Cecità

di kamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cecità ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Blindness ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Intensi ricordi ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Resta… ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ‘Visita’ inaspettata ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 Iper-protective ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Yamcha e Freezer ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Festa di Halloween ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 Yamcha si sdebita ***
Capitolo 10: *** For the glory ***
Capitolo 11: *** Gigante perverso ***



Capitolo 1
*** Cecità ***


Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
26 prompts challenge: 17/26: ESPIAZIONE: 1.
Riparazione di una colpa commessa e liberazione dalla stessa mediante l'accettazione e la sopportazione della pena inflitta a tale scopo.
2.
Nel mondo pagano, propiziazione della divinità offesa, mediante offerte, riti e sacrifici di vittime.
Parole: 756.


Cecità

 

Vegeta strisciò la mano contro la parete, sentiva cose fredde e lisce avvicendarsi con materiali più ostici, fastidiosi al tocco e appuntiti. Non riusciva a individuarne le fattezze, gli sembrava di trovare innumerevoli bordi, spesso ondeggiava e andava a sbattere. Colpì con il ginocchio uno spigolo e ingoiò un gemito.

"Non ho nessuna intenzione di chiamare aiuto. Non è possibile che il principe dei saiyan non arrivi a quello a cui deve da solo… Ne va del mio orgoglio!" urlò mentalmente. Cercò di raddrizzare la postura, strisciando con il fianco sulla parete, lì dov’era libera da altre superfici.

Trovò vuoto davanti a sé e cadde per terra, gli sfuggì un gemito soffocato. Ringhiò, sentendo il corpo dolergli e strisciò, tastando il pavimento. Sentì un profumo e si ritirò indietro, captò dei suoni nell’oscurità e mosse le mani davanti a sé.

«Ce la faccio da solo» disse preventivamente.

Delle braccia sottili, con delle mani dalla presa ferrea per quanto minute, lo issarono. Vegeta si divincolò, ma l’altro lo tenne fermo, aiutandolo a raggiungere la parete.

Vi si appoggiò, adagiando la guancia sulla superficie. «Lo sapevo che c’era l’angolo, qui… Ora lasciami che devo andare in cucina. Tsk, non ho bisogno della balia» ringhiò. Rabbrividì sentendo il tocco di una carezza sulla guancia e avvertì gli occhi bruciare.

«Preferivo un pugno da parte tua, Elyanor.

Non sono così debole come ti devo sembrare in questo momento» disse Vegeta con voce stanca. «Non c’è nessuna debolezza nel farsi aiutare» gemette Elly.

Vegeta si allontanò da lei, cercando di darle le spalle, la schiena leggermente piegata di lato e incurvata. Sentì il vuoto sotto uno dei piedi e tastò, riconoscendo dei gradini. Mosse le mani, fino a trovare il corrimano, il suo battito cardiaco accelerò perché a ogni gradino sceso sentiva la sensazione di precipitare. Rischiò di cadere ed Elly lo afferrò, impedendogli di farlo.

«La mia prima impressione resterà sempre quella giusta, su di te. Smettila di fare l’orgoglioso per almeno cinque minuti e accettalo. Non ci vedi, Vegeta…» lo richiamò lei.

«Lo so che sono cieco…» ribatté Vegeta con voce roca. Si divincolò, ma Elly lo aiutò a scendere la scala contro la sua volontà. «Perché non te ne torni dal tuo muso verde? Scommetto che sarà con gli altri terrestri a sparlare di quanto sono diventato inutile adesso» disse con tono acido.

Sentì Elly ingoiare un sospiro di rabbia. «Non mi farai esplodere, non soffocherai la sofferenza mentale in quella fisica» disse lei.

Vegeta rabbrividì al tono di voce gentile di lei.

"Smettila! Non mi mostrerò debole davanti a una ragazzina che potrebbe essere mia figlia! Non avrai le mie lacrime! Non mi sfogherò davanti a te…" pensò, stringendo le labbra fino a farle sbiancare.

«Tutto questo è successo a causa mia, permettimi di espiare questa mia colpa. Permettimi di occuparmi di te…» sussurrò Elly, lasciandolo andare superato l’ultimo gradino.

«Non dirlo nemmeno per scherzo. Dovresti saperlo che non ti avrei permesso di sacrificarti come vittima agli dei!» gridò Vegeta. Una vena iniziò a pulsargli sulla fronte spaziosa, mentre il suo viso si accaldava. «Sono io che ho offeso gli dei» ribatté Elly.

Vegeta sentì il rumore dei movimenti di lei farsi più forte, riconosceva dei colpi secchi dati alla stoffa dei vestiti.

«Smettila di agitarti come una gallina. Se gli dei ci vedono come dannate vittime non è certo colpa tua. Hai fatto quello che era giusto e non ti devi infliggere nessuna colpa. Occuparti di me non dev’essere la tua pena.

Io non privo nessuno della sua libertà» disse. La sua voce si era fatta roca, ancor più matura.

«Non è occupandoti di te che la espierò, ma sopportando il tuo carattere. Voglio aiutarti perché ti voglio bene, burbero saiyan. Sei il ‘peggiore’ dei miei padri adottivi, ma sei quello che più si sacrifica.

Rivaluterei la tua sindrome dell’eroe, è peggiore di quella di Goku» disse Elly.

Vegeta la sentì stringergli il petto e si nascose il viso tra le mani, le gambe gli cedettero. «N-non… Non obbligarmi…» esalò, la sua voce trasmetteva sconforto. «Non ti obbligo a niente, qualsiasi cosa accada racconterò che il tuo orgoglio non ha mai vacillato» giurò Elly.

Vegeta serrò la maglietta di Elly, sfiorandole con le nocche delle dita abbronzate la lunga treccia e scoppiò a piangere, sentendo le proprie lacrime inumidirle i vestiti.

"Non racconterò mai di questo sfogo, nemmeno a sensei. Te lo giuro, Vegeta…

La mia ‘espiazione’ sarà ridarti la vista. A costo di sfidare gli dei stessi!" promise Elly mentalmente.

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Capitolo 2
*** Chapter 2: Blindness ***


Goku è sconvolto di quello che sta succedendo a Vegeta.
Partecipa al #thINKtober2018 di Lande di Fandom.
Prompt Lista 2: 24. POV Third Person.
Fandom: Dragonball.
Parole: 628.



Chapter 2: Blindness



Goku osservò Vegeta seduto in poltrona, gli occhi grigi persi nel vuoto, la schiena curva e le braccia abbandonate.

Elly l’obbligò ad aprire la bocca, infilandogli un cucchiaio colmo di minestra.

Son avvertì una fitta al petto.

"Tutto questo non mi sembra ancora possibile… Se quel giorno fossi arrivato in tempo" pensò.

 

Goku planò, il battito cardiaco era accelerato e alcune ciocche more, spesse tre dita, gli aderivano al volto. Il resto della capigliatura intorno al suo viso oscillava mossa dal vento. Diminuì l'aura e atterrò. Gocce di sudore gl'imperlarono il volto e un frammento della tuta arancione si stacco e rotolò. La stoffa della maglietta azzurra era quasi totalmente strappata.

«Vegeta! Vegeta!» chiamò. Il corpo dell'altro saiyan era steso immobile a terra.

Son si mise a correre verso di lui, percorrendo la piana annerita dagli attacchi energetici, evitò i resti carbonizzati di un albero e saltò oltre un gruppo di pietre. Uno dei suoi stivali era bucherellato.

«Vegeta…» disse con tono preoccupato. La radura intorno a loro era completamente annerita, gli alberi erano bruciati. «… Ti prego, non essere morto…» implorò.

"Nonostante tutti i miei allenamenti, se un dio non vuol far riconoscere la sua aura o nascondere quelle delle sue vittime, ci riesce. Se Elly non fosse volata a casa mia, malridotta e terrorizzata, non avrei mai saputo quello che stava succedendo".

