Un'ennesima riscrittura di RWBY

di Retep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: parte 1 ***
Capitolo 2: *** Prologo: parte 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo: parte 1 ***


Ehilà ragazzi, come va? Tutto bene in famiglia? Vabbè tagliamo le formalità: vi va di leggere una delle 234354352 milioni di riscritture fatte a partire dalla fine del volume 3? Se sì, siete nel posto giusto. I capitoli che corrispondono alla fine del volume 3 sono il prologo. Se passo da un evento ad un altro lasciando tre spazi tra una frase e l’altra, tutto quello che è successo in mezzo è andato come nella serie originale. Dall’inizio del volume 4 in poi questa fanfiction diventerà una vera e propria timeline alternativa.
………..
………..
*Silenzio imbarazzante*
  • Beh, allora…divertitevi e ditemi cosa ne pensate.
  • MA PRIMA
Leviamoci il dente dolente con entrambe le D maiuscole:
la questione ship.
Se siete di quelli a cui non fanno né caldo né freddo: accomodatevi pure, dall’alto della mia superbia penso di avere altro da offrire.
Se siete di quelli che proprio non riescono a leggere fanfiction con le coppie che non gli piacciono, metterò in chiaro le cose fin da subito. Qui troverete:
-Lancester (JauneXRuby)
-Blacksun (SunXBlake)
-Ovviamente, ReNora (RenXNora)
-Devo ancora decidere per Qrow, ma la scelta sarà tra Robin e Winter. Mi dispiace ma dopo il finale del settimo volume non ce la faccio ad immaginarmelo con Clover. 
Buona lettura.
 

L’illuminazione nel cortile dell’accademia era ridotta al minimo durante la notte, probabilmente per incentivare gli studenti a non andarsene in giro durante la notte. I lampioni erano estremamente distanti gli uni dagli altri ed emanavano talmente poca luce che se li avessero spenti probabilmente non sarebbe cambiato niente. La luna spezzata e le poche stelle sembravano buchi nel manto nero come la pece che si vedeva alzando la testa, ma permettevano alla ragazza nel cortile di orientarsi meglio dell’illuminazione artificiale. Ella era appoggiata ad un lampione, con le braccia incrociate e l’aria a metà tra assonnata e irritata. L’unico lievissimo rumore che si sentiva era il suo piede che sbatteva costantemente contro il terreno, rompendo il silenzio che accompagnava una delle tante notti pacifiche della scuola più sicura al mondo.
“Se quell’idiota non arriva entro cinque minuti me ne torno in camera.”
Poco prima, il suo irritante amico le aveva scritto un messaggio con delle coordinate e le aveva detto di recarsi lì immediatamente.
“Che cosa può aver scoperto di così importante?!” Pensò la giovane. “Se scopro che mi ha fatto venire qui solo per farmi uno scherzo giuro che io…”
“Lieto di vedere che sei arrivata subito.” Disse una voce a lei familiare, interrompendo i suoi pensieri. Lentamente si avvicinò a lei il suo compagno dai capelli grigi e dalla faccia più picchiabile che l’umanità avesse mai visto.
“Mercury, eccoti finalmente! Che cosa accidenti vuoi?! Sappi che se mi hai fatta venire qui solo perché ti annoiavi a stare nascosto…”
“Emerald, anche io ogni tanto lavoro seriamente.” Rispose Mercury.
“Come no. Qualunque cosa fosse, non potevi dirmela al telefono o sgattaiolare di nascosto in camera?”
“Qualsiasi telefonata potrebbe essere intercettata e le mura che separano il nostro dormitorio da quello dei nostri vicini sono spesse come un grissino. In più, questo è l’unico punto in tutto il cortile che per Ozpin è un punto cieco.”
Istintivamente, Emerald si girò verso l’accademia e notò che effettivamente una colonna si parava tra lei e la finestra dell’ufficio di Ozpin.
“Pensi che quel tizio sospetti di noi?”
“Nah, ma prevenire è meglio che curare.” 
Per quanto le sembrasse incredibile, Mercury aveva effettivamente fatto i compiti a casa e si era dimostrato molto scaltro. Per evitare che la gente indagasse a fondo su quello che era successo durante il suo incontro con Yang poche ore prima, lui e Cinder avevano cominciato a nascondersi dal pubblico, fingendo che Mercury fosse convalescente. Formalmente, solo Emerald era rimasta a Beacon per assistere al torneo, quindi Mercury aveva trovato il modo di incontrarla senza che i due potessero essere scoperti.
“Adesso veniamo a noi: ti ricordi il piano, giusto?”
“Sì: con Yang squalificata, Penny e Phyrra si scontreranno prima o poi. Quando capiterà, dovrò usare la mia semblance su Phyrra e farle credere che Penny voglia ucciderla, così andrà nel panico e farà a brandelli il robottino di Ironwood. Poi Cinder farà il suo discorso alla popolazione e tu riprenderai il caos che seguirà.”
“Sì beh, c’è stato un piccolo cambio di programma. I piani alti vogliono che il nostro…scherzetto…si concentri in particolare su tre persone.”
“Chi?”
“La rosa, la campionessa e il cavaliere.”
“Quindi Ruby, Pyrrha e…Jaune?! Capisco Pyrrha, ma quegli altri due, soprattutto quell’idiota biondo, che razza di minaccia possono costituire per Salem?!”
“Non ha spiegato i particolari neanche a me. A quanto pare, i loro genitori sono stati una spina nel fianco per Salem in passato e Salem ha paura che la nuova generazione sia tanto problematica quanto la vecchia. Quindi dobbiamo indebolirli.”
“In che modo?”
“Lascia che ti spieghi…”
La spiegazione non richiese a Mercury più di un minuto e alla fine il ragazzo dai capelli grigi guardò la sua amica negli occhi e le chiese: “…e questo è quanto, tutto chiaro?”
“Ma allora…io dovrò…non so se sono in grado di usare la mia semblance…su tre persone…”
“Beh, sai già cosa succederà se fallisci, quindi…” e dopo un attimo di esitazione, Mercury allontanò lo sguardo dal volto della sua amica e le mise una mano sulla spalla. “…vedi di fare le cose fatte bene. Cinder conta su di te.”
“Io…”
“Ehi, lo ha messo in chiaro fin dal primo momento: o eseguiamo alla lettera i suoi ordini, oppure ci leviamo da piedi. Ma se ci tiriamo indietro proprio adesso, tireremo le cuoia.”
“Beh, andiamo a letto…domani sarà l’ultima volta che potremo permetterci di dormire fino a tardi, forse per un bel po’.”
“Già…”
 
 
 
  Chi invece quel giorno si svegliò molto presto fu il team RWBY e non certo per andare a divertirsi.  Le ragazze dovettero sorbirsi una lunga ramanzina da parte del generale Ironwood riguardo alla condotta di Yang durante il suo combattimento.
“Ma io non ho…” cercò di protestare la bionda.
“Quello che tu hai fatto è ciò che tutti hanno visto!” Tuonò il generale con il suo tono autoritario.
“Non ne so il motivo…” riprese dopo aver ritrovato la sua solita compostezza. “…non ne conosco le dinamiche, ma so che queste cose non hanno importanza. Il mondo è convinto di qualcosa e il vostro negare in maniera inflessibile quello che ai loro occhi appare come evidente non porterà a nulla di buono.”
Sentendo queste parole, un dubbio balenò nella mente delle quattro giovani cacciatrici. Fu Ruby a trasformare quel pensiero in una domanda: “Lei…crede alla versione di Yang?”
Ironwood sospirò. 
“Io credo alle parole di Ozpin e Glynda, i quali sostengono che voi quattro siete delle brave studentesse che non si abbasserebbero mai ad un tale livello.”
“Allora…”
“Tuttavia, credo anche ad un’altra cosa.”
“Ai suoi occhi?” Suggerì Yang, ancora mortificata e confusa dagli eventi della sera prima.
“Alla mia esperienza, che mi ha insegnato quanto sia comune per guerrieri giovani ed immaturi farsi possedere dall’adrenalina. Inoltre, so anche quanto facilmente lo stress possa ingannare i nostri occhi e la nostra mente.”
Ironwood si era voltato e stava per afferrare il pomello della porta, quando sentì Yang dire:
“E suppongo che avrà visto tante ragazzine scalmanate come me fare cose del genere.” 
La ragazza avvicinò le ginocchia al petto, si cinse le gambe con le braccia e abbassò la testa. Per Ruby, che era abituata a vedere Yang come la sorella maggiore che non dubitava mai di se stessa e che non era mai giù di corda, vederla così fu uno schock. Il generale non si voltò, ma prima di uscire disse a Yang:
“Tu ammiri tuo zio Qrow, dico bene?”
“Uh? Che c’entra? Comunque, sì, ovviamente lo ammiro.”
“Beh, lui non è esattamente uno con la testa sulle spalle, però è il miglior cacciatore con cui abbia avuto il piacere di lavorare. Non devi sentirti inadeguata per il tuo carattere…devi solo imparare dai tuoi errori.”
E con queste parole, il generale abbandonò la stanza… 

 
 
