Diario di una ragazzina

di Seira Katsuto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aspettare ***
Capitolo 2: *** Diario di una ragazzina innamorata ***
Capitolo 3: *** Diario di una ragazzina sognatrice ***
Capitolo 4: *** No sense quotidiano ***
Capitolo 5: *** Vorrei, vorrei e vorrei ***
Capitolo 6: *** Diario di una ragazzina adolescente #1 ***
Capitolo 7: *** Stanchezza ***
Capitolo 8: *** Mi lamento Parte 1001 ***
Capitolo 9: *** Colpa ***
Capitolo 10: *** Cazzeggiando e parlando di cose serie ***
Capitolo 11: *** Noia ***
Capitolo 12: *** E se... ***
Capitolo 13: *** Game ***
Capitolo 14: *** Invecchiare ***
Capitolo 15: *** 29 Luglio ***
Capitolo 16: *** Story pt.1 ***
Capitolo 17: *** Story pt.2 ***
Capitolo 18: *** Forte ***
Capitolo 19: *** Perversione ***
Capitolo 20: *** Forte ***
Capitolo 21: *** Relax ***
Capitolo 22: *** Uno di quei giorni ***
Capitolo 23: *** Invidia ***
Capitolo 24: *** Unico ***
Capitolo 25: *** Tempo ***
Capitolo 26: *** Indifferenza ***
Capitolo 27: *** Muro ***
Capitolo 28: *** Sparire ***
Capitolo 29: *** Periodi ***
Capitolo 30: *** Mi love ***
Capitolo 31: *** Pagina 31 ***
Capitolo 32: *** Pagina 32 ***
Capitolo 33: *** Schifo ***
Capitolo 34: *** pagina 34 ***
Capitolo 35: *** Pagina 35 ***
Capitolo 36: *** Pagina 36 ***
Capitolo 37: *** Pagina 37 ***
Capitolo 38: *** Pagina 38 ***
Capitolo 39: *** Pagina 39 ***
Capitolo 40: *** Pagina 40 ***



Capitolo 1
*** Aspettare ***


Scritto il 31/12/2018

Che cosa sto aspettando?

Non lo so più nemmeno io.

Ogni volta aspetto, aspetto sempre.

Mi aspetto che qualcuno arrivi, ma non viene mai nessuno.

Non importa se io pianga o meno intanto non c'è nessuno che mi possa vedere, quindi se nessuno vede il mio dolore perché dovrebbe arrivare?

Perché qualcuno dovrebbe provare a mettersi nei miei panni?

Sono stanca, sono davvero stanca.

Ogni anno succede sempre qualcosa, questa è la vita, ma sono davvero stanca.

Una volta è perché dei tizi decidono che possono percularmi sei ore su sei a scuola senza conseguenze, poi c'è la mia famiglia che non capisce nemmeno che sia ovvio che ci si voglia bene a vicenda, poi c'è quell'altra tizia che se la prende con me perché non la cago abbastanza.

Inoltre quando provo a reagire va comunque peggio.

I bulletti del cazzo? Quando li ho denunciati tutta la classe ha incominciato a dire "guarda che ora non siamo più 3 contro 1, ma 24 contro 1".

Inoltre, indovinate, uno di loro sapete che scenetta ha fatto? è andato a scrivere DEPRESSO sul gruppo di classe che data la denuncia sarebbe dovuto tornare nel suo paese.

E da qui ancora "hai esagerato" o "potevi resistere fino a fine anno".

Potevi resistere fino a fine anno.

Ma cosa cazzo devo sentire??? Che poi NESSUNO ha mai avuto le palle di venire a scusarsi con me dopo che OVVIAMENTE il tipo non si è mai trasferito in culandia e invece ha continuato a girare felicemente nella scuola.

Come se niente fosse.

Sapete cosa non mi va giù? Perché voi direte che "è normale facciano così, è la vita". No.

Se fai uno sbaglio ti scusi, come minimo.

Almeno questo mi ha insegnato mia madre, ma forse le persone non hanno più le palle di affrontare chiaramente le situazioni, di ammettere i propri sbagli quando sono evidenti, tutti fanno finta che nulla sia successo, come se non avessero mai fatto soffrire una persona.

Come se "intanto ormai è finita".

Non è mai finita. Se davvero volessero farlo, se davvero fossero pentiti come dicono, sarebbe i primi a venire da me, dopo tutte le parole che mi hanno tirato non sarà di certo una singola ad ucciderli.

Per non parlare di quell'amica che viene da me a dirmi "hai fatto bene a denunciare" e il secondo dopo ci ripensa (vedendo tutta la classe andarmi contro) e dirmi che "forse avevano ragione loro ed io ero nociva per la sua popolarità".

Perché devo avere a che fare io con certa gente? Probabilmente per questo mi sono chiusa sempre di più ed ho incominciato ad avere problemi seri nel relazionarmi.

Al solo pensiero mi incazzo se davvero è colpa di quell'esperienza se sono messa così male e faccia così tanta fatica ad uscirne, mi piglierei a ceffoni da sola.

Oppure parliamo di quando io mi sono andata a CONFIDARE con i miei presunti amici della mia cotta.

Il caos totale. La povera piccola Seira è troppo piccola per capire certe cose, troppo piccola per pensare con la sua testa, come si fa ad innamorare di uno così? Cioè è proprio ceca.

In tutta la mia fottutissima vita, anche prima di conoscere il russo ed innamorarmi, non mi sono mai, e ripeto mai, permessa di criticare il prossimo senza avere basi fondamentali su cui basarmi, senza conoscerlo.

Cos'ha fatto lui quindi? VOGLIO CAPIRLO. Non ho mai detto niente di brutto su di lui, non ho mai detto che lui mi abbia fatto soffrire, non ho detto nulla, nemmeno una parola.

Quindi perché? Dove ho sbagliato? Non mi aspetto che capiate il perché mi piaccia, ma davvero perché dovrebbe essere così sbagliato? Perché dovreste voi volermi imporre chi è meglio per me e chi no? Come potete anche solo pensare di avere il diritto di decidere una cosa simile? Ma chi credete che io sia?

È perché vi ostinate a credere che sia piccola? O solo perché sono una ragazza e quindi devo essere difesa dai grandi uomini? 

Ma prima di parlare pensate mai al fatto che il vostro interlocutore possa avere dei sentimenti?

Vi sta sul cazzo? Perché cazzo dovete per forza sparlarne DAVANTI A ME.

Giuro che preferisco quando lo fate in faccia a lui, almeno ha un senso quello che dite e lui può rispondere come si sente di fare.

Lo trovate così divertente? Sfotterlo davanti a me quando non c'è? E voi dovreste essere miei amici?

Mi sono stancata davvero questa volta.

Sapete quanto faccia fatica a restare me stessa ogni giorno? Mi ripeto sempre di non farmi influenzare da pregiudizi, di dare sempre una possibilità al prossimo, di fregarmene se a qualcuno sto sul cazzo a pelle e di comunque provare ad andarci d'accordo.

Però ogni volta, ogni singola volta, finisce così.

Tutti a dire che "la vita è una merda", quando siete i primi che quando vedete qualcuno di felice dovete calpestarlo e cercare di dirgli qualunque cosa pur di fargli pensare come voi che "la vita fa proprio schifo".

Sono stanca di avere intorno tutti depressi, sono stanca di non potermi mostrare felice perché se no "eh ma è normale che noi siamo tristi, un giorno capirai anche tu", non è quello il problema.

È normale che accadono cose davvero deprimenti nella vita, anzi credere che io abbia la vita perfetta è di per sé un insulto, però non puoi esserlo 365 giorni l'anno.

Perché se tu sei il primo a non voler minimamente cercare di essere felice, se sei il primo a dover fare il depresso e piangerti addosso, ad arrenderti e basta non sei altro che un codardo.

Ci credo che per questo non si riesca ad accettare il fatto che una persona può essere felice anche per un'amore non corrisposto.

Mi sarei dovuta deprimere, perché è così che tutti fanno.

Come potrei mai essere felice se non ricambia il mio grande amore? No, impossibile.

Se vi arrendete così semplicemente alla vita, se in ogni cosa dovete trovare quella più triste piuttosto che cercare quella bella non è un mio problema.

Se davvero volete vivere così fatelo. Io sono solo una stupida ragazzina che non ha ancora scoperto il vero dolore, per questo parlo così, per questo non vi capisco ancora.

Pensatela pure così, ma se per questo vi sentite in diritto di criticare la mia felicità e di prendermi per il culo, allora quella è la porta.

Mi sono stancata di essere trattata sempre come quella che non capisce un cazzo solo perché non esterna ogni singola ora della sua esistenza la sua tristezza.

Io voglio essere felice. Lo voglio ed è per questo che cerco di divertirmi più che deprimermi.

E soprattutto quando qualcuno se la prende con ciò che mi rende felice mi incazzo.

Anche se sono triste mi tiro su e cerco di essere felice, di fare altro e non pensare a qualunque cosa brutta sia successa, sono consapevole del fatto che ogni cosa triste poi passa, per questo ho sempre fiducia nel futuro (per quanto nero possa sembrare).

L'unica e sola persona che abbia mai avuto le palle di venire da me e dirmi quello che pensa, l'unica persona che anche se piangevo mi ha detto chiaramente la realtà dei fatti, per quanto dura potesse essere (quella fottuta verità che tutti cercano di evitare e di lasciar intendere senza mai avere il coraggio di dirmela faccia) per poi cercare comunque di tranquillizzarmi, l'unica fottuta persona che sia riuscita a rendermi un minimo più felice e fiduciosa devo vederla criticata così.

E perché? Perché mi piace? Perché non mostra i suoi sentimenti, non vuole far capire se tiene o meno agli altri? Perché ha le sue idee personali su un cazzo di videogioco? Dovrebbe essere il bel principino dolce e carino? Solo perché non è quell'"uomo perfetto" che si trova nelle favole, solo perché io ho voluto confidarmi, solo perché dovete per forza dirmi sempre che io sono troppo stupida per poter di pensare da sola, solo perché dovete per forza decidere VOI cosa è meglio per me, solo perché non volete nemmeno provare ad avere un minimo di rispetto nei miei confronti (ahimé son troppo piccola e immatura), solo per questo dovrebbe far così schifo da meritarsi battute su battute?

Poi venite da ME a dirmi che "io difendo il mio ragazzo ahahah", non avete mai pensato che forse non è quello a farmi incazzare? Forse è perché per forza dovete dire che lo difendo perché mi piace.

Cioè chiariamoci: non è che se lo dico significa che sono una cazzo di mongoplettica non capace di avere un'opinione propria su una persona.

Io sono venuta da voi confidandovi una cosa personale che mi ha reso felice, pensate ve l'abbia detta per farmi trattare da idoita? Grazie per la fiducia ricambiata.

Ma che vi aspettate che dica, cosa pretendete che significhi "affrontare la situazione"? Dovrei dire che "avete ragione, lui è una merda, mi ha rifiutato ed è single, com'è possibile" oppure pensate che dovrei stare zitta mentre insultate qualcuno a cui tengo.

Ma una diciassettenne dovrebbe spiegare cos'è il rispetto ad uno che ormai ha trent'anni? Questo sarebbe "affrontare la situazione"? È ovvio che qualunque cosa dica non cambierai opinione! Perché intanto potrai sempre uscire la scusa del cazzo "eh ma sei tu immatura e basta".

Mai pensato che forse è proprio per questo che ritengo inutile parlarne? Perché per avere ragione dovete sminuire il mio pensiero come se avessi due anni? Che senso a parlare con gente che reagisce in questo modo?

Perché cazzo dovrei sprecare il mio fiato per parlare con qualcuno che vuole avere per forza ragione. Che quando non ha più argomentazioni se ne esce con frasi come "eh che carina difende il suo ragazzo"?

Non ho più l'energia di una volta. Non ho più voglia di parlare con chi non gliene frega un cazzo nè di me nè di ascoltarmi, di cui non pensa un secondo a cosa potrei provare, di qualcuno che PER AVERE RAGIONE è disposto a calpestarmi senza pietà.

Non me ne faccio niente di "amici" così.

Mi sono stancata di piangere per questo, è passato un anno, ho provato a far finta di nulla, a lasciar perdere che abbiate per forza dei problemi con lui, ma nel momento in cui avete presupposto ancora una volta che le mie ragioni per cui lo difendessi fossero dovute dal semplice amore mi sono rotta.

Non lo accetto più.

Ma sapete che mi incazzerei anche a sentir sparlare su mi love? A sentire gente che critica il modo di giocare costantemente di qualcuno quando:

1) non è manco poi così vero.

2) è palesemente detto tanto per dir qualcosa di male su di lui.

3) Davvero un tale putiferio per un gioco?

Cristiddio se secondo voi fa schifo al cazzo NON GIOCATECI ASSIEME.

L'ho ripetuto fino all'esaurimento nervoso che se vi sta tanto sul cazzo fino a quel punto basta dirlo e glielo posso benissimo dire (se manco avete il coraggio), al massimo passerò del tempo con lui separatamente da quando sto con voi.

E prima che pensiate a qualche stronzata come "ma sei tu che vuoi sempre che giochi", io ho visto benissimo che proprio dopo la discussione che abbiamo avuto vi siete messi a giocare con lui SENZA DI ME.

Ma come? Non ero io il problema? Eravate tutti pronti a dirgli in faccia tutto eppure ci giocate insieme? "ma io non voglio mica perdere", se non volete perdere e lo ritenete così scarso com'è che non lo cacciate? Oppure se viene a chiedere chi gioca non riuscite a dirgli nulla? Oppure forse forse tutte le cazzate che sparate le dite solo tanto per rompere il cazzo? Mah, qui sento un po' puzza di ciò che è comunemente chiamata ipocrisia.

A questo punto direi però che il rapporto di amicizia si è già crepato, perché nel momento in cui questo è ciò che ricevo il mio pensiero è automaticamente: Ma se mai dovesse realmente succedere qualcosa, con chi ne potrei parlare? Chi è che ci sarebbe per me? Chi è che ascolterebbe le mie lacrime?

E no, non pensate cose come "che ti aspetti, te lo meritavi", perché io parlo di tutto.

Mr x, la mia famiglia, la scuola, tutti gli scogli che potrei incontrare nella vita: perché ne dovrei parlare con qualcuno che non riesce nemmeno ad accettare e rispettare le cose che mi rendono felice?

Perché ne dovrei parlare con qualcuno che sembra che stia aspettando che soffra solo per ridermi in faccia e dirmi "te l'avevo detto".

Me lo sono incominciata a chiedere esattamente un anno fa.

Mia madre si era depressa talmente tanto da urlami ogni giorno contro che nessuno le voleva bene, che non facevo mai un cazzo per lei, che era sola, aveva chiamato pure gli assistenti sociali dicendo che non era più competente a fare da genitore.

La situazione era davvero stressante, eppure pian piano notai dei cambiamenti nel mio modo di confidarmi, infatti allora ne avevo parlato un po' anche con qualcuno.

Ho iniziato a chiedermi se avessi mai parlato prima di allora dei miei a qualcuno, di com'è davvero la mia situazione familiare, che non è mai stata totalmente rosa e fiori.

Così in quel frangente ne parlai un po', eppure qualcos'altro cambiò nei mesi successivi.

La situazione si era un po' calmata, ma cominciai ad avere problemi con una tipa del gruppo del russo a scuola, che credeva che stessi con loro solo per lui e così aveva incominciato a trattarmi di merda cercando di coinvolgere pure gli altri del gruppo.

Alla fine tutto si è sistemato in un modo o nell'altro, io la chiamerei un problema di incomprensione reciproca anche dovuto al mio comportamento fin troppo chiuso.

Ma fu proprio allora che mi sono accorta di non poterne parlare con nessuno, mr x non aveva fatto nulla di che, eppure ero così certa che se ne avessi parlato con qualcuno poi l'avrebbero usata come scusa per avercela ancora di più con lui.

Caddi in depressione come mai prima d'ora.

Perché avevo perso fiducia nei miei amici che conoscevo da anni, perché pensavo che avrebbero preferito avere più informazioni per criticare lui piuttosto di cercare di starmi vicino e perché probabilmente avrebbero reagito davvero così.

Ho sofferto perché l'amore che provavo era troppo nuovo per reggere quella situazione con lui e ragionare con fermezza.

Ho sofferto perché le persone con cui mi sono confidata per anni non c'erano più.

Ho sofferto perché mi sono accorta che la verità è che non avevo nessuno.

Così tutto penso sia iniziare a cambiare davvero.

Proprio in quel periodo, dopo quei mesi di depressione, verso la fine della scuola, mia madre mi ha detto che aveva scritto il suo testamento (che aveva fatto appunto in gennaio).

Ma non è una questione democratica come potrebbe essere per altre famiglie che potrebbero viverla senza pensare seriamente che potrebbero schiattare a breve, almeno non per quanto riguarda lei.

Avete idea di quante volte ripete di voler morire?

O sul fatto che dice sempre che non vivrà a lungo.

Che noi non la aiutiamo mai, che non le vogliamo bene e che è stanca di tutto.

Allora parliamo di Luglio scorso, quando ha avuto l'incidente alla tibia, quello che ho pensato in quel momento, davanti a mia madre che dopo essersi rimessa nella sedia cerca di alzarsi e crolla nel pavimento, mio fratello e un tizio che cercano di metterla sul divano, per poi vedere il piede gonfissimo, storto e viola.

Qualcuno ha la minima idea di quello che abbia pensato quel giorno e i giorni successivi?

Ciò di cui parlo è: perché nessuno lo sa? Perché non ne ho parlato con nessuno?

Quando è successo, il tempo sembrava infinito, avrei voluto che qualcuno mi distraesse, magari una persona normale sarebbe potuta uscire con amici in giro, eppure io no.

Perché io non ho nessuno.

Nel momento del bisogno nessuno verrà da me. Mai.

Anzi è già tanto che qualcuno sapesse che fossi stata male

È vero, la distanza è un grosso ostacolo sopratutto per me, che ho amici praticamente solo lontani, infatti è anche questo il problema.

Il giorno prima dell'incidente avevo deciso di andare a Milano per trovare Mi love perché le era successa una cosa abbastanza brutta o per lo più spaventosa.

Il giorno seguente, quando mia madre ebbe l'incidente, ho capito due cose: Che io non potevo nemmeno per un giorno provare a far capire ad una mia cara amica che esisto e che quando, invece, io ne avrei avuto il bisogno, nessuno ci sarebbe stato.

Se non posso aiutare le persone che voglio bene e loro non possono aiutare me allora che senso ha? Che senso ha vivere in questo modo? Che senso ha se sono sempre da sola.

Che senso ha se pur essendo da sola nemmeno io posso aiutare gli altri.

Sono così inutile.

Non pretendo che gli altri vengano per forza da me, capisco ci siano molti ostacoli tra genitori, soldi e tempistiche, ma nemmeno io? Non posso neanche stare vicino a qualcuno che tutta la mia vita puntualmente mi crolla in faccia e me lo impedisca?

Che senso ha se non posso nemmeno stare vicino alle persone a cui tengo.

È stato così dannatamente triste, troppo.

In quei giorni non ho potuto far altro che pensare a quello.

"Mia madre non camminerà più", "Avevo promesso a Mi love che c'ero almeno per un giorno, ma nemmeno quello riesco a fare per lei" e "Non c'è nessuno che potrà distrarmi da questi pensieri".

In qualche modo pure quel periodo passò, pur lasciando più dolore di quante ne abbia raccontato.

Ma ritorniamo a Mr x e come le cose siano cambiate.

Vorrei prima però spendere almeno una frase per una persona che se lo merita, io non ero del tutto sola e triste in quel periodo, una singola persona, ogni giorno, mentre mi sentivo a disagio a parlare con tutti gli altri di "quante cose amassi ogni giorno di mr x" lui le ha ascoltate tutte fino alla fine, mostrandosi anche divertito in certe occasioni.

Grazie soldato.

Mi love alla fine, a differenza di altri, se l'è fatto andare bene, o forse io voglio pensarla così, semplicemente perché è lei.

Così da sola mi sono rialzata, come ogni giorno provavo le stesse cose e pensavo alle stesse stronzate con mr x.

Ricordo che quel giorno, in cui ho riniziato a parlare col gruppo più o meno normalmente, anzi ho incominciato a parlare persino di più, durante una noiosa lezione di storia dell'arte mi stavo addormentando, il prof mi aveva ripresa ma non riuscivo proprio a tenere gli occhi aperti, in quel momento qualcuno ha bussato alla porta.

Ho sentito una voce chiedere se avevamo delle casse, quelle poche parole sono riuscite a svegliarmi completamente, non riuscivo a vederlo bene dal mio banco, ma avevo scorto una camicia nera, era lui.

Quando se ne andò mi accorsi che non avevo più sonno, "sono senza speranze" ho pensato.

Dopo, nell'intervallo, ricordo che una nostra amica stava parlando di una tipa con cui parlava ultimamente, mr x, per svariati motivi, ogni volta che aveva rapporti con qualcuno tendeva a fare battute sul fatto che facesse sempre colpo, così in quel momento si avvicinato a me con fare divertito dicendo qualcosa come "visto? ci provano anche le donne con lei".

Il mio cuore ha sobbalzato, come sempre oserei dire, e in quel momento ho pensato "perché so già che mi ricorderò di questa battuta? O di quando è entrato in classe? Perché mi rimarrà impresso qualcosa di simile? Sono davvero senza speranza", ma cambiò comunque qualcosa, non ero stanca di quella situazione, anzi sorrisi a quel pensiero, però non potevo più continuare a crogiolarmi a fare la ragazzina innamorata, o almeno avrei dovuto diminuire un po' il mio comportamento, per questo alla fine, da quel giorno, dissi sempre ad ogni mio stupido battito "ignoralo" e così risposi quasi tranquillamente alla sua battuta "eh sì, è proprio una rubacuori".

Così non avrei più dovuto rompere gli altri con sta storia, così forse avrei infastidito meno lui, così nessuno avrebbe più pensato che lui sia l'unica cosa di cui mi possa importare, così avrebbero avuto meno voglia di dire la loro sui miei gusti, così avrei avuto meno seccature.

Però in fondo questa non è affatto una soluzione, per questo ora sto scrivendo probabilmente, perché il tempo passa, conosco persone nuove e pian piano mi dimentico di quel giorno, pian piano mi chiedo se fosse davvero giusto reprimere ogni cosa, se ne valesse davvero la pena e così incomincio più tranquillamente a far battute sul fatto che mi piaccia, a dirlo a tutti, a non tenerlo più un po' nascosto, ripenso a quanto mi piace parlare di quante cose mi facciano felice lui e ne parlo.

Così tutto ricomincia, "come fa a piacerti uno così", "non mi sembra sto granché", "lo difendi solo perché ti piace", ancora e ancora.

La verità è che non mi importa più di cosa dicano.

Sono triste perché una volta mi importava, una volta ne tenevo così tanto conto che per un istante ho creduto di essermi innamorata di qualcuno di pessimo solo per una loro opinione espressa troppo velocemente.

Ma sapete cosa? Io so cosa mi piace, cosa mi rende felice, io so cosa mi fa sentire bene, so quali potrebbero essere le conseguenze, so che potrei soffrire, lo so perfettamente.

Ma anche così non ritengo di dover cercare infiniti pregi, infinite giustificazioni a quello che provo, dopotutto perché dovrei? Perché alcune persone non riescono ad accettare che mi possa piacere qualcuno che non sia la persona perfetta per loro? Ma che se ne vadino un po' tutti a fare in culo sinceramente.

Volete pensare che tutto si sia rovinato per colpa sua? Che alla fine la cotta mi abbia reso cieca o più stupida? Che io sia immatura perché mi arrabbio o perché non voglia più avere a che fare con tutto questo? Pensatelo, pensate quel che volete.

Mi sono stancata, e forse questo significherà che perderò tutto, forse anche lui mi allontanerà o si stuferà di avermi tra i piedi, però non importa più.

Ho pianto così tanto, anche per cose peggiori e ho sofferto per cose peggiori, che ormai non importa quanto cadrò, non importa se un giorno non avrò nessuno, non importa se mi rinchiuderò in casa dal dolore, non importa quanto dolore possa provare perché sono certa che alla fine mi rialzerò comunque, che in qualche modo riuscirò a trovare un'isoletta pulita anche in mezzo a un mare di merda.

Non perderò mai la speranza di essere felice, non mi piegherò mai alla "vita di merda" che tutti dicono che arriverà, ho tanti sogni da realizzare e tante persone da incontrare, per questo anche nel peggiore degli scenari mi tirerò su e sorriderò ancora.

Ci sono tante altre persone che rendono la mia vita più felice e non mi rompono le scatole ogni due secondi, devo, anzi voglio vivere felice soprattutto per loro.

Se dovessi dire la ragione per la quale ho scritto e pubblicato tutto questo potrei dire che ero stanca, ma forse non è nemmeno così.

Penso che le verità siano due: Non ho nessuno con cui mi senta di poter dire tutte queste cose, anche se ci fosse sarebbero così tante che ne potrei parlare per mesi interi, e, soprattutto, l'ho scritto per ricordare in ogni momento a me stessa che posso superare ogni cosa, che per quanto possa essere triste, ci saranno sempre dei bei ricordi nell'arco di trecentosessantacinque giorni.

Non volevo iniziare questa storia parlando di questo, onestamente detesto parlare di cose deprimenti o che mi fanno incazzare, però, almeno per oggi, ho scelto di comportarmi diversamente dal solito.

Ho deciso di scrivere tutto, senza pensare troppo a chi potrei ferire e senza pensare a cosa potrei rovinare definitivamente.

Ho scritto più di tremila parole senza fermarmi ed è stata una bellissima sensazione.

Per quanto riguarda questo "diario" ho deciso che questo sarà come un prologo di ciò che scriverò in seguito, se vi interessa bene, se non vi interessa mi chiedo perché siate arrivati fino a questo punto.

Sono le quattro di notte, domani mi sveglierò e mi dirò di aver fatto una cazzata, ma in fondo fra meno di ventiquattro ore inizia un nuovo anno, per cui se proprio devo essere scazzata fino alla fine tanto vale finire in bellezza, no?

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Capitolo 2
*** Diario di una ragazzina innamorata ***


Questa è una storia lunga, forse troppo lunga ed è proprio per questo che racconterò solo ciò che avrò voglia di raccontare, anche perché essendo il mio diario e non una storia non ho molta voglia di impegnarmi a scrivere anche i secondi della mia vita che non ho voglia di dire al momento.

Così oggi vi parlerò di cosa significa per una persona come me innamorarsi, o meglio, di cosa significa "provare amore" per una piccola ragazzina che ha passato ogni anno della sua vita leggendo centinaia di storie smielate e commentarsele da sola non avendo quasi nessuno con cui parlarne.

Vorrei iniziare subito partendo dal fatto che in nessun caso io mi sono innamorata "perché lo volessi", nel senso, non è mai stata mia intenzione conoscere qualcuno per cui dovessi provare qualcosa di speciale per forza.

Ho sentito che alcuni ragazzi della mia età (adolescenziale), ossia nel pieno del periodo della pubertà, tendono a dover cercare qualcuno disperatamente, sia da apprezzare sessualmente che no, ma tendenzialmente questo tipo di sentimento è passeggero e, per l'appunto, dovuto ad infatuazione momentanea che viene più dal proprio desiderio di "sperimentare" che dall'interesse effettivo della persona di cui si incomincia a provare interesse (questo non significa che gli adolescenti siano tutti così, dico solitamente ciò che mi è stato detto da persone conosciute realmente).

Ammetto però che ogni volta che conoscevo un nuovo maschio mi capitava di pensare cose come "chissà che storia avrei con un uomo come lui" e partivano i peggio film.

Il problema è che questo era per lo più un passatempo, io stessa non mi rispecchiavo in ciò che solitamente provavano le protagoniste delle storie che leggevo ed anche per questo credevo che quel tipo di "amore" non facesse per me.

Ovviamente la vita aveva deciso di mostrarmi altro nella mia strada.

Solito cliché direte, ma purtroppo non è colpa mia se ho una vita scontata e noiosa, sono qui solo per far finta che non lo sia.

Bene.

Partiamo dall'inizio.

Una ragazzina di terza superiore che non aveva, per svariati motivi, un gruppo di amici specifico, nel triennio cambia classe e conosce una ragazza.

Questa ragazza cerca di far entrare nel suo gruppo la timida e silenziosa ragazzina e così le presenta altri due suoi amici: una tipa e lui.

Sì, come in ogni storia di merda e sdolcinata doveva arrivare questo momento, l'incontro voluto da destino.

L'arrivo del bonaccione troppo figo per esistere, quello dall'aria misteriosa che con un semplice sguardo ti ruba il cuore.

No, no e ancora no, non siamo nelle favole e non funziona che le ragazze si innamorano a caso anche del peggior figlio di puttana solo perché ha i muscoli, o almeno, io non sono per niente il tipo da "amore a prima vista", non avendo una minima percentuale di logica (già ce n'è poco in questo sentimento, lasciarne un po' non fa mai male).

Sono sempre stata una tipa strana (o forse sono solo una persona molto confusa), posso dire di preferire un uomo in forma che uno no, che preferisco i ragazzi alti da quelli bassi, oppure preferisco i capelli corti a quelli lunghi, senza barba piuttosto che con, ecc..., ma quando si tratta delle persone "reali" (nel senso di persone conosciute realmente) non riesco a dire con fermezza "lui mi fa schifo o lei è una figa".

È un po' come se nel mio cervello tutti siano abbastanza neutrali e nel momento in cui reputo la persona davanti a me abbastanza buona riesco a vedere in essa un certo tipo di bellezza.

Raramente incontro persone che mi stanno sul cazzo a pelle onestamente, le uniche volte sono quando mi vengono di proposito ad insultare a caso senza manco conoscerci, ma quello non sarebbe nemmeno a pelle, diciamo che un motivo ce l'avrei per avercela con loro.

Ecco, ciò che intendo è che quest'ultimo tipo di persone magari potrebbero essere per gli altri "belle o carine" a prescindere dal carattere, ma nel momento in cui il mio cervello lo segna come "persona no" quel soggetto mi farà schifo a prescindere, a partire dal carattere fino all'aspetto fisico (ciò riguarda però per lo più le persone che conosco poco che quelle che mi hanno fatto qualcosa dall'interno [tipo un amico che non lo è più o cose del genere], ma su questo argomento c'è tutta un'altra storia dietro).

Il punto che non è forse ben compreso da tutti coloro che mi stanno intorno però è che questo processo mentale non è dovuto ad una leccata di culo o cose come "sei mio amico quindi dico che sei bellissimo", giammai, quando io dico a qualcuno che secondo me è molto bella/o lo penso davvero, ma su questo tratto ne riparlerò tra poco.

Ritornando al fatidico incontro, come con chiunque altro, non avevo un'opinione ben precisa nè di lui nè delle altre ragazze (anche se il fatto che abbiano provato a farmi integrare in un gruppo significava già molto per me), onestamente forse i miei unici pensieri saranno stati: z ha degli occhi grandi, y ha le lentiggini ed x ha la barba, punto. Non per giudicare "brutto o bello", semplicemente un pensiero a caso (che non ricordo nemmeno se abbia fatto realmente, non sono il tipo che quando conosce qualcuno deve farsi un'idea di bellezza di base), niente di più e niente di meno insomma.

Passano i giorni, le settimane e un mese o due, in quel breve lasso di tempo pian piano avevo scoperto che Mr. x (chiamerò così il malcapitato finito sotto il mio perenne sguardo) ed io avevamo qualcosa in comune, niente di eclatante eh, solo che ci piaceva un fumetto in comune e giocavamo ai videogiochi sul pc.

Inizialmente ero contentissima, dopo tre anni di scuola avevo conosciuto qualcuno che giocasse online, chi se ne frega se è maschio o femmina, una gioia era arrivata nella mia vita, ma tutto questo senza la minima traccia di doppi fini.

Ammetto che nel breve lasso di tempo tra ottobre e inizio dicembre (tempo che ci ho messo ad invaghirmi) anche lui era finito in quel "passatempo" riguardante il "chissà come sarebbe stare con lui", ma per scherzo e senza dargli troppa importanza, giusto per farmi una risata.

Non so cosa abbia "fatto scattare la scintilla", non ho chissà quale ricordo di qualcosa come che mi abbia salvato da un auto in corsa o che sia stato l'uomo più dolce del mondo in quel periodo (mi viene da ridere solo a scriverla quest'ultima frase pensando a lui), però ricordo, ricordo eccome, il momento in cui l'ho capito.

Ripeto: io ne ho letti di racconti, dal più banale al più complesso e la mia mente era già abbastanza fottuta ancora prima di allora.

Ricordo che in quella settimana ci sentivamo la sera per giocare ad un gioco insieme, lui non veniva a scuola da qualche giorno perché doveva studiare per l'interrogazione di inglese o doveva saltarla (non so bene).

In quei giorni non ci avevo pensato granché, diciamo che sentivo che mi sarebbe piaciuto vederlo, ma non per qualche ragione in particolare, giusto perché avevo conosciuto un nuovo amico e volevo parlarci.

Ovviamente non era così.

Quella mattina era stato tutto molto strano, sapevo che tornava a scuola e sentivo una certa ansia dentro di me, ero molto confusa a dir la verità e non capivo bene per quale motivo.

Alla fine mi son solo detta "massì intanto lo vedrò all'intervallo che ci sto a pensare ora" e insieme a Miss y (la mia compagna di classe) entriamo e ci dirigiamo verso la nostra aula.

Io non sono una di quelle convinte che esista il destino per forza, ma seriamente a volte capitano coincidenze davvero inquietanti.

La mia scuola è particolare essendo l'unico Liceo Artistico della città, così alcuni studenti che vengono da lontano hanno un permesso per entrare lievemente in ritardo, inoltre avendo molti "laboratori" che hanno bisogno di aule apposite a praticamente ogni materia ci spostano di classe.

Dunque, io avendo il permesso sono entrata più tardi quel giorno, ho fatto la prima rampa di scale per andare nella classe apposita in cui dovevo andare alla prima ora, indovinate chi mi trovo davanti che ci saluta mentre va anche lui nella sua aula? Esatto, lui.

E mi viene da parlare di "ironia della sorte" perché è davvero un caso che lo incontrassimo in quel frangente (ricordo benissimo che la fortuna di beccarlo casualmente a inizio mattinata sarà accaduta giusto una decina di volte in tutto l'anno scolastico).

Quello è stato il momento. Quel semplice saluto.

Tutto è cambiato in un nano secondo, proprio nell'istante in cui ho incrociato la sua semplice (ma nemmeno poi così tanto) figura, il mio cuore ha fatto il salto più grande della storia.

E lì: "No, no e no" "è impossibile" "Oddio ma seriamente? Perché cazzo batte così forte? Perché tremo come una deficiente? Perché sorrido come una deficiente!?" "No, non è possibile, cos'è sto 'tum tum' da telenovela andiamo!".

Per due ore di fila, fino all'intervallo, ma non crediate che la situazione sia migliorata nelle successive quattro, anzi.

Esco dalla classe e mi dirigo verso il corridoio dove ci sono le macchinette e dove solitamente ci incontravamo tutti con gli altri, così lo vedo arrivare, in quel periodo inoltre era anche di parecchio buon umore e aveva tanta voglia di parlare con me (c'erano vari argomenti penso che in quel tempo lo portavano ad avere varie conversazioni, o forse cercava semplicemente di farmi integrare meglio nel gruppo).

Avete presente la luce divina? UGUALE.

Raggiante come non mai, manco una statua greca ecco davanti a me l'uomo più bello del mondo.

Tremavo come una foglia e sentivo il cuore esplodere che se fosse stato un manga avrei sparso sangue dal naso tutto il dì.

Giuro, giuro anche che una volta mi è parso che il suo viso facesse appannare tutto quello che c'era intorno come si vede in certi film.

Troppo bello. Capite? Troppo.

Per questo le successive ore dal primo intervallo furono peggiori, perché ad aggiungersi a quelle semplici domande che avevo già prima, ora ce n'erano altre migliaia: "Come può essere così bello?" "Come può esistere qualcuno così?" "Dev'essere illegale!" "Ma poi ora come faccio" "Se poi lo fisso troppo capisce e comunque non posso fissarlo in eterno" "Ma poi sarebbe uno spreco..." "Però se tremo sempre lo capirà anche da quello" "Inoltre se appena lo vedo gli sorrido manco fossi davanti ad una pizza sarà parecchio evidente" "No, ma non posso farcela" "Come diamine è possibile?" "A me piacciono gli uomini senza barba e coi capelli corti" "Perché allora a lui la barba gli sta dannatamente bene?" "Poi anche i suoi capelli... Sono la cosa più bella che abbia mai visto (prima di lui si intende)" "Non ha nemmeno i capelli tanto corti... ma pensandoci se se li facesse crescere sono sicura che gli starebbero da dio" "Però a me non piacciono i capelli lunghi" "Ma i suoi sono bellissimi" "E vogliamo parlare del suo sorriso? O addirittura della sua risata?" "Come potrò resistere a tanta bellezza? Cioè, perché, se ogni giorno da oggi sentirò questo continuo 'tu-tum' insieme ai vari tremolii non penso di potercela fare" "Ho visto che quando sorride gli compaiono sottili linee ai lati degli occhi che rendono la sua espressione ancora più vera" "Madonna la perfezione..." "Come può essere così perfetto" "Come può girare tranquillamente senza rendersene conto?" "Come posso io guardare tanta bellezza?" "Posso spararmi?" ecc...

Da qui incominciò la mia piccola ossessione verso quell'uomo, insieme alle stupide paranoie che ne conseguirono.

Onestamente parlando penso che quel periodo sia quello in cui sono stata più felice nella mia breve vita.

Pur avendo molti problemi a socializzare, pur parlando poco, per quei pochi mesi ho potuto assaporare una felicità unica.

Abituata a stare sempre da sola sembrava come un sogno: uscire con qualcuno, andare fuori a mangiare, essere in un gruppo dove si ride e scherza... Era un po' come un'utopia per me sinceramente, come se finalmente avessi iniziato a vivere anch'io.

Anche lo stesso potermi innamorare così tanto di qualcuno, essere felice solamente vedendo un suo messaggio, fare figure di merda e chiedermi per una settimana intera perché ne faccio sempre.

In fondo quel tipo di paranoie non sono altro che un lusso della quotidianità, una parte della bellezza della tranquillità.

Anche per questo probabilmente pur avendo avuto molti problemi, anche gravi (di autostima o socializzazione), alla fine se dovessi descrivere quel periodo direi che è stato bellissimo.

Ricordo che a quel tempo scrivevo tantissimo con un mio amico di Milano (che chiamerò soldato), con lui potevo sclerare sempre su Mr. x e raccontargli tutte le mie piccole gioie giornaliere, a differenza di altri diciamo che riusciva a sopportare la mia pazzia e probabilmente la trovava pure divertente.

"Soldato, soldato oggi ho visto una cosa incredibile! Cioè... Portava il camice, IL CAMICE, madò soldato non puoi capire che figo, era da troppo che mi chiedevo perché non lo indossasse durante le ore artistiche e oggi si è presentato così all'intervallo, come se niente fosse, troppo bello"

All'inizio il mio cervello era davvero malato, più di ora, il che è molto grave.

Per esempio una volta, per caso (essendo nel periodo invernale), l'ho visto che si stava sistemando il parka e per un secondo ho potuto vedere che indossava sotto una maglietta nera a maniche corte, quando ho scorto il suo braccio il mio cervello ha reagito in modo super spastico nel seguente modo: "oddio oddio il suo braccio nudo" così ho distolto lo sguardo di scatto, poi ci ho ripensato "ma che cazzo dovrei imbarazzarmi per il suo braccio mica si sta denudando, anzi è più strano che faccia così".

Oppure quell'altra volta in cui, in bus, eravamo seduti vicini, non stavamo parlando e alla fine lui sembrava si fosse addormentato, allora io, come un'idiota che legge troppi shojo, avevo iniziato a pensare che tipo di situazione potesse essere se fossi stata in un manga, mi immaginavo che quando c'era la sua fermata (essendo che è prima della mia) io avrei dovuto svegliarlo timidamente toccandogli il braccio, con aggiunta di tum-tum e sbrilluccichii di sottofondo.

Indovinate cos'è successo? Quando stava arrivando alla fermata pensavo si sarebbe alzato, invece, al contrario, stava proprio dormendo.

Panico.

Ho provato a chiamarlo, però ovviamente la mia lieve voce non sarebbe mai bastata nel casino del bus, così alla fine l'ho scosso toccandogli il braccio.

Si è svegliato e mi ha salutato ringraziandomi.

Dopodiché ho passato tutto il tempo ad osservare la mia mano con un sorriso strano manco avessi toccato gesù cristo.

Di per sé non c'è niente di strano in tutto questo, cioè non penso che essere toccata in modo amicale o toccarlo sia qualcosa di così emozionante, ma a forza di leggere tutta quella roba piena di ragazzine che si emozionano per qualsiasi cosa alla fine anch'io, per qualche strano motivo, riesco a ricordarmi tutte le volte in cui abbiamo avuto un contatto, non perché mi imbarazzasse o chissà cosa, anche senza provare niente, non so perché ma lo ricordo comunque, è strano.

Un'altra cosa davvero bellissima di lui sono le sue camice a scacchi, con le maniche tirate su.

A prescindere dal fatto che mi piacesse, è risaputo quanto sia grande il fascino di quel modo di mettere le camice, troppo affascinante (per non essere volgare).

Pensandoci, le potrei osservare per tutta la vita senza stancarmi, cioè, in realtà lui lo potrei fissare per sempre senza stancarmi, però le sue camice aumentano la mia voglia di fare il falco.

Entrando forse più nel personale però c'è da dire un'altra cosa fondamentale su cos'altro è davvero bello di lui. 

Il suo accento.

In breve: parla russo, quindi ha modi di dire particolari non conoscendo l'italiano come lingua madre (che personalmente adoro), ma a parte questo: la sua R.

Ma quanto è bella!? Sarà che io sono nata con quella moscia e quindi quella dura mi pare affascinante (doppi sensi casuali).

Comunque seriamente, fosse per me potrei ascoltarlo parlare russo senza capire un cazzo per tutta la vita. 

Solo il pensiero mi emoziona, che meraviglia.

A proposito di questo, molto tempo fa mi ero messa in testa di imparare qualcosa di russo così alla fine ho studiato un po' l'alfabeto cirillico e alcune parole basilari.

Così avevo visto che per salutare all'inizio si poteva usare Привет (priviet) che sarebbe come ciao, ma solo da usare all'inizio di una conversazione, invece per dire una specie di arrivederci in modo informale si usa Пока (paka).

Ebbene, una volta l'ho sentito parlare al telefono con sua madre, come sempre non capivo una mazza, tranne che alla fine che se n'è uscito con un semplice "пока".

Non saprei dire perché, ma mi è sembrato adorabile, anche se avevo capito solo quella parola e di per sé non c'era nulla per cui emozionarsi, è stato fantastico, pur essendo un saluto normalissimo ho pensato fosse davvero magnifico.

In casi come questi solitamente dopo un po' lascio perdere e dico a me stessa solo che il mio cervello ormai è andato, ma in fondo non è una brutta sensazione quindi perché ragionarci troppo?

Il giorno in cui mi sono sentita più felice di tutti è stato quando mi ha scaricata, che paradosso vero?

Partiamo dalla figura di merda, miss y e miss z diciamo che hanno cercato di convincermi a dichiararmi, così quel giorno, che doveva essere circa il 9 gennaio, mi hanno lasciato da sola con lui nel bus.

Qui al solo ricordo, vorrei andare sotto un bus e non salirci.

Dunque, io ovviamente mi ero preparato un discorso, che nella mia testa suonava moooolto meglio da com'è uscito.

Qualcosa come "sai c'è uno nella tua classe che mi piace, sei tu".

Veramente la mia voglia di vivere scende solo al pensiero.

Il cuore a mille, a malapena biascicavo parola, proprio ansia estrema e alla fine manco gli ho detto mi piaci che era già sceso.

Però, mentre mi stavo già deprimendo pensando "no, non ce l'ho fatta, non gliel'ho detto, non è ancora finita sta storia".

Lui mi ha mandato degli audio, grazie a dio oserei dire.

Gli audio più belli che io abbia mai ascoltato.

Per rendere tutto ancora più tresh abbiamo anche discusso, non negativamente, diciamo anche ridendo, sul fatto che quello fosse il peggior luogo dove potessi provare a dichiararmi, che potevo chiedergli di parlargli in privato o qualcosa del genere.

Ma ovviamente io gli ho risposto dicendo che già così era stato imbarazzante, chiedendoglielo poi l'avrebbe capito sicuramente cosa volevo dirgli e sarei morta di vergogna peggio di quel momento.

Così mi ha detto: "ma sei sempre imbarazzata quando ci sono io, quindi che cosa ti cambiava??"

Se fossi il tipo di persona che arrossisce in quel momento dire che sarei stata come un vulcano in eruzione è un diminutivo.

