The tale of cells

di Moriko_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Favorite body ***
Capitolo 2: *** Favorite character ***
Capitolo 3: *** Favorite RBC ***
Capitolo 4: *** Favorite WBC ***
Capitolo 5: *** Favorite trio ***
Capitolo 6: *** Favorite bacteria ***
Capitolo 7: *** Favorite friendship ***
Capitolo 8: *** Favorite couple ***
Capitolo 9: *** Favorite love triangle ***
Capitolo 10: *** Favorite background/organ ***
Capitolo 11: *** Favorite outfit ***
Capitolo 12: *** Draw yourself as a RBC ***
Capitolo 13: *** Draw yourself as a WBC ***
Capitolo 14: *** First meeting ***
Capitolo 15: *** Work ***
Capitolo 16: *** Break ***
Capitolo 17: *** Food ***
Capitolo 18: *** Fight ***
Capitolo 19: *** Night ***
Capitolo 20: *** Alcool ***
Capitolo 21: *** Fear ***
Capitolo 22: *** Hope ***
Capitolo 23: *** Death ***
Capitolo 24: *** Wound ***
Capitolo 25: *** Life ***
Capitolo 26: *** Hug/comfort ***
Capitolo 27: *** Code ***
Capitolo 28: *** Gaze/Eyes ***
Capitolo 29: *** Teamwork ***
Capitolo 30: *** Free space ***
Capitolo 31: *** Halloween ***



Capitolo 1
*** Favorite body ***


Fanfiction

Sommario. 
Trentuno temi per trentuno storie. Una raccolta di storie brevi sui personaggi delle serie di Cells at Work.

[Storie scritte per il Celltober, un'iniziativa nata su Twitter, del 2021. In questa raccolta ci saranno tutte le storie pubblicate nell'ottobre 2021, accompagnate dai disegni della bravissima saineko08: il nostro Celltober, infatti, nasce come mix tra l'Inktober e il Writober.

Ulteriori note saranno riportate alla fine. Buona lettura :)]

 

 

geydmMY

The tale of cells.

(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

1 | Favorite body

Cells at Work! BLACK

 

 

Anche se il mondo fosse andato in frantumi, lei sarebbe stata la sua ancora di salvezza.

Fin dal loro primo incontro, AA2153 aveva capito che quella affascinante leucocita gli aveva sconvolto l’esistenza. Non solo perché lei era bella, forse la più bella di tutte le persone che aveva incontrato, ma soprattutto perché fin dal primo sguardo gli aveva dato un senso di sicurezza e di fiducia.

Fin dai primi secondi ne aveva avuto la certezza: avrebbe potuto fidarsi di lei, qualunque cosa sarebbe successa in quel mondo maledetto che aveva poche possibilità di sopravvivere a lungo.

Il giovane globulo rosso non sapeva come e nemmeno il perché, ma il suo cuore aveva iniziato a battere più forte alla presenza di quella leucocita.

E, proprio il suo cuore, gli aveva sussurrato di seguirla e di non perderla più di vista, perché al suo fianco avrebbe superato qualsiasi difficoltà.

 

 

Lui era stato il primo a non vederla solo come un globulo bianco, uno spietato guerriero pronto a uccidere. Gli occhi di quel globulo rosso non erano colmi di desiderio fisico, ma ardevano di uno strano sentimento che all’inizio lei non era riuscita a decifrare.

U-1196 lo aveva capito solo qualche tempo dopo. Gli occhi di AA2153 erano colmi di compassione e affetto, riuscendo sempre a scrutare il suo animo affranto. Lo aveva capito nel corso di quel feroce attacco di gonococchi, quando lui aveva urlato che il pus era la prova della lotta dei globuli bianchi, che si erano sacrificati per la salvezza di altre cellule.

Nel corso del tempo quel globulo rosso le aveva dato tanta fiducia e coraggio e, a poco a poco, anche lui era diventato più coraggioso e saggio.

Forse senza rendersene conto, AA2153 le stava insegnando proprio ciò di cui lei aveva bisogno di sentirsi dire da una cellula diversa da lei: che solo grazie alla cooperazione delle cellule il mondo sarebbe andato avanti.

 

Nonostante le difficoltà che stavano attraversando, U-1196 era certa di una cosa. Avrebbe potuto vivere anche il più cupo dei giorni... ma sarebbero bastati la determinazione e la dedizione al lavoro del suo compagno per alleggerire quel peso che ogni giorno portava sulle spalle a causa del suo ruolo.

 

«Buongiorno, signorina Globulo bianco!»

«Buongiorno a te, Globulo rosso!»

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Eccoci qua: da oggi è iniziata la pubblicazione di queste brevi storie! Sono trascorsi alcuni mesi dal Celltober, iniziativa nata dalla mente di saineko08 per il mese di ottobre 2021 e che ha coinvolto diversi artisti operativi su Twitter: se siete curiosi potete trovare tutte le loro opere qui.

La nostra collaborazione è nata quasi per caso, perché lei mi ha chiesto di aiutarla con qualche prompt e da lì, parola dopo parola, abbiamo pensato «Perché non provare a creare dei disegni accompagnati dai testi?» Dunque, abbiamo agito così: abbiamo scelto il tema, il personaggio/la scena e io ho iniziato a scrivere mentre lei a disegnare... e questo è stato il risultato.

Tra l'altro, su Twitter abbiamo fatto in modo che sia le immagini che il testo fossero un tutt'uno. Curiosi? Allora vi invito a cliccare di volta in volta sui disegni di saineko, in modo tale da vedere come è stato il risultato finale dal punto di vista grafico. :)

Per il resto, da oggi e fino alla penultima pubblicazione lascerò che saranno le nostre opere a parlare, per cui sia il sommario che l'angolo delle note saranno assente. Man mano aggiornerò la descrizione generale della raccolta, e indicherò con la dicitura [Spoiler] tutte le storie che contengono elementi che non sono presenti nei rispettivi anime di Cells at Work e Cells at Work BLACK o che provengono da altri spin-off ufficiali (come il Bacteria at Work), così chi vuole evitare dei contenuti indesiderati può farlo senza problemi!

Detto questo, vi ringrazio per essere giunti fino a qui e, per chi vorrà, per l'interesse nel voler proseguire la lettura di questa raccolta.

A presto!

--- Moriko

 

 

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Capitolo 2
*** Favorite character ***


Fanfiction
geydmMY

The tale of cells.

(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

2 | Favorite character

Regulatory T Cell - Cells at Work! BLACK

 

 

«Grazie. Se non fosse stato per te, oggi non sarei qui.»

La ragazza dai capelli biondi aveva in braccio un piccolo batterio benefico, lo stesso che era stato artefice della sua differenziazione in cellula T Regolatore. Quel piccoletto le aveva dato la forza necessaria per superare qualunque difficoltà, senza fare nulla di speciale: semplicemente restandole accanto e aiutandola nel momento del bisogno.

Lei, che per sua natura credeva che tutti i batteri fossero dei nemici, non avrebbe mai pensato di incontrarne uno che le avrebbe salvato la vita.

Era stato proprio lui ad aiutarla nel processo di differenziazione, proprio quando lei non sapeva cosa fare perché si sentiva così debole e impotente.

Era davvero grazie a lui se aveva capito quale sarebbe stato il suo ruolo in quel mondo.

Doveva ogni cosa a lui, che attraverso un singolo gesto le aveva fatto capire che "nessuna cellula è perfetta, ma che ciascuna di loro doveva lavorare insieme per compensare le debolezze l'uno dell'altra", proprio come le aveva ricordato quel globulo rosso giunto dall'esterno.

Anche se a breve quel piccolo batterio benefico l'avrebbe lasciata per aiutare le altre cellule che come lei avevano bisogno di differenziarsi, lei non l'avrebbe mai dimenticato.

Era proprio grazie a quel batterio se lei era diventata più forte e coraggiosa.

E lei avrebbe ricambiato la sua gentilezza facendo tutto ciò che le era possibile per renderlo felice.

 

«Vuoi un biscotto? Ti assicuro che è molto buono, li mangio sempre quando sono a lavoro!»

«Myu~»

 

 

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Capitolo 3
*** Favorite RBC ***


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3 | Favorite RBC

DA4901 - Cells at Work! BLACK

 

 

«Perché?»

Fin dal giorno in cui aveva scoperto la terribile verità dell'organismo nel quale lavorava, quella domanda era stata una presenza costante nella mente di DA4901.

