Ricordami di dirti che ti amo

di Serin_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I Mr Muscolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo II Insomnia ***
Capitolo 3: *** Capitolo III L'acida e il terapista ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV L'improbabile amicizia ***
Capitolo 5: *** Capitolo V Va bene essere fragili ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI Che abbiamo fatto? ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII Non lasciarmi anche tu ***



Capitolo 1
*** Capitolo I Mr Muscolo ***


 

                                                                                            
Salve! Dunque, prima che qualcuno di voi gridi al plagio (giustamente) sono sempre io, serin88. Il mio account è stato (credo) hackerato e addio a tutto quanto. Ho vissuto la cosa molto molto male, ma grazie ai vostri messaggi mi sono decisa a tornare. Ho avuto modo, in questo frangente di rivedere le mie storie e spero di migliorarle. Quindi: Ricordami di dirti che ti amo è la versione 2.0 di A...come amore. Storia quasi identica, stessi personaggi, autrice, credo, un po' cresciuta. Spero con tutto il cuore di ritrovare tutti voi e che torniate a sostenermi (sperando stavolta vada tutto bene!)                                                                                          

Cosa c'è di divertente nel fare jogging?
Niente! Ecco cosa. Adesso più che mai ne sono assolutamente certa!
Come diavolo abbia fatto a farmi convincere da Sango resta un mistero. Lei ha esordito con un: “Ti farebbe bene fare un po' di moto e poi così passiamo un po’ di tempo insieme” . Io ho annuito vaga ed ecco il risultato, mi ritrovo a sudare come una matta senza il benchè minimo motivo, quando potevo starmene comodamente a letto a dormire.
Dulcis in fundo, la mia migliore amica(ex dato che non sono certa di giungere viva alla fine di questa giornata)è sparita chissà dove. Altro che passare un po’ di tempo insieme!
Ho sempre detestato correre. Al liceo fingeva ogni volta un malanno diverso per saltare l’ora di ginnastica. Ho sempre odiato fare sport, non l’ho mai fatto e sono felicissima così. Beh, felicissima...
Mi fermo esausta dopo ben otto minuti di corsa, più di quanto abbia mai corso in una vita, quando davanti a me si materializza un venditore ambulante di bibite ed hot dog e come una disperata arranco verso di lui, che mi sorride.
“Cosa le servo? ”Chiede gentile.
“Acqua!Tanta!Subito!”esalo sul punto di svenire e l'uomo annuisce, forse un pochino spaventato, porgendomi la bottiglietta.
Oh, fresca idratazione. Mi godo l’acqua che scende lungo la gola, quando un formicolio al braccio mi distrae. Lo scrollo annoiata, ma continuo a sentirlo, così mi volto accigliata e sbianco. Vespa! Ho una vespa sul braccio. .
“Viaaa!!! Vattene!Togliti”urlò dimenandomi come una matta ,finchè non mi scontro su qualcosa o meglio qualcuno, data l'imprecazione che sento.
“Ma che diavolo...”.
Mi voltò ed un ragazzo davanti a me , si guarda la maglietta bianca tutta bagnata. E' un colosso, fatto di muscoli . Mi sento una bambina davanti a lui. Ha i capelli scuri e corti a spazzola e gli occhi più neri che abbia mai visto. Gli fisso la maglietta bagnata, modellata perfettamente sui suoi muscoli e solo dopo qualche secondo mi scuoto, come se mi fossi addormentata e finalmente mi accorgo che la bottiglietta che tenevo in mano, si è rovesciata tutta su di lui.
“La mia acqua” biascico e lui mi guarda storto.
“Se non avessi improvvisato un balletto, adesso avresti ancora la tua acqua” dice.
Ha una bella voce. Calda e profonda ed intrisa di ironia. Simpatico davvero.
“Non era un balletto. Cercavo di mettermi in salvo da una vespa”.
Lui inarca un sopracciglio, poi scoppia a ridere. E ovviamente ha pure una bella risata. Poteva mai essere il contrario?
“Metterti in salvo? Cos’era una vespa geneticamente modificata, per caso?”Dice tra le risate ed io lo fulmino con lo sguardo.
“No genio, sono allergica” dico imbronciata. Ok è una bella, ma tanto lui non lo sa, no?
Quando finalmente smette di prendermi per i fondelli, mi scruta da capo a piedi, come per mettermi a fuoco.
“Non ti ho mai vista da questa parti”.
“Perché ovviamente tu conosci tutti coloro che transitano qui al parco”
Un sorriso gli si disegna sulle labbra .
“Non tutti. Non conosco te”
Alzo gli occhi al cielo.
“Sono certa te ne farai una ragione, mr Muscolo. Ora, se vuoi scusarmi”
Lui si sposta per lasciarmi passare e mi sorride allegro. .
“Attenta alle vespe eh?” Dice infine ex io reprimo la voglia di mostrargli il dito medio. Voglio solo andarmene a casa.
 Quando arrivo ci sono quattro messaggi in segreteria di mia madre.
“Ma dov'eri finita?” Mi chiede quando la richiamo al telefono.
“Ero a fare jogging con Sango ”rispondo e cala il silenzio.
“Joggin?Tu?” Chiede con voce incredula.
“Si io. E non me ne parlare, è stato tremendo e per di più ho incontrato un idiota”.
“Hai incontrato un ragazzo?” Chiede lei emozionata.
“No, ho incontrato un idiota” dico e sento un gridolino giungermi all'orecchio.
“E che tipo è? ”
“Ma che ne so, non mi interessa”.
Sento un sospiro afflitto, poi ancora la voce di mia madre.
“Tesoro mio sono preoccupata per te. Sei sempre tappata in casa”
“Mamma, ti prego” dico con voce stanca e lei sbuffa.
“Ma devi rifarti una vita amore mio, andare avanti. Lui lo ha fatto ”
Ecco, ci mancava questa.
Gli occhi mi pizzicano per le lacrime in procinto di uscire ed io boccheggio, mentre mia madre sospira ancora.
“Scusami amore mio, scusami. Sono solo tanto preoccupata” dice ed io annuisco anche se lei non può vedermi.
“Lo so, ma sto bene” dico rigida.
È una cantilena che ormai ripeto da due anni e la verità è che non sto bene. Lo so da me.
“Devo andare mamma” concludo e lei mi saluta mesta.
Mi butto sul divano esausta, ma non per la corsa. Beh anche, ma la mia è una stanchezza mentale e morale credo.
Fa bene mia madre a parlare, tutti fanno bene a dire che devo andare avanti. Ma avanti dove che vedo tutto buio. Che senso ha? Come faccio a rifarmi una vita? Come faccio a dimenticare? Nessuno sa quello che sento. Solo il mio cuore.
Il telefono squilla di nuovo e dopo un po' parte la segreteria.
“Kagome, ma che fine hai fatto?”.
Oh guarda, la mia presunta migliore amica.
Agguanto il cordless e rispondo incazzata.
“Io?Io?Sei seria? Mi hai mollato da sola”dico arrabbiata.
La sento ridere.
“Scusa, ma sai che ci tengo al mio allenamento” si giustifica.
“Si beh, grazie a te ho rischiato un infarto, per non parlare delle gambe doloranti, la milza sul punto di morte e ho anche dovuto subire la presa in giro da parte di mr Muscolo”
Sango rimane zitta, poi si azzarda a parlare.
“Chi?” Chiede ed io sbuffo.
“Lascia perdere. Sappi che non mi convincerai mai più a fare una simile idiozia”.
So perchè lo ha fatto. Mia madre ha ragione, sto sempre in casa quando non sono a lavoro. Sango voleva farmi evadere un po', con risultati discutibili, certo.
“Mi dispiace .Hai ragione sono stata una stronza, scusa. Però sei peggio di una lumaca ”dice ridendo ed alla fine sorrido pure io.
“Dai non importa”.
Pochi secondi di silenzio, poi Sango parte all'attacco.
“Hai parlato di un certo mister tutto muscoli, o sbaglio?”
“Lascia perdere, ti prego”sbuffo.
“Ok,va bene. Vado a fare una doccia, ci sentiamo dopo” dice chiudendo la conversazione.
 Il silenzio avvolge la casa. Sempre silenzioso.
Sorrido triste nel ricordare me e lui a litigare giocosamente su cosa fare per cena. Sembra passata una vita.
Entro in camera da letto e guardo le nostre foto, dove sorridiamo felici. Che fine hanno fatto quei sorrisi?
Spariti, come tutto l'amore che lui diceva di provare per me.
Apro l'armadio ed eccolo li. Bello, bianco, immacolato .Testimone dei miei sogni infranti.
Ricordo com'ero felice quel giorno. Ricordo le sue parole: “Nulla potrà mai separami da te, nulla potrà mai farmi dire basta” ma lo ha detto. Non ho potuto dargli ciò che desiderava di più e alla fine questo ci ha distrutti. Ha distrutto me più di tutto il resto.
Vivere è diventata un'abitudine. Nessuno potrà mai farmi tornare a sorridere. Sorridere davvero. Nessuno potrà mai farmi tornare ad essere felice.
Osservo la foto del mio matrimonio e le lacrime scendono da sole. Quella Kagome non esiste più e non tornerà.
 
Note autrice: 
Rieccoci qua! Strano ricominciare, ma devo dirlo, senza le vostre accorate parole non lo avrei mai fatto. Mi sento di ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto e fatto sapere quanto le mie storie vi abbiano emozionati. La pubblicazione dei capitoli avverrà ogni settimana (promesso!) e spero che la storia, pur con delle modifiche, incontri ancora il vostro gusto. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II Insomnia ***


 
Kagome
 
 
 
 Svegliarsi in un bagno di sudore è una delle cose che detesto di più, ma a quanto sembra l’estate quest’anno ha deciso di far sul serio, peccato che lo abbia deciso tardi, visto che siamo quasi a settembre.
 
Sbuffo spazientita .Non bastava soffrire di insonnia, ci mancava pure l’afa. Mi alzò spazientita e mi fiondo sotto la doccia. L’acqua mi ristora un po’, dopo la nottata passata a guardare il soffitto. Incredibile come, prima dormissi come un ghiro, forse perché sapevo che c’era lui con me, poi le cose sono cambiate. La mia vita è diventata un mezzo inferno tra visite, cure e operazioni. Metto la testa sotto il getto d’acqua ed i ricordi mi assalgono come sempre. Io e lui a fare l’amore sotto la doccia, lui che me toccava con le sua mani ..adesso starà toccando un’altra, una che può dargli quello che vuole..
 
Esco dalla doccia e non capisco se sono gocce d’acqua quelle che scorrono sulle guance o lacrime, poi il telefono suona ed io cerco di ricompormi un po’. La segreteria parte e la voce di mio fratello arriva squillante.
 
“Ciao sorellina, stai ancora dormendo? Ho una bellissima notizia da darti, ci vediamo al bar di Akira tra mezz’ora, ok?” Il messaggio si conclude ed io guardo l’ora, poi sospiro e vado a vestirmi.
 
Il bar di Akira, ha un nome tutto suo, Bar del ciliegio. Mai capito perché ,dato che non ci sono ciliegi nelle immediate vicinanze, anzi non ce ne sono nel raggio di un kilometro, comunque era il bar dove io mio fratello, Sango e…Koga andavamo dopo la scuola a non far nulla. Il proprietario, un arcigno vecchietto, adesso passato a miglior vita, si chiamava Akira ed ancora adesso, nonostante gli anni passati e la gestione cambiata, per noi è rimasto il bar di Akira. Questo bar è stato il luogo dove Koga mi ha detto di essere innamorato di me, da lì e iniziata la nostra storia, come un gioco tra due ragazzini che ancora andavano al liceo e benchè faccia male io non smetto di venire qui, sedermi ad uno dei tavoli e di annegare nei ricordi, fingendo che va bene.
 
“Ciao sorellina”.
 
Alzò lo sguardo e mio fratello mi sorride contento, sedendosi davanti a me. Il suo sorriso è sempre rassicurante. Trovo sempre incredibile quanto poco ci somigliamo. Miroku è uguale alla mamma, capelli neri e occhi blu, carnagione naturalmente ambrata. Certo, i capelli lunghi sulle spalle e i muscoli ben definiti lo rendono una calamita su cui le donne si gettano come se non potessero farne a meno. Non che a lui dispiaccia, eh!
 
“Ciao fratellone, allora che succede?” sorrido appena, incuriosita, mentre lui guarda il menù, come se non lo sapesse a memoria.
 
“Ho trovato un lavoro in un locale ,serve un dj e mi hanno preso” dice euforico.
 
“Wow, magnifico. Sono contenta. Quando cominci?” Chiedo attirando l’attenzione della cameriera.
 
“Questa sera e voglio, anzi pretendo, che tu venga” risponde ed io vacillo.
 
“Miroku, io..stasera non posso”
 
“Non puoi? Perché che hai di meglio da fare?” Chiede scocciato.
 
“Cose. Miroku io..”
 
“Domani sera allora. Nessuna scusa. Sono tuo fratello maggiore e te lo ordino” dice con tono di sfida, sapendo quanto questo mi fa incazzare.
 
“Idiota, va bene” sbuffo.
 
“Dillo anche a Sango ”aggiunge lui ed io inarco un sopracciglio.
 
“Tu non puoi dirglielo?” Chiedo scettica e lui alza gli occhi al cielo.
 
“No, ho un sacco di cose da fare” risponde con un sorriso impertinente.
 
“E queste “cose” hanno anche un nome?”
 
“Ce l’hanno sempre”
 
“Ma tanto tu non li ricordi mai” sorrido, facendolo ridere. Si, Miroku è decisamente il classico playboy che cambia donne come cambia mutande. A volte vorrei prenderlo per le spalle e scuoterlo, così forse si accorgerebbe della meravigliosa donna che ha davanti e che lo ama in silenzio da anni. Ovviamente, sto parlando di Sango. 
 
“Tutto bene?” Mi chiede ed io sorrido.
 
“Si”.
 
“Bugiarda” dice con sguardo serio, poi un sospiro esce dalle sua labbra. Miroku mi è stato vicino come nessuno, mi ha aiutata senza mai forzarmi, ma so che l’ho deluso. So di essere diventata una debole e per questo innalzo muri enormi tra me ed il mondo, ma è il solo modo che ho per andare avanti.
 
“Sto bene, davvero, non guardarmi così” dico io abbassando lo sguardo.
 
“Kag, lo sai che io sono qui. Non ti sto giudicando, ok? Quello che vorrei capissi è che la tua vita non finita . Hai ancora tantissimo tempo per essere felice soprattutto lontano da Koga. Ti ha lasciato. Non merita un secondo dei tuoi pensieri. Potresti ancora essere felice, se permettessi alle persone di avvicinarsi a te. Solo perché con lui non ha funzionato..”
 
“Basta, smettila. Sai bene perché mi ha lasciato” lo interrompo sentendo la testa rimbombare.
 
“Perché è un coglione, ecco perché” dice lui a voce alta ed io sorrido triste.
 
“Era il tuo migliore amico un tempo. E poi non è tutta colpa sua. Lui voleva una famiglia…”
 
“Eri tu la sua famiglia, Kagome ”ribatte lui ed io strizzo gli occhi.
 
“Basta ti prego” sussurro.
 
Lui sospira ancora prendendomi la mano, poi mi guarda e sorride.
 
“Ehi…sei una persona speciale sorellina, comprendilo ,ok?”
 
Annuisco poco convinta e rimango seduta che quando lui si alza.
 
“Devo andare, ma ti chiamo dopo. Oh, ti scrivo nome ed indirizzo del pub, per domani sera. Non darmi buca chiaro?” Dice perentorio ed io annuisco ancora.
 
Mi rigiro il bigliettino con scritto il nome del locale: Insomnia. Sembra il nome di un locale per spogliarelliste e conoscendo mio fratello…bah.
 
Bevo ancora il mio the freddo, ma che di freddo però non ha più nulla vista l’afa e mi appoggio allo schienale della sedia, osservando i passanti che vanno in giro per la città come insetti laboriosi.
 
Caccio fuori dalla borsa Orgoglio e pregiudizio e riprendo a leggere da dove avevo interrotto l’ultima volta.
 
Sono così concentrata a leggere le parole di mr Darcy, che non mi accorgo di una figura che sfreccia davanti a me, la stessa figura torna indietro, avvicinandosi e addirittura sedendosi. Solo quando mi sento osservata alzò lo sguardo e sbianco.
 
Non è possibile!
 
“Ehi ciao”
 
Si è lui. L’idiota tutto muscoli.
 
“Ciao” dico per educazione, tornando a leggere, ma lui continua fissarmi e sorride.
 
“Ti serve qualcosa?” Chiedo.
 
“Non ero sicuro che fossi tu, così mi sono avvicinato, ti ricordi, giusto? Sono quello che hai annaffiato con la tua acqua” dice.
 
“Si, mio malgrado mi ricordo” ribatto, per poi fissarlo accigliata, quando arraffa il mio the freddo
 
“Ehi scusami, è mio quello”.
 
Lui posa il bicchiere vuoto con aria soddisfatta e sorride.
 
“Ne avevo proprio bisogno, con questo caldo. Tu oggi niente corsa?” Mi chiede ed io lo fulmino con lo sguardo.
 
“Ripeto, ti serve qualcosa? A parte il mio the, è ovvio” Chiedo ancora e lui si appoggia allo schienale, tranquillo e rilassato. Irritante!
 
“Ci sono altri quattro tavoli liberi, devi startene seduto proprio qui?” Chiedo spazientita e lui sorride ancora.
 
“Perché, ti do fastidio?” Chiede.
 
“SI! Non mi piace essere fissata, perciò piantala” sibilo, facendogli segno di sloggiare dal mio tavolo, ma lui non si muove.
 
“Beh mia cara, si da il caso che questo sia il mio tavolo abituale. Sei tu che te ne sei appropriata e sei tu che devi alzarti” dice con tono tranquillo, mentre quell’odioso sorriso non lascia le sue labbra.
 
“Oh perdonami, non credo ci sia il tuo nome scritto sopra” ribatto indignata.
 
Lui ride, divertito ed io lo fisso come se fosse matto
 
“Beh non puoi saperlo ,visto che non conosci il mio nome” risponde.
 
“Né voglio farlo” aggiungo, mentre lui se la ride.
 
Provo a concentrarmi sul libro, ma lui mi distrae ancora.
 
“Sei sempre così simpatica?” Chiede e stavolta sono io a sorridere, un sorriso così falso che non notarlo sarebbe impossibile.
 
“Solo con chi mi sta simpatico” rispondo e lui ride di nuovo.
 
Mi rimangio tutto, non ha una bella risata, è odiosa!
 
“Oh. Sono fortunato allora”.
 
Sbuffo spazientita e torno a leggere ,ma vengo interrotta ancora.
 
“Fammi indovinare. Ce l’hai col mondo, in modo particolare con gli uomini, perché il tuo ragazzo ti ha scaricato e adesso sei certa che tutti gli uomini siano stronzi”.
 
Alzò lo sguardo ed un groppo alla gola mi impedisce di rispondere subito, cosa di cui lui si accorge.
 
“Oh, c’ho preso allora” dice mesto, quasi dispiaciuto ed io abbasso lo sguardo.
 
“Tu non sai niente di me, chiaro? Non ti conosco né tu conosci me, come osi giudicarmi. Chi ti credi di essere ? Solo un idiota conosciuto per sbaglio. Ecco chi sei!”.
 
Mi ripeto mentalmente di non piangere e decido di andarmene, prima che le lacrime scendano impietose.
 
“Ehi aspetta!” prova a fermarmi lui, ma io lo fissò furiosa e scappo via.
 
Corro fino a casa, dove mi chiudo.
 
 
 
Sono una stupida e per quanto ci provi non supererò mai tutto questo.
 
                                                                                  ******
 
Inuyasha
 
 


La osservo allontanarsi, allibito. La mia era una solo una battuta, ok forse un po’ pesante, ma comunque una battuta.
 
Guardo ancora la strada ,ma lei è sparita. Bah…
 
Getto un’occhiata all’orologio, è ancora abbastanza presto. Ho interrotto la mia corsa mattutina per fermarmi a parlare con lei e tutto sommato, potrei ancora continuare il mio percorso, dato che non ho altro da fare in mattinata.
 
Corro da sempre. Mi rilassa. Un tempo lo facevo anche a livello agonistico. Ero un centometrista tra i più veloci del paese ed ho ottenuto anche diversi riconoscimenti, finchè un incidente in moto non mi ha fermato e non so cosa sia scattato nella mia testa, ma ho deciso di rivoluzionare la mia vita. Ho mollato la facoltà di medicina guadagnandomi l’ira di mio padre e mi sono buttato capofitto nel mondo reale, cambiando lavoro di continuo, viaggiando e facendo solo quello che mi andava di fare. Infine ho iniziato a lavorare come barista in un locale e non l’ho più lasciato. Mi piace lavorare lì, mi piace stare a contatto con la gente, sentire le loro storie. Circa un anno fa, sono diventato socio al 30% con Asano, il proprietario del locale, ma ho grandi progetti. Non appena Asano deciderà di ritirarsi, voglio trasformare l’Insomnia meno locale notturno e più locale glamour.
 
Non so perché ma la mente mi riporta alla ragazza rincontrata al bar. Non so nemmeno il suo nome. Tipo interessante, o forse meglio dire bizzarro.
 
 Quando torno a casa, la mia coinquilina Kikyo sta preparando la valigia per il suo week end romantico col suo uomo. Peccato che sia anche l’uomo di qualcun’altra.
 
Kikyo lavora all’Insomnia, lei come cameriera però. Abitiamo nella stessa casa da tre anni ormai, esattamente da quando sono tornato da Londra .A lei serviva un coinquilino per pagare le spese d’affitto ed io ho accettato con entusiasmo, un po’ perché mi serviva un posto dove stare, un po’ perché, ammetto, speravo di finirci a letto. Ma con Kikyo non è mai successo. Lei è fedele al suo uomo, cosa ridicola visto che lui di base è un traditore. E poi per quanto sia sexy, tra noi non è mai scattata la scintilla del sesso.
 
 
 
 “Il nuovo dj inizia stasera. Miroku mi pare su chiami. È davvero carino” ridacchia Kikyo. Io mi limito a scrollare le spalle. Ho avuto modo di parlarci con Miroku, il dj nuovo, sembra a posto. Del suo aspetto fisico non può fregarmene di meno.
 
La giornata passa abbastanza in fretta e dato che come sempre il frigo è vuoto, la cena la rimedio al locale.
 
“Sera gente” entrando nel locale.
 
Il ragazzo nuovo e già arrivato ed io gli vado incontro.
 
“Ehilà..Miroku giusto?” Chiedo e lui annuisce.
 
“Spero ti tornerai bene qui, è un bel posto dove lavorare”.
 
“Si già mi piace. Grazie per l’accoglienza. Tu sei il barman giusto?” Chiede ed io sorrido.
 
“Il solo ed unico”
 
“Si, ti piacerebbe vero?”.
 
Ci voltiamo entrambi verso Ayame, che ha appena parlato. Capelli rossi e sorriso contagioso 
 
“Sono Ayame, l’altra barista. A dimostrazione che Inuyasha non è l’unico e il solo” si presenta e Miroku ridacchia stringendole la mano.
 
“Inuyasha è anche co-proprietario del locale” aggiunge lei. Ora Miroku mi guarda stupido ed io agito una mano, come a dire che non ha alcuna importanza.
 
“Beh. In bocca al lupo per stasera, allora” aggiungo stringendogli la mano.
 
 Il locale si va riempiendo di colpo. Arriva gente da tutte le parti ed io e Ayame siamo sommersi dalle ordinazioni di cocktails.
 
“Ciao barman” dice una ragazza sorridendo maliziosa.
 
“Ciao a te” rispondo sorridendole.
 
“Ho tremendamente caldo, mi sai indicare dove si trova il bagno?” Chiede sempre con sguardo malizioso, dopo aver bevuto il suo drink.
 
“Vicino all’uscita. La porta a sinistra” rispondo e lei sorride ,poi mi strizza l’occhio e si allontana. Ayame mi guarda e scuote la testa.
 
“Che c’è?” Chiedo con fare innocente.
 
“Lascia perdere. È ora della tua pausa, vero? ”Dice lei ridendo. Io guardo in mezzo alla folla, poi poso la bottiglia che ho in mano.
 
“Hai proprio ragione. Faccio un secondo di pausa ”.
 
“Un secondo? La poverina ci resterà male” sghignazza ed io rido.
 
“Vaffanculo” le dopo ridendo e mi avvio verso i bagni. Appoggiata alla parete c’è la ragazza di prima, che mi afferra per la maglia e mi spinge dentro il bagno, al momento vuoto. Ok so cosa state pensando ma vi fermo subito. Non sono uno di quelli malati di sesso che lo fanno diciotto volte al giorno con diciotto donne diverse, solo per dimostrare di essere un gran figo. Tanto per iniziare, figo lo sono eccome e non lo devo dimostrare e secondo, mi piace il sesso si, semplice, a volte sporco a volte no, gratificante. Niente legami, niente pensieri. Messo in chiaro ciò, se una donna come quella mi invita a fare un giretto sulla sua carrozzeria, che posso dire…un giretto non si rifiuta ad una signora. 
 
“Ce ne hai messo di tempo, barman” sussurra baciandomi. Non le dico il mio nome, né le chiedo il suo. Non mi importa granchè e nemmeno a lei.
 
La prendo in braccio e lei allaccia le gambe attorno al mio bacino e così entriamo in uno dei bagni.
 
                                                                                    ******



Kagome
 



Come diavolo faccia la mia migliore amica ad avere tutte queste energie di prima mattina, davvero non lo comprendo.
 
Mi ha chiamata stamattina per invitarmi a pranzo. Erano solo le 9 e 30 ed ovviamente lei aveva già finito la sua corsa, fatto la spesa e pulito casa. Bah. Forse perché ho dormito male a causa della provocazione di quell’idiota, ma io mi sento uno straccio.
 
“Ho sentito parlare dell’Insomnia. Dicono sia uno dei locali più in” mi informa Sango ed io annuisco distratta.
 
Tra meno di tre settimane le scuole saranno di nuovo aperte ed io tornerò ad insegnare ai bambini delle elementari. Colgo perfettamente l’ironia nel lavorare a stretto contatto con i bambini. A volte immagino come sarebbe, se fossi io a portare mio figlio o figlia a scuola guardandolo entrare per la prima volta, con le lacrime agli occhi. Immagino come sarebbe essere genitore, essere madre, ma le mie sono solo fantasie.
 
 
 
“Kagome?”
 
Torno alla realtà e guardo Sango 
 
“Scusami ero distratta, che dicevi?”
 
“Cosa indosserai stasera?” Mi chiede lei ed io faccio spallucce.
 
“Una cosa qualunque, tanto non resto molto” e lei mi guarda accigliata.
 
“Perché?” Chiede.
 
“Lo sai, questi locali non fanno per me e poi non ho molta voglia di uscire”.
 
“Tu non hai mai molta voglia di uscire” ribatte sbuffando.
 
“Si è vero”.
 
Sono un tipo solitario.
 
“Beh, sappi che non ti permetterò di indossare una cosa qualunque, non stasera. Quindi vedi di scegliere bene” aggiunge ed io sorrido.
 
“Tu dovresti scegliere bene cosa mettere, chissà magari è la volta buona che qualcuno noti la tua avvenenza” rispondo e lei arrossisce.
 
“Ma sei matta? Non mi metto in ghingheri per lui. Tanto cosa cambierebbe?!” dice imbronciata ed io sospiro.
 
“Ma parlargli? No vero?!”
 
Lei mi fa segno di tacere ed io la guardo in cagnesco.
 
“Oh, io devo stare zitta, tu invece puoi sindacare su come mi vesto ,vero?”
 
“Certo!” ridacchia lei.
 
La cameriera ci porta il pranzo ordinato ed Sango mi guarda storto.
 
“Che c’è?” Le chiedo e lei alza gli occhi la cielo.
 
“Mangiare sano non ti farebbe male ogni tanto” dice, indicando il mio cheesburger.
 
“Certo, anche fare moto in teoria mi farebbe bene, giusto?”Le chiedo e lei sbuffa.
 
“Esagerata” biascica.
 
“E poi cosa c’è di più sano di carne e formaggio?” Chiedo innocentemente e lei scuote la testa.
 
“Mi arrendo” dice portandosi una forchettata di insalata alla bocca.
 
Il pomeriggio lo passo a riordinare casa. Quasi sembra ci sia passato un tornado, tanto sono disordinata. Koga ci rideva sempre su, dicendo che ero senza speranze, poi mi aiutava e per premio voleva sempre un bacio, che poi diventavano due. La storia finiva sempre con noi a fare l’amore sul letto.
 
Quando finisco mi rendo conto che è già ora di cena, così mi pazzo davanti una tazza di gelato coi cereali. Solo quando finisco, mi preoccupo di cosa indossare, anzi non mi preoccupo per nulla, infatti metto un jeans chiaro ed una canotta nera, poi sono pronta.
 
Sango, nella sua immensa puntualità, anzi a dire il vero è in anticipo, si attacca la citofono e si stranisce di vedermi sbuffare una volta entrata in macchina.
 
“Accidenti, ti sei sprecata” dice, indicando il mio abbigliamento.
 
“Non sto andando ad una serata di gala, solo a vedere mio fratello in un locale e poi me ne vado” .
 
“Certo” dice sarcasticamente ed io la fulmino con lo sguardo, per poi notare che infine si c’è messa in ghingheri. Mini gonna nera e canotta rossa scollata, per marcare un po’ il suo seno abbastanza prosperoso e tacchi vertiginosi.
 
“Wow, hai intenzione di fare conquiste stasera” le dico sorridendo e lei arrossisce. “Ma che dici” risponde ingranando la marcia.
 
Il locale ha l’insegna rossa ed è strapieno di gente, come previsto.
 
Ci guardiamo intorno, cercando Miroku ed infine è lui da un palchetto rialzato a farci segno di avvicinarci. La gente balla al ritmo della musica, che sembra parecchio apprezzata, ha già conquistato il pubblico.
 
La laurea in giurisprudenza, non ha certo minato la sua passione per la musica, anzi, credo che abbia continuato gli studi solo per mio padre.
 
“Ehi siete venute” urla per farsi sentire, togliendosi le cuffie.
 
 
 
“Ma certo” dice Sango sorridendo e lui la squadra da capo a piedi, poi sembra ricordarsi pure di me.
 
“Ciao sorellina”.
 
“Ciao” rispondo, guardandomi in giro. Non è male come posto, nessuna spogliarellista in giro, sembra.
 
“Che ve ne pare, è bello qui no?” Chiede Miroku
 
“Pensavo peggio” dico io puntando il bar.
 
“Bevo qualcosa, poi me ne vado” dico e lui mi guarda stranito.
 
“Così presto? Sei appena arrivata, dai. Divertiti” dice ed io annuisco.
 
“Si. Certo” sussurro e scendo le scale, verso il bar.
 
“Una birra per favore” dico una volta al banco, ma il barman sembra intento a parlare con una bomba sexy che indossa un top inesistente.
 
“Ehi, scusa” mi alzo a sporgendomi attiro la sua attenzione.
 
“Eccomi eccomi, cosa..”si blocca a metà e mi fissa, ed io fisso lui.
 
Non è possibile. È un incubo.
 
“Ehi ma tu..”prova a dire, ma io mi volto e cerco di farmi spazio tra la gente che balla, allontanandomi dal bar.
 
Ma perché devo incontrarlo ovunque, accidenti. Sono quasi giunta all’uscita, ma qualcuno mi ghermisce il polso.
 
“Accidenti, allora sai correre. Credevo di no”.
 
 
                                                                                       ******
 
 
 
 Inuyasha
 




La guardo mentre mi fulmina con lo sguardo, ma è più forte di me, non riesco a non provocarla. Mi diverte.
 
“Quanto sei stronzo” dice lei ed io sorrido.
 
“Senti mi dispiace per ieri, era una battuta la mia, indelicata lo ammetto. Scusa”.
 
Lei mi guarda sorpresa, come se non si aspettasse delle scuse da parte mia, poi abbassa lo sguardo.
 
“Si ok, lascia perdere” risponde, sfilando il polso dalla mia presa ed io la guardo.
 
“Beh? Che c’è?” Chiede sulla difensiva ed io scrollo le spalle.
 
“Ma niente” dico e lei guarda verso il palchetto, dove Miroku sta lavorando, con accanto una ragazza che, anche da qui si capisce che ha un bel culo.
 
“Se vuoi farti perdonare, dì al dj che me ne sono andata” dice aprendo la porta.
 
“Come lo conosci?” Chiedo curioso e lei mi fissa indifferente.
 
“È mio fratello, e comunque non credo siano affari tuoi”.
 
Sempre più simpatica.
 
“Ci vediamo” le dico sorridendo.
 
“Spero di no” dice lei andandosene via.
 
Torno al bancone e poco dopo Miroku in pausa, viene a bere qualcosa insieme alla ragazza con bel culo, che ha pure un bel viso.
 
“Ehi amico, due mojito” mi dice ed io annuisco, servendoli e sorridendo alla ragazza.
 
“Ciao” le dico e lei ricambia il sorriso
 
“Ciao”.
 
“Oh giusto ,non vi ho presentato. Inuyasha, lei è Sango”
 
La ragazza mi porge la mano e sorride ancora. Che schianto!
 
“Piacere Sango” dico e lei annuisce.
 
“Ah Miroku, tua sorella mi ha detto di dirti che se ne andava”.
 
Lo vedo accigliarsi e sbuffare.
 
“È incredibile quella donna”
 
“Si è un po’…sulla difensiva ”dico e lui mi guarda afflitto.
 
“Beh, lei…”
 
Sango gli da una gomitata e lui si schiarisce la voce.
 
“Meglio che torni a lavorare”.
 
“Si. Ed è meglio che vada pure io” aggiunge lei.
 
Li osservo e smetto di fare domande. Sembra proprio che si stata scaricata dal fidanzato. Beh il mondo è pieno di gente che viene mollato ogni giorno e mi pare che quella li esageri un po’, infondo è bella, le basta buttarsi e divertirsi con qualche ragazzo, mica deve sposarseli.
 
“Cosa mi consigli, barman”
 
Alzò lo sguardo e sorrido alla ragazza davanti a me .
 
“Dipende, di cosa hai voglia?”
 
Lei si accomoda, senza fretta con un sorriso lascivo e la serata va avanti.
 
