Amore al gusto di ammoniaca

di Sleepesleep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza ***
Capitolo 2: *** Incastrato al quadrato ***
Capitolo 3: *** Spiaggia ***
Capitolo 4: *** Stanza condivisa ***
Capitolo 5: *** Nuovo giorno ***



Capitolo 1
*** Partenza ***


 Sakusa non è un fan dell’amore, non né capisce la funzione, non solo ti rende irrazionale ma ti porta anche a scambiarti secrezioni corporee con altre persone insieme a chissà quanti batteri, così ha scelto tempo addietro che non si sarebbe mai innamorato, non che rischiasse che qualcuno gli piacesse a malapena sopportava le altre persone figurarsi amare uno di loro, follia pura.

Eppure, accade, fottuto destino che si prendeva gioco di lui, detestava quando le cose non andavano come voleva lui, la colpa era tutta di quel bastardo pieno di sé, Atsumu Miya. Non avrebbe ceduto davanti a quel tipo, mai, ed ecco come siamo finiti qui, mentre Sakusa cerca di trattenere il respiro raggomitolato dentro un vecchio armadio sperando che quel biondo finto non lo trovi.

Torniamo però a sei giorni prima e alla sua sfortuna idea di accettare l’invito di Hinata Shoyo, certo rifiutarlo non era possibile dato che avrebbe reso infelice il piccolo sole e quindi fatto infuriare Kageyama, ergo aveva accettato a fare una settimana di vacanza insieme ad alcuni amici dei due fidanzatini. Correggiamo, i due amici stretti dato che continuano a negare la loro palese relazione, come se qualcuno crederebbe che sono ‘solo amici’. Idioti.

Sakusa si era anche chiesto il perché di quell’invito, non ricordava di aver fatto nulla di carino per quel nano, ma a quanto pare il tappo era convinto che lui si fosse preso cura del suo Tobio durante il ritiro per le nazionali giovanili, cosa di cui Sakusa non aveva assolutamente memoria, si era solo limitato a dire qualche frase, al massimo si era seduti allo stesso tavolo ma nulla di che, eppure eccoci qui con una valigia piena di disinfettanti e vestiti.

<< Sakusa >> lo richiamo Hinata sorridendo entusiasta.

Lo schiacciatore si limitò a fare un leggero segno con la testa, ma quel tipo non si stancava mai di essere felice? Prima o poi gli sarebbe venuta una paralisi facciale a furia di sorridere in quel modo.

<< Siamo quasi tutti >> riprese saltellando Hinata e aggiunse << Kenma hai portato del cibo per il viaggio? >>.

Un altro tappo dai capelli bicolor annuì senza neppure staccare la testa dal suo videogioco, lo aveva già visto da qualche parte? Ma dove?

<< KENMA >> urlò Kuroo strappandogli di mano il gioco << Lo hai già usato abbastanza >>

Il biondino fece una smorfia visibile ma non ribatte. Allora aveva ragione, era l’alzatore del Nekoma, il tizio dalla faccia creepy era senza dubbio il capitano del Nekoma, brr.

<< Spero che ne valga la pena, mi hai fatto scomodare per arrivare fin qui >> disse Atsumu.

Oh no, quel tizio no, vi prego lui no, Sakusa lo trova disgustoso, avrebbe preferito fare un bagno nella soda caustica piuttosto che passare del tempo con lui, sul serio Destino abbi pietà di lui, era solo un povero ragazzo con qualche mania ossessiva..

<< Bene, mancano solo Bokuto e Akashi e siamo tutti >> disse Daichi sorridendo a tutti loro.

<< Eccoci scusate il ritardo, Bokuto si è fermato a guardare un piccione >> ribatte un affannato Keiji piegandosi a metà per riprendere fiato.

<< Non era un normale piccione indossava un cravattino >> rispose spiegando Bokuto per nulla affaticato dalla corsa che avevano fatto per arrivare in tempo.

<< Hai fatto una foto? >> chiese Kuroo con gli occhi che luccicavano

<< Certo, bro >> rispose contento Bokuto mostrando al moro il telefono.

Sakusa si chiese sul serio cosa diavolo ci fosse di bello? Non che si aspettasse chissà quale intelligenza da quei due, non conosceva molto il capitano del Nekoma ma con Bokuto ci aveva parlato diverse volte, abbastanza da capire che il platino avesse solo due neuroni, uno impiegato a giocare a pallavolo mentre l’altro a pensare ad Akashi, in pratica era un idiota.

