Cecità di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cecità ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Blindness ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Intensi ricordi ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Resta… ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ‘Visita’ inaspettata ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 Iper-protective ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Yamcha e Freezer ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Festa di Halloween ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 Yamcha si sdebita ***
Capitolo 10: *** For the glory ***
Capitolo 11: *** Gigante perverso ***
Capitolo 1 *** Cecità ***
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alla challenge
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26 prompts challenge: 17/26: ESPIAZIONE: 1.
Riparazione di una colpa commessa e liberazione dalla stessa mediante
l'accettazione e la sopportazione della pena inflitta a tale scopo.
2.
Nel mondo pagano, propiziazione della divinità offesa,
mediante offerte, riti e
sacrifici di vittime.
Parole: 756.
Cecità
Vegeta
strisciò la mano contro la parete, sentiva cose fredde e
lisce avvicendarsi con materiali più ostici, fastidiosi al
tocco e appuntiti.
Non riusciva a individuarne le fattezze, gli sembrava di trovare
innumerevoli
bordi, spesso ondeggiava e andava a sbattere. Colpì con il
ginocchio uno
spigolo e ingoiò un gemito.
"Non ho
nessuna intenzione di chiamare aiuto. Non è
possibile che il principe dei saiyan non arrivi a quello a cui deve da
solo… Ne
va del mio orgoglio!" urlò mentalmente. Cercò di
raddrizzare la postura,
strisciando con il fianco sulla parete, lì dov’era
libera da altre superfici.
Trovò
vuoto davanti a sé e cadde per terra, gli sfuggì
un gemito
soffocato. Ringhiò, sentendo il corpo dolergli e
strisciò, tastando il
pavimento. Sentì un profumo e si ritirò indietro,
captò dei suoni nell’oscurità
e mosse le mani davanti a sé.
«Ce
la faccio da solo» disse preventivamente.
Delle
braccia sottili, con delle mani dalla presa ferrea per
quanto minute, lo issarono. Vegeta si divincolò, ma
l’altro lo tenne fermo,
aiutandolo a raggiungere la parete.
Vi si
appoggiò, adagiando la guancia sulla superficie.
«Lo
sapevo che c’era l’angolo, qui… Ora
lasciami che devo andare in cucina. Tsk,
non ho bisogno della balia» ringhiò.
Rabbrividì sentendo il tocco di una
carezza sulla guancia e avvertì gli occhi bruciare.
«Preferivo
un pugno da parte tua, Elyanor.
Non sono
così debole come ti devo sembrare in questo
momento»
disse Vegeta con voce stanca. «Non c’è
nessuna debolezza nel farsi aiutare»
gemette Elly.
Vegeta si
allontanò da lei, cercando di darle le spalle, la
schiena leggermente piegata di lato e incurvata. Sentì il
vuoto sotto uno dei
piedi e tastò, riconoscendo dei gradini. Mosse le mani, fino
a trovare il corrimano,
il suo battito cardiaco accelerò perché a ogni
gradino sceso sentiva la
sensazione di precipitare. Rischiò di cadere ed Elly lo
afferrò, impedendogli
di farlo.
«La
mia prima impressione resterà sempre quella giusta, su di
te. Smettila di fare l’orgoglioso per almeno cinque minuti e
accettalo. Non ci
vedi, Vegeta…» lo richiamò lei.
«Lo
so che sono cieco…» ribatté Vegeta con
voce roca. Si
divincolò, ma Elly lo aiutò a scendere la scala
contro la sua volontà. «Perché
non te ne torni dal tuo muso verde? Scommetto che sarà con
gli altri terrestri
a sparlare di quanto sono diventato inutile adesso» disse con
tono acido.
Sentì
Elly ingoiare un sospiro di rabbia. «Non mi farai
esplodere, non soffocherai la sofferenza mentale in quella
fisica» disse lei.
Vegeta
rabbrividì al tono di voce gentile di lei.
"Smettila!
Non mi mostrerò debole davanti a una ragazzina
che potrebbe essere mia figlia! Non avrai le mie lacrime! Non mi
sfogherò
davanti a te…" pensò, stringendo le labbra fino a
farle sbiancare.
«Tutto
questo è successo a causa mia, permettimi di espiare
questa mia colpa. Permettimi di occuparmi di te…»
sussurrò Elly, lasciandolo
andare superato l’ultimo gradino.
«Non
dirlo nemmeno per scherzo. Dovresti saperlo che non ti
avrei permesso di sacrificarti come vittima agli dei!»
gridò Vegeta. Una vena
iniziò a pulsargli sulla fronte spaziosa, mentre il suo viso
si accaldava. «Sono
io che ho offeso gli dei» ribatté Elly.
Vegeta
sentì il rumore dei movimenti di lei farsi più
forte,
riconosceva dei colpi secchi dati alla stoffa dei vestiti.
«Smettila
di agitarti come una gallina. Se gli dei ci vedono
come dannate vittime non è certo colpa tua. Hai fatto quello
che era giusto e
non ti devi infliggere nessuna colpa. Occuparti di me non
dev’essere la tua
pena.
Io non
privo nessuno della sua libertà» disse. La sua
voce si
era fatta roca, ancor più matura.
«Non
è occupandoti di te che la espierò, ma
sopportando il tuo
carattere. Voglio aiutarti perché ti voglio bene, burbero
saiyan. Sei il
‘peggiore’ dei miei padri adottivi, ma sei quello
che più si sacrifica.
Rivaluterei
la tua sindrome dell’eroe, è peggiore di quella di
Goku» disse Elly.
Vegeta la
sentì stringergli il petto e si nascose il viso tra le
mani, le gambe gli cedettero. «N-non… Non
obbligarmi…» esalò, la sua voce
trasmetteva sconforto. «Non ti obbligo a niente, qualsiasi
cosa accada
racconterò che il tuo orgoglio non ha mai
vacillato» giurò Elly.
Vegeta
serrò la maglietta di Elly, sfiorandole con le nocche
delle dita abbronzate la lunga treccia e scoppiò a piangere,
sentendo le
proprie lacrime inumidirle i vestiti.
"Non
racconterò mai di questo sfogo, nemmeno a sensei.
Te lo giuro, Vegeta…
La mia
‘espiazione’ sarà ridarti la vista. A
costo di sfidare
gli dei stessi!" promise Elly mentalmente.
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Capitolo 2 *** Chapter 2: Blindness ***
Goku
è sconvolto di quello che sta succedendo a Vegeta.
Partecipa al #thINKtober2018 di Lande di Fandom.
Prompt Lista 2: 24. POV Third Person.
Fandom: Dragonball.
Parole: 628.
Goku
osservò Vegeta seduto in poltrona, gli occhi grigi persi
nel vuoto, la schiena curva e le braccia abbandonate.
Elly
l’obbligò ad aprire la bocca, infilandogli un
cucchiaio
colmo di minestra.
Son
avvertì una fitta al petto.
"Tutto
questo non mi sembra ancora possibile… Se quel
giorno fossi arrivato in tempo" pensò.
Goku
planò, il battito cardiaco
era accelerato e alcune ciocche more, spesse tre dita, gli aderivano al
volto.
Il resto della capigliatura intorno al suo viso oscillava mossa dal
vento.
Diminuì l'aura e atterrò. Gocce di sudore
gl'imperlarono il volto e un
frammento della tuta arancione si stacco e rotolò. La stoffa
della maglietta
azzurra era quasi totalmente strappata.
«Vegeta!
Vegeta!» chiamò. Il
corpo dell'altro saiyan era steso immobile a terra.
Son
si mise a correre verso di
lui, percorrendo la piana annerita dagli attacchi energetici,
evitò i resti
carbonizzati di un albero e saltò oltre un gruppo di pietre.
Uno dei suoi
stivali era bucherellato.
«Vegeta…»
disse con tono
preoccupato. La radura intorno a loro era completamente annerita, gli
alberi
erano bruciati. «… Ti prego, non essere
morto…» implorò.
"Nonostante
tutti i miei
allenamenti, se un dio non vuol far riconoscere la sua aura o
nascondere quelle
delle sue vittime, ci riesce. Se Elly non fosse volata a casa mia,
malridotta e
terrorizzata, non avrei mai saputo quello che stava succedendo".