 



Note autore:
Buona sera a tutti. Eccoci qui, al secondo capitolo di questa storia, che lo so, la conoscete (almeno alcuni di voi) per cui, prometto di non tediarvi troppo con i capitoli già noti e aggiornerò il più in fretta possibile. L'idea è una volta a settimana, ma potrei anche aggiornare più di frequente (vita permettendo). Insomma, abbiamo gettato le basi e uno sguardo sul personaggio di Inuyasha. Non lesinate nel farmi sapere le vostre impressioni . Ci aggiorniamo in breve ;) 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III L'acida e il terapista ***


Kagome ⭐
 
 
 
È passata quasi una settimana da quando Miroku iniziato a lavorare all'Insomnia ed è quasi una settimana che mi tiene il muso. È arrabbiato con me perchè me ne sono andata di punto in bianco. Detesto litigare con lui, perciò dopo quasi sette giorni decido di affrontarlo.
 
“Buongiorno” dico non appena apre la porta del suo appartamento.
 
“Ma che ore sono?” Chiede assonnato.
 
“Le 8 e 30” rispondo con un sorriso, porgendogli il caffè che gli ho portato. Lui lo prende senza dire nulla ed io sospiro.
 
“Miroku, va bene ho capito, sei arrabbiato con me” dico scocciata e lui mi guarda storto.
 
“E te lo meriti! Sei sparita senza dire niente”.
 
“Niente? L’ho lasciato detto al barista” rispondo e lui mi fulmina con lo sguardo.
 
“Kagome piantala di scherzare” dice serio ed io sbuffo.
 
“Perchè sei così arrabbiato? Lo sai che quel genere di locale non fa per me”
 
“Non è il locale il problema e lo sai bene!!!Sei tu che ti stai trincerando in te stessa! Maledizione!” Sbraita ed io incasso senza dire nulla.
 
“È così che intendi vivere la tua vita? Koga ti ha lasciato, si! Non puoi avere figli, si! Ma la tua vita non è finita accidenti!”
 
Lo guardo ferita e abbasso lo sguardo.
 
“È davvero questo quello che vuoi? Vivere senza nessun entusiasmo e senza nessuno scopo? Perchè se è così allora fai pure ,ma io non starò a guardarti mentre ti rovini la vita” aggiunge serio ed io deglutisco, sentendo l'aria mancarmi di colpo.
 
Ho deluso anche me stessa, oltre che lui, ma non so come essere diversa, non so come tornare la me stessa di un tempo, quella felice.
 
Restiamo in silenzio per un po', poi Miroku sospira.
 
“Scusa se sono stato brusco, lo sai che ti voglio bene. Devi tornare a vivere. Un tempo adoravi uscire e divertirti, adesso sembri aver paura del mondo. Smetti di aver paura”
 
“Non so come” sussurro affranta e lui mi abbraccia.
 
“A piccoli passi. Ma lascia che ti aiuti. Se ti dico di venire con me, tu non fai domande e non accampi scuse. Vieni con me e basta!”
 
Annuisco, ridendo anche se avrei tanta voglia di piangere.
 
 
 
 Sango ascolta con attenzione, mentre racconto la semi discussione avuta con Miroku.
 
“Ha ragione” dice alla fine ed io sospiro.
 
“Credi che non lo sappia Sango? Credi che mi piaccia sentirmi così?” Chiedo acida.
 
“No, non lo credo, ma credo che se non fai nulla per cambiare le cose te ne pentirai presto”.
 
La guardo affranta, poi sorrido appena.
 
“Allora. Io cercherò di cambiare, quando tu dirai a mio fratello che hai una cotta per lui dal liceo” dico e lei arrossisce di colpo.
 
“Ma cosa c'entro io?” Chiede imbarazzata.
 
“Mi sembra un buon compromesso” aggiungo ridendo e lei sbuffa.
 
“Onestamente mi sto guardando intorno” dice ed io la guardo curiosa.
 
“Adocchiato qualcuno?” Chiedo e lei fa spallucce.
 
“Il barista è sexy” dice sorridendo maliziosa ed io sbuffo.
 
“Mah...a me pare un idiota. Un mr Muscolo che si crede un adone” rispondo e Sango mi guarda interessata.
 
“Dove l'ho già sentita questa?”. Poi sgrana gli occhi.
 
“Aspetta, vuoi dire che il barista è lo stesso che hai incontrato al parco l’altra mattina?”
 
Annuisco scocciata e lei invece se la ride.
 
“Questa poi, e chi l'avrebbe mai detto”.
 
“Già, quando si dice la fortuna” commento
 
“Beh comunque è sexy, non puoi negarlo” dice lei come se volesse convincermi.
 
“Dici? Si è carino, ma non mi pare niente di che”
 
“Sei impossibile” dice lei alzandosi e sbuffando.
 
 
 
Passo la giornata con la mia amica ed infine arrivata la sera, giusto per Miroku, decido di andare con Sango all' Insomnia.
 
 
 
 
 
Inuyasha 🍸
 
 
 
 
 
  Il locale è strapieno come sempre. Dovrebbe essere il mio giorno libero, ma Ayame ha l'influenza e allora la sostituisco.
 
Mi sento a pezzi anche io però. Ieri sera non ho chiuso occhio per colpa di Kikyo e del suo, non saprei nemmeno come definirlo dato che è sposato. Ieri notte l'ha passata a litigare con lui e a piangere. Sbaglio quando dico che impegnarsi in una relazione è da pazzi?
 
Mai avuto una donna fissa, mai avuto relazioni, se non si conta la mia ex del liceo, ma ero un ragazzino. Ora sto così bene e sono così felice da non sentirne affatto il bisogno.
 
“Due birre” dice una ragazza davanti a me. La servo subito mentre lei osserva Miroku.
 
“È nuovo?” Chiede ed io annuisco.
 
“È qui da una settimana circa” rispondo.
 
“Sono stata fuori città per qualche mese...e mi ritrovo un simile bocconcino” dice maliziosa, poi si allontana.
 
Miroku ha fatto breccia nel cuore delle ragazze, anche se in realtà già qui tutti lo hanno preso in simpatia. È un bravo ragazzo, mi piace molto come persona, è simpatico.
 
Con la coda dell'occhio vedo avanzare Sango e subito dietro si lei, la sorella di Miroku, la ragazza bizzarra ed interessante.
 
“Ciao” dice Sango con un sorriso, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il trucco marcato sugli occhi, li fa sembrare più grandi ed il rossetto rosso delinea le labbra in modo davvero notevole.
 
“Ciao” rispondo, gettando un'occhiata all'amica dietro di lei.
 
“Ciao sorella di Miroku” dico non sapendo ancora il suo nome.
 
“Ciao barista” dice lei con fare annoiato sedendosi.
 
“Vado a salutare Miroku ” ci informa Sango allontanandosi.
 
“Allora che vuoi bere?” Chiedo alla ragazza seduta davanti a me.
 
“Una birra” risponde lei.
 
“Che birra?” E lei fa spallucce.
 
“Una qualsiasi”.
 
“Ahi, non va bene una qualsiasi. Se non è la birra giusta non c'è gusto a berla” dico e sorrido quando la vedo alzare gli occhi a cielo.
 
“Allora sceglila tu per me” risponde acida ed io annuisco, servendole subito dopo una birra alla spina.
 
“Dunque, sorella di Miroku, hai anche un nome o devo chiamarti sorella di Miroku?”
 
“Puoi anche evitare di chiamarmi. Non è affatto un problema” risponde sorseggiando la birra.
 
Servo alcuni clienti poi torno a guardarla. È una bella ragazza, si insomma ne ho viste di più belle senza dubbio. Non è certo il mio tipo. Troppo magra, poco seno, insomma non mi ispira da quel punto di vista. Però è singolare e quel visetto perennemente imbronciato, perchè?
 
“Allora appurato che sei single, giusto? Che fai di bello nella vita?” Chiedo.
 
Lei mi fulmina con lo sguardo alla parola single ed io sorrido.
 
“Dai ti ho chiesto scusa per l'altra volta” mi difendo e lei si volta indifferente verso la pista dove la gente balla.
 
“Io faccio il barista, ma questo lo sai già. E sono proprietario del locale al 30%” aggiungo e lei mi guarda ed annuisce.
 
“Sono una maestra” dice.
 
“Maestra eh? Non me l'aspettavo. Non ti ci vedo a star dietro a dei bambini”.
 
Non so cosa abbia detto di terribile, ma di colpo la vedo irrigidirsi ed i suoi occhi prima indifferenti ed annoiati, adesso sono lucidi.
 
“Già...”sussurra appena ed io la guardo curioso.
 
“Che ho detto stavolta?” Chiedo confuso.
 
“Niente, niente...”dice lei bevendo la birra tutto d'un fiato.
 
Mi incuriosisce sempre di più, non c'è che dire.
 
“Sei un tipo strano” dico senza pesarci e lei mi fissa stupita, poi accigliata.
 
“Io non sono strana” dice seccata.
 
Sono costretto ad allontanarmi per servire ancora dei clienti, poi ritorno da lei.
 
“Dove eravamo?” Chiedo.
 
“Ma non hai niente di meglio da fare che parlare con me?” Risponde lei ed io rido, quando lei si alza e raggiunge il fratello e l'amica.
 
“Chi è quella?”
 
Kikyo si siede un momento.
 
“La sorella di Miroku” dico servendole dell'acqua.
 
“È carina” commenta lei ed io faccio spallucce.
 
“Si...bah niente di che, ma la trovo interessante” rispondo , servendo altre persone.
 
Continuo ad osservarla da lontano. Si vede che è un tipo schivo e chiuso, ma nei suoi occhi vedo come un'energia repressa. Mi piace scoprire cosa si nasconde dietro i gesti e gli occhi delle persone e mi piacerebbe scoprire qualcosa di più di lei. Non so perchè, ma credo che infondo lei sia diversa da come appaia ai miei occhi e vorrei tanto scoprire perchè.
 
 
 
Kagome ⭐
 
 
 
 
 
“Ho visto te ed il barista parecchio affiatati” Sango con un gran sorriso. Io la fissò di sbieco.
 
“Affiatati un cavolo, è un rompipalle che non sa farsi i fatti suoi”.
 
“Magari perchè gli piaci” ribatte lei ed sbuffo.
 
“Anche se fosse e non è così, a me non piace, quindi piantala”.
 
Sango mi guarda accigliata e sospira. So che sta facendo. Vuole spostare la sua attenzione su di me, per non badare al fatto che Miroku abbia passato tutta la sera con un'oca maggiorata. Che deficiente pure lui, accidenti.
 
“Ok, ci sentiamo domani” dice una volta sotto casa mia.
 
“Sango...non ci pensare. Hai detto che ti stai guardando intorno no? E allora fallo davvero. Il barista ti piace?” Chiedo e lei mi guarda perplessa.
 
“Ma a te andrebbe bene se...”
 
“Di quel cretino non me ne frega nulla, nemmeno lo conosco e non mi interessa” rispondo tranquilla e lei annuisce.
 
“Inuyasha...si chiama Inuyasha ” dice con un sorrisetto, poi però si fa seria.
 
“Già, dovrei fregarmene di Miroku e delle troiette che si porta a letto...” sussurra. Le do un bacio sulla guancia, infine esco dall'auto .
 
 
Entro in casa senza un briciolo di sonno e allora, dopo essermi messa comoda, mi piazzo davanti alla tv. Ripenso al barista e al suo modo di fare impiccione .Non lo sopporto. E più mi infastidisce più me lo ritrovo tra i piedi. Spengo la tv annoiata e vado a letto e come ogni sera, prendo tra le mani la foto che ritrae me e Cole il giorno del nostro matrimonio. Sorrido triste guardandola e alla fine mi alzo e prendo l'album delle nostre nozze, chiuso in una valigetta rilegata. Guardo Koga che mi sorride, noi che mangiamo la torta, il nostro primo ballo...poi arrivo quasi alla fine, dove ci sono alcune pagine vuote.
 
Ci metteremo quelle dei nostri figli, aveva detto sorridendo...ma non ci sono foto di nessuno.
 
  Passo la notte a guardare e riguardare le foto e alla fine mi appisolo. Sono le 8 passate quando mi sveglio di soprassalto. Dormire sul divano mi ha distrutto la schiena, così mi alzo e mi fiondo sotto la doccia.
 
Venti minuti dopo, vado a fare colazione al bar, non perchè ne abbia molta voglia, ma perchè ho scordato a comprare il caffè e ne ho bisogno come l'aria.
 
 Seduta al mio solito tavolo ,sorseggio il caffè e mangiucchio un dolcetto, quando una voce fastidiosa mi interrompe.
 
“Ehilà”.
 
Il barista...o come ha detto Sango, Inuyasha, mi pare abbia detto così, si avvicina sedendosi.
 
“Sei uno stalker, o cosa? Mi spieghi perché ti ho sempre tra i piedi?” Non lo sopporto!
 
“Ehi, mi è venuta voglia di un the freddo, tutto qua e ad ogni modo, magari c’entra il destino” sorride tranquillo, alzando le mani.
 
“Scusi, mi porta un the freddo al limone?” dice richiamando l'attenzione del cameriere e mettendosi comodo, segno che non se ne andrà tanto presto, poi mi fissa.
 
“Dunque, parlami di te...perchè hai reagito male ieri?”
 
Lo guardo stupita, poi mi irrigidisco e sposto lo sguardo.
 
“Non ho reagito male e non sono affari tuoi in ogni caso” sbotto infastidita, ma lui mi
 
Sorride e sorseggia il suo the senza smettere di fissarmi.
 
“Mi spieghi perchè mi fissi come un idiota” Chiedo scocciata. Lui resta ancora zitto, poi posa il bicchiere.
 
“Lo hai beccato con un'altra? Per questo è finita?” Chiede e lo guardo furiosa.
 
“Ma sei sordo per caso? Ho detto che non sono affari tuoi razza di idiota” ribadisco fissandolo con più astio del dovuto, ma lui corruga la fronte.
 
“Ci credo che ti ha mollata, sei acida e scontrosa, per non dire insopportabile” ribatte lui beffardo con un sorrisetto sardonico. Lo osservo in assoluto silenzio per qualche secondo, poi la voglia di spegnere quel sorriso strafottente, l'orgoglio e chissà che altro, mi spingono a rispondere
 
“In realtà... mio marito mi ha lasciata perchè non posso avere figli e si è stufato di me”.
 
Lo vedo ammutolire e quel sorriso, come previsto, sparisce di colpo, lasciandogli un’espressione a metà tra il mortificato e l'incredulo. Soddisfatta mi alzo dal mio posto, prendendo la borsa.
 
“Ti auguro una buona giornata, barista” aggiungo, per poi lasciarlo seduto come un allocco ed incamminarmi verso casa mia.
 
 Tutta la soddisfazione provata nell'essere riuscita a farlo tacere, lentamente scema, così come il mio sorriso, che ad ogni passo diventa meno evidente, fino a sparire del tutto.
 
Una morsa alla stomaco mi assale di colpo, quando realizzo che , non solo ho appena spiattellato i cazzi miei ad un perfetto sconosciuto, ma che, ed è questo che mi costringe a fermarmi e ad appoggiarmi al muro senza forze, è la prima volta che lo dico a voce alta. L'ho pensato le prime notti ho anche sognato quell'ultima litigata, ma mai, mai ho detto a voce alta: mio marito mi ha lasciato perchè non posso avere più figli. Mai ho detto: si è stufato di me.
 
L'aria nei polmoni inizia a scarseggiare e una sensazione di terrore quasi, mi assale, mentre sento caldo e freddo insieme. Quando sento di poter svenire da un momento all'altro, sento anche due braccia cingermi per la vita.
 
“Calmati, respira”.
 
Riconosco la voce di Inuyasha e nonostante vorrei gridargli di andarsene al diavolo, non ne ho la forza, mi sento mancare il fiato.
 
“Respira, va tutto bene...tranquilla. Fai respiri profondi” dice ancora lui ed io obbedisco. Il cuore impazzito nel petto, inizia lentamente a battere al suo ritmo normale ed io chiudo gli occhi, sentendo un senso di nausea pervadermi.
 
“Ti senti meglio? Hai avuto un piccolo attacco di panico, nulla di grave”.
 
Io annuisco, poi mi scosto dalla sua presa e ci guardiamo per un breve istante, senza dire nulla. Mi sento stupida ed in imbarazzo, così senza aggiungere altro, mi volto e torno a camminare.
 
“Ehi aspetta” dice lui, seguendomi.
 
“Che c'è?” Chiedo stanca e lui mi prende per un braccio, costringendomi a fermarmi.
 
“Mi dispiace, scusa. Ho detto una cosa stupida, di nuovo”.
Io non lo guardo, sento le lacrime salire agli occhi e non voglio che mi veda piangere, per cui annuisco solo e scrollo il braccio per liberarmi e senza dire nulla muovo qualche passo.
 
Lui resta fermo e mi fissa, poi lo sento sbuffare e sento i suoi passi dietro di me.
 
“Ehi su ,ti ho chiesto scusa, guarda che non lo faccio spesso” dice.
 
“E dovrebbero essere affari miei?” rispondo, cercando le chiavi nella borsa. Una volta giunta davanti al palazzo di casa mia, mi volto e lui è proprio davanti a me, che si guarda intorno curioso.
 
“Vuoi che ti accompagni di sopra?” Chiede lui avvicinandosi.
 
“NO” rispondo.
 
“Rilassati, non ci stavo provando. Se proprio vuoi saperlo non sei il mio tipo. Non mi piacciono quelle senza tette. Lo dicevo per gentilezza”.
 
Cafone idiota. Mi ha definito senza tette?Quanto lo odio accidenti.
 
“Perchè tu e la tua gentilezza non ve ne andate a fare un giro?” Chiedo incazzata nera, guardandolo ,ma sono costretta ad arretrare quando me lo trovo davanti. Accidenti quanto è alto.
 
Lui nemmeno mi considera e guarda i nomi scritti accanto ad ogni campanello.
 
“Che cosa fai?” Chiedo esausta, impossibilitata ad aprire il portone, a causa dell'idiota davanti a me.
 
“Cerco di scoprire il tuo nome. Oh ecco Higurashi…Kagome” lui senza guardarmi.
 
“E tu come fai a sapere il mio cognome?” sorpresa.
 
“Beh sai, Miroku si chiama Higurashi e siete fratello e sorella e, dato che qui abita solo una Kagome Higurashi a quello che vedo...ho solo fatto due più due, mi credi davvero idiota allora”
 
“Complimenti Sherlock, ora te ne vai?” Dico stanca di averlo tra i piedi.
 
“Carino qui, io sto a circa tre isolati” dice assorto e guardandosi intorno.
 
“Non me ne frega niente” dico furiosa e lui mi guarda con un sorriso, spostandosi per farmi passare .
 
“Mamma mia, sei davvero acida di natura....”ridacchia ed io per tutta risposa gli chiudo il portone in faccia.
 
 
 
Appena entrata in casa, mi getto sul divano sul quale resto praticamente tutto il giorno. Ignoro le chiamate di Sango e mi alzo solo alla sera.
 
Arrivo al frigorifero e guardo annoiata ciò che contiene. Non ho fame, ho solo voglia di far qualcosa, così prendo la scatola di involtini primavera e la bottiglia di vino rosso, che per tutte le persone normali fa a pugni con gli involtini primavera, ma ovviamente io non faccio parte della schiera delle persone normali.
 
 Non so di preciso quanto vino ci fosse nella bottiglia, so per certo che adesso la bottiglia è vuota. Un bicchiere dietro l'altro , senza accorgermene l'ho finito tutto e devo dire che mi sento meglio. Forse un pochino confusa.
 
Prendo la foto del mio matrimonio e guardo l'espressione di Koga
 
“Era così che volevi far avverare tutti i miei sogni? Lasciandomi da sola?” Chiedo ed il Koga della foto ovviamente non risponde, così...guidata dalla mezza sbronza dovuta al vino, faccio una cosa molto stupida, prendo il telefono e compongo il numero del mio ex marito.
 
Dopo tre squilli, si attacca la segreteria e la voce dell'uomo che amo mi fa tremare.
 
“Al momento non posso rispondere, lasciate un messaggio e vi richiamerò appena possibile” conciso, formale , efficiente, impeccabile. In una parola...Koga.
 
“Sono io, tua moglie. Ex” dico di getto, mentre le lacrime prendono a scendere sulle gote.
 
“Mi manchi sai? Tantissimo .La mia vita fa schifo ed ho bisogno di te...ma tu mi hai lasciato da sola...” chiudo gli occhi e subito dopo chiudo la chiamata, gettando il telefono per terra.
 
 Un rumore fastidioso mi desta. Non ho idea di che ora sia ed il rumore fastidioso, che identifico col citofono, torna a trapanarmi le orecchie. Grugnisco guardando l'ora : le 6:00 e ricaccio la testa sotto il cuscino del divano, ma il campanello torna a suonare ed allora, con la calma di un rinoceronte alla carica, mi alzo e vado a vedere chi è che si permette di rompere le palle praticamente all'alba.
 
“Chi è?!” dico alterata.
 
“Buon dì” è la risposta che sento. E benchè sia reduce da una sbronza da vino e sia rincoglionita, ahimè, riconosco quella voce.
 
“Ma che cazzo...”sibilo, fregandomene della parolaccia.
 
“Ahi…le signorine per bene non dicono certe cose” ribatte lui, che altri non è che Inuyasha ovviamente.
 
“Si, se vengono svegliate all'alba da un idiota rompipalle” rispondo chiudendo il citofono, che puntualmente suona di nuovo.
 
“Ma che vuoi?” Urlo incavolata.
 
“Se mi apri te lo dico” risponde lui.
 
Io resto basita. Ma scherziamo? Dovrei far salire in casa un perfetto sconosciuto, che ha la capacità innata di farmi incazzare come nessuno? Persa nei miei ragionamenti, sobbalzò quando sento trillare il campanello di casa. E chi può essere se non...
 
“Non ho forzato la serratura, sono entrato appresso ad un tizio col cane” dice Inuyasha da dietro la porta. O certo...il vecchio maniaco ed il suo cane isterico, perfetto.
 
Apro la porta, ma tengo inserita la catenella.
 
“Che cosa vuoi? Che ci fai qui?” Chiedo irritata.
 
“Ho deciso di portarti a fare joggin. Ti insegno a tenere il passo e a difenderti dalle vespe” dice sorridendo.
 
“No grazie...imbecille” rispondo chiudendo la porta.
 
“Dai, guarda che non è così male. So per certo che correre la mattina presto, aiuta a far passare gli attacchi di panico”.
 
Stringo i pugni ed apro la porta come una matta.
 
“Senti un po' tu, nessuno ti ha chiesto niente. Non ti impicciare nei miei affari, capito?” sbraito e lui non fa una piega.
 
“Sai che non ho ancora capito se hai un brutto carattere di tuo o se sono io a tirare fuori il peggio di te?!” dice.
 
“Prova ad indovinare” sibilo, fulminandolo con lo sguardo.
 
“Senti...te l'ho già detto, rilassati. Non ci sto provando e non sei il mio tipo. Vedo che non stai bene e vorrei aiutarti” dice serio ed io lo fisso di colpo stupita.
 
“Perchè? Che ti frega di come sto io? Nemmeno mi conosci”.
 
Lui fa spallucce.
 
“Si chiama empatia, gentilezza...cose di cui ovviamente tu non conosci nemmeno l'esistenza” risponde con un mezzo sorriso, mentre la mia voglia di strozzarlo cresce a dismisura.
 
“No, si chiama essere impiccioni e rompipalle, ecco cosa” dico, mentre lui ride osservando il suo orologio.
 
“Dunque siamo in perfetto orario sulla mia tabella di marcia, quindi vai a cambiarti forza”.
 
“Io non ci vengo a fare joggin, men che mai con te” dico e lui sorride.
 
“Distrarti ti farebbe senz'altro bene e fare joggin è terapeutico” dice, entrando in casa senza permesso e guardandosi intorno, dirigendosi verso la cucina
 
“Ma che...”
 
“Ah...niente parolacce” mi interrompe lui dall'altra stanza.
 
Sono senza parole.
 



 Inuyasha 🍸
 
 
 
 Non so esattamente come mi sia venuto in mente, ma mi sono svegliato con una stramba idea in testa. Ieri sera ho ripensato a quella Kagome, a quello che mi ha detto circa suo marito, ed al suo modo di fare...così chiuso e scontroso. Non so perchè ma sento che è solo una facciata, una maschera, si sta rovinando la vita e so che in fondo non dovrebbe importarmi, ma so come ci si sente quando si guarda la propria vita scorrere davanti agli occhi, senza avere la voglia di cambiare le cose e quindi...vorrei aiutarla.
 
 Guardo il campanello ,e suono.
 
“Chi è?!”Risponde Kagome con voce irritata ed io già sogghigno. Mi diverte farla incazzare, non so perchè.
 
“Buon dì” rispondo e cala il silenzio, rotto infine da lei.
 
“Ma che cazzo...”sbraita.
 
“Ahi, le signorine per bene non dicono certe cose” ribatto io sorridendo
 
“Si, se vengono svegliate all'alba da un idiota rompipalle” dice lei, chiudendo il citofono.
 
Devo dire che ha sempre la risposta pronta e la cosa mi diverte non poco. Senza pensarci un secondo suono di nuovo e lei torna a rispondere, gentile come sempre.
 
“Ma che vuoi?” Urla arrabbiata.
 
“Se mi apri te lo dico” rispondo. Mi aspetto una risposta al veleno, invece sento solo silenzio. Un anziano arriva in quel momento, portandosi al guinzaglio un cane, che non fa che cercare di acchiapparsi la coda. Il tizio mi guarda un momento, poi apre il portone e torna a guardarmi ed io ne approfitto , entrando subito dietro di lui.
 
“Non la conosco” dice guardingo.
 
“Sono un amico di Kagome Higurashi" rispondo.
 
“Higurashi …oh il il 7B”dice con un sorrisetto.
 
7B. Grazie mille
 
 
 
Tre piani dopo, ecco il 7B e subito suono.
 
“Non ho forzato la serratura, sono entrato appresso ad un tizio con il cane” dico, sperando che il vecchio non si sia sbagliato.
 
La porta si apre appena, e vedo Kagome guardarmi irritata.
 
“Che cosa vuoi? Che ci fai qui?” Chiede fulminandomi con lo sguardo.
 
“Ho deciso di portarti a fare joggin. Ti insegno a tenere il passo e a difenderti dalle vespe” rispondo e sorridendo alla sua faccia.
 
“No grazie..idiota” sbraita, chiudendo la porta.
 
“Dai, guarda che non è così male. So per certo che correre la mattina presto, aiuta a far passare gli attacchi di panico” le dico attraverso la porta. Lo so perchè con me ha funzionato.
 
La porta si apre di scatto e Kagome mi fissa furiosa.
 
“Senti un po' tu. Nessuno ti ha chiesto niente. Non ti impicciare nei miei affari, capito?”
 
La guardo tra il divertito e l'esasperato.
 
“Sai che non ho ancora capito se hai un brutto carattere di tuo o se sono io a tirare fuori il peggio di te?!”.
 
“Prova ad indovinare” risponde lei.
 
Non è certo uno zuccherino, anzi.
 
“Senti... te l'ho già detto. Rilassati. Non ci sto provando e non sei il mio tipo. Vedo che non stai bene e vorrei aiutarti” le dico senza troppe cerimonie. Lei mi guarda stupita per un momento.
 
“Perchè? Che ti frega di come sto io?Nemmeno mi conosci” dice ed io faccio un'alzata di spalle.
 
“Si chiama empatia, gentilezza...cose di cui ovviamente tu non conosci nemmeno l'esistenza” le rispondo sorridendo ed il suo sguardo torna a fulminarmi. Inutile, mi diverto troppo.
 
“No, si chiama essere impiccioni e rompipalle, ecco cosa” dice, facendomi scappare una risata.
 
“Dunque siamo in perfetto orario sulla mia tabella di marcia quindi vai a cambiarti forza”.
 
“Io non ci vengo a fare joggin, men che mai con te” risponde sbuffando. Che donna cocciuta, accidenti.
 
“Distrarti ti farebbe senz'altro bene e fare joggin è terapeutico” dico, entrando. Carina la casa.
 
Mi inoltro e trovo la cucina .Oh bene, un bel caffè ci vuole.
 
“Ma che...”la sento sbraitare e ridacchio.
 
“Ah...niente parolacce” le dico.
 
“Ma sta zitto, idiota. Chi sei un fottuto terapista? Vattene ho detto” sbraita incavolata, raggiungendomi in cucina.
 
Ecco che ci si guadagna a fare buone azioni.
 
“Da quanto soffri di attacchi di panico?” Domando più serio.
 
“Io non soffro di attacchi di panico, e anche se fosse, non sono affari tuoi”.
 
Ma si, infondo è vero, non sono affari miei...eppure sono fatto così, se mi fisso in una cosa, non sono capace di lasciar perdere.
 
“Non fare la acida, cerco di aiutarti” dico sospirando.
 
“Ma io non ho bisogno di aiuto e ribadisco: non ti conosco! Quindi vattene” risponde lei.
 
“Per questo, ad ogni riferimento al tuo ex marito piangi e stai male?”
 
La vedo sgranare gli occhi, che diventano lucidi.
 
“Ma tu chi cavolo credi di essere per venire qui a giudicarmi?”
 
“Non ti giudico, ognuno reagisce a modo proprio alle cose, ma chiuderti in te stessa così, allontanare tutti...perchè lo stai facendo? Io non ti conosco è vero, ma qualcosa mi dice che tu non sei così, lo capisco da come parla di te tuo fratello”.
 
Il suo sguardo si addolcisce appena quando nomino Miroku.
 
“Ci sono passato, so che si prova a trovarsi di colpo senza uno scopo, so che si prova a vedere la propria vita scorrere davanti agli occhi, per questo non sopporto quando qualcuno si arrende”.
 
La vedo guardarmi curiosa, pur senza abbandonare il suo cipiglio incazzato.
 
“Io ce l'ho uno scopo” sussurra.
 
“Si? E qual è? Rovinarti la vita, pensando al tuo ex?”
 
Si passa una mano tra i capelli e chiude gli occhi.
 
“Vatti a cambiare” dico, bevendo il caffè.
 
 
 
 “Non posso credere di essermi lasciata convincere” borbotta irritata.
 
“Su...correre aiuta a rilassare i muscoli” ribatto, facendo del riscaldamento.
 
“Ok, possiamo andare ”aggiungo iniziando a correre con lei accanto
 
“Allora...” inizio dopo un po’.
 
“Perchè non puoi avere figli?”
 
Lei se ferma di botto e mi fissa.
 
“Non sono affari tuoi. Ma non te l'hanno insegnata l'educazione?” Risponde seria ed io faccio spallucce.
 
“Facevo conversazione...”rispondo correndo sul posto per non perdere il ritmo.
 
“Davvero? Beh trova un altro argomento” dice superandomi.
 
“Ok, miss gentilezza” bisbiglio seguendola.
 
 
Nemmeno dieci minuti da quando siamo partiti, la vedo rallentare
 
“Non sarai già stanca?” Chiedo con un sorriso e lei si piega sulle ginocchia, respirando affannosamente.
 
“Certo che sono stanca. Ho bisogno di sedermi” piagnucola.
 
“Quanto manca al parco?” Chiede poi.
 
“Secondo te? Siamo in corsa da...”mi fermo a guardare l'orologio.
 
“Otto minuti. Ma sei una davvero una schiappa”.
 
Lei mi fulmina con lo sguardo e si siede sul marciapiede.
 
“Bene ..esperimento fallito mio caro. Fare joggin non mi ha fatto sentire meglio. Non avrò un attacco di panico, ma un infarto non me lo leva nessuno”.
 
“Esagerata” dico alzando gli occhi al cielo.
 
“E poi correre aiuta ad eliminare la cellulite”
 
“Io non ho la cellulite e comunque è una balla” ribatte seccata, alzandosi.
 
“Dove vai?” Le chiedo quando la vedo allontanarsi.
 
“ A casa, dove se no” dice facendo un vago gesto con la mano.
 
Mi ha mollato da solo?!Beh...ci rivediamo domani Kagome.



Kagome  ⭐
 
 
 
 
 
“E tu sei andata a fare joggin???”Chiede Sango incredula al telefono.
 
“Solo perchè qualcosa mi diceva che non se ne sarebbe più andato altrimenti”.
 
“E dopo?” Chiede maliziosa.
 
“Dopo che?”
 
“Dopo la corsa...è ovvio”
 
Oddio. So già dove vuole andare a parare.
 
“Me ne sono tornata a casa, perchè? Che cosa ti aspettavi? Sesso selvaggio tra me ed il barista. Credevo ti interessasse”
 
“Oh te lo lascio volentieri tesoro… e comunque si! Dai è così sexy, non ti ha nemmeno sfiorato l'idea?”
 
“No!”ribatto sincera. Nemmeno per un secondo mi sono sentita attratta a lui.Si ok, è un bel ragazzo, ma...non è...
 
“Io credo che dovresti lasciarti andare con lui, divertirti ecco”dice Sango, facendomi tornare alla realtà.
 
“Lasciarmi andare? Ma che dici? E poi io non sono il suo tipo, come lui d'altronde non è il mio”.
 
“Oh cielo, non devi mica fidanzarti parlo solo di lasciarti andare” ribatte Sango.
 
Sospiro esausta. Non so nemmeno sa sarei capace di provare qualcosa. Non so se il mio corpo si è definitivamente danneggiato al punto da non farmi più provare nulla nemmeno nel sesso. Onestamente, non lo so. Nemmeno mi interessa scoprirlo .
 
“Ok senti, sono stanca credo che andrò a letto. Tu se hai tanta voglia di lasciarti andare col barista, fallo pure”.
 
“Forse dovrei visto che qualcuno non ne vuole approfittare” dice perplessa.
 
“T'ho già detto che non mi interessa e che io non interesso a lui. Il cafone mi ha chiamato senza tette” .
 
“Beh ha ragione però” dice lei ridacchiando.
 
“Vaffanculo” sbotto ridendo.
 
“E Miroku?”Chiedo cauta e la sento sbuffare.
 
“Sai che c'è? Al diavolo Miroku .Mi sono stufata di aspettare che si accorga di me, sono anni che lo faccio, adesso basta” ribatte seria.
 
“Finalmente” dico con un sorriso. Mio fratello non si è mai accorto di lei, da quel punto di vista. È la sua migliore amica, e come tale la vede, per cui si diverte a portarsi a letto tutte le ragazze che vuole senza immaginare nemmeno di ferire Sango. Idiota. Io gli voglio bene, lo adoro, ma certe volte lo strangolerei.
 
