Almeno le curve

di Ilakey_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Almeno le curve ***
Capitolo 2: *** La Chiave ***
Capitolo 3: *** Il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE ***
Capitolo 4: *** La quest ***
Capitolo 5: *** Guida all'accatiemmelle per babbei ***



Capitolo 1
*** Almeno le curve ***


Almeno le curve

Autrici: Kokori-charmed e la sorellastra cattiva Ilakey

Dedicato a Fastidous.

Era autunno e stava finalmente per iniziare un emozionante nuovo anno a Ogwarts. I bimbi maghi correvano verso il noto binario nove e tre quarti. Le bimbeminkia corrivavano a guardare Twilight.
Ma c'era una persona che aveva il viso più speranzoso ed illuminato di tutti. Il suo nome era Mary Sue ed in quel momento stava sotto un lampione a farsi coraggio per l'inizio della sua nuova vita.
Mary Sue aveva sedici anni e si era appena trasferita in Svezia dopo aver ricevuto la lettera di ammissione a Ogwarts (in Svezia, appunto).
Mary Sue era la sorella di Voldemort. Ma non era brutta quanto lui.
Di più.
Mary Sue era un cesso. Aveva i capelli stopposi e biondicci che sembravano paglia dopo il passaggio di una carovana di mucche. Quando pioveva sembrava avere in testa un coso. I suoi occhi cambiavano colore a seconda del tempo, della temperatura, dell'umidità, dei moti millenari e degli sbalzi di elettromagnetismo terrestre. Ma in generale erano blu anche se nessuno poteva dirlo perché i suoi occhiali erano troppo spessi per poter vedere loro attraverso. Aveva la bocca troppo larga. Il naso quasi invisibile, i denti troppo stretti che davano alla sua pronuncia un angelico difetto della s. Aveva le ali, anzi una sola ma per ovvie ragioni di privacy la portava sotto il cappotto facendo credere a tutti che fosse una gobba.
In realtà Voldemort aveva esiliato la sorella perché troppo brutta.
Mary Sue era stata quindi costretta a crescere in Itaglia in una scuola chiamata Twilight. Lì però si era inimicata la bella Bella ed il bel Edward Cullen a causa di alcune notazioni discriminatorie verso i vampiri che Mary aveva scritto sul giornalino della scuola. Edward (QUANTO E' FIGOOOOOOO!!!111) e Bella avevano quindi tentato di uccidere Mary Sue per mezzo di un antico strumento di combattimento vampiresco: la mazza da baseball. Il tutto però era finito in un'imbarazzante orgia e Mary Sue, non riuscendo a guardare più in faccia Edward (ma probabilmente perché era stato un periodo particolarmente soleggiato ed il giovane vampiro illuminava più di una centrale nucleare dopo un disastro atomico) fu costretta a pregare i suoi genitori adottivi cattivi di trasferirla in un'altra scuola.
I suoi genitori ne approfittarono per suicidarsi.
Mary Sue fu quindi mandata dalla zia cattiva in Svezia alla scuola di Ogwarts. La zia cattiva, che era bellissima e si chiamava Zia Cattiva, non aveva proprio tempo di badare a quel topo che le era finito sul groppone e così aveva pregato Silente di accoglierla in Ogwarts durante un loro meeting al Gay Pride.
Mary Sue aveva avuto una vita davvero infelice.
Ma almeno aveva tutte le curve al posto giusto.
Quindi eccoci qui, sul treno per la magica scuola di magia e stregoneria di Ogwarts in Svezia. Mary Sue riuscì a trovare il binario ed il treno giusto e una volta dentro si mise in cerca di un posto a sedere.