Raggiunse
il maggiore steso
esamine per terra, il volto del principe dei saiyan era ingrigito,
ricoperto di
sangue e teneva la bocca socchiusa. La battle
suit era per metà distrutta e il
sudore colava sui pettorali ricoperti di cicatrici del principe dei
saiyan.
Goku
slacciò il sacchetto di
senzu dalla vita, lo teneva legato alla cintura di tela blu e
infilò nella
bocca dell’amico un fagiolo di balzar.
Il
petto di Vegeta iniziò ad
alzarsi e abbassarsi in modo regolare, Goku espirò di
sollievo e sorrise.
«Urca,
mi ero spaventato…
Pensavo di averti perso» si lamentò.
Vegeta
mugolò, si diede la
spinta e si alzò seduto in piedi. Si massaggiò il
capo sentendo le tempie
pulsare e si leccò le labbra, sapevano di sangue.
Vide
nero, sbatté ripetutamente
le palpebre, ma continuava solo a vedere oscurità intorno a
sé. Dimenò le mani,
sfiorò il ginocchio di Goku, tastò il terreno e
rabbrividì, strisciò
all’indietro sentendo il respiro di Son e gridò.
«Vegeta,
sono io, tranquillo.
Lo scontro è finito, a quanto pare gli dei hanno deciso di
risparmiarti» cercò
di rassicurarlo Goku.
«T-tu
non capisci…» gemette
Vegeta. Dimenò la coda, peluria castana era sporca di terra,
detriti e sangue. «Vedo
nero… I-io non ti vedo… Lo-loro hanno voluto
qualcosa in cambio, in sacrificio»
disse sofferente.
«Sono
qui, Vegeta… Spiegami
tutto, con calma» disse Goku.
«Kakaroth»
lo chiamò Briefs in
un sussurro, continuando a battere furiosamente gli occhi. Si
portò la mano
alle labbra, iniziando ad ondeggiare su se stesso. «Sono
cieco» ammise.
«Cosa?!»
domandò Goku.
Vegeta
sentì il suo respiro
caldo addosso. «Non
vedi la mia mano?» chiese Son, sventolandogliela davanti.
«Kakaroth…
Gli dei mi hanno
punito per aver combattuto contro di loro…» ammise
Vegeta, incassando il capo
tra le spalle.
«Ci
sarà una soluzione!
S-senti… Forse un secondo senzu…»
tentò Son. «No,
non funzionerà. Non per
questo genere di problema. Andiamocene» rispose secco Briefs
con tono
allarmato.
«Vegeta,
ti porto a casa» disse
Goku. Gli prese la mano nella propria e si teletrasportò
alla Capsule
Corporation.
Vegeta
si aggrappò a lui,
riapparvero nel giardino davanti alla casa a cupola e Goku
aiutò il principe a
rialzarsi.
Vegeta
rischiò di cadere
diverse volte e Son dovette assisterlo.
«Bulma!
Bulma, vieni!» chiamò a
gran voce Goku. Vide la scienziata corrergli incontro con aria
allarmata.
«Elly
mi ha raccontato tutto!
Venite dentro!» gridò.
Goku
negò con il capo. «No,
Bulma, non tutto…» esalò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Intensi ricordi ***
Partecipa
al #WeeklyPrompt.
Prompt:
A: “Ma non eri morto?”
B:
“Sono sempre disponibile a ripetere
l’esperienza.”
Cap.3
Intensi ricordi
Vegeta
avanzò a fatica, sbatté contro un mobiletto e
cadde in ginocchio con un gemito. Mosse le mani a tentoni, i suoi occhi
grigi
erano vitrei e fissi, mentre la sua espressione sperduta.
Elly
lo aiutò a rialzarsi e lo sentì ruggire.
«Oggi
ti senti meglio, noto» sussurrò.
«Sei
stata silenziosa tutto il giorno. Si può sapere a
che diamine pensavi?» borbottò Vegeta con voce
rauca. Elly lo guidò fino al
divano e ve lo fece accomodare.
Elly
si allontanò i capelli gocciolanti dal viso e
batté un paio di volte le
palpebre, indietreggiò di un paio di passi, sentendo il
battito cardiaco
rimbombarle nelle orecchie.
«Ma
non eri morto?» esalò.
Goku
si grattò la testa e sorrise. «Sono sempre
disponibile a ripetere l’esperienza»
scherzò.
Elly
lo raggiunse e lo spintonò, premendo entrambe le mani sul
suo petto. «Eri morto
sì o no? Questa volta nessuno ha evocato il
drago!» gridò, la voce roca.
Goku
scrollò le spalle e si grattò la guancia con
l’indice. «No, non sono morto. Ho
solo rischiato. Urca, non credevo ci tenessi così tanto a
me» disse.
«Tu
mi hai iniziato a questa avventura, a questo mondo folle, ma che mi ha
permesso
di essere felice e veramente me stessa. Certo che ci tengo a te!
Hai
idea quanto hanno sofferto tutti? Avevi detto a Chichi che non saresti
più
morto e anche tua sorella era distrutta!» sbraitò
Elly.
Il
vento faceva ondeggiare le fronde degli alberi e faceva in modo che le
gocce di
pioggia li sferzassero.
Goku
volse lo sguardo e sospirò pesantemente.
«Perdonami, ma è proprio per mia
moglie che non sono morto. Mi sono fatto forza per mantenere la
promessa di
rimanere vivo» spiegò.
«A
niente» mentì la saiyan. Giocherellò
con la lunga
treccia di capelli biondi e fece strofinare la suola delle sue converse
sul
pavimento. «Piuttosto, hai mangiato?» lo
interrogò.
Vegeta
schioccò la lingua sul palato. «I saiyan non
mangiavano sempre?» domandò con tono ironico.
Elly
incrociò le braccia al petto e sospirò
pesantemente. Ringhiò: «So benissimo che non stai
mangiando».
«…
Ed io so benissimo che stai pensando a qualcosa. Tsk,
sputa il rospo e mi farò imboccare, promesso»
patteggiò il principe dei saiyan.
Elly
sbuffò e si massaggiò il collo. «Ti
farei
massacrare di botte da sensei
quando
fai così. Mio figlio Jaden fa meno capricci di te»
si lamentò.
Vegeta
accavallò le gambe e chiuse gli occhi ciechi,
spronandola: «Allora?».
«Pensavo
a Goku. Tu e lui siete più simili di quanto
pensiate. Finirete per farci morire tutti di preoccupazione. Smettetela
di
rischiare la vita, o fare anche di peggio, in continuazione»
borbottò Elly.
«Tu
non sei diversa, è tutta colpa dei geni della
nostra razza. Abbiamo bisogno di spingerci al limite e arrivati a quel
livello
andare ancora oltre. Siamo dannatamente egoisti, alla fine, ma non
possiamo
farne a meno.
Non
credere, anche tu finirai per fare altre caz…»
iniziò
Vegeta.
«Ah
no, non osare trovare il modo di rimproverare me
quando non ho fatto niente. Prenditi le tue responsabilità e
basta, vecchio
gufo» lo interruppe Elly.
Vegeta
fece una risata roca.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Resta… ***
Scritta
sentendo Non amarmi di Aleandro Baldi.
Cap.4
Resta…
Il
ticchettio del bastone rimbombava nelle orecchie di
Vegeta, avvertì l’ostacolo di un divano e si
spostò di lato, continuò a
camminare con le gambe tremanti, con una mano sfiorava il muro.
Sentì una
porta, trovò la maniglia e aprì, entrò
e avanzò lentamente nella cucina. A
tentoni, riconobbe una delle sedie del tavolo, e vi si
accomodò, sentendo anche
il respiro della donna.
Il
profumo della moglie gli punse le narici. Nelle
lenti dei suoi occhiali da sole neri si rifletterono le pietanze sul
tavolo.
«Sono
felice che tu sia venuta a trovarmi. Elly ha
cucinato tutto questo per noi» disse Vegeta con la voce roca.
"Tra noi è
caduto un pesante silenzio, non pensavo che sarebbe mai successo"
rifletté.
