Inizio di una storia

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Era quasi mezzogiorno quando l'areoo atterro a Tokyo, la giovane donna chiuse il libro che stava leggendo e si preparò a scendere.
Non vedeva l'ora di tornare a casa e di rivedere le sue amiche. Quando scesce dall'areo Ami si strinse la giacca sentendo tutto il freddo di novembre avvolgerla come una coperta giacchiatta e si precipitto ad entrare in aeroporto e individuare le sue amiche che di sicuro erano venute a prenderla.
Ad un certo punto vide un ragazzo tra la folla che aveva in mano un cartello con su scritto “Ami Mizuno” e cosi corse verso di lui. Era più alto di lei, leggermente abbronzato, con i capelli biondo scuro e gli occhi verdi.
«Ami che piacere rivederti.» disse e la voce profondo del ragazzo parve ad Ami in qualche modo famigliare.
«Grazie, ti ha mandato Usagi?» domando Ami notando che era da solo e cercando di nascondere la sua leggera delusione.
«Ovvio, ormai mia sorella mi considerà solo il suo autista personale.» borbotto il ragazzo e Ami rimase sorpressa nel constatare che fosse Shingo il fratellino di Usagi anche se a bene vederlo non era più tanto piccolo anzi sembrava già un giovane uomo.
«Shingo sei tu.» disse Ami sorridendogli e abbraciandolo. «Non ti avevo prorpio riconosciutto, sei veramente cresciutto.»
Shingo abbasso lo sguardo leggermente rosso in viso, poi scosse la testa e disse ad Ami che Usagi l'aveva incaricato di portarla al ristorante di Makoto dove avrebbero festeggiatto il suo ritorno.
Ami annui felice di sapere che era quello il motivo per cui le amiche non si erano presentate infondo fare una cosa del genere era proprio da Usagi che nonostante gli anni non cambiava proprio mai.
La macchina di Shingo era parcheggiata proprio davanti all'aeroporto e dopo che il ragazzo ebbe caricato le valigie di Ami nel bagagliaio i due partirono per il centro di Tokyo dove si trovava la loro destinazione.
«Allora Shingo cosa stai combinando adesso?» domando Ami durante il viaggio, nelle sue lettere Usagi non nominava quasi mai il fratello minore ed Ami era curiosa di sapere come stesse.
«Bè in realtà non sto combinando molto.» rispose Shingo mentre guidava. «Come probabilmente sai sto lavorando con mio padre al giornale, ma...»
La frase fu lasciata in sospesso ed Ami capi che Shingo non fosse molto entusiasta di parlare di questo.
«Se non te la senti di parlare di questo possiamo anche cambiare argomento.» disse Ami e Shingo si lascio andare ad un sospiro che non sapeva di trattenere, era grato ad Ami per averlo compresso e aver deciso di non approfondire la questione.
«Tu invece presto inizierai a lavorare nello stesso ospedale di tua madre, giusto?» disse Shingo.
«Si, lo stage all'estero è stata un'esperienza davvero magnifica, ma non vedo l'ora di lavorare qui in città.» rispose Ami facendo un sorisso dolce che fece di nuovo arrossire Shingo.
Alla fine i due si missero a chiacchiera del più e del meno finchè non arrivarono a destinazione.
«Tu intanto vai avanti, ti prendo io le valigie.» disse Shingo mentre Ami scendeva dall'auto.
«Sicuro?» chiese la ragazza, non le sembrava giusto avviarsi verso la sua festa di benvenuto senza di lui infondo era venuto a prenderla in aeroporto si meritava di godersela esattamente come lei.
«Si, lo sai che mia sorella non ha mai avuto pazienza.» disse Shingo predendola per le spalle e inziando a farla avviare verso l'entrata del ristorante. «Ti raggiungo tra pochi minuti.»
Ami lo guardo aprire il bagagliaio e iniziare a prendere le sue valigie e cosi con un sospiro la guerierra sailor entro nel ristorante. Subito senti degli scoppi di coriandoli e le voci delle sue amiche che le gridavano in corro bentornata.
Ami si guardo attorno oltre alla sue amiche di sempre c'erano anche Mamoru, Yuichiro e Ryota il marito di Makoto. All'appello mancava ovviamente Minako, la qualle si stava faccendo una carierra d'attrice e cantante in California, Ami l'aveva sentita per telefono il giorno prima della partenza.
«Ami sono cosi felice di vederti!» disse Usagi abbraciandola forte. «Mio fratello non ti ha infastiditto troppo durante il viaggio, vero?»
«No, è stato un vero cavaliere.» rispose Ami ridacchiando per poi andare ad abbracciare anche Rei e Makoto.
Anche Shingo alla fine arrivo appoggiando in un angolo le valigie di Ami e tutti assieme festeggiarono l'amica che da lì a poco avrebbe finalmente iniziato al sua tanto soganta carierra di medico.

Angolo dell'autrice: Salve gente che ha avuto abbastanza coraggio per leggere questa mia storia. L'idea è nata quando rivedendomi la serie ho trovato molto carino l'episodio in cui Shingo ha svillupato una cotta per Ami e cosi il mio cervello è partito domandandosi come sarebbe potutto essere un possibile continuo. Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.

Il tavolo era imbaditto di ogni genere di cibo e tutto sembrava squisito il che in realtà non era nemmeno cosi sorprendente visto che tra Makoto e Ryota era difficile dire chi fosse il cuoco migliore d'altronde si erano conosciutti ad un corso di cucina e il ristorante aparteneva alla famiglia di Ryota da generazioni inutile dire che Makoto aveva iniziato a lavorarci appena si erano sposati.
Makoto aveva anche contribuitto a riaredare il locale mettendo un po' e là i fiori che coltivava nel tempo libero, ma quel giorno il ristorante era addobatto solo in onore di Ami.
«I bambini non ci sono?» domando Ami guardandosi attorno e notando l'assensa dei figli delle amiche.
«No, abbiamo lasciato Chibiusa con i miei cosi per stare un po' in pace senza pianti continui.» rispose Usagi.
«Allora avresti dovuto rimanere con tua figlia.» commento Rei lanciando all'amica bionda una frecciatina come suo solito.
«Anche tu hai lasciato a casa tuo figlio.» rispose Usagi cercando di nascondere il fatto di essersi leggermente offessa al commento della miko.
«Già.» sbuffo Rei. «Anche se avrei preferito lasciare Koichi con i genitori di Yuchiciro invece che con mio nonno.»
Certo Rei amava suo nonno visto che l'aveva cresciutta dopo la morte della madre, ma se doveva essere sincera sperava che Koichi non fosse troppo influenzato dalla personalità dell'anziano.
«Questo vuol dire che ci siamo solo noi adulti.» aggiunse Makoto portando con Ryota le ultime pietanze a tavola.
«Bè noi adulti e Shingo.» aggiunse ridacchiando Usagi.
«Guarda che se sono qui è perchè mi hai costretto a fare d'autista!» ribatte Shingo. «E poi sono un adulto anch'io.»
«Shingo ha ragione ormai siete entrambi due adulti dovreste smetterla di battibeccare in questo modo.» disse Ami ai due.
Usagi continua a ridacchiare rispondendo che era normale farsi queste batutte tra fratelli mentre Shingo non disse niente distogliendo lo sguardo per evitare che Ami vedesse che era arrossito. Se fosse stato sincero con se stesso non si aspettava che rivedere Ami gli avrebbe datto questi problemmi, pensava che la sua cotta per la ragazza fosse passata, ma adesso si domandava se fosse stato davvero cosi.
Ma d'altra parte si ricordava ancora il motivo per cui non aveva mai agito su quei sentimenti. Anche se ormai era un'adulto, agli occhi di Ami sarebbe sempre stato un bambino, il fratellino della sua amica Usagi. Sospiro rassegandosi al fatto che questo non sarebbe mai cambiato.
Alla fine della serata, verso mezzanotte ognugno torno a casa e sebbene tutti si fossero offerti di accompagnare Ami a casa, la ragazza preferi usare un taxi per evitare di disturbare gli amici. «Non è mai un disturbo, Ami.» disse Usagi, ma la ragazza dai corti capelli azzurri era inremovibille nella sua decisione e cosi dopo che Mamoru ebbe aiutato il taxista a caricare i bagagli di Ami, la ragazza parti verso casa.
Penso che comunque se sua madre fosse già stata a casa allora molto probabilmente era già letto, durante al sua infanzia raramento Saeko Mizuno riusciva a tornare a casa presto la sera dopo il lavoro e quando lo faceva di solito crollava a letto per la stanchezza anche prima delle dieci.
Ami sorisse comunque felice sebbene i ricordi dei momenti che passava con sua madre, o suo padre se è per questo, si potevano contare sulle punte delle dita si considerava comunque fortunata per essere stata cresciutta da una donna amorevole come lei che nel suo piccolo faceva sempre del suo meglio per dimostrare che l'amava. Si ricordava ancora come, superati gli esami d'ingresso al liceo, Saeko le aveva chiesto se davvero voleva diventare medico se era quello che sognava davvero o se lo volesse solo perchè sentiva di doverla accontentare. Ami aveva risposto sorridendo che era ciò che più desiderava e che sebbene ammirase la genitrice voleva diventare medico per se stessa non per lei.
Certo essere medico era il suo più grande sogno ed era riuscito a realizzarlo, ma non era l'unico.
Anche se Makoto aveva tentato di nasconderlo, Ami aveva intuito che l'amica fosse in dolce attessa ed era veramente felice per lei. Tra tutte loro Makoto, che aveva perso i genitori da piccola e aveva sempre vissuto da sola, era quella che più meritava di avere la famiglia felice che tanto sognava.
Un giorno anche Ami avrebbe voluto trovare l'uomo giusto e avere dei figli, ma non era ancora successo. D'altra aprte non aveva fretta, prima o poi avrebbe trovato il suo principe azzurro come avevano fatto le sue amiche e se non fosse mai successo pazienza.
La famiglia numerosa che non aveva mai avuto a causa del divorzio dei suoi l'aveva già trovata nelle sue amiche.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

