Bella come una Katana

di LadyOA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 Potente guerriera samurai ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Un villaggio non molto tranquillo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Donna o mocciosa? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 Nami si allena con la spada ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 Zoro sensei ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 Allenamenti o ? ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 fortunata o potente guerriera samurai? ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 Posso farcela? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 siate femminili idioti! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 non sono fragile ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 Il momento dei conti ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 Mocciosa e Buzzurro ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 Lui è mio chiaro? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 una promessa è debito ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 Potente guerriera samurai ***


Bella come una katana
Salve a tutti questa ff è la prima che scrivo dopo anni e dopo la conclusione recente della mia precedente ff Burlesque, sono stata ferma anni anche se leggevo perché avevo mancanza d’ispirazione ma ora vorrei tornare a sviluppare molto delle mie idee, questa ff sarà ambientata a Wa, non seguirà però il flusso temporale della saga, sarà parallela anche se Hiyori (non odiatemi) sarà presente per nostra poca gioia Zonamosa.
Grazie a tutti spero di non deludere
Buona lettura
 
CAPITOLO 1 potente guerriera samurai
 
Non poteva crederci quell’idiota finalmente era di nuovo insieme a loro ma si era portato dietro UNA DONNA, Nami era furente, quell’idiota che non cambiava minimante espressione se una donna ci provava con lui o lei gli si parava davanti mezza nuda e ora era tornato con quella Oiran che gli stava sempre appiccicata, era nera camminava nera lungo le strade del regno di Wa, incenerendo chiunque le si avvicinasse, Robin dal canto suo la guardava con il suo solito sorriso di chi sa già tutto, aveva visto come la sua sorellina guardava, cercava e tormentava Bushido-san, era divertita da come era tanto intelligente e furba in tutto tranne che sui suoi sentimenti, vide Sanji avvicinarsi a lei per cercare di calmarla
-Mia adorata cosa ti turba? –
In risposta ricevette uno sguardo furente e uno dei micidiali cazzotti di Nami che imprecando continuava a camminare
-siete tutti degli IDIOTI! – urlò inviperita mentre sbattendo i piedi li distanziava.
Zoro la guardava, era più acida del solito quella strega, non capiva perché le era sembrata tanto contenta al loro incontro, non capiva questo suo sbalzo d’uomo
-Zoro-Sama – una voce smielata attirò la sua attenzione, Hiyori era attaccata al suo braccio spingendo i seni da dentro il kimono contro il suo braccio, strusciandosi contro con insistenza, grugnì in disappunto, non sopportava tutte quelle moine.
Nami li osservava da lontano dalla sua ira funesta, la vedeva strusciarsi e lui non allontanarla o altro, questo la mandava fuori da ogni  grazia; ammettere già di provare qualcosa per quell’ominide era una cosa assurda e le era costata tanto di quel orgoglio che si malediceva ancora di più per tutta la gelosia che provava in quel momento, per come era arrabbiata nessuno osava avvicinarsi solo Robin o Chopper le potevano rivolgere la parola senza incontrare uno dei suoi pugni micidiali.
Sbatteva ancora i piedi a terra non curante di quello che aveva davanti infatti finì a sbattere contro qualcosa di grande, alzo gli occhi a squalo già pronta a fulminare chiunque fosse; per un attimo sbiancò perché davanti a lei c’era un grande e robusto uomo dall’aspetto poco gradevole e dall’aria furiosa che la guardava male, notò che l’uomo teneva qualcosa in una delle mani guardando meglio vide una giovane ragazza vestita da miko con le lacrime che cercava di liberarsi.
-come ti permetti puttanella! – le ringhiò non molto educatamente, il tono usato non piacque a nessuno dei suoi Nakama, soprattutto a Zoro che da lontano lo stava fulminando con gli occhi, stavano tutti per frapporsi tra l’uomo e Nami quando questo con la mano libera prese l’elsa della sua katana ma la giovane navigatrice furente per Zoro e alterata ancora di più dal termine con cui l’aveva chiamata lo guardo glaciale e afferrò prima di lui la sua katana puntandogliela alla gola sibilando solo
-sparisci dalla mia vista verme –
Il tono usato fece raggelare l’uomo che fissò quella donna impertinente, vedeva il suo sguardo da dietro la frangia rossa, sembrava un demonio, riuscì soltanto a deglutire mentre lasciava il braccio della miko e correva via spaventato.
I ragazzi guardarono la loro amica, si Nami sapeva essere spaventosa quando era arrabbiata ma non l’avevano mai vista così, guardò la katana che aveva in mano, le dava ancora più i nervi perché le ricordava Zoro così la lasciò andare, guardò verso Zoro da dietro la frangia e i nervi le salirono ancora di più alle stelle vedendo Hiyori aggrappata ancora di più a lui che faceva le moine da finto spavento, stava per esplodere quando la voce della miko che l’abbracciava la fecero riprendere
-grazie mia salvatrice! Davvero grazie! Potente guerriera samurai come posso sdebitarmi!? – urlava con le lacrime di gioia la miko stringendola e affondando il volto nel seno di Nami che usciva dallo striminzito kimono che indossava, Nami batté le palpebre, come l’aveva chiamata?
-come scusa? Cosa sarei? – ripetette quasi incredula
La miko dal canto suo non la lasciava andare era immersa nel seno florido di Nami con le lacrime
-potente guerriera samurai! – ripetette la miko guardandola con riverenza, Nami la staccò da sé ricomponendo l’abito
-ti sbagli di grosso io! … - non finì la frase che la miko le prese la mano guardandola con occhi da cucciolo
-vi prego devo sdebitarmi con voi! Venite al tempio con me per mangiare e farvi un bel bagno caldo – quasi la implorava, tenendole ancora la mano, Nami la guardò e poi guardò i suoi compagni, forse un po' di relax era quello che le serviva per non pensare troppo a quel buzzurro
- va bene accetto l’invito – sospirò e la vide saltellare contenta
- forza seguitemi! Mi Chiamo Yume sono la apprendista Miko del tempio Tsuki di questo villaggio il mio maestro sarà contento di ricevervi – disse allegra mentre prendeva a camminare tenendo la mano di Nami tutta contenta, i nakama si presentarono tutti contenti, sembrava una ragazza molto allegra, solo il buzzurro testa verde era infastidito un po' dal comportamento della giovane, l’aveva vista stringerla forte a se e affondare il volto nel seno di Nami, non era la prima volta accadeva che altre donne le toccassero i seni così ma quella ragazza lo aveva stranito, emettendo un grugnito seguì il gruppo con sempre Hiyori a piovra sul braccio, che guardava la scenetta e poi Zoro, ridacchiando, quella situazione forse poteva andare a vantaggio suo.
 
 

 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 Un villaggio non molto tranquillo ***


Capitolo 2 Un villaggio non molto tranquillo

 
Stavano camminando guidati da Yume che non accennava a scostarsi da Nami, cosa che stava iniziando davvero a stufare a Zoro, la guardava strusciarsi al suo braccio e guardarla con ammirazione, grugnì ancora incrociando le braccia quando sentì qualcosa che gli impediva la stretta, solo allora si ricordò di avere addosso ancora quella donna, la scostò sentendola lamentarsi
-Zoro-sama – piagnucolò, ma non ricevette risposta, guardò ancora verso Nami e vide quel cuoco di serie C provare ad approcciare con Yume che spaventata, se non schifata, si nascose dietro a Nami che strillò Sanji di non infastidirla dandogli anche un cazzotto, questo lo fece ghignare era la solita strega arpia.
Yume non le si era staccata di dosso un secondo, ma forse era un bene l’aveva distratta da quel babbione dalla zucca verde, solo a ripensarci le saltavano i nervi, sbuffò scocciata, cosa che attirò l’attenzione di Yume
-tutto bene mia potente guerriera? – le domandò guardandola con ammirazione stretta al suo braccio, Nami si ridestò dai suoi pensieri e la guardò, le ricordava un po' Chopper quella ragazza, piccola e indifesa così le tocco la testa accarezzandola come si fa con un cane
-tranquilla – le sorrise dolcemente
Yume dal canto suo la guardò e per poco non le scese il sangue dal naso piroettando un po' come faceva Sanji, gli altri guardavano la scena tra il divertito e l’esasperato pensando in coro che era Sanji al femminile.
 
Camminarono ancora per un po', il villaggio non era sfarzoso anzi era molto modesto quasi povero, la maggior parte degli abitanti erano umili contadini, tutti salutavano educatamente la miko che rispondeva con educazione, camminavano lungo una piccola strada in salita alla fine di essa un templio, sicuramente quello di cui parlava la loro nuova amica, era ben curato anche se non era un templio sfarzoso, la giovane ancora più allegra prese Nami per mano correndo con lei verso un anziano signore che puliva l’ingresso, Yume lo chiamava con tono rispettoso, lui si girò e sorrise nel vederla
-Yume finalmente sei tornata! – lo disse con tono sollevato, notando poi la giovane ragazza dai capelli ramati che teneva per mano e dietro di loro un gruppo di persone molto eccentriche.
-maestro Usho! Maestro le presento la mia salvatrice la potente guerriera Samurai Nami – disse euforica indicandogli Nami che dal canto suo provava a calmarla, dicendole che non doveva chiamarla così, l’uomo anziano la guardò, vestiva un abito succinto anche se lo stile era tradizionale, molto corto e scollato sul florido seno, i capelli lunghi rossi fiamminghi legati in una coda bassa, la guardò ancora e poi diede uno scappellotto a Yume, che lo guardava con le lacrime agli occhi mordendosi l’abito del kimono, si decisamente era Sanji al femminile, questo fu il pensiero dei nakama.
-quando vedi una bella donna non ragioni più! Che hai combinato stavolta?! – le urlò con la faccia a denti da squalo
-no maestro questa ragazza mi ha salvato da Tetsuo – gli disse e tutti notarono il cambiamento d’espressione nel vecchio, che guardò ancora Yume e poi Nami inginocchiandosi davanti a lei
-mi perdoni per la mia maleducazione somma guerriera samurai! La ringrazio per aver salvato la mia apprendista, chieda quello che desidera esaudiremo ogni suo desiderio! –
Il volto di Nami se prima era scocciato dalla scena ora aveva cambiato espressione, gli altri sapevano che quel sorrisetto che metteva non prometteva nulla di buono
-tutto quello che desidero? – i suoi occhi assunsero la solita forma di berry, facendo preoccupare ulteriormente i suoi nakama
-certo grande guerriera! Tutto per ringraziarla di aver aiutato Yume da quel Tetsuo! –
Nami si mise a riflettere per bene, stava per parlare quando la mano di Nico Robin si posò sulla sua spalla
-Nami che ne dici di un bel bagno caldo e da mangiare per il momento? – le disse guardando Yume e il suo maestro, poi disse piano a Nami in modo da sentire solo lei
-così forse farai pace con una certa testa verde – le disse vedendola arrossire e poi guardare male verso Zoro che ancora era appiccicato ad Hiyori sbuffando e incrociando le braccia sotto il seno
-potete ospitarci per la notte? Sono stanca vorrei riposarmi – disse con tono duro, il maestro annuì mentre Yume contenta saltava e prendeva la mano di Nami e anche quella di Robin stavolta
-venite vi accompagno io! –
-Yume-san perché non accompagni anche me per mano?! – svolazzando Sanji corse verso le giovani, ma Yume gli diede un calcio guardandolo male, prima di tornare a tirare Nami e Robin dentro, gli altri li seguirono ridendo contenti, mentre Sanji si mangiava il bordo del kimono piangendo invocando i nomi delle sue dee e di Yume, Zoro scontroso entrò no non gli piaceva per nulla come Yume si comportava con Nami, gli dava i nervi come quello stupido cuoco, Hiyori seguiva Zoro ovunque cosa che lo stava davvero spazientendo, anche perché quando c’era lei di mezzo Nami non gli si avvicinava neanche di mezzo centimetro e questo non lo sopportava.
 
Si erano fatti tutti un bel bagno e ognuno aveva ricevuto anche dei vestiti di ricambio e ora stavano aspettando l’arrivo delle ragazze, mentre il maestro versava da bere ad ognuno, dopo un po' arrivarono le giovani nakama, un splendore per gli occhi, indossavano ognuna un kimono lungo, ricevettero molti complimenti dai loro amici, mentre prendevano posto, Hiyori come solito si mise in mostra vicino a Zoro che non aveva proferito parola, era rimasto a fissare la bella navigatrice nel suo kimono giallo chiaro impreziosito da tanti fiori di ciliegio, i capelli raccolti in un morbido chignon basso che le lasciavano cadere la sua solita ciocca ribelle sul viso,
la vide incrociare il suo sguardo e forse era il bagno che aveva appena fatto ma vide un rossore sulle guance forse per il modo in cui lui la guardava? mosse la bocca per dire qualcosa e così avere un contatto con lei, anche un semplice scambio d’insulti quando vide i suoi occhi farsi assassini e guardare sul suo petto, gelò Zoro a quello sguardo, notando poi Hiyori che si strusciava a lui, imprecò staccandosela di dosso, non la sopportava più, cercò nuovamente lo sguardo di Nami ma la trovò girata quasi offesa a parlare con Yume che si era messa tra lei e Robin, versando alle ragazze da bere, imprecò nuovamente.
Erano tutti intenti a mangiare quando sentirono bussare in modo insistente al portone del templio, tutti si guardarono
Pochi secondi dopo sentirono la grande porta aprirsi e un forte vento travolgerli, facendogli chiudere gli occhi per qualche istante, mentre Zoro, Sanji, Rufy e Franky si misero sull’attenti, davanti a loro al centro della stanza un uomo grande con un vestito da samurai e sull’elmo una faccia da oni torreggiava su di loro, li guardava con austerità squadrando ognuno di loro, fino ad incrociare lo sguardo della giovane cartografa di bordo, che raggelò, lui la fissò schifato e gli puntò la katana contro
-sei tu la donna che ha battuto mio fratello? – tuonò guardandola, Nami deglutì terrorizzata pronta a negare quando Yume parlò con tono spavaldo
-si è lei! E vi farà ancora il culo a strisce se non te ne vai subito! –
Nami le tappò la bocca tirandola verso di sé, ma quale culo a strisce era lei che se la stava facendo sotto, lo vide muovere la Katana per colpire sia lei che Yume, chiuse gli occhi pronta a sentire il freddo del metallo contro la sua carne, ma ciò non avvenne, aprì di scatto gli occhi trovandosi davanti Zoro che aveva bloccato con la sua wado Ichimonji il fendente guardando l’uomo in modo glaciale, Nami sospirò di cuore nel vederlo, era sempre li quando lei era in pericolo
-Zoro… - sussurrò quasi come a ringraziarlo, guardandolo grata e ammaliata, il suo sguardo non sfuggi né a Yume né a Hiyori, che cercava di attirare l’attenzione dello spadaccino; mentre Zoro a sentire il sospiro di Nami non poté non farsi scappare un ghigno
-devo sempre pararti il culo mocciosa – le disse guardandola con il suo ghigno stampato in faccia, lei si riprese subito dallo stato di trance in cui era caduta
-mi pare ovvio sono disarmata! –
-tks! – anche solo quello scambio di parole lo aveva rinvigorito, era la solita Nami, riportò sull’uomo la sua attenzione quando lo vide muovere il braccio portandosi la katana davanti al volto controllandola che non avesse graffi, severo portò di nuovo gli occhi sul giovane che torreggiava davanti la ragazza
-levati moscerino non sei tu il mio avversario –
Lo sguardo di Zoro si fece ancora più duro quello di un demonio quasi e si frappose ancora di più tra Nami e quell’uomo, non gli avrebbe permesso di toccarla con un dito, la tensione era alle stelle quando il maestro Usho prese la loro attenzione
-Bankozu esci da questo templio immediatamente! Gli accordi con il tuo clan sono chiari! Se infrangi questa regola non avrai più il nostro sostegno! Oltretutto la tua avversaria è disarmata non è un comportamento degno di un Samurai! –
Tuonò il maestro severo portando le mani in preghiera, Bankozu spostò lo sguardo da Nami e Zoro al Maestro
-non lo è servita una sua arma per battere mio fratello –
-non m’importa! I patti sono chiari e poi questo è pur sempre un templio non ti permetto di violarlo con tutta questa violenza! Vuoi batterti con lei?! Lo farete ma non qui e non ora da samurai segui il codice d’onore se ancora lo possiedi! –
Banzoku chiuse gli occhi che poi riportò su Nami, che sudò nuovamente freddo, nascosta ancora da Zoro
-tu donna, ci batteremo tra 4 giorni al lago Aka, solo io e te, altrimenti…- guardò ognuno dei presenti e muovendo la katana creò un forte vortice d’aria, Nami strinse di più a se Yume le stava trascinando verso di loro quando sentì la stretta di Zoro attorno a loro, le teneva bloccate con il suo corpo reggendosi alla sua spada conficcata nel pavimento, Nami si strinse di più a lui, terrorizzata, anche gli altri si stavano reggendo come meglio potevano, Rufy stringeva forte a se Robin e gli altri membri della ciurma, sembrava che tutti fossero al sicuro quando finito il turbine di vento non videro che Hiyori, Usop, Chopper erano finiti rinchiusi e rimpiccioliti dentro una gabbia di legno legata all’elsa della katana di Bankozu
-i tuoi amici e la donna del tuo amico moriranno al posto tuo-
Detto questo si volatilizzò con un’altra folata di vento, rimasero tutti in silenzio per qualche secondo, non capendo ancora cosa era successo, solo una cosa era chiara Nami aveva trovato un avversario che non accettava un rifiuto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 Donna o mocciosa? ***


Capitolo 3 Donna o mocciosa?
 