Raggiunse il maggiore steso esamine per terra, il volto del principe dei saiyan era ingrigito, ricoperto di sangue e teneva la bocca socchiusa. La battle suit era per metà distrutta e il sudore colava sui pettorali ricoperti di cicatrici del principe dei saiyan.

Goku slacciò il sacchetto di senzu dalla vita, lo teneva legato alla cintura di tela blu e infilò nella bocca dell’amico un fagiolo di balzar.

Il petto di Vegeta iniziò ad alzarsi e abbassarsi in modo regolare, Goku espirò di sollievo e sorrise.

«Urca, mi ero spaventato… Pensavo di averti perso» si lamentò.

Vegeta mugolò, si diede la spinta e si alzò seduto in piedi. Si massaggiò il capo sentendo le tempie pulsare e si leccò le labbra, sapevano di sangue.

Vide nero, sbatté ripetutamente le palpebre, ma continuava solo a vedere oscurità intorno a sé. Dimenò le mani, sfiorò il ginocchio di Goku, tastò il terreno e rabbrividì, strisciò all’indietro sentendo il respiro di Son e gridò.

«Vegeta, sono io, tranquillo. Lo scontro è finito, a quanto pare gli dei hanno deciso di risparmiarti» cercò di rassicurarlo Goku.

«T-tu non capisci…» gemette Vegeta. Dimenò la coda, peluria castana era sporca di terra, detriti e sangue. «Vedo nero… I-io non ti vedo… Lo-loro hanno voluto qualcosa in cambio, in sacrificio» disse sofferente.

«Sono qui, Vegeta… Spiegami tutto, con calma» disse Goku.

«Kakaroth» lo chiamò Briefs in un sussurro, continuando a battere furiosamente gli occhi. Si portò la mano alle labbra, iniziando ad ondeggiare su se stesso. «Sono cieco» ammise.

«Cosa?!» domandò Goku.

Vegeta sentì il suo respiro caldo addosso. «Non vedi la mia mano?» chiese Son, sventolandogliela davanti.

«Kakaroth… Gli dei mi hanno punito per aver combattuto contro di loro…» ammise Vegeta, incassando il capo tra le spalle.

«Ci sarà una soluzione! S-senti… Forse un secondo senzu…» tentò Son. «No, non funzionerà. Non per questo genere di problema. Andiamocene» rispose secco Briefs con tono allarmato.

«Vegeta, ti porto a casa» disse Goku. Gli prese la mano nella propria e si teletrasportò alla Capsule Corporation.

Vegeta si aggrappò a lui, riapparvero nel giardino davanti alla casa a cupola e Goku aiutò il principe a rialzarsi.

Vegeta rischiò di cadere diverse volte e Son dovette assisterlo.

«Bulma! Bulma, vieni!» chiamò a gran voce Goku. Vide la scienziata corrergli incontro con aria allarmata.

«Elly mi ha raccontato tutto! Venite dentro!» gridò.

Goku negò con il capo. «No, Bulma, non tutto…» esalò.

 

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Capitolo 3
*** Cap.3 Intensi ricordi ***


Partecipa al #WeeklyPrompt.

Prompt: A: “Ma non eri morto?”

B: “Sono sempre disponibile a ripetere l’esperienza.”

 

Cap.3 Intensi ricordi

 

Vegeta avanzò a fatica, sbatté contro un mobiletto e cadde in ginocchio con un gemito. Mosse le mani a tentoni, i suoi occhi grigi erano vitrei e fissi, mentre la sua espressione sperduta.

Elly lo aiutò a rialzarsi e lo sentì ruggire.

«Oggi ti senti meglio, noto» sussurrò.

«Sei stata silenziosa tutto il giorno. Si può sapere a che diamine pensavi?» borbottò Vegeta con voce rauca. Elly lo guidò fino al divano e ve lo fece accomodare.

 

Elly si allontanò i capelli gocciolanti dal viso e batté un paio di volte le palpebre, indietreggiò di un paio di passi, sentendo il battito cardiaco rimbombarle nelle orecchie.

«Ma non eri morto?» esalò.

Goku si grattò la testa e sorrise. «Sono sempre disponibile a ripetere l’esperienza» scherzò.

Elly lo raggiunse e lo spintonò, premendo entrambe le mani sul suo petto. «Eri morto sì o no? Questa volta nessuno ha evocato il drago!» gridò, la voce roca.

Goku scrollò le spalle e si grattò la guancia con l’indice. «No, non sono morto. Ho solo rischiato. Urca, non credevo ci tenessi così tanto a me» disse.

«Tu mi hai iniziato a questa avventura, a questo mondo folle, ma che mi ha permesso di essere felice e veramente me stessa. Certo che ci tengo a te!

Hai idea quanto hanno sofferto tutti? Avevi detto a Chichi che non saresti più morto e anche tua sorella era distrutta!» sbraitò Elly.

Il vento faceva ondeggiare le fronde degli alberi e faceva in modo che le gocce di pioggia li sferzassero.

Goku volse lo sguardo e sospirò pesantemente. «Perdonami, ma è proprio per mia moglie che non sono morto. Mi sono fatto forza per mantenere la promessa di rimanere vivo» spiegò.

 

«A niente» mentì la saiyan. Giocherellò con la lunga treccia di capelli biondi e fece strofinare la suola delle sue converse sul pavimento. «Piuttosto, hai mangiato?» lo interrogò.

Vegeta schioccò la lingua sul palato. «I saiyan non mangiavano sempre?» domandò con tono ironico.

Elly incrociò le braccia al petto e sospirò pesantemente. Ringhiò: «So benissimo che non stai mangiando».

«… Ed io so benissimo che stai pensando a qualcosa. Tsk, sputa il rospo e mi farò imboccare, promesso» patteggiò il principe dei saiyan.

Elly sbuffò e si massaggiò il collo. «Ti farei massacrare di botte da sensei quando fai così. Mio figlio Jaden fa meno capricci di te» si lamentò.

Vegeta accavallò le gambe e chiuse gli occhi ciechi, spronandola: «Allora?».

«Pensavo a Goku. Tu e lui siete più simili di quanto pensiate. Finirete per farci morire tutti di preoccupazione. Smettetela di rischiare la vita, o fare anche di peggio, in continuazione» borbottò Elly.

«Tu non sei diversa, è tutta colpa dei geni della nostra razza. Abbiamo bisogno di spingerci al limite e arrivati a quel livello andare ancora oltre. Siamo dannatamente egoisti, alla fine, ma non possiamo farne a meno.

Non credere, anche tu finirai per fare altre caz…» iniziò Vegeta.

«Ah no, non osare trovare il modo di rimproverare me quando non ho fatto niente. Prenditi le tue responsabilità e basta, vecchio gufo» lo interruppe Elly.

Vegeta fece una risata roca.

 

 

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Capitolo 4
*** Cap.4 Resta… ***


Scritta sentendo Non amarmi di Aleandro Baldi.

 

Cap.4 Resta…

 

Il ticchettio del bastone rimbombava nelle orecchie di Vegeta, avvertì l’ostacolo di un divano e si spostò di lato, continuò a camminare con le gambe tremanti, con una mano sfiorava il muro. Sentì una porta, trovò la maniglia e aprì, entrò e avanzò lentamente nella cucina. A tentoni, riconobbe una delle sedie del tavolo, e vi si accomodò, sentendo anche il respiro della donna.

Il profumo della moglie gli punse le narici. Nelle lenti dei suoi occhiali da sole neri si rifletterono le pietanze sul tavolo.

