Legàmi di cuore

di terryoscar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** André ... ***
Capitolo 2: *** Io non mi arrendo ***
Capitolo 3: *** L’arrivo dei conti Jarjayes ***
Capitolo 4: *** La partenza del Generale ***
Capitolo 5: *** Una speranza ***
Capitolo 6: *** In salvo ***
Capitolo 7: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 8: *** Noi due per sempre ***



Capitolo 1
*** André ... ***


André …
 
 
Ottobre 1790
 
Questa sera fa molto freddo, mi stringo nella mia cappa e percorro gli ultimi isolati del villaggio prima di prendere il mio cavallo che ho lasciato nella stalla di monsieur Pier.
Continuo a camminare in tutta fretta prima che arrivi l’acquazzone, guardo il cielo, non promette nulla di buono. Ecco … le prime gocce, comincia a piovere, il mio passo è inarrestabile … ancora tre isolati e sarò arrivata.
 
Sento lo scroscio della pioggia, mi copro il capo con il cappuccio della mantella … non posso non ricordare tutte le volte che il mio amato André mi soccorreva nel momento del bisogno! … Meglio non pensarci altrimenti mi intristisco.
Per il villaggio non c’è anima viva, vedo solo case illuminate dalla luce fioca delle candele, non vedo l’ora di tornare a casa e riabbracciare il mio Andrè!
 
All’improvviso sento una voce confusa dallo scroscio della pioggia battente, la riconosco, è quella di Alain.
 
“Comandante! … Comandante Oscar! … Comandante!”
Mi volto, Alain è alle mie spalle.
“Comandante, possibile che non Vi fermi nessuno?! Nemmeno il temporale Vi trattiene a casa?”
“Ciao Alain!”
“Comandante, Vi state bagnando! .. La Vostra casa è ancora lontana e Voi non avete nemmeno il cavallo, su venite a casa mia fin tanto che non smetta di piovere!”
Vedo il viso del Comandante illuminarsi mentre un lampo squarcia il cielo.
“Non sono a piedi, Alain! … Il mio cavallo è nella stalla di monsieur Pier!”
“Capisco ma … fin tanto che arriviate, sarete bagnata fradicia …”
“Come te, del resto!”
“Avete ragione! … Venite con me!”
“Ma dove?”
“A ripararci sotto quel porticato!” Afferro la sua mano e la costringo a seguirmi. “Presto Comandante … rischiamo davvero di prenderci un malanno!”
 
Sento la mano di Alain stringere la mia, ma che imbarazzo, nessun uomo a parte il mio André si era mai preso una confidenza simile! … Alain continua a correre, portandomi con sé fino al rifugio. Con fare deciso sfilo la mia mano dalla sua.
 
Sento il Comandante irrigidirsi, con il suo piglio deciso si allontana da me e guardando la pioggia sussurra ansimando: “Non ci voleva proprio! … Avrei dovuto anticipare la lezione di scherma così il temporale non mi avrebbe presa alla sprovvista!”
“Siete stata al palazzo di Monsieur Perineau?”
“Ma no, cosa dici?! Se fosse stato così non avrei lasciato il mio cavallo nella bottega di Pierre! … Ero dai Corbeau, come saprai, il figlio ha insistito talmente tanto nel voler prendere lezioni di scherma che il padre ha infine acconsentito.”
“Io non capisco perché non sia il ragazzo a venire a casa Vostra anziché andarci Voi!?”
“Perché suo padre è poco propenso a volere che suo figlio prenda lezioni di armi. Vorrebbe che si occupasse della sua bottega e quindi ha posto questa condizione: che sia il maestro a recarsi da lui ed io ho accettato. Lo sai che fin tanto che non si sistemano le cose alla tenuta, André ed io abbiamo bisogno di denaro per poter realizzare il progetto.”
“Lo so, Comandante …”
 
Vedo nuovamente il viso del mio amore illuminarsi e mi perdo nel suo sguardo.
 
Lo sguardo di Alan mi mette in imbarazzo, nessuno dopo André mi ha mai guardata in questo modo. Non voglio! Abbasso lo sguardo e nonostante il temporale dico: “Vado via!”
“Ma no, cosa dite!? Non potete arrivare fino alle scuderie con questa pioggia!”
“Mancano solo due isolati, non è poi così lontano!”
Mi allontano di qualche passo ma la presenza di Alain si fa sempre più vicina, la sua mano stringe nuovamente la mia, tento di liberarmi ma è decisamente più forte di me.
 
“Dove andate?! Siete forse impazzita? Fuori c’è burrasca!”
“Non importa, Andrè ha bisogno di me!”
“André è con Nanny,  penserà a lui, è in buone mani!”
“Gli devo portare il latte!”
“Alla tenuta non avete forse le mucche!? … Comandante … Oscar volete fuggire da me?” Ribatto con tono suadente guardandola negli occhi.
“Alain sta attento a ciò che fai!”
“Non è un mistero che io Vi ami! … Lo sapete benissimo che sono pazzo di Voi e farei qualsiasi cosa pur di convincerVi a sposarmi!”
“Tu sei pazzo!”
“Si, sono innamorato pazzo di Voi!” Ribatto deciso spingendola contro al muro.
Sento il corpo di Alain contro il mio, con tono grave ribatto: “Se vuoi continuare a vivere non osare andare oltre!”
“Lo so!” guardo la sua cintura dove è riposta la sua spada , continuo: “Lo so che sareste capace di infilzarmi ma Vi giuro che Vi strapperò dal cuore il Vostro dolore.”
Abbasso lo sguardo e sussurro: “Nessuno potrà mai strapparmi  dal cuore il mio André. Lui è stato, è, e sarà l’unico uomo della mia vita!”
“Ma è assurdo!”
“No! Certo che non lo è!”
Ancora un lampo, questa volta seguito da un fragore assordante di un tuono, ribatto deciso: “Invece si, che lo è! E adesso lasciami in pace se ti preme la tua vita!”
“Se non l’avete ancora capito, la mia vita non vale nulla senza di Voi … senza te … Oscar!” Tento di avvicinarmi per posare le mie labbra sulle sue ma sento il rumore deciso della lama uscire dal fodero, mi ritrovo la punta della spada puntata sulla giugulare.
“Lasciami andare!”
“Uccidetemi, per lo meno sarò morto per mano della donna che amo …”Sento le goccioline scendere dalla fronte.
“Alain Soisson a quanto pare non cambierai mai, sei un ribelle ma devi stare il tuo posto!” ribatto premendo la punta della mia spada.
Rispondo ansimando: “Già … Voi siete il comandante Jarjayes … conte di un nobile antico casato! … Come può un umile ex soldato della guardia pretendere il Vostro amore!? … Però Monsieur Perpignaque può corteggiarVi, vero?”
“Bada Alain! Attento a ciò che dici! … Ho amato un solo uomo nella mia vita e apparterrò soltanto ad André Grandièr!” Ribatto decisa spingendolo via.
Vedo il Comandante allontanarsi di corsa sotto la pioggia battente, urlo: “ANDRE’ GRANDIER E’ MORTO! … IO INVECE SONO QUI, VIVO E VI AMO!”
 
Le parole di Alan si confondono con lo scroscio della pioggia, non voglio ascoltarlo. Io appartengo ad André e sarò soltanto sua e di nessun altro!
 
 
Sono rimasto sotto il porticato, penso a ciò che ho detto e fatto al mio adorato comandante … è mancato poco che la baciassi. Non so come non mi abbia ucciso ma io le ho detto ciò che penso: l’amo e voglio che dimentichi Andrè.
 
 
 
Spalanco la porta della stalla, vedo Pier venirmi incontro e mi dice: “Madame siete tutta bagnata, Vi prenderete un malanno!”
“Buona sera Pierre! … Vedo che il mio cavallo è sellato!”
“Non vorrete andare via con questo tempaccio, spero!”
“La pioggia non è più battente come prima, e poi la tenuta non dista molto da qui!”
“Ma Madame cosa dite!?”
Guardo nella sacca di fianco del cavallo, vedo la bottiglia colma di latte e dico: “Vedo che avete pensato a tutto! … Vi ringrazio!” tiro fuori dalla tasca una moneta. “Tenete! … Fino a che non verràil veterinario a visitare le mie mucche, André non berrà il loro latte.”
“Vedrete che le Vostre bestie saranno guarite.”
“Lo saprò domani. Aspetto il dottore nel pomeriggio. Grazie Pierre!”
“Sempre ai Vostri ordini Madame!”
 
Metto il piede nella staffa del mio cavallo e parto al galoppo sotto la pioggia fino ad arrivare alla tenuta di Arras.
 
Durante il tragitto non faccio che pensare all’atteggiamento sfrontato di Alain.
Giuro che non gli farò mai più varcare il cancello di casa mia!
 
Anche se tenue, la pioggia continua a scendere, varco il cancello, porto lentamente al passo il mio cavallo fino ad entrare nella stalla, lo libero dalla sella e dai finimenti, lo sistemo nel suo stallo, gli metto un poco di fieno e un secchio di acqua, slaccio dalla sacca la bottiglia di latte infine sprango la porta.
 
Corro fino ad arrivare davanti alla porta di casa, batto con forza il battente. “NONNA APRIMI! SONO OSCAR … SONO TORNATA!”
 
 
 
Stringo tra le braccia il mio piccolo nipotino, lo guardo amorevolmente e dico: “André hai sentito? E’ arrivata la mamma! Su presto amore mio, andiamo ad aprire!”
 
 
Vedo il portone spalancarsi, il mio piccolo André è tra le braccia di Nanny, sorrido felice, entro e dico: “Ciao piccolino, lo sai che mi sei mancato tanto!?”Vedo il mio piccolo amore tendermi le braccine e dico: “Non puoi venire dalla mamma, guarda … sono bagnata fradicia.”
“Santo cielo come sei conciata! Ma non potevi trovare riparo in qualche posto?”
“Impossibile! … Il temporale mi ha colta di sorpresa.  Ah ecco ho portato il latte!” Rispondo appoggiando la bottiglia sul tavolo.
“Su forza Oscar, vai a cambiarti altrimenti, oltre al veterinario, domani dovremo chiamare anche un medico per te!”
“Esagerata!” rispondo andando al piano superiore. “Hai dimenticato tutte le volte che io e André siamo tornati a casa bagnati fradici?”
“E come potrei!? … Voi due mi avete fatta impazzire!”
“Già …” sussurro triste.
 
Il mio caro André!
 
“Oscar, dirò a Pauline di portare su dell’acqua calda.”
“Grazie nonna! …
 
 
 
 
 
I miei capelli galleggiano sulla superficie dell’acqua, immergo la testa nella vasca da bagno …. vorrei dimenticare tutto e tutti … ma non voglio dimenticare il mio André! … Mi manchi amore mio! … Non ti ho mai chiamato in questo modo perché il tempo non mi ha dato la possibilità di farlo. Ci siamo amati per una  notte soltanto, notte che non dimenticherò mai! … Dal nostro amore è nata una creatura stupenda … ti somiglia amore mio, peccato che tu non possa gioire dei suoi progressi ….
Mi immergo un’altra volta .
Che destino crudele, potevamo essere felici invece non è stato così. La rivoluzione ti ha portato via da me, io invece sono ancora viva, non credevo che sarei sopravvissuta ai fucilieri di De Launay! … Se sono viva è grazie a quello sfrontato di Alain! … Alain non ha ritegno, è mancato poco che mi baciasse. Ma quando capirà che io amo André e non potrò mai contraccambiare l’amore di nessun uomo!?
 
Mi immergo ancora e ancora …
 
Finché vivrò, sarò la moglie di André Grandièr! … E poi ho mio figlio a cui badare. A lui basto io, non ha bisogno di nessuno … solo di suo padre …
 
 
Sento aprire la porta della toillette, riconosco i passi, sono quelli della nonna.



“Oscar, ti aiuto ad asciugarti!”
“Nonna, ma quante volte debbo dirti che non sono più una bambina?!”
“Lo so …  ma a me piace prendermi cura di te!” Rispondo aprendo il telo.
 
Mi alzo dalla vasca e mi lascio avvolgere dal telo che la nonna mi porge.
 
“Quanto sei bella bambina mia! … Come sarebbe bello se André fosse qui, accanto a te e a vostro figlio! Sniff…” Tiro su con il naso.
“Per favore nonna …” Sussurro triste.
“Hai ragione … non devo essere proprio io a  rattristarti.”
“Non fraintendere, voglio che parliamo di André ma dobbiamo ricordare solo le cose belle. Non voglio che mio figlio avverta tristezza in questa casa.”
“Hai ragione Oscar!” Continuo mentre l’asciugo meticolosamente. Poi le passo i vestiti. “Dimenticavo, nel pomeriggio è passato Alain.”
Mi irrigidisco e ribatto: “Alain?! Cosa voleva?”
“Non lo sai? Ovvio che ogni scusa è buona pur di vederti! … Scusami la franchezza ma quel ragazzo è innamorato di te.”
“Ma io amo André!”
“So anche questo ma …”
“Ma?”
“Fino a quando rimarrai sola? Sei ancora così giovane e bella e Alain non è l’unico ad ambire al tuo amore.”
“Ti riferisci a monsieur Perpignaque?”
“Proprio lui!”
“Non mi riguarda!”
“Sarà ma non fa che riempirti di attenzioni e si preoccupa per te! … Adesso poi con la scusa della malattia delle mucche!”
“Uhm …”
“Domani verrà con il veterinario e tu sai che lui sarà qui per te e non per le bestie!”
“Hai ragione! … Monsieur è troppo invadente, troverò il modo di allontanarlo con tatto.”
“E se non ci riuscissi?”
“Allora passerò alle maniere forti.”
“Come? Con la spada? Fucile? Pistola?”
“Se sarà necessario si! Ah ahah …”
“Ridi ridi! Tanto prima o poi dovrai dare una svolta alla tua vita. Magari non sarà Alain o monsieur Perpignaque ma prima o poi qualcun altro conquisterà il tuo cuore.”
Ribatto con alterigia: “Basta nonna! Io non ho bisogno di nessuno. Ho bisogno solo di lui. Voglio vivere nel suo ricordo! … E poi io non ho mai avuto bisogno di nessuno per affrontare la vita e tu lo sai!”
“Ne sei davvero sicura?”
“Certo! … Beh … André era il mio sostegno, lui era sempre con me.”
 
Le parole della mia bambina mi emozionano, sento scorrere una lacrima, tiro fuori dalla tasca il fazzoletto, alzo gli occhiali e mi asciugo le gote.
 
“Oscar, il nostro povero André ormai è morto … La rivoluzione l’ha portato via. Devi rassegnarti piccola mia!”
Passo l’asciugamano tra i capelli per asciugarli, mi avvicino al camino scoppiettante e ribatto: “Non mi rassegnerò mai! … E’ vero, André è stato colpito da una pallottola, era in gravi condizioni ma non mai visto la sua tomba quindi non ho la certezza che sia morto!”
Mi soffio il naso e continuo: “Come vorrei crederci anch’io ma non è così e tu lo sai bene. Tu stessa mi hai detto che era morto e …”
“Si, è vero, l’ho detto! Ma è anche vero che quella notte per la disperazione ho vagato per le strade di Parigi, ero confusa, addolorata … non ero in me … ho perfino dormito in strada fino e quando mi sono svegliata, ho visto la folla dirigersi verso la Bastiglia. Alain mi ha ritrovata e mi disse che avevano bisogno di me.”
“Quell’incosciente non doveva portarti nella mischia!”
“Se ti riferisci al fatto che ho assunto il comando per cannoneggiare la Bastiglia, beh non mi pento!”
“Ma hai rischiato di morire come il mio povero nipote e per di più portavi in grembo il nostro adorato piccino!”
Sussurro malinconica: “Il mio piccolo André! ….”
“Quello sprovveduto di Alain prima ha messo a repentaglio la tua vita e poi ti ha salvata! … Se non fosse stato scaltro, i fucilieri ti avrebbero colpita.”
“Ma non è successo. Però André … non voglio pensare che sia davvero morto.”
“Se non fosse morto sarebbe qui con te, invece non c’è!”
 
Ascolto in silenzio le parole di Nanny … non voglio ammetterlo ma forse ha ragione.
 
“Probabilmente hai ragione ma io preferisco  pensare che lui sia ancora vivo .” Mi avvicino alla porta e prima di girare la maniglia concludo: “Anche se è fosse morto, avverto la sua presenza in qualunque luogo mi trovi. A volte ho l’impressione di ascoltare il suono della sua voce. Adesso scusami, vado da mio figlio!”
 
Vedo la mia bambina triste, sussurro appena: “Dimenticavo, è arrivata una lettera di tuo padre, l’ho messa sullo scrittoio.”
“La leggerò più tardi, ora vado da André.”
“Se vuoi ti porto il piccolo così puoi leggerla.”
“Non ho fretta! … Magari è l’ennesimo rimprovero da parte di mio padre.”
“No, non credo. Tuo padre ormai ha dimenticato ciò che è successo e poi da quando è nato André anche lui sta cambiando.”
“Lo credi davvero?”
“Si, Oscar, tuo padre è diventato più tollerante, lo dimostra venendo a farti visita.”
“Si, ma il suo atteggiamento …”
“E’ orgoglioso proprio come te. In fondo siete padre e figlia! … Vado dal mio nipotino!”
 
 
Vedo Nanny allontanarsi in tutta fretta, ritorno in camera, mi avvicino allo scrittoio, vedo la busta della lettera con sopra il sigillo della mia famiglia. Mi siedo, l’apro, comincio a leggere …
 
 
                                                                                                                             Versailles, 14 ottobre 1790
 
Mia cara figlia,
è trascorso ormai oltre un anno dalla scomparsa di Andrè, e la tua creatura, figlia del vostro amore, ha ormai sei mesi di vita. Una creatura nata fuori dal matrimonio, figlia certo del vostro amore, ma pur sempre orfana di un padre che non è neppure il tuo legittimo sposo. Te ne ho già parlato più volte, ma appare chiaro che tu non voglia comprendere la gravità della situazione. Se non vuoi un marito per te, pensa almeno al benessere di tuo figlio, Andrè François de Jarjayes, che necessita della figura di un padre, un uomo al tuo fianco, che ti aiuti a crescerlo, che gli sia di esempio in correttezza, coerenza, equilibrio e, perdonami, che gli insegni tutte quelle piccole cose che solo noi uomini possiamo comprendere e condividere. Seppure io ti ho cresciuta come un maschio, ho tralasciato molti particolare di un’educazione riservata ai maschi, proprio perché impossibili da trasmettere ad una femmina, seppure cresciuta con nome maschile. Ecco, io ho alcuni possibili candidati, disposti ad adottare tuo figlio e crescerlo come fosse figlio proprio. È ora per te di pensare al benessere di mio nipote e non solo a quello che desideri per te. È tempo che tolga il velo di tristezza che copre il tuo cuore di donna, affranto per la scomparsa dell’uomo che hai amato e con cui sei cresciuta, per renderti cura al meglio del piccolo Andrè.
Ti dico ciò per il tuo bene, e per convincerti che Andrè, il bambino che è cresciuto al tuo fianco, non è più tra di noi, ho ripreso le sue ricerche, o meglio le ricerche della sua sepoltura. La questione si sta rivelando più difficile del previsto, ma ti assicuro che non avrò pace finché non l’avrò trovato e non sarò certo che riposi in pace. Lo faccio per te, affinché tu possa riprendere in mano la tua vita, lo faccio per mio nipote, affinché abbia comunque un luogo in cui piangere, un giorno, il padre che mai lo vedrà adulto, e lo faccio anche per me, perché ho amato quel bambino come fosse un figlio, l’ho visto crescere retto, gentile e forte, equilibrato e gentile. Voglio che le sue spoglie terrene abbiano una degna sepoltura affinché possa riposare in pace.
E lo faccio anche per la cara Nanny, a cui porto tutto il mio rispetto.
Spero che tu abbia letto la mia missiva fino al termine, senza gettarla nelle fiamme del camino.
Verrò a breve, con tua madre, a farti visita.
Con affetto,
                                                                              tuo padre.
 
 
 
Stringo con forza tra le mani la lettera e borbotto rabbiosa: "Mio padre è folle! ... Se crede che io possa prendere marito per dare un padre a mio figlio si sbaglia di grosso! ... André ha bisogno solo di sua madre e di nessun altro!" Mi alzo con stizza dalla poltrona, mi avvicino al balcone, il mio sguardo cade nel vuoto. "Però ha scritto che andrà a cercare André ... ovvero ciò che resta di lui.... Vi ringrazio padre!"sussurro appena mentre sento le lacrime scorrere sul viso. “Forse .... forse se avessi un luogo in cui piangerlo .... forse potrei trovare pace! Però ..... io davvero non riesco a rassegnarmi ..... una piccola parte di me  non riesce a credere che davvero Andrè non ci sia più ....” Mi passo una mano sugli occhi, asciugo le lacrime che scendono. “Mio padre lo cercherà per me ... e sono sicura che manterrà la sua promessa. Andrè .... come vorrei che mio padre si sbagliasse e tu fossi qui .....”



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Capitolo 2
*** Io non mi arrendo ***


Io non mi arrendo
 
 
Sono in giardino, mi inebrio degli ultimi squarci di sole prima che arrivi il freddo dell’inverno. Mi aggiro per il roseto ormai spoglio ma tra i rami vedo fare capolino l’ultimo bocciolo, sorrido, mi avvicino con l’intento di coglierlo.
Vedo delle mani precedermi, spezza con cura e mi porge delicatamente l’ultima rosa. Alzo lo sguardo, è il padrone della Contea di Arras.
 
“Permettete?” Sussurro mentre porgo il bocciolo appena schiuso.
Allungo timidamente la mano, prendo la rosa e con tono pacato rispondo: “Monsieur Perineau siete qui?! E’ arrivato il veterinario?”
“Non ancora Madame! Mi sono permesso di precederlo perché desidero parlare da solo con Voi!”
Osservo l’espressione seria e al contempo dolce del mio ospite, ribatto secca: “Non ho molto tempo da dedicarVi quindi siate sbrigativo!”
“ …”
“Allora!? Perché siete rimasto in silenzio? Forse non è nulla di importante.”Rispondo con tono secco e deciso.
“Invece è importante ciò ce ho da dirVi … almeno per me.”
Abbasso il capo, guardo la rosa e rimango in silenzio.
“Madame, ecco … sono alquanto in imbarazzo, non sono bravo a … esprimere i miei sentimenti …”
 
Monsieur Perineau è in evidente imbarazzo, poi mi guarda deciso, attendo che finisca il suo discorso, spero che lo faccia in fretta ma annuisce.
 
“Allora? Cosa avete da dirmi?”Domando con un poco di fretta.
“Ecco … io non sono bravo con le parole soprattutto se si tratta di esprimere i miei sentimenti …”
“Questo l’avete già detto! Però potrei facilitarVi, non trovate?”
“… Madame Jarjayes …”
“ Grandièr!”
“Scusate, non volevo essere scortese o peggio ancora urtarVi , solo che Vostro figlio porta il Vostro nome e allora …”
Non lascio il tempo di terminare la frase che rispondo decisa e piccata: “André non ha il cognome di suo padre perché mio marito ed io non abbiamo avuto modo di ufficializzare il nostro legame ma ciò non toglie che io sia madame Grandièr.”
Le parole di questa meravigliosa creatura mi imbarazzano, comincio a sentire la fronte bagnarsi. “Madame Grandièr, come saprete, sono vedovo da diversi anni e ho un figlio di dodici anni a cui impartite lezioni di scherma.”
“Si, lo so. Me l’avete detto qualche tempo che avete perso Vostra moglie a causa di una malattia.”
“Da allora non ho mostrato interesse per alcuna donna fino adesso …”
Ribatto ironicamente: “Dunque Vi sposate? Siete qui per invitarmi alle Vostre nozze?”
“ … Voi … Voi mi confondete, Madame …”
“Io?!”
“Si, Voi!” mi avvicino appena ma lei indietreggia,”Forse volete scappare da me? … Madame, non siamo più dei ragazzi e Voi avete compreso bene. Io Vi amo e sarei onorato se accettaste di diventare mia moglie.”
“… Monsieur dimenticate che non sono una donna libera!? La mia vita è legata a un altro uomo.”
“Con tutto il rispetto, permettetemi di dire che Vostro marito è morto e non potete continuare a vivere nel suo ricordo e per giunta con un figlio da allevare!”
“Perché sono una donna?”Rispondo ironica.
“Non si tratta di questo, so bene chi siete …”
“Ma davvero?! Chi sarei!”Domando sempre più scocciata.
 
Quest’uomo è un importuno ed io non voglio perdere tempo. È un brav’uomo certo, ma deve capire che io sono e resterò per sempre la moglie di Andrè Grandèr.
 
“Voi siete Oscar François de Jarjayes. Per più di vent’anni siete stata al servizio della regina di Francia nel ruolo di Comandante della Guardia Reale, inseguito avete assunto il comando della Guardia Metropolitana infine … infine avete abbracciato la causa di Robespierre …”
“Siete in errore Monsieur, io non ho abbracciato la causa di nessuno, ho fatto ciò che ritenevo giusto.”
“Scusatemi, non era mia intenzione offenderVi.”
“Comunque siete a conoscenza del mio passato più di quanto immaginassi.”
“Mi pare ovvio, visto che mi interessate! … Madame, se accettate la mia proposta, farei di Voi la donna più felice del mondo! … Sareste la padrona di tutto ciò che possiedo e soprattutto … potrete disporre di me come meglio vorrete.”
“Ma cosa dite?” Rispondo ora davvero scandalizzata.
Mi avvicino ancora di qualche passo. “Vi amo, madame Oscar! … Siete l’unica donna a cui offrirei tutto ciò che possiedo. Chiedetemi qualsiasi cosa ed io Ve la darò.”
“Mi dispiace MonsieurPerineauma dovete dimenticarmi!”
“Ma perché? Cosa ho fatto per essere respinto in questo modo?”
“Nulla! … Monsieur, io amo mio marito!”
“Vostro marito è morto, Madame!”
Le parole del mio interlocutore mi irritano molto, avanzo di un passo e ribatto con tono severo e minaccioso: “Non un’altra parola su questo argomento altrimenti …”
“Io … Vi amo …”
“Ed io amo mio marito quindi togliete il disturbo!”
“Ma io …”
 
Vedo avanzare verso di me il veterinario in compagnia di Alain, quest’ultimo osserva severamente Monsieur Perineaue, con fare deciso e tono grave, dice: “Comandante! … Serve aiuto? Sono qui per Voi!”
Lo guardo dritto negli occhi e ribatto altrettanto severa: “Non ho bisogno di nessuno, solo del medico! … Seguitemi dottore, andiamo nelle scuderie!”
“Bene Madame! Possiamo andare!”
 
