Due piccioni con una fava

di PandaNemoMinerva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) 25 dicembre ***
Capitolo 2: *** 2) Passi ***
Capitolo 3: *** Icarus ***
Capitolo 4: *** 4) Galeotto ***
Capitolo 5: *** 5) Human ***



Capitolo 1
*** 1) 25 dicembre ***


25 dicembre 1755.
25 dicembre 1755 da un’ora e poco più, a villa Jarjayes. 
Avevano preso la messa nella cappella privata di famiglia, invece di recarsi in cattedrale o a Versailles: il tempo di Marguerite era vicino e non concedeva sontuosi festeggiamenti.
Quelli magari dopo, se fosse stato opportuno farli, senza le vergogne di una ennesima figlia femmina ed un maschietto peggio che morto [1]
Le bambine avevano deposto il bambinello nella culla presepiale, finita la cerimonia, ed il tempo di Marguerite era giunto.
Nanny, solerte, aveva già pronti da tempo acqua calda e panni puliti.
Era una faccenda da donne, il parto. Le bambine erano state portate nella stanza dei giochi, lontane – conoscevano il loro dovere futuro di mogli obbedienti e madri di gagliardi eredi, ma erano ancora abbastanza piccole da venir preservate dai dettagli.
Il Generale era tornato nella cappella di famiglia: non ne poteva più di attese e vane speranze.
Fissò l’altro nuovo nato di quella notte, la mente all’abbozzo di figlio maschio che l’anno prima aveva sbirciato in lenzuola insanguinate.
Un piccolo bambino, lì di terracotta ed al contempo polvere in una bara minuscola; consumato dagli anni, ma non dal tempo né dalla storia degli uomini.
L’altro era senza nome e volto nella cripta, una memoria asfissiante e pesante per entrambi i coniugi. Eppure nessuno l’avrebbe conosciuto.
 Riprovare era stato un dovere imperativo per entrambi.
Uomo per gli uomini, creazione di arti, di fede cieca ed assoluta, di dominio.
Chi, appunto, se non un uomo poteva creare questo? Eroiche gesta ricordate per sempre, segnate sui libri e narrate di bocca in bocca nel corso della storia degli uomini.
Miracoli, onorificenze, campagne militari, grandi imprese.
Ecco cosa si ricordava, non certo progetti matrimoniali intessuti su corpi infantili, chiacchiere e ventagli e ciripà o morti precoci senza valore.
Giusto se si è una regina si entra nella storia per faccende femminili. E sempre se si fornisce al regno un numero congruo di maschi per ereditare il trono.
Incoronati per diritto divino. Un uomo dona potere agli uomini.
Il Re Sole. Sole che rinasceva nei Saturnali. Il Sole bambino rinato. [2]
Le candele dalle fiammelle tremule come aureole di santi, la fiamma lucente ed effimera della vita umana.
Il Sole è una candela artificiale. Le candele sono Soli sterili, fasulle.
Già era il momento di guardarsi attorno per non ricamare ad Hortense un avvenire da zitella.
Un domestico, discretamente, venne a chiamarlo.
Il parto di Marguerite era terminato.
Salì alle sue stanze, febbrile di impazienza, incerto se sperare o non averne più.
Nanny, entusiasta, lo rassicurò delle condizioni di Marguerite – un parto ed una gravidanza alla sua età non erano qualcosa di facile affronto – ma lui fissava solo il fagotto urlante.
Voce possente, chiara, reclamava il suo diritto ad un seno nutriente ed alle braccia
materne.
Una bambina. Un’altra bambina da sposare vuotando le casse per la dote, la beffa di dare ad altri un erede maschio bello e vigoroso.
25 dicembre 1755 da cinque ore.
Il Bambino era nato.
Il Generale rise. Quella notte sarebbe nata la storia.
 

 
[1] C’è una discrepanza tra manga ed anime sul numero delle sorelle di Oscar. Nel manga sono 5, nell’anime son solo 4. Ho deciso di giocare su questa differenza inventando un’altra gravidanza di Marguerite, conclusasi però anzitempo con un feto maschio nato morto. Da qui ecco la “follia” del Generale e la “passività” della madre di Oscar, che nell’anime compare molto poco.
 