<< Sakusa ma ci sei anche tu? >> disse la voce fastidiosa dell’ignobile sgorbio che gli altri chiamavano Atsumu.

Sakusa si limitò ad ignorarlo, sperando che quel tipo riprovevole capisse che doveva lasciarlo in pace, ma Atsumu non amava essere in secondo piano, lui era la star dannazione.

<< Sakusa, allora il gatto ti ha morso la lingua? >> chiese ancora il peggiore tra i due Miya

Lui si limitò a voltare la testa dalla parte opposta, forse così avrebbe recepito il messaggio meglio.

<< Qualcuno è timido, ehh >> riprese Atsumu.

Sakusa non era certo se fosse solo tanto idiota da non capire la situazione o abbastanza masochista da voler ignorare l’ovvio. Se avesse dovuto scommettere alla cieca avrebbe scelto la seconda opzione, un lombrico come Atsumu era per forza un pervertivo della peggiore specie, forse anche un feticista.

<< Atsumu non vedi che non vuole parlarti >> lo rimproverò annoiato Osamu.

A quanto pare il grigio era il genio della famiglia, non che ci volesse molto dato che l’altro membro concorrente era Atsumu, non sapeva nulla di Osamu; eppure, era certo che gli sarebbe piaciuto più del fratello, qualsiasi cosa era meglio di Atsumu.

<< Sei così crudele Sakusa >> si lamentò infantile Atsumu.

Lo schiacciatore del tutto esasperato dalla presenza ingombrante del biondo finto decise che era una buona idea spostarsi, si diresse verso i due mentecatti.

<< Bro ieri ho fatto una schiacciata super figa >> disse Bokuto abbastanza forte da farsi sentire con alta probabilità da chiunque alla
stazione.

<< Avrei voluto vederla, cavoli >> rispose incrociando le braccia Kuroo.

<< La rifarò per te allora, Kurro Bro >> ribatte veloce Bokuto con fervore

<< Sei un vero amico, Bokuto Bro >> aggiunse il moro commosso.

Quei due erano peggio di come aveva pensato, non era certo se quel Kuroo fosse stupido quanto Bokuto o che fosse l’influenza di Bokuto a rendere stupidi chiunque lo circondasse. Li superò annoiato e si sedette nella panchina accanto al biondo-moro, Kenma si chiamava forse? Il tipo in questione non fece nulla, non lo guardò neppure, rimase in silenzio per il resto del tempo a giocare al telefono, a quanto pare sequestragli il Nintendo era stato inutile. E Sakusa lo apprezzo per la sua indifferenza, dote rara in quei tizi con cui aveva deciso di andare in vacanza.

Non era neppure certo il perché avessero organizzato una vacanza, Hinata aveva detto che era per godersi le vacanze insieme senza però spiegare molto altro, soprattutto era stato vago sul numero di persone che quel ‘insieme’ comprendesse, dieci o forse venti?

<< Il treno sta arrivando >> annunciò Daichi facendo segnò ad un tizio platino sconosciuto a Sakusa.

Quel tipo giocava per il Karasuno? Non ricordava di averlo mai visto, forse stava in panchina, a proposito di persone del Karasuno occhiali rompiballe non era lì o sbaglio?

<< Il biondo tuo amico non viene? >> chiese Sakusa avvicinandosi a Kageyama

<< Ci sta aspettando ad Okinawa con gli altri >> spiegò sbrigativo il non-fidanzato di Hinata.

Altri? Quali altri? Lo sapeva, era fottuto, eppure credeva di essere stato chiaro con Hinata, LUI ODIAVA LE FOLLE, più chiaro di così doveva sbiancarsi. Sul serio il destino complottava contro di lui vero?

<< Perché ti interessa Omi-Omi? >> chiese Atsumu fastidioso.

