di dire suo padre, ma lei lo interruppe.
-Io lo amo. E voi non potete far niente per cambiarlo, nemmeno impedirmi di vederlo-.
-Non vogliamo impedirti di vederlo siamo solo preoccupati per te, e non puoi darci torto per questo- disse sua madre.
-So badare a me stessa, state tranquilli, me lo avete insegnato molto bene voi. Io lo conosco, so com’è e so che non farebbe mai nulla per nuocermi- concluse alzandosi dal divano. Lanciò un’ultima occhiata ad entrambi e poi andò a chiudersi in camera. Non voleva più sostenere quel tipo di conversazione. Loro dovevano capire che lui poteva cambiare, che era diverso, ma purtroppo anche lei sapeva che sarebbe stato difficile. Doveva dare loro tempo di riflettere sulle sue parole, era certa che l’avrebbero capita prima o poi. Non voleva perdere loro per Draco, anche se sarebbe stata disposta a farlo; si augurava di non dover mai fare quella scelta.
Per la prima volta a cena Clare riuscì a finire di mangiare tutto quello che sua madre le aveva preparato e si addormentò presto, dormendo senza incubi per la prima volta dopo mesi.
La mattina dopo aver fatto colazione tornò a concentrarsi sul programma che avrebbe affrontato durante l’anno, nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo a scuola e preferiva portarsi avanti.
Era stesa sul suo letto e aveva quasi finito di studiare Incantesimi quando sentì un ticchettio insistente alla finestra. Andò subito ad aprire e appollaiato sul davanzale trovò un piccolo buco con una busta nel becco. Gliela fece scivolare tra le mani e subito dopo volò via. Clare si sedette sul letto e l’aprì, curiosa di sapere di cosa si trattasse. 
 
Cara Clare,
Come stai? Scusa se non ci siamo fatti più sentire, ma prima i preparativi del matrimonio e poi quelli per il nostro viaggio ci hanno tenuti molto impegnati. Ormai io Ron e Hermione siamo partiti per la nostra missione. Vorrei tanto poterti dire qualcosa di più ma meno sai meno sei in pericolo. I Mangiamorte stanno dando la caccia a tutti i membri dell'Ordine, l'altro giorno hanno attaccato al matrimonio di Bill e Fleur e siamo riusciti a sfuggire per miracolo. Sta attenta Clare, possono arrivare ovunque.
So di chiederti molto, ma quest'anno tu e gli altri tenete vivo il nome di Silente, sono sicuro che il suo Esercito sarà pronto non appena verrà il momento e se riesci tienici informati di quello che succede.
Spero che tu stia meglio e soprattutto spero di vederti presto, se non in tempo di pace almeno per combattere insieme.
Harry
P.S. brucia la lettera quando hai finito di leggerla
 
Quella lettera la commosse e le tolse di dosso quel torpore in cui era sprofondata. Nei giorni seguenti scrisse a Ginny e agli altri membri dell’Esercito di Silente. Harry le aveva raccontato tutto non appena si era fidato di lei e Clare era entrata a farne parte sin da subito.
La ragazza non era sicura di cosa avrebbero potuto fare, ma sicuramente non si sarebbero mai arresi senza combattere. Ricevette quasi subito la risposta di Ginny e Neville, Luna invece tardava a mandarle il suo gufo.
 
Caro Harry,
 Spero che ovunque voi siate stiate bene e riusciate a portare a termine la vostra missione il più presto possibile. Ho scritto all'Esercito e sono tutti pronti, non ti deluderemo. Non appena verrà il momento ci troverai preparati a qualsiasi cosa.
Il mondo magico è sull'orlo del baratro, Harry, i Mangiamorte sono ovunque. Da quello che ho saputo dagli altri in molti hanno ricevuto una loro visita ma l'Ordine non si ferma.
Spero di rivedervi tutti presto.
Fate attenzione vi cercano ovunque.
Clare
 
Imbustò la lettera e poco dopo la consegnò al piccolo gufo che, come per incanto, era apparso fuori dalla sua finestra appena in tempo.
Clare bruciò tutte le lettere che aveva ricevuto dagli altri per evitare di lasciare in giro una traccia di qualsiasi tipo e tornò ai suoi libri.
La quiete di casa sua però fu squarciata da violente esplosioni provenienti dal soggiorno. Senza attendere un istante di più la ragazza afferrò la bacchetta e si precipitò nel salone. Quello che vide la sconvolse: la parete che dava sulla strada era completamente sfondata, c’erano mattoni e vetri rotti ovunque. In mezzo alla stanza c’erano i suoi genitori a terra e privi di sensi. Clare si precipitò su di loro, per accertarsi che stessero bene e fece un sospiro di sollievo quando si rese conto che erano solo stati schiantati, si sarebbero ripresi presto. La ragazza sentì un altro incantesimo esplodere a pochi metri da lei e non appena alzò lo sguardo fu accecata da un lampo vermiglio. Poi tutto divenne buio. 

Nota : ecco il nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 12
*** In casa del nemico ***


Clare si risvegliò, senza sapere quanto tempo fosse passato, sentendo una superficie fredda e umida sotto la guancia. Cercò di tirarsi su, ma lo fece con molta fatica, aveva male dappertutto. Intorno a lei era tutto buio e sentiva un forte odore di muffa e di chiuso. Non riusciva a capire dove potesse trovarsi. Ad un tratto sentì un fruscio alle sue spalle. Si voltò di scatto e vide una figura avvicinarsi a lei. Lo osservò con attenzione e, nonostante gli strati di sporcizia e le ferite, riuscì a riconoscerlo.
-Signor Olivander?- chiese la ragazza, sorpresa di vederlo lì. Poi guardandosi attorno scorse altre due persone: una di loro era Luna, l’altra un folletto.
-Clare. Cara ragazza, anche tu qui? Perché?- le chiese con voce roca il signor Olivander. Sembrava molto più vecchio dell’ultima volta che lei lo aveva visto, quando a Diagon Alley aveva comprato la sua bacchetta.
-Non lo so, non so neanche dove sono- rispose Clare spaesata. Non vedeva i suoi genitori, probabilmente era proprio lei che i Mangiamorte cercavano, loro si erano trovati coinvolti solo perché avevano cercato di proteggerla.
-Siamo a Villa Malfoy. Il Signore Oscuro la usa come quartier generale a volte- rispose Luna. Nel sentire quelle parole Clare si raggerò. Si trovava nella casa di Draco, ma come prigioniera della sua famiglia. Non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere.
-Voi perché siete qui?- chiese, cercando di concentrarsi su altro.
-Il Signore Oscuro voleva più informazioni sui nuclei gemelli della sua bacchetta e quella di Harry Potter- le spiegò Olivander, ma capì dal suo sguardo che c’era qualcosa di più. Luna le raccontò di come l’avessero rapita per ricattare suo padre in modo da portare anche il suo giornale sotto l’influsso di Voldemort. Ormai Clare era davvero terrorizzata, non sapeva che cosa potessero volere da lei, non aveva idea di cosa aspettarsi. Si avvicinò alla porta, cercando di guardare fuori attraverso le sbarre. Sentiva delle voci provenire da sopra, non riusciva a capire cosa dicessero ma era piuttosto sicura di riconoscerne qualcuna. Ad un tratto udì dei passi arrivare dalla cima delle scale e si affrettò ad allontanarsi dalle sbarre. Qualche istante dopo vide comparire una figura che oscurò la poca luce che proveniva da fuori. Quando la porta si aprì Clare si trovò davanti un ometto basso e stempiato che le puntava contro una bacchetta, tenendola ben salda in una mano d’argento. Entrò e la afferrò per un braccio, trascinandola su. Non appena si ritrovarono in un ampio salone la spinse con forza, facendola finire a terra.
-Bene, bene, un’altra amichetta di Potter- gracchiò una voce che la ragazza riconobbe subito. Quando sollevò lo sguardo vide una donna vestita interamente di nero, con lunghi capelli ricci e scuri che le coprivano parte del viso. Clare l’aveva vista con Draco la notte in cui Silente era morto, non avrebbe mai potuto dimenticarla.
-Cara, dov’è il ragazzo?- chiese con voce stridula avvicinandosi a lei. La ragazza provò ad indietreggiare ma lei la raggiunse subito, afferrandola per i capelli, e riuscì a malapena a trattenere un urlo.
-Dov’è Potter?- gridò a pochi centimetri dal suo viso.
-I...io non… non lo so…- balbettò terrorizzata.
-Stai mentendo! Sappiamo che ti ha scritto! Dov’è?- la gettò a terra, facendole sbattere la testa.
-Non so dove sia lo giuro!- e anche se lo avesse saputo non avrebbe mai tradito i suoi amici, si sarebbe fatta uccidere piuttosto. Harry era l’unico in grado di sconfiggere il Signore Oscuro. La strega si avvicinò a lei, tirandola su per i capelli e le puntò addosso la bacchetta.
-Crucio!- gridò e sentì un dolore lancinante percorrerla da capo a piedi e non riuscì a soffocare un urlo che si propagò per tutto il salone.
-Dov’è?- chiese di nuovo, continuando a torturarla. Clare non pensava nemmeno che si potesse provare un dolore così intenso, ma non avrebbe mai detto nulla. Continuava a concentrarsi sul fatto che se si fosse fatta sfuggire qualsiasi cosa Harry sarebbe stato spacciato. All’improvviso però sentì una voce farsi largo tra le sue grida.
-Che sta succedendo?- chiese e nonostante tutto Clare riuscì a riconoscerla, l’avrebbe potuta riconoscere tra mille: era la voce di Draco. Il dolore si interruppe un attimo.
-Voglio scoprire cosa sa questa lurida maganò di Potter-.
Con immensa fatica la ragazza si girò sul fianco in modo da poter vedere Draco. Non appena si rese conto che fosse lei il ragazzo sbiancò ancora di più.
-Avevi detto che l’avresti lasciata stare!- gridò, spostando la strega che stava avanzando nella sua direzione. Lei lo guardò come se fosse impazzito.
-Non ho mai detto nulla del genere- replicò lei.
-Ho fatto tutto quello che mi è stato detto. Lei dovevate lasciarla stare!- continuò lui e Clare sentì che altre persone li stavano raggiungendo.
-Potter le ha scritto e io scoprirò cosa sa, Draco. In ogni modo- e le puntò di nuovo la bacchetta addosso, facendo ricominciare la tortura.
Clare gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni per impedire a se stessa di dire qualsiasi cosa.
-Lasciala stare!- urlò Draco e si gettò contro la strega che non poté continuare la maledizione.
-Ma sei impazzito!- la voce acuta di lei le perforò i timpani e la ragazza la vide puntare la bacchetta contro di lui.
-Non ti azzardare a toccare mio figlio!- esclamò qualcun altro e un istante dopo Clare vide comparire un’altra donna, la somiglianza con Draco era impressionante.
-Non ti rendi conto di quello che sta facendo Narcissa?-
-Sei in casa mia, non toccherai mio figlio- replicò la madre di Draco. L’altra strega li guardò con odio, poi venne a chinarsi al fianco di Clare e la prese per i capelli, facendola gridare per il dolore. La ragazza vide Draco fare un passo verso di loro, ma la strega estrasse un piccolo pugnale e glielo puntò alla gola, facendo scorrere la lama sulla pelle.
-Non ti muovere di lì o la sgozzo- sibilò.
-Cosa c’era scritto in quella lettera?- disse di nuovo.
-Non mi ha detto nulla. Solo che non sarebbe tornato a scuola quest’anno. Può torturarmi quanto vuole, può anche uccidermi, ma non so altro- balbettò Clare senza fiato. Pensava che avrebbe continuato ma lei si allontanò lasciandola cadere a terra. La ragazza non riusciva neanche a muoversi.
-Chissà se il caro Potter non ricevendo più notizie si deciderà a farsi vedere- disse, lasciando poi la sala. Non appena fu uscita Draco si chinò sulla ragazza, scostandole i capelli dal viso e lei vide le sue mani sporche di sangue. Clare stava talmente male da non riuscire nemmeno a capire dove potesse essere ferita.
-Sei impazzito, Draco?- chiese sua madre avvicinandosi e guardandolo sorpresa.
-Se non fosse stato per lei io quest’anno sarei morto- disse, come se fosse l’unica cosa che lei avrebbe potuto accettare. Narcissa li guardò per qualche istante in silenzio.
-Io e Bella abbiamo degli affari da sbrigare a Diagon Alley. Saremo presto di ritorno- e, detto ciò, lasciò la stanza. Draco non si voltò neanche per guardarla, i suoi occhi stavano esaminando ogni centimetro del corpo di Clare per individuare le ferite.
-Clare… mi dispiace così tanto…- mormorò estraendo la bacchetta e iniziando a pronunciare un incantesimo di guarigione. La ragazza sapeva purtroppo che avrebbe potuto fare poco per i danni della maledizione Cruciatus.
Clare portò una mano alla gola e si rese conto di essere ferita, motivo del sangue sulle mani di Draco.
Il ragazzo le scostò qualche ciocca di capelli dal viso, lasciando poi rotolare la bacchetta a terra e stringendola tra le braccia, affondando il volto tra i suoi capelli arruffati. A forza di tirarglieli probabilmente la strega le aveva strappato qualche ciocca, sentiva un mal di testa terrificante.
-Draco…- sussurrò. Non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto, difendendola aveva rischiato moltissimo e doveva ringraziare che ci fosse sua madre a casa o l’altra strega non si sarebbe fatta problemi a punire anche lui.
-Non avresti dovuto farlo…- disse, cercando di ignorare il dolore.
-Non sarei mai stato fermo a guardare mentre ti faceva del male- replicò lui, come se fosse una cosa ovvia.
-Avrebbe potuto ucciderci entrambi-
-Ma almeno sarei stato sicuro di aver tentato di proteggerti, come tu hai fatto con me- ribatté con voce ferma.
-Ti farò andare via da qui, Clare, troverò un modo- disse poi e lei lo guardò allarmata.
-Ti uccideranno- mormorò, sentendo le lacrime affiorare. Aveva cercato di non farsi vedere piangere per non dare soddisfazione a quella strega mentre la torturava, ma non ce la faceva più, era troppo da sopportare.
-Non me ne importa niente- e Draco la baciò. Premette le labbra sulle sue, prima dolcemente, poi con disperazione, come se da quel bacio dipendesse tutto. E probabilmente era così dato che presto avrebbero potuto essere morti entrambi. La strinse a sé, premendo il suo corpo contro quello di Clare, le sue mani tra i suoi capelli; la ragazza non avrebbe mai voluto lasciarlo andare. La guerra li aveva separati, forse irrimediabilmente, forse non avrebbero mai potuto essere felici insieme, ma quel momento valeva moltissimo.
Clare detestava l’idea che probabilmente non avrebbe mai potuto stare con lui, odiava il loro mondo devastato, odiava Voldemort, odiava… voleva solo poter essere felice, voleva che ognuno potesse esserlo. Trovandosi in un periodo di guerra a volte riusciva solo a essere confortata dal fatto di essere ancora viva, non c’era quasi spazio per null’altro. Non voleva che fosse così, nessuno avrebbe dovuto vivere la sua vita nel terrore, separato dalla persona amata e dalla propria famiglia.
Intorno a lei era come se il tempo si fosse fermato, sentiva solo le mani di Draco sulla schiene, le sue labbra sulle sue. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
Poi lui si allontanò, guardandola negli occhi.
-Ti amo Clare- mormorò.
-Ti amo anch’io- disse lei accarezzandogli il viso.
-Vorrei tanto aver fatto delle scelte diverse. Avrei dovuto essere più forte- rispose, lasciandola spiazzata.
-Ma lo sei stato. Non hai ucciso Silente quanto te lo avevano ordinato, mi hai sempre protetta mettendo a rischio la tua vita. E non è mai troppo tardi per fare la scelta giusta- disse Clare ma si rendeva conto che lui non ne fosse del tutto convinto, pensava davvero di essere perduto per sempre.
-Draco, tu sei buono e io ti amo come non ho mai amato nessuno. Devi credere almeno a questo- sussurrò e lui la strinse a sé.
-È la sola cosa che mi permette di andare avanti- e fece un mezzo sorriso.
-Sarà meglio che mi riporti di sotto prima che tornino- disse Clare, non era di certo impaziente di provare la tortura sulla sua pelle un’altra volta.
-Io non posso chiuderti di nuovo lì dentro, non posso permettere che ti facciano del male- replicò Draco, ma lei scosse il capo.
-Ti ucciderebbero per una cosa del genere. Dobbiamo trovare un modo per andarcene entrambi- e scorgendola sua occhiata titubante aggiunse: -Io non me ne vado senza di te- e su quello sarebbe stata irremovibile.
-Ora portami di sotto- disse poi la ragazza, tentando di tirarsi su ma crollò a terra, non riusciva quasi a muoversi. Lui allora la prese fra le braccia e Clare si abbandonò, sfinita, contro il suo petto, ascoltando il battito del suo cuore. Draco la portò nei sotterranei e non appena attraversarono la porta che vi conduceva Luna e il signor Olivander indietreggiarono di fronte a lui. Draco fece sdraiare Clare a terra, inginocchiandosi poi al suo fianco.
-Ti prometto che troverò un modo per farti uscire di qui. Ad ogni costo- e si sporse verso di lei per baciarla, sotto lo sguardo incredulo degli altri prigionieri. Poi si alzò ed uscì dai sotterranei chiudendosi la porta alle spalle e Clare si lasciò crollare a terra, sfinita. Luna le si avvicinò.
-Ti abbiamo sentita gridare, è stato davvero orribile-
-Se non fosse stato per lui probabilmente sarei morta- confessò Clare rendendosi conto che se Draco non fosse stato presente probabilmente la strega l’avrebbe uccisa alla prima occasione.
-È così diverso con te- commentò Luna.
-Voleva che scappassi- disse Clare e lei la guardò sorpresa. Olivander le si avvicinò.
-E perché non lo ha fatto?- chiese, guardandola come se fosse pazza.
-Perchè l’avrebbero ucciso. Ed io non avrei potuto sopportarlo- confessò la ragazza. Non avrebbe mai potuto fare qualcosa che lo mettesse in pericolo, non avrebbe mai potuto sopportare di perderlo.
-È così strano... vedere Draco Malfoy innamorato- commentò il fabbricante di bacchette.



