Writember 2021 ( December )

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Divano ***
Capitolo 2: *** Uccellini ***
Capitolo 3: *** Fondale ***
Capitolo 4: *** Mare ***
Capitolo 5: *** Aereo ***
Capitolo 6: *** Ariete ***
Capitolo 7: *** Amuchina ***
Capitolo 8: *** Candela profumata ***
Capitolo 9: *** Quaderno segreto ***
Capitolo 10: *** Culla ***
Capitolo 11: *** Melograno ***
Capitolo 12: *** Unghie piene di smalto ***
Capitolo 13: *** Opera ***
Capitolo 14: *** Finestra ***
Capitolo 15: *** Ghiaccio ***
Capitolo 16: *** Gabbia ***
Capitolo 17: *** Farina ***
Capitolo 18: *** Gonna a fiori ***
Capitolo 19: *** Pantera nera ***
Capitolo 20: *** Ombrello con fantasia strana ***
Capitolo 21: *** Canzone triste ***
Capitolo 22: *** Iris bianco ***
Capitolo 23: *** Fimo ***
Capitolo 24: *** Pane e marmellata ***
Capitolo 25: *** Fattoria ***
Capitolo 26: *** Dormire all'aperto ***
Capitolo 27: *** Sole ***
Capitolo 28: *** Travestimento ***
Capitolo 29: *** Temperino ***
Capitolo 30: *** Cinema ***
Capitolo 31: *** Strega ***



Capitolo 1
*** Divano ***


Day 1: Divano
Storia: L'amore che brucia
Personaggi: Nichrom ed Amber

 

La giovane Amber rimane seduta sul divano, pensierosa: avrebbe tanto voluto andare assieme al fratello, Hao e tutti gli altri ad affrontare Chris e Cole, gli assassini della sua famiglia. Lo avrebbe voluto, ma il fratello gliel’ha tassativamente proibito e, a sorpresa, qualcuno si è offerto di rimanere con lei a proteggerla. Qualcuno che non si sarebbe mai aspettata e che, non appena l’ha visto per la prima volta a Dobye Village è entrato nel suo cuore con quello che tutti definiscono “ colpo di fulmine “. “ Oh cielo, che situazione imbarazzante… “. Mormora solamente la bionda, portandosi una mano sul petto e sentendo il cuore lievemente accelerato. “ Io e Nichrom, qui da soli… mio fratello che combatte contro i gemelli, e… “. Una strana sensazione interrompe quel monologo: le pare di sentirsi osservata. Infatti, di lì a poco la ragazza si volge verso una direzione precisa accorgendosi così che Nichrom è entrato nella stanza e non solo: l’officiante del Torneo degli Shamani la sta osservando da un po' di tempo, ma fino a quel momento lei non se n’è accorta.

 

“ Amber “. La chiama solamente, mentre lei arrossisce lievemente: menomale pensa, che non ha detto cose “ compromettenti “ circa ciò che sente per lui, altrimenti, ne è certa sarebbe letteralmente sprofondata nel pavimento per la vergogna.

 

“ Nichrom! “. Lo chiama a sua volta lei, scuotendo il capo come a riprendersi un momento. “ Scusami, non ti avevo visto e… “. Ma lui la interrompe con un cenno della mano per poi avvicinarsi di qualche passo.

 

“ Nemmeno io ho fatto tanto per farmi notare, tranquilla “. Fa semplicemente, mentre lei annuisce senza riuscire a nascondere la propria preoccupazione. “ Cosa c’è? “. Chiede ad un certo punto l’officiante dalla chioma bruna, mentre lei scuote il capo ancora una volta, seppur lievemente rispetto a prima.

 

“ Non è nulla… “. Mormora solamente, mentendo. Di questo anche lui si accorge e, senza dire altro si siede sul divano accanto a lei: non è mai stato bravo con le parole, né a consolare le persone. Ma con Amber è diverso: con lei ha avvertito subito una sorta di feeling, appena l’ha vista quella volta, a Dobye Village. Non sa ancora spiegarsi come mai, sa solamente che gli da fastidio vederla così giù di morale e, cosa che più lo infastidisce, non poterci fare nulla.

 

“ Non mi mentire: è impossibile che tu non sia pensando a tuo fratello ed allo scontro che si prepara ad affrontare “. Fa semplicemente l’officiante, mentre lei lo guarda per qualche istante sorpresa. In seguito si arrende, facendo un cenno affermativo con il capo: è inutile pensa, continuare a nascondere la verità quando questa è palese.

 

“ Ecco, io… “. Mormora solamente, mentre lui le mette una mano sulla spalla per poi annuire.

 

“ Puoi sfogarti,s e vuoi. Insomma, non sono mai stato bravo a consolare le persone ma farò del mio meglio, lo prometto… “. Non finisce nemmeno la frase: gli occhi della ragazza si allagano di lacrime, mentre finalmente si lascia andare e raccoglie “ l’invito “ di Nichrom senza farselo ripetere due volte.

 

“ Mi… mi dispiace… non vorrei piangere, ma… ma… “. Mentre si lascia andare ad un pianto a dirotto, lui la prende tra le braccia per poi stringerla forte a sé. “ Ho tanta paura, Nichrom! “. Fa solamente la bionda, mentre lui agisce istintivamente: le mette una mano tra i capelli, che le accarezza cercando di calmarla. “ Ho paura per mio fratello! Perché non ha voluto che andassi anche io con lui?! So che non è da solo, ma… ma quei due sono pericolosi! “. A quelle parole lui rimane per qualche istante in silenzio, non sapendo bene che cosa dire o fare per cercare di rassicurare Amber. Tuttavia, di lì a poco alcune parole gli escono spontanee.

 

“ E tu credi davvero che avrei permesso a tuo fratello di portarti con sé e di metterti in pericolo? “. Chiede, sorprendendo lei che, sentendo quelle parole lo osserva qualche momento con gli occhi ancora lucidi.

 

“ Co… cos’hai detto? “. Chiede, singhiozzando ancora ma calmandosi un po'. Rendendosi conto di quanto detto lui arrossisce vistosamente: la logica gli suggerirebbe di mentire e dire che non ha detto nulla di importante, ma essere lì, seduto su un divano e con Amber tra le braccia non aiuta certo i suoi propositi.

 

“ Beh… io… io… “. Borbotta solamente l’officiante, cercando le parole giuste da dire. Anche se, pensa poi, forse solo i fatti potrebbero parlare per lui, meglio di mille parole.

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Capitolo 2
*** Uccellini ***


Day 2: Uccellini
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Luca, Suhan ed Eda


La piccola dalla chioma corvina cammina incerta mentre, dietro di lei la madre le tiene le mani sugli occhi. “ Ancora un po', tesoro: attenta, qui c’è il divano “. Fa Suhan, indirizzando la figlia in un’altra direzione mentre, di fronte a lei un giovane Hunter dalla chioma mogano cammina tranquillo, voltandosi di tanto in tanto verso le due per controllare se riescano a stare al suo passo.

 

“ Un po' di pazienza, signore: tra poco arriveremo a destinazione “. Ride lievemente il figlio maggiore di Garry e Jeanne mentre, sempre più incuriosita la piccola Eda prende parola.

 

“ Ma lo voglio sapere adesso, papà! “. Fa, mentre la madre continua a guidarla per evitare che inciampi in qualche tappeto o vada a sbattere contro un mobile. “ Qual’è questa sorpresa? “. Chiede, mentre Suhan sorride per poi rispondere al posto del marito.

 

“ E’ una cosa che desideravi da lungo tempo: io e tuo padre abbiamo deciso di regalartela oggi, per il giorno del tuo compleanno “. Fa semplicemente, incuriosendo ulteriormente la piccola.

 

“ E cos’è? Mi avete forse regalato una spada? “. Chiede già esultando, mentre Suhan ride leggermente: sa bene che la figlia desidererebbe avere una spada come quella del padre, ma ovviamente non è di questo che si tratta.

 

“ No, ma è una cosa che ti piacerà forse più della spada “. Risponde semplicemente Luca, aprendo la porta della cameretta di Eda e permettendo a lei e Suhan di entrare. “ Ecco, ora puoi aprire gli occhi “. Fa mentre, a quelle parole la madre toglie le mani dagli occhi della piccola che, aprendoli non può fare a meno di osservare ciò che le si palesa davanti.

 

“ Buon compleanno, tesoro mio “. Sussurra sua madre, dandole un bacio sulla fronte mentre, come avessero sentito la loro presenza i due cocoriti nella gabbietta iniziano a cinguettare, facendo sentire a loro volta la propria presenza. A quella vista Eda salta letteralmente di gioia, per poi saltare – letteralmente – al collo del padre ed abbracciandolo forte, dopo che lui si è chinato per poterle dare un bacio.

 

“ Fa piano, o finiremo per cadere entrambi “. Ride un po' il figlio di Garry e Jeanne, mentre la figlia continua ad abbracciarlo per poi scoppiare in lacrime. “ Ehi! Ehi tesoro, cosa c’è? “. Chiede semplicemente il bruno, mentre lei si asciuga rapidamente le lacrime di gioia per poi prendere parola. Nel frattempo anche la madre si avvicina, posandole una mano sul capo.

 

“ E’ che sono felice! Sono tanto felice! Prometto di prendermi cura dei miei uccellini tutti i giorni! “. Assicura la piccola dalla chioma corvina, mentre i suoi genitori si scambiano uno sguardo che nasconde una punta d’orgoglio: hanno davvero una bimba dolce e sensibile pensano, capace di commuoversi per aver ricevuto dei semplici uccellini. Di questo passo pensano, diventerà una donna di sani principi e buona d’animo, una donna molto amata proprio com’è loro desiderio.

 

“ Ci crediamo, tesoro: sarai una mamma perfetta per questi uccellini, ne sono sicura “. Fa semplicemente Suhan, accarezzando il viso della figlia per poi baciarle dolcemente il viso. “ Coraggio, ora va a dar loro un nome “. Incoraggia la piccola che, dopo essersi staccata dai genitori si avvicina ai due nuovi arrivati per poi, in fine, decidere i loro nomi.

 

“ Eclipse e Gipsy! “ Esordisce in fine la piccola corvina, mentre Suhan la prende in braccio per permetterle di vedere meglio gli uccellini, uno di colore azzurro e bianco e l’altro di colore giallo e verde, con sfumature nere per entrambi.

 

“ Sono nomi davvero bellissimi! Benvenuti a casa allora, cari Eclipse e Gipsy “. Fa la donna, mentre gli uccellini cinguettano come volessero esprimere la loro gioia e far intendere di aver capito che, da oggi, hanno una nuova padroncina che si occuperà di loro e che, evidentemente, già gli piace.

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Capitolo 3
*** Fondale ***


Day 3: Fondale
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael e Castiel

 

Il giovane dalla chioma rossa tossisce un paio di volte, sputando sangue: rimane appoggiato alla vasca dei delfini, dove si è trovato anche nel mondo reale dopo aver assolto ad una missione, con un suo protetto e nel mondo onirico. Ma non tutto sembrerebbe essere andato per il meglio, non a giudicare dalle condizioni della Spada di Dio. “ Dannato… dannato Lucifero “. Sibila solamente il primogenito di Dio, ricordando il motivo per il quale è in queste condizioni: la causa o meglio, il colpevole è solo uno: il suo gemello, Lucifero. Infatti, i due gemelli divini si sono azzuffati nel mondo dei sogni, ma a quanto pare le botte sono state più che reali. “ Questa me la paghi “. Sta per continuare il proprio monologo l’Arcangelo del fuoco, quando un rumore lo fa desistere: un battito d’ali, poi la riconosce. Parte della sua Grazia Angelica è rimasta nell’uomo che ora è comparso dietro di lui, l’uomo al quale sono state date le sue ali mancanti, quelle che gli sono state tagliate dopo il processo celeste.

 

“ Che cosa ti è successo? “. Sussurra il giovane, notando come il fondale nella vasca non rispecchi alla perfezione un vero fondale marino ma, deve prenderne atto, è molto simile. “ Guarda che meraviglia, questi delfini: il tuo protetto doveva amare l’acquario, se ti sei trovato qui una volta che si è svegliato significa che c’eravate anche nel suo sogno, e… “. Ma Michael interrompe il discorso del bruno, alzandosi da terra e pulendosi la bocca sporca di sangue.

 

“ So come funziona, Castiel: dimentichi che sono un Arcangelo? “. Chiede, mentre l’altro lo osserva qualche momento. “ Comunque, non ha importanza quello che è successo. Tu, piuttosto: cosa fai qui? Credevo che… “. Ma l’Angelo minore interrompe il suo superiore nonché fidanzato, avvicinandosi con disinvoltura e cingendolo da dietro, cogliendolo di sorpresa. “ Che fai? “. Borbotta lievemente imbronciato il rosso, senza dare a vedere quanto in realtà gli faccia piacere che Castiel sia lì con lui, ad ammirare la vasca dei delfini di quell’acquario, un acquario che già hanno visitato parecchie volte ma che, allo stesso tempo sembra sempre totalmente sconosciuto e tutto da esplorare ogni volta che tornano.

 

“ Beh, ho sentito il mio Arcangelo preferito pensare il mio nome: mi volevi qui e così sono venuto “. Fa, mentre questa volta Michael non ribatte: è vero. È successo nel sogno in cui, alla fine è intervenuto anche Lucifero e nel quale i due si sono azzuffati: poco prima dell’arrivo del fratello ha infatti pensato che gli sarebbe piaciuto ammirare quel fondale insieme a Castiel. Evidentemente pensa, lui deve aver percepito tale pensiero e così ha deciso di raggiungere quel luogo nel mondo reale, ben sapendo che si sarebbero ritrovati proprio lì.

 

“ Sono felice… “. Mormora ad un certo punto il rosso, poggiando una mano su quella dell’altro. Il gemello di Valentina vorrebbe chiedergli per cosa sia felice, tuttavia decide di rimanere in silenzio e lasciare che sia il primogenito di Dio a concludere il proprio discorso, senza interruzioni. “ Sono felice che tu sia qui a vedere questo fondale, con me “. Mormora, malinconico: volente o nolente, ogni volta che litiga con Lucifero gli rimane sempre una sensazione sgradevole. Finiscono sempre per darsele di santa ragione, ma tutto ciò che rimane in lui è solamente un vuoto immenso ed incolmabile e una tristezza che non si sa spiegare. Come avesse percepito quelle sensazioni, Castiel lo stringe maggiormente a sé e con fare decisamente protettivo, come se in questo momento fosse lui l’Arcangelo, la gloriosa Spada di Dio,

 

“ Io sarò sempre al tuo fianco, non dimenticarlo mai “. Sussurra solamente, mentre l’altro volge lievemente lo sguardo verso di lui. “ Se tu sei la spada, io sarò lo scudo. E spada e scudo stanno sempre insieme, no? “. Chiede, accarezzando dolcemente i capelli dell’altro, che d’altro canto permette solo a Castiel di toccarlo in quel modo senza incenerirlo all’istante.

 

“ Grazie… “. Mormora solamente e forse per la prima volta, osservando ancora una volta quel fondale “ fittizio “ ma, allo stesso tempo ricreato alla perfezione. “ Per tutto “. Conclude poi, mentre punta nuovamente lo sguardo ai delfini, una mamma con il proprio piccolo, che nuotano nella vasca e sospirando pesantemente. “ Papà ha creato delle cose meravigliose, non trovi? “. Chiede poi, sorprendendo lo stesso Castiel.

 

“ Ma tu non odiavi questa creazione? O per lo meno, l’umanità? “. Chiede, mentre l’Arcangelo rimette quel lieve broncio di poco prima.

 

“ Ma gli animali non li ha creati così difettosi, come invece sono gli esseri umani. Credo che il mare, gli animali e poche altre cose, possano realmente piacermi “. Fa semplicemente il rosso, mentre Castiel non dice altro, preferendo non infastidirlo con le sue idee sugli esseri umani, totalmente diverse da quelle della Spada di Dio.

 

“ Basta: non parliamo più degli umani, della Creazione o qualunque altra cosa “. Mormora solamente il gemello di Valentina. “ Guardiamo un po' questo bel fondale e questi delfini, che ne dici? Rilassiamoci per qualche momento “. Propone, trovando il consenso di Michael: normalmente avrebbe protestato, ma quel fondale è diventato un simbolo importante per lui e Castiel e non gli dispiace rimanere ad osservarlo. Infatti, come potrebbe mai dimenticare che proprio qui, lui ed il suo sottoposto ed ex tramite perfetto si sono dichiarati e dati il primo bacio di vero amore? Proprio lì, di fronte a quel fondale di un acquario genovese.

 

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Capitolo 4
*** Mare ***


Day 4: Mare
Storia: Nemesis
Personaggi: Kaito e Rinto

 

Il giovane dalla chioma blu rimane in silenzio per lunghi, interminabili minuti. Davanti a lui, l’immensa distesa d’acqua che forma il mare: quel mare in cui è stato trovato, solo qualche mese prima. Quel mare che, forse non per coincidenza lo ha condotto fino a quell’isola deserta, da colui che è il suo salvatore. “ Sono passati così tanti mesi… “. Mormora solamente l’ex Re di Nemesis, ripensando a tutto quanto è successo: dopo la rivolta di Nemesis, per evitare che lo catturassero Akito, il suo braccio destro gli ha proposto di scambiarsi di ruolo e lo ha fatto fuggire. Gli ha rivelato di essere suo fratello minore, figlio di Kevin e di Judith, madre di Tea. Ha preferito morire al suo posto e forse, ancora oggi questo fatto segna profondamente colui che è il custode del potere delle Tenebre. “ Akito… “. Sussurra solamente, stringendo le mani giunte in preghiera come se, in quel modo il rosso potesse udire quel richiamo e, magari rispondergli. “ Perdonami… “. Mormora poi il maggiore degli eredi di Kevin e Bianca, cadendo in ginocchio nonostante, di fatto sia molto vicino all’acqua e le onde gli stiano bagnando i vestiti. Non gli importa: non sente l’acqua del mare sulla pelle e sugli abiti, non sente l’odore di salsedine, non vede la vastità di quella distesa d’acqua, non più: i suoi occhi sono chiusi, la sua mente è altrove. Ripensa al motivo della rivolta, ripensa a tutto quanto ha fatto: ai suoi figli, a sua moglie, al fratello. Ed ora, ad Akito: non avrebbe dovuto, pensa. Non avrebbe dovuto accettare il suo sacrificio, avrebbe dovuto semplicemente impedirgli di morire per lui. “ Sono stato un egoista: ero accecato dal potere delle Tenebre e non mi sono reso conto del male che stavo facendo, ed ora… “. Non riesce a trattenere alcune lacrime, lacrime che scivolando dai suoi occhi e sul suo viso finiscono per mischiarsi all’acqua marittima, trascinate via da essa. Ora è solo, vorrebbe dire: vorrebbe dire che ora, grazie al suo egoismo ha finito per rimanere totalmente solo con il suo rimorso, ma non lo fa: non dice altro, limitandosi a lasciar andare quelle lacrime che a lungo, per anni ha trattenuto.

 

“ Kaito… “. Una voce: una voce maschile, che lui sembrerebbe riconoscere: toglie rapidamente le mani dal viso, al quale le aveva portate. Gli occhi spalancati, occhi color oceano che sembrerebbero rispecchiare il mare stesso.

 

“ Questa voce… “. Mormora solamente il fratello di Len, senza osare voltarsi.

 

“ Kaito, stai bene? “. Chiede nuovamente quella voce: no, pensa. Se la prima volta ha pensato che fosse un miraggio, stavolta non può esserlo. “ Mi stai facendo preoccupare! “. Di nuovo: non è un’allucinazione, la voce sta continuando a parlargli. Il giovane dalla chioma blu si volge di scatto e non può credere a ciò che vede, o meglio a chi si trova davanti.

 

“ A… Akito! “. Fa solamente, sconcertato: eppure pensa, è veramente il fratello quello che si trova davanti. Senza esitare si fionda su di lui, abbracciandolo con così tanto impeto da finire entrambi in mezzo alla sabbia ed all’acqua, ma a lui non pare importare. L’altro ragazzo rimane stranito da quel gesto ma, ancor più dal modo in cui è stato chiamato.

