The witches' living dolls

di Irene_Violet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non dobbiamo dimenticarlo... ***
Capitolo 2: *** Il mio doppio, il mio volto ***
Capitolo 3: *** Avanti, ridi insieme a me! ***
Capitolo 4: *** Le grandi pulizie 1 ***
Capitolo 5: *** Le grandi pulizie 2 ***
Capitolo 6: *** Quando qualcos'altro piangerà ***



Capitolo 1
*** Non dobbiamo dimenticarlo... ***


L'angolo dell'Autrice:

Salve a tutti, ho finito di recuperare la serie animata di Shadows House di recente, dopo essermi imbattuta in una fanart crossover dell'account Twitter di Zucchini Draws. Ebbene, sono rimasta talmente colpita da tutto ciò, che arrivo a sognarmi di notte situazioni crossover tra le serie. Quindi perché non provare a scrivere qualche One Short in proposito? Ed ecco da dov'è nata l'ispirazione per questa Fanfiction, che potrebbe anche divenire una sorta di mini-raccolta a seconda di quelli che saranno i sussulti della mia immaginazione. Vi auguro una buona lettura.

-Irene_Vioet


 

•Tipologia: Raccolta;Crossover

•Serie: Shadows House, Higurashi & Umineko

-Ship: Lambdadelta x Bernkastel (LambdaBern); Satoko Hōjō x Rika Furude (SatoRika)

-Timeline: AU Alternative Universe

 

The witches' living dolls

-POV: Esterno

Flashfic (318 parole, 2000 caratteri)


All'interno di una stanza spoglia e scarsamente illuminata, cinque bambini erano posti dall'altro lato di lungo tavolo di legno. Ad ognuno dei quali era stato posto innanzi un bicchierino pieno per metà di un liquido torbido. Tutti loro erano ben consapevoli di quale onore fosse trovarsi dall'altra parte di quel tavolo: significava essere stati selezionati dall'illustre famiglia Shadow, per poter vivere una vita diversa, colma di agi, in una delle più illustri tenute nobiliari della regione.


Per questo una ragazzina dai capelli corti sulle spalle, biondi, di circa undici anni, avente un canino sporgente e solitamente piena di vita, aveva tenuto stretta la mano della sua migliore amica per tutto il tempo durante la selezione, quasi facendole male per quanto la sua presa fosse forte. Pregando di essere scelta a sua volta.


«Andrà tutto bene vedrai!» - l'aveva rassicurata dunque l'amica dai lunghi capelli blu, mostrandole un luminoso sorriso - «Sei brava in così tante cose, vedrai che riusciremo a passare la selezione insieme! Quindi mostra loro un bel sorriso... così! Nipaa〜»


La biondina dinnanzi a quel sorriso, non poté far a meno di sorridere a sua volta, per poi scuotere la testa, annuendo fermamente.


«Sì, hai ragione. Passeremo la selezione entrambe senza ombra di dubbio!»


In quel momento, quando poggiarono le labbra al bordo del bicchierino, trangugiando d'un fiato il liquido sospetto, solo allora la biondina, poté sentire di aver avuto ragione, mentre la sua migliore amica seppe che il suo desiderio era finalmente divenuto realtà.


«Non dobbiamo dimenticarlo. Gli Shadow sono un'importantissima famiglia di nobili. Servirli è l'orgoglio e la gioia di ogni bambola vivente.»
 

Quella cantilena venne ripetuta da tutti i bambini lì presenti; accompagnata da un sapore sgradevole di quelli che lasciano l'amaro in bocca, nel vero senso della parola.

Da quel momento in poi, le due bambine entrarono a far parte a pieno titolo del personale di servizio della famiglia Shadow.