Non capiva come ci era finita in questa storia, camminava avanti e indietro con le mani tra i capelli disperata, non poteva essere vero!? Imprecava sempre di più, cercando di capire come ci era finita in quella situazione, poi si ricordò perché! era incazzata con Zoro per lui e Hiyori e se la era presa con quell’omone, impreco ancora di più era tutta colpa di Zoro! Era sempre colpa sua!
I suoi nakama la guardavano non sapevano se parlare e cercare una soluzione o lasciarla sfogare, Sanji prese coraggio e la chiamò
-Nami- swan mia dea, non preoccuparti ci penseremo noi a quell’uomo –
Cercò di rassicurarla ricevendo in cambio i suoi micidiali pugni, no decisamente in quel momento parlare con lei non era una buona cosa
 Zoro la guardava non piaceva neanche a lui quella situazione, altro che potente guerriera samurai, lei non doveva neanche avvicinarsi a quell’energumeno, così parlo sempre con il suo solito tatto
-ci penseremo noi si, non saresti in grado neanche di fare un movimento contro di lui – pensava di averlo detto con tono gentile, invece ricevette in cambio uno sguardo di puro odio ed ira funesta da parte della ramata, Sanji lo prese a pedate in faccia inveendo contro di lui
-marimo idiota! Non si parla così alla mia dea Nami! –
-è solo la verità cuoco effemminato! –
-come mi hai chiamato testa di verza!? –
I due iniziarono a litigare come solito quando furono pestati da Nami che li lasciò inermi a terra, sotto lo sguardo attonito degli altri, sbuffò stanca quando Robin la chiamò
-troveremo una soluzione Nami, ora però abbiamo bisogno delle spiegazioni da parte vostra – disse guardando poi Yume e il suo maestro, i quali si guardarono e facendo segno di sedersi si accomodarono a terra, fu il maestro a parlare
-vedete il nostro villaggio non è ricco, come avrete constatato camminando per le strade, ma non è sempre stato così, una volta era un paese rigoglioso e pieno di vita, avevamo le donne più belle del territorio dell’ovest, ma un giorno… - mormorò il maestro sconsolato, Yume gli strinse la mano per fargli forza - … un giorno il Clan di Bankozu, sentite le voci sulla bellezza delle nostre ragazze, venne qui e dopo aver saccheggiato e vandalizzato il villaggio, massacrato l’esercito del nostro shogun e qualunque persona provasse a dargli contro, si sono stanziati nel palazzo dello shogun e hanno iniziato a rapire una parte delle donne del villaggio, quelle che trovavano, ne abbiamo salvate molte ma vivono nascoste e recluse, se le trovano le portano nel palazzo e li le schiavizzano prima di venderle al miglior offerente, Yume è una delle poche che non si nasconde, ma ogni volta che esce dal templio temo che non torni –
-e quale è l’accordo che avete stipulato di cui parlavate prima? – chiese Robin mentre ascoltava con attenzione
-il patto è una volta al mese gli diamo in dono 5 ragazze del villaggio e loro in cambio non uccidono tutti quanti e soprattutto non toccano questo templio, sappiamo è una cosa deplorevole ma non ci possiamo affidare a nessuno, Il clan di Banzoku ha battuto anche l’esercito addestrato dello shogun, erano i migliori combattenti – parlava con vergogna inginocchiandosi davanti a loro
-La prego potente guerriera samurai ci aiuti! Lui si batterà soltanto con lei! – disse disperato inginocchiandosi quasi implorando verso Nami, che lo guardava tra il terrorizzato e lo sconcertato lei non era un samurai, non era una guerriera, lei era solo una navigatrice!
-allora salviamo gli altri certo come no -
Lo sbuffo di Zoro e le sue parole però le fecero perdere la ragione, come si permetteva, certo la sua Hiyori era in pericolo ma non doveva permettersi di dire certe cose, lo fulminò con gli occhi e guardando furiosa Yume e il maestro disse
-ci penserò io ad aiutarvi! Batterò quel Bankozu con la spada! –
Tutti rimasero di sasso Zoro casco a terra ma era matta?? Non sapeva neanche come tenerla in mano una katana lei!
Nessuno dei suoi amici provò a controbattere lo vedevano il suo sguardo d’ira, Yume e il maestro la guardarono con immensa gratitudine
-ora basta vado a dormire! – disse andandosene non voleva sentire altro né vedere nessuno, era nera furibonda come le nubi tempestose che generava con il suo Sorcery Clima Takt, stava ancora imprecando quando si sentì afferrare per un polso e girare con forza, si stupì di vedere lo spadaccino guardarla furente strattonandola verso di sé
-ma sei stupida o cosa?! – le urlò a pochi centimetri dal volto
-chi vorresti battere tu!? E con quale arma! Finiscila di giocare a fare l’eroina e lascia che ci pensiamo noi a salvare Usop, Chopper e Hiyori! –
La guardava sempre più furente, ma il motivo era diverso da quello che pensava Nami, lei credeva che fosse così arrabbiato perché era in gioco la vita di Hiyori mentre in realtà lui era furente perché era lei quella in pericolo che si fingeva paladina della giustizia, questo lo mandava fuori dalla grazia dei Kami, Nami strappò la mano dalla sua presa guardandolo furente
-non sono una mocciosa da proteggere! Non sono una donna debole! –
Glielo disse con tono distaccato, ferito e colmo di rabbia, ma questo non fece che alterare ancora di più Zoro
-NON SEI UNA SPADACCINA NAMI! E SI SEI UNA MOCCIOSA UNA DONNA NON SI COMPORTEREBBE COSI’– le urlò al limite della ragione, Nami non gli diede il solito pugno, ne urlò isterica, lo guardò con gli occhi arrossati per le lacrime che cercava di reprimere era ferita da quelle parole, ferita profondamente
-non sono una donna degna della tua fiducia o delle tue attenzioni come Hiyori vero?! –
Urlò prima di andarsene nelle sue stanze lasciando li uno Zoro che la fissava pietrificato, odiava quello sguardo, odiava sapere che l’aveva ferita profondamente, ma perché aveva tirato fuori Hiyori alla fine?! Non ci stava capendo nulla, batté la mano sul volto imprecando sentendo poi una presenza dietro di lui, sbuffò riconoscendo il cuoco
-che vuoi!? – ringhiò, Sanji in risposta buttò fuori il fumo guardandolo
-sei proprio un idiota sai? – disse mentre lo superava non degnandolo di un calcio e questo fece capire ulteriormente a Zoro la gravità della situazione
- non si gioca così con il cuore delle donne – buttando fuori il fumo camminò non dicendo altro, lasciando Zoro li da solo, ma che voleva dire quel damerino, non ci capiva nulla, sapeva solo di aver fatto arrabbiare Nami e che doveva trovare la soluzione per dissuaderla dal combattere con quel tipo, poi avrebbe capito il resto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 Nami si allena con la spada ***


Capitolo 4 Nami si allena con la spada
 

La nottata non poteva essere stata delle peggiori non era riuscita a chiudere occhio, né a togliersi le parole di Zoro dalla mente, si passo la mano sul volto sbuffando, era stata anche stupida a dire che ci avrebbe pensato lei! Ma come diavolo pensava di fare?! Guardò Yume che le dormiva abbracciata chiamando il suo nome nel sonno e sbuffò quella ragazza si fidava di lei, in qualche modo con i suoi nakama avrebbero risolto, senza svegliarla si alzo, andando a lavarsi e vestirsi, uscita dalla stanza si incamminò nel templio camminando vicino al giardino, era una bella giornata di sole, portò la mano davanti gli occhi a causa di un riverbero di luce, notò allora una piccola struttura distaccata ben curata con sulla porta delle saette, incuriosita si avvicinò e aperta la porta si trovò davanti ad un piccolo altare con sopra una katana dal fodero azzurro con incise sopra delle saette, la guardò affascinata Nami avvicinandosi ad essa, ci girò intorno per guardarne ogni dettaglio, l’elsa era intrecciata da fili azzurri ed oro, gli intarsi sulla fodera erano tutti intagliati a mano e perfetti, Nami la osservò ancora prima di prenderla con attenzione timorosa di romperla.
Lentamente osservando la spada uscì dal piccolo tempio, voleva ammirare quell’arma alla luce del sole, sfiorò con le sue dita la custodia percorrendola per tutta la sua lunghezza ammaliata, era la prima volta che teneva una spada in mano, no aveva anche tenuto quelle di Zoro ma in quell’occasione non aveva potuto ammirarle troppo erano in piena battaglia, mise la spada sul fianco come le teneva sempre Zoro e provò ad estrarla ma grugnì quel buzzurro faceva sempre capolino nella sua mente non lo sopportava più
-vedo che hai trovato la leggendaria todoroko inazuma la spada del fulmine ruggente – la voce del maestro la destò dai suoi pensieri, facendola sobbalzare provocando in lui una risata
- mi scusi la rimetto subito al suo posto – disse Nami tenendo la katana con cura girandosi per riporla al suo posto, ma lui la fermò
- no no tienila per la battaglia, quella spada ti sarà molto utile –
Nami lo guardo e si morse il labbro, non poteva mentire così e mettere tutti in pericolo
-Maestro mi perdoni ma io! … -
-ecco dove eri forza scansafatiche dobbiamo allenarci per lo scontro –
La voce di Zoro la fece sobbalzare ancora di più e si girò a guardarlo, la guardava con il suo ghigno più strafottente con sulle spalle due katane in legno da allenamento, Nami non capiva
-oh vi lascio al vostro allenamento, grande samurai – il maestro fece una riverenza ed andò via lasciando i due da soli, calò il silenzio Nami non voleva parlargli così gli diede le spalle per mettere a posto la katana e poi andare via, ma Zoro la bloccò
-stre…Nami – sospirò guardandola – fatti aiutare, quell’uomo non è un avversario da sottovalutare, ti insegnerò le basi dell’arte della spada per difenderti se sarà necessario poi ci sarem.. ci sarò io ad aiutarti – le disse guardandola fisso negli occhi, non mentiva l’avrebbe aiutata, sarebbe stato li al suo fianco per proteggerla, la guardava intensamente, talmente tanto da far arrossire Nami che riusciva a distogliere lo sguardo da lui, lui la teneva per il polso fermo ma dolce ed era strano per lui essere così delicato ma non poteva non esserlo il suo polso era così piccolo e delicato che gli sembrava che si potesse spezzare da un momento all’altro, erano li fermi a guardarsi quando la faccia di Rufy che mangiava della carne tra di loro non li fece saltare
-Rufy! Dannazione a te avvisa quando arrivi! – urlò Zoro con denti a squalo lasciando il polso di Nami, la guardò ancora qualche istante mentre pestava il povero capitano per lo spavento che gli aveva provocato, aveva visto quel rossore affiorare nuovamente sulle sue gote non se lo era immaginato stavolta, aveva sentito il suo battito accelerare alla sua presa non lo aveva immaginato, che voleva dire tutto questo?
-io avrei un piano – disse Robin attirando l’attenzione di tutti su di lei
-dicci mia adorata Robin – svolazzò Sanji intorno a lei tempestandola di cuori
-Zoro insegnerà le basi della spada come si è proposto poco fa così almeno farà vedere alle sentinelle del clan che ci stanno controllando- disse con il dito davanti le labbra in segno di silenzio poi continuò -che lei si sta preparando per lo scontro, ma il giorno dell’incontro con Nami andranno altre giovani ragazze – parlò ridacchiando mentre guardava i nakama, indicando Zoro, Sanji, Rufy e se stessa – si fingeranno le ragazze in dono al clan che verranno consegnate se Nami perdesse invece sarete voi e combatterete contro il clan di Banzoku mentre io e Nami andiamo a liberare Usop e gli altri, così libereremo anche il villaggio dalla tirannia di quegli uomini –
-mia dea ma come sei intelligente! – Sanji le girava intorno venerandola, Nami ci rifletté su e annuì convinta
- si potrebbe funzionare- disse con il suo sorrisetto furbetto guardando poi Zoro che deglutì
-Sensei sono pronta per le sue lezioni – sorrise contenta e malandrina Nami, lui era esasperato, ok lo aveva proposto lui ma non pensava la ritenessero un’idea intelligente, Nami lo tirò per lo yukata andando al centro del giardino fregandogli una delle spade di legno, mettendosi poi davanti a lui la spada verso di lui, no non poteva andare peggio a sua opinione.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 Zoro sensei ***


Capitolo 5 Zoro il Sensei


Erano ore ormai che Nami e Zoro erano in giardino ad allenarsi o meglio lui provava a insegnarle almeno le basi ma la scena che si ripeteva era la stessa Nami che prova ad attaccare Zoro, Zoro che la disarma e la fa cadere di sedere a terra senza scomporsi, Nami che gli urla e lo picchia in testa, erano quasi comici anche se Sanji e Yume li guardavano da lontano con le lacrime agli occhi imprecando contro Zoro per la poca premura che aveva nei riguardi della loro dea.
Nami era stanca morta erano ore che sotto al sole si allenava con Zoro, che invece era fresco come una rosa, dopo l’ennesima caduta a terra imprecò alzandosi frustrata
-Basta! sono stanca morta! – gli disse guardandolo storto, lui ghignò era divertente strapazzarla a quel modo e vedere la testardaggine con cui fino ad ora si era rialzata
-durante uno scontro questo ti costerebbe la morte, mocciosa viziata – le disse con tono canzoniere guardandola, era tutta scompigliata, le maniche dello yukata tirate su, lo aveva sollevato anche fino alle ginocchia per potersi muovere meglio era molto sudata per l’attività fatta, la trovava dannatamente sexy più del solito forse
-questo non è uno vero scontro Buzzurro! – risposte alla sua frase toccandosi il fondoschiena che doleva per le ripetute cadute, sicuramente le sarebbe uscito un livido, stava per urlare contro Zoro quando lo trovò a pochi centimetri dal suo volto che la fissava serio
-eh? Zoro? – domandò arrossendo ma in tutta risposta lo spadaccino la prese con delicatezza dai fianchi e si sporse con il busto a guardare dietro di lei verso le sue natiche che ancora lei sfiorava con le dita
-ti conviene metterci una crema, potrebbe impedirti di muoverti bene in caso di attacco – le disse con naturalezza non facendo caso alla situazione ambigua in cui erano, lui la controllava con occhio esperto in fatto di lividi e contratture dovute agli allenamenti, non stava pensando al lato sensuale, fino a quando non sentendo la risposta di Nami non la guardò in volto notando l’estrema vicinanza che avevano, poteva sentire il suo respiro contro le sue labbra e il suo buonissimo profumo di mandarini e sale colpirlo in pieno quasi a stordirlo, vide il suo volto farsi sempre più rosso quasi quanto i suoi capelli,  il suo corpo che era mezzo premuto al suo, sentiva il suo florido seno che da sotto la stoffa si poggiava al suo petto nudo, gli occhi spalancati che lo fissavano con una strana luce e poi lui avvertì qualcosa sotto le mani, le sue grandi mani callose e indelicate che la tenevano dai fianchi, quasi spariva per quanto esile tra le sue braccia, divenne rosso a sua volta staccandosi giusto in tempo quando le voci di Yume e Sanji chiamavo Nami
-Namiiii! – urlarono in coro i due correndo da lei, ma Yume fece lo sgambetto a Sanji facendolo finire faccia a terra e corse per prima da Nami abbracciandola
-Nami-sama andiamo a mettere una crema così ti passerà il dolore-
Nami dal canto suo era ancora in trance con il cuore che le batteva come un martello pneumatico e rossa in viso oltre ogni dire, non contestò Yume che la trascinò via sotto lo sguardo disperato di Sanji che urlava di voler mettere lui la crema a Nami-san e Zoro che era confuso e destabilizzato, quel contatto lo aveva fatto vibrare dentro, si guardò le mani con cui l’aveva tenuta a se, certo altre volte nelle lotte l’aveva presa in braccio o spostata per salvarla ma quella volta il contatto era stato diverso, non c’erano pericoli solo lui che la teneva a se con estrema delicatezza, desiderava toccarla ancora di più, voleva ancora più contatto con lei, la voce piagnucolante di Sanji lo fece ridestare e innervosire per le moine e lagne che stava rivolgendo a Nami e Yume, immaginandole semi nude a spalmarsi la crema, Zoro gli diede diversi calci
-sei un vero pervertito! – gli urlò andando verso degli alberi del giardino guardando poi nella direzione dove erano sparite Nami e Yume, sicuramente ora la ragazzina stava massaggiando la natica di Nami, la cosa lo fece innervosire voleva essere al suo posto.
 
