SEI TUTTA LA MIA VITA di Sissy77 (/viewuser.php?uid=499504)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RITORNO A FORKS ***
Capitolo 2: *** IL NUOVO/VECCHIO ***
Capitolo 3: *** FORKS HIGH SCHOOL ***
Capitolo 4: *** EDWARD CULLEN ***
Capitolo 5: *** ISABELLA SWAN ***
Capitolo 6: *** AMICI ***
Capitolo 7: *** IL TEMPO INSIEME ***
Capitolo 8: *** FIGLI ***
Capitolo 9: *** GELOSIA ***
Capitolo 10: *** I CULLEN ***
Capitolo 11: *** GUAI GROSSI ***
Capitolo 12: *** AMARSI ***
Capitolo 13: *** ESSERE COPPIA ***
Capitolo 14: *** ROSSO RUBINO ***
Capitolo 15: *** VOLTERRA ***
Capitolo 16: *** RITORNO AL FUTURO ***
Capitolo 17: *** VOLTURI ***
Capitolo 18: *** EPILOGO: ECLIPSE ***
Capitolo 1 *** RITORNO A FORKS ***
CAPITOLO 1 - RITORNO A FORKS
Capitolo 1
RITORNO A FORKS
Pov Bella
Sospiro.
Guardo fuori dal finestrino.
Tutti i pensieri che si affollano nella mia mente
mi danno il tormento da qualche settimana.
Sto rientrando a Forks. Volo diretto
da Volterra se cosi possiamo dire. E’ più corretto Pisa.
Non li vedo, ma ne
sento la sgradevole presenza. Jane ed Alec mi seguono.
Le mie personali guardie.
Certo, Aro ha bisogno di controllarmi in qualche modo.
Loro sono qui per
assicurarsi che io esegua gli ordini.
Non ho mai
pensato molto a come sarei morta,
ma morire al posto di qualcuno che amo è un
buon modo per andarmene.
Il
viso di Edward si materializza nei miei pensieri.
I ricordi riaffiorano e come
sempre succede da anni ormai, non ricordo nemmeno più da quanti,
torno a quel giorno
quando tutto cambiò.
Corro,
corro a perdifiato tra le stradine di Volterra. Crede io sia morta.
Vuole
mostrare la sua vera natura per metter fine al suo delirio. Riesco ad
impedirlo.
Lo abbraccio spingendolo nuovamente all’interno dell’edificio. Alice
ci raggiunge poco dopo.
Chiudo gli occhi cercando di ricordare le sensazioni
che provavo a stringere quel corpo.
Ai
Volturi non è piaciuto il suo gesto. Non tanto quello di voler porre fine alla
sua vita,
anche se per Aro era uno spreco: ha sempre voluto Edward tra le file
della guardia.
Tutto è precipitato dopo. Respiro profondamente per non cedere all'isteria
dopo tanti anni.
Aro
aveva visto qualcosa. Anche se ero umana aveva intuito.
Jane aveva provato il
suo potere su di me, ma io non avevo fiatato.
Aro dall’alto della sua miserabile
lunga vita aveva capito il mio dono. E lo voleva.
Tutto precipitò. La guardia
che mi prende. Alice ed Edward che cercano di evitarlo.
Dimitri che blocca Alice
con l’aiuto di Jane. Edward, dopo aver lottato a lungo contro Felix,
soccombe stremato
senza forze a causa del mancato nutrimento da mesi. Poi Alec che…
Ancora ora
deglutisco a fatica se ripenso a quella nebbia nera che avvolge il ragazzo che
amo.
Quel ragazzo che ha saputo rapirmi il cuore dal primo momento. Il mio urlo
disperato.
Aro
blocca Alec. Edward rimane inerme, sembra morto.
Sospeso in aria come se la
nebbia nera fosse un letto di zucchero filato. Fisso Aro.
L’umanità che allora faceva
parte di me mi porta a pregarlo di salvarli.
Sono disposta a tutto pur di
saperlo salvo. Lui vivo. Io morta. Per l’eternità.
Non ho mai
pensato molto a come sarei morta,
ma morire al posto di qualcuno che amo è un
buon modo per andarmene.
Pongo
le mie condizioni. Rimarrò a Volterra, sarò una di loro, ma voglio il veleno di
Edward in corpo.
Voglio che sia Carlisle ad iniettarmelo dopo avermi confermato
che l' amore della mia vita si riprenderà.
La cosa che però più di tutto voglio
è che gli portino via il ricordo di me.
Voglio pace per il suo animo
tormentato. Tutti dovranno dimenticarsi di Isabella Swan. Tutti.
Così
fu. Aro acconsentì. Doveva proprio volermi tra le sue file.
Un
sorriso mi compare sul viso. Carlisle ha sabotato in parte il mio piano.
Non so
come di preciso.
Non solo Aro ha una lunga vita ed ha visto cose, ma anche il
padre del ragazzo che amo.
Non sono del tutto un vampiro. Sono una mezzo sangue
se cosi si può dire.
La mia anima è rimasta.
Carlisle abbracciandomi, prima di passare
sotto le mani di Marcus per non ricordarsi più di me,
mi ha sussurrato che non
avrebbe mai potuto fare un torto cosi grande ad Edward.
Lui teneva alla mia
anima più che alla sua stessa vita. Li abbracciai uno ad uno.
Erano accorsi
tutti insieme, anche Rosalie. Una grande famiglia unita.
Tutta la mia esistenza
fu cancellata
Nessuno
si sarebbe ricordato di me. I miei genitori, i miei amici.
Il potere di Marcus
era talmente immenso da riuscire a farlo.
Isabella Swan non era mai esistita.
Il
cicalino della cintura di sicurezza si illumina. Il comandante ci dà il
benvenuto a Port Angeles.
Tra un'ora sarò
a Forks. Stato di Washington. Inizia la discesa. Inizio a sudare freddo.
Qualcosa non va. Lo sento.
Se Edward leggeva il pensiero, il suo veleno dentro
di me agisce in modo strano.
Non sento con la mente. Sento con il corpo. Recupero
la mia valigia. Mi dirigo all'uscita.
Aro
mi ha detto che qualcuno sarebbe venuto a prendermi. Mi guardo attorno e lo
vedo.
Mi aspetta con un cartello in mano: Isabella Swan.
Decisamente
qualcosa non va: Charlie.
Pov Charlie
Sono
qui all’aeroporto.
Una misteriosa ragazza si è catapultata
nella mia vita improvvisamente.
Qualche settimane fa un avvocato italiano mi ha
contattato.
Isabella, cosi si chiama, ha perso i genitori in un incidente.
A
quanto pare sono l’unico parente ancora in vita.
Ho cercato di spiegare che
forse non era una buona idea.
Al momento però questo prevede la legge.
La ragazza
ha 17 anni. Alla maggiore età potrà decidere di andarsene.
Io non ne sarò più
responsabile.
Certo come no. Il capo della polizia non responsabile non fa
proprio per me.
Ho
dovuto fare tutto in fretta e furia. Sgomberare una camera, comprare del
mobilio,
della biancheria su consiglio della commessa del negozio, spero il
viola le piaccia,
liberare qualche mobiletto in bagno. Io sono un tipo
solitario.
Non sono avvezzo a trattare con la gente se non si tratta di lavoro.
Ho telefonato anche a Renee. Nemmeno lei ricordava che avessi parenti italiani.
Mi
guardo intorno cercando di capire chi possa essere.
Vedo una ragazza carina, imbambolata
a fissarmi.
Quegli occhi sembrano aver visto un fantasma. Già so che avrò dei
guai.
Una ragazza orfana, adolescente, non sarà per nulla facile da gestire.
Io
non sono proprio avvezzo in queste cose. Mi avvicino.
-Isabella?- domando a
disagio. I suoi occhi mi ricordano qualcuno, ma non so chi.
Fa cenno di si con
la testa. Credo sia ancora traumatizzata.
Come farò a gestire questa situazione? – Benvenuta. Sono Charlie.
–
Allungo la mano per presentarmi, ma lei non sembra intenzionata a ricambiare
il mio gesto,
allora per dissimulare l'imbarazzo mi allungo verso la sua
valigia e le dico che ci penso io.
Ci avviamo
verso la macchina in totale silenzio.
Dopo
averla lasciata in camera a sistemare le sue cose, sono sceso a preparare cena.
È cosi magra. Sembra un cucciolo impaurito.
Meno male Billy e Jacob hanno
accettato il mio invito.
Lo so che per lei magari è troppo, ma io davvero non
sono avvezzo a queste cose.
Mi giro per apparecchiare la tavola e la vedo ferma
di fronte al camino.
Contempla l'unica foto appesa. Siamo io e Renee, molti
anni fa, ancora innamorati.
Non so perché io non l'abbia mai tolta dal muro.
Siamo ormai separati da anni.
Lascio i
piatti sul tavolo e mi avvicino a quella strana ragazza.
Potrebbe
tranquillamente per età essere mia figlia.
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Capitolo 2 *** IL NUOVO/VECCHIO ***
2_Il NUOVO/VECCHIO
CAPITOLO 2
IL NUOVO/VECCHIO
Pov Bella
Sono
distesa sul mio nuovo/vecchio letto, nella mia nuova/vecchia camera,
nella mia
nuova/vecchia casa.
Come è possibile? Come? Cosa ha in mente Aro?
Io credevo di
dover venire qui per controllare
e farmi un' idea dei tafferugli che stanno
accadendo a Seattle.
La mia condizione di mezzo sangue mi facilita.
I vampiri non sentono la mia scia non essendo una di loro,
mentre gli umani mi credono
umana. La mia pelle è calda.
Il sangue scorre ancora nelle mie vene mescolato
al veleno di Edward,
ma il mio cuore non batte più. Almeno non come una volta.
Mi alzo nervosa ed apro la finestra per fare entrare l'aria fredda.
Il mio
nuovo/vecchio pick-up rosso è parcheggiato nel cortile.
Ah dimenticavo, nemmeno
i lupi mi riconoscono.
Tolgo
dalla tasca il biglietto trovato nella mia valigia.
Lo leggo nuovamente
cercando di capire cosa Marcus abbia voluto dirmi:
Ricorda,
Aro non concede seconde possibilità. Marcus.
Nessuno
sa della mia esistenza. I Volturi mi hanno tenuta segreta fino ad ora.
Negli
anni ho imparato ad affinare il mio dono.
A schermare ancora di più i miei
pensieri rendendo invisibili le mie scelte.
Lo ammetto, Alice ed il suo di dono
mi spaventano.
So che non si ricorda di me, ma all' inizio ho avuto paura che
lei mi vedesse.
Vedesse attraverso decisioni che potevo prendere.
Quindi
ho passato ore, anni ad allenarmi. Riesco a schermare anche gli altri.
Poi
riesco a fare cose che mi son ben guardata di palesare ai Volturi.
Cose che
credo dipendano dal veleno di Edward,
come se un po’ del suo dono fosse
diventato anche mio.
Mi
cambio per la notte. Torno a stendermi.
A differenza dei vampiri io ho bisogno
di dormire e non mi serve il sangue per nutrirmi.
Domani primo giorno di
scuola. Ecco il sudore freddo. Ecco il mio sentire cosi strano.
Capiterà
qualcosa lo so. Qualcosa nuovamente non va.
Cerco
di rilassarmi. Ripenso alla cena.
A Charlie che mi fa tenerezza perché lui non
è proprio fatto per questo genere di cose.
Quando l’ho visto all' aeroporto
avrei voluto corrergli incontro, gridare papà ed abbracciarlo.
Dove il camino
c’è ancora quella foto di lui e mia madre. Una volta in quella foto c'ero anche
io.
Avrò avuto pochi anni, ero in braccio a mia madre mentre mio padre
abbracciava entrambe.
Ora invece io non ci sono.
Non sono mai esistita quindi
sonosvanita da tutto quello che portava il segno della mia presenza.
Sono
riuscita a chiedere a mio padre chi fosse quella donna. Lui mi ha risposto la
sua ex moglie.
Non erano riusciti ad avere figli, lei si sentiva in trappola a
Forks e se n’era andata.
Ho avuto conferma che tutto è uguale alla mia vecchia
vita, ma senza la mia presenza.
Tutto uguale, ma modificato per riempire il
vuoto lasciato da me.
L’unica cosa che non capisco è il fatto temporale.
Credo
siano passati minimo 20 anni da quando sono sparita.
Perché nessuno sembra
essere invecchiato? Tutto è esattamente come allora.
Poi
mi viene un sospetto.
Se io non sono mai esistita, vuol dire che il tempo si è
riavvolto su se stesso?
20 anni passati per me, ma in realtà gli altri sono
rimasti indietro degli stessi anni?
Un salto temporale? Scuoto la testa e mi
passo le mani sugli occhi.
Mi
sembrava malinconico Charlie mentre mi raccontava di mia madre.
Mi ha guardata
con quel sorriso timido di chi non sa bene cosa fare.
Mi ha detto di non
sapere il perché non se ne fosse sbarazzato.
Ho accarezzato istintivamente la foto nel punto in cui avrei
dovuto esserci io.
Mi sono ritrovata a dirgli che forse non l’aveva fatto
perché sapeva che quello era il suo posto.
Sono
sicura che stesse per abbracciarmi, ma il suono di un clacson ha interrotto il
momento.
Non so perché ho avuto la sensazione che fosse arrivato il mio pick-up.
Non avevo sbagliato.
Durante la cena ho saputo un po’ di cose che ignoravo.
Sono orfana, italo/americana e Charlie è il mio unico parente ancora in vita.
Cosa vuole Aro da me? Cosa?
Pov Charlie
Che
ragazza strana.
Ieri sera ha passato tutta la cena in silenzio se non qualche
monosillabo sbiascicato qua e la.
Jacob ha cercato di farla parlare, sono
praticamente coetanei, ma non ha avuto granché successo.
L'acqua scroscia al
piano superiore.
Si prepara per la scuola mentre io aspetto di vederla uscire
di casa prima di andare al lavoro.
-Buongiorno-
mi saluta distogliendomi dal giornale.
Rispondo al saluto e lei si siede fronte
a me per fare colazione.
Sudo freddo, mi agita questa situazione. Si alza per
riporre il suo piatto nel lavello.
– Isabella- la richiamo per poterle fare
qualche raccomandazione
-Bella- mi risponde sciacquando le stoviglie. Si gira,
viene a prendere il mio di piatto.
La fisso e non so il perché. Mi ripete –
Bella. Basta Bella-
Torna al lavello per sciacquare anche il mio di piatto.
Mi
alzo sistemando il resto della tavola.
Prendo un respiro profondo e mi sento un padre che fa raccomandazioni alla
figlia.
- OK Bella. Allora, oggi rimarrò al lavoro
fino un po’ più tardi.
Per cena dovrei essere a casa comunque.
Non mi piace
lasciarti tanto tempo sola, magari puoi chiamare Jacob.
Potreste studiare
insieme anche se lui va a scuola nella riserva.
I numeri sono scritti su un
foglio vicino al telefono. –
continuo a sudare freddo e ad agitarmi.
Inizio a
toccarmi la divisa cercando nelle tasche le chiavi della macchina.
Devo
calmarmi.
-
Non ti preoccupare Charlie. A me non dispiace stare sola. Sono una solitaria-
gira lo sguardo verso di me.
Sembra indecisa se continuare. – In questo ho
preso tutto da mio padre –
mi sorride e torna a fissare il lavello mentre le
gote iniziano a tingersi leggermente di rosso.
Non so perché lo faccio.
Forse perché lei è senza un padre ed io senza una figlia.
Mi avvicino, le metto
un braccio intorno alle spalle ed appoggio un leggero bacio sulla sua testa.
Si
irrigidisce, ma poi appoggia la testa sul mio petto e rimaniamo cosi qualche
minuto.
La lascio andare e mi raccomando di fare attenzione alla strada.
Le
gomme del pick-up sono nuove, ma deve guidare con prudenza per via della
pioggia e del ghiaccio.
Esco di casa e mi avvio al lavoro già sapendo che sarà
una giornataccia.
Il capo di Seattle ha chiesto aiuto per tutto il casino che
sta succedendo in quella città
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Capitolo 3 *** FORKS HIGH SCHOOL ***
3_FORKS HIGH SCHOOL
CAPITOLO 3
FORKS HIGH
SCHOOL
Pov Bella
Parcheggio.
Scendo. Ed anche qui tutto come allora. Non reggerò, lo so.
Se entrando troverò
Eric ad accogliermi non reggerò.
Urlerò impazzendo letteralmente. Sudo freddo. Ci
risiamo.
Un respiro profondo e mi incammino verso il mio nuovo/vecchio destino.
Come
volevasi dimostrare. Eric, Angela, Jessica, Mike, Tyler
Tutti seduti con me allo
stesso tavolo in mensa. Sono riuscita a non urlare.
Sono riuscita a tenere a
freno i nervi,
ma ora quello che il mio corpo sente è fuori da ogni regola
fisica, chimica, biologica.
Sento il sangue pompare a manetta questo cuore che
non batte più come una volta.
Cosa mi sta succedendo?
I ragazzi mi guardano
preoccupati chiedendomi se sto bene. Cosa faccio ora?
Prendo
un respiro profondo.
Sto per dire che forse è meglio se esco a prendere una boccata d'aria, ma mi blocco.
Sono
loro. Non è possibile. Non può essere vero. Mi rifiuto di credere che sia vero.
Jessica si accorge del mio turbamento ed inizia la sua personale filippica sui Cullen.
Chi sono, da dove vengono, quando sono arrivati.
Mi chiama alcune volte finché
il mio sguardo torna su di lei
Guardavo Jusper seguire Alice al loro
tavolo.
Registro
l’informazione sul loro arrivo in città qualche mese fa.
La mia mente associa
Seattle, territorio loro, tafferugli, intervento loro. Aro lo sapeva.
Sapeva
che loro sarebbero tornati per tenere sotto controllo il territorio.
Mi ha mandata
qui apposta. Mi giro velocemente verso il loro tavolo, non dovrei lo so.
Guardo
Alice. Aro vuole lei. Ecco perché sono qui. Devo andarmene.
Se tutto è come
allora, ora arriverà Edward e questo non posso reggerlo.
Sto
per scappare letteralmente quando avverto la presenza di Jane ed Alec.
Sono qui
da qualche parte ed aspettano di vedere come reagirò nel vederlo.
Vorrei
urlare. Di botto mi blocco. La tensione, l'ansia sono scomparse.
Il mio corpo
si calma. Il mio cuore non batte più. Ed io mi sento leggera, sospesa.
Sento il
veleno di Edward scorrere lento, come se accarezzasse ogni parte di me.
Come se
fosse lui ad accarezzarmi.
Il respiro torna normale nel momento in cui lui apre
la porta ed entra.
Come
se fossi richiamata dal mio padrone, volto leggermente la testa quel tanto
da
essere in grado di vederlo senza farmi notare dagli altri.
Jessica intanto continua
il suo monologo passando in rassegna il bello,
ma tormentato giovane Cullen.
Ora
ha tutta la mia attenzione. – Cosa vuoi dire?- le chiedo schermando anche lei.
Sento lo sguardo di Edward rivolto al nostro tavolo. Sta sicuramente cercando
di leggerci.
Jessica mi racconta che è un tipo solitario.
Non interagisce con
nessuno se non i fratelli, ma anche con loro è scostante.
Se proprio vogliamo
dirla tutta. Viene a scuola, fa il suo dovere, se ne va.
Angela si intromette. –
Secondo me ha il cuore infranto- schermo immediatamente anche lei.
– Perché
dici questo? – le chiedo tremando.
