#PER SEMPRE

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Isabelle ***
Capitolo 2: *** Lezione di musica ***
Capitolo 3: *** Una visita ***
Capitolo 4: *** Scuse ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Ritorno in Francia ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** cap.8 Ricordi ( parte 1) ***
Capitolo 9: *** cap.9 Ricordi (parte 2) ***
Capitolo 10: *** ciao.10 CONFIDENZE ***
Capitolo 11: *** cap.11 Parenti ***
Capitolo 12: *** cap.12 Preparativi ***
Capitolo 13: *** cap.13 Debutto in societa ***
Capitolo 14: *** cap.14 Un' ospite sgradito ***
Capitolo 15: *** cap.15 Addestramento ***
Capitolo 16: *** cap.16 L' incontro ( parte 1) ***
Capitolo 17: *** cap.17 L 'incontro ( parte 2) ***
Capitolo 18: *** cap.18 RIUNIONE DI FAMIGLIA ( parte 1) ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Riunione di famiglia ( parte 2) ***
Capitolo 20: *** cap.20 Fidanzamento ( parte 1) ***
Capitolo 21: *** cap.21 Dichiarazione d' amore ( parte 1) ***
Capitolo 22: *** cap.22 Dichiarazione d' amore ( parte 2) ***
Capitolo 23: *** cap.23 Un giorno in caserma ***
Capitolo 24: *** cap.24 Una giornata particolare ( parte1) ***
Capitolo 25: *** cap.25 Il duello ***
Capitolo 26: *** cap.26 Rivelazioni ***
Capitolo 27: *** cap.27 La storia di Andre ***
Capitolo 28: *** cap.28 Un ritorno inatteso ***
Capitolo 29: *** cap.29 Un nuovo incarico ***
Capitolo 30: *** cap.30 Nuove promesse nuove promozioni ***
Capitolo 31: *** cap.31 Maggiore Grandier ***
Capitolo 32: *** cap.32 Una questione spinosa ***
Capitolo 33: *** cap.33 Proposta di matrimonio ***
Capitolo 34: *** cap.34 Preparativi di nozze ***
Capitolo 35: *** cap.35 Emozioni ***
Capitolo 36: *** cap.36 Una questione delicata ***



Capitolo 1
*** Isabelle ***


1° capitolo ISABELLE SAINT JAMES PALACE, INGHILTERRA-LONDRA Erano ormai passati diversi anni da quando, dopo mille peripezie, li aveva visti fuggiaschi da una Francia schiacciata dai continui moti rivoluzionari. Oscar e André erano stati accolti nella residenza del Duca di Vitry, ambasciatore francese in Oltremanica. Il Duca aveva messo a disposizione della coppia e della loro figlioletta Isabelle un piccolo padiglione situato al limite del parco. Oscar adesso si occupava di un contingente militare che costituiva la guardia personale del Duca mentre André addestrata le nuove reclute. Provvedevano ad occuparsi della casa e della piccola la governante lady Martha Thompson, una rigida e austera zitella di mezz'età che aveva trascorso gran parte della sua vita a servizio di alcuni nobili francesi, ed Annette ed Eunice che svolgevano il loro servizio nelle cucine. Annette, da anni al servizio del Duca, era la vedova di un soldato francese caduto durante la ronda nelle strade parigine. Aveva condotto con sé il suo unico figlio Mathieu, coetaneo di Isabelle. Isabelle aveva 6 anni, era venuta al mondo in terra francese durante la fuga dei genitori. Oscar aveva rischiato di morire nel metterla al mondo. Il parto era stato lungo e sfibrante per questo le venne sconsigliato di avere altri figli, con tutto il rammarico di André. Oscar e André adoravano la loro piccola, erano fermi entrambi sull'educazione di Isabelle, soprattutto la madre era stata ben chiara che fosse adatta ad una fanciulla, non avrebbe MAI voluto fare di lei un soldato. Era nata donna e doveva vivere appieno la sua femminilità, Isabelle, dal canto suo, pridiligeva più suo padre, perché più pacato e sempre pronto a viziarla, mentre sua madre era molto più severa e meno incline ad accontentare i suoi capricci. -"Cosa fai in piedi a quest'ora, Isabelle?" disse lady Martha, che aveva udito aprire la porta della stanza di Isabelle -"Non ho sonno" rispose la piccola, che era uscita in corridoio, a piedi scalzi con la camicia da notte e il suo giocattolo preferito in mano. -"Torna letto...non vorrai mica ammalarti?"- -"Vado dai miei genitori"- esclamò Isabelle. -"Non sono ancora rientrati, sai che erano di servizio a palazzo stasera, quindi dovrai accontentarti di me se proprio non riesci a dormire."- Isabelle fece una faccetta contrariata ed accompagnata dalla governante rientrò malvolentieri in camera sua, ma non c'era verso quella sera, il sonno proprio non voleva venire. Invece d'infilarsi sotto le coperte e cercare di dormire iniziò a saltare sul letto facendo non poco indispettire lady Martha -"Questa bambina è una vera peste. Adesso non c'è modo di farla smettere...è veramente incorregibile!!!"- Nel frattempo rientrarono André e Oscar -"Senti anche tu dei rumori Oscar?"-disse André, mentre salivano le scale -" Provengono dalla stanza di Isabelle. Sarà meglio andare a controllare"- -"Ne avrà combinata un'altra delle sue"- rispose Oscar sorridendo. Accellerarono il passo ed entrarono nella stanza, mentre procedevano udirono la voce stridula di lady Martha che cercava di far cessare quel gioco improvvisato -"Cosa sta succedendo?"-chiese Oscar -"Vedete Madame"-tossicchiò la governante -"Isabelle non riesce a dormire ed invece di cercare di riposare si è data ad uno dei suoi divertimenti pericolosi. Ero preoccupata che potesse farsi male"- André rimasto sulla porta rideva. Sua figlia era scalmanata alla stessa maniera di Oscar alla sua età. Ne era anche il ritratto. Da lui aveva preso gli occhi verdi come smeraldi ed i capelli lunghi e ricci erano di una tonalità molto più scura di quella della madre. -"Isabelle!"- alla voce della madre la piccola si arrestò, non voleva contrariarla. -"Isabelle, ti rendi conto che a quest'ora i bambini dormono?"- -"Madre, ma io non riuscivo a prendere sonno"- -"...ed allora è lecito fare tutto questo baccano durante la notte?"- -"Madre, vi prego, non arrabbiatevi...per favore rimanete con me"- -"Isabelle, tua madre è molto stanca"- disse André -"Se vuoi resterò io"- "No André, rimarrò io"si apprestò a rispondere Oscar. -"Grazie madre"- sorrise Isabelle. Lady Martha si avviò all'uscita scuotendo la testa esclamando -"Oh my God"- -"André, tu intanto vai in camera. Ti raggiungo tra poco."- Isabelle si sdraiò sul letto e Oscar fece altrettanto. La bambina adorava addormentarsi a fianco alla madre, le piaceva quel profumo lieve di rosa che impregnava le vesti rigorosamente di foggia maschile...la rilassava e la faceva sentire al sicuro. André dopo un po' vedendo che Oscar tardava ad andare in camera fece capolino nella stanza della figlia e vide che anche lei dormiva profondamente. Si soffermò e le contemplò entrambe, era davvero bello vederle l'una vicina all'altra. Isabelle, con un braccio cingeva la madre mentre nell'altra mano teneva il suo gioco. -"Si può sapere dove si è cacciata quella bambina? La colazione è servita e tra non molto arriverà la maestra di musica."- Isabelle era sgattaiolata in sala d'armi. Amava quel posto, le sarebbe piaciuto imparare a tirar di scherma e a difendersi. Mathieu quel giorno si stava addestrando con Alain Soisson, uno dei pochi soldati della Guardia che avevano seguito Oscar in Inghilterra. -"Alain, ti prego fammi provare."- disse Isabelle -"Non è un posto per te."- rispose Alain -"Non vorrai mica che lo vengano a sapere il Comandante e tuo padre. Sarebbero capaci di passarmi a fil di spada"- Isabelle era contrariata da quella risposta, avrebbe voluto ribattere quando si udì la voce stridula di lady Martha che entrò nella sala infervorata -"Lo immaginavo di trovarti qui. Tu prediligi questa stanza rispetto alle altre, non è un posto per signorine questo. E adesso fila in camera tua che Madame Genlis tra poco sarà qui."- "Lady Martha, questo è il prezzo da pagare quando si è figli di soldati" -"Mi sembra che tua madre abbia ripetuto più volte che non ti devi neanche avvicinare a questa stanza."- -"A me piace sentire il rumore delle spade che si battono in duello." ribatté Isabelle Mentre si avviavano verso il salone incrociarono André -"Per fortuna Monsieur Grandier, siete voi. Fate ragionare vostra figlia, era di nuovo in sala d'armi...è veramente testarda"- -"Andate lady Martha, penserò io a lei"- André guardò Isabelle e prendendola per mano le parlò dolcemente -"Piccola mia, promettimi che non entrerai più in quella stanza, non è quella la vita che io e tua madre vogliamo per te. "- -"Si, ve lo prometto. Ma voi padre, m'insegnerete a difendermi?" -"È fuori discussione. Non farmi tornare su questo argomento. Ed ora vai in camera tua prima che tua madre ti trovi qui."- -"Farò come volete padre."- -"Isabelle non sei ancora pronta? Sai che a M.me Genlis non piace aspettare."- disse Oscar -"Ricordarti che oggi alla lezione di musica assisterà anche Lady Mary, quindi vedi di comportarti come si deve"- Isabelle era dietro al paravento, stava terminando di vestirsi...non voleva uscire. Temeva l'ira di sua madre, se l'avesse vista con indosso un completo di taglio maschile sarebbe andata su tutte le furie. Finalmente si decise -"Madre vi piaccio?"- Oscar scrutò la figlia come se dovesse passare in rassegna i suoi soldati -"Dove hai preso questa roba? Rispondimi!"- -"Madre, vedete..."- -"Hai solo da dirmi questo? Bene , quando è così salterei la lezione e rimarrai in camera tua fino e deciderò io quando potrai uscire" -"Oscar, non essere così dura con nostra figlia"- disse André che era intervenuto annunciando l'arrivo della maestra di musica. -" André, sei troppo accondiscendente con lei. Quindi mia cara o torni dietro a quel paravento e ti rendi presentabile o altrimenti sai cosa ti aspetta."- Isabelle, sapeva di averla combinata grossa e conosceva sua madre, non avrebbe arretrato di un passo difronte alla decisione presa.

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Capitolo 2
*** Lezione di musica ***


PER SEMPRE 2° capitolo LEZIONE DI MUSICA SAINT JAMES PALACE INGHILTERRA-LONDRA Primavera 1796 "Isabelle, allora cosa hai deciso? Vuoi rimanere in camera tua o scendere di sotto?"disse Oscar -"Madre,sono pronta...vi domando perdono, non volevo farvi arrabbiare in quel modo"- Oscar si avvicinò alla figlia e le accarezzò dolcemente una guancia. -"Isabelle devi capire che la vita del soldato è piena di privazioni e non voglio questo anche per te, comunque quando sarai più grande se vorrai ne riparleremo e se proprio vorrai imparare a difenderti tuo padre t'insegnerà come fare"- -"Perchè mio padre e non voi?"- Oscar evitòdi rispondere, prese Isabelle per mano conducendola nel salone. Lady Martha aveva sistemato la sala. Nel mezzo campeggiava un enorme pianoforte. Isabelle era molto dotata nel suonarlo e nei pochi momenti liberi era proprio Oscar ad insegnare alla figlia. -"Madre, vorrei che eseguissimo un pezzo insieme, vi va?-" -"E cosa vorresti suonare?"- -"Mi piacerebbe Vivaldi"- -"Bene, adesso pensiamo alla tua lezione. Se rimarrà del tempo sarò ben lieta di accontentarti."- -"Isabelle, sei ancora in tempo a fare colazione"- interruppe Lady Martha-"L'ospite che attendiamo non è ancora arrivata, quindi vai in cucina e vedi di non trattenerti troppo a parlare con Mathieu."- -"Madame Oscar, meno male che Mousier Grandier è riuscito a far rinsavire vostra figlia. Stamani l'ho trovata nuovamente in sala d'armi."- disse Lady Martha -"Siete voi che controllate il guardaroba di Isabelle, giusto?"- -"Sì Madame."- -"Mi potete spiegare come sono arrivati in camera sua degli abiti maschili?"- -"Madame...abiti maschili dite? Oh my God"- rispose estereffata la governante -"L'ho trovata vestita di tutto punto con pantaloni, jabot e gilet. Vi avverto se mai mi accorgessi che trasgredite i miei ordini, ne pagherete le conseguenze. Mia figlia non farà il militare, almeno non da un'età così tenera. Se quando sarà più grande sarà ancora di questa idea ne riparleremo, per ora vi consiglio di sorvegliarla"- ribadì Oscar stizzita Intanto André era entrato nel salone e si era avvicinato ad Oscar per parlargli -"Oscar, il Duca di Vitry chiede di essere accompagnato a Corte."- gli sussurrò ad un'orecchio -"Quindi credo proprio che non potremo assistere alla lezione."- -"Grazie André, ma andrò io, tu resta per assistere alla lezione di Isabelle."- -"Non pensi che nostra figlia resterà molto male se tu non sarai presente?"- -"Non possiamo venire meno ai nostri doveri André, lo sai bene."- -"Sì Oscar, hai ragione. Ma se vuoi posso andare io e tu potrai stare qui a goderti la lezione di Isabelle."- -"No, vado io. Non voglio succedano intoppi, cercherò di fare il prima possibile."- detto questo Oscar lasciò il salone e si diresse in camera per indossare l'uniforme. Avrebbe recuperato il tempo con Isabelle una vota rientrata. -"Mathieu, spero che mi ascolterai mentre suono."- disse Isabelle rivolgendosi al suo amico d'infanzia Mathieu era pensieroso -"Che succede, perché sei così taciturno?"- chiese Isabelle -"Vedi Isabelle..."- -"Beh, che hai? Parla."- -"Devo dirti una cosa ma non so come dirtelo."- -"Mi fai preoccupare. Cos'è che devi dirmi. Non stare lì impalato...parla.-" -"Ecco, vedi...presto entrerò all'Accademia Militare...ecco l'ho detto."- rivelò Mathieu rosso in viso. -"Tutto quì? Lo sapevo me ne aveva parlato mio padre"- rispose Isabelle divertita -"Bene, pensavo ti arrabbiassi."- -"E perché mai avrei dovuto arrabbiarmi"- -"Beh! Con te non si sa mai come reagisci su certi argomenti."- -"Sciocco che sei! Sono felice per te anche se non ci vedremo per un po'."- cercò di tranquillizzarlo -"Ma dimmi..."- chiese Mathieu -"Come mai hai fatto così tardi per la colazione?"- -"Perchè ho indossato i tuoi abiti Mathieu e mia madre è rimasta contrariata."- -"Isabelle, sei impossibile!"- esclamò Annette -"Mia madre veste sempre così..."- Isabelle non terminò il discorso che André la chiamò -"Isabelle, Lady Mary è arrivata.-" -"Sì padre arrivo"- Entrati nella sala, gli ospiti erano seduti in cerchio intorno al piano. Ad Isabelle non sfuggì il posto vacante -"Dov'è mia madre?"- André sorrise -"Tua madre è stata chiamata per accompagnare il Duca Vitry, tornerà il pri a possibile. Adesso preparati non vedo l'ora di sentirti suonare"- Isabelle avvicinò lo sgabello le sue dita iniziarono percorrere i tasti dello strumento. Mille ricordi emersero nella mente di André. Rammentava quando ascoltava Oscar nelle stanze di Palazzo Jarjayes e come vibrava il piano sotto le sue falangi sottili...allora era il suo amore impossibili, il suo sogno. Oscar non si accorgeva neanche del suo amore, erano i tempi di quando si era infatuata di Fersen. Adesso era lontano, avevano coronato, a loro unione. -'Padre, vi è piaciuta la mia esposizione?"- -"Sì piccola mia, sei stata bravissima. E adesso da brava, vai a salutare Lady Mary."- -"Padre, nel pomeriggio mi porteresti con voi a cavallo?"- -"E dove ti piacerebbe andare."- -"Al fiume, sapete che adoro correre sui prati lì intorno...vorrei che ci fosse anche mia madre." -"Perchè non proviamo a chiederglielo? Sarebbe felice di trascorrere una bella giornata con te piccola mia, sappi che tua madre non mostra facilmente ciò che prova...ma ti ama tantissimo." -"Se rincaserà non troppo tardi glielo chiederò. Vi voglio bene padre."- concluse Isabelle baciando André su una guancia. Nel contempo il Duca di Vetry dopo essere tornato da Corte volle conferire con Oscar -"Oscar sentite, mi è giunta voce che la Francia sta riorganizzando l'esercito...ve la sentiresti in caso di tornare in patria? Voi e vostro marito sareste ancora al mio servizio."- concluse -"Se devo essere sincera signo Duca mi manca la Francia, ma la vita qui in Inghilterra è meno frenetica, comunque io ed André seguiremo i vostri ordini."- E congedandosi tornò dalla sua famiglia.

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Capitolo 3
*** Una visita ***


PER SEMPRE 3° capitolo UNA VISITA SAINT JAMES INGHILTERRA-LONDRA Estate 1796 -"Isabelle..."- gridava Lady Martha verso il portico -"Quella bambina mi farà diventare pazza. È impossibile, poco fa era proprio quì a giocare...e adesso dove sarà finita. Di sicuro sarà con quello scapestrato di Mathieu a combinarne qualcuna delle loro."- -"Suvvia Lady Martha non siate così apprensiva, vedrete che quando sentiranno un certo languorino torneranno."- esclamò Alain -"A proposito, ora che mi ci fate pensare è quasi ora di pranzo. Vi prego mousier Soisson, occupatevi voi di cercarla giusto il tempo che dia disposizioni in cucina."- -"State tranquilla Lady Martha, ci penso io."- Alain s'inoltrò nel parco -"Una bella passeggiata al fresco è quello che ci vuole prima di mettersi a tavola"- pensò, quando fu investito da una gragnucola di colpi...non tardò a scoprire da chi provenivano. Alzando gli occhi sulla grande quercia notò i due discoli arrampicati sui rami. Isabelle aveva tirato su l'abito e se ne stava a cavalcioni mostrando le piccole gambe. Mathieu era più in alto e coglieva le ghiande che sarebbero servite alla loro battaglia. -"Isabelle scendi, se Lady Martha ti vedesse lassù credo morirebbe sul colpo. Ed anche tu Mathieu, sei più grande dovresti dare il buon esempio."- -"Alain, tra poco veniamo giù. Da quì posso vedere tutta la vallata circostante"- -"E da quassù anche oltre il fiume"- ribatté Mathieu -"Alain arriva qualcuno, vedo una carrozza avvicinarsi.-" -"Allora più che mai vi chiedo i venire giù"- Isabelle con un balzo arrivo a terra, prese le scarpe e Mathieu fece lo stesso Adesso il rumore della berlina era più prossimo ma i due non avevano intenzione di rientrare e si diressero alla Fontanafredda iniziarono a schizzarsi. La vettura si arrestò di fronte all'ingresso. Ne scese un uomo dall'uniforme impeccabile che sembrava essergli stata cucita addosso. Alain riconobbe il Maggiore Girodelle e gli fece il saluto militare. -"Buongiorno Alain, sono da poco in Inghilterra per un'ambasciata e in un momento di licenza sono venuto a salutare dei vecchi amici."- Non aveva finito di pronunciare l'ultima parola che Girodelle si trovò bagnato fradicio -"Maggiore sono costernato, quei due sono veramente pestiferi ma accomodatevi in casa che Lady Martha provvederà a fornirvi dei panni asciutti. In quanto a te Isabelle appena tua madre lo saprà non credo te la farà passare liscia."- Girodelle voltò lo sguardo e sul bordo della fontana notò una bambina dal volto dispettoso, non c'erano dubbi era Isabelle la figlia di Oscar. L'ultima volta che l'aveva vista era stato per il suo battesimo infatti ne era il padrino poi non aveva avuto più occasione di vederla. Era cresciuta ed era la perfetta unione tra André e Oscar -"Vedo che abbiamo ospiti..."- chiese Lady Martha -"Sono il Conte Victor Clement Florian de Girodelle"- si presentò -"Sono un vecchio amico di Madame Oscar e Monsieur André, sono di passaggio e ne ho approfittato per venire a fare loro visita."- -"Ma prego accomodatevi, noto che siete inzuppato come una spugna nonostante splenda il sole. Che vi è successo se posso permettermi? -" Niente di grave, sono stato involontariamente bersaglio dei giochi dei bambini."- sorrise Girodelle -" Isabelle, Mathieu, andate subito nelle vostre stanze."- urlò come un'ossessione Lady Martha Rientrati, Lady Martha comunicò -"Madame Oscar, Mousier Grandier avete visite. Ho fatto accomodare l'ospite nel salone"- Oscar passò i guanti alla governante e con André si avviò verso il salone. -"Girodelle, che piacere incontrarvi. Sono passati molti anni dall'ultima volta che ci siamo visti"- disse Oscar -"Ditemi cosa vi porta Oltremanica?"- -"Sono stato incaricato dal Principe Elettore di Baviera di stabilire alcune trattative con Re Giorgio."- -"Dove avete vissuto da quando ci siamo separati a Calais?"- chiese Andrè -"Tra il Belgio e la Germania."- -"Sarei lieta che vi tratteneste almeno a pranzo...ma ditemi che cosa vi è successo siete tutto bagnato."- -"Madame Oscar"- sorrise Girodelle -"Sono stati Isabelle e il suo amichetto giocando, ma vi prego non sgridateli non credo l'abbiano fatto apposta sono bambini."- André sorrideva pensando alla scena, Oscar era furiosa. -"Ho messo in riga quegli indisciplinati dei Soldati della Guardia e lo farò anche con lei."- -"Oscar, Girodelle ha ragione sono..."- cercò di ribattere André, ma Oscar lo interruppe -"André sei troppo permissivo, cosa si direbbe del Comandante Oscar François de Jarjayes! Che non sa tenere a freno una bambina di 6 anni."- -"Lady Martha, dov'è Isabelle?"- -"L'ho spedita in camera sua"- -"Allora ditele di scendere...dopo occupatevi del Conte. Girodelle, seguite Lady Martha si occuperà di voi."- Andrè allontanatisi Lady Martha e Girodelle provò a a far ragionare Oscar -" Non dovresti punirla...anche noi da bambini ne abbiamo combinate per la disperazione di mia nonna e di tuo padre quando poi gli riferivano le nostre malefatte, ti ricordi?"- -"Sì André, ricordo. Ma io ero convinta di essere un maschio lei invece sa di essere una bambina e deve sapersi comportare e imparare le buone maniere."- -"Isabelle, tua madre vuole vederti. Ti aspetta di sotto e stavolta credo che avrai proprio una bella punizione."- puntualizzò Lady Martha soddisfatta, visto che non ne poteva più delle marachelle dei due bambini La piccola scese e si avvicinava allo studio della madre. Mathieu volle accompagnarla dato che anche lui era coinvolto, non voleva fosse punita solo lei. Piano piano Isabelle aprì la porta -"Entra Isabelle, non hai da raccontarmi nulla?"- disse Oscar scrutando i due bambini. -"Non lo abbiamo fatto apposta, stavamo giocando nella fontana ed involontariamente il vostro ospite è capitato nella nostra mira."- -"E ti sembrano giochi da farsi per una bambina ben educata? E soprattutto in presenza di ospiti? Tu sai chi è quel signore? È il tuo padrino, il Conte Girodelle per cui adesso io ti accompagnerò nell'altra stanza e gli porgerai le tue scuse. Su avanti seguimi."-

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Capitolo 4
*** Scuse ***


PER SEMPRE 4° capitolo SCUSE SAINT JAMES PALACE INGHILTERRA-LONDRA Estate 1796 Girodelle aveva tolto gli abiti inzuppati, si era cambiato ed adesso era presentabile. Lady Martha gli aveva fornito degli abiti del guardaroba di André. Era intento a presentarsi nel salone quando sentì un passo marziale avvicinarsi alla porta, non fece in tempo ad aprire che si trovò di fronte Oscar accigliata che teneva per mano la sua bambina. Isabelle teneva gli occhi bassi, Mathieu stava nascosto timidamente dietro la porta. -"Girodelle, questa monella ha qualcosa da dirvi."- Isabelle continuava a stare in silenzio -"Allora Isabelle non hai qualcosa da dire? Ti ho portato qui perché avevi da dire qualcosa mi pare"- -"Oscar vi prego, non siamo in caserma."- -"Non saremo in averla come dite Girodelle, ma mia figlia anche se pic ola deve assumersi le sue responsabilità, quindi pretendo che vi porga le sue scuse. Isabelle non si muoverà di quì finché non vi avrà chiesto scusa e dimostrato di essere pentita."- -"Suvvia Oscar non è successo niente di irreparabile, sono solo giochi innocenti di bambini, a chi non è capitato di esserne vittima."- -"Isabelle vi deve rispetto Girodelle, non transigo su determinati comportamenti.-" La piccola alzò lo sguardo, era impressionante quanto fosse simile ad Oscar, prima guardò sua madre fissandola negli occhi e poi guardando il suo padrino con la sua vocina disse: -"Vi faccio le mie scuse Signor padrino Girodelle."- Girodelle a quelle scuse s'intenerì -" Scuse accettate mia piccola Mademoiselle."- così dicendo fece un'inchino da gentiluomo e regalò un sorriso alla piccola che lo abbracciò e gli pose un bacio sulla guancia come segno di riconoscimento. -"Bene, ora tu e Mathieu andate ognuno in camera vostra e vi dirò io quando potrete uscire per scendere."- Oscar dopo aver congedato i piccoli si era calmata, teneva all'educazione della piccola non voleva crescesse viziata e indisciplinata. Girodelle però ebbe lo stesso da ridire sui modi di Oscar nei confronti fronti della piccola -"Perdonatemi l'ardire Oscar. Avete notato che Isabelle stava piangendo? Non mi pare il caso di farne un dramma per una sciocchezza simile, non vorrei che questo vostro modo così intransigente ne abbia ad inclinare il vostro rapporto. Ora andate da lei e magari ditele che è stata brava."- -"Vi ringrazio Girodelle per il vostro interessamento, ma voglio che Isabelle anche se piccola capisca che alcuni comportamenti non sono adatti ad una fanciulla."- Nel mentre entrò André -"Scusami Oscar, hai ancora intenzione di andare a cavallo con Isabelle, oggi? Sai quanto ci teneva ad andare al fiume con te. Non cambiare idea ti prego vedrai che Isabelle ne sarà felice. Mi sembra il momento giusto per potervi riappacificare "- -"D'accordo André, mi dedicherò a lei oggi pomeriggio, verrai con noi?"- -"No Oscar meglio se andate da sole così avrete modo di chiarirvi, dovete parlare di tante cose ed è meglio che io non ci sia questa volta."- disse André -"Va bene, hai ragione amore mio. Ti amo anche per questo, sai sempre come farmi riflettere sul mio modo di agire."- rispose annuendo e sorridendo ad André. -"Ma ora pensiamo al pranzo, vado su a dirle di venire a tavola."- dicendo questo Oscar si diresse ai piani superiori dove c'erano le camere patronali a chiamare la piccola. Dopo il pranzo André fece sellare Ares per permettere a Oscar e Isabelle di fare quella cavalcata, intanto Oscar chiese ad Annette di far preparare Isabelle e dirle di raggiungerla nelle scuderie. -"Isabelle, tua madre ti aspetta nelle scuderie. Ha una bella sorpresa per te."- Isabelle era ancora un po' triste ma alla notizia che la madre avesse una sorpresa per lei sorrise felice chiedendosi cosa potesse essere. Annette allora le fece vedere cosa doveva indossare...era un completo da amazzone -"Ora indosserai questo completo, vedi? È simile a quello che indossa tua madre."- Isabelle era felice i suoi occhi color smeraldo brillavano come non mai. Si cambiò in tutta fretta e scese giù per raggiungere la madre. Oscar l'aiutò a salire su Ares e presero la strada del fiume. Sprizzava gioia, finalmente aveva la madre tutta per sé, anche Oscar era lieta di poter dedicare del tempo alla sua bambina purtroppo i suoi impegni la trattenevano troppo fuori casa. -"Madre, potreste raccontarmi qualcosa di voi? Come eravate voi alla mia età?"- -"Piccola mia, ti sembrerà strano ma alla tua età ne ho combinate molte di marachelle...ero una vera peste e per causa mia veniva sempre incolpato tuo padre"- al ricordo Oscar sorrise -"E ditemi vostro padre vi puniva?"- Oscar non rispose, anzi sviò il discorso -"Siamo arrivate Isabelle"- Smontò da cavallo, aiutò a far scendere Ia piccola, prese una coperta ed un cestino che si era fatto preparare in cucina con dolci e frutta -"Sai Isabelle, a Palazzo Jarjayes vi abitava Nanny, la nonna di tuo padre, lei ci viziava, avevamo sempre sul tavolo le sue torte gustose oppure del buonissmo cioccolato caldo nelle giornate fredde d'inverno."- Isabelle si era impiastricciato tutto il visetto con la torta di fragole. Giocavano a correre a perdifiato per i prati, Oscar sorrideva mentre la piccola correva dietro le farfalle cercando di prenderle -"Madre, vi voglio bene...siete la mamma migliore del mondo"- Oscar si commosse, non era da lei mostrare le sue emozioni, quelle parole le riempirono il cuore...abbracciò stretta la sua Isabelle -"Anch'io bambina mia ti voglio bene."- Presero la strada di casa nel tardo pomeriggio e mentre rientravano Isabelle si era addormentata stretta alla madre con un sorrisetto felice stampato sul suo visino. Arrivate a casa ad accoglierli trovò André che le aspettava, alla vista della figlia che dormiva serena tra le braccia di Oscar sorrise. Prese Isabelle tra le sue braccia per facilitare Oscar a smontare da cavallo e la portò in camera sua seguito da Oscar dopo aver lasciato Ares alle cure dello stalliere. Messa a letto la piccola e posandole entrambi un bacio sulla fronte della piccola si diressero nella loro camera. Finalmente poterono godere di un loro momento d'intimità. -"Oscar...sei bellissima."- -"Oh André, mi vuoi adulare."- Si sciolsero in un bacio appassionato e si lasciarono andare al loro amore complici la brezza estiva e i colori aranciati e rosati del tramonto appena iniziato.

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Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


PER SEMPRE 5° capitolo INCOMPRENSIONI SAINT JAMES PALACE INGHILTERRA-LONDRA Autunno 1800 Lady Martha era tremendamente in apprensione. I ragazzi non erano rientrati dopo i loro giochi nel parco, una pioggia torrenziale e raffiche di vento si abbattevano sulla zona rendendo anche cercarli impossibile -"Alain, sarebbe meglio avvertire Mousier Grandier...ormai si è fatto tardi e con questa bufera sarà sicuramente avvenuto qualcosa."- disse preoccupata Lady Martha -"State tranquilla avranno trovato qualche riparo."- cercò di tranquillizzarla Alain -"Ma dove saranno? Glielo avevo detto che in questa stagione i temporali sono improvvisi e terribili."- -"Ditemi, nei dintorni c'è qualche luogo dove potrebbero essersi fermati?"- chiese Alain -"C'è il piccolo padiglione sul fiume ma...con questo tempo si sarà certamente allagato."- -"Come si arriva al padiglione sul fiume?"- -"No Alain, non vorreste mica avventurarvi fin là con questo tempo! Avremmo qualcun'altro da cercare...piuttosto avvertite Monsieur Grandier."- -"Non è necessario Lady Martha, credo sia appena arrivato."- -"Che accade Lady Martha?"- chiese Andrè vedendo l'agitazione della donna -"Vedete Monsieur Grandier, vostra figlia e Mathieu sono là fuori da qualche parte e..."- -"COSA DITE Lady Martha?"- esclamò Oscar esterefatta -"Da quanto sono usciti?"- -"Annette mi ha detto poco prima che iniziasse a piovere."- -"Andrè, mettiamoci alla ricerca subito. Oh mio Dio e se fosse successo qualcosa, io..."- -"Forse sono già al riparo da qualche parte in attesa che smetta, calmati Oscar. Adesso io ed Alain ci daremo da fare perctrovarli e riportarli a casa."- -"E come pensi possa restare calma eh! Nostra figlia è là fuori con questo diluvio le strade si stanno allagando e dovrei rimanere a guardare e aspettare? No André, vengo anch'io a cercarli...andiamo."- Oscar e André si lanciarono al galoppo perlustrando la zona e chiamando a gran voce i nomi dei ragazzi. Alain perlustrava il parco. Il buio della sera era squassato dal fragore dei tuoni e dal bagliore delle saette, soffiava anche un forte vento che piegava i rami degli alberi tanto da abbatterli e ostacolare il cammino. -"ISABELLE, MATHIEU...dove siete?"- urlava Oscar -"Andrè, se fossero in pericolo e non sentissero i nostri richiami? Ispezioniamo il greto del fiume."- Oscar scese da cavallo e si addentrò tra i canneti che arginavano il fiume...la ricerca fu difficile. Il terreno, già di per sé scivoloso era divenuto impraticabile, ma Oscar non si dava per vinta. Andrè era rimasto sul sentiero magari pensando che i ragazzi potessero passare da lì da un momento all'altro. -"Mathieu, pensi che i miei genitori ci staranno cercando?"- chiese -"Non credo che i tuoi genitori siano rimasti con le mani in mano...soprattutto tua madre. Appena cesserà di piovere rientreremo e diremo che ci siamo riparati nel capanno degli attrezzi."- -"Però è così strano...guarda la lanterna, sembra far strani giochi di luce e poi senti la pioggia? Ho paura Mathieu! -" -"Tranquilla, vieni stringiti a me...aspetteremo ancora un po'."- I due ragazzi rimasero abbracciati per un tempo infinito, quando Mathieu capì che la tempesta si era placata -"Su Isabelle, una corsa e saremo nelle cucine."- Mathieu aprì la piccola porta della rimessa, a pochi passi si notava la luce del portico e delle cucine...pochi passi e sarebbero stati al sicuro. L'uscio della cucina sbattè. Eunice corse per chiuderla e gridò -"Isabelle, Mathieu...siete voi? Grazie al cielo...Lady Martha"- gridò -"Sono appena rientrati i ragazzi."- La governante si precipitò in cucina -"Ragazzi miei, non sapete quanto eravamo in ansia...dove eravate?"- -"Nel capanno degli attrezzi. Il temporale ci ha sorpresi all'improvviso mentre stavamo rientrando e per non bagnarci ci siamo rifugiati lì dentro."- disse Mathieu. Nel frattempo anche Oscar André e Alain erano rientrati per cambiarsi e riprendere le ricerche. -"Madame Oscar, Mousier Grandier...i ragazzi...sono rientrati."- gridò la governante per avvisarli. -"Grazie a Dio..."- sussurrò André tirando un sospiro di sollievo -"Oscar amore, sono rientrati...sono nelle cucine. Oscar si affrettò a raggiungerli -"Isabelle, dov'eri finita? Ci siamo spinti fino al fiume per cercarvi. Eravamo disperati, pensavamo vi fosse successo qualcosa di brutto."- -"Ci siamo riparati nel capanno degli attrezzi."- -"Nel capanno? Eravate nel capanno? Potevate fare una corsa e rientrare. Eravate così vicino a casa. Non avete pensato che potevamo stare in ansia sapendovi lì fuori con questo tempaccio. Non cambierai mai eh! Non pensi alle conseguenze che le tue azioni possono scatenare. Ora chiedi scusa a tutti."- -"Ma eravamo spaventati, il temporale ci ha sorpresi e poi quel forte vento. Volevamo rientrare ma era troppo brutto il tempo là fuori...abbiamo aspettato che si placasse."- disse tremante Isabelle. -"Eh no, questa volta non sarò tanto indulgente con te signorina. Scusati subito con tutti e non ti muovermi da quì finché non lo avrai fatto."- Oscar era fuori di sé, aveva avuto tanta paura di non rivedere più la sua bambina e ora quella stessa paura non la stava facendo ragionare. -"Madre, non sono un vostro soldato. VI ODIO! Tornate in caserma dai vostri soldati ubbidienti."- Quelle parole spiazzarono Oscar, mentre Isabelle correva in camera sua in preda ai singhiozzi. -"Oscar, vuoi infliggere a nostra figlia una punizione come quelle che subivi tu da tuo padre? Ti consiglio di non usare quel tono militaresco con lei se non vuoi che si allontani da te. Bastava un semplice rimprovero con un tono diverso e la cosa si sarebbe risolta con poco. Ora io vado da lei. BUONANOTTE."- Oscar rimase da sola in cucina. Le parole dure che aveva utilizzato Isabelle e il rimprovero di André le fecero molto male. Aveva ragione...sarebbe bastata una semplice sgridata, ma anche lei era stata spaventata a morte e quella paura aveva preso il sopravvento. Come aveva fatto André a non capirlo. Lei adorava sua figlia non voleva che le cose prendessero quella brutta piega...doveva rimediare. -"Isabelle"- -"Padre, siete voi?"- -"Posso entrare?"- chiese Andrè dolcemente -"Venite pure..."- disse Isabelle tra i singhiozzi e asciugandosi le lacrime -"Piccola mia, eravamo tutti in ansia per te...per voi. Vi abbiamo cercati dappertutto, tua madre era disperata si è addentrata ovunque anche dentro al fiume. Non avercela con lei, ti vuole un bene infinito se dovesse perderti credo impazzirebbe. Ora basta piangere, l'importante è che tutto sia andato per il meglio...adesso vieni quì!"- sussurrò André mentre la stringeva tra le sue braccia. -"Sei tutta bagnata...se non ti asciughi ti prenderai un malanno"- le sorrise dolcemente. -"Padre, vi voglio bene."- disse Isabelle baciandolo su una guancia -"Anch'io bambina mia.-" rispose André ricambiandole il bacio sulla fronte. Rimase lì con lei finché dopo essersi asciugata e cambiata per la notte stanca si addormentò. Dopo poco anche Oscar fece il suo ingresso nella camera di Isabelle, pensava di potersi chiarire con lei prima che si addormentasse ma con sua sorpresa vide che ormai era beatamente tra le braccia di Morfeo. André guardò Oscar...sorrideva felice. Aveva capito che sua moglie era entrata in camera dalla figlia per cercare di appianare le cose con lei. Si avvicinò al letto di Isabelle con uno sguardo dolce e posò sul suo capo un bacio ad augurarle sogni d'oro. André prese la mano di Oscar. Si guardarono e uscirono dalla stanza a lasciar dormire tranquilla la loro bambina. Fu André, una volta usciti a parlare -"Amore mio, lo so che fai fatica a mostrare i tuoi sentimenti e non te ne faccio una colpa lo sai...io ti conosco bene. So dell'amore che provi per nostra figlia e ne è la prova il fatto che sei venuta in camera sua sperando di poterti chiarire con lei prima che si addormentasse. Sei una madre meravigliosa. Isabelle ti adora a discapito di cosa ti ha urlato scappando via, vorrebbe essere come te, sei la sua eroina."- -"Oh André...la amo con ogni fibra del mio essere, non immagino nemmeno la nostra vita senza di lei, come non posso immaginare la mia vita senza di te amore mio. Mi sei sempre stato accanto nel bene e nel male. Voi siete la parte migliore di me. Ho paura di perderla André con il mio comportamento impulsivo, aiutami ti prego."- disse Oscar con gli occhi lucidi di lacrime che adesso le rigavano il viso. André la strinse teneramente a sé -"Ma certo amore che ti aiuterò. Lo sai che farei di tutto per vederti felice. Siete il mio mondo e non vorrei altro che voi due nella mia vita. Parlerai con lei domattina, se vuoi vengo con te in camera sua prima di scendere per la colazione. Diremo a Lady Martha che saremo noi ad occuparci di Isabelle quando si sarà svegliata. Ora andiamo."- Detto questo si diressero nella loro camera. Venne l'alba e come detto la sera prima Oscar e André andarono in camera di Isabelle per occuparsi di lei. Dormiva ancora beata...Oscar si avvicinò al letto e si sedette sul bordo. Iniziò ad accarezzarle il capo dolcemente e Isabelle a quelle carezze si svegliò. Stropicciò gli occhi con i pugni e poi vedendo il sorriso della madre le gettò le braccia al collo. -"Madre, oh madre"- disse la piccola con gli occhi lucidi quasi a piangere -"Perdonatemi madre, non volevo dire quelle cose ieri sera, ero arrabbiata...non è vero che vi odio."- Oscar sorrise -"Lo so piccola mia, non piangere. È tutta colpa mia, sono stata troppo dura con te...potrai mai perdonarmi?"- -"Vi voglio bene madre. Siete voi che dovete perdonare me per quello che faccio e per ciò che vi ho detto."- André guardava quel quadretto ed era commosso, sì avvicinò e abbracciando entrambe disse -"Vi amo, siete ciò che di più bello un uomo possa desiderare dalla vita."- e posò un bacio sul capo di Oscar prima e della figlia dopo. -"Su Isabelle, non pensiamoci più, va bene? Ricominciamo da capo...però promettimi che ti comporterai da signorina quale sei, d'accordo?"- -"Sì madre, lo prometto."- annuì Isabelle -"Bene, ora ti aiutiamo a prepararti e scendiamo insieme per la colazione."- Era felice Isabelle, non faceva altro che stringere la madre e baciarla. Anche Oscar e André erano felici che le cose si fossero sistemate tra loro. Ora sarebbe iniziato un nuovo percorso di crescita sia per Isabelle che per Oscar e consapevoli di questo ebbe inizio un nuovo giorno.

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Capitolo 6
*** Ritorno in Francia ***


PER SEMPRE 6° capitolo RITORNO IN FRANCIA VERSO PALAZZO JARJAYES Estate 1802 L'ambasceria del Duca di Vitry nell' Oltremanica si era conclusa dopo oltre un decennio...adesso la Francia non rappresentava più un ostacolo. Il nuovo Sovrano, il Generale Napoleone Bonaparte, lo aveva incaricato di riorganizzare in massa le truppe dell'esercito francese. Oscar e André affiancati dal Maggiore Girodelle avrebbero preso servizio nella caserma delle Guardie della città che corrispondeva al vecchio gruppo dei Soldati della Guardia che Oscar aveva comandato in maniera encomiabile, infatti sarebbe nuovamente toccato a lei quell'incarico. Oscar era estremamente felice di tornare nella sua terra che aveva abbandonato da fuggiasca, voleva che Isabelle conoscesse le sue origini, in fondo anche se non aveva messo piede in terra francese aveva assimilato la cultura e la lingua. Isabelle, piccola scalmanata bambina era adesso una giovinetta con i suoi 12 anni che sbocciava alla pubertà. Con il passar del tempo assomigliava sempre di più a sua madre. Finalmente dopo quella notte del temporale madre e figlia erano riuscite ad instaurare un dialogo. Palazzo Jarjayes avrebbe nuovamente accolto Oscar e André dopo una lontananza forzata di 13 anni e con loro si erano trasferiti anche tutta la servitù. -"Tra qualche ora arriveremo"- disse Oscar che per tutta la durata del viaggio, sbarcata da Calais, aveva montato Ares. -"Speriamo che Palazzo Jarjayes non abbia subìto danni durante la Rivoluzione a causa degli assalti dei saccheggiatori"- rispose André -"Mi piace ricordarlo con il profumo delle torte della nonna"- -"Anch'io avrei voluto conoscere Nanny"- disse Isabelle -"Le saresti piaciuta piccola mia"- esclamò Oscar sorridendo al ricordo di Nanny -"Madre ditemi, vostro padre il Signor Generale pensate sia ancora in vita?"- -"Non abbiamo più avuto sue notizie . Forse si sarà riparato in Belgio con tutti gli altri membri dell'esercito francese"- -"La Francia è stupenda. Che magnifici paesaggi abbiamo attraversato"- disse Isabelle -"Ben presto ti ci abituarsi, anzi li troverai noiosi"- sospirò Alain -"È quella sagoma che emerge all'orizzonte?"- -"È Palazzo Jarjayes"- rispose Oscar -"Madre, non vedo l'ora di arrivarvi, vedrò così i luoghi dove con mio padre siete cresciuta"- -"Ti nanna molto Mathieu, vero Isabelle?"- -" Sì madre, avrei voluto che intraprendesse il viaggio con noi"- -" Sta tranquilla, che alla prima licenza dell'Accademia Militare lo rivedrai...ti senti oer caso poco bene Isabelle? Sei pallida bambina mia"- -"Veramente madre mi sento solo stanca"- cercò di rassicurare -" Stasera potrai avere la tua camera a Palazzo...almeno spero"- Oscar e André scesero da cavallo ed aprirono il cigolante cancello di Palazzo Jarjayes con in bella vista lo stemma di famiglia. L'immenso giardino ed i viali una volta ricolmi di profumate aiuole e di roseti, adesso davano un'impressione indistinta. Oscar si guardò attorno. Tutto era immobile, fermo, quasi a voler ricordare il lontano passato. I sedili che cingevano i sentieri erano là, intatti, quasi a voler attendere i visitatori. Finalmente l'accesso all'altro centrale, strano a dirsi, appariva intatto, come se aspettasse qualcuno. Oscar spalancò i vetri della porta...ed ecco profilarsi lo scalone. Sembrava tutto a posto. Solo un'odore di muffa e rinchiuso faceva da padrone. Con un cenno Oscar chiese ad André nelle parti laterali. Voleva controllare ed accertarsi che non fossero cadute in disuso. L'usura del tempo e l'abbandono dettero il loro segnale...appena André tocco la porta un gran frastuono rimbombò cupo...un pezzo della facciata cadde proprio davanti ad André, quindi le due parti risultarono del tutto inagibili. -"Bene, stanotte ci sistemeremo alla meglio.-" esclamò Oscar -"Domani ci occuperemo del necessario e di come preparare adeguatamente le nostre stanze"- Isabelle seguita da Alain, sull'estratto si voltò a destra e a sinistra -"Sembra enorme. Alain, anche per te è la prima volta che lo vedi?"- -"No Isabelle, molte volte durante il mio servizio nei Soldati della Guardia mi è capitato di venire"- -"Alain, non è sfuggito a nessuno il tuo interesse nei riguardi di Lady Martha. Durante il viaggio era talmente evidente"- -"Perché ridi Isabelle?"- -"Non t'immagino con quella cornacchia ripetitiva e petulante"- -"Prima o poi tutti trovano moglie"- -"Adesso procediamo come ha stabilito tua madre. Altrimenti chi la sente il Comandante!"- Isabelle fu sistemata in una delle camere del primo piano che dava sul parco e sul retro si affacciava sul piccolo cortile che conduceva allo stagno. Poco oltre vi era l'alloggio dei suoi genitori. Di sotto la servitù si stava ingegnando per preparare la cena. Faceva caldo, terribilmente caldo ed Isabelle dopo aver fatto un bagno indossò la biancheria da notte. Aveva ragione sua madre non stava bene. Da alcuni giorni accusava delle fitte al basso ventre, non continue, ma sporadiche, che al loro manifestarsi erano terribilmente fastidiose. -"Ecco che ne arriva un'altra!"- esclamò piegandosi in due -"Stasera chiederò una tisana ad Annette, mi aiuterà a riposare"- -"Isabelle, ti sei sistemata?"- chiese Andrè davanti alla porta di camera della figlia -"Sì padre, entrate non restate sulla porta. Allora? Come vi sentite adesso che siete tornato dove avete vissuto per molti anni."- -"Sai bambina mia, sembra di non essere mai andato via"- -"E mia madre?"- -"Si è commossa quando ha rivisto la sua stanza. Non era esattamente come l'aveva lasciata..."- Mentre André parlava Isabelle impallidì portandosi una mano all'altezza del ventre sendendo colare qualcosa di vischioso che risultò essere sangue. Sporcò la biancheria e la veste da camera. -"I s a b e l l e"- gridò André -"Che ti succede piccola mia?"- -"Non lo so padre. Io..."- -"Sarà meglio chiamare tua madre. Sicuramente lei è più ferrata di me su questo"- rassicurandola uscì dalla camera di Isabelle per chiamare Oscar.

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Capitolo 7
*** Cambiamenti ***


PER SEMPRE 7° capitolo CAMBIAMENTI PALAZZO JARJAYES Estate 1802 -"Oscar, nostra figlia non sta bene. Credo solo tu possa esserle d'aiuto."- -"Perché hai quella faccia André? Cos'è successo ad Isabelle?"- chiese Oscar preoccupata -"Sai Oscar ecco...vedi...cioè...Isabelle è una fanciulla"- Andrè sembrava imbarazzato -"Credi che questo che non lo sappia? André, insomma si può sapere che è accaduto a nostra figlia?"- -"Ecco...sai...le fanciulle ad una certa età..."- -"Ad una certa età? Cosa André...vuoi parlare per favore?"- -"Credo che...sicuramente Isabelle...sai com'è?"- -"Andrè, se non mi spieghi come posso aiutare nostra figlia?"- -"Isabelle ha 12, giusto? Quindi..."- -"Sei per caso impazzito? André, mi hai appena detto che Isabelle non si sente bene...che devo parlare con lei -" -"Forse...sai...la cosa non è facile da spiegare"- -"ANDRÈ, il ritorno in Francia ti ha forse dato alla testa? SI PUÒ SAPERE DI COSA SOFFRE ISABELLE?"- -"Insomma...sono dell'idea che...va da lei ed in fretta"- -"Andrè non ti capisco, vorrei essere informata. Fai uscire dalla tua bocca il problema di nostra figlia."- -"Penso che abbia avuto per la prima volta le sue regole mensili."- Oscar deglutì. Era un argomento un po' imbarazzante e spinoso per lei visto come lo aveva vissuto al suo tempo, però adesso doveva tranquillizzare sua figlia. -"Vado da lei...proverò a spiegarle ogni cosa"- Oscar bussò alla stanza di Isabelle -"Isabelle posso entrare?"- -"Entrate madre"- rispose Isabelle singhiozzare -"Che ti succede piccola mia..."- chiese Oscar dolcemente -" Madre, non lo so...so soltanto che da alcuni giorni sentivo dolore al ventre, ma pensavo fosse dovuto al viaggio e stasera..."- Oscar notò che la camicia da notte di Isabelle era imbrattata di sangue. Andrè non si era sbagliato -"E stasera, ho avuto una fitta e mi sono ritrovata così..."- Oscar era un po' imbarazzata ma davanti c'era sua figlia spaventata e tremante che doveva essere confortata, quindi prese coraggio a due mani, anche se non fu per niente facile per lei. Si sedette accanto ad Isabelle, che a testa bassa tremava per la paura in quanto non capiva cosa le stesse succedendo, con grande tenerezza le spiegò -"Isabelle, quello che ti è appena accaduto è una cosa naturale, avviene ad ogni ragazza più o meno della tua età ogni mese fino ad età adulta. Non preoccuparti non è niente di grave." -"Madre, dovrà essere ogni volta così doloroso?"- -"Dipende...a volte lo è di più altre di meno"- Isabelle piangeva, appariva smarrita. Oscar la strinse stretta. In quell'abbraccio, così materno e pieno di dolcezza Isabelle colse tutto l'amore che sua madre provava per lei, non aveva davanti il soldato, ma quel lato che troppe poche volte emergeva di lei -"Madre, vorrei chiedervi di restare con me stanotte, come quando ero bambina. Vorrei dormire stretta a voi.-" Oscar si commosse. La sua bambina stava crescendo...la sua Isabelle. Il coronamento del suo amore con André. -"Ti voglio bene Isabelle, non puoi immaginare quanto."- -"Madre, anch'io ve ne voglio...vorrei sempre stare così stretta a voi."- -"Adesso però bisogna sistemare questo disastro. T'insegnerò come fare...non puoi mica andare mica in giro così? -" -"Va bene madre.-" -"E adesso fammi un sorriso bambina mia."- Isabelle illuminò il suo volto con uno splendente sorriso.