Nota: Ecco il nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 13
*** Missione di salvataggio ***


I giorni nelle segrete passavano lentamente, tutti uguali. A malapena veniva portato loro da mangiare ed era sempre l’ometto con la mano d’argento a farlo. Clare non aveva più visto Draco e neanche la strega che l’aveva torturata. Probabilmente la riteneva più utile da viva come esca per i suoi amici, piuttosto che da morta; sperava che Harry, non avendo più sue notizie, avrebbe fatto un passo falso e sarebbero riusciti a rintracciarlo. Clare e Luna si erano avvicinate molto in quel periodo, probabilmente era impossibile non farlo quando si affrontavano delle situazioni simili insieme.
Le due ragazze stavano appunto parlando quando sentirono dei rumori provenire da sopra e Clare si arrischiò ad avvicinarsi alla porta per cercare di capire cosa stesse succedendo. Dopo un po’ la luce proveniente dal piano di sopra fu oscurata da qualcuno che stava scendendo le scale e la ragazza si affrettò a spostarsi di lì, tornando a nascondersi nell’ombra. Subito dopo la porta si aprì e l’ometto, Codaliscia a quanto aveva capito, buttò a terra due persone, poi si dileguò, chiudendo nuovamente tutti dentro. I due si alzarono, precipitandosi contro l’uscio.
-Non possiamo lasciare Hermione sola con lei- esclamò uno.
-Ron? Harry?- chiese Luna facendosi avanti e i due si voltarono. Erano proprio loro.
-Luna?- replicò Harry.
-Clare?- chiese Ron scorgendo l’altra ragazza. Le segrete improvvisamente furono illuminate dalla luce di una torcia. Clare guardò verso di loro, per capire cosa fosse successo, dato che era più di un mese che si trovava lì ed era sempre rimasta spenta: Ron teneva in mano un oggetto che lei non aveva mai visto, che somigliava ad un accendino babbano ma doveva essere infinitamente più speciale. Lentamente anche il signor Olivander e il folletto si fecero vedere.
-Clare, cosa ci fai qui? Perché ti hanno preso?- chiese Harry rivolto all’amica, come se si aspettasse tutto tranne trovarla lì.
-Hanno scoperto che mi avevi scritto. Mi hanno torturato per farmi dire quello che sapevo, ma non ho rivelato niente, te lo giuro- rispose lei, ripensando ancora a quel giorno terribile. Non sapeva nemmeno come stessero i suoi genitori.
-Ti hanno torturata?- balbettò Harry.
-Quella strega… ha usato la maledizione Cruciatus-
-Bellatrix?- le chiese Harry, ma lei non aveva idea di quale fosse il nome.
-Non so, non so come si chiami- rispose titubante.
-Dev’essere lei…- disse Harry, ma in quel momento sentirono Hermione gridare in modo orribile, cosa che ricordò a Clare le torture che anche lei aveva subito.
-Dobbiamo fare qualcosa!- esclamò Ron.
-Non c’è modo di uscire, abbiamo tentato ogni cosa- mormorò Olivander con voce roca. Allora Harry tirò fuori dal calzino un pezzo di specchio rotto e guardandoci dentro chiese aiuto. Clare non fece in tempo a chiedergli spiegazioni che l’ometto con la mano d’argento entrò nella cella, prendendo il folletto con sé. Ad un tratto nella stanza si materializzò un elfo.
-Dobby? Che cosa ci fai qui?- chiese Harry stupito.
-Dobby è venuto a salvare Harry Potter, naturalmente- rispose lui.
-Puoi smaterializzarti per entrare e uscire? Potresti portarci con te?- domandò nuovamente.
-Ma certo, sono un elfo-. Allora Harry gli chiese di portare Luna e Olivander a Villa Conchiglia.
-Clare, vai anche tu- disse Ron, ma lei scossi la testa.
-No, io resto con voi- dichiarò. Non voleva andarsene, lasciandoli soli. Erano tutti disarmati, ma Clare era sicura che Draco avrebbe provato ad aiutare almeno lei in qualche modo e non sarebbero stati del tutto spacciati.
-Va bene-. Harry doveva averla pensata come lei perché si mostrò subito d’accordo. Dobby prese Luna e Olivander per mano, poi disse: -Ci vediamo in cima alle scale fra dieci secondi- e scomparve.
In quel momento sentirono qualcuno scendere le scale e si affrettarono a nascondersi ai lati della porta. Quando si aprì Clare vide il mago con la mano d'argento entrare nelle segrete, ma lui non fece nemmeno in tempo a rendersi conto che qualcosa non andasse che subito cadde a terra, colpito da un incantesimo. Clare, Ron e Harry guardarono fuori e videro Dobby in cima alle scale, con in mano una bacchetta. Salirono, stando attenti a non fare rumore e sentirono la strega interrogare il folletto riguardo ad una spada.
-Considerati fortunato- gracchiò lei allontanandosi, -Lo stesso non si può dire di questa qui- continuò avvicinandosi ad Hermione e Ron non aspettò più.
-Expelliarmus!- gridò uscendo dal nostro nascondiglio e la bacchetta della donna finì nelle mani di Harry.
-Stai indietro- riuscì a dire Ron a Clare, prima di iniziare a combattere la madre di Draco, che a sua volta duellava con Harry.
Clare non avrebbe mai pensato che lei e Draco si sarebbero trovati in quella situazione, l’uno contro l’altra. All’improvviso comparve Lucius Malfoy, che la afferrò per i capelli, facendola gridare.
-Fermi!- gridò Bellatrix, tenendo un pugnale puntato contro la gola di Hermione.
-Giù le bacchette!- strillò e i ragazzi furono costretti a fare come diceva.
-Raccoglile Draco- ordinò e lui si chinò a prenderle, guardando Clare con la morte negli occhi.
-Bene, bene… Harry Potter, giusto in tempo per il Signore Oscuro- cantilenò, -Chiamalo- disse poi rivolta a Draco. Lui la guardò, terrorizzato.
-Chiamalo- ripeté lei con voce da pazza. Draco non riusciva a distogliere lo sguardo da Clare e non diede segno di avere la minima intenzione di fare quello che gli era stato ordinato. Lucius Malfoy allora spinse la ragazza, facendola finire tra le braccia di Draco che la strinse forte a sé, per impedirle di cadere. Lei lo guardò terrorizzata.
-Vieni con noi- mormorò, stando attenta a non farsi sentire. Aveva bisogno di averlo al suo fianco, aveva bisogno di saperlo al sicuro, per quanto possibile in tempo di guerra. Ma lui scosse impercettibilmente la testa.
-Adesso ti lascio andare. Tu fingi di liberarti- sussurrò invece al suo orecchio. Le strinse la mano un'ultima volta. Suo padre intanto avanzò minaccioso verso Ron e Harry, tirando su la manica e mostrando il marchio impresso sulla pelle. Stava per poggiarci sopra il dito quando sentirono un cigolio sinistro provenire dal soffitto. Alzarono tutti lo sguardo: Dobby stava svitando il lampadario proprio sopra testa di Bellatrix. Riuscì a farlo cadere e per spostarsi lei lasciò andare Hermione che finì dritta tra le braccia di Ron. Approfittando della situazione Draco fece scivolare nella mano di Clare quella che lei scoprì essere la sua bacchetta, e la spinse verso Harry, piegandosi su se stesso, come se lo avesse colpito. Clare raggiunse i suoi amici e lanciò un’occhiata a Draco. Stava mettendo in pericolo la sua vita per salvarla. -Stupido elfo, potevi uccidermi!- strillò Bellatrix.
-Dobby non intendeva uccidere… Dobby voleva solo mutilare o ferire gravemente…- mormorò lui, che poi disarmò la madre di Draco, mentre provava a colpirli.
-Come osi sfidare i tuoi padroni!- gridò Bellatrix e Dobby la guardò serio.
-Dobby è un elfo libero e Dobby è venuto a salvare Harry Potter e i suoi amici-. Poi porse loro le mani e si aggrapparono tutti a lui che si smaterializzò. L’ultima cosa che Clare riuscì a vedere fu Draco. “Perdonami” mormorò prima di svanire.
Un istante prima si trovavano nel salone di Villa Malfoy, quello dopo si ritrovarono su una spiaggia. Erano finiti in acqua e Clare sentiva i vestiti bagnati incollarsi addosso. Si alzò a fatica e vide che tutti i suoi amici erano a pochi metri da lei.
-Siamo tutti salvi- disse Harry, avvicinandosi sollevato a Ron ed Hermione che si tenevano stretti. Clare stava facendo appello a tutte le poche forze che le erano rimaste per non crollare ma ne aveva davvero abbastanza, era sfinita. Adesso voleva solo addormentarsi, per poi scoprire dopo essersi svegliata che si fosse trattato solo di un brutto incubo, che la guerra fosse finita e tutti fossero liberi.
-Harry Potter- sentì dire. Lui si voltò e anche lei; quell’immagine sarebbe rimasta per sempre impressa nella memoria della ragazza. Dobby avanzava verso Harry, tenendo le manine sullo stomaco, nel quale era conficcato il pugnale scagliato da Bellatrix. Harry lo raggiunse correndo e l’elfo si accasciò tra le sue braccia. Clare non riusciva a muoversi, neanche a pensare, non poteva accadere davvero.
-Lui… lui sta… aiutatemi…- implorò Harry piangendo, ma nessuno poteva far niente ormai, nemmeno un miracolo avrebbe potuto aiutare quel piccolo elfo che con il suo coraggio li aveva salvati tutti.
-Un bellissimo posto per stare con gli amici… Dobby è… felice di stare con il suo amico… Harry Potter- mormorò per l’ultima volta.
Harry lo volle seppellire, senza la magia, perciò tutti si misero a scavare una tomba, per ricordare il loro piccolo amico. Fu una cerimonia fatta da loro, colma di tristezza. La morte del piccolo elfo fu la goccia che fece traboccare il vaso. Tutta la forza che Clare aveva per combattere e resistere svanì. Nulla per lei aveva significato. Si chiuse nella stanza che le era stata assegnata a Villa Conchiglia, rifiutandosi di mangiare e di parlare con chiunque.


Nota: ecco il nuovo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate

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Capitolo 14
*** La forza per lottare ***


Clare rimase a letto per diversi giorni, estraniandosi del tutto da quello che la circondava, non aveva più voglia di combattere. Harry, Ron e Hermione in mattinata avrebbero parlato con il folletto, Unci Unci, e con il signor Olivander per ottenere il loro aiuto nella missione affidata da Silente. Harry aveva spiegato a Clare di dover trovare e distruggere gli Horcrux, oggetti in cui Voldemort aveva nascosto parte della sua anima. Una volta distrutti quelli il Signore Oscuro avrebbe potuto essere ucciso. Luna era partita presto per ritornare ad Hogwarts ma Clare non se l’era sentita di fare altrettanto, non ancora almeno. La sola cosa che riusciva a fare in quei giorni era rimanere chiusa in camera senza nessun contatto con gli altri a pensare a tutto quello che era successo.
Si rigirava continuamente la bacchetta tra le mani, pensando a quanto avesse rischiato Draco restituendogliela e aiutandola a scappare. Era certa che lo avessero punito e quel pensiero la tormentava giorno e notte. Aveva appena finito di vestirsi e si era seduta sul balcone a guardare il mare quando sentì bussare alla porta della camera.
-Avanti- disse. Non aveva molta voglia di parlare con nessuno, ma si rendeva conto che non avrebbe potuto negarsi agli altri ancora per molto. Fu raggiunta da Hermione, che si sedette di fronte a lei, osservandola con attenzione.
-Clare, come ti senti?- le chiese e la ragazza non riuscì nemmeno a sforzarsi di mentire.
-Non lo so- disse solo abbassando lo sguardo. Non riusciva nemmeno a spiegare a se stessa quello che provava in quel momento, figurarsi a qualcun altro.
-Clare, devi reagire. Abbiamo bisogno del tuo aiuto- disse Hermione, anche se Clare non era molto sicura che le stesse dicendo la verità. Non serviva a niente ormai.
-Non ci riesco, non ha più senso ormai-
-C’è ancora speranza- mormorò guardandola negli occhi, -per tutti- aggiunse poi e Clare capì a cosa alludesse. Si irrigidì istintivamente, pensando a Draco.
-No Hermione. Questa guerra non finirà mai. Sono anni che va avanti, nessuno è mai riuscito a sconfiggerlo, persino Silente è morto. Perché dovremmo riuscirci noi?- chiese con una nota di disperazione nella voce. Non riusciva più a sperare, ogni volta faceva sempre più male restare delusi.
-Perchè noi ci crediamo, perché non abbiamo mai mollato, e perchè adesso che alcuni Horcrux sono stati distrutti Tu-Sai-Chi si è indebolito e possiamo arrivare ad ucciderlo. Non arrenderti-.
-Non ce la faccio Hermione, non so più per cosa lottare- disse Clare, tornando a rivolgere lo sguardo verso il mare.
-Combatti per la libertà, per la speranza di un mondo migliore… un mondo in cui potrai vivere con Draco… con la tua famiglia… con i tuoi amici- disse Hermione, guardandola negli occhi.
-Se anche vincessimo, non potrei mai stare con Draco. Lui ha servito Tu-Sai-Chi… potrebbe essere ucciso o rinchiuso ad Azkaban. Non sarà possibile per noi essere felici. E poi non so neanche se i miei genitori siano ancora vivi… mi dispiace Hermione, non riesco a credere in un futuro migliore per me- replicò Clare con freddezza. Perchè voleva cercare di convincerla che sarebbe andato tutto bene? Non aveva già sperato e perso abbastanza? Hermione sospirò, con rassegnazione, probabilmente non sapeva più cosa dirle per farle cambiare idea.
-I tuoi stanno bene, Harry aveva chiesto all’Ordine di controllare. Adesso anche loro si sono uniti alla lotta contro Tu-Sai-Chi. Devi farlo anche tu. È vero, Draco è un Mangiamorte, ma potresti salvarlo, come hai già fatto-, Hermione si alzò e fece per andarsene. Un attimo prima di uscire dalla stanza si voltò verso di lei.
-Non perdere la speranza, Clare, combatti con noi- disse, poi la lasciò sola, a meditare sulle sue parole.
Harry, Ron e Hermione in quei giorni studiarono nei minimi dettagli il piano per entrare alla Gringott, la banca dei maghi, e impossessarsi dell'Horcrux che avevano scoperto essere nella camera blindata di Bellatrix. L'elemento fondamentale nella riuscita sarebbe stato Unci Unci, che però aveva preteso la spada di Grifondoro come compenso per l'aiuto. Nessuno si fidava davvero di lui, ma i tre amici sapevano di non avere altra alternativa. Quella mattina Hermione prese la pozione Polisucco trasformandosi così in Bellatrix, Ron fece su se stesso un incantesimo di invecchiamento e Harry e Unci Unci si nascosero sotto il mantello dell'invisibilità. Clare sperava davvero che il loro piano funzionasse.
Dalla finestra della camera che le avevano ceduto gentilmente Bill, il fratello di Ron, e sua moglie Fleur vide i suoi amici sulla spiaggia che, con le loro nuove sembianze, si smaterializzarono.
Clare prese un golfino che le aveva prestato Fleur, scese le scale e uscì di casa. Arrivò fino al lungomare e si tolse le scarpe, iniziando a camminare con l’acqua che le bagnava i piedi. Faceva freddo, ma non le importava, voleva solo stare tranquilla e pensare a cosa fare. Forse sarebbe dovuta tornare a scuola... aveva studiato così tanto per entrare ad Hogwarts, rinunciare avrebbe significato buttare all’aria più di due anni di studio intensivo. Il problema era che ormai la scuola apparteneva al male: Piton era preside e aveva sentito dire a Bill che c’erano Mangiamorte e dissennatori ovunque. Tornare sarebbe stata una pazzia.
Tuttavia non voleva più essere un peso per Bill e Fleur, doveva sbrigarsi a decidere. Essendosi ormai allontanata parecchio dalla casa decise di tornare indietro, ma prima si fermò alla tomba di Dobby. Harry aveva inciso una pietra bianca, dove ora spiccavano le parole:
 
QUI GIACE DOBBY UN ELFO LIBERO
 
Si inginocchiò inginocchiai di fronte alla lapide, spazzando via le foglie secche con la mano.
-Tu come hai fatto?- mormorò. Come aveva fatto lui a continuare a lottare nonostante tutto quello che aveva passato, considerato il modo in cui venivano trattati gli elfi domestici? Come aveva fatto a trovare la forza per affrontare tutto, per non farsi abbattere?
-Io non ci riesco più- disse, sfiorando la pietra liscia con le dita.
-Dopo tutto quello che è successo non riesco più a credere che le cose andranno meglio-. Quello che era successo a villa Malfoy l’aveva segnata per sempre, non avrebbe mai potuto dimenticare l'orrore di quei giorni, le torture e il dolore. Si rendeva conto però di non poter più continuare in quel modo.
Continuò a guardare la lapide in silenzio, ripensando al piccolo elfo: lui era morto per salvare i suoi amici, perché teneva a loro e sperava in un futuro migliore.
E in quel momento Clare capì che nemmeno lei poteva lasciarsi andare, non doveva rinunciare a lottare per i suoi amici, i suoi genitori, per tutti quelli che erano morti… la guerra doveva finire.
Poggiò la mano sulla pietra fredda.
-Grazie- mormorò, poi si alzò e corse verso la casa.
-Bill!- esclamò entrando nell’ingresso.
-Bill!- ripeté non avendolo trovato.
-Sono qui Clare- sentì dire al piano di sopra. Salì le scale di corsa, fino a quando non lo trovò,
-Dove sono i miei genitori?- chiese affannata e lui la guardò stupito.
-Sono a casa della mia famiglia, perché?- rispose.
-Perché ho capito che non posso continuare a rimanere qui con le mani in mano. Non posso tornare a Hogwarts, ma voglio aiutare. Ho deciso di andare dai miei e aiutare l’Ordine- gli spiegò e lui sorrise.
-Prendi le tue cose, ti farò usare il camino- poi le passò affianco e andò al piano di sotto. Clare tornò in camera e prese la sua bacchetta dal comodino, non aveva altro con sé, poi scese le scale. Bill e Fleur la stavano aspettando. Lui le porse un barattolo da cui Clare prese una manciata di Polvere Volante e poco prima di entrare nel camino li ringraziò per tutto quello che avevano fatto per lei.
-La Tana- esclamò poi, gettando la polvere.
Quando sbucò dal camino di casa Weasley si ritrovò davanti ad un ragazzo molto alto con i capelli rossi a cui, si accorse con stupore, mancava un orecchio. Doveva essere uno dei fratelli di Ron.
-E tu chi sei?- le chiese lui avvicinandosi e guardandola con sospetto.
-Sono Clare Gordon. Sto cercando i miei genitori- e la ragazza vide dal suo sguardo che aveva capito chi fosse.
-Io sono George Weasley- si presentò.
-Aileen, Dominik!- chiamò poi, e dopo qualche istante Clare vide i suoi genitori entrare di corsa nella sala. Non appena la videro si precipitarono su di lei, stringendola in un abbraccio.
-Oh bambina mia. Eravamo così preoccupati per te- disse sua madre piangendo e quasi stritolandola tra le braccia.
-Mi dispiace, sarei dovuta tornare prima…- mormorò Clare, sentendosi in colpa. Chissà quanto li aveva fatti preoccupare!
-Molly ci ha detto che eri prigioniera a Villa Malfoy- disse suo padre guardandola negli occhi.
-Sì, volevano scoprire quello che sapevo di Harry, mi hanno torturata…- disse Clare, ripensando con orrore a quel giorno. I suoi genitori si lanciarono un’occhiata e lei capì subito a cosa stessero pensando.
-Draco mi ha aiutata. Se non fosse stato per lui mi avrebbero ucciso una volta scoperto che non sapevo nulla. Voleva farmi scappare non appena mi hanno catturata, ma sono io a non aver accettato- e nel sentire quelle parole i suoi genitori la guardarono sconvolti.
-E perché mai?- chiese sua madre.
-Se lo avessi fatto lo avrebbero ucciso. Ma mi ha comunque aiutata a scappare quando è arrivato Dobby. Poi penso che sappiate quello che è successo...-.
-Siamo felici che tu sia salva. Quando ci siamo risvegliati e non ti abbiamo vista ci siamo spaventati da morire. Siamo venuti qui per avere l'aiuto dell'Ordine- le spiegò suo padre.
-E io sono qui proprio per l'Ordine. Voglio aiutare- non era mai stata così sicura di una cosa in vita sua.
-Siamo fieri di te- disse sua madre sorridendole, poi la abbracciò.