Sussultò Nami al freddo della pomata che Yume le stava passando sulla natica rossa e gonfia per le varie cadute, Yume con gli occhi a cuore ma con estrema delicatezza muoveva la mano sulla natica della ramata, guardando poi il volto di Nami che ancora rossa per l’accaduto di prima guardava verso il giardino, Yume la richiamò dai suoi pensieri
-Nami-sama, state insieme a quel carciofo? – le chiese diretta vedendola sobbalzare ed arrossire
-Ma cosa dici Yume! Non sto con quel buzzurro cavernicolo! Non provo nulla per quel rozzo! – cercava di usare un tono convincente ma era visibile anche ad un ceco che tra i due c’era una carica attrattiva, anche se nessuno dei due voleva ammetterlo, ridacchio Yume, finendo di spalmarle la crema, notando poi un cambiamento nello sguardo di Nami, inclinò la testa sospirando moggia
-poi a lui non interessano le mocciose, preferisce le donne come Hiyori – cercò di dirlo il più piano possibile per non farsi sentire ma Yume aveva colto quel suo tormento, le tornarono alla mente i momenti al loro incontro quella donna era appiccicata a Zoro che invece non se la filava di striscio, poggiò una mano sulla schiena di Nami amichevole stavolta, era poco sveglia la sua bella ramata
-Yume? – la chiamò non capendo, lei scosse la testa e la tirò per le mani
-forza mia potente guerriera samurai andiamo a rifocillarci! Le grandi guerriere devono essere in forza –
Sorridendo e ridendo la trascinò fuori dalla stanza, non era lei nei pensieri di Nami ma poco le importava, avrebbe fatto in modo che quello spadaccino scontroso pur di staccarla da lei si facesse avanti.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 Allenamenti o ? ***


Capitolo 6 allenamenti o?
 

Il giorno dopo mentre era nel mondo dei sogni dolorante dagli allenamenti del giorno prima, Zoro entrò nella loro stanza trovandola nel letto che dormiva con Yume avvinghiata a lei con il volto nei suoi seni e la sua vena sulla fronte pulsava talmente tanto che stava per esplodere, si tocco tra gli occhi per non urlare e con pochissima delicatezza turò via il futon sotto Nami e Yume facendole saltare svegliare di colpo, urlarono entrambe
-tuuu!!! Ma sei matto!! – urlò con i denti a squalo Nami alzandosi funesta prendendolo poi a calci e pugni, sotto lo sguardo ilare di Yume che stava avvinghiata alla vita di Nami facendo la linguaccia a Zoro.
 
Dopo la sfuriata di Nami, lo spadaccino era seduto in giardino pieno di lividi e bernoccoli mentre le dava le indicazioni dei movimenti osservandola, Nami era ancora arrabbiata con lui e lo avrebbe fulminato se solo si fosse avvicinato ma quegli allenamenti erano necessari, li stavano ancora spiando quindi doveva farli, essendo arrabbiata si concentrò sui movimenti che Zoro le indicava di fare dopo averglieli mostrati, li ripeteva una ripetizione dopo l’altra, lui le spiegava i movimenti e la osservava in ogni movimento, sapeva era ancora arrabbiata con lui per lo scherzo della mattina ma non sopportava che anche una donna ora ci si metteva a provarci con lei davanti a lui, la guardò aveva la fronte corrugata per la concentrazione, le labbra strette quasi in un morso e guardava con determinazione e rabbia, davanti a se sferrando colpi all’aria uno dopo l’altro, era bella la sua mocciosa quando era concentrata e anche arrabbiata, la vide effettuare dei movimenti più precisi, non erano perfetti ma per lei che non aveva mai toccato una katana quello era un grande passo, la vide dopo un po' fare una smorfia che aumentava ad ogni fendente, controllò la situazione e vide che la presa delle sue mani non era più ferma come l’inizio, così alzandosi la fermò
-fermati Nami – le disse avvicinandosi a lei, che in risposta grugni e continuò, lo avrebbe preso a mazzate altro che, vedendola ignorarlo lui le fermo la katana levandogliela dalle mani, controllando poi i suoi palmi ed eccoli lì come aveva immaginato, tagli e abrasioni dovute al movimento ripetuto per ore, sfiorò le dita della navigatrice con estrema delicatezza, non le si addicevano quei tagli, certo sulle sue mani c’erano i segni delle ore passate sulle cartine ma quei segni le stavano bene, quelli lasciati da allenamenti rozzi con la spada no, Nami stava per urlargli contro ma non lo fece, era di nuovo li a pochi centimetri da lei che si comportava a quel modo strano da destabilizzarla, dannato lui, era l’unico che la destabilizzava a quel modo, cercò questa volta di non arrossire ma era difficile lui le sfiorava le dita con una delicatezza che lei aveva visto usava soltanto con le sue spade quando le puliva, quasi con devozione, socchiuse gli occhi Nami cullata da quel tocco, le sue mani erano così grandi e calde, avrebbe voluto essere toccata ancora di più da lui, in altri punti del suo corpo
-vanno disinfettati e messi i cerotti se non vuoi che rimangano i segni –
Non voleva che sulle sue mani rimanessero quei segni, lei doveva restare priva di segni orrendi come i calli che invece riempivano le mani dello spadaccino, Zoro girò il volto verso di lei e con suo sommo piacere la trovò con gli occhi socchiusi che si beava del tocco che lui le regalava sulle mani, piano continuò per vedere se la sua supposizione era giusta o meno e quella fu confermata perché quando mosse le dita in circolo lentamente sul suo palmo la sentì emettere un sospiro basso quasi un miagolio socchiudendo ulteriormente gli occhi, era ipnotizzato da lei, continuò con le dita salendo verso il polso, sentendola rabbrividire, gli piaceva vederla fare le fusa per i suoi tocchi lo eccitava, faceva sentire importante, avrebbe continuato ancora e sarebbe andato anche oltre se non la sentì ritirare il braccio e distanziarsi da lui, mormorando cercando di nascondere il rossore delle gote per il calore che le scorreva in corpo
-è meglio se vado a farmi curare le mani, non possiamo sbagliare o la tua Hiyori non la potrai rivedere – mormorò senza neanche dargli il tempo di rispondere perché era corsa via da Yume e Robin, che le era preso? Fino ad un secondo prima era estasiata da quel tocco e poi scappava? Zoro non ci capiva nulla, Nami non gli faceva mai capire nulla, perché poi insisteva con Hiyori? La sua Hiyori? Gli vennero i brividi di ribrezzo solo a pensarci scuotendo la testa
 
Nami era corsa via da quella situazione scottata nuovamente da lui, che diamine gli prendeva? Ogni volta che erano soli finivano per ritrovarsi vicini, pericolosamente vicini, quel tocco lento e vellutato, le sue dita calde che le sfioravano la pelle, sentiva ancora il fuoco dentro, un fuoco che dal basso ventre la faceva fremere tutta, si strinse la mano sul petto, per darsi un contegno, doveva ringraziare che in quel momento aveva ricordato perché si stava allenando con Zoro, per salvare i suoi amici e quella frivola della donna che si era portato dietro, questo pensiero la fece incupire ed arrabbiare, imprecò maledicendo se stessa e quei sentimenti che provava per lui
-Nami tutto bene? – la voce di Robin la ridestò dai suoi pensieri, Nami guardò la sua amica e sorridendo le annuì
-si Robin anzi mi potresti aiutare medicandomi le mani? – le chiese ma Yume che era appena entrata le corse incontro
-ci penso io mia Nami-sama- le sorrise raggiante Yume e Nami non si oppose si mise seduta mentre Yume le medicava i tagli e glieli fasciava con cura.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 fortunata o potente guerriera samurai? ***


Capitolo 6 fortunata o potente guerriera samurai?

 
 
Era il terzo giorno, la mattina dopo avrebbero dovuto andar al luogo dell’incontro, lei aveva passato i giorni precedenti ad allenarsi con Zoro, era stanca e tutta dolorante, oltre che mentalmente sfiancata dai momenti d’attrazione che erano capitati tra lei e lo spadaccino, si alzò con poca voglia quella mattina, subito la voce di Yume attirò la sua attenzione
-mia Nami-sama! Oggi che ne dici di accompagnarmi al villaggio! –
Le disse saltandole addosso strofinandosi contro i suoi seni mal nascosti dallo yukata da notte, Nami la guardò
-ma non è pericoloso andare al villaggio? – chiese lei poco serena
-ma no! Ci sarete voi con me! Non potrà accaderci nulla! – le disse guardandola con ammirazione, Nami si grattò la testa
-Yume hai visto come sono maldestra con la katana di legno? Vero che lo hai notato? –
Ridacchiò Yume
-si mia Nami-sama ma so anche come farvi diventare forte e imbattibile se serve –
Nami la guardò con un grosso punto interrogativo sulla testa, ma di che diavolo stava parlando?
-possiamo anche andare a compare i vestiti per domani per noi e i ragazzi Nami – Robin si affacciò dalla porta guardandole mentre sorrideva, ci si metteva anche lei ora? Ma solo lei percepiva che era una pessima idea?
-siii! Così vestiremo i ragazzi da donzelle indifese – se la rideva di gusto Yume ancora stretta ai seni di Nami, sbuffò Nami ma se anche Robin lo riteneva opportuno allora
-ok va bene ma portiamo Franky con noi o Jinbe, mi sento più tranquilla –
-oh chissà perché mi aspettavo nominassi Bushido-san – ridacchiò l’amica andando sotto lo sguardo torvo di Nami poi a chiamare uno dei due nakama come richiesto da Nami, la quale con l’aiuto di Yume si preparò per uscire.
Erano sulla porta del templio, Nami, Yume, Robin e Franky, vestite con kimoni tradizionali lunghi e di colori neutri per non attirare altra attenzione, anche se era pressoché impossibile erano entrambe bellissime, stavano per andare sotto lo sguardo preoccupato di Sanji che aveva minacciato più volte Franky di sbullonarlo se fosse capitato qualcosa alle sue dee, Rufy che se la rideva e Brook che cantava lodi alle mutandine di Nami e Robin, mentre Zoro? Nami lo aveva cercato con lo sguardo ma dello spadaccino non c’era traccia, sospirò rattristata quando il maestro la bloccò
-Nami-sama tenete questa – le disse porgendole la todoroko inazuma, Nami lo guardò di sasso – questa spada potrà aiutarvi in caso di necessità – le disse sorridendole benevolo, Nami la prese studiandone ancora un i dettagli, quella spada l’affascinava provava una strana scarica a tenerla in mano, fece una riverenza al maestro e poi ricordando i movimenti di Zoro nel legare le sue katane in vita, fece lo stesso posizionandosi sul fianco la spada, poggiando la mano sopra l’elsa, le dava sicurezza quella katana le sembrava di portare Zoro con se in un certo senso, gli altri la guardarono con il kimono e i capelli raccolti con la mano sulla spada sembrava proprio un samurai, quella spada le conferiva una strana aura, che visione si era perso quel cavernicolo, pensò Sanji dando ancora uno sguardo alla ramata, ringraziato il maestro nuovamente i 4 uscirono dal templio.
Zoro era seduto a sonnecchiare sotto un ’albero nel giardino sul retro in attesa della mocciosa, ma dopo un’oretta abbondante qualcosa non gli tornava era strano che a quell’ora stesse ancora dormendo, si che non si allenava mai così tanto ma di suo non era una che dormiva troppo, stranito andò a chiamarla ma nella stanza non c’era traccia ne di lei ne di Yume, anzi non sentiva i soliti schiamazzi di Yume o di Sanji in ricerca di Nami o Robin, girando per il templio non la trovò da nessuna parte e raggiunti gli altri chiese
-Nami? – disse senza troppi giri di parole, Rufy con aria innocente parlò
-è andata con Robin, Yume e Franky al villaggio avevano delle commissioni da fare – per poco a Zoro non scoppiò un embolo dove era andata? Con quei tizi che volevano farle la festa?! Ma era scema o cosa?!
-maledetta stupida mocciosa – imprecò mentre scattò per correre al villaggio ma uno sgambetto del biondo cuoco lo fermò
-ma sei rincretinito riccioli d’oro? – urlò con i denti a squalo Zoro, mentre Sanji fumava tranquillo la sigaretta
-è inutile che ti scaldi tanto, la bella Nami è in buone mani è con Franky e poi sa difendersi-
Ma era diventato scemo anche lui? Stava parlando di Nami! La fifona che si andava a nascondere appena poteva! Quel posto aveva dato di testa a tutti Sanji lo scaraventò con un calcio contro una parete
-sono preoccupato quanto te cretino ma dobbiamo fidarci di Franky e delle capacità delle nostre dee! – gli diede un altro calcio e poi aspirando dalla sigaretta si allontanò qualche passo da lui, ghignando nel guardarlo
-poi ti sei perso la bella Nami che con modo orgoglioso si legava la katana in vita era così bella e fiera- lo guardò malissimo pronto a scattare contro do lui quando anche Brook si mise a piroettare dicendo
-la bella Nami! Mi farei affettare il cuore se solo ne avessi ancora uno yohohoho – disse suonando il violino
-basta voi due pervertiti! – urlò con i denti a squalo Zoro, due motivi per maledire quella situazione 1 Nami in pericolo 2 quei pervertiti l’avevano vista sfoggiare la sua figura con una katana vicino, grugnì Zoro camminando per il templio doveva distrarsi o sarebbe diventato matto a pensare a lei in pericolo, andò ad allenarsi forse quello lo avrebbe distratto.
 
Avevano portato qualche medicina e alimento ad alcuni abitanti del villaggio che non potevano permetterseli o stavano male, questa era una cosa che Nami non poteva sopportare, le ingiustizie come quella non le accettava proprio, guardava quelle persone e le abitazioni che una volta erano splendenti ora erano tutte rovinate e non curate a causa della situazione, strinse l’elsa della katana con rabbia
-sistemeremo la situazione Nami – la voce decisa e sicura della sua amica Robin la fece sorridere, mentre con Yume continuavano ad aiutare le povere persone del villaggio, passarono la mattinata tranquilla fino a che non andarono a comprare gli abiti per loro e i loro Nakama, usciti dal negozio delle figure attirarono la loro attenzione, erano due loschi individui vestiti come samurai, uno era magro quasi rachitico mentre l’altro era basso e tondo quasi come una mela, li guardavano e sghignazzavano
-così saresti tu il samurai che dovrebbe battere il nostro capo, è davvero un peccato perché sei sprecata così, varresti un sacco di soldi al mercato nero – disse quello secco leccandosi le labbra nel guardare prima Nami e poi le altre due ragazze
-anche le tue amiche varrebbero un sacco di soldi, soprattutto la piccola Milko –
Yume indietreggiò e Nami si mise davanti a lei per difenderla, incenerendo con lo sguardo i due, aveva paura si ne aveva da morire ma Yume era più indifesa di lei, cercò con la mano libera il suo sorcery clima takt e si maledì lo aveva lasciato al templio, che stupida era stata, aveva solo la katana per difendersi ora, pessima cosa pensò!
Accanto a lei Robin e Franky erano vigili e pronti per una qualunque mossa degli avversari, per fortuna c’erano loro due.
-ci presentiamo siamo Baketsu – parlò quello basso e torno – e Oribu – continuò quello alto
- e siamo i famigerati fratelli del clan di Banzoku – dissero in coro partendo all’attacco Nami non si mosse da davanti a Yume per proteggerla mentre Robin e Franky passarono al contro attacco, Robin con il suo potere fece apparire un groviglio di braccia intorno ad Oribu che rimase bloccato, mentre Franky colpiva in pieno Baketsu, sia Robin che Franky pensarono che era stato facile batterli come avevano supposto vedendo i soggetti, ma con sorpresa di Robin Oribu si liberò dalla sua presa sciogliendosi in una bozza di color verdognola e gialla, oleosa
-ma si è sciolto !! è diventato olio!!- urlò Nami sconvolta guardando preoccupata i compagni, mentre Baketsu si era rialzato mostrando sul punto dove lo aveva colpito Franky che la pelle era diventata di metallo non procurandogli alcun danno, i due sghignazzarono
-pensavate di batterci facilmente ma non è così! Siamo i famigerati fratelli del clan di Bankozu siamo i Baketsu to Oribu no ki! – dissero fieri assumendo una posa fiera, Nami ci provò, provò a non ridere per quel nome ma non resistette e scoppio a ridergli in faccia, Lo stesso stavano cercando di fare anche Robin e Franky
-il secchio… - rideva e si teneva la pancia Nami indicandoli – e… e l’olivaro – scoppiò del tutto a ridere cadendo anche a terra tenendosi la pancia, i due fratelli erano rossi e stavano bollendo di labbra a vederli ridere così urlarono
-BASTA! ORA LA PAGHERETE PER LA VOSTRA INSOLENZA! –
I Nakama provavano a smettere di ridere ma non ci riuscivano, solo quando i due fratelli partirono all’attacco smisero di Ridere
-Nami porta via Yume! Qua ci pensiamo noi! – le disse Robin vedendo annuire Nami che presa per mano Yume cercò di scappare via ma sia lei che Yume furono bloccate da un getto di olio che le colpì sulle gambe, prima caldo e poi a contatto con la loro pelle si raffreddò diventando duro quanto la roccia tenendole bloccate
-dannazione! – imprecò Nami non riuscendo a muoversi dalla vita in giù, Yume era vicino a lei che spaventata guardava lei e i suoi compagni, intendi ad attaccare e difendersi dai nemici, non erano forti ma erano schivi e i colpi che provavano a mandare a segno i suoi nakama fallivano perché loro si proteggevano con i loro poteri, pensa Nami pensa! Si ripeteva nella testa, non aveva la sua arma con sé la quale avrebbe potuto fulminarli o congelarli, imprecò mentalmente strinse la mano sull’elsa della spada non era Zoro lei! Sentì un fremito quando la sua mano e l’elsa si toccarono questa volta
-ora voi belle donne verrete con noi! Così vi unirete alla vostra compagna che non fa altro che invocare uno stupido spadaccino! –
A quelle parole qualcosa in lei o nella spada non seppe cosa di preciso ma qualcosa scattò, quella dannata donna pure a distanza la faceva perdere la lucidità e la sanità mentale, immaginò lei che si fionda tra le braccia di Zoro strusciandosi a lui e lui che rimaneva li fermo a strusciare con lei, ah no! Non lo sopportava furente guardò i due impiastri che si stavano dirigendo verso lei e Yume, estrasse la spada senza pensarci era nera di rabbia e gelosia, scagliò contro i due dei fendenti di fulmini, erano talmente accecanti e potenti che tutti i presenti chiusero gli occhi e i due malcapitati finirono abbrustoliti e scaraventati via, per la forza e il calore l’olio che aveva bloccato Nami e Yume si frantumò, facendole cadere a terra, Nami non capiva che era successo, sbatté diverse volte le palpebre nel guardare la lama che adesso era tornata normale, luccicante di ferro, la guardava e riguardava, cosa diavolo era successo?? Girò il volto verso i suoi amici e li vide stupefatti anche loro, Nami rimise la spada nel fodero quasi spaventata ma non ebbe il tempo di dire o fare altro che Yume le saltò al collo
-mia salvatrice! Mia potente guerriera samurai! Avevo ragione io siete formidabile! – urlava contenta attaccata al collo di Nami

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 Posso farcela? ***


Capitolo 8 Posso farcela?
 