Bene, passiamo dignitosamente oltre che è meglio.

San Valentino.

Ma quanto è bello San Valentino.

Io, forse per distinguermi, o per dargli qualcosa che non avrebbe evidenziato troppo che giorno fosse quello, avevo deciso di regalargli uno dei suoi amati mandarini.

Sarebbe stato semplice ed efficiente darglielo all'intervallo con una scusa come "ne ho un po' ne vuoi uno anche tu?", ma ovviamente ho finito per girare tutto il giorno con sto cazzo di mandarino dietro la schiena.

Alla fine però, proprio nel momento peggiore quando stava per scendere alla sua fermata del bus gliel'ho chiesto se lo voleva, ma probabilmente era già abbastanza concentrato sul pensiero "devo scendere" per capire tutto il resto, così ha rifiutato velocemente.

Dopodiché miss y mi ha chiesto: aspe ma tu hai girato tutto il giorno con sto mandarino che dovevi dare a lui e alla fine ti ha detto di no?

Già, perfetto riassunto della giornata.

Ma non finisce qui.

A casa, su discord, arriva lui bello bello che fa "ma alla fine ti è piaciuto il mandarino?" con quella lieve nota divertita finale.

Il mandarino, quel fottuto mandarino, non avrei dovuto volerglielo dare, al contrario gliel'avrei dovuto lanciare direttamente in faccia. Sempre con amore.

Il motivo principale perché mi piace stare con lui è il fatto che sia estremamente rilassante, non so se sia il fatto che mi piace che mi fa sentire bene oppure è proprio lui che riesce sempre con qualche scherzo o con la sua genuina tranquillità a far sparire le mie paranoie.

Ricordo che anche dopo ormai un anno, non era cambiato niente, una volta su discord lui e mi love cercavano di darmi consigli sul fatto di dover cercare di preoccuparmi di meno e parlare di più con miss y e z, io mi stavo deprimendo e piangendo e si sentiva un po' dalla voce.

Così ad un certo punto c'ero io che sussuravo "ci proverò" o dei "sì" bassi bassi singhiozzando fino ad un momento di silenzio.

Pochi secondi dopo, non chiedetemi perché, forse era per imbarazzo o semplicemente perché la situazione gli sembrava assurda, ma gli è scappata una risata.

Sapete qual è il bello però? Che sentendola, mi sono messa a ridere pure io.

Perché? Mi sono chiesta. Perché basta così poco per tirarmi su di morale? Non ha proprio alcun senso.

Un'altra volta ho provato a fargli un regalo per il compleanno, allora lui mi ha guardato dicendo "no" davanti al pacchetto che avevo in mano, e da lì una specie di lagna da parte di entrambi è incominciata, io tra un "dai, prendilo e basta" e lui "no, se non sono soldi non li voglio gne gne" e dopodiché addirittura si è messo a correre scappando.

Così io l'ho inseguito dicendogli di non fare lo stronzo.

Sembrava proprio una scena da anime, surreale, penso che quello probabilmente è la principale ragione per cui mi piace, quando l'ho rincorso per pochi secondi non mi sono preoccupata della gente che vedeva due scemi correre a caso, di come potessi sembrare buffa o stupida.

Sarebbe bello vivere sempre così, senza badare a chi ho intorno, il fatto che lui riesca a farlo e che qualche volta riesca a far vivere anche me così è straordinario.

A prescindere da come sarà il futuro mi piacerebbe stare con qualcuno che mi fa sentire così libera.

Mi piace essermi innamorata di lui, mi piace lui, qualunque cosa accada non potrei mai dire di aver sbagliato ad amarlo.

Ma diamo inizio alla parte melodrammatica, questo in realtà è stato il mio errore, ciò che ha cambiato la mia persona, o meglio ciò che ha causato la mia lenta discesa.

A partire dalle vacanze natalizie di quell'anno pian piano tutto è iniziato ad andare sempre peggio, non per quanto riguarda unicamente lui, ma per tanti motivi che sono venuti uno dopo l'altro.

Per spiegare ogni cosa che potrebbe avermi abbattuta in quel periodo di Dicembre e nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile dovrei raccontare davvero troppe cose: dalle problematiche familiari alle probabili ragioni che mi hanno portato ad avere problemi nel relazionarmi.

Per ora mi limiterò quindi a stare sul tema amore.

Partendo dal presupposto che io amo parlare di ciò che mi piace, o meglio di ciò che mi rende felice, ho sempre pensato di poterne parlare coi miei amici che conosco da anni.

Ma non è sempre così.

Ho capito che il concetto che molte persone hanno dell'amore è del tutto diverso dal mio.

Dal mio punto di vista non è un problema così grande, onestamente se io per mettermi con qualcuno ho bisogno di certi valori e altri ne cercano invece diversi dai miei a me non me ne può fregar di meno: vita tua, scelte tue.

Il problema è che, a differenza mia, che mi viene da dare più che qualche consiglio, ma in generale penso sia giusto che decidano loro che cosa li renda felici o meno, gli altri tendono ad essere fin troppo invadenti, fino a risultare in un modo o nell'altro offensivi.

Diciamo che secondo me sono abbastanza adulti da poter capire da soli se qualcosa potrebbe farli soffrire o meno e io non sono nessuno per imporgli la mia opinione, soprattutto se sto parlando di una persona a loro cara e che io conosco poco e niente, nel caso poi andasse male comunque li aiuterei essendo miei amici, quindi: perché con me dovrebbe essere diverso? Sembra quasi venga trattata come una bambina cavernicola che non sa nemmeno che il fuoco faccia male, lo capisco da sola ciò che potrebbe o meno essere negativo per me, non ho bisogno di nessuno che mi venga a dire "oh ma guarda che potrebbe finire molto male, potrebbe essere uno stronzo che ti sfrutta, potresti soffrire" senza manco sapere di che stanno parlando (non molto carino nei confronti di lui), anche perché lo deciderò io cosa sia meglio per me no?

Ciò che intendo è: se una mia amica mi presenta uno e dice che le piace è normale che io voglia capire chi è, poi chissà, potrebbe anche starmi sul cazzo come prima impressione, ma rimarrebbe pur sempre una prima impressione, magari ne potrei parlare con lei, però sempre contando il fatto che non lo conosco più di tanto (e sopratutto cercando di avere il più tatto possibile dato che parlerei di qualcosa che lei ritiene molto importante).

Questo per dire che, nei casi proprio estremi, se uno mi sembra proprio messo male male, ne parlerei con la mia amica (ma sarebbe un caso su un milione), però ovviamente sono consapevole che lei possa benissimo capire da sola che tipo di persona sia (sarebbe, appunto, un consiglio che rimarrebbe tale contando il fatto che quella persona è sua amica più che mia, quindi sa più lei che me com'è realmente).

Quello che ho sentito mancare a me invece è proprio questo, per carità, non tutti hanno reagito in egual modo, ma in un certo senso mi sono accorta di essere arrivata ad un punto morto.

Successivamente ho incominciato a riflettere meglio su tutta la faccenda in sé, su ciò che mi ha deluso e su come le persone possano intendere l'amore in un modo letteralmente diverso dal mio.

Così mi è sorto un dubbio a cui non avevo pensato prima: partiamo dal fatto che io non ho mai, e ripeto mai, detto qualcosa di male su di lui con frasi come "ah è proprio uno stronzo insensibile che mi fa soffrire gne gne" o cose del genere (anche perché non lo penso, anzi perché semplicemente non è così), ma in ogni caso la maggior parte dei miei amici erano alquanto scettici nei suoi confronti (un po' come se dovesse avere per forza qualcosa di sbagliato dato che mi ha rifiutato ed è single oppure semplicemente perché non sembra l'uomo più buono e gentile del mondo) quindi mettiamo caso, in un futuro prossimo, se dovesse mai accadere qualcosa, qualunque cosa, di negativo, con mr x (che sia un litigio, incomprensione o altro ancora) io con chi ne dovrei parlare? Con chi ne potrei parlare?
Se stessi davvero male per qualcosa che riguardasse lui, magari che so, un piccolo litigio per un'incomprensione.
Cosa accadrebbe in quel caso? Con chi ne dovrei parlare? Con chi appena lo nominerò lo metterà nella forca a prescindere? Anche no.
Così mi sono trovata a non avere nessuno di cui potermi fidare al 100%.

E da qui l'ho già raccontato nel capitolo precedente. 
 

Io so cosa significa, per me, amare, ovvero apprezzare una persona per quello che è (e non unicamente per quello che fa per me), sentirsi felice in sua presenza, interessarsi ad essa, sorridere ai "difetti"... 

Il punto è che il significato che ho voluto dare io all'amore è un qualcosa di irremovibile.

Forse questa è l'unica certezza che io possa avere al mondo in questo momento: ho trovato una persona che ha reso speciale ogni momento passato con lei, però al contrario per quella stessa persona io non sono niente, un passatempo o un'amica, non importa di per sé, quello che voglio dire è che qualunque cosa possa accadere, anche se cominciasse a disprezzarmi o odiarmi, anche se mi allontanasse, anche se mi calpestasse senza pietà, non cambierebbe assolutamente nulla.

Forse piangerei e soffrirei (anzi andrebbe esattamente così), forse rimarrei un po' delusa, ma ciò che proverei non potrebbe mai distruggere il fatto che ami quella persona, sarebbe solo tristezza.

Forse anche questo mi ha portato alla rassegnazione.

Perché fa paura. 

Fa paura capire di avere al proprio fianco qualcuno che potrebbe ucciderti dentro in un'istante e non sapere minimamente quello che pensa.

Ti manda nel panico e in paranoia, capisci di non avere vie di fuga e che ormai sei fottuto. 

Essere allontanati farebbe male esattamente come allontanarlo e anche se potessi tornare indietro non sceglierei mai la strada dove non l'ho mai conosciuto, perché averlo incontrato è la cosa più bella che mi sia successa in tutta la vita e voler cancellare essa per paura di soffrire sarebbe solo da codardi, anzi anche se soffrissi non potrei mai dire di non averlo mai voluto incontrare.

Perché non esiste nessuna sofferenza che possa darmi più di quanta felicità mi abbia fatto provare.

Anche se si dice che si ricordi più il dolore che la felicità io non potrei mai scordarmi quest'ultima. 

Di quello che ho provato quella mattina salendo le scale, quello che mi ha fatto apprezzare i mandarini, quello che mi ha fatto collezionare tante figure di merda.

Se dicessi di voler cancellare tutto per il dolore sarebbe come dire di voler cancellare una parte di me.

In ogni caso direi che ciò che provo e ho provato sia una fetta di ciò che possiamo definire come amore, ognuno di noi ne ha un concetto diverso è vero, ma dire di saper con esattezza quale sia il mio modo di amare più giusto sarebbe stupido, ci sono moltissime esperienze che potrei provare nella vita, io ho l'opinione del mio amore non corrisposto, forse un giorno incontrerò qualcun altro di altrettanto speciale con cui avrò una relazione e in quel caso potrò sapere meglio cosa significhi per me una relazione amorosa, oppure potrei anche provare cosa significa essere lasciati, solo allora potrò dire cosa intenda io per quel tipo di amore, ma sarebbe pur sempre relativo alla mia esperienza personale.

Molte persone ritengono che l'amore sia unicamente quello condiviso, che si trovi in un bacio, in un buongiorno o in piccole sorprese.
Io penso che quello sia la bellezza di avere accanto una persona che condivide il tuo amore, ma non ciò che forma, o dovrebbe formare, il sentimento.

Certo, è normale apprezzare un gesto gentile nei propri confronti e magari da quello si può iniziare ad amare qualcuno, ma da solo non basta.

Penso che per apprezzare davvero qualcuno bisogni guardare non solo ciò che lo rende "tenero e carino", ma anche quello che ci potrebbe piacere di meno.

Anzi non è nemmeno questo, penso che ciò che renda l'amore così irrazionale è proprio il fatto di non riuscire a farti vedere difetti.

Per quanto possa cercare di capire il fatto che sia un po' freddo o duro non l'ho mai visto come un difetto vero e proprio, forse non sprizzo di gioia quando spara certe glacialate (non mi interessa se non esiste questa parola nel vocabolario), ma non potrei nemmeno dire che le detesti, perché alla fine anche quelle fanno parte di lui.

È davvero complicato. Diciamo che cambia da persona a persona.

Se dovessi dire che tipo di persona sono io nel fattore amore penso che sarei quella fissata, per non dire ossessionata, forse sono un po' inquietante in effetti.

Ma proprio perché lo so alla fine ho cercato di non essere troppo invadente e fare la parte di quella che può essere lasciata da sola quando vuole.

Che sia sbagliato? Non c'è dubbio.

Però questo significa che lo farà? Chi lo sa, non è detto.

Infatti probabilmente un po' me la cerco, temo che il mio tipo ideale classico sia quello imprevedibile, che potrebbe fregarmi da un momento all'altro e ne sono anche consapevole, però... C'è sempre quel brivido del rischio che a volte pervade la mia anima, non lo chiamerei masochismo, ma forse speranza.

Sapete com'è, potrebbe fottermi e spezzarmi il cuore, ma potrebbe farlo anche in altri sensi.

Scusate è stato più forte di me.

Onestamente mi sembra così strano riuscire a scrivere così tanto in così poco tempo, è un'esperienza nuova ed elettrizzante.

Forse potrebbe anche essere l'inizio della mia fine, forse non avrei dovuto scrivere nulla, forse avrei dovuto vivere e basta come fanno tutti, però, forse ancora, è proprio per questo che lo sto facendo.

Da troppo tempo mi stavo chiedendo che senso ha provare dolore o felicità se se lo si tiene solo per sé, certo esisteranno sempre quelle piccole cose personali da tenere segrete, ma in generale che senso avrebbe non parlarne? Così ho deciso di scrivere, se sarò felice, triste o vorrò semplicemente scrivere un aneddoto lo farò.

Che senso ha vivere qualcosa che non puoi raccontare? Questo mi chiedevo.

Probabilmente la risposta che mi sono voluta dare è stata: davvero non posso?

Dopotutto perché non potrei? Per paura? Paura di cosa? Di soffrire? Ma se ho paura comunque, se alla fine soffro comunque, allora perché non farlo? Perché non posso far finta che la mia stessa vita sia la storia di un noioso libro sepolto nei meandri del web?

Alla fine se proprio perderò, per questo, ciò che mi spinge ad alzarmi e a provare a fare il minimo indispensabile la mattina basterà fermarsi per un po', forse ciò significa sprecare anni importanti della mia vita, lo capisco, anch'io vorrei essere sempre felice e al top, ma non è mai così, quindi farò finta di nulla, chi lo sa forse andrò da uno psicologo e perderò un anno, cambierò sezione, cercherò di conciliarmi con vecchi amici, cercherò un'altra vita oppure forse non succederà proprio nulla, tutto andrà bene, tra alti e bassi, fino all'ultimo sarò sempre nel panico per recuperare le materie e a settembre sputando sangue passerò all'anno successivo.

Chissà chissà, l'unica cosa certa è che in ogni caso avrò altro da scrivere.

Spazio che non c'entra nulla, ma non posso scrivere che è lo spazio autrice perché la storia stessa è un mio spazio:
Ciao amici, amiche e persone sconosciute, spero di aver romanzato e sdrammatizzato abbastanza la storia da avervi fatto venire il diabete o qualche altra malattia, perché rileggendo certe frasi è quello che è successo a me.
Inoltre vorrei dire che nel caso ci conoscessimo già o mi conoscerai in seguito venendo sul discord di animetubeitalia (pubblicità occulta senza una particolare ragione, anzi se uno sconosciuto è arrivato fin qui dopo 6000 parole mi piacerebbe conoscerlo sinceramente) e pensassi in qualunque modo di prendermi per il culo, leggere ad alta voce questa storia in mia presenza (coff coff soldato ti sto guardando molto male sappilo) o iniziare dibattiti che penso di aver già chiarito di non voler affrontare mai più nella storia (evidenziare non fa mai male) potete anche trattenervi, a meno che non desideriate che sparisca per un tempo indeterminato, onestamente preferirei che questo rimanesse come un promemoria che ho voluto diffondere per quando sarò vecchia, qualcosa da rileggere per farmi una risata e sperare che qualcuno possa provare lo stesso leggendola. 
Mi chiedo se mr x prima o poi la leggerà anche lui.
Ammetto che la cosa già mi mette in testa molte più paranoie di quel che potete immaginare, anche se il fatto che l'abbia pubblicata significa che in fondo penso non cambi nulla, o meglio spero non cambi nulla, cioè non so... forse ho invaso la sua privacy... Anche se ho cercato di scrivere poche cose che lo descrivono realmente... O forse no... e comunque non penso si possa risalire a lui da ciò... Inoltre non la legge nessuno sta storia, dove dovrebbe essere il problema... VISTO CHE STO GIÀ PANICANDO???

Bene. Ottimo. Sto realizzando solo ora quanta ansia mi porterà rilevare al mondo i miei pensieri molesti.
Che dire... Se sparisco per un po' saprete perché, addio. Cuoricino.

Ah, giusto. Prima o poi avrete un nuovo capitolo, non so se farlo sui miei sogni da piccola bimba spastica, sulla mia famiglia, sulla socializzazione oppure su mi love (mi love è mi love se non sapete chi è)... Dipende da cosa sarò ispirata al momento, però ho qualche argomento, anzi a dir la verità forse potrei continuare parlando dell'ammore.
Beh, si vedrà.

P.s. Ho scritto l'80% di questa storia prima del capitolo precedente (compreso lo spazio finale dell'autore) e non ho voglia di cambiarlo. 

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Capitolo 3
*** Diario di una ragazzina sognatrice ***


Fin da piccola mia madre mi ha sempre detto che nella mia vita avrei viaggiato tanto, pur non avendo mai dimostrato mai interesse in merito.

Non so se il motivo per cui abbia incominciato a desiderare di vedere il mondo fosse perché in un brutto momento della vita ho pensato di volermene andare lontano in un luogo in cui nessuno potesse conoscermi oppure perché ho iniziato ad avere un sincero interesse verso gli altri paesi, o entrambe le cose, ma ho incominciato a sentire proprio il bisogno.

Può sembrare stupido, ma a volte mi immagino di essere in qualche paese dell'est, magari a visitare le capitali o città famose: San Pietroburgo, Mosca, Praga, Chishinau, Bucarest ecc... E il pensiero di essere circondata da persone che parlano una lingua così diversa dalla mia mi emoziona, non saprei spiegare il perché, ma sento che se dovessi trovarmi in una situazione simile potrei provare un po' di felicità.

O forse ho semplicemente pensato che visitare un paese dove tutti attorno a me parlassero russo sarebbe stato bello, patetico direi, ma lo trovo alquanto divertente.

A parte questo appena finirò il liceo penso andrò a fare un corso di manga in Giappone, quindi penso che quella sia la mia prima vera meta.

Ultimamente pensavo di fare dei corsi di lingue, a Gennaio dovrei iniziarne uno di russo, vorrei vedere se riuscirò davvero ad impegnarmi ad imparare una lingua tanto diversa dalla mia.

Se andrà bene probabilmente l'anno prossimo chiederò a mia madre di iscrivermi ad uno di Giapponese, ma questo si vedrà più avanti.

Non sono mai uscita dall'Italia ed anche per questo sono molto curiosa di vedere gli altri paesi.

Prendiamo il Giappone come esempio, che forse è quello che conosco un minimo meglio degli altri (nella mia ignoranza).

Mio fratello ci è andato in vacanza per due settimane la scorsa estate e me ne ha parlato un po'.

Il punto non è che sia "il paese perfetto" o cose del genere, ciò che è davvero interessante è quello che lo rende "diverso".

Un paese ordinato e pulito, in cui i treni sono predisposti per non fare ritardi a prescindere, in cui la gente appare più onesta e gentile, o meglio qui la riterrebbero meno furba o stolta.

Un paese dedito alle proprie tradizioni e abitudini, anche per questo abbastanza chiuso nei confronti degli stranieri (esistono locali dove ci sono cartelli dove c'è scritto che possono per l'appunto entrare solo giapponesi), non per questo significa che siano maleducati... Io penso che diffidenti sia la parola più corretta.

Inoltre penso che da turisti sia davvero un bel posto da visitare (viverci non saprei, lì il discorso sarebbe più complesso non conoscendo il luogo, un po' come parlare di uno straniero che viene in Italia, probabilmente dipende molto dal tipo di persona che si trasferisce e dalla propria fortuna di trovare o meno nel vicinato gente per bene o meno).

Se riuscissi a diventare una fumettista, imparare il giapponese e riuscire a vivere lavorando lì con quel lavoro forse mi potrei trasferire, ma sto decisamente correndo un po' troppo, diciamo che mi va bene anche vivere a casa fino a trent'anni, dipende da come andranno i prossimi anni.

Penso che il mio sogno più grande sia quello di scrivere una storia che mi tormenta fin da piccola.

Ne ho create molte di storie, che ho anche scritto o che ho messo nel dimenticatoio, ma quella continua a tormentarmi da quando ho visto la saga di Marineford di One Piece quando ero alle elementari, è stato talmente tanto tempo fa che non mi ricordo nemmeno quanti anni avessi.

Però non posso ancora scriverla, una volta ci avevo provato ma non andava bene.

Faccio schifo a scrivere e lo so, probabilmente anche per questo ho iniziato questa specie di diario.

Mi piacerebbe riuscire a trasmettere i miei sentimenti agli altri esattamente come li sento io.

Solo che temo che il mio lessico sia troppo limitato e a parte quello non riesco mai ad avere abbastanza pazienza per aspettare il momento giusto per narrare ogni avvenimento della storia, cosa fondamentale per coinvolgere lo spettatore nella maniera più adeguata.

Forse è anche perché ho molta confusione in testa tra un avvenimento e l'altro e ciò mi porta a scrivere un mix di situazione che l'una all'altra suonano male. Diciamo che è complesso pure da spiegare.

Per dirla meglio una storia solitamente è esattamente come un diario raccontato da tante persone o da una, dipende dal tipo di narrazione.

Fin da piccola ho sempre pensato che i racconti fossero simili alla realtà o ispirati ad essa, cosa neanche del tutto errata, ma nel mio modo in cui vedevo le cose era completamente sbagliata.

Diciamo che pensavo che il mondo fosse meno scontato.

Ogni storia dopotutto ha dei particolari personaggi con schematici caratteri.

Il bulletto dal passato trasandato che in realtà vorrebbe essere una brava persona.

La ragazza testarda che si comporta da maschiaccio per nascondere le sue insicurezze.

La timida occhialuta amante della lettura che cerca qualcuno coi suoi stessi interessi.

Il punto è che le persone sono interessanti proprio per questo, ma allo stesso tempo noiose.

Persino io sono entrata in questo schema, sia quella che potrebbe essere ritenuta bella che quella brutta (secondo la mia stessa logica intendo).

Ad esempio io direi di essere una ragazza semplice, nel senso che mi si puoi rendere felice con poco.

Sostanzialmente le cose che mi piacciono sono la pizza e tutto ciò che è adorabile (sopratutto i pupazzi).

Sono timida ma in generale non parlo molto, mi piace osservare e ascoltare.

In un anime mi immagino sempre come quella ragazza che parla poco ed è sempre imbarazzata, ma che comunque cerca di essere gentile.

Però arriva la parte "brutta", quel lato che penso la società stessa mi abbia impiantato nel cervello, quella parte del tutto irrazionale che mi fa dubitare del prossimo o che mi fa aver "paura" nel parlare normalmente con qualcun altro.

Io capisco che siano del tutto senza senso certe paranoie che mi vengono e per colpa di esse faccio pure talmente tante cazzate, che mi fan pure deprimere, mi prenderei a ceffoni da sola in quei momenti.

Ma avendolo capito pian piano me ne sono fatta una ragione e cerco comunque di farmene di meno.

Basta pensarci un attimo in realtà e si vede subito quanto l'umanità sia stupida certe volte.

Ma riguardo proprio a qualunque cosa, questo è grave.

Esempio classico: parità dei sessi.

Qui si potrebbero tirar fuori di quei discorsi infiniti che dopo manco un anno io stessa mi sono stancata di ascoltarli.

1- Un uomo dice che le donne sono stupide e devono stare al loro posto.

2- Le donne si indignano e cominciano a pretendere rispetto.

3- Un altro uomo arriva e dice che sì è giusta la parità dei sessi.

4- Una donna allora risponde che però dopo tutti questi anni di sessismo è il turno delle donne di comandare.

5- Gli uomini si indignano e pretendono rispetto.

6- "ma dopo tutte le atrocità che avete fatto come osate pretendere rispetto".

7- si ritorna al punto uno.

È UN FOTTUTO LOOP.

Ammetto che quando assisto a certe cose mi sento un po' meglio perché "almeno c'è qualcuno che si mette più problemi di me", però è davvero uno scempio.

Oppure parliamo delle relazioni in generale.

1. Quella è troia perché si è messa con quello stronzo e non con me.

2. Quel tipo è un coglione perché mi ha rifiutata per un'altra.

3. La mia ragazza mi ha tradito quindi tutte le donne sono puttane.

4. Il mio ragazzo mi ha usato solo per il sesso, tutti gli uomini pensano solo a quello.

5. Un nero mi ha derubato quindi tutti i neri sono ladri.

E potrei continuare.

Ma a nessuno di quelle persone passa mai per la testa che, forse, ma proprio forse, in realtà ogni persona è diversa? Perché cazzo fare di tutta l'erba un fascio, sempre poi! Cioè è come se per l'essere umano fosse bello essere sempre in conflitto.

E chissà forse è proprio così, però, quando lo si chiede, tutti passano dalla parte dell'innocenza "eh no, ma non è che mi piace, voglio solo dire la mia opinione".

Opinione.

Ma per pensare che "tutte le donne cercano solo i soldi" o "tutti gli uomini pensano col cazzo" con la frasettina finale sempre uguale "perché tutti/e quelli/e che ho incontrato erano così" quanto cianuro devi avere nel cervello? Dire la propria opinione non significa poter insultare tot persone etichettandole senza una ragione (in altri ambiti è ciò che si chiama comunemente razzismo: trattare diversamente una persona perché ha caratteristiche differenti).

Sembra che usino certe parole solo per fare incazzare l'altro, perché è fottutamente ovvio che non siano tutte uguale le persone, non posso credere che non ne siano coscienti (il che nel caso sarebbe davvero grave, preferisco pensare che siano stronzi e basta).

Che problemi devi avere per cercare fonte di sfogo della tua personale frustrazione, per chissà quale motivo (che ne so magari una stronza che viene lasciata), sugli altri quando magari in realtà è solo perché non sai accettare il fatto che un tizio non ti voleva come credevi.

Come se per ogni cosa che accade nel mondo di brutto deve esserci per forza una ragione specifica, la colpa deve avercela per forza qualcun'altro, ma mai, mai per colpa nostra, quello è impossibile, cioè come può la perfezione avere delle colpe?

...Visto? Mi stanco già a scriverle ste cose.

Il bello è che tutte le discussioni sono uguali, se provi a spiegare che "non tutti sono così" e poi cerchi anche di fare esempi di persone reali, la risposta successiva è sempre "ma sicuramente l'ha tradita" oppure "ma è ovvio che è tutta una farsa e quella tipa si è messa con lui solo per i soldi, tu che ne sai".

Ed è vero, che ne so io? Forse gli alieni sono già intorno a noi, forse siamo solo le marionette di un sadico manipolatore, forse siamo stati programmati per odiarci l'un l'altro o forse non ci deve essere per forza un motivo oscuro e crudele per ogni semplice relazione umana, forse se due persone non vanno d'accordo è semplicemente perché non era destino, o forse ancora perché una delle due non riusciva a fidarsi dell'altra, forse erano entrambe delle teste di cazzo, chissenefrega, la vita va avanti lo stesso, anche senza doversela prendere con chi non c'entra.

Ma sarebbe troppo mainstream se fosse così semplice vero? Ci deve essere sempre il complotto di sottofondo, mai che qualcosa possa essere così come è.

Non avete mai pensato che ci siano tutte queste maschere proprio perché voi le vedete ovunque e quindi di conseguenza ne create di altre?

Qualche volta, piuttosto di dover cercare una ragione, bisognerebbe dirsi solo "è andata così" e andare avanti.

Hai incontrato uno stronzo? Vai avanti, chissene frega di quel caso umano! Perché dovresti fermarti per uno così.

Perché ti fidavi? Perché ti ha fatto soffrire? Per questo dovresti chiuderti in te stessa? Per questo dovresti fare di tutta l'erba un fascio? Per uno così?

È così smidollata l'umanità?

Sapete quante volte ho pianto, quante persone ho incontrato che mi hanno fatto sentire una merda e a loro non fregava mai una minchia di me? Quanto ho sofferto pensando di essere sola? Quante volte mi sono chiesta chi me lo ha fatto fare di conoscere persone così.

Cos'avessi fatto per meritarmelo.

Il punto è che non sono l'unica persona al mondo capace di simili sofferenze, anzi, c'è chi sta peggio.

Io sono consapevole di essere debole, tutto mi abbatte con poco, piango sempre e spesso penso negativamente su ogni cosa (e a volte ho pure ragione a farlo!).

Però non ci si può piangere addosso per sempre, perché tutti hanno i loro problemi, le loro paranoie, tutti.

Lamentarsi ed essere perennemente triste o scazzata perché "la vita fa schifo" e quindi trattare con sufficienza il prossimo non è altro che una dimostrazione della propria debolezza, perché sei tu ad aver deciso di comportarti così e il tuo passato non ha importanza quando hai di fronte qualcuno che non conosci.

Nessuno e ripeto nessuno a questo mondo avrà mai il potere di farmi diventare qualcuno che non sono solo perché "mi ha fatto soffrire".

Potrei soffrire per mesi, anche anni, ma questo non cambierebbe mai.

E nessuno dovrebbe permettere a qualcuno di avere un potere simile su sé stesso.

Quante volte avete sentito frasi come "una volta ero gentile ma poi mi hanno cambiata", magari detta anche con quella lieve fierezza come se "ho capito com'è il mondo".

Quelle stesse persone sono quelle sempre insicure che poi dubitano di tutti e vedono merda pure dove non ce n'è, alla fine magari quando glielo fai notare poi ti rispondono con un "eh ma ho già vissuto una cosa simile quindi è normale che mi aspetti il peggio".

Le uniche persone che decidono di essere stronze siete voi.

Le persone non cambiano "per gli altri" ma per sé stessi.

Se non sapete essere più gentili non per forza significa che siete peggiori, significa che non riuscite a sopportare il fatto di essere feriti e dovete in qualche modo difendervi dagli altri, siete più sensibili probabilmente, ma dovreste ammetterlo almeno a voi stessi, perché se decidete di essere così e poi sbagliate a giudicare qualcuno dovete esserne consapevoli.

Che quella è la conseguenza della decisione che avete preso.

Per cui pensateci bene a chi volete essere, non parlo per le persone pessime che incontrerete, ma per quelle che meriteranno la vostra amicizia, chi volete essere per coloro che avranno un valore per voi.

Perché ci sono volte in cui è meglio non porsi troppe domande, soprattutto sulle persone che avete accanto.

Certo forse alcuni dubbi potrebbero rilevarsi esatti verso qualcuno e ne rimarrai ferito, ma se per colpa di essi un giorno dovessi dubitare di qualcuno che al contrario meritava più fiducia te ne pentirai amaramente.

... Onestamente mi sto chiedendo perché ogni volta che inizio a scrivere parto di buon umore, poi mi incazzo e alla fine piango.

Proprio ultimamente riflettevo su questa cosa comunque, che tipo di persona vorrei essere? Mi piacerebbe quella che riesce a sorridere e affrontare positivamente qualunque situazione.

Ma temo di non essere il tipo.

Probabilmente è anche una delle ragioni per cui mi sono innamorata di Mr x.

Lui non è che sia gentile o chissà che bontà d'uomo, ma riesce a divertirsi e rimanere distaccato allo stesso tempo, come se niente potesse ferirlo.

Non saprei dire se sia perché ha sofferto in passato, nasconde i suoi sentimenti oppure semplicemente è il tipo che quando qualcosa non va l'affronta senza mettersi troppi problemi.

Sembra talmente sicuro di sé e delle sue idee che quando si trova davanti ad un problema riesce ad affrontarlo senza paura, come per dire "io so come la penso e cosa per me è giusto quindi non ho ragione di sentirmi giù di corda".

Più che altro non l'ho mai visto mostrare "tristezza", forse delusione ma per lo più se qualcosa va storto si irrita, ma ciò non lo fa diventare diverso da come si mostra sempre, forse un po' più saccente, ma niente di più.

In sostanza è sempre lui.

Mi piacerebbe avere un minimo della sua sicurezza e anche riuscire a trovare il giusto distacco da dare alle cose.

Anzi in generale sarebbe bello essergli anche il solo 10% simile.

Certo eviterei dal voler diventare qualcuno che schifa il contatto umano e gli piace fare battute di merda, ma ammiro molto il suo modo di dimostrarsi gentile o semplicemente il suo esser "buono".

Penso che lui sia quel tipo di persona che quando fa una particolare azione la fa solo "perché lo trova giusto", senza darle una chissà quale ragione.

Al contrario io penso sempre ai benefici che mi potrebbe dare o fare una cosa o l'altra, anche se non per questo scelgo sempre la via più facile, anzi molto spesso faccio cose che consapevolmente non mi portano benefici.

Un banale esempio: tempo fa al Lucca comics, anche prima che mi innamorassi, ricordo una scena nel quale stavamo girando con un'altra nostra amica e mentre parlavamo lui si è girato verso alcune ragazze e le ha detto dove si trovava Japan Town.

In pratica per caso aveva sentito i loro discorsi e che non sapevano dove andare e come cortesia le ha aiutate.

Poco dopo mentre giravamo intorno alle mura mi è capitato di vedere una coppia perdere dallo zaino la mappa della fiera.

Avevo pensato di prenderlo e darglielo ma il pensiero che la scena sembrasse più un "lo faccio per far vedere quanto sono gentile" mi ha bloccata.

Che schifo ho pensato.

Però stavamo passando la coppia e nessuno faceva la cortesia di prenderla e ridargliela, perché tutti facevano finta di nulla?

Non posso credere che nessun altro li avesse visti, quindi perché nessuno faceva un passo?

Allora alla fine mi sono fermata, girata e gliel'ho ridata.

Non mi piace. Non penso di averlo fatto per fare una buona azione, mi dava più che altro fastidio che nessun altro facesse nulla e non farlo solo perché la scena mi sembrava sgradevole non era proprio una buona motivazione.

O forse in realtà anche lui pensa molto alle azione che fa e forse ciò che io provo è dovuto unicamente al fatto che mi detesti.

Ho sempre creduto di non avere un'autostima poi così bassa, ma ultimamente mi sono accorta che è proprio sottoterra.

Penso di odiare buona parte di me.

Restringendo il campo per quanto riguarda il carattere, odio molto ciò che rappresento nella vita al di fuori di casa mia.

Diciamo che la me stessa con la testa fra le nuvole, quella spensierata, mi piace abbastanza invece quell'altra che cerca di vivere con le altre persone mi fa schifo.

Ce ne sono tante di ragioni:
Irrazionale.
Timida.
Impacciata.
Sentimentale.
Negativa.

Tutte queste caratteristiche moltiplicate alla massima potenza.

Adesso più che mai non riesco a sopportarmi, non voglio essere così.

Voglio essere più razionale, più fredda.

Non insensibile, solo vorrei lasciar stare le cose che accadono intorno a me.

A partire da Mr x, piano piano ho smesso di essere quella ragazzina che diceva sempre "oh ma che bello, che figo, kya kya" e sono riuscita a tenerlo per me.

Ricordo che quando ho capito che il mio rapporto con lui non sarebbe mai stato normale mi sono sentita molto triste.

Mi ero accorta che il tipo di amicizia che avevamo non riusciva a farmi fare alcune cose, non per lui, in generale.

Ho capito che mentre la sua vecchia amica senza problemi riusciva ad andare in classe sua e tirargli un calcio solo per infastidirlo senza aver paura di chissà quale reazione.

Ho capito sentendo una mia amica chiedergli delle canzoni in russo che conosceva che io non gli avrei mai potuto fare domande simili, apparte il fatto che probabilmente a differenza di altri a me avrebbe tirato qualche frasetta come "ma perché ti interessa", il chiedergli cose così da parte mia non sarebbe mai più potuto essere fatto con "innocenza".

Dopotutto è ovvio che il mio interesse per il russo, per quanto possa essere sincero, è partito da lui, quindi sembrerebbe più una mossa per sapere qualcosa in più che una richiesta innocua.

Però mi sarebbe piaciuto davvero sapere quali canzoni russe ascoltasse e non riesco più a distinguere se la ragione fosse perché erano i "suoi gusti" o sia più perché la sua opinione mi interessa e basta.

Comunque me la sono fatta passare e al contrario di abbattermi troppo o provato ad essere più normale e serena con lui.

Poi c'è stata un'altra volta in cui ho riflettuto seriamente a quando finirà quest'anno, al fatto che forse veramente non l'avrei più sentito, forse mi avrebbe cancellato e basta dalla sua vita senza lasciare traccia.

In ogni caso tutto sarebbe cambiato.

Immaginare un mondo in cui non poter nemmeno provare quel minimo di serenità che sento quando c'è lui fu davvero deprimente.

"È normale che poi le persone si allontanino" questo mi è stato detto, sopratutto dopo la scuola.

Ma sarebbe comunque davvero molto triste, mi piaceva immaginare di uscire almeno una volta l'anno comunque o cazzeggiare altrove, ma forse nemmeno quello si farà contando a come potrebbero cambiare le nostre vite.

La verità è che sono io che ho dato fin troppa importanza a tutto, a lui, al gruppo e a quelle uscite che facevamo ogni tanto, non perché non si meritassero quell'importanza, ma perché se non gliel'avessi data probabilmente non avrei avuto gli stessi problemi che invece ho avuto.

Ho pensato spesso potesse finire e ho sapevo già che avrei sofferto, ma alla fine mi sono detta "chissenefrega godiamocela finché dura", anche perché non ha senso piangersi addosso per certe cose, quando sarà il momento sarà il momento e l'unica cosa che dovrei volere è di cercare di tenere un buon rapporto, poi come andrà andrà.

Li risentirò? Chi lo sa, forse sì forse no, forse io stessa andrò a vivere all'estero quindi pensarci ora non ha davvero senso, è giusto godersela e basta.

Ma a metà novembre finì tutto.

Tutto sarebbe cambiato.

Non ho voglia di scrivere per filo e per segno i motivi che hanno spinto le persone a reagire in quei modi, che si tratti di me, che si tratti di mr x o di y e z.

Diciamo che una del gruppo ha detto che non mi sopportava più e così sono stata tirata fuori.

Cioè ora passo qualche volta il tempo con il restante del gruppo, ma le uscite in giro, il doposcuola ormai se il signore esiste le vedrò giusto un paio di volte, non come prima che tutti i dopo scuola li passavo accompagnando a prendere il treno alcune di loro.

Non ce la faccio più onestamente, questo è il punto.

Credevo dopo capodanno, che ero stata buttata fuori, di essermene fatta una ragione, che in fondo mr x almeno non ce l'aveva con me, che aveva intenzione di parlarmi, ma la verità è che non ce la faccio più.

Fa tutto schifo.

Sono sempre triste, sempre arrabbiata, non reggo più questa situazione, sono stanca.

Talmente stanca da aver iniziato questa storia e aver probabilmente allontano mr x.

Forse se non l'avessi scritta sarebbe venuto su discord a capodanno, pochi giorni prima ne avevamo anche parlato scherzando, forse ora crede che non ha senso venirci o forse io gli ho rotto le scatole o forse niente di tutto questo ed è impegnato con altro.

Sono stanca di dover pensare a queste cose, poi divento anche pesante ed è normale che qualcuno si allontani, eppure non passa mai, eppure mi deprimo costantemente.

Se non mi fossi incazzata forse sarebbe andato tutto molto meglio, però ero davvero stanca, troppo stanca di tutto.

Ho perso la voglia di sopportare ciò che non mi va a genio.

Sto diventando sempre peggio, che schifo.

Che schifo.

Che schifo.

Sto facendo pensieri troppo cattivi e non voglio farli, non voglio più pensare a nulla, voglio essere gentile e buona.

Ho iniziato a detestare la tizia, ho pensato anche di farle del male, ho pensato di volerla vedere soffrire, di volerle dire in faccia tutto ciò che la toccherebbe dentro, di usare le sue debolezze che ho ignorato mentre eravamo amiche contro di lei.

Che schifo.

Non voglio essere cattiva.

Non voglio sentirmi così, non voglio volere del male a quella persona, non voglio sentire invidia nel vederla nel gruppo mentre io me ne sto in disparte da sola, non voglio sperare che le accada qualcosa di brutto, non voglio sperare che litighi e rovini la sua relazione con gli altri solo per sentirmi meglio.

Non voglio più pensare a queste cose, ma non ce la faccio, sono così arrabbiata.

È così triste.

Rimango io tagliata fuori, sempre, non c'è mai nessuno che cerchi di tenermi con sé, non conto mai abbastanza per cercare di risolvere la situazione in modo che non rimanga messa da parte.

È sempre uguale alla fine, "sono cose che succedono", se non sono abbastanza significava solo che non facevano per me.

Perché però? Perché dovrebbero essere "cose che succedono"? Perché mi è stato ripetuto all'infinito che "sembra che non me ne freghi di rimanere nel gruppo" e poi sono quella che piange nel letto? Perché sembro l'unica che lotta sempre per cercare di far andare bene le cose? Perché poi qualcuno dovrebbe desiderare che un'altra persona venga allontanata così? Senza pensare a come si potrebbe sentire. Che cosa le ho fatto di così grave da meritarmi questo? Cos'ho fatto per meritarmi di essere qui in questo momento a scrivere ste stronzate? Perché se una persona se ne frega di me io non dovrei essere crudele con lei com'è stata con me? Perché io non voglio essere così? Perché mi sento male a pensare di poterlo diventare? Perché sento di preferire scomparire piuttosto che sopravvivere vivendo così? 
Se tanto non voglio essere cattiva allora soprattutto perché non smette di farmi male? Perché non mi sono rassegnata? Perché do ancora importanza a quello che potrebbe accadere con mr x? Perché non posso essere più razionale?

So da sempre e mi andava bene che la mia relazione con quelle persone, sopratutto lui, era impari, che io sono talmente stupida da dare importanza a cose che gli altri ritengono "normale", quindi se me l'aspettavo già perché non smetto di essere triste? Perché non smetto di essere arrabbiata? Perché non smetto di aspettare una risposta da qualcuno?

Non riesco più a ricordarmi nemmeno come fosse la vita prima di pensare sempre a "chissà che sta facendo mr x" "chissà quando tornerà a volersi fare una partita" "chissà se si è stufato di me". 

Basta, sono stanca, non posso aspettare sempre che arrivi, sono stanca che il mio umore dipenda da una cosa simile.

Voglio solo alzarmi la mattina, andare a scuola e vedere la faccia di mr x saltellando nella mia testa dicendo "kya kya", ridere e ascoltare quello che l'altra racconta e non pensare a nient'altro. 

Non voglio essere invadente, non voglio essere pesante con sta cosa, non voglio che pensi che sia inquietante, non voglio che questo sia il motivo per cui va tutto così male e che sia il motivo perché fa anche così male.

Vorrei poterlo ammirare e basta, "mi piace come persona" e basta.

Mi piace e basta, niente aspettare, niente preoccupazioni, niente pianti, solo rispetto e ammirazione.

Sono talmente stanca da aver scritto davvero un diario o storia così.

Ma che schifo davvero.

Sono talmente incazzata e triste che scrivo senza dare più importanza al poter rovinare ancora di più ciò che è il mio mondo, ciò a cui tengo.

Come se mi dicessi "intanto se devo soffrire che soffra subito".

Perché devo essere così deficiente, madò.

Storia di merda di una che si lagna sempre, così l'avrei dovuta chiamare la storia.

Voglio che rinizi la season di LoL così almeno posso picchiare qualcuno senza far del male fisico né a me né ad altri.

Unica gioia di questo periodo: inizio a breve un corso di russo.

E niente, spero che domani mattina mia madre mi faccia rimanere a casa che dopo sta giornata passata a piangere dalle 7 del mattino.

Spero anche di riuscire a scrivere un giorno un capitolo di sole cazzate, oltre al fatto di non voler abusare di questo luogo solo con la mia infelicità, ricordo che una volta riuscivo a scrivere tante cagate senza problemi e il fatto di non riuscirci più non fa altro che aumentare la mia tristezza interiore.

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Capitolo 4
*** No sense quotidiano ***


Non so se sono io pazza, ma mi capita nelle giornate più tranquille di avere dei momenti "vuoti" in cui il mio cervello si ferma con pensieri del tutto senza senso; per non parlare di quelle volte in cui, mentre sei solo, succedono cose senza senso la cui unica esclamazione che rimane è un "wtf!?", per questo ho deciso che, dopo averne raccolti un po', li pubblicherò qui.