«Sono felice che tu sia venuta a trovarmi. Elly ha cucinato tutto questo per noi» disse Vegeta con la voce roca. "Tra noi è caduto un pesante silenzio, non pensavo che sarebbe mai successo" rifletté.

«Ho visto» rispose la scienziata. Si mordicchiò il labbro, togliendosi una parte del suo rossetto. "Non sarei dovuta venire, non era ancora pronto… Solo che… Goku ha detto che si stava sentendo abbandonato. Non era questo che volevo" pensò.

«Credevo avessi già finito di mangiare» sussurrò Vegeta, percependo gli odori provenienti dalle cibarie.

Bulma scrollò le spalle, facendo ondeggiare i corti capelli azzurri. "Non so come fare a ricominciare, non lo so proprio… Sei così diverso. Ero così abituata a sfidarti, che ho dimenticato quanto fossi fragile. Ho dimenticato che era la parte migliore di te ed ho finito per nascondermi da essa.

Ho tradito la tua anima, il nostro amore… Come puoi perdonare questo mi atteggiamento infantile?" si domandò. «Ora non mi va» biascicò.

Vegeta corrugò la fronte spaziosa e le accarezzò il viso, sentendo le lacrime umide al tatto. «Perché piangi?» la interrogò. «… Di felicità» mentì Briefs, voltando la testa di scatto.

Vegeta le prese le mani nelle proprie bollenti, la sentì stringere spasmodicamente e sospirò.

«Tsk, non devi fingerti forte con me. Lo sai vero?» domandò.

Bulma fece una risatina isterica che rimbombò nelle orecchie di lui. Chiese in risposta: «Tu cosa fai di solito?».

Vegeta fece un ghigno storto. «Da quando fai i miei stessi sbagli, Donna?» la interrogò. "Tu sei meglio di me, mio angelo azzurro" pensò.

Bulma guardò le fiammelle delle candele spegnersi, affogate nella cera dei mozziconi di candele consumate.

«Sai, a casa manchi a tutti. Vetrunks non fa altro che parlare di te» cambiò discorso. Sfilò le mani da quelle del marito, lo vide cercarle a tentoni, avvertì una fitta al petto e le riprese nelle proprie, stringendole nuovamente.

«Mi mancate anche voi, ma… Sento tutto in modo così diverso. Ho…» mormorò Vegeta.

"Ho paura, Bulma. Tu non sai quanto ho paura. Questo mondo io non lo riconosco, non riesco a sentire come mio quello che mi circonda" pensò. «… Mi sono abituato a questa casa. Elly ha fatto in modo che sia tutto funzionale…

Però mi sento in colpa. Temo di starla tenendola lontana troppo a lungo dalla sua di famiglia. Il muso verde finirà per essere geloso».

«Allora potrei venire io più spesso. Darle il cambio, come ho fatto oggi» disse Bulma.

Vegeta le baciò le mani e addolcì il sorriso. «Non potrei chiedere di meglio» ammise.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ‘Visita’ inaspettata ***


“Questa storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart”.

Prompt: 79 – Esame medico

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Jne9t8sHpUc; Alanis Morissette - Ironic (OFFICIAL VIDEO).

Questa storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer’s Wing.

Prompt: -On ne voit bien qu'avec le coeur. L'essentiel est invisible pour les yeux.

(Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi)

 

 

Capitolo 5 ‘Visita’ inaspettata

 

-On ne voit bien qu'avec le coeur. L'essentiel est invisible pour les yeux.

(Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi)

 

Vegeta avvertì un brivido freddo investirlo, mentre una finestra si apriva, facendo entrare il vento della notte.

«Elly? Elly, sei tu? Non eri dovuta correre a casa da Jaden?» domandò. Avanzò di un paio di passi, ticchettando col bastone per terra. «Elly?» chiamò ancora. S’irrigidì sentendo dei passi pesanti ed indietreggiò, deglutendo rumorosamente.

«Elly?» domandò con voce strozzata. Avvertì un tonfo più pesante ed iniziò a tremare.

«Tsk, chiunque tu sia non ti conviene attaccarmi. Mi basta incrementare l’aura e qui arriverà un esercito» ringhiò.

Una voce atona gli disse: «Credevo di averti insegnato a non sfidare gli dei».

Vegeta sgranò gli occhi ciechi dietro gli occhiali da sole. «Freezer?» domandò.

"Era scomparso così a lungo che avevo iniziato a pensare che fosse morto. Forse era quello che volevo, dopo la paura che aveva fatto prendere al mio piccolo nipotino Vetrunks.

Mi fa male farmi vedere così in generale, figuriamoci da lui. Vorrei gridare, scappare. Sono così indifeso, in questo mondo che non comprenderò mai" pensò, mordendosi l’interno della guancia.

«Per cosa, poi? Per quale motivo hanno cercato di attaccare la tua protetta?» chiese Freezer.

Vegeta fece un ghigno e disse: «Ironico, per una volta ti devo chiedere scusa. Avevi ragione a voler diventare più forte degli dei, a non voler essere loro schiavo.

Volevano che sacrificassimo il piccolo Veg. A quanto pare dentro di sé ha una potenza degna di Zenosama.

Lei si è opposta. All’inizio hanno pensato di prendere in cambio la loro vita e invece…».

«Hanno voluto i tuoi occhi» ringhiò Freezer.

Vegeta chinò il capo, espirando pesantemente. «La cecità non mi fermerà. Tornerò ad essere un grande guerriero» ribatté.

Sentì un fruscio, Freezer lo afferrò per un braccio e lo strattonò, gli si mise alle spalle e lo immobilizzò. «Ti ho allenato, so benissimo quanto gli occhi siano essenziali per te» ringhiò al suo orecchio.

Vegeta s’irrigidì, perse la presa sul bastone, che cadde a terra pesantemente, dando vita a un rumore sordo. «… Il tuo odore… è diverso.

Che fine avevi fatto? Zarbon e Sauzer venivano spesso, ma non parlavano di te. Credevo fossi morto» disse con voce roca. "Si accorgerà che ho gli occhi arrossati di lacrime, anche se nascosti dagli occhiali? Sentirà quanto paura provo? Mi sembra impossibile non senta i battiti troppo veloci del mio cuore.

Non avrei mai voluto farmi vedere così vulnerabile proprio da lui!" gridò mentalmente.

Freezer cambiò discorso: «Posso allenarti nuovamente. Saresti un buon alleato per affrontare gli dei».

«… Lo sai benissimo che Zenosama si limiterebbe a cancellarci. Ci conviene stare buoni. Se davvero il bambino è così potente, il nostro momento verrà un giorno, quando sarà diventato un ragazzo» disse Vegeta. Tremò, sentendo la coda viscida di Freezer strisciargli vicino al piede. «Però tu gli starai lontano. Mi somiglia troppo per i miei gusti. Sembra più mio figlio che quello di mio fratello» ringhiò.

«Mi sono allenato, sono più potente. Allora, accetti o no la mia proposta?» chiese Freezer. Vegeta gli rispose altero: «Accetto. Ho tutta l’intenzione di riprendermi i miei occhi».

Freezer lo lasciò andare. «Beh, per quello non hai bisogno di aspettare… Semi-dio.

Fatti fare una visita medica. Ho studiato qualcosina negli anni. Se raggiungi la tua forma finale, risvegli i tuoi poteri come figlio di Selene, trascenderai il tuo corpo umano e ritornerai a vedere» disse.

Vegeta si piegò e a tentoni recuperò il suo bastone. «Spogliati» ordinò Freezer.

«Da quando sei medico?» borbottò Vegeta, ubbidendo. "Speriamo non rientri Elly, sarebbe imbarazzante da spiegare" pensò.

«Non proprio medico. Sai, quando ero piccolo mi allenarono Whis e Billsama, come poi hanno fatto con te e Goku, ed ora stanno facendo con Elly, Kamhara e Reghina. Sì, sono informato, anche su quelle mocciose.

