Il ritorno di Dhaitus

di paiton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prigionieri (parte prima) ***
Capitolo 2: *** Prigionieri (parte seconda) ***
Capitolo 3: *** Fuga dall'Arcipelago ***
Capitolo 4: *** FINALMENTE A ILLIGAR ***
Capitolo 5: *** AL COSPETTO DELL’IMPERATORE ***
Capitolo 6: *** La breve ed intensa battaglia mossa da Maverik III (il Malvagio) contro il regno del Nobile Garring ***
Capitolo 7: *** Piovono dal cielo ***
Capitolo 8: *** Primo libro terminato ***



Capitolo 1
*** Prigionieri (parte prima) ***





Cerco di aprire le palpebre ma c'è buio profondo, mi fa male la testa, non capisco dove sono e non riesco proprio a vedere nulla. Mi sento davvero un gran dolore come se degli spilli si conficcassero continuamente dentro alle mie tempie... provo a muovermi... c'è qualcosa che mi blocca la gamba. Con la mano vado a toccare nel punto in cui sento la morsa: ferro o un altro metallo, un anellone che avvolge la caviglia.

"Chi c'è?" sento una voce nell'oscurità

"Ehi... sono io..." un sussurro arriva da una decina di metri

"Allora ci saranno anche gli altri due immagino!" Urla Darean.

"Parla piano... non sappiamo dove siamo e mi sono accorto di essere incatenato..." risponde Bran Latewind.

La vista annebbiata lentamente sta tornando: la sagoma di un corvo ci sta scrutando furtivo dall'unica finestrella della stanza. Stavo seduto sulla roccia pochi secondi fa, adesso sono in piedi e cerco di vedere quanta libertà di movimento mi hanno lasciato. Mi hanno tolto la spada e tutti i miei averi. Provo ad avvicinarmi alla finestra e il corvo scappa gracchiando. Fuori dalle sbarre posso vedere il colore del cielo sfumato di rosso e rosa tipico del tramonto, con qualche nuvola minacciosa in avvicinamento.
 
Sono sveglio ormai da una decina di minuti e sento le forze tornare in me: con tutta l'energia che tengo in corpo provo a staccare la catena ancorata al muro. Il risultato finale è che adesso il polso mi fa molto male.
Siamo in cinque nella stanza, anche Ringoon si sta svegliando, lo vedo chiaramente. E' attaccato per un polso a Thormec Frittun, che invece giace a terra come un salame.


“Qual è l'ultimo ricordo che avete?”

“Stavamo alla locanda, ho ordinato quattro birre da portarvi e abbiamo iniziato a bere!” Afferma Bran, lui ha sempre buona memoria “mi scappa da morire… non ce la faccio più” si sbottona i pantaloni e piscia contro il muro.
 
La sua gittata finisce però sulla gamba del malcapitato svenuto.
“Thormec non si è ancora ripreso, inizio a preoccuparmi, prova a vedere se è ancora vivo”

“Sono legata per le braccia accidenti!” Impreca Darean “Ma sono collegata con lui!” e inizia a muovere il braccio destro in alto e in basso cosicché anche il braccio di Frittun si muove prima in basso e poi in alto.

“Siamo tutti imprigionati qui dentro... perché?! Ricordate di aver fatto torto a qualcuno? Darean! Sveglia Frittun!”

Tutti quelli con i sensi ancora addosso scuotono la testa mentre tentano di pensare.

“Sarà stata colpa di quel ladro di Ringoon” Urla Darean per farlo svegliare.

“Non urlare maledetto… Non sappiamo nemmeno dove siamo…” Sussurra Latewind

“Ci troviamo vicini al mare e il Sole sta tramontando” afferma beffarda Darean che si è già sporta per vedere fuori dalla finestrella.
Dopo qualche minuto di silenzio si sentono dei mugolii...

“Ma che diavolo è successo alla mia testa, gira tutto” mugugna Draco Ringoon.

“Sei legato ad una caviglia e sei dentro ad una prigione, ti ricordi di aver rubato qualcosa di grosso a qualcuno davvero ricco? Ma soprattutto ti ricordi cos'è successo alla locanda di Giuseppe?”

Il draconide cerca di capire da che parte arriva quella voce e socchiudendo gli occhi sottolinea: “Mi sono bevuto solamente una pinta quando voi eravate già alla seconda, poi non ricordo più nulla, eravamo tutti insieme al bar Collo Ma Non Mollo. Anche a voi gira la testa?”

“Si si tra poco ti passa tutto, l'unico è Frittun che non dà ancora segni di vita... che cosa vedi dalla tua posizione? Io scorgo una debolissima luce che proviene proprio dalla parete di fronte a te.”

Si sporge per capire meglio; la catena trascinata stride sul pavimento.

“C'è una candela appoggiata su un tavolo e sembra che ci sia una sedia. Ho una gran fame e... cos'è questa puzza?”

Latewind inizia a grattugiare sulla parete rocciosa la parte usurata della catena che lo attanaglia mentre Darean tira dei colpetti all'infuori con il braccio per vedere se riesce almeno a staccare la listarella di metallo dal muro.
Il corvo torna a posarsi indisturbato sulla finestrella in alto, appena sopra Latewind, si intrufola fra le sbarre forse in cerca di un luogo meno sferzato dal vento e gracchia una sola volta.

“Ragazzi fermi, silenzio! Mi è sembrato di sentire dei passi!”

Tutti smettono di provare a liberarsi e restano in ascolto.
I passi si avvicinano alla loro stanza : “Vedo una persona bassa che si avvicina, ha una folta barba e dei lunghi capelli” sussurra Draco.

“Forse è tua sorella” scherza Darean

“A me sembra tua madre” sbotta lui

“Hei! silenzio in cella!” ordina una voce simpatica in termini di rimprovero

“Cos'è tutto questo baccano!” Una corta figura sta in piedi davanti alla grata chiusa

“Come ti chiami Nano?” chiede il draconide

“Sono Grullo, ufficiale del Nobile Garring, e tu ladro, vuoi dirmi il tuo nemo?”

“Ci avete messo in galera e non sapete nemmeno i nostri nomi?”

“Non sei nalle posizione di... fare domande draghetto, soprattutto dopo aver rubato... la spada di Garring, diteme dove sta e l'andremo a cercare, se la... troveremo avrete salvo la vita” risponde minacciosamente Grullo il Nano, gli gira le spalle e va a sedersi sulla sedia cigolante di legno.

“E adesso che facciamo? Sei stato tu Draco a rubare quella spada? Voi avete mai visto un Nano con la spada poi? Io no.” Ragiona Latewind spremendosi le meningi.

“Smettila di darmi del ladro, pezzo di cretino! So quello che rubo e con le spade di certo non riesci a farti un capitale!” Urla Draco, poi fa un respiro profondo per dissipare l'incazzatura e sottovoce “Quello li mi sembra tutto scemo, il Grullo dico, non mi sembra un chilo, non sa nemmeno fare a parlare”

“Non sarà un chilo ma sta dall'altra parte delle sbarre, e l'Ascia di Pratt potrebbe avere un ottimo prezzo di scambio, appartiene alla famiglia reale da generazioni”

“Ohi ohi ohi... la mia testa” si lamenta Frittun

“E' vivo! Incredibile!” Darean inizia a muovere le braccia per farlo rinvenire più velocemente…

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Capitolo 2
*** Prigionieri (parte seconda) ***



“Ahia! Adesso mi fanno male anche i polsi... ma cosa ci faccio qui appeso... ?”

“Frittun svelto, riprenditi, dicono che noi siamo colpevoli di aver rubato l'ascia del Nobile Garring, siamo finiti in un grossissimo guaio”

Frittun sgrana gli occhi, ha un forte mal di testa e fatica a collegare le meningi, si guarda attorno prima a destra e poi a sinistra e vede tutti i suoi amici incatenati, ma una cosa lo fa impaurire e inorridire allo stesso tempo:
 
“Chi è quello sdraiato a terra?”  chiede indicando il pavimento “E cos'è questa puzza?”

“Noi tutti non vediamo praticamente niente, solo tu hai questa notevole capacità di scrutare nell'oscurità come i gatti” gli ricorda una voce.

“Nell'angolo c'è un cadavere direi, a sentir dall'odore che fa, sarà a due metri da Draco” poi annusa un cattivo odore di diversa natura provenire dalla sua gamba
 
“Che schifo!” Esclama Draco inorrididito “Ha dei vestiti addosso?”

“Mi sembra proprio che li abbia” la Testa di Frittun gira come dopo una brutta sbronza.
 
“Chi mi ha pisciato sulla gamba mentre dormivo?!” e guarda verso Bran che continua a sfregare la catena contro la roccia.

Draco individua il corpo in penombra, gattona per qualche metro ma la catena lo trattiene. “Cazzo! Non ci arrivo...” Prova ad allungare la mano il più possibile e riesce a prendere una ciocca di capelli del malcapitato. Piano piano lo trascina verso di se...

“Bravoo Dracoo, continua così” Sussurra Frittun

Draco inizia a perquisirlo e sul petto, dentro al taschino, trova una pergamena... con calma la apre, la ripiega e la lancia a Frittun.