Erano ore ormai che le ragazze e Franky erano usciti, Zoro stava perdendo la pazienza ma quanto ci mettevano ancora? Stavano bene soprattutto? Sbuffò mentre sollevava dei massi usati come pesi di fortuna quando sentì la voce del cuoco chiamare con gioia i nomi delle nakama
-Mie adorate!! State bene?! Andato tutto per il meglio? – svolazzava intorno le ragazze con una tempesta di cuoricini, gli occhi di Zoro cercarono subito Nami non appena guardò il suo volto qualcosa lo allarmò aveva una faccia incredula e non reagiva alle moine del cuoco, no qualcosa non tornava, la voce allegra di Yume confermò che era successo qualcosa
-Maestro! La grande Nami-sama ci ha salvato dai Fratelli Baketsu e Oribu! È stata fenomenale con la grande todoroko inazuma! – urlava tutta contenta imitando i movimenti fatti da Nami con occhi sognanti
-quanto era bella la mia salvatrice! – Nami la guardò e sbuffò, mentre tutti i suoi Nakama si avvicinarono a loro, notò finalmente anche Zoro, leggermente sudato, si stava allenando ovvio lui si allena sempre, incrociò il suo sguardo e il suo battito accelerò, la stava guardando fisso a scrutarla dentro, forse per capire cosa aveva? Di certo Nami era sconvolta da quello che era successo, non capiva ancora come era stato possibile, strinse a sé la katana con il cuore che le rimbombava nel petto e sentì di nuovo quella sensazione, un fremito e una pulsazione da parte della lama racchiusa nella sua custodia, che significava? La strinse a sé, tornando a guardare Zoro, che non aveva distolto lo sguardo da lei, l’aveva vista sussultare e stringere di più quella katana, guardò quella spada emanava una strana energia, una potente energia lo percepiva benissimo lui ma quell’energia sparì quando Nami se la legò al fianco interrompendo il contatto con essa, che voleva dire?
Yume aveva raccontato con l’aiuto di Robin, l’accaduto e tutti guardavano increduli Nami e la katana ad interrompere il filo dei pensieri fu il proprio lei che si rivolse al maestro Usho
-maestro, questa spada ha qualche potere particolare? – chiese dando voce al pensiero che aveva attanagliato la sua mente e quella dei suoi Nakama, il maestro gli fece cenno di seguirlo dentro al templio
-venite e vi spiegherò –
Tutti lo seguirono dentro e si accomodarono in cerchio attorno a lui, che chiese a Nami di porgergli la katana, lei con attenzione gliela passò, lui allora la estrasse dal fodero ma non successe nulla era una semplice spada, strano pensò Nami
-vedete questa spada fu forgiata da uno dei più grandi maestri di katana della nostra regione, però non la forgiò per un samurai esperto – mentre parlava la muoveva con estrema cura sfiorandola nei dettagli – la forgiò per la donna di cui era innamorato, infatti come potete vedere è più piccola e leggera di altre spade, che di solito hanno delle lunghezze più grandi – la porse nuovamente a Nami la quale constatò che si effettivamente l’elsa era più piccola delle spade che aveva Zoro e non le pesava affatto tenerla in mano o sul fianco, il maestro continuò – però vedete, la donna di cui era innamorato purtroppo era andata in sposa ad un altro uomo e questo provocò in lui un temendo tormento, mentre forgiava la spada l’amore, la voglia di proteggere, la gelosia, la rabbia, il dolore non lo lasciavano stare e più passava il tempo a forgiarla più questi sentimenti crescevano in lui, era uno dei combattenti più forti oltre che un vero maestro nella forgiatura, nelle sue lame mise molto spesso parte del suo spirito combattivo e in questa spada in particolare, dettato da quei sentimenti che lo attanagliavano infuse molto spirito combattivo anche perché voleva dimenticare quei sentimenti per quella donna, voleva cancellare da lui quei sentimenti ma non ci riusciva più forgiava e pensava a lei più questi crescevano – sospirò lasciando un momento che il silenzio regnasse nella stanza, mentre Nami guardando la lama percepì cosa poteva provare quell’uomo, comprese perché era così bella quasi delicata nelle forme, era per la donna che amava che per lui era bellissima come quella katana se non di più, comprese anche cosa era successo contro quei nemici, aveva pensato a Zoro ed Hiyori insieme, la rabbia e la gelosia l’avevano invasa, fremette e si sbrigò a rinfoderare la spada, ci mancava solo di fare danni lì dentro, il maestro continuò guardandola – quella spada reagisce solo quando chi la impugna prova dei sentimenti veri forti, talmente forti e veri da non far ragionare, incanala la forza di chi la possiede in fendenti precisi e micidiali e voi Nami-sama anche se siete delicata come un fiore avete una forza nei sentimenti che permette alla spada di vivere ancora, quando avete sferrato quel fendente a cosa stavate pensando? – chiese sorridendole, Nami lo guardò arrossendo non poteva di certo dire che aveva pensato a Zoro con Hiyori, così si limitò
-mi avevano fatto arrabbiare pensavano di portare via Yume e schiavizzarla, non sopporto questi comportamenti – disse senza aprire gli occhi, Yume le saltò addosso strusciandosi contro di lei in venerazione, cosa che fece saltare i nervi a Zoro, quella peste impertinente la voleva strozzare, il maestro ridacchiò fingendo di crederci
-per questo vi ho dato quella spada ho notato che avete un temperamento di fuoco quando volete, penso che vi aiuterà anche domani ma non dovete lasciare che quei sentimenti vi offuschino la ragione del tutto, quella spada può portare anche all’annullamento della proprio anima, cosa che accadde alla donna amata del maestro, fu talmente catturata da quelle emozioni che la attanagliavano che perse la ragione e combattendo uccise il maestro e poi se stessa, lasciarvi in preda alla rabbia potreste usarla sui vostri amici accecata da quei sentimenti- Nami lo guardò preoccupata, questo era un problema perdeva la ragione quando non ci stava di mezzo Zoro con Hiyori, ora invece era una bomba ad orologeria, deglutì quando la voce di Rufy la fece destare
-Nami sarà in grado di controllarsi ne sono sicuro! – il suo era il solito tono allegro e positivo, credeva davvero che avrebbe controllato le sue emozioni, cosa che gli altri non credevano molto, neanche la diretta interessata ci credeva, si conosceva bene, strinse la katana a sé e poi guardò Zoro, uno sguardo deciso, di fuoco che lo fece sussultare amava quel suo lato determinato poteva farlo lo avrebbe fatto non poteva far del male ai suoi amici e a lui, a Zoro non lo avrebbe permesso!
-Zoro insegnami la meditazione! – lo disse con tono deciso e fiero e lui ghignò Nami e la meditazione? La cosa lo divertiva molto anche se era preoccupato, aveva osservato per tutto il racconto del maestro le razioni della rossa, l’aveva vista preoccuparsi, sobbalzare e cercare di mantenere una tranquillità che sapeva non era quella che lei provava dentro, l’aveva osservata mentre tenendo la katana in mano la guardava e sfiorava con attenzione, le era sembrata ancora più bella con quella katana in mano, si vedeva nella spada la cura con cui era stata forgiata, i dettagli e le piccole intarsiature era bellissima e perfetta, come Nami e lei era bellissima perfetta come una katana, comprendeva pienamente i sentimenti che avevano spinto l’uomo nella creazione di quella spada, comprendeva i suoi tormenti erano i suoi stessi tormenti, ma non capiva cosa poteva far scattare Nami a quel modo, si ok che scattava per tutto ma in quel periodo era ancora più suscettibile, non aveva creduto alla scusa della schiavizzazione di Yume non era scattata per quello, voleva dannatamente scoprire cosa fosse.
Ghignò ancora e poi rispose a Nami
-andiamo hai tanto da fare su questo mocciosa – lei gli sorrise raggiante cosa che lo fece ghignare ulteriormente e senza aspettare si avviò al giardino seguito da Nami che si era legata la katana alla vita.
Raggiunsero il giardino sul retro e lui si sedette sotto uno dei grandi fiori di ciliegio a gambe incrociate, lei lo imitò stando di fronte a lui
-bene ora devi starmi a sentire, questa per le mocciose come te è la parte più complicata – le disse canzonandola, Nami lo guardò male
-se inizi così non partiamo bene Buzzurro – sibilò vedendolo sorridere sghembo, adorava quel suo modo di sorridere
-Nami concentrati, chiudi gli occhi e cerca di regolarizzare il respiro, ma solo con il naso lentamente, devi cercare di non pensare e sentire la natura attorno a te, prova con me –
Le disse chiudendo il suo unico occhio sano, iniziando piano a respirare lentamente solo con il naso, Nami lo guardò per qualche secondo incantata dalla sua figura in meditazione, era dannatamente attraente quando si concentrava, sarebbe stata ore ad osservarlo, le labbra chiuse rilassate ma concentrate, l’occhio chiuso per concentrarsi ancora di più, il lento respiro che percepiva dal sollevarsi del suo petto, leggermente scoperto per l’apertura del suo kimono che lasciava intravedere i suoi pettorali e quella lunga cicatrice che lo percorreva da parte a parte, si morse le labbra desiderando di toccare con le dita quella linea sfiorandolo anche con le labbra per sentire il sapore della sua pelle bronzea
-Nami forza- la sua voce la fece sussultare e rossa chiuse gli occhi cercando di scacciare l’immagine di Zoro dalla sua mente per concentrarsi, provando ad eseguire quello che lui gli aveva detto, cercando di concentrarsi su quello che la circondava e calmare il respiro ma passato qualche minuto era più nervosa di prima, sentiva i suoi nakama urlare divertiti e distrarla, il sole che le dava fastidio da dietro le palpebre, una goccia di acqua che crepitava dalla fontana ripetutamente le stava dando un fastidio assurdo, stava per urlare quando sentì il tocco delle mani di Zoro sulle sue, sobbalzo perdendo qualche battito e aprendo gli occhi se lo ritrovò ad un passo dal suo volto che la guardava fisso negli occhi, deglutì lei avendolo così vicino
-così non ci riuscirai mai Nami, segui me – le disse piano dolce quasi, questo la fece arrossire ulteriormente, lo vide prenderle una mano e portarsela al petto sul cuore, fremette Nami nel sentire il calore della sua pelle sotto le dita, le sembrò anche di sentire per qualche secondo il suo battito accelerare e fremere ma poi nulla, sicuramente se lo era sognato, guardava la sua mano sul suo petto e la mano di Zoro che calda teneva ferma la sua mano, mentre con l’altra le teneva la mano sulle gambe, quel contatto si la rilassava ma non del tutto, la destabilizzava da morire, le faceva accendere un fuoco dentro
-segui il mio respiro e il mio battito Nami, so che puoi farlo, chiudi gli occhi – le disse con tono calmo e dolce, Nami senza obbiettare o dire altro seguì lui, chiuse gli occhi concentrandosi su Zoro, sentiva tramite la sua mano il petto sollevarsi lentamente, calmo in pace, un respiro lento e profondo, quasi che la cullava, lo seguì lentamente iniziò a respirare con il ritmo di Zoro dal naso, rilassò il corpo le spalle si sentiva in una bolla con lui, li solo loro due, senza accorgersene gli strinse la mano dolcemente, questo provocò un sorriso sulle labbra di Zoro che restò concentrato e piano le disse
-bene, adesso svuota la mente, non pensare a nulla Nami percepisci quello che è attorno a noi – le disse senza spostarsi da lei ne sciogliere la presa dalle loro mani, aprì solo l’occhio per godere della figura della ramata, che guidata da lui teneva gli occhi chiusi con sul volto un’espressione di quiete, la osservò con attenzione, i suoi grandi occhi nocciola nascosti dietro le palpebre con le sue lunghe ciglia ricurve, i lineamenti del viso così delicati rilassati, la pelle chiara liscia e morbida da prendere a morsi e baciarla per saggiarne la morbidezza e il sapore, le sue labbra perfette e rosee chiuse ma con delicatezza che le rendevano ancora più allettanti, le avrebbe volute divorare, poi guardò la sua solita ciocca di capelli ribelle che le sfiorava il volto, piccola e riccia che dondolando per il vento le sfiorava le gote e le labbra, era uno spettacolo da mozzare il fiato, non si rese neanche conto di aver sciolto la presa della sua mano da quella di Nami che era poggiata sulla sua gamba fino a che non le spostò quella ciocca dal volto tenendola tra le dita, erano morbidi e setosi, lo accarezzava con delicatezza, il sussulto di Nami a quel tocco lo fece trasalire un attimo pronto a riceve un pugno dei suoi ma ciò non avvenne, con suo stupore e piacere la vide aprire gli occhi fissarlo e arrossire ma non ritrarsi, anzi percepii il suo rilassarsi al movimento delle sue dita lungo la sua ciocca di capelli e lei socchiudere nuovamente gli occhi con un’espressione di piacere e rilassamento, schiudendo le labbra leggermente quasi ad invitarlo , strinse di più la mano di Nami sul suo petto e lentamente le si avvicinò con il volto, poteva sentire il suo respiro lento ma leggermente irregolare sulle labbra, il suo profumo invitane entrargli dentro, lo mandava in estasi quell’odore, si avvicinò ulteriormente con il volto a quello di Nami, ormai mancava pochissimo al tocco delle loro labbra, finalmente avrebbe potuto saggiarne il sapore e la morbidezza quando la voce di Sanji che chiamava Nami per il pranzo li fece trasalire rompendo la bolla che si era creata attorno a loro, si guardarono imbarazzati negli occhi e saltarono distanti l’uno dall’altro, Nami si teneva il petto che le stava esplodendo per il battito cardiaco e rossa in viso si portò la ciocca incriminante dietro l’orecchio alzandosi di corsa rispondendo al richiamo di Sanji
-Si arrivo Sanji! – urlò e dando un ultimo sguardo a Zoro che non la guardava per nascondere il rossore corse via senza dire nulla era troppo imbarazzata, che voleva dire quel suo comportamento? Che poteva sperare? NO no! lui aveva la sua Hiyori
Corse superando anche il cuoco che la guardava non capendo
-mia crostatina tutto bene? – non gli rispose Nami correndo dagli altri, il cuoco guardò verso Zoro e lo vide guardare con un leggero rossore nella direzione dove era sparita la rossa, aspirò avidamente e chiamò anche lui
-marimo è pronto anche per te! Sbrigati! – detto questo scuotendo la testa andò nella stessa direzione della navigatrice.
Che diamine era successo? Zoro ancora non ci credeva, stava per baciarla e lei non aveva opposto resistenza anzi, diventò nuovamente rosso passandosi la mano sul volto, imprecando e maledicendo quel maledetto cuoco che li aveva interrotti. Guardò poi la sua mano con la quale aveva stretto la ciocca di capelli e sentì ancora il profumo sulla pelle, profumo di mandarino e sale, era dannatamente buono, chiuse gli occhi per sentirlo di più e davanti a lui apparve il volto di Nami di quegli istanti, un calore lo invase di nuovo, un caldo che gli proveniva dalle viscere, strinse la mano e si tirò su era meglio andare a mangiare o avrebbe dovuto farsi una doccia fredda per calmare i suoi bollenti spiriti.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 siate femminili idioti! ***


Capitolo 9 siate femminili idioti!
 