Ora mi sto facendo allenare direttamente dagli angeli» spiegò Freezer.

Vegeta sentì le mani gelide del changelling sulla schiena muscolosa e fece una smorfia. «Ho detto a Zarbon e Sauzer di non dirti niente. Non volevo fraintendessi. Non sono diventato schiavo di angeli e dei» sibilò Freezer.

"Lui è il primo a non trattarmi come un menomato, ma è scostante e assurdo come al solito. Non so perché, ma mi sento rincuorato.

Ora che non lo vedo, che il suo aspetto non provoca in me il solito ribrezzo, riesco a studiarlo meglio. Nemmeno per un attimo ho creduto che mi avrebbe ferito, che mi volesse davvero attaccare. Che io riesca a vederlo veramente proprio ora che non posso usare gli occhi?" pensò Vegeta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 Iper-protective ***


“Questa storia partecipa alla #SummerBingoChallenge indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart”.

Prompt: 41 – Cecità

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Jne9t8sHpUc; Alanis Morissette - Ironic (OFFICIAL VIDEO).

Questa storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer’s Wing.

Prompt: It's like rain on your wedding day

It's a free ride when you've already paid

It's the good advice that you just didn't take

Who would've thought, it figures

(Alanis Morissette, Ironic, 1995)

 

Capitolo 6 Iper-protective

 

Elly incrociò le braccia al petto e schioccò la lingua sul palato.

«Ricapitolando. Ti vuoi fidare di un tiranno spaziale che si è fatto allenare dagli angeli. Ora, in cui potrebbe decidere di ucciderti per fare buona figura con gli dei. O peggio, potrebbe far credere agli dei che ti vuoi ribellare ancora, facendoci annientare tutti.

Vuoi lasciarti allenare da lui in queste condizioni. Dimenticavo che quel pazzo odia Goku e vorrebbe annientarlo, potrebbe perciò cercare di manipolarti per metterti contro di lui.

Aggiungiamoci che quel pervertito potrebbe approfittare della tua situazione per farti passare dalla sua parte.

Ho dimenticato qualcosa?» domandò.

Vegeta cercò diverse volte d’infilarsi lo stivaletto candido, dalla punta dorata. «Sì, hai dimenticato parecchie cose. Mi ha schiavizzato tutta la vita, torturato, ucciso e ha distrutto il mio pianeta» rispose.

«Lo troverei ironico, se non fosse la più grande scempiaggine che tu abbia deciso di fare» borbottò Elly. Vegeta sbuffò, lanciando per terra lo stivaletto. Brontolò: «Dannato coso».

Elly s’inginocchiò e lo recuperò, infilandoglielo. «Dimmi la verità, insieme alla vista, ti hanno privato anche di una parte del quoziente intellettivo». Si rialzò in piedi e gli sfilò il guanto, rimettendoglielo dritto. «Lasciati rivestire, hai messo quasi tutto nel modo peggiore possibile».

Vegeta arrossì. Elly lo guardò alzarsi e gli disse: «Accetterò questa follia ad una sola condizione. Se fosse vero che può ridarti la vista non possiamo perdere l’occasione».

«Quale?» domandò Vegeta. Lei gli sollevò i pantaloni e ne nascose l’elastico col pezzo di sopra della battle-suit blu scuro. «Mi allenerò con voi. Alla prima cosa che non mi piace, lo farò saltare in aria come ho fatto con suo figlio Devil» spiegò.

Vegeta ghignò, mentre lei gli sistemava una ciocca di capelli mori dietro l’orecchio, lasciandogli scoperta la fronte spaziosa. «Tu parlavi di cose ironiche. Una ragazzina mi farà da guardia del corpo».

Elly gl’impedì di sbattere la coda contro il comodino e recuperò da quest’ultimo un paio di occhiali da sole, porgendoglieli. Lo richiamò, dicendogli: «Questa ragazzina può battervi entrambi con una mano legata dietro la schiena» lo richiamò.

Vegeta allungò una mano e a tentoni trovò la spalla di lei. Pensando: "Ti vanti così solo per non ammettere che sei preoccupata per me". «Mocciosa, grazie» sussurrò.

«Hai paura?» domandò Elly, posando una mano su quella del più grande.

Umphf» rispose Vegeta, facendo una smorfia. Elly incassò il capo tra le spalle, e rispose: «Se non ti fidi di me, posso chiamare sensei».

«Hai la mia completa fiducia e conto sul fatto che impedirai a quel mostro di farmi ancora del male. Però mi sento un mostro a pesare così tanto su di te.

Per me sei come una figlia» sussurrò roco Vegeta.

«Te lo devo. Dai, ora basta con i complimenti, o penserò che Freezer ti abbia drogato o sostituito con un falso» disse Elly. Vegeta ritirò la mano. Domandò: «Mi prendi il bastone? Abbiamo perso fin troppo tempo a blaterare» domandò.

«Subito» rispose Elly. "Freezer, fa soffrire il mio ‘padrino’ e il dolore che subirai sarà così terribile da farti rimpiangere di essere tornato in vita. Tornerai strisciando e in lacrime agl’inferi" pensò.

 

 

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Capitolo 7
*** Cap.7 Yamcha e Freezer ***


Cap.7 Yamcha e Freezer

 

Yamcha era seduto su una roccia sporgente, con il cannocchiale osservava la casa di fronte, che si trovava nella pianura. Riusciva a scorgere Vegeta seduto sulla poltrona accanto alla finestra.

Yamcha teneva un ginocchio piegato e il braccio appoggiato su di esso.

«Sono tre giorni che vieni. Suppongo tu ti presentassi anche prima della mia venuta», una voce melliflua, leggermente stridula, provenne da dietro le spalle del terrestre.

Yamcha scattò in piedi e si voltò, pallido in volto. Rischiò di cadere di sotto e, mantenendo l’aura bassa, iniziò a levitare. «T-tu…» esalò.

Freezer serrò un pugno e lo guardò con gli occhi socchiusi, le sue iridi vermiglie brillarono. Intimò: «Voglio sapere chi diamine sei». Yamcha deglutì rumorosamente e si passò la mano tra i capelli mori. «Un amico di Goku» biascicò.

Freezer schioccò la lingua sul palato, e rispose: «Non mi sembra di averti mai visto».

Yamcha riatterrò, allargando le braccia. «Puoi chiedere anche a Vegeta» sussurrò. Freezer gli fece esplodere il cannocchiale con una piccola onda vermiglia. Gli chiede con tono glaciale: «Perché lo stai spiando?».

Yamcha si massaggiò il collo e sospirò. «Ho paura che gli dei lo attacchino di nuovo. Se si viene a sapere che vuoi risvegliare il suo lato semidio, considerando che se Goku imparasse a padroneggiare l’Ultra-istinct sarebbe potente quanto un angelo, potrebbero innervosirsi di più».

Freezer ghignò. «Sai, forse c’è qualcosa che tu non sai di me, visto che non ci conosciamo». Yamcha corrugò la fronte. «Ossia?» biascicò.

«L’orgoglio e l’incapacità ad accettare la sconfitta Vegeta non l’ha certo ereditato da quell’incapace di suo padre, o da quella debole di sua madre.

Gliel’ho insegnato io.

Se gli dei attaccheranno, li spazzerò via!”» gridò Freezer.

"Probabilmente da lui ha anche ereditato la presunzione. Sono sempre stato un ‘lupo solitario’ proprio perché volevo evitare persone come lui. Mi ricorda in modo orribile il capo dei predoni che mi ha cresciuto" pensò Yamcha.

Freezer fece scattare la coda e gliela attorcigliò intorno al polso, Yamcha urlò, mentre Freezer lo sollevava e lo scagliava via.

