Milioni di cose

di piccola_Calliope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Io non esisto ***
Capitolo 3: *** La mia famiglia ***
Capitolo 4: *** Vita noiosa ***
Capitolo 5: *** Dimmi Tommaso ***
Capitolo 6: *** Ottima decisone ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
POV. TOMMASO

01/06/2014
Il giorno più assurdo della mia vita, quello che non ti aspetti vada così, ma poi succede qualcosa e niente probabilmente diventa uno di quei giorni che mai in vita tua dimenticherai…
E’ piena notte quindi teoricamente siamo già al 2 di Giugno, ma no, per me è  ancora il primo, perché lo so, domani mattina cambierà tutto, è già cambiato tutto…Io invece vorrei che tutto rimanesse invariato.
Sono nudo nel mio letto coperto da un lenzuolo e accanto a me giace lei…Altrettanto nuda…
Defne Fasari, l’unica ragazza con cui non sarei mai dovuto andare a letto.
Io Defne l’ho conosciuta alla tenera età di 14 anni…Primo giorno delle prime superiori, unico posto libero per il ritardatario, quello accanto a lei.
Io ero il classico bulletto che poco studia, ma che è interessato al magico mondo delle ragazze e lei era la classica sfigatella secchiona con gli occhialoni e che diventa rossa se solo le dici ciao.
Defne i primi giorni nemmeno mi parlava, stava lì sulle sue a scrivere cose sul suo diario…
Io cercavo di socializzare, ma niente lei zitta.
Un giorno però all’interrogazione di scienze io non ricordavo cosa significasse mitosi e ho sentito la sua voce, mi ha suggerito la risposta…
Il mio ringraziamento è stato inutile, lei come sempre non mi ha detto nulla. Defne aveva una bella voce, dolce dolce e rassicurante…Se solo mi avesse parlato qualche volta in più.
Un giorno decido di aspettarla all’uscita di scuola accanto alla sua bici.
-Dovrai parlarmi per forza ora-le sorrido.
Lei mi fissa in silenzio.
-Perché vuoi che ti parli?-finalmente sento la sua voce rivolta a me per bene e non in un sussurro.
-Siamo compagni di banco-affermo.
-E quindi? Non devo per forza parlarti-risponde…Io sorrido, la timidina ha un bel caratterino.
-Potremmo…-mi interrompe.
-Non voglio nulla da te, tu probabilmente vorrai una che ti aiuta nei compiti in classe, nessun problema, lo farò, ma zero finti sentimentalismi, so che non vuoi essere mio amico, quelli come te, a quelle come me le sfruttano e basta-dice poi mi spinge via e recupera la sua bici.
Defne si sbagliava io e lei siamo diventati amiconi, si da quel giorno sotto mia enorme insistenza ci siamo riusciti a parlare…Si io a Defne racconto tutto, le gioie, le sventure, le avventure con le ragazze, lei riesce a ricordare il nome di tutte quelle con cui vado a letto, io le dimentico pochi secondi dopo. Defne è il mio punto di riferimento, per me c’è sempre stata, c’era quando è morto mio nonno, mi teneva la mano al suo funerale, c’era quando i miei hanno deciso di separarsi, io scappavo di casa e dormivo con lei nel suo lettino, c’era quando ho avuto un incidente con il motorino, veniva ogni giorno in ospedale e mi portava la gazzetta dello sport, c’era il giorno del mio esame di maturità, mi ha baciato la fronte rassicurandomi…Defne è Defne. La mia complice, la mia spalla, la mia unica migliore amica…
Però…Ho fatto una cazzata…Una cazzata che cambierà tutto, che ha già cambiato tutto e mi viene da piangere, perché questo è un enorme errore.
Defne a differenza mia, non ha mai avuto un ragazzo, nessuno a detta sua la incuriosisce particolarmente…Sogna sin da bambina un amore folle, uno di quello da commedia romantica e fin quando non troverà uno disposto a darle tutta quella passione, quella gelosia, quell’amore rimarrà single, però è da qualche mese che mi parla di Domenico, Domenico è un suo collega universitario…’’E’ bello, intelligente, sensibile, è lui Tommà, è lui il mio principe azzurro’’, ogni giorno mi ripete sempre la stessa storia…
Io le ho consigliato di buttarsi, a me lui non piace ha la faccia da pirla, ma se a lei piace tanto, le conviene provarci, cosi questo pomeriggio si è presentata al mio monolocale con una richiesta assurda.
-Ho un piano-mi dice tutta contenta mentre si butta sul mio letto.
-Cosa?-chiedo.
-Ho deciso di lanciarmi con Domenico, lui è cosi bello, cosi intelligente oggi ha risposto brillantemente  a una domanda del professore di filosofia, poi cosi sensibile oggi l’ho beccato aiutare una vecchina ad attraversare le strisce, è fantastico-sospira.
-Si lo so-sbuffo.
-Ho comprato le lentine, lo dici sempre anche tu che senza occhiali sto meglio-mi dice.
-Questo è il grande piano? I tuoi occhi sono bellissimi anche attraverso gli occhiali se Domenico non se ne accorge è un…-mi interrompe.
-No, ho due richieste per te-mi sorride.
-No dai io sono diverso dal tuo principe azzurro, quello che piace a me non piace a lui, ti darei dei consigli sbagliati-dico.
-No Tommà io…-arrossisce.
-Cosa?-domando sedendomi accanto a lei.
-Baciami-mi dice.
-Cosa?-mi sollevo e sbarro gli occhi.
-Io voglio imparare non posso dirgli che a vent’anni non so baciare, dai, io e te non sentiamo nulla l’uno per l’altra, sarà solo una prova-mi spiega.
-Dovrei insegnarti a baciare?-domando sconcertato.
-In realtà…-è color peperone.
-In realtà?-ripeto.
- Voglio andare oltre-sussurra.
Io sbianco.
-Oltre?-chiedo.
-Si facciamo…-la interrompo.
-Tu sei pazza!-vado in cucina lasciandola in camera mia.-E’ assurdo sei  fuori di testa-borbotto mentre mi apro una birra.
-Non voglio che scappi da me-mi segue.
-Tranquilla la tua verginità non lo spaventerà, anzi i tipi come lui i fantastici bravi ragazzi impazziscono per quelle come te-dico.
-Ti faccio schifo Tommaso? Vai a letto con cani e porci e farlo con me ti fa schifo?-chiede acida.
-Grazie per avermi dato del maiale-sbotto, Defne mi sta facendo innervosire e non poco, assurde richieste e critiche poco velate.
-Ho chiesto proprio a te perché tu…-la fulmino e si zittisce.
-Vuoi litigare? Sai com’è mi stai insultando Defne! Lo so sono il tuo rozzo migliore amico che a malapena è arrivato a 60, quello che va a letto con ragazze altrettanto stupide, si lo so-sbotto nervoso, Defne non mi hai mai fatto pesare queste nostre differenze, ma ci sono, lei accanto dovrebbe avere tipi come Domenico, no tipi come me…
-Voglio che tu mi faccia questo favore-mi urla contro.
-Non è un favore Defne, non è come farti una fotocopia perché ti scoccia uscire…-dico.-Stai facendo aumentare il mio mal di testa, mi stai irritando-sbuffo.
-Voglio fare l’amore con te-mi dice proiettando i suoi occhi nei miei, non nego che perdo qualche battito, il suo sguardo…E’ cosi intenso, non mi ha mai guardato così.
-Non possiamo, siamo come fratello e sorella-rispondo.
-Capiterà solo una volta, la dimenticheremo-si avvicina a me.
-Ma che idiozie dici?-domando.
-Considerami una ragazza come tutte le altre, una di quelle che rimorchi al bar-dice tutta sorridente.
-No-continuo.
-Sei stronzo-sbuffa.
-E tu incosciente, fare sesso io e te, è assurdo, irreale-mi butto sul divano.
Lei mi sale a cavalcioni.
-Non ti eccito?-chiede.
-In questo momento mi stai innervosendo e non poco-cerco di togliermela da dosso.
-Ho pensato a tutto-si solleva.
Si toglie gli occhiali e fa scivolare verso il basso il suo vestitino, scoprendo un completino di pizzo nero.
Io mi copro gli occhi.
-Tu sei fuori di testa Defne-non nego vorrei guardare, alla fine io sono un ragazzo e ho una ragazza mezza nuda davanti, Defne ha sempre avuto un bel fisico, ogni tanto quando siamo al mare qualche sbirciatina gliela do…Ma Defne non è una ragazza qualunque, non è una di quelle del bar…Defne è Defne.
-Ti piace il completino?-chiede.
-Defne rivestiti-le ordino.
La sento avvicinarsi, si siede di nuovo a cavalcioni su di me.
-Defne-sospiro.
Lei libera i miei occhi dalle mie mani.
-Tanto li tengo chiusi-dico.
-Tranquillo lo so che ti faccio schifo, lo vedo anzi lo sento che il tuo amico lì sotto non si sveglia-afferma.
Io a quell’affermazione apro gli occhi.
Le carezzo la guancia.
-Sei speciale Defne e non lo capisci…Sei buffa, piangi per i film, ti piace mangiare schifezze e di solito le ragazze non lo fanno, ti piace il calcio e le auto da corsa, sai cos’è un fuorigioco, sei intelligente e molto paziente, la maturità l’ho presa grazie a te, sei un po' stronza a volte, ma immensamente dolce e sei bella, ma un bello diverso da quello delle ragazze vistose che vengono con me, prima di tutto sei bella dentro Defne e io non posso fare nulla con te perché ti voglio bene e non posso-le dico.
-Non mi vuoi bene-si alza e si riveste.
-Sono sicuro che conquisterai Domenico cosi come sei e lui…Lui sarà felice di fare l’amore con te-dico.
-Non voglio parlarti più-mette su il broncio.
Io scoppio a ridere e le bacio la guancia.
-Sei la mia piccola merdina-le sussurro.
-Non chiamarmi così-mi fulmina.
Mi corico poggiando la testa sulle sue gambe cercando di scacciare l’immagine di quel completino di pizzo.
-Non siamo più amici-sbuffa.
-Mi vuoi troppo bene-rido.
-Puoi almeno baciarmi? Almeno questo?-chiede
Io rifletto qualche istante…
-Un bacio ok? Uno solo-dico e mi sono già pentito d’averla assecondata.
-Si-urla tutta contenta.
Mi sollevo e mi avvicino al suo viso.
Poggio il mio naso sul suo, lei sorride e chiude gli occhi.
Io sospiro conto fino a tre e poggio le mie labbra sulle sue.
E’ impacciata e sorride mentre la bacio.
-Defne dai-sbuffo.
-Mi punge la tua barba-ride.
-Seria o non se ne fa nulla-sbotto.
-Faccio io-mi cattura le labbra…
E va decisamente meglio, anzi va troppo bene, non so come, ma me la trascino sulle gambe e il gioco che fanno le nostre lingue non è proprio quello che dovrebbero fare due migliori amici.
Defne scende a baciarmi il collo…
-Defne ma come sai…-sono interrotto di nuovo dalle sue labbra.
-Libri, serie tv, sono preparata-sussurra mentre mi morde il labbro.
Io non so cosa provo, mi sento confuso, sono totalmente preso da lei, dal suo profumo, dal suo sapore, dalle sue mani impacciate che mi sfilano la maglia, che cazzo sta succedendo?
-No Defne-mi stacco.
-Lo dimenticheremo-mi bacia ancora e io quando ho le sue labbra sulle mie non capisco più niente, perché in meno di un minuto siamo sul mio letto in un groviglio di gambe.
Defne è la mia migliore amica, non può succedere…
Defne ansima quando le nostre intimità si sfiorano e niente il buon senso va a farsi fottere, mi libero velocemente del suo vestito.
Defne è passiona pura, è impacciata, impreparata, arrossisce terribilmente quando mi vede totalmente nudo, ma è un amante passionale…Non ho mai avuto un rapporto migliore di questo nonostante sia stata la sua prima volta.
-Sei stato fantastico-mi bacia la guancia.-Sei stato dolce e delicato-si alza e va in bagno.
Io mi sento un coglione, mi viene da piangere, che cazzo ho fatto?…Che cazzo è successo?
Mi accendo una sigaretta, vorrei sbattermi la testa contro il muro…
Venti minuti dopo Defne torna e si mette a letto.
-Dormo un po'-mi dice.
-Nuda?-le chiedo.-Fa’ come vuoi-vado in bagno.
Sono stato a letto con la mia migliore amica, si ok è stato fantastico, ma è Defne e non doveva succedere, ci siamo fatti prendere dalla foga di quei baci, si è vero io in questi anni varie volte avrei voluto saggiare le sue labbra, specialmente quando litigavamo e mi urlava contro le peggio cose, volevo zittirla con le mie labbra, si è vero l’ho desiderato spesso…Ma non doveva succedere, si è stato tutto bellissimo, lei mi ha anche chiamato tesoro e mi guardava in un modo, ma lei l’ha fatto solo per quel Domenico…E io come un coglione mi sono prestato.
Torno a letto, mi metto da schiena, non voglio abbracciarla…
-Sei arrabbiato?-chiede.
-Ho sonno-rispondo freddo.
In piena notte mi sveglio e la fisso…
Mi metto un paio di boxer e me ne vado in cucina a fumare un’altra sigaretta.
Sono nervoso, sono incazzato, infastidito a non finire, sono un debole, sono bastati due bacetti per farmi cedere…
-Coglione-mi rimprovero.
Asciugo una lacrima, io non piango mai, ma lo so, da domani io non avrò più la mia migliore amica.
Angolo autrice
Salve :) ringrazio chi è arrivato fin qui, Defne e Tommaso sono nati da un sogno...E spero che la vostra storia vi piaccia, cosa ne pensate del prologo?
Ah lo scrivere Defne così non è un errore, è la variante turca di questo nome. Attendo vostri commenti.
Tanti saluti piccola_Calliope