 

“ K… Kaito… “. Cerca di chiamarlo, ma lui non pare aver idea di lasciarlo andare. “ Kaito, io non sono Akito… “. Tenta di dire il giovane dalla chioma bionda, ma l’altro non pare nemmeno udirlo.

 

“ Sei qui! Sei vivo! Credevo fossi morto nella rivolta di Nemesis! “. Continua semplicemente l’erede di Kevin, mentre l’altro ragazzo rimane in silenzio per qualche, interminabile istante. In seguito posa dolcemente una mano tra i capelli blu dell’altro, del giovane che solo pochi mesi prima ha salvato dalle acque ed ospitato e curato e con il quale ha instaurato una bellissima amicizia.

 

“ Non sono Akito. Kaito, io sono Rinto… “. Mormora solamente, mentre riscosso da quelle parole l’altro smette di piangere, come se gli fosse stato ordinato. Un momento, pensa: stava piangendo? Ma quand’è che ha iniziato a farlo? Credeva di aver smesso, invece così non era! Scosso dall’accaduto e tornando in sé, scioglie l’abbraccio e si rende conto della situazione: deve aver scambiato Rinto, il ragazzo che lo ha salvato dalle acque del mare, per Akito. Forse perché hanno gli stessi, identici occhi o forse per chissà quale ragione misteriosa.

 

“ P.. perdonami. Io non so davvero cosa mi sia preso… “. Mormora solamente il blu, alzandosi da terra e porgendo la mano a Rinto, aiutandolo a fare lo stesso.

 

“ Non importa “. Fa semplicemente il biondo, afferrando quella mano e rialzandosi da terra. “ Tu, piuttosto: stai bene? “. Chiede solamente, mentre Kaito annuisce: non può mostrare quanto invece il rimorso lo stia sopraffacendo, non può mostrare i suoi reali sentimenti, non ora almeno.

 

“ Sto bene, non preoccuparti “. Fa, pregando che l’amico non abbia sentito il nome che ha pronunciato, quando lo ha abbracciato. “ Forza: torniamo al rifugio. Dobbiamo cambiarci, siamo bagnati fradici “. Sentenzia con un lieve sorriso, mentre Rinto annuisce solamente. Kaito si incammina, mentre l’amico lo osserva qualche istante.

 

“ Allora è lui “. Sentenzia, ripensando al nome pronunciato dal ragazzo dalla chioma blu: Akito. Ha sentito perfettamente: lo ha chiamato proprio come il braccio destro del Re, al quale tra l’altro assomiglia in modo impressionante. Troppo pensa, per essere una banale coincidenza. Ed ora ha avuto la conferma dei suoi sospetti. “ Il figlio del Male “. Mormora in fine, riconoscendo che il giovane che ha salvato ed il Re di Nemesis, che ha fatto tanto male alla sua migliore amica, sono la stessa persona. O forse, semplicemente confermando un sospetto che già aveva da molto tempo. Ma perché abbia deciso di rimanere accanto a Kaito e diventare suo amico, questo non è ancora dato saperlo.

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Capitolo 5
*** Aereo ***


Day 5: Aereo
Storia: Ankoku no namida
Personaggi: Annika e Simona

 

Le due sorelle salgono sull’aereo, emozionate: è la prima gita fuori porta che fanno insieme: entrambe sono, per ironia della sorte, sempre state appassionate dell’Africa e, soprattutto di safari, come se il destino avesse voluto unirle ulteriormente. La prima a prendere posto è Annika, seguita a ruota da Simona. “ Non ci posso credere “. Fa semplicemente la bionda, sorridendo lievemente mentre l’altra si volge verso di lei.

 

“ A cosa ti riferisci? “. Chiede e, a quella domanda la maggiore le da una risposta.

 

“ Beh, all’ironia del destino: entrambe abbiamo preso questo stesso aereo, tantissime volte. Eppure non ci siamo mai incontrate, fino a quando il nostro destino non si è incrociato poco prima della battaglia con Christian “. Ammette, mentre a quelle parole anche Annika non può fare a meno di riflettere, dando ragione all’altra.

 

“ E’ vero, ma come si dice: se una cosa è destinata a te, il destino troverà il modo di metterla sul tuo cammino. E chiaramente, noi eravamo destinate ad incontrarci. E a fare questa meravigliosa vacanza insieme! “. Fa, lievemente euforica: non vede l’ora che l’aereo decolli e di iniziare quest’avventura. Certamente è stata in Africa tante volte, ma non ha mai fatto un safari assieme alla sorella!

 

“ Sai che hai ragione? “. Chiede a sua volta Simona, annuendo convinta alle parole della minore. “ E dopo questa battaglia terribile, ce la meritiamo proprio una bella vacanza, solo io e te “. Ammette, mentre a quella frase Annika sembrerebbe diventare pensierosa, per qualche momento.

 

“ Spero solamente che i nostri mariti non combinino guai, a casa da soli con i bambini “. Sentenzia, pensando a Roberth ed a Yoh assieme a Oskar, Timmy ed Alisa. “ Oh cielo “. Fa lievemente accigliata. A quella frase, Simona non può fare a meno di ridere lievemente.

 

“ Tranquilla! Se la caveranno “. Fa, per poi tornare seria di lì a poco. “ Almeno, lo spero “. Borbotta, per poi guardare la sorella. “ Non ci resta che chiamarli, non appena scese dall’aereo. Che ne dici? “. Chiede e, a quella frase Annika annuisce.

 

“ Direi che hai avuto una buona idea, in effetti “. Fa, per poi chiudere gli occhi e rilassandosi. “ Ma ora, godiamoci questo bel viaggio in aereo “. Sentenzia, mentre Simona segue il suo esempio.

 

“ Idea approvata, sorella mia “. Fa semplicemente mentre, di lì ad un po' di tempo, finalmente l’aereo decolla verso la prima avventura africana intrapresa dalle sorelle Knight, insieme.

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Capitolo 6
*** Ariete ***


Day 6: Ariete
Storia: Saint Seiya
Personaggi: Kiki di Aries

 

Il Gran Sacerdote osserva con orgoglio il ragazzino, inginocchiato di fronte a lui. “ Molto bene, Kiki: oggi siamo qui per una cosa molto importante, la tua investitura a Cavaliere “. Sentenzia risoluto l’anziano mentre, naturalmente, l’altro rimane in silenzio ed in attesa che il Sacerdote prosegua la frase. “ Immagino che per te non sia facile, oggi, dover ereditare l’armatura del tuo compianto fratello, il grande Mur di Aries, dopo la sua drammatica dipartita anni fa, per la salvezza della Terra e della Dea Athena “. Kiki non può fare a meno di riflettere: era solo un ragazzino all’epoca, quando suo fratello Mur morì assieme agli altri Cavalieri D’Oro, nell’eroico gesto dell’abbattimento del muro del lamento. Tutto ciò per un solo ed unico scopo: permettere a Seiya ed agli amici di poter giungere ai Campi Elisi, salvare la Dea Athena e consegnarle la gloriosa armatura che le è propria. Kiki soffrì molto epr la perdita dell’amato fratello, tuttavia si ripromise che gli avrebbe reso onore nel solo modo possibile, il solo che gli venne in mente: divenire il suo degno successore. “ Quindi, Kiki: sei pronto ad accettare il tuo ruolo di Cavaliere della costellazione dell’Ariete? “. Chiede risoluto l’uomo, il cui volto è coperto rigorosamente da una maschera che impedisce di poterlo contemplare. “ Giuri di usare l’armatura solamente per difendere la Dea e mai per un tuo scopo personale? Giuri di combattere in nome della giustizia e per la salvezza degli uomini? “. Kiki annuisce risoluto a quelle domande, portando una mano chiusa a pugno sul cuore e rimanendo inchinato.

 

“ Lo giuro senza indugio, Sommo Sacerdote: la mia vita è da oggi votata alla Dea Athena, e a lei sola “. Sentenzia risoluto il giovane dall’ora lunga chioma arancione. L’anziano lo osserva da sotto la maschera con una punta d’orgoglio, per poi avvicinarsi lentamente e solennemente.

 

“ Dunque, Kiki: da oggi ti nomino ufficialmente Cavaliere d’Ariete e ti consegno la tua armatura “. Sentenzia, mentre inevitabilmente lo sguardo del ragazzo si posa sullo scrigno dorato con sopra di esso l’effige dell’ariete. “ Mi raccomando, fai un buon uso di quest’armatura: Athena ha riposto la sua fiducia in te, non deluderla “. Gli raccomanda il Sacerdote, mentre Kiki non può fare a meno di annuire, pronto ad indossare quell’armatura che, lo sa, da ora innanzi sarà solo sua ma che, al contempo, lo farà sentire maggiormente vicino all’amato fratello. Come se una parte dello spirito di Mur fosse ancora presente in essa e possa ancora guidare il suo amato fratello minore.

 

“ Mur, ovunque tu sia: guarda tuo fratello, nuovo Cavaliere d’Ariete, indossare la tua gloriosa armatura per la cura e la salvezza di Athena e della Terra. E ti prego, continua a guidarmi così come hai sempre fatto, quando eri ancora in vita “. Pensa tra sé e sé il giovane dalla chioma arancione, mentre una lacrima furtiva riga il suo viso e, improvvisamente, la sensazione di una mano che tocca la sua spalla lo avvolge: ora ne è sicuro, suo fratello Mur è ancora lì a vegliare su di lui. E questo, deve ammetterlo, gli da una sicurezza maggiore per poter svolgere al meglio il suo compito di difensore del Gran Tempio e di Athena.


 

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Capitolo 7
*** Amuchina ***


 
Day 7: Amuchina
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena ed Amenadiel
 
 

Questa one shot è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si leggerà in questa storia.
 

“ Amenadiel, ti prego! Cerca di ragionare e fatti curare quelle ferite, prima che si infettino! “. La giovane dalla chioma bionda segue un altro giovane dalla chioma del medesimo colore, solo più tendente al ramato. Lui rimane di spalle qualche istante ma, sentendo quelle parole si volta di scatto verso la ragazza.

 

“ Sparisci! Non ho certo bisogno della tua compassione, non vedi che sto bene?! “. Sbrocca colui che si è rivelato essere Amenadiel, primogenito di Michael ed Anael. La ragazza che si è invece rivelata essere Serena, figlia minore di Raphael e Valentina, non demorde: ha visto tutta la scena di quando, poco prima, suo cugino è stato aggredito da alcuni demoni che hanno cercato di ucciderlo. L’intervento provvidenziale della ragazza gli ha salvato la vita, tuttavia lui non pare esserne particolarmente felice.

 

“ Non è pietà la mia: sei mio cugino e ti voglio aiutare, che c’è di male? “. Chiede la fanciulla, abbassando lievemente il tono. Ma lui non ha idea di fare la stessa cosa e anzi, prosegue con le sue risposte al vetriolo.

 

“ Te l’ho detto: non voglio niente da te “. Taglia corto il ragazzo. Da prima lei pare essere dispiaciuta da tale risposta: suo cugino la odia, forse a causa del passato tra il padre di lui e la madre di lei, tuttavia pensa, perché il passato deve continuare ad influire sul presente? Perché i figli finiscono sempre per pagare gli errori dei genitori, o le loro dispute? Non riesce proprio a comprenderlo ma, improvvisamente, invece di andarsene e lasciare solo il giovane come fa di solito sente invece la rabbia crescere in lei, una rabbia che non sa nemmeno da dove abbia origine ma che sente salire prepotente sin dal più profondo del suo corpo, la sente salire ed infiammarla. Alterata punta una mano verso Amenadiel, immobilizzandolo e facendolo cadere seduto sulla sedia utilizzando la Grazia Angelica ereditata dal padre. Infuriato l’altro la guarda decisamente male, i suoi meravigliosi occhi di ghiaccio sembrano quasi andare a fuoco ma questa volta a lei non importa nulla. “ Come ti permetti?! “. Grida alterato il biondo. Ma l’altra non gli da retta: afferra l’amuchina posata sul tavolo, imbevendo di essa un panno bianco. In seguito si avvicina lentamente a lui, seria in viso.

 

“ Ti slacci da solo la camicia o vuoi che lo faccia io? “. Fa, con un tono lievemente malizioso seppur del tutto involontario, che a chi lo conosce bene ricorderebbe inevitabilmente suo padre. L’altro prova ancora ad alzarsi, senza successo.

 

“ Piccola infame che non sei altro, se mi libero… “. Non fa in tempo a terminare la frase: senza dargli retta sua cugina apre lentamente la sua camicia, notando sin da subito le ferite sul petto dell’altro che avvampa immediatamente. “ Ehi! “. Protesta, lei lo guarda seriamente ed ancora una volta, spazientita.

 

“ Chiudi quella bocca! Ti devi lasciar medicare, se non vuoi delle infezioni! Quindi ora abbassa la cresta o te la faccio abbassare io a sberle! “. Sbrocca, facendo sgranare gli occhi all’altro a causa della sorpresa. Sorpresa che, per fortuna forse, lo paralizza sul posto evitando così la nascita di battibecchi sgradevoli. La fanciulla pare rilassarsi un momento e, con delicatezza, inizia a passare il panno su quelle ferite. Il suo gesto fa leggermente sussultare di dolore Amenadiel, che lei guarda di lì a poco. “ Tieni duro, cercherò di farti meno male possibile ma devo pulire le ferite “. Fa semplicemente lei: ha visto suo padre fare queste cose mille volte con i suoi pazienti, sa come fare. Amenadiel rimane finalmente in silenzio, lasciandosi curare dalla più giovane che, finito con quelle ferite gli toglie lentamente la camicia che lascia finire a terra. Si porta dietro di lui e nota immediatamente la ferita più vistosa: quella ad un soffio dalla spina dorsale del cugino, quella che avrebbe anche potuto ucciderlo se lei non fosse intervenuta. Inevitabilmente una lacrima cade dai suoi occhi, mentre sfiora la ferita con il panno. “ Avrebbero potuto ucciderti… “. Sussurra solamente, lui non le da ancora una risposta, ma con la coda dell’occhio la guarda e si accorge di quella lacrima. Sospira pesantemente ma rimane poi in silenzio per buona parte del tempo, sussultando di tanto in tanto mentre l’odore dell’amuchina giunge alle sue narici. Lei cerca di essere quanto più delicata possibile nel pulire quella ferita, lui d’altra parte sopporta in modo eccellente il dolore. Una volta terminata la medicazione la bionda prende le bende, iniziando a coprire ogni graffio e ferita per evitare infezioni. Con sua sorpresa è il cugino a prendere parola.

 

“ Non dirlo a mio padre: potrebbe infuriarsi “. Sussurra solamente. La bionda annuisce: forse pensa, questo è il modo di Amenadiel di ringraziarla per il suo aiuto. Forse pensa, non è così impossibile che costruiscano un rapporto malgrado tutto. In seguito il più grande punta lo sguardo in quello di lei, bloccandole il polso in una ferrea presa per poi guardarla intensamente. “ Grazie… “. Sussurra solamente, mentre lei annuisce.

 

“ Non c’è di che… “. Fa semplicemente, recuperando un lieve sorriso mentre lui la lascia nuovamente libera di muoversi e terminare ciò che faticosamente è riuscita a cominciare: prendersi cura di lui.

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Capitolo 8
*** Candela profumata ***


Day 8: Candela profumata
Storia: Nemesis
Personaggi: Kaito e Tea

 

La giovane sarta dalla chioma mogano entra in quella che, ne è certa è la sala del trono. Mentre un brivido freddo le passa lungo la schiena, non può fare a meno di riflettere: è la prima volta che mette piede a palazzo, almeno da che lei ne abbia memoria. E ad essere sincera, avrebbe preferito non entrarci: anche se re Kevin è morto da anni, o almeno così si dice, suo figlio non è certo da meno in fatto di crudeltà. Il fatto che l’abbia convocata a quell’ora tarda della notte le da da pensare: cosa vorrà da lei? In seguito è qualcos’altro ad attirare la sua attenzione: un profumo. Un profumo intenso, crede sia oppio. Da prima non ci fa troppo caso, poi osserva la fonte di tale fragranza: una candela profumata, non ha dubbi in merito. Una sola candela, che tuttavia riesce a spandere il proprio aroma per tutta la sala, come stesse seguendo qualcosa di preciso. La sarta scuote il capo, mentre una voce alle sue spalle la fa sussultare. “ Salve, sartina “. La chiama solamente, mentre lei lo riconosce: come non farlo? Quello guardo, ne è certa non lo potrebbe mai dimenticare: lo stesso sguardo che ha incrociato all’incoronazione, quando il suo destino e quello del Re e del principe dai capelli biondi si sono incrociati irrimediabilmente. “ Oh, non avrei mai detto che ti piacessero le candele profumate: si vede proprio che tu sei diversa, da tutta quella plebaglia che vive al villaggio “. Continua come se nulla fosse il proprietario della voce, mentre lei si affretta ad abbozzare un inchino rispettoso: ha capito di chi si tratta, ed è meglio per lei se non gli manca di rispetto o, ne è certa troverebbe qualsiasi pretesto per farla punire o prendersela con suo fratello, Ruki.

 

“ Maestà “. Mormora solamente la bruna, rimanendo con lo sguardo basso e ben sapendo quanto colui che si è rivelato essere Kaito odi essere guardato da coloro che definisce “ spazzatura “. non avendo lo sguardo su di lui tuttavia, la fanciulla non si accorge che si è avvicinato di qualche passo e con una disinvoltura disarmante: sembra quasi che stia incontrando un vecchio amico, non una giovane popolana.

 

“ Cosa c’è? “. Chiede ad un certo punto lui, spiazzandola letteralmente: a cosa si riferisca, nemmeno lei lo sa. “ Avverto paura in te, eppure non ti ho nemmeno sfiorata. Non ancora “. Precisa in fine l’erede di Kevin, arrivando a pochi centimetri di distanza da lei, che non può ovviamente indietreggiare senza destare sospetti.

 

“ Sono solo sorpresa da questa convocazione improvvisa, maestà “.Riesce a rispondere, mantenendo la calma. Per un momento il profumo di oppio invade nuovamente le sue narici, stordendola lievemente.

 

“ Ti sorprende che il re voglia chiedere alla sarta più brava di Nemesis una commissione? Ti sottovaluti, mia cara “. La sorprende con quelle parole lui, mentre lei non alza ancora lo sguardo: non è solo etichetta, è anche altro. Lo sguardo del re le mette paura, non può fare a meno di tremare ogni volta che lo incontra. Ma sa anche di non poter mostrare questa debolezza a Kaito, o è certa che ne approfitterebbe. Eppure, questa volta non è abbastanza brava a nascondere ciò che prova: quasi senza che se ne renda conto è lui a fare una mossa, posandole due dita sul mento e costringendola ad alzare lo sguardo, facendoglielo puntare nel proprio.

 

“ Ecco, io… veramente… “. Tenta di dare una riposta lei, mentre quel profumo di oppio la stordisce maggiormente. “ Ma che succede…? “. Mormora poi, in tono tuttavia troppo basso per farsi udire. O meglio: è ciò che pensa lei. In realtà lui la sente, la sente eccome e quelle parole non fanno altro che far comparire sul suo viso un ghigno compiaciuto.

 

“ Voglio che sia tu a confezionare il mio nuovo abito “. Continua, come se gli importasse davvero di commissionare un vestito nuovo. “ Dovrà essere il miglior abito che tu abbia mai fatto, non badare a spese “. Continua, chinandosi di proposito in modo da sussurrare queste cose all’orecchio della fanciulla, che non ha modo di indietreggiare dato che, quasi senza che se ne rendesse conto lui le ha messo la mano libera sul braccio che sta stringendo lievemente.

 

“ Ma ci sono i sarti reali per questo, non… “. Non riesce a proseguire la frase lei: che le prende, si chiede? Come mai si sente improvvisamente indebolita e tutto ciò che sente è il profumo di oppio dato da quella candela profumata? E come mai a lui non sta facendo il minimo effetto? Senza pensarci su e seguendo il proprio piano, lui le posa la mano che teneva in precedenza sul suo braccio proprio dietro la schiena, attirandola a sé e facendola avvampare, seppur sia ancora troppo indebolita per reagire.