Dopo aver accuratamente bestemmiato, Frittun se la prende con Draco “Ma ti sei rincretinito? Come faccio a prenderla che ho entrambe le mani legate!?”
 
“Silenzio li dentro!” urla imperativo Grullo.

Con i piedi Frittun cerca di spostare il foglio piegato per farlo arrivare sotto ai suoi piedi, le catene si muovono e fanno rumore.
 
“State provando a liberarve malandrini?” I passi si avvicinano, una luce fioca illumina la stanza.
 
BADABIM!! BADABUM!! La sua ascia sbatte sulla grata di metallo e produce un chiasso assordante e fastidioso, soprattutto per il fine udito di Darean.
 
“Abbiamo fame Grullo, che modi di trattarci sono questi? Non ci avete neanche processati…” Ribatte Bran seccato, il suo stomaco brontola.
“Avete ragione, adesso vado a prepararvi del buon pesce che ho preso questa mattuna” Si congeda il nano dalla lunga e folta barba mentre i suoi passi si allontanano.
 
“Beh! E’ stato molto più facile di quanto avrei mai immaginato! Ora che si è allontanato continuo a cercare di togliere queste manette, sono parecchio usurate dal tempo” e continua a sfregare la catena con il pezzetto di roccia che ha trovato per terra.
 
“Volevo informare tutti voi che qui ci deve essere di mezzo qualche stregone potente, non riesco ad utilizzare la magia. Questi muri sono vecchi e stravecchi, come queste catene… ma hanno pensato bene di creare una protezione o qualcosa di simile. Chiudete bene gli occhi e distanziatevi il più possibile da me” Appena finito di pronunciare la frase Draco Gracoon, l’apprendista stregone, si allontana più che può dal muro e sputa il suo alito infuocato sulla catena, più lontano possibile dalla sua gamba. Una luce molto intensa e una vampata di calore irraggiano l’umida e buia stanza della prigione. Il metallo che lo imprigiona diventa incandescente, e lui prova a tirare con tutte le sue forze.
Si fa un gran male alla caviglia, la catena si sforza ma non si rompe.
 
“Evvai… sono riuscito a liberarmi…” comunica tutto soddisfatto Bran dopo aver logorato l’anello più debole della sua catena.
 
“Facciamo così, io mi nascondo e appena entra lo bussiamo di botte”
 
“Come fai a essere sicuro che sia l’unico ufficiale presente…” ribadisce Frittun.
 
“Non lo possiamo sapere, e soprattutto non dovremmo neppure essere in gattabuia, dobbiamo filarcela” continua Bran sicuro della sua tattica.
 
Un corvo gracchia.
 
Frittun lo individua, è proprio dalla finestrella sopra la sua testa, deve essersi intrufolato per cercare cibo; il corvo lo osserva reciprocamente, lo fissa e inizia a cercare con gli occhi anche i suoi compagni. Il suo sguardo non è animalesco, ha un non so che di umanoide.
 
“Quell’uccellaccio si vorrà pappare il morto…” sbotta Darean annoiata, “io mi son già fatta male ad entrambi i polsi, non lasciatemi qui…” non fa nemmeno in tempo a finire la frase che tutta la stanza si illumina di nuovo, un flash accecante e un secondo dopo un fiato di calore rigenerante.
“Ma sei scemo! Vuoi farci arrosto!” impreca Darean dopo la seconda fiammata, mentre Gracoon tira tanto forte da sentire i bicipiti scoppiare.
 
“Continua a pensare ai deceduti Darean, se tu non appartenessi al gentil sesso ti insulterei… ma non posso farlo… quindi le auguro un le auguro signorina Darean” finita la frase è ancora imprigionato e sbuffa.
 
“Non hai migliorato di molto la tua situazione brutto cervello di nocciolina” dice lei
“Smettetela!” ordina Bran “Sento dei passi”.
 
Grullo sale le scale canticchiando e percepisce un acre odore di peli strinati “ma che strano” pensa appoggiando il naso sul pesce che ha appena cotto “se fosse pollo … ma è pesce… non dovrebba mica avere peli…”
Abbandona l’ascia sul tavolo e prende in mano la candela ivi appoggiata, si dirige verso la porta della cella, aziona la carrucola che gli permette di sollevare la grata e raggiungere i detenuti; il rumore del meccanismo di apertura arrugginito è terribile, peggio del gesso sulla lavagna.
 
Appena vede di aver alzato la grata tanto da poterci passare sotto senza piegarsi si ferma, prende in mano la candela e il piatto di pesce e si dirige verso Frittun e Darean che sono incatenati per le braccia.
 
Bran si muove verso di lui senza far rumore, veloce alle sue spalle parte con un gancio assestato sulla mandibola al piccolo Grullo, che molla per terra sia la candela che tutto il pesce appena cotto.
Subito l’elfo esce furtivo in cerca dell’ascia e dopo quattro passi l’afferra.
 
“Brutto ingrato! Te la faccio pagare cara” Sbiascica Grullo da terra, tutto il pesce gli è finito addosso
 “Vieni muoviti! Uno è riuscito a liberarsi dalle catene! Urla mentre un calcio ben assestato sulle costole gli arriva dall’oscurità.
 
Bran ritorna nella cella correndo e cerca di colpire il nano con la sua pesante ascia, ma senza usare la lama. Grullo, che si era appena rialzato in piedi, si ribalta all’indietro cadendo al suolo supino.
 
Dentro alla stanza c’è buio pesto “Avanti aiutami, sono quasi riuscito a staccare la catena” lo incoraggia Draco. In due tirano con tutta la loro forza e riescono definitivamente a spaccare l’anello debole. Il draconide va per strangolare Grullo con la catena che gli resta attaccata alla caviglia, lo fa svenire e poi lo lascia, “in fondo non ha fatto nulla di male” pensa in cuor suo.
Nel frattempo Bran si è nascosto in fondo al corridoio perché dalle scale arrivano dei passi, qualcuno sta correndo con indosso un’armatura… appena il malcapitato gira l’angolo, si prende una botta in testa e rimane stordito. Lui trascina il suo corpo brandendolo dalle gambe e chiama Draco in aiuto: lo ripongono dentro alla cella con Grullo, lo legano e infine liberano Frittun e Darean che stanno legati assieme.
 
“Dobbiamo volare via col vento!” Dice Bran mentre richiude le celle lasciando dentro le due guardie.
 
Nel frattempo Darean è arrivata in fondo al corridoio, c’è una scala che scende ma sullo stesso piano vede tre porte chiuse… loro sono completamente senza equipaggiamento. Corre ad aprire la porta che gli è più vicina e con grande sorpresa vede le sue armi, la sua armatura e un sacco di altra attrezzatura sparsa un po' sul tavolo e un po' per terra;
 
“Venite presto!” grida mentre si aggancia i cosciali. In un battibaleno arrivano anche gli altri tre, i loro occhi si illuminano. Darean esce per prima, già bella e pronta con l’intenzione di scendere le scale per filarsela, ma Draco vuole controllare anche le altre porte: appena apre la successiva vede una luce fioca e dei forzieri a terra oltre ad una melma verde alta due metri e mezzo che si sta avvicinando. Richiude la porta e si trova faccia a faccia con gli altri due.
 
“Scappiamo!”
 
“Ti sei deciso finalmente” dice lei sollevata “Non sento altri rumori vicino a noi, scendiamo”.
 
La porta inizia lentamente ad aprirsi la melma verde trasborda come una marmellata da ogni parte.
Tutti e quattro si fiondano giù dalle scale veloci, ma senza fare troppo rumore. Darean apre le braccia appena raggiungono il piano sottostante, ruota le orecchie a destra e sinistra, anche qui nessun rumore… “sarà un castello disabitato oppure sono tutti già a dormire…”
 
“Mister marmellata ci sta inseguendo” fa notare Bran indicando il budino trasparente alle loro spalle.
 
Adesso corrono più forte che possono, le armature e la loro attrezzatura metallica fanno un gran baccano che rimbomba.
Escono dal castello, scendono i gradini malmessi e Frittun vede un’oscura foresta alla fine dello stretto e malcurato sentiero che hanno davanti.
 
“Secondo i miei calcoli abbiamo il mare alle spalle” li informa Darean con decisione
 
“Per fortuna abbiamo una ranger” Sbotta Draco scrutandola dritta negli occhi.
 
Frittun si mette in mezzo “Rispetto alla cartina che mi hai lanciato prima, sembra che ci troviamo su un’isola, potrebbe essere proprio l’arcipelago del nostro Regno, voi ci siete mai stati?”
 
Tutti scuotono il capo.
 
“Sembra ci siano due vie per arrivare al porto. Se ci hanno recapitato fin qui ci deve essere una barca oppure una scialuppa per ritornare sulla terraferma”
 
Nella sfera celeste gli astri brillanti emanano tutta la loro onniscienza e dispensano la saggezza ridendo dall’inizio dei tempi.