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Capitolo 8
*** cap.8 Ricordi ( parte 1) ***


PER SEMPRE 8° capitolo RICORDI (PARTE 1) PALAZZO JARJAYES, FRANCIA Estate 1802 Isabelle vagava ammirando gl'immensi saloni di Palazzo Jarjayes, era ammalata dagli splendidi affreschi che decoravano gli ampi soffitti. Gli arazzi e le tele si alternavano alle pareti, immortalando la gloria della famiglia. Era estasiata da tanto splendore quando, la sua attenzione cadde su una piccola porta semi nascosta nella tappezzeria -"Che strano..."- si disse. La curiosità la spinse ad aprirla. Immetteva in un locale, non molto vasto, illuminato a giorno attraverso una finestra -"Sembra una stanza dei cimeli..."- pensò Isabelle. Si guardò attorno, ogni cosa appariva ferma, quasi a voler raccontare una storia. C'era un armadio, lo aprì...e c'erano appese delle uniformi una bianca, una rossa ed una blu. Immaginò che fossero di sua madre dalla taglia capì che quella bianca fosse quella di Capitano delle Guardie Reali, quella rossa da Colonello e l'ultima, quella blu doveva essere quella da Comandante dei Soldati della Guardia Metropolitana. Accanto ad esse vi era appeso un abito...bianco. Il colore conservava ancora il suo splendore come se non fosse stato intaccato dal tempo le rifiniture blu scintillavano alla luce del sole che filtrava dalla finestra. Isabelle era rapita di fronte a quell'intreccio di trame -"Forse è appartenuto a qualcuno della famiglia."- si chiese. Continuava a voltarsi sempre osservando quell'abito quando urtò uno scrigno. Era questo un'opera di fine architettura italiana, urtando lo scrigno questi si capovolge e si aprì. Il contenuto si sparpagliò sul pavimento, erano solo delle cianfrusaglie, niente di che...fece per rimettere a posto quando si accorse che lo scrigno aveva un doppio fondo...strano a dirsi, conteneva un libricino. Era foderato di marocchino nero, la copertina rivelò che era qualcosa appartenuta a sua madre, infatti spiccava a chiare lettere il nome OSCAR FRANÇOIS DE JARJAYES. Isabelle iniziò a sfogliarlo...una fine ortografia feceva comprendere che si trattava di un libro di memorie o di un diario...decise che lo avrebbe letto, pensando trattasse di annotazioni di natura militare. Lo nascose tra le pieghe delle gonne e dopo essere uscita da quella camera nascosta e chiuso bene la porticina tornò in camera sua e lo pose nel cassetto del suo secretaire. Si era fatto tardi, tra poco l'avrebbero chiamata per la cena. Dopo cena salutato i genitori dando loro la buonanotte, Isabelle rientrata in camera sua si accomodò sul letto...il candelabro ardeva sul ripiano del comodino e s'immerse nella lettura. Quelle righe narravano le storie di una vita. Di una donna costretta per volere del padre a dover condurre una vita da uomo, solo perché ultimogenita in una famiglia di militari da generazioni senza aver avuto la benedizione di un'erede maschio a cui tramandare tale eredità. -"Fin da piccola mi è stata inculcata l'idea che fossi un maschio. Per questo mio padre chiese a Nanny, la nostra governante, di portare con sè a Palazzo un suo nipote mio coetaneo, André Grandier, rimasto orfano da qualche giorno. Mio padre il Generale Jarjayes, non permise che avessi alcun tipo di rapporto con le mie sorelle e tanto meno con mia madre. Per questo André fu la mia sola compagnia. Mio padre era duro freddo e spietato. Ci addestrava incessantemente affinché iniziassimo ad avere pratica con le armi. Esercizi massacranti che vessavano il mio corpo di bambino (almeno allora ero convinta di esserlo), mi riducevano ad uno straccio, ma sebbene tutta quella fatica gravasse sulle mie esili spalle, potevo contare sull'amicizia e l'appoggio di André. Condividevamo ogni cosa...eravamo fratelli. Con il trascorrere del tempo mi accorsi dei cambiamenti del mio corpo. Mio padre mi costrinse ad usare delle fasce per coprire e comprimere il seno che stava fiorendo, perché non fosse visibile alcun tratto della mia femminilità. Non ebbe pietà allo sboccio della mia pubertà ed ai dolori che essa portava aumentando con gli addestramenti, ore e ore di flessioni, esercizi alla sbarra per l'agilità. Guai se mi lamentavo, ero severamente punita, un soldato non può provare dolore e tanto meno emozioni. Le uniche parole di conforto venivano solo da Nanny e non potevo certo rivelare ad André cosa stesse cambiando in me. Dovevo seguire mio padre in caserma, tutti mi conoscevano come suo figlio, colui che sarebbe stato il suo erede. A 14 anni mi disse che ero pronta... dovevo vincere un duello con un'altro contendente per l'incarico di Capitano della Guardia Reale indossare l'uniforme e proteggere la Principessa Maria Antonietta d'Austria che da lì a poco avrebbe dovuto sposare il Delfino Luigi Augusto per volere del Re di Francia Luigi XV e dell'Imperatrice Maria Teresa madre della stessa Principessa. Ebbi da ridire. Mio padre non ammetteva repliche e mi punì severamente. Ricordo che il dolore fu tanto...mi ritrovai distesa sulle scale. Mio padre dall'alto urlava che un vero "soldato" deve solo ubbidire farsi ubbidire niente di più. Il tempo della spensieratezza era ormai finito. Dovevo scegliere... Scelsi l'uniforme. E così repressi ogni giorno di più le mie emozioni...mi adeguai."-

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Capitolo 9
*** cap.9 Ricordi (parte 2) ***


PALAZZO JARJAYES Estate 1802 Calde e copiose lacrime fuoriuscivano dagli occhi di Isabelle, quelle righe che aveva appena letto le erano entrate dentro come lame di mille coltelli. Adesso Isabelle riusciva a comprendere perché sua madre non aveva mai permesso che si avvicinasse alla vita militare. Di contro non capiva come un padre fosse riuscito a spingersi a tanto, a crescerla come un maschio privandola delle gioie di essere donna. Immaginava la madre, giovane fanciulla, alle prese con le prime avvisaglie del cambiamento del suo corpo, di come poteva sentirsi...senza una parola di conforto ne dal padre, ne dalla madre, ne tanto meno delle sue sorelle, solo le premure di Nanny e i sorrisi e la compagnia di André. Isabelle riprese la lettura. La scrittura era più nitida, anche se in alcuni tratti illeggibile "Il mio compito nella Guardia Reale era di proteggere l'incolumità della Sovrana, incarico non semplice e molto ambito da generazioni ricoperto dai maschi della famiglia Jarjayes. Ero l'ombra dell'allora Delfina, sempre al suo fianco, scortandola con la mia assidua presenza tra balli e ricevimenti. Fu durante un' uscita non autorizzata, esattamente ad un ballo in maschera all'Opera nel 1774, dove la Principessa Maria Antonietta si era recata in incognito. Feci di tutto per dissuaderla a parteciparvi ma per tutta risposta mi disse che ero troppo apprensiva e che poi c'ero io a difenderla, non mi restò altro che seguirla. Mentre si era presa una pausa dalle danze le si presentò un giovane che non essendo francese non riconobbe chi fosse. Intervenni prontamente com'era mio dovere e domandai chi fosse. Con tono austero mi disse che solitamente prima di chiedere le generalità altrui era doveroso che dessi le mie per prima, quindi mi presentai dicendo che ero Oscar François De Jarjayes Capitano delle Guardie Reali a quel punto si presentò come il Conte svedese Hans Axel di Fersen che era a Parigi per studio e che non poteva utilizzare il suo titolo sino a che non fosse tornato in patria. Gli comunicai che se voleva parlare con la dama che aveva difronte doveva chiedere formalmente udienza a Versailles perché era al cospetto di Sua Altezza Reale la Principessa Maria Antonietta. Vidi subito che tra loro era scattato qualcosa. Da quel momento il Conte di Fersen divenne non solo una presenza fissa nella vita della futura Sovrana ma anche nella mia. Rimase stupito che anche se sua coetanea ero già da qualche anno al comando delle Guardie Reali con il grado di Capitano. Salvò in più di un'occasione la vita sia a me che ad André. Fersen fece il gesto eroico di chiedere a Sua Maestà il Re Luigi XV di morire con André che fu accusato di essere il responsabile dell'incidente a cavallo accorso alla Principessa e in quell'occasione rimasi ferita per salvarla e lì seppe che ero una donna e non un uomo come aveva pensato...rimase stupito. Oppure quella volta che mi salvò da morte certa in quell'agguato che sicuramente organizzò la Contessa di Polignac ai miei danni. Ogni volta che Fersen era presente mi sentivo inquieta. Un qualcosa che non riuscivo fino in fondo a comprendere. Notavo il suo struggersi d'amore per la Principessa Maria Antonietta e che lei stessa contraccambiava i suoi sentimenti. Alcuni suoi nemici avevano già architettato alcuni stratagemmi per metterla in cattiva luce e far girare calunnie sul loro conto. A quel punto c'era solo una cosa da fare andare da Fersen e dirgli di allontanarsi dalla Francia per evitare scandali che si sarebbero potuti abbattere su di lei Non so come riuscii a trovare il coraggio di farlo forse spinta dalla stima e dal bene che volevo a Maria Antonietta che nel frattempo salì al trono dopo la morte di Re Luigi XV. Tornò in Svezia e fece ritorno in Francia dopo quattro anni. I sentimenti di entrambi nonostante la lontananza non si erano sopiti anzi erano diventati più forti e solidi tant'è che ormai le voci di una loro relazione era di dominio pubblico alla Reggia. Una sera c'era un'importante ballo a Corte a cui non volevo partecipare per non sentire tra i nobili e i cortigiani i commenti malevoli rivolti ad entrambi ma Andrè mi convinse a farlo proprio per difendere l'onore della Regina. Mi presentai a quel ballo a Corte in Alta Uniforme proprio per danzare con la Regina tutto il tempo così da non permettere che Fersen danzasse con lei e alimentare così le chiacchiere su di loro. Sulla via del ritorno a casa ci fermò Fersen ringraziandomi per quel che avevo fatto e che a quel punto c'era solo una cosa che poteva fare...allontanarsi da lei. Decise di partire con le truppe francesi per la guerra d'Indipendenza Americana. Piansi tutte le mie lacrime che fino a quel momento non avevo mai versato per nessuno a pensare di non rivederlo più per chissà quanto tempo e saperlo anche in pericolo, pregai Dio di proteggerlo e di farlo tornare in Patria sano e salvo. Fersen vedeva in me solo un uomo in Uniforme, non vedeva oltre sebbene fossimo diventati grandi amici. Nessuno capiva cosa provavo, solo André aveva notato il mio cuore in subbuglio per Fersen Dopo sette lunghi anni Fersen tornò dalla guerra Americana. Mi stavo allenando con André, quando lo vidi gli corsi incontro, raggiante, il mio cuore era impazzito dalla gioia...era tornato. Fu ospite quì a Palazzo. Una mattina gli chiesi quando avrebbe avuto intenzione di far visita alla Regina, ma non aveva intenzione di farlo perché convinto di aver soffocato i suoi sentimenti per lei in fondo al suo cuore in quegli anni. Mi fece promettere di non fare parola con nessuno che era tornato in Francia. Nel tempo che Fersen era impegnato nella guerra Americana il malcontento popolare dilagava e non era inusuale venissero attaccate le dimore dei nobili a colpi di fucile o a sassate. Successe anche al nostro Palazzo un pomeriggio mentre io, André e Fersen nel salone sorseggiavamo del thè e della cioccolata calda, quando dei colpi di fucile ruppero i vetri del finestrone del salone, André cadde a terra sotto i colpi dei vetri andati in frantumi. Mi precipitai spaventata e con il cuore in gola da lui pensando fosse stato ferito dai colpi di fucile e dalle schegge di vetro, mi tranquillizzò dicendomi che non era stato ferito. Fersen era sconvolto non riusciva a capire cosa stesse succedendo e il perché di tutto questo, fu André a spiegargli che la Francia stava cambiando ma ahimè in peggio. Dopo quell'episodio Fersen decise che sarebbe stato il caso di tornare ad essere un servitore della Corona e di proteggere la persona che aveva tanto amato e che nonostante tutti i suoi sforzi non era riuscito a dimenticare. Lo ammirai per la sua dedizione. Volli fare un tentativo...presi la decisione di partecipare ad un ballo a Corte vestita da donna. Nanny aveva cucito per me un bellissimo abito bianco, senza troppi orpelli. Mi acconciò i capelli in maniera semplice ma raffinata. Quando mi specchiai lo splendore di quel colore fece emergere la mia natura che avevo sempre cercato di reprimere. Volevo che Fersen si accorgesse di me, della mia femminilità e quell'abito ne costituiva la prova. Entrai intimidita nella sala." Isabelle corse nella stanza dei cimeli. L'abito era lì splendidamente bianco, come se il tempo per lui si fosse fermato. Lo accarezzò mentre piangeva... -"Madre, dovevate essere bellissima con quest'abito. V'immagino incedere tra tutti con la vostra leggerezza e grazia"- disse Isabelle ad alta voce e con gli occhi pieni di lacrime. Oscar si trovò a passare in corridoio...faceva caldo e non riusciva a dormire. Sentì come un pianto sommesso venire da una stanza, fece capolino e sentì le parole di Isabelle, entrò...non fece che pochi passi e notò per terra un libro aperto a metà. Lo raccolse e capì che la figlia aveva letto il suo quaderno e parlò con voce lenta persa nei ricordi -"Vedi Isabelle, quell'abito ha significato molto per me. Tu non puoi immaginare com'era difficile esprimere certe mie intime emozioni a quell'uomo che credevo di amare. Il Conte di Fersen è stato come una calda illusione in cui mi ero avvolta, un miraggio in cui mi ero cullata. Quelle sensazioni che mi avevano insegnato a celare erano emerse...piano piano. Avrei voluto essere la Regina per farmi notare, sentire il suo sguardo solo per me, queste percezioni stonavano sulla mia persona. Come hai già letto sul mio quaderno decisi di partecipare ad un ballo a Corte vestita da donna per lui, volevo fargli notare quel lato di me che non avevo mai mostrato...volevo che vedesse e sentisse il mio cuore di donna. Mentre mi preparavo capivo che in quell'abito c'era racchiusa tutta la mia femminilità che sarebbe esplosa come un candido raggio di luce. Ricordo lo sguardo di tuo padre quando mi affacciai timidamente in cima alle scale...rimase come folgorato. Al ballo nessuno mi riconobbe...solo Fersen si fece avanti per invitarmi a danzare, ero tra le sue braccia, mi bastava...mi sentivo leggera come una piuma in quel tenero abbraccio. Non parlai, mi avrebbe riconosciuta. Abbassavo lo sguardo, il timore che potesse riconoscermi era tanto. Ad un certo punto iniziò a parlarmi:" Perdonatemi Contessa posso sapere da dove venite? Sapete, conosco una persona che vi somiglia moltissimo" tremante e con lo sguardo sempre basso sgranai gli occhi avevo paura che mi avesse riconosciuta e stesse facendo di tutto per smascherarmi e continuò: "Bella come lo siete voi, bionda come lo siete voi, è generosa, colta, decisa, darebbe la vita per i suoi ideali. Di solito nasconde il suo corpo bellissimo dentro un'uniforme e fa di tutto perché gli uomini non s'interessino a lei. Questa ragazza di cui vi parlo è il mio migliore amico" A quelle parole mi sentii umiliata, annientata, mi ruppe l'anima come mille cristalli andati in frantumi. Lasciai la presa che in quel momento avevo per danzare, cercai di fuggire ma lui mi riprese cingendomi dalla vita e attirandomi a sè. Alzai finalmente lo sguardo verso di lui, le lacrime stavano già pizzicandomi gli occhi, a quel punto sgranò gli occhi ed ebbe conferma che quella che stava tenendo tra le braccia ero proprio io e sbalordito disse: " Non lo posso credere? È impossibile? Ma voi siete..." non gli lasciai il tempo di dire altro. Fuggii da quella situazione che era diventata per me insostenibile. Mi precipitai piangendo verso una fontana posta poco lontano dall'ingresso della Reggia ma poco visibile a occhi indiscreti. C'era un vento gelido, l'acqua della fontana ai colpi del vento mi schizzarono ma non m'importava. Mi appoggiai e mi dissi che era stato bello stare tra le sue braccia, sentire il suo sguardo che mi accarezzava ma che dovevo rinunciare a lui perché per me provava solo amicizia e nient'altro e che quindi non potevo aspirare a nulla di più. Isabelle piangeva dopo aver udito quelle parole, strinse in un dolce abbraccio Oscar mentre sussurrava "Oh madre, madre." -"Va tutto bene piccola mia."- la consolò Oscar Isabelle alzò lo sguardo verso sua madre a cercare i suoi occhi azzurri e profondi, era serena non traspariva dolore dopo il racconto che le aveva fatto.

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Capitolo 10
*** ciao.10 CONFIDENZE ***


PER SEMPRE capitolo 10 CONFIDENZE PALAZZO JARJAYES Estate 1802 Isabelle voleva sapere tutto di sua madre aveva ancora qualche domanda da porle. -"Madre, se non vi turba posso sapere cosa successe dopo? Avete avuto modo di sapere se effettivamente vi ha riconosciuta? E come vi siete accorta di amare mio padre?"- -"Purtroppo sì. Per settimane non rividi Fersen anche se entrambi frequentavamo la Reggia giornalmente. Comparve in visita a Palazzo un tardo pomeriggio. Eravamo davanti al camino intenti a sorseggiare del vino. Gli chiesi se avesse qualcosa da raccontarmi, lì per lì mi disse di no, ma poi si ricordò di un fatto strano che gli era successo quasi un mese addietro ad un ballo a Corte...raggelai. Mi raccontò che aveva danzato con una Contessa di chissà quale paese straniero e che non aveva più rivisto a Corte dopo quella sera. Continuavo a tenere lo sguardo basso. Speravo in cuor mio che la conversazione finisse lì, in quell'istante. Cercavo di sembrare calma e tranquilla. Mentre poggiavo il bicchiere di vino che avevo in mano sul tavolino che ci separava mi afferrò per il polso...ero sconvolta. Riprese dicendomi "Oscar, ho pensato che solo voi potevate essere quella Contessa e se volete saperlo è stato il vostro comportamento a tradirvi". Ero stata scoperta. Fuggii come quella sera a Corte...via da quella stanza. Quasi travolsi tuo padre che era davanti l'ingresso del salottino. Rimase turbato anche lui. Anche se non avevo mai confessato prima di allora a tuo padre i miei sentimenti per Fersen sapeva cosa stava soffrendo il mio cuore, lui e sempre stato capace di leggermi dentro di capire cosa passasse nella mia mente e si comportava di conseguenza e a farmi ragionare. Non capivo come ci riuscisse, lo capii tempo dopo. Fersen mi raggiunse davanti alle scuderie dove mi ero fermata a piangere nuovamente tutte le mie lacrime per il mio sentimento non corrisposto. Ciò che mi disse mi dilaniò ancora di più. "Oscar, se io avessi saputo che donna siete quando vi ho conosciuta forse allora..." Non lo lasciai proseguire...ero spezzata, distrutta, lo pregai di non aggiungere un'altra parola, che avevo cancellato certi sentimenti dal mio cuore e che l'amore portava solo a due cose alla felicità completa o ad una lenta e triste agonia. Mi rispose che per quanto lui ne sapeva l'amore portava solo ad una lenta e triste agonia. Gli confessai che temevo che quel giorno sarebbe arrivato e che quello era un addio e la fine della nostra lunga amicizia. Prima di congedarsi mi chiese di non dimenticare mai che ero stata per lui il migliore amico che aveva mai avuto e che lui aveva fatto di tutto per essere il MIO migliore amico. Detto questo ci dicemmo addio. Tornai in casa a cercare di rimettere a posto il disastro che avevo combinato fuggendo. Mi sentivo a pezzi come quei bicchieri che avevo urtato e si erano frantumati cadendo sul pavimento. Volevo che quella parte di me nata con Fersen morisse per sempre. Presi la decisione di lasciare il comando delle Guardie Reali, era impossibile per me restare a Corte. Chiesi a Sua Maestà la Regina di cambiare comando che mi fu accordato assegnandomi il comando dei Soldati della Guardia Metropolitana non m'importava, volevo vivere come un uomo perché ero convinta che non avrei sofferto, non avrei avuto più momenti di debolezza come l'amore. Quella sera congedai tuo padre dicendogli che volendo vivere come un uomo non avrei più voluto appoggiarmi a nessuno e che non avevo più bisogno di lui. A quella mia decisione mi rispose in maniera tranquilla e con voce ferma mi disse: " Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà Oscar" Mi arrabbiai, gli urlai contro gridandogli se con quella frase voleva dire che comunque una donna rimane una donna in ogni caso anche volendo vivere come un uomo. Ero furiosa...lo schiaffeggiai. Cercai in tutti i modi di farmi dare una risposta ma mi afferrò per i polsi e mi baciò gettandosi sul vicino letto cadendomi addosso." Isabelle a quella confessione della madre rimase sbalordita, non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Oscar continuò: "Credo che volesse farmi capire che comunque non potevo essere un uomo che quella era la forza di un uomo. Non riuscii a divincolarmi dalla sua presa e così gli urlai che avrei chiamato aiuto. Si ravvide e si fermò. Piangendo mi chiese di perdonarlo giurandomi che non mi avrebbe più fatto una cosa del genere, ma prima di uscire da camera mia proseguì dichiarando il suo amore per me e tra le lacrime mi disse: " Una rosa non potrà mai essere un lillà" ancora quella frase, ma continuò dicendomi "Ascolta Oscar, non potrai mai cancellare di essere nata donna. Per 20 anni, ho vissuto con te, e ho provato dell'affetto per te, solo per te. Io ti amo Oscar, credo di averti sempre amata." A quelle parole mi sentii spaesata. Non mi ero mai resa conto dell'amore che tuo padre nutriva nei miei confronti in tutti quegli anni. Decisi di andare da sola nella nostra villa in Normandia in attesa di prendere il comando dei Soldati della Guardia per mettere ordine e riflettere su tutto quello che mi era successo nell'ultimo periodo, dal rifiuto di Fersen al sapere che tuo padre era sempre stato innamorato di me senza che io me ne accorgessi. Facevo lunghe passeggiate in solitario volevo capire cosa provava veramente il mio cuore che direzione volesse che io prendessi." In quel momento non vedendo Oscar tornare in camera André iniziò a vagare per il Palazzo finché non la trovò in quella piccola stanza di cui non rammentava l'esistenza. Entrò e vide Oscar e Isabelle sedute sul pavimento una accanto all'altra. Si avvicinò a loro e capì cosa stava succedendo e cioè che la figlia stava scoprendo cose della vita di Oscar e che lei stessa le stava raccontando. Oscar e Isabelle si accorsero della sua presenza, Andrè si sedette accanto a loro e a quel punto la figlia chiese al padre le sue emozioni e come fece ad amare per tutti quegli anni la madre senza mai farsi accorgere da lei dei suoi sentimenti. Andrè iniziò il suo racconto -"Isabelle, tu sai che io sono orfano di entrambi i genitori e che quando avevo 6 anni venni a vivere con mia nonna quì a Palazzo Jarjayes. Il Generale, tuo nonno volle che fossi il suo compagno di giochi, di allenamento e di studi per avere un riferimento maschile, dovevo essere quel fratello che lei non aveva in quanto aveva solo sorelle. Crescendo e vivendo con lei non essendo effettivamente fratelli il mio affetto per lei cresceva sempre più e quello che pensavo fosse affetto fraterno e di amicizia con il trascorrere del tempo capii che era ben altro". "Si padre, ma mi chiedo come mai lei non si fosse mai resa conto dei vostri sentimenti nei suoi confronti." La interruppe Oscar -"Bambina mia, non potevo accorgermi che i suoi sentimenti erano rivolti a me come quelli che un uomo prova per una donna. Era cresciuto con me, gli volevo bene, ma per me allora era il mio amico non lo vedevo diversamente. Tutto quello che lui faceva per me, al suo proteggermi, allo starmi sempre accanto, al consigliarmi, lo attribuivo al suo affetto fraterno nei miei confronti." Andrè riprese il suo racconto -" Io non sono nobile e un servo non poteva amare una nobile e poi c'era mia nonna che mi ricordava perennemente che ero solo un servo e che dovevo mantenere le distanze da lei. A me bastava starle vicino, ammirarla, viverla giorno per giorno anche se non provava i miei stessi sentimenti. È sempre stato vitale come respirare per me starle accanto." Oscar guardava André con gli occhi lucidi e pieni d'amore per il suo uomo -"Non sei mai stato un servo per me, non ti ho mai considerato tale." -"Lo so amore mio." le rispose André posandole un bacio sulla fronte A quel punto Isabelle chiese ad André -"Padre, ma lei si era innamorata di un'altro, come vi siete sentito?" Andrè si rabbuiò un attimo ma lo sguardo dolce di Oscar lo distese e rispose -"Quando vidi l'amore della mia vita in abiti femminili ne rimasi rapito. All'inizio quando mia nonna mi chiamò invitandomi a vedere com'era bella non la immaginavo proprio in quelle vesti. Ricordo che pensai che doveva sembrare uno spaventapasseri con l'abito che le pendeva da tutte le parti, ma quando si presentò in cima allo scalone vidi una dea palesarsi davanti a me. È bella anche in uniforme e in abiti maschili ma in quel vestito era stupenda. Non avevo mai visto donna più bella e radiosa di lei." Oscar a sentire André immaginarla vestita da donna ad uno spaventapasseri lo fulminò con lo sguardo ma si addolcì immediatamente dopo aver sentito che invece sembrava una dea. André continuò a raccontare ad Isabelle quello che provò quella sera, -"Quando la vidi uscire da Palazzo Jarjayes con lo sguardo felice e raggiante perché stava andando ad incontrare quello che lei pensava fosse l'amore della sua vita, con il cuore e l'anima a pezzi mi chiusi in camera mia, mi sentivo dilaniato, ma che potevo fare. La mia condizione di servo non poteva aspirare ad averla come compagna di vita e poi lei non mi vedeva come un uomo innamorato. Mi gettai su letto pensando a cosa sarebbe potuto succedere tra loro...Fersen non poteva non accorgersi di quanto tua madre fosse incantevole quella sera e che quindi l'avrebbe fatta sua. Il mio cuore era straziato, le lacrime scendevano senza che potessi impedirlo, ero sempre più triste, mi mancava il respiro al pensiero di loro due insieme. Bevvi una bottiglia di vino rosso per stordirmi e non pensare. Non so bene che ora fosse, sentii il rumore della carrozza rientrare a Palazzo. Pensavo fosse Jacques che rientrava da solo perché sarebbe stato Fersen ad accompagnarla a casa l'indomani mattina, ma con mia sorpresa udii uno scalpitio di tacchi correre su per le scale di sopra e il forte rumore di una porta sbattuta. Uscii dalla mia camera e mi recai di sopra per accertarmi che lei stesse bene ma sentii chiaramente i suoi singhiozzi e non volli disturbarla. In cuor mio pensavo fosse successo qualcosa di grave ma non mi sembrò opportuno in quel momento fare qualcosa per consolarla e me ne tornai in camera mia. Trascorsi la notte in bianco...ma che potevo fare"- A quel punto Isabelle chiese ad Oscar quando si accorse dei suoi sentimenti per André e guardandolo con occhi innamorati riprese a raccontare -"Mi accorsi piano piano che quello che provavo per lui era Amore e non affetto fraterno. Nella mia mente rividi tutti gli anni trascorsi insieme a lui e che tutto quello che lui faceva per me non era per dovere di servizio perché era il mio attendente ma che il suo starmi vicino mi faceva stare bene e quando andai da sola in Normandia mi mancava, senza di lui al mio fianco mi sentivo persa, vuota. Non avevo mai provato tanta solitudine come in quel mese che trascorsi lì e tutto perché non era accanto a me, come sempre. Sentivo un vuoto immenso anche dentro al mio cuore e non capivo cosa mi stesse succedendo. Mi resi conto che dove c'ero io c'era lui e mi sentivo a casa anche se ci allontanavamo da Palazzo...LUI era la MIA casa, era il MIO André ed io ero SUA, ma non volevo più soffrire e quindi cercai di reprimere questo nuovo sentimento che si stava facendo largo dentro al mio cuore. Pensai fosse perché mi aveva confessato il suo amore. Mi sentii in colpa per non aver capito in tutto quel tempo dei suoi sentimenti ma dopo quello che era successo con Fersen ero risoluta a non volere più soffrire e così al mio ritorno indossai la mia maschera di rigore. Fu un ulteriore colpo quando mi presentai con un giorno d'anticipo al mio nuovo comando trovarlo lì tra i Soldati della Guardia...si era fatto aiutare da Alain ad arruolarsi. Lo feci convocare in ufficio per chiedergli il perchè mi aveva seguito quando gli avevo specificatamente chiesto che non volevo più il suo aiuto, ma mi disse che a dispetto di ciò che io avevo deciso e che pensavo lui era l'unica persona in grado di proteggermi."- Prese la parola André con un accenno di sorriso sulle labbra -"Era furiosa quando mi convocò nel suo ufficio e immagino come reagì dopo che io uscii dal suo ufficio alle parole che le avevo detto."- la guardò e Oscar riprese -"Sì, ero arrabbiata ma allo stesso tempo sollevata dal vederti di nuovo al mio fianco anche se in maniera diversa da come ero abituata."- André guardava Oscar con occhi languidi e lei ricambiò quello stesso sguardo. Isabelle guardò i suoi genitori e vide che si guardavano con una tale intensità da percepire il VERO e PURO AMORE tra loro. Si appartenevano da SEMPRE e sarebbe sempre stato così a dispetto delle regole del tempo che li volevano lontani perché servo e padrona. Prese parola André dicendo alla figlia il perché Oscar era così categorica a non volere che lei intraprendesse la vita militare, non voleva che dimenticassi la sua femminilità, che doveva vivere la sua natura di donna. Isabelle allora chiese ad André -"Padre, addestratemi voi, vi prego. È la cosa che più desidero al mondo da quando ero bambina e lo sapete. Prometto ad entrambi che non dimenticherò di essere una donna."- André guardò Oscar e con uno sguardo d'intesa le disse -"Bene, se è questo quello che vuoi sarò felice di farlo, ma devi sempre ricordare chi sei...una donna."- Isabelle si girò verso la madre e le si buttò letteralmente al collo per ringraziarla di aver accettato finalmente di far avverare il suo più grande desiderio. Oscar l'abbracciò e le baciò il capo stringendola a sè e allungando un braccio verso André invitandolo ad abbracciare insieme la loro splendida creatura.

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Capitolo 11
*** cap.11 Parenti ***


capitolo 11 PARENTI PALAZZO JARJAYES Estate 1802 -"Madre, quando potrò iniziare ad addentrarmi?"- chiese Isabelle alla madre -"Sei proprio impaziente di farlo piccola mia"- rispose Oscar sorridendo divertita -"Sì madre, non vedo l'ora."- -"Isabelle, Lady Martha vorrebbe organizzare una festa. Tra due settimane cade il tuo compleanno che coinciderà con il tuo debutto in società. Che ne pensi?"- disse Oscar -"Non ho niente in contrario alla vostra proposta, solo vorrei che fossimo voi madre ed io ad occuparci di ogni cosa."- -"Isabelle, sai meglio di me che non so come organizzare un evento mondano, ma se è quello che desideri, d'accordo ti accontenterò"- -"Grazie madre, adesso mi recherò da Lady Martha. Dovremo fare la lista di tutto ciò che occorre e poi ne discuteremo insieme."- rispose Isabelle euforica mentre usciva dal salone per recarsi in cucina. -"Va bene piccola mia"- le rispose Oscar alzando un po' la voce per farsi sentire da Isabelle Andrè che assistette alla scena tra madre e figlia sorrideva, conosceva Oscar e sapeva che detestava questi avvenimenti ma sapeva anche che lo stava facendo per amore di Isabelle e non avrebbe detto di no alla richiesta della figlia -"Andrè..."- -" Dimmi Oscar"- -" Per favore, mi sostituiresti tu in caserma in questi giorni? Non voglio deludere Isabelle. L'hai sentita? È felice che l'aiuti e ci rimarrebbe male se andassi in caserma e le dedicassi solo qualche ora del mio tempo...sempre che il lavoro me ne lasciasse abbastanza."- -"Tranquilla amore mio, ci penso io."- disse André avvicinantosi a lei e lasciando una carezza sul viso Mentre parlavano, si udì un vociferava nel portico. Lady Martha accorse nel salone -"Madame Grandier..."- -"Cos'è questo trambusto Lady Martha...che succede là fuori?"- -"Oh Madame, c'è una donna qua fuori che continua a sbraitare contro Alain sostenendo di essere della famiglia."- disse Lady Martha paonazza in viso perchè non era riuscita a gestire la situazione e aveva dovuto chiedere il loro intervento per portare la calma lì fuori. -"Oscar, sarà il caso di andare a controllare che succede."- Oscar annuì Si precipitarono fuori seguiti da Isabelle che sentendo il trambusto era tornata nel salone Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi fece ridere Isabelle. Davanti ad Alain vi era una corpulenta matrona dal viso tondo coperto da un belletto rosso, fuori moda, ed un'enorme scollatura che metteva in evidenza un décolleté un po' avvizzito. Sul capo portava una parrucca profumata di crema alle rose, il cui sentore penetrava le narici. Accanto a lei, immobile, un uomo alto, magro dal naso a becco stretto in un'abito fuori moda. La dama gesticolava convulsamente. Andrè a stento tratteneva le risate poi chiese -"Oscar, ma quella non è Madame Lolette?"- -"Madame Lolette? Oh santo cielo Andrè, ci mancava solo lei."- -"Madre, chi è Madame Lolette? Qualche parente che non desiderate?"- -"Si tratta della mia sorellastra...Madame Claudette de Jarjayes."- -"Sorellastra?"- chiese guardando stupita l'ospite -"Eh sì! È nata da una relazione giovanile di mio padre...non si sa se con una servetta in servizio al tempo al Palazzo dei miei nonni o con una ragazza del popolo conosciuta tra le sue frequentazioni in città. Mia nonna stessa non sapeva bene chi fosse la madre, ma non si tirarono indietro. Aiutarono economicamente la madre, mio padre la riconobbe come figlia e le fece dare una buona istruzione. Andiamo a salutarla, sia mai si offendesse."- -"Salve Madame Lolette."- salutarono Oscar e André. La donna scrutò da capo a piedi sia Oscar che André poi disse -"Il vostro guardiano..."- disse riferendosi ad Alain-"...ha fatto scappare la mia Nenè "- -"Questa è bella..."- rispose Alain -"...io ho fatto scappare la sua Nenè."- -"Scusatemi, mi fate capire chi è Nenè?"- chiese Oscar -"La mia bambina, la mia piccola cagnolina. Sento che sto per svenire...Gastone i sali, presto."- ordinò la donna portandosi il dorso della mano destra alla fronte L'uomo al suo fianco fece un inchino aprì la borsa da viaggio, prese una boccetta e aprendola la porse alla donna. -"Madame Lolette, stia tranquilla la sua Nenè non si sarà allontanata tanto, la ritroveremo."- La donna prese sottobraccio Oscar senza neanche considerare gli altri ed iniziò a parlare. -"Sai la mia Nenè è fuggita più volte durante il viaggio...Gaston, dove vai?"- disse rivolta al marito Gaston d'Effiat era un anziano soldato in congedo da anni, secondo o terzo marito di Madame Lolette -"Padre, quel signore sembra un gufo impagliato."- disse Isabelle -"E tu, chi saresti?"- chiese Madame Lolette indicandola -"Sono la loro figlia Madame." rispose Isabelle facendo un inchino -"Questa poi...tu Oscar hai una figlia? Da non crederci. E chi è tuo marito? Gaston, i sali"- disse la donna con un pizzico di sarcasmo -"E invece è così Madame Lolette, e lui è mio marito."- disse Oscar presentando André -"Madame Lolette, vedo che oltre al vostro consorte avete portato un'altro ospite."- osservò Oscar -"Se ti riferisci a lei è una delle mie tante nipoti, Chantal."- Lady Martha giunse portando la lista delle cose che aveva richiesto Isabelle Nel contempo André salutava per congedarsi -"Madame Lolette, i miei omaggi. Ma il dovere mi chiama in caserma. Spero di rivedervi al mio rientro."- Anche Isabelle cercò di congedarsi e portare con sé Oscar-"Madre, credo proprio che anche noi abbiamo altro da fare. Abbiamo ancora parecchio da fare per il ricevimento."- -"Ricevimento? Che ricevimento. Quando si terrà? Ci penso io ad organizzarne uno come si deve."- s'intromise euforica la donna -" Si terrà tra qualche settimana in occasione del compleanno di mia figlia e nel contempo il suo debutto in società."- disse Oscar -"Mmm! Tra qualche settimana dici? Allora nulla dovrai cavartela da sola mia cara io ripartirò tra qualche giorno. Devo accompagnare mia nipote in Inghilterra. La mia è solo una sosta breve per riposarmi dalle fatiche del viaggio."- -"Oh non preoccupatevi Madame, ce la caveremo."- disse Oscar sorridendo alla figlia Isabelle dal canto suo guardava Oscar pensando che la famiglia Jarjayes non finiva mai di stupire.

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Capitolo 12
*** cap.12 Preparativi ***


PER SEMPRE capitolo 12 PREPARATIVI PALAZZO JARJAYES Estate 1802 Palazzo Jarjayes nei giorni che precedettero il compleanno di Isabelle era un frenetico via vai di fiorai, domestici e cuochi. Madame Lolette più che d'aiuto era d'intralcio. Se ne stava seduta su un canapè bofonchiando ordini che nessuno ascoltava. Lady Martha al contrario sorvegliava che ogni cosa fosse eseguita nel modo migliore, mentre Oscar non essendo abituata a gestire l'organizzazione di questo tipo di feste se ne stava in disparte. -"Madre, secondo voi quali fiori sarebbero adatti per la Sala da ballo?"- chiese Isabelle -"Beh...non saprei forse dei gelsomini. Ricordo che quando ero nella Guardia Reale e per dovere dovevo partecipare ai balli le sale odoravano di quei fiori ma non so se ci sono in questo periodo."- -"E come vi piacerebbe fosse allestito il banchetto?"- Oscar si guardò intorno e vide la governante. -"Lady Martha vi occupereste di gestire l'allestimento del banchetto? So che farete un ottimo lavoro."- -"Certo Madame, non preoccupatevi. Sarà mia cura sorvegliare e far si che tutto sia perfetto."- rispose la governante -" Grazie, non avevo dubbi. Buon lavoro allora."- disse cercando di uscire dalla sala, ma Isabelle fu pronta a bloccarla -"Madre la cosa migliore sarebbe allestirlo nella Sala adiacente lasciando questa per i musicisti e le danze è di passaggio a chi vorrà trovare refrigerio nei giardini."- -"Mi sembra un'ottima idea Isabelle."- -"Isabelle, pensavi anche a qualche musicista nei gazebo del parco?" domandò Lady Martha -"Beh sì. Non mi dispiacerebbe si tenesse un piccolo concerto nell' Orangeria" rispose -"Allora mi adopero subito per organizzare e allestire anche fuori."- Oscar annuiva, qualsiasi cosa per sua figlia, anche se si sentiva un pesce fuori d'acqua in quel contesto. -"Madre, domani verrete con me dalla modista? Vorrei che mi aiutaste a scegliere l'abito che indosserò."- Oscar era pensierosa. -"Madre, che succede? Ho detto qualcosa che non va?"- disse Isabelle un po' preoccupata -"No tesoro mio. Stavo solo pensando che se ti fa piacere potresti indossare il mio abito, che ne dici? A me farebbe piacere. Se dici di sì chiameremo la modista per fare le dovute modifiche."- -"Sì."- rispose estasiata Isabelle -"Però non diremo niente a tuo padre. Sarà il nostro piccolo segreto, vedrai sarà felice di vedertelo addosso."- -"E voi madre, indosserete anche voi un abito da sera o indosserete abiti maschili?"- -"Ne ho di molto eleganti a mia disposizione. Uno di quelli andrà bene."- Isabelle rimase un po' delusa dalla risposta di Oscar, ma non le importava, non l'avrebbe costretta a farlo se non voleva. -"Isabelle, il fioraio è in ritardo con la consegna?"- -"State tranquilla Lady Martha, è appena arrivato."- -"Bene vado a controllare. Ah! Isabelle, sai dov'è Madame? Non la vedo in giro.-" -"Credo che avesse una questione da risolvere in caserma."- Andrè era felice. Aveva visto Oscar prodigarsi con entusiasmo a tutto quello che era necessario fare, in certi momenti era irritata perché era in difficoltà ma trovava sempre il modo di risolvere il problema, lo faceva per vedere felice Isabelle. André ad un tratto si era trovato a pensare -"Come mi piacerebbe vedere Oscar in abito da sera per l'occasione...sarebbe un sogno."- Nel mentre osservava sua figlia. Diventava ogni giorno più bella stava lasciando la sua parte ragazzina per diventare più donna...stava sbocciando. La vedeva più felice anche da quando aveva instaurato un bellissimo rapporto con Oscar. -"Padre, Annette mi ha appena detto che Mathieu sarà qui per la festa, gli è stata concessa una licenza. E poi ho saputo che diverrà uno dei vostri Soldati della Guardia. Non vedo l'ora di essere al suo fianco in caserma." André sorrideva. Era determinata la sua Isabelle...tutta sua madre. Ma era in apprensione per lei...si sarebbe adattata ai ritmi della vita militare? -"Padre, dite che potrò essere subito di guardia? Dividerò gli alloggi con gli altri soldati?"- -"Non pensarci nemmeno. Credi che io e tua madre ti lasceremo in quelle camerate? Tu avrai a disposizione il tuo alloggio e poi c'è tempo per pensare alle guardie. Dovremmo pensare agli allenamenti, non credere che siano una passeggiata. Certo non saranno alla stregua di quelli che tuo nonno, il Generale Jarjayes impartiva a me e soprattutto a tua madre. Io mi occuperò di addestrati con le armi, tua madre farà il resto." Oscar all'insaputa di tutti si era fatta confezionare un bellissimo abito da sera le cui tonalità cangiavano nelle varie sfumature del celeste e del grigio argento...era il suo regalo per la figlia ma anche una bellissima sorpresa per André.

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Capitolo 13
*** cap.13 Debutto in societa ***


PER SEMPRE capitolo 13 DEBUTTO IN SOCIETÀ PALAZZO JARJAYES Estate 1802 Era finalmente arrivato il giorno della festa...tutti erano in subbuglio. Annette si era svegliata prima dell'alba, doveva iniziare a preparare le ultime cose e coordinare lo stuolo di cuochi che affollavano le cucine. Lady Martha controllava la Sala del banchetto nervosamente perché, a suo dire non era sistemata a dovere. Ad Alain era stato chiesto di occuparsi delle scuderie che dovevano essere tirate a lucido ed avere abbastanza foraggio per i cavalli che sarebbero stati ospitati durante la festa e André si era raccomandato di far sentire gli animali a proprio agio...erano previsti circa 300 invitati per cui c'era una gran mole di lavoro da fare. Madame Lolette come sempre era solo d'impiccio alla servitù. Oscar e André stavano controllando che tutto procedesse per il meglio. -"Andrè, stasera sarai tu ad aprire le danze con Isabelle...vuole iniziare con un valzer."- -"Non credere che con la scusa di nostra figlia rinunci a danzare con te? Non m'importa ciò che diranno gl'invitati visto che sicuramente indosserai abiti maschili."- disse tirando un sospiro rassegnato -"Non ho sempre partecipato ai balli a cui abbiamo fatto parte in uniforme?"- rispose Oscar con un sorriso sarcastico Mentre parlavano notarono Isabelle al braccio di Mathieu che si dirigeva verso i giardini. -"Siamo felici di vederti e di averti qui stasera Mathieu. Isabelle era impaziente di rivederti."- -"Grazie Comandante. Sono felice anch'io di essere riuscito a venire. Con il vostro permesso noi faremmo una chiacchierata in giardino prima della festa." - -"Ma certo ragazzi. Isabelle, però mi raccomando di non attardarti troppo...devi iniziare a prepararti"- -"Non preoccupatevi madre, sarò pronta all'orario stabilito. Per adesso voglio parlare con Mathieu qualche minuto."- -"Va bene piccola mia."- -"Io vedo del tenero tra Isabelle e Mathieu, tu no Oscar?"- chiese Andrè -"E anche se fosse? Sarai mica geloso papà?"- rispose Oscar ridendo -"Un po'. Isabelle sta diventando più bella ogni giorno che passa...tutta sua madre. Ma dimmi come sarà il suo vestito?"- -"Vuole che sia una sorpresa...sii paziente. Ancora poche ore e la vedrai splendente come un raggio di sole."- rispose Oscar con gli occhi incatenati a quelli di André -"Va bene aspetterò...non ho dubbi che sarà bellissima, vi amo entrambe più di me stesso."- -"Anche noi ti amiamo André."- I musicisti prendevano posto accordando i loro strumenti, il lauto banchetto era già stato quasi interamente disposto sulle tavole, gli ospiti cominciavano a giungere alla spicciolata. Il Maggiore Girodelle fu tra i primi, era suo dovere essere presente in quanto padrino di Isabelle, aveva al braccio la consorte e al seguito sua sorella la Contessa di Tallard, non mancò di esserci anche il Duca di Vitry. André era il solo ad essere già pronto. Era particolarmente affascinante...indossava un completo color bordeaux, molto semplice ma ben rifinito, i lunghi capelli scuri ribelli che gl'incorniciavano il bel volto e facevano risaltare i suoi meravigliosi occhi color smeraldo che Isabelle aveva ereditato. Lo raggiunse Mathieu che aveva invece indossato la sua divisa d'ordinanza. Erano tutti in attesa che Isabelle facesse il suo ingresso nella Sala. Intanto quasi tutti gl'invitati erano già arrivati. Un'antica conoscenza di André e Oscar stava varcando il cancello di Palazzo Jarjayes...il Conte di Fersen. Tornava in Francia dopo molti anni per ricordare il periodo trascorso in quella che per molti anni considerò la sua seconda Patria. Per caso si trovò a passare difronte al palazzo e vedendolo abitato si addentrò verso l'interno. Ricordava nitidamente l'ultima volta che vi era entrato e l'addio che si era scambiato con Oscar -"Chissà se appartiene ancora alla famiglia Jarjayes?"- si chiese L'orchestra iniziò a suonare per intrattenere gli ospiti in attesa che arrivasse Isabelle. Uscita dalla sua stanza e non vedendo Oscar, Isabelle chiese a Lady Martha -"Mia madre è già di sotto?"- l'ultima volta l'aveva vista in Sala con suo padre mentre lei e Mathieu si dirigevano fuori in giardino -"Lady Martha, potreste chiamarla? Vorrei scendere insieme a lei."- Oscar si era rifugiata nella vecchia camera di André e con l'aiuto di Eunice si era preparata con calma. Si guardava allo specchio...era veramente un'incanto -"Chissà cosa diranno Mousier Grandier e vostra figlia quando vi vedranno vestita così Madame."- Oscar sorrise, immaginava gli occhi di André su di lei e lo stupore di Isabelle appena l'avrebbe vista in abito da sera. Uscì dalla stanza e si avviò verso le scale. Dalla parte opposta procedeva Isabelle, s'incontrarono, erano una difronte all'altra in cima alle scale che portavano a quella principale per poi scendere nella grande Sala. Isabelle la guardava ammirata, non poteva credere a quello che aveva davanti...sua madre in abito da sera, era semplicemente magnifica, Oscar penso lo stesso della figlia. Ora madre e figlia erano una accanto all'altra sul ballatoio pronte ad scendere L'orchestra iniziò a suonare l'ouverture...era arrivato il momento che annunciava l'ingresso di Isabelle...sembrava una visione, l'abito bianco le calzava a pennello ed i lunghi capelli biondo ramati erano stati raccolti in alto lasciando cadere delle ciocche sul collo. André e Mathieu aspettavano pazientemente in fondo alle scale che facessero il loro ingresso. Intanto un'altra persona mischiata agli altri invitati osservava...

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Capitolo 14
*** cap.14 Un' ospite sgradito ***


PER SEMPRE capitolo 14 UN'OSPITE NON GRADITO PALAZZO JARJAYES Estate 1802 André non poteva credere ai suoi occhi, Oscar, la SUA Oscar, indossava un bellissimo abito da sera...era come abbagliato dalla sua bellezza. La mente andò indietro nel tempo a quando la vide per la prima volta in abiti femminili ma allora lo aveva fatto per un'altra persona. Adesso era molto più bella perché grazie all'amore di André era più consapevole della sua femminilità. Il loro sguardo era perso l'una nell'altro...intensità, dolcezza e Amore questo traspariva dai loro occhi. Gli occhi di Oscar brillavano talmente tanto che le illuminavano il volto...era una visione celestiale. Lo sguardo di André si posò su Isabelle e solo allora notò che il vestito che Oscar aveva indossato quella volta adesso avvolgeva la silhouette della loro figlia. Ora i suoi occhi si posavano sulle due donne della sua vita, erano semplicemente splendide. Mathieu era imbambolato. Non si sarebbe mai aspettato di vedere tanta bellezza e grazia. André si avvicinò alle sue splendide donne e dopo aver sussurrato a Oscar " SEI UN SOGNO, TI AMO" si avvicinò a Isabelle per invitarla a danzare come si doveva, le prese la mano e si spostarono al centro della Sala per iniziare le danze...Girodelle essendo il padrino di Isabelle invitò Oscar. Defilato Fersen si godè la scena, il vestito di Isabelle gli smosse la stanza dei ricordi...era lo stesso che Oscar indossò a quel famoso ballo. Finito il giro di danza André concesse a Mathieu di ballare con la figlia mentre lui prendeva Oscar tra le braccia per danzare con lei. Isabelle era leggera tra le braccia di Mathieu, si adagiava con il suono delle note quasi al suo petto, non parlavano, si guardavano solamente. Girando intorno ad un lato della Sala al passo di un Rondò Isabelle notò un uomo che la fissava con insistenza, non le sembrava di conoscerlo ma aveva la sensazione di averlo già visto da qualche parte...volteggiando continuava a chiedersi chi fosse quell'uomo. Non le piaceva il fatto che la fissasse eppure doveva conoscerlo il viso seppur segnato dal tempo era ancora giovanile, gli occhi grigi avevano uno sguardo spento. Poi d'un tratto si ricordò chi fosse...era il Conte Hans Axel di Fersen. Ricordava quel volto, lo aveva visto in uno dei libelli che furono stampati ai tempi del suo amore con Maria Antonietta che aveva trovato in fondo al baule nella stanza dei cimeli. Dopo aver danzato Isabelle e Mathieu si diressero verso la grande terrazza che dava sul magnifico giardino di Palazzo Jarjayes e mentre chiacchieravano videro avvicinarsi proprio il Conte di Fersen. Gli occhi di Isabelle divennero due fessure. Lo guardava mentre si avvicinava sempre più a loro e diventavano sempre più cupi. Il Conte avvicinatosi fece un'inchino di saluto ad Isabelle -"Mademoiselle vi porgo i miei omaggi. Mi presento...sono il Conte Hans Axel di Fersen e permettetemi di dirvi che siete una visione con quell'abito addosso che fu un tempo di vostra madre."- Isabelle a quelle parole s'infuriò. -"Non permettetevi di nominare mia madre Conte, so benissimo chi siete e vorrei sapere cosa fate qui, chi vi ha invitato? Non siete un'ospite gradito tra di noi e non aspettatevi salti di gioia per la vostra presenza. Avete fatto male a presentarvi qualunque sia stato il motivo per cui siete venuto."- Fersen rimase interdetto dal tono di voce con cui Isabelle si era rivolto a lui, non capiva il perché di tanto astio nei suoi confronti visto che era la primissima volta che s'incontravano, quindi cerco di capire. -"Perdonatemi Mademoiselle, non volevo essere inopportuno, ero di passaggio e ho visto il Palazzo illuminato. Pensavo non fosse più abitato come tanti Palazzi nobiliari di questa zona dopo la Rivoluzione e non mi sarei neanche aspettato che appartenesse ancora alla famiglia Jarjayes tutto qui. Ma spiegatemi il perché di tanto astio nei miei confronti e come fate a sapere chi sono, forse i vostri genitori vi hanno parlato di me? Io sono stato il miglior amico di Oscar tanti anni fa e lei è stata il mio miglior amico."- A quelle parole Isabelle diventò rossa dalla rabbia. André e Oscar con Girodelle e la consorte dall'altra parte della Sala chiacchieravano e commentavano il riuscito andamento del ricevimento. Guardando dalla parte opposta alla loro, Girodelle notò che Isabelle e Mathieu si stavano intrattenendo con una persona che a primo acchito sembrò di riconoscere e si rivolse ad André e Oscar -"Non vorrei sbagliarmi, ma quella persona che sta parlando con Isabelle non è il Conte di Fersen? Come mai è quì?"- André fece notare ad Oscar che Isabelle aveva un'espressione alquanto alterato probabilmente immaginava del perché la figlia fosse in quello stato e esortò di velocizzare il loro avvicinarsi alla terrazza. Giunti sulla terrazza si posizionarono accanto a lei. -"Conte di Fersen..."- salutarono André e Oscar quasi all'unisono e stupiti da quella presenza inattesa -"Che piacere rivedervi dopo tutti questi anni. Come state Fersen? Come mai siete quì? Cosa vi porta da queste parti?"- disse Oscar -"Oscar, André, anche voi Girodelle, mi fa un'immenso piacere rivedervi amici miei. Sapere che state bene e che siete felicemente insieme e con una graziosa figlia come Mademoiselle..."- Oscar si accorse che la figlia non si era presentata e si prodigò a colmare tale lacuna -"Vi presento nostra figlia Isabelle, Conte di Fersen."- -"Che fosse vostra figlia Madamigella Oscar...oh perdonatemi, Madame Oscar, era evidente è uguale a voi tranne che per il colore dei suoi occhi che sono identici a voi André. È di una bellezza strabiliante e voi Oscar non siete da meno, siete bellissima. Sto bene amici miei. Non ho trascorso un bel periodo dopo la dipartita della mia amata Maria Antonietta il mio cuore è ancora a pezzi, cerco di andare avanti come posso per la mia famiglia anche se non è facile. Per quanto riguarda il mio ritorno, volevo tornare nei luoghi dove un tempo ho vissuto momenti, per così dire felici e sono molto lieto di avervi incontrato."- disse Fersen con un velo di tristezza sia nello sguardo che nella voce -"Perdonatemi Conte se mi permetto"- disse Oscar -"Vorremmo sapere cosa stesse succedendo pochi istanti prima del nostro arrivo, abbiamo visto un atteggiamento alterato su Isabelle."- -"Niente di cui preoccuparsi Oscar davvero, c'è stato solo un malinteso tra me e Mademoiselle Isabelle."- cercò di giustificare l'accaduto ma Isabelle lo interruppe dicendo: -"Il Signor Conte non è stato invitato pertanto non è un gradito ospite in casa nostra non dopo come vi ha fatto soffrire madre la sera del ballo a Versailles umiliandovi definendovi IL SUO MIGLIOR AMICO il che mi manda letteralmente fuori di me e non contento è tornato un mese dopo qui a Palazzo rimarcandolo, ma sa cosa le dico Signor Conte? Sono felice che non vi siete interessato a lei perché così ha capito che era mio padre che amava davvero a dispetto della società di qualche anno fa e la loro unione e il loro amore l'uno nei confronti dell'altro è sotto ai miei occhi tutti i giorni da quando sono venuta al mondo, spero anch'io di vivere un amore come il loro. E ora v'inviterei a lasciare la festa CONTE HANS AXEL DI FERSEN."- Isabelle fu un fiume in piena. Il Conte non riuscì a proferire parola. Si rese conto che anche a voler giustificare l'accaduto davanti a tanta ostilità era comunque inutile e non voleva per nulla al mondo turbare l'atmosfera di quella festa importante per la figlia di André e Oscar. Era felice di aver rivisto i suoi amici con cui un tempo aveva trascorso qualche momento di distrazione tra duelli, buon cibo preparato sapientemente da Nanny e chiacchiere con un calice di buon vino tra le mani, non immaginava neanche lontanamente di trovarvi proprio loro, quindi salutò con un inchino uscì dalla Sala e da Palazzo Jarjayes. Oscar guardò Isabelle con gli occhi lucidi tenendo per mano André che la strinse a sè posandole un bacio sulla tempia. -"Bambina mia..."- disse Oscar -"Non era necessario essere così ostile nei confronti del Conte."- -"Ma madre, io non sopporto chi un tempo vi ha fatto soffrire e lui a suo tempo lo ha fatto anche se, come ho detto al Conte, sono contenta che non vi abbia notata non stareste con mio padre adesso felice e innamorata."- - "Va bene Isabelle non pensiamoci più adesso e torniamo alla festa, vuoi?"- -"Certo madre."- Mathieu porse il braccio ad Isabelle per rientrare in Sala e danzare ancora con lei. Lo stesse fece Girodelle con la sua consorte. Oscar guardava con gli occhi lucidi André -"Perchè hai lo sguardo triste Oscar, che succede?"- -"Niente André non preoccuparti. Sono solo dispiaciuta per quello che Fersen ha sofferto e soffre per non essere riuscito ad avere la donna che amava e che ama accanto a sé e non aver potuto fare niente per salvarla, mentre noi siamo felici e innamorati."- André si posizionò davanti ad Oscar e tenendola per il giro vita le poggiò prima un bacio sulla fronte poi perdendosi in quegli occhi azzurri le sussurrò -"Dispiace anche a me, credimi. Ha fatto quel che poteva anche se non è riuscito nell'intento. Non dimenticare mai che TI AMO AMORE MIO."- -"ANCH'IO TI AMO ANDRÉ, NON IMMAGINI QUANTO."- e perdendosi uno negli occhi dell'altra iniziarono a volteggiare nella Sala al tempo di un valzer.

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Capitolo 15
*** cap.15 Addestramento ***


PER SEMPRE capitolo 15 ADDESTRAMENTO PALAZZO JARJAYES Estate 1802 Finalmente era giunto il momento tanto atteso per Isabelle, avrebbe iniziato ad allenarsi. Oscar aveva fatto allestire una sorta di palestra con il necessario per gli esercizi di velocità e agilità, anche lei era emozionata. La sua piccola era così determinata a raggiungere quel traguardo. La prima fase della preparazione consisteva in esercizi fisici, sarebbero stati sia Oscar che André a prepararla, avrebbero calibrato gli esercizi su misura per Isabelle, poi avrebbero iniziato con gli esercizi con la spada. Andrè aveva trovato in un baule nella sua vecchia camera le prime spade che usavano lui ed Oscar quando iniziarono ad allenarsi e pensò di usare quelle per i primi tempi, era una sorpresa per entrambe. Con quelle spade in mano André tornò indietro nel tempo ripensando a quando lui e Oscar erano ragazzini, sorrideva al pensiero di quei tempi e a quando faceva credere ad Oscar che fosse più forte per non farla demoralizzare, ora erano sposati e avevano una figlia bella, determinata e caparbia come la sua Oscar. Dopo aver preso una po' di padronanza con la spada sarebbero passati alle armi da fuoco ma c'era ancora tempo per pensare a quelle armi, un passo alla volta e Oscar avrebbe insegnato alla figlia tutto quello che sapeva e che l'aveva resa nel tempo la prima spada di Francia e imbattibile con le armi da fuoco per la precisione dei suoi colpi. Tutto era pronto per il giorno dopo. Quella notte Isabelle non riuscì a chiudere occhio tant'è che all'alba aveva già indossato l'abbigliamento adatto per gli esercizi che l'aspettavano quel giorno. Quando scese in cucina per fare colazione Lady Martha come al solito si prodigò in mille raccomandazioni, avrebbe preferito che non s'imbarcasse in quella che lei definì "una folle impresa". -"Lady Martha, sapete se mia madre è già in sala d'armi?"- chiese Isabelle -"Sì Isabelle, ti attende. Ti prego bambina mia rinuncia a questa tua idea."- -"Mi dispiace Lady Martha non potrei mai. Lo sapete anche voi che fin da piccola amo il suono delle spade che s'intrecciano."- -"Spero tu non debba pentirtene di questa scelta, ma mi raccomando sta attenta."- -"Non preoccupatevi Lady Martha, e poi sono i miei genitori ad addestrarmi non permetteranno che mi succeda qualcosa."- detto questo si avviò verso la sala d'armi dove ad attenderla c'era Oscar Isabelle entrò in sala d'armi, l'aspettava, le sorrise e le disse -"Sei pronta? Iniziamo."- Oscar cercò di rendere gli esercizi il meno pesanti possibili, alternò corsa e flessioni. Iniziò ad insegnarle i primi movimenti con cui avrebbe potuto iniziare un duello con la spada, non voleva sfinirla non era sua intenzione, cercò di rendere la lezione più semplice possibile ma Isabelle era testarda, se notava un difetto provava e riprovava la mossa -"Isabelle, non forzare. Vedrai che presto tutto ti verrà naturale, potresti farti male e non credo tu voglia interromperele lezioni per un po' di tempo, perché è quello che succederà se ti strapperai un muscolo solo perché hai forzato più del dovuto."- Nel mentre entrò André nella sala d'armi -" Ha ragione tua madre Isabelle, non forzare. Sa cosa fa, quindi ascolta i suoi consigli e non avere fretta."- Oscar sorrise ad André e annuì, Isabelle fece altrettanto -" Va bene padre, farò quello che mia André mi dirà di fare senza la fretta di riuscire subito a fare gli esercizi. Non potrei avere migliori insegnanti di voi."- André non si stupì della tenacia della figlia, era in tutto e per tutto simile ad Oscar e sarebbe andata fino in fondo senza lamentarsi. -"Padre, madre, quando credete sarò pronta a seguirvi in caserma?"- -" Se vorrai potrai venire già tra un paio di settimane così piano piano inizierai a renderti conto di cosa significa la vita militare. Non dimenticare mai la promessa che ci siamo fatte."- -"No madre, state tranquilla. Adesso però continuiamo. Vorrei provare l'esercizio di velocità."- Oscar condusse la figlia fuori dalla sala d'armi. Per raggiungere la velocità nella corsa erano necessari dei giri attorno all'intero complesso di Palazzo Jarjayes. Oscar ricordava che quando il Generale l'allenava, pretendeva che i giri fossero 10 senza fermarsi e da compiersi nel giro di pochi minuti per sviluppare la muscolatura delle gambe. André teneva il tempo, Isabelle era inarrestabile, raggiunse il risultato in pochissimo tempo "Niente male" pensò André per essere la prima volta. IN CASERMA Estate 1802 Passarono le settimane e dopo tanti allenamenti arrivò il momento tanto atteso da Isabelle. Aveva indossato la sua uniforme delle Guardie della città, si sentiva pronta per quella nuova esperienza. Oscar le aveva detto che in caso lei ed André fossero stati impegnati nelle ronde per le strade di Parigi, poteva contare sul suo padrino il Maggiore Girodelle e su Mathieu. Stava finendo di allacciare gli ultimi alamari dell'uniforme che Oscar bussò alla sua porta -"Vedo che sei pronta, quindi andiamo piccola mia."- -"Sì madre."- -"Mio padre non viene con noi?"- chiese constatando che André non era con loro -"Tuo padre si è già avviato, oggi è di guardia. Tu starai con me per la rassegna dei soldati e per le ispezioni nelle camerate."- -"Mi piacerebbe essere insieme a Mathieu"- -"È troppo presto Isabelle, voglio farti vedere prima com'è organizzato il lavoro in caserma. Oggi Mathieu sarà impegnato con Girodelle per il servizio di perlustrazione nei bassifondi di Parigi."- -"Quindi quale sarà il mio compito? Sarò al fianco di mio padre?"- -"Tempo al tempo Isabelle. Non essere impaziente prima devi imparare l'andamento della caserma e poi inizierai anche tu ad affiancare gli altri. Per adesso dividerai l'ufficio con me, mi aiuterai nelle pratiche di licenze e nella corrispondenza."- -"Vi prego madre, vorrei provare almeno un turno di guardia insieme a mio padre."- -" Sii paziente Isabelle. Lo farai ma non adesso. Ora avviamoci che si sta facendo tardi."- Isabelle varcò l'immensa porta della caserma, era emozionata, ma camminava fiera e decisa accanto alla madre. Percorrendo il lungo corridoio che portava all'ufficio di Oscar, il luogo le parve tetro e scuro, illuminato di tanto in tanto da qualche apertura che dava sui cortili interni. In lontananza sentiva il vociare dei soldati che lasciavano le camerate per poi dirigersi in Piazza d'armi per la rassegna quotidiana e dove Oscar impartiva loro gli ordini e le disposizioni della giornata. Isabelle si guardava attorno, era un'ambiente particolare. L'edificio era antico, sicuramente risaliva al Medioevo anche se erano visibili recenti interventi di restauro. Sulle enormi mura di cinta mercati, alcuni uomini stavano di guardia pronti ad intervenire in caso avvenisse qualche tumulto nelle immediate vicinanze. André salito al grado superiore e rivestiva insieme a Girodelle quello di Maggiore ed era il diretto collaboratore di Oscar nelle varie direttive ma non per questo si tirava indietro per ricoprire un turno di Guardia di solito ricoperti dai soldati semplici. Isabelle scorse il padre al suo posto di guardia,con il moschetto in mano che dava il cambio ad un'altro soldato, sarebbe voluta andare a salutarlo ma Oscar la trattenne. I militari si stavano riunendo sulla Piazza per il rito mattutino dell'appello. Oscar era definita dai soldati, almeno da quelli che la conoscevano da meno tempo, la "Comandante di ghiaccio" perché era talmente irreprensibile e dura che sembrava priva di sentimenti. I soldati si disposero su 2 file ed Oscar con tono fermo e deciso presentò Isabelle agli altri. -"Soldati, oggi si aggiungerà un nuovo membro tra le nostre file. Come avete potuto capire è mia figlia e la figlia del Maggiore Grandier, quindi vi chiedo assoluto rispetto e disciplina nei sui confronti se non la rispetterete dovrete vedervela con me. Tutto chiaro?"- dispose a gran voce Tutti all'unisono risposero -"Signor sì Signor Comandante."- Era girata voce in caserma che la figlia del Comandante e del Maggiore Grandier avrebbe fatto parte dell'organico. Al chè Oscar iniziò a dare disposizioni per i compiti della giornata. Isabelle guardava ammirata Oscar, sarebbe voluta diventare come lei un giorno, benché fosse una donna sapeva farsi rispettare come Comandante. Tempo addietro Alain le aveva raccontato che quando lasciò la Guardia Reale e le fu assegnato il Comando dei Soldati della Guardia, pochi anni prima della Rivoluzione, aveva avuto non pochi problemi con i Soldati, perché non ne volevano sapere di prendere ordini da una donna oltretutto nobile, e aveva faticato non poco per farsi accettare e rispettare. La tenacia e la caparbietà alla fine avevano avuto la meglio e dopo averla conosciuta veramente, era stata considerata il miglior Comandante che avevano mai avuto. Anche suo padre non era ben visto all'inizio dagli altri commilitoni, perché era giunta voce che era stato l'attendente di Oscar. Erano convinti che fosse una spia dei nobili e che quindi andasse a riferirle tutto quello che dicevano di lei e tutto ciò che facevano. Dopo non poche provocazioni tra cui una furiosa rissa ai danni proprio di suo padre, in Alain aveva trovato da subito un buon amico e quindi avevano smesso di prenderlo di mira. Isabelle era orgogliosa dei suoi genitori. Alain dopo il suo turno di guardia stava dirigendosi in camerata per riposarsi. Nei pressi di essa sentì ridere sguaiatamente alcuni dei suoi compagni e avvicinandosi sempre di più sentiva che stavano facendo degli apprezzamenti su Isabelle. -"Avete visto com'è carina la figlia del Comandante? Chissà se è di ghiaccio come la madre? Mi piacerebbe scoprirlo, magari non è così rigida come lei e potremmo farci un giro su quella bella bambolina."- Gli altri ripresero a ridere e ad annuire. Intanto Alain era entrato in camerata e sentendo quello che i suoi compagni stavano dicendo di Isabelle s'infuriò -"Ehi tu, brutto maiale. Guai a te se ti sento ancora dire altro o fare qualcosa alla figlia del Comandante, non vivrai a lungo per beartene. Questo lo dico a te e anche agli altri. Se solo so che avete osato anche senza volere mettere gli occhi su Isabelle o torcerle un capello, pregate Dio che vi perdoni, perché morirete uccisi da queste mie mani. INTESI!?"- Uno di loro impaurito e balbettando tentò di giustificarsi -"Ma no Alain, cosa vai a pensare. Stavamo scherzando, non faremmo mai una cosa del genere alla figlia del nostro Comandante. Figurati, non ne saremmo capaci, e poi non vorremmo trovarci faccia a faccia con la lama della spada del Comandante Oscar ci sbudellerebbe come agnelli. Per non parlare del Maggiore Grandier e Girodelle. No no, tranquillo "- A questa considerazione Alain rispose -"Sarà meglio per voi che sia così! E in ogni caso non voglio più sentire apprezzamenti di nessuno genere su Isabelle. TUTTO CHIARO!?"- Gli altri annuirono e andarono a fare quello che era stato assegnato loro di fare all'appello della mattina. Mathieu dopo la pesante giornata, abbracciò Isabelle in una deserta Piazza d'armi. Oscar notò la tenerezza di quella scena e disse ad André, che nel frattempo aveva finito da poco il suo breve turno di guardia e l'aveva raggiunta -"Allontaniamoci. Lasciamoli un attimo da soli."- André era un po' risentito -" Oscar, siamo in caserma. Non è insubordinazione questa? Che fai lo tolleri perché è nostra figlia?"- -"Dì la verità André, sei geloso della nostra bambina!"- disse Oscar ridendo -"No Oscar non è così. Non vorrei che gli altri soldati vedano che fai favoritismi, tutto quì."- -"Va bene André. Ora li richiamo all'ordine. Isabelle, Mathieu nel mio ufficio, subito."- -"Cosa succede madre?"- chiese Isabelle -"Ne parleremo in ufficio."- rispose perentoria Oscar Arrivati nell'ufficio di Oscar, Isabelle chiese alla madre -"Allora madre, diteci che succede?"- -"Niente di grave Isabelle, però devo riprendere sia te che Mathieu. Non voglio assolutamente che vi scambiate dimostrazioni d'affetto in caserma o in prossimità. Lo dico perché non voglio che circoli la voce che faccio favoritismi solo perché sei nostra figlia e anche per la tua sicurezza, spero tu lo capisca. Questo è tutto. Se avete qualcosa da dirmi fate pure."- Prese la parola Mathieu -"Comandante avete ragione, è colpa mia. L'ho abbracciata perché volevo congratularmi con lei per il suo primo giorno di lavoro in caserma. Agli ordini Comandante."- disse Mathieu mettendosi sull'attenti e facendo ad Oscar il saluto militare. -"Riposo Capitano LaBorde, potete andare adesso. Isabelle aspettaci fuori per favore, io e tuo padre arriviamo subito. Il tempo di firmare un paio di dispacci e torniamo a casa insieme."- -"Va bene madre, vi aspetto all'entrata."- André guardò Isabelle allontanarsi ed uscire dall'ufficio. -"Non riesci più ad essere dura con lei, eh Oscar."- -"No André, hai ragione. Era una discola da piccola non riuscivo a gestirla. Ma ora è diverso è cresciuta anche se a volte sembra che non mi ascolti."- -"Mi sembra di averla già conosciuta una personcina così."- disse sorridendo André -"Ah sì! E chi sarebbe di grazia, la conosco?"- -"Altrochè se la conosci. Ha lunghi capelli biondi come il grano maturo e due occhi azzurri come il mare che mi fanno impazzire tutte le volte che l'incrocio e si chiama Oscar."- Lei sorrideva. Si ricordava di tutte la marachelle che combinava da piccola mettendo nei guai anche André. -"Dai sbrigati, firma i dispacci e usciamo da quì mio bel Comandante. Voglio tornare a casa, fare un bagno caldo e rilassante e dopo cena mettermi a letto con mia moglie e stare avvinghiato a lei tutta la notte."- disse André quasi sussurrando -"Bene, vedo che non perde tempo Maggiore Grandier."- rispose Oscar con un sorriso che le illuminava il viso. Concluse le sue mansioni giornaliere con André si avviò verso l'uscita dove c'era ad attenderli Isabelle. Insieme si avviarono verso casa sotto un cielo che iniziava a colorarsi dei colori del tramonto.

