...e per tutti La cugina di Ozora

di ciosa82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP 1 – Nankatsu arrivo! (parte 1) ***
Capitolo 2: *** CAP 1.1 – Nankatsu arrivo! (parte 2) ***
Capitolo 3: *** CAP 2 - Primo giorno di scuola... di nuovo ***
Capitolo 4: *** CAP 3 – Il professor Misaki ***
Capitolo 5: *** CAP 4 – Il giorno del giudizio… di francese ***
Capitolo 6: *** CAP 5 – Una lettera dal Brasile ***
Capitolo 7: *** CAP 6 – La nuova manager ***
Capitolo 8: *** CAP 7 – Una visita da Tokio ***
Capitolo 9: *** CAP 8 – Non è solo calcio… ***
Capitolo 10: *** CAP 9 – Il nostro momento ***
Capitolo 11: *** CAP 10 – Le collane gemelle ***
Capitolo 12: *** CAP 11 – Tornare a Tokyo ***
Capitolo 13: *** CAP 12 – La ragazza misteriosa ***
Capitolo 14: *** CAP 13 – Amici rivali ***
Capitolo 15: *** CAP 14 – Una sconfitta e una vittoria ***
Capitolo 16: *** CAP 15 – Confessioni ***
Capitolo 17: *** CAP 16 – Un nuovo anno ***



Capitolo 1
*** CAP 1 – Nankatsu arrivo! (parte 1) ***


“Emily sbrigati! Papà ha già caricato le valigie in taxi e ti sta aspettando giù.”
Ci siamo! Oggi lascio Tokio, dove sono nata e cresciuta, per trasferirmi a Nankatsu ad aiutare zia Natsuko che è incinta. Mio padre è il fratello minore di Kodai Ozora perciò Tsubasa è mio cugino ma, avendo la stessa età ed abitando vicini, siamo cresciuti come fratello e sorella finché lui non si è trasferito a Nankatsu ed ora che sia lui che lo zio sono lontani andrò io a vivere lì finché lo zio non potrà tornare a casa e la cosa un po’ mi spaventa ma mi fa anche tanto piacere perché adoro gli zii.

Torno alla realtà e scendo di corsa le scale con zaino e borsa a tracolla, afferro il pallone che mi hanno regalato i ragazzi del Musashi e vado ad abbracciare forte la mamma che inizia a farmi mille raccomandazioni e cerca di trattenere una lacrima. “Mamma, dai, vado a vivere con la zia qualche mese e ci sentiremo tutti i giorni. Inoltre sono a poche ore di treno e puoi venirmi a trovare quando vuoi!” le sorrido e salgo in taxi con papà.
Il viaggio è lungo e, mentre papà che fa l’agente di commercio per un’azienda internazionale studia i documenti per il prossimo viaggio di lavoro, io rivedo la mia vita nel finestrino.

Da piccola ero molto timida e il fatto che mia madre di origine inglese abbia scelto di darmi il nome di mia nonna Emily non mi ha aiutata perché tutti mi chiedevano sempre che nome fosse e da dove venisse e mi ritrovavo al centro dell’attenzione senza volerlo. Mi aiutò Zio Kodai che un giorno si presentò a casa mia con un pallone da calcio perché aveva visto quanto mi piaceva guardare Tsubasa che ci giocava e così abbiamo iniziato ad avere entrambi un pallone per amico. Poi abbiamo frequentato la stessa scuola e quando lui si è trasferito a Nankatsu per me è iniziato un periodo abbastanza difficile perché avevo perso un fratello, un amico, il mio punto di riferimento in ogni situazione…
Rimasta sola ho fatto amicizia con Yayoi che, all’inizio, era innamorata di lui ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo e mi chiedeva sempre se lo avevo sentito e avevo novità finché non ha conosciuto Jun Misugi ed è diventata la manager della Musashi per stargli accanto. Non siamo mai state proprio amiche del cuore perché siamo entrambe abbastanza timide e riservate però questa sua decisione ha salvato anche me perché, dopo pochi mesi, ho chiesto a Jun di parlare con il mister per farmi entrare in squadra e lui ha accettato.
Così sono diventata l’aiutante di Yayoi ma, in realtà, lei si occupava soprattutto di Jun e io di tutto il resto. Ora che lo faccio da 4 anni, devo dire che ho imparato tantissimo da questa esperienza: so tutte le regole del calcio, scrivo le pagelle dei calciatori ed ho conquistato la stima di tutti incluso il mister. Secondo lui potrei addirittura fare la manager o la giornalista sportiva da grande!
Grazie al ruolo di manager ho rivisto Tsubasa per la prima volta al campionato nazionale delle elementari dopo un anno. Io, Yayoi e Jun stavamo facendo una passeggiata tra i campi di allenamento quando abbiamo incontrato i ragazzi della Nankatsu. Yayoi è subito corsa a salutare Tsu-chan mentre io, intimidita dalla squadra che ci fissava e dalle battute di Ryo, sono rimasta qualche passo indietro con Jun finchè Tsubasa mi dice: “Ehi cuginetta, ora neanche mi saluti perché sei di un’altra squadra?” io sono corsa ad abbracciarlo, lui mi ha sollevata e mi ha fatto fare un giro in aria. “Mi sei mancato tantissimo Tsu-chan…” ma non riesco a dirgli altro perché la testa di Ryo si inserisce tra di noi ed urla: “Hai una cugina così carina e non è mai venuta a trovarti a Nankatsu? Cos’è non volevi presentarcela Tsubasa?” e tutti scoppiano a ridere.
Poi Ryo si posta tirato indietro da un altro giocatore chiamato da Tsubasa che vuole presentarmelo assolutamente:” Emily voglio presentarti un giocatore di cui ti devi ricordare perché è bravissimo: Taro Misaki” Taro arrossisce imbarazzato e mi saluta con un sorriso rassicurante: “Ciao. Piacere. Ma non credergli, tuo cugino esagera”. Invece non esagerava perché ho seguito tutte le partite e loro due insieme erano fantastici, come se fossero nati per giocare in coppia e lo stile di Taro così pulito e preciso mi ha colpita molto.
Ricordo ancora la finale contro il Meiwa e, soprattutto, il momento in cui sia Tsubasa che Taro erano infortunati. Durante l’intervallo mentre la zia e Roberto medicavano Tsubasa io mi sono girata ed ho visto Taro da solo con un’allenatrice, mio cugino se n’è accorto, mi ha fatto un segno con la testa e sono andata lì ad aiutarli. Poi ho aiutato Taro ad alzarsi, mi ha ringraziata e l’ho accompagnato dagli altri per tornare in campo.
Qualche settimana dopo Tsubasa e gli zii sono venuti a trovarci a Tokio e lui mi ha detto sconsolato che Taro era partito con suo padre che fa il pittore e non sapeva dove fosse ma sperava tanto di poter giocare di nuovo con lui.

Finalmente mio padre si stacca dai suoi documenti e mi dice che siamo a metà strada, Nankatsu si avvicina!

 
E così inizio presentandovi Emily il mio alter-ego mezza europea, come le scrittrici di storie d’amore che prediligo, e mezza giapponese per gli anime che sono la mia altra grande passione.
Potete già immaginare chi sarà il suo calciatore preferito ma non vi anticipo nulla di cosa accadrà a Nankatsu e di quanto durerà la “breve” visita dagli zii…

 

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Capitolo 2
*** CAP 1.1 – Nankatsu arrivo! (parte 2) ***


“Siamo a metà strada, Emily-chan” mi dice papà e poi si appisola. Poverino, dopo avermi accompagnata a Nankatsu partirà per lavoro in treno e starà via tre giorni perciò lo lascio dormire e torno ai miei ricordi.
Alle scuole medie sono riuscita a finire in classe con Jun e Yayoi così passavo molto tempo con loro quando non li lasciavo soli di proposito.
Jun poteva giocare a calcio solo trenta minuti perciò era quasi sempre in panchina con Yayoi a dare da lì le direttive agli altri giocatori insieme al mister e io sono diventata la sua “allieva” imparando tutte le regole del calcio e tecniche di allenamento varie in base al ruolo di ogni giocatore in modo da poterlo sostituire quando non poteva essere agli allenamenti per motivi di salute. Io imparavo in fretta e così ha iniziato a farmi analizzare prima il gioco dei singoli calciatori del Musashi e poi quello di altre squadre che incontravamo per le partite amichevoli creando delle pagelle abbastanza dettagliate.
io e Yayoi, quando eravamo sole, parlavamo quasi sempre di lui perché ormai non le interessava più molto di Tsu-chan: lei mi raccontava i progressi della sua guarigione e della loro amicizia e invece io mi lamentavo di quanto spesso fosse severo e pretenzioso con me nonostante il mio ruolo fosse sistemare divise, pulire palloni e seguire la squadra ma non fossi una calciatrice!
Ma lei, un giorno, stranamente mi fermò e mi disse:” No, sei molto di più di quello che pensi come manager! Jun è così severo on te perché sei brava e secondo lui in te c’è qualcosa dell’amore per il calcio di Tsubasa. Sei professionale però hai fatto amicizia con tutta la squadra e i ragazzi ti stimano e ti ritengono importante... Quando parli di calcio con loro la tua timidezza scompare e sai dargli consigli e critiche costruttive che ti hanno resa una parte della Musashi. Hai notato che non ti chiamano più “la cugina di Ozora?””
Io mi sono commossa, l’ho ringraziata e abbracciata forte e le ho promesso di non lamentarmi più. Anzi, da quel giorno, mi sono impegnata ancora di più per fare in modo che arrivassimo al campionato nazionale.

Il campionato nazionale era l’unica occasione in cui potevo veder giocare Tsu-chan perciò lo aspettavo ogni anno con ansia e felicità e tutti lo sapevano.
Il primo anno delle medie io e Yayoi abbiamo iniziato a vedere le partite del Musashi e della Nankatsu con Sanae e così siamo diventate amiche e ci siamo riviste ogni anno.
Quest’anno è stato più triste perché sapevamo tutte e tre che Tsubasa sarebbe partito per il Brasile. Quando ha vinto in parità con la Toho io e Sanae ci siamo abbracciate forte per festeggiare e ci siamo promesse che ci saremmo telefonate ogni settimana come facevo con Tsu-chan per farci compagnia e raccontarci se avevamo novità da lui.

Ma, alla fine, di quella partita venne annunciato che i migliori calciatori erano convocati nella nazionale juniores per un torneo a Parigi! La zia Natsuko aveva invitato tutti i tifosi della Nankatsu a vedere le partite a casa sua per non stare da sola e si era offerta di ospitare anche me e Yayoi ma lei ha rifiutato e così sono rimasta anch’io a Tokio per non lasciarla sola. Ci mettevamo sul divano di casa mia. Lei stretta ad un cuscino sperando div edere Jun in panchina anche solo per un attimo, io ipnotizzata da Tsuabsa e dagli schemi che sapeva creare con Hyuga e soprattutto con Misaki… già, a Parigi, mio cugino aveva ritrovato Taro e devo ammettere che è diventato ancora più bravo delle elementari ed è anche bello. Arrossisco da sola mentre ci penso anche perché Tsu-chan, quando ha saputo che mi sarei trasferita a casa sua, mi ha parlato un po’ di tutti i suoi amici e mi ha detto anche che Taro e suo padre sono tornati a vivere a Nankatsu perciò presto vedrò dal vivo com’è diventato.

Mio padre si sveglia e mi indica il monte Fuji.
Siamo arrivati e in lontananza scorgo la zia che ci sta aspettando davanti a casa.
Non venivo qui da quando ho salutato Tsu-chan prima che partisse per il Brasile. Ricordo che ero in cortile e piangevo, lui mi ha abbracciata e mi ha detto:” Emily-chan, non fare così, parto per realizzare un sogno come farai anche tu un giorno se vuoi restare nel mondo del calcio. Promettimi che sarai sempre te stessa e che chiamerai spesso Sanae, ci conto. Ma… non spettegolate troppo su di me!” Gli sussurro solo: “Si, Tsu-chan” lui mi fa l’occhiolino e se ne va. Chi l’avrebbe detto che dopo pochi mesi mi sarei trasferita proprio qui?

La zia è gentilissima come sempre e mi accompagna in casa mentre papà scarica le valigie dal taxi.
Mi ha preparato la stanza accanto a quella di Tsubasa e mi mostra che ha già preso la divisa e i libri del mio nuovo liceo così inizierò già da domani a seguire le lezioni.
Pranziamo tutti insieme e poi saluto papà prima che perda il treno. “Verrò a trovarti ogni volta che sono nei paraggi. Abbi cura di te, della zia e del piccolino in arrivo, mi raccomando Emily-chan.” Lo abbraccio forte e torno in casa perché ho tante cose da sistemare e domani inizia una nuova vita. Chissà come sarà questa scuola e con chi sarò in classe…poi telefonerò a Sanae per dirle che sono arrivata ed organizzarci per domani mattina.

 
La timida Emily ha il calcio che scorre nelle vene come suo cugino Tsubasa ma ha bisogno di essere sempre sostenuta da qualcuno per superare la sua timidezza e far vedere quante vale. Restano tante domande nella sua mente che avranno risposta nei prossimi giorni. A Nankatsu potrà sicuramente contare su Sanae ma come la accoglierà Yukari? Come se la caverà nella nuova scuola senza Jun e Yayoi? E poi perché non vede l’ora di incontrare Taro anche senza conoscerlo?

