Tre: il numero perfetto

di piccola_Calliope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
POV. ARYA

A 32 anni mi immaginavo bella, ricca, con un lavoro che mi aggradasse, innamorata persa di mio marito e con almeno un figlio.
Spazzolo i miei capelli castani mentre osservo il mio viso…
Ho compiuto 32 anni ieri…Non ho festeggiato. Odio il mio compleanno.
Carezzo il mio viso, sono bella, somiglio molto alla mia nonna paterna, non affermo con presunzione d’esser bella, è ciò che tutti mi dicono, alla fine se qualcosa ti viene ripetuto spesso, ci credi.
Sono ricca, provengo da una delle famiglie più facoltose di Roma. Ho un lavoro che fa’ si che la mia ricchezza aumenti…Ho preso il posto di mio padre come direttore di una filiale delle nostre banche.
Non ho nessun marito, compagno o fidanzato…L’amore è per i deboli, per la vita che faccio non posso permettermelo.
Io sono dovuta crescere in fretta. I miei genitori hanno avuto un incidente quando io avevo 12 anni, il giorno del mio compleanno e mi hanno lasciato due sorelline da crescere, due sorelline a cui dovevo garantire un futuro roseo…Aurora e Rosalia.
Quel giorno ho smesso di credere nei sogni, di piangere e d’esser debole, non potevo permettermelo…Dovevo impegnarmi per non far mancare nulla alle mie sorelle, ho studiato tanto per prendere il posto di mio padre, come capo, ho fatto di tutto pur di renderli fieri di me. Ci sono riuscita? Spero di si.
Sento bussare alla mia porta.
-Avanti-affermo posando la spazzola.
-Mia signora è pronta? L’auto l’attende-mi informa Pier il nostro fedele maggiordomo.
-Qualche secondo-rispondo con un sorriso di circostanza…Con la morte dei miei genitori sono morta un po' anch’io…
Mi metto un po' di lucidalabbra, due gocce del mio profumo, afferro la mia ventiquattrore e raggiungo l’autista, che come ogni mattina mi porterà alla banca.
-Buongiorno mia signora-mi sorride Anselmo il nostro autista.
-Buongiorno Anselmo-regalo anche a lui un sorriso di circostanza, poi mi perdo nelle mail che continuano a far trillare il mio smartphone.
Le mie giornate sono tutte identiche…Ma va bene così, io odio gli imprevisti e gli errori, tutto deve sempre filare liscio.
Arrivo in filiale.
-Le auguro una buona giornata-Anselmo mi sorride.
-Anche a te Anselmo, ci rivediamo alle 14:00-esco dall’auto.
Faccio un bel sospiro ed entro pronta a terrorizzare i miei dipendenti…Si perché tutti mi temono, nessuno osa guardarmi negli occhi, al mio passare ogni sussurro si interrompe…Nessuno ha il coraggio di andarmi contro, tutti all’infuori di uno, Michele, il mio assistente personale. Lui che mi ha affibbiato il soprannome di C18 quella robottina biondina, che è un personaggio di Dragon Ball, lui ritiene che io sia fredda ed insensibile esattamente come un robot, forse ha ragione, niente e nessuno mi smuove, io vivo esclusivamente per il mio lavoro e per far si che ad Aurora e Rosalia non manchi nulla.
POV. MICHELE
Sto mangiando delle caramelle gommose mentre chiacchiero con una mia collega.
-Hai visto l’ultima stagione del trono di spade?-mi chiede entusiasta.
-E’ un capolavoro-affermo estasiato.
Siamo impegnati a descrivere le dinamiche di una delle puntate quando a tutti i dipendenti arriva un messaggio.
‘’C18 è qui’’.
-E’ arrivata-la mia collega sbianca e corre verso la sua scrivania.
Io proietto il mio sguardo verso l’ascensore in attesa della mia regina.
Si Arya Martino da un anno e mezzo è la mia regina, ricordo il giorno del mio colloquio come se fosse ieri…Lei seduta alla sua scrivania a fissare il suo computer in silenzio, al mio ingresso non solo non mi aveva degnato di uno sguardo, ma non mi aveva nemmeno salutato…Niente nemmeno un cenno con il capo, come se non fosse entrato nessuno. Il colloquio con il suo avvocato stava andando di merda e poi dal nulla ho fatto un’osservazione sulla borsa italiana…In quel momento i suoi occhi si sono posati su di me, giuro di aver tremato, uno sguardo gelido…Nonostante abbia dei bellissimi occhi castani e quindi non colori che potessero essere associati al freddo ghiaccio.
-Arya non credo…-con un cenno della mano interrompe il parlare dell’avvocato.
-E’ assunto-mi osserva ancora un secondo e poi riprende a fissare il suo computer.
Da quel giorno è passato un anno e mezzo e milioni di flaconcini contro il bruciore di stomaco, questa donna ha reso la mia vita un inferno…E’ odiosa, fredda, crudele, non sorride mai, e parla pochissimo, le ferie per lei non esistono,  lavoro come un matto…Mi chiederete perché se la odi cosi tanto continui a lavorare per lei? Perché ho imparato e sto imparando tantissimo e un giorno io diventerò il suo peggior incubo, sarò suo nemico e farò fallire tutte le sue banche.
Distruggerò la mia bellissima regina cattiva…C18, si cosi la chiamo…E’ fredda, antipatica come quella robottina in dragon ball, si lei poi diventa buona e si sposa con Crillin, ma Arya Martino, no lei non sarà mai buona.
L’ascensore si apre e compare lei in tutto il suo splendore, ho già detto che è bellissima? Alta snella, capelli castani leggermente mossi, occhi profondi color cioccolato, labbra carnose e un neo sotto il labbro destro che è la sua particolarità. Indossa un composto tailleur grigio, cattivo segno, quando si veste di grigio è più di cattivo umore del solito.
Infatti qualche secondo dopo si ferma di fronte alla scrivania della collega con cui parlavo prima e fissa la piantina che si adagia su questa.
-Abbiamo aperto un negozio di fiori?-domanda carezzando la piccola margherita.
-Assolutamente no-risponde la mia collega con voce tremolante.
-Fai sparire questa stupida piantina se non vuoi che io faccia sparire te-fulmina con uno sguardo la mia collega e poi continua la sua camminata.
Si ferma di fronte a me e mi osserva in silenzio.
-Michele potresti ricordarmi quanti anni hai-afferma acida.
-Quasi 31 mia signora-dico, odio chiamarla cosi, ma nessuno la chiama diversamente, tutti a riverirla, sempre questo odioso mia signora.
Lei continua ad osservarmi in silenzio.
-Credo che l’età della caramelle gommose e zuccherate sia passata da un pezzo, hai dei residui di zucchero per tutta la giacca e sistemati quella cravatta, sembri un idiota-detto ciò si allontana.
-Buongiorno c18-sbuffo.
Due secondi dopo sento urlare il mio nome dal suo ufficio.
-Che adorabile giornata del cazzo-mi sistemo la cravatta e la raggiungo. Cosa desidera mia signora?-mi forzo di sorriderle.
-Cos’è?-chiede indicando la sua scrivania.
Io sorrido.
-Perché sorridi mio caro Michele?-domanda ancora più acida.
Io mi accomodo di fronte a lei, e lei mi fulmina, non mi ha dato il permesso di sedermi, ma io me ne infischio, spesso le vado contro e non mi hai mai licenziato per questo.
-E’ una fetta di una prelibatissima torta al cioccolato che vendono in un pasticceria qui vicino-sorrido.
-Io non assumo zuccheri, perché si trova sulla mia scrivania?-chiede ancora.
-Ieri è stato il suo compleanno, volevo fare un gesto carino-continuo a sorridere, lei odia per una strana ragione festeggiare il suo compleanno e io volevo irritarla, lo ammetto sono un po' masochista.
Lei fissa immobile e seria la fetta di torta. Non è umana, non vuole festeggiare il suo compleanno e riesce a resistere di fronte ad una torta deliziosissima.
-Ti do due secondi per portarla via-detto ciò inizia a fissare il suo computer.
-Mia signora, è il mio regalo per il suo compleanno, potrebbe assaggiarne almeno un pochettino-insisto.
Lei proietta il suo sguardo gelido su di me, ho i brividi lo giuro, mi fa sempre questo effetto.
Un secondo dopo con una sola manata fa volare il piatto e la torta per terra…Io resto a bocca aperta, è sempre stata un po' crudele ma…
-Pulisci-afferma digitando qualcosa al computer.
-Ma…-cerco di obiettare, ma il suo sguardo gelido si posa ancora una volta su di me.
-Non permetterti mai più di fare una cosa del genere. Pulisci e poi sparisci alla mia vista-afferma freddissima.
Io non oso più ribattere, è proprio una strega cattiva, ma un giorno pagherà cara questa sua crudeltà, un giorno la distruggerò.