Quando Saeko si sveglio non si sorpresse trovando sua figlia già a tavola a fare colazione. Anche quando faceva tardi la sera Ami rimaneva una ragazza mattiniera che iniziava la giornata con un sorisso, Saeko invidiava questa caratteristica della figlia perchè sapeva bene che se non fosse stato per il suo lavoro che la faceva essere in ospedale sempre di primo mattino avrebbe dormito fino a tardi. Ma d'altronde per quanto riguardava il carattere Ami era sempre stata molto più simille a suo padre che a lei.
«Buongiorno, mamma.» la saluto Ami.
«Buongiorno Ami, sei pronta per il tuo primo giorno in ospedale?» chiese Saeko mentre bevava una tazza di caffè per svegliarsi meglio.
«Certo.» rispose Ami.
Quando ebbero finito di fare colazione le due donne si avviarono verso l'ospedale dove Saeko fu più che disposta a presentare a sua figlia i collegghi con cui avrebbe lavorato.
Come previsto il primo giorno di lavoro di Ami andò molto bene e alla fine aveva ricevutto vari complimenti anche dai medici più esperti che la definivano un medico incredibille degna figlia di sua madre. Non essendo mai stata una ragazza che amava stare al centro dell'attenzione Ami arrossi a tutti quegli elogi domandosi se gli meritava davvero. Poi però una piccola parte di lei si sentiva estremamente soddisfatta perchè significava che tutto il suo duro lavoro nello studio aveva finalmente dato i suoi frutti.
Il tramonto era già passato da un pezzo quando usci dall'ospedale, sua madre invece doveva rimanere ancora e sapendo che molto probabilmente sarebbe tornata a casa come suo solito verso l'una o le due di notte disse ad Ami che se voleva poteva benissimo andare a casa senza di lei.
Nonostante le proteste iniziali alla fine Ami accetto e salendo in macchina si mise a guidare verso casa. Quando si fermo ad un semaforo e mentre aspettava che scattase il verde lancio un veloce sguardo fuori dal finestrino e vide Shingo camminare nel marciapiede vicino, abbasnado il finestrino lo chiamo e il ragazzo sentendo Ami si avvicino alla macchina.
«Ciao Ami, come andato il tuo primo giorno all'ospedale?» chiese il ragazzo.
«Molto bene, grazie e tu che ci fai in giro a quest'ora?» chiese lei di rimando.
«Ero a fare delle comissioni.» rispose Shingo, ma Ami capì subito che mentiva.
«Se vuoi ti accompagno a casa.» propose Ami. «Cosi ricambio il favore dell'altro giorno.»
Shingo annui e salendo dalla parte del passeggiero mise la borsa a tracola che portava su i sedilli posteriori. Ami notò che sembrava abbastanza pesante e si chiese cosa contenesse.
«Shingo mi dici il vero motivo per cui era in giro.» disse rimettendo in moto la macchina e dirigendosi verso casa Tsukimo.
«Manga... manga che ho scritto io.» borbotto il ragazzo rosso in volto.
«Davvero? Ma è fantastico!» disse Ami facendogli un sorisso d'incoraggiamento che come solito della ragazza era sincero al cento per cento.
«Lo sarebbe se trovassi qualcuno che gli pubblicasse.» disse Shingo sospirando.
«Dai Shingo hai solo ventuno anni, non credo che solo perchè i tuoi primi tentativi siano andati male dovresti ababterti cosi.» tento di consolarlo Ami capendo che nonostante stesse lavorando ad un giornale il suo vero sogno era ciò di cui stavano parlando in quel momento.
«Lo so, ma...» mormorro il ragazzo. «Ormai è da quasi un anno che cerco di trovare un editore, ma tutti continuano a rifiuttare i miei lavori... ormai credo di non aver alcun talento.»
Ami lancio una veloce occhiatta al ragazzo prima di tornare a concentrarsi sulla strada. Le dispiaceva che Shingo si sentisse cosi, lei era fortunata aveva sempre saputo ciò che voleva e aveva sempre agito di conseguenza andando avanti per la sua strada senza esitare, ma capiva anche che per certe persone realizzare il loro sogni era più duro che per altre.
Minako per esempio aveva provato vari provinni per diventare una idol e solo dopo vari tentativi era riuscita a vincerne uno per un film e anche in quel caso era un ruolo molto piccolo che però l'aveva fatto notare da un manager americano che le aveva offerto il suo aiuto perchè secondo lui Minako aveva talento, ma poca conoscenza del mondo dello spettacolo.
Quello era stato il vero inizio della sua carierra e adesso Minako era, non una star internzionale certo, ma comunque era molto famosa e proprio in quel periodo stava girando il suo primo film come protagonista.
Ami penso che anche Shingo come l'amica aveva bisogno di un colpo di fortuna che l'aiutasse nel suo sogno.
«Posso leggere uno die tuoi lavori?» chiese Ami quando aprcheggio davanti alla casa degli Tsukimo.
«Non sapevo che ti paicessero i manga.» disse Shingo perplesso.
«Inefetti non n'è sono una gran fan, di certo non quanto tua sorella, ma sono curiosa di leggere ciò che hai creato tu.» disse Ami.
Shingo fece un piccolo sorisso e prese uno dei suo manga dalla borsa e lo porse ad Ami, la qualle promise all'amico che appena l'avesse finito gli avrebbe fatto sapere cosa n'è pensava.
«Grazie la tua opinione sarebbe veramente importante per me.» disse Shingo arrosendo un po'.
«Figurati è questo che fanno gli amici, no?» disse Ami sorridendogli.
«Ami solo... solo promettimi che non l'ho dirai a nessuno, ok?» chiese Shingo.
«Certamente sarà il nostro segreto.» rispose prima di rimettersi in moto verso casa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