 
 
Nonostante la stanchezza, ci metto un po' ad addormentarmi. Scorro i messaggi sul cellulare, poi vado alle chiamate effettuate ed eccolo la, il numero di Koga. Avrà sentito il messaggio? Sicuramente si, ma lo ha ignorato. Probabilmente mi ritiene patetica e lo sono. Inuyasha e Miroku non hanno tutti i torti, quando dicono che mi sono chiusa in me stessa, che mi allontano da tutti, che sono acida e scontrosa. Mi sto difendendo o punendo?
 
 
 
 Il citofono mi fa sobbalzare ed io impreco poco carinamente, guardando l'ora. Le 6:00
 
“Porca miseria...”sussurro, alzandomi quando il citofono torna a suonare insistente.
 
“Buongiorno bella addormentata, pronta?”
 
“Non ci posso credere” dico affranta. Ma perchè non mi lascia in pace.
 
“Vuoi che aspetto di sotto o mi fai salire?”
 
“Voglio che tu vada via” ribatto.
 
“No, opzione non contemplata” dice lui.
 
 Esattamente come ieri mattina, ancora non mi capacito si essere in tuta, per strada alle 6 e 30 del mattino.
 
Inuyasha corre tranquillo, come se non avesse mai fatto altro nella vita, il che forse è proprio così. Mi tornano in mente le sue parole, e devo ammettere che un po' curiosa lo sono, ma non domando nulla, anche perché inaspettatamente è lui a sollevare l'argomento.
 
“Fare sport mi è sempre piaciuto, specialmente correre. Avevo anche uno sponsor che aveva scommesso su di me. Ho vinto parecchie gare, ma poi una sera mentre tornavo a casa in moto, un tizio mi ha travolto e addio sogni di gloria”.
 
Lo guardo interessata e lui continua.
 
“Ho subito delle operazioni e, nulla, non ho più potuto prendere parte alle gare. Mi son sentito perso, perché correre mi faceva stare bene, tranquillo e rilassato. I dolori al ginocchio erano insopportabili ed ho iniziato a fare un uso esagerato di antidolorifici. Non riuscivo più a studiare e mi sentivo vuoto e un bel giorno giunsero anche gli attacchi di panico”.
 
Cavolo e chi se lo aspettava.
 
“È stato un periodo terribile, con i miei che mi esortavano a reagire anche con le minacce...alla fine ho incontrato un ragazzo, lui mi ha aiutato tanto, tantissimo. Era malato ma non si è mai perso d'animo e ricordo che mi disse: tutte le volte che senti di non riuscire ad essere felice, scappa e cerca la felicità da qualche altra parte ed io l'ho fatto. Ho mollato gli studi e ho iniziato a girare il mondo e la gamba ha smesso di tormentarmi, gli attacchi di panico sono riuscito prima a controllarli, poi a farli sparire...”
 
“Mi dispiace...”dico senza sapere che altro aggiungere e lui sorride.
 
“È passata...ora sto bene con quel che ho” dice scrollando le spalle.
 
“Tocca a te” aggiunge poi ed io lo guardo senza capire.
 
“Io ti ho raccontato di me, ora tu raccontami di te”.
 
Ma guarda che tipo!
 
“Mi ha raccontato questa storiella per costringermi a parlare dei fatti miei?” Chiedo irritata.
 
“Punto primo non è una storiella è la mia vita. Punto secondo non voglio costringerti, ma sarebbe carino ricambiare il favore ,io mi sono aperto con te”.
 
“E chi te l'ha chiesto? T’ho già detto che non sono affari tuoi”.
 
Lui sbuffa, poi si ferma con un sorriso.
 
“E ora che ti prende?” Chiedo e lui scrolla le spalle.
 
“Niente. Siamo al parco”.
 
Mi guardo intorno stupita È' vero...abbiamo corso fino al parco ed io nemmeno me ne sono resa conto, perché ero presa ad ascoltare Inuyasha.
 
“Hai un buon passo...”dice porgendomi l'acqua.
 
Faccio spallucce ,senza dire nulla, ma sono fiera di me e lui sorride.
 
“Colazione?” Chiede.
 
Scrollo le spalle e lo seguo.
 
Seduti al bar, lui continua raccontarmi di suo padre e di quanto sia severo. Non ha mai accettato che avesse mollato tutto per poi ritrovarsi a lavorare in un locale, quando invece poteva diventare medico. Racconta di sua madre e della sua dolcezza, ma anche del suo caratterino.
 
Mi racconta dei tempi del liceo, di quando stava con una tizia che ha mollato per noia. Questo la dice lunga su che tipo di uomo sia adesso che ha trent’anni.
 
Mi racconta la sua vita senza indugi. Parla tanto , forse troppo, ma lo ascolto e non so perchè ,ma Koga scivola dalla mia mente per qualche ora.
 
“Tu hai sempre voluto fare la maestra?” Chiede.
 
“Si. Mi sono sempre piaciuti i bambini” rispondo cambiando subito umore.
 
Lui mi guardo serio, poi scuote la testa.
 
“Il tuo ex sta con qualcuno?”
 
Alzò la testa di scatto, sentendo una morsa allo stomaco a quell'eventualità.
 
“Non lo so”dico.
 
“Da quanto siete separarti?”
 
“Ufficialmente da un anno e mezzo. Ufficiosamente da due” rispondo senza sapere perchè.
 
“Beh,per come la vedo io, lui è un coglione e non ti amava abbastanza, se no sarebbe rimasto giusto? Quindi dimenticalo, non merita tutti questi affanni”
 
Lo fissò irritata , ma lui mi precede.
 
“Si non sono affari miei, lo so, ma se ci pensi ho ragione io” dice.
 
È così? La verità è che Koga non mi amava abbastanza ?
 
“Bene, ti riaccompagno a casa” dice alzandosi e uscendo dal bar.Camminiamo stavolta e lui mi guarda.
 
“Da quanto tempo soffri di attacchi di panico?” Me l'ha già posta questa domanda.
 
“Io non lo so “dico sincera. Mi è già capitato ma non ricordo quando è iniziata.
 
“Se ti va di parlarne io sto qua” dice una volta giunti davanti al mio portone. Devo ammettere che l'avevo giudicato male, non è proprio un idiota, è gentile dopotutto. In modo impiccione ma è gentile.
 
“Perchè ?”Chiedo.
 
“Perchè mi piace aiutare la gente. O forse perchè mi annoio” ridacchia, lasciandomi davanti al portone.
 
Lo fissò imbronciata mentre si allontana, però un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra.



Note autore :

Oh bene eccoci di nuovo! Dunque Inuyasha decisamente un rompiballe che non si arrende, Kagome è tremendamente acida, e dato che l'ho caratterizzata io, fidatevi che peggiorerà! Per chi conosce già la storia la ⭐ di Kagome è un piccolo anticipo 😏 a prestissimo. Tanti cocktails e stelline a tutti! 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV L'improbabile amicizia ***


Kagome ⭐
 
 

Ancora un week end e tornerò a lavoro. La scuola sta per ricominciare e non potrebbe farmi più che piacere, finalmente.
È già passata una settimana, da quando Inuyasha ha messo su quella che lui definisce: joggin terapia come se io ne avessi bisogno.
Però, se devo essere sincera, mi sono quasi abituata a questa corsa mattutina. Giuro, ho sempre odiato correre e lo odio ancora ma, forse è l'aria pura che si respira a quell'ora, forse sono le chiacchiere continue di Inuyasha(come diavolo fa a correre e blaterare allo stesso tempo, proprio non lo capisco)che mi distraggono, ma si, c'ho preso l'abitudine.
Mister tutto muscoli, continua a fare domande sulla mia vita privata, su Koga.Già…Koga ha bellamente ignorato il mio messaggio, ma lo capisco, era talmente tanto patetico da farmi venir voglia di picchiarmi da sola.
 “Non è molto carino ignorare una persona che sta parlando”.
La voce di Inuyasha mi riporta alla realtà e subito torno attenta.
“Scusami” dico e lui mi guarda stupito.
“Ti sei scusata? Oh quindi sei acida solo a momenti. Bene...”dice sorridendo. Vorrei tirargli in faccia il mio caffè , ma ne ho troppo bisogno.
Come le altre mattine, ce ne stiamo seduti al bar di Akira . Sarebbe stato più normale scegliere un bar vicino al parco, anziché fare nuovamente tutta la strada a piedi, ma no…Inuyasha vuole il the solo del bar di Akira. Che pazienza di prima mattina.
 “Perchè hai sempre questa espressione quando stai seduta qui?” Mi chiede lui sorseggiando il suo the ed io lo guardo curiosa.
“Che espressione?”
“Non saprei definirla. Forse malinconica” ribatte lui ed io sorrido mesta.
“Questo posto mi fa tornare in mente tante cose”.
“Per esempio?” Chiede ancora lui, sinceramente interessato e guardandomi tranquillo. Forse è proprio questa sua tranquillità, questo suo sguardo sempre sereno, che mi spinge per la prima volta ad aprirmi davvero, almeno un po'.
“Da ragazzini, io Miroku, Sango e Koga venivamo qui dopo la scuola....”.
“Koga sarebbe..”
“Si…il mio ex marito” sussurro con un sorriso sulle labbra.
Lui mi guarda in silenzio, poi beve un sorso di the.
“Dovresti ridere più spesso sai? Sembri meno acida” dice.
“Ma la pianti?Io non sono acida accidenti” sbraito e lui mi guarda come per dire: certo come no. Odioso, arrogante e idiota!
 Come le altre mattine, mi riaccompagna a casa.
“Passa al locale stasera, tanto non hai niente di meglio da fare, no?” Mi dice sorridendo.
“Scusa, che ne sai? Io ho un sacco di cose da fare” rispondo piccata.
“Immagino...”ridacchia lui, scendendo le scale e lasciandomi sola davanti al portone.
“Ho davvero un sacco di cose da fare” sbraito e lui mi fa un cenno con la mano, senza voltarsi.


 Passo tutto il pomeriggio a cercare qualcosa da fare, ma davvero non trovo nulla e miseramente sono costretta a cedere davanti allo sguardo truce di Sango, che praticamente mi impone di uscire con lei.
 “Ma non è che in realtà tra te e Inuyasha sta succedendo qualcosa?” Mi chiede lei, scendendo dalla macchina, davanti al locale ed io la guardò storto.
“Ma nemmeno per idea. Presuntuoso e idiota, ecco cos'è” borbotto e lei alza gli occhi al cielo.
“Giusto, non è il tuo tipo” dice lei entrando nel locale e facendosi strada tra la folla.
“Infatti..” rispondo, seguendola.
“E perchè? Perchè è decisamente troppo sexy per i tuoi gusti?” Mi chiede con voce esasperata, gettando uno sguardo al bancone, dove Inuyasha sta servendo i clienti.
“No...perchè non è Koga” ribatto fredda, forse un po' troppo, perché vedo Sango guardarmi mortificata, ma io la ignoro e cammino fino al bancone.
“Buona sera fanciulle” dice Inuyasha con un sorriso, ma io lo ignoro e mi siedo.
“Una birra” dico secca.
“Una qualsiasi?” Mi chiede lui ed io lo trucido con lo sguardo.
“Stupiscimi” sibilo, smettendo di guardarlo.
“Io…vado a salutare Miroku ”sussurra Sango ed io annuisco soltanto, restando al mio posto, mentre Inuyasha mi porge un bicchiere di birra rossa.
“Dunque...mi pareva che avessi molto da fare stasera, no?”
“La tua missione nella vita è rompermi le palle, vero? È così, non c'è altra spiegazione” ribatto e lui sorride appena con quel suo sorriso scanzonato.
“Hai fame?” Mi chiede poco dopo ed io scuoto la testa.
“Sicura? Perché questi stuzzichini sono la fine del mondo” aggiunge ancora.
“Si..sicura, sicurissima. Vuoi sottopormi alla macchina della verità?” Ribatto irritata e lui si acciglia appena.
“Hai litigato con Sango?” Mi chiede infine ed io sbotto.
“La mia vita non è affar tuo, chiaro? Non siamo amici, che diamine!”
Inuyasha rimane zitto a guardarmi, poi scuote la testa.
“Sai che c'è? Adesso mi hai rotto le palle tu e la tua acidità del cavolo, non sono affari miei hai ragione, ma come un coglione pensavo avessi bisogno di aiuto, ma sai la verità? Ti piace fare la vittima, ti piace eccome! Perciò mi sono rotto le palle di te e del tuo carattere di merda, chissà perchè avevo pensato che amici potevamo anche diventarlo, ma chiaramente ti trovi più a tuo agio rintanata in te stessa a piangerti addosso! Bene fai pure, quella è la porta!”
È incazzato .Non l'ho mai visto incazzato, ho sempre visto il sorriso sulle sue labbra, o comunque un'espressione tranquilla, mai così. Mi getta un'ultima occhiata, poi mi molla li da sola e va servire altri clienti, tra cui una ragazza che se lo mangia con gli occhi.
Vorrei gridargli che lo odio, che non sa nulla di me, ma non ci riesco. Perché ha ragione. Sono l'ombra di me stessa. La Kagome che ero ha ceduto il passo ad una acida, stronza e stupida donna, che sa solo nascondere la testa sotto la sabbia.

Apro la bocca per dire qualcosa, qualunque cosa, ma non so cosa e a disagio, più con me stessa che per altro, mi alzo. Non so dove andare. Sango è sparita, Miroku sta lavorando ed io mi fiondo in bagno. Mi appoggio al lavandino, mentre torna quella orribile sensazione di non riuscire a respirare. Mi sciacquo il viso e cerco di calmarmi e calde lacrime mi scendono sulle guance.
“Ehi, va tutto bene?” Mi chiede una ragazza, appena uscita da uno dei bagni.
“Si” sussurro.
“Sicura?” Mi chiede lei ancora.
“Si…davvero. Grazie” dico, entrando in uno dei bagni e chiudendomi dentro. Mi siedo per terra e lascio che tutto passi, anche se non passa mai....


Quando esco dal bagno, Sango è seduta al bancone e chiacchiera con Inuyasha sorride di nuovo. Stanca, mi dirigo verso Miroku che, mentre lavora, flirta con una ragazza tutta curve.
“Ciao sorellina” dice con un sorriso.
“È mia sorella” spiega poi alla ragazza accanto a lui, come se fosse una cretina. Lei sorride come un'idiota e annuisce vigorosamente.
“Quindi siete fratelli!” Dice come se avesse appena fatto la scoperta del secolo. Ok, cancello il...se fosse!
“Tutto ok?” Mi chiede Miroku ed io annuisco.
“Si. Tutto bene” dico, tornando a guardare Sango ed Inuyasha .Stanno ridendo come fossero vecchi amici, non sono nemmeno male come coppia. Mi volto per dire a Miroku che vado via, ma mi blocco, quando vedo il suo sguardo puntato proprio su Inuyasha e Sango e non sembra molto felice.
“Però...sono una bella coppietta” dico facendo un cenno verso la loro parte e Miroku mi guarda stranito. La sua amichetta si ritiene presa in causa e sorride.
“Inuyasha non è certo tipo da coppia. Lui se le porta a letto le donne, ma non ci si fidanza” dice con occhi sognanti. Io faccio un'alzata di spalle, evitando di farle notare quanto sia squallido e mi volto verso Miroku, che beve un sorso di birra.
“Beh, Sango è adulta e vaccinata, certamente non sarà un problema per lei un po' di divertimento”.
Miroku inizia a tossire, strozzandosi con la birra ed io sorrido.


“Sango, io ma vado a casa” dico, una volta tornata al bancone, lanciando una vaga occhiata ad Inuyasha che, di spalle, sta presumibilmente preparando dei cocktails.
“Cosa? Perché?” Mi chiede ancora Sango.
“Non mi sento tanto bene” rispondo.
“Allora ti accompagno” dice mentre si alza, ma io la fermo.
“Non serve, tranquilla. Faccio due passi a piedi” concludo, dandole un bacio sulla guancia, poi mi dileguo.

 Casa mia non è proprio vicino, ma non importa. Camminare mi aiuta a pensare in genere. Tanti ricordi mi passano per la testa, tanti momenti belli e brutti e le parole di Inuyasha mi rimbombano nella testa. Sono stata abbastanza sgarbata con lui, per tutto il tempo o quasi. Invece lui è stato gentile con me. Certo è un impiccione, anche sbruffone e spesso rompiscatole, ma è diverso in effetti da come lo avevo immaginato, ovvero un dongiovanni senza cervello. È un dongiovanni a quanto pare...ma non è come lo avevo etichettato.

Quando entro in casa, getto la borsa per terra e mi tolgo le scarpe. Il display della segreteria mi avverte che c'è un messaggio, di certo sarà mia madre , ma non ho voglia di parlare, non stasera, per cui lo cancello senza ascoltarlo. Non vincerò mai il premio di figlia dell'anno, ma davvero non ce la faccio.
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 Inuyasha 🍸
 Resto di spalle, mentre sento Kagome parlare con Sango .Non mi volto. Ecco che ci si guadagna a dare una mano a chi è in difficoltà. E va bene che la voglio aiutare, ma mi sono rotto le palle di essere trattato di merda da una acida come lei, che andasse al diavolo allora. Evidentemente ci vive bene così, e chi sono io per obbligarla a scuotersi? Nessuno. Ha ragione, non sono affari miei.
Quando la vedo allontanarsi , mi volto verso Sango che mi guarda abbattuta.
“Non le fa bene essere così coccolata, sai?” Dico e lei mi guarda senza capire.
“Da quello che vedo, Kagome inizia a prenderci gusto a far la vittima e voi la giustificate...”le spiego. Sango mi guarda di colpo accigliata.
“Kagome non fa la vittima. Tu non hai idea di quanto ha sofferto” dice ed io sospiro.
“Sango, non è l'unica persona al mondo che non può avere figli. E non è l'unica che ha divorziato. Posso capire che è stato traumatico per lei, davvero, ma sembra che la sua vita sia finita, beh io penso non sia la cosa peggiore del mondo” ribatto.
Sango mi fissa senza dire nulla per qualche secondo, sempre più accigliata.
“Si invece. Si, se l'uomo che ami, che ha giurato di amarti nella buona e nella cattiva sorte, ti dice che ha sbagliato tutto. Che ha sbagliato a sposarti e che non lo avrebbe fatto se avesse saputo che non eri in grado di dargli ciò che desiderava di più. Non sparare sentenze Inuyasha , non sai cosa ha passato”.
Rimango zitto, per meglio dire ammutolito. Le ha davvero detto una cosa così meschina?
“Lei crede che io non lo sappia. Non mi ha mai detto nulla sulla loro ultima litigata...ed io ho fatto finta di non sapere” aggiunge Sango bevendo l'ultimo goccio del suo cocktail
Non so davvero che dire. Sono stato molto brusco con Kagome, ho esagerato, decisamente e adesso mi dispiace.
“Meglio che vada” dice Sango alzandosi ed io annuisco appena. Lei mi da un bacio sulla guancia e sventola la mano verso Miroku, che la saluta con un vago cenno, per poi guardare me...incazzato? Che ho fatto?

“Inu, un bicchiere d'acqua” dice Kikyo sedendosi al bancone ed io la servo. Dopo un bel sorso, mi guarda.
“C'era la tua amica in bagno” dice ed io la guardo stranito.
“Ma si. Quella carina che però dici che non è il tuo tipo. È la sorella di Miroku, mi pare. Me l'hai detto tu?” Chiede ed io scuoto la testa.
“Si Kikyo ”sorrido della sua sbadataggine e lei ride, poi torna e bere la sua acqua.
“Comunque, stava piangendo. Non so perchè...”.
Stava piangendo? Ecco...adesso mi sento ancora peggio di prima, cazzo! Sono stato molto più che brusco.
“Che le hai fatto?” Mi chiede, intuendo un mio coinvolgimento .
“Le ho detto cose poco carine e ho sbagliato” rispondo e lei mi guarda dubbiosa.
“Che rapporto c'è tra voi due?” Chiede lei sorniona ed io sbuffo.
“Sta passando un brutto momento e voglio aiutarla. Nulla di più”
“Quindi non sbagliavo. È tua amica” ribatte lei ed io scrollo le spalle.
“Bah…che ne so”.
“Lo sai che è strano vero? Tu che diventi amico di una donna. Tu non hai amiche donne” dice Kikyo.
“Mi stai dicendo che in realtà tu sei un uomo!?” le domando ironico. Lei mi gela con lo sguardo ed io rido facendo spallucce.
“Che ti devo dire. Non è il mio genere di donna. Non mi attrae in quel senso, sai che io ho dei miei parametri”
“Oh si, certo.Tette grosse e cervello piccolo”.
“Mah. Se anche fosse, mica ci devo parlare” ridacchio e lei si alza ridendo.
“Fa attenzione Inuyasha...sai come dice il detto, chi disprezza compra” dice infine.
La osservo perplesso e mi faccio una birra.


 Quando finalmente la serata finisce, metto la giacca. Devo parlare con Miroku, mi è parso l'avesse con me, ma non so perchè.
“Ehi amico” dico e lui mi guarda.
“Ehi..” dice solo. Ma che ho fatto?
“Tutto bene? Ho fatto qualcosa?” Chiedo e lui scrolla le spalle.
“No” dice. Mah, perchè ho come l'impressione che non sia così?
“È per via di tua sorella? Perché sappi che non ho la minima intenzione di portarmela a letto. Insomma so che sembro il tipo. E qualche volta lo sono, ma non voglio fare nulla con lei, in quel senso”.
Miroku mi guarda e fa spallucce.
“Kagome è abbastanza grande per fare quello che le pare” dice.
“Quindi, tutto bene?”
“Ma si...certo” dice infine sorridendo ed io mi sento meglio. Miroku mi piace, come amico certo, perchè io ovviamente sono completamente ed inderogabilmente etero ed infatti una bella mora mi aspetta per una notte di fuoco.


Dopo una bella doccia, alle sei del mattino sono sotto casa di Kagome, sperando che non mi tiri qualcosa dalla finestra, ne sarebbe capace.
Suono ed attendo, poi sento la sua voce.
“Chi è?”
“Sono io” rispondo. Mi aspetto una delle sue sfuriate, invece la sento esitare.
“Inuyasha non mi sento bene..” cerca di liquidarmi, ma io non demordo.
“Apri dai...” dico in attesa ed infine il portone si apre.
Salgo fino al suo appartamento e lei è davanti alla porta. Non l'ho mai vista così. Sembra così fragile e…triste.
“Scusami…”sussurra a sguardo basso ed io resto basito. Si sta scusando? Ma...
“Hai ragione su di me. È tutto vero. Mi dispiace di essere stata così odiosa ed acida, io non sono così o almeno, non lo ero” sussurra ancora e sento la sua voce rotta dal pianto.
Mi sembra così piccola...così indifesa. Senza nemmeno rendermene conto, la avvolgo tra le mie braccia e la stringo a me per calmarla e lei , docile, me lo permette.
“Mi dispiace” continua a dire.
“Ehi. Su non piangere. Non è successo niente, dai” la tranquillizzo. In genere non sono proprio bravo a consolare la gente in lacrime. Ma con lei stranamente non mi sento fuori posto.
“Su. Basta...ti preferisco rompipalle anziché piagnucolona” sorrido appena, quando finalmente vedo il suo sguardo fulminarmi. Così va meglio.
“Non sono nessuna delle due, idiota” ribatte lei allontanandosi da me e asciugandosi le lacrime. Sembra una bambina, è così tenera.
“Posso vero?” Dico entrando e lei sbuffa appena, facendomi sorridere. Mi dirigo verso la cucina e preparo il caffè. Quando torno in salotto, la trovo seduta sul divano e anche io mi siedo e le porgo la tazza di caffè.

Rimaniamo in silenzio per un po', anche io dovrei scusarmi in effetti, ma prima che possa dire qualcosa, lei mi anticipa.
“Io e Koga ci siamo sposati giovani. Io avevo ventun'anni e lui ventitré. Fantasticavamo sempre sulla nostra vita insieme, sui nostri figli. Ci amavamo e non volevamo aspettare. È stato un bellissimo matrimonio. Eravamo felici” dice, interrompendosi. Io la guardo senza fiatare, infine lei riprende.
“Dopo quasi tre anni di matrimonio rimasi incinta. Koga era al settimo cielo ed anche io. Ma...al terzo mese persi il bambino” sussurra.
Le costa fatica immagino, per questo non fiato ed attendo. Si sta aprendo con me…ed io non voglio metterle fretta.
“Benchè non me la sentissi ancora, dopo qualche mese ci riprovammo. Koga diceva che non aveva senso avere paura e che sarebbe andato tutto bene. Non fu così. Quello che seguì, fu un anno d'inferno. Io che mi sentivo inadeguata e lui...”sussurra deglutendo, poi parla ancora.
“Iniziai a fare esami su esami. Koga cercava di starmi vicino quanto più possibile, ma era distante anni luce...io lo vedevo, era diverso. Comunque seguivamo alla lettera le istruzioni del medico ed io rimasi di nuovo incinta. Stava andando tutto bene, ma giunta al sesto mese, non si è più sentito il battito” si passa una mano tra i capelli e si raggomitola su se stessa.
“È stato orribile. Mi sono sentita morire ed in più, sono stata in ospedale per delle complicazioni. Era come se il mio corpo non fosse capace di...”
Ho una tale voglia di stringerla, ma resto fermo e la guardo.
“È stato allora che….”
Trattengo il fiato, in attesa. Kagome deglutisce, poi scuote la testa.
“Le cose sono peggiorate. Io mi sono chiusa a riccio...mentre Koga, qualcosa in lui era cambiato. Non era più quello di prima. Era deluso. Arrabbiato con me, credo. Anche se mi ripeteva che non era colpa mia .Litigavamo sempre più spesso per ogni sciocchezza. Siamo andati anche in terapia per un po'.La terapista ha suggerito anche l'adozione, ma lui non era d'accordo, perchè voleva un figlio suo. Durante una lite mi ha detto che non sarebbe mai riuscito a crescere il figlio di qualcun altro. Non lo diceva , ma sapevo che aveva preso ad odiarmi, lo vedevo dal suo sguardo. Poi ci si mise anche sua madre. Ricordo che alla cena di Natale disse qualcosa come: mio figlio desidera tanto una famiglia sua, una casa piena di figli, invece non avrà nulla di ciò che desidera. Mia madre le urlò di stare zitta, mentre io mi chiudevo in bagno. A ripensarci, mi viene quasi da ridere”
“Lui le ha permesso di parlarti così?” Chiedo senza parole. Ma che razza di uomo è questo Koga? Che uomo è uno che molla la propria moglie così, su due piedi? Che la ferisce con parole crudeli? Un bastardo!
“All'inizio no, ma poi...era come se io non avessi più alcun legame con lui. La nostra ultima litigata è stata epica” sussurra mesta.
“Prima di andarsene, sbattendo la porta disse, che se avesse saputo che sposandomi avrebbe rinunciato alla cosa che desiderava di più, non l'avrebbe mai fatto. Disse che aveva sbagliato tutto” una lacrima le scende fino alle labbra e lei la lascia scivolare. Sembra senza forza.
Maledetto bastardo. Ma come si può essere così meschini! L’ha abbandonata. L’ha lasciata da sola ad affrontare tutto questo.

La vedo alzare lo sguardo finalmente e guardarmi come in attesa. Non so cosa dire, o meglio lo so...ed anche se sento che non mi ha detto proprio tutto, non le chiedo nulla di più.
“Che gran bastardo!”.
Lei mi guarda stupita dalla mia veemenza.
“Non permettergli di rovinarti la vita più di quanto non abbia già fatto! Non ti merita uno così, a conti fatti quello che c'ha perso è lui, non certo tu!”
Lei sorride appena, anche se la tristezza non smette di adombrarle il viso.
“Dico davvero! Smetti di colpevolizzarti, smetti di rovinarti la vita. Non lo merita” mi ritrovo a dire e lo penso davvero. Ha sofferto tanto ed io l'ho accusata di fare la vittima. È ovvio che sia scottata. Anzi peggio.
“Non so nemmeno perchè ti ho detto tutto questo...”dice lei con uno sbuffo.
“Forse perchè stiamo diventando amici” ribatto io e lei mi guarda stupita.
“Amici? Io e te?” Chiede incredula.
“Perchè no? Io non ho mai avuto un simile rapporto con una donna”
“Riesco ad immaginare che tipi di rapporti intrattieni con le donne” dice lei, di nuovo col suo tono da saputella ed io sorrido. Sono contento, vederla così abbattuta non mi piace.
“Appunto. Ma con te è diverso. Non farei mai sesso con te..”
“Oh grazie...gentilissimo” ribatte ed io ridacchio.
“Perché, vorresti forse..”
“No brutto maniaco. Ma che diamine, non è molto carino da dire”
“Beh, non vedo che differenza possa fare. A me non interessi ...ed io non interesso a te. Non ti interesso, giusto?” Le chiedo tanto per farla incavolare ed infatti ecco tornare il suo sguardo omicida.
“Giustissimo. Non ci penso nemmeno! Razza di idiota” borbotta infine.
Il caffè si è del tutto freddato e non l'abbiamo bevuto.
“Senti. Che ne dici di saltare la corsa e andare direttamente a colazione?” Le chiedo e lei annuisce.
“Ok. Vado a vestirmi” dice infine.
 

“Perché vieni sempre qui se ti fa ricordare lui?” Le chiedo curioso e lei fa spallucce.
“Non lo so” sussurra.
“Qui Koga mi ha chiesto di sposarlo” dice infine.
“Qui? Ti ha chiesto di sposarlo in un bar?” Chiedo e lei annuisce.
“Cos'è non poteva portarti in un ristorante?!”
Mi guarda senza capire ed io faccio un gesto con la mano.
“Andiamo. In un bar...ma dai! Non ne so molto di proposte di matrimonio, ma in tutti i film che ho visto , lui fa la figura dell'idiota inginocchiandosi in un ristorante di lusso, o alla peggio al chiaro di luna. Certo non in un bar” dico convinto.
“Ma che c'entra. Questo era un posto speciale per noi. Qui mi ha detto per la prima volta che mi amava e gli è venuto naturale farmi qui la proposta” risponde lei.
“Ah si? E se ti avesse detto ti amo in un bagno pubblico? Gli sarebbe venuto lo stesso naturale farti la proposta?!”
La vedo fissarmi sconcertata e mi preparo a qualche insulto, invece fa una cosa che mai mi sarei aspettato. Scoppia a ridere e lo fa di gusto. Non l'ho mai vista ridere…mai e di certo non così. Ha una risata spontanea e molto bella, peccato non rida più spesso. Si asciuga le lacrime per il troppo ridere e sembra non riesca a smettere, ed io mi ritrovo ad imitarla. È contagiosa la sua risata e chi se lo aspettava.
Quando finalmente si calma, dopo che la cameriera ci ha portato le ordinazioni, non senza guardarci in modo strano, inizia a mangiare la sua torta .
“Ti avevo giudicato male, lo ammetto ” esordisce dopo un po' ed io la guardo in attesa.
“Credevo fossi un idiota, stronzo, cioè non che tu non lo sia...”
“Oh grazie mille...sei sempre così gentile” dico io, ma sorridendo.
“Ehi, hai detto tu che siamo amici no? Gli amici sono sinceri” risponde lei con un sorrisetto. Che tipo!
“Certo...miss mangio ogni mattina uno yogurt scaduto e per questo sono super acida” dico subito dopo, fregandole un pezzo di torta.
“Stronzo” ribatte lei.
“Odiosa” dico io.
“Idiota” dice lei ancora.
“Antipatica” le sorrido io e lei inaspettatamente ricambia.
Infondo non è così male...e sono contento che mi abbia confidato tutto.
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Kagome ⭐



 “E quindi...davvero ti sei aperta con lui?”
Annuisco a Sango, che sorride.
“Sai che sono contenta, insomma, hai visto che non è così male?” Mi dice tranquilla, mentre si prova una maglia.
“Si va bene. È meno stronzo del previsto” ribatto con un sorriso.

La scuola inizierà tra qualche giorno e Sango si è messa in testa di non avere molti vestiti da “maestra”, così mi ha trascinata a fare shopping ed io le ho raccontato tutto ciò che era successo con Inuyasha .
“Piuttosto eravate voi quelli molto affiatati l'altra sera” dico e lei mi guarda perplessa.
“Ma che! È un ragazzo simpatico, ecco tutto” ribatte.
“Ma come? Non era super sexy?”
“Si, lo è...” sussurra ed io sospiro. La signorina qui, predica bene e razzola male.
“Beh allora buttati, no? Alla peggio che può succedere? Sesso torbido con il barista” ridacchio e lei mi guarda, stupita dal mio buon umore. In effetti non è da me...o meglio si, ma della vecchia me quella che rideva sempre.
Sango pare titubante e dubbiosa ed io non le ho detto nulla circa la strana reazione di Miroku, quando l'ha vista parlare e ridere con Inuyasha, non voglio metterle la pulce nell'orecchio se non sono certa delle mie supposizioni...ma conosco mio fratello, l'unica altra volta che ha avuto una simile reazione eravamo al liceo ed uno dell’ultimo anno si era preso una cotta per Sango. La seguiva ovunque, facendole un mucchio di complimenti. E Miroku lo odiava.


Finalmente il nostro momento di shopping termina, Sango mi lascia andare e così, senza meta, inizio a camminare per strada. Persa nei miei pensieri quasi mi viene un infarto, quando per poco un tizio con la moto non mi mette sotto.
“Brutta testa di...”rimango con il pugno alzato con fare minaccioso, quando l'idiota si toglie il casco ed il sorriso scanzonato di Inuyasha fa capolino.
“Ma guarda...acida come sempre vedo” ridacchia.
“Acida un cavolo! Stavi per mettermi sotto. Idiota” sbraito.
“Tecnicamente, tu camminavi col naso per aria. Non è colpa mia se hai istinti suicidi” ribatte. Quanto non lo sopporto quando fa così....
“Dove andavi?” Chiede poi come se non avesse appena attentato alla mia vita, per caso certo, credo.
“Da nessuna parte...camminavo” dico io facendo spallucce e lui sorride.
“Bene, allora accompagnami” ribatte tranquillo.
“Dove scusa?” Chiedo perplessa.
“Tra poco è il compleanno di mia madre ...e non ho idea di cosa comprarle” dice lui ed io annuisco.
“E vuoi il mio aiuto?” Chiedo.
“Beh, mi serve il consiglio di una donna. Sei una donna giusto?”
La mia occhiata furiosa, anziché zittirlo lo fa ridere.
“Dai non te la prendere, scherzavo”.
“Idiota, ma come osi” sbraito dandogli un pugno sul braccio e lui ride.
“Non ti sopporto” aggiungo irritata e quello che mi imbestialisce il doppio, è vederlo piegato in due dalle risate.
“Su sali, dai” conclude alla fine, sempre ridendo ed io sbuffando lo faccio.
“Solo perchè non ho di meglio da fare” borbotto e lui ridacchia.
“Reggiti” dice poi.
“Non mi serve...” rispondo e lui fa spallucce.
“Bene” sorride lui per poi dare gas all'improvviso ed io per poco non cado all'indietro.
“Razza di cretino” sbraito.
“Che c'è? Te l'ho detto di reggerti, ma tu: non mi serve” dice imitandomi.
“Scemo. Io non parlo così...” dico sbuffando una risata. È strano, da quando mi sono aperta con lui, mi ritrovo a sorridere più spesso.