 

“ Ti ricordi cosa ti ho detto, quella volta in sartoria? “. Chiede, mentre lei rabbrividisce memore di quanto accaduto in sartoria solo qualche mese prima, di ciò che ha subito proprio da colui che ha di fronte e riflettendo: fosse stato per lei, non avrebbe mai accettato di rivederlo. Specialmente non nel suo “ territorio “, ma non ha avuto scelta: non si tratta solo di lei, si tratta anche di proteggere suo fratello! Si tratta… i suoi pensieri, i suoi sensi iniziano ad offuscarsi, non riesce a reggersi in piedi.

 

“ Cosa mi avete fatto…? “. Mormora solamente la bruna, mentre lui ghigna: i loro visi sono ad un millimetro di distanza l’uno dall’altro, ma le loro labbra ancora non si sfiorano, non ancora.

 

“ Perchè credi che abbia messo quella candela profumata? E perché proprio con quella fragranza? “. Chiede semplicemente il giovane dalla chioma blu, senza mai lasciar andare lei. “ Perchè… “. Come se nulla fosse le posa la mano libera sul viso, facendola rabbrividire. “ … l’oppio è la fragranza che più è in sintonia con il mio potere: le tenebre. E tu non hai la minima idea, di cosa sia capace il mio potere “. Sentenzia in un sussurro, mentre lei lo guarda preoccupata: ha sbagliato. Ancora una volta ha sbagliato, è caduta in trappola. Ma stavolta nessuno può salvarla, stavolta è sola. E da sola si dovrà tirare fuori dai guai, anche se ancora non sa come. E soprattutto, se mai ci riuscirà.

 

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Capitolo 9
*** Quaderno segreto ***


Day 9: Quaderno segreto
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Kevin e Pierre
 

Kevin Knight entra nel proprio studio dove, solo pochi minuti prima è entrato anche qualcun altro: un uomo che ha deciso di attendere lì l’arrivo dell’altro capofamiglia e che, per puro caso ha scorto in mezzo ad un quaderno una foto: non era sua intenzione fare lo spione, o forse si? Forse ha aperto il quaderno e ne ha letto il contenuto, pur avendo capito benissimo cosa fosse, solo per provocare un po' colui che ha fatto ingresso nello studio? Il rosso gli rimane di spalle, osservando con insistenza la foto: rappresenta Kevin con un giovane dalla chioma ametista ed un’altra giovane dalla chioma argento, che ovviamente il cacciatore non può fare a meno di riconoscere. “ Pierre, scusa il ritardo ma ho dovuto risolvere una cosa urgente “. Sentenzia solamente il capofamiglia dei Knight, rimanendo comunque sorpreso: cosa ci fa l’altro accanto alla sua sedia e non seduto dove dovrebbe stare ogni ospite, o sia di fronte alla scrivania? Scuote il capo, avvicinandosi lentamente. “ Comunque, se non ti dispiace quella sarebbe la mia postazione “. Sentenzia, mentre finalmente l’altro si volge verso di lui. L’argento non può fare a meno di notarlo: l’amico di una vita ha trovato il suo quaderno segreto, forse una delle cose più importanti per lui in assoluto.

 

“ Hai ragione, ma sai: avevo un’interessante lettura da concludere “. Sentenzia beffardo colui che si è rivelato essere Pierre Veghner, secondo dei cinque capifamiglia. A quella frase tuttavia, Kevin fatica a mantenere il controllo.

 

“ Dammelo! “. Fa solamente, facendo per afferrare il quaderno. Ma il rosso è più rapido e si scansa prima, incrociando lo sguardo furente dell’altro. “ Di un po'! Chi ti da il diritto di entrare in casa mia e di curiosare tra le mie cose?! Ridammelo subito! “. Ordina lo zio di Ivy e Garry, ma l’altro lo guarda ora severamente: non c’è più traccia di burla nel suo sguardo, solamente serietà.

 

“ Ammetto che ho aperto questo quaderno per farti arrabbiare: pensavo di trovarci qualche strana confessione su quanto trovassi carino Allen, o cose simili. Ma quello che ho letto… “. Si ferma, mentre osserva la foto che ancora è nelle sue mani. “… se la odiavi, perché hai ancora la foto tua, di Allen e di tua sorella Julliette? Perché non l’hai strappata? “. Kevin intuisce che si tratta di una domanda trabocchetto ma, perdendo il controllo afferra la propria pistola antivampiro e la punta all’altro.

 

“ Mettilo giù! Subito! “. Ordina nervoso, mentre Pierre trova solo conferma a sospetti che già nutriva, addirittura sin da prima di leggere quel quaderno segreto.

 

“ Non mi sparerai, mio caro cerbiatto “. Lo provoca, ben sapendo che ovviamente, l’altro non gli sparerà mai. “ E la tua ira è solo la prova di un sospetto che già nutrivo: forse il disonore più grande, per te e la tua famiglia. La cosa che Brighitte e Johan Knight, i tuoi genitori, cercarono di nascondere fino alla loro morte e che tu hai mascherato dietro l’odio “. Fa solamente, mentre a quella frase l’altro si altera maggiormente: ovviamente non sparerà davvero, tuttavia sa di essere in una situazione difficile. Sa che il suo segreto è emerso, il vero motivo per cui odiava Haruka e Juliette e epr il quale non ha mai accettato le loro nozze.

 

“ Non mi volevo arrabbiare, ma tu fai di tutto per mandarmi su tutte le furie! “. Fa in tono alterato l’argento, riponendo poi la pistola antivampiro e mentre, involontariamente sente le mani e le braccia iniziare a tremare così come le gambe. “ Vuoi rivelare ciò che hai letto? Vuoi dire agli altri il segreto della famiglia Knight? “. Chiede solamente, mentre con la mano blocca il proprio polso e l’altra mano, che tremano adesso all’impazzata. Notando lo stato d’agitazione dell’amico di una vita, il rosso appoggia il quaderno sulla scrivania e gli si avvicina, ponendo una mano sulla sua.

 

“ Non tradirei mai il segreto di un amico, stupido: avresti dovuto confidarti con me “. Fa, non menzionando comunque di che segreto si tratta e mentre finalmente, lo sguardo d Kevin sembrerebbe mutare: non c’è più collera. Forse sorpresa, ma non collera.

 

“ Come potevo confessarti una cosa simile? Io… alla fine, sono come quei mostri a cui diamo la caccia e, per colpa mia mia sorella e mio cognato sono morti: non ho mosso un dito per salvarli, nonostante Juliette fosse venuta a chiedermi aiuto. Il mio orgoglio mi ha fatto perdere la donna che… che… “. Pierre gli pone una mano sulla spalla, scuotendo il capo.

 

“ Se è vero ciò che c’è scritto su questo quaderno, allora abbiamo una missione da portare a termine: io e te, da soli. Non chiamerò nemmeno i miei uomini, se questo ti farà stare più tranquillo. Non ti abbandonerò, ma… “. Ed osserva nuovamente la foto: Juliette tra il fratello ed Allen, sembra essere la ragazza più felice della terra.

 

“ P… Pierre… “. Mormora solamente l’altro, che forse non si aspettava il sostegno incondizionato dell’altro Hunter ma, al contrario si aspettava che lo giudicasse e biasimasse.

 

“ Vieni qui… “. Sussurra solamente l’altro che, senza dir nulla lo attira a sé per poi abbracciarlo. “ Stupido cerbiatto che non sei altro, avresti dovuto parlare con il tuo migliore amico… “. Sussurra, mentre l’altro rimane un po' sorpreso. Si limita a rimanere fermo in quella posizione, senza opporre resistenza né ricambiando il suo abbraccio. Annuisce semplicemente, accettando così l’inaspettato aiuto del rosso.

 

“ Accetto il tuo aiuto, comunque… “. Borbotta, ricomponendosi un momento. “ Ma voglio che anche Allen venga con noi: è il mio braccio destro e conosce la situazione, ci sarà d’aiuto “. Fa e, a quelle parole Pierre annuisce.

 

“ E sia “. Sentenzia, riflettendo un momento: forse pensa, non è un caso se ha trovato quel quaderno segreto. Forse pensa, c’è una ragione ben specifica ed a lui ancora ignota. Ben presto, forse lo scoprirà.

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Capitolo 10
*** Culla ***


Day 10: Culla
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael, Valentina e Serena


Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia. ALTERNATIVA: Serena figlia di Michael.

 

La giovane tramite di Justice cade a terra, sconvolta. Dietro di lei, un giovane dalla chioma scarlatta stringe così forte i pugni da farseli sanguinare. Alcune gocce del suo sangue cadono a terra, mentre osserva con ira una culla sporca di sangue. “ L’hanno presa… “. Una voce: quella della sua neo moglie, una voce che lo riporta bruscamente alla realtà. “ L’hanno presa, Michael! “. Continua lei, alzando la voce mentre scoppia in lacrime. Lui rimane immobile con lo sguardo puntato su quella culla, il sangue su di essa cade ancora a terra. “ Hanno ucciso nostra figlia! “. Continua a piangere Valentina, mentre a quella frase lui si infuria.

 

“ No! “. Grida ad un certo punto l’Arcangelo del Fuoco, la così detta “ Spada di Dio “, mentre come se qualcuno glielo avesse ordinato si china per poter arrivare alla sua altezza, afferrando bruscamente la moglie per le spalle e costringendola ad alzarsi, malgrado le gambe non la reggano quasi in piedi.

 

“ Lasciami stare! “. grida disperata lei, mentre lui la scuote con enfasi per poi riprendere parola.


“ Non è morta! “. Grida, mentre a quella frase lei si riscuote violentemente: come se le fosse stato ordinato smette di piangere, per poi puntare lo sguardo in quello del marito, che in quell’istante brucia d’ira. “ La nostra Serena non è morta “. Sentenzia poi, senza più gridare mentre lei lo guarda, sconvolta.

 

“ Ma non lo hai visto? Tutto quel sangue… “. Ma lui scuote il capo per poi riprendere parola di lì a poco.

 

“ Ti dico che è viva: non me ne frega nulla se quella culla è imbrattata di sangue, io sento che nostra figlia è viva. E chi l’ha presa dovrà fare i conti con me e con gli eserciti di Dio “. Si infuria: credeva che sarebbero stati al sicuro, che dopo la caduta di Lucifero più nessuno avrebbe osato minacciarli o minacciare i loro figli, ma a quanto pare si sbagliava.

 

“ Michael, cos’hai intenzione di fare? “. Chiede preoccupata Valentina, ben conoscendo quello sguardo. Da parte sua l’Arcangelo rimane in silenzio qualche istante: si avvicina a quella culla vuota, guardando inevitabilmente tutti i punti in cui il sangue la macchia e percependo, per un solo istante, il timore che la loro bambina possa realmente essere stata uccisa da uno dei figli di Lucifero, il cerca di vendetta dopo la sconfitta del padre. In seguito il rosso scuote violentemente il capo: no. No, non deve pensare nemmeno per scherzo ad una cosa simile! Posa la mano sulla culla, stringendola quasi fino a romperla e, in seguito, dando una risposta alla moglie.

 

“ Richiamerò le milizie celesti, tutte quante. Chiederò aiuto anche ai nostri fratelli se necessario, e grazie alla grazia demoniaca che si è impregnata su questa culla, scopriremo chi ha preso la nostra Serena. E quando l’avrò scoperto… “. Pianta la spada a terra con violenza, così tanta da far sussultare la stessa Valentina e crepando vistosamente il pavimento.

 

“ Ma chi può averlo fatto? Chi può averla presa, e perché? “. Chiede spaventata lei, mentre lui la guarda qualche istante mentre il fuoco stesso che lui domina sembra bruciare in quello sguardo di ghiaccio.


“ La risposta alla tua seconda domanda, è semplice: è la figlia dell’Arcangelo Michele, il primo figlio di Dio. Il suo potere è immenso e molti demoni lo vorranno. Per quanto riguarda invece il chi… “. Si ferma un momento, guardando ancora quella culla e percependo ovviamente una potente grazia demoniaca su di essa. “ Sono abbastanza sicuro che si tratti di uno dei sette Principi Infernali: si saranno infuriati da quando abbiamo rinchiuso il loro paparino nella gabbia, così credono di poter prendere mia figlia e di disporne a loro piacimento. Ma si sbagliano “. Il fuoco che brucia in essi non sembra volersi spegnere nemmeno in quel lago di ghiaccio che continua a permanere negli occhi dell’Arcangelo, mentre in quel momento il fuoco divino avvolge totalmente la spada, facendo per un momento sussultare anche la stessa Valentina.

 

“ Ho paura… “. Sussurra solamente, tremando al solo pensiero di cosa potrebbe accadere a sua figlia se rimarrà in mano ai loro nemici. A quella frase lui le afferra il mento tra due dita, facendola voltare verso di sé e facendole alzare lo sguardo verso il proprio.

 

“ Ti giuro che ti riporterò nostra figlia. Ad ogni costo “. Sentenzia solamente il primogenito di Dio, mentre lei lo abbraccia istintivamente, spaventata ed annuendo con il capo. Lui rimane immobile qualche momento, in seguito decide di ricambiare l’abbraccio, stringendo forte la donna a sé. “ Te lo giuro “. Ripete, mentre lei annuisce: si fida di lui, ma quel sangue nella culla non lascia presagire nulla di buono.

 
 

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Capitolo 11
*** Melograno ***


 
Day 11: Melograno
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Raziel e Serena


Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.

 

“ Hai intenzione di farla ancora tanto lunga? Sto iniziando a stancarmi “. Pronunciando queste parole, una giovane dalla chioma bionda si avvicina ad un altro bel giovane, dalla chioma della medesima tonalità e dallo sguardo strafottente. Tra le mani il ragazzo tiene un frutto rosso che, a vederlo, ha tutta l’aria di essere un melograno. “ Raziel! “. Lo chiama ancora una volta la ragazza, mentre lui continua a guardarla con strafottenza e sufficienza allo stesso tempo.

 

“ E mi vuoi spiegare perché dovrei dividere con te la mia melograno? Vattene a prendere uno, se ci tieni “. Fa lui, come stesse dicendo un’ovvietà e mentre lei si infervora maggiormente.

 

“ La mamma ha detto che dobbiamo dividerci quella che abbiamo! Avanti, dammi la mia parte e basta! “. Gli intima sua sorella minore, ma lui non fa altro che sdraiarsi a peso morto sul divano mentre, di lì a poco si mangia un altro chicco di melograno come se nulla fosse, come se nemmeno la minore avesse parlato.

 

“ Ah, ha detto questo? “. Chiede, fingendo di non saperlo e mentre lei inizia a perdere seriamente la pazienza. “ Beh, ma se è così lo dovevi dire subito “. Continua, facendole cenno di avvicinarsi. “ Perchè non vieni qui a prenderti la tua metà? “.. Chiede ora con aria di sfida, il figlio maggiore dell’Arcangelo Raphael e di Valentina, a colei che è sua sorella minore Serena, ultima nata in famiglia. La ragazzina lo guarda malissimo, scuotendo il capo.

 

“ E perché invece, non ti alzi tu e non me la vieni a portare? “. Chiede, non fidandosi: troppe volte suo fratello le ha tirato dei tiri mancini, non si fida ad avvicinarsi mentre lui è in una posizione di vantaggio rispetto a lei. Raziel la osserva qualche momento con quello sguardo che, deve ammettere lei, lo fa sembrare un piccolo Raphael in miniatura.

 

“ Allora, se non vieni a prenderla me la mangio io “. Sentenzia risoluto il quasi Arcangelo, facendo realmente per iniziare a mangiare anche i semi presenti nella parte di melograno destinata alla sorella. A quella vista la bionda sembrerebbe perdere ogni timore: si avvicina a grandi passi, scocciata.

 

“ Eh no, bello mio! Quella parte di melograno è mia e me la mangio, dammela subito! “. Gli intima, avvicinandosi per poter così afferrare l’oggetto della contesa. Lui la guarda sottecchi, nascondendo un ghigno compiaciuto nel vedere che il suo piano sta funzionando alla grande. “ Avanti! Dammela! “. Protesta la bionda, allungando la mano in direzione del fratello. A quel gesto lui decide di passare alla seconda parte del suo piano: con scatto fulmineo afferra il polso della sorella, attirandola così a sé e facendola a sua volta cadere sdraiata sul divano. Accorgendosi di essere finita sdraiata su di lui tuttavia, lei fa subito per sottrarsi a quella presa. “ Di un po', sei impazzito?! “. Chiede alterata, seppur in viso sia vistosamente arrossita.

 

“ Chissà, può essere “. Fa lui, enigmatico e guardandola dritto negli occhi. Lei da un lato vorrebbe scostare lo sguardo, ma dall’altro non ce la fa ed i suoi occhi rimangono inchiodati in quelli di lui, che potrebbero essere tranquillamente lo specchio del cielo tanto sono azzurri.

 

“ Raziel, non è divertente! Attento a quello che fai, soprattutto ora che stai per diventare un Arcangelo, non puoi permetterti passi falsi “. Cerca di riportarlo sulla “ retta via “ lei, ma a lui le parole della sorella non sembrano fare nessun altro effetto se non farlo ridere lievemente.

 

“ Nostro nonno ha perdonato zio Michael per molto più di questo, quindi non ti agitare. E comunque, se nessuno glielo dice non lo verrà mai a sapere “. le fa un occhiolino, mentre lei avvampa maggiormente senza capire i suoi fini. “ Allora… “. Prosegue il futuro Arcangelo dell’aria, portando la metà di melograno a dividere il suo viso da quello della sorella e roteandola lievemente, come la stesse attentamente osservando. “ Hai detto di volere la tua metà di melograno, vero? “. Chiede, ed a quella frase lei lo guarda perplessa per poi fare un cenno affermativo con il capo.

 

“ Si. È così, ma… “. Non fa in tempo a terminare la frase, perché lui è più rapido e prosegue il proprio discorso.

 

“ Te la darò, ma a due condizioni “. Fa perentorio, mentre lei lo guarda sorpresa: che condizioni vorrà mai porre suo fratello? Con che stramberia se ne uscirà questa volta? Ma le parole del biondo la lasciano decisamente stupefatta: a quella risposta avrebbe preferito che le chiedesse di abbaiare come i cani, qualsiasi stramberia sarebbe stata meno shoccante di quelle richieste. “ Primo, dovrai darmi un bacio “. Sentenzia risoluto lui, guardandola dritto negli occhi. Lei fa per ribattere, ma la voce di lui interrompe sul nascere qualsiasi sua protesta. “ E secondo…! “. Fa a tono più alto, mentre lei ammutolisce all’istante e sente il cuore andare a mille all’ora. “ … dovrai permettermi di imboccarti. Chicco per chicco: ci stai? “. Chiede e, alle orecchie di Serena, queste richieste hanno il suono di una sfida. La vera domanda è se lei troverà il coraggio di accettare la sfida o desisterà, ma per saperlo bisognerà attendere ancora un po'.

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Capitolo 12
*** Unghie piene di smalto ***


 
Day 12: Unghie piene di smalto
Storia: Sono nel tuo sogno
Personaggi: Kai ed Alice/Dark Beauty e Lady Sadness

 

Il grido contrariato di una donna fa sussultare alcuni soldati ombra: le guardie preposte alla difesa dei più potenti maghi delle Tenebre mai apparsi nel regno e sulla Terra non possono fare a meno di guardarsi straniti, mentre uno di essi prende parola di lì a poco. “ Cos’è successo? “. Chiede in allarme uno, pronto ad intervenire: i suoi signori potrebbero essere stati aggrediti da qualche nemico, pensa. Non c’è tempo da perdere, deve correre a proteggerli!


“ Non ne ho idea, ma lo scopriremo adesso stesso: andiamo! “. Fa semplicemente l’altro, mentre una terza persona fa la propria comparsa nella sala, incrociando le braccia al petto e scuotendo il capo.

 

“ No: non preoccupatevi, non c’è una stilla di luce qui dentro. Gli Eletti non ci hanno attaccati, potete tornare alle vostre postazioni “. Sentenzia colui che entrambi riconoscono. Immediatamente fanno un inchino rispettoso, mentre colui che ha parlato in precedenza riprende parola di lì a poco.

