E vissero per sempre felici e contenti a Nerima

di vale ronron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un misterioso libro virtuale di immagini interattive... ***
Capitolo 2: *** Benvenuti al palazzo Reale... ***



Capitolo 1
*** Un misterioso libro virtuale di immagini interattive... ***


Nerima ore 11.00 in una soleggiata domenica…

A Nerima un nuovo giorno era sorto, il sole ormai alto in cielo splendeva luminoso illuminando  il cielo azzurro e limpido di quella soleggiata domenica mattina, correvano le undici in punto  quando la carpa fuoriuscì con un salto dallo stagno dei Tendo, mentre la maggiore delle tre sorelle Kasumi Tendo stendeva la biancheria fuori in giardino canticchiando una vecchia ninna nanna giapponese, i signor Saotome e Tendo giocavano nella loro solita postazione a shogi mentre Nabiki  sdraiata a pancia in un giù e a gambe all’aria nel suo letto era indaffarata a fare calcoli con la sua fedele calcolatrice, quel giorno l’atmosfera  a casa dei Tendo era insolitamente tranquilla infatti in quell’abitazione in cui solitamente era sempre chiassosa e caotica, in quel frangente regnava un insolita e sorprendente quiete. Lo stesso Ranma era insolitamente tranquillo quel mattino infatti con indosso un pantalone sportivo azzurro e una canotta bianca era appena uscito dal Dojo infatti dopo un’ardua seduta di allenamento stava rientrando in casa per fare un bel bagno caldo e rilassante quando percorrendo il corridoio intravide Akane entrare di soppiatto nella stanza del vecchio Happosai. Incuriosito da ciò che aveva appena visto annullando completamente la sua aura, con una delle tecniche insegnatagli dal padre, seguì con fare circospetto la ragazza nella stanza del vecchio pervertito.

“Perché sei entrata nella stanza del vecchio?!” chiese curioso Ranma apparendo all’improvviso davanti alla povera Akane che a causa dello spavento sobbalzò sul posto facendo inavvertitamente cadere degli oggetti per terra.

“Ranma...sei un baka…mi hai spaventata a morte!!” lo rimproverò Akane lanciandogli un’occhiataccia per poi riprendere a rovistare tra i cassetti del comò del vecchiaccio.

“Akane, cosa stai cercando nella camera del vecchio!!” le chiese lui accigliato.

“Non sono affari tuoi, esci da questa stanza e lasciami in pace!!” ripose piccata la ragazza senza degnare il ragazzo di un sguardo, aprendo stavolta le ante dell’armadio del vecchio.

Ranma indispettito dal comportamento della ragazza le fece una linguaccia e soltanto per il puro gusto di farle un dispetto rimase in stanza con lei e approfittando della situazione si mise anche lui incuriosito a rovistare tra gli averi personali di Happosai.

“Ranma, smettila di rovistare fra le cianfrusaglie del vecchio Happosai, lo sai quanto sia geloso dei suoi averi!!” assentì Akane poco dopo riprendendo Ranma con tono fin troppo serio.

“Ma se sei tu quella che si è introdotta di soppiatto in camera sua e per prima si è messa a sbriciare nel suo comò e nel suo armadio!!” ribadì il ragazzo a sua difesa.

“Io l’ho fatto solo per riprendermi la mia biancheria intima, tu invece mi hai inseguita qui dentro senza alcun apparente motivo!!” insistette la ragazza, mentre raccattava dal cassetto del vecchio la sua biancheria sbuffando adirata per la palese malattia mentale del vecchio.

“Libro virtuale di immagini interattive per l’apprendimento infantile!!” mormorò Ranma, ignorando totalmente il commento della fidanzata, mentre tra le mani stringeva un libro dalla copertina variopinta.

“Che se ne fa il vecchio di un oggetto del genere?!” chiese incuriosita Akane avvicinandosi di soppiatto al ragazzo.

Cosa vuoi che ne sappia io!!” rispose lui indispettito mentre suo malgrado spinto dalla curiosità si prestò ad aprire la prima pagina del libro.

“Cenerentola!!” Borbottò il ragazzo accigliato.

“Uh è una favola occidentale!” assentì la ragazza incuriosita prendendo senza troppi preamboli il libro dalle mani di Ranma per iniziare a sfogliarlo con crescente entusiasmo.

“Non avevi detto che dovevamo restare alla larga dagli oggetti del vecchiaccio!!” la accusò ironico Ranma guardandola storto.

“Guarda, i due protagonisti non hanno il volto!!” fece notare Akane indicando con un dito il viso di Cenerentola e del principe.

Nello stesso istante in cui la ragazza con il suo dito sfiorò il volto del personaggio di Cenerentola una luce accecante fuoriuscì dal libro e un turbine d’aria circondò la ragazza.

Il ragazzo si apprestò a coprirsi immediatamente gli occhi con le mani per ripararsi dal fascio di luce accecante ma l’urlo della ragazza lo ridestò dalla sua immobilità facendolo entrare in allerta.

“Akane!!” la chiamò preoccupato aprendo gli occhi con urgenza.

“Akane, dove sei?” chiese il ragazzo guardandosi intorno agitato.

La ragazza era sparita nel nulla, un attimo prima era accanto a lui e un secondo dopo era misteriosamente scomparsa, al suo posto erano rimasti solo gli indumenti intimi che la ragazza aveva raccattato poco prima dai cassetti del vecchio.

“Akaneeeee!!” urlò il ragazzo allarmato, ricordandosi con crescente terrore cosa fosse successo l’ultima volta che la ragazza era scomparsa all’improvviso sotto i suoi occhi in un turbine di vestiti stropicciati.

Terrorizzato si guardò attorno finché il suo sguardo disperato si posò sul pavimento della stanza del vecchiaccio nell’esatto punto in cui era caduto il libro, con le pagine ben visibili rivolte verso l’alto, dopo la misteriosa scomparsa della sua ragazza.

“Akane?!” esclamò con il tono a metà tra il sorpreso e il turbato notando il viso della ragazza sul volto del personaggio di Cenerentola.

“Ma…ma che ci fai là dentro?!” mormorò sconvolto il ragazzo saltellando sul posto stringendo con spasmo il libro in mano.

Ovviamente il ragazzo non ricevette alcuna risposta così innervosito dalla situazione iniziò a sfogliare le pagine del libro con urgenza e notò che in tutte le pagine in cui appariva Cenerentola il volto di Akane era sempre presente, al contrario di quello del principe che era ancora privo di volto, notò inoltre che gli altri personaggi della storia  erano presenti anche se terribilmente sfogati tuttavia i dialoghi di tutti i personaggi erano insolitamente assenti e più il libro andava sul finire più le pagine perdevano colore e forma come se stessero scomparendo o come se non fossero ancora state scritte e decorate.