Makoto si presento in ospadele il giorno dopo e quando la incontro Ami appresse che i suoi sospetti erano fondati e che l'amica era verramente incinta di almeno tre mesi.
«Congratulazioni Makoto sono cosi felice per te.» disse Ami all'amica.
«Grazie, sinceramente è stata una sorpressa sia per me che per Ryota.» disse Makoto mentre lei e Ami uscivano dal rapperto di ginecologia dell'ospedale. Quando furono davanti all'entratta Ami decise di fare a Makoto una domanda.
«Sei sicura di star bene hai un'aria un po' strana.» chiese la guerierra di Mercurio a quella di Giove.
«Sto benissimo non preoccuparti.» rispose Makoto leggermente sorpressa. «Saranno solo le prime nausee.»
A quel punto Makato prima saluto Ami e sali in macchina dove ad aspettarla c'era Ryota, il qualle prima di partire diede un leggero saluto con la mano ad Ami cosa che la giovane dottoressa ricambio con piacere.
Makoto si era veramente trovata un bravo ragazzo anche se inefetti come spesso accadeva la strada per fargli finire assieme era stata leggermente accidentata però non si poteva negare che alla fine n'è era valsa la pena. Ora che ci pensava meglio Ami si rese conto che tutte le sue amiche avevano avuto un percorso accidentato quando si parlava d'amore, tra Usagi e Mamoru, Rei e Yuichiro e infine tra Makoto e Ryota.
Forse anche tra Haruka e Michiru.
Chissà se anche lei avrebbe dovutto affrontare tanti problemmi quando avesse trovato il principe azzurro?
“Forse dovrei smetterla di chiamare cosi un ipotetico findanzato non sono più una bambina.” penso tornando da coloro che ricoverati lì in ospedale avevano bisogno di tutta la sua attenzione per sentirsi meglio sia fisicamente che nello spirito.

In totale passarono tre giorni prima che Ami potesse finire il manga di Shingo e quando ebbe letto anche l'ultima pagina decise che era meglio parlarne di persona. Telefono a casa Tsukimo un numero che sapeva a memoria e che non aveva mai scordato. Le rispose Ikuko la madre dei due fratelli che le passo subito Shingo.
«Pronto, chi è?» chiese il ragazzo d'altro alto del telefono.
«Ciao, Shingo sono Ami volevo dirti che ho finito di leggere il tuo manga.» disse la ragazza.
«E... insomma ti è piaciutto?» domando Shingo con esitazione.
«In realtà preferire dirti cosa ne penso di persona se non ti dispiace.» rispose Ami.
«D'accordo quando sei libera per poterci vedere?» chiese Shingo.
«Che n'è dici domenica pomeriggio al Caffè Crow?» proposse Ami pensando che era anche tantissimo tempo che non andava nel locale in cui lei e le altre Sailor erano solite riunirsi.
Era un ambiente famigliare perfetto per poter parlare.
«Va benissimo.» rispose Shingo. «Allora a domenica.»
«A domenica» disse Ami prima di riattacare.
Quando la chiamata fu chiusa Shingo rimise il telefono a posto con un sospiro, il fatto che Ami volesse parlargli di persona non prometteva nulla di buono. Forse avrebbe dovutto iniziare a prendere in considerazione l'idea di abbandonare il suo sogno. Quando aveva iniziato l'università si era ritrovato in una situazione del tutto nuova per lui che non era riuscito a gestire. Non riusciva a concentrarsi in classe, non riusciva a studiare e di conseguenza falliva gli esami. Non era nemmeno riuscito a socializzare cone gli altri studenti, si era trovato in una situazione che non aveva mai vissuto e che in tutta onesta non riusciva a vivvere.
Aveva cercatto di andare avanti, ma poi aveva smesso non riuscendo nemmeno più a fingere che fosse interessato a continuare. Quando lo disse ai suoi genitori Ikuko e Kenji gli avevano detto che non importava, l'università non faceva per lui era qualcosa che capitava in molti, ma Shingo era sicuro che entrambi fossero almeno delusi da lui per questo.
In seguito suo padre riusci a trovargli un posto di lavoro al suo stesso giornale, ma per Shingo quello era solo un lavoro che faceva per poter contribuire alla famiglia, ma che in realtà non l'appassionava minimamente.
Pensava che fosse ironico che mentre lui che era sempre stato studioso e responsabille tanto che in molti lo ritenevano già molto maturo per la sua età fosse finito in quella situazione mentre sua sorella era riuscitta a realizzarsi. Si considerava un fallito cosi grande che non aveva detto a nessuno dei suoi manga per paura che la sua famiglia non capisse e sopratutto perchè si vergogniava del fatto che erano sempre stati rifiuttati.
Ma almeno in parte l'idea che avrebbe visto Ami domenica lo tirava un po' su di morale.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

Ami si guardo allo specchio per l'ultima volta, aveva scelto un look casual visto dove stava andando, ma allo stesso tempo ci teneva a risultare un po' carina. Aveva sempre consideratto Shingo un caro amico anzi a dirla tutta negli anni era arrivata a considerarlo come il suo migliore amico al di fuori delle Sailor ed era lieta di aiutarlo in ogni modo possibille.
«Stai per uscire?» domando sua madre vedendola lì allo specchio.
«Si, devo vedermi con Shingo.» rispose Ami e nel dirlo vide come la faccia di Saeko si fosse leggermente rabuiatta. «Stai bene mamma?»
«Si, solo... questo Shingo è per caso il tuo ragazzo?» chiese Saeko con tono leggermente preoccupato. Ami guardo la madre e sorridendole rispose:
«No, è solo mio amico, un caro amico. È il fratello minore di Usagi.»
Saeko però non parve per niente rassicurata da questa informazione anzi non muto proprio espressione e Ami si chiese perchè sua madre fosse tanto infastiditta da tutto questo. Conosceva Shingo, a volte Ami l'aveva invitato a casa per studiare, in un occassione Ami e sua madre erano anche andate a cena dai Tsukimo sotto invito di Usagi. Quella volta Saeko aveva accetatto l'invito con inmenso piacere entusiasta di conoscere colei che era stata la prima amica di sua figlia.
«Ami vorrei farti una domanda: tu un giorno vorresti una famiglia?» chiese sua madre guardandola dritta negli occhi.
«Bè... si, un giorno mi piacerebbe avere una famiglia.» rispose Ami.
Saeko abbasso lo sguardo e sopsiro a quella risposta che sinceramente si era aspettata.
«Se è ciò che desideri...» disse a bassa voce. «Divertitti con Shingo mi raccomando.»
«Certo mamma, a stasera.» disse Ami predendo la borsa, mettendosi il capotto e uscendo di casa.
Saeko guardo al figlia uscire di casa e anche se aveva detto che usciva con un amico prima o poi sarebbe uscita anche con un ragazzo che non sarebbe stato solo un suo amico, ma qualcosa di più proprio come un tempo Hiroto era stato per lei.
E com'era finito tra loro?
Avevano divorziato, certo avevano comunque mantenuto un buon rapporto amichevole ma ciò non cambiava che dopo essersi lasciati nessuno dei due era veramente riuscito ad esserci per Ami. Lei sempre in ospedale a volte rientrando anche dopo mezzanotte, lui invece girava il mondo facendo il pittore e manteneva il contato mandando quadri alla figlia che però non vedeva il padre da anni. Sapeva che Hiroto era un brav'uomo sensibille ed educato, ma come lei aveva messo al sua carierra davanti a tutto. In questo erano stati uguali e il risultato era che molto probabilmente Ami aveva sofferto la solitudine fin dall'infanzia.
A volte volersi bene, amare qualcuno non era sufficiente e l'ultima cosa che voleva era che Ami vivesse ques'esperienza in prima persona con un possibille partner romantico. Aveva scelto la carierra di medico, al stessa che aveva intrapesso lei e spesso Saeko si chiese se un giorno questa decisione non avrebbe messo sua figlia sulla sua stessa strada.
Se un giorno Ami fosse stata costretta a scegliere tra la cariera e l'amore cosa avrebbe fatto?
Dalla sua esperienza personale Saeko sapeva che non si poteva avere entrambe.