Vedo il Comandante allontanarsi in tutta fretta in compagnia dal dottore, poi guardo MonsieurPerineau e domando con tono grave: “Come mai siete qui?”
“Potrei farVi la stessa domanda!”
“Sapete benissimo che ciò mi lega a Madame è una profonda amicizia e poi per anni sono stato un soldato agli ordini del Comandante Jarjayes … quindi mi sento in dovere di starle vicino in caso dovesse avere bisogno di aiuto.”Rispondo deciso.
 
Quest’uomo ronza troppo attorno al comandante ed io non voglio che la infastidisca.
 
Con altrettanto tono severo ribatto: “Madame Oscar è una donna che sa badare a se stessa, non ha bisogno di nessuno tanto meno di un suo ex soldato.”
“E’ vero ma … il Comandante potrebbe avere bisogno di me per liberarsi … da corteggiatori indesiderati …”
“Forse Voi avreste qualche speranza più di me? … Non credo. Madame Oscar ha appena declinato la mia proposta di matrimonio a causa del sentimento che prova ancora per il padre di suo figlio. Ma sappiate che io farò di tutto affinché si accorga di me.”
“Siete un illuso. Voi non sapete nemmeno chi era André Grandièr!”
“Ah si?! Avanti parlate! Chi era costui?! Da quanto ne so, non era un nobile ma l’attendente di Madame Oscar.”
 Continuo con tono triste: “Chi era? … Tzé … Sappiate che nè io e tanto meno Voi potremmo mai competere con Andrè.”Rispondo con sufficienza.
 
Purtroppo è così, Andrè era una persona speciale, anche per me.
 
“E’ evidente che ci contendiamo l’amore della stessa donna, vedremo chi dei due sceglierà! Sono sicuro che sarò io l’uomo che sposerà.”
“Pensate di conquistarla solo perché siete l’uomo più ricco di Arras? …Beh allora Vi sbagliate, Oscar non si lascia ammaliare dal denaro e dal potere …”
“E’ superfluo che lo diciate! So bene chi è Oscar François de Jarjayes. Madame Oscar è una donna forte, coraggiosa, leale e soprattutto di nobili sentimenti altrimenti non si sarebbe schierata dalla parte dei rivoltosi e soprattutto non avrebbe donato il suo amore a un attendente.”
“Appunto!” Ribatto allontanandomi di qualche passo.
“Sassoin, Voi non avete più speranze di quanto ne abbia io!”
“Vedremo … Monsieur Perineau!”
 
 
Seguo Sassoin nelle scuderie, entriamo fianco a fianco, Vedo il dottore visitare le mucche mentre madame Oscar lo segue con lo sguardo, poi domando: “Dottore avete visitato le altre mucche?”
“Si, questa era l’ultima.” Rispondo deponendo lo strumento nella borsa. “Finalmente il bestiame è in perfetta salute, ora potrete utilizzare il loro latte.”
“Magnifico! … Grazie dottore! Ora avrò di nuovo il latte delle mie stalle.”
Alain ribatte: “Comandante, proprio stamattina l’oste Michel mi ha domandato quando riprenderete la produzione del latte.”
Il dottore ribatte: “Anche adesso. Come ho appena detto, le bestie sono  in perfetta salute!”
Tiro fuori dalla tasca due monete le porgo al dottore e dico: “Grazie!”
“Ho fatto solo il mio dovere, madame.”
 
Vedo Nanny entrare nelle scuderie, mi dice: “Scusami Oscar, ma è appena arrivato il capitanoFaurine.”
“L’hai fatto accomodare nello studio?”
“Si, certo!”
“Arrivo!” Guardo i presenti e con tono pacato concludo: “Vogliate scusami!” Esco a passo marziale.
 
Vedo il Comandante lasciare in tutta fretta le scuderie, lasciando me e Monsieur Perineau nello sconcerto … Ma chi sarà mai questo capitano?
Nanny si allontana, la rincorro e domando: “Chi è l’uomo che attende il Comandante? Non l’ho mai sentito nominare.”
“E’ un ufficiale dell’esercito francese e di tanto in tanto si reca alla tenuta ….”
“Ma perché?”
“Oscar vuole essere costantemente informata della situazione a Parigi…. Ovviamente è preoccupata per i Sovrani.”
“Ma che strano … perché lo chiede a un ufficiale quando potrebbe informarsi da suo padre!”
“Evidentemente avrà la sue ragioni. E adesso scusami Alain, devo preparare il pranzo!”
 
Rimango perplesso e annuisco. Mentre Nanny si allontana, Monsieur Perineau mi avvicina e con tono giocoso sussurra: “Sassoin… probabilmente non siamo gli unici ad aspirare all’amore di Madame Oscar.”
“Ma cosa dite?! Avete voglia di scherzare?!”
“Non credo che Madame si occupi ancora di certe faccende …”
“Il Comandante Oscar ha sempre ribadito di essere ancora innamorata di André quindi quell’ufficiale è qui per altri motivi.”
“Sinceramente non so cosa pensare … sono confuso …. Il veterinario è andato via, la nostra presenza è superflua, non credete?”
“Andate Voi! … Debbo aiutare lo stalliere a mungere le vacche!”
“ … Vi lascio al Vostro lavoro.”Rispondo lasciando la stalla.
 
 
E’ strano! … Non pensavo che il Comandante avesse contatti con i sovrani!
 
 
 
Entro nello studio, vedo l’ufficiale di spalle, seduto alla poltrona di fronte alla scrivania.
 
 
Sento la porta spalancarsi, sento dei passi, li riconosco, sono quelli del Colonnello. Mi alzo, mi volto verso di lei, sbatto i tacchi e faccio il saluto militare.
 
Faccio cenno con la mano di accomodarsi e prendo posto dietro la scrivania.
 
“Capitano, ci sono notizie di mio marito?”
“Purtroppo nessuna, Comandante!”
“E’ impossibile che sia scomparso in questo modo.”Rispondo decisa.
“ Ho chiesto di lui ovunque, mi sono recato nei cimiteri limitrofi e …”
“E’ stato inutile recarsi ai cimiteri, l’ho già fatto prima che nascesse nostro figlio …”
“Colonnello, mi sono recato perfino nelle fosse comuni nella speranza di sapere qualcosa ma è stato tutto inutile.”
Scatto in piedi e ribatto: “Mi rifiuto di pensare che mio marito sia finito in una fossa comune! … André è vivo. Ne sono sicura, lo sento … ”
 
Certe volte credo di essere impazzita, ma io sono sicura che Andrè sia vivo, lo sento. Quel legame che ci unisce è ancora qui, forte e presente.
 
 
 
Sono dietro la porta dello studio con il piccolo in braccio, ascolto la conversazione tra Oscar e quell’ufficiale dell’esercito.
Sono costernata da ciò che ho appena udito: Oscar non si rassegna e sta cercando ancora mio nipote! … Signore date la forza alla mia bambina di superare tutto questo ….
Sento le lacrime scivolare sul viso ….
 
 
 
“Capitano Farineau, se non dovessi occuparmi di un bambino così piccolo, io stessa riprenderei le ricerche di mio marito … anche se l’ho fatto finché ho potuto …”
                       
Sospiro mentre ripenso a quel periodo della mia vita, mentre ero in atteso di nostro figlio, disperata, alla ricerca del mio Andrè. Separati durante il caos della presa della Bastiglia, feriti. Appena ne ho avuto la possibilità l’ho cercato ovunque, ne ho seguito le tracce tra le lacrime ed il sangue delle mie ferite.
 
“Vi capisco e mi dispiace di non poter fare più nulla per Voi. Comandante, so per certo che anche Vostro padre sta facendo l’impossibile per avere notizie di André Grandièr. Sta usando tutta la sua influenza ma come me non ha ricevuto alcuna notizia.”
“… Ne sono al corrente ….. Capitano, speravo che mi portaste buone notizie invece …”
Mi alzo dalla poltrona e rispondo: “Sono desolato. Credetemi, ho fatto l’impossibile ma è stato tutto inutile.”
“Siete venuto a informarmi che rinunciate alle ricerche?”
“Colonnello, anch’io come Vostro padre ho usato i miei contatti … credetemi, è inutile insistere! … Credo che Vostro marito non sia sopravvissuto.”
“ … No … mi rifiuto di crederci! … Comandante, Vi ringrazio di esserVi occupato personalmente della questione.”
“L’ho fatto con piacere e poi non potevo rifiutare un favore a Voi!” Concludo mettendomi sugli attenti.
“Grazie Comandante!” Sussurro spalancando la porta dello studio. Il militare si allontana ma vedo dietro la porta Nanny in lacrime stringere al suo petto il mio bambino. “Immagino che tu abbia ascoltato.”Pronuncio le parole con tono dolce, il più dolce possibile.
“Non immaginavo che stessi cercando ancora mio nipote.”
“Non ho mai rinunciato a cercarlo e poi devi sapere che lo sta facendo anche mio padre.” Mio figlio mi regala un sorriso, allunga le braccia, lo prendo e lo stringo teneramente al mio petto.
“Oscar, non credi di averlo cercato abbastanza?”
“No”
“Invece si. L’hai cercato fino allo sfinimento … ricordo ancora la notte in cui hai dato alla luce il mio nipotino … eri scomparsa, non ti trovavo da nessuna parte …”
“Alain mi trovò al villaggio di Chambourcy, mi dissero che alcuni soldati ribelli furono sepolti lì, ma fu tutto inutile … André non era con loro. Fu in quel momento che cominciai a sentirmi male e cercai di tornare a casa …”
“Già! … Ti eri dimenticata di essere al termine della gravidanza!?”
“Ma cosa dici?”Domando sorpresa.
                                                           
Ho sempre creduto che almeno Nanny mi abbia sostenuta.
 
“Io cosa dico?! … Prendesti la carrozza e affrontasti un viaggio anche se non lontano ma pur sempre un viaggio! Per fortuna che Alain, ti trovò e ti riportò a casa!”
“… Già”
“Oscar, cos’altro intendi fare?”
“Continuerò a cercare … non appena mio figlio sarà più grande …l o farò personalmente.”
“Ma se tu stessa mi hai detto che ci sta pensando anche tuo padre!”
“Ma nemmeno lui ci è riuscito.”
“Oscar, ti ho detto tante volte che se André fosse vivo, sarebbe qui con te.” Rispondo con tono triste, con le lacrime che salgono.
“… Forse … forse sarà prigioniero di qualcuno oppure avrà perso la memoria e magari …”
“Sii realista, ti prego!”
Annuisco al discorso di Nanny.
“Hai visto?”
“Visto cosa?”
“Alain e Monsieur Perineau si sono precipitati alla tenuta con la scusa del veterinario.”
“Nonna, sarò per sempre grato da Alain per ciò che ha fatto per me … però questo non toglie che la sua insistenza comincia a infastidirmi e la stessa cosa vale per Perineau. Sai, in meno di ventiquattro ore ho ricevuto ben due proposte di matrimonio.”
“Vuoi dire che …”
“Che poco fa Perineau mi ha detto che solo io volessi, diventerei la padrona del suo casato. Non è buffo? Ah ah ah …”
“E tu cosa gli hai risposto?”
“Cosa avrei dovuto rispondere!? … Nessun uomo prenderà mai il posto di André! … Nessuno!”Rispondo fiera e decisa.
“Bambina mia …” Sussurro emozionata.
 
 
Palazzo Jarjayes
 
Spalanco la porta della mia camera, entro e con alterigia domando: “Marguerite sei pronta?”
Sistemo l’ultima ciocca di capelli e rispondo: “Si, sono pronta, Augustin.”Mi osservo allo specchio e sorrido.
“La servitù ha sistemato tutto il bagaglio sulla carrozza. Marguerite non credi che sia eccessiva tutta quella roba?”
“Ma Augustin, abbiamo deciso che rimarrò qualche settimana con Oscar mentre  ti recherai a Calais per le tue ricerche!”
Tiro una boccata alla pipa sollevando una enorme nuvola di fumo, passeggio nervosamente perla stanza e con tono grave ribatto: “Marguerite, voglio ritrovare André …”Poi sospiro.
 
Devo ritrovarlo, lui vivo o quel che resta di lui, se morto. Lo devo a Nanny, lo devo a Marguerite, lo devo a Oscar. Andrè è cresciuto con noi, è come un figlio.
 
Ancora un’altra boccata.
 
“Almeno ciò che resta di lui, così nostra figlia dovrà rassegnarsi della sua dipartita.”
Mi guardo per l’ultima volta allo specchio poi mi volto verso mio marito, ribatto: “La conosco, non si rassegnerà mai. Il legame che unisce Oscar ad André è indissolubile …”
“Lo so.”
“Oscar è cresciuta con quel ragazzo, hanno condiviso l’intera esistenza …. Sono sicura che rimarrà fedele al suo ricordo …”
“Marguerite, qui non si tratta di lei ma di suo figlio! … Andrè ha bisogno di un padre e … purtroppo di un altro cognome che non sia Jarjayes.”
“Invece io sono orgoglioso che nostro nipote porti il cognome del nostro casato e poi non l’avevi sempre desiderato?”
“Si, ma non a discapito di nostra figlia e della sua creatura! … Marguerite, desidero trovare il corpo di André così Oscar accetterà l’infame destino.”
 
Sorrido con dolcezza, poso una leggera carezza sul suo viso e  penso a quando Augustin seppe che la nostra adorate figlia aveva abbracciato la causa della rivoluzione. Come hai sofferto povero marito mio! …. Adesso invece pensa solo al benessere di nostra figlia e del piccolo nato al di fuori del matrimonio.
 
 
“Cosa c’è Marguerite? Perché mi guardi in questo modo?”
“… Sono una donna fortunata, ho sposato un brav’uomo.”Rispondo sorridendo.
Bacio le mani di mia moglie e sussurro: “Invece sono stato un pessimo marito, ti ho fatta soffrire quando decisi di toglierti tua figlia per fare di lei ciò che è adesso”
“Non te l’ho mai detto, sono fiera di te. Hai fatto di lei una donna libera. Solo un uomo intelligente come te poteva credere che anche una donna potesse vivere esattamente come un uomo, oltrepassando qualsiasi pregiudizio.”
“Ma quanto è costato, Marguerite?! … Dimentichi l’orgoglio ferito dei Jarjayes quando Oscar si rifiutò di eseguire gli ordini del Re….”
“Un re che decise che i rappresentati del terzo stato venissero cacciati con la forza.”
“Ti prego Marguerite …”
“Avevi deciso di punirla con le tue stesse mani …”
Il mio sguardo diventa ancora più cupo e sussurro: “André la difese da me … mi disse di uccidere prima lui perché non avrebbe sopportato di vedere uccidere la donna che amava  …. André, povero ragazzo! … Chi più di lui meritava l’amore di nostra figlia?! … E pensare che ebbi l’idea di farla sposare a uno dei tanti nobili di Versailles! … Che assurdità! … Una accozzaglia di parassiti!”
“Augustin …”Sussurro piano.
“Si, parassiti mia cara. Dimentichi forseche coloro che fino a poco tempo fa hanno vissuto a Versailles sono scappati, abbandonando la famiglia reale al suo destino?”
“Già … almeno Oscar, anche se si è schierata con il popolo, ha tentato di portare alla ragione la nostra Regina …”
“Ma cosa dici?!”
“Me l’ha detto la regina Maria Antonietta. Alcune ore prima della rivolta, Oscar ha tentato di convincere sua maestà affinchè ritirasse le truppe di soldati da Parigi …”
“Non lo sapevo.”
“Quante cose che non sappiamo di nostra figlia, Augustin!”
“E’ vero, mia cara.” Spengo la pipa e concludo: “Si sta facendo tardi, dobbiamo partire! … Marguerite, se in tutti questi anni Oscar ha vissuto in solitudine a causa mia, ora non voglio che rimanga sola per il resto della sua vita.”
Abbraccio mio marito e sussurro all’orecchio: “Solo con André, nostra figlia sarebbe felice.”
 
Sono commossa, al ricordo di quel bambino primo, ragazzo dopo e uomo. Uomo che ha amato la nostra piccola figliola, di un amore totalizzante.
 
“Marguerite ragiona! Come può essere ancora vivo André?! Se lo fosse l’avrebbe cercata.”
“Chi può dirlo con certezza?! … E se fosse davvero morto, rassegnati a vederla sola che poi sola non è, ha suo figlio.”
“L’amore di un figlio  non è lo stesso dell’amore e la protezione di un uomo e lo sai!”
 
“Non illuderti, Oscar rimarrà sola.”
“Marguerite …”
“Nostra figlia non ha bisogno della protezione di nessuno e tu lo sai.”
“Hai ragione, ma io non dispero. Desidero solo vederla felice.”
“Anch’io Augustin! … Non vedo l’ora di riabbracciare nostro nipote. Dai su, si è fatto davvero tardi, è ora di partire!”
“Si … andiamo cara!” Ribatto porgendole il braccio.

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Capitolo 3
*** L’arrivo dei conti Jarjayes ***


L’arrivo dei conti Jarjayes
 
“Su avanti … fatti sotto!” Dico mentre affondo.
“ … Madame Oscar Voi … voi … siete molto abile … paff … paff … non ho mai avuto un maestro d’armi come Voi …”
 
Sento il viso bagnato di sudore, sono affannato, non riuscirò mai a tenere testa a Madame. Sembra che per lei sia tutto facile, non fa nessuna fatica mentre io già non ce la faccio iù.
 
Ancora un affondo e un altro ancora …
 
Indietreggio e dico severa: “Roland adesso affonda!”
“Madame … Voi … non mi date lo spazio per farlo …”
“Su avanti, indietreggio ancora … Roland attacca!”
 
 
 
 
 
Ho appena consegnato il latte all’osteria di Monsieur Jorge. Guido il carro trainato da un solo cavallo. Ascolto il fastidioso ticchettio delle bottiglie vuote, spero di arrivare quanto prima ma sono costretto ad andare piano altrimenti mi ritroverò il carro pieno di vetri rotti.
Fa freddo, mi stringo nel cappotto, tiro su il colletto e con una mano mi sistemo il cappello.
Che cambiamento radicale che ha subito la mia vita! … Ero un soldato e adesso per amore sono diventato un contadino. Beh … ho sempre desiderato ritirarmi in una casa di campagna e vivere tranquillo però sarebbe perfetto se condividessi tutto questo con lei … ma lei ama chi non c’è più! … Sono proprio senza speranza se resto qui a sperare che lei ricambi i miei sentimenti, ma io non demordo, e non la lascio, lo devo a me e a lui, ad Andrè, il mio amico.
Guardo nuovamente il cielo e concludo: “André Grandièr spero che tu non sia in collera con me perché amo disperatamente la tua donna! … Amico mio ora comprendo la tua disperazione, è la stessa che sto provando io. Amare senza essere corrisposto è una sofferenza indicibile.”
 
Credo che comunque lui sarebbe felice di sapere che mi sto occupando di lei, come posso, proteggendola a sua insaputa, seguendola, amandola quasi in silenzio, senza chiedere nulla in cambio.
Varco il cancello della tenuta, mi avvicino sempre di più al giardino antistante la casa, vedo due figure confrontarsi con la spada, sono loro: Roland, il figlio di  quel Monsieur Perineau, e il mio amato Comandante. Lei lo sta allenando nell’uso della spada, quel ragazzo però non ha speranza!
Stamattina quel damerino di Perineau avrà un buon motivo per farle visita, suo figlio è qui. Che fastidio!
 
Mi avvicino alle stalle, tiro le redini Arrastando il passo del cavallo, lo stalliere mi si avvicina e dice: “Ben tornato Alain! Vedo che hai dato via tutto il latte!”
“Si. L’ho venduto quasi tutto all’oste e quello rimasto l’ho venduto al mercato.” Tiro fuori il sacchetto delle monete. “Almeno qui c’è un bel gruzzoletto! … Jhon, scarichiamo le bottiglie e portiamole in cucina, devono essere pulite per domani mattina!”
Comincio a scendere le prime e dico: “Nanny e Marie hanno già preparato le tinozze.”
“Perfetto! … Su muoviamoci!”
 
 
 
 
 
 
Marguerite ed io siamo in viaggio per Arras, seduti nella nostra carrozza, l’uno affianco all’altra. Mi perdo un poco ad osservare mia moglie, i suoi lineamenti delicati, la sua pelle chiara, i suoi capelli lunghi, rigati da qualche filo grigio.
 
“Marguerite sei taciturna a cosa stai pensando?”
“Al piccolo André. Sono passati due mesi dall’ultima volta che l’ho visto, immagino che sia cresciuto … desidero tanto riabbracciarlo e poi sono così contenta che la Regina mi abbia accordato queste settimane di riposo lontana dalla corte.”
“Marguerite, ormai la corte non è altro che il riflesso di un tempo! … Molti nobili, che hanno ottenuto numerosi favori dalla famiglia reale hanno abbandonato i nostri sovrani, senza contare che con il trasferimento alle Tuileries è cambiato tutto.”
“Già …”rispondo triste. “I sovrani avranno commesso molti errori, ma la situazione attuale non è solo responsabilità loro. Sono generazioni che i denaro viene sperperato.”
“Uhm …” sento  lo scalpitio di un cavallo al galoppo farsi sempre più vicino, mi sporgo dal finestrino, vedo un uomo a cavallo avvolto da una nuvola di polvere. La figura si fa sempre più nitida, l’uomo indossa la divisa della Guardia Reale.
 
“IN NOME DI SUA MAESTA’ IL RE DI FRANCIA, VI ORDINO DI FERMARE LA CARROZZA!”
 
Guardo mio marito e sussurro preoccupata: “Cosa succede?”
“Non so …”
 
 
Dall’alto della vettura vedo affiancarsi  un ufficiale  a cavallo, ascolto le sue parole, è un inviato del Re di Francia. Tiro le redini dei cavalli fino a farli arrestare. “OHHH FERMI! …”
 
 
Dall’interno della vettura sento udire: “Generale Jarjayes, ho un messaggio per Voi da parte di sua maestà.”
Spalanco lo sportello, vedo l’ufficiale e con tono grave mi dice: “Finalmente Vi ho trovato!”
“Cosa succede?”Rispondo con piglio deciso.
“Generale Jarjayes, Vi porto una missiva da parte di sua maestà!” Rispondo prendendo dalla sacca che ho tracollala letterae porgendola al Generale.. “Generale, sono stato a palazzo Jarjayes per consegnarvela ma la servitù mi ha informato che eravate partiti per Arras da qualche ora e data l’importanza del comunicato, sono partito al galoppo.”
Afferro la busta, osservo,  è chiusa con il sigillo reale.
“Vi ringrazio Capitano!”
 
Dall’alto del suo cavallo, vedo l’ufficiale pormi il saluto militare e ripartire. Chiudo lo sportello e mi sistemo comodamente di fronte a mia moglie.
 
“Ma cosa sarà successo? … Forse ti hanno richiamato per affidarti una missione urgente!?”Domando preoccupata.
“Ora lo sapremo!” Sussurro rompendo il sigillo reale. Tiro fuori il foglio e leggo ….
 
 
 
Vedo mio marito sorride soddisfatto, sussurra: “Non posso crederci!”
“Augustin, quali notizie giungono da Parigi?”
“Marguerite, siamo nuovamente i padroni della contea di Arras!”
“Cosa?! Quindi le loro Maestà sono riuscite a renderci le terre ella nostra famiglia?!”
“Si.” Stringo felice la missiva tra le mani e continuo: “Il Re spiega che la decisione di confiscarci Arras sia partita del generale Bouille. Sua maestà ne era all’oscuro.” Vedo lo sguardo costernato e al contempo felice di mia moglie poi ripiego la lettera e la infilo in tasca. “Domani stesso incaricherò il notaio affinchè avvii le pratiche …”
“Per fare cosa?”
“Voglio che Arras appartenga al mio erede, Oscar!”
“Oh Augustin …”Rispondo un poco emozionata.
 
Anche se continua ad usare il maschile con nostra figlia sono comunque fiera del mio Augustin.



 
Tenuta di Arras
 
 
Roland ed io abbiamo appena finito di duellare, mi passo il fazzoletto sulla fronte e dico: “Per oggi abbiamo finito che ne diresti di andare in cucina  a bere una cioccolata calda?”
“Grazie Madame siete sempre così gentile!”
Sorrido appena e sussurro: “Lo sapete, a fine lezione Nanny prepara espressamente per Voi una tazza di cioccolata.”
“… Madame Oscar …”
“Si?!”
“Siete una donna fuori dal comune.”
“Se Vi riferite al fatto che non avete mai conosciuto una donna che indossasse abiti maschili e che sapesse adoperare le armi non posso darvi torto.”Rispondo con dolcezza.
 
 Roland è ancora un ragazzino.
 
“Non si tratta solo di questo, siete anche molto bella e soprattutto intelligente.”
“Le Vostre parole mi mettono in imbarazzo.”
“Non volevo, scusatemi!”
Smorzo un sottile sorriso e concludo decisa: “Adesso andate altrimenti la cioccolata si fredda!”
“Voi non venite?”
“A una cioccolata calda non rinuncio mai!” rispondo allegra. Mi accingo ad entrare in casa quando lo scalpitio di un cavallo attira la mia attenzione.
Vedo un uomo a cavallo varcare il cancello, riconosco la sua livrea, è un servitore di MonsieurPerineau.
Cosa vorrà?
 
 
 
 
Porto il cavallo al passo e percorro il giardino. Vedo la padrona della tenuta in compagnia del figlio del padrone, mi avvicino lentamente, siamo l’uno di fronte all’altro, scendo da cavallo, faccio un inchino e dico: “Buongiorno Madame! … Buongiorno Monsieur Roland!”
“Buongiorno …”
Tiro fuori dalla sacca del cavallo una lettera la porgo. “Madame, MonsieurPerineau Vi manda un invito.”
“Un invito?!” Rispondo sorpresa e scocciata.
 
Ci manca solo che si tratti di un té, un pranzo o peggio ancora una qualche festa.
 
“Si. Aspetterò che la leggiate, il padrone vuole che gli diate una risposta”
 
Mi allontano appena, apro la busta e leggo …
 
Gentile Madame Oscar François de Jarjayes,
La presente per invitare la signoria Vostra alla festa da ballo che si terrà sabato prossimo in occasione del mio quarantesimo genetliaco. Spero vorrete accogliere favorevolmente il mio invito, Voi sapete che potrete disporre di ciò che mi appartiene come meglio riterrete. La Vostra presenza sarebbe per me il più prezioso e gradito dei ragali.
Attendo fiducioso la Vostra risposta e Vi ringrazio in anticipo per la Vostra disponibilità, perché sono certo che non potrete rifiutare un così gentile e cortese invito.
                                                                                              Monsieur Clement Perineau
 
 
 
Ripiego la lettera e rispondo secca e decisa: “Riferite al padrone che a causa di un precedente ed improrogabile impegno non potrò essere presente.”
“Riferirò, Madame!”
 
