Un bodyguard di troppo

di Prettybene9816
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve, qui parla Benilka! Mi trovate anche su Wattpad sempre col nominativo di "Prettybene9816", vi suggerisco di leggere la storia lì per evitare un muro di parole senza spaziature, come capita qui. Scrivo principalmente su Wattpad e qui faccio copia e incolla del testo scritto, ma non capisco ancora perchè non distanzia le frasi :( Ad ogni modo, vi aspetto lì Un bacio, vi abbraccio! Buona lettura. Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia. -Oscar Wilde (Per chi dovesse venire da "Contro ogni mia ragione", scorrete per vedere ZAIRA'S POV. Si trova sempre nel primo capitolo, subito dopo SAMIR'S POV ⬇️.) SAMIR'S POV: "Non so quando potrò tornare a farti visita, Bilel mi ha convocato da lui stamattina" dico a Mustafa a sottovoce. Devo molto a mio cugino, quando rapimmo la figlia di Jamal, e Bilel e i suoi uomini ci beccarono nella fabbrica, Mustafa si sacrificò fingendosi me e facendosi arrestare. Per Ibrahim non c'è stato altro da fare, quando amputarono una gamba a Mustafa, per colpa della sparatoria in fabbrica, in ospedale gli dissero che Ibrahim era morto. Non ho potuto seppellire mio fratello, l'immagine di lui per terra in un lago di sangue mi perseguita da 15 anni, da quando quella stessa notte andai a vendicarmi ed entrai a far parte degli uomini di Bilel Cortada, il mio acerrimo nemico. "Per i nuovi lettori, recuperate il capitolo 75 del libro precedente "Contro ogni mia ragione" Baba, ex sceicco dell'organizzazione, si fidava di Bilel, sperava che portasse avanti la jihad, la guerra santa contro gli infedeli in nome dell'Altissimo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse pugnalarci alle spalle tradendo l'organizzazione per una puttana e togliendoci tutti i finanziamenti. Mi ritrovai all'età di 15 anni con un papà assassinato, un fratellino di cui prendermi cura, mio cugino, alcuni uomini ancora fedeli a mio padre. Mi ritrovai a dover risanare l'organizzazione e riprendere a combattere la jihad. Provai a fare guerra a Bilel e i suoi uomini rapendo la figlia di Jamal, suo alleato, ma ottenni un fratello morto, mio cugino in carcere che mi copre e io nella tana del lupo. Mi presentai a Bilel come Tariq, povero orfano che non aveva nulla con sé, ma tanta voglia di riscattarsi. Mi unii ai suoi uomini, migliorai le mie tecniche di combattimento, andai a scuola, mi alleai a Bilel per uccidere i miei stessi uomini. 15 anni a obbedire a ogni suo comando, a comportarmi impeccabilmente per guadagnarmi la sua fiducia, per poter attaccare al momento giusto. "Sei riuscito a entrare in casa sua?" chiede Mustafa sorridendo scaltro. "Ho fatto di meglio..." mi sporgo sul banchetto e sussurro "Mi ha affidato sua figlia" "Non ci credo, come hai fatto figlio di puttana" dice Mustafa dandomi uno schiaffetto. Mi rimetto a posto e racconto tutto, racconto delle foto fatte di nascosto a Zaira all'università, per strada, in casa, sul suo stesso letto. "Crede che sia Samir dal carcere a muovere i fili" gli comunico mentre lui scoppia a ridere e la guardia dietro si avvicina a noi. "Se solo sapesse che il temuto Samir è più vicino di quanto possa pensare" Ridacchio e abbassando lo sguardo chiedo "Come te la passi qui?" "Meglio di stare fuori in quell'inferno. Qua ricevo cibo e ho anche la mia gang e ah...grazie per le puttane che mi hai mandato" "Ringrazia Eugenio che le ha lasciate passare" "Poi lo ringrazierò allora. Quando ti rivedrò quindi?" "Non lo so, devo stare molto attento. Anche se ho la fiducia di Bilel, ho sempre gli occhi puntati dei suoi uomini" "Samir?" mi chiama Mustafa. "Si?" chiedo alzando lo sguardo a lui. "Sei la nostra unica speranza, tuo padre Ahmed sarebbe fiero di te se riuscissi a riportare in vita l'organizzazione" si avvicina e ribadisce "Farai grandi cose ragazzo mio, non mollare per nessuna ragione al mondo" Annuisco con la testa mentre la guardia ci comunica che il tempo a nostra disposizione è finito. "Cortada non ha idea di quello che gli aspetta" dico guardandolo dritto negli occhi. Mustafa mi dà un altro schiaffo d'incoraggiamento e mormora "Quando avrai finito con la figlia, mandala un po' da me che mi voglio divertire anch'io" Ridacchio mentre la guardia esclama "Samir, forza!" "Arrivo, e che cazzo!" "Allah u akbar" dice salutandomi. "Allah u akbar" rispondo abbassando il capo. Lo seguo con gli occhi fino alla porta e lo saluto con la mano un attimo prima di sparire. Esco anch'io e raggiungendo la Maserati, rispondo alla chiamata dello stronzo "Signore" "Ho finito con la riunione, tra dieci minuti da me." "Subito signore" dico riattaccando. Sorrido calandomi gli occhiali da sole e partendo a tutto gas. ZAIRA'S POV: "E' un onore che possa essere seguita da lei, professoressa Lombardo" dico allungandole la mano. "Oh cara, hai conseguito un percorso accademico brillante. Sono io a dovermi congratulare con lei" Scuoto la testa sorridendo "Ho solo fatto il mio dovere, professoressa" La Lombardo si rimette gli occhiali da vista e afferrando la sua agenda chiede "Giovedì pomeriggio dovrei essere libera per un'oretta, potremmo discutere sull'argomento che vorrà trattare nella tesi. A lei va bene come giorno?" "Sì certo" "Ottimo, la fisso per le 17?" "Perfetto" La Lombardo richiude l'agenda e sistemandosi la chioma bianca, mormora piano appoggiandosi alla sedia "Però non ci vediamo in studio, giovedì avrò una giornata pesante. Potremmo vederci al bar dell'angolo della strada e ne approfitteremo per prendere un caffè" "Va benissimo, la ringrazio per la disponibilità" dico mentre lei riceve una chiamata. "Che seccatura, cara allora noi ci vediamo giovedì" "Sì, buona giornata e buon lavoro!" esclamo uscendo dal suo studio e passandomi una mano sul viso per asciugare il sudore sulla fronte. Ho tremato tutto il tempo e non mi aspettavo che potesse accettare di seguirmi per la tesi. E' un colosso all'interno della facoltà di Giurisprudenza, è molto severa e pretende tanto dai suoi alunni. Ho deciso che avrei chiesto a lei la tesi dalla prima volta che si è presentata a lezione, è stata così chiara e geniale nella spiegazione, mi ha subito incantata. Non ha una bella fama tra i ragazzi, ne parlano tutti male, è soprannominata "iena" proprio per il fatto che si mostra gentile, ma all'esame è un mostro...ci sono colleghi che sono stati bocciati 9 volte da lei e altri che hanno proprio lasciato la facoltà scoraggiati. Personalmente credo che sia una persona in gamba, grazie agli interventi che facevo in aula ho avuto modo di entrare in contatto con lei e di farmi conoscere. All'interno dell'università siamo tutti delle matricole, dei numeri e delle teste a cui i professori generalmente non sanno dare un nome, mi fa piacere che la Lombardo mi abbia notata. Sogno di entrare a far parte, come lei, del Consiglio superiore della magistratura; è un po' il sogno di tutti quelli che studiano Giurisprudenza, ma sono determinata a realizzare questo sogno, farò qualsiasi cosa per arrivare alla mia prestigiosa meta. Scendo velocemente le scale del palazzo in cui si trova lo studio della professoressa e prendo subito il cellulare per dare la bella notizia ai miei, quando noto all'ingresso Sebastian, l'autista di papà. "Sebastian, ciao...che ci fai qui?" sposto lo sguardo a destra e noto che la mia macchina non è più dove l'ho parcheggiata "Che fine ha fatto la mia auto?" "Salga signorina, la porto a casa" "Ma la mia macchina..." "E' in garage alla villa, non si preoccupi" Corrugo subito la fronte "Per quale ragione non sono stata avvisata?" "Suo padre ha cercato di contattarla" Sblocco il cellulare e solo adesso noto cinque chiamate da parte sua, avevo messo il silenzioso per non essere disturbata in studio. "Un attimo solo" mormoro chiamando papà e dandogli le spalle. "Zaira, ti ho chiamato più volte" risponde seccato papà dopo il primo squillo. "Scusami, ero..." "Torna subito a casa, ci sarà Sebastian fuori ad aspettarti" m'interrompe bruscamente. "L'ho visto, è successo qualcosa?" chiedo preoccupata. "Ti spiegherò più tardi, sbrigati" "Va bene, arrivo. Un bacio" riattacco rigirandomi verso Sebastian. "Andiamo" mormoro mentre lui apre la portiera dietro e io lo ringrazio. Chiamo mamma nel mentre, ma non risponde...le lascio un messaggio aggiornandola sulla professoressa. Arriviamo alla villa dopo mezz'oretta e scendendo dall'auto, fanno un cenno a Sebastian. Poso la mia Chanel all'ingresso e slegando il foulard di seta al collo, vado all'ufficio di papà al piano superiore. Busso prima di entrare e sento papà gridare "Avanti" Entro e vedo una guardia che parla con papà "Scusatemi, passo più tardi" mormoro indietreggiando. "No, Zaira entra pure. Ti aspettavo" dice papà mentre la guardia si fa da parte. Chiudo la porta ed entrando dentro esclamo "La Lombardo mi ha detto di sì, sono così contenta!" Papà mi sorride e prendendomi la mano da dietro la cattedra dice "Bravissima piccola, ero sicuro ce l'avresti fatta" "Mi ha invitata per un caffè giovedì, discuteremo sull'argomento della tesi...ho moltissime idee" mormoro ancora eccitata. "E' fantastico, gioia senti...potresti sederti un attimo, dovrei parlarti di una cosa" "Ooh ehm...certo. Si tratta di Diana? Che ha combinato stavolta?" chiedo riavviandomi i capelli scuri ereditati da mamma. "No, tua sorella non c'entra. Stamattina ho ricevuto questa busta in forma anonima" dice papà serio passandomi una busta gialla. "Capisco, e cosa c'è dentro?" "Guarda tu stessa" Mi mordo il labbro curiosa e prendendo la busta, frugo dentro tirando fuori delle foto. Spalanco gli occhi quando vedo foto di me mentre studio in libreria, mentre parcheggio la macchina, mentre entro in casa "Chi le ha scattate?" chiedo sconcertata sfogliando altre foto di me nella mia camera, in cucina, in salone con le mie sorelle... "Temo di non saperlo, dentro c'era anche una lettera" "Che diceva?" Papà mi riafferra le mani e mormora "Siamo in pericolo Zaira, c'è qualcuno che mi sta minacciando con la tua vita" Spalanco gli occhi sentendo il mondo crollarmi addosso. "Mamma lo sa?" "No, non ho ancora avuto modo di dirglielo. Ho voluto prima parlarne con te perché so che sei una persona molto razionale che non si fa prendere dall'emozioni" Deglutisco cercando di calmarmi, sono sconvolta. "E' qualcuno dell'organizzazione in cui stavi?" "Può darsi" "Mi avevi detto che non c'era più nessuno" So tutto di papà, del suo passato a capo dell'organizzazione terroristica, di come ha mandato tutto all'aria per mamma, del suo piano per distruggere l'organizzazione e lasciarli a secco, di tutti gli uomini che adesso stanno dalla nostra parte...quando seppi tutto, non sbattei ciglio...capì le motivazioni di papà e lo appoggiai, ma se fossi stata mamma, una volta scoperto dell'organizzazione terroristica, l'avrei subito sbattuto in carcere e avrei tagliato i ponti. Non avrei mai permesso che si avvicinasse alla mia famiglia...mamma dice che si era innamorata, ma non sono scusanti, quando tuo padre finisce in come per colpa sua. Spero di innamorarmi di una persona per bene, magari un affascinante scrittore anticonformista o una persona attiva in politica per il bene del nostro popolo. "Evidentemente qualcuno mi è sfuggito, mi sono già adoperato per trovare la talpa" "Credi che sia qualcuno del personale?" "Tariq e io ce ne stiamo occupando" "Tariq?"chiedo non avendo mai sentito quel nome. "E' uno dei miei migliori uomini e di cui mi fidi di più, è per questo che ti affiderò a lui" dice papà indicandomi dietro. Mi giro e rivedo la guardia di prima vicino alla porta che fissa davanti a sé concentrato. "Cosa vuoi dire con 'ti affiderò a lui'?" sussurro per non farmi sentire, per fortuna l'ufficio è enorme e la porta è lontana dalla scrivania. "Sarà la tua nuova guardia del corpo, ognuno di noi ne avrà uno...Tariq però ti seguirà anche dentro casa, sarà la tua nuova ombra" Chiudo gli occhi sentendomi male per un secondo "Non ho capito bene, sarò seguita da uno sconosciuto dentro casa mia?" "Hai visto le foto? Ti ritraggono nelle tue faccende quotidiane, non possiamo stare tranquilli neanche dentro casa" "Non capisco perché io, perché seguire solo me?" "A questo non so darti una risposta, so solo che dobbiamo stare molto molto attenti in questo periodo. Sulla lettera c'era una tua impronta" "Cosa? In che senso?" chiedo sconvolta mentre ricordo un giorno di essermi risvegliata con una macchia sul pollice della mano destra. Ero convinta che fosse stato uno scherzo di Esmeralda, capita che giochi coi colori. "Capisci perché ti chiedo di aver un po' di pazienza? Finchè non troveremo il colpevole, dovrai collaborare con Tariq, me lo prometti?" Mi porto una mano sul viso e sospiro "Mi sembra tutto così surreale..." Papà si alza e facendo il giro della scrivania, si abbassa per abbracciarmi e darmi conforto. "Ho promesso a tua madre che non vi sarebbe mancato nulla e che vi avrei protetto con la mia stessa vita. Non devi preoccuparti, ho tutto sottocontrollo" mi rassicura papà prendendomi il viso con una mano. Appoggia la fronte alla mia e sussurra "Ti fidi di papà?" "Sempre" mormoro con gli occhi lucidi. "Allora adesso fammi un bel sorriso, odio quando metti il broncio" Gli sorrido e lui pizzicandomi la guance dice "Ecco la mia bambina" "Una bambina di 20 anni" replico divertita. "Una bambina brillante che sta per laurearsi, non potrei essere più fiero di te" dice lui baciandomi la fronte. "Brillante" è così che mi definiscono fin da piccola, la mia professoressa alle medie ha scoperto che ero superiore alla norma e dopo vari esami si è scoperto che ho un QI pari a 154. Ho saltato le medie e a soli 10 anni frequentavo la prima superiore, la professoressa aveva detto ai miei che avrei potuto frequentare direttamente l'università, ma i miei hanno pensato che la differenza di età con i miei colleghi sarebbe stata troppa e hanno preferito che frequentassi un liceo privato con materie più cariche e della mia portata. A 15 anni mi iscrissi a Giurisprudenza ma fino a 18 anni preferì seguire le lezioni online, forse troppo spaventata del giudizio dei miei colleghi molto più grandi. Con il sostegno della mia famiglia, incominciai a seguire le lezioni l'anno scorso, compresi che non era così male come credevo. Non che avessi stretto chissà che amicizie con i miei colleghi, al contrario, andavo dietro ai miei professori...m'infilavo a qualsiasi congresso, seminario, ero attratta dalla loro dialettica, dai loro contenuti...contenuti che non avrei mai trovato in un mio coetaneo. Diana, la mia gemella dice che sono una ragazza di vecchio stampo...può darsi, anche nel vestiario m'identifico nelle donne molto più adulte, amo le perle e il tweed, spesso Diana mi dà della snob, ma non è così, mi piace vestirmi elegante e sentirmi...ordinata, tutto qua. Abbraccio papà e sospirando mormoro "Ti voglio bene" "Anch'io, tantissimo" dice lui pizzicandomi ancora le guance, dice che ho delle guanciotte adorabili. "Va bene, io allora vado in biblioteca per studiare. Ho l'ultimo esame a settembre e devo schiarirmi le idee per la tesi" "Certo, vai piccola. Buono studio" mi saluta papà con un bacio sulla fronte prima di prendere una chiamata. Mi giro per uscire e solo adesso mi ricordo dell'uomo alla porta... "Molto piace signor Tariq" dico allungandogli la mano. Lui si limita ad annuire e io attraversata da mille brividi sulle braccia, faccio un cenno ed esco dalla porta. Vado a recuperare la borsa e mi giro per andare in biblioteca quando sussulto trovandomi dietro Tariq. "Buon Dio...giusto, mi ero dimenticata" mormoro stringendo a me la borsa. Sospiro paziente e marcio dritta in biblioteca, lui mi segue dentro e si posiziona accanto alla porta. "Può sedersi" gli dico indicando la poltroncina accanto. Lui non mi ascolta e non si smuove dalla porta...ok. Scuoto la testa e rimandando la chiamata a mamma più tardi, magari quando avrò un po' più di privacy, recupero i miei libri dal mio armadietto e mi siedo alla mia scrivania personale a studiare. Passo tutta la serata a ripetere, finchè sento la gola irritarsi e decido che per oggi possa bastare. Chiudo i libri e mentre sistemo un po' i miei schemi, lancio un'occhiata a Tariq. Non si è mosso di un millimetro, è in piedi da 4 ore ed è super concentrato. Riabbasso lo sguardo e finisco di sistemare gli schemi. Sentiamo bussare alla porta poco dopo e mamma si affaccia dalla porta "Disturbo?"chiede. "Mamma, no entra!" esclamo schiarendomi la voce. "Hai ripetuto anche oggi fino allo sfinimento? Ti ho detto mille volte che devi darti una regolata, rimarrai senza voce se continuerai così" "L'esame è tra poche settimane, devo farlo mamma" mormoro andandole incontro. "Ciao Tariq, piacere Benedetta. Puoi chiamarmi Beni" dice mamma presentandosi al mio bodyguard che anche con lei si limita a un cenno. Vado ad abbracciare subito mamma e piano sussurro "Hai saputo?" "Purtroppo sì, tu come stai?" chiede mamma accarezzandomi i capelli. "Bene, mi fido di papà. Dovresti farlo anche tu" Lei mi lancia un'occhiataccia e dice "Io mi fido di tuo padre" "Ma...?" "Non fare la sapientona con me" mi rimprovera facendomi ridere. "Cosa c'è per cena? Ho una fame..." chiedo cambiando argomento. So com'è sensibile mamma, non voglio farle vedere che sono molto preoccupata in realtà...anche se è difficile nasconderle qualcosa. "Polpettone" "Mmm...che buono" dico uscendo con mamma abbracciate. Raggiungiamo la sala da pranzo e troviamo già papà ed Esme a tavola. Esme ha 14 anni ed è una ragazza adorabile, molto timida e particolarmente creativa...ama dipingere e la sua cameretta è un'opera d'arte, farà grandi cose. "Diana?"chiedo notando il suo posto vuoto. "A un concerto in un pub, mi pare che abbia detto" dice mamma sedendosi a capotavola. "Sebastian è con lei?" "Sì, è davanti al pub che la controlla" "Ottimo" dice papà sedendosi accanto a mamma che prende i nostri piatti per servirci. Papà l'aiuta e chiede a Esme com'è andata a scuola, frequenta il secondo anno del liceo artistico ed è così contenta di poter coltivare le sue passioni. Nel mentre lancio un'occhiata alla porta e noto Tariq fisso che si guarda attorno attento, fa quasi paura di quanto è professionale. Mangiamo tra le solite chiacchiere e mamma e papà si ritirano nell'ufficio di papà per parlare di "lavoro", certo come no. Scuoto la testa divertita mentre papà afferra mamma per i fianchi che esclama "Bilel, fermo!" Escono dalla sala pranzo ridacchiando e lasciando che la governante sparecchi, l'aiuto con i piatti. "Posso farti una domanda?" chiedo a Rosita, la governante mentre asciugo i piatti bagnati. "Certo gioia" Riposo il piatto e passando ad asciugare un bicchiere domando piano al suo orecchio "Tariq, lo conosci?" Mi giro per vedere se abbia sentita, ma non sembra...è sempre vigile a chi possa entrare in cucina. Mi rigiro verso Rosita e richiedo "Allora? Che mi dici?" Anche Rosita si gira a guardare e fa spallucce "Non ho idea" Sospiro scoraggiata "Perché? Non ti fidi di lui?" chiede Rosita passandomi un piattino. "Ho una sensazione strana a pelle, paradossalmente non mi sento al sicuro quando c'è lui" sussurro vicino a lei. "Vedrai che ti abituerai" "Speriamo di no, mi sono già stufata di dover parlare a bassa voce per non farmi sentire" "Dai che non ti è andata tanto male...a tua sorella è capitato quel vecchio di Sebastian" "Avete la stessa età o sbaglio?" "Io i 50 me li porto bene" Sorrido scuotendo la testa e finendo di asciugare le ultime cose. "Vado a dormire che sono esausta" mormoro alzando le braccia per sgranchirmi. "Vai tesoro, oggi è stata una giornata pesante" "Puoi dirlo forte, buonanotte" dico baciandola sulla guancia e uscendo dalla cucina, sempre seguita dalla mia ombra vivente. Nel corridoio per camera mia mi giro di poco per vedere se continua a seguirmi e faccio una smorfia, certo che non mi molla un attimo. "Notte signor Tariq" dico aprendo la porta di camera mia e richiudendola subito dopo. Butto subito un sospiro di sollievo ed entrando in bagno col cambio, mi faccio una bella doccia. Mi metto il pigiama una volta uscita e mi pettino i capelli lunghi alla schiena color caramello, ce li avevo neri come mamma, ma li ho schiariti all'inizio di quest'anno...penso che stiano bene con gli occhi castani tendenti al verde presi da papà invece. Nel resto, per fortuna ho preso il nasino piccolo di mamma e la bocca carnosa, mi sarebbe piaciuto prendere anche la sua carnagione scura, ma sono nata mulatta. Metto dell'olio d'argan nei capelli e facendo una treccia, esco sbadigliando dal bagno. "Cazzo, che spavento!" quasi urlo portandomi una mano sul petto. Solo adesso mi ricordo della mia canottiera senza il reggiseno sotto e incrociando le braccia per nascondere i capezzoli chiedo brusca "Chi le ha dato il permesso di entrare in camera mia signor Tariq?" Abbasso lo sguardo al letto davanti a sé all'angolo della stanza e sbatto velocemente gli occhi non capendo, da quanto tempo è lì quel letto? Com'è che non l'ho notato prima? "Lei dormirà qui?"chiedo con orrore indicando il letto. Lui continua a guardarmi severo e dandomi le spalle, si leva la giacca. Aspetta un attimo, si sta spogliando davanti a me?? Presa dall'ira esco subito fuori dalla camera e marcio fino alla stanza dei miei, come previsto Tariq mi sta col fiato sul collo. Busso alla stanza e senza aspettare una risposta, entro sbattendo la porta in faccia a Tariq...me ne pento subito dopo e riaprendo la porta spiego "E' una conversazione privata." Richiudo la porta e vedo papà a letto, mamma non c'è...sarà giù a farsi un tè, a quest'ora lo beve sempre. "Che succede?" chiede subito papà corrugando la fronte. Corro da lui e buttandomi sul letto esclamo piano "Non ti sembra eccessivo che uno sconosciuto dorma nella mia stessa stanza?" "Tariq non è uno sconosciuto" "Questa è la mia privacy!" Papà sospira e scendendo dal letto, apre un cassetto del comodino per poi passarmi una foto "Questa l'ho trovata sempre nella busta, ho evitato di fartela vedere per non spaventarti ulteriormente" Prendo la foto e mi porto subito una mano sulla bocca "Com'è possibile..." Osservo la mia foto in primo piano mentre dormo e una mano con un guanto che sfiora i miei capelli con un coltellino. "Capisci perché ho fatto mettere un letto in camera tua?" "Avresti potuto chiedermelo prima" dico infastidita restituendogli la foto. "Forse" Mi gratto la testa e scendendo dal letto chiedo "Non potresti darmi una guardia del corpo femmina? Sarei più a mio agio" "Tariq lo conosco bene, l'ho cresciuto io praticamente. Mi fido di lui" "Ho capito..." borbotto andando alla porta. "Piccola?"chiede papà prima che possa andare via. Mi giro e lui mormora "E' per il tuo bene, vedrai che risolveremo le cose al più presto. Resisti per ancora un po', ritornerà tutto alla normalità" "Va bene...notte" mormoro uscendo fuori mentre vedo mamma nel corridoio con una tazza in mano. E' in vestaglia e mi guarda stranita "Tutto bene?"chiede lanciando uno sguardo a me e a Tariq. "Sì, una sciocchezza. Buonanotte mamma" "Ehi ehi...che ti prende?"nota subito il mio umore nero. "Niente, sono stanca. Vado a dormire" dico scuotendo la testa. "Va bene, buonanotte amore mio" mi abbraccia mamma prima di lasciarmi andare. Rientro in stanza insieme alla mia guardia e noto che chiude a chiave la porta "E' necessario?"chiedo indicando la chiave. Come previsto, non mi calcola. Sospiro ancora e ancora cercando di non ribellarmi, non posso farlo...papà si fida di lui, forse è il caso che incominci a farlo anch'io. "Buonanotte signor Tariq" dico mettendomi sotto le coperte. Lui continua a non proferire parola, inizio a credere che non capisca l'italiano. Mi metto la mascherina e cado tra le braccia di Morfeo, sperando che quest'incubo possa finire al più presto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando gli sciocchi vanno al mercato, i furbi fanno buoni affari. ZAIRA'S POV: "Buongiorno, che faccia che hai" dice mamma entrando in cucina. Mi giro col cappuccio della felpa alzata e mormoro ancor assonnata "Cosa?" "Hai dormito stanotte? Sembri uno zoombie" "Grazie..." borbotto azionando la macchinetta del caffè. Non sono riuscita a dormire per tutta la notte, pensare che non ero sola, che quell'uomo fosse a pochi metri da me...mi faceva venire i brividi. Ho questa costante brutta sensazione sul suo conto, poi credo di averlo già visto...non ricordo proprio, ma ne sono sicura. La mia pelle lo riconosce, ho sempre i brividi quando posa lo sguardo su di me. "Buongiorno!" esclama Esme entrando in cucina e correndo a prendere una brioche. "Sono in ritardo, io vado!" dice papà affacciandosi nella cucina subito dopo. Si avvicina a me e lasciandomi un bacio sul cappuccio mormora "Chiamami se hai bisogno, tu vieni con me" dice alla fine trascinandosi con sè mamma. Presto tutti lasciano la cucina e mi ritrovo sola, ah no. Mi giro di poco e vedo Tariq alla porta, nello stesso identico punto in cui era quindici minuti fa. Il caffè viene finalmente erogato e aggiungendolo al latte, mi faccio il cappuccino. Afferro un cornetto vuoto e vado in sala da pranzo per mangiare e leggere il giornale di oggi. "Gradisce del caffè?"chiedo prima di uscire dalla cucina. Non mi considera, ricevuto. Proseguo per i fatti miei e sedendomi a capotavola, apro il giornale sorseggiando il mio cappuccino. Improvvisamente sento un cellulare squillare e noto che si tratta del telefono di Tariq, risponde subito girandosi di lato...un secondo di pace, penso buttando un sospiro. Mi sta addosso come un avvoltoio, non mi molla un secondo. Addento anche la mia brioche e dopo aver consumato la colazione, torno in camera per recuperare i vestiti per fare yoga. Mi aiuta sempre prima di studiare. Entro nel mio bagno, sempre con gli occhi vigili della guardia puntati e mi cambio coi leggins e il reggiseno sportivo. Faccio per uscire, ma mi rendo conto di non sentirmi a mio agio così scoperta davanti a uno sconosciuto. Recupero un'altra felpa che mi copra anche il sedere e finalmente sono pronta. Esco in giardino ispirando subito l'aria fresca e pulita di prima mattina e stendendo per terra il tappetino, mi metto subito in posizione di meditazione. Inizio a muovermi stendendo bene le braccia, le gambe, la testa...è un vero e proprio toccasana fisico e mentale lo yoga. Finisco dopo mezz'oretta e rientrando in bagno, mi faccio una veloce doccia. Oggi devo vedermi in biblioteca con Beatrice, una nuova collega che ho conosciuto all'esame di penale. E' molto gentile e si è subito mostrata educata con me, all'inizio pensavo che mi avrebbe lasciata perdere, invece mi ha cercata nel gruppo di whatsapp e continuato a tenerci a contatto. Apprezzo molto la sua compagnia, anche perchè è il mio opposto...mentre io sono una persona abbastanza razionale e responsabile, Beatrice è più libertina, anche se gli esami lì dà sempre in tempo e non perde di vista il suo obiettivo, ovvero la laurea. "Che mi metto?" mormoro nella cabina armadio. Opto per una camicia bianca, un gilet viola a trecce sopra e dei pantaloni neri con dei sandali col tacco basso ai piedi. Lascio i capelli come sono e mettendomi i miei orecchini a cerchio dorati e la collana di perle, esco dalla camera per recuperare i libri in biblioteca. Approfitto nel mentre per aggiornare la guardia sui miei piani del giorno "Devo incontrare una mia collega in biblioteca nella mia facoltà...per lei va bene?" Continua a fissarmi e basta. "Lo prendo come un sì" borbotto tra me inserendo i libri nella mia borsa Louis Vuitton. "Possiamo andare" dico uscendo dalla biblioteca e iniziando a fare le scale per il portone. Arriviamo alla sua macchina e faccio per mettermi davanti, come ho sempre fatto, ma lui mi apre la portiera dietro e attende. "Oh ehm...ok" mormoro corrugando la fronte e rifacendo il giro della macchina. Lui richiude la portiera e io faccio una smorfia dentro la macchina, è così serio. Almeno con Sebastian ci faccio due chiacchiere. Ne approfitto per finire di leggere le notizie del giorno e aggiornarmi sui social sui nuovi sviluppi politici. E' divertente come si azzannano sui social per un po' di visibilità, senza fare il loro reale lavoro. Sento la macchina fermarsi e realizzo che siamo arrivati alla mia facoltà, aspetto che parcheggi e mi apra la portiera. "Grazie" dico prendendo la borsa e inforcando gli occhiali da sole. Percorro tutta via Maqueda e arrivando finalmente alla facoltà, salgo per la biblioteca. "Zaira!" mi sento chiamare una volta salite le scale. "Bea!" le vado incontro abbracciandola. "Ti sei rifatta il colore?"chiedo osservando la sua chioma rossa, una settimana fa era bionda. "Ero stufa e devo adeguarmi alle stagioni" mi spiega porgendomi il caffè. Che carina che è stata. "Grazie" dico un po' imbarazzata del gesto, non capita spesso che un'amica faccia un gesto così carino nei miei confronti. E' solo un caffè, ma ho molto apprezzato il gesto. "Andiamo?"chiedo notando che Tariq ha iniziato a salire le scale, me l'ero fatta a corsa per non farmi notare troppo dagli altri. "Ehm sì...quanta fretta di studiare" ridacchia lei mentre la spingo quasi dentro e chiudo la porta. Pericolo scampato. "Tutto bene?"mi chiede stranita Bea. "Sì, perchè?" mormoro lanciando uno sguardo a Tariq ancora lontano. "Non so...mi sembri agitata" "No, è che sono ansiosa per l'esame. Tranquilla" rispondo superandola. Ci andiamo a sedere in fondo e prendendo subito i libri, ci mettiamo a studiare. Io non ho tempo da perdere e neanche lei. "Ti va una pausa?"chiede Bea dopo mezz'oretta. Alzo lo sguardo a Tariq che è davanti alla porta e riabbassandolo mormoro "Vai tu, io continuo ancora un po' " "Sicura?" "Sicura" affermo muovendo il collo indolenzito. "Ok, allora ne approfitto per fumare una sigaretta" dice lei alzandosi e andando via. La seguo con lo sguardo fino alla porta e noto alcune ragazze incuriosite da Tariq alla porta, avrei dovuto consigliargli di indossare dei vestiti più borghesi. Sospiro e riprendo a studiare. Bea ritorna dopo pochi minuti e anche lei si rimette sui libri. "Pss" sento sussurrare al mio orecchio dopo un quarto d'ora. Alzo lo sguardo a Bea e corrugo la fronte quando m'indica con la testa la porta. Scuoto la testa non capendo. Lei prende un pezzo di carta e scrive qualcosa sopra per poi passarmelo. "Quello alla porta ti fissa in continuazione!" Mi mordo il labbro consapevole del fatto di dover svuotare il sacco "E' la mia guardia del corpo" scrivo ripassandole il bigliettino. "Guardia del corpo?" mi riscrive subito lei. "Mio padre...è complicato" replico non dando troppi dettagli. "Io ci farei un pensierino ;)" Arrossisco subito al suo commento e scrivo "Non è il mio tipo, aspiro a persone almeno scolarizzate" "Vuol dire che non te lo faresti?" Spalanco gli occhi e scrivo subito "Assolutamente no." "Posso provarci io allora?" "Vai, anzi mi faresti un favore togliendomelo di torno" Sento la porta aprirsi e alzando lo sguardo, vedo Tariq avvicinarsi a noi. Dannazione, copro subito il pizzino con la mano, mentre tutti i ragazzi che studiano vengono distratti dalla presenza di Tariq. Raggiuge il mio posto e allungandomi un telefono, mi guarda severo. "Non capisco" mormoro abbassando lo sguardo al telefono, quando realizzo la scritta "Signor Cortada" Acciuffo subito il mio telefono e vedo le chiamate perse di papà, bene. Prendo subito il suo telefono e alzandomi, esco fuori dalla biblioteca. "Pronto?"chiedo una volta fuori. "Zaira! Quante volte ti ho detto di non mettere il silenzioso in quel dannato cellulare? Mi è venuto un colpo!" "Ero in biblioteca, io non..." Papà inizia a sbraitare incazzato nero e io faccio una smorfia. "Ho sbagliato, papà...stai tranquillo, sto bene" "Perchè devi andare in facoltà per studiare?" "Mi dovevo incontrare con Beatrice" "E falla venire a casa, la biblioteca di casa nostra è il triplo più grande" Sospiro "Sì, ma non posso stare rinchiusa a casa..." "Sai che non è un buon momento per andartene in giro" "Ma se ho la guardia con me" "Mi sentirei più sicuro, se tu restassi a casa" "Eh va bene, ma giovedì ho l'incontro con la Lombardo o vuoi che porti anche lei a casa?" "Fai poco la simpatica, questa è una situazione seria" "Sì, lo so bene. Me lo ripeti in continuazione" Mi giro notando Tariq che ascolta la mia conversazione e sbuffando mormoro "Devo riattaccare papà. Ci vediamo più tardi" Non aspetto una risposta e riattacco, delle volte papà sa essere così pesante. "Grazie" dico restituendogli il telefono, mentre lui mi allunga un pizzino prima che rientri in biblioteca. Lo prendo non capendo e sbianco quando leggo la conversazione tra me e Bea, mi sarà caduto per terra. "Io non..."faccio per dire ma lui rilascia la porta sbattendomela in faccia. Voglio scavarmi una fossa e non riemergere più. Corro al mio posto a disagio e risedendomi, copro il viso coi capelli per l'imbarazzo. "A posto?"chiede Bea mentre io le passo il pizzino e mormoro "Me l'ha ridato lui, mi sarà caduto" "Merda!" esclama lei ridendo attirando l'attenzione degli altri. "Scusatemi" dice subito dopo abbassando la voce. "E adesso che si fa?" "Niente, anzi...sospetto che non sappia la nostra lingua" mormoro piano. "Tu credi?" "Non c'è altra spiegazione, non mi risponde mai" "Interessante" mormora lei mordendosi il labbro. "Credi che abbia origini spagnoli?" chiede ancora mentre scuoto la testa e torno a studiare. "Ti va di andare a mangiare un boccone al Maqueda Bistrot?" propone Bea chiudendo i libri. Abbiamo studiato no stop per altre due ore e adesso siamo esauste. Avrei anche un certo languorino. Ricordo le parole di papà e propongo "Ti va di venire a pranzare da me?" "C'è anche il bell' imbusto con noi?" chiede indicando Tariq. "Purtroppo sì, mi segue ovunque" "Allora accetto volentieri" Scuoto la testa divertita e avviso Rosita di Beatrice a pranzo. Usciamo dalla biblioteca e Tariq ci viene subito dietro. Inizio a camminare più velocemente, mi sento soffocare. "Quando ce l'hai l'esame quindi?"chiede Bea distraendomi. "Il 12 settembre, tu?" "13, che peccato" "Potrei venire a farti da supporto morale" "Lo faresti davvero?" chiede lei sorridendomi riconoscente. "Ehi, Palumbo!" sentiamo gridare dietro di noi. Ci giriamo e vediamo un ragazzo che corre verso di noi con dei fogli in mano, quando però Tariq lo blocca e non lo lascia passare. "Amico, che ti prende?"lo provoca subito lui deridendolo. "Lo conosci?"chiedo a Beatrice, Palumbo è il suo cognome. "Una specie, è il capo dell'associazione di 'Ad maiora Giurisprudenza' " "Tariq, è con noi" lo avviso subito notando che sta iniziando a dare spettacolo. Lui ci guarda male, ma lo lascia passare e non ci stacca gli occhi di dosso. "Potrebbe far parte dell'associazione, ci servirebbe una mascotte" lo prende ancora in giro il tipo avvicinandosi a Bea per poi darci dei volantini. "Vi ricordate che lunedì ci saranno le elezioni?" "Sì, Walter...la vostra associazione mi bombarda di messaggi su facebook ricordandomelo ogni giorno" risponde Beatrice facendomi sorridere. Non le ha per nessuno. "E tu invece? Non ti ho mai notata qui, piacere Walter Russo dell'associazione 'Ad maiora Giurisprudenza' " si presenta a me allungandomi la mano. Osservo i suoi occhi verdi chiari e i capelli lunghi alla spalla castani, abbasso lo sguardo al vestiario semplice ma ordinato...mi piace. "Piacere, Zaira. Ho iniziato a frequentare da poco" "Ecco perchè, ti avrei sicuramente notata sennò" Sorrido subito, mi fa uno strano effetto quei occhi. "Se hai finito di comprarti elettori, noi andremmo "interviene seccata Bea. Lui la fulmina con lo sguardo, ma poi torna a sorridere e dice "Stasera ci sarà una festa ad Ingegneria in viale delle scienze. Ci saranno litri di alcol, siete le benvenute" "Grazie" mormoro un po' in imbarazzo. "Vedremo, dobbiamo studiare. Adesso però andiamo di fretta, ciao Walter!" esclama Bea trascinandomi via. "Non mi lasciate la mascotte?"grida Walter riferendosi a Tariq che continua a seguirci. Ridacchio mentre noto Tariq stringere i pugni, avrà capito qualcosa di quello che abbiamo detto? Usciamo dalla facoltà e Bea dice subito "Stai lontana da quello, è solo un idiota" "A me è sembrato simpatico" "Dà sempre quest'impressione" borbotta lei prendendomi a braccetto. Raggiungiamo la macchina ed entrando Bea si abbassa la scollatura della maglietta per attirare l'attenzione di Tariq. "Mi fanno impazzire gli uomini rasati a zero" mi sussurra all'orecchio quando entra e si mette la cintura. Sposto lo sguardo allo specchietto e lo osservo meglio, non mi sono mai disturbata a farlo. Solo adesso mi rendo conto che ha gli occhi castani tendenti al verde come i miei, credevo ce li avesse molto più scuri. Abbasso lo sguardo alla barba fatta, le labbra non troppo carnose e il viso scavato. Anche lui alza lo sguardo allo specchietto e mi becca a fissarlo, abbasso subito lo sguardo e mi schiarisco la voce. Non vorrei che si faccia idee sbagliate. "A casa" gli comunico sperando che lo capisca, prima aveva capito che dovevo andare in biblioteca. Forse conosce le parole essenziali. Chiamo papà per dirgli che sto tornando a casa con Bea e aggiorno mamma per messaggi, aveva una riunione importante oggi e non vorrei disturbarla più di tanto. Arriviamo a casa dopo venti minuti e scendendo, la porto subito a far un giro del giardino e della piscina. "Delle volte mi piace venire qui a leggere" dico indicando un ulivo poco più distante dalla villa. "Ci hai mai dato una festicciola qui?" "No, anche perchè non saprei chi invitare. I miei c'invitano i loro amici" "Dovresti considerare l'idea, sarebbe una figata" dice facendo dietro front e andando verso la villa. All'ingresso ci accoglie Rosita che prende le nostre borse e ci dice che il pranzo è pronto. "Le mostro la casa e arrivo subito" dico portando Bea di sopra in camera mia. "Qua ci sta il tuo cane?" indica il letto all'angolo. Scoppio a ridere mentre entra Tariq e si posiziona a lato della porta. "E' della mia guardia" mormoro piano. Lei spalanca gli occhi e chiede "Dormite insieme?" Spalanco gli occhi mentre lei mi viene più vicino e sussurra "Ti sto invidiando da morire Cortada!" "Scendiamo a mangiare?"chiedo sentendomi a disagio con Tariq che ci ascolta. "Sì, muoio di fame" dice Bea mentre io esco per prima e lei finge di non vedere Tariq e gli va contro. "Scusami, colpa mia" fa le fusa lei facendogli l'occhiolino. Scuoto la testa e scendo giù trascinandomela con me. Per pranzo troviamo il pollo arrosto con le patate al forno, Rosita fa delle patate al forno divine. "Tariq puoi andare a mangiare" dico sedendomi a tavola. Lui non si muove e io mimo il gesto di mangiare "Eat" dico in inglese cercando di farmi capire, ma m'ignora restando alla porta della sala pranzo. "Mangiamo?" chiedo a Bea sempre più stranita dall'atteggiamento di Tariq. Come faccio ad andarci d'accordo, se non spiaccica una parola? "Che profumino" mormora Bea buttandosi subito sulle patate. "Acqua?"chiedo prendendo la brocca. "Vino, se ce l'hai" "Ooh ehm...vedo" dico andando in cucina. Apro la cantina e recupero la prima bottiglia di vino bianco che trovo. "Eccolo, spero che vada bene" "Va più che bene" dice lei versandosi subito un bicchiere. "Allora? Ci vieni alla festa di stasera?" "Ad ingegneria?"chiedo iniziando a tagliare il pollo con coltello e forchetta. Lei annuisce e io iniziando a mangiare mormoro "Non saprei" "Avanti, ci divertiremo!" "Ne sono certa, ma diciamo che sono impossibilitata" dico indicando con lo sguardo la mia guardia. Lei mi sorride e sporgendosi per parlarmi all'orecchio sussurra "A lui ci penso io, se vuoi" "Come?" "Vedrai" dice rimettendosi a posto. Finiamo di pranzare e ci ritiriamo in biblioteca per "studiare", in realtà stiamo escogitando un piano per stasera chattando. Mi sento un po' in colpa, ma papà se l'è cercata...insiste con questa cosa della fiducia in Tariq e non capisce che io in realtà mi trovo molto a disagio con lui. Si fa sera ed è ora di mettere in atto il nostro piano. Papà e mamma sono fuori per una cena di lavoro, Esme credo che dorma e Diana...non ho idea di dove sia Diana. "Grazie Zaira...non dovevi" dice Bea prendendo il borsone che le porgo. "C'è tutto dentro: asciugamani, pigiama, calzini, intimo" "Ottimo, posso usare la doccia? Mi sento un po' sudaticcia"chiede Bea in camera mia con Tariq sempre vigile alla porta. "Certo, anzi vengo con te così ne approfitto per mettermi il pigiama" mormoro prendendo la sottoveste. Entriamo in bagno indisturbate e mentre io aziono il soffione della doccia, Bea apre il borsone tirando fuori i vestiti che ho scelto per la serata. "Bello questo" mormora lei accarezzando un vestito di velluto fucsia di Dolce e Gabbana. "Lo preferisci?"chiedo prendendo l'altro vestito che ho messo alla cieca nel borsone, un vestito lungo con spacco di seta nero di Versace. L'ho usato una volta per un gala organizzato da papà. "Sì, quali scarpe preferisci invece tu? Per fortuna abbiamo lo stesso numero" "Ehm...non saprei, queste?"indico delle jimmy choo argentate. "Allora io prendo queste paia pazzesche" esce fuori le decolletè Yves Saint Laurent nere. "Ok, sbrighiamoci. Non abbiamo molto tempo" sussurro incominciando a vestirci di fretta e furia. Ci facciamo un trucco super veloce e aprendo la finestra del bagno, scendiamo sul balconcino. Tiriamo fuori dal borsone il materasso gonfiabile e iniziando a gonfiarlo con la pompa fuori, lo gettiamo di sotto e ci saltiamo sopra. "Cazzo, che figata!" esclama Bea atterrando sul materassino. Mi butto a ruota anch'io e mormoro "Fa piano! Sbrighiamoci" Vedo in lontananza Pluto e Romeo correre e Bea dice spaventata"Merda, non avevamo messo in conto i cani da guardia" "Tranquilla, mi conoscono" mormoro mettendomi in ginocchio e accarezzandoli. Romeo si mette subito di schiena per i grattini al pancino, glieli faccio sempre mentre leggo sotto l'ulivo. "Forza, andiamo" dico prendendo per mano Bea e attraversando di corsa il giardino. Mi giro per guardare la villa mentre scappo e sorrido furba, tutto qua Tariq? TARIQ'S POV: Quanto sta durando questa doccia? Osservo l'orologio e corrugo la fronte, sono passati venti minuti. Magari stanno parlando di cose tra ragazze...sarà il caso di andare a controllare? Vado verso la porta del bagno e busso. Mi aspetto che Zaira dica che verrà subito fuori, ma non sento nulla, oltre al fruscio dell'acqua. Ribusso insospettandomi e quando non sento nulla anche stavolta, apro la porta e realizzo con orrore che non c'è nessuno. Quella vipera. Spengo il getto d'acqua e corro al balconcino fuori, mi affaccio e vedo una specie di gonfiabile? Quando cazzo hanno avuto il tempo di gonfiarlo? "Fanculo Cortada" ringhio marciando fuori dalla stanza e correndo fuori dalla casa. Tale padre e tale figlia, due stronzi senza precedenti. Mi metto subito in macchina e la rintraccio grazie al gps che le avevo azionato mentre dormiva. "E' ancora qui" mormoro sollevato mettendo in moto e sgommando per la fretta. La trovo all'angolo della strada che porta ala spiaggia di Mondello con quell'altra puttana, si saranno messe d'accordo per vedersi con un amico e andare a quella stupida festa. Perchè non dirmelo semplicemente? L'avrei accompagnata io senza problemi, probabilmente mi sarei anche trovata una tipa da ripassarmi mentre lei giocava a fare la troia con quel coglione che ha conosciuto oggi. Accosto sulla strada opposta e le vado incontro, lei tarda ad accorgersi di me e quando lo fa tenta la fuga, ma troppo tardi stronza. L'acciuffo per il braccio e la trascino con me fino in macchina, sbattendola dietro nei sedili. Metto la sicura e mando un veloce messaggio a quel coglione del padre dicendogli semplicemente che la vipera ha tentato la fuga. Il coglione risponde subito dicendo di venire a casa che stanno scendendo pure loro. Rientro velocemente in macchina e mentre la metto in moto, Zaira mi porge da dietro dei contanti e mormora "Per il tuo silenzio" Le lancio un'occhiataccia e lei ritenta "Ne vuoi di più? Ecco, con questi arrivi al triplo dello stipendio che ricevi al mese" Continuo a fissarla senza parole e lei spiega prendendomi per fesso "Sono oro gli orecchini, non uso cinesate" Scuoto piano la testa cercando di non ucciderla adesso e rigirandomi, torno a guidare. "Ok, non vuoi soldi...cosa vuoi allora? Una promozione? Dirò a papà che sei il migliore in campo" Dio, dammi la presenza per non sgozzarla sul posto. Arriviamo a casa e vedo la macchina di Bilel parcheggiata, è appena arrivato. La stronzetta inizia ad agitarsi e tenta per l'ultima volta "Vuoi altri soldi? Money?" Esco fuori sbattendo la portiera, è dura de cocco quella mocciosa. Le apro la portiera e uscendo fuori, la riacciuffo per il braccio. Non si sa mai. "Lasciami, io..." "Zaira." sento ringhiare sopra di me. Paparino la guarda male dal balconcino e sibila furioso "In ufficio, immediatamente." Lei sbuffa e liberandosi dalla mia presa, marcia dentro. La seguo fino all'ufficio finchè mi sbatte la porta, ma lo fa con così tanta veemenza che lascia uno spiraglio aperto. Mi appoggio per sentire e la sento dire "So di aver sbagliato, puoi risparmiarti la ramanzina" "Zaira cosa ti passa per la testa? Queste cose me le aspetto da Diana, non da te." replica in coglione. "Mi sono sentita soffocare, quello lì mi segue ovunque, dorme nella mia stessa camera!" "E' per la tua protezione Zaira, santo cielo perchè sei cocciuta!" "Perchè non mi dai Sebastian e Tariq lo prende Diana?" propone la vipera. Proprio non mi sopporta, piccola è reciproca la cosa. "Cos'hai contro Tariq? Ti ha mai detto qualcosa di male? toccata? Importunata in qualche modo?" "E' proprio questo...per dirmi qualcosa di male, dovrebbe prima parlare. Non c'è comunicazione tra noi, avresti potuto darmi una guardia che almeno parli l'italiano!" "Tariq lo parla molto bene l'italiano, di che diavolo parli!" Scuoto la testa divertito, non so chi mi faccia più ridere tra i due. "E allora perchè non mi parla!" "Magari perchè il suo lavoro è proteggerti e non ascoltare le tue scemenze" la prende in giro lui. 1 a 1 per entrambi. "Io non dico scemenze!" si adira lei. "Basta, ora è abbastanza "interviene la madre. "Vuole Sebastian? Diamogli Sebastian, caso chiuso" aggiunge zittendo padre e figlia. "Grazie mamma...per fortuna che ci sei tu che mi ascolti" borbotta lei per dispetto al padre. "Eh va bene, chiamo Sebastian" dice Bilel iniziando a camminare. Capisco che sta per uscire e mi metto subito di lato. Come previsto, esce fuori e mi lancia un'occhiata "Tariq, figliolo...per stasera dormi nella camera degli ospiti. Domani ti spiego meglio. Sebastian pronto" dice superandomi. Escono fuori anche la madre che mi sorride e quella vipera che neanche mi degna di uno sguardo. Raggiungiamo insieme la camera e io raccolgo nel borsone i miei pochi vestiti, le pistole e gli effetti personali. Prima di uscire dalla camera, Zaira mi ferma...mi giro e lei mormora "Grazie del tuo servizio" si avvicina e dandomi sulla mano gli orecchini dorati dice "Questi tienili lo stesso, ti potranno servire in futuro" per poi sbattermi la porta in faccia. Che stronza, penso posando per terra gli orecchini e andando nella camera degli ospiti per prepararmi a mettere in atto il piano. Stasera potrò sicuramente entrare nell'ufficio di Bilel e cercare qualsiasi cosa che lo incolpi di frode o di qualche altro reato...sbattendolo finalmente dentro e prendendo io il comando sugli uomini.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