Shingo fini di vestirsi aveva optato per una semplcie maglia e dei jeans, nonostante non fosse andato lì spesso sapeva bene com'era il Caffè Crow anche perchè come sua sorella lui stesso si era ritrovato lì con gli amici durante gli anni del liceo... solo che al contrario di Usagi di quelli amici non aveva più notizie da anni.
Scosse la testa non voleva pensare a questo a come Usagi fosse una regina, fosse riuscita a creare legami durati nel tempo anche con Naru e Umino nonostante fossero andati in un liceo diverso da quello di Usagi e delle altre. Quel giorno non voleva ricordare a se stesso di essere un fallito.
“Non devi pensarla in questo modo, hai un lavoro, uno stipendio e un tetto sulla testa non essere cosi ingrato da fare cosi.” si disse. Con un sosprio usci dalla stanza e si mise la giacca per uscire quando senti un rumore fuori casa.
Aprendo la porta per vedere che stava succedndo riconobbe all'istante la macchina rossa di Mamoru dalla qualle usci per l'appunto il cognato con Usagi con in braccio la piccola Chibiusa.
«Ingo!» disse la bambina di poco più di tre anni allungano la mano verso lo zio
«Ciao, piccola.» disse Shingo facendogli afferare il suo dito poi guardo la sorella e chiese. «Perchè siete qui?»
«Siamo venuti a trovare te, la mamma e papà.» rispose Usagi.
«Bè io purtroppo ho un impegno e anzi dovrei andare se non voglio fare tardi.» disse Shingo.
«Ma siamo appena arrivati.» fece notare Usagi.
«Mi spiace, ma come potevo sapere che oggi avresti deciso di farci una visita a sorpressa.» rispose Shingo.
«Non state a discuttere.» disse Mamoru. «Vorrà dire che psseremo assieme un po' di tempo un altra volta.» Shingo non pote fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo sorisso, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce ma certe volte gli mancava la presenza di sua sorella ed era bello quando lei e Mamoru trovavano un po' di tempo per venirgli a trovare, sopratutto perchè a volte sembrava che Usagi si fosse dimenticata della loro essistenza.
Ma non poteva annulare l'impegno con Ami sopratutto perchè si stavano vedendo a causa sua, di un suo problemma perciò alla fine il ragazzo saluto la sorella e il cognato avviandosi a piedi verso il Caffè Crow certo che Ami sarebbe già stata lì d'altronde la ragazza probabilmente non era mai arrivata in ritardo in tutta la sua vita. Nel mentre che guardava il fratellino andarsene Usagi sospiro sperava di passare una domenica in famiglia come in passato, ma infondo non poteva di certo pretendere di venire a casa e che tutti annulassere i loro impegni per lei.
Anche se le costava ammetterlo Shingo non era più un ragazzino e aveva la sua vita e lei non era più una ragazzina che si impicciava degli affari adesso era un adulta e sì doveva comportare come tale. Questa distanza era inoltre colpa sua, per un certo periodo di tempo aveva allienato la sua famiglia dandola per scontata, allontanandola dalla sua vita come se nulla fosse, si pentiva di ciò e cercava di rimediare ogni volta che poteva.
Stringendo più forte sua figlia Usagi segui Mamoru in casa pensando che almeno avrebbe passato un po' di tempo con i suoi genitori.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.

Come aveva immaginato Ami era già arrivata e lo stava aspettando seduta ad un tavolo. Quando lo vide gli fece un segno di saluto e Shingo si sedette al tavolo, vedendo che appoggiatto davanti ad Ami c'era il suo manga si senti il cuore balzargli in gola.
Strinse i pugni preparandosi per un'altra delusione.
«Allora... cosa volevi dirmi di persona sul mio operato?» chiese Shingo.
«È molto bello.» disse Ami e Shingo la guardo sorpresso. «I disegni sono fatti bene e la trama interessante, ma manca qualcosa.»
«Cosa?» chiese Shingo.
«Sinceramente non lo so.» rispose Ami. «Ma ad una prima lettura sembra che si sia qualcosa che manca, non saprei spiegartelo.»
«Sei stata comunque più eloquente degli editori che mi hanno rifiuttato.» disse Shingo sospirando, ma cercando comunque di fare un sorisso per quanto potesse apparire forzato.
«Senti Shingo io penso che tu abbia talento.» inizio Ami mentre il ragazzo già sentiva un “ma” nell'aria. «Ma credo che dovresti prenderti una pausa.»
«In che senso una pausa?» domando il ragazzo.
«Non ti sto dicendo di rinnunciare al tuo sogno, ma adesso penso che sia meglio sopratutto per la tua salute di metterlo... in pausa diciamo.» spiego Ami. «È chiaro che i continui rifiutti stiano avendo un peso su di te e perciò non sarebbe male prenderti un po' di tempo prima di provare di nuovo, magari dopo una breve pausa potresti anche scrivere un manga che sarà amato in tutto il mondo. Ma non penso che un sogno per quanto importante deve essere a discapito della nostra salute.»
Shingo abbasso lo sguardo, una parte di lui sapeva che Ami molto probabilmente aveva ragione e l'altra invece... n'è era grata.
Non gli aveva datto del fallito, ma gli aveva solo consigliatto di prendersi una pausa e rintentare e decise che avrebbe fatto proprio quello. Non avrebbe abbandonato il suo sogno, ma allo stesso tempo non avrebbe più lasciato che i suoi continui fallimento lo influensassero tanto.
«Grazie Ami, sei sempre la migliore.» disse Shingo facendo leggermente arrossire la ragazza, nonostante fosse ormai un adulta non era ancora abituata a ricevere complimenti senza sentirsi leggermente in imbarazzo.
In quel momento Ami guardo Shingo e si senti strana, come se lo stesse guardando adesso per la prima volta. Era cosi strano, conosceva Shingo da quando conosceva Usagi, ma in quel momento le sembrava di aver davanti a sé qualcun'altro. Non il fratellino della sua migliore amica, ma un ragazzo anzi un giovane uomo che a dirla tutta era anche piuttosto attraente.
«C'è qualcosa che non va Ami?» chiese Shingo notando che la ragazza lo stava fissando in modo strano.
«Niente... stavo solo pensando a cosa ordinare.» rispose Ami sobbalzando un po', non si era accorta di averlo fissato cosi per un un po'.
Arrossi un po' da dietro il menu del bar, ma allo stesso tempo fece un piccolo sorisso. I due ordinarono da bere e nel mentre Ami racconto a Shingo del stage all'estero, degli argomenti appresi durante l'esperienza, delle persone con cui aveva fatto amicizia e dei luoghi che aveva vissitato durante le pause dello studio. Shingo invece parlo di ciò che aveva fatto al giornale nell'ultimo anno, degli incarichi che aveva svolto da solo o con suo padre, ma sopratutto le racconto varie storie che aveva avuto nell'ultimo anno.
In ogni caso Ami sorisse quando notò che molte storie avevano come protagonsite delle combattenti che ricordavano vagamente Sailor Moon, ma d'altronde non poteva aspettarsi diversamente da piccolo Shingo aveva sempre ammirato la combattente che veste alla marinaretta ignaro che si trattasse proprio di sua sorella maggiore. Era passato molto tempo dall'ultima volta che le Sailor avevano combattuto, ma evidentemente c'erano ancora persone che le ammiravano e vedendo che Shingo era uno di questi Ami si senti stranemente soddisfatta.
«Sei sicura che vada tutto bene?» domando ancora Shingo.
«Si, certo perchè?» disse Ami.
«È la seconda volta che mi guardi in quel modo.» spiego Shingo guardandola confusso.
«Scusa non so cosa perchè lo fatto.» rispose Ami abbasando leggermente lo sguardo e pensando che inefetti proprio non capiva perchè si stava comportando in quel modo.
Dopo un po' Ami e Shingo pagarono il conto e al prima ne approfitto anche per salutare la sua vecchia amica Unazaki. Sulla strada di casa, perchè Shingo aveva insistito per accompaganre Ami, la ragazza penso che Shingo si stava comportando come un vero gentiluomo visto che prima l'aveva anche aiutata a infilarsi il capotto.
Quando arrivarono davanti al complesso d'appartamenti dove Ami viveva con sua madre Shingo fece un respiro profondo e con il cuore che gli batteva chiese alla ragazza:
«Ti va di uscire con me? Nel senso ad un vero appuntamento?»
Ami guardo il ragazzo sorpressa, non si sarebbe mai aspettata questa domanda ad essere sincera.
Ci penso su e in fin dei conti all'idea di uscire con Shingo non trovava nulla di male anzi tutt'altro sopratutto perchè quel pomeriggio aveva capito che era più del fratello di Usagi e forse era anche più di un semplice amico, ma non l'avrebbe mai saputo con certezza se non gli avesse datto una vera possibilità.
«Certamente.» rispose Ami sorridendogli.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.