Omi-Omi a chi? Come osava usare un soprannome? Sul serio chi si credeva di essere quel tizio? Non sarebbe sopravvissuto a quella vacanza ne era certo, almeno non senza accoltellare Atsumu Miya. Il che non era certo se fosse una cosa negativa o positiva, gli insetti fastidiosi dovrebbero essere sterminati quindi chi mai lo avrebbe giudicato se avesse fatto sparire il biondo dal mondo, al contrario meritava una medaglia all’onore…
 

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Capitolo 2
*** Incastrato al quadrato ***


L’albergo era una tra le cose più terrificanti che ricordasse, era economico e la pulizia delle stanze lasciava a desiderare, sarebbe stato un film horror quelle vacanze.Per fortuna aveva portato il suo kit per pulire ogni superficie. Prese le sue fedeli salviette dal borsone e iniziò a pulire il tavolo. Poteva farcela, non era certo la prima volta che la vita metteva alla prova la sua ossessione.
 
Un leggero bussare lo richiamo, Sakusa con passo esausto si diresse verso la porta. Sul serio quei tizi non potevano lasciarlo solo? Avevano appena passato quattro ore intere a stretto contatto con loro, non era abbastanza? Aprì la porta con sguardo feroce ed ecco lì il suo peggior incubo.
 
<< Omi-omi, ma che casualità divideremo la camera >> asserì con disinvoltura Atsumu
 
Il suo occhio dentro tremolo visibilmente, sul serio? Avrebbe dovuto aspettare fino alla fine delle assegnazioni delle camere, forse questa disgrazia si sarebbe potuta evitare. Solo che voleva portarsi avanti con le pulizie, non è giusto, non è giusto.
 
<< Allora mi fai entrare? >> chiese Atsumu con arroganza.
 
Sakusa si spostò con malavoglia di lato per farlo entrare e sbotto << Ho appena pulito il tavolo, cerca di evitare di sporcare >>
 
<< Oh giusto, sei un maniaco della pulizia >> ribatte schioccando le dita, quasi avesse appena avuto una illuminazione divina. Come se la lampadina sulla sua testa si fosse mai accesa.
 
Sakusa fece un sospiro già a pezzi, solo dopo pochi secondi di conversazione con il biondo era KO. Lo avrebbe ucciso al 100% prima della fina di quella vacanza ora ne aveva la certezza.
 
<< Per curiosità tu dormi nel letto a destra o quello a sinistra? >> chiese Atsumu posando il borsone già sul letto vicino alla finestra senza attendere la risposta, sul serio non chiedere se non ti interessa scemo biondo.
 
<< Sinistra >> rispose Sakusa schietto, tanto ormai quello di destra era stato sporcato dal tocco di Atsumu.
 
<< I ragazzi ci aspettano alla Hall tra una mezz’ora. A quanto ho capito andiamo a fare una perlustrazione, vieni? >> chiese ancora in vena di dialogo il biondo ossigenato.
 
Sakusa annuì piano, chissà se era stato l’ossigeno non usato dal suo cervello a tingere di biondo i capelli del tizio, questa sì che era buona. Omi ridacchio tra sé e sé, certe volte la sua coscienza era uno spasso.
 
<< Vuoi visitare qualche posto in particolare? >> chiese curioso Atsumu.
 
<< No >> mentì Sakusa, in realtà voleva andare a vedere la spiaggia ma non glielo avrebbe mai confessato.
 
Il silenzio riempì la stanza per i successivi 20 minuti, quello sì che era piacevole. Meraviglioso non dover ascoltare la voce fastidiosa del suo nuovo compagno temporaneo di stanza, ah che pace.
 
Lasciarono insieme la stanza diretti al piano inferiore per incontrarsi con gli altri. Hinata era come al solito facile da individuare, bastava identificare una cosa rossa saltellate ed era fatta.
 
<< Noi andiamo in centro, qualcuno viene? >> chiese Kuroo rivolgendosi al gruppo.
 
Sakusa sbadigliò e si diresse verso l’uscita aveva due ore di libertà prima di dover tornare a stare con gli altri.
 
<< Sakusa-san dove vai? >> chiese Hinata facendo gli occhioni da cucciolo.
 
<< A vedere un negozietto in città, ho visto una sua recensione online ed ero curioso >> mentì Sakusa abilmente.
 
<< Vuoi che qualcuno ti accompagni? >> chiese ancora insistente Hinata.
 
Accompagnarlo? Non era mica un bambino alla sua prima gita ad Okinawa << No >>
 
Hinata però non sembrò ascoltare le sue proteste e urlo << Atsumu perché non accompagni tu Sakusa? >>
 
SCHERZIAMO? ANCORA LUI? Hinata gli sorrise a trentadue denti innocente quasi non avesse appena rovinato le prossime due ore.