Lei
lo guarda. – Ha gli occhi tristi – mi dice – non so spiegarlo.
Mi dà
l’impressione di aver perso qualcosa di importante, senza sapere cosa.
Sembra
stia cercando di capirlo però -sospira lanciandogli un’ ultima occhiata.
Tolgo
lo scudo. Mi alzo e con le mie nuove/vecchie amiche mi dirigo alle lezioni
pomeridiane.
Eric
e Mike mi accompagnano a biologia. Lezione in comune con loro.
Mike mi presenta
al professore Molina. Edward è seduto al nostro banco.
Il posto accanto a lui è
libero. Quel vuoto non è stato colmato a differenza di tutto il resto.
Aro ha
ben pensato di riservarlo a me: la legittima proprietaria.
Prendo il libro che
il professore mi porge e vado a sedermi vicino ad Edward sono-tormentato-nonostante-tu-non-esista
Cullen.
Pov Edward
La
ragazza nuova che in mensa non sono riuscito a leggere è seduta di fianco a me.
Lezione Biologia. Subito questo fatto mi ha risvegliato.
Poi sono tornato ad
essere Edward sono-tormentato Cullen,
come mi definisce quel deficiente di
Emmet. Poco importa se non la leggo.
Non mi interessa nemmeno scoprire il
perché.
Almeno la mia mente non sarà intasata da i soliti discorsi stupidi:
trucco/parrucco/ragazzi.
La
lezione la passo guardando fuori. Come sempre. Molina non protesta.
Sa come
vanno le cose. Io mi faccio i fatti miei e gli sforno tante A/A+ quante ne
vuole.
All'inizio mi richiamava. Quando ha visto il mio rendimento ha smesso.
Torno
alla realtà quando la ragazza vicino a me mi apostrofa con un sonoro
– Svegliaaaaaaa – Tutta la classe si
ammutolisce, compreso il professore.
Mi giro a guardarla scioccato. -Vabbè che
sei tormentato Cullen, ma datti una svegliata.
Passami sto microscopio. È in
comune non lo sapessi. – È arrabbiata con me.
Non mi ha mai visto ed è
arrabbiata con me?
Gli umani sono strani, ma questa è sciroccata proprio.
Le
passo il microscopio che non uso
praticamente mai.
Ha
il coraggio di dire al professore che ora può continuare la lezione.
Prendo le
mie cose ed esco dall' aula anche se manca mezz'ora alla fine dell’ora.
Ho già
tutti i miei casini personali,
non mi serve di certo una sciroccata pseudo italiana a complicarmi la vita.
Mi
rifugio in biblioteca.
Mary, la custode di tutta la cultura racchiusa tra
questa mura, mi adora.
Quindi quando mi vede si illumina e mi lascia carta
bianca. È simpatica.
Una simpatica vecchietta umana in attesa della pensione.
-Cullen
Cullen Cullen – mi apostrofa trovandomi disteso a terra tra gli scaffali dei
classici.
– Cosa è successo?- mi dice porgendomi una tazza di the. Mi metto a
sedere e la prendo.
Non la berrò mai. Tutte le volte la stessa storia.
Lei mi
prepara bevande calde affermando che mi rilasseranno.
Appena volta le spalle io
verso il contenuto in qualche vaso di piante.
Dice sempre che serve ossigeno per capire meglio i concetti racchiusi tra
questi libri.
-Nulla-
le rispondo portandomi la tazza alle labbra
fingendo di bere.
È una vita che fingo. Sono un bluff. Cerco di evitare di
leggerle la mente.
Mi sembra di non avere rispetto di lei quando lo faccio.
–
Ehhh l'amour- si allontana scuotendo la testa. Torno a sdraiarmi.
È convinta io
soffra per amore.
Cosa assurda visto che non sono mai stato innamorato e mai lo
sarò a sto punto.
Tutte le volte che intavoliamo questo discorso lei finisce
sempre per chiedermi:
- Non è soffrire per
amore questo?.
Scuoto la testa e mi fisso nuovamente a guardare il soffitto.
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Capitolo 4 *** EDWARD CULLEN ***
4_EDWARD CULLEN
CAPITOLO 4
EDWARD CULLEN
Pov Bella
Ero
cosi arrabbiata, tanto che gli ho urlato contro a biologia.
Tutti gli sforzi di
questi anni, il mio sacrificio, il perder tutto quello che avevo:
famiglia,
amici, lui, la vita, non è servito a nulla.
Me lo ritrovo qui tormentato come
allora. Non mi ha detto nemmeno ciao.
Prendo i libri ed esco dall'aula. Davvero, sono furente.
Torno sui
pensieri che ho fatto e mi blocco sulla scalinata che porta alla biblioteca.
Ripeto
nella mia mente quella frase: non mi ha
detto nemmeno ciao.
Sono
davvero arrabbiata perché lui è tormentato?
Sono arrabbiata perché ha passato
tutta l' ora a non degnarmi nemmeno di uno sguardo?
Mi viene da piangere.
Mi accorgo che in una parte remotissima del mio animo ho sempre nutrito
la
piccola speranza che se mai ci fossimo incontrati,
lui mi avrebbe in qualche
modo riconosciuta anche non ricordando.
Speravo che quel mio: sei tutta la mia
vita sussurrato alle sue orecchie
quando ancora era incosciente per via di
Alec,
e prima che Marcus facesse sparire me dalla sua mente,
fosse rimasto
ancorato in qualche parte di lui.
Scoprire che non è cosi mi fa male.
Sono
arrivata in biblioteca.
Mary, è una simpatica vecchietta da come ho potuto
capire in questi pochi minuti.
Lei non faceva parte della mia vecchia me. E
questo un po’ mi sorprende.
Mi ha offerto una tazza di the. L' aveva
praticamente appena fatto.
Ho accettato volentieri, trovo mi rilassi bere
caldo.
Sto cercando vari libri per fare la ricerca storica assegnata dalla
professoressa.
Mary mi indica le corsie dove troverò quello che cerco e mi dice
di non spaventarmi.
Lo dice sorridendo, mi avvio pensando che la gente
veramente è strana.
Ora
ho capito cosa intendeva. Edward è coricato tra gli scaffali.
Anche se indossa
gli occhiali da sole sono sicura stia fissando il soffitto.
Sta li disteso
immobile a cercare chissà cosa, crogiolandosi nel suo tormento.
Come vorrei
dirgli sono qui, ma non posso. Ho fatto una scelta anni fa.
Il solo pensare a
cosa potrebbe fare Aro, mi fa accapponare la pelle.
Sono indecisa se andarmene
o prendere i libri di cui ho bisogno.
Poi
succede qualcosa di strano.
Come in mensa, sento il veleno di Edward in me
cercare la fonte della sua esistenza.
Cerca il suo padrone. I miei piedi si muovono
involontariamente dalla mia mente.
Posso schermarmi quanto voglio, ma questo va
al di fuori della mia volontà.
Sono arrivata vicino ai suoi piedi.
Senza che io
possa fare niente mi ritrovo a dirgli un timido ciao.
Lui
non fa nessuna mossa, nemmeno per vedere chi lo disturba. Non risponde.
Rimane
coricato con le braccia piegate sotto la testa a guardare il soffitto.
Abbasso
lo scudo e formulo il pensiero nella mia mente: scusami per prima a biologia.
Sembrerebbe
rimanere indifferente, ma so che mi ha sentita.
Ha mosso impercettibilmente l'orecchio.
Un po’ come fanno i gatti presente?
Quel piccolo movimento che gli permette di
catturare rumori
senza distrarsi da cosa stanno facendo. Rimetto lo scudo e
cerco i libri di cui ho bisogno.
Non ho fretta, faccio tutto con estrema calma.
Vado avanti ed indietro per quella corsia,
sapendo che da sotto quegli occhiali
mi sta controllando e
cerca di capire il perché prima ha sentito il mio
pensiero mentre ora non sente più nulla.
Sto
cercando di prendere l' ultimo libro della mia lista, ma è decisamente troppo
in alto.
Ho cercato lo sgabellino apposito, ma non c’è in questa corsia.
Non
intendo muovermi da qui. Sono praticamente in punta di piedi,
ho posato tutto
il resto per terra per avere libertà di movimento.
Con una mano mi appoggio
allo scaffale e con l'altra cerco di raggiungere il libro.
Sono tutta
allungata, ma non riesco nemmeno a sfiorarlo.
Mi blocco quando vedo la mano di
Edward li dove io ho cercato invano di arrivare per 10 minuti.
Rimaniamo
così. Lui appoggiato a me ed io appoggiata allo scaffale.
Sento dentro il suo
veleno impossessarsi di me:
ha riconosciuto il padrone e vuole ricongiungersi a
lui.
Cerco di fare respiri lenti e profondi. Tutto dentro me è nel caos più
completo.
Lo sento allontanarsi quel poco da permettermi di tornare con i piedi
per terra.
Mi volto verso di lui, ha ancora gli occhiali.
La cosa mi urta,
avrei voluto specchiarmi nei suoi occhi. Mi porge il libro.
-Gr.. Gr.. Grazie- riesco finalmente a
borbottare prendendo il libro dalla sua mano.
Noto
che cerca di non farsi toccare per non farmi sentire il freddo della sua pelle.
Siamo
qui uno di fronte all' altro. Nessuno dei due sembra avere intenzione di
muoversi.
Poi lui si china a prendere la giacca ed il libro di biologia. E se
ne va.
È quasi arrivato a metà corsia quando gli dico – Scusa per prima a biologia.
–
si blocca al suono della mia voce. Alza le spalle come a dire che non
importa.
Mary sbuca fuori dall' angolo e lui la incrocia andandosene per
davvero.
L'aveva sentita arrivare ecco perché è andato via.
Sono
imbambolata ancora con il braccio alzato ed il libro in mano.
Mary mi guarda
sorridendo compiaciuta e torna al suo lavoro.
A me non rimane che pensare di
avere un grosso problema.
Prendo
tutti i miei libri, saluto Mary ringraziandola ancora per la bevanda calda
e
mentre sto per avviarmi alla porta mi dice: - non è un cattivo ragazzo. È solo…
-
ci pensa un po' – è solo triste.
Tiene le persone a distanza perché ha questa
fissazione di essere un mostro.
Non so da dove gli venga questa idea. – mi
guarda scuotendo la testa.
Rimango a fissarla. Cosa posso dire?
- Devi averlo colpito positivamente -
continua vedendomi ancora li.
- Non è mai successo rimanesse tranquillamente qui quando arriva altra gente.
Di solito se ne va. – mi sorride
e
prima che io venga a scoprire altri segreti di Edward Cullen me ne vado.
Sono
vicina al mio pick-up. Sto cercando di far entrare tutti i libri nello zaino.
Per sistemarli meglio appoggio tutto sul cofano. Stupendo.
La lampo si è
inceppata ed il gancetto mi è rimasto in mano. Stupendo veramente.
Sto
bestemmiando in arabo per la mia solita fortuna quando rabbrividisco
improvvisamente.
Sento un clacson suonare e mi giro. Mi paralizzo.
Tyler ha
sbandato con il suo furgone e mi sta venendo addosso.
Non riesco a muovere un
solo muscolo. Respiro profondamente ed accade di nuovo.
Mi sento cingere la
vita con un braccio. Vengo spinta verso il basso.
Sospesa tra l’asfalto ed il
suo corpo.
Con l'altra mano blocca il furgone spingendolo via da me.
Si volta a
guardarmi.
Non ha più gli occhiali ed ora si mi specchio nei suoi occhi e lui
nei miei.
Il tempo sembra sospeso.
Ci incateniamo nello stesso modo in cui
avvenne la prima volta.
Lo so che sono passati solo centesimi di secondo,
ma sembra eternità tra le sue braccia.
Mi appoggia delicatamente a terra,
come un fulmine salta entrambi i furgoni e
sparisce da dove è venuto.
Mi
sono tutti attorno ora.
Sembro sotto shock perché in realtà lo sono, ma non per
quello che tutti credono.
Edward Cullen mi ha nuovamente salvato la vita nello
stesso identico modo.
Vedo Jane ed Alec sul tetto della scuola. Ho veramente un
grosso problema.
|
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Capitolo 5 *** ISABELLA SWAN ***
5_ISABELLA SWADN
CAPITOLO 5
BELLA SWAN
Pov Edward
Sono
nello studio di mio padre.
Sto aspettando che Carlisle finisca di visitare la
pseudo italiana.
Con me c’è anche Rosalie, la rompi palle della famiglia.
Ha
sempre qualcosa da ridire su tutto. Mai conosciuto una vampira frustrata come
lei.
Eppure ha Emmet, è innamorata, ma no, non va ancora bene,
deve per forza rompere le scatole a me.
È un’ora che continua
a borbottare come se fosse una pentola a pressione.
Dopo i primi 5 minuti mi
sono estraniato.
Ho smesso di ascoltarla sia con le orecchie sia con la
mente.
Carlisle
entra.
la prima cosa che faccio senza nemmeno rendermene conto
è scandagliare
la sua mente per capire se la ragazza sta bene.
Lui sorride. Quando fa così non
lo sopporto.
Sembra proprio un padre che scopre in flagranza di reato il
proprio figlio.
- Sta bene, un po' scossa, ma è normale. Niente traumi, niente
di rotto, nemmeno un graffio.
Mi preoccupa più Charlie a dire il vero – ride
scuotendo la testa e si accomoda alla sua scrivania.
– Credo abbia perso 10 anni di vita
quando lo hanno avvisato che la ragazza di cui è tutore
da nemmeno un giorno ha
rischiato di morire. –
viene interrotto da Rosalie che continua a borbottare.
–
Certo, facciamo pure finta di niente. –
– Rosalie..- la ammonisce Carlisle sapendo
benissimo che ultimamente io e mia sorella
siamo ai ferri corti. Lui è così:
pacificatore/mediatore..
-Rosalie
cosa? – domanda squadrando in malo modo quello che è diventato a tutti gli
effetti nostro padre.
-Ti ha dato di volta il cervello? – si rivolge a me.
-Come
ti è saltato in mente di farlo così alla luce del sole? Hai messo in pericolo
tutti noi.
Non pensi si chiederà come diavolo hai fatto a spingere via il
furgone con una mano? –
è veramente furente, ma anche io.
-Non mi dà l'idea di essere una di quelle
stupide ragazzine che non hanno neuroni funzionanti.
Non penso si accontenterà
di una stupida scusa banale-
sono stufo, proprio stufo che stia sempre a rompermi
le palle.
– Sei un'ameba da un decennio e più, proprio oggi dovevi svegliarti?-
la guardo con odio.
Carlisle la ammonisce nuovamente per cercare di evitare uno
scontro diretto.
Troppo tardi.
-E
sentiamo, cosa avrei dovuto fare secondo te?- le chiedo scimmiottando la sua
voce
– Dovevo lasciarla morire? – sto per scaricarle addosso tutto il veleno
che ho in corpo,
ma sento la mano di mio padre appoggiarsi sulla mia spalla.
Mentre discutevo si è alzato per venire vicino alla poltrona su cui mi trovo.
–
Hai fatto bene Edward- Rosalie sta per replicare, ma stavolta la zittisce con
un solo sguardo.
-Hai fatto quello che ritenevi giusto.
Hai visto un pericolo
ed hai agito nel modo più veloce e possibile
che avevi a disposizione in quel
momento- mi rilasso alle sue parole
e mi appoggio nuovamente alla poltrona con
la sua mano sempre sulla mia spalla.
– Rosalie però ha ragione. Bella non è
stupida.
Mi ha infatti detto che se non si è fatta nulla è merito tuo.
sei
arrivato velocissimo e l’hai spinta lontano.
Non ha accennato al fatto che hai
spinto anche il furgone.
E se devo essere sincero questo suo celarlo mi mette
sull'attenti-
un silenzio un po’ irreale aleggia nella stanza.
Mi
alzo dalla poltrona e vado verso la finestra.
Noto nel cortile dell'ospedale
Capo Swan e Bella dirigersi verso il parcheggio.
Lei si blocca d’improvviso,
mentre Charlie prosegue.
Lentamente si gira a guardare verso l'alto, proprio
nella mia direzione.
Rimaniamo a fissarci.
Quando Charlie si rende conto che
lei è rimasta imbambolata torna indietro,
le mette un braccio sulle spalle e la
accompagna teneramente verso la macchina.
Lei continua a guardare me..
–
Quindi cosa facciamo? – domando a Carlisle
mentre Bella sparisce nella macchina
di quello che potrebbe essere tranquillamente suo padre.
È
una settimana che non vado a scuola.
Ho paura di incontrarla e che voglia in
qualche modo parlarmi, chiedere delle spiegazioni.
Alice non riesce a vedere
nulla. È un po' perplessa.
È come se Bella non prendesse decisioni, quindi lei
non riesce a vederne il futuro.
A scuola non l’hanno vista, Carlisle è quasi
sicuro Charlie l’abbia tenuta a casa.
Oggi
è nuvolo, tipica giornata da Forks.
Il clima è così, raramente ci sono giornate
assolate, ecco perché amiamo tanto vivere qui.
Sono seduto sul pavimento della
mia stanza, sul bordo che dà all'esterno.
Ho aperto le grandi porte finestre
che fanno da parete.
Ammiro tutto il bosco che circonda questa parte della
casa.
Esme
mi accarezza la testa. Lei è la donna che considero mia madre.
-Non potrai nasconderti per sempre da te
stesso-
cosi dicendo si mette seduta di fianco a me e lascia anche lei penzolare
le gambe nel vuoto.
– Lo so- chino la testa ed un sospiro mi percuote l'animo.
-Cosa ti spaventa bambino mio?- la guardo ed un sorriso dolce mi increspa le
labbra.
È l’unica che riesce ad intenerirmi. Mi scruto dentro, ma non trovo una
risposta.
Scuoto la testa, proprio non lo so.
-Ti
piace?- mi chiede candidamente mia madre.
Mi giro di scatto a guardarla e le
dico quasi inorridito
– È umana – Un sorriso a 32 dentature, non denti, proprio
dentature, le illumina il viso.
La guardo alzarsi totalmente scioccato da
quello che mi ha chiesto.
Si china a posarmi un bacio in fronte.
Nei suoi
occhi posso quasi scorgere un sentimento di pietà,
ma di quella buona, di
quella che hanno le madri verso i figli che si ostinano a non capire.
Prima
di lasciarmi solo con me stesso, mi sussurra
– Non hai risposto alla mia
domanda- continuo a non capire.
Allora da brava mamma qual è, mi prende per
mano
e mi accompagna nel groviglio dei miei pensieri. Pazientemente ripete:
- Non
è la risposta alla mia domanda.
Ti ho chiesto se ti piace, non se è umana o aliena,
ma soprattutto non ti ho detto a chi mi riferivo. Hai fatto tutto da solo.-
Mi
accarezza nuovamente ed esce dalla stanza.
Devo
uscire di qui, mi sento ancora più tormentato del solito adesso, che palle.
Spicco
un salto verso l'albero che si trova di fronte a me.
Mi lascio andare nel vuoto
e quando atterro
sul terreno morbido del bosco ricoperto di aghi di pino
mi metto a correre.
Corro veloce,
uso tutta la velocità che il mio stato di vampiro mi consente.
Non penso a dove vado. L’unica cosa a cui penso è: mi piace Isabella Swan?
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Capitolo 6 *** AMICI ***
6_AMICI
CAPITOLO 6
AMICI
Pov Bella
È
una settimana che non vado a scuola. Charlie è stato irremovibile.
Si è tanto spaventato che non ho obiettato.
La
prima volta non aveva reagito così, una sera l’ho sorpreso in bagno a piangere.
