Untouchable Lady

di Hui_Ying
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 – Come è appassita la Rosa ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un Fiore che è sbocciato di nuovo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 – Come è appassita la Rosa ***


Capitolo 1 - Come è appassita la Rosa


"Ti prego, Hilise." mi disse il mio amato fratello maggiore, Ricardo, che tutti chiamavano "Il Principe delle Rose".

"Ti prego, muori al posto di Gabrielle."

Il mio cuore, il quale aveva sofferto innumerevoli volte in tutta la mia vita, in quel momento era completamente spezzato.
Non sapevo cosa dire e potevo solamente trattenere il respiro e fissare l'uomo di fronte a me.

Innanzitutto ero stata imprigionata a causa di Gabrielle e non mi aspettavo che Ricardo mi liberasse, ma che almeno mi dicesse che era preoccupato per me.
Anche se fosse stata sola una bugia, non me ne sarebbe importato nulla.
Il viso di mio fratello, il quale era sempre stato freddo ogni volta che mi vedeva, in quel momento era cupo.

Un velo di senso di colpa era visibile nei suoi occhi, mentre cercava di evitare di incrociare il mio sguardo, incapace di guardarmi.

"L'hai già fatto in passato. Hai vissuto sette volte."

Nel momento in cui Ricardo disse ciò, rabbrividii.

"Muori... Muori... e ritorna nel passato."

'Come puoi dirmi una cosa del genere?'

"Ti prego, Hilise."

'Non chiedermelo.'

"Ti prego, muori al posto di Gabrielle."

Non sapevo che parole così crudeli potessero uscire da quelle belle labbra.
Tuttavia, non era affatto una novità: lui è sempre stato crudele nei miei confronti.

Ma nonostante ciò... come poteva chiedermi una cosa simile?

"Comunque è solo per un momento perché tanto ritornerai nel passato." disse Ricardo con una voce disperata, tentando in ogni modo di persuadermi.

"Ecco perché..."

"Non mi hai mai creduta."

Alle mie parole lui rimase in silenzio.

"Mi disprezzi per aver cercato di attirare l'attenzione degli altri."

Non me ne aveva mai parlato, ma sapevo che era così.

"Ma ora lo stai tirando in ballo perché non hai più bisogno di me."

Conoscendolo bene, se ci fossimo trovati in una situazione diversa da questa, non avrebbe creduto una singola parola che dicevo.
In quel momento Ricardo sembrava piuttosto turbato.

"Mi dispiace, ma ti prego. Hilise. Te lo chiedo per la prima e ultima volta."

Per la prima volta, lui, che era un nobile, si inginocchiò davanti a me e abbassò la testa.
Per Gabrielle, di cui non condivideva il sangue era disposto a fare qualunque cosa, come se lei fosse l'unica sua sorella e voleva che io morissi per lei.

"Ahah..."

Non riuscivo più a sopportarlo e scoppiai a ridere. Come potevo non ridere nell'assistere a tale spettacolo?

"Tutto questo è così divertente."

Le spalle di Ricardo si irrigidirono un po', come se avesse pensato che lo stessi prendendo in giro.

Tuttavia, mi rivolse lo stesso un appello silenzioso.
Esatto, si vedeva quanto lui ci tenesse a Gabrielle mentre io per lui non significavo nulla.
Sono sempre stato miserabile in tutte le sette vite e questa volta non c'erano eccezioni.
Alla fine, anche la minima speranza si trasformò in cenere e si disperse nell'aria come se fosse una manciata di polvere.

"Ricardo."

Non versai lacrime.

Mi sentivo solamente vuota.

Sì.

Finalmente, dopo sette fallimenti.

"Non ti chiamerò più fratello. A dire la verità non sei mai stato mio fratello dal giorno in cui sono nata."

A tali parole lui sussultò. Alzò il capo e mi fissò.

"Grazie, Ricardo."

Forse il mio viso era inespressivo e, non appena il suo sguardo incrociava il mio, la sua espressione mutò completamente.

"Sono felice di sapere che, nonostante tutto, tu sia non sia cambiato di una virgola e sia rimasto il solito stronzo."