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Capitolo 16
*** cap.16 L' incontro ( parte 1) ***


PER SEMPRE capitolo 16 L'INCONTRO parte I CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Primavera 1805 Isabelle aveva 15 anni. Era diventata una bellissima ragazza, alta, slanciata come Oscar, due occhi verde smeraldo ereditati da Andrè, il viso rotondo incorniciato da lunghissimi capelli ricci e biondo ramati. In caserma era ben voluta, Oscar, ma soprattutto André vigilavano su di lei. Era sovente che durante i turni di Guardia con Mathieu, André facesse capolino e lo si vedeva contrariato quando notava gli sguardi d'intesa che si scambiavano i due ragazzi. I Soldati, di cui alcuni erano vecchi commilitoni di Andrè prima della Rivoluzione, si davano gomitate e commentavano tra loro -"È proprio geloso il nostro Andrè della sua Isabelle, neanche ai tempi di quando era innamorato non corrisposto dal Comandante lo si vedeva così apprensivo."- Oscar era più tranquilla, sapeva che sia Isabelle che Mathieu non avrebbero fatto nulla di sconveniente. -"Isabelle, non avrai dimenticato l'evento a cui devi partecipare?"- disse Oscar a Isabelle rientrando da un giro di ronda -"No madre,non credevo fosse così tardi."- -"Ho dato disposizioni che ti preparino il bagno nei miei alloggi, stai tranquilla nessuno ti disturberà. Ho notato che hai portato dei vestiti e messi nel guardaroba.-" -"Vi dispiace madre?ne ho approfittato per occasioni come questa che non ho tempo per poter tornare a Palazzo."- -"No, non mi dispiace affatto. Hai fatto bene, anche se preferirei tu rientrasse a casa per questo. Ma ora va piccola mia, tra poco la carrozza con Lady Martha sarà quì e sai come s'innervosisce quando tardi."- -"Sì, vado. Madre ho da chiedervi una cortesia. Mi mandereste per favore la ragazza che lavora in cucina per aiutarmi a vestire?"- -"Certo, intanto avviati. Tra poco sarà da te."- -"Grazie madre, vado."- detto questo si avviò negli alloggi di Oscar Isabelle aveva ricevuto l'invito a prendere parte ad un concerto della sua vecchia insegnante di musica. Era di passaggio in Francia, e le avrebbe fatto piacere rivedere la sua, allora, piccola allieva di cui conservava un bellissimo ricordo e ancora tanto affetto nonostante la lontananza. Il concerto di pianoforte si sarebbe tenuto in una sala del parterre dell'Operà e, vi avrebbero preso parte molti esponenti della nuova borghesia e della rimanente nobiltà. Isabelle dopo aver fatto il bagno iniziò a vestirsi con l'aiuto che aveva chiesto. Indossò il corsetto e sopra un abito da pomeriggio color crema, la stoffa aveva tanti piccoli fiorellini cangianti nella tonalità del rosso. Le maniche strette che arrivavano ai gomiti. Raccolse i capelli in una treccia, alla cui estremità, era legato un nastro dello stesso colore dell'abito posizionata davanti sul lato sinistro. Nel frattempo la raggiunse Oscar per annunciare che la carrozza era arrivata e Isabelle ne approfittò per chiederle un parere sul suo aspetto -"Madre, come sto?"- chiese -"Sei uno splendore figlia mia. Ma ora va, non farti attendere oltre."- -"Salutate mio padre per me quando rientra dalla perlustrazione."- le disse Isabelle dando un bacio sulla guancia alla madre e uscì dalla stanza per avviarsi alla carrozza non dimenticando di ringraziare la giovane che l'aveva aiutata a prepararsi. OPERÀ DI PARIGI -"Lady Martha, si è fatto tardi, avevo promesso a mia madre che saremmo tornate a casa a un'ora decente oer la cena. Dobbiamo sbrigarci."- esclamò Isabelle avviandosi verso l'uscita. Nel camminare a passo svelto involontariamente urtò un gentiluomo che si trovava sulla sua strada -"Perdonatemi signore."- disse scusandosi Isabelle -"Niente di grave madamigella. Spero non siate fatta male"- rispose il gentiluomo -"No, no. Vi chiedo ancora scusa per la mia sbadataggine, vado di fretta e non vi ho visto."- rispose Isabelle scusandosi ancora Il gentiluomo era molto garbato. Fu solo dopo che Isabelle si fu allontanata che ebbe come un sussulto. L'uomo era il Generale Jarjayes, anch'egli presente all'Operà a seguito di un'incontro che si svolgeva al primo piano tra vecchi militari nostalgici. Il Generale ebbe una strana sensazione, iniziò a sudare, gli girava la testa. Perché aveva avuto quella reazione a quell'incontro scontro, che stava succedendo. A tentoni tornò sui suoi passi. Alcuni giovani che passavano di là, lo videro quasi accasciarsi su una sedia e sbottonarsi lo jabot -"Signore, vi sentite male per caso?"- chiese preoccupato uno di loro che vedendo il Generale quasi barcollante e pallido si erano avvicinati a lui -"A...avete...avete notato quella fanciulla che è appena uscita?"- chiese speranzoso e con gli occhi sbarrati -"No signore"- disse uno di loro -"Se vi riferite alla giovane con l'abito a fiori rossi è Magamigella Isabelle Grandier. È bellissima. Ho sospirato per lei, ma ha occhi solo per il Capitano LaBorde"- disse un'altro -"Avete detto Madamigella Grandier? Ne siete certo?"- adesso il Generale tremava -"Sì signore. È la figlia del Maggiore Grandier e del Comandante della Guardia Oscar François Grandier.-" rispose il giovane con voce sicura Il Generale a sentire chi fossero i genitori di quella fanciulla impallidì. Quindi Oscar e André non erano morti come gli avevano detto la sera della Presa della Bastiglia, ma erano sopravvissuti, si erano sposati e avevano avuto una figlia. Non poteva crederci. Il Generale a seguito della Rivoluzione aveva trovato rifugio in Belgio come tanti altri nobili scappati agli orrori che ne seguirono, era tornato in Patria da qualche anno e si era ritirato in una piccola proprietà acquistata poco fuori Parigi. Aveva scelto di proposito di non tornare a vivere nel suo vecchio Palazzo a Jossigny, troppi ricordi del suo passato erano conservati tra quelle mura, uno tra tutti, il più doloroso, pesava come un macigno, il ricordo di Oscar che, nonostante tutto amava e che lui fino a quel momento credeva morta e sepolta insieme ad André chissà dove. Tornato a casa, aveva preso una bottiglia di vino rosso, un calice e si era posizionato con la sua poltrona davanti al quadro che anni prima Oscar aveva, a sorpresa di tutti, commissionato lei stessa. Era una delle poche cose, che il Generale, aveva voluto portare via con sé. Guardava il quadro e pensava alla fanciulla appena incontrata. -"Isabelle, si chiama Isabelle ed è mia nipote. Mio Dio come ti somiglia Oscar, figlia mia. Sono felice che non sei morta negli scontri durante la Rivoluzione. Lo sapevo, non potevi essere morta. Il mio cuore ha sempre saputo che eri viva, magari chissà dove, ma viva. Anche tu André, ragazzo mio sei vivo, sono veramente felice. Ripenso ad Isabelle e vedo te, cosa ti ho fatto figlia mia, perdonami se puoi, perdona questo vecchio pazzo se per un mio assurdo capriccio ti ho precluso tutte le gioie che che una ragazza vive nella sua vita. Sono stato duro con te, forse troppo. Ti ho tolto la tua infanzia, la tua adolescenza e la tua giovinezza, ti ho tolto l'amore di tua madre e delle tue sorelle. Come farai a perdonarmi se ionstesso non mi perdono per quello che ti ho fatto. Voglio vederti, abbracciarti, parlarti, voglio vedere André, che ti ho messo accanto quando era ancora un bambino perché avessi un esempio maschile da imitare, il tuo punto di riferimento. André sono felice che anche tu ce l'abbia fatta e a quanto pare sei riuscito a fare breccia nel cuore di Oscar. Me lo avevi detto anni fa che l'amavi e che l'avresti sposata. So che la stai rendendo felice e non poteva essere altrimenti, sei l'unico che la capisce, che la fa ragionare. Ho fatto bene tantissimi anni fa a dirti di proteggerla e tu lo hai fatto e continui a farlo, probabilmente è l'unica cosa buona che ho fatto per te Oscar. Avete anche una figlia bellissima che è l'unione perfetta di entrambi. Come farò a presentarmi al tuo cospetto sapendo che ti ho rovinato la vita."- Passarono le ore, il Generale aveva appena trascorso tutta la notte davanti al quadro di Oscar a parlare con lei come non faceva da anni ormai. Non riusciva a togliersi l'immagine di Isabelle dagli occhi ed era felice nel sapere che Oscar e André erano vivi e stavano bene anzi, si erano sposati e avevano creato una famiglia con una splendida creatura. Ora aveva preso una decisione, la mattina si sarebbe presentato in caserma da Oscar per chiederle perdono.

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Capitolo 17
*** cap.17 L 'incontro ( parte 2) ***


#PER SEMPRE capitolo 17 L'INCONTRO parte II CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Primavera 1805 Si era fatto giorno da circa un'ora ed un'uomo dalle vesti impeccabili e avanti negli anni, dopo aver sistemato il cavallo, varcò la soglia della caserma. Il piantone di turno, si meravigliò dell'ora inconsueta di quella visita, il Comandante aveva stabilito orari ben precisi per poter entrare in caserma da parte delle famiglie ai soldati che non sempre riuscivano a tornare a casa per via dei turni. L'uomo era vestito in maniera elegante sebbene risultasse un po' antiquato, nessuno sapeva chi fosse quell'uomo si capiva solo che doveva appartenere alla nobiltà. L'uomo esordì dicendo -"Vorrei parlare con il Comandante Grandier."- -"Impossibile signore, il Comandante è in perlustrazione con un gruppo di soldati, ne avrà per l'intera giornata."- rispose il soldato -"Ed il Maggiore Grandier?"- insistette -"Anche lui non è in caserma, mi spiace."- -"Vorrà dire che mi armerò di pazienza ed attenderò il loro ritorno."- disse il Generale ormai risoluto a voler incontrare sia Oscar che André -"Se volete potrete attendere nello studio del Comandante. Purtroppo non posso allontanarmi dalla mia postazione, non è molto difficile trovarlo è in fondo al corridoio."-spiegò il piantone Il Generale salutò il soldato e si avviò verso l'indicazione che aveva ricevuto. Era la prima volta da che era rientrato dal Belgio e si era congedato dall'esercito che metteva piede in un'ambiente militare. Un po' gli mancava la vita rigorosa da soldato ma, il suo tempo era ormai trascorso, non gli restava che vivere nel ricordo della sua gloriosa carriera. Arrivato alla destinazione indicata e trovandosi davanti la porta degli alloggi di Oscar esitò prima di aprire la porta, poi entrò. Si guardò intorno, un'immensa scrivania era situata in fondo alla stanza a ridosso della finestra per poter avere abbastanza luce per leggere i dispacci e la corrispondenza, firmare i vari documenti e stilare i turni di guardia dei soldati. Scaffali alle pareti con registri e plichi di documenti. In un'angolo vi era situata una porticina di legno, introduceva nella camera che era a disposizione del Comandante, il Generale socchiuse l'uscio, si capiva dal profumo dell'essenza di muschio e lavanda che la camera era abitualmente vissuta. Dopo ore di attesa nell'ufficio di Oscar, trascorsi tra una lettura ed un pranzo fugace servitogli da uno dei soldati che erano a conoscenza della visita di un'anziano ospite nell'ufficio del Comandante, nel tardo pomeriggio rientrarono Oscar e André. Si diressero verso l'ufficio ignari di chi poteva essere il visitatore. Il Generale stava in piedi davanti alla finestra con la sua solita postura, dava le spalle alla porta e le braccia indietro a tenersi le mani. Oscar trovatasi davanti quella figura vi riconobbe il padre, ebbe un sussulto, poi parlò -"Padre!"- Il Generale si voltò aveva gli occhi appannati di lacrime che ora alla vista della figlia, scendevano copiose sul suo viso stanco e segnato dalle rughe. -"Oscar, figlia mia. Sapevo che non potevi essere morta, lo sentivo che ti avrei riabbracciata un giorno."- disse commosso Anche André, che era subito dietro ad Oscar non poteva credere ai suoi occhi, aveva davanti il Generale. Si chiedeva come mai fosse lì e come aveva scoperto che fossero in caserma. Il Generale si rivolse a lui -"Andrè ragazzo mio, anche tu sei vivo. Sia lodato il cielo, ho fatto bene a metterti accanto a lei tanti anni fa, sapevo che l'avresti protetta da tutto e da tutti. Quanto ho pregato per voi ragazzi miei, ora siete quì, davanti a me e non posso che esserne felice."- Oscar prese la parola ancora incredula. -"Padre ditemi, come state? Come avete saputo che eravamo quì? E perché siete venuto? Ho disilluso le vostre aspettative rinunciando a tutto e tradendo la Corona, schierandomi con il popolo, i vostri valori, a cui voi eravate tanto legato."- Il Generale si mise una mano a coprirsi gli occhi da cui uscivano ancora lacrime di dolore, miste a quelle di gioia nel sapere che i suoi ragazzi erano lì, davanti a lui, vivi. Raccontò come aveva scoperto tutto la sera prima, di quell'incontro fortuito all'Operà, di cosa gli avevano detto un paio di suoi soldati, scoprendo cosi che stavano bene, che erano vivi e vegeti, sposati e che avevano una figlia bellissima. -"Oscar, sono quì per chiederti perdono per come ti ho cresciuta, per come ti ho costretta a vivere lontano dall'affetto delle tue sorelle e di tua madre, solo per un mio assurdo capriccio. Non riesco a perdonarmi per quello che ti ho fatto." Oscar si avvicinò e prese le mani del padre tra le sue. -"No padre, non dovete dire questo. È vero, ho rinunciato a tutto quello che avevano le mie sorelle ma a me andava bene, ero diversa da loro. Non me ne sono mai fatta un problema e poi non ero sola, c'era la dolce Nanny, e poi c'è sempre stato André con me e non posso che esserne felice come vedete."- si girò verso suo marito con gli occhi innamorati a cui Andrè rispose con un sorriso. -"Quindi come vedete non è poi stato così male dopotutto. Se non mi aveste cresciuta come un maschio, non lo avrei mai incontrato probabilmente e non avrei vissuto la vita che ho fatto cioè libera di fare le mie scelte, sarei finita sposata con un uomo che non amavo e con uno stuolo di ragazzini. No padre, non crucciatevi. Io vi ho perdonato tanti anni fa."- Il Generale alzò lo sguardo verso quegli occhi come i suoi, azzurri e fieri e l'abbracciò come non aveva mai fatto in vita sua. -"Oscar, ti chiedo solo di esaudire il desiderio del tuo vecchio genitore, permettimi d'incontrare vostra figlia e di riversare su di lei il mio affetto." disse il Generale mentre era tra le braccia della figlia -"Sarà per noi un onore accogliervi a Palazzo Jarjayes." rispose Oscar -"Ditemi qualcosa sulla vostra splendida creatura."- chiese il Generale Prese la parola André -"Generale, Isabelle è il coronamento del nostro amore. Speravo proprio che un giorno ci saremmo incontrati e che vi avremmo fatto conoscere la nostra Isabelle. Generale mi permettete una domanda? Mia nonna dov'è? E soprattutto come sta?"- -"Stai tranquillo André, Nanny sta bene. È stata poco bene dopo aver saputo della vostra morte sotto i bombardamenti alla Bastiglia. Sembrava non voler più vivere sapendo che i suoi bambini non c'erano più, che erano morti. Ma si è ripresa, anche se a fatica. Le ho promesso che vi avrei trovati e portati da lei perché sentivo che eravate vivi e al salvo. Ora è con Marguerite, presso mia figlia Clothilde in Belgio, ci siamo rifugiati lì durante la Rivoluzione, stanno tutti bene. Andrò a prenderle e le riporterò in Francia, così potrete riabbracciarla"- André prese la mano di Oscar e annuì. Era felice di sapere che la sua dolce nonnina stava bene. Oscar si riavvicinò al padre e lo invitò per la cena quella sera stessa a Palazzo Jarjayes. Venne la sera e il Generale fece il suo ingresso nel viale che portava a Palazzo. Entrò e si guardò intorno, sembrava tutto come lo aveva lasciato, per fortuna non era stata saccheggiata e distrutta come quasi tutti i palazzi nobiliari durante la Rivoluzione. Aveva portato con sé un dono, il quadro di Oscar. Doveva tornare a casa, era quello il suo posto ora che Oscar era tornata e anche Palazzo Jarjayes era tornato ad essere abitato. Oscar e André accolsero il Generale rimanendo stupiti del dono ricevuto, pensavano fosse andato perduto. Prima della cena André andò in camera di Isabelle per chiderle di andare giù con lui perché c'era una persona che desiderava conoscerla. Mentre scendevano Isabelle chiedeva chi fosse, ma André non rispondeva. Arrivati nel salone André e Isabelle si avvicinarono ad Oscar che prendendo per mano la figlia la portò davanti al Generale. Isabelle ebbe un sussulto, conosceva quell'uomo, si era scontrato con lui un paio di sere prima fuori dall'Operà e adesso era lì, davanti a lei. Ma che ci faceva a Palazzo? Non gli aveva fatto tanto male, si era scusata e lui aveva detto che era tutto a posto e poi come aveva scoperto dove abitava. Oscar guardando Isabelle vide che era turbata da quella visita -"Che succede piccola mia? Va tutto bene? Perchè sei turbata?" Isabelle sembrava ipnotizzata, non parlava, teneva lo sguardo fisso sul Generale. André iniziò a preoccuparsi, Oscar invece aveva capito ricordando l'accaduto tra la figlia e suo padre qualche sera prima. -"Isabelle è tutto a posto. Il signore che hai davanti è il Generale François Augustin Reyneir De Jarjayes mio padre, tuo nonno."- Lo sguardo di Isabelle rimase fisso per qualche istante sul Generale, poi passò dallo stupore al furioso in pochissimi istanti, aveva davanti a sè l'uomo che aveva costretto sua madre a vivere come un uomo e che la puniva se aveva qualche debolezza. Ad un tratto quasi urlando disse -"Non voglio avere niente a che fare con lui madre, mi dispiace. Vi ha fatta soffrire, vi ha vessata in tutti i modi pur di farvi fare la vita militare solo perché non eravate un maschio. È stato crudele con voi, come può un padre ritenersi tale? Spiegatemi, perché io non lo capisco."- Il Generale a quelle parole dure da parte della nipote, abbassò il capo e le diede ragione. -"Isabelle ha ragione Oscar. Non sono stato un buon padre per te."- Oscar guardò la figlia con tenerezza, le prese le mani e strette alle sue cercò di spiegarle. -"Bambina mia, lo so che è difficile da capire, ma vedi, io non ne faccio una colpa a tuo nonno, non più almeno. Come ti ho già detto e come ho detto ieri anche a lui, se non mi avesse educata come un uomo non avrei fatto la vita che ho vissuto e fatto le scelte, giuste o sbagliate che siano state, anche prendendomene tutte le responsabilità ma prese in totale libertà, senza costrizione alcuna a dispetto delle convinzioni e delle regole di quel periodo. Ho perdonato tempo fa tuo nonno. Non è stato poi tutto così male dopotutto, non saremmo qui io e tuo padre adesso, se non me lo avesse messo accanto quando eravamo solo dei bambini affinché io potessi avere un riferimento maschile accanto, e di questo non posso che essergliene grata."- Guardando ancora la figlia Oscar le fece un sorriso dolcissimo che le sciolse lo sguardo ancora accigliato e abbracciando la madre le sorrise a sua volta poi si girò verso il Generale e allungò le braccia verso di lui per accoglierlo in un abbraccio che stringendola sé gli si rigò il viso di lacrime. Era felice di aver ritrovato la figlia creduta persa per sempre e della famiglia che aveva creato con il suo André. Felici di essersi chiariti si avviarono in sala da pranzo per la cena, trascorrendo una serata tra aneddoti di famiglia, risate e racconti di monellerie che Oscar archittetava ai danni delle sorelle e di André che suo malgrado si trovava a farle da complice. Solo la cara Nanny riusciva a calmarli con una tazza di cioccolato caldo o una fettona di torta di mele preferita da Andrè e quella al cioccolato preferita da Oscar. Isabelle guardò sorridente il padre e la madre e poi rivolgendosi al nonno disse -"Signor Generale, c'è qualcosa che devo dirvi."- -"Isabelle, sono tuo nonno basta con le formalità."- -"Bene, quand'è così. Nonno, dovete sapere che anch'io sono un soldato. Sono riuscita a realizzare questo mio desiderio che avevo da piccola. Sono sempre stata attratta dal suono delle spade e mi è sempre piaciuta la vita militare che i miei genitori fanno. Con non poca fatica sono riuscita a convincerli a farmi addestrare da loro però promettendogli di non dimenticare che sono una donna e che quindi fuori dalla caserma vesto abiti femminili, come vedete e come mi avete vista fuori dall'Operà."- Il Generale guardò stupito Isabelle, non poteva credere alle parole della nipote. Fu Oscar a prendere la parola -"Sì è vero padre, Isabelle ha scelto lei stessa di voler intraprendere la carriera militare. Io ed André abbiamo atteso che fosse abbastanza cresciuta e matura prima di cominciare ad addestrarla, dobbiamo dire che Isabelle si sta dimostrando un ottimo soldato."- Il Generale con una punta d'orgoglio disse -"Se l'avete addestrata voi non poteva essere altrimenti. E avete fatto bene a farvi promettere di non dimenticare mai quella che è la sua vera natura, cioè una donna."- poi girandosi verso la nipote aggiunse -"Devo dire che sei una bellissima fanciulla Isabelle, mi ricordi tanto tua madre alla tua età. Sarà felice la mia Marguerite quando tornerò in Belgio e le racconterò tutto, sarà impaziente di conoscerti e di rivedere i suoi adorati ragazzi come anche Nanny. Domani la prima cosa che farò sarà scrivere del mio ritorno, partirò tra qualche giorno, prima finirò di sistemare ogni cosa alla villa per accoglierle, ma dirò loro ogni cosa quando sarò lì."- -"Anch'io sono curiosa di conoscere mia nonna e la mia bisnonna."- disse euforica Isabelle. -"Padre, rimanete qui stanotte. Vi faccio preparare subito la camera che era vostra e di mia madre."- -"No Oscar, non preoccuparti. Preferisco tornare alla villa." Finirono di cenare e trascorsero il resto della serata raccontandosi quello che in quel lungo periodo era successo tralasciando il più possibile le parti più dolorose. Dopo di che salutò e uscendo promise che sarebbe passato anche i giorni successivi fino alla sua partenza.

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Capitolo 18
*** cap.18 RIUNIONE DI FAMIGLIA ( parte 1) ***


#PER SEMPRE capitolo 18 RIUNIONE DI FAMIGLIA parte I CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Inizio Estate 1805 -"Comandante, hanno portato questa missiva per voi"- -"Grazie Gerard"- Oscar riconobbe sulla busta l'immancabile sigillo della famiglia Jarjayes, aprì e lesse, erano poche righe. Il Generale li invitava a trascorrere un periodo di vacanza nella nuova proprietà di famiglia, non si erano più visti da quando una sera li aveva salutati prima di partire per il Belgio per riportare in Francia, dopo anni di assenza, Madame Marguerite e Nanny. -"Andrè, mio padre mi ha appena comunicato di recarci qualche giorno a Saint Germain en Laye, dove ora si è riunita l'intera famiglia."- -"È proprio quello che ci vuole, qualche giorno di riposo. E poi, non vedo l'ora di riabbracciare la mia adorata nonna." -"Bene, allora scriverò che arriveremo nel prossimo fine settimana, il tempo di organizzare tutto quì in caserma."- Isabelle nel frattempo aveva concluso un turno di guardia e stava recandosi all'alloggio della madre per riposare un momento. Entrò prima nell'ufficio e André guardandola le disse -"Piccola mia sei molto stanca, vai a riposare."- -"Si padre vado subito, ne ho veramente bisogno."- rispose Isabelle con la voce stanca -"Il prossimo fine settimana ci prenderemo qualche giorno di vacanza."- le comunicò André -"È proprio quello che ci vuole. E dove ci recheremo?"- chiese Isabelle -"A Saint Germain en Laye, alla Villa di tuo nonno dove ci attende una riunione di famiglia." -"Bene padre, ora vado a riposare un momento. A dopo."- -"A dopo piccola mia."- Arrivò il giorno delle tanto attese vacanze e, la famiglia Grandier al completo era pronta per affrontare il breve viaggio che da Jossigny li avrebbe condotti a Saint Germain en Laye. Era il primo pomeriggio di una calda giornata di fine giugno e Lady Martha si prodigava, come suo solito, in mille raccomandazioni ad Isabelle. -"Mi raccomando non affaticarti durante il viaggio, dedica questi pochi giorni di vacanza allo svago."- continuava -"Sì Lady Martha, state tranquilla."- rispose sorridendo Isabelle all'apprensiva governante e raggiunse i suoi genitori che erano già in sella ai loro cavalli, mentre lei avrebbe compiuto il tragitto in carrozza dove vi erano i bauli da viaggio. Oscar era bellissima, aveva indossato sopra dei pantaloni verdi, una camicia di taglio femminile color glicine con il colletto a jabot e sopra una giacca di una tonalità più scura della camicia e stivali lunghi neri, Isabelle invece indossava un grazioso abito chiaro da viaggio, corredato da uno scialle in tinta ed un cappello di paglia sul quale spiccava un nastro azzurro e graziose scarpette chiare con un piccolo fiocchetto dello stesso colore del nastro situato sul cappellino. André era perfetto nel suo completo estivo sui toni del grigio, camicia e jabot bianchi e stivali neri, voleva apparire al meglio alla sua cara nonna. Il viaggio non sarebbe stato lungo da fare, ma le strade da percorrere s'inoltravano nella campagna limitrofa e non era prudente percorrerle all'imbrunire, sarebbero state troppo pericolose. Isabelle affacciata al finestrino ammirava il panorama che tra verdi parchi e laghetti nascosti si estendeva da Palazzo Jarjayes fino a giungere ad alcune radure circostanti. Anche la campagna non era da meno, a tratti dal verde brillante si colorava del giallo dorato del grano maturo tra cui spiccavano rossi papaveri e Isabelle non poteva che rimanerne rapita. Finalmente si scorreva la pianura di Saint Germain en Laye, un tempo sede di una residenza reale distrutta dalla Rivoluzione, adesso sul terreno sorgevano le dimore dei nobili e dell'alta borghesia che sceglievano quel luogo come abituale sede della loro villeggiatura. Villa Jarjayes si profilava in prossimità di un vecchio parco di pini, il cui odore penetrava fin da lontano nelle narici. Oscar riconobbe il blasone di famiglia posto sul lato del cancello che, al loro arrivo due degli addetti al parco si premurarono di aprire dando loro indicazioni su come accedere all'ingresso principale della villa. Il Generale aveva dato disposizione alla servitù dell'imminente arrivo di alcuni ospiti importanti, ma aveva taciuto chi fossero per fare una sorpresa a Nanny. Percorrendo il viale che portava alla villa Isabelle si guardava intorno e sorrideva alla bellezza del luogo. Finalmente giunsero all'ingresso della villa, Oscar e Andrè smontarono da cavallo dandoli in consegna agli stallieri, che sopraggiunsero al loro arrivo. André si avvicinò alla carrozza e porgendole la mano aiutò Isabelle a scendere. Era emozionato, finalmente poteva riabbracciare la sua cara nonna e vedere finalmente come stava. Anche Oscar non vedeva l'ora di riabbracciarla quella cara vecchina, che era stata come una vera nonna per lei. Isabelle si guardava intorno, ed era rimasta piacevolmente stupefatta dalla struttura della villa. Saliti alcuni scalini raggiunsero l'ingresso principale, dove, una leggera brezza smuoveva i tendaggi bianchi posti appena poco il grande portone tenuto aperto per rinfrescare l'aria dentro. Notarono subito qualcuno posto di spalle che si affaccendava intorno alla tavola posta al centro nella grande sala da pranzo. Isabelle notò una piccola signora corpulenta non più giovane che sistemava i piatti in tavola in attesa dell'arrivo degli attesi ospiti...era Nanny. André deglutì, prese la mano di Oscar e chiamò con un fil di voce per paura di spaventarla -"Nonna"- L'anziana si fermò ma non si voltò, pensava fosse stato il vento a farle credere che la chiamasse il suo caro nipote e continuò le sue faccende, allora André la richiamò con un po' più di voce -"Nonna"- Nanny si volse di scatto, non poteva crederci, non era stato il vento a farle un brutto scherzo era la voce del suo adorato nipote e accanto a lui Oscar, quella che lei considerava da sempre la sua bambina, erano lì, davanti a lei, vivi e vegeti. La donna tremava, mentre sotto le lenti gli occhi le si riempivano di lacrime e le rigavano il volto ormai rugoso, mentre Oscar e André si abbandonavano tra quelle braccia dove da bambini trovavano tanto amore. -"André, bambina mia, siete voi. Non posso credere ai miei occhi, quanto ho pregato e sperato di rivedervi. Come sono felice."- disse stringendo a lei i suoi adorati ragazzi. Isabelle se ne stava dietro i suoi genitori assistendo a quel commovente incontro. Nanny alzò per un momento lo sguardo mentre abbracciava ancora stretti André e Oscar e si accorse di quella ragazza che sembrava in tutto e per tutto Oscar ma con la sola eccezione del colore degli occhi che le sembrò di riconoscere essere quelli del nipote. Si staccò dai suoi ragazzi ed esclamò -"E tu?"- Scrutò i suoi ragazzi -"Sì Nanny, hai visto bene è nostra figlia Isabelle"- le confermò Oscar che allungò un braccio per invitare Isabelle a venire avanti. La ragazza si fece avanti, con un lieve inchino salutò Nanny -"Buonasera Madame"- -"Madame? Io sono Nanny non madame. Vieni quì e fatti ammirare, sei bellissima piccola mia."- disse tutta esaltata, poi rivolgendosi ad Oscar e André -"È una meraviglia. Lo sapevo che eravate fatti l'uno per l'altra e che prima o poi vi sareste sposati. Non potevate farmi regalo più bello."- -"Sapete, ho sentito molto parlare di voi. Mio padre e mia madre mi raccontavano spesso delle vostre leccornie."- disse Isabelle rivolgendosi a Nanny. -"Solo di quelle? E non di quanto mi facevano disperare e preoccupare per ogni cosa? A volte andavo a letto con il mal di testa e distrutta per cercare di star dietro a questi due."- Oscar e André ai ricordi di Nanny si guardarono e scoppiarono in una sonora risata che riempi il grande salone. Nanny ora guardava dalla testa ai piedi Isabelle-"Ti vedo magra piccola mia, non mangi a sufficienza? E dimmi cosa fai?"- chiese -"Sono un soldato Nanny."- rispose Isabelle -"COSA? Voi volete davvero mettere fine ai miei giorni. Come un soldato!"- -"Sì nonna, hai capito bene. Isabelle è un soldato, ma non è come pensi"- disse André sorridendo agitando le mani -"Avanti parla nipote, sono tutta orecchi!"- incitò Nanny che si era messa le due mani a tenersi i fianchi -"Ma dico, siete impazziti? Far fare la vita militare ad una così bella ragazza. Oscar mi meraviglio di te bambina mia. Dopo tutto quello che hai subìto tu, stai facendo la stessa cosa a vostra figlia? Ma dico, perché il mondo deve sempre andare alla rovescia."- incalzava Nanny -"Aspetta nonna!"- disse André cercando di calmare la furiosa nonnina Intervenne Isabelle cercando di calmarla -"Nanny ti prego non fare cosi, calmati per favore. È vero che sono un soldato ma ho scelto io di farlo, era un desiderio che mi accompagnava da quando ero bambina. Quando chiedevo ai miei genitori di addestrarmi mi osteggiavano soprattutto mia madre, non era la vita che avrebbero voluto per me. Hanno iniziato un po' di mesi fa ad addestrarmi e quando hanno valutato che ero pronta mi sono arruolata nella caserma dove ci sono Alain, il mio padrino il Maggiore Girodelle e il mio amico Mathieu. Devi stare tranquilla, non faccio un lavoro pericoloso e poi sono sotto gli ordini di mia madre e di mio padre quindi come puoi aver capito sono più che controllata."- cercò di spiegarle Isabelle sorridendo -"Sì ma io ero già contraria quando il Generale educò tua madre come un maschio, mi meraviglio di lei che abbia fatto la stessa cosa con te. Dopo tutto quello che ha passato, e anche tu André, perché non hai impedito tutto questo eh! No, non sono d'accordo."- continuò a dire Nanny con il tono di voce che anche a tapparsi le orecchie l'avrebbe sentita chiunque in quella casa. Allo sbraitare di Nanny fece ingresso nel salone Madame Marguerite con il Generale -"Nanny, si può sapere che ti succede? Ti si sente anche fuori dalla villa."- disse Madame Marguerite attirata dal tono di voce alterato di Nanny. Oscar sentendo quella voce si voltò. Erano anni che non vedeva la madre e a guardarla gli occhi adesso le si riempirono di lacrime. -"Madre, sono così felice di rivedervi e sapere che siete in salute."- e le si buttò letteralmente tra le braccia Anche Madame era visibilmente commossa per quell'incontro e allargò le braccia per accogliere quella figlia tanto preziosa al suo cuore e con dolcezza le accarezzava la testa, calde lacrime ora, rigavono il volto delle due donne. Nanny si portava agli occhi un' immacolato fazzoletto, piangeva nuovamente davanti all'abbraccio di Oscar con la madre. André guardò la nonna, accennò ad un sorriso scuotendo la testa -"Nonna, non cambierai mai."- la canzonò, al chè la vecchina si girò verso di lui con gli occhi sgranati e con un braccio al fianco e uno alzato con la mano chiusa a pugno lo minacciava come quando era ragazzo -"Non ti permettere di canzonare tua nonna screanzato impertinente di un nipote, ti faccio vedere io come ci si comporta."- André scappò a rifugiarsi dietro ad Oscar ridendo come un matto, come quando faceva da ragazzo per non prendere le mestolate che la nonna minacciava di infliggergli come punizione per qualcosa di sconveniente che a suo giudizio aveva detto o fatto. La scena era talmente divertente che scoppiarono tutti in una sonora risata, sembrava che il tempo si fosse fermato e niente, e nessuno fosse cambiato. Madame Marguerite dopo quel siparietto che alleggerì l'atmosfera di commozione che c'era poco prima, chiese nuovamente del perché Nanny inveiva contro Oscar e André. Fu Oscar a prendere la parola e a spiegare alla madre del perché Nanny si era così infuriata -"Intanto madre voglio presentarvi nostra figlia, lei è Isabelle, vostra nipote. Isabelle...-"- chiamò Oscar allungando un braccio invitandola ad avvicinarsi per presentarla a Madame -"Lei è mia madre Madame Marguerite, tua nonna."- Isabelle rimase rapita dalla bellezza ormai non più giovane della nonna e dalla sua eleganza, s'inchinò salutando come si conveniva -"Sono molto lieta di fare la vostra conoscenza Madame."- disse reclinando il viso Madame Marguerite guardava la fanciulla stupita, avvicinatasi le alzò elegantemente il viso con la mano invitando la nipote a guardarla. -"Mio Dio Isabelle, sei bellissima bambina mia. Sei la bellezza mista dei miei ragazzi, sei una splendida creatura e chiamami nonna, ti prego tesoro mio."- e si avvicinò per stringerla in un abbraccio affettuoso. -"Madre..."- disse Oscar interrompendo quel momento -"Ora vi spiego anche il perché Nanny era fuori di sé prima. Ha saputo che anche Isabelle ha intrapreso da poco la carriera militare e non è d'accordo, com'era prevedibile, ha sempre rimproverato anche mio padre per averlo fatto con me, ma a differenza mia lo ha scelto lei anche se io ed André non eravamo d'accordo, abbiamo acconsentito, dopo non pochi tentennamenti e solo quando era un po' più matura e dopo averci fatto una promessa."- Madame guardava Isabelle e Oscar con aria interrogativa, cercava di capire che promessa poteva mai aver fatto per far cedere i suoi genitori. Fu la stessa Isabelle a rivelarlo -"Ho dovuto promettere di dividere la mia vita militare da quella da donna, ed intendo mantenere la promessa fatta loro."- Nanny a sentire quelle parole esultò, era felice che la sua bisnipote avrebbe, fuori dal lavoro, potuto e voluto vivere la sua femminilità senza problemi. Quindi si diresse verso i suoi ragazzi abbracciandoli -"Siete due magnifici genitori."- esordì, poi corse ad abbracciare Isabelle. Oscar e André si guardarono e sorrisero a quell'esternazione di Nanny. Poi si diressero in sala da pranzo per sedersi a tavola per la cena e rallegrarsi di essere finalmente riusciti a stare tutti insieme come non succedeva ormai da tantissimi anni. La mattina seguente il Generale si svegliò alle prime luci dell'alba un'abitudine che, anche alla sua età, non aveva perduto. Mentre si preparava per scendere giù sentì un rumore a lui familiare, indossò la giacca e si diresse sul balcone della sua camera. Già da dietro i vetri vide una scena che lo riportò indietro nel tempo di tantissimi anni, vide Isabelle con il padre che si allenavano con la spada. Gli parve di vedere Oscar allenarsi con André ed ebbe un tuffo al cuore, andò in cortile e li raggiunse, vedendolo arrivare i due interruppero l'allenamento. Il Generale avvicinatosi disse a Isabelle di non stancarsi troppo, ora doveva approfittare di quei giorni di riposo per godersi la famiglia che finalmente era tutta riunita. Le chiese se era d'accordo di voler approfondire la loro conoscenza e recuperare un po' del tempo che avevano perso. Isabelle annuì e corse ad abbracciare il nonno che fu felice di quel gesto affettuoso da parte della nipote. Nel frattempo era arrivata anche Oscar che ricevette, insieme ad André, i complimenti per il bel lavoro che avevano fatto con la figlia, sia per gli allenamenti che sulla sua educazione, e di come avevano fatto bene a farle promettere di dividere le sue due vite. -"Siete due genitori fantastici, quello che non sono stato io."- Oscar guardò il padre -"Non fatevene più una colpa padre, ve ne prego. Da parte mia non c'è rancore ve l'ho già detto, io ed André siamo felici e questo ci basta."- André si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio, Oscar alzò lo sguardo verso di lui e si perse in quegli occhi verdi che le trasmettevano amore e tranquillità, e lui ne approfittò per posare un tenero bacio sulla fronte. Dopo la colazione Oscar ed Isabelle s'intrattennero con Madame, André raggiunse la nonna in cucina sebbene Madame non era d'accordo, vista la sua età, si sobbarcasse il duro lavoro che c'era da fare in cucina, ma a Nanny non le riusciva stare ferma a non far niente e, aveva promesso che i lavori più pesanti li avrebbe delegati alle cameriere più giovani e volenterose. Vedendo il nipote abbassò mesta la testa e con la voce quasi rotta dal pianto disse -"Oh André, nipote mio. Sono stata sul punto di morire di crepacuore, quando a Palazzo giunse la notizia che tu ed Oscar eravate morti. Madame era disperata, non riusciva a credere che i suoi ragazzi non c'erano più. Ti ha sempre amato come un figlio. Anche il Generale era distrutto, si chiuse in un sordo dolore anche se in cuor suo qualcosa gli dava la speranza che eravate sopravvissuti. Era andato a cercare notizie su dove eravate sepolti per portarvi entrambi a casa. Voleva per voi una degna sepoltura nella cripta di famiglia, voleva che veniste sepolti insieme, sapeva dell'amore che vi legava."- al ricordo di quei giorni gli occhi di Nanny si riempirono di lacrime. André la strinse a sé e perso anche lui nel ricordo di quei giorni esordì -"Fummo costretti a fuggire, ci cercavano, sia Oscar che io eravamo rimasti feriti. I pochi soldati della Guardia rimasti fecero di tutto per portarci in salvo. Fummo aiutati anche dal Maggiore Girodelle che, saputo della battaglia venne a vedere se Oscar stesse bene. Trovandoci in quelle condizioni si premurò di trovare un buon medico per curarci e per poi farci fuggire all'estero. Una volta ristabilitici un po', il giusto per poter affrontare un viaggio, partimmo senza sapere bene per dove, con Alain che guidava il carro e con Girodelle, che aveva lasciato anche lui la guida della Guardia Reale, e alcuni soldati della guardia che non vollero lasciarci partire senza un'adeguata scorta. Girodelle ci fornì vestiti civili per renderci il meno riconoscibili possibile, se ci avessero fermati eravamo dei semplici cittadini che fuggivano da Parigi vista la situazione che s'era creata in città. Fortuna volle che nessuno si accorse di noi, e così c'inoltrammo nei boschi dormendo e riparandoci nelle capanne dei bracconieri o in qualche rifugio di guardiacaccia abbandonato. Avevamo abbastanza per poter sopravvivere e armi per poterci difendere. Oscar nel frattempo si era ripresa bene, la sua ferita era completamente rimarginata, quello messo peggio ero io. Non sapevamo cosa avremmo trovato lungo il cammino se saremmo riusciti a trovare un posto caldo per un pasto decente e un riparo per la notte. Fummo attaccati varie volte dai briganti, mentre attraversavamo Bois de Vincennes per rubarci quello che eravamo riusciti a portare con noi, ne andava della nostra sopravvivenza. Oscar si batteva come un leone per proteggermi visto che la mia ferita stentava a rimarginarsi. Finalmente giungemmo al villaggio di Quincampoix, al confine della Normandia, riparammo per qualche tempo dall'oste nell'unica locanda del villaggio e mise a repentaglio la sua vita, dandoci rifugio in casa propria e non alla locanda, troppo pericoloso stare lì. Sapeva chi fossimo e che eravamo ricercati per diserzione. Volevamo raggiungere la villa e rimanere lì in attesa che le acque si calmassero per poi decidere con calma cosa fare. I tumulti iniziarono anche in Normandia, non era più prudente rimanere lì, riprendemmo la nostra fuga. Nel frattempo Oscar si accorse di attendere un figlio, mi tenne celato il suo stato, non voleva lo sapessi vista la mia condizione di convalescente per paura che mi esponessi troppo per proteggerla. Camminammo per giorni senza riparo sotto la sferza dell'inverno normanno, finalmente giungemmo nelle vicinanze di Arras, trovammo alloggio in una locanda. Fu lì che Oscar mi svelò la sua condizione, decidemmo di sposarci, fu una semplice cerimonia in una cappella su di una collina, un frate fuggiasco per le sue idee liberali ci unì in matrimonio. Di lì a pochi giorni dovemmo riprendere la fuga, mancava poco a Calais, avevamo deciso di riparare in terra inglese. Oscar era sfinita, più volte rischiò di perdere il bambino, non avrebbe dovuto affaticarsi ma fu inutile, sai quanto sia testarda, una notte ci rubarono il carro e quel poco di cibo che riuscivamo a trovare non era sufficiente. Giungemmo allo stremo al villaggio di Sainte Marie sur Mére, vicino Calais, fu la nostra salvezza. Quei bravi pescatori senza fare domande ci accolsero nelle loro case, Oscar era debilitata e i giorni del parto che si compirono in quel periodo la trovarono debole, il travaglio fu estenuante e il parto lungo, il medico ipotizzò che probabilmente non sarebbe sopravvissuta, ero disperato. Mi sarei ritrovato senza la mia Oscar e con la nostra creatura a cui badare da solo, la vedevo sfibrata dall'emorragia che l'attanagliava. Fu una giovane del luogo ad occuparsi e a nutrire la nostra piccola, non le avevo ancora dato un nome, volevo che a sceglierlo fosse Oscar, speravo in un miracolo perché lei si riprendesse cosa che avvenne. Ero felice, la mia Oscar piano piano si riprese ma non poteva muoversi. Decidemmo di chiamare la nostra piccola Isabelle, come la fanciulla che si era presa cura di lei. Ora vedevamo la salvezza vicino, l'Inghilterra non era lontana, appena Oscar fu in grado di poter affrontare il viaggio e allattare la nostra bambina attraversammo quel breve tratto di mare. Il Duca di Vitry l'ambasciatore francese Oltremanica e capo dell'esercito ci accoglieva nella sua residenza."- Nanny commossa dal racconto di André e vederlo così sofferente anche a distanza di tanti anni ormai, lo interruppe -"Basta André non pensarci più, sono trascorsi tanti anni d'allora. Appartiene al passato, siete quì ora il resto non conta."- Nanny vedeva che era una sofferenza immane quella che André stava facendo raccontandole quello che era successo subito dopo la loro fuga e cercava in tutti i modi di consolarlo. -"Bambino mio."- -"Oh nonna, non so come avrei fatto se...se Oscar fosse..."- -"È quì con te, è questo che conta. Siete qui vivi state bene e avete una splendida creatura. Guarda avanti e non guardare indietro."- detto questo lo abbracciò come a cullarlo.

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Capitolo 19
*** Cap.19 Riunione di famiglia ( parte 2) ***


PER SEMPRE capitolo 19 RIUNIONE DI FAMIGLIA parte II CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Estate 1805 La Caserma della Guardia stava già popolandosi per i corridoi di soldati ed ufficiali per iniziare con l'appello in piazza d'armi e i vari compiti da eseguire durante i turni. Mathieu intravede Girodelle e gli andò incontro -"Buingiorno Maggiore Girodelle, so che dovete recarvi a Villa Jarjayes."- disse Mathieu -"Buingiorno a voi Capitano La Borde. Sì, devo consegnare alcuni documenti urgenti da far firmare al Comandante. Avete bisogno che gli comunichi qualcosa per vostro conto a lei o ad Isabelle?"- rispose Girodelle -"Vedete Maggiore, avrei da chiedervi un favore se fosse possibile. Avrei intenzione di chiedere la mano di Isabelle al Maggiore e al Comandante. Io sono orfano di padre e vorrei che lo faceste voi per mio conto visto che siete anche il padrino di Isabelle. Accettate Maggiore? Non vorrei che il Maggiore Grandier fosse contrariato se fossi io a chiederglielo. Sapete meglio di me quanto è protettivo nei confronti della figlia, ho paura di non dire le parole giuste."- disse Mathieu imbarazzato -"Capitano La Borde, voi siete cresciuto con Isabelle giusto? Sia André che Oscar vi conoscono da bambino, sanno che persona siete, non credo che sarebbero contrariati o non accetterebbero la proposta se foste voi a farlo. Però visto che me lo chiedete sarò onorato di farvi da messaggero, sono contento per voi e per Isabelle."- -"Vi ringrazio di cuore Maggiore!"- disse accorato Mathieu -"State tranquillo Mathieu, accetteranno...sono più che sicuro. Ora vado altrimenti faccio tardi. Gli accennerò che stasera ripasserò per parlare in privato con loro. Ci vediamo stasera alla fine del nostro turno davanti all'ingresso Mathieu. Ah...sarete mio ospite stasera a casa mia per la notte, non accetto un no come risposta. A stasera."- -"Grazie davvero Maggiore!"- VILLA JARJAYES, SAINT GERMAIN EN LAYE, PARIGI Il Generale Jarjayes tutte le mattine prima di colazione faceva una passeggiata nei giardini della villa. Era appena sorta l'alba quando, mentre usciva dalla sua camera, udì dei rumori provenire da una stanza che solitamente nessuno utilizzava. Si diresse verso di essa e facendo capolino dalla porta rimasta semi aperta, vide Isabelle che si stava allenando...stava provando degli esercizi di velocità, che a suo giudizio gli sembrarono pesanti da fare da sola. -"Isabelle cosa fai quì a quest'ora?"- chiese stupito -"Buongiorno nonno, mi stavo solo addestrando un po' prima di colazione."- rispose Isabelle asciugandosi il sudore con un piccolo telo. -"Lo vedo! Ma non credi di esagerare un po'? Sei venuta per riposare e ti trovo in piedi all'alba per allenarti e chiusa in una stanza invece che godere dell'aria fresca del mattino. Dai, vai a darti una sistemata, ti aspetto giù per fare due passi prima di colazione, poi dovrai raccontarci un po' di altre cose su di te a me e a tua nonna."- -"Va bene nonno. Ci vediamo giù"- rispose sorridendo Nel frattempo sopraggiungeva Oscar che avvicinandosi alla camera aveva sentito ciò che nonno e nipote dicevano. -"Buongiorno padre."- -"Buongiorno figlia mia. Vedo che anche tu sei mattiniera."- -"Ormai è un'abitudine che ho da una vita, lo sapete bene meglio di me, anche voi vedo che non avete perso l'abitudine di svegliarvi presto."- -"Già! "- rispose il Generale sorridendo di rimando ad Oscar -"Ma ditemi che ci fate in questa stanza? Non credevo ci fosse qualcosa, mi pare che questo non sia il vostro studio. -" -"Uscendo dalla mia camera ho udito dei rumori e sono venuto a vedere."- All'udire la voce di Oscar, Isabelle uscì dalla stanza con in mano ancora il telo -"Buongiorno madre, erano miei i rumori. Mi stavo allenando...voglio migliorare un po' la tecnica di velocità."- disse Isabelle -"Non cambierai mai vero bambina mia?"- le disse sorridendo -"Quante volte ti ho detto di non forzare, tutto verrà con l'esperienza. Adesso però basta allenamenti e non mi riferisco solo a oggi. Voglio che ti riposi e ti goda questi giorni di vacanza, per cui signorina ora vai a cambiarti e io tuo nonno ti aspettiamo di sotto."- le disse posandole un bacio sulla fronte -"Va bene madre. Arrivo subito."- Girodelle era arrivato a Villa Jarjayes ed entrando vide il Generale che passeggiava in giardino. -"Buongiorno signor Generale, è un piacere rivedervi come state?"- -"Il piacere è mio Girodelle, sto bene grazie. A cosa dobbiamo la sua visita? Ma prego accomodatevi, permettetemi di offrirvi una tazza di thè."- -"La ringrazio Signor Generale, accetto volentieri. Sono venuto per far firmare dei documenti importanti al Comandante...sapete dove posso trovarla?"- -"L'ho lasciata con Isabelle, ma dovrebbero essere quì a momenti."- -"Bene"- Si accomodarono in sala da pranzo e mentre sorseggiavano il thè e chiacchieravano entrarono Oscar ed Isabelle per la colazione -"Buongiorno Girodelle, a cosa dobbiamo la sua visita!? È successo qualcosa in caserma?"- -"No no, state tranquilla. Mi spiace disturbarvi durante il vostro periodo di riposo, ma sono quì perché sono arrivati dei documenti dal Comando e urgono della vostra firma, ripasserò stasera a ritirarli, anche perchè devo parlare con voi e con André."- -"Non potreste dircelo adesso? André sarà qui a breve."- -"È una questione personale non urgente, state tranquilla. Preferisco parlarvene con calma stasera al mio rientro dalla caserma. Scusatemi ma adesso devo andare. Buona giornata, salutatemi André. A stasera."- detto questo uscì Uscito Girodelle fecero il loro ingresso Madame Marguerite, Nanny e André che era andato nelle scuderie per preparare i cavalli...dopo colazione voleva fare una cavalcata con Oscar ed Isabelle lungo il fiume. La giornata trascorse tranquilla tra la cavalcata che André aveva organizzato, le chiacchiere nel patio e le passeggiate in giardino. Era appena iniziato il tramonto, il cielo si era colorato di un caldo arancione con striature bluastre che davano al paesaggio un'atmosfera rilassante. Come annunciato quella stessa mattina Girodelle tornò a Villa Jarjayes, stavolta però era in compagnia di Mathieu. Fecero il loro ingresso alla Villa, Mathieu era nervoso, Girodelle accortosi dello stato d'animo del ragazzo cercò di tranquillizzarlo in tutti i modi. -"Vedrai che andrà tutto bene, ti capisco, ma tu stai calmo e tranquillo."- Incontrarono Nanny all'ingresso intenta nelle sue faccende. Girodelle fece un mezzo inchino e disse -"Buonasera madame sono il Maggiore Girodelle, sono atteso dal Comandante Oscar e dal Maggiore Grandier."- Nanny lo guardò e gli rispose -"Mi ricordo perfettamente di voi Maggiore Girodelle, pensavate che non vi avessi riconosciuto, sebbene sono passati anni dall'ultima volta che vi vidi non siete cambiato molto."- Al che Girodelle disse -"Perdonatemi madame, voi siete la nonna di André se non ricordo male."- -"Ricordate benissimo Maggiore Girodelle. Vi devo ringraziare per quello che avete fatto per i miei ragazzi anni fa, vi devono la vita. Non sarebbero qui con noi se voi non li aveste aiutati."- rispose Nanny -"Non potevo lasciarli lì. Oscar era stato per vent'anni il mio diretto Superiore e nonostante tutto le ho sempre voluto bene. Era il minimo che potessi fare per lei e per André."- Poi Girodelle giratosi li e si congedò da lei. -"Perdonatemi madame ma noi dovremmo andare. È stato un piacere rivederla."- Oscar e André nel frattempo stavano recandosi nel patio, lì era stata allestita la tavola per la cena dove avrebbero goduto della frescura serale di quella calda giornata d'inizio estate e Girodelle e Mathieu andarono loro incontro. -"Oscar, André, buonasera. Come vi avevo detto stamattina devo parlarvi."- -"Oh Girodelle siete quì. E ci sei anche tu Mathieu. -" disse Oscar -"Venite, andiamo nello studio di mio padre. Lì possiamo parlare tranquillamente."- Accomodatisi tutti Oscar prese la parola -"Dite Girodelle, che succede?"- -"Ho da parlarvi non da soldato ma da padrino di Isabelle."- I due si guardarono attoniti anche se la presenza di Mathieu aveva fatto intuire loro qualcosa. -"Oscar, André, a nome del qui presente Capitano La Borde vi chiedo di concedergli la mano di vostra figlia Isabelle."- André guardò Oscar che annuì. Fu André stavolta a prendere la parola -"Mathieu, mio caro ragazzo siamo lieti di concederti la mano di Isabelle. Non potevamo chiedere di meglio per lei. Anzi vado a chiamarla sarà sicuramente felice di sapere che siamo d'accordo per il vostro fidanzamento."- -"Vi ringrazio di cuore Monsieur e Madame Grandier, non sapete quanto mi fate felice."- -"Aspetta André, usciamo tutti, e tu Mathieu vai a dare la bella notizia ad Isabelle.-" esclamò Oscar Mathieu si precipitò fuori dallo studio in un batter d'occhio. I tre lo guardarono e sorrisero al vedere la felicità del ragazzo. Uscirono anche loro dallo studio e si diressero fuori verso il patio dove tutti gli altri li attendevano per la cena. Il Generale vedendoli arrivare si alzò e chiese -" È tutto a posto?"- André e Oscar si guardarono sorridendo e lo stesso fecero Mathieu ed Isabelle che si tenevano per mano. Fu André a parlare dopo aver preso, anche lui la mano di Oscar e annunciò -"Il nostro Mathieu è orfano di padre da quando era bambino ed ha chiesto a Girodelle, essendo il padrino di Isabelle, di concedergli per suo conto la mano di nostra figlia e noi abbiamo acconsentito. Quindi siamo lieti di annunciarvi che Mathieu ed Isabelle sono fidanzati e, aggiungo anche a nome di Oscar che non possiamo che esserne felici. D'altra parte sembrano me ed Oscar, anche loro si conoscono da quando sono bambini, sono cresciuti fianco a fianco, il loro amore è cresciuto e maturato nel tempo. Sappiamo che Mathieu renderà felice la nostra bambina."- Ad Isabelle le si erano imporporate le guance ora, ma questo non gl'impedì di disapprovare il padre per averla chiamata "bambina". -"Padre, vi ricordo che non sono più una bambina."- André sorrise si avvicinò a lei poggiò le sue mani sulle spalle della figlia e le disse -"Sì, hai ragione tesoro, ma per me e tua madre sarai sempre la nostra bambina."- A quel punto tutti si alzarono e andarono a congratularsi con Isabelle e Mathieu e anche con André e Oscar. Nanny iniziò a piangere spostando i suoi occhialetti e portandosi agli occhi un fazzolettino per asciugarsi le lacrime. Anche Madame Marguerite era visibilmente commossa prese sottobraccio il Generale che intervenne dicendo -"Bene mi attivo immediatamente per organizzare la festa di fidanzamento con l'aiuto di Marguerite e Nanny a Palazzo Jarjayes tra un paio di settimane, vero mia cara?"- disse rivolgendosi alla moglie. André e Oscar si guardarono perplessi, anche Isabelle rimase un po' interdetta e rivolgendosi al Generale disse -"Mi auguro non diciate sul serio nonno. Non vogliamo una festa di fidanzamento in pompa magna con tanti invitati, a noi basta una cosa tra pochi intimi e nulla più...non affannatevi."- Il Generale non volle sentire ragioni prese per mano la nipote e la portò un po' in disparte -"Ci tengo particolarmente ad organizzare questo fidanzamento, permettimi di farlo mia cara. Non ho potuto farlo per i tuoi genitori e avrei tanto voluto, credimi. Ho sbagliato tutto con tua madre e questo m'illuderebbe che sia stato fatto per lei. - A quella confessione del nonno, Isabelle non potè che dare il suo consenso e così raggiunsero gli altri al tavolo per la cena. Durante il pasto Oscar d'accordo con André, propose al padre di tornare a vivere a Palazzo Jarjayes. In un primo momento il Generale declinò l'invito ma poi sotto insistenza della figlia e della nipote acconsentì che dopo la festa di fidanzamento di Mathieu e Isabelle si sarebbero trasferiti tutti nuovamente a Jossigny. Ad Oscar venne un'altra proposta da fare al padre, cioè di dargli un piccolo incarico in caserma per non rimanere troppo tempo inattivo a casa, voleva avvalersi della sua esperienza militare nell'addestramento delle reclute. Il Generale era commosso, la figlia in poco tempo lo stava facendo tornare a vivere ed ad essere nuovamente felice. Lo aveva perdonato per come l'aveva educata, la ringraziava per la bella famiglia che aveva creato con André, voleva che tornasse a Palazzo Jarjayes e gli aveva appena dato un'incarico in caserma per non lasciarlo troppo a lungo in casa senza far niente. Sembrava che tutto il dolore che aveva vissuto in quei lunghissimi sedici anni, fossero svaniti in un sol colpo, di questo non poteva che essere grato all'ultima delle sue figlie. La serata era trascorsa tranquilla tra chiacchiere, racconti, risate e qualche lacrima da parte di Nanny a ricordare i suoi bambini quando erano piccoli e la facevano ammattire. Mentre la serata trascorreva allegra e festosa, una carrozza si arrestò all'ingresso della villa, ne scesero tre donne. Con grande sorpresa videro che si trattava delle due sorelle maggiori di Oscar, Emilie Marie de Jarjayes Marchesa di Hartcourt, primogenita del Generale e di Madame Marguerite e Chlotilde Marguerite de Jarjayes, Contessa de Verdun, la terzogenita, che viaggiava con la figlia. Erano giunte dalle loro rispettive dimore, per una visita di qualche giorno ai genitori nella loro terra d'origine, visto che dopo la Rivoluzione avevano trovato rifugio in terra straniera come tutti i nobili in quel periodo buio. Oscar fu felice di rivedere dopo tantissimi anni le sue sorelle, così ebbe anche l'occasione di metterle corrente del suo matrimonio con André, che loro conoscevano già, e della loro figlia Isabelle e del fidanzamento con Mathieu appena avvenuto. Alla fine della piacevole serata tra chiacchiere dei vari avvenimenti intercorsi in tutti quegli anni Emilie Marie e Chlotilde Marguerite insieme alla figlia di quest'ultima si congedarono da loro per riposare dalle fatiche del lungo viaggio da loro affrontato. Anche Mathieu e Girodelle lasciarono la villa per avviarsi verso il Palazzo di quest'ultimo che, come d'accordo avrebbe ospitato Mathieu per quella notte senza che necessariamente dovesse tornare nei suoi alloggi in Caserma.