“Ma che diavoleria è mai questa!?” mormorò esasperato il ragazzo grattandosi la testa terribilmente confuso…

“Akane esci immediatamente fuori da lì!!” urlò arrabbiato il ragazzo, che illuminato da un’idea per lui brillante mise il libro sotto sopra e iniziò a scuoterlo con forza nel vano tentativo di far uscire miracolosamente la ragazza da lì.

“Maledetto vecchiaccio, come diavolo faccio adesso a far uscire Akane da dentro questa diavoleria!!” urlò ai quattro venti furibondo e demoralizzato dal fatto che scuotere il libro non era servito a nulla.

“Miseriaccia anche ad Akane e alle sue manacce, doveva per forza mettersi non solo a sfogliare il libro ma anche a toccarne le pagine, la solita impicciona, mai che stia al suo posto!!”.

 
-Un momento, forse se lo toccassi anch’io, potrei riuscire a raggiungerla…- pensò il ragazzo speranzoso.
 
Nel frattempo…

All’interno di una sala reale di un bellissimo e maestoso castello, ubicato sull’altura di una verde collina, un re scontento e arrabbiato con il proprio figlio urlava alterato contro il suo consigliere di corte.

“Non ci sono scuse che tengano, mio figlio ha già trascurato abbastanza i propri doveri, ormai è giunta l’ora che si sposi e che si sistemi!!” esclamò il re paonazzo, mentre agitato sbatteva un pugno sulla propria scrivania.

“Certamente maestà, ma ci vuole un po’ di pazienza!!” rispose intimorito il consigliere allontanandosi dalla postazione del suo sovrano.

“Ne ho abbastanza dei suoi capricci!!” continuò il re infervorato, alzandosi in piedi spazientito “Gli anni passano anche per me e io vorrei avere dei nipotini prima di morire!!.

“Vi capisco maestà!!” assentì il consigliere grattandosi i baffi in modo agitato.

“No, voi non potete capire cosa vuol dire vedere il vostro unico figlio estraniarsi da voi ogni giorno e ogni giorno sempre di più, io mi sento solo in questo vecchio e triste palazzo ho bisogno di sentire di nuovo lo scarpiccio di piedini infantili!!” confessò mettendosi a piangere come una fontana.

“Certo maestà, io la capisco, tuttavia se solo lo lasciassimo fare da solo…”.

“Sta zitto, tu, e le tue sciocche idee romantiche!!” lo rimproverò paonazzo di rabbia il re puntandogli un dito contro.

“Ma sua maestà, in fatto di amore…”.

“Ma quale amore, ci penserò io a risolvere il problema, farò incontrare il ragazzo e la ragazza in modo opportuno, quindi creeremo noi due la giusta occasione!!”.

“Ma no maestà, se il principe dovesse sospettare…” borbottò contrariato il consigliere scuotendo con disapprovazione il capo a destra e a sinistra.

“Sospettare che cosa, il ragazzo oggi tornerà dal suo ultimo viaggio, cosa avrebbe da sospettare se organizzassimo un ballo per festeggiare il suo ritorno!!” disse minaccioso avvicinandosi di soppiatto verso il suo consigliere.

“Nulla, nulla maestà!!” rispose lui intimorito indietreggiando spaventato verso la porta della stanza.

“Le ragazze del regno cercano marito, tutte le giovani fanciulle saranno invitate al ballo e lui dovrà per forza mostrare interesse per una di loro, e poi al momento opportuno…luce tenue, musica romantica e il gioco è fatto!!” urlò soddisfatto con espressione sognante e con sguardo languido, alzò vittorioso il braccio teso al cielo.

“Va bene maestà, organizzerò il ballo!!” acconsentì il consigliere seppur con visibile titubanza.

“Esatto e lo farai stasera!!” assentì trionfante il re.

“Stasera…ma sire c’è poco tempo!!” tentò di farlo ragionare il consigliere iniziando a sudare freddo.

“La mia non è una richiesta ma un ordine e guai a te se qualcosa non andrà per il verso giusto!!” lo minacciò il re guardandolo minacciosamente.
“Sì, maestà!” balbettò terrorizzato il consigliere uscendo in fretta e furia dall’ ufficio del re.
 
L’urlo di sorpresa della ragazza si spense nel momento in cui l’uragano che l’aveva risucchiata in un turbine di vento la fece atterrare all’interno di una stanza poco illuminata a lei sconosciuta.

Spaventata dalla situazione si alzò in piedi rapidamente guardandosi intorno sempre più agitata.

Akane si trovava in un’ampia stanza quadrata con le pareti dipinte di un colore simile al giallo ma ormai sbiadito e opaco, il pavimento era costituto da travi in legno rettangolari terribilmente ricoperte da polvere, al centro della stanza non vi era nulla a parte le proiezioni delle ombre dei mobili antichi e impolverati che erano posizionati lungo il perimetro della stanza illuminata da un'unica piccola finestra posta in un delle quattro pareti.

“Ma dove sono finita?!” borbottò intimorita la ragazza non riconoscendo il posto.

 “Ranma…Ti prego dimmi che sei qui anche tu!!” esclamò spaventata ad alta voce.

Ma la ragazza non ricevette alcuna risposta fino a quando non sentì dei passi provenire dall’unica porta che vi era in quella stanza.

“Ranma…sei tu?!” chiese terrorizzata, mentre con crescente timore la ragazza perlustrò velocemente la stanza alla ricerca di un qualsiasi oggetto che avrebbe potuto utilizzare come arma per difendersi. Individuo velocemente una vecchia mazza di baseball e una volta afferrata, con determinazione, si acquattò affianco alla porta proprio nell’esatto momento in cui questa si spalancò con energia.

“Cenerentola, sono ore che ti chiamiamo, dove ti sei cacciata?!” assentì con tono burbero una voce ben nota ad Akane.

“Nabiki!!” esclamò sorpresa Akane sbattendo le palpebre allibita.

“Cenerentola, sei la solita scansafatiche, le nostre stanze sono ancora da rassettare!!”.

“Kasumi!!” sussurrò Akane cono voce visibilmente sconcertata, tuttavia sollevata deponendo per terra la mazza seppur ancora turbata avanzò di tre passi avanti mostrandosi finalmente alle due sorelle.

“Ma come vi siete vestite?” chiese la ragazza sorpresa guardando le sue sorelle vestite con bellissimi ed elegantissimi abiti da cerimonia.

Kasumi indossava uno stupendo vestito blu a maniche lunghe, stretto alla vita e largo sotto, nelle maniche aveva dei risvolti ricamati di colore azzurro mentre l’orlo del vestito che le arrivava fino al pavimento era abbellito da dei tulle vaporosi del medesimo colore dei polsini.