I momenti più propizi sono quando vado da casa a scuola la mattina, al trash piace spuntare già dalle 8:00 nella mia vita.

Per esempio vi parlerò, proprio per iniziare in bellezza, di tutte quelle volte in cui mi chiedo, ogni volta che faccio quei dieci minuti che separano la mia scuola dal mio bus, il perché, PERCHÉ, le poche volte in cui il mio sguardo si concentra per due secondi verso qualche passante al posto che dalla musica che sto ascoltando, perché, vedo un cane mentre sta cagando.

Ma proprio l'attimo in cui lo vedi defecare.

Anche l'altro giorno ad esempio, mi sono girata un attimo, sempre in quella stradina, e cosa vedo? Un tipo mentre raccoglie col sacchettino la cacca del suo cane.

Io capisco che è una cosa normale, però accade così spesso e solo lì che, anche se in quella zona ci fossero tanti cani, è possibile che io li veda unicamente mentre fanno i bisogni??

Ma non soffermiamoci troppo.

In quella stradina penso di aver avuto le più grandi conversazioni senza senso con me stessa.

Partendo dall'avere pensieri sul quale sia l'insulto migliore per quando incontri per strada gente maleducata e decidere che, nello spirito dell'amicissimità (un potere magico che solo pochi possono comprendere), quello decisivo è: "ma vai a sucarti un pruno", anche se sempre in lotta con "ti meriti di perdere" o "fai schifo al cazzo", ma per le persone normali forse non ha lo stesso significato che ha per gli amicissimi (sucare i pruni invece è universale).

Alle volte in cui, non so per colpa di quale divinità, mi vengono in mente cose come: un Mr x con un completino rosa da ballerina che viene da noi con un uscita del tipo "questo è il vero me stesso".

Ho ancora i brividi, che cosa orribile.

In effetti la maggior parte delle stronzate che mi sono venute in mente da qui ad un anno sono con lui come protagonista (per non parlare dei sogni, ma lì ci arriviamo un altro giorno), quasi mi dispiace, mi sembra un po' come una vittima sacrificale in questo momento.

Ricordo persino che una volta, mentre lo guardavo, avevo incominciato a pensare a come potrebbe essere il suo petto, ma hey! Non in senso sconcio (almeno per ora), non pensate male, diciamo che mi ero bloccata a riflettere sul fatto che, dato che non fa sport, non può avere gli addominali e che comunque non è uno stecchino, quindi se ingrassasse ulteriormente un giorno potrebbe avere più tette di me.

Niente, ho cercato di non ridergli in faccia per non sembrare completamente ritardata.

Dato che me lo sono ricordata aprirò una piccola parentesi su un argomento che sarebbe meglio evitare.

Sapete, spesso, quando ti piace qualcuno c'è qual lato oscuro che ti spinge ad avere pensieri impuri su quella persona.

Io ho deciso di evitarli il più possibile per varie ragioni, la cui principale è:

Perché immaginare qualcosa che non potrò mai avere? Poi mi deprimerei e basta (lo faccio già abbastanza).

O forse anche perché mi sembra qualcosa di troppo invasivo per la sua privacy o semplicemente volgare.

Anche se forse la gente solitamente se ne sbatte altamente i coglioni.

Non so, mi piace pensare di essere ancora piccola per riflettere su cose simili (almeno in parte), ciò non toglie che capitino momenti strani in cui la mia mente devia in un luogo che è meglio non sapere dove sia esattamente.

Per esempio, una volta tra i miei scleri del tipo "troppo figo omg", ho incominciato a chiedermi come facesse a non amarsi ogni volta che si osserva allo specchio.

Così ho incominciato ad immaginare lui che si fa i complimenti da solo allo specchio mentre si osserva a petto nudo.

"Quanto sono bello".

Troppo, troppo divertente, peccato che temo non sia realistico.

Ma arriviamo alla parte che mi urta di più.

Mettiamo che a volte mi sia capitato di pensare "chissà com'è mentre si fa la doccia", per poi sorridere in modo strano e darmi un ceffone l'istante successivo.

Ma lui.

Come posso dire: ci sono state volte in cui proprio sembrava lo facesse apposta; che siano battute di merda o cose che poteva semplicemente evitare.

Quella volta in cui, per esempio, è uscito su discord un discorso malsano sul fatto di cosa fare nel caso potessi scopare con qualcuna senza conseguenze, se puntare su ano o figa (era tardi, sono maschi, lasciamo perdere).

E lui, il mio cervello ha cancellato la risposta esatta, aveva detto qualcosa come "dato che non si sa mai sempre meglio il culo".

Allora.

ALLORA.

Se tu, uomo maledetto, te ne esci con frasi così, non pensi alle conseguenze che potrebbe avere il mio cervello??

Io ci provo a non pensare a niente, ma così il tutto si complica.

Non so se avete presente quelle immagini dove c'è il tipo confuso che sembra contemplare l'universo in cerca di una risposta alle domande della vita: sono io in quel momento mentre sussuro con fare preoccupato "anale".

O anche altre volte in cui se n'è uscito con battute, per lo più per ribattere gli altri, sul fatto che ci fosse la possibilità che ce l'avesse piccolo (non so bene, ma una volta aveva detto qualcosa sul fatto che "eh potrebbe" per rispondere a tono contro la battuta di qualcun altro, COME SE NIENTE FOSSE).

Il punto è che: non è che me ne freghi realmente qualcosa della lunghezza del suo coso, anche perché dicono che non conta per forza quello, cioè... che discorso di merda, mi fermo qui che è meglio.

Non dimentichiamo ancora della volta in cui se n'è uscito con un "a me basta Federica" alzando la mano.

Non capisco perché, ma ogni volta mi trigghera troppo.

Inoltre, a volte, anche quando vuole fare solo il coglione senza certi discorsi in mezzo, fa cose che, dopo tutte le storie che ho letto, non mi possono non far pensare male.

In pratica: sussurra.

SUSSURRA.

E finché è su discord, va beh, lasciamo stare, in fondo vuole solo scherzare, non posso pretendere che comprenda che nella mente di una ragazza può suonare in modo molto diverso il "sussurrare all'orecchio".

Ma una volta, una sola, ricordo di aver desiderato insultare veramente la sua scemenza.

Scena: è seduto dietro di me nel bus, allora, come un bravo bimbo annoiato, incomincia a colpire il mio sedile.

Fin qui, va beh.

Ma poi, si avvicina all'orecchio e incomincia a sussurrare "hey, hey, ti do fastidio?".

MA AFLNDFLKANFL, PERCHÉ SEI COSÌ SCEMO A VOLTE.

Io ti ringrazio per darmi molti spunti per film porno, però, come posso dire: anche no, grazie.

Che poi non mi piace rispondere con un doppio senso, voglio rimanere la bimba dolce e tenera, lasciatami in pace, ora sì che vado in un angolino a deprimermi.

Questi forse sono gli unici casi in cui mi sono chiesta "perché doveva essere proprio uno così".

Mettiamo la parola fine a quest'agonia e cambiamo argomento.

Parliamo di come il mio stato d'animo si rincoglionisca dal passaggio scuola-casa.

Sono a scuola e più tempo passa più mi sento uno zombie; mi faccio domande sul perché sono lì se mi devo sentire sempre una merda, così esco con la voglia di vivere sotto ai piedi per poi dirigermi alla mia solita fermata con come unica compagna la mia mente.

Mi rattristo per tutto il viaggio, o meglio, piango per tutto il viaggio, finché non scendo e mi dico "devo smetterla se no poi mia madre mi rompe facendomi duecento domande", così reprimo le lacrime e salgo in casa.

Saluto in modo spastico mia madre, come sempre, e mi dirigo in bagno; in quel breve frangente, in cui mi convinco di non piangere mentre mi lavo le mani, stranamente incomincio a sentire la spasticità che è dentro di me fuoriuscire.

Così incomincio a saltellare pimpante per casa dicendomi "massì, ma cosa c'è da piangere, domani è un altro giorno e si vedrà, chissenefrega".

In realtà lo specchio del bagno di per sé è un luogo molto trash per me, davanti ad esso non riesco ad essere seriamente triste e mi viene da fare l'idiota.

Ad esempio, se sono triste per qualche cazzata del tipo "uffa non ho visto mr x oggi", incomincio a fare una scenetta tragicomica con una mano al petto e il viso sofferente "Oh no, ma come farò a sopravvivere senza aver visto il suo trucido sguardo, morirò di questo passo".

In pratica mi perculo da sola per cose che mi fanno realmente deprimere.

Un altro macro argomento da affrontare sono le figure di merda.

Quelle ne ho collezionate di ogni, ma dato che raccontarle tutte subito sarebbe uno spreco e vorrei evitare per una volta di superare le duemila parole, ve ne racconterò solo una.

Ci sono vari tipi di figure di merda esistenti, la seguente sarà una di quelle silenziose, nel senso che l'unica ad esserne effettivamente conscia sono io.

Tralasciando quella volta in cui sono letteralmente volata, scivolando su un legno bagnato nel parco vicino alla stazione, l'aneddoto che sto per raccontarvi avrà come sempre un Mr x in primo piano.

In una bellissima giornata di Maggio, come ad ogni intervallo, mi sono diretta davanti alle macchinette della scuola.

Prima di lì, sono passata, casualmente, davanti alla classe di lui e con la coda dell'occhio ho scorto la sua figura seduta.

Nemmeno un secondo è durato ma già una nuova emozione era in me.

Indossava dei tonti occhiali da sole.

Magnifico, splendido, semplicemente bellissimo, come sempre d'altronde, ma mi sono sempre piaciute le nuove iniziative.

Ovviamente ho incominciato a sogghignare come una deficiente e mi sono diretta dalla mia amica davanti alla macchinetta del caffè.

Poco dopo arriva Mr x, sempre con gli occhiali, e io continuo a osservarlo con il più grande sorriso che fossi in grado di fare, anche se ammetto avevo notato qualcosa di strano.

Avete presente quei momenti in cui sei felice o comunque te la passi tranquillamente poi vedi un amico e gli chiedi "hey, come va?", sprizzando gioia da tutti i pori, e lui ti risponde con un "mi è morto il gatto".

Così ti ritrovi tu, che hai un sorriso brillante in faccia, con vicino un volto glaciale e incominci a sentirti una merda perché non riesci a cambiare espressione.

Quella ero io nel momento in cui, togliendosi gli occhiali, ha mostrato il viso gonfio per colpa di un allergia.

La mia reazione in testa è stata un "ma noo, poverinooo", però sempre con un sorriso stampato in faccia che, più cercavo di dirmi "non sorridere, smettila, basta" più mi veniva da ridere.

Quindi, mentre raccontava il cosa gli fosse successo, con l'altra che lo guardava preoccupata, io mi trovavo lì, davanti a, praticamente, ridergli in faccia? Esattamente.

Concluderei qui se la vita non mi avesse fatto ricordare una questione importante:

Sempre nella stradina del cazzo per andare a scuola mi ritrovo a chiedermi la ragione che sta dietro agli incroci stradali, o meglio, quell'incrocio.

Ogni volta che diventa verde per i pedoni io devo partire all'istante ad attraversare perché ci sono sempre le macchine che vanno di fretta e vogliono svoltare proprio dalla mia parte.

Passiamo pure sopra il fatto che andando più lenti potrei sentirmi meno investita, ma siamo in Italia quindi non posso lamentarmi più di tanto.

Ma perché, in quell'incrocio di merda, ci deve essere sempre un motorino del cazzo che non si capisce mai se ti vuole tagliare la strada o direttamente investire? È tanto frequente quanto il vedere i cani che cagano per farvi capire.

Fortunatamente non sono ancora morta e sono riuscita a scriverlo, così se sparisco sapete a chi dare la colpa.

A presto. ~

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Capitolo 5
*** Vorrei, vorrei e vorrei ***


Non saprei come iniziare onestamente.
Mi sono fermata, per un po', ma mi sono fermata.
Saranno stati giusto 12 giorni, ma sono stati abbastanza per rassegnarmi a tutto.
Pensavo di lasciare la scuola per quest'anno, ma nel giorno in cui mi sono decisa, da lì in poi, tutto ha iniziato a rallentare, a diventare pesante.
Non saprei dire cosa mi facesse male esattamente; forse ero triste perché una volta bastava il semplice "vedrò mr x" a farmi alzare dal letto e la rassegnazione all'andare a scuola significava che il dolore avesse superato quello che provo per lui, forse perché gli altri mi avrebbero giudicata come se per me fosse divertente prendere decisione simile e sentire pure da coloro che ho vicino queste cose non è proprio il massimo, forse il pensiero di ripetere realmente un anno mi ha smossa. 
Sta di fatto che ho capito che stare a casa a non far nulla sarebbe stato più logorante che andare. 
Il punto è che quando sono tornata non mi sono sentita meglio, anzi, stavo una merda lo stesso, ho ricominciato a pensare alle persone, a mr x e cazzate varie che in quei 10 giorni avevo lasciato pian piano andare nel dimenticatoio. 
Ed è così che ho capito ancora che non cambierà nulla. 
Che io dovrò andare a scuola anche stando male, anche sentendomi uno zombie, io ci andrò perché stare a casa mi farebbe pensare a cose come "le cose potevano cambiare se fossi andata", quindi andandoci potrò provare con i miei occhi il fatto che niente cambierà, per questo soffrirò, ma almeno ne avrò la certezza. 
Non posso lasciare tutto perché spero troppo in qualcosa che non accadrà.
Patetico.
Sono stanca, vorrei smettere di pensare a quello che sarebbe potuto essere. 
Ho pensato tanto, troppo, al futuro, ho fantasticato troppo e in modo stupido che ora che non posso più riderci su sono solo una fonte di maggiore tristezza.

Sapete, ho fantasticato tanto su San Valentino.
Mi dicevo "l'anno prossimo glielo do il mandarino" oppure "verrò a scuola e glielo mangerò in faccia offrendone a tutti tranne che a lui".
Era divertente.
Però non posso più, perché San Valentino è di giovedì, e io il giovedì non posso più nemmeno sperare che venga all'intervallo, perché non potrei comunque stare lì.
Se poi lo vedessi per caso uscire proprio quel giorno mi deprimerei ancora di più. 
Avrei voluto vivere tutto come uno scherzo, invece ora non posso più farlo.
Perché in fondo non devo pretendere niente, in fondo dovrei smetterla di pensare a un amore non corrisposto, ma non mi importava nemmeno lo fosse, mi piaceva scherzarci su e basta, non avevo voglia di essere seria, intanto a fine anno non ci sarebbe più stato nulla su cui pensare.

Mi sembra un agonia infinita.

Vorrei che tutto tornasse come prima.
Vorrei essere invitata ancora fuori a mangiare qualcosa in compagnia.
Vorrei poter scherzare di nuovo. 
Vorrei non essere giudicata per ogni minima cosa. 
Vorrei non dover avere paura di essere giudicata.
Vorrei non aver paura di dire una frase male perché qualcuno potrebbe mal interpretarla.
Vorrei tornare a sentirmi viva.
A non essere sempre di pessimo umore, a non essere sempre triste, a non essere sempre incazzata.
Vorrei che niente venisse macchiato.
Vorrei che Mr x rimanesse sempre il mio tanto adorato russo, l'unico e inimitabile.
Vorrei che non cambiasse niente.
Vorrei pensare sempre bene, almeno di lui.
Spero che almeno questo non cambi.
Non voglio che cambi.
Anche se dovesse scomparire, anche se dovesse dimenticarmi facilmente, anche se non dovesse più tornare.
Vorrei che almeno lui rimanesse per me sempre la persona preziosa che ho tanto ammirato, quella che è perfetta a prescindere da ogni cosa.
Quella i cui difetti saranno sempre pregi particolari.

Il tempo va avanti e mr x non ci sarà più un giorno.
Ed è giusto così.
Perché questo è il senso di "amore non corrisposto".
Lui non è qualcuno che starà con me, non sarà un grande amico inseparabile né un fidanzato.
Lui se ne andrà, forse non oggi, ma un giorno, quando il tempo scorrerà, quando nessuna storia verrà più scritta, si dissolverà, come succede con ogni cosa.
Vorrei accettarlo e basta. Senza disprezzo né odio, vorrei essere felice di aver conosciuto una persona simile e basta.
Perché non ci riesco? Anche qui dovrò lasciare "che il tempo passi"?
Solo questo potrà riportarmi alla felicità?
Oppure dovrà essere qualcun'altro, un nuovo amore, come lo descrivono in alcune storie, a salvarmi? 
Ma io non voglio aspettare qualcuno, non voglio nemmeno cercarlo.
Voglio vivere senza sentire il bisogno che sia qualcun'altro a rendermi felice.
Ma forse è troppo tardi.
Perché conoscendo quel tipo di felicità che è in grado di donarti un'altra persona è normale non volerla lasciare andare, non accettare di dover vivere senza.
Ma devo riuscirci, senza né odio né disprezzo, io ce la devo fare.
Non posso dipendere da qualcuno che c'è "quando ne ha voglia", quando io mi farei in quattro per lui, non sarebbe equo.
Pretendere che lui ricambi sarebbe solo egoistico e mi porterebbe all'avercela con lui inutilmente.
Voglio accettarlo e vivere con un bel ricordo.
Non voglio che si macchi.

Più tempo passo più mi convinco di quanto tutto mi stia stancando.
Mi sono rotta del giudizio altrui.
Dal cosiddetto "pensiero di troppo".
Chissene frega se lui non si ammazzerebbe per me e io sì.
Lui è uno stronzo? Io sono cogliona? è davvero necessario trovare un capro espiatorio? Necessario per chi? A CHI DOVREBBE FREGARE?
Perché le cose non possono essere accettate semplicemente per come sono? Perché qualcuno deve essere per forza messo nella forca? Perché ci deve essere per forza uno da definire come "idiota"?
Avete presente quando si dice "se esco è perché esco, se non esco è perché non esco"? 
Sempre una lamentela. SEMPRE. 
Se sei in anticipo: perché, cos'è vuoi fare bella figura? 
Se sei in ritardo: perché? non te ne frega nulla allora. 
Se sei in orario: eh, ma se fossi arrivato in anticipo significava che ti importava di più. 
Ma che rottura di coglioni davvero, ci manca poco che la gente si lamenti pure di come uno tenga in mano il cellulare. 
Perché il tipo non può essere in anticipo perché non vuole causare problemi? 
Perché quello in ritardo non può aver trovato traffico in tangenziale?
Perché quello in orario non può aver calcolato bene i tempi e basta?
Perché ci dev'essere sempre il significato oscuro dietro ogni cosa? Ma non ci si rompe dopo un po' di dover dubitare pure di come si dovrebbe aprire una bottiglia?
Che poi io mi devo preoccupare perché "potrebbero pensare male", ma mi chiedo pure io perché mi preoccupo quando non me ne dovrebbe fregare un cazzo.
Ma se me ne frego poi mi inculano sempre in qualche modo, anche se lo fanno comunque quindi tanto valrebbe fare quel che mi pare.

È così noiosa la vita certe volte. 
Perché doveva essere proprio mr x l'unico stronzo che vive fregandosene degli altri. 
Forse è questo che mi piace in effetti.
MA NON VA BENE COMUNQUE.
Che palle...

Ultimamente sta giocando ad un altro gioco, penso si sia stufato di lol al momento.
Stavo pensando di comprare quel gioco dato che era in sconto, ero pure andata in tabaccheria a prendermi una paysafecard da 10 euro, peccato fosse chiusa (mai fidarsi degli orari che dà Google Maps).
Lo sconto ora è finito, ma probabilmente fra qualche giorno spenderò comunque 20 euro per quel gioco.
Che senso ha? Se dovessi farlo cosa significherebbe? Non giocherei comunque con lui e probabilmente mi stuferei dopo due minuti.
Quindi perché dovrei spendere quei soldi? Forse non do al denaro il valore che merita e voglio solo trovare una ragione per spenderli.
Probabilmente se vedesse che l'ho comprato poi si chiederebbe perché, o forse non mi direbbe comunque nulla.
C'è sempre un infinito mistero.
Ma alla fine se non esco più con nessuno perché non sprecarli come voglio? Al massimo imparerò un po' più di inglese giocandoci.

Una volta sono andata in centro a comprare un pupazzo per un'amica, tornando me lo sono scordata in bus, così sono tornata indietro e ho speso in fine ben 30 euro per un regalo.
Un vero e proprio spreco di denaro.
Forse non ne valeva neanche la pena, non penso farebbe lo stesso per me, però in fondo mi faceva piacere quindi inutile lamentarsi.
Forse anche per questo ho dato 20 euro a mr x, oltre al regalo, in questi anni ne ho sprecati così tanti per chi non ne meritava nemmeno uno che forse non riesco più a dare l'adeguata importanza ai soldi.

Vorrei non essere come sono onestamente.
Vorrei essere come quando scrivo storie stupide dove faccio la cogliona, nessuna Seira che si impanica a caso e sta zitta.
Nessuna Seira che "non sa divertirsi", come direbbe qualcun'altro.
La vita, appunto, sarebbe più divertente!
Anzi avrei anche più amici probabilmente.
Bah, finché riesco a vivere da zombie senza crollare del tutto va bene alla fine. 
Ma vorrei davvero andare avanti e basta.

Ho pensato un po' a come vorrei che fosse il mio uomo qualche volta, come ogni ragazzina che si rispetti.
Scherzosamente mi sono sempre detta "il prossimo dovrà essere alto, bello e vestito in giacca e cravatta".
Ma in realtà non ha poi così tanta importanza, né l'altezza né vestiti (bello lo sarà a prescindere).
Una cosa che mi rimase impressa però fu quella volta in cui ho pensato di volere qualcuno che, senza una particolare ragione, venisse da me e mi regalasse un pupazzo, magari semplicemente perché gli ricordavo io e basta.
Fu veramente strano e stupido, anche perché non avevo pensato a mr x in quel momento, mi era venuto così spontaneo che non ho fatto nemmeno in tempo di rendermi conto che, di fatto, c'era già qualcuno di così.
Forse anche questa è l'ennesima prova o forse è solo stupidità, chi lo sa.

Niente cari amici, ho perso la voglia di continuare, mi sa che a San Valentino comprerò un mandarino e farò un video mentre lo avrò in mano o lo starò mangiando.
Perché almeno così potrò farci un po' di ironia su.

Alla prossima, tornerò per ricordare ancora che, mentre il tempo scorre senza fermarsi, le persone continuano ad esistere e a provare emozioni, che tu le veda o no.

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Capitolo 6
*** Diario di una ragazzina adolescente #1 ***


Il giorno in cui mi sono accorta che mi piaceva mr x è cambiato il mio modo di vedere molte cose.

Era già successo qualcosa di simile in passato a dir la verità.

Non mi ero innamorata, ma per varie ragioni un giorno mi sono scontrata verso un tipo di realtà che fin da allora non potevo nemmeno immaginare esistesse o forse semplicemente facevo finta che non mi riguardasse.

Questo, altri, lo chiamerebbero come "crescita": da certe esperienze, sopratutto quelle che ti mettono in difficoltà, si prendono decisioni e da esse si capiscono poi i propri sbagli e che ci sono cose a cui bisognerebbe più prestare attenzione.

Non per forza questo significa che tu stia maturando, ma da quelle situazioni si crea poi ciò che noi possiamo definire come noi stessi, qualcuno lo apprezzerà e altri no.

Io stessa penso di esser sia migliorata che peggiorata da qualche anno fa.

Cercherò di raccontarla in "breve".

Fin dalle medie sono sempre stata una ragazzina timida e introversa che fatica a socializzare, i miei interessi rientrano nel mondo dei videogiochi e sopratutto dell'animazione giapponese.

In prima superiore quando ho scelto l'artistico ero davvero entusiasta, ricordo che mi dicevo sempre "su venti persone ci sarà sicuramente un'altra persona a cui piacciono gli anime".

Così conobbi mia moglie, nomignolo che successivamente ci siamo affibbiate a vicenda (il motivo non lo ricordo onestamente, roba da ragazze), anche lei era poco socievole e stando sempre da sole in classe abbiamo iniziato a parlare.

Aneddoto di quel periodo: dopo qualche mese avevamo preso la decisione di voler conoscere coloro che erano appassionati come noi nella scuola e spesso andavamo in giro e guardavamo quali persone avessero accessori particolari.

In quel modo inquadrai prima di tutto miss y, che penso avesse una giacca di attack on titan, allora si era pure tinta i capelli di colore blu quindi risaltava molto alla vista, dopodiché notai anche miss x che portava al collo sempre una collana di attack on titan (che pure io ho).

Ricordo che un giorno ci eravamo pure presentate, anche se loro probabilmente l'avranno dimenticato essendo stata solo una volta, ma da lì tra una cosa e l'altra, problemi di scuola e io che non mi ero più interessata non ci avevo più avuto a che fare.

Per quanto riguarda mr x, l'unico ricordo che ho di lui sono dei capelli lunghi, la sua schiena e la felpa con le ali della libertà dietro.

Non mi interessai granché, anzi tre anni successivi mi sembrava strano paragonare quella figura di spalle a lui, non so se è perché si fosse tagliato i capelli o perché mi ero creata in testa un'immagine di lui differente.

Anche perché la ragazza che mi aveva presentato y e x (la quale avevo conosciuto sempre perché aveva qualcosa di giapponese nello zaino) quando le chiesi se conosceva quel ragazzo mi disse che non era molto simpatico così avevo semplicemente pensato "peccato" e poi non mi sono posta più domande.

Ma ritornando a mia moglie, da lei poi formammo un piccolo gruppetto in classe, per lo più perché prendevamo lo stesso autobus dopo scuola e quindi tra una cosa e l'altra si è instaurato un rapporto di amicizia.

A parte mia moglie l'unica persona di cui vi dovrete ricordare sarà un'altra ragazza (sempre del nostro gruppetto) che chiamerò Jessica.

In breve lei è quel tipo di persona socievole e amica di tutti.

In quel periodo ricordo che comunque pur essendo introversa con loro ero "normale", mi divertivo, ridevo, mi arrabbiavo per sciocchezze o per cose che semplicemente ritenevo sbagliate e qualche volta capitavano litigi stupidi, allora pensavo fosse quello il tipo di amicizia normale e in un certo senso lo era anche.

Tutto cominciò verso gennaio, due bulletti che prendevano per il culo tutti con canzoncine inventate, ridicolizzando l'aspetto fisico di ognuno, mi avevano preso di mira.

Quando non c'ero io il bersaglio era mia moglie, comunque verso maggio avevano incominciato ad essere sempre più pesanti e un giorno, durante l'ora di plastiche (materia in cui si usa la creta per lavorare) si era unita al loro gruppo un'altra tizia a canticchiare roba contro di me.

In quel momento sono crollata e mi sono messa a piangere, ovviamente il bulletto ha subito riso di me, così io gli ho tirato un piccolo pezzo di creta in testa (colpendolo in pieno alla testa, modestamente).

Ricordo che ciò che ho provato in quel momento era una sensazione di sconfitta, avevo perso perché mi ero messa a piangere, anche per quello vedendolo fare subito dopo il coglione per uno scatto di rabbia gli ho tirato la pallina in testa, però di per sé fu più frustrante avergli dato la soddisfazione di farmi vedere ferita più che altro.

Jessica, che era anche sua amica, dopo scuola ha provato a parlargli in chat cercando di fargli capire che forse aveva esagerato e come risposta ha ricevuto invece una minaccia del tipo: "non la perdonerò per avermi lanciato la creta, domani vedrà come si divertirà".

Lei ovviamente è poi venuta da me dicendomi che forse non sarei dovuta venire a scuola perché aveva paura di lui anche lei, così io l'ho detto a mia madre che mi ha detto "non puoi andare a scuola perché uno ti minaccia, si chiama bullismo", così il giorno seguente siamo andati a denunciarli alla polizia.

Ricordo che poi siamo andati a scuola, verso le dieci, e abbiamo parlato della denuncia con la preside (andare prima da lei non aveva senso perché almeno nella mia scuola posso assicurare che andare a lamentarsi di "quella mi bullizza! xd11" peggiora solo le cose senza alcun profitto, cosa che invece la querela mi può dare).

Mia madre che è un tipo di persona alquanto strana, forse più di me, voleva conoscere i ragazzini e portarli dalla preside per incontrarli, non per rimproverarli, solo per vedere che tipi fossero.

La preside era contraria ma alla fine si è fatta convincere e li ha portati lì, abbiamo parlato tranquillamente e hanno fatto chiedere scusa ai tre, una dei tre ragazzini però era una di quelle ragazze tutto pepe che al posto di capire di aver sbagliato o che comportandosi in un certo modo può peggiorare solo le cose non le importa (tipa popolare, coi soldi che le escono dal culo e che comanda la madre, se vogliamo farla in breve, insieme ad un tocco di stronzaggine, al momento non ho molta voglia di spiegare per bene le cose ed essere gentile, scusate) così non solo non si è scusata, ma quando siamo tornate in classe mi ha puntato il dito urlandomi che se le avessi fatto qualsiasi altra cosa me l'avrebbe fatta pagare molto cara (per poi uscire dalla classe a caso).

Sapete la cosa divertente? In quel momento, quando sono andati dalla preside non sapevano ancora che li avessi denunciati, credevano che avessi parlato semplicemente con lei.

Durante la lezione lessi che nel gruppo della classe altre ragazze assenti avevano scritto cose su di me, dicendomi che "avevo esagerato", che "potevo resistere un altro mese e non serviva fare così" e che ora "erano ventiquattro contro di me e non solo tre".

Persone di cui avevo anche una bella opinione, con cui non avevo manco mai parlato, persone a cui non avevo fatto niente e che non c'entravano nulla con la situazione.

Pian piano il mio piccolo mondo si è spezzato, pian piano quella ragazza che si arrabbiava per uno spoiler o che rompeva tutti costringendoli a leggere le proprie storie fino alla morte stava scomparendo nel nulla.

Nei giorni successivi il bulletto che aveva dato origine a tutta questa storia scrisse depresso sul gruppo di classe che per questa storia forse lo rispedivano nelle filippine (ovviamente, una stronzata colossale, ma qui ci arriviamo più avanti).

Sapete la cosa più divertente? La cosa che penso abbia più distrutto quella ragazzina che pensava che nel mondo fosse giusto lottare per le ingiustizie, che era giusto dare fiducia a chiunque senza pregiudizi, che non bisognava avere paura di essere se stessi, che non importava il parere di chi discrimina senza ragione e che tutti sforzandosi di capire i propri sbagli possono migliorare.

Penso sia stata la rabbia, la frustrazione che mi è venuta dopo la stanchezza di tutto quello che era successo, la rabbia che è venuta dopo aver riappacificato i rapporti con Jessica e vedere che non aveva capito proprio un cazzo, che tutto quello che era successo non aveva avuto alcun senso.

Ho pensato semplicemente "che senso ha essere tanto positivi se le persone ti ficcano nel culo la tua fiducia?".

Come ho detto nei capitoli precedenti questo è ciò che io sto cercando di non cambiare, ma che comunque è cambiato per colpa della mia debolezza.

Non penso potrò mai più essere come prima, ma non per forza è un grave problema, son comunque sempre io.

Vedere che il bulletto era felicemente a scuola, che ovviamente non si era dovuto trasferire e che nessuno aveva mai avuto le palle di scusarsi con me.

Scusarsi per aver detto che "per colpa mia che ho esagerato lui povero piccolo bimbo si sarebbe dovuto trasferire", nessuno ha mai avuto il coraggio di dire le cose come stavano, tutti se ne sono tirati fuori come se nulla fosse accaduto.

In fondo la storia era già finita quindi che importava? No. Non finisce così.

Quando io faccio qualcosa in cui capisco che ho sbagliato me ne pento e cerco di scusarmi, cerco di rimediare, anche se è passato tanto tempo, quindi perché tutti gli altri fanno finta di niente? Perché si lasciano tutto alla spalle e chi si è visto si è visto? Perché tutti vivono come se le persone fossero cose inanimate?

Mi sono rotta di essere io quella che deve spiegare agli altri che fare scena scena per sempre è ipocrisia, che dire "sissi ho capito che ho sbagliato" solo quando vai tu a parlargli è inutile, sopratutto se poi si continua.

Mi sono rotta perché io sono molto egoista e ne sono consapevole, penso sempre a me e non capisco mai gli altri, però perché sembro l'unica che vede il tutto senza se e senza ma, senza giochini per sviare il problema?

Mi sono stancata di dover dare la spiegazione per cui questo ragionamento è ipocrita, perché loro lo sanno benissimo, tutti lo sanno, ma fanno finta di non vedere.

Sapete perché? Perché anche la persona più schietta e stronza del mondo potrebbe essere artefice di questo modo di fare.

La vera schiettezza non è scrivere "forse mi rimandano nelle filippine" dopo che oltre a minacciarmi, hai portato una ragazza a cambiare scuola e all'anoressia e quando non c'era più lei hai iniziato con me.

La schiettezza è quella per cui uno dice "la situazione è questa, so che ho sbagliato ma non me ne frega niente".

Preferirei davvero una risposta simile al falso depresso.

Tu hai un problema con me senza una giusta ragione? AMMETTILO.

Senza scuse, non tirar fuori pure la madonna scesa in terra per cercar di dire che il TUO problema è che io sono io.

Io sono così, se non ti va bene quella è la porta, ma almeno abbi la decenza e il rispetto di andartene senza pisciarmi per tutta casa, grazie.

Forse questo è uno dei motivi per cui mi sono innamorata di mr x, perché potrei anche stargli sul cazzo, potrebbe non fregargli niente di me, potrebbe abbandonarmi di punto in bianco, ma almeno lui non tirerebbe fuori dal culo scuse del cazzo.

Quando aveva qualcosa da dirmi, anche di scomodo, o che qualche mio atteggiamento fosse visto in modo strano o maleducato era lui che veniva a dirmelo, quasi come se volesse aiutarmi o che cercasse semplicemente di dire la sua opinione, senza mettersi chissà quale problema.

Lui me lo diceva e io potevo cercare di migliorare, potevo cambiare in meglio.

Cambiare senza dover passare quella fase in cui "lo devi capire da sola che stai facendo qualcosa di sbagliato perché ti guardo male e ti ignoro", quando a quel punto la mia voglia di ascoltare l'opinione di una che fa così è già finita sotto un treno.

Parlate, provate a parlarne quando c'è un problema, basta tirarle per le lunghe pretendendo che sia l'altro a capire i tuoi problemi.

Attenzione però, questo non significa che io sia perfetta, che non mi capiti di aver atti di ipocrisia o cose del genere, ma se anche li avessi, se qualcuno provasse a parlarmene potrei capire dove sbaglio, magari non mi sono neppure accorta che stavo facendo qualcosa di scorretto.

Chiamamolo "beneficio del dubbio".

Amo questa frase che però sembra tutti non sappiano che significhi.

Un tipo di azione di qualcuno ti sembra qualcosa di brutto? Non per questo lo deve essere per forza, potresti benissimo sbagliarti (o al massimo puoi parlarne).

Tornando al discorso di Jessica, quello che ruppe il vaso che stava già straripando quando la mia intera classe ce l'aveva con me, è stato quando in quei giorni, mentre ci scrivevamo uscì uno strano discorso:

Il bulletto aveva incominciato a dar un po' fastidio a lei e così ne parlammo un po' e io le scrissi qualcosa del tipo "io ti sto accanto ma non è che posso ribattergli chissà in che modo", lei intese quella frase come "ora che ho denunciato e se la prendono con te non mi importa più di nessuno", quando cercavo di dire più che altro che se lui mi dice che faccio schifo io non posso rispondergli con altrettanti insulti (cosa che inizialmente facevo quando proprio ero esausta, ma dopo la denuncia riflettendoci ho capito che abbassarsi a tale livello non aveva senso)

Ricordo di aver pensato per un istante "forse ha capito male il messaggio", ma subito dopo mi sono detta "va beh, ma è ovvio che non era nel senso di abbandonarla, perché dovrebbe capirlo in quel senso? Poi mi avrebbe detto qualcosa per chiarire nel caso".

Già, perché mai una dovrebbe credere che non me ne freghi un cazzo se il bulletto ha cambiato preda e, nel caso, perché mai non dovrebbe parlarne con me per capirci meglio?

No, è meglio offendersi e mandare un poema dicendomi che "per colpa mia lei non era più l'amica di tutti e che in fondo forse mi meritavo di avere tutti contro e che il tizio non sbagliava".

Se ci penso ora mi fa solo incazzare, quanto può essere stupida una persona? E perché poi? Perché non hai le palle di parlarmi? Perché ti è più facile fraintendere e metterti con la "maggioranza" andandomi contro? Posso capire che abbia detto una frase messa in malomodo, ma da qui ad andare a farmi un poema simile, quando mi conosci e sai quanto mi abbia fatto soffrire la situazione, mi hai visto piangere, ne abbiamo parlato tantissimo fino ad arrivare a quella situazione, non ci vuole chissà quanto per capire che ero stressatissima, quindi anche se ti senti tanto offesa e se anche non vuoi parlarne meglio con me, come cazzo hai fatto ad arrivare a dirmi cose come "forse te lo meriti in fondo", per quanto possa averti offeso o ferito ho fatto davvero qualcosa di così deprorevole? è davvero normale che un'amica che dovrebbe conoscermi mi venga a dire certe cose solo perché "ha frainteso una frase"?

Questo più che per la me di allora lo dico pensando a cos'avrebbe fatto chiunque altro vedendo una delle poche persone che ti stavano accanto voltarti le spalle all'ultimo, praticamente pugnalandoti senza pietà.

Se non fossi stata io che sarebbe successo? Questo pensiero mi fa paura, conosco molte persone più fragili di me che non so come avrebbero reagito.

C'è chi al dolore si fa del male pur di deviare la sofferenza.

Poi a loro li si dà pure degli stupidi, ma se penso al momento in cui ho letto quel messaggio, se ripenso a quello che ho sentito in quel frangente non posso in nessun modo biasimare se qualcuno preferisse la morte o qualche altra alternativa per non voler più provare nulla.

Se voi sentiste anche solo una parte di quella sensazione probabilmente potreste capire, ma purtroppo lo scritto non può trasmettere più di tanto.

Con questo non dico che sia giustificabile l'autolesionismo, anzi penso non si debba mai arrivare a tanto, ma che si possa pur sempre cercare altri metodi per risolvere la situazione (di qualunque gravità possa essere), ma nel caso doveste incontrare qualcuno così, al posto di pensare che sia stupido, sarebbe meglio cercare di aiutarlo o semplicemente non giudicarlo.

Perdonai tutti comunque, anche se mi incazzai alla fine dell'anno perché Jessica e altre mi vennero a dire l'ultimo giorno che "sembravo un po' fredda" (mi arrabbiai più perché lo dissero usando mia moglie, facendomi scherzi stupidi tramite la sua chat).

Non è che abbia insultato, solo che non avevo voglia di scherzare così ho risposto freddamente (cosa che mia moglie non avrebbe preso sul personale se non ci fossero state le altre dietro), quindi l'audio del "mi sembri un po' fredda ultimamente non va mica bene" se lo potevano ficcare un po' tutte su per il culo, sopratutto sapendo com'erano state quelle settimane.

Ma dopo qualche settimana, in estate, risolvemmo lo stesso tutto, più perché io ero stanca e non volevo più avercela con nessuno che altro.

Misi la parola fine alla mia amicizia con Jessica in seconda, perché lei incominciò a prendere in giro nello stesso modo con cui facevano con me, con le stesse identiche frasi, una ragazza con un ritardo (mi spiace ma non conosco un termine esatto, non conoscendo la malattia che aveva).

Ho provato a parlarle di ciò, diciamo che ho cercato in modi teneri di dirle: "se ti dà fastidio non ci passare tempo insieme, fingendoti sua amica, per poi sparlarle alle spalle o prendendola in giro appena non hai più voglia di giocare con lei solo perché sai che intanto non capisce che la stai perculando".

Un giorno lei la minacciò in classe (quando non aveva senso farlo dato che comunque non avrebbe capito la minaccia) dicendole che "se non la smetteva di infastidirla le avrebbe fatto qualcosa".

Così io mi incazzai e incominciammo a discutere, tant'è che se ne andò in bagno a piangere.

è stata la prima ed unica volta in cui dal vivo io abbia alzato un minimo la voce e sopratutto la prima volta che non ero io piangermi addosso, ma dopo quell'anno certi atteggiamenti proprio non riuscivo a mandarmeli giù, sopratutto se sono contro una che manco capisce che la stai bullizzando.

Se le dava fastidio poteva allontanarsi da lei, poteva parlarne con la preside o coi prof di sostegno, non è che quando ti gira le parli perché la trovi divertente, ma quando incomincia ad attaccarsi troppo ti lamenti che è fastidiosa e arrivi a minacciarla.

Non so se sia stupidità o un atteggiamento del cazzo e basta, so solo dopo tutto quel tempo pur essendo femmina mi si erano cresciute le palle solo per poter dire davvero di essermele fracassate.

Così si è concluso il mio bellissimo anno di prima e ho passato in solitudine quello di seconda (anche perché mia moglie era stata bocciata quindi non avevo chissà quale altro amico).

Sarebbe bello se non fosse successo nient'altro oltre a questo prima di conoscere mr x, al contrario c'è un'altra lunga storia del periodo in cui ero in seconda che dovrei raccontare.

Però non oggi, domani ho scuola e ho sonno attualmente.

Ci sarebbe molto di più da raccontare a dire il vero, però non ho voglia di impegnarmi a scrivere un capitolo completo e perfetto di quell'anno scolastico, al massimo col tempo narrerò altre piccole, sia belle che brutte, vicende sempre di quel periodo.

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Capitolo 7
*** Stanchezza ***


Ho superato il numero massimo di assenze, quindi ho perso l'anno e anche se dovessi provare a recuperare comunque non ho né la voglia né la forza di farlo.

Onestamente negli ultimi giorni pensavo di essere andata avanti, era come se fossi riuscita a far finta di niente o a diventare un po' più "chissene degli altri".

Ho incominciato a parlare di più anche con chi avevo timore di dire troppo, ho conosciuto altre persone, ho detto quello che pensavo senza indugio eppure non è cambiato niente.

Che cosa patetica e triste, sarebbe stato bello se fossi stata più forte e diversa da così, se fossi riuscita davvero ad andare a scuola a testa alta, se avessi incominciato a studiare seriamente, se non avessi più dato conto al fatto di stare con mr x o meno, se non mi incazzassi più per delle cazzate.

Perché anche se razionalmente capisco la situazione non vado avanti?

Non capisco che cos'è, quale sia il problema.

Sono gelosa? Invidiosa? Quando immagino Mr x che se ne sta con quella tizia a ridere e scherzare sento sempre una stretta al petto, ma perché questo? è normale che ci parli se sono suoi amici, quindi perché, perché mi dovrebbe far male? Perché non sono lì? Perché sono gelosa? Perché?

Non ho provato niente del genere per un anno allora perché adesso dovrebbe importarmi? Non capisco più niente davvero.

Ho sentito parlare di ex, parlare di gente di cui forse aveva delle cotte, ho conosciuto quelle persone, ci ho parlato e mi sono ritrovata a pensare cazzate del tipo "ci avrei scommesso che era una nana tettona" ridendoci su, mi stava pure simpatica, anzi proprio perché a lui sembrava piacere quella persona ho pensato "dev'essere proprio un bel tipo allora", quindi perché ora dovrei provare qualcosa come la gelosia?

Che cosa mi ha deluso? Che cosa mi ha reso tanto triste? Che cosa non smette di rendermi infelice? Non lo capisco.

Quest'anno sembra non finire più, è così lento e pesante come se fosse un'agonia.

Poi perché dovrei desiderare tanto che finisca? Perché così non dovrò più pensare "ah, non posso venire a capodanno e lui si divertirà tanto con le altre mentre io mi deprimo a casa", "ah, a san valentino non posso andare da lui perché c'è la tipa", "ah, adesso che non ci sono più gli altri probabilmente manco viene al mio compleanno", per questo dovrei volere che finisca la scuola?

Dovrei desiderare di non poterlo vedere praticamente più per questo? Lo stesso Mr x che se non vedevo per un giorno ci stavo male? Perché dovrei non volerlo più? Lui è pur sempre Mr x, quindi perché? Poi chissà se lo rivedrò prima o poi, fino all'altro giorno avevo paura che se ne andasse e ora invece non mi importa praticamente più di "dirgli qualcosa di sbagliato" e sparo tutte le cazzate che voglio, che cos'è cambiato?

Non voglio desiderare che finisca la scuola, ma quest'attesa mi sta lacerando, ma dopotutto se non riesco manco a salutarlo cosa cambia da ora a dopo?

Perché non potevo essere più forte di così, perché devo essere per forza debole finire a starmene qui a pensare a queste stronzate.

Spesso penso all'ultimo giorno di scuola, loro andranno sicuramente al sushi insieme, chissà forse io avrò un'altra compagnia, ma non è questo il punto.