 
La giornata per Ruby era volata. Passare le ore del pomeriggio in città tra le attrazioni le aveva permesso di dimenticarsi per qualche ora di ciò che era successo con Yang. Le dispiacque non poter passare quella giornata di divertimento con sua sorella, ma capiva che Yang aveva bisogno di passare del tempo da sola a riflettere e Ruby non voleva infastidirla. 
“Ma appena sarà pronta a parlarne, sarò lì per consolarla.”
Disse la ragazza dentro di sé mentre camminava nel cortile della Beacon verso il suo dormitorio. Lei, Weiss e Blake erano tornate a scuola insieme, ma Ruby era tornata di corsa alla fiera per cercare il portafogli che aveva smarrito. 
“Già che c’ero, ho preso un pensierino per Yang, spero le piac…” la ragazza si interruppe quando sentì una voce a lei famigliare lanciare un urlo di stupore e di dolore. Voltandosi, Ruby vide Phyrra usare la sua semblance contro Jaune per sbatterlo con violenza contro il muro. 
“Jaune! Stai bene!?” Urlò la ragazza correndo verso il suo amico e aiutandolo a rialzarsi.
“Ecco appoggiati a me.” Sussurrò Ruby appoggiando il braccio di Jaune attorno alle proprie spalle.
“Phyrra ma che accidenti ti è saltato in mente!? Potevi fargli male!” Esclamò infine la giovane cacciatrice, tirando fuori un tono più arrabbiato di quanto lei stessa non si aspettasse.
“Io…non volevo…mi dispiace…”
“Ruby, tranquilla…sto bene. Phyrra è solo…stressata e io stavo cercando di consolarla, ma…penso di aver detto qualcosa di sbagliato. Perdonami Phyrra…” disse il ragazzo allontanandosi da Ruby e avvicinandosi a Phyrra: “…se ti va ancora di parlarne, io sono pronto ad ascoltarti. E sono sicuro che lo stesso valga per Ruby, vero?” 
Chiese Jaune voltandosi verso la sua amica.
“O-ovviamente. Perdonami, non avrei dovuto urlarti contro.” 
Ruby aveva sempre avuto dei sentimenti contrastanti per Phyrra. Le voleva bene e la considerava una cara amica, ma ogni tanto provava una sensazione a metà tra il disagio e il fastidio quando era con lei. La ragazza dagli occhi d’argento non aveva mai capito cosa causasse in lei quel sentimento: era qualcosa di lieve, eppure nei mesi che avevano passato insieme non era mai sparito.
“Ragazzi…voi…” balbettò Phyrra tra i singhiozzi e le lacrime. “…non dovreste essere voi a scusarvi.” 
“Phyrra, va tutto bene.” Disse Ruby nel tentativo di rassicurarla. “Spiegaci solo cosa succede.”
“Grazie ragazzi, ma tutto quello che potevo dire l’ho già detto a Jaune.”
“Ed io le ho detto qualcosa di tremendamente sbagliato.” Pensò Jaune. “Ma cosa?! Dannazione, sei il leader brutto idiota, cerca di capire cosa provano i tuoi compagni!” 
“Scusate ragazzi…io…devo andare.” Disse la ragazza dai capelli rossi, per poi voltarsi e correre via. 
“Phyrra!” Urlò Jaune cercando di correrle dietro, ma dovette fermarsi dopo pochi passi a causa del dolore al petto. Ruby avrebbe potuto rincorrerla, ma preferì accompagnare Jaune all’infermeria, notando che da dietro la testa del ragazzo usciva del sangue. Dopo aver aiutato il suo amico a sdraiarsi sul letto, la ragazza gli sentì dire: “Ruby…se incontri Phyrra, digli che sto bene e che non è successo niente.”
“Certamente…” rispose Ruby prima di prendere la mano di Jaune tra le sue. “…ma tu promettimi di chiamarmi se hai bisogno di qualcosa.”
“Voglio che tu ti affidi anche a me, non solo a lei.” Aggiunse Ruby con un tono di voce talmente basso che neanche lei riuscì a sentire le sue stesse parole. In seguito, la ragazza dagli occhi d’argento lasciò il suo amico alle cure dell’infermiera. Ruby decise di farsi una lunga passeggiata per dimenticarsi di ciò che era successo, ma le fu impossibile. Forse casualmente, forse guidata dall’istinto, ella arrivò di fronte all’arena dove si svolgevano le fasi finali del torneo e guardando il maxischermo notò che quella sera era proprio il turno di Phyrra di combattere.
“Beh, visto che non riesco a togliermela dalla testa, tanto vale andare a guardare il suo scontro. Magari, se mi vede tra gli spalti, la convincerò ad aprirsi con me e spiegarmi che è successo.”
Quando notò contro chi Phyrra avrebbe dovuto combattere, Ruby aggiunse: “Ma internamente, farò il tifo per Penny.” 
Arrivata sugli spalti, la ragazza trovò un posto in prima fila. In mezzo alla folla adorante che richiedeva a gran voce l’inizio dell’incontro, Ruby riconobbe un volto a lei famigliare. D’altronde, la Beacon era stracolma di gente eccentrica e sopra le righe, ma una ragazza con i capelli verdi non si sarebbe riuscita a mischiare in nessuna folla. Quando anche Emerald notò la presenza di Ruby, la seconda notò che la prima sembrava…stranamente sollevata, quasi contenta di vederla lì tra il pubblico.
“Vorrà chiarire le cose…sono veramente felice che abbia scelto di rimanere qui e di non tornare a Heaven con Mercury e Cinder. A proposito, chissà come sta Mercury…” Pensò Ruby, genuinamente preoccupata per il ragazzo “ferito”.
Intanto, nella mente di Emerald, risuonarono queste parole: “MENOMALE CHE QUELLA PICCOLA DEMENTE SI È FATTA VEDERE. Non so perché Salem sia così interessata a quei 3, ma so cosa mi farà se non li faccio litigare. E DOVE DIAMINE STA JAUNE!?”
“SIGNORE E SIGNORI…” il vocione del professor Port risuonò in tutto lo stadio. “…l’incontro tra il prodigio di Vale e l’orgoglio di Atlas sta per cominciare. SIETE PRONTI!?”
“Eh, godiamoci lo spettacolo.” Pensò Ruby. “Le parlerò dopo. DISTRUGGILA PENNY. Buona…fortuna, Phyrra.” 
 
 Orrore. Sconforto. Paura. Incredulità. Queste sono le uniche quattro parole che avrebbero potuto riassumere lo stato d’animo di Ruby di fronte alla scena a cui aveva appena assistito. Phyrra era riuscita a sfondare la linea difensiva che Penny aveva creato con i suoi coltelli, per poi infilare brutalmente la sua lancia nel petto della ragazza cyborg. In seguito, ella aveva estratto la sua arma dal petto di Penny e l’aveva colpita con un calcio per farla cadere a terra. Per concludere, mentre Penny era a terra, sul suo volto si era dipinta un’espressione terrorizzata mentre guardava lo scudo della sua avversaria avvicinarsi al suo collo, causando la separazione della sua testa dal resto del corpo. 
Vedendo la giovane guerriera cadere in ginocchio e scoppiare in lacrime, Ruby perse la pazienza. 
“Si può sapere che razza di problemi hai!?” Urlò Ruby rossa in volto e con gli occhi gonfi di lacrime. “Per caso per te è una passione far male alle persone a cui tengo e poi metterti a piangere?!”
“Ruby…io…”
In quel momento, una voce femminile misteriosa ma famigliare per Ruby risuonò in tutta l’arena.
“Uno spettacolo a dir poco vergognoso. Cittadini di tutti e quattro i regni: siete venuti fin qui per assistere a scontri leali tra valorosi aspiranti cacciatori, i paladini del mondo di domani, ma quale spettacolo vi hanno riservato invece? Fino ad ora, i rappresentati del regno di Vale si sono mostrati capaci soltanto di un’insensata brutalità. Forse è questo il modo che Ozpin considera il più adeguato per educare i suoi allievi. O forse, il preside della Beacon stava cercando di mandare un messaggio ai suoi colleghi degli altri regni ed in particolare al generale Ironwood, che ha osato oltrepassare i confini di Vale con il suo esercito. Ma a prescindere dalle motivazioni, c’è una cosa su cui vi invito a riflettere: se per gli uomini più potenti di Remnant i cacciatori non sono altro che armi, noi civili cosa potremo mai essere, se non delle misere pedine?”
La fine del discorso di quella donna misteriosa coincise con l’inizio del caos più totale: quelle parole avevano risvegliato in tutti i presenti un sentimento di insicurezza, sconforto e…paura, la ricetta perfetta per l’arrivo di un enorme Grimm dalle sembianze di un volatile. Mentre il mostro cercava con tutte le sue forze di distruggere il campo di forza che lo separava dai cittadini, questi ultimi iniziarono a darsi rapidamente alla fuga. L’unica persona rimasta immobile, pietrificata di fronte a ciò che era rimasto del suo avversario, era Phyrra. Vedendo la giovane guerriera stringere tra le braccia la testa di Penny, Ruby ricominciò a provare pena per lei. Proprio in quel momento, il grimm riuscì a fare breccia nel campo di forza e si lanciò in picchiata contro Phyrra. Istintivamente, Ruby si gettò nell’arena e afferrò uno dei coltelli di Penny e lo lanciò contro il grimm. Tuttavia, mentre stringeva l’arma, Ruby pensò: “Perché sto usando il coltello di Penny per salvare la sua assassina?” e distratta da questa domanda inutile, riuscì solo a sfiorare il collo del mostro. A salvare Phyrra fu un attacco combinato degli altri finalisti al torneo e di tutti i suoi amici, che avevano assistito allo scontro dagli spalti.
“Ragazzi…Ruby…io…non volevo…”
“Ne parleremo dopo.” Rispose Ruby con un tono gelido, ma tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
“Non è stato un incidente.” Commentò Ren. “Ma un piano orchestrato da chiunque fosse la donna al microfono.”
Sì, Ren ha ragione…” ammise Ruby, mentre tremava ancora per la rabbia e per la disperazione. “…la colpa non è tua. Dobbiamo andare a scovare il vero colpevole prima che scappi.”
Ruby si guardò intorno. Gli unici a non essere scappati erano: lei, Phyrra, Ren, Nora, il team di Sun e il team di Coco. 
In quel momento, i versi coordinati di centinaia di Grimm fecero gelare il sangue nelle vene di tutti i ragazzi presenti.
“Dobbiamo andarcene.” Commentò Phyrra.
“Hai ragione.” Ammise Ruby. “E non potremo farlo senza il gioco di squadra. Che ne direste di formare un unico team e di scappare insieme?”
Tutti rimasero piacevolmente sorpresi dalla proposta di Ruby e annuirono simultaneamente.
“E non ci limiteremo a scappare.” Aggiunse Phyrra. “Proteggeremo i civili fino alla fine dell’evacuazione e recupereremo i nostri amici che sono ancora a scuola.”
“Io ci sto.” Disse Sun. “Ma ogni team ha bisogno di un leader e per uno così numeroso ce ne vorranno almeno due. Non siete d’accordo?” Ed il giovane fauno indico Phyrra e Ruby con la sua coda.
“A me sta bene, ma sbrighiamoci. I grimm saranno qui a momenti.” Disse Coco, parlando a nome di tutti.


Il gruppo riuscì ad uscire dall’arena senza troppe difficoltà. I grimm che avevano preso d’assalto la scuola erano tantied erano delle tipologie più disparate, ma Ruby e il suo gruppo incontrarono solo quelli più deboli.
Dopo aver passato un Beowulf da parte a parte ed aver decapitato un Ursa, Ruby pensò:
“Lo zio Qrow e gli altri adulti devono starsi occupando dei grimm più potenti fuori dalla scuola. E se l’esercito di Ironwood continua ad evacuare i civili a questa velocità, questa storia finirà in fretta.”
Un Nevermore, che si trovava alle spalle di Ruby, volò in picchiata verso la giovane cacciatrice, ma la ragazza poggiò Crescent Rose sulle proprie spalle e sparò alla bestia, facendola schiantare a terra. “Spero solo che abbiano dato la precedenza a Jau…ai feriti, ai feriti...”
Ruby guardò verso il cielo: tre navicelle avevano appena spiccato il volo. Mentre scappavano dall’arena, lei ed il suo gruppo avevano incontrato il generale Ironwood e ripensò a quello che egli aveva detto loro:
“Di fronte a voi avete una scelta: combattere o salvarvi la vita. Nessuno vi biasimerà se deciderete di mettervi in salvo.”
“Già…” pensò Ruby, come se stesse realizzando solo in quel momento la portata di ciò che stava avvenendo. “…questa non è un’esercitazione. Non ci sono più gli insegnanti a guidarci e a dirci come comportarci. Adesso abbiamo la libertà…no, la responsabilità di scegliere.”
E Ruby cominciò a riflettere su quale scelta compiere:
“Qualcosa sta ostacolando i mezzi di comunicazione. Se voglio trovare Weiss, Blake e Yang, le devo cercare di persona.
Sono preoccupatissima per loro, però…sono tutte e tre molto forti.” E la ragazza si guardò intorno alla ricerca dell’infermeria. “Lui invece potrebbe essere ancora lì, incosciente e indifeso.
Ruby si accorse solo all’ultimo mento che un Ursa le stava saltando addosso da dietro, pronto a tranciarle il corpo con i suoi artigli. La ragazza fece in tempo a trasformare la sua falce in un’arma da fuoco, ma prima che potesse sparargli a bruciapelo, una spada attraversò la gola del grimm, decapitandolo. Vedere la testa del mostro venire separata dal resto del corpo dalla lama di Pyrrha fece sentire Ruby sollevata per un secondo, per poi risvegliare in lei una grande rabbia.
“Gra…” si sforzò di dire la ragazza, ma venne interrotta dalla sua amica.
“Vai da lui. Lo so anche io che probabilmente è già stato portato in salvo, ma nessuna di noi due si calmerà finché non ne avremo la certezza.”
“Grazie…” rispose Ruby, stavolta tutto d’un fiato e senza esitazione. “…proteggi tutti. Portali al sicuro. Non lasciare che nessun altro muoia.” Quella frase sembrò per metà una preghiera e per metà un’intimazione.
“Lo farò.”
E in un battito di ciglia, la ragazza con il mantello rosso sparì dalla vista della sua amica. Correndo più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua, Ruby raggiunse la struttura dove aveva lasciato il suo amico per farlo riposare. Nei corridoi ella vide Jaune, che stava facendo quello che poteva contro alcuni grimm. Con un affondo il ragazzo colpì un beowulf nell’occhio e con un rapido fendente ne tranciò in due un altro alla sua destra. Ma quando cercò di dare il colpo di grazia al primo dei due mostri che aveva colpito, una fitta di dolore gli fece perdere l’equilibrio. 
Jaune cadde in ginocchio e si preparò ad incassare il colpo del mostro. Per sua fortuna, il bracciò del beowulf venne tagliato in due da Ruby, che in seguito procedette ad eliminare rapidamente gli altri grimm che li avevano circondati. 
“Jaune, stai bene?”
“Ruby?”
Il ragazzo venne sorpreso da un abbraccio improvviso.
“Meno male che sono arrivata in tempo. Non sarei riuscita a sopportare di perdere un’altra persona importante.”
“Ruby, tranquilla, sto ben…aspetta, UN’ALTRA? Cosa è successo?”
Il ragazzo, rimanendo abbracciato alla sua amica, indietreggiò leggermente per guardarla in faccia. In quel momento, alcune lacrime cominciarono ad accarezzare le guance di Ruby. 