Mentre Nabiki vestiva un elegantissimo ma provocante vestito verde con maniche a tre quarti e una vistosa scollatura sul davanti che le metteva il seno in risalto, il vestito stretto alla vita le cascava dritto fino a piedi risaltando in maniera sensuale ogni sua curva, uno spacco vertiginoso percorreva tutta la lunghezza del vestito fino a pochi centimetri sotto al fianco destro, a terminare il tutto vi erano dei vertiginosi tacchi che facevano da capolino sotto l’orlo del vestito.

“Che svampita che sei!!” commentò Nabiki alzando il naso con superiorità rivolgendole uno sguardo di superiorità che ad Akane non piacque proprio.

“Oggi è un gran giorno!!” mormorò con tono sognante Kasumi emettendo un sospiro teatrale degno di Kuno Tatewaky.

“Un gran giorno…?” ripetette con timore Akane pensando con angoscia che la sua famiglia le avesse giovato qualche altro brutto scherzo organizzandole, stavolta a sua insaputa, un altro matrimonio in gran segreto.

Terrorizzata al sol pensiero si osservò con ansia per controllare che la sua famiglia non l’avesse drogata per farle indossare un vestito da sposa con l’inganno, ma con sua grande sorpresa notò che indossava un umile vestito logoro, stropicciato e in parte strappato e ai piedi non solo non indossava le scarpe o i calzini ma i suoi piedi nudi erano stranamente sporchi di cenere e impolverati.

“Ma perché sono vestita in questo modo, cosa sta succedendo?!”.

“A te non succederà proprio niente!!” rispose ridendo Nabiki guardandola con uno sguardo sadico.

“Per noi invece questa sarà la serata più bella ed emozionante della nostra intera esistenza, il giorno del ballo in onore di sua altezza il principe è finalmente arrivato!!” continuò Kasumi estasiata esibendosi in una piroetta, degna di Kodachi Kuno, al centro della stanza.

“Il grande ballo?!” chiese Akane sempre più confusa, malgrado fosse parecchio sollevata dal fatto che non ci fosse alcun matrimonio organizzato dalla sua famiglia, tuttavia tutta quella situazione era più che anomala e dentro di lei stava insorgendo un orrendo dubbio.

“Esatto, al palazzo reale stasera ci sarà una festa e durante il ballo il principe del regno sceglierà la sua sposa!!”.

“Il principe sceglierà me, me lo sento!!” mormorò con enfasi Kasumi inscenando un finto svenimento.

Akane strabuzzò gli occhi sconvolta dal comportamento anomalo di sua sorella Kasumi.

“Che dici stupida, il principe scarterà tutte le ragazze tranne me, diventerò io la sua principessa, sarò famosa e ricca, vivrò nel lusso più sfrenato all’interno di un lussuoso castello, servita e riverita e una volta acquisito il titolo governerò a mio piacimento tutto il regno!!” Esclamò con uno sguardo di fuoco e un sorriso spaventosamente sadico e minaccioso.

“Mentre tu, Cenerentola, resterai qui a pulire e rassettare l’intera casa!!” le ordinò Kasumi con sguardo severo e tono burbero.

“Ma Kasumi, ma che ti prende?” chiese ferita Akane guardando la sorella senza parole.

Akane era abituata alle frecciatine maligne e all’avidità della seconda genita dei Tendo ma non si sarebbe mai aspettata un comportamento tanto aspro e cattivo da parte della maggiore delle sue sorelle.

“Non so chi sia questa Kasumi, il mio nome è Anastasia, dovresti saperlo visto che sono la tua sorellastra!!”.

“Lasciala stare Anastasia, Cenerentola sarà finalmente impazzita, d'altronde ho sentito dire che anche sua madre fosse diventata pazza poco prima di morire!!” assentì acida Nabiki.

“Come ti permetti Nabiki, come osi offendere nostra madre!!” la rimproverai infuriata avanzando minacciosa verso di lei.

“Il mio nome è Genoveffa, e mia madre al contrario della tua è viva a vegeta!”.

Come se si fosse sentita chiamare altri passi giunsero dal corridoio e pochi minuti dopo sull’uscio della porta apparì niente poco meno che...

“Signora Nodoka, anche lei qui!!” sussurrò sconcertata Akane vedendo apparire la signora Saotome vestita anche lei con uno stupendo vestito blu notte sobrio ma luccicante.

“Anastasia, Genoveffa, perché siete salite qui a perdere tempo, la carrozza è pronta il principe ci sta aspettando, scendete al piano di sotto immediatamente, svelte!!”.

“Subito madre!!” dissero all’unisono le due ragazze correndo velocemente giù per le scale.

“Per quanto riguarda te Cenerentola, i pavimenti e i mobili impolverati e l’argenteria da lucidare ti aspettano al piano di sotto!!”.

“Ma signora Saotome…!” cercò di parlarle Akane sorpresa dagli ordini bruschi e dal tono odioso della madre di Ranma solitamente sempre dolce, affettuosa e gentile nei suoi riguardi.

“Non disubbidire Cenerentola, questo è il tuo compito, ricordati che qui, tu, sei soltanto un ospite indesiderata, adesso io e le mie figlie andremo al ballo a conquistare ciò che ci meritiamo, quando torneremo, sempre se torneremo, voglio trovare tutto quanto pulito e lucidato!!” detto questo dopo averle lanciato un’occhiata odiosa le sbattè la porta sul viso e  rapida seguì le figlie lungo le scale.

“M…ma che sta succedendo?!” Sussurrò sofferente Akane con le lacrime agli occhi riaprendo la porta e seguendo velocemente le tre donne lungo le scale, correndo giunse fuori dell’atrio e arrivata in veranda vide le sue sorelle e la signora Nodoka salire imperterrite sulla carrozza ignorando totalmente i suoi richiami.

La ragazza oramai appurato che fosse successo qualcosa di irreparabile e ormai convintasi di essere stata sostituita con la famosa Cenerentola della favola si gettò sul pavimento della terra veranda demoralizzata e iniziò a piangere per la disperazione, fino a quando percependo un rumore e più di uno sguardo su di sé alzò repentinamente la testa vigile come non lo era mai stata prima di allora.

“Chi c’è!?” chiese puntando spaventata lo sguardo verso il giardino.

Qualche secondo dopo un piccolo porcellino nero sbucò da dietro un cespuglio seguito da un papero bianco con gli occhiali.

“P-chan, Moose, anche voi qui!!” chiese sorpresa la ragazza mettendosi seduta sul pavimento.

Gli animali gracchiarono e grugnirono felici avvicinandosi e iniziando a girare festosi intorno alla ragazza.