Tutti gli scompartimenti erano pieni tranne un ultimo scompartimento nell'ultima carrozza del treno. Mary Sue riuscì infine a sedersi e preparò per l'occasione un bel sorriso: era ora di farsi degli amici.
Davanti a lei vi era una fanciulla dall'aria acida e antipatica ma in realtà, a volte, poteva anche avere l'aria della migliore amica che accetta la sessualità del promesso sposo perché anche lei lesbica.
"Ciao, sono Pansy Parkinson ed ho accettato la sessualità del mio promesso sposo Draco perché in realtà amo Hermione. Anche se vorrei farmi Ginny."
Ommiodio, pensò Mary Sue, sono informazioni assolutamente irrilevanti!
Accanto alla nostra protagonista vi era un giovane affascinante di colore che subito si presentò con un malevolo ma dolce ma orgoglioso ma speranzoso sorriso.
"Ciao, sono Blaise Zabini e anche se sono nero tutti credono che io abbia gli occhi azzurri, la carnagione vampiresca ed i capelli scuri. Voglio portarmi a letto Draco ma so anche che lui sotto sotto ama Harry Potter."
Ossantissimo, pensò gridando Mary Sue, altre informazioni irrilevanti che non avevo alcun interesse a sapere!
In quel momento entrò nello scompartimento una rima baciata. Ed un giovane biondo alto, magro ma non ossuto, muscoloso al punto giusto, principe delle serpi dall'aria sensuale e accattivante, con gli occhi grigi come tempeste burrascose in giornate primaverili. I capelli biondi erano come fili dorati e più volte le persone tentavano di strapparglieli per rivenderli al mercato nero.
Il ragazzo era accompagnato da una fanciulla di straordinaria bellezzzzza. Anche lei bionda ma di tonalità solari. Dove Draco era la luna, lei era il sole. Blaise la stella polare, Pansy Plutone e Mary Sue un anello di Saturno.
"Ciao, sono Draco Malfoy. Sono un bastardo, mio padre mi picchia e mia madre mi ignora, per questo mi comporta da idiota ma in realtà voglio solo che qualcuno mi dia un abbraccio e delle attenzioni. Meglio ancora se quel qualcuno è Harry Potter. Ma nel frattempo vado a letto con Josephine Kristal Raven DarkSnow," si presentò il biondo, indicando la fanciulla al suo fianco.
La bellissssima fanciulla fece un grazioso inchino, più grazioso di una cascatella di coca cola nella pubblicità. "Ciao, sono Josephine Kristal Raven DarkSnow anche se il mio vero nome è Fata delle Nevi II. Sono la sorella bella di Voldemort e mi sono appena fatta Draco. I miei capelli cambiano colore a seconda del tempo ed i miei occhi sono pieni di stelle e diamanti. La gente prova sempre a strapparmeli per venderli al mercato nero infatti ho avuto un'infanzia difficile. Ma in realtà sono una fata e scomparirò entro quattro secondi perché il mio destino è sposare Legolas."
Come predetto la fanciulla scomparve entro pochi secondi ed il volto di Draco si dipinse di tristezza mentre si dirigeva a sedersi vicino al finestrino.
OperZeus, pensò piagnucolando Mary Sue, informazioni spaventosamente irrilevanti. Ma almeno ho tutte le curve al posto giusto.
Ebbene stava iniziando un nuovo anno ad Ogwarts e per la nostra giovane eroina che nonostante il passato complicato ed il futuro oscuro... aveva tutte le curve al posto giusto.
 