Yamcha precipitò davanti alla casa, con un mugolio sofferente, mentre intorno a lui si diradava il polverone che si era alzato dalla sua caduta. Si rialzò, pulendosi dalla polvere, facendo una smorfia. "Fortuna che non mi si è rotto niente. Quel tipo è completamente fuori di testa!" pensò.

Freezer gli atterrò davanti, con le mani posate sui fianchi e lo indicò con la coda. «Se vuoi vedere come sta Vegeta, vai dentro e glielo chiedi» ruggì.

Elly corse fuori.

«Si può sapere cosa sta succedendo?!» gridò Vegeta. Ritto in piedi davanti alla finestra.

«C’è Yamcha!» gridò Elly. Si avvicinò a quest’ultimo. «Freezer ti ha attaccato?» sibilò.

Yamcha negò vigorosamente con la testa. «N-no… No, non è come sembra. Volevo solo venire a trovare Vegeta» minimizzò.

Freezer finse un sorriso affabile, arricciando le labbra. «Non fraintendere. Volevo solo incoraggiare il ragazzo che è un po’ timido» sussurrò.

Elly fece una smorfia. «Sarà…» borbottò.

«A-allora… mi accompagni dentro?» domandò Yamcha con voce tremante.

Elly annuì e gli rispose: «Seguimi», mettendosi in marcia. Controllò che Yamcha la seguisse.

Freezer osservò il predone e la saiyan dai capelli biondi entrare in casa ed incrociò le braccia al petto. "Goku ha davvero una strana concezione di ‘amico’. Sembra più aver messo su una corte dei miracoli" rifletté.

 

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Capitolo 8
*** Cap.8 Festa di Halloween ***


Ha partecipato dal We are out for prompt.

Prompt: Vegeta x Frieza: Vegeta difende Frieza davanti ai guerrieri Z

Pacchetto: 25: Paura; Briciole; Angelo

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=_Gcrx2Ab0FM&feature=youtu.be&fbclid=IwAR1W6o5NzCuiMWMuDMrWOv3GAZqhOy1jmIl4MRmgXALj5goCtFy7V2FVm78; Keep Holding On - Avril Lavigne (lyrics).

 

Cap.8 Festa di Halloween

 

Vegeta era seduto in poltrona. «Sai, l’addestramento con un angelo affina parecchio il tuo sesto senso. Però non avevo bisogno delle lezioni di Whis per capire che stai morendo di paura» disse secco. "Sono sorpreso che Freezer sia riuscito a farmi dare qualche lezione direttamente da uno dei suoi maestri, ma è meglio non sottolineare che mi sto allenando con un ex-dittatore spaziale. Mi chiedo se Zarbon e Sauzer stiano bene e dove si trovino. Non avrei mai pensato che avrei voluto rivederli. Anche Elly sembrava parecchio interessata a Zarbon, non riesco a capire perché".

«E-ecco… io… Pensi che Freezer tornerà alla svelta in questa stanza?» domandò Yamcha, guardando il salotto intorno a sé. Il sudore gli scivolava lungo il viso e respirava a fatica.

«No. L’idea di proporre di fare qui la festa di Halloween lo terrà impegnato per parecchio tempo di là in cucina, deve parlarne con Elly». Sospirò, pensando: "No, devo essere schietto. Se non sono sincero e non faccio il primo passo, loro non lo faranno mai".

«Alla ‘mocciosa’ piace la proposta, ma ha paura che gli altri del gruppo non accettino la presenza del mio… allenatore. In fondo se non riesce a convincere se stessa, figuriamoci come fare a smorzare le proteste che arriveranno dal resto della squadra» disse Vegeta.

«Ecco, gli angeli. Hai detto giusto! Perché non ti fai allenare solo da Whis? Un angelo è più affidabile di Freezer» domandò Yamcha. Ondeggiò avanti e indietro, il battito cardiaco accelerato.

«Ammettilo, tu speri che l’idea della festa di Halloween di questa sera naufraghi» disse Vegeta, giocherellando con il bastone. Yamcha guardò il suo riflesso nelle lenti nere a specchio del suo interlocutore. «Se l’ho appena proposta io» borbottò.

Vegeta fece una smorfia, ricordandogli: «Lo so che non vuoi davvero avere a che fare con ‘lui’», si sporse in avanti. «Intanto è stato l’unico ad avere il fegato di venirmi a trovare. Persino Kakaroth si è comportato da coniglio».

Yamcha si ripulì il vestito dalle briciole dei biscotti che stava mangiando. «Sai meglio di me che Goku…» biascicò.

«… lo avete spezzato con la vostra ipocrisia. Sicuro di saper riconoscere i veri mostri?» ringhiò il principe dei saiyan. "Il puzzo di paura che emana m’innervosisce, è lo stesso che aveva quando si presentava dalla Donna dopo averla tradita" pensò.

«Senti Vegeta…» sussurrò Yamcha. «Yamcha, ammettilo, tu pensi che io stesso non mi meriti di stare su questo pianeta. Ogni volta che mi guardi vedi solo le mie mani macchiate di sangue» ringhiò Vegeta.

Yamcha si alzò di scatto dal divano, briciole volarono tutt’intorno.  «Non è vero!» sbraitò.

«No?! Non fare l’ipocrita. Lo so che per te sono solo un assassino. Beh, ho una notizia per te. Lo sono e anche Freezer lo è. Però non abbiamo avuto altra scelta.

Da bambini non ci hanno chiesto se volevamo…» sibilò Vegeta, indicandolo col bastone.

«Neanche a me! Neanche a Tenshinhan!

Persino Crilin non ha avuto diritto sulla sua vita!» gridò Yamcha. Sgranò gli occhi, impallidendo, tappandosi la bocca con entrambe le mani.

Vegeta fece un sorriso storto. «Quello che vi fa veramente paura nel frequentare me, Freezer o Junior, allora è questo. Temete che la vostra apparenza da santarellini venga meno.

Temete che la nostra sincerità vi possa contaminare, facendo uscire quello che siete davvero?» domandò. Yamcha respirava a fatica. «Tu non sei come Freezer! Lui è diverso da noi!» gridò con voce rauca.

«Direi che ho fatto centro.

Se Kakaroth è riuscito a salvare le nostre anime, perché non deve riuscirci anche con la sua?» domandò Vegeta.

«Perché lui non vuole essere salvato!» ruggì Yamcha, dimenando le braccia. Un rivolo di sudore gli aveva solcato la cicatrice. «Se gli altri fossero qui, te lo direbbero anche loro».

«Chiamali allora. Voglio proprio poter parlare con tutti.

Questa festa ci sarà!» disse secco Vegeta. "Anni fa dissi a Trunks che Freezer era diventato un bravo ragazzo. Riuscire a mantenere quella promessa implicita fatta quando era bambino rinsalderà il nostro rapporto una volta per tutte.

Devo chiudere coi mostri del passato" pensò.

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Capitolo 9
*** Cap. 9 Yamcha si sdebita ***


Scritta per: We are out for prompt

Prompt: A volte libertà vuol dire scegliere di restare

 

Cap. 9 Yamcha si sdebita

 

«Urca, io non voglio obbligare nessuno. Siete liberi di scegliere quello che volete» mormorò. "Il mio non è un ricatto morale! Ho solo detto la verità" pensò Goku.

«Questa situazione non piace a te quanto non piace a noi. Vegeta in questo momento è più vulnerabile…» iniziò Tenshinhan.

«Io non credo possa realmente diventare vulnerabile» lo interruppe Crilin.

Tenshinhan proseguì: «Freezer potrebbe cercare di fargli credere di essere cambiato solo per avvicinarsi a noi. Se abbassiamo la guardia, ci ucciderà».

