Tra le mura

di Frida Rush
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sonno interrotto ***
Capitolo 2: *** Rimedi per la noia ***
Capitolo 3: *** Responsabilità ***



Capitolo 1
*** Sonno interrotto ***


Prompt 1: Interruzione
Titolo: Sonno interrotto
Genere: slice of life, missing moment, ambientata durante l’episodio ‘’il grande schifoso detective’’
 
Non aveva faticato ad addormentarsi in quel piccolo sacco a pelo, d’altro canto era abituato alle brandine della prigione, che erano decisamente peggio che dormire sul pavimento. Uscire dalla prigione per aiutare a trovare la persona che stava cercando di uccidere Homer poteva non essere una grande motivazione, ma sicuramente era uno stimolo interessante. Poter vedere di nuovo la luce del sole, respirare l’aria fresca, girare in macchina e nel giardino di quella fastidiosa e rumorosa famiglia gli diede una sensazione di normalità che pensava di aver dimenticato. Certo, era stato strano convivere insieme ai Simpson, soprattutto a Bart, come se fossero una comunità ben unita, ma aveva cercato di non badarci troppo, soprattutto di non fare passi falsi. Sapeva che Bart non avrebbe esitato a dargli una forte scossa elettrica se solo avesse notato qualcosa che lo faceva sentire a disagio. Bob era lì da solo un giorno, ma aveva tenuto le distanze da quel ragazzino che tanto bramava uccidere.
Durante quella prima notte prese sonno con una velocità che non avrebbe nemmeno immaginato, i rami degli alberi che si muovevano sinuosi sotto le folate di vento fuori dalla finestra. Accanto a lui la piccola culla di legno ospitava la piccola Maggie, che dormiva profondamente.
Il sonno di Bob venne interrotto proprio da quest’ultima. I suoi sensi sempre all’erta, abituati ai ritmi, alle sommosse e agli abusi della prigione, gli avevano mandato dei segnali che qualcosa non andava e, anche se stava ancora dormendo, alle orecchie dell’uomo giunsero dei flebili lamenti che lo fecero destare nel giro di pochi secondi. Gli servì un attimo per ricordarsi che si trovava in casa dei Simpson, si alzò e si stropicciò gli occhi, cercando di capire cosa avesse causato quell’interruzione del sonno. Fuori era ancora buio e in casa regnava il silenzio più assoluto.
Si accorse che ciò che lo aveva svegliato era un singhiozzo della più piccola dei Simpson, la quale si rigirava nel suo lettino, infastidita e con gli occhi ancora chiusi.
 
‘’Dormirai assieme a Maggie. Entrambi avete cercato di uccidere delle persone’’
 
Ricordò le parole di Marge quando lo aveva aiutato a sistemare il sacco a pelo nella stanzetta della bimba, sbuffò e pensò che non avrebbe mai immaginato di doversi anche prendere cura di una bimba. Già stare dietro ai deliri di Homer in quel primo giorno era stato abbastanza strano.
-Ehi, amore- sussurrò l’uomo con tono dolce, mettendosi in ginocchio di fronte alla culla, guardando Maggie che, nel frattempo, aveva aperto gli occhi azzurri –Cosa c’è? Hai fatto un brutto sogno?-
Maggie agitò le manine verso di lui e minacciò di scoppiare a piangere in maniera più sonora, ma Bob si affrettò ad alzarsi.
-No no no, su, non piangere- prese tra le braccia il minuscolo corpicino di quella bimba. Ella si dimenò e singhiozzò ancora qualche momento, rivolgendo i suoi grandi occhi azzurri sul viso spigoloso del suo compagno di stanza, succhiò il suo ciuccio rosso vigorosamente.
Bob amava i bambini. Da quelli più piccoli a quelli che si apprestavano ad entrare nella fase adolescenziale. Il fatto che avesse più volte tentato di ucciderne uno che, tra l’altro, dormiva nella stanza a pochi metri da dove si trovava lui, non aveva intaccato il suo amore per i pargoli. Nonostante non avesse avuto molte occasioni di curarsi di un bambino piccolo, sapeva esattamente cosa fare e, dopo essersi assicurato che non avesse bisogno di un cambio di pannolino, si schiarì leggermente la voce.
 
-Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are!
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky-
 
Con le braccia cullò la piccola Maggie, con movimenti dolci, lenti, mentre le asciugava le lacrime dal visino paffuto. Cantò ancora, più volte, con tono gentile, basso, in modo da non spaventarla e né infastidirla.
 
- Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are
Twinkle, twinkle all the night-
 
La bambina gli rivolse uno sguardo calmo e carico di gioia, agitando le manine, dimostrando di apprezzare quella ninna nanna improvvisata.
-Suvvia, piccola- la incitò l’uomo –Bisogna che fai la nanna, adesso-
Ondeggiò lentamente e dolcemente con l’intero busto, coccolando la piccola bimba che, con uno sbadiglio gli rivolse un flebile sorriso e chiuse gli occhi. Nel giro di pochi secondi Maggie era già tra le braccia di Morfeo e Bob si dilungò ancora qualche momento nel suo dolce canto, senza smettere di dondolare la bimba tra le braccia, conciliandole il sonno.
La ripose gentilmente nella culla, tra le morbide copertine e l’avvolse in esse, guardandola dormire profondamente. Attese qualche istante, perdendosi a guardarla, prima di tornare ad avvolgersi anche lui nel sacco a pelo, tentando di ignorare la faccia e il logo di Krusty il clown stampati sulla stoffa.

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Capitolo 2
*** Rimedi per la noia ***


Prompt 2: voglia di giocare/’’Lisa spegni quel coso!’’ ‘’Quel coso è il mio sax, stupido imbecille!’’
Titolo: Rimedi per la noia
Genere: slice of life
 
Un forte tonfo proveniente dalla parete della stanza sovrastò il suono del sassofono e Lisa sbuffò, distratta, poiché aveva sbagliato una nota a causa di quel rumore. Prese un profondò sospiro e avvicinò nuovamente le labbra al suo strumento, soffiandoci dentro e facendone scaturire una melodia jazz. Riuscì nel proprio intento per pochi istanti, perché dei passi che si avvicinavano alla porta della sua stanza le interruppero di nuovo la concentrazione. Suo fratello fece la sua comparsa davanti alla porta aperta della stanza e, con tono infastidito sbottò.
-Lisa, spegni quel coso!- e lei si girò verso di lui, con aria da superiore, senza nascondere la rabbia per essere stata interrotta.
-Quel coso è il mio sassofono, stupido imbecille!- gli rispose la ragazzina e Bart sbuffò.
-Tanto fai schifo a suonarlo-
-Beh, se faccio schifo non ti dispiacerà se mi esercito a suonarlo, per diventare più brava- gli fece di rimando e riprese a suonare con più foga di prima, provocando un’espressione annoiata sul giovane viso del ragazzo. Egli si aggrappò con tutto il peso del proprio corpo alla porta e prese a muoverla, spostandosi con essa avanti e indietro, avanti ed indietro, facendola cigolare fastidiosamente. Lisa se ne accorse e prese a suonare più forte, ruotando l’intero busto verso di lui.
-Lisa!- la voce di Homer giunse forte e chiara dal piano di sotto –Piantala di fare tutto questo fracasso!-
-Homer!- il rimprovero di Marge non tardò ad arrivare e Lisa smise di suonare con un lamento a voce alta e roteando gli occhi, anche irritata da Bart che non la smetteva di far cigolare la porta.
 
‘’Non c’è proprio rispetto per l’arte, in questa casa’’
 