Parlava da solo guardandosi allo specchio e cercava di tranquillizzarsi.
Ripeteva: sta bene non è successo nulla.
Però dopo una settimana di stretta
sorveglianza sono stufa.
Se non c'era lui a casa a controllarmi lo chiedeva a
Jacob.
Sorrido al pensiero che un lupo mi faccia da guardia.
Non ho protestato
più di tanto con Charlie per la scuola se devo essere sincera.
Non volevo
incontrare Edward, è meglio se mi tengo alla larga.
Non voglio che Jane ed Alec
gli ronzino intorno.
Una
sera ha telefonato l'avvocato Aro dall'Italia per sapere come sto.
Appena
Charlie mi ha lasciata sola, ho dato ad Aro
qualche notizia di Seattle.
Fortunatamente a Charlie piace parlare del suo
lavoro,
quindi sono riuscita a scucirgli qualche informazione.
Sono convinta che
però Aro volesse sapere dei Cullen. Sicuramente Jane l’ha avvisato.
Per non
destare sospetti gli ho raccontato del mio incidente, di Edward, ma che era
tutto OK.
I Cullen non mi avevano riconosciuta, quindi potevo agire
indisturbata.
Mi auguro di essere stata convincente.
Sto
preparato uno zainetto con un libro, qualche
panino, copertina e kway
in caso di pioggia, sotto gli occhi furenti di
Charlie.
Dopo una settimana di prigionia ho voglia di evadere e stare sola.
Ho
promesso di non addentrarmi troppo nel bosco e di essere a casa presto.
Vuole
che mi porti dietro Jacob, ma mi sono impuntata: voglio stare sola. Devo
pensare.
Sono
arrivata. Ecco la mia amata radura.
Anche se è nuvolo, la distesa erbosa
ricoperta di fiori di campo scalda il mio cuore
come farebbe un caldo raggio di
sole.
Respiro profondamente per rafforzare nella mia memoria il ricordo di
questo posto magico.
Registro alla mia sinistra un movimento,
con la coda
dell'occhio vedo Edward bloccarsi poco prima della fine degli alberi,
deve
avermi vista prima di sbucare nella radura.
Angela e Jessica nelle loro varie
telefonate per accertarsi del mio stato di salute,
mi hanno detto che nemmeno
Edward sono-tormentato Cullen era a scuola in questi giorni.
Hai paura anche tu
vampiro?
Mi chiedo mentre mi decido a godermi la mia giornata
indipendentemente
da cosa voglia o non voglia fare lui.
Ho
steso la coperta, mangiato i miei panini ed ora leggo
il libro che in questa
settimana mi ha fatto compagnia: Storia di una ladra di libri.
Mi piace, mi
cattura facendomi immergere totalmente nelle sue pagine
ed evita che io pensi
troppo ai miei tanti problemi.
Non so quanto tempo sia passato, tra un po’
dovrò rientrare
altrimenti Charlie potrebbe mobilitare l’intero corpo di
polizia per venirmi a cercare.
-Ciao-
appena un sussurro il saluto del mio vampiro.
Alzo lentamente il viso e lui è
li davanti alla mia copertina,
mani in tasca e testa incassata nelle spalle
come a difendersi dal mondo.
-Ciao- rispondo fissandolo. Ha gli occhi tristi
davvero.
Ora mi attanaglia un dubbio. Forse ho sbagliato,
forse lui avrebbe davvero
preferito morire anni fa per liberarsi
definitivamente di questa vita che gli
sta stretta.
Ho deciso io per lui senza tenere conto del suo volere.
Non lo
avevo sempre rimproverato di fare così con me?
-Cosa
leggi di bello?- sento la sua voce ovattata
come se provenisse da chissà quale
mondo.
Si inginocchia rimanendo in bilico sulle punte dei piedi
appoggiando le
braccia sulle gambe. Nota il mio sconvolgimento interiore.
Gli è nato in viso
quel timido sorriso accennato che ho sempre adorato.
-Terra chiama Bella,
rispondi Bella- continuo a fissarlo
e l’unica cosa che riesco a dire è un
flebile -Eh?- e lui scoppia a ridere.
Non so perché mi metto a ridere anche io.
Si
presenta ufficialmente dato che la prima volta che ci siamo visti
è stato maleducato a non farlo, ma quella era una
giornata no
quindi aveva “scaricato” su di me il suo nervosismo.
Scambiamo
qualche parola sul libro.
Anche lui l'ha letto, ma non l’ha lasciato così
ammaliato
come sembra succedere invece a me.
Mi consiglia qualche altro libro
tra cui It di King.
Mi viene da ridere a pensare che mi ha consigliato un libro
su “mostri”,
ma evito per non dover dare tante spiegazioni.
Siamo
seduti da un po’ senza parlare.
Ha raccolto le gambe al petto ed ha il mento
appoggiato sulle ginocchia.
Parlo senza rendermene conto.
Il suo veleno torna
ad accarezzarmi come un amante fa con l'oggetto del suo desiderio.
-Edward,
grazie- lo vedo irrigidirsi! Ma continuo.
-Avrei voluto ringraziarti prima, ma
Charlie mi ha tenuta segregata in casa,
si è molto spaventato.- continua a
fissare davanti a se
-Non ti chiedo nulla di quel giorno perché non so nemmeno
se quello che ho visto
è reale o frutto dello shock, però ringraziarti è il
minimo che possa fare.
– Lo so che sta cercando di leggermi, ma non posso
proprio farlo entrare.
E così dicendo tranquillizzo lui e la famiglia,
soprattutto Rosalie che sicuramente avrà avuto da ridire.
-Bella,
noi non dovremmo essere amici. Non dico che io non lo voglia,
dico solo che non
dovremmo.- Ed eccolo lì il mio vampiro che si sente un mostro
e tiene a
distanza le persone. -Lo so, me lo ricordo-
mannaggia a me, mi pento subito della
risposta.
Lui si gira di scatto a guardarmi sospettoso.
Faccio una risatina
isterica per aggiustare il tiro.
– Si insomma Cullen, chi vorrebbe come amica
un disastro come me?-
continuo ridendo -Non sono per nulla coordinata, mi
caccio sempre nei guai,
o meglio, a pensarci bene sono loro ad inseguirmi.
Finiresti col dovermi salvare da qualche altro furgone per il resto della tua
vita-
mi blocco arrossendo come un peperone,
non posso davvero aver detto una
cosa del genere.
Abbasso gli occhi e li punto sul libro che tengo ancora
appoggiato alle mie gambe.
Edward
sorride, lo sento dal tono della voce con cui mi risponde
-Chi ti dice Swan che
sarebbe un dispiacere per me farlo?-
Ohhhhhh devo andarmene da qui, devo
assolutamente andarmene.
Inizio a ritirare le cose nello zaino adducendo come
scusa il fatto
che ormai è tardi e Charlie starà dando di matto.
Edward si
alza, piega in modo maniacale la coperta e me la porge.
Io ho già lo zaino in
spalla e non ho nessuna intenzione di perdere
altro tempo a riporla dentro, la
porterò a mano.
Sto per voltarmi ed incamminarmi quando lui mi appoggia un
bacio
leggero sulla testa, proprio come aveva fatto Charlie giorni addietro
-Ciao Bella, grazie per la giornata- accenno un sorriso e me ne vado via
più in
fretta che posso sussurrando un flebile ciao.
So che mi seguirà da lontano per
assicurarsi che non mi succeda nulla.
Accelero il passo continuando a chiedermi
come diavolo
ho fatto a ricacciarmi nuovamente nello stesso casino.
Che mi dice
la testa a me? Altro problema? Charlie mi ucciderà vista l'ora.
Pov Jacob
Charlie
stamani mi ha chiamato.
Bella vuole uscire ed andare a spasso per i boschi di
Forks.
Ovviamente si è impuntata e vuole andare sola.
Ho assicurato a Charlie
che l’avrei seguita a distanza senza farmi scoprire.
Noi lupi abbiamo i nostri
piccoli segreti.
Non so come ha fatto ad
arrivare alla radura sana e salva,
ogni due per tre si inciampava in radici o
pietre.
Avrei voluto prenderla in braccio e portarla in capo al mondo.
L'ho
praticamente raggiunta quando il mio corpo si mette in tensione.
Vampiro. Lo
sento, il fetore è inconfondibile. Aguzzo i sensi e mi guardo intorno.
Cerco di
non perdere d’occhio Bella, ma intanto cerco lui. Bingo.
Edward Cullen è
appollaiato su un albero poco distante da me.
Osserva Bella. Non posso cacciarlo
perché è nel suo territorio,
ma dovesse attaccare la mia amica, non starò di
certo a guardare.
Bella
sembra tranquilla.
Questa settimana abbiamo passato qualche giornata insieme, e
mi piace.
È simpatica, ironica, decisa, ma anche tenera. Alle volte un po'
tanto scoordinata.
Rido ripensando al giorno che cercando di prendere dei
contenitori dall'armadio
è scivolata dallo sgabello e l’ho acchiappata al volo.
Avrei voluto baciarla.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio. L’ho sentita
fremere.
Credo di piacerle anche io, ma si è subito liberata dalla mia presa
cercando di dissimulare l'imbarazzo.
Sogno praticamente ad occhi aperti il
momento in cui catturerò le sue labbra
quando mi accorgo che Cullen è sparito.
Mi
alzo di scatto dal tronco dove sono seduto
e controllo immediatamente Bella. Stupido,
stupido.
Meno
male Bella è ancora seduta intenta a leggere. Ma strabuzzo gli occhi.
Che
diavolo ci fa Cullen di fronte a lei.?
Cerco di controllarmi per non andare a
staccare con un solo morso la testa
di quel succhia sangue davanti alla ragazza
che credo di amare.
Mi avvicino di più per ascoltare cosa dicono. Guardali. Stringo
i pugni.
Ho una voglia matta di prenderlo a calci quel damerino.
La mia rabbia
si moltiplica quando vedo lei, la mia lei,
spostarsi per far posto sulla
coperta ad Edward succhia-sangue-dei-miei-stivali Cullen.
Quello che più mi fa
imbestialire è come lo guarda lei.
Sembra non abbia mai visto un ragazzo.
Che
supplizio. Mi sento il terzo incomodo.
Chiacchierano, ridono come se si
conoscessero da una vita.
I miei amici mi vedessero non farebbero che chiamarmi
Jacob reggi-moccolo Black.
Se sono ancora qui è solo per Charlie. Oh finalmente
Bella si è decisa ad andarsene.
Proprio un damerino lui.
Guardate come piega la
coperta a rallentatore per non lasciarla andare.
Quando scorrazza per i boschi
non è mica cosi lumaca.
Furente sono, furente. Le ha dato un bacio sui capelli
e lei è stata lì imbambolata.
Come se quel succhia sangue potesse farla felice,
ma per favore. Ridicolo proprio.
Il
rientro a casa è un tormento. Sia io che il succhia sangue seguiamo Bella.
Cosa
diavolo fa quel vampiro dei miei stivali?
Da quando in qua seguono un umano
senza saltargli al collo?
Non fanno questo i succhia sangue? Succhiano sangue.
Lo aspetto subito dopo che Bella si inoltra nuovamente
nel fitto del bosco per
tagliare verso casa sua.
-Cullen-
lo apostrofo. -Jacob- mi risponde con quel suo tono da altri tempi,
ma quanti
anni ha? -Cosa stai facendo?- mi avvicino guardando verso l'alto.
Senza fatica
si lancia nel vuoto lasciando l’albero su cui era ed atterrà davanti a me.
-Passeggio-
ha il coraggio di rispondermi
-Vedi di tenere le tue zanne lontane da Bella- la
tensione tra noi è evidente.
-Altrimenti che fai? Mi stacchi la testa a morsi?-
allarga le braccia come ad invitarmi a farlo ora. Come vorrei soddisfarlo.
Ci
stiamo studiando quando sentiamo un chiaro e forte MERDA urlato da Bella.
Lui
fa per scattare, ma lo blocco per un braccio.
Mi guarda con gli occhi iniettati
di sangue e mi dice di lasciarlo.
Un ghigno trasforma il mio viso ed ora
capisce anche lui.
Bella è nel mio territorio, lui non può avvicinarsi.
Ho
aspettato apposta che lei varcasse il nostro confine
per parlare a lui in modo
che lei fosse al sicuro.
Lo lascio andare.
– È umana lei. Non se ne fa niente
di uno come te nella sua vita. Non puoi offrirle nulla.-
Mi
sembra di vedere il suo sguardo rattristarsi.
No mi sbaglio. I succhia sangue
non hanno sentimenti nobili.
Sarà solo frustrazione perché l’ho messo nel sacco
come niente.
Lo lascio lì, passando oltre per andare da Bella. La mia Bella.
Quando ormai la raggiungo è seduta sulle scale di casa e si massaggia una
caviglia.
-Ciao
straniero- mi saluta solare. Mi siedo vicino a lei. Mi sento strano.
Mi fissa,
ma non è una sensazione piacevole anzi.
Indico lo zaino e le chiedo se è andata
da qualche parte di bello.
Mi risponde che è andata a passeggiare nei boschi.
Non
mi risponde in malo modo, è gentile,
sorridente mentre mi racconta che si è
inciampata a pochi metri da casa,
ma il suo sguardo sembra valutarmi.
Ad un
certo punto deglutisco perché sembra che a guardarmi
sia Edward succhia-sangue
Cullen e la cosa non mi piace proprio per niente.
Pensando
al vampiro mi innervosisco. -Bella devi fare attenzione.
Non sai mai chi puoi
incontrare. Sarebbe meglio non ci andassi da sola.
– Cos’è quel sorriso a
labbra strette? -Oh ma non ero sola Jacob- mi dice tagliente.
Deglutisco -C'eri
tu a vegliare su di me non è vero?-
Ora si è arrabbiata. Si alza e fa per
entrare. La prendo per un braccio.
Come si gira la lascio andare
immediatamente.
Non tanto perché è arrabbiata,
ma più per lo sguardo da Edward lasciami-andare-subito
Cullen che mi ha rivolto.
È lo stesso identico sguardo sanguinario che il
succhia sangue mi ha rifilato 20minuti fa.
Bella
rientra in casa sbattendo la porta chiamando a gran voce Charlie. Non vorrei
essere al suo posto.
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Capitolo 7 *** IL TEMPO INSIEME ***
7_IL TEMPO INSIEME
CAPITOLO 7
IL TEMPO INSIEME
Pov Bella
Perché
sono agitata? È solo una ricerca giusto? Una stupida ricerca!
Mi lascio andare
sul letto. Chi voglio prendere in giro?
Non è solo una ricerca, è una ricerca
con Edward Cullen.
Ho provato a parlare al prof. Molina, chiedergli di mettermi
con Mike od Eric,
ma non ha funzionato. Edward è il migliore della classe,
siccome io sono nuova preferisce che stia in coppia con lui
in caso abbia
bisogno di colmare lacune.
Devo dire che sia Mike sia Eric han tirato un
sospiro di sollievo,
non per me, ma per Edward. Chi non avrebbe fatto coppia
con la sottoscritta,
avrebbe dovuto lavorare con lui e nessuno dei due ne era
entusiasta.
Cosi oggi vado a casa Cullen. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.
Forse avrei dovuto accettare la proposta di Edward: trovarci a casa di Charlie,
ma ero ancora così arrabbiata per la storia di Jacob e del bosco che ho
rifiutato.
Un
clacson suona. È arrivato. Ovviamente è dovuto venir a prendermi,
non si fidava
del mio catorcio. Prendo lo zaino, scendo al volo le scale
e lancio un urlo a Charlie
dicendogli che vado. Non voglio che si incontrino.
Apro la porta ed Edward è
li. Stava per suonare il campanello.
-Ciao- gli dico superandolo ed avviandomi
verso la macchina. Sudo freddo.
Oh no, cosa c’è ora che non va? Mi volto lentamente,
vedo Edward e Charlie parlare sulla porta di casa.
Ma possibile che nulla vada
come io vorrei che andasse.?
Edward
arriva e mi apre la portiera della macchina.
Non so perché, ma mi giro a
guardarlo con un leggero odio dipinto negli occhi.
La cosa deve divertirlo.
China leggermente la testa verso di me.
Parla ed io mi fisso sulle sua bocca.
Da quanto non bacio quelle labbra?
-Isabella
Swan, lo sai che non dovresti salire in macchina con un perfetto sconosciuto,
senza presentarlo a Charlie? Se io fossi un cattivo, un mostro pronto a farti
del male,
nessuno saprebbe dove cercarti. Non farlo mai più- il suo tono è canzonatorio,
ma so che non sta scherzando.
Lui davvero non vuole che io vada in giro senza
avvisare Charlie
o chi che sia dei miei spostamenti, o dei miei contatti.
-Charlie
sa con chi devo fare una ricerca.
Tu non sei né cattivo né un mostro benché tu
lo pensi. Tu non mi farai del male.-
lo guardo dritto negli occhi e ripeto -Tu
non mi farai del male-
mi guarda con una tale intensità e stupore che vorrei
abbracciarlo e non lasciarlo andare più.
Salgo in macchina ed aspetto che lui
si riprenda dallo shock.
Prima di avviare la macchina si volta a guardarmi e
sussurra
– Pronta a scoprire chi è Edward Cullen? – lo guardo a mia volta,
le
mie difese si abbassano involontarie e penso: io so chi sei.
Accidentaccio,
penso recuperando immediatamente lo scudo.
Come è possibile? Io non volevo
fargli leggere questo pensiero.
Mi volto a guardare casa. Charlie è ancora sul
porticato ad osservarci.
Alzo la mano per salutarlo. Sento lo sguardo fisso di
Edward su di me.
Lo so che sta cercando una risposta a quello appena successo.
Continuo a guardare fuori finché si decide a partire.
Anche
se conosco questa casa, l’effetto che mi fa è sempre lo stesso.
Edward sorride
divertito mentre aspetta che io mi decida a fare gli scalini per raggiungerlo.
Alla fine torna indietro, mi mette una mano sulla schiena e comincia a
spingermi dolcemente.
Esme ci viene incontro, mi guarda con quel suo sguardo
dolce e giuro mi viene da piangere.
Anzi sto piangendo. Lo so che mi stanno
guardando come fossi pazza, ma non riesco a fermarmi.
Quando riesco a parlare
senza tremare dico solamente che mi ricorda una persona che conoscevo
e che mi
era molto cara. Immagino pensino mi riferisca a mia madre.
Esme mi abbraccia e
mi tiene stretta per un po’.
Poi si allontana dicendo che se abbiamo bisogno la
troviamo nel suo studio.
Prima di andare lascia una carezza dolce a suo figlio.
-Bella,
Bella, mi ascolti? – sento Edward cercare di riportarmi alla realtà.
È più
difficile di quanto mi aspettassi. Non riesco a concentrarmi.
In questa casa
non riesco a fare finta di nulla.
Avrei dovuto far cancellare la memoria anche
a me. Sarebbe servito?
L’ho fatta cancellare ad Edward, ma non sembra abbia
funzionato gran che.
Mi alzo e dico che devo andare in bagno.
Mi rinchiudo
dentro e non so quanto tempo ci rimango.
Dopo un bel po’ sento un leggero
bussare. -Bella, tutto bene?- piccolo il mio vampiro.
Ha quel suo tono da
preoccupato che mi ha sempre fatto tenerezza.
Cosa ti sto facendo Edward Cullen?
Apro la porta e sto li davanti a lui con la testa china a guardare la punta
delle sue scarpe.
-Giornata no?- mi chiede premuroso. Non riesco a fare altro
se non spallucce.
-Ho un idea. Ti fidi di me?-
Senza dire niente, senza nemmeno
accorgermene allungo la mano ed intreccio le mie dita alle sue.