Lui era un giovane eritrocita come tutti gli altri, eppure sembrava essere stato l'unico a essersi posto delle domande che, forse, non avrebbero mai avuto una risposta.

«Perché?»

Perché quel mondo che lui avrebbe dovuto amare e che avrebbe dovuto essere un sicuro rifugio nei momenti di pausa faceva così schifo? Perché il corpo si stava comportando in quel modo, ignorando il grido disperato delle cellule?

A DA4901 quel mondo era ripugnante. Come avrebbero fatto lui e i suoi compagni a lavorare in un mondo del genere, se il mondo stesso rifiutava il loro aiuto... e lo aveva fatto al punto di tentare di togliersi la vita?

Lui non riusciva a comprendere il perché fosse venuto al mondo. Forse non lo avrebbe mai fatto, lasciando che quei «Perché» continuassero a tormentare la sua breve esistenza.

 

Tuttavia, c'era stato un momento nel quale lui era arrivato a comprendere il modo in cui stesse agendo l'organismo... e, a poco a poco, quei «Perché?» erano svaniti. DA4901 aveva iniziato ad avere più fiducia in quell'organismo, allo stesso modo in cui quell'organismo stava iniziando ad accorgersi dei loro problemi e, così, a prendersi cura di loro.

Però, quando tutto sembrava essere tornato al suo posto, un altro «Perché?» era improvvisamente piombato nel cuore di DA4901. Inginocchiato a terra, con gli occhi lucidi rivolti verso il cielo - ma il cuore ancora pieno di speranza - e una mano sull'addome ferito, il giovane globulo rosso continuava a ripetersi un altro «Perché».

Non era più un urlo di disperazione verso quell'organismo che aveva iniziato ad amare, ma era un grido di aiuto rivolto a se stesso.

Perché, quando la situazione era finalmente tornata alla normalità, doveva essere proprio lui a restare vittima di una cura che aveva lo scopo di sconfiggere le cellule cancerose? Perché proprio lui, che aveva finalmente trovato la ragione per la quale era venuto al mondo?

Era così ingiusto, maledettamente ingiusto.

Era come se il destino si fosse preso gioco di DA4901, facendogli capire che lui era destinato solo a soffrire.

 

«Perché?»

 

 

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Capitolo 4
*** Favorite WBC ***


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4 | Favorite WBC

J-1178 - Cells at Work! BLACK

 

 

Lottare.

Fin dalla nascita, J-1178 sapeva che la sua vita sarebbe stata dedita alla lotta. Affrontare il nemico, cadere e rialzarsi, per poi prendere in mano la spada e continuare a combattere. All'infinito, senza nemmeno una piccola sosta.

Una sosta non era concessa, perché in caso contrario sarebbe stata la fine dell'intero organismo.

J-1178 aveva compreso meglio il significato della lotta quando era uscita dal midollo osseo rosso. Intorno a lei solo scenari di distruzione e di vite al limite, continue guerre e innocenti che ogni giorno perdevano la vita.

Lei era un globulo bianco e, in quanto tale, doveva continuare ad andare avanti senza fermarsi...

 

Tuttavia lei non aveva il cuore di ghiaccio. Nessuno tra loro lo aveva, nemmeno la sua adorata sorellona che era abituata ad eliminare senza pietà qualsiasi nemico, anche cellule comuni infettate dai virus.

Lei provava dei sentimenti, e spesso non riusciva a non essere triste di fronte al terribile ambiente nel quale lavorava ogni giorno.

Avrebbe continuato a piangere dentro di sé, a chiedersi quei mille "perché" che ogni giorno affollavano la sua mente, mentre il suo corpo avrebbe continuato a lottare per un futuro migliore, per quella speranza che si affievoliva ogni giorno che passava.

Non aveva il tempo di fermarsi e compiangere chi era caduto, ma avrebbe continuato a farlo dentro il suo cuore.

Laggiù, nelle profondità del suo corpuscolo, ci sarebbe stato abbastanza spazio per una pausa.

 

 

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Capitolo 5
*** Favorite trio ***


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5 | Favorite trio

DA4901, SS1104 and QJ0076 - Cells at Work! BLACK

 

 

«Allora, 01-kun?»

«Allora... cosa, 04-kun?»

«La tua amichetta.»

«La mia... che?»

«Ehi, sei diventato sordo? La tua amichetta, quella con i codini rosa...»

«Ah. Ecco...»

«Non è carina? Dimmi, non è carina? Si vede lontano da un miglio che ti piace un sacco...»

«... 04-kun, possiamo continuare a lavorare seriamente, per favore?»

«E anche le sue amiche lo sono... non puoi chiederle se la prossima volta mi presenta a qualcuno di loro? Non voglio rimanere l'unico da solo...»

«Cosa?!»

 

«Ehi, 04-kun.»

«Dimmi, 76-kun.»

«Tu non resterai mai da solo.»

«La fai facile: sei stato il primo ad aver fatto centro nel cuore di una donna. Ancora oggi mi chiedo come tu abbia fatto...»

«Non... non lo so...»

«Comunque... 76-kun ha ragione. Non devi preoccuparti: non resterai mai da solo. Ovunque noi andremo... noi saremo sempre amici. E gli amici resteranno insieme, per sempre.»

«Dici sul serio, 01-kun? Resteremo insieme per sempre?»

«Resteremo insieme per sempre, qualunque cosa accada. È questo che abbiamo giurato quando siamo usciti dal midollo osseo rosso: restare sempre uniti. E continueremo a farlo, nonostante tutto.»

 

 

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Capitolo 6
*** Favorite bacteria ***


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6 | Favorite bacteria

Staphylococcus aureus - Bacteria at Work!

 

 

Da batterio, lei amava quel luogo situato intorno all'occhio. Era un posto perfetto per la sua base operativa, ricco di molta sporcizia dovuto alla pigrizia dell'organismo: era un luogo che lei aveva reso meraviglioso, e lei sperava che un giorno non molto lontano sarebbe arrivata al punto di renderlo sempre più grande e confortevole, occupando anche i territori circostanti.

Di recente, però, quel luogo era diventato adorabile per un'altra ragione. Era il punto dal quale partivano le sue battaglie contro i difensori dell'organismo, gli spietati globuli bianchi che non esitavano a sconfiggere il suo esercito di stafilococchi aurei e a renderli un ottimo pasto. L'adorava perché era diventata la sua roccaforte, il simbolo delle sue innumerevoli vittorie contro quegli assassini dagli abiti bianchi: ogni volta che lei si preparava per una battaglia, rendeva più bello il suo viso attraverso un trucco che metteva in risalto gli occhi.

Era vero: «Un makeup non può fare alcuna differenza» perché, con o senza trucco, lei sarebbe sempre stata considerata come un nemico da parte dei globuli bianchi, da parte di quel gruppo nel quale c'era un ragazzo dai capelli lunghi che era molto coraggioso e non aveva mai esitato a proteggere i suoi compagni, anche a costo della sua vita.

Quel leucocita era stato l'unica cellula che lei non era riuscita a sconfiggere, e chissà se un giorno ci sarebbe riuscita. Giorno dopo giorno lei ne era sempre più consapevole: lo pensava non perché fosse meno forte di lui, ma perché aveva vissuto delle esperienze molto simili alle sue, per cui era arrivato a comprenderlo e ad ammirarlo.

Se fosse stato per lei, non avrebbe mai ucciso quel globulo bianco a sangue freddo. Avrebbe voluto che quella situazione di guerra avesse un'eterna durata, e non le importava se alla fine sarebbero rimasti solo loro due a lottare, in quel piccolo spazio che amava.

«Sono felice di combattere contro di te... adoro il modo in cui combatti» avrebbe voluto dirgli, perché lei era certa che non avrebbe mai incontrato un nemico degno di profondo rispetto come lui, al punto non solo di odiarlo... ma di amarlo.

E, proprio per questo motivo, lei avrebbe fatto di tutto per sopravvivere.

 

 

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Capitolo 7
*** Favorite friendship ***


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7 | Favorite friendship

DA4901 and SS1104 - Cells at Work! BLACK

 

 

Il sorriso del suo amico fraterno era uno di quei pochi aspetti della vita che davano a DA4901 l'energia per continuare a lavorare.

Tra loro c'erano molte differenze, che potevano essere troppe agli occhi di chiunque li osservasse. Sia fisicamente che caratterialmente i due erano l'uno l'opposto dell'altro: la gioia e la vivacità da una parte, la calma e la rassegnazione dall'altra.