«Ho
visto» rispose la scienziata. Si mordicchiò il
labbro, togliendosi una parte del suo rossetto. "Non sarei dovuta
venire,
non era ancora pronto… Solo che… Goku ha detto
che si stava sentendo abbandonato.
Non era questo che volevo" pensò.
«Credevo
avessi già finito di mangiare» sussurrò
Vegeta, percependo gli odori provenienti dalle cibarie.
Bulma
scrollò le spalle, facendo ondeggiare i corti
capelli azzurri. "Non so come fare a ricominciare, non lo so
proprio… Sei
così diverso. Ero così abituata a sfidarti, che
ho dimenticato quanto fossi
fragile. Ho dimenticato che era la parte migliore di te ed ho finito
per
nascondermi da essa.
Ho
tradito la tua anima, il nostro amore… Come puoi
perdonare questo mi atteggiamento infantile?" si domandò.
«Ora non mi va» biascicò.
Vegeta
corrugò la fronte spaziosa e le accarezzò il
viso, sentendo le lacrime umide al tatto. «Perché
piangi?» la interrogò. «… Di
felicità» mentì Briefs, voltando la
testa di scatto.
Vegeta
le prese le mani nelle proprie bollenti, la
sentì stringere spasmodicamente e sospirò.
«Tsk,
non devi fingerti forte con me. Lo sai vero?»
domandò.
Bulma
fece una risatina isterica che rimbombò nelle
orecchie di lui. Chiese in risposta: «Tu cosa fai di
solito?».
Vegeta
fece un ghigno storto. «Da quando fai i miei
stessi sbagli, Donna?» la interrogò. "Tu sei
meglio di me, mio angelo
azzurro" pensò.
Bulma
guardò le fiammelle delle candele spegnersi,
affogate nella cera dei mozziconi di candele consumate.
«Sai,
a casa manchi a tutti. Vetrunks non fa altro che
parlare di te» cambiò discorso. Sfilò
le mani da quelle del marito, lo vide
cercarle a tentoni, avvertì una fitta al petto e le riprese
nelle proprie,
stringendole nuovamente.
«Mi
mancate anche voi, ma… Sento tutto in modo così
diverso. Ho…» mormorò Vegeta.
"Ho
paura, Bulma. Tu non sai quanto ho paura.
Questo mondo io non lo riconosco, non riesco a sentire come mio quello
che mi
circonda" pensò. «… Mi sono abituato a
questa casa. Elly ha fatto in modo
che sia tutto funzionale…
Però
mi sento in colpa. Temo di starla tenendola
lontana troppo a lungo dalla sua di famiglia. Il muso verde
finirà per essere
geloso».
«Allora
potrei venire io più spesso. Darle il cambio,
come ho fatto oggi» disse Bulma.
Vegeta
le baciò le mani e addolcì il sorriso.
«Non
potrei chiedere di meglio» ammise.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ‘Visita’ inaspettata ***
“Questa
storia partecipa
alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort
Italia -
Fanfiction & Fanart”.
Prompt:
79 – Esame medico
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Jne9t8sHpUc; Alanis
Morissette -
Ironic (OFFICIAL VIDEO).
Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer’s Wing.
Prompt:
-On ne voit bien qu'avec le coeur. L'essentiel est invisible pour les
yeux.
(Non
si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli
occhi)
Capitolo
5 ‘Visita’ inaspettata
-On
ne voit bien qu'avec le coeur. L'essentiel est invisible pour les yeux.
(Non
si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli
occhi)
Vegeta
avvertì un brivido freddo investirlo, mentre
una finestra si apriva, facendo entrare il vento della notte.
«Elly?
Elly, sei tu? Non eri dovuta correre a casa da
Jaden?» domandò. Avanzò di un paio di
passi, ticchettando col bastone per
terra. «Elly?» chiamò ancora.
S’irrigidì sentendo dei passi pesanti ed
indietreggiò, deglutendo rumorosamente.
«Elly?»
domandò con voce strozzata. Avvertì un tonfo
più pesante ed iniziò a tremare.
«Tsk,
chiunque tu sia non ti conviene attaccarmi. Mi basta incrementare
l’aura e qui
arriverà un esercito» ringhiò.
Una
voce atona gli disse: «Credevo di averti insegnato
a non sfidare gli dei».
Vegeta
sgranò gli occhi ciechi dietro gli occhiali da
sole. «Freezer?» domandò.
"Era
scomparso così a lungo che avevo iniziato a
pensare che fosse morto. Forse era quello che volevo, dopo la paura che
aveva
fatto prendere al mio piccolo nipotino Vetrunks.
Mi
fa male farmi vedere così in generale, figuriamoci
da lui. Vorrei gridare, scappare. Sono così indifeso, in
questo mondo che non
comprenderò mai" pensò, mordendosi
l’interno della guancia.
«Per
cosa, poi? Per quale motivo hanno cercato di attaccare
la tua protetta?» chiese Freezer.
Vegeta
fece un ghigno e disse: «Ironico, per una volta
ti devo chiedere scusa. Avevi ragione a voler diventare più
forte degli dei, a
non voler essere loro schiavo.
Volevano
che sacrificassimo il piccolo Veg. A quanto
pare dentro di sé ha una potenza degna di Zenosama.
Lei
si è opposta. All’inizio hanno pensato di prendere
in cambio la loro vita e invece…».
«Hanno
voluto i tuoi occhi» ringhiò Freezer.
Vegeta
chinò il capo, espirando pesantemente. «La
cecità non mi fermerà. Tornerò ad
essere un grande guerriero» ribatté.
Sentì
un fruscio, Freezer lo afferrò per un braccio e
lo strattonò, gli si mise alle spalle e lo
immobilizzò. «Ti ho allenato, so
benissimo quanto gli occhi siano essenziali per te»
ringhiò al suo orecchio.
Vegeta
s’irrigidì, perse la presa sul bastone, che
cadde a terra pesantemente, dando vita a un rumore sordo.
«… Il tuo odore… è
diverso.
Che
fine avevi fatto? Zarbon e Sauzer venivano spesso,
ma non parlavano di te. Credevo fossi morto» disse con voce
roca. "Si
accorgerà che ho gli occhi arrossati di lacrime, anche se
nascosti dagli
occhiali? Sentirà quanto paura provo? Mi sembra impossibile
non senta i battiti
troppo veloci del mio cuore.
Non
avrei mai voluto farmi vedere così vulnerabile
proprio da lui!" gridò mentalmente.
Freezer
cambiò discorso: «Posso allenarti nuovamente.
Saresti un buon alleato per affrontare gli dei».
«…
Lo sai benissimo che Zenosama si
limiterebbe a cancellarci. Ci conviene stare buoni. Se
davvero il bambino è così potente, il nostro
momento verrà un giorno, quando
sarà diventato un ragazzo» disse Vegeta.
Tremò, sentendo la coda viscida di
Freezer strisciargli vicino al piede. «Però tu gli
starai lontano. Mi somiglia
troppo per i miei gusti. Sembra più mio figlio che quello di
mio fratello»
ringhiò.
«Mi
sono allenato, sono più potente. Allora, accetti o
no la mia proposta?» chiese Freezer. Vegeta gli rispose
altero: «Accetto. Ho
tutta l’intenzione di riprendermi i miei occhi».
Freezer
lo lasciò andare. «Beh, per quello non hai
bisogno di aspettare… Semi-dio.
Fatti
fare una visita medica. Ho studiato qualcosina
negli anni. Se raggiungi la tua forma finale, risvegli i tuoi poteri
come
figlio di Selene, trascenderai il tuo corpo umano e ritornerai a
vedere» disse.
Vegeta
si piegò e a tentoni recuperò il suo bastone.
«Spogliati»
ordinò Freezer.
«Da
quando sei medico?» borbottò Vegeta, ubbidendo.
"Speriamo
non rientri Elly, sarebbe imbarazzante da spiegare" pensò.
«Non
proprio medico. Sai, quando ero piccolo mi
allenarono Whis e Billsama, come poi hanno fatto con te e Goku, ed ora
stanno
facendo con Elly, Kamhara e Reghina. Sì, sono informato,
anche su quelle
mocciose.