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Capitolo 3
*** CAP 2 - Primo giorno di scuola... di nuovo ***


Mi sveglio presto e sento che la zia sta già preparando la colazione, credo sia nervosa quanto me per questo “primo giorno di liceo” anche se siamo già al secondo trimestre.
Io avevo iniziato l’anno scolastico al prestigioso liceo Toho, considerato da tutti il migliore per la mia futura carriera da giornalista sportiva o comunque un mestiere legato al mondo del calcio, invece Jun e Yayoi avevano un liceo propedeutico alla facoltà di medicina perciò quella volta ero sola il primo di scuola ed entravo nel “territorio” di Hyuga il massimo rivale di Tsubasa perciò l’atmosfera quando mi presentai come Ozora non fu delle migliori.

Lascio andare i ricordi e indosso la divisa. Devo ammettere che mi sta davvero bene ed è meno rigida di quella che indossavo fino a pochi giorni fa. Mi pettino con le mie solite trecce ai lati delle orecchie che poi lego dietro la testa lasciando gli altri capelli sciolti e scendo a fare colazione.
“Emily-chan ti ricordi bene la strada del liceo oppure vuoi che ti accompagni?” chiede la zia che vorrebbe tanto starmi vicina ma io voglio andare da sola.
“Tranquilla zia, ci siamo passati davanti ieri in taxi e Sanae ieri sera al telefono mi ha detto che ci incontreremo a metà strada insieme a Yukari.”
Esco di casa un po’ agitata ma, appena vedo Sanae che mi sorride, mi rilasso. Lei ha la capacità di farmi sentire tranquilla anche solo con uno sguardo. “Benvenuta Emily! Vedrai che ti troverai bene qui a Nankatsu.” mi accoglie. Yukari mi arriva alle spalle e mi abbraccia forte quasi facendomi fare un salto, quindi ci incamminiamo verso il liceo.
Poco prima del cancello d’ingresso ci sorpassa Ryo di corsa e fila in classe a ripassare.
“Io vado in segreteria ragazze, devo scoprire quale sarà la mia nuova classe. A dopo!”

In segreteria incontro un professore che fa avanti e indietro e mi dice subito di seguirlo perché il preside non c’è perciò entrerò in classe con lui e non vuole fare tardi. Apre la porta e vengo subito accolta dalla voce di Ryo: “Sanae ma quella è la cugina di Ozora!” Io divento subito viola e il professore mi presenta: “Ragazzi vi presento una nuova allieva, Emily Ozora da Tokio.” “Buongiorno a tutti! Si, sono la cugina di Tsubasa e resterò qui tutto l’anno. Piacere di conoscervi.” Il professore mi indica il mio posto dietro a Sanae e di fianco a me c’è… Taro Misaki! Mi fa un cenno di saluto e un sorriso poi inizia subito a seguire la lezione mentre io lo fisso per capire se è come l’avevo visto in televisione.

Le prime due ore sono passate in fretta e, per fortuna, erano materie in cui ero più avanti col programma alla Toho. Ora c’è l’intervallo e Sanae mi passa una copia dell’orario settimanale mentre Ryo si avvicina a noi. Lui mi parla ma io non rispondo, allora appoggia la testa al bordo del banco: “Ehi, Emily ci sei? Va tutto bene?”
“No, un disastro ragazzi!”
“Che vuoi dire?” interviene Sanae
“Che voi studiate già francese mentre io dovevo iniziarlo fra un mese alla Toho, come recupero tre mesi?”
Ryo mi guardo e sorride: "Ho io la soluzione!” “Non sarai mica tu, vero!” lo prende in giro Sanae.
“Certo che, scema, io non ho neanche la sufficienza… Emily lo vedi quel secchione accanto a te immerso nei libri? Ti ricordi che ha vissuto più di 2 anni a Parigi?”
“Si, ma non ci conosciamo neanche! Ryo con che coraggio gli chiedo di darmi ripetizioni?”
“Glielo chiedo io così dopo lo conoscerai! E’ deciso!”
“Ryo aspetta…” non riesco neanche a finire la frase che Ryo ha già chiamato Taro perché si unisca a noi.
“Taro ti ricordo di Emily, la cugina di Tsubasa? L’abbiamo conosciuta perché era manager del Musashi.”
Taro mi fissa un attimo: “Si, certo! Al campionato nazionale che ho giocato qui e, se non sbaglio, mi hai aiutato durante la finale quando mi sono ferito alla caviglia.”
Io arrossisco e mi chiedo come se lo ricordi: “Si, ero io…” balbetto
“Emily hai visto che vi conoscete?” interviene Ryo prontamente “Ecco Taro, Emily ha un problema. Nonostante il nome non sa il francese ed ha urgente bisogno di ripetizioni, puoi aiutarla tu?”
“A parte il fatto che ha un nome inglese” sorride Taro “per me è un piacere aiutarti. Ho cambiato scuola tante volte e so che non è facile integrarsi soprattutto ora al liceo. Conta pure su di me anche per altre materie se ti serve. Se vuoi iniziamo oggi dato che non ho l’allenamento.”
“Va benissimo. Non so come ringraziarti.”
“Figurati. Quando vedrai il primo bel voto festeggeremo tutti insieme!”
“Eh no, Taro” interviene Ryo “ti meriti un ringraziamento e io so anche cosa…” Sanae gli dà un pizzicotto “che hai? Almeno ascoltatemi! Al torneo di Parigi Misugi ha detto a Tsubasa che eri un’ottima manager e anche una brava assistente dell’allenatore perciò, quando sarai in pari con lo studio, ti devi unire a Sanae e Yukary come manager della nostra squadra!”
“Ogni cosa a suo tempo” mi difende Taro.

Ecco che entra il professore di francese.
“So che da oggi c’è una nuova allieva, chi è Emily Ozora?”
“Io” e mi alzo in piedi timidamente
“Emily il suo piano di studi è molto buono ed ha ottimi voti in inglese ma ho visto che non ha mai studiato francese. Dovrà cercare un’insegnante privato al più presto perché io non posso aiutarla.”
Taro si alza accanto a me:” Professore mi sono già offerto io di aiutarla se per lei va bene.”
Il professore si illumina come se avesse visto un’apparizione: “Certo che va bene. Ozora sei molto fortunata, Misaki è il mio miglior studente! Tra due settimane faremo una bella interrogazione per vedere cosa hai imparato”
Io mi siedo e mi volto verso Taro, lui se ne accorge e mi sussurra: “Tranquilla, ce la farai. Fidati di me!”
 

Emily inizia la nuova vita a Nankatsu. Si ritrova in classe con i migliori amici di Tsubasa che iniziano subito a metterla a suo agio e ad aiutarla. Taro appare distaccato e non va neanche a conoscerla finché Ryo non lo chiama ma riesce subito a rassicurarla col suo aiuto nello studio e il suo sorriso. Cosa ci sarà dietro questo atteggiamento ambiguo?
 

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Capitolo 4
*** CAP 3 – Il professor Misaki ***


Il primo giorno è finito ed esco da scuola con Sanae. In cortile ci aspetta Yukary che frequenta un’altra sezione:” Eccovi finalmente! Emily com’è andata oggi? Racconta!” intanto ci incamminiamo.
“Tutto sommato bene, ho qualche materia da recuperare ma studierò con gli appunti di Sanae.”
“Vabbè, dai, era prevedibile. Oggi riesci a fare una passeggiata con noi così ti mostriamo la città?”
Sanae mi precede:” Emily oggi non può. Ha lezione di francese con Taro.”
“Con Taro?” Yukary si ferma di colpo e mi fissa con una faccia allibita “Sei sicura? Taro è un bravissimo ragazzo ma a scuola è un secchione. Facciamo così chiamaci quando ti lascerà respirare!” e si mette a ridere.
Intanto lei e Sanae sono arrivate:” Tranquilla, Yukary esagera, vedrai che Taro sarà clemente. A domani” E ognuna di noi va verso casa.

Sono le quattro in punto e io sto finendo di sistemare le mie cose in camera quando suona il campanello.
Apre la zia e riconosco Taro dalla voce che le chiede come sta e come va la gravidanza. Caspita, è puntualissimo!
Io scendo con il libro di francese e li raggiungo. “Eccomi professor Misaki!” Andiamo in soggiorno perché camera mia è ancora work in progress…”
“Tranquilla, sei arrivata ieri, ti capisco benissimo” e ci sediamo al tavolo del soggiorno.
“Bene, professore da dove iniziamo?”
“Dai, smettila di chiamarmi professore!” e si mette una mano sulla testa imbarazzato. Si avvicina a me e apre il libro:” Iniziamo dall’alfabeto e dai numeri fino al 20, poi vediamo i giorni della settimana e i mesi.” Di colpo si accorge che siamo un po’ troppo vicini e si mette alla giusta distanza mentre inizia a spiegare.

Due ore con Taro sono volate, è davvero bravo a spiegare e non mi sono mai annoiata, effettivamente è abbastanza pignolo però così imparerò meglio e farò una bella interrogazione.
“Bene, per oggi basta così altrimenti fai confusione. Domani io ho gli allenamenti perciò potrai ripassare tutto con calma da sola. Ora mi togli una curiosità?”
“Certo, chiedi pure.”
“Te lo chiederanno tutti ma perché hai un nome inglese?”
Io mi metto a ridere:” Scusa ma si, me lo chiedono tutti! I miei nonni sono inglesi e mia madre faceva l’interprete di giapponese in una filiale dell’azienda per cui lavora mio padre. Si sono conosciuti durante un viaggio di lavoro a Londra ed è scoccato il colpo di fulmine al punto che mia madre lo ha seguito a Tokio dove si sono poi sposati. Per unire Inghilterra e Giappone hanno deciso di darmi il nome di mia nonna da mettere vicino al cognome giapponese.”
“Che storia d’amore affascinante e romantica…e finalmente ti ho vista sorridere rilassata! Anche tra i miei genitori è stato un colpo di fulmine ma loro hanno divorziato quando io ero piccolo, non erano anime gemelle come i tuoi. La tua storia mi ha dato una speranza che potrebbe accadere anche a me…”
Io arrossisco mentre lui raccoglie gli appunti. Poi lo accompagno alla porta e ci salutiamo.
 

Tra Emily e Taro momenti seri e altri più impacciati si intrecciano continuamente però, intanto, parlando delle storie dei loro genitori iniziano ad avvicinarsi e sembra un’ottima premessa perché posa nascere una bella amicizia. Taro ha sempre parlato pochissimo dei suoi genitori e mai dei suoi sogni per il futuro che non riguardino il calcio invece ora quel suo muro di privacy inizia ad aprirsi.

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Capitolo 5
*** CAP 4 – Il giorno del giudizio… di francese ***


Ho passato tutto il pomeriggio a ripassare francese per domani, sono le sei e mi concedo una meritata pausa quando suona il campanello.
“Emily-chan, vai tu?” mi chiede la zia dalla sua camera.
“Si, zia, tu continua a riposare.”
Scendo, apro la porta e… “Taro, che ci fai qui? E l’allenamento?”
“Ho finito un po’ prima per venire a vedere se hai bisogno di un aiuto per domani…”
“Ho appena finito di ripassare tutto. Sei stato gentile a passare, grazie.” Non so come comportarmi “Bhe, dato che sei venuto fino a qui entra.” Saliamo in camera mia e mi fa parlare un po’ in francese ma in modo poco impegnativo, una chiacchierata. Poi ci salutiamo e ci diamo appuntamento a domani a scuola.

Stamattina mi sono svegliata presto e Sanae mi trova che faccio avanti indietro all’incrocio di casa sua. Aspettiamo Yukary e ci avviamo verso scuola. Taro è già in classe ad aspettarci, non ha neanche aspettato Ryo.
Arriva il professore di francese, si siede, apre il registro e scorre i nomi come se non sapesse chi interrogare oggi. “Ozora, tocca te oggi!”
Vado alla cattedra e, come aveva previsto Taro, inizia a chiedermi date, numeri e qualche verbo basilare. Io rispondo tranquilla e con una pronuncia che mi sembra decente. Poi, sorpresa:” Bene, ora Ozora perché non racconti alla classe qualcosa di te, in francese ovviamente.” Io mi blocco, ho imparato tante parole ma non so che dire.
“Ozora, su, stavi andando così bene. Facciamo così, oggi sperimentiamo le interrogazioni doppie che vi avevo annunciato dal prossimo mese. Misaki vieni anche tu.”
Taro si alza, si mette di fronte a me ed iniziamo a chiacchierare come la sera prima. Lui mi fale domande giuste e con lo sguardo capisco anche qualche parola che non ricordo.
Il professore ci interrompe stupito:” Molto bene! Ozora si vede che sei portata per le lingue straniere, vedrai che andremo d’accordo quest’anno.” Torno al posto con un bel sei e mezzo!