  Avevano passato tutto il resto della giornata ad evitarsi erano troppo imbarazzati, sotto gli occhi divertiti ed esasperati dei loro nakama che avevano capito da prima dei diretti interessati cosa accadeva tra di loro.
Era notte ormai e Zoro era nel letto che si rigirava non era d lui non riuscire a dormire, ma quello che era accaduto nei giorni precedenti e quel pomeriggio lo destabilizzavano, che significava? Aaargh non ci capiva nulla, si tirò su dal letto deciso ad allenarsi per schiarire la mente, uscito dalla stanza si avviò verso il giardino e si bloccò quando vide vicino l’albero di ciliegio una esile figura illuminata dalla luce della luna, si nascose per osservarla e non disturbarla
Nami eri li di fronte a quell’albero lo guardava persa nei suoi pensieri, abbassando poi gli occhi sul terreno dove durante il giorno erano seduti lei e Zoro, il cuore prese di nuovo a batterle veloce sentendo caldo sulle guance, si sfiorò la ciocca incriminata e sospirò cercando di calmarsi, era stata tutto il giorno a pensare e ripensare agli ultimi avvenimenti destabilizzandola sempre di più, più volte aveva portato la sua mente a pensare che i gesti dello spadaccino fossero un segnale che forse tra loro poteva nascere qualcosa ma poi brutalmente la mente le riportava a galla le immagini di Zoro con Hiyori, quasi a schiaffeggiarle in faccia che era solo una sua illusione, questo la tormentava, non era brava a gestire i suoi sentimenti, soprattutto quando si parlava di amore e di gelosia, non avrebbe potuto farcela a gestire quei sentimenti non era in grado di calmare la tempesta che era dentro di lei, non ne era in grado, poteva gestire una vera tempesta in mare, quella la domava come nulla ma i suoi sentimenti non era mai stata brava in quello, strinse le mani in pugni con forza, come poteva farlo? Strinse la mano intorno l’elsa della katana, come avrebbe potuto gestirla? Sentì la spada pulsare in reazione ai suoi tormenti, scalpitava per essere estratta, Però come un fulmine a ciel sereno la voce di Zoro la colpì in pieno
-segui il mio respiro e il mio battito Nami, so che puoi farlo, chiudi gli occhi-
Gliele aveva sussurrate quel pomeriggio per infonderle coraggio e in quel momento la calmarono, la quiete dopo la tempesta sembrava, chiuse gli occhi facendo un profondo respiro per calmarsi allentò la presa sulla katana, che smise di pulsare, respirava lentamente con il naso come le aveva detto di fare lui, lenti respiri, calmi profondi, lei era Nami la gatta ladra navigatrice della ciurma di cappello di paglia non poteva non riuscirci, doveva farcela, i suoi nakama contavano su di lei, credevano in lei, Zoro credeva in lei, ci sarebbe riuscita avrebbe domato anche la sua tempesta interiore, tenendo gli occhi ancora chiusi cambiò posizione portò una mano sulla custodia della katana e l’altra sull’elsa, come aveva visto fare a Zoro un’infinità di volte, fece un respiro profondo prima di estrarre la spada, lentamente, cercando di imitare i movimenti di Zoro, la estrasse completamente e controllando sempre il respiro la muoveva con lenti movimenti, cercando di seguire le correnti d’aria, non aveva idea se quello che stesse facendo era corretto, doveva solo riuscire a gestire i fremiti del suo spirito per poter gestire quella spada, bastava che la controllasse per pochi minuti l’indomani poi ci avrebbero pensato gli altri, ma lei stavolta voleva far vedere soprattutto a Zoro che lei non era una mocciosa, lei era una donna, una donna che sarebbe riuscita a salvare gli altri compresa quella odiosa di un’oiran che gli stava appiccicata, tutto il tempo, una vena le pulsò sulla testa, quella smorfiosa appiccicata al petto di Zoro, che gli si struscia, nella mente di Nami quell’immagine non le si levava dalla testa e come prevedibile la spada reagì la sua lama pulsò diventando una saetta che colpì un ramo del povero albero di ciliegio, Nami si spaventò e lasciò cadere la spada a terra arretrando e imprecando, dannazione a lei e alla sua gelosia, non andava bene così! si sbrigò a rinfoderare la spada e guardò quel povero ramo spezzato, doveva darsi un contegno o non avrebbero potuto salvare i loro compagni ne il villaggio, strinse la mano in pugno e corse via era meglio andare a dormire.
Zoro era rimasto tutto il tempo ad osservarla, era ammaliato da lei, la luce della luna e i suoi movimenti, anche se imprecisi, lo avevano stregato, i riflessi della luce sulla lama durante i movimenti colpivano la pelle di Nami di riflesso l’avevano resa ancora più bella agli occhi di Zoro, aveva notato anche il cambio d’espressione quel tormento e furia che nei giorni passati l’avevano resa irascibile tornare a farsi strada in lei, vide la spada reagire alla forza e scagliare un fulmine contro un ramo che cadde al suo facendola spaventare, voleva correre da lei, ma qualcosa lo bloccò non capì cosa ma non fece un passo, vide Nami riporre la spada con frustrazione prima di correre via, sapeva che il giorno dopo sarebbe stata ancora più tesa e frustrata per tutto, ma lui sarebbe stato al suo fianco, in silenzio sarebbe stato li per lei per aiutarla e non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, avrebbe combattuto per proteggerla, come sempre avrebbe fatto.
 
La mattina dopo arrivò velocemente, Nami alla fine era riuscita a dormire mentre Zoro l’aveva passata ad allenarsi.
-bene è ora di prepararsi ragazzi. – disse divertita Robin guardando i tre ragazzi che stavano mangiando la colazione, alzando verso di loro degli kimoni femminili, i tre sudarono freddo, ma doveva farlo per forza? Ingoiarono il loro boccone guardando male la loro amica
-forza sarete delle bellissime ragazze – disse sghignazzando Nami, almeno qualcuno doveva patire oltre lei, Yume accanto a lei ridacchiava a sua volta.
I ragazzi cercarono di scappare ma Rufy fu bloccato da Robin, Sanji sa una riluttante Yume e Zoro da Nami che lo tirava per il kimono mentre lui si dimenava con foga, lei gli diede un pugno stendendolo
-finiscila! Cavernicolo! – lo mise seduto e pieno di bernoccoli, mentre cercava di levargli il kimono lui riprese a dimenarsi, cercando di fermarla, finirono a terra, lei sopra di lui che gli teneva bassa la parte sopra del kimono lasciandolo a petto nudo, mentre lui cercava di bloccarle le mani tenendola dai polsi, quando senti le sue forme premute contro il suo petto e i volti che si sfioravano, si zittirono entrambi guardandosi dritti negli occhi paralizzati dalla situazione, Zoro sentiva il corpo di Nami premuto al suo e la cosa non gli dispiaceva affatto anzi, faceva risvegliare in lui pensieri non molto casti, lo stesso valeva per Nami che sentiva il caldo corpo e petto dello spadaccino sotto di se, lo guardò nell’occhio trovandolo a fissarla con intensità da farle divampare ancora di più il fuoco dentro se come solito la voce di Sanji li richiamò alla realtà
-Nami-swannn dea vestimi tu e lascia quel carciofo da solo a vestirsi! – le urlava con occhi a cuore mentre Yume lo tirava per i capelli – buttati addosso a me mia deaaa! – continuava facendo innervosire Zoro che si tirò su senza lasciare i polsi di Nami se non per tirare uno zoccolo in faccia a Sanji per farlo tacere, urlandogli contro con i denti a squalo
-finiscila pervertito! Non ci pensare nemmeno! – non lo sopportava proprio a quel damerino quando faceva così, Nami addossata a lui ma neanche morto poteva permetterlo, Nami lo guardò, che fosse gelosia la sua? Zoro con lo sguardò andò sulla ramata che era ancora vicino a lui quasi tra le sue gambe e imbarazzato cercava una scusa per quella reazione esagerata
-forza mocciosa pensa a farmi diventare più bella di te – cercò di provocarla, lei cambiò espressione, la stava sfidando?
-te lo sogni a diventare una donna bella quanto me- sghignazzò
-non ci vuole molto, basta un po' di trucco e un bel abito – ghigno ancora punzecchiandola ulteriormente, la vide guardarlo furente e lo prese per il kimono
-buzzurro neanche con 10 kg di trucco potresti essere paragonabile a me! Ma ora ti faccio vedere io diventerai una oiran perfetta! – ghignò maligna gliela avrebbe pagata Zoro per quelle parole, il suo sguardò lo preoccupò forse aveva esagerato, ma non disse altro e lasciò Nami fare, infondo non era male sentire le sue mani che lo spogliavano e rivestivano.
Sistemarono i ragazzi con i kimoni, trucco e anche delle parrucche apposite impreziosite da i tipici fermagli che ornano le acconciature delle oiran, le ragazze e gli altri Nakama guardarono i tre, e cercarono di trattenere le risate, i vestiti colorati e impreziositi dai ricami e le parrucche erano perfette ma l’espressione che avevano i tre cozzava, avevano tutte e tre uno muso lungo e lo sguardo truce anche se truccati, Nami non riusciva a trattenere le lacrime dalle risate
-forza ragazzi sorridete un po' – diceva mentre rideva a crepa pelle, questo fece imbronciare ancora di più i tre giovani aumentando le risate degli altri invece, Sanji e Zoro con i denti a squalo urlarono di smetterla di ridere e ricevettero da Nami i suoi cazzotti micidiali
-finitela e vedete di essere femminili idioti! – gli urlò minacciandoli ancora con il pugno, i tre tremarono non volevano ricevere un’altra scarica di pugni di Nami, Robin calmò l’amica toccandole la spalla
-direi che è meglio se usano questi, che dici sorellina? – disse mostrando 3 ventagli che poi passò ai giovani che li aprirono davanti ai volti, lasciando intravedere solo gli occhi, che truccati poteva passare per l’occhio di donna, annui soddisfatta
-si così può andare! Come al solito Robin hai sempre idee perfette, ora fate i bravi mentre ci prepariamo io e Robin – parlò guardando male i giovani, minacciandoli con un pugno alzato prima di andare via con Robin per prepararsi, seguite a ruota da Yume che urlava di aiutarle a spogliarsi, facendo grugnire Zoro.
Si prepararono e tornarono dai ragazzi ma prima di entrare in sala Yume le fermò per entrare con un salto in scena e presentarle
-ecco a voi stolti ominidi le vere bellezze! La mia amata Nami-sama e la lucente Robin-sama! – disse indicandole mentre un po' esasperate le ragazze entrarono in scena, lasciando tutti i presenti di stucco per la loro bellezza, Robin indossava un kimono sui toni del viola scuro, ricamato con carpe bianche e rosse, con fili argentati che ricordavano dei cerchi sull’acqua e tante foglie argentate, la fascia alla vita di un lillà delicato stretta per far risaltare la sua figura, i capelli raccolti anche per lei con i pendagli e accessori tipici delle Oiran, il viso ancora più bello per il leggero trucco che ne risaltava il taglio degli occhi con il colore, si portò il ventaglio davanti il volto guardando gli altri con i suoi bellissimi occhi azzurri da dietro di esso, sorridendo dolcemente, Mentre Nami accanto a lei indossava un kimono di color rosso fuoco, con tanti fiori tutti colorati impreziositi da fili dorati nei contorni, la fascia della vita era rossa bordeaux stretta anche nel suo caso per evidenziare la sua figura, i capelli di Nami legati in alto con i fermagli dorati delle oiran che brillavano tra i suoi capelli facevano risaltare i lineamenti piccoli e delicati di lei, truccato con delicatezza ma che la rendevano ancora più perfetta, gli occhi da cerbiatta che scrutavano con fare furbetto e le labbra rosse nascose dietro al ventaglio, era bellissima Zoro non riusciva a levarle gli occhi di dosso e infine legata alla vita la todoroko inazuma insieme ad altre 2 katane, una con la custodia viola e una avorio tendente al rosa, aspetta 3 katane? Si chiesero gli altri, soprattutto Zoro che significava e dove le aveva prese? 
-mie adorate siete bellissime! Stupende! – piroettava Sanji con fare ancora più ridicolo vestito da donna attorno a loro, notando poi le 3 katane al fianco di Nami
-mia adorata perché 3 spade? –
Lei lo guardò e veloce inventò una scusa
-così gli farò credere di essere ancora più micidiale- non credeva che quella scusa banale servisse a coprire la vera motivazione, cioè imitare Zoro ma con Sanji questo bastò e iniziò a piroettare con ancora più venerazione attorno a Nami, finendo però a terra con uno sgambetto di Zoro che avvicinato nascose dietro al ventaglio il suo ghigno
-oh scusami non riesco a camminare – sghignazzò guardandolo dall’alto, mentre Sanji lo guardava truce da terra
-lo hai fatto a posta brutto idiota! – urlò Sanji pronto a dargliene 4 quando Nami lo colpì in testa
-PIANATATELA SUBITO! –
Guardò i due con i denti a squalo facendoli ammutolire, tornò a concentrarsi sulla missione
-bene, dobbiamo andare è ora, ricordate tutti i vostri compiti giusto? – disse guardando ognuno dei suoi Nakama, che annuirono, Nami guardò verso Yume e il suo maestro, l’espressione della piccola miko la intenerì, così le si avvicinò per accarezzarla sulla testa dandole un bacio sulla guancia
-vedrai risolveremo la situazione e potrete tornare a vivere sereni – la miko arrossì e la guardò con occhi ancora più sognanti, chiamando il nome della rossa, poi guardo il maestro Usho
-le riporterò le spade maestro e salveremo il villaggio – disse con un inchino
-pensate anche a voi ragazzi e tu Nami-sama ricorda, le emozioni anche se forti non devono prendere il sopravvento almeno non sempre – le sorrise guardandola tornare dritta con la schiena e stringere la spada con la mano titubante, ma si tranquillizzò quando la mano di Zoro si posò sulla sua spalla, girò il volto Nami guardandolo
-so che puoi farlo Nami, ci sono io con te- quelle parole la scaldarono dentro, dandole la forza e la sicurezza, annuì per poi sorridergli di cuore, Zoro sapeva sempre come darle fiducia, non poteva deluderlo.
Sorrise Zoro vedendo il sorriso sul suo volto, amava quel sorriso non avrebbe permesso a nessuno di spegnerglielo, le sarebbe stato accanto e dopo quella situazione voleva parlare con lei, quegli episodi successi tra loro, quegli sguardi, tocchi, voleva capire cosa significavano per lei, poi non si era bevuto molto la storia delle 3 spade, giusto quel cuoco poteva crederle, la guardò ancora tenendo la mano sulla sua spalla saldamente ma dolce allo stesso tempo, era lì per lei e con lei, lei con sua gioia e stupore le strinse la mano come ad averlo capito, intrecciò le dita alle sue per qualche istante come in una tacita promessa di chiarire poi furono richiamati dalle urla di eccitazione del loro capitano così si avviarono era ora di andare.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 non sono fragile ***


Capitolo 10 Non sono fragile

 
Camminarono in silenzio fino al luogo dell’incontro, dove ad aspettarli c’era Bankozu con il suo clan, che attendevano l’arrivo della loro avversaria, quando la videro arrivare insieme ad altre donne sghignazzarono, pregustando già i soldi avuti da quelle vendite, guardarono la rossa che guidava il gruppo, camminava fiera con aria austera tenendo un braccio poggiato sulle katane in vita, era dannatamente bella, era un peccato dover rovinare quel viso con uno scontro, ma Bankozu rise di gusto, non ci sarebbe voluto molto per fermarla, non credeva affatto che lei fosse una guerriera samurai, poi si sarebbe divertito con lei prima di venderla.
Nami si fermò di fronte a Banzoku e al suo clan affiancata dai suoi nakama che anche se vestiti da donne nascondevano dietro i ventagli gli sguardi funesti per la situazione, restarono in silenzio mentre Banzoku iniziò a parlare
-vedo che ti sei preparata per la sconfitta e hai portato delle amiche – disse guardandola dall’alto della sua stazza, Nami anche se era terrorizzata si fece coraggio facendo un passo verso di lui, sostenendo il suo sguardo gli rispose
-non sono venuta qua per farmi battere da un inetto come te – cercava di usare il tono più convincente che potesse fare, ma dentro stava morendo di paura, continuò sotto lo sguardo divertito di Bankozu e dei suoi tirapiedi – prima di iniziare lo scontro voglio vedere che i miei amici stanno bene! –
Bankozu rise divertito non spostando lo sguardo da quella impertinente donna, schioccò soltanto le dita e i fratelli Baketsu to Orubi no ki sparirono e tornarono poi con i loro compagni e Hiyori, stavano tutti bene per fortuna
-Nami Robin! – urlava in lacrime Chopper con Usop, mentre Hiyori cercava Zoro chiamandolo e riconoscendo solo le due piratesse ci rimase male
-solo voi?! Dove è il mio Zoro-sama- disse incrociando le braccia imbronciata
Nami cercò di non badarle dava sui nervi solo sentirla parlare e tornò a concentrarsi sul suo avversario che la guardava con sadico divertimento, cosa che non sfuggì a Zoro che stava cercando di mantenere la facciata di donna indifesa ma il demonio che celava scalpitava per uscire
-sono sani e salvi visto? – disse ridendo Bankozu indicandoli -ora veniamo a noi cara signorina è tempo di vedere se sei realmente così forte ma prima …- ghignò facendo segno ad uno dei suoi scagnozzi, questo veloce come una saetta lanciò prima i prigionieri contro contro Robin e il gruppetto dei ragazzi che distratti nel prendere i loro amici non si accorsero delle enormi bolle che gli avevano mandato contro e li imprigionarono, i 4 si guardarono presi di sorpresa si guardarono ma che diavolo era?? Una bolla di sapone enorme? Cercarono di liberarsi ma quella di scoppiare non ne aveva voglia, si tolsero i vestiti da donna impossibilitati a muoversi bene e ognuno cercava di rompere la bolla in cui erano chiusi, la fragorosa risata di Bankozu ruppe il silenzio, questo sì leccò le labbra guardando prima Nami e poi i suoi amici.
-Mi pensavi così stupido nel cadere in un trucco così stupido? Avevo capito dall’inizio che quelli erano i tuoi amici cara signorina! Ora ci divertiamo io e te- pronunciò quelle parole con tono sadico e questo fece gelare Nami E ora ?! come avrebbe fatto?? Doveva trovare una soluzione e liberare i suoi amici, restare in vita e salvare il villaggio, era in preda al terrore non era una guerriera lei e ora si trovava da sola ad affrontare Bankozu e il suo clan.
 
