Topolino e i Ladri di Divertimento

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era il giorno del grande mercato annuale di Topolinia e Topolino non vedeva l'ora di andarci insieme a Pippo e Minni, come tutti gli anni.
Si alzò di buon'ora, fece colazione, si vestì e andò da Pippo.
- Pippo, sono io! - gridò dopo aver suonato il campanello.
- La porta è aperta! - rispose Pippo dall'interno con tono mogio.
"Strano!" pensò Topolino. "Non l'ho mai sentito parlare così!"
Entrò in casa e trovò Pippo seduto su una poltrona con espressione annoiata.
- Allora Pippo, sei pronto per andare al mercato?
- Non mi va!
- Cosa?! Ma ci andiamo tutti gli anni!
- Lo so, ma quest'anno non ne ho voglia! È talmente noioso!
- Ma se mi hai sempre detto che ti divertivi!
- Beh, adesso non mi piace più! Niente mi piace più! - disse Pippo arrabbiato.
- Oh... Ok, vorrà dire che quest'anno io e Minni andremo da soli.
- Sì, ciao!
Topolino lasciò la casa, salì in macchina e si diresse verso casa di Minni, ancora scosso dalla discussione con Pippo.
Quando arrivò trovò la fidanzata già lì fuori ad aspettarlo.
- Ciao, Topolino! - disse Minni sedendosi accanto a lui e dandogli un bacio sulla guancia. - Dov'è Pippo?
- È rimasto a casa, non vuole venire al mercato.
- Cosa?! Ma lui adora andarci!
- Lo so! Poi era tutto scontroso e diceva che non gli piaceva più niente!
- Forse stanotte non ha dormito bene. Sono sicura che dopo una bella dormita tornerà allegro e pimpante come sempre!

Topolino e Minni andarono al mercato e come sempre si divertirono un mondo: c'erano un sacco di bei vestiti, soprammobili, libri, giocattoli e cibi deliziosi e incontrarono anche alcuni amici con cui si fermarono a chiacchierare.
Quando si fece sera e giunse il momento di tornare a casa, Minni disse al fidanzato: - Topolino, ho comprato delle frittelle dolci alla melassa per Pippo. Dopo avermi accompagnata a casa perché non gliele porti? Così vedi come sta!
- Buona idea!
Topolino riaccompagnò Minni a casa, poi andò da Pippo e lo trovò ancora sulla poltrona con la stessa espressione che aveva quella mattina.
- Pippo, Minni ti manda queste frittelle!
- Mettile in frigo! - disse l'amico con tono annoiato.
Topolino fece come gli era stato detto, poi tornò in salotto e disse: - Pippo, si può sapere che cosa ti succede? È da stamattina che sei piuttosto strano!
- Non lo so, Topolino! So soltanto che mi sento stanco e annoiato e che niente mi interessa!
- Beh, ti consiglio di farti una bella dormita, magari domani starai meglio.
- Sì, sì!
Poi Topolino tornò a casa e andò anche lui a dormire.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il giorno seguente Topolino decise di andare da Minni per cercare di trovare insieme una soluzione al problema di Pippo.
Ma quando arrivò a casa sua, la trovò seduta sul divano con espressione annoiata e triste.
- Minni, che ti succede?! - le chiese preoccupato sedendosi vicino a lei. - Stai male?!
- Oh, Topolino! Mi sento stanca e annoiata, come Pippo!
- Cosa?! E com'è successo?!
- Non lo so! So solo che quando mi hai riaccompagnata a casa ieri sera stavo bene e all'improvviso mi sono sentita così!
- Tutto questo è molto strano! Tu resta qui, io vado a chiamare un medico!
Topolino uscì di corsa, ma lungo la strada si accorse che tutta la città riversava nelle stesse condizioni: le strade erano piene di persone con espressioni tristi, stanche e annoiate, che camminavano svogliatamente, si appoggiavano ovunque o addirittura si sdraiavano per terra e a stento si accorgevano di quello che gli succedeva intorno!
- Ma questa è un'epidemia!
Poi vide sul marciapiede dall'altro lato della strada un'adorabile bambina con le trecce bionde che saltellava e giocava con una bambola.
- Oh, per fortuna c'è ancora qualcuno che sta bene.
All'improvviso, dietro le spalle della bambina, sbucò un'ombra nera con addosso un trench e un cappello grigi.
- Attenta, bambina!
Ma era troppo tardi: l'ombra toccò la spalla della bambina con una mano e lei divenne triste e annoiata come gli altri.
- Ora ti faccio vedere io!
Topolino si lanciò subito all'inseguimento dell'ombra attraverso i vicoli della città, ma lei era talmente veloce che alla fine la perse di vista.