POV.AURORA
Giro annoiata il cucchiaino dentro il mio cappuccino, mentre la mia migliore amica non la smette di parlare di vestiti, borse e scarpe che desidera comprare.
-Aurora ci sei?-mi dà un pizzicotto sulla mano.
-Mi hai fatto male Mia-mi lamento.
-Allora preferisci il vestitino rosa o quello verde?-scocciata mi mostra il suo telefono.
Sto per risponderle quando lei ricomincia a parlare.
-Sono una sciocca perché chiedo consiglio a te che non capisci nulla di moda-sbuffa.
Io la osservo in silenzio e cerco di capire perché la reputi ancora la mia migliore amica…In realtà il nostro legame, è uno di quelli che nasce per forza…
Lei è la figlia del migliore amico di mio padre, abbiamo la stessa età, siamo nate ad un mese di differenza, i nostri genitori non desideravano altro che noi due crescessimo come sorelle…Ma la realtà è che Mia è da sempre stata una stronza, mi ha sempre umiliata, ma io sono troppo buona per mandarla al diavolo…Lei è la classica ragazza bellissima, alta e biondissima, desiderata da tutti, io sono la sua amichetta sfigata che adora passare i suoi pomeriggi a leggere piuttosto che a provare vistosi abiti per negozi. Ho 25 anni e mai avuto un ragazzo…Nemmeno un bacio, sono una vecchietta priva di esperienze, cotta da sempre del ragazzo impossibile.
Ecco mi basta pensarlo per farlo comparire, peccato che io per lui conti meno di zero.
-Oh guarda c’è il tuo amoruccio, quello che non ti cagherà mai-Mia sorride, quanto è odiosa, si devo proprio trovare il coraggio di mandarla al diavolo .-Edoardo-sbracciandosi lo chiama.
-Non farlo venire qui-sussurro già in imbarazzo.
-Troppo tardi tesoro-continua a mostrarmi i sui denti perfetti, che le romperei volentieri con un cazzotto se non fossi un’inetta.
Edoardo, il mio bellissimo Edoardo la nota, le sorride e si dirige verso di noi.
-Forse è meglio se io vada-inizio ad agitarmi.
Mia mi osserva disgustata, certo lei che problemi ha? Schiocca un dito e tutti i ragazzi sono ai suoi piedi.
Niente, devo assolutamente andare via, mi alzo proprio quando Edoardo sta per accomodarsi e….
-Ciao Mia-le sorride.- Che cazzo fai?-mi urla contro saltando in aria, gli ho riversato il mio cappuccino addosso.
-Aurora sei un disastro-Mia mi rimprovera. -Oddio Edoardo mi dispiace tantissimo, la mia amica è cosi sbadata-inizia a passare dei fazzolettini sul maglione di Edoardo.
-Almeno non era bollente-sbuffa lui.
Io mi perdo nell’osservarlo, lui…E’ superlativo, alto con il fisico palestrato al punto giusto, ha un sorriso stupendo, i suoi occhi sono grandi, castoni e molto espressivi, e i suoi capelli castano chiari sembrano cosi soffici.
-Ma io ti conosco-afferma lui improvvisamente.
Il mio cuore prende a martellare.

