L' attacco delle canzoni

di nero_in_giapponese
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ridere (eremika) ***
Capitolo 2: *** ops... (connie/jean/sasha) ***
Capitolo 3: *** Verdura (niccosasha) ***
Capitolo 4: *** Meteoriti (falbi) ***
Capitolo 5: *** Indelebile (aruani) ***



Capitolo 1
*** Ridere (eremika) ***


In quel momento Mikasa entrò nella bocca del gigante fondatore. Vide che, come previsto da Armin, lì si trovava Eren. Sapeva cosa doveva fare ma non voleva, perché non voleva vedere e causare la morte di Eren. Mentre sguainava le spade, Eren cominciò a parlare.
Eren disse: ‘’Però tu fammi una promessa…’’
Mikasa, incuriosita e un po’ preoccupata, disse: ‘’E quale sarebbe…’’
Eren continuò: ‘’Che un giorno quando sarei persa…’’
‘’Si…’’ mormorò Mikasa per non distrarre Eren dal suo discorso.
‘’Ripenserai ogni tanto a cosa siamo stati noi…’’ dopo di che Eren si fermò un attimo
Poi continuò dicendo: ‘’Alle giornate al mare, a tutte le mie pare’’
Mikasa iniziò a sentire gli occhi lucidi ripensando a quei momenti felici con gli altri e lasciò cadere le spade a terra sulla lingua del gigante, poi aggiunse: ‘’Alle cucine che non abbiam potuto comprare’’, osservò momentaneamente Eren e aggiunse: ‘’Alle mie guerre perse, alle tue paci finte’’
Eren accennò un sorriso e disse: ‘’A tutte le carezze, che forse erano spinte…’’
E poi dissero insime: ‘’GIURO CHE UN PO’ MI FA RIDERE!’’
Poi silenzio… Mikasa sentiva sempre di più le lacrime agli occhi ma cercava di trattenerle, per non peggiorare il momento perché lei sapeva quanto stava per accadere, e stando alla teoria di Armin anche Eren lo sapeva. Però poi continuò dicendo: ‘’Le cene da tua mamma… ‘’
’La nostra prima canna…  con Hannes…’’ aggiunse Eren ricordando quell’uomo importante che li ha salvati e cresciuti dopo la morte della madre e che è stato un ‘’padre’’ per entrambi.
Mikasa dopo questa frase fece uscire le lacrime che tratteneva da tanto e crollò, in ginocchio sulla lingua di quel gigante, davanti a Eren che a quel punto sorrise quasi quanto lo faceva da piccolo.
Rimasero a fissarsi per un po’ però Mikasa sapeva quello che doveva fare, perché tutta la strada fatta da lei, dagli altri e dallo stesso Eren, era per liberare il mondo dai giganti per poi essere LIBERI VERAMENTE INSIEME! Quindi riprese le spade da terra e decapitò Eren, che a differenza da ciò che si aspettava, continuava a sorridere. E poi come per confermare la promessa fatta a Eren lo baciò e, prima di uscire, guardò il gigante disintegrarsi, fissò la testa di Eren e disse: ‘’MA ALLA FINE DI GIURO CHE LO RIFAREI…’’

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Capitolo 2
*** ops... (connie/jean/sasha) ***