- Accidenti! E adesso cosa faccio?! - sbottò sedendosi sul marciapiede per pensare.
Poi vide accanto a lui una bellissima cagnolina dal lungo pelo marrone. Non l'aveva proprio vista arrivare!
- Ehi, ciao! - disse accarezzandole la testa. - Tu chi sei?
La cagnolina sorrise e sulla sua schiena apparve una scritta luminosa e bianca che diceva Mi chiamo Galatea.
- Wow!
Poi la scritta cambiò: Seguimi.
- Devi farmi vedere qualcosa?
Galatea annuì e cominciò a camminare.
"Andrò con lei! Forse mi svelerà la soluzione a questo mistero!" pensò Topolino determinato.
La seguì per moltissimi vicoli fino ad arrivare a una zona piuttosto isolata e trovarono un portale di luce bianca.
Sulla schiena di Galatea apparve la scritta Entra e la cagnolina si tuffò nel portale.
- Ok! - si disse Topolino facendo un respiro profondo. - Andiamo!
Saltò anche lui nel portale e venne accecato dalla luce.
Quando poté vedere di nuovo, si accorse che lui e Galatea erano finiti in un'enorme spazio vuoto e bianco e davanti a loro c'era solo un'enorme e lussuosa villa verde.
Il portone della villa si aprì cigolando e i due entrarono.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il portone si richiuse con un botto alle loro spalle.
Topolino osservò la stanza in cui si trovavano: era alta e con le pareti dorate e piena di giocattoli, libri, attrezzi per dipingere, computer, videogame e televisori.
- Brava, Galatea! L'hai portato qui!
A parlare era stato un uomo arrivato in quel momento: era alto e magro, con una capigliatura lunga e folta di tanti colori diversi e indossava una camicia arancione a pois viola e dei pantaloni a zampa di elefante degli stessi colori.
Galatea gli corse incontro, l'uomo la prese in braccio e le accarezzò la testa.
- Ehm... Ciao... Voi chi siete? - chiese Topolino.
- Io sono Mastro Fun, il protettore del divertimento! - rispose l'uomo tendendogli una mano, che Topolino strinse. - E tu sei Topolino, vero?
- Sì! E lei come lo sa?!
- Sono stato io a chiedere a Galatea di portarti qui!
- Quindi lei sa cosa sta succedendo a Topolinia?
- Sì, ma ti spiegherò tutto solo davanti a una buona merenda!
Topolino seguì Mastro Fun in salotto, dove c'era un tavolo apparecchiato con sopra del tè e dei biscotti ai mirtilli.
- Il tè e i biscotti sono di tuo gradimento? - gli chiese Mastro Fun quando iniziarono a mangiare.
- Sì, grazie! Ora però può dirmi cosa sta succedendo nella mia città?
- Vedi, Topolino, il divertimento è un sentimento che nasce in questa casa e da qui viene distribuito a tutte le persone del mondo. Purtroppo esistono alcune persone che pensano che il divertimento sia una perdita di tempo e addirittura una cosa sbagliata. A volte questi sentimenti negativi sono così forti da far nascere le Ombre della Noia.
- Anche quella che ho visto era un'Ombra della Noia?
- Esattamente. Di solito gli uomini non riescono a vederle, ma tu ci sei riuscito, perché noti sempre un sacco di cose, così ho pensato che fossi l'unico a poter risolvere questo problema e ho chiesto a Galatea di portarti qui.
- Ma di che cosa sono fatti questi esseri?
- Per spiegartelo devo prima farti vedere come nasce il divertimento.
Così Mastro Fun condusse Topolino in un'altra stanza: era così grande che sembrava non avere fine ed era piena di porte, alcune messe anche su diversi piani, quindi c'era bisogno di scale per raggiungerle.
Mastro Fun si avvicinò a una porta con su scritto Topolino e la aprì: si ritrovarono in un enorme spazio tutto nero; sul pavimento c'era disegnato un grande cerchio d'oro, alla cui estremità spuntava un lungo tubo d'oro messo in verticale, che si incurvava leggermente in basso alla fine.
All'improvviso da quel tubo uscì una pallina rosa tutta pelosa, che volò un po' in aria e poi scomparve; ne uscì fuori un'altra, stavolta di colore verde, che girò anch'essa per la stanza e poi scomparve; e poi un'altra, e poi un'altra ancora, tutte di colori diversi.
I due lasciarono la stanza, Mastro Fun richiuse la porta e tornarono in salotto.
- Wow... È stato... Meraviglioso! - esclamò Topolino estasiato. - Quindi è lì che nasce il divertimento di tutti gli uomini?