POV. EDOARDO
La mia giornata era iniziata proprio male…Appena alzato avevo avuto una lite furiosa con mio padre, aveva scoperto che non avevo dato due esami, quando in realtà io avevo inventato di aver preso 30 ad entrambi. Io odio studiare giurisprudenza e proprio mio padre non lo capisce…Devo portare avanti la tradizione di famiglia, io in realtà avrei voluto studiare lettere…Ma purtroppo ho dovuto accontentare il suo volere.
Il mio umore era nerissimo, ma  arrivato in università migliora, la bellissima e meravigliosa Mia Donatelli mi saluta…Chi non vorrebbe scoparsi questo gioiellino? Mi dirigo da lei convinto e la sua stupida amichetta rovina tutti i piani.
La osservo, è una ragazza insipida, castana, occhiali, senza trucco, guanciotte rosse; una tipa totalmente anonima. Però….
-Ma io ti conosco-affermo non smettendo di osservarla.
Lei mi fissa in silenzio, ha degli occhi bellissimi comunque…Grandi tra il castano e il verde, senza dubbio molto particolari.
-Io vado-balbetta.
-Nemmeno ti scusi? -chiedo sorridendo.
Lei mi fissa di nuovo in silenzio.
-Io…-prende a fissarsi le scarpe.
-Che ne dici se dopo la lezione andiamo a comprare un maglioncino nuovo? -mi domanda Mia sorridendo.
-In realtà dovrebbe ricomprarmelo il folletto-sorrido ad Aurora Martino, so perfettamente chi è.
-La conosci? -chiede Mia sorpresa.
Aurora non stacca lo sguardo dalle sue converse lilla, decisamente una pessima scelta di colore.
-Mia io vado-continua a balbettare Aurora.
-La conosco-sorrido a Mia.
-Credevo che non sapessi nemmeno della sua esistenza-afferma Mia.
-Mi dispiace per il tuo maglioncino, devo ripagarti-dice Aurora, ma non mi guarda.
Sorrido, Aurora Martino rappresenta un bellissimo ricordo della prima adolescenza…In effetti è da quel episodio che non mi  hai più rivolto la parola…
-Hei folletto-la richiamo.
Lei finalmente mi osserva per più di venti secondi.
-Non fa nulla per il maglione-le sorrido.
Lei rimane impassibile, se non fosse per un po' di tepore sulle sue guance.
-Posso capire come vi conoscete voi due?-domanda Mia, curiosissima.  -Bell’amica, mi hai sempre detto che per Edoardo tu non esisti-Mia la rimprovera, lei abbassa di nuovo lo sguardo.
-Ma niente, ci siamo conosciuti tramite le nostre madri, comunque accetto per il maglioncino, ma mi secca seguire la lezione ci andiamo adesso?-domando sorridendo, alla superlativa Mia Donatelli, si devo proprio farmela.
-Certo-sorride lei entusiasta.
Aurora rimane lì in silenzio.
-Ciao folletto-il mio saluto non viene ricambiato.