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Capitolo 2
*** La Chiave ***



Mary si sedette tremante sulla sedia. Era il momento di essere smistata anche se l'umiliazione di venir smistata insieme alle primine le faceva salire un tetro rossore sul volto.
Il capello si appoggiò delicatamente in testa alla fanciulla.
"Bene, Mary... che mente strana- complessa. Hai dentro di te una bellezza straordinaria ed un grande coraggio ma c'è una parte oscura del tuo essere che mi dice altrimenti. La tua casa è: Serpedoro."
"Ommiodio, davvero?" esclamò estasiata la piccola Mary.
"No, ti prendevo per il culo. Fila a Tassorosso."
Mary sospirò, togliendosi il fastidioso cappello e filò a Tassorosso.
Ma dopotutto le cose non erano così male: aveva ancora tutte le curve al posto giusto.
Il primo giorno di scuola fu abbastanza tranquillo tranne per il fatto che Mary dovette evitare di incontrare per i corridoi Sean, Deamus, Cho Chang ed altri personaggi così secondari che non erano nemmeno degni di incrociare il suo cammino.
Dopo le lezioni si rifugiò in biblioteca e si sedette nell'unico posto libero. Vicino a Harry Potter.
"Ciao, ragazzi," li salutò con un folgorante sorriso.
Una fanciulla poco distante venne folgorata dolorosamente e fu costretta ad uscire, correndo, dall'aula.
"Ciao, sei la ragazza nuova? Io sono Hermione Granger e sono la più bella fanciulla di tutta Ogwarts. Ho i denti da coniglio ed i capelli inspidi ma se mi guardi con attenzione mi vedrai come una dea Venere uscita dalle acque. Tutti mi amano, persino Pansy Parkinson e Draco."
Ci risiamo, sospirò mentalmente Mary, è come quella volta che sono stata agli alcolisti anonimi...
"Ciao, io sono Ron." si presentò il ragazzo con i capelli arancio, "sono bruttino ma Hermione mi adora ed io l'amerò per il resto della mia vita. Sono quello stupido quindi puoi anche non parlarmi."
Infine Mary Sue portò i suoi cangianti occhi occhialuti sull'ultimo rimasto.
"Ciao, sono Harry Potter. Sono muscoloso e mi piace posare nudo con i cavalli."
Mary spalancò la bocca, allibita.
"Scherzavo. Sono anche un burlone," continuò Harry mentre i suoi occhi verdi come prati irlandesi brillavano nel suo viso mascolino ed abbronzato. I folti capelli si muovevano al vento ed il sorriso luccicava più di laureato post cento e lode. "Sono il campione della squadra di Quiddik, sono intelligente, famoso, tutti mi amano ma purtroppo vedono in me solo il lato dell'eroe e della fama, non mi conoscono davvero e non conoscono i miei lati oscuri. Dentro di me languo per il tocco di mani delicate ed affettuose e sono perdutamente innamorato del biondo angelo delle serpi conosciuto anche con il nome di Draco Malfoy. Ma lui mi odia, lo so, e tutto ciò che mi rimane è litigare e lottare contro di lui per avere una minima attenzione dei suoi occhi tempestosi."
"Ah sì, sfregare i corpi nella lotta, eh?" provò Mary Sue, con scarsi risultati.
Ma almeno aveva tutte le curve al posto giusto.
Mary Sue pensò bene di non rivelare al nemico di Voldemort la sua vera identità e passò il resto dell'ora a gironzolare per la biblioteca ed intavolare conversazioni disastrose con i presenti.
"Io sono Cedric Diggory e sono morto. Ma ero troppo figo per non comparire in questa fanfic," lo salutò un ragazzo biondo e sfavillante.
"Certo," rispose Mary continuando il suo giro tra i libri.
Fu solo la sera che, tornando nel proprio dormitorio, Mary scoprì di avere una stanza solo per lei. Sulla porta vi era una targhetta con il suo nome in lettere d'oro. La fanciulla entrò felice e soddisfatta e vi trovò un enorme letto a baldacchino firmato D&G. Era firmato proprio ovunque, sul legno, sulle coperte, sulle lenzuola e sul cuscino.
La finestra, ampia e luminosa, apriva sul bellissimo lago del castello e nel centro della stanza vi era un bauletto decorato e grazioso.
Il tutto profumava di sandalo ed orchidea.
"Vediamo cosa c'è qui dentro!" esclamò Mary, avvicinandosi al bauletto. Lo aprì e vi trovò dei meravigliosi abiti alla moda, salopette, gingilli neri, cappelli, scarpette, scarponi, una chiave rossa- una chiave?



x Steffylove: Come ti ho scritto via mail, mi sembrava ovvio si trattasse di una parodia/presa in giro : D ed, ovviamente, tutti gli errori grammaticali, stilistici e simili sono più che voluti (da me e dalla mia sorellina). E sì, sono italiana e sì, so benissimo che Hogwarts e la scrittura corretta del nome. Pensavo davvero che già con il fatto che la protagonista si chiama Mary Sue (e con l'avvertenza) la parodia fosse più che visibile. Mi dispiace che non sia così, evidentemente è un errore mio, spero che questo secondo capitolo sia migliore.
Parlando di Twilight ti assicuro che non penso affatto che tutte le fan ed i fan di Twilight siano bimbiminkia, altrimenti offenderei la mia amata sorella ed un altro centinaio di miei amici a cui voglio molto bene e di cui riconosco l'intelligenza. Grazie per la recensione, ciao X3

x Lucia_hp: : D grazie per aver scritto (e per avermi risposto all'email). Di nuovo, temo che la colpa dia mia, evidentemente la parodia non era abbastanza evidente. (Perdonate la ripetizione). Grazie per la recensione e per aver letto :*D Ciao!