"Non è mai solo un gioco quando stai vincendo." ZAIRA'S POV: No, non di nuovo...non di nuovo, penso mentre Sebastian ricomincia a russare non dandomi pace. E' la terza notte di seguito che dormo pochissimo, è impossibile farlo con Sebastian che russa come una tromba. Alzo la testa esausta e faccio una smorfia quando lo sento piritare e mettersi di lato...scommetto che se in questo momento entrasse qualcuno armato, Sebastian continuerebbe a dormire indisturbato. Per fortuna è chiusa a chiave la porta e le finestre sono serrate. Sbuffo e riaccendendo l'abat jour, prendo il libro che stavo leggendo. E' molto interessante. Quella che Dostoevskij tratteggia nel "Giocatore" è una vera e propria radiografia letteraria del vizio del gioco, un'istantanea dei modi in cui il demone dell'azzardo può possedere uomini e donne di età ed estrazione sociale diversa. Non mi accorgo neanche che si è fatto mattino, quando Sebastian sbadiglia alzandosi e si gratta il suo panzone, ancora assonnato. "Buon dio!" esclama spaventato vedendomi sveglia. "Buongiorno" gli rispondo sistemandomi meglio gli occhiali. "Mi scusi signorina, mi sono addormentato e..." "Non fa nulla Sebastian, puoi tornare a dormire. Io andrò a fare colazione" mormoro richiudendo il libro e scostando le coperte. Mi aspetto che ribatta, invece dice "Perfetto, posso chiederle un caffè?" Alzo un sopracciglio..."Certo" rispondo mettendomi le ciabatte e andando verso la porta. "Grazie signorina, lei è gentilissima" Gli faccio un sorriso tirato mentre esco dalla camera, ma lui mi richiama all'ultimo "Sì?"sulla soglia. "Se non le dispiace, mi potrebbe portare un cornettino? La mattina mi sveglio molto affamato" Mi mordo l'internoguancia trattenendomi e dico "Come no, ha un gusto in particolare che predilige?" "Mmm...mi faccia pensare" Inclino il viso incredula...fa sul serio? "Al miele, sì...Rosita lo fa così dolce" Corrugo la fronte, non voglio andare oltre le sue parole. "Bene" mi limito a dire uscendo. "Signorina, un attimo!" mi richiama. "Sì?" richiedo per l'ennesima volta. "Nel caffè possibilmente due zollette di zucchero, lo prendo molto dolce" "Avevo intuito che lo prendesse dolce" "Lei è così intelligente" mi adula lui. "E' solo intuizione" mormoro chiudendomi finalmente la porta alle spalle. Scendo in cucina scuotendo la testa e preparando la colazione a Sebastian, gliela porto in camera. "Grazie signorina, lei è un angelo" mi ringrazia lui ancora in canottiera e calzettoni. "Ehm sì, prego. Tra un'ora dovrei andare in..." "Oh no no signorina, la prego. Ieri sera ho preso un po' di fresco e ho la gola secca, possibilmente oggi stiamo a casa, è d'accordo con me?" Mi mordo il labbro e mormoro "Certo...si riposi, io vado un attimo di sotto che ho lasciato l'acqua per il tè sui fornelli" "Vada vada, grazie ancora per la colazione" "Ma di che" dico chiudendo la porta e marciando verso lo studio di papà. Busso forte e sento papà dire "Diana non c'è bisogno di sfondare la porta!" Entro e papà sorpreso di vedermi chiede "Zaira? Tutto bene?" Richiudo la porta e andando verso la scrivania dico calma "Ho cambiato idea" "Riguardo cosa?" chiede papà firmando delle pratiche. "E' possibile cambiare Sebastian con qualcun altro?" "Rivuoi Tariq?" chiede lui alzando un sopracciglio, come per rinfacciarmi che aveva ragione. "Non necessariamente lui, qualsiasi altra persona. Possibilmente che sia giovane, sveglio e silenzioso" "Come Tariq..." Mi mordo il labbro sbuffando "Sì, ok...mi va bene Tariq, basta che non brontoli come Sebastian" Papà si appoggia allo schienale gongolando mentre sentiamo bussare alla porta e vediamo mamma entrare. Ha una tuta elegante rosa e i capelli mossi, è sempre così bella e raggiante. "Ma buongiorno" mi saluta avvicinandosi a darmi un bacio sulla testa. "Che succede?" chiede poi a papà. "Rivuole Tariq" le comunica facendola ridere. "Cosa c'è da ridere?" chiedo un po' infastidita. "Non è con noi che devi parlarne tesoro" dice mamma facendomi corrugare la fronte. "Devi parlarne con Diana, è la sua guardia adesso" aggiunge sorprendendomi. "Quindi se Diana mi dovesse dire sì..." "Tariq ritornerebbe al tuo servizio" completa mamma. "Ok...ne andrò a parlare con lei allora" dico uscendo dallo studio di papà mentre lo sento dire "Ne vedremo delle belle" Chiudo la porta e vado dritto nella stanza di Diana...appena la apro vedo le vans sporche per terra con dei calzini strapuzzolenti. Mi tappo subito il naso e richiudo la porta. "Diana?"la chiamo notando che è ancora a letto. Non deve andare a scuola? "Diana?" la richiamo più forte. "Eh!" esclama nervosa. Si agita sul letto per poi riemergere dalle coperte e guardarmi male..."Che vuoi?" "Devo chiederti una cosa, sarò veloce" Lei scende dal letto e mettendosi la vestaglietta rossa dice "Muoviti, sono in ritardo" Deglutisco e girandomi i pollici chiedo diretta "Mi chiedevo se potessimo fare a cambio di guardie, io riprendermi Tariq e tu Sebastian...alla fine la tua guardia non deve seguirti anche dentro casa e Sebastian sta diventando fastidioso" "Puoi dirlo forte, è un brontolone Seba" "Vedi? Tu sì che mi capisci" "Certo, ecco perchè la mia risposta è no" dice entrando in bagno e sbattendomi la porta in faccia. "Cosa? Non..." dannazione! Mi mordo l'unghia e vado su e giù per la stanza, non avevo previsto che Diana mi dicesse di no. Questo sì che è un guaio, è un enorme guaio. Non sopportare Sebastian per tutto questo tempo, ci sarà una via d'uscita. Diana esce fuori dal bagno poco dopo e io patteggio subito "Ti pulirò la stanza ogni volta che tu vorrai, ci stai?" "Chi ti dice che voglia la stanza pulita? Sto bene nel mio disordine" Oh...anche questo non era previsto. "Ok, ehm...soldi? Ti darò quanto..." "Stai cercando di comprarti Tariq?" "Io? No! Cioè...vorrei farti cambiare idea" "Comprando Tariq" Chiudo gli occhi esasperata...mi scoppia la testa e ho solo dormito 2 ore. "Te lo chiedo per favore Didi, papà non si fida di nessun altro..." "A me dispiace, ma ho creato un bel rapporto con lui...ieri sera ci siamo sballati alla grande, è molto accollativo, a differenza di Sebastian. Non mi conviene cedertelo e riprendermi Seba, capisci?" "E tu capisci che non posso vivere 24h con Sebastian? Vuoi davvero condannarmi a quest'inferno?" "Sbaglio o sei stata tu a volerlo?" "Io...ho fatto uno sbaglio" "Beh...non so che dirti allora" dice Diana uscendo dalla camera. Mi porto le mani sula testa e cerco di non sbroccare proprio adesso, non posso crederci di essermi messa io stessa nella merda. "Didi!" grido uscendo dalla camera rincorrendola. Sento il portone chiudersi e sfrecciando fuori casa grido ancora "Didi un attimo! Parliamone!" Mi fermo quando vedo Tariq raggiungere la Maserati e lanciarmi uno sguardo sorpreso...solo ora mi ricordo di essere in pigiama e scalza. "Andiamo Tari" dice Diana ignorandomi e andando alla macchina. Tari? Io l'ho sempre chiamato "signor Tariq". Faccio per supplicarla ancora quando lei fischia e chiede "Posso guidare io?" Mi aspetto che Tariq la fulmini con lo sguardo, come ha sempre fatto con me, ma sorprendentemente le lancia le chiavi e si va a sedere sul alto del passeggero. "Ah Zaira, puoi dire a mamma che a pranzo saremo fuori? io e Tari vorremmo provare il kebabbaro vicino la stazione, poi in caso avverto anche papi. Un bacio!" esclama prima di sgommare e uscire in gran scena dal giardino. Sento in lontananza la radio della macchina a mille e soprattutto ho avuto modo di vedere Tariq rilassato e a suo agio...con me è sempre stato così rigido e impostato. Sbatto ancora gli occhi incredula e rientro in casa. "Ci hai parlato?" chiede papà in cucina mentre io apro il frigo e recupero il succo d'arancia fresco. "Sì...ha detto di no" Mamma se la ride mangiucchiando la sua brioche e dice "Zaira, però devi ammettere che te la sei cercata" "E se mettessimo più videocamere in casa?" propongo non dandomi vinta. "Le videocamere possono essere disattivate in mille modi, ci avevamo già pensato "dice papà andando da mamma a massaggiarle il collo. Mamma si rilassa subito e chiude gli occhi godendosi il massaggio...quasi la invidio, mi sento tutta indolenzita. "Non posso andare avanti così..."mormoro sedendomi esausta. "Una soluzione ci sarebbe" propone papà. "Ovvero?" chiedo illuminandomi. "Se Tariq è richiesto sia da te che da Diana..." "Si..?"chiedo incentivandolo a continuare. "Facciamo scegliere a lui...domattina lo convocherò e gli chiederò chi vorrà seguire" "Sceglierà Diana, c'è anche meno lavoro da fare" dico dandomi vinta stavolta. "Non è detto...hai tutta questa giornata per convincerlo" "Metà giornata...a pranzo sono fuori" "Vedi tu...io una soluzione te l'ho data" dice papà mentre sente squillare il cellulare. Mamma mugola contrariata quando papà toglie le mani dal suo collo per rispondere al cellulare, ma subito dopo le dice "Torno subito bambolina" Lo seguiamo con lo sguardo uscire fuori e io chiedo subito esasperata "Come faccio mamma?" "Combatti per quello che vuoi, io credo in te" "Davvero?" "Anche se Diana è più persuasiva..." dice lei facendomi gridare dal nervoso. "Scappo a lavoro, ci sentiamo piccola. Buona giornata" mormora mamma lasciandomi un bacio e uscendo fuori dalla cucina. "Signora Cortada, buongiorno!" esclama Sebastian facendomi venire un colpo. "Sebastian, salve! Tutto bene?" chiede mamma divertita. "Tutto benissimo, tranne per la schiena...quel letto è troppo piccolo per la mia fisicità, lei capisce che ormai sono un uomo della mia età e non ho il fisico tonico di una volta" "Certo Sebastian, ne parlerò con Bilel al più presto. Buona giornata!" Si gira per farmi l'occhiolino e io scuoto la testa, traditrice. "E' rimasto qualche altro cornetto?" chiede Seba puntando gli occhi sull'ultimo cornetto, il mio. "E' alla crema. Mi trova di sopra" dico scappando via dalla cucina e salendo in camera. Mi vesto, prendo il tappetino e mettendomi al sole, mi metto in posizione di meditazione. Chiudo gli occhi e inizio a respirare lentamente...inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, cerco di buttare tutta la negatività, lo stress e... "Signorina? Sa perchè non mi prende internet nel cellulare? Ho provato a chiedere a Rosita ma..." "Sebastian" lo fermo subito. "Oh mi scusi...stava meditando? No, perchè pensavo che potrebbe servire anche a me...in questi giorni dormo male e penso che possa far bene alla schiena. Ho letto su una rivista che lo yoga ha benefici anche mentali, non sarebbe male se..." Apro gli occhi e inspiro a fondo..."Credo che andrò a studiare" dico apparentemente calma rialzandomi col tappetino e rientrando in camera. Prendo il cellulare di Sebastian e accendendo semplicemente la connessione dati dico "Ora prende internet, se clicca qui avrà accesso al wifi. Adesso vado" "Grazie mille signorina! Va in biblioteca a studiare?" "Sì, e gradirei silenzio Sebastian" "Certo, mi scusi" "Non c'è bisogno che si scusi, con permesso." Esco dalla stanza e appoggiandomi alla porta, alzo lo sguardo al soffitto, finchè sento il cellulare vibrare. Neanche un minuto di pace oggi. Vedo le notifiche recenti e trovo un messaggio di Bea che mi chiede se stasera voglia andare con lei a piazza Sant'Anna. Declino l'invito ed entro in biblioteca, ma appena chiudo la porta sento Sebastian chiamarmi. Questo è un incubo, penso chiudendo a chiave. Mi riprenderò Tariq, fosse l'ultima cosa che farò. SAMIR'S POV: "E' arrivato il momento di andare" comunico a Diana che si scola un altro bicchiere di rum e pera e urla "Ragazzi, un attimo di attenzione!" Alcuni incuriositi le prestano attenzione e lei continua a urlare brilla "Domani occuperemo il Meli, mi avete sentito? Si occupa!" Altri pischielli iniziano a gridare esaltati dall'idea di Diana, mentre io la prendo sottobraccio e la faccio scendere dal tavolino. Sono l'una e passa e siamo fuori da tutto il giorno, Bilel sa che Diana è a studiare da un'amica. "Forza" dico allontanandomi da piazza Sant'Anna. "No aspetta, mi va un altro kebab!" esclama lei agitando le braccia. "Adesso?" "Sì, ti prego, adesso!" Se magari fa in fretta... "Solo un panino e andiamo" mi raccomando portandola da Mounir. "Ce la fai a ordinare da sola?" chiedo indicando il posto in lontananza. "Certo, vuoi un panino anche tu?" "Magari una birretta, ti aspetto fuori" dico seguendola con lo sguardo finchè sparisce dentro il ristorante. Ne approfitto per fumarmi una sigaretta e mi appoggio a una colonna in disparte, finchè sento il cellulare vibrare...Bilel, che palle. "Signore" rispondo addentrandomi in un vicoletto più tranquillo con la sigaretta tra le labbra. "Tariq, siete ancora dall'amica di Diana?" "No, siamo appena scesi da casa. Stiamo arrivando signore" "Ottimo, volevo vederti domattina. Mi trovi in ufficio" "E' successo qualcosa?"chiedo corrugando la fronte. "No no, niente sviluppi sulla spia. Volevo parlarti di Zaira, vorrebbe che tu ritornassi da lei. Non mi sento di prendere una decisione al posto tuo, in questo caso. Dimmi tu chi preferiresti seguire delle mie due figlie" Colpo di scena...quella vipera ha capito che con Sebastian non è vita. "In tutta onestà signore, mi trovo meglio a lavorare con Diana" dico subito, tanto la fiducia di Bilel l'ho già...seguire quella vipera complicherebbe solo la mia vita già incasinata. Poi con Diana mi diverto di più, è più alla mano e soprattutto non si crede la regina di sto cavolo. Zaira è così irritante, presuntuosa e impostata...sembra che abbia una scopa in culo, così terribilmente seria. Quando ha provato a scappare ho anche avuto una certa tenerezza per lei, è così stupida che è riuscita a farsi beccare da me in tempo record, per giunta senza lottare più di tanto. Che noia mortale. "Ho capito, però vorrei vederti lo stesso domani" "Certo, signore" "Bene, vado a dormire...state attenti in strada" "Come sempre signore" dico riattaccando. "Fanculo" impreco contro di lui rimettendo il cellulare in tasca. Faccio un tiro con la sigaretta e lancio un'occhiata al mio orologio...sono l'1:12, mi conviene riportarla a casa almeno per l'1:30. "Tariq, giusto?" sento chiedere a pochi passi da me. Alzo subito lo sguardo e osservo una ragazzina con i capelli rosso fuoco, un vestitino scollato nero che aderisce alle sue curve e molto scollato. "Ci conosciamo?" chiedo mentre lei avanza sorridendomi furba e mi prende la sigaretta dalle labbra. "Posso?" chiede facendo un tiro. Continuo a fissarla incuriosito, finchè lei avanza ancora un po' e mi rimette la sigaretta tra le labbra. "Sei fuori servizio?" chiede mordendosi il labbro. Io ancora non ho idea di chi cazzo sei. "Una specie" le rispondo notando che avvicina le mani alla mia cintura. "Allora sarà meglio sbrigarci" dice lei slacciandomi la cintura e leccandosi le labbra. Non ho neanche il tempo di replicare che mi afferra il cazzo e inizia a massaggiarlo forte facendomi eccitare. Si mette subito in ginocchio e iniziando a succhiarmelo, alza lo sguardo a me cercando approvazione. Faccio un altro tiro con la sigaretta e le spingo il cazzo più a fondo nella bocca. Lei lo prende tutto e continua a pompare forte, le afferro i capelli a pugno con l'altra mano e la faccio andare più veloce. "Tariq?" sento gridare. Merda, Diana. "Più veloce cazzo" ringhio spingendo più forte e velocemente nella sua bocca. Lei lascia fare a me finchè sono al punto di venire e uscendo da lei, eiaculo sulla sua scollatura. Mi appoggio al muro dietro per riprendermi, mentre lei mette il broncio e chiede di essere scopata. "Devo andare" le dico, ma lei insiste e io ho effettivamente voglia di montarla. La faccio mettere subito a novanta e inizio a cavalcarla per bene, sono di fretta ma la sto facendo godere da impazzire, sento i suoi umori e geme supplicandomi di darle di più. La sbatto ancora per poco e uscendo da lei, mi rivesto immediatamente. "No no, che fai" mi ferma lei con ancora il culo in fuori. "Devo andare" ribadisco uscendo dal vicoletto e facendo l'ultimo tiro della sigaretta. "Eccoti!" esclama Diana correndo da me. "Ero andato a pisciare" le spiego mentre lei mi porge la birra e addenta il suo panino. "Andiamo?" chiedo superandola e dando un sorso della birra. Sembra che abbia smaltito un po'. Entriamo in macchina e il tempo che lei finisca il panino, parcheggio in giardino. "Notte Tari" mi saluta lei sbadigliando e scendendo dall'auto. Annuisco con la testa e la seguo con lo sguardo finchè entra in casa. Io finisco con calma la birretta in macchina e scendendo anch'io poco dopo, salgo nella mia stanza. Sono esausto, prima della tipa rossa, ho scopato con un'altra biondina spagnola e scherzato col suo gruppetto. Erano tutti della mia età ed erano in vacanza a Palermo per il matrimonio di un loro collega conosciuto in Erasmus. Mentre Diana era a scuola ho anche avuto modo di fare visita a Mustafa in carcere, gli ho mandato un'altra puttana per soddisfarlo e mi ha ringraziato con un sorrisone imbecille. Entro nella mia stanza e accendo l'abat jour mentre mi spoglio di sopra e accendo un'altra sigaretta. Sento mugolare dietro di me e girandomi di scatto, afferro la pistola pronto a sparare, finchè sgrano gli occhi e scopro che si tratta di...Zaira? E' sul mio letto che sonnecchia tranquilla incurante di me davanti. Riposo la sigaretta e andando da lei, la scuoto leggermente. Non vorrei che sia morta proprio sul mio letto. Lei si muove di scatto spaventata e spalancando gli occhi si accorge di me davanti, era ora. Mi spintona immediatamente per tenermi lontana da lei e solo ora realizza che sono a petto nudo, infatti si pulisce le mani sulla sua gonna e fa una smorfia. Mi trattengo dal ridere e prendendo la camicia, mi rivesto per coprirmi...non sia mai che si ritrovi un plebeo nudo davanti. "Mi scusi signor Tariq, io..." scuote la testa cercando di ricordarsi e chiede "Che ore sono?" Alza lo sguardo all'orologio e realizza ad alta voce "Santo cielo, ma è tardissimo" Si alza di scatto dal mio letto e dice affrontandomi finalmente "Bene...sarò breve dato l'orario. Voglio che ritorni al mio servizio signor Tariq. Mi scuso per come mi sono comportata e le prometto che non accadrà più" Prende una busta che ha lasciato sul mio letto e dice porgendomela "L'aspettavo per darle questo, magari potrà incentivarla a riprendere il suo posto al mio fianco, quando domani mio padre glielo chiederà" Apro la busta e ci trovo una montagna di contanti...non ha ancora imparato una lezione. Le allungo la busta rifiutandola. "Non li vuole? Ne è sicuro?" chiede iniziando ad agitarsi. Questo mi fa capire che ha ricevuto pochi "no" dalla vita. Scuoto la testa e mi allontano per aprirle la porta. "Mi sta cacciando signor Tariq?" chiede lei un po' stizzita. Non rispondo e continuo a tenerle la porta aperta. "Eh va bene, ma si pentirà della sua scelta. Con me avrebbe potuto guadagnare molto di più, non ha una famiglia da mantenere?" Chiudo la mano in un pugno. No stronza, tuo padre ha sterminato tutta la mia famiglia. "Me ne vado, ma questa la riposo qui " dice posando la busta sul mio letto. "Non prenda una scelta affrettata, ci dorma su. Buonanotte" mormora per poi farmi un sorriso tirato e uscire composta dalla stanza. Chiudo la porta e sbuffo, quando si dice tale padre e tale figlia. La sveglia suona alle 6 del mattino, ma io ero già sveglio un'ora prima...ho tanti pensieri per la testa, fretta di vedere crollare l'impero di Cortada. Sono affamato di vendetta, sono così vicino al mio obiettivo che adesso smanio dalla voglia di mettere fine a tutto. Mi faccio una veloce doccia e vestendomi con cura, esco dalla mia camera per raggiungere l'ufficio del coglione. Voleva parlarmi stamattina e io vorrei ribadirgli la mia volontà di continuare a lavorare per Diana...anzi gli comunico anche dell'intenzione di corrompermi di quella vipera, è il momento di farla cadere dal piedistallo. Busso alla porta ed entro chiedendo il permesso. Non trovo nessuno. Strano, di solito la porta è chiusa a chiave, infatti la scorsa notte non sono riuscito ad entrare senza l'identificazione digitale di Cortada. Mi affaccio dalla porta per vedere se c'è qualcuno e accertandomi di essere solo, corro a frugare nei cassetti. "Cazzo" impreco vedendo che sono chiusi a chiave anche questi. Mi alzo e lancio un'occhiata alla cassaforte sotto la scrivania. Il mio obiettivo. Cortada mi ha rivelato che dentro la cassaforte si nasconde un segreto inconfessabile, un segreto che nemmeno la signora Cortada è a conoscenza, perchè riguarda proprio la loro famiglia. Ho cercato di estrapolare altro dalla sua rivelazione, ma siamo stati interrotti dall'avvocato del coglione, Efrem Therani, nonchè suo braccio destro insieme ad Adil Demir. "Tariq, sei già qui" sento dire dalla porta. Alzo di scatto la testa e mi rimetto composto "Signore" Per fortuna non mi ha beccato a frugare. "Siediti Tariq, devo dirti un paio di cose" dice lui serio facendo il giro della scrivania. Mi accomodo dall'altro lato e cerco di sembrare sciolto, in realtà ho una brutta sensazione. "Ne ho parlato con mia moglie ieri sera e crediamo che tu debba sapere una cosa" Mi allunga un fascicolo e aprendolo aggiunge "Prima che mi arrivassero quelle foto di Zaira, io e Beni avevamo deciso di scrivere il testamento. Non sapevamo cosa potesse succederci da un giorno all'altro e volevamo garantire un futuro sicuro alle nostre figlie" Sfoglia altri fogli finchè m'indica un foglio in specifico e spiega "Abbiamo deciso di lasciare tutto a Zaira. Diana non è abbastanza responsabile e razionale per portare gli affari di famiglia avanti ed Esme è un'artista, non le interessano queste cose burocratiche e finanziarie, inoltre non vorremmo costringerla a intraprendere una carriera che non vuole. Zaira ci sembrava la persona più adatta a gestire le nostre holdings" Abbasso lo sguardo al foglio e leggo effettivamente il nome di Zaira...gran parte dei beni e le proprietà dei Cortada andranno nelle sue mani, una volta deceduti i genitori. Ero convinto che avrebbe lasciato tutto al suo gemello Kemal o ad Adil, a Efrem...persone con i controcoglioni in grado di gestire le aziende e l'esercito che sta alle spalle dei Cortada, insomma. Come gli viene in mente di lasciare tutto a una femmina? Per giunta a una stupida come Zaira che non ha idea del valore dei soldi? Figuriamoci i valori in generale. "Credo che sia questo il motivo delle minacce...qualcuno dell'organizzazione è venuto a conoscenza di ciò e vuole intimidirmi mettendo a rischio la vita della mia unica erede" Ritira il testamento da sotto i miei occhi e mormora "E' proprio per questo che ho deciso di togliere Zaira dal testamento e non farle gravare sulla testa una tale responsabilità. Amo le mie figlie e voglio che abbiano una vita il più possibile normale. In questo modo, sto mandando alla gogna Zaira e oltre a perdere la mia famiglia, perderei le banche, le aziende e il controllo sui miei uomini. Ci ho riflettuto a fondo e ho preso una decisione" Aspetto la risposta che non tarda ad arrivare "Lascerò tutto a Kemal, Adil, Efrem e Jamal" Spalanco gli occhi, merda. In questo modo non dovrei combattere contro un colosso dell'ex organizzazione, ma con ben quattro colossi che sanno perfettamente come muoversi all'interno del sistema e non ci metterebbe niente a fottermi e scoprire la verità. "Io credo che stia facendo un errore" dico schietto iniziando a sudare freddo. "In che senso errore?" chiede Cortada corrugando la fronte. "Beh sì, insomma...Zaira è una ragazza in gamba. E' molto intelligente e sono sicuro che sia la persona adatta a portare avanti le holdings. E' nata per fare questo, riesce a fare ragionamenti che noi comuni mortali impiegheremmo a fare in mesi, se non anni. E' una ragazza brillante e fa bene ad affidarsi completamente a lei, è sangue del suo sangue...potrà sempre fidarsi di lei, a differenza del signor Demir" "Adil è un coglione, ma è stato sempre leale miei confronti. Efrem è uno dei migliori nel suo campo, Jamal è in gamba tanto quanto Efrem e Kemal è sangue del mio sangue. Anche questo ragionamento non fa una piega" cerca di controbattere lui. "Senza offesa signore, ma sono tutte persone sposate, con una famiglia alle spalle. Chi le garantisce che saranno sempre leali a lei?" "Non è la loro lealtà che mi preoccupa, mi preoccupa Zaira. Non voglio darle un peso del genere, chi la proteggerebbe, in caso io dovessi venire a mancare? E se la spia si aggirasse ancora tra noi e non contento della mia decisione di lasciare tutto a Zaira, si volesse vendicare? Cazzo, non penso ad altro...non posso permettere che qualcuno faccia del male alla mia famiglia" "Signore ci sono io, proteggerò io Zaira a costo della mia vita. E' proprio questo che volevo venire a dirle stamattina" dico mascherando la mia smorfia di disappunto. "Ci hai ripensato?" chiede sorpreso lui. Annuisco con la testa "Ha bisogno di me,signore, dentro la casa e io sono al suo completo servizio" Bilel si strofina il viso con le mani e mormora "Spero che quest'incubo finisca presto, ho bisogno di scovare questa maledetta spia" "La troveremo signore, le ho fatto una promessa" Lui mi sorride e alzandosi a darmi una pacca sulla spalla dice "Grazie Tariq, sono sicuro che Zaira è nelle mani giuste con te" Alzo lo sguardo a lui e annuisco con la testa ribadendo "E' al sicuro con me signore, ci può giurare"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. -Gabriele D'Annunzio. ZAIRA'S POV: Esco dalla vasca dopo un bagno caldo rilassante e avvolgendomi in un asciugamano, raccolgo i capelli in un altro asciugamano e vado verso lo specchio per applicare sul corpo della crema idratante. Ne approfitto per farmi anche una bella maschera e massaggiando lentamente le tempie, cerco di recuperare tutta la calma che ha rischiato di esplodere in questi giorni. Mi sciacquo il viso e applicando della crema anche lì, prendo un bel respiro ed esco dal bagno. Anche stanotte non ho dormito un granché, Sebastian parlava nel sonno e mi svegliava ogni volta, questa situazione sta diventando insopportabile. Andrò da mamma a convincerla di..."Per la miseria!"sussulto in aria. "Signor Tariq...credevo di essere sola" mormoro poggiando una mano sul petto. Che spavento. Incrocio le braccia un po' a disagio e lo osservo mentre posa il suo borsone sul letto di Sebastian e... "Vedo che ha accettato i soldi" deduco dal fatto che la roba di Sebastian sia sparita. Lui lancia un'occhiata al mio comodino e solo ora noto la busta di soldi che gli ho dato ieri sopra. "Oh...non faccia l'umile. Possono servirgli in futuro" ribadisco prendendo la busta e porgendogliela. Tariq rimane fermo a guardarmi con odio e basta...gli sto offrendo un mucchio di soldi e lui mi guarda male? Certo che chi ha il pane, non ha i denti. "Va bene...però se ne dovesse avere bisogno, li trova qui" dico posando la busta sulla scrivania. "Vado a cambiarmi, devo vedermi con la relatrice" gli comunico entrando nella cabina armadio. Mentre scelgo cosa mettere penso al perchè sia tornato, se non l'ha fatto per soldi. Gli conveniva stare con Diana, avevano anche una certa chimica...non capisco. Faccio spallucce e afferro la mia camicia rosa Raplh Lauren, insieme a un maglione beige da legare sulle spalle, i pantaloni di Zara a sigaretta neri, degli stivaletti col tacco e la Birkin beige abbinata al maglione. Attacco la spina della mia Dyson Wrap e asciugo i capelli facendo delle leggere onde, credo di essere pronta adesso. Bea mi chiede di vederci in facoltà dopo l'incontro con la Lombardo e io le scrivo che passerò solo per un caffè perchè stasera ho una cena di famiglia. Prima di andare passo dallo studio di papà e lo ringrazio per il favore, so che c'è il suo zampino dietro...infatti lui mi fa l'occhiolino e mi augura buona fortuna per l'incontro con la relatrice. "Potresti dire a Tariq che l'incontro sarà al bar Spinnato del centro? Non sono sicura che mi capisca" gli sussurro all'orecchio mentre l'abbraccio. Papà scuote la testa divertito e dice una cosa in arabo a Tariq che annuisce e mi tiene la porta aperta per uscire. Raggiungiamo la macchina e lui mi apre la portiera posteriore...ricordo che con Diana andavano entrambi davanti, magari non si sente a suo agio con me. In fondo non dobbiamo andare per forza d'accordo, basta che non mi disturbi più di tanto. "Grazie" mormoro entrando in macchina col giornale in mano. Non ho ancora avuto tempo di leggere le notizie del giorno. "Pronto?" rispondo a mamma che mi chiama. "Tesoro, papà mi ha detto che stai andando all'incontro" "Sì, non ti ho chiamata perchè non volevo disturbarti in riunione" "Sono in pausa, allora? Sei in ansia?" "Un po'..." mormoro alzando lo sguardo a Tariq riflesso sullo specchietto. "Sei con Tariq?" Mugolo in forma di assenso. "Potreste diventare amici, parlagli" suggerisce scioccamente mamma. "Io ne dubito fortemente" "E' molto timido, ricordo da piccolo quando entrò in casa di nascosto e...sì?" grida mamma a qualcuno. Corrugo subito la fronte, che vuol dire che è entrato in casa di nascosto da piccolo? "Tesoro devo riattaccare, mi richiami appena hai finito?" "Ti mando un messaggio, poi mi vedo al bar davanti la facoltà con Bea" "Perfetto, aspetto il messaggio. Buona fortuna piccola" "Grazie mamma, un bacio" riattacco continuando a fissare Tariq dallo specchietto. Può essere che ci siamo già incontrati? Perchè mi sembrano così familiari quei occhi? Tariq alza lo sguardo allo specchietto e mi becca a fissarlo, riabbasso subito lo sguardo e pongo l'attenzione sul giornale. Dannazione, devo fare più attenzione. Non posso restare imbambolata a fissarlo, chissà cosa potrebbe pensare di me. Arriviamo finalmente al centro e parcheggiando, aspetto Tariq che mi apra la porta. "Grazie" dico scendendo dall'auto e superandolo. Lancio un'occhiata all'orologio e noto che sono in anticipo di circa 9 minuti. Faccio per cercare qualche tavolino libero, quando individuo dentro la Lombardo che addenta una crostatina. "Professoressa!" le vado subito incontro. "Oh cara, vieni accomodati" m'invita subito indicando la sedia di fronte. Passiamo la prossima ora a parlare della mia tesi e lei si congratula spesso con me per l'argomento scelto: i reati aventi finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico. Papà si è commosso quando ha saputo l'oggetto della mia tesi, non si aspettava che potessi essere così coraggiosa. La Lombardo mi spiega come procedere con il primo capitolo, come strutturarlo, argomentarlo, mi dà un sacco di consigli preziosi che io annoto con cura. "Non prende nulla? Queste crostatine sono una favola" mi chiede la professoressa notando che non ho preso nulla. "Magari mi faccio ispirare da lei" annuisco chiamando il cameriere. "E lei? Un caffè non lo vuole?" chiede la Lombardo a Tariq dietro che non le risponde. "Lo perdoni, non conosce la nostra lingua" spiego mentre il cameriere arriva e io prendo la stessa crostatina alla frutta e crema gialla della professoressa. "Capisco...e come fate a comunicare?" chiede la professoressa incuriosita. "A gesti delle volte, la parola 'facoltà' la capisce però" "L'inglese lo parla?" Nego con la testa "Non mi capisce neanche...solo l'arabo sa" La professoressa digita subito al cellulare e azionando l'audio fa partire la traduzione in arabo di una frase, forse quella del caffè. Tariq non reagisce lo stesso. "So che non è scolarizzato, magari parla qualche dialetto del posto" dico alla professoressa mentre il cameriere mi serve la crostatina e io comincio a mangiucchiarla. Continuiamo a parlare dell'ultima materia che mi manca da dare e lei poco dopo è costretta ad andare di fretta per un imprevisto. La saluto entusiasta e la seguo con lo sguardo fino alla porta del ristorante...è fatta! Mando subito un messaggio al gruppo della famiglia per aggiornarli sull'incontro e alzandomi dal tavolo, dico a Tariq di portarmi in facoltà. La professoressa Lombardo è stata così carina da pagare anche per la mia crostatina. Ritorniamo in macchina e contatto Bea per vedere se è già arrivata. "Perfetto, sono in via Roma. Arrivo" le comunico riattaccando. Tariq parcheggia e riscendendo dalla macchina, percorriamo la discesa dei giudici. "Bea!" la chiamo notandola alla fine della strada. "Ehi, eccoti!" mi saluta subito abbracciandomi. "Ciao anche a te" mormora lei lanciando uno sguardo dietro. Mi giro e vedo Tariq...si ricorda ancora di lui? "Andiamo?" chiedo indicandole il bar dietro. Lei annuisce e prendiamo subito posto. "Scusami per ieri sera, ero incasinata. Tu ti sei divertita a Sant'Anna?" chiedo sistemando la borsa sulle mie ginocchia. Alice ridacchia e mormora maliziosa "Tantissimo" nel farlo lancia un altro sguardo a Tariq. Che le prende? "Allora? Com'è andata con la Lombardo?" chiede subito dopo cambiando argomento. Le racconto un po' finchè sento il cellulare vibrare "Papà, devo rispondere. Mi metto alla finestra che prende di più" dico allontanandomi di poco. SAMIR'S POV: La seguo con lo sguardo andare alla finestra e tapparsi l'orecchio libero per sentire meglio, cosa sarà successo? Perchè chiamarla d'urgenza? "Non riesco a pensare ad altro dopo ieri sera" sento dire davanti a me. Merda, ecco perchè mi sembrava familiare ieri sera mentre me lo stava succhiando. Era la sua amichetta del cazzo, come ho fatto a non ricordarmene. Fingo di non averla sentita, ma lei si alza raggiungendomi e mormora al mio orecchio "Andiamo in bagno? Faremo veloce, non se ne accorgerà neanche della tua assenza" La fulmino con lo sguardo e ringhio intimidendola "Via dalle palle." Mi aspetto che s'irriti dalla mia uscita, ma le mie parole sembrano averle eccitata e posando una mano sulla mia camicia sussurra "So che lo vuoi anche tu, te lo leggo negli occhi" Va sempre più giù con le dita, finchè le acciuffo il polso impedendole di toccarmi il pacco. "Ho detto: Via dalle palle." gli sibilo in faccia per poi allontanarla bruscamente, mentre Zaira finisce la telefonata e ci raggiunge. Vorrei chiederle se va tutto bene, ma resto in silenzio...non dovrebbero essere affari miei tecnicamente. "Scusami, papà voleva sapere dell'incontro con la Lombardo. Era forse più in ansia di me" mormora Zaira risedendosi e buttando i capelli sulle spalle. Il suo profumo lascia scie delicate e floreali di cui il mio naso si ciba immediatamente e chiudo gli occhi un secondo per assaporarlo. Non ho idea di che cazzo si metta sui capelli o al collo, ma mi fa andare fuori di testa. "Dicevamo?" chiede Zaira accavallando le gambe. La rossa continua a fissarmi e delle volte si morde il labbro facendomi l'occhiolino, pensa di sedurmi ma mi fa pensare che sia impazzita. Sentiamo un gran chiasso dietro di noi e un gruppo di ragazzi entrare al bar gridando "Ad maiora semper, ad maiora semper!" "Che succede?" chiede Zaira girandosi interdetta. Nel gruppetto dei ragazzi riconosco quel coglione della scorsa volta che individua subito le ragazze e correndo da loro esclama "Avete saputo?" "Cosa?" chiede la rossa annoiata mentre si prepara un drummino. " Siamo riusciti a smascherare quei coglioni di "Avanti tutta", si sono ritirati dalle elezioni" "Quindi questo aumenta la vostra possibilità di vincere" dice Zaira sorridendo allo stronzo. Lui annuisce con la testa contento e fa per darmi uno schiaffetto sul braccio, ma io lo blocco e lo piego sul tavolo di fianco. "Cazzo, scherzavo amico!" esclama il pezzente mentre io faccio pressione e sento il suo battito cardiaco accelerare. "Lascialo! Che stai facendo!" grida subito Zaira accorrendo in suo aiuto. Lo lascio andare costretto e lo guardo infastidito, mi sarebbe piaciuto giocarci ancora un po'. "Tutto bene?" chiede subito lei aiutandolo ad alzarsi. Che noia. "Sto bene, merda...la spalla" borbotta lui facendo una smorfia. Davvero? Non gli ho fatto nulla. "Mi dispiace da morire Walter, la mia guardia è un po' troppo...impulsivo" sibila lei lanciandomi un'occhiataccia, mentre dietro la sua amichetta se la ride. "Tranquilla, non è colpa tua piccola" mormora lui sorridendole. Corrugo la fronte...da quando sono così intimi? Lui fa per toccarle il braccio, ma lei indietreggia di scatto andando a scontrarsi con me che la tengo subito per la vita. Entrambi ci scostiamo immediatamente, come scottati dal nostro contatto e la rossa davanti a noi si fa seria, come se avesse notato qualcosa. "Scusami ancora, come va la spalla?" chiede Zaira fingendo di non essersi allontanata da quel coglione. "Andrà meglio...io vado allora, i ragazzi mi aspettano" mormora lui salutandole con la mano e girandosi. Finalmente fuori dalle palle. "Zaira, giusto?" chiede lui all'improvviso rigirandosi. No, che palle. "Sì, Zaira" afferma lei. "Senti...ti va se stasera ci vediamo per...non so, un aperitivo? O anche un drink, vorrei conoscerti meglio" Zaira rimane sorpresa dalla sua richiesta, ma risponde triste "Mi piacerebbe, ma stasera ho una cena a casa" Bravissima, per una volta ha fatto la cosa giusta. "Capisco, non fa niente. Ci ho provato almeno" dice lui un po' abbattuto per poi andare via. "A meno che..." mormora lei impedendogli di andare via. No, ti prego no... "A meno che tu non voglia unirti a noi..." Merda. "Sei sicura?" chiede lui riavvicinandosi a lei. "Sì, insomma...se va a te" "Certo che mi va, poi mi mandi l'indirizzo in un messaggio?" "Va bene" "A dopo allora piccola" dice lui felice facendole l'occhiolino. Zaira arrossisce visibilmente e grida subito dopo "Aspetta, non ho il tuo numero!" "Controlla il cellulare" grida a sua volta lui alzando il telefono in aria Zaira controlla subito e dall'alto riesco a leggere anch'io "Questo è il mio numero. Avevo già chiesto in giro per il tuo numero, non si sa mai ;) " La osservo mentre si morde il labbro e alza gli occhi a lui che luccicano, merda merda...si sta innamorando di quel coglione? "Di che cena parlavi?" chiede la sua amica riportandola a terra. Zaira scuote la testa e dice risedendosi "Ehm...una cena di famiglia che adesso non è più di famiglia, vuoi unirti a noi?" La sua amica alza subito lo sguardo a me e risponde "Certo, con piacere" Cazzo, dovrò tenere a bada anche lei. "Grande! Devo andare adesso, ho promesso a Rosita che l'avrei aiutata per il dolce" dice lei alzandosi e prendendo la borsa in mano. "Zaira passione pasticceria" la prendo in giro l'amichetta alzandosi insieme a lei. Usciamo tutti insieme e Zaira dopo aver salutato Alice, si dirige con passo spedito alla macchina. Le apro la portiera e richiudendola, salgo davanti. "Casa" si limita a dirmi prendendomi per fesso. Quante volte mi sono morso la lingua per risponderle male. La sento parlare al telefono con le sue sorelle, mentre arriviamo alla villa e scendo subito ad aprirle la portiera. Lei scende senza neanche degnarmi di uno sguardo e va dritta al portone di casa. Poggia il dito nel dispositivo che riconosce la sua impronta e schiude la porta. Faccio per entrare dietro di lei, ma si ferma e girandosi mi rimprovera piano "So che non mi capirai, ma volevo dirti che episodi violenti come quelli con Walter non dovranno più ripetersi. Walter è un mio amico, Amico" marca l'ultima parola guardandomi seria. "Limitati a fare il tuo lavoro e non aggredire gente a caso...o sarò costretta a fare rapporto a mio padre." sputa con arroganza per poi girarsi ed entrare in casa. Stringo i pugni, brutta stronza. "Esme!" saluta la sorella che ha in braccio un cucciolo di cane. "E quello?" chiede subito sgranando gli occhi Zaira. "L'ho trovato per strada che tremava e piangeva, credo che l'abbiano abbandonato" "E perchè l'hai portato a casa? Avresti dovuto consegnarlo in un canile...chissà se ha le pulci, i vermi..." "Domani lo porterò da Idris che è tornato in città, anzi forse stasera verrà alla cena" IMPORTANTE! "PER SAPERE CHI E' IDRIS, LEGGERE CAPITOLO 77 DEL LIBRO 'CONTRO OGNI MIA RAGIONE' " "Davvero? Credevo che fosse ancora in California" "No, è tornato a Palermo per i diciott'anni di Bella. Resterà per poco" "Mamma e papà lo sanno?" Scuote la testa mentre Zaira si porta una mano sulla fronte e sbuffa "Non aspettarti che ti regga il gioco signorina" "E' solo per stasera! Domani svuoterò il sacco" "Perchè non adesso?" "Perchè è troppo spaventato, vorrei che riposasse un po' prima di affrontare papà e mamma" "In camera tua non poi portarlo" "No, è accanto a quella di mamma e papà e mi scoprirebbero...è per questo che pensavo alla tua camera" "Non se ne parla" borbotta Zaira superandola e andando dritta in camera sua. "Non ha le pulci!" "Chi me lo garantisce? Tu?" "Te lo dirà Idris stasera" ..................................................................... "E' pieno di pulci" decreta Idris visitando il cucciolo nella camera degli ospiti, fino a ieri sera mia. Continuo a squadrare Idris e corrugo la fronte...perchè mi sembra così familiare? Dove lo avrò già visto? "Lo sapevo, non può stare in camera mia!" esclama subito Zaira piegandosi ad aggiustarsi il laccetto delle scarpe col tacco. La gonna del vestito che indossa stasera è molto attillato e forse anche un po' corto, per fortuna indossa delle calze che però, a mio parere, potrebbero eccitare ulteriormente gli ormoni del coglione. Mi metto dietro Zaira in modo che nessuno possa vederle il sedere e ne approfitto per lanciare uno sguardo io...niente male. Zaira si alza subito dopo e lisciandosi il vestito di velluto viola e spostandosi sulle spalle i boccoli che ha fatto con cura per almeno un'ora circa, controlla il cellulare in attesa penso di un messaggio di quel pagliaccio. Anche Idris si alza dal letto arrivando quasi alla mia altezza di un metro e novanta e aggiustandosi le maniche della camicia che si era arrotolato mormora "Zio e zia non lo sanno, vero?" "E' una pazzia anche per te, vero?" sbuffa Zaira incrociando le braccia. Sentiamo bussare alla porta improvvisamente e le ragazze si guardano subito terrorizzate. "Vado io" sussurra Idris coprendo le ragazze. Apre di poco la porta e buttando un sospiro di sollievo indietreggia per far entrare la sorella Bella. "Che succede?" chiede subito la ragazza seguita dagli altri cuginetti. "Piano ragazzi" li rimprovera Zaira. "Piano ragazzi" la imita Giorgio scombinandole i capelli. "Piantala! Ci ho messo ore a farmi i boccoli" borbotta lei scacciandolo. Confermo. "Ma chi è questo bellissimo cucciolo?" chiede Ines avvicinandosi al cucciolo. "Attenta, ha le pulci" l'avvisa Zaira. "Cosa possiamo fare per le pulci quindi?" chiede triste Esmeralda. "Domattina avete modo di portarlo da me? Dovrei avere qualcosa nella valigetta" propone Idris. "Sì, certo! Quindi ci aiuterai?" domanda felice Esmeralda. "Ovvio, sono felice che te ne voglia prendere cura. Sembra un bel giocherellone" risponde lui notando il cucciolo che si diverte a giocare con le lenzuola. "Sono dall'idea di consegnarlo" ribadisce Zaira. "La solita serpe" la sfotte Giorgio appoggiandosi alla spalla di Ines che lo fulmina con lo sguarda. "Cosa c'è!" borbotta lui a Ines. "Levati, ipocrita" lo scaccia subito lei allontanandosi. "Che le prende?" sussurra Bella a Giorgio. "Oggi abbiamo occupato il Meli, Diana dovrebbe essere ancora a scuola infatti" "E immagino che lei fosse contraria all'occupazione" "Immagini bene, quant'è noiosa?" "I tuoi compagnetti mi hanno spinta mentre protestavo contro l'occupazione!" esclama Ines. "Hanno fatto bene" dice Giorgio guadagnandosi una spallata da Zaira. "Ragazzi?" sentiamo fuori dalla porta socchiusa. Esmeralda corre alla porta e affacciandosi di poco chiede "Sì mamma?" "Che ci fate tutti qui?" chiede Benedetta perplessa mentre Idris e Bella coprono il cucciolo sul letto. "Occupiamo" risponde Giorgio facendo un occhiolino a Lena che lo guarda male. "Scendete che è pronto" "Arriviamo!" esclama Esme richiudendo la porta. "Ci è mancato poco" borbotta lei correndo dal cucciolo. "Posso lasciarlo qui?" chiede Esme girandosi verso di me. Perchè lo chiede a me? Annuisco con la testa. "Secondo me neanche ha capito che lo stiamo nascondendo" borbotta Zaira facendomi girare i coglioni. "Forza, andiamo o zia s'insospettirà "li richiama Idris aprendo la porta. "Arrivo subito Rambo" "Rambo?" chiede Zaira alla sorella. "Sì, mi piace come nome. A te?" "Muoviti" la spinge fuori dalla porta. Idris è l'ultimo a lasciare la stanza e prima che vada lo fermo "Scusami" Lui si gira di scatto e io gli chiedo piano "Ci conosciamo?" Idris mi squadra e scuotendo la testa mormora "No amico, non ti ho mai visto" "No tranquillo, è che...mi ricordavi una persona" "Chi?" "Mio fratello" "Come si chiama?" "Ibrahim" scuoto la testa e confesso "Ma è morto...non capisco perchè ci pensi ancora" Lui mi posa una mano sulla spalla e mormora triste "Mi dispiace...quanti anni avrebbe dovuto avere a oggi?" "30 circa" "Abbiamo anche la stessa età, tu quanti anni hai?" "36" "Li porti bene, te ne avrei dati 26" Noto che ho perso di vista Zaira e uscendo dalla stanza mormoro "Scusami ancora per il disturbo" "Tranquillo" dice lui sorridendomi. Corro a cercare Zaira e la trovo in salone insieme a tutti gli altri. Sentiamo suonare al portone e Zaira corre ad aprire...quanto è penosa. "Bea..." l'accoglie abbracciandola. "Ehi...ho tardato per il traffico "si scusa lei togliendosi il cappotto rivelando una gonnellina rossa e la parte di sopra bianca che scopre le spalle. "Ma tranquilla, vieni che ti presento tutti" "Walter è arrivato?" "Ancora no" "L'ho visto nelle storie di instagram di un mio amico, sembrava che fosse in discoteca" "Ah...credi che si sia dimenticato?" chiede Zaira triste. "Ti avevo detto che è uno stronzo, è meglio stare alla larga da questi imbecilli gioia...lo dico per te" Potrei quasi sorridere per la felicità, si è rovinato con le sue stesse mani. "Sembra che tu abbia ragione" mormora Zaira mentre Giorgio corre a presentarsi a Beatrice che però non mi stacca gli occhi di dosso. La cena inizia e su ordine di Bilel, mi siedo anch'io insieme a loro. Sfortunatamente mi è toccato sedermi accanto a Zaira e la sua amichetta che non fa altro che allungare le mani al mio pacco e lanciarmi sguardi. Squadro con odio Bilel, Jamal, Adil ed Efrem...se la ridono insieme alla loro famiglia mentre hanno sulla coscienza la morte della mia famiglia. Sono così disgustato dalla loro presenza che sposto l'attenzione ai discorsi futili tra Zaira, Beatrice e Giorgio che ci prova spudoratamente con Beatrice. Dopo il dolce, i più grandi si spostano nell'altra saletta per giocare a carte mentre io sono costretto a stare con tutti gli altri, persino Idris si ritira con Bilel. Smaschero uno sbadiglio con un colpo di tosse quando risentiamo suonare alla porta. "Chi può essere?" chiede Esmeralda mentre Benedetta va ad aprire. "Sarà zia Eleonora" ipotizza Zaira nominando credo la sorella maggiore di Benedetta, la più piccola dovrebbe chiamarsi Viviana, nonchè madre di Giorgio e moglie di Adil, il braccio destro di Bilel. "Accomodati" sentiamo dire mentre si affaccia nella sala pranzo...oh no. "Walter!" esclama Zaira andandogli subito incontro. "Scusami il ritardo, questi sono per te" dice il coglione consegnandole un mazzo di fiori. Come ha fatto a procurarseli a quest'ora? E' la stessa domanda che si chiede Giorgio e Beatrice gli sussurra "La madre ha un negozio di fiori" Ecco spiegato. "Palumbo " saluta Beatrice che però si alza e chiede a Zaira dove può trovare il bagno. "L'accompagno io!" si propone Giorgio gongolando. I due escono dalla sala pranzo e Zaira presenta a tutti gli altri "l'amico" Walter. Benedetta ritorna dal marito e da tutti gli altri mentre Zaira propone a Walter di salire in camera sua. Cazzo. Mi alzo di scatto e li seguo..."Ti segue anche dentro casa?" chiede il coglione indicandomi. "Purtroppo" gli risponde lei mentre apre la porta di camera sua e impedendomi di entrare mormora "Resta fuori" Fa per chiudere la porta, ma io la tengo aperta e scuoto la testa. "Ti pagherò" mormora lei. Sono così sorpreso dalla sua sfacciataggine che indietreggio consentendole di chiudere la porta. Vipera del cazzo. Faccio per origliare quando vedo Beatrice arrivare dall'altro lato...merda. "Si è chiusa dentro con lui?" mi chiede ridacchiando. Alzo lo sguardo al soffitto mentre lei si avvicina a me e mi afferra per la camicia, la respingo immediatamente mentre sento delle risatine da dietro la porta.. Avrei voglia di sfondarla. Beatrice ne approfitta subito per infilare le mani dentro i miei pantaloni e, forse per rabbia, la lascio fare. Non m'importa più di nulla. Mi prende per il braccio e facendomi entrare nel bagno degli ospiti, si mette subito all'opera per succhiarmelo. Le spingo il cazzo in bocca fino a soffocarla quasi e stringo i pugni...vorrei soffocare Zaira allo stesso modo. Lei lo prende tutto in bocca lasciando che le scopi la bocca, per poi uscire da lei e appoggiarla al lavandino per scoparla da dietro. "Sì, cazzo sì!" grida la rossa abbassandosi la magliettina per scoprire i seni nudi che agguanto immediatamente. "Di più, più forte!" geme lei mentre le alzo una gamba e la penetro più forte facendole dondolare i seni. "Sei così grosso, mi fai impazzire" geme ancora posando le mani al muro mentre la martello con botte sempre più veloci e forti. Quando sto per venire, esco da lei che subito s'inginocchia e me lo riprende in bocca. Vengo sul suo viso e chiudo gli occhi immaginandomi il suo viso, di potere umiliare quella vipera così come fa con me. Respiro con affanno quando riapro gli occhi e vedo la rossa che mi sorride. Le faccio un cenno e rivestendomi velocemente, esco dal bagno. Mi sento più tranquillo adesso, penso quando Zaira e Walter escono dalla stanza e Zaira ha in mano un volantino dell'associazione di Walter? Hanno parlato di questo dentro? "Grazie di essere passato anche per poco" dice lei facendogli le fusa. "Scusami, la prossima volta sarò puntuale. Non mi aspettavo di avere un imprevisto" Certo, come no. "Pensa a quello che ti ho detto" dice alla fine lasciandole un bacio sulla guancia per poi girarsi e andare via. "007" fa un cenno a me facendo ridere Zaira, che stronza. "Palumbo, ci si vede" saluta anche l'amichetta che esce dal bagno composta. Incredibile, non si direbbe che l'ho cavalcata pochi minuti fa. "Sei venuto in moto?"chiede subito l'amichetta a Walter. "Sì, vuoi un passaggio?" "Magari, grazie" Corre a salutare Zaira e la sento chiedere "Com'è andata?" "Mi ha chiesto di entrare nella sua associazione" sussurra Zaira facendomi sorridere sotto i baffi. E' per questo che voleva tenermi lontano? "E...basta?" chiede anche Beatrice sorpresa. "Sì, perchè?" "No, niente. Forte! Poi mi racconti meglio, un bacio" "Aspetta, vi accompagno" dice Zaira raggiungendoli. Scendiamo tutti insieme e Beatrice rivestendosi, saluta nuovamente Zaira e lancia un occhiolino a me che per fortuna nessuno nota. "Ci vediamo domani" dice Walter sorridendo come un coglione a Zaira. "Certo, state attenti in strada!" esclama Zaira aprendo la porta ai due. Li segue fino alla moto di lui, mentre sentiamo dietro di noi una vocina che bisbiglia "Pss pss Zaira!" Zaira si volta perplessa e trova Esme piegata. "Perchè sei per terra?" chiede stranita lei. Esme si rialza e raggiungendoci sussurra "Rambo è scappato!" Zaira si porta una mano sulla fronte e scostandola borbotta "Prega che non sia in camera mia" "Zaira!" la richiama Esme. Lei si rigira ed Esme mormora con le lacrime "Trovalo, ti prego. E' troppo importante per me" "Sì, ma tu non piangere o mamma se ne accorge" sussurra Zaira piegandosi a darle un bacio sulla fronte. "Lo troverò. promesso...ma tu promettimi che domattina lo dirai a mamma e papà" "Lo giuro" "Bene, Tariq andiamo" mi ordina la vipera superando Esme. Raggiungiamo la camera degli ospiti e Zaira borbotta "Che strano...era chiusa la porta" Colpa mia. "Io lo cerco in camera dei miei e nell'ufficio di papà, tu cerca in camera mia e quella di Diana" mi ordina ancora entrando nell'ufficio di Bilel. Sospiro ed entro nella camera di Zaira cercando quella palla di pelo. Non c'è traccia, ma trovo una cosa interessante...come una piccola chiave dorata. Cosa dovrebbe aprire questa? "Eccola dov'era" sento alle mie spalle Zaira che mi raggiunge e mi strappa dalle mani la chiave per poi agganciarsela alla collana. "Non è nel piano di sopra, cerchiamo giù" Io intanto rimango perplesso...non sarà mica la chiave per la cassaforte di Bilel? Come potrò riprenderla, se è al collo della vipera? Cazzo. Usciamo da camera sua e scendendo al piano di sotto, ricominciamo con la ricerca del cucciolo che sembra essere sparito. "Dannazione, non è neanche qui. Non sarà mica uscito fuori?" si domanda piano Zaira mentre esce dal retro e fa il giro del giardino nel buio. "Rambo!" lo chiama addentrandosi nel boschetto. "Cucciolo! Su, vieni qua! Ho un biscottino con me!" grida ancora lei correndo fra gli alberi che conosce a memoria. "Aspetta...cos'è quella cosa che si muove" mormora lei mentre la tira dietro di me e socchiudo gli occhi per capire meglio cosa abbia visto. Mi avvicino piano e...un piccione. Scuoto la testa, mentre questo vola via facendo sbuffare Zaira. "Non lo troveremo mai" sospira lei quando io alzo lo sguardo all'ulivo sopra di noi e trovo proprio lì il cucciolo di cane. Allungo le mani e abbassando il ramo, recupero il cucciolo. "Rambo!" grida lei felice prendendolo fra le braccia. "Ben fatto Tariq" si complimenta con me sorridendomi. Rimango quasi incantato da quel sorriso, le labbra di schiudono rivelando una scia di denti bianchi, il nasino si arriccia e gli occhi risplendono...