POV. ROSALIA
Stamattina proprio non riesco a stare sveglia, osservo il quaderno pieno di glitter di Matilde la mia migliore amica, giusto perché ha un colore esageratamente accesso che mi spinge a tenere gli occhi aperti.
-Ma che ora hai fatto ieri?-chiede lei ridendo.
-Tipo le quattro-rispondo.
-Ci sei andata a letto?-domanda maliziosissima.
-Mi ha baciato, il suo alito sapeva d’aglio-affermo disgustata, si l’uscita di ieri sera, è stata davvero pessima.
-Te l’ ho detto Lia, devi smetterla con i cretini che ti contattano su instagram-mi rimprovera Matilde.
-Ma dai, sai che mi piace divertirmi-dico.
Si, non voglio nessun legame, solo tanto divertimento e del sano sesso per scaricare la tensione accumulata a causa dell’università. Sono al secondo anno di medicina, si ok è il mio sogno, ma è un sogno cosi difficoltoso da realizzare…A 7 anni quando ho compreso il perché i miei genitori siano morti, ho deciso che non avrei mai permesso che qualche altro bambino si trovasse senza mamma e papà, l’unico modo per fare ciò era diventare un medico, e quindi a 22 anni, eccomi qui, in un noioso Lunedì pronta a seguire una lezione di Anatomia 2.
-Sei una ragazza così piena di pregi, sei una così una bella persona, sono sicura che potresti trovare un ragazzo pronto ad amarti incondizionatamente-Matilde mi carezza la guancia.
-Sei fidanzata da quando hai 14 anni, è normale che tu abbia questo pensiero, ma lì fuori è pieno di ragazzi stupidi, utili solo a regalare qualche orgasmo, io sto bene cosi Mati-le dico e il mio mal di testa aumenta, questi discorsi sono davvero una palla.
Lei sta per ribattere quando il prof Casali, fa il suo ingresso, seguito da un biondino…
-Chi è quello? Casali ha un assistente? -domanda Matilde sorpresa, ha tutti è noto il sadismo di Casali, non vuole assistenti perché vuole essere lui a distruggere i suoi studenti agli esami.
Io osservo il ragazzo, si carino, alto, biondino, occhi verdi, barbetta, viso abbastanza fine e bel fisico, è vestito abbastanza bene con un elegantissimo completo blu, è visibilmente un leccapiedi di Casali.
-Buongiorno cari studenti-Casali ci sorride, il biondino ci osserva attentamente.
Per un nano secondo i nostri occhi si incrociano, si è davvero un bel ragazzo…Ha uno sguardo molto profondo.
-E’ un bel ragazzo-sussurro a Matilde.
-Vi starete chiedendo chi sia questo ragazzo quest’oggi con me, è noto che io abbia scelto di non aver assistente, ma questa volta di fronte al dottor Toccafondo ho dovuto fare un’eccezione…E’ figlio di un mio carissimo amico, ed è uno dei medici turchi più promettenti-spiega Casali.
-Turco?-domando a Mati.
-La madre è una nota oncologa turca, il dottor Toccafondo ha studiato in Turchia, partecipato a due grandi progetti di ricerca, è molto qualificato, e non potevo trovare di meglio, la mia età avanza e ho bisogno di qualcuno di preparato pronto a sostituirmi-Casali sorride al dottorino Toccafondo.
-Buongiorno cari ragazzi-Toccafondo, che è davvero un cognome ridicolo, ci sorride, ha un bellissimo sorriso, si è proprio bello…
-Oggi terrà lui la lezione, vi lascio in buone mani-Casali si congeda.
-Salve ragazzi mi chiamo Kerem Toccafondo-il dottorino continua a sorridere.
-Kerem?-domando a Mati, alzando notevolmente la voce.
Si ho alzato decisamente la voce, Kerem, il dottorino, mi fissa.
-Non ha compreso bene il mio nome signorina?-domanda lui.
Lo ammetto il suo sguardo mi intimorisce.
-No scusi-balbetto, io balbetto? Io che non ho mai balbettato nella mia vita, io sono sicura di me.
-Posso iniziare la mia lezione?-chiede acido.
-Assolutamente si-sorrido, cerco di ammorbidirlo, ci manca solo che il pupillo di Casali mi prenda in antipatia.

POV.KEREM
E’ la prima lezione che tengo in vita mia. Sono felice, il professor Casali mi ha offerto una grandissima opportunità, mi ero stancato della Turchia, volevo tornare in Italia e trovare un lavoro che mi soddisfacesse, ed è questo quello che è successo.
-Professore posso fare una domanda?-chiede un ragazzo in prima fila, sentirsi chiamare professore, fa proprio un bel effetto.
-Certamente-gli sorrido.
-Prima di avviare la lezione, potrebbe fare un accenno ai progetti di ricerca a cui lei ha partecipato? Credo sarebbe davvero interessante-il ragazzo mi sorride, è un tipo curioso e fa bene.
-Mi piace la sua curiosità-sorrido e inizio a discorrere sui progetti di ricerca a cui ho partecipato.
Sono abbastanza preso dal discorso e i ragazzi sembrano seguirmi attentamente, quando un fastidioso suono mi distrae, mi zittisco e mi volto verso la provenienza del suono, qualcuno sta sonoramente russando.
E’ la rossa di prima…Quella che non aveva compreso il mio nome.
La brunetta accanto a lei cerca di svegliarla, io le faccio cenno di smetterla e mi avvicino a lei.
Io mi reputo una persona seria che sul lavoro poco si fa trasportare dalle emozioni, eppure questa ragazza per una stranissima ragione mi ha urtato al primo sguardo, poi mai visto uno scricciolo così piccolo russare così tanto.
-Ha dormito male la sua amica-affermo osservando la brunetta accanto all’antipatica rossa.
La ragazza prova a dire qualcosa, apre la bocca ma non emette nessun suono.
Io osservo la rossa qualche altre secondo…Poi afferro il quaderno dove ha adagiato la sua testa e lo tiro, facendola sbattere sul banchetto, almeno si sveglia…
-Porco diavolo-afferma ancora ad occhi chiusi.
Li apre e sbianca trovandomi davanti a lei, io la guardo malissimo.
-Lei si chiama?-domando serissimo.
-Posso non rispondere?-afferma e ammetto non scoppiare a ridere è davvero difficile.
-Mi ricorderei la sua faccia signorina-rispondo.
-Rosalia Martino-dice.
-Rosalia?-imito il suo tono quando non aveva compreso il mio nome, lei annuisce.- Abbiamo lezione domani Rosalia?-lei sbianca, non sa nemmeno l’orario delle lezioni.
-Si professore-risponde il ragazzo curioso di prima.
-Bene Rosalia, domani mattina voglio sulla mia scrivania una tesina di venti pagine sulle strutture anatomiche a livello cerebrale, coinvolte nei disturbi del sonno-sorrido.
-20 pagine?-chiede a bocca aperta.
-Se obbietta facciamo 30-sorrido soddisfatto.
-Posso riavere il mio quaderno? -domanda acidissima, osa anche tenere questo atteggiamento, i suoi occhioni marroni mi stanno visibilmente sfidando.
-Spero che ci annoti qualcosa di diverso dalla sua bava-le consegno il quaderno e mi allontano.
-Stronzo-sussurra, ma io la sento benissimo.
-30 pagine-concludo, lei mi fulmina, se uno sguardo potesse uccidere sarebbe quello di Rosalia Martino.
Angolo autrice
Salve, ringrazio chi è arrivato fin qui :)
Allora che ve ne pare? Quale delle tre sorelle preferite? E quale storia? La regina di ghiaccio, la sfigatella innamorata del ragazzo impossibile che però si ricorda di lei o il prof e la studentessa? Spero che la storia vi abbia intrigato, è un pò diversa rispetto alle altre storie, perchè qui  mi trovo ad avere sei protagonisti...Ah quale dei tre ragazzi vi intriga di più?
Tanti saluti piccola_Calliope