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Capitolo 2
*** Il mio doppio, il mio volto ***


Il mio doppio, il mio volto

-POV: Rika Furude

One shot (995 parole, 5869 caratteri)

 

 

Sono una bambola vivente e vivo nella tenuta della famiglia Shadow da circa una settimana. In questo periodo mi hanno insegnato tutto ciò che devo sapere in modo da svolgere il mio lavoro al meglio ed ora posso dire di essere pronta ad ogni evenienza. Ho imparato a memoria ciò che piace alla mia padrona e cosa non le piace, sono brava ad adattarmi a situazioni diverse e farò in modo di non deludere Bernkastel! Ah, il nome della mia padrona è Lady Bernkastel. È un membro illustre all'interno della casata... o così mi hanno detto.


«Puoi entrare.»


La voce proveniente dall'altra parte della parete è monotona e priva di emozioni, ma ha un suono melodioso, allungo dunque la mano verso il muro spingendolo con gentilezza, facendo dunque ruotare la parete dinnanzi ai miei occhi, rivelando l'interno di una stanza signorile. Pareti rivestite da carta da parati raffinata, magari con un qualche disegno stampato sopra, un pavimento di legno levigato, dei mobili che sarebbero sembrati pregiati anche alla persona meno competente per giudicare, con pomelli e maniglie luccicanti. E poi tende di tessuto maestoso, lenzuola morbide, cuscini rigonfi.

 

Non è per nulla simile alla mia stanza, se non per il buio. La mia stanza è un semplice spazio rettangolare, senza finestre e con una porta spessa di metallo freddo con solo un'apertura da dove, giornalmente mi viene consegnato del pane. Il mio letto è una specie di armadio imbottito con un coperchio chiudibile – ah, non è chiuso, ha una specie di finestrella con delle sbarre che mi permette di vedere il soffitto. È più comoda di quanto sembri –. Ho una scrivania, una sedia e i libri e tutto l'occorrente per studiare e poter svolgere al meglio il mio lavoro. Insomma è una stanza semplice con tutto l'essenziale a portata di mano.

 

Cerco dunque con lo sguardo la figura dell'occupante della stanza, ma è impossibile poterla identificare con la sola luce della lanterna che reggo tra le mani, quindi d'istinto mi precipito verso le finestre, coperte da dello spesso tessuto scuro, che afferro fermamente. Era morbido e pesante proprio come avevo immaginato. Lo tiro con forza alla mia destra scoprendo parte della grande finestra e feci lo stesso con l'altra poco dopo, così da dar modo alla luce del sole di filtrare dall'esterno. Le tende sono di un viola scuro, mentre le pareti sono rivestite da una tappezzeria di colore blu scuro – quasi della stessa tonalità della divisa da cameriera che indosso – con su una fantasia a rombi dal contorno nero. Compiuta quell'azione, prendo un respiro profondo e rigirandomi sui tacchi dei miei stivaletti bianchi, coordinati al mio grembiule e con un gran sorriso, mi rivolgo ad accogliere la figura della mia padrona, con un inchino cortese.

 

«Buona giornata a lei, Bernkastel. Io sono la bambola vivente che da oggi sarà al suo servizio. Non vedo l'ora di lavorare per lei. Nipaa〜»


Il mio saluto si scontra con diversi attimi di totale silenzio, che mi permettono di dare uno sguardo più approfondito al membro della casata di dovrò prendermi cura d'ora in avanti.

 

Con mia grande sorpresa, mi rendo conto che Bernkastel è già vestita di tutto punto. Anche se aiutarla a vestirsi sarebbe dovuto essere un altro dei miei compiti mattutini; ha indosso un vestito elegante, bianco e nero, dalle maniche lunghe, sul petto si trova apposto un bel fiocco viola e la gonna che le arriva sopra le ginocchia, infine a coprire le caviglie, sfoggia un paio di calzini bianchi con un bordino con un motivo arrotondato e scarpe chiuse di un nero lucido. Durante la pausa noto poi un secondo fiocco in tinta con quello sul petto annodato attorno ad una coda che oscilla pigramente a cui fino a qualche istante prima non avevo fatto caso.