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Capitolo 2
*** Io non esisto ***


Io non esisto
POV. DEFNE

Apro gli occhi e mi ritrovo in una camera che non è la mia, in un letto che non è il mio…Allungo la mano convinta di trovare Tommaso accanto a me…Ma niente la sua parte del letto è completamente vuota e fredda.
Mi osservo ho una sua maglia addosso, deve avermela messa lui, io ricordo d’essermi addormentata nuda…La annuso sento il suo profumo.
Decido di andare in bagno e di lui nessuna traccia…
Cosi scendo al piano inferiore dove si trova il piccolo cucinino e niente, non c’è, sul tavolo c’è però un post-it.
‘’Ho tante cose da sbrigare, ci sentiamo quando posso.’’
-Ci sentiamo quando posso?-ripeto.
Mi siedo e fisso sul lavabo la tazza di Spiderman che un Natale gli ho regalato, rileggo quel post-it e non so per quale ragione, ma scoppio a piangere…
Getto quel bigliettino nell’immondizia.
Salgo al piano superiore, cambio le lenzuola, mi faccio una doccia ed esco.
A Tommaso faccio talmente schifo da non voler dividere il letto con me, è scappato, mi ha trattato come volevo, come quelle cretinette che rimorchia al bar. Sul bus non faccio altro che piangere.
-Hei piccolina cosa succede?-mi domanda l’anziana seduta accanto a me.
-Io non esisto-sussurro.
-Cosa cara?-mi chiede lei ancora.
-Si è mai innamorata del ragazzo sbagliato? Di quello che non l’amerà mai?-non riesco a fermare le mie lacrime.
La donna mi carezza il viso e poi mi sorride dolcemente.
-L’ho sposato quel ragazzo lì-mi dice.
-Lei è stata fortunata, sposarmi? No Tommaso non mi sposerà mai, per Tommaso io non esisto, io sono un cesso, sono come Giuseppe il suo migliore amico-il cuore fa malissimo.
-Sei sicura?-chiede ancora la donna.
-Siamo stati insieme e non è rimasto a letto con me nemmeno per cinque minuti-dico.-E io nemmeno so perché sto raccontando queste cose ad una sconosciuta, lui è sempre stato chiaro, sa cosa mi ha detto un giorno a scuola?-le lacrime non mi permettono di parlare.
-Tesoro tieni-la donna mi passa un fazzoletto.
-Non saresti nemmeno una scopata passabile, ecco è successo, mi ha…-non riesco ad usare quelle parole, eppure questo è stato, sono stata una scopata non passabile, non sapevo dove mettere le mani, l’ho costretto a venire a letto con me…Perché ho sempre pensato che se ci fossimo baciati l’avrebbe capito, avrebbe capito che lo amo da sempre, che Domenico per me non è nessuno…
-Meriti di meglio piccola, io adesso devo scendere, ma se dovessi rincontrarti spero di vedere un bel sorriso-mi carezza ancora una volta il viso e poi mi lascia sola nel mio mare di lacrime.
Patetica Defne, sei patetica! Conosci Tommaso da anni e sai com’è fatto, cosa speravi? Che una notte di sesso nemmeno passabile lo facesse cadere ai tuoi piedi?
Finge bene lo stronzo, sembrava così preso da me, cosi travolto, così dolce e attento, ma probabilmente tutto questo deriva dal fatto che mi vuole bene come una sorellina.
Quel ci sentiamo quando posso è stato abbastanza chiaro, non vuole ne sentirmi, ne vedermi da quanto è schifato.

POV. TOMMASO
-Che hai?-mi chiede Giuseppe, il mio migliore amico per  la decima volta.
-Niente-rispondo ancora una volta mentre colpisco il sacco da box.
-Sei incazzato nero-dice.
-Se non vuoi che invece che colpire sto cosa colpisca te, sta zitto-sbuffo.
-Hai fatto cilecca con una?-chiede ridendo.
Io colpisco con rabbia il sacco al solo pensiero di chi giace nel mio letto.
-Ci ho preso?-Giuseppe spalanca gli occhi sorpreso.
-Secondo te io faccio cilecca?-chiedo.
-E allora che hai?-chiede ancora.
-Sei un rompicoglioni-colpisco ancora il sacco.
-Sono il tuo migliore amico e mi preoccupo per te, mi hai chiamato all’alba con una voce furiosa…-dice.
-Sono un coglione-ammetto.
-Che hai combinato?-domanda.
Ripenso alla notte passata con Defne, alla sua passione e al come io mi sia fatto trasportare fin troppo…
-Avrei dovuto tenerlo nei pantaloni-dico.
-Ti sei fatta un cesso?-chiede.
-Giuseppe-roteo gli occhi.
-Senti non sto capendo-sbuffa.
-Defne è venuta lì, mi ha parlato ancora di quel pirla di Domenico, mi ha detto che era stanca che non la notasse e voleva imparare…Cioè non voleva arrivare…-colpisco ancora una volta il sacco questa volta con tutta la rabbia che ho in corpo.-Ho spianato la strada al coglione-affermo.
Giuseppe mi fissa senza parole.
-Lei voleva togliersi un peso, così visto che mi vede come un fratello e visto che giustamente non proviamo niente l’uno per l’altra se non bene, ha voluto…Ha voluto che fossi il primo-dico.
-Sei stato con Defne?-chiede Giuseppe.
-Credevo che fossi più perspicace-sbuffo.
-Te la sei fatta?-domanda ancora.
-E’ successo, senti mi ha baciato io non ci ho capito più un cazzo, poi indossava un dannato completino di pizzo e bho non ho capito più un cazzo e mi sono trovato nudo con accanto lei nuda-mi libero dei guantoni, tanto è inutile questa rabbia non mi lascia andare.
-Com’è stato?-mi interroga Giuseppe.
-Normale, io sono un ragazzo, lei è una ragazza, una cosa normale-mi innervosisco.
-E poi vi siete coccolati?-chiede ancora.
-Non ho dormito con lei, stava nuda nel mio letto, Defne capisci? Lei era nuda nel mio letto e cazzo io non scopo mai nel mio letto-sbotto.
-Ma prima d’uscire l’hai salutata?-domanda cauto Giuseppe, ha paura che lo picchi se non la smette.
-Le ho lasciato un bigliettino-spiego.
-Con scritto?-chiede ancora.
-Che ci sentiamo quando posso-rispondo.
-E’ il premio Nobel per gli stronzi dell’anno va a Tommaso Gioia-dice lui.
-Che dovevo fare? Non sono tipo da coccole o da dolci risvegli-sono rabbioso.
-Ma lei è Defne, la tua Defne-dice lui.
-Lo so-rispondo.
-Ed è stata la sua prima volta-continua.
-Si tecnicamente, ma la sua prima volta sarà con quello con il pirla quando si deciderà, perché lei vuole fare l’amore con un uomo che la rispetti e bla bla, io sono stato un idiota con cui è stata per togliersi un peso-spiego.
-Ma tu come ti senti?-domanda ancora Giuseppe.
-Mi stai rompendo con queste domande-sbuffo.
-Rispondi-mi ammonisce.
-Incazzato, perché il sesso cambia tutto-rispondo.
-Esattamente perché?-chiede ancora.
-Forse se ti spacco la faccia l’arrabbiatura mi passa-mi avvicino a lui con aria minacciosa.
-Si non mi spaventi, fai cosi quando ti faccio domande scomode, quindi…Rispondimi sinceramente-afferma.
-A me è piaciuto Giuseppe e ci sarei rimasto a letto con lei, ci sarei rimasto tutto il giorno e l’avrei rifatto, noi in passato abbiamo spesso dormito insieme in futuro non potrà ricapitare, perché se a me viene voglia? Lei non è come le altre, non posso scoparci a piacimento-spiego.
-E se lei non fosse come le altre?-chiede.
-Lei non è come le altre-rispondo.
-E se tu fossi inna…-lo interrompo con uno spintone.
-Cazzate, io non faccio per lei, sono rozzo e ignorante, lei ha bisogno d’altro accanto non un coglione come me pieno di difetti, lei merita uno come Domenico, il classico figlio di papà, brillante e con il Porche-rispondo.
-Io non ti ho chiesto questo-mi fa notare Giuseppe.
-Io non amo nessuno-rispondo.
Tre ore dopo sono al bar al lavoro, non so che fare, non so se chiamarla e che cazzo le dico? E se fa riferimenti alla notte passata? Se mi chiede un voto? Io di solito qualche voto lo do, ma a lei no…Cioè le ho dato un 8 pieno, ma non posso dirglielo.
-Cameriere-mi sento chiamare.
Mi avvio verso il tavolo  e noto che mi ha chiamato Domenico il ragazzo perfetto.
-Buongiorno, cosa vi porto?-chiedo a lui e a quei pirla dei suoi amici.
-Per me un caffè macchiato con latte a temperatura ambiente-mi sorride.
Torno per preparare l’ordinazione e lo fisso.
E’ un bel tipo, alto, muscoloso, profumato, capelli perfettamente pettinati, barbetta curata, camicia da almeno 300 euro…Rolex al polso…
-Latte a temperatura ambiente-lo prendo in giro.
Lo osservo ancora, si lui a Defne offrirà un gran futuro, è ricco, interessante, hanno molte cose in comune…
-Ecco le vostre ordinazioni-li servo.
-Forte quel tatuaggio-un suo amico indica il mio tatuaggio sul polso.
-Ha un significato o è un qualcosa messo lì per caso?-mi chiede lui.
E’ un tatuaggio dalla forma singolare…
L’ho fatto dopo la separazione dei miei, in un periodo decisamente buio della mia vita.
E’ un infinito intrecciato intorno ad una D.
L’ho fatto pensando a Defne, lei in quel brutto periodo è stata l’unica a starmi accanto e lì ho capito di volerla per sempre nella mia vita, di non poter fare a meno di lei e cosi un giorno ho fatto quel tatuaggio, ma non le ho mai detto che è per lei…
-Niente di particolare-rispondo.
-Tipico, tatuaggi fatti per moda-afferma lui annoiato.
-Immagino che tu non abbia tatuaggi, un bravo ragazzo come te-lo prendo in giro.
-Esatto, sono solo stupidi segni che usurpano un corpo, ha senso? Se poi non hanno nemmeno significato, è una doppia usurpazione-mi dice.
-Ai coglioni come me piace rovinare il proprio corpo-gli rispondo.
Lui non risponde più, sorseggia il suo caffè.
-Il latte è troppo caldo, mi sembra d’aver detto a temperatura ambiente, riportamelo!-ordina il signorino.
-Mi perdoni sua maestà-afferro la sua tazzina.
‘’Domenico è perfetto, è intelligente, generoso, aiuta le vecchine ad attraversare…’’. Mi vengono in mente le parole di Defne…
-Risolvo subito il problema-sputo dentro la sua tazzina.-Ho raffreddato un po' il tuo latte-sbatto la tazzina sul tavolino e rientro nel locale.
Il mio capo mi ferma immediatamente.
-Tu sai di chi è figlio?-mi chiede.
-E’ un coglione-risponde.
-E’ figlio del vicesindaco-mi dice il capo.
-Non mi scuserò, vuoi licenziarmi?-gli domando.
-Vai nel retro, mi scuso io, Tommaso non voglio altre cazzate però-mi ammonisce.