è un vero e proprio spettacolo. Lei riabbassa lo sguardo al cucciolo, mentre io la divoro con lo sguardo...sembra così piccola in questo momento. "Bilel, dai non fare così!" sentiamo gridare mentre realizziamo che i genitori sono a pochi passi da noi. "Ti giuro che ho sentito qualcosa" dice risoluto Bilel facendoci spalancare gli occhi. Cosa penserebbe di me e Zaira appartati nel boschetto al buio... con un cucciolo di cui non sanno l'esistenza per altro. "Sei paranoico, dillo che sei fuggito fuori perchè stavi per perdere" grida Benedetta, la moglie. "Sono serio bambolina" "Non c'è nessuno, è pure buio...forza, rientriamo a casa" "E se dovesse essere la spia?" Bingo. "Nel boschetto a quest'ora?" lo dissuade Benedetta. Afferro Zaira e appoggiandola contro l'ulivo, mi metto sopra di lei come a coprirla. Sento la sua agitazione alle stelle e il cucciolo non fa troppo rumore per fortuna. "Orso...rientriamo, per favore" "Dov'è Zaira? Non era con i ragazzi" chiede all'improvviso Bilel. "Non lo so...forse parlava col suo nuovo amico" "Quel tipo non mi piace, andiamo da lei" "Non fare il geloso orso" "Lo sono eccome delle mie donne" protesta Bilel allontanandosi dal punto in cui siamo noi. Li sentiamo allontanarsi sempre di più, finchè non li sentiamo più e buttiamo entrambi un sospiro di sollievo. "Ci è mancato poco" sussurra Zaira sotto di me alzando il viso, mentre io lo abbasso e ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza dai nostri visi. Lei scruta i miei occhi e io scruto i suoi...come se ci fossimo incontrati per la prima volta adesso. A interrompere il contatto è proprio il cucciolo che sale sul petto di Zaira tirandole i capelli. "Rambo!" mormora lei a mo' di rimprovero allontanandolo dal suo petto. "Forza, dobbiamo andare...papà mi sta cercando" dice subito dopo mentre io annuisco e mi scosto da lei. Ritorniamo a casa a corsa entrando sul retro e vediamo Bilel e Benedetta salire le scale per il secondo piano. "Dannazione" borbotta Zaira prendendo le scale antincendio più piccole e correndo al piano superiore. Arriviamo prima dei suoi genitori ed entrando in camera sua, lei infila Rambo sotto il cuscino in tempo che Benedetta apre la porta e ci trova dentro. "Che ti dicevo?" chiede lei facendo spazio a Bilel che entra e si guarda attorno. "Mamma mi ha detto che stavi parlando col tuo nuovo amico" "Ehm... è andato via" "E che ci fai in camera con gli altri giù?" Lei alza le braccia stiracchiandosi e mormora "Ho sonno, pensavo di andare a dormire" "A quest'ora?" Sentiamo il cucciolo piangere e Zaira finge subito una tosse isterica. "Che ti prende?"chiede subito preoccupata la madre avvicinandosi a lei. "No! Stai lì, non vorrei contagiare nessuno" "Stai bene?" "Sì si, niente di grave. Tranquilla...adesso, se non avete altro da dirmi, io andrei a dormire" "Sì...ok, buonanotte allora" dice sorridendole Benedetta avvicinandosi alla porta. Bilel la guarda con sospetto, ma cede e si limita a borbottare "Non voglio più quel tipo a casa nostra...sai che siamo in una situazione delicata, Beatrice era già un'eccezione" "Va bene, ho capito. Non lo farò più venire" "Ottimo" dice Bilel continuando a guardarla stranito, ma esce fuori insieme alla moglie e mi fa un cenno che ricambio. Appena la porta si apre, Zaira si scosta liberando il cucciolo e tira un sospiro di sollievo. "Che incubo, ora avrà messo tutte le pulci sul mio letto" si lamenta lei posando il cucciolo per terra e pulendo il cuscino. Dopo un'oretta Zaira si mette il pigiama, prepara un sistemazione per il cucciolo e si mette a letto sbadigliando. Dal silenzio sotto, presumo che anche tutti gli altri siano andati via. "Puoi spegnere la luce? Light" dice Zaira indicandomi l'interruttore mettendosi sotto le coperte. Sospiro per il suo carattere di merda e spengo la luce. Mi vesto anch'io indossando la tuta dei pantaloni e la maglietta sopra, mentre il chiarore della luna illumina il viso di Zaira e la sua collana. Mi avvicino piano accertandomi che la vipera dorma e le fisso la chiave attaccata al collo. Allungo la mano al buio immaginandomi di poterla strozzare e strappare via dal collo la collana insieme alla chiave, ma Zaira si gira sul fianco facendomi indietreggiare. Abbasso lo sguardo a Rambo e prendendolo in braccio, mi siedo ai piedi del mio letto continuando a osservare quella stronza che dorme indisturbata. Io non riesco a dormire serenamente da quando mi hanno assassinato Ibrahim, la scena di lui su un lago di sangue senza vita, trivellato di proiettili, mi perseguita e non mi lascia vivere in pace...faccio spesso incubi nel quale poi mi sveglio urlando e col cuore a mille. A un certo punto smisi di dormire e mi limitai a sonnecchiare poche ore alla giornata, il giusto per far riposare gli occhi e non cadere nel sonno profondo. Mi piacerebbe tornare a dormire senza pensieri, mi piacerebbe far vivere lo stesso incubo a Bilel quando ammazzerò sua figlia e non gli permetterò più di fare sonni tranquilli.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"La buona notizia è che ciò che ti ha già deluso, poi ti lascia indifferente" -Shuttle_river IDRIS' S POV: "Prego, entrate" faccio passare Esmeralda seguita da sua sorella Zaira e la guardia del corpo. "C'è zio Jamal?" Chiede Esme guardandosi attorno. "No, tranquilla. Mamma e papà sono in ufficio. Allora? Come ha passato la notte questo leone?" mormoro prendendo in braccio il cucciolo. "Ha pianto per tutta la notte, abbiamo provato a farlo mangiare, giocare...niente da fare. Io e Tariq abbiamo passato la notte in bianco" spiega Zaira esausta in viso. "Poverino, è spaventato. Sei spaventato vero piccolino?"chiede Esme accarezzando la testolina di Rambo. "Ragazzi" si affaccia sul salone Bella con la tuta e le cuffie che dondolano attorno al collo. "Ehi, sei andata ad allenarti?" Chiede Esme correndo ad abbracciarla. "Sì, ero di sopra in palestra. Allora? Com'è andata col cucciolo?" "Come non è andata piuttosto..." sbotta Zaira posando la sua borsa Chanel sul tavolino. So che è una Chanel perché ne ho regalata una a Monique per il nostro secondo anniversario. Lancio un'occhiata alla guardia dietro Zaira e corrugo la fronte, è immobile dall'istante in cui ha varcato la soglia...sembra una statua, sempre vigile e attento a ogni singolo passo di Zaira. "Ha avuto paura?" Chiede Bella posando le cuffie e avvicinandosi al cane. "Ma che occhioni hai, sei il cagnolino più bello del mondo, lo sai?" mormora mia sorella accarezzando la testolina del cane. "E' normale, continuerà a fare i capricci i primi mesi...è un nuovo ambiente e dovete dargli il tempo di abituarsi" spiego ai ragazzi portando il cucciolo in camera mia. Con una mano frugo nella mia valigetta e prendendo le fliale antipulci, le consegno a Zaira. "Ne dovrai applicare una al mese, esattamente in questo punto" le indico la parte del collo. "Ok...e basta?" "Sì, vediamo come reagisce al farmaco" "Bene, come possiamo fare per calmarlo la sera? Non posso permettermi di non dormire ogni sera" borbotta Zaira fulminando con lo sguardo Esmeralda. "Provate a giocarci, così si stanca e si addormenterà da solo" "Oggi hai promesso che lo avresti detto a mamma e papà" dice minacciosa Zaira ad Esme che annuisce subito e si nasconde dietro di me. "Andrà tutto bene" la rassicuro dandole in braccio Rambo. "Speriamo..." mormora lei sospirando. "Zia Beni e zio Bilel sono accollativi, non sarà un problema" cerca di rassicurare Esme anche Bella. "E se dovessero dire di no?" "Lo diamo al canile" dice Zaira incrociando le braccia. "No! Mai!" esclama Esme correndo fuori dalla stanza col cucciolo in braccio. "La pianti? Così la terrorizzi" la rimprovera Bella dandole uno schiaffetto al braccio. "E' bene che si prenda le sue responsabilità, stasera non ho chiuso occhio...Tariq ve lo può confermare" alza lo sguardo alla guardia e dice subito dopo "Ah giusto...non capisce la nostra lingua" Alzo un soprcciglio...abbiamo anche parlato, perchè dice così Zaira? "Devo andare adesso" dice lei uscendo dalla stanza alla ricerca di Esme. "Vai in facoltà?" chiede Bella seguendola insieme alla guardia onnipresente. "Sì, devo vedermi con Walter" "Walter? Il tizio di ieri?" "Sì, fa parte di' Ad maiora Giurisprudenza' e ieri mi ha chiesto di unirmi alla sua associazione" "Davvero? Hai accettato?" "Ci sto andando" "Ti vuoi dare alla politica" dico dietro di loro. "Sarà divertente, Esme muoviti! Dobbiamo andare!" grida Zaira per la casa. "Eccomi!" emerge dalla cucina con una fetta di torta in mano. "E quella?" chiede Bella leccandosi le labbra. "L'ha appena sfornata Dolores, è alle carote" "Corro, ne volete una fetta?" chiede Bella prima di scappare in cucina. "No, grazie. Devo mantenere la mia linea, ci si vede allora!" dice Zaira per poi avvicinarsi a me e abbracciarmi "E' bello vederti a Palermo, fino a quanto rimarrai?" "Lunedì parto purtroppo. Ho un torneo" le dico triste accarezzandole le spalle. Prima di diventare un tennista professionista avevo studiato per fare il veterinario e ho anche lavorato in diverse cliniche. Gestire le mie due passioni è diventato sempre più difficile, finché ho lasciato il lavoro da veterinario per dedicarmi al tennis da cinque anni a questa parte. In questi cinque anni la mia fama è accresciuta e sono migliorato al punto che ho vinto diversi tornei e adesso vengo ritenuto un avversario arduo da battere. Smentisco sempre queste voci, ci sarà sempre qualcuno più bravo di te al mondo. L'importante è giocare con passione e divertirsi, questo cerco sempre di tenerlo a mente. Solo adesso noto la guardia di lato che sta fulminando con lo sguardo la mia mano. "Ma come...allora domenica sera ci vediamo tutti insieme" "Certo, ci conto. Sabato ci sei, no?" mormoro abbracciandola. "Per il diciottesimo di Bella, certo. Monique tutto bene?" "Sì, sì, tutto bene. E' piena di lavoro, ha promesso che sarebbe scesa la prossima volta" "Che peccato, mi piacerebbe conoscerla di persona. Mandale i miei saluti" "Lo farò" "Io vado allora, ci vediamo sabato e...grazie per queste" mormora lei inserendo nella borsa le fliale. "Chiamatemi se avete bisogno" dico accompagnandoli alla porta. "Tieni il cellulare acceso la notte!" grida Zaira una volta fuori. Ridacchio e scuotendo la testa, richiudo la porta. Sento subito profumo di torta sfornata e andando anch'io in cucina, vado a prendere una fetta di torta. "Idris, tesoro! Vieni, senti che buona" esclama Dolores allungandomi subito una fetta di torta. L'assaggio e chiudo subito gli occhi "Come fai? Qual è il tuo segreto" "Amore" dice Dolores mentre la bacio sulla guancia e Bella ci osserva. "Vieni qua anche tu" la trascino sulle ginocchia stampandole un bacio sulla guancia. ZAIRA'S POV: "Per oggi abbiamo finito ragazzi, se apportate qualche altra modifica al programma, fatemelo sapere" dice Walter alzandosi dalla poltroncina. Finisco di digitare al computer e alzandomi anch'io, vado da Walter per mostrargli il nuovo progetto che ho mente per l'associazione. "Hai un attimo?" chiedo mentre si fa un drummino. "Certo piccola, dimmi" mormora lui ancora concentrato sul drummino. "Ho creato quella pagina che ti dicevo...ho messo in una sezione tutti i bandi disponibili e le delucidazioni per iscriversi, comprese le scadenze, in un'altra sezione i servizi della biblioteca e della mensa, di qua i vari contatti dei professori della facoltà e per ultimo una sezione esami dove caricherò appunti e prove scritte già fatte" "Sei grande, vinceremo sicuramente alle elezioni con questo. Nessuno ha una pagina così curata" si gira per guardarmi e ribadisce "Questo grazie a te, sei nell'associazione da un giorno e già sei diventata una risorsa importantissima" "Lo faccio con piacere" mormoro un po' in imbarazzo. "Continua così, sei fantastica!" esclama abbracciandomi per poi scappare via. "Stasera sei dei nostri?" chiede prima di uscire fuori. "Io ehm...sì, come no" "Ci vediamo lì allora" dice lui sorridendomi. Ricambio anch'io il sorriso, mentre anche gli altri ragazzi dell'associazione escono fuori lasciandomi sola nella stanzetta. Non sola abbastanza, penso mentre lancio uno sguardo a Tariq dietro. Chiudo il computer e posando tutto dentro la borsa, noto che si è fatta sera. "Andiamo" mormoro a Tariq superandolo. Non era nei miei programmi uscire stasera, ma cosa cambia? Contatto subito Beatrice che mi dice che ci sarà alla festa di stasera e le propongo di prepararci insieme da me. "Via le calze, cosa sei? Una suora? mi rimprovera Beatrice quando le sfoggio le mie nuove calze Gucci sotto a un abitino nero di velluto con uno scollo lungo. "Ma fuori ci sarà freschetto" "Fanculo il freschetto" "Oh...ok, va bene. Niente calze" borbotto togliendole subito. "Molto meglio, vedrai" dice Bea facendomi l'occhiolino. "Ok, avverto papà e usciamo" mormoro recuperando la borsetta. "Perfetto, ti aspetto qui" Tariq fa per seguirmi, ma lo fermo e dico "Rimani qui, stay here" per poi scappare nell'ufficio di papà. "Ehi, io esco!" esclamo affacciandomi alla porta, quando però becco mamma sulle ginocchia di papà che si baciano. "Cosa?" chiede papà frastornato mentre mamma scoppia a ridere. "Siete terribili, io esco" "Aspetta...c'è Tariq con te, no?" "Certo, chi se lo scolla più" "Simpatica, divertiti" dice mamma che però viene corretta da papà che grida "Non troppo!" Ridacchio e richiudendo la porta, ritorno in camera. "Ehi!" esclama Bea allontanandosi da...Tariq? Che succede? "Tutto bene?" chiedo perplessa. "Sì sì, andiamo?" mormora lei trascinandomi fuori mentre noto Tariq aggiustarsi la cintura dei pantaloni. Non ho il tempo di pensarci oltre, che Bea attacca a parlare di un tipo che ha conosciuto e che spera d'incontrare alla festa. Arriviamo sul posto dopo un'oretta e subito becchiamo quelli dell'organizzazione..."Ciao ragazze!" ci salutano accogliendoci con delle birrette. Non sono un'amante della birra, infatti vado alla ricerca di qualcos'altro da bere mentre Bea sta parlando con un nostro collega. "Grandioso" mormoro notando che al bancone delle bevande ci sono solo alcolici. "Buu!" grida una persona al mio fianco facendomi sussultare. Tariq fa per intervenire, ma lo blocco subito ed entrambi notiamo che è solo Walter..."Ehi amico, rilassati...bevi" mormora lui offrendo una birra a Tariq che però continua a guardarlo male. "Ti cercavo" grido per sovrastare la musica a Walter. "Sì? Cosa succede?" "Ehm...no, niente. Conosco poche persone qui" "Bea non è venuta?" "Sì, ma è di là con un collega" "Vieni, ti mostro la casa del mio amico" dice lui prendendomi la mano. Abbasso subito lo sguardo a queste e arrossisco. "Il tuo amico non ci dà tregua" mormora al mio orecchio mentre saliamo le scale. "E' il suo lavoro" Walter lancia uno sguardo dietro a Tariq che ci segue sulle scale e parlandomi ancora all'orecchio sussurra "Ho un piano, ci stai?" "Che piano?" "Al mio tre corri" "Cosa?" "Tre!" esclama lui svoltando a destra e iniziando a correre come una scheggia. Il corridoio è pieno di gente e saltiamo sopra altre persone per terra pur di allontanarci il più possibile. "Di qua!" esclama lui facendomi svoltare a sinistra e salire altre scale. "Cos'è questa botola?" chiedo mentre lui la apre e mi fa passare oltre. Striscio per uscire fuori e spalanco gli occhi vedendo che siamo sul tetto. "Ti piace?" chiede lui sorridendo. "Sei pazzo" dico mentre anche lui sale e si mette al mio fianco. "Saliamo spesso qui sopra col mio amico" mi spiega sdraiandosi. "Si vede tutta la città, pazzesco" mormoro colpita. "Vieni qui" sussurra lui attirandomi verso di lui. Siamo a pochissimi centimetri di distanza dai nostri visi...mi mordo il labbro guardandolo e lui afferra il mio viso stampandomi finalmente un bacio. Succede tutto in un secondo...lui infila le mani sotto la mia gonna facendomi sdraiare e mettendosi sopra di lui. "Sei bellissima" mi sussurra sulle labbra mentre mi palpa i seni e inizia a trafficare con la cintura. Vorrei dirgli di andarci piano, che non sono per niente esperta, che è tutto nuovo per me, ma lui mi ha già sfilato le mutandine e inizia a massaggiarmi la carne. Gemo sconvolta dall'intensità del piacere che sto provando, quando però il secondo dopo sento come una coltellata. Lui è dentro di me e inizia a pompare senza neanche darmi il tempo di capire che diavolo sta succedendo. "Aspetta" mormoro nel panico, ma lui va avanti senza neanche guardarmi in faccia. "Walter" lo chiamo quando non riesco più a sopportare il dolore. "Walter!" lo richiamo...continua a pompare senza sosta lacerandomi. Sentiamo improvvisamente un cellulare e solo adesso Walter si ferma per rispondere... "Pronto?" "Merda arrivo, no niente...non stavo facendo nulla" dice per poi riattaccare e uscire da me. "Devo andare, quelli dell'altra lista sono alla festa" borbotta superandomi e scendendo le scale. Rimango sola sul tetto con le gambe al vento e dolorante. Chiudo gli occhi un attimo cercando di realizzare quello che è successo, quando però il dolore al ventre si fa più forte e mi trovo a gemere di dolore. Non riesco neanche ad alzarmi, sto malissimo. Ci metto qualche minuto per riprendere le forze e mettermi seduta. "Aaaah" sibilo portandomi le mani sul ventre. Una lacrima scorre furtiva sulla mia guancia mentre gattono sul tetto e con le ultime forze rimaste scendo le scale della botola. Ritorno sul corridoio di prima, ma non riconosco nessuno e io mi sento sul punto di svenire. Mi appoggio al muro e inizio a singhiozzare sentendo la testa girare. Faccio per scendere le scale e cercare Bea, ma cado di botto ferendomi le ginocchia e il dolore al ventre diventa davvero insopportabile. "Ehi, tutto bene?" chiede una ragazza di carnagione scura avvicinandosi a me insieme a un'altra ragazza rossa. "Io..."non riesco a spiaccicare parola. "Forza, portiamola fuori" suggerisce la rossa prendendomi sottobraccio. Mi aiutano a scendere le scale e quando usciamo fuori, mi posano su un gradino. "Ehi...hai bevuto troppo?" mi chiedono subito. "No, io...mi ha fatto male mentre..." sussurro con le lacrime. Sono sconvolta, com'è potuto succede? "Chi?" "Lui...è successo così...io non..." "E' sotto shock" comunica la ragazza scura alla rossa. "Zaira!" sento gridare alla mia destra. Alzo lo sguardo e vedo Tariq che corre furioso verso di me...spalanco gli occhi, non sono mai stata così sollevata di vederlo. "Dove cazzo eri?" mi ringhia in faccia. Sbatto velocemente gli occhi "Mi stai parlando?" "Eccolo" sibila alzando lo sguardo, seguo la direzione e vedo che punta Walter. "No aspetta, non...ahhhhh!" grido dal dolore quando sento un crampo che mi fa accasciare su Tariq. Porto una mano sotto la gonna per alleviare in qualche modo il dolore e vediamo la mia mano colorarsi di rosso...sto sanguinando. "Sto male" gli spiego subito aggrappandomi al suo braccio "Portami all'ospedale" Tariq continua a fulminare con lo sguardo Walter e io afferrandogli il mento ribadisco "Per favore Tariq, adesso" Mi sento subito sollevata quando mi prende in braccio e m'impedisce di usare le mie gambe tremolanti...sono sul punto di vomitare. Mi riposa sul sedile e allungandosi per allacciare la cintura, mi fa male alla pancia...gemo per il dolore e lui mi guarda terrorizzato. Fa subito il giro e mettendosi alla guida, digita nel dispositivo della macchina il numero di papà. "No, ti prego...non dire nulla a papà. Ti supplico" Tariq non mi ascolta e avvia la chiamata. "Pronto?" risponde al primo squillo. "Papà!" esclamo io impedendo a Tariq di parlare. "Zaira? Che ci fai col cellulare di Tariq? Tutto bene?" chiede subito lui preoccupato. "Sì sì, va tutto bene. Ti chiamavo per dirti che...mi si è scaricato il cellulare" "Non l'hai caricato prima di andare?" "Non l'ho collegato bene" m'invento mentre Tariq mi guarda con disapprovazione. "Ok, passami Tariq" Lancio subito uno sguardo di terrore a Tariq...gli dirà tutto. "Signor Cortada è in viva voce" risponde subito lui. "Tutto sotto controllo?" Gli dirà tutto, gli dirà tutto. "Sì, signore" Spalanco gli occhi, non gli ha detto la verità. "Ottimo, vado a dormire. Farete troppo tardi?" "Papà...è una festa, sei mai stato a una festa?" intervengo io. "State attenti" taglia corto papà. "Sì, tranquillo. Buonanotte, un bacio" mormoro per poi riattaccare. Per un pelo. Mi porto le mani sul viso e sospiro...non è così che m'immaginavo la fine della serata. Arriviamo finalmente in ospedale nel silenzio tombale e adesso stiamo aspettando che la dottoressa finisca con gli ultimi due pazienti. Sono le tre di notte e io e Tariq non ci siamo scambiati neanche una parola. Il dolore al ventre è diventato più sopportabile e ho smesso di sanguinare, anche se non riesco neanche ad accavallare le gambe. Sono le quattro quando la dottoressa ci riceve. "E' possibile che la contrazione dei muscoli vaginali e la mancanza di lubrificazione provochi irritazione e infiammazione delle pareti vaginali, che possono dar luogo a perdite di sangue o a perdite bianche per i giorni successivi, a questo potrebbe anche associarsi l'infiammazione della vescica urinaria che si trova in corrispondenza della parete vaginale anteriore, e perciò viene disturbata da ciò che infiamma la vagina" mi spiega la dottoressa dopo aver ripulito il mio sangue e applicato una crema. "Questa è importante che l'applichi sui lividi tre volte al giorno e mi raccomando...riposo. Evita di fare troppi sforzi fisici in questi giorni" Annuisco con la testa..."Grazie dottoressa...grazie di tutto, invece sa perchè ho questa costante nausea? Ho anche dei crampi alla pancia" "Questo è dovuto ad altro...da quello che mi hai raccontato, sei rimasta sotto shock quando lui...ecco..." mormora lei alzando lo sguardo a Tariq che invece continua a guardare fuori dalla finestra. "Mi sono fatta prendere dall'ansia" "E' normale, normalissimo...è stato il tuo primo rapporto e lui è stato un animale" Osservo le mani di Tariq stringersi in due pugni quando sente queste parole. "Non gli ho detto che ecco...ero vergine" "Non lo giustifica lo stesso" dice dura la dottoressa. "No certo, solo che...ho cercato di fermarlo, ma era come se non mi sentisse..." "Stava pensando solo al suo piacere...sai che potresti denunciarlo?" "Ho sbagliato a seguirlo e soprattutto a fidarmi..." mormoro col labbro tremante le ultime parole. Non mi sono mai sentita così umiliata. "Arrivo subito, non muoverti." abbaia all'improvviso Tariq uscendo dalla stanza. "Aspetta, dove..."non ho neanche il tempo di chiedergli che sbatte la porta e va via. "Che casino...sono una stupida" sussurro con le lacrime agli occhi. "Ehi, no...va tutto bene, capita di fidarsi delle persone sbagliate. Non sei stupida tu" mi consola la dottoressa abbracciandomi. La stringo anch'io ancora molto scossa e mormoro più a me stessa "Non mi sarei mai immaginata la mia prima volta così..." "La tua prima volta sarà con l'amore della tua vita, dimenticati di stasera...non lasciare che ti condizioni" Scuoto la testa..."Ha ragione, devo chiarirmi con questa persona" "Io la allontanerei" mi consiglia la dottoressa. "Non penso che abbia avuto cattive intenzioni con me...magari era su di giri e..." "Lo stai giustificando?" "Cosa? No! E' solo che...non mi sembra una cattiva persona, forse non si è accorto di nulla" "Appunto, come ha fatto a non accorgersi che ti stava facendo male?" "Glielo chiederò" "Fai come vuoi, ma stai attenta" Annuisco e scendendo dal lettino, prendo il cellulare per mandargli un messaggio "Possiamo parlare? Sono all'ospedale, chiamami appena puoi" gli scrivo velocemente. Tariq si fa vivo dopo una mezzoretta e sembra più arrabbiato di prima...mi faccio trascinare fino alla macchina e in silenzio torniamo a casa. "Non sali?" chiedo notando che non mi segue. Non mi risponde, è tornato a non parlarmi più. Salgo di sopra e mettendomi il pigiama, rimetto la crea sui lividi...mi brucia ancora un po', spero possa passare al più presto l'infiammazione. Sento improvvisamente il cellulare vibrare e prendendolo, vedo che Bea mi sta chiamando...non le ho più fatto sapere nulla. "Ehi Bea, scusami se..." "Dov'è Tariq?" mi chiede lei facendomi corrugare la fronte. "Tariq?" richiedo pensando di aver capito male. "Sì, Tariq! Dov'è!" "Lui...è con me" mormoro spiandolo dalla finestra mentre si fuma una sigaretta nervoso. "Te lo sei portato a letto, vero? Sei un puttana!" "Cosa? Che stai farneticando Beatrice?" chiedo incredula. "Ti hanno vista tutti lasciare la festa in braccio a lui, non mentire!" "Sono stata male Bea..." "Ti credi migliore di me? Non lo sei! Non potrai mai soddisfarlo come lo soddisfo io, cosa ne vuoi capire tu!" "Aspetta...siete stati insieme? Quando?" Che diavolo sta succedendo! "Io lo amo!" esordisce lei facendomi spalancare gli occhi. "Devi stargli lontana, hai capito cazzo!" continua minacciosa. "Bea...è la mia guardia del corpo" "Trovatene un altro!" "Io credo che tu abbia bevuto un po' troppo Bea..."faccio per dirle, ma lei mi ferma bruscamente ringhiando "Lascia in pace Tariq" per poi riattaccarmi il telefono in faccia.. Vado subito a vedere i messaggi e vedo che Walter ha visualizzato e non risposto al mio messaggio...lancio il cellulare contro la porta mentre viene aperte e Tariq mi guarda male. Corro in bagno chiudendo subito la porta e appoggiata contro questa inizio a piangere. Credevo di aver trovato un ragazzo carino, che ci tenesse...un'amica...mi ha usata per arrivare a Tariq? Sento qualcuno bussare alla stanza e subito mi alzo di scatto per asciugarmi il viso. "Mamma" mormoro uscendo dal bagno un po' più composta. "Tutto bene? Ho sentito un rumore" dice lei preoccupata guardandosi attorno. "Sì, sì...scusami, mentre cercavo l'interruttore nel buio sono inciampata" m'invento. Lancio uno sguardo a Tariq dietro che ha il pantalone del pigiama e una canottiera bianca. "Siete tornati ora a casa?" chiede mamma indicando l'orologio che segna le 5 del mattino. "Ci siamo fermati a mangiare un cornetto" "A quest'ora?" "Ma sì...mi andava" mormoro facendo spallucce. "Ok...vai a dormire che hai gli occhi arrossati, tutto bene quindi? Sicura?" Annuisco con la testa mentre lei mi dà un bacio sulla fronte e mi augura la buonanotte. "Buongiorno" invece le dico io facendola ridere mentre esce dalla stanza. Dormire è risultato un'impresa questa l notte/ mattina...ho pensato e ripensato ai fatti accaduti e non me ne capacito. Mi sembra di aver fatto un orribile incubo. Stamattina ho finalmente ricevuto un messaggio da Walter, mi chiedeva di vederci in facoltà per parlare, sembrava molto freddo nel messaggio. Adesso sono in macchina e mi ripeto in mente le cose da dire e non dire...non voglio passare per la vittima della situazione, non ho bisogno della pietà di nessuno...me la sono cercata e adesso devo assumere le responsabilità delle mie azioni. Gli farò capire che ha sbagliato, che è stato troppo frettoloso e avrebbe dovuto avere un minimo di riguardo nei miei confronti. Arriviamo alla facoltà e un po' agitata vado alla ricerca di Walter nell'atrio, di solito è messo qui con quelli dell'associazione. "Scusami!" vado a sbattere contro una ragazza che esce dall'aula. "Sta attenta a dove metti i piedi per la miseria" sbotta lei guardandomi male e superandomi. Alzo un sopracciglio mentre dalla stessa aula escono le ragazze che mi hanno soccorsa ieri. "Ehi...tutto bene?" chiedono venendomi incontro. "Sembra un dejavù" ci scherzo su mentre altri ragazzi escono dall'aula e alla mia vista cominciano a ridacchiare. Che hanno da ridere? Riporto la mia attenzione sulle ragazze e mormoro "Comunque volevo ringraziarvi per ieri sera, se non fosse stato per voi..." "Non devi ringraziarci...lo avremmo fatto per chiunque. Piuttosto...non stare ad ascoltare le malelingue, vedrai che smetteranno di parlare di te appena avranno una nuova novità su cui vomitare sentenze" "Malelingue?" chiedo corrugando la fronte. Le ragazze si guardano subito e quella rossa mi chiede "Non hai instagram?" "Io...sì, ma non ci entro spesso...perchè?" La ragazza scura clicca qualcosa al cellulare per poi allungarmelo e dire "L'hanno pubblicato ieri sera" Prendo il cellulare e leggo nella pagina 'Spotted Unipa' "Spotto la ragazza che si è scopata ieri sera sul tetto Walter...hai un culo da urlo!" Non ci voglio credere...vado a leggere i commenti e ne leggo uno di Walter che scrive "E' stata una botta e via, tranquille ragazze...sono ancora nel mercato" Sotto ci sono altri commenti "E' di quinta, vero? Me lo passate il contatto? " Sotto al suo commento però ce ne sono altri che mi difendono dicendo che ho il diritto di fare quello che voglio e che Walter e i suoi amici sono dei maiali. "Disgustosi...ho segnalato il post" mi comunica la rossa facendomi alzare lo sguardo a lei. "Io...non ne sapevo nulla" mormoro sconvolta, mi tremano le mani. "Tipico di Walter" sbotta la ragazza scura irritata. "A proposito del diavolo..." sussurra la rossa indicandomi dietro. Mi giro e vedo Walter che scende le scale insieme a una ragazza e sembrano abbastanza complici...ci sta provando, è palese. Alza lo sguardo e finalmente mi nota...aspetta, perchè ha un occhio viola? "Tu!" grida nell'atrio marciando verso di me. "Sei solo un bastardo, ti faccio vedere io...ieri sera sei stato solo fortunato" ringhia continuando a venire nella mia direzione. Solo adesso realizzo che non sta parlando a me, ma a Tariq dietro e realizzo anche che in quel frangente in cui sono rimasta sola in ospedale, Tariq era andato a conciare per le feste Walter. Un sorriso furbo inaspettato dipinge il mio viso, mentre Walter si avvicina sempre di più ma stavolta sono io che avanzo e lo blocco. "Che fai? Levati Zaira, ho un conto in sospeso con quello stronzo." sibila furioso. Io faccio un altro passo e andandogli sotto il muso ringhio "Fai un altro passo e ti denuncio per stupro" "Cosa?" chiede lui sbiancando. "Hai sentito bene. Mi hai lasciato lividi ovunque ieri sera, ho la cartella clinica con tutti i dettagli a casa...dimmi tu quando posso muovermi" "Di che diavolo stai parlando? Non ti crederà nessuno" borbotta lui cercando d'intimidirmi. "A me non interessa che mi creda nessuno...ma pensa quando tutti verranno a sapere che hai un procedimento penale aperto, pensa a quanti voti perderai, alla fine che farà l'associazione" "Brutta stronza..." "Non ho finito qui...anzi, ascoltatemi tutti!" grido all'atrio. "Sono Zaira Fernando e da oggi mi candiderò al Senato Accademico con la mia nuova lista!" "Che stai blaterando? Di che lista parli, poi sei sola...dove credi di andare?" mi deride Walter davanti a tutti. "Non è sola" sentiamo dire alle nostre spalle. Mi giro e vedo le ragazze di prima che avanzano e mi affiancano prendendomi la mano "Siamo con te" dicono sorridendomi. Ricambio il sorriso mentre alzo lo sguardo su Walter e dico vendicandomi "La volete sapere un'altra novità?" Lo indico e grido "Dato che è nel mercato...ve lo sconsiglio" faccio una smorfia e aggiungo "Ce l'ha minuscolo" Tutti i ragazzi urlano esaltati mentre le ragazze mi trascinano fuori dalla facoltà ridendo. "Sei geniale, adesso parleranno di Walter e del suo minicicciolo" ridacchia la rossa. Scoppio a ridere per poi allungare la mano a loro e dire "Comunque...io sono Zaira e grazie ancora per la fiducia" "Io sono Ludmila" si presenta la ragazza scura per poi indicare la rossa e dire "Lei è Sole" "Ti va un tè?" chiede Sole facendo ridere Ludmila. "Che c'è!" esclama Sole divertita. "Scusala, viene dalla Turchia e ha la malattia del tè ogni ora" "Anche mia madre lo beve sempre, dice di aver conosciuto papà proprio grazie a un tè" rispondo mentre sentiamo alle nostre spalle qualcuno gridare "Zaira!" Ci giriamo e solo adesso noto Bea dall'altra parte della strada...faccio subito una smorfia. "Non mi rispondi al cellulare, io volevo..." si ferma quando Tariq si para davanti a me impendendole di avvicinarsi. Sorrido...inizio a credere che la presenza di Tariq nella mia vita inizi ad avere senso. "Scusami, sto parlando con la mia amica" borbotta Beatrice. "A cui hai dato della puttana" le ricordo. "Senti...ero ubriaca fradicia e..." "Sei stata con Tariq e non me l'hai detto" la fermo subito. "Non credevo che dovessi rendere conto delle mie scopate a te" Sbotta innervosita Bea. "Se riguarda una persona a me cara, sì." "Cara? Ma se lo disprezzi" "Io disprezzo te, dov'eri ieri sera mentre ero sul punto di svenire dissanguata? Non ci hai minimamente pensato a me, ti ho anche detto che ero stata all'ospedale e tu?" ringhio puntandole il dito contro "Tu mi davi della puttana perchè nella tua testa io ero scappata con Tariq per scopare, ti rendi conto della gravità della situazione?" "Non ero in me" continua a dire lei. "Io invece credo che per la prima volta sia stata te stessa...mi dispiace per come sono andate a finire le cose, credevo di aver trovato una vera amica" "Zaira..." "Stavolta sono io ad avvertirti..." mi avvicino a lei e sibilo "Stai lontana da me e da Tariq, hai finito coi tuoi giochini" per poi superarla e tirare dritto. Le ragazze mi seguono insieme a Tariq mentre io butto finalmente un sospiro di sollievo e propongo "Che ne dite di prendere il tè da me? Così iniziamo a dare una forma alla nostra lista" "Affare fatto capo" dice Ludmila facendomi ridere. "Ok, salite in macchina" indico a loro la Maserati mentre Tariq ci apre la porta e io entro per ultima "Grazie" dico prima di entrare in macchina. "Di tutto..."aggiungo accennandogli un sorriso. Lui non si scompone di una virgola e mi chiude la portiera. Lo osservo poi che sale davanti e mentre allaccia la cintura, alza lo sguardo allo specchietto...a me. Solitamente avrei abbassato lo sguardo, ma stavolta lo tengo sullo specchietto e lui corruga leggermente la fronte...capisce che sto facendo una cosa fuori dall'ordinario. E' lui che riabbassa lo sguardo per accendere il motore, ma nel farlo posso vedere sul suo viso un accenno minuscolo di un sorriso. Ci siamo difesi a vicenda stamattina, avrà ragione mamma? Io e Tariq potremmo davvero diventare amici?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Da qualche parte, qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto. -Carl Sagan ZAIRA'S POV: "Posso?" chiede bussando mamma alla porta. Alzo lo sguardo a lei e annuisco con la testa debolmente. "Tariq prenditi una pausa, sto io qui" dice mamma mentre lui la guarda un po' incerto, ma si scolla dalla porta ed esce via mormorando "Con permesso" "Papà mi ha detto che non sei uscita dalla tua stanza da stamattina, che succede?" chiede mamma venendo a sedersi sul letto. "Niente..."mormoro col magone. Ho avuto modo di pensare e di realizzare la giornata di ieri, mi sono resa conto dell'umiliazione da parte di Walter, della falsità di Beatrice, della responsabilità di creare una nuova lista...ho messo troppa carne sul fuoco e adesso mi sento sopraffare. "E questo broncio allora? Sei ancora in pigiama" Sospiro e mi mordicchio il labbro. "Sputa il rospo" insiste mamma. "Com'è...com'è stata la tua prima volta mamma?" Lei corruga subito la fronte e chiede stranita "Come mai questa domanda?" "Curiosità, è stato con papà?" Un sorriso esagerato si dipinge sul viso di mamma, mentre si mette comoda sul letto e racconta "E' stato al mio compleanno, papà mi voleva fare una sorpresa portandomi in un posto, ma quando entrammo in un market per prendere qualche snack, ci rubarono la macchina" "Non ci credo" dico spalancando gli occhi. "Ti giuro! E pioveva tantissimo...ci riparammo in una casetta abbandonata poco più lontano dal market" "E poi?" "Poi...lui accese il camino e ci levammo i vestiti zuppi d'acqua per metterli ad asciugare e...dopo puoi immaginare com'è andata" "E' stato papà a fare...il primo passo?" Mamma scuote la testa divertita e dice "Lui non voleva, diceva che voleva aspettarmi, che non mi meritavo di perdere la verginità in quel posto abbandonato, diceva che non era rispettoso nei miei confronti...insomma, rompeva" Sorrido "Che dolce..." "Sì, è stato dolcissimo e molto rispettoso, ho un ricordo bellissimo della mia prima volta. Magico è la parola giusta" Mamma alza lo sguardo a me e mormora "Ehi...perchè piangi?" Sto piangendo? Mi porto subito le mani sul viso per asciugarmi il viso "No, niente...siete così dolci" "Vedrai...anche la tua prima volta sarà magica, così dolce che piangerai tu stessa quando lo racconterai ai tuoi figli" "E se...se non dovesse essere magico? Se lo facessi con una persona che non mi ama?" chiedo con gli occhi lucidi e il labbro tremante. "La prima volta non è mai una cosa fisica...la prima volta sarà soltanto quando anima e corpo saranno congiunti, quella sarà la tua vera prima volta, quella che ricorderai sempre" E' la stessa cosa che mi disse la dottoressa. "Tu...hai avuto altri amanti prima di papà?" "Considera che mi fidanzai con lui a 17 anni, poi ci lasciammo per 5 anni circa, ma nessuno era come papà quindi..." "Perchè vi siete lasciati?" "Magari questo te lo racconto un altro giorno, forza...scendi a mangiare che Rosita ha fatto le pappardelle con i funghi" "Mmhm...amo le pappardelle" "Lo so" mormora lei sorridendo e lasciandomi un bacio sulla fronte. "Devo andare in banca, ci sentiamo dopo?" Annuisco con la testa "Buon lavoro" Lei mi fa un occhiolino e lanciandomi un bacio volante esce dalla stanza. Sospiro e scostando le coperte, scendo dal letto indossando le pantofole. Entro subito in bagno per farmi una veloce doccia e indossando i leggings e il reggiseno sportivo, faccio un po' di yoga. Rilasso i muscoli e la mente...inizio a riordinare le idee e ad avere la carica giusta per iniziare finalmente la giornata. Afferro il cellulare e la borraccia mentre esco dalla stanza e noto l'assenza di Tariq alla porta, papà lo avrà chiamato? Non me ne curo più di tanto e bevendo dell'acqua, scendo le scale...noto alcuni messaggi dalle ragazze che buttano giù delle idee per la lista e stanno radunando delle persone, ottimo. "Oh scusa..."mormoro quando entro in cucina e vedo Tariq che mangia. Lui, come se lo avessi beccato a rubare, si alza di scatto col piatto in mano. "No no, fermo" dico subito bloccandolo. "Mangia pure, sono solo scesa a prendere dell'acqua" Lui non mi ascolta e posando il piatto sull'isola della cucina, si rimette alla porta pronto a vigilare. Sospiro...quando smetterà di fare il robot? Mentre riempio la borraccia d'acqua, mi affaccio sulla pentola di pasta sui fornelli e mi lecco le labbra...mi sa che mangio adesso che è ancora calda. Prendo un piatto e mettendomi della pasta, recupero il piatto di Tariq sull'isola e glielo consegno alla porta. Lui mi guarda severo, ma io insisto e gli premo il piatto contro il petto, finchè lui finalmente cede e lo prende. Io mi metto seduta sull'isola e iniziando ad arrotolare le pappardelle dico "E' uno spreco non finirle, ti faccio compagnia" Lui non accenna a mangiare mentre io sono già al secondo boccone e quasi gemo dal piacere, cosa c'è dentro? Droga? Mi sporgo per prendere dell'acqua e bevendo mormoro "Comunque ti devo delle scuse" Riprendo il piatto e arrotolando le rimanenti pappardelle aggiungo "Non sarei dovuta scappare l'altra sera, tu stavi facendo il tuo lavoro e io...sono stata una tale stupida" Alzo lo sguardo a lui e dico decisa "Non capiterà più, ti ho mancato di rispetto e...ti prego di accettare le mie scuse, mi sono comportata da ragazzina immatura. Diamine, neanche Diana si comporta così" Lui non mi risponde, non dice nulla, ma alza il piatto e ricomincia a mangiare piano. Dovrei rimanerci male per non avermi risposto, ma mi ritrovo a sorridere e a scuotere la testa mentre continuiamo in silenzio a mangiare. "Acqua?" chiedo finendo la pasta. "Grazie" mormora sorprendendomi. L'altra sera non ho avuto modo di ascoltarlo bene, ha una voce calda e vellutata...immagino la sua voce in un tribunale, la controparte rimarrebbe intimorita e affascinata allo stesso tempo. Scendo dall'isola e versandogli dell'acqua, vado alla porta per darglielo...ha mangiato in piedi accanto alla porta da bravo vigile qual è. Gli prendo il piatto vuoto, ma lui mi ferma e scuote la testa. "Ci penso io, tranquillo" dico portando il bicchiere al lavandino insieme al mio. Li lavo con cura e asciugandoli, li poso sul ripiano. "Mi lavo i denti e poi vado a studiare" gli comunico entrando in camera mia, mentre lui rimane alla porta e non mi degna di uno sguardo. E' tornato a essere il robot. Vado in bagno a lavarmi i denti e mettendomi una felpa sopra il reggiseno sportivo, esco dalla stanza per andare in biblioteca. Rimango per tutta la giornata chiusa a studiare, questa settimana ho l'ultimo esame e devo mettermi in tasca la lode. Tariq non si muove di un centimetro dalla porta, è fermo a vigilare la stanza e delle volte lo trovo a fissare la portafinestra fuori. Avrà voglia di uscire? Mi stiracchio le braccia e alzandomi esco dalla portafinestra per prendere un po' d'aria, lui mi segue subito e quasi lo vedo sospirare. Si sentiva soffocare dentro la biblioteca. "Zaira!" sento urlare dalla biblioteca. Corrugo la fronte e da fuori vedo Esme che corre per raggiungermi, anche Tariq lo nota infatti non fa nulla. Aspetta...perchè è truccata? "Hai finito di studiare?" chiede con in braccio Rambo. Alla fine mamma e papà hanno accettato per far restare Rambo, a patto che Esme se ne occupasse e che ripulisse gli eventuali danni che avrebbe fatto. E' cucciolo quindi non capisce che dovrebbe fare la pipì sulla traversina e non in giro...per fortuna c'è Esme che pulisce. "Stasera posso mettermi i tuoi sandali aperti?" "Stasera?" "Il diciottesimo di Bella, non ti ricordi?" Spalanco gli occhi "No! Mi ero completamente dimenticata, dannazione!" "Mamma, papà e Diana sono già pronti" "Cosa? Che ore sono!" "Le 19:30...tra mezz'ora usciamo" "Oh no no...non ci voglio credere!" esclamo correndo dentro la biblioteca e richiudendo i libri. "Quindi posso mettermeli?" "Sì!" grido uscendo dalla biblioteca e correndo in camera. Non ci credo che mi sono dimenticata del diciottesimo di Bella, non ci credo! Entro in camera e noto un vestito rosso sul letto...è stata mamma? Sospiro sollevata e recuperando il vestito, corro in bagno a cambiarmi. Il vestito è molto semplice, di seta, rosso e lungo...ha le bretelline e la schiena scoperta, sensuale ed elegante, mamma ti amo. Metto i sandali dorati col tacco e passo a fare un trucco veloce con cipria, eyeliner, mascara e rossetto rosso. I capelli li raccolgo con uno chignon alto ed esco fuori dal bagno per recuperare i gioielli. Nella fretta per uscire però vado a sbattere contro Tariq che era di fronte alla porta e si gira di scatto. "Scusami" mormoro mentre lui abbassa subito lo sguardo al mio vestito e si blocca. Schiudo le labbra perplessa, che succede? Lui alza piano piano gli occhi al mio viso e m'inchioda con lo sguardo, facendomi trattenere il fiato. Deglutisco sentendomi improvvisamente nuda sotto i suoi occhi roventi, finchè sentiamo la porta aprirsi e Tariq si mette subito di lato. "Lo hai messo alla fine!" esulta mamma mentre io butto l'aria trattenuta nei polmoni. "Ehi...terra chiama Zaira, tutto bene?" mi agita le mani davanti agli occhi. Scuoto la testa per riprendermi e leccandomi le labbra improvvisamente secche mormoro "Io...sì, sì. E' che...ho passato tutta la giornata a studiare" "Ti ho sempre detto che dovresti prenderti qualche pausa dallo studi" "Ho l'esame tra poco, non posso permettermi pause" "L'ultimo esame, andrà benissimo...lo sai anche tu" "Shh, non cantare vittoria troppo presto!" esclamo superandola per prendere dei bracciali dorati. "Comunque ti sta d'incanto il vestito" "Anche tu stai benissimo" mormoro osservando in un tuta elegante rosa. "Papà dice che è troppo scollato" "Sai com'è papà...a lui andrebbe bene solo il dolcevita" Lei scoppia a ridere mentre usciamo dalla camera insieme e raggiungiamo gli altri in salone. Papà è bellissimo e molto elegante, Diana invece ha i jeans a zampa e una canottiera di seta con del pizzo nero ed Esme ha un vestitino bianco con di fiorellini colorati e i miei sandali col tacco. "Eccola la ritardataria" sbotta Diana alzandosi dal divano mentre continua a chattare. "Siamo pronti?" chiede papà allacciando un braccio sulle spalle di mamma per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio. "Piantala orso!" esclama mamma scacciandolo divertita. "Poi facciamo i conti bambolina" risponde papà mordendosi il labbro. Poso il telefonino nella pochette e li seguo fuori alle macchine. "Zaira tu sali con Tariq e mettetevi davanti a noi" grida papà aprendo la portiera della Range Rover a mamma. "Non posso venire con voi?" chiedo un po' a disagio. "No Zaira, lo sai" risponde mamma facendomi sospirare frustrata. Salgo con Tariq nella Maserati e mi metto dietro, come al solito. Siamo solo noi due e sovrana il silenzio, che grandissimo disagio. "Puoi mettere la radio?" chiedo, ma vengo bellamente ignorata. Ok, ricevuto. Guardo fuori dal finestrino e cerco di non pensare al fatto di essere sola con lui. Delle volte mi manca Sebastian, ma poi ripenso all'incubo di dormire nella stessa stanza con lui e mi faccio piacere Tariq. So che è un bravo ragazzo e forse un po' troppo professionale, ma non posso obbligarlo a parlare un po' più con me...soprattutto se non ha stima di me, come averne dopo quello che ho combinato? Per mia sfortuna becchiamo molti semafori, ma siamo quasi vicino al posto dove si terrà la festa di Bella. Sposto lo sguardo all'orologio che segna le 20:04...non siamo troppo in ritardo, penso mentre alzo gli occhi all'ennesimo semaforo rosso. Sbuffo piano e sposto lo sguardo allo specchietto per vedere papà dietro, quando invece becco Tariq fissarmi. Abbassa subito lo sguardo alle sue dita che stringono forte il volante. Abbasso lo sguardo alle sue mani...sono grandi con dita lunghe, affusolate e curate, ha delle vene in rilievo e sono abbronzate, be' è il suo colore di carnagione in realtà. Le immagino stringere una tazza, un libro, mentre ne accarezza le pagine, mentre accarezza i capelli, mentre stringe i fianchi di una donna...un flashback mi ricorda le sue dita sul mio braccio mentre mi trascinava in macchina, aveva una presa decisa e... Deglutisco scacciando questi strani pensieri e alzo lo sguardo nuovamente allo specchietto trovando di nuovo Tariq a guardarmi...stavolta non abbassa lo sguardo e non lo abbasso anch'io, mi aspetto che parli, che mi chieda qualcosa, ma si limita a guardarmi, quando all'improvviso inizia a scendere con lo sguardo al mio collo e lo abbasso anch'io accorgendomi che stava fissando la mia collana con la chiave che mi regalò papà. La prendo tra le dita come a proteggerla, mentre lui socchiude gli occhi guardandomi severo, li socchiudo anch'io schiudendo le labbra...lui lo nota e le fissa. Senza pensare me le mordo agitandomi e noto il suo pomo d'adamo fare su e giù. Lui torna a fissarmi negli occhi e io mi appoggio allo schienale, come a mantenere le distanze da lui sentendomi d'improvviso in pericolo. Mi aggrappo al sedile iniziando a respirare piano, quando sentiamo un clacson e solo adesso notiamo che il semaforo è verde da un pezzo. Tariq si rimette in guida e io abbasso lo sguardo alle mie ginocchia, giuro di aver sentito qualcosa scorrere tra le mie gambe. SAMIR'S POV: "Tanti auguri a te, tanti auguri a Bella, tanti auguri a te!!" gridano e applaudono tutti quei coglioni. Ci sono tutti...Adil, Viviana, Eleonora, Massimiliano, Efrem, Lena, Alice, Rakib, Swarna e quello stronzo di Jamal. Sono tutti accompagnati con le loro famiglie e tutta la cornice mi fa vomitare. "Vado un attimo al bagno" sussurro all'orecchio di Sebastian. Lui annuisce e io esco dalla sala, dirigendomi sul retro...ho bisogno di una sigaretta. "Mi spieghi perchè devi essere una scassa coglioni?" chiede severo Giorgio intimidendo Ines. "Come scusa?" "Piantala con queste proteste del cazzo o ti farai male" "Io protesto quando voglio per il mio diritto allo studio e cos'è? Una minaccia?" "E' un avvertimento Ines, a scuola non potrò difenderti perchè sei mia cugina" "Non c'è bisogno che tu mi difenda e ora levati" borbotta lei andando via. "Aspetta cazzo! Sono serio, gli altri hanno in mente un piano" la avverte Giorgio prendendole il braccio. "Non ho paura dei tuoi amichetti, neanche loro sanno perchè stanno occupando la scuola" "Perchè devi rendere tutto così complicato! Lasciaci occupare per qualche settimana e..." "Qualche settimana? Devo ricordartelo io che siamo di maturità? " "Fanculo la maturità" "Ecco...ti stai dimostrando per quello che sei, un ignorante di prima categoria e adesso levati che mi sto perdendo il compleanno" borbotta Ines superandolo e rientrando dalla porta. Mi becca sulla soglia e abbassando lo sguardo mormora "Scusami" per poi salire le scale e scappare via. "Quella testona!" impreca Giorgio facendo il giro del casale. Finalmente esco allo scoperto e appoggiandomi al muro accendo una sigaretta. Sospiro di sollievo dopo il primo tiro, finalmente un momento di pace. Alzo lo sguardo alle stelle e prendo un altro tiro mentre penso al mio fratellino Ibrahim...ea molto creativo e amava giocare coni colori, da grande avrebbe voluto fare l'astronauta, sognava di poter unirsi alle stelle e brillare insieme a loro. "Pronto amore? Mi senti?" sento chiedere in inglese poco più lontano da me. "Amore? Monique? Mi senti adesso?" Esce dal retro Idris con cellulare e lo alza in aria in cerca di campo "Monique?" richiede non arrendendosi. "Non ti sento bene...io...dannazione" sbotta riattaccando. Si gira e solo adesso mi nota nel buio. "Scusami, non ti avevo visto" dice subito rimettendo il cellulare in tasca. "Non prende molto qua sopra" gli comunico buttando fuori del fumo. "Eh...me ne sono accorto. Hai da accendere?" chiede avvicinandosi a me. Annuisco e gli tiro l'accendino mentre lui lo prende al volo e si accende una sigaretta. "Non fumo di solito..." "Però?" chiedo buttando della cenere per terra. "Però sono lontano da Monique e ne approfitto" "La tua tipa non vuole?" Scuote la testa prendendo un tiro. "E' una modella, dice che oltre a far male agli organi vitali, rovini i denti" "Torto non ha" Lui ridacchia e buttando del fumo mormora "Da che parte stai?" "Della modella" dico facendolo ridere. "Potreste diventare buoni amici, sai? Anche lei è molto ironica" "Amici non saprei, non ti converrebbe farci conoscere" "Sei molto sicuro di te" dice lui divertito. "So il fatto mio" "Lo terrò a mente" mormora buttando della cenere. "State da tanto insieme?" "Due anni e..." si fa il conto in mente e aggiunge "sette mesi" "Quasi tre anni" "Sì, quasi...l'ho conosciuta a Miami. Te la faccio vedere" mormora trafficando col cellulare. Fischio quando vedo una foto di lei con un vestito attillato arancione che evidenza il fisico tonico, mora tendente al biondo, occhi chiari e un sorriso splendente. "Sì, è molto bella" concorda lui mostrandomi un'altra foto in costume che posa con una tavola da surf. "Questa è per uno spot pubblicitario" "Niente male, la ami?" "Sì, tantissimo" "Attento al collare" "Dici?" chiede lui ridendo mentre sentiamo alle nostre spalle una voce che dice "Ah eccoti" Ci giriamo e troviamo Zaira dietro di noi. Mi stava cercando? "Ti stavo cercando" dice come a leggermi nel pensiero. "Salgo che mi staranno cercando" mormora Idris buttando la cicca e sorridendo a Zaira che lo lascia passare. Mi affretto anch'io a buttare la cicca, mentre lei si abbassa a togliersi le scarpe e avanza sul prato "Ora sì" sospira di felicità. Io intanto le divoro con lo sguardo la schiena scoperta...la luce della luna le illumina la pelle di seta e il profilo del suo viso disegnato ad arte. Abbasso lo sguardo al sedere fasciato da quel misero pezzo di stoffa e mi mordo l'interno guancia, mi viene duro ogni volta che fa yoga la mattina, figuriamoci adesso. Lei si gira, come a sentire i miei occhi su di lei, mentre io svio lo sguardo e fingo d'ignorarla...l'ho beccata diverse in biblioteca oggi fissarmi, lo notavo dal vetro dell'armadio in cui era riflessa, non le ho staccato gli occhi di dosso neanche un secondo. "C'è freschetto fuori" commenta guardandomi. Si aspetta che le dia la mia giaccia? No, ho freddo anch'io...peggio per lei che è uscita senza. "Ti stavi annoiando anche tu?" chiede ma io la ignoro. Lei capisce che non ho voglia di parlare e facendo un passo indietro, si gode la vista della campagna illuminata. "Ehi tu!" sentiamo esclamare dietro. Mi giro e trovo Diana che mi sorride, le ricambio il sorriso...è così genuina e lunatica, vorrei che fosse stata mia sorella. "Ciao" la saluto mentre mi chiede anche lei di accendere. "Da quando fumi tu?" chiede sorpresa la vipera alla sorella. "Da qualche mese, zia Vivi lo sa" "Ok, ma zia Viviana non è tua madre" "Smettila di rompere" sbotta lei avvicinandosi a me. "Ma c'è freddo qui fuori" borbotta scuotendo la testa. M'intenerisco e levandomi la giacca, gliela poso sulle spalle. "Ti stavi annoiando?" chiede Diana sorridendomi per il gesto. "Un po', sono sceso a sgranchirmi le gambe" le rispondo mentre noto la smorfia sul viso di Zaira. Pagherei per ritrarla così. "Ci starebbe un bel panino da Monir adesso, ti ricordi quando lo prendemmo che eravamo ubriachi?" "Tu semmai, io ero sobrio" "Bugiardo! Ti ho visto imboscarti con quella rossa" Alzo subito lo sguardo a Zaira che incomincia a collegare i pezzi. "Diana!" sentiamo chiamare il suo nome. "Merda mamma, scappo!" esclama dandomi la cicca ancora accesa e correndo per le scale. "Hai una mentina?" chiede riscendendo le scale. "Che mi dai in cambio?" le chiedo furbo. "Un birretta?" "Brava bambina" dico dandole il pacchetto di Air mentre lei scappa via, dopo avermi lanciato la giacca. Sorrido scuotendo la testa, finchè alzo lo sguardo a Zaira che mi fulmina con gli occhi. "Ce l'hai ancora con me per quella cosa di Walter, vero?" mi chiede sospirando per poi fare dei passi verso di me e aggiungere "Sennò non me lo spiego il perchè ridi e scherzi con mia sorella e con me sembra che tu abbia ingoiato un rospo" Non le rispondo, non capirebbe...è così limitata. "Non mordo mica, sai?" "Perchè ti comporti ogni volta come se non fossi davanti a parlarti? E' così frustrante..."borbotta abbassando lo sguardo. Nota che continuo a non rivolgerle parole e cedendo mormora "Ok, non insisterò, in fondo me la sono andata a cercare, solo..." si avvicina a me e borbotta "Non chiamare mia sorella 'bambina' perchè non lo è" Detto ciò ritorna dentro scalza. Corrugo la fronte e faccio per seguirla prima di fare un pensiero...è gelosa della sorella? "E ti prego di non 'imboscarti' più con nessuna ragazza, non è professionale" ribadisce prima di girarsi un'altra volta e salire le scale. E' gelosa.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