Nonostante ciò, da sempre DA4901 si era legato a quel globulo rosso dai capelli argentei. Se si soffermava a pensarci, lui non riusciva mai a spiegarsi il motivo per il quale si fosse affezionato a SS1104 fin dal primo giorno che le loro strade si erano incrociate: forse perché da piccolo aveva timore che quel suo compagno di giochi finisse sempre nei guai a causa del suo temperamento ed egli era l'unico che riusciva a fermarlo, o forse perché il suo amico era sempre stato in grado di strappargli un sorriso quando qualcosa non andava.

DA4901 non sapeva spiegarsi il perché, ma era certo di una cosa: nei momenti di difficoltà loro due avrebbero potuto contare sulla fiducia e il sostegno reciproci, nonostante le loro differenze.

Ogni volta che era al fianco di SS1104, lui si sentiva più sollevato e spesso si chiedeva cosa avrebbe fatto senza la sua presenza; solo quando rincasava aveva la risposta a quel quesito, una risposta che ogni volta gli recava una profonda tristezza nel suo cuore.

Senza di lui DA4901 non sarebbe stato più nulla, perché quel suo amico era diventata la ragione per la quale lui stava continuando a vivere.

 

 

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Capitolo 8
*** Favorite couple ***


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(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

8 | Favorite couple

DA4901 and J-1178 - Cells at Work! BLACK

 

 

«01-san...»

DA4901 sentiva quella voce come se fosse stata pronunciata da molto lontano. Si stava rilassando in un capillare, con le mani dietro la testa, come mai aveva fatto prima di quel momento.

Anzi, come mai aveva fatto.

Il mondo in cui stava vivendo non gli aveva mai concesso una pausa tra un turno e un altro di lavoro. DA4901 aveva sempre pensato a lavorare, lavorare e lavorare ancora, senza nemmeno un brevissimo momento di riposo. Nella sua mente non era mai esistito il concetto di "battere la fiacca"... ma ora che la situazione era cambiata, migliorando di giorno in giorno, anche una persona dedita al lavoro come lui aveva iniziato a pensare al concetto di "riposo".

 

«01-san...»

 

La voce della sua compagna lo stava richiamando. Era dolce, libera da qualsiasi tono di rimprovero per ciò che stava facendo. Amava quella voce, perché nei suoi confronti era sempre stata così gentile, riflesso di un'anima pura come era quella leucocita dai capelli rosa.

Se doveva proprio ammetterlo, lui stava continuando a tenere gli occhi chiusi anche per ascoltare il suono di quella voce che lo affascinava molto e che era in grado di risollevarlo dalle fatiche quotidiane.

 

«01-san... stai battendo la fiacca?»

 

DA4901 dischiuse un occhio. Riuscì a intravedere il volto sorridente della sua compagna, che lo stava osservando con uno sguardo colmo di dolcezza mista a quell'affetto profondo che provava nei suoi confronti. Era lì, a pochi centimetri di distanza da lui, che stava vegliando su di lui come aveva sempre fatto.

Il giovane globulo rosso arrossì, le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso.

«78-san...»

All'improvviso le cinse la vita e la strinse a sé, lasciandosi sfuggire una leggera risata nel vedere il suo cappello cadere a terra.

«Ora siamo in due a battere la fiacca» disse, e lasciò un piccolo bacio tra i capelli rosa.

 

 

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Capitolo 9
*** Favorite love triangle ***


Fanfiction
geydmMY

The tale of cells.

(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

9 | Favorite love triangle

DA4901, SS1104 and J-1178 - Cells at Work! BLACK

 

 

Delle bilioni e bilioni di cellule presenti nell’intero organismo, solo due di loro erano quelle che erano diventate importanti per DA4901. Il loro arrivo aveva cambiato la sua vita, in due momenti diversi l’uno dall’altro: durante l’infanzia e dopo la sua maturità.

Sebbene quelle due cellule fossero completamente diverse tra loro dal punto di vista fisico, DA4901 doveva ammettere che, in realtà, loro fossero più simili di quel che sembrava. SS1104 e J-1178 erano rispettivamente un globulo rosso e un globulo bianco, un fattorino e una guerriera, ma affrontavano la vita allo stesso modo.

Nei loro occhi brillava la stessa luce, nonostante non avessero avuto molte occasioni per parlare e stare insieme: entrambi erano coraggiosi, sinceri, che perdevano il controllo di fronte alle ingiustizie ma gentili con le persone che amavano. Entrambi erano ancora un po’ immaturi e testardi, a differenza di DA4901 che a volte si sentiva come un fratello maggiore nei loro confronti… ed era come se lui avesse avuto la capacità di attrarre a lui persone molto simili tra loro.

Entrambi avevano il dono di placare le tempeste del suo animo affranto. Entrambi avevano il dono di sorridere nonostante le difficoltà e, così, di farlo sorridere: erano gli unici che riuscivano a strappargli un sorriso con una frase o uno sguardo, durante le pause tra un turno di lavoro e un altro.

Solo con loro DA4901 si sentiva davvero al sicuro e il suo animo si riempiva di serenità, proprio come quando era ancora un piccolo eritroblasto tra le braccia di un macrofago.

 

 

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Capitolo 10
*** Favorite background/organ ***


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(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

10 | Favorite background/organ

Eyelid - Cells at Work! BLACK

 

 

"Gli occhi sono lo specchio dell'anima."

Mai frase era più vera di questa, e AA2153 ne aveva avuto la conferma quando si era recato in quel luogo subito dopo l'episodio dell'overdose. Anche nel corpo dal quale proveniva, gli occhi erano un luogo dove i sentimenti si manifestavano attraverso le lacrime: spesso erano lacrime di dolore, probabilmente dovute alla vita difficile che quel corpo stava affrontando, proprio come le cellule che aveva trascinato in un complicato ambiente di lavoro con le sue abitudini sbagliate.

Però, rispetto al corpo dal quale proveniva, AA2153 non aveva mai avuto l'occasione di vedere quell'organismo versare una lacrima. Da quando era giunto in quello che sembrava essere più un inferno che un organismo umano, quel corpo sembrava non avere alcun genere di sentimento o rimorso per la vita che stava conducendo: era come se si fosse lasciato andare alle cattive abitudini, come se non gli importasse né di vivere né di morire.

Invece quel giorno AA2153 era riuscito a vedere l'organismo versare molte lacrime. Cascate impetuose erano cadute dall'alto, travolgendo le feroci armate di batteri che stavano per entrare nell'organismo, al triste canto del sistema parasimpatico che si propagava nell'aria.

Per la prima volta, il globulo rosso aveva avuto modo di rendersi conto quanto, in realtà, anche quell'organismo stesse soffrendo per ciò che stava accadendo. Quell'apparente indifferenza che aveva travolto le cellule in una spirale di morte era solo una maschera che l'organismo aveva costruito per soffrire il meno possibile, trattenendo tutto il dolore  dentro di sé, e quando l'organismo si era reso conto che sarebbe stato meglio urlare al mondo il suo dolore piuttosto che continuare con una farsa che avrebbe continuato solo a recargli altro dolore, quella maschera aveva iniziato ad andare in frantumi.

Quelle cascate di lacrime che stavano bagnando gli occhi ne erano la prova.

 

«Questo corpo sta soffrendo... sta provando rimorso...!»

 

 

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Capitolo 11
*** Favorite outfit ***


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11 | Favorite outfit

Regulatory T Cell - Cells at Work! BLACK

 

 

Dal giorno in cui era diventata una cellula T Regolatore, lei non usciva dalla sua dimora senza prima essersi ammirata allo specchio. Di carattere non era vanitosa, però da quando indossava quei vestiti si sentiva più bella rispetto a prima: era come se quegli abiti rispecchiassero se stessa, la sua vera natura.

Non aveva mai amato il nero. Le ricordava i profondi abissi nei quali si trovava l’organismo fino a poco tempo prima: ogni volta che aveva indossato quella divisa tipica delle cellule inesperte, sentiva sempre addosso l’odore della morte, anche se lei non aveva assassinato nessuno.

Al contrario, quegli abiti erano sinonimo di vita. Su di essi predominava il colore verde, che le ricordava gli alberi sempreverdi delle cellule dendritiche, sotto i quali si rifugiava quando aveva bisogno di conforto; una camicia di colore acquamarina, come il cielo che ora poteva ammirare quando alzava la testa verso l’alto; la gemma che spiccava sul collo di colore rosso, lo stesso che correva lungo il corpo del batterio benefico che l’aveva attivata.