POV. DEFNE
Quel pomeriggio lo passo tutto il tempo a letto stretta al peluche che mi ha regalato Tommaso…
Il peluche che regali alla tua sorellina.
Poco prima di cena, squilla il mio telefono, spero sia lui, invece è Domenico.
-Hei Domenico-rispondo.
-Ciao Defne-lo immagino sorridere, lui è cosi cordiale, sorride sempre.
-Hai bisogno di qualcosa? Mi sembra d’averti inviato ieri la foto degli appunti di filosofia di cui avevi bisogno-affermo.
-Si gli appunti li ho già studiati, ecco ti ho chiamato per un altro motivo-dice.
-Dimmi pure-lo incito a parlare.
-Ecco vedi ho organizzato una piccola festicciola per il compleanno di un amico, vorrei che tu mi accompagnassi-dice.
Io fisso il telefono scioccata, Domenico mi ha sempre parlato pochissimo e quel pochissimo comprendeva solo gli appunti delle varie lezioni…
-Vu vu vu vuoi che ti ti accom accompagni?-domando balbettando.
-Solo se ti fa piacere-afferma cortese.
Fisso per un istante quel peluche. E’ un piccolo gorilla dal sorriso furbo. Proprio come Tommaso. Un ragazzotto volgare dal sorriso furbo e dolce.
Lo stesso che non ha dormito con me, lo stesso che mi ha scritto dopo anni d’amicizia su un viscido post-it ‘’ci sentiamo quando posso.’’
-Mi fa molto piacere-rispondo.
-Mi rende davvero felice saperlo, domani all’università ci metteremo d’accordo, ti auguro una buona serata cara Defne-lo immagino sorridere di nuovo, lo fa sempre quando mi saluta.
-Anche a te Domenico-riattacco.
Apro la chat di Tommaso, è online, ma non mi scrive.
-Bene Tommaso ti faccio schifo, non mi vuoi e io ti dimenticherò, Domenico è meglio di te-getto malamente il peluche su una sedia e lo copro con una maglia.
Verso le 22:00 qualcuno bussa alla porta della mia camera…
-Mamma ho sonno-urlo da dentro.
La porta si apre e compare Tommaso.
-Che ci fai qui?-chiedo sorpresa.
-Ti ho portato il gelato-mi sorride e mi mostra il contenitore.
Ci fissiamo per qualche istante in silenzio.
-Non mi va-rispondo.
-E’ il tuo preferito-mi sorride ancora e io perdo un battito, ma perché il mio migliore amico è cosi dannatamente bello?
-Come mai sei qui?-domando.
-Defne è capitato spesso che venissi da te con il gelato, non vedo cosa ci sia di strano questa volta-dice.
-Ci sentiamo quando posso-ripeto l’ultima parte del suo post-it.
Lui si passa una mano fra i capelli, come vorrei farlo io.
-E poi devo dormire, domani io e Domenico dobbiamo incontrarci all’università-affermo fintamente entusiasta.
-Ah si?-chiede.
-Si mi ha chiesto d’accompagnarlo ad una festa, oh finalmente il mio sogno si sta realizzando, lui è cosi…-mi interrompe.
-Si perfetto-dice.
-Si è il principe delle favole, si è quello perfetto, il ragazzo perfetto da presentare a mamma e papà, quello con cui farci mille figli-sorrido.
-Magari allora un giorno sarà lui a portarti a casa il tuo gelato preferito-afferma.
-Certamente lo spero-non smetto di sorridere, eppure vorrei tanto piangere.
Tommaso si fissa le scarpe.
-Quello che è successo stanotte io l’ho già dimenticato, mi ha solo dato fastidio che fossi scappato questa mattina-gli dico e mento, non potrò mai dimenticare la notte appena trascorsa, io ho fatto l’amore con quello che reputo dal primo giorno in cui l’ho visto il mio principe azzurro.
-Avevo da fare, scusa-mi dice.
-Ok-rispondo.
-Che è successo a Lillo?-chiede Tommaso riferendosi al peluche.
-Chi è Lillo?-faccio finta di non ricordare il nomignolo che insieme una sera gli abbiamo dato.
-Dimentichi tante cose ultimamente-afferma.
-Ho sonno-dico.
Lui con poca delicatezza poggia il gelato sulla mia scrivania.
-Che hai?-chiedo.
-Sei incazzata con me e mi stai trattando di merda perché non sono rimasto? Non sono un tipo da coccole, quello forse è il tuo perfetto Domenico, io faccio quello che devo fare e vado via, tu sei voluta venirci a letto con me-è nervoso.
-E’ stata appena passabile, ti vanti tanto, ma in realtà…-mi interrompe.
-Sei una stronza Defne! Sai che ti dico? Non ci sentiamo per un po', mi dai i nervi tu, la tua perfezione e il tuo belloccio con il Rolex! E’ vero a stare con lo zoppo si impara a zoppicare, lui è stronzo da fare schifo,e tu lo stai diventando, ah sai cosa ha fatto quel rozzo del tuo migliore amico al tuo perfetto Domenico oggi? Gli ha sputato dentro la tazzina-scoppia a ridere.-Fanculo tu e lui!-detto questo esce sbattendo la porta.

POV. TOMMASO
Vado al solito pub, vado dove so di trovare due braccia e non solo, aperte…
-Hei-Rosy mi carezza il petto.
-Appena finisci il turno andiamo da te? Sono nervoso-dico.
-Ti farò passare io l’arrabbiatura-mi ficca la lingua in gola.
Che coglione le ho portato il gelato, per farmi perdonare della freddezza post-sesso, volevo stare con lei a guardare un merdoso film, volevo stare con la mia migliore amica e lei che fa? Mi tratta di merda e mi elenca i mille pregi inesistenti di quel pirla! Perché si sarà ricco, parlerà bene, ma è uno stronzo, uno stronzo con un cuore decisamente ghiacciato, ma si forse Defne vuole uno così, si forse lei ci starà proprio bene con un pirla simile, cosa se ne fa di me? Uno che quando si incazza spacca tutto, scopa con tizie a caso, dice tante parolacce e odia studiare, uno che a fine mese ci arriva per caso…Un fallito, meglio stia con il perfetto Domenico.
Lui potrà regalarle diamanti un giorno, io il massimo che posso è uno stupido peluche vinto con il gioco delle pistole al luna park, uno stupido peluche che butti su una sedia e lo copri con i vestiti.
Angolo autrice
Salve :) Nuovo capitolo...Non dico nulla aspetto di leggere i vostri commenti che sono sempre graditi.
Tanti saluti piccola_Calliope
Ps. Non potete capirmi forse, ma io amo follemente Tommaso.

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Capitolo 3
*** La mia famiglia ***


Nelle puntate precedenti: Defne è sempre stata innamorata di Tommaso, loro sono migliori amici, una notte convinta che la cosa tra loro possa cambiare gli chiede di andare a letto con lei per la sua prima volta, inizialmente il ragazzo non vuole, ma Defne sa come farlo cedere.
Succede. Il giorno dopo Tommaso non resta con letto con Defne per delle coccole...Defne la prende male, Tommaso cerca di recuperare, ma litigano cosi lui si consola con Rosy.

La mia famiglia
POV. DEFNE

Era venuto qui con tutte le migliori intenzioni, si, lui voleva compensare quella mancanza, di coccole, e tatto,  del mattino, lui non è fatto per dolci risvegli, ne ero più che consapevole nel momento in cui l’ho ‘’sedotto’’, però io sono Defne sono la sua migliore amica e quindi voleva far passare il mio malumore con il gelato e io l’ho trattato male…La verità è che forse quello successo la scorsa notte non doveva accadere.
Io ho sempre fatto così, l’ho sempre trattato un po' male, per allontanarlo da me, dal mio cuore…A me lui è sempre piaciuto e il trattenermi da non parlargli quando lui faceva di tutto per istaurare un dialogo è stato terribile, Tommaso è bello, simpatico, dolce, curioso, attento…Si attento a tutto a ogni mia espressione, mi conosce come nessun altro, io non ho amiche, sono capitata sempre in classe con ragazze vanesie che non mi consideravano al loro pari e quindi mi sono chiusa in me stessa, tranne che con lui, lui ha fatto di tutto per entrare nella mia vita. Io ho resistito fin quando ho potuto, ma alla fine ha vinto lui.
Tommaso è un cucciolone, sono stesa sul letto e sorrido, non riesco a non farlo quando lo penso o quando ricordo qualche momento nostro, come il nostro primo litigio, io mi ero arrabbiata per nulla e lui si era infuriato di conseguenza, alzando un po' troppo i toni, era l’ora di disegno, io dalla rabbia ho spezzato una matita e mi sono voltata pur di non guardarlo avendolo accanto nel banco…Lui ha iniziato a mangiarsi le unghie e poi prima che suonasse la campanella dell’ uscita mi ha passato un bigliettino.
‘’Sono davvero un cretino, non voglio perderti, ti voglio bene, sei importante per me.’’
Mi consegna il bigliettino e mentre lo leggo con il viso basso corre via, inutile dire che il mio cuore perde mille battiti, Tommaso è cosi tenero, avrei voluto baciarlo per ore quel giorno e invece gli ho solo mandato un messaggio quel pomeriggio dicendogli che avevo già dimenticato tutto.
Tommaso tra i due è sempre stato quello più affettuoso…Quante volte io facevo finta di non volerlo abbracciare e lui si portava le mie braccia dietro la schiena…
Decido di riporre il gelato nel congelatore e di andare a casa sua, suono il campanello qualche volta, ma nulla, allora decido di usare la copia delle chiavi di casa sua che tempo fa mi ha consegnato. Mi accomodo sul divano e lo aspetto, magari visto che era un po' arrabbiato è andato a farsi un giro.
Accendo la tv, così, spero,  il tempo passi più veloce…
Sono quasi le 3:00 decido di chiamarlo, ma nulla non risponde alle mie tre chiamate.
-E se gli fosse successo qualcosa?-inizio a camminare avanti e indietro per tutto il suo appartamentino.
-E’ colpa mia l’ho trattato male-mi viene da piangere.
Provo a richiamarlo altre due volte, ma nulla…
Alle 4:30 Tommaso finalmente apre la porta, io nel vederlo gli corro incontro e gli salto fra le braccia.
-Sono morta di paura te lo giuro-lo stringo a  me.
-Per cosa?-si stacca da me.
-Avevamo litigato e tu non rispondevi, io mi sono preoccupata, credevo ti fosse successo qualcosa di brutto-straparlo.
-Niente di brutto baby, anzi-mi fa l’occhiolino.
-Anzi?-chiedo alzando un sopracciglio.
-Sono stato da Rosy-mi sorride.
Io a sentir pronunciare quel nome stringo i pugni, Rosy è l’unica con cui Tommaso si vede spesso, l’unica che ha avuto più di una replica alla fantastica notte di passione che Tommaso Gioia regala.
-Io mi disperavo per te e tu scopavi-lo fulmino.
-Non ti ho chiesto di disperarti o venire qui-si toglie la  maglia per  poi salire al piano superiore e farsi una doccia probabilmente.
-Non ti importa?-chiedo acida.
-Defne quando fai la stronza non voglio averti intorno-sbuffa e chiude la porta del bagno.
Io lo seguo e apro quella porta, lui è già senza jeans.
-Defne!-urla coprendosi con un telo.
Io arrossisco, l’ho visto più nudo di così.
-Mi hai fatto arrabbiare-borbotto.
-Che novità, io respiro e tu ti arrabbi, vorrei farmi una doccia, se vuoi dormi da me è tardi, mettiti a letto, io mi metto sul divano-mi dice.
-Non dormi con me?-chiedo.
-No, buonanotte-mi dà la schiena.
Schiena segnata da vari sgraffi…
-Rosy è un tipetto passionale, aggressivo aggiungerei-sbotto.
-Cosa?-chiede lui interdetto.
-La tua schiena-la indico con sguardo disgustato.
-Buonanotte Defne-mi spinge fuori e chiude la porta…A chiave.
Io mi dirigo in camera sua, velocemente mi spoglio e indosso una sua maglia, d’altronde l’ho sempre fatto…E noi abbiamo sempre dormito insieme senza problemi, ma stasera a Tommaso non va…
Stasera è tutto così diverso. Osservo quel letto in cui la notte precedente è successo…Io ho fatto l’amore con lui, mentre lui mi ha solo tolto il peso della verginità.
-Io non ci dormo nel tuo schifoso letto Tommaso Gioia-prendo una coperta un cuscino e mi sistemo sul divano.
Dieci minuti dopo lui con i capelli ancora bagnati e con indosso solo i boxer mi raggiunge…Dio mio che bello, Dio mio come vorrei baciarlo ancora…Ma no a lui piace farsi sgraffiare la schiena da Rosy.
-Defne-sbuffa nel vedermi.
-Non voglio dormire nel tuo letto-dico.
-Defne ho la schiena distrutta e domani mattina ho il turno-sbuffa ancora.
-Bhe potevi evitare di andare da Rosy e potevi evitare di fare una maratona di sesso sfrenato e potevi evitare di farti sgraffiare, cos’è una gatta in calore?-chiedo acidissima e gelosa…Non voglio che le altre lo tocchino, io vorrei che lui fosse solo mio.
Lui si siede sul divano e sospira.
-Poi se ti fa male la schiena è meglio se ci dormi tu nel letto-gli dico.
Lui mi guarda un istante negli occhi.
-Tu potevi evitare di farmi incazzare-dice.
-Sei stato con lei perché eri arrabbiato con me?-chiedo.
-Sono stato con lei perché mi andava-risponde.
-Sei molto arrabbiato con me?-gli domando.
-Va’ in camera su-tira via la coperta.-Hai rubato una mia maglia?-sorride e io resto lì a fissare il suo sorriso.
-Sono brava con i massaggi, potrei farti passare il dolore-affermo all’improvviso.
-Voglio solo dormire-dice.
Io mi sistemo dietro di lui e poggio le mie mani sulle sue spalle tesissime.
-Dai Defne-si lamenta.
-Voglio solo alleviare il tuo dolore-inizio il mio massaggio.
Lui poco dopo sospira, chiude gli occhi e si abbandona contro di me.
-Certo devo stare molto attenta a questi sgraffi-borbotto, giuro che staccherei ogni capello a quella Rosy.
-Sei stata tu-sussurra lui.
-Cosa hai detto?-domando.
Lui proietta i suoi occhi nei miei.
-Sei stata tu la scorsa notte, non Rosy-dice.
Io spalanco gli occhi.
-Ti ti , io, ti ho sgra sgraff sgraffiato?-balbetto.
Lui annuisce e si solleva dal divano allontanandosi da me.
-Va’ a dormire Defne-dice ancora una volta.
Io annuisco e scendo dal divano.
-Scusa, non volevo, cioè…-sento la mia pressione alle stelle.-Lei ti ha detto qualcosa?-domando curiosa, d’altronde quei sgraffi erano molto vistosi.
-Defne-sbuffa.
-Tommaso non cambierà nulla?-chiedo pronta a piangere, è cosi strano questo clima che si è venuto a creare.
Vedo la sua espressione addolcirsi…Si avvicina a me e mi carezza la guancia.
-Sarai per sempre la mia migliore amica-mi sorride.-Sei importante per me non voglio perderti-non smette di carezzarmi il viso.
-Me l’hai sempre detto-sorrido e una lacrima mi riga il volto.
-Cosa?-chiede.
-Questa frase la ripeti spesso-dico.
-E’ la verità-mi bacia la fronte.-Vai a nanna Defne-dice prima di stendersi sul divano.
Vorrei restare con lui o vorrei che lui venisse con me…Ma per lui sono e sarò sempre la sua migliore amica. Dovrò accontentarmi di questo ruolo.