Makoto era seduta sul letto della stanza sua e di Ryota con le mani strette sullo stomaco, la sua pancia aveva appena iniziato a ingrandirsi e probabilmente alle sue amiche non ci sarebbe voluto molto per capire il suo stato quando il giorno seguente sarebbero venute per festeggiare il suo compleanno. Se doveva essere sincera lei stessa aveva tentato di negarlo all'inizio, ma poi dopo essere stata male mentre cucinava Ryota aveva insistito per andare dal medico e lì avevano avuto la conferma che era incinta.
Nonostante uno dei suoi più grandi desideri fosse sempre stato quello di avere una famiglia adesso che si stava avverando aveva paura... aveva una paura folle di diventare madre.
Aveva perso i suoi quando era molto piccola e da allora aveva sempre vissuto da sola cavandesola unicamente sulle sue forze e su nient'altro... su nessun'altro. Quando aveva incontratto Usagi e le altre si era finalmente sentita di nuovo come parte di uan famiglia, ma essere considerata “materna” dai tuoi amici ed essere una vera e propria madre erano due cose completamente diverse.
«Tutto bene, Mako?» domando Ryota entrando nella stanza e sedendosi sul letto vicino a lei.
«Si sto bene non preoccuparti.» rispose Makoto, ma Ryota la sguadro da capo a piedi con i suoi occhi nocciola.
«Anch'io ho paura.» disse indicando la pancia della moglie. «Non so comè sia un padre, ma spero di essere all'altezza.»
Makoto fece un piccolo sorisso triste non capendo perchè non si confidasse con Ryota infondo era suo marito ed era ovvio che avesse paura tanto quanto lei. Quando l'aveva incontratto al corso di cucina aveva pensato che fosse un ragazzo molto strano visto che non parlava quasi mai e poi a dirla tutta non gli sembrava nemmeno il suo tipo. Ryota era alto più o meno quanto Minako, forse qualche centimetro in più ma rimaneva leggermente più basso di Makoto a lei invece erano sempre piaciutti i ragazzi che la egualissero almeno in questo aspetto visto che secondo lei era più facile che non rimanessero intimiditti dalla sua stazza, e poi se doveva dirla tutta a volte le pareva che avesse anche dei linemaneti quasi femminili. All'inizio non andavano nemmeno tanto d'accordo, ci vollero alcuni mesi prima che vedesse qual silenzioso e un po' strano ragazzo dagli occhi nocciola e i capelli rosso scuro come qualcosa di più di un semplice amico e mai si era sentita più fortunata come in quel momento.
Aveva trovato ciò che c'era tra Usagi e Mamoru e tra Rei e Yuichiro. Quando decisa a non volergli più nascondere parte della sua vita gli aveva anche raccontato delle Guerierre Sailor, dopo che lui le aveva proposto di sposarlo, Ryota non aveva detto niente solo che questo fatto al rendeva solo più fantastica ai suoi occhi, gli piacevano le donne forti e questo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a Makoto.
Dopo tutti i rifiutti subiti solo a causa della sua altezza e del fatto di essere leggermente mascolinà era grata che a Ryota queste cose non importassero, il fatto che apprezzaze anche i suoi interessi più femminili e che anzi ne condividesse anche alcuni gli aveva solo aiutati a entrare ancora di più in sintonia fra loro.
«Secondo te sarò una buona mamma?» chiese infine Makoto.
«Forse.» rispose Ryota scrollando la spalle infondo l'uomo a volte era cosi onesto da risultare quasi brutalle. «Ma di una cosa sono certo: amerai i nostri figli e loro amerano te.»
Makoto sorrisse e appoggio al testa sulla spalla del marito capendo che aveva ragione, nessuno poteva sapere come sarebbe stata come madre però avrebbe amato i suoi figli e quello era tutto ciò che al momento contava.
«Grazie.» sussurro Makoto e per tutta risposta Ryota si limito a soriddere.
Anche se era ancora spaventata capì di non essere sola, aveva Ryota e sopratutto aveva le sue amiche che probabilmente sarebbero state entusiaste della notizia cosi come lo erano stata quando Usagi e Rei avevano annunciatto ognugna la propria gravidanza.
Adesso però doveva decidere con Ryota il menu per la festa di domani, Makoto adesso era intenta più che mai a renderlo un compleanno che non sarebbe stata in grado di dimenticare.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.

Anche agli inizi di dicembre il parco davanti all'ospedale rimaneva un luogo meraviglioso e infatti Ami aveva deciso di andarci per consummare il suo pranzo all'aria fresca sopratutto perchè a volte stare troppo chiuso dentro l'ospedale le dava una leggera senzasione di intrappolamento. E poi in questo modo avrebbe potutto passare la pausa pranzo con Shingo.
Uscivano insieme da alcune settimane e anche se non ufficialmente fidanzati, Ami doveva ammettere che quegli appuntamenti era veramente piacevoli con Shingo si sentiva a suo agio e ogni volta sentiva nel petto una senzasione che diventava sempre più forte e che la faceva sentire calda e felice.
Alcune infermiere che gli avevano visti pranzare assieme nel parco avevano anche dimostratto leggera invidia nei suoi confronti visto che ormai anche Ami doveva ammettere a se stessa che Shingo era veramente attraente.
Quando finirono di mangiare Ami saluto il ragazzo dandogli un bacio sulla guancia come saluto ed entrambi tornarono al lavoro consci che si sarebbero visti quella sera alla festa di compleanno di Makoto.

Rei si stava preparando per andare alla festa di compleanno di Makoto, quando Yuchiro la chiamo per dirle che c'era Usagi al telefono e che chiedeva di parlare con lei uregentemente.
«Pronto, Usagi?» disse Rei predendo il telefono da suo marito.
«Rei non ci crederai mai a quello che ho visto oggi!» disse l'amica con tono ansioso.