“PYRRHA HA FATTO COSA?!” 
“Siamo rimasti tutti sbalorditi…”
“Non posso crederci, non può averlo fatto!” Jaune difese la sua compagna di squadra con una sicurezza tale da irritare Ruby, la quale ripensò a ciò che aveva detto Ironwood. 
“Jaune, basta un attimo per perdere la testa e fare follie durante un combattimento.”
“Già, ma…prima Yang, poi Pyrrha. C’è qualcosa che…” in quel momento, i due ragazzi sentirono il verso di un grimm che non avevano mai udito prima.
“Stanno arrivando quelli grossi…” commentò Ruby. “Jaune, dobbiamo raggiungere la piazza. Da lì potrai prendere una navicella e scappare.”
“Potrò?”
“Sì, io ti raggiungerò dopo aver recuperato la mia squadra.”
“No.” Si impose Jaune, mettendo una mano sulla spalla di Ruby. “Se tu resti, resto anche io.”
“Ma, sei ferito…”
“Non riesco a muovermi come vorrei…” ammise il ragazzo, raccogliendo da terra la sua spada e rimettendola nel fodero. “…ma mi sono ripromesso che non sarei mai più stato inutile come ero all’inizio.” Ed egli alzò il braccio sinistro, con cui impugnava lo scudo.
“Vorrei essere così figo da dirti: ti proteggerò io. Purtroppo, sembrerei solo ridicolo se lo facessi. In compenso, ti supporterò.”
“Jaune…tu sei un figo…”
Quell’affermazione e soprattutto il tono con cui essa uscì dalla bocca di Ruby sorprese Jaune e lo fece arrossire. La stessa Ruby sentì le sue guance diventare rosse quando realizzò cosa aveva detto. A rompere il silenzio imbarazzante fu Jaune che disse un semplice: “Dovremmo muoverci.”
“Già…giusto…”

Durante il tragitto, Ruby fece fuori la maggior parte dei grimm che li attaccarono, fino a quando i due ragazzi non si ritrovarono difronte ad una scena inaspettata. Un gruppo di militari di Atlas stava attaccando degli studenti terrorizzati.
“Perché i militari…non stanno…combattendo i grimm…” 
La corsa aveva fatto riaprire le sue ferite e oramai Jaune riusciva a malapena a parlare. 
“Non lo so, ma li fermerò!” Disse la ragazza, per poi precipitarsi a difendere i civili. Jaune ebbe l’istinto di buttarsi nella battaglia assieme a lei, ma il dolore lo fermò.
“Dannazione, sono inutile…che cosa posso fare per aiutare tutti gli altri, se il mio corpo è in questo stato? Pensa Jaune…i soldati di atlas sono per la maggior parte dei robot e probabilmente c’è un solo dispositivo che li controlla tutti. I nemici saranno riusciti a metterci le mani? Se solo riuscissimo a…AHHHH CHE DOLORE! Quello stupido Beowulf mi ha preso proprio nella sessa zona in cui mi ero fatto male. Ma perché la mia aura non mi ha protetto da quella botta?! E soprattutto perché non riesco a guarire?”
Intanto, Ruby aveva distrutto i robot ed era tornata dal suo amico.
“Siamo quasi arrivati alla piazza. Cerca di resistere ancora per un po’.”
“Ok…” 
Arrivati alla zona da dove partivano le navicelle, Ruby trovò i compagni da cui si era separata pochi minuti prima intenti a coprire la ritirata degli ultimi civili rimasti. Ella fu inoltre sollevata nel constatare che Weiss e si era unita al gruppo e che anche Yang, proprio in quel momento, si stava avvicinando alla zona.
Dopo un breve combattimento contro un folto gruppo di grimm e militari, Yang corse da sua sorella per abbracciarla. Finito il momento di affetto famigliare, la bionda chiese: “Com’è la situazione?”
“Brutta.” Commentò Sun. “La maggior parte dei civili sono riusciti a scappare, ma adesso dobbiamo preoccuparci sia dei grimm che dell’esercito di Atlas. E la parte peggiore è che Blake non si trova da nessuna parte.”
“Andrò a cercarla.” Commentò Yang.
“Verrò con te.” Aggiunse Sun. “Ruby, per favore prendi il mio posto nella linea difensiva.”
“Certo. Trovate Blake.” 
E immediatamente, i due biondi si diressero verso la scuola.
I combattenti rimasti riuscirono a sconfiggere i militari di Atlas impazziti e i Grimm nel circondario con relativa facilità. Riposte le armi, i membri del gruppo si guardarono intorno per controllare che non ci fossero feriti.
“Dov’è…Pyrrha…” Chiese Jaune con un filo di voce.
“Già…dov’è andata?” Chiese Ruby. “Non ditemi che ha abbandonato tutto ed è scappata?!”
“Non proprio…” spiegò Ren, che si avvicinò a Jaune per offrirgli un appoggio e permettergli di camminare verso una navicella pronta a partire. “…Ozpin è apparso dal nulla e le ha ordinato di seguirlo. Nella confusione della battaglia non siamo riusciti a vedere dove sono andati.”
“Prima di andarsene ha detto qualcosa del tipo: il mio destino è proteggere tutti. Sono disposta a rinunciare a tutto pur di portarlo a compimento.” Aggiunse Nora.
In quel momento, a Jaune tornò in mente la conversazione che aveva avuto con Pyrrha poche ore prima.
“Ho una brutta sensazione.” Disse il ragazzo, estraendo dalla tasca il suo telefono*
“Jaune, le comunicazioni sono interrotte.” Gli disse Weiss. “E non credo che Pyrrha possa permettersi di parlare in questo momento.”
“Non sto cercando…di chiamarla.” Spiegò il ragazzo.
I suoi amici posarono lo sguardo sullo schermo del suo dispositivo e notarono che egli era riuscito a rintracciare la posizione di Pyrrha. 
“Si trova ai piedi della torre, dalla parte opposta rispetto alla nostra.”
Una fitta di dolore portò il ragazzo a toccarsi istintivamente il petto e quando egli guardò la sua mano, notò che essa era piena di sangue.
“Dannazione…la mia unica qualità era avere tantissima aura…perché non riesco a guarire da una ferita del genere…” ed il ragazzo, colto alla sprovvista da un capogiro, cadde a terra.
“JAUNE!” Urlò Ruby, che si precipitò ad aiutarlo, seguita da Ren, Nora e Weiss.
“Ragazzi…questo è il mio limite…raggiungete Pyrrha…e aiutatela…vi prego…”
Ren, Weiss, Nora e Ruby si guardarono negli occhi l’un l’altro e presero una decisione senza proferire parola.
“Neptune, Coco, per favore…” chiese Ruby. “…aiutate i civili a fuggire e portate in salvo Jaune.”
“Contaci.” Dissero i due in coro.
 
Intanto, Sun e Yang erano arrivati nei pressi della sala da pranzo, o almeno di quello che ne rimaneva. Attraverso una delle finestre distrutte, i due videro Blake a terra.
Alla destra della ragazza gatto vi era un Ursa che le si avvicinava minacciosamente, mentre davanti a lei c’era un uomo misterioso con i capelli rossi ed una veste nera. Egli, in qualche modo, emanava un’aura omicida ancora più vasta di quella del grimm. Sun si scagliò immediatamente contro l’ursa, riuscendo facilmente a sconfiggerlo. Yang invece tentò di difendere Blake dal misterioso spadaccino, ma egli, con un singolo fendente che Sun non riuscì neanche a seguire con gli occhi, squarciò il braccio destro di Yang, che si staccò dal resto del corpo. 
Vedendo la scena, Blake lanciò un urlo di disperazione e si avvicinò alla sua amica, mentre Sun si frappose tra le due ragazze e l’uomo vestito di nero. Sun avrebbe voluto gettarsi contro quel bastardo e massacrarlo, ma il suo istinto lo frenò.
“Blake, prendi Yang e scappa.” Disse il ragazzo con tono secco e deciso.
“No Sun…” gli rispose la ragazza dai capelli corvini, incapace di trattenere le lacrime. “…Non posso lasciarti qui da solo ad affrontarlo. Lui è troppo…”
“Lo so Blake!” La interruppe Sun. “Chiunque possa sconfiggere Yang in un solo colpo non è un avversario alla mia portata. Ma questo non vuol dire che gli permetterò di farti del male.”
“Non voglio…non posso scappare per l’ennesima volta dal mio passato…”
“Non lo stai facendo. Stai proteggendo il tuo presente, il tuo futuro e cosa più importante: una tua amica.”
In quel momento, Blake capì che rimanere lì a disperarsi avrebbe semplicemente causato la sua morte e quella di Yang. Ella si alzò in piedi e prese la sua amica sulle spalle.
“Sopravvivi.” Intimò a Sun. “E raggiungici appena puoi.”
Tutto ciò che fece il ragazzo dai capelli biondi fu sorridere, per poi voltarsi a scrutare il suo destino negli occhi. 
Durante il combattimento, Sun rimase sulla difensiva fino a quando Blake non fu andata via e grazie alla sua agilità riuscì ad evitare i colpi mortali del suo avversario. Più che un duello, sembrava una partita ad acchiapparella, che sarebbe finita molto più rapidamente se Sun non fosse stato un fauno.
“Allora, non hai intenzione di rivelarmi neanche il tuo nome?” A questo punto, ogni scusa era buona per guadagnare tempo.
“Io sono Adam Taurus, il futuro leader delle zanne bianche. E tu sei Sun Wukong…il leader carismatico del team più amato di tutta Heaven. Si dice che la tua popolarità e il tuo bell’aspetto abbiano aiutato l’integrazione dei fauni più di quanto non abbiano fatto le zanne bianche negli ultimi anni.”
“Vuoi forse negarlo?”
“Certo che no. D’altronde, io non sono mai stato per l’integrazione.”