Quell’elegante tailleur rispecchiava perfettamente la sua vera natura, pacifica e gentile. Lei non era nata per uccidere, come la maggior parte dei suoi compagni di gruppo, ma per ricordare a ciascuno di loro che il compito di ciascuna cellula era cooperare con i propri simili per la salvaguardia dell’organismo.

Senza quei vestiti lei non sarebbe stata più se stessa. Si sarebbe presa cura di loro per il resto della vita, perché quegli abiti erano parte del suo tessuto cellulare, della sua identità.

 

 

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Capitolo 12
*** Draw yourself as a RBC ***


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12 | Draw yourself as a RBC

 

 

Ogni giorno, nel corpo umano, lavorano bilioni e bilioni di cellule, ciascuna con un compito ben preciso: difendere l’organismo da virus e batteri, raccogliere informazioni per preparare le difese per il successivo attacco dei nemici, risvegliare cellule ancora immature o semplicemente dividersi.

Infine, non per ultime d'importanza, esistono cellule fondamentali per la funzionalità dell'intero organismo: i globuli rossi, che ogni giorno trasportano l'ossigeno in ogni angolo del corpo, migliaia di volte e giungendo anche nei luoghi più remoti come le punte delle dita.

Come i loro simili, anche i globuli rossi devono cooperare con le altre cellule... e c’è chi tra loro, simpatizza o litiga con alcune di esse, proprio come succede per noi uomini.

«Vuoi davvero farti scoprire?» disse una di quelle cellule, dalle sembianze di una giovane ragazza dai capelli mossi, seduta ad una panchina insieme alla sua compagna di lavoro; quest'ultima, dai capelli mossi ma più corti, faceva finta di prendere appunti sul suo taccuino ma in realtà stava disegnando il volto di un loro collega dai capelli corvini.

«Tranquilla, ho calcolato tutto» rispose allegramente. «Anzi, peccato che ora non passa da queste parti: sarebbe stato bello incontrarlo!»

«Infatti non parlavo di lui... ma di lei» puntualizzò l’altra, indicando un punto ben preciso dietro le spalle.

Le due si voltarono e non fecero in tempo a salutare la cellula che si trovava alle loro spalle, una giovane leucocita dai capelli rosa, che subito aveva posato sulle loro teste due bottigliette d'acqua.

«State battendo la fiacca?» chiese lei, con uno sguardo molto serio.

«Nossignore!» risposero le due in coro, poi si alzarono, posero le bottigliette nei loro marsupi e presero in mano le scatole piene di bombole d’ossigeno che avevano lasciato a terra. Non appena si incamminarono verso il successivo destinatario, la leucocita le richiamò.

«Se non ti dispiace, prendo il disegno che hai appena realizzato» disse alla giovane eritrocita dai capelli corti con un sorriso. «Provvederò io a consegnarlo: sono certa che gli piacerà un sacco!»

 

 

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Capitolo 13
*** Draw yourself as a WBC ***


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13 | Draw yourself as a WBC

 

 

Le nuove reclute tra i leucociti erano ben attente ad ascoltare tutto ciò che il loro capogruppo stava dicendo, riguardo il lavoro che avrebbero svolto da quel momento in poi: qualcuna di loro stava prendendo qualche appunto sul loro taccuino, per essere certa di non dimenticarsi di nulla.

Al termine dell’addestramento divisero i nuovi globuli bianchi in gruppi da due, per iniziare la ronda quotidiana per i vasi sanguigni. Per due di loro, però, la situazione fu più sfortunata: dopo qualche ora di cammino fin troppo tranquillo, le due ragazze si sedettero contro la parete di un capillare.

«Uffa, quando arriverà il momento di combattere?» borbottò la giovane dai capelli lunghi e mossi. «Quasi quasi torno nel midollo osseo rosso: lì era più interessante!»

«In realtà ci sarebbe qualcosa di ancora più interessante, eheheh...»

La sua compagna dai capelli corti e mossi richiamò l’attenzione dell’amica con una leggera gomitata: gli occhi delle due leucocite erano puntate su un ragazzo dai capelli corvini, che si trovava dalla parte opposta e stava trasportando un carrello carico di due scatole di ossigeno.

Mentre lei stava per fare un genuino apprezzamento sull’aspetto fisico di quel giovane, le due scattarono in piedi e sguainarono la spada. Con un balzo furono subito da lui, pronte a far fuori il batterio che, all’improvviso, era apparso alle spalle del globulo rosso.

Le due esclamarono all’unisono: «Muori―»

«... brutto germe!»

In una frazione di secondo, un terzo globulo bianco aveva sbarrato la strada a loro, dividendo in due il batterio che stava attaccando l’eritrocita. Le altre due rimasero con la spada innalzata verso l’alto, completamente sbalordite: la loro senpai, una ragazza dai capelli rosa raccolti in due code, ripose la spada nel fodero e si sistemò un ciuffo dietro l’orecchio, con fare tranquillo.

«Ma non vale, senpai!» urlarono le due con disappunto.

L’altra sorrise, prima di andare dal globulo rosso e assicurarsi che stesse bene. «Dovete imparare a essere più veloci di me: solo così riuscirete a battere il nemico in men che non si dica.»

 

 

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Capitolo 14
*** First meeting ***


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14 | First meeting

J-1178 and DA4901 - Cells at Work! BLACK | Chapter 39

 

 

Buio.

Gli occhi di J-1178 vedevano solo buio, nonostante fossero ben aperti. Le orecchie della leucocita udivano urla di dolore, passi veloci e sommessi singhiozzi: lei sapeva molto bene dove si trovava, però i suoi occhi non riuscivano più a vedere il mondo che la stava circondando.

Un mondo colmo di terrore e disperazione.

J-1178 si rifiutava di vedere quel mondo che stava andando a pezzi. Era da sola, del suo gruppo era rimasta solo lei in quell’ospedale, e anche se fisicamente stava bene, moralmente era ancora abbattuta. La sua spada giaceva sul pavimento, di fronte a lei, ma la leucocita non aveva più il coraggio di afferrarla, rialzarsi e continuare a combattere.

Il suo intervento non sarebbe servito a molto. Per come stavano andando le cose, forse avrebbe contribuito a peggiorare la situazione, come era accaduto per l’episodio della parodontite.

 

«C’è qualcuno che ha bisogno di ossigeno?»

In mezzo alle tante voci che le orecchie di J-1178 riuscivano a udire, quella frase aveva attirato la sua attenzione: probabilmente si trattava di qualche globulo rosso, l’unica cellula che ricopriva il ruolo di trasportare l’ossigeno in ogni angolo dell’organismo.

«Io ne ho bisogno… un po’…» aveva risposto J-1178 con voce flebile. La giovane non si era curata di urlare quella richiesta: forse nessuno l’avrebbe mai ascoltata, per questo per lei non era necessario perché quell’ossigeno non le avrebbe ridato la forza per tornare a combattere, il senso del suo lavoro che stava cercando disperatamente.

Contrariamente alle sue aspettative, J-1178 si stava sbagliando. La leucocita aveva iniziato a capirlo quando quel globulo rosso le aveva rivolto la parola, pronto ad ascoltare tutto ciò che lei aveva da dirgli.

Le erano bastati pochi minuti per comprendere che si stava sbagliando. Pochi attimi, pochi scambi di parole con quel globulo rosso per capire che in quel maledetto organismo c’era ancora speranza nel futuro.

E quando J-1178 aveva levato la testa dalle ginocchia, a poco a poco i suoi occhi tornarono a vedere: di fronte a lei vi era un giovane globulo rosso, dai capelli corvini e uno sguardo colmo di compassione.

Il sorriso che lei aveva intravisto tra le labbra di quel giovane prima che egli si allontanasse da lei era stata la garanzia che tutto ciò che egli le aveva detto non era stato detto per caso o per convenienza.

 

«Tornerai a sfoderare di nuovo la tua spada. Quando arriverà quel momento, fai buon uso di questo ossigeno.»

 

 

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Capitolo 15
*** Work ***


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The tale of cells.

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15 | Work

AA2153 - Cells at Work! BLACK

 

 

«Devo fare del mio meglio... Devo lavorare...»

In un ambiente di lavoro dove la parola d’ordine era “lavorare”, cosa avrebbe potuto fare lui, che era solo un globulo rosso?