-Direi di si-
risponde lui per me sorridendo.
Pov Edward
Non
so cosa la turbi. Non riesco a leggerle il pensiero.
Ci riuscissi potrei fare
qualcosa, invece posso solo provare ad indovinare.
Stiamo passeggiando mano
nella mano.
Da quando mi ha arpionato, non me l’ha più lasciata.
Non ho un
cuore che batte,
ma giuro, quando le sue dita si sono intrecciate alle mie
credo
che una scossa mi abbia attraversato tutto il corpo. Credo mi abbia stregato.
Carlisle dice che è
la mia cantante.
Effettivamente ho sete di lei, ma è una sete strana, non so
spiegarla.
Alle volte è come se lei mi richiamasse. Come se una parte di me
fosse in lei.
La sto portando sul promontorio che ho scoperto un po’ di tempo
fa. Si vede tutta la città.
Siamo arrivati.
Come
incantata, scivola via dalla mia mano per avanzare
e godersi lo spettacolo che
ha di fronte. Come la sua mano mi lascia,
vengo colpito in pieno petto da un
dolore atroce. Mi manca letteralmente il fiato.
È come se stessi riprovando un
sensazione già provata.
Mi si annebbia la vista, sono circondato da nebbia
nera. Devo calmarmi, cosa mi succede?
Sento distintamente nella mia mente una
voce sussurrarmi:
sei tutta la mia vita e poi due labbra posarsi sulle mie.
Spalanco gli occhi d’improvviso scosso per quello che mi è appena successo.
Bella mi dà la schiena ed è appoggiata al muretto ancora incantata dal
paesaggio.
Non so perché penso che vorrei fosse lei a sussurrarmi quelle parole
e a baciare le mie labbra.
Come in trance mi avvicino. La vedo irrigidirsi.
Le
circondo la vita con le braccia e le sussurro all'orecchio
– Non avrai mica
intenzione di buttarti di sotto?-
appoggia la testa al mio petto e sorridendo
mi dice di no.
Appoggia le sue braccia sulle mie e rimaniamo così.
Per me ci
possiamo rimanere anche tutta la vita.
Seduti
sul muretto, spalla a spalla le spiego che avevo scoperto quel posto per puro
caso.
– Cosa ti turba Bella? Lo so che non ci conosciamo,
ma se vuoi parlarmene
giuro non lo saprà mai nessuno.-
mi guarda come se mi conoscesse da sempre.
Inizia a raccontare.
-Mi
sento divisa a metà. La mia vita prima e la mia vita dopo.
Due vite distinte,
ma profondamente uguali.
Sono sempre io, ma qual è la vera me?- sospira.
-Vuoi
parlarmi della tua vecchia te?- annuisce.
-Avevo due genitori meravigliosi. Con
mio padre i rapporti erano un po' più freddi,
non perché non ci volessimo bene,
ma solo perché siamo fondamentalmente simili.
Entrambi chiusi! Introversi. Anche
se nell’ultimo periodo ci eravamo uniti molto,
forse molto più di quello che
credevo essere con mia madre.
Mia madre tutto l'opposto: un tornado. Mi mancano
cosi tanto.-
abbassa la testa e rimane in silenzio per un po’.
Non so bene cosa
fare, abbracciarla? Consolarla? Stare in silenzio?
Mi passo nervoso la mano nei
capelli e lei sorride.
– Avevo un ragazzo nella mia vecchia vita che faceva
sempre questo gesto quando era nervoso-
la guardo scioccato e dolorante per la
stilettata ricevuta diretta al cuore.
Lei mi prende la mano e sostiene il mio
sguardo. Lascio la sua mano e mi alzo.
Non voglio sapere. Non mi interessa. Fa
troppo male. Mi accorgo di essere geloso.
Vorrei togliere la vita a quel
ragazzo che le ha rubato il cuore
affondando i miei canini nel suo collo.
Bella
mi raggiunge e mi abbraccia appoggiandosi alla mia schiena.
Sento distintamente
il suo pensiero nella mia testa: sei tutta la mia vita.
Mi giro così di scatto
che rischia di cadere e la prendo al volo.
- cos'hai detto? – le chiedo balbettando. Lei mi sorride e scuote la
testa.
-Niente Cullen. Il troppo
ossigeno del bosco ti da’ alla testa- mi prende in giro divertita.
Io l’ho
sentita però. L’ho sentita distintamente.
Perché alle volte sento i suoi
pensieri ed altre volte no?
La guardo. Sembra sia lei a decidere cosa farmi sentire
e cosa no.
-Cullen,
o mi baci o mi rimetti in piedi? – continua a dire divertita.
Lo so che è una
battuta dovuta al fatto che ancora è stretta nel mio abbraccio sghimbescio,
ma
io davvero ho voglia di baciarla. Mi avvicino a lei lentamente.
Cerca di
scappare, ma le dico di non muoversi
e lei mi guarda come se già sapesse che
deve andare così.
Sono cosi vicino che sento il suo fiato caldo sul mio viso.
-Bella,
posso baciarti?- lo so è roba di altri tempi, ma io provengo da li.
Lei mi
guarda divertita, alza gli occhi al cielo anche se non sembra sconvolta
dal
fatto che un altro non avrebbe chiesto mentre io si.
Sorride, chiude gli occhi e
dischiude leggermente le labbra in attesa delle mie.
Come
le nostre labbra si toccano la sento rabbrividire.
Mi allontano per guardarla
in viso. Ha le gote colorate di un intenso color rosso pastello.
Siccome
eravamo in una posizione un po' scomoda, la rimetto in piedi senza lasciarla
andare.
Mi stringe anche lei ed alza il viso per guardarmi.
-Tu non sai quanto ti ho aspettata- mi è
venuto spontaneo dirlo.
È la verità. Credo di averla sempre aspettata senza
saperlo.
Si
irrigidisce. Si allontana. Ha lo sguardo triste.
Dice che è tardi e che Charlie
presto verrà a cercarmi per scuoiarmi vivo.
Mi dà la schiena e si incammina da
dove siamo arrivati.
Il tormento provato fino ad ora non è nulla in confronto
a
quello che provo a vederla andare via.
|
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Capitolo 8 *** FIGLI ***
8_FIGLI
CAPITOLO 8
FIGLI
Pov Bella
Ho
detto a Charlie di non sentirmi bene.
Scuola saltata per qualche giorno. Sono
una vigliacca lo so.
Non fa parte di me questo comportamento,
ma dover gestire
la vecchia Bella mi sta dando parecchi problemi con Edward.
Non riesco a
stargli lontana se lui è nei paraggi.
Ora credo di sapere cosa provava.
Guai su
guai su guai sto collezionando da quando sono a Forks.
Dovevo
controllare Seattle, invece mi ritrovo a pensare continuamente a lui.
Cosa mi è
passato per la testa di fargli sentir che è tutta la mia vita?
Poi baciarlo..
Baciarlo… non devo pensarci. Cosa faccio ora? Mi odierà?
Sarà ancora più
tormentato ora? S
to affogando nei miei stessi pensieri quando Charlie bussa
alla mia porta.
– Ci sono visite. Una tua amica- mi dice aprendo la porta.
Strano, penso.
Jessica ed Angela mi han detto sarebbero passate domani,
magari
una delle due ha cambiato idea.
Mi tiro su dal letto rimanendo seduta con le
gambe incrociate.
Quando
la mia amica entra in stanza credo di aver assunto un color verdognolo.
Charlie
ci lascia e richiude la porta. Rosalie è di fronte a me.
Stupenda nella sua
immortalità. Si guarda un po' intorno.
Accarezza il piano della mia scrivania soffermandosi
ad ammirare
i poster appesi alla parete.
Si avvia verso la finestra e guarda fuori
facendo finta di ammirare il
paesaggio. Nessuna delle due parla.
Io ancora non riesco a connettere il cervello.
Non trovo risposta alla mia domanda: cosa ci fa Rosalie Cullen nella mia stanza?.
Si volta lentamente a guardarmi. I suoi occhi sono neri come la pece.
Solo una
cosa può averla portata qui. Edward.
-Vedo
che hai capito perché sono qui- la sua voce non è arrabbiata.
Sembra calma, ma
so che è finzione.
Potesse, mi staccherebbe la testa e brucerebbe i resti del
mio corpo.
Aspetta che io dica qualcosa, ma non so cosa dire.
Di tutta la
famiglia Cullen, Rosalie è quella che mi fa paura.
Non il vampiro, ma l’umana
che è ancora molto presente in lei.
-Non ti permetterò di fare del male ad
Edward-
la guardo spalancando gli occhi, faccio per replicare,
ma il suo
sguardo mi sta dicendo: non hai parlato quando dovevi,
ora starai zitta.
-Edward
non è un ragazzo come gli altri, lui è speciale.
Ha un animo cosi sensibile che
tu non puoi nemmeno immaginartelo.
Lui non dà mai la colpa agli altri. Lui
incolpa sempre e solo se stesso.-
aspetta prima di continuare, ed il mio -lo
so- è un soffio.
Prende un respiro profondo – Guardami Bella-
alzo il viso come
catturata dal suo comando -No che non lo sai.
Perché se davvero lo sapessi, non
lo avresti baciato per poi scomparire.
Se davvero lo sapessi, non l’avresti
lasciato a tormentarsi per delle colpe che non ha.
Pensa di essere lui quello
sbagliato capisci?-
la guardo e penso di vedere per la prima volta Rosalie.
-Non
ti permetterò di fargli del male. Qualcosa mi dice che già ci siamo incontrate.
Non ricordo dove, quando, perché. Ogni fibra del mio essere lo ricorda,
ma non
la mia mente. Qualcosa mi dice che ho lasciato
che gli facessi del male quella volta. Non
succederà più.
Non importa se poi lui mi odierà.- il mio colorito deve essere
sempre più verde.
Sento lo stomaco contorcersi e faccio fatica a trattenere i
conati.
Rosalie continua a fissarmi ed io vorrei solo correre in bagno.
-Bella,
se provi qualcosa per mio fratello, provalo come si deve,
altrimenti sparisci
per sempre e smetti di dargli il tormento.
Perché tu sei il suo tormento-
Non
resisto più.
Corro in bagno e mentre sono piegata in due sulla tazza del bagno
sento Rosalie scendere le scale, salutare Charlie,
ringraziarlo ed avvisarlo che
non mi sono sentita bene.
Mio padre corre di sopra e mi trova in una valle di
lacrime misto vomito.
Pov Carlisle
-No
Esme tranquilla, non farò tardi. Passo da Charlie prima di venire a casa.
Si,
pare che Bella non stia bene, mi ha chiesto se potevo passare a darle una
controllata.
Edward?- come sospettavo mi conferma che Edward non è ancora
rientrato.
Sospiro riagganciando il telefono in macchina.
Inizia veramente a
preoccuparmi il più piccolo della famiglia.
Ormai sono giorni che non torna a
casa.
Parcheggio
nel vialetto di casa Swan.
Charlie è sul porticato di casa e mi aspetta ansioso.
Mi viene da sorridere.
Lui umano, io vampiro, ma entrambi padri putativi di due
adolescenti
che ci stanno dando non pochi grattacapi.
Stringo la mano che mi
tende, so che sentirà il freddo della mia,
ma dopo ormai centinaia di anni ho
imparato a non farmi problemi con gli umani.
Bella
è stesa a letto. Ho chiesto a Charlie di aspettare di sotto.
I ragazzi fanno
più fatica a confidarsi se i genitori sono presenti.
Volente o nolente ormai
Charlie è entrato nella modalità padre
e Bella lo recepisce esattamente così.
-Bella posso?- la ragazza si volta e rimane a
fissarmi come se si
domandasse cosa ci faccio nella sua camera. Ha pianto,
direi anche tanto.
Un sorriso mi illumina il viso e lei mi sorride di rimando.
L'uomo è un mistero che mi affascina sempre, come la prima volta.
Ecco perché
sono diventato dottore. Le spiego di Charlie e del perché mi trovo li.
Le
prendo la pressione, ausculto cuore e polmoni, controllo l'addome.
Dopo i
controlli di routine, prendo la sedia che sta dove la sua scrivania
e mi siedo avvicinandola
al letto. Aspetto.
-Oggi
è venuta Rosalie- mi dice timidamente. Scuoto la testa.
Non solo Edward mi dà
grattacapi, ci si mette anche Rosy.
-Io la capisco, vuole bene a suo fratello e
vuole proteggerlo. Ed ha perfettamente rag…-
alzo la mano e non la faccio
finire. -No Bella, no. Questa è una cosa tra te ed Edward.
Rosalie può dare
consigli a suo fratello, può esprimergli il suo punto di vista,
ma deve
fermarsi li.- dico passandomi la mano nei capelli nervosamente.
Sorride. Lo so
che ha notato che Edward fa lo stesso.
-Bella,
voglio che tu capisca che al mondo ci sono cose che sono inevitabili.
Pur
facendo di tutto per evitarle. Se è
destino che due persone debbano
appartenersi succederà. Non importa cosa si
possa fare per evitarlo:
scomparire, negare, dimenticare -
lascio in sospeso
questa frase e lei spalanca gli occhi guardandomi intensamente.
Mi alzo dalla
sedia e la rimetto al suo posto.
– Quello che si ha nel cuore si può cercare di
nasconderlo
quanto si vuole, si può cercare di seppellirlo nel più profondo
degli abissi,
ma quando deve emergere non chiede il permesso a nessuno.
Io
voglio bene ad Edward, è mio figlio.
È testardo e come dice sua madre si ostina
a non voler capire.
Ci sono solo due cose che possono metter fine al suo
tormento.
Una sei tu Bella e l'altra non voglio nemmeno pronunciarla.
Non ti
preoccupare di Rosalie. Ama essere teatrale.
Non farà nulla che possa ferire
Edward. Quindi deduco non farà nulla a
te-
Chiudo
la mia valigetta e quando sto per uscire dalla sua stanza mi blocca.
-Carlisle,
ho paura che sarò io a fare del male ad Edward.-
mi guarda e lacrime scorrono
sul suo viso.
L’ abbraccio e le sussurro che non succederà.
Tutto seguirà il
percorso tracciato. Non deve avere paura, ma fiducia.
Esco
da casa Swan dopo aver rassicurato Charlie.
Guardo verso il bosco al di là
della strada.
Lascio che la mia mente dica quello che vorrebbe dire la mia
voce:
Edward Cullen, vieni a casa con me ora. Tua madre è preoccupata.
Una
figura esce dalla macchia verde. Mani in tasca e testa incassata tra le spalle.
Saliamo in macchina. Mio figlio mi chiede come facevo a sapere.
Metto in moto e
mi avvio verso casa nostra
– E dove potevi essere se non qui dove abita il tuo
cuore?-
chiude gli occhi, appoggia la testa sul sedile e sospira.
Sei
stanco, denutrito.
Stasera ti farò una trasfusione e non voglio sentir
replicare.
Un leggero sorriso gli increspa il viso.
Ha sentito forte e chiaro
il mio pensiero. Figli!!!!
|
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Capitolo 9 *** GELOSIA ***
9_GELOSIA
CAPITOLO 9
GELOSIA
Pov Bella
Ripenso
e ripenso a quello che mi ha detto Carlisle: non si può dimenticare.
Sarà
veramente così? Nonostante Marcus davvero non hanno dimenticato?
Anche Rosalie
sembra ricordarsi di me in qualche modo.
In che guaio mi sono cacciata?
Non
posso nemmeno confidarmi con Jacob come forse avrei fatto una volta.
Devo
arrangiarmi. Bene quale sarà la mia prossima mossa?
Mi metto seduta sul letto.
Forse la prima cosa da fare è tornare
a scuola e vedere che succede. Oggi è
sabato.
Ho due giorni per ritrovare il coraggio. Una calma improvvisa si
espande in me.
Sento il campanello di casa suonare e Charlie chiamarmi dal
fondo delle scale.
Scendo cosi come sono: indosso un pigiama con delle
scimmiette disegnate sopra,
ciabatte pellucciose ed ho i capelli tutti
scompigliati.
Come
arrivo in salotto vorrei sprofondare.
Edward è in piedi vicino a mio padre ed
entrambi mi guardano come se fossi aliena.
Mio padre sta morendo dalla voglia
di ridere, io lo fulmino con uno sguardo
che non ammette repliche: dopo faremo
un discorsetto capo Swan.
Il vampiro invece sembra aver preso una paresi
facciale.
Continua a guardarmi, mi sento a disagio.
Mi guarda come se fossi la
cosa più bella che abbia mai visto.
Ha stampato in viso quel suo sorriso
sghembo.
-Ciao-
mi dice riprendendosi per primo
-siccome dobbiamo finire la ricerca di biologia
e non sei rientrata a scuola,
ho pensato di passare a vedere se te la sentivi
di continuarla un po' oggi –
il suo sorriso sghembo torna sul suo viso ed io
annuisco solamente.
-Vado a mettermi una tuta ed arrivo.- dico appena la
salivazione
torna a funzionare correttamente. -Se stai più comoda cosi non è un
problema.
Le planarie non credo si spaventino e nemmeno io. Sei bellissima con
quelle scimmiette-
dice senza accorgersi del mio rossore e dello sguardo omicida
di Charlie.
Capo
Swan è stato chiamato in centrale, ha dovuto lasciarci soli
e la cosa non gli è
piaciuta granché.
Prima ha preteso di venire su in camera mia a darmi due
dritte
ed ha cercato una mia vecchia tuta informe che non avesse nessun
tipo di
animale stampato sopra, soprattutto scimmiette.
Prima di chiudere la porta di
casa dietro di lui,
gli ho stampato un bacio sulla guancia che non si
aspettava.
Adoro la sua gelosia di padre.
Edward
era già seduto al tavolo del salotto ed aveva già preparato il materiale.
Sorrideva scuotendo la testa.
Immagino abbia sentito
i pensieri da serial killer che Charlie avrà fatto su di lui,
sulle scimmiette
e sulla mia tuta informe. -Ti fa ridere eh?-
gli dico sedendomi a mia volta.
Lui continua a sorridere,
a scuotere la testa ed io penso che Edward Cullen è
davvero
un bel vampiro ed io non ho smesso di amarlo in tutti questi anni.
Sospiro.
Abbiamo
lavorato celermente. Senza imbarazzo.
Come se quel bacio non ci fosse stato. Eravamo
a nostro agio, almeno io si.
Abbiamo chiacchierato, mi ha raccontato un po’
della sua famiglia,
dei fratelli, di Alice che è la stramba della famiglia e di
Rosalie che invece è la rompipalle.
L’ha definita proprio cosi. Non mi sono
tenuta e gli ho chiesto perché la chiamasse così.
-Mi dà il tormento, tutto
qui. Non ci faccio più caso, la lascio parlare senza nemmeno ascoltarla-
La
rivedo nella mia stanza e non so perché mi viene naturale difenderla.
–
Credo ti voglia molto bene e che si preoccupi per te-
Edward ora-mi-spieghi-che-stai-blaterando
Cullen punta i suoi occhi
castani dorati dentro i miei, cerca di indagare il perché
della mia difesa
e come faccio a sapere che il motivo che spinge Rosalie ad
essere un tormento
è il suo volergli bene.
-Inutile che mi guardi così. Non te
lo dirò mai-
scoppio a ridere mentre lui rimane interdetto.
Gli
chiedo se gli va di fare una pausa perché ho fame.
Mi dirigo in cucina
continuando a ridere.
Mentre metto su l’acqua per il the, preparo due tazze e
due fette di torta.
So perfettamente che lui non mangerà, ma lui non sa che io
so.