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Capitolo 20
*** cap.20 Fidanzamento ( parte 1) ***


PER SEMPRE capitolo 20 FIDANZAMENTO parte I PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Estate 1805 Dopo il periodo di riposo a Villa Jarjayes, la famiglia Grandier al completo insieme alle sorelle di Oscar e alla nipote, Madame Marguerite e Nanny rientrarono a Palazzo Jarjayes, il Generale sarebbe arrivato solo dopo un paio di giorni per sistemare delle cose alla Villa. Il giorno dopo il rientro a Palazzo Oscar André ed Isabelle preserò nuovamente servizio in Caserma quindi lasciarono la guida del Palazzo a Madame Marguerite. Qualche giorno dopo Palazzo Jarjayes era in fermento per l'organizzazione del fidanzamento, il Generale era stato categorico, tutto doveva essere perfetto, quindi assunse altro personale per dare una mano a Nanny e a Lady Martha che vedendo tutta quella gente in giro, all'inizio rimase contrariata ma poi si abituò a quello stuolo di gente e cercò di dare una mano come poteva, anche se all'arrivo di Nanny, che dopo anni di assenza da Palazzo dava ordini come se non se ne fosse mai andata, era infastidita. Madame Marguerite da brava padrona di casa seguiva passo passo che tutto fosse eseguito nella maniera più assoluta. Ogni tanto Nanny e Lady Martha si battibeccavano, queste loro piccole schermaglie rendevano l'atmosfera molto divertente. Un giorno Nanny fermò Lady Martha e le chiese -"Siete voi che vi occupate del guardaroba di mia nipote?"- -"Sì, perché? L'ho sempre fatto da quando sono al loro servizio"- -"E questi me li chiamate abiti?"- le urlava contro mentre una domestica li riponeva dentro all'armadio -"Perdonatemi Nanny, con tutto il rispetto per Monsieur Grandier, ma adesso state esagerando. Quegli abiti sono stati confezionati nelle migliori sartorie."- rispose risentita -"Per me non sono poi questo granchè. Ma voi inglesi cosa ne potete sapere di moda."- rispose di rimando Nanny -"Ma cosa vorreste che facessi? Cambiare tutto il guardaroba della mia piccola solo perché lo dite voi?"- -"Nonna che succede? Ti si sente fino al piano di sotto. Cos'hai da alterarti in questa maniera, si può sapere?"- disse André che venne su dalla sala da pranzo -"Guarda André. Questi possono essere chiamati abiti decenti?"- -"Che cos'hanno che non va? A me sembrano dei bellissimi abiti. Dai nonna non agitarti che potresti sentirti male e poi io li trovo molto carini e stanno molto bene ad Isabelle."- -"Carini? Sono carini? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo André?"- rispose risentita Nanny -"Senti nonna, Isabelle non si è mai lamentata e li indossa volentieri. Quindi ora cerca di calmarti."- -"Va bene mi calmo, ma non finisce quì la questione."- detto ciò Nanny uscì Intanto in sala da pranzo le due sorelle di Oscar erano ancora a tavola per la colazione, la maggiore si lasciò andare alle sue solite critiche su Oscar -"Chlotilde, hai visto nostra sorella? È sempre la stessa. Anche alla sua età veste ancora con i suoi soliti abiti maschili nonostante si sia sposata e abbia avuto una figlia. E poi come si può dire che nostra nipote sia bella, è così magra, senza forme."- disse -"Sei sempre la solita Emilie, sempre a sputare sentenze e veleno. Isabelle è veramente carina. Per quanto riguarda Oscar non è poi tutta colpa sua se si veste con abiti maschili. Non credo che cambierà mai, è cresciuta così e non credo lo farà in futuro, fa parte di lei. A me piace la fa sembrare più giovane."- Emilie prese il ventaglio e si alzò stizzita. L'austera vedova del marchese di Hartcourt non ammetteva di essere contraddetta. -"Adesso Chlotilde, ti schieri dalla parte di Oscar? Sai che anche Isabelle è un soldato? Non c'è da meravigliarsi se non ha un buon portamento e non sa come vestirsi, come pretendi che diventi una dama con nostra sorella che si veste in quel modo."- -"Emilie, nostra madre mi ha detto che Isabelle sa come comportarsi, è stata educata da donna non da uomo e poi Oscar anche se ha ricevuto un'educazione tipicamente maschile sa comportarsi. Non dimenticare che è stata oltre che comandante delle Guardie Reali anche amica e confidente della Regina Maria Antonietta. Non capisco perché ti accanisci sempre così, cos'hai contro di lei non ha potuto scegliere e lo sai bene."- -"Tu Chlotilde hai sempre difeso Oscar."- -"Te l'ho appena detto Emilie, Oscar non ha scelto che vita fare, è stata educata per poter prendere il posto di nostro padre un giorno, poi le cose sono andate diversamente e non capisco il perché del tuo atteggiamento. Ad ogni modo per me la discussione termina quì, io vado da nostra madre, tu pensa e fa ciò che vuoi."- Nel frattempo fuori in giardino passeggiavano tranquillamente il Generale con Isabelle. -"Sai Isabelle, mi piacerebbe vedere tua madre vestita in abito da sera per il tuo fidanzamento. Dici che lo farà?"- -"Non saprei nonno, mia madre non è tanto per portare abiti sfarzosi ma vedremo cosa deciderà di abbigliarsi per quella sera. Nonno io vi devo ringraziare per tutto quello che state facendo per me, per noi."- -"Non devi ringraziarmi Isabelle, lo faccio volentieri. Come ti ho detto non ho potuto farlo per i tuoi genitori e cosi m'illudo che lo stia facendo per loro. Vorrei chiederti come mai hai deciso d'intraprendere la carriera militare."- -"Vedete nonno, ho sempre ammirato mio padre e mia madre, sono cresciuta vedendoli duellare e addestrare e avrei voluto imparare anch'io fin da piccola. Ho insistito tanto finché non hanno ceduto con quella promessa che ho fatto loro. Capisco i miei genitori e dei timori che hanno avuto dopo aver letto per caso un libricino dove mia madre ha annotato tutta la sua vita, ho sentito tutto il suo dolore."- confessò Isabelle -"Ora capisco tutto. Pensavo fosse stata lei a raccontarti tutto."- -"No nonno, non me ne ha mai parlato spontaneamente."- -"Capisco. E dimmi come ti trovi in caserma."- -"Mi sembra di esserci sempre stata."- Isabelle come sua abitudine, vestiva in abiti femminili fuori dalla caserma o fuori dagli allenamenti, quella mattina indossava un grazioso abito celeste. Il Generale voltò il suo sguardo verso di lei e una lacrima furtiva uscì da quegli occhi azzurri che guardavano la nipote con tenerezza pensando, vista la somiglianza con la madre, a quello che poteva vivere Oscar alla sua età. Rientrati dalla passeggiata in giardino Madame Marguerite chiese alla nipote di seguirla nella sua stanza, una volta lì si accomodarono nel salottino attiguo alla camera da letto. Madame prese tra le sue mani quelle di Isabelle, che rimase estasiata dalla bellezza della nonna, anche se non più giovane, da quel suo sguardo limpido e dolce che i suoi occhi, più chiari di quelli di Oscar, le rivolgevano in quel momento. -"Isabelle, mi permetti di chiamare la modista per confezionare il tuo abito per il fidanzamento? Ho già in mente il colore se a te va bene, un bel colore verde così da richiamare i tuoi begli occhi verdi che sono meravigliosamente uguali a quelli di tuo padre."- -"Oh nonna cara, ne sarei felice. Vi avrei chiesto consiglio su che modello scegliere e poi avreste fatto felice anche mia madre. A questo proposito avrei da chiedervi se aiutaste anche lei nella scelta dell'abito. Un'abito senza troppi orpelli, qualcosa che metta in risalto la sua figura."- Madame Marguerite guardò la nipote felice e le disse -"Certo, ne sarei felice. Spero che sia felice anche lei d'indossarne uno."- -"Sì nonna, ne ha già indossato uno per il mio debutto in società qualche mese fa e non avete idea di quanto era bella. Mio padre era rimasto incantato davanti a lei. La guardava con occhi innamoratissimi...a pensarci bene guarda sempre mia madre in quel modo."- Isabelle al ricordo di Oscar in quell'abito aveva gli occhi velati di lacrime di gioia. -"Non ho dubbi che fosse bellissima e so bene quanto immenso sia l'amore di André per lei. Benché tua madre indossi abiti maschili è più femminile di quanto lei stessa immagini, è una donna meravigliosa anche se non lo da a vedere per via dell'educazione ferrea che ha ricevuto."- -"Sì nonna, è vero tutto quello che avete detto."- rispose Intanto Oscar cercava Isabelle e Nanny le aveva riferito di averla vista in compagnia di Madame Marguerite al piano di sopra, quindi si recò verso la camera di sua madre e dopo aver bussato e avuto il permesso ad entrare trovò nonna e nipote sedute che chiacchieravano amabilmente. Alla vista della madre Isabelle si alzò andandole incontro abbracciandola -"Madre, la nonna sta facendo arrivare da Parigi la modista per confezionare l'abito per il mio fidanzamento con Mathieu."- Oscar accarezzandole il capo e poggiandole un bacio alzò lo sguardo verso la madre e con un sorriso le disse -"Vi ringrazio per tutto quello che state facendo, vi state prodigando tanto."- Madame Marguerite si avvicinò a Oscar e ad Isabelle e rispose -"Figlia mia, sono felice di farlo. Non ho potuto occuparmi di voi per tanto, troppo tempo e questo è un modo per sopperire in parte alle cose che avrei voluto fare per te e la tua famiglia. Se mi permetti vorrei anche chiederti di occuparmi anche dell'abito che indosserai alla festa."- Oscar guardò sbalordita la madre sembrava volesse replicare ma Madame Marguerite non gliene diede il tempo -"Oscar, non vorrai presentarti in abiti maschili al fidanzamento di tua figlia?"- -"No madre tranquilla, so che sarebbe sconveniente presentarmi in abiti maschili."- disse sorridendo alla madre e ad Isabelle -"Vi chiedo solo una cosa."- -"Dimmi cara."- rispose Madame -"Non voglio niente di troppo sfarzoso."- -"Tranquilla figlia mia, sarai tu a dire a Madame Bertin come dovrà essere il tuo vestito, io mi limiterò a darti qualche consiglio sul colore e il tessuto."- Oscar annuì e le tre donne dopo questa chiacchierata si diressero al piano inferiore per occuparsi delle altre cose che c'erano da fare. Trascorse così il giorno tra passeggiate e decisioni da prendere per il pranzo e la cena. La mattina successiva di buon'ora Madame Marguerite mandò un messo a Parigi per invitare Madame Bertin a recarsi a Palazzo Jarjayes. Come richiesto Madame Bertin nel pomeriggio fece e il suo ingresso a Palazzo e mentre le donne erano impegnate con lei, André e il Generale trascorsero gran parte del tempo a chiacchierare nel patio. Il Generale chiedeva come lui ed Oscar erano fuggiti dalla Francia in piena Rivoluzione e come vivevano in Inghilterra. André gli raccontò del loro ferimento, delle difficoltosa ripresa e delle difficoltà che ebbero a causa della gravidanza di Oscar, del rischio di perderla durante il parto di Isabelle, ma che grazie all'aiuto di tanta brava gente incontrata nel loro cammino erano riusciti comunque ad avere un tetto sulla testa e a superare tanti momenti difficili. Il Generale era rimasto colpito da tutto quello che André gli aveva raccontato, calde lacrime bagnarono il suo viso al pensiero che non avrebbe più rivisto ne Oscar ne André e tanto meno conoscere la nipote. Grazie al cielo tutto si era risolto per il meglio e aveva potuto, grazie a quell'incontro fortuito con Isabelle, ritrovato sua figlia con la famiglia creata proprio con André, quel bambino che gli aveva messo accanto come punto di riferimento maschile quando era ancora una bambina. Finalmente arrivò la tanto attesa sera del ricevimento per il fidanzamento di Isabelle con Mathieu. A Palazzo era tutto un fermento di gente che andava e veniva dalle cucine alla sala, Nanny e Lady Martha avevano messo da parte i loro dissapori per collaborare e far in modo che tutto fosse perfetto. Intanto ai piani patronali era un'entrare e uscire dai vari appartamenti. Isabelle stava per indossare il suo bellissimo abito, aiutata da Lady Martha, in seta di un meraviglioso verde smeraldo, che richiamava i suoi bellissimi occhi, aveva piccoli ricami dorati che ornavano in alcuni punti l'abito tra cui il corpetto nella parte centrale e l'orlo delle maniche che scendevano morbide sulle sue esili braccia ed una scollatura quadrata non troppo accentuata ornata da un leggero pizzo. I capelli erano stati raccolti in uno chignon morbido con qualche ciocca che le incorniciavano il viso. In quel momento fece il suo ingresso Madame Marguerite, avvicinandosi alla nipote rimase estasiata nel vedere quanto era bella e tanto somigliante alla sua Oscar. Le luccicavano gli occhi dalla commozione, prese una mano della nipote e poggiò un leggero bacio sulla sua fronte, si allontanò appena e aprì una piccola scatola finemente decorata che teneva nell'altra mano, conteneva degli orecchini d'oro con due smeraldi a goccia che facevano da pendente, e le diede in dono alla nipote. Isabelle rimase stupita da quel dono inaspettato da parte della nonna non sapeva che dire. Madame allora le tolse dalla scatolina e le disse -"Mi permetti di apporli ai tuoi lobi? Mi sembrano perfetti con il tuo abito e ti danno quell'eleganza in più che serve per l'occasione senza essere troppo esagerata."- Isabelle li indossò e abbracciò la nonna ringraziandola. Nel frattempo in un'altra stanza Oscar stava preparandosi anche lei, con l'aiuto della cara Nanny che aveva le lacrime agli occhi a vedere la sua bambina vestita come lei aveva sempre voluto facesse e non solo in certe occasioni, anche se non era la prima volta che la vedeva in quella veste, ma era talmente emozionata da non riuscire a trattenere le lacrime. Oscar la guardò le sorrise e facendole una carezza le disse: "Nanny, dai non fare così non è la prima volta che mi vedi vestita con un abito da donna."- "Sì, è vero. Ma vederti in queste vesti sei più bella di quanto tu non lo sia già."- rispose. Oscar rise e Nanny allora con il suo piglio altero che la contraddistingueva la riprese -"Non la smetterete mai tu e mio nipote di prendermi in giro."- Oscar allora rise ancora ma poi le posò un bacio sulla fronte -"Lo sai che ti vogliamo bene Nanny."- Qualcuno in quel momento bussò alla porta, era André, nel suo abito di una tonalità azzurro chiaro. Aveva appena varcato la soglia della loro camera quando vide Oscar bellissima nel suo vestito in seta grigio perla, stampato a fiori di un grigio più scuro con un leggero tulle d'organza azzurro a coprire, da cui s'intravedeva la stampa a fiori, il corpetto aveva la scollatura omerale a tipo sciarpa che formano due finte maniche che lasciava scoperte le spalle rifinite elegantemente da un pizzo ricamato grigio perla che orlava anche tutto il giro vita. I capelli erano raccolti in una lunga treccia morbida lasciata cadere sulle spalle adornata di cristalli e un paio di ciocche ai lati del viso. Era estasiato, ancora una volta era rimasto senza parole davanti alla bellezza e all'eleganza innata di Oscar. Gli si avvicinò con gli occhi che brillavano dalla felicità e dall'amore per lei, le prese la mano e con un'inchino le chiese -"Permettete Madame Grandier che l'accompagni alla festa che si sta per tenere al piano di sotto, anzi, dobbiamo andare a prendere anche la nostra Isabelle."- -"Con molto piacere Monsieur Grandier."- rispose prendendo il braccio che André le stava offrendo. Sotto lo sguardo commosso di Nanny uscirono dalla camera per dirigersi in quella della figlia. André bussò alla porta ed entrò preceduto da Oscar dopo aver avuto il permesso in caso Isabelle non fosse stata ancora pronta. Appena entrato vide la figlia nel suo bellissimo abito ed esclamò -"Per caso vi siete messe d'accordo per farmi venire un'infarto tu e tua madre? Siete di una bellezza sconvolgente, non so se il mio cuore reggerà ancora a tanta bellezza, nulla togliendo alla vostra beltà e grazia Madame."- disse rivolgendosi alla madre di Oscar che sorridendo rispose -"Oh André, sei davvero un galantuomo. Ma anche tu sei una gioia per gli occhi, vero Oscar?"- disse sorridendo alla figlia -"Avete detto il vero madre."- rispose accarezzando il volto di André -"Ti voglio bene come se fossi mio figlio lo sai."- disse Madame ad André -" Sì Madame lo so, e ve ne sarò sempre grato a voi e al Signor Generale per avermi accolto come tale in casa vostra, senza la quale non avrei mai conosciuto l'amore della mia vita."- E dicendo ciò si avvicinò ad Oscar e poggiò un leggero bacio a fior di labbra. Isabelle si avvicinò ad Oscar e le fece vedere gli orecchini dono che la nonna le aveva appena fatto. Oscar rivolgendosi alla madre le disse -" Madre, ma questi erano i vostri preferiti. Erano un regalo di mio padre che vi aveva fatto in occasione del vostro matrimonio."- -"Sì Oscar, ricordi bene ma non potevo non regalarle alla vostra splendida creatura. Le stanno benissimo con quest'abito e poi hanno lo stesso colore dei suoi occhi. Ne sarà felice anche tuo padre, vedrai."- Isabelle era commossa, la nonna non le aveva raccontato che erano un regalo del nonno per lei, allora l'abbracciò e la ringraziò ancora una volta promettendole di averne tanta cura e ogni volta che le avrebbe indossati lo avrebbe fatto pensando a lei. -"Su su, ora basta."- disse Madame -"Sbaglio o ci attende una festa giù? E poi non vorrai fare ancora attendere il tuo fidanzato Isabelle? Sarà impaziente di vederti non credi? Penserà che hai cambiato idea."- disse scherzando. Detto ciò si avviarono per il lungo corridoio che portava alla scala per andare nel salone. Madame Marguerite scese per prima raggiunta dal Generale che l'aiutò porgendole il braccio. In fondo alle scale c'era in trepidante attesa Mathieu con accanto Girodelle. Arrivò il momento tanto atteso fecerò la loro comparsa in cima alle scale Isabelle con al proprio fianco André e Oscar. Il Generale vedendo Oscar per la primissima volta vestita da donna gli si riempirono gli occhi di lacrime non riusciva a credere a quello che vedevano i suoi occhi, era estasiato, non riusciva a staccarli da lei, dalla sua grazia e bellezza. Anche le sorelle di Oscar, soprattutto Emilie, era rimasta incantata dalla bellezza di Oscar e di Isabelle. -"Che ti dicevo Emilie"- la ragurdì Chlotilde -"Guarda come si muove con grazia e quanto è bella nostra sorella. Anche sua figlia Isabelle è di una bellezza strabiliante. Spero la smetterai adesso di darle contro."- le disse prima di lanciare uno sguardo di soddisfazione alla sorella che non faceva altro che criticare qualsiasi cosa riguardasse la loro sorella minore. A quelle parole di Chlotilde Emilie non disse nulla si limitò ad abbassare lo sguardo e con questo suo atteggiamento dare ragione alla sorella. Intanto erano già arrivati in fondo alle scale, André prese la mano di Isabelle e la porse a Mathieu dando così inizio alla festa. Il Generale si avvicinò ad André chiedendo se dopo il primo ballo poteva danzare con Oscar. -"Certo Signor Generale."- così iniziarono le danze. André danzò con Oscar e il Generale con Madame. Alla fine del primo ballo André accompagnò Oscar dal padre e invitò Madame a danzare con lui. Il Generale era felice di danzare con la figlia, non avrebbe mai pensato di farlo e per giunta con lei in abito da sera. -"Oscar sei incantevole."- -"Vi ringrazio padre, anche per tutto quello che avete fatto per Isabelle e Mathieu." -"Non devi ringraziarmi figliola, l'ho fatto volentieri."- Trascorsero ore liete tra le danze e il ricco banchetto che era stato allestito per l'evento. André non faceva altro che rivolgere alla sua Oscar complimenti e a dirle di quanto infinito fosse l'amore per lei. Ma anche Oscar rivolgeva al suo André l'amore che provava per lui e che non avrebbe avuto senso la sua vita se non ci fosse stato lui al suo fianco. Isabelle notava gli sguardi pieni d'amore che si scambiavano sua madre e suo padre ed era felice, voleva anche per lei un amore così e lo aveva trovato in Mathieu il ragazzo che era cresciuto con lei e che ora la stringeva tra le sue braccia durante le danze. Una cosa però le balzava sempre alla mente, doveva chiedere a sua madre come si era dichiarata a suo padre. Si promise che lo avrebbe fatto un giorno che li vedeva liberi dagli impegni in Caserma e pensando questo sorrise e si lasciò trasportare dalla musica e dalle danze fino a notte fonda.

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Capitolo 21
*** cap.21 Dichiarazione d' amore ( parte 1) ***


DICHIARAZIONE D'AMORE parte I PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Estate 1805 Finito il ricevimento Oscar e Andrè salutati gli ultimi ospiti e congedandosi dal resto della famiglia si diressero verso il salottino attiguo alla sala. Isabelle intanto era fuori in giardino con Mathieu per stare un po' tranquilli dopo il ricevimento. Erano stati tutto il tempo circondati da amici e parenti che si congratulavano con loro per il fidanzamento e a parte la danze non avevano avuto molto tempo per stare un po' da soli e scambiare due parole, poi raggiunsero André e Oscar nel salottino. -"Madre, padre"- chiamò -"Isabelle, bambina mia."- rispose Oscar mentre allungando un braccio la invitava ad avvicinarsi a loro. -"È stato tutto perfetto madre. Vi ho visti parecchio emozionati, soprattutto voi padre quando avete concesso ufficialmente la mia mano a Mathieu."- -"È comprensibile piccola mia"- disse sorridendo Oscar volgendo gli occhi verso André che tornava ad avere uno sguardo commosso guardando la figlia. -"Sei cresciuta, hai una persona speciale nel tuo cuore, con lui formerai una famiglia tra un po' di tempo, noi non possiamo che esserne felici di questo, ma rimarrai sempre la nostra piccolina che aveva bisogno delle nostre cure. Sarà lui poi a prendersi cura di te e tu di lui."- disse André con la voce emozionata e guardando Mathieu -"Ve lo prometto Monsieur e Madame Grandier, Isabelle è la donna con cui voglio condividere tutto della mia vita. La amo più di me stesso direi da sempre e non posso immaginare la mia vita senza di lei al mio fianco."- rassicurò Mathieu guardando negli occhi Isabelle. André volse lo sguardo verso Oscar che gli sorrise. La storia si ripeteva, con la sola differenza che Isabelle e Mathieu potevano vivere il loro amore alla luce del sole da subito a differenza loro, ma non importava adesso, la cosa importante era che quei due ragazzi si amavano ed erano felici. -"Lo sappiamo Mathieu che farai felice la nostra Isabelle e te l'affidiamo senza timore alcuno."- -"Padre, non per questo vi vorrò meno bene."- si apprestò a dire Isabelle -"Sì piccola mia, lo so."- -"Padre, ma avete visto che raggio di sole che è mia madre? Era la più bella fra tutte le dame presenti stasera al ricevimento."- disse esultante Isabelle -"Sì Isabelle, hai ragione. Ma lei è sempre bellissima, anche se stasera era meravigliosa. Lei brilla di luce propria."- le rispose Andrè prendendo le mani di Oscar e poggiando le labbra sulle sue mani baciandole -"Amore mio, anche tu sei bellissimo. Ti ha apprezzato anche mia madre stasera"- disse Oscar sorridendo -"Chissà quante dame avrebbero voluto essere al mio posto."- -"Non mi sono accorto delle altre, io non ho occhi che per te. Sei tu il centro del mio universo insieme ad Isabelle."- -"Sapete che non mi sento a mio agio in abiti femminili ma l'occasione lo esigeva."- -"Che ne dite, vista l'ora, se ci ritiriamo per la notte?"- disse Andrè -"Sì, direi che sia arrivata l'ora. Buonanotte madre, padre."- -"Mi ritiro anch'io con il vostro permesso."- si apprestò a dire Mathieu -"E buonanotte a te amore mio."- disse salutando con un casto bacio sulla fronte Isabelle. Mentre si avviavano al piano superiore André si lasciò andare ancora a qualche commento su Isabelle -"È cresciuta la nostra bambina. È di una bellezza strabiliante...tutta sua madre."- -"Sei proprio in vena di complimenti!"- le rispose Oscar ridendo -"Però hai ragione, Isabelle sta diventando una bellissima donna."- -"Ti ho mai detto che sei stupenda quando ridi?"- le disse André fermandola mentre s'incamminavano per andare in camera e attidandola a sé cingendole la vita. -"Sì, tutte le volte che lo faccio."- gli rispose sorridendo -"Ti amo così tanto Oscar!"- le disse perdendosi in quegli occhi blu profondi come il mare -"Ti amo tanto anch'io André. Andiamo a riposare, è stata una lunga giornata anche se magnifica."- e tenendosi stretti l'uno all'altra si diressero in camera. La mattina dopo a Palazzo Jarjayes vi era ancora un gran fermento per riordinare il tutto dopo il ricevimento della sera prima. Isabelle si era svegliata presto e come suo solito si apprestava a fare i suoi esercizi in vista del ritorno in Caserma. Approfittò del fatto che c'era Mathieu a Palazzo per iniziare un po' di riscaldamento. -"Su Mathieu, che fai dormi? Non voglio vincere perché tu sei ancora assonnato. Dai attaccami e cerca di farlo sul serio."- gl'intimò -"Non preoccuparti mia bella, non ho intenzione di farti vincere. In guardia."- gli rispose agguerrito Nel frattempo uscì in cortile André che voleva godersi lo spettacolo che Isabelle e Mathieu avevano intenzione di dare con quell'addestramento. Con due stoccate ben assestate Isabelle disarmò Mathieu che sorrise arrendendosi -"Non c'è nulla da fare, non riesco mai a batterti."- -"Che vuoi farci Mathieu, anch'io non riesco a battere Oscar ancora oggi. Abituati a perdere sempre con lei."- gli disse André con tono sornione -"Padre, visto che siete quì, fatevi sotto voi adesso."- lo sfidò Isabelle lasciandogli la spada che poco prima aveva in mano Mathieu -"Come vuoi Isabelle."- Iniziarono ad incrociare le spade, ma André era molto lento nei movimenti a causa della stanchezza del giorno precedente. -"Padre, state battendo la fiacca stamattina. Non lo trovo per niente divertente battervi in questo modo."- André tento in tutti i modi di tenerle testa, ma doveva ammettere che Isabelle era diventata bravissima con la spada. Anche il Generale si era apprestato ad uscire sentendo il rumore delle spade e guardava con orgoglio la nipote che si destreggiava in maniera impeccabile benché non avesse l'esperienza di anni alle spalle ma con gli insegnamenti di Oscar e André e la sua tenacia era riuscita in breve tempo ad essere agile e scattante come la madre. -"Nonno, vorrei misurarmi con voi uno di questi giorni."- disse rivolgendosi al Generale -" Vuoi forse umiliarmi nipote? Ho visto come ti muovi, e alla mia età non credo ce la farei a tenerti testa. Piuttosto perché non sfidi tua madre? Mi piacerebbe vedervi entrambi all'azione. Sarei curioso di vedere chi avrebbe la meglio."- -"Se mia madre è d'accordo anche adesso."- disse guardando Oscar che aveva raggiunto gli altri in cortile. André porse la spada ad Oscar che accettò la sfida di battersi con la figlia. Non era facile battere Oscar ma Isabelle si difese egregiamente anche se poi ad avere la meglio fu comprensibilmente Oscar, i suoi anni di addestramento e l'esperienza avevano avuto la meglio sulla giovane Isabelle. -"Siete fantastica madre, ho ancora molto da imparare da voi."- le disse accettando la sconfitta -"Avrai tempo per imparare piccola mia, non temere. Ma adesso entriamo dentro per la colazione."- esortò Oscar -"Madre che ne dite se facciamo una cavalcata voi ed io. È un po' che non lo facciamo, mi piacerebbe farlo oggi con questa splendida giornata."- le propose mentre entravano in casa. Mathieu dopo la colazione dovette rientrare in Caserma anche per dare una mano a Girodelle in assenza di Oscar e André che sarebbero rientrati solo tra un paio di giorni. La mattina trascorse tranquilla e nel primo pomeriggio André preparò i cavalli per Isabelle e Oscar per la cavalcata che avevano in programma di fare. Isabelle aveva pensato che sarebbe stato il momento propizio per chiedere ad Oscar come e quando aveva confessato ad André i sentimenti che anche lei provava per lui. Era imbarazzata, sapeva bene che la madre non era molto loquace quando si parlava di sentimenti, soprattutto i suoi. Si fece coraggio e chiese -"Madre, so che non siete propensa a parlare di voi e dei vostri sentimenti. Ma voglio farvi lo stesso la domanda. Come avete confessato a mio padre che provavate gli stessi sentimenti che lui nutriva per voi."- Oscar sapeva che Isabelle prima o poi avrebbe tirato fuori nuovamente l'argomento, quindi le si fece vicino e prese le redini del suo cavallo, si diressero poco distante. Dopo essere scesa da cavallo si sedette sotto un grande platano e dopo averla invitata a sedersi accanto a lei iniziò a raccontare. -"Come ti avevo detto tempo fa dopo la delusione con Fersen e la confessione di tuo padre andai in Normandia per fare chiarezza dentro di me, qualcosa era cambiato. Da che volevo allontanarmi da lui, in quel periodo in cui rimasi da sola mi accorsi che mi mancava, non eravamo mai stati lontano l'uno dall'altra fin dalla tenera età e questo mi destabilizzò non poco. Il mio cuore piano piano capì che senza di lui ero vuota e sola, non volevo più soffrire per amore, mi rifiutai di capire che quello che provavo per lui era amore e non affetto fraterno. Tornata a Parigi mi aspettava il nuovo incarico di Comandante dei Soldati della Guardia Metropolitana e per me rappresentò una svolta, ma anche una sfida non facile. Il mio primo giorno entrando nelle camerate per presentarmi mi accorsi che si era arruolato anche lui per starmi accanto e proteggermi da eventuali pericoli che si prospettavano in quella caserma in cui soldati erano tutto tranne che tranquilli. Da subito i Soldati seppero che ero una donna e iniziarono a darmi problemi non obbedendo ai miei ordini. Fecero di tutto purché mi stancassi e lasciassi l'incarico, ma io non mollai, lo sai bene che non mi tiro indietro davanti alle difficoltà. La sua presenza per me fu vitale, mi accorgevo sempre più che la sua vicinanza per me era importante, mi sentivo al sicuro, anche se feci di tutto per non dimostrarglielo ma in un certo senso ci fu una parte di me che si rifiutava di ammettere il sentimento che stava piano piano affiorando, mi chiudevo sempre più in me stessa, non volevo provare ancora quella debolezza che avevo avuto con Fersen. Intanto i soldati avevano scritto al Generale Bouillè chiedendogli di togliermi il comando della Caserma perché non propensi a prendere ordini da una donna. Alla luce di questo il Generale Bouillè volle un' incontro con tuo nonno per chiedergli di farmi desistere dal comandare quei soldati. Mio padre gli disse che aveva pensato di dirmi di congedarmi dalla vita militare e accettare la proposta di matrimonio di Girodelle."- -"Madre, il mio padrino vi ha chiesta in moglie?"- chiese una sbalordita Isabelle -"Sì bambina mia, è cosi."- -"E voi come avete reagito alla proposta?"- -"Per me era un 'assurdità. Dovevo sposarmi con una persona a cui, fino a qualche settimana prima davo degli ordini. Nel frattempo in Caserma gli altri soldati vennero a sapere che tuo padre prima di arruolarsi era il mio attendente e lo accusarono di essere una mia spia. Un giorno fu vittima di un pestaggio da parte di alcuni di loro, quando arrivai sul posto era a terra, con il volto tumefatto dai pugni ricevuti, non muoveva un muscolo ma piangeva chiedendomi disperato di non sposarmi, vederlo in quello stato mi devastò. Se avessi accettato la proposta di Girodelle lui ne avrebbe sofferto enormemente e questo mi rese ancora più triste. Girodelle iniziò a corteggiarmi. Un giorno lo vidi che mi aspettava fuori la caserma chiedendomi se quella sera poteva accompagnarmi per parlarmi ma io gli risposi che non sarei rientrata a casa per motivi di lavoro. Lo rifece un'altra sera e non potei che assecondarlo, cavalcammo verso casa in silenzio finché non fu lui a rompere quel silenzio confessandomi i sentimenti che provava per me e che avrebbe voluto una risposta al quale io risposi che doveva dimenticarmi e di farlo in fretta. Il sentimento per tuo padre stava sempre più prendendo forza dentro di me, non facevo altro che pensare a lui anche se cercavo in tutti i modi di non pensarci. Tuo nonno insisteva affinché mi decidessi a prendere marito tant'è che lui e il Generale Bouillè organizzarono un ballo in mio onore a cui avrei dovuto presenziare per scegliere il mio futuro sposo. Per uno scambio di persona mio padre fu vittima di un'attentato da parte di alcuni della frangia rivoluzionaria, quando lo seppi corsi a casa e piangendo mi accasciai a terra, la tensione era stata talmente tanta da schiacciarmi, venne tuo padre in mio soccorso a darmi il suo sostegno, alzai lo sguardo verso l'alto e lo vidi lì davanti a me, con uno sguardo dolcissimo e un sorriso bellissimo e rassicurante che mi porgeva un fazzoletto per asciugare quel fiume di lacrime che non riuscivo a fermare. Mentre giaceva nel letto ferito, per fortuna non in maniera grave, chiedeva a tuo padre di accompagnarmi a quel ballo che era stato organizzato per me. Con uno sguardo rassegnato, una voce che tradiva tutto il suo dolore, suo malgrado accettò. Il giorno dopo come convenuto, si presentò nel mio ufficio per sollecitarmi a rientrare a casa per cambiarmi d'abito per poi presenziare al ballo, fui sibillina nel dirgli che non era necessario che mi accompagnasse che potevo benissimo andare da sola e aggiunsi uscendo dal mio ufficio e soffermandomi a pochi passi da lui rassicurandolo che non mi sarei sposata tanto presto. Andai a quel ballo in uniforme tra lo stupore di tutti gl'intervenuti che s'aspettavano di vedermi in abito da sera e dopo una battuta, tornai sui miei passi e uscì da quella sala piena di uomini che sembravano tanti avventori per un solo bicchiere di vino. Qualche tempo dopo ebbi l'incarico direttamente da Bouillè di proteggere il Principe di Spagna per via di quei rivoluzionari che volevano seminare il terrore per screditare la Francia all'estero. Anch'io fui vittima di uno dei miei soldati che faceva parte dei ribelli si era infiltrato per uccidermi ma il tentativo fallì miseramente anche grazie all'intervento di tuo padre e Alain che lo uccisero, anche se io lo avevo già ferito seriamente. La sera stessa dopo il tentativo di uccidere il Principe e la sua famiglia fummo vittime anche noi di un'altro attentato ma anche stavolta tuo padre evitò che mi succedesse qualcosa di brutto. Il Principe riuscì a tornare in Spagna con la famiglia sano e salvo e di questo il Generale Bouillè venne a ringraziarmi personalmente in caserma ma venne anche per un'altro motivo. Uno dei miei soldati vendette il fucile in dotazione, solo dopo seppì che lo facevano in molti perché la paga misera non bastava a far vivere dignitosamente e a sfamare i loro familiari e quindi per arrotondare vendevano di tutto. La cosa non passò inosservata e venne informato anche il tribunale militare che dopo poco venne a prelevarlo. Io non sapevo della cosa, m'informo Alain che si presentò in ufficio con tuo padre e mi accusò di aver venduto LaSalle, che ero capace di vendere anche tuo padre e lui si affannava a difendermi anche se, a suo avviso non lo meritavo. Anche in quel caso tuo padre mi difese ribadendo che si sbagliava, non ero capace di fare una cosa del genere. Alain non volle sentire ragioni, mi schiaffeggiò e mi trascinò fuori nel cortile della Caserma sfidandomi a duello sotto una pioggia battente. Fu difficile, mi diede del filo da torcere ma alla fine vinsi io. A quel punto mi chiese se era possibile che io intervenissi per poter salvare il loro compagno dal plotone d'esecuzione. L'indomani mi recai dal Generale Bouillè e gli chiesi di usare tutta la sua influenza per salvare il soldato LaSalle...non ci speravo. Una sera LaSalle rientro in caserma dicendo agli altri che io avevo chiesto al Generale Bouillè d'intervenire per far si che non venisse condannato. Quindi tutti a quel punto si resero conto che non avevo fatto nulla di quello per cui mi avevano ingiustamente accusata.

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Capitolo 22
*** cap.22 Dichiarazione d' amore ( parte 2) ***


capitolo 22 DICHIARAZIONE D'AMORE parte II PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Estate 1805 Qualche sera dopo chiesi a tuo padre di venire con me perché volevo ringraziare Bouillè per quello che aveva fatto. La carrozza dei Jarjayes venne a prenderci in caserma e ci dirigemmo a Parigi perché quella sera il generale era ad una rappresentazione all'Operà. Mentre ci dirigevamo verso la nostra meta, a Saint Antoine fummo assaliti da una folla di parigini che ormai esasperati dalla fame e dai sorprusi e iniziando a covare un'odio profondo verso i nobili. Ci assalirono e ci tirarono fuori dalla carrozza, a me da una parte e a tuo padre dall'altra. Cercai in tutti i modi di afferrarlo per evitare che ci separassero, urlavo a gran voce il suo nome e lui faceva lo stesso urlando il mio. Continuavo a urlare a quella gente che lui non era un nobile, di lasciarlo andare. Ero terrorizzata ma non per me ma perché avevo paura che gli facessero del male, che potessero ucciderlo...ero disperata. Lottai con tutte le mie forze, volevo andare a cercarlo e salvarlo da quella orda di gente impazzita ma fui sopraffatta. Mi ritrovai a terra senza poter fare nulla ne per lui ne per me. Impazzivo all'idea di non vederlo più. Ad un tratto capii che qualcuno era intervenuto per disperdere la folla. Mi sentii prendere e portata via...mi trovai in un vicolo. Qualcuno mi chiamava per far sì che mi riprendessi. Aprii a fatica gli occhi e vidi davanti a me Fersen che era felice di avermi salvata."- al nominare Fersen Isabelle trasalì -"Fersen? Venne Fersen a salvarvi?"- -" Sì, fu lui a disperdere la folla e a trarmi in salvo. Ma mi resi subito conto che tuo padre non era lì con lui e gli gridai se lo avesse visto se sapeva dove fosse. Dal suo sguardo capii di no. Feci per uscire da quel vicolo per cercarlo dovevo andare, non potevo stare ferma mentre lui era ancora lì fuori che rischiava la vita. Fersen mi bloccò, ma io in un moto di terrore gli urlai di lasciarmi andare perché il Mio André era in pericolo. Mi guardò sorpreso resosi conto che tuo padre non era più un amico per me ma qualcosa di più. Fersen restò stupito dalla mia reazione, non si aspettava che il posto nel mio cuore un tempo occupato da lui ci fosse entrato prepotentemente tuo padre. Mi disse di stare tranquilla che lo avrebbe cercato lui e lo avrebbe portato sano e salvo da me. Mi lasciò lì, da sola, mentre io ancora attonita stavo prendendo coscienza del forte sentimento che piano piano si era fatto strada in me e che in maniera dirompente era venuto fuori senza che io potessi controllarlo. Avrei voluto salvarlo io tuo padre ma anch'io ero ferita e senza forze, lui aveva più ferite di me ma niente di grave per fortuna. Ci riposammo qualche giorno a casa per poterci rimettere in forze."- Isabelle rimase senza parole. Guardava la madre stupita da quello che le aveva appena raccontato. Ne avevano avute di disavventure i suoi genitori prima di poter vivere felici il loro amore. Ora Isabelle aveva capito appieno perché si amavano così tanto ed erano tanto legati, non era stato facile per sua madre esternare i suoi sentimenti verso l'amore della sua vita, avevano rischiato di non viverlo proprio quel loro grande amore ma per fortuna non fu così e lei ne era il frutto. Con gli occhi lucidi Isabelle chiese se fu in quel frangente che la madre dichiarò finalmente di amare anche lei suo padre. Oscar continuò -"No, non ebbi ancora una volta il coraggio di dirglielo."- -"Ma, madre perché no!"- protestò Isabelle. -"Vedi bambina mia, era passato un bel po' di tempo da quando tuo padre mi aveva confessato di amarmi e visto il mio silenzio, la mia freddezza, pensai che non mi amasse più, non avrei retto ad un'altro rifiuto."- disse tenendo la testa bassa. -"Avevo deciso di amarlo anch'io in silenzio, come lui aveva fatto per anni. Mi bastava averlo accanto, di godere della sua presenza, mi bastava guardarlo quando ero sicura che lui non mi vedesse. M'innamoravo di lui ogni giorno di più e capivo la sofferenza che aveva provato in tutti quegli anni quando io non mi ero nemmeno lontanamente accorta del forte sentimento che lui provava per me. Poi la situazione in Francia precipitò il Re vista la situazione precaria del Paese decise di convocare gli Stati Generali. Fummo costretti a turni di guardia massacranti non avevamo tempo per niente, neanche per scambiare due parole. Dopo giorni di riunioni e discussioni i 3 Stati non erano ancora arrivati ad un' accordo. Eravamo tutti stanchi e stremati. Ci furono parecchie divergenze tra i Sovrani e i rappresentanti dei 3 Stati, il più eclatante fu di far sgomberare la sala dove l'Assemblea era riunita anche sotto la minaccia delle armi, mi rifiutai di eseguire quell'ordine; non potevo e non volevo eseguirlo sarebbe stato la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, per tutta risposta, vista la mia reticenza, rischiavo di finire davanti al Tribunale Militare come 12 dei miei soldati, tra cui Alain. Al mio posto fu incaricata la Guardia Reale con al comando Girodelle. Fuggii aiutata da tuo padre dovevo fermare quell'azione sconsiderata. Partimmo al galoppo verso la sala dell'Assemblea nel salone dove si sarebbero riuniti i rappresentanti del popolo, vi erano anche dei nobili che volevano seguire i lavori dell' Assemblea, disposti anche a battersi pur di continuare la riunione per poter trovare una soluzione ai problemi che affliggevano il Paese. Mi parai in sella al mio cavallo di fronte a Girodelle gridando alla Guardia Reale -"Fermi, fermatevi, voi incrociereste la spada con me e voi Girodelle, avreste forse il coraggio di sparare sul vostro ex comandante...se proprio dovete sparare sui rappresentanti del popolo, dovrete prima passare sul mio cadavere"- Girodelle, depose le armi ed eseguì il mio ordine, sottolineando che per lui era un'abitudine sottostare al mio comando e che in fondo era contento che glielo avessi impedito, fu cosi che la Guardia Reale arretrò. Nel frattempo, tuo nonno veniva informato della mia insubordinazione e tornò a Palazzo in attesa che i Sovrani decidessero della mia punizione e della sorte della mia famiglia. Vedi Isabelle, quando un Ufficiale era accusato di tradimento perché non aveva ubbidito agli ordini impartiti dal Re non solo rischiava il plotone d'esecuzione ma veniva privato di ogni grado e titolo nobiliare e anche la famiglia veniva punita con la confisca di tutti i beni. Io con il mio comportamento avevo macchiato di tradimento e disonorato la mia famiglia e il mio Casato."- Isabelle ancora una volta era scioccata da ciò che la madre le stava raccontando si stava rendendo sempre più conto che anche se libera di fare le sue scelte Oscar non aveva avuto una vita facile, anzi. -"Quando rientrai a Palazzo Nanny mi disse che mio padre mi aspettava nel suo studio. Immaginavo che mi avrebbe rimproverata duramente per quello che avevo fatto. Bussai ed entrai. M'invitò a sedermi cosa che feci, mi disse che vista la situazione c'era solo una cosa da fare. Gli risposi che avevo capito ma che non potevo farlo, m'interruppe ribadendomi che con il mio comportamento avevo infangato il buon nome della mia famiglia e del mio Casato e che in una famiglia come la nostra notoriamente leale al Re l'unica cosa da fare era la morte."- Isabelle a quelle parole gridò -"Che cosa? Il nonno voleva uccidervi madre? Ma che padre è stato? E voi che mi avete convinta a perdonarlo. Perché? Come farò adesso a guardarlo ancora dopo tutto quello che mi state raccontando."- Oscar allora prese le mani della figlia tra le sue la guardò con tutta la dolcezza di madre -"No Isabelle, non dire così. È tutto a posto. Non devi odiare tuo nonno, siamo qui ora, tutto il resto non conta."- Isabelle aveva il fiatone come se avesse corso a perdifiato. Era arrabbiata. Non riusciva a calmarsi. Oscar la strinse a sé la accarezzava fino a quando il respiro di Isabelle tornò regolare. -"Tesoro, ascolta. Promettimi che non odierai il nonno per questo. Hai voluto sapere tante cose sulla mia vita e su quella di tuo padre ed io sono qui a raccontarti tutto. Non pensi che se avessi voluto ti avrei omesso delle cose come questa? Se ti sto raccontando tutto è perché ti ritengo abbastanza matura da capire. Vuoi che continui?"- Isabelle annuì -"Sì, certo. Ho capito madre, continuate vi prego."- -"Bene. Gli risposi che non potevo morire in quel momento perché se la mia morte sarebbe servita a salvare la vita a dodici dei miei soldati dal plotone di esecuzione sarei morta volentieri, ma sarebbe stata una morte inutile la mia. A quel punto mio padre mi disse di non aver paura che mi avrebbe uccisa chiedendo perdono a Dio e che mi avrebbe seguita subito dopo. Ero atterrita e gli dissi che era la peggiore delle soluzioni in quanto causa della sua stessa morte. Sguainò la spada e si posizionò alle mie spalle, stava per infliggermi il colpo fatale quando sentii spalancarsi la porta dello studio, era tuo padre che, come se avesse intuito che qualcosa di grave stesse per succedere entrò di furia e bloccò il braccio di tuo nonno gridandogli -"No, non lo fate."- Lo allontanò da me scaraventandosi su di lui e andando verso la finestra bloccandolo. Mio padre preso alla sprovvista gli urlò: -" André, ma che cosa vuoi fare? Vattene, vattene."- -"No, non me ne vado Signor Generale. Non me ne vado. Non vi permetterò di uccidere Oscar."- Io mi ero alzata dalla sedia su cui stavo seduta pochi secondi prima e guardavo attonita. Tuo nonno cercava di liberarsi dalla stretta di tuo padre che si allontanò di poco e a quel punto gli disse: -"André vattene via. Vattene."- Abbassò lo sguardo e si accorse che aveva una pistola puntata addosso. Con voce calma come era suo fare tuo padre continuò -"Badate, sono pronto a sparare. Non vi muovete perché io adesso andrò via insieme ad Oscar"- -"Cosa? Tu vorresti scappare con Oscar?"- "Sì"- "E magari vorresti sposarla, non è vero?"- "Sì"- -"No, sarebbe una grossa sciocchezza, perché la differenza di rango che esiste tra voi non si cancellerebbe mai."- Tuo padre alzò un po' il tono della voce chiedendogli: -" Permettetemi una domanda. Che cosa significa rango? Non siamo tutti uguali forse?"- -" Un nobile prima di sposare deve chiedere il permesso a Sua Maestà il Re"- -"Si, lo so. Ma se Sua Maestà il Re s'innamora di una donna deve forse chiedere a qualcuno il permesso per sposarla?"- A quella frase tuo nonno gli urlò -"Basta André"- e lo schiaffeggiò che preso alla sprovvista rovinò a terra. Io dietro di lui rimasi impietrita. Non riuscivo a reagire, era tutto troppo assurdo, non stava succedendo davvero, non potevo credere che tutto questo si stava consumando davanti ai miei occhi. Dietro di me dal corridoio sentivo dei singhiozzi, era Nanny che disperata piangeva per la sorte che stava per abbattersi su di noi. Intanto tuo nonno non desisteva dal suo proposito. -"Mi dispiace, non posso perdonarvi"- disse. Tuo padre allora ancora sul pavimento poggiò la pistola a terra e la allontanò da sé alzò lo sguardo verso tuo nonno e riprese -"Allora se ci dovete uccidere uccidete prima me, perché se mi uccidete dopo sarò costretto ad assistere alla morte della donna che io amo."- A quelle parole io non seppi cosa dire tranne che un timido -"André, io..."- non so nemmeno se mi sentì non gliel'ho mai chiesto. A quella richiesta mio padre annuì -" Farò come vuoi, ti ucciderò per primo André."- In quello stesso istante arrivò al galoppo un messaggero da Versailles chiedendo di aprire perché aveva un messaggio urgente per me da parte della Regina Maria Antonietta. Mio padre e Nanny si precipitarono giù ad aprire. Il messaggio diceva che per ordine della Regina non veniva preso nessun provvedimento nei miei confronti ne verso la mia famiglia e che si auspicava maggior lealtà da parte della mia famiglia verso la Famiglia Reale. Mio padre alzò lo sguardo su di noi contento di sapere che la mia vita era salva per la generosità della nostra Sovrana. Quella notte non riuscì a prendere sonno. Ero ancora scossa da tutti gli avvenimenti accaduti quel giorno, ma più di tutti pensavo a tuo padre che era disposto a sacrificare la sua vita per me. Se il messaggero non fosse arrivato in tempo sarebbe morto senza che io potessi far niente per impedirlo. Non riuscivo a smettere di pensare alle sue parole, al suo gesto. Mi amava, mi amava ancora nonostante non avessi fatto nulla per fargli capire che anch'io lo amavo. Presi la decisione di dirglielo quella sera stessa. Nel cuore della notte mi alzai e uscii dalla mia camera...dovevo vederlo, dovevo parlargli, non potevo più aspettare, non volevo più tacere. Mi diressi verso la sua camera. Sapevo, sentivo che anche lui era sveglio quella notte. Arrivata davanti alla sua porta bussai piano sperando mi sentisse, la porta non era chiusa come se si aspettasse che quella notte sarei andata da lui. Entrai, lo cercai nel buio della stanza, era seduto sul suo letto con ancora i pantaloni dell'uniforme addosso. Ci guardammo per un attimo che parve infinito, non riuscivamo a staccarci gli occhi di dosso. Mi avvicinai al letto. Si spostò, come ad invitarmi ad andare a sedermi accanto a lui come quando eravamo piccoli ed io sgattaiolavo dalla mia camera per paura dei temporali e mi rifugiavo tra le sue piccole braccia. Mi appoggiai sul suo petto, sentivo battere il suo cuore all'unisono con il mio, mi sentivo al sicuro, protetta, era come se ci fossi sempre stata. Eravamo solo noi, io e lui. Il mondo fuori non esisteva. Le lacrime mi bagnavano il viso mi ero persa tra le sue braccia non m'importava di niente e di nessuno, volevo solo stare lì con lui. Poi mi scostai da quel giaciglio caldo e protettivo ci guardavamo ed io iniziai a parlare -"Andrè, eri disposto a sacrificare la tua vita per me. Ancora una volta mi hai protetta come hai sempre fatto, non hai mai smesso di farlo da quando sei entrato nella mia vita. Sei il mio angelo custode. Ti sei sempre preso cura di me anche se io ho fatto di tutto per allontanarti. Non sono degna del tuo amore. Cosa ho fatto per meritarti, cosa ho fatto per avere questo tuo amore incondizionato. Non so darmi un motivo, non so perché mi ami, so solo che anch'io ti amo André. Ti amo di un amore che non sapevo di provare, ti sei fatto strada nel mio cuore piano piano e da un po' di tempo è venuto fuori potente e dirompente da non riuscire a controllarlo. Lo sai non sono brava ad esprimere i miei sentimenti, a dire quello che provo. Spero solo di riuscire ad amarti come meriti." Glielo avevo detto, così senza problemi, senza timore. Tuo padre mi guardò con uno sguardo colmo d'amore. Ora era libero di farlo dopo la mia confessione. I suoi bellissimi occhi verdi brillavano alla luce della luna che si era appena affacciata dopo un temporale. -"Oscar"- iniziò -"Io ti amo più della mia stessa vita, la mia vita è tua. Anni fa feci una promessa a me stesso, avrei donato la mia vita per te se fosse stato il caso di farlo. Sei sempre stata nel mio cuore dal primo giorno che ti vidi. Sei la mia anima, sei la mia vita stessa, sei l'aria che respiro, il sole che mi scalda nei freddi giorni d'inverno, la luce che guida i miei passi nel buio più fitto. Io senza di te non esisto, non avrei ragione di vivere se tu non sei con me. Ti amo come non potrei mai amare nessun'altra. Sono disposto a tutto per te. Lo sapevo che prima o poi anche tu avresti capito di amarmi, era solo questione di tempo, dovevi solo guardare dentro al tuo cuore e trovarmi. Io sono sempre stato in te e tu in me. Siamo una cosa sola amore mio."- Ora le lacrime mi rigavano il viso più di prima non riuscivo a fermarle. Trascorremmo così la nostra prima notte insieme. La mattina dopo uscendo dalla camera di tuo padre incontrai Nanny che fece finta di niente e continuò a fare quello che era intenta a fare in quel momento senza dirmi nulla."- Isabelle ora piangeva. Era commossa dal racconto che Oscar le aveva fatto. Pensò che i suoi genitori erano due anime pure che si erano incontrate in un mondo che non conosceva i veri sentimenti. Ora Oscar stringeva la figlia al petto cercando ancora una volta di calmarla. L'accarezzava e le baciava il capo. Troppe emozioni aveva vissuto in un solo pomeriggio. Quando Isabelle si calmò salirono a cavallo e si avviarono verso casa.