Vedo il servitore risalire in sella ed allontanarsi spronando il cavallo al galoppo. Quel Perineau deve avere davvero una gran fretta di conoscere la mia risposta, ma resterà deluso.
 
 
Vedo andare via il servitore di mio padre e con voce fioca dico: “Madame Oscar, sono davvero desolato che abbiate declinato l’invito di mio padre, ne sarà dispiaciuto.”
“Mi dispiace Roland ma come ho già detto ho un impegno. E adesso scusatemi, vado da mio figlio!” Concludo entrando in casa con passo deciso e scocciata.
 
Ho davvero bisogno di tenere tra le mie braccia il mio Andrè, di rilassarmi con lui, così simile a suo padre.
 
 
L’atteggiamento severo di Madame Oscar mi sconcerta e le sue parole rimbombano severe. Mi dispiace per mio padre, rimarrà molto male … è così innamorato.
 
 
 
 
Faccio di corsa le scale per raggiungere il piano superiore e raggiungere la mia stanza, entro decisa, vedo Nanny cambiare le fasce al mio André.
 
 
Sento dei passi spediti, li riconosco, sono quelli di Oscar. La vedo entrare con una lettera tra le mani e domando: “Novità dei tuoi genitori?”
“Nessuna.” Poso l’invito sullo scrittoio, mi avvicino a mio figlio, mi siedo accanto a lui, sorrido. Poi gli porgo l’indice, lui me lo strige regalandomi un sorriso. “Come sei forte?! … Piccolo mio, somigli tanto al tuo papà!”Sussurro piano.
 
Persa nei miei ricordi, mentre osservo il mio piccolo Andrè e rivedo il mio amore, i suoi occhi verdi, la sua dolcezza. Non posso fare a meno di ricordare i momenti passati assieme, il nostro crescere uniti, la nostra amicizia.
 
“E’ vero,ma anche se i suoi occhi sembrano verdi come quelli di mio nipote, Andrè possiede il tuo sguardo.”
Osservo bene il piccolo e domando: “Tu credi?”
“Ma certo! … Vuoi che non ricordi come tu eri da piccola? E poi è così evidente!”
Sorrido. “Il mio piccolino è il frutto del mio amore per André …” sento gli occhi brillare per l’emozione. “Nanny lascia finire me! … Voglio mettere la cuffietta al mio tesoro.”
Mi sposto e sussurro: “Ma si certo Oscar.” Mi sposto per lasciare alla mia bambina il mio posto, la guardo. Com’è bello vedere che si occupa della sua creatura così amorevolmente! … Poi poso lo sguardo sullo scrittoio e vedo la lettera che Oscar ha riposto.
 
Accarezzo il mio cucciolo, assaporo il suo profumo. Sa di buono, di dolce e di pulito.
 
 
“Nonna, Perineau mi ha invitata a una festa che darà sabato., ovviamente ho declinato.”
“Uhm … non si rassegnerà tanto facilmente, vedrai che verrà a invitarti personalmente!”
“E’ inutile che perda tempo, io non ci andrò! Anzi ti dirò di più, se oserà insistere questa volta lo manderò via in malo modo!”
“In che modo?”
“Ancora non lo so! … Lo sai che non mi piace essere scortese ma l’insistenza mi infastidisce!”
“Hai ragione! Questi uomini credono che noi donne non possiamo vivere senza di loro ma non è così! … Guarda me! Sono più di trent’anni che sono vedova …”
“Immagino che tu non ti sia più innamorata di nessuno.”
“Nessuno. E poi avevo un figlio piccolo a cui badare e quando è diventato uomo si è sposato e mi ha donato il nipotino più dolce che potessi desiderare. Il destino mi ha portato via prima mio figlio e poi la mia povera nuora e così mi sono ritrovata di nuovo sola ad occuparmi di André!” Faccio un lungo respiro e trattengo le lacrime. “Ora basta con i ricordi … devo andare in cucina a preparare il pranzo! Chissà quando arriveranno il Generale e tua madre?! … Preparerò un po’ di zuppa in più, non vorrei che arrivassero e non trovassero nulla per scaldarsi. Oscar …”
“Si, Nonna!”
“Preparerò un pranzo succulento e voglio che tu lo mangi tutto. Sei così magra … più di prima.”
“Forse ti riferisci a quando aspettavo il bambino? Certo che allora ero grassa! Ah ah ah …”
“Hai sempre voglia di scherzare, torno in cucina!”
“Ah ah … Ma lascia che lo faccia la servitù, devi riposare …”
“Niente affatto! Oziare non è per me. Adesso scusami!”
 
 
 
Palazzo Perineau
 
“E così madame Oscar ha rifiutato il mio invito …”dico sconsolato dopo che il mio servitore mi ha riferito la risposta.
“Si, padrone. Mi ha detto che Sabato ha un impegno”
“Puoi andare!”
Con permesso Signore”Rispondo lasciando il salone.
 
Rimango solo nell’ampia sala, mi avvicino al tavolino dei liquori, mi verso un dolcetto, stringo tra le mani il bicchiere …..
 
Non so più cosa fare per conquistare il suo cuore. Quella donna mi fa impazzire, la voglio, la desidero ardentemente. Possibile che sia tanto rigida?Eppure è ancora giovane, bella … e tanto desiderabile.
A cosa serve dare un ricevimento se  lei non verrà? … Devo convincerla. Domani andrò da lei!
 
 
Vedo mio figlio entrare nella sala.
 
“Buongiorno Padre!”
“Buongiorno Roland! … Come è andata? Sei stato da lei?”
"Si, sono appena tornato! .... Padre, uno dei nostri servitori è stato alla tenuta di madame Oscar per consegnare l'invito….e so che ha rifiutato
" ... Cambierà idea... spero ..."
 
 
 
 
Tenuta di Arras
 
 
Affondo con forza il forcone nella paglia... sento il forte odore della stalla.  Il mio lavoro è accompagnato dal nitrito dei cavalli e dal muggito delle mucche. Mi piace lavorare accanto agli animali, prendermi cura di loro, del cavallo del Comandante e di quello del mio amico. E’ un po’ un modo di sentirlo ancora qui, prendermi cura di tutto mi fa sentire meno in colpa dell’amore che provo per lei, per la sua donna.
Nemmeno il lavoro più duro di contadino riesce a distrarmi dal mio sentimento, il comandante Oscar ormai è entrata nella mia testa e nel mio cuore, non riesco a darmi pace.
 
Ancora un affondo nella paglia.
 
Anche se André non è più tra noi, a volte ho l'impressione di mancargli di rispetto, amo la donna che un tempo è stata sua! ... E' vero ... è stata la sua donna ma ormai appartiene al passato, adesso lei è libera, libera di amare un altro uomo e farò di tutto affinché si accorga di me come uomo e mi ami.
 
Ancora un affondo.
 
Le gocce di sudore scendono incessantemente dalla fronte fino a coprirmi gli occhi e le gote, mi fermo, infilo la mano in tasca, tiro fuori il fazzoletto e lo passo prima sugli occhi poi sul viso.
 
"Accidenti a questo straccetto! ... E' troppo piccolo, non riesco ad asciugarmi!" Con un gesto deciso mi passo il braccio sulla fronte. "Ecco ... adesso va meglio!" Tiro su la testa, osservo il sole che fa capolino tra le nuvole. "Anche se autunno inoltrato, oggi fa piuttosto caldo, sembra quasi primavera. Certo che anche le stagioni sono impazzite e non solo io per il Comandante!" Poi guardo la sua casa che è piuttosto lontana dalle stalle.
 
Immagino il bel Comandate cullare suo figlio. E' bella, troppo bella, è una dea! ... Però ... pensa solo a lui, il suo amore perduto ....
 
Afferro nuovamente il forcone e l'affondo nella paglia uno, due, tre volte .....
 
Improvvisamente, anche se lontano, odo il cigolio di una carrozza. Interrompo nuovamente il mio lavoro, alzo la testa. Mi fermo a guardare, tento di capire chi stia arrivando ... Magari è quell'idiota di Perineau.
La vettura continua ad avanzare, capisco che non è lui.
 
La carrozza si avvicina sempre di più, svolta verso la casa, noto lo stemma: un leone a due teste che sorregge una spada. E' la carrozza dei Jarjayes. Il Generale è tornato.
 
Mi passo ancora il braccio sulla fronte per liberarmi nuovamente dal sudore e riprendo il mio lavoro.
 
 
 
 
La carrozza percorre il viale della tenuta, sposto la tendina che copre i vetri, osservo il giardino ormai spogliato dall'autunno. Vedo gli alberi secolari piantati dai miei avi ... guardo l'ultimo posto davanti alla casa, è una quercia, quanti ricordi! ...
 
La voce di mia moglie mi riporta alla realtà.
"Augustin a cosa stai pensando?"Domando un poco preoccupata.
 
Mio marito è perso nei suoi pensieri.
 
Sistemo la tendina, guardo mia moglie e pacatamente rispondo: "Ogni volta che guardo la quercia posta davanti alla casa, mi sembra di vedere mio padre e mio nonno. .."
"Mi hai raccontato che quell'albero è stato piantato da tuo nonno."
" ... Si. Ricordo con quanta cura mio nonno lo curava ...  spesso da bambino venivo con loro e mia madre ..."
Nelle parole di mio marito c'è tanta malinconia, accarezzo le sue mani e sussurro: "Sono contenta che tu abbia deciso di donare la tenuta a nostra figlia."
"Non solo la tenuta! ... Adesso che sua maestà ce le ha rese, Oscar sarà la padrona di queste terre! ... Bouillè ha abusato del suo potere."
"E' vero mio caro ma dobbiamo riconoscere che le loro maestà ancora una volta sono state magnanime con la nostra famiglia."
" ... Si ... è vero! ... Sarò per sempre grato alla famiglia reale per aver lasciato vivere tranquilla Oscar e suo figlio. Certo la regina ha dovuto camuffare il suo atto di generosità, ufficialmente Oscar è un’esiliata."
"Però Bouillè non ne è stato affatto contento ..."
"Che dica ciò vuole, non mi importa! ... Sua maestà la regina nutre affetto sincero per il suo ex comandante delle Guardie Reali! ... Quanti ricordi ..."
"Affetto ricambiato da Oscar con anni di abnegazione e lealtà nei confronti della famiglia reale."
"Si, ma non dimentichiamo che Oscar si è schierata dalla parte dei rivoluzionari! ... Marguerite, dobbiamo essere grati a sua maestà!"
"Come non esserlo!?" la carrozza si arresta, esclamo: "Finalmente siamo arrivati! Oh Augustin, non vedo l'ora di riabbracciare nostro nipote!"
 
Sorrido per le parole di mia moglie, il suo viso emana gioia e dolcezza. Sento il cocchiere sistemare il predellino, lo sportello si spalanca, scendo per primo poi aiuto mia moglie. Le porgo il braccio, la vedo uscire prima con la testa, poi si piega un poco in avanti, solleva le gonne con eleganza e, un passo dopo l’altro, scende dalla carrozza. La vedo sistemarsi un poco la gonna e sorridermi. Certo che Marguerite è davvero bella, nel suo abito da viaggio azzurro, con ricami e pizzi bianchi. Semplice, con la giacca accollata, non troppo ampio.
 
 
 
Sono  nel salone, seduta sul sofà con in braccio  il mio piccolo André, la cameriera mi si avvicina e mi dice: "Madame, sono appena arrivati il Generale e madame Marguerite!"
Mi alzo istintivamente esclamo: "Sono arrivati! ..."
Poco dopo arriva Nanny e dice: "Come sono contenta!" ordino alla cameriera: "Linette corri a mettere le lenzuola di bucato nella camera degli ospiti!"
"Vado immediatamente!"
 
Vedo mia madre e mio padre fare ingresso, mia madre a passo spedito mi si avvicina, abbraccia me e il mio bambino.
 
"Oscar figlia mia come stai?"
"Bene Madre!"
Guardo entusiasta il mio nipotino, lo prendo in braccio e dico: "E tu come stai? ... Lo sai che mi ricordi tanto il tuo papà?" Mi pento di aver nominato il povero André, poso lo sguardo timido su mia figlia e annuisco.
"State tranquilla Madre! A me fa piacere che si parli di André." Alzo la testa, incrocio lo sguardo con quello di mio padre, sorrido, domando: "Come state?"
" Ti trovo bene e ne sono felice!"
"Grazie Padre!"
La voce gioiosa di Nanny ci interrompe: "Generale, madame Marguerite, sono felice di vedervi!"
Margherite ribatte: "Anche noi, mia cara Nanny! ... Grazie per prenderti cura di mia figlia e ... di nostro nipote!"
Mi asciugo gli occhi con il grembiule e sussurro commossa: "Oscar e il piccolo André sono la ragione della mia vita!"
Il Generale avanza verso la nonna e con tono deciso dice: "Sei la nonna di mio nipote e fai parte della nostra famiglia."
"Grazie Generale!"Poi aggiungo: “Il viaggio è stato lungo e faticoso, immagino che siate stanchi."
"Beh si, ma prima voglio rimanere un poco con mio nipote." Ribatte mia madre.
"Padre desiderate bere qualcosa?"
"No, grazie! Preferisco rinfrescarmi e cambiarmi d'abito."
Nanny ribatte: "Dirò alla cameriera di preparare dell'acqua calda per il bagno... con permesso!"
Nanny si allontana, domando: "Quelex soldato che era ai tuoi ordini, continua ad occuparsi della tenuta?"
"Alain vive al villaggio e durante il giorno si occupa degli animali."
 
"Adesso dov'è?"Sento la voce di mio padre decisa, autoritaria.
"Nel fienile."Rispondo con semlicità.
"Intanto che il bagno sarò pronto, andrò da lui!" osservo il piccolo giocherellare con la ciocca di capelli di mia moglie e dico: "E' diventato grande ... e somiglia moltissimo a suo padre!"
 
Nelle parole di mio padre avverto ammirazione. Mio padre è orgoglioso di suo nipote.Sono felice, ha accettato questa situazione di buon grado.
 
"Ora scusatemi, vado da Sassoin!"
 
Vedo mio padre lasciare il salone, chissà cosa avrà da chiede ad Alain!?
 
 
 
Percorro il viale che conduce alle stalle, vedo Sassoin alle prese con il fieno, mi avvicino.
 
 
Lavoro imperterrito fino a che non sento dei passi, alzo la testa e vedo arrivare il Generale.
 
 
Mi avvicino al giovane, dico: "Buongiorno!"
"Buongiorno Signore!"
"Come vanno le cose alla tenuta?"
"Bene Signore!"
"Ci sono novità?!"
"Novità?! No, nessuna!"
"Sicuro soldato?"Domando con tono deciso, quasi inquisitorio.
"Cosa volete sapere da me, Signore?"
" Uhm ... mia figlia è serena?"
"Che strana domanda che mi fate, Signore!"Rispondo preoccupato.
 
 Il Generale è un personaggio davvero particolare.
 
"Niente affatto! Sono un padre preoccupato per la situazione di sua figlia."
 
 
Con un gesto deciso, infilzo il forcone nella paglia, mi asciugo la fronte con la mia stessa camicia e ribatto: "Con tutto il rispetto Signore ma non avete nulla di cui preoccuparVi per Vostra figlia. Il Comandante sa badare a se stessa anche se è una donna nubile con un figlio."
"E' esattamente questo il motivo delle mie preoccupazioni. Oscar non è nemmeno sposata e ha un figlio."Rispondo deciso.
 
Non è possibile che solo io mi preoccupi per lei. Nanny e Marguerite difendono la sua scelta di restare da sola.
 
Sorrido ironico e sussurro: "Il Comandante invece ricorda a tutti noi che è la moglie di André Grandièr."
"Ricorda a tutti voi chi?! Spiegati!"Domando con tono secco, inquisitorio.
 
Questo soldato mi sta nascondendo qualcosa, ne sono certo.
 
"....."
"Vedo che non sai da dove cominciare! ... Allora ti farò qualche domanda! ... Forse Oscar ha dei corteggiatori?"
"...."
"Uno di quelli saresti tu? Avanti, esigo che tu parli!"
 
Vedo il generale avvicinarsi di un passo, deciso ed autoritario. Il Comandante è uguale a lui, stesso piglio severo e deciso.
 
"... Ecco vedete Signore ..."
"Basta tergiversare! Voglio sapere cosa sta accadendo a mia figlia!" Ribatto con tono severo.
"Generale ..." abbasso il capo, poi lo rialzo e con tono fiero e deciso continuo: "Si, è vero ... amo Vostra figlia e vorrei che mi sposasse e amerei il figlio di André come se fosse mio! ... Ma io sono solo un misero poveraccio che non può certo aspirare alla sua mano e tanto meno avere la Vostra approvazione ..."
"Mia figlia cosa ti ha detto al riguardo?"
"Non lo immaginate?! Il Comandante è convinta che André sia vivo, non si rassegna."
" ... Lo so!"
 
Vedo il generale sospirare mentre pronuncia le due parole. Lo sa e non condivide la sua testardaggine.
 
"Lei dice ... dice che André rimarrà il suo unico uomo."
Porto le mani dietro la schiena, le stringo con forza e faccio qualche passo avanti e indietro, poi arresto il passo e domando: "Poco fa, hai detto che Oscar ricorda a tutti voi di essere la moglie di André, tutti voi chi? Oltre a te c'è qualcun altro che corteggia mia figlia?"
Le parole del Generale mi infastidisco non poco, sospiro e rispondo con tono seccato: " ... Si ... MonsieurPerineau. A quanto pare il padrone della contea si è innamorato del Comandante ..."
"Uhm ... "
"Certo è un buon partito però ..."
"Però?! ... Avanti parla!"
"Il Comandante ha chiuso il suo cuore agli uomini. Mi ha detto che apparterrà solo ad André!"
" ... Come vedi soldato Sassoin se mia figlia non accetta la tua corte o quella di Perineau, visto che nemmeno lui è un nobile anche se benestante, non è per una questione di titoli ma perché ha deciso di rimanere fedele al ricordo del padre di suo figlio."
" ... Già ... purtroppo ..."
Sorrido sarcastico e continuo: "Se mia figlia avesse fatto distinzione di classe sociale, non si sarebbe schierata con i rivoluzionari e ... non si sarebbe concessa ad Andrè."
"Avete ragione, Signore!"
"Era ciò che volevo sapere, ti ringrazio!" mi allontano di qualche passo poi mi fermo, rimango di schiena e concludo: "Sassoin, fin tanto che proverai dei sentimenti per mia figlia, ti chiedo di vegliare su di lei con discrezione! ... Temo che una donna sola con un figlio possa essere oggetto di chiacchiere e di male intenzionati."
"Lo farò, Signore ... anche se il Comandante non ha bisogno di nessuno, sa come cavarsela ... dovreste saperlo!"
"Si ... lo so! ..."
 

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Capitolo 4
*** La partenza del Generale ***


Villaggio di Arras, locanda da Sebastien
 
 
Sono seduto da solo in un angolo appartato della locanda, sul tavolo c'è una bottiglia di vino e due bicchieri stringo con tutte e due le mani il mio.
Il vociferare e le risate degli avventori  mi distolgono dai mie pensieri malinconici.
Mi avvicina una donna dall'aspetto un poco volgare e dice: "Padrone desiderate un poco di compagnia?"
"No." rispondo tirando fuori una moneta dalla tasca per donargliela. "Lasciami solo, non voglio essere disturbato da nessuno!"
Afferro la moneta e dico: "Grazie Padrone!"
Vedo la donna allontanarsi, guardo verso l'entrata della locanda, vedo arrivare un uomo distinto in compagnia dell'oste, deve essere il mio ospite.
 
L'oste mi sussurra: "Generale Jarjayes, monsieur Perineau è quell'uomo seduto in quell'angolo!"
"Grazie!" mi avvicino al tavolo, ho di fronte un uomo distinto, si alza e con garbo mi fa un cenno con la testa quasi a fare un inchino. "Siete Voi monsieur Perineau?"
"Si. E Voi dovete essere il Generale Jarjayes?!"
"Si, sono io!"
"Prego, accomodateVI!" Dico indicando la sedia.
 
L'oste domanda: "Signori, debbo servire altro al tavolo?"
Perineau risponde:" Te lo faremo sapere e adesso scusaci!"
"Signori ... con permesso." sussurro allontanandomi.
 
Incredibile! Nella mia locanda ci sono due personaggi illustri: il generale Jarjayes e monsieur Perineau ... ih ihih ... che onore! Chissà perché non si sono dati appuntamento nei loro palazzi!?
 
 
Sono seduto di fronte a al generale, verso il vino nei bicchieri, il mio ospite solleva il bicchiere, lo faccio anch'io e sorseggiamo il liquido color rubino.
 
Con un gesto deciso poso il bicchiere sul tavolo e domando: "Monsieur Perineau, volevate vedermi?! ... Di cosa volete parlarmi?"
"Di Vostra figlia!" Sorrido imbarazzato. "Scusatemi se sono stato così diretto ma io desidero parlare di madame Oscar."
"Cosa volete dirmi?" Chiedo pur conoscendo l'argomento della nostra conversazione.
Stringo nervosamente il bicchiere tra le mani e rispondo: "Non sono più un ragazzo ed è inutile tergiversare. Amo Vostra figlia e chiedo il Vostro permesso per corteggiarla."
"Non lo state già facendo?" vedo lo sguardo sorpreso dell'uomo. Sorrido sarcastico. "Le voci circolano, tutti sanno che corteggiate Oscar!" Rispondo fiero e deciso.
"Ecco ... si, è vero ..."
"Non capisco la Vostra richiesta! ... Forse volete che io convinca mia figlia ad accettare la Vostra proposta? .. Ebbene, mia figlia è una donna adulta, sarà lei a decidere."
"Non voglio che la convinciate, vorrei ... che mi amasse."
"Credo che Voi pretendiate molto monsieur! ... Conosco i sentimenti di mia figlia, lei ama profondamente il padre di suo figlio ." rispondo tranquillo.
 
Mia figlia vuole rimanere fedele ad Andrè.
 
"E’ ciò che mi ha detto, ma lui dov'è? E' davvero morto oppure l'ha lasciata con un figlio?!"
Con atteggiamento severo ribatto: "Conosco perfettamente André! Lui è un uomo come ce ne sono pochi, non si sarebbe mai comportato in questo modo con nessuna donna soprattutto con Oscar che è sempre stata la sua unica ragione di vita!"rispondo con tono secco e deciso.
 
Certo, vorrei che mia figlia avesse un marito, ma quest’uomo che ho qui davanti non può permettersi di dire certe cose!
 
"Vi prego, non Vi inalberate, non era mia intenzione offenderVi! ... Ho solo detto ciò che penso ..."
"Ebbene  Vi sbagliate! ..."
"Generale, ho notato che parlate di lui al presente, forse è ancora vivo?"
"Dopo il nostro colloquio, per me, André è vivo, almeno fin tanto che non lo avrò ritrovato vivo o ... morto."
"Quindi lo state cercando?"
Guardo severamente l'uomo e ribatto: "Ditemi esattamente cosa volete da me!? Ma se Vi illudete che io imponga un uomo a mia figlia, Vi dico sin da adesso che la nostra è una conversazione sterile! Spero di essere stato esaustivo!"
" Fin troppo. Apprezzo la Vostra sincerità .... Speravo che mi avreste aiutato a farle accettare la mia proposta ma dopo aver appurato la Vostra posizione, Vi chiedo almeno di aiutarmi a far accettare a Vostra figlia l'invito che le ho fatto."
"Quale invito?"
"Sabato al mio palazzo, ci saranno i festeggiamenti in occasione del mio genetliaco, vorrei avere l'onore della partecipazione di  madame Oscar."
"Uhm ... per quanto la conosco, non credo che interverrà, Oscar non ha mai amato le feste."
Sorrido sarcastico, sussurro: "Mi ha fatto sapere che Sabato ha un impegno improrogabile, immaginavo che il motivo fosse di altra natura! ...  Generale, il nostro incontro non è andato come speravo, evidentemente ho dato  una pessima impressione."
"Non è esattamente come Voi dite! ... MonsieurPerineau, io sarei ben felice di vedere mia figlia sposata ma non imporrò mai un uomo che non sia di suo gradimento e poi ... mia figlia ormai è una donna, una donna libera che ha sempre vissuto come un uomo e come tale continuerà a comportarsi."
"Capisco il suo vissuto ma rimane pur sempre una donna!"
Guardo dritto negli occhi Perineau, ribatto deciso: "Una donna  decisa, intelligente e soprattutto libera di decidere cosa ne sarà della sua vita!"
" ... Come avete detto poc'anzi, la nostra conversazione  non è andata come speravo ma almeno convincetela a prendere parte al ricevimento che darò! ... Sapete, nemmeno io amo le feste e se ho deciso di farlo è solo per amor suo."
"In questo caso temo che Vi siate affannato inutilmente."
"Vi prego, siate blando, non parlate in questo modo."
"Volete che Vi illuda? Perché non provate a convincerla?"
"Ma io ..."
"Temete un suo rifiuto, vero?"
"... Si, per questo speravo nel Vostro aiuto."
"Sarebbe inutile ... Oscar non accetta i consigli di nessuno, lei ascolta solo  Andrè."
"... Generale, il nostro colloquio non è stato poi tanto inutile, ho capito che non ho alcuna speranza con madame Oscar però io farò l'ennesimo tentativo ..."
" ... Mi rendo conto che amate davvero mia figlia."aggiungo un poco sconsolato.
 
Quest’uomo riceverà una delusione enorme.
 
"Profondamente. Non ho mai conosciuto una donna simile ... per lei sono disposto a tutto, farei di lei la padrona di questa Contea."
"Coff coff ... a proposito di questo argomento ... MonsieurPerineau, Voi immagino che sappiate che  fino a poco tempo fa, Arras apparteneva ai Jarjayes!?"
"Cosa?! ... Ma ... io ..."
 
Osservo lo sguardo stupito di quest’uomo, evidentemente non ne sapeva nulla, davvero strano!
 