 “Allora. Che hai in mente?” Chiedo guardandomi intorno, una volta giunti in un negozietto.
“Niente, per questo sei qui” dice lui scrollando le spalle.
“Ma io non so nulla di tua madre ”ribatto.
“Beh...le piace l'opera, le piace collezionare ninnoli antichi ed è tremenda in cucina” dice lui curiosando tra gli scaffali.
“Si. Beh non mi è di molto aiuto” sospiro, camminandogli accanto.
“In genere chiedo consiglio a mia sorella. Ma lei è fuori città” dice infine.
“Hai una sorella?” Chiedo stupita e lui annuisce.
“Perchè non te l'ho detto?”
“No..” dico sorpresa.
Ma come, mi ha raccontato tutta la sua vita, ma si è scordato di sua sorella? Che tipo strambo.
“Si chiama Shiori”
“Più grande?” Chiedo e lui nega con la testa.
“Ha un figlio, il suo ex fidanzato l'ha mollata quando era incinta, vive per conto suo con Dai”
“Dai sarebbe tuo nipote?” Chiedo e lui annuisce.
“I miei non l'hanno presa affatto bene, almeno all'inizio. Lei aveva 18 anni” conclude.
Rimaniamo in silenzio per un po', poi lui torna a parlare.
“Non parli mai di tuo padre” dice all'improvviso ed io lo guardo.
“Non ho molto da dire, è morto” ribatto e lui annuisce.
“E andavate d'accordo?” Chiede ancora, prendendo in mano una sveglia mostruosa.
“Si, molto” dico, scippandogliela di mano e rimettendola al suo posto. Non conosco sua madre, ma sono certa che le farebbe schifo.
“E con tua madre? Vai d'accordo?” Chiede ancora.
“Si, anche con lei” dico, facendo una faccia schifata davanti ad un quadretto che tiene in mano e lui lo posa con una mezza risata.
“Sei molto legata a tuo fratello, vero?”
“Ma è una specie di interrogatorio?” Rispondo e lui sbuffa
“Cercavo solo di conoscerti meglio. Scusa tanto” dice imbronciato.
“Si, adoro Miroku. È mezzo scemo...ma lo adoro” dico poi con un sorriso.
“Mezzo scemo in che senso?” Mi chiede lui ed io prima di blaterare ancora, afferro un piccolo ma bellissimo carillon dall'aria antica, ma ben curata. Lo apro ed una musica armoniosa inizia a suonare, ed una ballerina in miniatura danza impeccabile a quelle dolci note.
“Secondo te potrebbe piacerle?” Chiedo e lui sorride.
“Si, lei li adora” dice prendendolo in mano ed io annuisco soddisfatta.
“Bene allora”.
 

Dopo gli acquisti, Inuyasha mi riaccompagna a casa.
“Stasera passate al locale, tu e Sango?” Mi chiede ed io faccio spallucce.
“Bah, non lo so”
“Oh, giusto, chissà quante cose avrai da fare” ridacchia, beccandosi un pugno sulla spalla, peccato che non se ne accorga nemmeno, cos'è fatto di acciaio?
“Sei un cretino” sbotto e lui ride.
“Ci vediamo stasera” aggiunge mettendo in moto.

 Guardo Sango pronta per uscire e sorrido.
“Accidenti, sei decisa a far conquiste stasera” dico e lei arrossisce.
“Ma smettila” sussurra, poi mi guarda maliziosa.
“Beh...anche tu non stai messa male” ribatte.
Io mi guardo appena , facendo uno sguardo perplesso. Sono normale. Jeans, canotta bianca e si, tacchi, ma bassi. Non sono una fan dei trampoli che poi fanno venire il mal di schiena.

Quando entriamo nel locale, la ressa è incredibile ma Inuyasha ci vede lo stesso e inizia a sventolare una mano.
“Sera” dice con quella sue espressione scanzonata.
“Una birra, oppure lasci fare a me?” Mi chiede ed io faccio spallucce.
“Ok” dico e lui sorride.
Sango si siede ed accavalla le gambe stile Basic Instinct con gli slip addosso però. Almeno credo. Però, ha proprio deciso di giocare duro ed infatti Inuyasha la guarda sorridendo.
“E a te? Cosa porto?” Chiede e lei sorride.
“Fai tu. Mi fido”.
Li guardo e sospiro.
“Vado da Miroku” dico, prima di assistere a qualcosa di scabroso.

Miroku sceglie la musica, ma in realtà non fa che guardare Sango e Inuyasha ed io sogghigno.
“Ehi ciao” dico ma lui nemmeno mi ascolta.
“Ehilà...” dico ancora, ma nulla.
“Miroku!” grido e lui mi guarda.
“Ehi...quando sei arrivata?” Chiede per poi tornare a guardare Sango.
“Da un po', ma tu nemmeno mi hai notato” dico, ma lui fissa ancora Sango e Inuyasha Oddio, l'ha presa male di brutto.
“Mmh mmh” dice lui a mo' di risposta.
“Sai, ho conosciuto meglio Inuyasha, non è così male”.
“Mmmh mmh” risponde ancora lui, sempre senza guardarmi ed io sorrido malefica.
“E sai? Sango sembra molto interessata a lui”
“Davvero?” Mi chiede turbato , voltandosi di colpo ed io rido.
Ah, questo lo ha sentito però. Prima che possa rispondere, lo vedo irrigidirsi.
“Ma che cazzo sta facendo?” Sbraita ed io mi volto, giusto in tempo per vedere Inuyasha chinato a sussurrare qualcosa all'orecchio di Sango e lei sorridere
“Miroku” lo chiamo, ma lui è già sceso e non ha buone intenzioni.
 “Che diavolo succede qui?!”Chiede furioso e Inuyasha e Sango lo guardano straniti.
“Miroku...calmati” dico improvvisamente preoccupata. Non l'ho mai visto così arrabbiato.
“Che ti prende amico?” Chiede Inuyasha che lo guarda senza capire.
“Che diavolo prende e te. Sango non è una da botta e via” dice, sporgendosi sul bancone ed afferrandolo per la maglietta.
“Miroku, ma che stai facendo smettila” urla lei.
“Amico, datti una calmata” dice Inuyasha cercando di restare calmo ed a quel punto intervengo.
“Miroku, ma sei impazzito. Stavano solo parlando. Finiscila” dico e lui mi guarda ed infine sembra rendersi conto di aver esagerato e lascia la maglia di Inuyasha, poi si volta verso Sango, che lo guarda arrabbiata e stranita.
“Scusa” sussurra infine allontanandosi.
“Ma che diavolo. È impazzito?!” Dice lei alzandosi ed io sbuffo, ecco l'altro genio. Dio li fa e poi li accoppia, non c'è che dire!
“Tutto bene?” Dico poi, voltandomi verso Inuyasha che sorride, come se non fosse successo niente.
“Si, si. Solo, non sapevo che Sango fosse off limits” ridacchia ed io sospiro.
“Credo che nemmeno lei lo sappia e forse nemmeno mio fratello” borbotto
“Ah l'amore, è un gran casino” dice, per poi iniziare a trafficare con alcool e bicchieri.
“Et voila..il tuo cocktail” dice porgendomi un bicchiere, con dentro un liquido rossastro.
“Cos'è?!” Chiedo dubbiosa.
“È buono. Fidati” dice lui facendomi l'occhiolino ed io annuisco bevendone un sorso…ed è buono si.
“Sa di frutta” dico e lui annuisce sorridendo, poi fa un cenno ad una ragazza, dai capelli rossi, che fa il giro e lo affianca al bancone.
“Scusa il ritardo, puoi andare” dice la ragazza per poi sorridermi e lui annuisce dandole un bacio sulla guancia.
Io finisco il mio drink, poi guardo l'ora.
“Vado a cercare Sango, si sta facendo tardi” dico alzandomi e lui mi guarda, poi afferra la giacca e mi segue.
“Hai finito?” Chiedo e lui annuisce.
“Si, me ne vado prima. Il bello di essere socio del grande capo” dice poi. Usciamo dal retro e ci sono Sango e Miroku che parlano nel vicolo. Dovrei interromperli? Non credo sia giusto. Guardo ancora l'ora e sospiro.
“Hai fame?” Mi chiede Inuyasha.
“Beh...in effetti , un pochetto” dico e lui sorride.
“Bene. Fammi compagnia , poi ti lascio a casa” dice, facendomi cenno di uscire dall'altra parte, per lasciarli soli.
 
Alla fine ci ritroviamo in un bar ancora aperto. Seduta sul muretto di fronte al bar, vedo Inuyasha avvicinarsi.
“Ti ho preso una crepe, ti piace?” Mi chiede ed io annuisco. Lui si siede accanto a me e addenta la sua di crepe.
“Ti piace Sango?” Chiedo e lui mi guarda.
“Perché, sei gelosa?” Ridacchia lui ed io sbuffo.
“Ma sta zitto. Lo chiedo perchè lei è innamorata di Miroku, ti userebbe come scacciapensieri” aggiungo e lui fa spallucce.
“Bah...una come lei può usarmi come vuole” dice facendomi l'occhiolino e mio malgrado mi ritrovo a ridere.
“Idiota!”
“Così, lei è innamorata di tuo fratello...”
“Da una vita” rispondo e lui sorride.
“E tuo fratello? Credo che lei non gli sia indifferente, visto che per poco non mi spaccava la faccia”.
“Mio fratello sa essere un vero idiota a volte” rispondo io e lui sorride di nuovo.
Restiamo in silenzio per un po' finendo di mangiare.
“Quando è il compleanno di tua madre?” Chiedo per rompere il silenzio. Anche se non è un silenzio pesante ed imbarazzante.
“Il 29 ottobre” risponde lui ed io perdo di colpo il sorriso.
“Che c'è?” Mi chiede lui ed io scuoto la testa.
“Niente” dico.
“Kagome, che c'è?” Chiede ancora.
“Tua madre compie gli anni lo stesso giorno del mio anniversario. Cioè il mio ex anniversario, col mio ex marito” sussurro. Una strana e crudele coincidenza.  Lui mi guarda in silenzio.
“Come fa di cognome?” Chiede infine.
“Koga?”Chiedo e lui annuisce.
“Yoro” rispondo senza capire dove vuole arrivare.
“Yoro ?Che cognome di merda…”dice poi ed io lo guardo stupita.
“Smettila” dico, ma mi viene da ridere. Non so come faccia, ma riesce a tirarmi su di morale.
“Ma è vero. È un cognome di merda. Kagome Yoro. Senti come suona male? Ti ha fatto un favore, credimi. Ti ha liberato della sua presenza e del suo cognome di merda” conclude sorridendo ed io mi ritrovo a ricambiare.
“Comunque manca più di un mese al compleanno di tua madre” dico, cambiando argomento.
“Si...ma odio fare le cose all'ultimo momento” ribatte lui, gettando la carta che ha in mano.
“Ho un sacco di cose da fare…io” aggiunge, prendendomi in giro.
“Quanto non ti sopporto” ringhio e lui ride, poi mi porge la mano.
“Dunque, amici?” Chiede con fare solenne ed io lo guardo, poi faccio spallucce.
“Bah. Amici” rispondo stringendo la mano.
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Inuyasha 🍸


La osservo sorridere e mi sento meglio. Non mi va di vederla giù per quel coglione dell'ex.
“Dunque, amici?” Le chiedo porgendole la mano.
Non so perché, mi intriga questa storia dell'amicizia. Mai avuto amiche io. Si insomma, c’è Kikyo e si, siamo amici, ma non è lo stesso. Con Kagome sento una bizzarra connessione e dato che per lei non provo la minima attrazione fisica e che mi diverte, anche quando fa l'antipatica, trovo sia perfetto. Abbiamo molte cose in comune, anche se sembra il contrario.
La vedo guardarmi sospettosa, poi fa spallucce e afferra la mia mano.
“Bah. Amici” dice.
“Oh che entusiasmo” ribatto e lei sorride.
“Ti riaccompagno a casa” dico e lei annuisce e si alza.


Quando rientro a casa, vedo un macchina in doppia fila davanti il mio palazzo e quando salgo, Kikyo mette la sua roba in una borsa.
“Che succede?” Chiedo e lei mi guarda al settimo cielo.
“Ken mi porta fuori per il week end” trilla ed io sospiro, ecco chi c'era in macchina.
“E sua moglie la lascia a casa?”
“Inuyasha smettila” dice lei senza guardarmi.
“Kikyo...ma non eri tu quella che diceva che era finita?”
“Si...beh ho cambiato idea. Mi ha giurato che entro un mese otterrà il divorzio” ribatte dandomi un bacio sulla guancia ed uscendo. Certo, entro un mese. Bah, contenta lei
Il cellulare vibra ed io lo prendo.
“Miroku…”dico.
“Amico, senti…mi dispiace, non so che mi sia preso ”dice lui dall'altra parte del telefono ed io sorrido.
“Dai tranquillo” rispondo buttandomi sul divano, poi una vaga idea si fa strada nella mia testa.
“Ehi…me lo dai il numero di tua sorella?” e lui rimane zitto un momento, poi sbuffa una risata.
“Mi ammezzerà” dice.
“Ma no, siamo amici ormai” sorrido.
“Già, immagino. Ascolta però: so che ho detto che Kagome è grande abbastanza per fare quello che le pare e Dio solo sa quanto le farebbe bene tornare alla normalità, ma resta mia sorella” dice serio. Il sorriso si attenua sulle mie labbra, ma non scompare.
“Ricevuto!” dico.

Quando mi arriva il messaggio col numero di Kagome subito la chiamo.
“Pronto” risponde subito.
“Dormivi?” Chiedo sorridendo e sento il silenzio.
“Come lo hai avuto il mio numero?” Chiede con voce stupita.
“Miroku” dico tranquillo e lei sbuffa.
“Inuyasha...sono le tre del mattino” dice.
“Si, lo so, non riesco a dormire” rispondo.
“Peccato. Io invece ho proprio voglia di una bella dormita” dice piccata.
“Dai...non fare l'acida” ridacchio.
“Smettila scemo. Rompi le palle alla tua coinquilina” dice ed io sospiro.
“Non posso, il suo pseudo fidanzato la porta fuori per il week end” dico.
Le ho raccontato di Kikyo, di come trovo assurdo come si stia impelagando in una simile relazione.
“Ah ecco”
“È la sua vita, ma lo trovo assurdo” dico stanco. Mi sono affezionato a lei, vorrei vederla felice con uno che la merita, non con quel coglione che tradisce la moglie.
“Quando si è troppo legati ad una persona, a volte si fanno casini” dice lei ed io mi faccio attento.
“Parli d Kikyo o di te?” Chiedo.
“Mi sono ubriacata ed ho lasciato un messaggio a Koga” dice infine.
“Quando?” Chiedo
“Bah...sono passati giorni ormai” ribatte.
“E lui?”
“Non ha risposto. Ma il messaggio era così patetico che posso capirlo” dice infine lei. La sento ridere ma so che non è felice in questo momento.
“Se dovessi rivederlo che faresti?” Le chiedo di getto e la sento esitare.
“Non lo so” dice infine.
“Lo ami?” Chiedo e lei sospira.
“Credo che una parte di me lo amerà per sempre” sussurra triste.
“Glielo hai detto nel messaggio?”
“Si” dice di nuovo.
“Magari non ti ha preso sul serio” dico io e la sento sbuffare.
“Piangevo come una cretina” sussurra.
“Richiamalo a digli che hai sbagliato numero” ribatto e la sento ridere.
“Scemo” sussurra ed io sorrido, felice di averla fatta ridere.
Restiamo per un bel po' a parlare, come se non avessimo fatto altro da sempre...poi ci diamo la buonanotte.



Note autore:
Buona sera a tutti. Vi ringrazio per aveavermi seguito fin qui, per le recensioni e per avermi fatto notare gli errori. Scusate. Grazie a chi mi sostiene silenziosamente. Ci ritroviamo prestissimo val prossimo capitolo! Un bacio 😘
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo V Va bene essere fragili ***


Kagome ⭐
 
 
La sveglia suona con insistenza e dopo un vago grugnito, la spengo. Le 5 e 30...ma sarò matta? Certamente si. Mi alzo e preparo il caffè, poi mi lavo il viso e metto la tuta. Esattamente mezz'ora dopo, il citofono suona.
 
“Scendo” dico, senza nemmeno chiedere chi è.
 
 “Buongiorno” dice Inuyasha, comodamente seduto sugli scalini adiacenti al portone.
 
“Buongiorno” sbuffo e lui mi guarda con un sorrisino.
 
“Dormito male?” Chiede ed io scrollo le spalle, poi scendo i gradini.
 
“Oggi torno a lavoro. Non ho molto tempo” dico e lui annuisce.
 
“Giusto, torni a fare la maestrina...come se già non lo facessi abbastanza” ridacchia, beccandosi un pugno sul braccio.
 
“Nervosa?” Mi chiede dopo un po'.
 
“No, non direi. Sono felice di tornare” rispondo e lui sorride.
 
“Sei una maestra buona o una di quelle stronze?” Chiede poi.
 
“Stronza io?” Rispondo e lui mi guarda con un sorriso che la dice lunga.
 
“Idiota. Perché sei così odioso già di prima mattina? Lo fai apposta a farmi incazzare” Chiedo e lui sbuffa una risata.
 
“No, mi viene naturale”.
 
Dal mio sfogo e dalla nostra proclamazione di amicizia ci sentiamo spesso, anche perchè ha estorto il mio numero a Miroku il traditore e questo, crede che gli dia diritto di chiamarmi quando gli pare, coinvolgendomi in conversazioni di cui sostanzialmente non mi frega un tubo, solo perchè Inuyasha, e questo ormai mi è chiaro, è geneticamente incapace di stare zitto...e siccome Kikyo è sempre in giro, lui rompe la palle a me.
 
Finiamo la nostra corsa , durante la quale io tengo quasi perfettamente il suo passo( o è lui che rallenta?)e lui mi fa cenno di seguirlo.
 
“Inuyasha...farò tardi” dico e lui fa un gesto con la mano, come a dire che non succederà.
 
“Nuovo bar. Fanno un cappuccino fantastico” dice, entrando in una bar piccolo, ma molto carino.
 
“Ed il tuo the?” Chiedo e lui fa spallucce.
 
“Oggi mi va il cappuccino” dice sedendosi.
 
“Si ma io...”protesto.
 
“Ssssh, dai siediti” dice leggendo il piccolo menù, posto sul tavolino.
 
“Tu non mi dici ssssh, ma come osi” borbotto sedendomi e lui sorride.
 
“Su, non mettere il broncio”.
 
“Cosa vi porto?” Chiede la cameriera con voce svenevole e guardando solo lui.
 
“Per me un cappuccino ed una fetta di torta alle mele” dice lui senza smettere di guardarla e lei sorride deliziata.
 
“Ehm ehm....scusate avrei una certa fretta, potreste flirtare dopo?” Chiedo scocciata e lei mi fulmina con lo sguardo.
 
“Un caffe macchiato...senza zucchero” dico sorridendo fintamente e lei scrive.
 
“Altro?” Chiede con finta gentilezza.
 
“Porterebbe anche a lei un fetta di torta, così si addolcisce un po'” dice Jake ed io lo fulmino con lo sguardo, mentre la cameriera si allontana.
 
“Non metterò mai più piede in questo posto” dico e lui ridacchia.
 
“Su...non fare la gelosa” dice.
 
“Gelosa? Di te? Ma tu sei matto! Puoi anche sedurla nel bagno del bar...purchè si sbrighi a portarmi il caffè” rispondo e lui sorride.
 
“Ok...finita la colazione accetto la sfida” dice ed io scrollo le spalle.
 
“Bravo, tutte queste calorie le devi smaltire” e lui ride.
 
“Oh...mai io non ingrasso, faccio troppo movimento. Tu piuttosto dovresti fare attenzione”.
 
Lo fisso con fastidio. Sono sempre stata tremendamente sensibile in merito al mio peso. Alle medie ero abbastanza in carne, e mi odiavo, così mi sono messa d'impegno, anche sacrificandomi e zittendo i crampi della fame e sono dimagrita. Ero fissata col mio peso. A liceo poi, per piacere a Koga sono dimagrita ulteriormente e sentirgli dire che ero bellissima mi ripagava di tutti i sacrifici ed infine...quando sono iniziati i litigi e le sofferenze, dimagrire non è stato più un problema. L’unica cosa bella del divorzio è stata proprio quella di dimagrire...almeno non mi faccio troppo schifo.
 
“Stai dicendo che sono grassa?” Chiedo stizzita e lui fa spallucce.
 
“Io? No...affatto” dice con un sorrisetto.
 
 
 
La cameriera ritorna con le ordinazioni e sorride ad Inuyasha. Io bevo il mio caffè, lasciando intatta la torta e subito dopo mi alzo, pronta per andare.
 
“Ehi dove vai?” Mi chiede lui.
 
“È tardi devo andare” dico e lui mi guarda, poi guarda la fetta di torta che mi ha fatto portare.
 
“E quella?” Chiede stupito ed io scrollo le spalle.
 
“Devo andare. Offrila alla cameriera” dico lasciandolo li ed uscendo dal bar.
 
 Giungo a casa ed ho giusto il tempo di farmi una doccia e di cambiarmi, poi si ricomincia.
 
Faccio la maestra in una scuola elementare. Insegno ai bambini di prima e seconda elementare, mentre Sango a quelli di quinta. Mi piace il mio lavoro, mi piace stare a contatto con i bambini. Ovviamente dopo gli aborti e poi il tumore, mi sono presa una pausa. Ma poi tutto è tornato come prima, più o meno.
 
 “Buongiorno bambini” dico entrando in classe. I piccoli mi guardano spaesati e per nulla felici di essere li ed io sorrido.
 
“Bene, io sono la maestra Kagome...e mi piacerebbe conoscere anche i vostri nomi” dico, iniziando a chiamare i bambini.
 
 
 
Tra giochi e filastrocche, la giornata passa. Ho cercato di cavare di bocca a Sango , cosa fosse accaduto tra lei e Miroku ,ma lei non si è sbottonata troppo, ha solo detto che lui si è scusato e che ha reagito in quel modo solo perché lei merita di meglio di uno che si porta a letto tutte...
 
Me ne resto a casa tutto il pomeriggio. Non ho voglia di uscire, così mi limito a preparami un toast per cena e a piazzarmi davanti al tv, quando suonano alla porta.
 
Mi alzo con un mezzo sbuffo e resto stupita nel vedere Inuyasha, con una cartone di pizza in mano.
 
“Non hai già mangiato, vero?” Chiede ed io nego con la testa e lui entra.
 
“È la tua cena?” Chiede, indicando il toast abbandonato sul tavolino del salotto.
 
“Non ho particolarmente fame” dico, facendo spallucce e lui posa la pizza.
 
“Non lavori?” Chiedo poi e lui nega con la testa.
 
“Serata libera. I vantaggi di essere socio del capo è avere più giorni liberi degli altri” dice, sedendosi sul divano e posando il cartone di pizza sul tavolino. 
 
“Attento a non sporcare” dico e lui sorride.
 
“Sei davvero una maestrina” ridacchia, mentre io lo trucido con lo sguardo.
 
“Che guardi?” Chiede infine ed io faccio spallucce.
 
“Un documentario”.
 
“Belli, mi piacciono” dice mettendosi comodo.
 
Rimaniamo in silenzio a guardare la tv, poi lui mi guarda.
 
“Te la sei presa?” Chiede ed io lo guardo senza capire.
 
“Stamattina scherzavo” dice poi ed io capisco a cosa si riferisce.
 
“Non me la sono presa” rispondo e lui mi guarda dubbioso.
 
“No?” Dice ed io nego con la testa.
 
“Ma ti ha dato fastidio..” Dice poi ed io sbuffo.
 
“Non ho mai avuto un buon rapporto col mio corpo” dico e lui mi guarda serio.
 
“Hai un bel corpo” ribatte ed io lo guardo stupita.
 
“Come scusa?” Chiedo e lui sorride.
 
“Che c'è? È vero. Hai un bel corpo. Insomma si vede ed io ho un certo occhio”
 
“Oh giusto...dimenticavo” dico con un sorriso e lui ridacchia.
 
“Mangia, che tra un po' rischi di scomparire” dice porgendomi un pezzo di pizza.
 
“Ma non mi va” ribatto e lui si alza un po' e per poco non me la spiaccica in faccia, così alla fine cedo e la prendo.
 
“Non mi piacciono le acciughe” borbotto.
 
“Scusate maestà. Non commetterò più questo errore” dice con fare teatrale.
 
“Scemo” rispondo.
 
“Odiosa” ribatte lui.
 
“Stronzo” aggiungo.
 
“Acida” finisce lui.
 
 -L'accoppiamento della mantide è caratterizzato dal cannibalismo. La femmina infatti, durante l'accoppiamento inizia a mangiare il maschio...- sta dicendo la voce fuori campo nel documentario 
 
 “Che schifo” dice Inuyasha , sovrapponendosi alla voce del narratore.
 
“Ma è scemo? Si fa ammazzare per una scopata?” Aggiunge ed io rido.
 
“È una cosa genetica Inuyasha, è insito nel suo DNA” dico e lui mi guarda stupefatto, come se fosse comunque inammissibile.
 
“Si ma non ha senso e poi, si sta mangiando la testa e lui continua a ….”dice indicando lo schermo ed io faccio spallucce.
 
“Anche questo è genetico, a dimostrazione che i maschi ragionano con qualcos'altro...e non con la testa”.
 
Lui mi guarda storto, ma poi fa come per pensarci su e ridacchia
 
“Allora, alla fine com’è andata con la cameriera?” Chiedo. Lui sembra pensarci su, come se non ricordasse affatto di cosa parlo, poi scrolla le spalle. 
 
“Non è andata” dice.
 
“Oh, ti ha dato picche?” Chiedo e lui sorride arrogante 
 
“Nessuna mi ha mai dato picche. Non le ho nemmeno chiesto il numero, non mi interessa e poi era davvero odiosa” dice.
 
“Ma davvero? Non me n'ero accorta” borbotto.
 
“Ok , ok. Cambiamo bar” dice alzando le mani in segno di resa.
 
“Ma il bar di Akira non va più bene?” Chiedo e lui nega con la testa.
 
“No...nuova vita , nuovo bar” dice facendomi l'occhiolino ed io lo guardo stupita. Lo sta facendo per me? Un leggero sorriso mi si disegna sulle labbra. È carino da parte sua.
 
“Che c'è?” Chiede fissandomi ed io scrollo le spalle.
 
“Niente” rispondo, poi torno a guardare la mantide, che mangia tranquilla il futuro padre dei suoi figli
 
“Dovevo nascere mantide” dico distrattamente e lui ridacchia.
 
“Beh, se vuoi mangiarti il tuo ex, puoi farlo anche da umana” ribatte ed io sbuffo una risata.
 
“Ma quanto sei idiota”.
 
Lui si alza e come se fosse a casa sua prende una birra dal frigo.
 
“Miroku e Sango? Hanno chiarito?” Chiede .
 
“Credo di si” e lui annuisce tornando e sedersi e porgendomi una birra.
 
“E tu?” Mi chiede ed io lo guardo stupita.
 
“Io che?”
 
“Tu come stai?” Chiede ancora ed io faccio spallucce.
 
“Come sempre...”
 
Lui mi guarda afflitto.
 
“Come sempre? Impossibile, ora che mi hai come amico, la tua vita dev'essere senz'altro migliorata...”ribatte saccente.
 
“Sai cosa non è migliorata? La mia emicrania. Anzi da quando ti ho come amico, è pure peggiorata” sentenzio e lui mi fa una linguaccia. Molto maturo!
 
“La tua giornata? Hai terrorizzato qualche dolce bambino, col tuo meraviglioso modo di fare?” Chiede in seguito.
 
“Piantala. Sono una bravissima maestra...” borbotto e lui sorride.
 
“Si, ne sono sicuro” dice dolcemente infine. Un sorriso tranquillo gli abbellisce le labbra ed i suoi occhi sembrano sempre allegri.
 
“Levo le tende” dice dopo qualche minuto ed io annuisco.
 
“Ci vediamo domani, maestrina..” sorride, dandomi un bacio sulla guancia, poi esce ed io resto da sola a guardare la fine del documentario e un sorriso mi si disegna sulle labbra.
 
“In effetti sei proprio un idiota” dico a ciò che resta della mantide maschio, poi spengo.
 
 
 
“Rallenti per me?” Chiedo, la mattina seguente, correndo al fianco di Inuyasha che mi sorride.
 
“Mi stai chiedendo se io...io…rallento per andare al passo di una schiappetta?” Chiede ed io lo fulmino con lo sguardo.
 
“Ok, un po'” dice ed io sbuffo.
 
“Quindi non sono migliorata”.
 
“Ma si, la prima volta sei quasi svenuta” dice ed io gli do un pugno.
 
“Non è vero...scemo”.
 
“Violenta” ribatte.
 
“Cretino” aggiungo, superandolo.
 
 Abbandonato il bar della cameriera odiosa, entriamo nel primo che troviamo sulla via del ritorno.
 
“Salve” dice un ragazzo sorridente.
 
“Due caffè, uno lungo ed uno macchiato” dice Inuyasha e l'altro annuisce, per poi lasciarci soli.
 
“Uh, ti è andata male. Nessuna cameriera da sedurre” dico e lui si poggia alla sedia, con un mezzo sorriso.
 
“Hai davvero una pessima opinione di me. Ma sappi che io mi limito a cogliere le occasioni, non sono un malato di sesso” dice col suo fare scanzonato ed io lo guardo. I capelli corti nerissimi, non stonano con la carnagione leggermente ambrata e gli occhi, scuri e profondi, sanno essere maliziosi, quanto sinceri e gentili. Le labbra piene, sono sempre abbellite da un sorriso scanzonato che gli da quell'aria da bello e dannato ed allo stesso tempo lo rende il classico ragazzo che è capace di strapparti un sorriso con le sue battute idiote.
 
“Perchè sorridi sempre?” Mi lascio scappare e lui mi guarda negli occhi.
 
“Perchè tu non lo fai mai?”
 
“Non è vero” ribatto e lui non smette di guardarmi. Non c'è più il sorriso, ma un'espressione seria ed allo stesso tempo tranquilla e rilassata.
 
“Lo fai, ma non veramente, tranne che in poche occasioni. Sei bella quando ridi. Ti si formano due fossette agli angoli della bocca che ti fanno sembrare una ragazzina”.
 
Mi sento di colpo in imbarazzo ed abbasso lo sguardo.
 
“Non prendermi in giro. Smettila” dico, ma lui sorride.
 
“Ma dico davvero” dice, ringraziando il cameriere quando porta i caffè.
 
“Ma dai, sei tutta rossa” dice poi ridacchiando ed io sbuffo.
 
“Smettila, cretino” dico e lui ride.
 
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 Inuyasha 🍸
 
 La guardo, mentre imbarazzata beve il suo caffè. Ma...cos'è, suo marito non le faceva i complimenti, che si imbarazza per così poco? Però è tenera.
 
“Hai finito di ridere di me?” Chiede irritata.
 
Ecco...è tornata
 
“Ma non rido di te, dai. T 'ho fatto un complimento, tutte le donne adorano i complimenti”.
 
“Io non sono tutte le donne” ribatte ed i sorrido.
 
“Beh tutte tutte no, ma hai almeno cinque donne diverse li dentro” dico indicandola e lei mi guarda interrogativa.
 
“Ma si. La donna timida, quella acida, quella fragile..”
 
“Io non sono fragile” dice lei sulla difensiva.
 
“Ma non c'è nulla di male nell'esserlo” ribatto.
 
“Ma io non lo sono” ribatte lei piccata.
 
“Per questo ti ubriachi e chiami il tuo ex dicendo che lo ami?!”
 
Lo sguardo che mi rivolge, mi fa capire che ho esagerato.
 
“Era una confidenza Inuyasha...se devi usarla per rinfacciarmi quanto sono idiota , allora cancella il mio numero”.
 
“Scusa” dico. Potevo evitate in effetti.
 
“Sta zitto...è tardi devo andare”.
 
“Ma finisci il caffè” ribatto, ma lei si allontana, così lascio i soldi sul tavolino e la seguo.
 
“Adesso ce l'avrai con me per tutta la vita?” Chiedo affiancandola.
 
“Inuyasha. ..non mi va di sentirti blaterare, stai zitto” ribatte ed io annuisco. Meglio stare zitto. Ho esagerato.
 
Davanti al suo portone, sospiro.
 
“Ok scusa...ma siamo amici e gli amici si dicono le cose come stanno”.
 
“Davvero?” Ribatte lei guardandomi ed io annuisco.
 
“Va bene, allora parliamo di te dai...Mister mi scopo tutte le donne che trovo perchè sono un immaturo, che spara giudizi e sentenze perchè si crede migliore degli altri”.
 
La osservo qualche secondo, prima di ribattere.
 
“Hai finito?” Chiedo .
 
“NO!” Sbraita, poi mi guarda.
 
“Si” dice subito dopo.
 
“Non ti giudico e non sono migliore di te. Ma non c'è nulla di male nell’essere fragili, non è una critica, va benissimo che tu sia così, mi piace che tu sia così...”mi lascio scappare.
 
Mi piace che lei sia così? Si ..beh se non mi piacesse non saremmo amici, no?
 
“Ma io non voglio” sussurra lei, facendomi tornare alle realtà.
 
Sta trattenendo le lacrime e guarda per terra....non merita questo, non merita tanta afflizione.
 
Mi avvicino un po' e le prendo il viso tra le mani, per permetterle di guardarmi negli occhi.
 