x Asuka: XD *si appiccica ad Asuka* Grazie mille per aver scritto e per aver capito la parodia XDD *saltella felice e si appiccica di nuovo ad Asuka* :*

x Arisu Kon: Grazie XD sono felice abbia fatto ridere. Non temere, non penso affatto che i fan di Twilight siano bimbeminkia e mi dispiace se risulta questo dalla storia ç*ç. Anche mia sorella è una fan di Twilight X3 (ed ha scritto con me la fanfiction). Grazie ancora : D un abbraccio

x Lince92: Già XD ma penso sia colpa mia, forse dovevo rendelro più chiaro. Per bimbaminkia ovviamente non era riferito a tutti i fan di Twilight... e parlando di offese X°D io non mi offendo mai quando mi chiamano lesbica fricchettona. Grazie mille per la recensione :*DD

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Capitolo 3
*** Il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE ***


Nuova pagina 1

Mary ammirò affascinata la chiave rossa, rigirandosela tra le dita. Poi il suo sguardò si posò su l'imponente armadio... sembrava proprio un armadio magico forse perché portava la scritta (a caratteri cubitali, notare bene) ARMADIO MAGICO INSERIRE LA CHIAVE O, IN MANCANZA, UNA MONETA DA 50 CENT.
Mary si avvicinò tremante all'armadio e allungò la mano con la chiave, verso la serratura. Con un delizioso click, la chiave si inserì perfettamente nel buco e si ruppe.
"Merda," esclamò Mary, cercando cinquanta centesimi nelle tasche. Purtroppo aveva già cambiato tutti i soldi in galeoni e galeotti, che ora lavoravano per Zia Cattiva. Tutti i soldi tranne............ quei cinquanta centesimi che, per augurare buon auspicio al proprio futuro, aveva buttato nel LAGO DELLE ORATE ASSASSINE proprio vicino alla Foresta Proibita, subito a destra dopo la casa della Nonna dei Muffin.
"Devo trovare quei cinquanta centesimi," decise Mary, parlando da sola perché era sola e non aveva molti amici. Nessuno.
Con un lampo fulmineo saettò verso l'uscita della stanza e dopo aver sbattuto contro la porta decise di scendere nella sala comune Tassorosso. La sala era deserta.
"Sembra che Tassorosso non sia una casa molto frequentata," mormorò dubbiosa.
"No, è che sono tutti al Rave Party dei Serpeverde," esclamò una vocina dietro di lei.
"E tu sei?" tentò Mary.
"Nessuno, a Tassorosso nessuno si ricorda i nomi."
"Oh," mormorò Mary, rattristata, "ora devo andare."
"Dove?"
Mary occhieggiò la sconosciuta senza nome. "Al LAGO DELLE ORATE ASSASSINE."
"A fare cosa?"
"Mi servono cinquanta centesimi."
"Ah!"
Mary aspettò con grazia e pazienza che la Tassorosso continuasse il discorso dopo quell'accorata esclamazione. Invano.
"Ah?"
"Ah. Buona notte."
Gente strana a Ogwartz.
Mary uscì infine dalla sala dei Tassorosso e benché fosse notte fonda, si diresse pian piano verso la casata Grifondoro. Pian piano, senza fare rumore, camminò per i corridoi ma iniziò a diventare decisamente meno prudente quando vide orde di studenti camminare, benché a tarda notte, in giro per la scuola.
Fu quasi sicura di aver scorto Silente e la professoressa McGranitt fumare qualcosa di sospetto. Ma chi era lei per buttare la prima pietra?
In pochi minuti giunse a Grifondoro e bussò alla porta.
Ad aprirla fu Harry, mezzo addormentato mezzo svestito mezzo sensuale mezzo gay mezzo no. "Ciao," le sussurrò strizzandole (dolorosamente) un occhio.
"Ahia!" esclamò Mary, offesa.
"Scusami, la forza dell'abitudine," si scusò Harry scompigliandosi i capelli scompigliati e lasciando che il fuoco del camino risaltasse i suoi muscoli a tartaruga.
"Sono venuta a chiedervi aiuto per una quest. Siete gli unici amici che ho."
"E' come essere in un Gdr!" esclamò Ron, che era stato lì fin da subito ma nessuno lo aveva notato.
Hermione scese in quel momento le scale dal dormitorio femminile. Indossava un top fucsia con dei bordi ricamati d'argento, una minigonna di jeans con degli stivali alti al ginocchio. Inoltre aveva un velo di trucco e sotto il velo un mascara nero, dell'eyeliner, della matita rossa, della matita nera, un pennarello, un rossetto fucsia e un cavallo. E non era assolutamente truzza.
"Ragazzi, io non vi appartengo! Dovete capire che ho una vita mia. Ora vado al rave party dei Serpeverde, anche se non amo quella gentaglia e quel posto. Ci vado proprio malvolentieri perché Silente mi ha chiesto di fare ripetizioni a Draco VENTIQUATTRO ore su VENTIQUATTRO. Non aspettatemi alzati." E detto questo Hermione uscì, lasciando tutti allibiti dietro di sé.
"E' in quel periodo del mese?" domandò Mary, un po' sconvolta.
"No," replicò tranquillamente Ron, "io sono in quel periodo del mese. Spero che la cosa non vi metta a disagio."
Harry lo ignorò senza problemi ed il suo cuore si incriccò per il dolore del pensiero di Hermione e Draco assieme. Sarebbe riuscito il suo principe delle serpi a resistere al fascino dell'affascinante reginetta dagli occhi dorati?
"Volevo il vostro aiuto," insistette Mary, "per una quest."
"E' come essere in un gdr," replicò Ron, che venne ignorato, di nuovo.
"Che genere di quest?" chiese Harry.
Mary si portò le mani al petto, disperata: "Un quest fondamentale! Non una di quelle che puoi saltare ma una di quelle che servono assolutamente per progredire nel gioco."
"Eh?"
"Devo andare al LAGO DELLE ORATE ASSASSINE per recuperare un oggetto di estremo valore."
"Quel Lago delle Orate assassine?"
"No!" insistette Mary, " il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE!"
E finalmente Harry capì: "Intendi... il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE!"
"Che cos'è il LaGo Delle ORAte ASSassINE?" domandò Ron.
"No no," lo corresse Harry, "non lo stai dicendo giusto. E' il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE. E' un lago di orate assassine proprio al limite della foresta proibita. E' pericolosissimo, ci sono grandi probabilità che moriremo tutti."
"Andiamoci!" decise Ron.
Ed il trio partì per il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE.
 