Ora
mi sto facendo allenare direttamente dagli angeli»
spiegò Freezer.
Vegeta
sentì le mani gelide del changelling sulla
schiena muscolosa e fece una smorfia. «Ho detto a Zarbon e
Sauzer di non dirti
niente. Non volevo fraintendessi. Non sono diventato schiavo di angeli
e dei»
sibilò Freezer.
"Lui
è il primo a non trattarmi come un menomato,
ma è scostante e assurdo come al solito. Non so
perché, ma mi sento rincuorato.
Ora
che non lo vedo, che il suo aspetto non provoca in
me il solito ribrezzo, riesco a studiarlo meglio. Nemmeno per un attimo
ho
creduto che mi avrebbe ferito, che mi volesse davvero attaccare. Che io
riesca
a vederlo veramente proprio ora che non posso usare gli occhi?"
pensò
Vegeta.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 Iper-protective ***
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge
indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction &
Fanart”.
Prompt:
41 – Cecità
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=Jne9t8sHpUc; Alanis Morissette - Ironic
(OFFICIAL VIDEO).
Questa
storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di
Writer’s Wing.
Prompt:
It's like rain on your wedding day
It's
a free ride when you've already paid
It's
the good advice that you just didn't take
Who
would've thought, it figures
(Alanis
Morissette, Ironic, 1995)
Capitolo
6 Iper-protective
Elly
incrociò le braccia al petto e schioccò la lingua
sul palato.
«Ricapitolando.
Ti vuoi fidare di un tiranno spaziale
che si è fatto allenare dagli angeli. Ora, in cui potrebbe
decidere di
ucciderti per fare buona figura con gli dei. O peggio, potrebbe far
credere
agli dei che ti vuoi ribellare ancora, facendoci annientare tutti.
Vuoi
lasciarti allenare da lui in queste condizioni.
Dimenticavo che quel pazzo odia Goku e vorrebbe annientarlo, potrebbe
perciò cercare
di manipolarti per metterti contro di lui.
Aggiungiamoci
che quel pervertito potrebbe
approfittare della tua situazione per farti passare dalla sua parte.
Ho
dimenticato qualcosa?» domandò.
Vegeta
cercò diverse volte d’infilarsi lo stivaletto
candido, dalla punta dorata. «Sì, hai dimenticato
parecchie cose. Mi ha
schiavizzato tutta la vita, torturato, ucciso e ha distrutto il mio
pianeta»
rispose.
«Lo
troverei ironico, se non fosse la più grande
scempiaggine che tu abbia deciso di fare» borbottò
Elly. Vegeta sbuffò,
lanciando per terra lo stivaletto. Brontolò:
«Dannato coso».
Elly
s’inginocchiò e lo recuperò,
infilandoglielo. «Dimmi
la verità, insieme alla vista, ti hanno privato anche di una
parte del
quoziente intellettivo». Si rialzò in piedi e gli
sfilò il guanto,
rimettendoglielo dritto. «Lasciati rivestire, hai messo quasi
tutto nel modo
peggiore possibile».
Vegeta
arrossì. Elly lo guardò alzarsi e gli disse:
«Accetterò
questa follia ad una sola condizione. Se fosse vero che può
ridarti la vista
non possiamo perdere l’occasione».
«Quale?»
domandò Vegeta. Lei gli sollevò i pantaloni e
ne nascose l’elastico col pezzo di sopra della battle-suit
blu scuro. «Mi
allenerò con voi. Alla prima cosa che non mi piace, lo
farò saltare in aria
come ho fatto con suo figlio Devil» spiegò.
Vegeta
ghignò, mentre lei gli sistemava una ciocca di
capelli mori dietro l’orecchio, lasciandogli scoperta la
fronte spaziosa. «Tu
parlavi di cose ironiche. Una ragazzina mi farà da guardia
del corpo».
Elly
gl’impedì di sbattere la coda contro il comodino
e recuperò da quest’ultimo un paio di occhiali da
sole, porgendoglieli. Lo
richiamò, dicendogli: «Questa ragazzina
può battervi entrambi con una mano
legata dietro la schiena» lo richiamò.
Vegeta
allungò una mano e a tentoni trovò la spalla di
lei. Pensando: "Ti vanti così solo per non ammettere che sei
preoccupata
per me". «Mocciosa, grazie» sussurrò.
«Hai
paura?» domandò Elly, posando una mano su quella
del più grande.
“Umphf»
rispose Vegeta, facendo una smorfia. Elly incassò il capo
tra le spalle, e
rispose: «Se non ti fidi di me, posso chiamare sensei».
«Hai
la mia completa fiducia e conto sul fatto che
impedirai a quel mostro di farmi ancora del male. Però mi
sento un mostro a
pesare così tanto su di te.
Per
me sei come una figlia» sussurrò roco Vegeta.
«Te
lo devo. Dai, ora basta con i complimenti, o
penserò che Freezer ti abbia drogato o sostituito con un
falso» disse Elly. Vegeta
ritirò la mano. Domandò: «Mi prendi il
bastone? Abbiamo perso fin troppo tempo
a blaterare» domandò.
«Subito»
rispose Elly. "Freezer, fa soffrire il
mio ‘padrino’ e il dolore che subirai
sarà così terribile da farti rimpiangere
di essere tornato in vita. Tornerai strisciando e in lacrime
agl’inferi"
pensò.
|
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Capitolo 7 *** Cap.7 Yamcha e Freezer ***
Cap.7
Yamcha e Freezer
Yamcha
era seduto su una roccia sporgente, con il
cannocchiale osservava la casa di fronte, che si trovava nella pianura.
Riusciva a scorgere Vegeta seduto sulla poltrona accanto alla finestra.
Yamcha
teneva un ginocchio piegato e il braccio
appoggiato su di esso.
«Sono
tre giorni che vieni. Suppongo tu ti presentassi
anche prima della mia venuta», una voce melliflua,
leggermente stridula,
provenne da dietro le spalle del terrestre.
Yamcha
scattò in piedi e si voltò, pallido in volto.
Rischiò di cadere di sotto e, mantenendo l’aura
bassa, iniziò a levitare.
«T-tu…»
esalò.
Freezer
serrò un pugno e lo guardò con gli occhi
socchiusi, le sue iridi vermiglie brillarono. Intimò:
«Voglio sapere chi
diamine sei». Yamcha deglutì rumorosamente e si
passò la mano tra i capelli
mori. «Un amico di Goku» biascicò.
Freezer
schioccò la lingua sul palato, e rispose: «Non
mi sembra di averti mai visto».
Yamcha
riatterrò, allargando le braccia. «Puoi chiedere
anche a Vegeta» sussurrò. Freezer gli fece
esplodere il cannocchiale con una
piccola onda vermiglia. Gli chiede con tono glaciale:
«Perché lo stai spiando?».
Yamcha
si massaggiò il collo e sospirò. «Ho
paura che
gli dei lo attacchino di nuovo. Se si viene a sapere che vuoi
risvegliare il
suo lato semidio, considerando che se Goku imparasse a padroneggiare
l’Ultra-istinct sarebbe potente quanto un angelo, potrebbero
innervosirsi di
più».
Freezer
ghignò. «Sai, forse c’è
qualcosa che tu non
sai di me, visto che non ci conosciamo». Yamcha
corrugò la fronte. «Ossia?»
biascicò.
«L’orgoglio
e l’incapacità ad accettare la sconfitta
Vegeta non l’ha certo ereditato da quell’incapace
di suo padre, o da quella
debole di sua madre.
Gliel’ho
insegnato io.
Se
gli dei attaccheranno, li spazzerò
via!”» gridò
Freezer.
"Probabilmente
da lui ha anche ereditato la
presunzione. Sono sempre stato un ‘lupo solitario’
proprio perché volevo
evitare persone come lui. Mi ricorda in modo orribile il capo dei
predoni che mi
ha cresciuto" pensò Yamcha.
Freezer
fece scattare la coda e gliela attorcigliò
intorno al polso, Yamcha urlò, mentre Freezer lo sollevava e
lo scagliava via.