 

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Capitolo 3
*** Fuga dall'Arcipelago ***


Mentre si allontanano dal sentiero cercano una zona protetta da sguardi indiscreti, i capelli lunghi e biondi di Darean ondeggiano mossi dalla fresca brezza notturna e brillano al chiaro degli astri.
 
“Da quello che so l’isola è parecchio lontana dalla costa, si vede solamente nei giorni in cui il cielo è terso. Ci vorranno una decina di ore per arrivare in salvo, sempre se il tempo lo permetterà.” Constata Bran davanti alla cartina che tutti stanno studiando.
 
“Io direi di muoversi per la via secondaria” consiglia Draco indicando sulla mappa il percorso tratteggiato che porta dall’altro lato dell’isola “Se seguiamo la via principale rischiamo di essere scovati con maggior facilità.”
 
“Solo per questa volta sono d’accordo con lui” risponde Darean “Meglio prendere la via secondaria, sarà più lunga ma è più sicura”
 
“Forse voi conoscete chi abita l’isola oltre agli scagnozzi del Re!? Bran tu hai altre informazioni da condividere?” Chiede Frittun
 
“Entrambe le vie sono rischiose a quest’ora della notte, non sappiamo cosa ci aspetta…” dopo un sospiro Bran si accarezza la barba “Sicuramente passando per la via sul mare evitiamo le guardie”
 
I quattro si incamminano scegliendo la via costiera all’unanimità mentre le loro impronte rimangono impresse sulla fine e pura sabbia del bagnasciuga: la luce del satellite si riflette sulla superficie del mare e la grande sfera lucente dona sfumature dorate alle onde e alle increspature dell’acqua.
 
Dopo due ore di cammino…
 
“Vedete anche voi due donne nel mare?” Chiede Darean che avanza in prima linea
 
“Si certo, quindi? Lasciale là. Finché non si avvicinano io non le vado di certo incontro…” risponde Draco “sembrano figure femminili, bello specchio per le allodole, vuoi andare a ballare con loro?”
 
Le due figure sono intente a danzare nel chiaro di luna, si lanciano l’acqua e fanno piroette come le pattinatrici. Piano piano si avvicinano ondeggiando ai quattro viandanti che si sono fermati ad osservarle più per controllare le loro intenzioni che per un effettivo interesse malevolo nei loro confronti.
 
Draco è più sospettoso di tutti gli altri e una goccia di sudore freddo gli cola dalla fronte, Bran sta già impugnando la spada ma quegli esseri danzanti sono trasparenti, inconsistenti, come se fossero formati dall’acqua stessa, non parlano nessuna lingua, anche se interpellati ma indicano Frittun e gli fanno il gesto di estrarre l’oggetto che tiene in tasca.
 
Lui ormai si è memorizzato la cartina e fa agli altri “Attenti a quello che succede mi raccomando… io mi avvicino, sembrano inoffensive” estrae la mappa dalla tasca, e loro indicano con una X, che rimane impressa sulla carta, una zona di mare compresa fra l’isola e la terraferma, verso ovest, come ad indicare di evitare quella parte di pelago. Sulla cartina sono indicate le correnti e si può constatare che la forza del mare spinge verso la zona indicata da loro.
 
“Grazie spirito del mare” prega Frittun facendo un inchino e congiungendo le mani sulla fronte “Possiamo continuare per la nostra strada, dobbiamo solo far attenzione alle correnti. Grazie a Hula, protettrice degli elementi naturali”
 
Passate altre due ore si sono avvicinati al porticciolo dell’isola, da cui è difficile proseguire a piedi perché la costa è disseminata di grossi e alti scogli, più impervi da attraversare rispetto alla comoda e pianeggiante sabbia su cui hanno camminato fino ad un secondo prima.
 
“La prossima volta andiamo per la direttissima” impreca Draco.
 
“Ahia!” Urla Bran “Qualcosa mi ha colpito” tutti si guardano attorno senza vedere nulla. Il guerriero appoggia la mano nel suo organo dolorante e si accorge di essere stato trafitto da un unghione oppure da una spada; mostra a Frittun le sue dita bagnate di sangue rosso vivo, il taglio è profondo.
 
“Luce!” Frittun fa brillare la spada di Bran e si nota un’ombra allontanarsi nel cielo e tornare nella notte, verso la foresta interna.
 
“Sarà uno spiritello, niente di cui preoccuparsi” lo rassicura il monaco.
 
“Non parleresti così se ti avesse ficcato un artiglio nel culo! Io continuo di corsa, voi fate come credete… quanto dista il porto?”
 
“Un paio di chilometri al massimo secondo i rapporti della nostra mappa. Saremo partiti quattro ore fa e adesso ci troviamo molto vicini alla nostra scialuppa di salvataggio, solo che è segnalata una parte impervia dalla nostra posizione in poi… non c’è problema, puoi continuare da solo!”
 
Il guerriero impavido continua a muoversi veloce, in avanscoperta.
Gli altri tre invece stanno uniti e avanzano lentamente, senza rischiare di spezzarsi le caviglie.
 
Darean si sente osservata, in direzione della foresta nota due scintille rosse che si muovono ad alta velocità nell’oscurità.
 
“La cosa che ci ha attaccato prima è ancora in agguato fra le fronde, e ci sta seguendo!” il suo sguardo rimane fisso nel buio e incocca una freccia.
Frittun fa un respiro profondo per poi sospirare.
 
“Luce!” Grida appoggiando la mano sul suo arco; anche la freccia di Darean si illumina “Se lo vedi ancora colpiscilo con quella freccia” sbuffa il monaco con aria stanca e annoiata.
 
Bran nel frattempo è scivolato un paio di volte sulle umide alghe che ricoprono gli scogli aguzzi, tuttavia ci vogliono botte ben più forti per rompere i suoi gambali. È arrivato al porto e con sua grande delusione ha trovato la barchetta da pesca che dovrebbe portarli in salvo. La sua situazione non è ottimale ma ha visto di peggio. Rovista tra le reti abbandonate e trova due pagaie oltre al remo da bratto già presente nello scafo.
 
Cerca il sentiero, che attraversando la foresta arriva fino al castello, poi resta percettivo ad ascoltare. Ha l'impressione di essere osservato da qualche presenza vivente. Vede anche una piccola torretta di legno, potrebbe servire per gli avvistamenti.
 
Dopo una decina di minuti nota una mezzaluna luminosa sulla spiaggia, è in avvicinamento: “Saranno loro” pensa tra sé.
Una sensazione di puro terrore gli passa come un fulmine per tutto il corpo e di colpo inizia a correre urlando nella direzione opposta a quella dei suoi amici.
 
“Quello sembrava proprio un verso di Bran” constata Darean
 
“Eggià, deve essere la sua tattica per passare inosservato. Spero vivamente che non ci siano altre guardie rimaste libere sull’isola” risponde Draco appoggiandosi la mano sulla fronte e facendo di no con il capo.
 
I tre iniziano a correre cercando di raggiungerlo il prima possibile, anche Frittun adesso è preoccupato, chissà quale sorpresa li aspetta.
 
Darean, molto più veloce, leggera ed agile avanza per prima ma il rumore dei suoi passi copre tutti gli altri suoni circostanti; sale sopra uno scoglio più alto degli altri e rimane in ascolto. Poi continua a perlustrare la zona furtiva, passa di fianco ad una barchetta e nota tre remi in bellavista ma nessuna traccia di Bran.
Anche il draconide e il monaco arrivano poco dopo.
 
“Ecco la nostra bagnarola!” Draco si sfrega le mani
 
“Tieni il tuo alito infuocato lontano dal nostro traghetto, ti prego” lo implora Frittun congiungendo le mani.
 
Nel frattempo Darean sta cercando tracce lasciate dal compagno di bevute e le segue come un segugio.
 
Bran si ritrova sulla costa rocciosa, prono a terra e rimane sconcertato “come ci sono arrivato fin qui?” si chiede. Mentre si risolleva cerca di orientarsi.
“Ahia!” Quella cosa l’ha colpito ancora.
Estrae in velocità il suo pugnale dalla fondina e cerca di colpire nella direzione in cui è arrivato l’attacco; è buio pesto e non vede anima viva. Colpisce a vuoto tutto attorno a sé.
 
“Braaan”! Sente chiamare da lontano una voce di donna, la segue.
 
“E lascialo in pace, starà cagando!” sbraita Draco mentre controlla lo stato di conservazione della barchetta e dei remi assieme al monaco.
 
Provano a spingerla in mare e vedono che non imbarca acqua: “l’hanno sicuramente usata da poco, fa un tanfo che neanche una pescheria…”
 
Non esiste nessun molo e nessun punto d’attracco per grandi navi su questo lato dell’isola.
 
Darean sente i passi sempre più vicini, qualcuno sta correndo nella sua direzione, senza dubbio è Bran che si sta orienta usando l’arco brillante come punto di riferimento, è pronta a tirare.
Lo individua e subito scocca il dardo illuminato un paio di metri al di sopra della testa del guerriero, punta proprio in mezzo alle due pupille sferiche, rosse come la brace dipinte nella buia notte; un verso animalesco si diffonde nell’aria notturna e i due occhi scompaiono.
 