POV. TOMMASO
-Hai una faccia di merda-è cosi che il mio capo mi accoglie al bar alle 7 e 30 mattino, appena 3 ore dopo il mio rientro a casa.
Ho dormito di merda, il mio divano non è mai stato comodissimo, in più Defne…Bho mi porto dietro delle strane sensazioni che mi rendono molto irrequieto.
-Notte passionale con qualche donzella?-domanda ancora, io annuisco, alla fine ero stato qualche ora con Rosy a rotolarmi nel suo letto.
Le mani di Defne sono così diverse da tutte le mani che hanno carezzato il mio corpo…Ripenso ancora a quel delicato massaggio…Ripenso a come nonostante Rosy avrei voluto stare di nuovo con lei su quel divano…Questa cosa non va bene, le ho promesso che sarà per sempre  la mia migliore amica, non posso rovinare il nostro rapporto per il sesso, il piacere me lo prendo dalle altre, non da Defne. Defne è intoccabile.
A metà mattinata mentre sto asciugando i bicchieri vedo Defne e il perfetto Domenico che si accomodano in un tavolo fuori.
Lui le carezza la schiena, Defne gli sorride…
-Ci pensa Marco a quel tavolo, tu vai nel magazzino a fare un po' d’ordine-afferma il capo.
-Meglio-dico io.
Entro nel magazzino e do un calcio al primo scatolone vuoto.
Comincio ad essere davvero intollerante a quel Domenico, viene sempre qui, forse lo fa per provocarmi, anzi probabilmente è così, quello è un viscido stronzetto.
-Ma Defne vuole lui-mi ripeto.
Mi metto a sistemare delle bottiglie di birra, quando una mi scivola dalle mani e mentre raccolgo i cocci, mi taglio.
-Dannazione-sbuffo, osservando il sangue che scorre.
Metto la mano sotto l’acqua fredda, del piccolo lavandino del magazzino e penso a Defne, a Defne che sorride a quello lì…
Due secondi dopo qualcuno apre la porta del magazzino.
E’ Defne.
-Tommaso-esclama guardando la mia mano.
-Che fai qui?-chiedo.
-Credevo ci servissi tu, cosi ho chiesto a Massimo, ma lui mi ha detto che visto lo screzio tra te e Domenico, hai preferito non farlo-spiega.-Ma adesso non importa, cosa hai fatto?-mi chiede preoccupata.
-Niente-rispondo.
-Sanguini-dice.
-Grazie capitan ovvio-mi mordo la lingua il secondo dopo aver pronunciato queste parole, perché ultimamente con lei riesco ad essere solo acido?
-Tomma’ che succede?-mi chiede.
-Perché non sei fuori e sei qui con me?-chiedo proiettando i miei occhi nei suoi.
Non risponde.
-Ti farei sfigurare se il tuo perfetto Domenico ti vedesse con me, il rozzo cameriere che gli ha sputato nella tazzina, va’ da lui D efne e dalla fantastica vita che può offrirti-affermo.
-Io non mi vergognerei di te, mai!-afferma avvicinandosi a me e afferrando il mio volto costringendomi a guardarla.
-Dovresti invece-mi stacco.
-Tommaso cosa succede? Maledico quella notte, è cambiato tutto tra noi, tu…-la interrompo.
-Dai Defne quella notte è stato il nulla per me, se ci fossi stata tu o un’altra è uguale, è sesso, sesso privo di sentimenti-dico.
Lei mi fissa…Si sta innervosendo, lo riconosco dal suo mordersi costantemente il labbro inferiore.
-Hai ragione dovrei vergognarmi di te, del cafone rozzo che sei!-ha gli occhi lucidi, è furiosa.
-Va’ di là-le ordino, sono stanco d’averla intorno al momento.
-La smetti di dare ordini? Defne va’ a dormire, Defne va’ di là! Non sono una bambina a cui tu devi dire cosa fare, perché non può essere che io voglia stare qui perché nonostante tu sia uno stronzo io sia preoccupata per quella mano che sanguina?-chiede, si avvicina a me, mi afferra la mano sanguinante.-Hai del disinfettante?-domanda.
-Posso fare da solo-dico.
-No-continua lei.
-Sotto il bancone-sbuffo.
Lei prende il disinfettante e mi raggiunge.
-Cosa penserà lui?-chiedo.
-Nulla-dice.
-Io se fossi come lui….-Defne poggia due dita sulla mia bocca per zittirmi, il mio cuore perde mille battiti.
-Non voglio sentirti più parlare Tommaso-si dedica alla mia ferita.-Ora è a posto-mi sorride.
-Perché?-chiedo.
-Me lo chiedo anche io il perché tante volte, mi chiedo perché ti ho dovuto conoscere, perché sei entrato nella mia vita, perché l’hai migliorata nonostante tu sia un disastro-non smette di sorridermi.
-Un giorno lui non vorrà…Non vorrà che io…-non riesco nemmeno a pronunciare quelle parole che mi feriscono.
-Nessuno potrà mai allontanarmi da te, nessuno-Defne mi carezza il viso.
Io al suo tocco sento la tensione allontanarsi e scoppio a piangere…
-Che succede?-lei mi stringe a sé.
-Non lasciarmi mai Defne, mai ti prego-sussurro e la stringo ancor di più a me.
-Mi fai piangere scemo-borbotta e subito dopo inizia a singhiozzare.
Io osservo il suo volto ricoperto di lacrime e penso al mio nella stessa condizione e scoppio a ridere.
-Adesso vado di là-mi dice.
-E’ giusto-affermo.
-Ci sentiamo-mi regala un ultimo sorriso e va via.
Quella sera io e Giuseppe siamo sul mio divano di fronte a birre e Pes.
-Hai una faccia di merda-esordisce d’improvviso il mio migliore amico.
-Sei il secondo che mi riempie di complimenti oggi-sbuffo.
-Problemi con Defne?-chiede.
-No-rispondo.-Stasera è ad una festa con lui-spiego.
-E a te non sta bene?-domanda Giuseppe.
-Giuseppe hai fatto bene a scegliere psicologia, stai sempre lì a fare domandine infime, sarai un grande psicologo-gli dico.
-Non ti sta bene-afferma.
-Mi sta bene, Defne è felice, mi ha rassicurato che non gli permetterà di allontanarci, a me va bene-dico.
-Cosa ti tormenta Tommasino?-mi chiede ancora.
-Nulla-rispondo.
Io non so cosa mi succede, è vero quella notte ha cambiato tutto, sono irrequieto costantemente…Prima andava tutto cosi meravigliosamente.
-Stare zitto a rimuginare non ti aiuta-continua Giuseppe.
-Non sarebbe dovuto succedere-sbuffo.
-Lo penso anche io-risponde.
-Il nostro rapporto si è distrutto-stringo i pugni.
-Potrebbe essere un nuovo inizio-Giuseppe mi sorride.
-Io una vita senza Defne che mi tratta male, senza Defne che mi corregge se sbaglio il congiuntivo, senza Defne che il pomeriggio si intrufola in casa mia e mi fa trovare una torta calda, senza Defne che si accoccola sul mio divano mentre guardiamo un film e poi mi ruba una maglia per dormire nel mio letto…Non la voglio-dico.
-Pensi che lei sia davvero soltanto la tua migliore amica?-domanda.
-No hai ragione, lei è la mia famiglia, i miei se ne fregano di me, ho lei che pensa a me, che mi compra buffi regali di Natale e non mi fa mai sentire solo-sorrido.
-E quindi le vuoi solo bene?-continua e io inizio ad innervosirmi.
-Cosa dovrei volerle?-domando acido.
-Non pensi che in un certo qual modo tu…-gli lancio un cuscino contro.
-Dai Giuseppe non dire cazzate-mi alzo per andare a prendere altre due birre in frigo.
-Io penso che lei….-lo interrompo fulminandolo con lo sguardo.
-Non mi ama mio caro psicologo, no, lei vuole accanto uno come Domenico, il principe azzurro apparentemente perfetto, io sono un disastro e lei ne è più che consapevole-dico.
-Sei sicuro?-chiede ancora.
-Giuseppe hai rotto-mi attacco alla bottiglia della birra, furioso.
-Potrebbe succedere qualcosa tra loro due stanotte-dice.
-Si è impegnata tanto per ottenere questo risultato, buon per lei-dico stringendo la birra con rabbia, al solo pensiero che quel coglione la sfiori.
-Tu dormirai sogni tranquilli?-Giuseppe se la ride.
-Dormirò da Dio!-rispondo…E no probabilmente non chiuderò occhio e domani sarà un’altra giornata di merda.
Angolo autrice
Sono tornata, strano ma verooo, spero che il nuovo capitolo vi piaccia...
Cosa pensate di Tommasino mio? Cercherò di non farvi più attendere tanto per il prossimo aggiornamento, scusate.
Tanti saluti piccola_Calliope

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Capitolo 4
*** Vita noiosa ***