“Voi a questo punto dovreste essere i topolini di Cenerentola, non è vero?!” chiese ormai arrendendosi all’evidenza.

Con grande sorpresa di Akane i due animaletti si fermarono davanti a lei e abbassando il musetto le annuirono allegri.

“Temo di essere stata risucchiata dal libro di Happosai!!” assentì sconsolata e impaurita la ragazza accarezzando i due animaletti sulle testoline.

“Come farò ad uscire da questa situazione disastrosa, sono imprigionata dentro un libro di favole e nessuno sembra riconoscermi!!” assentì Akane sempre più preoccupata.

Con un improvviso fascio di luce azzurra e con un turbinio d’aria spuntò fuori dal nulla una bellissima signora vestita con un lungo mantello turchese che le ricopriva il corpo e anche la testa tramite un ampio cappuccio del medesimo colore.

“Ma…ma...mamma!!” balbettò Akane emozionata, guardando a bocca aperta il volto adesso finalmente visibile della signora appena apparsa nella penombra del giardino.

“Bambina mia, non essere triste!!” assentì dolcemente la signora abbassandosi il cappuccio rivelando i lunghi setosi capelli dello stesso colore di Akane.

“Non posso crederci…mamma… ma come è possibile, tu sei morta!!”.

“Non sono la tua mamma, mia cara, sono soltanto la fata madrina!!”.

“La…fa...fata madrina!!” balbettò Akane con le lacrime agli occhi mentre guardava con sgomento la sua bellissima defunta mamma, che vestita in quel modo buffo con in mano un lungo bastoncino di legno, la guardava sorridendole dolcemente.

“Dai, Su, alzati tesoro, non puoi mica andare al ballo in questo stato!!” le disse la fata madrina aiutandola ad alzarsi e facendole una dolce carezza sulla guancia.

“Al ballo?” chiese confusa la ragazza.

“Certo, devi andare al ballo, il principe ti aspetta!!”.

“Il principe?”.

“Esatto!!” assenti la fata madrina con tono pensieroso mentre si guardava come se fosse alla ricerca di qualcosa.

“E chi potrà mai essere il principe?!” chiese pensierosa Akane più a sé stessa che alla fata madrina “Insomma se mia madre è la fata madrina, Kasumi e Nabiki sono le sorellastre, la signora Nodoka è la matrigna e P-chan e Moose sono i topini di Cenerentola forse c’è una reale e concreta possibilità che il principe sia… Ranma!!” concluse le sue riflessioni ad alta voce esitando nell’ultima parola con un sospiro speranzoso.

“Avanti tesoro, su, non abbiamo molto tempo, dobbiamo sbrigarci, anche i prodigi richiedono tempo!!” mormorò con un sorriso dolce la fata madrina facendo apparire dal nulla un bastoncino di legno.

“Prodigi?” chiese titubante Akane.

“Vediamo un po’, direi che la prima cosa che ti occorre è una bella zucca!!”.

“Una zucca?” chiese Akane sempre più perplessa.

La fata madrina con un colpo di bacchetta fece apparire dal nulla una zucca arancione che ingrandendosi sempre più si trasformò in una bellissima ed elegante e brillante carrozza di cristallo.

La ragazza rimase estasiata a guardare la carrozza apparsa come per magia.

“Adesso ci servono dei cavalli, vediamo un po’, dove sono finiti, oh eccovi qui, questo tenero porcellino e questa simpatica peperella saranno perfetti per il compito!!”.

“Bibbidi-bobbidi-boo!!” canticchiò per la seconda volta la madre di Akane facendo oscillare nell’aria il bastoncino di legno che con grande sorpresa di Akane per la seconda volta scaturì delle luccicanti scintille azzurre.

Akane restò sconcertata nel vedere trasformare P-chan e Moose in due magnifici destrieri uno color bianco latte e uno color nero pece.

“Povero Moose, mi dispiace tanto!!” borbottò dispiaciuta Akane battendo gli occhi incredula.

“E adesso per completare il tutto manca il cocchiere!!”.

“Oh eccoti qui Lucifero, dove ti eri cacciato, tu farai il cocchiere!!” assentì la fata madrina individuando dietro uno degli alberi del giardino di casa di Cenerentola il gatto nero delle sue sorellastre,  quest’ultimo era acquattato dietro un cespuglio ma non appena percepì il pericolo cercò di scappare nel bosco circostante ma la fata madrina  fu veloce e colpendolo  in pieno con un terzo incantesimo lo trasformò in un uomo basso con gli occhi e i capelli neri munito di abito elegante che fu direttamente depositato sulla panchina esterna della carrozza, pronto per la partenza.

“Ripensandoci manca un ultimo tocco, Tobias, eccoti qui bel cucciolone, tu farai da accompagnatore!!” e con un movimento delicato della bacchetta il cagnone marrone si trasformò in un uomo gentile e cortese che la invito a salire sulla carrozza.

“Su avanti cara, cosa aspetti, entra nella carrozza altrimenti farai tardi!”.

“Ma io…Signora fata madrina io la ringrazio molto per il suo gentile aiuto ma non credo di poter andare vestita in questo modo al ballo!!” ammise Akane dispiaciuta guardando il suo vestito stracciato, sporco e sgualcito.

“Oh santo cielo piccola, ma certo non puoi andare così!!”.

“Vediamo un po’ cosa posso fare!!” disse la fata madrina prendendo la mano di Akane e facendola girare intorno scrutandola per bene.

“Bibbidi-bobbidi-boo!!”.

Un meraviglioso abito color del cielo, munito di un elegante corpetto con scollatura a cuore, senza maniche, sagomato nei fianchi e ampio e vaporoso sotto le si manifestò addosso.

“È Meraviglioso, non avevo mai visto un abito così bello!!” assentì Akane estasiata “Ci sono anche le scarpette di cristallo proprio come nella favola occidentale!!” assentì eccitata tastandosi i capelli che percepii essere elegantemente raccolti e abbelliti con una fascia dello stesso colore del vestito.

“È come se fossi dentro un sogno meraviglioso divenuto realtà!!” ammise Akane suo malgrado.

“Sì mia cara, ma come tutti i sogni il tempo non potrà durare allungo, avrai tempo fino a mezzanotte e poi non dimenticarti piccola che a mezzanotte precisa l’incanto finirà e tutto tornerà come prima!!”.

“Sì capisco, ricordo la trama della storia, la ringrazio fata madrina!!”.

“Dio ti benedica cara, ora vai, è molto tardi!!” le disse la fata madrina accarezzandola prima di spingerla con affetto verso la carrozza.

Akane salì sulla carrozza scostò le tendine rosa e si sedette sull’elegante poltroncina dello stesso colore delle eleganti tendine.