[2] Nei vangeli non viene riportata la data del 25 dicembre come nascita di Gesù. La religione cristiana ha coperto i Saturnali, dal 17 al 23 dicembre, dove si festeggiava con banchetti e scambio dei doni, ed era concessa libertà anche agli schiavi. Il 21 dicembre cade il Solstizio d’inverno: la giornata in cui il “sole si ferma” (è il significato della parola solstizio) ed è il giorno più corto dell’anno. È una giornata che è stata festeggiata in molti popoli, culture e religioni.
 
 

 
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Angolo Autrice.
Buon Natale a voi, se festeggiate, o Buone Feste. Spero siano giorni sereni e felici.
È una storia nata per caso riflettendo sulle origini del Natale, che è anche il giorno della nascita del nostro personaggio preferito. Spero vi piaccia e di non essere risultata blasfema.
Mi è sempre piaciuto speculare sui motivi ed i ragionamenti fatti dal Generale decidendo lo stile di vita di Oscar.
Il titolo l’ha deciso il mio cervello in completa anarchia, sono solo una sua vittima.
 
 
 

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Capitolo 2
*** 2) Passi ***


Ballava, Hortense, seguita dalla sorella numero due (nominazione cara al Generale) e dal Maestro di ballo.
Osservava, il Generale, il contegno di quella prima figlia appena fidanzata - piedi leggeri ed inchiostro ancora fresco sulla pergamena del contratto.
La numero due era bastevolmente gradevole – piedi incerti e papabili fidanzati in attesa.
 
Ballava, Oscar, seguita dal suo giovane attendente e da molti occhi – i quadrupli ansiosi di Nanny e quelli orgogliosi del Generale.
Osservava, il Generale, il portamento di quel suo unico figlio – piedi rapidi e lama precisa.
L’attendente era bastevolmente gradevole – obbediente, ma caparbio al contempo.
Amava, il Generale, ancor prima di Rousseau, i metodi spartani.
 
 
 §*§*§*§*§
 
Ballava, Hortense, osservando quel suo strano fratello.
Conosceva a memoria il minuetto ed anche la verità, sbirciata attraverso le porte socchiuse – un catino pieno di acqua calda ed un acerbo corpo da bambina con muscoli giovani; lividi per l’uso della spada e della lotta, non per il corsetto.
Non ignorava nemmeno le motivazioni: lei poteva andar bene – un fiore delicato e nobile come sua madre, ma le altre erano solo erbacce tenaci.
Oscar era un albero in crescita, piccolo tronco legato ad un innesto robusto per guidarlo e farlo crescere corretto.
 
 
§*§*§*§*§
 
Punta di scarpetta e di fioretto
Sulle note del minuetto.
Balla la bambina
La fine è vicina

 
 
 
 
Angolo Autrice
Buonasera e bentrovati, lettori, al secondo capitolo di questa raccolta.
Non è una storia ambientata in un momento preciso della storia, diciamo che è un piccolo scorcio di vita comune prima che Oscar avesse ufficialmente i gradi militari.
C’è Hortense, e non so da dove sia uscita, però si è presa di prepotenza quasi tutta la storia.
Penso che il Generale la amasse: era pur sempre la sua prima figlia ed una femmina ci poteva anche stare.  Le altre sono numeri di troppo (e non so i loro nomi, mea culpa)
Spero vi sia piaciuta.
Alla prossima,
Panda.
Qui il quadro che mi ha ispirata nella stesura https://g.co/kgs/fRJ4og

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Capitolo 3
*** Icarus ***


Icarus is flying too close to the sun
Icarus’s life, it has only just begun
It’s just begun
Standing on the cliff face
Highest fall you’ll ever grace
It scares me half to death
Look out to the future
But it tells you nothing
So take another breath
 
Icaro sta volando troppo vicino al sole
la vita di Icaro, è appena cominciata
è appena cominciata
stando in piedi sul precipizio
il nemico più grande che affronterai mai
mi fa quasi paura da morire
getta uno sguardo al futuro
ma non ti dice niente
quindi prendi un bel respiro
 