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Capitolo 2
*** Prologo: parte 2 ***


Il gruppo di Ruby arrivò sul luogo dello scontro in poco tempo. Ozpin stava combattendo in prima linea, con Pyrrha che gli forniva supporto con la sua semblance. 
Il preside della Beacon diede prova di avere un potere fuori dalla norma e la battaglia era talmente frenetica che persino per Ruby, abituata alla super velocità, fu difficile seguire alla perfezione i movimenti di Ozpin e…
“CINDER?!” Urlarono i quattro nuovi arrivati in coro, quando finalmente i due combattenti smisero per un istante di muoversi. 
“Ragazzi, dovete scappare!” Urlò Pyrrha “Ha ottenuto un potere incredibile, è fuori dalla nostra portata.”
“Tutto quello che ha detto ai suoi amici vale anche per lei, signorina Nikos. Andatevene tutti.”
“Ma preside Ozpin, io posso aiutarla con la mia semblance!”
“Finora Cinder è riuscita a fondere tutto ciò che lei le ha lanciato addosso, mi sembra ovvio che la sua presenza qui non sia più necessaria.”
“Andiamo preside…” commentò Cinder. “…non sia così egoista rubare ai suoi studenti tutto il divertimento. Ho qui il perfetto animaletto da compagnia per loro.”
Con un solo schiocco di dita, Cinder richiamò a sé un enorme Grimm dalle sembianze di un volatile, che stava appollaiato sula torre del preside, mimetizzato nell’oscurità della notte. Il suo aspetto non era simile a quello di Nevermore, ma aveva una corazza che gli copriva petto, schiena, zampe e testa. Inoltre, le sue dimensioni eccedevano di dieci volte quelle di un grimm qualunque.
“Correte!” Urlò Ozpin.
Ma vedendo la velocità con cui li raggiunse, i ragazzi capirono immediatamente che la fuga non era un’opzione possibile. La battaglia di Ozpin e Pyrrha contro Cinder riprese, mentre gli altri aspiranti cacciatori facevano quello che potevano per tenere buona la bestia alata. Occasionalmente, i ragazzi riuscivano a buttare un occhio sull’altro campo di battaglia. Il contatto tra il bastone di Ozpin e la sciabola di Cinder generava attorno ai due combattenti scintille accecanti, senza le quali per i giovani eroi sarebbe stato impossibile capire cosa stesse succedendo. Anche se era difficile seguire i loro movimenti con attenzione, era chiaro che Ozpin fosse superiore nel combattimento ravvicinato, lo suggerivano le continue urla di dolore di Cinder. Eppure, per quante volte venisse colpita, la giovane donna non andava k.o.
“Ha ottenuto il potere della fanciulla perché avevo troppi dubbi…se solo avessi accettato la proposta di Ozpin due giorni fa…” in quel momento, Pyrrha distolse lo sguardo da Ozpin e Cinder e lo rivolse verso i suoi compagni, che contro il Grimm stavano riscontrando parecchie difficoltà. “…dannazione! Non posso permettere che anche loro muoiano per causa mia! Devo riprendermi il potere della fanciulla dell’autunno!” 
E la giovane guerriera ricominciò a combattere, scagliando contro Cinder qualunque oggetto di metallo che li circondasse. Cinder decise di indietreggiare e di sfruttare i suoi nuovi poteri per bombardare Ozpin e Pyrrha con una pioggia di palle di fuoco. La smorfia di preoccupazione sul volto dei giovani cacciatori si trasformò in una di stupore quando Ozpin generò dal nulla una barriera per proteggere se stesso e Pyrrha, per poi, con la sola imposizione delle mani, rispedire le fiamme della sua avversaria al mittente, insieme ad uno strano flusso di energia verde. Cinder evitò l’attacco volando e tornò alla carica contro Ozpin, venendo però intralciato da Pyrrha, la quale lanciò il suo scudo contro la testa della donna per stordirla. Prima che ella potesse riprendersi dalla botta, Ozpin cominciò a correre verso di lei e Pyrrha usò la sua semblance per cercare una scala con cui il preside potesse raggiungere la sua avversaria. Ozpin colpì ripetutamente Cinder con il suo bastone per poi allontanarla di qualche metro con un calcio. Quando la fanciulla di scagliò verso di lui, Ozpin fece un balzo indietro verso un’altra delle piattaforme posizionate da Pyrrha, mentre quella più in alto di tutti fu messa in verticale e Cinder ci sbatté contro. La donna fuse il metallo con le sue mani e cominciò a scagliare palle di fuoco contro Pyrrha. La ragazza schivò gli attacchi fino a raggiungere il suo scudo. Una volta recuperato l’oggetto, ella lo usò per deviare una delle palle di fuoco di Cinder e spedirla in direzione di Ozpin, che a sua volta impugnò il suo bastone con entrambe le mani e rispedì la palla di fuoco al mittente. Cinder riuscì a schivare il suo stesso attacco, ma non l’enorme pezzo di ferro che arrivò alle sue spalle e che la fece tornare con i piedi per terra, a portata per un’altra scarica di colpi da parte di Ozpin.





Ren fece una scivolata in avanti per evitare un’artigliata del Grimm nemico. Mentre scovolava, il ragazzo sparò ripetutamente al mostro per poi arrivargli alle spalle e usare le sue armi per salirgli in groppa, alla ricerca di un punto debole. Contemporaneamente, Weiss aveva creato uno dei suoi sigilli a mezz’aria, per permettere a Nora di saltarci sopra e colpire il mostro in testa. Ruby seguì l’esempio di Ren e mirò alle zampe del mostro, usando la sua super velocità per superarlo passandogli da sotto. Sfortunatamente, la sua corsa si arrestò quando la sua falce fallì nel tranciare le zampe della creatura, che prima fece volare via Ruby muovendo il suo arto, poi si scrollò di dosso Ren e Nora. Weiss creò tre sigilli per frenare lo schianto dei suoi amici, che si ritrovarono nuovamente faccia a faccia con il grimm, il quale si frapponeva tra loro e gli altri tre combattenti.
“Siete riusciti a vedere com’è la situazione per Pyrrha e Ozpin?” Chiese Weiss.
“Io no purtroppo.” Ammise Ruby. 
“Io sì invece.” Disse Ren.
“Come stanno?”
“Se la cavano. Non so come abbia fatto Cinder a diventare così potente, ma Ozpin è su un altro livello e Pyrrha riesce a stargli dietro. Sono perfettamente coordinati; non come due amici che hanno affrontato tante battaglie insieme, ma piuttosto come due esperti del combattimento che sanno sempre qual è la mossa giusta da fare. Ozpin sa che Cinder è troppo potente per lui e Pyrrha sa che non deve osare troppo e deve rimanere al di fuori del fuoco incrociato.” 
In quel momento, il Grimm cominciò a sbattere le ali ad una velocità tale da spazzare via Ren, Nora e Weiss. Solo Ruby, conficcando la sua falce nel terreno, era riuscita ad opporsi all’ondata di vento generata dallo sbattere di ali. Il grimm si piegò in avanti e cercò di infilzare Ruby con il suo becco. La ragazza schivò l’attacco nemico spostandosi di lato e puntò la sua falce contro il terreno, in seguito sparò e sfruttò il contraccolpo per roteare in aria. Il suo obiettivo era il collo del mostro, il quale, proprio come le sue zampe, si rivelò più duro di quanto non sembrasse, al punto tale che Ruby riuscì a malapena a scalfirlo. La punta di Crescent Rose rimase conficcata di pochi centimetri nel collo del mostro e la ragazza rimase appesa alla sua arma. Prima che Ruby potesse tornare a terra, il grimm spiccò il volo e raggiunse l’alta quota.
“Cosa sta facendo? Non dirmi che…”
Come se avesse potuto leggere nel pensiero della ragazza, il grimm cominciò a muovere violentemente il collo per scrollarsi di dosso la ragazza. 
Ruby mantenne saldamente stretta la sua arma, ma quest’ultima non rimase attaccata a lungo al collo del grimm. Dopo un primo momento di panico, nella mente di Ruby si fece spazio il ricordo del suo primo giorno alla Beacon.
“Strategia di atterraggio…non deludermi ora.” 
Ma cosa poteva fare? La sua semblance avrebbe solo peggiorato la situazione e l’unico edificio nelle vicinanze da usare per rallentare la caduta era stato distrutto da…Cinder.
“E va bene…uniamo l’utile al dilettevole.”
La ragazza trasformò la sua arma in un fucile e cominciò a sparare contro Cinder, rallentando la caduta e infastidendo la donna, nella speranza che Ozpin e Pyrrha riuscissero a farla fuori. Tuttavia, i proiettili sparati da Ruby si scioglievano e sparivano nel nulla a pochi centimetri di distanza dal volto di Cinder. 
“Signorina Rose, non lo faccia!” 
Ma oramai, Cinder aveva già impugnato il suo arco e aveva scoccato una freccia diretta verso Ruby. La ragazza tentò di disintegrare quella freccia con dei proiettili, ma anche questi si trasformarono in metallo fuso
In quel momento, Ozpin capì cosa dovesse fare. Egli buttò a terra la sua arma e distese entrambe le braccia verso la sua allieva, il cui corpo cominciò a brillare di verde, proprio come le mani di Ozpin.
“Ne dovrò usare parecchia.”
Ruby cercò di bloccare la freccia di Cinder utilizzando la sua arma, ma quest’ultima venne trafitta come se fosse di burro. Per fortuna, la sua aura e quella di Ozpin furono abbastanza per evitare che la freccia si conficcasse in profondità nelle carni della giovane cacciatrice.
“Senza la sua arma si schianterà al suolo! Professore, faccia qualco…”
Prima ancora che Pyrrha potesse completare la sua richiesta, Ozpin aveva già puntato la mano verso Ruby. La schiena della ragazza iniziò a brillare e quando essa entrò a contatto con il terreno, Ruby non sentì il minimo dolore.
Ozpin fece a malapena in tempo a tirare un sospiro di sollievo; prima sentì un dolore acuto dietro la schiena, poi un’ondata di calore invase il suo corpo e infine egli vide la spada di Cinder spuntare dal suo petto. Egli fece in tempo a rivolgere a Ruby un ultimo sguardo e notò gli occhi increduli e terrorizzati della ragazza che si riempirono di lacrime.
“Direi che questo è stato…l’uso migliore che potessi trovare per la mia aura…chissà se mi sono guadagnato il perdono…dell’altra signorina Rose…” e quando Cinder rimosse la propria lama dal corpo del preside, quest’ultimo cadde a terra sul prato bagnato dal suo stesso sangue. 
Senza proferire parola, Cinder oltrepassò il cadavere di Ozpin e cominciò ad avvicinarsi a Ruby, sfoggiando un ghigno compiaciuto. 
Ruby usò la sua semblance per raggiungere l’arma che Ozpin aveva fatto cadere e la raccolse, per poi impugnarla con due mani e scagliarsi contro Cinder. Il fendente di Ruby fu bloccato da un montante di Cinder. Ruby sentì un dolore all’addome e prima che se ne accorgesse era caduta in ginocchio. La ragazza ebbe l’impulso di usare il bastone per rialzarsi, ma l’arma le era volata dalle mani.
“Non dovresti portare in battaglia un’arma che non sai usare. Cielo, che insegnati incapaci devi aver avuto…”
Cinder si preparò a colpire Ruby con una freccia, ma dovette voltarsi per parare un attacco di Pyrrha. 
“Ruby, scappa! È troppo potente, non puoi vincere!” Urlò la ragazza dai capelli rossi alla sua amica. 
“Vale lo stesso anche per te!”
“È diverso…ha ottenuto questo potere per colpa mia.”
“Cosa?”
In quel momento, dalla mano sinistra di Cinder partì una palla di fuoco che colpì Pyrrha allo stomaco, spezzando la sua aura e facendola volare via a circa 50 metri di distanza. Cinder impugnò nuovamente il suo arco e Pyrrha era ancora a terra, stordita dal colpo.
“Non riuscirà a schivarlo.” Pensò Ruby, la quale, istintivamente, cominciò a correre verso Pyrrha nello stesso istante in cui Cinder scoccò la sua freccia. In quei pochi secondi in cui sia lei sia la freccia si avvicinarono a velocità disumana a Pyrrha, Ruby capì una cosa: non sarebbe riuscita a portarla in salvo, l’unica cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stato farsi colpire al posto di Pyrrha, ma era disposta ad andare incontro a morte certa pur di salvarla?
“No, non se lo merita.” Commentò una voce misteriosa che Ruby sentì dentro la sua testa. Lo shock causato da quella voce mostruosa e innaturale la portò ad arrestare la sua corsa e a separarsi per un secondo da tutto l’ambiente circostante, per poi essere riportata alla realtà dall’urlo di dolore lanciato da Pyrrha. La giovane cacciatrice era stata trafitta al ventre dalla freccia, che cercò di rimuovere dal suo corpo. Pyrrha non fece neanche in tempo a rialzarsi che Cinder aveva già incoccato una seconda freccia. Di fronte a tutto questo, Ruby rimase immobile, come se non potesse o non volesse muovere il suo corpo. Tutto ciò che la giovane cacciatrice poté fare fu spostare il suo sguardo verso Pyrrha, la quale le disse: 
“Ruby…scapp…” la ragazza venne interrotta da una seconda freccia, che le trafisse la fronte.
“Pyrrha…” sussurrò Ruby piangendo.
“Se lo meritava. Ma dovresti comunque uccidere quella donna vestita di rosso.” Parlò nuovamente quella voce abominevole. 
“Pyrrha!!” Urlò un coro di voci che Ruby riconobbe. Voltandosi, la ragazza distinse, anche se da grande distanza, le figure di Weiss, Ren e Nora che correvano verso di lei, con le armi in pugno e gli occhi da cui sgorgavano lacrime. 
“Beh, a questo punto direi che tanto vale farti vedere i tuoi amici morire uno dopo l’altro.” 
“No…NOOO!!!”
In quel momento, una luce accecante oscurò la visione di Ruby e dopo pochi secondi la ragazza perse conoscenza.