Quando immagino l'ultimo giorno di scuola mi vedo lì ad osservare per l'ultima volta la sua figura in quel luogo dove sono succede davvero tante cose, sarò triste perché lo vedrò cazzeggiare con gli altri, ma allo stesso tempo mi volterò e tornerò a parlare con altre persone.

Poi finirà tutto. Finirà così. Senza niente di più e niente di meno.

Forse in realtà tutto è finito e iniziato a capodanno, lì ho capito che non ero abbastanza per far sì che qualcuno facesse qualcosa per non allontanarmi dal gruppo, "va bene che ci sei quando lei non c'è".

Ma che cazzo di ragionamento è? Che me ne faccio di un'amicizia così? Cioè si può chiamare amicizia? Ma chi sono io? Una che c'è ok, non c'è meglio? Questo è quello che ho ottenuto dopo un anno?

Forse è proprio questo il problema, non sono valsa abbastanza, nemmeno per Mr x.

Lui è stato gentile, è stato buono.

Me lo dico sempre, ricordo ancora quanto lui abbia fatto anche se non era da lui.

Ma mi ha fatto male comunque. Perché alla fine "ci sono sempre altre compagnie che si possono trovare". Ma non lì, dove c'è anche lui.

Perché sì, di compagnie ce ne saranno molte, ma di Mr x ce n'è solo uno.

Nessuno è mai venuto da me a dirmi di "fargli leggere le mie storie" solo perché ho detto timidamente "mi piace scrivere e ho pubblicato qualche storiella sul web", nessuno mi ha mai scassato tanto i coglioni per farmi parlare, nessuno mi ha mai detto le cose in faccia in modo tanto diretto, nessuno.

E anche se sembrano delle cazzate e chiunque altro potrebbe dire "eeeh ma ce ne sono molti così, puoi trovare di meglio" io col dito medio davanti posso dirti: NO!

No perché io faccio una scuola dove l'80 sarà composta da femmine, in cui l'intelligenza media consiste nel farsi le canne fuori da scuola e offrire la roba ad ogni passante per poi piangersi addosso quando "ops, era un poliziotto senza uniforme".

Per cui già ci son pochi maschi, se cerchi di restringere la cerchia in quelli un minimo decenti ti ritrovi a contarli sulle dita di una mano e in una scuola tutta femminile, perché mai quei due gatti dovrebbero venire da me? Non avrebbe un senso logico.

Io non sono bella e non faccio nulla per cambiare in meglio eppure lui comunque si è avvicinato a me senza problema, probabilmente solo perché si annoiava, ma anche se fosse così, lui è comunque stato l'unico.

L'unico in quella scuola di merda che abbia mostrato un po' di decenza dopo 3 anni e sapete, forse questo è davvero grave, ma se anche fosse a me che me ne deve fregare?

A volte quando sogno qualche cazzata mi immagino un mondo in cui io sono una piccola bambina e lui è come un fratellone dispettoso, dove però ci sono comunque quei momenti in cui mi fa pat pat sulla testa o mi difende dai cattivi e anche se cerca di non essere troppo affettivo dimostra di tenerci, anche se sono una mocciosa del cazzo, oppure proprio perché sono una mocciosa del cazzo.

Quindi alla fine a capodanno il messaggio che è arrivato è che io potevo anche non esserci.

Non pretendo amore, non l'ho mai preteso, ma forse in fondo ho sempre sperato che fossi "un qualcosa".

Ho sempre saputo che non era così, ma finché non mi è arrivato il masso in faccia ho fatto finta di niente.

Che mi aspettavo in fondo, che si arrabbiasse con loro e dicesse di non comportarsi così? Che decidesse di non andare a capodanno per quell'atteggiamento? Che cercasse di dire comunque che fare così non era corretto nei miei confronti? Di non farne un melodramma?

Che cosa stupida. 

Probabilmente mi vedo davvero troppi film, forse alla fine dentro di me non ho mai accettato davvero di non piacergli, forse prima di allora una parte di me immaginava ancora degli scenari in cui magicamente tutto cambia, non saprei dirlo onestamente, forse non è nemmeno così e ci sono rimasta male solo perché non ero niente.

Ma nell'istante in cui c'è stato capodanno tutto è finito, perché sognare di stare con qualcuno che pensa prima al "mi voglio divertire" che al volere almeno la mia presenza è davvero troppo senza senso.

Chissà forse è per questo che ora gli parlo senza mettermi più problemi, non che non provi più niente per lui (se fosse così probabilmente manco starei qui), ma semplicemente che problemi dovrei mettermi con qualcuno con cui non c'è nessuna speranza? (che gli rutti in faccia o meno non cambia un cazzo in sostanza).

Dopotutto quando mi dovevo incazzare con qualche mio amico mi incazzavo, quando dovevo dire quello che pensavo lo dicevo, quindi perché con lui dovrebbe essere diverso?

Sapete, forse scrivere queste cose porterà solo ad allontanarlo, forse penserà che sto diventando ossessionata, che sono pesante, che dico cose che non dovrei dire, non ne ho idea, ma questa in fondo è la solita storiella che ho sempre raccontato, no? Le solite paranoie del cazzo, no? Quindi perché dovrei pormi questo problema arrivati fin qui? Dopotutto se se ne va significa che non era un amico a cui dover dare così tanta importanza. 

Dovrebbe funzionare così, no? Ormai va tutto talmente male che se anche andasse peggio sento come se non cambierebbe poi più di tanto, intanto quello che avevo da perdere quest'anno l'ho già perso.

Adesso che ho smesso di piangere posso dire che terrò sempre nel cuore ogni ricordo che ho, da quell'unica volta in cui mi ha urlato perché stavo diventando pesante nel gioco a quella in cui mi ha regalato Finn.

Anche se dovessi essere davvero invidiosa, anche se perdo l'anno, anche se mi incazzo con tutti, anche se una parte di me pensa di esserci rimasta troppo male e crede di non essere stata abbastanza a capodanno per te non la farò mai prevalere su quella che ti ritiene l'uomo che ho deciso di soprannominare come "Mr x".

 

Ho passato la serata di ieri a star nel letto a piangere fino alle 4, quindi a sto punto mi sfogo, scrivo tutto e prego che Paolo dia una buona parola di me a Morfeo, che se no poi me devo stare pure a sentire mia madre dirmi che "cazzeggio fino alle 4 di notte" come se mi divertissi un mondo.

Detto questo quali sono gli obbiettivi per il futuro? 

Non pensare cose brutte di mi love, Mr x, il soldato, l'amicissima ed altri, anche se ci sono quei momenti in cui sembra che io non sia abbastanza importante per loro, in cui sembro la ruota di scorta che c'è quando non hanno niente di più importante da fare nella vita reale, non deve importare, perché so che Mi love, il soldato e l'amicissima ci tengono a me anche quando non ci sono.

Mr x invece a modo suo sa voler bene (o meglio io me lo ripeto sempre per non star depressa tutta la vita), anche se qualche dimostrazione concreta minima di tenerci non farebbe male, ma so di pretendere troppo (adesso che lo sfogo è finito posso ritornare a dire che lo accetterei sempre per quello che è senza pretendere niente in cambio e anche se a volte sembro sclerare, come due secondi fa, e fare brutti pensieri, alla fine del pianto mi ricorderò sempre di chi è Mr x e dirò ancora che è il migliore di tutti). Farei un cuoricino finale ma con tutti i professori che ho ucciso in questo diario preferisco evitare di sottoporli ad ulteriori torture.

Anche se, ultima cosa, mannaggia a Paolo: Mi love, so che leggerai ciò tra molto tempo quando sta storia sarà già un ricordo, ma se quando Mr x entra per giocare ricominci a fare troppo la voce depressa o non tenti manco di divertirti (che nemmeno tigro era così cancerogeno) giuro che ti piango o urlo in faccia, oppure entrambe le cose, che in questo periodo ci manca solo che rincomincio a ripensare a quello a cui pensavo al primo capitolo.

Non lo dico per minacciare, lo dico perché anche se attualmente mi sento bene dopo aver scritto un po' di roba so già che domani potrei più stressata di oggi e non sono sicura di riuscire a far finta di niente ancora per molto.

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Capitolo 8
*** Mi lamento Parte 1001 ***


Ogni anno ho sempre rischiato fino all'ultimo la bocciatura, tant'è che mi deprimevo sempre verso settembre pensando di non riuscire a recuperare le materie.

Non so nemmeno io come ma in un modo o nell'altro alla fine riuscivo nell'impresa.

Adesso che al contrario dovrò affrontarla riesco a vederne alcune sfaccettature.

Il punto che mi abbatte però non è il non andare bene a scuola e non studiare come facevo negli anni precedenti, ma è l'abbandonarla adesso.

È saperlo adesso il problema, insieme a tutte le motivazioni per cui sono finita così.

Per quanto possa essere brutto deludere a settembre i professori e i genitori a settembre è comunque diverso da affrontare tutto ora.

Non so perché ma una parte di me sperava che scrivendo continuamente qui sarei stata meglio, ma non cambia nulla.

I momenti peggiori sono la mattina e la sera.

La mattina è perché appena mi sveglio, forse dopo aver fatto un sogno, sento la mente riposata che ritorna nella realtà, così da ricordare ogni cosa pensando che in quel momento devo affrontare tutta la giornata, mentre le altre persone vanno avanti con la loro vita.

La sera è ancora peggio.

Perché sono stanca, probabilmente ho passato tutta la giornata incazzata per troppi motivi e quindi di per sé non sono in vena di fare un cazzo, unito alla stanchezza l'unica via libera è la depressione o tristezza, non saprei come definirla.

Sono così stanca, sono stanca di essere triste, di questo passo finirò davvero da sola senza nessuno.

Non capisco, ma non riesco più ad essere felice, nemmeno a provarci, sono stanca pure per quello.

Quante notti sono che ormai le sto passando a piangere e basta? Ormai non so nemmeno più cosa vorrei per stare meglio.

Probabilmente perché adesso è realmente finita con tutto, adesso non ha nemmeno senso sperare in qualcosa.

Quando ancora andavo a scuola speravo che qualcuno tornasse da me a mostrarmi di essere valsa qualcosa, ma adesso che sono bocciata, anche se tornassero sui loro passi, l'anno l'ho perso quindi non credo manco riuscirei ad accettare le loro scuse.

Speravo che importassi qualcosa a tigrotto in fondo, speravo fossi più importante io al dover per forza dire che dato che mi piace un tipo che non lo convince sono una ragazzina superficiale.

Pensavo di valere di più di questo.

Anche con nocivo ovviamente, invece sembra proprio che nel momento in cui mi sono innamorata di un altro i miei due grandi amici si siano volatilizzati via.

Sembra quasi come in quei film scadenti che propinano in tv, che stanchezza.

Alla fine non riesco ancora a capire come sia finita così, come sia possibile che innamorarsi di qualcuno ed essere felice abbia portato a questo.

Manco mi avesse denigrata, manco mi avesse sfruttata, manco mi avesse ingannata.

Non penso lo capirò mai.

E intanto devo pure risorbirmi lo svizzero, perché per gioia di tutti è tornato su lol, e così mi love ha ancora meno tempo di prima.

Mi sono stancata e sono incazzata.

Non penso di essere invidiosa dello svizzero, ma ultimamente ho ripensato a quel periodo e veramente non penso esista persona peggiore di lui.

Anche ora che ho perso un anno posso dire che nessuno ha mai realmente raggiunto il dolore che lui ha causato, sia a mi love che a me.

Eppure lui e mi love sono ritornati amici.

E nel frattempo se mi love sente Mr x fa tutta la scazzata tipo "oh no chi è arrivato".

No, non ce la posso fare per questa volta.

Mi fa troppo incazzare e mi sono rotta il cazzo di sta storia, forse sarebbe meglio isolarmi fino ad almeno fine scuola (il compleanno è roba a parte).

E poi mi dicono che porto rancore.

Rancore.

MA SE A LUI FREGA UN CAZZO DI FARMI DEL MALE, IO GLIENE PARLO E SE NE SBATTE TRIPLAMENTE LE PALLE IO CHE DEVO FA???

Madooo, ma come si può, ma poi sono io.

Ma ti chiedo di non insultare un mio amico in mia presenza o me e tu te ne esci con frasette del "sei una ragazzina non capisci".

NON È UNA RICHIESTA DIFFICILE!

Non ti sto chiedendo di castrarti, ma un favore, per questo un'amicizia dovrebbe finire? Perché mi piace uno e tu non sei d'accordo? Ma chi cazzo sei per comportarti così con me, mannaggia il Paolo.

Adesso tutti gli anni precedenti vissuti con loro mi sembrato una completa cazzata davvero, tante parole e pochi fatti come sempre.

Pure il cazzo di svizzero che gli cerchi di far capire che offendere una persona in base allo stato è da coglioni e lui continua quasi mostrando apertamente il suo cazzo eretto.

Che quando gli confidi una tua cotta poi lui se ne esce, solo perché scazzato NEMMENO CON ME, "ma come ti faceva a piacere un barbone grasso?", ma vai a cagare che è meglio.

E poi sono io, SONO IO CHE PORTO RANCORE.

E questa non è nemmeno la sua perla maggiore, ma non ho intenzione di raccontare da incazzata questa storia (non renderebbe abbastanza dato che c'è solo da tagliarsi).

Che poi non è che succedono una volta sola, MILLE VOLTE.

E poi mi chiedono "ma perché ti incazzi ancora", PERCHÉ?? Non è che se tu uccidi il mio cane e dopo 10 anni torni da me dicendomi "dai era solo un cane, torniamo amiki come prima", MA SOLO UN CANE TI CASTRO ALTROCHÉ.

Perché già tigrotto mi fa girare i coglioni facendo relativamente poco (alla fine lui non ha mai fatto nulla per cercare di tornare amici, anche prima di allora sono sempre stata io a tornare), se ci mettiamo pure lo svizzero allora siamo proprio all'apice.

Non ce la posso fa davvero, non ce la faccio.

Sono così incazzata e triste che potrei incazzarmi pure con mr x.

Che cosa inquietante pensandoci, meglio veramente isolarsi, intanto manco mi invita quando entra su lol quel cogl- ECCO VISTO, MA CHE MI INCAZZO A FA???

Ma non importa chi c'è e chi non c'è, perché mi importa? Tanto alla fine a nessuno frega un cazzo di niente, quindi perché ancora sto lì a sperare che il santo Paolo faccia il miracolo?

Perché dovrei aspettare e vedere se starta o mi invita? MA IO DEVO STARTARE DA SOLA E FOTTE SEGA, ma chi me lo fa fare.

Basta essere psyco, basta.

Devo impiantarmi nella testa la frase: IO NON CI SONO PER NESSUNO.

Se volete venire da me, mi dovete baciare il culo, io vado in coda e basta, nessuno aspetta nessuno, chiunque sia, se vuoi giocare mi scrivi e basta.

...non sarà mai così lo so, era solo per non piangere, però dato che ero incazzata forse è meglio che non mi abbia invitato stavolta, non devo essere molto simpatica ultimamente, peccato.

Ma ritorniamo allo svizzero! Onestamente non penso di poter sorbirmi nessuna storia su di lui in questo periodo.

Mi dispiace un po' per mi love che forse si incazzerà, ma quell'uomo per me non esiste e sentire che è ancora in vita e persino che esiste qualcuna disposta a dargliela proprio no.

MI FA DEPRIMERE SULL'UMANITÀ STESSA.

Già sto depressa di mio, ci manca che mi si ricordi che nel mondo i coglioni procreano.

Negli ultimi anni con l'entrata di mr x e compagnia me lo stavo pure dimenticando, si stava così fottutamente bene senza di lui, invece ora deve tornare a farmi venire il cancro.

Non voglio sapere che esiste ancora e per questo mi incazzerò sempre.

Perché se mi love passa il tempo con il soldato e a studiare lo capisco, ma se le poche volte in cui può stare su discord va da lui allora preferisco non esistere io.

Non mi importa nemmeno se è sensato fare così, anzi so che non è sensato e manco giusto, ma ADESSO io non posso accettarlo.

Come ho già detto non ci sono per nessuno e sopratutto non sarò clemente più con uno che non ha avuto pietà a schiacciare coloro che gli volevano bene, non esiste nessuna scusa per giustificare tale comportamento.

Non può essere perdonata una persona così.

Anche perché lui fa sempre parte di quelli che ora che la vita è andata avanti, non importa chi ho fatto soffrire, non importa se potrei far qualcosa per scusarmi dopo tanto tempo, non importa perché intanto è acqua passata, poi in fondo per cosa dovevo scusarmi? Con chi? Seira? Ma chi è Seira?

DATO CHE SEMBRA CHE NON TE LO RICORDI ALLORA ANCHE PER ME SEI MORTO, quindi sono qui a scrivere di te semplicemente perché, PURTROPPO, ci sono gli altri che mi ricordano della tua esistenza.

Purtroppo devo ricordarmela ancora, già, anche se hai una ragazza che potresti andare a fottere devi sempre ritornare al passato e collegare mi love a te e di conseguenza a me.

Ma porco il Paolo.

Ma io non stavo piangendo parlando della bocciatura? L'unico lato positivo che fa arrabbiarsi è che mi viene più da ridere che piangere, strano ma vero.

Va beh, mi sono scordata di quello che volevo scrivere e dato che devo:

1) pisciare ed è l'una, quindi devo essere meglio di black star per non farmi sentire e se non mi muovo mi ammazzano.

2) dormire che domani devo rankare in attesa che qualche buonanima, che potrebbe parlare un'altra lingua, trovi l'improvvisa voglia di giocare con me.
No aspe, messa così può essere anche lo svizzero, SCUSA PAOLO PREFERISCO LA SOLITUDINE, NON MI SERVE NESSUNO, IGNORA LE MIE PAROLE.

3) scrivere un'altra storia, ultimamente stavo riprendendo Mary Sue, che devo cambiarle gli ultimi due capitoli, dato che avevo quasi finito speravo di sfruttare la notte per concludere il capitolo.

BENE APETTE VI SALUTO, CI SI VEDE ALLA PROSSIMA NOTTATA IN BIANCO!

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Capitolo 9
*** Colpa ***


Ultimamente mi impersonifico molto sulla tipica ragazza adolescente che si lamenta che tutto accade per colpa sua.

Davvero uno stupido cliché.

Onestamente non so cosa sia la depressione e non so se io la abbia o meno, è come se fossi in un ciclo infinito di tristezza che non finisce più, anche se a volte lo dimentico poi torna sempre.

Penso che ormai sia proprio finita.

Tutte le amicizie che ho avuto da quando sono nata è come se non avessero più un senso.

Mi sembra che la vita che ho vissuto fino ad ora sia stata una battuta di un comico di quartordine.

Sapete è così palloso stare dietro ad una persona sempre triste o con qualche problema.

Non so nemmeno di cosa io abbia bisogno.

Non c'è più un "qualcosa" di preciso che spiega la mia tristezza, fa tutto schifo e sembra possa solo peggiorare.

Alla fine mi abbandoneranno tutti, le uniche persone realmente a me vicine sono la mia famiglia, solo loro mi hanno sempre supportato nel bene e nel male.

Non voglio più vivere giornate come quella di oggi, è stato come realizzare il quanto la mia persona sia effettivamente insignificante per gli altri.

Mi chiedo se non sia sempre stato così.

Forse non è mai stato diverso, forse ho sempre atteso pigramente su discord l'arrivo di qualcuno e basta.

Quanto tempo avrò sprecato ad aspettare inutilmente qualcosa? Quante volte lo avrò fatto senza accorgermene? 

Solo se mi dimostro felice e pimpante con tutti, senza problemi con nessuno sono la benvenuta.

In fondo non sono nient'altro che un opzione da scegliere, "massì oggi andiamo da lei, domani però no che non ne ho voglia", intanto io aspetto e aspetto sperando che sia il giorno in cui passo il tempo distraendomi con qualcuno, guardando gli altri che ignorano o meno l'opzione.

Ma che senso ha? Un giorno sì e l'altro no.

Che senso dovrebbe avere vivere in questo modo.

Una persona triste per motivi che gli altri non comprendono, che guardano con scetticismo, "oh ma com'è che sei sempre triste, guarda che noi cerchiamo di fare del nostro meglio per te".

Questo modo di pensare è la prova che trattano la mia infelicità come se fosse un capriccio che passerà, scusate se non è così eh.

Sì, sono abbastanza sicura che rimarrò da sola, o forse lo sono già e lo devo ancora capire.

Che sfortuna che doveva accadere tutto proprio in questo periodo, se io non posso esserci per mi love quando sta male perché lei dovrebbe esserci per me?

Che periodo sfortunato.

Ho così tanto mal di testa.

Non ho voglia di andare da uno sconosciuto a dirgli che sono triste perché l'unica persona con cui potrei parlare realmente è uno sconosciuto.

Che mal di testa.

In questo mondo ci sono davvero troppi giudizi, "se faccio questo quello potrebbe pensare quello e quell'altro", è davvero faticoso vivere così.

Ho provato a fregarmene ma a quel punto mi sono accorta che ciò avrebbe portato ad altre conseguenze che non sarebbero mai finite.

In sostanza ho capito che o stavo su discord facendo finta di niente oppure avrei dato fastidio e basta.

Dunque che senso avrebbe stare su discord? Io non faccio finta di nulla perché agli altri piace di più che tutti stiano bene con tutti.

Io non sto bene, quindi perché dovrei dire il contrario? Perché se no sono un peso?

Non penso che si aiuti qualcuno in questo modo, o meglio, non penso che io abbia bisogno di questo, se sono un peso tanto vale togliersi da sola.

Non dico che ci sia una soluzione, anzi non vengo più su discord perché di fatto non c'è una soluzione ma è proprio questo che porterebbe ad anni vissuti a caso.

"Amicizie" che scompaiono così.

A meno che io non dica "va beh dai non voglio stare da sola mettiamoci una pietra sopra" finirà con io che semplicemente mi allontanerò dai miei amici e loro che diranno "eh, ma è lei".

Ho come un dejavu, non so, "è sempre il problema a doversi mettere in disparte", anche se non ho mai ben capito chi decida chi sia il problema, di certo non io.

Penso di non volere più fare la parte di chi si accontenta, "massì in fondo è anche colpa mia se è finita così, è normale che poi io rimanga da sola".

No, onestamente la mia risposta è solo no.

Forse ho una cerchia ristretta di amici per cui do troppo importanza ad una piccola parte di persone che non possono dare sempre un'ora della loro giornata a me.

Sì, è probabilmente questo uno dei miei problemi.

Per mr x alla fine me ne sono fatta una ragione, oppure mi sono rassegnata e basta, non saprei dire con esattezza.

Mancavano solo i miei vecchi amici, ma non voglio che siano come mr x, o meglio non volevo, ora non so che fare.

Sono abbastanza confusa, con mr x sono sempre stata abituata a non ricevere le medesime attenzioni quindi in un modo o nell'altro ho incominciato a non sentire più tanta tristezza, basta non pensarci, però non posso fare lo stesso con mi love.

Alla fine mi sembra che mi scervelli e stia male solo io e per questo che sono solo io a dover mettere un punto fermo alla situazione.

Dovrei forse dirmi che non esistono più stelline o amicissimi da aspettare?

Mi sembra insensato vivere così, non sarei io.

Poi boh, mi sembra troppo tragico come sistema, poco realistico.

Vorrei esistesse qualcosa che mi possa distrarre da tutto questo (e a chi dice "lo studio" posso benissimo dargli un ceffone).

Forse dovrei vivere come un robot almeno per questo mese finché non finisce la scuola, non aspetto nessuno a meno che non sia intenta ad invitare io stessa ad avere interazione (o che qualcuno interagisca con me ovviamente), senza dover pensare a loro che intanto si staranno divertendo senza di me o vivendo le loro vite senza di me.

In fondo penso di aver fatto così con mr x e la scuola.

Sì, penso che per ora farò così.

Non è una soluzione perché mi love è davvero troppo importante per lasciarla andare alla sua vita da sola e spero che non finirà davvero con una tragica separazione, ma sarà solo il tempo a deciderlo.

Se passerò davvero questo mese indisturbata grazie a questo modo di fare significherebbe che tutte le persone che ho conosciuto fino ad ora non mi hanno mai voluto poi davvero nelle loro vite, e che, che ci sia o meno, non sarebbe cambiato nulla, questo significherebbe che per la mia persona sarebbe un bene non avere più tanti rapporti profondi con loro, ma sarebbe comunque una delusione per l'affetto che io ci ho messo e il tempo passato assieme.

Spero che tutto questo sia il delirio di una notte, un po' come se fosse una sbornia triste da dimenticare.

Nessuno aspetta nessuno a meno che non mi si rivolga parola: mode on.

Notte notte cari amici, spero che voi, nelle vostre vite, sappiate essere più forti di me

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Capitolo 10
*** Cazzeggiando e parlando di cose serie ***


Dopo la tempesta c'è sempre la quiete no? 

Non penso, però era un modo per iniziare un nuovo entusiasmante capitolo.

Non so, oggi mi sono svegliata come se avessi pianto e quindi la mia giornata è già iniziata con il piede giusto.

Ho incominciato un nuovo disegnino su Xayah e Rakan e spero venga decente.

In tutto questo ho sentito due persone parlare in russo tra loro, so che non sembra nulla di speciale ma è stato davvero figo.

Due R che dureggiano tra loro. Mh... Suona un po' male ma dovevo pur dir qualcosa.

Inoltre sono droppata di nuovo, perché purtroppo per la riot basta una sconfitta a zero lp per farti scendere.

Ormai sono scesa talmente tante volte che la mia fase zen mentale non mi fa più bestemmiare e vivo il tutto con serenità... sto cazzo, mannaggia a sto gioco di merda e a chi ci gioca.

A volte penso che sia un po' triste che questo mondo sia così pieno di giudizi, a prescindere da che tipo di persona io sia, mi rendo conto che la libertà di non essere discriminati non esisterà mai.

Anch'io ho giudicato molto e probabilmente in certi casi lo faccio ancora inconsciamente, ma andando avanti mi sono accorta che il problema più che mio era del prossimo.

So che così suona male ma cerco di spiegarmi meglio: è come se ognuno vivesse con alla base "so che mi giudichi", quindi molto spesso come contro risposta c'è "quindi ti giudico anch'io".

Il problema è che in questo modo il mondo ha una specie di senso malato, cioè se tu giudichi me è normale che io giudichi te.

Il problema è che il mio modo di "giudicare" (che penso tutti abbiamo, cioè è la cosidetta "prima impressione", qualcosa che viene naturale inconsciamente) è diverso da quello degli altri.

Sento pettegolezzi da anni ormai e mi sono accorta di quanto sia facile per certuni dire "ah ma quella è proprio una troia, secondo me è una stronza" o cose del genere, però sinceramente io non capisco il perché.

Solo che la maggior parte dei giudizi alla fine sono cazzate perché sono basate di qualcosa di superficiale ed esterno (dato che non puoi conoscere qualcosa di legato a quella stessa persona).

"troia, gay, nero, immigrato".

Partiamo dal primo insulto: Troia (o puttana, esistono un sacco di sinonimi in italiano).

Ciò che accomuna queste parole è la seguente frase: ma a te, che te ne dovrebbe fregare anche se fosse vero?

Anni e anni a combattere sui diritti delle donne per potere avere rispetto e ancora ad usare il termine "puttana" come insulto?

Perché dovrebbe essere un insulto? Perché una donna non può piacere il sesso, perché non può avere più relazioni oppure perché la "prostituta" è ritenuta una persona inferiore (o meno donna)? 

Io non capisco perché se una persona lavora anche nell'ambito del porno se sei donna "eh troia", se sei uomo (rocchino confirmed) tutti a fare i maliziosi senza insulti.

Se notate anche dire "che porca" da "che porco" può essere visto diversamente per una vocale cambiata.

Io sono quel tipo di persona che non avrà mai relazioni solo sessuali e che invece cerca l'ammore, però mi dà fastidio che in fondo io non possa fare altrimenti.

è un po' come il fatto che sia etero, mi dà fastidio che sia più convenzionale dell'essere omosessuale.

Sono il tipo di persona che non sopporterebbe di essere guardata con giudizi tanto pesanti e quindi forse è una fortuna per me essere così, però che palle.

Se io voglio scopare con 3 persone o guadagnarci nel farlo (perché strano ma vero, a tutti piace scopare), perché devo per forza subirmi dei commentini dagli altri? Perché nel caso non li volessi dovrei non parlarle? Perché non potrei parlarne? è ingiusto, non c'è nulla di male, non ferisci nessuno e non privi della libertà a nessuno quindi dove starebbe il problema?

Sapete che scassatura di coglioni che poi devo mettermi in testa prima di fare qualcosa con qualunque ragazzo se mai ne avrò uno.

Dovrò essere meticolosa fino all'ultimo, bisognerebbe essere perfetti anche nel farlo, dovrei non avere nessun difetto per non avere rischi. Però ciò è impossibile! E alla fine non si può essere perfetti, anzi, anche quando lo si è ci si può trovare sempre qualcos'altro.

"Siamo sicuri che lui sia il tipo che non andrebbe a fare battutine in giro?" dovrei esserne certa ed è davvero sconveniente come cosa.

Anche con mr x inizialmente mi sono ritrovata a pensare "due/tre mesi solo per innamorarsi così, senza sapere se sia il tipo da fare certe cose o meno", cioè adesso sono abbastanza sicura che lui non sia il tipo di persona che si comporterebbe così, però in pochi mesi non potevo saperlo con certezza.

Questo per dire, se basta così poco per innamorarmi di qualcuno le probabilità che poi venga delusa sono infinitesimali.

Adesso mi rendo conto quanto sia incredibile il fatto che alla fine Mr x non sia mai stato così fuori dagli schemi che ho sempre avuto, per una volta le mie impressioni non si sono sbagliate, che gioia.

Molto spesso ho pensato che se mai qualcuno avesse invaso e diffuso la mia privacy in quel senso l'avrei ammazzo per poi suicidarmi. Non che lo farei davvero però sarebbe davvero frustrante una situazione simile.

Per non parlare della denuncia che dovrei sostenere in tribunale se mai ci arrivassi, il parere degli altri concentrato tutto su di me, vista come poco di buono solo per aver fatto sesso.

Mehh, che schifo, non ci voglio pensare.

A volte penso che sarebbe bello essere bella o provare almeno ad esserlo, però mi fa scendere la voglia pensare che una parte di me potrebbe farlo per qualcun altro (questo non giustifica la mia pigrizia i know).

Adesso passiamo alla questione omosessuali, ancora più lungo e complicato delle donne.

Tutto ciò che è sbagliato è nella società.

Di fatto parlando con omofobi (quelli con cui si può dialogare un minimo) si passa da:

Perché sei omofobo?

- Non sono omofobo ma non voglio che si facciano vedere in giro perché potrebbero vederli i bambini.

Perché dovrebbe essere un problema, non c'è nulla di sbagliato, in fondo a te non faccio niente e non è che se un bimbo lo vede si trasforma in un omosessuale (dato che gay si nasce non si diventa).

- Sì che è sbagliato perché Dio ci ha creati uomo e donna per stare insieme e quindi è anomalo essere gay.

Non è "Dio" a crearci così, ma solo la società ha imposto che la coppia "giusta" sia quella x e y, di fatto in passato era più normale avere relazioni omosessuali.

- Ma pensa ad esempio alle adozioni, quando ad un bambino va a scuola poi verebbe preso in giro e avrebbe difficoltà in cose come "giorno della mamma o papà" (dipende da che tipo di coppia omosessuale si parli).

Ecco il problema, sarebbe colpa dei genitori che amano il proprio figlio che vengono presi in giro? Oppure forse sono le altre famiglie che non insegnano ai propri figli che due persone dello stesso sesso che si amano non hanno niente di cui essere presi in giro.

Ma qui si ritorna al discorso di prima, "il dover per forza giudicare", il principio dell'uomo!

Perché bisogna per forza dover vedere un "problema" in tutto? Sarà meglio un figlio amato da due uomini che un figlio senza padre o che viene maltrattato.

Onestamente è l'una e mi sono stancata di scrivere per cui cercherò di renderla breve.

Per quanto riguarda alle discriminazioni sul colore della pelle è talmente antiquato e medievale che non ho voglia nemmeno di commentarlo.

Per non parlare di coloro che senza sapere nulla sulla vita della persona che hai davanti, solo perché hanno preso una barca in cui hanno rischiato di morire sono discriminati perché non hanno documenti, ma veramente come fanno? Cioè vengono qui senza nulla e si aspettano chissà cosa, ma almeno se li portassero i documenti.

Guarda caso si è improvvisamente scoperto che c'è una guerra lì e quindi sono rifugiati politici (mah, non l'avrei mai detto che persone che prendono una barca dove possono morire nel viaggio stiano scappando da qualcosa di molto peggio).

Immaginate che al posto di ogni immigrato stiate parlando con un ebreo e gli stiate dicendo "non puoi stare qui torna nei campi di concentramento", immaginatevi anche la loro riposta e potrete magari capire molto meglio la situazione (dato che lì esistono tutt'ora i campi di concentramento).

Quando si parla della seconda guerra mondiale tutti fanno i buonisti del cazzo ma non si rendono conto che discriminando così la gente non si fa altro che ripetere il tutto.

C'è persino a chi non interessa, ma per loro non comprendo a priori come possano sentirsi in diritto di decidere chi può vivere e chi no, se loro convivono bene con sè stessi spero che nella vita possano provare sulla loro pelle il significato delle loro azioni.

Onestamente non avrei nemmeno voglia di discutere con quel tipo di persone, quando alla base non esiste la morale di quanto valga la vita è inutile iniziare anche solo il discorso, come ho già detto: spero che il karma esista o che esista dopo la morte o ancora che esista un modo per cui un giorno tu possa capire i tuoi sbagli e pentirtene (ma con questo sto esagerando mi sa).

Non ricordo più come sono arrivata a parlare di ciò, va beh la finisco qua che è meglio.

Pensandoci oggi non ho parlato con nessuno dei miei amici di discord, se facessi l'offesa potrei dire che si vede che non gliene frega un cazzo e mi sono sempre messa io troppi problemi (come sempre d'altronde), ma io amo il beneficio del dubbio e non credo di valere così poco (pur avendo fatto questo stesso errore in passato, le persone sono diverse, per cui non fidarsi sarebbe ingiusto nei loro confronti), sarebbe bello valere almeno 1 ora della giornata, anche se probabilmente anche se domani o dopodomani tornasse qualcuno a cagarmi reagirei male o rifiuterei.

Che illogica e incoerente la vita neh? Però sapete io parlo tanto qui ma di fatto a loro non ho detto molto, quindi da qualcosa bisogna pur partire, anche perché non penso abbiano nemmeno voglia di leggere questo diario.

Inoltre, pur dicendo di voler esserci almeno un'ora, in fondo io sono una persona, non un cane da vedere se sta bene o meno quando ci si ricorda, quindi non è così che funziona il tipo di amicizia che io voglio, l'ho già fatto per troppo tempo con Mr x e compagnia.

Più ci penso più mi rendo conto di come finirà male, sarebbe triste una vita senza mi love, chissà se riuscirò a trovar qualcosa per stare meglio o per non farla finire così, di certo non scenderò a compromessi e non tornerò su discord quindi sarà dura.

Che periodo di merda.

Perché ci ho ripensato? Vado a nanna che è meglio, non ho voglia di piagnucolare anche oggi.

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Capitolo 11
*** Noia ***


[pubblicato il 09/05/2019]

Non so cosa fare, vorrei qualcosa che destasse il mio interesse.

Forse è solo noia, ma è davvero logorante, non è triste o dolorosa, è solo senza niente, il nulla assoluto.

Non penso di star per morire, perché se fossi così non penso lo direi, ma è davvero faticoso vivere.

Ormai non c'è praticamente più niente a rendere godibile la mia vita, ma anche morire sarebbe faticoso, perché se dovessi farlo poi non tornerei più indietro e dovrei essere consapevole del fatto che ci sono persone che sarebbero un po' tristi in quel caso.

Non credo ci sia qualcosa dopo la morte, ci ho pensato varie volte, ma in generale ho sempre pensato che ciò che siamo noi deriva unicamente dal nostro cervello e quando quello si spegne rimane il nulla, niente di più niente di meno.

Oltre alla sofferenze che ne deriverebbe, morire implicherebbe anche non pensare più, quindi non potrei più nemmeno vivere nelle mie storie e onestamente quella è forse l'unica cosa che mi spinge ancora a voler andare avanti.

Inoltre devo ancora andare in Giappone, poi voglio vedere Chișinău/Chiscinau/Кишинёв Kišinëv o come si può chiamare (scritto in italiano mi sembra brutto e dato che non voglio offendere nessuno tanto vale usare sia il romeno che il russo, o forse avrei dovuto dire moldavo, va beh penserò a farmi una cultura un altro giorno, intanto siamo in Italia ed è già tanto se qualcuno sappia dove sia la Moldavia... Abbastanza triste se ci penso), anche San Pietroburgo sembrava interessante, mi piacerebbe pure andare in Cecenia o a Berlino.

Vorrei  riuscire a fare un fumetto un giorno, anche per questo devo cercare di tirarmene fuori da questa situazione.

Certo riesco ancora a pensare a Mary Sue e la sua storia essendo che ho creato quel racconto prima che il mio cervello si inceppasse, ma non riesco più ad avere la forza di scrivere love story.

In testa ne ho una che mi piace molto, parla di una ragazza che pur sapendo di morire continua a rivivere e rivivere il poco tempo che ha per amore.

Per quanto sembri triste in realtà era molto felice e piena di possibilità da poter affrontare, però essendo ambientata nella realtà dei giorni nostri mi viene molto difficile riuscire a rifletterci senza intaccare sul mio reale stato d'animo, davvero frustrante.

Ammetto che parlare di sogni mi fa sentire un po' meglio, anche se appena si torna alla realtà torna la noia.

Non ho molta voglia di conoscere persone nuove, ma in questo modo mi sembra di star aspettando qualcosa o qualcuno all'infinito e non penso di resistere per molto.

Non voglio mettere la parola fine alla community di cui faccio parte da anni, però al tempo stesso non posso aspettare ancora qualcosa che non arriva, non sapendo nemmeno cosa allora tanto vale fare altro.

Però alla fine sarà comunque logorante, non potrei chiudere tutto col passato perché preferirei rimanesse con me, anche se forse l'ho già 

Ormai forse mi andrebbe bene anche una partita a lol, mezz'ora della propria giornata.

Ma se questo fosse visto come un peso o un dovere preferirei non riceverlo... Sarebbe bello che qualcuno mi dicesse subito "è finita passa oltre" oppure "anche se sarà poco vorrei passare un po' di tempo con te" senza dover aspettare che scendi la madonna.

Per gli altri mi sembra più semplice dato che possono parlarne e parlarne, dire quello che vogliono "ormai non so più che fare, le abbiamo provate tutte, è lei che si chiude" e intanto giocano e si divertono e il tempo per loro passa più velocemente.

Intanto io rimango a girarmi in pollici, non parlo con nessuno e sento sulla pelle ogni secondo passato in questo modo.

Che palle, mi sa che aspetterò ancora e ancora qualcosa che non arriverà, finisco sempre per trovarmi in queste situazioni.

Pensandoci non penso che loro piangano o siano tristi ma semplicemente infastiditi o incazzati.

Ma in fondo non è colpa loro quindi è normale che stiano per i fatti loro, però questo non significherebbe che è come se tutto fosse già finito? Sarebbe bello se me lo dicessero e basta.

è come capodanno pensandoci: "certo che puoi venire" quando nei fatti hanno fatto di tutto per "farmi capire che è finita e non devo esserci più", anche adesso è così? Le belle parole del "tenerci" e del "stiamo facendo di tutto" significano anche che stanno provando a fare qualcosa o cercano momenti per poter stare con me oppure che hanno già fatto qualcosa per cui si sono arresi e ora vivono le loro vite senza di me? Se tanto si sono arresi tanto vale smettere di usare le belle parole, va bene anche dire che è colpa mia, ma se non venire più su discord significa non voler più passare il tempo per una partita su lol quando si è online da soli allora tanto vale dirmi "se non vieni su discord e fai così non ho più voglia di stare con te", almeno potrei chiudere il tutto, piangere un po' come sempre e andare avanti.

Invece so già che aspetterò e aspetterò ancora qualcosa, l'unica cosa che so è che non tornerò sui miei passi solo perché mi sto logorando, così da poter essere perculata da qualcuno con frasi come "ahah hai visto che bastava fare così".

A volte solo il tempo può far chiarire meglio le persone, se ora questa è la situazione e continuerà per altri mesi almeno pian piano si creerà un distacco netto e verrò messa definitivamente da parte.

Quando avrò la prova che nessuno sa che stia facendo se non la mia famiglia finalmente potrò capire se avrò ancora la forza di vivere o meno, ma almeno non dovrò più sentirmi legata a nessuno e potrò capire se vale o meno la pena di continuare a stare in solitudine unicamente per la mia famiglia.

Non vedo l'ora che nel bene o nel male abbia qualche certezza, così potrò finalmente decidere che cosa voglio fare.

Intanto nel mentre qualche volta scriverò qua, intanto lo sapete no? Mi annoio.

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Capitolo 12
*** E se... ***


Sarà colpa del fatto che ultimamente mi sto svegliando ad orari più decenti, ma la sera mi sento spesso stanca e pesante.

Ma proprio fisicamente... boh, starò invecchiando.

Anche per questo mi dispiace scrivere di sera perché il mio tasso di simpatia (già poco esistente) va ad eclissarsi.

Quindi per ora mi fermerò a parlare delle ipotetiche vie di vita che pensavo prima.

Con vie di vita intendo più il creare avvenimenti basati sulla realtà ma poco credibili o difficilmente realizzabili, un po' come una storia di fantasia mischiata alla realtà.

L'ho messa in modo strano, ma per fare un esempio semplice è lo stesso meccanismo dei ragazzini che fantasticano sulla persona che gli piace, magari nella loro testa x potrebbe fare un qualcosa che non farebbe mai effettivamente, in un certo senso anche queste sono storie che si potrebbero scrivere.

Fin da piccola ho sempre immaginato vari scenari e a volte mi soffermo su quelli più tetri fino a piangere come se stessi guardando un film tragico.

Non so se sia normale farlo, forse è un po' da malati, però se solo non riguardasse troppo la realtà mi sarebbe piaciuto scriverne alcune.

Diciamo che scrivere storie in cui io o qualcun altro potrebbe commettere un omicidio non sarebbe conveniente nel caso qualcuno della mia famiglia arrivasse a quella storia, dopo incomincerebbero a pensare che io possa avere istinti violenti o robe del genere.

Invece devo dire che quando realizzo una storia lo faccio con un certo distacco, come se fossi consapevole della tragedia che racconta, ma rimarrebbe solo un'ipotesi, che trasformata in racconto potrebbe rilevarsi interessante per il pubblico.

Per esempio "cosa accadrebbe se dovessi morire davanti a x o y"? "in che modo potrebbe succedere e loro come potrebbero reagire?".

Oppure "che farei se x uccidesse mia madre? Come gestire la cosa? E se mio fratello si vendicasse di seguito? Mia sorella che ruolo avrebbe nella situazione? Io a cosa dovrei dare importanza per prima cosa? Se mio fratello non facesse nulla mi vendicherei io?" e così fino all'infinito.

Ad esempio io non è che spero che finisca così, al contrario sarebbe orribile, però al tempo stesso una storia simile sarebbe un buon spunto per tirar fuori una trama cruda e struggente.

Negli ultimi anni molte più persone hanno iniziato a pubblicare racconti su racconti e anche per questo mi sa che non spiccherò mai in questo campo.

Però onestamente non so cosa sia una "storia" per le altre persone.

Un insegnamento? Un sogno? Un rifugio? Un divertimento?

Che si tratti di film, anime o libri non mi sono mai fermata a capire cosa ritenessero che fossero quelle storie gli altri.

Stupidamente ho sempre pensato che li vedessero come li vedo io: una recita.

Ma temo fossi io a sbagliarmi, per quanto interessanti ho sempre trovato le storie più una recita che un'altra parte della realtà dove i personaggi giocano un ruolo in cui sono solo quello e basta.

Forse questa è la dimostrazione che una parte molto egocentrica di me abbia sempre pensato che l'umanità è puramente stupida.

Che a dir la verità anch'io ne faccio parte e mi unisco a quel nonsense che ho sempre visto in quelle "recite", però è da relativamente poco che mi sono accorta che quelle recite non sono altro che specchi della realtà.

Certo esistono atteggiamenti o storie esagerate, ma ciò non toglie che cose come "il cattivo ragazzo che tratta male tutti per il passato triste" o anche "la ragazza che

Sono cliché, ma il problema è che non è una recita, ma che esistono davvero persone che pensano così.

Forse anche questo ha aumentato la mia depressione (se così la si può chiamare), mi sono resa conto che non sono i film ad essere una recita, ma sono gli umani stessi a farlo ogni giorno.