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Capitolo 23
*** cap.23 Un giorno in caserma ***


PER SEMPRE capitolo 23 UN GIORNO IN CASERMA PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Fine estate 1805 Lady Martha aveva preparato la tavola per la colazione nel patio approfittando delle ultime giornate calde d'estate. Isabelle era scesa già in uniforme pronta per affrontare un nuovo giorno di lavoro. Aveva appena finito di bere la sua tazza di thè che Madame Marguerite le si sedette accanto per consumare la sua colazione -"Buongiorno nonna"- -"Buongiorno Isabelle, vedo che sei già pronta per andare in caserma."- disse Madame -"Andrè e Oscar sono ancora in camera?"- -"Mia madre è già andata in caserma ero padre è nelle scuderie a preparare i nostri cavalli mentre mi aspetta. Mi dispiace nonna ma devo andare, sono un po' in ritardo."- -"Isabelle, volevo chiederti se nel pomeriggio vorresti accompagnarmi a far visita alla Contessa di Nevers."- -"Mi farebbe un'immenso piacere nonna."- -"Bene, allora ti aspetto, così potrai anche cambiarti d'abito."- -"Non è necessario nonna, non farei in tempo. Ho qualche abito in caserma che tengo nell'alloggio di mia madre per ogni evenienza. Posso cambiarmi lì."- -"Allora ti raggiungo in caserma e da lì ci avviamo."- -"Perdonatemi nonna, vi devo salutare, mio padre si starà chiedendo che fine ho fatto.-" -"Vai piccola mia, buona giornata." -"Padre perdonatemi se vi ho fatto attendere tanto, la nonna mi ha trattenuta per propormi di andare con lei oggi pomeriggio a far visita alla Contessa di Nevers."- -"Spero tu abbia accettato."- disse André -"Sì padre, perché non avrei dovuto, pensate che mia madre possa essere contrariata della cosa?"- -"No Isabelle, perché dovrebbe. A quanto ricordo la Contessa di Nevers era una delle poche dame che frequentavano il Palazzo prima che tua nonna diventasse la dama di Compagnia della Regina Maria Antonietta ed era anche l'unica con cui tua madre scambiava qualche parola quando veniva in visita."- André e Isabelle continuarono a parlare lungo tutto il tragitto che li portava in caserma. -"Andrè, come mai ci hai messo così tanto, è successo qualcosa per la strada? Dobbiamo scortare il Duca di Crossy alla sede della Gendarmeria."- -"Madre è colpa mia se ha tardato.-" giustificò Isabelle -"Passerò in rassegna gli uomini e poi possiamo andare, sperando di non fare troppo tardi."- -"Madre se posso prenderò io il vostro posto."- -"Va bene Isabelle ma fatti affiancare da Girodelle."- -"Chiederò a Mathieu."- -"Mi dispiace bambina mia ma Mathieu dovrà venire con noi."- rispose Andrè -"Va bene allora, mi affiancherà il Maggiore Girodelle."- -"Maggiore Girodelle, mi affiancherete per la rassegna dei soldati e per gli ordini del giorno."- -"Posso farlo io Isabelle e tu mi affiancherai."- disse stizzito in quanto suo superiore -"Mia madre ha dato a me l'incarico e io lo eseguirò."- rispose con lo stesso tono di comando che era solita usare sua madre. Girodelle a quel punto non gli rimase che eseguire l'ordine. I soldati erano posti su due file come di consueto ed Isabelle iniziò ad elencare i vari compiti della giornata ad ognuno dei soldati -"Soldati della Guardia, oggi sarò io ad impartire le disposizioni giornaliere. Soisson, voi vi occuperete dell'armeria, Maggiore Girodelle nel frattempo che finisco di dare le disposizioni, monterete il primo turno di guardia sui bastioni sud poi troverò qualcun'altro per darvi il cambio. La Salle, siete addetto all'ispezione delle camerate. Tutto chiaro?"- -"Signor sì, signor Tenente."- risposero tutti in coro. -"Bene, allora andate."- -"Soisson, dopo l'ispezione dell'armeria voglio la relazione sulla scrivania di mia madre il più presto possibile."- -"Ai vostri ordini Tenente Grandier."- rispose Alain facendole il saluto militare -"Voi soldato Tellier, mi hanno detto che siete nuovo, quindi siete esonerato dai compiti giornalieri però voglio che vi presentiate in sala d'armi tra 5 minuti."- La recluta messosi sull'attenti fece il saluto militare sull'attenti e si avviò per la sala d'armi. Girodelle che non si era avviato per il suo compito verso i bastioni e Isabelle vedendolo ancora lì fermo gli si avvicinò -"Che succede? Come mai siete ancora quì?"- A quel punto Girodelle con voce alterata espose il suo dissenso a quel turno. -"Dimmi Isabelle, perché stai mandando me ai bastioni e non qualcun'altro? Lo sai che quel posto non mi piace per niente."- cercò di protestare -"Suvvia, vi ho detto che appena finisco le incombenze che ho da fare manderò qualcuno a darvi il cambio. Non fate tante storie."- -"Ti sei dimenticata che sono un tuo superiore? Non ammetto che mi si tratti come una recluta o come un soldato semplice."- continuò -"Al momento queste sono le disposizioni non vedo altre alternative, ribadisco appena trovo qualcuno che vi sostituisca sarà mia premura farlo. Questo è quanto."- ordinò Isabelle e a Girodelle non rimase altro che dirigersi verso i bastioni sud anche se malvolentieri, mentre lei si diresse verso la sala d'armi per dire al Generale di addestrare la nuova recluta. Il Generale stava addestrando alcuni soldati e con un paio sbraitava dando loro dei rammolliti. -"Nonno..."- chiamò Isabelle -"Vi affido questa recluta. La vorrei pronta in 4 giorni per poter iniziare i turni di guardia e che sia in grado di poter affrontare le ronde, mio padre lo addestrerà alle armi e per il resto ci penserà mia madre...voi insegnategli ad usare bene la spada."- Il Generale a sentire le disposizioni che gli aveva dato la nipote era orgoglioso e soddisfatto, si stava facendo bene strada in caserma. Sapeva che prima o poi avrebbe preso il posto di Oscar, non poteva essere altrimenti e ne era più che felice. Si avvicinò ad Isabelle e sottovoce le disse -"Sei un ottimo soldato, continua così."- Isabelle guardò il nonno sorridendogli grata e felice per la stima che gli stava accordando -"Isabelle, tua nonna mi ha detto stamattina che andrai con lei in visita dalla Contessa di Nevers."- chiese sottovoce -"Sì è vero nonno, passerà a prendermi con la carrozza."- -"Non torni a Palazzo per cambiarti d'abito?"- -"No nonno, tengo qualche abito nell'alloggio di mia madre in caso, come oggi, fossi impossibilitata a tornare a casa."- -"Bene, ora ti lascio andare. Io continuo l'addestramento di questi soldati."- Intanto nelle camerate, i soldati si perdevano in commenti -"Avete visto come si fa rispettare la figlia del nostro Comandante? È bastato uno sguardo che ci ha messo tutti in riga proprio come sua madre."- disse La Salle Un'altro soldato aggiunse -"E pensare che il nostro Tenente quando sveste l'uniforme sembra proprio un angelo. L'ho incrociata a passeggio con il suo Laborde che sembra il Maggiore Grandier quando il nostro Comandante non stava ancora con lui ed era afflitto dal suo amore non corrisposto...con donne di quella tempra e ben difficile imporsi."- Alain era rientrato dall'armeria ed ascoltava quelle chiacchiere ed aggiunse -"Sono sicuro che Isabelle un domani sarà un' ottimo Comandante per questa caserma."- Oscar, André e Mathieu erano nel frattempo rientrati dal loro compito ed incrociarono il Generale sulla porta della sala d'armi. -"Padre, vedo che regna la calma, presumo che sia tutto andato per il meglio."- disse Oscar -"Isabelle ha tenuto in pugno la caserma, i soldati non si sono tirati indietro quando ha impartito gli ordini della giornata...è un eccellente soldato."- rispose orgoglioso -"Maggiore Grandier, mi reco al mio posto di guardia, darò il cambio al Maggiore Girodelle ai bastioni sud"- disse Mathieu, facendo il saluto militare ad André -"Dov'è Isabelle?"- chiese Oscar -"Si stava allenando fino a poco fa, credo adesso sia andata con Soisson per il turno di guardia ai bastioni nord."- disse il Generale -"Oscar, sai che oggi Isabelle andrà in visita dalla contessa di Nevers?"- -"Sì padre, Andrè mi ha messo al corrente."- rispose Oscar -"Comandante, il pranzo è pronto, preferite essere serviti nell'alloggio oppure alla mensa?"- chiese un soldato -"Alla mensa."- rispose Andrè -"E voi Signor Generale?"- -"Dividerò il tavolo con mio genero e mia figlia, mi piace lo spirito cameratesco."- -"Comandante e vostra figlia"- chiese ancora il soldato -"Isabelle siederà con noi"- -"Bene Comandante, provvedo subito a farvi servire in mensa."- Mentre si dirigevano alla mensa Oscar chiese -"Andrè, senti anche tu questo odore!"- -"Sì Oscar è veramente nauseabondo...sembra che qualcuno abbia fatto un bagno nello sterco."- osservò Dalla porta nel frattempo entrò Girodelle, lui sempre impeccabile aveva l'uniforme macchiata ed era letteralmente sconvolto, quell'odore veniva da lui. -"Girodelle, avete per caso fatto un bel giretto nelle stalle?"- chiese Oscar tappandosi il naso -"Comandante, dovete ringraziare Isabelle. Sapete che i bastioni sud sono accanto alle scuderie e uno sprovveduto mi ha conciato così...oh povero me"- si disperò -"Cosa c'entra Isabelle?"- chiese Oscar -"Mi ha messo lei di guardia in quel posto pestilenziale...santo cielo se l'uniforme è così non voglio vedere come saranno ridotti i miei poveri capelli."- piagnucolò -"Andate a ripulirvi Girodelle, per favore."- disse Oscar -"Girodelle, mia nipote ha fatto bene a mettervi di guardia sui bastioni, siete un soldato o sbaglio? Quindi dovreste essere abituato a certe situazioni."- lo riprese il Generale -"Generale, nella Guardia Reale non ho mai fatto guardie."- protestò -"Non siamo a Versailles Girodelle, lo sapete bene."- disse André "Sì Maggiore Grandier, ma vostra figlia non ha rispettato la gerarchia militare."- -"Girodelle, può succedere non ne fate un dramma, anche io e André facciamo le guardie e le ronde quando è necessario."- disse Oscar -"Comandante, dovete assolutamente rimettere in riga Isabelle. Sono un suo superiore e per giunta il suo padrino."- -"Girodelle, v'invitiamo ancora una volta ad andare a darvi una ripulita"- riprese Oscar -"Girodelle, Oscar ha ragione andate a cambiarvi o farete scappare tutti dalla mensa."- disse il Generale Intanto i soldati se la ridevano a crepapelle a vedere il damerino sempre abbigliato di tutto punto ridotto a quel modo -"Ci voleva Isabelle a dargli una bella lezione. Ha imparato la vita di caserma, lui che sbuffa sempre per le guardie e le perlustrazioni. Vi ricordate l'altro giorno quando pioveva e si è inzuppato? Era letteralmente disperato per i suoi capelli, l'hanno sentito borbottare che doveva perdere una giornata per sistemarli, addirittura le prime volte aveva paura di prendersi i pidocchi....ve lo immaginate senza tutta quella chioma."- ridacchiavano i soldati che alla spicciolata entravano in mensa per il rancio Intanto Girodelle rientrato negli alloggi assegnati agli ufficiali, si specchiò e quello che vide non gli piacque per niente. La sua folta chioma a cui lui teneva tanto era a ciocche impiastricciate del letame che gli era finito addosso. Continuava a guardarsi allo specchio senza aver mai tolto gli occhi dai capelli, l'uniforme si poteva cambiare ma i suoi capelli erano rovinati. Ora anche a lui veniva su la nausea per quell'odore che aveva addosso, doveva tornare a casa e fare subito un bagno e lavarsi i capelli altrimenti non sarebbe andato in caserma finché non fosse sparito del tutto quel fetore. Tornò in mensa per chiedere ad Oscar di darle il permesso di tornare a casa e se era necessario chiedere anche un paio di giorni di licenza. Al suo ingresso sentì delle risatine e i bisbiglii degli altri soldati seduti ai tavoli. Il tavolo degli ufficiali era distante da quello dei soldati. Vide Isabelle, le voleva bene ma era arrabbiatissimo per quel compito assegnatogli. Si avvicinò al tavolo dove stavano tutti seduti a consumare il pranzo. Isabelle che non lo aveva ancora incrociato e non sapeva ciò che era successo prese la parola -"Cos'è successo perché siete conciato in quel modo?"- Girodelle adesso era su tutte le furie -"Mi chiedi cos'è successo? È colpa tua se sono ridotto così. Tu mi hai mandato a fare la guardia ai bastioni sud che si trovano esattamente vicino alle scuderie. Stavo recandomi sul posto quando uno dei soldati addetto ai cavalli inciampando mi ha rovesciato addosso tutto il letame che stava portando fuori dalle scuderie."- spiegò con il viso paonazzo dalla rabbia Isabelle non riuscì a trattenere una risata a vedere Girodelle con la sua bella chioma conciata in quel modo, tutta spettinata e con alcune ciocche tutte attaccate tra loro, al chè Girodelle ormai fuori di sé iniziò ad inveire su Isabelle - "Non ridere piccola peste che non sei altro. Mi ci vorrà un bel po' per sistemare i miei poveri capelli e poi non hai rispettato la gerarchia militare. Io sono un tuo Superiore. Perché hai mandato me a fare la guardia ai bastioni sud invece che dirlo ad un soldato me lo spieghi? Mi hai messo in ridicolo davanti a tutta la caserma, ora nessuno avrà più rispetto per me e per il mio ruolo."- disse infuriato Andrè al sentire trattare sua figlia in quel modo intervenne -"Maggiore Girodelle non vi permetto di alzare la voce in quella maniera a Isabelle, ora state esagerando."- Intervenne Oscar -"Su Girodelle non fate così. È stato un'incidente, niente di così irreparabile che un bagno non possa rimettere a posto e poi nessuno qui non vi rispetta. Non era intenzione di Isabelle mettervi in ridicolo davanti al resto della caserma."- Isabelle si alzò e si avvicinò al suo padrino cercando di non ridere -"Vi ho spiegato il motivo quando avete dissentito, non avendo altri soldati a cui chiedere l'unico eravate voi senza un compito in quel momento, vi avrei fatto sostituire il prima possibile. Quello che ha detto mia madre è vero...non volevo mettervi in ridicolo, perdonatemi. Non potevo certo prevedere quello che vi sarebbe accaduto, non ve ne abbiate a male. Vi voglio bene lo sapete"- disse dispiaciuta Girodelle sorrise a quelle scuse. In fondo aveva ragione pensò, come avrebbe potuto sapere quello che sarebbe successo. -"E sia...ti perdono. Però tieni a mente che sono un tuo Superiore e che devi rispettare le gerarchie."- puntualizzò Girodelle -"Ve lo prometto."- gli rispose Isabelle. Oscar che era seduta al tavolo si alzò -"Bene. Ora che vi siete chiariti, Girodelle vi prego andate a casa e datevi una ripulita."- -"Ero appunto venuto per questo Comandante, vorrei chiedervi il permesso per andare a casa e anche un paio di giorni di licenza."- Il Generale non potè non dire la sua -"Girodelle, cosa sarà mai un po' di letame. Siete un militare o un damerino imbellettato. Mi meraviglio di voi, perché avete scelto la vita militare se tenevate così tanto al vostro aspetto."- sorrise Girodelle diventò rosso in viso, questo era troppo. -"Anche voi Signor Generale vi burlate di me? E dire che anni fa eravate ben disposto a darmi Oscar come sposa."- ribadì -"Per fortuna non vi ha accettato. Non sareste stato poi granché accanto ad Oscar, non avrebbe mai voluto un damerino accanto a lei. Ha scelto bene mia figlia."- disse ridacchiando il Generale -"Oh basta, smettetela di discutere voi due. D'accordo Girodelle licenza accordata. Ora andate."- ordinò con il suo tono autoritario Girodelle fece il saluto militare e si allontanò. -"Padre, ma che vi è saltato in mente di dirgli quelle cose"- disse Oscar riprendendo il padre Il Generale tra il suo piglio severo e il divertito rispose ad Oscar -"Ho detto quello che pensavo. Sono contento che non mi hai dato retta al tempo."- Andrè dal canto suo se la rideva insieme ad Isabelle -"Basta André, smettila anche tu di ridere. Ma ti pare che facciamo un teatrino qui alla mensa? Per fortuna siamo lontani dal resto dei soldati."- Andrè si avvicinò ad Oscar la guardò negli occhi e le disse -"Ha ragione tuo padre, hai scelto bene anima mia."- e l'accarezzò lieve su una guancia. -"Sarà il caso d'iniziare a pranzare, abbiamo ancora tante cose da fare e abbiamo perso anche troppo tempo. Spero che questo incidente si sia concluso quì."- Girodelle era tornato a casa e la moglie rimase stupita -"Victor che ci fai qui a casa a quest'ora? E come ti sei conciato? Cos'è questo cattivo odore?"- Girodelle raccontò cos'era accaduto quella mattina, di quello che le aveva detto il Generale e di come si era sentito umiliato a ritrovarsi davanti a tutta la caserma con i capelli tutti impiastricciati di letame. A quel punto la moglie gli disse -" Ha ragione Madame Oscar Victor, ora però vai a darti una ripulita per favore. Ti aspetto per il pranzo, quindi non metterci troppo a sistemarti. Non fare tardi come tuo solito quando devi fare un bagno mi raccomando."- -"Sì, farò presto. Spero solo che vada via questo cattivo odore. Oh povero me!"- e sconsolato salì nei suoi appartamenti. La moglie lo guardava e pensava tra sé e sé -" Ma è mai possibile che pensi più ai suoi capelli che alla sua famiglia? Non cambierà mai."- pensò rassegnata Passarono un paio d'ore e Girodelle fece il suo ingresso nella sala da pranzo dove la sorella e la moglie lo aspettavano per iniziare il pasto. -"Vedo che sei riuscito a ripulirti per bene. Ti senti a posto ora?"- -"Non proprio, non andrò in caserma per un paio di giorni. Finché i miei capelli non saranno tornati com' erano stamattina quando sono uscito di casa."- -"Victor, ma non ti sembra di esagerare? Due giorni per sistemarti i capelli? Ma dico, ti sei ammattito per caso?"- - "Così ho deciso e così sarà mia cara. Ho chiesto e ottenuto due giorni di licenza e quindi non tollero che mi si dica che sto esagerando. Argomento chiuso."- -"Va bene, come vuoi. Ma permettimi di dissentire. Spero che almeno questi due giorni ti servano per rilassarti e calmare i nervi."- rispose la moglie sconsolata Ma non poteva non pensare a quello che era successo quella mattina, il suo timore era che dopo quell'incidente i soldati non avrebbero più rispettato il suo ruolo. Probabilmente aveva ragione sua moglie doveva rilassarsi e quei giorni gli sarebbero serviti a questo scopo per buttarsi alle spalle quella brutta giornata.

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Capitolo 24
*** cap.24 Una giornata particolare ( parte1) ***


PER SEMPRE capitolo 24 UNA GIORNATA PARTICOLARE parte I CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Fine Estate 1805 La carrozza della famiglia Jarjayes si arrestò di fronte l'ingresso della Caserma. Madame Marguerite era passata a prendere Isabelle come concordato la mattina. Era insieme alla sua primogenita Emilie, alla figlia di Chlotilde, Marie e a Lady Martha. -"Lady Martha, sarebbe così gentile da dire ad uno dei soldati, di avvertire Isabelle del nostro arrivo?"- -"Io Madame? Volete che io entri in questo luogo?"- rispose leggermente stizzita -"Non vedo cosa ci sia di sconveniente. Dovete avvisare mia nipote che siamo qui ad attenderla."- le disse con voce gentile e pacata Lady Martha esitava ma non potè esimersi dal farlo anche se quel posto per lei non era assolutamente di suo gradimento, con non poca reticenza scese e raggiunse il piantone...e dire che la sua piccolina era in quel posto non proprio consono ad una ragazza. -"Buo...buongiorno...sentite, cercavo...ecco."- -"Come posso aiutarvi Madame."- chiese il soldato di guardia all'ingresso -"Sono quì...vorrei...vorrei vedere Isabelle."- disse finalmente anche se balbettando per l'imbarazzo -"Isabelle, Madame? Il Tenente Grandier vorreste dire."- precisò -"Tenente? Oh my God. Credo che se ascolterò una parola di più mi sentirò male." disse portandosi il dorso della mano alla fronte a simulare un malessere Madame Marguerite che assistè dalla carrozza quella scena, scese dalla carrozza e avvicinandosi a lei le disse -" Suvvia Lady Martha, non siate così melodrammatica. Se continuate di questo passo tarderemo al nostro appuntamento. Spero che Isabelle sia quanto meno pronta."- Intanto Alain rientrava con Mathieu da una ronda -"Buonasera Madame, Lady Martha...cosa vi porta in caserma?"- chiese stupefatto -"Sia ringraziato il cielo..."- disse con tono sollevato Lady Martha -"Buonasera Alain, vedete siamo qui per Isabelle..."- -"Sì Alain..."- la interruppe Madame Marguerite -"Stiamo aspettando Isabelle che dovrebbe accompagnarmi a far visita alla Contessa di Nevers."- Alain con il suo solito tono canzonatorio chiese -"Vi vedo turbata Lady Martha, che vi succede?"- -"Il fatto è...vedete...questo non mi sembra un posto adatto per le signorine."- -"Venite con me Lady Martha, vi accompagnerò negli alloggi del Comandante. Venite con noi anche voi Madame?"- chiese Alain a Madame Marguerite -"No caro, aspetterò che arrivi Isabelle nella carrozza."- -"Bene Madame, i miei ossequi."- e Alain si avviò con Lady Martha all'interno della caserma -"Lady Martha, voi in caserma?"- disse André che era entrato nel corridoio dal cortile -"Sì Mousier Grandier, vi siete dimenticato che Isabelle deve recarsi con Madame a far visita alla Contessa di Nevers?"- -"Credo si stia preparando...guardate, eccola."- -"Isabelle, non vorrai andare in divisa? Cosa direbbe di te la Contessa di Nevers. Lo sapevo io che la mia piccola avrebbe preso l'abitudine di vestirsi in quel modo."- -"Lady Martha, vi darebbe così fastidio se mi presentassi in uniforme?"- rispose Isabelle ridendo -"Oh my God...povera me l'ho sempre detto che Isabelle non doveva mettere piede in un luogo come questo e che avrebbe preso certe abitudini"- -"Lady Martha, Isabelle stava scherzando....vero?"- disse Andrè -"Sì certo padre. Vi attendevo per aiutarmi con il vestito. Seguitemi, andremo negli alloggi di mia madre, l'abito è già pronto per essere indossato."- -"Isabelle non sei ancora pronta?"- disse Oscar -"Non è corretto far attendere a lungo tua nonna."- -"Madre, non avevo nessuno che potesse aiutarmi a vestire. Ho esitato a chiederlo a voi. Non preoccupatevi faccio presto...andiamo Lady Martha, da questa parte."- Isabelle indossò velocemente il corsetto e le sottogonne, Lady Martha le stava dietro pronta ad allacciare tutti i nastri. Si guardava attorno, come poteva Isabelle, essere perfettamente a suo agio tra lo squallore di quelle stanze. -"Lady Martha, per cortesia sbrigatevi. Non voglio far spazientire mia madre e far attendere mia nonna più del dovuto." disse Isabelle Intanto Oscar era entrata nella stanza -"Madre, so che non siete pratica su certi particolari in fatto di vestiario, ma volevo chiedervi, secondo voi con questo abito dovrei lasciare i capelli sciolti, oppure raccogliergli?" chiese Isabelle ad Oscar -"Hai ragione sono la persona sbagliata per poter dare dei consigli di questo genere, ma credo che così acconciata tu sia perfetta."- disse Oscar guardando a mirata la figlia -"Grazie madre."- rispose arrossendo Isabelle aveva indossato un abito da pomeriggio rosso, bordato con ricami più scuri, era semplicemente perfetta. "Bene madre...sono pronta. Sarò di ritorno il prima possibile per il mio turno di guardia."- dopo aver dato un bacio sulla guancia ad Oscar si avviò verso l'uscita della caserma. -"Nonna, ma quanto ci mette Isabelle, sono stufa di attenderla."- disse Marie -"Marie, tua cugina credo che non abbia qualcosa di veramente decente da indossare" rispose di rimando Emilie -"Guardate zia, eccola."- -"Isabelle sei incantevole"- esclamo' Madame Marguerite -"L'abito ti si addice perfettamente."- Emilie, si nascose dietro il ventaglio, senza proferire parola. Isabelle, si sedette accanto alla nonna e a Lady Martha, la zia e la cugina la osservavano...non c'era dubbio era veramente stupenda. -"Nonna, dovremo trattenerci molto?"- chiese Isabelle -"Giusto il tempo di un piccolo rinfresco. Perché?"- -"Sapete stanotte è il mio turno di guardia e non vorrei arrivare tardi"- -"Isabelle, tua madre permette che tu resti di notte in quel luogo?"- esclamò Emilie -"Sono un soldato zia, è il mio lavoro. E in quel luogo come lo chiamate voi non può accadermi niente di male"- -"Una fanciulla insieme a tutti quei soldati?"- rispose Marie -"Mia madre alla mia età comandava la Guardia Reale e non ha mai avuto problemi con i suoi uomini. Io ho quasi 16 anni e vi garantisco che i soldati della Guardia non hanno mai osato mancarmi di rispetto."- -"Adesso basta con questi discorsi."- disse Madame Marguerite -"Siamo quasi arrivate, non voglio perdermi in discussioni sterili....mi sono spiegata Emilie"-la rimbrottò stizzita PALAZZO NEVERS La cameriera della contessa annunciò l'arrivo degli ospiti -"Buonasera Madame Jarjayes, è un vero piacere godere della vostra compagnia"- disse la Contessa di Nevers -"Vedo che siete venuta accompagnata da vostra figlia e vostra nipote Marie!"- La Contessa guardava Isabelle, fu Madame Marguerite che fece le presentazioni -"Athalie, permettetemi di presentarvi Isabelle."- -"Non aggiungete altro Marguerite, è la figlia di Oscar e Andrè, non potrebbe essere altrimenti ne è il ritratto. Prego non perdiamoci in ulteriori convenevoli accomodiamoci."- La cameriera aveva preparato il necessario per il rinfresco, del tè con i pasticcini, le dame iniziarono a conversare. -"Isabelle ditemi..." esordì la Contessa di Nevers -"Vostra nonna mi ha detto che siete un soldato. Ma oltre a questo avrete altri interessi?"- -"Sì Madame, i miei genitori hanno permesso che oltre la vita militare, ricevessi un adeguata educazione femminile...amo dipingere e suonare il piano"- -"Bene, quando è così Isabelle, vorreste suonarci qualcosa?"- le chiese -"Sarà un vero piacere"- dopo essersi alzata Isabelle si diresse verso il grande pianoforte a coda di fattura Italiana che occupava il centro del grande salone Marie, non riusciva a sostenere la conversazione era goffa ed impacciata con quell'abito tutto pizzi ed orpelli. Isabelle arrivwta davanti al pianoforte fece un'inchino alla padrona di casa e si sedette sullo sgabello ed iniziò a suonare. Le sue dita scorrevano leggere sulla tastiera, riempiendo la stanza delle dolci note di Mozart. Madame Marguerite era incantata nel vedere la nipote che muoveva con grazia le dita sui tasti del strumento, per u attimo ebbe la sensazione di vedere Oscar seduta su quello sgabello e non potè fare altro che commuoversi a quel ricordo. Alla fine dell'esecuzione a Madame di Nevers, non restò che congratularsi. Non solo perché Isabelle aveva suonato divinamente ma anche per l'abbigliamento così raffinato -"Isabelle, sapete perfettamente stare in società a differenza di vostra cugina che dovrebbe essere di gran lunga abituata a certi eventi mondani."- osservando l'imbarazzo della giovane Marie -"Vi ringrazio Contessa."- rispose Isabelle inchinandosi -"Prima di congedarvi sarei lieta di potervi invitare a partecipare alla cena che si terrà domani sera per il genetliaco di mio marito. Isabelle, gradirei che fossero presenti i vostri genitori. Mi farebbe un immenso piacere e credo anche al Conte mio marito avere la presenza di Oscar ed André. Ditemi, siete fidanzata mia cara?"- Isabelle arrossì. Fu Madame Marguerite a rispondere -"Mia nipote si è fidanzata circa un mese fa con un capitano della Guardia, Mathieu LaBorde."- -"Sarà per me un vero piacere fare la sua conoscenza estendete anche a lui l'invito per la cena."- -"Ancora grazie Contessa."- rispose Isabelle inchinandosi Dopo le formalità dei saluti la carrozza riprese la via del ritorno, prima di rientrare a Palazzo Jarjayes la carrozza si fermò in caserma. Isabelle scese e salutò la nonna e Lady Martha chi si prodigò in mille raccomandazioni come suo solito. PALAZZO JARJAYES André camminava nervosamente per la camera da letto. Oscar si era appisolata ma si destò, quel via vai le disturbava il sonno. -"André si può sapere perché sei ancora in piedi e per giunta in divisa?"- osservò -"Vedi Oscar....cioe'....pensavo di andare in caserma"- rispose leggermente ansioso -"André, ma sono le 2 di notte! E poi mi spieghi il perchè?"- -"Il fatto è che...nostra figlia è di guardia e sai com'è..."- -" No, com'è? Andrè non è la prima volta che Isabelle è di guardia e non ti sei mai lamentato. Si può sapere che ti prende? "-- -"Oscar...sai...adesso...Isabelle non è sola. Non vorrei che dopo il turno con Mathieu....insomma...."- ora era nervoso -"Oh santo cielo Andrè, ma ti sei ammattito per caso?"- -"No, è che non mi sento tranquillo."- -"Nostra figlia non è più una bambina, sa badare a se stessa, non ti facevo cosi apprensivo."- sorrise Oscar -"Adesso calmati e vieni a riposare, domani ci aspetta una giornata pesante."- -"Oscar, se proprio vuoi vengo a letto ma non credo che riuscirò facilmente a prendere sonno."- Andrè si mise sotto le coperte anche se di malavoglia ma si girava in continuazione -"Grandier, vedi di smetterla di agitarti....ho sonno sono stanca e se non ti spiace gradirei poter dormire almeno qualche ora!' esclamò Oscar irritata -"Ma come fai a non pensare che...magari Isabelle...con Mathieu...in caserma da soli..."- -"Andrè smettila di fare certi discorsi. Stai diventando veramente insopportabile!!!" Mettiti in testa che Isabelle non è più una bambina."- esclamò irritata Ci provò André a calmarsi e a dormire ma trascorse la notte insonne pensando ad Isabelle. Si alzò di buon mattino e scese giù in salone per la colazione, sicuramente a breve sarebbe rientrata Isabelle dal suo turno. Di lì a poco Infatti Isabelle fece rientro a casa dalla caserma. Nel frattempo anche Oscar si era alzata e raggiungeva André nel salone. Mentre erano a tavola arrivò Isabelle. -"Buongiorno"- disse entrando -"Buongiorno piccola mia"- rispose Oscar -"Com'è andata in caserma? Spero non ci siano stati problemi!"- -"No madre, la notte è trascorsa tranquilla non preoccupatevi. Io ho trascorso la notte in ufficio prima e nel vostro alloggio dopo."- la tranquillizzò Isabelle. -"Bene, quindi hai potuto riposare?"- Andrè come nulla fosse cercò di capire se la figlia avesse avesse dormito da sola o in compagnia e chiese -"Tesoro, i soldati hanno fatto i loro turni come erano stati disposti?"- -"Sì padre, come ho appena detto non ci sono stati problemi di nessun genere e poi ha vigilato Mathieu tutta la notte, non mi ha permesso di stare in giro di notte al buio della caserma. È venuto a svegliarmi stamattina. Lui invece si è fatto tutta la notte sveglio a controllare che tutto fosse a posto."- Andrè a quella risposta di Isabelle tirò un sospiro di sollievo. Oscar lanciò un'occhiata divertita scuotendo la testa in direzione di André che nel frattempo come suo solito alzò il braccio destro portandoselo dietro la nuca come a grattarsi la testa. Oscar conosceva bene quel gesto, lo faceva quando era in imbarazzo o si rendeva conto di essersi preoccupato per nulla. Oscar si avvicinò a lui con un sorriso e baciandolo sulla guancia gli disse -"Vedi André, non avevi niente di cui preoccuparti, ha vigilato Mathieu su nostra figlia. Possiamo dormire tranquilli d'ora in poi perché sappiamo che il promesso sposo di Isabelle non permetterà che le accada nulla, come tu facevi con me."- Isabelle guardò i genitori un po' perplessa non capendo di cosa stessero parlando, e rivolgendosi a Oscar cercò di capire -" Madre, non è la prima volta che faccio il turno di notte e non ricordo di avervi visti così in apprensione al mio rientro."- -"Vedi piccola mia, sei diventata grande e sei una bellissima fanciulla e sai anche che in caserma non sono tutti dei signori per bene e tuo padre era un attimo in ansia sapendoti di notte in caserma. Vero Andrè che era questo il motivo per cui non hai quasi dormito stanotte?"- cercò di sviare Oscar dal vero motivo per cui Andrè non aveva fatto chiudere occhio neanche a lei con il suo girarsi di continuo nel letto. -"Sì tesoro, è come ha detto tua madre. Sono stato giovane anch'io sai?"- -"André"- lo riprese Oscar -" Che cosa vorresti dire?"- -"No nulla, amore mio. Volevo solo dire..."- -"Basta André. Non continuare, chiudiamo qui il discorso. Accomodiamoci per la colazione. Vai a fare un bagno caldo e riposati tesoro mio."- disse rivolgendosi alla figlia -"Ci vediamo più tardi. Rientreremo prima stasera visto che dobbiamo recarci alla festa del Conte Nevers."- -"Ve ne ha parlato la nonna, madre?"- chiese -"Sì, mi ha anche raccontato che hai suonato per la Contessa di Nevers. Brava bambina mia."- -"È vero. Mi ha riempita di complimenti per essere stata gentile ed aver accettato di suonare."- -"Va bene Isabelle, ora però vai e fa quello che ti ho detto. Riposati."- -" Sì madre, seguirò il vostro consiglio. Mi farò portare qualcosa su in camera per la colazione."- si avvicinò a lei e porse un bacio sulla guancia, bacio contraccambiato da Oscar sulla fronte di Isabelle. -" A dopo padre."- disse avvicinandosi ad André e dando un bacio anche a lui -"E non state in ansia per me, so come farmi rispettare e come badare a me stessa non mi succederà nulla state tranquillo, e poi c'è Mathieu con me in caso di bisogno. La mamma lo mette nel mio stesso turno di notte così state più tranquilli."- André rimase sbigottito -"Ecco perché eri tranquilla! Lo hai fatto di proposito a metterli insieme nel turno di notte. Potevi anche dirmelo!"- disse rivolgendosi ad Oscar Lei sorridendo divertita gli si avvicinò e facendogli una carezza sulla guancia rispose -"Lo sai che decido io i turni. Mi sembrava la cosa più giusta da fare sapendo la gelosia che hai nei confronti di nostra figlia. Sappiamo che Mathieu la ama e la proteggerà ad ogni costo, che cosa ci trovi di strano amore mio."- Andrè guardò Oscar e poi alzò gli occhi in sù -"Dai André non fare quella faccia, io mi avvio ti aspetto nelle scuderie"- disse Oscar dirigendosi verso l'uscita Isabelle sorrideva divertita dal siparietto che si era appena svolto tra i suoi genitori ridiede un bacio al padre che dopo averla stretta a sé e ricambiandole il bacio uscì per raggiungere Oscar nelle scuderie per poi andare in caserma. Isabelle dal canto suo, come consigliato dalla madre, si diresse verso lo scalone che portava alle camere del primo piano e poter andare nella sua stanza per riposarsi... l'aspettava una lunga serata a casa dei Conti Nevers.

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Capitolo 25
*** cap.25 Il duello ***


capitolo 25 IL DUELLO PALAZZO NEVERS, fine estate 1805 Quella mattina dopo la rassegna giornaliera e l'assegnazione dei compiti ai soldati Oscar comunicò ad André, Mathieu e il Generale suo padre, che sarebbero rientrati prima a Palazzo Jarjayes dove li attendevano gli altri membri della famiglia per poi recarsi al ricevimento dai Conti Nevers. La giornata trascorse tranquilla tra i vari impegni in Caserma, le comunicazioni al comando generale e al disbrigo di documenti e letture di dispacci. All'ora stabilita si avviarono tutti insieme per rientrare a casa per prepararsi ed andare poi a Palazzo Nevers e partecipare al genetliaco del Conte. Arrivati dai Nevers fecero ingresso annunciati dal cerimoniere. Oscar quella serata optò per i suoi vestiti di taglio maschile con il disappunto di Isabelle che invece indossava un magnifico abito bordeaux e rosa antico, con il corpetto stretto da nastri sul dietro, scollatura quadrata, le maniche fin poco sotto al gomito rifiniti con doppio voilant e al collo un choker di pizzo in tinta con l'abito. Rimasero tutti strabiliati dalla bellezza e dall'eleganza che Isabelle emanava nonostante si sapesse che fosse un Ufficiale dei Soldati della Guardia. Si avvicinò a loro la Contessa Nevers che iniziò prima con i dovuti saluti ai suoi ospiti e poi con i complimenti ad Isabelle. -"Mia cara siete un incanto."- poi rivolgendosi a Mathieu che teneva sotto braccio Isabelle disse -"Deduco che questo bel giovanotto sia il vostro promesso sposo"- Isabelle accennò ad un inchino -" Sì Contessa"- intervenne André che teneva per mano Oscar -"Le presentiamo il Capitano Mathieu LaBorde, futuro sposo di nostra figlia."- Mathieu prese la mano della Contessa per omaggiarla con un baciamano -"Molto lieto di fare la Vostra conoscenza Contessa"- salutò Mathieu -"Che giovane gentiluomo. Sono felice di conoscervi Capitano LaBorde siate i benvenuti nel mio Palazzo. Mia cara Marguerite, Generale che piacere rivedervi insieme, siete venuto anche voi Generale Jarjayes"- -"Non potevamo esimerci dal farlo Contessa, è un vero piacere per noi festeggiare il genetliaco del vostro consorte nonché mio amico il Conte Nevers."- si affrettò a rispondere il Generale -" Ma vi prego accomodatevi."- invitò la Contessa facendo il cenno con la mano di entrare nel salone che era stato sapientemente e riccamente adornato per il ricevimento. In quell'istante il Conte Nevers, nonché Capo della Gendarmeria, alla vista degli ospiti appena entrati si avvicinò con un sorriso sghembo rivolto ad Oscar. -"I miei ossequi signori"- disse rivolgendosi ad André e Oscar -" E a voi Madame Emilie e mademoiselle Marie . Ossequi anche a voi Madame Marguerite e a te vecchio amico mio. E questi giovani chi sono se mi è permesso."- chiese Oscar si avvicinò ad Isabelle e Mathieu e fece per presentarli al Conte -" Signor Conte Vi presento Isabelle Grandier, mia figlia e del Maggiore Grandier e il giovane accanto a lei è il suo futuro sposo il Capitano dei Soldati della Guardia, Mathieu LaBorde."- Il Conte guardò con gli occhi che aveva chiuso a fessura in direzione di Isabelle -"Quindi voi sareste il Tenente dei Soldati della Guardia, Grandier? Mi domando perché mai avete intrapreso la carriera militare se poi vi agghindate da donna. Un soldato è un soldato non sì può essere tutte e due le cose. Il Comandante Oscar non mi pare abbia mai indossato un abito femminile e stasera ne è la prova anche se può sembrare strano, per me è un uomo perché non si fa coinvolgere dalle frivolezze delle donne. Non potrebbe comandare un reggimento e farsi rispettare come si deve."- Isabelle aveva notato appena lo vide quel sorriso un po' viscido che il Conte aveva rivolto alla madre che non le piacque per niente, neanche il saluto che le aveva rivolto quando si avvicinò a loro. Mentre alla zia, alla cugina e alla nonna aveva rivolto un saluto al femminile alla madre le si era rivolto al maschile...ora quest'altra sua considerazione. Gli occhi di Isabelle fiammeggiavano dalla rabbia. Mathieu accanto a lei si era subito reso conto che qualcosa turbava la sua amata, cercò di capire cosa passasse per la sua mente ma a guardarla non doveva essere nulla di buono. Conosceva molto bene il carattere battagliero di Isabelle. Cercò aiuto da Andrè che capì subito che la figlia minacciava tempesta...la sua bambina, sempre pronta a dare battaglia incurante delle conseguenze, tale e quale alla sua Oscar. Anche il Generale Jarjayes si era accorto che qualcosa stava per succedere e prese lui la parola -" È mia la colpa se mia figlia Oscar ha intrapreso la carriera militare e le ho negato così tutte le cose di cui una donna gioisce per un mio assurdo capriccio, però adesso anche Isabelle ha intrapreso quella strada a patto che non dimentichi di essere una donna."- Andrè e Mathieu non ebbero il tempo di fermarla che Isabelle agguerrita affrontò il Conte -"Con tutto il rispetto signor Conte, permettetemi di dirle due cose. Anche se mia madre ha intrapreso la carriera militare per volere di mio nonno È UNA DONNA che merita rispetto e come tale esigo che si rivolga a lei in termini femminili e non come ha fatto poc'anzi, poi le dico anche che si possano fare entrambe le cose ed io ne sono la prova. Grazie agli insegnamenti dei miei genitori io come ben sa, sono Tenente dei Soldati della Guardia e al contempo non disdegno indossare abiti femminili. Partecipo volentieri a feste e se invitata anche ad andare a riunioni nei salotti di dame ed intrattenermi degnamente come ho fatto la Contessa sua consorte non più tardi di ieri pomeriggio."- Il Conte era visibilmente contrariato dal comportamento di Isabelle -"Mademoiselle non le permetto di rivolgervi a me in questi toni. Siete solo una mocciosa che gioca a fare il soldato."- quasi urlò inviperito -"Bene, quando è così vi aspetto in caserma e vi sfido a duello. Vediamo se gioco a fare il soldato o sono degna d'indossare l'uniforme che porto. Decidete voi quando."- detto questo alterata uscì dalla sala sotto gli occhi dei presenti rimasti sbigottiti dalla scena. Oscar André e Mathieu le andarono dietro per cercare di calmarla. Intanto la Contessa rivolgendosi al resto della famiglia Jarjayes era visibilmente imbarazzata si scusò per il comportamento del consorte a cui lanciò uno sguardo di disapprovazione a cui non fece il minimo segno di cedimento sul suo comportamento poco signorile. A quel punto il Generale Jarjayes si rivolse al suo vecchio amico con toni pacati ma di disappunto sulle esternazioni che aveva rivolto alla nipote il suo dissenso e si congedò dalla festa seguito dagli altri. Nessuno volle fermarsi dopo quella poco felice entrata, si erano sentiti in imbarazzo e poco graditi alla festa. Neanche la Contessa Nevers fu capace di far cambiare idea a tutta la famiglia Jarjayes e con grandissimo dispiacere dovette desistere dall'opera di convincimento che aveva messo in atto. PALAZZO JARJAYES Una volta arrivati a casa, Oscar e André ebbero da ridire sul comportamento tenuto da Isabelle al ricevimento dei Conti Nevers, non vollero farlo durante il rientro. Si avvicinarono a lei e anche se non erano d'accordo del comportamento, cercarono di capire il perché di tanta rabbia nei confronti del Conte. -"Isabelle, ma che ti è preso?! Perché ti sei inalberata così tanto con il Conte?!"- le chiese Oscar -"Madre, non avete visto con che sguardo viscido e con che arroganza si è comportato con voi principalmente? Mi ha dato fastidio che si sia rivolta a voi al maschile e per non apprezzarvi per la donna che siete e a me addirittura non ritenermi idonea alla carriera militare. Per lui le donne non servono a fare altro che stare nei salotti ed essere frivole e leggere."- ribadì -"Ti ringrazio per aver preso, ancora una volta, le mie difese ma non dovevi. So cavarmela anche da sola e poi la sfida a duello perché?"- -" Perché? Madre, voglio assolutamente fargli vedere che merito l'uniforme che indosso e che non è un capriccio il mio, ne tanto meno un gioco ma che ho un gran senso del dovere e di giustizia."- -"Andrè, tu non dici niente? -" chiese Oscar. Andrè che era rimasto in disparte a sentire le ragioni della figlia sorridendo si avvicinò a madre e figlia -"Oscar, amore mio. Perché ti meravigli tanto del comportamento di Isabelle. Non avresti fatto anche tu quello che ha fatto lei? Ti devo ricordare quando andasti negli appartamenti della Dubarry per difendere tua madre che aveva architettato un tranello per poi dare la colpa sia a lei che alla giovanissima, allora Principessa Maria Antonietta, oppure quando sfidasti il Duca di Germaine a duello per la sua arroganza, anche lui ti provocò allora, il tuo senso di giustizia prevalse perchè qualche giorno prima aveva ucciso un bambino alle spalle reo di aver rubato nella sua carrozza per fame. Isabelle non è diversa da te, il senso del dovere e della giustizia albergano in lei come in te...non puoi fargliene una colpa."- Oscar ascoltando Andrè e ricordando gli episodi da lui appena descritti sorrise e annuì. -"Hai ragione Andrè, come sempre, sei la mia coscienza sopita. Bambina mia, però stai attenta non abbassare mai la guardia, non voglio che ti succeda qualcosa di grave."- e la strinse a sé in un abbraccio protettivo -"Non temete madre, non ho alcuna intenzione di farmi male. Il Conte dovrà ricredersi sul mio conto e sul mio ruolo in caserma."- -"L'abbiamo addestrata a dovere la nostra bambina Oscar. Saremo lì in caso di bisogno, stai tranquilla. Piuttosto, chi ti farà da padrino Isabelle?"- chiese alla fine André Isabelle guardò Oscar, chi meglio di lei poteva essere al suo fianco in quel momento particolare, pensò. -"Madre vorreste essere voi il mio padrino?"- chiese infine. -"Sarà un onore per me piccola."- rispose orgogliosa -"La serata non è andata come ci si aspettava, ma va bene così."- disse Oscar -"Sarà meglio ritirarci...buonanotte."- CASERMA DELLA GUARDIA La mattina arrivò e di buon ora erano già tutti in caserma. Arrivò una comunicazione da parte del Conte di Nevers che il duello si sarebbe svolto quel giorno. Oscar, André, Mathieu erano in apprensione, la calma di Isabelle invece era disarmante, si stava esercitando in affondi e stoccate. Il Generale Jarjayes si avvicinò ad Oscar che era tesa, il suo animo da soldato era fiero di come aveva addestrato Isabelle ma il suo cuore di madre non poteva non essere preoccupato per quello che da lì a poco sarebbe avvenuto. -"Oscar stai tranquilla, Isabelle sa il fatto suo, non avrebbe sfidato il Conte Nevers se non fosse sicura di batterlo."- -"Sì padre, conosco le capacità di mia figlia ma non posso non essere preoccupata per la sua incolumità."- -"Andrè, diglielo tu di star tranquilla."- -"Sì Oscar, il Generale ha ragione. L'abbiamo addestrata noi, sappiamo bene quali siano i suoi punti forti e come studia bene chi ha davanti per prevenire i colpi che le potrebbero arrivare. Ha la tua leggiadria e astuzia...andrà bene."- Il Conte fece il suo ingresso in caserma in tarda mattinata accompagnato da uno dei soldati di guardia all'entrata. Il duello si sarebbe svolto nel cortile interno alla caserma dove si erano riuniti anche gli altri soldati per assistere. Erano curiosi di vedere il Tenente Grandier come se la sarebbe cavata. In un brusio generale c'era chi diceva che avrebbe avuto la meglio il Tenente, perché agile e scattante senza dimenticare che era stata addestrata dal loro Comandante che non aveva rivali validi nel combattimento, altri invece facevano leva sul Conte in quanto Generale della Gendarmeria anche se ormai ad un'età avanzata con tanta esperienza alle spalle. Dopo i convenevoli e fatti i dovuti controlli alle armi i padrini diedero l'assenzo all'inizio del duello. Il Conte attaccò molto velocemente cercando di prendere in contropiede Isabelle che schivò con maestria i colpi che gli arrivavano. Sembrava danzasse tanto era la leggerezza che aveva nei movimenti. Mathieu guardava la sua amata rapito da tanta eleganza. Isabelle attaccava senza lasciare spazio al Conte di contrattaccare. Dopo alcune stoccate e affondi da parte di Isabelle il Conte fermò il duello, era stanco, il viso paonazzo dalla fatica gettò la spada a terra decretando la fine del duello. Appena ripresosi dalla fatica si rivolse ad Oscar e André -" Comandante Oscar, Maggiore Grandier vi vorrei parlare se è possibile. Possiamo andare nel vostro ufficio Comandante?"- André e Oscar si guardarono perplessi -"Certamente signor Conte, di qua prego...faccio strada."- indicò con il braccio Oscar verso il corridoio principale. Entrati si accomodarono, Oscar alla sua scrivania André dietro di lei con la mano sinistra sulla sua spalla e il Conte di là della scrivania davanti a lei. -"Diteci signor Conte, a che cosa dobbiamo questo colloquio, se possiamo permetterci. Mi pare che non ci siano state scorrettezze durante il duello."- chiese Oscar -"No Comandante, non volevo lamentarmi del duello. Volevo intanto chiedervi scusa per il mio comportamento di ieri sera, sono stato scortese nei vostri confronti e vi prego di perdonarmi. E poi vengo al dunque...il Tenente Grandier, mmmh...vostra figlia Mademoiselle Isabelle è un ottimo elemento chiedete scusa voi da parte mia anche a lei e ditele che con il potere conferitomi dal mio grado di Generale della Gendarmeria la promuovo Capitano. Avete fatto un'ottimo lavoro, congratulazioni."- Oscar poggiò la sua mano destra su quella di André che era ancora salda sulla sua spalla e alzò lo sguardo a cercare i suoi occhi che brillavano alla notizia della promozione della loro piccola, doveva abituarsi all'idea che era cresciuta e non era più una bambina. -"Vi ringrazio Signor Generale. Provvederò io stessa a comunicarglielo...grazie infinite"- -"Oh, io non ho fatto nulla. È tutto merito vostro Madame e Monsieur Grandier."- Detto questo il Conte si congedò ed uscì dalla caserma per fare ritorno al suo Palazzo. André abbracciò Oscar e le pose un bacio a fior di labbra felice della promozione di Isabelle e di come si era destreggiata in duello. -"Puoi convocarla tu qui in ufficio da me André? Ah, e chiama anche Mathieu, sarà felice anche lui di sapere della promozione."- Dopo poco nell'ufficio si presentarono Isabelle e Mathieu. I ragazzi erano visibilmente tesi non capivano il perché della convocazione di entrambi, avevano chiesto il motivo ad André ma lui non volle dire niente. Oscar così in apprensione si premurò di tranquillizzarli li fece accomodare e poi con tono calmo e pacato iniziò a parlare -"Isabelle..."- ma la figlia la interruppe -"Madre che succede, che voleva il Conte? Devo avere una punizione sul mio comportamento? Sono stata degradata? O peggio ancora mi ha messa fuori dai Soldati della Guardia perché ho osato sfidarlo? Vi prego ditemi che succede madre."- -"Se mi fai iniziare il discorso lo saprai."- disse Oscar -"Sì madre, perdonatemi. Ma non capisco il motivo di questa convocazione nel vostro ufficio. Ho chiesto anche a mio padre ma non ci ha voluto dire niente."- -"Bene, vengo al dunque. Il Conte nonché Generale della Gendarmeria mi ha fatto i complimenti per il tuo addestramento e per il tuo valore. Mi ha anche chiesto scusa per come si è comportato ieri sera al suo ricevimento e chiede scusa anche a te per averti in qualche modo offesa."- -"Tutto qui? Era questo che dovevate dirmi?"- disse Isabelle -"Isabelle, fai finire tua madre. Non essere così precipitosa piccola mia, calmati per favore."- intervenne André all'ennesima interruzione -"Va bene padre, mi calmo. Ma sono nervosa perché non capisco che sta succedendo e tutto troppo strano. Il colloquio quì con il Conte, la nostra convocazione e il vostro non volermi dire niente mentre venivamo in ufficio."- precisò Isabelle -"D'accordo quand'è così vengo al punto. Il Generale Nevers ti ha promossa Capitano."- annunciò Oscar alla figlia Isabelle era incredula guardava i suoi genitori con gli occhi che erano diventati lucidi dalla commozione e sbarrati dallo stupore. Si girò verso Mathieu che sorrideva felice per la notizia appena ricevuta. Isabelle lo abbracciò forte non poteva credere a quanto aveva sentito. Poi si buttò tra le braccia dei suoi genitori. -" Oggi è stata una giornata all'insegna delle emozioni. Credo che tu oggi possa anche tornartene a casa e riposare, vai anche tu Mathieu. Ci vediamo stasera."- -"Grazie Comandante."- si congedò Mathieu facendo il saluto militare ed uscendo dall'ufficio di Oscar con Isabelle che ringraziò la madre dandole un bacio e saltando tra le braccia di André. Usciti dall'ufficio Isabelle saltava dalla gioia -"Ma ci pensi Mathieu, sono un tuo pari grado adesso. Non puoi più darmi ordini mio caro."- disse con un sorriso malizioso -" E dimmi...quando mai ti ho dato ordini. Anche quando eravamo piccoli sei sempre stata tu a coinvolgermi nei tuoi giochi assurdi e a dire ciò che dovevamo fare."- puntualizzò Isabelle sorrideva felice mano nella mano al suo Mathieu mentre uscivano dalla caserma per dirigersi alle scuderie per prendere i cavalli e tornare a casa Andrè e Oscar li guardavano dalla finestra che dava sul cortile interno -"Sembra di vedere noi qualche anno fa.-" ricordavano stretti l'una all'altro guardandosi innamorati.