La mattina è finita ed usciamo festeggiando il mio voto ma Ryo ci blocca tutti prima del cancello, aspetta Yukary e poi inizia a parlare:” Bene, ora che hai capito tutte le materie e parli francese meglio di me grazie a Taro devi ricambiare le ripetizioni! Lunedì pomeriggio ti aspettiamo al campo di calcio e non cercare scuse.”
“Ryo ma le selezioni sono state già fatte, non so se il mister sarà d’accordo…” provo a contraddirlo ma interviene Sanae “Non sarà come alla Toho, fidati di Ryo stavolta e poi tutta la squadra ti aspetta.”
Ryo mi guarda serio:” Cos’è successo alla Toho?”
"Non ne voglio parlare, almeno non ora. E tu, Sanae, come lo sai?”
“Ogni tanto sento Yayoi e lei pensava che me l’avessi raccontato tu…”
“Non importa, ora andiamo a casa” e mi incammino in silenzio.

 
Bene, dal prossimo capitolo inizia la vera vita quotidiana di Emily a Nankatsu ora che è in pari con la scuola. Taro e Sanae sono sempre al suo fianco per sostenerla e anche Ryo a modo suo. Taro, inoltre, inizia a dimostrarsi protettivo nei suoi confronti cosa mai successa prima. Però resta un mistero: cos’è successo con la squadra della Toho? Riguarderà Hyuga?

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Capitolo 6
*** CAP 5 – Una lettera dal Brasile ***


Arrivo a casa e la zia mi viene subito incontro:” Allora com’è andata col prof di francese? Poi ho una sorpresa per te…”
Io faccio un bel sorriso e:” Inizio con un bel sei e mezzo grazie a Taro! Cos’hai per me?”
“Una lettera…” e mi sventola la busta davanti al naso “viene dal Brasile! Questa è la mia, la tua è sul tuo letto.”

Corro in camera, butto la cartella per terra, chiudo la porta e apro subito la busta. E’ la calligrafia di Tsu-chan! Che bello! Mi sdraio sul letto a leggerla.
“Ciao Emily-chan,
è da tanto che non ti scrivo ma qui sono molto impegnato con gli allenamenti e grazie a Roberto sto imparando tantissimo.
Giorni fa tu eri a scuola ma la mamma mi ha detto al telefono che a Nankatsu ti stai trovando molto bene soprattutto grazie a Sanae, Ryo, Taro e Yukary. Non avevo dubbi che avresti potuto contare su di loro per ambientarti.
Mi ha anche detto che non ti sei ancora presentata alla squadra di calcio perché devi studiare molto ma mi devi promettere di chiedere al più presto al mister di poter fare la selezione per diventare manager. Sei in gamba e ricorda che noi due abbiamo un pallone nel cuore e non devi farlo mai smettere di battere. Io credo in te e anche Misugi ti aspetta al campionato nazionale perciò buttati! Sei hai bisogno di qualsiasi consiglio o anche solo di un incoraggiamento conta su Taro, è sempre stato un grande amico per me e sono certo che lo sarà anche per te.
Prometto di farmi sentire più spesso. Abbraccia forte Sanae da parte mia e dille che mi manca averla intorno agli allenamenti. Salutami Ryo e Taro e digli che scriverò presto anche a loro.
Faccio il tifo per te e ti voglio bene, Tsubasa.”


Appoggio la lettera, mi alzo dal letto e inizio a preparare la borsa per lunedì con la mia tuta portafortuna, le scarpe e il mio quaderno degli appunti.
Nella tasca interna metto la lettera di Tsubasa così sarà anche lui con me. Gli risponderò martedì per raccontargli com’è andata e per dirgli che ho già sperimentato quanto Taro sia un amico prezioso nel momento del bisogno.
 

Finalmente Tsubasa si fa vivo e la sua lettera arriva al momento giusto per motivare la sua cuginetta a tornare sul campo di calcio. La incoraggia anche ad avvicinarsi a Taro non sapendo che sta già accadendo e il calcio li unirà ancora di più. Vedremo cosa accadrà col mister…

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Capitolo 7
*** CAP 6 – La nuova manager ***


E’ lunedì pomeriggio, fra poco andrò al campo di calcio della Nankatsu.
Scendo con la borsa e vado dalla zia:” Esci, c’è qualcuno che ti aspetta da un po’”
Io non faccio domande ed obbedisco. Davanti al cancello ci sono Sanae e Taro. “E voi cosa ci fate qui?”
“Volevamo essere sicuri che venissi.” Mi fa l’occhiolino Sanae.
“Non potevo mancare, mi ha scritto perfino Tsu-chan per farmi al predica a distanza perché non ho ancora parlato col mister. Inoltre dice che scriverà presto anche a voi due.”

Arrivati al campo andiamo a cambiarci negli spogliatoi. Esco e appena entro in campo Ryo schiera la squadra in due file davanti al mister che li guarda perplesso, poi si volta e mi vede: “Ah, si spiega tutto, tu devi essere Emily Ozora! Finalmente ci incontriamo. L’allenatore del Musashi mi ha mandato una lettera su di te veramente bella, invece quando ho chiamato il mister della Toho ci siamo trovati ad avere de pareri opposti come succede quasi sempre.”
io sono senza parole e anche Ryo e gli altri ma interviene Sanae a fare chiarezza:” Quindi mister lei conosceva già Emily? E può entrare in squadra come manager?”
“Certo che si. Anzi sono molto curioso di vedere cos’hai imparato da Misugi.”
Poi si rivolge ai ragazzi:” E voi cosa fate ancora qui? Iniziate l’allenamento! Tu, Emily, resterai qui con me per farti un’idea della squadra anche se quasi tutti li hai già visti al campionato nazionale.”
Osservo l’allenamento vicino al mister e lui butta spesso l’occhio sul mio quaderno dove ho schedato tutti i giocatori durante l’ultimo campionato e su cui sto iniziando a scrivere delle note in più. “Davvero un ottimo lavoro, i tuoi appunti mi sembrano molto attenti e precisi. Ti manca l’esperienza ma sei ancora tanto giovane. Ora voglio fare una partita d’allenamento, t come divideresti le due formazioni?”
“Bhe, mi mancano le schede di Misaki e dei nuovi entrati perciò per inquadrarli metterei nella squadra A gli attaccanti titolari e i difensori nuovi e il resto in quella B.”
“Per me va bene. Chiedi a Sanae le casacche mentre li divido.”

Consegno le casacche alla squadra B, le formazioni entrano in campo ma devo fare un’ultima cosa. “Misaki vieni un attimo!”
“Eccomi, dimmi…”
“La difesa, ovviamente, conosce i vostri schemi di attacco perciò voglio che dopo 3-4 azioni inizi a movimentare un po’ la situazione, a depistarli, ok?”
“Va bene, manager” e corre al suo posto.

Fischio d’inizio e come prevedevo il gioco resta in stallo e nessuno riesce a segnare. Misaki mi guarda, gli faccio un segno d’assenso e inizia a dirigere l’attacco così insieme a Kisugi, Taki e Mamoru segnano ben tre gol nel primo tempo. Ryo e i difensori sono sopraffatti e il mister richiama tutti i giocatori.
“Che vi succede? Ryo com’è possibile prendere 3 gol dalla vostra stessa squadra?”
Ryo impacciato cerca di difendersi:” Sono cambiati tutti gli schemi e Misaki oggi è anche più veloce e imprevedibile del solito.”
“Lo so” intervengo “gli ho chiesto io mettervi in difficoltà improvvisando un po’ come faceva a Parigi. Ho provato a mettervi di fronte ad un vero avversario altrimenti cosa farete al campionato nazionale? Kisugi, Taki e Mamoru si sono subito adattati al nuovo gioco e va davvero molto bene anche se dovreste essere più veloci per raggiungere i ritmi delle altre squadre che, invece, stanno lavorando molto sodo su questo aspetto.”
“Sei stata tu ad organizzare tutto?” esclama Kisugi “un’idea degna di Tsubasa!”
“Già, oggi mi sembri un’altra rispetto a quando sei arrivata.” Interviene Ryo.
Il mister ride: “Si vede che per smuovere questa squadra e farvi lavorare sodo c’è sempre bisogno di un duo Misaki-Ozora e con Emily penso che avrete poca tregua. Ora iniziamo il secondo tempo e fatemi vedere una bella partita!” Io e Taro ci diamo un’occhiata d’intesa e torna in campo.
Ce l’ho fatta, sono in squadra e non mollerò anche per Tsubasa.

Arrivata a casa telefono subito a Yayoi per raccontarle tutto anche se lei non è molto interessata e preferisce raccontarmi del liceo e dei miglioramenti del cuore di Jun. Poi scrivo una lettera a Tsubasa per ringraziarlo e dirgli che gli voglio bene.
 
Emily, senza saperlo, aveva già la porta aperta per entrare in squadra grazie all’allenatore del Musashi e non solo al suo cognome. Dimostra subito di avere occhio e carattere per fare la manager: poche direttive ma ben mirate proprio come ha visto fare mille volte a Misugi e riesce a impressionare tutti. E adesso un unico obiettivo: battere la Toho al campionato nazionale e capire la sintonia che la lega a Taro.

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Capitolo 8
*** CAP 7 – Una visita da Tokio ***


Sono a Nankatsu da poco di più due mesi e mi trovo sempre meglio. La mia settimana si divide tra la scuola, gli allenamenti di calcio, lo studio con Taro e aiutare zia Natsuko in casa.

È venerdì, usciamo dal liceo e ci diamo appuntamento a più tardi per gli allenamenti ma appoggiato al cancello c’è un ragazzo con un cappello che gli nasconde e la sacca in spalla che mi riconoscere: è Wakashimazu!
Anche Ryo lo riconosce subito e gli va incontro:” Ehi, Wakashimazu che ci fai qui? Vieni a spiare gli avversari?”
Lui si alza il cappello leggermente, lo guarda e poi si volta verso di me:” Non sono qui per te Ishizaki, non ho bisogno di spiare nessuno io! Emily devo parlare con te, hai un po’ di tempo?”
“Certo, Ken, ho l’allenamento fra due ore” gli rispondo cercando di essere gentile.
“Bene, facciamo due passi. Poi prenderò l’autobus per il monte Fuji per allenarmi lì” Ken si avvia e io lo seguo ma mi sento addosso gli occhi di Taro, Ryo e Sanae.

Arrivati al fiume ci sediamo sul prato, Ken non ha detto una parola finora e questo mi rende nervosa. “Bene, Ken, ora mi spieghi perché sei qui?”
“Te l’ho detto, vado ad allenarmi sul monte Fujituto il weekend e, dato che sono qui, volevo parlare con te.” abbassa lo sguardo e fissa l’acqua “Io… ecco io, non volevo che lasciassi il liceo Toho… ho provato anche a parlare con Kojiro insieme a Takeshi per farlo ragionare ma lo conosci…”
“Non sono venuta qui per colpa di Hyuga, diciamo che lui mi ha incentivata a partire. Mia zia è incinta, mio zio è ancora imbarcato, Tsubasa è in Brasile e il bimbo nascerà prima del campionato nazionale perciò non può abitare da sola.”
Lui mi fissa di sbiego:” Quindi poi tornerai a Tokyo?”
Stavolta sono io a spostare lo sguardo da lui “Tornerò sicuramente per il campionato nazionale e passerò l’estate con i miei genitori, poi non lo so… mi trovo molto bene qui, mi piace la città ed ho tanti amici su cui contare.”
“E se Kojiro si scusasse davanti a tutti potresti cambiare idea?”
“Sappiamo entrambi che non lo farebbe mai! Sono una ragazza e per di più una Ozora come dice lui. E poi anche il clima serio e impostato del liceo Toho non credo faccia per me.”
“Si, in effetti, qui sei diversa. Ti ho vista prima ridere e scherzare con Misaki e Ishizaki, invece alla Toho non parlavi con nessuno. Inoltre la Nankatsu non è solo una squadra di calcio, loro si sentono una famiglia.” Di colpo si alza e prende la sacca “Scusami se ti ho fatto perdere tempo, mi ha fatto piacere rivederti. Ora vado o perdo l’autobus, ci vediamo al campionato.” Mi saluta con la mano e corre via.

Arrivo al campo di calcio giusto in tempo, l’allenamento è appena iniziato. Mi cambio e vado vicino al mister ma i ragazzi sono strani, sono più seri del solito e si stanno allenando con grande concentrazione e impegno eseguendo ogni cosa che gli consiglio. Però Ryo, Taro e Kisugi mi evitano anche con lo sguardo e non capisco il motivo. Mi volto verso Sanae con sguardo interrogativo ma mi fa cenno che non ne sa nulla.