Comportamenti senza la minima razionalità o correttezza dovuti unicamente all'apparenza.

Okay che viviamo nell'epoca dei social in cui ciò che è esterno sembra tutto, ma credevo fosse fino ad un certo punto.

Invece no, tutto è controllato, mi sembra che tutti cerchino l'atteggiamento giusto per chi hanno di fronte fregandosene di ciò che pensano davvero.

È tremendamente faticoso vivere così. Troppo faticoso. Ma come fanno ad avere sempre la forza di "fare x per far capire ad y che z ha fatto w", cioè è assurdo, è un insieme di "devi capire da sola i messaggi non diretti".

Probabilmente ho mancanza di empatia, ma molto spesso ci sono modi che semplicemente non rientrano nel mio database cerebrale.

Perché al posto di dire qualcosa direttamente bisogna farci 1000 giri diversi per far arrivare al punto da solo all'altra persona?

Non dico che non bisogni farlo, è normale per le piccole cose fare così, ma su tutto no. Ma tutto, anche a ciò che non pensi nemmeno.

Devi stare sempre allertato perché potrebbe arrivarti lo stronzo di turno che magari si è offeso o è imbarazzato da qualcosa che non riesce a dire esattamente e che quindi devi capire da solo se no poi sarai fottuto.

Ma probabilmente sono io troppo stupida, anche se onestamente non ho voglia di cercare di capire i problemi degli altri finché non me ne parlano concretamente.

Non sto facendo un compito di matematica, perché dovrei usare la logica per arrivare ad un tuo problema?

Ahah... Poi chissà perché non ho amici... (momento da lacrimuccia).

Per non parlare poi di quando dici troppo ciò che pensi e gli altri sono tutti "oooh ma cosa ha osato fare" e magari manco c'entrano loro.

Per esempio penso che questo sia successo con mr x e le due miss, a volte ho come avuto l'impressione che si offendessero se dicevo qualcosa di "troppo" a lui, anche se non ho mai capito cosa fosse il troppo, fare battute sul fatto che mi piaccia?

E boh... Non so, ho incominciato a dire quel che voglio con lui e non ha mai avuto modo di offendersi o prendersela con me o altri quindi che male ci sarebbe? Poi perché se non se la prende lui dovrebbe prendersela qualcun'altro per lui.

Come ho già detto: troppi faticoso capire questi ragionamenti (anche perché è tutto indiretto, mica a voce me lo si viene a dire).

I rapporti umani sono faticosi e probabilmente anche le relazioni.

Pensandoci con mr x ci starebbe bene una che recita come lui una parte, ce lo vedo come tipo da coppia che, sì, si amano, ma non se lo dicono mai chiaramente, parlano di stronzate e si stuzzicano, ma lasciano solo piccoli gesti per far capire il proprio amore.

Potrei farci una storiella su, che bellezza uhuh ~

Io non so che tipo di parte stia recitando, so solo che non ho voglia di far finta di non provare qualcosa, di divertirmi a stuzzicare con battute taglienti che non rispecchiano i miei sentimenti.

Come posso dire... Mi sembra faticoso dover far finta di non amare per mantenere un ruolo solido.

Però al contempo mostrare i propri sentimenti spesso porta gli altri a sfruttarti, non che mi sia mai sentita sfruttata, ma probabilmente è proprio perché sono troppo permissiva che a nessuno frega un casso di me.

Probabilmente non avrò mai un uomo continuando così, ho come l'impressione che mi innamorerò solo di persone fidanzate o persone che non mi cagano.

Passerò la mia vita a dire "ma io lo amerò lo stesso".

...Che merda ahahah...

Va beh dai basta con la negatività e passiamo avanti.

Mi è capitato di guardare uno shojo davvero carino di recente.

Mi ha fatto riflettere su alcune cose, ad esempio se io avessi mai realmente chiesto alcune cose con mr x.

Questa serie giocava tutto sul "vorrei fare questo ma voglio che sia tu a capirlo e a prendere l'iniziativa".

Ovviamente è una situazione diversa dalla mia, ma non so se io abbia sempre detto chiaramente quello che avrei voluto fare, anche perché dirlo non penso cambi qualcosa, ma ragionando in questo modo potrebbe essere anche un blocco mentale e basta (insomma tra il non fare e il fare, il fare vince a prescindere dal risultato).

"Mi piacerebbe passare l'ultimo giorno di scuola con te, dato che è probabilmente il tuo ultimo anno qui".

Potrei chiederlo, non pretendo di certo di star sola con lui, anzi, però sarebbe stato bello passarlo insieme.

Ma in fondo non credo abbia comunque molto senso, io desideravo passare l'anno con lui, non l'ultimo giorno.

Anzi probabilmente avrei voluto far parte per sempre di almeno una parte della sua quotidianità e quello di certo non si può pretendere.

O forse mi sbaglio? Non so più cosa sia corretto o meno, ci sono troppe opzioni.

Sto davvero pretendendo troppo? Forse è l'ora di non darci più peso, in fondo non ho prove del fatto che in fondo gli freghi qualcosa di me, non faccio altro che basarmi su fattori astratti.

Al contrario non lo dimostra mai e se glielo chiedessi mi sputerebbe una frase del tipo "è solo un passatempo".

Però pensare così non fa per me.

Anche per colpa di questi modi negativi di fare ho capito di non poter fare come se tutto andasse bene.

Dico sempre che lui è "L'eccezione" e non importa cosa io sia per lui, ma che senso ha pensare così?

Manca ormai solo una settimana alla fine e avrei voluto vivere quest'anno in modo totalmente diverso.

Ho sempre visto solo il bene in tutto, ho pensato che piccoli e stupidi gesti fossero speciali e mi piacerebbe continuare a fare così.

Ma ora non riesco più totalmente a farlo, "e se in realtà niente di quello che pensavo era vero"?

Non voglio pensarla così, mr x è buono e gentile a modo suo, ultimamente mi pare più pesante con certe frasi, ma forse è dovuto al mio stato di ora e non riesco più a guardarlo e pensare "wow è fantastico" di qualunque cosa esca dalla sua bocca.

Beh, in effetti manco lo vedo.

Non mi importa molto di cosa pensano gli altri a riguardo, non penso che queste emozioni indichino che sta smettendo di piacermi, io penso sia sempre una persona speciale.

Però è come se qualcosa non andasse, come se ora quello che aveva senso prima non lo abbia più.

Piano piano ho incominciato a capire di non starlo più guardando come all'inizio, non lo cercò più come prima, ma non ho smesso di provare qualcosa per lui.

Sento ancora il cuore incominciare a battere quando si tratta di lui, però

Fra poco l'anno sarà veramente finito e Mr x non ci sarà più.

Mi piacerebbe passare un altro anno con lui, ma se se ne andasse potrei dirmi "adesso non ci devo più pensare". Che schifo.

Sarebbe bello se almeno mi salutasse.

Ma sono stanca di dipendere da questo.

"Spero che lui, spero che lui, spero che lui". Sono stanca di questo. Sono stanca di far così tanta fatica per prendere io l'iniziativa. Intanto potrebbe finire come san valentino e l'unica che ci rimarrebbe male sarei io.

Mi sembra sempre così facile per gli altri, che stanchezza, perché è dovuta finire così.

Voglio che quest'anno finisca e basta, domani saluto alcuni prof e andrà tutto bene.

Voglio smettere di stare così, voglio tornare ad essere come prima.

Tutti hanno le proprie difficoltà e i propri motivi per soffrire, credere di essere l'unica triste è stupido, per questo ogni persona è apprezzabile, tutti affrontano a modo loro e in modo unico i propri casini.

Le persone sono meravigliose.

Mr x, mi love, il soldato, l'amicissima, funghetto e anche le miss, tutti sono a modo loro speciali e da apprezzare, tutti sono interessanti, tutti raccontano una storia.

Definire una più bella o più brutta è solo un insulto, nessuno ha il diritto di giudicare "quale vita sia migliore", al massimo il genere del racconto è diverso, ma ognuno è apprezzabile.

Sarebbe bello vivere sempre con questo mood, devo farmi forza e andare avanti.

Non importa che cosa pensi mr x o chicchessia, se voglio pensare che sia tenero anche quando non lo è lo penserò, se voglio essere felice per cose che non avevano lo scopo di rendermi tale lo sarò comunque, se voglio avere fiducia di qualcosa senza garanzie mi fiderò.

Dopotutto come ho già detto non fa per me dubitare degli altri, annerisce solo il cuore.

Anche se ora sembrano più ricordi che altro io so benissimo che amare mr x è la cosa che certamente ripeterei all'infinito, anche se non è conveniente, anche se tutti lo riterrebbero stupido, anche se non dovessero credermi, anche se dovesse sempre finire in questo modo, anche se dovesse finire peggio, in qualunque caso vorrei rincontrarlo e rinnamorarmi di nuovo, panicare per ogni piccola cosa e sentirmi in paradiso per un singolo messaggio.

In fondo come si può non essere ammaliati da un sorriso tanto bello? 

Sono questo il tipo di storie che io voglio vivere, quelle di un amore insensato e profondamente smielato.

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Capitolo 13
*** Game ***


Mettiamo da parti i vari drammi, oggi volevo scrivere di un'idea che mi era venuta in mente circa... ieri.

Non è nulla di originale, ma se si potesse mettere in pratica penso verrebbe qualcosa di davvero figo, ma folle al contempo.

La tipologia dovrebbe essere life simulation, non so se sia il nome corretto, diciamo una specie di otome game (non scappate), ma anche per i maschi e non incentrato solo sull'amore.

Insomma tu ti crei un personaggio e con esso intraprendi varie relazioni coi vari NPC (non-player character).

E fin qui tutto nella norma, avendone giocati qualcuno la cosa che più preferirei in questa tipologia di gioco è la varietà di risposte che si possono dare (e anche da questo la qualità del gioco cambia, se fatto bene).

Questo renderebbe molto complicato il gioco da fare ovviamente, perché ad ogni scelta c'è un continuo diverso (motivo per cui sarebbe folle), però sarebbe proprio questo il massimo!

Cercherò di esporre l'inizio in modo generico: Tu sei un uomo/donna che è andato/a a bersi qualcosa con il/la sua migliore amico/a.

Quando state tornando a casa vi imbattete in una scena che non avreste dovuto assistere (che ne so un omicidio o scambio di denaro), in pratica siete nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ora questa gente non può lasciar andare due testimoni così, quindi venite catturati e lì loro decideranno le vostre sorti.

Quello a cui io pensavo è creare una storia in cui il giocatore si possa immedesimare col suo personaggio (ci sarebbe una varietà di capelli e colori, la pelle, segni particolari e magari anche l'età), come se fosse effettivamente uscito con una persona a lui casa una sera qualunque.

Oltre a ciò il contesto vorrei fosse molto crudo, del tipo: tu non sai chi hai di fronte e magari loro chiedono "per quale motivo vi dovrei lasciare in vita?" e a questa domanda potrebbero reagire in qualunque modo (non vorrei fosse la solita storia da film che "ti teniamo in vita perché sì).

Risponderà prima il tuo amico/a.

Per questo si potrebbe far scegliere anche che tipo di persona possa essere questo "amico/parente/amante", dandogli anche una minima identità personale e scegliendo all'inizio tra, ad esempio, avere un carattere serio, pauroso, coraggioso, romantico ecc... magari anche dando da poter scegliere che tipo di valori dargli (che ne so: disciplina, orgoglio, moralità o altro).

A da queste scelte potresti creare diciamo la cosa che più ti ricorderebbe la persona realmente a te più cara e da essa dipenderà la risposta che darà ai criminali in quel momento.

Adesso non ho deciso ancora che tipo di risposta potrebbero lasciar correre o no, però si potrebbe fare che il tuo amico è una persona profondamente pro-giustizia e quindi si arrabbierebbe o non vorrebbe mai collaborare con certa gente, e da questa risposta potrebbero ucciderlo.

Così tu vedi il tuo amico morire e poi viene chiesto a te che opinione hai e le scelte penso sarebbero variate ognuna da uno stato d'animo diverso, tipo: ti puoi incazzare anche tu, pisciarti addosso, piangere, cercare di avere una conversazione razionale o di convincerli in qualche modo che non sei una minaccia o altro.

Così da ogni risposta potrebbero uccidere anche a te (e dovresti ripartire dall'intro), imprigionarti per far scegliere ai superiori che farne di te oppure sempre imprigionarti e mostrando un certo carisma potrebbero farti entrare nella loro compagnia (ovviamente sarebbe un processo complicato, cercando di fare avvenimenti coerenti).

Detto questo una cosa importante che cambierà a prescindere la storia sarà il tuo sesso, la tua età (non so se metterla in realtà) e persino il colore dei tuoi capelli o occhi.

In pratica le persone che incontrerai avranno tutte un certo carattere e magari anche preferenze sull'aspetto (tipo potrebbe esserci quello che vedendo una bella donna gli gira il cazzo perché crede che stai lì cercando di accaparrarsi qualcuno per denaro e così non gli andresti a genio subito, oppure potrebbe esserci il porco che ama le more o bionde o quelle con gli occhi particolari, oppure potrei metterci la moglie di uno dei superiori che tenta di provarci con te se sei un bel giovine), ognuna di queste prospettive creeranno da sè una possibile storia che potrebbe finire con la tua morte, te che ammazzi qualcuno o altro ancora.

Aggiungendo che con ogni persona la varietà di risposta potrebbe sempre essere di rabbia, paura, tristezza, felicità, lussuria e indifferenza, il gioco di per sé potrebbe diventare già interessante.

Inoltre vorrei ricordare che il personaggio a voi caro che create all'inizio non è detto che muoia subito, magari con un certo carattere potrebbero farvi entrare entrambi in questa organizzazione, quindi, se all'inizio potevate avere come scopo la vendetta, in quel caso potreste avere altri obbiettivi (scappare o sempre puntare a sgominare la banda o anche diventare un buon criminale).

Questa sarebbe la mia idea in piccolo, ovviamente non si può nemmeno chiamare progetto dato che attualmente non ho manco finito la scuola e preferirei fare una cosa per volta.

Poi non so nemmeno come sarebbe programmarlo, avrei sicuramente bisogno di una mano in campo informatico (anche se potrei sempre pensare io ai disegni o immagini che potrebbero servire da sfondo, dato che ho già qualche modo in mente di rappresentare la storia), ma non so i tempi effettivi che servirebbero per poter realizzare qualcosa di simile.

A voi come sembra quest'idea? Se avete consigli o sapete qualcosa di programmazione sarei felice di saperne di più (giusto pourparler, non voglio che sprechiate troppo tempo per una spiegazione che nemmeno capirei).

Questo è tutto, spero stiate passando una bell'estate e ai maturandi auguro buona fortuna per le prossime prove.

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Capitolo 14
*** Invecchiare ***


Ok, adesso non voglio dire di essere vecchia, ma è possibile diventare così fiacchi dopo appena quattro anni?

Sono andata a rileggere alcune storie che avevo scritto in prima e mi sono resa conto che, pur essendo un po' obbrobriose, erano piene di vitalità.

Sapete quel tipo di persone che sclerano sui fandom e dicono allegramente cazzate che buona parte della popolazione detesta? Ecco.

Il punto è che io capisco ora perché possano infastidire, ma sono solo persone con voglia di ridere e di essere simpatiche col prossimo, infatti riscuotono un certo successo con le loro storie.

Stesso motivo per cui le storie che magari scrivo ora non prendono più come una volta.

A volte anch'io cerco un po' di stupidità come un tempo, ho fatto l'amicissimità e cose su apette, però adesso ci sono momenti in cui mi sembra di sforzarmi a farlo.

Certo non sempre, ma quando penso a certe cose, che sono semplicemente leggere e simpatiche, mi sale un peso nell'anima.

Non so forse è colpa della mia tristezza interiore che per quanto voglia allontanarla ormai mi ha corrotto, però mi dispiace davvero.

Non riesco più a divertirmi come un tempo e spesso parlando con vecchie amiche mi rendo conto che questo strano cambiamento ha colpito praticamente solo me, c'è sono diventata più seria di quanto lo potessi essere già di mio.

Mi sembra così strano, è anche per questo che scrivo di meno storie nuove, sento sempre come se non andasse bene quello che scrivo.

Cioè sento che vorrei scrivere, che vorrei sentire il parere degli altri, ma allo stesso tempo quando ci provo ho come un blocco che mi dice "ma così non va bene".

Accade anche nel disegno, però quelli li pubblico comunque per far finta di non aver sprecato tempo della mia vita in nulla...

Spero sia solo un periodo onestamente, vorrei tornare a divertirmi...

Ok, pensandoci dev'essere proprio collegato al mio stato d'animo reale.

Forse dovrei sempre scrivere come faccio qui e come viene viene.

...ahah certe volte sento come se non ritornerò alla tranquillità di prima...

Ormai pure i sogni sono contro di me, ne ho fatti simili e con lo stesso fine così tante volte che mi viene più da ridere che da piangere.

Cose tipo che tigrotto mi viene a parlare cercando di tornare amici.

O che ne so, parliamo di quello di ieri: io che salto le prime due ore di scuola e c'è pure mr x e miss y, non so perché, ma poi è come se fosse stato il mio compleanno e mi fanno regali.

Tipo mr x mi aveva dato un'ape pupazzo e io la guardavo pensando: waaaa, bellissima.

Perché era un suo regalo ed ero meravigliata, poi allo stesso tempo mi veniva da ridere perché non era proprio un bel pupazzo, non so se avete presente quelli fatti un po' male e nemmeno tanto morbidi.

Non è che non mi piacesse, ero felice! Però ricordo di aver avuto questo pensiero di "certo che non li sa proprio scegliere i pupazzi" ridendo.

Per la cronaca: erano bei sogni.

Ma sapete com'è, quando il tuo caro amico e te non tornerete mai come un tempo e con mr x chissà se mai lo rivedrò, allora il risveglio non è proprio molto simpatico quando realizzo che cazzo ho sognato.

Veramente! Ma che sogni della ceppa!

Il punto è che questi erano un esempio, ma di roba con la tigre del cazzo che fa qualcosa ne avrò fatti a bizzeffe, per non parlare di roba come le miss che cercano di farmi tornare nel gruppo.

Però è roba passata! E non ci penso nemmeno quasi più, cioè la vita va avanti che me ne frega di qualcuno che ormai non è più nella scuola? Cioè che senso ha sognare la scuola quando è finita??? Cos'è, l'inferno? Ma che schemi ha il mio cervello in testa?

Gossip moment dato che mi è salito il tilt: circa un mese fa c'è stato il compleanno di una mia amica e ovviamente c'era anche tigro.

Tralasciamo che lui non aveva contatti diretti con me, ma parlava tranquillamente anche citandomi per dire qualche cagata, nulla offensivo ovviamente, era solite robe che si fanno in gruppo.

Però veramente. Io ho fatto finta che non esistesse ovviamente, parla parla, ma non è che se fai lo stronzo e non te ne frega un cazzo di me per tutto l'anno, poi se fai il simpatico e cerchi di ridere e scherzare torniamo amici amici come prima.

Cioè so che sembra da stronza, ma onestamente ci sono cose che io non ho intenzione di lasciar perdere dicendo "massì dai ridiamo insieme e lasciamoci tutto alle spalle", perché io lo so benissimo che sei divertente, non è che io non ti voglia bene e non ti conosca minimamente, però se tu non sai avere la minima decenza del non sfottermi per ogni cosa che non ti va a genio e il tuo istinto primordiale ti spinge dal rompermi i coglioni anche quando ti viene chiesto esplicitamente "per favore quando siamo insieme non parliamo di questa cosa, dopotutto a te da fastidio perché non ti piace e a me da fastidio perché poi mi sputi sopra insulti come se fossi deficiente perché ho un'opinione diversa dalla tua, quindi mi sembra che la cosa più logica sia non parlarne e basta" solo perché hai, appunto, questo istinto di dover per forza sparare qualche frecciatina, anche se io non ne parlo, allora anche no.

Già il fatto che non possa parlare con un amico importante di una cosa che a me rende felice e che per me è importante mi fa abbastanza girare le palle, ma se poi io anche accetto che tu sei così, ma continui a rompermi allora vaffanculo direttamente.

È una relazione tossica, un po' come quelle amorose, in cui il marito ubriaco picchia la moglie e il giorno dopo dice "nono ti amo ti regalo ogni cosa, ti do affetto e tutto quello che posso, però resta con me".

Tutto molto bello per quei due secondi di "amore", però lo sanno tutti come finisce questa storia, anzi, sarebbe già tanto che la moglie lo perdoni una volta.

Essendo che mi è successo molte volte di essere quella moglie per poi avere bruttine esperienze, un giorno ho deciso che avrei incominciato ad agire diversamente, dopotutto, lui può sempre scrivermi ed è sempre lui a non averlo mai fatto, quindi in fondo non glien'è fregato nulla che da un giorno all'altro abbiamo chiuso e basta.

E attenzione, non importa se ad altri parla parla che "massì che gli importa", perché ho sentito anche cose così, ma finché uno non agisce per orgoglio o perché sa che anche parlandomi non cambierebbe nulla (quindi non riuscirebbe mai ad avere quel minimo rispetto della mia persona e delle mie opinioni, che non parliamo di hitler o cose simili, io con lui, non vorrei esagerare, ma ho come l'impressione che se non gli piacessero i pomodori e a me sì, potrebbe creare una spiegazione sul fatto che chi mangia pomodori con gusto è una merda) allora significa che non gliene frega come dice.

Con lui tutto è finito quando ho iniziato questa storia, avevamo appena discusso, tutti che ridevano e sfottevano e io in quel momento, che era un periodo di Merda con la M proprio maiuscola, ho detto "basta, mi sono rotta" e sono andata via.

Ho scritto questa storia e da allora ho mutato chi meritava di essere mutato.

Chi era interessato poteva leggere e chi no, non l'ha fatto.

Sta di fatto (ripetizione del casso), che uno mi ha scritto e a cercato di chiarire subito (alla fine è andata "bene" con quello, ma è finita che ora non so se sia più vivo o morto) e dall'altra l'unica reazione è stata che quella certa persona mi ha tolto dagli amici di lol.

Quindi, se casualmente proprio il giorno dopo aver fatto quella storia, tu mi togli dagli amici di un gioco a caso, mi sembra una risposta eloquente (che comunque allora non feci nient'altro, mai bloccato da nessuna parte).

Ho come l'impressione che entrambi abbiano letto e che entrambi abbiano deciso di reagire diversamente, detto questo, ne avevo parlato già con loro di non rompere, ed era un periodo non bello e, anche se fosse stato bello, avrebbero dovuto avere la decenza di non offendere la mia opinione costantemente, quindi questo diciamo che è il motivo per cui non ne ho manco voluto parlare alla fine (cioè se non vuoi sentire che senso a parlarti ancora della stessa cosa?).

E alla fine nemmeno lui sembra interessato, tutt'oggi che siamo quasi a Luglio.

Oltre a ciò, in realtà, ci sarebbe anche il fatto che quest'anno è l'anno peggiore della mia breve esistenza, ci sono tanti motivi per cui lo è, e io lo sento che ho del marcio nel sangue.

A volte lo sento nel cuore, quella sensazione di odio verso qualcosa, qualunque cosa.

Cerco di togliermela di dosso perché io so di voler bene a molte cose, so che ogni persona ha la sua importanza e non c'è bisogno di questo marcio.

Ciò nonostante, temo che proprio alla fine dell'anno ho provato qualcosa di talmente brutto e inaspettato, che non posso più cancellarlo.

Cerco di non pensarci e non ne ho parlato tutt'ora con nessuno, ma è qualcosa che mi ha colpito proprio nelle interiora.

È stato così senza senso che quando l'ho sentito è come se avessi perso la voglia di tutto.

Tutta la rabbia, tutto l'incazzo, tutta la tristezza, tutta la voglia pure di scriverne e parlarne.

Cioè mi sono sentita come "è l'ultimo giorno" "è finita", non c'è più niente di cui soffrire o piangere, però ha fatto così schifo. Ma tanto. Ma troppo.

Che adesso mi sto incominciando a sentire male e non ho voglia di spendere più di queste due lacrimuccie mi sono appena uscite.

Sapete, è proprio finita, e tutto fa schifo anche più di prima! Però non ha più senso pensarci.

Chi c'è stato c'è stato.

Però aiutare le persone è complicato ed è per questo, che per quanto io voglia bene a mr x, a mi love, agli amicissimi. 

Nessuno mi ha dato qualcosa che mi facesse sentire meglio per più di una mezza giornata, e anche se loro non ci possono fare niente, questo mi ha fatto sentire senza nessuno.

Non so di cosa io abbia dovuto avere bisogno, perché non l'ho avuto, non so cosa mi avrebbero dovuto dare.

Anche per questo avevo smesso di andare su discord e probabilmente è per questo che sono ritornata, perché adesso è finita, le cose stanno così e basta.

Non ci sono speranze nè nient'altro.

Sapete, anche se ho avuto bei giorni, un bel compleanno, penso che il giorno in cui io mi sia sentita dopo tanto tempo un po' felice non siano stati allora, perché quelli sono un ricordo, un bel giorno e via, dentro stavo ancora male, era come vivere una favola per un po', che poi finisce e chissà se riprenderà, non riesco più a godermi come prima questi "chissà", è questo il marcio di cui parlo, forse ora che tutto è finito un po' è passato.

Stavo male gli ultimi giorni di scuola, ma volevo salutare i prof e così sono andata quando c'era quello di ginnastica e siamo anche usciti fuori con la classe.

Lui era contrario al mio atteggiamento, è anche severo come prof, non gli piaceva per niente l'idea che avessi abbandonato tutto così e fino all'ultimo ha cercato di fare in modo di non farmi bocciare.

Sapete lui non mi vedeva da un mese e quando mi ha vista la prima cosa che ha fatto è stato dirmi "Ciao Patrizia" e poi si è avvicinato e ha continuato dicendo "Ehm, vorrei parlarti... ma prima posso abbracciarti?".

È stato il primo professore che abbia mai fatto una cosa simile, anzi è stata l'unica persona che pur non conoscendomi, pur non potendo sapere nè capire il perché facessi così, lui comunque come se fosse normale ha voluto abbracciarmi.

Non so perché stia piangendo mentre lo scrivo, però è stato così gentile, fino all'ultimo è stato lui ad aver cercato più di chiunque altro di farmi passare.

Davvero è stato gentile e buono, la persona più buona che abbia mai conosciuto, e per un attimo ho risentito quella gioia o ammirazione che mi faceva svegliare sempre di buon umore solo un anno prima, è stato uno dei pochi momenti dell'anno e forse l'unica persona che sia riuscita a rifarmi provare felicità senza nessun marcio sotto.

E alla fine è grazie soprattutto a lui se mi hanno rimandata. Cioè un anno così di merda alla fine ho ancora possibilità di ritornare in carreggiata.

E ciò di cui mi sono resa anche conto è che nessuno, nessuno si è mostrato felice per questo, tutti sono stati scettici o indifferenti, come per dire "non è normale, ma se sei contenta tu okay".

E anche in quel caso mi sono accorta che c'ero solo io, ma ormai lo so che è così e forse ha fatto meno male, ho pianto anche meno, perché agli occhi di tutti vedono solo una sfaticata nulla facente che non si meritava nulla, e in parte lo penso anch'io.

Ma allo stesso tempo io lo capivo, io capivo com'è stato, quanto ho sofferto e pianto, quanto ho provato e quante volte sono caduta, io lo so che se anche agli occhi degli altri non era normale stare male e dovevo riprendermi e basta, io so com'è stato e so che non avrei potuto fare altrimenti, io so che questa è una piccola vittoria in mezzo ad una guerra persa e alla fine non importa più chi sia o non sia felice per me, perché a questo mondo, per quanto possano esistere brave persone, solo io potrò comprendere ciò che ho passato e so che non tutti, anzi quasi nessuno, potrà o vorrà immedesimarsi nei miei confronti.

Ognuno per quanto mi voglia bene mi guarderà con un occhio di dissenso in certe situazioni e alla fine va anche bene così, anche se a volte mi dispiace va bene lo stesso.

Non tutti hanno tempo di ascoltare veramente una persona che soffre, perché tutti noi soffriamo e per questo quando qualcun altro al dolore risponde in modo diverso dal nostro non riusciamo ad accettarlo o comprenderlo e forse, nel piccolo, lo disprezziamo.

Non dico che sia andata così a me, ma penso che questo sia un modo abbastanza diffuso di ragionare, perché la via della comprensione è la più ardua ed io stessa devo ancora esplorarla per bene.

MA, prima di finire il capitolo, mi sono ricordata di non aver finito ciò da cui è partita sta depressione (di solito non me ne accorgo quindi almeno adesso cerco di redimermi).

Dunque, tigrotto quel giorno per una battuta ad una certa ha proprio instaurato un rapporto verbale (non suona male spero) umano nei miei confronti.

E lì io ho proprio girato la testa ignorandolo basita che ero tra "ma stai cercando di fare qualcosa per vedere se ti rispondo" o seriamente per la battutina che ti è venuta spontanea non ti sei accorto che finivi per parlare solo con me? perché ho avuto l'impressione per un istante che fosse realmente così.

Nel caso, è davvero scemo, un peccato davvero che sia finita così.

Almeno l'ho visto per due minuti un po' meno happy dopo quella roba, non che ne fossi felice, ma almeno ha capito un minimo che non era il caso e che andava bene scherzare fino ad un certo punto (per una volta direi che ha fatto tutto lui, non è che si potesse aspettare altro, non siamo in una telenovela).

Intanto alla fine so che ci avrò pensato più io che lui, come sempre, e probabilmente se lo rifà al momento sbagliato la prossima volta non finisce tanto bene, soprattutto se ho ancora il marcio di cui parlavo prima.

Che quel marcio riguarda più che altro il fatto di coloro che al momento del bisogno non ci sono stati, ed è anche per questo che se anche mi parlasse ci penserei molto e dipenderebbe molto dalla conversazione come andrebbe a finire.

Mi dispiace da una parte, perché se fossi stata bene non penso sentirei questa fatica nel poter perdonare il prossimo o non per forza perdonare, intendo ascoltare più che altro.

Perché quando ti senti davvero male trovo sia difficile non pensare "ci sarebbe potuto stare, se avesse voluto mi avrebbe potuto aiutare", anche solo con della futile compagnia, e la cosa mi disturba le interiora.

Non so forse non dovrei nemmeno chiamarlo marcio, potrebbe essere fastidio o rabbia, so solo che non mi piace per niente e ora che è estate desidero solo divertirmi e non pensare alle sventure della vita.

Spero stiate vivendo periodi migliori dei miei e nel caso fossero peggiori, avete il mio completo sostegno.

Cercate di non farvi abbattere dalle ingiustizie e vivete sempre a testa alta.

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Capitolo 15
*** 29 Luglio ***


È incredibile come il 29 luglio sia ancora una giornata schifosa, mi dispiace per mia madre dato che compie gli anni questo giorno, spero che almeno lei abbia passato una bella giornata, di certo migliori di quando si è rotta la gamba. 
Oggi ho compreso che il passato ci sarà sempre, non importa quanto io possa cambiare, non importa che io comprenda i miei sbagli, perché alla fine anche dopo anni mi sarà sempre rinfacciato.
Sia le cose che ricordo che quelle che manco ricordo.
Continuo ad essere stanca sinceramente, sono stata bene per un po' e guarda caso dopo
Sembra che sia sempre io a sbagliare, ad essere immatura eccetera eccetera.
Non è mai abbastanza.
Se non vieni significa che sei questo, se non fai quello significa che sei quest'altro, se non parli significa che in fondo hai dei problemi con me, se stai in disparte significa che sei una stronza, se non sorridi significa che non vuoi stare qui.
Tutti sembrano sempre avere la verità in mano quando si tratta di chi sono io.
Non ho più voglia di starci dietro, se proprio volete continuare ad etichettarmi per ciò che ho fatto in passato, se volete farmi passare per ciò che sono stata 3 o 4 anni fa invece di chi sono ora, fatelo pure. 
Alla fine l'unica opinione che conta per quanto riguarda me stessa è la mia, non ho bisogno che ci siano altri a confermarmelo.
Ma di certo non starò per sempre ad ascoltare.
Il peggio è passato e non ho voglia di altri problemi.
Più ora che mai mi sono accorta di quanto mi piacerebbe essere un po' come mr x, forse è egoistico o stupido non conoscendolo abbastanza, ma da ciò che ho visto mi sembra che lui si comporti come vuole, come se fosse completamente libero dalle relazioni umane.
Non che non le abbia o che non ci tenga a nessuno, però quando non vuole stare con qualcuno o non ha voglia di compagnia lui può liberamente non esserci ed è circondato da persone che lo sanno apprezzare lo stesso. 
Perché invece io non posso non volere stare con qualcuno? Perché "dovrei far finta di nulla così che gli altri stiano bene"? Perché non posso andar bene comunque? Perché dovrei essere stupida per questo? Perché dovrei essere immatura? Chi ha deciso cosa è stupido o immaturo? Chi ha deciso che per essere maturi bisogna sacrificarsi per gli altri? Chi ha deciso che bisogna tenere buoni i rapporti con tutti se no si è immaturi? Perché invece gli altri possono farlo e senza motivo? Perché se a me non sta bene come uno mi tratta e per questo non ci voglio avere a che fare è stupido ma se altri lo fanno con me perché "a pelle non vado a genio" nessuno fa niente e si va avanti come sempre? Perché quando ci rimetto io si lascia stare ma quando sono io è una catastrofe?
Perché devo essere sempre da sola? Perché non c'è nessuno mai disposto a difendermi, perché devo essere sempre io quella forte, perché devo incontrare solo gente che non fa altro che andarsene o trattarmi da idiota?
Perché se poi voglio un po' di tranquillità non va bene? Perché quando cerco di riprendermi arriva sempre qualcuno a dirmi che "qualcosa non va"?
Sono stanca, e stavolta non è né tristezza né rabbia, sono stanca e basta.
Ancora non ci credo che mi abbiano rinfacciato cose così vecchie da non ricordarle, come se le persone non cambiassero.
Ahah, alla fine qualunque cosa dica non andrà mai bene.
Questo significa che in fondo le cose passate non sono mai passate, che in fondo la carta del "eh ma quella volta tu" ci sarà sempre.
No, questa volta non ne posso più.
Qualunque cosa scriva o dica anche per scherzo è guardata con i raggi x.
"Non avrei giocato contro i bot" ho scritto testualmente a mi love una volta che lei aveva startato una partita perché in quel momento non ne avrei avuto voglia.
Quindi per lei questo significava che per me giocare contro i bot era la stessa relazione che hanno i cristiani con il satanismo.
Una stronzata detta giusto perché non avevo visto che era startata.
"Dici che non giocheresti mai nella vita contro i bot, ma con mr x ci giochi".
Con mr x.
Alle 3 di notte.
Dopo due settimane che non lo sentivo.
Ma veramente dovrei cercare una giustificazione per una cosa come questa? Cioè che dovrei dire: "no guarda è che non ci giocavo da tanto, avevo voglia di stare sveglia e lui mi ha proposto una partita non troppo impegnativa e io ho accettato". 
Ma che due coglioni sinceramente.
Ma devo dirlo veramente? Ma siam seri? 
Mi sembra di discutere del nulla. 
Mi sono rotta di dover essere giudicata sempre da coloro che dovrebbero volermi bene. 
Se voglio stare da sola non significa che non me ne frega più un cazzo di nessuno. 
Se con mr x ho voglia di giocare più che con altri non devo giustificarmi. 
Se con lui posso stare scialla e pensare solo al gioco senza stress, se con lui sto bene non devo giustificarmi. 
Sono stanca di dover dare una ragione ad ogni mio comportamento. 
Mr x è unico. 
Nella mia testa forse può essere anche perfetto. 
Con lui lo stress lo dimentico e anche le cose pesanti alla fine non me le fa pesare.
Non me frega un cazzo se sono cieca o  se "non è giusto che con lui gne gne".
LUI NON SI LAGNA.
Minchia certo che lo considero come una manna dal cielo, non rompe i coglioni.
Può essere petulante, può far scherzi fastidiosi, può "rompere" con gli scherzi.
Ma in due anni non mi ha mai scassato il cazzo per cose pesanti, e non è che non ne abbiamo parlato, semplicemente poi si va avanti, si cazzeggia di nuovo e come va va.
A me non interessa se questo significa che lui ha x, y, z, ж, б, т, и, п, о, ш, ц difetti.
A me va bene così. È pacifico. Rilassante.
Non mi fa sentire il peso della vita insomma, perché da quando invece lo conosco devo sempre scusarmi del fatto che io mi senta così.
Perché se stessimo insieme allora sarebbe visto come "ah ma è normale che voglia passare più tempo con lui o sia più accondiscendente".
Ma questi sono i problemi? Io che faccio una personalizzata con mr x? Madonna mia che stress.
E poi dovrei parlare quando voglio della mia vita privata, ma se ogni volta che dico di essere felice per qualcosa su mr x mi viene rinfacciato? Ma che dovrei dire a persone così? Che dovrei dire a chi mi reputa stupida, immatura e a chi non è felice per le piccole cose decenti che mi accadono?
Non posso capirlo.
Non capisco perché devo, DEVO, per forza fare "qualcosa" se no significa che non voglio più bene a nessuno.
Cioè se uno mi manda all'inferno o mi tratta di merda perché è incazzato va bene, perché "la rabbia fa dire brutte cose, è normale".
MA ANCHE STO CAZZO NORMALE.
È normale dire ad una persona a te cara "tutto ciò che provavo è odio" e "spero non esista l'inferno per te"?
Poi se io non voglio più sentire quelle persone perché potrebbero rifarlo sono io la stronza che tratta le persone come oggetti.
Io non sono il bersaglio dello scazzo altrui, non sono qui per subirmi la frustrazione di gente a cui non frega un cazzo di ferirmi.
E non è che se 4 anni fa ho detto ad un tizio che odiavo "non eri morto?" (CHE NON RICORDO MANCO DI AVERLO DETTO), me lo si può rinfacciare ora.
Io sono certa. Al 100%. Che da quando è successa la cosa con lo svizzero non ho MAI osato augurare la morte a nessuno. Manco se ero incazzata.
Non auguro la morte manco allo svizzero o alla miss.
Non ricordo come fosse prima onestamente. 
Però 4 anni fa sembra che io abbia detto una frase simile, ah mi dovrò ammazzare per questo mi sa.
Ormai me lo dovrò portare nella tomba anche se non lo ricordo.
Anche se le persone crescono e cambiano in fretta di carattere.
Eh niente ormai sono segnata.
Quindi non posso permettermi di dire che non voglio stare con chi per rabbia esagera con le parole.
Perché forse anch'io esagero in certi versi, magari mi escono frasi deprimenti.
Ma di certo non direi MAI qualcosa come "spero che per te non esista l'inferno" o "adesso tutto quello che provo è odio" unicamente per una litigata.
Non dovrei nemmeno giustificarmi per questo, è una discussione inutile.
Per fortuna a breve sarò in vacanza e per forza non potrò sfortunatamente stare online. Che peccato davvero.
Sì, voglio bene ai miei amici, ma questo non significa che tutto vada perfettamente, non significa che non mi possa incazzare, e non significa che non voglia stare da sola.
Io voglio essere felice. E di certo non lo sono vicino ad una persona che prima era speciale e adesso non lo è più. E non lo sono vicino a chi mi chiama stupida per questo. Per chi ogni volta che entro su discord devo sentirmi come se "oddio oddio forse adesso trovano qualcos'altro che non va".
Per quanto possa voler bene non ce la faccio più.
Voglio vivere come voglio senza dover essere sempre esaminata.
Se questo non può essere accettato allora non mi importa se per gli altri è perché "io non ci tengo abbastanza" o perché sia stupida o perché sia immatura, la situazione è questa, non sarà accusandomi in questo modo solo perché abbiamo modi di pensare diversamente che tutto si sistemerà.

Come sempre ora me ne torno da morfeo che mi aspetta, so già che il domani farà schifo, dato che è sempre così la mattina e dopo una giornata simile non può essere di certo migliore.
Mi preparo psicologicamente ai piccioni che mi sveglierà no alle 6 di mattina.
Spero sempre che le mie parole non offendano nessuno, che vengano capite, ma ne dubito.
Ormai sento di aver rinunciato a poter trovare una soluzione pacifica, dato che è così da mesi, ma spero nel buonsenso altrui e che esista qualcuno che sappia accettarmi e basta.
Buonanotte.

 

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Capitolo 16
*** Story pt.1 ***


Oggi pensavo di provare a realizzare un fumetto, o comunque fare una scena.
Direi che, a parte lo scoprire che sono proprio negata e al deprimermi perché non c'era una cena per me, ho incominciato a realizzare meglio gli avvenimenti in testa mentre disegnavo i vari personaggi.
La vicenda era molto semplice, il protagonista è un ragazzo che andando a scuola vede una ragazza camminare tranquillamente sul cornicione di un ponte.
Quando la ragazza sta per girarsi mostrando il suo viso, egli si sveglia in classe.
E così dovrebbe iniziare tutto.
Diciamo che la mia idea era fare che inizialmente lui stava con una ragazza, mentre nel frattempo conosceva altre persone o si presentavano sempre più personaggi.
E già c'è un blocco.
Come si è messo lui con questa tipa? E come si comporta?
In parte forse volevo renderlo simile a mr x, ma al contempo, non riesco ad immaginarmelo in situazioni romantiche.
Ovviamente come protagonista comunque dovrà essere differente, essendo che non gli leggo nella mente, ma non so quali punti del carattere debba aggiungere per non rovinare il personaggio e renderlo più romantico.
O meglio, non importa che sia romantico di fatto, ma in una relazione dovrà pur far qualcosa no??
Che parli russo è certo, anche se devo sviluppare ancora il suo passato.
Dunque: dovrà essere un tipo alquanto freddo e distaccato che tende a non mostrare molto sentimentalismo.
Per cui evitiamo bacini, abbraccini o tenersi per mano in modo platealmente sdolcinato.
Partiamo con le domande: cosa potrebbe smuoverlo? Cosa lo spingerebbe dall'intraprendere una relazione amorosa?
Mmmmh... Ehm... Mehhhh, UN SORRISO!
Ecco una opzione, pur essendo riservato gli piace scherzare e divertirsi, quindi la ragazza che gli piace dovrà essere una tipa alquanto solare e divertente.
Probabilmente potrebbe essere un tipo più da seguire il razionale che il cuore, quindi più che innamorarsi e basarsi sul tum-tum si baserà sul quanto si senta bene o rilassato con quella persona.
Di seguito comunque i due si lasceranno perché lei incomincerà a diventare possessiva e paranoica nei suoi confronti o comunque capiranno di non essere fatti per stare insieme e lui si stancherà (forse l'inizio della storia sarà quando le cose andranno male tra loro, che in ogni caso non c'entra con il restante racconto dato che non parlerà di una storia d'amore, devo ancora decidere se farli mettere insieme alla fine, lui e la protagonista femminile).
Ma non distogliamoci troppo dal problema.
Come si mettono insieme? 
Dubito che sia lui a proporlo o comunque nella storia non ce lo vedrei bene, ma dubito anche che lei venga a fare quella "sai mi piaci tanto, ci mettiamo insieme?". Assolutamente no.
Quindi? Potrei metterla come una battuta "certo che andiamo d'accordo, staremmo bene insieme, tu che dici?".
Mh, mi piace. Ho sentito un po' di feels immaginandomela e non mi sembra troppo sdolcinata.
La prossima: come si comporta lui nella relazione? Che atti da love story compie?
Non mi piace vederla come sessuale quindi scarterei l'opzione "i want your body".
Dev'essere leggermente innocente, ma non sdolcinata.
Piccoli gesti in rare occasioni potrebbero andare bene, del tipo un lieve abbraccio quando si guarda un film, oppure quando vuole consolarla...
Però non basta. A prescindere dalla relazione con sta tizia, non si può basare tutto su cose così soft, ci deve essere passione!
Mettiamo caso che stia con qualcuno che ama molto.
Mh. Passione. Mh. Che dire. Seriamente non ho mai pensato ad una scena possibile!?
Nelle ultime 5 ore che ho fatto? In tutta la storia non ho inventato nulla di simile. Uff.

Va beh, ho sonno per cui vi lascio così in sospeso, magari domani continuo... O forse no.
Notte notte.

 

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Capitolo 17
*** Story pt.2 ***


Ritornando a noi, riflettendoci non serve realmente che il protagonista compi scene simili in questa storia, però forse mi serve comunque saperlo per identificarlo meglio come personaggio.

In realtà non è che ci siano poi molti modi per rappresentare una scena soft-porn, nel suo caso per creare "l'atmosfera" penso debba scattare da qualche bella frase detta dalla ragazza, qualcosa che gli farebbe battere il cuore o che lo facesse pensare "wow è davvero affascinante" o roba del genere.