“Ma negare di esserlo, non ti farà diventare forte” sussurro, mentre lei si morde il labbro inferiore. Cerca di fare la forte, ma ha un visetto così triste...si, decisamente è più bella quando ride.
 
“Andrà tutto bene, a piccoli passi. Io sono tuo amico, permettimi di aiutarti, ok?” Dico e lei annuisce appena e si lascia stringere.
 
Le carezzo i capelli, che hanno un buon profumo e la sento rilassarsi. È così piccola...quasi scompare tra le mie braccia, fa tanto la dura, ma ha bisogno di protezione.
 
Si scosta appena e mi guarda, seria.
 
“Grazie…” sussurra ed io sorrido, asciugandole le lacrime dalle gote.
 
“Su, vai o farai tardi ed in un modo o nell'altro darai la colpa a me” ribatto facendola sorridere. Mi piace farla sorridere, mi piace proprio.
 
 
 
 Passano i giorni, uno dietro l'altro. Miroku si è scusato ancora ed io ho cercato di capire se prova qualcosa per Sango...non so perchè, forse è solo curiosità , ma lui nega sempre, dice che è come una seconda sorella però se qualche ragazzo punta Kagome, lui se ne sta buono buono, ma se qualcuno punta Sango, s'incazza...e la cosa non mi pare molto normale, sentendolo parlare.
 
Kikyo intanto passa da giorni di assoluta euforia e felicità ad altri di depressione e la cosa non mi piace. Quello stronzo le sta rovinando e lei nemmeno se ne accorge. Bloccata a casa con l'influenza, decido di parlarle adesso che non mi può sfuggire.
 
 “Kikyo, hai un momento?” Chiedo e lei annuisce.
 
“Dimmi”.
 
“Sono preoccupato per te, questo tizio che tu...”
 
“Inuyasha smettila, non cominciare” dice alzandosi dal divano, diretta in camera sua.
 
“Ascoltami, accidenti. Possibile che tu non ti renda conto della situazione?”
 
“Ma che cavolo vuoi? Non sei mio padre. Smettila di farti i cazzi miei, Ken sta lasciando la moglie ed io mi trasferisco nella sua casa...dove andremo a vivere” dice sbattendomi la porta in faccia.
 
La guardo scuotendo la testa.
 
“Ma fa quello che ti pare” dico incazzato. Stupida!
 
Quando arrivo al locale, Sango e Kagome sono appena arrivate.
 
“Ciao, come va?” dice la prima. Kagome si guarda in giro.
 
“Bene. Che vi preparo?” Chiedo sbrigativo.
 
“Un cocktail dei tuoi. Io vado alla toilette delle signore” dice Sango ed io annuisco.
 
“Una birra” ordina Kagome. 
 
“Tutto ok?” Chiede subito dopo davanti al mio mutismo.
 
“Si” dico solo.
 
“Sicuro? Sei strano”.
 
“Sto bene” dico, incazzato. Kikyo mi ha fatto girare le palle, ci riescono in pochi e quando mi girano le palle, è meglio che sto zitto.
 
“Insomma, che succede?” Chiede di nuovo lei.
 
“Non posso essere incazzato per una volta?!” dico sgarbato e lei mi guarda perplessa.
 
“Ok, come vuoi” dice mesta, smettendo di guardarmi.
 
Sospiro appena e le sfioro il braccio per attirare la sua attenzione.
 
“Scusami” dico e lei fa spallucce
 
“Va bene...tranquillo” dice, ma chiaramente c'è rimasta male.
 
“Ho litigato con Kikyo e me la sono presa con te, scusa” dico e lei annuisce.
 
“Non importa” dice infine ed io sorrido.
 
“Per farmi perdonare, ti preparo qualcosa di buono” aggiungo e lei sorride.
 
“Che succede con Kikyo?” Chiede ed io sbuffo.
 
“È una stupida. Lui dice che sta per lasciare la moglie ed a quanto pare, ha preso una casa per i loro incontri clandestini”
 
La vedo fare una faccia scettica.
 
“Beh...è la sua vita Inuyasha ” dice ed io annuisco.
 
“Lo so…”
 
 
 
Sango torna a sedersi al bancone, con un sorriso.
 
“Sei davvero uno schianto stasera” le dico e lei sorride ancora.
 
“Oh grazie” dice.
 
Mi piace Sango. Ho capito che devo starle lontano, non voglio casini, ma mi piace. È divertente e bella...ha quel pizzico di malizia che la rende sexy, ma non volgare.
 
“Vi lascio soli?” Ridacchia Kagome e lei le fa il verso.
 
 “Buona sera” dice un tale avvicinandosi, fissando Sango.
 
“Balli?” Chiede e Kagome le fa segno di andare. 
 
“Tu non balli?” Le chiedo quando Sango si allontana. 
 
“Non ho un cavaliere” dice Kagome fingendo di piangere ed io sorrido.
 
“Vuoi che te ne trovi uno?” Chiedo e lei ride.
 
“Sono capace di trovarmelo da sola”.
 
 “E quello?” Chiede Miroku avvicinandosi e guardando Sango ballare con quel tale.
 
“Le ha chiesto di ballare” dice Kagome e lui corruga la fronte.
 
“Ma guarda come le sta appiccicato...e a lei sta bene? Ma che cazzo le prende?” Chiede furioso.
 
“E a te? A te cosa prende?” gli chiede sua sorella e lui la guarda stranito.
 
“Che vuoi dire?” 
 
“Non capisco quale sia il problema. Sango sta solo ballando con un bel ragazzo. È single, no? Non deve rendere conto a nessuno” dice lei.
 
Miroku la guarda stupito, poi guarda Sango che balla con il tizio di prima, poi guarda di nuovo Kagome ed infine se ne torna a lavoro.
 
Quando la serata finisce, Sango se ne sta a parlare col tale con cui ballava.
 
“Sei venuta con lei?” Chiedo a Kagome e lei annuisce.
 
“Ti riaccompagno se vuoi” aggiungo, vedendo la sua amica ben poco intenzionata a tornare a casa.
 
“Si ok, grazie” dice lei prendendo la giacca.
 
 
 
Miroku ci raggiunge e non è di buon umore. Il suo umore, per l'appunto, peggiora immediatamente dopo.
 
“Kagome ti spiace se ti accompagna Inuyasha o Miroku a casa?” Le chiede Sango avvicinandosi.
 
“No tranquilla” dice, gettando un occhio al tizio con cui l’amica ha ballato tutta la sera e strizzandole l'occhio.
 
“Dove vai?” Chiede Miroku afferrando il braccio di Sango, prima che lei torni dal tizio
 
“Ken mi porta a bere qualcosa” ribatte lei
 
“Non hai bevuto abbastanza?” Chiede ancora lui e lei lo guarda per nulla contenta del suo tono da marito geloso.
 
“No, non direi” dice scrollando il braccio per liberarsi, ma lui non si arrende.
 
“Tu non ci vai con quello” dice arrabbiato.
 
“Come scusa?” Chiede lei e lui rafforza la presa sul braccio.
 
“Ho detto che non ci vai, adesso vieni con me” dice ancora .
 
“Miroku...”interviene Kagome.
 
“Cosa? È tua amica cazzo, non te ne frega nulla?” Dice brusco.
 
“Ehi amico...”intervengo io, prima che esageri. Sarà anche suo fratello, ma che motivo ha di rivolgersi a lei in questo modo?
 
“Scusa, che problemi hai?” Chiede il tizio, avvicinandosi e mettendo una mano sulla spalla di Sango.
 
“Il problema ce l'avrai tu, se non togli quella mano dalla sua spalla” sibila Miroku. Qui si mette male!
 
“Ora mi hai fatto incazzare” dice ancora l'altro , facendosi minaccioso. Miroku scansa Sango, fronteggiando il tizio.
 
“Su, fammi vedere che sai fare!” con un ghigno ed a quel punto ho la brillante idea di mettermi in mezzo.
 
“Ragazzi cerchiamo di non esagerare eh..” dico nella speranza di placare gli animi, ma invece rimedio un bel pugno da parte del tizio che mi coglie impreparato e quindi mi sbilancio all'indietro, sbattendo contro il bancone ed a quel punto Miroku lo colpiscè
 
“Inuyasha! ” Kagome mi viene subito vicino, ma io l'allontano e mi alzo di furia. Odio essere provocato.
 
Lo stronzo di cui non il nome, sbatte Miroku sul tavolo ed è pronto a mollargli un pugno, ma gli afferro il braccio facendogli fare una giravolta e tenendolo per il bavero della giacca gli do un pugno in faccia, per poi alzarlo di peso e sbatterlo sul bancone.
 
“Se cercavi rogne sei cascato male, coglione” sibilo, tenendolo per il collo, finché non sento la voce di Kagome.
 
“Inuyasha basta” dice e solo allora lo lascio andare e mi allontano, uscendo dal locale.
 
 “Stai bene?” Mi chiede Kagome, venendomi vicino ed io annuisco.
 
“Ahi…”borbotto, quando mi tampona il labbro con un fazzolettino di carta e lei sorride.
 
“Su...non è nulla” sussurra come fossi un bambino. La osservo per qualche secondo e lei sorride ancora.
 
“Ecco fatto Rocky. Come nuovo, più o meno” dice, gettando il fazzolettino in un bidone dei rifiuti, poi la porta del locale si spalanca ed esce una Sango furiosa, seguita da un altrettanto furioso Miroku.
 
“Si può sapere che diavolo ti prende?” Sbraita lei.
 
“Che prende a te! Davvero volevi andartene con quello la?” Chiede sempre urlando.
 
“Ma che ti importa, accidenti!!”
 
“Ero solo preoccupato per te...perchè ti voglio bene e meriti di meglio....”dice lui irritato.
 
“Ma visto che sei una stupida, allora...”aggiunge.
 
“Hai ragione. Sono una stupida! E hai ancora ragione a dire che merito di meglio. Merito di meglio che amare un uomo, che in me vede solo una sorella. Merito di meglio che aspettare un tuo cenno. Merito di meglio, che passare la mia vita ad aspettare te!” dice lei con voce rotta dal pianto, voltandogli le spalle e scappando via.
 
Kagome sospira ed io mi sento decisamente di troppo, ma non mi muovo, sarebbe inutile ormai. Miroku è basito e la guarda senza dire nulla e solo dopo qualche secondo, Sango scuote la testa e fa qualche passo indietro.
 
“Sono stanca...adesso basta!” Sussurra, per poi frugare nella borsa e prendere le chiavi dell'auto. Infine si allontana. Miroku no, lui resta immobile a fissare il nulla,.
 
“È sempre valido il passaggio?” Chiede Kagome ed io annuisco.
 
“Sta bene?” Chiedo poi indicando Miroku e lei sospira.
 
“Si, se la caverà” dice ed io prendo le chiavi.
 
“Il tuo labbro si sta gonfiando” dice una volta sotto casa sua ed io me lo tasto. Fa un po' male.
 
“Mettici del ghiaccio quando arrivi a casa” dice infine ed io sbuffo.
 
“Dubito di averne” e lei scuote la testa.
 
“Sali, ce l'ho io il ghiaccio” borbotta.
 
 “Ahi, piano” sbotto afferrandole il polso, mentre lei preme il ghiaccio, avvolto in un canovaccio, sul mio labbro.
 
“Oh piccino. Ti faccio male?!” Ridacchia lei ed io la guardo storto.
 
“Lo dovevo ammazzare quel coglione” dico.
 
“Certo, come no” ribatte lei.
 
“Tieni il ghiaccio, invece di dire scemenze” aggiunge alzandosi ed io obbedisco.
 
Non so che fine abbia fatto, mi ha lasciato da solo qui e mi annoio, così mi metto a gironzolare per casa e mi ritrovo nella sua camera. È ben arredata, impeccabile e pulita, la cosa mi fa sorridere, poi mi ritrovo a fissare la foto del suo matrimonio. Kagome e Koga se ne stanno immobili davanti all'obbiettivo, nel giorno più bello della loro vita. Il mio sguardo si concentra su di lei. È stupenda con l'abito bianco, scollato ma elegante, ha un'espressione così raggiante. Lui, Koga, la guarda sorridendo, senza avere idea che di li a poco quel sorriso...
 
“Che diavolo fai qui?”
 
Mi volto e Kagome mi fissa irritata.
 
“Nulla. Mi hai mollato di là, mi annoiavo” ribatto, tornando a guardare la foto. Ce ne sono altre sparse per casa.
 
“Perchè le tieni ancora?” Chiedo e lei mi fissa scettica.
 
“Dovrei sbarazzarmene?”
 
“Si. Che senso ha tenerle in bella vista?” Chiedo e lei riprende la foto, posandola al suo posto.
 
“Per me ne ha” dice.
 
“Oh...beh secondo me sbagli” aggiungo sedendomi sul letto e lei mi raggiunge.
 
“Lo so” sussurra ed io la guardo.
 
“Se me ne libero...se lo faccio…sarà reale..” dice ancora a voce bassissima.
 
“È ridicolo” sbotta infine, scostando le lacrime ed io sorrido.
 
“Non lo è” dico sdraiandomi e facendole segno di fare altrettanto.
 
“Il labbro? Fa male?” Chiede infine.
 
“Un po'...ma Rocky sopporta tutto in silenzio” ribatto e la sento ridacchiare, per poi rilassarsi.
 
“Eri molto bella in abito da sposa” mi ritrovo a sussurrare.
 
“Grazie. Adoravo quel vestito. L’ho scelto subito. È stato il primo che ho provato e me ne sono innamorata” dice.
 
“Si vede dalla foto che eri molto giovane” aggiungo e lei mi guarda perplessa.
 
“Stai dicendo che adesso sono vecchia?”
 
“Ma no. Beh anagraficamente si, ma non sembra. Le tette sono le stesse” ridacchio e lei mi da una gomitata.
 
“Ti odio, idiota” borbotta ridendo.
 
Restiamo in silenzio per un po', poi mi volto e lei dorme. Ha le labbra dischiuse ed i capelli sparsi per sul letto. Inevitabilmente sorrido e guardo l'ora. È l'una di notte...ed è ufficialmente il mio compleanno: trentatré anni. Scuoto la testa ed infine mi stendo anche io e chiudo gli occhi, solo un momento, rilassandomi completamente e quasi dimenticandomi di non essere a casa mia. Quando li riapro, sento un rumore fastidioso e poi un grugnito accanto a me, mi costringe a voltarmi.
 
Kagome mi guarda, poi sgrana gli occhi.
 
“Ma che...ci fai qui?” Dice con uno sbadiglio.
 
“Mi sono addormentato” dico restando steso e lei mi imita dopo aver spento la sveglia.
 
“Niente corsa…”dice.
 
“Niente corsa” ribatto e lei si alza
 
 Mezz'ora dopo, la vedo rientrare in camera, vestita di tutto punto.
 
“Se la tua intenzione è di restare a poltrire nel mio letto, quando te ne vai, assicurati che sia tutto chiuso” dice, mettendosi un filo di trucco sugli occhi. Io la osservo. Strano che mi sia addormentato. Non sono abituato a dormire con qualcuno accanto, odio fare conversazione appena sveglio e voglio i miei spazi, il mio letto...eppure, ho dormito proprio bene, sarà che il suo letto è più comodo del mio.
 
“Che c'è?” Mi chiede lei, quando si accorge che la sto fissando.
 
“Niente. Ti accompagno, dai” dico infine alzandomi e stiracchiandomi, lei mi guarda come assorta, poi sposta bruscamente lo sguardo ed esce dalla camera. E adesso che le prende?
 
“Tutto bene?” Le chiedo e lei annuisce solo, senza dire nulla. Mi porge una tazza di caffè, poi si mette la giacca.
 
“Andiamo?!”Chiede dirigendosi verso la porta.
 
La scuola dove lavora non è troppo lontana da casa sua. A dire il vero ci passo spesso da qui, incredibile che non ci siamo mai incontrati.
 
“Ci vediamo stasera?” Chiedo e lei fa spallucce.
 
“Non lo so...devo chiamare Sango a vedere come sta”. Giusto. Chissà se Miroku è ancora fermo lì a fissare il vuoto. Mio malgrado un sorrisetto mi si disegna sulle labbra all’idea di trovarlo ancora fuori dal locale. 
 
 
 
Sono già le otto del mattino però quasi quasi l'idea di farmi un corsetta non è tanto male, così vado a cambiarmi, ma quando sono pronto per uscire ed apro la porta, mi trovo davanti Miroku.
 
“Mi dispiace di averti coinvolto ieri sera, amico” dice entrando. 
 
“Nah, tranquillo, non crearti problemi. Era da parecchio che non facevo una scazzottata.” ribatto e lui si passa una mano tra i capelli. Ha l'aria stanca, come se non avesse dormito affatto.
 
“Io sono costernato. Non faccio che pensare” dice.
 
“Sango immagino” e lui annuisce.
 
“Perchè ti sei incazzato tanto ne vederla con un altro?” Torno a chiedere. Lui resta in silenzio per un po'.
 
“Ma dai Inuyasha, quello non vedeva l’ora di entrarle nelle mutande, per forza mi sono incazzato.”
 
“Però sembrava fossi geloso” Dico e lui mi fissa sconvolto.
 
“Volevo solo proteggerla. Siamo cresciuti assieme, come fossimo fratelli, io non...”ribatte ed io sospiro.
 
“Ok....però non lo siete e lei mi pare l’abbia chiarito ieri. È chiaro che provi sentimenti per te, che hanno poco a che fare con la sola amicizia, se tu non provi nulla del genere per lei non puoi comportarti così, come un fidanzato geloso. È normale che lei s’incazzi”.
 
Lui rimane zitto.
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
Kagome ⭐
 
Quando la giornata scolastica finisce ed i genitori vengono a prendere i bambini, come ogni volta, sento il cuore perdere un battito. I visi felici dei bambini, che corrono tra le braccia delle loro mamme, io non saprò mai cosa si prova.
 
Sospiro appena ed ancora una volta torno a pensare ad Inuyasha. Non dormivo con qualcuno da un bel po’. È stato strano... per un istante, mi è sembrato quasi che stessi tradendo Koga, sono davvero idiota.
 
Prendo la borsa e la giacca e mi appresto ad uscire ed incrocio Sango.
 
“Ehi” la chiamo e lei sorride.
 
“Ciao” dice.
 
Sta bene, anche troppo e la cosa mi puzza.
 
“Come va?” Chiedo.
 
“Benissimo” dice lei col sorriso. Ecco appunto, la cosa mi puzza.
 
“Mi sento più leggera. Era come se mi sentissi incatenata a Miroku, ma adesso...è finita” dice.
 
“Che vuoi dire?” Chiedo perplessa
 
“Che non ho più nessuna intenzione di andar dietro a tuo fratello .Ken mi ha mandato un messaggio. Si è scusato per ieri sera e mi ha invitato ad uscire. Nuova vita” dice tranquilla.
 
“Sango...non voglio metter bocca, ma questo Ken nemmeno lo conosci e ieri non è che mi abbia fatto una bella impressione. Sei sicura? Non fare cose avventate” ribatto, temendo che si stia buttando con questo tizio per scordare più in fretta Miroku o per ripicca.
 
“Sta tranquilla, non sono una sprovveduta e so che stai pensando, ma non voglio uscire con Ken per ripicca o per fare chiodo scaccia chiodo. Voglio solo uscire con un ragazzo carino e finalmente lasciarmi alle spalle un amore impossibile” dice lei e so che ha ragione. A liceo era sempre lei quella più assennata e posata, quella che pensava tantissime volte prima di fare qualcosa, io era quella che si gettava a capofitto nelle cose. Come si cambia.
 
“Lo so” ribatto.
 
 Alla sera, mi metto davanti alla tv, ma non fanno nulla. Mi annoio. Forse è per questo che mi decido a chiamare un taxi.
 
L'Insomnia è strapieno come al solito ed io faccio un breve saluto a Miroku che mi fa segno di raggiungerlo.
 
 “Ciao” dico baciandogli la guancia.
 
“Sango...non c'è?” Chiede cauto ed io scrollo le spalle.
 
“No, aveva un impegno” dico restando vaga.
 
Lui mi guarda serio.
 
“Ho provato a chiamarla ma non ha risposto” dice ed io faccio spallucce.
 
Non so perchè ma credo sia meglio farmi i fatti miei. Lui sospira appena.
 
“Io non voglio che soffra. È la mia migliore amica ” dice
 
“È inevitabile, ma le passerà” rispondo, sperando che sia così. Sarebbe orribile fare da sparti acque, tra mio fratello e la mia migliore amica.
 
“Puoi chiederle di chiamarmi?” Chiede infine.
 
“Miroku...io credo sia meglio lasciarla in pace per un po', ok?!” Rispondo e lui annuisce. Infine mi decido a prendere qualcosa da bere.
 
 “Ciao” dice Inuyasha quando mi siedo.
 
“Ciao a te”. Non faccio in tempo a chiedergli una birra che già l’ho davanti. 
 
“È venuto Miroku stamattina a casa mia. Abbiamo parlato un po'. L’ho visto davvero a terra” infine.
 
“E tu che gli hai detto?” Chiedo interessata.
 
“Bah, io so tutto sul sesso. Ma sull'amore...”ribatte ed io lo fisso curiosa.
 
“Tutto sul sesso?” Chiedo e lui annuisce sorridendo malizioso.
 
“Io sono il guru del sesso” dice ancora ed io scoppio a ridere.
 
“Davvero? Il guru addirittura?!”
 
“Sento una nota di sarcasmo nella tua voce, ma posso assicurarti che io le donne le faccio sognare” dice lui con aria di sfida.
 
Sinceramente io di uomo ne ho avuto uno solo. Koga è stato il primo con cui abbia fatto l'amore e l'unico ad oggi...ed il sesso era bello, ma sono abbastanza inesperta da quel punto di vista. Però non so perché ma mi viene voglia di stuzzicare un po' Inuyasha.
 
“Tu sei a conoscenza del fatto che le donne sono capaci di fingere bene, vero?” Chiedo .
 
Lui mi guarda, poi sbuffa una risata
 
“Nessuna ha mai finto” ribatte sicuro.
 
“Ma come lo sai? Guarda che siamo brave”
 
“Lo so e basta!” Dice ancora ed io sorrido.
 
“Ci metteresti la mano sul fuoco?” Chiedo ancora e lui mi si avvicina malizioso.
 
“Assolutamente si! Se però vuoi fare da cavia e testarlo di persona, ti posso accontentare” dice.
 
Mi sono abituata alle sue battute idiote e maliziose, ma non so perchè stavolta mi ritrovo ad arrossire.
 
“No grazie” dico a disagio, maledicendomi per aver tirato in ballo l'argomento sesso.
 
Lui sorride appena, con fare giocoso per poi andare a servire altre persone. Ayame si avvicina, mi fa un cenno e un sorriso, poi si mette a trafficare con bicchieri e bottiglie. Quando Inuyasha ritorna dove sono io, gli porge un bicchiere colmo di una roba rossastra. 
 
“Consideralo il mio regalo personalizzato” 
 
Inuyasha sorride e prende il bicchiere, assaggiando l’intruglio.
 
“Buono! Come si chiama?”
 
Ayame ci pensa su, poi sorride.
 
“Compledrink” 
 
“Comple cosa?” Sghignazza lui. Io li osservo e aggrotto la fronte. 
 
È il suo compleanno? Non mi ha detto nulla. 
 
“Auguri” dico soltanto e lui sorride.
 
“Grazie” risponde.
 
“Nessun festeggiamento? Qui dentro è pieno di cavie su cui testare i tuoi poteri da guru” dico e lui ridacchia. 
 
“Bah, chissà, magari ne trovo una” dice.
 
“O magari ti offro una fetta di torta” aggiungo chissà perchè.
 
Lui rimane sorpreso ed io mi ritrovo imbarazzata.
 
“Ma immagino che tu preferisca festeggiare in tutt'altro modo e poi si è fatto tardi...meglio che chiami un taxi” dico alzandomi.
 
“In realtà mi andrebbe proprio una fetta di torta” dice sorridendo.
 
 Circa mezz'ora dopo, siamo seduti ad un tavolo di una caffetteria.
 
“Quanti anni compi oggi?” Chiedo.
 
“Trentatré “ risponde, mangiando a piccoli bocconi la sua torta al caffè, poi ruba una forchettata della mia , al cioccolato.
 
“È il mio compleanno” dice come a giustificarsi.
 
“No caro, il tuo compleanno a passato ormai” ribatto e lui sorride.
 
“E se te ne dessi metà della mia? Potrei averne metà della tua?” Chiede.
 
Scambio equo...interessante.
 
“Ok” dico tagliando mezza fetta con la forchetta e mettendola nel suo piatto e lui fa lo stesso con la sua.
 
 “Tu hai mai finto?” Chiede dopo un po' ed io lo guardo senza capire.
 
“Come?” Chiedo e lui ingoia il boccone, gesticolando con le mani, come per farmi capire a che si riferisce, ma ovviamente non capisco un tubo. Infine lui dissolve i miei dubbi.
 
“Hai mai finto mentre facevi sesso?” Chiede ancora ed io lo fisso sconvolta.
 
“Ma che...”cerco di articolare una frase ma lui mi interrompe.
 
“Beh? Solo tu puoi fare domande imbarazzanti?” Chiede e non posso che dargli ragione, accidenti.
 
“No” dico e lui mi fissa.
 
“Mai , mai con nessuno?” Chiede ancora ed io mi muovo sulla sedia leggermente a disagio.
 
“Io e Koga ci siamo essi insieme al liceo Inuyasha. Lui è stato il mio primo ragazzo...quindi...credo che sia ovvio che ...”
 
“Oh…” commenta lui, pensieroso, fissandomi serio, poi scuote la testa.
 
“E con lui non hai mai finto?” Chiede ancora.
 
“No, te l'ho detto”.
 
“Beh da come parlavi, sembrava avessi una certa padronanza della sacra arte della finzione femminile” dice ridacchiando, ma deve notare il mio imbarazzo e la mia reticenza, perchè cambia di colpo argomento. Strano. Credevo mi avrebbe preso in giro ancora un po'.
 
“Sango sta bene?” Chiede ed io annuisco poco convinta.
 
“Credo. Aveva un appuntamento col tizio di ieri sera” e lui mi fissa con un 'espressione sorpresa.
 
“Ed io che mi sono pure beccato un pugno. Di certo non diventeremo mai amici. E Miroku come l'ha presa?”
 
“Non gli ho detto nulla..” e lui annuisce.
 
“Il principio è che la sbrighino da soli?” Chiede ed io faccio spallucce.
 
“Non voglio mettermi in mezzo tra mio fratello e la mia migliore amica. Non mi va”.
 
“Mi sembra giusto” dice lui, poggiandosi comodamente allo schienale della sedia e guardandomi serio ancora una volta. Io lo guardo a mia volta a disagio. Questa è la serata dell’imbarazzo? Ma che diamine.
 
“Meglio andare è tardi” dico infine e lui annuisce, prendendo dei contanti dalla tasca.
 
“Ehi che fai?” Chiedo e lui mi guarda.
 
“Lascio i soldi...in genere si paga sai?!”
 
“Ma dovevo offrirti la torta” dico io e lui sorride.
 
“Nah, il mio compleanno è passato, no? E poi, io sono un gentiluomo” ribatte andando verso l'uscita.
 
“Continuo a dire che non ha senso che tu abbia pagato. Se ho detto, ti offro una fetta di torta...”
 
“Io non capisco invece che senso ha farne un affare di stato” ribatte lui, spegnendo la moto una volta giunti sotto casa mia.
 
“Non ne faccio un affare di stato, volevo solo fare una cosa carina” dico imbronciata e lui sorride.
 
“Ti ringrazio, è stato molto carino e l'ho apprezzato tanto. Io non festeggio mai, io e mio padre finiremmo per passare la giornata a litigare”.
 
Non mi ha mai parlato apertamente dei problemi col padre, per cui non insisto.
 
“Domattina mi farai pagare la colazione?” Chiedo e lui sorride.
 
“No” dice, dandomi un bacio sulla guancia.
 
“Buona notte” aggiunge con un sorriso per poi mettere in moto ed aspettare di vedermi entrare.
 
“Kagome...”mi chiama ed io mi volto.
 
Lui spegne la moto e mi fissa.
 
“Sei bella, intelligente, anche simpatica a modo tuo” lo fisso storto e lui sorride.
 
“Se ti rimetti in gioco, non è come tradirlo. È lui che ha tradito te...la tua fiducia” dice infine ed io lo guardo stupita ed un po' turbata. Come fa a leggermi dentro?
 
“Buona notte” dice infine riaccendendo la moto e sgommando via.
 
 
 
Buon pomeriggio a tutti. Speravo di aggiornare prima, ma purtroppo non ho potuto. Aspettatevi un aggiornamento super lampo per farmi perdonare 🙂 a prestissimo 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI Che abbiamo fatto? ***


 
Kagome ⭐
 
 
 
È passata circa una settimana dal compleanno di Inuyasha. Sette giorni, in cui io non ho fatto che pensare alle sue parole. Rimettermi in gioco? Ma davvero ne sarei capace? E soprattutto, io voglio? Il solo pensiero di sentire le mani di un altro uomo su di me, mi da un senso di nausea.
 
Sango dal canto suo, esce quasi ogni sera con Ken e sembra piacerle davvero, forse è un bene. Eppure non riesco a non stare in ansia per lei, infondo è un perfetto sconosciuto e non mi convince.
 
 “A che pensi?” Mi chiede Inuyasha, bevendo la sua birra. Si è preso una pausa.
 
“A Sango” rispondo ancora distratta e lui annuisce.
 
“Fanno sul serio?” Chiede ancora ed io faccio spallucce.
 
“Mah, escono insieme ma chi può dirlo, non so nulla di lui”.
 
“Sei preoccupata per lei” dice lui ed io annuisco.
 
“Chi è? Cosa fa nella vita? Magari è un serial killer” borbotto e lui ridacchia.
 
“Non essere melodrammatica” dice prendendo un altro sorso.
 
“C'è uno che ti sta mangiando con gli occhi” aggiunge poi, sorridendo sornione ed io, subito, mi volto. È vero. Un ragazzo dietro di me, mi sorride in maniera abbastanza eloquente ed io torno a guardare Inuyasha, sentendo le gote arrossate.
 
“Beh, perchè non vai a parlargli?” Chiede curioso.
 
“A parlargli? Per dirgli cosa?” Ribatto imbarazzata e riluttante.
 
“Ma non lo so, qualcosa. Vai su” dice ancora.
 
“Ma no. E poi così davanti a tutti” rispondo e lui sbuffa.
 
“Non ti ho detto saltagli addosso, ti ho detto vacci a parlare. Possibile che non ti venga mai la voglia di farti una bella scopata” Chiede.
 
“Primo: non sono affari tuoi se e quando ho voglia di una scopata. Secondo: non intendo parlare con lui perchè non mi interessa, chiaro?”
 
“Dai non fare la acida, io lo dico per te...le mie parole dell'altra sera le hai scordate?”Chiede ed io lo fulmino con lo sguardo.
 
“Ti ripeto: non sono affari tuoi, Inuyasha. Smettila”
 
Lui annuisce, corrugando la fronte.
 
“Va bene, rilassati” sussurra, alzandosi e tornando al bancone. Io resto da sola al tavolo, sbuffando contrariata.
 
Getto uno sguardo a Miroku .È di pessimo umore da giorni. Sango non risponde alle sue chiamate né ai suoi messaggi, come se volesse cancellarlo dalla sua vita e la cosa mi dispiace, perchè so che quel che prova non sparirà all'improvviso.
 
“Ciao...”
 
Mi volto di scatto ed il ragazzo che prima mi fissava, adesso è seduto accanto a me.
 
“Ciao” dico, per niente affabile. Lui non sembra farci caso e sorride.
 
“Sei davvero stupenda, non ho potuto fare a meno di guardarti per tutto il tempo...”dice facendosi più vicino.
 
“Sai che fissare una persona con insistenza è maleducazione? Cosa sei, un guardone?” ribatto e lui mi guarda appena interdetto, poi ride.
 
“Sei simpatica, sai?” Dice, sfiorandomi il braccio, ma io mi scosto subito e mi alzo.
 
“Senti, non mi interessa....”dico risoluta, ma lui si alza con me.
 
“Dai, parliamo un po', che male c'è” ribatte, avvicinandosi e sfiorandomi la guancia ed io mi irrigidisco, già pronta a mollargli un calcio tra le gambe, quando il tizio si ritrova con un braccio piegato dietro la schiena da Inuyasha.
 
“Ehi. Non te l'ha insegnato nessuno che quando una donna dice no, significa no?Coglione” dice irritato, mentre l'altro inizia a dimenarsi per sfuggire alle sua presa.
 
“Ti ha fatto qualcosa?” Mi chiede poi ed io nego con la testa.
 
“Sparisci, di corsa. La prossima volta il braccio te lo stacco” sibila, per poi mollarlo all'improvviso. Il tizio barcolla appena, poi se ne va.
 
“Per fortuna non c'ho parlato, altrimenti chissà che si metteva in testa” dico come a stuzzicarlo, ma lui non raccoglie la provocazione, anzi, mi si fa più vicino.
 
“Stai bene?” Chiede ed io annuisco.
 
“Si. Tutto bene. Non è il primo imbecille che ci prova in maniera insistente. Me la so cavare, ma grazie” ribatto con un sorriso sincero, che lui ricambia, poi mi fa segno di seguirlo al bancone.
 
“Chi era quello?” Chiede Miroku raggiungendoci.
 
“Un imbecille, ma l'ho sistemato” risponde Inuyasha, quasi gongolante e Miroku annuisce, dandogli una pacca sulla spalla, a mò di complimento, poi si guarda attorno.
 
“Sango?” Chiede ed io faccio spallucce.
 
“Non c'è” dico senza aggiungere altro.
 
“Ha parecchio da fare ultimamente” ribatte lui, contrariato.
 
“Per forza, esce tutte le sere con...”il mio sguardo fulminante zittisce Inuyasha all'istante, che si allontana per servire dei clienti e Miroku mi guarda.
 
“Esce con chi?” Chiede irritato.
 
“Con uno...non so nulla su di lui” dico senza aggiungere altro, ma lui mi fissa furioso.
 
“Uno? Quello dell’altra sera?” Sbraita.
 
“Ehi, calmati Miroku...”dico io preoccupata.
 
“Calmarmi un cazzo e meno male che era innamorata di me, quanto c'ha messo, tre secondi a dimenticarmi? E chi se l'aspettava che fosse così..”
 