Atsumu lo raggiunse raggiante << Omi-Omi non temere non ti lascerò da solo, infondo in compagnia ci si diverte di più >>.
 
Sakusa sentì migliaia di piccoli brividi di disgusto avvolgerlo, quel tipo era così viscido e ripugnate, qualcuno lo salvi da lui. << In realtà preferirei di no >>
 
Hinata mise un broncio carino e piagnucolando disse << Perché no? Omi-chan non dirmi che ti stai annoiando? >>.
 
Omi-chan? Ecco un altro che si prende troppa confidenza.
 
<< Shoyo che succede? >> arriva imponente Kageyama quasi richiamato dal suo istinto di fidanzato iperprotettivo.
 
<< Omi-chan mi odia >> affermò Hinata mettendo le bracci conserte.
 
Cosa? E quando avrebbe detto ciò? Eccone un altro con il complesso della prima donna, come se Atsumu non bastasse da solo << Mai detto nulla di simile >>.
 
<< Quindi ti farai accompagnare da Atsumu? >> chiese speranzoso Hinata.
 
Sakusa annuì sconfitto mentre Atsumu sfoggiò un sorriso trionfante, quel tizio aveva davvero una faccia da schiaffi. Non gli rimaneva che trovare un modo per liberarsi della sua cozza ed essere libero finalmente.
 

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Capitolo 3
*** Spiaggia ***


Insieme l’improbabile duo sì inoltro nelle varie stradine fino a giungere fino ad un negozietto ambulante di Takoyaki, la lampadina sopra Sakusa si accese tipo palla da discoteca.
 
<< Atsumu perché non vai a prendere dei Takoyaki, ho fame >> ordino con voce inflessibile il moro.
 
Il caro volpino acconsentì ignaro del piano malefico dell’altro, appena il biondo si distrasse per parlare con il proprietario del negozio, Sakusa si diede alla fuga diretto verso la spiaggia, ah Atsumu sei proprio un fesso. Nella sua rocambolesca fuga incrociò però la strada dell’altro idiota per eccellenza.
 
<< Sakusa >> lo saluto Bokuto con disinvoltura.

Oh, no. << Bokuto >> ricambiò il moro cercando di mantenersi calmo, non lo preoccupava davvero il platino in sé ma più che altro il suo accompagnatore persistente, Akashi Keiji, alzatore e cotta storica del caro capitano, nonché l’uomo più attento ai dettagli che Sakusa conoscesse come fosse finito al fianco di Bokuto uno così era un mistero.
 
E infatti. << Credevo fossi con Atsumu >> asserì Keiji guardandosi intorno alla ricerca del biondo.
 
<< Oh capisco >> disse ridacchiando compiaciuto Bokuto.


Akashi gli diede una leggera pacca sulla spalla e riprese << Non lo avrai mica perso? >>.
 
<< Keiji mi perde spesso >> affermò convinto Bokuto.
 
Sakusa assottigliò lo sguardo, avrebbe voluto dire al caro platino che in teoria l’alzatore non era la sua babysitter personale e che non era colpa certo del povero Akashi se l’idiota non sapeva distinguere la destra dalla sinistra ma evitò, non era interessato alla loro stramba intesa. << Già, l’ho perso di vista >>.
 
<< Hai provato a chiamarlo? >> chiese ancora Keiji, raccogliendo il telefono per probabilmente scrivere alla sua nemesi.
 
<< In realtà lo stavo per fare >> mentì Sakusa.
 
<< Che cosa carina, ti preoccupi per lui allora >> disse sorridendo in modo inquietante Bokuto.
 
<< Sta arrivando, gli ho mandato la posizione >> affermò pacato Akashi.
 
Quel tipo era davvero troppo efficace, se fosse stato per un minimo empatico avrebbe provato pena per quel moro che passava la maggior parte del suo tempo con il platino, ma non lo era quindi non gliene poteva fregare di meno e poi aveva i suoi problemi da risolvere che al momento stavano convergendo nella figura del biondo disgustoso che era appena rientrato nel suo campo visivo. Addio dolce libertà, ecco tornata la sua tortura.
 
<< Omi-Omi dov’eri finito, ecco il tuo takoyaki >> disse con un tono che a Sakusa sembrò quasi gentile, assurdo quel biondo non poteva essere dotato di altre emozioni oltre all’arroganza.
 