Nota: Ecco il nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 15
*** Incontro inaspettato ***


-Puoi andare tu, Clare?- le chiese Molly, sbucando dalla cucina.
Quando Clare aprì la porta di casa si ritrovò davanti la ragazza più esile che avesse mai visto, era persino più bassa di lei e di sicuro più minuta, probabilmente era già tanto se raggiungeva il metro e cinquanta. I capelli biondi e mossi le arrivavano appena oltre le spalle e i suoi occhi erano di un azzurro talmente chiaro da sembrare di vetro. Ricordava una bambola di porcellana ma il suo sguardo vigile fece capire a Clare di non lasciarsi ingannare dalle apparenze. La studiò per qualche istante e lei fece lo stesso, Clare vide il suo sguardo soffermarsi per qualche istante sul livido che aveva vicino all’occhio e si sentì a disagio.
-Chi è, Clare?- sentì chiedere e un attimo dopo Fred Weasley la raggiunse.
-Alyssa!- esclamò non appena vide la ragazza e la sua reazione aiutò a Clare a rilassarsi. Per Alyssa probabilmente vedere un volto amico fece lo stesso effetto.
Fred la fece entrare e non appena la signora Weasley la vide le venne incontro e la stritolò tra le braccia. Tutti sembravano conoscerla molto bene, ma parevano anche sorpresi di vederla.
-Aileen, lei è…- disse Molly, rivolgendosi alla madre di Clare e la ragazza dal suo sguardo fu certa che conoscesse la nuova arrivata.
-So chi è- disse infatti con una freddezza che stupì la figlia.
La ragazza, Alyssa, parve non sentirsi più molto a suo agio e ricambiò lo sguardo di Aileen senza nascondere il disagio. Clare non poteva fare a meno di chiedersi cosa fosse successo. Alyssa non sembrava molto più grande di lei, avrebbe proprio voluto sapere dove lei e sua madre si fossero conosciute e cosa fosse successo tra di loro.
-Vi conoscete?- chiese Molly sorpresa e Aileen si fece avanti.
-Lavora per la Umbridge- disse solo, guardando la ragazza con disprezzo. In quel momento Clare vide George entrare nella stanza.
-Lavora per l’Ordine, è lei che ci passa le informazioni- disse e subito dopo strinse Alyssa fra le sue braccia. Lei appoggiò la nuca al petto di lui e parve subito più rilassata e a suo agio.
Clare scorse la sorpresa negli occhi di sua madre, probabilmente non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.
-Mi dispiace, non lo sapevo- disse ed era sincera. Alyssa si sforzò di sorridere.
-Hai notizie?- le chiese poi Fred, e Clare la vide intrecciare le dita a quelle di George, cercando il suo contatto per rilassarsi.
-Stanno portando avanti i processi contro i Nati Babbani, non avete idea di quanti abbiano privato della bacchetta- rispose lei e Clare iniziò ad intuire quale potesse essere il problema di sua madre nei confronti di quella ragazza.
-So che Hogwarts ormai è sotto il controllo dei Mangiamorte. Il Ministero ha mandato due di loro come capi della sicurezza-. Sentirla parlare di Hogwarts, di quello che era cambiato, fece davvero male, Clare non riusciva a non pensare a tutto quello che era successo l’anno prima.
-Il Signore Oscuro, vorrai dire- replicò Fred e lei fu costretta ad annuire.
-Dopo la morte di Scrimgeour e l’insediamento di O’Tusoe le cose sono peggiorate sempre di più. Tutti sanno che il nuovo Ministro è controllato dalla maledizione Imperius ma a nessuno importa. Chi prova a ribellarsi viene fatto sparire- spiegò. Sembrava incredibilmente stanca, Clare non poteva neanche immaginare cosa dovesse significare per lei fare il doppio gioco e rischiare così tanto per aiutare l’Ordine. La ammirava molto.
-Datele un attimo di tregua, sono sicuro che ne abbia davvero bisogno- si intromise George, interrompendo la signora Weasley prima che potesse farle un’altra domanda. Molly la guardò dispiaciuta e le disse che sarebbe andata a prepararle una tazza di tè. Clare raggiunse sua madre in soggiorno e vide che Alyssa e George si dirigevano mano nella mano verso la stanza dei gemelli.
-Stanno insieme?- chiese a Fred senza riuscire a trattenersi, indicando con un cenno del capo la porta dietro la quale i due erano spariti.
-Per quanto ne sappia no- rispose lui scrollando le spalle. Clare lo guardò perplessa, senza riuscire a capire cosa intendesse. Fred parve accorgersi della sua confusione perché si affrettò a spiegare.
-Penso che siano entrambi molto presi l’uno dall’altra ma non abbiano ancora avuto il coraggio di ammetterlo. Continuano a dire di essere amici, ma ci credono solo loro-. Clare ripensò alla reazione di Alyssa non appena George le si era avvicinato e rivide se stessa ogni volta che era con Draco. Era chiaro che Alyssa ne fosse innamorata, si vedeva lontano un miglio. Probabilmente però lui nemmeno se ne rendeva conto.
-Cosa è successo tra te e Alyssa, mamma?- chiese poi Clare e sua madre si voltò verso di lei.
-Lei e la Umbridge avevano diretto il processo contro la mia amica Lucy- le spiegò, confermando i suoi sospetti. Lucy era la migliore amica di sua madre sin dai tempi di Hogwarts ed era figlia di due babbani.
-Alyssa fa parte del Wizengamot?- chiese la ragazza stupita. Anche lei sapeva che non fosse da tutti entrare a far parte dell’alta corte dei maghi e Alyssa comunque era molto giovane.
-È il braccio destro della Umbridge- le spiegò Fred.
-È per questo che ci può passare così tante informazioni, quello che fa è incredibilmente importante per l’Ordine- aggiunse Molly.
-Mi dispiace averla giudicata male- disse Aileen.
-Ormai è abituata. Ha dovuto fare la stessa cosa ad Hogwarts, durante il nostro ultimo anno. Se non fosse stato per lei ci saremmo trovati in guai seri con la Umbridge- disse Fred. Più sentiva parlare di lei più Clare si rendeva conto di quanto Alyssa fosse incredibile.
...
 
-Sei sicura di non volere che ti accompagni?- chiese George ad Alyssa probabilmente per la decima volta e lei sorrise, poggiandogli la mano sul braccio.
-Non ti preoccupare. Tornerò appena posso- rispose lei, e alla fine George si arrese. L’accompagnò fuori e quando rientrò sembrava non essere per niente contento di averla fatta andare via da sola.
-Non l’ho vista bene- commentò Fred, dando voce a ciò che un po’ tutti avevano notato. Alyssa sembrava davvero stremata.
-È stanca, come tutti noi- replicò George, sedendosi accanto a suo fratello sul divano.
-Possiamo solo immaginare però quanto sia dura per lei- disse Molly e Clare vide sua madre annuire.
-Non avevo idea che passasse le informazioni all’Ordine- disse, come se ancora non riuscisse a capacitarsi che quella ragazza non fosse per niente come credeva.
Dopo cena Clare salì con i gemelli in camera loro mentre i loro genitori cercavano di mettersi in contatto con gli altri membri dell’Ordine per avere maggiori informazioni. Speravano tutti che qualcuno avesse notizie di Harry, Ron ed Hermione.
-Come ti è sembrata Alyssa? Ti ha detto qualcosa?- chiese Fred guardando suo fratello.
-Sa che all’Ordine servono le sue informazioni, ma non ne può più. Vorrebbe smettere. Sono anni che si sacrifica sempre in questo modo, prima solo con la Umbridge, adesso con tutto il Ministero. È stanca, Fred. Non so quanto resisterà ancora- rispose George, lanciando un’occhiata a Clare. La ragazza ripensò a quello che le aveva raccontato Fred riguardo a quello che Alyssa aveva fatto durante il loro ultimo anno, di come si fosse finta dalla parte della Umbridge per poterli coprire. Clare aveva il sospetto che gran parte del motivo che l’aveva spinta a rischiare così tanto fosse George, anche se era piuttosto sicura che lui non se ne rendesse nemmeno conto.
-È per quello che è venuta oggi?- chiese Fred e George si limitò ad annuire.
-Per quello che ho visto io pare che stare con te le abbia fatto bene- gli disse Clare dopo un po’ e lui la guardò sorpreso. La ragazza non riusciva a credere che lui non si rendesse conto del potere che aveva su Alyssa.
-C’è qualcosa tra di voi?- gli chiese poi, per cercare di capire, e lui sorrise.
-Per me è come una sorella e le voglio bene, ma tra noi non c’è altro- rispose, e nella sua voce Clare avvertì un accenno di malinconia. A lei sembrava più che si fosse rassegnato a non pensare di poter andare bene con lei.
-Sembrata così in sintonia- commentò e lui sorrise.
Clare aveva capito quello che George credeva di provare per lei, ma adesso che aveva conosciuto Alyssa era piuttosto sicura che lui cercasse qualcuno in grado di impedirgli di pensare alla sua migliore amica.
 


Nota: Ecco il nuovo capitolo. Clare ha appena incontrato Alyssa, un nuovo personaggio che incontrerà anche più avanti e ha una storia personale che pubblicherò non appena finirò questa. Fatemi sapere cosa ne pensate.

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Capitolo 16
*** Pronti a combattere ***


-Mamma, se la guerra dovesse finire e Tu-Sai-Chi fosse sconfitto, secondo te cosa ne sarebbe di chi l’ha servito?- chiese Clare. Ci aveva penato spesso, ma purtroppo non era mai riuscita a darsi una risposta, o forse non voleva accertarla. Sua madre la guardò, senza sapere bene cosa dirle.
-Bé… non lo so tesoro, penso che nessuno ci abbia mai riflettuto davvero- rispose, anche se Clare era piuttosto sicura che lei un’idea di come sarebbero potute andare le cose ce l’avesse.
Era quasi sera e loro due erano nella camera che i Weasley avevano lasciato ai genitori della ragazza. Clare sapeva che loro non approvavano per niente il suo rapporto con Draco e piuttosto che con lui avrebbero preferito saperla innamorata di chiunque altro, ma visto il periodo in cui si trovavano avevano deciso di evitare almeno le discussioni tra di loro. La ragazza era certa che prima o poi sarebbero riusciti ad accettarlo.
-Clare, volevo darti una cosa- disse all’improvviso Aileen e la figlia la guardò, curiosa di sapere di cosa si trattasse. La vide frugare nelle tasche dell’abito, per tirarne fuori un foglio piegato. Glielo porse e quando Clare l’aprì dovette sforzarsi di trattenere le lacrime: era la foto che lei e Draco si erano scattati a Natale, quella che lei aveva preso dal suo dormitorio.
-L'ho trovata tra le macerie della tua camera. Ero sicura che ti avrebbe fatto felice averla- le spiegò e la ragazza le gettò le braccia al collo, abbracciandola forte.
-Grazie mamma- mormorò, felice per quel dono inaspettato. 
Scesero poi al piano di sotto, dove trovarono Molly intenta a preparare la cena e Fred e George che parlavano tra di loro. Aileen andò ad aiutare la signora Weasley, si sentiva molto a disagio a pesare su quella famiglia e a non poter tornare a casa, ma la loro villetta era quasi stata rasa al suolo e sapeva anche lei che non avrebbero potuto fare diversamente; faceva sempre tutto quello che poteva per aiutare.
Clare si sedette su una poltrona e osservò i gemelli: aveva sempre desiderato avere un fratello e vedere loro così uniti glielo faceva pesare ancora di più. Probabilmente sentendosi osservato George si voltò verso di lei e sorrise. Nei giorni che Clare aveva trascorso alla Tana lui le era stato vicino ed erano diventati ottimi amici. Lui era a conoscenza di quello che c’era tra lei e Draco, ma non l’aveva mai guardata con disapprovazione quando glielo aveva detto, come invece avevano fatto gli altri. Era solo preoccupato che lei soffrisse. Clare gli sorrise a sua volta e gli occhi di George si illuminarono. Fred gli tirò una gomitata, chiaramente seccato che il fratello avesse smesso di ascoltarlo.
All’improvviso però la manopola della radio prese a girare da sola e dalle casse sentirono uscire una voce gracchiante: -Abbiamo un nuovo meteo! Il fulmine ha colpito, ripeto, il fulmine ha colpito!-
-Non posso crederci!- esclamò Fred saltando giù dalla sedia.
-Che succede?- chiese Clare confusa, non conosceva ancora tutte le parole in codice dell'Ordine. In quel momento la signora Weasley li raggiunse insieme a sua madre.
-Harry è riuscito ad arrivare ad Hogwarts- disse, -il momento di combattere apertamente il Signore Oscuro è arrivato- dichiarò.
In men che non si dica la casa sembrò anch'essa un campo di battaglia. Tutti i membri dell'Ordine arrivarono in un attimo da ogni dove e si riunirono in un silenzio surreale nel giardino della casa. Lì venne messa appunto la strategia per lo scontro che sicuramente sarebbe avvenuto nella scuola non appena il Signore Oscuro fosse venuto a conoscenza della presenza di Harry, cosa che vista la grande presenza di Mangiamorte, preside compreso, sarebbe avvenuta molto presto.
Tutto fu pronto in pochissimo tempo anche perchè tutti sapevano che questo momento sarebbe arrivato molto presto.
Stabiliti i vari compiti furono tutti pronti a smaterializzarsi. Quando Clare vide sua madre avvicinarsi intuì subito cosa volesse dirle.
-Clare… ti prego, resta qui- mormorò, mettendole una mano sulla spalla.
Clare la guardò negli occhi, poteva capire che lei volesse proteggerla, era la sua unica figlia, ma anche sua madre doveva capirla, era cresciuta e doveva prendersi le sue responsabilità e lottare per il suo futuro. Bastò uno sguardo perché lei capisse tutta la sua determinazione. L’abbracciò stretta e le disse in un sussurro -Stai attenta-.
Le raggiunse suo padre che l’abbracciò senza dirle nulla, i suoi occhi manifestavano tutti i loro dubbi e le loro paure più di mille parole. Chissà cosa sarebbe successo quella sera… chi di loro sarebbe sopravvissuto? Sarebbero stati in grado di sconfiggere il Signore Oscuro? Purtroppo nessuno dei presenti era in grado di rispondere, potevano solo sperare.
A casa dei Weasley era ormai presente tutto l’Ordine; erano pronti. Ad un segnale di Lupin si smaterializzarono tutti.
Si ritrovarono all’interno di Hogwarts. A Clare sembravano passati secoli dall’ultima volta che era stata lì. Ovunque vi era rovina, non si sentivano le voci allegre degli studenti nei corridoi solo un silenzio surreale, sembrava più di essere in un cimitero che in una scuola. Li avevano informati del fatto che Piton avesse riunito tutti gli studenti nella Sala Grande, perciò si affrettarono a raggiungerla.
La tensione era palpabile, erano tutti nervosi e preoccupati. Tutti i membri dell’Ordine si fermarono davanti alla porta chiusa della Sala Grande, con le bacchette in mano, pronti a difendersi e ad attaccare se necessario. Il momento ormai era giunto, da quell'istante nessuno si sarebbe più nascosto, la battaglia sarebbe stata faccia a faccia. Clare era perfettamente consapevole che dall'altra parte ci sarebbe stata la sua ragione di vita, il suo unico amore, ma sapeva anche che non avrebbe mai permesso a questo di cambiare i suoi ideali. Avrebbe continuato a combattere per la libertà, ad ogni costo. Sentì qualcuno sfiorarle il braccio e quando si voltò vide George.
-Stai attenta- mormorò e lei si sforzò di accennare un sorriso.
-Anche tu- sussurrò e con la mano libera dalla bacchetta intrecciò per un istante le dita alle sue. La porta della Sala Grande venne spalancata e tutto l'Ordine entrò, davanti a loro erano radunati tutti gli studenti davanti al preside. In un attimo la situazione fu completamente capovolta, Harry fu circondato dai ragazzi con l'Ordine in sua difesa e Piton fu costretto ad una fuga precipitosa dalla professoressa McGrannit, corsa immediatamente a proteggere il suo allievo. La scuola era di nuovo loro, libera dai Mangiamorte e dall'influenza di Voldemort. Il timido ottimismo che stava nascendo dentro Clare fu però immediatamente cancellato da una voce raggelante che, sibilando nelle loro teste, intimò di consegnare immediatamente Harry Potter se avessero voluto salva la vita. Solo alcuni studenti di Serpeverde presero in considerazione la proposta e per questo furono subito accompagnati dal signor Gazza ai passaggi segreti che permettevano di lasciare il castello in sicurezza, non potevano permettersi di dover affrontare nemici anche all'interno della scuola. Tutti gli altri si prepararono a combattere, ognuno secondo le proprie possibilità.
Dopo aver parlato con la professoressa McGrannit, Harry corse fuori dalla Sala Grande per continuare la sua ricerca. In un attimo la scuola fu in fermento totale, c’erano studenti dappertutto: gli allievi più giovani furono esortati a lasciare il castello attraverso dei passaggi segreti, alcuni di loro rifiutarono e si unirono a quelli dell’ultimo anno, ai professori e ai membri dell’Ordine.
Clare faceva parte del gruppo, guidato dalla professoressa McGrannit, incaricato di creare una barriera attorno alla scuola. Nessuno di loro credeva che sarebbe bastata a fermare il Signore Oscuro, doveva solo rallentarlo per dare tempo ad Harry di completare la missione che gli aveva affidato Silente.
Anche se molti cercavano di nascondere la paura si capiva chiaramente dagli occhi di tutti che fosse presente in ognuno di loro. Erano perfettamente coscienti che sarebbero potuti morire, ma sapevano anche di non poter continuare a vivere nel terrore.
Uscirono fuori dalla scuola e la professoressa McGrannit animò tutte le statue del castello. Clare vide centinaia di uomini di pietra passarle affianco, compatti e uniti, un vero esercito pronto a difendere la scuola.
La ragazza si concentrò e con gli altri iniziò a recitare tutti gli incantesimi che conosceva per creare una cupola magica così resistente da proteggerli per il maggior tempo possibile. Era una cosa che aveva dello straordinario, probabilmente non era mai stato usato un incantesimo collettivo di tale portata, ma dopotutto nessuno prima d’ora aveva mai provato a opporsi apertamente al Signore Oscuro.
Clare cercava di vedere al di là delle mura della scuola, ma la notte nera lo rendeva quasi impossibile, avrebbero faticato a vederli arrivare. Non tardarono però ad accorgersi della loro presenza: la cupola fu attaccata da centinaia d’incantesimi che cercarono di distruggerla. Alcuni di loto provarono a rinforzarla, ma sapevano perfettamente che non avrebbe retto per molto; ancora un po’ e i Mangiamorte sarebbero arrivati in massa nella scuola e ci sarebbe stato poco da fare, avrebbero dovuto lottare con tutte le loro forze per sopravvivere.
Sembrava che i loro sforzi stessero funzionando quando un grido lancinante proveniente dallo schieramento opposto sovrastò ogni altro rumore e un incantesimo spaventoso si abbatté sulla cupola, disintegrandola. Clare guardò attonita tutti gli incantesimi che avevano fatto distruggersi, di fronte alla Sua potenza erano svaniti come neve al sole e ora erano tutti alla mercé dei suoi seguaci.