“Così cosa?”
 
La voce di Sango ci gela ed io subito mi volto verso di lei, che invece guarda solo Miroku.
 
“Così cosa Miroku? Avanti, finisci la frase” lo intima lei.
 
Lui resta zitto, poi abbassa lo sguardo.
 
“Ci conosciamo da una vita, ho sempre saputo che eri capace di essere un vero stronzo, ma adesso, ti sei addirittura superato” sibila Sango.
 
“Ragazzi, su non esageriamo, perchè non ne parliamo con calma e...”
 
“No, non c'è nulla da dire, Kagome” conclude lei, voltandosi e andando via. Io torno a guardare Miroku, incazzata.
 
“Ma che diavolo ti prende, si può sapere? Accidenti a te” urlo e senza aspettare risposta seguo Sango, ma quando arrivo fuori, lei non c'è più.
 
Non ho la minima intenzione di vedere quel cretino di mio fratello, così decido di tornare a casa, furiosa. Provo a chiamare Sango, ma non risponde, così preoccupata le scrivo. Circa due ore dopo, il cellulare prende a squillare.
 
“Ehi” la voce di Inuyasha mi arriva alle orecchie.
 
“Ehi” rispondo.
 
“Ma che fine hai fatto? Sei sparita. Sei tornata a casa?” dice ancora lui.
 
“Si, ero infuriata con Miroku. Stupido imbecille”
 
“Non hai parlato con Sango?” S'informa.
 
“No e non risponde al cellulare, sono preoccupata per lei”
 
Cala il silenzio, poi Inuyasha parla ancora.
 
“Vuoi che venga li? Stai bene?” Mi chiede infine ed io mi ritrovo a sorridere.
 
“Si, sto bene, grazie e poi avrai di meglio da fare” dico, alludendo alle sue tante conquiste, ma lo sento sbuffare.
 
“Ma dai, smettila di pensare che ho una donna diversa ogni sera” ribatte lui ed io rido.
 
“Oh ma non lo penso, tu cogli le occasioni, giusto?” Ribatto, usando le sue stesse parole.
 
“Senti, scusa se ho insistito tanto sulla storia del ricominciare, lo so che non sono affari miei, ma...”
 
“Siamo amici” lo interrompo, certa che stesse per dire questo e lo sento sospirare.
 
“Non sono pronta, Inuyasha ” sussurro, prima che lui possa dire altro e restiamo in silenzio.
 
“Lo amerai per sempre?” Chiede lui. È la seconda volta che lo chiede e per la seconda volta. Lo amo? Si, certo che si, ma non so perchè, a lui non lo dico.
 
“Beh si è fatto tardi, Inuyasha. Buona notte” dico infine.
 
“Buona notte, Kagome” conclude lui.
 
La mattina seguente a scuola , ho modo di parlare con Sango. Adesso non è più così sorridente, anzi la vedo molto giù e detesto che sia colpa di Miroku. Sango non merita questo e se mio fratello non lo capisce, allora che vada al diavolo. Sono tremendamente arrabbiata con lui e non faccio nulla per nasconderlo, ma che diamine.
 
 Praticamente tutte le sere mi ritrovo all'Insomnia, io, che prima me ne stavo sempre tappata in casa. Ma non è solo per mia volontà. Se provo a dire ad Inuyasha che non sono dell'umore di uscire, me lo ritrovo sotto casa e non mi molla finchè non scendo. Inuyasha, strano, ma davvero è diventato mio amico. Fare jogging sta diventando una piacevole abitudine e lui mi diverte. È uno scemo, ma quando sto con lui la mia vita migliora. Non so esattamente come ci sia riuscito, ma mi sono affezionata al suo sorriso scanzonato ed al suo modo di fare spontaneo e chiacchierone. Non si è più permesso di mettere bocca su come e quando io debba ricominciare a vedere uomini, io c'ho pensato ed ho deciso che di uomini, non ne voglio più sapere.
 
Persa nei miei pensieri, mi ritrovo a guardare dei jeans che mi ha regalato Sango. Non li ho mai messi. Troppo attillati, troppo poco da me, eppure....
 
“Bah nuova vita, nuovo jeans” borbotto e lo afferro.
 
“Ehi ciao” dico a Inuyasha una volta giunta al locale. Volutamente non guardo nella direzione di mio fratello. Sono troppo incazzata con lui. Inuyasha mi guarda per qualche secondo, poi sorride.
 
“Ehi ciao” .
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
 Inuyasha 🍸
 
 
 
“Mia sorella ti ha detto nulla?”
 
Sospiro sconsolato.
 
“Miroku, perchè non lo chiedi a lei?”
 
“Perchè non mi parla, è arrabbiata con me. Sango è arrabbiata con me. Merda, non ne faccio una giusta” si lamenta, tornando a lavoro ed io sbuffo. Che casino.
 
“Ehi ciao...”la voce di Kagome mi arriva alle orecchie e la guardo. E....la guardo ancora. Jeans nuovi? Accidenti, ma dove lo teneva nascosto quel corpo da sballo? 
 
“Ehi ciao” mi limito a dire e lei si siede.
 
E la maglia nera? Nuova anche quella? Sposto lo sguardo e le preparo un cocktail.
 
“Come va?” Chiedo dopo , porgendole il bicchiere.
 
“Bene, tu?”
 
“Tediato da tuo fratello. Parlagli per favore” la imploro e lei arriccia il naso.
 
“Non se lo merita, è uno scemo” borbotta ed io sorrido.
 
“Ha sbagliato, ok, ma non eri tu quella che diceva di non volersi immischiare?”
 
“Ma adesso è diverso, come posso non immischiarmi?”
 
“Puoi eccome. Lui è tuo fratello, non puoi rifiutarti di parlargli...”dico e lei sbuffa, mettendo il broncio, che le da un'aria da bambina.
 
“Oh e va bene, gli parlerò, forse, ma non adesso” dice poi ed io rido.
 
“Brava” sussurro, sporgendomi appena e dandole un bacio sulla guancia.
 
 La serata passa con tranquillità, mentre metà locale(ovviamente la metà composta da uomini) fissano Kagome. Oggi fa faville eh?! Non mi sento tranquillo, dopo ciò che è successo l'altra volta con quello che la guardava, mi sento quasi in dovere di controllarla, non so perchè, magari mi sento in colpa, dopotutto sono stato io a dirle di buttarsi, ma non voglio che faccia cose di cui un giorno potrebbe pentirsi e...miseria, quei jeans, ma da dove saltano fuori? Rettifico, il culo di Sango è sceso al secondo posto, senza dubbio.
 
“Ciao Inuyasha ” 
 
Una voce familiare mi chiama ed io mi volto. Nami. È una ragazza che ho conosciuto qui al locale. Siamo stati insieme, una o due volte. Sesso piacevole e senza impegni. 
 
“A che ora stacchi? Magari ci beviamo una cosa insieme” dice, sorridendo. Il volto eccessivamente truccato stranamente mi disturba. Mi volto un attimo verso Kagome e noto che mi sta guardando, ma lei subito scosta lo sguardo, così torno a guardare Nami e senza pensarci, rispondo
 
“Facciamo la prossima volta, ho un altro impegno ”.
 
Lei si mordicchia il labbro, poi annuisce e se ne va. 
 
“Spero tu non l’abbia fatto per me” dice Kagome ed io la guardo curioso.
 
“Si insomma, non devi mica accompagnarmi a casa ogni sera che sono qui” aggiunge arrossendo. È bella quando arrossisce...Ma che cazzo mi prende stasera?
 
“Tranquilla” 
 
“È molto carina e decisamente interessata. Non la cogli questa occasione?” Chiede ed io sorrido a mia volta
 
“Stasera no” ribatto senza dire altro. Non mi va di fare sesso. Strano ma vero, non ne ho voglia. Torno a guardare Kagome, che sorseggia il suo cocktail. Tiene la cannuccia tra le labbra e beve, come se fosse un frullato, guardandosi intorno, poi mi guarda.
 
“Che c'è?” Chiede prendendomi alla sprovvista.
 
“Eh? Niente...niente” rispondo, servendo uno che mi chiede due birre e che intanto mangia con gli occhi Kagome, poi se ne va.
 
“Sei strano stasera” dice lei, guardandomi.
 
“Strano? Perché?” Chiedo confuso e lei fa spallucce.
 
“Non lo so, niente battute idiote. Va tutto bene?” Chiede ed io sorrido.
 
“Ma si. Tutto bene” dico. In realtà mi sento un po' strano, ma proprio non so perchè.
 
“Kagome...”La voce di Miroku ci costringe a voltarci e lui si siede accanto alla sorella.
 
“Hai sentito Sango?” Chiede. Kagome sbuffa, arrabbiata.
 
“Ho provato a chiamarla” continua lui e lei alza un sopracciglio.
 
“Dopo che le hai dato della poco di buono che ti aspettavi?”
 
“Che cosa??No io… Ok ho sbagliato, ma...”
 
“Ma cosa? Che cosa? Ora che lei ha deciso di allontanarsi da te, improvvisamente sembra che tu non possa fare a meno di lei? Perché? Perchè ti fa comodo? Ti fa sentire importante?” Sbraita lei.
 
“Kagome...”sussurro, cercando di fermarla, prima che esageri e lei mi fissa irritata.
 
“Cosa? Sango è mia amica. Io le stavo vicino, ogni volta che vedeva questo idiota con una delle sue amichette. Io dovevo consolarla, quando puntualmente lui nemmeno si accorgeva che si era fatta bella per lui, io Inuyasha. Stai dalla sua parte? Cos'è, solidarietà maschile?”
 
“T'ho già detto che so d'aver esagerato. Sango è mia amica ed io non voglio perderla, ma se lei non mi vuole più nella sua vita allora al diavolo! Che esca con chi diavolo le pare, a me non frega un cazzo” dice Miroku, tornandosene a lavoro.
 
Kagome lo guarda con occhi infuocati, poi lo stesso sguardo terrificante lo dirige verso di me. Quando si dice uccidere con lo sguardo. Sospiro, alzando le mani.
 
“Non sto dalla sua parte...io non sto dalla parte di nessuno. Ma volevo evitarti di dire cose di cui ti saresti pentita” dico, mentre lei mi fissa per nulla amichevole. Ma perchè se la prende sempre con me, accidenti a lei ed al suo caratteraccio del cavolo.
 
“Miroku non è innamorato di lei, non puoi odiarlo per questo. È tuo fratello, quindi smettila di fare la ragazzina!”
 
Il suo sguardo, prima diviene sorpreso, poi corrucciato.
 
“Io non ce l'ho con lui perchè non è innamorato di Sango. Mi credi così immatura Inuyasha?!”Dice con tono deluso, poi si alza.
 
“Me ne vado a casa” dice infine.
 
“Maledizione Kagome, piantala. Spiegati invece di andartene, no? Perché fai sempre così?!” Dico irritato.
 
“Oh beh probabilmente perchè sono una ragazzina. O magari perchè voi uomini siete tutti fottutamente uguali....stronzi, egocentrici e imbecilli. Non è innamorato di lei? Pazienza, ma non si deve permettere a trattarla di merda, se per caso lei decide di andare avanti. Di dimenticarlo. Ma difendilo pure..”
 
“T'ho già detto che non lo stavo difendendo, cazzo. Ma perchè sei sempre sulla difensiva?”
 
La vedo guardarmi spaesata per un momento, poi abbassa lo sguardo.
 
“Ci vediamo” dice.
 
“Si certo, vai. Non sai fare altro, se non troncare la discussione quando ti fa comodo” ribatto a voce bassa, ma lei mi guarda mentre i suoi occhi diventano vagamente lucidi, poi si volta e se ne va ed io mi ritrovo a lanciare il canovaccio. Merda...ma perchè è sempre così con lei? Un momento è rilassata dolce e simpatica ed il momento dopo si barrica di nuovo dietro il suo muro. Che donna complicata, accidenti.
 
 Ayame arriva dopo circa mezz'ora ed io stacco finalmente, sbuffando incazzato. Mi ha messo di cattivo umore discutere con lei, ma cazzo, a volte sembra che mi provochi, ed io mi ritrovo a dirle cose che non vuole sentirsi dire.
 
Mi bevo una birra e i miei occhi s'incrociano con quelli di una mora, con un abitino microscopico, che sorride ammiccante. Bah...adesso mi è tornata la voglia.
 
Quando rientro a casa, Kikyo è in lacrime, seduta sul divano.
 
“Che è successo? Il tuo principe azzurro si è mostrato per quello che è?” Chiedo ironico.
 
“Vaffanculo, smettila di fare lo stronzo” dice lei, alzandosi e chiudendosi nella sua camera.
 
Sono stufo di starle dietro. È maggiorenne, che se la sbrigasse da sola...non sono dell'umore.
 
 
 
La mattina seguente, vado a fare jogging da solo, non la chiamo, non vado da lei. Mi ha fatto incazzare il suo atteggiamento, perchè è sempre lo stesso. Lei che s'incazza se le dico le cose come stanno, e poi sono io che mi devo scusare. Ma stavolta mi sono rotto le palle.
 
E così che passano tre giorni. Tre giorni senza che lei si sia fatta sentire, né vedere ed il mio umore è pessimo. Senza contare che per colpa sua, adesso fare jogging da solo mi pare strano.
 
“Una birra” mi chiede una ragazza ed io la servo senza nemmeno guardarla. Ma che cazzo mi prende? Sono furioso per il fatto che lei sia sparita? Ma che se ne vada al diavolo.
 
“Ciao Inuyasha ”.
 
Nami mi sorride ed io stavolta non ci penso su. Mollo Ayame e trascino Nami verso una stanzetta a mo’ di sgabuzzino. Una volta dentro, mi avvento sulle sue labbra, sbattendola al muro e alzandole il vestito. Lei sorride, sbottonandomi i jeans, mentre io prendo dalla tasca un preservativo , strappo l’involucro coi denti e lo indosso, poi, mi spingo dentro di lei quasi con violenza, come se volessi scaricare la mia rabbia per il comportamento di Kagome...ed il fatto che pensi a lei in questo momento mi lascia spaesato e incazzato ancora di più.
 
Prima di fare ritorno in mezzo alla folla, esco nel parcheggio e mi prendo ancora un minuto per schiarirmi le idee e poi la vedo. 
 
È poggiata ad una macchina e sembra aspettare qualcuno, poi si volta.
 
“Ciao” dice , guardandomi, io non rispondo.
 
“Sei arrabbiato vero? Non sei venuto a prendermi per la nostra corsa” dice ancora lei ed io resto ancora in silenzio.
 
“Dai Inuyasha, parlami. Per favore” conclude lei ed io sbuffo.
 
“Che devo dire? Sei sparita, certo che sono arrabbiato. Porca miseria, perchè deve sempre finire così con te?”
 
La vedo avvicinarsi, senza dire nulla.
 
“Scusa” sussurra infine, fissandomi e a vederla davanti a me, così fragile e impacciata, mi rendo conto che mi è mancata. Mi sono abituato alle nostre chiacchierate notturne, alle nostre corse ed al nostro punzecchiarci continuo. Mi è mancata lei.
 
Lei si morde il labbro inferiore e abbassa lo sguardo ed io non posso fare a meno di sorridere.
 
“Vieni qui, acida insopportabile” sbuffo e lei mi guarda prima accigliata, poi sorride, mentre alcune lacrime rimangono intrappolate nelle sue ciglia.
 
Le passo un braccio attorno alle spalle e sospiro, mentre lei si stringe a me.
 
“Questi giorni di ozio te li faccio pagare con gli interessi” dico infine e lei sbuffa seguendomi dentro.
 
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 Kagome ⭐
 
 
 
Tre giorni, sono passati tre giorni e lui non ha chiamato e non è più passato per la nostra corsa. È arrabbiato con me? Di certo. Ok, mi ha fatto incazzare col suo atteggiamento, però è vero che mi chiudo a riccio. È vero che quando lui mi muove una critica, io scatto come una molla. Non ci posso fare niente, anche se so che esagero. Mi sento col morale a terra, porca miseria.
 
 “Ehi...mi ascolti?” Mi chiede Sango ed io scuoto la testa tornando a guardarla.
 
“Si scusa...” dico e lei sospira.
 
“Mi spiace che tu e Inuyasha abbiate litigato per colpa mia e di quello stronzo” dice. Già, Miroku è ormai diventato “quello stronzo”.
 
“Non è colpa tua, è colpa mia. Non sono brava con le persone” sussurro abbattuta.
 
“Ma dai, non è vero...”dice lei prendendomi la mano.
 
“Come va con come cavolo si chiama?” e lei mi guarda sorridendo.
 
“Ken, non come cavolo si chiama e comunque non è successo nulla tra noi. Ci sentiamo qualche volta, tutto qui, ma non ci sono andata a letto”
 
Mi duole vederla giustificarsi.
 
“Anche se l’avessi fatto, non devi giustificarti, men che meno con me. E se è per quello che ha detto Miroku…”provo a dire, ma lei scuote la testa.
 
“No...non è per lui. Non credo di essere davvero pronta, forse. Ken sembra una brava persona, anche se a volte pare con la testa altrove. Non lo so. Se è una cosa che deve andare, allora andrà” ribatte ed io annuisco.
 
“Beh. Me ne vado a casa” conclude alzandosi.
 
“Chiarisci con Inuyasha si vede che ci stai male” dice prima di uscire.
 
Ci sto male? Si. Direi di si. Prendo il cellulare, ma decido che preferisco farlo di persona, così afferro la giacca ed esco.
 
 
 
 “Ciao Ayame, Inuyasha non c'è?” Chiedo un po' delusa e lei indica verso la folla di gente, scuotendo la testa con un sorrisetto che la dice lunga. È con una ragazza. Aspetto qualche minuto, ma lui non arriva.
 
“Quando torna, gli dici che sono fuori?” Le dico allora e Ayame si limita ad annuire, così io esco.
 
Mi sento di colpo stupida. Lui è chissà dove, a divertirsi con una donna ed io invece sono stata tre giorni a sentirmi in colpa, bah. Aspetto ancora qualche minuto, poi me ne vado.
 
Sento la porta aprirsi e d'istinto mi volto e lui mi fissa.
 
“Ciao” ma lui non risponde. È arrabbiato, decisamente.
 
“Sei arrabbiato vero? Non sei venuto a prendermi per la nostra corsa” dico subito dopo, desiderosa di un chiarimento, ma lui non dice nulla ancora.
 
“Dai Inuyasha...parlami, per favore” dico ancora e lui sbuffa.
 
“Che devo dire? Sei sparita, certo che sono arrabbiato. Porca miseria, perchè deve sempre finire così con te?” Dice con tono irritato ed io mi avvicino. Non mi piace saperlo arrabbiato con me, anche perchè l'espressione arrabbiata non gli sta bene.
 
“Scusa” sussurro. Non so che altro dire e sento gli occhi pizzicare. Merda, forse sono davvero una ragazzina.
 
“Vieni qui, acida insopportabile” lo sento rispondere dopo qualche minuto e d'istinto lo fisso indispettita, ma poi non posso fare a meno di sorridere. Mi è mancato averlo tra i piedi ed il suo modo di punzecchiarmi...mi è mancato il modo in cui riesce a farmi ridere, così mi lascio stringere.
 
“Questi giorni di ozio te li faccio pagare con gli interessi” lo sento dire, mentre mi tira verso il locale ed io lo seguo.
 
“Vai da lui, avanti” dice una volta arrivati al bancone ed io sbuffo, come una bambina.
 
“Su...fai la brava e vai” dice ancora lui.
 
“Si papà” ribatto e lui ride. Mi è mancata anche la sua risata. Accidenti, ma davvero mi sono affezionata ad uno come lui?Beh..si.
 
 
 
“Ehi” dico e Miroku mi guarda. Non è arrabbiato, ma fa il sostenuto. Che nervi che mi fa venire.
 
“Miroku...smettila porca miseria, se ti aspetti delle scuse...”
 
“No, non me le aspetto. Io...sto combinando un casino lo so, è che lei mi manca”
 
“Lo so, ma cerca di capirla” Rispondo e lui annuisce.
 
 
 
Passano circa tre settimane, durante le quali Sango non si è fatta né vedere né sentire con Miroku. So che lui ci sta male, lo vedo, ma comprendo lei. Durante queste tre settimane, mio fratello non sembra mio fratello. Ha sempre il telefono in mano, quando ci vediamo parla solo di Sango e, cosa sconvolgente, le ragazze ci provano r lui nemmeno le guarda. Sembra depresso. Ho un dubbio che mi vortica in testa, ovvero che sotto sotto , lui sia innamorato di Sango e che se ne sia reso conto solo adesso, ma lui non dice nulla e lei, intanto, si allontana sempre di più.
 
 
 
“Tu non lo vedi…diverso?” Chiedo ad Inuyasha, indicando mio fratello con la testa e lui fa spallucce,
 
“Ci sta male, vi conoscete da una vita, no?” Mi dice ed io annuisco.
 
“Su non fare quella faccia, vedrai che le cose si sistemeranno. Credo debbano solo capire come iniziare ad interagire di nuovo” aggiunge. Lo osservo mentre prepara da bere, così concentrato ed insieme così spontaneo in ogni gesto. Da quando abbiamo litigato, sto cercando davvero di cambiare, di essere meno stronza. Non sono certa di riuscirci, però da quando lui è nella mia vita, io sento di stare meglio e voglio che continui così, anche se il pensiero di Koga è sempre li, assieme a tutto il resto, in agguato, che mi acchiappa quando meno me lo aspetto.
 
I giorni volano veloci uno dietro l'altro...fino ad arrivare al 29 di ottobre. Il giorno più bello della mia vita, peccato che adesso lo detesti. Quest’anno capita pure di sabato. Meglio, niente scuola , niente uscite. Posso starmene tutto il giorno a piangermi addosso...cosa che mi riesce benissimo. Tutte le mie belle parole, il mio stare meglio si polverizzano all'arrivo di questo maledetto giorno. Chiudo gli occhi, cercando di distrarmi. Inutilmente. Chissà che starà facendo Koga, chissà se sta pensando a me o magari se è con qualcuna. Il solo pensarlo mi da la nausea, accidenti.
 
La foto di noi due sorridenti, mi mette rabbia, come mi mette rabbia il ricordo della sue parole. Non mi avrebbe sposata se avesse saputo...già...Il cellulare prende a squillare ed io lo ignoro, non voglio distrazioni alla mia depressione. Squilla altre quattro volte e per altre quattro volte, lo ignoro.
 
 
 
“Kagome...”
 
La voce di Inuyasha mi giunge ovattata, accompagnata dal suo bussare alla porta. Accidenti, ma perchè non posso essere lasciata in pace?
 
“Apri, lo so che ci sei, avanti” dice ancora lui e dopo una decina di minuti vado ad aprire. Lo trovo seduto per terra e quando apro, si alza.
 
“Alla buon'ora...intendevi lasciarmi fuori per tutta la vita? E perchè non rispondi al cellulare?” Chiede entrando.
 
“Inuyasha, per favore” dico in un sussurro, che lui non sembra nemmeno sentire.
 
“Hai una faccia tremenda” dice
 
“Si, grazie...per favore puoi lasciarmi sola?” Chiedo afflitta.
 
“No. Non posso” ribatte lui.
 
“Come scusa?”
 
“Ho detto di no. L’idea è di stare qui a deprimerti, perchè è il giorno del tuo ex anniversario del tuo ex matrimonio?” Chiede ed io resto ammutolita. Se lo ricorda...ma certo, è il giorno del compleanno di sua madre.
 
“Vai a farti una doccia e vestiti” dice infine lui.
 
“No, non mi va, ti prego lasciami in pace” sussurro.
 
“No, vai a farti una doccia e vestiti” insiste lui.
 
“Inuyasha...”lo imploro, ma lui mi si avvicina, prendendomi il volto tra le mani.
 
“Vai” dice dolcemente. Controvoglia lo faccio.
 
 “Bene e adesso?” Chiedo una volta vestita.
 
“Adesso usciamo” ribatte lui sorridendo.
 
“Non mi va di andare in giro” chiarisco io, ma lui sorride ancora.
 
“Non andiamo in giro, ma dai miei”
 
“Cosa?”
 
I suoi? Ma...
 
“I miei genitori, si...è il compleanno di mia madre e tu devi distrarti, quindi andiamo, su. Non costringermi a scendere con te in spalla”.
 
 Casa di Inuyasha o almeno casa dei suoi, è in quartiere residenziale, molto carino, con un bel giardino all'esterno.
 
“Inuyasha, tesoro”.
 
“Ciao mamma, auguri” dice lui baciando la guancia della donna, sulla soglia della porta.
 
“Spero non ti dispiaccia se ho portato un'amica” aggiunge lui e la madre mi guarda curiosa. Bene, adesso penserà che stiamo insieme o roba simile.
 
“Affatto, ciao cara, io sono Izayoi Tashio” dice cordiale. In effetti sembra molto dolce.
 
“Kagome , molto lieta e scusi l'improvvisata” dico inchinandomi appena, lei sorride gentile, poi entriamo.
 
“Ciao papà” dice Inuyasha, ad un uomo seduto sulla poltrona.
 
“Inuyasha..” è il laconico saluto dell'uomo. Simpatico devo dire.
 
“Papà, lei è una mia amica, Kagome...”dice ancora lui e suo padre stacca gli occhi dal giornale e mi guarda.
 
“Oh, salve” dice alzandosi, sorridendo appena.
 
“Molto lieta” rispondo io. Somiglia molto ad Inuyasha, anche se la sua espressione è decisamente meno rilassata.
 
“Beh...c'è qualcosa che non mangi? Devi scusarmi, ma non mi aspettavo...”
 
“No, stia tranquilla signora, davvero” la rincuoro io, sorridendo e lei mi guarda curiosa, poi sorride ancora.
 
“Gente...”
 
Una voce ci interrompe e subito dopo, un piccolo ciclone si abbatte su Inuyasha.
 
“Ziooooo”.
 
“Ciao ometto, vieni qui” ride Inuyasha, prendendo in braccio il nipote. Dai ride di gusto, mentre lui gli fa il solletico ed io resto ipnotizzata a fissarli.
 
“Ciao”.
 
Mi volto, trasalendo appena ed una ragazza mi sorride.
 
“Scusa, non ti volevo spaventare” dice poi ed io ricambio il sorriso.
 
“No affatto, tu devi essere Shiori”dico e lei annuisce.
 
“Tu sei?”
 
“Kagome, sono un'amica di Inuyasha..”
 
Lei mi guarda stupita, poi sposta lo sguardo sul fratello, che ha ancora in braccio suo nipote, poi torna a fissare me.
 
“Ah...beh piacere” dice con un gran sorriso.
 
Sembra una quindicenne a guardarla ed è davvero molto bella. Una leggera somiglianza con Inuyasha c'è.
 
“Daichi, vieni a salutare e lascia stare tuo zio” rimprovera dolcemente il bambino, che si avvicina timidamente.
 
“Ciao” sussurra ed io sorrido.
 
“Ciao, io sono Kagome...tanto piacere” dico, avvicinandomi a lui, che mi guarda sospettoso.
 
“Sei la fidanzata di mio zio?” Mi chiede a bruciapelo ed io, mio malgrado, arrossisco.
 
“Oh. No, sono una sua amica” rispondo e lui annuisce, ma dubbioso, anzi a dirla tutta credo che anche gli altri lo siano, accidenti, lo sapevo che non era una buona idea.
 
“Bene, se siamo tutti, allora andiamo a tavola” dice infine la signora Tashio.
 
 
 
 “Cosa fai nella vita Kagome?” Mi chiede la madre di Inuyasha.
 
“Sono una maestra” rispondo, tornando a mangiare.
 
“Beh ci vuole molta pazienza. Devono piacerti i bambini” continua lei.
 
Inuyasha mi guarda un momento ed io sorrido.
 
“Moltissimo”.
 
“Allora...a voi come va?” Chiede Inuyasha rivolto ai suoi , cambiando prontamente argomento.
 
“Benissimo tesoro” risponde la madre.
 
“E a te, invece?” S'intromette il padre, con tono austero. Inuyasha sorride.
 
“Alla grande papà, grazie” dice, addentando un pezzo di carne.
 
“Ah si? La paga da barista è sempre buona?” Chiede ancora l'uomo.
 
Vedo la madre di Inuyasha guardare il marito, apprensiva e Shiori alzare gli occhi al cielo.
 
“Si. Non preoccuparti, non sono venuto a chiederti soldi, ma solo per festeggiare la mamma” risponde Inuyasha con tono secco.
 
Il padre non cambia espressione.
 
“Certo lo so, tu fai tutto da solo...fai sempre tutto da solo. Prendi da solo le tue decisioni, anche se mandano all'aria il tuo futuro”.
 
“Non ho mandato all'aria niente papà, potremmo non parlarne adesso?” Chiede Inuyasha con fare irritato.
 
Il signor Tashio, sposta lo sguardo su di me e mi sorride.
 
“Scusami Kagome, non voglio metterti in imbarazzo...ma in quanto suo padre mi ritengo in diritto di intervenire se lo vedo gettare all'aria tutto...”
 
“Papà, per favore, piantala. Abbiamo fatto questo discorso milioni di volte. Ho fatto ciò che ritenevo giusto per me” ribatte Inuyasha, gettando il tovagliolo sul tavolo.
 
“Tesoro...calmati...”dice sua madre, agitata ma lui nemmeno la guarda.
 
“Perchè non perdi occasione di ripetermi quanto ti ho deluso, cazzo?!”
 
“Ti sei arreso e te ne sei andato via per mesi. Perchè? Perchè era la scelta più facile?” Ribatte il padre. Inuyasha sta per rispondere, ma io non riesco a rimanere zitta.
 
“Si sbaglia”.
 
Il silenzio cala di colpo. So che non sono affari miei e che non dovrei dire nulla, ma mi da fastidio l'atteggiamento di suo padre. Sembra quasi che non conosca suo figlio, altrimenti non parlerebbe così.
 
Ho tutti gli occhi puntati addosso. Inuyasha mi guarda sorpreso e suo padre leggermente irritato, probabilmente perchè una perfetta sconosciuta si è permessa di mettere bocca, ma che ci posso fare? Schiarendomi la voce continuo.
 
“Si sbaglia, mi creda. Inuyasha non è un codardo, anzi. Mollare tutto, ricominciare da zero è una delle cose più difficili al mondo, mi creda. Ha affrontato un tremendo periodo, ma lo guardi...ha sempre il sorriso sulle labbra, non si lascia abbattere da nulla. È straordinario. È una persona meravigliosa. È gentile, dolce, divertente...saggio. Non è un fallito, anzi dovrebbe essere fiero di lui. Si insomma...io lo sono” concludo in un sussurro.
 
Il silenzio, decisamente pesante, persiste ed io mi sento tremendamente a disagio.
 
“Ma non sono affari miei...scusate” dico, alzandomi da tavola. Per fortuna so già dov'è il bagno ed è li che mi fiondo. Merda! Ma che mi è saltato in mente? Adesso suo padre mi odierà e poi, Inuyasha...quelle cose che ho detto...Le penso davvero, ma magari gli ha dato fastidio essere “difeso”.
 
“Kagome...”la sua voce mi arriva da fuori la porta del bagno ed io mi asciugo le mani sudate.
 
“Ehm…si?!”Chiedo imbarazzata.
 
“Vieni fuori, dai” dice e ,seppur controvoglia, obbedisco. Non posso di certo barricarmi nel bagno di casa Tashio. Apro e me lo ritrovo davanti. Ha l'espressione seria e mi fissa ed io di riflesso abbasso lo sguardo.
 
“Scusa, non dovevo” dico in un bisbiglio, ma lui con due dita, mi costringe al alzare la testa, facendo una leggera pressione sul mento.
 
“Perchè ti scusi? È stato molto carino quello che hai fatto” dice sorridendo.
 
“Si…ma...io non dovevo, insomma tu te la sai di certo cavare da solo ed io mi sono intromessa. Magari tuo padre pensa che sono una di quelle rompicoglioni che deve sempre dire la sua”
 
“Ma tu sei così” dice lui ed io lo fulmino con lo sguardo. Lui sorride ancora.
 
“Me la so cavare da solo è vero, ma grazie. Ho molto apprezzato il tuo gesto” dice, poi si fa di nuovo serio.
 
“Lo pensi davvero quello che hai detto?” Chiede ed io annuisco, terribilmente imbarazzata. Lui non dice nulla, ma si avvicina e mi da un leggero bacio sulla fronte.
 
“Ti ringrazio” sussurra, abbracciandomi.
 
 Quando torniamo in sala da pranzo, tutti si comportano come se non fosse accaduto niente ed il pranzo continua.
 
 “Oh, Inuyasha è bellissimo” dice Izayoi scartando il regalo. Lui sorride.
 
“Sono contento che ti piaccia, ma è merito di Kagome” dice lui, guardandomi sempre sorridente e per l'ennesima volta mi ritrovo ad avvampare.
 
“Ma eravamo insieme quindi…”ribatto scostando lo sguardo e lo sento ridacchiare. Idiota.
 
“Zio, giochiamo?” Chiede Dai, raggiante, con un pallone tra le mani ed Inuyasha annuisce sorridendo.
 
Benchè sia fine ottobre, la temperatura è ancora quasi estiva e in giardino si sta benissimo, così ce ne stiamo lì e devo dire che non mi dispiace poi troppo.
 
“Lo asseconda in tutto, Dai adora su zio” dice Shiori sedendosi accanto a me, ed io sorrido.
 
“Beh…si vede” ribatto.
 
“Come vi siete conosciuti tu e mio fratello?Non voglio fare l'impicciona, ma è la prima volta che porta un'amica a casa, cioè, lui non ha amiche, non ne ha mai avute” dice perplessa.
 
“Una mattina mentre facevamo joggin... cioè lui faceva joggin, io scappavo dalle vespe” dico sorridendo.
 
“E siete davvero solo amici?” Chiede curiosa ed io annuisco.
 
“Si. Solo amici” ribatto.
 
“Ti somiglia molto tuo figlio” dico dopo un po' e lei sorride.
 
“È il mio angelo, la mia vita” risponde ed io abbasso lo sguardo. 
 
“Hai un fidanzato?” Chiede Shiori.
 
“Io...sono divorziata” sussurro. Infondo perchè mentire?
 
“Ah...e hai figli?” Chiede ancora, proprio per dare il colpo di grazia. Mi limito a negare con la testa, sentendo gli occhi leggermente umidi. Sarà sempre così? Reagirò sempre allo stesso modo?
 