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Capitolo 26
*** cap.26 Rivelazioni ***


capitolo 26 RIVELAZIONI PALAZZO JARJAYES, Jossigny Autunno 1808 Isabelle, stava sbocciando nel fiore della sua giovinezza, la ragazzina di alcuni anni prima si era trasformata in una meravigliosa 18 enne. Era tale e quale ad Oscar, soprattutto nel fisico snello, longilineo, reso perfetto dai quotidiani allenamenti. I lunghi capelli biondo ramati scendevano in morbidi ricci fino alla schiena e incorniciando l'ovale del volto, dove spiccavano il verde smeraldo dei suoi meravigliosi occhi ereditati da André. Adesso che era Capitano dei soldati della guardia, Isabelle, trascorreva sempre più tempo in caserma, sebbene non disdegnasse di prendere parte ad eventi mondani. Con il passare del tempo, il suo rapporto con Oscar era totalmente mutato, era sovente vedere madre e figlia trascorrere molto tempo insieme, soprattutto Isabelle aveva fatto della madre la sua confidente più intima. Con lei si sentiva libera di parlare, le raccontava ogni cosa, Oscar ne era lusingata le dispensava saggi ed utili consigli, Isabelle era stupita che sua madre sapesse sempre quale strada era la più giusta da prendere. Tra madre e figlia si era venuta a creare una complicità tutta femminile, che tendeva ad escludere André dai loro discorsi. Lui era felice di quello splendido rapporto, ma al contempo si rammaricava che la sua "bambina" non rivelasse anche a lui le sue confidenze anche se ne capiva le ragioni. Quella mattina, come sempre Oscar si era recata in camera della figlia, la sera prima Isabelle aveva espresso il desiderio di volerle parlare, Oscar era rientrata molto tardi dalla caserma e non aveva avuto modo di incontrare la figlia. Isabelle era di fronte alle specchiera della sua stanza, stava finendo di indossare la camicia che portava sotto la divisa celeste, era appoggiata sul letto mostrando in bella vista i gradi di Capitano -"Isabelle, posso entrare?"- -"Buongiorno madre, avete riposato bene?"- -"Sì piccola mia."- rispose Oscar dando un lieve carezza alla figlia -"Avevi qualcosa da dirmi?"- Isabelle si volse verso la madre, era un po' in imbarazzo e prima di parlare esitò un istante -"Ecco...vedete....madre ciò che devo dirvi non è così facile."- -"Isabelle, ci siamo promesse di dirci ogni cosa, ricordi?"- -"Vi rammentate madre, l'ultima volta che avete dato la libera uscita ai soldati? Ecco, io e Mathieu ci siamo uniti a loro."- -"Isabelle, non vorrai dirmi che Mathieu ti ha per caso portato in una di quelle squallide bettole che sono soliti frequentare i soldati nelle ore libere?"- esclamò Oscar -" No madre. Ecco...non siamo stati insieme agli altri. Noi veramente...ci saremmo appartati nei pressi del mulino di Javotte sul Lungosenna."- confessò timidamente Oscar guardava la figlia perplessa, cercò con un sorriso di stemperare l'imbarazzo -"E cosa sarebbe avvenuto?"- -"Sapete...ci siamo lasciati un po' travolgere dai sensi"- rispose Isabelle arrossendo -"Mathieu è un gentiluomo non mi metterebbe mai in una situazione compromettente, ci siamo scambiati solo qualche bacio e qualche abbraccio, non abbiamo fatto nulla di sconveniente." -"Isabelle, bambina mia. Non c'è niente di male in questo, l'importante che non vi facciate vedere dagli altri soldati. Non vorrei che si creassero situazioni spiacevoli in caserma per Mathieu ma soprattutto per te. Anche se sei rispettata come Superiore da tutti ricordati che sei pur sempre una donna, in caserma basta poco per far scattare situazioni non poco piacevoli ed io come Comandante dovrei prendere seri provvedimenti, per non parlare di tuo padre che scatenerebbe un'inferno spalleggiato da Alain e Girodelle e sfiderebbe a duello Mathieu per averti messo in quella situazione."- spiegò Oscar Mentre parlava con Isabelle, notò un impercettibile smorfia di dolore dipingersi sul suo volto e portarsi una mano al ventre -" Isabelle, per caso non stai bene?" domandò. Isabelle, abbassò lo sguardo -"Madre nulla di grave da farvi preoccupare, state tranquilla."- Oscar guardò la figlia e le disse teneramente -"Cosa c'è che non va?" "State tranquilla madre, davvero. Sono le mie regole mensili che mi danno il tormento. Ci avrei dovuto fare l'abitudine ormai, ma tutti i mesi è così. Non è xambiato niente da quella prima olta di molti anni fa." rispose Intanto Lady Martha, entrava come suo solito, nella camera di Isabelle. Insieme al vassoio della colazione la governante portava una tazza di infuso di calendula per lenire i dolori al ventre. -"Madame, non credevo di trovarvi qui!"- disse la donna -"Lady Martha, vedo che avete portato l'infuso di calendula per lenire I dolori al ventre di mia figlia, quindi voi eravate al corrente del suo malessere. Perché non me ne avete parlato!?"- chiese Oscar -"Isabelle, mi ha pregato di non farlo. Vi prego di perdonarmi Madame."- chiese imbarazzata la governante -"Lady Martha, non fa niente, non è colpa vostra, avrei dovuto capire io da madre che cosa succede a mia figlia. Ma ho il diritto di conoscere le sue condizioni." rispose Oscar "Adesso andate, mi occupo io adesso di Isabelle"- -"Sì Madame Grandier. Scusatemi ancora."- ed uscì dalla stanza. -"Isabelle, tu resterai un paio di giorni a riposo, tornerai in caserma quando ti sentirai meglio. La prossima volta bambina mia, non esitare a parlarne con me."- Isabelle, abbraccio la madre e sussurrò -"Vi voglio bene. Vi prometto che non tacerò più su niente che mi riguarda."- Lady Martha, camminava velocemente per il corridoio pensando ad alta voce -"Spero che Isabelle non faccia colpi di testa, come andare in caserma nel suo stato, ogni mese è la solita storia."- La donna era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi che dietro di lei c'era André che aveva ascoltato il suo pensiero e disse -"Lady Martha, vi vedo preoccupata, ho sentito che avete nominato Isabelle. È forse avvenuto qualcosa?"- -"Oh, my god...non vi avevo visto Mousier Grandier. No, no niente di cui allarmarsi."- esclamò la governante imbarazzata, e riprese il suo cammino per dare le ultime disposizioni al resto della servitù. Prima di congedarsi da Isabelle, Oscar la sollecitò a parlare con il padre, riguardo a Mathieu, forse era meglio se avesse ascoltato le confidenze direttamente dalla bocca della figlia. -" Madre, siete certa che mio padre non si arrabbierà? E se poi in caserma...avesse uno scontro con Mathieu?"- -" Sta tranquilla...ed adesso pensa a riposare. A stasera Isabelle."- Uscendo dalla camera di Isabelle Oscar vide André turbato. -"Che succede André? Perché quella faccia? E successo qualcosa in caserma? Perché stai zitto? Su parla?"- André si avvicinò a lei -"Dimmi tu che succede Oscar!"- -"Non capisco...cosa vuoi dire?"- rispose Oscar perplessa -"Per caso ho sentito Lady Martha parlare di Isabelle, che problemi ha nostra figlia? C'è qualcosa che devo sapere e che mi tenete nascosto?"- -"Ma no, tranquillo. Era per questo? Vieni con me in camera, ti spiego tutto io. Non voglio che qualcuno della servitù ascolti."- rispose Oscar con un sorriso alle domande di André. Entrati in camera André incalzò -"Allora...che succede? Non tenermi sulle spine, che cos'ha Isabelle?"- -"Amore mio, la nostra bambina è una donna ormai"- a quella risposta André sgranò gli occhi. -"Che vuoi dire? Spero non quello che immagino..."- ora era agitato -"Ma cosa ti passa per la testa André! Stai calmo e fammi finire. Non ti facevo così apprensivo"- lo schernì Oscar sorridendo -"Quando ti dico che Isabelle è ormai una donna non mi riferivo a quello che tu pensi dovresti conoscere bene i ragazzi. Ad ogni modo...ricordi cosa successe a me qualche tempo prima che indossassi l'uniforme di Capitano delle Guardie Reali e da quel momento ci fu impedito qualsiasi contatto fisico tra noi e che non potevamo più esseri liberi di fare il bagno nel nostro laghetto e andare e venire dalle nostre camere anche di notte quando io venivo a rifugiarmi da te per paura dei temporali? E ricordi cosa avvenne ad Isabelle la prima notte che trascorremmo qui a Palazzo quando arrivammo dall'Inghilterra?"- cercò di spiegare Oscar -"Sì ho capito. Ma è successo tanto tempo fa. Cosa aveva da agitarsi così tanto Lady Martha? C'è qualche altro problema che non vuoi dirmi? Chiama il Dottore, se sta così male tutte le volte, le darà qualcosa per poterla far stare meglio no! Oppure è successo quello che immagino sia?"- ora Oscar guardava con tenerezza André -"No, te l'ho già detto, stai tranquillo. Sono due ragazzi innamorati sì, ma responsabili, non si spingeranno oltre. La nostra piccola è cresciuta e tra poco spero coroni il suo sogno d'amore con Mathieu. Sei geloso papà?"- lo scherniva Oscar ridendo. -"E poi Lady Martha le sta già somministrando qualcosa per alleviare i dolori. Ma sì, chiameremo il Dottore se ti può fare star tranquillo magari ha qualcosa di più efficace dell'infuso alla calendula che prende di solito. Io dal canto mio le sto consigliando di rimanere a casa quando sta male non potrà che farle bene stare tranquilla e senza i troppi sforzi dovuti anche ad andare a cavallo."- disse Oscar avvicinandosi ad André a fargli una carezza sul viso per tranquillizzarlo. -"Sì va bene grazie. Però smettila di prendermi in giro Oscar, che c'è di strano. Isabelle è ancora la mia bambina anche se è cresciuta, la vedo ancora corrermi incontro con le sue gambette paffutelle incerte e buttarmi addosso le sue braccine e riempirmi di baci. Mi manca quella piccoletta, voglio proteggerla come ho fatto con te per anni e continuo a fare ancora oggi."- -"Va bene André, la smetto ma permettimi di dirti che sei un padre meraviglioso, non avevo dubbi lo fossi stato e quando sarà il momento sarai anche un nonno stupendo con i nipotini che avremo e potrai viziarli come hai fatto con la nostra Isabelle."- -"No Oscar aspetta, non correre. Lasciami sperare che la mia piccolina stia ancora quì con noi, ti prego."- -"Andrè, non sarò certo io ad impedirlo, ma prima o poi succederà e dovrai fartene una ragione amore mio. Dai...è successo anche a noi. È naturale che voglia creare la sua famiglia con la persona che ama, non credi? Non smetterà per questo di volerti bene o volertene di meno di adesso, lo sai che Isabelle ti adora."- disse Oscar posandogli un bacio sulle labbra e guardandolo dolcemente in quegli occhi smeraldo che la facevano impazzire. -"Sì, hai ragione."- rispose André quasi rassegnato e attirandola a sé e ricambiando il bacio che gli aveva appena dato Oscar a fior di labbra ma che lui ricambiò con passione. Passò qualche giorno e Isabelle era ancora a casa sotto consiglio di Oscar. Un pomeriggio dopo la passeggiata che era solita fare nei giardini del Palazzo, decise di rientrare dalla porta di servizio che dava nelle cucine, per deliziarsi il palato con una buona tazza di cioccolato caldo e dei biscotti. Vide la governante che cercava di portare la vecchia Nanny in casa per poi farle un po' di compagnia magari leggendole un libro in camera sua. -"Lady Martha, accompagnate pure mia nonna Marguerite dalla modista, resterò io a fare compagnia a Nanny"- disse Isabelle -"Grazie bambina mia."- chiese con gratitudine la governante. Nanny, non era più in grado di potersi muovere autonomamente, stare immobile sulla sedia a rotelle la faceva sentire inutile. Lei che era sempre stata abituata a condurre la vita di Palazzo Jarjayes. Lady Martha, si prodigava molto nei riguardi dell'anziana e sebbene tra le due vi fosse ancora qualche litigio bonario non potevano più fare a meno l'una dell'altra. -"Nanny, trascorrerò io il pomeriggio con te. Lady Martha deve sbrigare delle incombenze con mia nonna."- le disse sorridendole -"Come sei cara bambina mia, ti ringrazio."- rispose Nanny "Adesso però conviene rientrare, il sole non è più tanto caldo e la frescura della sera non tarderà a sopraggiungere...non vorrai mica ammalarti Nanny?" esclamò sorridendo Isabelle. Isabelle, si pose dietro la sedia a rotelle e lentamente si avviò uscendo dalle cucine a percorrere l'atrio del palazzo, e condurre Nanny lungo i corridoi di PalazzoJarjayes. -"Nanny, vorrei mostrarti una cosa..."- Isabelle, guidò Nanny fino all'ala nord tra corridoi e passaggi segreti, verso quella piccola porta che quasi invisibile si apriva nella parete...era quella la stanza dei cimeli dove molti anni prima, appena giunta in Francia, aveva scoperto il diario di sua madre.Tutto era rimasto immutato, dall'ultima volta che vi era entrata, l'abito bianco che aveva indossato prima sua madre e poi lei era tornato al suo posto, circondato da altri vari oggetti appartenuti alla famiglia. -"Guarda Nanny, questa stanza raccoglie i ricordi della vita di mia madre. È tanto che desideravo mostrartela, sembra quasi che qualcuno abbia messo insieme ogni cosa come se volesse che queste cose ricordasse il suo vissuto."- Nanny, aveva gli occhi lucidi ed iniziò a parlare -"Isabelle, sono stata io a sistemare questa camera. Quando ci giunse la notizia che tua madre e tuo padre erano morti durante i tumulti della rivoluzione, decisi che avrei dedicato un angolo di questo Palazzo, alla loro memoria. Non volevo che la loro vita si perdesse nell'oblio."- Isabelle ascoltava rapita la narrazione dell'anziana. -"Venivo qua spesso. Mi bastava toccare le cose che avevo riunito, per ricordarmi di loro. Mi perdevo con l'immaginazione nel rivedere la mia bambina, mentre rivestiva fiera l'uniforme delle Guardie Reali e mio nipote che la seguiva al suo fianco."- continuava Nanny commossa -"Nanny sai, è qui che ho capito mia madre."- disse Isabelle, dirigendosi verso la cassetta a doppiofondo che conteneva il diario di Oscar. Il piccolo libricino era ancora là dove Isabelle lo aveva riposto. -"Leggendo queste pagine, ho compreso appieno, mia madre. Vedi Nanny quando ero bambina, non capivo perché a volte fosse cosi severa, è stato scorrendo queste righe, che mi sono resa conto...voleva che io crescessi forte e decisa, e il vero motivo perché ha esitato molto per farmi indossare l'uniforme."- -"Tua madre, non voleva che tu diventassi un soldato, ne sono certa, non mi spiego perché sebbene tu abbia promesso di non dimenticare di essere una donna, abbia acconsentito. E tuo padre, sicuramente anche lui era del medesimo avviso."- -"Sì Nanny, sono stata io a decidere di voler fare la vita militare, a convincerli che era quella la strada che volevo intraprendere. Hanno atteso che avessi 12 anni per iniziare con gli addestramenti."- -"Voglio ben sperare che non siano stati cosi duri come quelli che tuo nonno impartiva a tua madre?"- -"Non sono stati una passeggiata, ma sono riuscita in poco tempo a poter seguire cio che desideravo. Sai Nanny devo confessarti una cosa."- Nanny, sorrise conoscendo la stessa determinazione di Isabelle in quella di Oscar -"Io ho odiato mio nonno all'inizio. Lo reputavo un uomo senza cuore per come aveva educato mia madre, poi quando lei stessa mi disse che non gli portava rancore, l'ho visto con occhi diversi. Sai che mi sono spinta a chiedergli di perfezionare il mio addestramento? Più di una volta mi ha sorpresa prima dell'alba ad allenarmi duramente in sala d'armi."- -"E non mi dire che il Generale, ha acconsentito?"- disse Nanny strabuzzando i piccoli occhi da dietro le lenti. -"Mio nonno, ha esitato molto prima di cedere, sono stata io ad insistere e l'ho convinto però a patto che mantenessi la promessa fatta ai miei genitori."- -"E tua madre, voglio ben credere che ne fosse messa al corrente?"- -"Non c'è stato bisogno. Una sera rincasando più tardi del solito, ha udito dei rumori in sala d'armi e venendo a controllare, credendo che degl'intrusi si fossero introdotti a Palazzo, mi ha sorpresa che compivo degli esercizi di potenziamento delle braccia con la supervisione del nonno"- -"E come l'ha presa?"- chiese Nanny -"All'inizio era allibita non voleva crederci ed ha discusso con il nonno, poi quando le ho spiegato che ero stata io a chiederglielo, si è limitata a farmi una ramanzina niente di più."- Nanny scosse la testa, Isabelle era tale e quale ad Oscar, se prendeva una decisione era difficile farla ritornare sui suoi passi. Mentre parlavano, Isabelle, fissava l'abito bianco ancora splendente. -"Isabelle, è tutto il tempo che hai lo sguardo rivolto al vestito."- notò Nanny -"Sì Nanny, sai io ho indossato quell'abito. So cosa ha rappresentato per mia madre, è stata proprio lei a volere che lo indossassi per il mio debutto in società."- -"Isabelle, avresti dovuto vedere com' era bella tua madre, quel vestito esaltava cosi tanto quel suo vedersi per la prima volta donna, appariva meravigliosa come una dea."- -"Nanny, sai che ho conosciuto anche il Conte Fersen? Si è presentato senza invito alla festa del mio debutto, lo riconobbi perché la sua immagine era impressa in un pamphlet che lo ritraeva con la Regina. Non esitai un momento a dirgli di andarsene, non potevo sopportare di trovarlo davanti ai miei occhi dopo aver saputo come aveva trattato mia madre."- -"Isabelle, hai veramente compiuto un gesto simile di fronte al conte di Fersen?"- domandò Nanny allibita -"Sì Nanny, non mi trattenni. Quando mi si palesò con quel suo sorriso mellifluo e mi disse che mia madre "era stata il suo migliore amico" non ci vidi più per la rabbia." ricordò Isabelle -"Sei tale e quale a tua madre."- Isabelle si avvicinò alla vecchietta e l'abbraccio calorosamente -"Nanny, conosco quasi tutto della vita di mia madre, ma di mio padre non so niente neanche dove sia nato e chi fossero i suoi genitori."- -"Se vuoi bambina mia ti racconto dall'inizio."- disse Nanny ad Isabelle -"Certo che voglio Nanny, voglio sapere tutto su chi erano i miei nonni e com'era mio padre da bambino."- rispose Isabelle euforica e curiosa -"Bene, vieni quì piccola."- la invitò a mettersi accanto a lei battendo una mano sulla sua gamba. Isabelle si posizionò ai suoi piedi poggiando le braccia e il mento sulle gambe di Nanny e tirando su la testa a guardarla mentre iniziava il suo racconto.

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Capitolo 27
*** cap.27 La storia di Andre ***


capitolo 27 LA STORIA DI ANDRÈ PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Autunno 1808 Accarezzando dolcemente il capo della sua bisnipote Nanny iniziò il suo racconto. -"Abitavamo a Denain un piccolo villaggio vicino ad Arras io e il mio povero Henri, il tuo bisnonno. Nel 1737, due anni dopo il nostro matrimonio, venne ad allietare la nostra casa la nascita della nostra unica figlia, Éléonore. Il mio Henri lavorava come stalliere in un maniero poco lontano, io mi occupavo della casa e della nostra piccolina, nel frattempo per raccimolare un po' di denaro in più, stiravo la biancheria di qualche famiglia benestante del posto. Eravamo felici, la nostra più grande gioia era la piccola e dolcissima Éléonore, gli occhi come smeraldi e i capelli biondi ramati come li hai tu bambina mia."- Isabelle guardava Nanny rapita -"Dici che ho i capelli come mia nonna? Ecco da chi li ho ereditati! Le assomiglio Nanny? -" le chiese Isabelle -"Tu somigli tantissimo a tua madre, ma hai qualcosa anche della mia Éléonore."- disse Nanny accarezzandola -"Avrei voluto tanto conoscerla. Ma continua, ti prego."- la esortò Nanny annuì e continuò il suo racconto -"Gli anni passarono felici per noi, era inizio autunno del 1745 Éléonore aveva già 8 anni e mi aiutava a portare la biancheria stirata ad una delle famiglie a cui prestavo il mio servizio. Un giorno, tornavamo da una di queste famiglie a cui avevamo consegnato la biancheria stirata, ci eravamo fermate davanti alla vetrina di una bottega di stoffe. Ci eravamo dette che la volta dopo saremmo entrate a prendere della stoffa per fare un vestito nuovo, quando mi accorsi di uno stalliere che lavorava con il mio Henri avvicinarsi sempre più a noi...era scuro in viso e più si avvicinava più sentivo un senso d'inquietudine. Ci guardammo, anche Éléonore era diventata seria quando poco prima sorrideva felice. Sì fermò e ci disse che Henri aveva avuto un incidente e che era a casa dei padroni ferito. Ci precipitammo al suo capezzale ebbe il tempo di vederci un'ultima volta che spirò tra le mie braccia. Un cavallo si era imbizzarrito e senza poter fare niente per poterlo evitare era stato colpito in pieno petto dai suoi calci. Ero disperata, amavo con tutta me stessa Henri e anche Éléonore soffrì tanto per la sua perdita, stravedeva per il padre e lui stravedeva per la sua principessa, così la chiamava. Eravamo distrutte dal dolore."- il viso di Nanny era rigato di lacrime a quel doloroso ricordo. -"Nanny, mi dispiace così tanto. Non sapevo."- disse Isabelle -"Come potevi piccola mia, è la prima volta che ne parlo, non ho mai avuto il coraggio di dire niente neanche a tuo padre."- confessò -"Oh Nanny, perché!?"- chiese sbalordita -"A cosa sarebbe servito. Anche lui ha sofferto da bambino, non volevo dargli l'ulteriore dolore di sapere che anche la madre aveva perso il padre da bambina."- -"Vuoi fermarti Nanny? Lo riprenderemo un'altra volta."- si premurò Isabelle vedendo Nanny così scossa al ricordo -"No, piccola mia. Non preoccuparti, mi farà bene parlarne visto che non l'ho mai fatto prima d'ora. Vuoi ancora ascoltarmi?"- la tranquilizzò Nanny -"Certo che voglio. Mi dispiace solo averti chiesto di raccontarmi di mio padre e aver riaperto in te ferite così dolorose."- disse Isabelle Ricomponendosi Nanny continuò il suo racconto. -"Andammo avanti per qualche mese con i pochi risparmi e il mio lavoro. Poi un giorno di fine primavera del 1746 una delle famiglie a cui prestavo il mio servizio di stiro mi disse che la famiglia nobile dei Jarjayes, proprietaria della Contea di Arras, cercava una governante per la loro tenuta ad Arras perché quella che prestava servizio da loro si era ammalata e si era ritirata in casa della figlia e nessuna delle candidate già viste le ritennero idonee per quel lavoro. Tutte le famiglie benestanti a cui prestavo servizio scrissero per me delle referenze e così io e la mia Éléonore partimmo per Arras. Mi presentai alla famiglia Jarjayes la mattina dopo il nostro arrivo. Il Generale tuo nonno, che all'epoca era Colonnello, si era appena fidanzato con Madame Marguerite ed erano lì entrambe le famiglie per trascorrere un periodo di riposo."- -"Conosci da così tanto tempo i nonni?"- chiese esterefatta Isabelle -"Sì. I tuoi nonni si sposarono da lì a un paio di mesi, il tempo di organizzare le nozze."- -" E dimmi Nanny com'erano i nonni? Dovevano essere bellissimi, vero?"- -"Già, erano stupendi e anche se sono ormai in età avanzata lo sono ancora piccola mia."- sorrise Nanny poggiando una carezza sul viso della nipote -"Dai, ora sono curiosa. Vai avanti ti prego."- -"Va bene, come ti dicevo mi presentai. Tuo nonno mi fece alcune domande e mi prese al suo servizio...iniziai quel giorno stesso. Mi assegnarono una stanza per me ed Éléonore e iniziò la mia giornata lavorativa. Dopo una settimana mi fu detto che ci saremmo trasferiti a Palazzo Jarjayes a Jossigny nei pressi di Versailles. Fui accompagnata qualche giorno prima della partenza a Denain per prendere e portare con me alcune cose e salutare mia sorella e i miei nipoti. Qualche settimana dopo il nostro arrivo a Palazzo Jarjayes si celebravano le nozze dei tuoi nonni...fu una festa magnifica. Passarono gli anni, la mia Éléonore diventò una bellissima ragazza, aveva appena compiuto 15 anni ed espresse il desiderio di andare a trovare la zia e i cugini a cui era molto legata, quindi partì per un breve periodo per Denain. Quando tornò aveva uno sguardo luminoso, era felice. Un pomeriggio mi confessò che a Denain aveva conosciuto un giovane e che si erano innamorati a prima vista l'uno dell'altra, chiesi chi fosse e mi disse che era il lavorante della bottega del falegname accanto a casa nostra...si chiamava Maurice Grandier."- -"E che aspetto aveva Nanny? Dimmi."- chiese impaziente Isabelle -"Oh! Era un bel giovane altissimo, di un paio d'anni più grande della mia Éléonore. Aveva capelli ricci e neri come l'ebano e occhi nocciola un sorriso che gl'illuminava il viso, dai modi gentili e un cuore d'oro."- rispose Nanny alla richiesta di Isabelle -"Acconsentii al matrimonio, si sposarono nell' Ottobre del 1753 e andarono a vivere nella casa che fu mia e del mio Henri. Era felice la mia bambina, innamorata del suo Maurice e lui di lei. Quasi un anno dopo il matrimonio in una calda giornata di fine estate il 26 Agosto del 1754 nacque tuo padre a cui fu messo il nome di André come il padre di Maurice. Quell'esserino piccolo portò nuovamente gioia ed allegria in quella casa dopo tanto tempo, aveva i capelli neri come Maurice e gli occhi verdi della mia Éléonore. Cresceva forte e robusto il mio piccolo nipote, gioioso e con un carattere calmo e paziente...i suoi genitori lo adoravano. Ogni tanto venivano loro a farmi visita, poche volte andavo io a trovarli perché la mia presenza quì era indispensabile. Tua nonna aveva già avuto 4 figlie e le bambine andavano seguite, il lavoro a Palazzo era tanto ed io come governante, non potevo assentarmi per troppo tempo. Non era ancora nato l'erede maschio che tuo nonno, nel frattempo era divenuto Generale, aspettava con trepidazione ad ogni gravidanza di Madame. Il 25 Dicembre del 1755 alla quinta gravidanza nacque tua madre, sai già che decisione prese tuo nonno all'ennesima nascita di una figlia femmina. Intanto mio nipote cresceva sano e forte e anche se piccolo ogni tanto andava in bottega con il padre a guardare ed imparare. Giocava spesso con i bambini che abitavano vicino casa, sovente aiutava chi poteva anche solo a fare compagnia, con il suo carattere dolce conquistava chiunque...erano proprio una bella famiglia felice. Quando tuo padre compì 4 anni i suoi genitori gli diedero la notizia che da lì a qualche mese avrebbe avuto la compagnia di un fratellino o di una sorellina, era felice il mio piccolo André avrebbe avuto qualcuno con cui giocare oltre ai bambini con cui giocava di solito. Volle a tutti i costi venire di persona a darmi la notizia. Ero felice per loro, un'altro fagottino avrebbe rallegrato la casa. La gravidanza sembrava andare bene finché una notte la mia Éléonore si svegliò in preda a forti dolori, il parto si presentava prematuramente. Purtroppo non ci fu nulla che si potè fare per salvarla e salvare la piccolina che portava in grembo. Morì tra le braccia del suo Maurice, chiedendogli di prendersi cura del loro André. Éléonore lasciò il suo Maurice e il loro piccolo nella disperazione, io ero dilaniata. Anche la mia piccolina mi aveva lasciata ma c'era sempre il mio nipotino che me la ricordava e adesso bisognava farlo crescere serenamente. Maurice fece il possibile per mantenere la sua promessa fatta ad Éléonore, con non poche difficoltà Maurice fece crescere André senza fargli mancare il suo affetto e non fargli pesare la mancanza della madre ma due anni più tardi si ammalò di una strana febbre e ci lasciò anche lui...tuo padre adesso era solo. Se ne prese cura per un paio di giorni la maggiore delle figlie di mia sorella. Prima di partire per il funerale di Maurice a Denain, tuo nonno mi disse di portare a far vivere quì il mio piccolo André...sarebbe stato il compagno di giochi e il punto di riferimento maschile del suo legittimo erede, in quanto avendo solo sorelle non aveva nessuno della sua età per poter giocare e confrontarsi. Avrebbe ricevuto la stessa educazione e avrebbe intrapreso gli stessi studi di Oscar, gliene fui grata. A me importava averlo qui con me e potermene prendere cura. Arrivammo un pomeriggio d'inizio settembre del 1760, era intimorito mi rimaneva attaccato alle gonne e tra le mani stringeva un cavallo di legno, l'ultimo regalo che Maurice gli aveva fatto. Anche se ogni tanto veniva con i suoi genitori a farmi visita, non aveva mai varcato oltre la soglia dei locali della servitù e non aveva mai incontrato i padroni, ne tanto meno Oscar. Ci ricevette Madame Marguerite al nostro arrivo, volle conoscere per prima mio nipote per rassicurarlo che poteva sentirsi a casa sua. Le parlavo spesso del mio André, di come fosse buono, gentile e di quanto somigliasse alla mia Éléonore e a Maurice. Il Generale volle che avesse una stanza tutta per sè, ma io gli chiesi che almeno i primi tempi stesse con me visto il nuovo cambiamento. Mentre ci dirigevamo nei locali dove c'erano le stanze della servitù, alla fine dello scalone che portava ai piani patronali, vide Oscar. Si presentò come il Contino e che sarebbe stato il suo amico d'ora in poi. Si avvicinò a lui e con i suoi occhioni azzurri e un sorriso dolcissimo allungò una mano e si presentò -"Io sono Oscar François De Jarjayes, vieni a giocare con me? Ora staremo sempre insieme, vuoi? Nanny può venire?"- André rimase a guardarla rapito, poi prese la mano di Oscar e facendo un inchino con la testa si presentò -"Io mi chiamo André Grandier"- Poi alzò lo sguardo verso di me, per avere il mio permesso di andare a giocare. Glielo diedi...mentre si avviavano ad andare in cortile a giocare, raccomandai loro di rientrare prima che facesse buio per la cena. Prima di uscire Oscar chiese se potevano cenare insieme quella sera, a cui Madame acconsentì. Quando ci chiudemmo in camera per metterci a letto mi disse -"Sai nonna, non ho mai visto un bambino più bello di Oscar, il Contino è stato buono e gentile con me."- Sorrisi a quelle parole...Andrè mi guardò perplesso ma non fece domande e subito dopo si addormentò sereno e tranquillo tra le mie braccia."- Al racconto di Nanny sul primo incontro dei suoi genitori, Isabelle aveva il viso rigato di lacrime. Nanny la guardò e accarezzandole il viso ad asciugarle le lacrime disse -"Lo so bambina mia perchè stai piangendo. Stai pensando al dolore che ha provato tuo padre nel perdere così piccolo entrambi i genitori, vero?"- Isabelle annuì -"Ma penso pure alla prima volta che mia madre e mio padre si conobbero...anche se lui non sapeva che fosse una bambina."- -"Sì, non gli dissi subito che era una bambina, era un bimbo sveglio...capì quasi subito che Oscar non era un maschietto ma bensì una bambina, anche se nei suoi comportamenti era un maschiaccio per via dell'educazione che tuo nonno volle impartirle. Erano sempre insieme. Il Generale, come ti ho detto, volle che gli fosse impartita la stessa educazione di Oscar, quindi la mattina dopo colazione avevano i vari precettori per le lezioni di letteratura, matematica e scienze, latino, buone maniere, danza, musica e religione e per l'addestramento con la spada era lui che addestrava sia Oscar che André, lo faceva perché un giorno André sarebbe stato al fianco di Oscar come suo attendente, quindi doveva essere in grado di starle accanto qualunque occasione si fosse presentata. Erano diventati inseparabili già da subito. Andrè si abituò subito alla vita di Palazzo e dopo un paio di settimane chiese di andare a dormire nella camera che gli era stata assegnata, a volte andavo nel cuore della notte a controllare se dormiva tranquillo. Una notte, durante un brutto temporale, mi alzai per andare a vedere se avesse avuto paura, entrai in camera e avvicinandomi al suo letto vidi che non era solo...c'era Oscar abbracciata a lui, dormivano sereni e tranquilli. Sapevo della paura di Oscar durante i temporali, avevo intenzione di andare su da lei dopo aver controllato André. Non fu solo quella volta che trovai tua madre in camera di tuo padre, ma erano bambini."- disse sorridendo -"Immaginavi che si sarebbero innamorati prima o poi?"- chiese Isabelle -"Lo temevo, vedevo il loro legame sempre più solido, anche se ricordavo sempre a tuo padre di stare al suo posto e di mantenere le distanze. La punizione per entrambi sarebbe stata tremenda, per tua madre il convento e per tuo padre la morte certa. Al tempo un servo non poteva neanche osare pensare ad una donna nobile, figuriamoci addirittura sposarla."- -"Per fortuna le cose sono cambiate, non posso immaginare cosa hanno passato sapendo di provare sentimenti così forti l'uno per l'altra e nasconderli agli occhi del mondo. Nanny, non sei contenta che sono riusciti, nonostante le difficoltà, a stare insieme?"- chiese -"Certo che sì, mi sono accorta subito dei sentimenti che provavano l'uno per l'altra, anche se erano più evidenti quelli di tuo padre, ma in fondo sapevo che anche dietro quel suo modo distaccato nel cuore di tua madre c'era lui, era impossibile vederli separati anche se spesso si scontravano non stavano mai separati per tanto tempo."- -"Ma raccontami ancora di quando erano piccoli."- -"Ti dicevo che erano sempre insieme. Tua madre era una piccola peste e coinvolgeva anche lui nelle sue avventure e marachelle. André pur di starle accanto assecondava, anche se di malavoglia, tutto ciò che combinava o per evitare che combinasse guai irrimediabili, e la maggior parte delle volte era lui che veniva punito da me perché non aveva impedito ad Oscar di mettersi nei guai. Oscar lo difendeva sempre, la sua punizione era una buona dose di mestolate e andare a letto senza cena o senza aver mangiato la sua fetta di torta. Tua madre la sera dopo aver preso una fetta di torta dalla dispensa andava da lui a chiedergli scusa e dopo rimaneva a dormire abbracciata a lui...erano tenerissimi. Spesso nel tempo libero facevano delle cavalcate intorno alla tenuta e si fermavano in una radura al limite del parco che circonda il Palazzo dove c'è un laghetto e spesso nelle calde giornate estive in quelle acque calme vi facevano il bagno. La prima volta che andarono e fecero il bagno rischiarono di annegare, ma non smisero di farlo con il mio disappunto. Passarono gli anni, Oscar aveva 11 anni e una mattina non scese giù per la colazione andai su in camera sua per capire perché fosse in ritardo ma non voleva aprirmi chiedeva di André, voleva solo lui...andai a chiamarlo, ero spaventata. André entrò, ne uscì poco dopo dicendomi di entrare e di occuparmi di lei. Tua madre aveva avuto per la prima volta le sue regole. Era sconvolta, non sapeva cosa stesse succedendo al suo corpo perché stava così male."- -"Sai Nanny..."- la interruppe Isabelle -"Anch'io ero sconvolta quando ebbi le mie prime regole, è stato la sera che arrivammo qui da Londra. Stavo male da qualche giorno ma diedi la colpa al lungo viaggio. Lo dissi a mio padre per primo, subito dopo mi mando in camera mia madre che mi spiegò come fare e rimase con me tutta la notte. È stata fantastica mi ha rassicurata in tutti i modi ed è stata dolcissima."- raccontò Isabelle con un po' di commozione nella voce. -"Oh piccola mia. Hai due genitori fantastici, credimi. Vedo come ti hanno cresciuta e come sono attenti ad ogni cosa che ti riguardi."- disse Nanny accarezzandola -"Scusami se ti ho interrotta Nanny, continua per favore."- si scusò Isabelle -"Dov'ero rimasta, ah sì! Spiegai ogni cosa ad Oscar e le dissi che da quel momento in poi avrebbe dovuto mantenere le distanze da Andrè, non avrebbe più dovuto intrufolarsi in camera sua la notte neanche durante i temporali o andare a fare il bagno al loro laghetto e abbracciarlo o avere un qualsiasi contatto fisico come aveva fatto fino a poche ore prima. Si arrabbiò pianse tutte le sue lacrime voleva poter ancora giocare e fare tutto ciò che faceva con lui. Sapevo che avrebbe continuato a farlo anche se le fosse stato proibito, le dissi allora che me la sarei presa con lui, che lo avrei punito severamente. A quelle mie parole mi gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, che non era giusto che fosse lui ad essere punito per qualcosa di cui non aveva nessuna colpa. Alla fine smise di ribellarsi e disse che avrebbe acconsentito per il bene di Andrè. Dovetti dire la stessa cosa ad André, lui fu più comprensivo e mi promise che non avrebbe più avuto contatti con Oscar, erano cresciuti e non era più consono che si comportassero come dei fratelli ma come servo e padrona. A quelle parole André uscì dalla sua camera e andò nelle scuderie dove si rifugiava sempre quando voleva stare solo, prendersi cura dei cavalli lo calmavano. Fu difficile per entrambi da quel giorno comportarsi diversamente da come erano stati abituati fino ad allora. Una mattina mentre mi recavo ai piani padronali per svegliare Oscar, trovai tuo padre accovacciato e infreddolito appoggiato alla porta della camera di tua madre. C'era stato un brutto temporale e lui sapendo della paura di Oscar, per farle sentire la sua vicinanza e farla sentire al sicuro e protetta, dormì tutta la notte dietro la sua porta. Si spaventò quando lo chiamai per svegliarlo, ma ci tenne a dirmi che non era entrato in camera sua ma che da dietro la porta la tranquillizzò, dicendole che se avesse avuto paura di pensare che fosse lì con lei, che non era da sola ma che avrebbe vegliato il suo sonno fino alla fine del temporale. Gli diedi un bacio sul capo e gli disse di andare di sotto che c'era una fetta enorme di torta alle mele che lo stava aspettando, ma lui mi rispose che l'avrebbe divisa con Oscar, di dirle che l'attendeva nelle cucine per la colazione. Qualche anno più tardi, il Generale seppe che sua Maestà Re Luigi XV cercava il nuovo Capitano delle Guardie Reali per difendere la Principessa Maria Antonietta d'Austria, che da lì a breve avrebbe sposato il Delfino di Francia, il nipote Luigi Augusto, che quindi doveva a tutti i costi essere lei a prendere quel posto perché c'era un'altro candidato per quel ruolo...il Tenente Victor Florian Clement Conte di Girodelle. Tuo padre fu incaricato da tuo nonno di convincere Oscar ad accettare di battersi con il Tenente Girodelle davanti al Re e chi avrebbe vinto il duello avrebbe avuto quel posto. Poi sai cosa successe dopo, se hai letto il diario di tua madre."- disse Nanny -"Grazie Nanny, per avermi raccontato tutto su mio padre, come hanno vissuto i miei genitori prima che mia madre intraprendesse la carriera militare, custodirò gelosamente tutto questo nel mio cuore. Grazie, grazie ancora mia cara Nanny."- ringraziando Nanny, Isabelle si alzò e la bacio teneramente sulla guancia. -"Oh piccola mia, non devi ringraziarmi sono stata felice di averti raccontato di tuo padre quando era piccolo e di tua madre quando s'incontrarono per la prima volta di quanto bene si volessero già allora, era il loro destino stare insieme e tu sei il frutto del loro amore. Tesoro sono un po' stanca mi accompagneresti in camera mia? Vorrei riposare. "- -"Certo Nanny, andiamo."- Isabelle era felice e commossa di aver conosciuto anche la storia di suo padre e con questa gioia dentro di sè accompagnò la dolce Nanny in camera sua.

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Capitolo 28
*** cap.28 Un ritorno inatteso ***


Buonasera gruppo, dopo la pausa per Halloween riecco un nuovo capitolo PER SEMPRE capitolo 28 UN RITORNO INATTESO CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Inverno 1808 Il Conte di Nevers, entrò di buon'ora all'interno di quella che era considerata la migliore Caserma di Parigi, per la consueta ispezione che rivestiva nel suo ruolo di Capo della Gendarmeria...era accompagnato da un Ufficiale in uniforme bianca. Nell'ampio corridoio che conduceva alla Piazza d'Armi, si udiva la voce del Comandante che impartiva i compiti della giornata ai soldati e uno sferragliare di spade che proveniva dalla vicina sala d'armi. -"Maresciallo Fersen, vi conduco nell'ufficio del Comandante Oscar, là potrete attenderla in tutta calma"- -"Grazie, Conte."- rispose Fersen abbozzando un sorriso. Il Conte di Fersen, era tornato in Francia per un breve periodo, ed approfittando della sua amicizia e delle sue competenze militari aveva chiesto al Conte di Nevers di poter trascorrere la sua permanenza in terra francese in Caserma. Mentre Fersen si guardava intorno, si sentirono dei passi che avanzavano nel corridoio e una voce che riconobbe essere quella di Oscar. Fatto il suo ingresso nel proprio ufficio, Oscar accompagnata da André, fece i dovuti convenevoli al Conte di Nevers -"Comandante Oscar, Maggiore Grandier, sicuramente conoscete l'Ufficiale che mi accompagna...il Maresciallo Fersen, passerà il resto del suo soggiorno in Francia nella vostra Caserma. Non c'è stato bisogno che abbia lodato il vostro operato Comandante, dato che il Conte di Fersen vi conosce da lunga data."- André fissava Fersen, aveva sempre la medesima espressione sorniona di un tempo, quel tempo in cui lo aveva detestato sapendo dei sentimenti che Oscar provava per Fersen, adesso lo guardava con altri occhi, Oscar....era sua...lo commiserava per non averla mai vista come donna....Oscar dal canto suo lo aveva trattato con sufficienza, come un soldato tratta un suo pari. -"Conte di Nevers, i soldati della guardia saranno ben lieti di accoglierlo tra le loro fila"- disse Oscar con una punta di ironia -"Bene, vi lascio. Il mio dovere in Gendarmeria mi chiama, ma prima vorrei ricordarvi del ballo degli Ufficiali che si terrà tra 4 giorni."- -"Sarà un onore per noi partecipare."- rispose Oscar Nevers tossicchiò prima di congedarsi -"Sarebbe gradito l'abito da sera per le dame. Vostra figlia non si asterrà certo dall'indossarlo e magari avremo l'onore di vedere anche voi Comandante in vesti femminili."- disse con il suo solito viscido ghigno. Oscar, fece un cenno con la testa. Quindi Nevers uscì dall'ufficio. -"Conte di Fersen, vi farò visitare la Caserma e il Maggiore Girodelle s'incaricherà di condurvi nei vostri alloggi."- -"Come gradite essere chiamata, Madame Grandier o Comandante?"- chiese Fersen -"Come più vi aggrada Fersen, ci conosciamo da una vita ormai."- rispose Oscar -"Sarà il caso che in Caserma mi rivolga a voi con il vostro titolo. Ho saputo che pure vostra figlia ha intrapreso la vita militare?"- -"L' avete conosciuta Fersen, se non ricordo male"- aggiunse Andrè. Mentre parlavano Girodelle fece il suo ingresso dopo un giro di ronda, arrivava nel momento giusto, avrebbe accompagnato Fersen ai suoi alloggi così Oscar e André avrebbero avuto modo di parlare con Isabelle di "quell'ospite" -"Conte di Fersen, i miei omaggi" disse Girodelle -" Girodelle, è bello rivedervi"- -"Bene Conte, anzi Maresciallo Fersen. Vi accompagno."- Intanto Isabelle aveva concluso il suo addestramento quotidiano e si stava recando come consuetudine dalla madre per assolvere il compito che le aveva assegnato. -"Madre, so che devo montare di guardia."- Isabelle non aveva notato l'uomo che era nell'ufficio di sua madre, ma non le sfuggì il mutismo dei genitori e l'occhiata che si erano dati. Volse lo sguardo ed i suoi occhi verdi fiammeggiarono come due lampi, quando si accorse chi aveva di fronte. -"MADRE COSA CI FA QUI QUEST'UOMO?"- gridò Isabelle -"Isabelle il Maresciallo Fersen è qui in veste di militare, ed è un tuo superiore."- disse André cercando di smorzare la tensione. -"E VOI PRETENDETE CHE PRENDA ORDINI DA LUI? NON CI PENSO NEMMENO"- rispose Isabelle alterata. -"Madamigella Isabelle, credo che non sia necessario che mi presenti sapete già chi sono...non siete mutata dalla prima volta che vi ho vista."- -"NON VI PERMETTO ASSOLUTAMENTE DI RIVOLGERVI A ME COME AVETE FATTO POC' ANZI...NON TOLLERO CERTE CONFIDENZE DA VOI CONTE DI FERSEN...PER VOI SONO IL CAPITANO GRANDIER...VEDETE DI NON SCORDARLO."- Oscar e André erano in imbarazzo, ma Isabelle come udiva il nome del Conte di Fersen perdeva il lume della ragione, figuriamoci trovarselo di fronte di persona. Isabelle, uscì sbattendo la porta dell'ufficio della madre, Mathieu l'attendeva sulla soglia -"Isabelle, sei rossa di rabbia, che ti è successo? E chi è quel soldato con tuo padre e tua madre?"- -"MATHIEU, ANDIAMO IN SALA D'ARMI...VOGLIO SFIDARTI A DUELLO."- -"Se questo può farti ritrovare la tranquillità, accetto di battermi"- Isabelle diede la spada a Mathieu lanciandogliela ed incrociarono le lame. Mentre si battevano il Conte di Fersen con Girodelle ed André fecero il loro ingresso in sala d'armi. -"Capitano Grandier, vedo che siete molto abile."- disse Fersen Isabelle si volse verso di lui e puntando la lama della spada all'uniforme di Fersen disse -"COSA AVETE DA SORRIDERE CONTE? CREDETE CHE NON SIA IN GRADO DI BATTERMI?MIA MADRE MI HA ADDESTRATA A DOVERE , OPPURE VOLETE CHE VI DICA CHE MI HA ADDESTRATA "IL VOSTRO MIGLIORE AMICO"- -"Isabelle, volevo dire...Capitano Grandier, siete sempre molto esplicita nei vostri commenti."- -"PADRE, DATO CHE IL SIGNOR CONTE È IN SALA D'ARMI OCCUPATEVI DI LUI CON UNA BELLA LEZIONE"- Oscar era accorsa a quelle grida della figlia, doveva in tutti i modi farla ragionare un comportamento simile avrebbe portato scompiglio e subbuglio in Caserma. Oscar scambiò un cenno con Mathieu, era il solo che in quella situazione poteva parlare con Isabelle. Isabelle corse in piazza d'Armi Mathieu la seguì...era letteralmente fuori di se. -"Isabelle, cerca di calmarti"- le disse Mathieu dolcemente -"Mathieu vorresti che restassi tranquilla? Dimmelo!"- esclamò Isabelle chiudendo i pugni -"TU NON SAI CHI È QUELL UOMO, MATHIEU?"- -"Sì che lo so Isabelle. Rammento cosa avvenne al tuo debutto e di come lo cacciasti da Palazzo, adesso cerca di mettere da parte il tuo rancore"- -"E COSA DOVREI FARE MATHIEU? PARLARE AL CONTE HANS AXEL DI FERSEN? COLUI CHE HA FATTO SOFFRIRE IN MANIERA ATROCE MIA MADRE? HO DI FRONTE AGLI OCCHI LA SCENA DI MIA MADRE IN LACRIME PER QUEL RIFIUTO, ERA DILANIATA DAL DOLORE. È UN UOMO INSENSIBILE...SENZA ALCUN TATTO."- -"Isabelle, sono avvenimenti accaduti molti anni fa, devi comprendere che in fondo con il suo rifiuto tua madre ha capito di amare tuo padre ed ha fatto emergere in lei il suo essere donna."- -"SÌ MATHIEU LO SO, MA NON DOVEVA INFIERIRE SU DI LEI COME EBBE MODO DI FARE UN MESE DOPO."- -"Torna in te Isabelle, vuoi che per caso il Conte di Fersen riferisca a Nevers che il Capitano Grandier è un soldato indisciplinato? Sai cosa vorrebbe dire? Che possono degradarti dal tuo ruolo o addirittura espellerti dall'esercito...è questo che vuoi Isabelle? Vuoi che si sappia in giro che la figlia del Comandante Oscar non è degna di portare l'uniforme che indossa, perché si lascia trasportare dalle emozioni? È questo che desideri Isabelle? Non pensi a tua madre che è considerata uno dei migliori elementi dell'esercito? Sai cosa ti dico? Per il tuo bene al ballo della Gendarmeria di sicuro Fersen cercherà di parlarti, ascoltalo, non ti chiedo di cambiare idea su di lui, ma tenta di dissimulare il tuo disappunto...adesso torno alle mie mansioni." le disse Mathieu dopo averla baciata sulla fronte -"Isabelle, so che mediterai sulle mie parole"- Isabelle, cercò di ricomporsi per non farsi vedere dagli altri soldati in quello stato, girò lo sguardo ed incrociò quello di Oscar. -"Vi domando scusa madre, sono stata troppo impulsiva da non riuscire a trattenermi, ma come sapete la presenza del Maresciallo Fersen non è di mio gradimento. Non riesco a sopportare quell'uomo, vado fuori dalla grazia di Dio al solo sentirlo nominare."- -"Isabelle, devi capire che non porto alcun rancore a Fersen, in fondo è stato grazie a lui che ho scoperto l'immenso amore per tuo padre. Sì è vero, allora ne uscii a pezzi, mi ero illusa come ben sai di provare dei sentimenti per lui ma con il tempo ho compreso che erano puerili ed infantili e che tuo padre era il solo ad essere in ogni parte di me, in ogni mio pensiero e sopratutto nella mia anima, quindi bambina mia cerca di essere accomodante nei riguardi di Fersen ed ascolta ciò che ti ha detto Mathieu."- -"Sì madre, perdonatemi ancora per il mio comportamento. Mi rendo conto che, con il mio comportamento vi potrei creare problemi qui in Caserma, vi prego di credermi che questo non voglio che accada. Farò di tutto per tenere sotto controllo questo lato del mio carattere."- disse a testa bassa Isabelle. -"Ti consiglio per il quieto vivere di guardare avanti, di non pensare più a quello che io ho vissuto in tempi ormai remoti. Per me è tutto morto e sepolto, cerca di farlo anche tu."- le consigliò Oscar mentre le alzava il viso per guardarla negli occhi con dolcezza. -"Ci proverò madre."- e l'abbraccio, cercando il calore e la tenerezza di sua madre. -"Bene, torniamo ai nostri compiti adesso...il lavoro ci aspetta."- esortò Oscar e Isabelle annuì. PALAZZO DEL COMANDO DELLA GENDARMERIA Venne la sera del ballo della Gendarmeria e a Palazzo Jarjayes come sempre durante i preparativi per i balli erano tutti in fermento. Chi entrava ed usciva dalle stanze, Lady Martha cercava di aiutare sia Isabelle che Oscar a prepararsi in quanto Nanny non era più tanto in grado vista l'età a stare troppo tempo in piedi ma non disdegnava dare sempre i suoi preziosi "consigli" a Lady Martha che ormai aveva sotterrato l'ascia di guerra solo per rispetto nei suoi confronti. Pronta la carrozza si avviarono verso il Palazzo del comando della Gendarmeria. Arrivati a destinazione fecero ingresso Mathieu ed Isabelle nel suo abito blu con scollatura a cuore, manica stretta fino al gomito e aperta a petalo fin oltre la mano, non troppo ampio. L'abito finiva con un piccolo strascico, era rifinito con del fine pizzo francese color carta da zucchero, a partire dalla scollatura fino in fondo era ornato da un tulle d'organza dello stesso colore del pizzo finemente ricamato con delle roselline color crema. L'acconciatura era una semplice treccia posta di lato, impreziosita da piccole roselline color crema come il ricamo sul tulle d'organza. Tutta l'attenzione dei già presenti nel salone fu rivolta ad Andrè nella sua uniforme ma maggiormente ad Oscar che si era presentata in Alta uniforme anche se il Conte Nevers aveva specificato che le dame avrebbero dovuto indossare un abito da sera...Oscar non aveva voluto sentire ragioni. Era il ballo della Gendarmeria e lei come Comandante non aveva alcuna intenzione di presentarsi in abiti femminili anche se questo l'avrebbe sicuramente messa al centro dell'attenzione di tutti i presenti ma lo sarebbe stata comunque se si fosse presentata in abito da sera, quindi tanto valeva che si abbigliasse come meglio credeva. Il Conte di Nevers si avvicinò a loro fatti i dovuti saluti disapprovò la scelta di Oscar. -"Comandante avevo specificato che le dame si sarebbero dovute abbigliare in abito da sera e voi avete disatteso le mie aspettative."- disse stizzito Andrè era diventato rosso dalla rabbia e mentre stava per rispondere al Conte Oscar lo trattenne per un braccio facendogli capire che sarebbe stata lei a difendersi dal solito attacco verbale del Conte Nevers. -"Questo è un ballo della Gendarmeria ed io come Comandante di una caserma ho creduto bene di presentarmi in Alta uniforme per rappresentare la mia caserma, ne conviene con me signor Conte?"- A quella spiegazione il Conte Nevers annuì e si allontanò per salutare il resto degli ospiti che nel frattempo erano arrivati. Andrè si pose davanti ad Oscar e prendendola le mani avviandosi all'orecchio di Oscar le sussurrò -"Lo sai che TI AMO vero Mio Comandante?"- e guardandola con gli occhi innamorati della sua donna le sorrise. Nel frattempo Isabelle si avvicinò ai suoi genitori -"Madre, avete messo al suo posto il Conte Nevers."- le disse sorridendo, ma il suo sorriso si spense immediatamente. Si stava avvicinando a loro il Conte di Fersen che Isabelle proprio non sopportava neanche la vista da lontano e ora saperlo anche in caserma la mandava fuori di sé -"Buonasera Oscar, André..."- salutò Fersen con un inchino -"Buonasera Conte di Fersen"- risposero entrambi -"Mademoiselle Isabelle..."- disse Fersen inchinandosi ad Isabelle -"Mi concedereste l'onore di danzare con voi? Sempre che il vostro fidanzato mi dia il permesso..."- chiese Fersen ad Isabelle accennando un sorriso -"Vorreste danzare con me? E potrei sapere il motivo di grazia."- disse Isabelle stizzita -"Concedetemelo ve ne prego...non chiedo troppo."- cercò di convincerla Isabelle era esterefatta, non credeva a ciò che stava sentendo...Fersen che le chiedeva di concedere un ballo. Perché mai... Si guardo attorno cercando di capire dai suoi genitori e soprattutto da Mathieu un appoggio per non accettare, ma tutti sembravano dirle di farlo. A quel punto non potè fare altro che acconsentire -"E sia. Ma non v'illudete...quello che penso di voi non cambierà solo perché ho accettato di danzare con voi."- chiarì Isabelle con tono fermo -"Non vi ho invitata a danzare con me per farvi cambiare idea sul mio conto, ma solo perché mi fa piacere farlo."- rispose pacatamente Fersen. Detto questo prese la mano di Isabelle e la condusse al centro della sala per iniziare a danzare -"Mademoiselle Isabelle, sono felice che avete accettato e mi dispiace di non esservi simpatico. Dopotutto sono amico dei vostri genitori da tantissimi anni e vi dirò sinceramente che sono felice che vostra madre si sia resa conto dei sentimenti che nutriva per Andrè, sono fatti l'uno per l'altra...la luce e l'ombra. Mi ero accorto quasi da subito che vostro padre era innamorato di Oscar e speravo che un giorno anche lei si rendesse conto dei suoi sentimenti che in fondo nutriva per lui, cosa che successe una sera durante un'aggressione che subirono...per fortuna sono riuscito a salvare entrambi. Non me lo sarei mai perdonato se fosse successo loro qualcosa di irreparabile ed io non fossi riuscito a fare niente."- -" So tutto Conte di Fersen."- lo interruppe Isabelle -"Venite Isabelle allontaniamoci dalla sala, avremo modo di parlare in maniera più tranquilla."- si diressero verso una saletta attigua alla sala da ballo e ripresero il discorso -"Mia madre ed io abbiamo parlato una sera e mi raccontò cosa successe a Saint Antoine e anche di come vi siete comportato al ballo con lei...è questo che non mi va giù. È il comportamento che avete avuto nei suoi confronti quella sera al ballo a farmi avere tanto astio nei vostri riguardi, mia madre era ed È una splendida donna e voi con le vostre parole l'avete ferita. Era proprio il caso di appellarla con la parola AMICO? Sapevate che era una donna."- -"Vedete mia cara, sapere che vostra madre nutriva dei sentimenti per me, fu totalmente inaspettato. Non mi ero minimamente reso conto probabilmente perché nel mio cuore c'era già qualcuno, a cui però non potevo esternare i miei sentimenti tutte le volte che volevo. -" -"Sì, so anche questo Conte di Fersen. Ma spiegatemi perché siete tornato da mia madre un mese dopo il ballo, eh? Era proprio necessario farle rivivere quel momento per lei devastante?"- -"Volevo solo dirle, che mi dispiaceva per quello che era successo al ballo, anche se frequentavamo entrambi la Reggia giornalmente non ci eravamo mai incrociati, così decisi di farle visita ma le cose presero un'altra piega. Non credevo che dopo un mese sarebbe stato così traumatico per lei, ma lo fu anche per me rinunciare così alla nostra amicizia a cui tenevo tanto...come tenevo anche all'amicizia di André, mi trovavo bene con loro."- -"L'avete devastata, siete stato indelicato con lei in varie occasioni. Il vostro modo di interloquire con lei pecca di tatto, lasciatemelo dire Conte...lo avete fatto in più di un'occasione purtroppo per voi."- ora Isabelle era fuori di sé -"A cosa vi riferite...non capisco."- chiese Fersen -"Mi riferisco a quella volta che le diceste A VOLTE MI CHIEDO PERCHÉ DIO VI ABBIA FATTA NASCERE DONNA vi ricorda qualcosa Conte di Fersen?"- Fersen a risentire quelle parole non riuscì più a guardare Isabelle. Probabilmente aveva ragione, non era stato tanto galantuomo con Oscar. Sapeva che anche se indossava l'uniforme e comandava le Guardie Reali sotto quella divisa c'era una donna e anche se la sua educazione era stata maschile era pur sempre una donna e non ci si comporta in quella maniera. -"Non è mai stata mia intenzione offenderla in alcun modo, non è facile trovare persone così affabili e trovarti a tuo agio da subito, potevo parlare con lei di tutto e non mi ero mai sentito in imbarazzo. Con le dame non riesci a parlare di tutto, invece con Oscar veniva tutto naturale. Per questo probabilmente le dissi quelle cose."- -"Va bene Conte di Fersen, vi credo."- disse Isabelle -"Ma vi prego da questo momento in poi di fare attenzione a quello che dite. Anche se so che a mia madre non è mai importato veramente niente di voi...o meglio, pensava di essere innamorata di voi, ma era dell'idea dell'amore e della devozione che avevate per la Regina che mia madre si era infatuata."- -"Dunque mi avete perdonato Mademoiselle Isabelle o devo chiamarvi Capitano Grandier?"- disse sorridendo Fersen -"Sono abbigliata da dama quindi Mademoiselle va benissimo, in caserma sarò il Capitano Grandier. -" sorrise Isabelle E dopo questo chiarimento uscirono dalla saletta per tornare nella grande sala da ballo. Nel frattempo nella sala da ballo Mathieu e André si accorsero che non c'era traccia di Fersen ed Isabelle. André chiamò Oscar -"Che succede André perché quella faccia?-" -"Fersen ed Isabelle sono spariti. Io e Mathieu li abbiamo cercati senza risultato."- disse André con un velo di preoccupazione che tradiva la sua voce -"Stai calmo amore mio, non saranno andati lontani e poi cosa vuoi che succeda, conosci Isabelle si sa difendere da sola...soprattutto da Fersen. Ho visto che parlavano mentre danzavano, si saranno allontanati per parlare in santa pace senza dover urlare per via della musica."- -"Sì, hai ragione...scusami. Ma quando si tratta di Isabelle perdo la lucidità, penso sempre che possa succederle qualcosa."- -"Sei un padre e un marito meraviglioso amore mio."- gli disse Oscar guardandolo con occhi innamorati -"Isabelle, guardate..."- disse Fersen indicando Oscar e André mentre si avvicinavano a loro -"Cosa dovrei guardare Conte..."- chiese Isabelle -"I vostri genitori...guardate i loro sguardi, guardate quello di vostra madre, sono sicuro che non mi ha mai rivolto uno sguardo così...ha una luce negli occhi che le illumina il viso, anche quello di André è lo stesso. Sapete, è quello che ho sempre visto tra loro anche se vostra madre non ne era consapevole all'inizio, non potrei immaginarli separati neanche se volessi."- spiegò Fersen con ammirazione -"Da che ho memoria è sempre stato quello lo sguardo tra loro."- precisò Isabelle Fersen annuì -"Conte di Fersen, Isabelle...dov'eravate finiti, non vi abbiamo più visti in sala."- chiese Mathieu -"Perdonatemi Capitano LaBorde è colpa mia, ma è stato necessario allontanarci un attimo per cercare di parlare senza problemi."- giustificò Fersen -"Isabelle, tutto bene piccola mia?"- si affrettò a chiedere André -"Sì padre, tutto bene tranquillizzatevi. Abbiamo chiarito per certi versi, quindi discussione chiusa...vero Conte?"- rispose Isabelle accennando un sorriso rivolto ai suoi genitori -"Bene, sono contenta che tutto si sia risolto...e ora pensiamo alla festa. Mathieu, Isabelle andate a danzare e divertitevi."- -"Sì madre. Grazie."- rispose tirando per un braccio Mathieu verso il centro della sala divertita. -"Siamo contenti, che finalmente nostra figlia, abbia capito che non doveva prendersela così tanto per degli avvenimenti successi tanto tempo fa, purtroppo quando si tratta di Oscar perde il lume della ragione. Adora sua madre e sapere che ha sofferto tanto la fa star male, lo stesso atteggiamento lo ha avuto con suo nonno, ma poi Oscar le ha spiegato un po' di cose e così ha perdonato anche lui."- spiegò André Fersen era sbigottito al sentire quello che André gli aveva appena detto. -"Sì Fersen, non prendetevela tanto per ciò che Isabelle vi possa aver detto, purtroppo nostra figlia è impulsiva e quando qualcosa non le va giù non si fa problemi ad esternarlo."- disse Oscar -"Non dovete spiegarmi niente André, Oscar, ammiro Isabelle per la sua schiettezza...vi adora entrambi, è fortunata ad avere voi due come genitori. Ora con il vostro permesso vi lascio."- con un inchino e un saluto militare si allontanò -"Andrè..."- -"Sì Oscar, dimmi..."- -"Fersen l'ho visto triste."- -"Te ne meravigli Oscar? È solo. Ha visto noi due felici che abbiamo anche creato una famiglia e lui invece non ha più la donna che ha amato per tutta la vita e che non ha mai potuto amare liberamente alla luce del sole come io invece faccio con te."- -"Sì, hai ragione Andrè e me ne dispiace. Anch'io avrei voluto che le cose fossero andate in maniera diversa per i Sovrani e per la stessa Francia." -"Ma non pensiamoci più, vuoi? Fammi un sorriso amore mio ti prego."- Oscar senza pensarci lo guardò e gli regalò il suo più bel sorriso. -"Sarebbe sconveniente se ti baciassi?"- la canzonò André -"Rigore Maggiore Grandier. Siamo in uniforme."- gli sorrise di rimando Oscar -"TI AMO COMANDANTE GRANDIER. Non mi sfuggirai stanotte."- disse André facendogli scherzando il saluto militare -"TI AMO ANCH'IO MAGGIORE."-