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Capitolo 4
*** La quest ***



Ron, Harry e Mary sgattaiolarono fuori dal castello che fungeva loro da scuola e bordello e si inoltrarono senza problemi nella foresta assassina, alla disperata ricerca del LAGO DELLE ORATE ASSASSINE.
"Presto raggiungeremo la casa della Nonna dei Muffin," li avvertì Mary, procedendo con cautela nella boscaglia.
"Ommiodio, è terribile!" esclamò Ron, terrorizzato.
"Ron, stai calmo, è solo una nonna che fa i Muffin."
"E l'armadio si aprirà alle sette," mormorò Mary, improvvisamente. Harry si voltò verso di lei con gli occhi verdi lucenti un po' tristi ma speranzosi e rabbiosi spalancati per la confusione.
"E' una profezia? E' UNA PROFEZIA?! SIGNIFICA CHE DOVRO' MORIRE?!"
"Harry, stai calmo," gli rispose Mary, confusa a sua volta e quasi pentita di essersi portata dietro il bambino che è sopravvissuto. Evidentemente suo fratello Voldemort sapeva cosa stava facendo quando aveva deciso di uccidere Harry Potter. "Volevo solo dire che di questo passo aprirò l'armadio alle sette di domani mattina."
Harry si rilassò visibilmente.
Il trio raggiunse ben presto la casa della Nonna dei Muffin. Dal camino di legno e pietra usciva un delizioso odore di Muffin. Di tutti i gusti! More, cioccolato, frutta, caramello.
"Non riesco ad andare avanti..." farfugliò Ron, attirato da quell'odore come un marinaio ad una sirena, "... temo che dovrete procedere senza di me."
"D'accordo," decisero gli altri due, procedendo senza di lui.
I due coraggiosi continuarono a camminare instancabili per un'altra ora finché, colmi di gioia e sudore, non videro il LAGO DELLE ORATE ASSASSINE.
Vi si avvicinarono tremanti e silenziosi, indecisi sul da farsi.
"Bene, Harry," lo chiamò Mary, "poiché sei il bambino che è sopravvissuto proporrei te come nuotatore. Devi entrare nel lago e recuperare i miei cinquanta centesimi."
"Bene, Mary, vorrei ricordarti che 'è sopravvissuto' è passato prossimo. E la parola chiave è passato ma anche prossimo perché mi piace aiutare il prossimo. Ma in questo caso è soprattutto passato. Non 'Il bambino che sopravvive' o 'il bambino che sopravviverà' oppure ancora 'il bambino che sopravviverebbe in un LAGO DELLE ORATE ASSASSINE' o se proprio possiamo anche-" in quel mentre Harry si girò, per enfatizzare le sue parole con uno sguardo deciso, ma Mary non c'era più.
"Ho trovato il SANTO GRAAL!" urlò Mary che si trovava nel mezzo del LAGO DELLE ORATE ASSASSINE e sguazzava nell'acqua gelida con una coppa luminosa in mano.
"Sfregalo e chiedi al genio se ti può esaudire un desiderio!" le urlò di rimando Harry, da riva.
Il Graal venne scaraventato senza pietà addosso ad Harry che stramazzò al suolo.
Poco dopo, a raggiungere la coppia leggendaria, venne scaraventata una monetina da cinquanta centesimi che colpì Harry, quasi rivenuto, facendolo stramazzare al suolo ancora una volta.
Purtroppo, tutto il fracasso che Mary aveva causato nell'operazione di ritrovamento della monetina aveva svegliato le orate assassine.
Le orate assassine erano delle enormi orate assassine ed avevano degli enormi denti assassini. Le orate nuotarono veloci verso Mary che stava raggiungendo la riva.