"Ma Giuda amava più di ogni sermione le urla dolci della Maddalena" SAMIR'S POV: "Posso?" chiede Bilel bussando alla porta della biblioteca. Zaira studia da questa mattina e ha pranzato al volo con un panino per poi tornare qui. Inizio a sentire le gambe indolenzirsi. "Papà, dimmi" mormora lei levandosi gli occhiali e portando dietro i ciuffi che le erano caduti davanti incorniciandole il viso. È folle averlo pensato, ma è sexy da morire quando è concentrata a studiare. Ha il seno appoggiato al tavolo di legno, i gomiti sopra e la testa leggermente inclinata verso destra...più volte ho fantasticato su quella peccaminosa curva tra il collo e la spalla, è così sinuosa e delicata...come sarebbe posarci la mano sopra e premere sempre più forte fino a sentire i battiti precipitare di colpo? Sospiro eccitato, la immagino che mi supplica di toglierle le mani di dosso, gli occhi così lucidi da iniziare a lacrimare, le vene sulla fronte farsi più spesse, il volto diventare rosso...i respiri inizio a contarli, sento che sta per morire per mano mia, sorrido...non ancora serpe. La alzo in aria e la sbatto sulla scrivania, lei tossisce, cerca di recuperare fiato, ma non glielo permetto, dove starebbe il divertimento? Le strappo quei leggings che mi tormentano da tutto il giorno, lei supplica di smettere, quasi rido. L'acchiappo per i capelli e con l'altra mano le spalanco le gambe tremanti, non aspetto neanche un secondo e le infilo due dita nelle mutandine...la trovo fradicia, che puttana. Lei inizia a gemere e inarca la schiena, sembra stia provando piacere, ma io non sono qui per questo, sono qui per farla piangere, per distruggerla e prendermi tutto quello che mi è stato strappato. La getto in ginocchio ai miei piedi, lei stavolta geme per il dolore alle ginocchia, questo è solo l'inizio. Mi calo i pantaloni e la costringo ad aprire la bocca e accogliermi tutto, lei non capisce, non sa come muoversi, rimane immobile mentre io le scopo la bocca ed è alla mia completa mercé. Cerca di ritrarsi inficcando le unghia nelle mie coscia, ma non mi muovo di un millimetro, tengo stretto il pugno nei suoi capelli e pompo ancora, ancora e ancora...fino a soffocarla. "Tariq? Parlo con te" Scuoto subito la testa, merda...mi sono perso. "Sì, signore...mi scusi" dico abbassando il capo. "Stai bene?" chiede Bilel scrutandomi attento. Fottiti. "Sì signore" Posa una mano sulla mia spalla per guardandomi dritto negli occhi, mi dà uno schiaffetto sul viso. "Sei libero" dice all'improvviso. Lo guardo subito stranito. "Stasera verrà a cena la famiglia di Jamal. Idris e Bella domani partiranno per l'America e Diana per la Spagna" Giusto...ho sentito del gemellaggio a cui parteciperanno Bella e Diana, Bella ha richiesto la città in cui vive suo fratello Idris in America e Diana avrà scelto sicuramente la Spagna per divertirsi. Mi mancherà quella peste, non pensavo dovesse partire così presto. In realtà era tutto in stand by dopo le minacce arrivate a Zaira, per mano mia, ma poi Bilel si è fatto convincere da Benedetta e ha accettato di farla partire solo se con lei ci fosse stata una guardia competente che l'avrebbe tenuta sotto controllo h24. So anche chi è stato scelto, Mehmet. È un osso duro, serio e terribilmente professionale, anche più di me. Non la lascerà respirare neanche per un secondo, sarà il caso di avvertirla? "Quindi hai la serata libera Tariq, te lo sei meritato" continua a dire Bilel. "Signore, io..." faccio per rifiutare, ma lui insiste dicendo "Sei esausto, vatti a fare un giro. È un ordine" Abbasso la testa e mormoro "Grazie signore" "Vai, forza" dice Bilel lasciandomi andare. Lancio un'occhiata a Zaira che continua a strafregarsene di me ed è concentrata sul libro, che vipera. Esco dalla porta e butto subito un sospiro di sollievo. Libero. Anche se per poco. Faccio per scendere al garage per prendere la mia moto, ma decido prima di passare da Diana. "Ehi tu!" Esclama subito lei continuando a buttare in aria vestiti. "Che fai?" chiedo addentrandomi nella stanza in disordine. "Non trovo quella bralette di pizzo nero, l'hai visto per caso?" "Sai che Mehmet non ti permetterà di girare in strada con bralette?" Chiedo scuotendo la testa. "Mehmet, la mia nuova guardia? Lo conosci?" "Se lo conosco?" scuoto la testa. "È un dannato figlio di puttana. Era un campione di pugilato, dopo che si ruppe la gamba in un incidente, andò in bancarotta e iniziò a bere fino a quando tuo padre lo notò per strada ubriaco e lo prese sotto la sua ala protettiva" "Cazzo...sto per partire con questo pazzo? Non sapevo neanche della gamba, lo vedrò domattina in aeroporto " "Certo, perché viene dalla Siria. È stato spedito lì per combattere contro l'organizzazione " La mia organizzazione ormai in polvere. Anche se dovesse tornare Mehmet, ci sono altri 300 uomini messi in allerta in Siria. Bilel ha un esercito alle spalle e io, al momento, non ho alcuna chance di sconfiggerlo e riprendermi l'organizzazione. Pazienta Samir, pazienta. "Non mi convince" borbotta Diana mettendo il broncio. Le sorrido facendole una carezza sul viso "Sarai al sicuro con lui" Al sicuro da me e dai miei uomini. "Non è quello...credevo che questo Mehmet avesse la mia età " Scoppio a ridere "Ha quasi vent'anni più di te" "Ha 40 anni?" "38 mi pare" "Merda" impreca lei buttando altri vestiti in aria. "Sono venuto ad augurarti un buon viaggio" dico abbassandomi a darle un bacio sulla fronte. "Sicuro che non vuoi mollare mia sorella e venire con me in Spagna?" Cazzo, quanto vorrei. "Hanno bisogno di me qui" "Perché sei il migliore" dice lei facendomi l'occhiolino. "Forse" mormoro facendo ridere entrambi. "Scusatemi" sentiamo alle nostre spalle all'improvviso. Ci giriamo e vediamo Zaira sulla soglia che quasi mi fulmina con lo sguardo. Non le va giù che preferisco Diana a lei. "Sei riemersa dai libri" la prende in giro Diana. "Sì" mormora Zaira deglutendo. "Io vado" sussurro all'orecchio di Diana dandole un bacio sulla guancia. "Ciao Tari, mi mancherai" mormora lei sorridendomi. "Fa la brava piccola" dico io alzandomi da lei e facendole un occhiolino. "Vedremo" borbotta facendomi scuotere la testa. Esco dalla stanza e ignoro completamente Zaira che mi fa spazio per passare. Percorro il corridoio finché sento Zaira dire a Diana "Piantala di parlargli come se foste amici, lavora per papà...è un nostro dipendente." Stringo i pugni, ecco la vipera all'attacco. Non sento la risposta di Diana, ma sono sicura che l'abbia messa a tacere. Quando vorrei chiuderle anch'io quella boccaccia... Scendo in garage e scoprendo la mia moto, che non uso da tempo, monto sopra e la faccio rombare. "Così piccola, proprio così " mormoro alla moto indossando il cassone e uscendo dal garage. Impiego venti minuti a raggiungere il carcere ed entrare dentro chiedendo di Mustafa. Non è il momento di visite, ma la guardia che pago mi fa un cenno e lo seguo. Entro nella cella di Mustafa e lo trovo che sonnecchia. "Dieci minuti, non di più " mormora la guardia chiudendo la porta. Annuisco mentre Mustafa viene svegliato dalla porta e mi mette a fuoco. "Samir?" Chiede mettendosi seduto. "Dormivi?" mormoro raggiungendo sul letto. È scomodo da morire, come cazzo fa a dormirci? "Cercavo, che cazzo ci fai qui? Ti aspettavo la prossima settimana" "Quel coglione mi ha dato la serata libera" mormoro posando il casco per terra. "Niente babysitting stasera" mi prende in giro lui. "Ho una pista" gli comunico. "Cioè?" "Ho trovato la chiave di quella scatola chiusa a chiave che ti dicevo" "Quello dove c'è il segreto che neanche la moglie sa?"' Annuisco. "È che aspetti ad aprire la scatola?" "La chiave è al collo della stronza" "La figlia? Che ci vuole a strapparglielo di dosso" "È complicato, lei è..." In gamba. "Una puttana" Lui scoppia a ridere. "Scopatela allora" Spalanco gli occhi "Manco morto. Suo padre ha distrutto la mia organizzazione, la mia vita, ha ammazzato mio fratello. Quella puttana di sua figlia non ho intenzione neanche di sfiorarla" Impreco mentalmente ripensando a quella volta che l'ho portata in ospedale dopo che quel coglione di Walter l'ha violentata. Avrei dovuto farla crepare insanguinata. Mustafa sospira e abbassa lo sguardo. "Che ti prende" borbotto. "Niente cugino, è solo che...sono stufo" "Di cosa?" "Da quanto sono qui dentro?" "Sei qui dentro per colpa mia, ti ho promesso che ti avrei tirato fuori e lo farò. " Mustafa ha rubato la mia identità e sta scontando la mia pena senza battere ciglio, il minimo sarebbe tirarlo fuori e ritornare a comandare sull'organizzazione che ci è stata ingiustamente strappata via. "Ho sognato Ibrahim" dice facendomi paralizzare. L'immagine di mio fratello di soli 10 anni per terra su un lago di sangue mi fa stringere i pugni. "Mi dispiace così tanto" mormora Mustafa abbassando lo sguardo. "E di cosa?" Chiedi mentre noto delle lacrime sul suo volto. "Ehi...non devi dispiacerti di nulla. Sono stati quei animali a sparare a Ibrahim, tu hai fatto il possibile per salvarlo...stai facendo il possibile per salvare me" Lui mi guarda con gli occhi arrossati e all'improvviso mi abbraccia forte. Per un attimo rimango interdetto, che diavolo gli prende? "La pagheranno per tutto il male che hanno fatto alla nostra famiglia, pagheranno con altrettanto sangue" ringhio immaginandomi Zaira al posto di Ibrahim in quella fabbrica, anche lei è zuppa di sangue e Bilel urla stringendola a sé. Sentiamo la porta riaprirsi e la guardia dire che il tempo è scaduto. "Devo andare cugino" mormoro mentre lui si scosta e appoggiando la fronte alla mia dice ancora "Perdonami" "Ma di cosa?" Chiedo ancora non capendo. "Per qualsiasi cosa abbia fatto, perdonami " Corrugo la fronte. "Non c'è tempo" borbotta la guardia. "Resisti, manca poco" gli dico dandogli uno schiaffetto sulla guancia e alzandomi dal letto. Riprendo il cassone e uscendo dalla cella, gli rivolgo un'ultima occhiata prima che la porta venga richiusa. Un brivido attraversa le mie braccia, perché ho la sensazione che stia per succedermi qualcosa di brutto? "Di qua" dice la guardia guidandomi fuori dal carcere. Fuori ha iniziato a piovere, ma la pioggia non m'impedirà di andare in qualche locale, sbronzarmi e scoparmi più puttane possibili per saziare la mia fame di piegare a novanta Zaira e montarla fino a farle scordare il suo nome. ZAIRA'S POV: "Sei agitata?" Chiedo a Ludmila che ripassa il discorso da fare di fronte a tutti i nostri colleghi. Con Sole abbiamo pensato che la candidata più adatta al Senato accademico fosse Ludmila, io sono impegnata con la tesi e tra poco mi laureo, Sole non se la sentiva, invece Ludmila sprizza gioia ed energie da ogni poro. È amichevole con tutti e anche molto intelligente, sono sicura che possa essere una candidata perfetta. Con le ragazze abbiamo creato un logo per la nostra associazione "Giuristi senza frontiere" e stilato insieme una serie di cose da fare prima del discorso. Io mi sono occupata del sito web e Sole a reclutare più persone possibili...i nostri volantini hanno fatto colpo, in tantissime ragazze hanno chiesto di poterci aiutare e sostenerci, è stato così emozionante vedere così tante persone pronte a fare del bene per nulla in cambio. "Come sto?" Chiede sistemandosi i meravigliosi rasta. "Stai benissimo" la rassicuro mentre Sole corre verso di noi e ci mormora all'orecchio "Walter ha avuto un malore, non si presenterà oggi" "Non ci credo" dico felice. Non dovrei gioirne, ma la verità è che sto godendo. Dopo quel litigio orrendo in atrio, non ci siamo più incrociati...non gli conveniva con Tariq sempre dietro alle mie spalle. Lancio un'occhiata a lui e lo vedo che si guarda attorno ed esamina attento ogni faccia presente in atrio. Dopo il gesto carino che ha fatto in ospedale per me, pensavo che il nostro rapporto potesse migliorare...povera illusa. Non mi guarda, non mi parla, non mi considera completamente...e lo fa solo con me, ieri sera è stato così carino con Diana, perché con lei sì e con me no? Ho cercato di essere più dolce gli ultimi giorni, di avere un maggior riguardo nei suoi confronti, ma niente...non accenna a venirmi incontro in nessun modo. La cosa mi dà sui nervi, ma non posso costringerlo a piacermi. Va bene così. "E adesso la nostra candidata di 'Giuristi senza frontiere' Ludmila Yoruba!" "Buona fortuna!" Le urliamo dietro mentre lei si sistema la camicetta bianca e raggiunge il centro dell'atrio. Sole mi viene vicino e non smette di battere il piede sul pavimento, è più agitata di Ludmila. "Buongiorno a tutti, mi chiamo Ludmila Yoruba e sono qui a candidarmi per il Senato accademico con la lista 'Giuristi senza Frontiere' " Quando nomina la nostra associazione urliamo tutti insieme e applaudiamo. "Siamo un'associazione fresca fresca, abbiamo scelto solo l'altro ieri il nome dell'associazione. Abbiamo fatto tutto di fretta, ieri ci siamo addormentate sui computer e dopo un'ora di sonno ci siamo rialzate continuando a lavorare...siamo così entusiaste di questo nuovo progetto, di questo nuovo percorso di vita che non ci siamo fermate e mai lo faremo!" Urliamo ancora applaudendo, Ludmila sta andando alla grande...i ragazzi sono tutti come calamitati dal suo discorso, arriva anche a loro la nostra sincerità e dedizione che abbiamo messo in questo progetto. "La missione di "Giuristi senza frontiere" consiste nel far proprie le aspirazioni di giustizia delle parti più deboli e battersi con fermezza e coraggio per l'affermazione dei diritti umani, usando tutti gli strumenti possibili. E' fondamentale portare avanti senza timori con cuore puro i propri ideali, i propri sogni, la comune speranza di una società fondata sulla giustizia, andando fino in fondo, senza fermarsi di fronte ad ostacoli e/o persecuzioni. "Veritas non auctoritas facit legem" Credere e vivere per la libertà, in modo da far germogliare ovunque, anche nei cuori più perfidi e corrotti, i valori di equanimità, umanità e solidarietà. Solo così gli uomini e le donne di tutto il mondo riusciranno a vedere un futuro che non sia più disseminato da ingiustizie, sofferenza" Stavolta sono i ragazzi in atrio ad applaudire e urlare parole d'incoraggiamento a Ludmila. "La nostra missione sarà la nostra rappresentanza verso gli studenti e il nostro supporto didattico tramite l'informazione fisica e digitale, corsi di preparazione agli esami e seminari aggiuntivi per ampliare le possibilità didattiche della nostra università verso argomenti attuali e importanti. A voi studenti: è importante che ognuno si senta parte di un sistema e non sia semplice fruitore dei servizi offerti. Da questo, quindi, parte lo sforzo per promuovere un cambiamento che è (e rimane) un processo non un evento. Votate 'Giuristi senza frontiere'! Grazie per l'attenzione." Ludmila scende dallo scalino per raggiungerci mentre tutti la applaudono e noi corriamo ad abbracciarla. "Sei stata bravissima!" Ci complimentiamo con Ludmila che ha gli occhi lucidi. "Sono stata convincente?" "Più che convincente! Sei stata un fenomeno!" ribadisco. "Dobbiamo festeggiare!" esclama Sole. "Tutti alla Taverna a bere, offro io!" quasi urla Ludmila euforica. "A quest'ora?" chiedo ridendo. "Che problema c'è?" ci chiede trascinandoci fuori. Dovremmo ascoltare i discorsi dei nostri rivali e prendere spunto, ma la verità è che non c'importa niente di fare strategie o robe del genere, lavoriamo col cuore e ci voteranno proprio per quello. Lo spritz mi ha resa più euforica del solito, ho riso e scherzato con estranei e adesso sono in auto con Tariq che torniamo a casa. Mi aspettavo che mi guardasse con disappunto o addirittura mi vietasse di parlare con estranei e bere alcol, ma non ha fatto niente del genere. Se ne stava lì a osservare tutti, tranne me. Neanche una volta. Arriviamo a casa e uscendo dalla macchina, messaggio con Diana. È arrivata in Spagna stamattina e la sua nuova famiglia dice di essere abbastanza accollativa, l'unico problema è la nuova guardia di cui lei stessa ha timore essendo un colosso. "Più di Tariq?" le chiedo piano in un audio vocale guardandomi dietro. Tariq sta mettendo la sicura alma macchina e non sembra prestarmi attenzione. "Non immagini neanche! Ti dico solo che deve passare di lato nelle porte" mi risponde lei facendomi ridere. "Io ci farei un pensierino ai quei muscoli" mormoro in un altro audio per poi girarmi a controllare Tariq, ma lo trovo esattamente dietro di me. Sbatto velocemente gli occhi, sento il suo profumo di sandalo, tabacco...mi lecco le labbra mentre lui indietreggia e mi lascia spazio per respirare, cazzo. Deglutisco di colpo e girandomi quasi corro in camera. Le guance iniziano a prendere fuoco e la gola secca...che mi prende? "Zaira, tesoro. Eccoti" dice una voce femminile. Mi giro e vedo Rosita con un ragazzo al suo fianco. "Ehi...tutto bene?" Chiedo bloccandomi sulle scale. "Sì, hai avuto modo di conoscere Rafael? Il ragazzo del student exchange" Certo...ecco chi è. "Scusami tanto, mi è passato di mente. Ciao, piacere!" Corro a presentarmi allungandogli la mano. Lui però oltre a prendermi la mano, la bacia e mi fa l'occhiolino "Incantato" Sorrido subito imbarazzata, lui è bellissimo...moro, occhi scurissimi, abbronzato, in forma, sembra Jacob di Twilight. "Sai parlare l'italiano?" Chiedo ritraendo la mano e indietreggiando di poco. Lui invece avanza e dice "Sì, molto bene" "Oh bene...perché il mio spagnolo è terribile" mormoro indietreggiando ancora fino a toccare il petto d'acciaio di Tariq. Alzo lo sguardo a lui e lo vedo guardare male Jacob o forse è il suo modo di osservare le persone, perché è cosi che guarda anche me. "Lui è Tariq, la mia guardia del corpo" lo presento affiancandolo. Jacob gli fa un cenno senza però staccare gli occhi da me...che imbarazzo. "Zaira! Sei a casa!" Esclama mamma scendendo le scale. "Mamma...ciao" "Hai conosciuto Rafael?"chiede posandogli un braccio sulle spalle. "Sisi, che carino" "Anche tu, anzi sei più che carina" dice Rafael sconvolgendomi. Alla faccia del pudore. Ridacchio e quasi mi nascondo dietro Tariq, per una volta sono felice di averlo al mio fianco. "Stiamo uscendo per fare un giro di Palermo, vieni con noi?" "Ho esame lunedì, credo che rimarrò a casa a studiare. Sarà per la prossima volta" rifiuto con molto piacere. "Capisco, ci vediamo stasera allora" "Perfetto, divertitevi" Rafael continua a fissarmi senza motivo e io abbozzando un sorriso, salgo le scale. Tariq mi segue e fa un cenno a mamma. Chiamo subito Diana per aggiornarla. "È carino però " mi risponde in videochiamata mentre mi metto in tuta ed esco dal bagno. "Non sembra Jacob di Twilight?" "L'hai pensato anche tu?" Chiede Diana ridendo. "Sono identici! Magari stanotte lo vedo trasformarsi in un lupo" Diana scoppia a ridere e io esco dalla stanza sempre seguita da Tariq. "Mamma e papà sono fuori quindi?" "Sì, anche Rosita ed Esme sono fuori" dico entrando in biblioteca. Solo adesso realizzo di essere sola in casa con Tariq. Mi vado a sedere alla mia scrivania e alzo lo sguardo a Tariq immobile alla porta come al solito. "Devo lasciarti, ci sentiamo più tardi?" "Non credo, sarò a sbronzarmi in qualche discoteca, un beso!" dice lei riattaccando. Scuoto la testa divertita, che scema. Spengo il cellulare e aprendo i libri, mi metto a ripetere. Si fa sera quando arrivo alle ultime pagine da ripetere e Tariq riceve una chiamata...alzo lo sguardo a lui che controlla subito il cellulare e corruga la fronte. "Puoi rispondere" gli concedo mentre lui fa un leggero cenno e uscendo dalla biblioteca, pensa di aver chiuso la porta ma rimane socchiusa. Mi rimetto sui libri quando sento Tariq gridare "Non è possibile." Aggrotto le sopracciglia, sta parlando con papà? Vorrei non impicciarmi, ma la curiosità mi fa alzare dal posto e raggiungere piano la porta. "Quando?" chiede con voce strozzata. Sembra sconvolto. Mi affaccio di poco e lo trovo nel corridoio con una mano ad allentare la cravatta, come se non riuscisse a respirare. "Lo hanno già portato via? Con quale autorizzazione!" esclama dando un pugno così forte alla parete da farla tremare. Sussulto. Non sta parlando con papà, non si permetterebbe mai di parlargli così. "E' tutto quello che ho! Non può essersi ucciso" mormora ancora incredulo. Mi si gelano le vene...un suo parente si è suicidato? Non ho modo di sapere altro perchè lui scaglia contro il muro il telefono ponendo fine alla chiamata. Mi ritraggo subito e lo spio dallo spiraglio della porta, lo osservo mentre barcolla per il corridoio e si leva giacca buttandola per terra. Mi si spezza il cuore quando si abbassa e si porta le mani in testa disperato, rimane così per vari minuti finchè all'improvviso alza lo sguardo e mi becca a spiarlo. Merda, che paura. Mi schiarisco subito la voce e aprendo la porta, come se fossi arrivata in quel momento, mormoro "Stavo andando a prendere dell'acqua" Lui non mi risponde, rimane per terra a bruciarmi con lo sguardo e con i pugni chiusi, sembra arrabbiato...rettifico, è incazzato nero con me, come se avessi ucciso io il suo presunto parente. Muovo dei passi e svuoto il sacco "Purtroppo io...ecco, ho sentito la chiamata" Non risponde, continua a odiarmi con lo sguardo. Mi abbraccio e cerco di proteggermi, come se potesse veramente bruciarmi con lo sguardo. "Se ti volessi prendere la serata libera, io non obietterei. Potrei spiegare io la situazione a papà e..." "Così che possa cacciarmi via, no? In fondo è sempre stato questo il tuo piano, mandarmi a calci in culo fuori di qui" ringhia con un impeto alzandosi piano. Spalanco gli occhi, non sono sconvolta, sono inorridita...mai e poi mai mi sarei aspettata che potesse parlarmi in questo modo. Faccio per ribattere, ma lui avanza verso di me pericoloso, bruciante facendomi indietreggiare fino a toccare la porta della stanza...in trappola. "Capisco che tu sia sotto shock per il lutto, ma stai attento a come mi parli. E' grazie a me se hai uno stipendio, ricordalo." lo ammonisco con quel briciolo di coraggio che mi è rimasto. Tariq m'incendia con lo sguardo, mi sento squagliare la pelle mentre sbatte le mani ai lati della mia testa e grida in collera "Chi cazzo ti credi di essere, eh? Coi tuoi soldi mi ci pulisco il culo, non vali niente senza quelli, sei sola una ragazzina viziata che non le ha prese abbastanza. Se fossi tuo padre, ti avrei già buttato fuori di casa. Scommetto che non resisteresti neanche un'ora per strada, a meno che..." Uno schiaffo lo zittisce di colpo...il mio schiaffo. Lo guardo con furia, lui mi guarda con furia, sto per ribattere dicendo che stasera stesso sarà licenziato perchè racconterò tutto a mio padre, quando all'improvviso le sue mani mi afferrano il viso, veloci e letali, dandomi un bacio. Trattengo il respiro sentendo il cuore in gola, i battiti corrono come una locomotiva mentre lui infila la lingua con prepotenza e io gemo per il suo sapore. Contro ogni mia ragione, gli vado incontro e assaggio nuovamente la sua lingua, ha un sapore così dolce, avvolgente, è viscoso, caldo...perdo la testa e il controllo. Lui mi alza contro la parete, ne vuole di più ma io ne voglio ancora di più...gli allaccio le gambe attorno ai fianchi e con le unghia gli graffio il cuoio capelluto, inclino il viso per andare più a fondo, non mi basta, merda...non vorrei staccarmi mai più, lo voglio con una forza disumana. "Siamo a casa!" sentiamo gridare mamma di sotto. Tempismo più di merda non poteva esserci. Noi continuiamo a baciarci, il tempo che mamma faccia le scale saranno 30 secondi, abbiamo ancora tempo. Gemo ancora quando mi morde il labbro, me lo divora per poi infilare di nuovo la lingua nella mia bocca. E' crudele, sensuale, famelico... Mi sento come se mi avessero tolto il respiro, quando lui si stacca e mamma entra nel corridoio..."Eccoti" mormora mentre mi raggiunge e io continuo a respirare con affanno. Sento un nodo allo stomaco, il sesso pulsarmi e la testa girare...non oso alzare lo sguardo a Tariq. "Che ci fai contro la parete?" chiede mamma venendomi vicino. Mi mordo le labbra sentendo ancora il suo sapore, lo lecco e chiudo per un secondo gli occhi, quando li riapro, li punto su Tariq che mi brucia con lo sguardo. "Zaira?" chiede ancora mamma passandomi una mano sui capelli. Solo adesso penso che possano sembrare la criniera di un leone. "Io..."mormoro con voce tremante, mi tremano anche le gambe...le mani le ho nascosto dietro la schiena, tremano anche quelle insieme al cuore. "Tesoro" ci viene incontro anche papà. Dannazione, devo riprendere lucidità. "Stavo facendo yoga" spiego ancorata alla parete. Se mi staccassi, vedrebbero tutti in che stato mi ha ridotto Tariq. "Nel corridoio?" chiede mamma alzando un sopracciglio. "Signore" dice Tariq con voce roca. Il mio cuore batte all'impazzata, mi mordo il labbro...non riesco a farne a meno. "Sì?" risponde papà mentre abbraccia da dietro mamma. "Devo parlarle" dice di colpo facendo spalancare gli occhi. "Ora?" chiede papà stanco. "E' una questione grave." Papà si preoccupa subito e lasciando mamma, invita Tariq a seguirlo nello studio. "Tariq" lo chiamo con un filo di voce mentre papà continua a camminare. Lui però si gira e io scuoto subito la testa facendogli capire che non deve parlarne con papà, ma puntualmente m'ignora finchè sparisce nello studio con papà e io continuo a tremare.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


"Mischiando la tua pelle con quel che rimane della mia" -lettidisfatti ZAIRA'S POV: "Buongiorno" mi saluta Rosita infornando qualcosa. "Buongiorno" gracchio avvicinandomi a lei e appoggiandomi al lavello con la tazza fumante tra le mani. "Che fai?" aggiungo sporgendomi sui fornelli. "Cornetti al miele" mi spiega spennellando i cornetti con il latte. "Mmm...mamma e papà sono a lavoro?" "Solo tua madre" "Capisco..." Non scherzava papà quando ieri sera mi disse che oggi non sarei potuta uscire e che mi avrebbe tenuta sotto controllo lui. Non gli chiesi altro convinta che Tariq gli avesse detto tutto, ma poi pensai al fatto che papà e mamma erano troppo tranquilli...mi avrebbero già fatto un cazziatone o almeno chiedere il perchè avessi accettato quel bacio. In realtà neanche io lo so...so solo che ieri sera quando rientrai in camera e non vidi la sua roba, mi sentì male, spoglia, vuota... Mi ficcai sotto le mie coperte e purtroppo fantasticai ancora su quella bocca, su cosa avrebbe potuto fare se fossimo stati soli per tutta la sera, sui posti che avrebbe esplorato, su come mi avrebbe... "Zaira? Tutto bene?" chiede Rosita riportandomi alla realtà. "Sì sì, scusami...vado a dare il buongiorno a papà" dico scattando fuori dalla cucina. Ho ancora la tazza di caffè in mano quando busso allo studio di papà e non aspetto che mi dica di entrare. "Buongiorno!" esclamo esaminandolo. "Buongiorno tesoro" dice papà digitando qualcosa sul tablet. Tariq non gli ha detto nulla, allora perchè è scappato via? Non gli sarà piaciuto il bacio? "Questo è per te" mormoro posandogli la mia tazza di caffè sulla scrivania e allungandomi a dargli un bacio sulla guancia. "Sei contenta perchè Tariq se n'è andato?" chiede papà facendomi bloccare di colpo. Se n'è andato? Per sempre? Deglutisco e facendo un sorriso tirato mormoro stando al gioco "Sai che ci speravo..." "Ma è amaro questo caffè" aggiunge facendo una smorfia. Giusto...mamma mi ha più volte detto che papà vuole il caffè con due zollette di zucchero. "Dammi un attimo" dico uscendo dallo studio e correndo giù in sala pranzo a procurarmi delle bustine di zucchero. Risalo alla velocità della luce e gli poso le bustine di zucchero sulla scrivania. "Sapevo che un giorno farmi una famiglia mi sarebbe tornato utile" scherza papà aprendo una bustina di zucchero. "Dove andresti senza le donne della tua vita?" lo prendo in giro. "Da nessuna parte, siete la mia vita" dice papà mentre io mi getto sulle sue ginocchia e gli stampo un bacio sulle guance. "Ti vogliamo un pizzico bene anche noi" continuo a prenderlo in giro. "Sei proprio come tua madre, sai quanto mi ha fatto penare all'inizio della relazione?" "Non abbastanza" ammicco facendolo ridere. Lui inizia a bere il suo caffè e io ne approfitto per chiedere "Tornando a Tariq...che vi siete detti ieri sera?" "E' personale" dice facendomi fare una smorfia. "Così personale da non rivelarlo a tua figlia?" "Non è rispettoso nei suoi confronti tesoro..." "Capisco" No, non capisco in realtà...devo sapere perchè se n'è andato, se sono stata io a indurlo a scappare. "Ha a che fare con me?" chiedo abbassando alle mie unghie fingendomi incurante. "No" "Mmm...sicuro?" "Sì, non c'entri tu" Perchè non ci credo? "E...dovrò stare a casa senza una guardia per tanto tempo?" "Dipende quando Tariq vorrà rientrare, ti starò accanto io" "Dormirai nella mia stanza?" "No, ma ho installato delle videocamere in corridoio" Spalanco gli occhi. "Cosa?" chiedo schizzando dalle ginocchia di papà. "Che succede?" domanda lui stranito. "Quando le hai fatto installare?" mormoro cercando di urlare. "Ieri mattina, perchè? Hai visto qualcuno che..." fa per dire papà girandosi verso il televisore dietro. "No! Aspetta, non controllare!" esclamo mentre lui corruga la fronte e più calma m'invento "E' che ieri Rambo ha fatto cadere il vaso all'inizio delle scale e...sai che mamma ci tiene" "Quale vaso?" "Quel vaso nuovo..." Non c'è nessun vaso. "Io non non ho visto nessun vaso" "Meglio così, no? Ad ogni modo, dove posso andare a recuperare quella parte? Non vorrei che mamma lo scoprisse così" "Puoi scendere giù da Sebastian, ma non credo che mamma possa..." "Perfetto, buon lavoro papà. Ti voglio tanto bene" mormoro baciandolo sulla guancia e correndo fuori dalla studio. Sono ancora scalza quando esco di corsa da casa e vado nella sala controllo/ portineria dove ha assunto un nuovo ruolo Sebastian. "Buongiorno Seba!" esclamo entrando dentro la saletta. "Signorina Diana, come sta?" chiede lui togliendosi gli occhiali. Ci scambia sempre. "Alla grande e sai perchè?" "Perchè?" "Hai presente quei cornetti caldi caldi al miele che fa Rosita? Ne ha appena sfornati un paio e che goduria!" Sebastian si lecca subito le labbra, bingo. "Ne sono rimaste altre?" "Uno soltanto. Se fai in tempo, forse riesci a prenderla tu" "Non posso lasciare il mio posto di lavoro" dice lui triste. "Ci penso io qui per un paio di minuti! Scherzi!" "Davvero? Sarebbe così gentile da sostituirmi cinque minuti?" "Certo, manco a chiederlo. Fai presto però, papà ha detto che sarebbe sceso in cucina per prendere qualcosa da mangiare che a colazione non si è riempito" "Oh no, devo fare presto. Grazie Diana, torno subito" dice lui correndo fuori dalla saletta. "Sono Zaira" dico tra i denti chiudendo la porta e mettendomi della sua postazione. Diana faceva spesso questi giochetti quando si ritirava tardi e non voleva farlo scoprire a mamma e papà. Calcolo l'ora e i minuti del momento del bacio e spalanco gli occhi vedendomi avvinghiata a lui...non sembro neanche io. Arrossisco di colpo e mordendomi il labbro, rivivo per pochi secondi quegli istanti...se chiudo gli occhi posso sentire ancora il suo fiato caldo sul viso, i suoi occhi famelici divorare i miei, il suo profumo inebriante, primordiale. Dei passi mi fanno scuotere la testa e riportare alla realtà, devo muovermi. Taglio i minuti del bacio e quelli che lo anticipano, per poi cancellare le mie tracce e rialzarmi dalla sedia in tempo per l'arrivo di Sebastian col suo cornetto al miele. "Tutto bene?" mi chiede vedendomi scossa. "Sì, certo. Tu sei riuscito a prendere l'ultimo cornetto vedo" dico cercando di fargli cambiare discorso. "Non è caldo caldo, ma ci accontentiamo" Gli faccio un sorriso tirato e posando una mano sul fianco chiedo "Seba...posso farti una domanda prima di lasciarti lavorare?" "Come no, mi chieda tutto quello che vuole!" "Ieri sera...hai per caso visto Tariq uscire dalla villa?" "Solo dallo schermo, è uscito dal retro" "Ah e...sembrava scosso?" mormoro mordicchiandomi un'unghia. "Aveva il cascone addosso, non ho potuto vedergli il volto" "Capisco...hai il suo numero del cellulare?" Paradossalmente non ce l'ho...mi stava attaccato come una cozza h24, non ho mai pesato al fatto che non avessi un suo recapito. "No signorina, dovrebbe averlo suo padre" Certo che lo ha, ma non posso chiederglielo...sarebbe troppo strano. "Andrò a parlargli allora, grazie lo stesso per l'aiuto Sebastian. Buon lavoro" Lui mi fa un cenno impegnato a divorarsi il cornetto. Esco dalla saletta e rientrando in casa, salgo a farmi una doccia...ho perso troppo tempo e devo andare a studiare. M'infilo in pochi minuti sotto la doccia e mentre ripenso costantemente a quel bacio, la mia mano senza pensarci troppo scivola in basso e inizia a stimolare il mio sesso. Chiudo gli occhi pensando a lui che con un calcio apre la porta della nostra camera, mi butta senza delicatezza sul mio letto e si mette subito a cavalcioni su di me, tenendo le mie mani serrate sopra la testa. Inizia a mordicchiarmi il collo, mi sussurra che vuole gustarmi con calma, che ha desirato da così tanto tempo quel momento...i miei occhi luccicano, gli chiedo di darmi di più...va nuovamente incontro alle mie labbra mentre sento la sua mano scostarmi i pantaloni della tua e infilarsi nelle mie mutandine. Inarco la schiena sfregando i miei seni sul suo petto quando lui con delicatezza inizia a stimolarmi il sesso e dei brividi mi fanno gemere sulle sue labbra. "Tariq" sussurro immaginandomi le sua dita al posto delle mie. Ha le dita affusolate ma ruvide, il che è una rovina per me. Continua a fare pressione nella mia carne, mentre io ondeggio i fianchi a ritmo delle sue dita e quando meno me lo aspetto un orgasmo potente mi porta a tremare e aggrapparmi alle piastrelle della doccia per non crollare per terra. Quando riapro gli occhi quasi riesco a evocare la sua immagine tra i vetri appannati mentre mi brucia con lo sguardo. SAMIR'S POV: "Accomodati" m'invita Bilel indicandomi la poltroncina di pelle marrone davanti alla scrivania. Si bagna le labbra con del whisky per poi appoggiarsi alla scrivania e chiedermi se ne voglia un po' anch'io. No grazie, il sapore di tua figlia è altrettanto forte. "Che succede?" chiede lui poggiando dietro di sè il bicchiere di cristallo. Stringo fra le mani la giacca che sono riuscito a recuperare all'ultimo e dico "Ho ricevuto una telefonata, un mio caro amico è morto e..." "Mi dispiace, lo conosco?" "No, signore" "Capisco, com'è morto?" "Incidente stradale" "Era giovane?" "Poco più grande di me, domani mattina si terranno i funerali" "E volevi chiedermi il permesso per domani" deduce lui. "Se è possibile, vorrei partire adesso. Il mio amico stava a Enna e se partissi adesso..." "Arriveresti in tempo per domattina, certo figliolo. Puoi andare, anzi...hai bisogno di qualcuno che ti accompagni?" "No signore, me la posso cavare da solo. Grazie" "Ok, c'è qualcos'altro?" Abbasso lo sguardo alle mie mani, pochi minuti fa erano ancorate al suo viso, ai suoi fianchi, le sue natiche...se solo non ci avessero fermati. "No signore" "Ottimo, tienimi aggiornato allora" dice lui staccandosi dalla scrivania e raggiungendo la porta. "Sì signore" lo osservo uscire dal suo studio, mentre afferro il bicchiere di whisky e lo tracanno tutto. Sono tentato a scaraventarlo contro il muro, ma rimango lucido e alzandomi dalla sedia, esco anch'io dallo studio. Nel corridoio non trovo nessuno, respiro a fondo ed entrando in camera, afferro il borsone e c'infilo la mia poca roba. Sbatto la porta prima di uscire e quasi scappo da quella camera. Il suo profumo mi fa girare la testa, mi offusca i sensi...devo andarmene immediatamente da qui. "Ci vediamo tra mezz'ora?" chiedo per messaggi alla tipa che mi sono scopato ieri sera. "Solito posto?" mi risponde lei facendomi sospirare di sollievo. "Sì." Scendo le scale di corsa e raggiungendo la mia moto, infilo il cascone per poi sfrecciare via dal retro. La moto romba mentre io schizzo come una scheggia nelle strade dirigendomi nell'hotel di ieri. La receptionist non mi chiede nulla, sa già che sono lì per scopare con la figlia del proprietario del posto. Faccio le scale impaziente e aprendo la porta della stanza, me la ritrovo già pronta per me al centro della stanza nuda con solo le autoreggenti. Ringhio buttando tutto per terra e raggiungendola di scatto. Lei ridacchia mentre la afferro e la butto subito sul letto spegnendo le luci. Le spalanco le gambe e infilandomi tra queste, vado dritto a succhiarle il sesso. Lei urla presa di sorpresa mentre io chiudo gli occhi e m'immagino di essere sulla scrivania della biblioteca, quei coglioni dei suoi genitori non sono ancora arrivati e io ho così tante cose da mostrarle. Aggancio le mani sui suoi seni massaggiandoli, sono selvaggio, inclemente, pericoloso...torturarla mi crea così tanto piacere. Lei geme sempre più forte, non vuole che smetta, non ha mai goduto così tanto in vita sua e sono proprio io a permettere ciò. E' a un punto dall'esplodere, sento la sua carne calda pulsarmi sulla lingua, siamo così vicini eppure mi allontano di scatto e lei abbassa subito lo sguardo a me. Mi brucia con quei suoi occhioni da cerbiatto, m'impone di tornare a darle piacere, che se non lo farò dirà tutto a suo padre, le dico che non me ne frega un cazzo. Riesco a vederle le vene sul collo farsi più spesse mentre mi urla contro, è rossa in viso, furiosa per come l'ho lasciata insoddisfatta...all'improvviso allunga una mano al suo sesso e inizia a toccarsi di fronte a me. Cazzo, che spettacolo. Si appoggia alla scrivania e chiude gli occhi buttando la testa all'indietro, non la facevo così audace, mi fa impazzire. "Tariq" sussurra con un filo di voce. Mi lecco le labbra, il suo sapore dolce e intenso mi esplode sulla lingua, mi accorgo che togliendole il piacere, in realtà ho fatto un torto a me stesso. "Vieni qua" le ringhio in ginocchio senza staccare gli occhi dalle sue mani, il suo viso accaldato...il mio respiro si fa più rapido, mi sta torturando, quella puttana è il peggiore dei miei mali. "Zaira" sibilo ma lei spalanca la bocca e si mette sulle punte dei piedi, sta per venire e con un urlo di puro piacere esplode regalandomi la visione più angelica che abbia mai avuto. Subito dopo abbassa lo sguardo a me soddisfatta e alza un sopracciglio come a sfidarmi...sfida accettata serpe. Mi rialzo e con passi lenti, cauti, letali la raggiungo e le afferro i capelli in un pugno. Il mio odio per lei cresce sempre di più mentre mi osserva da sopra le ciglia e passa a mordersi il labbro, dio. Con una mossa la sbatto contro la scrivania e le agguanto il sedere...sono immediatamente dentro di lei. Mi aspetto che urli per il dolore, ma non è quello che sento...inarca la schiena andando incontro al mio membro e inizia a gemere di piacere. Aggancio una mano sui suoi capelli portandola alla mia altezza e con l'altra le agguanto i seni. Entro nuovamente dentro di lei e spingo a fondo, lei geme ancora mentre io faccio più pressione ai suoi capelli, la odio con tutto me stesso. Pompo dentro di lei inclemente, la domino completamente, la faccio urlare così forte da sperare che tutte le mura della casa siano testimoni del nostro atto vile. "Gridalo" le sibilo all'orecchio pompando più veloce e a fondo. Lei vuole posarsi sulla scrivania, ma non glielo permetto..."Gridalo!" urlo stavolta sbattendola sempre più forte alla scrivania. "Cosa!!" "Grida che sei mia." Stringo ancora i suoi seni per poi scivolare in basso, arrivando al suo sesso e iniziando a stimolarlo. La sento subito gemere andando incontro alle mie mani, che puttana...vuole tutto e sa come prenderselo. "Gridalo!" impongo facendo più pressione alla sua carne. Lei si aggrappa alla mia testa dietro esponendo ulteriormente i suoi seni e la vedo mordersi forte il labbro, capisco che stia per venire di nuovo. Pompo dentro di lei ancora più forte e quando faccio per togliere le dita dal suo sesso, lei finalmente urla "Sono tua! Sono tua! Non...non fermarti" "Di nuovo" le ringhio all'orecchio. "Sono tua." Sorrido compiaciuto, sei sempre stata mia. Mi basta sfiorare appena il suo sesso che lei inizia a tremare venendo tra le mie braccia e facendomi sentire il suo cuore che batte all'impazzata. Mia. "Cazzo Tariq, sei stato fantastico" dice con affanno la tipa riportandomi brutalmente alla realtà. Riapro gli occhi respirando anch'io affannosamente e uscendo da lei, riaccendo le luci. Abbasso lo sguardo al suo corpo arrossato con le mie mani impresse ovunque e sospiro incazzato perchè non è il suo il corpo che voglio sia arrossato, con i mei segni addosso. Mi rialzo i pantaloni e riprendendo la mia roba per terra, faccio per uscire quando lei mi chiede di rimanere. "Ho delle cose da fare" le dico chiudendo la porta senza aspettare una risposta. Riscendo al parcheggio e rimontando sulla mia moto, raggiungo il camper. Nessuno ha idea di questa mia casetta, è in un posto isolato e ci vengo quando ho bisogno di scappare via e allontanarmi da tutto. Accendo le luci e buttando la mia roba per terra, apro il frigo prendendo l'ultima bottiglia di birra rimasta. La scolo tutta iniziando a realizzare tutto quello che è successo, a pentirmi per il gesto avventato. E' da 15 anni che preparo la mia vendetta, non c'è mai stato un errore, nessuno tipo di cedimento, tutto studiato nei minimi dettagli...scaglio la bottiglia vuota contro la porta e spingo la sedia contro il frigo. "Merda!" urlo scaraventando il tavolo e prendendo a pugni la parete metallica. Com'è potuto accadere? Cosa cazzo mi è passato per la mente quando le ho parlato in quel modo, quando mi sono avventato sulle sue labbra? E perchè cazzo non riesco a togliermela dalla testa? Il suo viso, il suo sapore, il suo profumo, i suoi gemiti strozzati. "Fanculo" urlo aggrappandomi al lavello. E' stata lei a uccidere mio cugino, è colpa sua e della sua cazzo di famiglia se Mustafa si è suicidato nella sua cella. Lui voleva solo coprirmi le spalle e io? Io me la stavo per fare con la figlia dello stronzo che ha ucciso mio fratello. Crollo per terra portandomi le mani tra i capelli, ecco perchè mi chiedeva di perdonarlo...non capivo perchè volesse il mio perdono. Aveva già in mente di suicidarsi, se lo solo avessi agito più velocemente, avessi ucciso quella puttana. La notte riesco a chiudere gli occhi solo per qualche ora, il viso di Mustafa e di Zaira mi tormentano i sogni, vorrei spegnere anche solo per un secondo i miei pensieri, ma mi è possibile. La mattina mi rivesto e prendendo il borsone, esco dal camper. La moto è parcheggiata sotto un albero e un gattino bianco e arancione sta schiacciando un pisolino sopra. Lo scaccio con la mano e rimettendomi il casco, monto sopra la moto. Raggiungo il carcere in pochi minuti, la guardia è fuori che mi aspetta con una lettera in mano...Mustafa l'ha scritta per me prima che si suicidasse. "Dove l'hanno portato?" chiedo cercando di estorcergli l'informazione. "Lontano" dice soltanto. Secondo i registri Mustafa/Samir non aveva nessun parente in vita, quindi a nessuno è stato riferito il luogo in cui lo seppelliranno. Mi avvicino a lui, gli vado sotto il muso...sono parecchio più alto di lui, eppure mi abbasso al suo livello e lo fulmino con lo sguardo "Lontano quanto?" "Non lo so. Non mi hanno detto nulla" "Io invece posso raccontare al direttore che eri mio complice" lo minaccio. "Sparisci Tariq, per il bene di tutti" sibila buttando la lettera per terra e rientrando dal cancello controllando che nessuno lo noti. Stringo i pugni, non è finita qui. Raccolgo la lettera e aprendola, leggo sul foglio bianco tre parole "Mi dispiace, perdonami M." Ci vogliono vari minuti prima che possa schiodarmi da lì e rimontare sulla moto. Non riesco ancora a realizzare che non ci sia Mustafa, che se ne sia andato così. Infilo la lettera nel borsone e ritorno alla villa più motivato che mai. Gli ho promesso che mi sarei vendicato per la nostra famiglia, gli ho promesso che l'avrebbero pagata amaramente. "Buongiorno signor Tariq" mi saluta Rosita una volta varcato la soglia. "Il signore è a casa?" le chiedo chiudendo la porta. "Nel suo studio insieme a Zaira" Al suo nome deglutisco e faccio un leggero cenno salendo di sopra. Sono lucido e preparato per questo momento, ieri sera mi sono sfogato abbastanza per...corrugo subito la fronte quando poso il borsone sul mio letto, ma sento come dei gemiti strozzati venire dal bagno. Zaira non era nello studio di Bilel? Aggancio una mano alla fodera dove tengo la pistola e aprendo lentamente il bagno, cerco di individuare dalle ombre per terra la presenza di qualche ladro che ha preso in ostaggio Zaira. Quando la sento gemere "Tariq" scatto entrando in bagno pronto a sparare, ma l'immagine di fronte a me, mi destabilizza paralizzandomi interamente. Trattengo il fiato non staccandole gli occhi di dosso. Zaira è dentro il box doccia con i vetri appannati, ma riesco a intravedere le forme sfocate del suo fisico snello, il suo viso accaldato, una mano aggrappata alle piastrelle scure della doccia e l'altra mano...spalanco gli occhi iniziando a respirare con affanno. Come a sentire il mio sguardo divorarla, si gira e inizia a tremare venendo sotto i miei occhi. E' anche meglio di quando l'ho immaginata ieri sera, infinitamente più bella, perversa, una visione incantevole. Lei sbatte piano gli occhi incominciando a realizzare che sono realmente lì, mentre io senza dire una parola, esco dal bagno e richiudo la porta facendola bollire nel suo brodo. Le mani fremano per riaprire quella dannata porta, rientrare in bagno chiudendo a chiave e divorarla in un solo boccone. Le terribili cose che le farei mi attraversano la mente, mentre esco da lì e mi appoggio al corridoio ispirando a fondo. L'immagine di lei nuda, bagnata e calda che geme il mio nome mentre viene mi fa perdere il fiato, mi trovo anch'io ad aggrapparmi al muro quando Bilel esce dallo studio e dice "Tariq...sei già di ritorno" "Signore" sussulto rimettendomi immediatamente in piedi. "Zaira è in camera?" chiede indicando la porta. "Io...non lo so, non sono ancora entrato" In realtà non sarei mai dovuto entrare. "Tutto bene?" "Sì signore" "Le mie condoglianze per il tuo amico" si ricorda di dirmi. "Grazie signore" "Stasera io, Rafael, Esme e mia moglie siamo da sua sorella Viviana. Zaira ha preferito rimanere a casa per studiare, tienila d'occhio" Eccome se lo farò. "Come sempre signore" "Ottimo" dice lui mentre Zaira apre la porta e sussulta vedendoci insieme. "Papà" squittisce...ha un vestito di lana bianco che arriva fino alle ginocchia e una cintura spessa in vita. Ha ancora i capelli bagnati e abbasso le mani alle sue mani che tremano...santo cielo, nascondile o tuo padre potrebbe capire. "Tutto bene?" chiede Bilel inclinando il viso stranito. "Io...sì, perchè?" "Non lo so...sei strana da stamattina" Mi sforzo di non sorridere...il bacio ha fatto lo stesso effetto anche su di lei. Ci ha stremati e non siamo ancora sazi. "Non è niente" mormora lei nascondendo le mani dietro la schiena. Bene piccola, non facciamoci scoprire. "Sebastian mi ha chiamato dicendo che volevi il numero di Tariq" Non sorridere mi sta facendo scoppiare i reni. Lady Zaira ha davvero chiesto il numero di un suo dipendente? "Oh ehm...sì, volevo chiedergli per quanto, insomma...per quanto non si dovesse presentare a lavoro" balbetta Zaira con le guance arrossate. "Come vedi, è qui" Zaira alza piano lo sguardo a me e annuisce debolmente "E' qui" sussurra leccandosi le labbra, come a provocarmi, intrappolarmi. Mi porto una mano sulla patta, assaggiarla ieri è stato un errore imperdonabile...non solo per la mia dignità e i miei piani di vendetta, ma perchè ne voglio ancora, non mi è bastato scopare con la tipa ieri sera, non mi sono bastate le seghe fatte tutta la notte, niente basterà quanto riassaggiarla e risentirla gemere per il piacere che riesco a darle solo io.