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Capitolo 29
*** cap.29 Un nuovo incarico ***


PER SEMPRE capitolo 29 UN NUOVO INCARICO CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Inverno 1808 Isabelle trascorreva adesso la maggior parte delle sue giornate in caserma, non si tirava indietro di fronte ai massacranti turni di guardia ne alle innumerevoli ronde e perlustrazioni delle strade parigine, ne ai compiti in Caserma. A queste incombenze si accompagnavano i duri addestramenti a cui Isabelle si sottoponeva quotidianamente, non solo si destreggiava abilmente con la spada, era l'unica che riusciva a mettere seriamente in difficoltà Oscar, come soldato doveva anche sapersi difendere in caso di aggressioni senza armi. Andrè aveva provveduto ad allenarla in duri ed estenuanti esercizi corpo a corpo e quasi ogni volta era riuscita a battere il padre. Isabelle non si dava per vinta, non era da lei, era riuscita anche ad imporsi facilmente su Alain e Mathieu, considerati da tempo i migliori elementi in quella disciplina di tutta la caserma, infatti Isabelle aveva dimostrato il suo valore, riuscendo a sedare risse affrontando avversari anche molto più forti di lei uscendone praticamente incolume o con solo qualche graffio. Il Conte di Nevers, da assiduo frequentatore della Caserma della Guardia aveva più volte assistito agli addestramenti di Isabelle e come nel corpo a corpo riusciva ad avere la meglio su Mathieu. -"Ditemi Generale Jarjayes è merito vostro se il Capitano Grandier è giunta a questi livelli di preparazione?"- chiese Nevers -"No, sono stati Oscar ed André ad addestrarla, avete già avuto dimostrazione dell'abilità di mia nipote nel duello"- -"Jarjayes, Isabelle è un ottimo soldato, anche se non ha ricevuto un educazione prettamente maschile come vostra figlia Oscar, è in grado di comandare un manipolo di uomini."- -"Cosa intendete dire Nevers?"- domandò Jarjayes -"Vedete amico mio, ho intenzione di congedarmi ed è mia intenzione promuovere vostra figlia Oscar al grado di Generale dandole l'opportunità di ottenere il mio posto come Capo della Gendarmeria, vostro genero prenderà il grado di Colonnello, le redini della Caserma saranno affidate a Girodelle che prenderà il posto di Oscar con il grado di Comandante e vostra nipote Isabelle sarà promossa Maggiore."- Il Generale non credeva alle sue orecchie, Oscar promossa Generale, era orgoglioso di Andrè e di sua nipote che in pochi anni stava scalando le gerarchie militari, in un futuro sarebbe toccato proprio ad Isabelle il ruolo di Comandante della Caserma della Guardia. -"Nevers sono grato della fiducia che riponete in mia figlia e nella mia famiglia"- ringraziò il Generale -"Siamo stati fin da giovani compagni d'armi, Antoine"- -"Augustin, più di una volta vi ho dato del pazzo quando mi comunicaste le vostre intenzioni di allevare la vostra ultima figlia come un maschio...e di farne il vostro erede."- -"Antoine, quando intendete comunicare le vostre decisioni ai diretti interessati?"- -"Non saprei, ma prima vorrei sottoporre vostra nipote ad una prova"- -"Cosa? Che avete in mente Nevers?"- disse sbalordito il Generale -"Augustin, il Capitano Grandier si troverà a doversi confrontare con suo padre in un confronto corpo a corpo...credete che vostra nipote non sia in grado di superare la prova? Non credo si tirerà indietro se glielo propongo, anche solo per farmi vedere che è capacissima di farlo"- disse Nevers, abbozzando un sorriso mellifluo -"Isabelle, vi dimostrerà che è all'altezza del suo nuovo incarico"- rispose sibillino il Generale -"Non ne dubito infatti, ha la stessa determinazione di vostra figlia. Adesso vi lascio Augustin il dovere mi chiama comunicate voi al Comandante che tra due giorni è prevista la sfida"- detto ciò Nevers, chiamo il suo attendente e si diresse all' uscita. Il Generale Jarjayes, non perse tempo, si recò nell'ufficio della figlia e portò le nuove di Nevers. -"Oscar...Oscar"- disse quasi ansimando -"Il Conte Nevers è appena andato via...ha assistito agli addestramenti di Isabelle, l'ha vista sfidare Mathieu nel corpo a corpo.....vorrebbe darle una promozione, ma pretende..." e si arrestò -"Padre, vi vedo agitato...cosa vi ha reso così preoccupato?"- rispose Oscar -"Ecco vedi, Nevers si è messo in testa di promuovere Isabelle Maggiore, ma vuole che..." il Generale si fermò di nuovo -"Padre cosa mai vi ha detto Nevers da rendervi così nervoso"- -"Vuole una prova di corpo a corpo tra Isabelle ed Andrè"- -"COSA? Non se ne parla assolutamente."- esclamò Oscar -"Quell'uomo approfitta della sua posizione."- André nel frattempo era entrato in ufficio -"Oscar, Generale cosa succede? Perché quelle faccie stranite"- -"André, Nevers chiede l'impossibile...chiede una sfida tra te ed Isabelle..." -"Un duello?"- domandò André -"Se è solo questo la vostra preoccupazione è infondata, sapete benissimo che Isabelle è in grado di battermi sia con la spada che con le armi."- -"Non è questo André...Nevers l'ha vista in uno scontro corpo a corpo con Mathieu e ne pretende uno a breve con te per passarla di grado."- -"Oscar, conosci le capacità di Isabelle, eri presente agli allenamenti."- -"Si André...ma non mi sento sicura. Nevers fa sul serio."- -"Oscar, non devi agitarti. Sai benissimo che nostra figlia non si tirerà mai indietro...quando dovrebbe svolgersi questa prova?"- -"Tra due giorni." rispose il Generale. -"Dov'è adesso Isabelle?"- chiese André -"Di ronda, sta guidando un gruppo di soldati chiamati per ripulire i bordelli del Lungosenna...non rientrerà prima di notte."- disse Oscar -"Va bene, penserò io a dirle ogni cosa, l'aspetterò prima d'iniziare il mio turno di guardia. Oscar non mi dire che Isabelle è da sola al comando dei soldati?"- -"No André, Girodelle ha portato con sé Mathieu per sedare i tumulti che si stanno svolgendo al Louvre...Alain è con lei."- Isabelle rientrò con i suoi uomini al calar della sera era troppo tardi per poter tornare a Palazzo, quindi decise che avrebbe trascorso la notte in caserma. Con passo deciso si diresse verso gli alloggi della madre, era stanchissima, chiese un bagno e quello che era rimasto per cena dalle cucine. Entrata nella stanza, tolse la spada dal fianco, si liberò degli stivali e lentamente iniziò a sbottonarsi gli alamari della divisa, quando udì un sommesso bussare alla porta. -"Avanti..."- rispose Isabelle distrattamente, immaginando che fosse la giovane addetta alle cucine. -"Sistemate l'occorrente dietro al paravento, per la cena vi chiamerò io."- Voltandosi vide che in realtà era suo padre -"Padre, è tardissimo credevo foste di guardia?"- -"Ho lasciato temporaneamente Gerard al mio posto...ecco, se sono qui è perché dovrei parlarti, Isabelle"- -"Vi vedo turbato è forse avvenuto qualcosa? Che succede?"- chiese Isabelle preoccupata -"Dov'è mia madre?"- -"Tra poco sarà qui...aveva da risolvere un problema."- André si mise seduto nella poltrona accanto allo scrittoio, era intento ad osservare la sua Isabelle, molte volte lui ed Oscar si erano pentiti di aver fatto di lei un soldato, anche se Isabelle non era mai venuta meno alla promessa fatta loro. -Padre...per favore...ditemi cosa sta succedendo?"- -"Ecco vedi Isabelle, Nevers ha assistito ai tuoi addestramenti e ti ha visto batterti con Mathieu nel corpo a corpo...chiede una sfida."- -"Una sfida?"- domandò Isabelle -"Non gli è bastata la lezione che gli ho dato la scorsa volta"- -"A quanto so Nevers intende promuoverti e vuol vedere se sei veramente in grado di poter affrontare altri avversari senza armi."- -"Padre, sapete benissimo che me la cavo a dovere, siete stato voi il mio maestro, siete l'unico che conoscete le mie capacità fino in fondo...e ditemi chi dovrei affrontare?"- -"È qui il punto...sarei io il tuo avversario."- -"Quindi dovrei confrontarmi con voi Maggiore Grandier? Sappiate che anche se siete mio padre so come darvi una lezione."- replicò Isabelle ridendo. Nel frattempo Oscar avevo fatto il suo ingresso -"Buonasera madre"- disse Isabelle -"Mio padre mi ha appena comunicato di ciò che chiede Nevers...sono pronta!"- -"Bambina mia, sono dell'avviso che tutto ciò sia una follia."- -"Madre, non siate così apprensiva, se Nevers vuole vedermi battere un soldato come mio padre gli dimostrerò ancora una volta che il Capitano Isabelle Grandier è degna di indossare l'uniforme che porta."- Oscar ed André si scambiarono uno sguardo, erano preoccupati ma conoscevano la loro Isabelle, sapevano che ce l'avrebbe fatta. Il Conte di Nevers, nel giorno stabilito si presentò di prima mattina in caserma, la sala d'armi era stata preparata per la prova che si sarebbe dovuta tenere all'aperto, ma il rigore dell'inverno avrebbe impedito che si svolgesse al meglio. Oscar era nervosa, camminava avanti e indietro per l'alloggio. -"Madre calmatevi, non siate in ansia. L'avversario da battere è mio padre, mi ha insegnato lui ogni cosa, non temete."- -"Lo so, ma sono tua madre."- rispose Oscar. -"Vi ripeto di stare tranquilla. Adesso devo prepararmi."- Isabelle, indossò una tenuta smanicata che le avrebbe reso facile i movimenti. -"Sono pronta madre, possiamo andare."- Isabelle, fece il suo ingresso in sala d'armi al fianco di Oscar, il Generale Jarjayes rivolse un' occhiata rassicurante alla nipote sebbene fosse in subbuglio. André aveva tolto la giacca dell'uniforme ed attendeva un cenno di Nevers per iniziare. Isabelle prese posto ed al gesto di Nevers la sfida ebbe inizio, Oscar era posizionata accanto al Generale e per la tensione tirava i lembi della manica dell'uniforme del padre quasi da strapparla, tanto era in tensione. Isabelle, non dava spazio ad André di poter avanzare, parava in continuazione i colpi, ebbe solo una minima esitazione che la fece arretrare, Andrè sapeva come incitarla, quando scorse la difficoltà della figlia, le sussurrò -"Isabelle conosco quello sguardo...continua cosi."- Isabelle, riprese la sfida ed in men che non si dica, André si ritrovò spalle al muro. L'incontro si poteva considerare concluso ma sarebbe definitivamente terminato nell'istante in cui Nevers avrebbe alzato il braccio. Oscar trepidava, era entusiasta, sua figlia aveva dato nuovamente dimostrazione del suo valore. Nevers fece il cenno convenuto e tutto finì. Isabelle, cadde in ginocchio sfinita ma felice, adesso quel viscido di Nevers, non avrebbe potuto trovare altre scuse per ostacolare l'ascesa in Caserma di Isabelle. -"Isabelle, sei stata un osso duro"- disse André porgendo un telo alla figlia per tergersi la fronte dal sudore. -"Padre, è tutto merito vostro, di mia madre, ma anche di mio nonno se ho raggiunto questa preparazione militare."- -"Mi sa che avremo due Maggiori Grandier."- disse Oscar sorridendo. -"Isabelle, il capitano Laborde è orgoglioso della sua fidanzata."- concluse Mathieu sorridendo. -"Adesso Isabelle va a riposare!" disse amorevolmente Oscar -"Hai avuto una giornata pesante."- -"Sì, madre, farò come dite. Padre..." -"Dimmi piccola mia."- -"Vi ringrazio per avermi addestrata, non potevo avere insegnante migliore. Mi avete dato filo da torcere e vi ringrazio per non avermi risparmiato nessun colpo e per non avermi favorito."- -"Non lo farei mai, altrimenti non riusciresti a fare un combattimento che non sia uno di noi se ti avessi fatto vincere."- La giornata per Isabelle era giunta alla fine e come consigliato da Oscar, felice per l'esito della prova che decretò il suo grado di preparazione, lasciò la Caserma per tornare a casa e godersi il suo meritato riposo.

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Capitolo 30
*** cap.30 Nuove promesse nuove promozioni ***


PER SEMPRE capitolo 30 NUOVE PROMESSE E NUOVE PROMOZIONI PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY Inverno 1808 Era trascorsa una settimana dall'ennesima sfida che Isabelle dovette affrontare per ordine di Nevers e quella dolce fanciulla dai capelli biondo rame e gli occhi color smeraldo si ricordava che tra poco più di una decina di giorni sarebbe stato l'anniversario di matrimonio dei suoi adorati genitori. Isabelle aveva in mente qualcosa ma non sapeva se parlarne direttamente con loro o coinvolgere per prima la nonna...Madame Marguerite...riflettè un po' poi decise di andare da lei. La trovò intenta a ricamare seduta sulla sua poltrona preferita nel salottino accanto alla sala, quindi le si avvicinò. -"Nonna, vi disturbo? Avrei bisogno di voi per una cosa per me importante."- -"No cara, che non mi disturbi. Dimmi...come posso aiutarti."- -"Vedete nonna, tra qualche giorno è l'anniversario di matrimonio dei miei genitori e vorrei che avessero una bella festa, quella che non hanno mai avuto, anche se so per certo che a loro non importa vorrei che potessero festeggiare insieme a tutta la famiglia. Si sono sposati in una piccola chiesetta subito dopo aver capito che aspettavano me. Da quello che mi raccontò mio padre tempo fa, mia madre indossò, anche se di malavoglia, un abito semplice perché sarebbe stato sconveniente sposarsi in abiti maschili ma sapete anche che a lui non è mai importato niente di quello che lei indossa...la ama per quello che è, e non per come si veste. Potreste aiutarmi a convincerli a rinnovare le promesse di matrimonio? "- chiese Isabelle con voce supplicante -"Ma certo bambina mia, ti aiuterò non preoccuparti. Non sarà facile convincere Oscar ma ci riuscirò stanne ben certa."- promise Madame Marguerite abbracciando la nipote. Madame Marguerite si mise subito a lavoro. Intanto fece chiamare André che quel giorno era di riposo mentre Oscar era in caserma, quale momento migliore per poter parlare con lui senza che Oscar capisse qualcosa o facesse morire la cosa sul nascere. André si presentò da Madame Marguerite -"Mi è stato detto che volevate parlarmi Madame...eccomi, che succede? In cosa posso esservi d'aiuto, ditemi."- chiese Andrè -"Tranquillo mio caro André, non succede nulla, ora ti spiego...vieni a sederti quì vicino a me."- -"Ascolta, un bell'uccellino mi ha detto che tra qualche giorno sarà l'anniversario di matrimonio tra te e Oscar."- -"E scommetto, che il bell'uccellino che vi ha detto questo porta il nome di Isabelle, giusto?"- disse André con tono canzonatorio Madame Marguerite sorrise annuendo. -"Mi chiedevo André, lo so mio caro che a voi non importa di come vi siete sposati e se non avete avuto una bella festa, ma noi non eravamo presenti e mi piacerebbe, anche se con molti anni di ritardo, veder sposare anche l'ultima mia figlia. Dici che sia possibile che Oscar esaudisca questo mio desiderio?"- -"Non saprei Madame. Lo sa come la pensa Oscar su certe cose, vuole che le parli io per primo?"- -"So che tu troverai il modo giusto per farlo e sei l'unico a cui Oscar da ascolto. Ho fiducia in te figlio mio."- -"Farò del mio meglio, spero di riuscire."- e facendole un inchino si congedò da lei Prima del tramonto Oscar rientrò dalla caserma, dopo aver salutato la madre che era ancora nel salottino accanto alla sala intenta nel suo ricamo, mentre si avviava in camera sua per svestire l'uniforme e prepararsi per la cena, incontrò Isabelle che salutò con un bacio sulla fronte e chiese se avesse visto André -"No madre, è più di un'ora che non lo vedo. L'ultima volta era nelle scuderie...volete che lo cerchi e lo mandi su in camera vostra?"- disse Isabelle -"Sì bambina mia, grazie. Ma senza fretta mi riposerò un attimo prima di cena."- le rispose -"Va bene madre. A più tardi."- Oscar entrò in camera e con sua sorpresa trovò la stanza illuminata da tantissime candele a fare da cornice ad un'atmosfera calda ed accogliente. La vasca da bagno pronta e accanto il SUO ANDRÉ ad attenderla con un sorriso splendente tutto per lei. -"Che succede André, come mai tutto questo? Cosa festeggiamo?"- chiese Oscar un po' perplessa -"Niente per ora amore mio. Sarai stanca e ho voluto preparare tutto per il tuo ritorno così ti rilassi un pochino mio bellissimo Comandante."- precisò André sorridendo -"Mmmh! Sei gentile, ma non mi convinci André."- disse sospettosa André sorridendo disse -"Dai rilassati e goditi il momento, ho da chiederti qualcosa ma stai tranquilla, non metterti sulla difensiva, parleremo dopo.-" -"Va bene, Maggiore Grandier. Comunque grazie, ne avevo davvero bisogno stasera...resti quì con me?"- -"No amore mio, vado giù un attimo ho da finire una cosa...torno tra qualche minuto."- detto questo uscì dalla camera. Oscar nel frattempo immersa nel suo bagno caldo e profumato con le sue essenze di rose pensava a cosa aveva da dirgli André per aver organizzato tutto per il suo ritorno. Qualche minuto dopo André fece nuovamente il suo ingresso in camera e con sua sorpresa trovò Oscar con la testa reclinata su un braccio tranquillamente addormentata. -"Eri proprio stanca amore mio."- si abbassò e le diede un bacio a fior di labbra. A quel leggero tocco Oscar si svegliò. -"Ciao mio biondissimo e bellissimo Comandante."- gli sorrise André -"Devo essermi appisolata."- -"Sì, lo hai fatto. Vuoi che ceniamo in camera io e te da soli?"- propose -"Non mi dispiace l'idea, è tantissimo tempo che non ce ne stiamo da soli io e te."- disse Oscar -"Bene. Vado a prendere la cena allora...tu non muoverti.-" gli disse sorridendo -"Dove vuoi che vada...e poi non ci penso proprio a muovermi per adesso, sto troppo bene."- gli sorrise di rimando. André le diede un bacio sul capo e torno in cucina per poi fare ritorno con la loro cena. Al ritorno di André, Oscar era già con addosso la sua camicia da notte, sdraiata sul letto. André sistemo tutto sul tavolo del salottino e iniziarono così a consumare la cena. -"Allora di cosa volevi parlarmi André? Che succede?"- chiese impaziente -"Ti ricordi che tra poco sarà il nostro anniversario di matrimonio." -"Certo amore mio, come potrei dimenticare uno dei giorni più belli e più attesi della mia vita, perché me lo chiedi?"- -"Vedi, stavo pensando che sarebbe bello rinnovare le nostre promesse di matrimonio davanti a tutti quelli che ci vogliono bene e soprattutto visto che non erano presenti i tuoi genitori penso gli farebbe piacere vedere sposare, anche se solo come rinnovo delle promesse, la loro ultima figlia. Che ne pensi?"- -"Dici sul serio? Lo sai che se acconsentissi metterebbero su un matrimonio pomposo che io non sopporto."- -"Sì, lo so. Ma tanto la nostra semplice cerimonia l'abbiamo avuta, sarebbe solo una festa con il rinnovo delle promesse, faresti felice soprattutto tua madre."- -"E a mio padre non pensi? Il suo erede non può non avere una festa in grande stile. No André mi dispiace.-" -"Va bene Oscar come vuoi."- rispose desolato -"Ecco, lo sapevo."- disse Oscar -"Cosa c'è?"- disse André con un tono preoccupato -"Tutte le volte che mi dai ragione io ci casco."- -"Cioè?"- -"Finisci con il darmi ragione e poi mi fai sentire in colpa e cedo."- -"Non voglio obbligarti, era solo un'idea per far felice Madame e anche Isabelle...tutto quì."- -"Va bene André, se ci tieni facciamolo ma non voglio una festa con centinaia d'invitati."- -"TI HO MAI DETTO CHE TI AMO TANTO COMANDANTE GRANDIER?"- -"MMMMHHHH! FAMMI PENSARE MAGGIORE GRANDIER...NON OGGI."- -"ALLORA RIMEDIO SUBITO...TI AMO TANTO OSCAR, NON IMMAGINI QUANTO."- -"OH ANDRÉ, ANCH'IO TI AMO TANTO...DA MORIRE."- A suggellare quelle parole un bacio appassionato, preludio di una notte d'amore. La mattina dopo, Oscar e Andrè mentre erano tutti seduti al tavolo per la colazione diedero l'annuncio. Parlò André tenendo Oscar per mano -"Io ed Oscar abbiamo una cosa da dirvi. Tra poco sarà il nostro anniversario di matrimonio e avremmo deciso di rinnovare le promesse."- Tra il pianto generale delle donne di casa in testa Nanny che come suo solito piangeva a dirotto togliendosi gli occhialini tondi asciugandosi gli occhi con il suo fazzoletto candido come la neve esclamando -"I miei bambini. Come sono felice."- seguita dalla commozione di Madame Marguerite, Lady Martha e Isabelle che saltava in braccio a loro ricoprendoli di baci. -"Ad un patto...niente festa in pompa magna, sarà tutto sobrio e con pochi inviati...avete capito bene tutti? Anche voi padre. Non fatevi prendere la mano perché sono il vostro erede, intesi?"- -"Sì Oscar, come vuoi. Vogliamo solo festeggiare il vostro matrimonio visto che a quello celebrato tanti anni fa non eravamo presenti."- disse il Generale La macchina organizzativa si mise subito in movimento. C'erano da fare un bel po' di cose e il tempo era poco. Primo fra tutti convincere Oscar ad indossare un abito da sposa. Questo compito ingrato lo presero Madame Marguerite e Isabelle. Poi allestire la cappella di famiglia, organizzare il ricevimento e poi stilare la lista degli invitati visto che Oscar era stata categorica a non volere una cerimonia fastosa. La sera dopo il rientro dalla caserma, Madame Marguerite chiese ad Oscar di poterle parlare dopo cena nel suo salottino, mentre gli uomini sarebbero rimasti a bere un bicchiere di buon vino. Oscar come chiesto dalla madre si recò da lei con già un'idea di cosa avesse voluto parlarle. Bussò e dopo aver avuto il permesso entrò -"Madre eccomi, di cosa volete parlarmi?"- -"Vieni figlia mia, siediti accanto a me. Avevo bisogno di chiederti come vorresti abbigliarti per la cerimonia."- chiese con il suo amabile sorriso che Oscar adorava -"Vedete madre...sapete che io non sono avvezza ad indossare abiti femminili, ma in alcune occassoni l'ho fatto per far piacere ad André e ad Isabelle. So già che voi vorreste che indossassi un abito da sposa, visto che non avete potuto organizzare il mio matrimonio come avete fatto con le mie sorelle. Quando io ed André ci siamo sposati lo abbiamo fatto in maniera semplice. Indossai un semplice abito, non da sposa, ma a noi non importava era la nostra unione a farci felici, non l'abbigliamento, poi perché era sconveniente agli occhi del prete sposare due persone vestiti in abiti maschili. So che vi farei cosa gradita se anch'io indossassi un abito da sposa, per questo ho riflettuto e ho deciso che faremo una sorpresa a tutti quindi non fatene parola con alcuno, voglio che siate la sola saperlo...ufficialmente vestirò l'Alta Uniforme."- -"Mi chiedi un sacrificio enorme, dovremmo fare tutto di nascosto, anche da Isabelle?-" -"Sì! Voglio che sia una sorpresa per tutti, soprattutto per Isabelle."- -"Va bene Oscar, mi fai felice lo sai?"- e l'abbraccio. Isabelle era curiosa, voleva sapere cosa aveva detto Oscar alla madre a proposito del vestito, ma ebbe un'amara risposta da Madame Marguerite che fu costretta a mentire alla nipote e dirle che Oscar era stata categorica, non avrebbe indossato un abito da sposa per la cerimonia. Isabelle delusa volle giocarsi un'ultima carta, andare da André e chiedergli di convincerla. -"Padre, ho bisogno di voi."- gli disse correndogli incontro -"Dimmi bambina mia, che succede..."- -"Mia madre vuole indossare l'Alta Uniforme per la cerimonia potreste convincerla voi? Ve ne prego."- -"Isabelle, lo sai che se tua madre ha deciso così non credo cambi idea a riguardo...fattene una ragione."- -"Ma padre, io..."- provò a replicare -"Bambina mia, a me non importa cosa indossi tua madre. Io la amo per quella che è, e non per i vestiti che porta....lo sai questo."- -"Ve ne prego fate un tentativo. Se non ci riuscite giuro non dirò più nulla e rispetterò la sua decisione."- supplicò Isabelle -"D'accordo ci provo, ma non restarci male se non cambierà idea...va bene?"- disse rassegnato André -"Grazie, grazie, grazie."- disse Isabelle saltando al collo di André coprendolo di baci. La sera mentre erano in camera, André abbracciò Oscar da dietro, mentre come tutte le sere, era intenta a spazzolarsi i capelli prima di mettersi a letto. -"Amore mio"- disse Oscar guardando il riflesso di André nello specchio e godendosi i baci che nel frattempo gli lasciava sul collo. -"Devo chiederti una cosa"- disse André -"Dimmi... "- -"Niente di grave, è solo che...Isabelle mi ha chiesto del tuo vestito per la cerimonia. Vorrebbe che ti convincessi ad indossare un abito da sposa invece che l'Alta Uniforme. A me non importa cosa indosserai questo lo sai, è solo che vorrei facessi felice nostra figlia."- Oscar si alzò dalla toiletta mettendosi di fronte ad André, dopo avergli posato un bacio a fior di labbra gli disse -"Andrè, lo sai che non mi sento a mio agio in abiti femminili, sono solo il rinnovo delle promesse, non vedo il motivo perchè debba indossare un abito da sposa."- -"Va bene Oscar, le avevo già detto di non farsi troppe illusioni. Mi ha promesso che non avrebbe più insistito se non avessi accettato di cambiare idea. Le dirò domattina della tua decisione...ne rimarrà delusa, ma capirà."- -"Lo so amore mio e me ne dispiace. Perdonatemi, ma non me la sento d'indossare un abito da sposa."- -"Non pensarci, te l'ho già detto a me non importa cosa indosserai. Ti amo per quella che sei."- Oscar a quelle parole si perse negli occhi color smeraldo di André. -"TI AMO ANDRÉ"- Lui vide nell'azzurro profondo degli occhi di Oscar la fiamma del desiderio, vi si perse. La baciò all'inizio delicatamente poi sempre più esigente. Si scostò un po' da lei -"TI AMO ANCH'IO OSCAR DA SEMPRE."- Alcuni giorni prima dell'evento, arrivarono le sorelle di Oscar eccitate e curiose nel rivedere quella sorella che non era veramente cresciuta con loro, quindi felici di rivederla dopo anni e per giunta sposata con André e anche madre. Era arrivata da sola perché ormai vedova e senza figli Emilie Marchesa di Hartcourt, Clothilde sposata con Roland Conte di Nemours e genitori di 2 figli, Gabrielle sposata con il Conte di Fronsac genitori di 5 figli e Agnes sposata con il Marchese di Rohan e genitori di 4 figli. Palazzo Jarjayes si era completamente trasformato con tutte quelle persone. Risate, chiacchiere e confusione erano in ogni angolo, solo la notte dava un po' di pace. I nipoti non tutti erano presenti visto il poco preavviso e l'impossibilità di potersi organizzare ma chi era potuto intervenire era curioso di conoscere quella zia cresciuta diversamente dalle altre sorelle Jarjayes. Mancava poco...Palazzo Jarjayes con l'arrivo del resto della famiglia, era in fermento da quando era stato annunciato che André e Oscar avrebbero rinnovato le promesse, dopo 19 anni dal loro matrimonio e tra gl'impegni in caserma, i preparativi per l'anniversario, era arrivato il giorno tanto atteso. Il sole splendeva a scaldare quel giorno invernale. Tutto era pronto...erano tutti nelle loro camere a prepararsi. Lo scalone era stato addobbato con le rose bianche. La cappella anch'essa era stata addobbata con tutte rose bianche, così aveva voluto André senza far sapere niente ad Oscar com'anche tutto il percorso da Palazzo alla cappella. Gli invitati erano già tutti pronti ad accoglierli, tra loro Rosalie e Bernard, alcuni dei più fidati Soldati della Guardia tra cui Alain che facevano anche da picchetto d'onore per il loro Comandante, il Conte di Nevers e la consorte, Girodelle con la moglie, i 2 figli, la sorella e il Conte di Fersen, visto che anche lui adesso faceva parte dell'organico della caserma, senza dimenticare che per André e Oscar era un amico. André era elegantissimo nella sua Alta Uniforme da Maggiore, Isabelle indossava un bellissimo abito rosa antico con scollatura quadrata e maniche lunghe rifinito con fini ricami a fiori rosa...semplice ma d'effetto. Anche Mathieu indossava la sua Alta Uniforme da Capitano. Si prepararono tutti per uscire da Palazzo e andare nella cappella che era situata in mezzo al parco di Palazzo Jarjayes. Oscar era in camera sua con la madre che l'aiutava a vestirsi. Madame aveva mandato avanti tutti gli altri compresa Isabelle dicendole che avrebbe aiutato lei Oscar a finire di prepararsi. Oscar aveva scelto un abito color champagne, con il corpetto in pizzo con scollatura a cuore, dietro scollato a punta che lasciava scoperta la schiena, le maniche strette a tre quarti. La gonna ampia a finire con uno strascico, in vita una cintura di seta color rosa antico che impreziosiva la parte posteriore a chiudere un fiocco con le code che finivano a metà gonna. I capelli li aveva lasciati sciolti, Madame Marguerite le aveva prestato qualche gioiello con un leggero disappunto di Oscar, ma saputo che erano dei gioielli di famiglia acconsentì ad indossarli. Sul capo faceva bella mostra una tiara d'oro appartenuta ad una sua antenata con al centro un diamante, al polso portava un bracciale semplice e ai lobi delle orecchie degli orecchini a pendente...era pronta. Madame Marguerite guardava Oscar con gli occhi lucidi per la gioia. -"Sei bellissima Oscar. André rimarrà senza fiato quando ti vedrà avanzare verso di lui. Non si aspetta di vederti in abito da sposa, sarà felice anche Isabelle. Ma ora andiamo tuo padre ci aspetta in salone, neanche lui sospetta niente."- -"Sì madre, andiamo. Altrimenti addio sorpresa, immagineranno qualcosa se non andiamo in tempo non ci vuole tanto tempo per indossare l'uniforme."- scherzò sorridendo Il Generale Jarjayes aspettava in fondo allo scalone la moglie e Oscar. Quando le vide scendere rimase a bocca aperta...non si aspettava di vedere la figlia in abito da sposa. La guardò con occhi rapiti da tanta bellezza -"Figlia mia, sei...sei bellissima."- riuscì a dire -"Vi ringrazio padre."- rispose Oscar timidamente -"Marguerite nostra figlia è di una bellezza eterea."- -"Lo so Augustine...è sempre bella, ma oggi è stupenda. Dai andiamo ci attendono." incalzò Madame Arrivati alla cappella di famiglia Madame Marguerite entrò e si accomodandosi accanto ad Isabelle non prima di aver abbracciato commossa André. Fuori c'era il sole che filtrava attraverso i rosoni che adornavano la cappella. Oscar fu visibile a tutti non prima di essere arrivata a metà navata...la luce la nascondeva agli occhi dei presenti...rimasero tutti sbalorditi. André ed Isabelle si guardarono e i loro occhi divennero lucidi dalla commozione. Con grande sorpresa videro che Oscar aveva indossato un abito da sposa e non l'Alta Uniforme che diceva di voler indossare per l'occasione. André era rimasto estasiato alla vista della sua Oscar vestita da sposa e la luce che la inondava faceva di lei una visione celestiale ai suoi occhi. Quando finalmente le fu accanto non riusciva a toglierle gli occhi di dosso era rapito da quella dea che aveva sempre avuto accanto a sé da una vita. -"Amore mio, sei stupenda."- riusci a dirle -"Anche tu non sei male"- scherzò Oscar strappandogli un sorriso Iniziò la cerimonia e fu il momento dello scambio delle promesse. Si misero uno difronte all'altra tenendosi per mano...occhi verdi smeraldo persi negli occhi azzurro del mare ANDRÉ OSCAR, MI SEI ENTRATA NELL' ANIMA APPENA TI HO VISTA. ERO APPENA ARRIVATO A PALAZZO ACCOMPAGNATO DA MIA NONNA DOPO LA PERDITA DEI MIEI GENITORI, CI ASPETTAVA MADAME. IO ERO SPAESATO IN UN POSTO CHE NON ERA CASA MIA. TU SEI ARRIVATA DALLE SCALE CHE PORTANO AL PIANO SUPERIORE. PICCOLA, CON I CAPELLI BIONDI COLOR DEL GRANO E DUE OCCHIONI AZZURRI COME IL MARE, MI CI SONO SUBITO PERSO. TI HO AMATA DA QUELL 'ISTANTE E MI SONO SENTITO A CASA. SEI TU LA MIA CASA OSCAR. NON RICORDO UN MOMENTO DELLA MIA VITA CHE NON TI ABBIA AMATA. IO VIVO DI TE E PER TE. NON SONO MAI RIUSCITO A FARE A MENO DI TE ANCHE QUANDO MI VEDEVI COME UN FRATELLO. MI BASTAVA STARTI ACCANTO, PARLARTI, RESPIRARE IL TUO PROFUMO, INEBRIARMI DI TE, DELLA TUA VISIONE. SEI LA MIA LUCE. TI AMO OSCAR, NON IMMAGINI QUANTO E TI AMERÒ PER SEMPRE ANCHE OLTRE LA VITA. ERO, SONO E SARÒ SEMPRE IL TUO ANDRÉ OSCAR ANDRÉ AMORE MIO, TI AMO PIÙ DI QUANTO IO STESSA AVREI MAI POTUTO IMMAGINARE. CI HO MESSO UN PO' A CAPIRE DI AMARTI VERAMENTE TANTI ANNI FA, MA POI ALL' IMPROVVISO, COME UNA LUCE SENZA RENDERMENE QUASI CONTO TUTTO MI È STATO CHIARO, COME UNA GIORNATA SPLENDENTE DI SOLE IL MIO AMORE PER TE È ESPLOSO NEL MIO CUORE E QUELLO CHE CREDEVO, FOSSE AMORE FRATERNO CHE PROVAVO PER TE ERA INVECE L'AMORE VERO, QUELLO CHE MI FA VOLARE, CHE MI FA BATTERE IL CUORE AL SOLO PENSARTI O STARTI ACCANTO, A CERCARE I TUOI OCCHI, IL TUO SORRISO CHE M'ILLUMINA LA GIORNATA ANCHE QUANDO NON È DELLE MIGLIORI. LA TUA VOCE CHE PLACA IL MIO ESSERE IRRUENTA, E CHE MI CULLA. IL TUO AMORE INCONDIZIONATO CHE HAI SEMPRE PROVATO PER ME MI FA SENTIRE SPECIALE, UNICA. VIVERTI GIORNO PER GIORNO È MERAVIGLIOSO. SIAMO NATI PER AMARCI. IO, SONO NATA PER AMARTI. SIAMO DUE ANIME CHE SI SONO INCONTRATE E RICONOSCIUTE. TI AMO ANDRÉ GRANDIER E TI AMERÒ PER SEMPRE E OLTRE. ERO, SONO E SARÒ SEMPRE LA TUA OSCAR I presenti erano tutti commossi a quelle promesse che André e Oscar si erano appena scambiati. Isabelle era felice di vedere i suoi genitori ancora così innamorati. Il Generale e Madame Marguerite erano commossi come anche Nanny che si asciugava gli occhi pieni di lacrime con il suo immancabile fazzoletto bianco che teneva sempre a portata di mano e che continuava a dire tra le lacrime "I miei bambini, come sono felice." André e Oscar erano raggianti di felicità. Isabelle si avvicinò a loro abbracciandoli e baciandoli. -"Madre, padre siete meravigliosi. Voi madre siete magnifica, bellissima."- -"Grazie bambina mia, sei gentile."- dissero insieme Finita la cerimonia all'uscita dalla cappella trovarono i pochi Soldati intervenuti con a capo Alain a fare il picchetto d'onore. André e Oscar ringraziarono e si avviarono verso Palazzo Jarjayes per il ricevimento. La sala era un tripudio di rose bianche. Andrè e Oscar aprirono le danze e mentre volteggiavano felici guardandosi negli occhi Oscar chiese ad André -"Andrè, è opera tua questa? Come hai trovato tutte queste rose in questo periodo dell'anno?"- -"Non è stato facile...li ho fatti arrivare dal sud della Francia, lì le temperature sono più miti che da noi e le rose riescono ancora a fiorire anche se in ambienti coperti. Volevo che ci fossero le rose bianche per questo giorno amore mio, solo per te, tante rose per la mia rosa."- e le disse baciandola. -"Grazie André, ti amo tanto."- -"Ti amo anch'io Oscar."- -"Su piccioncini ora basta, avrete tempo dopo quando sarete da soli"- li interruppe Alain con il suo tono canzonatorio -"Sei sempre il solito Alain. Non cambierai mai."- lo riprese sorridendo André -"E dimmi perché dovrei amico mio..."- rispose Alain dandogli una pacca sulla spalla -"Non farlo, ti vogliamo bene così come sei...vero Oscar?"- -"Sì è vero. L'importante che si comporti bene quando deve."- -"Certo Comandante, altrimenti mi aspetta la cella di rigore oppure qualche altra dura punizione"- rispose ridendo Nel frattempo si avvicinò a loro Fersen -"André, Oscar questa è l'occasione per porgervi le mie felicitazioni per la vostra unione che non è stato possibile fare al tempo del vostro matrimonio. Ho sempre saputo che eravate fatti l'uno per l'altra. Vedevo gli sguardi innamorati di André rivolti a voi Oscar anche se velati, li ho riconosciuti da subito. Ancora auguri amici miei."- -"Vi ringraziamo Fersen...grazie davvero."- risposero André e Oscar Il Generale Jarjayes guardava la figlia rapito e visibilmente commosso. Oscar si avvicinò a lui preoccupata -"Che succede padre, vi sentite male?"- -"No Oscar, stai tranquilla...ti ammiravo e sei stupenda figlia mia. Sono felice che il mio egoismo non ti abbia impedito di vivere come il tuo cuore desiderava accanto all'uomo che hai scelto di far vivere al tuo fianco. Voglio bene ad André come ad un figlio, sapevo che ti avrebbe fatta felice. Siete una bella famiglia."- -"Grazie padre.-" disse Oscar -"Grazie di cuore Signor Generale."- fece coro André commosso dalle parole del suocero nei suoi confronti. Il ricevimento andò avanti fino a pomeriggio inoltrato. Prima di congedarsi il Conte di Nevers nonché Generale della Gendarmeria chiese di poter parlare per fare un annuncio che gli venne accordato. Al centro della sala iniziò il suo discorso -"Voglio intanto fare i miei migliori auguri al Comandante e al Maggiore Grandier per il loro anniversario di matrimonio e ho aspettato questo evento per fare questo annuncio sarà per come dire, il mio regalo. La mia età non mi permette più di mantenere il mio incarico di Generale della Gendarmeria quindi lascio il mio posto al Comandante Grandier promuovendola a grado di Generale, il Maggiore Girodelle è promosso a Comandante, il Maggiore André Grandier avrà il grado di Colonnello e i Capitani Mathieu LaBorde e Isabelle Grandier vengono promossi entrambi a Maggiori."- Oscar e André si guardarono increduli lo stesso fecero Girodelle, Mathieu e Isabelle. Sembrò a tutti un annuncio irreale. Tutti i presenti si congratularono per le promozioni, tra i primi il Generale Jarjayes che finalmente vide così realizzato il suo sogno, vedere Oscar prendere il suo grado. Tra auguri, congratulazioni per le promozioni ricevute, danze e chiacchiere si fece sera ed ora di salutare e ringraziare tutti gl'intervenuti. Era stata una bellissima giornata di festa, circondati dagli affetti più cari. Come regalo il Generale e Madame Marguerite sapendo della loro licenza di cinque settimane organizzarono per loro un viaggio per la Provenza quindi la mattina seguente sarebbero partiti di buon'ora. -"Figli miei..."- disse Madame Marguerite -"Sarà il caso che vi ritirate in camera. Domani avete da affrontare un lungo viaggio."- -"Sì madre. Vi ringraziamo per tutto."- disse Oscar abbracciando Madame André prese Oscar tra le braccia per portarla su in camera sotto gli occhi divertiti di tutta la famiglia. -"Andrè, che fai?"- chiese una sbalordita ma felice Oscar -"Rispetto la tradizione, varcherò la porta di camera nostra con mia moglie in braccio."- -"Ti ricordo Grandier che siamo sposati da anni ormai."- -"Non m'importa, lo faccio ugualmente. Ti amo Oscar."- -"Ti amo anch'io André."-

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Capitolo 31
*** cap.31 Maggiore Grandier ***


capitolo 31 MAGGIORE GRANDIER CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Estate 1810 Calava la notte quando Isabelle seguita dal suo manipolo di soldati, rientrava in caserma dopo aver trascorso un'intera giornata impegnata in perlustrazione per le strade di Parigi. Da quando Oscar aveva lasciato l'incarico di Comandante della Guardia, occupando il più ben ambito compito di generale Capo della Gendarmeria, tra i soldati della Guardia era venuto a crearsi un certo malcontento. Il suo successore il Colonnello Victor Clement Florian de Girodelle, non aveva le giuste e dovute attitudini per imporsi sugli uomini chiedendone il rispetto, era schernito e sbeffeggiato per quel suo altezzoso atteggiamento di damerino imbellettato, sempre annoiato e troppo attento al suo aspetto. Gli incarichi in caserma erano quindi ripartiti tra Isabelle, Mathieu e Alain adesso Tenente, ma il vero perno era Isabelle. La si vedeva avanzare con il suo piglio altero e deciso, nella sua uniforme di Maggiore, e con quello sguardo tagliente pronto a mettere in riga gli uomini più indisciplinati. Mathieu era al suo fianco assecondandola in tutte le decisioni. -"Mathieu, domani dovrò occuparmi della corrispondenza, delle licenze e stabilire i nuovi turni di guardia, Girodelle ha lasciato tutto nelle mie mani."- disse Isabelle -"Tu ed Alain dovrete prendere posto nelle quotidiane ronde"- -"Ai vostri ordini, Maggiore Grandier"- rispose sorridendo Mathieu. -"Sai benissimo che mia madre tiene molto al buon andamento di questa caserma."- -"Sei la degna erede di tua madre"- rispose Alain in tono canzonatorio -"Fin da quando mettesti piede in questa caserma, ho pensato che un giorno avresti in maniera eccelsa comandato i soldati della Guardia, spero che non ve ne abbiate a male, Maggiore Grandier se vi parlo in questo modo, in fondo vi conosco dalla vostra nascita"- -"Tenente Soisson, siete sempre lo stesso non cambierete mai, non vi punirò per il modo di rivolgervi ad un vostro superiore"- continuo Isabelle tentando di restare seria. PALAZZO JARJAYES, JOSSIGNY -"Lady Martha, ditemi Isabelle è rientrata?"- chiese André -"Monsieur Grandier, vostra figlia ha solo fatto una fugace apparizione nei giorni scorsi, aveva necessità di prendere della biancheria...credo che la troviate in caserma"- -"Vi ringrazio Lady Martha"- -"A proposito dimenticavo"- continuo Lady Martha -"Madame vi attende di sopra. Ha chiesto di essere servita in camera."- André si precipitò su per le scale già si pregustava una dolce e romantica serata in compagnia di Oscar. Entrato trovò la moglie assorta nei suoi pensieri e quasi non si accorse della sua presenza. -"Buonasera, mio biondo Generale. Noto che la vostra mente è lontana da qui."- disse André cingendole la vita -"Potrei sapere cosa vi preoccupa?"- Oscar si abbandonò al dolce tepore di quella stretta ed appoggiando la testa sulla spalla di André rispose -"Pensavo a nostra figlia"- -"Ad Isabelle!" esclamò André -"Hai forse qualcosa da dirmi?"- -"Vedi André, è già da qualche tempo che la vita di Isabelle è ridotta alle quattro mura della caserma, adesso le responsabilità gravano su di lei. Girodelle mi ha delusa, sapevo che non sarebbe stato facile per lui adattarsi alla vita dei soldati della Guardia. Forse è stata una follia assecondare Isabelle ad intraprendere la carriera militare"- -"Non hai tutti i torti. Cosa intendi fare Oscar?"- -"Convocherò Girodelle e vedrò di assegnargli la guida di un altro comando, nel frattempo deciderò il da farsi."- -"Non vorrai mica promuovere Isabelle Colonnello?"- -"No André, le mie intenzioni sono altre, parlerò con Mathieu. Penso che sarà lui il prossimo Comandante."- -"E sei dell'avviso che Isabelle accetterà di buon grado le tue decisioni?"- -"Mathieu non tarderà a chiederla in sposa e vorrei che una volta diventata madre si dedicasse alla famiglia."- -"Tu però non me la racconti giusta Oscar. Sai che sono in grado di leggerti dentro."- -"Andrè dimmi la verità, non sono stata una buona madre per Isabelle? Certe volte mi sento ancora in colpa con lei per come mi sono comportata quando era bambina."- -"Oscar, nostra figlia ti adora, sei il suo faro, la sua luce, se fosse veramente come pensi perché avrebbe fatto di te il centro delle sue confidenze? Ti ammira, credi che abbia deciso non a caso di diventare un soldato? In fondo siete uguali, ed io vi amo entrambe."- concluse Andrè mentre avvicinava le sue labbra a quelle di Oscar. CASERMA DELLA GUARDIA, Estate 1810 -"Tenente Soisson, riunite gli uomini li voglio schierati in piazza d'armi tra 5 minuti."- ordinò Isabelle, mentre si allacciava la spada alla cintura. -"Ai vostri ordini Maggiore"- rispose Alain con un'impeccabile saluto militare. -"Il maggiore Laborde?"- chiese -"E' appena smontato dal suo turno di guardia e attende le vostre istruzioni Maggiore Grandier"- -"Bene, voglio anche lui insieme agli altri uomini."- Isabelle, imboccò a passo marziale il corridoio che conduceva alla piazza d'armi dove stavano affluendo alla spicciolata i soldati, pronti per la rassegna mattutina. Isabelle, con l'espressione dura e severa, che ricordava la madre, passò in mezzo a loro assegnando i compiti della giornata. -"Tu come ti chiami?"- chiese Isabelle ad uno dei militari -"Gaspar Husset"- rispose la recluta accennando il saluto militare -"Sei nuovo? Non ti è stato detto dai tuoi commilitoni che esigo puntualità alla rivista? E poi la tua divisa non è ben sistemata."- Il soldato ridacchiava sotto i baffi ed aggiunse sottovoce -"Io non prendo ordini da un soldato in gonnella."- Alain e Mathieu che seguivano a debita distanza Isabelle impallidirono, mentre gli altri soldati si guardarono tra loro. Sapevano che Isabelle non era da meno della madre quando si trattava di soldati indisciplinati.

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Capitolo 32
*** cap.32 Una questione spinosa ***


PER SEMPRE capitolo 32 UNA QUESTIONE SPINOSA CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI Estate 1810 Anche se a bassa voce il commento del soldato non sfuggì ad Isabelle, che a passo marziale si diresse verso di lui piazzandovisi davanti. -"Se hai qualcosa da dire abbi almeno il coraggio di dirmelo guardandomi in faccia, e se ciò non bastasse sono disposta anche a misurarmi con te, così constateranno chi ha la gonnella tra noi due."- Alain e Mathieu non avevano dubbi che Isabelle, prima di prendere provvedimenti disciplinari, avrebbe dato una dimostrazione di quello che era e di come si sarebbe fatta rispettare. -"Maggiore..."- la chiamò Alain andandole incontro -"fagli vedere quello che vali piccola. Si dovrà ricredere il bamboccio"- gli sussurrò in tono confidenziale facendogli l'occhiolino e un sorriso dei suoi. Mathieu la guardò con occhi innamorati, sapeva di cosa era capace la sua Isabelle e le fece sentire il suo appoggio anche se non con un po' di preoccupazione, in ogni caso sarebbero intervenuti sia lui che Alain se la cosa fosse degenerata. Un brusio adesso la faceva da padrone in Piazza d'armi. I Soldati iniziavano a scommettere su chi avesse avuto la meglio sull'altro, non avevano dubbi che il Maggiore Grandier ne sarebbe uscita vittoriosa e il malcapitato oltre alla sonora lezione avrebbe avuto anche un po' di tempo per riflettere in cella di rigore per qualche settimana. -"Allora Soldato Husset, sei pronto o ci hai ripensato?"- disse Isabelle con tono di sfida -"Quando volete Maggiore, non riuscirete a battermi, questo ve lo garantisco."- rispose il soldato con un sorriso sghembo -"Vedremo soldato, vedremo."- Il soldato Husset si lanciò con un affondo che Isabelle parò con facilità. Gli addestramenti con Oscar e André, qualche mossa astuta insegnatole da Alain quando ancora era soldato semplice, faceva di Isabelle una spadaccina degna erede della famiglia di cui faceva parte. Husset non si arrese anche se rimase interdetto da come, con agilità, Isabelle aveva parato il suo affondo. Si lanciava su di lei senza neanche darle il tempo di poter studiare le sue mosse, ma non ne portava a segno neanche uno. Troppo esile e agile per lui che invece era di corporatura robusta. Dopo vari colpi Isabelle vedendo il suo avversario ormai stanco, si lanciò su di lui e con una stoccata lo ferì alla mano destra facendogli cadere la spada. I soldati che erano in Piazza d'armi urlavano di gioia perché il Maggiore Grandier aveva avuto la meglio sul novellino, che non potè fare altro che accettare la sconfitta. Come si supponeva finito lo scontro Isabelle fece chiamare nel suo ufficio il soldato Husset, non dopo avergli fatto medicare la ferita infertogli alla mano destra e comunicargli la punizione per insubordinazione, due settimane di cella di rigore dopo il lavoro nelle scuderie, che consisteva nella pulizia dei vari alloggiamenti dei cavalli. Alain e Mathieu si congratularono con Isabelle per come aveva gestito lo scontro, non avevano dubbi su come sarebbe finita. Finalmente quella giornata era giunta al termine e Isabelle rientrò a Palazzo Jarjayes sotto consiglio di Alain, avrebbero coperto loro il turno che toccava a lei. Giunta a Palazzo cercò subito i suoi genitori, voleva raccontare loro cosa quel giorno era successo in Caserma, ed avere dei consigli in più sulla faccenda. André aveva visto dal balcone di camera il rientro della figlia e stava per recarsi nel salone, quando se la ritrovò nel corridoio. La invitò ad entrare nel salottino attiguo alla camera non prima di aver dato disposizioni di preparare la vasca da bagno in camera di Isabelle. -"Padre, ho bisogno di parlare con entrambi...dov'è mia madre?"- -"Sarà quì a momenti, è andata giù a dare disposizioni per la cena, è successo qualcosa in caserma."- -"Tranquillo padre, niente che non sono riuscita a risolvere, ma vi racconterò tutto quando anche mia madre sarà quì."- Nel frattempo Oscar entrò in camera e con sorpresa trovò André e la figlia seduti sul divanetto che l'attendevano. Notò subito la faccia pensierosa e preoccupata di André mentre Isabelle era rilassata. -"Andrè cos'è quella faccia, che succede?"- chiese -"Oscar, Isabelle vuole parlarci di qualcosa che è successa oggi in Caserma."- rispose con il tono di voce preoccupato -"Tutto bene bambina mia? Dicci che è successo?"- Isabelle con dovizia di particolari racconto l'accaduto e l'epilogo di tutta la faccenda. André e Oscar erano rimasti sorpresi, soprattutto Oscar. Aveva avuto tra le mani il plico e aveva letto quello che il Soldato Gaspar Husset aveva compiuto in Accademia, era un buon elemento, quando Husset chiese di essere mandato in quella Caserma di Parigi, Oscar non aveva esitato un attimo ad accogliere la richiesta. Fu orgogliosa di Isabelle e di come aveva gestito l'insubordinazione di Husset. Poi si alzò avvicinandosi ad André, che era rimasto interdetto da tutto quello che Isabelle aveva appena raccontato loro e posandogli una mano sulla spalla Oscar disse -"Isabelle anch'io devo parlarti. Ho intenzione domattina di convocare Mathieu al Comando Generale, vorrei elevarlo al grado di Colonello per così prendere il comando della Caserma al posto di Girodelle. Mi rendo conto che è una grossa responsabilità, ma credo che sia arrivato il momento per lui di avere un posto di Comando. È un'ottimo militare, così tu potrai sgravarti dal peso di mandare avanti la caserma, anche se sia tuo padre che Mathieu e Alain ti aiutano non poco. Che ne dici Isabelle, pensi che Mathieu accetterà l'incarico?"- -"Non saprei madre, non abbiamo mai parlato di un'eventuale promozione."- -"Va bene bambina mia, va in camera tua a fare un bagno rilassante, ti aspettiamo per la cena."- -"Vi ringrazio madre, ma vi dispiace se ceno in camera mia e non con voi in sala da pranzo? Mangerò qualcosina e poi vorrei dormire, sono settimane che non dormo comodamente e mi ci vorrebbe un sonno ristoratore."- -"No no fai pure, intanto domani ti metto di riposo così verrai anche tu al Comando con Mathieu."- -"Grazie madre, buonanotte."- -"Buonanotte piccola mia."- e salutando con un bacio i genitori Isabelle si congedò da loro. -"Che pensi André, sei rimasto stranamente zitto"- chiese Oscar guardando André che sembrava quasi essersi estraniato da tutto. -"Non ho dubbi sull'operato di Isabelle e sul suo valore, l'abbiamo addestrata noi ed è determinata e tenace proprio come sua madre."- disse sorridendole -"Ma a questo punto vorrei davvero che lasciasse la vita militare anche se non sarà semplice, vorrà far carriera come te Oscar, ne sono certo. Spero tanto che dopo il matrimonio lasci."- disse con voce triste -"Vedrai lascerà, la convinceremo insieme. Su adesso ceniamo, penseremo tutto al momento opportuno."- Quella mattina Oscarsi alzò prima del solito, si era affacciata al balcone di camera sua con ancora la veste da notte e scalza, voleva godere della frescura e del silenzio del mattino prima che il Palazzo prendesse a vivere tra tutte le incombenze quotidiane, vedere sorgere il sole la rilassava e l'aiutava a schiarire le idee. Aveva gravosi impegni che l'attendevano quella mattina in ufficio. Non era certa che Mathieu accettasse l'incarico di Colonnello per prendere il comando della caserma, ma ciò che maggiormente la impensieriva era come dire a Girodelle che lo cogedava. Era stato un ottimo elemento e un valido sottoposto su cui contare in tutti quegli anni, ma ultimamente sembrava non avere più la voglia di continuare quella vita. Lo vedeva spento e privo di qualsiasi voglia di fare, per cui era giunta alla conclusione che la soluzione era metterlo in congedo. André svegliatosi, si accorse che Oscar non era più a letto accanto a lui, dopo essersi stiracchiato un po' la raggiunse abbracciandola da dietro. -"Siamo mattiniere mio bel Generale, a cosa stai pensando? Dai torniamo a letto fa freschino, ti prenderai un bel malanno. Vieni qui amore mio"- la strinse ancora più forte a sé per farle sentire il tepore del suo corpo ancora caldo. Oscar appoggiò la schiena sul petto ampio di André che sebbene avesse già 56 anni era ancora statuario e ben definito, frutto degli allenamenti che ancora faceva. -"Che cosa c'è Oscar dimmelo?"- insistette André -"Tranquillo, niente di grave. Pensavo di congedare Girodelle, vedo che anche dopo tanti anni fatica ad adattarsi alla vita della caserma dei Soldati della Guardia ma non so se la prenderà bene."- rispose Oscar portando indietro la testa appoggiandola sulla spalla di André. -"Non riesci a trovare un'altra sistemazione? Potresti cambiargli caserma, magari una meno impegnativa per lui."- suggerì André -"Potrebbe essere una soluzione. Farò scegliere a lui cosa vuol fare, io gli proporrò o un'altra caserma o se non se la sente più di fare la vita militare di potersi congedare. Grazie André."- -"Sempre a sua disposizione mio bel Generale. Adesso però torniamo dentro."- prese Oscar tra le braccia, dopo averla baciata si diresse verso il letto per stare ancora abbracciato a lei finché non fosse arrivata l'ora di scendere per la colazione e poi recarsi Oscar al Comando Generale e André in Caserma e affrontare la lunga giornata con gl'impegni prefissi. COMANDO GENERALE DEI SOLDATI DELLA GUARDIA Oscar nel suo ufficio attendeva Isabelle e Mathieu per esporre a quest'ultimo il grado di Colonnello e prendere cosi il Comando della caserma. Arrivati al Comando Generale Mathieu e Isabelle si fecerò annunciare per parlare con Oscar che li fece accomodare immediatamente. -"Ditemi Signor Generale, ai vostri ordini."- disse Mathieu mettendosi sull'attenti. -"Sedetevi ragazzi. Ho preso delle decisioni Mathieu che ti riguardano, ma voglio sapere cosa ne pensi. Sei libero di scegliere se accettare o no...vengo al dunque. Voglio nominarti Colonnello e cosi darti la guida della caserma, mi sembri adatto a questo ruolo vista la tua preparazione all'Accademia Militare, che ne dici?"- Mathieu sgranava gli occhi. Stava per diventare Colonnello a guida di una caserma, pensò a cosa avrebbe fatto subito dopo la nomina ufficiale della nuova carica, avrebbe chiesto ad Isabelle di sposarlo, gli occhi gli s'illuminarono di gioia. Sì, era deciso, così rispose ad Oscar -"Vi ringrazio Signor Generale, sono felice di accettare la vostra proposta, non vi deluderò statene certa."- -"Bene, sono contenta. Non ho dubbi che farai un ottimo lavoro, altrimenti non avrei preso questa decisione. Congratulazioni Colonnello LaBorde, la cerimonia si terrà tra qualche settimana, devo sistemare un'altra faccenda prima, mi dispiace farti aspettare tanto prima di ufficializzare la nomina.-" si premurò di dirgli Oscar -"Non preoccupatevi, prendete tutto il tempo che vi serve per sistemare le cose, non ho nessuna fretta."- -"Va bene, allora vi lasciamo al vostro lavoro madre...ci vediamo più tardi."- salutò Isabelle dopo averla abbracciata -"A dopo ragazzi."- Mathieu prima di congedarsi fece il saluto militare e uscì con Isabelle dall'ufficio. Ora ad Oscar aspettava la questione più gravosa. Aveva voluto anche André al suo fianco per comunicare le sue decisioni a Girodelle, l'aveva raggiunta dopo il suo turno di guardia, aveva incontrato Mathieu e Isabelle per i corridoi che gli comunicarono l'avvenuta promozione. Dopo essersi congratulato con Mathieu, André si diresse verso l'ufficio di Oscar. -"Ho incontrato i ragazzi quì fuori, mi hanno informato che Mathieu accettato il nuovo incarico, sono contento, ora rilassati e aspettiamo Girodelle...non temere andrà tutto bene."- disse incoraggiando Oscar regalandole il suo sorriso rassicurante -"Spero tu abbia ragione Andrè. Grazie comunque per essermi vicino."- gli sorrise di rimando -"Non potrei mai lasciarti da sola ad affrontare un problema che ti preoccupa particolarmente. Sempre con te, ricordalo."- le ribadì Girodelle fece il suo ingresso al Comando Generale quasi a fine mattinata dopo aver assolto i suoi compiti in Caserma. Dopo essere stato annunciato entrò nell'ufficio di Oscar. -"Eccomi, volevate parlarmi...ditemi."- -"Prego accomodatevi Victor. Perdonatemi per ciò che sto per dirvi, ma qualche tempo vi vedo spento, non avete più quello sguardo fiero e combattivo di un tempo, vi dispiace dirmi che succede? Posso fare qualcosa per voi? Sono sinceramente preoccupata. Siete un'amico Victor e un brav'uomo oltre che un ottimo militare, ho voluto che ci fosse anche André presente semplicemente per avere anche un suo aiuto a capire ciò che vi affligge, visto che la mia presenza da qualche tempo è pressoché nulla in caserma"- Oscar cercò di metterlo a proprio agio -"Non sono contrario alla presenza di André a questa conversazione...posso essere sincero Oscar?"- -"Ma certo, vi ascoltiamo Victor"- -"Bene. Ultimamente non mi trovo bene in caserma, i soldati non rispettano la mia autorità di superiore. A volte sento che ridono alle mie spalle solo perché tengo un po' di più al mio aspetto e a che la mia uniforme sia sempre in ordine. Il mio lavoro è diventato pesante e insostenibile per quanto, sia André, Alain e anche Isabelle cerchino in tutti i modi di metterli in riga, tra i corridoi è tutto uno schernirmi."- confessò Girodelle tenendo la testa bassa, per lui era umiliante dire ciò che subiva giornalmente -"Posso prendere qualche provvedimento su questi elementi, vediamo di arginare il problema."- Oscar stava cercando una soluzione meno drastica -"Non penso che così facendo si argini il problema, non vorrei che poi si accanissero di più."- disse Girodelle -"Cosa proponete Victor, vi lascio decidere su ciò che vi sembra la soluzione migliore per voi."- era terribilmente dispiaciuta per ciò che gli stava accadendo. -"Vorrei congedarmi se per voi va bene. Mi ritirerò dalla vita militare per dedicarmi finalmente di più alla mia famiglia. Accogliete questa mia richiesta Oscar ve ne prego."- Oscar guardò André che annuì -"Avevo pensato anch'io a questa soluzione, ma non volevo arrivare ad imporvelo. Siete sicuro di volerlo Victor? Non vorreste che vi cambi caserma così nessuno sa dei problemi che avete avuto e ricomincereste da capo."- -"No Oscar vi ringrazio, preferisco così.-" -"Va bene allora, se ne siete convinto, accolgo la vostra richiesta di ritirarvi a vita privata. Il congedo sarà ufficializzato durante la cerimonia delle promozioni tra qualche settimana. Intanto vi concedo di stare a riposo fino ad allora a partire da adesso."- -"Vi ringrazio Oscar, davvero."- disse commosso -"Non dovete ringraziarmi, siamo amici, è il minimo che posso fare. È stato un'onore lavorare al vostro fianco."- detto questo Girodelle dopo essersi alzato fece il saluto militare che sia Oscar che André ricambiarono ed uscì. Oscar non era affatto contenta di aver perso uno dei suoi migliori collaboratori. Cercò nell'abbraccio di André un po' di forza come quella che gli aveva dato la mattina presto al sorgere del sole. André la strinse forte a sé -"Amore mio, so che è stata dura ma ha scelto lui di congedarsi."- cercò di confortarla -"Sì lo so. Mi dispiace che abbia sofferto così tanto. Puoi fare una cosa per me André?"- -"Ti conosco troppo bene, che hai in mente mio bel Generale."- chiese Andrè in tono canzonatorio -"Se sai chi sono questi elementi potresti, con una scusa qualsiasi, fargli fare una bella giornata di lavori pesanti, così che non gli venga in mente di averla passata liscia per le loro bravate, non vorrei che si sentissero liberi di prendere di mira, fosse anche un nuovo commilitone, di non essere puniti. Con Victor si sono limitati a deriderlo perché un superiore, non voglio che si permettano di fare qualcosa di peggio."- -"Vedrò di capire con l'aiuto di Alain chi sono e provvederemo. Non pensarci più adesso, torniamo a casa così farai un bel bagno per rilassarti."- -"Non adesso, prima devo finire di sistemare e archiviare i dispacci arrivati in questi giorni."- -"Il dovere prima di tutto eh! Va bene, vorrà dire che ti aiuterò così finiremo prima e potremo tornare a casa. Sempre ai vostri ordini mio bel Generale."- la canzonò André facendole il saluto, per poi avvicinarsi a lei e rubarle un bacio. Era stato un modo per poter sciogliere la tensione che Oscar sentiva ancora per la questione spinosa di Girodelle. Oscar sorrise, André faceva di tutto per farla star bene, lo aveva sempre fatto, anche con il suo modo di prenderla un po' in giro, quindi si diedero da fare per finire il lavoro il prima possibile e tornare a casa per trascorrere una serata tranquilla.