“Grazie! Ho un debito con te, ricongiungiamoci agli altri!” Consiglia Bran senza fermare la sua folle corsa.
 
In un battibaleno sono arrivati “Ancora quel maledetto demone invisibile! Mi ha colpito anche al braccio!”
 
“Volevi tornare fin sulla terra ferma a cagare? Potevi farla anche dietro quegli arbusti, non c’è nessuno in giro a quest’ora della notte su questa maledetta isola abbandonata dagli Dei” gli fa Draco
 
“Non so cosa sia successo prima… sono stato pervaso dalla paura e ho anche un buco nella memoria… mi sono ritrovato a terra molto lontano da qui.”
 
Frittun: “Una sola dimenticanza? Beato te! Sarà un’altra diavoleria del demonietto, prima lasciamo in pace la sua terra meglio è. Salite”  
 
“Ho trovato quei due remi fra le reti, ma cos’è questa puzza di piscio?” Bran si sta tappando il naso con pollice e indice mentre indica i due pezzi di legno per pagaiare.
“Avanti salpiamo, dobbiamo arrivare il prima possibile. Finché il mar di Cristallo è calmo sfruttiamo l’opportunità che ci viene elargita.”
 
Darean e Bran sono già saltati dentro alla bagnarola, Draco e Frittun vogano mantenendo la traiettoria descritta sulla mappa.
 
“Facciamo a turno? Prima dormiamo noi e poi vi riposate voi?” Chiede Darean saggiamente “Dobbiamo conservare le energie che ci restano”
 
“Arriveremo sulla terraferma dopo l’alba, non sappiamo cosa ci aspetta… ho provato a concentrarmi per ricordare i fatti accaduti alla locanda ma non è affiorato nessuna rimembranza, dobbiamo scoprire cosa sta succedendo e ci servono le forze… tra quattro ore ci diamo il cambio, adesso dormite” Frittun cura le lievi ferite di Bran poi continua a pagaiare assieme a Draco, l’isola si allontana piano piano alle loro spalle mentre un’ampia e calma distesa di acqua riappacifica gli animi affaticati. Il mare aperto è davanti a loro e si respira un forte odore di libertà.

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Capitolo 4
*** FINALMENTE A ILLIGAR ***




Dopo circa quattro ore Draco sveglia i due belli addormentati, il Sole è già uscito dal mare ed i suoi raggi iniziano a scaldare i fuggitivi.
 
“È ora di dare il vostro contributo all’attraversata!” Il mare odora di purezza, non si può dire la stessa cosa della gamba di Frittun che invece puzza di fogna a cielo aperto; tuttavia l’aria è satura di ossigeno e un branco di pesci argentati guizzano felici fuori dall’acqua.
 
Bran si sveglia subito attivo, ha ripreso le energie e inizia a rovistare nel suo grande zaino da cui estrae un abito variopinto. Non spiccica parola proprio come colui che si è appena svegliato ma si sente un genio: forse stava pensando alla sua veste anche in sogno. Si toglie gli spallacci dell’armatura e indossa una camicia d’orata decorata da un ricco jabot verde smeraldo e polsini entrambi di pizzo, poi si lega una fascia violetto ornata di merletto che ricade fluente sul petto.
 
Mentre finisce di sistemarsi i calzoni di colore rosso acceso e di agganciare allo zaino tutti i pezzi dell’armatura, gli altri tre lo guardano stupefatti, ammutoliti, soprattutto Darean che dopo essersi lavata la faccia a piene mani con l’acqua salata inizia a schiaffeggiarsi per vedere se sta ancora dormendo.
 
“Così, quando ci vedranno da lontano non ci riconosceranno” Spiega soddisfatto Bran impettito cercando lo sguardo dei compagni “e anche se ci avvisteranno ci lasceranno in pace! Sembriamo dei cantastorie!”
 
Appena finisce di parlare, orgoglioso della sua idea ode le canzonatorie parole di Draco “Non condividerò il viaggio con esseri vestiti in questa maniera allucinante!”
 
“Fidati di me, mi ringrazierai presto. Le più grandi idee non sono state comprese nell’anno in cui sono emerse dalla mente degli uomini”
 
“Spero vivamente che quei colori sgargianti non attirino i pirati, se mi arrivano delle frecce addosso, per prima cosa ti butto in mare…” dopo la sua dichiarazione Draco si appoggia sul fianco, per coprire le sue spesse palpebre squamate dalla fastidiosa luce del sole mentre la barchetta ondeggia a destra e a sinistra cullata dalle onde. Frittun inarca un sopracciglio vedendolo così conciato, poi si corica pancia all’aria e si stende un piccolo asciugamano da viaggio sulla testa.
 
“Io dormo, non svegliatemi per almeno quattro ore”
 
Darean, ancora pietrificata nei movimenti, prova a parlare “Ee… nel malaugurato caso di un attacco… tu non hai l’armatura… sei vulnerabile!”
 
“Ma chi vuoi che ci attacchi! Siamo senza soldi e non trasportiamo oggetti di valore… Tranquilla… non ci sono pericoli… Riusciamo a vedere fino all’orizzonte, avremo il tempo di prepararci in caso di necessità.”
 
I due iniziano a remare e la vista affinata della mezzelfa scorge la terraferma, in lontananza, attraverso la foschia mattutina.
 
 
Voltock è appena partito assieme a due arcieri e tre guardie del re con tutta la ciurma; le vele sono state spiegate a dovere per raccogliere il poco vento che soffia sulla costa.
“Ci metteremo quattro ore di questo passo…” Sbofonchia il generale del Nobile Garring parlando col capitano della nave.
 
“Le do ragione signore, il vento è molto debole. Questo è un fattore positivo, significa mare calmo” Risponde a tono lui.
 
Accarezzando la sua folta barbona nera “Sarò sincero con te, non penso che siano stati quei quattro beoni… la gattabuia avrà fatto il suo sporco mestiere, sicuramente si saranno impauriti… se non ci diranno la verità possiamo sempre farli passare sotto l’ala del saggio Yugi. Saprà cavagli fuori qualche verità con le sue pozioni…”
 
Il capitano ha un aspetto pensieroso: “Li avete rinchiusi senza essere sicuri che siano effettivamente stati loro?”
 
“Per questioni di grande importanza come questa non si può lasciar nulla al caso. Non abbiamo trovato né prove che siano stati loro né possibili collaboratori, nessuna traccia… o sono dei veri professionisti…” il suo sguardo incrocia quello del timoniere “ma non mi sembra davvero…”
 
La truppa continua a navigare sul grande veliero in un mare piatto finché si ode forte e chiara la voce della vedetta
“C’è una piccola barca che si muove in direzione della costa! Due rematori, uno dei quali non sembra delle nostre terre!”
 
“Scendi da lì sopra e fammi vedere con il cannocchiale!” Ordina tempestivo il comandante. Il nano si cala veloce giù per le corde e porge il dispositivo ottico a Voltock.
 
“Ha ha ha! Ma che abito strabiliante! Raggiungiamoli capitano, è solo una piccolissima deviazione che non farà perdere troppo tempo”
 
“Certamente generale, ai suoi ordini!”
 
Il veliero inizia a virare in direzione della piccola barchetta a remi che tenta di allontanarsi.
 
 
 
“Contro il veliero siamo spacciati, è inutile dirlo. Dobbiamo arrenderci e sperare che la mia tattica funzioni” Constata Bran.
 
Darean inizia a sbattere il remo per svegliare gli altri due: “Sembra che la nave dell’esercito di Garring stia venendo dalla nostra parte, fuggire è impossibile…”
 
La grande barca affianca la bagnarola avanzando molto lentamente; il generale impettito risalta rispetto al resto della truppa, il suo sguardo è tagliente, la sua armatura argentata e lucida. Bran non da loro il tempo di parlare e intona: “Da terre lontane noi vienam per cantar le istoire! …”
 
“Bel tentativo Bran Latewind” Lo blocca istantaneamente il generale Voltock “Sotto i miei ordini hanno portato te ed i tuoi compagni di bevute a riflettere nelle prigioni isolate di Garrisland. Non so come abbiate fatto a fuggire ma sicuramente vi ho sottovalutati! Prendeteli!” Urla ai suoi uomini.
 
Mentre le guardie scendono in mare con una delle scialuppe di salvataggio Draco applaude assonnato “Complimenti per la tua idea geniale”
 
Le tre guardie legano le mani ai prigionieri e li fanno sedere su di una panchina di legno.
“E adesso raccontatemi come mai vagate per il Mar di Cristallo! Voglio sapere tutto per filo e per segno!” Ordina Voltock con gli occhi che sprizzano fiamme di rabbia “Cos’avete fatto alle mie guardie!? Sapete che Grullo è uno dei tanti cugini del Re vero!?”
  
 
Dal porto vengono stipati come sardine su di una piccola e scomoda carrozza di legno, con finiture spartane; il cocchiere li trasporta per la strada principale che taglia a metà la città di Illigar, sono scortati da guardie reali e arcieri elfici che li affiancano trottando a cavallo. Passano prima per la via sabbiosa sulla costa, poi per i campi dorati di mais, fino ad arrivare dentro le mura della città.
 