 

«Mii〜?» - inclino la testa da un lato, per tentare di esaminare meglio quel dettaglio, quando finalmente Bernkastel prese parola.

 

«Molto bene, suppongo ti sia già stato spiegato cosa fare, giusto?»

 

«Uhm... Sì, dovrò pulire le sue stanze ogni volta che sarà necessario ed imparare quanto più possibile su cosa le piaccia.» - dico puntando lo sguardo verso il suo viso.

 

Un viso totalmente inespressivo. Be' non che mi aspettassi nulla di diverso.
È un tratto distintivo della famiglia Shadow...

 

«Esatto. E non solo, dovrai memorizzare i miei movimenti e le mie reazioni, non sarà difficile ti basterà osservarmi mentre farai le pulizie. Guarda, impara e applica gli schemi, proprio come in una partita di scacchi.»

 

Detto questo Bernkastel orienta il corpo verso un tavolino alla sua destra, portando la mano vicino ad una pedina, collocata su di una scacchiera.


Non ne capisco molto di scacchi, ma i pezzi non erano allineati, quindi suppongo stia giocando da un po'. Non era affar mio comunque, quindi dopo aver mosso la testa da destra a sinistra affermo - «Certo, vedrà non la deluderò, ci metterò tutta me stessa.»

«Non ne dubito.» - dice la mia padrona con una risatina.

 

Anche se la sua espressione non andò incontro ad alcun genere di cambiamento. Più che comprensibile. Dopotutto... io sono...


«Dopotutto... sarai il mio doppio... il mio volto. Sono certa non mi deluderai. ...Furude Rika.»

 

«Furude... Rika...?» - ripeto in tono interrogativo, non capendo a cosa si riferisse con quelle parole, che non associavo a nulla che conoscessi.

 

«È il tuo nome. Da questo momento in poi, tu sei Furude Rika, il volto di Frederica Bernkastel. È un bel nome vero?» - ridacchiò in maniera divertita - «Così, tutti i preparativi sono finalmente ultimati. Ora che hai anche un nome, quindi che dici di metterti a lavoro? C'è molta fuliggine da pulire.»

 

Sento le mie guance scaldarsi, grata per aver ottenuto un nome tanto splendido e con le lacrime agli occhi ed un sorriso da orecchio a orecchio, afferrai il piumino sistemato con gli altri utensili per pulire in un angolo della stanza, per poi voltarmi annuendo con decisione.

 

«Sì, come desidera, Bernkastel!»

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Capitolo 3
*** Avanti, ridi insieme a me! ***


Avanti, ridi insieme a me!

-POV: Satoko Hōjō One shot

(666 parole, 4082 caratteri)

 

Il mio nome è Hōjō Satoko, sono una bambola vivente ed in questo momento sto prestando servizio alla Shadows House, il mio compito è occuparmi delle faccende domestiche nelle stanze della mia padrona Lady Lambdadelta.

 

Sono avvezza a pulire e rassettare, la cosa non mi pesa per nulla. Anzi non c'è niente di meglio che vivere in un ambiente pulito, così da potersi godere con più serenità un buon pranzo o qualche snack. Non c'è nulla di male nell'oziare, a patto che nei dintorni non regni il caos più assoluto. È per questo che...

 

«Che indecenza! È assolutamente inaccettabile! Lambdadelta-sama, quante volte le devo ripetere di non mangiare konpeitō*, mentre siete sul copriletto?! Altrimenti mi toccherà lavarlo ogni ora... Accidenti è tutto appiccicaticcio. Ha proprio un gran fegato a rigirarsi su qualcosa di così sporco.»

 

Borbottai ad alta voce lanciando occhiate verso la poltrona su cui la mia padrona era seduta a gambe accavallate. A questo punto ero quasi sicura... no, ero certa che non ascoltasse mai una parola di quel che le dicevo. Anche se non c'era da esserne sorpresi; gli Shadow sono i padroni e noi bambole viventi dobbiamo solo eseguire. È talmente semplice.