Quando andavano ancora tutte a scuola le ragazze di solito trascorevano il tempo tra di loro e quel tempo includeva occassioni come i compleanni, ma con poi alla loro cerchia si erano inseritti i vari fidanzati o altri amici di Mamoru come per esempio Motoki assieme a sua sorella e alla fidanzata Reika, erano presenti anche Naru e Umino e ovviamente Shingo era quasi buffo che partecipasse a quegli eventi più come il cognato di Mamoru che come fratello di Usagi. Con il tempo Mamoru si era avvicinato al fratello della fidanzata diventando per lui un modello di ruolo e cercando di coinvolgerlo nella loro vita abbastanza spesso tanto che ormai la presensa di entrambi gli Tsukimo era diventata quasi scontata.
A portare il cibo in tavola fu la sorella di Ryota e durante la cena in molti potevano vedere come Makoto avesse un'aria leggermente agitata la risposta a perchè avesse questo aspetto non tardo ad arrivare quando infatti arrivo la torta con su scritto il numero “25” Makoto si alzo e con il vestito che indossava si poteva vedere come avesse la pancia leggermente gonfia.
Tutte le ragazze presenti si scambiarono un'occhiatta tra loro e come se fosse quasi una conferma dei loro sospetti Ryota mise una mano sulla spalla della moglie come a farle forza.
«Sono incinta.» disse Makoto e dopo un attimo di silenzio la sala si riempi di strilli di gioia causati sopratutto dalla sorella di Ryota. Makoto si sentiva quasi in imbarazzo anche se era il suo compleanno le sembrava strano avere tanta attenzione su di sé.
«Non vedo l'ora di avere un'altra piccola principessa in giro.» disse Michiru.
«Guarda che potrebbe essere anche un piccolo principe come nel caso di Rei.» disse Haruka mentre cingeva la vita della compagna con un braccio.
«Nessuno ha detto ch si devono fermare ad un solo figlio.» disse Chika ovvero la sorella di Ryota, quest'ultimo arrossi e trattene un ringhio pensando che anche adesso sua sorella trovava sempre e comunque il modo di metterlo in imbarazzo.
Ami guardava tutto questo sorridendo, il suo pensiero andò al fatto che forse un giorno come le sue amiche anche lei sarebbe stata circondatta dalle persone che amava per festeggiare la nascita di un figlio. Quasi incosciamente a quel pensiero si volto verso Shigno incrociando il suo sguardo perchè a quanto pare anche il ragazzo si era voltato verso di lei. Entrambi si voltarono leggermente rossi in viso e sperando che nessuno gli avesse notati. Ami ridacchio per pensare a cose del genere aveva ancora molto tempo davanti a sé.
Dobbiamo chiamare Minako e dirglirlo!» strillo ad un certo punto Usagi. «Sarà incredibilmente felice.»
«Ricordati che dobbiamo tenere conto del fuso orarrio e sopratutto del fato che potrebbe anche essere sul set in questo momento.» fece notare Rei.
Mentre tutti erano impegnati a congratularsi e a discuttere con i futuri genitori Ami si senti afferare il bracio e voltandosi vide che era Usagi.
«Ami posso parlarti in privato un attimo?» chiese la bionda, vedendo l'espressione preoccupata dell'amica la ragazza con i capelli blu annui e la segui fuori dal ristorante nel parcheggio sul retro.
«Allora Usagi di cosa volevi parlarmi?» chiese Ami. Usagi le mise la mani sulle spalle guardandola dritta negli occhi.
«Oggi ti ho visto con Shingo al parco.» disse Usagi.
«E quindi?» chiese Ami confussa, non capiva perchè Usagi fosse tanto preoccupata per una cosa del genere.
«Perchè gli hai datto quel bacio?» chiese Usagi. «Che sta succedendo?»
«Bè... usciamo insieme da un po' tutto qui.» confesso Ami alla fine.
«Devi smetterla immediatamente!» disse Usagi stringendo più forte la prese sulle spalle di Ami.
«Si può sapere perché ti agiti tanto?» chiese Ami. «E poi non capisco perchè dovrei smetterla di vederlo, sono solo delle uscite e... e poi Shingo mi piace.»
Usagi si allontano da lei guardandola sconcentratta come se avesse appena visto un fantasma o roba simille.
«Ma non può piacerti!» esclamo la bionda. «È solo un bambino!»
«Non è più un bambino.» rispose Ami. «Siamo entrambi adutli e se vogliamo frequentarci possiamo farlo senza problemmi.»
«Ami avete quattro anni di differenza!» continuo Usagi.
«Anche Rei e Yuchiro hanno quattro anni di diferenza e tu gli hai sempre sostenuti inoltre tra te e Mamoru c'è n'è sono tre perciò non capisco dove vedi il problemma.» disse Ami accigliandosi leggermente.
«È diverso.» insistette Usagi.
«In che modo sarebbe diverso?» chiese Ami cercando di mantenere la voce calma.
«Prima di tutto perchè è mio fratello e poi la più grande sei tu!» disse infine Usagi. «È strano.»
Ami all'inizio non disse niente limitandosi a fissare colei che era stata la sua prima amica in assoluto, si aspettava una reazione al fatto che stesse uscendo con suo fratello, ma il fatto che non le andasse bene perchè era più grande di lui... era un motivo che non comprendeva e che anzi la faceva solo arrabbiare.
«Fammi capire... allora se il ragazzo è più grande va bene, ma se ad esserlo è la ragazza allora è strano e la relazione va troncata, giusto?» chiese Ami accigliatta. «Perchè se stai dicendo questo allora è veramente ipocrita da parte tua.»
«Ami sto solo cercando di dirti...» inizio Usagi, ma l'amica la interruppe.
«No, Usagi non voglio sentire.» disse Ami. «Io e Shingo usciamo assieme e in questo io non ci vedo nulla di strano perciò non mi interessa cosa pensi al riguardo.» detto questo Ami torno dentro al ristorante, ma lo fece solo per prendere la sua giacca per poi chiedere a Shingo di riportarla a casa. Makoto andò da lei per sapere il motivo che la spingeva a tornare a casa cosi presto, ma Ami disse solo che aveva un leggero mal di testa e che le dispiaceva di dover lasciare la festa.
Nel mentre evito accuratamente di incrociare anche solo per sbaglio lo sguardo di Usagi.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.

«Immagino che il discorso che volevi farle non sia andato come programmato.» disse Rei sedenosi ad un tavolo del ristorante vicino a Usagi, che dopo l'improvissa uscita di Ami si era messa in disparte con aria moggia.
«Non capisco dove ho sbagliatto.» borbotto Usagi. «Infondo le ho solo detto come stavano le cose.»
«Vuoi dire come stavano le cose secondo te.» preciso Rei. «Proprio per questo oggi ti avevo detto che era meglio se lasciavi perdere ed evitavi di impiciarti tuo solito.»
Usagi sopsiro rifiutandosi di ammettere che Rei aveva ragione e che forse ciò che aveva fatto non era stata l'idea migliore che avesse mai avuto. Però a lei era sembrata la cosa giusta da fare. Evidentemente si sbagliava perchè l'unico risultato che aveva ottenuto era stato il far irritare Ami tanto da farla andare via dalla festa di Makoto.
«Ma la differenza d'età...» inizio Usagi.
«Noi due siamo le ultime persone al mondo che possono dirle una cosa del genere.» continuo Rei. «Infondo adesso come adesso quattro anni per loro non sono poi cosi tanti, perciò se ad Ami paice Shingo e vuole uscire con lui nessuno glielo può impedire.»
«Perciò l'unica cosa che posso fare è aspettare e vedere cosa accadra?» chiese Usagi.
«No, puoi anche sostenergli se vuoi.» rispose Rei mentre si alzava dal tavolo e tornava dagli altri lasciando Usagi da sola a pensare.

