Più della vita stessa

di X_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’amore di un padre ***
Capitolo 2: *** L’agonia del rimpianto ***



Capitolo 1
*** L’amore di un padre ***


“Tua madre ti amava, più di ogni cosa, più della vita!” Legolas sentì il suo cuore gonfiarsi a quelle parole. Il pensiero di colei che non riusciva a ricordare era sempre doloroso, e colui che avrebbe potuto fargliela conoscere meglio non parlava.

Sapere anche solo questo, tolse un gran peso dal cuore del giovane Principe.

Si voltò, salutando suo padre, chiedendosi quanto tempo sarebbe passato affinché avrebbe sentito la forza di tornare.

Si avviò a testa alta.

Forse avere uno scopo preciso rendeva tutto meno caotico. 

Perché nella testa di Legolas la confusione regnava sovrana. Quei sentimenti a lungo celati e ora traditi bruciavano più della lama di un orco, il rimpianto di aver aspettato tanto da perderla era qualcos’altro di insopportabile!

Si ritrasse appena un orco lo colse di sorpresa. Dovette andargli di fronte affinché si accorgesse della sua presenza.

La creatura immonda approfittò di quel minuscolo spiraglio che mai avrebbe potuto trovare in un elfo e fu in grado di aprire un grosso squarcio sulla coscia del Principe che riuscì a disarmarlo prima che il nemico usasse la sua mole per farlo crollare di schiena contro il ghiaccio.

L’orco non perse tempo e sfoderò un’altra spada avventandosi sul Principe.

Legolas vide la morte arrivare, senza che potesse fare nulla. La lama del nemico era troppo forte per essere bloccata dall’unico pugnale rimastogli.

Ma perché continuava a combattere in un mondo dove non trovava più alcun motivo di esistere?

Chiuse gli occhi pregando i Valar che fosse rapido e indolore. Il cozzare della spada lo fece irrigidire, ma non percepì alcun dolore agonizzante....

Aprì gli occhi e vide il padre che combatteva come se fosse posseduto.

L’orco indietreggiava ad ogni fendente del Re e non fu in grado di proteggersi quando il sovrano elfico mirò alle gambe, desideroso di infliggergli più dolore di quanto ne stesse sopportando il figlio.

Thranduil sentiva un furia gelida attanagliargli le viscere e dimenticò ogni lezione su come le emozioni potessero destabilizzarlo a tal punto da avvantaggiare il nemico.

Accettava di perdere Legolas per essere stato un padre assente e freddo, ma non di vederlo cadere come la sua amata, ucciso dal male da cui aveva faticato tanto nel tentativo di preservare la sua giovinezza!

Sentiva il corpo rigido e debole per lo sforzo appena compiuto nella battaglia, ma si costrinse ad ignorarlo, avendo in mente un solo obbiettivo: proteggere suo figlio!

Legolas fece per alzarsi ed andare in suo aiuto, ma la gamba ferita lo reggeva appena. Ma non poteva rimanere in disparte, non avrebbe mostrato fragilità di fronte a suo padre!

Si guardò attorno preoccupato, maledicendosi di aver terminato le frecce. Era in un punto vantaggioso, avendo una buona visuale del perimetro circostante e sarebbe stato facile abbattere eventuali pericoli in avvicinamento.

Il suo Re aveva appena concluso una grande battaglia e forse c’erano altri orchi nei paraggi che potevano venire attratti dal rumore dello scontro.

Fece un passo e un verso di dolore gli attraversò le labbra.

Come se fosse stato risvegliato dalla trance, Thranduil si voltò di scatto verso il figlio, temendo che fosse stato attaccato da un’altra immonda creatura e un piccolo sorriso gli illuminò il viso vedendo che benché ferito, stesse bene.

I loro occhi si incrociarono e Legolas lo ringraziò attraverso lo sguardo.

Doveva saperlo, che se avesse potuto, suo padre gli sarebbe sempre rimasto accanto. Perché aveva dubitato dell’unica persona che non l’avrebbe mai abbandonato? Perché solo in battaglia era riuscito a raggiungere tale consapevolezza?

Legolas sgranò gli occhi appena si rese conto, che anche se si trattava di pochi secondi, il Re aveva momentaneamente abbassato la guardia “Ada!” Urlò, vedendo il nemico attaccare.

Avendo ferito l’orco, probabilmente il sovrano non si aspettava una risposta così immediata.

Thranduil si girò in tempo, perché la lama dell’orco affondasse nel suo fianco facendolo gemere di dolore.

Indietreggiò per non permettere all’arma di affondare maggiormente e con un colpo ben assestato, riuscì a tagliare la gola all’orco che euforico, credeva di aver vinto.

Un ulteriore lamento provenne dal Re quando la lama si sfilò dal suo corpo, ma riuscì a rimanere in piedi.