 

La padrona avvolta nel suo abito rosa pieno di merletti, difatti, giocò con l'ennesima caramella, prima di portarsela alle labbra e rivolgere finalmente l'attenzione nei miei confronti.

 

«Quello è il tuo lavoro non è così? Spolverare, fare il bucato e tutto il resto e se il copriletto è appiccicoso, lo pulirai ogni volta che sarà necessario, a patto che non ti rovini quel bel visino.» - disse poggiando la mano sulla guancia, composta di fuliggine nero pece - «Io, Lambdadelta sono la più adorabile e carina di tutta la Shadows House. Non posso assolutamente permettere che il mio bellissimo faccino venga sfigurato. Devo averne cura.»

 

L'ombra fece una piccola pausa per poi raddrizzare la schiena ed alzare il braccio sinistro ponendolo vicino al mento - «Ma lavare il bucato non ha niente a che fare con questo, quindi non c'è alcun problema. O〜hoho! Avanti, ridi insieme a me! O〜hoho!»

 

Non avevo poi tanta voglia di ridere inizialmente, ma poi mi passò per la mente un'immagine. Ed allora non riuscì a trattenermi dal ridere dal profondo del mio cuore, prima di dirigermi verso il bagno per lavare quella coperta.

 

Pronta a tendere la mia trappola!

 

«Bene, allora io vado a farmi un bagno, tu continua pure con le pulizie!» - asserì la padrona, spostandosi attraverso la stanza quasi saltellando sulle scintillanti scarpette rosse.

 

«Sì, Lambdadelta-sama...» - risposi intenta a passare il piumino sui vari soprammobili, sorridendo mostrando il canino sporgente verso il riflesso nello specchio su cui posai lo sguardo.

 

E neppure un quarto d'ora più tardi *SBAM!* *THUD!* *UACH!*.

 

Tutto come programmato: Lambdadelta-sama deve aver finito il suo bagno, essere uscita dalla vasca ed essere di conseguenza inciampata nella corda collegata ad un sacco ricolmo di fuliggine, che avevo piazzato sulla parte alta del mobiletto del bagno, venendo quindi nuovamente sporcata dalla stessa sporcizia da lei emanata e che Satoko si era data tanto da fare per raccogliere. Potei sentire le imprecazioni soffocate dell'amante dei dolci dall'interno del bagno, ma la mia vendetta non era ancora completa. Quando la mia padrona uscì dalla stanza, infangata e fumante di rabbia – che si manifestava in fuliggine che saliva verso l'alto con movimenti quasi circolari –, scioccai le dita.

 

«Satoko! Cosa significa tutto que–»

 

Un catino ricolmo d'acqua che avevo sistemato sullo stipite della porta socchiusa, cadde investendo con una secchiata d'acqua la giovane nobile, provocando un'ulteriore rumore sordo, una volta che il contenitore ricadde a terra rotolando sul pavimento prima di fermarsi.

 

«Solo un piccolo scherzetto Lambdadelta-sama. O〜hoho! Avanti, rida anche lei assieme a me! O〜hoho!»

 

Ho decisamente superato il limite...

Quest'oggi non mi è stato servito del pane, come al solito. Mi è stato recapitato un pasto speciale, creato appositamente per me.

 

«Uuuuugh... tutto ma non la zucca ed il cavolfiore... »

 

 

 

 

*konpeitō: è un tipo di caramella di zucchero originaria del Portogallo, ed importata in Giappone, avente delle scanalature su tutta la superficie.

 

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Capitolo 4
*** Le grandi pulizie 1 ***


Le grandi pulizie 1

-POV: Hanyū & Shannon

Flashfic (494 parole, 3473 caratteri)

 

La famiglia Shadow è un importante famiglia nobiliare ed ogni membro del suo personale, viene istruito con rigore di modo da non recare disonore alla famiglia. Sono Shannon ed ho alle spalle dieci onorati anni al servizio della casata. E sarò caposquadra di un gruppetto di colleghe relativamente inesperte.