La mattina dopo Mary si sveglià un po' stanca per la terribile nottata che aveva passato. si vestì con attenzione. Una minigonna sgargiante e sfavillante ma allo stesso tempo elegante e triste. Un top nero comprato al mercatino delle zecche che portava la scritta D&B, probabilmente Dolce&Babbana ed una collana da sessantaquattro carati. Peccato che il tutto fosse mascherato dalla cupa tunica nera che indossavano tutti gli studenti della scuola.
Uscendo dal dormitorio di Tassorosso, dirigendosi a Pozioni, incontrò Ron, Hermione ed Harry.
"Aspettate un attimo!" esclamò Ron, fermando gli amici nel mezzo del corridoio, "Non ci capisco nulla! Come ha fatto Mary a sfuggire alle Orate assassine? Ed Harry come è riuscito a sopravvivere al Drago del Tempo? E come sono riuscito a fuggire all'incantesimo della Nonna dei Muffin che in realtà era un terribile Mangiamorte appassionata di Muffin?!"
"Basta!" urlò Hermione, battendo un piede per terra e facendo svolazzare i suoi capelli boccolosi, "Mi ignorate sempre a meno che non abbiate bisogno di me, eh? Bene, eccovi la novità: Io non vi appartengo! Non sapete nulla della mia vita! Ed ora vado a dare ripetizioni VENTIQUATTRO ORE SU VENTIQUATTRO a Luna Lovegood assieme a Draco Malfoy e Blaise Zabini!"
Detto questo, Hermione se ne andò con gran fretta, lasciando Ron ai suoi dubbi.
"Ancora non ho capito," provò Ron ma né Harry né Mary lo ascoltarono ed il trio raggiunse l'aula di Pozioni.
Piton entrò nella stanza battendo ferocemente i piedi sul pavimento. Tante volte una dopo l'altra.
"Oggi, ragazzi, sono molto irritato," esclamò ghignando. Un alunno morì. "Il solo vedere le vostre facce mi fa venire voglia di dichiarare il mio amore a Lupin sulle rive del LAGO DELLE ORATE ASSASSINE per poi affogarcelo dentro."
No, pensò Mary, questo è peggio degli alcolisti anonimi!
"Quindi," continuò Piton, "ho corretto tutti i compiti in un impeto di energia vendicativa. Signorina Granger: Accettabile. Signor Weasley: Troll. Harry Potter: Troll!" continuò ringhiando tra i banchi. "Draco Malofy: Oltre Ogni previsione. Blaise Zabine, oggi la vedo particolarmente abbronzato,: Accettabile. Pansy Parkinson: Accettabile. Neville Paciok, per quanto sia doloroso per lei: Troll."
Mary sospirò, ansiosa.
"Mary Sue: Deludente."
Mary singhiozzò.
"Mi ha proprio deluso."
La giovane Mary Sue, sconvolta, fuggì dall'aula. Non ci poteva credere. Cosa avrebbe detto alla Zia Cattiva? Che il suo primo voto era un deludente Deludente?
Mary corse a perdifiato fino alla sala Tassorosso e si lanciò nella sua stanza, per piangere sul suo alto letto a baldacchino.
Quando la crisi di pianto si fu calmata, Mary poté riflettere sulla situazione con aria lucida e calma.
Era solo un voto, dopotutto. Il primo di una lunga serie. Era appena l'inizio del semestre e sicuramente sarebbe riuscita a migliorare.
In caso contrario avrebbe chiesto ripetizioni ad Hermione. Lei sembrava avere sempre tempo per dare ripetizioni.
"Per consolarmi aprirò l'armadio," decise, tirando fuori i cinquanta centesimi ed avvicinandosi al magico mobile.