"Non vorrete dirmi che non lo sapevate?!"
"Ma ... no, certo che no! ... Mi sono trasferito ad Arras con mio figlio dopo aver ricevuto il comunicato da parte del generale Bouillè che ero il nuovo padrone della Contea di Arras!" Rispondo sorpreso.
"Voi avete un figlio?!"
"Sono vedovo."
"Capisco ..."
"Ma se i Jarjayes erano i padroni di Arras perché ve l'hanno espropriata?"
"Non lo immaginate? ... Dovreste saperlo, visto che asserite di amare mia figlia!"
"... Ecco ... io ..."
“Monsieur, Vi siete innamorato di una rivoluzionaria! ... Forse non temete di sposare una donna simile? ... Mia figlia è una donna che fino a poco tempo fa impartiva ordini a dei soldati! ... Oscar è una donna abituata a comandare e non a ubbidire!"Rispondo deciso, quasi scocciato.
"Sono perfettamente informato della vita di Vostra figlia, ed io l'amo a prescindere da tutto."
"... Debbo riconoscere che ciò Vi fa onore ma il problema è che mia figlia ama il suo André!"
" ... Se non Vi dispiace, domani mattina mi recherò alla tenuta per invitarla personalmente!"
"Sarò ben lieto di offrirVi un buon dolcetto." Rispondo  ricordando quando Bouillè organizzò un ricevimento al suo palazzo affinché Oscar scegliesse marito, invece, lei si presentò in uniforme.
Vedo il Generale distratto e dico: "Sarò ben lieto di accettare un buon dolcetto ma adesso sorseggiamo il vino che ho fatto portare dall'oste."
"Con molto piacere!" Rispondo prendendo il bicchiere.
"Generale, anche se mi avete colto impreparato, è doveroso brindare al nuovo padrone di Arras ..." Dico prendendo anch'io il bicchiere.
"Alla nuova Padrona!"
"Padrona?!"
"Si. Domani stesso farò preparare i documenti affinchè il mio erede diventi la Padrona di questo posto."
"Il Vostro erede?!"
"Si, il mio erede ... Oscar Francois de Jarjayes!"
 
 
 
Sono appoggiata al tronco  dell'albero di quercia, lentamente mi lascio scivolare a terra.
I miei pensieri sono rivolti al mio Andrè, quante volte abbiamo condiviso questo posto senza mai rendermi conto che mi amava!? ... Lui per me era soltanto un amico, un fratello, mentre per lui ero il cielo, il centro della sua vita! ... Quanti ricordi ... troppi! ... Mi perdo nei ricordi, in certi momenti vorrei poter ritornare a quei giorni, vorrei essere ancora spensierata, vorrei avere modo di comprendere prima i sentimenti di Andrè. Piano sento una lacrima scendere sulla mia guancia, Andrè, dove sei Andrè?!
Guardo l'immensità del prato, la mia mente mi porta al quella notte nel boschetto. Era il tredici Luglio. Ho confessato di amarlo e lui era lì,  ad aspettare che mi accorgessi di lui, del suo amore. Che stupida che sono stata, lo amavo già da tempo ma non volevo ammetterlo e soprattutto non avevo il coraggio di confessarglielo.
Sorrido, sbuffo. Affondo ancora di più la schiena contro l'albero, porto le braccia in avanti e intreccio le dita alle ginocchia.
André dove sei? ...
Tornerò in quel boschetto ... nel luogo dove ci siamo amati! ... Voglio assaporare anche se solo con la mente il ricordo di quei meravigliosi momenti.
 Tiro un filo d'erba e lo porto alla bocca creando uno suono ma sento le lacrime salire e con un gesto stizzito lo getto via.
Mi alzo di scatto e decido di rientrare a casa.
Sento dei passi, vedo un’ombra avvicinarsi, mi giro, vedo Alain.
 
"Si, può sapere cosa ci fai qui?!"Domando con tono un poco secco.
 
Stavo bene qui da sola, persa nei miei ricordi.
 
"CalmateVi Comandante, non è mia intenzione importunarVI ..."
"E allora perché mi hai seguita?"
"Ecco ... io ... dopo quella sera che ci siamo incontrati, io non ho avuto modo di parlarVi ..."
"Non hai avuto modo o coraggio?" Ribatto stizzita.
"Entrambe le cose e dopo l'arrivo dei Vostri genitori è ancora più difficile parlarVI."
Lo guardo negli occhi e domando: "Che cosa vuoi?"
"ChiederVi scusa se Vi ho importunata ma credo che confessare a una donna di amarla, non credo che sia una mancanza di rispetto."
"Invece lo è, se sai che la donna in questione è innamorata del suo uomo e non lo sarà mai di nessun altro!" sbotto stanca, stufa di queste attenzioni non richieste.
 
 Possibile che nessuno mi capisca? Io amo Andrè! Andrè! Solo Andrè.
 
Sorrido sarcastico e ribatto: "Soprattutto se questa  è stata la donna del tuo migliore amico ..."
"Avanti Alain, dimmi cosa vuoi!" Aggiungo stanca e scocciata.
"Ve l'ho detto! ... Desidero scusarmi con Voi se sono stato insistente."
"Bene, l'hai fatto, non abbiamo più niente da dirci se non le questioni della tenuta."
"... Certo che sapete come fare male un uomo."
"Cosa?"Domando secca e decisa mentre tengo lo sguardo altro, dritto davanti a me, a scrutare Alain.
"Siete fredda e decisa."
"Smettila Alain!"
"Si ... si ... la smetto di parlarVi in questo modo ma Voi dovete ammettere che siete molto dura con me."
Stringo i pugni e ribatto inalberata: "Ma cosa vuoi?! Ti ho già scusato, adesso lasciami tranquilla!"
Infilo le mani in tasca e con atteggiamento strafottente sussurro: "A quanto pare ho peggiorato solo le cose... il sentimento che provo per Voi è solo affar mio e di nessun altro, spero di dimenticarVi in fretta ..."
"Alain, non voglio che mi parli in questo modo!"
Abbasso il capo e continuo: "Se sono qui è perché  voglio offrirVi il mio aiuto in caso di necessità."
Ridimensiono la mia collera e rispondo: "... Ti ringrazio e adesso scusami!" Comincio ad avviarmi verso casa, sento i passi di Alain ben distanti dai miei.
"Spero che non Vi dia fastidio ma anch'io devo tornare alla tenuta."
Annuisco alle parole di Alain, sono quasi arrivata alla villa quando vedo una vettura ferma davanti al porticato.
Vedo monsieurPerineau appoggiato al muretto ad aspettarmi. Appena mi vede si raddrizza su tutta la sua statura poi sento la voce di Alain: "Vi sta aspettando! ... Con permesso Comandante!"
Sento i passi di Alain allontanarsi lentamente, mi avvicino al mio ospite che prontamente porta la mano sul petto e si inchina.
 
"Buongiorno madame Oscar!"
"Buongiorno!"
"Posso parlarVi?"
"Meglio entrare in casa!"
"No, preferirei farlo qui se non Vi dispiace! ... Vedete, Vostro padre Vi sta aspettando e poi preferirei rimanere qui."Sorrido imbarazzato. "Scusatemi, so di essere poco educato ma non vorrei recare disturbo a nessuno."
"Monsieur Perineau se avete da dirmi qualcosa fatelo in fretta!"
Faccio un piccolo passo in avanti e dico: "Vorrei avere l'onore di averVi al ricevimento ..."
"Mi pare di essere stata chiara con il Vostro servitore!"
"Non potreste fare un’eccezione?"
"Monsieur non vorrei sembrarVi sgarbata ma io non amo i ricevimenti e poi quel giorno ho impegno!"
"Se solo lo Voleste, potrei posticipare  ..."
"Non fatelo, non verrei comunque!"
"Ma io ..."
"Monsieur, evidentemente non sono stata chiara ..."
"Al mio ricevimento prenderanno parte alte cariche e quale occasione per annunciare che la nuova padrona di Arras siete Voi e non più io!?"
"Ma cosa dite?!"Domando stupita e stanca.
"Forse Vostro padre non Vi ha ancora informata? .. Ops ... sono desolato di essere stato io a darVi la notizia!"
"Io davvero non capisco ..."
 
Mio padre ieri è rincasato tardi e stamattina sono uscita prestissimo ...
 
"Bene ormai lo sapete, i Jarjayes hanno riavuto le terre confiscate."
Sono sbalordita e annuisco.
"Madame Oscar avrò l'onore della Vostra presenza al ricevimento?"
Tento di contenermi e con tono secco ribatto: "Monsieur Perineau, non illudeteVi sul mio conto e ribadisco per l'ultima volta, io non ho alcuna intenzione di accettare la corte di nessuno e non desidero più di tornare sull'argomento! E adesso scusatemi!"
Le parole di madame Oscar mi feriscono profondamente, la osservo allontanarsi fino a che rientra in casa. Salgo mestamente sulla carrozza e ordino al cocchiere: "Torniamo a palazzo!"
"Sissignore!"
Sono solo sulla vettura, sento gli occhi brillare, sussurro: "La vita mi ha castigato ... mi sono innamorato di una donna che non contraccambierà mai i miei sentimenti! ... Non posso continuare in questo modo anche se non sarà facile devo dimenticarla!
 
 
 
Couvillis, Francia
 
 
Apro lentamente gli occhi, osservo  il soffitto tinteggiato di bianco … Ma che ora sarà? … Da quanto tempo sto dormendo? … Che male alla testa, sono stordito.  Mi guardo intorno, sono solo, Lucie non c’è …
Mi faccio forza sulle braccia per sollevarmi, che fatica! … Continuo a guardarmi intorno, come sempre tutto è pulito e ordinato. Nella mia stanza giunge un buon odore di zuppa, sento scoppiettare la legna ardente del camino.  Sorrido nel vedere un bicchiere posto al centro del tavolo con  dentro un piccolo bocciolo di rosa … eppure ormai è Ottobre! … Quella rosa … quanti ricordi! … I roseti di Arras, il profumo dell’erba, il canto degli uccelli, le corse a cavallo! … Oh Signore, datemi la possibilità di stare bene per poter tornare alla mia vita! …  Mi lascio cadere sul cuscino, sussurro: “Non posso passare il resto della mia vita in questo letto … prigioniero di questa assurda e inspiegabile malattia! … Almeno la febbre non sale più da diversi giorni”
Mi sollevo nuovamente e decido di scendere dal letto, devo farcela.
Sposto le coperte, lentamente cerco di alzarmi, punto i piedi sul pavimento, finalmente ce l’ho fatta! … Sento la testa girare un poco, tengo lo sguardo dritto davanti a me, nel tentativo di rimanere dritto. Io devo farcela, devo riprendermi, per lei, per la mia Oscar.
Faccio qualche passo, tutto mi gira intorno, mi aggrappo ad una sedia che è di fiancoa me, stringo gli occhi con forza, mi sembra di vedere il suo viso, i suoi lunghi capelli biondi, il suo nome  rimbomba nella mia testa, con voce flebile sussurro: “Oscar … Oscar dove sei?! … Spero che tu stia bene e che quelle voci assurde non siano vere. Tu sei viva, lo so … lo sento! Il mio cuore non può sbagliare…”
Il mio sguardo si posa sul bocciolo, i ricordi riaffiorano …
Quella notte, il 13 Luglio 1789, i nostri cavalli lanciati al galoppo per raggiungere la caserma militare e poi … le strade gremite dai parigini in rivolta.  E poi … il boschetto, testimone del nostro amore! … Anche se la vita ci ha messi a dura prova, ora siano una cosa sola … ci siamo giurati amore eterno. Non è stato un sogno, Oscar sei stata mia, sei mia, ti appartengo! …
 
 
 
 
Spalanco gioiosa la porta con in mano un sacchetto di pane, vedo André aggrappato alla sedia, poso velocemente il sacchetto sopra il tavolo, mi precipito e lo sorreggo.
 
“André cosa fai?! … Sei ancora debole, torna a letto!”
“… No … basta! … Non voglio più passare le mie giornate a letto! Questa misteriosa malattia non deve sopraffarmi  …”Rispondo quasi disperato.
 
Io devo vincerla, questa malattia. Io devo farcelo, lo devo a lei.
 
“Ma cosa dici? Non stai ancora bene!”
“ … Sto meglio … ed io devo andare!”
“Ma dove vorresti andare?” Rispondo cercando di sorreggerlo.
“Devo andare da lei!”
“Lei,  chi!?”
“Oscar, mia moglie!”
“Ma quante volte debbo ripeterti che è morta sotto i colpi dei fucilieri!?”
“Non è vero! … Non può essere!” Dico piegandomi su me stesso.
“Lo vedi? …  Non ti reggi ancora in piedi!”
Sollevo il capo, guardo la donna e sussurro: “E’ vero … non mi reggo ancora ma … mi sento decisamente meglio.”
“Ma il dottore ha detto che necessiti ancora di cure …”
“Curarmi da una malattia che non ha un nome!? … Voglio parlare con lui!”
“Il dottor Milleroy verrà nel pomeriggio e adesso vieni con me … appoggiati! … Devi rimetterti a letto altrimenti i progressi fatti, serviranno a ben poco.”
“Lucie non fai che ripetermi che Oscar è morta ma tu come fai a saperlo? .. Chi … chi te l’ha detto?”
Domando con affanno guardandola negli occhi, quasi disperato, perché io lo sento che lei è viva, ne sono sicuro.
“Me l’ha detto il figlio del fornaio che ha preso parte alla rivoluzione.”
“Si … ma … come l’ha saputo?”
“André ma insomma! … Possibile che tu non faccia che pensare sempre a quella donna?!”
Mi appoggio appena a Lucie e sussurro: “Oscar è la donna della mia vita. Mi rifiuto di pensare che non ci sia più!”
“Non credi che se fosse viva, sarebbe venuta a cercarti?”
A piccoli passi raggiungo il letto, mi siedo sul bordo e rispondo: “Non so cosa le sia successo però … appena mi sentirò meglio andrò via da qui!”
“E dove vorresti andare?”
“A cercare mia moglie!”
“Bella riconoscenza!”
“Lo so … sono mesi che mi ospiti nella tua casa … che mi curi, di questo te ne sarò infinitamente grato …”
Lo guardo dritto negli occhi e ribatto:“Non so che farmene della tua gratitudine. Io voglio te,  il tuo amore!”
“Ascoltami … te l’ho già detto un’infinità di volte, l’unica donna al mondo che potrei amare è Oscar …”
Rispondo stizzita: “E basta con questa donna che ha addirittura il nome di un uomo! … Lei è morta e nessuno potrà restituirtela! Piuttosto guardati intorno, forse non sono abbastanza bella per te?”
 
Osservo Lucie, lei non può capirmi, non riesce neanche a concepire un amore come il nostro, un amore che va oltre a tutto.
 
“Ma che discorsi fai?! Una persona non si ama solo perché è bella ma per tanti altri motivi …”
“Ah si?! Sentiamo quali sarebbero!”
Sento un tono sarcastico nella voce di Lucie.
“Basta! E’inutile discutere! … Lucie, appena sarò in grado di andare via, tornerò per ripagarti …”
“Non voglio i tuoi soldi, voglio te!” Rispondo prendendo le sue mani.
“Lucie, non ho mai approfittato di una donna e non lo farei certo con te che mi hai salvato la vita …”
“Quel giorno ho curato tanti feriti e tu eri tra i più disperati, credevo che non saresti sopravvissuto …”
“Invece mi hai portato a casa tua e curato.”
“André, io non voglio la tua riconoscenza … io ti amo, ti amo con tutto il mio cuore.”
“Ma io non potrò mai amarti.”
“Provaci!” Sussurro sfiorando  le sue labbra con le mie.
 
TOC TOC
 
Sento le mani di André allontanarmi, mi dice: “Stanno bussando! …”
“Uff … ma perché proprio adesso?!”
“Lucie, non sono più in stato confusionale, so perfettamente chi sono, ti prego, manda qualcuno da mia nonna …”
 
TOC TOC …”
 
Rispondo fuori di me: “Se ci riesci, vacci con le tue gambe da tua nonna!”
“Lucie …”
 
 
TOC TOC
 
 
“ARRIVO!” Rispondo infastidita e a grandi falcate mi precipito alla porta, l’apro. “Dottore, Voi qui!? Vi aspettavo nel pomeriggio.”
“Ero nei dintorni e ho deciso di visitare Vostro cugino! Ditemi come sta?”
Incrocio le braccia e ribatto sarcastica: “Meglio! … A parte la testa!”
“E’ ancora confuso?”
“A modo suo, si!”
“Posso vederlo?”
 
 
 
Sento la voce del dottore, lo chiamo: “Dottor Villeroy … Vi prego venite, ho bisogno di Voi!”
“Uhm … dal tono della voce sembra che stiate decisamente meglio!”
Lucie ribatte sarcastica: “Sembrerebbe proprio di si.”
“Scusatemi, vado da André!”
 
La casa non è molto grande, attraverso la stanza centrale per recarmi nella camera padronale. Entro, vedo il paziente seduto al bordo letto e saluto: “Buongiorno André!”
“Buongiorno dottore!”
“A vederti, sembrerebbe che tu stia decisamente meglio!”
“Si, ma sono ancora debole, riesco a camminare appena.”
“Mi pare ovvio! … Per te sono stati mesi molto duri: prima quella brutta ferita poi quella strana febbre che ti ha colpito per mesi, ti ha reso non solo molto debole ma anche in uno stato di confusione.”
Mi sdraio con affanno sul letto e sussurro: “Sto meglio ma non riesco ancora a camminare. Dottore, vorrei una medicina per poter tornare quello di un tempo …”
“Ragazzo mio, sono solo un povero medico! … Sto facendo del mio meglio per curarti e poi tua cugina si è rivelata un’ottima assistente, ti ha curato in modo ineccepibile!”
“Dottore, Vi supplico, aiutatemi!”
“Cosa posso fare per te?”
“Andate a Parigi … a palazzo Jarjayes e chiedete di mia nonna, è la governante di palazzo, ditele che sono vivo e sono qui …”
“Ma tua cugina …”
Sussurro sottovoce: “Lucie non è mia cugina e lei non …”
“André ma …” le parole del giovane mi sconcertano, poi sento dei passi, è Lucie.
“Dunque dottorMilleroy come sta André?”
 
Sono costernato per le parole di André, annuisco.
 
“Dottore, Vi ho fatto una domanda!”
“Ehm .. si … si Lucie … Vostro cugino è ancora molto debole ma si riprenderà.”
“Ne sono felice!”
“Bene, io vado!” poi guardo il giovane e con tono rassicurante concludo: “Sta tranquillo André, vedrai che andrà tutto  bene, farò l’impossibile per aiutarti!”
“Grazie dottore!”
Mi stringo nel mio scialle rosso e dico: “Dottore, Vi accompagno alla porta!”
“Grazie Lucie!”
 Arriviamo davanti alla porta, l’apro e domando: “Secondo Voi quanto tempo servirà a mio cugino per riprendersi perfettamente?”
“Ci vorranno ancora settimane. E pensare che ero convinto  che non ce l’avrebbe fatta, invece …”
“L’ho curato con attenzione e dedizione …”
“Si, lo so. Sei stata davvero brava!”
“Grazie dottore!”
“Arrivederci Lucie!”
“Arrivederci dottore!”
 
Chiudo la porta, mi stringo ancora di più nello scialle e penso: ho ancora qualche settimana per convincerlo che quella donna è morta. André  deve amare me soltanto! …
 
 
 
Tenuta di Arras
 
Esco in tutta fretta dalla mia casa, vedo il mio cavallo sellato e legato alla colonna della staccionata, mi avvicino, afferro le briglia e mi accingo a mettere il piede nella staffa quando vedo  venirmi incontro mio padre. Stringe tra le mani dei fogli, siamo l’uno di fronte all’altra.
 
“Dove stai andando?”
“Al villaggio.”
“Se è lecito saperlo, per quale motivo ci vai?”
“Impartisco lezioni di scherma al figlio di  Corbeau.”
“Se lo fai per una questione di denaro, lo sai che non ne hai bisogno!”
“Vi ringrazio padre ma io non voglio che Voi ..”
“Sei mia figlia, il mio erede.”
“Padre, so bene che il mio comportamento Vi ha deluso, Vi ho fatto soffrire. Ho tradito la corona e Voi … ”Rispondo a bassa voce.
 
Lo so che per mio padre ho tradito, una cosa gravissima per lui.
 
“Non posso negarlo! A causa del tuo comportamento ho sofferto molto  … forse in un altro momento avrei agito in modo differente, ti avrei diseredata  ma … mi sono reso conto che il mondo sta cambiando …”
Spalanco gli occhi e sussurro: “Lo pensate davvero?”Rispondo stupita dalle parole di mio padre.
“Si, sono sincero. Adesso ho il dovere di salvaguardate te e mio nipote che, a quanto ho appreso, non avrà mai un padre …”
“Mio figlio un padre ce l’ha, è André!”
Le parole di mia figlia mi commuovono, sussurro: “Che Dio ascolti la tua preghiera! Anch’io vorrei tanto che fosse vivo.”
“Lo è, ne sono sicura. E visto che mia madre si intratterrà qualche settimana ad Arras, si occuperà della mia creatura ed io potrò  cercarlo!”
“No. Tuo figlio è ancora troppo piccolo, ha bisogno di sua madre! … Io andrò a cercare André! … Partirò oggi stesso …”
“Dite davvero?”
 “Si. Lo faccio per te e per mio nipote.”
“Padre … io … Vi ringrazio dal più profondo del mio cuore!”Rispondo commossa, le parole di mio padre, la sua accettazione, la sua comprensione.
“Lo faccio per renderti la serenità che meriti.”
“Lo sarò quando riabbraccerò André!”
“Vorrei avere la tua certezza.”Rispondo commosso, a bassa voce.
“Anche Voi credete che sia morto!?”
“Spero di sbagliarmi. Vorrei tanto vederti felice!”
“Grazie! … Adesso scusatemi, devo andare. Padre, fate buon viaggio e Vi prego, portatemi notizie di André!”
“Stanne certa! … Oscar …”
“Si?!”
Porgo i fogli e continuo: “E’ il mio regalo per te!”
 
Vedo le mani di mio padre tremare un poco, gli occhi lucidi, la sua commozione.
 
“Un regalo per me!? … Di cosa si tratta?”
“Arras è tornata ai Jarjayes …”
“Si, lo so … me l’ha detto Perineau. Padre, ma davvero Voi …”
“Arras appartiene a te… questo è l’atto di proprietà.”
“Ma io …”
“Avanti … cosa aspetti?! Prendi!”
Timidamente predo il documento e sussurro: “Io davvero non so cosa dire … grazie Padre!” porgo la mano come ho sempre fatto in ogni occasione, aspetto che mio padre faccia altrettanto ma inaspettatamente mi stringe a sè per la prima volta, sono  tra le sue forti braccia.
 
Per la prima volta in vita mia abbraccio mia figlia, accarezzo i suoi lunghi capelli dorati e con la voce rotta dall’emozione sussurro: “Troverò André … te lo giuro!”
Rimango tra il caldo abbraccio di mio padre e con la voce soffocata dal pianto rispondo: “Grazie … Padre!”

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Capitolo 5
*** Una speranza ***


Una speranza
 
 
 
Tenuta d'Arras


“Madame Marguerite, il Generale è partito!?"
"E' andato a cercare  ... André..."
"Spera davvero di trovarlo?"
"Non lo so, Nanny ... " Rispondo un poco sconsolata.
"E Voi? …  Pensate che  sia vivo?"
"Tu?"
"... Lo spero! ... Ma ad Oscar non ho mai fatto trapelare le mie speranze per non illuderla."
 
 
Vedo Nanny fare un sorriso amaro, alla fine la cara Nanny spera di ritrovare suo nipote, come tutti noi. La vedo sciogliersi, una lacrima a rigare il suo viso ormai anziano e segnato dal dolore per la perdita del nipote.

Cullo tra le braccia il mio nipotino e sussurro: "Vorrei tanto che il piccolo crescesse al fianco di suo padre ma ..."
"Voi ne dubitate ..."
"Non lo so ... Di André non abbiamo avuto alcuna notizia, sono passati ben quindici mesi!... Non posso non pensare al peggio … purtroppo!" Rispondo mentre un nodo alla gola di impedisce di andare oltre.
 
Quel ragazzo è per me come un figlio e spero davvero che Augustin riesca a ritrovarlo, spero che sia vivo, da qualche parte ma vivo.

"Oscar è convinta che  sia vivo. Povera bambina sta soffrendo tanto!" Sussurro asciugandomi con il fazzoletto gli occhi sotto le lenti. “Ed io soffro per la mancanza del mio caro nipote.”
“La rivoluzione ha sconvolto la vita di tanti … anche le nostre.” Continuo a cullare il piccolo, lo guardo con amore. “Sei davvero bello …” mi sorride. “Si, sei bello, bellissimo come il tuo papà e la tua mamma! … Nanny, mio marito mi ha riferito che mia figlia ha diversi corteggiatori ..."
"Si. Sia Alain che Monsieur Perenau, l'hanno chiesta in moglie ma Oscar ha deciso di restare fedele a mio nipote!"
"La comprendo, sono cresciuti insieme, non potrebbe essere diversamente. Nanny ..."
"Ditemi, Madame!"
"Da quanto tempo mia figlia e André erano innamorati?" Domando timidamente.
 
Mi sembra di entrare in un terreno non mio, quasi di violare la loro intimità.

"Mio nipote l’ha sempre amata ma Oscar ha capito di contraccambiare il suo sentimento solo poco prima che lo perdesse. Questo è ciò che mia ha raccontato Vostra figlia."
 "Lo immaginavo ... Augustin ha fatto di lei un soldato e come tale si è sempre comportata e dopo aver compreso di amare André, l'ha perduto. Povera figlia mia!"
"Già! ... E' ciò che più la tormenta.”

Un lampo illumina la stanza…

“ Tra non molto verrà giù un acquazzone.”
“Già … spero che mio marito faccia ritorno quanto prima con notizie di André …”
“Che Dio l’aiuti! … Adesso scusatemi Madame, devo preparare la cena.”






Ormai la luce del sole ha ceduto il posto all'imbrunire della sera, sento il rombo del tuono susseguito da uno scroscio di pioggia. Sono seduta sul sofà, il mio sguardo si perde sulle lingue del fuoco scoppiettante mentre sorseggio lentamente una cioccolata calda, penso ad André, ai suoi baci, alle sue carezze, alle sue mani dolci, morbide nonostante gli anni di lavoro, al suo profumo ….
   Butto giù tutto d'un fiato ciò che resta del liquido caldo, chiudo gli occhi, vedo il suo viso. Non sono pazza, André è come se fosse qui con me! ... Poso la tazza sul tavolino, appoggio le mani sui braccioli, chiudo ancora gli occhi, ho l'impressione di sentire la sua mano sulla mia. André ...  
Raggiungo la sala centrale con il mio nipotino in braccio, vedo mia figlia seduta davanti al fuoco, è assorta dai suo pensieri, immagino a chi siano rivolti. Decido di non disturbarla e a piccoli passi mi allontano ma sento giungere la sua voce.  "Madre, non andate via!" Sussurro rimanendo ancorata alla mia sedia. 
Arresto il passo e la raggiungo mentre cullo il piccino.  "Non era mia intenzione disturbarti."
"Non l'avete fatto!"
"Stavi pensando a tuo padre?!"
"Anche! ... Sono passati cinque giorni da quando mio padre è partito, purtroppo non è giunta alcuna notizia."
 
Sento la voce di mia figlia un poco sconsolata, triste.
 