Legolas rilasciò andare un sospiro che non si era reso conto di aver trattenuto, prima di sentire il cuore fermarsi appena vide il genitore vacillare sulle proprie gambe e sbilanciarsi all’indietro. Legolas corse, appoggiandosi alle rovine con le braccia, tentando di sostenere il peso della gamba ferita, quando si rese conto che dietro a suo padre non vi era niente, a parte un dirupo chissà quanto alto.

Ma non fu abbastanza veloce......abbastanza forte, capendo la gravità della situazione quando ormai era troppo tardi.

Thranduil scomparve oltre il bordo nel silenzio più assoluto! 

Legolas si bloccò, come se non volesse accettarlo. Si mise in ascolto, sperando di sentire il rumore del corpo del padre che crollava in terra il prima possibile, ad indicare che la caduta era stata breve fra quelle rovine dove si era appena consumata la battaglia.

Parve che un tempo interminabile fosse passato, prima di udire un tonfo attutito dal vento che impetuoso colpiva tutto ciò che incontrava.

Legolas sentì gli occhi bruciare, ma si costrinse a rimanere forte.

Il Principe non seppe quanto ci mise, a lui sembrò un eternità, prima che riuscisse, con esitazione e una paura lacerante, a fare capolino per cercare l’amato genitore.

L’altezza era notevole. La roccia scendeva per svariati metri, terminando in una distesa di neve bianca che avrebbe potuto celare massi o pietre appuntite.

Il Re giaceva immobile, supino, su un’immensa distesa di ghiaccio e neve. Una alone rosso, sul fianco, risaltava in quella distesa così bianca e una macchia di sangue si stava allargando nei pressi della ferita inferta prima della caduta.

I capelli erano aperti in maniera disordinata attorno alla testa ma il diadema brillava sulla fronte del sovrano, come se temesse l’ira del Re nel caso si fosse mosso anche di poco. Le due spade erano state spinte lontano dall’urto e le braccia erano aperte distese sulla fredda neve sembrando che avesse tentato di frenare la caduta, o era semplicemente stato l’istinto a fargliele allargare....

Legolas lo osservò a lungo, nella speranza di vederlo muovere, di sentirlo gemere dal dolore, ma non accadde nulla. 

Solo il vento faceva rumore in quella valle dove era calato un silenzio tombale.

 

Si, sono una regina del dramma!

Mentre continuo a scrivere l’altra storia, mi è venuta in mente una scena flash che non sono riuscita a resistere dallo scrivere!

L’addio tra padre e figlio nell’adattamento di Peter Jackson mi ha sempre rattristato e temo che non cambierà!

Ho desiderato a lungo che Legolas rimanesse, rendendosi conto che non era l’unico a soffrire ed essendo un a,ante della tragedia mi sono assicurata di mettere a dura prova il legame padre-figlio.

Questa storia sarà breve (almeno è ciò che penso ora, sono imprevedibile anche ai miei stessi occhi), ma devo dare sfogo alle mie idee per poter tornare a concentrarmi sulla storia centrale del mio lavoro quotidiano.

Fatemi sapere cosa ne pensate e le vostre possibili idee su un ipotetico secondo capitolo, perché l’idea flash si è bloccata qui.....per ora!

I commenti e le opinioni sarebbero molto d’aiuto, grazie!

A presto, 

X-98

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Capitolo 2
*** L’agonia del rimpianto ***


Legolas fissò quell’incubo molto a lungo, continuando a sperare di poter scorgere qualsiasi segno di vita.

“Non puoi lasciarmi! Non sono pronto a diventare Re! Non posso perdere anche te!” La mente di Legolas correva veloce e si ritrovò ad iniziare un dialogo in una sola direzione.

Gli aveva disubbidito, lo aveva disonorato, lo aveva sfidato, ma suo padre era corso in suo aiuto senza la minima esitazione.

Ricordava quando era piccolo di averlo sentito affermare con sicurezza“Darei la vita per te, Ion nîn!” Allora erano parole dette con amore, ma una parte di lui aveva cominciato a dubitare man mano che il loro rapporto si era raffreddato nel corso dei secoli.

Legolas si costrinse in piedi, sentendo il rimpianto per Tauriel scomparire davanti ad una perdita che era sempre stata una minaccia a cui non aveva mai prestato attenzione.

Adesso era una realtà....

Avrebbe impedito a quelle vili creature di sottrargli anche il corpo di un padre che aveva disprezzato e allontanato come fosse stato il peggior nemico. Non avrebbe fatto anche questo al suo Re. 

Meritava di riposare fra la sua amata gente!

Con fatica, riuscì a trovare una strada che discendeva e non fosse troppo ripida.