«Non credo voglia intendere che Vegeta è facile da ingannare. Soltanto è cresciuto sotto l’influenza di Freezer» s’intromise Piccolo. «Lo temeva e lo rispettava. Magari in questo momento si sta ingannando da solo per potergli credere».

«Non credo che Vegeta sia un tale illuso. Penso piuttosto che questo venga da te, Goku. Lo sappiamo che vuoi cercare sempre di cambiare tutti, ma questa volta non puoi riuscirci» disse Crilin.

Goku fece una smorfia. Iniziò dicendo: «Vegeta ci tiene. In questo momento non ci vede e…».  «Adesso basta! Smettetela di litigare!» si lamentò Bulma.

«Non ho nessuna intenzione di ascoltare qualcuno che voglia obbligarci coi sensi di colpa. Se vogliamo venire verremo, altrimenti niente.

Lo hai detto tu che non ci obblighi» disse gelida 18.

"Freezer è un recidivo. Nemmeno chi ha un passato difficile può perdonarlo facilmente" rifletté Mary Jane. 17 sospirò. «Forse Goku ha ragione. Magari dobbiamo rimanere uniti».

«Siamo liberi di non rimanere qui a farci ammazzare da quel pazzo sadico» borbottò Jirobay. Giocherellava con un sacchetto di Balzar che teneva in mano. Lunch sussurrò: «Però così daremo un pessimo insegnamento ai nostri figli».

«Giusto. Pensiamo ai bambini. Teniamoli lontani da quell’alieno» gemette Chichi, stringendo spasmodicamente un fazzoletto. "Non volevo dire niente per non andare contro mio marito, ma… Freezer mi fa troppa paura! Se volesse fare male ai miei piccoli? May è ancora così innocente" pensò.

Goku si alzò in piedi e raggiunse una finestra. Posò le mani sul davanzale e, guardando fuori, sancì: «A volte libertà vuol dire scegliere di restare». "Vegeta tiene a Freezer. Se gli sta dando fiducia, dobbiamo fidarci a nostra volta" pensò.

17 chiuse gli occhi. "Tanto lo sappiamo tutti che finiremo per fare quello che ha detto Goku. Alla fine è lui l’Eroe della Terra. Noi possiamo solo sognare cosa vuol dire avere il suo buon cuore, ed essere sempre dalla parte del giusto" pensò.

 

***

 

Yamcha si legò i capelli in una coda e si sedette ai piedi dell’albero.

«Vo-vorrei…», deglutì, bianco in volto. Era scosso da tremiti e si passava le mani sulle spalle di continuo, il fiato si condensava davanti al suo viso.

Freezer si affacciò, muovendo pigramente la coda.  «Cosa vuoi, insetto?» domandò, guardandolo distrattamente. Sbadigliò e tornò a fissare la propria mano, lo smalto nero.

«Vorrei ricordarti che Vegeta ha organizzato questa festa proprio per dimostrare che tu…». Yamcha deglutì rumorosamente. «… puoi stare insieme agli altri».

Freezer roteò gli occhi.  «Trovo questa festa terribilmente noiosa» borbottò. Fece una smorfia che gli deformò il viso.  Yamcha lo guardava illuminato dalla luce delle lampade.  «Tutti quei terrestri noiosi e puzzolenti. Per non parlare di quei stomachevoli scimmioni» sibilò Freezer.

Yamcha si alzò in piedi, strofinando la scarpa per terra. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul battito cardiaco accelerato.  "Vegeta ha bisogno di credere che anche lui voglia essere salvato. Come ne avevo bisogno io con Tenshinhan. Sapere che una persona a cui si è scoperto di tenere possa cambiare, ci fa credere che anche noi non commetteremo più gli errori del passato" si disse.  Si massaggiò il collo con una mano, mentre stringeva l’altra in un pugno.

«Certo, devo ammettere che questa festività mi affascina. I mostri, i demoni, l’affrontare gli spiriti. Non ho mai visto così tante tradizioni elaborate e codificate nell’universo» spiegò Freezer.

Yamcha espirò pesantemente. «Io ti devo ringraziare» disse. Il sudore gelido scendeva lungo la sua schiena, facendolo tremare visibilmente, a malapena si teneva ritto in piedi. «Mi hai dato il coraggio di parlare con Vegeta. Io… voglio essere suo amico».

Freezer schioccò la lingua sul palato.  «Amicizia? Che parola insopportabile. Non voglio la tua gratitudine, scarafaggio».

Yamcha si grattò la guancia all’altezza della cicatrice.  «Vuoi davvero lasciare il tuo allievo là dentro da solo? A fare una figura da idiota, ad umiliare il suo orgoglio, perché il suo mentore lo ha abbandonato?

Tu non sai cosa vuol dire perdere la figura che, anche se nel male, ti ha guidato». La voce gli uscì rauca.

Freezer rabbrividì, spiccò il volo e gli atterrò davanti.

«In questo momento lui ha bisogno di certezze. Ha perso la vista, è come se avesse perso il suo nord.

Non pensi di averlo già condannato troppe volte a difendere l’indendibi…», la voce di Yamcha si spense, mentre si trovava Freezer davanti.

Il changelling gli chiese: «Parli per esperienza?».

Yamcha annuì lentamente. Nei suoi occhi liquidi per la paura si riflettevano le zucche che decoravano la casa.

«Io ho odiato Vegeta, a lungo. Perché Bulma aveva preferito lui a me» biascicò.

"Quella sciocca terrestre, tutto sommato, sa fare delle buone scelte. Come si potrebbe preferire questo idiota spelacchiato al mio pupillo?" pensò Freezer, mordicchiandosi il labbro. «Però lui è un lupo, come me. Noi facciamo branco» sentì l’altro proseguire. «Lupo è già meglio di scimmia» rifletté il changelling.

Yamcha biascicò: «Lui ha bisogno di te, quindi ti prego. Entra in casa e fai almeno finta di divertirti».  "Sicuramente morirò, adesso. Che modo stupido. Nel giardino di una festa, solo perché non ho saputo stare zitto" pensò.

«Ne riparleremo, lupacchiotto. Per ora penso che ascolterò il tuo consiglio» disse Freezer. Gli diede le spalle, ondeggiando sinuosamente la coda e si allontanò.

Yamcha cadde in ginocchio, espirando pesantemente.

 

 

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Capitolo 10
*** For the glory ***


» Lista: Hurt/Comfort

» Prompt: Day 1 Cecità

» Fandom: Dragon Ball Z

» Avvertimenti: What if.

 

For the glory

 

Una colomba sorvolava la capsule corporation, scese in picchiata passando tra le palme dalle ampie foglie coperte di brina e atterrò tra le radici nerborute di un sempreverde.

Gli alberi intorno avevano degli stallatiti di ghiaccio appese ai rami spogli, dove si trovava della neve.

Goku camminava lungo la scalinata dell’edificio controllando che Vegeta fosse aggrappato al suo braccio. "Non avrei mai pensato che avrei dovuto aiutarlo a vestirsi. La battle-suit è sempre la stata la sua seconda pelle, mai avrei immaginato che gli sarebbe diventato ostico indossarla" pensò.

Vegeta sentiva l’odore della neve pungergli le narici. Deglutì a vuoto un paio di volte, lasciandosi guidare da Son. «Kakaroth, stai tranquillo. Non ho bisogno di aiuto per camminare” mormorò, stringendo con forza la stoffa arancione. Il vento gli sfiorava il viso e riusciva a percepire le impercettibili oscillazioni di temperatura.

Goku gli rispose: «Voglio lo stesso poterti aiutare».

«Umphf» borbottò Vegeta. La voce di Son era per lui molto più forte del normale e la sentiva spiccare sui suoni tutt’intorno che riusciva a captare in modo chiaro quanto le diverse auree che li circondavano.