“Daichi, basta adesso, su” dice Shiori alzandosi, forse notando il mio malumore.
 
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  Inuyasha 🍸
 
 
 
Dai è praticamente instancabile, ma giocare con lui mi diverte, che posso dire...a volte mi chiedo chi dei due sia il bambino.
 
La giornata si è rivelata interessante. Ero già preparato all'ennesima discussione con mio padre, ma non era preparato a Kagome. È stato inaspettato sentirla prendere le mie difese e mi ha fatto piacere sapere che pensa questo di me.
 
“Daichi, basta adesso, su” dice Shiori venendo vicino a noi, poi mi guarda.
 
“Ehi. Forse ho detto qualcosa che non va, la tua amica mi sembra triste” dice ed io guardo Kagome. Si...è triste. Posso immaginare perchè. Sempre colpa di quel coglione.
 
“È molto bella...e simpatica” dice ancora mia sorella ed io al guardo.
 
“Shiori...non farti strane idee” ribatto.
 
“Ma no figurati, però, quando mai hai portato una ragazza da mamma e papà!” Dice con tono curioso.
 
“È la mia migliore amica, volevo farla stare meglio, ecco perchè è qui” dico, poi rifletto sulle mie stesse parole. La mia migliore amica? È strano, ma mi piace. Le vado incontro e non posso non notare gli occhi lucidi.
 
“Ehi...va tutto bene?” Le chiedo sedendomi e lei annuisce.
 
“Si. Certo” dice, ma mente.
 
“Volevo distrarti, ma forse non ci sono riuscito” dico amareggiato, ma lei nega con la testa.
 
“Ti sbagli. Ho passato una bella giornata, grazie” sorride. Non un sorriso convinto, ma mi accontento, per ora.
 
“Sei bravo con i bambini” dice poco dopo.
 
“Dici? Mah...è Dai che è fantastico” ribatto e lei poggia la testa sulla mia spalla.
 
“Secondo me è anche merito tuo, ti adora” dice , sospirando appena.
 
“Stanca?” Le chiedo e lei annuisce senza spostarsi. In effetti si sta facendo tardi. Ed io lavoro.
 
“Se sei pronta iniziamo ad andare” le dico e lei annuisce ancora.
 
“Ancora auguri mamma” dico, baciandole la guancia.
 
“Papà…” dico più formale.
 
Come sempre, gli do la mano, a mo’ di saluto e lui la afferra.
 
“Signor Tashio, grazie di tutto...io...”dice Kagome appena imbarazzata, ma mio padre mi stupisce.
 
“Mi ha fatto molto piacere conoscerti Kagome ”risponde con un sorriso. Lei lo guarda ancora imbarazzata, poi annuisce.
 
“Anche a me” dice infine.
 
Salutiamo mia madre e Shiori e ovviamente Dai, che mi fa segno di abbassarmi.
 
“Zio…la fai tornare qualche volta?” Chiede riferendosi a Kagome.
 
“Se lei vorrà, si” dico e l'idea in effetti non mi dispiace troppo. Dai sorride ed annuisce, poi si avvicina a Kagome e fa anche a lei segno di abbassarsi, per poi darle un bacio sulla guancia. Lei sorride, felice. Sarebbe stata una madre meravigliosa, di certo.
 
 “Vuoi mangiare qualcosa, o...”chiedo una volta sotto casa sua.
 
“No grazie e poi farai tardi a lavoro, vai. Io resto a casa per stasera” dice, dandomi il casco e subito dopo, baciandomi sulla guancia.
 
“Grazie Inuyasha”dice infine con un dolce sorriso sulle labbra. Dovrebbe essere sempre questa la sua espressione, non le lacrime.
 
Rimetto il casco e me ne vado.
 
“Ehi, ciao” dico ad Ayame una volta arrivato a lavoro. Sabato sera, ressa di certo. Ma va bene...è stata una bella giornata, davvero bella. Mi sento rilassato, contento. Kagome ha conquistato tutti, ma che mi potevo aspettare? Sotto la corazza che si è creata c'è una donna fragile, dolce, bella.
 
“Mi dai una birra?”
 
La voce suadente di una ragazza mi fa alzare lo sguardo.
 
“Ecco a te” dico senza aggiungere altro. Stasera no...stasera non mi va di stare con nessuna.
 
Circa due ore dopo, saranno forse le 23:00, il mio cellulare prende a suonare. Quando sono a lavoro non rispondo mai, però lo prendo e vedo che è Kagome. Chissà che vorrà.
 
“Ehi” dico.
 
“Inuyasha...”la sento sussurrare, sta piangendo? Mi allarmo all'istante.
 
“Kagome cosa c'è? Che succede?”
 
“Io...scusa…sono una stupida…sto bene” dice subito dopo , ma non sta bene ed io non ci penso un attimo.
 
“Arrivo” dico.
 
 
 
Quando arrivo da lei, busso e lei mi apre, con gli occhi rossi di pianto. Le lacrime scendono indisturbate e lei non fa nulla per fermarle. Ma che è successo adesso? Stava bene prima.
 
“Kagome cosa...”
 
“L'ho visto...ho visto Koga”dice .
 
“Ma quando?” Chiedo perplesso.
 
“Mi è venuta fame e sono scesa, volevo camminare un po'...prendere una pizza...e lui...”s'interrompe, reprimendo un singhiozzo.
 
“Lui era per strada...camminava ed era al telefono. Parlava ..certamente con una donna, lui sta con un'altra. La mia vita sembra essere finita, ma lui...lui è felice senza di me...non conto più niente per lui, non pensa a me nemmeno un attimo…sono io la stupida, la stupida che..”
 
“Ssssh, calmati adesso. Calmati. Lui ti ha vista?” Chiedo e lei nega con la testa.
 
“Mi sono nascosta come una stupida e poi ...sono scappata. Sono una cretina, codarda. Sono certa che lei è bellissima, lo rende felice. Io...non sono niente. Non sono nemmeno una vera donna perchè...che se ne fa un uomo di una come me? Una donna che non sa fare la donna?Niente. E lui se n'è andato. Lui è felice....”
 
La guardo, mentre le sue labbra diventano rosse per il suo tormentarle di continuo. Gli occhi sono un mare in tempesta, la voce è rotta dal pianto ed io vorrei dirle qualcosa che la faccia ragionare, ma non so cosa.
 
“Kagome...basta, calmati. Stai dicendo un mucchio di sciocchezze, smettila” le dico serio.
 
“No…tu non capisci, non capisci...io...”.
 
La vedo passarsi una mano tra i capelli e respirare con affanno. Perché deve ridursi così per uno stronzo simile, perchè? Vorrei che non fosse mai entrato nella sua vita.
 
“Calmati. Kagome, calmati” le dico, avvicinandomi. Sta chiaramente per avere un attacco di panico. La prendo per le spalle ed i suoi occhi sono pieni di lacrime.
 
“Io...oddio...”sussurra, mordendosi il labbro con nervosismo, cercando di allontanarsi.
 
“Calmati ho detto, basta! Ma perchè gli permetti di ridurti così?”
 
Scoppia a piangere, mentre smette di divincolarsi. Non sopporto di vederla così.
 
“Sei più donna tu di qualunque altra che esista al mondo” le dico prendendole il volto tra le mani e lo penso.
 
“No...sta zitto, smettila!” Urla in lacrime, liberandosi finalmente dalla mia presa ed allontanandosi...e a me non viene altro in mente, per farle capire che sta solo dicendo assurdità. Mi avvicino ancora e la bacio. Lei resta immobile, mentre io mi approprio delle sue labbra dal sapore salato, per via delle lacrime. Sono calde e vellutate e la mia lingua, gioca con la sua. La sua bocca, al di là delle lacrime, ha un buon sapore.
 
Mi stacco da lei e la osservo. Anche lei mi guarda, spaesata, con gli occhi ancora pieni di lacrime.
 
“Visto? Non sei meno donna” le sussurro. Lei non risponde, mi guarda e basta...ed io sento la voglia improvvisa di baciarla di nuovo...cazzo se mi è piaciuto. Son diventato pazzo? Non lo so, ma le scosto la frangia dalla fronte e, come un momento prima, poggio le mie labbra sulle sue, ma stavolta lei mi allontana, poggiando una mano sul mio petto.
 
“No. No” sussurra, mordendosi il labbro. Da quando le trovo così invitanti? Da quando trovo lei così invitante? Le mie mani si muovono da sole e si posizionano sui suoi fianchi, mentre ancora una volta desidero baciarla. Lei mi scosta ancora, allentandomi appena, con meno convinzione di prima ed io sento di non riuscire a fermarmi. Le mie labbra si ritrovano sul suo collo, che bacio avidamente. La sento sussultare appena, incerta se fermarmi o meno. Non le di modo di scegliere, lei mie mani scendono fino ai suoi glutei e la prendo di peso facendola sedere sul tavolo. Torno a baciarle il collo e le tolgo la maglia.
 
“Inuyasha...aspetta che fai?!” Chiede, ma geme quando le afferro un seno giocando con il capezzolo che diviene turgido all'istante.
 
Io non rispondo, mi piace sentirla gemere e sostituisco le mani con le labbra, leccando il capezzolo. Un gemito più forte mi fa capire che le piace. Voglio che smetta di piangere. Voglio cancellare Koga dalla sua mente, almeno per stanotte. Voglio che si senta di nuovo donna...La faccio stendere sul tavolo, mi tolgo la maglia e torno a baciarle il seno, poi scendo sullo sterno, infine sul ventre. Le tolgo i pantaloni e gli slip e le allargo le gambe, toccandola intimamente.
 
“Oh...”geme sussultando ed io sorrido, poi le bacio il collo, il seno, il ventre, infine tuffo la testa tra le sue gambe e lei sussulta ancora.
 
“Cosa…stai facendo?” Chiede in un bisbiglio.
 
“Rilassati” le dico io, staccandomi da lei un solo istante per poi riprendere da dove ho lasciato. Il suo sapore è divino e i suoi gemiti mi infiammano, come non mi capitava da...merda...non mi è mai capitato. Non così. Resisto poco, poi mi stacco da lei, tolgo jeans e boxer, metto un profilattico, poi l'afferro per le braccia , facendola tornare seduta.
 
“Che stai facendo?” Chiede ancora. I suoi occhi sono annebbiati dal desiderio. L’afferro per la vita avvicinandola a me e la guardo.
 
“Lasciati andare....” le sussurro all'orecchio e subito dopo entro dentro di lei.
 
La sento irrigidirsi un momento, ma appena mi spingo ancora più in profondità in lei, si lascia scappare un gemito di piacere. La schiaccio contro di me e torno a baciarle il collo, mentre le mie spinte si fanno via via più veloci, le mie labbra tornano a ghermirle un capezzolo. Lei si aggrappa a me, premendo la bocca sulla mia spalla, per non urlare, ma io voglio che urli...dal piacere. Le afferro ancora i glutei e la spingo ancora di più contro di me, sentendo un calore ed un eccitazione mai provati prima. Urla alla fine, quando l'orgasmo arriva per entrambi ed io mi sento fottutamente appagato...ed anche lei , lo so.
 
La sento respirare affannosamente sulla mia spalla. Sono ancora dentro di lei e sento il suo corpo fremere per il sesso straordinario appena fatto...straordinario, non trovo altri appellativi.
 
Finalmente lei alza la testa e mi guarda. I suoi occhi sono...come spaesati.
 
“Oh, santo cielo. Inuyasha...no...noi non possiamo aver fatto...”dice, poggiando le mani sul mio petto ed allontanandomi.
 
“Inuyasha...perchè? No...è sbagliato, è tutto sbagliato” dice ancora, scendendo dal tavolo e recuperando gli slip.
 
“Kagome rilassati...non è nulla di grave, solo sesso” le dico, vestendomi anche io.
 
“Sesso? Ma...noi non dovevamo , io...ero sconvolta e tu...sei corso qui…ci siamo...lasciati prendere da…ma non deve più succedere” dice concitata.
 
“Bah...io dico che potrebbe anche succedere ancora. A me è piaciuto, non facevo del buon sesso da un po'..”a dire il vero, un orgasmo così non l'ho mai avuto.
 
“Siamo amici, Inuyasha.Gli amici non fanno sesso” ribatte.
 
“E chi lo dice? Gli amici si aiutano...ed io ti ho aiutato”
 
Lei mi guarda stupita, poi arrabbiata.
 
“Che cazzo vuol dire che mi hai aiutata? Ti facevo pena ed hai pensato bene di scoparmi?” Chiede incazzata.
 
Ecco, ovviamente lei capisce solo quello che vuole capire.
 
“Non volevo dire quello e lo sai. Volevo solo farti stare meglio, perchè odio vederti piangere per quel coglione, e volevo che provassi ancora certe cose, per farti capire che...”
 
“Forse è meglio se te ne vai” sussurra lei, interrompendomi, e dandomi le spalle.
 
Perchè si comporta così? Abbiamo solo fatto sesso, porca miseria...non abbiamo ucciso nessuno. Sbuffo ed annuisco, anche se lei non mi guarda.
 
“Ok. Ci vediamo” dico e senza aggiungere altro, la lascio sola.
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
 Kagome ⭐
 
 
 
 È stata una giornata piacevole, devo dire. La famiglia di Inuyasha è molto gentile e sua madre cucina benissimo. Per quasi tutto il giorno non ho affatto pensato a Koga ed è stato bello. Mi sono sentita bene. Inuyasha è stato molto dolce e poi, non so vederlo giocare con suo nipote...sarebbe un buon padre di certo. Scuoto la testa, sorridendo. Ma che diavolo mi metto a pensare. Spengo la tv e lo stomaco prende a brontolare all'improvviso. Mi mangerei una bella pizza, ma non mi va di chiamare, così decido si uscire e prenderla io stessa, mi va di camminare un po'.
 
 Camminare a piedi è piacevole. Sospiro passeggiando verso la pizzeria, ma di colpo mi si ghiaccia il sangue nelle vene quando a un centinaio di metri da me c'è lui: Koga. Sento il cuore battere furioso nel petto e mi blocco, incapace di muovere un muscolo. Da quanto tempo non lo vedo? Vorrei correre da lui, chiamarlo a gran voce…vorrei...ma sono terrorizzata. Come una stupida, mi nascondo in un vicolo, mentre lui mi passa accanto. Sta parlando al telefono.
 
“Ma certo che si, è stupendo tesoro” lo sento dire, sorridendo, prima di vederlo sparire in mezzo a tanta altra gente. Tesoro? Tesoro?? Gli occhi mi sei riempiono di lacrime, mi sento sprofondare. Lui sta con una donna? Mi ha dimenticata? No. Non può essere vero. Lui non può avere una donna, non può....essere felice, non può essere così fottutamente felice senza di me. Ma lo è...eccome se lo è.
 
La fame ovviamente è passata, anzi ho la nausea, ho voglia di piangere, di urlare...
 
Come una pazza corro a casa, in lacrime, chiudendo la porta con eccessiva forza e accasciandomi per terra. Ma quanto sono imbecille? Certo, lui adesso ha una vita felice, una donna che può certamente dargli quello che vuole, non come me, per forza è felice. In due anni lui ha trovato la felicità ed io?Io cosa ho trovato? Quasi non me ne rendo conto, ma afferro il telefono e chiamo Inuyasha...io...ho bisogno di parlare con qualcuno...se resto da sola, faccio qualche cazzata.
 
“Ehi” risponde dopo qualche squillo.
 
“Inuyasha ...”sussurro mentre le lacrime non smettono di scendere.
 
“Kagome cosa c'è? Che succede?” Chiede con voce tesa. Che stupida che sono. Lui è a lavoro, che cosa gli dico? Cretina, ecco cosa sono, una cretina.
 
“Io...scusa, sono una stupida…sto bene” dico, cercando di calmarmi, ma lui non mi da tempo di aggiungere altro.
 
“Arrivo” dice e dentro di me, ne sono felice.
 
Mi guardo allo specchio e le lacrime tornano a scendere.
 
“Sei una stupida. Ma cosa credevi? Che ti amasse ancora? Ti ha lasciato, sei tu che non hai una vita. Tu non hai niente! Niente” dico al mio riflesso. Sono furiosa, stanca...vuota. Afferro la foto mia e di Koga il giorno del matrimonio e la scaravento per terra. La cornice ed il vetro vanno in pezzi ed io scoppio a piangere più di prima, poi sento bussare.
 
“Kagome cosa...”dice Inuyasha appena apro, ma io lo interrompo.
 
“L'ho visto… Ho visto Koga”
 
“Ma quando?” Chiede.
 
“Mi è venuta fame e sono scesa…volevo camminare un po'...prendere una pizza...e lui...”mi fermo, sentendomi così maledettamente idiota, porca miseria!
 
“Lui era per strada...camminava ed era al telefono. Parlava ...certamente con una donna, lui sta con un'altra. La mia vita sembra essere finita, ma lui...lui è felice senza di me...non conto più niente per lui, non pensa a me nemmeno un attimo…sono io la stupida, la stupida che...”
 
“Ssssh, calmati adesso. Calmati. Lui ti ha vista?” Mi dice lui, avvicinandosi ed io nego con la testa.
 
“Mi sono nascosta come una stupida e poi ...sono scappata. Sono una cretina, codarda. Sono certa che lei è bellissima, lo rende felice. Io...non sono niente. Non sono nemmeno una vera donna perché...che se ne fa un uomo di una come me? Una donna che non sa fare la donna? Niente. E lui se n'è andato. Lui è felice....” dirlo mi fa stare così male. Sento un vuoto. Che mi credevo? Lui non sarebbe mai tornato da me, mai. Eppure io avevo segretamente una speranza, ecco la verità, ma adesso, adesso so che non accadrà, perchè lui mi dimenticata, non esisto più per lui e gli c'è voluto così poco per farlo...
 
Inuyasha si fa ancora più vicino e mi prende il volto tra le mani. Dio...non voglio che mi veda così, non voglio. Perché l'ho chiamato? Stupida idiota. Sei patetica.
 
“Kagome...basta, calmati. Stai dicendo un mucchio di sciocchezze, smettila” dice lui. Certo, lui non capisce...
 
“No…tu non capisci, non capisci...io...”sono stanca...sono arrabbiata, non so nemmeno io come mi sento.
 
“Calmati. Kagome, calmati” dice di nuovo lui, prendendomi per le spalle. Ma perchè l'ho chiamato?
 
“Io...oddio...” mi ritrovo a sussurrare, senza sapere davvero cosa dire, non mi sento bene, accidenti.
 
“Calmati ho detto, basta! Ma perchè gli permetti di ridurti così?” Mi urla ed infine…accade ciò che non volevo accadesse, di nuovo, davanti a lui. Scoppio a piangere. Sto uno schifo, ma perchè devo soffrire tanto? Forse dovrei solo farla finita con tutto e smettere finalmente di sentire.
 
“Sei più donna tu di qualunque altra che esista al mondo” dice con un tono più dolce, prendendomi il volto tra le mani e quasi vorrei picchiarlo.
 
“No...sta zitto, smettila?!”Gli urlo contro, allontanandomi. Lui mi guarda, immobile. Poi lo vedo avvicinarsi. Le sue mani tornano e ghermire il mio volto e ..le sue labbra si posano sulle mie. La sua lingua veloce ed esperta, si fa largo tra le mie labbra, che io dischiudo quasi fossi sotto un incantesimo. Le sue labbra sono calde e morbide. Non so esattamente dopo quanto, ma lui si stacca da me, allontanandosi di un solo passo. Io resto ammutolita. Mi ha baciata? Ma...
 
“Visto? Non sei meno donna” sussurra dolce. Perché la sua voce sembra di colpo così...rassicurante? Con un gesto gentile, mi scosta la frangia e torna nuovamente a baciarmi ed io, finalmente, torno in me e lo allontano.
 
“No…no”.
 
Le sue mani scendono sui miei fianchi e dopo prova a baciarmi ancora ed ancora lo fermo...solo che stavolta....forse è il calore delle sue mani...oppure, che ne so…quando inizia a baciarmi il collo, non mi oppongo. Prima che possa dire o fare qualsiasi cosa, le sue mani , dai miei fianchi, scendono sui miei glutei ed io mi sento sollevare come se nulla fosse. Prima che me ne renda conto, sono seduta sul tavolo e non ho la maglietta.
 
“Inuyasha...aspetta che fai?!”Chiedo in un momento di lucidità, mentre un brivido di freddo mi coglie. La sua risposta non tarda ad arrivare, infatti afferra il mio seno e come se il mio corpo decidesse per me, mi scappa un gemito...sto provando piacere! Che si intensifica quando al posto della mano, usa la bocca. Mi ritrovo stesa sul tavolo ed in men che non si dica, lui è a petto nudo ed io nuda del tutto. Vorrei dire qualcosa, che forse stiamo sbagliando...ma non riesco a dire nulla, perchè la sua mano, calda, caldissima, inizia a toccarmi intimamente. Koga...lui non mi ha mai toccata così, cioè si, lo ha fatto…però....
 
“Oh...”un altro gemito ed io chiudo gli occhi. Sento le sue labbra sul mio corpo, poi non sento più le sue dita dentro di me...ma la sua lingua e sussulto appena.
 
“Cosa…stai facendo?” Chiedo. Questo Koga non l'ha mai fatto.
 
“Rilassati” risponde lui. Mi sento accaldata. So cosa si prova durante il sesso…ma questo…oddio, cos'è? Lo lascio fare ancora, non voglio che smetta di donarmi queste sensazioni che non credevo di poter provare ancora. Credevo che il mio corpo non fosse più in grado di provare tutto questo, di sentire tutto questo. Ma lo sento, come non l’ho mai sentito. Dopo un tempo che mi pare interminabile si stacca da me finendo di spogliarsi, poi mi afferra mettendomi seduta. Mi fissa , dritto negli occhi.
 
“Che stai facendo?” Chiedo ancora. Dovrei dirgli di smettere, ma non voglio che smetta. Mi sento strana. Lui non dice nulla, mi avvicina a se, mettendosi tra le mie gambe.
 
“Lasciati andare....”mi sussurra, poi senza dire altro, lo sento entrare in me. D'istinto chiudo gli occhi. Non sento dolore, ma mi irrigidisco, e lui, quasi per riflesso, si spinge ancora di più dentro di me, i nostri corpi combaciano ed io sento già il piacere farsi strada in me...tengo gli occhi chiusi. Le sue labbra mi baciano il collo, le sue mani mi toccano...il piacere aumenta ancora ed ancora....ho quasi voglia di urlare e premo le mie labbra contro la sua pelle, ma quando lui mi afferra, spingendomi ancora di più contro di se...quando le fitte di piacere diventano praticamente insopportabili, urlo. Urlo come non ho mai fatto. Non ho mai urlato di piacere, mai....non credevo nemmeno di poterlo provare ancora.  
 
Dopo minuti interi, alzo la testa...e lui mi guarda. Ho fatto sesso con Inuyasha
 
“Oh, santo cielo Inuyasha...no...noi non possiamo aver fatto...” sussurro, sgranando gli occhi. Lo allontano e lo sento uscire da me ed un brivido mi scuote da capo a piedi. Che abbiamo fatto? Che ho fatto?
 
“Inuyasha...perchè? No...è sbagliato, è tutto sbagliato” concludo rivestendomi.
 
“Kagome rilassati...non è nulla di grave, solo sesso” risponde lui, abbottonandosi i jeans.
 
“Sesso? Ma...noi non dovevamo , io...ero sconvolta e tu...sei corso qui. Ci siamo...lasciati prendere da…ma non deve più succedere” davvero non capisce che non avremmo dovuto?
 
“Bah...io dico che potrebbe anche succedere ancora. A me è piaciuto...non facevo del buon sesso da un po'..”
 
“Siamo amici, Inuyasha.Gli amici non fanno sesso” dico seria e lui fa spallucce.
 
“E chi lo dice? Gli amici si aiutano...ed io ti ho aiutato”
 
Mi ha aiutata? Mi ha aiutata???
 
“Che cazzo vuol dire che mi hai aiutata? Ti facevo pena ed hai pensato bene di scoparmi?”.
 
“Non volevo dire quello e lo sai. Volevo solo farti stare meglio, perchè odio vederti piangere per quel coglione e volevo che provassi ancora certe cose, per farti capire che ..”
 
“Forse è meglio se te ne vai” dico infine, senza dargli modo di continuare. Lui mi guarda perplesso, poi sbuffa.
 
“Ok, ci vediamo” dice soltanto.
 
Resto da sola e scoppio a piangere. Mi sento come se avessi tradito Koga. Non è così, ma non riesco a smettere di sentirmi una merda ed il solo pensiero di aver fatto sesso con Inuyasha...ammettere a me stessa che mi è piaciuto, mi fa stare peggio...mi fa stare peggio sapere che l'ho usato, che ho usato Inuyasha ma, la cosa che mi fa davvero sentire uno schifo, è la consapevolezza che ciò che mi ha fatto provare Inuyasha, il piacere che ho provato con lui...con Koga, non l'ho mai provato.
 
 
Note autore :
Ooooh eccoci. La svolta...un poco hot. Insomma. Inuyasha non ce la racconta giusta. Kagome ha sofferto tanto, troppo e quindi fa un passo avanti e sette indietro. Come si evolverà. Domani aggiornerò nuovamente, quindi...a domani :)  

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Capitolo 7
*** Capitolo VII Non lasciarmi anche tu ***



Nota: nel capitolo sono presenti scene di sesso e/o a sfondo sessuale, abbastanza espliciti. 
 

Kagome ⭐
 
 
 
La mattina giunge, dopo quelli che a me sembrano secoli.Inuyasha non è passato. Era abbastanza ovvio, mi pare, però che diamine, se siamo amici come dice allora....Allora che? Sono sempre io che rovino tutto, porca miseria. La domenica passa così. Con me a tormentarmi. Inuyasha non si è fatto vedere, anche se oggi è giorno di chiusura dell'Insomnia, ma credo sia un bene.
 
Lunedì, a lavoro, vedo Sango solo durante il pranzo. Mi sento strana, confusa. Mi serve decisamente la mia migliore amica, così appena ci sediamo per pranzare, esordisco con: “Ho fatto sesso con Inuyasha”.
 
Sango inizia tossire, battendosi il petto con una mano, mentre mi fissa sbalordita. Quando si riprende, aspetta che io continui ma io non continuo. 
 
“Eh no, adesso mi dici tutto, ma proprio tutto” dice seria. Sospiro e inizio. 
 
“Ho visto Koga ieri”
 
“Come? Ma dove? Quando?” Chiede lei a raffica.
 
“Fuori. Parlava al telefono con qualcuno che chiamava “tesoro”. La sua fidanzata, immagino. Dovevi vedere che sorriso che aveva. È felice ed io sono una povera depressa, patetica. Ero fuori di me ..e non so perchè, ho chiamato Inuyasha. Lui non appena è arrivato ha cercato di consolarmi...e poi..”
 
“Poi?”
 
“Mi ha baciata” dico infine e Sango mi guarda attenta, così continuo.
 
“E non so cosa è successo ad entrambi. Non ci siamo fermati. Prima che me ne rendessi conto, lui...”mi fermo imbarazzata. Sono sempre stata un tipo vergognoso su certe cose.
 
“Ok..e com'è stato?” Chiede cauta ed io sbuffo.
 
“È stato...” stupendo, erotico, sensuale.
 
“Ti è piaciuto far sesso con lui , si o no? Hai provato…insomma…” Chiede ancora agitando le mani in aria. Annuisco soltanto e lei sorride, poi però torna seria 
 
“E il problema è..?”
 
“Mi sento come se avessi tradito Koga...ho provato piacere come mai avevo fatto con lui e....mi sono sentita…io non lo so” concludo. Sango sospira e mi fissa.
 
“Kagome...Koga probabilmente è andato avanti. Fa male, molto, ma è così. Ora tocca a te. Non capisci? Dopo tutto ciò che hai passato pensavi di non esserne più capace, di non potere provare ancora piacere con un uomo, invece con Inuyasha è successo”
 
“Sango io..”
 
“Non ti sto dicendo che te lo devi sposare, anche perchè non credo che lui sia il tipo da relazione”
 
“Io non voglio una relazione, io...non so nemmeno che sto facendo” confesso.
 
“E allora non chiedertelo, vivi e vai avanti e quel che verrà, verrà, ma davvero Kagome, credo tu abbia bisogno di questo, hai bisogni di sentirti ancora donna e hai bisogno di andare avanti” dice ed io la fisso di sbieco.
 
“Come stai facendo tu?” 
 
Lei fa una smorfia. 
 
"Che ti devo dire, l’uomo giusto è di sicuro lí fuori che mi aspetta, devo solo farmi trovare” 
 
“E Ken?” Le domando.
 
La sua espressione si accartoccia come se fosse mortificata ed al tempo stesso disgustata. 
 
“Sango, che succede?” le domando in ansia. La vedo scuotere la testa.
 
“È sposato. Ken intendo. Ci credi? Va nei locali a rimorchiare e poi ha una moglie, per giunta incinta. Assurdo”
 
Sbatto le palpebre, sbalordita. Che schifo.
 
“Grazie a Dio non è mai successo niente, tranne un bacio o due”
 
“Come l’hai scoperto?”
 
“L’ho sorpreso al telefono con la moglie. Insomma, non sapevo fosse la moglie ma avevo capito che era una donna e lui le stava raccontando la balla di una riunione straordinaria a lavoro. L’ho affrontato come una furia e lui ha confessato, dicendo che con sua moglie è praticamente finita. Già, certo” 
 
Mi sembra la stessa storia di Kikyo, solo che lei è rimasta. 
 
“Mi dispiace. Speravo che…” mi interrompo, incerta su come continuare e lei fa spallucce 
 
“Devo solo trovare la maniera di andare avanti e lasciarmi tutto alle spalle. Mi serve da lezione. Non posso gettarmi tra le braccia di uno qualsiasi, non funziona. E a questo proposito, stasera andiamo al locale, voglio parlare con Miroku “
 
“Per dirgli che?” Le chiedo interessata.
 
“Non è colpa sua se non mi ama ed io non posso passare la vita a pensare a lui...voglio andare avanti. L’uomo giusto mi sta solo aspettando, lo so. Quindi basta” conclude e benchè sia contenta per lei, non posso non pensare alla mia situazione e infatti lei torna alla carica.
 
“Perché non parli con Inuyasha? Chiarite e decidete come affrontare la cosa” dice e non posso che darle ragione.
 
La giornata scolastica passa, seppur con lentezza e non appena termina, prendo il telefono per chiamare Inuyasha, ma lui non risponde. Forse non lo sente, o forse non vuole parlarmi. Perfetto. Sono una cretina. Mi sono comportata come se mi avesse quasi costretta e l'ho praticamente cacciato, per forza è arrabbiato, se la sua è rabbia.
 
Il locale è strapieno, come sempre e quando entriamo c'è la calca. Miroku sta lavorando e ci nota subito. Guarda prima me, poi fissa la sua attenzione su Sango, come se non la vedesse da anni. Infine dice qualcosa ad un ragazzo accanto a lui e gli porge le cuffie e ci fa segno di raggiungerlo al bancone, dove Inuyasha sta chiacchierando con una mora, che ride maliziosa. I nostri occhi si incontrano, quando mi siedo ed Ayme mi chiede cosa prendo.
 
“Una birra” sussurro appena e lei annuisce. I miei occhi tornano a guardare Inuyasha e non posso evitare che la mia mente, ripensi al suo corpo contro il mio. È davvero troppo tempo che non mi lasciavo andare ed ora mi sento destabilizzata.
 
“Ciao” dice Miroku, sedendosi tra me e Sango, senza calcolarmi minimamente. E che cavolo, sono sua sorella.
 
“Sono felice di vederti. Ho provato a chiamarti e..”
 
“Lo so” lo interrompe lei.
 
“Ma avevo bisogno di tempo per pensare e devo scusarmi” dice ancora. Scusarsi, lei?Anche Miroku è sorpreso.
 
“Vedi io…ti ho allontanato e si, mi sei mancato molto. Siamo amici prima di ogni cosa e…io credevo di aver scambiato questo sentimento per qualcos'altro” continua ed io mi faccio attenta. Che si sta inventando adesso?
 
“C…cioè tu…non provi qualcosa per me?” Chiede lui incerto e…deluso? Ma veramente?
 
“Beh sai, mi sto vedendo con una persona e questo mi ha fatto capire molte cose” conclude lei e…forse è una mia impressione, ma Miroku sembra rigido come un blocco di cemento. Ma non ci sarà mica rimasto male? Perché giuro che lo picchio...
 
“Ciao”.
 
La voce di Inuyasha mi coglie impreparata e sobbalzo, macchiandomi la maglietta di birra.
 
“Cazzo” sibilo.
 
“Ahi. Le signorine per bene non dicono le parolacce” dice ridacchiando e fissandomi. Io lo fulmino con lo sguardo e sbuffo, mentre lui mi passa una salvietta e mi fissa, imperterrito. Non sembra arrabbiato, però.
 
“Che c'è?” Chiedo a disagio e lui fa un’alzata di spalle, poi si avvicina.
 
“Se qui solo per la birra?” Chiede ed io, di colpo, mi accorgo di aver scordato tutto il bel discorsetto che avevo in mente.
 
“È un locale no?” Rispondo e lui annuisce appena, poi la sua attenzione si concentra su una tipa tutta tette che ammicca dalla sua parte.
 
“Ciao Inuyasha...mi dai due birre?” Chiede con voce mielosa e lui ridacchia.
 
“Vuoi solo quello?” Dice lui porgendole le birre e lei sorride deliziata. Ma guarda tu che scena. Per colpa sua, non ho nemmeno sentito come è terminata la discussione tra Miroku e Sango e per questo lo fisso di sbieco, cosa che lui interpreta nel modo totalmente sbagliato.
 
“Cosa c'è?”
 
“Niente” sbuffo, irritata, ma lui non si arrende e figurati.
 
“Sicuro? Per caso ti sei pentita della scenata che hai fatto e vuoi rifare un giro?” Chiede serio, troppo serio. Ok, rettifico, è incazzato, si vede ed ora lo sono pure io..
 
“No grazie! Ero venuta con l’intento di scusarmi, ma sai che ti dico? Vaffanculo!” ribatto alzandomi e dirigendomi verso l'uscita.
 
Il fresco della sera mi investe, ma mi sento così incazzata e stupida da non farci nemmeno caso, almeno finchè non sento una mano ghermirmi il polso. Inuyasha mi fissa indecifrabile.
 