Vita noiosa
POV. DEFNE

Sto fissando il mio armadio da più di mezz’ora, non so proprio cosa indossare per la festicciola di Domenico, non ho mai fatto una grande vita mondana, quindi ho pochissimi vestitini o gonnelline, ho tantissimi jeans e maglioncini semplici, mi siedo sul letto un po' triste, è raro che mi pesi non avere una migliore amica, questo è uno dei quei momenti, una migliore amica avrebbe portato tanti vestitini, mi avrebbe aiutato a sistemare i capelli e a truccarmi, invece no…Io non ho mai avuto una migliore amica, mi hanno sempre snobbata, mi hanno sempre fatta sentire un difetto…
-Hei piccola perché cosi seria?-mia madre entra in camera mia.
-Stasera devo uscire con un ragazzo e non so cosa mettere-sospiro ancora una volta.
Lei viene a sedersi accanto a me.
-Non puoi chiedere a Tommi?-mi domanda.
-Mamma Tommi è un ragazzo per lui sono perfetta con una tuta, è uno di quei momenti in cui mi manca una migliore amica-affermo.
-Ma tu hai una migliore amica-mi sorride dolcemente. -La tua mamma-mi sistema dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
-E’ vero-ricambio il suo sorriso.
La mamma è, e sarà per sempre la migliore amica, quella che ti capisce anche solo attraverso il telefono, percepisce il tuo tono di voce diverso, nessuno sarà mai in grado di capirti come lei, ed io sono fortunatissima, la mia mamma è proprio la mia migliore amica, ma a Tommi non è toccata questa fortuna, sua madre l’ha quasi sempre disprezzato e trattato male, i suoi genitori hanno da sempre riversato i loro problemi di coppia su di lui, ecco perché lui ha tagliato i ponti con entrambi, l’hanno sempre ferito.
-Tommi non è cosi fortunato come me-dico.
-Tommi è comunque fortunatissimo, ha te-mia madre mi sorride ancora una volta. -Allora chi è questo ragazzo con cui speri di non pensare a Tommaso?-mi domanda.
-Mamma-la ammonisco.
-Sono la tua migliore amica, so che sei innamorata da una vita del tuo migliore amico-inizia ad osservare i vestiti all’interno del armadio.
-Però io sono la sua sorellina, quindi è giusto che provi ad uscire con qualcuno-le dico.
-E’ giusto, come si chiama questo ragazzo?-domanda.
-Domenico, è un mio collega dell’uni ed è un bravissimo ragazzo, molto intelligente e gentile-le spiego.
-Sono felice che tu esca con un cosi bravo ragazzo, e piccolina se lui è davvero cosi, non gli importerà assolutamente il tuo abbigliamento-mi dice.
-Però vorrei farmi carina per lui-gli dico.
-Questo vestitino azzurro ti è sempre stato da Dio-me lo passa.
Le sorrido, è vero quello è il vestitino più carino che ho, molto semplice come me e adatto sicuramente per stasera, semplice, ma allo stesso tempo elegante.
-Grazie mammina-le sorrido dolcemente.
-Divertiti-mi lascia un bacio sulla fronte e poi esce dalla mia camera.
Quasi un’ora dopo sono in macchina con Domenico.
-Sei molto carina Defne stasera-mi dice sorridendo.
-Grazie e grazie per l’invito, mi fa davvero piacere passare del tempo con te-sorrido anche io.
-Io sono felicissimo che tu abbia accettato il mio invito-mi regala un altro dei suoi bellissimi sorrisi.
Questa serata deve andare bene, io devo lasciarmi andare, devo smetterla di pensare che Tommaso domani si sveglierà e mi dirà d’essere follemente innamorato di me, queste cose accadono nelle favole…Domenico è un bravo ragazzo e sembra davvero interessato a me, abbiamo vari interessi in comune, Tommaso invece è sempre stato il mio opposto…
Improvvisamente Domenico ferma la macchina.
-Che succede?-mi allarmo.
-E se invece di andare da me alla festicciola facessimo qualcosa di diverso?-mi domanda.
-Ma scusa la festa è a casa tua-affermo.
-Mi annoia, voglio stare da solo con te, ti piace il kebab? Conosco un ragazzo indiano che ne prepara uno formidabile-afferma con già l’acquolina in bocca.
-Facciamo come vuoi-gli sorrido.
Venti minuti dopo siamo seduti su una panchina a mangiare uno squisito kebab.
-Non ti facevo tipo da kebab-ammetto.
-Sembro più un tipo da ostriche e caviale?-chiede sorridendo.
-Onesta?-domando.
-Stai per rispondere si-afferma fintamente offeso. -In realtà a me piacciono le cose semplici, sono stanco delle frivolezze, purtroppo la mia famiglia, mi ha cresciuto imparando ad apprezzare il lusso, e attenzione io non lo disprezzo, ma preferisco di gran lunga una panchina, un kebab e una ragazza carina ed intelligente a chiacchierare con me-mi sorride.
-Mi piaci per questo-dico.
-Ti piaccio?-domanda ridendo.
Io annuisco.
-Allora cosa vuoi fare da grande mia cara Defne?-mi domanda.
In quel momento mi si stringe il petto, ripenso a Tommaso.
‘’Siamo stesi sul divano del monolocale di Tommaso.
-Sei una nerd, hai davvero preso 30 al primo esame-Tommaso mi prende in giro.
-Ho però paura di aver scelto un percorso di studi che non mi dà molte possibilità lavorative, cosa posso fare con una laurea in filosofia?-domando preoccupata, ho davvero paura di aver sbagliato tutto.
-Che scema che sei-Tommaso mi scompiglia i capelli.
-Ma Tommà che dici?-chiedo.
-Tu sei nata per fare solo una cosa…La professoressa, sei bravissima a spiegare, io sono un ottuso di merda e con te capisco tutto, mi hai fatto capire Hegel, sarai una prof stupenda-mi sorride.’’

-Vorrei fare la prof alle superiori-rispondo.
-In effetti, ti ci vedo-Domenico mi sorride.
-E tu invece cosa vuoi fare da grande?-chiedo.
-Io non volevo studiare, mio padre ha accettato questa cosa della filosofia solo per farmi prendere un titolo, io non so ancora cosa farò da grande-mi risponde.
-Secondo me menti, tu sai cosa vuoi fare, però hai paura di dirlo-gli dico.
Lui mi fissa, sorride e annuisce.
-Avresti potuto benissimo fare la psicologa-mi prende in giro.
-Allora cosa vuoi fare da grande?-domando, di nuovo.
-Mi piace scrivere, da quando ho 14 anni scrivo romanzi gialli che sono sparsi un po' su dei quaderni, un po' nel mio pc, ma mio padre non accetterà mai-mi dice.
-Lotta per quello in cui credi, non ti abbattere, non mollare, sono sicura che tuo padre sarà felicissimo di avere un grande scrittore di gialli come figlio-gli stringo la mano.
-Che fortuna averti incontrato-Domenico mi bacia.
Io inizialmente resto totalmente impalata, non mi aspettavo questa cosa, non mi aspettavo di trovarmi cosi bene, non credevo che lui potesse essere cosi interessante, e non pensavo assolutamente che lui potesse baciarmi, le sue labbra hanno tutt’altro sapore rispetto a quelle di Tommaso, lui è cosi delicato, mentre Tommaso è cosi irruento e passionale…
-Smettila di pensare a Tommaso-penso tra me e me.
E quindi rispondo al bacio di Domenico, io devo dimenticare Tommaso.

POV. TOMMASO
Sto facendo delle flessioni quando Defne apre la porta del mio appartamento.
-Signorina vuoi smetterla di entrare in casa mia a tuo piacimento?-la prendo in giro.
Lei sospira e si corica sul mio divano.
-E’ successo qualcosa?-chiedo d’altronde ieri sera aveva l’uscita con quel deficiente di Domenico, io ho dovuto prendere una camomilla prima di andare a dormire, mi sentivo terribilmente agitato.
-Mi ha baciato-dice.
Io sento una fitta dolorosissima al petto…Fitta seguita da un bruciore intenso.
-E’ andato tutto benissimo allora-affermo.
-E’ un bravo ragazzo, molto interessante, cosi gentile, educato, e poi adora le cose semplici-la interrompo.
-Scusa ma stento a credere questa cosa, visto e considerato che porta un rolex al polso-affermo.
-La sua famiglia l’ha fatto crescere cosi, ma lui in realtà ha un animo buono, ieri sera mi ha portato a mangiare il kebab, niente ristorante di lusso, solo io, lui, una panchina e un kebab-sorride.
-Che ragazzo d’oro-vorrei essere gentile, vorrei approvare questa sua scelta, ma proprio non ci riesco, non tollero questo Domenico.
-Perché sembri arrabbiato?-domanda.
-Ho sonno e tra poco devo andare a lavoro-rispondo.
-Non sembri felice della mia relazione con Domenico-sbuffa.
-Ah avete già una relazione?-domando.
-E’ quello che accadrà, ci piacciamo, andiamo d’accordo, abbiamo vari interessi in comune, lui mi fa sentire desiderata, io sono felice e quindi non vedo degli impedimenti ad una possibile relazione-si sta alterando.
-Che vita noiosa avrai con mister perfezione-ammetto.
-E’ la vita che voglio, lui è il ragazzo perfetto-dice…Io odio sentire questa frase, lui è il ragazzo perfetto…
-Anche le scopate con lui saranno noiose, sempre la stessa posizione, probabilmente sarete una di quelle coppie che scopa il giovedi sera dopo cena e fine-rido di gusto.
-Perché devi portare tutto sul volgare?-domanda lei.
-Perché io sono il tuo rozzo migliore amico, ah sono pure quello che ti ha tolto il peso della verginità, sai Defne tu mi sembri un po' irruenta per uno come lui, sai com’è mi hai sgraffiato tutta la schiena, a lui non so se piacciono queste cose-dico…Mi pento mentre parlo, so che la sto ferendo.
Lei mi regala infatti uno sguardo carico di disapprovazione.
-Bravo continua cosi, continua a fare lo stronzo senza motivo con me-è offesa e ha ragione, io dovrei essere felice per lei, il ragazzo che le piace è realmente interessato a lei, ma proprio io felice per questa cosa non riesco ad esserlo, mi dà i nervi sapere che lui l’abbia baciata, e mi manda il cervello in panne sapere che un giorno lui potrà toccarla come ho fatto io.
-Hey baby io non faccio lo stronzo, io sono stronzo, comunque mi hai annoiato, mi vado a fare una doccia e spero al  mio ritorno di non vederti-dico.
Lei si avvicina a me e mi dà uno schiaffo.
-Complimenti, allontana l’unica persona che ti è rimasta-è furiosa…Però la sua frase mi offende parecchio.
-Vattene-le ripeto.
Vedo i suoi occhi diventare lucidi, sta per piangere.
-Non mi inteneriscono le tue lacrime-mi allontano da lei, mi sentivo mancare l’aria, perché ho fatto questo? Perché l’ho trattata cosi male? Dannata notte di sesso, non doveva accadere, il sesso ha davvero cambiato tutto tra noi.
-Non tornerò da te-detto ciò va via.
Dannato io che ho accettato di farlo con lei, non dovevo, non dovevo assolutamente accettare, andava tutto a gonfie vele prima, eravamo cosi felice, si è rovinata ogni cosa e sono sicuro che sarà sempre peggio.

POV. DEFNE
Esco da casa di Tommaso e scoppio a piangere, io davvero non lo capisco, perché fa cosi, perché mi spezza continuamente il cuore, perché gli permetto di trattarmi come una pezza…
In quel momento mi chiama Domenico.
-Che hai? Stai piangendo?-mi domanda sentendo la mia voce.
-Ho litigato con il mio migliore amico-rispondo.
-Dove sei? Mandami l’indirizzo ti vengo a prendere-mi dice premuroso.
-Ok- gli invio la mia posizione.
Venti minuti dopo sono in macchina con lui, piango in silenzio osservando fuori dal finestrino.
-Mi dispiace cosi tanto vederti cosi-mi carezza la mano.
-Purtroppo sono io che gli permetto di farmi questo, avrei dovuto chiudere con lui molto tempo fa, ma gli voglio troppo bene e questo è il risultato-spiego.
-Ma perché avete litigato?-domanda.
-Perché è uno stronzo che non apprezza ciò che di bello c’è, ma butta merda su qualsiasi cosa, compreso il nostro rapporto-chiudo gli occhi, sono stanca di piangere.
Domenico parcheggia, con dolci carezze asciuga le mie lacrime.
-Vieni qui-apre le sue braccia.
Io mi ci fiondo e piango tutte le lacrime che ho in corpo, nemmeno so chi devo ringraziare per averlo incontrato, è un ragazzo speciale e sta facendo di tutto per capirmi, si sta impegnando e mi sta facendo solo bene, non come Tommaso che alla prima occasione mi spezza il cuore e non riesce ad essere felice per me…Ho sbagliato a fare l’amore con lui, avrei dovuto aspettare l’amore vero, magari un ragazzo come Domenico.
-Grazie per quello che stai facendo-gli sussurro.
-Non voglio vederti triste, ti conosco da anni e ti ho sempre visto sorridere e voglio rivederti cosi-mi carezza la schiena mentre mi stringe ancora a sé.
-Grazie per ogni tua premura, è quello di cui ho bisogno-lo stringo più a me.
-Puoi sempre contare su di me Defne, per qualsiasi cosa-mi carezza i capelli.
-Grazie-lo ringrazio ancora una volta, perché anche se Tommaso mi vuole bene, per assurdo, sono sempre stata io a prendermi cura di lui e non il contrario, c’è sempre stato poco tempo per i miei drammi, non rinnego nulla, ma avrei voluto che lui ci fosse di più per me…In fondo io gli ho fatto un po' da mamma e papà, ho cercato di compensare a tutto il dolore che altri gli hanno arrecato…Ma lui…In fondo lui mi ha sempre lasciato da sola…Quindi non sono abituata a qualcuno che si prenda cosi cura di me e si preoccupi dei miei dolori e dei miei pensieri.
Bacio Domenico, non so cosa significhi questo bacio, ma è ciò che sento di fare.