 

Dopo un breve periodo di tempo in cui conoscono la propria Ombra, le bambole viventi vengono assegnate al turno di pulizie della villa. Il mio nome è Hanyū e questa sarà la prima volta in cui incontrerò delle bambole con meno esperienza di me.

 

Ognuno di noi deve lavorare sodo, affinché il lavoro sia meticoloso e diligente. Ed in caso la performance fosse eccellente, si potrebbe aspirare anche a diventare un messaggero delle stelle. Una sorta di capo cameriera, la quale mansione di rilievo consiste nel supervisionare l'operato delle altre bambole viventi.

 

Tutte le bambole viventi lavorano in armonia, quindi il compito non sarà troppo stancante, al contrario, sarà più divertente del solito.

 

Sfortunatamente io...

 

Sfortunatamente io...

 

sono alquanto impacciata e nervosa, potranno mai prendermi sul serio in qualità di caposquadra?

 

...non sono abituata a confrontarmi con altre persone e vado facilmente nel panicoE se non si accorgessero neanche della mia presenza? A quel punto cosa potrei fare? Au... Au...

 

Il mio primo compito giornaliero è guidare una delle nuove arrivate ed illustrarle il lavoro che l'attende.

 

Mi è stato ordinato di andare a prendere una delle nuove arrivate nella sua stanza... Au Au... riuscirò a fare amicizia con lei?

 

Mi accovaccio, avvicinandomi alla porticina della sua stanza, incassata nel muro, dall'altra parte di un pannello.

 

«Buongiorno a te! Sono Shannon una delle altre bambole viventi, sei pronta per le grandi pulizie

 

«Sì, naturalmente. Lieta di conoscerti Shannon-san, sono Hōjō Satoko non vedo l'ora di poter lavorare con te. Ho sentito che ci saranno altre bambole viventi, quante altre di noi saranno presenti?»

 

«Ehehehe, lo vedrai. Sono sicura che ne rimarrai sorpresa

 




 

Mi accovaccio, avvicinandomi alla porticina della sua stanza, incassata nel muro, dall'altra parte di un pannello. La stessa si aprì poco prima che potessi bussare.

 

«Mii

 

«Au Au... ehm... ecco... i-il mio nome è H-Hanyū, sono una delle altre bambole viventi, saremo in squadra insieme... s-sono l-lieta di c-conoscerti

 

«Io sono Furude Rika, piacere di conoscerti Hanyū. Diamoci da fare per le pulizie, d'accordo? Fight on

 

Rika allungò le mani ad afferrare le mie e la cosa lì per lì mi fece sussultare dalla sorpresa

«Au Au... ! Mettiamocela tutta

 

«Vogliamo andare?»


«! Seguimi ti faccio strada verso la sala principale. Au


Ci incamminiamo dunque lungo il corridoio. Io dinnanzi a Rika, intenta a farle da cicerone. Sono felice al punto che finisco con il canticchiare un motivetto tra me e me, finché non sento penetrare tra i miei cinguettii, una voce gelida che sussurra:


«Sei fastidiosa con questi continui “Au Au”»


Quel commento mi raggelò fino al midollo facendomi venire una gran voglia di piangere.

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Capitolo 5
*** Le grandi pulizie 2 ***


Le grandi pulizie 2

-POV: Rika Furude & Satoko Hōjō

One shot (527 parole, 3217 caratteri)

 

Dopo una breve chiacchierata, ci siamo unite agli altri membri della squadra facendo le presentazioni.
In totale la squadra si compone di quattro membri: io, Shannon-san, una ragazza dall'aria timida e dai capelli violacei che si è presentata come Hanyū-san e un'altra dai capelli blu e l'aria alquanto furba, di nome Furude Rika.

 

Appena giunte nel salone principale della villa, Shannon-san che è anche la nostra caposquadra, ha cominciato a illustrarci le nostre mansioni e a mostrarci gli strumenti da lavoro.