"In questo periodo tutto si tinge di bianco. Avevo imparato ad amare questo periodo dell’anno. Non l’ho mai visto così bello in nessun altro pianeta.

Ricordo che mi sono accorto di amare la mia Donna proprio mentre cadevano i fiocchi di neve. Posso sentire l’odore tipico di una nevicata appena caduta" pensò.

Udì Goku sospirare. «Questa volta non voglio sentire lamentele dovute al tuo orgoglio. Ne ho bisogno» implorò Son.

Vegeta espirò dalle narici.

"Mi chiedo perché gli dei ci abbiano convocato. Hanno scoperto che voglio trovare un modo per annullare la loro maledizione?

O forse vogliono rendere più pesante la mia punizione?

Avrei preferito portare anche gli altri con noi. Se non per me, almeno per Kakaroth. Non l’ho mai visto così agitato e preoccupato. Il solito idiota, se fosse per lui si farebbe carico di questa situazione.

Non potendo sacrificarsi al mio posto, vuole almeno occuparsi di me ora che ha trovato il coraggio per starmi accanto" pensò.

Goku si fermò, Vegeta si arrestò a sua volta, si guardò intorno senza vedere e avvertì la pressione della mano di Son sulla spalla. Sentì il terreno mancargli sotto i piedi e una sensazione di vertigine, mentre Son si teletrasportava insieme a lui.

 

*******

 

«Kakaroth, descrivimi cosa vedi» bisbigliò Vegeta, col battito cardiaco accelerato.

Goku gli si mise davanti e il principe sentì la schiena del più giovane a contatto con la guancia.

«Ci sono angeli ovunque, neanche li avessero radunati. Alcuni neanche li conosciamo e mi chiedo come sia possibile dopo il torneo del potere» mormorò con voce inudibile.

Vegeta annuì. «Continua».

Son fece scattare gli occhi, enumerando: «Ci sono i due Zeno sui loro troni. Al centro della stanza c’è un modellino con dei pianeti, l’ho visto anche le altre volte che sono venuto. Distruggono i pianeti al suo interno per crearne altri, una specie di scacchi».

"Meglio non fargli capire che quelle ‘biglie’ non sono giocattoli, ma probabilmente la rappresentazione dei mondi reali.

Si confermano spietati" pensò Vegeta, avvertendo un brivido lungo la schiena.

«Siete stati convocati dal grande Zeno-sama per…» iniziò il Gran Sacerdote.

Uno dei Zeno-sama si alzò in piedi e corse verso Goku. «Goku!» gridò, interrompendo l’angelo e raggiungendo Son. «Amico mio…» lo salutò.

L’altro Zeno-sama accavallò le gambe e, posando la testa sulla mano, disse: «C’è anche Vegeta. Vedo che la mia punizione è ancora in atto».

"Continuo a chiedermi come sia possibile una tale differenze tra dimensioni. Ai due Zeno è capitato ciò che è successo a mio figlio e al Trunks del futuro. Pur essendo uno il futuro dell’altro, hanno finito per non assomigliarsi affatto" pensò Vegeta.

«Vi abbiamo convocato…” disse il Zeno seduto. «… Perché ci siamo annoiando” continuò quello che saltellava davanti a Goku.

Il Daishinkan s’inserì dicendo: «I grandi Zeno-sama vi hanno convocato, saiyan, per invitarci al loro nuovo ‘torneo’». Un sorriso si allargò sulle sue labbra. «Questa volta nessuna sfida tra universi. In palio ci sarà qualcosa di più prezioso».

«Dimmi che volete ridare la vista al mio amico Vegeta» supplicò Goku, stringendo a sua volta le mani di Zeno. «Vogliamo» gli rispose uno Zeno.

Lo Zeno seduto aggiunse con tono saccente: «Il vostro sfidante, in caso di vittoria, riavrà i suoi compagni di squadra. Potrà resuscitare i suoi amici».

"Solitamente la considererei una motivazione più valida della mia, ma devo salvare Vegeta. Ho promesso che mi sarei occupato di lui" pensò Goku.

 

*****

 

Vegeta gettò indietro la testa, i pugni serrati e la bocca spalancata. Iniziò ad urlare con tutta la sua forza, delle grandi ali nere apparvero sulle sue spalle, mentre i suoi capelli si tingevano di blu.

Goku, al suo fianco, teneva il capo chino ed urlava a sua volta. I capelli gli divennero di un azzurro acceso, come la sua aura. "So che le tue motivazioni sono nobili forse anche più delle nostre, ma… Non perderemo".

Alzò la testa di scatto, nonostante la luce che emanava il suo viso era in penombra.

"Posso sentire il tuo giudizio su di me. Pensi che la mia cecità ti avvantaggerà. Ti sbagli, finché avrò Kakaroth al mio fianco nessuno potrà sconfiggermi" pensò Vegeta.

«Ti conviene darti una calmata e andartene» sibilò Son. Iniziò ad avanzare con dei passi decisi. Lì dove i suoi stivaletti affondavano nel terreno sabbioso rimaneva l’impronta.

«Sei nei nostri domini» disse il re dei saiyan. Si passò il dorso della mano sotto il naso e ghignò. Jiren si mise in posizione di combattimento. «La folla grida il mio nome, questa volta sarò io l’eroe. Vi spazzerò via» ringhiò.

"Nessuno potrà impedirmi di riavere ciò che ho perso, neanche voi".

Vegeta spiccò il volo e attaccò dall’alto, Son scattò in avanti attaccando a sua volta levitando radente al terreno.

Jiren parava i pugni di entrambi, utilizzando i muscolosi avambracci, schivando i calci del principe dei saiyan e le spallate di Goku.

«Noi saiyan siamo più forti dell’esplosioni» ringhiò Son. Apparendogli alle spalle col teletrasporto, allungò la mano e gli lanciò un attacco energetico invisibile.

Jiren si voltò e parò, nascondendosi dietro entrambe le braccia.

«Siamo uragani» ringhiò Vegeta, colpendolo con una gomitata al collo. I suoi occhi bianchi riflettevano l’immagine di Jiren. Quest’ultimo aveva dei grandi occhi neri da insetto.

"Ti avremo finito e saremo i vincitori prima che tu te ne accorga" pensò Goku. Infierì raggiungendo l’avversario con una gomitata all’addome, obbligandolo a piegarsi in avanti.

Vegeta lo raggiunse con un calcio alla guancia, facendolo volare contro una montagna, che franò.

Vegeta sentì che uno degli angeli li guardava tremando, sentiva il rumore che producevano le sue ginocchia, il respiro accelerato.

"Probabilmente è ancora piccolo" pensò.

«Sorpreso? Ora sai cosa vuol dire essere parte di una nobile dinastia di guerrieri».

Goku gli atterrò accanto e con voce seria gli domandò: «Perché tremi? Sconfiggeremo l’avversario».

Il bambino angelo indietreggiò. «Sembrate proprio due…” esalò. "Vorrei dire ‘mostri’ alieni" pensò. «… soldati».

«Allora fai largo ai soldati” disse Vegeta, rimettendosi in posizione di combattimento. "Sento una leggera sofferenza nella voce di Kakaroth. Questo scontro sta mettendo a dura prova il suo buon cuore. Non avrei voluto obbligarlo a fare una scelta così difficile per aiutarmi" pensò.

Jiren si era rimesso in piedi. I suoi occhi neri a specchio riflettevano la figura di Son e del principe dei saiyan. «Siete una stirpe spezzata!» gridò Jiren.

"Gli dei mi stanno guardando. Angeli e Kahioshin tifano per me. Sono tutti con me!

Non posso perdere" pensò.

Goku gridò: «La stiamo ricostruendo». Aprì la mano e le sferette di energia azzurra che aveva disseminato sul terreno esplosero una dopo l’altra.