“Sii paziente, vedrai che avremo sue notizie." mi siedo accanto a lei mentre sistemo sulle ginocchia il piccolo André.  Guardo mio figlio, sorrido, lo vedo tendere le braccia e lo prendo con me. Mi perdo nel suo sguardo quasi a cercare gli occhi di suo padre invece ... Nanny ha ragione almeno i suoi occhi non sono quelli di André.   "Madre, anche Voi pensate che André sia morto?"
“ … Spero che tu padre ci dia notizie.”
“lo immaginavo! … Anche Voi pensate che non tornerà più.”
“Non volevo dire questo è solo che …”
“E’ passato troppo tempo …”aggiungo  sconsolata mentre osservo il mio Andrè.
“Prego tutti i giorni affinché il mio nipotino cresca al fianco di suo padre.” Sento gli occhi brillare. “Vedrai, tuo padre ci porterà notizie.”






Sono in cucina a gustarmi una deliziosa zuppa calda mentre  Nanny è indaffarata a preparare le altre portate. I lampi e i tuoni si susseguono senza sosta, l’ultimo è il più fragoroso, vedo Nannysobalzare per lo spavento.

“Ih ihih …”
“Alain hai poco da ridere! Tu forse non sei mai stato colto alla sprovvista?”
Tra un boccone e l’altro ribatto: “Ehhh certo che si! La mia vita è tutta una sorpresa! … Mi dispiace averti recato disturbo ma proprio mentre stavo tornando a casa sono stato sorpreso dall’acquazzone. Comunque grazie per avermi offerto questa cena succulenta, è davvero ottima!”
“Dovevi andare via prima!”
“Non potevo lasciare il lavoro a metà … forse ti disturba la mia presenza?”
“Affatto. L’importante è che tu non importuni più Oscar!”
Lascio cadere il cucchiaio nel piatto e sussurro sorpreso: “Vuoi dire che …”
“So che sia tu e MonsieurPerineau corteggiate la mia bambina.”
“Ma io …”
“Tu niente! Bada Alain devi rispettarla come anche quell’altro damerino! … E poi è tempo sprecato, Oscar è fedele al ricordo di André.”
“Che imbarazzo parlare dei miei sentimenti proprio con te che eri la nonna  di …”
“Sono la nonna di André!”
 
Sento la voce fiera e scocciata della vecchina, per lei Andrè è ancora vivo.

Mi alzo dalla sedia, mi pulisco il muso con il tovagliolo, lo getto con stizza sul tavolo e ribatto: “Suvvia Nanny! Non crederai anche tu che André sia ancora vivo?”
“Lo spero! … Spero che il Generale porti sue notizie.” Guardo dritto negli occhi del giovane e con tono severo continuo: “Bada … fin tanto il Generale non ci avrà portato notizie di André, devi rispettare Oscar altrimenti te la dovrai vederte con me!”
“Ma io non credo di averle mancata di rispetto, le ho solo detto che l’amo e che desidero sposarla …”
Mi agito e ribatto: “E ti pare poco?! Come puoi proporre il matrimonio a una donna che spera di ritrovare suo marito !?”
“Se fosse vivo starebbe qui!” Sentenzio deciso.
 
Ormai ne sono certo, Andrè è morto.

“Ascoltami Alain! … Se André dovesse tornare, cosa faresti?”
“Che domanda!? Ovvio che mi farei da parte! … Nonostante ciò che voi tutti possiate pensare, André era il mio migliore amico e poi … che speranza avrei se  davvero tornasse!?”
“Nessuna! … Come del resto non ce l’hai nemmeno adesso. Mi dispiace parlarti in questo modo, non è mia intenzione farti soffrire e non vorrei nemmeno vedere Oscar sempre tanto triste e pensierosa…”
“Dunque a te non dispiacerebbe vederla felice cioè accanto ad un altro uomo?”
“Oh beh … io … anche se ne sarei gelosa per amore della mia bambina lo accetterei. Ma … Oscar è la donna di un solo uomo ne sono sicura … la conosco bene.”
“ Uhm … lo temo anch’io … purtroppo …” mi avvicino alla finestra, vedo la pioggia scendere giù lentamente, sussurro: “Il peggio è passato, torno a casa.”
“Ma cosa dici!? Ti bagnerai!”
“Fa nulla… un poco di pioggia mi farà bene!” mi volto, guardo la donna. “Scusami Nanny se manco di rispetto alla memoria di André, so che non dovrei amare la  donna che è stata sua ma non ci riesco. Ti prometto che non importunerò più il Comandante almeno fin tanto che sarà tutto passato. Io voglio il suo amore e non la sua compassione.”
“Allora mettiti l’anima in pace, Oscar amerà soltanto Andrè!”
“ … lo so … ed è questo che mi fa più male!” Sussurro mentre vado via.


Oh ma che sfacciato! Dirmi in faccia che ama la moglie del mio André! … Alain è davvero senza ritegno, pazzesco!





Couvillis


Preparo la tisana ad André, furtivamente aggiungo della polverina  nel liquido così starà buono e non penserà a quella donna.
Sento bussare.
“UN MOMENO ARRIVO!” mescolo velocemente la tisana  e la porto ad André che è a letto.
“Buongiorno André!”

Sento la voce confusa di Lucie, sussurro: “Buongiorno …”
“Come ti senti?”
“ … Sono stordito … non capisco perché mi senta continuamente così!”
“Perché non stai ancora bene e devi curarti!” osservo il liquido fumante, sorrido e con tono suadente continuo: “Ti ho preparato la tua tisana, bevi …”

TOC TOC …

“Lucie stanno bussando …”
“Si, si … ma adesso bevi, alla porta ci penserò dopo.”

“TOC TOCTOC …

“Credo che abbiano molta fretta. Lucie lascia la tisana sul comodino, la berrò appena si sarà raffreddata.”
“Uff … e va bene!” rispondo infastidita mentre poso la tazza. “Vado a vedere chi è!”

Vedo Lucie allontanarsi in tutta fretta, decido di alzarmi dal letto anche se sento la testa girare, voglio sapere chi è venuto.


TOC TOC …”

”Arrivo! Arrivo!” apro la porta. “Ah sei tu Paule!”
“Che c’è, forse non ti fa piacere vedermi?”
“Si, certo che si, devi darmi notizie?”
“Sono qui per questo! Posso entrare?”
“No. André si è appena svegliato …”
“E allora?! E’ sempre stordito, cosa vuoi che ascolti!”
“Hai ragione ma è meglio parlare fuori. Andiamo!”
“Come vuoi.”

Paule ed io usciamo di casa e rimaniamo sull’uscio della porta.


Sono dietro la porta della camera da letto, ho ascoltato tutto ma che strana conversazione, cosa non dovrei ascoltare?!
Con le gambe che  mi sorreggono appena, attraverso la stanza fino ad arrivare alla porta anche se socchiusa sento pochissimo, poi le due donne fanno qualche passo verso la finestra che è spalancata, mi avvicino a passo felino e ascolto.



“Lucie quando tempo ancora credi di tenerlo prigioniero?”
“Fin tanto che non contraccambierà il mio amore.”
“Ma lui ama un’altra!”
“Cosa vuoi che mi importi?! Io amo Andrè e farò di tutto per averlo a costo di comprometterlo moralmente.”
“Ah ahah … ma cosa dici! Ma se non fai altro che somministrargli quelle erbe! … Il tuo bel moro si regge appena in piedi, come pensi fare?”
“Farò in modo di alleggerire le spezie così avrà la forza di giacere con me! … Mi hai portato le altre erbe che ti ho chiesto?”
“Certo che si! Me le sono procurate da chi sai tu, lo sai che è molto coscienziosa e non le da a nessuno se non per effettiva necessità!”
“Lo so. Lei pensa che ti servano per tua madre che sta male.”
“Infatti …”



Sento le gocce di sudore scivolare sulle guance, le parole delle due donne mi sconvolgono. Lucie non è la persona che credevo, devo assolutamente trovare una soluzione.
Lucie non deve scoprire che ho ascoltato la conversazione, devo tornare a letto.
Silenziosamente torno in camera, barcollo, mi sorreggo ai mobili, cammino ancora fino ad arrivare alla pediera del letto, mi sorreggo ancora. Vedo la tazza fumante, in quella tisana ci sono le spezie di cui parlava quella donna, devo gettarla via … ma dove?
Mi guardo intorno, c’è una pianta in un vaso. Mi avvicino con molta fatica al comodino, afferro con rabbia il manico della tazza, raccolgo tutte le mie forze,  mi avvicino al vaso e verso il liquido.
D’ora in avanti troverò il modo di non prendere più le tisane ma dovrò fingermi stordito.
Se Lucie è stata capace di stordirmi per tanto tempo, sono sicuro che mi ha mentito riguardo ad Oscar! … E’ viva, lo so. Oscar non può essere morta. Io ti troverò amore mio!




“Mi avevi detto che avevi notizie, di cosa si tratta?”
“Riguarda la donna del tuo bel moro …”
“Cosa?! Dunque è vero che è ancora viva!”
“Viva e vegeta! Ed è la padrona di Arras!”
“Ma sei matta?! Ma se il nuovo padrone di quella contea è Monsieur Perenau!”
“Lo era mia cara, lo era! … Dimmi, vai ancora da lui a fargli visita?”
“Non ci penso nemmeno! Sono mesi che non ci incontriamo, esattamente da quando mi sono innamorata di Andrè!”
“Ma lui ti copriva di regali!”
“Si, ma non mi amava e sinceramente non mi importa! … Preferisco l’amore di André  alle monete di Perinau e poi … se non mi ha più cercata significa che nemmeno mi desidera più! … Maledizione!”
“Stai pensando a quella donna?”
“ E a chi se no?! … Debbo tenere Andrè lontano da tutto. Lui deve essere mio! … Stanotte entrerò nel suo letto.”
“Dunque almeno per oggi niente tisana?”
“Ha già bevuto quella di stamattina, non gli darò quelle del pomeriggio e della sera.”
“Bene, allora ti auguro una magnifica notte di passione con il tuo bel occhi verdi …”
 
 
 
 
 
 
Sono settimane che sono alla ricerca di André,  ho saputo che alcuni feriti che hanno preso parte alla rivolta parigina sono giunti da altri villaggi  … chissà magari …. Ma no, cosa vado a pensare!? Cosa ci farebbe André  a Couvillis?! E poi perché non dovrebbe tornare a casa? ….
André era innamorato di mia figlia, per lei era disposto a dare la vita! … Ricordo quella notte che disarmò il mio braccio.
I ricordi continuano a riaffiorare ….
Sento ancora la canna della pistola puntata sul mio petto, le sue parole: badate, sono pronto a spararVi …

Ma poi … si arrese al suo destino, era pronto a morire per primo pur di non assistere alla morte della donna che amava!
No, no! … Se fosse vivo, starebbe al fianco di mia figlia e di mio nipote!
 Oscar. come vorrei ritrovare André! … Almeno una volta nella mia vita ti renderei felice … figlia mia! 

Ho cavalcato per tutto il giorno, finalmente sono arrivato nel villaggio di Couvillis.
Osservo le case illuminate dalla luce fioca delle candele, gli uomini indaffarati per ultimare il proprio lavoro, c’è ancora qualche bambino giocare in strada. E’ tutto così diverso da Parigi dove si respira aria di rivolta e malcontento. Questo è un luogo tranquillo, qui la rivoluzione non ha ancora colpito.
Passo davanti a una locanda, spero che abbiano una stanza, sono così stanco!
Arresto il passo del mio cavallo, scendo e lego l’animale a una staccionata.
Entro, mi guardo intorno, c’è poca gente, tavoli vuoti, con lo sguardo cerco l’oste, lo vedo, mi sorride, mi avvicino.

“Buongiorno Monsieur, volete bere qualcosa?”
“Ho bisogno di una stanza per la notte e ovviamente di ristoro.”
“Desiderate compagnia?”
“No.” Rispondo secco.
“Vedo che siete una persona distinta, Vi darò la camera migliore! … Beh … anche se non credo che sarà alla Vostra altezza.”
“L’importante che sia pulita e che le lenzuola siano di bucato!”
“Ma certo! Dirò a una delle ragazze di dare una ripulita intanto Vi faccio servire un buon pasto!”
“Fuori c’è il mio cavallo, occupatevi anche di lui!”
“Senz’altro Signore!” ordino al garzone: “Hai sentito?! Occupati del cavallo del Signore!”
“Si, padrone!”
Vedo il garzone allontanarsi e domando all’oste: “Ho saputo che al villaggio ci sono alcuni feriti reduci della rivoluzione parigina, Voi sapete di chi si tratta?”
“Oh Signore! Ma Voi siete un soldato o cosa?”
“State tranquillo, non sono un soldato, sto cercando mio figlio …”
“Dite davvero?! Persone distinte come Voi, simpatizzanti di Robespierre?!” Ribatto entusiasta.
“Uhm … Allora?!”
“Ma ditemi, chi cercate? … Come si chiama Vostro figlio?”
“André. E’ un giovane moro, alto, con gli occhi verdi …”Rispondo deciso, con tono secco, cordiale ma distaccato.
“Avete detto André!? … Uhm … forse … ma no, impossibile!”
“Impossibile cosa? Avanti, parlate!” Pronuncio l’ultima parola come fosse un ordine.
“Sono confuso …  Lucie non è certo di famiglia benestante e quel giovane è un poveraccio come lei!”
“Quel giovane chi?”
“Il cugino di Lucie!”
“Quel giovane si chiama André?”
“Si ma …”
“Vi ordino di parlare!”
“Ehm …  Sapete, il cugino della ragazza in questione è un soldato della Guardia Metropolitana …”
Sussulto, sento un tuffo al cuore, domando: “Si chiama André Grandier?”
“Si, si, si chiama André … ma il cognome di Lucie non è lo stesso, forse sono cugini di sorelle o … ”

Signore fate che sia lui! Finalmente una speranza! Spero davvero che sia lui …..

“Ma come è arrivato fin qui se ha preso parte alla rivoluzione?” Domando ansioso.
“Come Vi ho appena detto, André prestava servizio nei soldati della Guardia parigina e durante la rivolta è stato gravemente ferito. Lucie, in quel periodo era a Parigi, lavorava presso una sartoria … almeno così racconta ma le voci di paese dicono ben altro! Pare che  abbia un amante ed è per questo motivo che non si è ancora sposata!”
“Proseguite! Mi interessa sapere di mio figlio!”
“Si, certo! Dunque come Vi dicevo,  a Parigi c’erano tanti feriti tra cui il cugino di Lucie. “sorrido sorpreso. “Ma chi l’avrebbe detto che quella ragazza appartenesse a gente di classe! Ih ihih …”
“E poi? Continuate!”
“Ha prestato le prima cure al ragazzo e poi ha deciso di portarlo a casa sua!”
“Uhm … un bel viaggio lungo! … Ditemi … dove abita Lucie?”
“Non la conoscete?” domando curioso. “Forse non è vero che siete parenti?”
Tiro fuori una moneta d’oro e dico: “Questa è per il Vostro silenzio e adesso indicatemi dove abita la ragazza!”
Guardo felice la moneta d’oro e rispondo felice: “Venite con me! Vi accompagnerò personalmente!”
“Sarà sufficiente che mi lasciate nei pressi dell’abitazione.”
“Come desiderate Signore!”
 
 
 
 
 
 
Indosso la mia camicia da notte in seta, lunga e morbida, uno dei regali del mio amante. La parte superiore è tutta in pizzo, trasparente, che lascia intravedere la pelle sottostante. Infilo sopra una sottile vestaglia, lunga fino a terra, lasciata aperta. Afferro il boccettino di profumo, ne ho ancora poco, ma questa è l’occasione giusta per sfoggiarlo. Poche gocce sul collo, dietro alle orecchie, sui polsi e nell’incavo dei seni. …
Ravvivo un poco i capelli, li lascio cadere lunghi, liberi.
Prendo la tazza che è posta sul tavolo, è la solita tisana serale per André, nemmeno stavolta ho aggiunto le erbe che lo stordiscono.
Debbo ammettere che sono molto efficaci, il suo sguardo è meno spento e più vivace, sono sicura che stasera giacerà con me.
 
 
 
 
Sono a letto, anche se sto recuperando le forze, fingo di essere ancora molto debole. Lucie farà di tutto per stare con me …
 
Sento i suoi passi leggeri, nella penombra della luce fioca della candela la vedo arrivare, indossa una vestaglia che non lascia nulla all’immaginazione.

 
 
 

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Capitolo 6
*** In salvo ***


In salvo
 
E' notte fonda, ci addentriamo nella boscaglia.
L'erba è piuttosto alta, dobbiamo fare molta attenzione per non inciampare nei numerosi ciottoli e nelle radici degli alberi che sporgono dal terreno. Infondo alla radura vedo una casa con il comignolo fumante, rallento il passo e domando all'oste: "E' quella la casa?"
"Si .... in quella casa abita Lucie ... ed il suo cugino. Però non capisco, monsieur, se quel ragazzo è Vostro figlio perché non volete presentarvi? Cos’è tutta questa segretezza?"
"Credo di avervi ricompensato a sufficienza per il Vostro silenzio. Adesso Vi prego di tornare alla locanda, tornerò spero con mio figlio!"
"Come desiderate, Signore!" Poi faccio un veloce inchino e mi allontano a passo spedito. “Quest'uomo incute soggezione, non si può fare a meno di obbedirgli.”
                                                                      
 
 
Continuo a percorrere il terreno sterrato, preferisco non addentrarmi sul sentiero, non so cosa succeda in quella casa ma se André stesse bene  avrebbe fatto ritorno! ... Non voglio illudermi ma spero che Dio mi assista e lo trovi davvero!
 
Continuo a farmi strada tra i cespugli fino a che l'erba diventa bassa, ora devo fare attenzione affinché in quella casa nessuno si accorga della mia presenza.
Ancora qualche passo, ormai ci sono.
Mi avvicino a una finestra chiusa, mi accovaccio sulle gambe,  riesco a vedere all'interno.
Il camino è acceso, sul tavolo ci sono dei fiori, continuo a sbirciare, sembra disabitata, non c'è nessuno almeno in questa stanza, meglio che mi sposti e guardi alla finestra accanto ...
Nulla! ... Non vedo nessuno! ... Sicuramente chiunque viva qui starà dormendo, devo spostarmi nella parte opposta.
 
 
 
 
Mi osservo ancora una volta allo specchio, l'immagine che vedo riflessa è quella di una donna decisa, sensuale, dolce, accogliente e provocante. Andrè non potrà resistere al mio petto prosperoso, ai miei capelli profumati, alle mie mani morbide. Questa notte sarà mio e dimenticherà quella donna per cui sospira.  Lo voglio, lo desidero, sarà mio!
 
 
 
 
Lucie si avvicina sempre di più al letto, sento il suo profumo, i suoi passi. Scosta le coperte e si infila nel mio letto, cosa che fino ad ora non ha mai osato fare, fingo di dormire ma sono costretto a reagire.
Sento le sue mani accarezzare il mio petto, poso la mia sulla sua e sussurro: "Non voglio illuderti, non lo meriti! Lucie, ti sarò per sempre riconoscente ma io non ti amo ..."
"Ma io ti amo, Andrè! Ed il mio amore sarà sufficiente per entrambi. E con il tempo .... con il tempo sono sicura che mi amerai anche tu!" Rispondo decisa mentre mi avvicino alle sue labbra, piegata su di lui, con il petto profumato appoggiato al suo torace.
Mi allontano con delicatezza e sussurro: "Non posso! ... Ho una moglie ed è l'unico amore della mia vita. Non l'ho mai tradita e non intendo farlo adesso!"
"Tua moglie .... è morta sotto alla Bastiglia! Io invece sono qui! In carne, ossa e sangue! E' ora che tu .... riprenda a vivere, Andrè!"Rispondo decisa ma con voce suadente.
Mi allontano deciso, ribatto: "Se così fosse, voglio vedere la tomba dove riposa!"
"Non c'è nessuna tomba, solo una fossa comune! Ed ora smettila di pensare a lei, pensa a me, che sono qui, ora!!"
Scendo dal letto con molta fatica, sento la testa un poco girare, mi aggrappo alla sedia che è accanto al letto, sussurro: "Non mi importa ... in vita mia ho  amato una sola donna e non amerò nessun'altra."
 
Scosto le coperte con decisione, mi alzo, lascio cadere a terra la vestaglia e mi avvicino ad Andrè. Sfioro la pelle del suo viso, coperta da una leggere peluria, la stessa pelle che ogni mattina rado con attenzione e passione. Poi sfioro i suoi capelli, li stessi che lavo tutte le settimane e che pettino ogni mattina. Sospiro, lo osservo mentre cerca di allontanarsi da me.
 
"Andrè .... io ti amo!"
Afferro le sue mani, le allontano e ribatto deciso: "Il tuo non è amore. Se mi amassi davvero mi lasceresti libero di andare!”
“Ma io non voglio che tu te ne vada!”
“ ... Lucie, so che per tutti questi mesi mi hai stordito con le tue tisane ..."
"Cosa?" Spalanco gli occhi per lo stupore, osservo Andrè e rispondo decisa: "Stordito? Io ti ho solo permesso di riposare tranquillo per guarire! Eri pieno di ferite, avevi perso molto sangue ... ed io ti ho curato! Ho fatto di tutto per salvarti! E tu .... tu mi ringrazi così?!"
 
 
 
Sono dietro la finestra socchiusa della camera da letto, piegato sulle gambe, osservo André, non riesce a sorreggersi e sto ascoltando la conversazione.
 
Quindi André non è in grado di fuggire ed è prigioniero di una folle! Devo trovare il modo di portalo via senza che scoppi uno scandalo!
 
 
 
"Lucie, lasciami! Non sei tu la donna che voglio! Domani .... domani mattina me ne andrò .... capisci anche tu che non posso più restare qui con te, non sarebbe giusto, per nessuno."
 
Afferro le sue forti braccia, mi stringo al suo petto e scoppio in lacrime.
"Ma si può sapere cos'ha quella donna più di me? ... Io sto impazzendo d'amore per te! André, ti prego amami anche per una sola volta!"
"Non posso Lucie. Non posso ... se vuoi .... lascerò questa casa anche subito ..... io non voglio vederti così!"
"No, no, ti prego, non puoi abbandonarmi! Ti voglio, André! E tu non puoi rifiutarmi in questo modo!"
 
 
 
 
 
 
Ho visto e ascoltato tutto, André è stato messo alle strette, devo fare qualcosa!
Mi allontano silenziosamente ed entro nella sterpaglia che è nelle vicinanze dell'abitazione, devo appiccare il fuoco e liberarlo! Purtroppo non ho altra soluzione, quella donna è pazza ….
Raccolgo dei rami e delle sterpaglie, preparerò un falò davanti alla casa, di sicuro quella pazza uscirà fuori per vedere ed io libererò Andrè.
Raccolgo il tutto, lo sistemo per bene e prendo il mio acciarino. Piano piano vedo il fuoco accendersi e diventare più alto. Non mi resta che aspettare che quella pazza esca!
 
 
 
 
 
"Lucie lasciami stare!" Mi porto una mano alla testa, mi gira tutto intorno. "Guarda cosa hai fatto di me! ... Non riesco nemmeno a reggermi in piedi, non so come sia ancora vivo ..."
"Sei vivo perché IO ti ho curato e non .... lei!! Lei è morta!! Vuoi capirlo?!" Urlo disperata.
Mi piego sulle ginocchia tentando di mantenermi alla sedia ma continuo a barcollare, mi aggrappo ancora al tavolo e con voce affannata ribatto: "Anche se Oscar fosse morta, io le resterò fedele per tutta la vita."
 
Vedo una strana luce provenire da fuori, non vorrei che stesse accadendo qualcosa. Osservo Andrè, lui di certo non può scappare da qui. Forse è meglio se vado a vedere.
 
"Tu .... non muoverti! Torno subito!" Poi mi volto e mi allontano, con passo fermo.
 
Continuo a sentirmi confuso, mi reggo appena in piedi, sento le gambe tremare un poco. Con affanno alzo la testa, guardo fuori dalla finestra, vedo un piccolo incendio.
"Oh Signore! .. La casa rischia di bruciare, devo fare qualcosa!" cammino a piccoli passi, tento di raggiungere l'uscita sono costretto ad  aggrapparmi  a tutto ciò che mi è vicino per non cadere, spero di farcela ...
 
 
 
 
 
Vedo la donna uscire dalla casa, veloce entro da una finestra e lo vedo, appoggiato ad un tavolino, barcollante.
"Andrè .... Andrè ... sei tu, sei davvero tu!"
Sono ripiegato su me stesso, le gocce di sudore mi rigano il viso, sento una voce familiare, non è possibile è quella del Generale! … Sollevo lentamente il capo, lo vedo. "Generale! Non è possibile ……. siete  davvero Voi!?"Domando felice di vedere il generale, ancora incredulo che lui sia qui, sia venuto a salvarmi.
 
 
Sento la voce di Andrè, lo osservo, è stanco, magro. Si regge in piedi con fatica. Sento una lacrima scendere sul viso, ma è solo un attimo. Questo ragazzo ….. è cresciuto nella mia casa, con mio figlio, ed ora è qui, stanco, magro, malato. Non posso non commuovermi alla vista di Andrè.
Mi avvicino veloce, lo prendo sotto il braccio e lo aiuto a raggiungere la finestra.
"Dobbiamo muoverci, Andrè. Per le spiegazioni ci sarà tempo! Forza ragazzo ..... forza!"
Mi aggrappo sulle spalle del Generale e sussurro: "Ma prima ditemi se Oscar è viva!"
"Si, certo che è viva! Ma ora muoviti .... e fai silenzio .... prima che quella pazza si accorga di noi! Su, veloce! Dobbiamo scavalcare la finestra!"
Sento il cuore battere forte, gli occhi brillare per l'emozione,  prima di oltrepassare la finestra sussurro appena: "Dio, Vi sarò riconoscente per tutta la vita!"
 
 
 
 
 
Sono sul ciglio della porta, sono sbalordita, chi mai avrà appiccato l'incendio?! ... Le fiamme bruciano la sterpaglia, per fortuna non c'è vento e la mia casa non è in pericolo, l'incendio non si propagherà.
Entro in casa, a passo spedito vado verso la camera da letto e dico: "Qualcuno ha appiccato un incendio, per fortuna che la sterpaglia è ben lontana da noi!" Guardo nella stanza, non lo vedo. "André! ... André dove sei? ... Ma ... dove sei andato?" Osservo la finestra spalancata, capisco tutto. Mi inalbero. "Non è possibile! ... Sei scappato da me ... NOOOO .... NOOOO ... ANDRE'!" scoppio a piangere, ma poi  ritrovo la calma. Mi passo le mani tra i capelli, sento le gambe tremare per la rabbia. "Devo ritrovarti, non puoi essere lontano!" mi sfilo velocemente la camicia da notte, afferro i miei vestiti e li indosso in tutta fretta. "Maledizione ... non posso passare per la campagna, sta bruciando, dovrò prendere la strada più lunga per arrivare in paese! ... Almeno spero che sia andato a rifugiarsi in qualche locanda, in quelle condizioni non può certo viaggiare! ... André, io ti amo e non voglio che mi abbandoni in questo modo dopo averti salvato la vita!"
 