A dirla tutta non ne ero troppo entusiasta... la sala e la villa paiono sconfinate e la sola vista mi fa girare la testa, ma è proprio in quel momento che Rika mi picchietta sulla spalla, attirando la mia attenzione.

 

 

Vidi Satoko un po' spaesata, quindi mi venne naturale provare a incoraggiarla.

 

«Satoko se dovessi avere qualche problema, non esitare a chiedermi aiuto, d'accordo? Mettiamocela tutta con le pulizie! Fight on

Tanto bastò a farla sorridere ed il suo sorriso, contagiò anche me all'istante.

«Certo Rika! Diamo il massimo, insieme!»



Non riesco a spiegarmi il perché, ma sento che io e Satoko potremmo diventare grandi amiche.

Nel frattempo Shannon aveva finito di spiegarci cosa avremmo dovuto fare, ma neppure il tempo di darle conferma di aver capito tutto, che il suono di una campanella richiamò tutte noi bambole viventi.
Era un'altra di noi bambole a produrlo con una campanella e ci stava chiedendo di prestare attenzione.

 

«Gente gente! Ascoltatemi tutti, ho un annuncio importante da fare» - urla con enfasi, una ragazzina con una coroncina nera sulla testa.

«Di che cosa si tratta?» - domanda subito Satoko, confusa tanto quanto me.

«Ah, è l'adunata da parte degli stellati. Si tratta di bambole viventi eccellenti, che guidano il nostro percorso. Quella lassù è Maria, la bambola vivente di MARIA-sama. Ho sentito dire che la sua ombra sia un po' particolare... ama l'occulto, ma la sua bambola è davvero dolcissima.»

«A proposito... Shannon che tipo è la tua nobile ombra?»

 

«In effetti, sarei curiosa di saperlo anch'io.»

 

«Be'... Beatrice-sama è... un tipetto, alle volte non è facile andarci d'accordo ahaha»

 

«E la tua Hanyū-san?»

«Auau? Be', la mia padrona è un'amante del teatro e degli spettacoli... con un pessimo senso dell'umorismo, come per Shannon non è facile andarci d'accordo... Le vostre invece?»

«Lambdadelta-sama è davvero divertente, quando non mangia dolci e sempre impegnata a giocare a un gioco da tavola e ride moltissimo tra sé... anche se a dirla tutta, non capisco proprio cosa ci sia da ridere.»

 

«La mia nobile ombra invece, è sempre tranquilla... per la maggior parte del tempo non emette fuliggine e non capisco bene cosa pensi; tranne quando gioca a scacchi, allora sembra innervosirsi spesso, mentre pensa alle prossime mosse da fare.»

 

Mentre spettegolavamo a bassa voce sulle nostre nobili ombre, il discorso di Maria finì e potemmo finalmente impegnarci nelle pulizie.

 

Per il resto del tempo, però una cosa continuava a solleticarmi...

 

Rika ha detto che la sua padrona gioca a “scacchi”... chissà se è lo stesso genere di gioco che diverte tanto la mia ombra.

 

Forse, non sarebbe male chiedere se possa insegnarmi a giocare, una volta o l'altra.

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Capitolo 6
*** Quando qualcos'altro piangerà ***


Quando qualcos'altro piangerà

-POV: Lambdadelta, Bernkastel, Satoko & Rika

One shot (597 parole, 3651 caratteri)


 

♫♪ Eheheheheheh, sia io che Bern abbiamo passato il debutto ♪♫

Be' non che io avessi dubbi. Ero assolutamente certa che l'avremo superato entrambe! In fondo è di me e Bern che si parla!

 

♫♪ Non vedo l'ora di vederla! ♪♫

Ma sì... andiamo a fare una passeggiata! Sono di buon umore oggi...

e chissà che non incontri Bern, gironzolando un po' per la villa.

Dopotutto non starà costantemente chiusa in camera, a sorseggiare del tè... giusto?