Si fermò più volte per riprendere fiato e fu costretto a tentare di fasciare malamente la ferita, quando si rese conto di stare lasciando una scia ben visibile e pericolosa.

Una volta alla base del dirupo scorse la figura riversa in terra chiedendosi perché il Re fosse venuto solo alla sua ricerca. 

Perché Galion o Feren avevano acconsentito nel ricevere l’ordine di rimanere indietro? Perché uno di loro non si era premurato di seguirlo di nascosto, disobbedendo agli ordini?

Doveva trovare un modo per sentirsi meno in colpa!

Gli si avvicinò lentamente, tentando di scorgere un minimo movimento, non riuscendovi.

Il viso di Thranduil era pallido quasi quanto la neve su cui era disteso, la bocca leggermente dischiusa, i lineamenti erano immobili e rilassati come non li vedeva da tempo. Suo padre appariva sereno e questo lo terrorizzò.

Si inginocchiò sibilando dal dolore, una sofferenza che scomparve appena riaprì gli occhi. Fece per toccarlo, ma le mani rimasero sospese sul Re, incerte e tremanti.

Thranduil si era sempre mostrato forte e gelido al suo popolo ed anche a lui. 

Un elfo millenario che ne il tempo né le guerre avrebbero mai potuto abbattere.

Ci aveva creduto a tal punto da voltargli le spalle, dando per scontato che avrebbe avuto altre occasione per confrontarsi con lui.

“Ada...non lasciarmi!” Sussurrò inudibile “Odiami se vuoi, ma non lasciarmi!” Calde lacrime si raccolsero negli occhi del Principe, ma non le lasciò cadere.

Suo padre aveva bisogno di lui. Non si sarebbe mostrato debole.

Poggiando un braccio sulla neve gelida, abbassò la testa per mettere un orecchio sulla bocca del sovrano. A rispondergli fu il vento, talmente forte da non permettergli di capire se stesse ancora respirando.

Poggiò un dito sulla sua gola, ma le mani gli tremavano troppo per riuscire a sentire qualcosa.

Disperato, prese il pugnale e tagliò di netto i lacci della sua armatura levandogliela il più in fretta possibile. Sapeva che muoverlo era una scelta rischiosa, ma doveva sapere!

Poggiò un orecchio sull’ampio petto del padre e aspettò.

Ma l’unica cosa che poteva udire erano le grida degli orchi, amplificate da quelle rovine mezze distrutte, il proprio respiro affannoso e quel tedioso vento che sembrava sbeffeggiarlo sferzandogli il volto e i capelli con forza.

Si rialzò, lasciando che quell’indicibile dolore si facesse largo nel suo petto abbassandogli le spalle, facendolo singhiozzare e rilasciando calde lacrime.

Mise le mani sul petto del padre ed strinse il prezioso tessuto con disperazione “Dartho na nin…”(Resta con me…) sussurrò tra un singhiozzo e l’altro

“Avo awartha nîn!” (Non abbandonarmi!).

In un gesto che da tempo non era permesso, fece passare un braccio sotto le spalle del padre, mentre con l’altra mano gli afferrò il fianco, usando molta delicatezza nel tirarlo su, per stringerlo al petto.

La testa del Re cadde sulla sua spalla mentre giaceva inerte contro il Principe.

Legolas lo ignorò, piangendo al ricordo dell’ultimo scambio simile a quello, avvenuto secoli prima, il cui ricordo riaffiorava solo in quel momento.....mentre teneva stretto a sé il corpo del padre!

Quell’abbraccio caldo e rassicurante era sparito, non avrebbe più sentito la sua voce imperiosa che tanto aveva disprezzato, né cercato in quegli occhi gelidi e distanti, l’approvazione che tanto desiderava.

Non avrebbe odiato chi gli aveva salvato la vita. 

Con l’ultimo gesto, Thranduil era riuscito a far dissolvere ogni dubbio.

Come aveva potuto credere alla parole velenose di Tauriel?

Suo padre era capace di amare. Un amore così autentico e profondo tanto da spingerlo a sacrificarsi senza la minima esitazione.

Legolas strinse con maggiore forza il genitore a sé, non potendo pensare di riuscire a separarsi da lui, nessuno li avrebbe divisi, orchi o elfi che fossero. 

Interruppe l’abbraccio facendo in modo che la schiena del sovrano si poggiasse sul proprio ginocchio, mentre sistemava i capelli del padre, mossi dal vento.

Gli accarezzò dolcemente il viso, lasciandosi andare ad un contatto ormai estraneo.

“Mankoi lle uma tanya?”(Perché lo hai fatto?) domandò inudibile, mentre calde lacrime gli bagnavano il viso.

Una ciocca dorata si mise in mezzo, trasportata dal vento e Legolas la sistemò dietro l’orecchio del padre, seccato di essere stato interrotto, ma rimanendo comunque delicato nei gesti.