Tutti i passanti si bloccano alla vista di quello schieramento di soldati armati e borbottano fra loro.
 
Entrati nelle mura del castello il cocchiere ferma i cavalli ed i quattro ladri vengono obbligati a seguire, con passo svelto, il lungo corridoio all’interno della fortezza reale; le pareti laterali sono di pietra grezza e tante fiaccole accese illuminano ora i dipinti degli avi barbuti in posa, ora lo stemma della casata (tale simbolo rappresenta una possente ascia che taglia in due parti uguali un’incudine; il significato di questo simbolo, tuttavia, è narrato in un'altra storia e sarà raccontato un'altra volta)  
 
“Che belle colonne di marmo, guarda le venature violetto” sussurra Darean dopo essere entrata per il grande portone massiccio che chiude la sala reale.
 
Passano in mezzo a due righe di guardie, sono almeno venti per parte, tutte in possesso di un’ascia e una lucida armatura, immobili sull’attenti e in attesa di ordini.
 
“Avrei apprezzato di più la struttura architettonica e le finiture se ci trovassimo in una posizione migliore della nostra” sdrammatizza Draco con un filo di voce
 
“Silenzio!!” Urla Voltock girandosi indietro
 
Il Re stava discutendo con Iftikar, uno stregone molto alto e slanciato, quasi scheletrico, che indossa sempre una tunica viola e stirata con un grande cappuccio e  Yugi, basso ma imponente, che porta vesti apparentemente povere di colore marroncino chiaro, i suoi occhi sono coperti dagli zigomi cicciosi e dal sopracciglio cadente, capelli bianchi e spettinati. La voce cattiva del generale fa spostare la sua attenzione su Bran Latewind, Darean, Tolmek Frittun e Draco Ringoon.
 
Garring li pietrifica con lo sguardo dall’alto della scalinata, uno per uno, la sua armatura è d’oro lucente, il suo carisma si percepisce dal silenzio che si è appena creato nella sala.

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Capitolo 5
*** AL COSPETTO DELL’IMPERATORE ***




Il Re scende lentamente dai gradini di marmo bianco, appoggiando prima la punta e poi il tacco del piede mentre la sua armatura aurea sferraglia ad ogni passo, fino a raggiungere la loro altezza con il viso;
Silenzio tombale nella sala reale, anche i due consiglieri stregoni attendono impazienti.
 
“Ebbene… cos’avete da raccontarmi?” chiede loro in maniera molto calma e pacata
 
Frittun fa un passo avanti inchinandosi, poi guarda il Nobile Garring e spiega “Chiediamo perdono Sire, ci deve essere un malinteso. Stavamo bevendo alla locanda di Giuseppe poi ci siamo risvegliati rinchiusi nell’isolata prigione in mezzo al Mar di Cristallo, è possibile che ci abbiano drogati… noi non sappiamo dove sia finita la sacra Ascia di Pratt” finito di parlare ritorna indietro, in riga con gli altri.
 
Lo sguardo del sovrano incrocia quello di Voltok, poi ruotando il capo a sinistra osserva Yugi che annuisce in risposta.
L’attesa si fa sempre più insopportabile per Darean che inizia a temere per la sua vita e per quella dei suoi amici. Trovarsi dentro al castello con tutte quegli individui così forti e pericolosi, la fa sentire impotente, una trappola senza via d’uscita; una voragine si sta aprendo nel suo petto, le fa male il cuore.
 
Il Re percepisce subito la sua insicurezza “Vuole aggiungere qualcosa signorina?”
 
In quel momento un corvo nero sorvola in diagonale la sala e va a posarsi sulla spalla di Iftikar.
 
Darean che ha seguito la traiettoria leggiadra del volatile risponde: “quell’uccello nero era con noi sull’isola, ci osservava!”
 
A quel punto sia il sovrano che il grasso stregone si voltano di scatto verso Iftikar sgranando gli occhi; quest’ultimo dopo aver urlato
“Maledettaaa!” con un odio intriso di malvagità, stringe il suo bastone, poi lo fa roteare fra le mani veloce e si crea una densa coltre di fumo tutt’intorno. I presenti rimangano sbigottiti, le guardie si avvicinano velocemente al Re mentre Yugi ha già puntato il suo scettro, la cui sfera apicale inizia a creare delle piccole venature azzurre, in direzione dell’altro stregone e urla: “E’ stato lui!”.
 
Piano piano la coltre di fumo inizia a disperdersi nell’aria e niente rimane, neppure il corvo, solamente spazio vuoto.
 
Il Nobile Garring chiama a raccolta i quattro generali, mentre le guardie cambiano formazione e cercano di origliare.
Nessuno ormai è più interessato ai prigionieri: Frittun continua ad osservare il saggio Yugi che scende le scale, fa molta fatica a muoversi… è obeso.
 
“Potremo provare a svignarcela adesso” consiglia Draco con un sussurro  
 
Darean è concentrata sull’ascolto “Sto origliando…” il suo padiglione auricolare sinistro si muove leggermente verso l’esterno del capo “il Re ha appena detto che nulla di buono si prospetta per la città… si stanno preparando…vogliono difendersi da un attacco”
 
“Ben appunto! Mi sembra che abbiano problemi più importanti da risolvere!” il draconide insiste nel convincere gli altri a fuggire, sa che da solo non riuscirà a scappare:
 
“Singolarmente non abbiamo speranze di lasciare il castello ma con un piano ben architettato possiamo farcela…”
 
In quel momento nota un bellissimo vaso d’oro, con incastonate pietre preziose; i suoi occhi si illuminano come due rubini e in men che non si dica ha già inserito il bottino dentro allo zaino, senza che nessuna guardia lo abbia notato.
 
“Ma sei totalmente cretino!?” Urla sottovoce Darean “Ci hanno appena scagionato… non siamo più i loro principali sospetti da tre secondi e gli hai già grattato l’argenteria!? Vuoi farci uccidere tutti o ancora peggio vuoi morire chiuso in quella fetida prigione sull’isola sperduta??!” furiosa, la ranger, infila le dita sottili che si muovono veloci dentro allo zaino di Draco fino ad afferrare il vaso dalle forme gentili… estraendolo rimane sbalordita per la precisione dell’artista che lo ha creato.
 
“Prendetevi pure quella reliquia come premio per la vostra fedeltà al Nobile Garring, al suo governo e a tutto il nostro amato Regno, nonché ai suoi premurosi abitanti, certamente!” li interrompe Yugi osservandoli da sotto le sopracciglia “siamo costretti a reclutare tutti gli abitanti in forze…  la nostra città è in pericolo…”
 
Dopo un attimo in cui si tocca la fronte con rammarico continua a parlare: “Le spie ci hanno informato di un complotto ai danni del Re, ma non siamo riusciti a trovare abbastanza informazioni a riguardo… da tempo non ci fidiamo più di Iftikar, lui aveva tentato di infangare anche il mio nome tanto che sua maestà aveva iniziato a temere chiunque! Finalmente si è rivelata l’identità del traditore e pensiamo che anche Maverik sia in combutta… non torna in città da settimane.”
 
Guardando Darean con aria orgogliosa afferma: “Voi avete dimostrato di essere coraggiosi! Iftikar è potente e avrebbe potuto uccidervi per molto meno… vi siete fatti un nemico potente e adesso avete bisogno della mia protezione. La guerra si avvicina ogni minuto di più!” Alza le mani al cielo: il semplice saio sale in alto lasciando le calzature di cuoio dello stregone scoperte e visibili. Un’aurea di polvere di stelle scende dall’alto e ricopre Frittun, Darean, Draco e Bran. Loro si sentono subito rinvigoriti e rinforzati.
 
“Vi abbiamo assegnato al generale Voltok che ormai vi conosce bene! Non deludetelo, mi raccomando.”
 
Yugi si avvicina, camminando molto lentamente verso il consiglio, volta loro le spalle e si allontana.
“Possiamo uscire dal castello adesso?” chiede Draco mentre i suoi amici restano attoniti.
 
“Siete liberi” sancisce il grasso stregone mentre alza un braccio al cielo “Ma quando udirete le trombe affrettatevi a ritornare qui al castello armati”.
 
Appena lo stregone smette di parlare, una guardia del Re si palesa davanti a loro con un mazzo di chiavi e senza spiccicar parola li libera dalle catene.
 
Sulla via ciottolata del ritorno camminano tra edifici edificati decenni prima, muri di dura e grigia roccia “Siamo ancora in tempo per fuggire dalla città prima che accada il peggio… le guerre sono sempre sbagliate quando gli interessi in gioco non ci riguardano direttamente”
 
“Draco… questa faccenda ci riguarda direttamente e le battaglie sono sempre sbagliate… abbiamo fatto incazzare uno degli stregoni più potenti del continente che, al momento, ci vuole uccidere” sottolinea Frittun
 
“Io non ho fatto la spia, e stata Darean a svelare l’inghippo”
 
Bran cerca di far ragionare il draconide: “Abbiamo svelato la sua identità, e questo è stato un bel punto a nostro favore. Ci hanno lasciato addirittura quel costosissimo vaso come pegno per il nostro contributo! È la nostra occasione per riscattarci, non possiamo buttarla al vento! Non capita a tutti di avere così tanta fortuna.”
 