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Capitolo 17
*** La battaglia ***


I nemici arrivarono in massa: c’erano giganti spaventosi, creature malefiche, Mangiamorte che arrivavano sotto forma di fumo nero e scagliavano maledizioni ovunque e poi i ragni… ragni giganteschi, neri e pelosi spuntavano da ogni dove. Per un attimo la paura immobilizzò Clare, ma la ragazza si riprese subito, non era certo quello il momento di farsi prendere dal panico. In quel momento le venne in mente la prima volta che Draco era stato gentile, dopo che i suoi amici si erano presi gioco di lei creando proprio un ragno per spaventarla e lui, ignorando l’odio tra Serpeverde e Grifondoro e mettendo da parte l’orgoglio, si era scusato, stupendo lei e probabilmente anche se stesso. Il ricordo del suo sorriso che si addolciva solo quando si posava su di lei le diede forza. Forse lei e Draco non sarebbero mai riusciti a stare insieme ma il solo pensiero del suo volto bastava a darle un coraggio inaspettato.
Le maledizioni iniziarono a volare dappertutto, il castello veniva bruciato e colpito, i vetri colorati delle finestre cadevano come pioggia sia sui nemici che sui compagni. Man mano che la battaglia proseguiva Clare vedeva intorno a sé i corpi stesi a terra tra le macerie, chi solo schiantato o ferito, chi morto, sia amici che nemici. In quel momento però non potevano pensare alle loro perdite, dovevano preoccuparsi di difendersi per il maggior tempo possibile. Cercavano di ripararsi dentro al castello ma anche all’interno non erano protetti perchè i nemici continuavano ad entrare, persino dalle vetrate e schivare i colpi diventava quasi impossibile. Intorno alla ragazza regnava il caos, gli studenti correvano ed urlavano e lottavano come meglio potevano, ma alcuni erano allo stremo, non erano abituati a combattere veramente né tanto meno ad uccidere mentre i Mangiamorte volevano solamente annientarli. Molti erano solo dei ragazzi che avevano sentito parlare d’incantesimi unicamente nelle aule scolastiche; soprattutto le maledizioni senza perdono, per loro era sempre stato proibito anche solo pensare di usarle contro qualcuno. Adesso si trovavano di fronte persone che non si preoccupavano minimamente di uccidere dei ragazzi che non erano in grado di difendersi contro questi incantesimi. La battaglia era certamente impari.
Un lampo verde esplose a pochi metri da Clare. La ragazza si voltò appena in tempo, per allontanarsi dalla traiettoria successiva e davanti a sé vide un Mangiamorte. Non si fermò a pensare nemmeno un secondo e gli scagliò contro un incantesimo che lo fece volare contro una colonna. Continuò a correre ma inciampò e non appena vide su cosa sentì un colpo al cuore: disteso a terra c'era il corpo senza vita di Colin Canon, un ragazzo dei Grifondoro del sesto anno, appassionato di fotografia e grande ammiratore di Harry. Avrebbe dovuto essere andato via con gli allievi più giovani, ma era voluto rimanere per difendere la scuola ed era morto. Le lacrime iniziarono a salire, ma Clare non poteva fermarsi; si alzò, asciugandosi gli occhi con la manica della maglia, e ricominciò a correre.
La scuola era devastata, dappertutto c'erano solo rovine e morte.
L'angoscia la stava attanagliando, la ragazza non avrebbe mai pensato di vedere una cosa simile, quelle immagini se le sarebbe portare dentro per sempre, se mai un sempre ci fosse stato. Continuava a combattere senza sosta, dando fondo a tutti gli incantesimi che conosceva, ma ancora non riusciva ad usare le maledizioni, neanche contro chi provava ad ucciderla.
Ad un tratto vide Draco, di sfuggita, ma era certa che fosse lui.
Era con i suoi amici, Tiger e Goyle. Clare tornò indietro e li vide sparire attraverso un muro. Si lanciò contro la parete, ma quella rimase impenetrabile. Dov’era andato, cosa era successo? La ragazza tastò il muro alla ricerca di un’apertura, in preda all’angoscia.
-Ti prego- mormorò appoggiando i palmi sulle mattonelle fredde, finché non sentì che cambiavano. Apparve una porta che si spalancò all’improvviso, mostrando una stanza enorme, di cui non si vedeva la fine, stracolma degli oggetti più disparati. Clare iniziò a camminare in quel labirinto, tenendo la bacchetta alta davanti a sé.
-Cosa ci fai qui Potter?- sentì dire a Draco. Accelerò il passo e lo vide: era tra i suoi due amici e tutti e tra puntavano le bacchette su Harry. Doveva fermarli.
-Draco!- esclamò la ragazza con voce ferma e tutti si voltarono verso di lei. Clare non riusciva a credere che lui fosse lì davanti a lei in una situazione simile, o meglio, sperava in fondo al cuore di non doverla mai affrontare.
-Clare…- mormorò Draco, mentre nei suoi occhi iniziava a farsi strada il senso di colpa. Harry la guardava stupito, probabilmente vederla lì era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Draco abbassò la bacchetta e le andò incontro, mentre i suoi amici lo fissavano sbigottiti.
-Draco che stai facendo?- chiese Goyle. Clare, intanto, lo raggiunse e lo abbracciò forte.
-Mi dispiace Clare, sono un idiota, sto continuando a sbagliare- mormorò Draco stringendola a sé. Era così bello essere di nuovo tra le sue braccia, Clare ci sarebbe rimasta tutta la vita.
-Clare, non vorrai mica passare dalla loro parte?- le chiese Harry allarmato. Allora, con la morte nel cuore e continuando a guardare la sua ragione di vita negli occhi, Clare si sciolse dall’abbraccio e si allontanò, anche se a fatica, da lui e si schierò al fianco di Harry con la bacchetta pronta. Nel frattempo arrivarono anche Ron ed Hermione che si affiancarono a loro.
-No Harry, nonostante ciò che provo, non posso smettere di lottare per quello in cui credo, altrimenti smetterei di essere quella che sono-.
-Mi dispiace Draco- mormorò, ma si era ripromessa di continuare a combattere per i suoi ideali. Harry le sorrise e le mise una mano sulla spalla. Clare poteva capire dall’espressione sul volto di Draco quanto in realtà fosse combattuto, sembrava non sapere che fare; poi improvvisamente venne verso di loro dicendo con tono risoluto: -Allora anche io non ho scelta- disse sorprendendola. Che cosa voleva fare? Un lume di speranza si accese nel cuore della ragazza. Poteva essere vero o si stava illudendo? Draco si avvicinò di più con la bacchetta sempre abbassata. Tirò su la manica sinistra della giacca, mostrando il Marchio Nero e disse -Questo non è quello in cui credo e soprattutto non è ciò che sono veramente; da quando ho conosciuto te tutto è cambiato-.
-Sei tu l’unica cosa che conta ed io da questo momento sarò sempre al tuo fianco qualsiasi siano le tue scelte- continuò. Clare sentì i suoi amici di fianco a lei trattenere il respiro.
-Davvero Malfoy? Pensi di metterti contro Voldemort? Per quale ragione dovremmo crederti?- chiese Harry acido. Draco si limitò a guardarlo negli occhi, con più determinazione e coraggio di quanto la ragazza avesse mai visto.
-Per Clare. Voglio stare con lei in un mondo di pace. Mi dispiace Harry, per quello che ho fatto. So di non meritare la tua fiducia, ma farò di tutto per guadagnarmela- disse. Dall’espressione di Harry doveva essere la prima volta che Draco lo chiamava per nome e probabilmente non avrebbe mai pensato di sentirgli dire una cosa del genere. Clare si rendeva conto di quanto il suo amico fosse combattuto, sapeva che non riusciva a capire se dovesse rischiare e crederli, ma probabilmente vide qualcosa in Draco che lo convinse a dargli una possibilità.
-Mi sarà difficile fidarmi di te, Malfoy, ma ci proverò- e Clare intuì dallo sguardo che Harry le rivolse che lo stava facendo soprattutto per lei.
-State scherzando spero- disse all’improvviso Tiger, dietro di loro. Draco si voltò verso di lui, estremamente serio.
-Non sono mai stato più sicuro di una mia decisione e dovreste unirvi anche voi- replicò, mentre gli altri due lo guardavano sempre più arrabbiati.
-Davvero Draco? Per una ragazza? Tradisci il Signore Oscuro per una ragazza?- chiese Goyle alzando la voce.
-E’ la cosa giusta da fare- rispose lui, avvicinandosi a Clare.
-Dobbiamo andare, Clare- le disse Harry e in quel momento lei si rese conto che aveva in mano un cofanetto di legno intagliato e quando lo aprì lo vide tirarne fuori un diadema, appartenente di sicuro ai Corvonero vista la decorazione.
-È questo?- chiese guardandolo meglio e lui annuì. Doveva essere uno degli ultimi Horcrux rimasti.
-Andiamo- disse poi. Voltarono le spalle ai due Serpeverde, avviandosi verso l’uscita. Clare prese la mano di Draco e lui le sorrise, era così fiera di quello che lui aveva fatto.
-Non abbiamo scelta Draco, non puoi tradirlo e passarla liscia- sentirono dire. Si girarono appena in tempo.
-Avada Kedavra!- gridò Tiger, puntando la bacchetta contro la ragazza. Draco però fu più veloce e riuscì a spostarla appena in tempo dalla traiettoria della maledizione. L’Anatema si schiantò contro una pila di libri facendola esplodere ma Tiger riprovò subito a scagliargliene contro un altro. Harry la tirò indietro e la aiutò a rialzarsi, mentre Draco combatteva contro quelli che una volta erano suoi amici per proteggere lei.
-Andate via!- esclamò, voltandosi verso di loro per un istante, poi tornò a combattere per difenderli.
-Harry non possiamo abbandonarlo!- gridò Clare quando il suo amico la prese per il braccio per farla andare via con lui.
-Potter portala via di qui!- la voce di Draco sovrastò i rumori e gli schianti degli incantesimi che colpivano ogni cosa.
-No! Non ti lascerò un'altra volta. Harry, voi andate, dovete distruggere l'Horcrux. Qui ci pensiamo noi!- Clare lo vide esitare, così di affrettò ad aggiungere: -Vai!-
Hermione decise di fare come lei aveva detto e lo prese per un braccio, trascinandolo via seguita da Ron, e Clare iniziò a combattere al fianco di Draco.
-Te ne dovevi andare!- disse lui, schivando una maledizione scagliata da Goyle.
-Ne usciremo vivi insieme- ribatté la ragazza con convinzione. Non si sarebbe separata da lui di nuovo, qualsiasi cosa fosse successa sarebbe rimasta al suo fianco.
-Expelliarmus!- gridò subito dopo disarmando il suo avversario e la bacchetta gli volò lontano.
-Stupeficium!- esclamò Draco, schiantando Tiger che finì contro uno scaffale.
-Andiamo!- disse poi lui prendendola per mano e trascinandola via. Iniziarono a correre verso l’uscita ma si resero subito conto che qualcosa non andava: la temperatura della stanza si era alzata di colpo, il caldo lì dentro era insopportabile. Quando si voltarono per capire la fonte di un simile calore restarono senza parole: un enorme serpente di fuoco stava loro alle costole, incendiando tutto quello che trovava sul suo cammino.
-È Ardemonio, il fuoco maledetto! Corri più veloce!- gridò Draco. Dovevano trovare la porta alla svelta o non ci sarebbe stato nulla da fare, ma essa sembrava scomparsa, come inghiottita dal fumo e dalla marea di oggetti contenuti in quella stanza. Le fiamme erano sempre più vicine, Clare sentiva il loro calore soffocante addosso.
-Harry!- gridò, sperando che lui la sentisse, che li potesse aiutare.
-Clare, Malfoy!- sentì chiamare. Alzò lo sguardo verso l’alto e vide i suoi amici a cavallo di tre manici di scopa. Scesero in picchiata, Harry prese Draco, e Ron caricò Clare dietro di sé. Continuarono a volare, con le fiamme che lambivano le scope, alla ricerca della porta. Riuscirono anche a salvare Goyle, ma Tiger ormai era morto, ucciso dal suo stesso incantesimo.
-Eccola!- gridò Hermione indicando davanti a loro. Volarono più veloci, fino a quando non furono fuori. Caddero a terra, Goyle scappò via, ma Harry si rialzò subito e con una zanna gigante trafisse il diadema. Dalla coroncina si alzò un denso fumo nero, che si sollevò in spirali verso Harry, tanto che Ron le tirò un calcio, facendola finire nella Stanza delle Necessità, e quindi tra le fiamme maledette. Harry cadde a terra, ansimando, sembrava che non stesse per niente bene. Rimase immobile per un attimo, poi disse: -Il serpente… è Nagini l’ultimo Horcrux e so dove si trova-
-Allora dobbiamo trovarlo- disse Ron deciso.
-Sono d’accordo. Harry, voi dovete andare. Noi rimaniamo qui, dove siamo sicuramente più utili-, dissi Clare, guardando poi Draco, che annuì.
-Va bene, Clare, come volete. Noi andiamo! Buona fortuna!- e lì si separarono, sperando di potersi vedere ancora. Clare e Draco si precipitarono giù dalle scale, facendo attenzione alle macerie e ai corpi riversi a terra. La situazione era persino peggiore di prima, c'erano Mangiamorte ovunque che continuavano a scagliare maledizioni d'ogni sorta contro gli studenti e i membri dell'Ordine. La stanchezza iniziava a farsi sentire, ma la vicinanza di Draco aveva dato a Clare una nuova energia, adesso aveva una ragione in più per combattere e sopravvivere: il loro futuro.  

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Capitolo 18
*** Speranza per il futuro ***


Uscirono fuori dal castello, dove la battaglia infuriava più feroce che mai. La lotta era indubbiamente impari: mentre loro eravamo sempre più allo stremo delle forze, i loro avversari che soccombevano erano continuamente sostituiti da altri più freschi e sempre più crudeli. I nemici aumentavano sempre di più, parevano non finire mai: oltre ai Mangiamorte lottavano contro di loro molte creature magiche che si erano schierate dalla parte del Signore Oscuro. Tra loro svettavano i giganti, che con la forza d'impatto dei loro bastoni ricurvi spazzavano via molti maghi e streghe con una facilità estrema. Dalla Foresta Proibita i ragni continuavano ad arrivare a centinaia, il loro zampettio era sempre più lugubre e fastidioso e quando Clare si voltò verso quel rumore raccapricciante vide Hagrid sparire in mezzo a loro e venire trascinato verso la loro tana.
I suoi compagni continuavano a cadere intorno a lei come fantocci di carta. Solo Draco era affianco a lei adesso, Harry, Ron ed Hermione erano andati a cercare Voldemort e loro erano appena sopravvissuti ad un tremendo attacco di dissennatori. Erano esausti, non avrebbero resistito ancora per molto. Clare sentì un incantesimo sfiorarle la gamba e sul pantalone di aprì uno squarcio, che iniziò poi a sanguinare. Cadde in ginocchio e Draco cercò di aiutarla ad alzarsi, se fosse rimasta lì sarebbe stata un bersaglio facile. Lui avrebbe voluto portarla al sicuro, ma sapeva meglio di lei che lì non c’era più nessun posto veramente sicuro. Clare non voleva assolutamente arrendersi alla prima difficoltà e, anche se con fatica, si rialzò e continuò a combattere.
Ad un certo punto una voce gelida e sibilante attraversò la mente di tutti loro: era Voldemort, che affermava che avrebbe fatto ritirare immediatamente il suo esercito per dare loro il tempo di disporre dei loro morti, a condizione che Harry si fosse consegnato a lui raggiungendolo nella Foresta Proibita. Se questo non fosse avvenuto, avrebbe ucciso chiunque avesse tentato di proteggerlo e nasconderlo. All’istante tutti i Mangiamorte e i loro alleati lasciarono il castello, un silenzio surreale avvolse tutto e in molti iniziarono a portare i feriti e i caduti dentro al castello. Clare cadde in ginocchio stremata e Draco si affrettò a prenderla tra le braccia per portarla dentro.
-Devo aiutare… dobbiamo portare dentro gli altri- mormorò sfinita ma lui scosse il capo.
-Prima ti porto nella Sala Grande, così che possano curarti e io torno ad aiutare-.
La ragazza si rese subito conto di quanto lui avesse ragione e non protestò più, abbandonandosi contro il suo petto. 
In quel momento più avanti scorse George. Era malconcio, il viso graffiato e stanco, la manica della giacca strappata e i pantaloni sporchi di polvere e sangue.
Quando si voltò e vide Clare e Draco sembrò sorpreso, e per un secondo nel suo sguardo balenò un lampo di dolore. La ragazza cercò di accennare un sorriso che lui si sforzò di ricambiare, poi lo vide correre verso l’ingresso del castello.
Draco la portò dentro e la fece sedere su una delle panche della Sala Grande che erano state addossate alle pareti per lasciare spazio ai giacigli di fortuna improvvisati per i feriti e i caduti.
-Torno subito- disse Draco sfiorandole le labbra con un bacio lievissimo e se ne andò. Clare si sdraiò, stando attenta a non sbattere la gamba ferita, che ora che la tensione la stava abbandonando, iniziava a darle un dolore atroce. Non aveva nemmeno più la forza di recitare un incantesimo per provare a guarirsi da sola. Era stato davvero terribile, la ragazza non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere nemmeno nei suoi incubi peggiori, aveva visto morire così tante persone ed amici tutti insieme, aveva visto distruggere la scuola che era sempre stata nei suoi sogni, aveva visto creature crudeli e spaventose.
Vide arrivare Harry, Ron ed Hermione e cercò di alzarsi, ma la gamba non riusciva a reggere il suoi peso. Seguendoli con lo sguardo si accorse che tutta la famiglia Weasley era riunita attorno a qualcuno a terra. Ron si fece avanti e gli altri lo lasciarono passare, mostrando il corpo senza vita di Fred tra le braccia di George, il suo viso stravolto dal dolore e dalle lacrime. Clare avrebbe voluto andare lì da lui ed essergli vicina, ma non riusciva nemmeno ad alzarsi in piedi. Intorno a lui tutti piangevano, il loro dolore era straziante. La sofferenza di tutti era terribile, permeava l'aria attorno a tutti loro, in molti avevano perso gli amici, la famiglia, la vita. Di fianco a Fred Clare vide anche Tonks e Lupin che quasi si tenevano per mano e poco più in là Lavanda Brown e Colin Canon. Era assurdo morire così, lottando per la libertà. Erano tutti così giovani, Tonks e Lupin avevano da poco avuto un bambino… era così ingiusto. La ragazza guardò il portone d’ingresso e vide entrare Draco: era sporco di sangue e di polvere e i suoi occhi grigi erano sottolineati da profonde occhiaie scure. Non gli corse in contro solo perché la gamba le faceva malissimo e non riusciva ad alzarsi, ma lui la raggiunse velocemente, abbracciandola forte. A quel punto Clare iniziò a piangere, senza riuscire a fermarsi. Draco la strinse a sé tanto che presto la sua camicia fu completamente intrisa dalle lacrime della ragazza.
-Non finirà mai- disse Clare tra i singhiozzi.
-Non dire così, ti prego, abbiamo resistito fino adesso- mormorò lui baciandole la fronte. Era così confortante per Clare averlo lì con lei, combattere dalla stessa parte, ma la paura era troppa, le stava lacerando il cuore. Draco si allontanò, prendendola per mano. Clare si appoggiò a lui, che la strinse a sé.
-Vinceremo questa guerra- disse, accarezzandole il braccio.
-Ne sei sicuro?- chiese la ragazza alzando lo sguardo ed incrociando i suoi occhi, in cui vide profonda determinazione.
-Dopo tutto quello che è successo, supereremo anche questo. Voglio stare con te Clare e farò di tutto perché questo avvenga non in un mondo governato dall’oscurità ma in uno dove regna la libertà- le sorrise e lei lo abbracciò forte.
-Adesso devi farti curare- disse poi alzandosi, ma lei cercò di trattenerlo.
-No… sto bene…- protestò, nonostante sapesse benissimo che non fosse vero, ma adesso che lo aveva ritrovato aveva il terrore che se si fosse allontanato di nuovo da lei lo avrebbe perso per sempre.
-Devi farti curare. Vado a cercare il professor Lumacorno, lui saprà cosa darti- disse però lui.
-Ma Draco, tu non dovresti nemmeno essere qui-
-Non preoccuparti per me- e si allontanò. Che cosa gli sarebbe successo alla fine della guerra. Era stato un Mangiamorte, adesso per Voldemort era un traditore, non aveva davvero una parte dove stare, aveva solo lei.
Clare lo vide ritornare con il professore, stavano parlando. Quando arrivarono Lumacorno le fece un sorriso stanco.
-Signorina, mi faccia vedere la gamba, vedrò cosa posso fare- e anche se a fatica, perché le faceva male, la ragazza la tirò su per mostrargliela. Il pantalone era completamente squarciato ed impregnato di sangue, Clare vide Draco sbarrare gli occhi. Nemmeno lei si era resa conto di quando la ferita fosse brutta fino a quel momento, non aveva avuto il coraggio di guardarla. Il professore la esaminò per qualche istante, poi si mise a rovistare tra le pieghe del suo mantello, tirandone fuori una fialetta contenente del liquido rossastro. Ne versò qualche goccia sulla gamba e la ferita lentamente cominciò a rimarginarsi, fino a quando non rimase altro che una brutta cicatrice.
-Per adesso più di così non si può fare- le spiegò lui.
-Grazie signore- replicò Clare e lui fece un sorriso stanco, poi tornò ad aiutate chi era stato ferito. Draco si sedette al suo fianco e la ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla.
-Era molto stupito di vedermi qui- disse all’improvviso. Clare alzò lo sguardo, fino ad incrociare i suoi occhi.
-Lumacorno. Per poco non gli veniva un colpo quando sono andato da lui a chiedere aiuto- le spiegò, guardando poi fisso davanti a sé.
-Sarà difficile convincere tutti che sono dalla vostra parte. Non mi crederanno in molti. Dopotutto sono un Mangiamorte- continuò con tono amaro. Clare gli strinse la mano e lui abbassò lo sguardo verso di lei.
-Hai combattuto con noi adesso-
-Sì, ma prima…-. lo interruppe.
-Hai sbagliato Draco, ma adesso sei cambiato. Gli altri capiranno- disse lei, più sicura di quanto si sentisse in realtà. Lui si sforzò di sorriderle, ma sapeva meglio di lei che non sarebbe stato facile convincere tutti del suo cambiamento. Intorno a loro in molti piangevano i propri cari, gli amici. Avevano perso molto e la guerra non era ancora finita. Per un po’ Draco rimase in silenzio, tenendola solo stretta a sé.
-Quando e se questa guerra finirà, voglio stare con te, Clare, per sempre. Tu mi hai aiutato a trovare me stesso e non voglio deluderti più. Non ti lascerò mai- disse poi, guardandola negli occhi. Le sue parole lasciarono Clare senza fiato e per un attimo la ragazza non riuscì a dire niente, poi gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.
-Anch’io voglio stare con te, a qualunque costo-
-E se non mi accettassero?-
-Non m’importa. Potremmo fuggire nel mondo babbano, vivere senza la magia, così non ci verrebbero a cercare-
-Rinunceresti alla magia adesso che l’hai appena ritrovata?- le chiese lui stupito e Clare gli sorrise, poggiandogli la mano sul volto e guardandolo negli occhi.
-Rinuncerei a tutto, pur di stare con te-. Draco le prese la mano e la baciò, tenendola stretta.