La prima volta che AA2153 aveva ascoltato quella parola era da piccino, quando era ancora un eritroblasto. I macrofagi gli avevano insegnato che il dovere di ogni cellula era quello di “lavorare”, cioè di svolgere il compito che era stato assegnato: c’era chi aveva il dovere di difendere l’organismo da attacchi esterni, come i globuli bianchi, e chi - come lui - aveva quello di trasportare ossigeno.

Se veniva meno anche solo uno di questi compiti, il corpo incorreva in seri pericoli di vita.

Per questo motivo, anche nel suo primo giorno di lavoro, il primo ordine che AA2153 aveva ascoltato era racchiusa in quella parola semplice ma carica di significato per lui e i propri simili.

«Lavorate!»

Ciò che lui e i suoi compagni non immaginavano erano le condizioni di lavoro nelle quali tutti loro erano stati catapultati: così dure, dai mille pericoli, dove il lavoro non era considerato una gioia ma come un peso, pieno di responsabilità difficili da compiere.

Era per questo motivo che nessuno di loro poteva permettersi di fallire, o di prendersi una pausa. Anche U-1196 e le sue compagne stavano continuando a lavorare senza sosta, e AA2153 non poteva essere da meno: per aiutarle e alleggerire il peso dei loro doveri, anche lui e i suoi compagni avrebbero dovuto continuare a lavorare, continuare a trasportare quel poco ossigeno che riuscivano a recuperare dai polmoni, attraversando quei grandi ostacoli che ogni volta mettevano in pericolo le loro vite.

«Dobbiamo fare la nostra parte... anche se non siamo pronti... dobbiamo mettercela tutta...» si ripeteva ogni giorno, ricordandosi di ciò per il quale era nato: lavorare.

E sarebbe stato così anche per il resto della sua vita.

 

 

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Capitolo 16
*** Break ***


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16 | Break

AA2153 and AC1677 - Cells at Work! BLACK

 

 

In tutta la sua vita, AA2153 non aveva mai pensato di arrivare al punto di “battere la fiacca”. Era qualcosa che odiava fin da bambino: aveva sempre amato studiare e imparare di più del mondo in cui un giorno avrebbe dovuto lavorare perché, anche se non aveva mai trasportato una vera scatola piena di bombole d’ossigeno, gli sarebbe piaciuto farlo da adulto. Trasportare qualcosa che avrebbe aiutato gli altri a vivere: era un dovere fantastico, che lui avrebbe voluto fare senza sosta.

Da quando aveva iniziato a lavorare in quel mondo pieno di pericoli, AA2153 aveva sempre cercato di non lasciare che l’ardore per il suo lavoro si spegnesse del tutto. Ogni giorno si svegliava con il dovere di lavorare, di trasportare ossigeno in ogni angolo del corpo, ma con la differenza che non c’era più alcuna gioia in ciò che stava svolgendo con impeccabilità.

A cosa sarebbe servito il loro lavoro? Qual era il fine ultimo della loro esistenza?

Per questo motivo, “battere la fiacca” non esisteva come concetto. Le cellule non dovevano mai riposarsi, altrimenti il loro mondo sarebbe andato definitivamente a rotoli.

 

Eppure, al fianco di quell’amico apparentemente allegro e ingenuo, AA2153 aveva iniziato a considerare proprio il “battere la fiacca” tra le sue priorità di vita.

AC1677 gli aveva insegnato che per una cellula era altrettanto importante riposarsi, per tornare sul luogo di lavoro più in forma di prima. Se una singola cellula avesse smesso di funzionare il mondo non sarebbe andato distrutto per sempre, anzi: avrebbe continuato ad andare avanti, anche senza di lei. In particolare proprio loro, i globuli rossi, avrebbero dovuto prendersi una pausa di tanto in tanto, andando controcorrente a quell’ordine di «Lavorate!» che udivano ogni giorno: l’importante era farlo non nei tempi di maggiore crisi, quando invece il loro contributo sarebbe stato necessario.

Insieme a lui anche AA2153 aveva iniziato a “battere la fiacca”, ed era proprio lo sguardo del suo amico che riposava serenamente al suo fianco a rassicurarlo.

Un giorno non molto lontano, quando la luce sarebbe tornata a splendere in quell’ambiente di lavoro, quei brevi momenti di pausa sarebbero durati a lungo.

 

 

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Capitolo 17
*** Food ***


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17 | Food

J-1178 and U-1196 - Cells at Work! BLACK

 

 

J-1178 adorava il cibo che la sua sorellona preparava per lei.

Quando si erano incontrate per la prima volta non immaginava che quella splendida leucocita dai capelli lunghi fosse in grado di cucinare: era raro che le guerriere come loro sapessero preparare gustose zuppe ricavate dai resti dei germi e dei batteri che loro stesse eliminavano; erano abituate a rifornirsi presso appositi distributori sparsi per i vasi sanguigni, con prodotti preconfezionati preparati da altre cellule.

In più, a causa della forte ostilità che lei aveva provato nei confronti di U-1196, la piccola guerriera si aspettava di tutto da quella leucocita. Era certa che prima o poi l'avrebbe convinta con la forza a mangiare ciò che lei preparava, per avvelenarla o metterla fuorigioco per lasciarle spazio libero per agire e guidare il plotone dei globuli bianchi: per questo motivo J-1178 era sempre ben attenta a rifiutare qualsiasi genere di cibo le avesse offerto, per precauzione.

Tuttavia, non appena il rapporto tra loro si era consolidato, a poco a poco J-1178 aveva cambiato atteggiamento. La giovane leucocita mostrava maggiore interesse nei confronti di quelli che al palato delle sue compagne sembravano essere dei veri e propri manicaretti, e non aveva rifiutato quando, un giorno, U-1196 le aveva offerto un ramen che aveva preparato e posto in un'apposita vaschetta.

Così, J-1178 aveva confermato quegli ottimi commenti che le sue compagne avevano detto nei confronti della splendida leucocita.

 

«Ne-san, è davvero buono!»

«Sì!»

 

 

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Capitolo 18
*** Fight ***


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18 | Fight

J-1178 and U-1196 - Cells at Work! BLACK

 

 

«Saremo noi a creare il futuro che vogliamo!»

Insieme, aggiunse J-1178 in pensiero. La giovane leucocita era di nuovo felice e determinata a svolgere il proprio lavoro, al fianco di quella persona che stava ammirando: negli ultimi tempi quel globulo bianco dai capelli lunghi che era giunta in quel corpo in seguito a una trasfusione, U-1196, era diventata la sua “sorellona”, non per via di un legame cellulare che le univa, ma perché J-1178 aveva sentito di avere un legame speciale proprio con lei. 

U-1196 era molto di più di una senpai, di un veterano che dava consigli sul come svolgere al meglio i loro doveri. Lei era un’alleata, un’amica sulla quale poter contare nel momento del bisogno, perché per quella donna la vita delle sue compagne era preziosa, anche quella di J-1178. Quest’ultima la ammirava perché lei era molto coraggiosa e non si arrendeva di fronte alle difficoltà più piccole e facilmente superabili: al suo fianco J-1178 si sentiva al sicuro e, a poco a poco, riacquistava il coraggio che aveva perso da quando era uscita dal midollo osseo rosso dopo la sua maturazione.

«Non preoccuparti per noi... non abbiamo intenzione di morire qui!» aveva sentito la giovane leucocita dalla bocca di U-1196. Da globuli bianchi, abituati a continue ed estenuanti lotte, entrambe non si sarebbero mai arrese: non avrebbero mai gettato la spada e fuggire via in preda al terrore, perché avrebbero continuato a combattere fino alla fine, fino a sconfiggere l’ultimo nemico, fino al loro ultimo respiro.

Lo avrebbero fatto ricoprendosi completamente del sangue dei loro nemici e riducendo le loro candide divise a brandelli, per poi tornare alla base con un fiero sorriso e rassicurare le altre cellule che, da quel momento in avanti, non avrebbero avuto nulla di cui temere.

 

 

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Capitolo 19
*** Night ***


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19 | Night

AA2153 - Cells at Work! BLACK

 

 

AA2153 amava la notte. La amava perché era il momento nel quale ogni cosa rallentava il suo corso, a cominciare proprio dai globuli rossi come lui che avevano più tempo per riposarsi e per recuperare le energie spese durante il giorno.