<< Bene, io e Bokuto dobbiamo andare voi divertiti pure insieme >> affermò calmo Akashi arpionando un braccio del platino che sorrideva ancora in modo inquietante con le mani sul cuore, ma che gli prendeva?
 
<< Insieme >> ripete Bokuto mentre veniva trascinato via da uno sconfortato Akashi.
 
Quello sì che era un comportamento da strambo, non che si aspettasse altro dal gufo tutto muscoli.
 
<< Omi-Omi dove hai detto che si trova il negozio che volevi vedere? >> chiese insistente Atsumu.
 
<< Ho cambiato idea, voglio andare alla spiaggia >> asserì Sakusa sbuffando, non si sarebbe mai liberato di quel tizio. Diede un morso al cibo gentilmente estorto.
 
<< Certo, potremmo assistere anche al tramonto >> affermò mordendosi il labbro inferiore Atsumu.
 
Perché quel tizio fosse così eccitato alla prospettiva di un tramonto in spiaggia era davvero un mistero per Sakusa, ma poco importava cosa pensasse quell’ameba, a lui interessava solo vedere il luogo dove avrebbero passato il giorno successivo per scegliere un angolo tranquillo dove nascondersi e programmare le varie vie di fuga.
 
La spiaggia era un posto meraviglioso e terrificante al medesimo tempo, l’acqua sembrava limpida ma c’erano bambini che si schizzavano tra di loro, la sabbia era dorata ma c’erano i bambini con i loro stupidi secchielli, in pratica era perfetta peccato per la presenza delle persone. Sakusa si appoggiò alla ringhiera che lo divideva dalla spiaggia, doveva analizzare bene il posto.
 
<< è molto carina non trovi? >> disse Atumu appoggiandosi al suo fianco.
 
Sakusa fece una smorfia, era troppo vicino per i suoi gusti, si allontanò di poco giusto per evitare di dover respira la stessa area dell’imbecille.
 
Il biondo gli rivelò << Sai, non sono un grande amante del mare. A sette anni rischia di affogare, non fu una bella esperienza, per due anni dopo il fatto non riuscì a entrare in acqua >>.
 
Lo schiacciatore spiò con la coda degli occhi l’espressione dell’altro, non era preparato per una confessione simile, non era certo di come avrebbe dovuto reagire a quelle parole, dannazione non era mai stato bravo con le persone come Atsumu.
 
<< Scusami non volevo rovinare l’umore >> asserì l’alzatore scuotendo la chioma dorata.
 
<< Neanche a me piace il mare, da bambino odiavo andarci. >> ammise Sakusa sincero e riprese << La spiaggia è sempre piena di persone che ti giudicano arroganti e ho sempre creduto che il mare fosse la culla di mostri >>.
 
Atsumu ridacchio voltandosi a fissare il profilo definito dell’altro << Chissà perché ma non sono sorpreso, inoltre secondo me il mare è sopravvalutato >>.
 
<< Vero >> concordo il moro irrigidendosi, una sensazione non ben chiara si insinuò nel petto. Gli occhi della volpe lo stavano scrutando attenti, innervosendolo. Cosa mai aveva da guardare l’idiota?
 
<< Il tramonto ti dona >> rispose il biondo alla domanda mai posta.

Sakusa voltò leggermente la testa confuso a fissare l’altro, che senso avevano quelle parole? Come può un tramonto donare a qualcuno, non era mica una collana o un colore, era solo un gioco di luci. Non ebbe modo di chiederglielo, gli occhi di Atsumu sfuggivano dai suoi privandolo del loro tocco

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Capitolo 4
*** Stanza condivisa ***


 Sakusa non era bravo a capire i pensieri di chi lo circondava e Atsumu non era certamente l’eccezione, era un’incognita che Sakusa teneva a debita distanza. Ma in quella vacanza era difficile stare lontani, sembrava che ogni persona intorno a lui cospirasse per far passare a loro del tempo insieme. Anche a cena, i due erano finiti casualmente seduti vicini, che buffo?

<< Vuoi dell’insalata? >> chiese gentile un ragazzo dai capelli platino che Sakusa ricordava vagamente far parte del Karasuno o forse era la Shiratorizawa?

Stava per declinare l’offerta bruscamente ma qualcuno lo precedette. << A lui non piacciono i cibi mischiati >> disse Atsumu con casualità.