Mikasa era appena uscita dalla bocca, del gigante fondatore, con la testa di Eren in braccio e lo scheletro del gigante si stava disintegrando e tutti si erano riuniti, o meglio quasi tutti. Ma in un attimo erano realmente tutti, dal fumo del gigante ‘’ricomparirono’’ i loro compagni decaduti. Videro Hange, il comandante Erwin e tutti gli altri, ma loro non ci pensarono due volte e andarono subito a cercarla e… eccola… davanti a loro c’era l’unica persona del gruppo a cui hanno voluto bene fino all’ultimo. Tutti e tre si erano riuniti e il primo a parlare, per rompere il ghiaccio, fu Connie e disse: ‘’Quanti ricordi lascerò per la mia strada e questo è sicuramente uno di quelli, certi giorni vorrei portare indietro il tempo ma l'idea di un ricordo a volte è meglio del ricordo stesso’’, poi Jean disse: ‘’ Hai proprio ragione…’’ poi si fermò un attimo e aggiunse: ‘’Sto meglio adesso, già, è una bugia che ho detto per sentirmi peggio, non coincide con la verità noi eravamo solo un sogno ma lo sai che tutti sanno, che i sogni spesso rispecchiano la realtà’’ , Sasha li guardò e accennò il suo sorriso, poi sospirò ridendo dicendo: ‘’Voi non ci pensate mai, avete capito chi sono anche se non vi ho mai detto niente…’’ poi Jean e Connie dissero insieme: ‘’Non so dove andrai ma in ogni parte del mondo lo sai che te..’’ e lei continuò con: ‘’Io ci sarò fino alla fine come un ricordo che non se ne va…’’ e gli altri due finirono con: ‘’Pensavo che fosse impossibile… lasciarti un posto per l’eternità… vorrei darti i miei occhi per farti vedere come ti vedo io, fino a quando tu non ti dimenticherai di noi…’’ Sasha sbuffò e disse: ‘’Ma come le pensate certe cose, secondo voi potrei dimenticarvi?!’’, e Connie disse: ‘’Hai ragione… dovrei pensare meno, ma se tolgo i miei pensieri cosa mi rimane?’’’. Poi Jean disse a Sasha, quasi come per ribadire quello che le aveva detto in passato: ‘’Ti avevo detto “non restare”, perché quelli che mi stanno vicino alla fine si fanno sempre male…’’. Dopo Sasha a conclusione del discorso disse: ’’E ora non bastano più le parole, siamo circondati di persone che si accontentano di chiunque per paura di restare sole’’ a quelle parole si girò verso Mikasa e Armin che abbracciavano la testa di Eren e poi verso Levi che per la prima volta aveva fatto il saluto del corpo di ricerca, poi Jean e Connie aggiunsero: ‘’Tanto tutti prima o poi si dimenticheranno di questo…’’, Sasha si arrabbiò e disse: ‘’VOI NON CI PENSATE MAI, SONO LIVIDI INVISIBLI CHE DURANO PER SEMPRE!’’ . Quando poi alla fine Sasha e gli altri ‘’scomparvero’’, ripensarono a ciò che aveva detto alla fine, si guardarono negli occhi e scoppiarono a piangere abbracciandosi, però questa cosa non era voluta da loro, era come se Sasha volesse abbracciarli un’ultima volta.

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Capitolo 3
*** Verdura (niccosasha) ***