Yamcha
precipitò davanti alla casa, con un mugolio
sofferente, mentre intorno a lui si diradava il polverone che si era
alzato
dalla sua caduta. Si rialzò, pulendosi dalla polvere,
facendo una smorfia. "Fortuna
che non mi si è rotto niente. Quel tipo è
completamente fuori di testa!"
pensò.
Freezer
gli atterrò davanti, con le mani posate sui fianchi
e lo indicò con la coda. «Se vuoi vedere come sta
Vegeta, vai dentro e glielo
chiedi» ruggì.
Elly
corse fuori.
«Si
può sapere cosa sta succedendo?!» gridò
Vegeta.
Ritto in piedi davanti alla finestra.
«C’è
Yamcha!» gridò Elly. Si avvicinò a
quest’ultimo.
«Freezer ti ha attaccato?» sibilò.
Yamcha
negò vigorosamente con la testa. «N-no…
No, non
è come sembra. Volevo solo venire a trovare
Vegeta» minimizzò.
Freezer
finse un sorriso affabile, arricciando le
labbra. «Non fraintendere. Volevo solo incoraggiare il
ragazzo che è un po’
timido» sussurrò.
Elly
fece una smorfia. «Sarà…»
borbottò.
«A-allora…
mi accompagni dentro?» domandò Yamcha con
voce tremante.
Elly
annuì e gli rispose: «Seguimi»,
mettendosi in
marcia. Controllò che Yamcha la seguisse.
Freezer
osservò il predone e la saiyan dai capelli
biondi entrare in casa ed incrociò le braccia al petto.
"Goku ha davvero
una strana concezione di ‘amico’. Sembra
più aver messo su una corte dei
miracoli" rifletté.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Festa di Halloween ***
Ha
partecipato dal We are out for prompt.
Prompt:
Vegeta x Frieza: Vegeta difende Frieza davanti ai guerrieri Z
Pacchetto:
25: Paura; Briciole; Angelo
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=_Gcrx2Ab0FM&feature=youtu.be&fbclid=IwAR1W6o5NzCuiMWMuDMrWOv3GAZqhOy1jmIl4MRmgXALj5goCtFy7V2FVm78;
Keep Holding On - Avril Lavigne (lyrics).
Cap.8
Festa di Halloween
Vegeta
era seduto in poltrona. «Sai,
l’addestramento con un angelo affina
parecchio il tuo sesto senso. Però non avevo bisogno delle
lezioni di Whis per
capire che stai morendo di paura»
disse secco. "Sono sorpreso che Freezer
sia riuscito a farmi dare qualche lezione direttamente da uno dei suoi
maestri,
ma è meglio non sottolineare che mi sto allenando con un
ex-dittatore spaziale.
Mi chiedo se Zarbon e Sauzer stiano bene e dove si trovino. Non avrei
mai
pensato che avrei voluto rivederli. Anche Elly sembrava parecchio
interessata a
Zarbon, non riesco a capire perché".
«E-ecco…
io… Pensi che Freezer tornerà alla
svelta in questa stanza?»
domandò Yamcha, guardando il salotto intorno a
sé. Il sudore gli
scivolava lungo il viso e respirava a fatica.
«No.
L’idea di proporre di fare qui la festa di
Halloween lo terrà impegnato per parecchio tempo di
là in cucina, deve parlarne
con Elly».
Sospirò, pensando: "No, devo essere
schietto. Se non sono sincero e non faccio il primo passo, loro non lo
faranno
mai".
«Alla
‘mocciosa’ piace la proposta, ma ha paura
che gli altri del gruppo non accettino la presenza del mio…
allenatore. In
fondo se non riesce a convincere se stessa, figuriamoci come fare a
smorzare le
proteste che arriveranno dal resto della squadra»
disse Vegeta.
«Ecco,
gli angeli. Hai detto giusto! Perché non ti
fai allenare solo da Whis? Un angelo è più
affidabile di Freezer»
domandò Yamcha. Ondeggiò avanti e indietro, il
battito cardiaco accelerato.
«Ammettilo,
tu speri che l’idea della festa di
Halloween di questa sera naufraghi»
disse Vegeta, giocherellando con il bastone.
Yamcha
guardò il suo riflesso nelle lenti nere a
specchio del suo interlocutore.
«Se
l’ho appena proposta io»
borbottò.
Vegeta
fece una smorfia, ricordandogli: «Lo
so che non vuoi davvero avere a che fare con
‘lui’»,
si sporse in avanti. «Intanto
è stato l’unico ad avere il fegato di
venirmi a trovare. Persino Kakaroth si è comportato da
coniglio».
Yamcha
si ripulì il vestito dalle briciole dei biscotti che stava
mangiando.
«Sai
meglio di me che Goku…»
biascicò.
«…
lo avete spezzato con la vostra ipocrisia.
Sicuro di saper riconoscere i veri mostri?»
ringhiò il principe dei saiyan.
"Il
puzzo di paura che emana m’innervosisce,
è lo stesso che aveva quando si presentava dalla Donna dopo
averla tradita"
pensò.
«Senti
Vegeta…»
sussurrò Yamcha.
«Yamcha,
ammettilo, tu pensi che io stesso non mi
meriti di stare su questo pianeta. Ogni volta che mi guardi vedi solo
le mie
mani macchiate di sangue»
ringhiò Vegeta.
Yamcha
si alzò di scatto dal divano, briciole volarono
tutt’intorno. «Non
è vero!»
sbraitò.
«No?!
Non fare l’ipocrita. Lo so che per te sono
solo un assassino. Beh, ho una notizia per te. Lo sono e anche Freezer
lo è.
Però non abbiamo avuto altra scelta.
Da
bambini non ci hanno chiesto se volevamo…»
sibilò Vegeta, indicandolo col bastone.
«Neanche
a me! Neanche a Tenshinhan!
Persino
Crilin non ha avuto diritto sulla sua vita!»
gridò Yamcha. Sgranò gli occhi, impallidendo,
tappandosi
la bocca con entrambe le mani.
Vegeta
fece un sorriso storto. «Quello
che vi fa veramente paura nel frequentare
me, Freezer o Junior, allora è questo. Temete che la vostra
apparenza da
santarellini venga meno.
Temete
che la nostra sincerità vi possa contaminare, facendo uscire
quello che siete davvero?»
domandò.
Yamcha
respirava a fatica. «Tu
non sei come Freezer! Lui è diverso da noi!»
gridò con voce rauca.
«Direi
che ho fatto centro.
Se
Kakaroth è riuscito a salvare le nostre anime,
perché non deve
riuscirci anche con la sua?»
domandò Vegeta.
«Perché
lui non vuole essere salvato!»
ruggì Yamcha, dimenando le braccia. Un rivolo
di sudore gli aveva solcato la cicatrice. «Se
gli altri fossero qui, te lo direbbero anche
loro».
«Chiamali
allora. Voglio proprio poter parlare
con tutti.
Questa
festa ci sarà!»
disse secco Vegeta.
"Anni
fa dissi a Trunks che Freezer era diventato un bravo ragazzo.
Riuscire a mantenere quella promessa implicita fatta quando era bambino
rinsalderà il nostro rapporto una volta per tutte.
Devo
chiudere coi mostri del passato" pensò.
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Capitolo 9 *** Cap. 9 Yamcha si sdebita ***
Scritta
per: We are out for prompt
Prompt:
A volte libertà vuol dire scegliere di restare
Cap.
9 Yamcha si sdebita
«Urca,
io non voglio obbligare nessuno. Siete
liberi di scegliere quello che volete»
mormorò.
"Il
mio non è un ricatto morale! Ho solo
detto la verità" pensò Goku.
«Questa
situazione non piace a te quanto non
piace a noi. Vegeta in questo momento è più
vulnerabile…»
iniziò Tenshinhan.
«Io
non credo possa realmente diventare
vulnerabile»
lo
interruppe Crilin.
Tenshinhan
proseguì: «Freezer
potrebbe cercare di fargli credere di essere cambiato solo per
avvicinarsi a noi. Se abbassiamo la guardia, ci ucciderà».
«Non
credo voglia intendere che Vegeta è facile
da ingannare. Soltanto è cresciuto sotto
l’influenza di Freezer»
s’intromise Piccolo. «Lo
temeva e lo rispettava. Magari in questo
momento si sta ingannando da solo per potergli credere».