- No Topolino, quello è solo il tuo divertimento - rispose Mastro Fun. - Ogni uomo sulla terra ha la sua stanza in questa casa in cui nasce il suo divertimento. Le Ombre della Noia sono fatte di divertimento rubato: quando toccano una persona deviano il percorso delle sue Funball, quelle palline che hai visto, facendole finire nei loro magazzini. Loro devono mangiarle per sopravvivere. Se non restituiamo il divertimento che hanno rubato nella tua città, rischiamo che diventino sempre più numerose e che si diffondano in tutto il mondo! A quel punto gli uomini diventeranno sempre più tristi e annoiati e alla fine moriranno!
- Non lo permetterò, stia tranquillo!
- So bene che ce la farai! Galatea ti aiuterà a trovare il magazzino dove sono tenute le Funball: è in grado di vedere la collocazione precisa di tutto e di tutti in qualunque tempo e in qualunque luogo, ecco come ha fatto a portarti qui senza farvi scoprire dalle Ombre della Noia!
- Bene! Grazie di tutto, Mastro Fun!
Topolino e Galatea lasciarono la villa, riattraversarono il portale e tornarono a Topolinia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Topolino corse dietro Galatea, che lo portò a una vecchia casa abbandonata.
- Dici che le Ombre della Noia si nascondono qui?
La cagnolina annuì e mise una zampa sulla porta, che si aprì ed entrarono: la casa era tutta al buio, piena di polvere e ragnatele e con pareti e mobili rovinati.
Galatea corse verso un'altra porta e la aprì, rivelando una lunghissima scala grigia che scendeva molto in profondità.
I due la scesero e quello che trovarono li lasciò a bocca aperta: c'era un enorme complesso di stanze grigie, dove si aggiravano tantissime Ombre della Noia.
"Dobbiamo stare molto attenti! Se ci scoprono è la fine!" pensò Topolino.
Per fortuna, seguendo Galatea, riuscirono a evitare tutte le Ombre e arrivarono a un'enorme portone chiuso con un lucchetto.
- Galatea, puoi aprire anche questo?
No, la magia che la protegge è troppo potente. Però ho questa.
E tirò fuori da chissà dove una piccola chiave d'oro.
È una chiave magica che mi ha dato Mastro Fun.
Topolino infilò la chiave nel lucchetto, lo aprì e spalancò il portone: in quella stanza c'erano tantissimi scaffali con sopra migliaia e migliaia di Funball.
All'improvviso le palline si alzarono e iniziarono a fluttuare fuori dalla stanza.
- AAAAAHHHH!!!!
I due si voltarono e videro che a urlare era stata un'Ombra che li aveva scoperti!
- HANNO LIBERATO LA NOSTRA RISERVA DI FUNBALL!!! PRESTO, PRENDIAMOLI!!! PRENDIAMOLI!!!
Topolino e Galatea iniziarono a correre con alle calcagna un intero esercito di Ombre della Noia.
Uscirono dalla casa e si nascosero dietro un cassonetto dei rifiuti in un vicolo. Da lì potevano vedere le Ombre che li stavano cercando.
Poi all'improvviso successe una cosa incredibile: un'Ombra iniziò a emettere fumo, urlò di dolore e si ridusse in un mucchietto di cenere; piano piano la stessa sorte toccò alle altre, finché non ne rimase nemmeno una.
Questo era successo perché ormai tutte le Funball avevano lasciato il nascondiglio ed erano tornate ai legittimi proprietari.
- Ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fatta, Galatea! - esclamò Topolino abbracciando la cagnolina.
Adesso devo tornare da Mastro Fun. Addio, Topolino!
- Addio, Galatea! - la salutò lui mentre la guardava andarsene.
Poi tornò sulla via principale della città e vide con piacere che tutto era tornato come prima: la gente rideva, chiacchierava e si divertiva.
- Topolino, Topolino!
Si voltò e vide Pippo e Minni correre verso di lui.
- Pippo! Minni! - esclamò abbracciandoli. - Che sollievo! Anche voi siete tornati normali!
- Già! Sei stato tu a salvarci anche stavolta? - chiese Pippo.
- Eh, sì!
- Oh, mio eroe! - disse Minni dandogli un bacio sulla guancia.
- Se penso che per colpa di questa strana malattia mi sono perso il mercato di Topolinia...! - sospirò sconsolato Pippo.
- Non preoccuparti Pippo, c'è sempre l'anno prossimo! - lo rassicurò Topolino.
- Pippo, hai più mangiato quelle frittelle che ti ho mandato ieri sera? - gli chiese Minni.
- No, sono rimaste in frigo.
- Perché non andiamo tutti insieme a casa tua a gustarcele mentre Topolino ci racconta cos'è successo?
- Mi sembra un'ottima idea! - disse felice Topolino.

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