Tutti erano appena tornati da quell'impresa che pensavano essere impossibile, ma lui ancora non lo sapeva. Jean e Connie andarono da lui per dirgli cosa era successo. Lo andarono a cercare e ovviamente lo trovarono in cucina, dove stava preparando da mangiare per i salvatori del mondo. Appena lo videro urlarono: ''ehyyyy!!!''. Lui si girò di colpo e rispose sorpreso: ''c- ciao ra- ragazzi!  si- siete già qui!?''. Loro due si guardarono e sorrisero e poi gli dissero: ''si ma non è questo l'importante''. Lui li guardo stupito e disse: ''A no? volete dirmi che salvare l'umanità non è importante?!'', gli altri due gli dissero: ''certo che lo è, ma quello che è successo dopo.... insomma.... abbiamo rivisto Sasha!''. A quelle parole, lui riuscì a stento a non piangere, ma si trattenne e poi disse: ''E lei, che ha detto?'' a quel punto gli riferirono quello che lei aveva detto loro; infine aggiunsero: '' e poi ha detto che le mancavi tantissimo e... voleva rivederti! Ci ha chiesto se c'eri anche tu lì!'', a quel punto chiese loro: ''Potete uscire. voglio stare solo''. Gli fecero cenno con la testa e uscirono dalla stanza. Aspettò che si allontanassero e poi disse: ''Ma chi l'avrebbe mai detto che mi sarei trovato qua in questa stupida grandissima città, che non è neanche la mia terra natia'', poi aggiunse: ''A pensare che forse la tua presenza mi dava conforto più della presenza del resto del mondo!!'' Poi stette in silenzio per un po' a ripensare ai bei momenti passato con sasha, quando la vide per la prima volta o quando assaggiò i suoi piatti e ne rimase stupita e gli disse che erano i più buoni che aveva mai assaggiato. Poi disse: ''Da quando sei partita, anche se in realtà in modo perenne'', qui stava quasi per piangere ma poi alzando la testa al cielo e rivolgendosi a Sasha aggiunse: ''Io non ho più paura e riesco a ridere pure quando mangio la verdura!''. Dopo detto questo fissò la padella piena di patate e disse a testa bassa: ''Vedi Sasha noi siamo come la fine del mondo di domenica mattina''. Poi aggiunse: ''Siamo una cena a lume di candela, anche se non ne abbiamo fatte molte anzi nemmeno una". Pensò alle uniche cose che voleva dirle ma che non era riuscito a dirgliele e aggiunse con la testa verso il cielo: ''Una parola è troppa due invece sono poche. E allora in bocca al lupo per tutto!''. Però per lui non era abbastanza, doveva dirle anche il perché di questo, allora prese coraggio e disse: '' Io ho sempre avuto paura di innamorarmi ma...'' si fermò un attimo, ma poi quasi urlando disse: "Poi ti ho incontrata ed è scoccata la scintilla''.

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Capitolo 4
*** Meteoriti (falbi) ***


Erano passati quattro anni da quando avevano ucciso Eren e tutti i giganti. Quindi, erano passati quattro anni dal loro fidanzamento. Il giorno del loro anniversario, andarono a fare una passeggiata vicino dove, una volta, c'erano le mura. Camminando in quel luogo ripensarono al passato e Gabi disse, arrossendo un pochino:" Mamma aveva ragione, ti innamori una volta sola e non guarisci mai davvero". Falco la guardò a sua volta, rise timidamente e disse:" Tu sai chi siamo, chi sono e com'ero. Sei l'unica persona che mi guarda e mi legge il pensiero!". Lei arrossì ancora di più. Sdraiandosi per terra, guardando il cielo, Gabi disse: "Quando eravamo più piccoli era complicato starmi accanto, ma preferivi piangere con me, che ridere con qualcun altro. Non è vero?". Falco poi le rispose: " Mi pare ovvio! Anche se pensavo -Proverò a lasciarla andare- non ci riuscivo mai.". Gabi lo guardò per un attimo e dopo disse a voce bassa: " Io però ec-ecco h-ho paura di-ho paura di perderti!". Falco le mise una mano sul collo e le accarezzò il viso e disse:" Ehy tranquilla, mi metterò tra te e le tue paure per non farti male e ci sarò sempre.". Stettero per un po' stesi sul prato e Falco si accorse che era quasi ora di cena. Si alzò e disse: ''Non basterà una sola vita insieme, non trovi?''. Gabi si mise a ridere e gli rispose: ''Hai ragione! Su cominciamo a rientrare a casa.'' Durante il tragitto di ritorno Falco guardò sempre dritto tartassato dai pensieri. "Dovrei dirglielo? O aspettare?" pensava. Gabi lo guardò stranita: non era da lui non parlare durante le passeggiate e gli chiese: '' Cosa ti turba?". Falco scosse la testa per tornare sulla terra dai suoi pensieri e le rispose: ''È da un po' che voglio dirti che'' si interruppe lasciando l'altra col fiato sospeso. Concluse con: '' Ciò che sto cercando di dirti è che quando sei con me il tempo è come se si fermasse, fino a farci sentire soli tra la gente! Non provi anche tu questo?". Lei lo guardò con talmente tanto amore negli occhi che quasi non riuscì a rispondergli. Ma quello sguardo per lui era la conferma di ciò che aveva detto. Arrivarono a casa e Gabi finalmente riuscì a rispondere alla domanda dell'altro: ''Si, è esattamente ciò che provo quando sono con te! Scusa se prima non ti ho risposto". A questa scusa Falco disse: ''Come non mi hai risposto?! Il tuo sguardo di prima vale più di tutte le risposte che potevi darmi!". Gabi non sapendo cosa dire corse verso il suo amato e lo abbracciò come non aveva mai fatto prima. Falco ricambiò l'abbraccio stringendola contro di sé.