«Sicura di stare bene?» chiese Shingo mentre Ami scendeva dall'auto.
«Certo non preoccuparti.» rispose la ragazza. «Sono sicura che mi passerà tutto dopo una bella dormita.»
Shingo non era sicuro di questo anzi aveva la senzasione che Ami gli stesse mentendo, ma prima che potesse chiedere ulteriori spiegazioni alla ragazza essa entro nel complesso d'appartamenti dove viveva.
Quando entro in casa Ami notò che sua madre non c'era e per una volta n'è fu felice aveva bisogno di stare da sola dopo quella che sinceramente non sapeva nemmeno se chiamare discussione con Usagi. Da un certo punto poteva capire il pensiero dell'amica, ma rimaneva comunque della sua idea che Usagi stava faccendo un dramma per niente però d'altrocanto andarsene via cosi era stato un attegiamento decisamente infantile che anche la stessa Ami trovava estraneo a come si comportava di solito.
Ma allo stesso tempo non si era mai sentita cosi punta sul vivo come in quell'occassione.
Decise che anche se si sentiva in quel modo avrebbe chiamato Usagi il giorno successivo per chiarire la questione. Proprio in quel momento senti sua madre entrare nell'appartamento.
«Ami sei già qui?» domando Saeko sorpressa.
«Si ho... ho avuto un leggero mal di testa e sono tornata a casa.» disse Ami senza incrociare lo sguardo della madre.
«Ami.» inizio la donna. «Sono sia tua madre che un medico con me non devi inventare queste scusse.»
Ami non potè fare a meno di sorridere, nonostante sua madre avesse raramente del tempo per lei, riusciva sempre a capire cosa provava.
«Ho discusso con Usagi.» disse Ami per poi raccontare alla madre ciò che era successo, Saeko ascolto la figlia in silenzio. Nel farlo non potè fare a meno di tornare indietro con la memoria a quando Hiroto le aveva chiesto la mano in quell'occasione i suoi si erano dimostratti estremamente contrari alle nozze, non volevano che la loro figlia che all'epoca era già un prometente futuro medico si sposasse con un pittore squatrinato.
Una parte della donna aveva paura nel trovare certe somiglianze tra la sua storia con Hiroto e quella che Ami stava vivendo in quel momento e il timore che la figlia potesse ripettere i loro sbagli diventava sempre più forte.
Forse era il caso di parlarglierne.
«Ami se devo essere sincera anch'io ho dei dubbi sulla tua relazione.» disse Saeko.
«Mamma...»
«Sia chiaro non ho niente contro Shingo e vedo che ti rende felice, ma pensi davvero di poter avere una relazione a lungo termine?» chiese la donna. «Ami sei un medico e non è un lavoro semplice, tu meglio di chiunque sai che c'è sempre la possibilità di lavorare cosi tanto da non tornare mai a casa fino a notte fonda e sai quanto sia stato difficile per me e tuo padre... io non voglio che ti capiti la stessa cosa, voglio che tu sia felice e che realizzi i tuoi sogni, ma non voglio vederti soffrire.»
Tra le due scesse un denso silenzio finchè Ami non parlo.
«Pensi davvero che non sarei in grado di gestire entrambe le cose?» domando Ami cercando di nascondere quanto le parole dalla madre l'avevano ferita.
«Ho solo paura che tu possa soffrire.» disse Saeko.
«Mamma senti sono stanca e penso che andro a letto. N'è parliamo domattina d'accordo?» disse Ami andando in camera sua.
Si sdraio sul letto mettendosi a sospirare. Poteva capire da dove venissero el paure di sua madre e le capiva ma solo perchè i suoi genitori avevano divorziato non voleva dire che lo stesso sarebbe accaduto a lei.
Forse era troppo presto per dire di essere innamorata, ma Shingo le piaceva e voleva continuare la loro relazione e se un giorno fosse finita allora voleva dire che non aveva funzionato, ma la possibilità che accadesse non era un motivo per non provarci nemmeno.
Gli erorri dei suoi genitori non dovevano per froza diventare i suoi, aveva sempre voluto essere un medico e una parte di lei voleva una famiglia forse durante la sua adolescenza si chiedeva spesso se un giorno fosse stata costretta a scegliere, ma adesso era certa di poter avere entrambe le cose.
Setendosi in subbuglio come non le capitava da quando lei e le altre avevano smesso di combattere si addormento sperando che il giorno seguente le cose sarebbe andate meglio.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Capitolo 10.

Era sempre stata una persona matuttina quindi anche quel giorno in cui aveva richiesto di poter fare un turno pomeridianno, in quanto era molto probabille che sarebbe tornata a casa tardi dopo la festa, si ritrovo a svegliarsi di prima mattina.
Ciò nonostante si ritrovo per la prima volta in vita sua a non aver voglia di alzarsi dal letto, dopo ieri sera non aveva voglio di vedere sua madre e di questo fatto se ne vergognava.
Ami scosse la testa, non era da lei comportarsi cosi e anche se si sentiva ancora offessa doveva risolvere la situazione sia con sua madre che con Usagi. Dopo essersi vestita usci dalla stanza e trovo sua madre in cucina ch faceva colazione, quando Saeko incontro gli occhi della figlia riabbasso subito lo sguardo.
«Buongiorno, mamma.» disse Ami sedendosi al tavolo di fronte a lei e cercando di sorriderle.
Si era sentita offessa del fatto che sua madre stesse progliettando le sue paure su di lei e anche del fatto che credeva di doverla ancora protteggere dal dolore come quando era piccola, ma era una donna adulta ora e poteva fare le sue scelte ed Ami aveva scelto Shingo.
«Scusa per come mi sono comportarta ieri sera.» inizio Ami. «Non avrei dovutto andare a chiudermi in camera come se fossi stata una bambina.»
«Anch'io devo scusarmi Ami ti ho parlato come se fossi una bambina.» disse Saeko. «Tu sai che non odio tuo padre, ma in ogni caso il divorzio è stato doloroso per entrambi e io avevo paura che in futuro potesse capitarti la stessa cosa... tu però non sei me e non sei nemmeno tuo padre e sopratutto dovrei fidarmi delle tue scelte.»
«Mamma io posso capire le tue paure e lo sia che ti voglio un bene dell'anima... vorrei solo che tu mi capisci e mi sostenessi.» disse Ami.
Saeko si alzo dal tavolo e andò ad abbracciare la figlia.
«Finchè sei felice ti sostero sempre.» disse la donna. «Potresti anche invitare Shingo qui per una cena tra noi tre se vuoi.»
«Grazie mamma.» rispose Ami ricambiando l'abbraccio. Essersi chiarita con sua madre le aveva tolto un grosso peso dal petto e l'aveva fatta anche sentire più serena.
Infondo anche se ora era un'adulta sua madre era sempre sua madre e le avrebbe sempre voluto bene nonostante tutto.