‘E tu come fai a saperlo?’ Questo avrebbe voluto dire lo schiacciatore che però si limitò invece a fare un verso di assenso prima di riprendere a mangiare. Doveva essere un caso.

La cena riprese placida interrotta solo da un litigio abbastanza caotico tra Hinata e Kageyama. Sakusa riuscì a recepire solo parte del discorso dato che non presto molta attenzione, a quanto pare Hinata era furioso per qualcosa che Kageyama aveva fatto nel pomeriggio. Tale azione incriminata non sembrava essere ricordata dall’alzatore che molto confuso aveva cercato di difendersi dalla marea di accuse rivolte.

La conversazione era in seguito degenerata, passando da un dialogo accesso a una serie di pugni caotici da parte di entrambi. Daichi e Asahi era intervenuti prontamente, rimproverandoli di essere poco maturi. Sakusa durante tutto questo trambusto, si era limitato a finire la cena e defilarsi verso la sua camera. Voleva sistemarsi prima che l’ossigenato tornasse.

Veloce inizio la sua routine quotidiana prima di dormire, si sistemò il letto adeguatamente e passo poi in bagno a sciacquare via ogni possibile forma di sporco rilevante. La porta della camera scricchiolo segno che Atsumu era arrivato. Lo schiacciatore ignorò l’evento sgradevole cercando di concentrarsi sui passaggi del suo rituale pre-notte.

Dopo circa un’ora uscì dal bagno con il pigiama perfettamente pulito addosso e con la sensazione di pace che lo avvolgeva dopo la sua doccia calda. Neppure la sagace battuta del suo odiato compagno di stanza rovinò la sua beatitudine << Principessina hai finito? >>.
Sakusa annuì placido mentre si infilava sotto le coperte attendendo il sonno ristoratore. Atsumu invece si infilò nel bagno ridacchiando.

L’acqua della doccia iniziò a scorrere infastidendo la quiete del suo sonno, Sakusa si rimise seduto irritato, non poteva lasciare che quel babbuino gli rovinasse anche il suo meritato riposo. Avevano letteralmente respirato per tutto il giorno la stessa aria, non era chiedere troppo essere lasciato in pace durante la notte.

Si stiracchiò sbadigliando pronto a urlare addosso a quel casinista appena avesse messo piede fuori dal bagno. Era incerto se iniziare con degli insulti o con un’occhiata uccidi-uomo? Perché limitarsi ad una sola delle due cose, infondo stiamo parlando del demone ossigenato per eccellenza, Atsumu si meritava questo e altro da lui.

L’acqua smise di scorrere e non molto dopo Atsumu entrò nella visuale dell’altro, indossava solo dei boxer abbastanza stretti da non lasciare nulla all’immaginazione. Sakusa percepì un rossore non ben definito avvolgere le sue gote, imbarazzato si raggomitolò sul letto cercando di allontanare gli occhi da quello spettacolo invitante.

Invitante? Chi ha mai detto quella parola, intendeva disgustoso, si assolutamente vomitevole. Così volgare e di pessimo gusto, quel babbuino non conosceva le basi del pudore. Era sicuramente così, ed era sempre per questo che la gola ora era secca. Tutto era causato dal suo ribrezzo verso quell’essere imparentato con la pattumiera.

<< Sakusa, che ti è preso? >> chiese Atsumu confuso.

<< Sta zitto, coglione, voglio dormire >> lo ammoni Sakusa cercando di evitare di balbettare, anche se la sua voce gli parse più traballante del dovuto.

Una risata non ben definita giunse alle sue orecchie, ma di che diamine rideva l’idiota? Il moro percepì l’irritazione formicolare sotto la pelle, offeso si rivoltò verso l’altro ragazzo.

Il giovane ora era seduto sul letto accanto, era ancora nella medesima situazione precedente. In più ora aveva un sorriso sornione che solcava le labbra mentre gli occhi vispi erano fissi sul corpo accartocciato del nostro povero schiacciatore.

<< Buona notte, Omi-omi >> sussurro a mezze labbra mimando un bacio.

Sakusa veloce gli diede le spalle nervoso, un brivido di calore si intrufolò nella spina dorsale. Cazzo, non stava davvero per arrossire di nuovo solo perché un coglione mezzo nudo gli aveva augurato la buona notte. Era certamente la stanchezza per il viaggio, si era sicuramente quello e in aggiunta c’era stata quella surreale conversazione in spiaggia tra loro. La causa di questa sua nuova vulnerabilità verso Atsumu era imputabile certamente a questi eventi….