Questo mi fa ridere ancora di più.
-Ti
faccio ridere eh?- mi apostrofa affacciandosi in cucina.
Io annuisco
continuando a ridere.
Il campanello suona e gli chiedo se può andare lui ad
aprire,
mentre io finisco di preparare lo spuntino.
Sento
aprire la porta e poi un forte trambusto,
come qualcosa che sbatte contro un
muro.
-CHE CI FAI TU QUI?- sento gridare Jacob.
Pov Jacob
Come
si è aperta la porta il mio sorriso si è tramutato in smorfia.
Cosa diamine ci fa
Cullen a casa di Bella.
Dopo il primo momento di sbigottimento, l’ho
scaraventato al muro
ed ora gli ringhio contro. Mi sento strattonare un braccio
e
senza rendermene conto mi libero di quel moscerino fastidioso spingendolo
via.
Il problema è che accecato dalla rabbia non mi sono reso
conto che quel
moscerino era Bella. L’ho scaraventata a terra.
In
men che non si dica mi ritrovo sbattuto contro il muro opposto
a quello dove mi
trovavo e Cullen mi guarda con gli occhi iniettati di sangue.
Sono neri come il
carbone ed anche lui sta ringhiando.
Vedo i canini aguzzi pronti a conficcarsi
nel mio collo.
Sto per liberarmi di lui, quando vedo una mano bianca ed
esile appoggiarsi
al suo braccio. Rimango paralizzato pensando
che ora lui si girerà verso la
ragazza che amo ed affonderà i canini
nel suo di collo e non nel mio.
-Bella
scappa- cerco di dire, ma escono parole sconnesse.
Il vampiro mi tiene un
braccio sulla gola. Bella mi guarda.
Di nuovo mi sembra di vedere gli stessi
occhi di Cullen.
Lei lo abbraccia appoggiandosi alla sua schiena.
-Edward sto bene. È tutto OK. Lascialo andare-
gli sussurra dolcemente.
Il vampiro molla leggermente la presa e torno a
respirare meglio.
-Edward- sussurra nuovamente. Lui molla definitivamente e
si
allontana quel tanto da permettere a lei di mettersi in mezzo a noi.
Lo guarda e
ripete -Sto bene davvero. È tutto ok- Lui guarda entrambi.
Chiude gli occhi,
scuote la testa e scompare come un fulmine uscendo da casa.
È
arrabbiata con me. Lo sento. Si allontana tornando in salotto.
La trovo intenta
a ritirare libri e fogli. Divide il materiale mettendo
qualcosa in uno zaino e lasciandone
altro sul tavolo.
-Bella- provo ad avvicinarmi timidamente. Questo suo
atteggiamento mi urta.
Io la proteggo da un vampiro e mi tratta con freddezza,
lui per poco non mi azzanna e lei lo difende.
Lo so che lei non ha la minima
idea della situazione.
Non sa dell'esistenza di vampiri e licantropi,
ma dovrebbe
avvertire che lui è male ed io bene.
-Dovresti
veramente scegliere meglio le tue amicizie-
dico stizzito spinto da una gelosia
crescente.
Lei si gira, si mette lo zaino in spalla.
Noto che lo zaino ha lo
stemma dei Cullen disegnato sopra.
Capisco le intenzioni che ha.
-Bella,
non avrai davvero intenzione di andargli dietro?- le chiedo serafico.
-Seguo
il tuo consiglio Jake. Scelgo bene le mie amicizie.-
Detto questo mi lascia nel
salotto di casa sua.
Sento sbattere la porta di ingresso, il rumore del pick-up
che si avvia
e si allontana.
La
rabbia sale.
Esco fuori correndo e
diventando quello che sono
mi inoltro nel fitto del bosco.
|
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Capitolo 10 *** I CULLEN ***
10_I CULLEN
CAPITOLO 10
I CULLEN
Pov Bella
Jacob
mi fa proprio infuriare quando fa così.
Questa volta non basteranno le solite
scuse. Che nervoso.
Spero solo di non farmi una figuraccia e che Edward sia
tornato a casa sua.
Portargli lo zaino senza sapere se è li mi mette
agitazione.
E se mi apre Rosalie?. Deglutisco ripensando agli occhi della
vampira.
Tiro un sospiro di sollievo quando arrivando davanti alla grande casa
dei Cullen il mio pick-up si ferma di fianco alla Volvo grigia.
La
casa illuminata sembra ancora più maestosa.
Scendo e vedo Edward allontanarsi
dalla grande vetra
ta che fa da parete alla sua stanza.
Con titubanza mi avvio
verso la porta di ingresso,
ma ad aprirmi non viene lui. La mia amica Rosalie
mi si staglia di fronte con le braccia incrociate
ed il suo sguardo non preannuncia
nulla di buono.
-Ciao-
le dico nel tono più gentile che possiedo
-Edward ha dimenticato lo zaino con
tutto il materiale di scuola da me.
Ho pensato di riportarglielo.- ovviamente
non proferisce parola,
ma allunga la mano per fare in modo che io le dia lo
zaino
e sparisca al più presto dalla sua vista e dalla sua casa.
Esme
ci raggiunge. Mi saluta con quel suo sorriso gentile
e mi abbraccia,
rimproverando bonariamente la figlia
per la poca ospitalità dimostratami.
Rosalie lascia cadere lo zaino sul pavimento irritata,
ma un leggero tossire
della madre la costringe a tornare sui suoi passi,
riprendere lo zaino ed
avviarsi verso la scalinata.
Esme mi
prende a braccetto e mi fa entrare.
Sono
tutti, o quasi, in salotto.
Emmet e Jusper sul divano guardano una partita di
baseball,
Carlisle sulla poltrona legge il giornale. Come si accorge di me
sorride,
si alza, viene a salutarmi e mi
presenta i figli.
La mia mente continua
ad ordinare alle mie gambe di tornare
da dove sono venuta, ma il mio corpo non
obbedisce.
Non riesco proprio a rinunciare a loro.
Li sento come se fossero la
mia famiglia.
-OH
MIOOOOOO DIOOOOO- un urlo riempie la stanza
facendoci girare verso la persona
che l’ha generato.
Alice, appena entrata nel salotto, mi guarda con gli occhi
fuori dalle orbite,
il viso sconvolto da una
smorfia disgustata incorniciato dalle mani
con cui si tiene le guance.
Si avvicina a me con passo da guerra,
mi squadra da testa a piedi. – Isabella
Swan, come diavolo ti sei conciata? –
tutti mi fissano. Mi fisso anche io.
La
mia tuta informe effettivamente è molto molto molto informe.
Scoppiano tutti a
ridere. Io continuo a guardare lei e la mia tuta.
Ad un certo punto mi sorride,
mi dice che passeremo un po' di ore a fare shopping,
a rimodernare il mio
guardaroba. I fratelli continuano a prenderla in giro.
Lei mi mette un braccio
sulle spalle, mi volta verso di loro
e sfidandoli con lo sguardo asserisce che diventeremo
migliori amiche di shopping e non solo.
Fa la linguaccia ai fratelli e si volta
ancora una volta
a guardarmi sorridendo.
La
guardo e mi accorgo che la mia amica mi è davvero mancata tanto.
Non so perché,
ma lo faccio. La abbraccio felice che lei voglia
essermi di nuovo amica. Tutti
smettono di ridere.
Lei ricambia il mio abbraccio anche se sento
che non si
aspettava la mia reazione.
Quando mi sciolgo dal suo abbraccio, so che Edward è
vicino.
Il suo veleno in me lo sente. Ed i miei piedi,
come avvenne in
biblioteca, fanno tutto da soli.
Mi
rendo conto che la famiglia mi sta guardando,
ma non riesco a controllarli.
Sono sospinta da qualcosa che va al di là della mia volontà.
Raggiungo la
scalinata che porta al secondo piano.
Edward è li sul primo gradino. -Ciao-
dico in un sussurro.
-Hai lasciato lo zaino da me. Ho pensato di riportartelo
in caso ti servisse.
– il mio sussurro continua. -Potevi portarlo a scuola
lunedì.
Charlie sa che sei venuta fino a qui con quel catorcio?-
dice lui serafico mentre io abbasso lo
sguardo e
scuoto la testa in senso di negazione.
Lui sospira pronunciando il
mio nome quasi esasperato.
-Oh
Edward smettila di trattare male la mia
migliore amica-
Alice ci ha raggiunto e dà uno scappellotto sul braccio al
fratello.
-Se tu non sei contento della visita di Bella io si- gli fa
l'occhiolino.
Edward si passa nervoso la mano nei capelli
ed Alice scoppia a
ridere continuando a prenderlo in giro,
riportandomi in salotto.
Pov Edward
Siamo
tutti in salotto.
Emmet e Jusper hanno requisito Bella per giocare alla play.
Alice
si è unita a loro. Ridono divertiti perché Bella
riesce a far essere
scoordinato anche il suo avatar.
Ho insistito con Carlisle perché avvisasse Charlie
che lei era qui.
L'aveva lasciata con me nel pomeriggio
e non volevo pensasse
che le era capitato qualcosa causa mia.
Rosalie
ovviamente fissa Bella con odio
e non si sforza nemmeno di celarmi i suoi
pensieri. È umana.
Non va bene per te. Se lo scoprono i Volturi. Etc.. Etc..
Etc…
come al solito dopo un po' mi estranio
io dalla sua mente.
Mi sento toccare una spalla. Carlisle ha avvisato Charlie.
Lui ha ringraziato e si è sentito sollevato perché avrebbe fatto tardi
al
lavoro per via di Seattle. Se Bella non era sola stava più tranquillo.
Seattle.
Un bel problema. Se la situazione non torna alla normalità
prima o poi dovremo
intervenire. Tutte quelle sparizioni e tutti i tafferugli
non preannunciano nulla
di buono. Prima sistemiamo la faccenda
meglio è per tutti. Non amiamo molto
incontrare i Volturi.
Se Seattle non si calma, la loro presenza non tarderà a
manifestarsi.
Torno
a guardare la mia famiglia e mi stupisco di come Bella
sembra a suo agio con loro. Ride e scherza con Emmet,
parla tranquillamente con Jusper, riesce a stare dietro a quella
di pazza di
Alice e sembra addirittura cercare di approcciarsi a Rosalie.
Si
è fatto tardi. È ora per la mia famiglia di andare a caccia,
ma nessuno sembra
voler rinunciare alla sua compagnia.
Come
se mi avesse letto nel pensiero, si alza dal divano dicendo
che ormai è tardi e
che Charlie molto probabilmente è tornato a casa.
Ringrazia per la bella serata
e per la compagnia.
Esme la abbraccia chiedendole di tornare presto poi mi
guarda
facendomi un segno con la testa. -Se vuoi ti riaccompagno-
le dico
quando ormai ha salutato tutti e si appresta a scendere le scale.
Si volta a guardarmi
– Se ti fidi della mia guida...-
e ride con Emmet vedendo la mia espressione.
Siamo
davanti al suo pick-up.
-Non ti preoccupare Edward, poi come fai a tornare a
casa se mi accompagni?-
La mia idea era quella
di portarla a casa con la mia macchina
non certo con il suo catorcio, ma ormai
è già salita al posto guida.
Faccio spallucce, mi siedo lato passeggero e dico
che Emmet si è offerto
di venirmi a recuperare. Cosa non vera ovviamente.
Appena assicuratomi che lei è sana e salva a casa, raggiungerò la family a
caccia.
-Bene,
vediamo se ci si può fidare-
mi rilasso sul sedile con le braccia dietro la testa.
La sento ridere ed ingranare la prima per fare manovra
ed immettersi sulla
strada che l’ha portata qui. Il viaggio è tranquillo.
Guida bene e questo mi
tranquillizza,
non dovrò preoccuparmi quando è a spasso con il suo macinino.
-Tu
e Jacob siete molto amici?- mi stupisco addirittura io della domanda.
Mi spiega
che Charlie ed il padre di Jake sono molto amici
e quindi loro sono diventati amici
di riflesso. Il silenzio cala tra noi.
-Mi spiace di averlo aggredito oggi, ma
quando ti ha spinta via io… - e mi blocco.
Non so spiegarlo a me figuriamoci a
lei.
Il silenzio aleggia di nuovo mentre si ferma ad un semaforo.
-Visto
Cullen te lo avevo detto. Se sei mio amico ti toccherà tirarmi
sempre fuori dai
guai.- Ride e torna a concentrarsi sulla guida.
Siamo
arrivati a casa sua. Charlie è rientrato.
La macchina è davanti al vialetto e
le luci sono accese.
Scendiamo dal trabiccolo e l'accompagno davanti alla
porta.
-Grazie per la serata. Mi sono divertita con la tua famiglia.-
mi
sorride si alza in punta di piedi e mi dà un bacio sulla guancia.
Entra in
casa.
Io
rimango ancora li davanti alla sua porta.
La mia mano è salita a toccare il
punto dove le sue labbra
hanno lasciato il marchio. Sono imbambolato.
Il suo gesto
mi ha sorpreso e non solo me. Jacob non è molto distante.
Sento i suoi pensieri
ed anche lui è sorpreso quanto me.
Si chiede cosa diavolo ci trovi Bella in un
succhia sangue
e sinceramente me lo sto domandando anche io.
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Capitolo 11 *** GUAI GROSSI ***
11_GUAI GROSSI
CAPITOLO 11
GUAI GROSSI
Pov Bella
I
miei amici a scuola sono stati contenti di vedermi tornare.
Tanto contenti che
mi hanno costretta ad unirmi a loro:
La Push baby, La Push non faceva che
ripetere Eric.
Alla fine mi sono fatta convincere.
Mentre tutta la scenetta si
ripeteva come allora,
le mie rotelline giravano impazzite.
Ho quasi la
sensazione che ci siano eventi che si ripetono
esattamente come nell'altra mia
vita perché sono nodi
cruciali che ebbero un impatto importante sullo svolgersi
di tutta la situazione.
Primo:
la scuola ed il mio incontrare i Cullen.
Secondo:
il mio incidente.
Terzo:
La Push, scoprire la legenda dei lupi e capire chi era Edward.
Ora
sono qui seduta nel furgone di Tyler mentre osservo tutti cambiarsi per
surfare.
Angela mi parla di Eric e del ballo. Jacob arriva con alcuni amici.
Jessica sorprende tutti, tranne me, spifferando che avevo invitato Edward,
ma
che lui aveva rifiutato. Jacob mi chiede di passeggiare.
-Bella,
Edward Cullen non è davvero tipo da frequentare.-
mi dice il mio amico
sospirando. -Perché?- gli domando fermandomi
-Lo conosci? L’hai frequentato e
sai che non è una bella persona?
Ha commesso crimini?- aspetto che mi dica
qualcosa,
ma ovviamente non lo fa perché non può.
-Bella,
ti voglio bene, lo sai. Mi preoccupo per te, per la tua incolumità.
Devi stare
lontana da Edward Cullen se non vuoi che succedano casini.-
È serio. Lo so che
ha ragione, devo stare lontana da Edward,
ma non per salvare me, per salvare lui.
Ci ho provato, so che lo sto mettendo in pericolo,
ma è come se non potessi
farne a meno.
Come se tutto l'universo si muovesse per fare in modo
di rimetterci
sulla stessa strada.
Alzo
il viso per guardare Jacob. Se la mia teoria è esatta,
gli eventi importanti
alla fine ci hanno portato dai Volturi.
Se ho ragione, anche questa volta in
qualche modo
ci ritroveremo davanti ad Aro.
Edward in qualche modo vorrà farla
finita
ed io cercherò di salvarlo rinunciando a lui.
-Bella?
Bella che ti succede?- sento la voce di Jake ovattata
mentre un pensiero si fa
strada in me.
Se io riuscissi a stabilire gli eventi importanti,
potrei
modificarli cercando di cambiarne cosi lo svolgimento?
Questo servirebbe ad
evitare Edward davanti ai Volturi?
Se non riuscissi ad evitarlo potrei cambiare
direttamente l'evento a Volterra?
-Hai
ragione Jake. Io ed Edward Cullen insieme attiriamo guai.
Guai grossi- lascio
esterrefatto il mio amico mentre io torno dagli altri
cercando di fare una
classifica degli eventi e della loro importanza.
Ricordo che dopo la gita alla
spiaggia andammo a Port Angeles
per i vestiti delle ragazze ed Edward mi salvò
da quei tipacci.
Passammo la serata insieme ed il giorno dopo gli dissi che
sapevo chi era.
Bene deciso, niente shopping per me con Jessica ed Angela.
Quella
sera in camera mia, stilai veramente in
ordine,
per come ricordavo, gli eventi che avevano unito
od allontanato me ed
il mio vampiro. Vicino ad ognuno scrissi cosa,
secondo me, aveva generato nelle
nostre vite. Ero soddisfatta di me stessa.
Prima di coricarmi avevo anche
chiuso la finestra con il gancetto.
Edward Cullen deve smettere di venire a rimirarmi
mentre dormo.
Almeno finché non sarò in grado di capire se devo attaccarmi a
lui
stile cozza per evitare il suo tormento, o se devo stargli lontano
in modo
che non si innamori, e quindi non gli venga l’idea di farla finita.
Pov Edward
Ok,
devo cercare di calmarmi.
Quella ragazza mi farà diventare frustrato stile
Rosalie.
L’ho lasciata il venerdì in un modo, la ritrovo al lunedì totalmente
cambiata.
Si sarà offesa perché non sono andato alla spiaggia?
Eppure non mi ha
dato l’idea di essersela presa, anzi,
mi sembrava quasi che se lo aspettasse.
Il fatto di non riuscire a leggerle la mente poi mi fa andare fuori di matto.
Non so mai cosa aspettarmi. Quando succede mi sento perfettamente umano.
È
una settimana che mi evita. Vorrei davvero sapere cosa diavolo è successo.
-E
cosi caro il mio fratellino sei cotto come una pera-
Alice mi guarda dalla
porta della mia stanza e ride divertita.
-Alice, non è giornata- le rispondo
cercando di farla andare via.
Ovviamente il folletto “malefico” che è in lei
non ci pensa
minimamente ad andarsene. -Oh Edward smettila, con te non è mai
giornata.
Invece di startene qui a crogiolarti su domande esistenziali
che
riguardano Bella ed il suo evitarti, perché non cerchi
di porre rimedio al suo
comportamento facendo qualcosa?-
Guardo
mia sorella e davvero mi chiedo come possa dire una cosa del genere.
Bella è
umana, io sono un vampiro. È giusto che lei mi eviti. È giusto mi stia alla
larga.
Devo lasciarla stare. Il fatto che abbia bloccato la finestra della sua
stanza
l’ho quasi visto come un segnale. Un suo dirmi, anche se non può sapere
che mi intrufolo ad osservarla a dormire, stai alla larga.
-Edward
smettila di pensare. Segui il cuore. Tanto lo sai,
Carlisle lo ripete
all'infinito, se deve succedere succederà- si blocca all'improvviso.
Deve avere
una visione. Mi avvicino e le chiedo che ha visto.
È leggermente più pallida
del solito.
-Victoria
è qui. Incontrerà Bella nei boschi- Ora sono pallido anche io.
Victoria ha
perso il suo compagno anni fa.
James è rimasto vittima di qualche altro
vampiro.
Da allora ogni tanto ci imbattiamo in lei.
Torna a Forks
periodicamente in cerca di qualcosa o qualcuno.
Carlisle ha cercato di parlarle
più volte,
ma lei lo deride dicendogli che vuole vendetta e che la otterrà.
Spesso l’ho sentita rispondergli: prima o poi ricorderà
ed allora sarò io a
ridere. Non sappiamo a cosa si riferisce. Almeno, io non lo so.