Fissando i suoi occhi che mostravano un velo di terrore, percepii immediatamente che i miei sentimenti stavano cominciando lentamente a scomparire, come se fossero dei granelli di sabbia che svanivano nel nulla.

Non mi ero mai sentita così bene come adesso prima d'ora.

Bene, finalmente ero libera e era giunto il momento di vendicarmi.

Questa volta li avrei abbandonati io.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Un Fiore che è sbocciato di nuovo ***


Capitolo 2 - Un Fiore che è sbocciato di nuovo


"No, non andartene...!"

Implorò lui, ma era troppo tardi.
Dopo la morte mi attendeva un nuovo inizio.

 



Feci per la prima volta in questa nuova vita un respiro profondo e venni improvvisamente pervasa da un dolce profumo misto di fiori, tè e erba appena tagliata.
Proprio in quel medesimo momento qualcosa attirò la mia attenzione.

Ah, ora mi ricordo.

Stava per accadere di nuovo quella cosa.

Quello che avevo appena sentito era il grido di Ricardo, che ho già sentito altre sette volte.
Una volta riaperti gli occhi mi sarei ritrovava dinnanzi a una bestia dirigersi verso di noi, minacciando di divorare me e Gabrielle.

Non avevo bisogno di prepararmi mentalmente in quanto avevo già vissuto tale situazione tante volte.
Lentamente alzai il viso e nel momento in cui ho riaprii gli occhi venni quasi accecata dalla luce del sole.

Grrr, grrr...!

Ciò che vidi dopo fu un'enorme bestia bianca grande quanto una casa correre verso di noi, una scena che avevo già visto e dunque la cosa non mi stupiva né spaventava affatto.
Con la coda dell'occhio notai Ricardo precipitarsi verso di noi.

Ricordo benissimo questa scena.

Dopo aver corso come un forsennato egli allungò la mano e toccò Gabrielle, la quale era in piedi accanto a me.
Senza pensarci due volte Ricardo la abbracciò, come a volerla proteggerla facendole da scudo e rapidamente entrambi si allontanarono da me.

Roaaarr...!

Mi lasciarono sola davanti a quella bestia furiosa. Questa aprì la bocca e ruggì.
Improvvisamente mostrò i suoi artigli affilati e sembrava intenzionata a volermi trafiggermi. Tuttavia non mi spostai nemmeno di un millimetro da lì e l'unica che feci fu osservare quella scena che si stava svolgendo proprio davanti me senza battere ciglio.

Avrei preferito morire lì in quel momento, ma a quanto pareva non faceva parte del mio destino.

HWAAA!

In quella situazione che apparentemente pareva essere critica avvertii una gentile energia avvolgere il mio corpo.
La fragranza dei fiori divenne molto più forte e dolce di quanto non lo fosse già stato prima.
Diverse rose spuntarono sotto i miei piedi e, immediatamente, queste si diffusero poi ovunque.

Man mano che esse si espandevano, i petali si sparsero dolcemente nell'aria, coprendo così il mio campo visivo.
I rami, i quali erano ricoperti interamente di spine, si intrecciarono l'uno con l'altro, formando una specie di barriera attorno a me.

Le quattro famiglie il cui sangue speciale trasmettono i loro poteri a una generazione all'altra e ognuna di esse rappresentava una stagione.

La prima volta che mi ero eesa conto di avere questo potere è stato quando stavo cercando di salvarmi da una situazione pericolosa.

"Che cosa..."

Udii una voce bassa e tremante.
Mi voltai e vidi due figure sedute sul prato.
Ricardo mi stava fissando con uno sguardo sorpreso, mentre una ragazza bionda stava tremando pietosamente tra le sue braccia.

Quest'ultima era Gabrielle, la nostra sorellastra.
A causa dello shock di essersi trovata faccia a faccia con una bestia del genere, ella aveva il viso pallido e in quel preciso istante stava afferrando fortemente il braccio di suo fratello.

Era difficile dire chi fossero i veri fratelli: loro due o Ricardo e io.

I rami raggiunsero l'altezza della mia testa e nel medesimo istante altre rose sbocciarono.

"Hilise... come puoi essere in grado di avere quel potere..."