 

“ Ma, mio signore: la signora ha appena gridato, e… “. Ma colui che si rivela essere Dark Beauty, il comandante dell’Esercito Ombra, sorpassa il sottoposto come se nulla fosse. Solo passandogli accanto l’altro riesce ad avvertire la sua sconfinata aura, non potendo fare a meno di rabbrividire un po' intimorito.

 

“ La signora grida sempre, Astaroth “. Sentenzia, rivelando che l’altro non è un semplice soldato ma è Astaroth, il capitano dell’esercito ombra. “ Vado a vedere che cos’ha, tu e gli altri continuate a presidiare le entrate ed impedite che gli Eletti varchino la soglia, se mai si facessero vivi. Intesi? “. Chiede, ed a quelle parole il rosso annuisce mentre, come fosse stato rassicurato nel sapere di poter realmente contare su un fidato soldato, il figlio di Sebastian si dirige verso la sala del trono.

 

Lady Sadness grida nuovamente, innervosita. “ Non c’è niente in questo universo, che valga il mio tempo ed il mio talento! Niente! Nemmeno questi stupidi smalti! “. Fa, decisamente innervosita e senza accorgersi che anche suo marito è entrato e la sta osservando, sconcertato: a terra ci sono diversi smalti, gli stessi smalti che stanno parzialmente sulle unghie della moglie rendendole, se così si può dire un vero arlecchino di confusi colori.

 

“ Alice… “. La chiama solamente, mentre lei si osserva le unghie decisamente alterata, dando un calcio ad uno smalto bordeaux e lanciandolo contro il muro.

 

“ Non riesco a capire: perché non riesco a mettere uno stupido smalto?! Perché?! Non me ne va bene uno e, quando sembro trovare il colore corretto lo sbavo tutto e finisco per riempire le unghie con dei colori confusi ed assurdi! “. Sbrocca la Regina delle Tenebre. A quelle parole lui scuote il capo, capendo che parlare non serve a nulla: per caso o forse no, a terra nota una boccetta di smalto rosso.

 

“ Oh, almeno questa è intatta “. Ride lievemente, raccogliendola. Come se si fosse accorta solo ora della sua presenza, la Regina Oscura punta il suo sguardo ametista in quello di lui.

 

“ Non… non ti avevo visto, scusami “. Fa semplicemente, in imbarazzo: se avesse saputo che suo marito era lì, certamente non avrebbe fatto quella scenata. Lui mantiene quel lieve sorriso, che ben presto si trasforma in un ghigno furbo.

 

“ Credo ti serva una mano a sistemare quel disastro, o sbaglio? “. Chiede, avvicinandosi come se nulla fosse e per nulla turbato dal malumore della moglie. “ Non devi agitarti così. O vuoi che nostro figlio nasca pazzo ed isterico? “. Chiede, mentre lei mette un lieve broncio.

 

“ Oh beh, come se tu fossi la calma in persona “. Sentenzia la corvina, mettendosi seduta e mentre lui, una volta fatto lo stesso le prende una mano nella propria.

 

“ Si, ma io non porto in grembo nostro figlio, tu si. Devi riguardarti, per la tua salute e per la sua: se ti arrabbi così per uno stupido smalto… “. Osserva poi le unghie della moglie, mentre la sua espressione muta in una tra il disperato ed il perplesso. “ Ehm… ok, forse questa volta hai avuto ragione: queste unghie sono un disastro, ma si può rimediare “. Fa, mentre lei lo osserva decisamente stranita.

 

“ E come? Sono ore che provo a darmi lo smalto decentemente, ma… “. Lui la interrompe, poco prima che possa terminare la frase ed aprendo la boccetta di smalto rosso che ha raccolto in precedenza da terra.

 

“ Ma prima non c’era tuo marito a mettertelo. Adesso, resta ferma e lascia fare a me “. Fa, mentre lei lo guarda se possibile ancor più sconcertata.

 

“ Tu. Mi metti lo smalto, tu “. Fa, come a voler ben imprimere tutto nella propria mente e mentre lui annuisce.

 

“ Non sottovalutare mai il Re delle Tenebre, dolcezza: potrebbe sempre stupirti “. Fa, ricordando come da piccolo passasse tantissimo tempo ad osservare la madre mettere lo smalto alle unghie: un gesto come tanti ma che, per lui che la madre l’ha perduta presto, è uno dei ricordi più preziosi. Un ricordo che, tuttavia non parrebbe voler condividere con la moglie, non ancora almeno.

 

“ Ma un giorno mi dirai come fai a saper mettere lo smalto così bene, intesi? “. Chiede un po' incuriosita la donna, mentre lui annuisce semplicemente.

 

“ Forse “. Precisa, mentre per ora Alice rimane in silenzio: sa bene che insistere non porterà a nulla, ma dallo sguardo di Kai ha intuito che il saper mettere lo smalto così bene ad una ragazza è legato, senza dubbio, ad un ricordo doloroso legato alla sua infanzia.

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Capitolo 13
*** Opera ***


Day 13: Opera
Storia: Il patto delle Tenebre
Personaggi: Lily e Newt

Lily e Newt escono dal teatro, dove fino a qualche momento prima stavano assistendo all’Opera: entrambi sono elegantissimi, lui nel proprio smoking nero e lei nel suo lungo abito rosso. I capelli arancioni della ragazza sono raccolti in un’elaborata acconciatura, al polso indossa un bracciale che, sicuramente apparteneva alla madre del suo padroncino. “ Allora? Chiede ad un certo punto il giovane dalla chioma sbarazzina, mentre lei lo osserva in attesa che prosegua la frase. “ Ti è piaciuta l’opera? “. Chiede, mentre lei annuisce.

 

“ Si: vi ringrazio per quest’opportunità, padroncino “. Fa semplicemente, arrossendo lievemente al pensiero che, fino a qualche momento prima era seduta al fianco del ragazzo che le è sempre piaciuto, come fosse un’aristocratica ad assistere all’Opera. Lui la osserva qualche momento, sorridendo lievemente.

 

“ E’ il minimo che possa fare: ti sei finta la mia fidanzata, ti sei offerta di accompagnarmi e di aiutarmi a smascherare Sarah una volta per tutte. Direi che te lo sei guadagnato “. Fa, non scollando lo sguardo dalla fanciulla dalla chioma arancione, come volesse scorgerne ogni singola reazione, ogni minimo cambiamento d’espressione.

 

“ Ecco, io… cioè… spero di potervi essere d’aiuto, e… “. Balbetta in imbarazzo: le succede sempre, ogni volta che lui le rivolge una parola gentile o un complimento o, ancor più quando sono vicini come lo sono ora. Notando la reazione di Lily, Newt la afferra per le spalle con gentilezza seppur deciso al tempo stesso, facendola volgere verso di lui.

 

“ Tu mi sei molto più che d’aiuto, Lily “. Inizia il discorso, puntando lo sguardo in quello di lei, che confusa non riesce nemmeno a proferire parola. “ Sei fondamentale per me. E no: non ti sto parlando solo del piano per smascherare Sarah e ritrovare mio padre. Sto parlando di ciò che è successo stasera e ciò che dovrà succedere “. Sentenzia, mentre lei lo osserva decisamente stranita, prendendo parola una volta che il suo cuore decide di calmare i propri battiti ed il cervello le fa pronunciare frasi sensate, non confuse e balbuzienti parole.

 

“ Farò di tutto per rendere quanto più veritiera questa messinscena, vi do la mia parola, padroncino “. Sussurra, mentre riflette sul fatto che, in fondo lei non deve nemmeno sforzarsi molto: per lei questa finzione è una bellissima realtà, le fa sognare per qualche ora di essere realmente la fidanzata di Newt. Newt, che a quella frase rimane in silenzio per poi afferrarle il mento tra due dita, spaesandola ulteriormente. “ P… padroncino, cosa…? “. Fa semplicemente l’arancione, mentre lui la guarda seriamente.

 

“ Newt: chiamami Newt e, d’ora in poi dammi del tu “. Fa semplicemente il bruno, mentre lei non riesce a capire ma, in compenso, sente come se il suo corpo andasse a fuoco. “ Questa sera, mentre tu guardavi l’Opera io stavo osservando uno spettacolo ancora più bello “. Fa, mentre lei lo guarda confusa.


“ Uno spettacolo più bello? A che cosa vi riferite? “. Chiede sinceramente confusa, mentre lui le accarezza il viso con la mano libera.

 

“ Una donna stupenda: la donna che ha rapito il mio cuore sin dal primo momento, la donna che vorrei al mio fianco come compagna di vita “. Sentenzia il figlio di Tom, mentre a quella frase Lily sgrana gli occhi qualche istante, guardando poi altrove e cercando di mascherare le emozioni.

 

“ Beh, immagino… immagino che vorrete…. Che vorrai andare da lei, ora: posso chiamare un taxi, non… “. Ma lui la interrompe improvvisamente: la attira a sé con un certo impeto, stringendola così forte che, per uun solo istante lei deve stare attenta a non perdere l’equilibrio.

 

“ ma come? Non lo hai capito che parlavo di te? “. Fa semplicemente il giovane mago, prima di tornare a guardare negli occhi la donna che, presa di sorpresa non riesce a proferire parola. Anche perché in ogni caso, lui non gliene da il tempo: annulla rapidamente la distanza tra loro, posando le labbra su quelle di Lily e mantenendola stretta nel suo abbraccio. La ragazza rimane da prima stupefatta: dunque, è forse lei la donna della quale Newt ha appena parlato? Non ha il tempo di domandarselo, non vuole rovinare questo magico momento, il momento che da sempre ha aspettato: senza pensarci su, posa a sua volta una mano sul viso del giovane e, finalmente ricambia il suo bacio. E riflette: forse, vedere l’Opera per la prima volta le ha realmente portato fortuna.

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Capitolo 14
*** Finestra ***


Day 14: Finestra
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael e Castiel

 

Non è da molto tempo che Castiel ha subito il processo celeste. Da ore fissa un punto non preciso al di fuori della finestra di quella stanza che, per un po', sarà la sua cella. Riflette: stavolta il motivo del processo non è stato il suo amore proibito per Valentina, è stato per un amore molto, molto più “ peccaminoso “ a detta di chi lo ha accusato. E stavolta pensa, non c’era Michael come giudice supremo: stavolta anche lui è stato un imputato esattamente come lo è stato lui. Zaccaria è stato loro giudice supremo, lui che un tempo sedeva alla destra di Michael come suo braccio destro, non ha esitato a dare la sua dura sentenza: Castiel dovrà rimanere prigioniero di quel luogo per sempre mentre al glorioso Arcangelo del fuoco, pensa il corvino, probabilmente toccherà la detenzione nel Cristallo D’Angelo. Il motivo? Ill motivo, il loro grande peccato sarebbe quello di essersi innamorati. Se Metatron ha accettato questo amore e non lo ha ritenuto peccato, così come Seraphiel, lo stesso non è stato per Zaccaria: forse un po' per vendetta ha riservato ai due questo infausto destino, divisi per l’eternità a soffrire per quel loro amore maledetto, un amore che si, non sarebbe dovuto esistere ma che ora c’è, e Castiel lo sa: è la cosa più bella che possa essergli capitata, dopo la storia con Valentina. Credeva di non potere più amare, ma non è stato così: si è innamorato di lui. Lui, l’Arcangelo che l’ha usato come tramite infinite volte, lui, che ha fatto tanto male alle altre Virtù e specialmente a Valentina, lui che dopo la caduta, era rimasto completamente solo. No: entrambi erano rimasti soli. Non avevano nessun altro, credevano sarebbero rimasti soli per sempre ma il destino li condusse nuovamente l’uno sulla strada dell’altro. Il desino, o forse Dio stesso? Domanda alla quale nessuno potrebbe dare una risposta, se non Egli stesso. “ Che senso ha? “. Sibila semplicemente il gemello di Valentina, accarezzando il davanzale di quella finestra ormai aperta. “ Che senso ha vivere in questa eterna solitudine? Perché mio Padre mi ha trasformato in un Angelo, se non posso nemmeno vivere il mio amore? No… non ha senso… “. Mormora semplicemente il giovane, la sua schiena sanguina: ha perduto le sue ali nel tentativo di proteggere Michael, quando entrambi furono arrestati per quel grande peccato che secondo Zaccaria sarebbe stato commesso. Ma è davvero così? L’amore nella sua forma più forte, può davvero essere considerato peccato? No: non è il dolore di quella ferita a fargli male, piuttosto è il sapere che non rivedrà mai più colui che ha imparato ad amare, quello sì, quello è un dolore atroce che lo dilania. “ Forse dovrei davvero commettere un peccato e porre fine a queste sofferenze. Vorrei davvero fare un ultimo volo… “. Sussurra semplicemente il giovane, sporgendosi da quella finestra. Ha deciso: vuole davvero fare un ultimo volo, utilizzando quel solo scorcio sul mondo esterno come “ trampolino di lancio “. Si, ha ormai deciso: lo deve fare.

 

Una presa salda e forte cinge la vita di Castiel. Il giovane sussulta: un ginocchio piegato sul davanzale, pronto pr il suo ultimo volo. “ Che cosa fai, Cas? Vuoi davvero volare senza le ali? “. Chiede una voce che lui ben conosce: è strano come ora, colui che gli è dietro e lo sta cingendo con forza non sembri più il glorioso generale degli eserciti celesti, ma solo un uomo innamorato.

 

“ Mika… “. Sussurra solamente e sbigottito il figlio di Ettore e Doris. “ Ma cosa fai qui? Credevo… “. Ma lui lo interrompe prima che possa terminare, stringendo maggiormente la presa sulla sua vita.

 

“ Shhh… non dire nulla, Cas. Non dire più nulla: sono qui per te, ciò ti basti “. Commenta semplicemente il rosso, senza tuttavia cercare di dissuadere l’altro dal gesto che vuole compiere. “ Se vuoi davvero fare questo volo, allora ti presterò le mie ali: lo faremo insieme “. Conclude semplicemente il maggiore dei figli di Dio. Castiel rimane un po' interdetto a quella frase, ma in fine decide: vada come vada, la decisione l’ha presa e, a quanto pare, non sarà solo. E se c’è Michael con lui, beh, allora potrebbe davvero affrontare qualunque cosa.

 

“ L’ultimo volo… “. Sussurra solamente, mentre la Spada di Dio annuisce.


“ L’ultimo volo “. Fa solamente, dispiegando le sue ali. Di lì a poco in quella stanza ci sono solo piume bianche, mentre improvvisamente Metatron ha un nefasto presentimento.

 

Lo Scriba di Dio osserva fuori dalla finestra, colto da una sinistra sensazione: è successo qualcosa, pensa. Qualcosa di grave, e chi è coinvolto non possono che essere o suo fratello Michael o Castiel: è al corrente del processo, avrebbe voluto intervenire ma tanto a lui quanto a Seraphiel, ciò è stato precluso. Immediatamente il Serafino dalla chioma verde dispiega le proprie ali: deve raggiungere l’Eden, luogo su cui dava la finestra della stanza/prigione di Castiel. Deve raggiungere quei giardini e deve farlo quanto prima, ne è certo: da ciò potrebbero dipendere forse delle vite.

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Capitolo 15
*** Ghiaccio ***


Day 15: Ghiaccio
Storia: Nemesis
Personaggi: Ruki e Tea

 

Non è passato molto tempo dall’incoronazione del nuovo Re di Nemesis, a cui tutto il popolo è stato chiamato ad assistere. Con sorpresa, aggiungerebbe la giovane donna che, in questo momento è totalmente immersa nei pensieri più disparati: sa benissimo che la famiglia reale non ha mai avuto molta simpatia per i popolani, sin dai tempi di re Taito si divertivano ad umiliare chi era “ inferiore “ a loro e considerandoli meno di spazzatura. Eppure, quel giorno tutti sono stati chiamati ad assistere al forse più importante evento per il regno: l’ascesa al trono del nuovo Re. Il nuovo Re che, pensa la giovane sarta dalla chioma bruna, sarà sicuramente peggiore del precedente. Sa bene infatti, di cosa re Kevin sia stato capace, sa bene che fu lui il responsabile della morte di sua madre: non potrà mai scordare quello sguardo di ghiaccio, lo stesso sguardo di ghiaccio che oggi ha rivisto in suo figlio maggiore. Già, pensa Tea: Re Kaito. Nipote di Taito e figlio di Kevin e, come fosse una crudele ironia della sorte detentore del loro stesso sguardo di ghiaccio come se, di fatto questo si tramandasse di generazione in generazione. La bruna rabbrividisce, ripensando a quando i suoi occhi hanno incrociato quelli del neo sovrano. “ Quel ghiaccio… quel gelo che trasmetteva il suo sguardo, credo che non riuscirò più a togliermelo dalla testa “. Sussurra solamente la figlia di Judith, mentre alle sue spalle qualcuno la raggiunge. Le pone una mano sulla spalla facendola da prima sussultare ma, capendo di chi si tratta la ragazza pare tranquillizzarsi un po'.

 

“ Sorella, mi dispiace: non intendevo spaventarti “. Una voce maschile, una voce che lei ben riconosce. Si volge verso il ragazzo dalla chioma corvina, sospirando sollevata.

 

“ Oh! Ruki, non ti avevo sentito entrare, scusa “. Fa solamente lei, riconoscendo il fratello maggiore. Il giovane sarto sorride lievemente, mettendo una mano sulla spalla della minore.

 

“ Sicura di star bene? “. Chiede, notando inevitabilmente il turbamento della sorella. “ Sai, è dall’incoronazione che ti vedo strana. Da quando hai incontrato il nuovo Re “. Precisa, mentre a quelle parole lei annuisce lievemente per poi decidere di dare una risposta del tutto sincera all’altro.

 

“ Si: fisicamente sto bene. Ma devo ammettere che c’è una cosa: una cosa che mi ha turbata parecchio, non so se è successo anche a te “. Inizia il discorso, mentre lui si va a sedere sulla sedia. La sorella fa lo stesso, mentre il corvino si mostra piuttosto interessato a quel discorso.

 

“ E cosa sarebbe? “. Chiede, mentre la minore esita un istante come se stesse cercando le giuste parole, che arrivano di lì a poco.

 

“ Lo sguardo del Re “. Sentenzia, per poi proseguire con il proprio discorso. “ Quello sguardo di ghiaccio: lo stesso che aveva re Kevin e che, probabilmente anche re Taito possedeva. Quello sguardo, non credo riuscirò più a scordarlo “. Fa, rabbrividendo al solo ripensarci: è più forte di lei, pensa. Da parte sua Ruki le pone una mano sulla sua, guardandola intensamente.

 

“ Si: ammetto che ha turbato anche me. Ho avuto una sensazione strana, ma non so darle un nome “. Spiega, mentre la sorella annuisce a quelle sue parole: si sente quasi confortata nel sapere di non essere stata l’unica a subire quelle sensazioni, a percepire quel disagio e quel freddo.

 

“ Cosa potrebbe essere? “. Chiede così, quasi senza pensarci. Alla sua domanda il maggiore la guarda seriamente, per poi sospirare pesantemente.

 

“ Le Tenebre, sorella mia “. Fa, mentre lei sussulta nel solo sentire quelle due parole. “ Sono le Tenebre nell’animo del nuovo Re. Temo che ci provocherà non pochi problemi “. Ammette sincero, mentre lei abbassa lo sguardo. Capendo di averla forse spaventata tuttavia, il corvino le afferra il mento tra due dita, costringendola ad alzare lo sguardo verso di lui e sorridendo lievemente. “ Ma non temere: finché ci sarò io, non gli permetterò mai di farti del male “. Conclude, mentre la fanciulla si getta istintivamente tra le sue braccia.

 

“ Ti voglio bene, fratello “. Sussurra, stringendolo in un forte abbraccio.