La ragazza fece a tempo a vedere scomparire la madre che la carrozza schizzò via, spinta dai due cavalli, prima attraversando un viale sterrato lungo un bosco e poi risalendo il villaggio fino all’ altura della collina dove sorgeva il maestoso e luminoso palazzo del principe.

-Speriamo sia Ranma il principe!!- sussurrò speranzosa Akane congiungendo le mani speranzosa.

 
Arrivata davanti al palazzo con crescente emozione scese con grazia dalla carrozza e ammirando l’immensa struttura percorse le scale marmoree del palazzo, alzandosi il vestito con entrambe le mani per evitare di inciampare, fino al portone.
 

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Capitolo 2
*** Benvenuti al palazzo Reale... ***


NEL FRATTEMPO RANMA…

“Miseriaccia anche ad Akane e alle sue manacce, doveva per forza mettersi non solo a sfogliare il libro ma anche a toccarne le pagine, la solita impicciona, mai che stia al suo posto!!”.

-Un momento, forse se lo toccassi anch’io, potrei riuscire a raggiungerla…-pensò il ragazzo speranzoso.

 
Ranma chiuse gli occhi nel medesimo istante in cui l'uragano lo travolse, quando non percepì più lo spostamento d’aria attorno a lui aprì gli occhi ritrovandosi, con sua enorme sorpresa, seduto in una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi.

"Dove diavolo sono finito?" borbottò il ragazzo guardandosi attorno.

Con urgenza accostò le tende blu che nascondevano la finestrella della carrozza e sbirciando fuori si accorse di star percorrendo un sentiero in mezzo ai boschi. Pian piano gli alberi cedettero la strada alle case e il sentiero diventò una vera e propria stradina piastrellata che passando per tutto il villaggio si prolungò prima in una radura verde ricca di fiori colorati e poi piano piano salì fin sopra una collina dove si ergeva un immenso castello munito di 8 torri e di un ponte in pietra.

Ranma restò stupito sia dal paesaggio che dal dal pittoresco tramonto che aggiungeva un tocco di magia in più all'incantevole paesaggio. Dopo aver attraversato un piccolo ponte in pietra la carrozza si arrestò davanti ad un grande portone di legno scuro, che si spalancò non appena le vedette, ubicate sulle torri, lanciarono il segnale suonando una tromba.

"Figlio mio sei tornato!!" esclamò con entusiasmo una voce ben nota a Ranma.

"Papà!?" Esclamò il ragazzo stupefatto affacciandosi dall’apertura della carrozza "Anche tu qui, com'è possibile, pensavo che dentro il libro ci fossimo finiti soltanto io e Akane!!”

"Scendi caro, ho una grandissima sorpresa per te!!” Proseguì suo padre ignorando completamente le parole del figlio.

"Di che diavolo stai parlando!!” Gli sbraitò contro Ranma scendendo dalla carrozza con un balzo.

"Bentornato ragazzo, spero che il tuo viaggio sia stato piacevole e fruttuoso per il regno!!"assentì il consigliere con tono riverente.

"Signor Tendo, anche lei è qui!!” Ribadì il ragazzo sempre più sorpreso dalla svolta che stava prendendo la vicenda.

"Ma cosa state blaterando voi due, non ci sto capendo niente e poi come diavolo vi siete vestiti, siete imbarazzanti conciati in questo modo!!" assentì Ranma accigliato guardando il padre vestito con una buffa divisa nera munita di spalline dorate, mentre Soun Tendo vestiva un altrettanto bizzarra divisa azzurra dotata anch’essa di spalline dorate ma il particolare che lasciò perplesso Ranma fu la mono lente che l’uomo portava sull’occhio sinistro.

"Vedrai figliolo, l’evento di stasera sarà il più emozionante della tua vita, non te lo dimenticherai mai!" farneticò suo padre con tono esagitato.

"Padre degenere che non sei altro invece di dire stupidaggini dimmi immediatamente dov'è Akane?!" sbraitai afferrandolo per il colletto della giacca.

"Non so chi sia Akane!!" assentì l’uomo con grande stupore di Ranma.

"Che cos'è Akane…un colore?" chiese confuso Soun Tendo.

"Stai scherzando, Akane è tua figlia, stupido!!” gli urlai contro contrariato agitando le braccia esasperato.

"Figlia...quale figlia…io non ho neanche una moglie!!" ammise con una punta di palese dispiacere il governatore incupendosi visibilmente.

"Entra in casa figliolo, rinfrescati e indossa un bel vestito!!" continuò imperterrito il re Saotome spingendo Ranma oltre il cancello.

"Perché mai dovrei farlo!?" assentì irritato, quei due mi stavano davvero facendo infuriare con i loro sproloqui.

"Ho organizzato una festa di bentornato per te!!" rispose il re con crescente entusiasmo.

"Che cosa ridicola!" sbraitai alzando gli occhi al cielo.

"Su ragazzo, vedrai che ti divertirai e poi sarai stanco dal viaggio, entra nel palazzo e riposati un po’!!" Mi rispose quello sprovveduto di mio padre spingendomi con forza verso il viale che costeggiava l’immenso e verde giardino fino al portone principale del castello.

"Su, va nella tua stanza, troverai i vestiti da indossare sopra il letto, noi ti aspetteremo nella sala reale alle 20:00!!"

Il ragazzo seppur perplesso si diresse incuriosito dentro al palazzo -È più che evidente che quei due baka non si ricordino affatto di me, forse è la magia del libro- pensò tra sé il ragazzo osservando le pareti colorate delle stanze del palazzo e i mobili lussuosi ed eleganti che le decoravano, percorse un lungo corridoio tappezzato da centinaia di quadri che ritraevano re e regine nel corso degli anni, fino a quando raggiunse una rampa di scale decorate da una balaustra d’oro ricca di ghirigori.

Prima di salire le scale mi voltai indietro per chiedere a quei due ciarlatani di indicarmi la mia camera, ma nel farlo mi accorsi che quei due codardi si erano volatilizzati nel nulla.

Fu solo grazie all'intervento di una gentile governante, uscita da una delle tante stanze del palazzo, che riuscì finalmente a raggiungere la mia stanza.

“Questo castello è così grande che persino io rischierei di perdermi, come minimo quel disadattato di Ryoga se fosse qui sarebbe in grado di perdercisi di dentro per un intero anno!”.

La mia camera era enorme, le pareti erano dipinte di celeste e al soffitto vi erano dei dipinti che ritraevano uno stemma reale e numerose scene di guerra dove vari re sfoggiavano vittoriosi le bandiere dei regni.