“Quale fortuna? Quella di morire per la loro battaglia? Chissà cosa c’è sotto… Ma se ci hanno imprigionati ingiustamente e abbiamo anche rischiato di prenderci delle asciate! Vi siete già dimenticati del blob che ci voleva digerire!? Mi sembra il minimo che ci abbiamo lasciato questo piccolo e prezioso trofeo! Potrei rivenderlo per due o trecento ori al massimo…”
 
Darean vuole tentare di convincerlo in tutti i modi, sarebbe un grosso rischio anche per Draco non favorire dell’aiuto di Yugi, e si sente colpevole di averli messi tutti nei guai.
 
“Fai pure come vuoi, se hai paura ti capisco… il nostro territorio non vede guerre da due generazioni, è ammissibile che tu abbia paura” ribatte Darean con un sorrisetto dipinto sul viso.
 
“Non è questione di coraggio… semplicemente non voglio intromettermi in una battaglia… cosa ci guadagno? Non ho nessuno da proteggere qui… la mia famiglia è al sicuro sulle montagne”
 
“Potresti proteggere me, non mi posso tirare indietro” dopo l’ultima affermazione lei corre in avanti veloce per raggiungere il monaco ed il guerriero; loro tre hanno appena attraversato la grande porta scavata nella pietra che antecede la piazza principale: le persone ignare camminano da una parte all’altra per fare compere, c’è chi è in viaggio per lavoro e chi si reca all’osteria a pranzare, c’è chi ha appena ritirato il suo nuovo arco da caccia ma un’immagine sovrasta tutto il resto, quella di Barum il Bardo.
 
Un grande drappo raffinato, tessuto a mano che raffigura il cantante all’opera con il suo dulcimer, è affisso su una grande parete; sullo sfondo una pianta rampicante di glicine con bei fiori lilla.
 
Draco è rimasto indietro, pietrificato dalle parole proferite dall'amica; a questo punto non è più solo un’amica e tra sé e sé si sta chiedendo cosa potrebbe trovare di tanto interessante in lui…
 
“Vado a comprare delle pozioni, avete bisogno di qualcosa?” Chiede Frittun agli altri due “Ma Draco dov’è finito?”
 
“Un elisir di vitalità per me” chiede Bran porgendogli il denaro
 
“Ho già tutto quello che mi serve” risponde la donzella “grazie mille”
 
Mentre il monaco si allontana urla “Ci ritroviamo qui tra mezz’ora al massimo!”
 
“Volo a cercare qualche freccia dalla punta perforante o qualcos’altro di magico se lo trovo, arrivo subito!” Darean invece vuole correre dall’arciere.
 
Dopo qualche secondo “Ben arrivato Draco! Stavi lottando con Maverik il malvagio? Gli altri sono a far rifornimento per la battaglia.”
 
Visibilmente sovrappensiero, sguardo assente “Mi ero fermato a cercare acquirenti per il vaso da vendere…”
 
“O certo! Bella mossa! E hai trovato qualcuno interessato?”
 
“Macché… Hei! Ma quello lì che dorme sulla panchina dell’osteria non è Barum il Bardo?!” e indica un personaggio con vesti pregiate, schiena appoggiata sulla panca, arti a penzoloni sui lati e testa piegata all’indietro. “Sta russando forte è! Guarda come si vede bene l’ugola! Nell’effige dovevano mettere la vite coi grappoli, altro che il glicine!”
 
“Portiamolo a casa. Oggi dev’essere il nostro giorno fortunato, che onore aiutare un così famoso e talentuoso artista di strada”
 
Bran e Draco hanno appena rimesso a letto il bardo, sentono le trombe suonare e si guardano sbalorditi “Non so se sono psicologicamente pronto” dice il primo
“Non possiamo mica abbandonare Frittun e Darean”.

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Capitolo 6
*** La breve ed intensa battaglia mossa da Maverik III (il Malvagio) contro il regno del Nobile Garring ***


Se i soldati non avessero trasportato un barile di pece1* anche al piano di sotto, se la torcia appesa al muro non fosse stata accesa e non si fosse staccata dalla parete, se Bran non fosse caduto proprio in quel preciso punto non si sarebbe incendiato.
Frittun, dopo aver attraversato metri di spazio vuoto, gli cade sopra malamente ed entrambi vengono scottati dalle fiamme.
 
Darean con la sua agilità, leggerezza ed equilibrio riesce ad atterrare perfettamente in piedi, saltando sulle macerie, come il mostro che si trova alle sue spalle, entrambi illesi. Il secondo Destrachan invece, anche a causa delle frecce conficcate nella sua carne, non riesce ad ammortizzare la caduta e si accascia di lato emettendo un rantolo.
 
I soldati del Re, vedendo l’enorme creatura sofferente sdraiata sul fianco, si lanciano all’attacco sguainando le spade mentre l’altro dinosauro inizia a caricare la ranger.
 
Anche Draco è riuscito ad arrivare al piano sottostante senza ferirsi ed è finito in una zona d’ombra, dal lato opposto del corridoio rispetto a Frittun e Bran, nessuno l’ha notato visto il trambusto, e adesso sta pronunciando l’incantesimo:
un muro di fuoco appare fra Darean e il Destrachan, corre da parete e parete illuminando a giorno la zona del combattimento.
 
“Questo lo fermerà per un po'!” Urla Draco “Spegniamo questi due!”
 
Frittun è appena riuscito ad alzarsi e si strappa, tirando forte con le mani, parte della tunica incendiata e imbevuta di pece, sente dolore alla gamba destra e informa gli altri: “Gli sono caduto addosso” e indica una sagoma infuocata che sta rotolando a destra e a sinistra urlando.
 
Il monaco allora tira fuori uno dei suoi assi nella manica, mentre il draconide cerca di togliere la pece che continua a bruciare la sua pelle, diffondendo nell’aria un acre odore di peli bruciati, una quantità di acqua appare dal nulla e si riversa sul corpo del guerriero.
 
“Aaaa!” Bran sta soffrendo brutalmente. Il bruciore è talmente intenso che non riesce nemmeno ad alzarsi, continua a dimenarsi a destra e a sinstra quasi incosciente, fuori di sé.
 
“Smettila ti tagliare le patate su di lui e toglili di dosso i rametti di rosmarino! Voi draconiani non avete nessun rispetto per la vita umana.” Ordina Frittun molto seriamente.
 
“Noi Draconiani non siamo cannibali. Non temiamo la morte, non la mistifichiamo, non la animifichiamo e neppure la rendiamo puramente razionale e logica, sterile… Noi la sbeffeggiamo, gli facciamo le pernacchie in faccia! Chi teme la morte è fottuto.
Quando c’è la morte non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c’è la morte, perché temere allora?” Pronuncia serio mentre ripone lentamente il coltello per tagliare i tuberi nello zaino.
 
“È finito… io non lo riesco a guarire in quelle condizioni… tu hai qualche altro trucchetto di magia dentro al cappello?”
 
Mentre Draco pronuncia quell’ultima parola un Destrachan inferocito attraversa il muro di fuoco e viene prontamente colpito da Darean, che lo teneva sotto tiro da qualche secondo. Le lacrime scendono dai suoi occhi verdi, rigandogli il viso come tanti ruscelli azzurri giù per la montagna; è incredula rispetto alla scena a cui sta assistendo con la coda dell’occhio.
 
“Il dolore resta per chi vede morire infatti.”
 
Bran smette di divincolarsi, potrebbe aver solo perso i sensi.
 
La freccia appena scoccata entra nella bocca aperta del mostro e gli si conficca in gola. Lei gode di allegria per aver centrato in pieno il suo bersaglio, non si riconosce… mai avrebbe provato emozioni positive, prima di oggi, per aver ucciso una creatura del bosco antico; ma adesso è cambiata, a causa della tristezza e dell’odio… non è più quella di prima.
 
Ansimante e senza fiato la bestia cammina barcollando in avanti e inciampa in una grossa trave di legno…
 
Il suo pesante capo finisce sopra il petto di Bran, mentre Draco pianta la spada nel suo collo con un colpo deciso. “Sangue su sangue versato. Vendetta è stata fatta” Draco si prepara ad uscire dalle mura.
 
Frittun estrae l’amuleto di Hula dalla tunica, lo stringe forte nelle mani e prega “Nel nome della Terra, accetta questi doni, che le loro anime liberate ci aiutino nella rinascita spirituale. Placa la malvagità che si sta diffondendo.” Una fievole aurea verde smeraldo li abbraccia.
 
“Sei morto lottando con onore” lo accomiata Darean china su di lui pulendo la sua faccia ustionata e coperta dal sangue che continua a sgorgare dal collo mozzato della bestia.
 