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Capitolo 19
*** Non è ancora finita ***


L’orrore e la disperazione presenti nel castello erano spaventosi, se non fossero stati tutti sicuri di ciò per cui combattevano avrebbero mollato molto prima. Nonostante tutto però, nonostante le perdite ed il dolore avevano ancora speranza ed avrebbero continuato a lottare.
Clare si alzò con fatica e Draco la guardò allarmato. Lei gli fece cenno di non preoccuparsi e si chinò a dargli un bacio. Poi, zoppicando leggermente, si avvicinò ai Weasley, riuniti tutti in un silenzio attonito: Fred e George erano inseparabili, nessuno avrebbe mai potuto credere che una simile tragedia potesse accadere. George era in piedi lontano da tutti e teneva lo sguardo spento fisso sul fratello. Affianco a lui Clare vide la sua amica Alyssa e per un istante si chiese se non fosse il caso di lasciarlo da solo con lei. Quando l’aveva incontrata la prima volta a casa della famiglia Weasley Alyssa le aveva subito messo un po’ di soggezione, soprattutto dopo che George le aveva raccontato di come lei lavorasse al Ministero per passare informazioni all’Ordine. Clare aveva subito pensato che lei provasse per George più di quando lui non vedesse e anche se non la conosceva bene le dispiaceva per lei. Cercò di ignorare la sensazione di inadeguatezza che la assaliva di fronte a quella ragazza e raggiunse George. Quando fu abbastanza vicina lui alzò gli occhi, ma non sembrò vederla davvero.
-George- mormorò, mentre vedeva le lacrime tornare a scorrere sul suo viso. Si avvicinò a lui e lo strinse forte a sé. Per un attimo George rimase immobile, poi la avvolse tra le braccia con disperazione, come se lei fosse la sua ancora di salvezza.
-Mi dispiace tanto- mormorò Clare, con il viso premuto contro il suo petto. Nonostante George fosse molto più alto di lei in quel momento sembrava un bambino spaventato e indifeso che non riusciva a capacitarsi di quello che era appena successo.
-Non c’è più. Fred non c’è più- mormorò con voce rotta, affondando il viso tra i capelli della ragazza. In quel momento fu come se tutte le sue forze lo avessero abbandonato di colpo. Crollò in ginocchio, prendendosi la testa fra le mani.
-Se fossi stato con lui… magari… forse lui sarebbe ancora vivo- sussurrò tra le lacrime. Clare si chinò alla sua altezza, prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarla negli occhi.
-Non è stata colpa tua. Non potevi fare assolutamente nulla. È stato Voldemort, George, e io ti prometto che lo fermeremo, a qualunque costo-. Lo strinse tra le braccia di nuovo e lui pianse contro la sua spalla. Dopo che si fu calmato Clare si avvicinò a Ron, che aveva Hermione al sui fianco e lo abbracciò. Poi si rivolse a lei.
-Harry?- chiese e lei scosse il capo. Harry non era più nella stanza da parecchio tempo ormai e Clare aveva un brutto presentimento… che si fosse davvero consegnato a Voldemort? La ragazza sperava ardentemente di sbagliarsi, anche se in fondo al cuore sapeva che quella fosse l’unica cosa che lui potesse fare per salvare i suoi amici, non avrebbe mai accettato di veder morire ancora qualcuno per causa sua.
Clare tornò da Draco, che era certa non l’avesse mai persa di vista nemmeno per un secondo, e lo abbracciò, ringraziando che fosse lì con lei. Guardandosi poi intorno vide Neville uscire dalla sala ed andare fuori dal castello. Qualcosa la spinse a seguirlo e Draco andò con lei. Clare vide Neville chinarsi a raccogliere qualcosa e guardando meglio si accorse che si trattava del Cappello Parlante. Probabilmente il ragazzo li sentì dietro di sé, perché si voltò verso di loro.
-Clare… Draco…- disse con tono sfinito. Non ebbe nemmeno la forza di stupirsi nel vedere Draco al suo fianco. I due gli si avvicinarono e Clare gli poggiò una mano sul braccio.
-Clare…- mormorò Draco al suo fianco e lei si voltò a guardarlo: aveva lo sguardo fisso su qualcosa davanti a loro. La ragazza si girò e quella visione le gelò il sangue nelle vene: i Mangiamorte stavano tornando.
-Vai a chiamare gli altri- disse Draco e lei si affrettò a rientrare.
-Stanno tornando- gridò, cercando di mantenere la voce ferma, ma in realtà tremava. Centinaia di occhi spaventati e rossi di pianto si posarono su di lei, poi uno ad uno tutti quelli ancora in grado di combattere la raggiunsero ed uscirono tutti insieme, pronti ad affrontare nuovamente i loro nemici che parevano più agguerriti di prima.
Clare raggiunse Draco che si trovava di fianco a Neville e gli strinse la mano, tenendo la bacchetta pronta nell’altra. L’esercito continuava ad avanzare, davanti a tutti Voldemort e subito dietro di lui Hagrid. Sembrava portare qualcuno tra le braccia. Subito dopo Clare vide Ginny al suo fianco.
-Chi è quello che Hagrid porto in braccio?- le chiese con voce spezzata e Clare non ebbe il coraggio di risponderle. Non riusciva a credere a ciò che era proprio davanti ai suoi occhi.
-Harry Potter è morto!- esclamò Voldemort.
-No!- gridò Ginny e suo padre l’afferrò per il braccio appena in tempo, prima che corresse verso il Signore Oscuro. Il dolore e lo shock erano sul volto di tutti, sembrava che nessuno fosse più in grado di reagire.
-E adesso unitevi a noi, o morirete!- continuò ridendo, scatenando l'ilarità fra le sue fila. Dall’altra parte invece tutti erano immobili e attoniti, non riuscivano a capacitarsi della morte di Harry, non riuscivano a credere che ormai fosse tutto perduto. Draco strinse Clare tra le braccia, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso.
-Draco… Draco, vieni- era sua madre. Clare alzò lo sguardo, fino ad incrociare gli occhi del ragazzo.
-Draco…- mormorò suo padre, ma lui scosse la testa, stringendo Clare più forte.
-No- disse con voce ferma.
-Bene, vedo che hai scelto la parte sbagliata, Draco, peggio per te- cantilenò Voldemort. I suoi genitori dall’altra parte erano paralizzati. Gli occhi di serpente del Signore Oscuro scrutavano i nemici, gelidi. Ad un tratto Neville si fece avanti, sotto lo sguardo sconvolto di tutti loro.
-Bene, tu sei?- chiese Voldemort ridacchiando.
-Neville Paciock. Vorrei dire una cosa-
-Bene Neville, ti ascoltiamo- continuò l’altro.
-Anche se abbiamo perso Harry, lui rimarrà sempre in noi, come tutti quelli che se ne sono andati. Fred… Remus… Tonks… tutti loro. Tu non hai vinto, non è ancora finita!- esclamò estraendo poi la spada di Grifondoro dal Cappello Parlante. In quel momento sentirono un tonfo e videro Harry ai piedi di Hagrid che si rialzava in piedi e correva verso di loro, lanciando un incantesimo contro il Signore Oscuro. In quel momento tutto cambiò nuovamente: Voldemort iniziò ad attaccare Harry, facendo esplodere ogni cosa e in un attimo Clare li perse di vista.
Molti Mangiamorte svanirono sotto forma di fumo nero e quelli rimasti, dopo un attimo di iniziale stordimento, iniziarono ad attaccarli, ma adesso Harry era vivo e loro eravamo più agguerriti che mai e non si sarebbero arresi facilmente. Continuarono a combattere, dirigendosi in massa verso il castello. Per un attimo Clare perse di vista Draco, ma non doveva distrarsi, ne andava della sua vita. Continuò a lottare, contro qualunque nemico le si parasse davanti. Riuscì a schiantare un altro Mangiamorte, ma sentì un incantesimo sfiorarla ferendole il fianco che iniziò a sanguinare. Si voltò di scatto, trovandosi così di fronte al padre di Draco, Lucius Malfoy. La ragazza portò istintivamente una mano alla ferita, sentiva il sangue uscire copioso ma doveva concentrarsi sul suo nemico o sarebbe finita per lei.
-È colpa tua, lo sai? Adesso il Signore Oscuro lo ucciderà- disse lui guardandola con odio, i suoi occhi mandavano lampi.
Le scagliò contro un altro incantesimo che le aprì un taglio sul braccio destro, quello con cui teneva la bacchetta, sembrava che prima di ucciderla definitivamente volesse proprio farla soffrire. Clare impugnò la bacchetta con l’altra mano, cercando di difendersi e implorando di sopravvivere.
-Bellatrix avrebbe dovuto eliminarti quella volta e Draco non avrebbe dovuto farsi raggirare da te. Tu lo hai condannato!- gridò ancora e Clare non fece in tempo a parare il colpo che le scagliò contro. Inciampò e cadde a terra perdendo la bacchetta, che rotolò via ai piedi di Lucius. La ragazza indietreggiò spaventata, cercando attorno a sé qualsiasi cosa che potesse esserle utile a difendersi. Non riusciva a credere che sarebbe morta così, dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva sofferto.
-È finita per te- disse lui, puntandole contro la bacchetta, probabilmente per l’ultima volta.
-Avada...- ma non riuscì a finire.
-Stupeficium!- gridò Draco, parandosi davanti a lei e suo padre fu sbalzato all’indietro, su un cumulo di macerie. Parve un po’ stordito ma si rialzò quasi subito, puntando la bacchetta contro il figlio e lanciando a Clare occhiate colme d’odio.
-Cosa ti è successo Draco? Che cosa ti ha fatto quella strega?- gridò come un pazzo, sembrava completamente uscito di senno.
Draco, davanti a lui, non si fece intimorire, e si preparò ad affrontarlo.
-Mi ha mostrato la strada giusta- rispose, alzando nuovamente la bacchetta dinnanzi a sé.
-Il Signore Oscuro ti ucciderà!- replicò l’altro, proprio non capiva cosa avesse spinto Draco a fare quella scelta.
-Ho deciso che tipo di persona voglio essere. Io non sono come te, io non credo in Lui-.
-Peggio per te allora- disse Lucius, poi cominciò a combattere contro il figlio. Lampi colorati continuavano a scontrarsi, gli scoppi erano sempre più violenti. Pareva che ci fosse una situazione di stallo, erano pari e nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro. Clare vide la sua bacchetta a pochi passi da lei e tentò di trascinarsi fino a raggiungerla, ma un lampo rosso si schiantò a pochi centimetri dalla sua mano, costringendola a indietreggiare. Il fianco le faceva malissimo, continuava a sanguinare inzuppandole tutti i vestiti e lo stesso era per il braccio. Sentì le forze abbandonarla e si accasciò a terra, incapace di muoversi. L’eco della battaglia le arrivava confuso e lontano, non vedeva quasi più quello che le era attorno. Era davvero quella la morte? Non avrebbe più avuto possibilità?
-Clare!!- sentì gridare, la voce era disperata, ma riusciva a malapena a distinguerla dal rumore che la attorniava.
-Mai dare le spalle al proprio nemico!- Clare udì un altro scoppio. Si sforzò di aprire gli occhi, per vedere cosa fosse successo. Provò a tirarsi su, anche se a fatica e ciò che vide la scosse dal suo stato d’incoscienza: Draco era a terra riverso su un cumulo di macerie privo di sensi, un rivolo di sangue gli scendeva sulla fronte e gli sporcava i capelli.
-Draco!- gridò, cercando di avvicinarsi a lui. Riuscì a raggiungerlo e gli prese il viso tra le mani; stava diventando sempre più pallido.
-Draco… ti prego apri gli occhi- mormorò, ma lui non si mosse.
Provò a scuoterlo, ma non dava segno di riprendersi.
-Draco… Draco… apri gli occhi- pensò per un attimo che l’avesse lasciata, ma un lieve respiro le riempì il cuore di speranza.
-È giunta la vostra fine- disse Lucius avvicinandosi minaccioso. Clare vide che Draco tra le mani aveva ancora la bacchetta. La prese e lanciò contro suo padre un incantesimo paralizzante. Non durò molto ma le consentì di rialzarsi a fatica e prepararsi ad affrontarlo. Non contava di batterlo ma di guadagnare il tempo necessario per permettere a qualcuno di aiutarla o ancor meglio a Draco di riprendersi. Lucius si liberò molto in fretta ed iniziò ad attaccare con sempre maggior vigore, mentre lei riusciva a stento a parare i suoi colpi. L’ultimo non lo vide proprio e la fece cadere nuovamente vicino a Draco. Era davvero finita. Lo abbracciò forte, le lacrime continuavano a scendere, irrefrenabili. All’improvviso però lui si mosse, tirandosi su a sedere ed impugnando la bacchetta di Clare. Suo padre fu talmente stupito che non riuscì a difendersi. Lo fece cadere lontano e la bacchetta gli finì in mano. Si avvicinò zoppicando a Lucius, guardandolo con disprezzo.
-Vattene. Non voglio più saperne niente di te- l’uomo sembrava spiritato, lo osservava con le pupille dilatate e lo sguardo folle. Però non se lo fece ripetere due volte, e svanì in una nube di fumo nero. Draco cadde in ginocchio, stremato, e Clare si affrettò a raggiungerlo.
-Draco!- lo abbracciò forte, scostandogli poi i capelli incrostati di sangue dalla fronte. Aveva un brutto taglio.
-Stai bene?- le chiese lui preoccupato, abbassando lo sguardo sul suo fianco. Sembrava che avesse smesso di sanguinare, ma era comunque un brutto taglio ed anche il braccio era nelle stesse condizioni.
-Non preoccuparti. Pensavo che fosse finita ormai per noi- mormorò Clare e lui la strinse a sé.
Continuarono a combattere, dirigendosi verso l’interno del castello, ma la ragazza si sentiva sempre peggio, la vista si stava appannando e la ferita al fianco aveva ripreso a sanguinare. Incespicava ad ogni passo e spesso Draco doveva sorreggerla.
Ormai anche i loro nemici diminuivano e la stanchezza sembrava raggiungere anche loro. In molti si erano smaterializzati ed avevano abbandonato la battaglia senza preoccuparsi del destino di Voldemort.
Loro invece stavano difendendo il loro futuro meglio che potevano e se mai avessero perso avrebbero avuto la certezza di aver fatto tutto il possibile perché il bene trionfasse.
In quel momento Clare disarmò un Mangiamorte che le era davanti e per un attimo perse di vista Draco, ma continuò a combattere. Stavano vincendo, dovevano farlo, solo così avrebbero potuto vivere felici.
Ad un tratto un lampo verde le passò a pochi centimetri dal viso. Si girò di scatto e davanti a sé vide Bellatrix, con i capelli lunghi tutti scompigliati che le ricadevano davanti agli occhi. Rideva come una pazza e continuava a scagliare maledizioni a destra e manca, sembrava non concentrarsi molto su chi uccideva, poi però si focalizzò su Clare, attaccando incessantemente, mentre molti Anatemi Che Uccidono volavano nella direzione della ragazza. Lei riusciva a difendersi anche se a malapena, non avrebbe resistito a lungo da sola, dopotutto era il braccio destro del Signore Oscuro, batterla sarebbe stato difficile se non impossibile. Per il momento Clare riusciva a cavarsela, anche se continuava ad indietreggiare, mentre Bellatrix avanzava con un sorriso diabolico. Ad un certo punto qualcosa colpì Clare e la fece cadere. La ragazza cercò di mettersi in piedi, mentre la nemica avanzava, ma il corpo di qualcuno le piombò sulle gambe; tentò disperatamente di liberarsi, ma non riusciva a spostarlo. Ad un tratto vide Bellatrix incombere su di lei, ormai la ragazza era in preda al panico, cercò di disarmarla ma lei la anticipò e la bacchetta volò lontano, in mezzo ad un cumulo di vetri rotti.
-Capolinea- sghignazzò Bellatrix, alzando la bacchetta verso di lei. L’ultima cosa che Clare vide fu un lampo verde, poi tutto fu buio.