“Pyrrha…mi dispiace…avrei voluto salvarti, ma avevo paura di morire.”
“AHAHAHAH COME NO! La verità è che la odiavi.”
“No…non è vero! Io…ero scioccata per la morte di Penny…ed ero gelosa di lei e Jaune…ma le volevo bene e…e…non volevo che morisse…”


Il risveglio di Ruby fu accompagnato dal cinguettio di un uccellino, un uccellino dalla voce bassa e roca. 
“Ruby! Finalmente ti sei svegliata!”
La ragazza, che aveva gli occhi socchiusi, si alzò di scatto nel riconoscere la voce di Qrow. 
“Zi…zio…dove sono?” 
“Sei a casa. Te la senti di parlare un po’?” 
“S-sì…”

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Il regno di Vale era diviso in tre zone: l’area militarizzata al confine con Vacuo, a sud-ovest del regno, che iniziava dove finiva il deserto che separava i due regni. Lì c’erano tante basi militari e pochi agglomerati urbani. Spostandosi verso nord si raggiungeva la zona centrale, dove erano situate le città grandi e piccole. Per finire c’era la fascia settentrionale del regno, a sua volta divisa in due zone: la prima era la zona agraria, dove erano ammassati la maggior parte degli agriturismi e delle fattorie del regno. Per finire, ancora più a nord, c’era la zona costiera, dove molte famiglie modeste vivevano di pesca. Era proprio in quest’ultima zona che la famiglia Arc si era trasferita quando Jaune aveva otto anni.
 
Jaune si svegliò e istintivamente guardò la sua sveglia per assicurarsi di non essere in ritardo per le lezioni. Solo che oramai erano passate tre settimane dal giorno che sarebbe passato alla storia come “il disastro di Beacon”. Un disastro a cui Jaune neanche aveva potuto assistere perché si era infortunato poche ore prima e la sua aura aveva deciso di fare i capricci proprio quel giorno. Dopo due giorni, essa aveva ricominciato a funzionare naturalmente, ma nessun medico che lo avesse visitato era riuscito a spiegare cosa fosse successo. Alcuni dottori gli avevano addirittura offerto dei soldi per tenerlo sotto esame e comprendere cosa avesse causato quella strana condizione, ma la madre di Jaune aveva rifiutato per lui.
“Per quanto un po’ di soldi ci farebbero comodo…” Pensò Jaune, guardando la stanza di quattro metri per cinque con i buchi alle pareti che egli condivideva con tre delle sue sette sorelle. Arrivato alla Beacon, Jaune aveva sentito molti studenti lamentarsi delle dimensioni degli alloggi e della poca privacy, ma per lui tutto questo era già la normalità, un’amara e triste normalità che aveva nascosto a tutti i suoi amici: la sua famiglia aveva a malapena i soldi per mangiare. D’altronde, non poteva certo sperare di far colpo su Weiss se le avesse detto che comprava esclusivamente vestiti di seconda mano.
Il ragazzo sbadigliò e si diresse silenziosamente verso il bagno per sciacquarsi la faccia. Dopo essersi gettato un po’ di acqua fredda sul volto, egli osservò attentamente il suo riflesso nello specchio e iniziò a notare qualcosa di…fuori posto, come se insieme a lui ci fosse qualcun altro. Il giovane si avvicinò letamante allo specchio e disse: “Ehm…forse sto impazzendo, ma…chi sei?”
“Ma come signor Arc, non mi riconosce?”
In quel momento, Jaune spalancò gli occhi e quasi perse l’equilibrio, non soltanto per la sorpresa di aver sentito una voce nella sua testa, ma per via della persona a cui apparteneva quella voce.
“Preside Ozpin?! D-devo aver mangiato qualcosa di avariato…”
“Beh la carne di ieri sera non era esattamente di prima qualità, però non era scaduta.”
“N-non è possibile…continuo a sentirla e ci sto dialogando.”
“Signor Arc, capisco la confusione, ma mi lasci spiegare…questa non è un’allucinazione uditiva né un sogno. Io sono il preside Ozpin che lei ha conosciuto alla Beacon.”
“Quello che ha ignorato le mie domande prima di buttarmi giù da un precipizio il primo giorno di scuola?”
“Dio quanto mi mancherà il mio lavoro.”
“Quello che è morto durante il disastro della Beacon?”
“Esattamente.”
“COSA DIAMINE STA SUCCEDENDO!?”
Una voce femminile dall’altra parte della porta urlò: “Jaune, stai tranquillo, è normale perdere sangue da lì, significa che sei finalmente diventato una donna adulta!”
“Jessie, non è il momento per le tue battute!”
“Forse è il caso di andare a parlare in un luogo più isolato.” Commentò Ozpin, trattenendo a fatica una risata.
Talmente sconvolto da ciò che stava succedendo, Jaune uscì di casa senza neanche fare colazione.
 
 
 
Uscito di casa, il ragazzo biondo prese la sua canna, delle esche, un secchio e saltò su una delle tre barche che la sua famiglia possedeva.
Egli iniziò a remare per allontanarsi dalla costa, quando sentì nuovamente…quella strana voce che sosteneva di essere Ozpin.
“Signor Arc, non vorrei permettermi di insegnarle come fare il suo lavoro, ma lei sa che questa barca è dotata di un motore, vero?”
“Sì, ma il carburante costa. Preferiamo raggiungere la zona di pesca remando e usiamo il motore solo per scappare da eventuali grimm subacquei.”
“Certo, capisco. Si direbbe che lei non si possa permettere di fare spese inutili…”
“Già, è così da quando…”
“…da quando suo padre è morto, dico bene?”
“Come fa a…non mi dica che oltre ad essere nella mia testa, può anche leggere i miei ricordi.”
“Sì, posso farlo, ma in questo caso non c’entra niente tutto ciò. L’uomo che rispondeva al nome di Artur Arc era un mio caro amico, oltre che un mio sottoposto.”
“Eh? Mio padre lavorava per lei?!”
“Sì, sua madre non gliene ha mai parlato?”
“No, mi ha sempre voluto tenere fuori dal mondo dei cacciatori. Da piccolo pensavo che non credesse in me e che mi ritenesse un debole, ma dopo aver avuto un assaggio di cosa significa essere un cacciatore…capisco che era solo preoccupata per me. Ma adesso basta parlare della mia famiglia: può confermarmi nuovamente che non sono pazzo e che sto parlando con il preside della mia ex Accademia?”
“Sì signor Arc, sono proprio io.”
“Beh allora, tra le…svariate…domande che ho intenzione di farle, la prima è: come è finito…là dentro?”
“Beh, sono morto e mi sono reincarnato.”
“Signor preside, con tutto il rispetto: questa non è proprio una spiegazione esaustiva.”
“Ha ragione, mi scusi. Deve sapere che sono bloccato in un eterno ciclo di reincarnazioni. La mia vera identità, il mio primo nome, fu Ozma. Da allora mi sono reincarnato numerose volte in ospiti diversi.”
“E questa…reincarnazione, avrà degli effetti su di me?”
“Beh, per adesso le nostre due anime sono due entità distinte che vivono nello stesso corpo. Progressivamente, esse si fonderanno fino a che non ne resterà una sola.”
“Quindi…uno di noi due sparirà?” Chiese Jaune buttando l’ancora in acqua e preparando la canna da pesca.
“Non proprio. Come ho detto, noi due ci fonderemo lentamente. Presto uno di noi due avrà il controllo totale di questo corpo e acquisirà tutti i ricordi e le abilità dell’altro. Nelle mie incarnazioni passate si sono verificate varie circostanze diverse: a volte l’anima precedente ha sovrastato la successiva, a volte la successiva ha sovrasto la precedente, altre volte è stato quasi come se la fusione avesse generato un nuovo individuo. Tuttavia, oserei dire che nessuno dei nostri predecessori è mai veramente “sparito”. Io mi sono sempre sentito come se fossi contemporaneamente ogni singola incarnazione di Ozma e probabilmente sarà così pure per lei. Non so di preciso come si evolverà la faccenda, so solo che tra qualche anno lei sarà certamente cambiato.”
“Ok, sono un sacco di informazioni da processare e da accettare, ma il sunto della faccenda è che c’è una possibilità che lei torni, giusto?”
“Giusto.”
“Perfetto, allora le lascerò volentieri il posto. Il mondo ha un disperato bisogno di lei.”
“Signor Arc, io ho sempre voluto guidare le nuove generazioni e farle crescere, non stroncare la loro esistenza.”
“Signor preside, lei è più importante di me! Sono passate solo tre settimane da quando lei è morto ed il mondo sta andando a rotoli. Tanta gente si rifiuta di credere che le truppe robotiche di Atlas agissero al di fuori del controllo di Ironwood. I cittadini di Vale vivono nel terrore che Atlas e Mystral si siano alleate in segreto per vendicarsi dell’esito della grande guerra e tutta questa paura ha fatto raddoppiare gli attacchi giornalieri di grimm. E come ciliegina sulla torta: il generale Ironwood ha attuato un embargo sulla dust prodotta ad Atlas e i fornitori di Vacuo hanno colto la palla al balzo per gonfiare i prezzi della dust che producono loro. Per continuare a comprarla e affrontare le spese di riparazione, il concilio ha fatto schizzare le tasse alle stelle e la gente muore di fame.”
“Mi rendo conto che la situazione appare disperata, ma la risolveremo. Insieme.”
“Se lo dice lei, allora mi fiderò. So che mi aspettano sfide di molto più grandi di me, ma non ho intenzione di tirarmi indietro.”
Jaune spostò il suo sguardo dalla distesa d’acqua che lo circondava al cielo limpido che sopra di lui. “Spero che tu mi stia guardando, Pyrrha. Ti dimostrerò che non sbagliavi a credere in me.”
“A proposito della signorina Nikos…volevo farle le mie condoglianze. E le mie scuse.”
“Scuse? Ma di cosa sta parlando? Lei ha cercato di protegg…”
“No signor Arc. Ho…molto altro da raccontarle.”
E così, Ozpin spiegò a Jaune delle fanciulle, di come lui e la sua confraternita avevano tenuto nascosta la loro esistenza e di come Cinder aveva rubato il potere che spettava a Pyrrha.
Appena Ozpin finì di spiegare, Jaune scoppiò a piangere e fu incapace di trattenere una risata isterica.
“AHAHAHAHAHAH. Allora è di questo che Pyrrha parlava quella volta. Preside Ozpin…forse è per questo che le nostre anime si sono legate.”
“Che cosa vuole dire?”
“Io e lei condividiamo la stessa colpa. Lei ha scelto Pyrrha come fanciulla dell’autunno e io l’ho incoraggiata a seguire quella strada perché non avevo capito cosa stesse passando. Lei…non ne poteva più di avere tutto quel peso sulle sue spalle, voleva soltanto un po’ di pace e tranquillità. Era venuta da me perché sperava che io le dicessi di fregarmene di tutte quelle responsabilità e di continuare a vivere la sua vita; invece, io l’ho trattata nello stesso identico modo in cui l’hanno sempre trattata tutti gli altri. A causa delle mie parole, Pyrrha si è sentita in colpa per aver pensato a sé stessa. È per questo che è andata a combattere contro Cinder, anche se sapeva che non sarebbe tornata.”
“Signor Arc, la colpa è mia. Se non avessi costretto la signorina Nikos alla segretezza, le avrebbe spiegato tutto nel detta…”
“Non esistono giustificazioni per un leader che non comprende i sentimenti dei suoi compagni!” Jaune sentì le lacrime gonfiarsi nuovamente nei suoi occhi, ma questa volta le bloccò, perché le tornò in mente la conversazione che aveva avuto con Ruby riguardo a cosa significasse essere un leader.
“Un giorno rimetterò insieme ciò che resta del team JNPR e quel giorno sarò un leader degno.”
“Sono lieto di vedere che lei è così determinato. E penso di sapere come aiutarla.”
“Davvero?”
“Sì. Le presenterò tre miei vecchi amici che la alleneranno. Beh, due di questi tre li conosce già.”
“Chi sarebbero?”
“Vedrà…”
 