“Lasciami, voglio andare a casa” sibilo, strattonando il braccio e allontanandolo bruscamente, per poi incamminarmi ancora, verso casa. Mi sento esausta. In taxi, leggo il messaggio che mi ha inviato Sango.
 
“Ma che fine hai fatto?” Scrive.
 
“Sono andata via” rispondo subito. Prima che lei possa tempestarmi di chiamate, scrivo velocemente, di nuovo.
 
“Perché hai detto quella balla a Miroku?”
 
Il telefono resta silenzioso qualche minuto, poi Sango mi risponde. 
 
“Magari non era una balla” 
 
Sbuffo e le rispondo immediatamente. 
 
“Si invece!” 
 
Stavolta Sango risponde subito.
 
“Devo lasciarlo andare. Per farlo, devo prima convincere me stessa che non lo amo. Ci riuscirò, col tempo. Forse non torneremo più quelli di prima, ma preferisco averlo come amico, che niente” 
 
Leggo il messaggio e sospiro. In fondo, posso capirla. Il suono di un nuovo messaggio mi distrae.
 
“Non credere di cavartela così. Che è successo con Inuyasha?” 
 
“Abbiamo litigato…Ha fatto lo stronzo” rispondo. Deglutisco un groppo in gola. Il telefono resta muto, poi Sango risponde.
 
“O tu hai fatto la stronza?” 
 
Mi mordo il labbro e metto via il telefono. Merda! 
 
La mattina seguente decido di andare da Inuyahsa . Devo parlare con lui e stavolta seriamente.
 
 Inuyasha abita in quartiere molto carino, non troppo lontano dal mio quartiere. Il portone di casa sua è aperto, così non suono nemmeno e salgo le scale, fino al secondo piano, prendo un respiro e busso. Non passa nemmeno un minuto e la porta si apre. Inuyasha mi guarda mediamente sorpreso, poi mi fa segno di entrare, facendosi da parte. Ok...via al discorso.
 
“Ciao.” dico e lui, in piedi mi guarda serio.
 
“Qualcosa da bere?” Chiede.
 
“No…grazie, non resto molto” rispondo e lui annuisce.
 
“Senti, Inuyasha....mi dispiace. Mi rendo conto di non aver reagito bene e ti chiedo scusa. Volevo dirtelo ieri sera è solo che…” scuoto la testa, poi prendo fiato e continuo.
 
“Comunque, non voglio che succeda ancora. Il sesso intendo, tra di noi” concludo. Lui fa spallucce.
 
“Come vuoi” dice ed io lo guardo sorpresa, anche se qualcos'altro mi si agita dentro e non so cosa, così lo ignoro ed annuisco.
 
“Bene…allora...”inizio ma lui mi interrompe.
 
“Mi dici qual è il tuo problema?” Chiede poi, fissandomi.
 
“Inuyasha .”
 
“No. Non dire niente, a meno che non sia spiegarmi che cazzo ti prende” dice ancora e nonostante le sue parole, ha un tono calmissimo ed io sospiro.
 
“Ci siamo spinti oltre” dico come se fosse ovvio, lui non fa una piega.
 
“Si…e allora? Siamo adulti e consenzienti, mi pare. Non t'ho costretta, anche se mi hai guardato come se ti avessi scopato senza il tuo consenso. Ti è piaciuto, perchè so che ti è piaciuto. E allora qual è il problema?”
 
Mi passo una mano tra i capelli, spettinandoli e gli occhi si riempiono di lacrime.
 
“Io...”provo a dire, ma un singhiozzo mi secca la gola.
 
“Con te ritrovo me stessa. Anche se per poco, anche se non del tutto e non voglio perdere questo” cerco di spiegarmi.
 
“Stronzate” sentenzia lui ed io lo guardo ferita.
 
“No, non è vero...io..”
 
“Tu hai paura. Paura di vivere e di lasciare il passato alle tue spalle, perchè se lo fai, dovrai accettare che quel coglione non tornerà. Ma vedi, lui non tornerà comunque perchè si scopa un'altra”.
 
Parole secche, crudeli...mi fanno male, perché sono dette da lui e perchè sono vere. Prendo un respiro ed annuisco.
 
“Immagino non ci sia altro da dire” sussurro soltanto, poi mi volto per uscire, ma lui mi afferra per un braccio e mi volta verso di se. In un attimo sono stretta tra le sue braccia e lui mi stringe. E così, senza che io possa fermarle, le lacrime scendono sulle gote, bagnandogli la maglietta.
 
“Come posso spiegarti come mi sento...se...”mi fermo, mentre i singhiozzi mi lacerano l'anima. Come gli spiego che sapere che lui ora è felice con un'altra..che può dargli quello che io non potrò mai dare a nessuno, mi sta uccidendo? Come faccio a spiegarli come mi vedo io?
 
“Tu puoi anche disperarti e piangere, dire che non sei una donna, ma la vera Kagome lotta per uscire, e non è certo per merito mio. Lei è dentro di te e tu la soffochi. Perchè? Perchè soffrire ti sembra una punizione? Per cosa? Non hai colpe. Non sei tu a tradire lui se vivi, è lui che ha tradito te, ma tu non lo capisci, non capisci che il tuo corpo non è morto e che, anche se non ti senti donna, ti assicuro che lo sei....e sei tu che mi stai allontanando, non il contrario, perchè io sono qui...sono tuo amico e voglio che tu smetta di essere infelice”.
 
“Non posso spiegarti...non puoi capire” dico esausta, poggiandomi a lui.
 
“Spiegami...dimmi cosa senti. Dimmelo, fammi capire ciò che io non vedo” dice. Ci osserviamo per minuti interi, poi mi asciugo le lacrime e mi scosto da lui.
 
~~~~~~~~~~~~~~~~
 
Inuyasha 🍸
 
 
 
 
 
La vedo allontanarsi e mi verrebbe voglia di sbattere la testa contro il muro. È la donna più cocciuta ed irritante del mondo, santo cielo. Ma chi me l'ha fatto fare? Ma poi, perchè mi da così fastidio il suo atteggiamento? Ormai ho imparato a conoscerla, no? Cos’è che mi da così fastidio adesso?
 
“Inuyasha…”si ferma e sospira.
 
“Io…ti ho usato, lo capisci? Io non ero li con te” aggiunge. Sembra dispiaciuta, mortificata e non so cosa diavolo mi prende, ma qualcosa mi si agita dentro, qualcosa che scaccio via.
 
“Non mi sono lamentato , mi pare” rispondo e lei sbuffa.
 
“Inuyasha io..”
 
“Ho capito cosa stai dicendo. E non so perchè ti senta così in colpa nei miei confronti. Non devi, ok? Io forse ho sbagliato, va bene, volevo solo aiutarti, farti sentire meglio e prima che sbraiti, no, non è perchè mi fai pena, chiaro? Mi sono lasciato prendere la mano e, cazzo, si è piaciuto anche me, ok? Io...vorrei solo che tu la smettessi di sentirti così” la interrompo e intanto sento perfettamente nella mia testa, una vocina che mi dice che, no, non l'ho baciata e non ho fatto sesso con lei per questo, no, l'ho fatto perchè volevo. Da quando siamo andati dai miei ..da quando l'ho raggiunta in bagno qualcosa in me è scattato e mi sono frenato perchè credevo che fosse solo una sensazione.
 
“Scusami per quello che ho detto, ma comunque non è una cosa giusta” dice lei ed io sospiro.
 
“Perchè? Perchè ti senti in colpa?” Le dico e lei s'irrigidisce ancora, così scuoto la testa.
 
“Si da il caso che io sia la cosa migliore che potesse capitarti” aggiungo per smorzare la tensione.
 
“Ma non mi dire” ribatte ed io annuisco.
 
“Certo, io le donne le faccio sognare”
 
La vedo alzare gli occhi al cielo e sbuffare...dio quanto mi piace farla incazzare…
 
“Posso ricordarti che hai urlato?” Chiedo e lei arrossisce.
 
“Piantala, idiota” dice imbarazzata e io rido, passandole accanto e dandole una pacca sul sedere.
 
“Ahi, cretino” borbotta. Prendo della soda e le passo una lattina, che lei prende, poi mi guarda seria, quasi spaventata.
 
“Non voglio che le cose cambino tra noi...non voglio che ti allontani” sussurra all'improvviso e sembra così fragile, così indifesa, che subito la stringo tra le braccia.
 
“Promettimi che non ti allontanerai” aggiunge, con voce rotta ed io sospiro.
 
“Kagome..”
 
“Ti prego, dimmi che quello che è successo non cambierà nulla. Ho bisogno di te, come amico”
 
“Ma siamo amici” ribatto.
 
“Amici e basta. Niente più…complicazioni”.
 
“Io il sesso non lo vedo come una complicazione, ma più come un passatempo divertente” e lei mi da un pugno sul braccio.
 
“Il sesso porta sempre complicazioni. E non voglio cambiamenti, non voglio…buttarmi, ok?” Dice piccata ed io corrugo la fronte, comprendendo più o meno il discorso e la allontano da me, giusto il tanto che mi permette di guardarla negli occhi.
 
“Kagome, siamo amici e basta, ok? Mi conosci ormai, sai che non sono tipo da relazioni, o peggio da donna fissa e se mai lo fossi, non saresti tu” dico e l'espressione di lei si rabbuia di colpo e si stacca dal mio petto.
 
“Si, beh meglio così” sussurra, con voce incrinata e capisco che le mie parole possono suonare fraintendibili.
 
“Cristo Santo! Non per ciò che pensi, ma solo perchè sei un'acida rompipalle”.
 
Lo sguardo omicida che mi lancia, mi fa sorridere.
 
“Io non voglio perderti Inuyasha...tu sei diventato importante per me e non so nemmeno perchè, visto che sei un idiota che non ha un minimo di tatto”
 
“Touchè” ridacchio. Mi fa piacere sapere che mi vuole nella sua vita.
 
“Possiamo dimenticare quello che è successo e...comportarci come sempre?”Chiede ed io annuisco.
 
“Se è quello che vuoi, va bene...però ammetti che ti è piaciuto” ed eccolo, puntuale un pugno. Acida, rompipalle e violenta.
 
“Non voglio più fare sesso” sentenzia, avvicinandosi al divanetto.
 
“Fatti suora, allora” ribatto ridendo e lei mi tira la borsa.
 
“Deficiente, intendo con te. Da adesso in avanti, non ne parleremo mai più, ok?”.
 
“Va bene, va bene. Ma ammettilo…”le rispondo e lei si guarda intorno, come se cercasse qualcosa da tirarmi.
 
“Ma cosa?” Sbotta incavolata. Quanto mi diverto.
 
“Che sono il migliore. Non lo sono?” Chiedo con fare innocente.
 
“Me ne vado” sibila lei, giungendo alla porta ed uscendo di furia.
 
Sotto la doccia, cerco di fare un bilancio della cosa. Ammetto di sentirmi vagamente deluso, cioè, non deluso, ma...bah non lo so nemmeno io. La cosa è effettivamente strana, perchè non mi aspettavo, né tanto meno volevo, che il nostro rapporto si evolvesse in tal senso e perchè poi? Chiudo gli occhi e l'immagine di Kagome torna nella mia mente. No, decisamente non è il mio tipo di donna. Poco voluttuosa, poco “appariscente”. Ne ho conosciuto di donne più belle e lei si, è bella, ma non così bella. Non è poi così sexy...Lei non è il mio tipo, lo so, non l'ho mai trovata eccitante, ma allora perchè non riesco a smettere di pensare che, nessuna donna mi ha mai fatto godere tanto? Che mi succede? Sbuffo, contrariato. È tutta colpa sua e di quelle cose che ha detto dai miei. Per forza, non c'è spiegazione. Chiudo l'acqua ed esco dalla doccia e sento dei rumori nell'altra stanza.
 
 “Oh, ciao Inuyasha” dice Kikyo tutta sorridente. Io mi limito ad un cenno del capo mentre mi friziono i capelli. La vedo entrare nella sua camera e la seguo.
 
“Non ti fai vedere da giorni. Ti ha tenuta in ostaggio? Nemmeno a lavoro ti ho vista” borbotto e lei annuisce.
 
“Non mi tiene in ostaggio. Ho chiesto qualche giorno di permesso, ma va tutto bene, anzi benissimo . Ken ha affittato una casa per noi e mi ha chiesto di trasferirmi li, così che, quando avrà lasciato la moglie...”
 
“Quindi ti tiene in una casa che ha scelto lui, a sua disposizione, mentre tiene il piede in due scarpe? È questa la vita che vuoi fare?” La interrompo.
 
“Inuyasha smettila, non è così. La moglie non sta bene e lui vuole evitare che peggiori, ma presto chiederà il divorzio e poi ci sposeremo” ribatte lei sicura. Mio Dio, ma come fa a credere a queste cazzate?
 
“Certo, continua a crederci. La moglie malata...ma fai sul serio? Cazzo, Kikyo, non vedi che ti sta prendendo per il culo?” Sbraito e lei corruga la fronte.
 
“Ti sbagli...lui mi ama ed ha affittato una casa per vivere insieme”
 
“No, l'ha fatto per avere un posto in cui divertirsi con te” concludo.
 
“Vaffanculo Inuyasha.Vaffanculo! Non sono affari tuoi. Sono passata solo per dirti che non abiterò più qui, per cui arrangiati”.
 
Mi viene quasi da ridere.
 
“Fa come ti pare, qui quella che non ha idea di che cosa sta facendo sei tu, non io. Hai ragione non sono affari miei, per cui vai pure dal tuo principe azzurro e levati dalle palle” dico, entrando in camera e chiudendo la porta.
 
 Dopo diverse ore, impiegate a sbollire la rabbia arrivo al locale.
 
“Ehilà” saluto Miroku, che mi fa un cenno appena. È strano.
 
“Tutto bene?” Gli chiedo, raggiungendo il bancone e lui sbuffa.
 
“Si...credo” borbotta, ma non sembra, così prendo un bicchiere e verso della vodka.
 
“Su… confidati col barman” dico e lui sorride.
 
“Ieri ho chiarito con Sango, abbiamo parlato”
 
“E non sei felice? Non facevi che dire di volerle parlare...che è questa faccia?”
 
Lui fa spallucce.
 
“Io non lo so, non ne ho idea. Si, sono felice di averle parlato, però...”
 
“Però?” Lo incalzo e lui sbuffa.
 
“Si è scusata e poi, ha detto di aver commesso un errore e di aver scambiato la forte amicizia che ci lega, per altro” .
 
“Ah…quindi non prova niente per te? Beh, mi sembra una buona cosa, no? Potrete gettarvi tutto alle spalle e tornare ad essere amici. Non è quello che volevi?” 
 
“Si…certo” borbotta. Lo fisso interessato alla sua reazione 
 
“Ci sei rimasto male? Perché? Orgoglio maschile?” 
 
“Ma non. Io voglio bene a Sango. L'ho sempre avuta vicino, l'ho difesa da corteggiatori troppo intraprendenti, non ho mai voluto vederla soffrire”
 
“Si, questo lo hai già detto. Miroku, voglio farti una domanda, ma pensaci bene, ok? Tu sei assolutamente certo che Sango per te sia solo un’amica?” 
 
Lui mi fissa, sbalordito. Apre la bocca per ribattere, ma la richiude subito dopo.
 
“Io…certo che si” sussurra dopo un po’. Restiamo in silenzio qualche minuti, poi lui scrolla la testa e si alza dallo sgabello. 
 
“Io...ho bisogno di un po' d'aria”.
 
La serata passa velocemente. Stacco prima e mi siedo ad un tavolo a sorseggiare una birra, quando una ragazza si avvicina. La riconosco solo quando è davanti a me 
 
“Ciao Inuyasha ”
 
“Ciao Nami” rispondo. Lei si scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorride.
 
“Hai finito per stasera?” 
 
Annuisco brevemente.
 
“Ti va di andare a fare un giro?” Chiede ancora. Non mi va, affatto. Ma le dico di sì. Mi serve smettere di pensare a Kagome ed al sesso fatto con lei. 
 
Nami è sexy. Rappresenta in pieno il genere di donna che mi piace di più, quando mi chiede di salire da lei, accetto. La bacio, mi costringo a non paragonare il suo profumo a quello di lei. Quando sono dentro di lei, mi costringo a non pensare al corpo di Kagome, ai gemiti di Kagome. Dopo l’orgasmo, piacevole ma non fantastico, mi stacco da lei, vagamente incazzato e nemmeno so perché. Vado in bagno e mi guardo allo specchio, cercando di capire che cazzo mi prende. Infilo boxer e jeans e torno di la, cercando scarpe e maglia.
 
“Te ne vai? Non vuoi restare?”
 
“Devo andare” rispondo, infilandomi le scarpe. Nami annuisce. Cazzo, spero non si sia fatta strane idee. Non è la prima volta che facciamo sesso, ma non provo assolutamente niente per lei.
 
“Nami. Tu mi piaci, ok? Sei fantastica, ma per me è solo sesso. Stasera come le altre volte che siamo stati insieme. Se per te la cosa è andata oltre, credo sia meglio salutarci adesso”
 
Lei si morde il labbro, poi scuote la testa e sorride.
 
“No, certo che no. Anche per me è stato solo sesso”.
 
Annuisco, poi indosso la giacca e vado via.
 
~~~~~~~~~~~~~
 
Kagome ⭐ 
 
Il rumore del citofono mi penetra il cervello ed il mal di testa subito mi tormenta.
 
“Chi è?” Borbotto, prendendo la cornetta del citofono.
 
“Bella addormentata, preparati” la voce di Inuyasha giunge squillante.
 
“Mmmmh, ma che vuoi?”
 
“Scendi. Veloce” ordina e mi vado a preparare, solo per scendere di sotto e prenderlo a sberle.
 
 “Buongiorno” dice sorridendo.
 
“Scendi e veloce, lo dici ad una delle tue amichette” dico incazzata e lui ride.
 
“Uh...miss acidume è tornata alla grande, che bello. Mi era mancata” ridacchia e io lo ignoro.
 
“Speravo che avessi accantonato la storia del joggin”
 
“E invece no, dai, che oggi ti faccio recuperare tutte le mattine di ozio” ribatte, prendendo a correre. Io lo seguo, in silenzio.
 
“Allora, che hai fatto di bello ieri? Non sei venuta al locale”
 
“Ero stanca, non mi andava di uscire. Tu? Passato una buona serata?” gli domando. Mi sembra strana questa formalità tra noi. Torneremo davvero come prima? 
 
“Oh si, fantastica. Ho fatto il miglior sesso della mia vita” ribatte. Mi fermo immediatamente, fissandolo incredula. Un momento, che succede? Da quando Inuyasha mi parla delle sue avventure notturne? E che diamine è questa strana sensazione alla bocca dello stomaco? Il miglior sesso della sua vitalità? Davvero? Migliore di quella che ha fatto con me? Sussulto al mio stesso pensiero. Sono stata io a dire che dovevamo dimenticare quella sera, quindi a rigor di logica, dovrei essere la prima a non pensarci e allora perchè ci sto pensando?Merda.
 
Scaccio gli assurdi pensieri che mi vorticano in testa e lui non sembra minimamente accorgersi del mio turbamento, cosa buona.Non diciamo altro per un po', finchè esausta, mi fermo.
 
“Basta. La milza mi sta abbandonando” dico tenendomi il fianco.
 
“Che pappamolle che sei. Va bene, facciamo colazione?” Chiede ed io nego.
 
“No...devo andare a scuola prima, preferisco andare a casa. Berrò un caffè li”. Ma che mi sto inventando? Perchè sono così tesa? Lui annuisce appena, accompagnandomi verso casa. Giunti sotto il portone, mi segue.
 
“Che fai?” Chiedo e lui mi guarda stupito.
 
“A me non lo offri il caffè?” Dice. Eh...glielo offro? Che mi invento? Mentre io ci penso, lui sta già salendo le scale.
 
“Ehi...scusa, dove vai?” Sbuffo, raggiungendolo. Lui si ferma davanti alla mia porta.
 
“Ti eri incantata e io sono salito” dice come se fosse ovvio ed io fossi una demente che non capisce.
 
“Stavo pensando” sbuffo ancora e lui ridacchia.
 
“Renditi utile, fai il caffè, mentre io mi faccio la doccia” aggiungo, gettando le chiavi sul mobile e mollandolo in cucina.
 
 L'acqua mi leva il sudore dalla pelle e i muscoli indolenziti dalla corsa, si distendono appena. Resto sotto la doccia un po' e quando chiudo l'acqua, mi rendo conto che ho scordato i vestiti. Sospiro appena e mi avvolgo nell'asciugamano poi, sbirciando dalla porta, esco in fretta e arrivo in stanza, chiudendo la porta e apro l'armadio cercando cosa mettere.
 
“Kagome”
 
“Non entrare!” Dico subito, pentendomi di non aver chiuso la porta a chiave.
 
“Il caffè si fredda” ribatte lui. In effetti da quanto sto in camera? I capelli sono quasi asciutti.
 
“S…si, ok. Adesso esco”. Non sento risposta e sospiro, certa che se ne sia tornato in cucina, ma sbaglio. La porta si apre e lui mi guarda.
 
“Va tutto bene?”
 
“Ma che…esci, subito!” Dico, evitando di aggiungere un “ti prego” che mi farebbe suonare patetica. Lui cambia espressione.
 
“Credevo che stessi male, sei chiusa qui da chissà quanto. Scusa se mi sono preoccupato, eh?” Sbuffa irritato.
 
“Inuyasha...sto benissimo, esci” il mio corpo sta tremando ancora e lui non accenna ad uscire, anzi. Mi sta fissando e mentre io mi ripeto di buttarlo fuori dalla stanza, chiaramente il mio corpo sta pensando tutt'altro. Abbasso lo sguardo, per calmarmi, non l'avessi mai fatto, perchè quando lo rialzo, lui è proprio davanti ed i suoi occhi scuri mi fissano.
 
“Inuyasha...ti pre..”non mi lascia finire. Le sue labbra si incollano alle mie, bollenti e la sua lingua cerca la mia, ma io lo scosto bruscamente.
 
“No, smettila. Non voglio che mi baci” dico e vedo il suo sguardo incupirsi, solo per un istante. Mi spinge sul letto e mi sovrasta e mentre io cerco di resistere, ma lui mi sfila l'asciugamano e si toglie la maglia sudata. La sua pelle incandescente si scontra con la mia ancora umida, le sue labbra percorrono il mio collo, scendendo sul seno e la sua mano giunge a sfiorarmi l'intimità.
 
“Inuyasha...no” dico o meglio, mento, gemendo appena. Le sue dita mi accarezzano intimamente ed io reprimo un gemito. 
 
“No? E allora perchè il tuo corpo dice ben altro?”
 
“No…non è vero, no” balbetto, tremando quando le sue labbra prendono a scendere sul mio sterno, poi sul ventre... e poi ad accarezzarmi non sono più le sue dita. La sua lingua mi assaggia, vogliosa ed io sento il piacere sciogliermi lentamente. Stringo le lenzuola tra le mani, mentre lui continua imperterrito e prima che io raggiunga il limite, lui smette. Perché?? Perchè ha smesso? Alzo la testa e lo vedo disfarsi di pantaloni e tuta. Vederlo nudo mi infiamma e smetto di pensare...Lui torna su di me e con una sola spinta mi penetra e mi manca il fiato, quando lui si spinge ancora di più dentro di me. Boccheggio quasi ed un gemito mi scappa, forte e lussurioso, come mai. Le sue labbra mi stanno tormentando un capezzolo e io mi aggrappo alle sue spalle larghe, perdendomi in quel mare di piacere.
 
“Inuyasha ti prego...”sussurro e lui aumenta le spinte.
 
“Inuyasha...”ripeto e lui si spinge ancora di più contro di me, afferrandomi per i glutei e schiacciandomi contro di se e lo sento ancora più dentro di me.
 
“Dimmi che ti piace” sussurra con voce roca al mio orecchio.
 
“S...si. Dio si, non smettere” rispondo. Sorride e senza uscire da me, si gira, mettendosi supino ed io mi ritrovo sopra di lui. Le sue mani mi tengono per i fianchi, mentre mi aiuta nelle spinte. Getto la testa all'indietro sentendo il mio corpo andare a fuoco e lui, con un colpo di reni si alza, schiacciandomi contro il suo petto e prendendo a baciarmi il collo.
 
“Oh...dio” sussurro, quando ormai sento un vuoto allo stomaco. Inuyasha mi stende ancora sotto su lui e ancora una volta, mi ritrovo ad urlare per il piacere. Lui emette un gemito ed esce da me, prima di venire. Resta un momento ad ansimare, poi si getta sul letto.
 
“Giuro che se mi avessero detto che...fare sesso con te era così, ci facevo un pensierino prima” dice, prendendo fiato. Io resto a fissare il soffitto, sentendo il mio cuore rallentare ed il mio corpo, soddisfatto, viene avvolto da un languore delizioso. Merda.
 
Mi volto verso di lui e lui mi fissa.
 
“Non dovevamo, Inuyasha...avevamo detto che..”
 
“Che ti importa di ciò che avevamo detto...È successo. Ci piace...facciamolo. Non stiamo facendo male a nessuno”
 
Io non rispondo ed è ancora lui a parlare e come sempre sembra leggermi la mente.
 
“Non mi stai usando Kagome. Smettila di pensarlo” 
 
Scuoto la testa, mentre un senso di nausea mi pervade. 
 
“No...noi stiamo, io non voglio...” cerco di dare un senso ai miei pensieri. Sono sul letto, con Inuyasha...il letto dove prima, a fare l'amore con me, c'era Koga. Gli occhi si riempiono di lacrime e li chiudo, cercando di calmarmi. Mi manca il suo tocco, mi manca sentire il mio nome sussurrato da lui. Eppure, se provo a richiamare alla mente uno di questi momenti con Koga, in questo istante non ci riesco. Ho la mente invasa dal tocco di Inuyasha. Il mio Inuyasha, l’amico che riesce a portarmi fuori dalla nebbia in cui vivo da anni. Ci distruggerà tutto questo, lo so. Non posso perderlo. Non posso perdere pure lui. Un singhiozzo mi scappa.
 
“Kagome. ..”sussurra, prendendomi la mano, poi mi attira contro di sé e io mi stringo a lui, sentendo il suo corpo caldo contro il mio. Mi stringe con una tale forza e delicatezza insieme, che mi sento al sicuro.
 
“Ti prego, non lasciarmi anche tu, ti prego...io non riesco a...”
 
“Calmati, va tutto bene” mi sussurra ed io chiudo gli occhi, piangendo contro il suo petto.
 
“Aiutami Inuyasha...aiutami” lo prego.
 
“Sta tranquilla. Sono qui...andrà tutto bene. Lasciati andare. Lascia andare il passato e impara a vivere”
 
“Non so…come” sussurro, tra le lacrime.
 
“Ci sono io...non mi stai usando. E non mi perderai”.
 
Mi aggrappo a lui, fregandomene che abbiamo fatto sesso, ancora, fregandomene che siamo nudi. Il battito del suo cuore mi rilassa.
 
 
 
 
 
Quando riapro gli occhi, ho un po' di freddo, ma non è spiacevole. Sento ancora la presa calda di Inuyasha, sento il suo corpo, così alzo lo sguardo.
 
“Ciao bella addormentata” sussurra.
 
“Ma che ore sono?”
 
“Le 9:00”ribatte lui. Dovrei saltare giù dal letto, urlare che è tardissimo e che invece di star qui dovrei essere a lavoro, ma non mi va. Non voglio fare nulla, se non stare qui.
 
“Siamo nudi” constato e lui annuisce.
 
“E abbiamo fatto sesso” aggiungo e lui annuisce ancora.
 
“Perchè non vuoi che ti baci?” Mi chiede ed io sospiro.
“Credo sia perchè...è troppo intimo” e mi rendo conto che è una stronzata, ma non ci riesco.
 
“Capisco” risponde, tranquillo.
 
Restiamo zitti, stesi l'uno accanto all'altra, immobili.
 
“Credo che…non mi sentirò mai come le altre donne. Non lo sono. Il mio corpo è difettoso. Io non funziono. Ho un corpo da donna, lo so. Lo sono, ma non lo sono più davvero. Non sono in grado di fare ciò che per natura le donne fanno, non ne sono stata capace e non lo sarò mai. Sono diversa, inutile...”Chiudo gli occhi, sentendo il cuore battere dolorosamente e sperando che lui capisca. Lo sento muoversi al mio fianco, e senza preavviso, sento le sue dita scivolare dentro di me e sussulto, mentre il mio corpo, inevitabilmente, reagisce ed inizio ad avere caldo, troppo caldo.
 
“Inuyasha...”Ma dico, stavo facendo un discorso serio e lui...ma, ha una dipendenza?
 
“Non sei una donna?” Lo sento sussurrare al mio orecchio. La sua voce non è divertita, beffarda o sensuale. No, è dolce. Mi lascio cullare da quella voce calda, e gentile. Il mio corpo risponde. Ed è un miracolo, perché dopo l’operazione, lo sentivo vuoto, praticamente morto ed incapace di provare qualsiasi sensazione.
 
“Non sei una donna?” Sussurra ancora con gentilezza, mentre un secondo dito mi esplora. Un gemito mi scappa e chiudo gli occhi.
 
“Inuyasha...” sussurro. So che sta facendo.
 
“Ascolta il tuo corpo. Ascolta cosa ti sta dicendo. Senti le mie dita? Senti queste sensazioni? Non sei diversa da nessun' altra. Sei una donna...sei una bellissima donna che ora deve vivere per se stessa”.
 
Le sue dita continuano imperterrite, mentre la sua voce è calma e rilassata, contrariamente a me , che di calmo e rilassato non ho proprio nulla. Mi ritrovo poggiata al suo petto, ansimante come una scolaretta...Lui non si ferma, anzi, rincara la dose, aumentando i movimenti, con delicatezza, come se quella non fosse altro che una lezione di autostima.
 
“Inuyasha, ti prego” ansimo, ma lui mi lascia un bacio sul collo, sfiorandomi il seno con un dito.
 
“Sei una donna...lasciati andare e smettila di avere paura. Tu sarai felice, ma devi deciderti ad esserlo, Kagome. Non c'è nulla di male in questo, non c'è nulla di male se hai voglia di sentire tutto questo, sentilo, vivilo...e sentiti donna, perchè lo sei” conclude lui sempre in un sussurro. Assimilo le sue parole, assimilo queste sensazioni e, senza che possa impedirlo, l'orgasmo arriva, potente. Mi accascio contro di lui e non ho il coraggio di guardarlo. Voglio ancora sentirmi così, so che ha ragione, però...Però cosa? È davvero sbagliato? O veramente ho solo paura che se lascio andare Koga, dovrò accettare che quella vita che ho sempre sognato, non diventerà mai reale? Di questo ho paura? Di essere infelice per il resto della vita? E non lo sono già? Alzo lo sguardo e lui mi fissa, serio, ma con dolcezza.
 
“Perchè lo fai?” Sussurro e lui sorride.
 
“Lo sai, colgo le occasioni” ridacchia ed io gli do un pugno sul petto.
 
“Ahi...manesca” si lamenta lui.
 
“Scusa per la crisi di pianto, scusa se ti ho trattato di merda”.
 
“Nah, lo fai sempre, sei delicata come un dinosauro” ribatte ed io gli do un altro pugno.
 
“La pianti di picchiarmi?!” Sbotta giocosamente afferrandomi le braccia ed iniziando a farmi i solletico.
 
“No…no basta, no” grido, ridendo. Lui mi guarda, di colpo serio.
 
“Ecco...vedi che quando ridi sei più bella? Non devi piangere”.
 
Mi colpisce il fatto che sappia essere così dolce.
 
“Nè fare la pazza isterica” aggiunge. Ecco...appunto. Con uno spintone lo caccio via, mettendomi seduta. Com’è che non mi sento in imbarazzo a stare nuda? Perchè anche lui è nudo, o perchè sento di aver tirato fuori la mia anima con lui, come non ho mai fatto? Non lo so, ma adesso mi sento un po' più leggera.
 
“Voglio aiutarti a tirare fuori la vera Kagome” sussurra.
 
“E poi…sei brava a letto, per essere una senza tette” ride come un matto. Ma che stronzo.
 
“Alzati, cretino” borbotto, mettendomi in piedi.
 
 
 
Dopo aver rifatto la doccia, ed aver chiamato la scuola dicendo che non sto bene, torno in cucina, dove Inuyasha, seduto come se fosse casa sua, sta mangiando i miei cereali col gelato.
 
“Ma come fai a mangiare questa roba?” Si lamenta.
 
“Sono dietetici, scemo e per questo non vanno mangiati col gelato” ribatto ridendo e lui fa una faccia schifata.
 
“Ma senza niente sembra segatura. E poi io non ho bisogno di robe dietetiche. Mi basta fare una bella corsetta, o un altro tipo di attività fisica...” ammicca in maniera più che chiara. Scuoto la testa e prendo una tazza, sedendomi davanti a lui. Mi sembra così strano avere un uomo in casa...però non sono più nervosa adesso, dopo lo sfogo e la parole di Inuyasha mi sento meglio, molto meglio, ma un dubbio mi sta tormentando.
 
“Inuyasha...non cambieranno le cose tra noi, vero?”
 
“Te l'ho già detto” ribatte ed io annuisco.
 
“Si, lo so ma, cioè...non è una cosa che, si insomma... è solo sesso e non è una cosa esclusiva, giusto? Niente complicazioni, niente...a parte amicizia , io ti voglio nella mia vita come amico”.
 
“Solo amici e poi sei brava, ma questo non vuol dire che devo privare le altre donne, dell'immenso piacere di fare sesso con me” dice dandosi un tono ed io scoppio a ridere.
 
“Ok, ok…sei bravo, va bene? Basta però darti arie”.
 
Lui gongola e si alza a posare la ciotola sporca.
 
“Bravo è riduttivo, c'è chi mi definisce favoloso”.
 
Pronta a ribattere, vengo fermata dal suono del suo cellulare. Guarda lo schermo e corruga la fronte. 
 
“È tuo fratello” dice, poi risponde. Lo vedo corrugare la fronte ed infine dire “Sono a casa di tua sorella” . Quando chiude la chiamata lo guardo in attesa.
 
“Che succede?” 
 
“Non lo so, ma Miroku sta venendo qui 


Note autore:
Eccomi! Sono stata di parola. Oh dunque, Kagome mi sa che ha le idee un po' confuse ed anche Inuyasha non scherza. Miroku? C'è rimasto male? Sango sembra super decisa ad andare avanti. Tante cose accadono ed indizi per i prossimi capitoli . Baci e buona domenica 

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