§°§°§°§°§°§°§°§°§
 
Marron Glacé stringeva il mestolo così forte da romperlo.
Oscar e Andrè, soprattutto André, a leggere quelle sconcezze.
Il figlio di un inventore e di una schiava che s’inventa le ali e, ah, vola verso il Sole!
Mancando di rispetto a suo padre non ascoltando il suo ammonimento, oltretutto!
Quel suo nipote scellerato.
Ma oh, quello spirito libertino (inteso libero pensatore) glielo avrebbe cavato fuori da quella testaccia a furia di mestolate.
Con suo padre non c’era riuscita – sposa una ragazza brutta ma oculata e con una buona dote come la figlia del porcaro, gli diceva, e invece no, una bella e povera in canna si era preso. Poi la febbre e un figlio orfano e povero, pure col debito delle spese per la sepoltura.
Per fortuna c’era il Generale, strampalato anche lui, ma un uomo solido nei valori.
Lo aveva accolto, vestito, sfamato e persino istruito. Se fosse vissuto coi suoi genitori, buonanime, sarebbe rimasto analfabeta. Forse il curato gli avrebbe insegnato a firmare senza la X, se avessero avuto abbastanza galline per ricompensarlo.
Ma ad André non sembrava bastare affatto, con quel gironzolare attorno a Madamigella come se fossero amici o, peggio, due pari.
Lo sapeva delle gite al fiume e della “cioccolata” nello studiolo, i duelli con le spade. Finchè erano bambini si poteva chiudere un occhio, ma ora non più. 
Come ora, seduti al sole, con quel libraccio in mano, tutto pieno di idee malsane.
Un figlio deve obbedire al volere dei genitori, essere responsabile e grato, e conoscere i propri limiti.
Ma André aveva preso tutta la sventatezza dei suoi genitori, e le ali se le preparava belle grandi e tutte di cera, nemmeno una piccola piuma.
Giustizia sociale, diceva. Come se un attendente potesse essere uguale ad un Comandante * [1]
Eccoli lì, invece, sotto gli occhi di tutti - come se Madamigella non avesse rifiutato già un’ottima proposta di matrimonio da un eccellente partito – con le teste vicine e le dita di André a voltare solerti le pagine.
Le mestolate le avrebbe date pure ad Oscar: aveva gli occhi miopi però aveva ben visto il disastroso volo a cui si preparava.
Con quello sciagurato di suo nipote.
E prima rifiuta la divisa e l’ordine paterno riportato a suon di scapaccioni, poi rifiuta il matrimonio ed ecco l’inizio della discesa.
Forse davvero i pulcini devono volare via dal nido. I pulcini però sanno cosa fare. Loro no, a quanto pareva.
Poggiò il mestolo, Marron Glacè, le dita bianche dalla tensione e doloranti.
Non si poteva cambiare il destino o salvare le persone da sé stesse e dalla propria arroganza [2]
 
 
[1]Idealmente la scena si colloca in un punto imprecisato della storia, ma Oscar è già entrata nella Guardia Metropolitana. André quindi è cieco e leggere è solo un pretesto per stare accanto alla amata.
La Nonna sarà anziana, popolana, ma non tonta. Sa dei sentimenti di entrambi e prevede una fine disastrosa.
[2] Con la parola arroganza intendo la “hybris” greca, vocabolo che Marron non poteva conoscere. La Hybris greca era la personificazione della superbia, la tracotanza. Superbia nel volersi muovere contro gli dei ed il loro volere. La grandezza dell’eroe greco era rinunciare all’essere troppo grande, senza gloriarsi eccessivamente per non attirare l’invidia divina; agire nel limite delle proprie possibilità. Stai al tuo posto, testa bassa e lavora.
Nella fanfic, gli dei sono rappresentati dal Re e l’ordine sociale. Oscar ed André peccano di arroganza pensando di poter cambiare le cose partecipando alla Rivoluzione e facendone di proprie: André sognando e vivendo come se fosse pari di Oscar ed Oscar rifiutando il destino di moglie e madre e soldato obbediente.
 La Hybris era punita dagli dei: quindi, come punizione, Oscar e André muoiono. E anche la Rivoluzione non va granché bene visto il Periodo del Terrore.
Esempio greco di Hybris è Ulisse: ha peccato spingendosi troppo oltre con la propria nave, quasi vicino al Purgatorio.
 