Ricardo sembra chiaramente sorpreso nel vedere ciò e la cosa mi divertiva.

Ah, che soddisfazione vedere quella sua reazione.

I poteri delle quattro famiglie dal sangue speciale, inclusa la sua famiglia, gli Inoaden, venivano ereditati solamente dai veri eredi, gli unici capaci di manifestarli.
Finora tutti quanti erano convinti che sarebbe stato Ricardo e non io a ereditare quel suo potere poiché era il successore di nostro padre.

"Sei davvero crudele."

Fissai stupita Ricardo per un attimo e aprii la bocca.

"Non dovresti prima dirmi qualcos'altro?"

A quanto pareva non sembrava capire cosa intendessi dire.

Le rose mi circondavano e la bestia bianca era stata sconfitta e ora era sotto i miei piedi, sottomessa.

Ricardo, una volta resosi conto di ciò, mi fissò con uno sguardo spaventato e poco dopo il suo volto si fece bianco.

I suoi occhi dapprima si posarono su di me e in seguito su Gabrielle.

"Fratello mio... sigh..."

Gli occhioni di Gabrielle erano pieni di lacrime e una lacrima cadde nell'istante in cui il suo sguardo incrociò quello di Ricardo.

In quel momento sembrava così pietosa che se qualcun altro l'avesse vista non avrebbe esitato nemmeno un secondo prima di confortarla.

Ricardo, come tutte le altre volte, le avrebbe asciugato le lacrime, tuttavia ora era rimasto immobile, come se per lui il tempo si fosse fermato.

Il fatto che mi abbia abbandonata e abbia salvato solamente Gabrielle sembra essere stato un grande shock per lui.

Le azioni di Ricardo non erano state fatte inconsapevolmente, mostrando così chi fosse la persona più importante per lui.
Inoltre, la creatura apparsa era un regalo di Gabrielle che nostro padre le aveva donato e il motivo per cui lei volesse una bestia del genere era per il fatto che andasse di moda tra i giovani al giorno d'oggi allevare queste creature pericolose.

Oltre a ciò, Ricardo aveva avuto la brillante idea di portar fuori la bestia durante l'ora del tè solo perché Gabrielle voleva vederla da vicino, non sapendo che la bestia, una volta fuori dalla gabbia, si sarebbe liberata dal guinzaglio e diretta verso di noi.
Insomma, tutto era quello che era accaduto era colpa di Gabrielle!

Proprio a causa di tale incidente che nella prima vita avevo rischiato di morire.

Ricardo sollevò nuovamente la testa e la sua espressione era indescrivibile.
Egli si inumidì più volte le labbra e sembrò che volesse dire qualcosa, tuttavia non avrebbe più potuto ingannarmi così facilmente e non avevo alcuna intenzione di aspettare che parlasse.

Nelle mie vite precedenti, avevo sempre cercato di celare i miei veri sentimenti dietro a un sorriso, limitandomi a pensare che andasse tutto bene.

C'è stato anche un momento in cui mi ero lamentata di come lui fosse stato troppo duro nei miei confronti e che non riuscivo più a tollerarlo, ma non servì a nulla.

"No, non voglio sentire le tue scuse."

Detto ciò, mi voltai.

"Come se non bastasse, conosco te e la tua terribile personalità da troppo tempo ormai."

Ancora una volta l'espressione di Ricardo era indecifrabile.
Era come se avesse notato che il mio atteggiamento nei suoi confronti fosse cambiato.

Gabrielle, la quale non smetteva più di singhiozzare, mi guardò con un'aria perplessa.

"Sparisci."

A quelle parole mi limitai a ignorare quei rifiuti umani e ben presto i servi, i quali si erano accorti di tutto quel trambusto, erano usciti di corsa dal palazzo per dirigersi verso di noi.

Nonostante fossi girata, potevo avvertire due paia di occhi confusi incollati a me mentre mi allontano sempre di più.

A ogni passo che facevo sbocciava una rosa rossa che emanava un soave profumo.
Esse erano dello stesso colore dei miei  capelli.

Senza dire nulla, me ne andai da quel posto.

Fu così che ebbe inizio la mia ottava vita. 

 

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