La amava perché aveva più tempo per fermarsi e ammirare ciò che stavano facendo le altre cellule: globuli bianchi che dormivano ai margini dei vasi sanguigni, piastrine che chiacchieravano allegramente in un angolo della strada, normali cellule che si affacciavano dalle finestre per dare la buonanotte ai loro vicini di casa.

Egli la amava anche perché l’atmosfera intorno a lui diventava ricca di luci e di colori, ancora di più rispetto al giorno. I vasi sanguigni, liberi dall’intenso traffico di cellule che li animavano durante la giornata, brillavano di un’intensa luce che finora sembrava sconosciuta a tutti gli abitanti del corpo: una luce ricca di vita, foriera di speranza per una vita migliore che stava attendendo tutti.

AA2153 si soffermò nei pressi di un ponte e da quella posizione osservò il panorama della città notturna. Intorno a lui regnava il silenzio assoluto, di tanto in tanto spezzato da una dolce melodia che si propagava nell’aria.

Gli venne da sorridere: in quel momento si ricordò di tutto ciò che aveva provato la prima volta che aveva visto un panorama del genere: quelle emozioni erano ancora vive dentro di sé, ed erano sempre in grado non solo di renderlo felice, ma di dargli tutte le energie delle quali aveva bisogno per continuare a lavorare

Il corpo aveva bisogno di ciascuno di loro per vivere... e lui, finalmente, poteva essere orgoglioso del lavoro che svolgeva ogni giorno.

 

 

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Capitolo 20
*** Alcool ***


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20 | Alcool

AA2153 and AC1677 - Cells at Work! BLACK

 

 

Come tutti i globuli rossi, anche AA2153 non amava quell'intensa pioggia di alcool che ogni giorno bagnava i vasi sanguigni. Era eccessiva, fin troppo al punto da creare in ciascuno di loro forti sensazioni di nausea e stordimento: «Non si può lavorare in queste condizioni!» AA2153 aveva sentito urlare spesso dai suoi compagni di lavoro, che erano costretti a recarsi nel fegato per rimuovere il più presto possibile tutta quella sporcizia che aveva impregnato le loro divise; non che loro non amassero andare nel fegato, dato che era l'unica cosa piacevole del loro lavoro - trascorrere del tempo e chiacchierare con gli epatociti - ma quella sensazione stava diventando sempre più insopportabile.

Tuttavia, negli ultimi tempi AA2153 aveva trovato un modo per rendere quella situazione più sopportabile. Il suo migliore amico, AC1677, era l'unico tra loro che riusciva a trasformare i momenti più difficili del loro lavoro in attimi di divertimento: quei momenti erano fugaci e non avrebbero mai appagato del tutto il loro desiderio di vivere un mondo migliore, però al fianco di quel globulo rosso sempre gioioso AA2153 aveva iniziato a sentire l'animo più sollevato, anche se non riusciva ancora a comprendere del tutto le ragioni di quel comportamento solare e un po' bizzarro.

Ogni giorno, AA2153 era grato al destino per avergli permesso di crescere nella stessa generazione del suo amico.

Ogni giorno, AA2153 era grato al suo amico per riuscire ad attraversare la pioggia di alcool con un piccolo sorriso, mano nella mano mentre correvano verso il fegato senza mai fermarsi.

 

 

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Capitolo 21
*** Fear ***


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21 | Fear

AE3803 and U-1146 - Cells at Work!

 

 

«Quello è un globulo bianco?»

«È tutto ricoperto di sangue... mette i brividi...»

Alle loro spalle, le normali cellule avevano notato la presenza di un globulo bianco, che stava trascinando il cadavere di un germe e la cui divisa era macchiata di sangue. Con il coltello insanguinato ancora in mano il globulo bianco camminava senza battere ciglio, facendosi strada tra le migliaia di cellule che stavano svolgendo i loro doveri: i suoi colleghi gli rivolgevano un saluto, mentre molti globuli rossi distoglievano lo sguardo da lui e si concentravano sulle consegne da fare.

Tra questi ultimi, una ragazza con un ciuffo sporgente dai capelli rossi si avvicinò a lui e iniziò a scambiare qualche parola, con allegria e spontaneità. 

Le normali cellule osservarono l’intera conversazione, piuttosto sorpresi per l’accaduto. Era raro, infatti, che un globulo rosso condividesse parte del suo tempo con un globulo bianco, con un feroce assassino di germi e batteri, e ad un tratto le normali cellule poterono giurare di aver intravisto un sorriso tra le labbra del globulo bianco: di fronte a quella che sembrava essere più un’allucinazione che la realtà, le cellule strabuzzarono gli occhi.

«L’hai visto anche tu, no? Quello era un sorriso... molto inquietante come sorriso!»

«Sì... così sembra... però continuo a chiedermi: come fa lei a chiacchierare con lui? Forse non ha capito che ha a che fare con un globulo bianco? Se lo infastidisce, per lei saranno guai!»

«Beata ignoranza. Se fossi stata in lei, sarei fuggita a gambe levate!»

 

 

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Capitolo 22
*** Hope ***


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22 | Hope

Cells at Work! BLACK | Chapters 18-23

 

 

Da quando quel gruppo di globuli rossi giunti dall'esterno avevano iniziato ad aiutarli, loro tre avevano iniziato a credere in un futuro migliore.

Qualche tempo prima, per i globuli rossi nativi di quel luogo, la parola "speranza" era diventata proibita, al punto che ormai non l'avevano più sentita da nessuna parte. Perché bisognava continuare a sperare se il loro mondo stava andando a pezzi? Troppi funesti avvenimenti avevano cancellato l'entusiasmo nel lavoro che svolgevano e mandato in frantumi il sogno di avere dei momenti di riposo durante i quali poter riprendere fiato e tornare a sorridere.

Quella stessa parola, "speranza", l'avevano sentita dopo tanto tempo da quel piccolo gruppo di globuli rossi, che avevano iniziato a raccontare come, grazie al loro coraggio e perseveranza nei loro doveri, erano riusciti a salvare l'organismo dal quale provenivano dai momenti critici: era anche vero che spesso dovevano ringraziare anche gli interventi dall'esterno, ma se non fosse stato per loro l'organismo non si sarebbe mai salvato da una morte che sembrava essere certa.

Il loro entusiasmo e i loro sforzi nel migliorare la situazione anche in quel corpo ormai gravemente danneggiato sembravano essere sinceri.

Nell'udire i racconti di quei nuovi colleghi di lavoro, i tre globuli rossi nativi di quell'organismo tornarono a sorridere e a tornare ad avere più fiducia in un futuro migliore per ciascuno di loro.

Forse, un giorno, la parola "speranza" si sarebbe propagata per tutti i vasi sanguigni di quel corpo.

 

 

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Capitolo 23
*** Death ***


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23 | Death

Cells at Work! BLACK | Chapter 37

 

 

Terrore e angoscia erano dipinti sui loro volti, di fronte a ciò che in quel momento sembrava essere più un incubo che la realtà dei fatti.

Da quanto tempo non avevano più vissuto uno scenario del genere? La situazione sembrava essere migliorata, al punto che i globuli rossi nativi di quell'organismo avevano iniziato a credere alle parole di AA2153, di quel giovane eritrocita proveniente da un altro corpo.

«Sono certo che anche questo corpo ascolterà le voci di noi cellule»: era stato proprio così, la situazione sembrava essere migliorata perché l'organismo aveva ascoltato il loro grido d'aiuto, era finalmente riuscito a cambiare stile di vita e a permettere a ciascuno di loro di lavorare in condizioni migliori.

Tuttavia, sia il corpo che le stesse cellule non avrebbero potuto immaginare che nell'oscurità stesse covando un pericolo più grande di tutto ciò che avevano vissuto finora: un pericolo che, se lasciato libero di agire, avrebbe provocato la totale distruzione di quel mondo che stavano proteggendo con tutte le loro forze. Un loro simile, che ogni giorno si moltiplicava per un unico obiettivo: regnare incontrastato su centinaia di cadaveri.

Di fronte a quella manifestazione di morte, quel gruppo di globuli rossi rimase immobile, con lo sguardo terrorizzato e senza dire una parola. Erano increduli, perché stava accadendo tutto nel giro di pochi secondi: un gioioso sorriso era stato cancellato da una morte ingiusta senza dare la possibilità a quel giovane collega, colpito alle spalle all'improvviso, di difendersi.