Il titolo del capitolo e le strofe iniziali sono prese dalla canzone dei Bastille "Icarus"

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Capitolo 4
*** 4) Galeotto ***


 
Nota: nel testo non ho scritto i nomi dei protagonisti. Potete provare ad indovinare durante la lettura, altrimenti sotto c’è l’angolo di Panda con Lo Spiegone. Spero vogliate giocare e dirmi che ne pensate o se avevate già indovinato prima delle note finali. 





 
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Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.
Quel giorno più non vi leggemmo avante.
 
Sopravviveva nonostante fosse un tomo oramai buono solo per farne carta da camino o per avvolgere le poche uova delle loro sparute galline.
Eppure sua madre lo teneva avvolto in un panno consunto e lacero al pari di una reliquia.
Il loro cognome accanto ad antichi titoli nobiliari a perdersi nel tempo. A perdere danaro per mantenere uno stile di vita adeguato, le spese da segnare sul conto di negozianti sempre meno solerti e disponibili a lasciare i loro crediti insoluti. I creditori bussavano alla porta, gli ufficiali giudiziari requisivano piatti, fazzoletti di pizzo, statuette di porcellana, i primi successi dei vetrai, cavalli, carrozze, gioielli.
Ora il tetto faceva entrare luci del giorno e della notte, per prender acqua non era più necessario andare alla fontana - solo un secchio in salotto nei giorni di pioggia. Però quel libro continuava ad esistere nella madia sbilenca – la legna per il camino costava e per quel mese avevano già speso tutti i miseri guadagni.
Ogni tanto lo prendeva, lo sfogliava ed era solo un grumo duro nello stomaco e fuoco nel sangue.
Nobili, dannati nobili.
Avrebbero pagato, quelle ville di stucchi dorati non li avrebbero più protetti.
Avrebbero pagato, quel mondo sarebbe diventato suo, avrebbe preso tutto.
Soldi, gioielli, bei vestiti, cinque e più pasti al giorno, stanze calde e materasso morbido e coperte di lana.
Basta divise da far lavare alla sua sorellina, basta uscire con abiti rotti e scarpe di legno per andare a mendicare ed essere scacciata come un cane.
 

 
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.
Quel giorno più non vi leggemmo avante.
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Angolo di Panda&LoSpiegone
 
Bentrovati in questo nuovo capitolo. Ci tengo tantissimo a ringraziarvi tutti per avermi accolta, dopo una lunga assenza, con delle recensioni così belle e calde. Grazie.
 
 
 I protagonisti, se sono riuscita a mantenere la sorpresa, sono Jeanne ed Alain. Entrambi provengono da famiglie nobili cadute in disgrazia, vivono con difficoltà e in miseria. Però resta loro un antico libro in cui viene riportata la storia delle varie famiglie nobili, quasi uno sberleffo alla loro condizione sociale.
 Jeanne tenterà la scalata sociale seducendo nobili (come fece la Du Barry arrivando addirittura al letto del Re) e Alain coverà uno spirito rivoluzionario ed anti nobiliare.
Avevo pensato di inserire Robespierre, ma era figlio di avvocati, quindi non se la passava poi così male.
Saint-Just pure era figlio di una famiglia agiata (padre cavaliere dell’Ordine di San Luigi ed ex Maresciallo, la madre era figlia di notai)
Hanno creato la Rivoluzione, certo, ma avevo pensato a qualcosa di più “sconvolgente” nato dalla lettura di un libro, per rispettare il sonetto dantesco e la storia che narra, pur togliendo l'elemento romantico. [anche se ci potrei pensare ad una Alain-Jeanne... ;) ]
 Ammetto pure di aver provato a scrivere di Robespierre, ma mi sono intorcigliata nella storia e nella filosofia e ho lasciato perdere dopo aver scritto tre pagine di delirio.
Spero abbiate apprezzato.
Intanto vi lascio un indizio sul prossimo capitolo, il cui titolo sarà “Human”
Panda.