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Capitolo 5
*** Guida all'accatiemmelle per babbei ***


Nuova pagina 1

Mary sospirò con trepidazione, prese i cinquanta centesimi e li inserì nella fessura dell'armadio.
Tic.
L'armadio di aprì e, senza esitazione, Mary vi entrò.
La fanciulla scoprì presto di trovarsi in un mondo in cui tutti erano diversi.
"Ommiodio, sono in un mondo in cui tutti sono diversi," sussurrò meravigliata Mary Sue.
"Sono gay! E sono un jock!" esclamò Neville Paciock.
"Ed io sono cinese," urlò trionfante Blaise Zabini.
Con meraviglia, la giovane percorse i corridoi di Ogwartz che sembravano così diversi, eppure così uguali alla scuola in cui lei studiava. Certo, il fatto che fossero rosa a fiori era del tutto irrilevante.
"Ciao, Mary," la salutò la bellissima Pansy, "vuoi donare dei galeotti a Voldemort?"
"Cosa?"
"Vuoi donare dei galeoni a Voldemort?"
"Ommiodio, e per cosa?"
"Ma per la sua nuova compagna culinaria, ovvio! Sta raccogliendo fondi per salvare la specie di bambù rosso che usa per i suoi pasticcini MagicTools. Guarda, mi sono anche fatta tatuare il simbolo dei mangiatorte," e detto questo, Pansy si alzò la manica del braccio.
Mary vide la piccola torta rossa che vi era tatuata sopra.
Mary sorrise estasiata: "Ma certo!" e con questo versò tre galeoni nella cassettina di legno che Pansy teneva in mano.
In quel momento, la fanciulla vide arrivare Draco Malfoy, bellissimo e tormentato, a braccetto con una bellissima fanciulla che a Mary ricordava vagamente qualcosa.
"Ciao, cara Mary," la salutò Draco.
Oh, sono in un mondo in cui tutti sono più gentili.
"Ciao, abbacchia," la salutò la fanciulla.
"Ma tu sei Fata delle Nevi II!" la riconobbe subito Mary.
DarkRaven Snow, alias Fata delle Nevi II, impallidì: "C-come fai a sapere il mio nome?! Cosa sai di me! Oh no, il mio piano per la conquista del mondo e lo sterminio dei babbani è fallito! Odio le torte! Draco, mi dispiace, anche se un giorno avrai i capelli lunghi non sarai mai come Legolas. Addio!" e con queste ultime parole scomparve, lasciando dietro di sé un Draco in lacrime.
Fu a cavallo, ed a petto nudo, che Harry giunse dalla Sala Grande.
"Harry!"
"E' un deja vu!"
Con un roteare di speroni, il giovane moro scolpito dagli allenamenti di Quiddik, si chinò per afferrare il bel principe delle serpi e lo issò in sella con lui.
Le loro lingue si unirono nella danza più antica del mondo.
"La polka!"
"Cosa?" chiese Mary a Ron, apparso improvvisamente.
"Ho voglia di ballare una polka."
"Balliamo!" gli propose Pansy, prendendolo per mano e portandolo a ballare la polka.
Dopo che le inquietanti figure di Pansy e Ron scomparvero all'orizzonte, l'attenzione di Mary fu catturata da una fanciulla minuta e bellissima e, stranamente, con tutte le curve al posto giunto, proprio come Mary.
"Ciao, si chiamano Astrid."
"Chi?"
"Loro!"
"Loro chi?" insistette Mary. Un'altra ragazza le si avvicinò e le disse: "Non ascoltarla, parla di sé in terza persona plurale. Che cosa ridicola, Samanta non approva."
"Chi è Samanta?"
"Io sono Samanta!" le rispose la nuova arrivata.
"E loro sono Astrid," si intromise Astrid.
"Veniamo dalla casa del RattoBlu."
Mary le osservò con ammirazione. Entrambe le fanciulle erano bellissime e perfette, simpatiche e dolci ma anche terribili e cattive. E strane, soprattutto strane. Ma il fatto che avessero una casa solo per loro le rendeva molto affascinanti.
"Come mai?"
"Ecco cosa accadde...