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L'insostenibile voglia di te. ZAIRA'S POV: "Bene, io allora vado in banca. A pranzo Rafael è da Ines" chiede papà continuando a guardarmi stranito. "Ines?" chiedo stranita. "Sono compagni di classe adesso" "Ah certo..." rispondo dimenticandomi del mio nuovo fratello ospite. "Buono studio tesoro" mormora lui lasciandomi un bacio sulla fronte e facendo un cenno a Tariq. "Stai bene? Sei accaldata" chiede subito dopo papà facendomi arrossire. Lancio uno sguardo mortificata a Tariq che però sembra non aver colto il reale significato della frase...m'ignora, come sempre. Forse è un bene che m'ignori e basta. "Sto bene, vai tranquillo papà " borbotto spingendolo verso il suo studio. Papà non è molto convinto della mia risposta ma cede e torna al suo studio. Rimango sola con Tariq e mordendomi il labbro sussurro "Possiamo parlare?" Lui si limita a farmi un cenno l'assenso. 'Non qui però" mormoro superandolo e portandolo fuori nel boschetto. Mi allontano sempre di più fino a vedere la villa in lontananza e raggiungere la mia quercia, adoro passare il tempo a leggere o semplicemente a contemplare il cielo da qui. Mi faccio coraggio e girandomi verso di lui mormoro "Non è come credi...prima. Io stavo solo facendo la doccia e...mi sei venuto in mente, ma non in quel senso. Ero preoccupata per te e mi è sfuggito il tuo nome, stop...nient'altro. Non vorrei che ti faccia idee sbagliate" Tariq continua a fissarmi e basta, come a non credere a nessuna delle mie parole, come biasimarlo? Neanch'io mi crederei. "Ok, chiarita questa cosa...possiamo parlare di ieri sera." Alzo lo sguardo a lui che non mi stacca gli occhi di dosso, mi studia, quasi mi contempla in silenzio. "Siamo d'accordo sul fatto che sia stato un errore, un gigantesco errore. Tu eri sotto shock per la morte del tuo parente, io...ero stressata dallo studio e ci siamo lasciati andare. Chiaramente questa cosa non si ripeterà mai più." Mi aspetto che annuisca con la testa, che mi dica dica di aver ragione, che faccia qualsiasi cosa, ma rimane fermo ad ascoltarmi e a fissarmi con quei occhi così intensi e impenetrabili. Deglutisco e continuo convinta "Tu lavori per mio padre, per me... sei alle mie dipendenze. Mi aspetto che tu non prenda mai più iniziative di questo genere e che tenga le giuste distanze tra di noi. Atteniamoci a un mero rapporto professionale, lasciandoci alle spalle qualsiasi cosa sia successo ieri" Sposta lo sguardo da un occhio all'altro per poi abbassarlo alle mie labbra e risalire ai miei occhi...questo semplice contatto visivo mi fa avvampare tanto da boccheggiare e fingere di tossire dietro la mano. "Va bene, credo sia il caso di tornare a casa adesso. Papà potrebbe sospettare e non voglio dargli una tale delusione. Se siamo d'accordo, possiamo andare" Finalmente lui fa un semplice cenno e io respirando a fondo per riprendermi ancora dal suo sguardo di fuoco, borbotto "Ottimo" per poi scappare via. "Un attimo" dice lui facendomi paralizzare. Mi sta parlando. "Mi dispiace per ieri" mormora facendomi battere forte il cuore, ha una voce così calda e roca, forse era un bene che non mi parlasse. "Scuse accettate" mi limito a dire dandogli le spalle. Non so se riuscirei a sopportare ancora il suo sguardo di fuoco su di me. "Posso farle una domanda signorina Cortada?" chiede lui sorprendendomi. Mi giro facendomi coraggio e dico "Zaira, puoi chiamarmi Zaira" Lui ignora la mia risposta e chiede "Perché ha chiesto a Sebastian il mio numero?" Merda, stringo i pugni sudati e dico con voce ferma o almeno spero sia così "Te l'ho detto prima, volevo sapere per quanto tempo saresti mancato" "Avrebbe potuto chiederlo a suo padre" dice lui stendendomi, sì...avrei potuto. Fa un passo verso di me torreggiandomi di almeno venti centimetri e bruciandomi con lo guardo da sopra mormora, quasi sibila "Qual è la verità?" Volevo supplicarti di tornare da me, volevo sentire la tua voce, assicurarmi che stessi bene. "È quella che ti ho detto. Volevo sapere per quanto saresti mancato e non volevo disturbare mio padre." Lui abbassa lo sguardo alle mie mani che continuano a tremare, ma prontamente le nascondo dietro la mia schiena. "Andiamo, ho perso fin troppo tempo" sentenzio marciando veloce fuori dal boschetto. Ritorniamo nella villa e mi fiondo dentro la biblioteca per studiare. Non alzo neanche una volta lo sguardo a Tariq, anche se sento il suo sguardo fisso su di me. Studio no stop fino al pomeriggio quando sento il campanello suonare e subito dopo Rosita chiamarmi. Sono sicura del fatto che si tratti di Rafael, quando scendo in salone e mi paralizzo. "Che ci fai qui?" chiedo subito irrigidita. Sento Tariq avvicinarsi a me, come a ricordarmi che ci sarà sempre lui a guardarmi le spalle. "Ciao, scusami...disturbo?" chiede Walter alzandosi dal divano. "Ehm...no, credo" mormoro incerta, che diavolo ci fa nel mio salone? "Vi porto qualcosa da bere?" chiede Rosita interrompendoci. "Grazie, un caffè" risponde Walter, ma la sua sicurezza mi fa andare in bestia e borbotto "No Rosita, il mio ospite stava per andarsene." Rosita nota che tra me e Walter non scorre più buon sangue e abbozzando un sorriso mormora "Un bicchiere d'acqua?" "Sì, andrà benissimo" risponde Walter cordiale mentre Rosita se la dà a gambe e Walter alza lo sguardo a Tariq. L'osservo anch'io con la coda dell'occhio e lo trovo un pezzo di marmo, è completamente irrigidito e ha la mascella serrata. Si vede palesemente che si sta trattenendo dal prendere a pugni Walter, quasi quasi gliel'ordinerei. "Potresti dire al tuo scagnozzo di lasciarci un attimo da soli?" chiede lui mentre Tariq scatta in avanti e lo inchioda immediatamente contro il muro. Rimango in silenzio quando Tariq lo alza contro il muro per la gola e Walter alza subito lo sguardo a me. Sbuffo...devo per forza, non voglio avere un morto sopra la coscienza. "Lascialo andare" dico con voce ferma incrociando le braccia. Lui incenera con lo sguardo Walter, ma esegue i miei ordini e lo rimette per terra. Walter si porta subito le mani sul collo arrossato e raggiungendolo borbotto "Tariq non va da nessuna parte, ora di' quello che devi dirmi e poi vai via" Inclino il viso e dico sorridendo "Sempre che tu non voglia uscire da qui morto" Walter scuote subito la testa e schiarendosi la voce mormora "Sono venuto per una tregua" "Tregua?" "Questa guerra tra associazioni non porterà a..." "Di quale guerra parli?" lo interrompo subito. "La tua associazione contro la mia" Scoppio a ridere mentre Rosita rientra nel salone col bicchiere d'acqua e Walter lo prende subito. "Desiderate altro?" chiede Rosita prima di andare via. "No grazie, puoi andare" dico riprendendomi. Aspetto che esca dal salone per chiedere tagliente "Cosa c'è? Ti sei reso conto che c'è la possibilità che la tua associazione non salga quest'anno?" "Su questo non ho dubbi, vinceremo...piuttosto volevo risparmiarvi l'umiliazione di perdere" Serro la mascella e osservo di lato Tariq che ha la mano sulla fondina, anch'io vorrei sparargli. "Correremo il rischio. Sei venuto per questo? Tutto qua?" "Pensaci bene Zaira" mormora lui toccandomi il braccio. Mi scosto di scatto e ringhio "Non toccarmi." Tariq avanza minaccioso pronto a rimettergli le mani addosso, ma con lo sguardo gli ordino di stare al suo posto...lo capisce. "Scusami...è che...io ci tengo a te. Ti sto dando la possibilità di far parte di nuovo del nostro team, sai che non avete possibilità di batterci. Abbiamo molta più esperienza di voi" "Ci tieni a me?" rido amaramente e sibilo "Non sembrava quando mi hai scopata come un animale e mi hai lasciata sola e sanguinante alla festa" Walter si morde il labbro pentito e lanciando uno sguardo a Tariq che continua a fulminarlo con lo sguardo mormora "Non sapevo che fossi vergine" "Non è una giustificazione." "Non lo è, ho sbagliato. Perdonami, non sono come pensi...ho molto rispetto delle donne" "Sì, certo...facciamo che ti credo perchè mi fai pena e ho perso fin troppo tempo con te" "Zaira, per favore...ascoltami" mormora lui venendomi vicino. Mi aspetto di sentirmi intimidita da lui, con le farfalle allo stomaco, ma la verità è che come se qualcuno mi avesse tolto una benda dagli occhi...solo adesso riesco chiaramente a vedere l'egocentrismo, la presunzione e l'arroganza di Walter. Come ho fatto a cadere nella sua trappola? Una vocina dentro di me dice che volevo fare nuove amicizie, fidarmi delle persone e darmi a loro almeno per una volta...papà aveva ragione: non fidarti di quello che vedi, anche il sale sembra zucchero. Walter mi è sembrato un ragazzo dolcissimo, intelligente, con carattere e ironia...che il cielo mi fulmini per averci creduto davvero. "Ascoltami tu Walter, fattene una ragione...non sempre si può avere controllo di tutto. Un consiglio? Se condizioni la felicità ai risultati, ti condanni alla frustrazione...cerca di controllarti." "Fanculo Cortada" sibila Walter mentre gli alzo il medio e ordino a Tariq di portarlo fuori di casa. Tariq non se lo fa ripetere due volte, agguanta Walter dal braccio e lo trascina fuori come una sacco d'immondizia. "Te ne pertirai! Lo giuro su...ahi cazzo!" esclama per il pugno di Tariq che non tarda ad arrivare. Sospiro buttandomi sul divano e alzo lo sguardo al soffitto. "Signorina Cortada, tutto bene? Ho sentito delle urla" corre nel salone Rosita. "Tranquilla, ho risolto il problema" dico alzandomi e raggiungendola per rassicurarla "Potresti non farne parola con mamma e papà di Walter?" "Io non saprei signorina...suo padre potrebbe arrabbiarsi molto" "Appunto, non facciamolo agitare inutilmente. Io salgo di sopra che devo finire di ripete, mi porti la cena in biblioteca?" "Certo, non si preoccupi" dice lei mentre io le lascio un bacio sulla guancia ed esco dal salone contemporaneamente a Tariq che rientra. Ci ritroviamo a pochissimo dalle nostre labbra, alzo istintivamente le mani sul suo petto per non cadere a terra e sento il suo calore incendiarmi il palmo della mano...il profumo di sandalo, di qualcosa di legnoso invade le mie narici e mi ritrovo a boccheggiare alla ricerca di aria. Tariq mi afferra i fianchi per non farmi perdere l'equilibrio e mi brucia con lo sguardo, come se il confronto con Walter lo avesse eccitato, come se volesse stavolta sbattere me contro il muro e riprendere quello che abbiamo bruscamente interrotto ieri sera. "Porto anche a lei la cena di sopra?" chiede Rosita alle mie spalle facendoci staccare di scatto. "Sì sì, portala anche a Tariq" dico dandomela a gambe levate. Dannazione Zaira...cosa gli avevi detto questa mattina? Di stare lontano da me e ti ci aggrappi come una scimmia? Stupida! Sbatto la porta della biblioteca per il nervosismo mentre sento Tariq dietro riaprire la porta e posizionarsi a fianco, come al solito. Mi risiedo al mio posto e ritorno a ripetere...Rosita poco dopo ci lascia la cena su un vassoio e dice che si ritirerà a casa sua, a pochi passi da qui. "Va bene, grazie Rosita" mormoro vedendola sparire dietro la porta. Ripeto ancora un po' fino a quando mi sento la gola bruciare e capisco di dovermi fermare. Chiudo i libri e trascino a me il vassoio scoprendo i piatti...polpette al sugo, insalata e pane. Sposto il piatto per Tariq davanti a me, a debita distanza, e mormoro "Tariq vieni, puoi mangiare" Non si muove, non capisco perchè si rifiuti di mangiare di fronte a me. Non lo aspetto e prendo subito un morso di una polpetta...mi trovo a gemere di piacere a occhi chiusi. Spezzo subito un pezzo di pane e lo immergo nel sugo per poi mangiarlo. "Non sai che ti perdi" gli dico notando che stavolta guarda i piatti...prima aveva lo sguardo totalmente dall'altra parte. "Forza, vieni a mangiare finchè è caldo" ribadisco. Continua a non muoversi...sbuffo "E' un ordine Tariq" Finalmente si smuove e con passi lenti, si accomoda di fronte a me. Prima di mangiare, si alza le maniche della giacca e della camicia scoprendo un tatuaggio tribale che però continua di sopra e non mi permette di ammirarlo per intero. Incomincia a mangiare a testa bassa e io lo studio, non riesco a staccargli gli occhi di dosso...quasi lo ammiro. Mangia in silenzio e sconvolgentemente lo fa in maniera sensuale...il modo in cui muove quelle dita affusolate per raccogliere il sugo sul pezzo di pane, il pollice che tiene fermo il condimento mentre lo porta nella bocca e mastica con movimenti lenti ma grandi. Mi ritrovo a desiderare di nascere una polpetta nella prossima vita. Lui all'improvviso alza lo sguardo su di me e m'indica la bocca. "Cosa?" chiedo non capendo. Tariq allunga la mano e raccogliendo del sugo dall'angolo delle mie labbra, si porta il pollice in bocca e ricomincia a mangiare indisturbato. "Oh cazzo" borbotto quando una polpetta mi scivola dalla forchetta e cade per terra. Che diavolo mi prende? Resta lucida Zaira. Mi abbasso subito per prenderla e raggiungo il cestino per buttarla...dannazione, era l'ultima. Butto la polpetta e quando ritorno al mio posto ritrovo un'altra polpetta nel mio piatto...alzo subito lo sguardo a lui che finge di non saperne nulla. Un sorriso si dipinge sul mio volto e in silenzio mangiucchio la sua polpetta. Finiamo di mangiare e portando i piatti in cucina, risaliamo per andare a dormire. Si è fatta una certa e domani devo svegliarmi presto per ripetere gli ultimi capitoli. Papà e mamma mi sa che faranno tardi a casa di zia Viviana, ma già lo sospettavo...non fanno mai prima delle 4, spesso rimangono lì a dormire. Mando un messaggio a loro dicendo che vado a dormire e silenzio il cellulare. Scommetto che non leggeranno mai il mio messaggio. Mi lavo i denti e indossando il mio pigiama, esco dal bagno per poi mettermi a letto. Tariq si è già cambiato mettendo dei pantaloni più comodi e la solita canottiera...ogni volta è una tortura non fissargli l'accozzaglia di muscoli che si ritrova. "Notte" mi limito a dire mettendomi sotto le coperte e abbassando la mascherina ai miei occhi. L'ansia per l'esame imminente non mi permette di fare sogni tranquilli e alzandomi in piena notte, abbasso lo sguardo all'orologio che segna le 3. Mi aspetto di trovare Tariq sveglio, come sempre, ma alzo un sopracciglio sorpresa quando invece lo vedo sonnecchiare tranquillo. Mi sa che non ha dormito abbastanza la sera prima, neanch'io in realtà. Scendo dal letto in silenzio e afferrando la mia vestaglia, esco scalza dalla stanza. Vado in cucina e preparandomi un bicchiere di latte caldo, mi metto seduta a sorseggiarlo insieme a qualche biscotto. "No! Non farlo!" sento urlare facendomi sussultare sullo sgabello. Chi è? Esco subito dalla cucina con ancora il latte in mano e salgo le scale sentendo le urla provenire da sopra. "Non farlo, ascoltami! Ti supplico!" sento ancora gridare...da camera mia? Entro subito dentro e trovo Tariq agitarsi sul letto in preda a un incubo. "Non te ne andare! Non lasciarmi solo, Mustafa!" continua a gridare iniziando a tremare e sudare. Mustafa? E' il parente che ha perso? "Tariq" cerco di svegliarlo in pena per lui. "No!! Ti salverò io, fidati di me! Non farlo!" "Tariq, svegliati. Tariq!" esclamo a voce alta mentre lui spalanca di scatto gli occhi e si mette seduto. Quando mi trova seduta sul suo letto e a pochi centimetri da lui, fa una cosa che mi sconvolge completamente...mi abbraccia, si aggrappa completamente a me, come se ne andasse della sua vita. Sento il suo cuore andare a mille, è sudato e sembra un termosifone, mi tiene stretta a lui e respira sulla mia spalla...sembra sconvolto. Inizio a sbloccarmi e abbasso le mani alla sua schiena, gliel'accarezzo con movimenti lenti. "Va tutto bene" gli sussurro sperando che possa tranquillizzarlo in qualche modo. Quando ci stacchiamo, lui non mi guarda neanche in faccia, è mortificato. Deglutisco dispiaciuta per lui e riprendendo il mio bicchiere di latte, glielo porgo dicendo "Bevi questo" E' un po' incerto, ma dopo un po' lo accetta e inizia a sorseggiare il latte...sembra piacergli perchè lo finisce tutto e si passa il dorso della mano sulle labbra in segno di gradimento. Fa per scendere dal letto, ma glielo impedisco e prendendogli il bicchiere dalle mani dico "Ci penso io al bicchiere, stai tranquillo" Tariq non proferisce parola, è così deluso da se stesso, così tanto che non si accorge dei nostri copri vicini, pericolosamente vicini. "Meglio?" chiedo leccandomi le labbra. Lui nota il mio gesto e leccandosi a sua volta le labbra, annuisce piano con la testa. "Hai fatto un incubo" mormoro mentre lui riannuisce con la testa. "L'ho svegliata?" mi chiede in un sussurro...un brivido mi scende dalla schiena e colpisce in basso, tra le mie gambe che sembrano diventate mollicce in sua presenza. "No, non riuscivo a dormire" mormoro mentre lui si fa più avanti fino a sfiorare il suo naso col mio. Schiudo subito le labbra e dei ciuffi mi cadono ai lati del viso incorniciandolo...lui scosta un ciuffetto e guardandomi dritto negli occhi dice "Grazie..." Mi mordo il labbro deglutendo subito dopo in cerca di salivazione che sembra sparita e faccio un cenno con la testa...siamo troppo vicini, lui è solo con una canottiera sopra, per giunta attaccata al suo petto massiccio, dato il sudore durante l'incubo. Vorrei tanto sporgermi ancora un altro centimetro in più e unire le nostre labbra, riassaggiare il suo sapore, sentire la mia lingua che va incontro alla sua, così vellutata e calda. Vorrei appoggiare le mani sulle sue spalle, farle scivolare sul suo petto, sentire il suo battito farsi rapido mentre vado sempre più in basso, dove mi è proibito anche solo fantasticare. "E' meglio che io torni a dormire" sussurro sospirando e allontanandomi da lui. Non posso rischiare di ricaderci, mi sono promessa che non sarebbe più successo nulla tra noi. "Non avrei dovuto toccarla" dice lui riferendosi all'abbraccio, mentre io scuoto la testa e lo rassicuro "Non ti preoccupare. Buonanotte" Mi rimetto sotto le coperte e mentre cerco di prendere sonno, mi porto le mani sul viso e quasi grido su queste...che tortura. SAMIR'S POV: "Studi?" chiede Bilel bussando la porta della biblioteca. Zaira ha l'ultimo esame domani e ripete come una dannata da stamattina alle 6, inizio a pensare che non sia umana...sembra una locomotiva che freccia sui binari. "Sì papà" si limita a dire lei senza neanche alzare lo sguardo su di lui. "Posso rubarti Tariq un attimo?" Vuole parlare con me? "Sì, andate" sbotta Zaira infastidita sfogliando freneticamente delle pagine. Bilel mi fa cenno di uscire e io lo seguo fuori silenziosamente. Entriamo nel suo ufficio e io inizio a pensare che Zaira gli abbia raccontato di ieri sera...di come mi sia letteralmente buttato su di lei, di come mi sia ancorata a lei quando ero a un passo da un precipizio e l'unica cosa che volevo era cadere. L'immagine di Mustafa che s'impicca nella sua cella mi perseguita, non ho pace, non riesco a non pensare ad altro...ho smesso di farlo solo per pochi secondi, mentre Zaira mi stringeva fra le sue braccia e, anche se per poco, mi sono lasciato andare, fingendo di non sapere che si tratti della figlia del mio più acerrimo nemico. Si stava così bene fra le sue braccia, le sue manine che cercavano di darmi sollievo accarezzandomi la schiena, i suoi capelli che sapevano di buono, è stata così dolce che se mi avesse chiesto d'inginocchiarmi di fronte a lei, lo avrei fatto senza pensarci due volte. "Come stai? Ti sei ripreso dal lutto del tuo amico?" chiede Bilel andando verso il carrello degli alcolici. "Sì signore" "Ha lasciato qualcuno?" Me. "Una moglie" mento. "Poi le farò un assegno allora" Stringo i pugni dietro la schiena, cosa crede? Che i soldi possano rimpiazzare una persona? Afferra la bottiglia di un whisky pregiato e togliendo il tappo, dice mentre versa su due bicchieri "Sai chi altro è morto?" Corrugo la fronte "No signore" Mi porge il bicchiere di whisky e dice felice "Samir, si è finalmente ucciso nella sua cella come un miserabile. Sai cosa significa questo?" Serro la mascella sentendo il mio cuore battere all'impazzata. "Che anche l'ultimo stronzo discendente dei tre sceicchi è morto! Non rischieremo più che qualcuno risalga a capo dell'organizzazione, è finita" La rabbia rimonta tutto d'impeto ed estraendo la pistola della cinta, gliela punto in fronte. "Finita un cazzo, avete puntato sul Samir sbagliato. Avete ucciso mio fratello Ibrahim, avete portato al suicidio mio cugino Mustafa, ma vi è andata male con me." Sposto la pistola alla sua bocca e con tutto l'odio che ho in corpo per lui ringhio "Sono io Samir." Bilel spalanca gli occhi incominciando a mettere tutti i pezzi al loro posto, a quando m'intrufolai nella sua villa la notte stessa in cui hanno ucciso mio fratello, fingendomi un bambino orfano, senza un soldo e un morto di fame. "Mi vendicherò di Ibrahim, di Mustafa, di mio padre Ahmed, di tutta l'organizzazione che hai mandato a puttane dopo tutti i sacrifici dei nostri padri. Ti ucciderò con le mie stesse mani, ti porterò alla rovina, insieme a tutta la tua famiglia. Questo è solo l'inizio stronzo." "Tariq?" chiede Bilel riportandomi alla realtà. Scuoto la testa e mormoro "Cosa?" "Stavamo brindando alla morte di Samir" mi ricorda lui facendomi ingoiare l'ennesimo rospo. "Giusto" dico impugnando al meglio il bicchiere, ho le dita talmente sudate che ho paura che il bicchiere mi scivoli dalle mani. "Alla morte di Samir, ce lo siamo finalmente tolti di torno" dice Bilel alzando il bicchiere. "Alla morte di Samir" mormoro io andandogli incontro col bicchiere. Bilel non smette di sorridere e io tracanno tutto il whisky, cercando di rimanere lucido e resistere...non so per quanto ancora posso farlo. "Ritorno in biblioteca" dico posando il bicchiere. Devo uscire immediatamente da qui. "Sì, un attimo figliolo" dice lui girando attorno alla scrivania e scrivendo qualcosa su dei fogliettini. Li strappa e raggiungendomi, me li porge "Uno per la moglie del tuo amico e l'altro per te, hai fatto un attimo lavoro questo mese e ti meriti questa ricompensa" Vorrei strappare in mille pezzi questi assegni e sbatterglieli in faccia, ma li accetto costretto e dico "Grazie signore, lei è troppo buono" "Forza vai" dice lui dandomi uno schiaffetto sulla spalla, per poi darmi le spalle e tornare alla sua scrivania. Esco fuori dal suo studio e abbasso lo sguardo agli assegni fra le mie mani. Li accartoccio e chiudo gli occhi cercando di calmarmi, mi sento incendiare dentro. "Tariq" sento la sua voce. Alzo la testa di scatto e la trovo sulla soglia della biblioteca che mi osserva preoccupata...abbasso lo sguardo ai suoi leggins, la maglia larga che le lascia una spalla scoperta, scalza e con una coda disordinata. E' sexy anche così, di una bellezza disarmante...sarebbe elegante e sensuale anche con un sacco d'immondizia, vorrei che non fosse la figlia di quel mostro. "Tutto bene?" chiede raggiungendomi. Rimango fermo e in silenzio mentre lei mi arriva sotto il muso e mormora "Qualsiasi cosa, posso parlarci io con papà" Vorrei rassicurarla, prenderle il viso tra le mani e lasciarle un bacio sulla fronte, dirle che va bene così, che posso farcela finchè ci sarà lei qui a tranquillizzarmi...invece la ignoro e superandola, rientro in silenzio in biblioteca. Mi rimetto al mio solito posto, mentre anche Zaira rientra e risedendosi alla scrivania, mi lancia un'occhiataccia. È così che deve andare...deve odiarmi e dovrei farlo anch'io, per il bene di entrambi stavolta.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"Le mie paure che abitano le tue mani colme di speranze" - lettisfatti. SAMIR'S POV: "Signorina, è inutile girarci intorno. Sa parlarmi dei limiti costituzionali della legge provvedimento o no?" sbotta spazientito il professore di diritto costituzionale 2. "Io, sì...la legge provvedimento è un atto avente forza di legge, in quanto adottato in base agli artt. 71 ss. Cost., ma che, come un provvedimento, disciplina casi specifici e si riferisce a destinatari determinati. La legge provvedimento, quindi, condivide i caratteri formali della legge e quelli sostanziali e contenutistici di un provvedimento amministrativo. Il nostro assetto costituzionale, infatti, qualifica la legge non in base al suo contenuto, ma in base al procedimento previsto per la sua..." Il professore batte una mano sulla scrivania facendo sussultare la studentessa e dice brusco "Le ho chiesto di parlarmi della legge provvedimento o dei limiti costituzionali?" "Dei limiti costituzionali...cercavo di arrivarci" mormora la studentessa tremando visibilmente. "E io le ho detto che è inutile girarci intorno. Mi parli dei limiti costituzionali, glielo ripeto per l'ultima volta" La studentessa si contorce le mani e cerca di farfugliare qualche parola invano quando il professore la interrompe bruscamente e la invita a presentarsi al prossimo appello più preparata. Osservo la ragazza uscire dall'aula in lacrime e svoltare a destra singhiozzando...anche Zaira osserva la stessa scena e incrociando il mio sguardo, lo riabbassa subito dopo ai suoi appunti. Cerca di rimanere lucida e non farsi condizionare dalle innumerevoli bocciature della giornata, ma posso sentire la sua agitazione e l'ansia farsi sempre più pesante. Abbasso lo sguardo all'orologio e sospiro piano, sono le 16:42 e la sessione d'esame è iniziata alle 10. Dall'appello che ha fatto l'assistente ho capito che Zaira è l'ultima, quindi fra pochi minuti dovrebbe finire...oltre alla ragazza che è scappata, manca un altro ragazzo e poi è il turno di Zaira. Lancio uno sguardo a lei e faccio una smorfia...sembra un cadavere vivente, è in piedi dalle 5 del mattino e non ha mangiato o bevuto nulla, se non del caffè dalla macchinetta. Consapevole della lunga giornata, Rosita ci aveva fatto dei panini da portare che io ho consumato a metà per uno strano senso di nausea...può essere che sia anch'io ansioso per Zaira? Il padre e la madre hanno cercato di tranquillizzarla più volte al telefono, ma lei è come se non li stesse ascoltando...è concentrata a dare il massimo per il suo ultimo esame e niente e nessuno potrebbe distrarla dall'obiettivo così vicino. "Marinetti" chiama l'assistente del professore. "Sì, sono qui" mormora il ragazzo alzandosi e raggiungendo la cattedra. L'esame dura poco, alla prima domanda lui tentenna e si rende conto di non essere abbastanza preparato per continuare l'esame...il professore gli dà ragione e invita anche lui a presentarsi al prossimo appello. "Grazie professore" dice il ragazzo rialzandosi e andando a raccogliere il suo borsone e la giacca. "Buona fortuna" mormora a Zaira che ricambia con un debole cenno. "Cortada" chiama finalmente l'assistente. Zaira si alza sicura di sè e facendo un bel respiro, attraversa l'aula come una pantera pronta a combattere per il suo premio. La osservo nei suoi jeans aderenti, gli stivaletti col tacco basso che risuona per tutta la stanza, il dolcevita beige dentro i jeans e una giacca elegante a quadretti beige e marrone sopra. I capelli sono acconciati in una treccia ordinata con delle ciocche di capelli che ricadono sul viso incorniciandolo ad arte, ha il viso leggermente truccato e alle labbra un burro cacao che rende le rende lucide e rosate. "Salve" saluta l'assistente e il professore allungando la sua carta Unipa. "Salve signorina Cortada" dice l'assistente sorridendole. Corrugo subito la fronte, che gli prende? Ha trattato come delle merde tutti gli altri ragazzi e adesso sembra che voglia divorarsi con lo sguardo Zaira? Serro la mascella, sono consapevole del fatto che la bellezza di Zaira possa attirare sguardi indiscreti, ma quando succede mi prudono le mani dal bisogno di attirare a me Zaira per sottrarla da tutti questi sguardi. "Salve, Alfonso il ragazzo di prima non doveva far da testimone alla signorina?" chiede il professore indicandola. "Vero, me ne sono scordato professore, vado a cercarlo?" chiede l'assistente facendomi alzare lo sguardo al soffitto....certo, era concentrato a non staccare gli occhi da Zaira. "Potrebbe fare da testimone la mia guardia del corpo?" propone Zaira stupendomi, allora è consapevole della mia presenza. E' da stamattina che m'ignora completamente, non che io le abbia dato a parlare, ma avrei potuto rassicurarla almeno con un sguardo. "Certo, si avvicini signore" dice il professore indicandomi. Mi muovo veloce e mi posiziono dietro a Zaira...sento improvvisamente lo stomaco contorcersi, ma il profumo dolce e deciso di Zaira mi tranquillizza un po', non capisco cosa mi prenda. "Bene...possiamo cominciare" dice l'assistente sorridendo a Zaira. Mi trattengo dal prendere la pistola e infilargliela in bocca. "Va bene...partiamo col definire la differenza tra l'abrogazione e l'annullamento di una legge" "Sì. L'annullamento consiste nella rimozione di una norma dall'ordinamento giuridico ed ha effetti erga omnes ed ex tunc (effetti retroattivi) ossia riguarda anche le situazioni giuridiche sorte prima di esso. Di solito l'annullamento di una norma è disposto dalla Corte Costituzionale, per incompatibilità della norma con la costituzione e per vizi o di legittimità o di merito. L'abrogazione invece è l'istituto mediante il quale il legislatore determina la cessazione ex nunc (non retroattiva) degli effetti della norma. Ciò significa che le situazioni venute in essere precedentemente non saranno coinvolte dall'abrogazione. L'abrogazione può essere espressa tacita o implicita. Quindi la differenza sostanziale tra abrogazione e annullamento sta nella loro efficacia nel tempo, la prima en nunc e il secondo ex tunc." "Bene, è qual è la differenza invece tra un'abrogazione espressa e un'abrogazione tacita?" Zaira parte a mille e io inizio seguo ogni singola parola, mentre ripeteva in biblioteca mi capitava di ascoltarla con attenzione e apprendere anch'io alcune nozioni di diritto...è sempre stata molto chiara nella spiegazione, coincisa e perfetta. Andiamo avanti per una mezz'oretta e dopo ben cinque domande il professore sorpreso dalla dialettica di Zaira le propone un'ultima domanda per la lode. Lei accetta senza neanche pensarci e il professore dice "Prima ho chiesto a una studentessa i limiti della legge provvedimento, lei me ne sa parlare?" "Certo" dice Zaira col sorriso incominciando a elencare gli articoli che regolano tali limiti. "Ottimo, oltre alla classe di limiti costituzionali appena esaminata, un'ulteriore categoria di limiti applicabili alla legge provvedimento è stata individuata...mi sa dire quale?" Facile. Mi aspetto che parta col dare la risposta alla domanda, ma la vedo per la prima volta tentennare...che le prende? L'ha ripetuto fino allo sfinimento la sera prima. "Non me ne sa parlare?" chiede il professore un po' deluso. Zaira abbassa lo sguardo alle sue gambe e mormora "Sì, un attimo solo..." E' andata in confusione, mi rendo conto mentre mi abbasso fingendo di allacciarmi le scarpe e sussurro pianissimo dietro di lei "I limiti derivanti dalle norme costituzionali sui principi dell'attività amministrativa" Zaira rizza subito le orecchie e per aiutarla ulteriormente le sussurro "Articoli 97, 3 e 101 della Costituzione" mi alzo subito dopo per non destare sospetti e Zaira riordinando finalmente le idee parte a ripetere. "E lode sia, complimenti per la chiarezza nell'esposizione. Ha già un relatore per la sua tesi?" chiede il professore rendendomi così fiero di Zaira. Lei ringrazia riconoscente e firmando sul portale, saluta il professore e quel coglione dell'assistente che continuano a tessere le sue lodi. "Grazie ancora, una buona serata" dice ancora Zaira indietreggiando per poi girarsi e uscire dall'aula composta. La seguo da dietro e una volta fuori dall'aula e dal corridoio, Zaira si gira e mi butta le braccia attorno al collo salendo su di me. Riesco a prenderla al volo e mi guardo attorno osservando gli altri ragazzi che ci guardano incuriositi. "Grazie, grazie, grazie!" esclama sulla mia spalla riconoscente per poi scendere e afferrare il cellulare. "30 e lode!" grida al cellulare saltellando. "Sì sì, ci vediamo più tardi a casa" mormora per poi riattaccare e passarsi le mani sul viso. Si leva la giacca surriscaldata e dice spalancando le braccia "Santo cielo che sollievo!" Alza lo sguardo a me felice e aggiunge "Andiamo a festeggiare, portami da qualche parte!" Corrugo la fronte non capendo mentre lei continua a dire "In qualsiasi posto, portami in un posto speciale...uno dove possa urlare la mia felicità" Annuisco con le idee più chiare e ci dirigiamo verso la macchina. Impieghiamo mezz'ora di tempo ad arrivare al posto...è un casa abbandonata sopra all'Addaura, avevo intenzione di comprarla e lavorarci per dare una casa ad Ibrahim, ma tutto andò al diavolo. Lui amava il mare di Palermo e sognava un giorno di avere questa bella casa con vista sulla spiaggia. Dopo la morte di Ibrahim ho accantonato l'idea, finchè un giorno ci passai e vidi che era ancora abbandonata alle sue macerie. Da allora vengo spesso qui per guardare il mare dall'alto e perdermi nei miei pensieri. "Cos'è questo posto?" chiede subito Zaira scendendo dalla macchina. "Seguimi" le dico iniziando a salire la strada ripida che porta sulla cima di una montagnetta dove si trova la casa. "Attenta ai massi" l'avverto una volta arrivati. La casa è a due piani e il piano di sotto è pieno di sassi enormi..."Di qua" mormoro indicandole una scala che porta al piano di sopra. Lei mi supera guardandosi attorno un po' scettica, finchè sale le scale e spalanca la bocca. "Si vede tutto da quassù" mormora muovendosi sulla specie di terrazzo che dà al mare. "Stupendo" dice ancora non staccando gli occhi dal panorama. La raggiungo da dietro e posandole la giacca sulla spalla mormoro piano "C'è un po' di freschetto qua sopra" "Grazie" dice sorridendomi con gli occhi luccicanti. Faccio un cenno indietreggiando, finchè lei si mordicchia il labbro ed uscendo dal suo zainetto i panini di Rosita chiede "Mangiamo? Sto letteralmente morendo di fame" Annuisco con la testa e levandomi la mia giacca, la poso per terra trasformandola in una specie di telo. Lei ridacchia e sedendoci sopra, mi passa uno dei quattro panini che Rosita ci ha preparato. "Alla nostra" dice Zaira sbattendo il suo panino col mio. Faccio un cenno e aspetto che Zaira cominci a mangiare per mangiare anch'io. "Che pace" mormora lei ancora in visibilio per il panorama che ci circonda. Prende un bel morso al panino e chiede "Come conosci questo posto?" Resto in silenzio mangiucchiando anch'io il panino, non so se sono pronto a rivelare questa importante informazione alla figlia del mio peggior nemico. Una vocina dentro mi suggerisce che lei non ha niente a che fare col padre, che è solo Zaira, la stessa che ieri è riuscita a scacciare i miei incubi con dolcezza. "Forse è una cosa privata "deduce lei pentendosi della domanda. Eppure il fatto che lei rimanga delusa dalla mia non risposta, mi porta a confessare piano "Mio fratello" "Hai un fratello?" Chiede lei sorpresa. Rimango di sasso e sospirando mormoro "Avevo, è morto" "Mi dispiace" "È successo tanto tempo fa signorina" Lei scuoto subito la testa e borbotta "Oggi sono solo Zaira e tu sei solo Tariq. Siamo due semplici ragazzi che sono venuti qui sopra a mangiare un boccone e scambiare due chiacchiere, ok?" La guardo un po' scettico e Zaira capendolo dice ancora "È un ordine" Annuisco subito e lei scoppia a ridere. "Quindi...ci venivi con tuo fratello qua sopra?" Investiga lei continuando a mangiare. "No, in realtà volevo costruire una casa per noi. Era una sorpresa che volevo fargli" "Che carino da parte tua..." Faccio un cenno debole e prendo un boccone del panino, ora che Zaira si è data l'esame, non sento più quel pungente fastidio che sentivo allo stomaco. Rimaniamo un po' in silenzio finché lei lo spezza e dice facendomi riempire il cuore "Sono sicuro che gli sarebbe piaciuto un sacco la tua sorpresa. Quassù è da mozzafiato" Vorrei trattenermi dal sorridere, ma lei mi sgama subito e mormora divertita "Vedi che ti ho beccato" Si fa più vicina a me e dice "Potresti sorridere un po' di più con me, sai che non è reato?" Alza le mani insieme al panino e dice ancora facendomi sorridere ancora "Ho consultato tutti i codici al mondo, nessun articolo t'impedisce di sorridere con me, giuro" "Suo padre è il mio capo, lei è il mio capo. Sono alle vostre dipendenze" le ricordo per tenere quanto più distanza da lei. Mi rendo conto di aver fatto una stupidata a portarla in un posto a me molto caro. "Cosa ti ho detto prima?" "Non conta nel nostro caso" la blocco subito. "Perchè no? Eppure con Diana ti comporti diversamente, con lei ridi, scherzi, perchè non con me?" "Lei è..." "Io non sono il tuo capo! Non dopo quel bacio!" esclama Zaira paralizzandomi. "Non è contato niente per te quel bacio? Davvero?" chiede all'improvviso facendomi morire dentro. Mi lecco le labbra e scuotendo piano la testa, le spezzo il cuore dicendo semplicemente "No" Mi aspetto che mi ferisca altrettanto dicendomi che anche per lei è stato così, d'altronde me l'ha più volte ribadito nel boschetto, eppure sembra esserci rimasta male e alzandosi con furia, si mette dall'altra parte della stanza a finire il panino. La osservo in silenzio mentre si asciuga una lacrima di nascosto e continua a mangiare. Stranamente mi ritrovo a voler andare da lei per calmarla, dirle che in realtà quel bacio è contato molto anche per me, che non possiamo comportarci come due ragazzini, io sono più grande di lei di 10 anni, non posso permettermelo. Finisco il panino e riprendendo la giacca, la raggiungo. "L'aspetto in macchina" dico per poi girarmi e andare via. "Io mi ricordo di te" dice invece lei facendomi immobilizzare. __________________________ * Preso dal capitolo 75 del libro "Contro ogni mia ragione". Se sei una nuova lettrice, continua a leggere per capire a cosa si riferisce Zaira. Se non lo sei, salta tutta la parte in corsivo. * 15 ANNI PRIMA. SAMIR'S POV: "Questo è il mio numero, in caso volessimo vederci un'altra volta" dice la ragazza con cui ho passato la notte, allungandomi un fazzoletto col suo numero. Mi accendo la sigaretta e facendo un cenno in direzione del materasso dico con la sigaretta tra i denti "Poggia lì" Lei intuisce che non me ne importa niente del suo numero e chiede rivestendosi "Toglimi una curiosità, quanti anni hai? Sei maggiorenne, vero?" "Se non lo fossi, cosa cambierebbe?" "Niente, il danno è già stato fatto" Butto un po' di cenere e dico buttando fuori del fumo "Oggi ne faccio 16" "Cazzo" impreca lei portandosi una mano sui capelli. "Ho scopato con un quindicenne?" "Tecnicamente 16, siamo saliti in hotel alle 4 di notte" "Non sembri affatto minorenne, hai un corpo abbastanza...massiccio. Sei alto, hai un accenno di barba e la voce è molto calda e roca. Ci sai anche fare con le donne, a quanti anni hai perso la verginità?" "Non ricordo" "Non sei di Palermo, vero? Hai un accento strano" cerca ancora d'indagare lei, inizia a darmi fastidio. "Sono qui per lavoro" farfuglio lanciando un'occhiata all'orologio, cazzo sono le 15. "Che lavoro può fare un quindi...sedicenne?" Il cellulare squilla improvvisamente mostrandomi una chiamata da parte di Mustafa. Scendo subito dal letto e prendendo il cellulare, esco nel balcone. "Ho da fare adesso" gracchio prima di uscire. "Ricevuto, vado via" dice la ragazza capendo al volo. Chiudo la portafinestra e guardandomi attorno chiedo "Pronto?" "E' con te?" chiede Mustafa, mio cugino e mio complice. Sospiro "Sì, il viaggio è stato tranquillo" "Bene, qua siamo nei casini. Abbiamo fatto male a stuzzicare il can che dorme" "Cazzate, questo è solo l'inizio. Adesso vi raggiungo con Khalil" "La senti? La mocciosa non ha smesso di piangere un secondo e la vecchia continua a brontolare, giuro che le ammazzo adesso" si lamenta Mustafa. Abbiamo rapito la domestica e la figlia di Jamal, uno dei cari amici di Bilel Cortada, per dargli un avvertimento. Vedo che si è finalmente mosso, era ora che desse segni di vita e che iniziasse a temerci. "Sto arrivando, Ibrahim è con te?" chiedo ignorandolo. "Sì, te lo passo" Sento dei rumori strani e poi Ibra che mormora "Fratellone" Mi si riempie il cuore. Per questa faccenda di Khalil siamo stati distanti per mesi, gli ho promesso che avremmo recuperato tutto il tempo perso. "Ibra, piccolo mio...come stai?" "Mi annoio, hai un lavoretto per me?" Sorrido scuotendo la testa "No, adesso ci penso io. Sono atterrato a Palermo, tra un'oretta dovrei raggiungervi" "Davvero?!" "Davvero." dico annuendo con la testa felice. "Samir è qui!" grida Ibra a Mustafa felice. "Shh, fa piano!" lo rimprovera nostro cugino. "Dai riattacca così mi preparo, ci vediamo più tardi" "Ciao fratellone, a presto" "Ciao piccolo" mormoro aspettando che riattacchi, cosa che fa dopo pochi secondi. Rientro nella stanza e non trovo più la ragazza, ottimo. Apro la porta del bagno e raggiungo Khalil sulla vasca legato e drogato. Mi lavo la faccia e cambiandomi i vestiti, mi carico Khalil sulla spalla. Aggancio la pistola sui pantaloni e prendo il cellulare, sono pronto per il colpaccio. Fingeremo che sia stato Khalil a rapire la figlia di quel bastardo e anche Flora, sua moglie, lo rinnegherà...Khalil si renderà conto di avere tutti contro e finalmente si deciderà a mettere i suoi uomini e i miei insieme per combattere quel cane di Bilel Cortada. Ci riprenderemo l'organizzazione e la jihad avrà più persone per combattere contro gli infedeli nel nome dell'Altissimo e Onnipotente Allah. Prendo le scale antincendio e scendendo in cucina, trovo Tahir che mi aspetta. "Grazie amico, As-Salamu Alaykum" mormoro prendendo le chiavi che mi offre. "Wa-alaykum As Salam" dice Tahir aprendomi la porta sul retro. Rintraccio la macchina e buttando Khalil nel bagagliaio, salgo davanti. "La sai guidare?"chiede Tahir dal finestrino. "Certo, grazie dell'aiuto. Te la riporto appena ho finito" Tahir annuisce con la testa e si allontana dalla macchina per farmi passare. Oltrepasso il cancello e svoltando a destra, metto il navigatore per raggiungere la vecchia fabbrica dove sono nascosti Mustafa e Ibra. Butto un'occhiata dietro per controllare Khalil e continuo a guidare indisturbato, il posto è a un'ora da Palermo, spero di non beccare traffico. Come non detto, vengo bloccato dal traffico per ore e il cellulare non prende, che cazzo. Il pensiero va ad Ibra che starà ghiacciando in quella fabbrica abbandonata in collina. Sono stato troppo stupido, non avrei dovuto mandarlo con Mustafa. Accanto alla macchina sfrecciano altre 3 auto velocissime che mi superano e mi fanno imprecare. Sono sbucate dal nulla, fanculo. Faccio attenzione sulle curve e parcheggiando poco più distante dalla fabbrica, scendo dalla macchina e apro il portabagagli. Khalil dorme ancora come un ghiro. Me lo carico sulle spalle e sospirando, m'incammino verso la fabbrica. La strada in salita è troppo ripida per continuarla in macchina, almeno per me...devo proseguire per forza a piedi. Mi guardo attorno, ma non riesco a vedere nulla...saranno le 19 e fuori è buio fitto. Lancio un'occhiata al cellulare che continua a non prendere e sbuffo, non ho notizie dei ragazzi dall'ultima volta che li ho sentiti. Respiro affannosamente quando raggiungo la collina e corrugo la fronte nel vedere le porte della fabbrica spalancate e alcune macchine parcheggiate di lato a caso. Il cuore inizia a battere forte realizzando che erano le stesse macchine che mi hanno sorpassato prima. Intravedo delle persone davanti le macchine e spalanco gli occhi...ci hanno scoperti. Getto Khalil fra gli alberi e corro dal lato opposto della fabbrica, è buio per fortuna e nessuno si accorge di me. Sento il cuore schizzare fuori dalla cassa toracica quando entro dal retro e vedo in lontananza dei corpi per terra. Mi guardo attorno sperando di beccare Mustafa e Ibra nascosti, ma non vedo nessuno... Mi avvicino furtivo all'entrata della fabbrica e nascondendomi dietro a delle casse vuote, osservo una pozza di sangue sotto un corpo. No, no, no, Signore non mi fare questo...mi ripeto in testa. "Prendi me, non lui. Ti prego, ti prego signore. Ti prego Signore" sussurro mentre mi sposto da una cassa all'altra finchè raggiungo i corpi e avvicinandomi sempre di più realizzo che il mio incubo più grande si è appena avverato. "Ibra, piccolo no...no" sussurro tremando prendendo Ibra tra le braccia. Mi raggelo sentendo il corpo senza vita di Ibra e la sua testa che penzola in basso. "No no no...Ibra, no. Torna da me, torna da me..." "Samir..."sento dire alle mie spalle. Mi giro di scatto e trovo Mustafa con gli aperti ma un lago di sangue sotto il braccio e il fianco. "Ibra è..." farfuglio con le lacrime agli occhi. "Gli hanno sparato...non ho potuto fare nulla" dice in un filo di voce. Abbasso lo sguardo a Ibra e lasciandogli un bacio sulla fronte, lo cullo fra le mie braccia. Non riesco ancora a crederci, era troppo piccolo per morire, aveva ancora tutta la vita davanti a sè...non si meritava di morire così, me lo meritavo io. "Samir" mi richiama Musata. Stringo tra le mie braccia Ibra e singhiozzo cullandolo, non vedeva l'ora di vedermi. "Samir, vattene. Stanno arrivando" "Non m'importa" "Samir!" "Non m'importa! Che mi ammazzino pure, mi merito di morire!" grido col viso imperniato di lacrime. Stringo Ibra sentendo parte del mio cuore sgretolarsi e bruciare in cenere, quando all'improvviso delle braccia mi staccano da Ibra e mi spingono via. "Vattene, ho detto!" mi rimprovera Mustafa ricadendo a terra, a fianco di Ibra. Scuoto la testa e faccio per ritornare da loro, ma degli agenti di polizia alzano Mustafa e altri prendono in braccio Ibra portandolo via sotto i miei occhi. Guardo la scena inerme dietro una cassa e mi porto una mano sul petto dolorante... "Gli agenti hanno trovato Khalil!" grida una voce. Alzo lo sguardo e vedo Bilel Cortada con una pistola in mano, subito serro la mascella e stringo i pugni. Bilel corre via insieme ad altri uomini, mentre io mi rialzo di scatto e uscendo dal retro, marcio verso il posto dove ho lasciato la macchina. Corro fino a non sentire il fiato e aprendo la macchina con mani tremanti, abbasso lo sguardo a queste che sono sporche del sangue di mio fratello. Colpisco il volante più forte che posso e urlo a squarciagola, il dolore è troppo intenso per stare fermo...metto in moto e parto