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Capitolo 5
*** Indelebile (aruani) ***


Come al solito era nascosto dietro il corridoio che conduceva alla stanza, dove ormai da quattro anni, c’era la persona a cui voleva bene dal primo momento in cui l’aveva vista o forse, anche qualcosa di più. Appena vide Hitch uscire dalla porta, di botto, si mise di spalle al muro per non farsi vedere. Hitch salì le scale e lui sgattaiolò all’interno della stanza. Entrato nella stanza, chiuse la porta cercando di fare meno rumore possibile per non farsi sentire anche se non c’era nessun’altro oltre loro. Poi si sedette davanti a lei, anzi davanti al cristallo indistruttibile che la costudiva come la pietra più preziosa del mondo. All’inizio la guardò, ammaliato dalla luce del sole che rifletteva sul cristallo facendo brillare i suoi capelli biondi. Poi si decise a parlarle, ma non voleva raccontarle cosa era successo quella mattina come al solito. Cominciò, un po’ intimorito: ‘’Hey, ehm… non so se riesci a sentirmi e forse è meglio così, perché altrimenti non avrei il coraggio di dirti- si fermò un attimo e poi concluse quella frase, quell’unica, maledetta frase che non riusciva mai a dirle- che tu sei l'unica parte di me che mi piace e mi piacerà per sempre!’’. Dopo averglielo confessato si sentì ancora più convinto a rivelarle i suoi sentimenti. E aggiunse un po’ più sicuro: ‘’Annie… tu… sei indelebile come quando una ferita non si chiude col tempo e io so cosa vuol dire avere ferite del genere, sono quelle ferite che anche quando passano non le dimentichi mai.’’. Sei indelebile, finalmente gliel’ aveva detto e lui pensava solo a quello. In quel momento comparse un sorriso timido ma fiero sulle sue labbra. Con quel sorrisetto continuò il suo monologo: ‘’Quindi siamo io e te, noi da soli per sempre sotto un cielo dei nostri ricordi forse pieni di stelle’’ si bloccò appena ebbe pronunciato quella frase. Sentir parlare di ricordi felici e non di ricordi turbati e disturbati di Eren gli faceva strano. Scosse la testa come liberarsi da questi pensieri, o almeno per quel momento. Non sa neanche lui il motivo di quel pensiero ma lo disse ad alta voce per farlo sentire anche a Annie: ‘’ Se vuoi… posso fare finta che tu non sia esistita. Così da cercare di dimenticare i giorni in cui l’uno senza l’altra sembravano due morti.’’. ‘’Sembrare morti che cosa orribile da dire per noi che ne abbiamo visti tanti, soprattutto tu da gigante. Vabbè non pensiamo al passato.’’. Infine le aprì il suo cuore senza giri di parole e disse:‘’Ma la verità è che- è che IO TI AMO ANNIE! E per te mi romperei le ossa. Sarei anche pronto per l’imminente guerra che ci sarà.’’ Ora il suo sorriso partiva da un orecchio e arrivava all’altro. Ce l’aveva fatta. Ora Annie lo sapeva, forse.

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