 
N°1: Ebbene sì, dopo la gelosia di Ruby nei confronti di Pyrrha, questo è il secondo grande cambiamento che ho deciso di apportare alla storia. Credo sia chiaro a questo punto, ma lo dirò apertamente in ogni caso: non vedrete Oscar in questa fanfiction. Lo so, lo so, è uno dei personaggi migliori nella serie canonica e tutti lo amano, compreso me, ma c’è una cosa di lui che mi ha sempre dato fastidio: no, non è il fatto che il suo arrivo abbia letteralmente affondato ogni possibilità per la Lancester di diventare canonica. Semplicemente, non c’era bisogno di un personaggio come lui nel periodo in cui è stato introdotto: avevamo già due personaggi giovani, immaturi, ottimisti e con un grande talento che ancora non comprendevano al meglio nel cast principale. Ovviamente, sto parlando di Jaune e Ruby. Era dall’inizio della prima stagione che il focus si spostava in continuazione tra questi due personaggi, impedendoci di capire chi fosse il VERO protagonista, che senso aveva aggiungere un terzo protagonista assoluto?!
N°2: Parliamo della grande guerra. Dovrebbe essere uno degli eventi più fondamentali del mondo di RWBY, ma nella serie canonica viene nominata una volta sola e se non si guarda la serie “world of remnant” non si capisce neanche quali e quante caratteristiche di remnant siano una conseguenza di quel conflitto. Comunque, in questo universo sono passati trenta anni dalla fine della guerra, non otto come nella serie ufficiale, perché non ha senso altrimenti. Le quattro accademie sono state fondate alla fine della guerra, ma il team STRQ si è diplomato alla Beacon, quindi i conti non tornano, a meno che Raven non sia rimasta incinta di Yang a 10 anni…
N°3: ma…sono veramente l’unico che si ricordava che la famiglia di Jaune fosse stata introdotta come “una famiglia di incredibili guerrieri di generazione in generazione”? Davvero, solo io? Ok…

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Il risveglio di Ruby fu accompagnato da una folata di vento gelido. Era ancora autunno, ma dal clima sembrava fosse oramai inverno inoltrato. Non che Ruby avesse mantenuto una grande concezione del tempo da quando era tornata a vivere a casa sua. Oramai le giornate erano tutte uguali: Ruby usciva dalla sua camera solo per i pasti, il resto del tempo lo passava in camera a giocare ai videogiochi. Ogni tanto la ragazza usciva di casa per allenarsi, ma a spingerla era solo la monotonia, non la determinazione, come si poteva facilmente evincere dai risultati che otteneva.
“Sono patetica…” pensò Ruby, sdraiata sul letto. “…mi sembra di essere tornata al mio primo anno alla Signal…ma in fondo, cosa ci si può aspettare da Ruby Rose, la cacciatrice che ha abbandonato una sua amica al suo destino? Sono una persona terribile. Ho lasciato che Pyrrha morisse VOLUTAMENTE e tutti lo hanno visto.”
Difatti, qualcuno aveva ripreso la battaglia di Ozpin e delle due giovani cacciatrici contro Cinder e lo aveva messo in rete quella stesa notte. La maggior parte dei commenti esaltavano Ruby per il suo coraggio e la mettevano sullo stesso livello di Pyrrha, ma la giovane cacciatrice dal mantello rosso sapeva la verità, sapeva che era stata lei ad arrestare la sua corsa poco prima che la freccia si conficcasse nel cranio di Pyrrha. Con tanta difficoltà e tanta vergogna, Ruby era riuscita a dire la verità anche a suo padre, a suo zio e a sua sorella, i quali avevano risposto tutti la stessa cosa: “Non sentirti in colpa. Hai avuto paura di morire, è normale. Pyrrha capirebbe.”
“Pyrrha forse sì, ma io no. Non capisco da cosa è venuta fuori tutta la rabbia che ho provato quel giorno verso di lei...non capisco cosa fosse quella voce demoniaca che mi ha sussurrato quelle frasi orribili, non capisco…cosa provavo quando vedevo lei e Jaune insieme.”
Ruby avrebbe voluto chiedere consiglio a qualcuno, ma era da sola.
Sua sorella era già troppo depressa di suo, mentre Tai doveva mantenere la famiglia e prendersi cura di una figlia disabile.
“Loro due non hanno tempo per aiutarmi a risolvere i miei problemi.”
Chi le era rimasto? Qrow oramai era troppo impegnato per andare a trovarla, Blake era sparita nel nulla e Ruby non aveva il coraggio di dire la verità a Ren, Nora Jaune. L’unica rimasta era…
“Weiss. Sarebbe bello poterne parlare con la mia migliore amica, ma lei adesso è ad Atlas e le comunicazioni internazionali sono storia antica.”
Però, per quanto lontana fosse, Weiss non era irraggiungibile come tutti gli altri. O almeno, Weiss non era irraggiungibile PER ORA. Il concilio di Atlas aveva proibito alla SDC di esportare dust nelle altre nazioni per via dell’incidente diplomatico durante il torneo, ma giravano voci che quello fosse solo il primo passo e che il generale Ironwood avesse intenzione di blindare totalmente Atlas.
 
“Ozpin era un uomo incredibile ed un genio della politica…” le aveva spiegato Tai mentre leggeva il giornale “…ma purtroppo, non si fidava di nessuno. Non è mai stato sincero, neanche con i suoi collaboratori più stretti, questa è l’unica cosa che non mi è mai piaciuta di lui. Sicuramente, si è portato nella tomba molte informazioni che sarebbero state utili. Ironwood è spaesato, non sa cosa fare: non approvo totalmente cosa sta facendo, ma la colpa è definitivamente più di Ozpin che sua.”
 
Ironwood avrebbe chiuso i confini molto presto, Ruby questo lo sapeva. Se avesse voluto raggiungere Weiss, la ragazza avrebbe dovuto agire subito. Con la sua semblance, raggiungere la costa sarebbe stata questione di pochi giorni. A quel punto, le sarebbe bastato fare scorta di cibo e imbarcarsi clandestinamente su un mercantile diretto ad Atlas.
“Se ce l’ha fatta uno grande e grosso come Sun, per una ragazza minuta come me sarà uno scherzo.”
Le vere incertezze cominciavano una volta raggiunta Atlas. Dove viveva Weiss? E soprattutto: davvero Ruby aveva intenzione di affrontare una simile epopea solo per andare da Weiss e togliersi quel macigno dallo stomaco? Certo, aveva bisogno di parlarle e voleva rivederla per sapere come stesse, ma ne valeva davvero la pena?
 