POV. TOMMASO
Sono per strada per andare al bar quando mi suona il telefono, spero sia Defne, ma è Giuseppe.
-Sembri deluso-se la ride.
-Ho litigato con Defne, speravo fosse lei-gli dico.
-Avete litigato per cosa?-mi domanda.
Io sospiro.
-Perché sono una testa di cazzo-rispondo.
-E lei dovrebbe chiamarti?-mi chiede.
-Sono nervoso Giuseppe-gli dico.
-Si ma se l’hai ferita, dovresti telefonarla tu, dovresti scusarti, Tommà è sempre la tua Defne-mi dice.
-La mia Defne che dopo aver litigato con me, si è fatta venire a prendere sotto casa mia dal suo fantastico Domenico che ieri sera l’ha baciata-stringo i pugni al pensiero.
-Allora il problema è questo-dice.
-Quale?-chiedo.
-Sei geloso Tommà e sai perché lo sei? Perché la ami-è serissimo e convinto nel pronunciare queste parole.
-Non dire cazzate Giuseppe-sbuffo.
-Lei non è solo la tua famiglia, lei è l’amore della tua vita e spero che non sia troppo tardi quando te ne renderai conto-dice.
-Vado a lavoro ci sentiamo domani-non gli do nemmeno il tempo di rispondere che riattacco.
Mi sento distrutto, si è proprio cosi che mi sento, le ho fatto male e ogni volta che questa cosa capita, mi sento male io, non vorrei vederla piangere, non vorrei mai farla soffrire eppure con il mio brutto carattere riesco solo a ferirla, sono il male per lei, sarò sempre il male, lei merita d’essere felice, io non riesco a renderla felice, forse è un bene questo nostro allontanamento, forse è davvero un bene Domenico nella sua vita, io non desidero altro che vederla serena.
-Hai sempre una faccia di merda quando vieni a lavoro-mi prende in giro Massimo, il mio capo.
-Per ora è un periodo no capo-dico.
-Però non fare cazzata perché sei nervoso, ti raccomando-mi ammonisce.
Non riesco per niente a rimanere concentrato sul lavoro, penso sempre a lei, ai suoi occhi lucidi, alla sua voce rotta per l’ennesimo dolore che io le ho arrecato e poi penso alla bella macchina di quel cretino di Domenico che se la porta via…Lui me la porterà via per sempre.
-Hei-un cliente mi richiama.
-Dimmi-rispondo.
-La mia ragazza ti ha chiesto un Cosmopolitan e questo è un Midori, non credo siano la stessa cosa-mi sbatte il bicchiere davanti.
-Scusa amico, abbiamo tante comande può capitare, vi faccio subito due Midori e offre la casa-cerco di essere cortese.
-Ma senti faccia di merda io voglio la tua elemosina?-domanda scortese.
-Volevo solo rimediare al mio errore-gli dico.
-Sei un coglione-mi insulta.
-Anche tu, sei una gran testa di cazzo che insulta il barista-lo fulmino.
-Se hai le palle esci fuori che facciamo i conti-mi sfida.
Io sorrido, non poteva farmi offerta migliore, sono nervoso, rompergli la faccia sarà divertentissimo.
-Non sai contro chi ti sei messo-gli sorrido.
Mi tolgo il grembiule e lo raggiungo nel retro del locale, lui nemmeno mi fa chiudere la porta che mi colpisce le gambe con un bastone trovato non so dove, mi mette subito in ginocchio, inutile dire che da qui ho il totale svantaggio.
-Sei una merda-gli urlo contro all’ennesimo calcio che mi costringe a sputare sangue.
L’ultima cosa che ricordo è il suono di una bottiglia che viene rotta, poi il buio totale.
Angolo autrice
Buonasera care, dopo tanto ecco che ritornano Defne e Tommaso, che ve ne pare? Capitolo super positivo ahahaha scherzo.
Ma Domenico vi piace??? Fatemi sapere.
Ciao belle
 

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Capitolo 5
*** Dimmi Tommaso ***


Dimmi Tommaso
POV. DEFNE

Mi rigiro continuamente nel letto, si con Domenico sto bene, sempre bene, lui mi mette di buon umore, è attento a me, ma quando sono con lui io mi sento vuota, come se mancasse sempre qualcosa, quel qualcosa che invece Tommaso mi dona solo con uno sguardo…
-Non ce la faccio più-scoppio a piangere.
Sono totalmente esasperata da questa situazione, lo amo da anni e da codarda per paura di perderlo nono sono mai stata in grado di dirgli cosa provo…Ma adesso io sono stanca, sono stanca dei suoi allontanamenti, sono stanca dei nostri continui litigi, sono stanca dei suoi cambi d’umore, sono stanca delle sue accuse che ogni volta mi fanno malissimo, dopo quella notte d’amore tra noi è cambiato tutto, si è rotto qualcosa e purtroppo indietro non si può tornare, tanto vale che io adesso gli dica tutto, mi faccia rifiutare per poi andare avanti, farà male, malissimo probabilmente verserò milioni di lacrime, ma almeno gli avrò detto tutto, lui saprà cosa provo. Lo perderò…Ma io sono stanca e ho bisogno di una svolta che mi permetta definitivamente di prendere in mano la mia vita, devo liberarmi di tutto questo, voglio riacquistare piano piano un po' di serenità…Tommaso mi mancherà da morire, soffrirò…Ma è arrivato il momento che ciò accada.
Faccio un bel sospiro mi alzo dal letto, indossa la prima cosa che trovo e decido di andare in macchina, per raggiungerlo a casa, avrebbe dovuto ormai aver finito di lavorare.
Arrivo di fronte al suo monolocale e mi perdo in un ricordo.
‘’ Sono stesa sul letto che sto sottolineando la vita di Boccaccio, quando Tommaso senza nemmeno bussare fa l’ingresso nella mia camera.
-Hei mia dolce Defne cosa fai?-si libera dei suoi amatissimi anfibi e mi raggiunge sul letto.
-Non si vede? Faccio quello che tu non fai me, studio-sbuffo.
-Perché sei cosi stronza?-mi domanda e sembra davvero serio mentre pronuncia queste parole.
Io mi limito a sbuffare e a riprendere a sottolineare.
-Sto parlando con te-mi dà un pizzicotto sulla coscia.
-Dai Tommà voglio studiare-mi lamento.
-Non sei felice che io sia qui?-mi chiede.
-Mi è indifferente la cosa-rispondo e alzo le spalle.
-Indifferente…Mi vuoi bene Defne?-domanda serissimo.
-Dai mi fai studiare-mi lamento di nuovo.
-Defne dobbiamo imparare ad esprimere i sentimenti-mi rimprovera.
-Tu li esprimi?-chiedo.
Lui mi sorride e io perdo un battito…Lo odio, lui mi fa davvero provare dei sentimenti e i sentimenti rendono deboli.
-Certo che li provo-proietta i suoi occhi nei miei, ha degli occhi bellissimi, di un nocciola cosi caldo…Dio quanto è bello.
-Mi fa piacere-riprendo a sottolineare.
Lui inizia a disegnare dei cerchi immaginari sulla mia mano, mi distrae, riprendo a guardarlo, è assorto nei suoi pensieri.
-Cosa vuoi Tommà?-domando fintamente scocciata, sono cosi felice che lui sia qui, sono felice che lui si sia messo ad abbattere tutti i miei muri per entrare nella mia vita e nel mio cuore…Prima di lui ero cosi sola, e poi tra un battibecco e l’altro tra i banchi di scuola lui è entrato a far parte della mia vita, è diventato una parte di me.
-Vuoi sapere quali sono i miei sentimenti nei tuoi confronti?-chiede e io perdo un battito…
Non rispondo, ma lo fisso leggermente interdetta.
-Sta’ tranquilla non ti sto per chiedere di sposarmi, però Defne, tu, sei speciale, mi hai cambiato la vita, non mi fai sentire mai solo, so che quando ho paura stringo la tua mano e la paura sparisce, sei la mia famiglia, sei tutto per me-mi sorride dolcemente e io sento gli occhi pizzicare.
-Io…-non riesco a parlare.
-Potresti ad esempio abbracciarmi-sorride ancora.
Ma io rimango impalata…
-Devo fare tutto io-rotea gli occhi.
Si avvicina a me e si trascina le mie braccia dietro la schiena.
-Stringimi almeno un po'-sbuffa.
Io mi accuccio nelle pieghe del suo collo e lo stringo, in quell’abbraccio provo a dirgli tutto quello che sento per lui…E infatti…
-Si ho capito, per te vale lo stesso-mi lascia un bacio fra i capelli.’’

Mi ritrovo a distanza di quasi dieci anni da quel momento a piangere a dirotto…Tommaso è un uomo meraviglioso, lui si sente sempre in difetto ma non dovrebbe, lui è fantastico, responsabile, coraggioso, sensibile, empatico, è anche un grandissimo stronzo, ma io lo amo proprio per questo, lo amo immensamente proprio per questo e devo dirglielo, gli devo esprimere i miei sentimenti, per tutte quelle volte in cui non ci sono riuscita.
Suono il campanello più volte, ma nessuno viene ad aprirmi, allora decido di usare la copia delle mie chiavi, forse era talmente stanco da non sentire nemmeno il campanello, entro in casa ma non c’è nessuno, è molto strano, sono quasi le 5…Mi siedo sul divano e decido di chiamarlo, non risponde…
-Possibile sia da quello schifosa di Rosy?-sbuffo arrabbiata e furiosamente gelosa.
Sono indecisa, non so che fare, non se andare via o se continuare ad aspettarlo con la paura di vederlo comparire con qualche succhiotto.
Devo aspettarlo, io devo assolutamente parlargli, raggiungo il suo letto e mi corico, ho molto sonno, mi riposo un po' nella sua attesa.