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Capitolo 5
*** 5) Human ***


I'm only, Im only  (sono solo, sono solo)
 
I'm only human, human (sono solo un essere umano, umano)
 
Maybe I'm foolish (forse sono stupido)
 
Maybe Im blind (forse sono cieco)

 
Fui figlio dell’estate.
Oh, che profezia!
Ingenuo e spensierato come quei caldi e oziosi giorni infiorati di sole e bellezza.
Nato alla fine, come un segno divino.
 
Ebbi una moglie, bella e allegra e senza pensiero, anch’ella come l’estate.
Forse l’amavo. Di certo ho tentato di renderla felice.
Ebbi una moglie allegra e lieve come l’estate, poi divenne inverno.
Fui, in sottrazione, troppo rispetto a lei.
Troppo timido, troppo permissivo e distratto.
Mi repelleva, di donne ne avevo viste troppe e così di mercimonio sessuale.
Non volevo giacere con lei, non avevo esempi di buoni uomini, brave donne e di matrimoni. [i]
Mi piaceva creare, la soddisfazione dell’ingegno e del lavoro manuale, del sudore pulito con fazzoletti candidi di ricami e profumi.
Lì era la mia concentrazione, il mondo che capivo e seguivo.
Non conoscevo che un artifizio di quella vita, eppure sognavo di farla. Ignorante v
iziato. [ii]
 
 
 
 
Some people got the real problems (alcune persone hanno problemi veri)
 
Some people out of luck (alcune persone sfortunate)
 
Some people think I can solve them (alcune persone pensano che io possa risolverli)
 
Lord heavens above (Signore dei cieli)

 
I'm only human after all (in fondo sono solo un essere umano)
 
 
Capivo le lingue straniere, non quella del mio popolo, un sordo brusio di fondo.
Capivo i problemi di lavorare una lega sbagliata, ma non i problemi di mia moglie e di chi mi circondava.
Il mio mondo mi sembrava stabile, normale ed eterno. Non capivo il mondo fuori.
Per me, un problema, era quale portata mangiare nel tavolo sovrabbondo.
Per gli altri, un problema, era il se mangiare.
Tutti accorrevano, cianciavano, parlavano.
Chiedevano favori, prebende, aiuto.
Ero il Dio in terra, secondo loro.
Ma io ero solo un uomo.
 
 
[i]   Alludo alla sfilza di amanti avute da Re Luigi XV, fra Pompadour, parco dei cervi e Du Barry. Alcune fonti (una biografia di Maria Antonietta, e il libro di Antonio Spinosa “Luigi XVI, l’ultimo sole di Versailles) suggeriscono che Luigi provasse repulsione per le donne, essendo stato inibito dall’ambiente in cui era cresciuto, dove spadroneggiavano le amanti del Re, le cui infedeltà ripetute fecero molto arrabbiare e soffrire la Regina sua moglie.
[ii]  Ho pensato che Luigi si rifugiasse in fucina come Maria Antonietta si rifugiava nel finto villaggio dove il lavoro sporco era fatto da altri, e loro conoscevano solo la parte patinata dei loro rifugi.


 
Angolo Autrice&Spiegone:
Ciao a voi, scusate se è passato così tanto tempo.
Come avrete già capito, il personaggio di oggi è il Re Luigi XVI. È stato difficile scrive di lui, confesso. Non è un personaggio a cui ho prestato molta attenzione nell’anime, poco interessante e preferivo Luigi XV.
Come avete letto nelle note, non è tutto farina del mio sacco: alcune informazioni le ho prese da Wikipedia.
Spero di essere riuscita a passarvi la dualità di Luigi: costretto dalle circostanze ad essere Re anche si sentiva inadatto e, pare, si sentisse in colpa per essere lui seduto sul trono e non suo fratello maggiore.
Diritto divino ed un essere umano.
Spero mi lascerete un parere.
Alla prossima, anche se per il prossimo capitolo non ho ancora idee certe: continuare il filone “famiglia reale” o cambiare?
Panda.

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