 
 
 
 
 
Mi appoggio al generale, cammino a fatica, mi sento debole, le gambe non mi reggono.  Proseguiamo nella fitta boscaglia fino a raggiungere un cavallo. Riconosco l'animale, è il cavallo del generale, il suo stallone nero.
 
"Andrè, forza ragazzo, adesso saliamo in sella e raggiungiamo il paese!"
" ... Si ... Signore ... dove mi portate?"
"Al sicuro ragazzo. Passeremo la notte in una locanda e poi partiremo per Arras, sempre se te la senti di viaggiare! Forse sarebbe meglio sentire prima un medico"
"No, no! Voglio rivedere Oscar! ... Se fosse per me, partirei immediatamente ..."
Partire subito è impossibile. Ho viaggiato senza sosta per giungere qui ed ora sia ioche il cavallo dobbiamo riposare! E tu ..... non ti reggi neppure in piedi!"
"Va bene ... come volete ... però dovrete parlarmi Oscar! ... "
"Si certo, ma ora sali in sella! Ti aiuto io ovviamente!" Rispondo mentre spingo Andrè sulla sella del mio cavallo. Poi metto un piede nella staffa e salgo anche io.
 
Sento il Generale incitare il cavallo a partire al galoppo, tutto mi gira intorno, tento inutilmente di guardare ciò che mi circonda.
Sono così felice di sapere che Oscar, la mia Oscar sia viva e in un solo istante ho dimenticato questi mesi di prigionia.! ... Oscar, aspettami! ....
 
 
Sento Andrè abbandonarsi tra le mie braccia. E' così magro, con la muscolatura, un tempo ben formata e possente, ridotta al minimo. Deve essere stato molto male in questi mesi. Ma ora sono certo che si riprenderà, l'amore di mia figlia lo farà rifiorire. Stringo un poco Andrè, non voglio che cada. Mi rendo conto che il ragazzo è davvero debole, lascio che si appoggi a me, da solo non riuscirebbe a reggersi. Per fortuna l’ho fatto sedere davanti, così da poterlo sorreggere.
 
In poco tempo raggiungiamo la locanda in cui ho preso alloggio. Fermo il cavallo, scendo ed aiuto Andrè a fare altrettanto. Lo osservo, si regge con fatica, appoggiato alla parete in pietra della locanda.
Lego il cavallo, mi avvicino ad Andrè, lo sorreggo ed entriamo.
 
 
 
 
Vedo entrare nella mia modesta locanda il mio ospite che porta in spalla il giovane. Vado in loro soccorso e dico: "Quindi André è Vostro figlio!? Sono contento che l'abbiate ritrovato!"
"Si si .... ma Vi prego di non farne parola con nessuno ...." poi prendo una moneta dalla tasca e la porgo al locandiere.
Lo vedo sorridere soddisfatto ed annuire, ci sarà pure stata la rivoluzione ma certe questioni si risolvono sempre nello stesso modo.
"Ora aiutatemi a portarlo di sopra"
"Ma si, certo! ... André appoggiati anche a me!"
“Su ... forza ragazzo."
"Si .... grazie"
Sento la voce di Andrè sottile, flebile. Decisamente il ragazzo è molto provato.
 
Saliamo le scale, raggiungiamo la stanza ed entriamo. Aiuto Andrè a stendersi nel letto, con molta fatica.
"Credo che sarebbe opportuno consultare un medico, anche se l'ora non è molto appropriata. E poi .... vorrei dei pasti caldi, qui."
"Manderò immediatamente a chiamare il dottore e Vi farò portare le migliori pietanze!" con fatica riusciamo ad avvicinarci al letto e adagiamo il ragazzo, guardo i suoi piedi e mi accorgo che è scalzo, sussurro: "Vi farò portare delle scarpe e anche delle ciabatte."
"Grazie ..... " Rispondo con fatica. La cavalcata mi ha fatto esaurire le ultime forze.
Prima di lasciare la stanza chioso serio: "Non siete il cugino di Lucie! ... Quindi le voci su quella ragazza sono fondate, è un'avventuriera! ... "
"Vi prego ..... se dovesse cercarmi .... non ditele che sono qui!"
"Stai tranquillo ... non lo farei per nulla al mondo!" Ribatto uscendo.
Rimango solo con il Generale e con voce affannata domando: "Cosa è successo ad Oscar? Perché è ad Arras?"
 
Osservo Andrè, appoggiato alla spalliera del letto, stanco, smagrito, con indosso solo una leggera camicia e dei pantaloni, i capelli spettinati, lunghi e due occhiaie a segnargli lo sguardo verde.
 
"Oscar sta bene, sono successe tante cose, ma sta bene e .... sono venuto a cercarti proprio per lei! Ma dimmi piuttosto cosa ti è accaduto? Oscar .... ti ha perso durante gli scontro della Bastiglia, ti ha cercato ovunque per mesi .... ma di te non c'era nessuna traccia. Non immagini neppure quanto ho faticato per trovarti ..... e quante false piste ho seguito!"
" ... Sono stato ferito da un proiettile che era destinato ad Oscar, l'ultima cosa che ricordo sono le urla e le lacrime di Oscar. Quando sono tornato in me, Lucie mi ha curato, ma non ero più nello stesso posto che ricordavo, poi mi disse che la mia ferita era molto grave e dovevamo lasciare Parigi. Ero confuso e privo di volontà ... credo di essere svenuto e mi sono ritrovato in questo villaggio..."
"Uhm ....  è passato oltre un anno da allora ..... tutti credevamo che fossi morti, tutti tranne Oscar. Lei si è battuta per cercarti .... poi si è trasferita ad Arras ..... "
" ... Ma se non mi ha cercato più forse ha pensato che io ..."
"No, te l'ho detto, lei è l'unica che ha sempre creduto che tu fossi vivo. Dice che lei lo sente .... siete destinati a stare insieme!"
"Perché non è venuta con Voi?"
 
Sorrido, come faccio a dirgli che è diventato padre? Vorrei che fosse Oscar a farlo ... ma povero ragazzo .... ha così tanti dubbi!
 
Mi siedo su una sedia, osservo per bene Andrè e poi decido di rispondergli, la caparbietà gli è rimasta intatta.
"Perchè .... ha un motivo, un piccolo motivo di pochi mesi, che la trattiene ad Arras. Andrè .... avete un figlio!"
Spalanco la bocca per la sorpresa, sollevo la testa dal cuscino, sussurro con voce flebile: "Cosa avete detto? Io ... ma ..." mi porto la mano alla testa per pochi istanti riaffiora il ricordo della nostra unica notte d'amore. "Generale ... ma ... io ... cioè noi … Oscar ed io abbiamo un figlio?!"
"Si ... un magnifico bimbetto!" Rispondo sorridendo felice. “Un maschio, uno Jarjayes! Perchè, per come stanno le cose, lui porta il mio cognome ...”
"Un bambino!? ... E .. ditemi com'è? Che nome gli ha dato Oscar?"
"E' bellissimo, ovviamente! E si chiama come te .... Andrè! Cresce velocemente, vedrai ... Oscar è così dolce con lui ..... una vera sorpresa!"
 
TOC TOC
 
Sento il cuore battere all'impazzata. Un figlio mio e di Oscar! Dio che gioia! Grazie Signore per avermi dato la possibilità di sopravvivere! ... Oscar ...
 
La voce del Generale mi distrae dai miei pensieri.
 
"AVANTI!"
 
Entro deciso con il vassoio in mano.
"Signore .... ho portato la cena, come avete ordinato. Il garzone è andato a chiamare il medico, credo che arriverà tra poco. Mi sono permesso di servirvi anche il miglior vino che abbiamo ....."
"Grazie! Posate tutto sul tavolo!"
"Ecco .... vi lascio. Appena arriva il medico lo mando qui. Buona cena, Signore!"
"Grazie!" Vedo l'uomo lasciare nuovamente la nostra camera. Il volto di André è quasi assente, è incredulo per la notizia che gli ho appena dato. Sorrido. "Devi nutrirti, tuo figlio e ... Oscar ti stanno aspettando!"
"Si .... mio ....figlio .... io ..... non vedo l'ora di raggiungere Arras!"
Sento la voce di Andrè flebile, commossa.
"Ci metteremo in viaggio domani mattina all'alba. Dirò all'oste di procurarci una carrozza, non puoi viaggiare a cavallo."
"Una carrozza? No no .... voglio arrivare in fretta!!"
"Ma ragiona! Non puoi cavalcare in queste condizioni, non ti reggi nemmeno in piedi."
“Non importa ….. ce la farò …… voglio …. Voglio arrivare il prima possibile” Poi sospiro un attimo, guardo il generale d aggiungo: “E … mia nonna?”
"Nanny si è trasferita ad Arras per prendersi cura di Oscar e di ... mio nipote."
"Io .... sono felice, Signore! Molto felice!"
"Lo sono anch'io! ... Ti ho ritrovato anche se non ci speravo! ... Non riesco a immaginare la felicità di Oscar quando lo saprà! ... Per me non c'è gioia più grande che vedervi felici."
"Grazie .... " rispondo commosso mentre sento le lacrime scendere a rigarmi il viso.
 
 
Entro nella locanda con la mia borsa in mano, mi avvicino all'oste, domando: "Carl, il tuo garzone mi ha detto che un avventore ha bisogno di me!"
"Si ... è nella stanza numero cinque, al primo piano, in compagnia di suo padre."
"Vado di sopra!"
 
 
 
 
“André hai lasciato più della metà nel piatto!”
“Non riesco a mangiare di più … ho quasi il rifiuto del cibo, questi mesi sono stati duri.”
“Non appena sarai ad Arras, dimenticherai tutto.”
“L’idea di riabbracciare Oscar e … mio figlio mi restituisce la voglia di vivere.”
 
  TOC TOC
 
“Deve essere il dottore! … Vado ad aprire!” Mi alzo dalla sedia, raggiungo la porta ed apro deciso.
"Buonasera Monsieur! Mi avete fatto chiamare?"
ll Generale risponde: "Prego dottore, dovete visitare mio figlio!" faccio il gesto con la mano per farlo entrare, indico André.
"Vostro figlio? Lui?!! Ma .... ragazzo!"
"Si, sono io dottore! ... Per fortuna che ... mio padre mi ha ritrovato! ... Ho scoperto che Lucie mi somministrava delle erbe per stordirmi." rispondo con affanno.
"Cosa? Ecco perché non sei migliorato!! Ma sono felice che tuo padre ti abbia ritrovato. In quanto a Lucie .... quella ragazza mi preoccupa! Ma adesso fatti visitare!"
Il Generale arriva in mio soccorso e dice: "Aspetta André ... ti aiuto a togliere la camicia."
"Grazie S... ehm ... Padre!"
Sento le mani del generale aiutarmi con una dolcezza che non avrei mai creduto possedesse.
"Ecco fatto André!"
Osservo mio genero, è proprio smagrito ed ha diverse cicatrici sul dorso e sul torace. Mi fa una tenerezza.
"Dottore, ditemi, si riprenderà in fretta?"Domando un poco preoccupato.
 
 Andrè ha un aspetto davvero pessimo, povero ragazzo.
 
"In fretta .... ci vorrà ancora un poco. Ma sono ottimista! Di sicuro quelle erbe hanno rallentato la guarigione!"
"Uhm .... noi .... dovremmo partire! Credete che sia possibile?"
"Si, ma ovviamente André dovrà viaggiare in carrozza!"
"In carrozza? Ma dottore! Io ho fretta!! No no ... viaggerò a cavallo!!! Devo farcela!"
 
Sento Andrè lamentarsi, ha proprio fretta di ritrovare Oscar, povero ragazzo!
 
" Ma se ti reggi appena in piedi! André quelle erbe ti hanno reso inerme, ci vorrà qualche giorno prima di
riacquistare le forze."
"Ma io devo partire!"
"Se vuoi viaggiare a cavallo, dovrai aspettare qualche giorno, finché non ti sarai stabilito."
"No!! S...Padre!! Io voglio partire domani! Ditelo anche Voi al dottore!"
 
Andrè è visibilmente agitato, ha fretta di partire, non si rende neppure conto che nelle sue condizioni è troppo pericoloso!
 
"Calmati Andrè! Ragiona! Come potresti  viaggiare a cavallo in queste condizioni ."
"Ma .... dobbiamo partire!! Forse ... un calesse?!"
Il dottore ribatte: "Ma André cosa temi? Sono mesi che vivi in questo villaggio e adesso che è venuto a prenderti tuo padre reagisci in questo modo!?"
"Lo so .... ma .... voglio rivedere mia nonna .... mia .... moglie e .... ho un figlio! Non lo sapevo neppure!!"
"Cosa?! Tu hai una moglie e un figlio! ... Ma Lucie è davvero impazzita!? ... Tenerti lontano dalla tua famiglia in questo modo!? Che ingenuo sono stato, credevo davvero che foste cugini! Comunque ho compreso la situazione quando mi hai chiesto di avvisare la tua famiglia e sarei dovuto partire domani mattina per cercarla."
"Grazie .... ora capite perché ho fretta di partire?"
"Ti comprendo ma devi riconoscere che non puoi cavalcare in queste condizioni!"
"E allora un calesse!! Potete procurarcelo?!"
"Sig ... e va bene! Vedrò di procurarmi un calesse!"
"Grazie!!! Siete....molto gentile, dottore!"
 
"Ma ora ditemi, come lo devo curare....voglio che mio figlio si riprenda!”
 
Qui stiamo divagando, per farlo viaggiare deve essere in forze!
 
"Basterà che si riposi, la natura farà il resto!"
"Bene! Allora se ci aiutate con il calesse, attaccheremo il mio cavallo .... sperando che collabori!"
"Vi aiuterò! ... Vi darò il mio calesse, prenderò il mio cavallo e attaccheremo il Vostro."
"Ma .... Voi poi come farete?!"
"Andrò a cavallo come facevo da ragazzo! Ah ah ..."
“Bene!”
"Bene Signore, accompagnatemi di sotto, così mi renderete il cavallo."
Guardo André e dico: “Nel frattempo che vado a sistemare il calesse, tu riposa!”
“Ma io …”
“Tu niente! Non una parola di più! André tua moglie e tuo figlio hanno bisogno di te!”
“ … Si, avete ragione Padre ….”
 Guardo il dottore e con tono deciso dico: “Andiamo dottore!”
 
 
Vedo il Generale lasciare la stanza seguito dal dottore, mi lascio andare sul cuscino, guardo il soffitto, penso alla mia Oscar e a nostro figlio. Oscar ed io abbiamo un figlio! Oscar è madre, non riesco a immaginarla mentre culla il nostro bambino … Dio che gioia mi avete dato!
 
 
 
 
Il dottore ed io attraversiamo la locanda fino a raggiungere la sala centrale, l’oste mi domanda: “E’ stato tutto di Vostro gradimento Signore?”
“Si, grazie!”
Continuiamo a camminare fino ad arrivare sul ciglio della porta, vedo fare irruzione la donna, la riconosco, è la stessa che ha reso André prigioniero.
 
 
Entro con irruenza nella taverna, quasi vado addosso a un uomo, lo conosco, domando animatamente: “Dottor Villeroy avete visto André?”
 Mantengo la calma e rispondo tranquillo: “Ma Vostro cugino non è a casa Vostra?”
“No. Credo che sia andato via.”
“Andato via?! Ma Lucie, Vostro cugino non è in condizione di muoversi!”
“Infatti, per questo motivo sono venuta a cercarlo!” osservo l’uomo che è accanto, domando: “Voi siete un forestiero?”
"Si .... sono forestiero, madame!”
"Forse avete visto un giovane alto, moro, occhi verdi ..."
"Uhm .... no, mi dispiace. Ma sono appena arrivato, Madame" Rispondo tranquillo.
Guardo l'oste e domando: "Pascal hai visto André?"
"No .... no"
 
Osservo l'oste, se osa dire anche solo una parola di troppo, o tradirsi, per lui saranno guai seri.
 
 
Ho lo sguardo addosso del forestiero, non posso tradirmi, sussurro: "Lucie, mi pare impossibile che tuo cugino sia andato via! .. Magari è a casa.”
"Ti dico che a casa non c'è!" Rispondo secca e scocciata. "Tu, sei sicuro che non sia qui? Forse .... mi stai nascondendo qualcosa?!"
"Non vedo perché dovrei mentirti! ... Secondo me André è a casa. Ragiona! Come potrebbe fare tutta questa strada nelle sue condizioni!?"
"Uhm .... hai ragione, ma a casa non c'è! Forse ..... qualcuno lo ha rapito?!"
"Ma cosa dici?!" esco dal bancone e tento di rassicurarla. "Sei sicura di averlo cercato ovunque?"
“Si!! Ovunque ...  e la cosa strana è che ...... qualcuno ha appiccato un piccolo incendio davanti a casa mia, sono uscita per vedere cos'era e, al mio rientro, Andrè non c'era più!"
"Un incendio!? ... Forse è uscito per vedere cosa stesse succedendo. Non vorrei che fosse stato travolto dalle fiamme! Che Dio c'è ne scampi!"
"Ma non dire assurdità!! Piuttosto ...." mi volto verso il forestiero e lo osservo per bene "Uhm .... Voi ...chi siete e cosa ci fare qui?!"
"Madame, non vorrei essere scortese ma la questione non Vi riguarda!" ribatto secco.
"E se invece Voi foste coinvolto nella sparizione di Andrè? Uhm ..... non mi convincete affatto!"
"Madame, non Vi conosco e per quanto mi riguarda la nostra è una conversazione sterile!"
L'oste ribatte: "Lucie non importunare il Signore, è qui per divertirsi non per essere importunato."
"E allora aiutatemi a trovare Andrè!"
"E va bene, verrò con te a cercare tuo cugino, magari è rimasto ferito nell'incendio. Andiamo Lucie!" afferro il suo braccio quasi trascinandola via.
"Si si ..... andiamo!" Rispondo non troppo convinta.
 
Vedo la ragazza allontanarsi, osservo il dottore e gli faccio cenno di attendere.
 
"Quella donna non mi piace!"
"Nemmeno a me. Credo che sia meglio che partiate immediatamente!"
"Si .... forse avete ragione .... ma viaggiare di notte non è sicuro di questi tempi" Rispondo mentre soppeso le varie possibilità.
"Non avete tutti i torti. Intanto che decidete, prepariamo il calesse, andiamo!"
"Si ..... ma credo che sia più sicuro attendere domattina. Partiremo al sorgere del sole ..... il mio cavallo è veloce, non sarà un problema!"
"Perfetto! Venite con me!"
Seguo il medico, raggiungiamo il retro della locanda. Sistemato in un angolo c'è il suo piccolo calesse, tutto nero. Quest'uomo, che neppure conosco, è disposto ad aiutarci. E' di sicuro un uomo generoso.
"Non so come ringraziarVi dottore!"
"Signore, sono onorato di aver aiutato un ex soldato della guardia che si è schierato per la causa.!" prendo le redini del mio cavallo e concludo: "Auguro ad André di essere felice con sua moglie e suo figlio!"
"Lo sarà .... ne sono sicuro. Ma permettetemi almeno di sdebitarmi con Voi, almeno potrete acquistare un altro calesse!" Rispondo mentre porgo alcune monete al dottore.
“Non posso accettare, Monsieur”
"Voi avete bisogno di un altro calesse. Vi prego, accettate. Avete curato mio figlio, mi avete aiutato ad allontanare quella donna ed ora mi date il Vostro calesse ..... Vi sono debitore, dottore!"
"E va ben, le accetto! ... Grazie!"
"Addio!" Rispondo mentre vedo il dottore salire sul cavallo ed allontanarsi.
Sistemo il calesse accanto al mio cavallo e rientro nella locanda. Salgo veloce le scale, raggiungo la mia stanza ed entro deciso.
Andrè è ancora sveglio, credo che mi stia aspettando.
 
"Generale, vorrei partire ... adesso!"
Mi avvicino ad Andrè, lo osservo, sospiro.
"Le strade sono troppo pericolose di notte. La rivoluzione ha portato scompiglio, partiremo domattina, di buon'ora. Ora cerca di riposare, ci aspettano due giorni di viaggio ....."
"... Avete ragione! ... Vi chiedo di scusarmi Generale ..."
"Stai tranquillo .... e cerca di riposare!" Rispondo sorridendo, sono felice di averlo ritrovato.
Sento gli occhi brillare per l'emozione, sussurro: "Grazie, Signor Generale!"
 
Mi avvicino ad Andrè, mi siedo sul letto al suo fianco e, con un gesto deciso, lo abbraccio. Sono felice e commosso, sento le lacrime scendere sulle mie guance. Io, il generale Jarjayes, che piango così ......

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Capitolo 7
*** Finalmente insieme ***


Finalmente insieme
 
Sono  a cassetta mentre André è sistemato dietro nel calesse, abbiamo viaggiato per tutto il giorno, ormai è giunto il tramonto, debbo trovare una locanda per la notte.
Abbiamo fatto solo una breve sosta per il pasto, consumando ciò che ci ha preparato il locandiere. Andrè è stanco, affaticato, debole. Mangia poco, con fatica. Non si regge quasi in piedi, è pallido. Spero davvero che si riprenda in fretta, ha passato dei brutti momenti. Sono certo che la compagnia di Oscar lo farà rifiorire in fretta. Ora riposa, l’ho obbligato a tenere una coperta addosso, è così debole che non voglio che prenda freddo.
L’aria gelida sella sera ha congelato le mani e il viso, sento un brivido di freddo percorrere la schiena. Mi stringo nella mia mantella, con un gesto deciso tiro giù il cappello quasi a coprire gli occhi. Spero di raggiungere in fretta il prossimo villaggio e trovare una locanda, Andrè ha bisogno di un pasto caldo, Hannibal deve riposare ed io ….. non è sicuro viaggiare dopo al tramonto.
 
 
 
 
 
 
 
Sono nel boschetto con André, ci amiamo con dolcezza, tenerezza e passione. Sento le sue carezze sulla mia pelle, mi divora le labbra di baci, mi sussurra un’infinità di volte che mi ama … che mi desidera.
Ricambio i suoi baci, il suo amore, mi abbandono a lui …
Ti amo tanto Andrè … ti amo …
 
 
Sono tutta sudata, spalanco gli occhi, mi sveglio di soprassalto. Mi guardo  attorno un poco spaesata, mi passo una mano fra i capelli e mi rendo conto con fatica che sono nella mia casa, nel mio letto, da sola.
“E’ stato un sogno … un bellissimo sogno!” mi alzo con lentezza, sento alcuni brividi lungo la schiena, ho sudato ed ora l’aria fresca mi fa questo effetto. Afferro la vestaglia, mi copro.
Mi avvicino alla culla del mio piccolo tesoro che dorme profondamente. Gli sistemo la copertina poi con le dita sfioro le sue guance rosee, sorride. “Chissà cosa starai sognando?! Quanto sei bello tesoro mio!”
 
Mi avvicino alla finestra seguendo la luce fioca di un’alba nuvolosa.
Sono terribilmente malinconica, se non avessi mio figlio, la mia vita non avrebbe  senso … magari sarei fuggita lontana da questo meraviglioso posto dove tutto mi parla di lui.
“André dove sei?” tiro su lo sguardo al cielo. “Tu sei vivo … lo sento! … Non puoi avermi abbandonata in questo modo! … Mi hai sempre amata e ovunque tu sia, so che continui ad amarmi.”
Torno nel mio letto e mi siedo sul bordo, mi piego portando le mani alla testa, sento le lacrime scendere sul mio viso.
“Spero che mio padre lo riporti da me ….”Sussurro piano, malinconica.
 
Mi manca Andrè, ogni giorno che passa mi manca sempre di più.
Mi manca tutto di lui, la sua allegria, la sua leggerezza, la sua dolcezza e la sua pacatezza. Lui è sempre stato parte di me, la parte più equilibrata e tranquilla.
L’ho amato troppo tardi, o forse l’ho amato da sempre, senza neppure essersene consapevole. Ed ora …. Ora lo vorrei qui, con me, con nostro figlio!
 
 
 
 
 
 
 
Siamo giunti ad un piccolo paese, credo che entro domani sera saremo arrivati ad Arras. Alloggiamo in una camera calda e confortevole, André ha riposato per un paio d’ore, spero che si senta meglio.



Mi alzo dal letto e raggiungo  il Generale che è seduto su di una sedia a leggere il giornale, domando: “Novità da Parigi, Signore?”
Ripiego il giornale e rispondo: “C’è il mal contento, André! … Lo sai che i sovrani sono ormai prigionieri?!”
“Dite davvero?!”
 
Vedo uno sguardo stupito sul viso di Andrè, inizio a credere che il ragazzo non sappia nulla di quello che è accaduto in questi mesi!
 
“Sono stati rinchiusi nella Torre del Tempio. Ma possibile che tu non sappia nulla di ciò che sta accadendo?”
“Nulla Signore! … Ero  prigioniero di Lucie e mi ha raccontato un mucchio di bugie tra cui che Oscar è morta.”
“Che donna subdola!”
“Mi stordiva con dei medicinali, voleva che io ricambiassi i suoi sentimenti …”
“E’ innamorata di te, e le donne respinte sono le più pericolose … come del resto alcuni uomini!”
“Generale, cosa è successo realmente a Parigi? Vi prego raccontatemi tutto, io non so nulla!”
“… Oscar ha rischiato di morire ma quel soldato … Sassoin l’ha salvata.”
“Dite davvero?! … Vi prego, parlatemi di lei! Cosa le è successo? … Sono davvero preoccupato, so che è viva,  ma …. A quale prezzo? Come sta ora? Cosa fa …. Io vorrei sapere tutto di lei, tutto.”
Guardo severo André e ribatto: “Forse non vi siete uniti ai rivoltosi?”
“Si. Ma lo stesso pericolo lo avremmo affrontato seguendo gli ordini del re!”
“Uhm …”
“ Vi prego raccontatemi di Oscar! … Cosa ha fatto in tutti questi mesi?”
Scuoto la testa e continuo: “Come ti ho detto poco fa, Alain l’ha salvata …”
“Da chi?”
“… Quel giorno … Oscar con i suoi soldati ha bombardato la Bastiglia …”
Spalanco gli occhi, sussurro: “Cosa?!”Mi lascio cadere sulla poltrona, davanti al generale. Già mi reggo in piedi con fatica ….. ma tutto ciò …. È oltre ogni mia forza!
“… Avevano la meglio, la Bastiglia stava cadendo sotto i colpi del Comandante Jarjayes! …  Il Marchese De Launay diede ordine ai suoi fucilieri di mirare al suo cuore …”
“Ma … cosa?! Generale ….”
“Mi hanno raccontato che sembrava impazzita, credeva di averti perso e non le importava di vivere; si è schierata in prima linea, era davanti ai cannoni, ai suoi ordini c’erano i soldati della Guardia …”
 
Sento l’angoscia salire, il racconto di quella folle giornata mi scuote ancora, nonostante sia passato oltre un anno. Osservo Andrè, mi rendo conto che deve soffrire per quello che gli sto raccontando. Oscar …. Oscar si è offerta ai fucili della Bastiglia, voleva morire. Senza Andrè la sua vita non avrebbe avuto più senso, ecco cosa pensava.
 