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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


Capitolo primo
POV. ARYA

Sono stata probabilmente troppo dura con Michele, scagliare per terra con quella violenza la torta non è stato assolutamente carino, eppure vedere quella torta, ricordarmi del mio compleanno e del fatto che i miei genitori non ci siano più, mi ha devastata, io purtroppo non riesco a mostrare emozioni diverse da quelle negative…Sono cresciuta troppo in fretta e chi è costretto a farlo, impara a diventare freddo ed insensibile, le emozioni creano confusione e io non posso permettermi nessun errore.
Michele mi ha fatto perdere la pazienza, in realtà voleva essere gentile con il suo capo, ne sono sicurissima, lui non aveva cattive intenzioni, però mi ha inconsapevolmente ferita e deve imparare che non può assolutamente permettersi una cosa del genere.
Faccio un bel sospiro e lo chiamo nel mio ufficio.
-Cosa desidera?-domanda astioso, nemmeno mi guarda, deve esserci rimasto male.
-Invece che annoiarti in ufficio, ti mando a fare una bella passeggiata, vai a ritirare la mia biancheria nella lavanderia qui vicino e poi valla a consegnare a casa mia, al mio maggiordomo-dico ciò non staccando lo sguardo dal pc, come se davanti a me non avessi nessuno, lui mi deve temere e basta…Non deve provare ad essere gentile, non deve provare a compiacermi, deve essere solo un fedele  lavoratore che si impegna e ha paura del suo capo, solo la paura gli permetterà di essere un ottimo dipendente e imparare tanto, io credo tanto in lui, sono convinta che abbia tante potenzialità, non deve sprecarle appresso alle emozioni e sentimenti.
-Non è una mia mansione-risponde.
In quel momento lo osservo, lui ha i suoi occhini neri fissi su di me e pieni di astio.
-Io ti pago, io sono il tuo capo e tu Michele fai quello che ti dico, sempre a qualsiasi ora e se io adesso voglio che tu vada  a ritirare la mia biancheria, tu ti spezzi le gambe e lo fai, senza obiettare-affermo serissima.
Lui stringe i pugni, vorrebbe mandarmi al diavolo, lo so, lo sento e me lo merito, ma se c’è una cosa che apprezzo di Michele è l’amore per il suo lavoro, non mi manderà al diavolo con il rischio d’essere licenziato.
-Ok mia signora-sospira e va via.
Io sorrido, nonostante tutto, mi fa piacere d’essere riuscita in questo anno e mezzo a plasmarlo cosi, la prossima volta che vorrà posare una torta sulla mia scrivania ci penserà due volte.
Un’ora dopo fa di nuovo il suo ingresso nel  mio ufficio.
-Fatto tutto?-domando sarcastica.
Lui annuisce.
-Devo fare altro o posso dedicarmi alla pratica del signor Calcaterra?-domanda.
Io vedo che è quasi ora di pranzo.
-In realtà ho fame, esci e trovami un’insalata ai cinque cereali, salmone e avocado, ti do massimo trenta minuti-dico.
-Scusi non può chiamare il solito locale?-chiede.
-Ti ho già detto come la penso, io pago, io ordino tu fai, sparisci Michele-riprendo a fissare il monitor del pc.
Venti minuti dopo e con il fiatone Michele compare con l’insalata che ho chiesto, io la apro e lo fisso.
-Qualcosa non va?-si allarma.
-Manca la salsa di soia-dico come se fosse ovvio, mentre in precedenza volutamente non l’ho avvisato.
-Immagino che lei adesso mi ordini di andarla a prendere-dice.
-Bravo sei perspicace, sbrigati-lo fulmino.
Osservo la foto dei miei genitori sulla mia scrivania, quando mi comporto cosi a volte ho paura di deluderli, loro sono sempre stati gentili con tutti, però io sono una donna, una donna che lavora circondata da leoni pronti a mangiarla, purtroppo essere donna in una società che ancora oggi è prettamente maschilista non  è facile, io devo fare di tutto per mantenere il prestigio del mio ruolo, devo assolutamente farmi portare rispetto e questo comporta anche l’essere detestata dai miei dipendenti.
-Mi dispiace papà, mi dispiace deluderti-carezzo il suo viso.
Michele dieci minuti dopo fa ritorno con la salsa di soia.
-Spero che adesso sia tutto perfetto-mi consegna la bottiglietta.
-Ottimo lavoro, adesso puoi dedicarti alla pratica Calcaterra-gli regalo un sorriso fintissimo.
-E la mia pausa pranzo?-domanda.
-Chi vuole essere qualcuno in questo mondo, non si concede una pausa, va via adesso-gli indico la porta.
Lui mi odia lo so, ma un giorno mi ringrazierà lo sto formando per far in modo che nessuno e dico nessuno gli manchi di rispetto.
-Lo sto facendo per te alla fine, mio caro Michele-affermo tra me e me.