I tre amici sopravvissuti odono il suono del corno, poi un gran trambusto di guerrieri e infine lo sferragliamento di armature in movimento.
 
“RITIRATAAAA!!!” Il boato si diffonde nell’aria mentre Draco fa svanire il muro di fuoco che li separa dai nani loro compagni.
 
Darean nota, in fondo al corridoio, che una grossa e mostruosa figura li sta ricorrendo: si muove come un insetto, un artropode con le zampette scattanti e veloci, ha delle fauci che sembrano lame ed è grosso come i due mostri che hanno appena ucciso.
 
Quando tutti gli altri iniziano a correre lei scocca l’ennesima freccia che si va a conficcare da qualche parte nel suo esoscheletro, per tentare di rallentare la sua corsa, poi si accoda dietro agli altri guardando per l’ultima volta il corpo esanime del compagno sventurato.
 
Passano in fila indiana sotto al portone e finiscono direttamente nel giardino interno, fra urla di dolore che arrivano da tutte le parti… il terreno trema dopo le acute urla dei Destrachan; il corpo esile di un elfo capitombola dal cielo urlando e atterra proprio davanti ai piedi di Frittun che lo osserva attentamente: è come se un potente morso gli avesse aperto l’addome e le budella fuoriescono assieme al sangue mischiato con una sostanza giallognola, spigiona odore di cloaca.
 
Draco vede che in alto, attaccate alle mura, sono appese delle lunghe e possenti catene metalliche che arrivano fino al castello, lungo le quali stanno scendendo velocemente tutti gli elfi seguiti dai nani, a mo’ di zip line; un’altra creatura, uguale a quella che li sta seguendo prova a camminare sulle medesime catene, avanzando con le sue otto zampe; ma scivola e resta a penzoloni.
 
“Filiamocela signore e signori” Consiglia Frittun
 
Così i tre si mischiano con il flusso di soldati che stanno scappando, ritornano nel lungo corridoio interno finché trovano, sotto ad una fiaccola, una brandina su cui sta sdraiato Yugi: ha una benda legata stretta attorno alla testa che è leggermente sporca di sangue.
 
“Dovete aiutarmi a trasportarlo! Una pietra si è staccata dal soffitto e l’ha colpito in testa!” Spiega un soldato guardando Frittun con piccoli occhi scuri, dalle pupille molto dilatate; è visibilmente agitato e preoccupato
 
“Ho sentito un rumore secco, una botta! Ho provato a chiamarlo ma non sentivo risposta! Poi sono entrato nella sua stanza e l’ho trovato sdraiato nel letto con una ferita aperta sulla fronte.”
 
“Ti aiuto io con la barella” Draco impugna le manopole in legno “avanti solleviamolo! Scappiamo da questo inferno!”
 
Darean si mette davanti ad aprire la strada mentre Frittun controlla che da dietro non arrivino altre creature bel Bosco Antico.
 
Usciti dall’ingresso principale del castello cercano una carrozza, ci adagiano sopra l’infermo e partono tutti assieme seguendo le indicazioni delle autorità per il piano di evacuazione della città.
 
Molte carrozze viaggiano ora sulla strada e Darean si sente una privilegiata a cui è stato concesso un sedile d’onore per raggiungere le scialuppe di salvataggio. Tra urla di terrore degli anziani, piagnistei dei bambini, disperazione e lacrime dei cittadini che camminano per strada in direzione del porto, Draco cavalca un destriero che ha trovato abbandonato.
 
Al Porto ci sono tre grandi vascelli che erano stati organizzati in precedenza dal Re e dai suoi consiglieri come piano d’emergenza.
 
“Guardate!” Frittun indica in direzione del castello: Un’enorme montagna sta crescendo sempre più, creature alate iniziano a volare in cerchio mentre un potente terremoto fa vibrare il terreno; lingue di magma iniziano a discendere per i lati del pendio mentre dal cratere centrale vengono proiettati grossi lapilli.
 
Nell’incredulità generale Re Garring in persona sta controllando che tutti gli abitanti di Illigar salgano sui vascelli, quando vede Yugi con la testa fasciata corre subito verso il loro gruppo.
 
Il generale Voltok arriva subito dopo, estrae una pozione dalla bisaccia e la lancia sul terreno: appena il vetro si rompe esce una polvere verde che piano piano si trasforma in un Mārid2* .
 
“Non lasciar passare nessuno finché le nostre navi si spingeranno lontane dalla costa e sarai di nuovo libero” Ordina il generale alla grande creatura che si libra in aria. Il suo capo è rotondo, assomiglia ad una grossa rana, indossa una veste bianca larga e spiegazzata con sopra un gilet costruito interamente da conchiglie.
 
“Affare fatto.” Risponde sorridendo la grossa creatura fluttuante.
“Tenete sempre d’occhio Yugi finché arriviamo all’isola, non possiamo permetterci di perdere anche lui” Ordina Re Garring ai tre avventurieri rimasti “Dov’è finito il vostro amico?”
 
“Non ce l’ha fatta purtroppo” Risponde Frittun con rammarico
 
“Ho perso molti uomini coraggiosi oggi. Vi giuro che ci riprenderemo la Città! Appena si riprenderà, il saggio saprà come ricompensarvi per l’aiuto che ci state offrendo, non temete…”  
 
Gli ultimi guerrieri stanno salendo sui vascelli, i loro passi rimbombano mentre calpestano le assi di legno della poppa, le piccole onde del mare brillano fievolmente sotto la luce degli astri e un dubbio prende forma nella mente di Draco: “Tutta questa fatica a remare nel mare per raggiungere la terraferma e stiamo già tornando sulla stessa isoletta!?”
 
   
 
 
[Per i miei cari lettori: Coloro che sono curiosi e vogliono sapere se esiste un mondo oltre la morte nel mio universo di Dungeons&Dragons sono invitati a recarsi nella sezione fantascienza, forse continuerà proprio lì il volere del fato, il percorso spirituale del coraggioso Bran Latewind]
 
 
 
1*] È una tecnologia bellica che non ha nulla a che vedere con la normale pece per rivestire il fondo dei mezzi acquatici. La pece incendiaria è stata ideata a Fordan, in tempi antichi: è una particolare mistura di materiale colloso e polvere magica nera; il composto risulta assai leggero e la freccia può essere scagliata a qualsiasi velocità senza spegnarsi. Il suo costo non è basso in questo lato del Mondo esplorato, la ricetta segreta.
 
2*] Il Marid è una tipologia di Jinn del credo arabo preislamico pagano dapprima e di quello islamico successivamente. In D&D sono una sottospecie malvagia dei geni e rappresentano l’elemento dell’acqua. 

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Capitolo 7
*** Piovono dal cielo ***


Draco e Bran si catapultano al ritrovo e vedono Frittun che traballa prima e destra e poi a sinistra, a passo veloce, con due ampolle in mano, una colorata di rosso acceso e l’altra verde smeraldo:
 
“Non ho nemmeno avuto il tempo di metterle nella bisaccia! Darean?” e cerca attorno a sé finché il suo naso si scontra con la spalla della ragazza
 
“Non sto nella pelle! Sono pronta per la mia prima battaglia!” afferma lei, e corre per la via principale in direzione del castello sperando che gli altri la seguano.
 
Arrivati all’ingresso principale i corni da guerra risuonano per la prima volta e le due guardie, che controllano gli accessi dentro le mura, incrociano le asce impedendo loro di passare oltre.
 
“Siamo stati assegnati al generale Voltok” riferisce Frittun con molta serietà e tranquillità.
 
Una delle due guardie li squadra, soprattutto Darean, poi fa all’altra “Lasciamoli passare” guardando verso il monaco: “Il generale dovrebbe essere già sul lato nord a schierare i soldati”
 
Quando i corni da guerra risuonano per la seconda volta i quattro amici iniziano a sentire il sangue ribollire nelle loro vene, sanno che stanno per entrare in battaglia, il peso della loro scelta inizia a gravare sulla loro anima e allo stesso tempo si sentono un tassello fondamentale per la loro città, sono totalmente parte di essa adesso, potrebbero raggiungere una posizione sociale privilegiata in caso di vittoria.
 
Arrivano alla porta del castello e vengono fermati da altre due guardie, quella di sinistra li informa: “Tutti i soldati sono già arrivati a destinazione, al terzo suono sarete considerati disertori”
 
“Cerchiamo il generale Voltok!” Urla Bran
 
“Dritto fino in fondo, uscite dal retro del castello” fa un cenno con il capo e farfuglia all’altra guardia sottovoce: “Mandano questi fessi in prima linea e lasciano noi, guerrieri addestrati, a fare i controllori… durante una guerra!”
 
Mentre corrono per il lunghissimo corridoio sentono le armature sferragliare, vedono plotoni di nani correre in una e nell’altra direzione, armati fino ai denti. Si sente una voce che diventa un urlo man mano che si avvicinano; proviene dal fondo del corridoio e appena escono all’aperto eccolo lì, il loro fidato generale, con la sua armatura scintillante pronto ad accoglierli calorosamente:
“Dove diavolo vi eravate ficcati? Avanti! Mettetevi con gli altri soldati!” e fa loro un cenno indicando la direzione che devono seguire.
 