 

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Capitolo 20
*** È questa la fine? ***


Clare aprì gli occhi, intorno a sé vedeva solo lampi colorati. Si tirò su lentamente, sentiva tutti i rumori attutiti, sembrava quasi irreale. Riuscì a liberarsi con facilità dal corpo sopra il suo, ma doveva assolutamente trovare la sua bacchetta altrimenti non avrebbe potuto difendersi. Intorno a lei tutti combattevano, senza degnarla di uno sguardo, come se fosse invisibile, passandole accanto come se non ci fosse. In mezzo a tutte quelle persone non riusciva nemmeno a vedere Draco. Senza sapere bene perché smise di cercare la bacchetta per trovare lui, voleva averlo al suo fianco. Si muoveva come un automa, come se fosse incorporea, in mezzo al mare di persone che combattevano, aggirando cadaveri e detriti. Riuscì a cogliere il biondo dei capelli di Draco tra la calca e cercò di raggiungerlo, lo chiamò, ma lui non si voltò nemmeno; eppure sembrava che stesse cercando qualcuno.
Ad un tratto un urlo sovrumano squarciò l’aria e parve che tutti si fossero pietrificati. Molti nemici si guardarono tra loro spaventati e in men che non si dica si alzarono molte colonne di fumo nero, gli altri smisero semplicemente di combattere e cominciarono a muoversi in massa verso la Sala Grande. Tutti si riunirono attorno a qualcosa e Clare cercò di farsi largo attraverso quel muro umano, per capire cosa fosse successo. Riuscì a superarli e raggiunse il centro della sala, dove a terra giaceva in modo scomposto il corpo di Voldemort. Era morto, il Signore Oscuro finalmente era morto. Harry aveva vinto, loro avevano vinto. In quel momento tutti si resero conto di quello che era appena successo: molti dei Mangiamorte rimasti crollarono semplicemente a terra, senza neanche provare a scappare, sapevano di aver perso. Poi tutti si accalcarono su Harry, cercando di raggiungerlo, di toccare il ragazzo che era riuscito a porre fine a tutto. Il tempo del male, del dolore, delle perdite era finito, d’ora in avanti ci sarebbe solo stata la pace. Tutti iniziarono ad abbracciarsi, anche chi non si era mai visto, non si era mai parlato, erano di nuovo tutti uniti, ma questa volta nella gioia. Clare cercò Draco con lo sguardo e quanto lo trovò gli corse incontro, gettandosi tra le sue braccia, quasi non riusciva a credere che entrambi fossero sopravvissuti a tutto quell’orrore. Adesso erano davvero liberi di costruire il loro futuro insieme. Lui però non si mosse e quando Clare alzò lo sguardo sembrava che non la vedesse neanche, anzi, continuava a cercare in mezzo alla folla di persone che si abbracciavano. La ragazza si staccò da lui, cercando di capire cosa stesse guardando, quando all’improvviso Draco si allontanò da lei, svanendo tra le persone. Clare rimase un attimo ferma, totalmente sconvolta dal suo comportamento: era come se non la vedesse nemmeno, non riusciva a capirlo. Il suo pensiero però fu interrotto da un grido straziante e avendolo riconosciuto iniziò a correre tra la folla, cercando di farsi largo, fino a quando non lo vide inginocchiato a terra con qualcuno tra le braccia. Clare si avvicinò, cercando di capire chi fosse e quando fu abbastanza vicina si fermò. Con sgomento sempre crescente si rese conto che la persona che Draco stringeva con così tanta disperazione era lei.
-Non è possibile- riusciva solo a dire a se stessa, ma sembrava proprio così. La ragazza tra le braccia di Draco era identica a lei, anche se veramente malconcia: i vestiti erano sporchi di polvere e sangue secco, i capelli castani e arruffati uscivano a ciocche dalla treccia e diversi lividi e tagli si vedevano ovunque. Le labbra erano spaccate, gli occhi chiusi. Sembrava impossibile, ma quella era proprio lei, era morta. Draco singhiozzava, teneva il corpo immobile di Clare sempre più stretto a sé, come se non potesse rassegnarsi al fatto che lei non ci fosse più. La ragazza avrebbe voluto avvicinarsi a lui, stringerlo tra le braccia e dirgli che andava tutto bene, che le cose si sarebbero sistemate ma non poteva, e soprattutto non sarebbe stato vero; lei era morta e non sarebbero più potuti stare insieme, mai più.
Le lacrime cominciarono a scendere sul suo viso incorporeo come su quello di Draco. Clare vide a malapena che si stavano avvicinando anche i suoi genitori, facendosi largo fra le persone che si erano riunite attorno a loro. Appena si resero conto del corpo immobile della figlia scoppiarono in lacrime, stringendosi l’uno all’altra. Almeno loro avrebbero potuto affrontare la cosa insieme, Draco invece era stato abbandonato dalla sua famiglia, aveva solo lei e adesso nemmeno più quello. Era solo.
Clare si guardò intorno e vide i visi sconvolti dei suoi amici: Harry guardava la scena paralizzato e Hermione, in lacrime, si rifugiava fra le braccia di Ron, che osservava attonito il corpo senza vita fra le braccia di Draco. Poco più in là Clare vide George, il viso stravolgo dall’orrore e dal dolore, sembrava incapace di credere a quello che era appena successo. La ragazza distolse lo sguardo da tutte quelle espressioni addolorate che la circondavano e si inginocchiò di fianco a Draco, sfiorandogli il viso con dita tremanti, era straziante che non potesse né vederla né sentirla, che non le fosse nemmeno concesso di dirgli addio. Clare non riusciva a capire come mai fosse lì, non era un fantasma come gli altri perché nessuno poteva vederla, ma non era nemmeno riuscita ad andare in pace. Era ancora troppo legata a lui.
Draco stava mormorando qualcosa che lei non capiva, così si avvicinò di più per cogliere le sue parole.
-Andrà tutto bene... tu starai bene... staremo insieme come ti avevo promesso... non sei morta... no, non sei morta- continuava a ripetere come una litania, mentre con dita tremanti le scostava i capelli dal viso pallido e la stringeva forte.
Attorno a loro c’erano altri che piangevano i propri cari, ma Clare non riusciva a pensare a loro: contava solo Draco, il fatto che per la prima volta lei non potesse nemmeno tentare di fare qualcosa per lui, per farlo sentire meno solo e perso.
La ragazza si rese conto solo quando li vide avvicinarsi a lui che gli Auror stavano portando via gli ultimi Mangiamorte rimasti, ma Draco non sembrò nemmeno essersene accorto.
Clare avrebbe dato qualsiasi cosa per poterli fermare, per evitargli un ulteriore dolore, ma per fortuna, se così si può definire, non ce ne fu bisogno.
-Lui è con noi- disse Harry, avanzando verso di loro con sguardo fermo e probabilmente fu quello a fare la differenza, nessuno si sarebbe permesso di contestare il ragazzo-che-è-sopravvissuto e che li aveva salvati tutti; gli Auror chinarono semplicemente il capo e si allontanarono. Harry si avvicinò a Draco e gli mise una mano sulla spalla, scuotendolo e riportandolo alla realtà: lui sollevò lo sguardo, gli occhi chiari rossi di pianto, ed Harry si abbassò alla sua altezza. Draco, senza lasciar andare il corpo di Clare si fece abbracciare, bagnando la spalla dell’altro di lacrime.
-Lei sarebbe fiera di ciò che sei diventato- disse con commozione.
E anche se intorno tutti piangevano e cercavano di aggiustare ciò che ormai non si poteva in quel momento la ragazza vide nascere una speranza.
...
 
A una settimana dalla fine della guerra ci furono i funerali di tutti coloro che erano morti nella battaglia. Sarebbero stati seppelliti nei pressi della scuola, in un cimitero innalzato appositamente per la commemorazione dei caduti nell’ultimo atto dello scontro con il Signore Oscuro. Le bare chiare, trasportate dalla magia di chi era sopravvissuto, proseguivano lungo il sentiero che portava al luogo in cui avrebbero riposato per sempre. Clare riuscì ad individuare quella di Fred, circondata dalla sua famiglia, seguita dalla sua, di fianco alla quale c’erano i suoi genitori insieme a Draco. Loro, anche dopo la morte della figlia, sapendo quanto lei lo amasse, non lo avevano mai lasciato solo.
Arrivati a destinazione le bare vennero collocate e Clare si avvicinò alla propria. Mentre lei era ancora esattamente come il giorno della battaglia la ragazza che si intravedeva attraverso il vetro di cristallo era totalmente diversa: labbra violacee e palpebre scure spiccavano sulla pelle pallida e perfetta, i capelli lunghi e castani scendevano come una cascata sulle spalle fragili e il suo corpo era avvolto in un candido abito di seta.
Sembrava una principessa, e per sempre sarebbe stato così, perché sulla bara era stato lanciato un incantesimo che avrebbe preservato la sua giovinezza nei secoli. Clare era contenta si essere ricordata così, invece di come quando era morta. Draco si avvicinò alla ragazza in quel letto di cristallo e il vetro scivolò da un lato. Come spirito Clare avrebbe continuato a stargli accanto per sempre, anche se come persona non avrebbe potuto farlo. Lo vide prendere dalla tasca della giacca la foto spiegazzata di loro due scattata a Natale che doveva aver trovato nella tasca dei jeans della ragazza, per poi poggiarla sulle sue mani giunte insieme ad una rosa e alla sua bacchetta. Doveva averla trovata tra le macerie del castello dopo che la battaglia era finita.
-So che mai nella mia vita potrò amare un’altra tanto quanto ho amato te- mormorò prendendo la mano pallida della ragazza tra le sue, mentre le lacrime gli rigavano il viso. Clare si avvicinò a lui e, nonostante sapesse che non avrebbe potuto sentirla, poggiò la sua sulle sue mani giunte.
-Anche io ti amo, e ti amerò sempre- sussurrò con voce rotta.
Fu in quel momento che Clare vide una luce abbagliante stagliarsi davanti a sé. Probabilmente era giunto il momento che anche lei se ne andasse, gli era rimasta accanto in quell’ultimo terribile momento e d’ora in avanti non avrebbe più potuto stare con lui, nemmeno come fantasma. Non avrebbe mai voluto lasciarlo, ma sapeva che non c’era altra scelta. Così, dopo aver guardato l’amore della sua vita ancora una volta, si allontanò da lui, camminando verso la luce bianca, e sparendovi dentro.
...
 
Clare avvertiva una sensazione strana, che non avrebbe dovuto esserci. Cercò di aprire gli occhi, ma era difficile, sentiva le palpebre pesanti e un calore insolito alle mani. Anche se a fatica mise a fuoco ciò che aveva davanti, un cielo plumbeo a perdita d’occhio. Aveva gli arti intorpiditi e quindi cercò di muoversi, ma qualcosa la tratteneva: abbassando gli occhi vide una mano intrecciata alla sua, una rosa bianca.
-Clare…- sentì mormorare e risalendo con lo sguardo il braccio avvolto nel tessuto nero incontrò il biondo dei capelli di Draco. Lei però non avrebbe dovuto essere lì. A meno che…
-Draco- sussurrò cercando di ritrovare la voce, che a fatica fuoriusciva dalla sua gola secca.
-Draco- ripeté più forte, riuscendo così a richiamare la sua attenzione. Draco alzò gli occhi dalle loro mani giunte fino ad incrociare i suoi.
-Clare?- disse con stupore e meraviglia, mentre la ragazza sentiva le lacrime bagnarle il viso.
-Clare, sei viva!- esclamò alzandosi di scatto. Ancora stordita, Clare si rese conto all’improvviso che le sue braccia l’avevano afferrata, tirandola fuori dalla bara, e ora la stringevano forte, mentre i singhiozzi gli scuotevano il petto.
-Non è possibile- mormorò, allontanandola un po’ per poterla guardare meglio, mentre le sue mani scorrevano incerte tra i capelli e sul viso della ragazza, come se non riuscisse a credere che lei fosse davvero lì viva e francamente anche lei stentava a crederlo. Avevano una seconda possibilità di essere felici insieme.
-Sei stato tu… il tuo amore mi ha riportata in vita- disse Clare senza fiat, sorridendogli, mentre vedeva una gioia incontenibile esplodere sul suo viso. Draco scoppiò a ridere, come lei non l’aveva mai sentito, come se non fosse mai stato tanto felice in vita sua e probabilmente era così, come lo era per lei. La strinse forte e la baciò con trasporto e Clare si abbandonò tra le sue braccia che tanto le erano mancate.
Quando Draco si staccò, disse senza fiato: -Non ti permetterò mai più di lasciarmi. Voglio passare tutto il resto della mia vita con te-
-Non ho mai desiderato nulla di diverso, Draco- mormorò lei, baciandolo di nuovo.
Solo in quel momento Clare si rese conto delle altre persone attorno a loro che li guardavano come se lei fosse un miraggio, la sua famiglia, i suoi amici.
-Mamma… papà…- mormorò Clare con voce spezzata, mentre i suoi genitori si avvicinavano increduli. Anche quando la raggiunsero e la strinsero forte Draco non si allontanò mai da lei e non lo fece nemmeno quando, uno per uno, furono i suoi amici a reclamarla, e soprattutto Clare era certa che mai lo avrebbe fatto. D’ora in avanti sarebbe sempre stato al suo fianco.

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Capitolo 21
*** Rivelazioni ***


Un paio di giorni dopo Clare si trovava con Draco nel dormitorio di lui. La ragazza aveva deciso di non tornare a casa mentre la scuola veniva rimessa a nuovo, come avevano fatto molti altri, in modo da poter dare una mano, ma al momento sembrava che nessuno volesse farla lavorare. Il fatto di essere morta e poi ritornata in vita aveva sconvolto tutti e anche se lei voleva essere trattata esattamente come prima si rendeva conto che non sarebbe stato facile convincere gli altri, lei era una specie di miracolo.
I dormitori dei Serpeverde erano tra quelli meno danneggiati trovandosi nei sotterranei e diversi studenti delle altre case, soprattutto di quella di Clare, che erano rimasti si erano trasferiti lì in attesa che le loro stanze fossero sistemate. La torre dei Grifondoro era probabilmente una di quelle ad aver subito più danni e vedere così tanti studenti di quella casa e di Serpeverde vivere insieme, adattandosi gli uni agli altri, aveva dello straordinario.
-Ti senti bene?- le chiese Draco e Clare sollevò lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi. Era tutta la mattina che erano a letto, lei stretta fra le sue braccia, ed era probabilmente la centesima volta che glielo chiedeva. Clare gli sorrise, sfiorandogli il viso con le dita.
-Draco, sto benissimo- lo rassicurò per l’ennesima volta. Lui la strinse a sé, affondando il viso fra i suoi capelli.
-È che non potrei sopportare di perderti di nuovo- mormorò.
-Draco… non vado da nessuna parte. Sono qui con te- promise. Non avrebbe permesso mai più che la separassero da lui, a qualunque costo.
Rimasero stretti l’uno tra le braccia dell’altra ancora per un po’. Poi sentirono bussare alla porta. Draco sospirò, poi si alzò ed andò ad aprire, trovandosi di fronte Harry.
-Avrei bisogno di parlare con voi…- disse, e Draco si spostò per lasciarlo passare.
-Con entrambi?- gli chiese, facendogli poi cenno di sedersi sul letto, dove poi li raggiunse anche lui. Harry si accomodò di fronte a Clare, tra le mani teneva un libro rilegato in pelle.
-Sì, con entrambi- rispose Harry.
-Come ti senti, Clare?- si rivolse poi a lei, scrutandola con attenzione.
-Viva- rispose lei, accennando un sorriso, e sentì Draco prenderle la mano fra le sue. Harry annuì, in silenzio.
-Hai mai sento parlare di Lily Potter da Piton?- le chiese poi, cogliendola totalmente alla sprovvista. Non pensava nemmeno che lo avrebbe più sentito parlare di Piton, dopo quello che aveva fatto a Silente. Essendosi probabilmente accorto di quanto quella domanda l’avesse turbata si affrettò a spiegare.
-Le cose non sono come pensavamo. Piton ha ucciso Silente perché erano d’accordo, Silente stava già morendo e non voleva che fosse lui…- disse indicando Draco, -ad ucciderlo. Non voleva che fosse lui a portare quel peso-, spiegò e Clare lo guardò, senza parole. Avevano creduto tutti che Piton fosse dalla parte di Voldemort fino adesso e invece era sempre rimasto fedele a Silente. Proprio fino alla fine.
-Come sai queste cose?- chiese Draco, che sembrava aver reagito più prontamente di Clare alla notizia.
-Poco prima di morire Piton ha fatto in modo che potessi vedere i suoi ricordi. Così ho scoperto tutto. Ed è per quelli che adesso sono qui- spiegò, poi tornò a guardare Clare e lei capì che stava aspettando la risposta alla domanda che le aveva fatto prima. Rifletté bene, era sicura che Piton non avesse mai parlato di Lily Potter. Ma un altro nome lo aveva usato.
-Piton aveva parlato di Lily Evans- rispose, cercando di capire cosa volesse sapere.
-In che modo?- le chiese Draco, voltandosi a guardala e Clare si rese conto che anche Harry non aveva mai distolto lo sguardo da quando lei aveva fatto quel nome.
-Quando tu sei finito in infermeria- rispose, e lanciando un’occhiata a Harry si rese conto che aveva capito quale fosse l’episodio a cui si riferiva: quando lui e Draco avevano duellato nei bagni.
-Piton mi aveva detto che gli ricordavo una persona, e quando gli avevo chiesto di chi si trattasse mi aveva detto quel nome. In quel momento però avevo altro per la testa e non ci ho più pensato-.
All’epoca Clare era stata incuriosita dalla sua affermazione, ma dopo tutto quello che poi era successo non aveva più indagato. Harry rimase in silenzio per qualche istante e quando la ragazza guardò Draco per cercare di capire cosa stesse succedendo lui le fece cenno di aspettare che fosse Harry a spiegare.
-Tra i suoi ricordi ho visto quel momento- le disse poi Harry.
-In te riusciva a vedere lei, per questo faceva molta fatica ad averti qui- continuò, poi aprì il libro che aveva tra le mani e dopo aver sfogliato qualche pagina glielo porse, indicando una foto.
-Lily Evans era mia madre- disse e Clare sollevò lo sguardo su di lui, mai si sarebbe aspettata una cosa simile.
-Ti somiglia tantissimo- mormorò stupito Draco, e quando Clare osservò con attenzione la foto che Harry voleva che lei vedesse non poté non dargli ragione. Nel viso sorridente di quella ragazza riusciva a scorgere una somiglianza con se stessa che aveva dell’incredibile, a parte i capelli rossi.
-In voi due vedeva quello che avrebbe voluto per sé e mia madre. Lui l’amava, ma ha fatto delle scelte sbagliate e l’ha persa- spiegò, guardandola con attenzione e in quel momento Clare riuscì a comprendere l’espressione colma di sorpresa di Harry quando l’aveva vista per la prima volta sul treno e quella di Piton quando l’aveva portata a Hogwarts. Ora tutto aveva un senso.
-Mi sembra davvero incredibile- mormorò e Harry scrollò le spalle.
-Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentito quando ti ho vista per la prima volta. Dopo aver guardato tutte quelle volte il viso di mia madre quando era giovane in quelle foto era come se ce l’avessi davanti in carne ed ossa per la prima volta-
-Perchè non me lo hai detto?- chiese Clare. Era davvero sconvolta per quello che aveva appena scoperto, le sembrava davvero surreale.
-Non lo so, non mi sembrava mai il momento giusto- rispose lui.
-E quando sei morta… è stato come perdere mia madre una seconda volta-. Poi Harry si alzò, porgendole la mano.
-Verresti a vedere una cosa?- le chiese e Clare lanciò un’occhiata a Draco, poco prima di stringere la mano di Harry. Lei e Draco lo seguirono fino alla scala che portava a quello che una volta era l’ufficio di Silente e dopo che lui ebbe pronunciato la parola d’ordine salirono su.
-Buongiorno professoressa- disse Harry, entrando per primo nella stanza, salutando la professoressa McGrannit. Lei stava sistemando sulla parete dedicata ai presidi della scuola il quadro di Piton, proprio di fianco a quello di Silente.
-Buongiorno Potter, Malfoy- replicò lei, poi si concentrò sulla ragazza.
-Gordon. Lei come sta?- le chiese e Clare cercò di distogliere lo sguardo dal volto del professor Piton all’interno del quadro che la stava guardando.
-Bene, professoressa. Ormai mi sono del tutto ripresa- e lei annuì, sorridendole.
-Bene, sono contenta. Cosa posso fare per voi?- chiese poi guardando Harry, che le spiegò che aveva bisogno di utilizzare il Pensatoio e la McGrannit diede loro il permesso senza fare domande. Harry recuperò una fialetta con dentro dei filamenti argentati e la versò dentro una specie di bacinella che doveva essere quello che lui aveva chiamato Pensatoio.
-Devi guardare qua dentro- le spiegò e Clare fece quello che lui diceva. Si sentì come trasportata in un’altra dimensione, ma quando aprì gli occhi si rese conto di trovarsi esattamente nello stesso posto, nell’ufficio di Silente, ma non c’erano né Draco, né Harry, né la McGrannit. Solo Piton e Silente, entrambi ancora in vita. Clare si rese conto che doveva trattarsi del ricordo di cui le aveva parlato Harry.
-Perchè non me lo ha detto? Perché ha mandato me?- chiese Piton a Silente, sul suo volto un’espressione sconvolta.
-Pensavo che sarebbe stato peggio se l’avessi vista la prima volta a lezione, Severus. Mi sono sbagliato?- chiese con calma Silente, alzandosi dalla sua sedia.
-Ha una vaga idea di cosa io abbia provato nel vedere quella ragazza?- Piton si fece avanti e Clare intuì che tutto quello fosse successo dopo il banchetto quando lei era arrivata a scuola. Vista la sua somiglianza con la donna che lui amava la ragazza riusciva a comprende la sua reazione.
-Avrebbe dovuto dirmelo- continuò rivolto a Silente.
-Sarebbe cambiato qualcosa, Severus? Quando l’avresti vista ti saresti sentito meglio nel saperlo?- domandò Silente e l’altro distolse lo sguardo. Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, poi Piton parlò di nuovo.
-Com’è possibile che le somigli tanto?- chiese, come se una spiegazione razionale potesse farlo sentire meglio.
-Penso, Severus, che si tratti solo di una strana coincidenza. La famiglia della ragazza non ha nulla a che vedere con quella di Lily Evans. Ho controllato- rispose Silente.
-Sarà difficile anche per Potter- commentò poi Piton e il preside annuì.
-Non sarà facile per nessuno-
Quando Clare riuscì ad uscire dal ricordo si guardò intorno spaesata. Draco non aveva mai lasciato la sua mano e adesso la guardava preoccupato.
-Stai bene?- le chiese avvicinandosi e Clare lasciò che l’abbracciasse. In questi giorni cominciava davvero ad averne abbastanza di sorprese.
-Quindi non c’è un motivo per cui le somiglio così tanto?- chiese, cercando lo sguardo del professor Silente nel quadro e lo vide scuotere la testa in segno di diniego.
-Una strana coincidenza- commentò il professor Piton che poi guardò Draco con ammirazione.
-Sei riuscito dove io ho fallito. Hai combattuto per lei- disse e Draco abbassò lo sguardo fino ad incrociare quello di Clare.
-In voi c’è qualcosa di speciale, ragazzi- aggiunse Silente, -è stato il vostro amore a riportarti indietro dalla morte, Clare. Un fatto incredibile- commentò.
Per oggi Clare ne aveva davvero abbastanza di novità e lasciò che Draco la riportasse nel dormitorio, era davvero esausta.
-Non riesco quasi a credere a quello che abbiamo appena scoperto- disse Draco, sdraiandosi sul letto di fianco a lei e Clare si accoccolò fra le sue braccia.
-Non riesco nemmeno ad immaginare come si debbano essere sentiti quando mi hanno vista…- per lei era stato sconvolgente scoprirlo adesso, ma per loro?
-Non darti colpe che non hai…- disse però lui, avendo intuito subito cosa le stesse passando per la testa.
-Allora aiutami a non pensarci…- mormorò lei, guardandolo negli occhi. Draco le fece scivolare una mano dietro il collo e la attirò a sé, facendo aderire così i loro corpi, poi la baciò con dolcezza.
-Distraimi- gli bisbigliò Clare all’orecchio e sentì le sue labbra scenderle lungo il collo, provocandole brividi di piacere.
-Ti amo, Clare- mormorò, guardandola negli occhi.
-Ti amo anch’io Draco-