L’allenamento è finito, insieme a Sanae e Yukari iniziamo a sistemare ma, appena il mister se ne va, mi ritrovo circondata dalla squadra.
Si fa avanti Kisugi:” Emily ti dobbiamo parlare. Sappiamo che hai visto Wakashimazu della Toho. E’ venuto qui per riportarti a Tokio?”
Io di colpo capisco tutto e mi metto a ridere. “Ma come vi viene in mente? Mia zia è al settimo mese di gravidanza, anche volendo non potrei via ora!” torno seria e aggiungo “E’ venuto qui per allenarsi sul monte Fuji e ne ha approfittato per chiedermi scusa per quello che è successo alla Toho. Ma gli ho già detto che resterò qui con voi e sarò al campionato nazionale con la Nankatsu.”
Ryo inizia a sbottare:” Ci vuoi dire cos’è successo alla Toho? Non eri la loro manager o sbaglio?”
“Se ti va di parlarne…” interviene Taro col suo fare gentile.
“Ryo ha ragione, non ero la manager della Toho. Mi sono iscritta alle selezioni ma quando Hyuga ha visto il mio nome sulla lista me lo sono ritrovato in mezzo al corridoio del liceo a chiedermi cosa ci facesse il mio nome lì. Ha detto che non gli serve una ragazza in squadra né tantomeno una che di cognome fa Ozora.” Sanae mi cinge la vita con un braccio e continuo “Lo ha sentito praticamente tutta la scuola incluso il mister che ne ha parlato con la signorina Matsumoto e mi hanno “suggerito” di rinunciare per quest’anno per non creargli problemi con la squadra e concentrarmi solo sullo studio. Il prossimo anno si vedrà però comunque mi sarei ritrovata senza attività extra-scolastiche legate al calcio per un anno e questo avrebbe potuto influire sulla mia ammissione alla scuola nazionale di giornalismo dove valutano molto il percorso di studi e, soprattutto, le esperienze nel settore di richiesta che nel mio caso sarebbe il calcio.”
Ryo, diventa sempre più rosso in faccia, e urla:” Hyuga come ha potuto! Si è dimostrato un’egoista e un testardo a non farti almeno tentare, ha giocato col tuo futuro. Al campionato nazionale lo batteremo e ti dovrà chiedere scusa, siete d’accordo ragazzi?”
Tutta la squadra urla:”SI! Vinceremo!”
“Ragazzi, grazie, siete stupendi. Sareste da abbracciare ma si sta facendo tardi…” e corro nello spogliatoio senza vedere la delusione di alcuni di loro che mi viene fatta notare da Yukari:” Hai appena infranto dei cuori con questa frase finale, sappilo! Non ti facevo così crudele. Ah ah ah!”
“Ma va, sei esagerata. Siamo una squadra non c’è altro.”
“Se lo dici tu…”
 

La visita a sorpresa di Wakashimazu rivela un’interesse da parte del portiere ma riporta anche a galla una ferita nell’autostima di Emily che prontamente viene “medicata” dai ragazzi della Nankatsu che, come ha detto anche lui, sono una famiglia e non solo una squadra di calcio.
Finalmente scopriamo cos’è successo alla Toho da portarla a pensare di rinunciare al suo grande sogno: la scuola nazionale di giornalismo di Tokyo. Ma l’affetto dei suoi amici ha riportato a galla quel sogno e ora può nuovamente provare a realizzarlo.

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Capitolo 9
*** CAP 8 – Non è solo calcio… ***


Oggi è un sabato pomeriggio speciale perché Taro mi ha chiesto di andarlo a vedere mentre si allena da solo al campetto delle elementari. In questi mesi ho notato che ha delle difficoltà ad entrare in sintonia con gli altri attaccanti, non ha con nessuno lo stesso feeling che ha con Tsubasa ma lui è unico.
Kisugi e Taki giocano insieme fin dalle elementari e sono perfettamente affiatati al punto che anch’io li chiamo “la coppia d’argento” per la loro bravura insieme e loro si divertono a stupirmi con nuove azioni, invece Izawa nel suo ruolo è un ottimo solista che sa fargli benissimo da spalla quando occorre. Taro è perfetto nel ruolo di ala destra, ha un dribbling velocissimo e grande fantasia per risolvere in pochi secondi ogni nuova situazione però non riesce a trovare un suo tiro speciale, qualcosa che nessun avversario si aspetti da lui. Io vorrei tanto aiutarlo ma non so cosa fare a parte sostenerlo e bocciare tutto ciò che ho già visto fare in altre squadre.

Arriva a casa mia puntualissimo come sempre. “Ti va se andiamo al campo di corsa? Andrò piano, tranquilla.”
“Per me va bene, andiamo pure.”
Taro si adatta perfettamente al mio ritmo e, quando mi sono riscaldata un po’, mi fa aumentare la velocità finché arriviamo al campo in cui si allenava con Tsubasa quando è nata la squadra della Nankatsu. Io mi metto a fare un po’ di stretching alle gambe, lui mi osserva e: “Imbrogliona! Tu vai a correre e anche spesso!”
“E vabbè, ogni tanto mi alleno anch’io da sola. E poi correre qui è più bello rispetto al parco di Tokyo dove vado di solito perché ho ancora tanti posti da scoprire.”
Lui inizia ad allenarsi con un po’ di palleggi in tutte le direzioni e altezze e poi parte con delle serie di dribbling velocissimi contro avversari immaginari. Io lo controllo dalla panchina.
Quindi si sposta in area ed inizia a tirare in porta da varie angolazioni. Io mi posiziono in un angolo a guardarlo e gli rimando il pallone ma finora nessun tiro lo convince e anch’io non vedo nulla di particolare.
Ad un certo punto sento:” Ragazze, quello è Misaki! Bravissimo! Sei il migliore!” sono tre ragazze della nostra scuola che ho visto anche ad una partita d’allenamento la settimana scorsa.
“Forse dovresti andare a salutarle…” gli suggerisco per vedere la sua reazione.
Lui fa solo un cenno con la mano “Non mi interessano, tifano per tutti quelli carini.” E riprende ad allenarsi.

La stanchezza e il caldo si fanno sentire e ci sediamo un po’ in panchina.
“Comunque non sapevo che avessi delle tifose…” riprendo il discorso.
Lui mi guarda con il sorriso di chi la sa lunga e controbatte: “Anche tu hai degli ammiratori non te ne sei accorta?”
“Io? E chi sarebbero?”
“Bhe, intanto direi Wakashimazu altrimenti non sarebbe venuto fino a qui da solo per parlarti con tutti i posti che conosce a Tokyo per allenarsi. E comunque vai forte coi portieri perché anche Morisaki ti adora solo che è troppo timido per fartelo capire.”
“Peccato che io preferisco gli attaccanti…”
“Tranquilla, c’è anche Kisugi! Ma davvero non vedi come ti guarda e quante ore in più si allena da solo con te?”
“Scherzi, vero? Non dirmi che ce ne sono altri…”
Lui guarda verso il cielo. “Ti ho già detto molto e forse qualcun altro c’è…” si alza, prende il pallone e si dirige a centrocampo. “Allora, non vieni? Voglio provare a mostrarti una cosa.”
Io lo raggiungo ma lui si sposta alla mia sinistra, mi tira il pallone abbastanza veloce ma io lo blocco col piede. “Ottimo! Sono sicuro che riesci a passarmelo anche correndo.” Si posta in avanti, io lo seguo calciando il pallone ed iniziamo una serie di passaggi ovviamente molto tranquilli però abbastanza precisi finché arriviamo davanti alla porta e lascia a me il piacere di tirare. “Gol!” esulto come quando giocavo con Tsu-chan da bambina.
Lui si avvicina a me, fissa il pallone in porta e si fa serio:” Per me una storia d’amore non dovrebbe basarsi sulla dipendenza di una ragazza dal suo ragazzo ma dovrebbe essere come abbiamo fatto noi ora. Due persone che si aiutano a vicenda per raggiungere i propri obiettivi. Io ho dovuto imparare fin da piccolo ad essere indipendente per seguire mio padre e non disturbarlo mentre lavora ed ora ho i miei sogni da inseguire perciò non voglio una ragazza-tifosa che dipende da me e passa il suo tempo a casa ad aspettare che rientri dagli allenamenti o da ritiri che durano anche settimane. Non fa per me. Voglio parlarle dei miei sogni ed ascoltare i suoi, fare il tifo per lei come lei lo fa per me. Sogno uno scambio reciproco e non passerò del tempo a conoscere nessuna che non mi sembri così.”
Prende il pallone e si avvia verso l’uscita “Si sta facendo tardi, ti accompagno a casa.”

Per strada non parliamo più finché non arriviamo al cancello. Taro mi ferma con la mano prima che lo apra: “Aspetta… volevo dirti che quello che ti ho confidato prima non era in programma e non l’avevo mai detto a nessuno è che con te mi sento a mio agio per parlare anche di me.”
“Mi fa piacere”
Ma non ha finito:” La mia non era una dichiarazione, Emily, o forse in parte si comunque non voglio che tu mi dica niente ora. Vorrei semplicemente che iniziassi a riflettere su quello che vuoi tu senza prendere ad esempio le tue amiche e le loro storie. Inoltre finora hai conosciuto soprattutto me invece vorrei che provassi a guardarti intorno. Sappi che io sarò sempre al tuo fianco anche se non fisicamente. Sono sicuro che ogni cosa accade al momento giusto, basta solo avere pazienza e saper riconoscere quel momento. Non abbiamo nessuna fretta.” Mi da’ un bacio leggero sulla fronte e corre via mentre io resto qui sospesa ma allo stesso tempo felice perché Taro oggi mi ha dato una lezione di vita importante oltre ad aprirsi con me. Mi sta aiutando a crescere libera ed indipendente cosa che non ho mai visto fare né a Tsubasa né tantomeno a Jun abituati come sono a dare per scontato Sanae e Yayoi. Come Taro anch’io ho un sogno e non intendo smettere se non sarò io a deciderlo.

 
Più si avvicina il campionato nazionale, più Emily sta imparando a conoscere la squadra e soprattutto vede in Taro sia i pregi che i difetti. Ormai è evidente che è interessata a lui dal briciolo di gelosia che dimostra per le compagne di scuola ma questo non le fa perdere la lucidità della manager neanche in questo pomeriggio passato da sola da sola con lui. Taro, dal canto suo, non ha mai frequentato una ragazza però ha le idee molto chiare su quello che cerca e non è la Sanae di turno, inoltre non vuole soffrire come suo padre perciò mette Emily alla prova decidendo di lasciarla da sola per un periodo perché possa guardarsi dentro e conoscere altri ragazzi e poi si vedrà. 

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Capitolo 10
*** CAP 9 – Il nostro momento ***


I mesi sono passati in fretta ed ora si avvicinano due eventi molto importanti: la nascita del piccolo o della piccola Ozora e il campionato nazionale.
Lo zio Kodai è tornato tre settimane fa per essere presente al parto e così io ho potuto godermi un po’ di vita sociale con Sanae e Yujary tra un impegno e l’altro.
Dopo il discorso di Taro dovevo assolutamente parlare con qualcuno e Sanae è la migliore ascoltatrice che conosco qui e mi fido di lei. Non è stata d’accordo proprio su tutto però ha dovuto ammettere che siamo diverse e che la mia timidezza sta diminuendo sempre di più, invece non ha assecondato la mia scelta di provare a conoscere anche altri ragazzi oltre a lui ma lo so che lei vive da sempre per Tsu-chan e le sembrerebbe di tradirlo anche bere un te con un altro.
Io, invece, una domenica pomeriggio sono uscita con Kisugi che mi ha invitata a bere qualcosa in una pasticceria appena aperta in centro e devo ammettere che sono stata bene con lui ma, quando ha provato a baciarmi accompagnandomi a casa, mi sono tirata indietro e lui ha capito. Non c’era magia però siamo rimasti buoni amici.
Morisaki non si è mai fatto avanti. Forse per timidezza, forse perché la nuova versione di me non fa più per lui.
Taro è sempre stato al mio fianco e io mi sono impegnata per prepararlo al meglio al campionato ma non abbiamo più parlato dei nostri sentimenti ne ha commentato i ragazzi che mi vedeva girare intorno della squadra e non, anche se mi sembrava un po’ infastidito soprattutto da quelli che non conosceva.

-----*-----
Ci siamo! È notte fonda e zia Natsuko sta per partorire con due settimane di anticipo! Gli zii corrono all’ospedale mentre aspetto mattina per avvisare Sanae che non andrò a scuola e poi li raggiungo.
Quando arrivo alla sala parto un’infermiera mi informa che la zia è ancora in travaglio e ci vorrà ancora qualche ora perciò mi siedo in sala d’aspetto e provo a riposare un po’.
Dopo non so quanto tempo sento una mano sulla spalla, apro gli occhi e davanti a me ci sono Sanae, Ryo e Taro. “E voi cosa ci fate qui? E la scuola?”
Sanae si siede accanto a me: “Quando sono arrivata a scuola ed ho detto ai ragazzi che stava per nascere il bimbo abbiamo deciso di venire a farti compagnia. Gli amici servono soprattutto in questi momenti.”