 

Poi, un comune urlo di disperazione regnò sovrano in quell'area. Tutti stavano precipitando nell'oblio più totale, senza possibilità di scampo, di fronte a qualcosa di terribile che avrebbe cambiato per sempre la loro vita.

E questo era solo l'inizio.

 

 

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Capitolo 24
*** Wound ***


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24 | Wound

Glomerulus | Cells at Work! BLACK | Chapters 13-26

 

 

Da Glomerulo, lei era abituata ad avere ferite in più parti del corpo. Nel corso del tempo erano diventate sempre più numerose, soprattutto sulle mani che ogni giorno lavavano i globuli rossi che erano giunti nei reni per ripulirsi dalla sporcizia accumulatasi durante il loro faticoso lavoro.

Lei era abituata a non mostrare la sofferenza che stava provando. Non le era mai stato concesso, perché a lei e alle sue compagne era stato insegnato di mantenere il proprio sguardo il più possibile sereno e non versare nemmeno una lacrima: nessun accenno di tristezza o di dolore, nessuno.

Eppure, tra tutte le ferite che aveva ricevuto, quella più grande si trovava in una zona ben precisa del suo corpo, al centro del petto. Nonostante fosse una ferita invisibile, era quella che faceva più male perché non era una ferita che si era procurata a causa del duro lavoro che svolgeva nei reni, ma una ferita nata per via di un terribile avvenimento che le aveva sconvolto la vita.

La perdita di una persona amata.

Quella ferita era nata nel momento in cui aveva perso la sua adorata decana, molto severa ma protettiva nei confronti delle sue allieve, che presto o tardi avrebbero preso il suo posto.

Qualche tempo dopo lei aveva trovato sollievo per quella ferita, che lentamente si stava rimarginando quando aveva incontrato quel grande globulo rosso che lei aveva salvato la vita mangiando il glucosio in eccesso. Tuttavia, subito dopo, proprio quella ferita si era nuovamente riaperta, non appena aveva scoperto dell'estremo sacrificio che quello stesso globulo rosso aveva compiuto per salvare tutti, lei compresa.

Il dolore provocato da quella ferita bruciava così tanto, al punto di diventare insopportabile. Però lei doveva andare avanti, continuando a portare quella forte sofferenza dentro di sé, per non lasciare che quel sacrificio diventasse vano.

Qualunque cosa sarebbe successa lei doveva continuare a lavorare, anche per quelle persone care che avevano perso la loro vita nel proteggerla.

 

 

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Capitolo 25
*** Life ***


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25 | Life

Cells at Work! BLACK | Chapter 48

 

 

Nonostante le loro differenze, quei tre piccoli eritroblasti erano diventati inseparabili. Nessuno di loro riusciva a spiegarsi il perché, però ciascuno di loro sentiva nel profondo del suo cuore di dover restare accanto a quegli amichetti che, anche se dovevano conoscersi meglio, sembrava di conoscerli da sempre.

Un piccolo dai capelli argentei, che erano spesso raccolti in una piccola coda, sempre vispo e un po' ribelle; un suo coetaneo dai capelli corti e corvini, riservato e che amava leggere; infine un eritroblasto della stessa generazione, alto e robusto ma dal cuore d'oro.

Tre caratteri diversi, tre fisionomie diverse, ma con un solo obiettivo: impegnarsi per maturare e diventare dei grandi globuli rossi, pronti a dare il loro contributo per il mondo che li attendeva.

Tre eritroblasti che dovevano ancora imparare tanto dai loro maestri macrofagi, ma che già sentivano di essere pronti per i loro futuri doveri. I tre seguivano con entusiasmo le lezioni e gli insegnamenti che ricevevano, e nei momenti di pausa giungevano all'ingresso del punto dove erano nati: laggiù, dietro a un vetro dal quale si poteva vedere ogni cosa, si soffermavano a osservare il processo di nascita dei loro simili, ammirando il duro lavoro delle cellule genitori che dividevano i neonati in diversi gruppi per la successiva differenziazione.

«Chissà da dove arrivano tutte quelle cellule...» si chiedevano.

«Sarebbe bello conoscere i nostri genitori! Immaginate: delle cellule uguali a noi che conoscono già questo corpo perché ci lavorano!»

«Dicono che è impossibile: quelle cellule non esistono più. Noi siamo nati da ciò che è rimasto di loro, l'ho letto ieri in un libro...»

«Eddai, non è vero! Sono certo che un giorno ci incontreremo, e racconterò a loro il grande globulo rosso che sarò diventato! Vedrai, saranno fieri di noi e di ciò che faremo per rendere questo corpo più sano e forte!»

Nessuno di quei tre eritroblasti poteva ancora saperlo, ma presto proprio loro avrebbero esaudito quella piccola speranza che i loro predecessori avevano affidato al futuro.

 

 

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Capitolo 26
*** Hug/comfort ***


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26 | Hug/comfort

DA4901 and J-1178 | Cells at Work! BLACK

 

 

«Lo detesto...»

Era da troppo tempo che la giovane leucocita avrebbe voluto dire quelle parole. Avrebbe voluto urlarlo nei momenti nei quali la disperazione la assaliva, perché paradossalmente era proprio in quei momenti che lei si sentiva sempre più fragile, e sola.

La verità è che lei era nata per essere una spietata assassina, e ciò non era cambiato nemmeno ora che aveva al suo fianco qualcuno che lei aveva giurato di difendere a costo della sua vita. Per difendere anche la persona che lei amava più di ogni altra cosa al mondo doveva uccidere, uccidere e ancora uccidere, non solo nemici esterni ma anche cellule infette se fosse stato necessario.

E se un giorno sarebbe stato il suo compagno a diventare un nemico da eliminare? Avrebbe avuto lo stesso coraggio, avrebbe sguainato la spada e gli avrebbe reciso la vita a sangue freddo?

No. J-1178 aveva già provato quella terribile sensazione quando si stava apprestando ad eliminare quelle anziane cellule alle quali si era affezionata, e non avrebbe mai voluto che quella situazione si ripetesse... mai più.

Per questo motivo, non appena si sentì chiamare proprio da quella persona che lei amava, corse verso di lui e lo strinse a sé. Non le importava se avesse il volto e le mani sporche dei resti di un batterio: in quel momento voleva solo abbracciare quel globulo rosso e confidargli quel terribile pensiero che le stava passando per la mente.

 

«Lo detesto, 01-san... non voglio diventare una macchina assassina senza cuore...»

 

 

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Capitolo 27
*** Code ***


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27 | Code

J-1178 | Cells at Work! BLACK

 

 

La giovane leucocita era fiera del suo codice. Come per tutte le sue compagne, anche per lei quel codice era parte della sua identità: non solo perché era il suo nome, ma perché quella sequenza di lettere e numeri indicava il ruolo che svolgeva all'interno di quell'organismo.

Ne andava fiera, perché quel codice rappresentava tutto il suo essere "globulo bianco", un guerriero che aveva il compito di proteggere e difendere ogni cellula che faceva parte di quell'organismo. Per questo, più di chiunque altro della sua squadra, J-1178 non nascondeva quel codice che indossava al braccio, anzi: ci restava male quando qualcuno le chiedeva come si chiamasse, perché quella domanda significava che quella cellula non aveva notato una cosa che sembrava essere così evidente.

 

Negli ultimi tempi, J-1178 andava ancora più fiera del nome che portava. Lo era perché quella cellula che amava più di tutte le altre, quel globulo rosso un po' riservato ma che le riservava un sacco di affetto, si era accorta subito di quella fascetta che lei indossava al braccio.

Anzi, era la prima cosa che egli aveva notato quando si erano conosciuti. Quando si erano incontrati per la seconda volta, lui l'aveva chiamata per nome, senza alcuna esitazione nel suo tono di voce, e da quel momento quel «J-1178-san» era rimasto ben presente nella mente della leucocita.

Lei amava ogni sfumatura del tono di voce che usciva dalle labbra di quel ragazzo, ogni volta che pronunciava il suo codice. Da quando si erano conosciuti, le orecchie di J-1178 erano più attenti a questo sottile dettaglio, che lei aveva imparato ad apprezzare ogni giorno che passava in compagnia di quel globulo rosso.

L'amava perché lui le aveva cambiato la vita.

L'amava perché a pronunciare il suo nome era proprio colui che lei amava più di ogni altra cosa al mondo.