La stanza era illuminata da una grande finestra che dava su una vista spettacolare. Ma ciò che attirò l’attenzione di Ranma fu il letto matrimoniale a baldacchino abbellito con tende di velluto rosso, con entusiasmo con un piccolo balzò vi si sdraiò di sopra, il ragazzo pensò che fosse comodissimo molto meglio del futon dove solitamente dormiva a casa Tendo, avrebbe voluto non alzarsi più da lì infatti si mise ancora più comodo e nel farlo la sua mano sfiorò un tessuto morbidissimo, incuriosito aprì gli occhi e dopo averlo fatto  avvistò il completo che avrebbe dovuto indossare per la famosa festa di stasera, era una giacca bianca munita di  bottoni e spalline dorate, un pantalone rosso decorato con due strisce sottili dorate che partivano dai fianchi fino all’oro dei pantaloni poste ed un paio di scarpe nere lucide completavano il tutto.

-Che abiti buffi- pensò- sembrerò uno idiota con quelle vesti addosso, non ho nessuna intenzione di indossarli-

Un’oretta dopo la governante di prima bussò alla porta e lo invitò ad andarsi a lavare. Suo malgrado le diede ascolto e si fece accompagnare al bagno, dove per l’ennesima volta quel giorno rimase estasiato quando vide l'enorme e lussuosa vasca munita di idromassaggio che gli appari davanti, con maggior entusiasmo ci sia immerse tra bollicine e schiuma. Rimase lì per ore fino a quando tornò in stanza in accappatoio e non trovando nessun’altro abito nell'armadio. Si vide costretto ad indossare lo stupido abito che vi era sopra il suo letto.

-Quel padre idiota che mi ritrovo ha tolto tutti gli altri vestiti per costringermi ad infilare quest’obbrobrio- così anche se a malincuore Ranma indossò quella buffa divisa e subito dopo si osservò accigliato allo specchio.

Qualche minuto dopo un’orda di governanti lo scortarono in una sala immensa e lo fecero sedere sopra un trono rosso e oro posto su un podio in fondo a quell’enorme stanza addobbata a festa.

Da lontano vide che dall’altra parte della stanza proprio sull’uscio della porta vi era un emissario del re, anche lui vestito come un clown, che con in mano una pergamena, ce sembrava infinita, presentava ad uno ad uno delle ragazze che si erano posizionate ordinatamente in fila davanti a lui.

“Chissà se Akane è in mezzo a quella folla!!” mormorò cercando di intravedere dalla sua postazione l’infinita fila che sembrava non avere una fine.

 Ad una ad una le fanciulle del regno furono invitate ad entrare nella sala, Ranma le osservò varcare il lungo corridoio del palazzo abbellito da un lungo tappeto rosso e da numerosi e colorati fiori.

Le ragazze dopo aver percorso per intero il tappeto rosso che terminava proprio sul podio in cui era posizionato lui si arrestavano a pochi centimetri da lui e dopo aver fatto un elegante inchino si dileguavano tutte eccitate all’interno dell’ampia stanza da ballo.

“La damigella Annabeth Atena Chase figlia del governatore e della governatrice Chase!!” la presentò l’emissario del re.

"Per tutti i kami...quella è Kodachi la rosa nera!!” esclamai iniziando a sudare freddo.

La seconda genita dei Kuno indossava un lungo tubino nero brillante, perfettamente aderente al suo sinuoso corpo, con una vertiginosa scollatura sulla schiena.

-speriamo non mi riconosca altrimenti chi se la scollerà più di dosso- pensai sbiancando sempre più ad ogni passo che Kodachi percorreva verso di me.

Il ragazzo vide Kodachi ancheggiare fino a pochi passi da lui, dopodiché facendogli un occhiolino e lanciandogli una rosa nera si inchinò e se ne andò via con un paio di piroette.

-A quanto pare la Kodachi di questo universo è fuori di testa almeno quanto lo è quella originale, fortunatamente però non mi ha riconosciuto- pensò sollevato  tra se Ranma dopo che vide sparire la ragazza fra la folla.

Altre ragazze a lui sconosciute si inchinarono a lui in modo aggraziato. Il ragazzo dopo l’ennesima ragazza si chiese non solo dove fosse finita Akane ma anche dove fossero finiti tutti gli altri uomini visto che finora dalla porta erano entrate solo donne.

Non ebbe il tempo di finire il pensiero che un viso a lui noto si apprestò a camminare sul tappeto rosso che portava dritto al podio.
“La damigella Hermione Jane Granger figlia del generale e della duchessa Granger!!” proseguì imperterrito l’emissario del re.

“O mio dio quella è Shampoo…ci mancava solo lei!!” borbottò Ranma in preda al panico vedendo sopraggiungere la cinesina con un elegante vestito rosa molto sagomato e decisamente troppo scollato in prossimità del seno.

Ranma deglutii a disagio e sempre più timoroso vide Shampoo fermarsi a pochi centimetri da lui e chinarsi rispettosamente.

“Ma che buffonata è mai questa!!” sussurrò Ranma ormai esasperato dalla bizzarra situazione -Spero che anche lei non mi riconosca- pensò mentalmente il ragazzo guardando la ragazza che rialzatasi dopo avergli rivolto un sorriso seducente se ne andò via come tutte le altre.

-Non capisco cosa stia succedendo, qui dentro ce finita mezza Nerima, però a quanto pare nessuno mi riconosce…aspetta un attimo e se non mi riconoscesse neanche Akane…come diavolo mi dovrò comportare!!” pensò il ragazzo con crescente timore lanciando nel frattempo un’occhiata risentita a quel baka di suo padre che insieme a quell’altro esaurito di Soun Tendo vestito in modo ancor più buffo di suo padre se ne stavano seduti in cima ad una balaustra dorata.

“Che avranno mai da commentare quei due idioti!!” affermò risentito il ragazzo vedendo i due uomini lanciargli occhiate contrariate accompagnate da gestacci di rimprovero.

Alzando gli occhi al cielo con fare esasperato decise, per tutelare la sua salute mentale, di ignorarli e così rivolgendo l’attenzione all’ingresso ci mise poco a distinguere tra le ragazze in fila un altro viso a lui ben noto.

“La damigella Eleonora Mercedes Delacour figlia del colonello e della baronessa Delacour!!” la presentò l’emissario del re schiarendosi con fatica la voce.

"Ucchan…anche tu qui, non manca proprio nessuno, a parte Akane che sembra essere scomparsa!!”.
La ragazza indossava un vestito lungo blu elettrico con corpetto stretto e scollatura a cuore, aveva i capelli raccolti con un fiocco blu notte.

La ragazza stranamente priva della sua fedele spatola si chinò con grazia davanti a lui.

Ucchan…mi riconosci, sono Ranma!!” tentò suo malgrado Ranma di attirare l’attenzione della sua migliore amica ma niente questa, come le altre sue amiche, non diede alcun segno di riconoscimento, infatti rivolgendogli un sorriso gentile andò via ignorandolo del tutto.