POV. TOMMASO
Sono le 8 passate quando esco dall’ospedale, mi hanno dato 30 punti sul fianco sinistro, mi ritrovo con un dente in meno e lividi sparsi per tutto il corpo, ho sporto denuncia contro ignoto, chissà se troveranno quel bastardo che mi ha fatto questo…
Mentre sto aspettando il bus che mi riporti a casa leggo un messaggio del mio capo…Mi ha licenziato, ho fatto troppo casini…
Sul bus una bambina mi fissa…E sua madre la richiama immediatamente.
-Amore non fissare quel tizio, è un malavitoso-le dice.
Sospiro…Ci sono tre chiamate di Defne…Suona il telefono non è lei, ma mio zio Antonio, l’unico membro della mia famiglia con cui ancora parlo, visto è considerato che per me, mia madre e mio padre sono come morti e io sono morto per loro.
-Ciao zio-rispondo.
-Come stai? Il mio amico poliziotto mi ha chiamato per informarmi che eri stato coinvolto in una rissa-afferma con tono apprensivo…
-Un coglione mi ha provocato a lavoro, sono un po' ammaccato, ma sto bene, peccato però che Massimo mi ha licenziato-rispondo amareggiato, sono cosi stanco d’essere cosi sfortunato.
-Vuoi che ti raggiunga a Bari?-mi chiede.
-No zio tranquillo, grazie-lui vive a Torino, ha aperto un albergo che va abbastanza bene, immagino sia molto impegnato, non voglio mi raggiunga, sono però contento che mi abbia cercato.
-Va’ a casa adesso, ci sentiamo più tardi-mi dice.
-Va bene zio, a più tardi, grazie-riattacco.
Inizio a guardare fuori dal finestrino e sento le lacrime rigarmi il viso, io non piango spesso, non ho pianto quando i miei si sono lasciati e mi hanno lasciato solo, non ho pianto quando li ho chiamati per comunicargli che ero riuscito a prendere il diploma e nessuno mi aveva risposto, non ho pianto quando ho scoperto che mio padre ha avuto un altro bambino e che per lui ha tempo, lo porta a scuola calcio, fa il tifo per lui la domenica alle sue partite…Ma oggi mi sento cosi solo e quindi piango, piango tutte le lacrime che trattengo, sono solo, non ho nessuno che mi voglia davvero bene, avevo Defne, ma l’ho ferita e allontanata…Come ha detto lei, ho trattato di  merda l’unica persona che per me ci è sempre stata.
Arrivo di fronte casa mia e noto subito la Panda rossa di Defne…Sorrido sarà dentro, è tornata da me, eppure mi aveva detto che non sarebbe mai più tornata…
Entro in casa, non  la trovo sul divano dove di solito mi aspetta, non è nemmeno in cucina a preparare qualcosa, cosi vado verso la camera da letto e la trovo accucciata nel mio letto, la osservo…
Ha una tuta grigia probabilmente due taglie più grandi, la sua felpa preferita quella con Lumierè della Bella e la Bestia, le calzette a righe fuxia e blu, nemmeno un filo di trucco e tutti i capelli scompigliati…Ed è la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita…Lei è cosi bella e non lo sa, pensa di essere bruttina ed insignificante, sono solo degli idioti quelli che non riescono a vedere la sua bellezza…
Le carezzo la guancia, lei si muove un istante ma continua a dormire, mi libero degli anfibi e mi stendo accanto a lei, vengo immediatamente investito dal suo profumo, che per me ha un solo profumo, quello di casa e di famiglia…Ci copro con un plaid e chiudo gli occhi anche io, ho bisogno di riposarmi e ora sono tranquillo, perché anche se ho passato la notte in ospedale, anche se mi fa malissimo il fianco, anche sono disoccupato e non so come farò a pagare l’affitto di questo monolocale, anche se ho milioni di problemi, in questo momento sono in un letto caldo, con l’ unica donna degna di dividere questo letto con me, la mia Defne, sospiro, sorrido e mi addormento.
-Dio mio che diavolo ti è successo-sono svegliato da urla, è la voce di Defne.
-Defne ho sonno-borbotto.
-Tommaso apri immediatamente gli occhi, dimmi subito cosa è successo, io credevo fossi stato da Rosy e invece sei tutto gonfio e pieno di lividi, Dio mio che è successo, ti prego spiegami- apro gli occhi e la trovo a camminare per tutta la stanza in preda ad una crisi isterica.
-Ho litigato con uno sul lavoro-rispondo.
-E  perché?-chiede.
-Perché mi ha fatto innervosire, lui però ha avuto la meglio, ora posso tornare a dormire?-domando chiudendo gli occhi.
-Hai la maglia sporca di sangue-indica il fianco dove ho ricevuto i punti.
-Speriamo non siano saltati i punti-sbuffo.
-Punti? Tommaso togliti subito la maglia e fammi controllare-urla.
-Stai urlando e mi fa male la testa-sbuffo.
Provo a togliermi la maglia, ma non riesco…
-Ahi cazzo-sbuffo dolorante.
-Ti aiuto io-gattonando sul letto mi raggiunge e io sono completamente sveglio, perché la trovo cosi sexy?
-No non toccarmi-mi scosto.
-Vieni qui e non fare lo stupido-lei poggia la sua mano sulla mia spalla e io vengo attraversato da un brivido…Che diavolo mi succede, probabilmente qualche antidolorifico ha degli strani effetti.
Lei si libera della mia maglia e io…Io vorrei saltargli addosso…Io non sono l’unico ad essere sveglio, copro il mio cavallo con un cuscino.
-Potresti scendere dal mio letto e  non toccarmi-sbotto antipatico.
-Fammi controllare la ferita-dice.
-Tu sei una filosofa non un dottore, non devi controllare nulla-sto sudando freddo.
-Tommy sono davvero preoccupata ti prego, fammi controllare se hai bisogno di essere medicato di nuovo-non mi chiama mai Tommy, lo fa solo quando è preoccupata…
-Ho fame, prima di medicarmi puoi prepararmi qualcosa?-le chiedo sorridendo, io devo riprendere il respiro e lei devo assolutamente allontanarsi dal mio letto.
Lei preoccupata mi fissa…
-Cosa vuoi mangiare?-mi domanda…Io penso a qualcosa che ci voglia almeno mezz’ora il tempo di ridarmi un contegno e uscire dalla zona pericolosissima della mia camera da letto.
-Un bel minestrone caldo-sorrido soddisfatto.
-Hai verdure a casa?-chiede.
-No, però puoi andare al supermercato, l’infermiera mi ha detto che qualcosa di caldo nel mio stato sarebbe l’ideale-dico.
-Ma forse è meglio che prima diamo un’occhiata alla ferita-insiste.
-NOO-urlo.
-Ma ti hanno dato qualcosa in ospedale?-chiede guardandomi un po' basita.
-Un antidolorifico potentissimo-rispondo.
-Credo che ti abbia fatto passare il dolore, ma ti ha reso…Bho strano-mi fissa ancora basita.
-Si mi ha rincoglionito un po'- rispondo.
-Ok vado a prendere le verdure, tu rimani a letto-mi dice.
-NOO, mi sistemo sul divano, è meglio-io devo uscire da questo letto e da questa stanza.
-Ok come vuoi, torno tra pochissimo-si avvicina a me.
-Che vuoi?-mi allontano.
-Sei ancora arrabbiato con me? Volevo solo farti una carezza-mi dice preoccupata.
-Si sono molto arrabbiato, quindi vai a prendere le verdure-sbuffo.
Dio mi sento impazzire, lei deve stare lontanissima da me.
Appena sento chiudere la porta, mi butto sconfitto sui cuscini…Defne è uno di quei dolci che non devi mai assaggiare perché poi non riesci a saziarti e ne vuoi sempre di più e io non posso permettermi in questo caso di volerne di più…
-Dio impazzirò-mi copro il viso con un cuscino.
Venti minuti dopo la raggiungo in cucina e la trovo a tagliare carote.
-Ieri abbiamo litigato,  e io ti ho detto delle cose bruttissime, perché sei qui? Perché ancora una volta ti stai prendendo cura di me?-le domando serio.
Lei si volta e mi osserva serissima, poi sorride.
-Ricordi quando mi hai detto che io sono il tuo tutto, la tua famiglia…Una famiglia vera non ti abbandona mai, capita di litigare ma quando uno di noi ha un problema tutto quello che è successo passa in secondo piano, mi sono sentita mancare quando ho aperto gli occhi e ho visto il tuo viso gonfio-sospira, e io sorrido…Come potrei anche solo immaginare una vita senza di lei?.-Io provo dei fortissimi sentimenti nei tuoi confronti Tommaso e non potrei abbandonarti-proietta i suoi occhi nei miei…
-Scusami se ogni tanto sono uno stronzo-le rispondo.
-A me vai bene cosi-mi sorride dolcemente.
-Oggi mi hanno scambiato per un malavitoso-le dico sorridendo.
-Il malavitoso più sexy del mondo-la osservo e ha uno sguardo malizioso…Sta flirtando con me?
-Defne…Mi trovi sexy?-le domando interdetto.
-Certo che ti hanno scambiato per un malavitoso, il bello e dannato con gli anfibi e il giubbotto di pelle-sorride.
-Bello e dannato-scoppio a ridere.
-Si quei ragazzi misteriosi che ispirano pericolo e sesso-continua.
-Ispiro sesso?-non dovrei continuare questo discorso, ma proprio non resisto.
Lei si accarezza le labbra e mi fissa…E no questo discorso deve essere immediatamente chiuso.
-Si, sembri uno di quelli che sa prendersi ciò che vuole, uno di quelli che ti spinge sul tavolo e ti fa ansimare da subito-afferma…
Io rimango a bocca aperta e prendo a sventolarmi.
-A che punto è il minestrone?-sospiro.
-Altri venti minuti almeno, stenditi sul divano che ti controllo la ferita-dice.
-Ma no perché? Aspettiamo insieme venti minuti, aspettiamo che il tuo meraviglioso minestrone cotto con le tue manine di fata sia pronto-sto per esaurire e dare di matto.
-Sembra quasi tu abbia paura d’essere toccato da me-ride.
-Paura? No  non ho paura di nulla, vuoi medicarmi, andiamo sul divano-mi sollevo.
In silenzio arriviamo di fronte al divano e io non mi siedo.
-Siediti-afferma Defne.
-Forse è meglio che la medicazione venga fatta in piedi-affermo sempre più agitato.
-Dai Tommaso, non giocare-sbuffa lei.
Io mi tolgo la maglia e mi siedo…
-Facciamo in fretta però-dico.
Lei si libera del cerotto e delicatamente inizia a medicare la ferita, ok posso resistere, il fastidio del disinfettante mi distrae da lei, dal suo profumo e dalla sua vicinanza.
-Finito, visto sono stata velocissima e comunque non è saltato nessun punto-mi dice.
-Grazie dottoressa-sto per rimettermi la maglia, quando lei me la toglie dalle mani.-Che che che fa fa fa fai?-domando balbettando.
Lei si accomoda a cavalcioni su di me e io perdo un battito…
-Defne-la richiamo.
-Deve farti molto male-mi carezza il viso.
-Motivo per cui non lo devi toccare-allontano le sue mani.
Lei proietta i suoi occhi nei miei e io giuro che se non si toglie subito di dosso, non rispondo di me…
Lei si avvicina pericolosamente a me e inizia a lasciare dei piccoli bacini sul mio viso.
-Defne che fai?-sospiro.
-Ti curo, un bacio sulla bua la fa passare velocemente-continua con i suoi baci…
-Defne-sospiro con un filo di voce, non posso continuare a resisterle.
-Ti sto solo curando-sussurra vicinissima alle mie labbra.
Rimane immobile davanti a me, io ho gli occhi chiusi e il respiro corto…
-Defne-la chiamo.
-Dimmi-dice lei, sento il suo respiro battere sulle mie labbra.
-Baciami-la supplico. Si esigo che lei mi baci…
-Ok continuo con le cure-però non mi bacia le labbra, ma ricomincia con la fronte…Io sospiro frustrato, da quando in qua ha imparato a fare questi giochetti?
-Defne- non so in questi cinque minuti quante volte l’ho chiamata.
-Dimmi Tommaso-la sento sospirare…
Io apro gli occhi e la fisso…Dio che meraviglia è, e quanto la desidero…Mi dispiace non potrà fermarmi nessuno, nemmeno se tra due minuti dovesse entrare qui il perfetto Domenico.
-Ti sei dimenticata di baciare una bua-le regalo un sorrisetto malizioso.
-Ah si e quale?-chiede, prendendo a disegnare cerchi immaginare sul mio petto nudo…
-Qui-io mi accarezzo le labbra e lei sorride…
-Ma come credevo che tu fossi uno di quelli che si prendono ciò che vogliono, non pensavo potessi utilizzare questi mezzucci-ricambia il sorrisetto malizioso.
-Sei molto cattiva-sbuffo.
Mi accarezza le labbra…
-Non prendi ciò che vuoi?-chiede.
-Defne-la richiamo ancora una volta.
-Dimmi Tommaso-risponde ancora una volta.
Catturo le sue labbra e lei ansima…
-Eh si sono uno di quelli che fa ansimare da subito-sorrido.
-Coglione-sbuffa lei.
Ma io non voglio più sentire nessuna parola, mi impossesso nuovamente delle sue labbra e mi catturo il mio momento di paradiso dopo una notte di merda.
Angolo autrice
Salve mie bellissime lettrici, scusate l'assenza...
Ecco un nuovo capitolo con GIOIA, nessuno se lo aspettava eh ;) spero che il capitolo vi piaccia.
PS. Ma quanto è meraviglioso il mio Tommy nel ricordo di Defne? Non avete gli occhi a cuoricino per lui? Fatemi sapereeeee.
Ciao belle.

 

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Capitolo 6
*** Ottima decisone ***


Ottima decisione
POV. TOMMASO

Baciare Defne è…Non riesco a descrivere come mi sento, cosa lei mi fa provare, le sue labbra mi mandano letteralmente in paradiso, la sua passione mi stordisce totalmente…Nessuna, nessuna potrà mai eguagliare lei e i suoi formidabili baci…
Ma questa non è la nostra normalità, no lei che geme sulle mie labbra non è la nostra realtà, noi siamo migliori amici, non possiamo andare oltre ancora una volta.
Mi discosto velocemente da lei, tanto che lei cade per terra e mi fissa spaesata.
-Che fai?-domanda interdetta.
Io mi alzo e mi rimetto la maglia.
-Defne non è cosi che deve andare, non è cosi che funziona-le dico, non possiamo davvero mandare a puttane la nostra amicizia.
Lei proietta i suoi occhioni da bambi su di me e mi fissa in silenzio, non dice nulla e io non riesco a capire cosa pensa, sembra impenetrabile in questo momento, eppure io riesco quasi sempre a capire cosa le passa per la mente.
-Defne non deve più succedere-continuo.
Vedo un moto di irritazione passarle per gli occhi.
-Mi hai baciato tuo Tommaso-è nervosa.
-Ma perché tu mi hai provocato-alzo la voce.-Comunque non volevo farti cadere-le porgo la mano per aiutarla ad alzarsi da terra.
Lei mi regala uno sguardo truce e si solleva senza il mio aiuto.
-Quindi se io non mi fossi seduta sulle tue gambe e non avessi giocato un po' tu non mi avresti baciato?-chiede irritata.
-Esatto-rispondo.
-Quindi è colpa mia?-domanda ancora.
-Si-rispondo e due secondi dopo mi mordo la lingua, non di certo colpa sua se io la trovo attraente e non riesco a resisterle.
Lei ride nervosamente e giocherella con i capelli, lo fa sempre quando è molto nervosa.
-Questa cosa fisica tra noi deve finire, rischia davvero di allontanarci definitivamente-le spiego, sperando che mi capisca.
-Questa cosa fisica-ripete sedendosi sul divano.
-Io ti voglio bene, sei come una sorella per me-mi siedo accanto a lei e le accarezzo la mano.
Lei si discosta.
-Hai fatto sesso con tuo sorella-afferma furiosa.
-Defne…-non mi fa continuare a parlare, con un gesto della mano mi zittisce.
-Poco fa baciando tua sorella, ansimavi…Sei un coglione Tommaso-ha gli occhi lucidi, mi dispiace cosi tanto ferirla, è l’ultima cosa al mondo che vorrei fare.
-Defne io sono fatto cosi e non posso darti tutto quello che meriti, sono il tuo migliore amico ed è giusto che io rimanga tale, quello che è successo qualche minuto fa non deve assolutamente ripetersi-sospiro. -Forse è meglio se per un po' non ci vediamo-ammetto e sento il cuore spezzarsi…come ho più volte detto, Defne è tutto quello che ho, e sto allontanando l’unica fonte di gioia nella mia vita.
Lei non dice nulla, fissa in silenzio lo schermo della mia televisione spenta.
-Defne-la richiamo.
La osservo e vedo una lacrima rigarle il viso.
-Defne-la chiamo ancora una volta.
-Odio quando ripeti sempre il mio nome e odio te-mi osserva piangendo, io vorrei poterle asciugare le lacrime, ma è meglio per entrambi che lei mi stia distante.
-Ascolta…-mi interrompe ancora una volta.
-No non voglio sentire altro, hai ragione tu, vuoi che stiamo lontani? Staremo lontani-detto ciò corre fuori dal mio appartamentino.
Io osservo quella porta chiusa e scoppio a piangere, io davvero non riesco ad immaginare la mia vita senza Defne, ma non sono l’uomo degno per lei, la farei soffrire, probabilmente la tradirei perché un giorno di questi mi annoierebbe il sesso con lei, non sono l’uomo che sogna lei, il principe azzurro dei romanzi rosa o delle serie tv che piacciono a lei, non sono la persona giusta per starle accanto, e quindi si, dobbiamo stare lontani, dobbiamo spegnere questo fuoco che arde, questa voglia di possedere l’altro, l’attrazione fisica e il sesso tra amici non hanno mai fatto nulla di buono, Defne deve starmi lontano, è per il bene della nostra amicizia, dobbiamo salvarla ad ogni costo, io non respiro se Defne non fa parte della mia vita, perché Defne è una parte di me, la parte più bella, quella che nonostante tutto mi fa essere migliore…Rimango in silenzio a piangere sul divano, fin quando non ricevo un messaggio, è mio zio Antonio.
‘’Sto venendo da te.’’