 

 

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Capitolo 28
*** Gaze/Eyes ***


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28 | Gaze/Eyes

DA4901 | Cells at Work! BLACK

 

 

Lo sguardo di DA4901 era in grado di scrutare le profondità di chiunque il globulo rosso incontrasse lungo il suo cammino. Gli bastava qualche secondo, un rapido scambio di sguardi, per far capire al giovane eritrocita se colui che aveva di fronte fosse sincero oppure no: per lui uno sguardo valeva più di mille parole, perché da uno sguardo si poteva comprendere i motivi di alcuni comportamenti in determinate situazioni.

Lo sguardo di DA4901 era in grado di captare qualsiasi segnale da parte dei suoi colleghi di lavoro. Era in grado di percepire la sincera ammirazione nei suoi confronti da parte del suo amico fraterno SS1104, o il grande disappunto verso le difficili condizioni lavorative da parte delle normali cellule.

Negli ultimi tempi, lo sguardo di DA4901 era in grado di andare oltre a tutto questo. All'eritrocita bastava guardarsi intorno, sfiorare le pareti delle abitazioni o il pavimento sul quale camminava ogni giorno per comprendere tutto ciò che il corpo stava provando. Gioia, dolore, sollievo: era come se DA4901 fosse entrato in simbiosi con l'organismo nel quale lavorava, era come se egli stesso fosse diventato la manifestazione dell'organismo sotto forma di una sua semplice cellula. Una sorta di tramite tra il corpo e i suoi colleghi: era ciò che il giovane eritrocita sentiva di essere, e lo aveva compreso ancora di più nel corso della battaglia contro le cellule cancerose.

DA4901 avrebbe continuato a vivere e a lottare, per la salvezza della sua vita e di quella dell'intero organismo: sopravvivere, per fare del proprio meglio per aiutare quel corpo che aveva finalmente trovato la giusta strada per vivere in modo sano.

 

 

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Capitolo 29
*** Teamwork ***


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29 | Teamwork

Platelets | Cells at Work! BLACK | Chapters 43-48

 

 

Per loro, il lavoro di squadra era essenziale per svolgere al meglio i loro doveri.

Nonostante si fossero differenziate dalla stessa cellula, ciascuna di loro era diversa tra loro, unica nel suo genere. E, nonostante questa differenza, erano sempre disposte a lavorare insieme, come se fossero un'unica, grande cellula.

Il lavoro di squadra era insito in loro già dalla nascita. Nate nello stesso arco di tempo, quelle piccole cellule non riuscivano a distaccarsi l'una dall'altra, per seguire strade divergenti: per loro non esisteva la separazione, perché erano in totale simbiosi tra loro.

Se una di loro si allontanava dal gruppo, le altre la seguivano ovunque lei andasse. Se una di loro era in difficoltà, le altre erano disposte ad aiutarla.

Quando erano tutte a trovarsi in difficoltà, nessuna di loro abbandonava le amiche in quello scenario. Sarebbero state disposte a cadere insieme, ma senza tradirsi l'una con l'altra.

E quando quel giovane globulo rosso dalle guance rosse come il tessuto dei vasi sanguigni le aveva incoraggiate a fare del proprio meglio nonostante il loro timore di fallire, ciascuna di loro aveva seguito quello che era stato il loro comune pensiero. Nessuna di loro aveva indietreggiato, anzi: avevano asciugato le lacrime e avevano proseguito il loro lavoro, al grido del capogruppo.

«Andiamo!»

Andare, verso i loro doveri.

Andare, verso un futuro più radioso che anche loro avrebbero dovuto costruire da quel momento in poi.

 

 

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Capitolo 30
*** Free space ***


Fanfiction
geydmMY

The tale of cells.

(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

30 | Free space

Resting (DA4901 and J-1178) | Cells at Work! BLACK

 

 

«Quella laggiù... non è lei?»

A quella domanda, DA4901 si voltò nella direzione indicata dal suo amico e alzò la testa. Su uno dei ponti che collegavano una parte della strada all’altra notò la presenza di una leucocita dai capelli rosa, seduta, con le spalle contro la parete. Nonostante la distanza che li separava, a giudicare da quella posizione gli era evidente che la sua amata J-1178 si stesse riposando.

«Quindi?»

«Quindi... cosa?»

DA4901 inarcò un sopracciglio, incuriosito da quella domanda che SS1104 gli aveva rivolto.

«Cosa aspetti ad andare da lei?» gli rispose l’amico. «Non lo vedi? È da sola, ha bisogno di un po’ di compagnia...»

Il globulo rosso dai capelli corvini restò in silenzio per qualche secondo, continuando a tenere lo sguardo fisso verso l’alto. Dopodiché affermò: «Stiamo lavorando, direi che non è proprio il momento di perdere tempo con queste cose... inoltre lei è abituata a stare da sola, dopotutto è un globulo bianco...»

«Allora è deciso!» SS1104 prese l’ultimo pacco che si trovava sul carrello di DA4901 e lo pose nel suo, al di sopra di un altro pacco. «Farò io questa consegna, così puoi stare un po’ con lei! Ci vediamo dopo!» disse, spingendo il carrello lontano dal suo amico.

L’altro, rosso in viso, spalancò gli occhi e dopo un attimo di stupore rincorse il suo amico. «Fermati, hai dimenticato la ricevuta!»

 

Dopo che SS1104 era sparito dalla sua visuale, DA4901 si soffermò a guardare verso l’alto, verso il punto dove riposava la leucocita dai capelli rosa. Nonostante la distanza che lo separava da lei, il suo cuore batteva proprio come se J-1178 fosse stata a pochi centimetri di distanza. Se non fossero stati in pubblico, il globulo rosso avrebbe certamente seguito il consiglio del suo amico: si sarebbe avvicinato a lei, le avrebbe sfiorato i capelli e le avrebbe lasciato un tenero bacio sulla fronte, poi le avrebbe preso la mano e si sarebbe riposato al suo fianco.

Nonostante ciò, a DA4901 venne in mente un’altra idea che poteva attuare con maggiore facilità. Si incamminò verso il ponte, salì su di esso e si avvicinò alla leucocita; prese dalla sua borsa una bottiglia d’acqua e la lasciò accanto a lei, dopodiché le si sedette di fronte per vegliare su di lei.

Aveva ragione il suo amico: il lavoro poteva attendere.

 

 

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Capitolo 31
*** Halloween ***


Fanfiction
geydmMY

The tale of cells.

(#Celltober2021 | artworks by saineko08, stories by Moriko_)

 

 

31 | Halloween

AU (DA4901 and J-1178) | Cells at Work! BLACK

 

 

«Ma tu... sei davvero uno stregone?»

J-1178 stava osservando attentamente il giovanotto che era di fronte a lei. Se non fosse stato per i suoi abiti, lei avrebbe giurato che quel ragazzo fosse ogni cosa tranne che una persona dai poteri magici, in grado di annullare anche i suoi attacchi.

Nel mondo dei vampiri, dal quale lei proveniva, correva voce che loro dovevano stare attenti agli stregoni. Dai racconti che correvano, lei aveva immaginato gli stregoni come anziani dalla lunga barba bianca e un grande bastone; invece quel giovanotto era magro e di bell'aspetto, una figura totalmente opposta a quella presente nella sua mente.

«Sì, lo sono» rispose quel giovane, senza battere ciglio. La piccola targa che si trovava sull'abito riportava il codice "DA4901", e subito lei colse l'occasione per saperne di più... o, per meglio dire, coglierlo di sorpresa per mordergli il collo.

«Cosa c'è scritto su quella targhetta?» chiese lei, riducendo le distanze.

Lo stregone la bloccò con il suo bastone, che materializzò dal nulla. «Tsk tsk. Con me non funziona: se vuoi il mio sangue, devi guadagnartelo.»

«Accidenti!»

J-1178 sbuffò. «Sei davvero noioso, non puoi stare al gioco?»

DA4901 rise. Dal nulla materializzò un'ampolla piena di sangue, che lanciò al vampiro.

«Provalo. È il mio sangue: se ti piacerà... potrei farci un pensierino. In un lontanissimo futuro, però... forse quando morirò, perché non sarò un pasto facile da conquistare.»

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

E siamo giunti alla fine di questa raccolta di brevi storie su personaggi o situazioni di alcune serie di Cells at Work. Avete notato come le nostre preferenze vertano molto su una serie in particolare... ops! Però alla fine noi ci siamo divertite molto a creare questa raccolta, spero che per voi la lettura sia stata piacevole e vi ringrazio per aver seguito anche questa raccolta. :)

A presto!

--- Moriko

 

 

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