I nakama la guardarono preoccupati da dentro quelle bolle, Sanji scagliava i suoi calci più potenti mentre Zoro fendeva le sue spade ma non si scalfivano di un millimetro quelle bolle, imprecò furioso e spaventato Nami era li davanti a loro da sola contro quegli uomini, doveva liberarsi
-dannazione! Nami scappa! – le urlò Sanji rabbioso e disperato esprimendo il pensiero di tutti
-ci hanno fregato dannazione, dovevamo prevederla una cosa simile – disse Robin preoccupata per Nami
-è tutta colpa tua testa di verza! Tu e quella cicatrice sull’occhio non era per nulla femminile! – urlò Sanji contro Zoro che in risposta gli sbraitò contro iniziando così tra i due una delle loro solite risse
-scusate ma dove sono Franky, Brook e Jimbe?!- urlò Usop con la sua solita espressione di terrore
-sono rimasti al villaggio, non pensavamo servisse il loro intervento – pensava Robin a come uscire da quella situazione, i loro colpi non avevano effetto su quelle bolle, attutivano ogni colpo, era dannatamente preoccupata per la sua sorellina.
Zoro guardava spaventato la situazione, lei contro quegli uomini stava per dire qualcosa quando si sentì buttare a terra e stringere forte
-Zoro-sama mio salvatore! Finalmente siete arrivato a salvarmi! – la voce melensa e acuta di Hiyori gli fecero ricordare che c’era anche lei, la scansò di getto, ci mancava solo quella piovra ora pensò, doveva uscire da li
-Nami ti prego scappa mettiti in salvo! – le urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, la vedeva pietrificata dalla paura di fronte a Bankozu che sadicamente le si avvicinava. Lo aveva pensato dall’inizio che quella situazione non gli piaceva, non gli piaceva affatto tutta quella messa in scena urlò il nome di Nami con rabbia e terrore, quando Bankozu scatto e la colpì con pugno in pieno stomaco facendola volare per vari metri fino a schiantarsi contro un albero, cadde rovinosamente a terra, cercò di tirarsi su tossendo, non ebbe il tempo di alzare il volto che un altro pugno la investi del tutto scaraventandola stavolta contro una delle bolle dove erano rinchiusi i suoi amici, che disperati la chiamavano, sentiva le loro voci, la voce di Zoro che più di tutte la chiamavano, che tono stava usando? Non glielo aveva mai sentito, sembrava terrorizzato, terrorizzato per lei? Per quello che le stava facendo quel colosso? la sua mente le faceva strani scherzi pensò, per il dolore immaginava cose che non ci stavano, aprì piano gli occhi vedendo solo Banzoku estrarre l’arma e una raffica di fendenti d’aria colpirla in pieno rompendole il kimono e riempiendole il corpo di tagli, sentiva il sangue scorrere lungo ogni singolo taglio e la carne bruciare, imprecò dentro di se, ma non aveva emesso un fiato a nessun colpo, i capelli le caddero sulle spalle ormai liberati dall’acconciatura per i colpi ricevuti, sentiva solo le voci dei suoi nakama disperati oltre le risate di Bankozu e i suoi scagnozzi che ridevano di lei, guardò intorno a lei, vedeva i volti dei suoi amici dà dentro la bolla guardarla disperati impotenti, guardò Zoro che come un demonio chiamava lei e poi pronunciava minacce di morte verso quell’uomo, gliela avrebbe pagata, li osservò e poi notò una cosa, che la fece ghignare, cosa che stupì i suoi compagni, che aveva? con enorme stupore di tutti lei si tirò su, con la frangia che le copriva il volto, tornò eretta davanti a Bankozu, iniziando a ridacchiare, che diavolo le prendeva pensarono
-pensi di avermi fatto male? - ridacchio amaramente, i suoi amici l’ascoltavano in silenzio, che diavolo stava facendo lo provocava?
-ho passato 8 anni, lunghi 8 anni a subire i colpi potenti e non umani di uomini pesce, i tuoi colpi in confronto sono delle carezze! – disse strafottente e si pulì la gonna del kimono, tirando indietro i capelli abbassò la parte sopra del kimono restando così con il petto coperto solo da un bikini nero, il suo corpo era ricoperto di ferite dal qualche scendeva sangue, sollevò il volto con sguardo beffardo di sfida, il sangue le colava anche vicino le labbra ma non poteva essere più bella e fiera in quel momento.
 
Zoro e gli altri potevano solo immaginare quella bambina ricevere quei colpi, e nel silenzio piangere dal dolore per non riceverne altri. Erano furiosi lui più di tutti la guardò estasiato ma ricolmo di rabbia, non poteva sopportare di essere così impotente.
-ora moscerino fammi vedere di che pasta sei fatto, su colpiscimi! – gli disse guardandolo dritto negli occhi con sguardo accesso di sfida mentre estraeva le katane, sia la todoroko inazuma insieme alle altre due, portandosene una alla bocca come faceva sempre Zoro, aveva un piano ma doveva assicurarsi prima di una cosa, lanciò uno sguardo d’intesa a Robin che la comprese subito e senza dare nell’occhio si avvicinò ad Hiyori, Nami era pronta dritta in posizione di attacco con le katane, aveva solo una possibilità, guardò Bankozu scaldarsi alle sue parole e partire contro di lei, ghignò soddisfatta, strinse la presa sulle else sia con le mani che con la bocca e le incrociò davanti a se, aveva osservato Zoro parere i colpi più mortali in quel modo, non aveva la sua forza ma era resistente sarebbe riuscita a fregarlo e a liberare tutti, il colpo di Bankozu la investi in pieno investendo anche le katane che resistettero al colpo proteggendola anche se fu scaraventata lo stesso contro la bolla, si era doloroso sentiva ogni osso farle male ma lei poteva resistere, ghignò ancora da dietro le katane guardandolo
-è il meglio che sai fare bestione?! – lo stuzzicava, era dannatamente brava in questo, Usop e Chopper disperati le dicevano di smetterla, ma lei non li ascoltava, Nami ghignò mancava un ultimo colpo, uno solo, sputò sangue quel colpo era stato forte insieme al contraccolpo subito per le katane, ma Arlong le aveva fatto molto più male in passaro lo guardò da dietro la frangia sghignazzando
-non sei proprio in grado di far divertire una signora tu! – tutti guardarono raggelati Bankozu che furioso caricò uno dei suoi fendenti migliori e lo scaglio contro Nami, Chopper e Usop si abbracciavano in lacrime guardando la scena, Sanji urlava disperato colpendo ancora la bolla, Rufy aveva il capello sugli occhi pessimo segno per i nemici appena si fossero liberati e Zoro, Zoro era in preda all’ira, un’ira che era anche rivolta a quella stupida, scappava sempre e invece ora? Aveva deciso di sacrificarsi per chi? Per cosa? Urlarono tutti il nome della loro Nakama dispera
ti.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 Il momento dei conti ***


Capitolo 11 Il momento dei conti
 
Il colpo stava per colpirla in pieno, il potente fendente stava per investirla quando con l’agilità che l’aveva sempre contraddistinta come una gatta saltò evitando il corpo, facendo investire la bolla dal fendente di Banzoku, questa si crepò, sapeva Nami che era il momento, mentre era ancora in aria lanciò le due katane che le aveva prestato il maestro e le conficcò proprio dove si era fermata la crepa, prese la todoroku imazuma  urlò poi a Robin
-Adesso Robin! –
Robin Subito al segnale di Nami spinse Zoro contro Hiyori e viceversa, la donna subito si strusciò contro Zoro, infilando le mani sotto al kimono di lui per toccare il suo petto, cercando anche di baciarlo sul collo, Nami lo sentì, la rabbia la gelosia, l’avevano invasa, come si permetteva di toccare a quel modo il suo Zoro?! La spada rispose al turbinio di sentimenti che erano esplosi in Nami, la sentì pulsare e la lama diventare una saetta, con tutta la rabbia, la gelosia, il dolore, scagliò quel potente fendente contro la bolla precisamente nel punto dove aveva conficcato le katane, che essendo di metallo aumentavano la potenza della scarica, vide il colpo fare centro e frantumare in tantissimi pezzi quella bolla, sospirò lasciando andare il corpo invaso dal dolore, vide solo di sfuggita Zoro che veloce scattava verso di lei, poi chiuse gli occhi pronta a sentire il dolore aumentare per il colpo a terra ed invece sentì due grandi braccia stringerla in una presa protettiva e calda.
Aprì piano gli occhi accorgendosi di trovarsi tra le braccia del suo Zoro che la guardava con sguardo rabbia, preoccupazione e un velo di sollievo?
-Zoro… - Mormorò quasi in un soffio, lui le accarezzò la guancia sfiorandole le labbra cercando di pulire il rivolo di sangue che le colava da esse
-dannazione mocciosa non fare più una stupidaggine come questa – le disse stringendola a sé forte, aveva il corpo invaso di scariche Zoro, scariche di terrore e rabbia per quello che era successo, la voleva strozzare per quello che aveva fatto ma era anche colpa loro, avevano sottovalutato la situazione, lui prima di tutti, la tenne forte a sé, non la voleva lasciare.
Le risate di Bankozu e dei suoi attirarono la sua attenzione, come quella degli altri nakama che erano corsi intorno a Zoro e Nami
-quella stupida mocciosa pensava di poter resistere ai miei colpi pove! – non finì la frase che fu investito da un colpo di Rufy che era stato tutto il tempo in silenzio con il capello sugli occhi, Zoro strinse ancora a se Nami, poi guardandola le sfiorò ancora il volto aveva perso i sensi, delicatamente la poggiò sopra la sua sopravveste coprendola anche per non farla stare al freddo poi si alzò sistemando le katane in vita prima di mettersi la sua bandana verde scuro in testa ed infine estraendole
-Chopper – chiamò la piccola renna che si era subito avvicinata a Nami -prenditi cura di lei adesso –
Il piccolo dottore annuì controllando subito l’amica, mentre Zoro si avvicinò a Rufy dicendogli soltanto
-lui lascialo a me – Rufy lo guardò vedeva la rabbia del suo amico divorarlo, aveva osato troppo con Nami, Rufy sorrise abbassandosi il cappello maggiormente sul volto
-tutto tuo – disse spostandosi lasciando a Zoro l’onore, sapeva dei suoi sentimenti per Nami, si spostò ma fu subito fronteggiato dallo scagnozzo che li aveva rinchiusi nella bolla che se la rideva, mentre Sanji e Robin venivano fronteggiati dai due fratelli del clan.
Erano tutti neri di rabbia per come avevano ridotto la loro amica, ogni nakama aveva un avversario, Zoro era di fronte a Bankozu che tornato in piedi dopo il colpo di Rufy guardava torvo il giovane spadaccino davanti a lui, il cui sguardo lo trapassava da parte a parte, cercò di sembrare tranquillo ridacchiando
-vi scaldate tanto per una stupida mocciosa sie – anche stavolta non finì la frase lo sguardo che ricevette con insieme al fendente no colpirono in pieno ferendolo al petto e scaraventandolo contro un albero dietro di lui
-1 nessuno può chiamarla mocciosa se non IO e 2 non sei degno di questa terra per quello che le hai fatto – un sibilo di morte fu quello che ricevette Bankozu, prima del colpo con la tecnica del fuoco fatuo che lo investì in pieno seguito dalla tecnica a tre spade, non meritava nulla quell’essere neanche la possibilità di battere ciglio
Gli altri guardavano lo scontro, Sanji aspirò come solito la sigaretta buttando fuori l’aria prima di parlare
-il solito esagerato – disse rivolto a Zoro ma stavolta poteva capirlo, lanciò uno sguardo verso Nami che giaceva a terra controllata dalle sapienti mani di Chopper con l’aiuto di Usop, avevano osato troppo per meritare la pietà, si concentrò così sul suo avversario che se la rideva, batté a terra la punta della scarpe, era ora di dare una ripassata a quei bastardi, davanti a Sanji il fratello Baketsu era pronto parti contro di lui diventando di acciaio per colpirlo ma Sanji lo fermò con un calcio scaraventandolo lontano da se.
 
Anche Robin era nera di rabbia per quello che era successo alla sua sorellina aveva preso troppo alla leggera quel gruppo di farabutti, dovevano batterli alla svelta per portare Nami al riparo e curarla come si deve. Guardò Oribu davanti a sé che la guardava con sguardo perverso.
-ora ci divertiamo signorina – le disse prima di partire all’attacco, Robin attivò il suo potere per bloccarlo, ricordava la sua capacità di diventare liquido per cui si mise subito a pensare.
Rufy era stato fermo immobile davanti al suo avversario ma senza dargli importanza, era concentrato e divertito da Zoro che si batteva con Bankozu
-vai così Zoro! – gli urlava incitandolo
-ehi! – una voce però reclamava la sua attenzione iniziando ad alterarsi
-eeeiiihhh! – urlò lanciandogli contro un coltello che come previsto affondò nel corpo di gomma di Rufy senza ferirlo, però prese finalmente la sua attenzione, lo guardò e smise di ridere Rufy tornando serio mentre si sistema il cappello in testa pronto per lo scontro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 Mocciosa e Buzzurro ***


Capitolo 12 Mocciosa e Buzzurro
 
Zoro era una furia, si scagliava contro Bankozu senza dargli tregua anche se lui ormai era privo di sensi, era pronto a scagliare contro di lui un altro fendente quando la mano di Rufy si posò sulla sua spalla
-Zoro hai vinto fermati – quelle parole sembravano non placare la sua ira di vendetta, Rufy allora gli disse solo -Nami –
Il nome della sua ramata lo fece tornare in sé, trasalì mettendo nei foderi le spade girandosi verso di lei ancora priva di sensi, corse inginocchiandosi al suo fianco, sfiorando il suo volto ricoperto di tagli e graffi
-come sono le sue condizioni? –chiese senza sollevare lo sguardo da lei, guardando tutti i tagli che aveva lungo il corpo, alcuni erano più profondi di altri e sul suo ventre apparivano gli enormi lividi provocati dai pugni di quel bastardo
-I tagli sono tanti vanno disinfettati di nuovo e bendata a dovere perché sono quelli i danni maggiori, le ossa sorprendentemente non si sono rotte ma sicuramente al suo risveglio le faranno male, molto probabilmente è grazie alle percosse di quando era piccola che ha retto quei pugni - disse triste la piccola renna, medicando ancora come poteva la sua amica, Zoro gli strinse la mano forte nella sua prendendola poi in braccio tenendola sempre avvolta nella sua sopravveste la tenne con attenzione al suo petto, Hiyori stava per urlare e reclamare l’attenzione di Zoro quando Robin le tappò la bocca con due mani fatte spuntare dalle sue spalle e Sanji la trascinò via, doveva lasciarli stare almeno adesso.
La tenne al suo petto Zoro per tutto il tragitto di ritorno, al caldo e al sicuro contro di sé, osservandola in silenzio sospirò pesantemente, non era ancora tranquillo, lo sarebbe stato solo quando Chopper l’avesse medicata per bene, vedeva il sangue scendere ancora da alcuni tagli, imprecò ancora contro di lei, si era messa in serio pericolo, se non avesse funzionato la sua tattica lei ora sarebbe…
Scacciò presto quel pensiero tenendola maggiormente a sé, non voleva pensare alla sua vita senza di lei, Robin si avvicinò ai due attirando l’attenzione di Zoro
-quando sarà sveglia vedi di pararle chiaro, visto che ormai lo hanno capito anche i sassi – disse ridendo, lui la guardò poi tornò a guardare anche Nami sorridendo beffardo, avvicinandosi con il volto a lei tenendola maggiormente a sé
-ne avevo già l’intenzione, non preoccuparti – ghignò sfiorando con le labbra i capelli di Nami tornando poi a guardare Robin riflettendo
-perché prima mi hai spinto contro quella pazza di una donna? –
La vide ridacchiare e camminare avanti a lui agitando una mano
-dovresti immaginarlo basandoti sulla reazione di Nami e su come tu reagisci alla visione di Nami con il nostro cuoco o chiunque non sei tu-
Lui ci pensò e ripensò, poteva davvero essere gelosa di lui? Il racconto del vecchio del templio era chiaro quella spada reagiva con forti emozioni, pensò così a tutti gli sbalzi di umore di Nami negli ultimi tempi, spalancò gli occhi collegando che avvenivano sempre quando Hiyori si avvicinava a lui, poi quelle frasi dette nei giorni precedenti, le situazioni ambigue in cui erano finiti durante gli allenamenti, lei che si lasciava quasi baciare, non poteva crederci
-finalmente ci sei arrivato – disse Robin davanti a lui di spalle notando la sua espressione divertita erano due testoni.
Zoro non sapeva se sorridere o ghignare, non vedeva l’ora di parlare con la sua mocciosa, ora più che mai voleva guardare i suoi occhi e farle ammettere quello che provava per lui.
 