Oppure sarebbe meglio che fosse la ragazza più intraprendente? Non saprei, magari ci starebbe se ella pensasse di più a voler fare cose romantiche (anche se è un classico sigh) e provasse a scioglierlo un po'.

Ecco che incomincia a piacermi, in effetti si potrebbe mettere che lei cerca sempre di fare qualcosa ma quando lo fa capita che appai un po' goffa o buffa e lui puntualmente la prende in giro o le fa notare la cosa, quando lei incomincia a mettere il broncio, lui sorridendo, che so, le accarezza la testa, e quando lei si volta contrariata  lui la bacia.

Love this. Anche se non sono sicura a me andrebbe bene una relazione simile nella realtà, non credo riuscirei a stare dietro un tale pezzo di legno senza morire dentro di paranoie.

Un po' triste, forse sarà che non ho mai ricevuto chissà quali dimostrazioni di affetto e quindi preferirei qualcuno più sentimentale o comunque qualcuno che voglia dimostrarmi sempre il suo ammmore. Ma che lo faccia in modo figo ovviamente.

Non c'entra niente ma ora mi sono accorta che c'è una controparte di questo stesso personaggio in un'altra storia, per cui posso usarlo anche lì, mi sento molto intelligente.

Ammetto che il creare una storia così è alquanto divertente, magari lo faccio più spesso (intanto finché non racconto le cose essenziali non c'è molto da rubare se qualcuno intendesse farlo), magari qualche volta mi metterò a parlare di un mio personaggio random senza dire in che ambientazione venga rappresentato.

Questa parte in teoria è conclusa e i dubbi che avevo sono stati più o meno risolti, gj a me.

Onestamente nel creare ciò non capisco se stia facendo una storia oppure mi stia deprimendo pensando alla mia viota, forse entrambe, ma quindi sono masochista? Che senso ha creare una storia basata su una cosa che poi non mi fa dormire? Cioè non capisco se voglia piangere apposta. Però il tragico ci sta sempre ed è meglio se provato. Boh, va beh, finché mi piace la storia quindi va bene... e poi piango per quasi ogni storia che scrivo, non dovrei vedere differenze.

Nononono, non capisco, ora mi è venuto in mente il finale perfetto, ma non capisco se sia ciò che avrei voluto accadesse o sia per la storia. Mannaggia che confusione, mi disturba il fatto che nel modo in cui l'ho fatto finire tutto inizi ad avere un senso nel racconto, ma al contempo sembrerebbe che la realtà non andasse bene.

È come se qualcosa nella realtà non andasse bene, in effetti forse è così, però credo di non volerci pensare troppo. L'ho fatto abbastanza quindi non penso serva farlo ancora alimentando sentimenti che manco c'erano.

Mh, va beh se non avete capito niente, se mai la scriverò magari forse capirete, intanto evito di accomunarla ancora con la realtà così non ho tempo di deprimermi.

È una storia e non ha nulla a che fare con me. Easy.

Bene, direi che insieme questi capitoli fanno 1000 parole quindi posso finirla qui no?

...Lo so è una scusa solo perché non ho voglia di inventarmi altro.

Vado a immaginare un altro mondo o a giocare a Minecraft come una bimba felice, cya.

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Capitolo 18
*** Forte ***


Ho sempre pensato di essere una persona debole.
Ultimamente mi è capitato di ragionarci di più, che cosa significa essere forte?
Una persona che riesce a superare le avversità a testa alta? Una che non si fa condizionare dai propri sentimenti? Una che va avanti a prescindere da ogni cosa?
Forse, non saprei con esattezza.
Io penso che una persona forte sia quella che riesce a rendere felice gli altri. Che pur essendo sensibile riesca a sorridere quando c'è bisogno di un suo sorriso.
Ho sempre voluto essere quel tipo di persona, ma al contempo non sono mai stata abbastanza socievole per poterlo essere.
Senza sapermi relazionare con gli altri non riesco a capire quando è il momento giusto per una cosa e quando per un'altra, quando devo o non devo sorridere.
Gli essere umani sono complicati e alla fine ognuno ha un suo modo di sentirsi meglio, non tutti vogliono essere positivi, non tutti vogliono compagnia e non tutti piangono. 
Per cui alla fine ho deciso di comportarmi come mi sento e basta, ho la coscienza pulita quindi non devo preoccuparmi degli altri.
Stavo pensando che alla fine non mi sono mai impegnata in nulla, per questo i complimenti mi suonano strani e le critiche mi sembrano normali.
Anche per ogni promozione è sempre stato così e anch'io pian piano ho iniziato a dire "ah alla fine mi hanno fatto passare, chissà come ho fatto".
Pian piano mi sono accorta di avere ormai riempito me stessa di nullafacenza.
Io stessa sono la nullafacenza.
Mi piace scrivere ma non mi impegno, è solo un hobby.
Mi piace disegnare ma non mi impegno, non sono costante.
Non studio ma passo gli esami.
In questo modo penso di aver attirato qualche astio, "se solo ti impegnarsi.." del tipo.
A volte pensavo anch'io di dover incominciare a fare come tutti, ma d'altra parte pensare di farlo perché gli altri me lo imponevano mi faceva passare ancora di più la voglia.
"dovrei farlo perché agli altri non va bene", mi sembrava pesante.
In fondo è comodo non dare aspettative, ma al contempo significa non avere mai soddisfazioni.
Qualunque cosa faccia non sarà mai un "wow brava", ma un "wow hai fatto qualcosa davvero?".
Non mi posso lamentare in fondo no? Guarda gli altri, loro quello che faccio io una volta ogni tot lo fanno tutti i giorni.
Forse per questo ho sempre pensato che io fossi davvero debole.
Ricordo che una volta pure mr x era scocciato per una cosa riguardante l'esame di riparazione, anche se alla fine penso avesse frainteso, mah, chi si ricorda.
Quest'anno mi sono accorta che il tutto era diverso. 
Non penso di essere debole perché sono pigra, invece penso di essere un cliché. 
Negli ultimi 4 anni sono successe un sacco di cose, ho avuto i miei drammi che in qualche modo ho risolto avendo sempre qualcuno accanto.
Non so perché quest'anno sia stato diverso, non so se sia perché fossi già stanca o perché era più importante del solito o perché mi sono sentita sola. 
Ma quest'anno è come se tutto fosse uscito fuori, come se frasi come "come hanno fatto a rimandarti" o "non fai un cazzo dalla mattina alla sera mentre gli altri vanno a scuola" non andassero più bene. 
Ho scoperto di avere dentro davvero tanta negatività che non riesco a gestire. 
"perché non va più bene" mi sono chiesta. 
Cosa dovrebbe esserci di diverso dal solito, perché non riesco ad accettarlo? 
Perché sono arrabbiata? Perché questa volta è così difficile tornare buoni e sorridenti? 
Ciò che ho pensato come risposta penso che sia che sono realmente debole. 
Forse fino ad ora a nelle relazioni mi sono sempre impegnata al massimo guadagnando tante delusioni, ma sono sempre riuscita a tirarmi su e dire "voglio conoscere altri!". 
Forse ho accumulato troppo schifo cercando di tirarmi sempre su, come se fossi come chi desideravo essere, qualcuno in grado di andare avanti ad ogni difficoltà.
Non penso sia mai stato facile, ho avuto brutti momenti, però ce l'ho sempre fatta. 
Invece stavolta non ci sono riuscita. 
Non capisco perché. 
L'ultimo giorno di scuola non capisco perché non ce l'ho fatta. 
C'era una cosa importante che volevo dire eppure non ce l'ho fatta. 
Per questo ho capito di essere davvero debole. 
Non capisco se sia stata io, il mio corpo o chissà che, ma è stato impossibile. 
Non so come far comprendere questa cosa. Fino ad allora tutto sembrava dettato dall'impegno, "ce la posso fare", e qualcosa riuscivo a fare. 
Ma poi li è finito tutto. È stato come se tutto avesse smesso di avere importanza, come se alla fine impegnarsi non serviva, in fondo nessuno sarebbe venuto da me a dirmi "ti sei impegnata tanto brava", alla fine sarei rimasta la nullafacente e anche provando a ribattere la risposta sarebbe stata "ma è normale, tutti sono così". 
Non saprei dire chi fosse il problema, anzi non penso fosse nessuno. 
Forse è stato tutto quello che ho vissuto che mi si è rivolto contro. 
Non lo so e in fondo non mi importa più di tanto saperlo. 
Forse anche questo è un problema.
Sento di aver perso qualcosa che avevo prima. 
Penso di essermi impegnata troppo, talmente tanto che quando tutto è andato male ho incominciato a pretendere che la gente comprendesse il mio impegno. 
Come se avessero dovuto capire quanto fosse stato faticoso. 
Penso che sia per questo che ho incominciato a non accettare più niente che non mi andasse a genio. 
Però in fondo sapevo che nessuno avrebbe capito, perché in fondo tutti hanno i loro "impegni", quindi perché io dovrei essere diversa? Probabilmente gli altri si sono sempre impegnati più di me, quindi non devo lamentarmi. 
Aaah, è davvero fastidioso essere me. 
Non voglio essere io quella che ha bisogno di qualcuno che la tira su. 
Voglio essere io quella che va da chi sta male e cerca di tirarlo su e di non fargli pensare a cose brutte. 
Chissà se riuscirò mai a diventarlo. 
In realtà non sono troppo paranoica anche se non sembra, volevo solo scrivere qualcosa e mi è venuto in mente questo perché ho iniziato a pensare ad un racconto simile. 
Se riuscissi a far raggiungere qualcosa di simile ad un pubblico forse riuscirei finalmente a creare qualcosa di buono. 
Tragicità e sentimentalismo, forse la sto già romanzando da ora.

Ieri ho voluto mangiare tre grissini e basta e oggi per cena ho preso due sacchetti di grissini, vorrei una pizza, ma mia madre ultimamente è tiltata e vuole che mangi altro o che faccia la spesa.
Vorrei dormire tutto il giorno ma se lo faccio mi dice che è perché non dormo la notte.
Anche se quando le dico che ho dormito più di dieci ore ma ho comunque sonno mi dice che è sempre per quello e che quindi se dormo mi deve prendere il cellulare.
Sono stanca, vorrei mangiare ma non ho voglia di aspettare il cibo o di prepararlo, quindi mi sento irritata e alla fine decido di non mangiare.
Mi sa che sta arrivando uno di quei periodi in cui meno parlo coi miei meglio è, che palle.
Ora vado che ho sonno, spero di sognare un figo che cavalca unicorni con un tutù, buonanotte.

 

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Capitolo 19
*** Perversione ***


[pubblicato il 31 agosto notte]

Mi è sorto un dubbio. 
Sono una persona perversa? 
Proprio in questi giorni mi sono resa contro di una grande contraddizione in me che mi ha portato a riflettere su ciò. 
Mi sono accorta di quanto la Seira che vedono gli altri possa sembrare innocente. 
O meglio, spesso mi è capitato di conoscere persone che dopo un po' mi dicessero "non credevo che fossi così". 
Un mio amico mi diceva spesso che in realtà ero un diavoletto, anche se non ho mai ben capito in che senso. 
Ma così come, mi chiedo io.
Conoscendomi ho sempre dato per scontato il come pensassi e non mi sono mai resa conto di quanto io dia l'impressione della "ragazza timida silenziosa".
Ricordo una volta in cui Mr x mi parlò mezzo sorpreso (non so se sia l'espressione giusta) del fatto che avessi scritto una parte hentai.
Però io non ho mai scritto un hentai.
O meglio, in una storia c'era questa scena in cui il ragazzo dormiva e la ragazza cercava di svegliarlo.
Ad una certa per scherzo gli dice "se ti svegli puoi baciarmi", lui non risponde e lei continua "puoi darmi tre baci e palparmi una volta" e così lui si "tuffa", anche se viene interrotto poi da terzi.
Ma questo non è hentai, o meglio è il classico fanservice da shojo, quel qualcosa per dare un po' di frizzantezza alla serie!
Per questo mi è sembrata strana la sua reazione come se "avessi scritto una scena così esplicita".
Infatti le mie riflessioni in merito si susseguirono così:
- waa sembra così innocente [che carino]. 
Poi ci ho pensato meglio. 
- No beh, essendo maschio (non per pregiudicare ma solitamente solo le ragazze acqua e sapone convinte che le donne debbano essere sante stanno lontane da ciò che deriva dal sesso) e avendo tre anni in più di me sarebbe strano se non sapesse cosa sia un vero hentai, forse voleva intendere "scena lemon". 
Infine.
- Sì è più probabile che intendesse che non si aspettava quel genere di racconto da me [rimane carino lo stesso, anche se forse così tenderei più a dire figo, però attualmente non ho voglia di spiegare il perché avrei dovuto pensarlo, è così e basta].

Ma il vero punto della questione è un altro, il vero motivo per cui il mio primo pensiero fu "mah non è chissà che esplicito" è per il semplice fatto che sono consapevole che, se avessi voluto, avrei potuto scrivere da tempo cose cento volte peggio. 
Una volta avevo pure un'idea di storia erotica ma non l'ho mai messa a punto per tre semplici motivi:
1. È imbarazzante scrivere certe cose sapendo che poi qualcuno che conosco le leggerà. 
2. Poi le persone potrebbero farsi chissà quale stramba idea su di me. 
3. Le probabilità che tutto questo finisca con una presa per il culo è troppo alta. Pensateci: la ragazza timida, silenziosa e imbarazzata che scrive storie erotiche, già ogni volta che incontro qualcuno mi dice "sei proprio facile da prendere in giro", se ci aggiungo questo sono finita. 
Ma è più complesso di così! Scrivere una storia con scene sconcie non implica una mia fantasia sessuale, è solo per emozionare.
Ok, detta così suona male. 
Una storia è bella qualunque emozione sappia far arrivare al lettore!
COSÌ SUONA PEGGIO.
Forse mi devo rassegnare al fatto che io sia una maniaca.
Ma in real è diverso, per questo è strano! Io sono quel tipo di persona che cerca il vero amore, che vuole camminare mano nella mano e tanti abbracci.
Soprattutto sarei quel tipo che si vergogna tantissimo a fare certe cose.
Anche se è vero che spesso ho pensato che passata la vergogna dovrei provare tante cose col mio ipotetico uomo.
Holy shit, questo dev'essere decisamente perverso.
Però ci sono cose da sapere, più cose so più posso scrivere su ogni tipo di cosa, inoltre ci guadagnerei solo. 
MA CHE PROBLEMI HO.
Devo aver visto anime troppo strani ultimamente.
Inoltre, oltre a questa sensazione di doppia identità, mi sono accorta di non provare eccitazione verso le persone, anche con Mr x.
Non mi dilungherò troppo in merito, ma non mi riferisco al fatto che sia asessuale o robe del genere, infatti se io e mr x stessimo insieme penso che potrei pensare a lui in molti modi, ma non essendo così non mi viene da farlo.
Ho trovato vari possibili motivi:
- Non stiamo insieme, non è deprimente immaginare cose che non accadranno mai?
- Non sarebbe un'invasione di privacy? Io non penso sarei felice se sapessi che qualcuno che non ricambio si ecciti pensando a me, o meglio non ha senso che lo venga a sapere, a quale scopo? Cosa ci dovrei fare con questa nuova informazione? Una persona che mi immagina fare cose che non farei, non è come se fossi una cosa inanimata? Ma questo non significa che ritenga sbagliato farlo, forse è il motivo per cui io non lo faccio, ma ciò che ritengo sbagliato è dirlo al diretto interessato, è una molestia (e c'è chi lo fa, anche se spesso è fatto solo per dare fastidio, dunque: se sai che può dar fastidio e ti piace quella persona, perché farlo?).
- Riportando ciò che ho scritto prima, io di fatto non so come possa essere lui in queste situazioni, quindi cosa dovrei immaginare? Ci sono troppe opzioni.
Chi mi dice che non sia il tipo che appena c'ha voglia ti sbatte al muro?
Chi mi dice che non sia quello che ha bisogno della giusta atmosfera?
Chi mi dice che non sia il tipo che preferisce lasciare fare alla tipa?
Chi mi dice che non sia il tipo che gode nel mettere in imbarazzo la tipa tutto il tempo? 
Mh, tralasciando il fatto che tutte queste opzioni siano allettanti, ciò che si avvicina di più al carattere che mostra di solito sono le ultime due.
Già... ce lo vedrei solo in rare occasioni a perdere il controllo o a non volersi godere la scena. Eheh sarebbe perfetto in uno shojo.
MA! Ciò non resenta la realtà, quindi non rappresenta ciò che mi piace di lui, ovvero la continua novità che rappresenta ai miei occhi e per questo non posso di certo definirlo realmente eccitante. 
Il semplice fatto che ci pensi forse già mi rende una persona perversa... Va beh saranno gli ormoni adolescenziali.
Arrivati a questo punto mi chiedo se non sia io a invadere la privacy di qualcuno... Nahh.
Era da un po' che non mi divertivo a scrivere tante cazzate e anche se per molto tempo ho ritenuto queste cose imbarazzanti, pensandoci concretamente non penso ci sia qualcosa di cui preoccuparsi davvero alla fine.
Chi lo sa, magari in una vita precedente ero una sceneggiatrice, scrittrice o attrice e per questo mi piace gestire i ruoli di persone inventate. 
Comunque potrei iniziare con qualche bello yaoi prima di espormi troppo nel genere.
Detto questo, in teoria, domani mi devo svegliare alle otto per andare in fumetteria con mio fratello, essendo già l'una e mezza mi sa che sarò un mezzo zombie quindi vi lascio per oggi.
Notte notte ~

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Capitolo 20
*** Forte ***


[pubblicato il 2 settembre notte]

Ho sentito spesso dire che la ricerca del proprio io sia ardua. 
Alla fine ho notato che la maggior definizione che si possa dare di sé stessi è ciò che si mostra coi fatti.
"Sei la strada che hai percorso fino ad ora" o qualcosa del genere.
Però anche questa spiegazione ha le sue lacune.
Dopotutto cosa si intende con "percorso"? Cos'avrebbe valore e cosa no? Il percorso sarebbe ciò che hai mostrato di te agli altri, ciò per cui ti ricordano oppure è qualcosa di personale, qualcosa che riguarda il percorso dei tuoi pensieri?
Non lo so onestamente, ma di certo non voglio credere che siano gli altri a stabilire chi io sia.
Più passa il tempo più me ne rendo conto: ogni persona a questo mondo pensa davvero tantissimo e per un sacco di cose diverse.
Tutto questa sarebbe inutile perché non concreto? 
Ci sono cose a questo mondo che non si possono esprimere a parole, quindi perché ognuno guarda solo i fatti?
Io sono la prima a riconoscere quanto siano importanti, però ciò che rende un'azione realmente importante è ciò che c'è stata dietro, è tutta l'ideologia che ha portato a quell'azione.
Ricordo che una volta una persona mi disse "mi piace il fatto che tu abbia un sogno al contrario mio".
Ho sempre pensato di voler poter trasmettere ciò che provo tramite le mie storie, però penso che in questioni di fatti questo non abbia alcun valore.
Alla fine se io non riuscissi a scrivere o disegnare nulla di "fatto", ciò che rimarrebbe di me alle persone sarebbe il ricordo di una persona fallita, non una persona con un sogno.
Non una persona che piaceva a qualcuno.
Mi sembra tutto così temporaneo, tutto che vada avanti solo coi "se".
Se fai quello va bene. Se fai quell'altro va bene.
Se vai a scuola, se prendi buoni voti, se non ti fai bocciare, se parli, se stai sempre con noi, se ti fai andare bene tutti eccetera eccetera.
Per andare bene a qualcuno dev'esserci sempre un se.
Questo è normale nei rapporti umani penso, ma io me ne sono resa conto troppo tardi.
O meglio l'ho sempre ignorato perché "è normale tra ideologie diverse avere dei se", dopotutto anch'io ho cose che sopporto e cose che non sopporto.
Però ad un certo punto ho iniziato a pensarci troppo.
Mi sono resa conto che ovunque vada, seppur per motivi differenti ci sarà sempre qualcosa che non va. Qualcosa che potrebbe andare meglio se.
Più avevo problemi più se ne sono creati altri, più tempo è passato più ho incominciato a chiedermi per cosa stessi facendo tutto quello che faccio, perché stessi soffrendo tanto.
È come se non avessi più uno scopo o un sogno.
Ma nel senso di "fatti".
Perché io non ho perso la voglia di creare storie e di viverle, però non ricordo più perché ci tenessi tanto a mostrarle alle altre persone.
Fin da quando sono piccola ho sempre saputo crearmi una felicità da sola senza bisogno di nessuno.
E non perché non avessi amici, al contrario alle elementari ne avevo tanti, ma mi divertiva comunque immaginare qualcos'altro da sola.
È una continua risorsa di emozioni.
Per questo posso essere felice.
Però la realtà è diventata troppo opprimente, nessuno può aiutare qualcuno che non ha motivo per fare nulla.
La verità è che vorrei sapere anch'io come potermi godere la vita come prima non affidandomi unicamente alle mie storie.
Ma al contempo non vorrei nessuno.
Ci sono troppe incoerenze in tutto ciò.
Ho sempre ammirato con facilità le persone e per questo ora non riesco a gestire il dolore.
Forse ora riuscirei a mettere un vero muro con le future persone che incontrerò ma quelle vecchie ormai non possono cambiare.
Le motivazioni per cui sto male sono sempre legate a qualcun altro. Per questo ho perso la voglia di tutto.
Io penso che esistano molte persone gentili a questo mondo, persone da ammirare a prescindere da che rapporto abbiano con me.
Ed è questo il problema, forse ora riuscirei ad ammirarle da lontano o non essere sopraffatta dalle buone azioni, ma con le persone che ho già conosciuto non ci riesco.
Questo perché a prescindere dalla loro opinione ho sempre dato una determinante importanza a loro.
Non penso sia sbagliato farlo, perché erano importanti per una ragione valida.
Però nessuno dovrebbe essere tanto importante da farmi soffrire.
Voglio soffrire per me stessa.
Sono stanca di dover piangere per qualcun altro.
Anche per la bocciatura sarà così.
Non sarò mai triste perché "ho perso un anno".
Ma sarò triste "perché i miei prof si aspettavano tanto da me".
Sono stanca di questo.
Ed è anche per questo che ho perso i miei obbiettivi.
Mi sembra di essere sempre triste per gli altri e ora mi chiedo se me ne importi davvero della scuola o della promozione.
Sì sarei felice. Ma ciò che mi opprimerebbe in caso contrario non sarebbe la sensazione di sconfitta e di incapacità, non sarei io a sentirmi fallita o altro.
Sarei triste perché gli altri si aspettavano qualcosa. Sarei triste perché mi sentirei dire "dai non importa se la finisci alla fine".
Dopo tutto questo tempo come può non importare.
Che venga promossa o bocciata come posso lasciare tutto così.
Che cosa avrei fatto fino ad ora se adesso va bene non finirla più.
Sono stanca di dare importanza alle parole altrui.
Alla fine io non sono in grado di ricambiare gli altri.
Non ho più bisogno di soffrire per gli altri se non so offrire niente.
Sono troppo egoista per poter piangere per qualcun altro.
È solo ipocrisia la mia.
Penso che quel giorno l'abbia capito maggior mente.
L'ultimo giorno di scuola ho compreso di essere troppo debole per essere chi vorrei essere.
Non so con esattezza la ragione per cui non mi sono potuta muovere, ma ho come l'impressione che mi fossi stancata.
"che senso ha andare da chi non ti cerca".
Se è basato così poco a farmi sentire in quel modo significa davvero che sono spacciata, non ha senso che mi sforzi per nessuno.
Fin da quando ne ho ricordo ho sempre pensato che ciò che provavo era troppo importante per rovinarlo per qualcosa come la gelosia. O invidia. O desiderio di possesso, non saprei il termine esatto.
Insomma "è bello perché esiste". Solo questo.
È bastato così poco per farmi cominciare a comportare in modo diverso solo perché "ad altri non andava bene".
Ed è bastato così poco per perdere tutta la mia forza.
È per questo che soffro.
In un istante ho capito che muovendomi avrei sofferto ancora così mi sono fermata e mi sono detta "fa niente, alla fine importava solo a me".
Non sono capace nemmeno di amare decentemente.
Ma quale fa niente e quale "importa solo a me".
Perché dovrebbe importare qualcosa questo? Come ci si può arrendere così.
Da quando mi dovrebbe importare se gli importa o meno.
L'avevo già deciso. È importante per me perché è giusto che sia così.
Quindi chissenefrega di sapere se a lui freghi o meno.
"Gne Gne non mi ha manco vista quindi non gliene frega niente" MA CHE LAGNA.
Perché sono nata così, con un cervello che deve metterla sempre come se fossi io la poverina di sto cazzo.
È ovvio che poi la gente rompe i coglioni.
Gesù santo mi prenderei a testate.
Ero venuta qui solo perché domani vado al patibolo a farmi bocciare facendo la figura di non sapere una ceppa.
Perché è finita parlando di stronzate?
Perché mi deprimo così facilmente?
Io lo so che in fondo in fondo un po' mr x mi vuole bene, anche se dopo averlo scritto quel fondo si decuplica.
Chissenefrega se ho deluso chissà chi, se anche i miei prof si irritassero che importa, se anche lo deludessi fa niente, è la mia vita e l'unica a dover essere triste per essa sono io.
Che mal di testa atroce... Ogni volta che c'è qualcosa di reale da affrontare finisce così che palle.
Ma perché mi devo deprimere facendo discorsi a caso.
Alla fine intanto mi riprendo e torno a sparare cagate sull'amore e amicissimità.
È come se avessi un parassita al mio interno che cerca di impedire la fuoriuscita della mia "voglia di vivere".
Va beh ho sonno, dormirò 5 ore e domani studierò quel poco per far finta di aver fatto qualcosa... O forse non ci vado e basta.
Mmmmh. 
Sapete quella sensazione che ti fa pensare che non facendolo me ne pentirò tutta la vita? Ecco.
Però a forza di fare così sto continuando a pigliarlo in culo per cui sono sempre più propensa a lasciar perdere... UFFAAA.
Va beh intanto quasi nessuno legge sta roba quindi come va va, sarà solo palloso dover parlare di questo con i miei amici o parenti.
... Se penso che devo ripetere l'anno mi si prosciuga la vita, ehhh.
Anche se in effetti sarebbe meglio dato che non so un cazzo di tutto quello che abbiamo fatto in quarta.
Ah, il prof di educazione fisica mi urta il cuore.
CHE PALLE MI DA COSÌ FASTIDIO.
Ho così paura che farà o non farà nulla così da spezzarmi il cuore.
Ma perché do importanza a persone che per me possono nutrire solo delusione? 
Perché una persona così bella doveva essere un prof poi, è così ignoto che non ho idea di come si comporterà.
Forse dovrei cambiare classe... Però voglio continuare a vederlo.
Perché le persone interessanti sono sempre così.
È una maledizione.
Gentili ma spaventose.
Quasi non si accorgono del potere di distruzione che possono avere nei miei confronti.
Come si dice "l'ignoto fa paura" ahah... Ah.
Che bello prendere decisioni smidollate sulla propria vita alle 4 di notte.
Ho sonno per cui non ci vado. 
Mi sa che è meglio che non abbia figli in futuro o non ho idea di cosa io potrei insegnargli.
Procrastinare come primo comandamento.
Anime > studio (beh ho finito black clover almeno)
Manga > studio (devo leggere tutto il manga prima di fare altro)
Ecco i motivi per non avere pietà di me! 
Non c'è niente da compatire da una persona che non fa un cazzo consapevolmente e piange comunque. 
Detto questo direi che non voglio sapere nessuno critica sulla mia vita o persona attualmente. 
Sono qui solo per sfogo personale. 
Se invece volete giocare e divertirvi magari ci potrei fare un pensierino. Anche se non so quando ritornerà questa improvvisa iperattività.

Sayonaraa, vi lascio col mio amato Yami ~
Non amavo tanto un personaggio da secoli.
Rozzo, coglione, divertente, sciatto e con uno stile fighissimo di combattimento. 
Caga tutto il giorno e appena gli gira è pronto a minacciare di morte chiunque. 
Ha un cuore d'oro che gli porta a salvare chi vive discriminato da tutto, sempre comportandosi da strafigo però. 
Aah, lui sì che è una gioia.

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Capitolo 21
*** Relax ***


È passata più di una settimana ormai da quando è iniziata la scuola.
Direi che sta andando abbastanza bene, i miei compagni sembrano gentili, pur avendo notato una grande differenza con la vecchia classe.
Diciamo che sono più casinisti e polemici, ma dopo cinque anni che sto qui ho capito che è normale per gli studenti sparare a zero sul prossimo senza conoscerlo, soprattutto se si tratta di professori.
In realtà non sono solo gli adolescenti, ma non ho comunque intenzione di capire il come gli altri riescano a essere così saccenti sul prossimo, quasi come se loro non avessero difetti.
Basterebbe un minimo di spirito di critica e osservazione per capire che abbiamo ottimi professori.
Se fai casino e non ascolti è ovvio che verrai rimproverato, certo, c'è chi ha modi più duri di altri, ma nella mia sezione non ci sono favoreggiamenti di alcun tipo e se anche un prof ti inquadrasse male basterebbe un minimo di impegno per fargli cambiare idea.
In generale comunque nessuno è lì per farti bocciare o rovinarti l'esperienza scolastica. 
Ci sono persone che conoscevo già di vista, l'ex di mia moglie, un'altra sua amica gentile a cui piace Madoka Magica e il ragazzo di miss y. 
Quest'ultimo è cordiale, a volte strambo ma ci sta, in ogni caso meno collegamenti ho con l'anno scorso meglio sto e di certo lui non verrebbe da me a rompermi quindi gj. 
Mi sono accorta che tino a oggi non ho fatto altro che concentrarmi sulle relazioni, infatti ora mi sembra che andare decentemente a scuola non è così tanto un problema. 
O forse farò schifo, boh, si vedrà. 
Mi sento alquanto irritata a scuola, soprattutto quando non facciamo nulla e devo ascoltare i discorsi altrui. 
Non so, ho la sensazione di "non sono qui per ascoltare qualcuno che non siano le materie scolastiche".
Alla fine so che è normale cazzeggiare un po', per cui cercherò di aspettare pazientemente l'uscita e basta. 
Sono qui solo per prendermi un diploma, niente di più e niente di meno e non voglio distrazioni. 
Purtroppo sono stupida e l'altro giorno ho fatto un errore. 
Mr x doveva venire a scuola per qualche ragione strana e ne volevamo approfittare per fare degli scambi di soldi sospetti. 
Insomma non ho minimamente pensato che se viene a scuola esce con gli altri (essendo anche sabato è perfetto). 
Quindi ho ingenuamente creduto che avremmo potuto cazzeggiare un po' insieme. 
Probabilmente ho giocato troppo con lui ultimamente e pian piano ho dimenticato di come funzionasse a scuola il tutto. 
Penso di star meglio non ricordando e non pensando a nulla. 
È meglio non sapere nulla (a meno che non mi riguardi), basterà che il venerdì e il sabato corra senza guardarmi intorno verso la strada di casa, ascoltando un po' di musica. 
Così andrà tutto bene, non ci sarà niente a cui pensare. 
Non importa nemmeno più chiedersi cosa vada o non vada, cosa sia importante o meno, l'unica cosa che conta è andare a scuola fino alla fine.
Dopotutto si tratterà di nemmeno mezza giornata, poi ci sarà Mika a tirarmi su di morale.
Le mie paranoie non sono altro che tali, in realtà fin dall'inizio sarei potuta star bene, ma mi sono fatta accecare dalle emozioni.
Per noi esseri umani è normale trovare difficile affrontare certe situazioni, ognuno a modo suo ha il suo lato sentimentale, ma se vedessimo tutto con razionalità nulla farebbe male.
Io non riesco a stare in equilibrio fuori casa e mi altero troppo facilmente, ma appena mi distraggo mi sento già meglio.
Trovo incredibile come una semplice canzone possa bloccare i miei pensieri e se questo mi darà la forza di andare a scuola mi terrò le cuffie ben strette.
Il come un capodanno tanto importante possa diventare solo una festa mancata, il come delle amicizie perdute possano essere solo il ciclo della vita, il come non uscire più insieme sia solo un dettaglio.
Alla fine non c'è bisogno di essere triste, io sono e sarò come un fantasma, chi vorrà potrà vedermi e io sarò felice nel caso, ma se nessuno mi vede... beh, sono un fantasma no?
Io non ho nessuno attualmente al cui potermi o volermi appoggiare o non c'è nessuno di cui mi riesca a fidare a tal punto, quindi è come se fossi un fantasma e piangere sempre è palloso pure per me.
Non so se questo mi stia facendo diventare fredda, un robot o chissà cosa, non voglio pensarci attualmente.
Il giorno in cui riavrò qualcuno vicino vicino ci penserò.
Ritengo che attualmente il modo migliore per star bene nella realtà è starmene per conto mio, stare attenta al prossimo, essere gentile il giusto e non permettere agli altri di credere che sia un manichino.
Se proprio devo stare con qualcuno dovrà sapersela non prendere per un'opinione contraria e non dovrà non volermi per pena, ultimamente sono anche in mood per dire quello che voglio quindi sono positiva.
Bene, questo capitolo l'ho scritto solo per far un riepilogo o per far finta di aver scritto qualcosa quando dovrei continuare le altre storie. Cya.

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Capitolo 22
*** Uno di quei giorni ***


[pubblicato il 29 settembre]

Oggi è uno di quei giorni in cui sono triste senza un motivo preciso.

Ultimamente mi sa che sto ritornando a pensare troppo a cose reali, con la scuola sto ritornando a pensare troppo.

Non è che fosse un problema, però ora mi sento più stanca, vorrei piangere ma non so nemmeno il perché.

In questi giorni mi capitava spesso di discutere di anime con delle persone a caso e lo trovavo anche un po' interessante, ma adesso hanno iniziato ad esserci troppe persone che devono fare discorsi sul fatto che se guardi un certo tipo di serie sei malato.

La prima volta ho provato a parlarci, la seconda pure, la terza mi sentivo più stanca e alla quarta ho smesso.

Non capisco che bisogno ci sia di dover dire per forza "tu guardi la merda, tu hai gusti inferiori, tu questo tu quell'altro".

Mi sembra che per un po' tutto sia così, è come avere sempre una pistola puntata contro, mi chiedo che bisogno ci sia di fare così.

Non si può mai dire nulla senza che qualcun altro ti attacchi, se proprio ci sono opinioni discordanti è così difficile parlarne normalmente e civilmente per poi stringersi la mano alla fine dicendo "ok abbiano pensieri diversi ma questo non significa che ci dobbiamo odiare a morte".

Onestamente non so se sia il paese in cui vivo, ma mi sembra che qui chi urla più forte vinca a prescindere da cosa dica.

Se dovevo nascere per forza dalla parte di chi ha gusti da normie allora potevano mettermi da quella parte anche come personalità, a fare la solita ragazza vivace con il suo gruppetto di amici.

Mi sembra che ci sia qualcosa che non vada nell'umanità, è come se alle persone non interessasse cercare di far capire le proprie idee, ma per loro sia più importante condannare chi la pensa diversamente.

Sia riguardante le piccole discussioni che le grandi.

è tutta una questione di mentalità dell'epoca, per esempio adesso penso che la maggioranza sia contro l'omofobia, per questo raramente trovi qualcuno che dica senza paura "i gay al rogo".

Però mi è capitato spesso di vedere come, chi appartenente alla comunità LGBT, nel vedere qualcuno che dice anche solo "io penso che gli omosessuali siano contro natura" o "non so a me non piace vederli", che magari sono frasi dettate dall'ignoranza della persona e che parlandoci possano essere cambiate, una risposta come "secondo me sei tu che non dovresti farti vedere fuori" o anche augurargli la morte.

Ovviamente non tutti sono così, ma mi chiedo il perché a qualcuno che dice "gay a morte" si possa rispondere "tu devi morire".

Cioè nella frase "gay a morte" cosa c'è che non va? Il fatto che lui stia augurando la morta ad una cerchia di persone.

Vista in questo senso si tratta solo di ideologie diverse, quindi se l'altro dice che invece è lui che dovrebbe morire, perché sarebbe migliore dell'altro?

Ok, adesso c'è la concezione che gli omosessuali sono persone come altre e non importa della loro preferenza sessuale, ma se la vedessimo qualche anno fa in cui era normale discriminarli, davanti ad un omosessuale che dice "no devi morire tu", sarebbe stato lui in "torto" secondo l'ideologia generale, perché era ritenuto lui il problema, non l'altro.

Per questo io penso che ciò che c'è di sbagliato nella frase dell'omofobo sia l'augurare la morte a qualcuno in base ad un modo di vivere diverso dall'altro e quindi non avrebbe senso augurargliela a mia volta.

So che è più facile tirare un sasso che parlare civilmente, ma mi chiedo lo stesso perché debbano farlo.

E dato che la società in cui vivo è questa io dove dovrei stare? Se sto in mezzo è come beccarsi entrambi i linciamenti da ambe le parti, perché se dico "eh ma augurare la morte è un po' troppo" poi arrivano quelli "AH MA QUINDI TU LA PENSI COME LUI".

Forse è che ultimamente ho parlato con una tizia che continuava a mettere in bocca alla gente parole che non avevano detto solo per accusarle dato che andavano contro la sua opinione.

Mah, mi chiedo se ci sarà mai un giorno in cui riuscirò a dire "oggi è stata una bella giornata dall'inizio alla fine".

Va beh, sembra che ascoltare Mika mi abbia fatto dimenticare il perché fossi tanto triste, inoltre è anche arrivata la pizza, almeno so come consolarmi.

Non so, forse sto ripensando troppo alle stesse cose a cui pensavo l'anno scorso, a troppe varianti di come potrebbe andare e non andrà e di come sarebbe potuta andare ma non è stato.

Anche se è un po' diverso, però mi sono accorta di starmi facendo un film, non per forza negativo, ma poi mi sono fermata e mi son chiesta: "ma che senso ha pensarci?".

Ci sono cose che mi sa da cui non si può scappare e in un certo senso penso di non averlo fatto, ma forse speravo di non dover più vedere nessuna scena come l'anno scorso, anche se era ovvio non sarebbe andata così dato che il ragazzo di miss y e miss x sono ancora a scuola.

Mi chiedo se per stare bene l'unico sistema sia davvero diventare una stronza insensibile, se per porre fine a questo continuo esser triste debba dire "niente ha importanza" per davvero.

Va beh, adesso è arrivata per davvero la pizza e alla fine ciò che conta è andare a scuola.

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Capitolo 23
*** Invidia ***


[pubblicato il 29 ottobre 2019]
Penso che fin da quando ne ho ricordo non ho fatto altro che invidiare gli altri.
Non credo di detestarmi o chissà che, però andando a ritroso mi rendo conto che ho sempre ammirato il prossimo ferma.
"se solo fossi estroversa come lei, se fossi schietta come lui, se fossi sensibile come lei". 
Erano tutte cose che portavano ad una cosa che non ho mai percepito di avere normalmente: gli amici.
Alt, con ciò intendo amici in real, diciamo che la me di prima non riusciva e basta ad essere come loro. A fare normali relazioni fisiche.
Ricordo che è partita in seconda, mentre mia moglie cambiava classe io vedevo come lei fosse riuscita in poco tempo a trovarsi una nuova compagnia mentre io rimanevo fuori.
Non è che mi tagliasse via lei, però le nostre vite si erano divise e basta.
In fondo mi faceva piacere che lei non fosse sola, ho sempre pensato meritasse di essere apprezzata da più persone.
Intanto come se nulla fosse continuavo la mia vita e mi sono resa sempre più conto di un'altra differenza.
Quella era Mi love, lei era un po' come una luce, non ho mai ben capito come ma riusciva ad attirare tutti e farmi voler bene come se fosse una cosa semplice e naturale.
Ricordo che per me era come una magia e, alla fine, andava bene così, perché anche lei meritava di essere tanto amata.
Avrei voluto che un giorno potesse sorridere alla vita e dire "sono felice di essere viva oggi", magari un giorno lo farà davvero chi lo sa.
Mr x fu invece più come una fonte d'ispirazione, mi è sempre parso libero, come se lui fosse sempre lui in qualsiasi situazione e nonostante ciò era circondato da persone che gli volevano bene.
Lui era diverso da tutti gli altri, come se fosse circondato da un'aura speciale.
Non vorrei mai essere qualcuno che non sia io.
Ma mi chiedo perché anch'io non potevo nascere come gli altri, riuscire ad avere relazioni normali, soffrire e rialzarmi come fanno tutti, trovare comunque sempre qualcuno pronto a starti vicino e accettarlo così com'è.
Mi chiedo se io abbia qualcosa di buono se alla fine tutti se ne vanno sempre.
Chi sono io? Cos'avrei di speciale? Cosa dovrei avere per essere apprezzata?
Fin quando sono gli altri riesco a trovare mille motivi per cui ammirarlo, ma se sono io non trovo nulla, o meglio, non posso decidere io cosa vada bene o meno per le relazioni con gli altri.
Non riesco più a fidarmi dei complimenti altrui quindi alla fine anche dandomi risposte non cambierebbe nulla, tanto se poi non c'è nessuno che senso hanno avuto le belle parole?
Non che dubiti della parola degli altri, ma è come se ad ogni bella frase ci fosse sempre un ma che porta al fatto che io sia sempre sola.
Odio quest'invidia, se non ci fosse accetterei in modo puro ogni cosa e non perderei tempo a pensare a guardare gli altri divertirsi con tante persone.
In fondo tutti abbiamo i propri problemi quindi non è che loro siano più felici o meno, però mi piacerebbe avere qualcuno con cui potermi svagare senza dovermi innervosire.
Non voglio le relazioni come le hanno gli altri in realtà, molto spesso nei gruppi si crea una specie di comunella in cui si fanno e dicono cose che magari col singolo non accadrebbe e non mi piace affatto come cosa.
Non voglio adattarmi a stare in un gruppo di cui non posso parlare di alcune cose se no sono out.
Ma probabilmente è anche per questo che ora son messa così.
Gli anni scorsi non mi fregava niente della mia opinione, a me bastava un minimo di compagnia e per me tutto andava bene. In fondo chissenefrega se uno la pensa diverso da te, se questo potrebbe portare alla rovina della relazione tanto vale non dir niente.
Ma alla fine sono comunque qui.
Ed è per questo che ora invece me ne frega, anche molto.
Mi piace apprezzare gli altri ma ciò non vuol dire che tutto possa andarmi bene, anzi mi devo incazzare, devo essere incazzata.
Non devo farmi addolcire dalla gentilezza intanto alla fine so che sboccherò comunque, quindi tanto vale essere schietti fin da subito.
Per questo non devo star troppo vicina agli altri, ho capito che l'impressione che do è sempre errata quindi bisogna aspettare che comprendano che sono una rompicoglioni a cui non va bene nulla.
Però non significa che faccio l'asociale completa, alla fine se c'è qualcosa di cui parlare parlo, ma non devo volere niente di più.
Bene, va bene così.
Ho iniziato una specie di corso, non so come chiamarlo, per alternanza con la scuola sulla biblioteca delle donne.
Insomma ci ritroviamo e parliamo di questioni di discriminazione, anche se all'inizio riguardava più le donne comunque si parla di tutto, lo trovo divertente.
Anche perché è l'unico posto in cui parlo con qualcuno che non sia la mia famiglia probabilmente.
Mi hanno anche proposto di fare volontariato per una mostra e mi sa che per quando servirà ci andrò.
Come lavoro dovremmo preparare una specie di mini rivista che tratta gli argomenti di cui abbiamo parlato nei vari incontri.
Ci sono tre gruppi: violenza, relazioni e identità di genere.
Io sono in quello della violenza (suona male così ma dettagli), era quello che mi convinceva di meno dato che sembrava molto generico ma alla fine un gruppo valeva l'altro e ho seguito le mie due compagne di classe anche per veder un po' meglio che tipe erano. 
Ci hanno raccontato le trame di alcuni libri e ho scoperto storie davvero interessanti!
Come immaginavo esistono menti che hanno inventato roba che io potrei solo sognarmi di pensare, va beh col tempo forse troverò la storia perfetta per me.
Anche se gli adolescenti mi sembrano normalmente convinti e fermi nelle loro idee, con gli adulti del corso si possono intraprendere conversazioni ampie e interessanti, tutto senza sentirsi giudicati.
Non che i primi vadano male, ma io mi sento una persona molto neutra e non mi piace stare da una parta o dall'altra, penso che dividere uomini e donne sia alquanto inutile. 
Ultimamente mi piacerebbe comprendere meglio gli stereotipi e discriminazioni minori e che risiedono più nella profondità delle persone, magari anche dal punto di vista maschile dato che ho capito che non potrò mai comprenderlo appieno non vivendo lo (come loro non possono fare viceversa).
Infatti la scorsa volta ci hanno raccontato di questo libro chiamato "le ragazze elettriche", in pratica parla di queste ragazze che un giorno incominciano a dare scariche elettriche dalle mani.
La domanda era: cosa pensate succederebbe al mondo ora?
Ovviamente non conoscendo il libro ci sono molti interrogativi a livelli di storia, ma era palese che si volesse riferire al fatto che fino ad oggi vivessimo in un mondo dove gli uomini essendo di corporatura più forte alcuni si sentissero in diritto di decidere per la donna.
Ovviamente in un paese civile accade meno, ma io mi riferisco anche al semplice "attaccar bottone", di cui ora non ricordo il nome, ma mi riferisco a quello che indicava quello molesto e indesiderato.
Insomma una cosa a cui molte persone non danno peso, una persona che ci prova insistentemente oppure un ciao bella o pupa o un fischio indesiderato.
Dunque, dal punto di visto femminile, almeno la maggioranza, non è apprezzato.
Dal mio punto di vista direi che è una cosa istintiva, perché è qualcun'altro che dice o fa qualcosa riferendosi a te senza che tu possa farci niente.
Ci sono molti dubbi che vengono, la sensazione sgradevole di non poterci far nulla perché rispondere potrebbe potare ad una situazione pericolosa o far sì che un fischio diventi una battuta pesante e che tutto finisca in una spiacevole conversazione con un cafone. C'è come un senso di paura e nervoso. 
Diciamo che non è qualcosa di richiesto quindi non vedo perché farlo e in questo libro ne fa anche esempio.
Dopotutto, se tu sapessi che una donna potrebbe fonderti il cervello con una scarica elettrica proveresti davvero a stuzzicarla? Dubito fortemente.
E forse messa così si capisce che è una cosa che si potrebbe benissimo risparmiare e che ci sono molti modi migliori per provare a parlare con una persona in modo educato.
Ovviamente questo si esenta dal libro, dato che in quel caso tutta la situazione degenererebbe e l'abuso di potere passerebbe alle donne, alias non cambierebbe nulla nel mondo, era solo un buon esempio per spiegare come molte cose ritenute semplici in realtà sono sempre un abuso da un lato o dall'altro.
Ma come libro non mi aveva convinto troppo dato che ci sono molte possibilità di cadere nel banale.
Invece l'altra di cui avevano parlato era "Il racconto dell'ancella" che da poco ha avuto molto successo grazie alla serie tv mi aveva intrigato di più essendo che la trama poteva trattare di un'analisi del cambiamento repentino di un modo di pensare e questo tipo di cose mi piacciono.
Va beh, direi di finirla qui che sta scoccando mezzanotte e cenerentola deve tornare a casa.
Dopo tanto tempo ho ritrovato un po' di voglia di scrivere e non mi è dispiaciuto troppo, alla prossima.