«Non
credo che Vegeta sia un tale illuso. Penso
piuttosto che questo venga da te, Goku. Lo sappiamo che vuoi cercare
sempre di
cambiare tutti, ma questa volta non puoi riuscirci»
disse Crilin.
Goku
fece una smorfia.
Iniziò
dicendo: «Vegeta
ci tiene. In questo momento non ci vede e…».
«Adesso
basta! Smettetela di litigare!»
si lamentò Bulma.
«Non
ho nessuna intenzione di ascoltare
qualcuno che voglia obbligarci coi sensi di colpa. Se vogliamo venire
verremo,
altrimenti niente.
Lo
hai detto tu che non ci obblighi»
disse gelida 18.
"Freezer
è un recidivo. Nemmeno chi ha un passato difficile
può
perdonarlo facilmente" rifletté Mary Jane.
17
sospirò.
«Forse
Goku ha ragione. Magari dobbiamo
rimanere uniti».
«Siamo
liberi di non rimanere qui a farci
ammazzare da quel pazzo sadico»
borbottò Jirobay. Giocherellava con un sacchetto di Balzar
che teneva
in mano.
Lunch
sussurrò: «Però
così daremo un pessimo insegnamento ai
nostri figli».
«Giusto.
Pensiamo ai bambini. Teniamoli lontani
da quell’alieno»
gemette Chichi, stringendo spasmodicamente un fazzoletto.
"Non
volevo dire niente per non andare
contro mio marito, ma… Freezer mi fa troppa paura! Se
volesse fare male ai miei
piccoli? May è ancora così innocente"
pensò.
Goku
si alzò in piedi e raggiunse una finestra. Posò
le mani sul
davanzale e, guardando fuori, sancì: «A
volte libertà vuol dire scegliere di restare».
"Vegeta
tiene a Freezer. Se gli sta dando
fiducia, dobbiamo fidarci a nostra volta" pensò.
17
chiuse gli occhi.
"Tanto
lo sappiamo tutti che finiremo per fare quello che ha
detto Goku. Alla fine è lui l’Eroe della Terra.
Noi possiamo solo sognare cosa
vuol dire avere il suo buon cuore, ed essere sempre dalla parte del
giusto"
pensò.
***
Yamcha
si legò i capelli in una coda e si sedette ai piedi
dell’albero.
«Vo-vorrei…»,
deglutì, bianco in volto. Era scosso da
tremiti e si passava le mani sulle spalle di continuo, il fiato si
condensava
davanti al suo viso.
Freezer
si affacciò, muovendo pigramente la coda. «Cosa
vuoi, insetto?»
domandò, guardandolo distrattamente. Sbadigliò e
tornò a fissare la
propria mano, lo smalto nero.
«Vorrei
ricordarti che Vegeta ha organizzato
questa festa proprio per dimostrare che tu…».
Yamcha deglutì rumorosamente. «…
puoi stare insieme agli altri».
Freezer
roteò gli occhi. «Trovo
questa festa terribilmente noiosa»
borbottò. Fece una smorfia che gli deformò il
viso. Yamcha
lo guardava illuminato dalla luce delle lampade. «Tutti
quei terrestri noiosi e puzzolenti. Per non parlare di quei
stomachevoli
scimmioni»
sibilò Freezer.
Yamcha
si alzò in piedi, strofinando la scarpa per terra. Chiuse
gli
occhi, concentrandosi sul battito cardiaco accelerato. "Vegeta
ha bisogno di credere che anche lui voglia essere
salvato. Come ne avevo bisogno io con Tenshinhan. Sapere che una
persona a cui
si è scoperto di tenere possa cambiare, ci fa credere che
anche noi non
commetteremo più gli errori del passato" si disse. Si
massaggiò il collo con una mano, mentre stringeva
l’altra in un
pugno.
«Certo,
devo ammettere che questa festività mi
affascina. I mostri, i demoni, l’affrontare gli spiriti. Non
ho mai visto così
tante tradizioni elaborate e codificate nell’universo»
spiegò Freezer.
Yamcha
espirò pesantemente. «Io
ti devo ringraziare»
disse. Il sudore gelido scendeva lungo la sua
schiena, facendolo tremare visibilmente, a malapena si teneva ritto in
piedi. «Mi
hai dato il coraggio di parlare con Vegeta.
Io… voglio essere suo amico».
Freezer
schioccò la lingua sul palato.
«Amicizia?
Che parola insopportabile. Non
voglio la tua gratitudine, scarafaggio».
Yamcha
si grattò la guancia all’altezza della cicatrice. «Vuoi
davvero lasciare il tuo allievo là dentro da solo? A fare
una
figura da idiota, ad umiliare il suo orgoglio, perché il suo
mentore lo ha
abbandonato?
Tu
non sai cosa vuol dire perdere la figura che, anche se nel male, ti
ha guidato».
La
voce gli uscì rauca.
Freezer
rabbrividì, spiccò il volo e gli
atterrò davanti.
«In
questo momento lui ha bisogno di certezze.
Ha perso la vista, è come se avesse perso il suo nord.
Non
pensi di averlo già condannato troppe volte a difendere
l’indendibi…»,
la
voce di Yamcha si spense, mentre si trovava Freezer davanti.
Il
changelling gli chiese: «Parli
per esperienza?».
Yamcha
annuì lentamente. Nei suoi occhi liquidi per la paura si
riflettevano le zucche che decoravano la casa.
«Io
ho odiato Vegeta, a lungo. Perché Bulma
aveva preferito lui a me»
biascicò.
"Quella
sciocca terrestre, tutto sommato, sa fare delle buone
scelte. Come si potrebbe preferire questo idiota spelacchiato al mio
pupillo?"
pensò Freezer, mordicchiandosi il labbro. «Però
lui è un lupo, come me. Noi facciamo
branco»
sentì l’altro proseguire. «Lupo
è già meglio di scimmia»
rifletté il changelling.
Yamcha
biascicò: «Lui
ha bisogno di te, quindi ti prego. Entra in casa e fai almeno
finta di divertirti».
"Sicuramente
morirò, adesso. Che modo
stupido. Nel giardino di una festa, solo perché non ho
saputo stare zitto"
pensò.
«Ne
riparleremo, lupacchiotto. Per ora penso
che ascolterò il tuo consiglio»
disse Freezer. Gli diede le spalle, ondeggiando sinuosamente la coda
e si allontanò.
Yamcha
cadde in ginocchio, espirando pesantemente.
|
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Capitolo 10 *** For the glory ***
»
Lista: Hurt/Comfort
»
Prompt: Day 1 Cecità
»
Fandom: Dragon Ball Z
»
Avvertimenti: What if.
For
the glory
Una
colomba sorvolava la capsule corporation, scese in picchiata
passando tra le palme dalle ampie foglie coperte di brina e
atterrò tra le
radici nerborute di un sempreverde.
Gli
alberi intorno avevano degli stallatiti di ghiaccio appese ai rami
spogli, dove si trovava della neve.
Goku
camminava lungo la scalinata dell’edificio controllando che
Vegeta fosse aggrappato al suo braccio.
"Non
avrei mai pensato che avrei dovuto
aiutarlo a vestirsi. La battle-suit è sempre la stata la sua
seconda pelle, mai
avrei immaginato che gli sarebbe diventato ostico indossarla"
pensò.
Vegeta
sentiva l’odore della neve pungergli le narici.
Deglutì a vuoto
un paio di volte, lasciandosi guidare da Son.
«Kakaroth,
stai tranquillo. Non ho bisogno di
aiuto per camminare” mormorò, stringendo con forza
la stoffa arancione. Il
vento gli sfiorava il viso e riusciva a percepire le impercettibili
oscillazioni di temperatura.
Goku
gli rispose: «Voglio
lo stesso poterti aiutare».
«Umphf»
borbottò Vegeta. La voce di Son era per
lui molto più forte del normale e la sentiva spiccare sui
suoni tutt’intorno
che riusciva a captare in modo chiaro quanto le diverse auree che li
circondavano.