Sono passate due ore e nessuna novità tranne Taro che è sparito… Ma, eccolo! Compare con dei biscotti e 4 tazze di te fumanti. “Grazie, in effetti non ho fatto neanche colazione stamattina.” Gli sorrido.
Finalmente la porta si apre e compare lo zio urlando:” È un maschio, è un bel maschio!” Io corro ad abbracciarlo ed anche gli altri si congratulano.
“Emily-chan, va a casa a riposare e mangia qualcosa. Potrai vedere il piccolo oggi alle 15” mi raccomanda lo zio e poi si rivolge agli altri “La accompagnate voi a casa?”
“Certo signor Ozora!” Sanae mi prende sottobraccio e ce ne andiamo.
Arrivati a casa ci ferma tutti:” Emily, dato che siamo tutti qui e tu sembri stanca, che ne dici se cucino io qualcosa e pranziamo con te?” “Certo, entrate!” rispondo entusiasta perché non mi andava di restare da sola.
Mostro a Sanae dove trovare gli ingredienti che le servono e le pentole, Ryo e Taro apparecchiano e io vado a farmi una doccia rigenerante. Scendo in tuta e c’è un profumo buonissimo. Il pranzo è ottimo e Sanae è un’ottima casalinga, inoltre si offre di lavare i piatti costringendo Ryo ad aiutarla.
Io e Taro ci sediamo sul divano a guardare la tv e…
…mi sono addormentata! Sento la testa appoggiata su una spalla e un braccio dietro il mio collo… ora ricordo, dev’essere Taro! Lentamente apro gli occhi e lo trovo che mi osserva. “Ciao, hai dormito bene? Scusa ma rivorrei il mio braccio e mi dispiaceva svegliarti.”
“Certo, scusa…” e mi sposto da lui “Sanae e Ryo?”
“Sono andati a casa, anche loro non volevano disturbarti. Ti accompagnerò io in ospedale. Hai circa mezz’ora per prepararti, ti aspetto qui.”
Io corro in camera, frugo tra i vestiti per scegliere il più adatto. Trovato! È un abito fantasia sui toni dell’azzurro con la gonna al ginocchio ed ha una cintura abbinata in vita. Mi pettino, prendo la borsa e la macchina fotografica per immortalare il piccolo per Tsu-chan.
Scendo e Taro è già in ingresso, si volta e mi sembra incantato. “Stai benissimo! Hai un appuntamento con qualcuno?” scherza.
“Certo, devo vedere il nuovo uomo della mia vita!” indosso le mie ballerina blu preferite e usciamo.

Lo zio mi sta aspettando in corridoio e ci porta alla camera dove si trovano la zia e il piccolo.
“Emily, io ti aspetto qui. È un momento di famiglia.” si ferma Taro.
“Taro che dici?” ribatte lo zio “La squadra del Nankatsu fa parte della famiglia e il piccolo un giorno sarà orgoglioso di avere una foto con te! Entra su!”
Passo allo zio la macchina fotografica e mi avvicino alla zia che tiene in braccio il piccolo. “Si chiama Daichi che significa “grande terra” perché spero che almeno lui rimanga accanto a me e non voglia partire come suo padre e suo fratello.” mi sussurra “Prendilo in braccio” e me lo passa delicatamente. E’ così piccolo ma già bellissimo e lo adoro.
Lo zio inizia a scattarci delle foto ricordo per l’album di famiglia e da spedire a Tsu-chan. “Taro avvicinati coraggio, non vuoi vedere il piccolo Ozora?” Lui mi si mette accanto per la foto e mi sussurra: “Siete bellissimi, tutti e due.”

L’orario di visita è finito e Taro mi accompagna a casa. Davanti all’ingresso lo fermo. “Taro, grazie… di tutto.”
“Per me è stato un piacere passare la giornata con te e vedere per primo il piccolo Daichi.”
“Non parlo solo di oggi. Ti devo parlare, questo è il momento giusto.”
“Ti ascolto, dimmi…”
“Non sapere il francese si è rivelato la mia fortuna perché mi ha permesso di conoscerti meglio e tu mi hai aiutata ad iniziare ad essere me stessa e a crescere libera dal confronto con le altre ragazze. Mi hai sempre sostenuta come manager, mi sei stato accanto come amico ed hai avuto la maturità di fare un passo indietro per darmi la possibilità di conoscere anche altre persone.” Gli prendo una mano tra le mie “Ma ora sono sicura di quello che provo per te e voglio sapere cosa provi tu”
Restiamo a fissarci per qualche istante poi si avvicina al mio viso e mi sussurra: “Io sono innamorato di te più di quanto immagini e voglio solo te al mio fianco.” Si avvicina ancora di più finché appoggia le labbra sulle mie ed è pura magia. Quando si stacca, lo abbraccio e sono io a baciarlo stavolta.
“Ti ho aspettata tanto ma ora sono felice, tu sei quella giusta, la ragazza dei miei sogni.”
“Anch’io sono felice e adesso non so come dirtelo che devo mandarti a casa prima che torni lo zio, è un po’ protettivo e voglio parlargli con calma.”
“Capisco, tranquilla. Ci vediamo domani a scuola, Emily-chan. E senza altri ragazzi attorno perché adesso sei la mia fidanzata!” “Scemo! Ma mi fa piacere che fossi un po’ geloso.”
Entro in casa e vorrei chiamare subito Sanae ma preferisco godermi ancora un po’ questa felicità da sola, le racconterò tutto domani con calma.

 
Giornata piena di emozioni questa per la nostra giovane Emily. È nato il piccolo Daichi Ozora, nuovo uomo della famiglia, e finalmente Taro le ha dato dei segnali chiari del suo interesse nei suoi confronti portandola a dichiararsi. Che poi è una dichiarazione doppia perché lui era stato molto vago settimane prima e ora si lascia veramente andare. Come prenderà Sanae questa storia nata in pochi mesi mentre lei è ancora lì sospesa ad aspettare da più di tre anni? E cosa accadrà fra qualche settimana quando finirà la scuola ed Emily dovrà tornare a Tokyo dai suoi genitori?

PS: vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che mi stanno leggendo ed i vostri bellissimi commenti. Sono commossa perché, quando ho pubblicato i primi capitoli, non mi aspettavo tutto questo affetto. Grazie a tutti/e!

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Capitolo 11
*** CAP 10 – Le collane gemelle ***


Arrivo a scuola con Sanae e Yukari come ogni mattina e incrociamo Taro che si unisce a noi. Sente che stiamo parlando del piccolo Daichi, mi fissa per un po’ finché gli faccio “no” con la testa e capisce che non ho ancora parlato con le ragazze. Lui si comporta normalmente finché non arriva Ryo:” Ecco i nostri piccioncini, avete dormito bene sul divano ieri?”
Sanae prontamente gli dà un pizzicotto sul braccio:” Ryo ma ti sembra il caso? Che dici?”
“Ho solo chiesto come hanno dormito, non ha fatto nessuna allusione…” si giustifica lui mortificato.
Io e Taro sorridiamo, lui mi stringe la mano e deglutisce:” Ehm ragazze, Ryo non ha tutti i torti per una volta. Ieri è stato giornata molto importante per noi due perché… ecco… noi abbiamo capito che vogliamo stare insieme, ci siamo fidanzati!”
Taro è più che imbarazzato ma questo gesto è un’altra conferma di quanto tiene a me e di quanto sia diverso da Tsubasa e Jun.
Yukari mi si avvicina e mi dice all’orecchio:” Io devo entrare ma oggi voglio un resoconto completo, preparati!”
“Sono felice per voi, davvero.” Ci dice Sanae ma vedo un po’ di tristezza nel suo sguardo che non svanisce neanche mentre Ryo stringe la mano a Taro e si complimenta a suo modo con un: “Era ora! Finalmente una coppia che esce allo scoperto. Bravo Taro e ora tienila stretta!”

-----*-----

Usciamo da scuola e, mentre camminiamo verso casa, racconto alle ragazze cos’è successo il giorno prima.
“Vi siete già baciati???” si ferma di colpo Yukari
“Yukari non urlare, siamo in strada!” la rimprovera Sanae
“Si, hai ragione però Emily è la prima tra di noi che è stata baciata e poi in modo così romantico…”
“Come la prima?” esclamo sorpresa “Sanae io pensavo che Tsubasa prima di partire per il Brasile…”
Lei mi interrompe con un brusco No! “Quel giorno abbiamo praticamente parlato a sguardi ma nessun bacio. Devo confessare che ti invidio un po’. Taro, che ha sempre detto a tutti che non voleva innamorarsi a causa della separazione dei suoi genitori, con te è riuscito a sbloccarsi e a superare la sua paura. Inoltre ha avuto la pazienza di conoscerti e aiutarti a diventare te stessa anche accettando di vederti insieme ad altri ragazzi. E ora dice tranquillamente che sei la sua fidanzata mentre io sono qui sospesa ad aspettare che Tsubasa in qualche lettera mi dia dei segnali che ci tiene a me e non mi racconti solo della sua carriera.”
Io le prendo le mani. “Sanae, mi dispiace, posso solo immaginare quanto sia dura per te. Devo ammettere che prima di conoscere Taro pensavo che il comportamento distaccato di Tsubasa fosse normale per i calciatori e, inoltre, vedevo Jun che è anche più freddo di lui quando ci si mette. Taro mi ha fatto aprire gli occhi però stare insieme tutti i giorni è stato importante per entrambi. Tsubasa è in Brasile, so che ti pensa però ha il suo sogno da realizzare e mi dispiace dirlo ma non credo riuscirà a capire cosa prova per te finché non ci sarà riuscito. Poi sono sicura che si farà avanti a suo modo. Intanto per provare a smuoverlo lascerò a Taro il compito di scrivergli di noi.”
“Pensi possa servire a qualcosa?”
“E’ un tentativo. Taro è molto sensibile e conosce Tsu-chan perciò saprà come raccontargli tutto in modo che non tiri fuori il suo lato protettivo nei miei confronti e magari si faccia qualche domanda sui suoi di sentimenti.” La abbraccio forte e andiamo a casa.

-----*-----

Oggi è uno degli ultimi giorni di scuola e anche di allenamento infatti i ragazzi si stanno impegnando tantissimo e sono davvero orgogliosa di loro, sono certa che possono arrivare in finale anche senza Tsubasa.
“Emily, c’è una coppia che ti cerca.” Mi dice Sanae indicandomi di guardare alle sue spalle.
Io mi volto e…” Mamma, papà!”
“Emily fai entrare i tuoi genitori” mi dice il mister “saranno contenti di conoscere la squadra e anch’io voglio conoscerli.” Faccio di si con la testa e vado ad accoglierli.
“Mamma, papà che sorpresa! Come mai non mi avete avvisata?” e li porto alla panchina.
“Abbiamo deciso ieri all’ultimo minuto. Prima siamo stati in ospedale a vedere tua zia e il piccolo Daichi e Kodai ci ha detto che potevamo trovarti sicuramente qui a quest’ora.”
Intanto il mister ha radunato la squadra. “Nankatsu salutate i genitori di Emily!” e al comando di Ryo parte un coro: “Benvenuti signori Ozora!”
“Mi fa piacere conoscervi e poi vorrei ringraziarvi per esservi offerti di ospitare le ragazze durante il campionato nazionale.”
“Si figuri” risponde pronto papà “per noi è un piacere conoscere le amiche di nostra figlia e verremo a fare il tifo per voi ogni volta che possiamo.”
Intanto mamma sta osservando tutti i ragazzi e sono certa che stia cercando Taro perché, anche se non sa ancora di noi, ha sicuramente già capito che non è un amico come gli altri.
Lui ha la faccia seria di quando aspetta di essere interrogato perché non sa che i miei genitori sono molto più aperti e tranquilli dei miei zii e non vedono l’ora di vedermi con un ragazzo.
“Emily vai pure a casa, i tuoi genitori sono venuti fin qui da Tokyo e saranno stanchi, pensiamo a tutto noi.” Mi dice Sanae, il mister accenna un sì col capo e io vado a cambiarmi.

I miei genitori si sono fermati qui due giorni per parlare con i miei insegnanti, visitare un po’ la città e acquistare un quadro del signor Misaki da regalare ai miei nonni che adorano le vedute del Giappone.
Sono ripartiti poche ore fa e io sto studiando in camera quando lo zio mi chiama:” Emily-chan, c’è Taro. Dice che devi accompagnarlo in un posto.”
Taro? Non avevamo nulla in programma… “Cinque minuti e scendo. Tu non fargli nessun interrogatorio nel frattempo!”
Indosso il primo vestito che trovo e raggiungo Taro e lo zio in ingresso. Lui mi fa l’occhiolino ed usciamo.
Dopo 200 metri da casa lo fermo:” Ora mi spieghi che succede? Non avevamo nessun impegno oggi?”
“Lo so ma volevo vederti ed ho una cosa importante per te, vieni.”  Mi prende per mano e andiamo al parco dove ci sediamo su una panchina in un angolo tranquillo.
“Quando torni a Tokyo?” mi chiede serio senza tanti giri di parole.
“Mio papà verrà a prendermi 2-3 giorni dopo la fine della scuola tornando da un viaggio di lavoro. Ti farò sapere il giorno esatto e comunque ci vedremo a Tokyo la settimana successiva.”
“E dopo il campionato resterai lì…”
“Si, lo zio ha avuto un permesso per fermarsi a casa sei mesi e così io posso passare l’estate con i miei genitori.”
Taro estrae dalla tasca una scatolina in velluto rosso e me la porge:” Questo è per te! Aprilo.”
Io prendo la scatolina, la apro con cura e dentro trovo una collana in caucciù con due ciondoli d’argento: un pallone da calcio e mezzo cuore. “Taro-chan è stupenda! Non dovevi, davvero… ma dov’è l’altro mezzo cuore?”
Lui apre i bottoni della polo e vedo che indossa una collana identica. “Con queste collane saremo uniti ovunque andremo e il pallone ci ricorderà i nostri sogni.”
“Sei davvero meraviglioso! Mi aiuti a indossarla?” gli passo la collana, mi sposto i capelli e lui me la mette. I nostri volti sono vicinissimi e ne approfitta per baciarmi dolcemente più volte.
“Taro, aspetta, devo darti una bella notizia” lo fermo dopo un po’ “ho parlato con i miei genitori ed i miei zii ed abbiamo deciso che, visti i miei voti e il fatto che non voglio tornare alla Toho, a settembre frequenterò ancora il liceo qui.”
“E’ una notizia bellissima!” e mi stringe forte a lui “Ero già pronto a vivere una storia distanza facendo il pendolare ma averti qui altri due anni è decisamente molto meglio! Abbiamo ancora tante cose da vivere insieme.” E restiamo abbracciati a goderci questo momento di felicità.
Prima di alzarci decido di mantenere la promessa che ho fatto a Sanae. “Taro-chan devi fare una cosa importante per me: scrivere tu a Tsubasa di noi.”
“E’ una richiesta oppure un ordine?” sorride lui
“Un’ordine in realtà. Sono sicura che tu troverai le parole giuste perché non si preoccupi e poi è anche il tuo migliore amico.”
“Va bene, obbedisco. Gli scriverò stasera sperando che non mi telefoni in piena notte per farmi qualche predica.” E mi dà un bacio sulla fronte.