alla svelta. L'immagine di Ibra per terra su una pozza di sangue mi fa raggelare e metto la quarta sfrecciando in strada. Non m'importa di morire, non m'importa più di nulla...dove di vendicare mio fratello, il mio piccolo Ibra. Era innocente, solo un bambino di 10 anni a cui è stata strappata la vita ingiustamente! "Fanculo!! Porca puttana!" grido colpendo ancora il volante. La macchina mi abbandona quando arrivo a metà strada per la mia meta, sbatto forte la portiera e mando al diavolo anche questa. Proseguo a piedi con rabbia e a passo felpato. "V.E.N.D.E.T.T.A" rimbomba nella mia testa quando osservo in lontananza la villa di Bilel e marcio verso questa. Ucciderò quella puttana della moglie con le mie stesse mani, solo così potrò vendicare Ibra. Alzo la pistola e sparo in testa alle due guardie davanti al cancello, non sento niente...ho solo l'immagine di Ibra morto tra le mie braccia che mi tormenta. Scavalco il cancello e inizio a correre per tutto il giardino...sento improvvisamente dei passi e nascondendomi dietro un albero osservo una bambina di spalle con una camicia da letto che piange osservando un fiore di carta con dei petali strappati. Piange quasi in silenzio, si asciuga le lacrime dagli occhi goffamente e ricomincia a piangere singhiozzando. "Zaira!"sento gridare mentre sia io che la bambina volgiamo lo sguardo alla villa. Benedetta, la moglie del cane. La bambina riprende il fiore e ciò che rimane con cura e corre dentro la casa lasciando la portafinestra aperta. Spalanco gli occhi, che opportunità d'oro. Esco dal mio nascondiglio e faccio per correre verso la porta quando all'improvviso sento degli spari e un proiettile colpirmi la schiena. Ricado per terra senza respiro e chiudo gli occhi per il dolore fisico, cazzo fa un male cane. Striscio per terra raggiungendo l'ultimo tratto di strada quando delle guardie spalancano il cancello e corrono in giardino. Saranno almeno venti con i loro cani a presso, merda. Entro dalla portafinestra e richiudendola immediatamente ricado per terra sfinito. Il fresco del marmo per terra mi fa sospirare di sollievo e rialzandomi di poco appoggio la schiena al frigo, solo adesso realizzo di aver perso la pistola. Mi guardo attorno dolorante e trovo dei coltelli sull'isola della cucina, mi alzo di poco per afferrarne uno e ricado. Respiro affannosamente e alzo lo sguardo al soffitto, sono nella merda. Sento un sussulto e girando la testa trovo la bambina di prima che mi guarda spalancando gli occhi. Il fiore che aveva prima in mano, le cade per terra e inizia a indietreggiare. "Perquisite la casa! Signora Cortada c'è un intruso in casa, fuori!" sento gridare da una voce autoritaria. La bambina fa per aprire bocca, ma io abbasso il coltello e sussurro "No! Non voglio farti del male, per favore non gridare" "Ero scesa per un bicchiere di latte" spiega lei come se dovesse giustificarsi. Sorrido per la sua ingenuità, è minuscola. "Quanti anni hai?"chiedo piano cercando di distrarla. "Sei, e tu?" "Ne compio 16 oggi" "Oggi è il 7 luglio" ci ragiona lei. Annuisco con la testa "Tu quando li compi?" "9 giugno. Ci togliamo 10 anni, un mese e due giorni" Alzo un sopracciglio, è normale contare così bene a quest'età? "Zaira! Non trovo Zaira!" grida una voce femminile, la stessa che prima chiamava la bambina. "Devi andartene" dice la bambina zampettando freneticamente e frugando nelle tasche di una giacca. "Cosa?" chiedo non capendo. "Hai le mani sporche di sangue, mamma può spaventarsi" dice raggiungendomi e posando sul mio palmo delle chiavi. Mi prende la mano e aiutandomi a uscire dal retro dice "Sono le chiavi della macchina di Sebastian" "Sebastian?" "Non c'è tempo!" esclama spingendomi fuori. "Perchè mi stai aiutando?" chiedo non fidandomi. "Hai detto che è il tuo compleanno" dice lei per poi rientrare in cucina e urlare a squarciagola. Spalanco gli occhi pensando che possa essersi fatta male, quando però le guardie irrompono in cucina e la bambina urla piangendo "E' andato di là!" Le guardie escono dalla porta finestra nel lato opposto al mio e solo adesso capisco che la bambina l'ha fatto per farmi uscire indisturbato. Approfitto del momento per raggiungere la macchina sul retro e aprendola, ci salgo dentro gemendo ancora per il dolore. Il cancelletto davanti a me si apre e capsico che la bambina me lo abbia aperto, sospiro sollevato e mettendo in moto esco dalla villa. Accosto poco più distante dal cancello principale e osservo la macchina di Bilel sfrecciare dentro insieme a delle altre dietro. Stringo ancora i pugni infuriato, mentre abbasso lo sguardo a un pezzo di carta che fuoriesce dalla tasca dei miei jeans. Lo esco fuori e realizzo che è il fiore di carta della bambina, me l'avrà regolato per il compleanno? Scuoto la testa mentre sento il dolore alla schiena sempre più lancinante e le guardie entrare e uscire dalla villa. Mi focalizzo su uno di loro e mi chiedo "Perchè sto scappando?" Corrugo la fronte iniziando a mettere in atto un piano per poter entrare indisturbato in quella casa...le guardie sono uomini fedeli dell'esercito di Bilel, lo stesso esercito che prima combatteva per l'organizzazione. L'unico modo di entrare nelle grazie di quello stronzo è far parte del suo esercito...fingersi una vittima e mostrargli fedeltà. E' questo l'unico modo di accedere ai suoi affari, alla sua vita privata, l'unico modo per rivendicare mio fratello, mio padre e l'organizzazione. Colpire dall'interno, esattamente come ha fatto lui con l'organizzazione. Riposo con cura il fiore dentro la tasca e uscendo dalla macchina, corro al cancello "Sono stato io a sparare!" "Sono stato io!" grido ancora mentre delle guardie alzando la pistola e m'intimano a calmarmi. Li vedo che comunicano coi cellulari e infatti poco dopo vedo Bilel marciare fuori. Corre raggiungendomi e grida ai suoi uomini di non avvicinarsi a me. Mi afferra subito per la giacca e ringhia alla mia faccia "Chi cazzo sei e cosa vuoi da me?" "Non ho un euro, volevo solo qualcosa da mangiare" farfuglio gemendo di dolore. "Chi sei!" grida alterato ancora Bilel. "Tariq, signore. Sono Tariq, non mi uccida per favore...volevo mangiare" "Sei venuto per rubare? Tutto qui?"chiede lui scettico. "Mi hanno sparato signore, la prego...mi aiuti!" "Da dove vieni?" "Io...non..." "Parla!" "I miei genitori sono morti! Non ho nessuno!" "Sei sporco di sangue" "La sua guardia mi ha sparato" gemo ancora di dolore. "Fa vedere" borbotta lui sporgendosi per guardarmi la schiena. "Portatelo alla base e fate venire un medico, tenetemi aggiornato " decreta alla fine rialzandosi. "Signore, le sarò grato a vita" mormoro stringendo i pugni dietro. "Riprenditi e vediamo cosa fare con te" "Grazie signore" sussurro mentre le guardie mi prendono per le braccia e io alzo l'angolo della bocca soddisfatto. Diventerò uno dei suoi uomini più fedeli e colpirò al momento giusto, dove fa più male. _______________________ "Io mi ricordo di te" dice Zaira immobilizzandomi. Non mi giro dandole le spalle mentre lei continua a dire "Sai, ti ho sognato ieri sera. Ho sognato una scena in particolare, tu eri per terra sanguinante nella mia cucina e mi promettevi di non farmi del male" Fa una pausa e sospira piano "Mi chiedevi quanti anni avessi, volevi mettermi a mio agio e, devo dire che, ci eri riuscito. Mi dicevi che quel giorni era il tuo compleanno, facevi 16 anni ed era il 7 luglio" Cazzo, ricorda tutto. "Non ero certa del fatto che fossi tu, quindi ieri quando stavi parlando con papà, ho frugato nella tua roba e ho visto il tuo documento. Sei nato il 7 luglio" Respiro con affanno sperando che si fermi, invece continua a torturarmi. "Ho anche pensato al fatto che potesse essere una grande coincidenza, ma è quando girai il documento che vidi un particolare...un particolare che mi apparteneva" Il fiore. Sapevo che avrei dovuto buttarlo, eliminare ogni traccia di quell'incontro...eppure l'idea di doverlo fare, di dover cestinare quel momento di pura dolcezza mi dilaniava. "Ho parlato con papà, ho chiesto informazioni su di te, del tuo passato...mi ha detto che sei orfano, non hai parenti in vita e sei figlio unico. A questo punto mi chiedo solo una cosa...hai mentito a mio padre o hai mentito a me adesso?" Stringo i pugni, come può dubitarne? Dopo aver fatto così tanta fatica a confidarmi con lei. "Io non le ho mentito" quasi ringhio girandomi per affrontarla. Lei mi studia bene, con attenzione, come è solito fare con persone che non comprende e dopo un'infinità di tempo mormora "Ti credo" Continua a guardarmi dritto negli occhi e sgancia la bomba "Eppure...c'è una cosa che proprio non riesco a capire. Ti avevo dato la possibilità di scappare, perché non l'hai fatto? È stata una tua scelta farti beccare da mio padre" Incredibile, questa ragazzina è molto più vicina alla verità di suo padre che è anni luce lontano. "Non sono affari che ti riguardano" sibilo gelido. Lei alza un sopracciglio e dice sorpresa "Ah però! Siamo passati al tu, impari in fretta" Stupida ragazzina. Mi abbasso al suo livello e sibilo fregandomene di quel cane di suo padre e del piano "Perché ci tieni tanto a essermi amica Zaira? So bene che mi disprezzi" Lei serra la mascella forte e sibila a sua volta "Questo non è vero, non ti ho mai detto che ti disprezzo" Eppure mi ricordi in continuazione che sono alle tue dipendenze, che devo starti lontano. "Non c'è bisogno di dirmelo, te lo si legge in faccia" sputo con arroganza. "Beh, allora sei un pessimo lettore" replica lei stizzita. "Io ritorno in macchina" decido di chiudere la conversazione rialzandomi. "Rivoglio indietro il mio fiore." sbotta lei sorprendendomi, quando penso che non possa essere più stronza di così, mi stupisce sempre. Frugo nella tasca e prendendo il mio documento, stacco il fiore di carta che avevo incollato con cura. La raggiungo di nuovo e glielo poso per terra. "Lo voglio sulla mano" dice lei allungandomi la mani. Raccolgo il fiore e faccio per posarglielo sul palmo, ma lei sposta all'ultimo la mano e fa ricadere il fiore per terra. Alzo lo sguardo severo a Zaira che replica furba "Ritenta" Ci riprovo e lei toglie nuovamente la mano. Mi rialzo incazzato e sibilo andandomene "Non sono qui per farmi prendere per il culo da te. Se vuoi giocare, fallo con le bambole. Non con me." "Sono un po' grandicella per le bambole, non credi?" mi grida dietro lei. "Devi ancora crescere Zaira." ringhio nervoso scendendo le scale. "Detto da uno che si porta i fiori di carta appresso non è tanto credibile" Brutta stronza. Risalgo le scale furioso raggiungendola e sibilo torreggiando su di lei "Che problemi hai, eh?" Penso d'intimorirla un minimo guardandola da sopra, ma lei replica a tono "Che problemi hai tu Tariq?" "Volevi il fiore? Te l'ho dato." "Io non voglio il fiore" Esco pazzo. "E che diavolo vuoi da me Zaira!" "Te" mormora pianissimo lei. Così piano che le richiedo "Come?" "Voglio che tu sia te stesso con me, che la smetta di comportarti come un dannato robot. Voglio che tu mi sorrida, che possa fidarti di me e..." "Ho sorriso poco fa" le ricordo. "Sotto un mio ordine" Vedo i suoi occhi diventar lucidi e farfuglia poco dopo "Perché non riesci a essere rilassato con me come fai con Diana?" Perché tu mi fai uno strano effetto. "Mi hai chiesto tu di attenerci a un rapporto professionale" "Non capisci che ero in imbarazzo...ho detto quelle cose senza neanche pensarci" si fa più vicino a me e rivela "Ho mentito anche sul bacio, ho mentito su tutto" Santo cielo, m'impongo di rimanere lucido. "Dobbiamo tornare a casa" dico uscendo in qualche modo dalla situazione. "Voglio restare io" Sospiro...ho le mani legate. La vedo improvvisamente che indietreggia di poco e abbassandosi per raccogliere il fiore, me lo rimette in tasca "E questo puoi tenerlo" dice sorridendomi piano. È fatta così Zaira, è capace di scatenare il peggio in una persona e farlo calmare in una sola fottuta mossa. Raccoglie il suo zainetto e uscendo fuori un panino chiede "Facciamo metà?" Non aspetta una mia risposta e risedendosi per terra, mi fa segno di sedermi accanto a lei. Eseguo, non perché è un ordine stavolta. Lei mi porge l'altra metà del panino e iniziando ad addentare la sua metà dice "Quindi mi ascoltavi quando ripetevo...ero convinta che neanche mi calcolassi" Accetto la metà del panino e scuotendo la testa mormoro "Non avevo altro da fare" "Sei stato davvero bravo, era una parte del programma complicata" "Grazie" mi limito a dire. "Mi aiuterai anche con la tesi?" "No" dico facendola ridere, mi ritrovo a ridere anch'io. "Hai riso! E stavolta non era un mio ordine!" esclama lei indicandomi. "Ricorderò questo giorno non come il giorno in cui mi sono data l'ultimo esame, ma come il giorno in cui ti ho fatto ridere finalmente!" Scuoto la testa divertito, mentre lei mi sorride un'ultima volta e posa la testa sulla mia spalla rilassandosi. Finisco di mangiare il panino in pochi bocconi e mi azzardo ad abbassare lo sguardo a lei. Sembra concentrata a contemplare il mare, dal leggero sorriso sulle labbra e le guance tonde all'insù capisco che si sta godendo il momento. Schiudo le labbra concentrato anch'io a contemplarla e poggio piano la testa sulla sua. Voglio godermi anch'io questo momento, penso ispirando a fondo il suo profumo dolce, dolcissimo. "Che fai?" chiedo quando la vedo all'improvviso alzarsi da me. Lei scende di corsa le scale e corre verso il mare. "Zaira!" la chiamo correndole dietro. Che diavolo le prende? "Zaira non..."mi paralizzo quando la vedo spogliarsi. Butta gli stivali sulla sabbia, seguiti dai pantaloni, la giacca, la maglia e la canottiera. Le gambe lunghe e toniche spariscono nell'acqua mentre lei si abbassa rivelandomi quel culo sodo e si tuffa in mare. Merda. Corro fino alla spiaggia e mi levo di scatto le scarpe e la giacca. "Zaira! Il mare è troppo mosso, torna subito qui!" le grido ma lei sembra non ascoltarmi perchè nuota più lontano. L'ammazzo, penso buttandomi anch'io in acqua e nuotando veloce fino a raggiungerla. "Sei impazzita?" sbotto furioso riemergendo dall'acqua trovandomela di fronte. Faccio per inveire ancora contro di lei, ma quella peste si slaccia il reggiseno e me lo lancia addosso. Rimango inerme a bruciarla con lo sguardo, i suoi seni perfetti e pieni ondeggiano in maniera così sensuale nel mare, non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Lei si morde il labbro e muovendosi verso di me, mi posa una mano sul petto. "Voglio vederti" mormora suadente come il peccato. Aggancia le dita ai bottoni della mia camicia e slacciandola, me la toglie di dosso insieme alla canottiera. Sorride mentre segue con le dita i miei addominali fino ad arrivare alla mia cinta. "Zaira" mormoro senza fiato. Vorrei fermarla, con tutto me stesso, ma non ci riesco, non voglio per nessuna ragione al mondo. Slaccia anche la cinta e sbottonandomi i pantaloni, scopre il mio membro...quando lo afferra, mi sento morire. Alza lo sguardo a me malvagia e continua ad accarezzare piano la mia intimità. Sono così eccitato che le prendo la gola con una mano e l'attiro a me senza delicatezza. La divoro in un boccone, mi prendo tutto, sono vorace, famelico, la voglio così tanto che mi fa male. "Tariq" sussurra lei con affanno, rafforzando la presa sul mio membro. Poso le mani sui suoi seni e abbassandomi, li prendo in bocca...bacio la loro carne, mordicchio i capezzoli e li succhio continuando a massaggiarli. Dio, perdonami per questa perdizione. "Tariq" geme lei inarcando la schiena offrendosi completamente a me. "Tariq" dice ancora prendendo i miei capelli in un pugno. "Non ce la faccio più" le rivelo sui seni impaziente di entrarle dentro e bearmi del suo calore. "Non posso più aspettare fiore mio" mormoro facendole agganciare le gambe attorno a me. "Tariq!" sento chiamare. "Tariq svegliati!" Spalanco gli occhi e mi porto subito una mano sul cuore che batte impazzito. "Cosa? Che succede?" chiedo in preda al panico. Mi guardo attorno e vedo che si è fatto buio, cazzo mi sono addormentato? "Ho 17 chiamate perse da papà e non riesco a richiamarlo" dice al mio fianco Zaira. Abbasso lo sguardo a lei, è...vestita. "Dobbiamo andare" dice ancora alzandosi e raccogliendo lo zaino. Sposto lo sguardo all'orologio e spalanco gli occhi, sono le dieci di sera. Mi rialzo di scatto anch'io e tasto le mie tasche, non ci credo...ho lasciato il cellulare in macchina. Penavo che saremmo rimasti là sopra una mezz'oretta al massimo. "Forza, muoviamoci" dico prendendole la mano e iniziando a correre con lei. "Aspetta!" grida lei non riuscendo a stare al mio passo. Merda, merda. La prendo sulla spalla e corro fino a non sentire più fiato ai polmoni. Una volta raggiunti la macchina, la rimetto per terra e sblocco la sicura. Entro dentro e afferrando il cellulare trovo altrettanto una tempesta di chiamate. "Prende malissimo quassù" mormora Zaira entrando in macchina. "Allacciati la cintura" sbotto mettendo subito la retro per uscire dalla strada. Zaira non fiata mentre giro tutto a destra e mettendo la quarta, sfreccio via. "Dannazione" mormora lei notando la polizia di fronte alla villa. "Tu non dire nulla, mi assumo tutta la responsabilità io. Hai capito?" chiede Zaira mentre parcheggio fuori e corriamo alla villa. "Hai capito Tariq?" ribadisce, ma io non le rispondo. "Zaira!" sentiamo urlare la madre che c'intravede arrivare. "Mamma!" grida Zaira andandole incontro e abbracciandola subito. "Abbiamo smosso mari e monti per cercarti, non ti trovavamo più e ho pensato che...che..." singhiozza Benedetta ancora in lacrime. "Mamma no...non fare così, sono qui" cerca di calmarla Zaira, sembra sconvolta. "Dove eravate finiti!" esclama Bilel riabbracciando la figlia e fulminando con lo sguardo me. "Va tutto bene, non prendeva in montagna e..." cerca di dire Zaira, ma io la blocco "E' tutta colpa mia signore" "Zaira!" l'abbracciano tutti gli zii e cugini che escono dalla villa preoccupati. "Zio Adil, zia Viviana...zia Lena, zia Alice...Giorgio, Ines no...vi prego, non piangete. E' stata davvero una stupidaggine" mormora Zaira assalita da tutti quanti. "Nel mio studio" sibila intanto Bilel entrando in casa, superando Eleonora, Massimiliano, Efrem e Lena. C'è tutto il clan. Zaira lo nota e fa per venirmi in aiuto, ma la sorellina le va incontro in lacrime e la blocca. Sospiro consapevole del guaio in cui mi sono infilato e seguo Bilel nello studio in silenzio. "Sai che avrei voglia di prenderti a schiaffi per lo spavento che mi hai fatto prendere? Mia moglie era disperata, tutti lo eravamo, hai la minima idea dello spavento che ci avete fatto prendere?" sibila lui sbattendo la porta dello studio. "Dammi il cellulare" dice subito allungandomi la mano. Lo prendo fuori dalla tasca e glielo porgo, ma lui lo scaraventa contro la porta e sibila "Ecco l'utilità di quel cazzo di cellulare" "Ho commesso un errore, non si ripeterà signore" ammetto abbassando lo sguardo. Quando penso che abbia alzato la mano per darmi un pugno, invece la posa sulla mia spalla e chiede più pacato "Che ti prende figliolo? Non è da te commettere un errore così stupido" Chiudo gli occhi per un attimo...l'immagine di Zaira nuda fra le mie braccia a mare, mi fa scuotere la testa e indietreggiare di poco. Non è così che dovevano andare le cose, Zaira sarebbe dovuta essere la chiave per la mia vendetta, non la mia rovina. "C'entra quel tuo amico che è morto? Non ti sei ancora ripreso?" chiede Bilel. Annuisco piano con la testa "Devo un attimo...riordinare le idee" "Vuoi prenderti una pausa di qualche giorno?" "Sì signore, mi servirà anche per capire l'errore che ho commesso oggi" "Ecco il Tariq che conosco" mormora Bilel scuotendomi "Responsabile, schietto e fedele" Stringo i pugni, che cane. "Puoi andare, tornerai in servizio quando ti riterrai pronto nuovamente a ricoprire quest'incarico" "Non la deluderò più" dico mentre lui mi abbozza un sorriso e mi accompagna alla porta. "Ti conviene ragazzo, ti conviene. Non do una seconda possibilità a tutti" "Con permesso signore" mormoro uscendo dalla porta. Bilel mi segue dietro e troviamo Zaira nel corridoio preoccupata. Da quanto ci stava aspettando? "Papà! Posso spiegarti, non è come credi. Tariq non c'entra nulla" dice a raffica congiungendo le mani. Sospiro, bel tentativo fiore mio. Entro nella sua camera, a fianco dello studio e raccolgo le poche cose che ho nel borsone. "Aspetta, dove stai andando? Papà, ti prego ascoltami! Sono stata io a chiedergli di portarmi in montagna, sono stata io a...." "Zaira faremo i conti più tardi noi due, intanto lascia andare Tariq" dice Bilel prendendo per un braccio Zaira, in modo che possa passare dalla porta. Afferro il casco ed esco dalla stanza, facendo un cenno allo stronzo. "Non capisci che lui non ha colpe! I cellulari non prendono là sopra e...Tariq no, aspetta!" grida dietro Zaira. Percorro veloce il corridoio e prima di svoltare, la guardo per un'ultima volta. Ha gli occhi lucidi e trema, mi supplica con lo sguardo di restare e combattere insieme a lei, ma io non ho più le forze per farlo. Sono confuso, amareggiato e deluso da me stesso. Scendo le scale mentre la sento urlare "Tu non mi ascolti papà!" Vado sul retro e raggiungendo la mia moto, monto sopra e inserisco il casco. Prima di partire noto qualcosa per terra...il fiore di Zaira giace per terra, mi sarà caduto dalla tasca. Faccio per raccoglierlo, ma mi blocco...cosa sto facendo? Non voglio avere nessun tipo di legame con lei, non voglio più sognarla, desiderarla. Devo darci un taglio, adesso....metto in moto e sfreccio via lontano da lei.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il cuore che non regge all'urto dei tuoi baci. -lettisfatti ZAIRA'S POV: "Pronto?" risponde al terzo squillo Giorgio, mio cugino, nonchè figlio della sorellina di mia madre, Viviana, che sta col braccio destro di papà, Adil. Zia Vivi mi ha raccontato degli aneddoti sul loro incontro, ma fu zio Adil a raccontarmi la storia interamente. E' stato così dolce e ironico nella narrazione, ha detto che odiava mia madre, infatti il suo obiettivo era quello di far lasciare mamma e papà, così un giorno rapì la sorellina di mamma per minacciarla e si ritrovò vittima della sua stessa trappola. Zia Vivi e zio Adil non sono come mamma e papà che sono sdolcinati, loro s'insultano a vicenda, si provocano e si divertono insieme. Se non fosse per zio Adil che delle volte cede e va a coccolare zia Vivi, direi che sono migliori amici, anche se la chimica fra loro è innegabile. "Gio, ti disturbo?" chiedo piano...sono le dieci di sera e sono tutti in camera da letto. "Sì, sono in giro" dice duro lui. Sospiro frustrata "Va bene, scusami" faccio per riattaccare e lui borbotta "Che vuoi stupida?" Sorrido...sapevo di poter contare su di lui. "Mi serve un favore, mi devi rintracciare una persona" so che se la cava con il computer Giorgio. "Io che avrò in cambio?" chiede lui approfittandosi subito della situazione. "Non lo so...50€?" "Non voglio soldi, li ho già. Devi farmi un favore anche tu" "Ok, cosa devo fare?" "Rafael, uccidilo." "Che? Sei impazzito? Non posso farlo!" esclamo incredula. "Certo che puoi, soffocalo nel sonno col cuscino. Ci vorranno pochi minuti" "Giorgio sai che non posso farlo, dimmi qualcosa che possa fare veramente" Lo sento sbuffare, ma dire dopo un po' "Ok, allora rubagli il cellulare e dammelo. Prendere o lasciare" mi dà un'alternativa più comprensibile. Essendo il mio fratello host, potrei entrare silenziosamente nella camera di Diana e rubargli il telefono, anche se non capisco a cosa gli possa servire. "Che ti ha fatto di male? E' un ragazzo adorabile" "Un ragazzo adorabile il cazzo, ci prova schifosamente con Ines" dice riferendosi all'altra nostra cugina. In realtà non abbiamo nessun legame sanguineo, Ines è figlia dell'avvocato di papà, zio Efrem, e l'ex segretaria sempre di papà, zia Lena, che adesso è a capo della banca in cui faceva da segretaria, e insieme a mamma sono socie. Sono praticamente di famiglia e siamo tutti cresciuti insieme, ritengo Ines mia cugina a tutti gli effetti. "E allora? Magari a Ines piace pure" Sento Giorgio far cadere qualcosa bruscamente e corrugando la fronte chiedo allarmata "Giorgio? Che succede?" "Vuoi il mio aiuto o no?" dice freddo lui. Cedo. "Ok, lo farò. Ho solo il numero di questa persona, riuscirai lo stesso a rintracciarlo?" "Sì, scrivimi il numero per messaggio" "E poi mi manderai l'indirizzo?" "No, l'indirizzo lo avrai quando io avrò il cellulare di Rafael. Passerò fra mezz'oretta da te" Furbo. "Ok, ma ci vediamo sul retro. Non voglio svegliare gli altri e...posso chiederti un altro favore?" "Un altro favore ti costerà un ulteriore favore a me, ne sei sicura?" "Sì, non ho come arrivare nell'indirizzo che mi darai. Non ho più le chiavi della mia macchina" "Ok, ma tu dovrai fare un'altra cosa per me" "Cosa?" "Dovrai mettere una cosa nello zaino di Rafael" "Che cosa? Giorgio non ti sembra di esagerare con quel ragazzo?" "Niente passaggio allora" "Giorgio che palle, ok! Ma sappi che se è droga, io non..." "Per chi mi hai preso? Non sono un criminale" "Allora di che oggetto si tratta?" "Un paio di mutandine, quelle più provocanti che hai" "Cos...sei serio?" "Serissimo, ci stai o no? Non ho tempo da perdere" Sospiro contrariata "Sì, va bene pazzo che sei. Fammi uno squillo quando sei giù" Lui riattacca senza darmi una risposta e io corro a farmi lo zaino per la notte da passare fuori, mi sistemo un po' e prendendo un tanga di pizzo nero che mi aveva regalato zia Alice per i diciott'anni, mai messi però, esco dalla stanza e apro la porta della camera di Diana, ormai di Rafael. Mi aspetto che dormi, invece è sul letto concentrato a digitare sul suo portatile. Alza lo sguardo a me e chiede gentile "Oh ciao Zaira, ti serve qualcosa?" Che carino, non capisco cosa ci trovi di male in lui Giorgio. All'inizio sembrava strano anche a me, poi ho imparato a conoscerlo e mi sono resa conto del cuore di panna che è. "Ciao...credevo che dormissi, scusami" dico nascondendo le mutandine dietro la schiena. Mi sento così stupida a collaborare con quel cretino di Giorgio, ma è necessario per trovare Tariq, ho le mani legate purtroppo. "No, ho una presentazione di filosofia da presentare domani. Spero di finire entro domattina" dice facendomi ridere. Anche simpatico, direi perfetto per Ines. "Ti darei una mano, ma devo scappare, mi dispiace" dico veramente dispiaciuta. "Tranquilla, dove vai?" "A una festa. Mamma e papà non lo sanno, potresti coprirmi se senti nella notte qualcosa?" mormoro posando lo sguardo sulla scrivania dove tiene il cellulare. "Certo, tornerai domattina prima che si sveglino?" "Esatto, verso l'alba...posso chiederti un altro favore e poi davvero vado lasciandoti in pace?" "Dimmi, non preoccuparti" Che caro, giuro che Giorgio me la pagherà. "Mi serve lo spumone per il viso che Diana mi aveva preso e penso tenga tutt'ora nel suo bagno, saresti così gentile da andare a prendermelo? E' una boccetta bianca con delle scritte rosa, non vorrei entrare nel tuo bagno e mettere disordine" "Una boccetta bianca, giusto?" chiede lui scendendo dal letto. "Sì, con scritte rosa. Ha il tappo trasparente" "Arrivo" dice Rafael entrando in bagno e dandomi il via libera. Corro alla scrivania per prendere il cellulare e mi abbasso ai piedi di questa per mettere nello zaino le mutandine. Non posso ancora credere che sia assecondando le cazzate di Giorgio. Infilo il cellulare nella tasca della felpa, in tempo che lui esce fuori dal bagno con una boccetta bianca "Questa?" No, ma va benissimo. "Sì! Grazie mille. Scusami per il disturbo" "Zaira?" chiede lui mentre io mi paralizzo alla porta "Sì?" chiedo girandomi piano. "Fai attenzione, Bilel mi ha avvertito delle minacce che ti hanno fatto" "Sì, sono con mio cugino Giorgio in ogni caso" cerco di rassicurarlo, in fondo è vero per metà. "Giorgio?" chiede lui facendo una smorfia. "Non scorre buon sangue tra voi, eh?" "E' lui che ha un problema con me, inspiegabilmente aggiungerei anche" "Può darsi che c'entri una ragazza?" cerco di farlo ragionare. "Non penso. Passo il tempo solo con Ines, vostra cugina" "Magari è molto protettivo nei confronti di Ines" "Anch'io sono protettivo nei confronti di mia sorella, ma non come lo è Giorgio con Ines. Non la lascia respirare, sembra voglia tenerla custodita in una campana di vetro dove lei non ha scampo" Corrugo la fronte ripensando a quando li vedo insieme alle cene con i nostri genitori, non mi è mai sembrato che le impedisse di fare qualcosa. Rafael si avvicina e mi rivela piano "Zaira penso che Giorgio sia geloso di me" "Geloso in che senso?" chiedo alzando un sopracciglio. "Nel senso che prova un interesse molto forte per Ines" Spalanco gli occhi, da piccoli Giorgio ha sempre rincorso Ines, tutti lo prendevano in giro perchè si era impegnato fin da piccolo a fare la corte a Ines, ma non pensavo che una volta cresciuti questa cosa potesse continuare. Sento il mio cellulare vibrare e capisco che Giorgio sia giù. "Io...devo andare. Ne riparleremo, promesso. Buonanotte, anzi buono studio" dico uscendo subito dalla sua camera. Afferro lo zaino che avevo poggiato nel corridoio e corro nelle scale raggiungendo la cucina, dove si trova la porta per il retro. Prima di aprirla spengo l'allarme con la mia impronta. Il segnale diventa verde sbloccando la porta. L'apro piano e richiudendola a chiave subito dopo, corro da Giorgio che intravedo in fondo alla strada. "Ehi" mormoro col fiatone entrando in macchina. "Telefono?" chiede Giorgio senza neanche darmi il tempo di allacciarmi la cintura. Glielo cedo con rammarico, mentre lui s'illumina e sorride malvagio. "Ti piace Ines?" chiedo a bruciapelo. Giorgio alza subito la testa spalancando gli occhi e farfuglia " Cosa? No! Io...no! Che ti salta in mente? Non...non è..." tossisce soffocando con la sua stessa saliva e io gli colpisco la schiena per farlo stare meglio. "Caspita...manco ti avessi chiesto se ce l'hai piccolo" Giorgio mi fulmina con lo sguardo e riposando il cellulare di Rafael in tasca chiede "Hai fatto l'altra cosa che ti ho chiesto di fare?" "Sì...sono una persona di parola" "Ti conviene" borbotta lui mettendo la retro e partendo. "A che ti serve il cellulare di Rafael?" "Perchè stai andando dalla tua guardia?" chiede invece lui bloccandomi. Resto in silenzio. "Ecco, forse è meglio che taci" conclude Giorgio, che stronzo. "Rafael pensa che ti piaccia Ines" lo avverto, a differenza sua io ci tengo a lui. "Che pensi quello che gli pare" "E' vero?" "Cosa?" "Che ti piace?" "No Zaira, te l'ho detto." "Bene, anche perchè sarebbe strano" "Abbassati" dice Giorgio guidando verso le guardie al cancello principale. Mi abbasso meglio che posso e Giorgio dice alle guardie "Ho fatto, grazie" "Arrivederci signor Demir" ci aprono i cancelli. "Arrivederci" mormora Giorgio uscendo finalmente dalla villa. "Posso alzarmi?" chiedo sentendo la schiena pulsarmi. "Potevi farlo già da prima" "E perchè non me l'hai detto" borbotto rimettendomi seduta. "Mi dovrò pur divertire in qualche modo" "Il solito" sbuffo aprendo un po' il finestrino. "Da quant'è che fumi?" chiedo tenendomi distante da lui. Odio l'odore della sigaretta. "Non ricordo, piuttosto...perchè sarebbe stato strano?" "Cosa?" chiedo non capendo a cosa si riferisca. "Tra me e Ines, hai detto che sarebbe strano" "Diciamo che non t'immagino per niente al suo fianco. Ines è una ragazza intelligente, simpatica, semplice, fine..." "Vuoi dire che..." "Sì, sei un orco tu" Lui scuote la testa contrariato e io dico ancora "Rafael potrebbe fare al caso suo. E' educato, studioso, ambizioso, alla mano" "Anch'io solo alla mano" m'interrompe lui. "Tu sei arrogante, snob, presuntuoso, egocentrico, insensibile...per non parlare dei tuoi voti a scuola" "Hai finito?" sibila lui. "Tranquillo, hai anche dei difetti" dico ridendo da sola. Giorgio alza il volume della radio per non sentirmi e io mi rannicchio aspettando di arrivare alla meta. "Dove siamo?" chiedo non capendo. "Devi proseguire a piedi, il posto si trova in mezzo al bosco" "Ma è buio" "Questi non sono problemi miei" Sospiro e scendendo dall'auto mormoro "Grazie del passaggio, se papà dovesse chiederti qualcosa..." "Sì, avevo intuito che dovessi coprirti" Mi aspetto che mi chieda un favore in cambio, invece mette la retro e dice "Mandami un messaggio quando lo raggiungi, il posto non dovrebbe essere troppo lontano. Devi solo proseguire dritto e salire la montagnetta" "Sei sicuro che si trovi qui?" Lui annuisce e dice "Forza muoviti, rimango qui finchè non mi manderai il messaggio" "Sempre se ci arriverò viva" "Ho il tuo segnale, se vedo che corri o rallenti, ti vengo incontro" "Ok, sempre dritto, giusto?" "Sì" Annuisco e mettendomi lo zaino sulle spalle faccio per andare, quando lui mi ferma dicendo "Comunque...se le sono addosso, è perchè Ines ha bisogno di qualcuno che la protegga. E' tanto fragile e buona, potrebbero approfittarsi di lei" Mi giro e dico alzando un sopracciglio "Ines sa prendersi cura di sè, Giorgio... e Rafael non le farebbe mai del male" "Ne sei sicura?" "Più che sicura, lasciala fare" mi giro per andare finalmente, ma lui grida "E se...non fossi capace di lasciarla stare?" Lo guardo da sopra la spalla e mormoro "La perderai. Se vuole conoscere Rafael, rispetta la sua scelta" "Tu non capisci, devo impedirlo." dice Giorgio indietreggiando. "Non puoi controllare due persone che si piacciono" "Sì, che posso...e lo farò." "Fai come ti pare, io ti ho avvertito" dico dandogli le spalle e andando via. "Stai attenta anche tu!" mi grida dietro lui. Proseguo nel mio cammino indisturbata e arrivando in alto, intravedo una specie di camper illuminato. "Credo di essere arrivata" digito a Giorgio. "Sì, il tuo segnale è nel posto in cui dovevi arrivare. Divertiti" "Grazie di tutto, per favore pensa a quello che ti ho detto" rispondo in fretta. Riposo il cellulare in tasca e aggrappandomi alle spalline dello zaino, raggiungo il camper e salendo delle scalinate, busso alla porta. SAMIR'S POV: Salto in padella le due fette di carne e per insaporirli, verso sopra il brodino che si è formato alla cottura con il vino, olio, peperoncino, sale e rosmarino. Me la cavo in cucina, ho dovuto imparare se non volevo morire di fame. Dopo la morte di papà le cose si sono complicate e nel fuggire da un posto all'altro, mi procuravo dei semplici ingredienti per fare un pasto che potesse però piacere a Ibrahim. Dei semplici funghi l'insaporivo con erbe, spezie e gliele servivo col riso. A lui andava bene tutto, sapeva che eravamo in difficoltà e non avevamo più una casa. Mi ha sempre capito e sostenuto in tutto, era un angelo, è il mio angelo. Faccio per girare per l'ultima volta la carne, ma sento dei passi sospetti e subito dopo qualcuno bussare. Corrugo la fronte pensando a chi possa essere...nessuno sa di questo posto, sarà un forestiero? Spengo i fornelli e asciugandomi la mano con un panno, vado a controllare alla finestrella. Scosto la tendina e mi affaccio di poco, ma non serve a nulla...non riesco a vedere la porta da qui. Devo andare ad aprire. Afferro la pistola dal tavolo e mettendola dietro la schiena, raggiungo la porta. "Chi è?" chiedo prima di aprire. "Tariq?" sento dire. Sbatto più volte le palpebre per realizzare a chi appartenga questa voce. Che mi prende? Inizio ad avere allucinazioni? Tolgo il catenaccio e apro con fermezza la porta. "Chi mi cerca?" chiedo quando abbasso lo sguardo e quasi svengo nel vederla realmente di fronte a me, il peggiore dei miei mali. "Ehi..." mormora lei abbozzando un sorriso timido. Mille domande mi affollano la testa, ma non riesco a parlare...sto forse sognando? "Mi fai entrare?" chiede Zaira spezzando il silenzio imbarazzante che si era creato. Appoggio le mani sugli stipiti della porta e dico con risolutezza stavolta "No Zaira, ti riporto a casa." Esco da casa afferrando le chiavi della moto, senza neanche prendere la giacca, quando lei indietreggia piano e dice ostinata "Papà sa che sono qui" "Che vuol dire che sa che sei qui" chiedo corrugando la fronte, gli ha detto qualcosa? "Non con te, sa che sono in montagna da mio zio Adil" "Come hai fatto a trovarmi?" chiedo duro, non posso credere che sia stata così irresponsabile. "Ho chiesto a Giorgio di rintracciare il tuo cellulare, è stato lui a darmi un passaggio. Ha detto che mi coprirà, stai tranquillo" "E' lo stesso pericoloso, prendi il casco" borbotto porgendole il mio casco. "Per favore...ho fatto l'ultimo tratto tutto a piedi, sono esausta. Fammi riprendere un attimo" mi supplica lei buttando fuori del fumo, la notte quì sopra si gela. "Mi hai detto che Giorgio ti ha dato un passaggio" "Fino ai piedi della montagnetta, per il resto ho proseguito da sola" "Sola?" chiedo chiudendo gli occhi un attimo, cerco di rimanere lucido e non sbraitarle contro. "Ti rendi conto del pericolo che hai corso venendo qui?" Lei sbatte piano gli occhi e abbassando lo sguardo mormora "Ero...preoccupata per te" Serro la mascella, mi fa così incazzare questa bambina. "Ti sei preoccupata per nulla, sto bene e so badare a me stesso, come vedi. Forza, andiamo" "Tariq" mi ferma lei posando le mani sul mio petto per impedirmi di fare un altro passo. Alzo lo sguardo a lei che mi guarda come un cerbiatto e mettendo il broncio sussurra "Ti prego, sto gelando" "Ti riscalderai a casa tua" dico irremovibile. "Tornerai a casa con me?" "No" "Allora non ci voglio andare" "Dio Zaira..." mormoro portandomi le dita sull'attaccatura delle sopracciglia, mi sta facendo scoppiare la testa. "Perchè te ne sei andato senza dirmi una parola?" La fulmino con lo sguardo e borbotto arrogante "Cosa avrei dovuto dirti Zaira?" "Ti ho detto che avrei preso io la responsabilità della fuga, come al solito non mi hai ascoltata" dice anche lei dura. "Esatto, non ti ho ascoltato e non lo farò neanche adesso" "Sei un codardo." sputa lei tracotante. "In che modo, se mi sono preso io le colpe di tutto con tuo padre?" chiedo stringendo i pugni. "Sei fuggito, papà mi ha detto che non è stato lui a farti andare via. E' stata una tua scelta" "Tu non capisci." "Sei uguale a Giorgio, credete di essere dei maschi alfa che debbano proteggere la povera creatura indifesa incapace di prendersi cura di sè. Vi do una notizia: abbiamo anche noi un cervello, le forze per sopportare qualunque cosa e siamo cazzute abbastanza da capire cosa fa bene alla nostra vita e respingere quello che ci nuoce" "Quindi non ti servo più" spalanco le braccia e dico ancora duro "A che ti serve una guardia del corpo se sai prenderti cura di te stessa?" "Adesso sei tu che non capisci." "Do le mie dimissioni a tuo padre e abbiamo risolto tutto, non è questo quello che vuoi?" "Se ti senti di farlo, fallo pure. Non sarò io a impedirtelo, non ho bisogno di te per difendermi" Inaspettatamente le sue parole mi feriscono, sapere che non ho nessun tipo di utilità nella sua vita mi fa male. Zaira si porta le mani sulle braccia iniziando a tremare e io sospirando chiedo "Non ti sei portata una giacca dietro?" "Non pensavo potesse fare così freddo..." la vedo sporgersi di poco dalla porta e chiedere subito dopo "Stavi cucinando? Muoio di fame, non ho cenato per la preoccupazione di doverti trovare" La guardo storto mentre lei nota che ho abbassato un minimo le difese e in silenzio s'infila a casa. La seguo dietro e chiudendo la porta, la osservo posare per terra lo zaino e guardarsi attorno curiosa. Incomprensibilmente mi trovo a pensare che ci stia bene dentro...che porti un po' di calore e colore in più alla casa. Si leva la felpa di dosso scoprendo una magliettina grigia con scritte in blu e posandola sul divanetto mormora "E' tua?" Mi limito a fare un cenno di assenso appoggiato alla porta chiusa. Lei si guarda ancora attorno, finchè abbassa lo sguardo alla carne sulla padella e si lecca le labbra. Capisco che abbia veramente fame e andando verso il mobiletto, tiro fuori due piatti e posate per due. Sempre in silenzio prendo la padella e mettendo una fettina nel suo piatto verso tutto il brodo sopra, spero possa piacerle. Metto l'altra fettina sul mio piatto e posandoli sul tavolino, mi accomodo con la testa bassa. Non voglio che si senta la benvenuta qui. Lei avanza con coraggio e sedendosi a tavola con me, inizia a tagliare la carne. "Che buona" dice complimentandosi con me. "Quando hai finito, ti riporterò a casa" dico io invece freddo senza neanche guardarla. Zaira non risponde, ma in fondo non può replicare con niente. Mangiamo in silenzio, finchè lei cerca di fare conversazione con me e chiede "E' da tanto che...sei sistemato qui?" Non le rispondo, gradisco che si sbrighi a mangiare così che possa riportarla a casa. "E' molto bello qui, non hai nessuno attorno...che pace" dice ancora lei non cedendo. Non mollerà finchè avrà ottenuto quello che vuole, da brava bambina viziata qual è. Nota che continuo a non considerarla e la vedo sospirare frustrata, hai sbagliato mira fiore mio, io non sono come gli altri tuoi schiavi, non ti darò mai quello che vuoi. "Hai intenzione d'ignorarmi per tutto il tempo?" chiede lei dopo un po', sento la sua voce tremolarle alla fine. E' successo solo una volta, dopo il bacio. Continuo a non risponderle, voglio che se ne vada via da questa casa che rende così fottutamente calda e accogliente. Vede che non le rispondo e posando le posate, rimane in silenzio senza mangiare...come se stesse pensando a cosa fare o si aspettasse che faccia qualcosa per lei. Non succederà nè ora nè mai. "Ti cerco da ieri sera...ho cercato di telefonarti, mandarti messaggi, ero veramente in pensiero per te. Ho anche litigato con tutta la mia famiglia, non ho mai avuto una discussione così pesante con papà, noi due siamo sempre andati d'accordo, ma quando..." si lecca le labbra per poi sospirare in difficoltà "Quando ti ho visto andare via, mi sono sentita coi piedi sopra una voragine, mi è crollato tutto addosso, io non...non me lo spiego, ma sento che..." Rizzo le orecchie non vorrei sentire cosa ha darmi, ma non desiro altro in questo momento che ascoltarla, sentirsi aprire e dirmi che ha provato le mie stesse emozioni...che non sono l'unico che non riesce a dormire senza pensare a lei, al suo profumo, al suo tocco seppur impercettibile. Mi aspetto che svuoti finalmente tutto, che dica che sente qualcosa per me, che non le sono indifferente e che è pronta ad andare contro alla sua famiglia per me, ma si ferma e dopo un paio di secondi si alza dal tavolo. "Capisco di non essere gradita qui. Tolgo il disturbo, volevo solo assicurarmi che stessi bene e...lasciarti questo, l'ho trovato stamattina in giardino" fa scivolare sul tavolo il fiore di carta. "Non lo voglio" sputo gelido. "Te l'ho regalato" mi ricorda lei. "E' uno stupido fiore di carta" Lei incassa anche questo colpo e lasciando il fiore sul tavolo sussurra "Buttalo se non vale niente per te" Marcia fino al suo zaino e afferrandolo insieme allo zaino, apre la porta e va via. Resto immobile, era quello che volevo...che se ne andasse, il come arriverà a casa sola non sono problemi miei. E' stata lei a mentire al padre, io non c'entro nulla e... "Zaira!" grido dando un pugno al tavolo e uscendo fuori anch'io. Lei non mi ascolta e continua a camminare, allontanandosi sempre di più da me. La rincorro a passi felpati e grido ancora "Zaira fermati!" La vedo accelerare il passo, che stronza. "Ho detto di fermarti!" le ringhio addosso acciuffandola dal braccio. "Sono io che detto comandi, non viceversa." mi sibila in faccia Zaira fuggendo dalla mia presa. Ecco la vipera che conosco. "A casa mia detto io le regole." le sibilo di rimando. "Bene, sarà meglio che me ne vada allora." sbotta lei riprendendo a camminare. "Ti riporterò a casa io" "Non ho bisogno di te, so già la strada" grida lei continuando a darmi le spalle. "Tuo padre potrebbe..." "Me la vedo io con mio padre, torna dentro e continua a ignorarmi come hai fatto per tutto il tempo." Stupida viziata stronza. "Adesso basta." sibilo raggiungendola e trascinandola dal braccio indietro. Solo con le brutte maniere capisce. "Lasciami il braccio!" grida lei cercando di puntare i piedi per terra. Ovviamente non ci riesce. "Dirò a papà che mi hai trascinata via come una bestia!" pensa di spaventarmi lei. Non rispondo e individuo nel buio dove ho messo la moto. "Dirò anche che mi hai baciata di forza, gli dirò tutto!" Mi giro vedendoci nero e ringhio "Digli anche che ti è piaciuto allora, che ci sei stata e ne volevi ancora" Le afferro le guance con le dita e sibilo ancora "Digli della doccia e di come gemevi il mio nome toccandoti, digli tutto." Lei mi fulmina con lo sguardo e spingendomi via con forza urla "Vai all'inferno!" "Ci sono già!" le grido dietro. "Ti meriti di starci, sei un assassino!" Spalanco gli occhi "Cosa hai detto." le sibilo minaccio avanzando con furia verso di lei. Vedo i suoi occhi allarmarsi e indietreggiando sbotta "Hai ucciso il nostro fiore, hai ucciso me!" Stringo i pugni "Non c'è niente di nostro, non c'è niente che ci accomuni, tu sei sua figlia!" "Eppure non hai esitato a baciarmi quella volta!" "E' stato un errore, un errore che non mi perdonerò mai e che non si ripeterà più " "Se sono un errore, non t'importerà se chiedo a Walter di venirmi a prendere" dice lei prendendo il cellulare dalla tasca. Serro la mascella, Walter no. Digita qualcosa al telefono portandoselo all'orecchio e io per quanto ci provi a trattenermi, la raggiungo e le acciuffo il polso che tiene il cellulare. "Zaira?" sento chiedere sorpreso Walter dalla chiamata. I nostri visi sono così vicini, sento il suo respiro spezzarsi. Sono teso, incazzato, eccitato. La brucio con lo sguardo, ma lei non molla, mi tiene testa e chiede guardandomi dritto negli occhi "Walter...ho un problema, potresti venirmi a prendere?" Rafforzo la mia presa sul suo polso, vorrei spezzarglielo per toglierle il cellulare dalla mano. "Certo, dove ti trovi? Sarò lì tra pochi minuti" dice quello stronzo. Lei fa per parlare, ma con l'altra mano le tappo la bocca e la fulmino con lo sguardo. "Riattacca." le sibilo sulla mia mano che adesso serra la sua bocca. Esegue e io le tolgo la mano dalla bocca, ma tengo ancora la presa sul suo polso. "Come hai potuto." le ringhio in faccia incazzato nero. "Che c'è? Non ti piace Walter?" mi provoca lei. "Lui si è approfittato di te." sputo incollerito, non posso crederci che lo abbia fatto veramente, per giunta di fronte a me. "Anche tu lo hai fatto" Cedo, non ce la faccio più a combattere...non contro di lei. La voce di Walter mi ha fatto ricordare di quella notte, quando l'ho vista barcollare sanguinante, di quando l'ho raccolta dalla strada e l'ho portata in ospedale, del mio terrore mentre la visitavano, di quanto abbia sofferto per quel coglione, di quanto sia fragile e abbia bisogno di me in realtà. Le prendo il collo da dietro e avvicinando ulteriormente i nostri visi dico più pacato "Scusami, non avrei dovuto" Lei sbatte gli occhi più volte, non si aspettava le scuse da parte mia, si aspettava altra rabbia, collera, rancore...la vedo scuotere la testa e dire "Non devi scusarti" Alza piano lo sguardo a me e con gli occhi e ricominciano ad essere lucidi mormora "Mi è piaciuto, tornassi indietro lo rifarei, ti asseconderei di nuovo" Mi trovo a sorridere come un coglione. "Anch'io lo rifarei" le rivelo guardandola negli occhi. "Davvero? Anche adesso?" chiede lei sorprendendomi. Afferra il mio viso con le mani e sfiorando i nostri nasi sussurra tentandomi "Perchè io ci starei di nuovo, anche adesso." "Non possiamo" mormoro chiudendo gli occhi e appoggiando la mia fronte contro la sua. "Sì che possiamo, siamo solo noi due" dice sempre più vicino alle mie labbra. Scuoto la testa cercando di resisterle "Io non sono quello giusto per te" "Perchè ne sei così sicuro?" Dio...Il suono della sua voce, così vicina e così profonda, mi strappa un brivido. "Perchè ti farò del male" le confesso, è la verità. Lei fa parte del piano, della mia vendetta, è il punto centrale di tutto, il pezzo chiave. "Sbaglio o il tuo lavoro consiste nel tenere il male lontano da me?" chiede lei divertita mettendosi sulle punta per venirmi più vicino, ci riesce pericolosamente. "Te ne farò io, se continuerai a tentarmi" mormoro posando le mani sul suo sedere, lo accarezzo piano, come sarebbe affondarci i denti? "E se io non sapessi fermarmi?" sussurra Zaira mordendosi il labbro. Il sogno che ho fatto di le nuda a mare mi colpisce di colpo e mi trovo a gemere chiudendo per un attimo gli occhi. "Sarebbe un disastro, perchè non saprei fermarmi anch'io" confesso agguantando più deciso i suoi glutei, sento la sua eccitazione montare di più. "Mi desideri quanto ti desiro io?" chiede con voce sensuale lei guardandomi furba. Con una mossa l'alzo dalle natiche, facendole serrare le cosce attorno al mio corpo e mormoro sulle sue labbra peccaminose "Forse di più, così tanto che mi fa male" "Tariq" geme lei calda, suadente, stimolando le mie fantasie più perverse. "Zaira" ringhio selvaggio, un secondo prima di mandare tutto a puttane e divorarla. Il suo sapore dolce mi scoppia subito in bocca, non lo ricordavo così buono e dipendente. Inizio a muovermi mentre lei mi allaccia le braccia attorno al collo e inclinando il viso, va più a fondo nel bacio. Ha avuto esattamente quello che volevo, penso entrando a casa e andando a sedermi con lei sulla sedia del tavolo. Non ho mai portato nessuno qui dentro, era il mio spazio, il mio rifugio, l'unico luogo dove avrei potuto essere me stesso. Mi allontano dalla sua bocca solo un attimo per guardarla, le afferro una guancia con la mano e la bacio sotto l'orecchio scendendo sempre più giù...il sospiro in cui si scioglie è musica per le mie orecchie. "Sei così bella" biascico incapace di staccarmi dalla sua pelle. E' così setosa e morbida, finalmente ho modo di gustarla lentamente, con la dovuta cura. Le levo subito la maglietta e slaccio il reggiseno, voglio vederla tutta, tutta per me. Lei s'imbarazza di scatto, ma non si porta le mani a coprirsi e mi guarda con attenzione, il respiro spezzato, gli occhi lucidi, è curiosa di vedere che effetto mi fa...la studio meticoloso, con precisione e cura, è la donna più bella che abbia mai visto e avuto, penso mentre afferro il fiorellino rimasto sul tavolo e lo inserisco piano fra i suoi capelli di seta. "Perfetta" sussurro mentre lei mi sorride e sporgendomi su di me, cerca le mie labbra. Con le mani nel frattempo comincia a scoprire anche me e appena sento il suo tocco sulla mia pelle, prendo letteralmente fuoco. Lei, esattamente come nel mio sogno, inizia ad accarezzarmi il petto, gli addominali, scende sempre più giù mentre il mio respiro si fa più rapido e l'attiro più vicino a me. "Ho paura dopo l'ultima volta" sussurra lei sulle mie labbra accarezzandomi la mascella, solo adesso sento che sta leggermente tremando. Mi rendo conto che si riferisce a quel pezzente di Walter e scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio mormoro cercando di rassicurarla "Non devi averne, il sesso fatto bene, con calma, con la giusta cura può essere piacevole, molto più piacevole fiore mio" L'alzo sul tavolo e lei aggrappandosi alle mie spalle mormora "Non mi farai del male?" "Adesso non potrei fartene neanche volendo, ti fidi di me?" Lei annuisce e io scostandole la gonnellina, mi libero piano delle sue mutandine. Mi trovo a pensare che non ha niente a che fare con i miei sogni, le mie fantasie perverse...