-Incontrerà
Bella?- chiedo a mia sorella scuotendola.
-Si, ho visto una radura. Victoria è
a caccia. Bella sta leggendo seduta in quella radura.-
Non la lascio finire,
sto già correndo a perdifiato pregando,
cosa che non faccio mai, di arrivare
prima della vampira.
Sbuco
nella radura e Victoria è davanti a Bella.
In un batti baleno mi ritrovo in
mezzo alle due.
La vampira mi guarda con uno sguardo pieno di odio.
-Cullen-
guarda Bella e le sorride. Quel sorriso non preannuncia nulla di buono.
-Anche
tu da queste parti? Che coincidenza-
Qualcosa non va… Decisamente qualcosa non
va.
Guarda Bella come se la conoscesse, ma è impossibile.
-Bella
è una mia compagna di scuola. Mi stava aspettando per una ricerca-
dico la
prima cretinata che mi viene in mente ed
è davvero una cretinata.
Victoria scoppia a ridere. Una risata isterica.
Guarda
Bella ed intanto cerca di parlare.
– Ah beh, se dovete fare una ricerca!-
riesce a dire fermando quella risata stridula.
-Tutto sto casino per nulla, per
poi ritrovarsi a fare una ricerca insieme.
Su cosa dovete ricercare? Sulle
strade infinite dell'universo?
Su come il destino giochi brutti scherzi? –
continua a ridere e a guardare Bella con lo sguardo assassino.
Cerco di leggere
i suoi pensieri perché le sue parole sono alquanto sconnesse.
Il vuoto.
Esattamente come succede con Bella.
Sia
io che Victoria avvertiamo un rumore giungere da dietro gli alberi.
Ci voltiano
verso quegli alberi e occhi da lupo ci stanno fissando.
Jacob con i suoi amici
sono pronti ad intervenire.
Victoria si rivolge a Bella – Prima o poi ci
rivedremo e
continueremo il discorso che Cullen ha cosi magistralmente
interrotto-
sparisce nel nulla allontanandosi da me e dai lupi.
Mi
giro per assicurarmi che Bella stia bene.
Ero cosi teso per Victoria che non mi
sono curato di lei.
-Stai bene? Ti ha fatto qualche cosa? La conosci? Di cosa
stavate parlando? –
le chiedo accorgendomi solo ora della stupidità della mie domande.
Bella non sa nulla di vampiri.
Mi
guarda e scuote la testa.
Vorrei abbracciarla, ma visto il suo evitarmi non
credo le farebbe piacere.
Mi passo nervosamente la mano nei capelli.
Non vorrei
lasciarla, ma non voglio obbligarla ad accettare la mia presenza.
La saluto e
faccio per andarmene quando un pensiero mi attraversa la mente:
Edward, mi
abbracci?
Mi
volto di scatto verso di lei.
Sta li con la testa bassa e si sta martoriando
tutte le dita delle mani nervosamente.
Risento la voce di Alice: fai qualcosa.
Lo faccio.
La tiro verso di me e la racchiudo in un abbraccio ermetico. È cosi
calda.
Il suo profumo è così buono. Affondo il mio viso nei suoi capelli.
Lei mi
avvolge con le sue di braccia ed il mio cuore batte impazzito.
È una cosa
impossibile per me, per quello che sono,
ma lo sento rimbombare cosi forte
nella mia cassa toracica
che la stringo più forte cercando di non farle male.
L’ho
riaccompagnata a casa. Jacob ci ha seguiti da lontano.
Sentivo i suoi pensieri
martellarmi il cervello.
Ho raccontato a Carlisle l'accaduto.
Ha cercato di
celarmi i suoi pensieri, ma credo di aver captato preoccupazione.
Ora è buio
pesto. Sono sotto la finestra di camera sua.
Lo so che è chiusa con il blocca
finestre, ma ho deciso di controllare.
Salto su e trovo la finestra aperta.
Un
sorriso sghembo di felicità mi attraversa il viso.
Entro in stanza e mi metto
nell'angolo che in questi mesi
mi ha visto innamorarmi di Isabella Swan.
Non mi
importa se questo amore porterà guai grossi.
Non mi importa più dopo oggi.
La
paura che potesse morire mi ha fatto vedere
le cose da altre prospettive: lei è
tutta la mia vita.
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Capitolo 12 *** AMARSI ***
12_AMARSI
CAPITOLO 12
AMARSI
Pov Bella
OK,
lo ammetto, la mia forza di volontà per stare lontana
dal vampiro è pari a
zero. Ho resistito una settimana.
Ho cercato di scansare gli eventi importanti,
ma altri hanno bussato alla porta e non ho potuto evitarli.
Vedere Victoria li
davanti a me mi ha sconvolta.
Sapere che James è morto per mano dei Cullen mi
ha paralizzata.
Perché non è stato cancellato? Perché Victoria sa perfettamente
chi sono?
Che gioco sta giocando Aro?
Quando
ho visto Edward tra di noi ho capito che
non potrò fare nulla per evitare i Volturi.
Aro vuole la piccola vampira Cullen, quindi ci ritroveremo in quei sotterranei.
Io, Edward ed Alice. Victoria sicuramente ha in mente qualche cosa
e se ricorda
me, la morte di James, i Cullen,
ed ha mantenuto vivo l'odio verso Edward
e
verso il suo amore per me, vuol dire che Aro approva.
Ero
terrorizzata, ma il mio vampiro è giunto a salvarmi.
L’unica cosa che sono
riuscita a fare è stato schermare
Victoria per evitare che Edward vi leggesse
tutte le cose che sa
e che lui non deve sapere. Se davvero finirò per
ritrovarmi
in Italia alla corte dei tre fratelli succhia sangue,
allora mi godrò
l'amore per Edward sono-tormentato Cullen.
Un sorriso increspa le mie labbra
mentre sento il rossore imporporare le mie guance.
Sono
nel cortile della scuola e come allora sto aspettando di vederlo arrivare.
Eccolo.
Mi incammino verso di lui, lo supero e mi inerpico sulla riva dietro
l'edifico addentrandomi
nel bosco. Passandogli accanto l’ho sentito sospirare.
Anche lui sa che è
inevitabile. Ha provato a tenermi lontana, ma l’amore è più forte.
Tutto
si svolge pressappoco uguale. Gli dico che so che è un vampiro.
Mi trascina per
un braccio, mi carica in spalle e poi corre per portarmi oltre le nubi.
Il sole
lo illumina ed è davvero bellissimo. Mi parla dei suoi tormenti, delle sue
paure.
Non riesce a leggermi ed ha
bisogno di sapere cosa penso.
Mi chiede se ho paura.
-Ora
si, ho paura.- sorrido quando lo vedo allontanarsi ferito dalle mie parole.
Mi
avvicino -Non ho paura di te. Ho paura tu svanisca.
Ho paura che un giorno te
ne andrai e mi lascerai qui distrutta
dal dolore per averti perso. Paura che
quel dolore distrugga anche te.-
Gli accarezzo una guancia e lui si appoggia
alla mia mano come farebbe un cucciolo.
I suoi occhi catturano i miei. -Sei
tutta la mia vita Bella- mi dice ed io gli credo.
Lo so che è vero perché anche
lui è tutta la mia
-Edward
promettimi che qualsiasi cosa succeda non ci lasceremo mai.
Promettimi che non
te ne andrai per salvare la mia anima.
Perché davvero io non sopravvivrei.
Giuramelo. –
tenta di svicolare, ma io insisto -Giuralo –
Quello che vede nei
miei occhi deve averlo convinto perché giura.
Ed
ora faccio quello che da tanto tempo aspettavo.
Mi avvicino sempre più alle sue
labbra.
I suoi occhi passano dai miei alla mia bocca
– Bella, forse sarebbe
meglio … - cerca di evitare il contatto.
Lo so che ha paura di non sapersi
controllare, ma io so che può.
Io l’ho già vissuto.
-Baciami
Cullen- il mio è quasi un sussurro supplichevole.
Cattura le mie labbra ed il
nostro amore sboccia nuovamente come anni fa.
Tutto torna al giusto posto. Le
tessere del puzzle si sono incastrate correttamente.
Abbraccio il mio vampiro e
rimaniamo cosi a lungo.
Pov Edward
Dopo
la giornata passata con Bella, ho radunato la mia famiglia in soggiorno.
Devo
avvisarli che ho deciso di vivere questo amore.
Ho passato tutta la vita ad
aspettare la mia compagna.
Non posso farci niente se è umana.
Ho provato a
resistere, ad allontanarmi, ma tutto in qualche modo mi riporta a lei.
Sono
consapevole che non sarà facile, anche Bella lo sa,
ma vogliamo darci una
possibilità.
-Bene,
cosa succede di cosi urgente?- Rosalie sarà lo scoglio più duro da superare.
Guardo mia sorella e sospiro. Spero che Emmet mi dia una mano
a contenere l'ira
della rompipalle. Lui ha apprezzato subito Bella,
ha legato immediatamente,
quindi dovrebbe essere felice per me.
-Amo
Bella- dico a tutti dopo aver preso un bel respiro profondo.
Mi guardano come a
dire: si lo sappiamo.
-Anche lei ama me- mi sento cosi osservato che questa
ultima frase
l’ho detta titubante -Ci siamo fidanzati- ora la mia voce è solo
più un sussurro.
Perché mi guardano cosi? Metto le mani in tasca,
incasso la
testa nelle spalle ed il mio sguardo si pianta sui miei piedi.
Lo rialzo sulla
mia famiglia quando tutti scoppiano a ridere.
Stanno
li nel salotto di casa a ridere.
Mi travolgono con le loro parole: era l'ora che
aspettavi?
Finalmente non sarai più Edward sono tormentato Cullen,
ma Edward
sono-innamorato Cullen. Esme viene ad abbracciarmi,
mi sussurra che ho scelto
bene, Bella le piace molto.
I miei fratelli mi prendono in giro e continuano a
dirmi che
mi daranno lezioni di educazione sessuale.
Alice già pregusta lo
shopping con la mia ragazza.
Rosalie invece non dice nulla, sento chiaro il suo
pensiero:
se ti fa soffrire i miei canini non avranno pietà.
Le sorrido, so che
è il suo modo di dirmi: ti voglio bene.
Carlisle sembra felice per me. Sembra.
La sua benedizione mi sta a cuore.
Lo vedo preoccupato, dovrò parlargli quando
saremo soli.
Sono
sotto casa di Bella. Sono venuto a prenderla per andare a scuola.
Si è
affacciata alla finestra al suono del clacson.
Mi ha sorriso, scosso la testa
come a dire che sono pazzo
ed è sparita per andare a prepararsi. Si sono pazzo.
Totalmente pazzo di lei.
Il
viaggio in macchina è stato un po’ strano, imbarazzante, carico di sentimento.
Siamo entrambi timidi quindi non ben consapevoli di cosa fare.
Ok, ci siamo. Ho
parcheggiato.
Sento tutti i pensieri della gente che ci ha visti arrivare.
Apro
la portiera alla mia ragazza. Ride perché tutti ci stanno guardando.
Quel suo
sorriso mi dà coraggio.
Le dico che stiamo infrangendo tutte le regole,
quindi
se devo andare all'inferno allora è
meglio farlo per bene.
Le metto un braccio intorno alle spalle, lei è mia, che
lo sappiano tutti.
Lei mi guarda, scuote la testa e me lo dice proprio
-Cullen,
tu sei matto- e ride. Amo la sua risata.
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Capitolo 13 *** ESSERE COPPIA ***
13_ESSERE COPPIA
CAPITOLO 13
ESSERE COPPIA
Pov Bella.
Sorrido.
Penso a come sto affrontando questo mio essere
la nuova/vecchia ragazza del
vampiro.
Anche se ho già vissuto queste cose, è tutto diverso.
Edward è
diverso. All'epoca il tormento non lo aveva lasciato del tutto,
si preoccupava
della mia anima, del fatto di poter farmi male,
anche ora lo fa, ma in modo
diverso, in modo definirei più maturo.
Io invece sembro una scolaretta alla sua
prima cotta,
che non si discosta poi molto dalla realtà.
Edward Cullen è
l’unico ragazzo che è riuscito a catturare il mio cuore,
il mio corpo, la mia anima
in ben due vite diverse.
Stiamo
vivendo il nostro essere coppia.
A scuola ci rintaniamo spesso in biblioteca,
Mary credo sia segretamente innamorata del mio ragazzo,
tutte le volte si
illumina a vederlo.
Edward mi prende in giro: dice che sono gelosa.
Allora per
vendetta gli ricordo che lui è geloso marcio di Jacob,
che prima o poi organizzerò
un'uscita con il mio amico:
è un po' che non lo vedo. Il mio ragazzo, mi piace
chiamarlo così,
cambia subito espressione. Di solito mi chiede scusa asserendo
che
non sono per nulla gelosa. Ci guardiamo negli occhi ridendo come scemi.
È
cosi che di solito Mary ci trova tra gli scaffali della biblioteca: felici.
-Sei
felice?- mi chiede Edward appena entrato in camera mia dalla finestra.
Deve
avermi vista ridere. Annuisco e mi sposto per fargli spazio nel letto.
-Lo sai vero che se Charlie ti becca sei un
vampiro morto?-
rido pensando alla faccia del capo polizia quando
gli ho detto
che ero la ragazza di Edward Cullen.
Mi aveva guardata con una faccia che non
prometteva nulla di buono
ed aveva borbottato tutto il giorno: quelle dannate
scimmie.
Lo avevo raccontato ad Edward, lui ridendo mi aveva svelato
che per
Charlie il minore dei figli Cullen
si era innamorato di me grazie alle scimmie
del pigiama.
-Lo
so- mi risponde passando un braccio
oltre la mia testa accogliendomi sul suo petto
-Correrò il rischio- mi stringe e mi posa un bacio delicato sui capelli.
-Alice
vuole organizzare un’uscita di coppie-
mi dice mentre io mi stavo
addormentando, ma mi risveglio subito.
-Cosa?- chiedo incredula alzandomi
leggermente per guardarlo negli occhi,
ci vedo dipinto il mio stesso terrore.
-Lo so, ho cercato di convincerla. Quando
si mette in testa una cosa
mi martella talmente tanto con i suoi pensieri che
sono obbligato a cedere-
mi dice distogliendo gli occhi dai miei
– Quindi hai
accettato?- chiedo sapendo già che le mie speranze
di un rifiuto sono vane.
Infatti annuisce chiedendomi scusa,
anche lui non è entusiasta, ma non è
riuscito proprio a svicolare.
-Potrei
provarci io- dico in un sussurro.
-Accomodati pure se riesci a tollerare ore
ore ore di shopping con lei.
Perché sarà così che ti porterà allo sfinimento
per ottenere un si.
Se ci vuoi provare io sono con te con il pensiero.
Con il
corpo non ci penso proprio a sostenerti.
Non ho nessuna intenzione di farvi da
fattorino-
ride dandomi un bacio delicato in fronte. Sospiro sconfitta.
Non
resisterei nemmeno 5 minuti figuriamoci ore.
Prima di addormentarmi penso che
forse non sarà cosi male.
Pov Edward
Ok
ci siamo. Uscita serale per i fratelli Cullen più Bella.
Alice ha voluto fare
questa serata tutti insieme.
Per fortuna abbiamo raggiunto un compromesso,
ha
organizzato una specie di pigiama party qui a casa.
Almeno possiamo essere noi
stessi senza dover fingere come facciamo a scuola.
Mi preoccupa un po’ Jusper,
anche se l'altra volta non ha avuto problemi con Bella,
lui non riesce ancora a
gestire molto bene la sua sete di sangue umano.
Dovrò stare molto attento.
Ho
appena messo lo zaino di Bella in macchina
mentre aspetto che lei saluti
Charlie e rido per i pensieri di quest’ultimo.
Le ha messo 2 bombolette al
peperoncino nelle tasche della giacca
e si sta chiedendo se ha portato il
pigiama con le scimmiette per dormire da noi.
Rettifico. Ha dato voce ai suoi
pensieri e non gli è piaciuta la risposta di lei.
Mi raggiunge in macchina e
scoppia a ridere.
Metto in moto e le dico che è crudele a prendere in giro Charlie.
– Mi piace stuzzicare la sua gelosia di padre- mi dice ridendo, ma si blocca di
colpo.
Si è accorta di averlo chiamato padre. -Tutto bene?-
le prendo la mano
per farle sapere che ci sono. Stringe la mia mano
-Charlie per me è mio padre
esattamente come Carlisle lo è per te-
mi guarda, mi sorride, ma qualche nube
triste passa nei suoi bellissimi occhi cioccolato.
-Bellaaaaaaaaaaa,
ma insomma non c’è speranza con te-
Alice è sconvolta e sconsolata, la mia
ragazza ha indossato
il pigiama scimmiette ed io rido pensando che Charlie
si
coalizzerebbe volentieri con mia sorella, ma per motivi totalmente diversi.
-Sono
bellissima- le risponde Bella ridendo facendomi l'occhiolino
e correndo tra le
mie braccia. Guardiamo Alice e le facciamo linguaccia.
Tutti scoppiamo a ridere
alle sue minacce di shopping per il resto delle nostre vite.
La
serata alla fine si è rivelata carina.
Abbiamo giocato a Twister, ai mimi, dove
l’ilarità è arrivata alle stelle
quando Emmet ha dovuto mimare la bella e la
bestia con la mia ragazza.
Bella non faceva che ridere ed Emmet non smetteva di
sbuffare.
Addirittura Rosalie si è presa gioco del suo orsacchiotto.
Abbiamo guardato
film come se fossimo al cinema.
La mia ragazza ha preparato popcorn che
ovviamente
ha mangiato solo lei mentre noi vampiri li usavamo
per far canestro nella
sua bocca.
Ora
si sono ritirati tutti nelle loro stanze. Io e Bella siamo ancora sul divano.
-Che
stupido. Ora dove ti faccio dormire? Non ho il letto in camera mia-
Alice mi
aveva cosi tartassato la testa con questa serata che quando
ho ceduto per il
pigiama party non ho minimamente pensato al letto per Bella.
-Non importa- mi
dice stringendosi a me -Possiamo stare anche qui sul divano-
-….Mmmm no, ho un'idea migliore- mi alzo,
la
prendo in braccio e la porto in camera mia.
Dopo
averla lasciata li, vado veloce nella cabina armadio di Alice,
raccatto tutte
le trapunte ed i cuscini che trovo.
Mia sorella ha la mania di comprare tutte
le trapunte più trapuntose che trova.
Torno da Bella e mi guarda stupita.
Sistemo tutto sul pavimento creando
un materasso trapuntoso, poi apro le porte finestre
-Madame- le faccio segno di accomodarsi.
Spengo le luci, metto un po’ di musica
e la raggiungo.
Dopo un po’ la sento sussurrare.
-Oh Edward- mi si stringe ancora di più
addosso
e non ho bisogno di guardarla negli occhi per sapere
che sta ammirando
il tutto con un meraviglioso stupore dipinto in viso.
Davanti
a noi il bosco che ci circonda è tempestato di lucciole
che illuminano come
piccole stelle il buio di questa bellissima notte.
La notte più bella della mia
vita.
-Edward,
ricorda che hai giurato.
Qualunque cosa succeda la affronteremo insieme- la
stringo forte a me.
Non so perché mi dice questo,
forse per le nubi tristi che
le ho visto negli occhi.
-Lo giuro- le dico baciandola quando alza il viso per
guardare i miei di occhi.
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Capitolo 14 *** ROSSO RUBINO ***
14_ROSSO RUBINO
CAPITOLO 14
ROSSO RUBINO
Pov Bella
Sono
ancora abbracciata ad Edward. Faccio finta di dormire.