“ Te ne voglio anche io, sorella “. Risponde semplicemente lui, ricambiando il suo abbraccio e stringendola forte a sé, giurando a sé stesso che la proteggerà a tutti i costi,


 

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Capitolo 16
*** Gabbia ***


Day 16: Gabbia
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael e Lucifero

 

È da un po' di tempo che il giovane Arcangelo dalla chioma fiammeggiante è chiuso in quella che, a tutti gli effetti è una gabbia: la gabbia che teoricamente, avrebbe dovuto imprigionare solamente Lucifero ma che, di fatto è diventata la sua prigione da diverso tempo ormai: così tanto tempo che, lo ammette, non sa nemmeno quanto sia. Dall’altra parte della Gabbia, un altro essere celestiale lo sta osservando da un pezzo: un giovane Arcangelo dalla chioma corvina che, di lì a poco, ghigna malignamente per poi riprendere parola. “ Michael “. Chiama semplicemente il nome dell’altro, rivelando che si tratta di Michael: Arcangelo del fuoco e primogenito di Dio. Il rosso non pare tuttavia dare ascolto a quel richiamo, anzi: continua a camminare su e giù in quello spazio ristretto, spazientito.

 

“ Che rabbia… “. Sibila solamente, per poi volgersi di scatto verso colui che è il suo gemello. “ E’ tutta colpa tua! “. Fa poi, degnando finalmente d’attenzione colui che si rivela essere Lucifero, suo gemello nonché nemesi. A quelle parole l’ex Arcangelo della Luce si limita ad alzare lo sguardo verso il più grande, ghignando ancora una volta.

 

“ Michelino, se continui a camminare su e giù in questo modo finirai per consumarti le scarpe “. Lo irride: nonostante la situazione sembrerebbe essere addirittura calmo, ma d’altra parte è abituato a questa sorta di prigionia forzata, per lui non è nulla di nuovo: ha passato millenni rinchiuso in quella gabbia, la sola differenza è che, fino a quel momento è sempre stato solo. A quelle parole e sentendosi chiamare in quel modo, Michael volge lo sguardo verso il minore.

 

“ Lo hai fatto apposta, vero?! “. Fa, quasi fulminandolo con lo sguardo. “ Lo hai fatto apposta per fottermi! Quando stavi per cadere nella gabbia, mi hai afferrato apposta in modo da rinchiudere anche me! Me la volevi far pagare “. Sibila infuriato il rosso, mentre a quella frase Lucifero sembrerebbe avere una strana idea, un’idea che attraversa la sua mente e che non esita a mettere in atto di lì a poco.

 

“ Chi lo sa? Forse, volevo solo la compagnia del mio gemellino, no? “. Chiede con una malcelata ironia, mentre fa qualche passo fino a raggiungere l’altro. Di riflesso Michael arretra, trovandosi però a finire contro le sbarre di quella gabbia in cui, questa volta, è caduto anche lui ed in cui ha cacciato il fratello, millenni prima. “ O forse, come hai detto tu: volevo fotterti alla grande “. Sentenzia con sicurezza il corvino, posando una mano attorno a quella sbarra ed al fianco del viso dell’altro, così da impedirgli la fuga dato che, di fatto lo ha imprigionato tra lui e le sbarre.

 

“ Levati dai piedi: già mi da fastidio essere ingabbiato insieme a te, figuriamoci starti vicino “. Fa irritato il rosso ma,a quelle parole il minore è decisamente più rapido.

 

“ O, non credo proprio “. Sibila e, quasi senza che l’altro riesca a rendersene conto gli afferra i polsi e li stringe in una presa salda, impedendogli di muoverli e sferrargli così qualche schiaffo o qualche attacco. “ Sei alla mia mercè: qui nella Gabbia, i tuoi poteri di Arcangelo sono limitati. Io invece, io ho imparato a dominarli nel corso degli anni: sai, senza volerlo tu e papà mi avete reso più forte di quanto crediate. Certo, non ho il potere di uscire ma posso comunque bloccarti “. Sentenzia sicuro, mentre a quelle parole il maggiore lo guarda in ira.

 

“ Non ci riuscirai, Lucifero: non stavolta “. Gli assicura, il loro sguardo di ghiaccio puntato l’uno nell’altro crea letteralmente uno “ scontro tra due iceberg “ e le loro grazie entrano immediatamente in conflitto. “ Non riuscirai a fottermi di nuovo “. Conclude la frase la Spada di Dio, mentre a quella frase l’altro non sembra né sorpreso e men che meno impressionato o intimidito, tutt’altro: sembrerebbe quasi divertirsi nel sentire la resistenza da parte del maggiore, proprio come faceva ai vecchi tempi pensa.

 

“ Non sei cambiato da allora “. Sibila solamente il corvino, mentre di riflesso Michael cerca di liberare i polsi dalla sua presa. “ A parole sei bravo, ma il corpo ti tradisce: io lo sento, ti sei dimenticato che sono il tuo gemello? “. Chiede sprezzante il secondogenito di Dio, mentre a quelle parole Michael perde le staffe, ancora una volta.

 

“ E’ tipico di te, distorcere la realtà con pensieri sacrileghi. La verità invece, è che io ti detesto “. Fa con acidità, senza tuttavia riuscire a scalfire il gelido animo di Lucifero. “ Ti odio, perché hai tradito. Hai tradito nostro padre, hai tradito me: un tempo eravamo uniti, eravamo felici. Ma tu hai rovinato tutto, ed ora… “. Si morde leggermente il labbro, per poi proseguire di lì a poco. “ Ora, essere chiuso nella Gabbia insieme a te, mi da fastidio e mi innervosisce oltre ogni limite: stare accanto ad un traditore come te, per me è inaccettabile “. Continua, mentre a quelle parole il corvino porta la mano libera sul viso di Michael, mentre l’altra tiene i polsi del maggiore immobilizzati.

 

“ Tranquillo, gemellino: avremo molto tempo per chiarirci e recuperare il tempo perduto. Un’intera eternità “. Sibila solamente colui che tutti definiscono il diavolo, senza dar tempo all’altro di poter ribattere o ribellarsi. Michael vorrebbe dire mille e più cose, ma non ci riesce: è come se le parole gli morissero in gola senza che possa farle uscire dalle labbra, come se il corpo rifiutasse di pronunciare altre parole di odio verso Lucifero. Il motivo? Nemmeno lui lo sa, o forse si ma la risposta lo disgusta talmente tanto da non volerla accettare. Non ora, almeno.

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Capitolo 17
*** Farina ***


Day 17: Farina
Storia: Soledad
Personaggi: Tristàn e Saya

 

Il giovane dalla chioma corvina si desta di soprassalto: stava dormendo tranquillamente quando, improvvisamente un forte rumore lo ha destato. “ Ma cosa… “. Mormora solamente, riflettendo: sono in piena guerra con Bianca, chi gli dice che qualcuno dei suoi accoliti non si sia introdotto a palazzo per poterli cogliere di sorpresa? Il giovane principe riflette: non è il caso di svegliare suo padre e sua madre, sicuramente anche lui saprà cavarsela da solo. Afferra il proprio pugnale e, facendo molta attenzione a non fare troppo baccano scende le scale per poi dirigersi al luogo da cui, di lì a poco, avverte altri rumori inconsulti.

 

La luce della cucina è accesa: allora aveva ragione, pensa colui che si rivela essere Tristàn Baskerville. Lì dentro c’è qualcuno! No, pensa: non ha tempo da perdere in precauzioni inutili, non ha tempo di fare nulla: può solo agire seguendo il suo istinto. Senza pensarci su entra in cucina, tenendo il pugnale ben saldo tra le mani. “ Fermo o ti ammazzo, chiunque tu sia! “. Grida, pronto ad affondare un colpo. Ma una voce femminile cambia radicalmente i suoi piani: una donna si mette a strillare, lanciandogli addosso della farina, la prima cosa che le è capitata a tiro.

 

“ Tristàn!! Mi hai spaventata! “. Grida la fanciulla dalla chioma argentata, mentre lui ferma il fendente ad un millimetro da colei che, ora la riconosce, non è altre che sua cugina.

 

“ Saya! “. La chiama a sua volta, mentre lei lo osserva: i suoi capelli così come quelli del cugino sono ormai coperti di farina, così come parte dei loro vestiari.

 

“ Dì un po', sei matto?! Pensavo fossi un aggressore, mi sono spaventata da morire! “. Fa la fanciulla, con quel temperamento che, di certo ha ereditato dal padre. Da parte sua anche Tristàn inizia ad infervorarsi, rispondendo a tono.

 

“ Anche tu mi hai fatto venire un colpo! Anche io credevo che fosse entrato qualche esiliato! Si può sapere che diavolo ci fai qui, a quest’ora di notte?! “. Sbrocca alterato l’erede di Ace ed Alexis, mentre la figlia di Zwei e Diva incrocia le braccia con fare contrariato.

 

“ E che ti importa, di ciò che faccio io di notte?! “. Chiede tagliente, mentre l’altro si trattiene dal darle un’altra risposta al vetriolo. Di lì a poco punta lo sguardo sulla farina e sul forno aperto, capendo che la cugina stava preparando dei biscotti.

 

“ Biscotti? “. Chiede stupito: non si aspettava certamente che la “ principessina “ si mettesse a cucinare dei biscotti, questo è poco ma sicuro. Ma la risposta di lei lo spiazza decisamente.

 

“ Beh, domani è Natale: voglio mangiare dei biscotti con tutta la famiglia, così mi sono fatta insegnare da Amelia come cucinarli. Avrei dovuto farlo domani, ma non ho resistito, così… “. Borbotta, arrossendo lievemente: ci risiamo, pensa. Perché? Perché ogni dannata volta che si trova con Tristàn, finisce per comportarsi da perfetta sciocca dopo essersi arrabbiata per un nonnulla? Non riesce a capirsi, mentre lui osserva tutta la farina sparsa a terra.

 

“ E comunque, pensavi davvero di difenderti lanciando della farina addosso agli aggressori? “. Chiede perplesso, mentre lei avvampa come un peperone.

 

“ E che altro potevo fare? Il mio potere è ancora instabile, non so difendermi come voi altri… “. Mormora, mentre lui la osserva qualche momento. Notando il rabbuiamento della fanciulla, lui le si avvicina lentamente per poi afferrarle il mento tra due dita, guardandola intensamente. “ T… Tristàn? Cosa…? “. Mormora, percependo il cuore accelerare i battiti all’impazzata e le guance imporporarsi. Lui sorride lievemente, per poi accarezzarle il viso: in quel momento mille e più pensieri passano nella mente della secondogenita di Zwei e Diva, tra cui quello nel quale il corvino si avvicinerà con il proprio viso al suo e la bacerà. “ T… Tris… “. Non finisce la frase: con una lieve carezza lui le pulisce il viso dalla farina, per poi allontanarsi di qualche passo e facendola avvampare ancor più di prima.

 

“ Avevi della farina sul viso “. Fa, mentre di lì a poco pulisce anche il proprio volto con un canovaccio. Lei balbetta alcune cose incomprensibili, mentre lui la affianca di lì a poco. “ Coraggio: in due finiremo prima. In oltre, non voglio essere avvelenato dalla tua pessima cucina “. E le fa una lieve linguaccia, mentre lei gli lancia addosso ancora un po' di farina.

 

“ Scemo! “. Fa, per poi mettersi a ridere a sua volta e capendo che comunque, il cugino sta solo scherzando. Da parte sua, Tristàn ride lievemente per poi afferrare il sacchetto della farina.

 

“ Forza! Abbiamo un sacco di lavoro da fare “. Fa, mentre lei annuisce ancora rossa in viso, mentre il suo cuore non pare aver idea di diminuire i battiti. Il perché? Nemmeno lei lo sa, o forse si ma non se ne rende ancora conto del tutto.

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Capitolo 18
*** Gonna a fiori ***


Day 18: Gonna a fiori
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena, Zapkiel e Barbiel

 

Questa one shot è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si leggerà in questa storia. ALTERNATIVA Serena figlia di Uriel

“ Coraggio! Ancora un po' e ci siamo! “. la voce della sorella è la sola guida della giovane dalla chioma bionda: infatti i suoi occhi sono tenuti coperti dalle mani di quest’ultima, mentre davanti a loro un giovane dalla luna chioma corvina cammina tranquillamente.

 

“ Barbiel, Zapkiel! Ma dove mi volete portare? “. Chiede solamente Serena: prima ed unica figlia di Uriel e Valentina, la fanciulla vive temporaneamente dal padre da ormai un po' di tempo. Ha avuto così modo di legare molto con Layla, moglie di Uriel, e con i fratelli Zapkiel e Barbiel. Proprio questi ultimi le hanno detto di avere una sorpresa per lei e, quando lei ha chiesto delucidazioni la sorella le ha semplicemente chiuso gli occhi e detto di seguirla.

 

“ Sorellina, non fare troppe domande: tanto, non ti risponderemo “. Ride un pochino Zapkiel, perdendo per qualche istante la consueta serietà ereditata, senza alcun dubbio, da suo padre. “ Tra poco vedrai “. Continua poi, mentre la ragazza non può fare a meno di incuriosirsi maggiormente.

 

“ Ma stiamo salendo delle scale? “. Chiede curiosa la minore, mentre li altri due non le danno una risposta ma si limitano a condurla con loro, nella stanza in cui la sorpresa la attende.

 

“ Ora puoi aprire gli occhi! “. Barbiel toglie dolcemente le mani da davanti il viso della sorella, che apre gli occhi con lentezza malgrado, di fatto, sia davvero incuriosita. La sorpresa in effetti, è pienamente riuscita: sul proprio letto c’è una gonna a fiori.

 

Non è una semplice gonna a fiori, ma quella che ha visto in una prestigiosa vetrina solo qualche giorno prima. Ovviamente, la giovane sapeva bene di non potersela permettere: il prezzo era davvero tanto, troppo alto. Ma non ha potuto fare a meno di esternare il proprio desiderio con il fratello e la sorella, che l’avevano accompagnata in quella passeggiata per le vie di Parigi.

 

Ora, quella gonna si trova esattamente sul suo letto: a prendere parola epr primo è proprio suo fratello, che le si avvicina di un passo. “ Ecco, io e Barbiel ci siamo accorti che questa gonna ti piaceva tanto. Ed abbiamo colto l’occasione per farti un regalo “. Spiega il corvino, mentre le lacrime scendono lentamente dagli occhi chiari della ragazzina. A quella vista è Barbiel ad avvicinarsi, preoccupata.

 

“ Ma non ti piace? Oh cielo! Non dirmi che è quella sbagliata! “. Fa, già preoccupata. Ma in risposta la minore si fionda tra le sue braccia, stringendola forte.

 

“ Grazie! È meravigliosa! È il più bel regalo che avrei mai potuto ricevere! “. Si commuove: non è solo per il fatto di aver ricevuto la gonna a fiori, quanto per il fatto di sentire il profondo legame che unisce lei ed i gemelli, anche se hanno madri diverse. Si sente parte integrante della famiglia di suo padre, e questo la riempie di gioia. A prendere parola è nuovamente Zapkiel, che si avvicina per poi mettere una mano sulla spalla ad entrambe le sorelle.

 

“ Buon compleanno, Serena “. Sussurra solamente, mentre lei lo attira a sé, facendolo unire così a quell’abbraccio ora diventato a tre.

 

“ Grazie! Grazie a tutti e due! Vi voglio bene “. Sussurra, mentre il maggiore le accarezza dolcemente la lunga chioma bionda.

 

“ Te ne vogliamo anche noi, tesoro “. Sussurra a sua volta sua sorella, poi il silenzio cala nella stanza: ora le parole sono superflue ed inutili. Ora, saranno i gesti a parlare. Solo i gesti e gli sguardi d’intesa che i tre si rivolgono, con una promessa uguale per tutti ma che nessuno sa che l’altro ha fatto: non si divideranno mai. Non permetteranno mai a niente e nessuno di dividerli, a qualsiasi prezzo.

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Capitolo 19
*** Pantera nera ***


Day 19: Pantera nera
Storia: Forsaken
Personaggi: Sarah e Rin Daen

 

Sarah Williams rientra a casa, turbata: non può fare a meno di riflettere. Tutto quello che è appena successo non è normale, lei lo sa perfettamente. “ E’ impossibile che quell’animale si trovi in una foresta londinese, è impossibile “. Sentenzia, ripensando all’animale incontrato mentre, per svagarsi un po' da tutti i suoi pensieri, passeggiava per la foresta. Cci ha messo un po' a raggiungerla, dato lei abita nel centro di Londra, e ciò che ha visto l’ha decisamente sconvolta.

 

Una pantera nera: una pantera nera e bellissima, come mai ne ha viste prima d’ora. Non che lei abbia mai visto pantere, pensò la donna dalla chioma bionda mentre, per un istante le sembrò che l’animale volesse comunicare con lei. Spaventatasi, la moglie di Andrew decise di lasciare il luogo e tornare a casa.

 

La stessa casa nella quale è rientrata in quel momento, ancora sconcertata: ma cosa ci faceva una pantera nera in un posto simile? Un pensiero si fa improvvisamente strada in lei, un ricordo fino ad ora rimasto seppellito nel suo inconscio e che le fa capire che, invece, lei ha visto altre pantere prima di quel momento: un’altra pantera dal manto nero, della quale aveva cancellato il ricordo, forse perché troppo doloroso. “ A lui… lui adorava le pantere nere “. Sussurra, consapevole che nessun potrà risponderle dato che è sola e riflettendo su alcuni aneddoti della sua infanzia che, lentamente, si affacciano alla sua mente come la pellicola di un film. Un film orribile, di cui lei è la protagonista indiscussa.

 

Un’infanzia passata con suo fratello, quel fratello di cui non ha mai parlato a nessuno. Nessuno, nemmeno lo stesso Andrew sa molto su questo misterioso fratello maggiore: sa solo che la moglie interruppe bruscamente i rapporti con lui, ma il motivo non lo ha mai voluto spiegare, malgrado il marito le abbia più volte chiesto di farlo. La giovane dalla chioma bionda pensa a una cosa: proprio a lui, proprio a suo fratello maggiore piacevano moltissimo le pantere nere. Anche a lei piacevano molto, fino a quando un giorno, quando lei aveva solo quindici anni e dopo un violento litigio, lui non le aizzò contro la propria pantera nera e minacciò di farla sbranare da essa, se non avesse atto ciò che le diceva. Perché lui era il fratello maggiore, lei era una “ sua proprietà “ e gli doveva solo obbedire, altrimenti ne avrebbe pagato le amare conseguenze.

 

“ E se fosse stato lui…? “. Mormora a sé stessa la donna, uscendo dai propri ricordi e mentre un atroce sospetto passa nella sua mente. Un sospetto che, tuttavia, potrebbe essere tutt’altro che campato in aria.

 

L’eterno giovane dalla chioma blu accarezza l’animale dal nero manto, mentre questi si accuccia ai suoi piedi e si addormenta tranquillamente. Sul viso di lui compare un ghigno sadico, ripensando agli ultimi eventi: odia andare nel mondo umano, ma deve dire che stavolta ne è valsa la pena. “ La sua espressione di terrore era impareggiabile “. Ghigna malefico, pensando a quanto accaduto: sua sorella ha incontrato la sua pantera nera e, memore del passato, stava quasi per avere un attacco di panico. È riuscita a dominarsi e fuggire, ma sicuramente la paura è rimasta ed i ricordi la staranno tormentando. “ Dovrei andare più spesso, a trovare la mia sorellina “. Constata semplicemente, mentre osserva la luna pallida al di fuori della vetrata. “ Quella notte ti ho davvero terrorizzata. Eh, Sarah? “. Mormora a sé stesso, dato che la sala del trono è deserta. Poi riflette: sua sorella ha preferito vivere nel mondo umano, ha scelto di essere umana e rinnegare le sue vere origini. E tutto pensa, per scappare da lui: certo, come se potesse. Ha creduto di essere al sicuro e di essere fuggita da lui, ma questo le si ritorcerà contro: sua figlia, la figlia tra l’altro concepita con un demone suo sottoposto, ha ereditato anche i suoi poteri. Quei poteri che ben presto cadranno nelle sue mani e lo renderanno il demone più potente mai apparso nel regno della Stella Rossa. Nessuno oserebbe a quel punto contrastarlo. Nessuno, nemmeno se un giorno si scoprisse che lui non è altro che un Re illegittimo.