 
Il riservato Taro dimostra ad Emily di essere determinato anche nella vita, oltre che sul campo di calcio, dicendo ai suoi amici che sono fidanzati e regalandole una collana che li unirà anche quando saranno distanti e che, secondo me, vuole usare anche per tenerle lontano altri ragazzi.
Dal canto suo Sanae confida all’amica quanto le pesi la distanza di Tsubasa e il suo atteggiamento distaccato che io definisco sempre addormentato. E cosa dirà Yayoi, l’altra migliore amica di Emily, di questa storia? Lo scopriremo a Tokyo.

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Capitolo 12
*** CAP 11 – Tornare a Tokyo ***


Sono tornata a casa nella mia Tokyo la settimana scorsa e ora sono alla stazione dei treni ad aspettare la squadra della Nankatsu che sta arrivando per partecipare al campionato nazionale. Ecco il treno e loro sono già pronti a scendere.
“Bentornati a Tokyo! Il vostro autobus è qui fuori per andare al ritiro ed ho già il numero del campo d’allenamento che vi hanno assegnato e i vostri pass.” Li accolgo entusiasta di rivederli.
“Ciao Emily, efficiente come sempre” mi saluta il mister.
Usciamo dalla stazione e saliamo tutti sull’autobus. Il posto vicino a Taro è rimasto vuoto così mi siedo accanto a lui che mi prende subito la mano.
“Mi sei mancata tanto.” Mi sussurra.
“Anche tu.”
“I tuoi genitori che hanno detto di noi? Che ne pensano?”
“Sono molto contenti perché mi vedono felice e verranno a vederti giocare la prima partita e tutte quelle che riescono. Comunque rilassati perché sono molto più tranquilli rispetto ai miei zii, più easy direbbe mia madre.”
“Per sicurezza sarò serio ed alla giusta distanza da te, non si sa mai.”
“Come vuoi però sappi che mia mamma mi ha ricordato che la stanza degli ospiti è sempre pronta nel caso volessi venire da noi qualche giorno durante le vacanze estive.”
“Davvero? Cioè dai tuoi zii o stiamo in soggiorno o in camera tua a porta aperta sorvegliati e i tuoi genitori mi farebbero dormire nella stanza accanto alla tua?”
“Si, certo, nella stanza dei miei nonni. Credimi, i miei zii sono molto più preoccupati dei miei genitori di quello che potremmo fare in casa da soli. Si fidano di me e poi hanno detto loro che riempirsi di coccole e baci alla nostra età è la cosa più bella e sono momenti che ricorderemo quando saremo adulti e inizierà la ruotine.”
“Sei sicura che tuo padre non sia stato adottato? Non può essere un Ozora…”
“Scemo!” gli sorrido.

Arrivati al ritiro lasciamo lì i ragazzi e porto Sanae e Yukari a casa mia dove abiteremo insieme in queste settimane. Siamo a dieci minuti dal ritiro perciò è una soluzione comoda per noi e un risparmio economico per la società sportiva.

-----*-----

Oggi ci siamo svegliate più tardi perché ieri sera abbiamo chiacchierato a lungo ed abbiamo anche telefonato a Yayoi per avvisarla che siamo tutte qui e dobbiamo vederci appena finisce l’ultimo corso del suo liceo.
Nel pomeriggio c’è la cerimonia d’apertura con la presentazione del calendario ufficiale delle partite. Per essere più professionali io e Sanae abbiamo deciso di andare alla cerimonia con la divisa del liceo così ci presentiamo al ritiro tutte e tre vestite uguali.
I ragazzi sono già pronti davanti all’ingresso.
“Guardate come sono belle e serie le nostre manager oggi!” esclama Taki.
“Certo! Vogliamo farvi fare bella figura di fronte alle altre squadre in fondo siete gli unici che hanno vinto tre anni di fila il torneo delle scuole medie.” Controbatto orgogliosa.

La cerimonia è sempre emozionante e subito dopo decido di accompagnare i ragazzi a vedere il campo d’allenamento. Mentre camminiamo un pallone velocissimo mi passa davanti al petto e va ad incastrarsi nella rete di recinzione.
“Ciao Hyuga!”  esclamo cercando di stare calma e tranquilla.
“Ozora vedo che conosci bene i miei tiri.” Mi risponde lui mentre ci giriamo tutti nella direzione del tiro. È insieme a Ken e Takeshi.
“Sei impazzito? Potevi colpirla?” esclama Ryo fuoriso.
“Non l’avrei mai fatto e lei lo sa bene.” e si avvicina a me “Non colpirei mai una ragazza. Ti ho mostrato che il mondo del calcio non è un posto facile per una ragazza poi sei libera di continuare per la tua strada. In fondo la signorina Matsumoto che seleziona i giocatori della Toho è una donna ma credo sia l’unica di tutto il Giappone. Buona fortuna Ozora!” ci saluta e si allontana. Ken mi passa accanto con lo sguardo basso e riesce solo a sussurrare un “mi dispiace”.

Riprendiamo a camminare e chiedo a tutti i ragazzi di tacere.
“E così sei tu Emily Ozora!” la voce proviene da dietro un albero da cui compare il signor Katagiri “Il vostro mister mi ha detto che eri qui ma ho preferito gustarmi questa scena con Hyuga. Vedo che la rivalità riguarda tutta la famiglia Ozora non solo tuo cugino Tsubasa.”
“E io vedo che sa già chi sono perciò cosa ne pensa di questo discorso signor Katagiri?” chiedo diretta guardando il mio volto riflesso nei suoi occhiali da sole.
“Hyuga non ha né torto né ragione.” estrae dalla tasca un biglietto da visita e me lo porge “Chiamami dopo il campionato, io sono un’insegnante esterno della scuola di giornalismo che vorresti frequentare e darò volentieri un’occhiata al tuo curriculum. Vedrò di darti qualche consiglio su cosa puoi fare nei prossimi due anni per essere ammessa. Se sei determinata come tuo cugino e ti piace studiare sodo, non ti servirà per forza il diploma della Toho.”
“Grazie davvero del suo aiuto.”
“Ci vediamo allo stadio così verificherò di persona come sono migliorati questi ragazzi.”
“Arriveremo in finale anche quest’anno e la stupiremo” si fa avanti Ryo gongolando
“Ishizaki non ho dubbi che mi stupirai! Magari cerca di usare meno la faccia quest’anno!” Noi scoppiamo tutti a ridere mentre il signor Katagiri si allontana. È un uomo di poche parole ma con le idee molto chiare perciò sono certa che mi darà degli ottimi consigli.
 

Emily è tornata a casa e sta per iniziare il campionato nazionale. La reazione dei suoi genitori disorienta il povero Taro perché è assolutamente insolita nella cultura giapponese ma dimentica che la madre fa l’interprete e il padre viaggia molto per lavoro perciò hanno conosciuto molte realtà diverse.
Hyuga non poteva mancare con un benvenuto dei suoi ma tutto ha una spiegazione che scoprirete più avanti…

 

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Capitolo 13
*** CAP 12 – La ragazza misteriosa ***


La Nankatsu ha già giocato due partite e le ha vinte abbastanza facilmente grazie al gioco di squadra che diventa sempre migliore.
La prima partita è stata una specie di riunione di famiglia in tribuna per me perché il signor Misaki ha insistito per sedersi accanto a me e i miei genitori erano qualche posto più in là a fare il tifo.
Il padre di Taro è un uomo di poche parole ma sa dire sempre la cosa giusta come suo figlio. “Emily, io non ci capisco molto di calcio perciò mi siedo accanto a te e conto sul tuo aiuto. Oggi ci tengo particolarmente a veder giocare mio figlio perché, da quando ti ha conosciuta, è cambiato.” mi ha detto serio “Sai, temevo che non si sarebbe mai innamorato seriamente a causa del mio divorzio invece tu gli sei veramente entrata nel cuore e mi parla molto di te. Ti devo ringraziare.” Le sue parole mi hanno davvero commossa e le ricorderò per sempre.
I miei genitori sono rimasti senza parole per la bravura di Taro ma hanno deciso di aspettare la finale per conoscerlo in modo che si concentri solo sul torneo al 100%.

Ieri siamo stati tutti a vedere una partita della Toho e devo dire oggettivamente che sono ancora più forti e il gioco di Hyuga è sempre più aggressivo ed imprevedibile. Taro è rimasto in silenzio ad osservare tutto il tempo, la sua faccia era seria e preoccupata ma non ha voluto parlarne. Dopo la partita mi ha solo detto che voleva andare ad allenarsi da solo e non abbiamo più parlato.

Oggi c’è la terza partita della Nankatsu e le squadre sono già schierate. Osservo Taro e mi sembra meno tranquillo e concentrato ma forse è solo una mia impressione.
“Posso sedermi qui?”
“Hikaru Matsuyama! Certo, vieni.” gli sorrido contenta di conoscerlo.
“Tu sei Emily Ozora, vero? L’altro giorno ho incontrato Taro e mi ha detto tutto… cioè mi ha detto che sei la sua fidanzata. Era un segreto per caso?”
“No, tranquillo. E poi so quanto Taro tiene alla vostra amicizia e si fida di te.”
“Hai notizie di Jun Misugi? Se non sbaglio sei amica della sua ragazza.”
“Si, stanno frequentando un liceo propedeutico alle facoltà di medicina e questa settimana hanno un corso non so di cosa. Verranno a vedere le prossime partite.”
“Ottimo! Se oggi la Nankatsu vincerà dopodomani giocherete contro di noi. Invece Hyuga dovrà affrontare i gemelli Tachibana.”
Fischio d’inizio ed iniziamo a seguire la partita. Sembra tutto normale i ragazzi segnano il primo gol grazie a Taki e Kisugi, la nostra coppia d’argento. Taro è un po’ lento ma gioca discretamente finché un giocatore veramente enorme non gli ruba la palla, di colpo lui si blocca e rimane immobile come se non lo avesse visto. Poi si volta a guardare l’avversario ma non si reagisce.
“Taro sta bene?” mi chiede Hikaru
“Fino a ieri si. È cambiato dopo aver visto la partita della Toho ma non ha voluto parlarne.”
“Stai tranquilla, sono certo che gli passerà subito. Taro non è uno che si arrende.” Io stringo forte la collana e inizio a pregare che abbia ragione.
La partita prosegue ma Taro continua a commettere errori e neanche gli incitamenti del resto della squadra riescono a svegliarlo da una specie di torpore perciò continuano a giocare senza contare su di lui.

“Misaki! Misaki! Misaki non mollare! Sei il migliore!” urla una voce femminile poco lontano da noi.
Ci giriamo tutti a guardarla ma non so chi sia. “Ragazze, voi la conoscete?” “Non l’ho mai vista, non è di Nankatsu” mi risponde Sanae “l’avrà conosciuta in qualche viaggio con suo padre.” “Già…”
“Misaki sono venuta fino a qui per te, non puoi arrenderti! Sei il migliore del mondo!” continua la ragazza misteriosa “Parigi ti aspetta, devi vincere!”
Appena sente nominare Parigi Taro cambia faccia di colpo, si guarda intorno, in quadra il gioco e parte all’attacco carico di energie. Recupera il pallone e il resto della squadra lo segue trascinato dal suo sguardo che è tornato brillare.
Io sono senza parole, mi sento impotente di fronte alla reazione di Taro e non me lo spiego.
“Vedrai che vi chiarirete dopo la partita” mi consola Sanae “quella ragazza mi ricorda me alle elementari e non interessa di sicuro a Taro.”
La partita finisce con una magnifica vittoria e noi scendiamo negli spogliatoi per festeggiare. Oltre a Hikaru ci segue anche la ragazza misteriosa.
“Taro Misaki che bello rivederti!” gli corre incontro lei.
“Azumi! Eri tu prima allora?” esclama lui sorpreso.
Ryo si mette in mezzo “Ma tu sei la Anego di Parigi! Sei venuta a fare il tifo per noi?”
“Sono qui alcuni giorni con mio padre e volevo assolutamente veder giocare Taro almeno una volta.”
Taro è completamente preso tra questa Azumi ed Hikaru e non credo mi abbia neanche vista.
“Sanae, vi precedo a casa…”
“Ti senti bene? Non vai da Taro?”
“Lo vedrò domani, ora è meglio così” e me ne vado.