Non voglio abbandonare
questa stanza, questo giaciglio,
questo corpo a cui sono aggrappata. Ieri è
stata una bella serata.
Ci siamo divertiti. Sto bene con loro, mi sento una di
loro,
mi sono sempre sentita una di loro.
Quando stavamo ammirando lo
spettacolare cielo di lucciole
che circondava il buio del bosco, ho iniziato a
sudare freddo.
Il mio corpo mi stava dicendo che accadrà qualcosa che non mi
piacerà.
Anche ora lo sta facendo.
-Hai
intenzione di fare finta ancora per molto?-
mi chiede divertito il vampiro che
amo.
Se solo lui sapesse vorrebbe fingere con me.
-Mmmmm ci sto pensando
seriamente- dico sospirando.
Mi metto a sedere. Lui fa lo stesso.. -Cosa succede?- mi domanda preoccupato.
Lo
guardo e penso che se lasciassi cadere il mio scudo
sarebbe tutto più facile
per me. Sarebbe lo stesso per lui?
Scuoto la testa e rispondo un semplice nulla
stringendomi nelle spalle.
Dopo
esserci preparati scendiamo in cucina dove Esme
sta preparando la colazione, ovviamente solo per me.
-Mmm che buon
profumino. Non dovevi disturbarti Esme,
potevo far colazione a casa- le dico avvicinandomi per sbirciare.
Lei mi
sorride e mi rimprovera, finalmente ha la scusa
per utilizzare questa cucina
super attrezzata.
Le chiedo di poter fare qualcosa per non sentirmi in debito.
Mi passa una baguette, posso tostare un po’ di pane se mi va.
Torno dalla
parte della penisola dove Edward si è
seduto
curioso di vedere all’opera la mia arte culinaria .
Mi passa un tagliere
mentre io apro il cassetto per prendere un coltello.
Mentre
sto per tagliare la prima fetta di pane,
un lungo brivido parte dal mio piede
sinistro
ed attraversa tutto il mio corpo per raggiungere il mio cuore
bloccandomi il respiro per poi ridiscendere
nuovamente il mio corpo e fermare la
sua corsa nel mio piede destro.
Praticamente ha formato una grande V al
rovescio.
Sto pensando alla V quando il coltello affonda nella crosta del pane,
penso a V come Volturi quando la lama si sposta
ed invece di finire sul
tagliere finisce sul mio dito che tiene ferma la pagnotta.
Succede
tutto in fretta.
Io ho solo il tempo di registrare una macchia rossa sul
tagliere,
Alice entrando in cucina con Jusper urla no.
Emmet, subito dietro di
loro, cerca di intercettare il fratello
ed io sento di volare letteralmente
verso la parte opposta da dove sono.
Edward come un fulmine mi ha spinta per
allontanarmi, non dosando la forza.
Mentre io mi schianto contro la vetrinetta
dei bicchieri,
lui ha raggiunto Emmet per aiutarlo a tenere Jusper.
Dopo aver
infranto la vetrinetta, scivolo a terra sul tappeto bianco
che si trova ai
piedi del mobile. Noto una macchia sempre più grande
allargarsi sul tappeto. Sangue
scorre lungo il mio braccio.
I rivoli partono dai punti dove schegge di vetro si
sono conficcate.
Rimango rapita dal colore. Il mio sangue mescolato al veleno
di Edward Cullen è di una bellissima sfumatura rosso rubino.
Alzo lentamente
gli occhi verso il mio vampiro.
Mentre Emmet aiutato da Alice e Rosalie porta
via Jusper ,
Edward è bloccato, immobile come una statua,
leggo puro terrore nei
suoi occhi.
Quello stesso terrore che anni fa lo portò a lasciarmi
e a lacerare
il mio cuore.
Mi
sento sollevare. Carlisle stringe un asciugamano intorno al mio braccio.
Lo
sento impartire ordini a tutti.
Obbliga Edward a raggiungere Jusper per
parlargli,
il fratello sicuramente si sta colpevolizzando per l'accaduto.
Mi porta
reggendomi per la vita nel suo studio.
Vuole controllare il mio braccio.
Non
sudo più freddo. Il mio corpo ha fatto il suo dovere.
Mi ha avvisata ed aveva
ragione: non mi piace per niente quello che è accaduto.
Pov Carlisle
Ho
lasciato un attimo Bella nello studio dopo averle
tolto tutte le schegge dal
braccio ed averle messo dei punti.
Voglio controllare Edward e Jusper ed
assicurarmi che si siano chiariti.
Jusper sicuramente si starà tormentando.
Quando
rientro nella stanza, Bella è di fronte al grande quadro
che occupa la parete
centrale. Quel quadro rappresenta
una parte della mia lunga vita. All'epoca
vivevo a Volterra.
Non ero il 4° fratello, ma mi apprestavo a diventarlo.
Cambiai idea.
Non volevo essere un mostro come invece erano i 3 succhia sangue
italiani.
Lasciai i Volturi ovviamente incorrendo nelle ire di Aro
che da
allora aspetta un passo falso mio o della mia famiglia per vendicarsi.
Mi
avvicino alla ragazza che per la seconda volta
nella vita ha rubato il cuore di
mio figlio. -Tu sai chi sono vero?-
mi chiede continuando a guardarmi dipinto
ad olio sulla tela
che si staglia di fronte a lei. -Ni- le rispondo attirando
la sua attenzione.
Sorride quando si volta a guardarmi ed io ricambio.
Rimaniamo
a parlare a lungo seduti sul divano di fronte al quadro.
Mi alzo a prendere i
diari che da anni accompagnano la mia vita.
Le spiego che tutti gli eventi
importanti successi a me, ai miei amici,
alla mia famiglia, sono racchiusi in
queste pagine.
Ne tengo traccia per non dimenticare e perché potrebbero
sempre
servire come memoria storica.
Le
dico che quando è riapparsa nella nostra vita,
ho dato retta all'istinto di
Rosalie. Il suo essere ancora così fortemente umana,
la rende pericolosamente
intuitiva.
Bella ride e mi racconta che la
parte di Rosalie che le ha sempre fatto paura
non è mai stata il suo essere
vampira, ma l’ essere umana.
Seguendo quindi le sensazioni di Rosy, avevo
ripreso in mano i miei diari
ed ero tornato indietro di anni e anni, finché il
nome Isabella Bella-basta Swan
mi era apparso davanti. Avevo quasi rinunciato,
poi una parola aveva attirato
la mia attenzione: carbonara e mi ero deciso a girare ancora una pagina.
Il suo nome
era apparso nero su bianco affiancato a quello di Edward.
Bella
ascolta tutto. Poi racconta la sua versione,
andando a colmare pezzi di storia
che non ricordo e che non ho segnato.
Mi dice che Aro starà sicuramente tramando
qualcosa.
Il fatto di mandarla qui per controllare Seattle quando sa benissimo
che è territorio nostro la insospettisce, voleva evidentemente rimetterci
sulla
stessa strada. Mi chiede se ho scritto qualcosa
della sua seconda vita ed il
suo riapparire nuovamente nella nostra.
Le dico di no e mi chiede di non farlo,
di non dire nulla ad Edward.
Mi parla della sua teoria degli eventi. I tempi
sono quasi maturi.
Era stata la sua festa di compleanno la prima volta la causa
scatenante di tutto,
oggi è stata una fetta di pane tagliata male.
Mi
ringrazia, ora che sa di poter parlare con qualcuno si sente più leggera,
non
ha più paura di affrontare quello che verrà.
Mi chiede nuovamente di non dire
nulla ad Edward
-Non posso prometterlo Bella. Posso solo prometterti che non
lo farò
se non sarà necessario.- sembra bastarle.
Edward
ci raggiunge dopo aver bussato. Ha un pallore cadaverico in viso.
Vuole portare
Bella a casa. Le stringo forte la mano
e le sussurro che andrà tutto bene.
Ricambia la mia stretta prima di raggiungere Edward
che ormai è scappato in
corridoio senza aspettarla.
Mia
moglie mi raggiunge. Si siede vicino a me
e mi interroga con gli occhi. Ormai,
dopo tanti anni,
non abbiamo bisogno di parlare, ci capiamo al volo.
-Prevedo
tempi duri mia cara.- sospira e mi abbraccia.
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Capitolo 15 *** VOLTERRA ***
15_VOLTERRA
CAPITOLO 15
VOLTERRA
Pov Edward
Cosa
avrei fatto non fossi riuscito a fermare Jusper?
Chiudo gli occhi e sospiro
profondamente per calmarmi.
Sto riportando Bella a casa. Mi guarda ed anche se
non posso
leggere i suoi pensieri, so che è arrabbiata. Ha tutti i motivi per
esserlo.
Non è stata una buona idea rinchiuderla in una stanza con 7 vampiri.
Quando capiro’ che siamo pericolosi?
Pur essendo “vegetariani” rimaniamo
comunque dei vampiri:
mostri che uccidono per sangue.
Deve odiarmi in questo momento
ed il mio cuore si frantuma a questo pensiero.
-Hai
intenzione di continuare ancora per tanto?- è arrabbiata si e tanto.
Si capisce
benissimo dal tono che ha appena usato,
ma non capisco la sua domanda, cosa sto
facendo?
Deve intuire la sia confusione dal modo in cui la sto guardando.
–
Dico, hai intenzione di tormentarti ancora per tanto?- dice tagliente.
Ora
mi sto arrabbiando io. Siamo arrivati.
Fermo la macchina nel vialetto di casa
sua.
-Ti rendi conto che poteva succedere un disastro peggiore
di quello che è
avvenuto?- stringo le mani sul volante
immaginando i canini di Jusper affondare
nel collo
della ragazza che amo seduta di fianco a me.
-Si,
ma non è successo.- dice sempre più arrabbiata
– Quindi ora, secondo il tuo
pessimismo cosmico cosa dovremmo fare?
O meglio, cosa dovresti fare tu?
Lasciarmi? Abbandonarmi?
Rendermi libera per salvare la mia vita, la mia anima?
Riportarmi a casa e sparire?- mi guarda con aria di sfida. Sono sbalordito.
Come fa a saperlo? Come fa a sapere che l’ho pensato?
Mentre mio padre la
medicava io già pensavo di riportarla a casa
e poi sparire per sempre. Recarmi
a Volterra
e porre fine a questa mia vita che senza di lei non meriterebbe di
essere vissuta.
Mi ha cosi colto di sorpresa che abbasso lo sguardo e non dico
nulla.
-Edward-
il suo tono si è così addolcito che sembra un balsamo
per il mio cuore ferito.
I miei occhi cercano i suoi e sta sorridendo.
-Edward Cullen non farlo. Non
pensare che scomparendo dalla mia vita
tu mi faccia un favore o che tu possa
rendermi libera. Il mio cuore ti appartiene.
Nulla riuscirà a renderlo libero
se non potrà vivere l'amore che prova per te.
Sono legata a te per l’eternità.-
Mi accarezza ed io mi faccio curare le ferite
dal suo tocco leggero. Mi
abbraccia e non posso fare altro che stringerla a me.
-Hai
giurato Cullen ricordalo. Insieme.-
incatena i suoi meravigliosi occhi color
cioccolato ai miei castani dorati
ed io non ho più scampo. Mi ritrovo a
sussurrare
-Lo giuro- prima di catturare
le sue labbra
e bere la bevanda immortale che solo lei può offrirmi: l'amore.
Pov Bella
Edward
è appena andato via. Spero che non scompaia.
Ha nuovamente giurato, ma so
quanto il suo pessimismo cosmico
possa essere deleterio.
La
mia mano è sulla maniglia della porta di ingresso,
sto per entrare in casa, ma
nuovamente vengo attraversata
da un brivido che non ha equali.
Se quello
provato stamani nella cucina dei Cullen mi aveva bloccato il respiro,
questo mi
blocca il cuore. Istintivamente porto una mano al petto
cercando di far
ripartire in qualche modo l'organo che mi tiene in vita.
Faccio respiri lenti e
riesco a riprendere il controllo del mio corpo,
ma non del motore pulsante.
Possibile? Tutto oggi deve capitare?
Entro titubante in casa augurandomi che Charlie non ci sia,
anche se è una
speranza vana: la macchina è nel vialetto.
Il
brivido continua e sembra sempre più potente.
Dall'ingresso vedo parte del
salotto. Charlie è seduto al tavolo.
Alza gli occhi su di me. Quello che vedo
non mi piace proprio per nulla.
Mio padre sembra sull'orlo di una crisi. Gli
occhi sono vacui
ed è bianco come un lenzuolo. -Charlie- sussurro avvicinandomi,
-cosa succed….- le parole mi muoiono in gola.
Jane ed Alec sono seduti al
tavolo nel salotto di casa mia con mio padre. I
l brivido non mi abbandona.
Jane
si alza e porgendomi la mano mi viene incontro.
-Isabella Swan, quanto tempo. –
mi dice afferrando la mano
che involontariamente le ho offerto. Se Alec non
fosse seduto vicino a mio padre,
avrei voglia di prenderla a sberle. Il suo
viso trasuda antipatia e cattiveria da ogni poro.
-Stavamo
appunto aspettandola. Suo cugino Charlie è stato davvero ospitale.-
guardo
Charlie e cerco di capire se gli abbiano fatto del male.
Vorrei Edward fosse
qui, o Jacob. Si forse Jacob sarebbe meglio.
Potrebbe staccare la testa a morsi
a questi due succhia sangue.
Quel sorriso ironico che Jane mi riserva prima o
poi
glielo strapperò dal viso con le mie stesse mani insieme alla testa.
-Siamo
qui per riportarla a casa- mi giro di scatto a guardarla allibita
ed il suo
sorriso diventa ancora più grottesco.
-Come stavamo spiegando al sig. Swan, c’è
urgente bisogno di lei in Italia.
L'avvocato Aro la invita a ritornare, ci sono
stati ulteriori sviluppi
nella sua situazione familiare che hanno la massima urgenza,
e necessitano della sua presenza. Tra un'ora dobbiamo essere in aeroporto.-
Quanto
gode? La vedo la felicità che rende vivi quegli occhi non morti.
È felice per
il dolore che sente provenire da me e da Charlie.
Mi
accompagna in camera, mentre Alec tiene compagnia a Charlie.
Cosi è sicura che
io non faccia qualcosa che possa mettere a rischio
la vita di mio padre. -Sbrigati-
mi dice tagliente -Aro ci aspetta.
Non è per nulla soddisfatto del tuo
operato.-
Metto alla rinfusa qualcosa nello zaino, lasciando la maggior
parte
delle mie cose. Ho tutta l’intenzione di tornare a vivere qui.
Sono
sulla porta di casa. Charlie sta per piangere ed anche io.
Non siamo avvezzi
noi Swan in queste situazioni.
Lo abbraccio di slancio. Lui ricambia il mio
abbraccio
e borbotta qualcosa che non afferro. Sento Jane scalpitare.
Non so se per farla irritare ancora di più o
cosa,
ma prolungo il mio abbraccio.
-È
ora.- dice infatti irritata la vampira.
Lascio un bacio sulla guancia di mio
padre.
Prima di allontanarmi da lui, sussurro -Ti voglio bene papà-
mi
allontana leggermente per fissarmi negli occhi,
quegli occhi che gli ricordano qualcuno.
Edward me lo disse una volta: Charlie si scervella per ricordare
dove abbia già
visto i tuoi occhi. Lo stringo nuovamente.
Mi
allontano e senza guardarmi indietro salgo in macchina
seguita da Jane. Mentre
Alec abbandona il vialetto di casa mia,
guardo Charlie sul porticato di casa
che si asciuga una lacrima.
Se conosco mio padre prenderà decisioni ed Alice le
vedrà.
Sorrido.
Volterra sto arrivando.
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Capitolo 16 *** RITORNO AL FUTURO ***
16_RITORNO AL FUTURO
CAPITOLO 16
RITORNO AL
FUTURO
Pov Carlisle
Edward
è appena rientrato a casa,
mentre Alice ha finito di raccontare la sua visione:
Charlie vuole andare a Volterra per riprendere Bella.
Scagnozzi di un certo
avvocato Aro hanno prelevato Bella
da casa appena è rientrata. Charlie sta
cercando un volo.
-Che
succede?- chiede Edward. -Quello che dovevamo aspettarci-
Rosalie non mi dà il
tempo di capire cosa sta accadendo
-I Volturi sono venuti a prenderla- dice.
Edward rimane confuso per circa 2 secondi,
quando capisce a chi sua sorella si
riferisce Emmet l’ha ormai intercettato
e bloccato prima che potesse scappare.
Edward è il più veloce, non saremmo mai riusciti a raggiungerlo.
È infuriato.
Ringrazio che Emmet sia il più forte.
-Ora
basta- tuono guardando mio figlio negli occhi.
Tutti si bloccano. Lo so, faccio
questo effetto quando mi impongo,
mi viene da sorridere. Loro mi vedono sempre
come un mediatore pacato,
colui che evita gli scontri. Quindi ora sono
meravigliati
e questo mi aiuta a catturare l'attenzione di Edward.
Quando si
calma, faccio cenno ad Emmet di lasciarlo.
Saliamo tutti e tre in macchina e
raggiungiamo casa di Charlie Swan.
Quando
Charlie viene ad aprirci rimane sorpreso.
Gli spiego che volevo controllare il
braccio di Bella
e cambiarle la medicazione. Lui rimane confuso dicendomi che
non sa nulla.
Gli spiego che la ragazza si era ferita al mattino.
La classica
goccia che fa traboccare il vaso. Scoppia a piangere.
Ci racconta della visita
ricevuta nel pomeriggio.
Dalla descrizione capiamo che sono venuti Jane ed Alec
a prelevare Bella.
Racconta la storia dall'inizio. La prima telefonata di Aro,
l'arrivo della ragazza che lui considera figlia, ed ora questo.
Lo
rassicuro che andrà tutto bene. E’ preoccupato.
Le persone con cui è partita
Bella non gli sono sembrati
per nulla brave persone. Lo accompagnerò in Italia,
conosco avvocati che potranno aiutarci. Questo lo tranquillizza.
Prenotiamo un
volo per il giorno successivo. Edward fa per protestare,
vuole venire anche
lui. Legge nella mia mente e si calma.
-Grazie dottor Cullen- gli stringo la
mano uscendo sul porticato
– Siamo sulla stessa barca Charlie- sorrido e guardo
in direzione di Edward.
Charlie capisce e risponde al mio sorriso -Già-
-Vieni-
Edward mi segue nel mio studio. -Siediti-
protesta alla mia richiesta. Sospiro,
anche se centenari
gli adolescenti rimangono adolescenti. -Siediti- ripeto
-o
vuoi che continuiamo a perdere tempo?- mi guarda furente, ma si siede.
Prendo i
miei diari dalla cassaforte. Apro il diario che lo riguarda
dove ho inserito il
segnalibro. Lo metto davanti a lui.
Mi siedo sulla poltrona di fronte ed
aspetto che mio figlio
si riappropri di quel passato portatogli via con i
ricordi.
Aspetto che capisca che il suo passato è il ritorno al suo futuro.
Quando
gira l’ultima pagina mi guarda stravolto.
– Ora, tu ed Alice partirete per
Volterra.
I fatti si svolgeranno probabilmente differentemente da come hai
letto,
ma il succo più o meno è quello. Vedi di non dare di matto
quando sei
davanti ad Aro. Non fare sciocchezze, rimani lucido.
Ricorda cosa hai promesso
a Bella: insieme.- mio figlio è pallido.
Si rende conto che il suo passato ed
il suo futuro sono nelle sue mani.