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Capitolo 20
*** Ombrello con fantasia strana ***


Day 20: Ombrello con fantasia strana
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Garry e Jeanne

 

Il ragazzo dalla chioma argento si aggira per le vie di Veritas, riflettendo: questo è il luogo dell’incontro, sicuramente non ha sbagliato si dice. Infatti, la misteriosa dama che ha incontrato al ballo per il compleanno del padre gli ha detto che il giorno seguente lo avrebbe aspettato proprio lì, accanto al negozio di fiori di fronte al quale è appena giunto. Controlla in seguito l’orario: si, non è in anticipo né in ritardo, la vera domanda è se anche lei sarà puntuale? “ Chissà, forse deve ancora arrivare… “. Mormora solamente, guardandosi intorno e non notando ancora nessuno o meglio, nessuna dama che corrisponda alla descrizione della misteriosa fanciulla conosciuta la sera precedente. Nessuna dama attira la sua attenzione, ma un’altra cosa lo fa inevitabilmente: lo sguardo del giovane cacciatore si posa infatti su un ombrello femminile, una sorta di parasole dalla bizzarra fantasia arcobaleno. “ Ma cosa… “. Borbotta, riflettendo: chi mai potrebbe portare un ombrello simile, nel bel mezzo della città? “ Certo che ce n’è di gente strana, in questo mondo “. Fa, ridacchiando lievemente il figlio maggiore di Haruka e Juliette. “ Piuttosto: dovrei darmi da fare e cercare la mia dama, magari è già arrivata e sto facendo una pessima figura, facendola attendere “. Mormora tra sé e sé, prima di guardarsi ancora intorno alla ricerca della ragazza, senza tuttavia sapere di averla più vicina di quanto non creda.

 

La quattordicenne Jeanne si guarda intorno, in imbarazzo. “ Speriamo solo che sia in ritardo e che io possa rimediare al disastro… “. Mormora semplicemente la bionda, sospirando pesantemente per poi battere un piede a terra, nervosa. “ Ma tu guarda se dovevo nascere così imbranata! Come ho fatto a non accorgermene prima? “. Chiede a sé stessa, riflettendo sull’imbarazzante errore commesso. “ Ok, devo solo cercare un negozio, e… “. La principessa cammina distrattamente, guardandosi più volte intorno per poter scorgere un negozio che corrisponda al suo interesse. “ Ci sarà pur un negozio che li venda e che sia aperto. Che figura meschina farei a presentarmi in questo modo? “. Mormora, senza accorgersi che qualcuno sta camminando nella sua stessa direzione.

 

“ Milady, tate attenta! “. Una voce, poi l’inevitabile scontro tra due persone che, senza volerlo, hanno trovato colui e colei per il quale si trovano in quel luogo.

 

L’ombrello arcobaleno della Principessa Jeanne vola in aria, per poi cadere dritto sul cappello del giovane di fronte a lei, facendolo così cadere a terra assieme all’altro oggetto. Lui riesce a non finire a terra, diversamente lei finisce per cadere di sedere, per fortuna senza riportare danni eccessivi. “ Ahi, che botta… “. Mormora solamente, mentre lui le si avvicina subito per cercare di rimediare alla gaffe commessa.

 

“ Oh, cielo! Milady, vi chiedo scusa ma ero distratto! Vi siete fatta male? “. Chiede dispiaciuto il ragazzo dalla chioma argento, aiutandola a rialzarsi mentre, istintivamente la ragazza afferra la sua mano per poi scuotere il capo.

 

“ State tranquillo, non mi è successo nulla! Voi piuttosto, state bene? “. Chiede. Lui fa per risponderle, ma in quel momento i loro occhi si incontrano proprio come, solo la sera prima, capitò al ballo.

 

“ Io sto… bene… “. Mormora semplicemente lui, riflettendo. “ Jeanne? “. Chiede, sbigottito: dunque era lei la dama dall’ombrello arcobaleno? A quel richiamo lei arrossisce vistosamente, capendo di trovarsi di fronte al misterioso ragazzo incontrato a quel ballo nel quale, di nascosto, si è introdotta pur di conoscere il mondo umano: quel mondo che suo padre e suo fratello le hanno sempre detto essere orribile ma che, invece, lei trova affascinante e meraviglioso.

 

“ Garry? “. Chiede semplicemente la binda, come a volersi accertare dell’identità del ragazzo. Lui annuisce solamente, per poi ridere lievemente.

 

“ Si, sono io! Perdonami per questa gaffe imbarazzante, ma ero rimasto colpito da… beh… “. Ed osserva l’ombrello arcobaleno ancora a terra, mentre lei arrossisce vistosamente e come se si fosse ricordata solo ora dell’imbarazzante fantasia dell’ombrello.

 

“ Questo? Ecco, io… “. Lo raccoglie in fretta e furia, iniziando ad agitarsi. “ Ero così agitata quando sono uscita, che per sbaglio ho preso l’ombrello del figlio di una domestica, invece del mio. E quando me ne sono accorta, beh… era troppo tardi, e… “. Lui ride lievemente, bloccando la raffica di parole pronunciate dalla Principessa.

 

“ E’ carino, invece: diciamo che ti rende unica “. Fa semplicemente, facendola arrossire come un peperone. “ Bene, damigella dall’ombrello arcobaleno, volete farmi l’onore di accompagnarvi per le vie di Veritas? “. Chiede poi l’argento, con quel sorriso disarmante che fa arrossire lei come un semaforo rosso e porgendole il braccio, al quale di lì a poco la fanciulla si aggrappa.

 

“ Con piacere, monsieur “. Sorride lievemente, tenendo nella mano libera l’ombrello arcobaleno e quasi grata di averlo preso: di certo, ha reso il suo primo appuntamento indimenticabile, unico e speciale!

 

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Capitolo 21
*** Canzone triste ***


Day 21: Canzone triste
Storia: Where is the hatred, there is bloodsheed
Personaggi: Mephisto e Liliana

 

Salías de un templo un día, Llorona
Cuando al pasar yo te vi
Salías de un templo un día, Llorona
Cuando al pasar yo te vi

Hermoso huipil llevabas, Llorona
Que la virgen te creí
Hermoso huipil llevabas, Llorona
Que la virgen te creí

 

 

Un demone entra nella sala del trono, inchinandosi in segno di rispetto. Davanti a lui, un uomo dalla giovinezza apparentemente eterna sta osservando al di fuori del proprio palazzo, la luna piena che quella notte pare voler illuminare a giorno il cielo del regno della Stella Rossa. “ Mio signore “. Sussurra quasi intimidito il sottoposto e, non sentendo interruzioni da parte dell’altro decide di proseguire di lì a poco. “ A quanto pare, Re Oskar e la Regina Liliana hanno avuto una seconda figlia: la seconda Principessa del regno delle Streghe “. Silenzio: un silenzio quasi irreale, mentre il corvino rimane di spalle rispetto a colui che gli ha parlato e ripensa ad un incontro, avvenuto alcuni anni prima.

 

Una donna meravigliosa stava uscendo da un tempio: a quei tempi lui era solo un giovane stregone che non pensava ad altro, se non a migliorarsi e perfezionarsi per poter, un giorno, riuscire a proteggere la nuova Regina. Avrebbe voluto essere degno di lei e chissà, forse un giorno riuscire a diventare il suo Re. La bruna indossava un huipil dalla fantasia particolare, ma non fu certo il vestiario che attirò l’attenzione del ragazzo dall’allora chioma bionda. No, è tutt’altro: fu la bellezza quasi eterea di colei che, lo sapeva bene era proprio la donna che occupava la maggior parte dei suoi pensieri. “ M… mia regina… “. Mormorò solamente, riconoscendo in quella fanciulla dalla chioma bruna la neo Regina Liliana. “ Mia Regina! “. Fece semplicemente e più ad alta voce, intenzionato ad avvicinarsi per poterla omaggiare. Ma quando lei volse lo sguardo verde-celeste verso di lui, non potè fare a meno di notarlo: stava piangendo.

 

Ay, de mí Llorona, Llorona, Llorona
De un campo lirio
Ay, de mí Llorona, Llorona, Llorona
De un campo lirio

El que no sabe de amores, Llorona
No sabe lo que es martirio
El que no sabe de amores, Llorona
No sabe lo que es martirio

 

Il re dei demoni sembra perso nei suoi pensieri, ma non così tanto da non sentire ciò che il sottoposto gli ha detto. “Oh, così Oskar e Liliana hanno avuto un’altra figlia. Un’altra femmina, dopo Cecilia “. Sibila con mezzo ghigno, scuotendo in seguito il capo.

 

“ Cosa dobbiamo fare? Il piano è mutato, o…? “. Interrompe la frase a metà l’altro, mentre colui che si rivela essere Re Mephisto rimane in silenzio per qualche, interminabile istante. Solo dopo alcuni momenti si volge verso l’altro, i suoi occhi brillano dello stesso colore scarlatto del sangue.

 

“ Il piano non è mutato “. Sentenzia, mentre il sottoposto sente un brivido freddo correre lungo tutto il suo corpo: ha sempre avuto un grande timore del suo sovrano, ma in quella sera sembrerebbe ancor più pericoloso e crudele di com’è solitamente e questo, lo ammette, lo intimorisce maggiormente tanto da portarlo istintivamente ad indietreggiare di un passo. “ E’ ora che Re Oskar e la Regina Liliana conoscano un po' di sofferenza: il loro regno è durato sin troppo, così come quella pace fittizia che s’illudono di aver creato. Dimostreremo loro cosa significa mettersi contro il regno della Stella Rossa e contro i Demoni “. Sentenzia risoluto, riflettendo ancora sull’incontro con la madre di Cecilia ed Alice, l’incontro che cambiò drasticamente la sua vita anche se, certamente all’epoca non lo poteva sapere. “ Faremo cadere il regno delle Streghe, la stirpe demoniaca insorgerà di nuovo e chi non vorrà prostrarsi a noi brucerà nelle fiamme della mia vendetta “. Sibila, portando una mano all’elsa della spada per poi sguainarla, facendo sussultare il sottoposto che, per un istante ha temuto lo volesse uccidere per un qualche recondito motivo.

 

No sé qué tienen las flores, Llorona
Las flores de un campo santo
No sé qué tienen las flores, Llorona
Las flores de un campo santo

 

“ Questa spada sarà molto presto lordata di sangue. Del suo sangue “. Precisa, ma non rivelando il nome della persona che dovrebbe perire. Il sottoposto deglutisce un paio di volte, poi decide di congedarsi.

 

“ Con permesso, io mi congedo… “. Non fa in tempo a terminare la frase: il suo signore lo congeda con il solo sguardo e, una volta solo quel suo sguardo illuminato di luce cremesi viene calamitato sulla lama della spada.

 

“ Quel giorno indossavi uno huipil splendido, mia Regina “. Sussurra, ricordando ancora alla perfezione ogni minimo dettaglio: dal vestiario all’espressione, dai fiori tra le braccia della ragazza ora donna alle lacrime che stava versando. Le lacrime che, se ci pensa ha visto solamente lui: il solo uomo che l’abbia mai vista piangere, il primo ed unico. “ E portavi tra le braccia dei gigli “. Sussurra poi il padre di Near, Mello e Ryuzaki. “ Ma molto presto, i soli fiori che potrai vedere saranno quelli del camposanto “. Sentenzia e, in uno scatto d’ira improvviso disintegrando la vetrata con il solo sguardo: una ventata d’aria gelida muove i suoi capelli corvini mentre, nascosta dietro la porta una giovane donna dalla chioma corvina sta osservando tutta la scena, stringendo lievemente i pugni come fosse in collera. Ed il nome di quella donna è Rossana, ed è la moglie di Mephisto e regina dei Demoni. Cosa passi per la sua mente tuttavia, non è ancora dato saperlo.

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Capitolo 22
*** Iris bianco ***


Day 22: Iris bianco
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Michael ed Uriel

 

Per alcuni sembra essere una giornata tranquilla, costituita dalla solita e noiosa routin giornaliera. Per tutti, ma non per lui: un essere alato e dalla lunga chioma corvina cammina su e giù per la stanza, sbuffando sonoramente. Poco più in là, un giovane dalla chioma rossa lo osserva esasperato. “ Uriel, ora basta! “. Sbrocca di lì a poco, pestando il mozzicone della sigaretta che, fino a poco prima, stava fumando. “ Mi stai facendo venire veramente rabbia, a vederti camminare in quel modo su e giù per la stanza! “. Continua, mentre colui che si è rivelato essere l’Arcangelo della terra, Uriel, osserva colui che è il fratello con un pizzico di preoccupazione.

 

“ Tu non capisci, Michael! “. Esordisce, facendo così intendere che il suo interlocutore è l’Arcangelo Michael, la Spada di Dio ed Arcangelo del fuoco. “ Ma sai almeno, che giorno è oggi? “. Chiede, mentre l’altro alza gli occhi al cielo.

 

“ Mercoledì? “. Chiede con una nota di scocciatura nel tono, mentre l’altro sbuffa sonoramente per poi, di lì a poco, riprendere parola e guardando il maggiore lievemente sconcertato.

 

“ Non è solo Mercoledì! “. Fa semplicemente, mentre l’altro lo guarda a sua volta, accigliato. “ Oggi, è il compleanno di nostra sorella Valentina! “. Esordisce, mentre le sue parole non fanno altro che far rimanere maggiormente perplesso il primogenito di Dio.

 

“ E con questo? Tutti gli umani compiono gli anni, Uriel! Persino noi Angeli… “. Ma viene interrotto poco prima di terminare la frase, il fratello sembra davvero esasperato dal menefreghismo di Michael.

 

“ Ma dovrei farle un regalo, invece non ho in mente nulla! “. Esordisce, mentre il rosso rimane letteralmente stupefatto da tale affermazione: dunque, Uriel sta facendo tutto questo baccano per un regalo di compleanno? Per Valentina? Nemmeno si trattasse della sua fidanzata? “ E anche tu dovresti! Ma insomma! Che razza di fratelli maggiori siamo, se non facciamo nemmeno un regalo a nostra sorella per il suo compleanno?! “. Esordisce, mentre alle sue parole l’altro tenta di difendersi.

 

“ Ehi! Io non devo un bel nulla a quella donna, e… “. Ma Uriel non sembra nemmeno ascoltarlo: è davvero preoccupato di fare una figuraccia con la sorella, a cui invece lui pensa di dovere davvero molto: senza di lei, lui e Layla non si sarebbero mai ricongiunti e forse,a quest’ora, Barbiel e Zapkiel non sarebbero nemmeno vivi. Lo ha aiutato nel processo celeste, ha convinto Dio a dargli la possibilità di vivere con la sua amata pur non togliendogli la Grazia, il minimo che ora lui possa fare è trovarle un bel regalo di compleanno! Invece eccolo lì, a mani vuote ed a discutere con Michael in una stanza di quella che, di fatto, è casa sua.

 

“ Sei un bell’insensibile, sai? Valentina ci ha salvati, ha salvato anche te nel caso te lo fossi dimenticato: grazie a lei, papà e Lucifero hanno fatto pace. E sempre grazie a lei, tu hai ancora buona parte delle tue ali. Io sono vivo e posso rimanere con Layla ed i nostri figli, tutto grazie a lei. Non ti sembra che siano motivi sufficienti per farle quanto meno un regalo decente? “. Chiede, mentre l’altro non dice una parola: strano, ma per la prima volta non ribatte e non pretende di avere la ragione assoluta, forse perché, in fondo, sa bene che è Uriel ad essere nella ragione: Valentina ha fatto molto per loro, anche per lui e Castiel. Ha fatto il modo che il padre lo perdonasse e gli restituisse le sue ali, quasi tutte. Ha permesso che lui e Castiel vivessero il loro amore, che avessero loro figlia Clarie senza essere processati.

 

“ Io non sono insensibile “. Mormora solamente il rosso, stringendo lievemente i pugni. Poi, stringendo lievemente i pugni, fa in fine comparire nelle mani del fratello uno splendido fiore.

 

“ Un iris bianco? “. Chiede con sorpresa l’Arcangelo della terra, mentre quello del fuoco gli da le spalle: è lievemente arrossito, ma certamente non vuole che Uriel lo possa notare. “ Michael, ma… “. Mormora semplicemente il corvino, mentre l’altro lo interrompe nuovamente.

 

“ Le piacciono gli iris bianchi: avrei voluto darglielo io, ma sono sicuro che da te lo accerterà senza problemi. Mentre con me, potrebbe averne dopo tutto quello che è successo “. Sentenzia, mentre il corvino lo osserva decisamente sbigottito e,in seguito decide di dare una risposta.

 

“ Dovresti venire alla sua festa di compleanno: ci sarà anche Castiel, ti divertiresti a vivere da umano per qualche ora “. Prova il minore, mentre Michael gli da le spalle ed osserva fuori dalla finestra, tenendo una mano sulla spada.

 

“ Non oggi, Uriel. Non oggi “. Mormora solamente, mentre l’altro capisce che, almeno per ora, sarà molto difficile appianare le vecchie divergenze tra Michael e Valentina, malgrado quest’ultima lo abbia salvato da un destino davvero crudele. Uriel dispiega le proprie sei ali bianche, per poi dare un’ultima occhiata al fratello.

 

“ Se cambi idea, sai dove trovarci “. Sentenzia, prima di alzarsi in volo e lasciando solo la gloriosa spada di Dio che, una volta capito che nella stanza non c’è nessuno, stringe tra le mani un altro iris bianco.

 

“ Buon compleanno, sorella… “. Mormora solamente mentre, sulla Terra, casualmente o forse no, Valentina trova un petalo di iris bianco proprio accanto al suo letto. Coincidenza? No: dopo tutto, le coincidenze non esistono, non quando si parla di Angeli e Demoni.

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Capitolo 23
*** Fimo ***


Day 23: Fimo
Storia: La principessa baciata dalle Tenebre
Personaggi: Len, Battler, Ada, Kairi ed Alfreda

 

Per un interminabile istante, la giovane dalla chioma bionda rimane interdetta: punto primo non conosce lo strano materiale utilizzato dalla figlia, seconda cosa non capisce come mai la stessa abbia deciso di costruire proprio quella determinata cosa. “ Kairi… “. Mormora solamente la donna, affiancata da una sconcertata Alfreda. “ Che roba è quella? “. Chiede, mentre la bambina di circa nove anni si volge verso di lei con un largo sorriso.

 

“ Si chiama fimo! È stato inventato nel 1883! Non vi piace, madre? “. Chiede, mentre Alfreda non riesce a proferire parola: come fa Kairi a possedere una cosa che è stata inventata centocinquant’anni dopo l’epoca in cui stanno vivendo? Ada si riprende dallo shock iniziale, per poi chinarsi al fianco della piccola.

 

“ Kairi, tesoro dove hai preso quel materiale? “. Chiede, mentre la bimba dalla chioma rossa le risponde con un largo sorriso stampato sul volto.

 

“ Le farfalle mi hanno portata a prenderla! Poi sono tornata qui ed ho deciso di usare questa pasta per creare queste! “. Sentenzia, mostrando le farfalle dorate che ha creato e mentre, per un solo istante ad Ada manca letteralmente il fiato: deve alzarsi da terra, per poi tenersi una mano sul petto ed una alla gola.

 

“ Mia signora, state bene? “. Chiede in allarme Alfreda, mentre Ada annuisce anche se, in verità, non sta bene affatto: sta sudando freddo e le manca letteralmente l’ossigeno, il cuore sembra volerle uscire dal petto. “ Ada? “. Chiede poi la più anziana, aiutando la donna a sedersi e mentre Kairi la osserva preoccupata.

 

“ Ha fatto un viaggio nel tempo, Alfreda. Un viaggio nel tempo con le farfalle dorate, capisci?! Tu sai che significa?! “. Chiede, mentre un brivido corre lungo la schiena della più anziana. Eccome, se sa cosa significa.

 

“ Si: temo di saperlo “. Sussurra, mentre Kairi osserva le due donne: ma cosa nascondono? Cos’è mai successo? Perchè sua madre si è agitata appena ha visto la farfalla di fimo? “ Lui… lui è tornato, è così? “. Chiede in fine la domestica, mentre la bionda la guarda come se avesse nominato il diavolo in persona.

 

“ Non nominarlo nemmeno! “. Fa solamente, mentre la più anziana le posa premurosa le mani sulle spalle e cerca di farla riprendere un momento: anche se la sua signora non vuole parlarne, entrambe sanno bene che le farfalle dorate sono il simbolo di quell’uomo, che solo lui ha il potere necessario a far fare dei viaggi nel tempo alle persone e chissà quali altri. E quella persona è colui che nel palazzo, non può essere nominato da circa nove anni a questa parte.