A casa mi chiudo in camera mia, mi siedo sul letto con la testa tra le gambe e continuo a rivedere Azumi con la sua energia, così estroversa e coraggiosa da aver salvato la partita.
Sento dei passi per le scale, le ragazze sono arrivate. Qualcuno bussa alla mia porta, penso che sia Sanae perciò dico “avanti” e non alzo neanche la testa.
La porta si apre e sento i passi che si avvicinano a me “Avanti, quanto sei gelosa di Azumi da 1 a 10?”
“11 come il tuo numero Taro Misaki” rispondo punta sul vivo.
Lui si siede sul letto e inizia a ridere.
“Cosa c’è da ridere?” chiedo senza guardarlo
“Scusami, hai ragione. È che ho parlato con Sanae, ho immaginato come ti sei sentita e da te non me lo aspettavo proprio.”
“E come mi sarei sentita? Perché io sono solo molto confusa ora…”
“Mi hai visto bloccato e ti sei sentita impotente, volevi fare qualcosa per me ma non ci riuscivi. E io ero bloccato perché pensavo di non poter vincere contro uno che mi ricordava Hyuga ed era riuscito a togliermi il pallone. Poi è comparsa Azumi. Io non sapevo fosse lei però mi ha ricordato Parigi e il mio sogno di giocare nel Paris Saint-Germain, ho visto davanti a me Tsubasa in Brasile e Genzo in Germania e mi è tornata subito la voglia di lottare come hanno fatto loro.” Mi mette le braccia intorno alla vita e mi fa avvicinare a lui finché appoggio la testa sul suo petto “Emily non devi sentirti in colpa per queste cose perché fa parte del gioco: in campo mi può succedere qualcosa e tu puoi solo esserci e pensarmi ma è quello che voglio da te. Ti abituerai col tempo, ti aiuterò io. E ti prometto che la prossima volta che mi sentirò in difficoltà prima di una partita te ne parlerò però tu non dovevi scappare perché ti avevo cercata per presentare ad Azumi la mia fidanzata.”
“Davvero? Comunque hai ragione su tutto… come sempre.”
“Ringrazia Sanae che ha fatto pratica con tutti gli infortuni di Tsubasa e mi ha dato qualche dritta.” Scherza facendomi l’occhiolino “Ora ti senti meglio’ Posso tornare al ritiro tranquillo?”
“Si, ora sto bene e tu hai ancora due partite importanti perciò vai via subito!”
Lui mi da’ un bacio veloce e se ne va.

Appena Taro esce, Yukari entra in camera mia seguita da Sanae. “Ma siete dolcissimi insieme! Taro è un tesoro di fidanzato.”
“E tu come lo sai?” esclamo sorpresa
“Taro è talmente un bravo ragazzo che ha lasciato la porta socchiusa così, senza volere, abbiamo sentito quasi tutto.” si giustifica Yukari.
“Comunque ora è tutto apposto, vero?” mi chiede Sanae ancora un po’ preoccupata.
“Si, è tutto apposto. Taro è stato davvero stupendo a venire fin qui subito.”
“Lo ha aiutato Matsuyama che si è offerto di accompagnare Azumi alla fermata dei taxi quando ha visto quanto era preoccupato per te.” chiarisce Sanae “e comunque lei torna a Parigi fra due giorni perciò non la vedremo più.”
“Per me poteva restare, non è più un problema.”
“Quanto vorrei incontrare anch’io un ragazzo che mi faccia sentire sicura e tranquilla come te…” e ci abbracciamo tutte e tre.
 

Inizia il campionato nazionale e iniziano anche le prime vere situazioni da coppia per Emily e Taro. A lei non pesa essere “la fidanzata di” però, per la prima volta, sperimenta la vera gelosia con l’arrivo di Azumi. Qui esce fuori di nuovo il carattere maturo e responsabile di Taro che, dopo aver superato la sua difficoltà in campo, si preoccupa subito per lei e la aiuta a vincere questo momento di crisi come solo lui sa fare. Sempre insieme, sempre complici, i nostri protagonisti crescono insieme un passo alla volta.

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Capitolo 14
*** CAP 13 – Amici rivali ***


Ieri la Toho ha vinto e si è qualificata per la finale e oggi tocca alla Nankatsu contro la squadra di Matsuyama. Sono veramente molto curiosa di vedere la sfida Hikaru contro Taro dopo quasi quattro anni.
Arriviamo allo stadio in autobus con la squadra e Jun e Yayoi sono già lì ad aspettarci per vedere la partita con noi perciò scendo subito e li raggiungo.
“Ciao Yayoi, ciao Jun! Sono davvero contenta di rivedervi finalmente! Comunque avremo tutta l’estate da passare insieme.”
Di colpo compare Taro, li saluta, mi da un bacio al volo sulle labbra e torna dagli altri.
Jun ha la faccia di chi ha visto un fantasma. “Ma Misaki fa sempre così? Cioè ti bacia davanti a tutti? Non mi sembra il caso…”
Io non so cosa rispondergli ed improvviso: “Ehm, diciamo che di solito non lo fa però oggi sai anche tu che è una partita importante… credo volesse un portafortuna.”
“Come le vostre collane?” interviene Yayoi.
“Si, più o meno. Le collane sono un modo per essere vicini ovunque andremo ed è un pensiero che mi davvero sorpresa.”
Jun continua ad essere perplesso ma, per fortuna, ci raggiungono Sanae e Yukari ed andiamo a sederci.

Lo stadio è stracolmo e i ragazzi si stanno riscaldando. Intanto io racconto a Jun della mia esperienza alla Nankatsu e sembra contento di quello che ho imparato e sperimentato anche lì.
fischio d’inizio. Kisugi e Taki partono subito all’attacco seguiti da Taro e Mamoru: loro quattro insieme sono riusciti a creare un’ottima sintonia negli ultimi mesi e migliorano in ogni partita. “Sono due squadre molto forti a livello di gioco di squadra perciò prevedo una partita molto combattuta, che ne dici Jun?”
“Si, credo anch’io. Sarà molto interessante.”
In effetti la mia previsione è corretta. Ogni azione è ben organizzata da entrambe le squadre e sembra che non arrivi mai un gol soprattutto grazie alla difesa organizzata in maniera magistrale da Hikaru. Ma c’è un’incognita: il gioco imprevedibile di Taro!
Vedendo che la situazione non si sblocca il mio “artista del calcio” prende in mano l’attacco e insieme a Kisugi e Taki riesce a segnare! Si volta verso la tribuna, tira fuori dalla maglia la collana e la bacia.
“Mi sa che ha dedicato questo gol…” mi dice Yukari tutta esaltata.
“Ma no, vedrai che avrà baciato il pallone, il suo amico di sempre.” cerco di minimizzare anche se sto arrossendo perché ho pensato la stessa cosa e vedo che Yayoi mi sta osservando curiosa.
Hikaru riesce a pareggiare alla fine del primo tempo.

Il secondo tempo è ancora più combattuto e diventa sfida aperta tra l’attacco di Taro e la difesa di Matsuyama perché puntano entrambi a sfidare la Toho nella finale.
Mancano solo 15 minuti alla fine e si rischiano i tempi supplementari. Morisaki riesce a parare un quasi gol e passa subito a Mamoru mentre tutta la squadra lo segue in attacco.
“Mi sembrano ancora più uniti dell’anno scorso, stanno giocando molto bene e potrebbero davvero segnare il gol della vittoria.” Sentenzia Jun con il suo occhio critico.
Infatti Kisugi, Taki e Taro avanzano verso la porta avversaria con tutte le energie che gli sono rimaste e dopo un tentativo a vuoto riescono a segnare il tanto atteso gol grazie ad una serie di passaggi degna degli insegnamenti di Tsubasa. Fischio finale!
Io esulto con Sanae e Yukari ma ci pensa Jun a riportarmi alla realtà: “Attenta che Hyuga è migliorato molto e stava studiando la partita laggiù. Vincere non sarà per nulla facile.”

Raggiungiamo la squadra nei corridoi seguite da Jun e Yayoi. I ragazzi sono stra-felici e Taro mi raggiunge subito:” Che ne dici Emily?” “Che il mio artista del campo ha colpito ancora!” gli sorrido soddisfatta ed orgogliosa.
Dopo poco ci raggiunge Hikaru: “Taro i miei complimenti! È stata veramente una bella partita combattuta e vi siete guadagnati la vittoria.” I due amici/rivali si danno la mano mentre ci raggiunge una ragazza:” Ciao Taro, Hikaru mi aveva detto che sei tornato in Giappone.”
“Ciao Yoshiko, anche tu sei tornata dall’America.” Taro mi prende subito la mano e mi avvicina a lui perché stavolta non possa scappare “Ti presento Emily Ozora la mia fidanzata. Yoshiko è la manager della loro squadra.”
“Piacere di conoscerti” mi sussurra quasi nascondendosi dietro il suo capitano. “Domani vedremo la finale tutti insieme, vero Jun?” rompe l’imbarazzo Hikaru e lui annuisce insieme a Yayoi “Ti faremo compagnia noi Emily così Taro giocherà tranquillo come oggi.”

“Ma che bel quadretto, sembrate quasi una grande famiglia altroché avversari!” è la voce di Hyuga “Misaki oggi sei stato bravo ma i tuoi “trucchetti” con me non basteranno. Quest’anno sarà la Toho a vincere!” fa un gesto di saluto e scompare.

 
Questo capitolo mostra di nuovo l’amicizia tra Taro ed Hikaru ma anche il carattere completamente opposto di Jun che, con la sua freddezza e razionalità, riesce a mettere in difficoltà Emily. Yayoi, nonostante la loro amiciza, non interviene praticamente mai e si limita ad osservare i comportamenti affettuosi di Taro nei suoi confronti.

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Capitolo 15
*** CAP 14 – Una sconfitta e una vittoria ***


È il grande giorno della finale tra la Nankatsu e la Toho ed ho chiesto a Taro di vederci prima dell’ultima riunione col mister.
Ci incontriamo all’ingresso del ritiro e gli propongo di fare due passi.
“Taro, come ti senti? Sei pronto per affrontare Hyuga? Voglio una risposta sincera stavolta!”
“Tranquilla, sto bene. Non temo né la Toho né Hyuga. Farò del mio meglio per mantenere il primato di Tsubasa che ha vinto tutti i tornei delle scuole medie.” Il suo sguardo brilla come quello di Tsu-chan, la sa voce è determinata e tranquilla e ora sono certa che andrà tutto bene.
Kisugi ci chiama e raggiungiamo la squadra così il mister fa le ultime raccomandazioni ed andiamo allo stadio.

Jun, Hikaru e le ragazze ci hanno tenuto i posti perché lo stadio è pieno anche oggi. Oltre a noi ci sono quasi tutti i giocatori del campionato perché oggi verrà premiato anche il miglior calciatore del torneo e ci sperano un po’ tutti anche se non sono arrivati in finale.
La partita ha inizio ed è molto combattuta fin da subito, Hyuga è davvero migliorato molto quest’anno ed è difficilissimo contrastarlo ma la Nankatsu non si arrende e lotta fino all’ultimo secondo guidata da Misaki.
Io li guardo orgogliosa di come stanno reagendo e insieme a Sanae e Yukari prego che vada tutto bene ma la vittoria è della Toho.
Hyuga alza al cielo il trofeo tanto sognato in questi anni circondato dai suoi compagni e festeggia con i tifosi mentre viene annunciato il nome del miglior giocatore dagli autoparlanti: “Il premio quest’anno viene assegnato a Taro Misaki della Nankatsu! Complimenti a questo futuro campione noto come “l’artista del calcio”!” Taro, il mio Taro! Sono felice, orgogliosa e il cuore mi batte a mille! Tutti il suo impegno gli ha portato comunque un premio ambito da tutti. La tribuna dei calciatori dietro di noi esulta per lui e lo applaude mentre gli viene consegnata la medaglia, essere un avversario umile e leale lo ha fatto apprezzare da tutti.