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Capitolo 22
*** Ricominciare ***


Nei giorni successivi tutto riprese meglio di prima. La scuola in seguito al lavoro di molti maghi e streghe ritornò perfettamente agibile, la professoressa McGrannit divenne preside e si preoccupò che le lezioni riprendessero il prima possibile, tutti i professori dimostrarono la massima collaborazione e tutti gli studenti terminarono l’anno senza intoppi anche chi, come Harry e i suoi più fedeli amici, non l’aveva frequentato interamente. Il giorno del diploma fu nello stesso tempo splendido e triste perché molte persone care non c’erano più. A Draco, inaspettatamente, giunse una lettera di sua madre. Non avevano più avuto sue notizie dal giorno della battaglia; diceva loro che si era lasciata alle spalle la sua vita precedente, che ne conduceva una ritirata e senza magia e che augurava loro ogni bene. Clare e Draco furono felici di sapere che non le era accaduto nulla di male e che, a modo suo, appoggiava il loro amore.
I genitori di Clare avevano continuato a voler accogliere Draco in casa loro anche dopo che lei si era ripresa dalla sua “morte temporanea”: siccome era grazie a lui che lei era ancora viva non se l’erano sentita di farlo andare via, a vivere da solo nell’immensa casa della sua famiglia. Talvolta la madre di Clare scriveva a Narcissa, perché voleva che potesse essere presente per il figlio; Harry e Draco erano riusciti persino ad appianare tutte le divergenze e a mettere da parte l’odio che c’era stato tra di loro negli anni precedenti e di questo la ragazza era contenta. Narcissa aveva inoltre fatto loro un regalo inaspettato, donando a lei e al figlio l’intero patrimonio di famiglia, compresa la villa e le altre proprietà. Lucius Malfoy era stato arrestato per i suoi crimini e nonostante Clare non potesse definirsi dispiaciuta dato che aveva cercato di ucciderli entrambi sapeva che Draco non ne era totalmente indifferente, dopotutto era pur sempre suo padre; una volta era andato a trovarlo ad Azkaban, che nel frattempo era stata liberata dai dissennatori, ma aveva preferito essere da solo. Quando era tornato a casa era molto turbato e Clare aveva preferito non fargli troppe domande. Lui le aveva comunque raccontato tutto la sera: suo padre non stava particolarmente bene, ma aveva deciso di collaborare rivelando i nomi di alcuni servi del Signore Oscuro che erano riusciti a scappare. Subito non aveva nemmeno voluto vedere il figlio, ma poi aveva desistito nel suo intento e dopo aver parlato con lui aveva capito la sua scelta. Certo, non era un grande sostenitore di Clare e avrebbe preferito che Draco frequentasse una Serpeverde purosangue, piuttosto che la Grifondoro che gli aveva fatto rinnegare tutto ciò a cui era stato educato a credere, ma per lo meno non la odiava come prima e non le augurava una morte atroce.
...
 
Quel pomeriggio Clare e Draco erano andati a fare una passeggiata per Londra, che non avevano più visitato insieme dopo Natale. Per lui ogni volta muoversi in giro per il mondo babbano, dove lei aveva passato la maggior parte della sua vita, dove era andata a scuola insieme a tutti i bambini senza poteri, alle persone normali, era un’esperienza strana. Guardava meravigliato ogni cosa, stupendosi di tutto quello che si poteva fare senza la magia. Dopotutto la maggior parte delle cose non erano conosciute nel mondo magico. Cosa se ne potevano fare delle cassette delle lettere quando un gufo ti recapitava la busta tra le mani, o di un’automobile, quando ci si poteva smaterializzare, usare passaporte e polvere volante per spostarsi da un luogo all’altro? Clare e i suoi genitori vivevano a Diagon Alley, ma quasi al confine con il mondo babbano in cui lei si era perfettamente ambientata e in cui non aveva alcun tipo di problema. Era stato buffo vedere Draco alle prese con i semplici elettrodomestici o i mezzi pubblici.
-Davvero, non so proprio come tu abbia fatto a vivere senza la magia per così tanto tempo…- le disse Draco in quel momento, mentre cucinava il pranzo e Clare scoppiò a ridere.
-Oh quante storie! Non è poi così complicato- disse stringendosi a lui.
-Davvero… ci sono così tante cose diverse… così tanti oggetti. È… diverso- concluse dandole un bacio sulla fronte.
-Beh, quando sei senza poteri ti devi arrangiare in qualche modo. Fino a tre anni fa non ne avevo e fino a quando non sono comparsi da soli ho vissuto come una persona normale-.
In quel momento sentirono bussare alla porta. Clare si affrettò ad andare ad aprire, avrebbero dovuto essere i suoi genitori; invece, davanti a sé vide due maghi, probabilmente Auror.
-Draco Malfoy abita qui?- chiese uno e proprio in quel momento Draco comparve alle spalle di Clare, mettendole un braccio attorno alla vita.
-Salve, c’è qualche problema?- domandò tranquillamente. Clare non capiva cosa stesse succedendo.
-Abbiamo un ordine di arresto per lei da parte del Ministero. Deve seguirci- dichiarò l’Auror, mentre entrambi entravano in casa.
-Cosa? No, non è possibile, abbiamo già risolto la questione tempo fa- Clare guardò Draco ma anche lui non sapeva cosa dire.
-Sono ordini del Ministero, noi dobbiamo solo eseguirli- poi rivolti a lui, -Spero che decida di seguirci senza causare problemi-. Clare stava già per replicare, ma Draco la fermò.
-Non c’è problema-, poi si volse verso di lei, -Non preoccuparti, andrà tutto bene- la baciò un’ultima volta, prima di avvicinarsi ai due Auror e in un attimo si smaterializzarono. Clare rimase ferma lì, senza sapere che fare. Stava accadendo tutto troppo in fretta, non poteva essere vero. Decise di contattare Harry, magari lui sapeva qualcosa. Corse subito in camera sua per scrivergli una lettera e spiegargli cosa fosse successo e in men che non si dica la diede al gufo di suo padre, sperando che riuscisse a fargliela avere in tempo. Per fortuna i suoi genitori sarebbero arrivai di lì a poco e non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola.
Erano passate quasi sei ore da quando aveva spedito la lettera, nelle quali l’angoscia per il destino di Draco l’aveva divorata, quando arrivò la risposta da Harry: il Ministero aveva diramato un ordine di arresto per tutti i Mangiamorte rimasti, nessuno escluso, per sottoporli ad un processo che si sarebbe tenuto il giorno seguente.
Nel mondo magico la paura rimasta era ancora tanta e le persone avevano bisogno di qualcuno su cui riversare la loro rabbia e il loro dolore. Harry promise all’amica che sarebbe stato presente al processo di Draco e che avrebbe fatto tutto quello che poteva, ma non poteva garantirle nulla. Clare sperava solo che ci sarebbe stato un giusto processo, nel quale tutti si sarebbero resi conto che Draco fosse dalla loro parte e che nella battaglia di Hogwarts aveva combattuto contro Voldemort. 

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Capitolo 23
*** Il processo ***


Harry doveva aver capito fin da subito che Clare non sarebbe rimasta a casa a sperare che andasse tutto bene e che sarebbe stata presente al processo in ogni caso perché non si stupì per niente quando la vide arrivare al Ministero.
-Io potrò scendere solo tra un po’- le spiegò, scusandosi.
-Non ti preoccupare. Ma ti prego, vieni- disse Clare, sedendosi fuori dall’aula del processo. Aveva chiesto informazioni ad un Auror che si trovava lì fuori e lui le aveva detto che il processo di Draco sarebbe iniziato fra circa un quarto d’ora e che prima di quel momento non poteva vederlo. Non le restava che aspettare lì fuori.
Dopo un po’ vide uscire un Mangiamorte scortato da due Auror fuori dall’aula, ma le porte si richiusero immediatamente senza darle il tempo di entrare.
-Che cosa significa?- chiese all’Auror messo a guardia al lato della porta, e lui la guardò come se non capisse quello che gli stava chiedendo.
-Il processo è a porte chiuse- le spiegò, come se proprio non comprendesse il suo interesse.
-Ma mi era stato detto che avrei potuto essere presente- Clare provò a convincerlo ma lui scrollò le spalle, senza aggiungere altro. Ma proprio non aveva capito con chi avesse a che fare. Lei era morta e tornata in vita grazie a Draco. Se aveva intenzione di assistere al processo non sarebbe di certo stato lui a fermarla.
-Lei non capisce, io devo entrare- provò a dire di nuovo, cercando di mantenere la calma.
-Mi dispiace, ma sono ordini del Ministro- replicò lui impassibile, per nulla incline ad ascoltare la sua richiesta.
-La prego, devo essere presente. C’è il mio ragazzo lì dentro- insistette la ragazza, a ormai aveva capito che la via diplomatica non sarebbe servita a nulla. Doveva provare con altro.
-Mi dispiace, ma non è un problema mio. Dovrebbe cercare di scegliere meglio le sue compagnie- e con quella frase l’uomo chiuse il discorso.
In preda alla rabbia Clare si sedette lì fuori, con la testa fra le mani. Non era possibile che stesse accadendo tutto quello, era davvero assurdo. Continuò a lanciare occhiate all’Auror davanti alla porta, pensando a un modo per convincerlo a farla entrare, ma non le veniva in ente nulla che non comprendesse lo schiantarlo e finire come minimo imputata in un altro processo. Certo, in quel modo dia lei che Draco si sarebbero ritrovati ad Azkaban, ma non era esattamente la soluzione che cercava. In quel momento arrivò un altro Auror che chiamò quello a guardia della porta e lo fece allontanare di qualche metro. Clare non esitò nemmeno per un secondo: scattò in piedi e si fiondò nell’aula del tribunale. Era scampata alla morte, non sarebbe bastato certo così poco a fermarla, specie se la posta in gioco era la vita del ragazzo che amava. Quando entrò centinaia di paia di occhi si voltarono nella sua direzione ma gli unici di cui la ragazza si rese conto furono quelli di Draco, che la guardarono con stupore sempre crescente. I due Auror che erano fuori di precipitarono in aula e uno dei due la afferrò per un braccio, pronto anche a portarla via di peso, ma Clare si liberò della sua presa con uno strattone, facendosi avanti.
-Sono qui per testimoniare a favore di Draco Malfoy- dichiarò, scandendo bene le parole.
-Clare, che stai facendo…- mormorò lui sconvolto.
-Signorina, la sua presenza qui non è richiesta- disse il Capo del Tribunale, guardandola annoiato. Fece un cenno ai due Auror che le si avvicinarono.
-Suppongo che le sia consentito parlare- disse però una voce alle spalle della ragazza. Clare si voltò di scatto e vide Harry avanzare verso di lei, con uno sguardo quasi di sfida. Grazie al cielo era riuscito a tornare presto.
-Se non vado errato esiste ancora la libertà di parola, o mi sbaglio?- continuò. Clare lanciò uno sguardo a Draco che era sempre più sbalordito. Magari da lei si sarebbe potuto aspettare una pazzia del genere, ma da Harry probabilmente no. Il Capo del Tribunale guardò a lungo entrambi, poi sospirò e fece cenno alla ragazza di proseguire. I due Auror si allontanarono, tornando ai lati della porta ma stando pur sempre pronti ad intervenire. Harry invece si accomodò in uno dei banchi rimasti vuoti con un'espressione compiaciuta, sapeva che nessuno avrebbe mai detto di no a lui e intendeva sfruttare questa sua influenza per aiutarla.
Clare fece un profondo respiro, poi si avvicinò al banco dei testimoni e si mise al fianco di Draco, che intrecciò le dita alle sue.
-Signore, ritengo che un giusto processo necessiti di testimoni e consenta all'imputato di difendersi- iniziò ma il mago la interruppe.
-Signorina, tutto questo è irrilevante. Siamo già a conoscenza di ciò che ha fatto il signor Malfoy-. Clare cercò di mantenere la calma, pensando che se avesse dato di matto non avrebbe risolto niente.
-Ho vissuto nel mondo dei babbani per la maggior parte della mia vita. Lì il sistema giuridico permette all'imputato di difendersi. Non vorrebbe forse che il nostro fosse da meno- continuò con tono di sfida e il Capo del Tribunale fece una smorfia infastidita.
-Sta per caso insinuando che il nostro sistema sia inadeguato?- chiese con voce acida.
-Signore, non mi permetterei mai, poiché sono convinta che lei mi lascerà parlare, garantendo un giusto processo- disse la ragazza, ribaltando la situazione in modo che non potesse impedirle di parlare.
Un mormorio sommesso invase la sala e lui zittì tutti battendo il martelletto.
-Ovviamente. Prego, continui pure-
-Signore, vorrei conoscere con precisione i capi di accusa- esordì Clare. Doveva fargli credere di avere ancora il coltello dalla parte del manico. Adesso che le aveva concesso la parola non gli avrebbe lasciato più nessun motivo per condannare Draco. Il mago parve compiaciuto di fronte a quella domanda.
-Draco Malfoy è un Mangiamorte al servizio del Signore Oscuro ed ha partecipato all'assassinio di Albus Silente-
-Questo non è del tutto vero- commentò Harry, guadagnandosi un’occhiata infastidita.
-Io ero presente e so che nonostante Voldemort avesse incaricato il signor Malfoy, lui si era rifiutato di obbedire. Albus Silente è stato ucciso, su propria richiesta, da Severus Piton- concluse Harry. E con questo un capo d'accusa era andato.
-Ciò, tuttavia, non esclude il fatto che fosse un Mangiamorte- commentò il Capo del Tribunale, con una sorta di compiacimento.
-Mi perdoni signore, ma la scelta non è stata sua. Chiunque, ritrovandosi tra il dover scegliere tra la propria morte e quella di tutta la sua famiglia e servire la causa avrebbe accettato il marchio nero- continuò Clare.
-Tuttavia quando sono stata rapita dalla sua famiglia ha trovato il modo di liberarmi e farmi scappare. E nella battaglia di Hogwarts ha combattuto dalla nostra parte, contro Voldemort e la sua famiglia- il mormorio nella sala iniziava a farsi insistente, la ragazza vedeva che in molti si stavano convincendo della sua innocenza. In quel momento si rese conto che tra le persone davanti a sé c’era qualcuno che conosceva: era Alyssa, l’amica di George. Per un istante gli occhi di Clare incrociarono i suoi e lei le sorrise incoraggiante.
-Anche quando avrebbe avuto la possibilità di tradirci non lo ha fatto e ha combattuto persino contro suo padre per salvarmi la vita- e poi decise di usare la sua ultima carta.
-Io sono morta durante la battaglia. Bellatrix Lestrange mi aveva uccisa. Ma io sono ancora qui grazie a lui, perché il suo amore mi ha riportata in vita. Come può un amore così grande essere presente in qualcuno davvero al servizio del Signore Oscuro?- concluse, guardando tutti i maghi e le streghe presenti. Li sentì mormorare e confrontarsi. Sapeva che avevano sentito parlare di quello che era successo, grazie a coloro che erano presenti la notizia si era sparsa in tutto il mondo magico. Nessuno avrebbe condannato un miracolo. O almeno lo sperava.
In quel momento Draco parlò.
-Io so di aver commesso molti errori nella mia vita, ma se me lo concederete vi giuro che farò in modo di rimediare. Ho capito troppo tardi il valore della vita e della sua bellezza...- e si voltò verso la ragazza, stringendo forte la sua mano, -ma se me lo permetterete d'ora in avanti farò tutto ciò che posso per esserne degno- concluse.
Il Capo del Tribunale rimase per un attimo in silenzio, osservandoli pensieroso.
-Quanti a favore di una condanna?- chiese poi e con il cuore in gola Clare vide alzarsi un paio di mani.
-Quanti a favore dell'assoluzione dell'imputato da tutte le accuse- e una per una si alzarono decine e decine di mani. Il mago sospirò.
-Assolto da tutte le accuse- disse poi, battendo il martelletto. In quel momento tutta la tensione scemò e Clare buttò fuori l’aria che si rese conto in quel momento di trattenere. Si voltò verso Draco, che non aveva ancora lasciato la sua mano e si buttò fra le sue braccia. Lui la strinse forte, sollevandola da terra.
-Grazie, Clare, grazie- sussurrò fra i suoi capelli.
Clare felice come mai prima, non riusciva a credere che ce l’avessero fatta. Poi Draco la mise a terra e si voltò verso tutti i maghi e le streghe che lo avevano salvato.
-Vi ringrazio- disse solo e la ragazza vide diversi sorrisi compiaciuti tra le persone che stavano loro di fronte.
-Grazie- mormorò anche lei, stringendosi al braccio di Draco. Poi insieme uscirono dall’aula e fuori trovarono Harry.
Clare corse ad abbracciarlo, senza di lui non ce l’avrebbe mai fatta, non l’avrebbero nemmeno lasciata parlare.
-Non so davvero come ringraziarti Harry- disse poi, scostandosi un po’ per poterlo guardare in faccia e lui sorrise.
-Ti meriti di essere felice, Clare- disse semplicemente, poi si voltò verso Draco.
-Harry, grazie. Se non fosse stato per te l’avrei persa per sempre-.
Draco porse la mano a Clare e la ragazza gliela strinse, avvicinandosi a lui e lasciando che le avvolgesse le spalle con un braccio. Si sentiva finalmente al sicuro.
-Voglio che tu abbia la possibilità di poter scegliere davvero cosa vuoi dalla vita- rispose Harry.
-Non potrò mai scusarmi abbastanza per quello che ho fatto- disse Draco, con la voce colma di dolore.
-Ti sarò per sempre debitore, Harry- continuò e Harry sorrise.
-Hai combattuto con noi, l’hai salvata più di una volta- dichiarò, guardando Clare, -direi che sei sulla buona strada-.
Harry poi se ne andò, aveva un appuntamento con Ginny ed era già in ritardo. Draco e Clare rimasero da soli e se ne andarono mano nella mano dal Ministero.
-Adesso vorrei portarti in un posto- disse lui all’improvviso.
-Va bene- mormorò Clare, incuriosita. Gli porte l’altra mano, chiuse gli occhi e insieme si smaterializzarono.