 

Le due donne sono ignare che, proprio nel loro giardino, l’artefice di tale preoccupazione sta osservando la finestra ancora illuminata di quello che è palazzo Williams. Tiene tra le braccia un bimbo di circa nove anni, che si aggrappa al suo collo decisamente assonnato. “ Padre, ho sonno… “. Mormora solamente il piccolo, mentre il giovane dalla chioma rossa annuisce solamente, senza tuttavia perdere il ghigno tipico di lui.

 

“ Adesso andiamo a casa, Len “. Sentenzia, accarezzando la chioma bionda del figlio. “ Abbi solo un po' di pazienza “. Continua, mentre il piccolo annuisce per poi appoggiare il viso alla spalla del padre. Suo padre, che non appena il figlio si tranquillizza punta nuovamente lo sguardo su quella finestra, quasi sapesse e fosse compiaciuto della reazione di Ada quando, di fatto, non era nella stanza per poterla vedere. O forse si: una farfalla dorata vola in sua direzione, posandosi sulla sua spalla libera e dissolvendosi di lì a poco. “ Sette anni: ancora sette anni, poi finalmente potremo pareggiare i conti, Ada “. Sibila solamente, poco prima di scomparire in un turbine di farfalle dorate e mentre, nello stesso istante, la donna ha una sinistra sensazione.

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Capitolo 24
*** Pane e marmellata ***


Day 24: Pane e marmellata
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Raphael, Valentina, Raziel, Lisa e Riku Klyne

 

“ Sei un’ingorda! Potresti anche lasciarlo a me, ti costa tanto?! “. La voce decisamente alterata del padre risveglia bruscamente Raziel e Lisa e Riku Klyne: le gemelle si guardano spaesate, mentre il maggiore sbuffa sonoramente.

 

“ Ma che ora è? “. Chiede, mentre Riku guarda la sveglia sul proprio comodino.

 

“ Non sono ancora le otto “. Fa, mentre il fratello scosta malamente le coperte in preda all’esasperazione.

 

“ No! Sei tu l’ingordo! È l’ultima fetta, potresti anche lasciarla a tua moglie, no? “. Anche la madre sembra piuttosto alterata, mentre Lisa sospira a sua volta pesantemente per poi portare la testa sotto il cuscino.

 

“ Chi doveva andare ieri, a prendere il pane e la marmellata? “. Chiede, mentre il fratello sembrerebbe riflettere un momento.

 

“ Ci doveva andare… oh no! “. Fa, sbattendo letteralmente una mano sul suo viso e ricordando che, effettivamente, era il padre a dover andare a prendere pane e marmellata per quella che sarebbe stata la colazione. Evidentemente pensano, non lo ha fatto ed ora ha lasciato moglie e figli a bocca asciutta.

 

“ Ci doveva andare papà, giusto? “. Chiede solamente Riku, portandosi a sua volta una mano sul viso e decidendo di alzarsi, seguita a ruota dai fratelli.

 

Le gemelle Klyne e Raziel giungono in cucina, ancora rispettivamente in camicia da notte e pigiama: da una parte, loro padre: Raphael sembrerebbe abbastanza innervosito e non intenzionato a mollare ciò che tiene tra le mani, dall’altro lato invece, loro madre. Valentina guarda il marito decisamente alterata, stanca di questi battibecchi. “ Tu eri incaricato di andare a fare la spesa e comprare, tra le altre cose, il pane, il burro e la marmellata! Invece non lo hai fatto, ora non puoi lasciarmi a bocca asciutta! “. Protesta la bruna, mentre l’Arcangelo dalla chioma binda la guarda decisamente scandalizzato.

 

“ Ah, e dovrei rimanerci io? “. Chiede, per poi proseguire la frase. “ Te lo puoi scordare! Perché non vai a far colazione al bar insieme ai ragazzi, invece di gridare alle otto di mattina? “. Chiede, mentre lei sente di poter perdere la pazienza da un momento all’altro.

 

“ In bar?! Io voglio il dannato pane con la dannata marmellata ed il dannato burro! Vacci tu al bar! “. Esordisce la donna, mentre a quella scena anche Raziel sembra spazientirsi.

 

“ Oh insomma! Nemmeno i bambini dell’asilo farebbero così: e voi sareste uno dei più antichi Arcangeli e la virtù della Giustizia? “. Chiede, venendo totalmente ignorato dai genitori e mentre le sorelle gli mettono una mano sulla spalla, scuotendo il capo.

 

“ Sai che non ti ascolteranno, vero? “. Chiedono, mentre Raziel scuote il capo: eccome, se lo ascolteranno. Sarà lui stesso a porre fine al litigio, qui ed ora.

 

Raphael e Valentina si voltano di scatto verso il figlio maggiore: è successo tutto in un momento. Approfittando della distrazione del padre infatti, il ragazzo è riuscito a sottrargli la fetta di pane con burro e marmellata, per poi iniziare a mangiarla come se nulla fosse. “ Uhm? “. Chiede solamente, notando lo sguardo furente dei genitori puntato su di lui.

 

“ Raziel, scappa… “. Mormora solamente Riku, mentre lui non afferra da subito il senso dell’avvertimento della sorella.

 

“ Raziel Klyne! “. La voce di sua madre lo riporta bruscamente alla realtà, facendolo deglutire un paio di volte.

 

“ Ridammela subito! “. Continua invece suo padre e, incrociando il suo sguardo il giovane dispiega le proprie ali bianche, per poi alzarsi in volo.

 

“ Io me la svigno! “. Fa solamente, capendo che altrimenti avrebbe passato dei guai. A quel gesto, persino il litigio di Raphael e Valentina sembra essere istantaneamente sedato: i due rimangono interdetti qualche istante, per poi guardarsi in faccia.

 

“ Guarda! Tuo figlio ha preso tutto da te, non bastava l’aspetto ma anche il carattere! “. Esordisce la bruna, mentre il terzogenito di Dio inclina leggermente il capo un po' contrariato.

 

“ Ehi! Perchè è mio figlio solo quando fa i guai? “. Chiede, mentre le gemelle sospirano pesantemente: certamente il litigio è terminato, esattamente come aveva detto Raziel. Ma hanno l’impressione che il fratello sia in un mare di guai!

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Capitolo 25
*** Fattoria ***


Day 25: Fattoria
Storia: La leggenda del Re dei vampiri
Personaggi: Strauss e Tea

 

Il giovane dalla chioma turchina arresta bruscamente il suo passo: senza accorgersene infatti è giunto nei pressi di quella che gli umani chiamano “ fattoria “: un luogo nel quale si può trovare ogni specie di animale, o quasi tutte. A fargli arrestare bruscamente la marcia è un pennuto di fronte a sé: questi lo guarda con aria decisamente minacciosa, lui ricambia lo “ sguardo “ allo stesso modo. “ Togliti dalla mia strada, orribile mostro! O subirai l’ira del Principe dei vampiri! “. Fa, afferrando istintivamente la spada. Questo suo gesto tuttavia, fa spaventare ciò che si rivela essere una gallina: essa inizia a muovere le piume, chiocciando rumorosamente. D’altro lato il giovane si sente minacciato e fa per attaccarla, senza successo. “ Brutto mostro! Come osi attaccarmi?! Sai chi sono io?! Ti manda forse mio padre?! “. Chiede, una sfilza di domande alle quali, naturalmente, la gallina non può rispondere e che nemmeno comprende. “ Vieni qui! “. Continua a gridare lui, cercando di afferrare il volatile che invece continua ad agitarsi, avventandosi poi a sua volta su colui che percepisce come minaccioso. Inizia a beccare insistentemente contro i suoi piedi e, preso alla sprovvista lui lascia cadere la spada credendo di essere aggredito da chissà quale essere orribile.

 

“ Ma che succede qui? “. Una voce femminile distrae per un istante il giovane dalla chioma azzurra, la gallina dal canto suo continua a chiocciare beccandogli insistentemente i piedi. “ Beccuccio! Si può sapere cosa succede? “. Chiede, afferrando la gallina e non accorgendosi, almeno da prima, che la causa di tanto baccano è un forestiero. Solo quando alza nuovamente lo sguardo incrocia quello color oceano di lui, che la guarda a sua volta stranito dalla sua comparsa.

 

“ E voi chi siete? “. Chiede solamente, come se quella fattoria appartenesse a lui ma nella quale, di fatto, è entrato senza essere invitato. A quella domanda lei lo guarda lievemente accigliata per poi riprendere parola.

 

“ Lo chiedo io a voi: sapete che questa fattoria è di mia madre? Chi siete? “. Chiede: non le pare un malintenzionato, per questo si è fermata a parlargli invece di chiamare aiuto all’istante. Da parte sua lui continua a rimanere in silenzio, accorgendosi della brutta figura appena fatta ma, allo stesso istante non riuscendo a distogliere lo sguardo da quello di lei. “ Allora? “. Chiede di lì a poco la giovane dalla chioma bruna. Lui pare riscuotersi dai suoi pensieri: da prima sobbalza per poi portarsi una mano dietro la testa, nervoso.

 

“ E’ che… mi sono… perso… “. Mormora a voce sempre più bassa, tanto da rendere difficoltoso per la fanciulla udire le sue parole. Tuttavia riesce ad udirle, così l’espressione sul suo viso si addolcisce leggermente.

 

“ Capisco: se proseguite sempre dritto per questa strada comunque, troverete un villaggio ed una locanda “. Fa semplicemente la bruna, tenendo tra le braccia la gallina che, ancora un po' agitata continua a chiocciare insistentemente. “ Oh! Scusate per l’incidente con Beccucio, ma non le piacciono i forestieri: stava solo cercando di proteggere la sua fattoria “. E ride lievemente, guardando poi la gallina. “ Suvvia, Beccuccio: non essere scortese “. Scherza un po', poi il suo sguardo ritorna sul giovane di fronte a sé. “ Io sono Tea “. Fa ad un certo punto, porgendogli la mano e cogliendolo un po' di sorpresa. Dopo averla osservata per qualche, interminabile momento e passando in seguito lo sguardo sulla mano di lei, anche il giovane si decide a fare una mossa. Per la prima volta impacciato da che ne ha memoria, anche lui allunga la propria per poi stringere la mano della ragazza: il contatto lo fa rabbrividire. Infatti la pelle di lei è molto calda, molto più della sua che invece è decisamente fredda.

 

“ Io sono Strauss “. Fa semplicemente, puntando il suo sguardo sul viso di lei. Improvvisamente le si avvicina, così senza pensarci ma facendola arrossire vistosamente.

 

“ P… piacere di conoscervi “. Fa solamente la ragazza, mentre lui le appoggia una mano tra i capelli. Lei si sente avvampare: nessun uomo l’ha mai sfiorata in quel modo, figurarsi uno sconosciuto! Sta per dire qualcosa, ma lui è più rapido: interrompe il contatto dopo averle tolto una piuma che deve senza dubbio appartenere a Beccuccio dai capelli.

 

“ Ecco, avevate una piuma nei capelli: deve essere finita lì quando la vostra gallina si è agitata “. Borbotta semplicemente, mentre lei si riprende e scuote lievemente il capo.

 

“ Oh… si, dev’essere così. Grazie, per averla tolta “. Fa semplicemente, mentre in lontananza la voce di sua madre la chiama. “ Mia madre mi sta chiamando: devo andare “. Fa solamente, mentre lui fa semplicemente cenno di sì con il capo. “ Spero che ci rivedremo! “. Conclude la frase lei, recuperando il sorriso tipico di lei prima di salutare con un cenno della mano, dirigendosi nella direzione da cui la voce della madre l’ha chiamata e lasciando il giovane dalla chioma turchina lievemente interdetto.

 

“ Rivederci… lo spero anche io “. Borbotta solamente, riflettendo: in fondo pensa, non è stato poi un male se è finito in quella fattoria!

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Capitolo 26
*** Dormire all'aperto ***


Day 26: Dormire all'aperto
Storia: La Principessa baciata dalle Tenebre
Personaggi: Len e Kairi

 

Len e Kairi sono insieme: camminano tranquillamente in riva al mare, la luna regna sovrana sulle loro teste e rende l’immensa distesa d’acqua ancor più magica. I due fratelli non si sono ancora detti una parola: molto imbarazzo c’è ancora tra loro, dopo quanto è accaduto in seguito alla battaglia con Zeref e Zwei. No: no, non è tanto quanto successo quanto quello che si sono detti: sono fratello e sorella ma ciò non ha impedito loro di innamorarsi, e solo quando hanno creduto di perdersi, quando hanno creduto che per loro non ci sarebbe più stato nulla da fare e che sarebbero morti, solo allora si sono decisi a dichiararsi reciprocamente i propri sentimenti. C’è stato un bacio tra di loro, un bacio proibito, un bacio nascosto che nessuno ha visto e che mai nessuno dovrà scoprire, pensano entrambi. La rossa non può fare a meno di osservare il fratello per qualche istante, lui non pare accorgersene e continua a camminare guardando dritto davanti a sé. La sua gemella sospira pesantemente per poi decidersi a prendere parola. “ Len? “. lo chiama, lui d’altro canto si volge verso di lei e la guarda per qualche istante senza tuttavia interromperla. “ Ma tu ci riesci? “. Chiede semplicemente la minore dei gemelli Ushiromiya. Lui rimane in silenzio a guardarla qualche altro istante per poi in fine tornare a guardare davanti a sé e proseguire la passeggiata notturna.

 

“ A fare che cosa? “. Chiede semplicemente il biondo. Lei rimane in silenzio qualche altro, interminabile istante. In seguito stringe con forza la mano del maggiore, riprendendo parola mentre le sue guance si tingono lievemente di rosso.

 

“ A non pensare a… insomma… lo sai anche tu, no? “. Chiede semplicemente. Il figlio maggiore di Battler ed Ada non dice una parola e lei abbassa lo sguardo: non ha più il coraggio nemmeno di guardarlo, si vergogna profondamente: in fin dei conti è stata lei a baciarlo, è stata lei a dichiararsi apertamente, magari ora Len la considera una specie di pervertita o una pazza: non è da tutti innamorarsi del proprio fratello, in fin dei conti. “ senti, io… “. Sta per scusarsi, ma lui la interrompe prima che possa proferire qualsiasi verbo.

 

“ Nemmeno io riesco a togliermi dalla testa la battaglia, tranquilla: credo sia normale “. Lei lo guarda strabiliata: ma la prende in giro? Eppure ha capito benissimo a che cosa si stia riferendo, che non è la battaglia il motivo del suo turbamento seppur questa abbia lasciato in lei un profondo segno.

 

“ Len! Non era… “. Lui arresta il proprio passo all’improvviso, guardandosi intorno come se nemmeno stesse dando retta alle proteste della gemella.

 

“ Non riesco a liberare la mente dai pensieri, temo che se andrò a casa sarà anche peggio “. Ammette con sincerità. In seguito lascia la mano della rossa, che lo osserva mentre di lì a poco le dà le spalle: i suoi capelli sono finalmente lasciati sciolti e gli danno un’aria più adulta, quell’aria misteriosa che da sempre lo ha contraddistinto non pare averlo abbandonato nemmeno in questa circostanza, in questo momento in cui, di fatto, non si trova nemmeno nel regno degli Stregoni ma sta semplicemente facendo una passeggiata in riva al mare con la sorella.

 

“ E che cosa possiamo fare? Nemmeno io riesco a smettere di pensare, più cerco di riordinare i pensieri più questi si accavallano e non mi danno pace “. Sbuffa pesantemente la ragazza. A quella frase lui si avvicina agli sdraio presenti, in fila l’uno accanto all’altro. Si siede su uno di essi per poi fare cenno alla ragazza di avvicinarsi e sedersi accanto a lui. “ Eh? “. Chiede semplicemente lei, leggermente accigliata. Tuttavia decide di accogliere l’invito e va a sedersi proprio accanto al biondo, che da prima non dice nulla ma si limita a guardarla qualche istante e non facendo altro che aumentare l’imbarazzo dell’altra. “ Cosa c’è? Ho qualcosa sul viso? “. Chiede lei, portandosi una mano sulla guancia e credendo di aver qualcosa posato su di essa. Ma così non è: Len prende parola di lì a poco mentre il suo sguardo si posa sulla luna, la quale per qualche momento sembra quasi specchiarsi in quel lago celeste e puro che sono gli occhi del principe e futuro re dei Demoni, occhi così simili a quelli della madre da sorprendere sempre Kairi, che non può fare a meno d’altro canto di indugiare ad osservarli.

 

“ Che ne dici di dormire all’aperto? “. Esordisce in fine lui, portando nuovamente lo sguardo su di lei.


“ Dormire all’aperto? Ma dove…? “. Chiede la ragazza, arrossendo violentemente al solo pensiero di dormire accanto a lui.

 

“ Esattamente qui, su questi sdraio. Che ne dici? Quale modo migliore per liberare la mente, se non dormire in riva al mare ed all’aperto? “. Chiede semplicemente il biondo: nel suo tono non c’è traccia di malizia o di secondi fini, solo l desiderio di passare una notte fuori, all’aperto, in modo da poter forse lasciare andare tutti i pensieri e liberare la mente da tutti i turbamenti che la battaglia ed anche altre cose hanno portato. Il biondo si sdraia tranquillamente, facendo cenno anche a lei di fare lo stesso. “ Dahi, non ti farò nulla! È finito il tempo in cui ti provocavo incubi e ti spaventavo, puoi stare tranquilla “. La rassicura, mentre lei rimane seduta con lo sguardo puntato in quello di lui per qualche momento: non è certo per la paura di avere degli incubi che non riesce a sdraiarsi in tranquillità. Teme la reazione che potrebbe avere, se mai si trovasse troppo vicina al gemello: riuscirebbe a dominare le proprie emozioni? Non fa in tempo a chiederselo: la voce di lui la riscuote. “ Kairi? “. La chiama solamente e, convinta, la rossa si sdraia finalmente accanto a lui seppur il viso sia ormai tutt’uno con la sua chioma, tanto è l’imbarazzo.

 

“ Si, credo tu abbia ragione: forse, dormire qui ci farà bene e riusciremo a toglierci tutti questi pensieri dalla testa “. Sussurra solamente, mentre lui le circonda la vita con un braccio e la stringe a sé, come a volerla proteggere come in tutti quegli anni non gli è stato possibile fare, come farebbe un qualsiasi fratello maggiore con la propria sorella. Ma questo non fa altro che far accelerare i battiti del cuore di lei, che lo guarda ormai completamente rossa in viso.

 

“ Buonanotte, Kairi “. Sussurra solamente lui, forse non accorgendosi nemmeno di essere guardato e chiudendo gli occhi per poter finalmente dormire. Lei sospira lievemente, chiudendo gli occhi a sua volta e stringendosi in quell’abbraccio.

 

“ Buonanotte, Len “. Sussurra solamente, mentre le onde del mare cullano dolcemente il loro sonno finalmente privo d’incubi.

 

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Capitolo 27
*** Sole ***


Day 27: Sole
Storia: La leggenda del Re dei Vampiri
Personaggi: Serena e Lucia

 

Questa one shot è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si leggerà in questa storia.
 

Le due cugine escono da palazzo: la giornata è davvero gradevole, la temperatura primaverile ed il sole splendente come non si vedeva da tanto tempo. O forse, semplicemente sono state le dure battaglie e gli anni passati nel terrore a non far vedere a nessuno a Costaluna la bellezza del sole? La bellezza di quei raggi luminosi che, finalmente, anche i vampiri possono ammirare senza finire per ustionarsi gravemente, la bellezza di quel tepore emanato dall’astro e di ciò che grazie ad esso ha origine e vita? Se lo chiedono entrambe le due principesse: la giovane dalla chioma arancione e dall’abito rosso si ferma un momento sotto i raggi solari, alzando lo sguardo e portando un braccio a ripararsi gli occhi per evitare di rimanere abbagliata. “ E’ stupendo “. Sussurra solamente Lucia Rosa Rossa, figlia maggiore di Garsendiss e di Bridget. La fanciulla dietro di lei si porta al suo fianco, sollevando l’abito bianco per evitare di pestarlo. Anch’ella porta una mano a coprirle parzialmente gli occhi mentre alza lo sguardo, evitando così di rimanere a sua volta abbagliata.