è infinitamente più bella, sensuale, femminile, mia. "Andiamo sul letto?" le chiedo baciandole l'angolo della bocca. Zaira lancia un'occhiata al letto e deglutendo annuisce con la testa. La prendo subito in braccio e posandola al centro di questo, mi libero dei miei pantaloni lasciando i boxer ancora addosso, non voglio correre con lei. "Non avere paura, non con me. Vedrai che sarà bellissimo, farò in modo che tu possa provare il più intenso dei piaceri" mormoro sulle sue labbra per poi scendere a baciarle il collo. "Ti sarai allenato parecchio prima per essere così sicuro di te" dice lei divertita mentre io scendo a baciarle il petto, l'incavo dei seni per poi agguantarli e massaggiarli piano. "Sono sempre andato con donne esperte, che potessero pensare prima al mio piacere. Non sono un tipo paziente, voglio tutto subito" "Ti è andata male stavolta" geme lei mentre prendo in bocca un capezzolo, lo succhio piano e ci passo sopra la lingua, delizioso. "Inizio a pensare che forse sia più eccitante andare con una novellina" sussurro lasciando baci bollenti lungo il suo addome per poi inserirmi fra le sue gambe. Mi basta solo sfiorarla per farla gridare. "Ferma, non agitarti troppo. Prendi la mia mano" dico allungandogliela. Lei lo afferra mentre io riabbasso il viso e inizio a baciarle la carne gonfia. "Tariq" geme lei stringendomi forte la mano. "Shh, va tutto bene, Respira piano" succhio il clitoride che pulsa sotto la mia lingua e con l'altra mano le accarezzo la coscia per calmarla. "Non smettere, non smettere" mormora lei prendendo la mia testa con l'altra mano. Vado più a fondo, più veloce, la sua carne è calda, vellutata, dolcissima...mi sembra di mangiare un dessert. Ne voglio ancora, non voglio smettere per nessuna ragione anch'io. "Tariq, oh cielo...ahhh"geme Zaira muovendosi a ritmo della mia lingua andandomi incontro. Alzo lo sguardo a lei e sorrido compiaciuto nel vederla arrossita, con la bocca schiusa, ansimante, con i seni che fanno su e giù per il respiro affannoso, i capezzoli turgidi, l'addome sudato, bollente, sta bruciando insieme a me. Grida quando il piacere si fa più intenso e insopportabile, vorrebbe esplodere e liberarsi il prima possibile, ma le rendo la tortura ancora più straziante e staccandomi da lei, gattono sopra il suo corpo. "No! Torna giù, non hai ancora finito!" protesta subito furiosa. Abbasso il viso ai suoi seni baciandoli con riverenza e agguantandoli piano...amo la loro consistenza, perfetti per le mie mani. "Tariq ti prego, ti prego" mi supplica iniziando ad agitarsi. La zittisco con un bacio mentre mi scosto i boxer e inserisco il preservativo con mani tremanti, non ho mai provato così tante emozioni in una volta. Una volta fatto, inserisco una mano tra i suoi capelli afferrandole il collo da dietro e con l'altra indirizzo il mio membro dentro di lei senza darle il preavviso, la spaventerebbe soltanto. E' fradicia da un po', ho cercato di stimolarla ulteriormente per metterla a suo agio, ma adesso non riesco a resistere io. Affondo entro di lei quando meno se lo aspetta e le afferro la testa a coppa mentre continuo a baciarla rubando le urla che avrebbe buttato per lo spavento. Lei vorrebbe staccarsi dalle mie labbra, ma io inclino il viso e vado più a fondo nel bacio insieme al mio membro dentro di lei. Lascio che mi graffi l'intera schiena e sopporto le sue unghia che affondano nella mia pelle. Mi stacco dalle sue labbra quando sono completamente dentro e appoggiando la fronte alla sua mormoro "Così, bravissima. Stai andando alla grande" Inizio a muovermi più velocemente, mentre lei serra le cosce intorno al mio corpo, attirandomi ancora più dentro di lei. Sono all'orlo della mia lucidità mentale. Le prendo il viso tra le mani e incatenando il suo sguardo al mio, ascolto i suoi dolci sospiri. Sono lento, cauto, paziente...voglio che sia il suo momento. "Stai bene?" chiedo baciandole l'arco elegante e delicato del naso. "Sì" mormora lei sorridendomi, dio che bella. "Mi fermo se senti dolore o..." "Va bene così, va benissimo" mi tranquillizza lei baciandomi. Non ho mai fatto sesso così dolce e lento, così profondamente e totalizzante...non ho mai fatto l'amore con una persona che mi piacesse veramente, mi trovo a pensare che fare l'amore anche con la mente sia forse più intenso. "Sto per venire" geme lei aggrappandosi alle mie spalle. Afferro le sue braccia portandole sopra la sua testa e intrecciando le mie mani con le sue mormoro muovendomi più velocemente e affondo dentro di lei "Sono qui, non ti lascio" "Tariq, oh così, così, più veloce" Eseguo andando ancora più veloce e a fondo, finchè lei inarca la schiena e tremando sotto di me urla al cielo il mio nome. La visione di lei nuda, tremante e calda sotto di me mi fa andare fuori di testa e vengo dopo pochi secondi anch'io, stringendo più che posso le nostre mani. Dio mio, tremo anch'io. Esco piano da lei e buttando il preservativo, attiro a me Zaira ancora bollente e ansimante. "Sei viva?" chiedo divertito vedendo che non spiaccica parola. "Credo di no, continuo a vedere le stelle" sospira lei compiaciuta. Scoppio a ridere..."Sono stato bravo a quanto pare" "Il tempo di fare pratica anch'io e ti farò vedere" mormora lei accarezzando il mio petto. "Mmh...mi stai proponendo di farti da cavia?" chiedo accarezzandole i capelli lasciandoci un bacio sopra. "Potrei chiedere a qualcun altro, se non te la senti" mi provoca lei, ma riceve una sculacciata forte da parte mia. "Ehi!" esclama lei ridendo. "Provaci e ti ammazzo" le dico chiaro. "Passiamo alle minacce?" chiede lei mettendosi di pancia e appoggiando le braccia incrociate sul mio petto. "Se servirà a tenere questo culetto tutto per me, sì" mormoro accarezzandole la dolce curva del sedere, sembra seta. "Devo farti una confessione" dice lei facendomi aggrottare le sopracciglia. "Che confessione?" chiedo più serio. "Prometti di non arrabbiarti con me" Butto la testa all'indietro e chiedo sospirando "Che hai combinato?" "Tu prometti" "Lo sai che mi arrabbierò lo stesso" "Allora me la sbrigherò da sola" "Mi sforzerò di non arrabbiarmi troppo" le vado incontro. "Va bene...papà e mamma non sanno neanche che io sia fuori casa, dovrei fare ritorno prima che si sveglino" "Che ore sono adesso?" chiedo allarmato. "L'una" Sospiro sollevato "Abbiamo tempo, stavo per agitarmi" "Vedi che t'innervosisci troppo? Dovresti essere più rilassato" "Ah sì?" chiedo invertendo le posizioni e salendole sopra. "Sì, non è che è una cosa che va peggiorando con l'età?" mi prende ancora in giro lei. "Un minuto fa non t'interessava della mia età" le mordicchio la mascella. "Ora che ci penso abbiamo abbastanza anni di differenza da definirti il mio sugar daddy" "Il tuo sugar che?" chiedo facendola scoppiare a ridere. Passiamo le prossime ore a parlare del più e del meno, giochiamo, ci provochiamo, ci scambiamo mille baci, non abbastanza comunque, finchè sale l'alba e siamo costretti a lasciare il letto. "Metti questo sopra" le faccio indossare la mia giacca di pelle alzando la cerniera fino al collo. Lei lo abbassa di poco, ma io glielo rialzo e la guardo severo "Vuoi ammalarti?" "Dipende se sarò chiusa in camera con te" replica lei facendomi sorridere compiaciuto. "Peste, muoviamoci" dico prendendole la mano e uscendo di casa. Le faccio indossare il mio casco e montando sopra la mano, aspetto che salga dietro anche lei e si aggrappi a me. "Ci sei?" chiedo prima di partire. "Ci sono" mi risponde prontamente lei. Sfreccio nella discesa e mettendomi in strada, guido veloce verso la villa. Durante i semafori ne approfitto per toccarle le cosce e prontamente vengo ripreso dai clacson dietro non accorgendomi del semaforo verde. Zaira non tarda a prendermi in giro anche per quello. "Tienila la giacca" le dico quando fa per consegnarmela una volta scesa dalla moto. "Davvero posso?" chiede sorridendomi. "Sì, ma stai attenta a non farti vedere da tuo padre con quella addosso. Sa che è mia" mi raccomando scendendo dalla moto anch'io. "Va bene, farò attenzione" mormora lei mentre le prendo il viso e appoggiandola contro la moto, le rubo un bacio. Zaira si mette sulle punte e buttandomi le braccia sulle spalle sussurra sulle labbra "Quando ritornerai da me?" "Domani, ho delle cose da sbrigare oggi" mormoro abbassando le mani ad agguantarle il sedere. "Capisco" dice lei triste. Sospiro e lasciandola andare di controvoglia dico "Forza, vai prima che possano beccarti" "Aspetta...un bacio" mormora lei dandomi un bacio. "Un altro" dice dandomene un altro. Non finisce lì e me ne dà altri. "Finito?" chiedo divertito. Lei annuisce e fa per andarsene, ma stavolta l'acciuffo io e le rubo l'ennesimo bacio. "Finito?" replica lei imitandomi prima. "Mmm" mi limito a mugolare. "Risponderai ai miei messaggi?" "Vedremo" non gliela do vinta. Zaira scuote la testa e fa per allontanarsi quando le chiedi "Hai qualcosa di mio" "Cosa?" chiede lei non capendo, la giacca gliel'avevo regalata. "Questo è mio, me l'ha regalato una peste" dico prendendole il fiore dai capelli. "Io non sono una peste" borbotta sorridendo, non riesce a tenere il broncio. "Certo che lo sei, la peggiore delle pesti" dico dandole un pizzico sul fianco facendola sussultare. "Non ce la fai proprio a essere romantico, eh?" "Te l'ho detto che non sono quello giusto" "Non cerco quello giusto..." mormora lei baciandomi. "Anche perchè saresti troppo vecchio per me" aggiunge lei mentre io faccio per pizzicarla di nuovo, ma lei scappa via alzandomi il medio. Prima di andare via mi fa l'occhiolino e mi sorride, io mi limito a non staccarle gli occhi di dosso finchè sparisce dietro il cancello. Abbasso lo sguardo al fiore di carta e scuoto la testa. Mi aspetto di pentirmi su tutto quanto e incazzarmi con me stesso per aver perso il controllo, ma la realtà è che sono felice e non riesco a togliermi in faccia questo stupido sorrisetto.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Voglio viver sempre il brivido di star con te. ZAIRA'S POV: Sento un motore attraversare il giardino di casa e correndo alla finestra, mi affaccio speranzosa di vederlo. Sorrido quando noto che è proprio lui...si toglie il casco e scendendo dalla moto, prende il borsone. Non gli stacco gli occhi di dosso fino a quando sparisce dalla mia vista e capisco che è entrato a casa. Corro in bagno a sistemarmi i capelli e abbasso un po' la scollatura della maglietta che porto sotto i jeans. Mamma ha detto che passerà tra un po' per portarmi a fare shopping. In realtà è arrabbiata con me per essermi totalmente dimenticata del gala di beneficenza che la banca di mamma farà a casa nostra. Me ne sono ricordata soltanto quando mi chiese che vestito mi sarei messa e la presenza dei camerieri del catering che si stanno già operando per la cena di stasera. Tra gli esami e la tesi non ho avuto la testa per nient'altro...be', aggiungiamoci anche Tariq. Sento dei passi e bussare alla porta dello studio di papà, cosa vorrà da lui? Esco dal bagno e aprendo la porta di camera mia, raggiungo piano la porta dello studio. Avvicino l'orecchio alla porta, ma non sento nu... "Ai suoi ordini signore, con permesso" Oh cazzo, oh cazzo. Sta venendo verso la porta. Corro in camera e chiudendo piano la porta, afferro un libro a caso e mi siedo sul letto, in tempo che lui apre la porta e mi trova a leggere. Alzo piano lo sguardo a lui e trattengo il fiato, dio mio che bello...ieri non ho fatto altro che pensare a lui e alla sera prima, papà mi ha consigliato di andare a letto, perchè a cena ero totalmente assente con la testa. Tariq chiude la porta dietro di lui e posando il borsone sul letto, mi guarda e basta. Sapevo che ci sarebbe stato il rischio che si pentisse di tutto, ne ero certa. Deglutisco e chiudendo il libro, mi alzo dal letto per prendere l'elastico sulla scrivania dandogli le spalle...inizio a sentirmi una stupida per aver pensato che stavolta le cose sarebbero andate diversamente. M'immaginavo di saltargli addosso, di baciarlo e dirgli che mi era mancato un sacco...che non ho pensato ad altro se non a lui fino a quel momento, che non vedevo l'ora di vederlo. "Che fai?" chiede lui alle mie spalle raggiungendomi. Mi sta parlando, è già un passo enorme. Mi giro piano e mordicchiandomi il labbro mormoro "Io...niente. Stavo leggendo un libro" "Che libro?" chiede facendosi più vicino. Mi sento morire a ogni passo verso di me che fa. Butto un occhio sul letto e farfuglio "Un libro...di guerra, mare...io, non ricordo. Lo stavo iniziando e..." Lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia zittendomi...sono sconvolta e accaldata, dannazione se sono accaldata. Mi aspettavo che m'insultasse, che mi ribadisse che tra noi non sarebbe potuto esserci nulla per rispetto di mio padre, che...che...santi numi, sto sognando? "Mi sei mancata" sussurra Tariq sulle mie labbra sorridendomi. Perdo un battito quando sento le sue parole, non mi sembra vero. "Mi sei...mancato anche tu" mormoro in un filo di voce...non so neanche se lo abbia sentito, nonostante la vicinanza. "Stai bene?" chiede notando la mia mezza paralisi. "Sì, sì...è che...non mi aspettavo questo" confesso un po' imbarazzata. "Questo cosa?" mormora lui non capendo. "Che mi parlassi...dopo quella sera. Ieri non ho voluto messaggiarti o chiamarti apposta" Lui mi sorride facendomi completamente sciogliere e dice "E io che pensavo che ti fossi pentita" "Cosa? No! No...non potrei mai" "Quindi siamo d'accordo sul fatto che siamo due deficienti che si sono fatti mille pare mentali?" Ridacchio "Concordo a pieno" Mi metto sulle punte e spinta dall'audacia, lo bacio io. Non so bene ancora come si fa, ma lui inclina il viso e ricambia il bacio lasciandosi sfuggire un gemito. Sorrido quando ci stacchiamo per riprendere fiato e io mormoro "Sei stato da papà?" "Sì, sono passato da lui prima" "Ti ha detto qualcosa?" "Mi ha avvisato del gala di stasera e..." mi strizza il sedere e dice malizioso "di tenerti d'occhio" "Mmm...questo lo fai già bene" "Molto bene direi" mormora lui mordendomi il labbro inferiore. Sentiamo qualcuno bussare e staccandoci di scatto, vediamo mamma che irrompe in stanza col cellulare all'orecchio "No Vivi, non puoi presentarti coi jeans a zampa. E' un gala di beneficenza, non stai andando in discoteca" Mamma si siede sul mio letto esasperata mentre si porta la mano sulla fronte e borbotta "Mettiti quello che ti pare, ho questioni più urgenti di cui occuparmi. A stasera" Riattacca e sbuffa "Che testarda" Volge lo sguardo a Tariq e alzandosi mormora "Ehi...tutto bene? Bilel mi aveva accennato al tuo piccolo periodo di pausa" Lui annuisce con la testa e dice "Sì, signora Cortada. Adesso sto meglio" "Molto bene, ci eri mancato. Vero Zaira?" chiede poggiando una mano sulla sua spalla. Mi appoggio alla scrivania e mormoro divertita "Gli stavo dicendo proprio questo..." "Vedi che ci tiene anche Zaira? So che avete avuto dei disguidi in passato, ma adesso penso che le cose stiano andando meglio...vedo dell'intesa finalmente" Per poco non scoppio a ridere. "Diciamo che...abbiamo chiarito alcune cose" mi limito a dire mentre lui annuisce in silenzio. "Comunicazione...ottima scelta. Che fa, ci diamo un smossa per il vestito?" chiede alla fine andando verso la porta. "Sì, sono pronta. Un attimo che prendo la borsa" dico recuperandola. "Ciao orso!" grida mamma dal corridoio sperando che papà la senti dallo studio. "Aspetta aspetta!" grida a sua volta papà. Ha sentito. "No orso, sono di fretta. Dobbiamo ancora..." cerca di dire mamma, ma papà esce dallo studio e dice brusco "Dove credi di andare senza salutarmi?" "Ti ho salutato" borbotta mamma. "No che mi hai salutato bambolina" mugola lui dandole un bacio. Sposto lo sguardo a Tariq e gli sorrido...è esattamente questo che spero in futuro per me e Tariq. Un amore forte e passionale come quello di mamma e papà. "Dai, che ho mille cose da fare" cerca di staccarsi mamma. "Mmm...ancora uno" protesta papà. "Mamma ti aspetto giù" dico io facendo un occhiolino a papà che capisce al volo. Tariq mi segue nel corridoio e scendendo le scale, usciamo di casa. "Signorina" dice cortese aprendomi la portiera posteriore della Maserati. "Grazie mille" sto al suo gioco entrando in macchina. Aspetto che salga anche lui e aggrappandomi alle sue spalle mormoro a suo orecchio "Dove volete portarmi signore?" "Ovunque lei desidera andare" mi risponde lui posando una mano sul volante e l'altra a intrecciare le mie dita. "Molto bene, allora casa vostra mi sembra perfetto" "Casa mia? Non ci porto chiunque, lo sa?" Ridacchio "Che requisiti dovrei avere per potervi accedere signore?" "Innanzitutto bellezza" Scoppio a ridere "Sono bella abbastanza per voi?" "E' proprio questo il punto, lei è persino più bella per meritarsi una catapecchia come casa mia" Mi allungo per stampargli un bacio sulla guancia e sorrido su questa "La vostra catapecchia andrà benissimo" Mamma apre la portiera d'improvviso e io fingendo di cercare qualcosa sul sedile anteriore borbotto "Dove sarà mai?" "Che succede?" chiede mamma richiudendo la portiera. "Niente...ho perso un orecchino" "Oh quale?" "Ehm...quelli dorati" "Tutti i tuoi orecchini sono dorati" "Quelli piccoli...non li hai presente" "Sai che puoi salire davanti per cercarli e non togliere spazio vitale a Tariq per forza?" Arrossisco e rimettendomi al mio posto mormoro "Li cercherò più tardi, possiamo andare" Tariq abbozza un sorrido e mettendo in moto, esce dal giardino raggiungendo i cancelli. "In che direzione devo andare signora?" chiede Tariq superando i cancelli. "Andiamo alla Conca d'oro che è il più vicino?" mi propone mamma "Sì, va bene" E' proprio a due passi da Mondello, quindi ci mettiamo davvero pochissimo ad arrivare e parcheggiare. E' giovedì mattina e il parcheggio del centro commerciale sembra deserto, tanto meglio per me ce non dovrò fare la fila per i camerini e la cassa. "Incominciamo da Zara?" chiede mamma indicandomi il negozio. Annuisco e lanciando uno sguardo dietro a Tariq entro nel negozio. Come previsto, non c'è molta gente dentro e con facilità mi faccio spazio tra i vari corridoi. "Trovato qualcosa?" chiede mamma affiancandomi. Nego con la testa. Hanno dei bellissimi vestiti, ma non eleganti abbastanza per un gala. "Proviamo da Motivi o Guess" Dopo mezz'ora siamo sconsolate ed usciamo da entrambi i negozi, non abbiamo trovato nulla di bello purtroppo. "Magari possiamo provare in centro" "Facciamo un ultimo tentativo qui?" chiede mamma indicando un negozio che non ho mai notato. "Rinascimento" leggo ad alta voce. "Tentar non nuoce, ho intravisto qualcosina" mi convince mamma a entrare. Mamma va spedita verso un vestito verde, mentre io accarezzo una giacca lilla e avvicinandomi a Tariq chiedo piano "Ti stai annoiando?" "Sincero?" chiede a sua volta lui facendomi sorridere. Alzo lo sguardo a lui che aggiunge a bassa voce "Avrei di gran lunga preferito portarti da me" Mi mordicchio il labbro e passando a vedere dei pantaloni eleganti blu mormoro "Lo avrei di gran lunga preferito anch'io" Tariq si avvicina a me controllando prima di non essere beccato da mamma e posando una mano sulla mia guancia, mormora accarezzandola col pollice delicato "Pagherei per restare soli un attimo" "Dovrai aspettare ancora un po'...più tardi ho anche la parrucchiera. Ci va mamma e ne approfitto anch'io per dare una spuntatina ai capelli" aggancio una mano al suo polso. "Che ha che non vanno i tuoi capelli?" "Di solito li porto più corti, non li ho mai avuti così lunghi" "Mi piacciono così lunghi" "Sì? E cos'altro ti piace di me?" chiedo provocandolo. "Te lo mostro?" mi sfida scendendo ad accarezzarmi la curva del sedere quando sento in lontananza mamma chiamarmi. Scappo da Tariq scuotendo la testa e raggiungo mamma che mi mostra un vestito lungo rosso di seta. "Che te ne pare?" "Mi piace" "Lo proviamo?" chiede mamma porgendolo alla commessa che ci mostra i camerini. Potrei darci una festa qui dentro, penso entrando nel camerino e iniziando a spogliarmi. Faccio un po' fatica a tirare su la cerniera, ma per fortuna la commessa viene in mio aiuto ed esco fuori per mostrare il vestito a mamma. "Tesoro...sei un incanto" dice subito mamma che s'illumina alla mia vista. Le sorrido mentre la commessa mi consiglia di provare delle decoltè insieme al vestito e la mamma continua a dire che è quello giusto. Mi osservo allo specchio e ammiro l'abito che si posa perfettamente sulle curve regalandomi charme e sensualità. Adoro lo scollo alla schiena, la fascia al centro del torace che avvolge perfettamente il girovita, l'incrocio al collo e lo spacco profondo laterale. Lancio un'occhiata a Tariq che mi osserva dall'ingresso dei camerini e non riesce a staccare gli occhi da me Lancio un'occhiata a Tariq che mi osserva dall'ingresso dei camerini e non riesce a staccare gli occhi da me...piace anche a lui il vestito. "Sì, è bellissimo. E' anche molto comodo, elegante...mi piace" "Lo prendiamo" dice mamma alla commessa che mi consiglia di acquistare anche le scarpe dorate che sto provando. "Ti trovi bene con le scarpe?" "Sì dai, non sono troppe alte. Si può fare" "Ottimo, allora prendiamo tutto...tanto è papà che paga" dice mamma facendomi ridere. Mi rivesto mentre mamma va a pagare lasciandomi sola. Indosso i jeans e mentre sono piegata ad allacciarmi le scale, sento la tenda scostarsi e una presenza fisica dietro di me. Penso che sia mamma, quando mi giro e mi ritrovo invece Tariq. "Che succe..." faccio per dire, ma Tariq mi afferra dal collo e mi divora le labbra. Mugolo su queste, mentre lui avvolge i miei fianchi e sedendosi sullo sgabello, mi posa sulle sue ginocchia. Gli allaccio le braccia attorno al collo e staccandomi di poco sussurro "Non ce la fai a starmi lontano, eh" Tariq passa a baciarmi il collo, il petto, la carne dei seni e fa per sganciarmi il reggiseno quando sentiamo fuori dal camerino mamma chiamarmi. "Sì mamma, arrivo" grido buttando la testa all'indietro godendo. "Ma Tariq?" chiede mamma facendomi spalancare gli occhi. "Non lo so...non lo vedi?" grido mentre lui se la ride e mi lascia un altro bacio sulle labbra. "Dai, dobbiamo andare!" gli sussurro, ma lui non è per niente serio e m'interrompe baciandomi ancora. "No, non è qui" dice mamma da fuori. Faccio per rialzarmi per mettermi la maglia, ma Tariq mi trattiene dalla vita e scuote la testa. "Vuoi farci beccare?" gli sussurro severa. "Dille di andare e che la raggiungiamo dopo" mi suggerisce lui ingenuamente. "Sai che non posso..." "Dai, voglio stare con te" quasi mi supplica Tariq. "Dopo, promesso" mormoro accarezzandogli il viso. "Zaira forza che faremo tardi in parrucchieria, dobbiamo ancora pranzare" mi esorta mamma. "Sì sì, ho quasi finito" grido staccandomi di forza da lui per mettermi la maglia. "Distraggo mamma e tu mettiti fuori dal negozio, ok?" chiedo abbassandomi a dargli un ultimo bacio, ma lui mi riattira sulle sue ginocchia e mi dà un bacio mozzafiato. "Zaira su!" si lamenta mamma fuori. "Eccomi eccomi" grido dando l'ultimo bacio a Tariq e fuggendo da lì cerco di non scostare troppo la tenda. "Ma quanto ci hai messo" si lamenta mamma mentre io l'attiro dall'altro lato del negozio e le mostro uno scialle carino. Butto un occhio dietro e vedo Tariq uscire dai camerini per andare all'ingresso del negozio. "No, ora che ci penso, credo di averne uno simile nell'armadio. Andiamo" "Ma era carino" mormora mamma che però viene trascinata fuori dal negozio da me. "Ah eccoti" nota Tariq fuori che le fa un cenno e rimane serio. Se solo mamma sapesse. "Andiamo a mangiare? Ho una fame" propone mamma portandoci nell'area ristoro. Entriamo da Old Wild West e mamma deve convincere Tariq a pranzare con noi, lui era categorico nell'aspettarci all'entrata finchè finissimo di mangiare. "Va bene qui?" propongo sedendomi su una panchina di legno. "Sì sì" dice mamma sedendosi di fronte a me... Tariq scivola sulla mia panchina, ma rimaniamo distanti...che tortura. Dopo esserci consultati finiamo a prendere tutti la stessa cosa e mentre aspettiamo mamma chiede disinfettandosi le mani "Allora Tariq che ci racconti? Che hai fatto in questi giorni liberi?" Tracanno un bicchiere d'acqua. "Sono andato a trovare un amico, per il resto mi sono...rilassato" dice Tariq tranquillo. "Che bello, credevo che fossi andato a trovare chissà...la tua ragazza" Tossisco mandando di traverso l'acqua e mamma interviene subito dandomi dei colpetti sulla schiena. "Zaira tesoro...tutto bene?" "Sì sì...scusami, mi è andata di traverso l'acqua. Ora sto bene" la tranquillo cercando di respirare a fondo. "Devi stare attenta mentre bevi, non è uno scherzo" mi avverte mamma rimettendosi al suo posto. "Sì, starò più attenta. Scusatemi ancora" mormoro con la faccia per terra. Finalmente arrivano le nostre ordinazioni e incominciando a mangiare mamma chiede ricordandosi di quello che aveva detto "Quindi non hai la ragazza Tariq? Sono curiosa" Mi aspetto che Tariq neghi, ma inaspettatamente annuisce con la testa e dice "Non saprei se sia il caso di definirla così, ma ci stiamo conoscendo" "Ohh e come fate? Nel senso...per conoscervi, non dovete non so...vedervi? Sei sempre da noi" "Io...penso che si scrivano, no? Delle volte si videochiamano" intervengo io mangiucchiando una patatina. "Sì" si limita a dire Tariq. "Ho capito...e lei ti piace?" chiede mamma sempre più curiosa. "All'inizio no, non la consideravo neanche. Poi c'è stato un bacio e..." "Vi siete baciati!" esclama mamma, come una bambina eccitata che ascolta una favola. Tariq annuisce pulendosi della maionese dalle dita e dice "Sì, è stato inaspettato" "E ti è piaciuto?" investiga mamma, basta!! "Abbastanza da volerne ancora" rivela lui facendo impazzire mamma che applaude felice. Io intanto mi nascondo dietro il mio hamburger e cerco di non arrossire, anche se mi sento bollire dentro. "Hai una foto di lei? Voglio vederla, mi sto appassionando" dice mamma bevendo la sua Cocacola. "No purtroppo signora, ma è molto bella" "Hai intenzioni serie quindi con lei" "E' un complicato non potendo vederci quando vogliamo, ma sì...mi piacerebbe costruire qualcosa con lei" Sbatto velocemente gli occhi, mi viene da piangere. "Ah l'amore...mi ricordi Bilel, anche noi eravamo titubanti all'inizio, poi però l'amore ci ha travolti ed eccoci qui con tre figlie e un cane" "Titubanti?" chiedo soffiandomi piano il naso. "Be' sì...lui era il mio professore e io non volevo cacciarmi nei guai rischiando di essere espulsa" "Non vi hanno mai beccati?" "Fai conto che a dicembre se n'è andato, quindi il resto dell'anno sono stata più tranquilla" "Oh...papà ha cambiato scuola?" "No, ci eravamo lasciati dopo l'attentato che ha coinvolto i nonni. Dessi la colpa a tuo padre e lo lasciai" "Giusto...poi però vi siete rimessi insieme" "Sì" "E che fine fece quell'uomo...com'è che si chiamava? Quello che indottrinò papà quando era ancora nell'organizzazione" "Omar? Kemal lo uccise" "Zio Kemal?" chiedo sorpresa...è sempre così pacato e per le sue, non sembra neanche il gemello di papà, se non fosse per il fatto che è la sua copia sputata. Mamma annuisce e tagliando a metà il panino dice "Nessuno lo sa, se l'organizzazione lo sapesse, zio Kemal potrebbe essere decapitato e noi non potremmo fare nulla" "Scusatemi" dice Tariq recuperando il ketchup che ha fatto cadere. "Per fortuna non esiste più nessuno che fa parte dell'organizzazione, se non per quella spia che però non si è fatto più sentire. Abbiamo fatto bene ad assegnarti Tariq, la spia si sarà tirato indietro" "Già, abbiamo fatto proprio bene" dico cercando col piede la gamba di Tariq. Lui sussulta appena gli tocco la caviglia e irrigidendosi, si allontana dal mio piede. Che gli prende? Finiamo di mangiare in fretta e recandoci in parrucchieria, chiedo solo una spuntatina alle doppie punte e di farmi dei boccoli leggeri per il gala. Tariq è rimasto fuori dalla parrucchieria e durante il tragitto è rimasto in silenzio senza degnarmi uno sguardo. Inizio a pensare che se la sia presa per il fatto che non mi sia apportata con lui nel camerino. Ci mettiamo due ore a sistemarci i capelli e ritornando a casa, penso finalmente che possa avere un momento con Tariq, ma papà se lo chiama nello studio e mamma m'invita a cambiarmi al più presto e truccarmi...sono già le 19. "Mamma?" la trattengo prima che possa andare. "Sì amore?" "Conosci un certo Mustafa?" "Mustafa? No, perchè?" "Una volta Tariq ha avuto un incubo su di lui, gridava di non lasciarlo solo" "Poverino...come mai ci hai pensato adesso?" "E' giù di morale, credo sia ancora per via di questo Mustafa" "Capisco, potrei chiedere a papà" propone mamma. "Credo si tratti del fratellino morto" "Aveva un fratellino?" chiede mamma sorpresa. "Sì, ma è morto da piccolo" Un flashback mi fa ripensare a quella notte quando Samir si è presentato in cucina con le mani e la maglia sporche di sangue...può essere che si trattasse del sangue del fratellino? Sarà stato assassinato? E' per questo che quando ho dato l'opportunità di scappare a Tariq non l'ha fatto? Perchè gli serviva la protezione di papà per scappare da qualcuno che lo stava inseguendo? "Può darsi che sia morto il 7 luglio 15 anni fa" "7 luglio? Come fai a esserne certa" "Non importa, potresti aiutarmi a trovare notizie di lui?" Mamma mi stringe le mani e guardandomi preoccupata mormora "Ti fa onore voler aiutare un...amico, ma penso che questi siano affari che non ci riguardano" "Mamma gli hai chiesto vita e morte della ragazza a pranzo" le ricordo. "Ma ci siamo divertiti...questa cosa del fratello è una questione troppo intima, non sappiamo come potrebbe prenderla" "Voglio aiutarlo a sapere la verità" insisto non demordendo. "Magari Tariq la sa" "C'è qualcosa che lo tormenta, devo aiutarlo" Mamma cede e sospirando mormora "Eh va bene, ne parlerò con papà. Sei più tranquilla?" "Molto più tranquilla, grazia mamma" "Adesso forza...vai a vestirti o faremo tardi" dice mamma dandomi un bacio sulla fronte e andando via dalla camera lasciandomi sola.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Con l'età il piacere del gioco passa dal corpo allo spirito e dai piedi alla testa. -Fabrizio Caramagna SAMIR'S POV: "Sì, signore. Me ne occuperò io" dico a Bilel ritirandomi dal suo ufficio. Richiudo la porta e sosto un attimo cercando di realizzare la situazione intera, non mi sembra vero di aver saputo finalmente la verità. Dopo tutto questo tempo. Kemal Cortada, il gemello di Bilel ha ucciso Omar, la pena per chi uccide uno sceicco è severissima, neanche il più potente al mondo potrebbe impedire la sua morte. Quindi neanche Bilel Cortada. Adesso devo soltanto riordinare le mie idee, capire quali sono le mie priorità e agire di conseguenza. Non posso lasciarmi sfuggire un'occasione così ghiotta. Con quest'informazione preziosa mi servirà radunare quanto più uomini possibili e dichiarare guerra ai Cortada per l'uccisione di Omar. Non ho potuto rivendicare mio padre, ma per Omar sono ancora in tempo. Apro la porta della stanza di Zaira in sovrappensiero e mi blocco vedendola al centro della stanza con quel vestito che le calza a pennello e le valorizza ogni centimetro di pelle. "Tutto bene?" chiede notando che sono immobile sulla soglia. Scuoto la testa, devo pensare alle mie priorità...devo penso alla mia vendett..."Che ti prende?" chiede ancora lei venendo pericolosamente vicino a me. "Niente, sto...bene" la butto lì, ma lei non è convinta e sorridendomi dice "Qualsiasi sia il problema, sono sicura che si risolverà molto presto" Anche se comporta la morte di tuo zio? Annuisco piano con la testa mentre Zaira si stacca da me per indossare gli orecchini. La osservo che si piega di poco e inclinando il viso, mi rivela quella curva sinuosa del collo. Perchè sei sua figlia? Perchè non riesco a prendere le distanze da te? Perchè mi fai quest'effetto? Il mio occhio cade sulla sua collanina con la chiave al posto del ciondolo e schiarendomi la voce chiedo "Perchè non cambi collana?" "Cosa?" "La collana...potresti anche toglierla. Viene coperta dall'intreccio del tessuto ad ogni modo" Lei abbassa lo sguardo alla collana e mormora "E' che...l'ultima volta l'ho persa e non vorrei dare un dispiacere a papà riperdendola" "La conserverò io per te" "Davvero?" "Sì, dammela. La metterò in tasca e te la ridarò a fine serata" "Non la perderai?" "Non la perderò" dico avvicinandomi a lei per toglierglielo. "Grazie...effettivamente non ci stava" "Adesso sei perfetta" mormoro mettendo la collana in tasca e abbassandomi a baciarle una guancia. "Devo scendere adesso, mamma mi ha chiesto di supervisionare gli ultimi allestimenti" dice lei alzandosi e sistemando la gonna del vestito. "Andiamo" le apro la porta. "Stai bene?" mi chiede prima di uscire. "Sì, perchè?" "Sembri...non so, in sovrappensiero" "Non è niente, stai tranquilla" le accarezzo la schiena nuda. Lei mi sorride non troppo convinta, ma cede ed esce dalla stanza. Raggiungiamo il giardino allestito con tavolini, sedie, tantissime luci che illuminano l'area, fiori in ogni angolo, un banchetto per il catering e un palcoscenico in lontananza. "Non sembra neanche casa mia" mormora affascinata Zaira osservando le candeline sui bordi della piscina e dei fiori di loto che galleggiano in acqua. "Zaira!" grida Esme con Rambo fra le braccia. "Ma che siamo eleganti" ridacchia Zaira alla vista di Rambo con un papillon attorno al collo. "Vieni, hai visto i costumi delle ragazze del cabaret?" esclama Esme trascinandosi dietro Zaira. Entriamo in una specie di tenda dove delle ragazze si stanno truccando e di lato vi sono dei costumi sfavillanti. "Guarda questo!" scoppia a ridere Rafael mostrando a Ines un vestito a metà con la gonna e l'altra col pantalone. Ines se lo posa addosso e ridacchia anche lei "Non vedo l'ora di vedere lo spettacolo" "A proposito dello spettacolo, guarda mia sorella" dice Rafael indicando Zaira che scuote la testa in imbarazzo. "Zaira sei una favola!" la raggiunge Ines che l'abbraccia subito. "Tu sei una favola! Sei un incanto con questo vestito bianco Ines!" Anche lei s'imbarazza e dice per cambiare argomento "Andiamo a bere qualcosa?" Anche lei s'imbarazza e dice per cambiare argomento "Andiamo a bere qualcosa?" "Certo!" esclama Esme. "Tu solo succo alla frutta!" si raccomanda Zaira imbronciando Esme. Fanno per uscire dalla tenda quando io ne approfitto della compagnia dei ragazzi e mormoro all'orecchio di Zaira "Devo andare in bagno, posso lasciarti per qualche minuto qui?" Zaira annuisce subito e chiede preoccupata "Ti senti male?" "No, tranquilla. Ti trovo in giardino?" "Sì, vai" mi dà il via libera Zaira. Annuisco e uscendo dalla tenda, marcio subito all'interno della villa. Adocchio Bilel e sua moglie in salone occupati a interloquire con delle persone e scappo su per le scale, devo fare in fretta. Vado in fondo al corridoio e guardandomi alle spalle, mi assicuro di non avere dietro nessuno. Apro la porta dello studio con la copia delle chiavi che Bilel mi ha dato e richiudendo piano la porta, vado dritto alla cassaforte. Mi abbasso ed estraendo la collana di Zaira dalla tasca, la inserisco nella serratura della cassaforte. Sorrido compiaciuto vedendo che finalmente si apre. Allungo subito la mano per rovistare dentro e prendo un foglio arrotolato...sembra tipo una pagina strappata da un libro. Srotolo la pagina e corrugo la fronte...che ci fa qui una pagina del libro sacro? Ogni sceicco tramandava aneddoti e testi in questo libro, oltre a fissare delle regole che sia a loro sia ai sudditi era assolutamente vietato infrangere. E' scritto in arabo e alcune parole non riesco a leggerle perchè sbiadite. Mi concentro meglio e leggo letteralmente "L'Altissimo ha deciso che coloro che verranno scelti a ricoprire l'essenziale ruolo di dirigere e proteggere l'organizzazione siano sempre protetti, tutelati e salvaguardati in qualsiasi occasione, anche in situazione di tradimento. A pagare per il loro misfatto sarà il primogenito successivamente. Il diritto e il possesso della sua vita spetterà solamente e unicamente all'organizzazione che deciderà sul destino del corpo e dell'anima di quest'ultimo/a al servizio totale della gente che popola e onora l'organizzazione e la parola dell'Onnipotente." Abbasso lo sguardo e leggo le firme di tutti i Sceicchi, compresa quella di Bilel Cortada. Rileggo da capo il pezzo di carta incredulo sul fatto che non solo manderei al patibolo Kemal, ma con questo pezzo di carta potrei rivendicare il possesso su Zaira, essendo nata pochi minuti prima di Diana, è a tutti gli effetti la primogenita del traditore Bilel Cortada. "Tariq?" Sussulto immediatamente e impreco a bassa voce, ero così concentrato a leggere e assimilare le parole della regola che non ho prestato attenzione alla porta. Alzo lo sguardo e trovo Zaira che mi guarda dall'alto e sposta gli occhi alle mie mani, posso vedere gli ingranaggi del suo cervello correre. "Cosa ci fai qui?" mormora sgranando gli occhi per l'orrore di aver capito. "E' stato tuo padre a...a chiedermi di...aprire la cassaforte. Stai tranquilla" sussurro alzandomi piano piano richiudendo la cassaforte. "Capisco...quindi posso andare a chiedere conferma a lui?" chiede lei indietreggiando. Non si fida e fa benissimo. "Che bisogno c'è di disturbarlo adesso? Scendiamo anche noi giù e..." "Papà!!" urla Zaira correndo per raggiungere la porta. Cazzo. Fa per aprire la porta, ma fortunatamente riesco ad acciuffarla prima che possa abbassare la maniglia e tenendola bloccata contro la porta sibilo "Fiore mio...hai mosso la pedina sbagliata stavolta." Metto subito del cloroformio su un fazzoletto, esagero nel bagnarlo e portandolo al naso di Zaira aspetto qualche minuto affinchè faccia effetto e cada tra le mie braccia. ZAIRA'S POV: Faccio una smorfia per il dolore allucinante alla testa e digrignando i denti cerco di alzare il capo. Per un momento vedo tutto sfocato, finchè metto a fuoco il mio letto e la mia intera stanza. Che ci faccio qui? Sbatto piano gli occhi e girando la testa, trovo una presenza alla porta. Sbatto nuovamente gli occhi e metto a fuoco Tariq appoggiato alla porta che mi osserva. E' senza giacca, lo sguardo intenso e le labbra e la mascella serrate come ad analizzarmi con minuzia e serietà. Abbasso lo sguardo alle maniche della camicia arrotolate al gomito e fra le mani...una pistola. Spalanco gli occhi sentendo il cuore battere all'impazzata e solo adesso ricordo di essere in pericolo. Gli avevo promesso di aspettarlo di sotto, ma ero troppo preoccupata per restare ferma. Iniziai a cercarlo in camera, bussai più volte in bagno ma niente. Capì subito che c'era qualcosa che non andava, uscì dalla stanza pronta a scendere giù e chiedere a papà di Tariq, quando sentì dei passi nello studio di papà. Ero sicura di averlo visto di sotto con mamma che intratteneva degli ospiti. Mi avvicinai piano e aprendo la porta, vidi dallo spiraglio una figura...non era papà, aveva il suo profumo. Il profumo di Tariq. Aspettai un po' prima di venire allo scoperto, non volevo credere ai miei occhi eppure ci sarebbe stato una motivazione...perchè tradire così papà? L'istinto mi diceva di avvertire subito papà facendo beccare nel fragrante Tariq, ma il cuore gridava di proteggerlo, avevamo condiviso tanto, anche se lui avesse tradito papà, io ci avrei pensato due volte prima di farlo veramente. Fu così che entrai e mi feci scoprire, solo dalla sua reazione e dal tremore delle parole iniziali capì che stava succedendo davvero quello a cui stavo pensando. Tariq stava tradendo papà, non c'erano scusanti. Cercai d'indietreggiare e tenermi quanto più possibile lontana da lui, ma quando scattai per fuggire via, Tariq mi acciuffò e intrappolandomi contro la porta, mi mise in ko. Potrebbe farmi del male anche adesso? Faccio per alzarmi dalla sedia per mettere distanza tra noi, ma con orrore mi rendo conto di essere legata. I polsi sono legati ai braccioli della sedia e le caviglie ai piedi sempre della sedia. Ci metto un po' a realizzare veramente quello che sta succedendo e prendendo un gran respiro chiedo con voce che non accenna a tremori o esitazioni "Vuoi uccidermi?" Lui non si muove di un millimetro, continua a stare contro la porta e la pistola che ondeggia tra le dita. Scommetto tutto che è carica. Deglutisco iniziando a sentire il panico prendere possesso di me e alzando piano lo sguardo a Tariq dico più severa "Ti conviene uccidermi, non ho paura di te" Finalmente lui accenna a un sorriso e scollandosi dalla porta dice avvicinandosi a me "So che hai palle da vendere fiore mio, non ho mai dubitato di questo." Va a sedersi sul letto e posando la pistola sulle mie ginocchia chiede "Ne hai mai usata una?" "Potrei usarla adesso" "Stai bluffando fiore mio?" "Slegami e vediamo se è bluff" Lui accoglie la mia provocazione e trascinando i piedi della sedia fino a lui, inizia a slegarmi le mani. Mentre lo fa non stacca gli occhi da me, cerca di scavarmi dentro, rubare tutto quello che sono. "Sparami" mi ordina una volta che libera i miei polsi. Non me lo faccio ripetere due volte, prendo la pistola e puntandola contro la spalla per non colpire un organo vitale, premo decisa il grilletto aspettandomi il suono dello sparo. Dalla pistola non esce nulla, era scarica. Tariq alza un sopracciglio e constata sorpreso "Non era bluff" "Avevi paura che non lo fosse? E' per questo che mi hai dato una pistola scarica?" sputo con arroganza. Lui scuote la testa e mostrandomi il tamburo della revolver dice "Ci sono solo due proiettili, presumo che sia stato fortunato" Ruota velocemente il tamburo rimettendolo a posto e stavolta la punta a me. "Sparami" gli ordino come aveva fatto lui con me. Tariq porta la pistola sopra il mio mento e alzandolo sibila "Chi credi che io sia Zaira?" "Dimmelo tu chi sei" "Io penso che tu lo abbia già capito" "Sei la spia dell'organizzazione" dico fulminandolo con lo sguardo. Assottiglio gli occhi guardandolo con ancora più odio e ringhio "Sei un traditore." Lui schiocca la lingua sul palato e mormora "No piccola, non sono un traditore" Abbassa la pistola al mio petto sfiorando un seno e dice ancora "Se adesso non ti ritrovi un proiettile in testa è perchè non ti tradirei mai" "Hai preso la mia collana con l'inganno" "Me l'hai data tu, non ti ho costretta" M'indispettisco e sbotto "Sei stato a letto con la mia amica Beatrice" "Non ci sono stato a letto" "Me l'ha detto lei che te la sei scopata" "Scopata, sì. E' ben diverso dall'andarci a letto, sono stato a letto con te" A quelle parole la mia mano si alza e gli mollo uno schiaffo facendogli voltare il viso di lato. "Non mi paragonare a Beatrice." ringhio incollerita. Lui serra la mascella forte e portandosi una mano all'angolo del labbro mormora "E con questo siamo a due schiaffi" Gira la faccia a fulminarmi gli occhi e ringhia "Al terzo non so se saprò contenermi" Gliene mollo un altro facendo girare la faccia nel lato opposto allo schiaffo precedente. Posso vedere il segno delle mie dita sulla sua guancia arrossata. "L'hai voluto tu." Tariq ruggisce incazzato nero e slegandomi le caviglie, mi alza in aria facendomi urlare per la paura, per poi mettermi a pecora sulle sue ginocchia. Cerco di divincolarmi dalla sua presa ferrea, ma presto sento arrivare una sculacciata che mi toglie il fiato. "Questo è per non aver esitato neanche un secondo a spararmi" Ne segue subito dopo un'altra più forte che stavolta mi fa gridare mentre lui ringhia "Questo è per aver pensato che potessi spararti dopo tutto quello che abbiamo condiviso" Sento gli occhi riempirsi di lacrime quando la sua mano incontra di nuovo la mia carne e sibila facendomi gemere "Questo è perchè pensi che io possa paragonare quella puttana della tua amica a te" Mi aspetto un altro colpo che però non arriva e capisco che abbia finito, ha ricambiato i miei tre schiaffi. Rimango immobile in quella posizione, finchè il tutto diventa troppo doloroso da sopportare e scoppio a piangere. Lui se ne accorge subito e rialzandomi in aria fa per posarmi sul letto, ma lo allontano con uno spintone e sbotto acida "Non toccarmi." Tariq non mi ascolta, come suo solito, e attirandomi a sè, mi fa mettere a cavalcioni su di lui. Sono così fragile e debole in questo momento che quando lui mi stringe a sè e mi accarezza i capelli, mi rannicchio contro il suo petto e continuo a piangere istericamente. "Quindi...le foto, le minacce...sei stato tu?" chiedo singhiozzando. Lui annuisce spezzandomi ancora il cuore. "Perchè?" sussurro in un filo di voce, sono esausta emotivamente. "Dovevo proteggerti" Corrugo subito la fronte "Di che stai parlando?" Tariq fruga nelle sue tasche e tirando fuori un pezzo di carta mormora "Di questo" Afferro il pezzo di carta, ma non capisco nulla di quello che c'è scritto sopra "Cosa dice?" "Vuoi saperlo davvero?" "Dimmelo" dico impaziente. Tariq mi traduce finalmente il contenuto del testo e io stento a crederci..."Sono io la primogenita" realizzo ad alta voce. "Nessuno sa di questa regola se non gli Sceicchi, tra cui tuo padre e..." "E..?" lo incentivo io col cuore in gola. "Khalil, c'è anche la sua firma essendo stato l'ultimo Sceicco in carica" Sbianco...ho sentito parlare di Khalil, tutti hanno un'opinione disgustosa su di lui. Ha fatto cose orribili, tra cui rapire un'amica di zia Melisa e costringerla a sposarsi con lui. Ha persino rapito Bella ancora in fasce per spaventare papà. E' un mostro. "E' morto Khalil" dico convinta di quello che mi ha detto mamma. Tariq scuote la testa e dice "E' ancora vivo, è stato uno dei suoi uomini a dirmelo, gli stessi che sostengono l'organizzazione" "Non è possibile..." "Non è l'unica cosa che sa..." "Cos'altro sa?" "Kemal" "Sa che ha ucciso Omar?" chiedo spalancando gli occhi. Lui annuisce e io mi porto le mani ai capelli "Merda...cosa succederà adesso? Non c'è una via d'uscita in tutto ciò?" "C'è" dice lui facendomi sperare che tutto questo possa finire al più presto. "Ovvero?" "Sposarmi" "Cosa?" chiedo non credendo alle mie orecchie. "Sposandoti e scegliendo di prendere il tuo cognome, diventerei il genero dell'ex Sceicco Bilel Cortada e farei parte della stessa dinastia" "Non capisco" "Salirei a capo dell'organizzazione, così che possa eliminare questa regola sul primogenito e proteggere tuo zio Kemal, oltre a proteggere te che non sarai più la primogenita di Bilel Cortada, ma mia moglie" "Non c'è un altro modo? Potremmo dire a papà che Khalil è vivo, lui potrebbe trovarlo e..." "No, tuo padre non deve sapere nè di Khalil nè di me. Darebbe di matto e andrebbe incontro solo a una guerra sanguinosa con gli uomini di Khalil. Basta che ci sposiamo di nascosto e al resto ci penserei io" "Ma io non voglio che tu faccia parte dell'organizzazione" "Sarà solo per il momento di eliminare la regola e dare l'immunità a Kemal" "Davvero faresti tutto questo?" "Certo che lo farei" Mi prende il viso tra le mani e mormora "Per te." Sorrido mentre lui mi asciuga coi pollici le lacrime e dice "Sai che rimani sempre bella anche quando piangi?" Scuoto la testa dandogli uno schiaffetto "Non mi dire cagate" Lui mi attira ancora più a sè e dice "Potremmo sposarci domani stesso, che ne dici?" "Devo prima pensarci un attimo" dico negando con la testa. Tariq si rabbuia subito e borbotta "Perchè devi pensarci? Non ti fidi di me?" "Non è quello...devo capire se è questa la cosa più giusta da fare" Tariq all'improvviso mi fa scostare da lui e alzandosi dal letto sbotta nervoso "E' perchè non vuoi sposarmi, vero?" "Ti conosco da neanche un mese Tariq" puntualizzo. "Ci conosciamo da molto più di un mese" ribatte lui duro. "Non conta quell'incontro da piccoli" "Certo che vale!" esclama lui quasi gridando. Mi alzo anch'io dal letto e borbotto "Non gridare con me." "Non farmi incazzare allora." "Sennò che fai? Mi sculacci di nuovo?" lo provoco andandogli sotto il muso. "Altre sculacciate in più male non ti farebbero." "Ho detto che ho bisogno di un po' di tempo per pensarci" "Non c'è altra via d'uscita, te ne rendi conto?" "Ho capito, sei stato abbastanza chiaro. Devo andare giù adesso, papà avrà notato la mia assenza" Tariq mi afferra il polso non facendomi scendere e io sibilo "Lasciami andare." "Non parlarmi così, sono dalla tua parte io." ringhia invece lui venendomi sempre più vicino. Poso una mano sul suo petto per tenerlo un po' distante e gli ricordo "Non cambia il fatto che tu mi abbia mentito lo stesso" Lui fa per replicare, ma sentiamo all'improvviso qualcuno bussare alla porta. Mi scosto dalla sua presa e aprendo la porta trovo mamma che chiede subito "Tutto bene? Esme mi ha detto che sei risalita per un dolore allo stomaco" "Sì...ora sto molto meglio" "Bene, ti volevo presentare a una persona" dice mamma prendendomi la mano e trascinandomi con sè. Tariq ci segue in silenzio e scendendo in salone andiamo incontro a una faccia già conoscente. "Professore Giunta, che piacere averla qui" lo saluto subito dandogli la mano. "Signorina Cortada, è un piacere rivederla" ricambia il saluto baciandomi la mano. "Voi due vi conoscete?" chiede mamma sorpresa. "E' l'assistente del mio professore di Costituzionale 2" le spiedo brevemente. "L'ultimo esame che ti sei data?" "Esatto" "Caspita, che coincidenza. Tu mi avevi nascosto tutto Flavio!" scherza con lui mamma dandogli una spallata. "Ammetto di aver taciuto, ma solo per vedere la tua reazione" "Come vi conoscete voi invece?" chiedo curiosa. "Ha fatto il tirocinio in banca anni fa, siamo rimasti in contatto e delle volte mi dà una mano con i clienti francese. "Lei sa il francese?" chiedo sorpresa al professore. "Sì, ho fatto due Erasmus in Francia. Anche lei lo parla?" "Oui, très bien " gli rispondo sorridendo. "Une demoiselle aux mille ressources" (Un signorina dalle mille risorse) Arrossisco alla sua risposta mentre mamma si congeda un attimo e ci lascia da soli a conversare. "E' un incanto stasera signorina" dice indicandomi mentre sento dietro Tariq schiarirsi la voce. Ho capito che non gli piaceva l'assistente da come lo fulminava con lo sguardo all'esame. "Grazie mille professore, sempre un galantuomo" rispondo mettendomi i capelli sulla schiena scoperta, è come se sentissi lo sguardo di Tariq bruciarmi. "Mi chiami Flavio per favore, siamo fuori dal contesto accademico" "Va bene, a condizione che lei mi chiami Zaira" "Zaira, un nome che deriva dall'arabo Zahrah, ovvero fiore che sboccia" E' per questo che Tariq mi chiama "fiore mio"? O si riferisce al fiore che gli ho dato da piccola? "Sa anche l'arabo?" chiedo affascinata dalla sua dialettica, ha anche una voce rilassante. "Qualcosina, è una lingua complessa" "Grazie a papà riesco a capire qualcosa anch'io, ma a grandi linee" "Magari potremmo approfondire la conoscenza della lingua insieme" mi propone il professore. "Magari sì" rispondo mordendomi il labbro. "Vuole qualcosa da bere? Anzi...Zaira, vuoi qualcosa da bere?" "Salvo per un pelo" scoppiamo a ridere insieme. "Comunque sì, con molto piacere" accetto il suo invito mentre lui mi posa una mano sulla schiena nuda e c'indirizziamo al bar. Passiamo la prossima ora a parlare un po' di tutto, mi trovo connessa a lui in tantissimi aspetti, oltre a essere affascinata ogni volta che mi parla dei suoi viaggi e delle tradizioni che ha scoperto e imparato. Ci dilettiamo anche a parlare in francese e mi sorprendo della sua pronuncia impeccabile, decisamente migliore della mia. Parliamo di politica, di libri, registi, è anche sul pezzo sui programmi di cucina che io amo seguire. Davvero un uomo con un bagaglio culturale immenso. "Signorina, suo padre richiede la sua presenza in studio" c'interrompe Tariq nel bel mezzo di una conversazione sull'economia mondiale. Riposo il flute di champagne e scendendo dallo sgabello dico "Scusami, riprendiamo dopo?" "Certo, tranquilla" dice Flavio sorridendomi. Gli ricambio il sorriso e dandogli le spalle vado spedita al piano di sopra, chissà cosa vorrà mai papà. Si sarà accorto della cassaforte aperta? Faccio per andare allo studio, quando Tariq all'improvviso mi afferra i fianchi da dietro e spingendomi in camera, richiude la porta. "Cosa stai..." Non mi lascia il tempo di chiedere spiegazioni che mi è addosso e buttandomi sul letto, risale la gonna del vestito fino alle mutandine. "Aspetta non..." mi zittisce baciandomi e lo fa con così tanta foga che mi scosto a disagio. Lui non molla e baciandomi il collo inizia a succhiarlo facendomi male, mentre mi palpeggia il sedere con entrambe le mani. "Tariq" lo chiamo cercando di divincolarmi dal suo assalto. "Mi ecciti come un matto piccola" biascica lui attirandomi più vicina, finché sento il suo membro premere contro la mia intimità. "No no, ci sono tutti giù" mormoro cercando di allontanarlo. "Non ci pensare" "Ho detto di no." dico più brusca dandogli uno spintone che finalmente lo fa smuovere. Tariq ci rimane male all'inizio, ma non demorde ancora e allungandosi di nuovo su di me, fa per baciarmi. "Che ti prende!" esclamo evitando il bacio e scendendo dal letto nel lato opposto. "Che prende a me?" chiede lui nervoso dal mio rifiuto. "C'è che quello ci prova da un'ora con te e tu ci stai, il tutto sotto i miei cazzo di occhi." ringhia torreggiando su di me. "Chi? Flavio?" "Flavio, che confidenza...tu sì che sai come farmi incazzare Zaira" "Mi ha detto lui di chiamarlo così" mi difendo. "Sì, ho sentito...a condizione che lui ti chiamasse Zaira" Sbuffo esausta. "Com'era? 