 
Mentre Ruby rifletteva sul da farsi, la soluzione al suo dilemma bussò letteralmente alla porta di casa sua e si presentò sotto forma di un uomo dalla stazza possente, i capelli neri con delle ciocche grigie e un accenno di barba non curata.
“Buongiorno, signorina Rose.” Le disse quell’uomo, rimanendo immobile sull’uscio della porta.
“Buongiorno a lei, generale Ironwood. Cosa la porta qui?”
“Volevo incontrare te e tua sorella. Ho una proposta da farvi. Posso entrare?”
“Ah…certo, prego.”
Ruby si scansò per far passare il generale e contemporaneamente Yang scese le scale.
“Ruby, chi…oh. Salve generale.”
“Buongiorno signorina Xiao Long.”
“Qual buon vento la porta qui?”
“La tua condizione. Sono qui per aiutarti.”
“Prego? Per caso lei ha una semblance che fa ricrescere gli arti?”
“No, ma ad Atlas ho un laboratorio e degli scienziati che stanno studiando la biomeccanica e che possono costruirti una protesi.”
“Da-davvero? Avete un braccio robotico pronto per me?”
“No. Abbiamo dei progetti e dei prototipi. E ci serve qualcuno su cui testarli. Ti vorremmo offrire un contratto: dovrai equipaggiarti i nostri arti meccanici e testarli.”
“Un contratto?” Chiese Yang con le pupille dilatate dalla sorpresa. “Cioè mi costruirete un braccio meccanico e mi pagherete?”
“Perché non sarà una bella esperienza per te. L’unico modo per attaccare la protesi al tuo corpo sarà collegando i fili meccanici ai nervi tranciati e alle vene. Sarà doloroso e anche parecchio rischioso. La maggior parte dei nostri soldati mutilati accetta l’offerta e poi recide il contratto dopo la prima volta.”
“Beh, io non mi metterò certo a frignare come loro. Ci sto generale, quando si parte?”
“Appena ne avrò parlato anche con vostro padre.”
“Nostro padre? Ma perché? Questa decisione riguarda la mia vita!”
“Se non ricordo male, sei ancora minorenne, giusto?”
“S-sì, ma…”
“Niente ma, questa è la legge di Atlas. Ogni contratto di lavoro offerto ad un minorenne deve essere approvato con una firma da un genitore o da un tutore. E comunque, credo che a tuo padre farebbe piacere essere informato. Non posso prendervi e portarvi via mentre lui non c’è, sarebbe un rapimento.”
“Diamine, che fastidio essere trattata come una bambina dopo tutto quello che ho passato…”
“Yang, devi capire che ha ragione.” Intervenne Ruby. “Non puoi lasciare a papà un biglietto in cui scrivi: ed andartene.”
Ruby spostò il suo sguardo da sua sorella e lo posò su Ironwood.
“Comunque, posso farle una domanda, generale Ironwood? Lei ha detto che la tecnologia che volete restare su Yang è nuova, ma lei ha già…”
“Degli arti prodotti in laboratorio? Sì, ma sono meccanici, non biomeccanici.”
“Ah capisco.” Disse Ruby, pensando: “Vorrei che ci fossero Blake e Weiss a spiegarmi la differenza.”
“E non potrei avere uno di quelli fino a quando non avremo perfezionato il modello biomeccanico?”
“Il motivo per cui stiamo studiando la tecnologia biomeccanica è proprio perché abbiamo fallito con quella meccanica. I miei arti meccanici funzionano grazie ad Ozpin.”
“Ad Ozpin?!”
“Sì. Dopo che ero rimasto mutilato in una battaglia, mi sono sottoposto ai primi esperimenti con gli arti meccanici. Uno dei ricercatori che lavorava al progetto ha commesso qualche errore ed è diventato impossibile per me rimuovere gli arti artificiali, che ovviamente non funzionavano. Non so neanche io come abbia fatto, ma Ozpin è riuscito a risolvere la situazione usando…quella che presumo fosse la sua semblance.”
“Papà non si sbagliava.” Pensò Ruby. “Ozpin si è portato molti segreti nella tomba.”
“Se non avete altre domande, adesso vorrei fare una proposta anche alla signorina Rose.”
“Ovvero?”
“Le andrebbe di finire il suo addestramento ad Atlas?”
“Mi sta offrendo un posto alla Atlas Academy?”
“No, abbiamo già sforato il numero massimo di iscritti per quest’anno. Inoltre, la mia accademia pullula di nazionalisti che non provano molta simpatia per chi viene da Vale.”
“Allora, dove potrei diplomarmi?”
“A differenza di Vale, Atlas non ha soltanto l’esercito e l’ordine dei cacciatori, abbiamo anche delle forze dell’ordine chiamate specialisti. Voglio che lei entri a far parte degli Ace Ops, l’élite delle mie forze speciali, come recluta. In questo modo, sarà più sicuro per lei. Ovviamente, l’invito è esteso anche a sua sorella, una volta che sarà tornata…nel pieno della sua forma fisica.”
Ruby si sentì disorientata.
“I-io…ho bisogno di pensarci un attimo.”
“Lo capisco.” Disse il generale alzandosi in piedi. “Tra una settimana il Concilio voterà per decidere se chiudere i confini di Atlas a tempo indeterminato e vincerà il sì. Tornerò tra cinque giorni per prendere Yang, se Taiyang avrà acconsentito. Quel giorno sentirò anche la sua risposta. Se non avete altre domande, vi auguro una buona giornata.”
“Buona giornata anche a lei.” Dissero le due sorelle in coro.
Ironwood si diresse verso la porta, ma prima che potesse poggiare la mano sulla maniglia, essa si aprì. Sull’uscio della porta c’era un uomo sulla trentina, alto e snello, con dei capelli spettinati riconoscibili tra mille.
“James, cosa ci fai tu qui?” Chiese l’uomo con la sua voce roca.
“Scusami Qrow, ma devo scappare. Le tue nipoti ti spiegheranno tutto.”
Qrow si scansò per far passare Ironwood e il generale, mentre passava, disse al suo amico: “Non ci vedremo per un po’. Prenditi cura di te.”
“Oh…certo, anche tu amico.” Rispose Qrow, spiazzato dalle parole del generale. In seguito, l’uomo si avvicinò alle sue nipoti, si chiuse la porta alle spalle e chiese: “Allora ragazze, come state? E di cosa avete parlato con James?”
“Te lo spiegheremo quanto ci sarà anche papà.” Rispose Ruby.
Arrivò sera e Taiyang rincasò. Mentre Yang spiegava a suo padre e a suo zio quello che il generale le aveva proposto, sul volto di Tai si dipinse in espressione preoccupata, su quello di Qrow una rabbiosa.
“Accidenti a te James! Ho chiuso un occhio sui tuoi intrighi politici perché riguardavano il tuo regno, ma non avresti dovuto coinvolgere la mia famiglia!”
“Uh? Intrighi politici?” Chiese Ruby, disorientata.
“Effettivamente la sua troppa generosità mi puzzava, ma non capivo a tutti gli effetti CHE COSA non quadrasse.” Intervenne Yang. “Vi spiace spiegarcelo?”
“Ironwood vuole usarvi.” Rispose Tai. “Dopo che avrà blindato Atlas, dovrà occuparsi anche di difenderla. Ammasserà il grosso del suo esercito al confine per tenere lontano chiunque consideri un nemico e sparpaglierà i cacciatori per tutta Atlas per combattere i grimm. La capitale e l’Accademia resteranno quasi totalmente prive di protezione, per questo Ironwood vuole ingrossare le file degli specialisti. Sa bene che la forza di Yang e gli occhi d’argento di Ruby sono una risorsa preziosa.”
“Quel bastardo e la sua ossessione per il bene superiore…”
“Però io non capisco cosa c’è di così sbagliato in quello che sta cercando di fare.” Commentò Ruby, con un tono che rivelava tutta l’innocenza di una persona che non capiva molto di politica. “Vuole proteggere Atlas e ha trovato un modo di farlo aiutando anche me e Yang. Perché gli siete così ostili? Non se lo merita.”
“Ruby!” Esclamò Tai. “Non mi dirai che hai intenzione di accettare la sua proposta?!”
“Beh…sì.”
Ruby ci aveva riflettuto e si era pentita di non aver accettato immediatamente come sua sorella. Il suo sogno di diventare una cacciatrice era morto con Pyrrha: una cacciatrice che aveva permesso ad una sua amica di morire per gelosia era una cacciatrice di cui il mondo avrebbe fatto volentieri a meno. Il mondo degli specialisti era diverso, Qrow e Weiss lo avevano spiegato a Ruby. Gli specialisti lavoravano quasi esclusivamente da soli e i pochi che lavoravano in gruppo lo facevano solo se dovevano affrontare missioni troppo pericolose per una persona sola. In più, Ruby pensava che acquisire un po’ della mentalità di Atlas le avrebbe fatto bene: gli atlasiani, soprattutto i cacciatori e i soldati professionisti, erano famosi per i loro nervi saldi e per la loro capacità di tenere sotto controllo le proprie emozioni. E Ruby aveva imparato fin troppo bene cosa succede a chi non è in grado di tenere sotto controllo le proprie emozioni in
battaglia.
“Non se ne parla nemmeno!”
“Ma papà…”
“Niente ma! Tu ti diplomerai in una qualche Accademia qui a Vale e tu andrai con Ironwood solo per farti montare il braccio nuovo, poi tornerai qui! Parlerò personalmente con lui, mi sono spiegato?!”
“Papà, non puoi decidere per noi!”
“Invece sì, finché non sarete grandi.”
“E come faranno a diventare grandi, se tu prendi tutte le decisioni per loro?” Chiese Qrow.
“Tu da che parte stai?!”
“Dalla parte delle mie nipoti. E se devo scegliere tra la loro felicità e la loro sicurezza, scelgo la prima.”
“Qrow non cominciare!” Urlò Tai sbattendo un pugno sul tavolo. “Solo perché TU sei cresciuto per strada, questo non ti dà il diritto di buttare le mie figlie in pasto al mondo prima che siano adulte!”
“Essere adulto non significa solo aver finito gli studi, Tai!” Rispose Qrow alzandosi in piedi di scatto. “Sono preoccupato anche io per loro, ok?! Anche se ci sono stato poco per…i motivi che tu sai, io le ho viste crescere, le ho tenute in braccio, ho giocato con loro, gli ho insegnato a combattere, proprio come te! Ma a differenza tua, io sono in grado di capire quando è arrivato il momento per due uccellini di lasciare il nido.”
“Qrow, dammi UNA buona ragione per cui dovrei mandarle ad Atlas!”
Qrow guardò il suo amico dritto negli occhi e dopo un secondo di esitazione rispose: “Perché Summer sarebbe d’accordo con me. Lei vorrebbe che le ragazze vivessero la loro vita e fossero libere di fare le loro scelte. E se tu non fossi cambiato così tanto dopo la sua morte, lo vorresti anche tu.”
In quel momento, tutta la stanza venne avvolta dal silenzio. Yang era rimasta spiazzata dalle parole di suo zio e Ruby, come accadeva sempre quando qualcuno nominava sua madre, si era chiusa a riccio nel suo mantello. Lo sguardo di Tai era pieno di furia. Tuttavia, lentamente, essa venne sostituita da una grande tristezza.
“Se io non fossi cambiato eh…” ripeté Tai con un filo di voce e lo sguardo basso. “…forse hai ragione, ma come potevo non cambiare dopo quello che è successo? Negli anni in cui sono stato un cacciatore Raven mi ha abbandonato, Summer se n’è andata e ho perso così tanti compagni in battaglia…e guarda come si sono ridotte Ruby e Yang dopo un solo anno di addestramento! Che razza di padre sarei se non mi opponessi alla loro decisione?”
“Papà…”
“Tai, mi dispiace. Non avrei dovuto dirtelo così.”
“Non scusarti, non ti si addice. E va bene, fate come volete: d’altronde, sarete più al sicuro se circondate dall’elité militare di Ironwood, piuttosto che con un vecchio cacciatore che non combatte più da tredici anni.”
In quel momento, Ruby realizzò una cosa talmente ovvia che non averla capita prima la fece sentire stupida: suo padre aveva smesso di fare il cacciatore quando sua madre era morta. La perdita di una persona cara poteva ridurti così.
“Se mio padre sta ancora così dopo più di un decennio, non oso pensare quanto sia devastata Blake per ciò che è successo a Sun. O…o…o quanto stia soffrendo Jaune per quello che è successo a Pyrrha. Sono una persona orribile.”
“Se proprio volete andare, fatelo. Ma sappiate che né io né vostro zio potremo aiutarvi o contattarvi finché sarete lì.”
“Già, sarò molto impegnato con il mio nuovo lavoro.”
“Cosa?!” Chiese Yang. “Non mi dire che vuoi ritirarti proprio in questo periodo!”
“Al contrario. Vedete, il Concilio di Vale mi ha contattato. Vogliono che gestisca i lavori di ricostruzione della Beacon e che sia io il nuovo preside quando avremo finito di ricostruirla.”
Un’ondata di sorpresa e incredulità si impossessò delle due sorelle.
“Cooosa?!” Urlarono le due in coro.
“Che c’è di così incredibile?”
“Beh…” commentò Ruby. “È solo che…siamo abituate ad associare la figura del preside a quella di una persona autoritaria e ligia al dovere. E tu sei…sei…”
“Diciamo solo che se avessimo dovuto scommettere sul successore di Ozpin, non saresti stato tu la prima scelta.”
“Infatti, la prima scelta era Glynda, ma, con i tempi che corrono, il Concilio preferisce mettere in una posizione di potere qualcuno di forte, piuttosto che qualcuno di competente.”
 
 
Le quattro giornate successive passarono in un batter d’occhio. Quando il generale Ironwood tornò, trovò Ruby e Yang in piedi di fronte all’uscio di casa, con i bagagli sulle spalle e le armi riposte al fianco. Tai andò nel suo giardino, sbrigò le formalità burocratiche, strinse la mano di Ironwood e abbracciò le sue figlie, per poi rientrare in casa. Egli si era preparato psicologicamente ad un lungo periodo di solitudine; quindi, sentire il suo campanello suonare circa venti minuti dopo la partenza delle sue figlie lo colse alla sprovvista.
“Uh? Ruby si sarà scordata lo spazzolino da denti come quando è partita per Beacon…”
Taiyang si diresse verso la porta e quando la aprì, invece di una delle sue figlie, trovò un ragazzo biondo e dagli occhi azzurri, alto all’incirca quanto lui.
“Buona sera…” disse il ragazzo misterioso con un filo di voce ed una punta di insicurezza. “…lei è il signor Taiyang, dico bene?”
“Sì. Posso aiutarti?”
“Beh, vede…mi manda Ozpin. Lui vorrebbe…parlare con lei.”
“Oh…quindi tu sei il disgraziato a cui toccherà sistemare questo pasticcio. Beh Ozpin, dieci anni fa non ci siamo salutati esattamente come due migliori amici, ma è bello rivederti. E dimmi: tu chi sei ragazzo?”
“Jaune Arc, piacere di conoscerla.”
“Piacere mio. Prego, entra pure.”
 
 
 
*Oramai ho deciso che alla fine di ogni capitolo vi spiegherò da cosa sono scaturite le mie idee per questo storia alternativa.
N°1: come avrete notato, ho stravolto la sottotrama della disabilità di Yang. Forse la Yang depressa della serie canonica ha avuto una reazione più “realistica”, ma ho sempre trovato tale sottotrama piuttosto inutile. I dialoghi tra lei e suo padre nella quarta stagione non hanno per niente senso e mi è sempre sembrata ridicola la facilità con cui riceve una protesi. Anche tutta la questione di come Yang: “Deve imparare dai suoi errori e usare di più la testa” era inutile. Yang nelle ultime stagioni combatte esattamente come faceva nel trailer, semplicemente i suoi movimenti sono più lenti dalla stagione 5 in poi. RT voleva solo una scusa per tagliare i costi delle animazioni. La Yang di questa fanfiction rimarrà una guerriera anche da depressa e si guadagnerà quell’arto.

N°2: Ironwood. Non vi rivelerò fin da subito se l’uomo di latta in questa storia perderà il suo cuore o no, semplicemente non lo rovinerò come è stato rovinato nell’ottava stagione. E sì, ho aggiunto questa piccola chicca del corpo metallico di Ironwood che era difettoso e che è stato riparato da Ozpin con la sua magia. Mi è sempre sembrato assurdo che Ozpin avesse “regalato” qualcosa solo a Qrow e Raven.
N°3: Qui Ruby non si comporterà da st*onza ingrata con Ironwood come ha fatto nella settima stagione. Mi dispiace Ruby, fino a quel punto eri stata la best girl, ma la caduta di Ironwood nell’oscurità è stata colpa tua (e mi ha fatto innervosire tantissimo come lo show abbia cercato in tutti i modi di convincerci che Ironwood meritasse di essere trattato in quel modo).