POV. MICHELE
-Il suo obiettivo è quello di farmi esaurire, quella donna mi sta rovinando la vita-mi allento il nodo della cravatta mentre mi lamento con una mia collega.
-Shhh potrebbe sentirti-lei è terrorizzata.
-E’ un dannato robot privo di sentimenti, io la odio, la odio con tutto il mio cuore-nervoso do un pugno alla scrivania.
Mi ha fatto pagare la cosa della torta facendomi esasperare, mandami qua e là a fare di tutto, ho studiato cinque anni per andare a prendere una dannatissima bottiglietta di salsa di soia? Ma poi perché diavolo se l’è presa cosi tanto per una dannata fetta di torta? Era un gesto carino per il suo compleanno, ok lei non mangia zuccheri e carboidrati, ma è il suo compleanno, io sono il suo assistente personale, poteva essere visto come un gesto carino, perché punirmi cosi? Perché non è normale, perché è cattiva e sadica, gode nel fare male.
-Dannata strega-sbuffo.
Proprio nel momento in cui apro la pratica del signor Calcaterra, il mio cliente più importante, la strega mi richiama nel suo ufficio.
-Cosa desidera ancora mia signora?-domando esasperato.
-Tieni-mi passa un foglietto.
Io leggo…
‘’06……. Estetista, appuntamento per depilazione integrale giorno 24\10 alle ore 11:00
06……Parrucchiere, appuntamento per piega giorno 25\10 alle ore 9:30’’

-Cosa dovrei fare?-domando interdetto.
Lei se la ride, ma la sua risata non è una risata melodiosa, piuttosto un gracchiare.
-Chiamare e prenotare-afferma come se fosse ovvio.
-Dovrei chiamare la sua estetista?-chiedo ancora incredulo.
-E non dimenticare il parrucchiere, è importante-mi dice.
Io stringo i pugni e poi non reggo più, io e i miei genitori abbiamo da sempre fatto sacrifici per farmi studiare, sono stati felicissimi nel sapere che io fossi riuscito ad ottenere questo lavoro, ma tutto ha un limite.
-Mi hai rotto le scatole-dico.
Lei solleva lo sguardo dal pc e mi fissa incredula.
-Michele voglio far finto di non aver sentito nulla, esci dal mio ufficio e fa’ ciò che ti ho detto subito-il suo tono è durissimo.
-No mi hai rotto le scatole, sei un robot privo di sentimenti che si diverte nel distruggere la dignità dei suoi dipendenti, io non ho intenzione di sottostare ancora a questo, sono un uomo che ha una dignità e tu la calpesti continuamente, io sono stanco, mi hai rotto le scatole!-stringo i pugni.
Lei mi osserva in silenzio.
-Sei sicuro?-domanda.
-Assolutamente si!-rispondo, basta sono davvero stanco.
-Sei licenziato con effetto immediato, domani vieni a prendere la tua buona uscita, addio-afferma.
-Ho lavorato con te per un anno e mezzo, ti sono stato fedele, mi sono sempre impegnato e tu mi stai licenziando cosi…Con freddezza, come se non ti importasse nulla-dico amareggiato.
-A me non importa nulla, domani ci sarà un sostituto, addio-mi indica con lo sguardo la porta.
Sono furioso…
-Fottiti-le dico prima di uscire.
Quella sera appena rientro sono stravolto, non so se piangere, se strapparmi i capelli, se buttarmi da un ponte…
-Oggi è il compleanno del tuo capo-mi accoglie sorridendo mio fratello.
Io mi giro verso il televisore e vedo Arya Martino in tutta la sua bellezza e crudeltà…
‘’Ricorre oggi inoltre il ventesimo anniversario dalla morte dei genitori dell’imprenditrice, questi sono infatti morti il giorno del suo dodicesimo compleanno in un tragico incidente.’’
Ecco perché odia il suo compleanno…Ecco perché si è arrabbiata per la torta, ecco perché mi ha trattato male, non perché è un robot privo di sentimenti, ma perché io le ho fatto male, le ho ricordato che la sua mamma e il suo papà da 20 anni non le regalano una torta al cioccolato…
Allora non è cosi una strega cattiva…E io ho perso il mio lavoro, si adesso mi viene da piangere.