Nel farlo, le dita toccarono il gelido metallo della corona ed il Principe si sorprese non poco nel notarla solo allora. Quel simbolo maligno che sembrava essersi preso tutto....

L’affetto di suo padre, la comprensione, il tempo che avrebbero potuto trascorrere assieme......

Un titolo che aveva sempre ritenuto responsabile del loro allontanamento ed ora rimaneva a fissarlo chiedendosi se avrebbe potuto essere diverso.

Era stato lui a smettere di cercarlo, convinto e ferito che suo padre mettesse il regno prima di lui......

Certo, Thranduil non gli avrebbe mai permesso un contatto fisico di questo genere, oramai era un elfo adulto. Ricordava che quando era bambino vi erano più libertà.....poteva sedere sulle gambe del Re, spazzolava i suoi capelli, godeva del suo protettivo abbraccio. Crescendo era cambiato tutto, come normale che fosse.

Ma era come se suo padre non avesse più visto suo figlio nel giovane elfo, ma una semplice guardia da rimproverare e da cui aspettarsi molto.

Legolas aveva incolpato solo ed unicamente lui per quella crepa insinuatasi fra loro, ma ora poteva vedere che non era vero.

La rabbia data dall’incomprensione era stato il motivo per cui Legolas lo aveva respinto. Anche lui era diventato freddo, preoccupandosi di cercare il padre solo per questioni militari o politiche.

Gli accarezzò la testa, ricordando con affetto quando gli era permesso pettinare quella cascata d’orata, così simile alla sua, evitando di proposito la fredda corona.

“Melin le!”(Ti amo!) sussurrò con voce roca, prima di stringerlo nuovamente a sé.

“Im melithon le an i uir!”(Io ti amerò per l’eternità!) urlò sentendo un vuoto incolmabile crescergli nel petto.

Lo tirò nuovamente su, stringendolo con forza, più di quella che si era mai permesso di usare nei loro rari abbracci.

Lasciarlo andare sarebbe stato un secondo tradimento, avrebbe fatto diventare tutto assurdamente reale.....

Non poteva abbandonarlo dopo ciò che gli aveva fatto!

Un rumore lo fece sobbalzare e si guardò attorno allerta. 

Era ancora provato dallo scontro successivo. Non avrebbe potuto fare molto per proteggere ciò che rimaneva della persona che aveva amato di più nella vita, solo per rendersene conto quando era troppo tardi....

Accadde di nuovo e Legolas si spaventò ancora di più rendendosi conto che quei versi provenivano dal Re.

Erano lamenti tanto deboli e sofferenti che credeva fossero stati trasportati dal vento da un luogo lontano, nella vallata che non faceva altro che amplificarli.

La speranza divampò nel petto del Principe e con fatica, si mosse.

Distese il padre sulla schiena facendo molta attenzione a muoverlo lentamente, accompagnando la testa con cura.

Rimise l’orecchio sul petto costringendosi alla calma, concentrandosi profondamente.

L’irritazione e la paura gli fecero stringere con forza la spalla del sovrano su cui era poggiata una mano, ma si riscosse quasi subito e con un grosso sospiro, bloccò ogni pensiero, acuendo al massimo i sensi.

Eccolo!

Un rumore debole, appena percettibile e non costante, ma il suo cuore stava ancora combattendo. I respiri erano rapidi, superficiali e irregolari, ma era vivo!

Legolas si alzò, singhiozzando, e ringraziando i Valar, avvicinò il viso a quello del genitore, dandogli un bacio sulla fronte.

Solo suo padre sarebbe stato in grado di sopravvivere ad una caduta simile!

Il sollievo durò poco. 

Dei versi orripilanti annunciarono la presenza di altri orchi facendo saltare il Principe che si tese, pronto allo scontro. Nessuno avrebbe fatto del male al Re!

Fece per alzarsi, ma la fitta alla gamba lo riportò alla realtà, ricordandogli che anche lui era in pericolo, ma restava l’unico a poter fare la differenza.

Nonostante il rischio, Legolas era consapevole che suo padre sarebbe morto se fossero rimasti lì.

La vita di Thranduil dipendeva da lui!

 

Ringrazio tutti per la marea di complimenti giunti e per i commenti che mi hanno aiutato a darmi una mossa con un aggiornamento!

Lo so che è passato tanto tempo, ma essendo un idea lampo temevo che la storia sarebbe rimasta ad un punto morto molto più a lungo!

Legolas è pieno di sensi di colpa, ma non è ancora finita!

Cosa credete possa accadere?

I due riusciranno a cavarsela?

Bella domanda! Scrivete le vostre idee nei commenti per favore che per il momento sto più in ansia di voi!

X-98

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