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Capitolo 5
*** Nuovo giorno ***


Cinque giorni al disastro…

 

Sakusa amava la mattina, era il momento che preferiva della giornata, la città era avvolta in una strana atmosfera simile al rumore bianco, un miscuglio di persone che lentamente si recavano a lavoro assonnate e altre che si dirigevano esauste a casa per riposarsi, il tutto avveniva in un rispettoso silenzio l’uno per l’altro. Si, era il momento che preferiva della giornata.

<< Dove stai andando? >> chiese una voce placida.

<< A fare una passeggiata >> rispose Sakusa scrutando il ragazzo che aveva solo il cognome in comune con la sua nemesi

<< Vuoi compagnia? Di solito corro la mattina >> continuò Osamu sbadigliando.

Il labbro inferiore fu catturato dai denti per evitare di dare voce al suo pensiero, Sakusa davvero non sapeva perché gli interessasse sapere se anche Atsumu andava con lui, anche a lui piacevano le mattine? Forse un giorno avrebbero potuto correre insieme

<< Mio fratello non ama particolarmente svegliarsi presto la mattina >> rivelò Osamu sincero e aggiunse vago << Sono certo però che se tu gli chiedi di accompagnarti farà uno sforzo >>

<< Non vedo perché dovrei chiederglielo >> obbietto Sakusa infastidito, come aveva fatto quel tizio a indovinare cosa aveva pensato? Quei dannati gemelli gli avrebbero fatto venire il mal di testa. Sbuffando si diresse verso la strada seguito da Osamu che lo scrutava con attenzione come se volesse leggere qualcosa nascosto tra le sue azioni.

In realtà la passeggiata fu stranamente silenziosa, Osamu non parlò mai, si limitarono a camminare e a fissare il cielo ignorando l’uno la presenza dell’altro, a quanto pare Osamu non amava le chiacchiere, un punto a suo favore. Forse era Atsumu quello allegro tra i due, lo vedeva spesso chiacchierare con chiunque, era come una specie di uragano odioso da osservare ma difficile da ignorare.

A metà del percorso Osamu si fermò annunciando << Io continuò verso destra >>.

Sakusa annuì leggermente, non che facesse differenza se ci fosse o meno.

<< Sai, Atsumu non è poi così male >> disse senza alcuna connessione logica con la frase precedente.

Sakusa gli avrebbe voluto chiedere il significato di quell’affermazione, ma non lo fece si limitò ad osservarlo mentre si dirigeva chissà dove. Atsumu non era così male? In che senso? Era un incoraggiamento a trovare un qualche tipo di tregua? Oppure voleva solo avvisarlo di non esagerare con le prese in giro perché Atsumu dopotutto aveva una specie di cuore? O ancora non era nulla di tutto ciò ma solo qualcosa detta solo per dirla.

Con questi pensieri ancora confusi entrò in camera infastidito, Atsumu non si era ancora svegliato, dormiva in pace coperto fino allo stomaco, sembrava innocuo, quasi piacevole. Sakusa scosse la testa, stava impazzendo? Il biondo ossigenato non era piacevole, era odioso e riprovevole.
Si preparò con lentezza e non fu sorpreso per questo di essere ripreso dal bastardo che a quanto pare si era finalmente svegliato << Sakusa vuoi rimanere per tutta la vita in bagno? >>.

<< Sto uscendo >> asserì e si diresse nella camera condivisa indossando il suo migliore cipiglio offeso.

<< Mi aspetti per la colazione? >> chiese Atsumu bloccandosi all’entrata del bagno, quasi da quella risposta dipendesse ogni azione successiva.

<< Si >> si lasciò sfuggire Sakusa.

Atsumu gli rivolse un sorriso luminoso asserendo << Non ci metterò molto, promesso >> ed entrò nel bagno veloce.

Sakusa rimase immobile a fissare per qualche minuto la porta del bagno confuso, perché aveva accettato? Non riusciva davvero a capire, si era limitato a non pensarci e aveva lasciato che la risposta nascesse da sola tra le sue labbra. Questo però non spiegava questa sua debole gentilezza, non era da lui. Era colpa del giorno precedente? O della frase di Osamu? Mancavano ancora sei giorni al termine di quella vacanza, non era certo di riuscire a superarla.