POV. AURORA
Sono stesa sul letto quando suona il mio telefono, è Mia.
-Hei Mia-in realtà non vorrei proprio parlare al telefono con lei.
-Non puoi capire Edoardo che ragazzo fantastico è, abbiamo passato un pomeriggio meraviglioso, è davvero uno spasso, ci siamo divertiti tantissimo-è entusiasta.
-Mi fa piacere per voi-che stronza, sa che mi piace da una vita eppure lei ci sta provando spudoratamente.
-Hei non è che ti da fastidio che io esco con lui? Dai obiettivamente tu non potevi avere assolutamente nessuna chance con lui, sono io la migliore.-mi dice.
-No Mia, nessun problema, scusa ho da fare-riattacco e non le do la possibilità di rispondere.
Mi copro il viso con un cuscino, sono stanca d’essere quella invisibile, nessuno mi considera, sono anonima, Mia è sempre la protagonista, io sto sempre in disparte, io sono sempre quella in secondo piano…Edoardo ha scelto lei da subito, io sono solo quella che gli ha rovesciato il cappuccino sul maglione, non sono nessuno…Pensare che un giorno per lui ero stata qualcuno…
Mi metto un completino sportivo e vado a correre, sono troppo nervosa ho bisogno di sfogarmi, la corsa mi è sempre stata d’aiuto.
Arrivo al solito parchetto e mi fermo per fare stretching.
-Immaginavo non fossero cambiate le tue abitudini-sento la voce di Edoardo e il mio cuore perde mille battiti, mi giro lentamente e lo trovo seduto su una panchina che mi fissa. -Non mi parli folletto?-chiede.
Io roteo gli occhi e riprendo a fare esercizi, è qui solo per prendermi in giro, ha scelto Mia, andrà presto a letto con lei, probabilmente si metteranno insieme e saranno la coppia più bella dell’intera facoltà di giurisprudenza.
-Lo facevi già a 13 anni, venivi a correre fin qui e poi facevi gli esercizi-mi dice.
-Ottima memoria-dico.
-Te la ricordi questa panchina?-mi domanda.
-Cosa vuoi Edoardo?-gli domando, è arrivato il momento di crescere cara Aurora, smettila di avere paura…Decido di affrontarlo, non gli permetterò di prendermi in giro.
-Ricordare i vecchi tempi-sorride.
-A me non interessano, va’ da Mia e lasciami stare, non hai bisogno del mio intervento per ottenere le sue grazie, è cotta-gli comunico e spero sparisca sono davvero nervosa e voglio stare sola.
-Lo so che le piaccio-mi dice.
-Benissimo allora possiamo chiudere questa discussione qui, vorrei rilassarmi-dico.
-A te non piaccio più?-mi domanda fissandomi, Dio quanto è bello, i suoi occhi e il suo sorriso sono sempre stati il mio punto debole.
-A me non sei mai piaciuto-dico.
Lui mi osserva in silenzio e poi senza dire nulla va via…
-Che diavolo-sbuffo…
Cosa pretendeva? Che gli confessassi tutto? Cosi lui e quella strega della mia migliore amica potevano divertirsi a prendermi in giro.

POV. EDOARDO
Non capisco perché ho voluto raggiungere Aurora al parchetto, in realtà nemmeno credevo di trovarla lì, eppure il fato ha fatto in modo che ci incontrassimo…Io Aurora la conosco bene, e lei conosce i miei segreti più intimi…
Sorrido, lei è stata il mio primo bacio, 12 anni fa…
‘’-Perché mi hai portato in questo parchetto?-chiedo ad Aurora mentre mi accomodo accanto a lei sulla panchina.
-E’ il mio posto questo, ci vengo per rilassarmi, per dimenticare le cose che mi rendono triste, quando sei triste puoi venirci anche tu-mi sorride dolcemente.
Aurora è la mia migliore amica e io mi sento fortunatissimo ad averla nella mia vita.
-Quando tuo papà ti rimprovera perché vuole farti diventare avvocato, ma tu vorrai fare il cuoco, vieni qui e dimenticherai la tristezza-continua a sorridermi.
-In realtà anche parlare al telefono con te mi fa dimenticare la tristezza-ricambio il suo sorriso.
-Edo, promettimi che non farai vincere tuo papà, tu vuoi essere un cuoco, impegnati per diventarlo -mi stringe la mano.
-Folletto posso chiederti una cosa?-le domando.
-Se la smetti di chiamarmi folletto magari si-ride.
-Non ho mai baciato una ragazza, sono curioso, posso baciarti?-le domando e spero dica si, voglio darlo a lei il mio primo bacio.
Le sue guance diventano rosse.
-Posso?-le carezzo una guancia.
Lei timidamente annuisce e io poso le mie labbra sulle sue.’’

Dopo quel bacio le ragazze e il sesso sono diventate il centro del mio mondo, ho smesso di frequentare Aurora…E poi ho permesso a mio padre di vincere, sto per laurearmi in giurisprudenza…Quel Edoardo dolce e speranzoso è rimasto seduto accanto ad Aurora, invece lei è rimasta uguale, pura e gentile, sorrido è bello sapere che almeno lei non sia cambiata.
In questi anni spesso avrei voluto cercarla, avrei voluto ricontattarla…Ma siamo troppo diversi, è meglio che lei continui la sua vita senza di me, oggi l’ho rivista e mi sono perso nei ricordi, in quello che poteva essere, ma non è…