POV. DEFNE
Cammino per strada e non smetto di piangere, la gente mi fissa allibita, ma poco mi importa, non mi interessa assolutamente il loro giudizio, probabilmente anche a loro prima o poi avranno spezzato il cuore e io ho bisogno di piangere, ho bisogno di buttare fuori tutto questo dolore che mi opprime…Il mio cuore fa malissimo, Tommaso lo ferisce sempre, sembra andare bene, sembra che riusciamo ad avvicinarci e invece no, lui deve per forza rovinare tutto e ora? Ora ha deciso che dobbiamo stare lontano, che nemmeno possiamo essere amici, e io non ce la faccio…
Come diavolo faccio a vivere senza di lui? Anche se a lui non va bene, anche se lui non lo accetta, io lo amo, lui è la mia metà.
In quel  momento ricevo una telefonata da Domenico, faccio un sospiro, mi asciugo le lacrime e decido di rispondere.
-Hei Domenico-spero non capisca che ho pianto fino a qualche secondo fa, non  ho voglia di dare spiegazioni.
-Hei mia cara Defne cosa fai?-mi domanda, sembra di buon umore, lui è sempre cosi ottimista e felice, porta il sole nella vita di chiunque lo incontri.
-Sto facendo una passeggiata-rispondo.
Ripenso alle labbra di Tommaso contro le mie e poi ripenso alle sue parole utilizzate per allontanarmi…
-E se venissi da te?-chiedo, non devo più permettere a Tommaso di farmi male.
-Mi farebbe decisamente piacere-immagino Domenico sorridere.
-Venti minuti e sono da te-sorrido anche io.
Riattacco e fisso il telefono sospirando.
-Defne puoi farcela e devi farcela-mi ammonisco.
Venti minuti dopo suono alla porta di casa di Domenico, lui sorridendo viene ad aprirmi, io gli sorrido anche e due secondi dopo gli catturo le labbra, il suo sapore non è come quello di Tommaso, non sarà mai come il suo, ma basta, devo andare avanti, devo riuscirci, devo farcela.
-Che accoglienza-Domenico mi sistema una ciocca di capelli.
-Andiamo in camera tua? Non l’ho mai vista-dico.
-Certo, ti porto nella mia tana-mi regala ancora un sorriso, mi prende per mano e mi conduce nella sua camera.
E’ molto ordinata, ad esclusione della scrivania dove ci sono tantissime penne e quaderni sparsi sul tavolo, mi avvicino, prendo tra le mani un quadernetto dalla copertina verde.
-E’ curioso vederti nella mia camera e con in mano uno dei miei scritti-dice sedendosi sul suo letto, super ordinato, non c’è nemmeno una piega, si mi sa che Domenico è uno di quei ragazzi con la fissa dell’ordine, il totale opposto di Tommaso.
-E’ curioso essere nella stanza di un futuro scrittore-gli sorrido.
-Ti piace la mia tana?-domanda.
-Sei molto ordinato-sorrido ancora.
-Sembra quasi un difetto-ride.
-Assolutamente no-lo raggiungo sul letto.
-Mia madre voleva fossi ordinato, già a 6 anni sapevo farmi il letto da solo-sorride e mi fa tenerezza, un bravo ragazzo, ligio ai doveri sin da bambino.
Gli carezzo la guancia e lui carezza la mia mano sulla sua guancia.
-Sei bella-mi dice.
Forse ha ragione Tommaso, lui non sarà mai quello che voglio, lui non sarà mai quello di cui io ho realmente bisogno, un uomo attento che mi dia mille certezze e non insicurezze, Domenico è davvero un ragazzo fantastico, ogni ragazza farebbe carte false per stargli accanto e io non posso assolutamente farmelo scappare, lo bacio.
Tra un bacio e un altro ci liberiamo dei nostri vestiti…Un secondo prima di entrare dentro di me, Domenico mi guarda negli occhi come a voler chiedere il mio consenso, io sorridendo annuisco…
Spero che fare l’amore con lui tolga Tommaso dalla mia pelle, dal mia mente, dal mio cuore…Io devo dimenticarlo…
Domenico mi coccola dopo aver raggiunto l’amplesso.
-Volevo farti una domanda-dice.
-Dimmi-gli sorrido ancora una volta, sono onesta quando dico che lui mi fa stare tanto bene, è un ragazzo cosi dolce e attento, anche fare l’amore è stato cosi, si è dedicato a me con dedizione e dolcezza lentamente…
-Mi piaci davvero Defne, vuoi essere la mia ragazza?-domanda carezzandomi la schiena.
Io rimango  in silenzio, gli carezzo il petto, sento il suo cuore andare velocissimo…E ripenso ancora una volta a Tommaso, a Tommaso che ha deciso di cacciarmi dalla sua vita.
-Mi piaci molto anche tu, si voglio essere la tua ragazza-catturo le sue labbra e mi auguro la felicità, non merito di soffrire.

POV. TOMMASO
-Guarda come ti ha conciato quel testa di cazzo-è cosi che esordisce mio zio Antonio  appena mi vede.
-Zio purtroppo ho reagito male ad una sua provocazione, me la sono un po' cercata-gli spiego.
Lui osserva il mio disordinatissimo appartamentino.
-Scusa non ho avuto tempo per sistemare-mi giustifico.-Comunque come mai sei qui? Ti avevo detto che non c’era bisogno tu mi raggiungessi a Bari-dico.
-Tommaso hai sempre fatto tutto da solo, devi poter contare su qualche membro della tua famiglia e poi ora che Massimo ti ha licenziato cosa farai?-mi chiede.
-Quello che ho sempre fatto, mi arrangerò e troverò un altro lavoro, non preoccuparti per me-rispondo, non voglio che nessuno della mia famiglia si preoccupi per me, anche se devo dire che mio zio Antonio è stato l’unico ad esserci.
-Vieni con me a Torino, lavora per me in hotel-mi dice.
Io non rispondo e resto allibito di fronte alla sua richiesta, non me la aspettavo assolutamente.
-Hai qualcosa che ti trattiene qui?-mi domanda.
Io penso immediatamente a Defne, ma poi penso a gli ultimi avvenimenti…Le ho detto che sarebbe un bene stare lontani…Questa è una grande occasione.
-Potresti fare carriera, cambiare città poi è molto stimolante-mi sorride.
-Ci penso un po' ok?-dico.
-Io tra due giorni parto e vorrei che tu venissi con me, ne sarei davvero felice Tommy, inizialmente potresti stare da me e poi prendere una casetta per te, sarei felice che imparassi da me come gestire l’hotel, sarei felice di sapere che un giorno rimarrà in mano tua-mi dà una pacca sulla spalla.
-Zio grazie-lo dico sinceramente, mio zio è buono, è l’unico membro della mia famiglia per cui provo un po' di bene.
-Fammi sapere se vuoi venire-mi sorride ancora una volta e poi va via.
Mi metto sul letto e mentre fisso il soffitto rifletto attentamente sul mio futuro…E’ una grande  proposta, è la prima vera proposta che potrebbe permettermi di realizzarmi, ha un costo però, stare molto lontano da Defne…Ma lei vorrà ancora rivedermi? Lei vorrà ancora essere mia amica? Riusciremo mai a tornare i Defne e Tommaso di un tempo? Forse la distanza potrebbe davvero salvare la nostra amicizia, Defne andrà avanti con la sua vita, incontrerà il ragazzo giusto e io e lei rimarremo amici, faremo almeno una volta a settimana una telefonata da un’ora, e poi per le feste potrei tornare a Bari o lei venirmi a trovare a Torino…
Si questa potrebbe essere un’ottima soluzione.
Apro instagram e vedo che Defne ha fatto una storia, conto fino a dieci e la visualizzo.
Ha repostato una storia di Domenico, è un loro selfie, palesemente a letto e scomposti…lui ha scritto ‘’My girl’’…Lei ci ha aggiunto un cuore…
Mando un messaggio a mio zio.
‘’Accetto, sto iniziando a preparare le valige’’.
Quella sera io e Giuseppe mangiamo una pizza da me.
-Non ci credo che non ti vedrò per tanto tempo-afferma lui sorseggiando la sua birra.
-Amoruccio so che ti mancherò-sorrido.
-Certo che mi mancherai-ammette.
-Però non sei felice per me? È una grande opportunità-dico.
-Sono felice per te, magari è la volta buona che metti la testa a posto e ti realizzi-mi lancia un cuscino.
-Ci pensi tra dieci anni potrei essere il direttore di un albergo, un gran figo in giacca e cravatta-rido.
-Tu in giacca e cravatta?-anche Giuseppe ride di gusto.
-Il direttore deve essere rispettabile-gli rispondo.
-Magari tra dieci anni sarai sposato con due marmocchi-afferma.
-Ne dubito, da direttore ambirò a delle modelle che scalderanno il mio letto-sorrido.
-Defne la prenderà molto male, soffrirà lo sai vero?-Giuseppe torna improvvisamente serio.
-Lei sta con Domenico, sarà felice, staranno bene, avremo entrambi una bella vita, forse il destino non ci voleva uniti-dico.
-Il destino o la tua paura?-chiede.
-Giuseppe dai non cominciare con i tuoi discorsetti da psicologo-sbuffo.
-Riuscirai davvero a vivere senza di lei? Senza vedertela girare per casa?-insiste ancora e io sento una fitta al petto.
-Ci riuscirò-rispondo, ma non ne sono molto convinto, so che soffrirò tantissimo.
-Quando le dirai tutto?-mi domanda.
-Domani passo in università, domani a mezzanotte ho il volo con mio zio-dico.
-Amoruccio prima che parti passerai a salutare anche me?-chiede ridendo.
-Certo tesoro-sorrido.
Il mattino dopo verso le 13:00 mi reco in università, Defne dovrebbe avere pausa pranzo, infatti dieci minuti dopo sorridente la vedo uscire mano nella mano con Domenico, si ho preso davvero la giusta decisione.
Lei mi vede e si incupisce, si allontana da Domenico, lui  le dà un bacio a stampo e poi lei si avvicina a me, è cosi bella, è bella pure mentre mi fissa incazzata nera.
-Che vuoi?-domanda nervosa, capisco che lo è perché prende subito a giocherellare con i capelli.
-Sono venuto a salutarti-le dico.
-Non avevi detto che io e te non dovevamo più vederci? Adesso addirittura vieni in università quando sai che ho pausa pranzo, assurdo in tutti questi anni d’amicizia non sei mai venuto qui-sbuffa.
-Non sono venuto a salutarti perché sei in pausa pranzo, ma perché io a mezzanotte ho un volo-le dico.
Lei ora mi fissa sorpresa.
-Un volo?-chiede.
-Mio zio Antonio mi ha offerto un lavoro, ho deciso di accettare, mi trasferisco a Torino-le dico e vedo i suoi occhi farsi subito lucidi.
-Vai via?-sta trattenendo le lacrime.
-E’ una buona opportunità, potrei finalmente realizzarmi e poi cambiare città è stimolante-dico.
Le lacrime le rigano il viso.
-Ma…-sospira tra le lacrime.
Io le accarezzo una mano e la stringo tra le mie.
-Una volta a settimana faremo una videochiamata dove mi racconterai ogni cosa, dove io ti stresserò perché studi troppo e poi per le feste tornerò qui-sento anche io gli occhi pizzicare.
-Hai preso alla lettera il nostro allontanamento-non riesce quasi a parlare a causa delle lacrime.
-Ci farà bene, torneremo i Defne e Tommaso di un tempo, ok piccolina mia?-le chiedo asciugandole una lacrima. -Mi fai male se piangi-sento una lacrima rigare il mio volto.
-E perché piangi tu?-chiede.
-Perché mi mancherai da morire-dico.
Lei mi abbraccia e inizia a singhiozzare.
-Tommy ti prego non andare, ti giuro che non ti bacerò mai più, ti giuro che non ti provocherò mai più, ti prego non lasciarmi Tommy, ti prego-impasta le parole a causa delle lacrime.
Nemmeno io mi trattengo, piango, piango tutte le lacrime…
Rimaniamo in silenzio, abbracciati a piangere…
-Mi stai facendo malissimo-mi dice.
-E’ meglio cosi-le carezzo il viso.
Lei mi fissa in silenzio…E in quello sguardo leggo qualcosa che mi terrorizza, ma allo stesso mi calma e come se mi stesse dicendo…’’ Ti amo e ti aspetterò per sempre…’’
-Defne…-la richiamo interdetto.
-Spero che tu sia felice, spero possa realizzarti-dice.
-Lo spero anche io per te piccolina-dico.
-Bhe…-sospira e trattiene le lacrime.
Io le bacio la fronte.
-Ciao piccolina-senza farle dire nulla mi volto e mi allontano, con il cuore totalmente distrutto, ma lo so, so che questa è un’ottima decisione.
Angolo autrice
Hello carissime.
Nuovo capitolo che so vi intristirà...Peròòò, mi conoscete bene su, cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? Sono curiosaaaa.
Un mega bacione bellezze.

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