 

“ Hai ragione: il sole è davvero bellissimo, pensare che non ci siamo mai accorti di questa bellezza è davvero… “. Si ferma. Sua cugina sospira pesantemente mentre decide di proseguire la passeggiata in giardino, accompagnata da colei che si rivela essere la figlia minore di Strauss e Tea, Serena.

 

“ Noi siamo fortunate: possiamo rimanere sotto i raggi solari senza scottarci, ma non è sempre stato così. Tuo padre e tuo fratello hanno rischiato la vita, proprio a causa dei raggi solari. Liuva rischiò di non tornare mai più a camminare, dopo le pesanti torture di Edoardo e dopo che quel vigliacco lo ha esposto alla luce del sole, sapendo perfettamente le conseguenze che l’eccessiva esposizione a quei raggi avrebbe potuto portare “. Serena non può fare a meno di rimanere sbigottita: sa che un tempo i vampiri potevano si uscire alla luce solare, tuttavia non senza un pesante mantello ed un cappuccio oppure evitando di rimanervi per troppo tempo, pena sarebbero state delle ustioni molto gravi. Le cose sono cambiate da quando suo padre trovò la cura a questo problema, utilizzando proprio il sangue di Dracula.

 

“ Non lo sapevo: mamma, papà ed i miei fratelli e sorelle non mi raccontano mai di quella battaglia lunga e sanguinosa, dicono che ormai è acqua passata e che non ci devo pensare. La stessa cosa fanno Lukas e tutti i membri della Luna insanguinata “. Ammette sinceramente la ragazzina. Lucia la guarda qualche momento per poi annuire.

 

“ Posso capirli: per loro fu una battaglia davvero molto dura, una battaglia in cui mio malgrado anche io sono stata coinvolta. Ed anche tu, quando eri ancora nel grembo di tua madre: hai rischiato un’infinità di volte di essere uccisa da quel folle di tuo zio Angel. Ma questa è un’altra storia, forse spetta a tua madre raccontartela “. Spiega, memore di quell’epica battaglia e di tutte le perdite che la sua famiglia ha subito.

 

“ Ma in seguito fu trovata una cura, la luce solare non fu più un problema… “. Sussurra poi la bionda. “ La battaglia ha in fine portato qualcosa di buono, no? “. Chiede, ma questo fa solamente scuotere il capo a sua cugina.

 

“ No: non ha portato nulla di buono, credimi. Tuo padre trovò la cura, è vero: ma quasi gli costò la sua vita. Quella volta, quando tornò quasi totalmente ustionato, fu un miracolo se non morì o rimase comunque gravemente e permanentemente ferito. Avere il sangue di Dracula con tuo zio Zero alle calcagna che cercava di impedirglielo, credimi non fu così semplice “. Spiega l’arancio. A quella frase la principessa rimane strabiliata. Entrambe le cugine giungono alla panchina posta di fronte al magnifico roseto che, un tempo, apparteneva ad Elizabeth. Si siedono stando attente a non macchiare i loro meravigliosi abiti di terra o erba, mentre il sole magnanimo dispensa il proprio calore e la propria luce.

 

“ Ti prego cugina, narrami di quella battaglia: voglio sapere “. Chiede ora incuriosita Serena Rosa Rossa, ultimogenita di Strauss e di Tea. l’altra la guarda qualche istante, in seguito sospira pesantemente per poi prendere parola, quasi rassegnata.

 

“ Ma non dire a nessuno che te ne ho parlato, specialmente a tuo fratello Liuva: sarebbe capace di tenermi il broncio per settimane “. Fa, ripensando a quanto il cugino sia permaloso. A quella frase tuttavia, Serena sorride lievemente per poi dare una lieve gomitata all’altra.

 

“ Oh, sai che si vede proprio che Liuva ti piace ancora? “. Chiede, mettendo in imbarazzo l’altra e facendola avvampare.

 

“ Io? Innamorata di tuo fratello? Ma ti pare? “. Fa, rossa come un peperone mentre la bionda poggia il capo sulla sua spalla.

 

“ Ok, fingerò di crederci solo se inizi a raccontarmi tutto. Dal principio “. Fa, chiudendo gli occhi qualche istante e godendosi il tepore solare. Lucia la osserva un istante ancora per poi annuire: ormai ha dato la sua parola e deve mantenerla, racconterà alla cugina di quella battaglia per filo e per segno.

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Capitolo 28
*** Travestimento ***


Day 28: Travestimento
Storia: Curioso come George
Personaggi: George and Mrs. Raenkins

 

L’anziana donna osserva la simpatica scimmietta di fronte a sé: tra le sue mani tiene un pacco, dal quale spicca un vistoso cappello giallo. “ Ecco fatto, George! “. Esordisce colei che altre non è che la signore Raenkins, porgendo il pacco ad un’elettrizzata scimmietta che, a modo suo cerca di ringraziare la donna emettendo alcuni versi tipici di lui. “ Oh no, non c’è bisogno di ringraziarmi! Piuttosto, fai tante foto e mostrami come ti sta il costume! “. Esordisce la donna, ricordando di quando, qualche giorno prima, la scimmietta le aveva fatto capire di volere un favore da lei.

 

Incuriosita, la signora Raenkins si chinò mentre, a modo suo, George tentò di farle capire cosa volesse: un costume molto speciale, in occasione della festa di Halloween che si sarebbe svolta di lì a pochi giorni. In base alla fotografia, la donna capì che cosa George volesse che lei cucisse e, gentilmente, acconsentì dicendogli di passare la mattina del 31 Ottobre, a ritirare il suo pacco.

 

La scimmietta annuisce, facendo intendere di aver capito le parole della signore Raenkins: la sera stessa indosserà il costume, si divertirà con gli amici e farà molte foto. Nella mente della scimmietta, una certezza: è sicuro che il suo costume piacerà moltissimo a suo “ padre “, Ted: infatti, la fotografia mostrata alla signora Raenkins non era altro che una dell’uomo dal cappello giallo, dal quale George avrebbe deciso di travestirsi per dimostrargli il suo affetto nei suoi confronti.

 

Ora non gli resta che rincasare e prepararsi: la notte di Halloween lo attende!

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Capitolo 29
*** Temperino ***


Day 29: Temperino
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Garry e Jeanne Hikari

 

La piccola dalla lunga chioma bionda osserva il ragazzino di fianco a lei: i loro genitori stanno parlando, anche se la cosa l’ha lasciata sorpresa data la loro razza, completamente diversa. Infatti, sua madre Rosina è un vampiro mentre i genitori di quel bimbi, Haruka e Juliette, sono umani. Colei che si rivela essere la piccola Jeanne Hikari continua a fissare il bimbo che, tuttavia, non sembra degnarla di uno sguardo: sembrerebbe essere più concentrato sul suo blocco da disegno che su quello che la Principessa fa o dice. “ Ehi! Mi stai ascoltando?! “. Protesta la bimba dalla chioma bionda, mentre il bimbo scuote il capo.

 

“ Prima devo finire il disegno, poi ti darò retta “. Fa semplicemente, mentre questa risposta fa decisamente indispettire Jeanne. La piccola gonfia le guance e s’imbroncia, incrociando le braccia al petto.

 

“ Io sono la Principessa, tu non sei nulla! Mi devi ascoltare subito, non tra poco! “. Sentenzia, mentre lui posa la matita in modo decisamente spazientito.

 

“ Io non riconosco l’autorità di nessuno: io do rispetto a chi ne da a me, e tu sei solo una maleducata arrogante! “. Sbrocca il bimbo dalla chioma argento mentre, perdendo la pazienza lei gli tira i capelli arrabbiata.

 

“ Cosa?! Lo dirò a mio padre, quando tornerò a casa! Ti darà una lezione! “. Grida nervosa, mentre a lui cade tutto il contenuto dell’astuccio a terra nel cercare di alzarsi e liberarsi da quella presa, per poter rispondere per le rime a quella ragazzina – a suo dire – molto insolente e villana.

 

“ Ehi! Lasciami subito! “. Protesta, senza tuttavia reagire: gli è sempre stato insegnato ad essere gentile con le ragazze, anche se in quel momento avrebbe voglia di prendere a schiaffi Jeanne e rimetterla al suo posto.

 

“ No! Così finalmente, mi darai retta! “. Ride la bimba, notando ai suoi piedi un temperino a forma di panda. Garry fa per raccoglierlo, ma con scatto fulmineo lei lo precede e, in seguito lo osserva con un ghigno di sfida.

 

“ Ora è mio e me lo tengo! Compratene un altro “. Fa semplicemente la bimba, mentre a quella frase lui riesce a liberarsi dalla presa di lei sui suoi capelli, per poi cercare di riafferrare il temperino: è un regalo dei suoi amati genitori, per nulla al mondo vuole perderlo.

 

“ Ridammelo! “. Protesta l’argento, mentre lei inizia a correre per non farsi prendere, per poi voltarsi e fargli una linguaccia.

 

“ Così, finalmente mi darai retta e giocherai con me! “. Continua a correre, mentre garry si accorge rapidamente dove si stiano dirigendo.

 

“ Lì c’è la foresta oscura! Torna subito indietro! Non possiamo andare alla Terra di Nessuno, i miei me lo hanno proibito! “. Grida, ma lei è già scomparsa al di là della nebbia. Il ragazzino rimane immobile qualche istante: cosa fare? Da un lato ci sono gli ordini dei genitori, dall’altro non può certo lasciare la Principessa da sola, in mezzo alla foresta oscura e con tutti i pericoli che comporterebbe. “ Ah! Al diavolo! “. Fa il piccolo, per poi decidere di seguire Jeanne: sa bene che non dovrebbe farlo, ha il presentimento che la faccenda non finirà bene. Tuttavia, sa anche che non c’è altra scelta. E non solo per riavere il suo prezioso temperino: dal fatto che lui insegua o meno la ragazzina, dipende anche forse la vita stessa di quest’ultima. Perché c’è un motivo preciso per cui la “ terra di nessuno “ è considerata pericolosa e proibita e, forse, i due bambini potrebbero ben presto avere un assaggio di tale motivazione.

 

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Capitolo 30
*** Cinema ***


Day 30: Cinema
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Valentina/Justice e Lucifero

 

Valentina entra nella sala del cinema, tra le mani la propria bibita ed i propri popcorn. Riflette un istante: da quanto tempo era che non si prendeva una pausa? L battaglia contro i peccati capitali la sta consumando, le sue energie sono sempre al minimo e tra il lavoro e le battaglie non ha più tempo per sé stessa. Ma non quel giorno: quel giorno ha deciso di andare a vedere il film di cui ha tanto atteso l’uscita. “ Ah, oggi voglio proprio rilassarmi “. Mormora solamente la giovane tramite di Justice. Prende posto e, una volta accomodata punta lo sguardo sul grande schermo. “ Buona visione, Valentina “. Fa, parlando ovviamente a sé stessa e sorridendo lievemente. Niente e nessuno pensa, potrà turbare questa giornata di relax.

 

Un improvviso mal di testa coglie la giovane dalla chioma mogano: il film è già iniziato da un po', lei è molto interessata e tutto sembrerebbe procedere bene. O meglio, sembrava: improvvisamente le tempie iniziano a dolerle, la vista ad offuscarsi. “ Ma cosa… che mi succede? “. Mormora semplicemente, portandosi una mano alla fronte e non capendo. “ Eppure, normalmente io non soffro di emicrania e la mia vista è perfetta. Ma cosa… ah! “. Un sussulto: il dolore alla testa si fa acuto mentre, all’improvviso, ciò che la giovane donna vede proiettato sullo schermo cambia radicalmente.

 

Un immenso giardino bianco la circonda, anzi si corregge: tutto il luogo sembra bianco, illuminato da una luce così intensa che impedisce quasi di distinguere dove ci si trovi. Alcune piume cadono a terra, precedendo l’entrata in scena di quello che ha tutta l’aria di essere un angelo. No: le sue ali sono più di due e, Valentina lo ha imparato, i soli a possedere sei ali sono gli Arcangeli. Lo stesso Arcangelo che, una volta giunto sul posto cammina qualche istante, come alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Tra le mani tiene una spada ma, la bruna lo può giurare, non si tratta di Michael: lui ha i capelli rossi, mentre quest’Arcangelo ha una lunga chioma corvina ed uno sguardo che gelerebbe l’inferno. Le sue riflessioni vengono interrotte: sembrerebbe aver trovato ciò che cerca. Una giovane seduta contro un albero, che ad occhi chiusi si sta godendo il tepore che la luce di quel luogo emana. Una giovane del tutto simile a Valentina, l’unica differenza è il colore della sua chioma e del suo lungo abito, entrambi lilla. Una piuma bianca sfiora il viso della fanciulla, la quale capisce di non essere più sola e riapre quindi gli occhi. “ Justice “. la chiama solamente il misterioso Arcangelo, mentre lei rimane un momento interdetta e, solo in seguito si alza da terra.

 

“ Lucifero, fratello mio “. Lo chiama, agghiacciando letteralmente Valentina: Lucifero? Quell’uomo è davvero Lucifero? Il loro mortale nemico e padre dei sette peccati capitali? Evidentemente pensa, queste visioni risalgono a prima della sua caduta. La voce di lei interrompe i confusi pensieri di Valentina. “ Non ti avevo sentito arrivare, credevo fossi ancora assieme a Michael e papà, e… “. Ma lui la interrompe ancor prima che termini la frase, attirandola a sé e guardandola intensamente, così intensamente da mettere in soggezione non solo Justice ma anche Valentina, come se sentisse i sentimenti della Virtù di cui è il tramite come fossero i suoi. Il suo cuore accelera i battiti e sente le gote arrossarsi, mentre lui non dice nulla, ma decide di agire: posa entrambe le mani sul viso della sorella, che a sua volta ha dispiegato le sue due ali bianche.

 

“ Non importa se è peccato, non importa ciò che faranno i nostri fratelli e nostro padre stesso: sono stanco di sottostare a delle regole assurde, che impediscono agli Angeli di provare l’amore che nostro padre tanto professa. È un’incoerenza a cui io non mi sottometterò più “. Quelle parole fanno sgranare gli occhi a Justice, che non riesce a capire: suo fratello vuole forse ribellarsi? E se così fosse, cosa comporterebbe questo? Non ha il tempo di dire nulla: senza esitare è lui ad agire, posando le labbra su quelle di lei. Ironico, pensa: odia gli esseri umani ma, di fatto, si sta comportando come uno di loro. Valentina rimane sconcertata mentre, solo per un momento il suo sguardo incontra quello di quell’Arcangelo. Un brivido freddo corre lungo il suo corpo, mentre alcune parole rimbombano nella sua mente. Poi il buio.

 

Il film è terminato: Valentina si guarda intorno, le persone stanno andando via ed il suo cuore sembra impazzito tanto batte. La donna porta una mano su di esso, agitata: cos’è successo? Perché pensa, invece di vedere il film prescelto ha invece visto sullo schermo quella sorta di visione con protagonisti Justice e Lucifero? In oltre, pensa: perché la Virtù dentro di lei stava baciando colui che è diventato il suo mortale nemico? Cos’erano quei sentimenti che anche lei stessa ha provato? A queste domande, per ora almeno, non avrà risposte.

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Capitolo 31
*** Strega ***


Day 31: Strega
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Elluka
e Crowley 
 

Una voce lo sta disturbando da un bel po'. L’uomo dalla chioma corvina cerca di non dar troppo peso ad essa, tuttavia gli risulta impossibile: sono re che continua, incessantemente, a martellare nella sua testa e non lo lascia riposare. “ Ma tu guarda: appena uscito dalla gabbia, ho già questo tipo di problemi “. Il fratello di Dio continua a camminare su e giù per la sala del palazzo infernale, sbuffando sonoramente. Poco distante un altro uomo lo osserva, alzando poi gli occhi al cielo abbastanza innervosito.

 

“ Crowley… “. Lo chiama, rivelando che il corvino è niente poco di meno che Crowley, Cavaliere Infernale tramite di Morte e fratello gemello di Dio. “ … dovresti andare, sai? Questa ha tutta l’aria di essere un’invocazione, chissà che non riesca a concludere il tuo primo contratto, dopo millenni di detenzione “. Ride l’uomo dalla chioma rossa, mentre l’altro lo guarda in ira.

 

“ Chiudi quella bocca, Abaddon “. Fa, rivelando così che l’altro è il Cavaliere Infernale tramite di Guerra, Abaddon. A sedare sul nascere la discussione è un terzo uomo: a differenza di Crowley ha una lunga chioma, sempre corvina. I suoi occhi si illuminano di una luce rossa mentre, finalmente, prende parola.

 

“ Lucifero ci ha dato il compito i generare i tramite umani dei suoi figli. Crowley, forse questa è la tua occasione, no? “. Chiede, guardandolo severamente e, a quelle parole, l’altro sbuffa sonoramente.

 

“ E sia: andrò a vedere chi è che osa invocarmi. Ma mi aspetto di non essere il solo ad andare sulla Terra per obbedire agli ordini del sommo Lucifero. È chiaro? Abaddon? Belial? “. Chiede ai due uomini, mentre sia Guerra che Carestia annuiscono. “ Belphagor? “. Chiede in fine, mentre l’ultimo Cavaliere Infernale, Pestilenza, fa un annoiato cenno affermativo.

 

“ Arriveremo presto, Crowley. Ma ora tocca a te, vai “. Lo incita semplicemente Carestia, mentre in un lampo nero anche morte scompare, ricomparendo in un posto totalmente diverso dall’inferno.

 

Una donna dalla lunga chioma rosa e dagli intensi occhi smeraldo osserva l’uomo appena comparso di fronte a lei: a terra numerose candele e varie cose bruciate, la confusione sembrerebbe regnare nell’animo della donna. “ Chi… chi sei tu? “. Chiede semplicemente, mentre Crowley la osserva con uno sguardo sprezzante.

 

“ Sei tu ad avermi invocato, strega: è tutto il giorno ce mi chiami “. Sentenzia acido, capendo che quella donna è una strega molto potente, se è arrivata ad invocare la Morte in persona. “ Ebbene? Cosa vuoi da me? “. Chiede, diretto e conciso, il fratello di Dio. A quella domanda lei si alza da terra, guardandolo incuriosita.

 

“ Io non ho invocato nessuno: io ho chiesto che qualcuno mi aiutasse a trovare il vero amore “. Ammette, facendo così riflettere il Cavaliere Infernale: dunque i suoi fratelli avevano ragione? Che sia forse lei la donna con la quale lui dovrà generare il tramite per il figlio di Lucifero? Per questo ha sentito la sua evocazione?

 

“ Qual’è il tuo nome? “. Chiede semplicemente il corvino, mentre lei si sente decisamente intimidita: non ha capito chi sia quell’uomo, non sa ancora se sia proprio un essere sovrannaturale o sia semplicemente entrato nel fienile senza che lei se ne accorgesse.

 

“ Io sono Elluka “. Si presenta, abbassando lo sguardo. Crowley sembrerebbe soffermarsi un istante a fissarla: è una strega ed è davvero molto bella, oltre che potente. Una combinazione perfetta per generare un figlio perfetto, un figlio che dovrà naturalmente consegnare a Lucifero e farlo divenire il tramite di uno dei suoi figli.

 

“ Crowley “. Si presenta freddamente lui, guardandola intensamente. Elluka percepisce un brivido lungo la sua schiena, per poi annuire.

 

“ Sei tu che mi aiuterà a trovare il vero amore? Un uomo che mi ami davvero e che non se ne vada? “. Chiede, speranzosa. A quelle parole lui sogghigna semplicemente, avvicinandosi fino ad arrivare a pochi millimetri dalla strega. Afferra tra due dita il suo mento, scrutando il suo viso in ogni minimo dettaglio.

 

“ Direi che potrei fare molto più che aiutarti, Elluka “. Sentenzia semplicemente, capendo che si, i suoi fratelli avevano ragione: ha avvertito quell’invocazione per una ragione ben precisa. È lei che dovrà generare suo figlio, è lei che dovrà aiutarlo a portare a termine il compito affidatogli da Lucifero in persona. Accarezza lentamente il viso della donna, per poi darle in fine la propria e definitiva risposta.

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