N°4: Ebbene sì, Tai faceva parte dell’entourage di Ozpin. Lo so, lo so, i personaggi legati ad Ozpin dovrebbero essere esclusivamente quelli che sono ispirati ai personaggi del mago di Oz, ma ho sempre pensato che se Qrow e Raven lavoravano per lui (e tanta gente ha teorizzato che pure Summer prendesse ordini diretti da lui) allora anche Tai doveva avere qualcosa a che fare con la sua confraternita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


Jaune aprì gli occhi e si guardò intorno. In un istante, l’ambiente che lo circondava era cambiato: se prima era in piedi sull’uscio della porta di Taiyang e faccia a faccia con quest’ultimo, adesso era seduto su una poltrona, con una tazza di caffè in mano.
“Bentornato nel mondo dei vivi. Cosa si prova ad essere dall’altra parte?”
“Nulla. Vedo tutto buio per un millisecondo e quando apro gli occhi sono in un posto diverso.”
“Capisco. Comunque ti farò un riassunto di quello che ci siamo detti io ed Ozpin: ho accettato di allenarti. Fino a che non avrai i muscoli scolpiti, vivrai qui. Fai come se fossi a casa tua.”
“La ringrazio infinitamente.”
“Dammi pure del tu. E non devi ringraziarmi, sto solo restituendo un favore ad Ozpin.”
“Quale favore, se posso chiederlo?”
“Vedi, io…sono andato in pensione molto prima di quando avrei dovuto, perché ero rimasto vedovo. Ed è stato Ozpin a permetterlo.”
“Capisco.”
“Dimmi di te Jaune: da dove vieni?”
“Da Pecheur, una città sulla costa settentrionale di Vale.”
“Hai fatto un viaggio bello lungo eh? Beh, dai, sarò buono e ti farò riposare per oggi.”
“Sembra un insegnante molto premuroso.” Pensò Jaune.
“Da domani vivrai l’inferno.” Lo corresse Ozpin, percependo un brivido correre giù per la schiena del suo ospite.
 
 
 
Dopo neanche tre ore di viaggio, la navicella di Ironwood attuò il protocollo di atterraggio. Ruby non poteva ancora credere di essere arrivata ad Atlas standosene comodamente seduta su un sedile di pelle, quando fino a pochi giorni fa pensava che per raggiungere quel luogo avrebbe dovuto sottoporsi ad un viaggio pieno di pericoli. Finalmente, la buona sorte stava cominciando ad assisterla.
“Generale Ironwood, ci tenevo a ringraziarla ancora per averci dato questa opportunità.”
“Già…” aggiunse Yang, che stava facendo delle flessioni con l’unico braccio che le era rimasto “…mi ha salvata da una vita di noia e frustrazione. Queste settimane sono state un inferno per me.”
Ironwood sembrò preso alla sprovvista dalle parole delle due giovani cacciatrici. Dopo un attimo di silenzio, egli rispose: “No ragazze. Sono io che devi ringraziarvi per il servizio che state rendendo ad Atlas.”
Le porte della navicella si aprirono e i tre passeggeri scesero. Ruby intuì che il luogo in cui si trovavano era una base militare, che tuttavia sembrava disabitata. Intorno alla zona militare, la tundra si estendeva in tutte le direzioni.
“Per il primo periodo, la signorina Rose starà qui.” Le spiegò Ironwood. “Siamo a circa quindici chilometri dalla capitale. Sarà lì che andremo io e la signorina Xiao Long. Potrete incontrarvi una volta ogni sette giorni. Mi aspetto grandi risultati da lei. Arrivederci.”
“Non la deluderò. Solo…cosa dovrei fare adesso?”
“Seguire pedissequamente gli ordini del suo nuovo maestro.”
“Uno degli Ace Ops?”
“Esattamente.”
“Chi sarebbe?”
“Clover Ebi.” Disse una voce sconosciuta alle spalle della ragazza. “Piacere di conoscerla signorina Rose.”
Ruby si girò per osservare il nuovo arrivato. Era un uomo di bell’aspetto: alto un metro e novanta, con un fisico estremamente nerboruto e tonificato, gli occhi color verde acqua ed i capelli marroni. Egli indossava una giacca senza maniche, bianca sul petto e blu ai lati.
“Il piacere è tutto mio!” Disse la ragazza chinando il capo, così da nascondere il fatto di essere arrossita leggermente. Clover era conosciuto in tutta Remnant, molti lo consideravano il miglior cacciatore attualmente in vita.  Ruby non si sentiva così emozionata da quando Ozpin le aveva proposto di entrare alla Beacon.
“Bene.” Intervenne il generale Ironwood. “Visto che vi siete incontrati, la affido a te. Signorina Xiao Long, mi segua.”
“Agli ordini generale.” Rispose Yang, camminando dietro di lui. Quando Ironwood passò vicino a Clover, gli sussurrò: “Ricordati cosa ti ho detto. Il completamento di una missione è più importante della vita di qualunque soldato, ma lei è una risorsa troppo preziosa.”
“Me lo ricorderò.” Rispose Clover.
“Si ricorderà cosa?” Chiese Ruby, avvicinandosi al suo nuovo maestro.
“Niente, non preoccupartene ragazza.”
“Va bene. Allora…cominciamo subito con l’addestramento? Non vedo l’ora di collaborare con lei!”
“Dammi pure del tu, ho solo 29 anni.” Rispose l’uomo sorridendo. “E comunque apprezzo l’entusiasmo, ma oggi ci occuperemo delle formalità, come registrarti al programma di addestramento, fare il check up della tua arma e procurarti un’uniforme. Seguimi.”
“Oh, ok.” Rispose la ragazza, incamminandosi insieme a Clover verso uno degli edifici che li circondavano.
“Quindi…come mai questa base militare è così deserta?”
“Tutte le basi della zona sono in questo stato. Ironwood ha spostato le truppe nella zona meridionale di Atlas. Adesso questi posti vengono usati solo per addestrare le reclute come te, oppure come riparo per cacciatori stanchi o feriti.”
“Oh, quindi ci sono molti altri come me?”
“Beh, in questa base ci sono solo un’altra specialista e la sua recluta oltre a noi. Ma in generale, in tutto il regno si sta verificando un fenomeno che la gente chiama febbre da combattimenti.”
“In che cosa consiste?”
“Per farla breve, la quantità di giovani che vogliono intraprendere una carriera che li porti a combattere contro i grimm è triplicata. Per la prima volta nella storia di questo regno, tutte le Accademie hanno raggiunto il numero massimo di iscritti. Quelli che non hanno fatto in tempo a iscriversi ad un’Accademia per diventare cacciatori hanno cercato di diventare specialisti e quelli che hanno fallito sono entrati nell’esercito.”
“Wow, non ne sapevo niente. A Vale sta succedendo esattamente il contrario.”
“Sì, lo so. E so anche che a Mystral si stanno comportando come a Vale, mentre a Vacuo stanno reagendo come qui da noi.”
“Mi chiedo come mai.”
“Beh, non prendertela, ma gli abitanti di Atlas e di Vacuo sono fatti di un’altra pasta. È naturale d’altronde: Vale e Mystral sono territori rigogliosi e ospitali, con un clima mite e grimm mediamente meno pericolosi; gli abitanti di quei regni si sono rammolliti dopo la fine della guerra.”
“Classica arroganza Atlasiana.” Commentò Ruby scherzosamente.
“Ah, presto avrai la dimostrazione di ciò che ti ho detto.” Rispose Clover sorridendo.
“Non ne dubito, ma so anche quanto da queste parti le persone sappiano essere piene di sé. La mia migliore amica viene da Atlas.”
“Ah sì? Come si chiama?” Chiese Clover, facendo una smorfia che fece insospettire Ruby. “Anzi aspetta, non dirmelo, scommetto che indovino. Weiss Schnee, dico bene?”
“Uh? Come fai a…”
“Sono un uomo molto fortunato.” Spiegò Clover mentre apriva la porta di quella che Ruby intuì essere la sala da pranzo della base militare. Essa era minuscola rispetto a quella a cui Ruby si era abituata alla Beacon, ma comunque abbastanza capiente per qualche centinaio di persone. In quel momento, la sala era quasi totalmente vuota, fatta eccezione per due persone. Si trattava di due ragazze: entrambe avevano i capelli bianchi e gli occhi azzurri. Una delle due superava l’altra in altezza di quasi trenta centimetri.
“Weiss?” Chiese Ruby, che dovette ricorrere a tutte le sue forze per evitare di scoppiare in lacrime.
“Rub…” iniziò a dire Weiss, venendo interrotta dalla sua amica, che usò la sua semblance per volare letteralmente addosso alla giovane aspirante specialista. Weiss si sbilanciò e cadde a terra, con Ruby che le stava ancora appiccicata.
“Sono così contenta di rivederti!”
“Anche io,” rispose Weiss, sorridendo e ricambiando l’abbraccio dell’amica “ma cerca di non saltarmi addosso ogni volta che mi vedi. Un giorno di questi mi ammazzi.”
“Eheheh, non faccio promesse.” Rispose Ruby rimettendosi in piedi e aiutando Weiss a rialzarsi.
L’altra donna si alzò in piedi e tese la mano alla ragazza dal mantello rosso.
“Deduco che tu sia Ruby Rose, piacere di conoscerti. Sono Winter, la sorella di Weiss.”
“Piacere mio. E visto che questo momento è buono come qualunque altro: mi dispiace per il comportamento di mio zio quando sei arrivata a Beacon.”
“Non preoccuparti. Non siamo responsabili per le colpe dei nostri parenti.”
“Mi fa piacere.”
“Comunque…” intervenne Weiss “…sono contenta di rivederti e tutto, ma cosa ci fai qui?”
“Ironwood mi ha proposto di unirmi agli Ace Ops.”
“Cosa?!”
“Perché sei così stupita? Non sei qui per addestrarti anche a tu?”
“Sì. E quando avrò finito l’addestramento sarò diventata una SPECIALISTA, non una Ace Ops. È come completare l’addestramento militare e diventare immediatamente generale!”
“Uh…non ci avevo pensato.”
“Che cosa significa! Parlerò con Ironwood quanto prima!”
“Weiss!” La voce di Winter risuonò in tutta la sala da pranzo, simile allo schiocco di una frusta. Weiss si voltò di scatto e si mise sull’attenti.
“Mettere in discussione le decisioni del generale è insubordinazione! Un’altra frase del genere e la tua carriera negli specialisti è finita!”
“S-sì…scusami, Winter.”
“Il suo volto sembra impassibile anche quando è infuriata…” pensò Ruby, intimorita.
“Beh…voi ragazze potrete chiacchierare stasera.” Commentò Clover. “Ruby, con me. La tua nuova uniforme ti aspetta.”
“Ok. Ciao Weiss, a dopo. Arrivederci Winter.”
 
 
Gli Ace Ops sono tra i migliori personaggi che RWBY ci abbia mai fatto conoscere. L’unica cosa che mi ha sempre fatto storcere il naso è il fatto che non fossero mai stati nominati prima della loro introduzione. Ironwood ha sempre dato prova di non approvare l’ossessione per la segretezza di Ozpin, quindi se il preside della Beacon affidava a Qrow missioni segrete, ho sempre pensato che avrebbe avuto senso se Irowood avesse spettacolarizzato il più possibile le azioni militari intraprese dai suoi uomini. Gli Ace Ops, Penny, Winter…all’inizio della settima stagione mi sarei aspettato che ad Atlas fossero l’equivalente di delle rock-star. Inoltre, ho sempre pensato che Clover fosse più forte di Qrow.

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