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Capitolo 33
*** cap.33 Proposta di matrimonio ***


Buonasera, vi chiedo scusa per il ritardo capitolo 33 PROPOSTA DI MATRIMONIO CASERMA DELLA GUARDIA Estate 1810 L' incarico di Mathieu come nuovo Comandante non era ancora stato reso ufficiale, sebbene le voci in caserma circolassero già da alcuni giorni riguardo a questo cambiamento imminente. Isabelle, avrebbe sempre rivestito il suo incarico ai vertici come Maggiore, quindi come diretto collaboratore di Mathieu, oltre a guidare il suo gruppo di soldati, avrebbe ricoperto il ruolo vacante di istruttore delle reclute, lasciato scoperto da quando il Generale Jarjayes si era definitivamente ritirato dalla vita militare per raggiunti limiti d'età. I turni in caserma erano massacranti, capitava sovente che Isabelle trascorresse intere settimane senza far ritorno a Palazzo Jarjayes, per questo Oscar aveva preso la decisione di alleggerire la figlia dalle innumerevoli responsabilità, dando la dovuta promozione a Mathieu. -"Isabelle che ne diresti di concederci una serata di libertà?"- disse Mathieu -"È molto che non trascorriamo qualche ora insieme lontano dalla caserma."- -"Mathieu, non possiamo sottrarci ai nostri impegni...e dimmi Colonnello dove avresti intenzione di portarmi?"- chiese Isabelle con tono malizioso. -"Starà a te scoprirlo, Maggiore Grandier..."- rispose Mathieu divertito. -"Sai che m'incuriosisce la tua proposta? E poi desidero anch'io togliermi di dosso questa uniforme, è molto che non indosso uno dei miei abiti femminili...non ricordo neanche più sia stata l'ultima volta."- osservò Isabelle. -"Pensi che tua madre farà storie se le chiedessimo di darci qualche ora di libertà?"- -"No, credo che non avrebbe niente in contrario, anzi...sai cosa ti dico Mathieu? Andrò immediatamenrte da lei."- Isabelle, si avviò al primo piano della Caserma dove si trovavano alcuni uffici di rappresentanza della Gendarmeria, dove Oscar di tanto in tanto si recava. -"Madre, vi disturbo?"- chiese Isabelle -"No, entra pure"- rispose Oscar appoggiando sull'enorme scrivania uno dei dispacci che stava leggendo. -"Ecco madre, so di domandarvi l'impossibile, ero venuta a chiedervi il permesso di poter usufruire con Mathieu di una serata libera. So benissimo che avrei dovuto farne richiesta già da alcuni giorni, ma se ciò non fosse possibile, non esitate a dirlo."- Oscar sorrise e dopo aver consultato un quaderno aggiunse -"Permesso accordato....penseremo io e tuo padre a sostituirvi nei vostri turni di guardia...tu pensa una volta tanto a divertirti con Mathieu."- -"Vi ringrazio madre"- rispose Isabelle abbracciandola -"Ma non vorrei che mio padre si risentisse...in fondo sono venuta a chiedere a voi senza neanche consultarlo, sapete meglio di me com'è restio riguardo delle mie uscite con Mathieu soprattutto di sera."- -"Stai tranquilla, goditi questa serata...penserò io a tuo padre."- Ringraziando ancora una volta Oscar uscì dirigendosi a dare la bella notizia a Mathieu. -"Mathieu, mia madre non si è opposta alla richiesta. Ha detto che saranno lei e mio padre a coprire i nostri turni di guardia per stasera."- -"Bene, manderò Gerard sul Ponte Nuovo affinché ci affitti una carrozza, sai meglio di me che non è prudente aggirarsi per le strade di Parigi."- Nel giro di qualche istante La Salle rientrò e comunicò che la vettura sarebbe sopraggiunta entro un'ora. -"Mathieu, adesso dovrei prepararmi, quindi se non ti dispiace ci vedremo nei miei alloggi tra meno di un' ora."- -"Hai vostri ordini Maggiore Grandier...piuttosto vedi di sbrigarti Isabelle."- Isabelle, aprì il piccolo guardaroba del suo alloggio, non aveva molta scelta di vestiario, scelse un abito azzurro molto semplice il solo che si sarebbe prestato per quella serata. Era splendida Isabelle, il vestito le calzava alla perfezione ed anche l'acconciatura raccolta le donava molto. -"Mathieu sono pronta possiamo andare."- disse Isabelle al fidanzato che la guardava rapito. La carrozza compì un breve tragitto, arrestandosi di fronte l'entrata principale dei giardini di Luxembourg, un luogo idilliaco, scelto come passeggio usuale dai parigini durante le calde serate estive per godervi refrigerio dalla calura. Il parco del Luxembourg con i suoi viali fiancheggiati da meravigliose piante esotiche era il posto ideale dove poter condividere tenere confidenze e dolci conciliabili d'amore. Mathieu con al braccio ad Isabelle, s'inoltrò tra quei sentieri profumati di gelsomino, mentre risuonavano lievi melodie provenienti dai bianchi padiglioni collocati all'intersezione dei viali, che rendevano l'atmosfera un vero paradiso romantico. Vicino a queste costruzioni spiccavano delle tavole imbandite con succulenti delizie per il palato e con ottimi calici di frizzante champagne, lasciati in montagne di ghiaccio all'interno di brocche argentate. Isabelle era felice, a fianco di Mathieu, ogni tanto si scambiavano qualche effusione lungo il cammino che li condusse, senza volerlo, a trovarsi di fronte all'immensa fontana di Cerere, indiscussa meraviglia di getti e zampilli. Isabelle, si guardava attorno estasiata, e appoggiandosi al bordo della fontana lasciò cadere una mano nell'acqua, Mathieu le era vicino e si perdeva nella contemplazione della sua bellezza. -"Isabelle, stasera sei più bella del solito."- disse Mathieu sussurrando all'orecchio lievi parole d'amore. -" Grazie, mi vuoi adulare?"- -"No, lo sai che non ho occhi che per te Madame LaBorde."- -"Madame La Borde?"- chiese Isabelle esterrefatta. -"Mademoiselle Isabelle Grandier avete inteso bene...volete diventare mia moglie?"- chiese Mathieu che nel frattempo si era inginocchiato baciando la mano della sua Isabelle. Isabelle non riusciva a parlare tanta era l'emozione. -"Isabelle, mi stai tenendo sulle spine...non vuoi accettare la mia proposta di nozze?" continuava Mathieu bisbigliando con un soffio di voce -"Oh Mathieu, si...si che lo voglio. NON desidero altro che diventare tua moglie. SÌ, Colonnello LaBorde sarò lieta di essere la tua sposa."- Le loro labbra si avvicinarono leggere abbandonandosi in un bacio, mentre la luna testimone di quel momento illuminava con la sua tenue luce, accompagnata dal manto di stelle, diamanti luminosi che brillavano solitari nel firmamento il riflesso dei due innamorati nello specchio cristallino dell'acqua della vicina fontana. CASERMA DELLA GUARDIA -"Oscar stavo cercando Isabelle, così potremo rientrare insieme a Palazzo"- disse André -"Ecco vedi..c'è un cambiamento di programma, dovremo prepararci ad un turno di guardia, ho concesso ad Isabelle e Mathieu una serata di libertà"- rispose Oscar -"Come sarebbe a dire una serata di libertà!"- esclamò André accigliandosi -"È lecito almeno sapere dove sono andati?"- -"Al passeggio al Luxembourg e non fare quella faccia André"- -"E se invece avessero approfittato per concedersi qualche momento di intimità magari in qualche locanda? Non ci voglio neanche pensare."- continuò André agitato -"André per cortesia siamo in caserma vedi di smetterla con queste tue assurde fissazioni."- -"Oscar e se fosse successo come credo?Sicuramente Isabelle ti ha raccontato qualcosa. E come al solito mi tenete all' oscuro dalle vostre confidenze"- -"Oh santo cielo! È mai possibile che quando Isabelle si allontana con Mathieu, tu non riesca mai ad essere razionale?NOSTRA FIGLIA è una donna devi fartene una ragione."- -"Sì lo so, non vorrei che avessero bruciato delle tappe prima del tempo."- -"Adesso basta Grandier! Ogni volta è la stessa storia. Isabelle e Mathieu hanno trascorso molte notti insieme in caserma e non è mai avvenuto nulla tra loro."- riprese Oscar avviandosi verso il corridoio -" Oscar...ne sei proprio sicura?"- -"Smettila adesso, non voglio ascoltare altro. Vedi piuttosto di non fare scenate quando rientreranno."- -"Non sono tranquillo...e se andassi a controllare?" "Ogni volta che ti sento fare certi discorsi, André credo che ti abbia dato di volta il cervello...vuoi metterti in testa che Isabelle ha più di 20 anni e non è più una bambina e che presto Mathieu la sposerà? Quindi vedi di finirla e preparati per il turno di guardia."- André prese posto sui bastioni, ma si notava una forte inquietudine nel suo atteggiamento, sobbalzava ad ogni rumore di carrozza affacciandosi ai merli del camminamento. Oscar lo osservava da lontano scuotendo la testa, mentre Alain e gli altri soldati si scambiavano occhiate lasciandosi andare a commenti a mezza voce -"André è enormente geloso di Isabelle, se solo sapesse che più di una volta abbiamo scoperto la figlia e La Borde abbracciati a scambiarsi effusioni dopo un turno di guardia sarebbe capace di sfidarlo a duello. Il Comandante è più permissiva e chi l'avrebbe detto, nonostante la sua rigidità a stabilire un ottima complicità con la figlia."- Finalmente la berlina che conduceva Mathieu ed Isabelle si arrestò alla porta della caserma, i due fidanzati scesero felici tenendosi per mano. -"Isabelle, è più tardi del solito, pensi che tuo padre si arrabbierà data l'ora?"- -"Non preoccuparti. Di sicuro mia madre l'avrà calmato...adesso sbrighiamoci a cambiarci che dobbiamo essere pronti per il nostro turno di guardia. Non voglio approfittare del fatto che i miei genitori lo stanno facendo al nostro posto."- -"È dimmi mio adorato Maggiore Grandier quando hai intenzione di dirgli delle nostre nozze?"- -"Se vuoi anche immediatamente, quando verranno in ufficio per darci il cambio."- Isabelle si avviò verso il suo alloggio, entrò e si svestì dell'abito che aveva indossato per uscire con Mathieu ed indossò l'uniforme dirigendosi verso l'ufficio per dare il cambio ad Oscar e André. Ad attenderla c'era Mathieu, glielo avrebbero detto i siete che di lì a poco si sarebbero sposati. Bussarono e dopo aver avuto il permesso entrarono. Oscar eraxseduta alla scrivania e come sempre André accanto a lei. -"Madre, padre, vorremmo dirvi una cosa prima di prendere servizio...abbiamo da darvi una bella notizia."- disse emozionata Isabelle tenendo stretta la mano del suo Mathieu. André impallidì 《Ecco, lo sapevo》pensò. Gocce di sudore iniziarono ad imperlargli la fronte. Isabelle si accorse dell'agitazione del padre e preoccupata chiese -"Vi sentite bene padre?"- -"Sì piccola mia, sono solo un po' stanco...tutto qui."- Oscar alzò lo sguardo verso di lui e notato che era pallido in viso scosse la testa rassegnata. Sapeva che non era la stanchezza la causa dello stato di André, ma fece finta di niente. Poi si rivolse ad Isabelle-"Allora bambina mia, ti vedo raggiante, ti brillano gli occhi di felicità e vedo che lo stesso sguardo è anche tuo Mathieu, diteci..."- -"Sì certo madre, ecco...stasera durante la nostra uscita Mathieu mi ha chiesto di sposarlo."- Oscar guardò André che era basito, poi si alzò, si avvicinò ai ragazzi e con gli occhi lucidi abbracciò prima Isabelle e poi Mathieu. -"Oh ragazzi, non sapete quanto ci fate felici. Era un po' che aspettavamo questa bella notizia, vero Andrè?"- -"Sì sì. Congratulazioni ragazzi davvero."- esclamò André visibilmente commosso. -"Grazie."- risposero insieme Isabelle e Mathieu -"Ora però dobbiamo andare per il nostro turno, ne riparleremo. Volevamo solo che lo sapeste subito."- detto questo uscirono dall'ufficio. -"Oh Mathieu, hai visto i miei genitori soprattutto mio padre era commosso. Non aspettavano altro che gli dessimo l'annuncio delle nozze. Sono così felice Mathieu non vedo l'ora di sposarti."- disse ancora emozionata Isabelle -"Anch'io non vedo l'ora che arrivi quel giorno Isabelle, dobbiamo solo decidere la data."- rispose abbracciandola. -"Andiamo Mathieu, il dovere ci chiama. Domani siamo di riposo così possiamo andare a casa e decidere la data e fare l'annuncio anche al resto della famiglia."- Oscar chiusa la porta dopo l'uscita di Isabelle e Mathieu, si avvicinò ad André e prendendogli una mano chiudendola tra le sue esordì -"Che ti dicevo André? Vedi non era nulla di quello che ti è passato per la mente. Hai pensato ci annunciassero l'arrivo di un bambino, non negarlo."- disse sorridendo e con lo sguardo divertito. -"Sì, e vero per un momento l'ho pensato. Dimmi mio bel Generale da quando hai imparato a leggere nei miei pensieri?"- rispose André tra l'imbarazzato per essere stato scoperto e il tono canzonatorio per quello che Oscar gli aveva appena detto. -"Non è stato difficile capire cosa ti stesse passando per la mente, è bastato guardarti amore mio. Niente, quando si tratta di Isabelle non riesci proprio ragionare. Neanche noi eravamo sposati quando abbiamo concepito nostra figlia, non vedo cosa ci vedi di diverso tra noi e i ragazzi. E comunque dovresti avere un po' più di fiducia nei ragazzi. Mi fai capire perché sei così apprensivo? Mathieu è un bravo ragazzo e non farebbe niente che Isabelle non voglia, come te del resto hai fatto con me e se anche fosse successo quello chectu temevi si sarebbe preso le sue responsabilità."- le disse dolcemente. -"Sì lo so. Hai ragione su tutto, ma...me la vedo ancora piccola."- rispose sconsolato. -"Va bene papà. Dai non fare quella faccia adesso, sapevamo che si sarebbero sposati prima o poi. Su andiamo a casa amore mio, così mi prenderò meglio cura di te."- -"Ai vostri ordini mio Generale."- Così felici per l'imminente evento che avrebbe messo in fermento tutta la famiglia, uscirono dalla Caserma per avviarsi verso casa.

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Capitolo 34
*** cap.34 Preparativi di nozze ***


PER SEMPRE capitolo 34 PREPARATIVI DI NOZZE ARRAS, NORMANDIA Estate 1810 Oscar e André erano arrivati ad Arras quel pomeriggio ed alla villa incombevano ferventi i preparativi per le imminenti nozze di Isabelle e Mathieu. I futuri sposi sarebbero giunti entro qualche giorno, gli impegni in caserma erano molteplici e prima di allontanarsi avrebbero dovuto sistemare le incombenze dei loro ruoli. Adesso che la promozione di Mathieu come nuovo Comandante della Guardia era effettiva, non poteva certo assentarsi per molto tempo e neppure Isabelle come vice di turno. Le grida di Lady Martha, accolsero Oscar e André fin dalla soglia, la governante come sempre spazientita urlava alla servitù la medesima antifona che ogni particolare doveva eccellere per le nozze della sua "piccola", bofonchiando tra sè e trovando quella di un ricevimento alla luce delle fiaccole un'idea a dir poco stravagante. -"Oh my God, mi chiedo come sia possibile che Isabelle, non comprenda quanto sia impegnativo organizzare la sua assurda stramberia di una festa a lume di candela....il parco è sterminato e non posso certamente fare in modo che ogni angolo sia illuminato a dovere, oh povera me!"- -"Non disperate Lady Martha, Isabelle chiede che il banchetto sia approntato nel giardino principale, so che riuscirete."- disse André sorridendo -"A proposito Madame Oscar...che ne pensate dei fiori che ho scelto?"- -"State curando ogni minimo dettaglio Lady Martha, conoscete i gusti di Isabelle e sapete che adora le orchidee ed i gelsomini."- -"Ecco...madame...ci sarebbe un'altra cosa...ma vorrei discutere con voi in privato."- Oscar e Lady Martha si appartarono nel salone, mentre André saliva negli appartamenti. -"Madame, la sarta ha consegnato l'abito di vostra figlia e devo dire che è una meraviglia ed anche il vostro e quello di Mousier Grandier, i vostri li ho sistemati in anticamera, quello di Isabelle nel salotto azzurro che ho debitamente chiuso."- -"Era solo di questo che volevate parlarmi Lady Martha?"- -"Ecco...ci sarebbe un'altra questione...se potreste aiutarmi con i preparativi della chiesa. Io qui sono talmente oberata e poi i domestici che mi fanno impazzire, non riesco proprio a districarmi da questo groviglio. So che voi Madame, non siete avvezza a certe incombenze, ma se non mi darete una mano diventerò matta...oh my God...come rimpiango la cara Nanny, lei sì che era capace di mettere tutti in riga, lei sapeva sempre come rendere tutto perfetto...sarebbe stata felice al pensiero di queste nozze."- continuò Lady Martha con gli occhi lucidi. -"E pensare che all'inizio non andavate d'accordo, se non ricordo male Lady Martha, giusto!" esclamò Oscar. -"Purtroppo sì, è così e me ne rammarico ma poi ho sempre apprezzato la saggezza e i giusti consigli, anche se burberi e spiccioli della cara Nanny."- Nanny si era spenta inaspettatamente una notte di primavera, niente faceva presagire che sarebbe scomparsa quella notte quando amorevolmente André l'accompagnò in camera per la notte. Lo aveva salutato come sempre lasciandogli una carezza sul viso e baciando la fronte del suo amato nipote e lui aveva fatto lo stesso con la promessa di rivedersi la mattina seguente, invece non si era svegliata più quella mattina. Aveva un bel sorriso, chissà, magari erano venuti a prenderla il suo Henri con la sua Éléonore e Maurice. Il dolore era stato tanto per tutti, abituati alla sua presenza, ora si sentiva un vuoto a Palazzo Jarjayes, il pensiero che si era riunita al suo caro e alla sua adorata figlia rese più sopportabile la sua perdita soprattutto per André. -"Adesso fate un bel respiro e placatevi, Lady Martha...approfitterò di questo momento per recarmi alla cappella per vedere a che punto sono con le decorazioni."- La chiesetta dove si sarebbe celebrato il rito nuziale, si trovava su una piccola altura ai limiti estremi della tenuta, dalla sua posizione poteva interamente dominare il paesaggio. Fin dal sentiero che aprendosi dall'agrumeto conduceva alla cappella si poteva sentire il pungente odore salmastro della marina sottostante. L'edificio, costruzione di marmo bianco ninnolo di pura architettura rinascimentale, comprendeva un'unica navata, dove sopra l'altare, debitamente rivestito da una tovaglia immacolata e dove ardevano due ceri votivi regnava sovrano un dipinto commissionato dagli avi di Oscar, rappresentante la Sacra Famiglia seguendo il tipico stile pittorico seicentesco. Oscar fin dal viale di accesso, sentì diffondersi nell'aria un'aroma di legno e fiori, le panche all'interno dell'oratorio erano state riverniciate e a lato erano state sistemate decorazioni di raso dove all'interno spiccavano i fiori scelti per la celebrazione. Enormi vasi, di gelsomini giacevano sparsi alla rinfusa sui gradini della mensa e attendevano la mano esperta che li disponesse sul marmo lucente e brillante dell'altare e lungo il cammino che avrebbero percorso gli sposi. Oscar fece capolino sul sagrato della chiesa e non le mancò di scorgere alcuni operai che lavoravano freneticamente approntando gli ultimi ritocchi all'abbellimento della costruzione, che poco usata, presentava alcuni lievi cenni di incuria. Due fanciulle fecero di lì a poco il loro ingresso dalla sagrestia, erano le fioraie pronte con la loro arte a sistemare i decori floreali. Oscar discretamente sorvegliava i preparativi non voleva essere d'intralcio, in quanto il lavoro da completare era ancora parecchio e il tempo a disposizione non era moltissimo. Nel tardo pomeriggio del giorno seguente Isabelle e Mathieu fecero il loro ingresso alla villa, erano stati gli ultimi ad arrivare ad Arras, durante l'intero corso della giornata era giunto alla spicciolata l'intero nucleo della famiglia Jarjayes. Dovevano essere tutti presenti, si sposava la figlia dell'erede di famiglia. Isabelle rimase entusiasta per l'eccellente preparazione del ricevimento, era stato perfettamente rispettato il suo volere. I due viali d'accesso alla villa e quello che conduceva al cortile maggiore, erano stati abbobbati oltre che vasi di gelsomini con un infinita di piccoli lumi che avrebbero seguito il cammino degli sposi per giungere al cortile dove le lanterne e le fiaccole avrebbero illuminato in una magnifica apoteosi di luci muliebri, sia il banchetto che il gazebo dei musicanti. Ma le sorprese non erano finite, il generale non aveva badato a spese e come suo dono di nozze aveva commissionato un mirabile spettacolo pirotecnico, che prevedeva nel finale apparire in cielo due cuori a simboleggiare i due sposi. Isabelle e Mathieu erano finalmente giunti ad Arras, da lì a un paio di giorni si sarebbero celebrate le nozze ed era già tutto pronto. Alla spicciolata erano anche arrivate le sorelle di Oscar con le loro famiglie, un continuo chiacchiericcio e andirivieni di gente tra stanze padronali e i vari salottini e sale animavano Villa Jarjayes. André e Oscar vennero sommersi letteralmente dalle sorelle, cognati e nipoti che, non vedendoli da tantissimi anni, tranne Emilie e Chlotilde che avevano visto in occasione del fidanzamento di Isabelle e Mathieu, vollero sapere tutto su quello che era successo nel frattempo, su come si era innamorata di André, lei l'algido Comandante, anche se erano sicuri che prima o poi avrebbe ceduto anche lei all'amore, mentre erano sicuri che André fosse innamorato di lei da sempre, la curiosità delle sorelle su Oscar e André e la presentazione ufficiale dei futuri sposi monopolizzò tutto il resto della giornata. Madame Marguerite e il Generale Jarjayes guardavano quella baraonda di figlie, generi, nipoti, consorti e pronipoti ed erano felici...tutta la loro famiglia si era riunita per la primissima volta. Oscar chiese ad André di uscire dalla villa, voleva stare un po' da sola con lui a godersi un attimo di pace. S'incamminarono mano nella mano verso il promontorio che dava sull'oceano, la brezza marina li accarezzava, ad Oscar era mancato tantissimo Arras tutto le ricordava i suoi periodi di vacanza quando lei ed André erano bambini e le loro cavalcate sulla spiaggia, le albe e i tramonti che si godevano da quel promontorio. André guardò Oscar le vide uno sguardo malinconico -"Oscar, amore, che cos'hai?"- chiese -"Niente André, non preoccuparti. Mentre venivamo quassù ho pensato a tutta la nostra vita a te, a noi. Oh Andrè, non sai quanto sono felice di averti avuto accanto tutti i giorni della mia vita, sono grata a te per essermi stato sempre accanto anche quando non lo meritavo. Perdonami davvero se a volte sono stata dura con te..."- André la interruppe -"Oscar...Oscar amore. Io ti amo, come sai ti ho sempre amata, non importa quello che è stato...non torturarti. Importa quello che siamo adesso."- le disse guardandola dolcemente -"André, anch'io ti amo con tutta me stessa e credo di amarti anch'io da sempre, non ne ero consapevole, pensavo di volerti bene come ad un fratello ma poi ho capito che era amore quello che provavo per te."- -"Lo so Oscar, l'ho sempre saputo...dovevi solo capirlo. Ma ora mi dici come mai questi pensieri? Sono trascorsi già 21 anni dalla nostra prima notte e da quando è iniziata la nostra vita insieme, ti sento strana stasera, dimmi che ti succede."- -"Niente André, davvero. Sono solo un po' malinconica tutto qui. Sarà che la nostra bambina tra un paio di giorni inizierà la sua nuova vita a fianco all'uomo che ama, sarà che mi ricorda noi, non ti so dire il perché, anche se sono felice per la nostra Isabelle. Mathieu è un bravo ragazzo e la ama profondamente, di questo ne sono certa, per certi versi mi ricorda te e di questo non posso che esserne felice, si prenderà cura lui adesso di nostra figlia, anche se lo ha sempre fatto, fin da piccoli."- era visibilmente emozionata, André scorse sugli occhi della sua amata un velo lucido...la sua Oscar si stava lasciando andare all'emozione. Poche volte, da quando la conosceva, l'aveva vista in preda all'emozione e la trovava bellissima. In quelle occasioni svestiva la sua armatura, su cui faceva affidamento per nascondere le sue fragilità e veniva fuori la Oscar che solo lui conosceva da tutta una vita. L'attirò a sé e l'abbracciò dolcemente -"La mia dolcissima Oscar. Ti capisco sai, anch'io mi sento così in questo momento, sono felice e triste allo stesso tempo. Mi hai sempre detto che non perderemo mai la nostra Isabelle e sarà così."- -"Sì André, hai ragione scusami sono una sciocca."- e mentre lo abbracciava più forte a sé, alzò lo sguardo verso di lui per baciarlo. Si persero in quel bacio, erano felici per la loro bambina. Era tempo di rientrare c'era ancora qualcosa da fare per rendere speciale il giorno di Isabelle e Mathieu e mano nella mano s'incamminarono verso la villa.

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Capitolo 35
*** cap.35 Emozioni ***


PER SEMPRE capitolo 35 EMOZIONI ARRAS, NORMANDIA Estate 1810 Era il giorno delle nozze di Isabelle e Mathieu, già dal primo mattino Villa Jarjayes era in fermento per ultimare i preparativi e finire gli addobbi per il ricevimento Oscar e André dopo la colazione con tutta la famiglia si recarono in camera di Isabelle, volevano farle dono di un oggetto che era appartenuto alla madre di André, era stato lasciato da Nanny che aveva custodito gelosamente fino a poco tempo prima che mancasse facendo promettere ad André ed Oscar di farlo indossare alla loro bambina nel giorno delle sue nozze. Oscar non voleva prenderlo, voleva che lo donasse lei stessa ad Isabelle ma Nanny era stata risoluta affinché lo custodissero loro e che se avesse avuto la grazia di essere ancora in vita per quel giorno lo avrebbe consegnato lei stessa ad Isabelle raccontandole anche la storia di quell'oggetto. Emozionati e tenendosi per mano bussarono alla porta ed entrarono dopo aver avuto il permesso. Isabelle era seduta davanti allo specchio, le sapienti mani di Lady Martha le stava acconciando i capelli in un semplice ed elegante chignon con qualche ciocca che le incorniciavano il viso. Quando vide i suoi genitori entrare in camera si alzò e buttò le braccia al collo di entrambi. -"Padre, madre, sono emozionatissima, spero di essere una buona moglie per Mathieu."- -"Isabelle, tranquilla è naturale essere emozionati il giorno delle nozze e avere qualche dubbio sulla vita che stai per affrontare, ma vedrai che quando guarderai negli occhi Mathieu tutto svanirà."- la rassicurò Oscar che dopo volse lo sguardo verso André facendogli un sorriso che le illuminò il volto. -"Grazie madre, vi voglio bene."- -"E a me non vuoi bene?"- disse Andrè facendo finta di fare l'offeso -"Certo che ve ne voglio padre, non fate il geloso."- rispose Isabelle abbracciandolo ricambiato da Andrè felice di tenere tra le braccia la sua bambina -"Lady Martha potreste lasciarci da soli per un attimo..."-disse Oscar rivolgendosi alla governante -"Vi chiamerò a breve."- -"Certo Madame, vi lascio."- -"Che succede, qualcosa non va? Mathieu...."- chiese preoccupata -"No Isabelle è tutto a posto, dobbiamo farti un dono tutto qui e volevamo rimanere un po' soli con te."- la rassicurò André accarezzandole dolcemente il viso Oscar teneva in mano un sacchettino di velluto verde al cui interno vi era il dono che aveva lasciato Nanny per lei. Lo diede ad Isabelle che, con non poca emozione lo apri e prese il suo contenuto tra le mani...Isabelle rimase sbalordita, lo trovava bellissimo era rimasta a bocca aperta davanti a quell'oggetto. Era un fermaglio per capelli a forma di fiocco finemente lavorato in filigrana d'oro dove al centro faceva bella mostra un preziosissimo smeraldo. André, Oscar ed Isabelle si spostarono nel salottino adiacente la camera e dopo essersi accomadati Oscar fece cenno ad André di raccontare alla figlia la storia di quel fermaglio -"Vedo che ti piace questo fermaglio Isabelle."- disse André -"Sì padre è bellissimo...era vostro madre? Magari un vostro dono per lei padre?"- chiese raggiante -"No piccola mia, niente di tutto questo. Adesso ti dirò a chi apparteneva questo fermaglio."- disse con un tono di voce emozionato. -"Qualche settimana prima di morire la mia cara nonna, chiamò sia me che tua madre in camera sua, ci consegnò questo fermaglio chiedendoci di consegnartelo il giorno delle tue nozze in caso lei non ci fosse più stata, altrimenti sarebbe stata lei stessa a donartelo raccontandoti la storia e a chi era appartenuto."- -"Padre, era di Nanny questo fermaglio?"- lo interruppe Isabelle impaziente -"No Isabelle, ora ti racconterò. Come sai mia nonna e mia madre andarono a vivere a Palazzo Jarjayes un paio d'anni dopo la morte di mio nonno Henri e quando qualche anno dopo mia madre si sposò, tua nonna Marguerite consegnò a mia nonna questo fermaglio da darle come dono di nozze che mise tra i capelli in quel giorno."- raccontò André Isabelle era stupefatta dal racconto che il padre le aveva fatto -"Piccola mia se per te non è un problema vorremmo che indossassi questo fermaglio oggi, così un po' di tua nonna Éléonore sarà con te."- disse Oscar -"Madre, lo avrei indossato anche se non me lo avreste chiesto, anche se non l'ho conosciuta sono felice d'averla con me oggi. Fate chiamare Lady Martha per favore."- La governante si recò immediatamente in camera di Isabelle che si sedette davanti allo specchio chiedendole di mettere in uno dei lati dello chignon il fermaglio. Oscar si avvicinò alla figlia si posizionò alle sue spalle e guardandola con gli occhi lucidi di emozione disse -"È perfetto bambina mia..."- Si avvicinò anche André che poggiò una mano sulla spalla di Isabelle e con l'altra strinse per la vita Oscar -"Piccola mia sei splendida e lo sarai ancora di più quando indosserai anche il tuo abito da sposa."- disse André guardandola attraverso lo specchio. Isabelle si alzò, calde lacrime di commozione le solcarono il viso, emozionata abbracciò entrambi -"Vi voglio bene, non immaginate quanto."- -"Anche noi te ne vogliamo. Però adesso lasciamo che tu finisca di prepararti e anche noi dobbiamo andare. Tuo padre ti verrà a prendere quando tutti saremo usciti dalla Villa...noi ci vediamo in chiesa."- André guardava le sue due bellissime donne, era felice per aver potuto vivere accanto alla donna di cui era sempre stato innamorato e che dal loro amore fosse nata Isabelle. Poi entrambi diedero un bacio sulla fronte di Isabelle ed uscirono dalla stanza. Arrivati in camera Oscar si avvicinò ad André appoggiò entrambe le mani sul suo petto visibilmente emozionata -"Oh Andrè, sarà una sposa stupenda la nostra Isabelle, è una bellissima donna...sarà felice con Mathieu."- -"Amore mio, è difficile anche per te, non è vero? Non ti ho mai visto tanto emozionata come in questi ultimi giorni."- -"Sì André è vero, ma è felicità quello che provo non tristezza."- -"Ti amo tanto Madame Grandier."- -"Ti amo tantissimo anch'io Mousier Grandier." Dopo essersi preparati Oscar e André tornarono in camera di Isabelle, erano già usciti tutti per dirigersi alla cappella, tutti, tranne loro e Lady Martha. André rimase stupefatto dalla bellezza di Isabelle nel suo bellissimo abito da sposa...era stupenda. Un abito prezioso di fine sartoria in mikado di seta e pregiato pizzo macramè con la scollatura a cuore con maniche a ¾ di pizzo e chiffon e con una lunga coda di pizzo in macramè. Il tutto era impreziosito da un leggerissimo velo in chiffon che ornava il capo di Isabelle su cui faceva bella mostra il prezioso fermaglio che le era stato donato da André in ricordo della madre. Éléonore. Isabelle alla vista dei suoi genitori nei loro abiti non lesinò complimenti a nessuno dei due, André era bellissimo, indossava pantaloni grigio perla, camicia con jabot e sopra una giacca blu. Oscar era splendida nel suo abito di taffetà di seta finemente lavorato con filo argentato, dalla gonna con inserti di raso blu, corpino con scollatura a cuore e maniche a petali aperti sulle esili braccia, il collo adornato da un coperto blu con pendenti blu, i capelli raccolti in una morbida treccia. Oscar si avvicinò ad Isabelle con occhi lucidi di emozione nel vedere la sua bambina pronta a coronare il suo sogno d'amore con il suo Mathieu. Era felice Oscar, dopo averla abbracciata e posato un bacio sulla fronte della figlia si congedò da lei dicendole che si sarebbero riviste in chiesa lasciandola con André. Lasciati da soli André commosso come non mai si avvicinò ad Isabelle le prese entrambe le mani e se le portò al cuore e con voce rotta dalla commozione le parlò -"Bambina mia, oggi per te inizia una nuova vita al fianco di Mathieu. Sarete felici perché vedo l'amore che vi lega fin da piccoli com'è successo con me e tua madre. Mathieu è un uomo innamorato e sono sicuro che farà di tutto per renderti felice e tu farai lo stesso per lui. Non saranno sempre rose e fiori qualche incomprensione ci sarà ma l'amore che vi unisce è più forte e supererete i momenti tristi. Ricordati che io e tua madre ci saremo sempre per te. Ti voglio bene bambina mia, sii felice."- e l'abbracciò teneramente posandogli un bacio sul capo. Calde lacrime scendevano dagli occhi di Isabelle uguali a quelli di suo padre mentre ascoltava quelle parole accorate. Non riuscì a dire una parola tranne che "Vi voglio bene padre, grazie."- -"Su piccola mia, ora basta piangere, asciuga queste lacrime e andiamo dal tuo Mathieu che sarà impaziente di vederti. Non vorrai farlo aspettare a lungo? Potrebbe pensar male."- le disse scherzando per attenuare quel momento carico di emozione per entrambi, asciugandole le gote e facendole un sorriso che Isabelle annuendo contraccambiò. -"Sì padre, andiamo."- Finalmente era giunto il momento, Isabelle abbigliata nel suo meraviglioso abito bianco, con il suo prezioso e lungo velo su cui spiccava il fermaglio, simbolo dell'indissolubile unione tra le due nonne, adesso quel piccolo pegno la legava ancora di più alle sue origini e a quella donna che mai aveva conosciuto, ma di cui Nanny le aveva raccontato un giorno, la sentiva vicina, mentre raggiante al braccio di André si avviava verso l'altura dove la chiesetta gremita di gente attendeva trepidante l'inizio della celebrazione. I raggi del tramonto, tinteggiavano con i loro riflessi i capelli di Isabelle, rendendoli di uno splendente color oro brunito, facendo rifulgere la trama stilizzata di quel fermaglio. Il percorso fu breve, sul sagrato un' emozionata Annette, la madre di Mathieu, che per l'occasione delle nozze del figlio aveva lasciato l'Inghilterra per far ritorno in Francia. Annette, baciò Isabelle, l'aveva lasciata che era poco più di una ragazzina, ed adesso dopo tantissimi anni la ritrovava una splendida donna, Mathieu nelle sue lettere le aveva più di una volta raccontato il valore della sua Isabelle come soldato e adesso era totalmente parte della famiglia. Lady Martha, seduta tra i banchi ai lati della piccola navata commossa guardava avanzare la sua bambina. Il Generale e l'intera famiglia Jarjayes si erano sistemati nelle prime panche a loro riservate, mentre Oscar bellissima e commossa ammirava quella creatura che lentamente si avvicinava all'altare al braccio di un'emozionato André. Non riuscì a trattenere l'emozione, i suoi occhi azzurri, si sciolsero in pianto mettendo a nudo quell' amore che aveva provato per la sua Isabelle e che poche volte credeva di aver dimostrato. Mathieu, nella sua alta uniforme da Colonnello ai piedi dell'altare con accanto il suo testimone, il Conte Girodelle, dall'altra parte il testimone di Isabelle il caro Alain, attendeva con trepidazione l'arrivo della sua futura sposa. Quando la vide avanzare verso di lui sottobraccio ad André rimase strabiliato dalla bellezza e dall'eleganza di Isabelle, era rapito. I loro occhi s'incontrarono, brillarono dalla felicità e dall'emozione, André arrivati all'altare porse la mano di Isabelle a Mathieu che dopo averla presa le rinchiuse tra le sue come ad affidargli la sua bambina, si accomodò accanto alla sua Oscar, le prese la mano ed entrambi se la strinsero come a darsi sostegno. La celebrazione fu breve ma intensa. Mathieu e Isabelle non smisero un attimo di guardarsi negli occhi per tutto il tempo. André e Oscar dal canto loro non si erano lasciati la mano per tutta la durata della celebrazione, erano felici di vedere la loro bambina coronare il suo sogno d'amore. Il momento più intenso fu lo scambio delle promesse a cui seguì lo scambio degli anelli e la proclamazione della nuova coppia davanti a Dio e agli uomini. Anche il Generale Jarjayes e Madame Marguerite erano particolarmente commossi e felici Ad attendere l'uscita degli sposi dalla chiesa c'era il picchetto d'onore supervisionati da Alain. I Soldati della Guardia che erano stati comandati da Oscar notarono il volto commosso del loro ex Comandante e se ne stupirono. Per Oscar non era facile mostrare in pubblico i suoi sentimenti ma in quei giorni fu travolta da un continuo turbinio di emozioni che non sfuggì agli occhi attenti di chi la conosceva. André non le aveva lasciato un attimo la mano sentendo l'emozione che Oscar provava in quei momenti, lui conosceva il suo gran cuore e l'amore incondizionato che provava per la loro bambina, l'emozione era stata tanta anche per lui ma gioivano entrambi per la felicità di Isabelle.

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Capitolo 36
*** cap.36 Una questione delicata ***


PER SEMPRE ultimo capitolo UNA DECISIONE DELICATA CASERMA DELLA GUARDIA, PARIGI tarda primavera 1813 Erano trascorsi ormai 3 anni dalle nozze di Isabelle e Mathieu, una volta rientrati dal congedo matrimoniale entrambi avevano ripreso i loro ruoli in caserma. Mathieu adesso era il Comandante dei Soldati della Guardia, Isabelle aveva mantenuto il ruolo di Maggiore anche se in cuor suo sperava di poter divenire Colonnello, Oscar e André erano titubanti nel concederle quella promozione. Quelle erano state giornate particolarmente stancanti, Isabelle era reduce da una ronda nella periferia di Parigi e aveva coperto due turni consecutivi di guardia, per non parlare dei plichi e dei dispacci a cui apporre sigilli, compito a cui Isabelle si dedicava evitando così che il lavoro di Mathieu si accumulasse inutilmente. Isabelle da alcuni giorni non stava molto bene, non aveva dato un granché peso a quei lievi malesseri, credendo si trattasse di affaticamento dovuto al volgere della stagione estiva. -"Isabelle, sei molto pallida...."- disse Mathieu avvicinandosi al lato della scrivania -"Sei proprio sicura di stare bene?"- -"Sì Mathieu....sto benissimo...credo di essere solo stanca..."- -"Dovresti riguardarti Isabelle...sai che non mi piace che tu abusi troppo delle tue forze"- la redarguì benevolmente -"Sto bene Mathieu, non devi preoccuparti inutilmente"- replicò Isabelle Fece per alzarsi quando fu colta da un improvviso capogiro, dovette appoggiare i palmi sul tavolo per riprendersi, sentiva le tempie fradice di sudore, senza che neppure se ne accorgesse come un fiume in piena rigurgitò sul pavimento investendo gli stivali e parte dell'uniforme di Mathieu -"Isabelle..." gridò Mathieu preoccupato, non finì di pronunciare la frase che Isabelle perse conoscenza. Si risvegliò di lì a poco sulla piccola branda a disposizione del Comandante, la testa che le continuava a girare e un senso di nausea che le prendeva la gola. Mathieu era uscito sconvolto dagli alloggi del Comando e gridò ad Alain di correre immediatamente a cercare il medico della caserma e di mandare qualcuno presso la sede della Gendarmeria per avvertire dell'accaduto il Generale Oscar e il Colonnello Grandier, che arrivarono prima del medico. Oscar entrò nel piccolo alloggio trovando uno sconvolto Mathieu che teneva la mano di Isabelle. Non sapeva più cosa fare contro la testardaggine della moglie che continuava rassicurarlo di stare bene , di volersi alzare e tornare al suo lavoro perché sicura fosse solo un malessere passeggero dovuto probabilmente alla stanchezza. -"Tranquillo Mathieu, a breve sarà qui il medico. E tu Isabelle stai giù! Ascoltami piccola mia potrai alzarti dopo il.responso del medico. Il medico sopraggiunse di lì a poco. -"Dottor La Riviere vi siete scomodato per nulla...come potete vedere sto molto meglio deve essere stato un malore dovuto al caldo."- -"Ditemi Maggiore Grandier, accusate per caso oltre la sintomatologia che mi ha riferito vostro marito disgusto e repulsione per alcuni cibi o alimenti?"- -"È stato quel penetrante odore che proviene dalle cucine a provocarmi il malore."- -"Avete percepito fin quaggiù l'aroma delle essenze della cucina?"- -"Sì, e mi ha fatto rivoltare lo stomaco"- -"Ditemi Maggiore Grandier, da quando non avete le vostre regole"- -"Ecco....vedete dottore"- rispose Isabelle arrossendo -"Ho un ritardo di circa 20 giorni"- Mathieu che non volle uscire dalla stanza anche sotto le insistenze del medico guardò sbigottito Oscar che gli sorrise capendo il responso che il medico stava per emettere -"Congratulazioni allora Madame LaBorde, presto avrete un figlio."- sentenziò felice prima di ritarsi nell'anticamera dove André insieme ad Alain aspettavano con trepidazione il suo responso. -"Felicitazioni ragazzi."- disse una commossa Oscar che con gli occhi lucidi accarezzava il viso della figlia e stringeva forte la mano di Mathieu ancora incredulo ma felice per la notizia appena ricevuta. -"Vi lascio soli. Vado a dare la notizia ad André. Tu però Isabelle per adesso stai giù, chiamerò una carrozza che ti porterà a casa per un po' ti metto a riposo poi vedremo il da farsi. Anche tu ragazzo mio vai con lei, il Comando per oggi lo lasciamo ad Alain."- e dopo aver baciato sulla fronte Isabelle e abbracciato Mathieu uscì dalla stanza. -"Un bambino, avremo un bambino Isabelle sono al settimo cielo. Ti amo tanto."- -"Ti amo tanto Mathieu e felice anch'io amore mio."- Intanto fuori dalla stanza un preoccupato André voleva entrare per vedere come stesse la sua bambina -"André stai calmo...è tutto a posto. Lascia i ragazzi un attimo da soli."- -"Oscar ti prego dimmi come sta Isabelle, che cos'ha?"- -"Niente di grave stai tranquillo...presto sarai nonno amore mio."- gli comunicò Oscar sotto lo sguardo divertito di Alain che allo sbigottimento iniziale della notizia diede una sonora pacca sulla spalla al suo amico ancora incredulo. -"Eh mio caro, sarebbe successo prima o poi. Non fare quella faccia."- lo canzonò Alain che strappò una risata ad Oscar. Passarono i giorni e dopo essersi ripresa Isabelle riprendeva il suo posto in Caserma, dove vi si recava in carrozza per ordine del medico, non sarebbe stato salutare né per lei né per la creatura che portava in grembo, sottoporsi allo stress della cavalcatura. I compiti a lei assegnati erano incombenze d'ufficio, niente addestramenti e niente allenamenti di nessun genere. Trascorsero così un po' di settimane quando, una sera di ritorno dalla caserma con Oscar, ebbe dei violenti crampi al basso ventre. Fu chiamato d'urgenza il medico, che dopo una visita accurata, sentenziò la possibilità che Isabelle potesse perdere il bambino se non fosse rimasta totalmente a riposo da lì fino al momento del parto. I continui spostamenti anche se in carrozza non avrebbero potuto scongiurare un possibile aborto e da questo anche la possibilità di non potere in futuro avere altri bambini. A quella sentenza il mondo sembrò crollare addosso ad Isabelle e Mathieu...anche ad Oscar e André crollò il mondo addosso. Avevano quasi vissuto anche loro una tragedia simile quando Oscar era in attesa della figlia con la sola differenza che, sì, Isabelle era nata e Oscar aveva quasi perso la vita nel metterla al mondo, ma non avrebbe più potuto avere altri figli, mentre Isabelle se fosse rimasta a riposo avrebbe scongiurato lo stesso destino vissuto dalla madre. A quel punto ad Isabelle non le rimase altro che farsi forza e seguire i consigli che il medico le diede per vivere tranquillamente e senza rischi il resto della gravidanza. Oscar e André una sera, preoccupati per la situazione creatasi decisero di parlare ad Isabelle per consigliarle di lasciare la vita militare e dedicarsi alla famiglia che stava formando con Mathieu mettendo al corrente anche lui su quello che avrebbero consigliato alla figlia. Mathieu conoscendo la storia della gravidanza di Oscar fu d'accordo, anche lui aveva intenzione di chiederglielo ma conoscendo la risolutezza della moglie fu felice che anche loro erano dello stesso avviso e probabilmente li avrebbe ascoltati. Infatti una sera Oscar chiese ad Isabelle se poteva parlarle -"Isabelle, vorrei parlarti un attimo di una questione un po' delicata."- -"Che succede madre, qualcosa non va? State male?"- -"No bambina mia io sto bene. È di te che sono preoccupata e della tua vita futura come donna. Sai tutto della mia vita passata, compreso il periodo più bello e dolce, la tua attesa e la tua nascita. Vedi...quello che sto per dirti te lo dico da donna, che ha capito tardi di esserlo nella sua interezza e anche da madre preoccupata per te figlia mia. Se lo faccio è per il tuo bene e per quello che voglio a questo esserino che ancora non conosciamo ma che amiamo con tutto il cuore."- iniziò a dire con voce triste ma dolce -"Mi fate preoccupare madre, che succede? Il medico vi ha detto qualcosa che io non so?"- chiese con le guance in fiamme -"Non agitarti, è solo un consiglio tesoro mio che mi auguro tu seguirai. Io vorrei che tu lasciassi la vita militare. So di chiederti molto ma vorrei che ti dedicassi alla tua famiglia. Avremmo tanto voluto darti dei fratellini o sorelline io e tuo padre ma ho dovuto fare la scottante scelta di non averne altri per vederti crescere anche per amore di tuo padre. Non sempre la vita va come vorremmo e ci mette davanti a scelte dolorise ma che facciamo per amore di chi ci sta accanto."- -"Mi state dicendo di lasciare il mio lavoro che con fatica ho ottenuto? Che ho dovuto subire discriminazioni di ogni genere perché sono una donna, che ho sempre dovuto dimostrare a chicchessia di esserne all'altezza? Come potete farlo, non capisco!"- chiese quasi urlando Isabelle -"Lo so bambina mia, lo so bene quello che hai passato, ero con te, al tuo fianco, ma credimi quando ti dico che anche a me addolora chiedertelo, ho paura per te per quello che potrebbe succederti."- -"Mi state dicendo che se dopo il parto riprendo il mio lavoro ed io e Mathieu volessimo altri figli correrei il rischio di perderli o di morire? È questo quello che mi state dicendo?"- chiese in lacrime -"Non lo so per certo bambina mia ma sì, potrebbe essere un'eventualità. Per quanto possa essere bello e gratificante il nostro lavoro non vale la pena sacrificare la vita meravigliosa che ti aspetta."- -"Non lo so madre, posso rifletterci? Voglio parlarne anche con Mathieu, anche se sono sicura che cercherà di convincermi a farlo. Mio padre sarà d'accordo anche lui immagino?"- -"Sì Isabelle, vuole la tua felicità. Lo sai quanto tiene a te, voleva entrare anche lui per parlarti ma ho insistito affinché fossi solo io a farlo da donna a donna. Ma se vuoi posso farlo entrare...è qui fuori."- -"Sì madre fatelo entrare."- André entrò in camera di Isabelle come un gatto spaurito, guardava negli occhi la sua bambina e per la prima volta la vedeva fragile, indifesa, lei così determinata e battagliera al pari della sua Oscar. -"Come stai piccola mia."- le chiese dolcemente -"Fisicamente sto bene padre, è moralmente che sto a pezzi. Non so che fare, so che voi siete d'accordo sul fatto che lasci la vita militare anche dopo tutta la fatica che ho fatto per arrivare dove sono e come ci sono arrivata."- -"Lo so che per te è dura, pensaci, non dovrai decidere domani. Ma pensa al tuo bambino, a Mathieu e a te. Sei matura abbastanza da sapere quale sarà la decisione giusta e noi saremo con te qualunque essa sia."- -"Grazie padre, ci penserò. Parlerò con Mathieu e prenderò una decisione con lui."- -"Va bene, credo arriverà a breve. Io vado, ti lascio con tua madre. Ti voglio bene."- la baciò sulla fronte ed uscì. Un attimo dopo arrivò Mathieu trovando Isabelle abbandonata tra le braccia amorevoli di Oscar che dopo averla baciata anche lei sulla fronte uscì dalla camera lasciandola con lui. Raggiunse André nella loro camera che l'attendeva seduto sul divano, lo raggiunse e si abbandonò al suo abbraccio confortante, si sentiva persa come una bambina era preoccupata e questo André lo percepiva dal giorno in cui Isabelle si era sentita male ma lo era anche lui. Avevano vissuto in modo diverso la paura di perdere Oscar, il bambino che portava in grembo e André di perderli entrambi per un brutto scherzo del destino, che poi aveva guardato benevolo quell'amore puro e aveva deciso quel giorno di volgere il suo dolce sguardo e lasciare che vivessero insieme ancora a lungo e felici. Ora speravano che rifacesse la stessa cosa con la loro Isabelle ma questa volta la decisione poteva prenderla solo lei e speravano che fosse quella che auspicavano. Intanto Mathieu messosi a letto abbracciava la sua Isabelle. -"Mathieu, che devo fare! Lo sai che tengo al mio lavoro. Ho lavorato tanto per arrivare dove sono, ma tengo anche al nostro bambino che sta per arrivare, alla famiglia che stiamo costruendo, non voglio rinunciare ad avere altri bambini se vorremo averne. I miei genitori hanno dovuto fare questa scelta a malincuore con immenso dispiacere. Mio padre senza di lei sarebbe morto di dolore non se lo sarebbe mai perdonato."- -"Isabelle amore, ti sei risposta da sola. Non è necessario che ti dica io cosa devi fare. Non voglio perderti neanch'io, non vivrei un giorno senza di te. Ti amo Isabelle, sei la mia vita, ma ti appoggerò qualsiasi sia la decisione che prenderai."- -"Oh Mathieu, ti amo anch'io tanto. Sì, so cosa fare, per amor tuo e della nostra famiglia mi congederò, non voglio rinunciare alla nostra famiglia."- decise piangendo sommessamente -"Isabelle...oh Isabelle, amore mio. Non piangere, calmati, lo so che è un dolore enorme per te lasciare il lavoro che hai sempre desiderato fare sin da piccola, capisco che è stato difficile prendere questa decisione. Ti amo tanto piccola."- Mathieu la teneva stretta nel suo abbraccio per confortarla e farla sentire amata e al sicuro finché Isabelle cullata tra le braccia di Mathieu si addormentò tranquilla. Dopo il suo congedo Isabelle trascorse i mesi successivi tranquillamente, circondata dalle amorevoli cure della sua famiglia, in particolare di Oscar, che trascorreva con lei tutto il tempo concessole dal suo ruolo di Generale della Gendarmeria. Si avvicendarono le stagioni finché a poco più di metà inverno maturò il tempo del parto. Una notte d'inizio Febbraio a dispetto delle previsioni che volevano un parto lungo e difficile, senza particolari problemi e con la presenza amorevole di Oscar a darle forza e coraggio, Isabelle diede alla luce la sua bellissima bambina. Uno splendore di bimba dai capelli d'oro e occhi verdi come quelli che caratterizzavano i tratti dei Grandier. Fu Oscar dopo essersi accertata che tutto fosse a posto e, che sia la madre che la piccola stessero bene, a chiamare i due uomini più importanti per Isabelle, Mathieu che si precipitò dalla sua Isabelle baciandola sulla fronte, felice di vedere che entrambe stessero bene, particolarmente commosso alla vista di quel piccolo esserino che Isabelle gli porgeva tra le braccia e il non meno emozionato André che non smetteva di guardare quel quadretto familiare con occhi lucidi di commozione. Alla piccola, Isabelle in comune accordo con Mathieu, fu dato il nome di Marguerite con immensa gioia del resto della famiglia. Passarono alcuni anni e anche André e Oscar si ritirarono a vita privata, lasciando i loro ruoli per dedicarsi alla famiglia che nel frattempo fu allietata da altri due pargoli gemelli venuti al mondo una sera d'estate, un piccolo Mathieu e una piccola Isabelle dagli occhi azzurri a cui avevano dato i nomi di Éléonore come la madre di André e Robert come il padre di Mathieu. A volte andavano ad Arras, luogo a loro caro, in attesa di trasferirsi definitivamente appena i nipoti fossero stati abbastanza grandi da poter lasciare Isabelle e Mathieu in grado di gestirli, tra una cavalcata sulla spiaggia come quando erano ragazzi e le serate tranquille davanti al fuoco i ricordi la facevano da padrone trasportandoli indietro nel tempo, alla spensieratezza e giocosità della loro gioventù, prima che Oscar prendesse l'incarico di Capitano delle Guardie Reali al servizio dell'allora Delfina Maria Antonietta. Si lasciavano trasportare dai ricordi più o meno dolorosi che avevano vissuto insieme, ringraziando la vita per averli fatti incontrare ed essersi innamorati. PER SEMPRE INSIEME. FINE.

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