«Questo trucco è vecchio! » gridò Jiren, alzando una barriera per pararli.

"Noi saiyan ci evolviamo continuamente, frantumiamo i nostri limiti ogni volta. Se pensi che possiamo ripeterci non ci conosci.

Non possiamo perdere questa volta!" pensò Son.

Vegeta cominciò a gridare con tutta la sua forza, la sua voce diede vita a delle onde d’urto tali che mandarono in pezzi la barriera.

Jiren cadde carponi, tappandosi le orecchie, gemendo, completamente assordato.

«Gli dei mi hanno promesso di ridarmi la vista solo in caso che questo scontro venga vinto da noi saiyan. Però questo lo avrei fatto con gusto a prescindere» disse Vegeta. Raggiunse Jiren con un calcio in faccia, spezzandogli le ossa del viso nel punto in cui non aveva il naso, facendolo cadere a faccia in su. «Lo avremmo fatto anche solo per la gloria».

«Sei diventato ancora più forte ed io non voglio essere da meno. Abbiamo ancora un conto in sospeso» aggiunse Goku, atterrandogli davanti. Lo afferrò per la caviglia e lo sollevò, facendolo roteare su se stesso, lo scagliò lontano attuando la presa del dragone.

"Tutta la nostra esistenza è incentrata sull’adrenalina della battaglia, sul diventare più forti" pensò.

Jiren incrementò la sua aura, si rialzò in piedi con un balzo, e spiccò il volo. «Posso prendere tutti i colpi che volete. La gloria deve essere mia!" sbraitò. Raggiunse Son con due onde lanciate dagli occhi, facendolo volare via con un urlo.

«Kakaroth!» urlò il re dei saiyan.

Jiren afferrò Vegeta per la testa e lo sbatté a terra, premendola nel tentativo di spezzargli il cranio. «Non hai paura di morire?» ringhiò.

Vegeta rispose: «Se dobbiamo morire in combattimento, noi saiyan siamo pronti a farlo. Viviamo per questo». Il sangue colava dalla sua bocca e un rivolo gli coprì gli occhi ciechi.

Goku raggiunse Jiren con un calcio a piedi uniti alle spalle, obbligandolo a voltarsi. «Lascialo stare!» gridò.

«Non ve lo lascerò fare! Non potete superare il campione» ringhiò Jiren. "Questa volta non sarò sconfitto. Non voglio più perdere, mai più! Da questo scontro sarà deciso se avrò in futuro la forza di proteggere la mia squadra" pensò.  Si voltò di scatto, Son indietreggiò trovandoselo davanti e, con un grido, cercò di raggiungere l’avversario con un pugno al volto.

«Siete di fronte ad uno che non può essere battuto» disse Jiren, afferrando il suo colpo con una mano e stringendo abbastanza da spezzargli le ossa delle dita.

Vegeta si rialzò, ma Jiren utilizzò l’altra mano per afferrargli il collo, mozzandogli il fiato.

Il re dei saiyan si divincolò, cercando di ingoiare aria, i suoi sensi affilati rendevano la situazione ancora più dolorosa.

Goku notò i suoi occhi bianchi, cechi, colmi di terrore. Gridando raggiunse Jiren con un colpo al collo, premendogli la giugulare.

L’alieno perse la presa sul re dei saiyan.  «Lo scontro è appena iniziato» ringhiò con il fiato spezzato, massaggiandosi il livido che si era creato sulla sua pelle grigia.

 

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Capitolo 11
*** Gigante perverso ***


Scritto per: kinkybutnotreally di Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.

Prompt: viola di G.W..                                                                   

 

Gigante perverso

 

Jiren lanciò lontano Goku, massaggiandosi il collo e riprendendo fiato. Son si preparò a partire nuovamente all’attacco, ma fu avvolto da un campo di energia viola.

«Kakaroth, cosa succede?!» gridò Vegeta, sentendo le sue urla. Raggiuntolo, nel momento in cui toccò l’energia viola, tornò a vedere quell’unico colore per qualche attimo. Con furia selvaggia, iniziò a colpire l’involucro, non riuscendo a liberarlo.

Goku al suo interno boccheggiava, sentiva le energie scemare e l’aria impura, cadde carponi. «KAKAROTH!» gridò Vegeta. Son si abbandonò su un fianco, con gli occhi socchiusi e le braccia abbandonate.

«Cosa gli hai fatto?! Liberalo!» ordinò il re dei saiyan partendo all’attacco.

Jiren iniziò a parare ogni suo colpo. «Non preoccuparti, starà bene. Gli angeli lo hanno fatto cadere in uno stato di stasi». Fece un sorriso storto. «Sono tutti dalla mia parte. Tifano per la causa più giusta: la mia!».

Vegeta fece una smorfia. «Vorrà dire che dopo averti preso a pugni, mi occuperò anche di loro! Gli farò liberare Kakaroth!». "Parlo da gradasso, ma non penso di poter vincere questo scontro da solo senza vista" pensò. Sentì Jiren cercare di afferrargli la coda e la mosse rapidamente, facendola sfuggire alle sue grandi mani.

Jiren piegò di lato il capo. «Perché proteggi qualcuno che si è alleato con un nemico? Ho visto come tremavi alla vista di quel Freezer, come avevi paura di lui…». Vegeta lo zittì con un calcio in bocca. «Sei solo invidioso perché Kakaroth e Freezer ti hanno sconfitto insieme».

Jiren gli fece precipitare addosso un gigantesco masso infuocato, il re dei saiyan gridò di dolore. Una roccia si era conficcata nella sua gamba.

Il piccolo angelo sul ring gli si avvicinò e gliela estrasse con mano tremanti. «Fo-forse… Non dovevo giudicarvi così in fretta… Forse non siete voi i mostri» sussurrò.

Jiren lo afferrò per il collo. «La perversione ti ha accecato. Provi forse dell’affetto per esseri così abbietti?». Vegeta gli spezzò il braccio, facendogli liberare il bambino e lo afferrò prendendolo in braccio, allontanandolo da lui. «Qui, l’unico perverso sei tu che vedi il marcio in ogni cosa!» sbraitò. Sussurrando all’orecchio del piccolo: «Vedi di lasciare alla svelta il campo di battaglia».

Il piccolo angelo annuì e volò via.

Vegeta era ricoperto di ustioni e le sue vesti si erano stracciate e bruciacchiate in diversi punti. Pensò: " Non perderò. Non dopo tutta la fatica che Elly ha fatto per aiutarmi, non dopo tutto il dolore che ho patito. Per una volta, non voglio aver sofferto invano!

Mi dispiace per la squadra di Jiren, ma troverò un modo per ridargliela. Gli restituirò quello che ha perso, ma adesso devo riavere ciò che è mio.

Sì, lo devo soprattutto ad Elly!

Quante volte quella ragazza ha sopportato la mia debolezza senza dire niente? Quante notti deve essere rimasta sveglia per controllarmi. Ha sacrificato dei momenti importanti per se stessa da passare con me. Ha trascurato l’uomo che ama e quel bambino dolcissimo di Jaden per questo vecchio orgoglioso e aggressivo. La sua gentilezza mi ha fatto male, scottava come il fuoco, perché nessuno si era mai preso cura di me così.

Bulma è stata la prima a darmi aiuto, a insegnarmi che la vita e importante, che non dovevo lasciarmi morire. Però non è mai riuscita a darmi tutte quelle attenzioni. Mi ha ricordato mio madre…

Dannazione! Mi sono reso così ridicolo. Io, un guerriero, costretto a farmi imboccare, ad avere paura di non riuscire ad andare in bagno da solo!

Jiren, perverso com’è nei suoi pensieri contorti, probabilmente si convincerebbe che ero lieto di andare in bagno accompagnato".

 

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