Stava controllando i risultati di un'analissi quando accade, senti due braccia stringerle intorno al collo mentre una testa con due buffi codini biondi si appoggia sulla sua spalla.
«Usagi.» disse Ami voltandosi verso di lei con sguardo neutrale.
Voleva chiarirsi con lei, ma non sapeva da dove iniziare e per di più era anche al lavoro, di certo non potevano apralre in mezzo al coridorio pieno di altri medici e di pazienti... sopratutto perchè Ami non aveva voglia che tutti sentissero una conversasione riguardante la sua vita privata.
Porto Usagi nell'ufficio di sua madre sapendo che Saeko non era presente in quel momento. Le due amiche si guardarono negli occhi e poi all'improvisso parlarono.
«Mi dispiace.» sbottarono entrambe all'unisolo. Notando ciò sorrisero.
«Ami ascolto, mi dispiace la vertià è che... bè Shingo è mio fratello, immagino che mi sia difficile pensarlo non solo come ad un bambino fastidiosso.» disse Usagi.
«Non ti prometto che smettera di sembravi un pò strano, ma capisco che ti rende felice e in questo caso hai tutta la mia benedizione per frequentarlo.»
«Grazie Usagi, sono felice di sentirlo e io invece vorrei scusarmi per averti datto dell'ipocrità.» disse Ami.
«Forse me l'ho meritavo... comunque posso farti una domanda seria?» chiese Usagi ed Ami annui. «Bene allora: tu provi sentimenti seri nei confronti di Shingo?»
Ami arrossi di botto per poi abbassare lo sguardo, recentemente aveva pensato molto a questo ed era giunta ad una conclusione: si stava innamorando di lui anche se non l'aveva amesso nemmeno con se stessa era la verità.
Anche se era considerata da tutti come la più innocente nel suo gruppo d'amiche non le erano mancate le esperienze sentimentali quando era una ragazza, si ricordava le volte in cui era uscita con Ryo era stata solo una breve cotta, la sua prima ad essere sincera ma comunque portava l'esperienza nel cuore come un ricordo e a pensare ciò si rese conto che sperava che Shingo non sarebbe stato solo un ricordo, ma qualcosa di più. Penso anche alla sua breve infatuazione per Taiki dei Trhee Lighs, non aveva mai agito su di essa perchè non sentiva abbastanza forti quei sentimenti per provarci sul serio... ma si era sentita di provarci con Shingo di dargli una possibilità perchè sentiva che c'era qualcosa che valeva al pena mettere in gioco.
Non voleva nemmeno pensare alla dissaventura con Mercurius anche perchè a discapitto di ciò che pensavano tutte le sue amiche lei l'aveva veramente visto solo e unicamente come un rivale accademico.
Shingo era qualcosa di nuovo e inaspettato, un calore nel petto che cresceva e che la rendeva felice.
«Penso di starmi innamorando di lui.» confesso alla fine con un filo di voce. Usagi a sentire ciò mise la mani sulle spalle di Ami e le sorisse, uno dei sorissi sinceri e pieni d'amore che sapeva fare solo lei.
«Senti Ami, ammetto che non ero molto sicura di questo... di voi all'inizio ma ho capito che tu sei importante per mio fratello e adesso mi hai appena confermato che lui è altrettanto importante per te perciò voglio aiutarvi.» le disse Usagi. «Infondo io ho il dottore perciò è giusto che anche Shingo abbia il suo.»
Ami scoppio a ridere a sentire ciò, ineffetti non aveva mai realizzoto che entrambi gli Tsukimo avessero gli stessi gusti per quanto riguardava l'amore ma infondo non era un bene per lei? 
“Mi sto davvero innamorando di lui.” penso Ami sorridendo felice con quel calore nel petto che diventava sempre più piacevole.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Capitolo 11.

Ormai il Natale era sempre più vicino e l'intera città ormai era praticamente invassa da luminarie e altre decorazioni natalizzie. Anche il ristorante di Makoto si era sprofondato dell'atomosfera della festività sopratutto perchè stavano ricevendo varie prennotazioni per la sera della vigilia cosa.
«Ami!» grido la donna notando l'amica entrare nel ristorante.
«Ciao, Mako ti disturbo?» domando lei sedendosi ad un tavolo vuoto. Il ristorante in realtà era ancora chiuso, ma tutte le amiche di Makoto poteva andarci quando volevano se volevano parlare con lei.
«Certo stavo solo sistemando le ultime decorazioni.» spiego Makoto indicando i vasi di Stelle di Natale che stava mettendo su i tavoli. «Non che possa fare altro, la gravidanza è solo all'inizio e già Ryota prettende che non lavori troppo.»
«Bè ha ragione a non volere che ti stanchi.» disse Ami ridacchiando.
«Lo so, ma lo sai come sono fatta... e lo sa anche lui infatti l'altro giorno mi ha detto di essere certo che quando il bambino sarà nato mi alzero dal letto subito dopo per tornare a lavorare.» disse Makoto con un sorisso affetuoso sul volto. «Comunque avevi bisogno di qualcosa?»
«In realtà sono venuta a chiederti se avevi ancora posto la sera della vigilia.» disse Ami.

Continuava a fissare ansiosso il pachetto, era una scatolina incartata di blu e con un fiocco azzurro in cima. Anche se sua sorella si era offerta di aiutarlo nella scelta aveva preferito comprare ad Ami un regalo da solo. Non pote fare a meno di sorridere quando penso che lei l'aveva invitato al ristorante di Makoto per festeggiare assime la vigilia.
In realtà era il solo fatto di poter passare del tempo con Ami che lo faceva sorridere, si era invaghitto di lei per la sua gentillezza e la sua inteligenza molto tempo fa e senza accorgersene negli anni quei sentimenti erano cresciutti diventa amore. Non gli importava inseguirgli, gli bastava anche solo che Ami lo considerasse un semplice amico, ma aveva voluto rischiarre e chiderle di uscire.
Fini di sistemarsi la giacca che Mamoru gli aveva prestatto, trovava strano che Usagi avesse insistitto perchè facesse ciò, ma aveva imparato anni prima a non fare troppe domande a sua sorella. Guardandosi allo specchio si senti soddisfatto di come appariva e che perciò era pronto per andare.
Alla fine usci di casa e si avvio alla macchina, in quel preciso momento inizio a nevicare.

La cena andò come al solito tra chiacchiere e risate. Mentre mangiavano Ami penso a ciò che le aveva consigliatto Usagi l'altro giorno: ufficializare la sua relazione con Shingo.
Doveva solo chiederglierlo e pensava che fuori a cena durante la vigilia di Natale fosse il momento migliore, ora però doveva trovare il momento giusto per chiederglierlo.
«Ami.» la chiamo Shingo mentre un camerierre portavo loro il caffè. «Io... volevo darti il tuo regalo di Natale.»
Ami sorrisse mentre Shingo le dave il pachettino e aprendolo vide al suo interno un semplice bracialetto d'argento.
«È bellissimo!» disse Ami mentre se lo metteva al polso. «Anch'io mi sono portata dietro il tuo regalo.»
gli consegno un piccolo sachetto che conteneva un orologio da polso.
«Grazie, Ami.» disse Shingo mettendoselo.
I due si guardarono un po' negli occhi in silenzio e alla fine Ami parlo.
«Senti Shingo ti va di essere il mio ragazzo?» domando facendo spalancare gli occhi del ragazzo per la sorpressa.
«Cosa?» chiese con un filo di voce.
«Pensavo che fosse il momento di rendere la nostra relazione “ufficiale” ecco tutto.» spiego Ami.
Shingo la guardo ancora incredullo da ciò che aveva sentito, fu cosi strano sentiva i dubbi che aveva scomparire pian piano, Ami voleva stare con lui per davvero.
«Mi paicerebbe essere il tuo ragazzo.» rispose lui.
Ami fu cosi felice che gli diede un bacio a fior di labbra, entrambi arrossirono quando si resero conto di ciò ma poi scoppiarono a ridere divertiti. Alla fine quando uscirono dal ristorante nevicava ancora e cosi si diressero verso la macchina riparati dallo stesso ombrello.
Forse quello era l'inizio di qualcosa di importante o forse no, ma qualunque cosa il futuro avesse in serbo per loro l'unica cosa certa era che l'avrebbero affrontato assieme fianco a fianco.

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