 “Le signorine Genoveffa e Anastasia Travel figlie di Madame Travel!!” borbottò con voce ormi rauca l’emissario del re.

“Cosa, Kasumi e Nabiki, anche voi due siete qui!?” mormorò stralunato Ranma.

Le due ragazze prima spintonandosi tra loro e poi camminando con grazia si arrestarono entrambe davanti al principe e si inchinarono con rispetto guardandolo sorridenti.

“Kasumi, Nabiki, anche voi state partecipando a questa buffonata?!” chiese Ranma con tono esasperato non riuscendo a trattenersi.

Le due ragazze ovviamente non risposero così Ranma ormai stanco di tutta quella buffonata prima chinò la testa sconsolato e poi per l’ennesima volta fulminò i due idioti che stavano sulla balaustra-che fine avrà fatto Akane, insomma ho incontrato chiunque qua dentro, tranne lei-

Sempre più seccato lanciò un’occhiata all’ingresso per vedere quante altre pazze scellerate ci fossero in fila.

“Akane…finalmente!!” urlò d’impeto Ranma, alzandosi dalla sedia con entusiasmo, notando la ragazza di sfuggita tra la folla.

“Guarda pallone gonfiato che non sei altro, finalmente sembra che mio figlio si stia interessando ad una delle ragazze!!” sentì starnazzare suo padre dalla balconata.

“A quale ragazza precisamente?” sentii rispondergli Soun al compare.

Ranma ormai stufo di ascoltare quei due buffoni e timoroso di poter perdere di vista Akane scese di corsa dal padiglione e velocemente si fece strada tra la folla fino a quando non le fu a pochi passi di distanza.

La ragazza si guardava attorno curiosa e frastornata dalla folla.

“Akane!!” la chiamò Ranma ormai a pochi centimetri da lei.

“Ranma!?” chiese sorpresa la ragazza girandosi verso la voce che l’aveva chiamata.

“Akane, finalmente, dove diavolo ti eri cacciata?!” la rimproverò Ranma non riuscendo a nascondere il tono sollevato per averla ritrovata.

“Ranma…mi riconosci!?” chiese Akane guardandolo sorpresa.

“Certo che sì stupida, perché mai non dovrei riconoscerti!!” le rispose con il suo solito tono beffardo -anche se effettivamente sei vestita e truccata in modo molto diverso dal solito- aggiunse mentalmente il ragazzo notando quanto fosse bella la sua Akane.

“Adesso sì che non ho più alcun dubbio, sei decisamente il baka originale di Ranma!!” Esclamò lei con tono secato senza però perdere il buon umore che in quel momento la contraddistingueva.

“E tu sei sempre un maschiaccio con la vita larga anche indossando l’abito da principessa!!”.

“Idiota!!” gli inveì contro Akane, adesso visibilmente risentita, schiacciandogli il piede con il tacco della scarpetta di cristallo.

“Ahia!!...ma sei scema…mi hai fatto malissimo, sei la solita screanzata!!” assentì il ragazzo saltellando sul posto per il dolore.

“Fate partire la Musica, abbassate le luci, fate presto, svelti!!” sentì da lontano le urla di incitamento del padre.

“Che...che succede!?” borbottò Ranma a disagio vedendo le luci attenuarsi e udendo la melodia partire.

“Dobbiamo ballare!!” assentì con coraggio Akane dopo essersi guardata in torno con visibile imbarazzo.

“C…cosa?” borbottò imbarazzato Ranma vedendo che la folla pian piano si stava allontanano verso i margini della sala per fare spazio ai due ragazzi che erano rimasti nel mezzo della stanza.

“Ci guardano tutti che imbarazzo!!” mormorò Akane arrossendo così tanto da assumere la tonalità della casacca cinese rossa che era solito portare Ranma.

“Balla con lei, figlio degenere!!” senti urlargli contro dal padre nello stesso istante in cui si abbassò per schivare una scarpa tiratagli addosso dal quel cretino di un panda in versione Re.

“Che tu sia Maledetto!!” borbottò Ranma trai denti con un tono tra l’irritato e l’imbarazzato.

Il ragazzo oramai scarlatto per la tensione alzò uno sguardo e vide Akane in tutto il suo splendore, era meravigliosa con quel vestito come lo era stata il giorno del loro mancato matrimonio.

Aveva i capelli raccolti in una graziosa acconciatura, gli occhi color nocciola le brillavano come due stelle luccicanti e le guance rosse dovute all‘imbarazzo la rendevano ancora più bella.

“Io...io…non so ballare!!” balbettò in maniera sconnessa Ranma abbassando lo sguardo avvilito.

La ragazza anche se all’insaputa del ragazzo reagì alla confessione del ragazzo con un sorriso dolce intenerita dall’azione del ragazzo seguendo il suo istinto con la mano destra gli afferrò una mano.

“Devi prima salutarmi!!” lo corresse lei con tono gentile, sollevando le loro mani unite verso le labbra di Ranma che nel frattempo rosso come un peperone aveva alzato il volto per osservarla.

Il ragazzo con imbarazzo le strinse la mano e impacciato le diede un bacio delicato sulla mano, facendole subito dopo un inchino.

“Sei adorabile!!” lo prese in girò Akane facendogli subito dopo una linguaccia per farlo sentire più a suo agio d’altronde lei più di tutti era consapevole di quanto potesse goffo e totalmente incapace Ranma in queste occasioni.

“Sta zitta stupida, non posso fare altrimenti, ci guardano tutti!!” si giustificò il ragazzo rosso come un peperone utilizzando un tono di voce così tanto nuovo alle orecchie di Akane che ne rimase quasi stupida quando capì di non saperlo interpretare.

“Adesso devi stringermi il fianco con l’altra mano e iniziare a ballare!!” gli suggerì lei con tono gentile senza smettere neanche per un istante di osservarlo.

“Fossi matto…e poi ti ho detto che non so ballare!!” sussurrò lui risentito con un filo di voce vagando con lo sguardo in tutte le direzioni tranne in quelle di Akane.

“Ti guiderò io, su veloce, non vedi che sono tutti immobili come statue a guardarci, se non balliamo la storia non andrà avanti, ricordati che siamo dentro un libro di favole per bambini!!” lo spronò lei avvicinandosi maggiormente a Ranma.

Il ragazzo deglutendo con assoluto imbarazzo mosse la mano con scatti lenti finché non la portò sul fianco della fidanza che contrariamente a quanto avesse sempre sostenuto era sottile e sinuoso.

“Non è poi così tanto largo eh!!” lo prese in giro Akane ridendo nonostante tutto.