Quando i corni da guerra risuonano per la terza volta i quattro amici stanno correndo alla postazione, Voltok continua a parlare ad altissima voce: “Abbiamo inviato un piccolo plotone di esploratori all’interno della foresta adiacente al castello: sono tornati dopo poche ore informandoci della presenza di creature di grossa taglia. Non sono riusciti ad identificarle ma dalle fronde che hanno visto muovere in lontananza hanno pensato a qualche creatura dei boschi, quelle che si trovano nell’antica a sacra foresta di Fordan. Non sappiamo cosa aspettarci quindi occhi ben aperti! Noi ci posizioniamo sul lato ovest delle mura, appena uno di voi nota dei movimenti lo deve comunicare istantaneamente a me!”
 
Darean si guarda attorno e intuisce che sui lati nord e sud si siano schierati gli altri generali con le rispettive armate: centinaia di soldati ordinati in file di geometrica precisione sono tutt’attorno a loro, armati fino ai denti indossano un’armatura integrale, lo sguardo di alcuni di loro è pensieroso e pieno di preoccupazioni, altri invece non vedono l’ora di tagliare qualche testa.
 
Dopo aver salito la scala a chiocciola, interna alla torretta di guardia che si collega alle alte mura, vengono posizionati da Voltok in persona.
Frittun vede due elfi che imbracciano l’arco e un paio di guardie naniche imperiali che sostano rispettivamente alla loro sinistra e alla loro destra.
 
Un silenzio inquietante per essere una foresta brulicante di creature; il monaco non vede movimenti nell’oscurità, i quattro amici stanno scrutando ora a destra ora a sinistra, l’ansia monta e quasi tutti iniziano a pensare di darsela a gambe levate.
Quasi tutti. Draco distoglie l’attenzione dal compito e inizia a rovistare nello zaino… estrae un libro.
 
“Guardate qua” sussurra “Questo l’ho scambiato per il vaso del re e vale molto di più di quella vecchia reliquia, solo che non riesco a leggerlo…”
 
“Hai barattato quel concentrato di metalli e pietre preziose per un tomo che non riesci a leggere!?” Darean veloce gli e lo strappa dalle mani e lo apre.
 
Si ode un suono di bassa frequenza e una luce bianca esce dalle pagine; sfogliando nota un linguaggio incomprensibile, le pagine sono rigide e spesse, costruite con un materiale mai visto prima. Il libro è molto pesante. I simboli e le immagini si muovono.
 
Lentamente Draco agguanta il manoscritto, lo tira verso sé stesso e lo riprende: “Ho fregato io il tesoro e adesso il libro magico è mio! Finita questa pagliacciata lo faccio vedere a Yugi, spero che riesca a leggerlo”
Dopo pochi minuti sono arrivati tre energumeni senza equipaggiamento da battaglia, e hanno appoggiato davanti a loro una tinozza di nera e densa pece incendiaria.
 
“I nostri compagni hanno preparato alcune trappole ai piedi delle mura, questo bloccherà gli aggressori e saranno più facilmente bersaglio delle frecce infuocate” ci informano.
 
“Vedo qualcosa muoversi nella nostra direzione!” Urla un elfo indicando nel buio
 
Mentre i soldati corrono verso le scale Frittun scruta nella direzione indicata e vede non uno ma ben cinque orribili uccelli stigei, un incrocio tra un brutto pipistrello peloso e una zanzara gigante:
 
“C’è da dire che non è periodo per vedere questi esseri immondi. Se quello è il loro esercito per conquistare la città possiamo dormire sonni tranquilli”
 
“Non si sono mai visti in questa stagione dell’anno” proferisce Darean mentre l’elfo che li ha avvistati per primo tende l’arco e scocca una freccia nella loro direzione.
 
“Potrebbero averli allevati per rendere la loro puntura velenosa o addirittura mortale!” Urla Bran mentre estrae la sua balestra e prova a colpirne un altro.
 
Mentre vede la freccia dell’elfo andare a segno il brutto zanzarone plana verso il terreno con traiettoria elicoidale; il suo dardo, invece, si è perso nel buio della notte e gli altri quattro esseri volanti continuano ad avanzare.
 
Tutti impugnano velocemente gli archi, dopo aver intinto le punte delle frecce nella pece incendiaria.
 
Più gli animali si avvicinano alle mura più è facile colpirli e uno dopo l’altro cadono al suolo privi di vita.
 
Ma quello sciame non è l’unico, presto ne arrivano altri di dieci e più esemplari. Da tutte le direzioni cercano di raggiungere le mura del castello tanto che Draco è costretto ad appoggiare le mani sulle sue spalle, si concentra chiudendo gli occhi e infine le protende in avanti di scatto; dall’aria iniziano ad uscire delle piccole fiammelle che crescono fino a formare una grossa palla infuocata di diversi metri di raggio che viene sospinta verso lo sciame. Le ali pipistrellesche di quattro uccelli stigei vengono carbonizzate, i restanti componenti dello sciame si disperdono e tentano di schivare le innumerevoli frecce partite dalle mura del castello che arrivano nella loro direzione sibilando nell’aria.
 
Darean vede che uno di quegli esseri si sta per appoggiare sul merlo del castello, non fa in tempo a colpirlo che questo si è già fermato.
Lei è come pietrificata, non capisce bene quello che sta succedendo, osserva la zanzara che acquista più colori nello stesso momento, poi inizia ad ingrandirsi, ad ingrandirsi… raggiunge quasi quattro metri d’altezza tanto che le rocce iniziano a sgretolarsi sotto il suo peso:
Sembra un dinosauro, ma non ha occhi…
 
“Voooltoook! Abbiamo un problemone qui!” Urla a squarciagola Bran mentre scocca una freccia verso questo nemico inaspettato che si ritrova in braccio.
Frittun evoca subito un guardiano che appare come un fantasma verde trasparente dotato di ascia e si frappone fra loro e la bestia; Il monaco nota che il colosso ha due orecchie molto grandi sul capo
 
“Non ci vede ma ci sente benissimo”
 
Dalle sue dita spuntano grossi artigli, tutto il suo corpo è ricoperto di grosse squame e dal collo fino alla punta della coda sono posizionate delle taglienti placche, come nascessero dalla spina dorsale.
 
La freccia di Bran si conficca in questo nuovo essere mutaforma.
 
Si sente un urlo disumano provenire dalla foresta, le mura del castello tremano sotto i loro piedi.
 
Draco tenta di colpire la creatura con dei dardi magici e intanto indietreggia per guadagnare terreno nel caso la situazione volgesse in peggio.
 
La creatura sembra intontita, fa un paio di passi in avanti senza deambulare con troppo equilibrio, poi apre la bocca e fa vedere due file di denti molto aguzzi.
Un suono fortissimo e assordante esce dalla gola del mostro, Bran perde tutte le frecce che volano sul pavimento vibrante delle mura.
 
Completamente assordati non riescono a comunicare tra loro e sono confusi sul da farsi. Bran parte avanti correndo e conficca, dal basso verso l’alto, la spada lunga nella pancia del nemico.
 
Il Destrachan emette un gemito di dolore poi afferra con i denti Bran, che inizia a sanguinare dalla schiena e dal petto. Il dinosauro indietreggia di qualche passo mentre un secondo uccello stigeo gli si appoggia davanti.
 
Mentre si attua la trasformazione Frittun fa bere la pozione verde a Bran. Darean, assieme agli elfi scoccano tre dardi di cui due si conficcano nelle gambe del colosso e una nel petto coriaceo.
 
Terminato il processo i due mostri si guardano negli occhi, poi puntano la bocca aperta nella loro direzione e parte un rombo assordante che entra in fase e li sbatte tutti a terra. Il pavimento di roccia comincia lentamente a sgretolarsi a causa delle vibrazioni potenti. Darean, Frittun e Bran stanno cadendo nel vuoto assieme ai Destrachan.
Gli ufficiali del piano di sotto avevano previsto il disastro e si sono spostati dai detriti e dalle creature che piovono dal cielo.

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Capitolo 8
*** Primo libro terminato ***


Ho terminato la prima stesura del racconto un paio di giorni fa, scrivere un romanzo è davvero un lavoro duro (tre anni), ci vuole costanza, concentrazione, creatività, davvero è stata dura ritagliarsi tutto il tempo che è servito per completarlo ma la soddisfazione adesso è davvero grande. 

Al momento lo lascerò riposare per un mesetto poi partirò con la revisione e quindi con le modifiche: ampliamento caratteriale dei personaggi e introduzione di dialoghi maggiormente verosimili, creazione iconografica di alcune scene. Gli ultimi due capitoli non verranno mai pubblicati qui ma si potranno trovare solamente nel libro che dovrebbe uscire a settembre.

In contemporanea continuerò a lavorare sul secondo libro di cui ho scritto solo una quindicina di pagine. Grazie molte a tutti coloro che mi hanno sostenuto e a quelli che si prenderanno la briga di interessarsi al mio lavoro. Grazie di cuore!

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