-BART PIANTALA- urlò la giovane e lui rise di gusto, soddisfatto per aver fatto arrabbiare la sorella che, posando il sassofono sul letto, gli rivolse un’occhiata rassegnata.
-Bart, che cosa vuoi?-
-Mi annoiooo- canticchiò lui, smettendo di far ballare la porta e si gettò di schiena sul pavimento, con fare teatrale –Dai, facciamo qualcosa, voglio giocare!- si lamentò e lei alzò un sopracciglio.
-Fuori non si può andare, c’è troppa neve e il videogioco mi ha stufato-
-Non puoi metterti al telefono con Milhouse invece di seccarmi?-
-Nah, Milhouse mi ha rotto- le rispose lui con tono annoiato –Eddai, inventiamoci qualcosa-
Si rotolò sulla moquette della stanza della bambina e si lasciò lungo disteso su di essa.
-Sono talmente annoiato e disperato che mi sto abbassando a chiedere a te di giocare, te che sei la ciuccellona più ciuccellotica che conosco-
Bart sentiva il corpo formicolare, la sua iperattività non gli stava dando tregua, aveva bisogno di stimoli, di fare qualcosa, e in quel momento, rinchiuso in casa con la sua famiglia a causa di una violenta tempesta di neve, si sarebbe accontentato di qualsiasi cosa.
-Ugh- si lamentò Lisa, scendendo dal letto e andandogli vicino con le mani sui fianchi fasciati dal vestitino rosso –Se gioco con te poi la smetterai di rompermi?-
Bart si guardò le unghie e assunse un’espressione maliziosa.
-Beh, non è che tu abbia molta scelta, ciuccellona, sai…- le fece segno di avvicinarsi e lei si abbassò perché lui potesse bisbigliare qualcosa nel suo orecchio –Credo che mamma abbia intenzione di tirare fuori uno di quei giochi di società con i dadi e le pedine da fare un famiglia-
Entrambi rabbrividirono al pensiero e Bart cantò vittoria, ma solo prima di vedere Lisa assumere un’espressione di sfida.
-Ok, Babi, ma si gioca con le mie regole-
-Che?- domandò lui, ancora steso per terra, gli occhi spalancati per la sorpresa e vide Lisa correre nel corridoio, verso la stanza della sorellina più piccola, urlando con il suo forte accento.
-Maggie! Bart vuole prendere il tè, tira fuori il servizio più bello e i cappellini eleganti!-

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Capitolo 3
*** Responsabilità ***


Prompt 3: large blue eyes
Titolo: Responsabilità
Genere: slice of life
 
-Papà, ti prego!- implorò Lisa, reggendo in braccio Maggie che succhiava il ciuccio e lo guardava speranzosa.
-Sì, Homer, non puoi rifiutarti, ce l’avevi promesso!- Bart si aggrappò al bracciolo del divano su cui era seduto l’uomo che li guardava dall’alto in basso.
-Fanno una svendita di strumenti da laboratorio solo oggi- spiegò Lisa e la piccola Maggie indicò il proprio ciuccio.
-E anche di prodotti per bambini- aggiunse Bart –Maggie ha bisogno di un nuovo ciuccio, guarda quanto è consumato il suo! E fanno anche una vendita promozionale di videogiochi, ho bisogno di andarci!- incalzarono i bambini ma Homer sembrava irremovibile.
-Mi dispiace, bambini- disse aprendo una birra –Ma vostra madre mi ha chiesto di badare a voi mentre lei andava al salone di bellezza a farsi i capelli, gliel’ho promesso-
Homer prese un sorso di birra dalla lattina che reggeva in mano e tentò di ignorare i grandi occhioni azzurri dei suoi tre figli, che lo fissavano speranzosi ed imploranti.
-Ma potrai badare a noi anche portandoci al centro commerciale, non ci separeremo e ti staremo sempre vicino- spiegò la bimba col vestito rosso.
-Sì, ti renderemo la vita super facile, Homer, promesso, saremo responsabili- Bart fece il segno di una piccola croce sul cuore, enfatizzando il suo giuramento.
-Ragazzi, un marito ed un padre responsabile fa quello che ha deciso con la propria consorte e in questo caso vostra madre mi ha chiesto di badare a voi-
-Ma non ti ha detto di farlo per forza in casa- ribattè Lisa e Homer le accarezzò i capelli, scompigliandoglieli ed irritandola.
-Oh Lisa, fate così, andate a giocare mentre io rimango qui a guardarmi la partita, in questo modo tutti siamo contenti e io ho tenuto fede alla promessa fatta a vostra madre, dimostrando così di essere un padre e marito responsabile- prese un altro sorso di birra, riportando l’attenzione sullo schermo della televisione che mostrava l’inizio della partita. Non si accorse del borbottare e del lamentarsi dei suoi tre bambini che, arrabbiati e delusi, si avviarono verso l’uscita della casa, fermandosi in giardino. Avrebbero potuto pensare a come convincerlo, magari inventandosi una vendita promozionale di birra o di cibo spazzatura.
Homer li tenne d’occhio dalla finestra del salotto e ridacchiò.
-Deheh, sei proprio un padre responsabile-

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