 

«Satoko! Usciamo! Tieni pronto il tuo bel faccino.»

«Oh? Dove vuole andare Lambdadelta-sama?»

 

«Ehehe... andiamo a cercare Bern!»

 

 

Quella mattina, con mia grande sorpresa Bernkastel mi ha ordinato di tenermi pronta.

Ha detto di voler uscire dalla sua stanza, per poter prendere una boccata d'aria.

Ne sono davvero felice.

 

È la nostra prima passeggiata ufficiale, in cui dovrò comportarmi da suo volto.

Come al solito però, la mia nobile ombra... non mostra alcun segno di agitazione; quindi anch'io dovrò fare lo stesso.

 

Stavamo camminando per le siepi, ammirando i vari fiori coltivati, quando una voce squillante ha fatto il nome di “Bernkastel” con tono acuto... portandola ad emettere fuliggine all'istante.

 

Ovviamente, sapevo chi fosse. Avevo visto la nobile ombra ed il suo volto, subito dopo il debutto. Ero felice di poter vedere Satoko, in veste ufficiale per la prima volta!

 

 

«Mia adorata Bern! ♪»

 

Mi avvicinai di corsa a Rika e alla sua padrona, seguendo la mia nella sua esaltazione.

Il nero del “ritratto” le stava davvero d'incanto. Ero felice di poter vedere Rika, in veste ufficiale...

 

anche se... non avrei potuto salutarla o parlarle.

 

«Tu guarda, è proprio Lambda... anche tu qui...»

 

«Ti stavo cercando Bern! Che fortuna essere riuscita a trovarti così in fretta! Che ne dici, che ne dici? Passeggiamo un po' insieme?»

 

«Stavo giusto per tornare in camera mia... magari un'altra volta... ci vediamo...»


«Eh?!?! Che maleducata! Non è questo il modo di rispondere all'invito di una ragazza carina?! Ehiiii! Bern! Aspettamiiii!»
 

 

 

Rika e Lady Bernkastel ci passarono accanto con un'espressione vuota, quasi indecifrabile.

 

Quella ragazza così dolce e sorridente, in realtà riusciva ad assumere anche quell'espressione? Percepisco un improvviso calore pervadermi il petto, così come le guance.

 

Rika... sei davvero splendida.

 

 

Una volta date le spalle a Satoko e la sua nobile ombra, libero un silenzioso sospiro, permettendomi di incurvare le labbra. Ho recitato la mia parte nel migliore dei modi, ma ero anche del tutto catturata dalla bravura di Satoko.

 

I suoi gesti e le sue movenze erano perfettamente in sintonia con quelle della sua padrona e la sua espressione era davvero adorabile!

 

Di colpo sento il mio braccio destro che viene trattenuto e tirato all'indietro, non appena mi volto trovo Satoko ad un palmo da me. Ha le gote rosse e lo sguardo assorto, sembra tutt'altra persona, dalla solita Satoko che conosco,

 

Sono sorpresa, ma questa emozione lascia il posto al vuoto sul mio volto, mentre la mia nobile padrona torna ad emettere fuliggine.

 

«Per questa volta te la do vinta... ma faresti meglio a tenerti pronta... la prossima volta non ti lascerò scappare... troverò una bella gabbia in cui rinchiuderti e sarai mia per l'eternità ehehe ♫ »

 

Guardai prima Lambda e poi il suo volto, prima di rispondere a quella dichiarazione.

 

«Sì, certo... aspetterò con trepidazione quel giorno, Lambda. Fino ad allora... ci vediamo...»

 

 

La presa sul mio braccio si allentò fino a spezzarsi e allora l'ombra in rosa, alzò la mano destra in segno di saluto.

 

«OK! Assicurati di non scordartene perché succederà di sicuro! La prossima volta, magari ci prendiamo un tè assieme! Alla ci vediamo...»

 

««...quando qualcos'altro piangerà!»»

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