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Capitolo 24
*** Unico ***


[pubblicato il 2 novembre 2019]
Penso che al mondo esistano persone uniche.
Sì, lo so, "tutti a modo nostro siamo diversi o unici", però mi sembra comunque che esistano persone che emanano una specie di aura o una linea di pensiero talmente diversa da ciò che riteniamo normale che catturano a sé gli altri.
Non ho conosciuto molte persone realmente quindi non saprei stipulare una lista precisa e parlare di mr x sarebbe scontato.
Non è questo il punto su cui io mi voglio fermare.
Forse non è il paragone giusto, ma è come vedere qualcuno con il talento e poi vedere se stessi.
Magari possiamo essere definiti "bravi" ma non saremo mai dei talenti e la vera differenza si vedrà subito.
Porre questo esempio nella realtà è complesso e probabilmente soggettivo, ma è come sentire una sensazione di capire e non capire allo stesso tempo, "capisco che tu sia così ma non capisco come tu faccia".
Molto spesso mi dico di star guardando le cose dalla prospettiva sbagliata e per quanto ci provi alla fine torno a lamentarmi sempre e soffrire psicologicamente.
Non penso che la giornata di oggi cambierà la mia vita, è impossibile cambiare in un giorno.
Però forse ho sbagliato a vedere le cose fin dall'inizio, associo ogni cosa all'importanza e per questo poi soffro quando le altre persone mi rigettano o non ricambiano.
Così d'altra parte se pensi di non dover dare importanza alle cose allora ritengo non abbia senso di per sé fare tutto.
È come vedere o bianco o nero, non riesco a scrutare il grigio.
Perché dovrebbe avere valore il ricambio? Anzi perché dev'essere necessario? Perché dovrei essere così arrabbiata con le persone che questo mio valore?
Forse ho radicato questa cosa così affondo che è diventato come un principio irremovibile, anche se non direi di pretendere ricambio in realtà, quello che pretendo è di non venire rigettata. Ma perché dovrebbe valere tanto?
Non penso che le motivazioni siano del tutto sbagliate riguardo certe persone, ma mi sento troppo arrabbiata con tutti.
Perché non riesco a togliere il rancore o il sarcasmo?
Probabilmente è da così tanto tempo che desidero che qualcuno possa difendermi o salvarmi che ho iniziato a pretendere che qualcuno lo facesse.
"Vorrei che qualcuno stesse dalla mia parte" non penso sia sbagliato, ma il "pretendo che qualcuno lo sia" no.
Il fatto di "non valere abbastanza" per gli alcuni e non sentirmi compresa da nessuno mi ha reso cinica e arrabbiata.
Non penso che comprendendolo smetterò di essere arrabbiata, ma penso di dover lavorare sulla mia pazienza.
Forse con unicità intendo la mia concezione della parola "maturità".
Ho sempre pensato di essere e non essere normale allo stesso tempo, essendo che se fossi più normale o avrei più amici o odierei tutti, ma al contempo non sono tanto diversa dagli altri, non sono "unica".
Non ho una mentalità abbastanza ampia e anche comprendendolo non riesco ad ampliarla di punto in bianco.
Non serve essere tanto arrabbiati, perché? Perché le cose non hanno importanza? No, allora sono le parole altrui che non hanno peso? No, allora cos'è? È qualcosa che sta nel mezzo a tutto ciò e che io non ho abbastanza equilibrio per capirlo.
Però ammetto che tutto ciò mi ha gasato parecchio, amo le nuove prospettive (tralasciando momentaneamente da dove derivino) dato che mi creano tante nuove idee, anche se non aiutano minimamente la situazione reale.
Credo che dovrò incominciare a concentrarmi su ciò che reputo interessante e non subire troppi colpi da ciò che non approvo, finché non diventa un problema effettivo non devono importarmi le parole.
È un dato di fatto che le cose che ritenga intriganti siano drasticamente diminuite, ma questo non è un motivo per scoraggiarmi, se guardo attentamente riuscirò a raccattare ciò che è rimasto di utile e mettermelo da parte o almeno è come va di solito.

Sono scesa dal treno e la mia piccola gita è finita, ho guardato il cielo e mi sono sentita felice.
Non saprei se definirla felicità sia corretto, stamattina ricordo di averlo guardato e ho pensato "che strano, è nero come la pece".
Pian piano si è fatto sempre più blu e ho pensato che alla fine l'avrei rivisto uguale appena tornata, quasi come se il tempo non fosse passato.
Ho alzato lo sguardo e il cielo era nero, sarà per le nuvole o altro, però dopo tutto ciò che è stato e non è stato mi è parso come un nero diverso.
Con quella scintilla di qualcosa di nuovo da esplorare e studiare, chissà che personaggio sarai e in che storia vivrai mi chiedo.
L'unica cosa che so è che mi piaci già da ora.
Alla fine finché è una storia non esisto né io e nessun altro, tutto può essere creato a prescindere da chi io sia realmente a come reagirei realmente, questo è il bello perché ciò che frena nella realtà nella mente va a 130 chilometri orari e tutto può avere un'armonia.
Per carità anche il realismo ha la sua bellezza, ma ciò che non è mai esistito può diramarsi in infiniti modi, non esiste una fine alla fantasia.
Ok chiudo il mio hype che sono a casa, see you later ~

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Capitolo 25
*** Tempo ***


[questa parte l'ho scritta circa il 10 dicembre 2019]

Si dice che il tempo faccia passare tutto.
Anch'io ho sempre pensato fosse così e in generale sono sempre stata quel tipo di persona che pian piano si dimentica delle cose passate, o forse è così per tutti, insomma: questo è il tempo.
Mi sento un po' come se per tanto, tantissimo tempo, ci fosse stata una continua tempesta e che ora si fosse calmata.
È come se quello che prima era così frustrante da non riuscire a vivere ora non avesse più la medesima importanza.
Ciò che mi ha stancato per lo più sono le discussioni inutili; viviamo in un mondo pieno di conflitti che si potrebbero evitare.
Spesso mi sembra che gli altri vogliano sentirsi offesi o offendere, è come se non fregasse portare rispetto, cercare di capire il prossimo e tener conto di aver davanti qualcuno di uguale a noi: una persona. 
Se si vuole parlare solo con chi la pensa uguale a noi allora che senso ha parlare? Autocompiacimento? Non so, mi sembra così noioso.
Che poi se si parla con un incivile che si triggera appena dici qualcosa di diverso dalla sua opinione è dura pure spiegargli di non doversi scaldare tanto.
Insomma ho capito che se per me avere una conversazione su due cose di cui si pensa diversamente non importa, per l'altro non va bene. O meglio solitamente la reazione degli adolescenti è sparlare poi dietro, trattare diversamente o comunque mostrare di essere offesi nel profondo.
Ma perché? Ho modi maleducati o offendo senza accorgermene? Sembro troppo scazzata? Boh, intanto mica nessuno ha le palle di dirmelo. 
Che poi mi sono anche accorta che con me le persone sembrano sempre più... Mmmh, dolci? Forse caute è più giusto, ma diciamo che se parlo con qualcuno di qualcosa non si usa mai termini offensivi su nessuno o tutti sembrano buonissimi.
Poi vengo a sapere a caso che invece con altri ne dicono di tutti i colori. 
Non capisco, che colpisca la loro coscienza? Che sia la mia famosa aura (su questo ci torno tra poco che è davvero ridicolo)? O mi mentono e basta?
Dubito siano menzogne spudorate, ma mi sa che se istigati allo sputtanare tutti sanno sparlare quanto vogliono, che tristezza.
Anzi altre volte parlare con me quasi sembra farli sentire in colpa, che disagio, non penso ce ne sia bisogno.
Sul fattore aura, questa cosa è assurda e me la porto da sempre.
Cioè, sempre, SEMPRE, c'è qualcuno che dice "la sua aura non mi piace".
MA COSA VUOL DÌ.
Cioè veramente, c'ho scritto stronza in faccia allora, non so se ridere o piangere.
Ora potrei dire che ci ho fatto l'abitudine quindi frega niente, ma fa davvero ridere.
In ogni caso mi sento molto in mood di parlare con chiunque se ce n'è l'occasione, anche se so che dietro dice chissà che puttanata, intanto se mi basassi su questo farei prima a chiudermi in casa.
Inoltre se tengo la giusta distanza posso sempre ottenere buone informazioni da aggiungere alle mie storie e al contempo avere l'occasione di farmi qualche nuova amica, meglio di così non si può.

Parlando di altro, sabato ho detto alla prof di matematica che verrò alla gita e lei era super pimpante e felice dicendo "oh davvero?? Che bello, posso abbracciarti?" CIOÈ TROPPO CUTE MA WTF AHDNSNSK.
L'adoro. È come una seconda mamma.
Poi c'è anche il re del ballo (prof di ginnastica) con cui ho avuto una scena davvero trash giovedì.
Ero vicino a una con cui ho iniziato a parlare da poco perché entrambe giochiamo a pokémon e c'è una scena in cui stavo per chiamare il prof ma lui non se ne accorge e alla fine decido di rimandare la domanda. 
Allora la mia compagna di classe mi fa "cosa gli devi chiedere?". 
Io: "ho visto l'altro giorno che mi ha messo un voto a caso e volevo dirgli che probabilmente lo aveva tolto a qualcun altro dato che aveva interrogato la scorsa settimana". 
E lì lei tranquillamente mi fa "ma no dai, puoi anche far finta di nulla". 
Però alla fine l'ho detto lo stesso al prof dato che alla fine l'avrebbe scoperto comunque o era un pretesto per poter chiacchierare con lui quindi l'ho sfruttato, insomma si è scoperto che la tipa a cui aveva tolto il voto che aveva messo a me per sbaglio era proprio quella che avevo di fianco AHAHAH. 
Non so se l'ho spiegato bene, buh, a me aveva fatto ridere al momento. 
Dopo quasi un mese invece ho rincontrato la nonna (prof di chimica, ormai c'ho tutta una storia dietro che magari un giorno racconto), che mi ha un po' rimproverata di venire a scuola aggiungendo la frase da novanta per cui o si viene o si viene per cui la reginetta del ballo ci teneva molto che venissi e che ho qualcuno che mi guarda dall'alto ora quindi devo andare e basta.

[scritto oggi 20/12/2019]
Domani è l'ultimo giorno di scuola e i miei coglioni hanno riniziato a girare, ultimamente ero troppo di buon umore che mi ero scordata che le persone davanti fanno le gentili ma dietro continuano a scassare la minchia con sta storia della prof di inglese. 
Secondo loro dovrei trattarla di merda o lei dovrebbe trattarmi di merda perché se no sono leccaculo, pensare invece che magari io ho un cervello e se tratto tutti bene non è che escludo quelli che ce l'hanno con te perché AGLI ALTRI non piace. 
Veramente un bel vaffanculo lo manderei a tutti quelli che dopo tre mesi di scuola continuano e nonostante ciò non mi hanno mai detto niente direttamente, che senza palle jesus. 
Non c'è manco bisogno di far nomi dato che io mi comporterei come sempre e gli unici che si offenderanno sono quelli con la coscienza sporca. 
Domani se son ancora così incazzata probabilmente sbotto alla prof dato che pure lei mi ha rotto facendo queste ridicoli differenze, che all'inizio a grandi linee si trattavano di merda a vicenda quindi non è che potessero aspettarsi molto di diverso e in ogni caso non condivido le loro motivazioni.
Ma se pure lei va a rompere a chi la tratta gentilmente solo perché è girata allora ha rotto pure lei, penso che domani andrò e dirò di non voler fare inglese esponendo il perché pretendendo l'insufficienza.
Bah bah bah, magari domani sarò di buon umore e eviterò questo stress, però questo lato delle persone è veramente palloso.
Vorrei tanto esser nata con un carattere diverso che se ne fregasse del sangue marcio o che non lo sentisse, vorrei non essere più triste o sentire il cuore pulsare male.
Vorrei non sentirlo più in gola, non piangere più per cose stupide.
Sono stanca di capodanno e alla fine sta tornando. Non voglio più essere triste per questo. Voglio saper sorridere sempre, non c'è nulla per cui essere triste dopotutto.
Eppure oggi per un attimo mi è sembrato che in fondo non fosse cambiato niente, chissà forse in realtà niente è diverso e sono solo io che faccio finta che sia così.
Sono stanca di questo. Voglio incontrare altre persone diverse, in un posto diverso, in un ambiente diverso.
Vorrei non tenere a niente e nessuno come se fossi in un mondo diverso, come se non fossi mai esistita prima, nessun ricordo, nessuna gioia e nessuna tristezza.
Ma non si può. Per questo bisogna vivere felici lo stesso.
Oggi è stata proprio una bella giornata. Ho riso e scherzato con tante persone diverse e sono andata un po' in giro per la mia città.
Ho visto posti nuovi, ho parlato di argomenti diversi e ho guardato le persone in faccia.
Ho avuto qualche nuova ispirazione e osservato ciò che c'era di bello da vedere.
Per cui in qualunque modo vada domani andrà bene lo stesso, in qualunque modo vada capodanno andrà bene lo stesso, andrà sempre bene lo stesso e forse così un giorno andrà bene veramente.

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Capitolo 26
*** Indifferenza ***


[scritto il 25 dicembre 2019]
Penso che l'arma più forte contro il prossimo sia l'indifferenza perché riesce sia a renderti più sicuro di te agli occhi degli altri sia fa capire di essere in qualche modo intangibile.
Se io non ti mostro importanza allora qualunque cosa tu faccia non mi accuserà alcun danno.
A volte credo che sarebbe meglio essere più indifferenti, potrei fregarmene e basta.
Che importa se non valgo per nessuno, se sono lo scarto di cui ci si ricorda solo nei momenti di noia, se gli altri si divertiranno nelle festività mentre io starò da sola a casa.
Però mi sembra sbagliato, mi sembra che se facessi l'indifferente sarebbe solo una maschera per nascondere le mie emozioni.
Anzi credo sia più comodo fregarsene, dire "non importa", quando è falso.
Importa. È importato così tanto che dire di no sarebbe una menzogna, quindi perché non dovrei essere triste? Perché non dovrei dirlo? Perché non dovrei mostrarlo?
Se vengo dimenticata e trattata come un giocattolo rotto di cui ci si è stufati è un mio problema.
Dopotutto quel giocattolo non valeva niente quindi è normale che non se ne parli più o che non si provi niente nei suoi confronti.
Se dico che mi fa male è solo un mio problema, perché sono solo io a vederlo.
Mi sa di stronzata onestamente, non riesco a capirne il ragionamento.
È ovvio che gli altri non abbiano problemi se il problema è proprio che se ne sbattino il cazzo di me.
Sono stanca, vorrei che non esistesse più capodanno, anzi nessuna festa.
Nessun compleanno, nessun ultimo giorno di scuola, nessuna festività.
Così esisterebbe solo la routine e pur essendo uno scarto se un giorno vale l'altro non avrei motivo di capire di esserlo.
Ma non penso sia tanto questo il problema, solo che le festività mi deprimono e mettendo ansia.
In qualche modo spero sempre che qualcuno arrivi e mi dica "sto io con te a capodanno", ma al contempo so già che non arriverà.
Anche perché non c'è tanta gente che potrebbe farlo.
Alla fine è naturale dato che tutti hanno la propria compagnia di amici, non è che se ne privano per me, anche se è questo il senso di essere uno scarto, per l'appunto.
Vorrei già essere alla fase successiva in cui ho conosciuto nuovi amici e tutto va meglio.
Vorrei poterne parlare normalmente e chiacchierare su quello che si è fatto o non fatto, invece no, ora non voglio proprio saperne niente, non voglio sentire nessuna storia nessun grande avvenimento. 
Spero che almeno da gennaio in poi mi riprenda in fretta e che starò scazzato giusto per queste due/tre settimane.
Forse è anche che ultimamente sto giocando troppo o sto troppo a contatto con qualcuno, se riesco provo a tenermi del tempo per starmene da sola a sognare le mie storie.
Buon natale apette, spero vi abbiano portato tanti regali.
Btw ho appena finito questo disegno e forse lo metto come copertina della storia ~

Btw ho appena finito questo disegno e forse lo metto come copertina della storia ~        

 

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Capitolo 27
*** Muro ***


[scritto il 23 gennaio 2020]
Una volta avevo un muro fatto di rocce, cercavo ogni giorno di toglierle un po' alla volta, mi chiedevo il perché ci fossero.
Facevano sì che rimanessi nel silenzio pur volendo parlare.
Credo di essere riuscita ad abbatterlo un po', ma per qualche strana ragione, penso che il mio inconscio abbia deciso di tirarne su un altro di vetro, quel tipo di vetro che non fa vedere l'interno, io sono l'interno.
Però non mi interessa provare a toglierlo, anche perché davanti a me c'è una porta in grado di farmi uscire.
Qualche volta mi piace far viaggiare una parte di me, pur sapendo in realtà di essere ancora dietro il vetro, come se potessi vivere fuori.
Mi chiedo perché dovrei voler vivere al di fuori. Pensandoci mi sembra che in realtà dovrei farlo solo per sopravvivere, trovare lavoro e campare. Sarebbe per questo che gli altri escono? Perché così è la vita e basta.
Che noia, non ne ho voglia. Però non ho nemmeno voglia di morire, mi chiedo che dovrei fare ora.
Chissà se esiste qualcosa che riesca a farmi tornare la voglia di uscire da questa routine.
Devo cercare di farmi forza, provare a svegliarmi un po' presto, anche se non so manco per cosa.
Dev'essere brutto avere un'amica come me che butta la sua vita, io non ne sarei felice.
Va beh, anche per questo ho smesso di parlare di quel che faccio agli altri, intanto porterebbe solo depressione.
Mi sembra che ultimamente le persone siano un po' tutte gentili con me, devo far pena, che peccato.
Mi dispiace che sprechino tempo per me, sarebbe bello se fossi stata una persona diversa, così avrei potuto soddisfare quella bontà.
Massì, alla fine troverò qualcosa adatto a me, per ora mi limiterò a fare regali che mi facciano sentire bene.

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Capitolo 28
*** Sparire ***


[pubblicato il 12/04/2020]

Penso che questa quarantena abbia posto un epilogo alla mia vita scolastica.
Ultimamente mi sembra di aver creato due identità sempre più distinte di me stessa, se si può darle un nome le chiamerei "Seira" e "Patrizia".
So che sono la stessa persona, ma in un certo senso una ha avuto un proseguimento più sfortunato dell'altra.
Seira può essere felice, arrabbiata, triste, annoiata, può essere tutto.
Seira ha una famiglia con la quale scherza e litiga, ma a cui vuole bene. 
Invece Patrizia è quella parte che sta al di fuori, quella che ha vissuto l'esperienza scolastica, che quando mette piede in casa si trasforma in Seira.
Patrizia soffre sempre, si fa abbattere e non ha niente.
Ha sempre creduto di essere Seira, ma un giorno si è svegliata e ha scoperto che i loro sono due mondi separati.
Perché Seira non pensa alla realtà, per cui non può essere realmente infelice, Seira è forte perché cerca a modo suo di avere tempo per i suoi amici, cerca di aiutare tutti e di vivere spensierata.
È coma la protagonista della sua soap opera.
Mentre Patrizia è il costante personaggio indefinito nello sfondo, quello senza volto che nessuno nota se ci sia o meno.
Dopotutto se fossero la stessa persona come sarebbe potuta finire schiacciata così? Se fossi stata fin dall'inizio sempre Seira, quella che è andata in una community a cercare nuove amicizie, sarebbe davvero andata così? Soppressa da un muro di timidezza e imbarazzo? Dubito.
Con Seira non si raggiunge mai il punto in cui non sei nessuno, anche se posso ammirare qualcuno che magari non mi conosce granché allo stesso tempo posso scherzarci con e qualche volta chiacchierare tranquillamente.
Ma sono sempre poche persone, in ogni caso c'è sempre qualcun altro al mio fianco della quale mi posso fidare quindi non si sente il peso di non essere "corrisposti".
Invece cosa ho ottenuto con Patrizia? Stima e ammirazione per chi? Amore per chi? Dove ho messo tutto ciò che ho dato? Ho dato realmente qualcosa? Ho fatto realmente qualcosa in questi quattro anni? Che cos'ho fatto? Perché non ho niente?
I miei compagni di classe di qualunque anno vivono le loro vite indipendentemente da me, i professori ci tengono in quanto professori, ma al termine della scuola non ci sarà più niente.
Sono solo un numero problematico della classe che prima o poi sparirà.
Le persone che dovrebbero aiutarmi sono gli amici. Ma quali amici?
Certo ho persone che ritengo tali, che ci sentiamo a volte, ma non sono quei amici con cui esci fuori, senti spesso e non vorresti mai lasciare.
Non c'è quello che invece ha Seira.
Dunque in fondo ho solo me stessa, io che mi sforzo che tutto possa andare bene anche così.
Ma no. Non ne posso più, che senso ha tutto questo? È una pena e basta. Perché dovrei farlo poi? Per andare all'università e cominciare da capo? Per un diploma? Per un lavoro? Perché dovrei volere queste cose? Per la sopravvivenza? Per non essere buttata fuori di casa? Quindi è questo il grande senso che spinge ad andare avanti? Ma allora perché far nascere delle persone per una vita così?
Forse si spera che si facciano meno seghe mentali di me, quindi sono io sfigata? Beh, in fondo immagino di sì.
Che si aspettavano? Che pensassi alle piccole gioie della vita e andassi avanti per ideali e sogni perché è così che si fa?
Ma che cosa sono i sogni d'altronde? Perché sono così importanti? In una realtà così ipocrita hanno realmente senso? Perché poi io dovrei spiccare in mezzo agli altri? Sono solo una buonista del cazzo nata nell'epoca sbagliata. 
Qui bisogna stare da un lato o dall'altro, sinistra o destra, razzisti o no, omofobi o no, ma uno dei due lati deve morire sempre per forza. 
Ora capisco perché Gesù ha fatto quella fine.
Ultimamente sarà per la Pasqua ma ragionavo a come dovesse essere realmente quell'uomo, ovviamente pensando sia esistito realmente.
Mettiamo da parte spiritualità e religione.
Immaginate un uomo in quell'epoca in cui tutti erano bigotti mentre vogliono lapidare una perché peccatrice dice "chi non ha mai commesso peccato lanci la prima pietra" (o robe del genere, non ho mai studiato religione quindi non scassate u caz) e di fatto nessuno osa lanciare niente. 
Cioè che potenza! Se non fosse una religione sarebbe la scena di una storia fortissima.
Probabilmente per questo ha riscosso tanto scalpore, perché nessuno può amare realmente tutti come se fosse un fratello, nessuno può credere che anche il peggior uomo abbia un lato buono, quindi come può lui? Come può essere tanto buono? E così ha dato la speranza che tutti possano essere salvati.
Ma da lì tutto è deviato in spiritualismo e cose del genere.
Ma il concetto di base è quello in cui credo anch'io, ma in quest'epoca è antiquato tutto questo.
Perché per far essere buoni tutti c'era il paradiso e inferno, non era perché ci credessero davvero nelle sue parole.
In fondo erano dunque mossi solo dalla paura dell'inferno e della morte.
Troppa, troppa ipocrisia.
Ora che viviamo in un mondo senza dei comandato dalla scienza perché non dovremmo condannare il prossimo? Perché dovremmo essere gentili con tutti, con anche coloro che ci vogliono del male? Non c'è alcun motivo!
Che merda sostanzialmente. Dunque anche scrivendo non è che cambierei il pensiero di qualcuno, perché di per sé non c'è un motivo per non odiare.
Ma quindi perché io dovrei impegnarmi tanto a comprendere chi non mi deve niente?
Perché come fare del male non ha motivo anche fare del bene non lo ha. Perché dovrei scegliere il male quindi? Dovrebbe essere più semplice? Più consolante? Non lo capisco, è così bello amare!
Avete mai osservato gli altri per bene? Che siano preti, criminali, benzinai, architetti ecc... tutti hanno una loro storia e nessuno di loro nasce malvagio o ricolmo d'odio!
Ci sarà sempre chi vorrà fare danni, ma se un po' tutti cercassi di non odiare quest'ultimi e di prendere alla leggere chi non la pensa come noi sono certa che il mondo sarebbe ben diverso.
Non è qualcosa di difficile in realtà.
Per questo non capisco perché sia qualcosa di così stupefacente o disprezzato.
Ormai dare importanza a chi non conosci è moralista e buonista. Ma che vuol dire??
Siamo tutti umani, non c'è chi è più importante dell'altro in fondo.
Il "valore" è qualcosa che noi stessi creiamo, ma in realtà non esiste.
È una comodità, perché non si può dedicare la propria vita per tutti, quindi bisogna scegliere.
Come posso dire, so che può essere mal interpretato, ma se io ho tot amici a cui tengo più di altri non vuol dire che loro siano effettivamente di valore più alto e di fatto non c'è qualcuno che meriti più di altri un certo tenore di vita...
È tutto dovuto al caso insomma, per quello bisogna accettare ciò che si ha e basta.
Forse è una visione un po' semplicistica, ma è meglio che non mi metta problemi anche su cose così.
La mia visione sarebbe utopica ma sono dell'opinione che ad una domanda del tipo "se due persone dovessero morire tra una a cui tieni e una che non conosci dovesse morire, chi sceglieresti?" direi "Entrambe", perché che l'altro sia meglio peggio nessuno dei due merita di più la vita o la morte.
So che è una visione astratta della realtà, ma credo che il motivo per cui ne siamo così lontani è anche dovuto al fatto che nessuno creda alla possibilità che possa migliorare in questa direzione. 
Insomma tutti vivono nella convinzione che "ma intanto non lo fa nessuno, quindi perché dovrei farlo io", invece no casso! Questa è solo una scusa. Se lo si desidera possiamo migliorarci, possiamo comprenderci tutti, ma immagino sia sempre più semplice chiudersi nella convinzione che sia l'altro a non volerlo fare e dunque costruire un muro a propria volta che provarci.

Probabilmente mi sarò persa nei discorsi molte volte, dunque spero di non aver offeso nessuno e che si accettino i miei deliri delle 5 del mattino per quello che sono... Ovvero deliri DELLE CINQUE DEL MATTINO.
La situazione sta palesemente peggiorando direi.
Vi voglio bene, buonanotte amicissimi.

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Capitolo 29
*** Periodi ***


Non so perché da ieri mi sento giù, in realtà dall'una di notte di ieri.
Mi sono ritrovata ad essere sola su discord senza aver minimamente sonno, mi sono sentita appesantita da qualcosa.
"Che stanchezza".
Ma perché? Negli ultimi mesi andava meglio e non ho pensato a nulla.
Spero che passi presto, stamattina credevo già di stare meglio, ma alla fine giocando ho capito che ero ancora instabile perché mi sono innervosita troppo.
Allora ho visto un po' di episodi di qualche anime, ho iniziato glepnir che sembra piacermi e ho rivisto i primi ep di fmab.
Ho anche giocato con due amici che non conosco molto ma con i quali mi sento tranquilla.
Ho incontrato pure una viper che flammava e alla fine del game mi ha detto di andare in cucina.
Ahah, quello è stato funny, non capisco quelli che riescono a stare 40 minuti incazzati flammando e quando sbagliano loro iniziano a piangere e romperti ancora di più i coglioni.
È il periodo perfetto per vedere Naruto con un amico che si sente poco ed è divertente, ma sembra scomparso nelle ultime 24 ore, peccato.
Mi chiedo perché ho riniziato a pensare a cose vecchie e a deprimermi, non serve provare emozioni riguardo la vita se è così e basta, inoltre sono irrazionali quindi non posso manco lamentarmi, un po' come dire "perché la mela è rossa? Uffa la volevo viola".
Cambiando argomento mia sorella è apparsa da sotto il letto e mi ha fatto prendere un infarto.
È proprio carina, la best girl.
Purtroppo oggi era un po' triste perché ha litigato con la sua migliore amica, ho provato a parlarle un po' ma non so quanto abbia fatto di bene, non sono buona in queste cose.
Almeno ci sono i pupazzi a consolarci.
Una cosa semi divertente che mi ha detto però è: tu avevi già visto che non stavo bene perché stamattina non ho salutato Timmy.
Timmy è il mio pupazzo criceto grasso giallo che mi porto in giro per casa chiamandolo bimbo, stamattina quando ero passata da mia sorella lei mi ha ignorato anche se facevo vocine con Timmy.
Mia sorella ama davvero i pupazzi, forse più di me e forse, anzi non forse, più delle persone.
Che abbia creato una deviazione mentale a mia sorella? Massì, intanto è giusto amare e venerare i pupazzi, loro ci saranno sempre per farsi abbracciare e spupazzare.
E niente è arrivata la pizza quindi mi fermo così, mi sento già meglio.
Alla prossima e congratulazioni a tutti i diplomati di quest'anno.

 

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Capitolo 30
*** Mi love ***


Mi love.
Mi love è bellissima, carinissima e milovosa.
Stavo pensando a mi love, quindi volevo scrivere di mi love.
Mi piacerebbe stare con mi love ed essere più affettuosa con lei.
Molte volte non mi sento una buona mi love con mi love e mi dispiace, mi sembra che altri siano più utili di me nei momenti brutti.
Ieri ero triste perché avevo parlato con il soldato, mi love e jokah di vari argomenti dove abbiano avuto discussioni pacifiche o comunque contrasti di idee in cui mi sono resa conto che io non sto mai dalla parte di nessuno.
Non nel senso neutrale.
Ma che se il soldato dice che è colpa di mi love io dico di no, se mi love dice che è colpa del soldato io dico di no, se jokah flamma uno che conosco dico di no, MA ALLORA MANNAGGIA AL SANTO AMUMU POSSO AMMAZZ- no.
Con jokah in realtà non abbiano parlato granché perché non era serissimo il discorso e nel bel mezzo ho iniziato a pensare "ma perché da due giorni parlo con gente che flamma l'altro e difendo a caso l'ultimo cercando di calmare la situazione?". 
Ma chi me lo fa fare. Ma perché sono così. PERCHÉ NON MI VA BENE.
Del tipo se alla fine uno crede che l'altro sia in un modo e io cerco di capire entrambi quindi penso che entrambi abbiano le loro ragioni, uguale non c'è esattamente uno stronzo da condannare, perché dovrei cercare di intromettermi, perché non va bene lo stesso? Perché dovrei arrivare io a dire all'altro "guarda lui potrebbe averla vista un altro modo, secondo me dovreste parlane, non serve insultarsi fin da subito blablabla bla bla" MA CHE VITA TRISTE CHE HO. 
È sempre così. Con chiunque sempre.
Com'è possibile.
Cioè pensandoci. Sinceramente. Le mie soavi parole sono mai valse a qualcosa? In questi casi? Che io sappia no, DITEMELO SE SIA MAI SUCCESSO. 
Quindi perché mi devo tormentare da sola, che poi deprimo di più mi love, quindi anch'io mi deprimo e poi inizio a pensare che tutti gli altri consolano mi love meglio di me, le stanno accanto e sanno fare più gli amici dalla sua parte che io.
Basta.
Ma perché sono così rompicoglioni.
Forse ho preso da mia madre non so.
Però mi disturba quando vedo conflitti protrarsi avanti senza un motivo a me comprensibile.
Appunto non ho empatia.
Non comprendo il prossimo.
Tutta la vita vedo persone assurde che litigano a caso (non mi love obv) sopratutto in real e ancora cerco un motivo dietro ad esso.
E mi deprimo pure per questo.
IL MONDO È COSÌ, BASTA DANNEGGIARE LA TUA PSICOSI SEIRA.
Io è giusto che dica ciò che penso. Non c'è bisogno di deprimersi.
Mi love è mi love anche se mi love è più mi lovosa di me.
Non c'è niente che mi debba danneggiare in tutto ciò.
Non ho voglia di parlare quindi non parlo, ho voglia di parlare quindi parlo.
È TUTTO SEMPLICISSIMO.
Adesso sto molto meglio.
Prima pensavo a mi love che è speciale, perché mi love sembra sempre fare super amicizia con tante persone nuove.
Del tipo io conosco jokah e il giorno dopo mi love e juuuokah sono super amici.
COSA MI SONO PERSA.
Non è una questione di gelosia, ma mi sembra manchi qualcosa in mezzo.
CHE COSA SBAGLIO.
Nande. Non è un problema, ma più tempo passa più mi sembra che il mio rapporto col prossimo sia sempre dimenticabile. 
Ma io sono sempre io. 
Non faccio abbastanza battute? Non sono divertente? Non sono coccolosa? NON POSSO ESSERE AFFETTUOSA DA SINGLE. 
Cioè è una legge non scritta. Alla fine mi love non si tocca perché ha già il soldato, ma io non ho nessuno quindi essere affettuosi manda """""messaggi"""" (il dio Amumu sa dove ficcherei quei messaggi a chi li percepisce), NON PUOI SAPERE DI CHI TI PUOI FIDARE. 
Ed essendo che negli ultimi giorni i discorsi son stati "eh ma non esiste la vera amicizia tra uomo e donna" COME ESCO DA QUESTO LIMBO. 
Cioè ok nemmeno con le donne funziona, ma se la storia si ripete come faccio a uscire dal mio guscio protettivo contro l'amore altrui. 
Poi la gente pensa sia asessuale. Ok, OK.
Immagino che io sia definitivamente pazza, sarà per questo che non attiro nessuno, che sono così inesistente. 
Parliamone: faccio le vocine con i pupazzi e li abbraccio forte a 19 anni, sarà per questo che non mi sento accettata e ho problemi sociali.
Ma per fortuna c'è mi love. Perché mi love mi dà la carica che lei stessa ha quando parla con persone nuove, quindi penso SE MI LOVE PUÒ ANCH'IO POSSO FARCELA.
Un giorno anch'io sarò super love love e riuscirò a parlare normalmente col prossimo.
Così riuscirò a essere più mi lovosa con mi love e riuscirò a abbracciarla ogni volta che ne ho voglia.
Ricordo nel periodo del compleanno dell'anno scorso che volevo abbracciarla quando era triste o altre volte, ma non mi sembrava propensa quindi avevo paura e alla fine non ce la facevo MA CE LA FARÒ.
MI LOVE RIUSCIRÒ A SPUPAZZARTI CONTRO IL TUO VOLERE LO GIURO.
Anche se sarai depressa o triste ti abbraccerò perché voglio far sapere a mi love che mi love soffre con mi love PERCHÉ MI LOVE È UNA COSA SOLA.
Mi manchi tanto mi love, spero ci sentiremo presto.
Ah, ho scritto tutto pensando di avere la vocina, quindi se alcune cose sembrano serie provate a ricordarvi della mia voce e capirete quanto invece sono stupida (per chi può obv).
Evol im oma oi.
Buonanotte amici vi voglio tanto bene, anche se solo come amici nessuno vi amerà come me. 
Amicissimità > relazioni amorose.















 
 
 
 


 
 
 
 
 
 


 
 

Mi love >>>>>>> tutto.

 

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Capitolo 31
*** Pagina 31 ***


[pubblicato alle 2 del mattino]
Mi sento stanca, anche se ho dormito di pomeriggio vorrei dormire per un'altra giornata.
Non ho voglia di fare niente, stavo pensando a che fare domani, al che dovrei fare dopo essermi svegliata, al perché dovrei svegliarmi, ma non c'è nulla.
Non ho voglia di giocare ma giocherò comunque, vorrei scrivere ma non scriverò niente, volevo disegnare qualcosa che mi piacesse, ma non ho idee e in ogni caso non mi piace mai ciò che faccio.
Non ricordo nemmeno come facevo a scrivere tanto, come facessi a rimanere concentrata a formulare frasi di senso compiuto.
Forse se fossi in compagnia ce la farei ma non so nemmeno che cosa io intenda con compagnia, però sento che ci sarebbe qualche modo per scrivere qualcosa con qualcuno, ma di fatto se c'è qualcuno gioco o parliamo quindi non posso scrivere.
Dunque dovrei farlo da sola, ma mi perdo nei pensieri e non riesco.
Sono stanca, a volte mi sento davvero tanto stanca e mi viene da piangere dal nervoso, però non c'è qualcosa che non vada, non c'è niente che mi faccia soffrire, la giornata la passo tranquillamente e non direi di essere triste, mi diverto, parlo con gli altri e non provo niente di negativo.
Eppure ho lo stesso un nodo alla gola.
Voglio piangere, ma non c'è niente di cui piangere.
Sono stanca e non riesco a dormire, vorrei tanto essere in un posto in cui piangere avesse un senso, in cui se fossi triste avrebbe senso esserlo, in cui se provi qualcosa ha senso provarla, in cui qualcuno possa essere lì e possa ascoltarti e condividere le esperienze, in cui non esistesse la solitudine.
Ma in realtà non sono sola, per qualche strano motivo una parte di me avrebbe voluto diventare una persona amata dal prossimo, ma non mi interessa più, nonostante a volte ci pensi alla fine ciò porterebbe solo altro stress.
Le persone odiano troppo e io sono veramente stanca di ciò, qualunque cosa si faccia niente cambierà la realtà dei fatti, per questo non posso integrarmi socialmente e per questo non ne ho voglia. 
Viviamo in un mondo troppo complesso, di persone troppo complesse, non fa più per me cercare di averci a che fare eppure continuo a pensare alla realtà. Chissà perché. 
Mi piacerebbe poter avere accanto qualcuno che riesca a vedere ciò che vedo io, qualcuno che possa guardare il cielo e sorridergli.
Mi piacerebbe conoscere qualcuno che sia felice di rendere il prossimo felice pur non conoscendolo, non cercando un tornaconto, qualcuno che lo faccia senza pretese come se fosse naturale.
Qualcuno, che magari, non faccia parte di un film.
Ora ho finito di lagnarmi quindi vado a cazzeggiare finché non crollo dal sonno, buona giornata cari lettori, spero che stiate o facciate bei sogni di radiante oggi.

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Capitolo 32
*** Pagina 32 ***


Come sempre è iniziato all'improvviso, forse ero così anche ieri ma oggi ho sentito come la sensazione che nelle ultime settimane io avessi pensato troppo.
Ho iniziato una nuova serie tv e grazie ad essa ho smesso di pensare, adoro il dr. stranamore e quindi dubito di tornare alla realtà in breve tempo, ma forse anche questo mi fa male.
Sono stanca, lo scrivo sempre, ma non è che lo sia sempre, è solo che quando scrivo, scrivo perché sono stanca.
Ho iniziato a sentire quella sensazione in cui vorrei che non ci fosse nient'altro a cui pensare, voglio solo immergermi nella storia e basta.
Però devo anche mangiare e dormire, soprattutto dormire è il problema.
Fra poco vado pure in vacanza, però in fondo ci volevo tornare da un po', ma allo stesso tempo mi annoia, vorrei non far nulla.
Avrei voluto che venisse anche mi love, ogni anno sogno di fare questa famosa vacanza in Trentino e alla fine finisce sempre che non si fa niente, ormai non conto manco più gli anni.
Forse sono un po' più triste per questo, ma in fondo non importa dato che andrò in Calabria con lei.
Và tutto bene.
Ultimamente mi immagino di incontrare qualcuno di speciale, come sarebbe averlo, ma in fondo so che non ce l'avrò mai, soprattutto di questo passo.
Che palle sono stanca della vita, non voglio pensare, essere felice o triste, vorrei essere una macchina capace di provare solo un certo numero di emozioni, una specie di attore perenne.
Sono sicura che se lo fossi riuscirei a vivere meglio e forse a trovare qualcuno.
Gli umani sono troppo complicati per me e ho troppi problemi per "far colpo".
Questo mondo non fa per me, non ho motivazioni per andare avanti, so che sarebbe meglio provare emozioni dal vivo ma ho troppi limiti causati dal fatto che non sono abituata alla gente, a parlare, sono strana e ho paura del prossimo, non sono fatta per la socialità.
Alla fine ho già avuto la mia dose di emozioni, è durata poco ma è durata.
Ora che ci penso, un'altra cosa che può avermi depressa è proprio il dr stranamore.
Lui è proprio il tipo d'uomo che almeno a primo impatto nella serie mi piace e che probabilmente qualunque cosa farà continuerà a piacermi, mi ricorda mr x. Non nel carattere, è la sensazione di felicità quando lo vedo, quella cosa nel petto che ti fa sentire felice di vivere, che basta un gesto e sorridi. Peccato che sia il personaggio di un telefilm, beh immagino che fosse per questo che Mr x era tanto speciale.
Ma ormai tra covid e anni che passano si può dire che è letteralmente andata, anche se cercherò di godermi la prossima volta che ci vedremo.
Anzi penso che continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni, dopotutto non tutti possono ammirare un figo dal vivo nella propria vita, si può dire che sia fortunata, se mai lo rivedrò davvero.
Mah, passiamo avanti al pessimismo e diciamo che in un futuro chiederò di guardarsi questa serie con me, anche se prima dovremmo finire Naruto, poverino.
Però i primi episodi sono veramente belli e la sua figaggine mi colpirà sempre al cuore, non sarò mai triste di riguardarla.
È deprimente guardarsi una serie da soli, anche questo deve avermi portata qui, inoltre realizzo che a metà della seconda serie non ho manco nessuno che possa vedersela con me e non ho voglia di riniziare con qualcuno una serie che ho iniziato ieri per stare in pari, che tristezza.
Senza contare che forse non c'è nessuno che se la guarderebbe con me ai miei ritmi.
Tranne mr x, ma gli ho già interrotto due serie se non di più e una piccola parte di me è dispiaciuta per questo per cui vado a vedermi il quattordicesimo episodio in silenzio, ciao ciao amici, buonanotte.