"In
questo periodo tutto si tinge di bianco. Avevo imparato ad
amare questo periodo dell’anno. Non l’ho mai visto
così bello in nessun altro
pianeta.
Ricordo
che mi sono accorto di amare la mia Donna proprio mentre
cadevano i fiocchi di neve. Posso sentire l’odore tipico di
una nevicata appena
caduta" pensò.
Udì
Goku sospirare.
«Questa
volta non voglio sentire lamentele dovute al tuo orgoglio. Ne
ho bisogno» implorò Son.
Vegeta
espirò dalle narici.
"Mi
chiedo perché gli dei ci abbiano convocato. Hanno scoperto
che voglio trovare un modo per annullare la loro maledizione?
O
forse vogliono rendere più pesante la mia punizione?
Avrei
preferito portare anche gli altri con noi. Se non per me, almeno
per Kakaroth. Non l’ho mai visto così agitato e
preoccupato. Il solito idiota,
se fosse per lui si farebbe carico di questa situazione.
Non
potendo sacrificarsi al mio posto, vuole almeno occuparsi di me
ora che ha trovato il coraggio per starmi accanto" pensò.
Goku
si fermò, Vegeta si arrestò a sua volta, si
guardò intorno senza
vedere e avvertì la pressione della mano di Son sulla
spalla. Sentì il terreno
mancargli sotto i piedi e una sensazione di vertigine, mentre Son si
teletrasportava insieme a lui.
*******
«Kakaroth,
descrivimi cosa vedi» bisbigliò
Vegeta, col battito cardiaco accelerato.
Goku
gli si mise davanti e il principe sentì la schiena del
più
giovane a contatto con la guancia.
«Ci
sono angeli ovunque, neanche li avessero
radunati. Alcuni neanche li conosciamo e mi chiedo come sia possibile
dopo il
torneo del potere» mormorò con voce inudibile.
Vegeta
annuì. «Continua».
Son
fece scattare gli occhi, enumerando: «Ci
sono i due Zeno sui loro troni. Al centro
della stanza c’è un modellino con dei pianeti,
l’ho visto anche le altre volte
che sono venuto. Distruggono i pianeti al suo interno per crearne
altri, una
specie di scacchi».
"Meglio
non fargli capire che quelle ‘biglie’ non sono
giocattoli, ma probabilmente la rappresentazione dei mondi reali.
Si
confermano spietati" pensò Vegeta, avvertendo un brivido
lungo
la schiena.
«Siete
stati convocati dal grande Zeno-sama per…»
iniziò il Gran
Sacerdote.
Uno
dei Zeno-sama si alzò in piedi e corse verso Goku.
«Goku!»
gridò, interrompendo l’angelo e
raggiungendo Son. «Amico mio…» lo
salutò.
L’altro
Zeno-sama accavallò le gambe e, posando la testa sulla mano,
disse: «C’è anche Vegeta. Vedo che la
mia punizione è ancora in atto».
"Continuo
a chiedermi come sia possibile una tale differenze tra
dimensioni. Ai due Zeno è capitato ciò che
è successo a mio figlio e al Trunks
del futuro. Pur essendo uno il futuro dell’altro, hanno
finito per non
assomigliarsi affatto" pensò Vegeta.
«Vi
abbiamo convocato…” disse il Zeno seduto.
«… Perché ci siamo
annoiando” continuò quello che saltellava davanti
a Goku.
Il
Daishinkan s’inserì dicendo: «I grandi
Zeno-sama vi hanno
convocato, saiyan, per invitarci al loro nuovo
‘torneo’». Un sorriso si
allargò
sulle sue labbra. «Questa volta nessuna sfida tra universi.
In palio ci sarà
qualcosa di più prezioso».
«Dimmi
che volete ridare la vista al mio amico Vegeta»
supplicò Goku,
stringendo a sua volta le mani di Zeno. «Vogliamo»
gli rispose uno Zeno.
Lo
Zeno seduto aggiunse con tono saccente: «Il vostro sfidante,
in
caso di vittoria, riavrà i suoi compagni di squadra.
Potrà resuscitare i suoi
amici».
"Solitamente
la considererei una motivazione più valida della
mia, ma devo salvare Vegeta. Ho promesso che mi sarei occupato di lui"
pensò
Goku.
*****
Vegeta
gettò indietro la testa, i pugni serrati e la bocca
spalancata.
Iniziò ad urlare con tutta la sua forza, delle grandi ali
nere apparvero sulle
sue spalle, mentre i suoi capelli si tingevano di blu.
Goku,
al suo fianco, teneva il capo chino ed urlava a sua volta. I
capelli gli divennero di un azzurro acceso, come la sua aura. "So che
le
tue motivazioni sono nobili forse anche più delle nostre,
ma… Non perderemo".
Alzò
la testa di scatto, nonostante la luce che emanava il suo viso
era in penombra.
"Posso
sentire il tuo giudizio su di me. Pensi che la mia cecità
ti avvantaggerà. Ti sbagli, finché
avrò Kakaroth al mio fianco nessuno potrà
sconfiggermi" pensò Vegeta.
«Ti
conviene darti una calmata e andartene» sibilò
Son. Iniziò ad
avanzare con dei passi decisi. Lì dove i suoi stivaletti
affondavano nel
terreno sabbioso rimaneva l’impronta.
«Sei
nei nostri domini» disse il re dei saiyan. Si
passò il dorso
della mano sotto il naso e ghignò.
Jiren
si mise in posizione di combattimento.
«La
folla grida il mio nome, questa volta sarò
io l’eroe. Vi spazzerò via»
ringhiò.
"Nessuno
potrà impedirmi di riavere ciò che ho perso,
neanche voi".
Vegeta
spiccò il volo e attaccò dall’alto, Son
scattò in avanti
attaccando a sua volta levitando radente al terreno.
Jiren
parava i pugni di entrambi, utilizzando i muscolosi avambracci,
schivando i calci del principe dei saiyan e le spallate di Goku.
«Noi
saiyan siamo più forti dell’esplosioni»
ringhiò Son. Apparendogli alle spalle col teletrasporto,
allungò la mano e gli
lanciò un attacco energetico invisibile.
Jiren
si voltò e parò, nascondendosi dietro entrambe le
braccia.
«Siamo
uragani» ringhiò Vegeta, colpendolo con
una gomitata al collo. I suoi occhi bianchi riflettevano
l’immagine di Jiren.
Quest’ultimo aveva dei grandi occhi neri da insetto.
"Ti
avremo finito e saremo i vincitori prima che tu te ne accorga"
pensò Goku. Infierì raggiungendo
l’avversario con una gomitata all’addome,
obbligandolo a piegarsi in avanti.
Vegeta
lo raggiunse con un calcio alla guancia, facendolo volare
contro una montagna, che franò.
Vegeta
sentì che uno degli angeli li guardava tremando, sentiva il
rumore che producevano le sue ginocchia, il respiro accelerato.
"Probabilmente
è ancora piccolo" pensò.
«Sorpreso?
Ora sai cosa vuol dire essere parte
di una nobile dinastia di guerrieri».
Goku
gli atterrò accanto e con voce seria gli domandò:
«Perché
tremi? Sconfiggeremo l’avversario».
Il
bambino angelo indietreggiò.
«Sembrate
proprio due…” esalò. "Vorrei
dire ‘mostri’ alieni" pensò. «…
soldati».
«Allora
fai largo ai soldati” disse Vegeta,
rimettendosi in posizione di combattimento.
"Sento
una leggera sofferenza nella voce
di Kakaroth. Questo scontro sta mettendo a dura prova il suo buon
cuore. Non
avrei voluto obbligarlo a fare una scelta così difficile per
aiutarmi" pensò.
Jiren
si era rimesso in piedi. I suoi occhi neri a specchio
riflettevano la figura di Son e del principe dei saiyan.
«Siete
una stirpe spezzata!» gridò Jiren.
"Gli
dei mi stanno guardando. Angeli e Kahioshin tifano per me.
Sono tutti con me!
Non
posso perdere" pensò.
Goku
gridò: «La
stiamo ricostruendo». Aprì la mano e le sferette
di energia azzurra
che aveva disseminato sul terreno esplosero una dopo l’altra.