Arrivai ad Hogwarts a tredici anni ed ero bellissima.
Il giorno dello smistamento mi sedetti sullo sgabello del cappello ed il copricapo mi fu posto sulla testa.
"Bene, bene, vedo che non sei particolarmente intelligente, né particolarmente coraggioso, né particolarmente altruista né particolarmente astuta quindi ti manderò in una casa tutta per te: RattoBlu! La casata dei mediocri.

... e questi furono i fatti."
Mary Sue la osservò a bocca aperta. Fu Hermione a salvarla dall'emozionante momento di imbarazzo, prendendola per il braccio e trascinandola via.
"Andiamo a Pozioni."
"Ho paura delle lezioni di Piton," ammise Mary.
"Che la forza dell'abitudine sia con te," la incitò Harry, appoggiandole una mano sulla spalla, improvvisamente ricomparso.
Mary lo ignorò e si sedette al proprio posto.
Piton entrò nella stanza saltando. Tante volte una dopo l'altra. Ma il verbo saltellare non sembra indicato al personaggio.
"Oggi, ragazzi, sono felice," esclamò sorridendo. Un alunno morì. "Ho finalmente dichiarato il mio amore a Lupin sulla riva del LAGO DELLE ORATE ASSASSINE. Quella squinzia di Tonks ha deciso di partire per una pericolosa quest alla ricerca del Santo Graal e quindi io e Lupin possiamo stare felicemente assieme."
No, pensò Mary, questo è peggio degli alcolisti anonimi!
"Quindi," continuò Piton, "ho corretto tutti i compiti in un impeto di super energia e giuoia da zucchero. Signorina Granger: Oltre Ogni Previsione. Signor Weasley: Eccezionale. Harry Potter: Eccezzionale!" continuò saltellando tra i banchi. "Draco Malofy: Oltre Ogni previsione. Blaise Zabine, oggi la vedo particolarmente abbronzato,: Oltre Ogni previsione. Pansy Parkinson: Eccezionale. Neville Paciok, per quanto sia doloroso,: Oltre ogni previsione."
Mary sospirò, felice.
"Mary Sù: Deludente."
Mary singhiozzò.
"Mi ha proprio deluso."
"Non è possibile!" urlò Mary, prima di fuggire dall'aula.
Com'era possibile che in un mondo tutto al contrario lei avesse di nuovo preso Deludente?
Correndo fino alla sua stanza, la giovane Mary Sue si affrettò ad entrare nell'armadio ed in men che non si dica si ritrovò nel suo mondo.
Con un sospiro di sollievo, Mary chiuse l'armadio ed uscì dalla sala comune di Tassorosso.
"Harry," chiamò l'amico, quando lo vide girovagare per i corridoi, "ho bisogno del tuo aiuto per una quest."
Ron, che era stato lì tutto il tempo, aprì la bocca per aggiungere qualcosa ma Mary lo fulminò con lo sguardo: "E sì, Ron, sarà proprio come essere in un gdr."

 

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