Atsumu riapparve nella sua visuale con addosso il suo miglior sorriso arrogante << Andiamo, Omi-Omi >> disse.

Sakusa evitò di rispondergli, si limitò a uscire dalla stanza certo che la sua attuale piattola lo seguisse, peccato che il suo cammino fu interrotto da una buffa scena.

<< Sai perché accadono queste cose? >> urlava Iwazumi a braccia conserte in mezzo al corridoio.

<< Immagino sia a causa di una qualche tipo di maledizione >> rispose Oikawa serio.

<< No >> obbietto Iwazumi assottigliando minaccioso lo sguardo.

<< E allora di chi sarebbe la colpa? >> chiese l’altro offeso.

<< Tua >> gli rispose diretto Iwazumi.

<< Non vorrei interrompervi ma noi dovremmo passare >> disse Atumu cercando di trovare un spiraglio per scendere al piano inferiore.

Il duo sembro solo allora accorgersi di loro. << Fate il giro >> ribatte Oikawa roteando gli occhi infastidito.

L’altro ragazzo al contrario si sposto leggermente << Scusa >> disse.

<< Perché ti stai scusando con loro? >> squitti la prima donna per eccellenza e aggiunse << Dovresti farlo con me, mi stai urlando addosso da stamattina Iwa-chan >>

<< Te lo meriti >> commentò Iwazumi  e poi aggiunse qualcosa che Sakusa non colse dato che ormai erano troppo lontani.

<< I litigi tra gli innamorati sono sempre i più divertenti >> gli disse complice Atsumu facendogli l’occhiolino.

<< Non so di cosa tu stia parlando >> asserì Sakusa mettendo su la sua migliore finta faccia confusa e accigliata

<< Quei due sono innamorati >> spiegò Atsumu tranquillo e aggiunse << Ti da fastidio? >>.

<< Cosa? >> chiese questa volta genuinamente dubbioso l’altro.

<< Il fatto che sono due uomini >> disse il biondo leggermente nervoso o almeno così gli parse, la voce della volpe si era incrinata, aveva esitato. Era già accaduto in precedenza ad esempio quando aveva perso contro il Karasuno, quella leggera crepa nella voce che indicava che Atsumu era nervoso.

Nonostante la totale mancanza di capacità di decifrare gli altri che aveva Sakusa, infatti il biondo ossigenato rimaneva sempre un’incognita fastidiosa ma in queste occasioni riusciva a sbirciare oltre la solita facciata da stronzo. << Non ne vedo il problema >> ed era la verità.

Inoltre, era pienamente consapevole che Iwazumi e Oikawa erano molto più che semplici amici, lo aveva realizzato molto tempo addietro, quando li avevi incrociati durante un amichevole. Oikawa era un bravo giocatore, non eccezionale ma qualcuno che poteva aspirare a meglio che ad una squadra come quella in cui si trovava, la shiratorizawa sarebbe stata una scelta molto più logica.

L’unica spiegazione che riuscì a darsi dopo quell’incontro fu che Oikawa doveva aver seguito Iwazumi, e l’unica cosa che rende una persona così stupida da rischiare il proprio futuro è l’amore. Ecco com’era arrivato a questa conclusione. Col tempo la sua intuizione fu confermata, infondo non era così negato con gli affari di cuore.

<< E dell’amore invece? >> chiese ancora Atsumu rilassandosi.

<< Vuoi sapere cosa penso dell’amore? >> ribatte Sakusa incerto, cosa poteva mai interessare al biondo tinto?

<< Esatto >> confermò l’altro.

<< Venite in spiaggia dopo la colazione, vero? >> chiese Hinata spuntando dal nulla davanti a loro.

Come aveva fatto Sakusa a non vederlo? Dannato tappetto.

<< Certo >> affermò Atsumu e aggiunse << Omi-omi non vede l’ora >>.

Verme traditore infido, quando mai gli aveva detto una cosa simile? E pensare che stava iniziando a ricredersi su quella volpe perfida.

<< Perfetto >> urlò Hinata correndo verso Tobio asserendo << Vengono anche loro che ti avevo detto >>.

<< Tranquillo, appena si distrae scappiamo >> gli sussurro facendogli l’occhiolino Atsumu.

Intendeva che lo avrebbe aiutato ad evitare la giornata in spiaggia con il resto della comitiva? Beh, forse Osamu aveva ragione in fondo, Atsumu non era così male.

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