“Come ha potuto Alain  permetterle di fare una cosa simile?!”
“Forse non la conosci abbastanza? Credi che qualcuno l’avrebbe potuta fermare? … Quel ragazzo, Alain, l’ha salvata dai proiettili che giungevano dall’alto delle torri. E’ grazie a lui se è salva!”
“Sarò sempre grato ad Alain per ciò che ha fatto, è un vero amico!”
Sorrido, sussurro: “Si, certo, un vero amico …”rispondo con tono ironico.
 
 Un amico che ha cercato di corteggiare Oscar …. Bell’amico!
 
“Generale, perché avete quella espressione? Forse c’è dell’altro?”
“Credo che alcune cose … le dovrai sapere da mia figlia.” rispondo sibillino. “Non ho molta voglia di affrontare certi discorsi.”
“Non capisco ….”
“Ora pensa a riprenderti …”
“Generale, non mi avete ancora detto cosa è accaduto ad Oscar in tutti questi mesi!”
“Cosa vuoi che ti dica?”
“Tutto! … Generale siete strano, cosa mi nascondete? … Forse  … forse Oscar non mi ha aspettato e … si è sposata?”
Mi inalbero e ribatto deciso: “Santo cielo ma cosa dici?! Mia figlia ha respinto i suoi pretendenti per amor tuo!” Mi alzo furioso dalla sedia, lascio che cada a terra rovinosamente mentre batto i pugni sul tavolo.
 
Ma questo ragazzo è forse impazzito? Mia figlia ….. mia figlia desidera un solo uomo, lui!
 
“Pretendenti? Ma …”
“André non dovrei essere io a raccontarti certe cose ma tu non devi dubitare dell’amore di mia figlia!”
“Si … ma … Oscar ha ricevuto delle proposte di matrimonio, da chi?”
 
Tiro su gli occhi, cerco di calmarmi mentre riordino le idee, porto le mani dietro la schiena e cammino avanti e indietro.
 
 
Osservo il generale, è assorto, nel suo tipico atteggiamento. Certo, è un poco invecchiato ma ha mantenuto inalterato il suo piglio ed i suoi modi di fare.
 
“Generale, Vi prego, voglio sapere! … Forse è chiedere troppo che mi raccontiate? Credete che non abbia il diritto di sapere?”
“Ma cosa dici? Ma se ti ho appena detto che di certe cose dovrebbe essere mia figlia a parlartene non io!”
“… Forse ho capito … uno dei pretendenti è Alain, è vero?”
 
Appena termino la frase vedo un movimento impercettibile degli occhi, lo stesso gesto istintivo, misurato, che ha Oscar. Sono uguali, entrambi capaci di nascondere la loro sorpresa ed i loro sentimenti. Bravissimi a dissimulare, a mantenere una freddezza incrollabile. Ma io li conosco, so leggere ogni piccola esitazione, ogni espressione, ogni movimento.
 
“ … Uhm …”
“Il Vostro silenzio è più che eloquente.”
Sospiro. “Non solo Sassoin ma anche Monsieur Perinau si è innamorato di … tua moglie …”
“Chi sarebbe costui?”
“Un vedovo facoltoso che è stato per alcuni mesi il padrone di Arras …”
“Ma … quelle terre appartengono ai Jarjayes!” Rispondo sorpreso.
“Dopo la ribellione di mia figlia, Bouillè si è arrogato il diritto  di confiscarci le terre,  ma adesso appartengono nuovamente ai Jarjayes  … ovvero, appartengono al mio erede, Oscar. Ora è lei l’unica padrona di Arras!””
 
Sono sbalordito per le parole del Generale, rimango in silenzio. Alain è innamorato di Oscar! ….Avrei dovuto capirlo da solo, già tempo fa, che Alain non era insensibile ad Oscar, anzi. Tanti piccoli indizi avrebbero dovuto farmi capire che, pur essendo un amico sincero, lui era attratto da Oscar, dalla mia Oscar.
 
“Stai pensando al tuo amico, non è vero?”
“Si …”
Poso una mano sulla sua spalla e ribatto: “Figliolo, Oscar ti ha aspettato per tutti questi mesi, non ti ha mai creduto morto e  ha ribadito un’infinità di volte che se non saresti mai tornato, sarebbe vissuta nel tuo ricordo.”
“Signore …”sussurro appena.
 
 Oscar mi avrebbe atteso per sempre …..
 
“André, sono contento che sia proprio io a riportarti da mia figlia … come feci tanti anni fa, quando portai a palazzo Jarjayes un bambino triste che aveva perduto da poco i suoi genitori. Ho voluto che tu crescessi accanto a mio figlio  affinché lo proteggessi! Allora ti chiesi di proteggere mio figlio adesso invece ti chiedo di prenderti cura di mia figlia per il resto della tua vita!”
“Signore, sono commosso …”
 
Alle parole di stima ed affetto del generale sento gli occhi farsi umidi, faccio fatica a contenere le lacrime. Il generale è la “cosa” più simile ad un padre che abbia avuto da quando sono giunto a palazzo Jarjayes. Un uomo retto ed onesto, integerrimo, mai eccessivo. Un nobile certo, ma di quella nobiltà di spada e di animo, corretto verso tutti, severo ma giusto. Mai una parola di troppo, mai un gesto fuori luogo nei confronti di tutti noi. Solo con Oscar è pretenzioso, da lei ha sempre voluto il massimo, la perfezione, a qualunque costo.
 
“… Andrè, sono felice di accompagnare all’altare mia figlia sapendo che  sarai il suo sposo. Con te sarà al sicuro e soprattutto sarà felice.”
Sento gli occhi brillare per l’emozione.“Vi ringrazio Generale!”
 
 
 
 
Tenuta di Arras
 
Sono nella mia stanza in compagnia di mio figlio, sento bussare.
 
“Oscar, posso entrare?”
 
“Prego Madre, entrate!”
 
Abbasso la maniglia della porta ed entro in camera di mia figlia. Sorrido nel vedere il mio nipotino sul letto mentre leggo nello sguardo di sua madre l’infinita dolcezza che non avevo mai visto. Mi avvicino.
 
 
Sento il fruscio delle gonne di mia madre, sorrido e con tono giocoso domando: “Sin da piccola mi sono sempre chiesta come voi donne riusciate a muovervi in quel tripudio di stoffe! Ah ah ah …”
Rispondo con altrettanta allegria: “Beh … dovresti provare!”
“No, no, non ci penso nemmeno! Ho già fatto una volta quella esperienza ed è stata più che esaustiva! Ah ah …”
Ribatto sorpresa: “Tu hai indossato un abito femminile!? Quando?”
Divento improvvisamente seria e sussurro mentre accarezzo la testolina di mio figlio che mi regala i suoi meravigliosi sorrisi. “Una volta … molto tempo fa …”mi siedo sul letto, accanto al mio piccolo Andrè.
“Oh figlia mia, io non sapevo, ma …”
“Come potevate!? E poi quella sera non eravate nemmeno presente a Versailles e se lo foste stata, non credo che mi avreste riconosciuta!”
“Ma Oscar … se posso chiedere, in quale occasione ti sei presentata a corte con gli abiti femminili?! … Forse per sventare un piano ordito dai tanti nemici del re?”
“ … No … assolutamente! … Purtroppo l’unica volta che ho indossato un abito femminile non è stato per il mio André ma per amore di un altro uomo …”
“Cosa?! Oscar …”
 
Sono un poco stupita, mia figlia, in abiti femminili, per un altro uomo? Follia ….
 
Sorrido sarcastica. “Scusatemi, non so nemmeno perché sto parlando di certe cose che per me non hanno  alcuna importanza!”
“Ti prego, figlia mia, parlami un poco di te. Mi rendo conto che non sappiamo nulla l’una dell’altra.”
“ … Non abbiamo avuto modo di conoscerci, e non è stata certa colpa Vostra o mia …”
“Provi rancore per tuo padre?”Domando preoccupata.
 
Mio marito ha combinato un vero disastro con la sua educazione, ha cercato di privarla di una parte di se stessa, forgiandola a sua immagine e somiglianza.
 
“Come potrei?! … Grazie a mio padre sono una donna libera e soprattutto mi ha dato la possibilità di innamorarmi di un uomo unico, meraviglioso ma io purtroppo me ne sono accorta troppo tardi!”
“L’importante  è che tu abbia capito in tempo.”
“Madre, è di nuovo sera e di mio padre non giungono notizie, nemmeno una lettera”sospiro mentre guardo fuori dalla finestra il cielo farsi piano piano rosso, le ombre del tramonto si fanno lunghe mentre la giornata volge ormai al termine.
“Stai tranquilla figlia mia, vedrai che quando meno ce l’aspettiamo avremo notizie ….”
Prendo in braccio mio figlio, e sussurro: “Lo spero ….”
 
 
 
Il giorno dopo
 
 
 
E’ primo pomeriggio,continuiamo a viaggiare nel calesse, questa volta sono seduto a cassetta accanto al Generale, mi sento decisamente meglio. Fremo all’idea di riabbracciare la mia Oscar dopo più di un anno, che felicità!Il solo pensiero di rivederla mi rande pieno di vita e forza.
 Ormai manca poco all’arrivo, siamo alle porte di Arras.
Osservo il paesaggio, quanto tempo è passato dall’ultima volta che sono stato qui con la mia Oscar.
Le foglie degli alberi ormai sono diventate gialle e rossastre, alcune si sono accartocciate come pergamene e quando le ruote del calesse le calpestano fanno uno strano scricchiolio. Tiro su la testa,  il sole fa capolino tra le nuvole, il cielo è grigiastro, l’aria è piuttosto frizzante, mi stringo nella cappa.
Ecco … stiamo svoltando, il sentiero che mi sta portando dalla mia adorata Oscar …
 
 
 
 
Vedo Andrè sorridere, credo che già solo l'idea di riabbracciare Oscar lo abbia fatto sentire molto meglio. Ne sono davvero felice. Soprattutto rivedrò il sorriso sul volto di mia figlia. loro due sono fatti l’uno per l’altra. Sembra che ci siano qualcosa di sconosciuto che li unisce. Oscar ha sempre detto che lei sentiva che Andrè era vivo … ed aveva ragione … ha ragione.
Entriamo nel vialetto della villa, percorro l'ultimo tratto, vedo Andrè sempre più allegro, sorride felice. Arrivo davanti all'ingresso e faccio fermare il calesse.
 
 
 
 
 
 
 
Esco dal fienile, vedo arrivare un calesse, riconosco il Generale ma l'altro ... l'altro chi sarà? Sono curioso, poso il forcone e li raggiungo. Mi avvicino sempre di più, ho l'impressione di conoscerlo ... ma è impossibile! ...
 Sento il cuore battere velocemente, l'uomo in compagnia del Generale è André! ... Ma ... forse mi sbaglio, mi si è annebbiata la vista ....
 
 
 
 
 
Siamo davanti alla casa, il Generale arresta il cavallo, con lentezza scendo dal calesse.

“André aspetta, ti aiuto!”
“Ce la faccio Signore!” mi guardo intorno nella speranza di vedere la mia Oscar ma non la vedo, non c’è nessuno. Mi affretto ad entrare in casa, busso.
 
TOC TOC …
 
 
“ARRIVO!” spalanco la porta. Mi sento gelare il sangue, ho di fronte mio nipote. Istintivamente mi porto le mani alla bocca e con un fil di voce sussurro: “Andrè …”
 
Vedo mia nonna avvampare per lo stupore, sorrido. Mi getto tra le sue braccia. “Nonna … sono felice di rivederti!”
 
Sono stordita, mi lascio abbracciare, scoppio in un pianto liberatorio e tra i singhiozzi sussurro: “Dio sia ringraziato! … André sei vivo!” mi allontano appena, accarezzo il suo viso, lo guardo attento. “Nipote caro come sei sciupato!” mi rifugio ancora nel suo caldo abbraccio e continuo a piangere, sento la sua magrezza, le sue ossa. L’ho stretto e me tantissime volte, mai è stato così magro, così fragile. Il mio bambino, cosa hai passato in questi mesi? Povero nipote mio.
 
Abbraccio mia nonna l’allontano appena. “Nonna, ti prego non piangere più, è tutto finito!”
“Oh nipote, non sapevo più cosa pensare, ho temuto davvero che tu fossi … morto ….” Mi asciugo le lacrime con il grembiule, cerco lo sguardo del Generale e tra i singhiozzi continuo: “Grazie Signore! Avete ritrovato mio nipote ….” Istintivamente mi getto tra le sue braccia. “Perdonate la mia sfacciataggine ma non so come ringraziarVi … sing …”
Stringo le piccole spalle e con la voce commossa mormoro: “A dire il vero, ho dubitato anch’io di ritrovare André ma per fortuna mi sono sbagliato. Oggi in questa casa è tornata la felicità!” alzo la testa, vedo mia moglie corre per le scale.
 
“André! Oh André! Oscar aveva ragione, sei vivo!” sento le lacrime rigare il volto, corro incontro e l’abbraccio.
“Madame … grazie!”
Mi sciolgo dall’abbraccio di André, tiro fuori il fazzoletto e mi asciugo le gote. “Oscar sarà felice di vederti.”
“Dov’è? Dov’è Oscar?”mi guardo attorno ma non la vedo, non capisco perché lei non ci sia.
“Credo che tra poco sarà qui …”
“Ditemi dove è andata?”
“E’ al villaggio. Impartisce lezione di scherma al figlio del locandiere ma ormai starà per arrivare …”
“Non voglio aspettare, vado da lei!” dico uscendo in tutta fretta.
La nonna ribatte: “Nipote dove vai?! Ho l’impressione che ti mantenga nemmeno in piedi!”
 
Ignoro le parole di mia nonna e lascio il salone.
 
 
 
 
 
 
Varco il cancello della tenuta al galoppo del mio bianco destriero, da lontano vedo un calesse antistante alla casa, tento di capire chi è arrivato. Mi avvicino sempre di più, vedo una figura, non riesco a riconoscerlo, indossa una cappa scura ….
 
 
Sento lo scalpitio di un cavallo, alzo la testa, la riconosco, è lei!Vedo i suoi capelli mossi dal vento, il suo portamento fiero e deciso. La riconoscerei ovunque, la mia Oscar, la mia amazzone!
 
Corro incontro con tutte le mie forze, urlo: "OSCAR!!" continuo a correre, ho il fiato corto, riesco a malapena a sussurrare ancora il suo nome: "Oscar ..." le corro incontro, sono a pochi passi da lei, arresto il passo. "Non riesco a crederci ... finalmente ti rivedo ..."
 
Vedo avanzare un uomo, corre da me,tiro le briglie al mio cavallo per portarlo al passo. Spalanco gli occhi, sono frastornata, confusa, felice, lo riconosco. Il suo nome rimane prigioniero ma nella mia testa c’è solo il suo nome: André …
Il mio cavallo ha quasi arrestato il passo, lui è di fronte a me, lo guardo dall’alto, mi sento stordita poi sussurro appena: “André …” scendo in tutta fretta, lo guardo incredula, ha la barba incolta, è più magro, mi sembra anche più alto ancora un attimo di smarrimento, sento il mio cuore battere velocemente.
Lo vedo venirmi incontro, mi avvicino timidamente mormoro: “Ancora non riesco a credere che tu sia qui, vivo, davanti a me.” lo osservo ancora, lo vedo sorridere.
“Oscar …” Mi getto tra le sue braccia. “Oscar … finalmente …”
“André …” mi abbandono dal suo abbraccio, piango, sussurro: “André … il mio André.”Lo stringo forte a me. resto sorpresa dalla sua magrezza. Appoggio la testa al suo petto e mi lascio cullare. Non riesco a trattenere le lacrime, sono così felice, lui è qui, stretto a me, sento il suo profumo, il suo calore.
 
 
“Oscar …” affondo il mio viso tra i suoi capelli, sento il suo profumo, l’abbraccio con tenerezza come quella notte nel boschetto, sussurro: "Quanto mi sei mancata!" bacio i suoi capelli, il suo viso, le sue labbra e la sua bocca. La sento arrendersi a me. Allontano appena le mie labbra dalle sue, il suo viso è stretto tra le miei mani, mi perdo nel cielo dei suoi occhi. "Ti amo Oscar ... ti amo vita mia!"
 
 
 
 
Esco nel cortile tenendo mia moglie per mano, seguiti a poca distanza da Nanny.
Non posso fare a meno di sorridere. Oscar è stretta tra le braccia di André!
"Marguerite ... sono felice!!"
Non riesco a trattenere le lacrime, rispondo: "Augustin che gioia! Grazie!" Mi stringo a mio marito mentre vedo mia figlia abbandonarsi tra le braccia e le carezze del suo Andrè.
 
 
 
 
 
Andrè mi bacia ancora e ancora. "André....c'è qualcuno che tu .... tu devi conoscere!!!" Sussurro piano, felice.
Le mie mani sono ancorate al suo viso, con i pollici sfioro le sue labbra, sorrido. "Nostro figlio, il frutto del nostro immenso amore. Non vedo l'ora di vederlo!" La bacio  fino a farmi mancare il respiro.
 
Prendo le sue mani, le sfioro con le mie labbra. “Vieni André! … Devi conoscere tuo figlio!”
Stringo la mia mano alla sua, rispondo felice: “Muoio dalla voglia di conoscerlo.”
 
Con la mano stretta alla sua lo porto via con me, sotto lo sguardo felice dei miei genitori e di Nanny, entriamo in tutta fretta in casa, percorriamo la sala principale e saliamo le scale che ci portano in quella che diventerà la nostra camera.
 
 
 
 
Vedo i miei bambini percorrere velocemente le scale mentre si stringono l’uno all’altra, piango, sussurro: “Dio, Vi ringrazio! Avete ascoltato le mie preghiere! … Finalmente in questa casa regnerà la felicità …”
 
Mi avvicino a Nanny e con voce roca sussurro: “Sono tanto felice per i nostri ragazzi!”
“Oh madame Marguerite, è tutto merito del Generale.” lo guardo e domando: “Ma cosa è successo ad André? Perché è stato via per così tanto tempo?”
“Nanny, Marguerite, andiamo nello studio, vi racconterò ogni cosa!”
 
 
 
 
 
Sono dietro a un cespuglio, ho assistito al ritorno del mio amico e al suo  incontro con il Comandante.
 "Sono felice per voi ..." sussurro mentre  lacrime di dolore mescolate a quelle di gioia scendono copiose.
Meglio che vada via! La mia presenza è inopportuna, sono di troppo! ...
Ritorno nelle scuderie, sello il mio cavallo e parto al galoppo lasciando dietro di me il mio amore mai corrisposto.
Addio mio bellissimo Comandante! ... Vi auguro con tutto il cuore di essere felice!
 
Le lacrime sono inarrestabili, incito il mio cavallo a lasciare il prima possibile quel luogo dove ho trascorso più di un anno della mia vita nella speranza di conquistare l'unica donna che ho amato nella mia vita. Addio mio biondo e bellissimo Comandante! ….
 
 
 
 
Oscar ed io entriamo felici nella camera. Accanto al letto vedo una culla a dondolo, su fondo di lacca verde chiaro si intagliano mazzi e ghirlandette di fiori policromati con contorni dorati. Ecco … mio figlio drome lì dentro.
Con le mie dita intrecciate a quelle di Oscar, mi avvicino in punta di piedi, quasi a temere il risveglio della mia creatura, sono a pochi passi. Eccolo! …  lo guardo estasiato, sento gli occhi brillare, non riesco a trattenere le lacrime, sussurro: “E’ bellissimo! … Io non avrei mai immaginato di avere un figlio …” guardo Oscar. “Un figlio nostro!” l’abbraccio ancora, la bacio.
 
Mi allontano felice dal mio amore, sorrido, faccio un bel respiro, trattengo le lacrime che prepotentemente sento salire e con aria birichina, dico: “Ora basta André! Prendi in braccio tuo figlio!”
“Ma io … ho paura di farlo, è troppo piccolo!”
“Piccolo dici?! Ma se è cresciuto tantissimo!”Rispondo sorridendo, ormai è enorme, il mio piccolo Andrè!
“Oh Oscar, non riesco nemmeno a immaginare quanto piccolo potesse essere.”
“Recupererai il tempo perduto ma adesso devi prenderlo in braccio!”sentenzio decisa.
 
Voglio che si conoscano e riconoscano subito. Andrè deve trovare suo padre.
 
“Ma io … ho paura! … Non ho mai preso un bambino in braccio!”
“Allora lo farò io per te!” mi chino sulla culla, prendo in braccio il piccolo che dorme beatamente, è evidente che abbia disturbato il suo sonno, lo vedo stiracchiarsi, poi sbadiglia, lentamente apre gli occhietti.
Tendo il piccolo e dico: “Avanti … prendi tuo figlio!”Mi sento emozionata, è una sensazione nuova, bellissima.
“Io … ma …”
“Avanti! Il mio è un ordine!” sorrido.
 Allungo le braccia, Oscar mi porge nostro figlio, sento quasi le gambe tremare, mi guarda, mi sorride. “E’ meraviglioso! … Oscar … grazie per questo meraviglioso dono!” poi poso delicatamente le mie labbra sulle sue.
 
Arrossisco per le parole di Andrè. Lo guardo, lo vedo sedersi sul bordo del letto con in braccio nostro figlio, gli sorride, gli parla …
 
“Andrè, sono il tuo papà! … Tuo nonno, mi ha detto che la mamma ti ha dato il mio nome.”
 
Sento le gambe tremare, vedere André con in braccio il piccolo mi rende tanto felice!
 
Continuo a sorride mio figlio poi guardo lei, sussurro: “Oscar vieni qui! … Non lasciarmi più solo!”
Mi avvicino timidamente, accarezzo i suoi folti capelli neri, sorriso con dolcezza, rispondo: “Non ci lasceremo mai più!” mi siedo accanto a lui, continua a sorridermi, mi bacia ancora.
“Ti amo Oscar … finalmente posso dirtelo … ti amo amore mio!”
 
Le lacrime rigano il mio viso, stringo gli occhi, abbasso il capo, prendo la sua mano. “André …”
“Cosa c’è … amore mio?!”
Sorrido quasi vergognandomi, sussurro appena: “E’ così strano sentirti parlare così …”
“Non ne abbiamo avuto il tempo, il destino si è accanito contro di noi ma adesso sarà tutto diverso … Amore mio. D’ora in avanti, sentirai sussurrare dalle mie labbra solo parole dolci, ogni giorno, finché vivrò. Ti amo Oscar.”
“André! … Oh André anch’io ti amo tanto!”
 
Mi perdo nell’azzurro dei suoi occhi, con un braccio reggo il frutto del nostro amore  e con l’altro l’abbraccio e la tiro a me mentre la bacio con dolcezza ….
 
Con un fil di voce, domando: “André … dove sei stato per tutto questo tempo?”
“Sccc … non adesso, ti prego …” Sussurro mentre mi perdo nuovamente nel suo profumo, tra le sue labbra.

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Capitolo 8
*** Noi due per sempre ***


Noi due per sempre
 
 
 
Al villaggio di Arras
 
E’ sera, giungo su di un cavallo, mi aggiro per le strade, ho chiesto a un passante come arrivare alla tenuta della padrona infine imbocco il sentiero che mi porterà dalla donna che mi ha rubato il mio Andrè!
 
 
 
Alla tenuta
 
Siamo tutti riuniti a tavola, c’è armonia, gioia, si respira aria di festa. Il Generale mi guarda e con tono grave mi dice: “André …”
Quasi sussulto e rispondo: “Sissignore!”
“Dobbiamo organizzare il matrimonio. Voglio che tu e mia figlia vi sposiate quanto prima!”
La mia mano si intreccia sotto il tavolo con quella di Oscar, la guardo con tenerezza e rispondo: “E’ ciò che più desidero al mondo, Signore!”
“Bene! E’ ciò che volevo sentirti dire! … Marguerite, domani  mi occuperò delle pratiche matrimoniali, tu invece, penserai a  nostra figlia, voglio che abbia il più bell’abito da sposa!”
“Si, Augustin, vedrai  che il giorno della cerimonia, sarà  bellissima!”
Nanny ribatte felice: “Certo! Oscar dovrà indossare un abito stupendo, il più bello che abbia mai visto!”
 
Ascolto mio padre, è così cambiato, sembra un altro uomo e soprattutto è felice per me.
 
“Oscar, sei silenziosa, c’è qualcosa che non va?”
“Nulla Padre … va tutto bene.” Sento la mano di André stringere ancora di più la mia, che emozione!
 
 
Entra una cameriera e dice: “Scusatemi se disturbo ma è appena arrivata una donna, ha chiesto di Andrè!”
Sciolgo la mia mano da quella di Oscar, mi alzo e domando: “Una donna ha chiesto di me?! Chi è? Qual è il suo nome?”
“Ha detto di chiamarsi Lucie.”
 
Osservo l’espressione di André, è sorpreso, preoccupato, agitato. Annuisco, poi mi guarda e con finta calma mi dice: “Scusami Oscar!” poi si allontana a passo spedito.
 
Non capisco, sono confusa, vedo André andare via, mi alzo anch’io, sento la voce di mio padre: “Sta qui, vado io!”
“Ma Padre!” Vedo mio padre seguire André sotto lo sguardo spaventato di mia madre e Nanny. “Ma cosa succede? Ho l’impressione che voi tutti abbiate paura! Forse conoscete quella donna e soprattutto cosa vuole da André?”
Mia madre annuisce mentre Nanny sussurra quasi tremate: “Ma cosa dici?! … Perché dovremmo avere paura? E poi noi non sappiamo nulla …”
“Credete davvero che non capisca la situazione? Ho capito perfettamente che mi state nascondendo qualcosa.  Forse riguarda all’assenza di André in tutto questo?” i volti di mia madre e Nanny  avvampano ancora di più, sentenzio decisa: “E va bene, se nessuno non vuole dirmi nulla, scoprirò da sola cosa sta succedendo!”
Sento la voce di madre: “Aspetta Oscar!”
 