– E se fallisco? Se perdo Bella o Alice? –
si passa nervoso la mano nei capelli.
Mi alzo, gli metto una mano sulla spalla.
– Succederà quello che deve succedere.
Abbi fiducia in Bella. Guarda cosa è
riuscita a fare da sola in tutti questi anni.
Abbi fiducia nel vostro amore e
nella promessa che le hai fatto.-
Lo
lascio solo a riflettere.
Vado a dare istruzioni a sua sorella.
Meglio non
rischiare.
Pov Edward
Manca
poco. Mezz'ora per atterrare a Pisa. Poi Volterra.
Poi Volturi. Sospiro. Durante
il viaggio ho ripensato a questi mesi.
A tutte le sensazioni provate. Quante
volte mi ero stupito delle parole,
delle azioni di Bella. Quante volte avevo
pensato: come fa a saperlo?
Scuoto la testa, anche se arrabbiato, mi viene da
sorridere.
Lei sapeva perché aveva già vissuto tutto questo,
forse in modo
diverso, ma sapeva. Ora capisco perché il giorno
che si ritrovò seduta vicino
ad Edward sono-tormentato Cullen
a biologia era cosi arrabbiata.
Mi
metto a ridere cosi forte, rivedendo la scena,
che sia Alice sia gli altri
passeggeri mi guardano in modo strano.
Era arrabbiata perché non l'avevo
riconosciuta.
Continuo a ridere ed il mio cuore trabocca di amore per Isabella
Swan.
Mi immagino quanto deve aver fantasticato su un nostro
probabile nuovo
primo incontro. Avrà immaginato, romanticamente,
che il suo vampiro l'avrebbe
guardata sussurrando: Bella sei davvero tu?
Invece
io cosa avevo fatto? Guardato tutta la lezione fuori
dalla finestra senza
degnarla di uno sguardo.
Era cosi furente che non si era trattenuta dal trattarmi
cosi male.
Rido. La rivedo dirmi: vabbè che sei tormentato Cullen…..
Rido cosi
forte che Alice mi sussurra tra i denti
-Edward smettila. Ci guardano tutti.-
Cerco
di darmi un contegno mentre l'aereo inizia l'atterraggio.
Alice
guida tra le stradine che da Pisa portano a Volterra.
Stiamo studiando un piano.
Aro sicuramente vorrà leggermi la mente
e vedrà che so di Bella. Accidenti,
sarei dovuto venire qui senza sapere nulla.
Non avevo pensato ad Aro ed i suoi
poteri.
-Come pensi di agire? – chiede mia sorella, deve avere i miei stessi
dubbi.
-Vedi qualcosa tu?- la guardo ed il suo scuotere il capo
conferma i miei
sospetti. Bella al momento non vuole che sappiamo.
Ripenso
ai suoi occhi cioccolatosi, alle sue morbide labbra
che si muovono per
sussurrarmi: Edward giuralo. Bene, andremo alla cieca.
-Lasciamo che gli eventi si manifestino.
Agiremo di conseguenza.- dico ad Alice.
Ha
parcheggiato la macchina.
L'edificio che si staglia di fronte a noi è uno dei
più visitati.
Molto sangue scorre nei suoi sotterranei. La segretaria alla
reception ci annuncia.
Dopo qualche minuto Dimitri ci raggiunge. Ci fa segno di
seguirlo.
L'ascensore mi sembra sempre più piccolo.
Guardo mia sorella, i suoi
pensieri in questo momento sono identici ai miei.
La
grande porta si apre. I 3 fratelli sono seduti sui loro troni.
Aro mi guarda
con un sorriso compiaciuto -Cari miei Cullen, che piacere-
come sempre dà più
enfasi ad alcune parole rispetto ad altre come per sottolinearle.
Ci fa cenno
di avvicinarci, mentre lui scende i gradini che portano
al loro personale
altare dei sacrifici umani. – A cosa dobbiamo l'onore della vostra visita?.-
Cerco
qualcosa da dire. Siamo ormai l'uno di fronte l'altro.
Noto che alcuni della
guardia si sono palesati senza nemmeno me ne accorgessi.
Ci hanno circondati. Alice
è preoccupata. Sento la velocità dei suoi pensieri.
Cerca una soluzione anche
lei.
Aro allunga la mano per ricevere la mia e poter vedere i miei pensieri.
Sto
allungando la mia mano quando sento Alice gridare
quasi inorridita nella sua
mente. Seguo il suo pensiero.
Noto un vampiro della guardia proprio di fronte a
me dietro ad Aro.
Ha un mantello della divisa un po' corto.
Vedo spuntare al di
sotto di esso un pantalone bianco
con delle scimmiette stampate sopra.
Il
vampiro alza leggermente il volto nascosto al di sotto del cappuccio.
Mi guarda dritto negli occhi.
Mentre mi perdo in quel colore cioccolatoso,
sento distintamente nella mia
mente: insieme ricorda.
Un
sorriso nasce sul mio viso.
-Sono qui per ritornare al
futuro- dico mentre metto la mia mano
tra quelle di Aro e lascio che veda: amo un’umana
di nome Isabella Swan
|
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Capitolo 17 *** VOLTURI ***
17_VOLTURI
CAPITOLO 17
VOLTURI
Pov Bella
Quasi
come allora. Edward ed Alice di fronte ad Aro.
L'unica differenza? Questa volta
io sono nascosta tra le file della guardia.
Ho chiesto a Susan, la mia compagna
di stanza degli ultimi 20 anni
di concedermi il suo posto. Era riluttante, ma ha
ceduto di fronte alle mie lacrime.
I
vampiri sono esseri strani.
Non hanno nessuna pietà nel conficcare i loro denti
aguzzi nel collo
delle loro vittime, ma si lasciano intenerire da gesti,
parole, oggetti
che li riportano alla loro precedente condizione umana.
Susan
non è diversa, ha sempre avuto il suo punto debole nelle lacrime.
Susan
è leggermente più bassa di me.
Indossando il suo mantello e guardandomi allo
specchio
non ho potuto far a meno di sorridere: da sotto il mantello
un paio di
pantaloni con su disegnate delle scimmiette
hanno fatto la loro apparizione. Edward
ha seguito con lo sguardo
quelle scimmiette ed ora ci stiamo fissando dritti
negli occhi.
Lascio cadere lo schermo perché voglio che mi senta: insieme
ricorda.
Come finisco di formulare il pensiero lo vedo sorridere
e mettere la
sua mano in quella di Aro.
Come
allora, tutto avviene in fretta. Aro nega il permesso ad Edward,
lui fa per
attaccarlo, Dimitri lo blocca ed iniziano a lottare.
Alice fa per intervenire,
ma due guardie la bloccano
e cercano di trascinarla via. Rimango un attimo
confusa,
l’altra volta questo non era accaduto.
Una guardia vicino a me mi urta
andando all'attacco.
Cosa succede?
Jane
sta bloccando Edward mentre Dimitri combatte con lui.
Vedo la smorfia di dolore
che si materializza sul volto del vampiro che amo.
Sto tremando ed ho paura di
aver fatto male i calcoli.
Se mi sono sbagliata Edward morirà, Alice verrà
catturata ed io….
Io cosa? Cosa ne sarà di me? Non rivedrò mai più Charlie,
Forks, mia madre…..
Devo aspettare, mi serve la nebbia di Alec.
Un
boato mi risveglia dai miei pensieri.
Dimitri ha lanciato Edward contro le
colonne vicino alla porta,
che sotto il suo peso, hanno perso parte del marmo
di cui sono fatte.
Alice urla. Edward cerca di rialzarsi, ma Jane non glielo
permette.
Aro ride con il suo ghigno da iena e già pregusta il lauto bottino
della giornata.
Edward
sta fluttuando. La nebbia di Alec l’ha avvolto
e sembra davvero circondato da
un soffice strato di zucchero filato.
Lascio cadere il mio scudo e permetto ad
Edward di vedere.
I suoi occhi si spalancano, mentre i miei ricordi della prima
volta
diventano anche i suoi. La nebbia diventa più fitta.
Sono tutti distratti
a guardare lo spettacolo.
Mi muovo lentamente seguendo il movimento di quella
parte
della Guardia curiosa di avvicinarsi ad Edward per vedere
meglio la
nebbia in azione. Sono ormai arrivata dietro ad Alice.
I suoi guardiani sono
cosi concentrati sulla nebbia
che non si accorgono di me e di aver allentato la
presa.
Mi lancio contro Alice
afferrandola per il braccio
e mi getto nella nebbia alzando lo scudo appena riesco
ad abbracciare il mio vampiro.
Pov Aro
Umani.
Non possiamo vivere senza di loro,
ma sarebbe 100mila volte meglio ci
riuscissimo.
Pregustavo già la sconfitta dei Cullen.
L’insubordinazione del più
giovane del Clan associato alla cattura
di Alice non sarebbero state accettate
da Carlisle
e questo poteva essere il movente per sterminarli finalmente.
Umani.
Il mio ghigno si è spento.
Bella si è fiondata nella nebbia di Alec, abbraccia
il suo vampiro
e tiene la mia Alice per un braccio. La nebbia li circonda senza sfiorarli.
Guardo
Alec. Lui molto più sorpreso di me tenta di infittire la nebbia,
ma niente
riesce a penetrare lo scudo creato dalla mezzo sangue.
Guardo
Jane, ma il suo sguardo adirato mi fa capire
che anche il suo potere non riesce
a scalfire lo scudo di Isabella Swan.
Quell'umana impertinente. Come è possibile?
Non può essere umana,
ho visto con i miei occhi Carlisle iniettare il veleno di
Edward nelle sue vene.
Come è possibile? Urlo senza nemmeno rendermene conto.
Tutti
si bloccano al mio grido. Guardo adirato quell'umana,
se da una parte l'ammiro per
il suo coraggio indomito,
se da una parte invidio l'amore che prova per un
mostro
come può essere un vampiro, dall'altra vorrei affondare
i miei canini
nel suo collo e sbarazzarmene per l’eternità.
Edward
ormai si regge in piedi da solo. Senza il dolore
e la nebbia dei due fratelli
ha ripreso la padronanza del suo corpo.
Stringe quell'umana come se fosse
disposto a dare la vita per lei
ed un ghigno mi nasce nuovamente nel cuore che
non ho.
Forse non tutto è perduto.
-Bene
Bene Bene – dico a quei tre portatori di guai.
-Questi atti di ribellione non
sono accettabili
e qualcuno dovrà pagare- mi guardano non sapendo
bene dove
voglio andare a parare. Mi fanno quasi tenerezza.
Circondati da tutta quella
nebbia rinchiusi in quel piccolo
bozzo formatosi dallo scudo. Faccio segno ad
Alec di aumentare.
Noto un piccolo guizzo negli occhi della Swan,
ma non me ne
preoccupo: è pur sempre una semplice umana
mentre io un millenario vampiro.
Pov Bella
-Cosa
ci inventiamo ora ragazzi?- Alice domanda a me ed Edward.
Ci guardiamo.
Sappiamo perfettamente tutti
e 3 che non potremo rimanere sotto la mia bolla
per sempre.
-Sono
stata una stupida- dico ad alta voce a me stessa.
-Avrei dovuto escogitare un
piano con Carlisle
e non pensare di riuscire a fregare Aro da sola.
- Edward
scoppia a ridere. Io ed Alice lo guardiamo
e lui riesce tra un risata e l'altra
a dirci che ad ogni modo
Aro non deve essere tanto contento.
Ci giriamo a guardare il vecchio vampiro
immortale
ed effettivamente non sembra sprizzare gioia dai suoi occhi,
ma più
fastidio. Direi di si, in questi anni devo essere stata
una piccola zanzara
fastidiosa che gli ronzava intorno,
ma che non riusciva ad azzannare il suo
collo.
Anche io ed Alice scoppiamo a ridere.
Noi,
circondati dalla mia bolla e dalla nebbia fitta di Alec,
potrei dire sereni. I
Volturi al di fuori a guardarci irati
per tanta sfrontatezza. Improvvisamente
penso a quanto
possa valere Alice per Aro. Il suo potere è impagabile,
vedere
il futuro non ha prezzo credo.
Mi viene quasi un'idea, rischiosa, ma pur sempre
un'idea.
-Facciamolo-
dice la mia amica. -Sei sicura?- le chiedo timorosa
-Si. Non potremo rimanere
qui per sempre.
Io non ho nessuna intenzione di entrare nella guardia,
voi non
credo vogliate vivere uno senza l'altra. Quindi facciamolo.-
Ci
prendiamo tutti e tre per mano e ci giriamo verso Aro.
-Hai
ragione Aro.- dico al vampiro di fronte a me.
-Ora Basta. Anni fa non capivo.
Credevo che tenere in vita loro sacrificando
il mio amore per Edward bastasse,
ma non è così.
Sono stati anni difficili per entrambi, quindi
perché ripetere
gli stessi errori?
Meglio farla finita tutti insieme non credi?
Cosi ti
risparmiamo parte del lavoro.- il vampiro mi guarda dubbioso.
Non credo abbia
afferrato il mio discorso. Lo capirà ora però.
Abbasso
di netto lo scudo intorno a noi. Ci stringiamo di più le mani.
Cerco di
proteggere Alice più che posso.
La nebbia mi solleva e sento Edward stringermi
di più la mano.
Lo scudo protegge ancora Alice, ma la sento insultarmi.
Guardo
Edward, tenta di non respirare la nebbia,
ma le vene del suo collo sembrano
scoppiare. Cerca il mio di sguardo.
Gli stringo la mano e gli sussurro nella
mente: insieme.
Lui mi sorride e lascia che la nebbia penetri nelle sue narici
con un lungo respiro.
Guardo
Aro. Sembra impietrito.
Non si aspettava che una piccola zanzara insignificante
come me potesse rovinargli i piani. Sorrido.
Lo scudo intorno ad Alice svanisce
e nel momento in cui lui si rende conto che i miei denti
si sono conficcati nel
suo collo urla
un no che fa tremare l’intero edificio.
Lascio
che la nebbia mi avvolga e svengo dal dolore.
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Capitolo 18 *** EPILOGO: ECLIPSE ***
18_ EPILOGO: ECLIPSE
CAPITOLO 18
ECLIPSE
Qualcosa
mi solletica il naso.
Cerco di scacciarlo con la mano, ma è insistente.
Apro
lentamente gli occhi. Tutto è sfocato. Ricordo ora.
La nebbia, i Volturi, Aro
ed il suo urlo disperato
quando Alice perde il mio scudo.
Metto
meglio a fuoco il mondo attorno a me.
Sono circondata da fiori primaverili.
Sono distesa nella radura.
Ed un fiore continua a solleticarmi il naso.
Edward
mi guarda divertito.
-Ben
svegliata- mi dice mentre mi metto a sedere.
-Alice? Aro? I Volturi?- Mi guarda
un po' preoccupato,
un po' divertito. -Alice credo sia in giro per negozi con
Jasper.
Sai, oltre a collezionare cappelli di diplomi,
collezioniamo anche abbigliamento
da diplomi.-
mi guarda e scuote la testa come fa sempre
per indicare che sua sorella
è pazza.
-Diploma?-
chiedo sorpresa.
-Edward
chiama Bella, rispondi Bella. Hai dormito un'oretta.
Che ti è successo?- mi
chiede divertito il mio vampiro.
Cosa sta succedendo? Non capisco nulla.
Io ero
rimasta a Volterra, ai Volturi, ad Alec.
Mi ritrovo qui con il mio vampiro come
se nulla fosse successo.
-Cosa
è successo con Aro? Con i Volturi? Perché siamo qui?
Mi spieghi?- chiedo agitata
e noto nella mia voce
un tono di disperazione.
-Bella,
devi aver sognato! Non è successo niente
con Aro, né con i Volturi. Mi hai
salvato,
nessuno mi ha visto in piazza a Volterra.
Alice ha fatto vedere il tuo
futuro da immortale
ad Aro e lui si aspetta che presto tu venga trasformata.
Davvero,
è tutto a posto -
Guardo
il ragazzo che amo. Sembra sincero,
ma non so, qualcosa non torna.
Rimaniamo in
silenzio mentre io cerco di recuperare me stessa.
-Bella,
sposami- lo dice così, naturalmente.
Lo guardo e lui sorride. Quel suo sorriso
sghembo
che mi fa battere forte il cuore.
Un pensiero fa capolinea nella mia mente sconclusionata.
-Charlie- sussurro. Il
mio vampiro fa una cosa che
da una parte mi intenerisce e dall'altra mi fa
capire
che forse non può dirmi tutto, ma può solo suggerire.
Mi
alzo di scatto. Corro veloce dalla radura verso casa.
So che Edward mi segue.
Sento i rami sopra di me ondeggiare al suo passare.
La macchina di Charlie è
nel vialetto, mi fiondo in casa.
Lo vedo seduto sul divano, ma io ho bisogno
di
vedere una cosa. La foto sul camino è ancora li.
Mi avvicino e quando vedo che
tra mia madre
e mio padre ci sono anche io, una lacrima mi scorre sul viso.
-Le
quattro spaccate- dice Charlie dal divano
-Il giovane Cullen sta cercando di
farsi perdonare?-
rimango a guardare la foto che mi ritrae in braccio
a mia
madre con mio padre che abbraccia entrambe.
-È
troppo puntuale per te ora?- chiedo girandomi verso mio padre.
Lui
sbuffa e chiude il giornale.
-Bella, lo capisci perché sei in punizione? Mi hai
fatto morire di spavento.-
lo guardo e non mi importa.
Può punirmi per tutto il
tempo che vuole, non voglio più perderlo.
Mi avvicino e lo abbraccio. Non se lo
aspettava.
Noi Swan non abbiamo dimestichezza con queste cose.
Ricambia
il mio abbraccio.
Rimaniamo così. Padre e figlia abbracciati.
-Mentre
eri fuori, Alice ha telefonato.
Mi ha detto di ricordarti stasera a casa Cullen
per vedere l'eclissi di luna.-
mi stringo di più a mio padre.
-Credo che passerò
la serata col mio vecchio.- dico sorridendo.
Lui mi stringe e mi sussurra un
grazie commosso.
Non
so cosa sia successo.
Ricordo perfettamente che ho passato 20anni a Volterà,
poi sono tornata a Forks come orfana.
Ora però mi ritrovo esattamente dove ero
rimasta 20anni fa:
a Forks con Edward dopo che l’ho salvato a Volterra la prima
volta.
Chiudo
la porta della mia camera
e ci rimango appoggiata senza riuscire a muovermi.
Scandaglio
il mio profondo e mi chiedo
se davvero ho sognato o se ho vissuto realmente.
Serve
sapere? Decisamente no.
Sono
a Forks. Sono figlia di mio padre e mia madre.
Sono ancora innamorata di Edward
e lui di me.
Ho tutto quello di cui ho bisogno.
Apro gli occhi avvertendo una
leggera brezza entrare dalla finestra.
Abbraccio
il mio vampiro che è passato
a controllare che io stia bene.
Mi tiene stretta
ed io so che ora sarà per sempre.
Lo guardo ed il suo bacio in fronte suggella
la nostra promessa:
insieme.
Sbirciamo
insieme la luna dalla finestra prima
che il giovane Cullen mi dia un bacio e
torni da dove è venuto.
L'eclissi è iniziata. Alle volte le ombre coprono la
luce,
ma alla fine la luce ritorna sempre.
Mi
infilo il pigiama con le scimmiette
e scendo in salotto da mio padre. Stasera sono
tutta sua.
Sorrido e mi accoccolo sul divano vicino a lui.
Decisamente
no. Non mi serve sapere altro.
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