“Non ci trovo niente di divertente in questa situazione!!” Balbettò lui teso come la corda di un violino.

“Suvvia è soltanto un valzer, tieni alzato il braccio sinistro, ecco così bravo, adesso segui i miei passi, il valzer è un ballo semplice, puoi aiutarti contando, un, due tre…un, due tre!”

Il ragazzo a capo chino a causa dell’imbarazzo si lasciò guidare dalla fidanzata e così si ritrovò a ballare il valzer in compagnia della sua Akane.

“Finalmente!!” sentì esultare suo padre che allegro saltellava sulla balaustra in compagnia di uno stravagante Soun tendo.

“E quella ragazza chi è?” chiese invidiosa Nabiki facendosi spazio tra la folla accalcata attorno al principe e alla sua prescelta.

“La conosciamo mamma?...il principe sembra conoscerla!!” comunicò Kasumi alla madre.

“Io non l’ho mai vista, ne sono sicura!!” ribadì Nabiki fissando con astio la ragazza che ballava con il suo tanto agognato principe.

“Neanche io la conosco!!” rispose in un primo momento la Signora Nodoka poi però osservando meglio la ragazza aggiunse “eppure ha un’aria vagamente familiare!!”.

“Come sto andando?” balbettò Ranma impacciato ma con una percepibile nota speranzosa.

“Sei bravissimo!!” si complimentò Akane sorridendogli gentilmente, persino in un’occasione del genere Ranma voleva essere il migliore, pensò la ragazza scuotendo la testa esasperata prima che i suoi pensieri fossero interrotti dai rintocchi dell’orologio del castello.

“Per i kami è già mezzanotte!!” mormorò in allerta staccandosi bruscamente da Ranma che preso contropiede dal brusco gesto di Akane quasi parve restarci male, ma subito Akane pensò mentalmente che fosse solo frutto della sua immaginazione.

“Sì e allora?” chiese Ranma con fare impacciato guardandola accigliato.

“Devo andare via!!” assentì lei dispiaciuta con crescente agitazione mentre con lo sguardo individuava la direzione da prendere per poter scappare prima che fosse troppo tardi.

Cosa…scherzi, è tutto il giorno che ti cerco Akane!!” mormorò lui con il tono a metà tra l’arrabbiato e lo scettico.

“Ranma la favola è molto chiara a mezzanotte devo lasciare il palazzo!!”.

“Appunto hai detto bene è soltanto una favola!!” Concluse lui prendendole istintivamente un polso con delicatezza pur di trattenerla sul posto.

“Ma non capisci, ormai mi è tutto chiaro, se non lasciamo che gli eventi della favola vadano avanti regolarmente noi rischieremo di restare chiusi dentro questo libro per sempre!!” Gli rispose decisa rivolgendogli tuttavia un’espressione dispiaciuta, se fosse dipeso da lei non solo non se ne sarebbe mai andata ma sarebbe rimasta in quella stanza a ballare il valzer con Ranma per tutta la vita.

“No, questo non possiamo permetterlo, non possiamo restare bloccati qui!!” concordò lui anche se con tono risentito volgendo uno sguardo attento al resto della sala.

“E allora lasciami andare, l’unica cosa che dovrai fare per ritrovarmi è restare qui al palazzo e far cercare dal governatore la proprietaria della scarpetta di cristallo!!” gli rispose con urgenza Akane dandogli le spalle subito dopo.

La scarpetta, quale scarpetta?!” le urlò dietro Ranma guardandola scappare via verso l’ingresso.

“Akane aspetta…non sparire di nuovo!!” la rincorse Ranma timoroso di perderla di vista per l’ennesima volta.

“Sta tranquillo mi ritroverai!!” gli urlò di rimando Akane attraversando l’uscio della porta.

La ragazza scansando le numerose invitate alla festa scese le scale in fretta e furia diretta verso la carrozza e dai suoi accompagnatori che intrepidi la stavano aspettando con un’espressione palesemente tesa sui volti.

Nel correre Akane perse la scarpetta dal piede sinistro, che lei lasciò volontariamente lì per terra, mentre con un ultimo scatto entrò come una furia nello scompartimento spronando con urgenza il cocchiere a partire.

“Akaneeee!!” la chiamò per l’ennesima volta Ranma, vedendo la ragazza partire in carrozza.

La corsa del ragazzo era stata rallentata dalle altre pretendenti che non appena se lo ritrovarono accanto lo afferrarono e gli saltarono addosso, trattenerlo in tutti i modi possibili e inimmaginabili.

“Lasciatemi in pace, siete solo delle pazze squinternate!!” urlò lui indispettito ammentando l’andamento della corsa fino a quando a metà rampa vide la famosa scarpetta di cui gli aveva parlato Akane.

 
“Eccola qui!!” Assentì afferrandola con urgenza e osservandola con attenzione “È soltanto una scarpetta di cristallo in che modo dovrebbe aiutarmi a ritrovarla!!”.
 
Nel frattempo ai margini del bosco...

…poco prima di giungere all’abitazione di Cenerentola gli incantesimi lanciati dalla fata madrina si sciolsero e la carrozza come per magia prima si ritrasformò in una zucca e poi esplose, il cocchiere e l’accompagnatore si ritrasformarono rispettivamente in Lucifero e Tobias, mentre Moose tornò un papero, e il cavallo color pece tornò ad essere il suo amato P-chan.

“Anche le cose belle prima o poi finiscono!!” mormorò dispiacita Akane “Tuttavia finché è durato è stato meraviglioso, Ranma era bellissimo con quell’abito e ballare con lui è stato magico e incredibilmente romantico, nella realtà non sarebbe mai successo!!” sospirò scoraggiata Akane prendendo in braccio il porcellino nero.

“È proprio vero che siamo dentro una favola!!” aggiunse malinconica facendo una carezza al papero bianco “Vi ringrazio amici per avermi regalato questo momento magico!!”.

“Cenerella guarda la tua scarpa!!” starnazzò Moose punzecchiandogli la caviglia destra.

La ragazza abbassò la testa curiosa.

Oh...giusto l’altra scarpetta è rimasta…peccato per il vestito, mi sarebbe piaciuto tenermelo, era veramente fantastico!!” mormorò Akane sfilandosi la scarpetta di cristallo “Questa sarà meglio nasconderla!!” aggiunse pensierosa nascondendo la scarpina tra gli le pieghe del suo vestito vecchio e mal ridotto.

 
-Se Ranma ha seguito le mie istruzioni si sarà già impossessato dell’altra scarpetta, speriamo riesca a seguire la giusta procedura- pensò preoccupata, la ragazza infatti non era sicura che il ragazzo conoscesse la storia di Cenerentola e purtroppo lei non aveva avuto il tempo di raccontargliela.
 
 

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