Arrivarono al templio dove gli altri li aspettavano, quando videro Nami svenuta e ferita tra le braccia di Zoro si spaventarono, Yume corse da loro in lacrime cercando di stringere Nami ma Zoro la superò tenendo ancora di più la rossa a sé, eh no stavolta non si sarebbe strusciata a Nami quella ragazzina, chiamò Chopper per fargli medicare finalmente Nami.
Mentre gli altri spiegavano l’accaduto agli altri, Hiyori voleva correre da Zoro ma prontamente Yume e gli altri la bloccavano ogni volta che ci provava.
 
Le era sembrato che due grandi e calde braccia l’avvolgessero per tutto il tempo in cui era priva di sensi, un caldo dolce e protettivo, sapeva che quel tepore non le era sconosciuto, lo provava sempre quando era con Zoro, percepì ancora ad occhi chiusi che quel calore l’avvolgeva anche adesso insieme ad un tocco leggero lungo il suo viso, le piaceva la calmava, i suoi sensi si fecero più recettivi e percepì che quelle carezze le sentiva davvero, erano mani calde e grandi, le arrivò alle narici un forte profumo di Rum e sale, sapeva di chi era quel profumo! Il suo cuore accelerò, era Zoro? Era lì con lei?
-direi che è ora di svegliarsi per le mocciose – la sua voce che la canzonava le fece aprire gli occhi e per poco non le usciva il cuore dal petto, Zoro era steso nel letto con lei che la teneva tra le sue braccia con una mano sul volto, arrossì di colpo non capendo che cos fosse successo, dove erano? Avevano battuto Bankozu e liberato gli altri e il villaggio? E perché era con lei e non con Hiyori? Non ci capiva nulla.
Zoro la guardò aprire gli occhi e guardarlo spiazzata arrossendo quasi come i suoi capelli, questo lo fece ghignare divertito gli piaceva farle quell’effetto, notò poi il suo sguardo diventare confuso e preoccupato, così le poggiò la mano sulla sua guancia avvicinando il volto al suo
-Li abbiamo battuti Nami, grazie al tuo piano, ci hai liberati e poi li abbiamo sconfitti liberando tutti – le disse con tono calmo, vendendola rilassare le spalle socchiudendo gli occhi, poggio la fronte alla sua guardandola dritta negli occhi con sguardo duro e severo, Nami rabbrividì – Nami non devi più fare una cosa del genere sei stata una sconsiderata. Dovevi scappare a chiamare gli altri, ci avrebbero liberato e tu non ti saresti procurata tutte queste ferite! Sei stata una stupida mocciosa – il tono era duro e di rimprovero, Nami era già pronta a rispondergli per le rime quando notò il suo sguardo cambiare da severo a dolce, cosa che la stupì, lo sentì abbracciarla e passare le dita tra i suoi capelli con l’altra mano – non farmi prendere più certi spaventi Nami, non farlo più –
Percepì la sua voce inclinata dalla paura? Non ci stava capendo niente, perché si comportava così?
-Zoro – mormorò il suo nome Nami stretta a lui
-Non puoi lasciami senza la MIA mocciosa – le sussurrò tra i capelli posando le labbra tra di essi, Nami fremette, aveva sentito bene, non si era sbagliata, sollevò il volto dal suo petto per guardarlo in viso, voleva avere la conferma di quelle parole
-io sarei tua? Perché? Da quando? – domandò guardandolo dritto negli occhi stringendo una mano sul suo caldo petto, Zoro ridacchiò stringendola maggiormente a sé sempre cercando di non farle male
-da quando ho capito perché eri così scontrosa con me in presenza di Hiyori, ogni volta che lei mi toccava e si stringeva a me, da quando ho capito cosa ti permetteva di utilizzare la todoroku inazuma così bene o quei piccoli nostri momenti durante gli allenamenti, Nami mocciosa sono tardo ma non fino a questo punto – disse avvicinando i loro volti con i nasi che si sfioravano, Nami perse qualche battito ma non si allontanò da lui le sue parole la fecero ridacchiare
-no ,non sei tardo sei il mio buzzurro – gli disse ridacchiando canzonandolo prima di azzerare finalmente la distanza tra i loro volti, assaporando finalmente il sapore dell’altro, chiuse gli occhi per il sapore delle labbra di Zoro, Rum e sale, dell’ottimo rum, leccò avida le sue labbra sentendolo rispondere subito e con bramosia cercare la sua lingua, si strinse maggiormente a Zoro schiacciando il suo corpo contro di lui, voleva sentirlo ancora di più, con le dita entrò dentro al suo kimono aperto come sempre sul petto, toccando e sfiorando finalmente quei muscoli che tanto l’avevano tormentata nella sua mente, sentì la sua pelle scottare e fremere al suo tocco, mentre con le labbra si divoravano, dandosi anche dei morsi per cercare di placare il desiderio, Zoro strinse la mano tra i suoi crini ramati, vibrando in risposta ai tocchi di Nami, quel suo sapore dolce e agrumato lo mandava in delirio, mordeva e divorava le sue labbra che tanto aveva desiderato assaporare, si stavano estraniando dal resto, quando scendendo con le mani lungo la schiena sentì sotto i polpastrelli le bende delle ferite, si maledì pesantemente e interruppe il bacio guardandola negli occhi con il fiatone trattenendo i tremori di desiderio che gli scorrevano in corpo, Nami non capiva aveva sbagliato qualcosa?
-le tue ferite, non sono rimarginate Nami – mormorò cercando di regolarizzare il respiro, Nami lo guardò e ridacchio strofinandosi lentamente a lui posando dei baci lungo il sul collo questo lo fece tremare di desiderio
-Nami – chiuse le mani in pugno per cercare di resistere, ma era dannatamente difficile, la desiderava tanto e da tanto tempo che era una tortura
-sei ferita, potrebbero aprirsi nuovamente i tagli – cercava di parlare lucidamente mentre Nami lo stuzzicava con le labbra lungo il collo e sullo sterno dandogli anche dei piccoli morsi, ai quali lo sentiva tremare, addentrandosi di più nei suoi vestiti con le mani scendendo lungo la sua cicatrice con lento desiderio fino a raggiungere la cintura, Zoro emise un ringhio di desiderio, dio se la voleva
-Zoro – lo chiamò con voce carica di lussuria e desiderio, soffiando sul suo pomo d’Adamo svoltando poi verso il suo lobo, che prese tra i denti succhiandolo lasciva.
Zoro chiuse gli occhi e l’afferrò cercando di non farle male la bacio con foga e impeto, lasciando il desiderio di lei crescere, la portò quasi sotto di sé, scendendo con le mani sulle sue forme, le sfiorò i seni che per suo dispiacere erano anche essi coperti dalle bende scendendo lungo il suo ventre.
 Emise un sospiro di piacere nella bocca di Zoro alla quale si avvinghiò ancora di più, il corpo le faceva male ma non le importava, voleva Zoro, voleva godere grazie a lui e far godere lui, iniziò ad abbassargli il kimono scoprendo finalmente le sue grandi spalle che la nascondevano del tutto, sfiorandone ogni muscolo con i polpastrelli, la eccitava da morire, mugolò sotto di lui, guardandolo con occhi carichi di desiderio, Zoro la guardò era così bella sotto di lui che lo guardava con desiderio, ghignò leccandosi le labbra sentendo ancora il sapore di Nami su di esse, rabbrividì di piacere e tornò a divorare le labbra della diretta interessata con passione, erano presi sempre di più ognuno nell’altro quando la voce di Yume, Sanji interruppero il loro momento
-Nami-samaaaaaa! CARCIOFO CHE STAI FACENDO A NAMI!!- urlarono in coro con i denti a squalo verso di Zoro che era mezzo nudo sopra Nami, lui ringhio coprendo Nami con il suo corpo non sopportando l’idea che la vedessero in quel momento, ma Sanji lo tirò via da lei iniziando a prenderlo a calci mentre Yume correva da Nami a controllare che stesse bene
-Mia Nami-sama state bene? Quel carciofo vi ha fatto male? – le disse con le lacrime agli occhi felice di vederla finalmente sveglia, Nami la guardò era scocciata dalla loro interruzione molto scocciata ma non riusciva ad avercela con lei almeno, era troppo dolce, sbuffando le sorrise prendendole la mano
-No Yume, sto bene – le disse rassicurandola, vedendola piangere ancora più copiosamente le saltò poi addosso abbracciandola, questo fece urlare sia Sanji che Zoro verso di lei
-STACCATI DALLA MIA NAMI! – urlò Zoro con denti a squalo
-STACCATI DALLA MIA DEA! DI CHI È LA MIA CROSTATINA?! RIPETILO UN ATTIMO ZUCCA VERDE! –
I due ripresero a litigare tra loro, esasperando Nami che gli tirò contro la prima cosa che aveva a portata di mano.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 Lui è mio chiaro? ***


Capitolo 13 Lui è mio chiaro?

 
I giorni erano passati quasi in modo tranquillo e le ferite della navigatrice erano quasi del tutto guarite ormai era ora di riprendere il cammino.
Era il momento dei saluti Yume si fiondò addosso a Nami piangendo disperata per la loro partenza, affondando il volto nei seni della ramata cosa che fece saltare i nervi allo spadaccino che le urlava di staccarsi da lei, ma in risposta la miko si strinse di più a Nami che diede un cazzotto in testa al compagno
-è solo una bambina idiota! – gli urlò tenendo Yume a se accarezzandola sulla testa, Yume guardava lo spadaccino stando tra i seni di Nami e gli fece una linguaccia, cosa che fece alterare ulteriormente Zoro ma la voce di Hiyori che cercava la sua attenzione lo fece ghignare, avrebbe restituito pan per focaccia a quella manesca di una mocciosa, si mosse di un solo passo verso Hiyori quando percepì un’ira funesta dietro di sé, deglutì e piano si girò trovando lo sguardo omicida di Nami, quello sguardo parlava chiaro provaci e sei un uomo morto, vedeva quel suo ghigno perfido e omicida ingrandirsi sempre di più, no decisamente la sua idea era pessima, si fermò grattandosi sbuffando la testa, dannata mocciosa. Salutarono tutti Nami restituì anche le katane ringraziando della fiducia il maestro che le sorrise benevolo, poi andarono via.
Hiyori cercava comunque di avvicinarsi a lui per abbracciarlo ma Nami era accanto a lui pronta a fulminarla ogni volta che ci provava, così Hiyori le si parò davanti puntandola con il dito
-TU! Donnetta staccati dal mio Zoro-Sama! -
 i nakama sudarono freddo sapevano che questo momento sarebbe arrivato, Zoro iniziò a sudare cercò subito di mettersi tra loro per non far scoppiare un incendio ma Sanji lo atterrò tenendolo fermo con il suo corpo a terra, imprecò pesantemente Zoro guardandolo male
-ma sei matto?! Le dobbiamo fermare! – urlò con i denti a squalo, ricevendo un pugno sa Sanji in risposta
-per quanto detesti che la mia crostatina sia gelosa di un cavernicolo come te e stia con te! Hiyori deve capire che non si piò permettere certe libertà con te! La dolce Nami non ha bisogno di essere aiutata in queste situazioni, quando qualcuno tocca una sua proprietà lo sai come è lei no? Non dovrei essere io a dirtelo- parlò serio stavolta Sanji, Zoro lo guardò e poi guardò la sua compagna era dritta ferma davanti ad Hiyori fiera e combattiva, che la guardava con sufficienza, ghignò era dannatamente sexy anche così gelosa, sapere che era così per lui lo fece ridacchiare divertito e orgoglioso
-Poi non capita tutti i giorni una baruffa tra donne! Sai che spettacolo sexy! – disse con il sangue che gli usciva dal naso, eccolo la il solito pervertito pensò iniziando a colpirlo
 
Nami guardava Hiyori dall’alto verso il basso con sufficienza e sguardo di sfida, guardò il suo dito e poi lei, che aveva detto quella donna? Donnetta a lei? Il SUO Zoro-sama? Chiuse gli occhi per qualche secondo per non darle un cazzotto dei suoi, lei era una donna di classe non avrebbe colpito una donna a quel modo, almeno per il momento, respirò a fondo per poi aprire gli occhi e puntarli su Hiyori, che tremò leggermente per quello sguardo collerico verso di lei, Nami lentamente le si avvicinò sotto gli occhi di tutti i nakama che stavano scommettendo se le partiva un pugno o un calcio, oppure una vera baruffa
-yohohoho vedremo le mutandine della bella Nami e Hiyori – cantava contento Brook, mentre Chopper tirava i vestiti di Rufy dicendo di fermarla,
 
-tu! Tu non devi toccare il mio Zoro-sama! – continuava a dire non più tanto convinta mentre la vedeva avvicinarsi con la frangia che le copriva gli occhi, l’aura che emanava era funesta e con fulmini, le era ormai vicino Hiyori tremò aspettandosi un pugno come era solita fare quella dannata rossa con gli altri ma questo non avvenne Nami le si mise ad un palmo dal volto parlando vicino al suo orecchio stringendola per una spalla con calma apparente parlando in modo che potesse sentirla solo lei
-se provi soltanto ad avvicinarti ancora a Zoro o se ti sento chiamarlo ancora mio Zoro-sama tutti i kami non potranno salvarti da me – le disse piano stringendo la presa sulla sua spalla
-sarò come una tempesta a ciel sereno, ti colpirò talmente forte che poi non potrai più vantarti del tuo aspetto e fare il tuo lavoro – sibilò guardandola con occhi taglienti, era seria era dannatamente seria, deglutì Hiyori ma provò a fare la dura
- non oseresti colpire una donna indifesa – disse, Nami ghignò sadica
-non sai di cosa sono capace quando qualcuno tocca le mie cose – disse stringendo la presa riprendendo a camminare smuovendo i suoi capelli come se non fosse successo nulla, Hiyori cadde a terra tremante ma credeva che lei lo avrebbe fatto così si alzò chiamando Zoro con le finte lacrime agli occhi, provò a fare un semplice passo uno solo e davanti a lei cadde un fulmine a ciel sereno, ricadde a terra e girò il volto terrorizzata verso Nami che teneva in spalla il suo sorcery clima takt, ghignando verso di lei.
Deglutì lo aveva fatto sul serio? Se quel fulmine l’avesse colpita sarebbe morta ustionata, Franky che la tirava su la fece riprendere dallo shock, gli altri pagavano invece la scommessa persa con le lacrime agli occhi, dando i soldi a Robin, Sanji corse da Hiyori pronto a curare le sue paure, mentre Zoro si avvicinò a Nami sempre con il ghigno stampato sulle labbra, mettendole un braccio attorno le spalle per avvicinarla a sé
-non ti sembra di aver esagerato con quel fulmine? –
Nami lo guardo tenendo le braccia incrociate sotto ai seni
-no anzi è stata fortuna ho preso male la mira – disse con tranquillità facendo spallucce, Zoro trattenne le risate anche se un po' preoccupato era dannatamente gelosa la sua Nami
-è anche un avvertimento per te quello – disse lei poi tagliente, lui sbatte le palpebre, per lui?
-per me? – chiese non capendo
-certo! Se ti becco a tradirmi o anche solo a fare il cascamorto con un’altra ti taglio la quarta spada! – gli disse tagliente indicandogli tra le gambe, la guardò allucinato, stava parlando seriamente? Dallo sguardo della ramata comprese di sì, ghignò però divertito le piaceva questo suo lato possessivo e geloso così la strinse a sé parlandole all’orecchio
-sono geloso anche di una ragazzina che ti abbraccia figurati se posso pensare anche solo a tradirti mocciosa – le disse con tono suadente sentendola rabbrividire stringendosi nelle spalle
-poi non ho potuto ancora dimostrarti cosa mi provoca starti accanto e vuoi tagliuzzarmi? – le morse lascivo il lobo dell’orecchio prima di scogliere la presa da lei e camminare sghignazzando con le mani dietro la testa.
Nami arrossì guardandolo lanciandogli poi contro un sasso colpendolo in pieno, Zoro stava per rispondergli quando lei lo afferrò per il braccio tirandolo con sé, la guardò lui notando da dietro i capelli il rossore sulle sue guance, rise divertito stringendo la presa sul braccio di Nami per camminare con lei.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 una promessa è debito ***