«Questo
trucco è vecchio! » gridò Jiren,
alzando una barriera per pararli.
"Noi
saiyan ci evolviamo continuamente, frantumiamo i nostri
limiti ogni volta. Se pensi che possiamo ripeterci non ci conosci.
Non
possiamo perdere questa volta!" pensò Son.
Vegeta
cominciò a gridare con tutta la sua forza, la sua voce diede
vita a delle onde d’urto tali che mandarono in pezzi la
barriera.
Jiren
cadde carponi, tappandosi le orecchie, gemendo, completamente
assordato.
«Gli
dei mi hanno promesso di ridarmi la vista
solo in caso che questo scontro venga vinto da noi saiyan.
Però questo lo avrei
fatto con gusto a prescindere» disse Vegeta. Raggiunse Jiren
con un calcio in
faccia, spezzandogli le ossa del viso nel punto in cui non aveva il
naso,
facendolo cadere a faccia in su. «Lo
avremmo fatto anche solo per la gloria».
«Sei
diventato ancora più forte ed io non
voglio essere da meno. Abbiamo ancora un conto in sospeso»
aggiunse Goku,
atterrandogli davanti. Lo afferrò per la caviglia e lo
sollevò, facendolo
roteare su se stesso, lo scagliò lontano attuando la presa
del dragone.
"Tutta
la nostra esistenza è incentrata sull’adrenalina
della
battaglia, sul diventare più forti" pensò.
Jiren
incrementò la sua aura, si rialzò in piedi con un
balzo, e
spiccò il volo.
«Posso
prendere tutti i colpi che volete. La gloria deve essere mia!"
sbraitò. Raggiunse Son con due onde lanciate dagli occhi,
facendolo volare via
con un urlo.
«Kakaroth!»
urlò il re dei saiyan.
Jiren
afferrò Vegeta per la testa e lo sbatté a terra,
premendola nel
tentativo di spezzargli il cranio.
«Non
hai paura di morire?» ringhiò.
Vegeta
rispose: «Se
dobbiamo morire in combattimento, noi saiyan siamo pronti a farlo.
Viviamo per questo». Il sangue colava dalla sua bocca e un
rivolo gli coprì gli
occhi ciechi.
Goku
raggiunse Jiren con un calcio a piedi uniti alle spalle,
obbligandolo a voltarsi.
«Lascialo
stare!» gridò.
«Non
ve lo lascerò fare! Non potete superare il
campione» ringhiò Jiren. "Questa volta non
sarò sconfitto. Non voglio più
perdere, mai più! Da questo scontro sarà deciso
se avrò in futuro la forza di
proteggere la mia squadra" pensò. Si
voltò di scatto, Son indietreggiò trovandoselo
davanti e, con un
grido, cercò di raggiungere l’avversario con un
pugno al volto.
«Siete
di fronte ad uno che non può essere
battuto» disse Jiren, afferrando il suo colpo con una mano e
stringendo
abbastanza da spezzargli le ossa delle dita.
Vegeta
si rialzò, ma Jiren utilizzò l’altra
mano per afferrargli il
collo, mozzandogli il fiato.
Il
re dei saiyan si divincolò, cercando di ingoiare aria, i
suoi sensi
affilati rendevano la situazione ancora più dolorosa.
Goku
notò i suoi occhi bianchi, cechi, colmi di terrore. Gridando
raggiunse Jiren con un colpo al collo, premendogli la giugulare.
L’alieno
perse la presa sul re dei saiyan. «Lo
scontro è appena iniziato» ringhiò con
il fiato spezzato,
massaggiandosi il livido che si era creato sulla sua pelle grigia.
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Capitolo 11 *** Gigante perverso ***
Scritto
per: kinkybutnotreally di Hurt/Comfort Italia
- Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.
Prompt:
viola di G.W..
Gigante
perverso
Jiren
lanciò lontano Goku, massaggiandosi il collo e riprendendo
fiato.
Son si preparò a partire nuovamente all’attacco,
ma fu avvolto da un campo di
energia viola.
«Kakaroth,
cosa succede?!» gridò Vegeta, sentendo le sue
urla.
Raggiuntolo, nel momento in cui toccò l’energia
viola, tornò a vedere
quell’unico colore per qualche attimo. Con furia selvaggia,
iniziò a colpire
l’involucro, non riuscendo a liberarlo.
Goku
al suo interno boccheggiava, sentiva le energie scemare e
l’aria
impura, cadde carponi. «KAKAROTH!» gridò
Vegeta. Son si abbandonò su un fianco,
con gli occhi socchiusi e le braccia abbandonate.
«Cosa
gli hai fatto?! Liberalo!» ordinò il re dei saiyan
partendo
all’attacco.
Jiren
iniziò a parare ogni suo colpo. «Non preoccuparti,
starà bene. Gli
angeli lo hanno fatto cadere in uno stato di stasi». Fece un
sorriso storto.
«Sono tutti dalla mia parte. Tifano per la causa
più giusta: la mia!».
Vegeta
fece una smorfia. «Vorrà dire che dopo averti
preso a pugni, mi
occuperò anche di loro! Gli farò liberare
Kakaroth!». "Parlo da gradasso,
ma non penso di poter vincere questo scontro da solo senza vista"
pensò.
Sentì Jiren cercare di afferrargli la coda e la mosse
rapidamente, facendola
sfuggire alle sue grandi mani.
Jiren
piegò di lato il capo. «Perché proteggi
qualcuno che si è alleato
con un nemico? Ho visto come tremavi alla vista di quel Freezer, come
avevi
paura di lui…». Vegeta lo zittì con un
calcio in bocca. «Sei solo invidioso
perché Kakaroth e Freezer ti hanno sconfitto
insieme».
Jiren
gli fece precipitare addosso un gigantesco masso infuocato, il re
dei saiyan gridò di dolore. Una roccia si era conficcata
nella sua gamba.
Il
piccolo angelo sul ring gli si avvicinò e gliela estrasse
con mano
tremanti. «Fo-forse… Non dovevo giudicarvi
così in fretta… Forse non siete voi
i mostri» sussurrò.
Jiren
lo afferrò per il collo. «La perversione ti ha
accecato. Provi
forse dell’affetto per esseri così
abbietti?». Vegeta gli spezzò il braccio,
facendogli liberare il bambino e lo afferrò prendendolo in
braccio,
allontanandolo da lui. «Qui, l’unico perverso sei
tu che vedi il marcio in ogni
cosa!» sbraitò. Sussurrando all’orecchio
del piccolo: «Vedi di lasciare alla
svelta il campo di battaglia».
Il
piccolo angelo annuì e volò via.
Vegeta
era ricoperto di ustioni e le sue vesti si erano stracciate e
bruciacchiate in diversi punti. Pensò: " Non
perderò. Non dopo tutta la
fatica che Elly ha fatto per aiutarmi, non dopo tutto il dolore che ho
patito.
Per una volta, non voglio aver sofferto invano!
Mi
dispiace per la squadra di Jiren, ma troverò un modo per
ridargliela.
Gli restituirò quello che ha perso, ma adesso devo riavere
ciò che è mio.
Sì,
lo devo soprattutto ad Elly!
Quante
volte quella ragazza ha sopportato la mia debolezza senza dire
niente? Quante notti deve essere rimasta sveglia per controllarmi. Ha
sacrificato dei momenti importanti per se stessa da passare con me. Ha
trascurato l’uomo che ama e quel bambino dolcissimo di Jaden
per questo vecchio
orgoglioso e aggressivo. La sua gentilezza mi ha fatto male, scottava
come il
fuoco, perché nessuno si era mai preso cura di me
così.
Bulma
è stata la prima a darmi aiuto, a insegnarmi che la vita e
importante, che non dovevo lasciarmi morire. Però non
è mai riuscita a darmi
tutte quelle attenzioni. Mi ha ricordato mio madre…
Dannazione!
Mi sono reso così ridicolo. Io, un guerriero, costretto a
farmi imboccare, ad avere paura di non riuscire ad andare in bagno da
solo!
Jiren,
perverso com’è nei suoi pensieri contorti,
probabilmente si
convincerebbe che ero lieto di andare in bagno accompagnato".
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