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Capitolo 33
*** Schifo ***


[pubblicato il 6 agosto]

C'è stato un momento, mentre facevo la doccia, in cui l'acqua calda è magicamente sparita e mi sono dovuta lavare i capelli con quella fredda (grazie vecchie case di montagna per l'efficienza). 
Ero in quello stato in cui morivo di freddo e improvvisamente mi stavo deprimendo.
Sin dalla mattina ero giù, perché pensavo al mare, al dovermi mettere il costume, al fatto che poi pensano che sono strana, poi mi love ha l'amica strana o cose così.
Dunque sono arrivata a un verdetto: io mi faccio schifo.
Ho sempre pensato di non amarmi troppo ma nemmeno il contrario, però in realtà faccio schifo e basta.
Sono un fallimento sia nella vita che nel corpo, non c'è niente che mi piaccia di me.
Ho la pelle cadavere, la faccia brutta, i capelli brutti, le gambe e braccia brutte, anche le mani, tutto è semplicemente brutto.
Il mio fantasticare mi ha sempre distratto dalla verità dato che non è che stia male o voglia morire per questo, però il fatto che io sia un fantasma ha contribuito al fatto di volerlo rimanere.
Non voglio che nessuno mi veda nel bene o nel male.
Ma se vivo e voglio stare con mi love devo esistere quindi c'è un problema.
Nei film dicono sempre che quando si riconosce di avere un problema siamo ha buon punto.
Adesso il passo successivo: risolverlo.
Di certo dubito di poter fare chissà cosa in queste due settimane per cui penso le passerò nel disagio pensando solo ad essere felice perché sono con mi love, al massimo i suoi genitori non mi inviteranno più e basta dato che non vado in acqua.
Va beh l'importante è sopravvivere.
E non andare troppo in crisi, questo dovrei farcela, devo mantenere la calma.
Sono solo una specie di hikkikomori che vuole esplorare il mondo al di fuori della sua stanza, dunque sono nel panico.
Penso che tutto sia partito tanto tempo fa e il culmine è stato quando ho capito di non esistere per chiunque a scuola, come se fossi uno spirito che a volte saluti con la manina perché vedi la sua ombra per caso.
Da lì mi sono stancata di voler esistere quindi ho accettato la mia essenza da fantasma.
Tutt'ora sono stanca, però forse dovrei uscirne lo stesso. In effetti non so nemmeno se voglio risolvere questa cosa, boh.
Vedremo il tasso di disagio che proverò nei prossimi giorni e poi deciderò se chiudermi in casa o fare qualcosa di innovativo.
O entrambe le cose.
Mi sa che lo devo dire a mi love, però mi dispiace per lei, sarebbe bello se fossi più normale.
Spero mi accetterà lo stesso, in fondo è mi love.
Dato che non voglio deprimermi troppo fuggo e vado a cazzeggiare su Isaac o altrove, bye bye amici.

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Capitolo 34
*** pagina 34 ***


[pubblicato il 9 settembre]
Nessuno può capire, nessuno capisce e nessuno capirà mai. 
Per la sesta volta tutto rinizia e io sono stanca, di nuovo stanca. 
Stavo bene ed è bastato un corso di recupero a rifarmi sentire la stanchezza. 
È solo un anno, lo devi. 
Devi. Devi. Devi. 
Perché? 
A chi? 
Non devo niente a nessuno. Cerco di ricambiare la gentilezza con affetto, lo faccio con i miei amici e con la mia famiglia, ma non devo a nessuno come gestire la mia vita. 
Come sia meglio vivere la mia vita. 
È mia, non ho deciso di averla, non è un dono, ma una scommessa che può andare bene o male. 
Per questo non la devo a nessuno. 
Eppure per quante volte io pianga o stia male non importa a nessuno, devo risolverlo io mentre devo fare il favore di finire l'anno, perché lo devo, ma non importa come lo passi perché tutti stanno un po' male al liceo, è solo un passaggio alla vita adulta. 
Ma voi non siete me, se a tutti va un po' male a chi più e a chi meno non me ne frega un cazzo. 
Perché non sono io. Non. Sono. Io. 
Sono due, due anni che piango, mi sento male, non dormo, non riesco a dormire a qualunque ora io vada a dormire, mi sforzo, ma non è mai abbastanza per nessuno, è sempre il minimo indispensabile, non è mai abbastanza. 
E se mai mi diplomerò significherà solo che sono finalmente riuscita a fare il minimo e tutto questo tempo passato a scrivere e a stare male non varrà niente per nessuno, sarà come se non ci fosse stato. 
È come se il fatto di non andare a scuola fosse per pigrizia, eppure chissà perché per 4 anni è andata, chissà perché ad un certo punto basta. 
Improvvisamente la mia pigrizia è aumentata, insieme a crisi e pianti, ma questo è un dettaglio, ciò che non si vede non esiste, e se lo si vede lo si sminuisce no? 
Non ne posso più, ho così tanti motivi nella testa che mi ricordo ogni volta che mi devo alzare per andare a scuola alle 6 e mezza del mattino per cui mi fa pena andarci che non ne posso più. 
Eppure le persone a me care non lo capiranno mai. 
Mi sembra di cercare sempre di accettare le decisioni del prossimo, di farmele andare bene anche se non sono d'accordo perché non è la mia vita, perché se gli altri stanno bene non ho motivo di nuocerli, ma quando sono io i discorsi sono sempre uguali. 
Nessuno si fida di me, nessuno mi darebbe in mano qualcosa di prezioso perché potrei romperlo o rovinarlo. 
Alla fine tutti arrivano a questo, inizialmente magari no, ma alla fine vedranno che sono questo e basta. 
E io non sono questo e basta. 
Sono goffa sì, ma se qualcosa è importante ci sto attenta. 
Se mi sembra che una discesa con mia madre sia troppo ripida chiedo aiuto o faccio una strada più lunga, se un piccolo scalino sembra non poterla farla passare da davanti mi giro e la sollevo da dietro, per passare la strada guardo bene e cerco di andare a una velocità sicura. 
Se penso di non poter fare una cosa non la faccio, dato che intanto non è che ci sia qualcuno che mi sproni a fare il contrario. 
Mi sono sempre atteggiata a bambina perché mi sentivo una bambina, ma adesso è finita. 
Sì faccio la stupida coi pupazzi e mi piace fare scherzetti come se fossi una bambina, ma non è più come in prima liceo, non ha a che fare con la mia maturità, con il quanta fiducia io meriti.
Le cose cambiano e anche le persone. 
5 anni fa mia madre camminava e ora no, 7 anni fa usava la macchina e ora no e 10 anni fa mi portava al parco e ora no.
È ovvio che io debba crescere.
È ovvio che se prima poteva cucinare e lavare lei ora non è più così. 
È ovvio che se capisci che il tempo è prezioso lo apprezzi di più, diventi più calmo e gentile. E se ti sgrida non te la prendi più e anche se è una solita mamma che si lamenta che mi fa perdere i game solo perché le gira va bene lo stesso. 
Perché non c'è tempo. Non c'è tempo. 
È come se i miei successi o fallimenti dipendessero dalla scuola, come se quella stabilisse chi io sia, se meriti fiducia o meno.
Eppure quando penso di dover ringraziare qualcuno o di scusarmi io lo faccio, quando voglio aiutare qualcuno cerco il modo per farlo, cerco di accettare i miei cari in quanto tali e non pretendo che vivano la vita nel modo che io ritengo dignitoso.
Eppure se un prof sbaglia a mettermi un voto glielo dico, e perché? Bontà d'animo? Leccaculo?
Perché se ha sbagliato alla fine se ne accorgerà perché arriverà quello senza voto che dirà "ma come mi ha interrogato l'altro giorno" e allora dovrà cercare e dopo un po' capirà di averlo messo a me e io dovrei dire "ah non me ne ero accorta" così lui dovrà cambiare voto e programmare alla settimana successiva un interrogazione, quando tutto si sarebbe risolto il mese prima. 
Uno in farmacia si è dimenticato di prendere il numero, essendo prima di te allora lo prendi e glielo porti.
Sapete perché? Perché tutto questo sarebbe uno spreco, inesorabilmente stupido, di tempo.
Viviamo in un mondo che perde tempo a disturbare il prossimo, a giudicarlo e a odiarlo.
Da una parte lo so che si tratta di adolescenti, ma non riesco.
Non riesco a dover sapere che una mia prof è morta da un'altra prof e dover capire da sola che la mia ex classe vuole andare x giorno al cimitero, dover chiedere io che giorno, dover sentire "ah scusa non avevo pensato di dirtelo".
Dovermi dire "lo so, sono brave persone, lo so va a finire sempre così e l'unica che ha pensato a me è una prof iperprotettiva con tutti".
Dover dire a chi non merita niente da me del fatto che se vuole può venire anche lei al cimitero perché ritengo che questo fosse una cosa che andasse oltre a dei litigi.
Dover andare a scuola lo stesso giorno del cimitero e vedere linciata da venti persone l'unica prof che si è ricordata di me e sentire mentre penso a un funerale di un'altra prof che lei merita di morire.
Perché è severa e rompe il cazzo perché si stia attenti alle sue lezioni.
Poi mi ricordo che anche l'altra prof aveva mini nemici e mi chiedo. Mi chiedo chissà che pensano.
Siete forse felici? Ciò che augurate ogni giorno si è avverato.
Non lo capisco e non lo sopporto.
Non riesco, anche se so che sono giovani e non tutti hanno una madre malata o una prof morta, ma non riesco comunque a capirlo.
Perché io ho sempre cercato di essere gentile anche prima che mia madre smettesse di camminare, magari ero più bambinesca, più gioiosa dell'amore e della vita, ma non ho mai compreso il dover far del male al prossimo, doverlo augurare.
Per carità se stai male è normale provare sentimenti negativi, ma non perennemente e per sempre.
In fondo lo sai che se un tuo amico ti abbandona significa solo che non meritava di stare al tuo fianco, non serve l'odio per tutta la vita. Non significa perdonare ma andare avanti.
Non dover tornare sempre indietro.
Ho una tipa in classe che da 3 anni continua a dire della sua ex che merita quasi di non vivere perché l'ha lasciata, continua ad additarla e cerca di allontanare tutti da lei.
3 anni se non di più.
Non riesco a reggere questo (anche perché sono amica dell'ex quindi CHISSÀ COME MAI ce l'ha con me a pelle, perché ovviamente è la mia faccia che ha qualcosa che non va, non è che mi ha visto osar sorridere alla sua crudele ex, nono).
È stressante. Tanto stressante.
Non mi fa dormire.
Mi fa piangere.
Non ottengo nulla nel farlo, se non il sospiro di sollievo altrui. 
Gli unici sentimenti positivi vengono quei due secondi che non sento la gente litigare, che parlo che i compagni che sembrano sopportare la mia esistenza, che parlo coi prof.
O quando sento il mio prof di ginnastica.
Cambiando argomento ci pensavo da un po'.
Mi è capitato a scuola di sentirlo nei corridoi accanto alla mia classe e mi è balzato il cuore.
È un po' com'era con mr x. 
Quello è bello. Quella è una delle cose che mi fa sentire viva, non sempre seria e depressa, cosa che sento in ogni istante in quel posto.
Per questo pensavo di dirglielo.
Cioè boh. Mh.
Insomma volevo già ringraziarlo l'anno scorso perché è stata la persona più gentile che ho conosciuto, però ora vorrei fargli sapere che lo amo.
Cioè non amore proprio in quel senso però amore.
Mi fa sentire bene.
Glielo vorrei dire perché è forse l'unica cosa che mi dà speranza di essere viva come un tempo, di poter incontrare qualcuno per cui mi risentirò così, poter pensare di non essere una totale ameba.
Sono stanca che gli altri non sanno ciò che penso.
Voglio che lui sappia che mi fa sorridere e battere il cuore. Che anche se per lui sono solo un'alunna problematica per me lui è molto più importante.
Questo mi fa sentire bene, perché questo mi fa sentire me stessa.
Mi fa sentire come quando cercavo sempre gente nuova da conoscere, passavo fuori l'intervallo alla ricerca di gente con roba anime e inseguivo Mr x per i corridoi.
Soprattutto l'ultima parte era davvero divertente.
Mi sembra così strano che stia diventando un ricordo, sempre più lontano.
La fiaschetta. Finn. Capelli lunghi, legati o corti. Pelato, ahah.
Sono morta. A capodanno, quel capodanno.
Il giorno in cui è iniziata questa storia.
Cerco di stare bene con i miei amici perché il tempo è prezioso, ma questo non cambia come mi senta a scuola, che non sento di avere qualcuno qui, non mi sento viva, mai.
E anche se non piango mente gioco o guardo telefilm o sento i miei amici quando posso non significa che vada meglio con la scuola.
Che intanto sia l'ultimo anno.
Che lo debba passare.
Non significa non rispettare i miei genitori o la vita.
Perché una vita infelice o da morti non è vita e anche se suona strano mi sento più viva a giocare, andare in Calabria o Trentino o chissà dove, a guardare Grey's Anatomy piuttosto che a scuola.
Io sono viva, voglio vivere, voglio essere felice e voglio cercare di dimostrare affetto ai miei cari. 
Questo è ciò che io definisco come rispetto.
Non è per tutti così lo so. Ma significa solo che non possiamo comprenderci, non che io abbia torto o ragione.
Ognuno di noi è diverso e io vorrei solo essere accettata per questo.
Se ciò mi porterà a essere abbandonata a me stessa non mi importa, perché come ho detto, chi ti abbandona lo fa perché non meritava la tua compagnia.
E anche se fosse per colpa dei miei mille difetti continuerei a pensarla così, perché nessuno è perfetto e rimanere soli significa solo essere sfortunati.

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Capitolo 35
*** Pagina 35 ***


[pubblicato il 24 Novembre 2020]
*sostituite la parola porcospino con l'insulto o esclamazione che più vi aggrada.

Che noia, noia noiosa.
La mia stanchezza per la vita ora è stancamente annoiata, non so come dire con esattezza, ma diciamo che tutto è diventato palloso.
È assurdo come ovunque io vada ci sia qualcosa che non và.
A partire dal dentista che facendo passare mia madre per scema davanti al padre di mia sorella che rincarava la dose e io lì a dover assistere.
Più passa il tempo più mi rendo conto di quanto quell'uomo sia messo male e l'unico motivo per cui non gli si può far niente è per mia sorella, che fortunato.
Che poi come osa mi chiedo a dir certe cose, mi chiedo che pazienza io abbia, è assurdo come certa gente abbia una faccia di bronzo scolpita.
Poi si passa ai giochi.
E lol fa schifo. E valorant pure. Vado su genshin e niente anche lì bisogna dire che fa schifo, ok. Ok.
È come andare al cinema con un amico che di fianco ti rompe i coglioni ogni volta che c'è una scena che non gli piace lo deve dire.
Deve dire eh ma questo eh ma quello.
Ma porcospino, ma non si può passare  una giornata di 24 ore senza che qualcuno si lamenti di qualcosa. È impossibile.
Guardiamo streamer a caso "ah ma simpano, ah ma è cringe a fare quello e quell'altro". Ma se uno si diverte e ad altri piace, perché non dovrebbe farlo? Dov'è il problema? Che a te non va bene? Che palle. Veramente grosse.
Che poi non è una volta, è sempre.
Guardo video su corpse ma ci sono altri che stanno sul cazzo. Anche lì, a caso.
Ma mi chiedo. Come mai il mio lamento massimo arriva al "questa mappa non mi piace" MA CI GIOCO COMUNQUE o "questo streamer non mi convince" invece di "oddio dovrebbe venirgli chissà cosa perché mi sembra stupido".
Poi "eh no questa proprio la odio".
Ma porcoSSpino che ti ha fatto, ma se vediamo un video o giochiamo ad un gioco cercando di divertirci come si fa ad arrivare sempre alla conclusione che ci sia qualcosa che non dovrebbe esserci, qualcosa che fa troppo schifo per stare lì.
Poi va beh, andare dalle streamer chiamarle puttane, romperle i coglioni con domande idiote e chiedersi perché se dopo ore che l'hai fatto un giorno se poi un'altro giorno lo rifai mi hai rotto coglioni
Il fatto è che io non ho conosciuto tante persone belle al mondo, ma comunque non sento questo bisogno di mettere nella parte della mia testa dove ci sono le persone che mi stanno sul cazzo così tanta gente. Anzi, non è stancante?
Una tizia mostra le tette? Ma. Chi. Se. Ne. Fotte.
La guardano per questo? Ma che te frega, che problema c'è? Cosa c'è di così assurdo e sbagliato.
Ma se anche una fa porno, chissene frega comunque! Le piace? Ma buon per lei che lavora. Se ne guadagna anche senza farlo direttamente non è anche meglio? Se le piace poi ben venga.
È come se ci fosse sempre una gara a cosa sia più giusto da vedere o meno, cosa sia più alto locato o no, chi ce l'abbia più lungo insomma.
Ma non è noioso? Perché solo per me è così? Perché sono così, cioè ma magari fossi una di quelle che và da crepaldi ad insultarlo a dire che gli uomini sono dei mostri oppure una egirl che appena uno ci prova inizi a dirgli che deve comportarsi così e cosà a offendersi. Magari il mio nome iniziasse per A, almeno capirei il prossimo dato che anch'io sarei così.
È come se (pt. 2) almeno una volta al giorno qualcuno debba per forza dimostrare odio per qualcosa.
Ma non odio scherzoso, proprio flame gratuito.
Più tempo passa più mi accorgo che se la mia famiglia ha fatto sì che avessi un carattere non proprio aperto e fossi timida coloro che sono stati miei amici hanno fatto sì che io avessi il terrore di fare qualunque cose senza pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato.
"Se non sei capace non lo fare" dopotutto. E così ora ho una crisi per cui se qualcosa non è perfetto il mio cervello vorrebbe suicidarsi e più guardo i disegni più crasho cerebralmente.
Ma se ad uno piace e anche se non è perfetto si diverte e lo vuole far vedere agli altri, che problema c'è? Nessuno. La verità è che non ce n'è, però alcuni devono rompere.
Come quando ho capito che alcuni amici leggevano le mie storie solo per simpare, da quando l'ho capito ho iniziato ad avere questa ossessione per cui "ah ma devo scrivere bene, ah ma non è bello non ho voglia di continuarlo, eh ma fa schifo così non sarà mai bello" e quindi non scrivo più.
Cioè è come se dovessi essere sempre pronto, sempre perfetto, se qualcosa non và non va bene.
Ma che pesantezza.
Sì, ora come ora me ne frego e probabilmente non rompendo più il cazzo non mi simpa nessuno, ma se ci penso secondo me questa è una delle cose che mi ha fatto arrivare a questo stadio di semi hikkikomori.
Io qui mi sto sfogando e basta perché non ho sonno e non è che ce l'abbia con qualcuno, perché so in fondo che magari io vorrei quiete per non pensare alla merda che c'è nella vita reale, ma non per tutti è così.
Però è veramente palloso, sono stanca.
Che poi anche i due amiconi. Madonna non so che nomignolo dargli.
Cioè poi cringio io per paura di cosa la loro mente partorisce, per carità con una ci parlo ma l'altro è proprio fuori.
Mi chiedo pure se con quella non sia tutta scena.
Hanno un server loro e stanno in quello generale.
Il fatto è che hanno sempre usato l'altro ma stranamente ora sono super amici di questo.
Io ho paura del fatto che nel loro cervello si vogliano mostrare agli altri facendo vedere come stanno bene insieme.
Mentre uno è uno che non ti vuole parlare quando non ho fatto nulla, prima tutto signorina seira, io non lascio nessuno, poi scompare, ritorna per mi love e "non voglio stare dove c'è Seira" ma porcospino ma andare a fa culo mai, ma stattene nella tua mente deviata da solo, chi ti vuole.
Poi l'altra, non sto con un amico da mesi, passa un giorno con me e nonostante lo conosca da più tempo io e ci sia stata amica più tempo io "eh ma preferisci Seira a me, perché stai con lei e non con me".
SCUSA.
SCUSA SE QUALCHE VOLTA QUALCUNO MI CAGA E DECIDE DI PASSARE LA GIORNATA CON ME.
Porcospino di merda.
Ma se esistono divinità probabilmente avrò fatto qualcosa loro in passato.
Cioè veramente ci mancava solo quella che diceva "eh ma perché stai con lei", manco ci scopassi porcospino. Manco stessero insieme.
Manco parlassero da più di una settimana.
Ma che tristezza. Poi si mette il nome we are busy proprio per mostrare come stanno pomiciando.
MA DA CHI VUOI FARTI VEDERE.
A chi vuoi mostrare questo? Al mondo che ce l'ha con voi? E voi contro il mondo? Ma vaffanculo và veramente.
Ma quanta tristezza e quanti problemi.
Questa è la mia vita, gli altri hanno problemi e io mi metto il problema "perché loro si mettono certi problemi".
Cioè ci sono cose davvero pesanti al mondo, la gente muore, il dentista ti truffa e non ha manco le palle di ammettere di aver fatto un lavoro poco professionale, tua madre è disabile, non cammina e il padre di tua sorella fa credere a tua sorella che tutti odino tua madre, poi senti da tua sorella dire che "eh sì forse la odio anch'io" e tu stai lì a dire "ma no dai" cercando di sperare nel futuro a quando crescerà, che crescerà prima che mia madre muoia e che non abbia rimpianti nella vita.
Insomma, ci possono essere tanti tipi di problemi nella vita, eppure è divertente andare a sfottere le tizie che streammano su twitch, odiare alcune famose ecc. ecc.
Mah, avrò un pessimo senso dell'umorismo immagino.
Beh è stato divertente, ho le mani congelate per cui vado a dormire, spero di passare una bella giornata domani e che anche voi la passiate (sì, oddio sto dicendo una frase simpatica a persone a caso o gente inesistente che probabilmente mi simpa quindi anch'io simpo, oddio sono cringe ajdbkdbdbsm).
Buonanotte. Voglio bene a tutti i miei amici magici, però amo solo mi love.

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Capitolo 36
*** Pagina 36 ***


[Pubblicato il 25 Novembre 2020]
Dunque, sono andata a dormire alle 21 e mi sono svegliata con la tachicardia a mezzanotte e ora non riesco più a dormire.
Improvvisamente è come se mi trovassi nel deserto e ho sete ogni due secondi, è proprio vero che il clima si sta fottendo.
Quindi penso, ovviamente.
La vita è come una sfida, ma sono troppo confusa per vincere.
Credo di star tornando indietro, e questo non và minimamente bene.
Prima mi irritavo perché nessuno mi teneva compagnia, perché aspettavo ma non è che fossi importante abbastanza per far sì che qualcuno ci tenesse alla mia presenza.
Non è totalmente vero come totalmente falso per me, ossia io ho amici per cui penso di valere qualcosa ma se sparissi credo che non cambierebbe molto.
O almeno l'ultima volta è andata così.
Certo ci sono tanti fattori e non è che non mi volessero, però era il mio periodo di merda e per quanto soffrissi non ho riscontrato comprensione dai miei cari.
Poi me ne sono andata perché avevo ancora tanta confusione, ero arrabbiata non mi sentivo compresa in cose che per me erano importanti e quindi è andata così.
Io ho sempre avuto un'utopia di vita in testa: ossia poter dare senza ricevere, come se non importasse se non venissi ricambiata ma l'importante è aiutare coloro a cui voglio bene, un po' come un eroina.
Non so mi è sempre piaciuta come immagine, anche se di fatto essendo una comune mortale non riesco molto in questo, anzi alla fine sono come tutti presumo.
Però comunque volevo continuare a voler dare, più a mi love che ad altri, anzi probabilmente solo per mi love a dirla tutta.
Per sopravvivere e cercare di non rimanere schiacciata dalla gente che ho incontrato sopratutto le amiche di mr x ho dovuto parlare a quattrocchi con me stessa e mettere in chiaro che mai e poi mai nessuno che non lo meriti avrebbe meritato anche solo uno di quei giorni passati con loro.
Io sono io, io merito di meglio perché sono io, non ho bisogno di conferme perché solo io posso sapere quanto io sia importante.
Ma in realtà questo riguardava anche gli amici e la famiglia.
C'è come un limite che prima non vedevo.
Noi siamo soli, per quanto proviamo alla fine solo noi capiamo noi stessi.
Non c'è amico né familiare che possa realmente accertarti al 100%, nessuno potrà avere mai la tua fiducia totale.
O almeno non credo che gli altri possano mai darmi il 100%.
Per questo ho deciso di arrendermi e fregarmene.
Anche se era importante, anche se è importante, farà lo stesso.
Sono stanca di piangere, alla fine non importa se avessi un amico importante o meno, non importa se molti mi hanno simpato quando non sapevo nemmeno cosa fosse questo termine, non importa se passo ore e ore da sola, se spero che qualcuno mi chiami per giocare ma nessuno si fa sentire.
Se importasse dovrei andarmene, riprovare a vivere, guardare in faccia la realtà e pensare e onestamente tra le due preferisco ritornare a scherzare con chi so che alla fine se ne andrà e continuare a stare con mi love.
Mi chiedo se il goblin rimarrà una volta trovata la sua egirl, se la strada dell'incel continuerà per molto e sia davvero intenzionato a sprecare il suo cervello pensando che le donne sono uguali e i maschi che le seguono facciano schifo, ma immagino sia un mezzo scherzo, mi chiedo solo se non diventerà realtà, ma in fondo non importa perché tutto è diverso.
Penso che kabbi sia la persona più vicina all'amico ideale, per questo mi spiazza un po', o forse la persona meno bigotta che conosca, credo che sia anche per questo che non ha la ragazza, mi spiace per lui.
Se non mi piacessero gli uomini un po' stupidi e un po' misteriosi come mr x probabilmente mi sarei innamorata (se avessi la stessa attuale linea di pensiero generale) e in fondo probabilmente per lui è simile, cioè siamo troppo calmi credo, troppo innocui, abbiamo bisogno di qualcosa di più frizzante nella vita.
Pregherò le grandi dee api che mandino una bella tappetta tettona nella via del re ape.
Ma approposito di amici perfetti, sapete chi è l'unico amico realmente perfetto?
Mr x, chi se no.
Cioè guardiamo la realtà.
Lui è del sesso opposto e non ha motivo di stare con me per questo e nonostante il tempo passi è tutt'ora qui.
Magistrale.
Cioè è come un essere mitologico, che poi se penso che è quello che non mi doveva piacere, per cui ero superficiale, per cui non so, doveva avere qualcosa che non andava, alla fine è l'unico stronzo (nel senso affettuoso) di tutta la mia vita scolastica che è attualmente presente nella mia vita.
L'unica persona per cui mi hanno rotto i coglioni è quella persona che è rimasta.
Ma che barzelletta la vita.
Ho tuttora l'impressione che quando dico di guardare conan mi love si irriti perché è lui, cioè non mi ha più risposto dopo quello quindi non saprei, o forse voleva che entrassi e le dava fastidio che non avessi ""veri"" impegni, come se ne potessi avere.
Vorrei tanto vivere in un mondo fatato in cui mi love mi scriva dicendo "mi love vieni a giocare con me? ç.ç" e io "SHI MI LOVE ARRIVO SUBITO".
Che sia psicopatica? Mah, al massimo farò io a parti inverte la cosa con mi love, sperando non sia arrabbiata con me (ho tanta autostima, ma sapete com'è, le relazioni amorose sono complesse e piene di insicurezze).
Mi love è proprio come se fosse un amante, che storia d'amore intrigata ~
Ho deciso che mi love sarebbe stata la mia unica certezza e che sarebbe stata l'unica cosa da trattare come un gioiello, finché mi ricambierà e accetterà la mia pazzia farò finta di non avere un problema.
MA QUEL PROBLEMA È L'AMORE QUINDI NON È UN PROBLEMA.
Mi love ti penso sempre tvb ç.ç
Ma tornando all'amico perfetto.
Ci stavo pensando da un po', ma è proprio strano.
Non capisco che motivo abbia per stare con me, cioè da quel che so ha amici della grande madre patria, poi molto spesso ha sparato frasi come "ma voi siete un passatempo" alla bad boy di sto gran cazzo.
Che poi allora pensavo "mi va bene anche passatempo finché possa vederlo, non devo essere triste", porcospino se potessi sparare alla mia ex me lo farei.
Ma dopo tutto il bordello che è successo, io depressa, io che mi lagno, io che ancora mi lagno, io che non faccio assolutamente per rendermi una persona con cui voler passare il tempo, come dire... È poco credibile.
Cioè sì, è passatempo, però non hai davvero altro? Non credo che non abbia altri, anche di egirl ci saranno... O forse no?
Che io lo sopravvaluti?
Boh però se fosse così sarebbe l'esatto esempio del topico bad boy anime un po' tsundere che ci tiene ma non ci tiene e sarebbe magnifico.
Lo è comunque però era giusto per pensare a qualcosa.
Finché mi fa sorridere ben venga per me.
Se solo fosse piaciuto un po' di più ai miei amici all'inizio, se solo ci fosse stata quella spintina in più.
Che peccato, davvero un peccato.
Farò la finta possessiva dicendo che mi tempo la sua bellezza per me.
Niente sono le quattro e metterò questa roba domani alle 7 circa.
Forse non dovrei più sfogarmi qui fregandomene di ciò che scrivo.
Mmmmmmaaaa in fondo se perdessi amici per questo, significherebbe solo che non mi volevano realmente bene per ciò che sono... Poi in fondo so che sono destinata alla solitudine, diciamo che questo è un test per vedere quanto mi sopporta chi mi sopporta, almeno tutto finisce in fretta.
Come disse un vecchio gran figo, ma non troppo vecchio, "dovresti dire più vaffanculo".
Da allora piango molto meno, mi viene detto di bermi un succo certo, ma se l'alternativa al vedermi agitata è piangere sempre da sola nel letto allora te lo dico io magiko amico che magari te lo dovresti bere tu il succo, lirido eboy che ci prova con egirl che se a te va bene continuare così TOP.

 

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Capitolo 37
*** Pagina 37 ***


[[Pubblicato il 27 Gennaio 2021]

Non c'è nessuno.

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Capitolo 38
*** Pagina 38 ***


[Pubblicato l'8 Marzo 2021]

Hello, pensavo al dentifricio, cioè al lavarsi i denti.
Forse ho dei problemi ma a volte nella foga del lavare mi butto lo spazzolino sul naso e nonostante non è che lo urti così tanto il dentifricio senza penetrare nella pelle e mi dà super fastidio.
Va beh, tralasciamo.
Sanremo è finito... E nonostante ciò i miei vicini tengono ancora la TV alta all'una, temo dovremo far davvero un richiamo dato che delle canzoni della chiesa a palla alle 2 ne faccio anche a meno.

Non so di che parlare in realtà, la vita è tranquilla e non faccio molto.
Mi sento giusto un po' acida, sarà la depressione che causa cambi di umore ma è come se lottassi costantemente con me stessa.
Come se una parte di me mi dicesse che tutto va bene e di pensare a chi ti vuole bene mentre ad una certa arriva un'altra che mi tira un ceffone dicendomi:
Oh cogliona, hai presente i tuoi anni scolastici? Hai presente tutta la positività, la voglia di dare amicizia e amore? Hai presente quanti ci sono stati? Non so tipo la moglie scomparsa, gruppetti dissolti, la splendida che "adesso mi stai sul cazzo puoi anche non esistere", lo svizzero.
Cioè. Pensaci. Chi c'è mai stato quando stavi male? Chi ha mai provato tra tutti quelli ad avvicinarsi a te, a chiederti come stessi, a voler passar anche solo un viaggetto in bus? Nessuno.
Tu aspettavi e tu provavi a risentirti con quelle conoscenze. Non loro, tu.
Dunque quando lo hai realizzato e ti ho detto che per non soccombere dovevi dare un taglio alle relazioni con coloro che non gliene frega un cazzo di te al quale tu però volevi bene chi c'è stato a volerti comprendere? Tra tutti quei vecchi amici che conoscevi da anni.
Chi si è fermato ad accettare i tuoi sentimenti?
Nessuno. E per questo avevi chiuso.
Poi hai conosciuto meglio altri, ma nessuno sarebbe tornato a prenderti, nonostante bastasse veramente poco, nonostante fossi tu a soffrire veramente per una volta.
Dunque, anche se ora non sai più amare come prima, perché. Perché dovresti accettare la presenza di qualcuno che ti ha teso la mano, ti ha provato a farti credere di poter dare fiducia e amicizia a qualcun altro per poi andarsene senza dire nulla, ritornare senza dire nulla e lasciarti a dire per l'ennesima volta: lo sapevo.
Sapevo che per un motivo o per un altro anche stavolta erano cazzate.
Sapevo che alla fine io sarei rimasta fuori. Come sempre, per questo lo sapevo.
Io solo l'unica ad essere dalla tua parte, sono l'unica a capire il tuo dolore, solo l'unica che accetterebbe la tua stanchezza, perché sono te.
Io sono una stronza e tu vuoi continuare a pensare agli altri, al star bene, a mi love, ma questo deve finire.
Perché solo io verrò in quella stanza e dirò che chi ti tratta da spazzatura non dovrebbe avere il coraggio di entrare lì, che se vuole parlare con gli altri presenti può scrivergli perché sarebbe il minimo di rispetto che potrebbe avere nei tuoi confronti in quanto tu sei una persona ed esisti e meriti molto, molto di più di questo.
Purtroppo non è una storia questa, non c'è ancora nella tua vita quella persona che venga di fianco a te e dica a questo tipo di persone "oh ma sono questi i modi?" e gli dica due paroline per proteggerti.
Per questo, la prossima volta, lascia fare a me, perché tu sei più importante di una bella atmosfera, di sentirli ridere insieme, di sentirlo chiamare poverino, nella tua cazzo di stanza.
Hai sempre paura di rovinare qualcosa perché tenendoti tutto dentro nessuno riesce mai ad accettare la tua tristezza e rabbia, ma tu non meriti rapporti così frivoli e io so che non rovinerai un bel niente.
Per cui, se vogliono continuare a non vedere ci penserò io a spalancargli gli occhi.
Perché solo l'unica al mondo che vuole il meglio per te a discapito di tutti gli altri.

 

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Capitolo 39
*** Pagina 39 ***


[Pubblicato il 13 Luglio 2021]

Immagino di essere una persona emotivamente instabile.
Però almeno credo di riuscire a reprimere abbastanza spesso o al massimo sto da sola quando sto male.
Sono solo stanca come sempre, è come se bastasse uno sgambetto per finire in ospedale.
E intorno a me tutti che guardano storto.
"ma dai è solo uno sgambetto".
Ma io sto ferma per terra.
Non mi muovo più.
Respiro, di fatto sto bene, ma non mi voglio più alzare.
Non voglio alzarmi mai più.
Voglio stare a letto per sempre.
Voglio dormire per sempre.
Non ho nemmeno riloggato su genshin per la resina, così domani l'avrò già al massimo. Nessuno loggherà se non lo farò io.
Ho perso uno dei pochi giorni felici con i miei fratelli a causa mia.
Ho perso la mia giornata a mirabilandia.
Ci volevo andare da così tanto tempo.
Non è giusto.
Dovevo prendere subito una tachipirina.
Lo so è colpa mia.
Potevo evitare di stare male.
Ma perché proprio quel giorno.
Perché in anticipo.
Perché così doloroso.
Sono stanca.
Non posso nemmeno gioire per un attimo che arriva l'inculata. Sempre.
Adesso ho pure il moccolo e devo alzarmi per soffiarmi il naso.
Che palle stare male.
Eppure basterebbe spegnere il cervello e non pensare a niente.
Ma che senso avrebbe vivere o essere qualcuno senza provar niente.
Che senso avrebbe essere un robot.
Va beh spero che dormire mi faccia sentir meglio.
Intanto i pupazzi staranno in casa mia.
Niente più cazzate.
Sono stanca, mi sento di non voler essere più felice.
Però mi sentirò meglio e poi vorrò star meglio.
Ma almeno mi son tolta un problema.
Dato che non sento di poter parlare con nessuno, o che non so parlare con nessuno ho deciso che agirò e basta.
In fondo era solo una stanza.
Chiuderla non avrebbe avuto senso e in fondo in un mondo di pupazzi non esistono persone che non possono entrare, ma dato che esistono allora non ci sarà più la stanza, almeno se si sente di poter entrare nonostante non dovrebbe nessuno dovrà più preoccuparsi di farlo notare (che poi son solo io quel nessuno, chi altro dovrebbe pensare al mio bene dopotutto?).
Se "nessuno" si dovrà metter il problema il problema scomparirà.
So che è sbagliato ma non mi importa molto, non ho più voglia di sentire le persone a me care che mi fanno i grandi discorsi sul "eh ma è esagerato".
Esagerato.
È strano che nella vita ho sempre cercato di accettare e comprendere i problemi dei miei amici, anche se non d'accordo con loro, anche se magari li trovavo esagerati, ho sempre cercato di non far pesare ulteriormente la cosa pur dicendo la mia.
Invece quando io mi arrabbio con qualcuno, le persone mie amiche ma legate anch'esse a quella persona sono sempre, SEMPRE, contro di me.
È pazzesco.
Cioè io mi conosco, io avrò difetti, anche tanti, ma non sono una merda.
Se una persona mi rivolgesse anche una sola parola, una sola scusa quando è EVIDENTE che io sia stata tratta come immondizia, io lo perdonerei, mi sentirei meno incazzata, lo accetterei.
Non che si torna amici come prima, MA IL MINIMO.
Sono una persona.
Io. Sono. Una. Persona.
Le persone vanno rispettate.
Non si ignorano da un giorno all'altro perché ti gira così.
Se non mi arrabbiassi non mi vorrei bene neanche un minimo.
Non avrebbe senso.
Wit, nocivo, nagi, ginevra, lisa, insieme ad altri che son spariti ancor prima di lasciare un ricordino.
Non sono io che li ho cacciati.
Se ne sono andati perché non gli andavo più bene.
Avevano altre priorità.
Cioè.
Non hanno più scritto niente, detto niente, nessuna parola, come se ci avessi parlato due secondi per sbaglio in tutta la vita.
Io non capisco il perché dopo così tanta gente io dovrei fregarmene, dovrei dire "va beh succede".
Dire "va beh succede" lo pensa solo chi non si ritiene manco un essere umano, chi ha l'autostima sottoterra.
E io ce l'ho già bassissima, ma almeno questo lo capisco, capisco che il prossimo va trattato con il MINIMO del rispetto.
Se parli tutti i giorni con una persona e poi quella se ne va e fa come se non ti conoscesse significa che per lui sei come un cane, anzi peggio come un giocattolo che quando ti rompi il cazzo lo butti.
Io non sono un giocattolo.
Nessuna persona lo è.
Perché dovrebbe essere esagerato avercela con chi ti tratta così.
Io non accetto più che mi si dica che lo è.
Perché sono convinta che se ci pensate bene e rileggete quel che ho scritto.
Ossia che parli tutti i giorni con qualcuno.
Poi ti butta nel cesso.
E aggiungi a questo che si parla di ME, se mi conosci lo sai che io è IMPOSSIBILE che faccia qualcosa di tanto grave da meritarsi questo.
L'ultima volta che ho fatto una vera stronzata incurante del prossimo è stata a 14 anni quando ero già pressata da una situazione di merda a scuola.
Dopodiché ho sempre cercato di non far del male a nessuno, pur rimanendo sempre me stessa.
Anche se facessi sbagli, io non vorrei mai far del male intenzionalmente al prossimo.
Per cui adesso che hai letto bene, se mi vuoi bene, io so che non puoi venirmi a dire che è esagerato.
Perché non pretendo niente dalla vita ormai, non faccio un cazzo, cerco di esser positiva alla giornata, star felice col prossimo.
L'unica cosa che chiedo è il minimo di rispetto.
Il minimo che basta per far capire che se sei nella mia stanza e c'è dentro una persona così, per quanto tu voglia bene a quella persona, se vuoi bene anche a me, te ne vai in un'altra stanza.
È un gesto minuscolo.
Una stronzata.
Ma è l'unica stronzata che avrei voluto si capisse.
L'unica minima stronzata che mi facesse capire che anche se non si può esser d'accordo su tutto, almeno quello si potesse fare.
Ma, come sempre, alla fine non importa.
Io posso stare così.
Non importa avere qualcuno che ti comprenda e che sia dalla tua parte.
Io starò con chi voglio bene, anche così, non mi importa se non saprò più parlare con nessuno dei miei problemi a causa di ciò, se non mi fiderò mai di qualcuno.
Io starò comunque con chi voglio bene, mi terrò i miei cazzi per me e questo bel diario.
Starò male un attimo per poi stare meglio la mattina dopo.
Non importa anche se importa, finché riuscirò a vivere così vivrò.
Non ho più voglia di star a dire la mia su come o cosa dovrebbe essere, le cose vanno così e basta, almeno è questo che ho imparato.
Se le persone sono in un modo non cambiano, o almeno di certo non cambiano per me.
Sono troppo sicura delle mie convinzioni per far sì che il prossimo pensi sia worth la mia amicizia o il semplice trattarmi decentemente.
Non sono il tipo di persona che ti viene con la manina a chiedere di volermi bene a costo di farmi calpestare.
Le persone che ho deciso di rincorrere per continuare a stare insieme si contano su una mano e l'ho fatto solo perché a loro voglio molto, molto bene.
Ma non penso che lo farò più per qualcun altro.
Non voglio che debba farlo per qualcun altro.
Perché in nessun frangente la ritengo una cosa positiva, né per me né per loro.
Credo che un'amicizia debba essere più di così.
Attualmente sto cercando di crederci ancora anche se mi rimane ancora tanta rabbia dentro per tanti motivi, anche se a volte ci credo di meno.
Alla fine questa è solo una stronzata e per questo non smetterò di volerci credere.
So però che un giorno mi succederà qualcos'altro, qualcosa di peggio di questo e allora vedrò veramente chi mi vuole bene e chi no.
Spero solo di non essere lasciata ancora una volta da sola, sarebbe triste.
Spero che non arriverà quel giorno.
Spero di incontrare un giorno qualcuno che mi ami e che mi faccia stare talmente bene da poter pensare "vorrei stare per sempre con questa persona affianco".
Che mi faccia pensare di non aver più bisogno di passare del tempo da sola.
Con cui possa parlare di qualunque cosa mi passi per la testa.

 

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Capitolo 40
*** Pagina 40 ***


[Pubblicato il 2 gennaio 2022]

Sono triste quindi mi sono ricordata di questo diario.
Dopo aver cercato di passar bene questo capodanno la realtà si è dovuta scontrare come al solito.
È possibile creare una grande famiglia dove tutti vanno d'accordo senza differenza di sesso e età? Non penso.
Mi chiedo perché ci abbia provato ancora, perché conoscere nuove persone se alla fine tutto si sfalda, che stanchezza.
Se tutto fosse incredibilmente magico si risolverebbe e basta ma ho l'impressione che manca molto poco al giorno in cui dovrò scegliere con chi stare.
Mi chiedo se sia davvero difficile per una persone adulta non sentirsi al di sopra di un giovane.
È così importante l'età? 20 e 40 perché  dovrebbe essere una cosa tanto pesante.
È sempre stato così se non per poche persone.
Se sei più piccolo hai sempre quel peso di stare attento che puoi essere trattato da idiota a prescindere.
Perché prima di insultare non si cerca di capire la situazione?
Sembra che non importi e basta, uno in più o in meno che differenza fa.
Poi passi pure per stronzo, mah.
Onestamente sono stanca, ci ho provato anche questa volta a dar del mio meglio per non essere pessimista, per credere che tutto possa risolversi in qualche modo, ma nulla.
Alla fine peggiora e basta.
A nessuno frega di far andar bene le cose.
È come una guerra civile, che rimangano i più belli, peccato che io rimango sempre a dovermi spezzare in due.
Se se ne va uno se ne va una fetta e un'altra invece rimarrà fedele a chi conosce da anni.
Poi a me piacciono un po' tutti quindi sarò costretta a rinunciare ad una parte.
Ma perché, perché sempre così.
15, 20, 25, 30, 40, 50, non importa gli anni le persone sono sempre uguali e si metteranno a fare i drama che manco nelle serie coreane vedi.
Ho sbagliato qualcosa ancora? Non riesco proprio a capire perché siamo arrivati a questo punto.
A volte sembra che tutti facciano una gara a chi ha la vita più bella, chi non ha rimpianti, chi deve dimostrare che è quello che cade sempre in piedi.
Ma che ve ne frega.
Ma che cosa c'è da dimostrare, ma perché non cercare di capire il prossimo e basta? Perché offendersi al posto di chiarire? Non capisco il perché.
3 mesi e buon anno, anche quest'anno la compagnia è cambiata in un modo o nell'altro e finisce sempre uguale.
Ma perché. Poi alla fine ci rimango sempre in mezzo a cercare di risolvere in qualche modo, ma chi me lo fa fare.
Ma quale speranza e speranza, basta.
Siamo rimpiazzabili come dei numeri? Non capisco proprio.
Forse se credessi in qualcosa magari una benedizione farebbe sì che tutti facessero pace.
Come no.
Va beh alla fine se proprio succederà sarò triste per un po' e poi tornerò normale, anche stavolta.
Vorrei essere un robot che prova solo flebile soddisfazione nella quotidianità, chissene chi và e viene, l'importante è giocare e divertirsi.
Massì è solo una questione di tempo, spero solo che se deve succedere qualcosa accada presto.
Basta stronzate di cui parlare, o siamo uniti o non lo siamo, tanto vale saperlo subito.
Vorrei avere un tasto che mi faccia skippare tutta la parte di mezzo.
Va beh, vedremo, soffriremo e andremo avanti.
Intanto se riesco evito di stare in luoghi tossici per un po', anche se mi annoio ce la devo fare, è per il mio bene mentale.
Buona fortuna me di domani.

 

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