Capitolo 14 una promessa è debito

 
Si erano finalmente fermati per riposare in un luogo termale, per disperazione del cuoco le camere erano state divise così
Lui con Brook e Franky, Usop insieme a Rufy e Jinbe, Robin con Chopper e Hiyori mentre Zoro, con sguardo vincente verso il cuoco sarebbe stato in stanza con Nami.
Prima di andare a dormire decisero tutti di farsi un bel bagno alle terme per rilassarsi un po' chopper ovviamente andò con le ragazze anche per controllare le ferite di Nami, che si erano chiuse ma alcune croste ancora non si erano rimarginate del tutto, i ragazzi dall’altra parte del muro facevano chiasso come al solito, Sanji e Brook cercavano di spiare le giovani cercando buchi nel muro di legno che li separava
-ma la volete finire voi pervertiti! – gli urlava Zoro lanciandogli contro le tinozze di legno
-MARIMO FINISCILA LA MIA NAMI-SWAN MI STARA’ ASPETTANDO PER FARSI PULIRE LA SCHIENA! ARRIVO MIA ADORATA! – urlò con gli occhi a cuore e il sangue che gli usciva dal naso cercando di saltare la parete, Zoro lo atterrò iniziando a prenderlo a calci e pugni
-PIANTALA DI CHIAMARE COSI’ NAMI! PERVERTITO! –
I due iniziarono a darsele come loro solito, facendo ridere gli altri componenti della ciurma sentendo poi la voce di Nami che li riprendeva, si fermarono di botto e alzarono gli occhi trovandola sporta sopra al bordo della parete che li guardava nera, aveva i capelli raccolti con un fermaglio in modo scompigliato e la pelle imperlata di sudore per il caldo dei fumi, i seni che si intravedevano da dietro il bordo della parete che le arrivava alle spalle, Sanji andò in estasi
-MIA ADORATA CHE VISIONE! – disse per correre da lei ricevendo in volto una saponetta dalla diretta interessata, mentre Zoro lo bloccò dentro un asciugamano lanciandolo poi in acqua
-FINISCILA PERVERTITO! – urlò girandosi poi verso Nami tra l’imbarazzato e il geloso
-NON RESTARE LI A GUARDARE MOCCIOSA! COPRITI POI! – le urlò ricevendo anche lui in pieno volto una tinozza stavolta da parte della rossa
-FINITELA DI URLARE E DISTURBARE CRETINI! – gli disse con i denti a squalo non calcolando le sue parole, girandosi poi verso le ragazze
-Robin fammi scendere – disse all’amica che con il suo potere le aveva creato una scala di braccia, stava per scendere quando malandrina si girò verso Zoro, guardandolo a terra che si massaggiava il naso per la botta, era solo con un asciugamano in vita a coprirgli le parti intime, poté vedere ogni singolo muscolo del suo corpo, che con i fumi risaltava per il sudore e la pelle bronzea
-vedi di sbrigarti buzzurro io ho fatto e sto per andare in camera – gli fece l’occhiolino guardandolo maliziosa prima di sparire nuovamente dietro alla parete divisoria, ridacchiò dietro la mano Zoro alzandosi di scatto da terra andando poi verso la porta
-dove credi di andare testa di verza!? – gli urlò Sanji ancora legato dentro l’asciugamano che cercava di liberarsi, ghignò verso di lui Zoro alzando una mano a salutarli
-nella camera MIA e di Nami – detto questo uscì fuori sentendo le urla di odio e disperazione di Sanji, ridacchiò ulteriormente e indossato lo yukata pulito e asciutto si recò in camera, per non perdersi chiese ad un inserviente delle terme di accompagnarlo, ci mancava solo che si perdeva li dentro, ringraziato l’uomo aprì la porta della stanza e se la chiuse dietro, la luce della camera era soffusa e la leggera brezza primaverile che veniva dalle finestre aperte aiutava a non sentire troppo caldo e lasciava entrare anche i raggi della luna
-ben arrivato vedo che non ti sei perso – sentì la voce divertita di Nami arrivare dalla camera da letto, girò il volto e la vide in piedi vicino lo stipite della porta scorrevole in carta che lo guardava malandrina, indossando lo yukata color cobalto, stretto in vita ma lasciato scollato sul petto apposta per lui, i seni che finalmente non erano più coperti dalle bende erano messi in bella mostra per lui, i capelli ancora raccolti in modo confusionario le davano un’aria sbarazzina ma dannatamente sexy, ghignò e si avvicinò a lei mettendole le mani sui fianchi prima di avvicinarla al suo corpo
-certo, pensi mi sarei perso lasciandoti qua da sola? – ghignò ancora abbassando il volto verso quello di Nami che in risposta salì con le mani lungo il suo petto lasciva cingendogli poi il collo con le braccia
-con il tuo senso dell’orientamento? Si mio caro – ridacchiò mentre iniziava a dargli piccoli morsi lungo il collo, socchiudendo gli occhi nel sentire il sapore della sua pelle farle arrivare mille scariche lungo la schiena, Zoro la strinse di più a se facendo aderire le sue forme al suo corpo, fremette per le labbra della compagna che gli percorrevano il collo, senza levarsi dal volto quel suo ghignò beffardo non rispose a parole la sollevò da terra con estrema facilità era leggerissima per lui che sollevava quei pesi enormi negli allenamenti, la strinse con possesso, desiderio mentre si appropriò delle sue labbra, un bacio non casto stavolta, stavolta non sarebbero stati interrotti ne dovevano trattenersi, cercava e divorava le labbra di Nami che rispondeva con lo stesso ardore, giocavano con la lingua nella bocca dell’altro con la loro gemella eccitandosi ancora di più nel sentire i loro sapori mescolarsi, con le mani lei stringeva i suoi capelli desiderosa di sentirlo ancora di più, scendendo poi dentro il suo yukata che con mani esperte faceva scendere lungo le spalle, graffiando e stringendo i muscoli di Zoro, mentre lui tenendola in braccio schiacciata a se indietreggiava dentro la stanza da letto.
La poggiò con attenzione sul futon prima di tornare con foga a divorarle le labbra, non gli bastava, ne voleva ancora, si stese sopra di lei aderendo con il suo corpo al suo, lei allargò le gambe per permettergli di aderire ancora di più sentendo il suo sesso premere contro il suo bacino da dietro i vestiti, emise un piccolo mugugno d’eccitazione Nami mordendogli le labbra con brama, tenendo lo sguardo sempre più vacuo ed eccitato su di lui mentre con le mani stringeva e percorreva il suo petto.
Svelto Zoro le mani andò a cercare la sua pelle, scivolava e stringeva la sua gamba che grazie alla posizione era finalmente libera dalla stoffa dello yukata, la sentì guaire e strusciarsi con il corpo contro di lui, la volveva sempre di più, con la bocca scese lungo il suo diafano collo, mordendola con smania e possesso, sentendola emettere un gemito di approvazione ed eccitazione, leccò il segno che le aveva fatto mentre Nami si strofinava a lui, vagando con le mani sulla sua schiena lasciando i segni del suo passaggio con le unghie, ringhiò quasi Zoro eccitato dalle sue mani, arrivando con la mano dentro lo yukata di Nami spostandolo per avere libero accesso ai suoi floridi seni, ne sfiorò uno sentendolo morbido ma allo stesso tempo teso, lo strinse e massaggiò sentendola gradire quel suo tocco, sentì il suo capezzolo diventare sempre più turgido; lo prese tra le dita e lo sfregò lentamente con una lenta e calda tortura, mentre con le labbra scendeva verso l’altro seno disegnando con la lingua l’areola rosa, gemette Nami tremando sotto di lui per le scariche di piacere ed eccitazione che le stava dando, sentiva sempre di più il suo corpo in fiamme fremente per averne sempre di più.
Zoro continuava a torturarle i seni, giocandoci e mordendoli anche per lasciare ancora il segno del suo passaggio, con la mano libera le slacciò finalmente lo yukata  dirigendosi poi con essa tra le sue gambe, sfiorandola prima da sopra le mutandine ghignando soddisfatto nel sentirle umide, lentamente tramite la stoffa la stimolò con medio della sua mano, la sentiva muoversi con tremori sotto di lui, il fiato irregolare spezzato da piccoli versi di eccitazione, mentre le mani le tremavano, allargò il ghigno mentre con piccoli morsi scendeva lungo il suo ventre, notando ancora il livido che maledetto le violava la candida pelle, lo baciò quasi castamente sentendola sussultare, lo baciò ancora quasi a volerlo cancellare, non avrebbe più permesso una cosa del genere, Nami lo accarezzò tra i capelli lentamente, come ad aver percepito i suoi pensieri, mugugnando poi sotto di lui Zoro sorrise sghembo riprese la sua scesa con baci e morsi abbassandole le mutandine, facendole poi volare via, scese ancora con il volto passando con la lingua sul ponte di venere arrivando finalmente tra le sue gambe dove eccitato con le dita le allargò le grandi labbra ormai umide e calde, ghignò sentendola tendersi per quel tocco, soffiò caldo sul suo clitoride facendo guaire Nami che scalpitava sensibile ad ogni suo tocco, prima di entrare saggiarla finalmente con le labbra, entrò dentro di lei con la lingua inebriandosi ed eccitandosi ancora di più nel sentire il suo sapore intimo, chiuse gli occhi Zoro per la scarica d’eccitazione prima di dedicarsi con ancora più devozione a darle piacere con la bocca, la sentiva guaire e agitarsi di piacere per le attenzioni che le dava, salì con la bocca a torturarle il clitoride che ormai era gonfio, mentre con le dita entrava dentro di lei andando a stimolare le sue pareti, le muoveva con sapienza andando a stimolarle la parete superiore, mentre succhiava e batteva con la lingua sopra al clitoride, sentendola chiamare il suo nome con voce inclinata dal piacere, sollevò il suo occhio su di lei, guardandola godere, aveva il viso rosso e lo sguardo perso che lo guardava implorandolo di darle ancora piacere, era tesa le mancava poco per raggiungere l’apice del piacere
-Zoro – gemette lei stringendo i capelli di lui spingendolo verso di se, continuò a darle piacere stimolando le sue pareti che ormai grondavano di piacere, seguendo le sue contrazioni per accompagnarla al piacere, la sentiva tendersi sempre di più fino a liberare con un gemito acuto e puro l’estasi di quel momento, Zoro raccolse avido il succo del suo orgasmo succhiando avido ogni goccia, accompagnandola fino la fine, si sollevò dalle gambe di Nami guardandola eccitato e soddisfatto mentre si leccava le labbra.
Nami lo guardò con il fiato rotto, eccitandosi ancora di più e volendo ricambiare il piacere provato lo afferrò per lo yukata tirandolo sotto di sé, salendogli sopra malandrina, mezza nuda con lo yukata che ormai si teneva sui suoi fianchi solo per la cintura, spinse Zoro stese per bene tenendo una mano sul suo petto mentre il suo sguardo lo mangiava con gli occhi
-ora mi diverto io – gli disse malandrina mentre Zoro la guardava fremendo di eccitazione
Detto questo Nami si piegò su di lui iniziando a percorrere con le labbra la sua grande cicatrice, aveva sempre desiderato farlo, voleva saggiarla per come per curarla, sentiva il sapote ferroso misto al sale della pelle di Zoro, lo sentiva fremere sotto i suoi baci, con il seno nella discesa gli sfiorava l’addome strusciando a quel modo i capezzoli sulla sua pelle, il corpo del suo amante sotto si tendeva sempre di più, gli sciolse lo yukata liberando il passaggio, con le labbra raggiunse il bordo dei boxer ci passò con la lingua sopra tirandolo poi con i denti prima di levarglieli così da liberare il suo membro teso e scalpitante.
Liberato Nami lo guardo e malandrina lo strinse con la mano, percorrendone la lunghezza e ogni vena tesa, emise un gemito basso e roco di piacere Zoro fremendo impaziente, lei lo guardò e con cupidigia baciò prima il suo glande poi scese lungo la sua erezione con la lingua tenendo sempre gli occhi nocciola su di lui, facendolo accendere ancora di più di desiderio, tornando poi con la lingua fino al glande prendendolo poi in bocca, iniziando a muoversi lungo di lui prima lentamente per saggiarlo e sentire il suo sapore, poi incitata dal respiro di Zoro ad aumentare sempre di più il ritmo sentendo l’eccitazione e calore aumentare anche in lei
-caz… Nami – la voce roca di piacere di Zoro la incitò a continuare, mentre lui le afferrava i capelli e accompagnava nei movimenti, stringeva con l’altra il lenzuolo sotto di se, quella sensazione di caldo piacere viscerale gli stava dando alla testa, era brava dannatamente brava, tremò e chiuse l’occhio era in estasi, quella mocciosa sapeva il fatto suo, ma non voleva venire così, la fermò e tirò a se facendola finire di nuovo sotto la sua mole, baciandola con veemenza per scaricare l’adrenalina, lei sorrise contro le sue labbra rispondendo al bacio con lo stesso trasporto, cingendogli i fianchi con le gambe spingendolo verso di se, lo voleva, dannazione se lo voleva, Zoro le strinse a se e mentre la guardava dritto negli occhi con una spinta entrò dentro di lei, caldo e profondo, gemette e si aggrappo al suo corpo Nami, sentendolo finalmente dentro di se lo chiamò in un gemito basso di piacere, Zoro la strinse forte quasi spasmodico a se invaso da mille scariche di piacere, restò fermo il tempo che serviva alla compagna per abituarsi e poi incitato dalla sua voce e dal corpo iniziò a farsi strada dentro di lei, muovendosi sempre con più velocità e forza, sentendola contorcersi di piacere sotto di lui sempre di più, le afferrò la mano intrecciando le dita assieme, guardandosi negli occhi, provavano sempre più piacere, divorandosi con le labbra e segnando i loro corpi con esse e con le mani, mentre Zoro la possedeva con una bramosia da rasentare la follia quasi raggiungendo poi l’apice del piacere insieme, Zoro si liberò finalmente in lei gemendo gutturale di piacere mentre Nami chiamava il suo nome acuta, tra respiri spezzati e tremori si lasciarono andare sul letto, stretti nelle braccia dell’altro con i corpi ancora tremanti.
Nami si sposto dei capelli dal volto che la infastidivano, sentendo poi il Compagno stringerla a sé contro il suo petto, sorridendo ancora senza fiato si strinse a lui ispirando il suo odore che ora era misto al proprio.
-sai di mandarino e sale misto a ferro e rum ora – ridacchiò piano lui tra i suoi capelli, questo fece ridere Nami avevano avuto lo stesso pensiero, alzo piano il volto per guardarlo, incrociando il suo sguardo scuro che la osservava con amore e soddisfazione
-anche tu – sorrise tornando a stringerlo forte – vorrei avessimo sempre questo odore –
Lui la strinse e piano si portò sul fianco tenendola sempre a sé poggiando la fronte alla sua per stare occhi negli occhi
-lo avremo sempre, è una promessa – le sussurro con lo sguardo fisso prima di avvicinarsi a darle un altro bacio -e ogni mia promessa è debito lo sai –
Sorrise di cuore Nami baciandolo con sentimento e trasporto, sapeva perfettamente che lui avrebbe mantenuto la promessa, lo sapeva eccome.
 
FINE
 
Angolo dell’autore:
grazie alle persone che hanno letto la storia e anche a chi ha commentato, le vostre reazioni aiutano sempre nel continuare nella scrittura, questa storia è finita e spero non abbia deluso, non potevo ovviamente mettere un po' di red tra i nostri amanti, non sarei stata io. La scena di Nami con le 3 spade ovviamente è ispirata alla stupenda art fatta da Oda di lei con la tecnica a 3 spade di Zoro, per noi zonamisti è una perla stupenda, per cui la ho presa come spunto ammetto per tutta la storia.
Dedico questa FF alla mia amica Zomi che mi ha supportato tanto, anche dopo anni dalla mia ripresa nella scrittura lei è stata pronta a darmi supporto per continuare, questa FF è per te (soprattutto questo ultimo capitolo)

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