Entrambe le squadre festeggiano negli spogliatoi e noi ragazze aspettiamo fuori. Appena escono corro ad abbracciare Taro: “Sono orgogliosa di te artista del calcio!” “E io ti amo tanto!” mi sussurra all’orecchio.
Ci raggiunge anche Hyuga e si fa largo fino a raggiungermi. “Brava Ozora, ammetto che hai fatto un ottimo lavoro con la Nankatsu e con Misaki e adesso posso dirti la verità” si ferma un’attimo e poi riprende serio “Tsubasa, il tuo caro cugino, mi ha chiamato prima di partire per il Brasile e mi ha chiesto di tenerti d’occhio alla Toho ma non farti nessun tipo di favoritismo, anzi mettere alla prova il tuo carattere senza lui e Misugi a difenderti. Quando, dopo la scenata che ho improvvisato, non ti sei presentata alla selezione ho pensato che ti mancasse la determinazione necessaria per il mondo del calcio se avevi paura di affrontarmi di nuovo, invece a Nankatsu hai tirato fuori tutto il tuo carattere e le tue capacità critiche. Ho visto in queste settimane come i ragazzi ti ascoltano e ti rispettano, ho sentito come commenti le partite con attenzione e, con un po’ di grinta in più, riuscirai a farti strada. Misaki, che è un ottimo osservatore paziente, ha evidentemente saputo capirti più di me e anche di Tsubasa, noi siamo troppo impulsivi. Alla fine hai vinto tu!” Mi porge la mano e io gliela stringo:” Grazie Kojiro!”
“Non mi devi ringraziare, alla Toho con me non saresti diventata così. Piuttosto riferisci a Tsubasa che mi hai battuto ma che può stare tranquillo perché continuerò a tenerti d’occhio come gli ho promesso e fammi sapere se Misaki non si comporta bene con te che ci penso io! Ah ah ah!”
Tra i ragazzi della Nankatsu partono subito le frecciatine a Taro ma anche i commenti sul comportamento di Tsubasa. Non mi sarei mai aspettata che si fosse preoccupato per me fino a questo punto prima di partire per il Brasile e che fosse lui la causa del comportamento ostile di Hyuga. Su una cosa però Kojiro ha pienamente ragione: Taro è l’unico che mi ha capita fino in fondo anche meglio di come pensavo di essere ed ha battuto anche il mio adorato cugino.

 
Per la finale tra Toho e Nankatsu mi sono attenuta al risultato del manga ed ho preferito raccontarvi soprattutto il dietro le quinte. Alla fine, dopo la sconcertante rivelazione di Hyuga, la vera vincitrice sembra essere Emily che ha trovato il suo posto nel mondo e anche l’amore. Tsubasa avrà tante cose da spiegarle ma anche da capire di lei perché, tanto per cambiare, con le donne non sa come comportarsi e rischiava di fare un bel guaio se non ci fosse stato Taro.
La storia non finisce qui perciò preparatevi agli ultimi capitoli! 

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Capitolo 16
*** CAP 15 – Confessioni ***


Taro è tornato a casa con la Nankatsu con il resto della squadra il giorno dopo la vittoria, nonostante i miei genitori lo avessero invitato a fermarsi da noi, e anche Sanae e Yukari sono partite per lasciarmi un po’ da sola con i miei genitori che non mi vedono da più di 9 mesi e perciò abbiamo tante cose da raccontarci.
Mentre sono assorta tra i miei pensieri suona il telefono: “Ciao Emily, sono Yayoi. Che ne dici di un pomeriggio al parco tra ragazze come una volta? È da tanto che non parliamo un po’ di persona.”
“Va bene. Ci vediamo vicino al solito albero alle quattro.” E ci salutiamo.
Quando abitavo a Tokyo andavamo spesso in quell’angolo del parco d’estate mentre Jun riposava a casa perché è molto fresco, tranquillo e si può prendere il sole.

Arrivo alle quattro in punto e Yayoi è già lì. Stendiamo gli asciugamani e ci mettiamo in top a pantaloncini a goderci questo bel sole estivo.
“Come stai? Ti manca Taro?” inizia lei un po’ titubante.
“Un po’ si ma è partito da appena una settimana e ci telefoniamo a giorni alterni per la gioia della compagnia telefonica!” le sorrido.
“Mi siete sembrati davvero belli insieme ma sei sicura di non esserti impegnata troppo presto? Non potevate restare ancora amici?”
“Sto bene con lui e, quando abbiamo capito di essere innamorati, era difficile rimanere solo amici. E poi siamo al liceo, stiamo crescendo insieme.”
“Se lo dici tu…secondo Jun bisognerebbe aspettare almeno il diploma così poi si può iniziare a progettare un futuro insieme.”
“E secondo te? Cioè, pensi di riuscire a comportarti solo da amica per altri due anni?”
“Io… bhè, lo sai che sono innamorata di lui da sempre perciò non mi pesa aspettarlo, a me basta stargli accanto e occuparmi di lui quando ne ha bisogno.”
“E lui cosa fa per te? È cambiato quest’anno?”
Yayoi resta in silenzio e abbassa lo sguardo: “Sai come è stato educato Jun, lui non credo riuscirà mai ad essere espansivo come Taro che ti prende sempre per mano, ti abbraccia e ti bacia anche in pubblico. Quando siamo soli a studiare mi da’ dei piccoli segnali e mi porta con lui nei momenti importanti come i colloqui per la sua carriera e le visite mediche.”
“Sono cose molto importanti ma non cose emozionanti da raccontare un giorno ai vostri figli come un pic-nic romantico, una passeggiata da soli con un tramonto, il primo bacio…”
“Non hai tutti i torti e, se devo essere sincera, un po’ ti invidio… tu e Taro in pochi mesi avete vissuto più cose di me a Jun in più di quattro anni, ogni tua telefonata era piena di novità e cose bellissime. Voi avete un legame che a me fa tanto strano, non so spiegarti.”
“Anche a me all’inizio sembrava tutto strano ma poi è diventato tutto naturale e spontaneo. In realtà è Taro che riesce a rendere tutto semplice e, a volte, mi sembra proprio che mi legga nel pensiero.”
Ci sdraiamo a pancia in giù per abbronzarci un po’ la schiena.
“Taro verrà a trovarti oppure vi rivedrete a settembre a Nankatsu?”
“Dovrebbe venire qualche girono prima della mia partenza.”
“Parti? Vai dai tuoi nonni in Cornovaglia?”
“No, stavolta parto per realizzare un sogno in vero stile Ozora!” Yayoi mi guarda interrogativa e io continuo “Ti ricordi che ho fatto un colloquio col signor Katagiri qualche giorno fa? Mi ha proposto di fare uno stage di tre settimane in J-league. Seguirò le fasi di selezione dei giocatori da parte dei talent scout e poi gli allenamenti dei calciatori che saranno scelti dalla squadra dello Jubilo Iwata in un ritiro vicino al monte Fuji.”
“E’ una bellissima opportunità per il tuo curriculum ma Taro è d’accordo? Cioè passerai praticamente tutto il tempo con dei giocatori più grandi…”
“Taro è contentissimo per me e poi spera che gli insegnerò qualcosa di nuovo. E comunque non sarò sola perché ci sarà la signorina Matsumoto della Toho e, al ritiro, alloggerò in una zona dedicata alle fidanzate dei calciatori che vengono a vederli giocare nei weekend e passano con loro i lunedì di libertà.”
Yayoi continua a guardami perplessa: “Non capisco… o Taro si fida davvero tanto di te o non gli importa che tu possa conoscere qualcun altro, cioè dovrebbe essere un po’ geloso…”
“Yayoi, io amo Taro e sa che sarò assolutamente professionale e non lo tradirei mai neanche per bere un te con un altro. So che è geloso ma non me lo dice perché ci tiene al mio futuro e preferisce preoccuparsi un po’ ora piuttosto che sentirsi rinfacciare un giorno di avermi chiesto di rifiutare.”
“E Sanae come sta? Le fa strano vederti così felice mentre lei aspetta Tsubasa?”
“Già, voglio bene a Tsu-chan ma devo ammettere che è una via di mezzo tra un timido ed un imbranato con lei. Ho chiesto a Taro di scrivergli di noi per cercare di farlo riflettere anche sui suoi sentimenti ma, invece, mi sono ritrovata una telefonata in piena notte in cui mi faceva mille raccomandazioni su come mi devo comportare e di chiedere sempre consiglio a Sanae.”
“Bhè, dai, è sempre stato molto protettivo con te e anche tu lo eri con lui finora.”
“Si e lo sono ancora, per me sarà sempre come un fratello e spero di creare un bel rapporto anche con Daichi quando crescerà. Però Tsubasa non è qui per vedere quanto sono felice con Taro.”
“Anch’io sono felice con Jun a modo mio. Io, te e Sanae abbiamo tre storie molto diverse ma la cosa importante è che siamo serene e restiamo amiche.”
“Amiche per sempre Yayoi! Ce lo siamo promesse tutte e tre quando è partito Tsubasa.”
Il pomeriggio è volato e abbiamo parlato di tante cose ma abbiamo deciso di rivederci ogni settimana fino a settembre per stare ancora insieme tra amiche.

 
Emily è rimasta a Tokio ma non è sola perché può contare sull’amicizia storica con Yayoi. In questo anno separate sono cresciute e cambiate ma il loro legame è ancora forte e le aiuta ad aprirsi raccontandosi le rispettive storie e il pensiero vola anche a Sanae. Tre adolescenti che vivono l’amore in modi diversi, tre stili di vita e tre sogni ma la loro amicizia nata grazie al calcio resta.

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Capitolo 17
*** CAP 16 – Un nuovo anno ***


L’estate è finita e sono sul treno che mi riporta a Nankatsu. Papà non poteva accompagnarmi ma non importa perché sono felice di ritornare dagli zii e stare con Taro.
Lo vedo dal finestrino che mi aspetta vicino ai binari insieme a suo padre… che strano che ci siano tutti e due.
Scendo con due trolley, lo zaino e la borsa a tracolla. “Immaginavamo che avessi parecchi bagagli dato che questa volta sai quanto resterai qui. Ci pensiamo noi.” mi sorride il signor Misaki.
“Grazie mille. Sono davvero felice di essere tornata e di vedervi.”
“Tuo zio non poteva venire così si è offerto mio padre dato che ha portato a casa loro una cosa per te.” Mi sussurra Taro mentre mi abbraccia forte.
“Una sorpresa? Questo è un ottimo inizio, andiamo a casa.” E usciamo dalla stazione.

Appena lo zio apre la porta ed entriamo in casa Daichi inizia a piangere a squarciagola. “Iniziamo bene… io ritorno a Tokyo subito!” e mi volto facendo finta di tornare indietro ma Taro mi blocca. “Tranquilla, sappiamo che il piccolo è un po’ irrequieto perciò mio padre ha detto che puoi studiare a casa nostra quando vuoi.”
Guardo il signor Misaki che sentito tutto e mi sorride.
“Emily-chan, fatti abbracciare” mi prende lo zio “Grazie Ichiro di essere andato alla stazione al mio posto, come vedi Daichi ci impegna parecchio. Mi sembra Tsubasa al quadrato!” e si volta verso la zia che sta venendo verso di noi cullando il piccolo.
Io lascio tutti i bagagli in ingresso e mi vi avvicino al mio cuginetto che smette di piangere, mi fissa ed accenna un sorriso. “Questo è il richiamo del sangue secondo me” mi fa l’occhiolino la zia “Bentornata tesoro. Sul tavolo c’è una sorpresa di Ichiro per te, aprila che siamo tutti curiosi.”
Mi volto e vedo il pacco incartato con il mio nome sopra, mi avvicino ed inizio ad aprirlo sentendo lo sguardo di tutti alle mie spalle. È un quadro del monte Fuji a primavera, la mia stagione preferita, e sul prato in basso ci sono due figure: un ragazzo che palleggia e una ragazza seduta che lo osserva. Siamo noi!
“Signor Misaki, non so cosa dire, è meraviglioso in ogni dettaglio! Grazie di cuore. Lo appenderò di fronte al letto così potrò vederlo ogni mattina quando mi sveglio. E, un giorno, spero di andarci davvero in primavera.”
“Mi ringrazi ogni volta che vedo mio figlio così felice, non chiedo altro. Portatelo in camera così vedrai meglio dove sistemarlo.”
Io e Taro saliamo in camera mia continuando a fissare il quadro. “Non lo ha fatto vedere neanche a me, mio padre ci teneva davvero tanto a farti una sorpresa.” Mi dice mentre chiude la porta.
“Taro che fai? Qui non siamo a casa mia! Nankatsu, mio zio ti ricordi?”
“Rilassati, mio padre gli racconterà l’ultimo viaggio che abbiamo fatto qualche settimana fa così ti posso salutare come si deve. “Appoggia delicatamente il quadro sulla scrivania, mi abbraccia e inizia a riempirmi di baci dolcissimi prima sulle guance e sul naso e poi sulle labbra finalmente. È passato un mese dall’ultima volta che ci siamo visti e dobbiamo recuperare. Il cuore mi batte sempre più forte ed un brivido caldo mi attraverso la schiena. Lui se ne accorge, si ferma e mi sorride: “Ti amo Emily Ozora”
“Ti amo anch’io Taro Misaki.” E restiamo abbracciati.
Vedremo cosa ci riserverà questo nuovo anno insieme.
 
Questa prima serie è giunta alla fine.
Emily e Taro iniziano un nuovo anno scolastico e calcistico insieme, vedranno crescere il piccolo Daichi e chissà cos’altro gli riserverà il futuro.

Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno seguito la mia Emily fino a qui perché non mi aspettavo così tante letture e recensioni. Inoltre un grazie doveroso a chi mi ha aiutato a migliorare il modo di scrivere e a correggere alcuni errori nei nomi giapponesi. Sto iniziando a scrivere il sequel ambientato prima, durante e subito dopo il World Youth perciò continuate a seguirmi. 

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