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Capitolo 24
*** L’avventura più grande ***


Quando Clare riaprì gli occhi rimase senza fiato: erano nell’immenso giardino di Villa Malfoy. Si ritrovò a rabbrividire, ripensando all’ultima volta che era stata lì. Draco la scortò fino all’ingresso e quanto entrarono decine di candele fluttuanti si accesero, illuminando a giorno quelle stanze solitamente così buie.
Draco la guidò verso l’enorme ingresso che dava accesso al salone. Quando Clare entrò rimase senza parole: sulla parete troneggiava un gigantesco arazzo che raffigurava un leone rampante, simbolo dei Grifondoro, affiancato da un sinuoso serpente.
-Voglio che tu qui sia a casa tua- mormorò lui, scrutandola con attenzione per cercare di intuire la sua reazione.
-Ogni cosa sarà come vuoi tu. Se qualcosa non ti piace la cambieremo, anche se non volessi nulla che riguarda i Serpeverde lo capirei, l'unica cosa che voglio è che tu sia felice e che qui ti senta a casa tua-.
Siccome Clare non diceva niente lui si affrettò ad aggiungere:
-Però se non vuoi stare qui perché ci sono troppi ricordi dolorosi basta che tu me lo dica e troveremo un altro…- per zittirlo la ragazza si sporse verso di lui e lo baciò.
Era incredibile quanto fosse cambiato per lei, ma Clare non voleva che rinnegasse se stesso.
-Draco, io non ti priverei mai di quello che sei. Tu appartieni ai Serpeverde e io ai Grifondoro, ma ci amiamo comunque. Le nostre diverse case non ci hanno mai impedito di stare insieme- gli prese le mani tra le sue e lui gliele baciò con dolcezza.
-L'unica cosa che vorrei è più luce, ora che siamo usciti dalle tenebre- gli disse con un sorriso.
Draco le prese il viso tra le mani, guardandola negli occhi e poi la strinse a sé. Clare rimase immobile tra le sue braccia, sentendosi completamente al sicuro dopo tanto tempo. La guerra era finita e loro erano ancora vivi e soprattutto erano insieme. Adesso che avevano risolto anche il problema del processo nulla avrebbe potuto impedire loro di essere felici.
Draco si allontanò leggermente per poterla guardare negli occhi.
-C’è un’ultima cosa- disse, mentre frugava nella tasca della giacca e Clare lo guardò incuriosita. Ne tirò fuori una scatolina argentata, con il bordo dell’apertura tempestato di rubini, e l’aprì. Clare non vedeva nemmeno cosa ci fosse dentro perché non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di Draco che brillavano per l’emozione.
-Quel giorno nel cimitero…- iniziò, inginocchiandosi davanti a lei,
-È stato in assoluto il giorno più bello della mia vita perché ho potuto riaverti con me- si interruppe per un secondo e Clare sentì gli occhi farsi umidi.
-Quando ti ho vista lì immobile e senza vita ho pensato che fosse una punizione per aver desiderato troppo senza essermelo mai meritato. Ma quando ti sei svegliata mi sono reso conto di quanto fossi stato fortunato ad incontrarti e che da quel momento avrei fatto di tutto per meritare di averti con me- prese la sua mano, portandosela alle labbra e sfiorandola con un bacio.
-Io ti amo, Clare. Tu mi hai salvato da me stesso, mi hai mostrato il modo per costruire una vita migliore e l’unica cosa che voglio è trascorrerla insieme a te. Mi concederesti lo straordinario onore di diventare mia moglie?- chiese, infine, mentre uno splendido sorriso illuminava il suo volto. Clare avrebbe voluto dire mille cose, ma in fondo sapeva che nulla avrebbe potuto esprimere meglio ciò che provava, se non un semplice -Sì- mormorato tra le lacrime di gioia.
Draco parve come stupito dalla risposta, sembrava quasi che si fosse aspettato un rifiuto e non potesse credere che lei avesse accettato. Ma in fondo come avrebbe potuto Clare dire di no? Lui era tutto ciò che voleva.
Draco le prese la mano e le infilò l’anello: era una rosa d’oro bianco, tempestata di diamanti che si avvolgeva attorno al suo dito in due spirali di rubini e smeraldi.
Grifondoro e Serpeverde.
Clare lo tirò a sé e lui la abbracciò stretta, sollevandola da terra.
-Amarti è stata la più grande avventura della mia vita- mormorò e lui la guardò con gli occhi che brillavano.
-La continueremo insieme- disse e la baciò. Finalmente nulla li avrebbe separati.
...
 
-Il primo è perfetto- disse Draco, passandole l'ultimo piatto da asciugare. Era passata appena una settimana da quando aveva proposto a Clare di sposarlo a Villa Malfoy e già tutta la famiglia della ragazza era in fermento per i preparativi. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il tutto avvenisse così presto e avevano preso tutti alla sprovvista. Dopotutto erano entrambi giovani e appena diplomati, ma erano certi di voler compiere quel passo. L’aver vissuto la battaglia insieme aveva fatto capire loro quanto la vita potesse cambiare all’improvviso e non volevano perdere tempo con inutili dubbi. Volevano vivere il resto della loro vita insieme, non c’era nulla che desiderassero di più.
-Sei certo che non sia troppo presto? Non sono sicura di poter organizzare tutto in così poco tempo- disse Clare titubante, riponendo le stoviglie nella credenza. Stavano ancora a casa dei suoi genitori, dato che avevano voluto apportare qualche cambiamento a Villa Malfoy e non potevano ancora andarci a vivere. I suoi sembravano contenti del matrimonio e adesso che lo avevano conosciuto meglio avevano iniziato ad apprezzare davvero Draco, era bastato vedere quanto la amasse e cosa fosse disposto a fare per lei.
Draco scrollò le spalle.
-Clare, siamo maghi. Potremmo anche sposarci la settimana prossima e sarebbe ugualmente tutto pronto- disse con un sorriso, andandole poi vicino per riporre le stoviglie dove Clare non arrivava. A volte la sua altezza era davvero frustrante. Vedendo la sua espressione seccata il sorriso di Draco si fece più ampio, poi si chinò per darle un bacio sulla fronte.
Ogni volta che lo vedeva così dolce, così cambiato rispetto a quando lo aveva conosciuto, Clare non poteva non stupirsi. Si ricordava ancora il suo sguardo seccato quando si erano scontrati sul treno, o la volta in cui i suoi amici l’avevano disprezzata per essere stata una maganò e lui era rimasto indifferente, e le sembrava incredibile che il suo amore per lei lo avesse cambiato, spingendolo a rinnegare tutto ciò che era stato educato a credere. Lui che era sempre stato convinto che la purezza del sangue fosse l’unica cosa importante stava per sposare una ragazza che era stata una Maganò; lui che era stato costretto ad essere un Mangiamorte era diventato amico del Prescelto. Quando Harry era andato da loro qualche giorno prima non aveva fatto altro che guardarlo stupito, mentre la aiutava a preparare il pranzo e rideva e scherzava spensierato, senza il peso della sua famiglia ad opprimerlo. Gli aveva pesino chiesto di essere il suo testimone di nozze, e l’altro aveva accettato, troppo sbalordito per continuare a farsi domande. Clare era così felice che fosse riuscito a perdonarlo dopo tutti quegli anni di ostilità.
-Va bene, allora direi che è deciso- disse Clare, alzando lo sguardo per poterlo guardare negli occhi. A volte le capitava di chiedersi che cosa avesse visto in lei, che cosa lo avesse spinto a rinnegare ogni cosa per un amore proibito e sinceramente non riusciva a darsi una risposta razionale. Ma poi lo guardava negli occhi e capiva che la ragione era solo una: l’amore. E l’amore non ha nulla di razionale.
-Non vedo l’ora di sposarla, signorina Gordon- mormorò, avvicinando il viso a quello di lei e facendo scorrere lentamente le dita sulla pelle nuda delle sue braccia. Clare si sentiva stordita, completamente in balia del suo sguardo.
-Sarò presto sua, signor Malfoy- mormorò, avvicinandosi di più a lui.
Agganciò le dita ai passanti dei suoi pantaloni, attirandolo a sé. Fu come se anche lui non aspettasse altro: le prese il viso tra le mani, baciandola con passione, affondando le mani tra i suoi capelli sciolti. Clare sentiva il fuoco divampare tra di loro. Con dita tremanti gli sfiorò la pelle nuda della schiena sotto la camicia e un attimo dopo lui l’aveva sollevata per farla sedere sul tavolo della cucina, dopo aver spostato un paio di pentole con un movimento brusco. Adesso erano alla stessa altezza. Clare sentì qualcosa cadere, ma non se ne curò minimamente, contavano solo le mani di Draco che la sfioravano senza sosta. Clare strinse le gambe attorno ai suoi fianchi e sentì le sue dita scivolare sul polpaccio e poi su, sulla coscia. La ragazza sentì i brividi in tutto il corpo. Non smisero un attimo di baciarsi, come se in quel modo potessero esprimere tutta la paura che avevano provato nell’ultimo anno: quando Clare aveva scoperto che lui fosse un Mangiamorte e che questo avrebbe impedito loro di stare insieme; quando si erano ritrovati l’uno contro l’altra, lui per essere federe alla sua famiglia, lei per proteggere i suoi amici. Clare percepì il dolore che lui aveva provato quando aveva tenuto il suo corpo senza vita tra le braccia e la propria disperazione quando credeva che lo avrebbe perso per sempre dopo il processo. Si dissero tutto senza mai parlare, beandosi l’uno della vicinanza dell’alta. Le mani di Draco erano pericolosamente vicine alla cerniera del vestito della ragazza, quando sentirono la porta d’ingresso aprirsi. Ci separarono di scatto.
-Clare, siamo a casa!- esclamò la madre di Clare. La ragazza guardò Draco con gli occhi sgranati e saltò giù dal tavolo, cercando di aggiustare i capelli e il vestito e lui si sistemò la camicia, passandosi una mano tra le ciocche bionde. La guardò per un secondo e annuì, per farle capire di essere presentabile.
Uscirono dalla cucina e trovarono i genitori di Clare nell’ingresso.
-Siete tornati presto- esclamò la ragazza andando ad abbracciarli. 
Se i suoi li avessero visti giusto un attimo prima avrebbero cacciato fuori di casa Draco fino al matrimonio.
-Siamo tornati prima perché i Weasley ci hanno invitati tutti a cena da loro questa sera- disse suo padre.
-Anche io?- chiese Draco titubante.
-Ma certo. Fai parte della nostra famiglia adesso. Fareste bene ad andare a prepararvi- rispose sua madre con un sorriso. Detto ciò, se ne andarono entrambi in camera loro, lasciando da soli i due ragazzi. Clare e Draco si guardarono per un attimo, poi scoppiarono a ridere.
-Ci è mancato davvero poco- mormorò lei abbracciandolo e appoggiando la testa nell’incavo della sua spalla e sentì la sua risata rimbombare sotto l’orecchio.
-Continueremo il discorso più tardi- sussurrò Draco tra i suoi capelli.
-Non vedo l’ora- e lo sentì ridere di nuovo.
...
 
Circa un’ora dopo si ritrovarono tutti nell’ingresso, Draco con il suo impeccabile completo scuro e Clare con un vestito rosso senza spalline. Quella sera avrebbero annunciato il loro fidanzamento e la ragazza voleva essere impeccabile.
Si presero tutti per mano e si smaterializzarono, per ritrovarsi un attimo dopo nel giardino della Tana.
Mentre si avvicinavano all’ingresso Draco le prese la mano e guardandolo negli occhi Clare si rese conto di quanto fosse turbato, sembrava che si fosse preoccupato meno per la battaglia di Hogwarts che per quella cena. Clare poteva capirlo, negli anni precedenti non aveva avuto buoni rapporti con nessuno dei suoi amici e probabilmente essere stato invitato lo metteva terribilmente a disagio.
-Andrà tutto bene- mormorò Clare e lui annuì nervoso, continuando a seguirla. Non riuscirono però a fare nemmeno un paio di metri che lo sentì tirarla per un braccio per fermarla. I genitori della ragazza rivolsero loro un’occhiata preoccupata, ma andarono comunque avanti, per lasciarli un attimo da soli.
-Clare, è stata davvero una pessima idea. Io non dovrei essere qui, non dopo quello che ho fatto- disse con voce angosciata.
-Loro mi odiano e ne hanno anche tutte le ragioni. Non posso presentarmi a casa loro come se niente fosse...- ma lei lo interruppe, prendendogli le mani tra le sue.
-Draco, non possono provare a perdonarti se non lasci che vedano come sei davvero. Noi stiamo per sposarci e non voglio che ci siano problemi o tensioni il giorno del matrimonio- disse guardandolo negli occhi.
-Harry ti ha perdonato, sarà addirittura il tuo testimone. Due anni fa lo avresti creduto possibile?- chiese e lui intrecciò le dita alle sue.
-Due anni fa non avrei nemmeno creduto che potesse esistere una persona come te e che qualcuno potesse amarmi davvero- confessò lui.
-Draco, tu sei cambiato e loro se ne accorgeranno. E poi ci sono io con te- disse e lui sorrise.
-Ti amo- mormorò.
-Ti amo anch'io- replicò Clare, e lui la abbracciò.
-Ma continuo a pensare che non sia una buona idea- e lei non riuscì a trattenersi dal ridacchiare. Draco fece un profondo respiro e insieme raggiunsero l’ingresso della Tana. Ad aspettarli, trovarono Molly, che salutò Clare con un caloroso abbraccio. Nei giorni seguenti a quello in cui la ragazza si era risvegliata dalla morte le aveva scritto quasi ogni sera, per accertarsi che stesse bene. La considerava un miracolo.
Clare sentì Draco irrigidirsi al suo fianco. Quando Molly la lasciò andare e si volse verso di lui la ragazza vide nei suoi occhi che avrebbe voluto trovarsi ovunque tranne che lì.
-Io…- tentò di dire, ma Molly si sporse ad abbracciare anche lui che per un attimo rimase immobile, totalmente sbalordito, ma poi iniziò a rilassarsi.
-Entrate pure- e li fece accomodare all’interno che sembrava sul punto di scoppiare: c’erano tutti i Weasley con i rispettivi compagni, quindi Fleur, Harry ed Hermione. Clare riuscì a raggiungere i suoi amici trascinandosi dietro Draco che sembrava sul punto di scappare. Ma in fondo l'unico a preoccuparsi era lui, perché loro si stavano comportando come se lo avessero totalmente perdonato. Quando si sedettero a tavola Clare si ritrovò tra Draco e George. La cena proseguì al meglio e tutte le paure di Draco riguardo al fatto che lo odiassero si dimostrarono infondate: lo trattavano come se fosse stato sempre uno di loro e tutti gli anni di divisioni e pregiudizi non fossero mai esistiti. L'unico a sembrare giù di morale era George. Clare aveva provato più volte a chiedergli se ci fosse qualcosa che non andava ma il ragazzo aveva sempre eluso la domanda, accennando un sorriso e sviando il discorso. Alla fine lei aveva lasciato perdere.
Arrivati alla fine del pasto Clare decise che fosse arrivato il momento di dire agli altri del matrimonio. Si alzò in piedi, richiamando la loro attenzione, e tutti si zittirono e si concentrarono su di lei.
-Volevo approfittare di questo momento per dirvi una cosa che riguarda entrambi- esordì guardando Draco, che le sorrise, stringendole la mano. Clare notò anche il sorriso di Harry, l’unico dei loro amici a sapere quale fosse la notizia che voleva dare.
-Stiamo per sposarci e saremmo davvero felici se poteste venire tutti al nostro matrimonio-. Per un attimo tutti rimasero in silenzio, guardandoli stupiti e per un secondo Clare temette quasi che le paure di Draco fossero fondate, ma poi tutti si alzarono per congratularsi con loro. Draco sembrava essere più tranquillo e pareva non essere più a disagio ogni volta che qualcuno gli si avvicinava. Si fece persino stritolare una seconda volta nell'abbraccio della signora Weasley con il sorriso sulle labbra. Clare non riusciva nemmeno a immaginare come dovesse essere stata la sua infanzia e la sua vita prima di incontrare lei, ma dubitava che ci fosse così tanto amore e affetto nella sua famiglia. Sospettava che l’unica a volergli davvero bene fosse sua madre Narcissa.
Tutti chiesero loro un milione di volte se ne fossero sicuri, se non fossero troppo giovani, ma comunque Clare vide sui loro volti tutte espressioni di gioia.
Si separò un attimo da Draco che si trovava tra Harry e Ron e rideva e scherzava con loro come se fossero amici da sempre e si avvicinò a George, che se ne stava un po’ in disparte.
-Stai bene?- mormorò sfiorandogli un braccio e lui si voltò verso di lei.
-Certo, Clare. Sono molto felice per te- rispose con un sorriso che li non poté fare a meno di ricambiare.
-È che stavo pensando quando sarebbe stato contento Fred per tutto questo- continuò e lei lo abbracciò. Lui la strinse forte a sé, sospirando.
-Vorresti essere il mio testimone?- gli chiese poi Clare, guardandolo negli occhi e lui le sorrise.
-Sarebbe un onore-


Nota: eccoci, siamo agli sgoccioli. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 25
*** Il matrimonio ***


Il giorno del matrimonio arrivò più in fretta di quanto Clare avesse pensato: era il primo ottobre, e Villa Malfoy era stata decorata per la festa.
Se qualche anno fa le avessero detto che avrebbe organizzato le sue nozze in una villa con un ragazzo come Draco avrebbe pensato che fossero completamente impazziti, ma adesso non riusciva ad immaginare nulla di diverso. I suoi genitori e i loro amici li avevano aiutati con i preparativi, decorando tutto il giardino della villa e, a sorpresa per tutti, era arrivata anche Narcissa; per nessun motivo si sarebbe persa il matrimonio del suo unico figlio. Draco ne era stato davvero felice, Clare sapeva quanto ci tenesse che almeno lei fosse presente. Alcuni suoi parenti avevano rifiutato l'invito, perchè ancora legati alle vecchie tradizioni e non l’accettavano nella loro famiglia, altri sarebbero arrivati di lì a poco. Certo, anche qualcuno dei suoi non si era mostrato particolarmente entusiasta che lei sposasse un ex Mangiamorte Serpeverde, ma le opposizioni erano cessate quando avevano capito quanto si amassero. Avevano spedito tutti gli inviti via gufo e in tutto ci sarebbero state circa seicento persone, di cui la maggior parte composta dai compagni e amici che, nonostante la diffidenza iniziale, li avevano appoggiati ed erano felici che il loro amore alla fine fosse riuscito a trionfare nonostante le difficoltà.
Quello del matrimonio fu uno dei giorni più belli della vita di Clare, ma la cosa che fra tutte rimase maggiormente impressa nella sua mente e nel suo cuore furono gli occhi colmi d’amore di Draco che si legarono ai suoi quando scese dalla scalinata avvolta nel suo splendido abito bianco e viola, e che non la lasciarono mai durante la cerimonia, il ballo e ovunque lei fosse andata quella sera.
Ci furono molti momenti bellissimi, per lei impossibili da dimenticare, ma la cosa più importante era solo una: l’amore di Draco.
Un amore che lei era certa non l’avrebbe mai lasciata.



Nota: ecco l'ultimo capitolo! Spero che la storia di Draco e Clare vi abbia appassionato.
Presto inizierò a pubblicare un'altra storia riguradante l'universo di Harry Potter nel quale incontreremo di nuovo Clare e Draco. I protagonisti di questo nuovo racconto saranno George Weasley e la sua amica Alyssa, che è stata presentata in un precedente capitolo. Spero che anche la loro storia potrà appassionarvi! 
Alla prossima!

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