Vedo Oscar recarsi alla porta, sussurro con timore: “Oh Nanny temo che possa accadere qualcosa di grave!”
“Madame, quella donna non potrà fare nulla! … André ormai è tornato a casa!”
“Lo spero Nanny …”
 
 
Mi distanzio da André e mi avvicino a mio padre che è quasi  nascosto dietro una delle colonne dell’ingresso, mi vede e sussurra con voce flebile: “Rimani qui!”
“Ma Padre!”lo guardo smarrita, il suo atteggiamento è particolarmente burbero. Mi nascondono anch’io. Voglio sapere cosa non mi ha detto André. Lo vedo  raggiungere la donna che l’aspetta nel salottino. Osservo, ascolto ….
 
 
 
Vedo Andrè venirmi incontro, gli correndo incontro, esclamo: “André, ti ho trovato!”
“Lucie cosa ci fai qui?”Rispondo con tono secco e deciso.
“Sono venuto a riportarti a casa.”
“Questa è casa mia!”
“Non è vero! Dimentichi che se sei vivo è solo grazie a me! Mi devi la tua vita e lo sai!”
“Me l’hai ripetuto un’infinità di volte e altrettante volte ti ho detto che io non potrò mai contraccambiare i tuoi sentimenti …”
“Ingrato che non sei altro! E’ così che mi ripaghi?” mi avvicino ancora e, con tono minaccioso, continuo: “Tu non puoi farmi questo! Se non tornerai con me, giuro che racconterò tutto alla tua donna!”
 
 
Sono confusa, cosa sta dicendo quella donna?! … Cosa non mi avrebbe raccontato André?
 
Vedo lo sguardo smarrito di mia figlia, mi porto l’indice alla bocca, il mio è un invito a tacere e soprattutto a mantenere la calma.
 
 
 
“Lucie cosa vorresti raccontarle?! Che mi hai reso prigioniero con le tue erbe? Che mi stordivi affinché non potessi tornare più a casa e mi credessero morto?” Ribatto animatamente.
“Questo lo dici tu! E se le dicessi che siamo stati amanti?!”
“Oscar non ti crederebbe mai!”
“Ah davvero?! Cosa te lo fa pensare?”
“Smettila!”
“E invece io le dirò ciò che voglio e lei mi crederà. Dov’è?”
 
 
 
E’ tutto chiaro, André era prigioniero di una squilibrata. Esco da dietro la colonna, mi faccio avanti, sicura di me dico con voce autorevole: “Sono qui! Cosa volete dirmi?”
La guardo dall’alto in basso e ribatto con disprezzo: “Ah dunque è lei la donna di cui sei innamorato!? … André come potrebbe una … donna simile confrontarsi con me?!”
Sorrido e ribatto con altrettanto disprezzo: “E’ evidente Madame  che non conoscete abbastanza André da non essere a conoscenza che a lui non interessano donne della Vostra risma! E adesso lasciate immediatamente la mia casa se non volete che Vi mandi via con la forza!”
Spalanco la bocca poi ribatto sbalordita: “… André, tu mi difenderai, non è vero? Ricordati ciò che ho fatto per te, non dimenticare che sei vivo solo grazie a me!”
“Lucie, è penoso ciò che sta accadendo, non saresti dovuta venire!”
“E invece sono qui per riportarti a casa.”
“ Ciò che più mi fa star male, che mi hai mentito, mi hai sempre detto  che Oscar era morta durante la presa della Bastiglia …”
Mi avvicino ad André, prendo le sue mani e con tono supplichevole continuo: “Ma io l’ho fatto perché ti amo! E’ possibile che tu non lo capisca?”
“No, non lo capisco.”
 
 
Nanny ed io assistiamo alla scena, è una situazione a dir poco terribile.
 
 
Vedo mio padre avanzare e, con tono severo, chiosa: “Andiamo, Vi riporto in una locanda e domani mattina partirete, altrimenti sarò costretto a consegnarVi alle autorità!”
“Voi chi siete? Non è affar Vostro!”
 
Una persona inaspettata varca il salotto di casa mia, è Monsieur Perinau.
 
“Buonasera Signori! … Madame Oscar, scusate se mi presento a quest’ora, ma ho visto Lucie al villaggio e, spinto dalla curiosità, l’ho seguita …”
Vedo Perinau, sussulto, sono spaventata, sussurro: “Cosa ci fate qui?”
“Ti ho vista, credevo che venissi a farmi visita come un tempo invece … Se permettete Generale, penserò io a lei!”
“Andate via, la questione non Vi riguarda!”
“Invece si.” L’afferro per un braccio e concludo: “Andiamo! Qui non abbiamo nulla da fare! … Madame Oscar aveva ragione, suo marito era vivo ed è tornato da lei.”
“E’ vivo solo grazie a me e Voi lasciatemi! Mi avete rovinato la vita!”
“Io non ho rovinato la vita di nessuno! Andiamo via!” Concludo quasi spingendola, poi guardo l’uomo e concludo: “Monsieur André siete un uomo davvero fortunato … ho corteggiato in tutti modi possibili Vostra moglie ma è stato tutto inutile …” la guardo. “Lei ama solo Voi! … Vi faccio i miei più sinceri auguri, Madame! …  E adesso vogliate scusateci, togliamo il disturbo.” Lascio la tenuta, è l’ultima volta che varco il cancello della padrona di Arras.
 
Perinau mi porta via, non mi resta che seguirlo, ormai André è a conoscenza dei mie trascorsi, piango ….
 
 
Mio padre chiude la porta, mi guarda. “Adesso sai tutto. Oscar è tutto finito, ora finalmente potrai essere felice con André!”
“Si … è vero padre! Ma adesso scusateci, André ed io dobbiamo parlare! … Con permesso.”
 
Mi avvicino a mio marito, sussurro: “Oh Augustin, che situazione sgradevole!”
“E’ tutto finito, Marguerite … è tutto finito!”
 
 
 
André ed io entriamo in camera, siamo taciturni, poi rompo il silenzio. “E così eri prigioniero di quella donna!?”
“Si. Oscar abbiamo tante cose da dirci …”
“Io ormai credo di aver saputo tutto di te in questi lunghi mesi di assenza …”
“Ma io invece so ben poco di te.”
“Già …”
“Com’è stata la tua vita? Cosa ti è accaduto?”
“Ti ho cercato, ti ho cercato tanto … fino a che ho potuto … poi è nato il bambino ma non ho mai perso le speranze di ritrovarti.”
“… Tuo padre mi ha detto di Alain …”
“ … Mi ha salvata dai fucilieri di De Lonay e non mi ha più lasciata sola, mi ha aiutata nelle tue ricerche e infine si è occupato di mandare avanti la tenuta …”
 
L’ascolto in silenzio.
 
“Ma non è tutto … Alain mi ha confessato di amarmi. E’ inutile che continui, tanto il resto lo sai già.”
Mi avvicino e con tono pacato domando: “Vive qui alla tenuta?”
“No, al villaggio.”
Mi avvicino, poso le mie mani sul suo viso, sfioro le sue labbra con le mie, sussurro: “Grazie per avermi aspettato!” la bacio con dolcezza, le mie braccia la stringono con passione. “Ti amo Oscar …” ancora un bacio ma questa volta è più intenso, le mie mani percorrono la sua schiena poi risalgono fino ad accarezzare i suoi lunghi capelli profumati. “Ti amo con tutto me stesso, sei la mia vita … ti amo … ti amo … ti voglio … mio unico e grande amore.” mi perdo in lei in un bacio dolce e appassionato ….
 
 
Mi arrendo alle carezze, ai baci, all’amore del mio amato André.
 “Ti amo anch’io … più della mia vita … oh André ….”
“ … Vita mia …”
 
 
 
 
 
Villaggio di Arras
 
 
Busso con tenacia alla porta e dico: “Alain apri! … Sono André!”
 
Sento la voce del mio amico, mestamente apro la porta, sorrido e con un gesto deciso l’abbraccio dandogli alcune pacche sulla schiena.
“Sono contento che tu sia vivo! … Te lo giuro amico, sono sincero.”
“Lo so …”
Entriamo in casa ,poi dico: “Ti ho visto ieri quando sei arrivato, non ce l’ho fatta …  sono andato via.”
 
Osservo in silenzio Alain in ogni suo movimento,ci guardiamo negli occhi.
 
“Non fraintendere, sono fuggito perché non avevo il coraggio di affrontarti dopo avere ripetuto un’infinità di volte di amare il mio Comandante!” abbasso lo sguardo. “Comprendimi … mi sento a disagio!”
“Non dovresti, mi credevi morto.”
“Si, si … altrimenti ti giuro che non avrei mai osato.”
“Lo so. Sei un amico leale …”
“ … Ti ringrazio, le tue parole mi rincuorano, so bene di non meritarmele. André, il Comandante ed io ti abbiamo cercato ovunque! … Pensa che è mancato poco che avesse il piccolo in aperta campagna, la sua disperazione era tale che una sera si è recata al cimitero dove hanno seppellito alcuni soldati caduti in battaglia. Puoi comprendere il suo stato d’animo, si è sentita male …”
“Oscar …”
“Non volermene amico, ormai è acqua passata.” Il mio sguardo si incontra nuovamente con quello del mio amico: “André, ti auguro di cuore di essere felice!”
“Grazie Alain! … Grazie per aver protetto Oscar …”
“Ho fatto il mio dovere … dopotutto sono stato al suo servizio”. Rispondo con strafottenza per camuffare la mia amarezza.
“Grazie …”
 
 
 
 
 
 
 
Sono passate alcune settimane dall'arrivo di mio nipote, Oscar e Andrè hanno tanto insistito per sposarsi subito che persino l'anziano parroco ha dovuto cedere davanti alle loro pressioni, o forse alle occhiatacce che Oscar gli ha lanciato, o alla generosa offerta fatta dal generale. In ogni caso, organizzare un matrimonio in così poco tempo è stata una vera impresa. Certo, sarà una cosa intima, ma un matrimonio è pur sempre un matrimonio. Ed io ho provveduto a tagliare e cucire gli abiti dei miei angeli ..... Oscar, Andrè e ... Andrè!
Sorrido mentre sono persa in questi pensieri, sto cambiando il piccolo Andrè, il mio bisnipote, affinché sia pulito e profumato per l'evento. Oscar ha tanto insistito affinché anche lui sia presente ... un neonato di pochi mesi. Domani mattina Oscar e André si sposeranno. Che gioia!”
 
 
 
 
 
Alla locanda del villaggio
 
Come ai vecchi tempi, sono seduto in un angolo della locanda, stasera bevo come una spugna. Un sorso ancora un altro, svuoto il bicchiere, lo riempio, giù tutto d’un fiato. Ecco … ho svuotato la bottiglia ma non sono ancora abbastanza stordito. Sono diventato matto, desidero ubriacarmi per dimenticarla … proprio come faceva André!
Vedo una figura avanzare, tira la sedia e si siede di fronte.
“Buona sera!”
Rispondo farfugliando a causa dei fumi dell’alcol: “Ma che onore! Al mio tavolo si è appena seduto niente poco di meno che Monsieur Perineau! … Ih ih …”
“Suvvia Alain smettila di bere, tanto non serve a nulla!”
“A no!? E allora perché siete qui stasera?”
“A bere qualche bicchiere ma non certo per ubriacarmi! E poi a cosa servirebbe? … Da domani Madame Oscar apparterrà a un altro uomo …”
“Vi sbagliate! … Il Comandante dai lunghi capelli biondi è sempre appartenuta al suo fedele soldato se non che servitore!”
“Già … l’ho capito anch’io solo quando Lucie mi ha raccontato tutto.”
“Lucie?! Chi è questa donna?”
“E’ la donna che non solo ha curato Andrè ma che lo ha reso suo prigioniero ed è per questo motivo che è stato via per tanto tempo! … Comunque anche se quell’uomo non fosse tornato, Madame Oscar non sarebbe appartenuta a nessuno di noi due.”
“Ancora una volta Vi sbagliate! … Il Comandante non sarebbe stata di nessun altro uomo!”
“E’ vero! … A noi non resta che rassegnarci e cercare la nostra felicità altrove … sempre se sarà possibile!”
“ … Già … sempre se sarà possibile …”
L’oste si avvicina con una bottiglia di vino e i due bicchieri che ho ordinato, li posa sul tavolo. “Ecco servito Padrone! Con permesso …” poi ci lascia soli.
“Grazie!” verso il liquido rosso nei bicchieri, sorrido e dico: “Mi chiamano ancora padrone ... ih ih ih … eppure adesso la padrona è lei … Madame Oscar!”
Osservo il bicchiere colorato di rosso, lo stringo tra le mani e sussurro: “La Padrona di Arras …”
“Bene … non ci resta che brindare agli sposi!”
“Vero!” sollevo il bicchiere con Monsieur Perineau e dico: “Agli sposi! … Con l’augurio che siano sempre felici!”
 
Auguri amico mio!
 
 
 
Il giorno dopo
Sono nella camera del Generale, ha voluto che mi preparassi per l'evento, lo vedo entrare mentre mi sistemo lo jabot allo specchio, è alle mie spalle, vedo il suo volto felice riflesso.
"Ho quasi fatto Generale! ... Avete visto Oscar?"
"No .... Marguerite non mi ha fatto entrare .... eppure sono il padre, dovrò pur vederla per accompagnarla all'altare!!" rispondo mentre sorrido felice, osservo il riflesso di Andrè, queste settimane lo hanno visto rifiorire. E' ancora un poco magro, si stanca ancora abbastanza in fretta, ma è tornato ad essere l'uomo allegro, giudizioso e assennato che conosco. Con lui, mia figlia e mio nipote saranno al sicuro!
 
Mi giro lentamente, siamo di fronte l'uno all'altro con tono pacato sussurro: "Vi sarò sempre grato per tutto quello che avete fatto per me! ... Mi avete accolto come un figlio e non mi avete mai fatto mancare nulla e soprattutto ... mi avete concesso la mano di Vostra figlia."
 
Sorrido, Andrè è l'uomo perfetto per mia figlia Oscar. Solo con lui, lei è completa. Sono l'uno la metà dell'altra, sono cresciuti assieme.
 
"Sono felice Andrè ..... vieni ragazzo, lascia che ti sistemi meglio lo jabot!"
Sorrido felice. "Grazie Signore!"
 
 
 
 
 
 
Osservo mia figlia, ha accettato di indossare un abito ma ha preteso che fosse semplice, come lei, come loro in fondo. Indossa un abito lungo, fluido, senza panièr, candido, con una scollatura appena accennata, le maniche lunghe, lasciate cadere larghe fino quasi a terra. Un abito di foggia antica, ma decisamente più comodo di quelli che indosso abitualmente io. Alcuni nastrini lo tengono chiuso e fermo, lasciati lunghi a impreziosire il vestito.
"Ora siediti, così ti posso sistemare un poco i capelli!"
Mi siedo con un poco di difficoltà davanti allo specchio, osservo la mia figura mentre mia madre mi acconcia i capelli. "Madre, desidero che la maggior parte dei capelli siano lasciati sulle spalle."
"Certo ..... farò una cosa semplice ... come l'abito che indossi. Sembri .... sembri una dea, Oscar!"
"Oh Madre, non credete di esagerare?"
"Assolutamente no, non esagero affatto. Andrè rimarrà folgorato, vedrai! E tuo padre ..... spero che non svenga!"
"Ah ah ah ... Ma cosa dite?! Mio padre svenire! Noooo Ah ah ah ..."
"Ti stupiresti? Era talmente agitato che non ha quasi dormito questa notte!"
"Dite davvero?! Ma non può essere!"
"Oh si ..... ricordati che sei il suo erede! Tu per lui sei speciale .... ti ha cresciuta personalmente, educata a sua immagine ..... Ha con te un rapporto speciale! E quando ti vedrà ..... " lascio volutamente la frase sospesa, sono certa che Augustin rimarrà scioccato!
" ... Madre, sarà una cerimonia molto semplice come desideravo, a me interessa solamente diventare la moglie di André."
"Lo so ......"
TOC TOC TOC
"Ecco .... sarà tuo padre!"
"Avanti!"
Entro decisa, tenendo in braccio il piccolo Andrè!
"Oscar!! Sei .... bellissima!"
"Grazie nonna!" osservo mio figlio, sorrido. "Come è bello! ... Beh certo quando crescerà non indosserà tutto quel tripudio di vesti! Ah ah ah ..." poi divento seria. "Suo padre è così orgoglioso di lui!"
"Sniff...." sento le lacrime scendere sulle guance, con tutto quello che è accaduto disperavo di poter avere un futuro felice.
"Bambina mia .... sono così felice!"
"Su nonna, non c'è posto per le lacrime. Oggi è un giorno speciale, dobbiamo essere felici."
"Si si .... io sono felice ....." Poi stringo un poco il mio nipotino a me, lo vedo sorridere felice.
"Ora però ... è ora di andare! Con tutta la fatica che avete fatto per convincere il parroco ..... meglio essere puntuali!"
 
Sento dei passi, sono quelli di mio padre, lo vedo entrare, mi guarda con ammirazione, mi sento in imbarazzo, sussurro: "Entrate Padre, Vi stavo aspettando."
"Oscar ...." sussurro piano, estasiato dalla vista della mia piccola in abiti femminili, leggera ed eterea, forte e decisa. Lei è tutto, bella, dolce, aggraziata ma anche forte, decisa, imbattibile.
"Sei bellissima Oscar!"
Arrossisco, chiedo: "Avete visto André?"
"Si ... certo! Ma tu ... Oh, fatti abbracciare, figliola!" Mi avvicino deciso, senza attendere la sua risposta la stringo a me. Mai avrei creduto possibile che giungesse questo giorno. Sento alcune lacrime rigarmi il viso, sono lacrime di gioia e di commozione.
 
Mi lascio trasportare dal caldo abbraccio di mio padre, sento un luccichio agli occhi, sussurro appena: "Vi sono grado per aver fatto di me ciò che sono. Ed è merito Vostro se oggi sono felice.”
"Oscar ......." sussurro piano mentre la tengo stretta a me.
 
Sono commossa, mio marito abbraccia forte nostra figlia, non l'ho mai visto così paterno con nessuna delle nostre figlie, mai.
 
Mi allontano appena da mia figlia e mormoro: "Andiamo, tuo marito ti sta aspettando!"
"Si si ..... andiamo!" Rispondo commossa.
Vedo mio padre porgermi il braccio, mi sento imbarazzata da tante attenzioni. Piano scendiamo le scale, raggiungiamo il cortile seguiti da mia madre e dalla nonna.
"Andrè ... è già andato alla chiesa?"
"Si, ma sta aspettando Nanny."
"Allora Nanny ..... devi assolutamente precederci!!"
"Si ... ma prima il piccolo ….. lo devo affidare a Marie, la governante."
"Ma ..... Andrè verrà con me!"
"Ma certo Oscar, sta tranquilla!" vedo arrivare Marie, le porgo il piccolo e dico: "Raggiungo mio nipote e tu Oscar non avere fretta ad arrivare in chiesa, ricordati che la sposa arriva per ultima!"
"Si ... certo Nanny!!" Rispondo sorridendo allegra.
 
 
Salgo sulla carrozza, accanto a me si sistema mio padre. Questo abito sarà anche bellissimo ma per salire sulla carrozza ho avuto parecchia difficoltà!
Mia madre sale e si sistema davanti a me.
"André....voglio che stia qui con noi!"
Mio padre dal basso della vettura  chiosa: "E' con la cameriera, adesso lo porto qui!"
"Grazie Padre!!"Rispondo felice.
 
Vedo mia figlia pensierosa, domando: "Sei distratta figlia mia, a cosa stai pensando?"
Sorrido e sussurro: "Ad André. Madre, la nostra vita è paragonabile adun romanzo ... fortunatamente la nostra è una storia a lieto fine anche se … stento a crederci."
"In effetti ..... la follia di tuo padre è incredibile!!"
"Coff coff ..... follia? Quale follia, mia cara?"
Aggiungo mentre salgo sulla carrozza con in braccio mio nipote.
"Ah ah ah ... Suvvia Padre, non vorrete arrabbiarVi? ... Padre, grazie per tutto ciò che avete fatto per me. Sono felice di essere ciò che sono ed è tutto merito Vostro."
"Umph... almeno tu mi comprendi!!"
"Certo! A dire il vero se avessi avuto una femmina l’avrei fatta crescere come un maschio, proprio come me! Ah ah ah ..."
"Oscar .... ma cosa dici!!"
"Lo penso davvero, madre."
"Oh poveri noi ......"
"Macché poveri! Brava figliola!! E vedrai che il prossimo sarà una femmina!!"
Arrossisco, spalanco gli occhi, sussurro appena: "Cosa?!"
"Eh .... non dirmi che non mi darete altri nipotini!!! Siete ancora giovani .... mi aspetto una folta discendenza!!" Rispondo tutto serio mentre vedo mia figlia arrossire visibilmente.
"Ma io ..." penso ad André alla nostra ultima notte d'amore. Sono visibilmente imbarazzata, poi dico: "Padre, cosa aspettiamo? Date ordine al cocchiere di andare!"
"Ih ih .... si si ... andiamo!!!" Rispondo mentre scoppio a ridere.
Porgo il piccolo a mia moglie e busso sulla carrozza per fare partire il mezzo.
 
"Sissignore! ... AHHHH … Forza belli, dobbiamo condurre la padrona dal nostro André!" Ordina  l cocchiere ai cavalli mentre guida la vettura.
 
Villaggio di Arras
 
 
“Nipote vuoi calmarti? … Vedrai che Oscar sarà qui a breve."
“Si, si ... ma ci sta mettendo molto tempo per arrivare!" poi guardo  il tetto della chiesetta, vedo la croce e penso: mio Dio, grazie per avermi concesso un'altra opportunità. Sono qui davanti alla chiesa ad attendere la mia sposa.
Sono perso nei miei pensieri quando sento il rumore dei cavalli.
Dopo poco, vedo delle ombre attraverso l'ampia porta ed entrare nella piccola chiesa.
La luce forte del sole mi rende difficile vedere chiaramente, ma lo sente che è lei.
Poi finalmente raggiungono l'ombra, Oscar al braccio del generale, leggera ed aggraziata nel suo abito lungo, chiaro.
È una visione!!
 
 
 
Con passo lento raggiungo André, sento il suo sguardo addosso, uno sguardo innamorato, caldo, rassicurante. Sento le gote arrossire.
"Oscar .... sei ..... bellissima!"
 
Lo guardo, sorrido, sento gli occhi brillare. “Grazie Andrè!”
 
Prendo la mano che Oscar mi porge, tremo un poco per l'emozione. Vedo il generale sorridermi con aria paterna.
"Andrè .... ti affido il mio bene più prezioso ..... abbine cura ....."
 
Il generale mi porge la mano di Oscar, la prendo, la stringo nella mia. Sento la sua pelle morbida, liscia, sento il suo profumo di rose. Facciamo gli ultimi passi che ci separano dal sacrale così, tenendoci stretti per mano, mentre il generale si sistema accanto a madame, con il nostro piccolo in braccio.
Il Sacerdote ci sorride con aria benevola, poi si volta verso l'altare, dandoci le spalle, ed inizia a recitare la Santa Messa.
 
Il rito procede spedito, tutto in latino, fino a giungere finalmente al momento del matrimonio, mi sento emozionato, non ho mai lasciato la mano di Oscar. Mi sembra di sognare, dopo tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno.
"Chi da in sposa questa donna?"
 
Sento la voce forte del sacerdote.
 
"Io" Risponde deciso il generale.
 
"Chi prende in sposa questa donna?"
"Io" Rispondo emozionato, Oscar sarà la mia sposa, finalmente. Il mio sogno che diventa realtà. Nulla potrà più dividerci, nulla e nessuno!
 
Ora tocca ad Oscar, giurare fedeltà ed obbedienza, faccio fatica a credere che pronunci davvero questa parola, obbedienza. Sento la sua voce emozionata, la osservo, sorride mentre pronuncia la formula di rito.
 
La vedo mentre alza gli occhi, ha un'aria così dolce ed allo stesso temo combattiva. Lei non mi obbedirà mai, ne io vorrei che fosse così. Noi siamo una cosa sola, decideremo tutto assieme.
 
Sono felice, stringo la mano della mia Oscar nella mia, il sacerdote benedice le nostre fedi, ora devo mettere al dito quella di Oscar. Sono emozionato, prendo la fede, vedo la mia mano tremare un poco ...
"Oscar François, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà ....." sussurro piano, emozionato, mentre vedo le gote di oscar sempre più rosse. Anche lei è emozionata, lo vedo, lo sento.
 
 
Il sacerdote guarda felice mio padre e con tono soave dice: "Generale, consegnate il piccolo ai genitori!"
"Si ...."  mi avvicino a mia figlia, le porgo il piccolo Andrè che sorride ed allunga le sue manine per afferrare una ciocca di capelli di sua madre.
 
Sotto lo sguardo felice di André, prendo tra le braccia il piccolo, gli poso un piccolo bacio sulla fronte, anche André lo bacia poi gli porge la sua mano forte e grande, il piccolo afferra il suo dito, lo stringe con forza. André è felice!
 
Il sacerdote alza la mano destra per la benedizione.
 
 
Vedo mio padre avvicinarsi nuovamente al sacrale. "Oscar dai a me il piccolo!"
André ribatte: "Scusate Generale, vorrei percorrere la navata accanto a mia moglie e mio figlio!"
Sorrido. "Come desideri figliolo." Torno al mio posto accanto a Marguerite.
 
"Oscar dammi il bambino!"
“Eccolo ... prendi, nostro figlio, André!"
Prendo tra le braccia mio figlio, mi avvicino ad Oscar,  sfioro con un piccolo bacio le sue labbra, prendo la sua mano e sussurro a bassa voce: "Oscar, voglio lasciare la nostra chiesetta con te e nostro figlio in braccio. Ora finalmente sei mia moglie ... Ti amo Oscar ..."
"Oh André caro ... anch'io ti amo!"
Stringo più forte la mano di mia moglie mentre percorriamo la navata, la guardo felice, mi perdo nel suo sguardo.
 
Sarò infinitamente grato alla vita di avermi dato una seconda possibilità per essere felice accanto alla donna che ho sempre amato ... l'unica donna della mia vita: Oscar François de Jarjayes. 
Grazie Signore!
 
 Oscar and Andrè - Oscar and Andrè Photo (15476232) - Fanpop
 
NdA: Grazie a Terry, mia amica di piuma e compagna di scrittura, per avermi coinvolta in questo progetto, molto diverso da ciò che scriviamo di solito. Grazie e voi, che ci leggete, talvolta in silenzio, talvolta con messaggi di stima. I vostri messaggi sono lo stimolo a scrivere.
Grazie a tutti, questa storia termina qui …. Ne seguiranno altre e proseguiranno quelle già in corso.
A presto!!

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