POV. ROSALIA
-Che ci fai ancora al pc?-Aurora entra in camera mia.
-Studio-sbuffo, la osservo ha un completino sportivo, immagino sia andata a correre. -Sei nervosa? Sei andata a correre-dico.
-Ho incontrato Edoardo oggi, esce con Mia-mi dice.
-Auri Edoardo è uno stronzo, abbiamo appurato anni fa quanto sia disgustoso, lascialo a Mia, sono sicura che presto incontrerai un ragazzo che si renderà conto di quanto tu sia meravigliosa-le stringo la mano.
-Sono stanca di aspettare, mi va bene cosi, posso stare da sola-dice, povera la mia dolce sorellina ha sempre sognato il principe azzurro…Peccato che sia sempre stata innamorata di uno dei peggiori Edoardo Fiore. -Tu come mai studi? Non lo fai mai- mi prende in giro.
-Casali ha un assistente e mi  odia, mi ha lasciato una ricerca-sbuffo se ripenso a quel professoressino.
-Casali ha un assistente?-chiede sorpresa.
-Si il fantastico dottor Kerem Toccafondo un italo turco-dico.
-E perché ti odia?-chiede ancora.
-Mi sono addormentata durante la lezione-dico.
Aurora scoppia a ridere.
-Perché ridete piccole pesti?-in quel momento entra Arya.
-Lia ha presa sonno durante la lezione dell’assistente di Casali-spiega Aurora ridendo.
-Lia-Arya mi ammonisce.
-Lei va ancora appresso al signor Fiore-dico io.
-Siete davvero delle piccole pesti-anche Arya si viene a sedere sul letto con noi.
-Buon compleanno Arietta-Aurora l’abbraccia.
-Buon compleanno sorellona-le bacio la guancia.
-Voi siete le uniche a cui concedo di farmi gli auguri-ci sorride e ci stringe.
-Vabbè adesso lasciamo la signorinella studiare-Aurora trascina Arya fuori dalla stanza.
Io alle due di notte finalmente finisco questa dannata tesina, il mattino dopo prima di entrare a lezione dico a Matilde quanto sia soddisfatta del mio lavoro.
-Brava piccola, farai ricredere il prof-mi sorride.
-Si andrà tutto bene-sorrido speranzosa anche io, sono stata brava, non potrà dire il contrario.
Appena entriamo il dottor Toccafondo è seduto alla scrivania e legge qualcosa al pc, ci nota immediatamente.
-Signorina Martino-mi chiama.
-In bocca al lupo piccola-Matilde incrocia le dita.
Io mi avvicino sorridendo, dobbiamo ricominciare con il piede giusto, lui è l’assistente del temibile Casali.
-Salve dottor Toccafondo, ecco la tesina che mi ha chiesto, mi è venuta due pagine in più, spero non sia un problema-fiera gli consegno il mio lavoro.
-Brava signorina Martino-si mette a leggere.
Io sono felice, sta andando tutto bene, mi perdonerà, io seguirò attentamente ogni sua lezione e riuscirò a farmi mettere un bel voto al esame.
-Come va?-chiedo.
Arrivato a metà seconda pagina lui chiude il fascicoletto.
-Preferisce leggerla più tardi?-domando.
Lui mi sorride e un secondo dopo strappa il mio lavoro.
-E’ un lavoro pessimo, voglio un'altra tesina sullo stesso argomento di 100 pagine lunedì prossimo-mi dice.
-Ma…-io non so proprio che dire, vorrei tanto insultarlo, è un fottuto bastardo.
-Non voglio sentire obiezioni, vada-mi scaccia via come si fa con le mosche.
-Non finisce qui dannato Toccafondo-sussurro.
-Signorina Martino, ho un buon udito, le consiglierei di smetterla di sussurrare in mia presenza, ah e si metta al primo banco, ci conto che segua per bene-afferma.
Io stringo i pugni e sospiro, no non finisce qui.

POV. KEREM
In realtà era un’ottima tesina, ma la sua insolenza mi ha spinto a strapparla, qualcuno deve insegnarle la disciplina, si vede che è una ribelle.
Durante la lezione non si distrae, la vedo prendere appunti, rimane abbastanza attenta.
Un’ora dopo la trovo di fronte all’ufficio di Casali.
-Cosa desidera signorina Martino?-domando.
Lei si volta e si morde il labbro, sono per un istante distratto da questo movimento…
-Allora?-insisto.
-Vorrei parlare con lei, vorrei capire che errori ho commesso nella tesina-mi dice.
-Semplice, era una tesina superficiale-le dico.
-Se lei non l’avesse strappata mi avrebbe potuto correggere e invece no lei ha voluto fare il fenomeno e strappare la tesina per mettermi paura-dice.
Io la guardo scioccato, come si permette ad essere cosi insolente.
-Non se la può permettere questa insolenza signorina Martino-le dico.
-Nemmeno lei, non può abusare del suo potere, la mia tesina era ottima ne sono sicura e lei solo perché non le faccio simpatia, ha deciso di punirmi-mi dice, è abbastanza furba, lo ammetto, l’avevo sottovalutata.
-Kerem-il professor Casali mi richiama.
-Professor Casali-lo saluta la signorina Rosalia.
-Signorina Martino può inviarmi via mail una copia della sua tesina? La valuterò io stesso-dice Casali serissimo e io mi sento morire, non posso aver commesso un errore al mio primo giorno.
-Con moltissimo piacere-Rosalia è soddisfatta.
-Dico due parole al professor Kerem e poi lo lascio a lei per le delucidazioni-Casali le sorride, Casali non sorride mai agli studenti, lei stessa è sorpresa.
-Ho sbagliato qualcosa?-gli chiedo appena siamo soli.
-Ho molta fiducia in te Kerem, credo che tu sia un ottimo medico e sarai un bene per i miei alunni, ma sei giovane, e probabilmente subisci il fascino femminile, la signorina Martino, è molto graziosa, insolente al punto giusto…Ma so che è un’ottima studentessa, vedi sono convinto che la sua tesina sarà impeccabile-mi dice.
Io mi sento morire…Mi sta licenziando.
-Sono sollevato dall’incarico?-chiedo con voce tremante.
-No Kerem, però stai attento, dirò alla signorina Martino che la tesi può essere migliorata, non le dirò che è perfetta come credo sia, ti sto aiutando, non sbagliare ancora- mi dà una pacca sulla spalla ed esce.
Rosalia è ancora davanti alla porta.
-Ha bisogno di delucidazioni signorina Martino?-domando cortese.
-Ognuno di noi ha un tallone d’Achille, il suo caro professor Toccafondo è il professor Casali, buono a sapersi, buona giornata-mi fa l’occhiolino e sparisce.
Rosalia Martino è un bel problema.
Angolo autrice
Salveeeee, si un anno dopo un nuovo capitolo, ma altri due sono pronti, che mi dite?? Quale delle tre sorelle preferite??Sono curiosa suuuu ditemi.
Bacioni belle mie 

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