'magari approfondiamo la conoscenza della lingua insieme'? So io che conoscenza vuole fare con te" continua imperterrito. "Ti sbagli, Flavio è un uomo di cultura, brillante e anche simpatico. Mi piace conversare con lui, non ci trovo niente di male" "All'uomo brillante ci pensavi prima di scoparmi" sputa con arroganza gelandomi il sangue. Cerco una risposta a quella affermazione, ma sono così sconvolta che mi limito a guardarlo male e andare verso la porta. Inizio a credere di aver visto in Tariq qualcosa che in realtà ho solo fantasticato. Faccio per aprire la porta, ma lui da sopra la mia testa la richiude e sospira "Sto cercando di spiegarti..." Prende la mia testa tra le mani e sussurra sui capelli "che mi fa male vederti con un altro, soprattutto se vedo che siete più voi in sintonia che noi due " Abbassa le mani ad accarezzare delicatamente le mie braccia e mormora ancora "Io non parlo in francese, non ho fatto l'università, non ti saprei parlare di economia, politica europea, non sono un gran lettore, non guardo film..." Sposta le mani alla vita, scendono ai miei fianchi "Io so fare a botte, so sparare, so dare piacere alle donne...non so fare altro" "Tariq" mormoro girandomi verso di lui, lo trovo triste, deluso da sé stesso. "Vedo che siamo troppo diversi, tu hai un'istruzione che io posso solo sognarmi. Sei in gamba, spigliata, sei bellissima e io non voglio..." Chiude gli occhi, come se fosse in difficoltà, per poi scuotere la testa e mormorare con voce rotta "Non voglio perderti fiore mio" Sorrido, non mi aspettavo potesse essere così dolce. Si vede che ha fatto uno sforzo immane per aprirsi finalmente con me e spiegarmi cosa prova. Lo apprezzo così tanto. "Mi credi quando ti dico che non succederà?" chiedo buttandogli le braccia attorno al collo. "Come faccio?" "Sì" Lui corruga la fronte e chiede non capendo "Sì, cosa?" "Sì, sposiamoci" Tariq spalanca gli occhi, ma metto subito in chiaro "Solo per il tempo che tu diventi Sceicco e possa..." "Sì si! Sì!" esclama lui in preda all'euforia. Mi alza in aria e facendomi girare per tutta la stanza dice colmo di felicità "Ci sposiamo!" "Poi però chiediamo il divorzio" lo avverto. "Perchè?" "Come perchè? Siamo troppo giovani per sposarci" "Tu. Io sono sui 30" ribatte lui posandomi sulla scrivania e facendosi spazio tra le mie gambe. "E' sempre troppo presto...ti rendi conto che siamo passati dal non parlarci a sposarci in neanche una settimana?" "Che importa quanto ci abbiamo messo" mormora lui sfiorando i nostri nasi. "Importa a me...inoltre non mi hai ancora fatto una proposta di matrimonio come si deve" Tariq ridacchia e baciandomi le guance sussurra "A quello posso rimediare" "Non puoi, perchè dobbiamo tornare di sotto" Lui fa una smorfia e lasciandomi dei bacetti sulle labbra mormora su queste "Non voglio, restiamo qui" "Sai che non possiamo" "Sì, che possiamo" mi contraddice prendendomi i fianchi per farmi avvicinare ulteriormente a lui. "Fai il bravo" gli dico sentendo la sua intimità contro la mia. "Ti voglio così tanto che mi fa male" mugola lui scostando le mie mutandine e sfiorandomi la carne. "Tariq" gemo quando inserisce dentro di me un dito e inizia a muoverlo con movimenti lenti e calcolati. "Shh, piano" mormora lui mentre mi sorride compiaciuto. Chiudo gli occhi godendomi il piacere che cresce sempre di più, quando all'improvviso sentiamo bussare alla porta e chiedere "Sono Flavio, posso entrare Zaira?" Spalanco gli occhi cercando di scostarmi subito, ma Tariq non me lo permette e inserendo un altro dito mi fa gemere più forte. "Zaira?" chiede ancora Flavio sentendomi. "Sì! Dammi un attimo Flavio" grido mentre Tariq muove sempre più velocemente le dita e col pollice mi stimola il centro pulsante facendomi impazzire. "Per favore" supplico piano andando incontro alle sue dita, ne voglio ancora, di più. "Dillo" ringhia invece lui al mio orecchio. "Cosa?" "Dillo che sei mia." mi graffia coi denti la mascella per poi succhiarmi il lobo dell'orecchio. Mi aggrappo alle sue spalle sentendo arrivare al limite e lui accorgendosene mi minaccia "Dillo o smetto subito." Scuoto la testa e gemo accaldata ed eccitata al massimo "Sono tua" "Ancora." sibila non soddisfatto. "Tutto bene?" chiede Flavio da fuori. "Oh dio, ohhh" gemo delirante buttando la testa all'indietro. "Zaira sto entrando" insiste Flavio preoccupato dalla mia non risposta. "No! No, arrivo!" grido io mentre Tariq va più a fondo toccando un punto sensibilissimo. "Sto uscendo" mi minaccia ancora lui di togliermi l'orgasmo. "Sono tua, Tariq sono tua. Sono tua" sussurro con un filo di voce. "Occhi a me mentre vieni" dice arrogante prendendomi il mento. Spalanco gli occhi incatenandoli ai suoi, mentre lui tocca nuovamente il punto sensibile e stimolandomi più forte il centro pulsante mi fa venire in un orgasmo fortissimo. Tremo quando sento le sue dita scivolare piano fuori e il mio battito cardiaco scoppiare. Appoggio la fronte sudata al suo petto e respiro con affanno, non ho mai provato niente di più intenso. Sentiamo ancora bussare e solo adesso mi ricordo di Flavio, cazzo. Tariq mi lascia un bacio a stampo e facendomi l'occhiolino, mi aiuta a scendere dalla scrivania. Ho ancora il respiro accelerato e non sono troppo lucida quando apro la porta e trovo Flavio ad aspettarmi. "Tutto bene? Non ti ho più vista..." "Io...sì, sì. Va alla grande" rispondo uscendo dalla stanza seguita da lui, quando mi giro un attimo per vedere Tariq e perdo un battito quando lo vedo portarsi il pollice in bocca e succhiarlo. "Zaira, sicura che stai bene?" chiede Flavio mentre io annuisco non troppo convinta e biascico "Sì, raggiungiamo mamma che è meglio"

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei. -Paulo Coelho ZAIRA'S POV: "Sai a cosa pensavo?" chiede Tariq con la testa sulle mie ginocchia. Ci siamo messi fuori sotto l'ulivo mentre io leggo un libro e lui sta semplicemente riposando, si sono capovolti i ruoli...sembra che sia io la guardia adesso. "Pensi?" chiedo concentrata a leggere il libro. Lui me lo sottrae per dispetto e io cerco di riprenderlo "Avanti, ero arrivata al momento in cui stavano rivelando l'assassino" "Smettila di leggere e dammi un po' di attenzioni" sbotta lui mettendo il libro sotto la sua schiena. "Te le sto dando" "Rambo se la passa meglio" borbotta lanciando un'occhiata alla mia mano che accarezza il cucciolo accoccolato anche lui sotto l'ulivo. Sorrido e con la mano libera incomincio ad accarezzargli la testa, mentre mi abbasso piano e gli lascio un bacio a stampo. "Un altro" mormora lui non soddisfatto. Gliene lascio un altro. "Ancora" insiste. "Molla il libro prima" Tariq non se lo fa ripetere due volte e riconsegnandomi il libro, aspetta il suo bacio che non tarda ad arrivare. Riapro il libro al punto che sono arrivata, mentre con la mano continuo ad accarezzargli la testa e lui chiude gli occhi. Sembra in pace col mondo in questo momento. Abbasso lo sguardo al quadrante dell'orologio di Tariq e vedo che sono le 12:30. Mamma è papà sono a lavoro, Esme a scuola, Rosita cucina e Sebastian be'...Sebastian supervisiona a modo suo. Dovrebbero tutti tornare per le 14, abbiamo ancora tempo per stare insieme senza nasconderci. "Quindi a cosa pensavi?" chiedo curiosa per prima. "Che col velo saresti ancora più bella" "Col velo?" non capisco. Lui annuisce e slacciandomi il foulard rosa di seta che ho addosso, si allunga di poco per mettermelo attorno alla testa. "Guardati" dice poi dandomi la fotocamera del suo cellulare. Corrugo la fronte e vedendomi nella fotocamera frontale, sposto più in alto il foulard indecisa. "Non so se possa piacermi questo..." "Shayla, questo tipo di velo si dice così "Shayla, questo tipo di velo si dice così. Copre il collo e la spalla, lasciando il viso scoperto" mi spiega Tariq ritornando a posare la testa sulle mie ginocchia. "Non è un hijab?" "No, l'hijab lascia scoperte le spalle, a differenza di questo velo" "Perchè indossare il velo? Qual è il suo significato?" "Alcune donne scelgono liberamente di indossare il velo, mentre ad altre è imposto dalla propria comunità o famiglia. Solitamente le ragazze iniziano a velarsi durante l'età dello sviluppo come manifestazione personale della propria fede" "Questo quindi...le identifica come donne musulmane? Tutto qua?" chiedo indicando la sciarpa in testa. "Tu perchè pensavi che lo indossassero?" chiede Tariq. "Io...non lo so, per una questione di attrazione sessuale. Per preservare la donna da atti di molestie o abusi" "La violenza non ha a che fare con il sesso...la violenza viene dall'odio e basta. Puoi essere coperta dalla testa ai piedi, ma se un uomo è cattivo ed è mosso dall'odio e dalla dominazione, ti violenterà comunque" Indicando nuovamente il velo e aggiunge "Questo è un segno di obbedienza a Dio che devi portare con orgoglio" "Anche il burqa che copre persino gli occhi?" "Il burqa viene usato prevalentemente in Afghanistan o in Pakistan. Per lo più viene usato l'hijab" "Capisco, tu sei musulmano quindi?" "Non proprio" "Che vuol dire?" "Dopo la morte di mio fratello è venuta a mancare la fede, diciamo che sono stato distratto da altro" "Che altro?" "Dalla vendetta" Corrugo la fronte "Di che stai parlando? Di che vendetta parli?" "Hanno assassinato mio fratello sotto i miei occhi" M'irrigidisco di scatto quando lui rivela ancora "Hanno ammazzato anche me quella sera" "Chi sono stati?" "Dei ladri" "Che ladri?" "E' una storia lunga, avranno ciò che si meritano" "Non sono d'accordo, hai detto tu stesso che la violenza è mossa dall'odio, non voglio che il tuo cuore sia pieno d'odio...perdona quegli assassini e lascia spazio alla pace. Tuo fratello avrebbe voluto così" "Tu che ne sai di quello che avrebbe voluto?" chiede lui alterandosi. Decido di prenderla con le pinze e mormoro "Non lo, ma posso immaginare che..." "Tu non puoi immaginare nulla perchè non c'eri quella sera." sbotta lui alzandosi da me. Mi fulmina con lo sguardo e sibila perfido "Come reagiresti se ti ammazzassero Diana o Esme sotto gli occhi? Se sparassero una raffica di proiettili a tua madre o tuo padre, uccidendoli all'istante...sotto i tuoi fottuti occhi?" Si alza in piedi e guardandomi da sopra ringhia ancora "Quella scena mi perseguita ogni giorno, come riesco a darmi pace se li sogno ogni notte ammazzare mio fratello? Sentire il suo corpo farsi freddo, vuoto...senza vita tra le mie mani" Faccio per alzarmi anch'io, ma lui si allontana come a respingermi e dice gelido "L'altra volta ho visto Rosita tagliare la carne, aveva il grembiule macchiato di sangue...sono dovuto correre in bagno per vomitare. Non...non...riesco a vedere il sangue. Il suo odore, la sua consistenza..." Si porta le mani in bocca come per reprimere un conato di vomito e chiudendo gli occhi borbotta "Torniamo a casa" Non aspetta che replichi, perchè va spedito alla villa senza guardarsi alle spalle. "Vieni piccolo" mormoro prendendo in braccio Rambo che sonnecchia ignaro di tutto. Entro nella villa e trovo Rosita che esce dalla lavanderia con un cesto "Signorina, cos'ha in testa?" mi chiede divertita. Solo adesso mi accorgo di avere ancora il velo in testa. "Uhm...niente, volevo provare una cosa" mi tolgo subito la sciarpa e chiedo "Hai bisogno di una mano col bucato?" "Oh no no, ho quasi finito. Grazie lo stesso" Vedo Tariq salire veloce le scale e correndogli dietro, sorrido a Rosita che ci guarda stranita. Lui entra subito in stanza e afferra il cascone per poi prendere il borsone. "Dove stai andando?" chiedo allarmata. "Ho bisogno di prendere un po' d'aria, tornerò prima delle 14" "Vengo anch'io" "No Zaira, tu non ti muovi da qui" m'impone lui richiudendo il borsone. "Perchè non posso venire?" Non mi risponde. "Tariq?" lo richiamo. Continua a non rispondermi portandosi il borsone alla spalla. "Vuoi rispondermi!" "Perchè voglio stare solo! Solo Zaira!" esclama lui letale. Perchè mi sta facendo così male? Sbuffo e andando dritta alla scrivania, prendo le forbici e mi faccio un piccolo taglio sul palmo sinistro. La mano inizia a sanguinare presto e lui spalanca gli occhi facendo ricadere il borsone dalla spalla. "Zaira che cazzo stai facendo!" mi urla raggiungendomi. Resto immobile e muta mentre lui mi trascina in bagno e lavandomi immediatamente la ferita, fruga nell'armadietto per prendere l'acqua ossigenata e le bende. "Stupida" mi rimprovera disinfettandomi la ferita e iniziando a bendarmi la mano con cura. "Sei proprio una cogliona, che ti ha dato alla testa?" borbotta ancora. Sento gli occhi diventare lucidi e iniziando a tremare mormoro "Tu non mi ascoltavi" "E hai pensato bene di tagliarti per attirare la mia attenzione?" chiede lui brusco continuando a bendarmi la mano. "Vedi?" "Cosa Zaira?" "Mi stai curando la ferita" alzo lo sguardo a lui e posando la mano ferita all'altezza del cuore mormoro con una lacrima che scende furtiva "Lasciami fare lo stesso, lasciarmi curare le tue ferite" Tariq mi guarda ancora con rimprovero e dice rabbioso "Le mie ferite non possono essere curate, toglici mano ragazzina" "Tu mi stai aiutando con la mia famiglia...potremmo raccontare tutto a papà e trovare gli assassini di tuo fratello. Lasciati aiu..." "Zaira basta, dimenticati di quello che ti ho raccontato" borbotta lui uscendo dal bagno. "Perchè sei schifato dal sangue?" grido uscendo anch'io dal bagno. Gli prendo la mano e sbotto "E' l'unica cosa che ancora unisce te e tuo fratello. Il suo sangue è tuo...come fai a non capire che lui è sempre dentro di te finchè avrai vita" "Non mi basta!" esclama alzando lo sguardo a me. Ha gli occhi lucidi e i pugni serrati. "Non mi basta averlo dentro di me, io lo vorrei con me" mormora ancora, prima di riprendere il borsone e il casco e andare via. Rimango sola in stanza e presto sento il rombo del motore di Tariq che sfreccia via dalla villa. "Stupido idiota" borbotto riprendendo il libro che stavo leggendo. Passa una buona mezz'ora e io non sono riuscita a leggere neanche una parola. Ho la testa per aria, penso richiudendo il libro e posando la testa sul cuscino. L'espressione angosciata di Tariq mi perseguita, dove sarà andato? Come starà? Sbuffo mettendomi di fianco. M'impongo di lasciarlo stare, di concentrarmi in altro, di non andare a mettere il naso in affari che non mi riguardano ma...è proprio qui lo sbaglio, Tariq è di gran lunga affare mio. Prendo il cellulare e componendo il suo numero, avvio la chiamata. "Il numero da lei chiamato è al momento irraggiungibile" "Dove sei?" gli mando un messaggio, ma vedo che l'ultimo suo accesso risale a stamattina. Avrà spento il cellulare? Cazzone. Scendo dal letto e uscendo dalla stanza, vado spedita fuori dalla villa. Vado nella cabina di Sebastian e lo vedo distratto a leggere il giornale. "Ehi Seba" lo saluto sulla soglia. "Signorina Cortada, mi scusi" mormora subito chiudendo il giornale. "Tranquillo, ho solo bisogno delle chiavi della macchina. Tariq le ha perse, ne hai una copia?" "Certo, eccole" dice lui frugando in un cassetto. Le trova finalmente e porgendomele dice "Ho visto il signor Tariq uscire dal retro" "Sì, mi aspetta lì. Mi seguirà da dietro in moto" "Ho capito, dove andate?" "Andiamo all'università, ho delle pratiche da consegnare. Cose burocratiche insomma" "Va bene signorina, buona giornata" "Buona giornata a te Sebastian" dico sorridendogli e andando a prendere la macchina. E' stato più semplice di quanto pensassi. Salgo in macchina e uscendo dal retro, guido verso il posto dove sono sicura possa trovare Tariq. Se non vuole venire da me, io andrò da lui. SAMIR'S POV: "Ibra perchè diavolo sei in bagno da ore?" chiedo rabbioso entrando in bagno. "Ti ho cercato per tutta la casa" borbotto raggiungendolo alla vasca. Lui non mi ascolta e continua a giocare con le sue navi nella vasca, sembra sia in corso una guerra marittima. "Non sei un po' troppo grande per questi?" chiedo prendendogli una nave. "Gioca con me Samir" m'invita a giocare con lui. Scuoto la testa "Dobbiamo andare a lezione di sparo" "Non mi ci hai più portato" sbotta all'improvviso Ibrahim imbronciandosi. "Dove?" "Al mare, ci siamo andati solo una volta e mi avevi promesso che ci saremmo ritornati" "Ci ritorneremo" "Non ti credo" Mi avvicino a lui e abbracciandolo da dietro mormoro "Non solo ci torneremo, un giorno ti comprerò una bella casa al mare, così che tu possa vedere il mare sempre" "Davvero? Una casa al mare?" esclama lui con gli occhi che luccicano. Annuisco contagiato dal suo sorriso. "Te lo prometto" dico lasciandogli un bacio sulla tempia. Osservo il mare in lontananza e posando le braccia sulle ginocchia, mi prendo la testa tra le mani. Penso sempre che il dolore prima o poi possa passare, alleviarsi un poco...eppure un dolore così forte non va mai via, non si allevia e non ti lascia in pace. Un dolore così forte diventa ancora più forte fino a lacerarti, smembrarti, fino ad annullarti completamente. E' come una ferita che continua a sanguinare senza sosta, nessuna crosta o cicatrice che possa rimarginarla, sanguina sanguina, è un calvario al quale sei costretto sopportare. Sento una lacrima scivolare lenta e rovente sulla mia guancia che raggiunge presto il mio mento e cade per terra. Un'altra minaccia di uscire ma mi porto una mano al viso per fermarla. Non funziona, perchè dall'altro occhio continuano a scivolare altre lacrime e presto mi ritrovo il viso bagnato. Chiudo gli occhi sentendo il mio cuore spezzarsi ulteriormente, piangermi addosso non porterà a nulla, non mi ridarà indietro mio fratello, non mi riporterà a quella sera. "Perdonami" sussurro in un filo di voce. "Perdonami" mormoro ancora singhiozzando. L'ho chiesto mille volte, ho invocato il suo perdono così tante volta eppure non mi sembra mai abbastanza, forse perchè dentro di me so che non c'è niente da perdonarmi. Non avrei dovuto Ibrahim nei miei affari, avrei dovuto proteggerlo, tenerlo al mio fianco e amarlo...scuoto la testa asciugandomi altre lacrime. Dio...mi dilania dentro, mi odio a morte. "Cazzo" sento sussurra all'improvviso. Mi giro di scatto e vedo Zaira che si toglie della polvere dalla maglia e si fa strada tra le macerie. Alza lo sguardo a me e s'immobilizza, penso che non mi abbia mai visto piangere. Mi rigiro asciugandomi le ultime lacrime e cerco di tornare lucido, non voglio che mi veda così. Sento i suoi passi avvicinarsi, finchè si siede al mio fianco e rimane in silenzio. "Come sei arrivata?" chiedo severo tirando su il naso e non degnandole uno sguardo. "Sebastian mi ha dato una copia delle chiave della Maserati" confessa lei. "E' pericoloso guidare fino a qua sopra" dico con tono di rimprovero. "Avevo una buona motivazione per rischiare" Sentila. Mi giro a guardarla rabbioso e lei alza lo sguardo a me innocente...ha guidato fino a quassù per vedere come stessi, stupida ragazzina. "Non farlo mai più" borbotto ritornando a guardare il mare. "Solo se mi prometti che non lo farai mai più anche tu" "Che cosa?" "Lasciarmi sola dopo aver litigato" Non rispondo e lei facendosi ancora più vicina a me, posa la testolina sulla mia spalla e mormora "Odio litigare con te, mi fa stare troppo male" Faccio un smorfia, perchè è così adorabile? Allargo un braccio per attirarla a me e stringendola forte dico "Vieni qui" Lei si accoccola contro di me e io posando il mento sulla sua spalla continuo a guardare il mare. Restiamo un po' di tempo in silenzio abbracciati così, finchè lei mormora "Parlami di lui" Sorrido "Cosa vuoi sapere?" "Non lo so...cosa gli piaceva fare?" "Guardare le stelle, voleva fare l'astronauta da grande. Voleva esplorare lo spazio, visitare Marte, vedere la luna da lassù" "Adesso che è lassù, se la starà spassando alla grande" Ridacchio mentre lei chiede ancora "Cos'altro gli piaceva?" "Non è mai stato un bambino calmo e per le sue...era molto curioso, voleva esplorare il mondo, stare sempre in movimento. Ricordo quando una volta lo portai a mare e se n'è innamorò...da quel giorno in poi mi chiese sempre di riportarlo a mare. Lo avevo portato lì di nascosto a mio padre, quindi avrei rischiato parecchio a riportarlo lì, fu così che gli promisi che non solo ci saremmo tornati un giorno, ma che gli avrei preso anche una casa al mare, in modo che potesse avere il mare sempre sotto gli occhi" "Questo posto..."collega finalmente i pezzi lei. Annuisco ma poi sospiro e mormoro triste "E' inutile adesso però. Io non potrò più portarlo al mare o fargli vedere la casa, come gli avevo promesso" "No invece" dice Zaira alzando il mento. Abbasso lo sguardo a lei che dice ancora "Lui avrebbe voluto così...glielo avevi promesso, gli devi una casa al mare" Corrugo la fronte "Non ci abiterebbe nessuno, lui è mor..." "No, lui non è morto. E' ancora vivo, è vivo dentro di te" Si alza improvvisamente da me e dice "Pensaci! Potresti tornare qui quando vorrai perchè è di tua proprietà. Potresti portare le cose del camper qui e farci un nuovo rifugio, è già il tuo rifugio. Potremmo ripulire le macerie e rimettere a nuovo il posto" "Potremmo?" "Sì, potremmo. Non ti lascerò solo, ti aiuterò anch'io...ridaremo vita a questo posto insieme" dice lei convinta. Rimango in silenzio ad osservarla commosso e rialzandomi piano anch'io, le prendo il viso e le lascio un bacio sulle labbra riconoscente. "Sei un angelo" mormoro su queste. "Il mio fiore più prezioso" sussurro ancora dandole un altro bacio. Lei sorride e ricambiando i baci chiede piano sulle mie labbra "Vedi?" Incrocia le mie dita e mormora "E' così che si curano le ferite...condividendole, mettendoci il cuore, avendo coraggio di affrontarle con qualcuno" Sbatto gli occhi lentamente...vorrei contraddirla, ma è la verità quello che sta dicendo. Sono sempre scappato dalle mie ferite, non ho mai avuto il coraggio di affrontarle o cercare di curarle. Ho sempre pensato che il tempo mi avrebbe aiutato a lenire ogni cosa...e se invece mi fossi sbagliato? In realtà dipendeva tutto da me? "Non gli ho mai potuto dire addio" le rivelo con gli occhi lucidi, per poi guardarmi attorno e chiederle "E se fosse proprio questo il modo più giusto per dirgli addio?" "Sicuramente è il modo più giusto per riacquisire la pace dentro di te" "Lui avrebbe voluto così" realizzo finalmente. Zaira annuisce "Devi portare a termine la promessa che gli hai fatto" "Ho anche promesso che lo avrei vendicato" "Lascia stare la vendetta per un attimo, concentrati su questo" dice lei indicandomi il mare. "Sul vostro momento" Guardo l'orizzonte e annuisco piano "Il nostro momento" sussurro immaginandomi una sua barchetta che ondeggia nel mare. Attiro a me di nuovo Zaira e abbracciandola mormoro sui suoi capelli "Grazie" di cuore. Lei mi accarezza la schiena e dice "Mi sono dovuta tagliare il palmo della mano per fartelo capire, ma meglio tardi che mai" Ridacchio e prendendole la mano ferita, poggio un bacio delicato sulla ferita. E' bello curarsi le ferite a vicenda. "Forza, abbiamo un terreno da comprare" dice Zaira prendendomi per mano e trascinandomi via senza preavviso.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"Ogni croce sulla mia pelle porta il tuo nome" -lettidisfatti ZAIRA'S POV: "Ci sarai stasera?" "Mmm" mugolo troppo concentrata a osservare Tariq accanto alla porta della biblioteca. "Terra chiama Zaira, ci sei?" chiede Sole sventolandomi una mano sul viso. Scuoto la testa e spostando lo sguardo a Sole mormoro "Cosa?" "E' sulle nuvole da un po' "dice Ludmilla digitando al computer. Sole ridacchia e io faccio la linguaccia a Ludmilla. "Quindi ci sarai stasera?" mi richiede Sole. "Cosa c'è stasera?" "Che ti dicevo? E' in un altro pianeta" dice Ludmilla scuotendo la testa. "La serata organizzata dalla nostra associazione, te ne sei scordata?" mi spiega un po' più paziente Sole. "Ah...pensavo fosse la prossima settimana, il 24" "Zaira?" "Sì?" "E' il 24" Spalanco gli occhi abbassando lo sguardo alla mia agenda, com'è possibile? Io sono ferma a due settimane fa, a quando ho fatto per la prima volta l'amore con Tariq e il mio mondo ha smesso di girare o almeno...gira solo ed esclusivamente attorno a Tariq. "Dannazione, devo muovermi nella consegna della tesi" borbotto rimettendomi al computer. Per quanto mi piaccia restare ad osservare Tariq fare letteralmente niente, la tesi non si scriverà da sola. "Posso portarmi con me una persona?" chiedo riaprendo gli articoli online che stavo consultando. "Intendi la tua guardia del corpo? Devi" dice Ludmilla facendo ridacchiare Sole. "Non mi dire che ti sei infatuata di Tariq" la prende in giro Sole dandole una gomitata. "Ma che infatuazione...è palese che voglia Zaira" borbotta Ludmilla. "Non credo...cioè...noi..." inizia a balbettare come una stupida. "Zaira Fernando Cortada, hai qualcosa da confessare?" chiede Ludmilla distogliendo lo sguardo dal computer. Arrossisco fino alle punte dei piedi e allungandomi verso di loro per far più piano possibile sussurro "Forse...ci sono stati degli sviluppi tra noi" "Ahhh! Io lo sapevo!" grida Sole attirando le occhiatacce dei nostri colleghi di fianco. "Scusatemi" mormora mortificata per poi allungarsi verso di me e chiedere curiosa "Che tipo di sviluppi?" "Abbiamo fatto l'amore" "Ahhhh!!!!" stavolta urla Sole senza contenersi. "Eh insomma!" ci rimprovera la bibliotecaria alzandosi dalla sua sedia. "Ci scusi, faremo più attenzione" mormora Ludmilla dando una gomitata a Soleil, mentre io osservo Tariq che si è girato per vedere da dove provenisse l'urlo. Vede che sono al mio posto e buttando un'occhiataccia alla bibliotecaria, si rigira dandomi le spalle. Metto subito il broncio, non mi ha degnata neanche di uno sguardo per tutto il tempo che siamo stati in facoltà...neanche mezzo bacio. "Poi vi racconto i dettagli" sussurro alle ragazze rimettendomi seriamente a lavoro. Passiamo tutto il pomeriggio a concentrarci sulle nostre faccende, finchè stacco gli occhi dal computer esausta e quando li alzo su Tariq, mi raggelo all'istante. Che diavolo ci fa Beatrice con Tariq? Li vedo conversare insieme indisturbati e...perchè stanno ridendo? Stringo i pugni incavolata nera quando Beatrice esce fuori il suo pacchetto di sigarette e ne offre una a Tariq che però rifiuta e le sorride. Stronzo. Mi alzo pronta a staccare qualche testa quando sento alla mia destra una voce chiamare il mio nome...volgo lo sguardo e vedo che si tratta di Walter. "Sono impegnata al momento" borbotto scostando la sedia decisa a ignorarlo. "Dobbiamo parlare" dice invece lui parandomi la strada. "Qualsiasi cosa sia, sono sicura che possiamo parlarne do..." "Ho deciso di ritirarmi dalle elezioni" Spalanco gli occhi...cosa? Anche Sole e Ludmilla sono sconvolte quanto me...Ad Maiora Giurisprudenza è sempre stato un punto di riferimento per qualsiasi universitario della facoltà, Walter è sempre stato un punto di riferimento per noi, anche se conoscendolo poi scopri che non è la brava persona che tu pensavi, ma è sempre stato cordiale e di estremo aiuto per chiunque. "Perchè?" chiedo corrugando la fronte. Lui si guarda attorno e mormora "Possiamo parlarne in privato?" "Dove?" "Vieni, conosco un posto" dice lui prendendomi la mano. Alzo lo sguardo istintivamente a Tariq che continua a conversare con Alice come se nulla fosse, che si fotta. "Andiamo" lo assecondo uscendo dall'altra porta. Lo seguo per le scale e fermandoci a un certo punto, lui si gira e sospira...mi guardo attorno, è tardi e ci siamo solo noi in questo piano. "Che succede?" chiedo incrociando le braccia e indietreggiando di poco, non voglio che pensi che l'abbia seguito per qualche mio interesse. "Sono malato" Corrugo la fronte "Sei serio?" Walter si siede sulle scale e portandosi una mano sui capelli, se ne stacca una grossa ciocca "Serissimo" mi mostra la ciocca. Inizio a realizzare solo adesso, ha il cancro. "Da quanto?" chiedo sedendomi vicino a lui. "L'ho scoperto da poco, avevo dei malori non indifferenti all'addome e dopo una radiografia abbiamo scoperto che si tratta di un tumore del colon-retto" "Oddio Walter, quanto mi dispiace" mormoro incapace di pensare o dire altro. Dopo quello che mi ha fatto, l'ho odiato con tutta me stessa e più volte l'ho dannato, ma mai e poi mai avrei voluto che facesse questa fine. "Anche a me, anche a me" dice lui sorridendo. "Ti fa...ridere?" chiedo non capendo. "Un po'...pensavo a tutto quello che ho fatto per questa facoltà, a quante energie sprecate per che cosa?" "La tua era passione, questo lo so per certo. Nessuno darebbe la sua anima per qualcosa, se non fosse davvero appassionato" "Pensavi cose orribili di me" mi rammenta lui. "Le penso tutt'ora. Nessuno purtroppo cancellerà la mia prima volta ma..." gli poso un braccio sulle spalle e mormoro "Sei tanto altro Walter, non lo mostri a tutti ma io sono riuscito a vederlo. In fondo, molto in fondo sei un ragazzo per bene" "Mi dispiace averti strappato la verginità in maniera così animalesca...in realtà manco me ne ricordo. Ricordo solo che mi arrapavi tantissimo e...poi insomma..." "So che non era tua intenzione farmi del male, ma l'alcol non è una giustificazione per quello che hai fatto" "Perdonami, me ne vergogno così tanto" "Ti ho già perdonato, non starei qui a parlarti sennò" Lui mi sorride e scostandomi una ciocca di capelli mormora "Sei un angelo Zaira...l'ho pensato fin dalla prima volta che ti ho vista. La tua anima, la tua essenza...me ne ha solo dato conferma" Gli sorrido un po' imbarazzata mentre Walter continua a dire "Domani partirò per la Svizzera, i miei conoscono una buona clinica lì. Già la prossima settimana sarò operato e...rimarrò lì per qualche mese" Abbassa lo sguardo triste e mormora "Sempre se non morirò prima" "Ehi no...non dire così" sussurro posando una mano sulla sua guancia. "Promettimi che vincerai per me" dice lui prendendomi il mento tra le dita. "Vuoi che la mia associazione batta la tua?" "Voglio che prevalga il cuore e non il potere" Gli sorrido e annuisco piano con la testa. Lui abbassa lo sguardo alle mie labbra e inclinando il viso fa per andare incontro a queste. "Ho un altro Walter..." sussurro sfiorando a un soffio dalle sue labbra. "Sì, so di lui...ma concedimi l'ultimo bacio d'addio. L'ultimo, giuro" mormora lui strofinando il suo naso al mio. Deglutisco un po' incerta, ma dedico di andargli incontro..."Solo uno" gli dico posando piano le labbra sulle sue. Scoppiamo a ridere quando ci stacchiamo e ci rendiamo conto del bacio melodrammatico. "Grazie angelo" mormora Walter tornando serio. "Ti voglio bene" dico io abbracciandolo. Nel farlo abbasso lo sguardo alle altre scale e spalanco gli occhi quando vedo Tariq osservarmi impalato. "Cazzo" sussurro alzandomi di scatto da Walter. Tariq apre la porta antincendio sbattendola forte dietro di sè, mentre io scendo a corsa le scale e grido "Aspetta!" "Tutto bene?" grida lui da sopra. Non gli rispondo e aprendo anch'io la porta antincendio corro alla ricerca di Tariq. "Zaira!" sento gridare Sole con la mia borsa addosso. "Ragazze! Avete visto Tariq?" chiedo col fiatone e il cuore che batte all'impazzata. "E' uscito fuori credo, ti stavamo cercando" mi spiega Lucilla. "Poi vi spiego, grazie per aver raccolto le mie cose" dico prendendo la borsa e correndo fuori. "Stasera alle 21:30!" mi gridano dietro le ragazze. "Ci sarò!" urlo correndo per l'atrio. Esco dalla facoltà senza fiato e guardandomi attorno vedo in lontananza Tariq scendere per la discesa dei giudici. "Tariq!" urlo attraversando la strada e correndo per la piazza. Lui deve avermi sentito perchè accelera i suoi passi e non accenna a fermarsi. "Ti prego, Tariq! Rallenta!" grido continuando a correre, sto per sputare un polmone. "Signorina Cortada!" sento gridare da un bar. Giro la testa e vedo la mia rettrice fuori a sorseggiare un caffè che m'invita a sedermi con lei. Cazzo, proprio adesso? Mi fermo di scatto e mordendomi la lingua, vado verso di lei. Non posso ignorarla...alzo lo sguardo un attimo a Tariq che riesce a raggiungere la macchina e sfreccia via. Grandioso, sono a piedi. "Professoressa Lombardo" la saluto ancora col fiatone. "Cara accomodati, hai fatto una corsetta?" "Una cosa del genere" dico scostando la sedia e accomodandomi. "Come procede con la tesi?" Malissimo. "Molto bene, ho delle domande da farle...posso?" "Mi ha beccata al momento giusto" ci scherza lei chiedendo al cameriere di ordinare anche per me. Passiamo la prossima ora a parlare della mia tesi e in particolare dell'ultimo capitolo, dei vari modelli che posso analizzare per la prevenzione di reati aventi finalità di terrorismo all'interno di aziende. Lei è geniale e io appunto ogni singola parola, le chiedo delle domande anche sui capitoli precedenti, vorrei aggiungere qualcosa e lei mie dà mille idee. "Grazie per il caffè" mormoro alzandomi dalla sedia. "Di niente cara...aspetto l'ultimo capitolo in questi giorni allora" "Certo, ci lavoro su e glielo mando entro venerdì" "Ottimo" usciamo dal bar mentre lei gira a destra e chiede "Ha bisogno di un passaggio signorina?" "Oh no professoressa, grazie. Prenderò il..." mi fermo quando noto la Maserati parcheggiata di lato. E' tornato a riprendermi? "C'è la sua guardia" completa lei facendomi scuotere la testa. Mi era imbambolata come una stupida. "Ehm sì...vuole un passaggio fino alla sua macchina?" le propongo. "No cara, l'ho parcheggiata proprio qui dietro. Buona serata" "Buona serata, e grazie ancora di tutto" dico aspettando che svolti all'angolo. Mi rigiro per raggiungere la Maserati e mi mordicchio il labbro...si sarà calmato? Decido di entrare dietro e chiudendo la portiera mormoro "Ciao.." Lui, come previsto, non mi considera e avviando il motore si mette in strada. Ok, non vuole parlarmi...ricevuto. Messaggio con le ragazze tranquillizzandole sull'accaduto e lancio un'occhiata a Tariq che però continua a evitarmi. Come devo comportarmi? "Walter non..." faccio per dire, ma all'improvviso Tariq sbanda e suona al tizio a cui lui stesso ha tagliato la strada. Frena e scendendo dall'auto lo vedo andare dal tizio e prenderlo per il colletto della camicia. Sono paralizzata e spaventata quando torna in macchina e sbattendo forte la portiera, si rimette in strada. Decido di non aprire più bocca e aspetto che arriviamo almeno a casa per parlare...anche se non ho la minima idea di come parlargli senza che inizi ad aggredirmi. E' furioso, rosso dalla rabbia. Sospiro di sollievo quando vedo casa e scendendo dall'auto osservo Tariq che va spedito dentro la villa senza neanche aspettarmi...sarà difficile gestirlo. Lo seguo in silenzio finchè arriviamo al corridoio e chiedo "Possiamo parlare?" Non mi risponde, ma lo fa fisicamente perchè entra nello studio di papà e non ne esce più. Lo aspetto per mezz'ora, ma quando capisco che papà lo starà trattenendo per qualche faccenda, entro in doccia e mi lavo velocemente. Entro nella cabina armadio scalza e con ancora i capelli umidi e opto per stasera un vestito corto senza spalline, nero, molto attillato e semplice. Indosso le scarpe sportive per essere comoda e mi limito a dare una spazzolata ai capelli passandoci solo dell'olio d'argan. Corro in bagno per truccarmi e mettere del profumo, nel frattempo mi chiedo che fine abbia fatto Tariq. Acciuffo una borsetta piccola nera di pelle e mettendoci il cellulare, il gloss e un pacchetto di fazzoletti sono pronta. Leggo i messaggi di Sole e Lucilla che sono appena arrivate e mi dicono della lunghissima fila fuori, a quanto pare la nostra serata sta andando alla grande. Mi siedo sul letto aspettando il ritorno di Tariq, ma alle 22:30 ancora non c'è tratta di lui...non vorrei fare troppo tardi alla festa. Decido di uscire dalla stanza e bussando alla porta dello studio di papà chiedo "Posso?" Papà esclama subito "Sì, entra!" Entro piano e trovo Tariq di spalle con un fascicolo in mano...chissà cosa sarà. "Disturbo?" chiedo riposando lo sguardo su papà che scuote la testa e domanda "Che ti serve tesoro?" "Io...stasera avrei la serata della mia associazione e non vorrei tardare troppo" mormoro girandomi i pollici. "Giusto...aspetta che ti chiamo Sebastian" dice papà alzando il cordless. Scuoto subito la testa "Aspetta...perchè Sebastian? Ho già il mio autista" borbotto spostando lo sguardo a Tariq. "Stavamo esaminando dei documenti con..." "Non voglio andare con Sebastian" metto subito in chiaro. Intanto Tariq non ha dato accenno di vita, è ancora di spalle e continua ad ignorarmi. "Perchè no?" chiede papà alzando un sopracciglio. "Perchè voglio Tariq" dico mentre lui mi guarda da sopra la spalla e mi fulmina con gli occhi. Finalmente mi ha degnata di uno sguardo. Papà sospira e risedendosi sulla sua poltroncina dice "Eh va bene... Tariq, vai pure" "Tienimela d'occhio" aggiunge indicandomi. "Come se potessi fare qualcosa" borbotto mentre papà scoppia a ridere e Tariq muove il culo finalmente. "Divertiti ma non troppo" mi grida papà dietro. "Tu va' a dormire che s'è fatta una certa" "Sentila!" dice papà mentre chiudo la porta e gli faccio l'occhiolino. Percorriamo il corridoio in silenzio e scendendo, entriamo in macchina...fuori c'è freschetto e mi ringrazio mentalmente per aver preso una giacchetta. Gli dico l'indirizzo dove andare e mi aspetto che mi faccia altre domande sulla serata in questione, ma non accenna a dialogare con me. Ho fatto bene a mettermi dietro e non davanti, sarebbe stato troppo imbarazzante. "Ti sei calmato un po'?" gli chiedo sporgendomi di poco nella sua direzione. Non parla, mi sento come ai primi tempi quando sembrava avesse ingoiato un rospo. "Non vuoi parlarne? Hai davvero intenzione d'ignorarmi per tutto il tempo?" Niente, niente da fare. "Fai come vuoi" borbotto rimettendomi a posto esausta. Mi sembra di avere a che fare con un bambino di 3 anni. Arriviamo alla discoteca e non aspetto neanche che mi apra la porta, sono capace di farlo da sola. Scendo dalla macchina e sbattendo forte la porta, entro subito nella discoteca. Mi sono stufata dei suoi atteggiamenti da uomo di Neanderthal. La discoteca è pienissima e faccio fatica a destreggiarmi tra le persone e cercare Sole e Lucilla. "Ehi! " vado incontro ad altri ragazze dell'associazione. "Avete visto..." "Zaira, eccoti finalmente!" esclama una voce alle mie spalle. "Vi stavo cercando" mormoro sollevata trovandole entrambe. "Andiamo dietro il dj, c'è più spazio lì" "Sì, un attimo.." faccio per dire, ma loro mi stanno trascinando alla console del dj ed effettivamente troppo già spazio per alzare una mano...anche se rischio di diventare sorda qui. "Abbiamo fatto il pienone" grido all'orecchio di Sole che annuisce contenta e prendendomi le braccia incomincia a ballarmi attorno. Lucilla parla con una ragazza di lato e...Walter individuo nella folla. E' insieme a dei ragazzi che bevono, come a sentire il mio sguardo su di lui, alza gli occhi e mi becca. Alza la mano e mi saluta sorridendo, ricambio finchè sposto lo sguardo su Tariq che è appena entrato e si guarda attorno per cercarmi. Cazzone. Mi rigiro dando le spalle al dj e accetto il drink che mi porge Sole, mi ritrovo a chiederne un altro perchè troppo buono e forse perchè inizia a farmi sentire leggera. Proprio quello di cui ho bisogno. Al quarto drink inizio a ballare seguendo un ritmo che sento solo io e urlo una canzone che non sono neanche certa che stia andando, infatti mi giro verso il dj e gli grido "La dolce vita di Daniel e Theo!" Il dj si gira perplesso e io gli rigrido all'orecchio il titolo della canzone. Annuisce stranito e ritorna a concentrarsi sulla console quando abbasso lo sguardo a una faccia familiare...Beatrice. Socchiudo gli occhi e vedo che si sta baciando un ragazzo...lui è alto, spalle larghe...Tariq? "Tariq!" urlo barcollante. Mi giro immediatamente per raggiungere la pista, ma inciampo su uno scalino e per fortuna Sole mi prende in tempo. "Hai bevuto troppo Zaira!" mi grida cercando di trattenermi, ma mi scosto e continuo a farmi spazio nella folla. L'ammazzo oggi, giuro che le metti le mani addosso oggi. "Tariq!" urlo spostando persone che mi lanciano occhiatacce. Fanculo tutti. Raggiungo finalmente la coppia e afferrando la camicia di lui, lo tiro indietro e urlo furiosa "Come hai potuto!" "Ma che cazzo?" chiede lui guardandomi male. Sbatto piano gli occhi e realizzo che..."Non sei lui?" "Lui chi?" chiede il ragazzo mentre Bea mi spinge e borbotta "Che ti prende!" "Io non..." farfuglio quando all'improvviso sento delle mani sui fianchi che mi fanno indietreggiare. Mi giro di scatto per capire di chi si tratta, ma il buio e le luci a led non mi permettono di vederlo bene in viso...inizio a dare a ragione a Sole, ho bevuto troppo. Non ho idea di come faccia, ma raggiungo il bar e una voce dietro di me grida al barista "Un bicchiere d'acqua" Faccio per sedermi sullo sgabello libero, ma cado di lato per un pelo...le stesse mani di prima mi afferrano in tempo e mi aiutano a mettermi dritta sulla sedia. Mi porto una mano sul viso più confusa che mai, quando vedo un bicchiere d'acqua sotto i miei occhi e una voce autoritaria dice "Bevi." Dio...mi gira la testa, so di essere lucida, so dove mi trovo eppure...perchè diavolo non riesco a muovermi o a pensare razionalmente? Prendo il bicchiere d'acqua, ma quando faccio per berlo, lo verso tutto su di me sbagliando direzione...merda, la bocca era più sopra. Abbasso lo sguardo al mio vestito zuppo e scoppio a ridere, è così esilarante questa situazione. "Sono tutta bagnata" grido ridendo. "Già" borbotta la stessa voce trafficando con la mia borsetta per tirare fuori dei fazzoletti. Finalmente alzo lo sguardo alla persona di fronte a me e..."Tariq!" esclamo sorpresa. Lui inizia a pulirmi il petto con un fazzolettino, ma mi scosto di scatto e borbotto "Non toccarmi" Faccio per scendere dallo sgabello e ricordo ad alta voce "Tu non...non vuoi parlarmi eppure sei stato proprio tu a iniziare con quella zoccola!" Tariq non mi permette di scendere dallo sgabello e infilando un gambe tra le mie sibila minaccioso "Zitta e ferma." Ricomincia ad asciugarmi, ma io scaccio la sua mano e sbotto "Chi sei tu a zittirmi eh? Mio padre?" "Se vuoi lo chiamiamo, magari ti calmi un po' " "Cos'è, una minaccia? Perchè non te ne vai via? Magari torni da Beatrice e mi lasci in pace" "Vuoi che torni da Beatrice?" chiede lui serio. Alzo un sopracciglio, davvero me lo sta chiedendo? "Magari così tu puoi sgattaiolare via con Walter, no?" continua incutendomi timore. Deglutisco a vuoto e sbotto "A me non interessa Walter" "E cos'era quel bacio, eh? Mi credi tanto fesso ragazzina?" ringhia Tariq alzando gli occhi funesti su di me. "E cos'erano quelle risatine con Beatrice, eh? Mi credi tanto fessa stronzo?" Lui alza un sopracciglio al mio appellativo e premendo forte sul mio braccio sibila "Sei gelosa o cosa?" Si abbassa al mio orecchio e sussurra facendomi tremare "Sentivo il tuo sguardare vagare sulle mie spalle, scivolare lenta sulla mia schiena fino ad arrivare al mio fondoschiena. Sentivo che mi divoravi con lo sguardo" "Non è vero." m'impunto con tutto il fumo che mi esce dalle orecchie. "Bugia." "Tu e Beatrice avete un trascorso, è legittimo che mi faccia delle idee sbagliate su di voi." "Tu e Walter no?" "Non mi è mai piaciuto abbastanza Walter, non mi faceva ribollire il sangue come..." "Come?" chiede lui notando che mi sono paralizzata. "Niente." borbotto scendendo dallo sgabello, ma lui mi alza in aria e rimettendomi sullo sgabello ringhia premendosi contro di me "Come me? E' quello che volevi dire?" "Sei così...arrogante, presuntuoso..." sputo con odio. "Ma sono l'unico che ti fa ribollire il sangue piccola, no?" Si accosta al mio orecchio nuovamente e chiede "E' solo con me che ti bagni, come adesso vero?" "Mi sono versata addosso l'acqua" gli ricordo. "Andiamo...vuoi proprio che te lo dimostri?" mormora lui posando una mano tra le mie gambe. Mi mordo il labbro eccitata e mugolo "Perchè fai così?" "Perchè mi hai ferito Zaira" confessa lui inchiodandomi con lo sguardo. "E' malato di cancro Walter, voleva un bacio d'addio" gli spiego subito, non voglio aspettare oltre. Mi aspetto che si sorprenda, invece serra la mascella e ringhia "E tu perchè gliel'hai dato?" "Non potevo non..." "Ti farebbe piacere, se dessi 'un bacio d'addio' a Beatrice?" m'interrompe incollerito. Si stacca di poco da me e sbotta indicando la folla "Vuoi vederlo proprio ora?" Gli lancio un'occhiataccia, mentre lui stringe i pugni e borbotta "Non ci metto nulla a prenderla e baciarmela a mio piacimento, vuoi vedere? Scommetto che andrebbe anche oltre" "Vaffanculo Tariq" gli ringhio scostandolo e scendendo finalmente dallo sgabello. Faccio per allontanarmi il più possibile da Tariq, ma lui mi riafferra da dietro e sibila al mio orecchio "Ti dico io cosa voleva veramente...si è approfittato della situazione per venire da te e pretendere quello che desiderava. Era certo del fatto di poterti impietosire, sei una ragazza di cuore e delle volte troppo ingenua...sarebbe stato un gioco da ragazzi" "Lo stai disegnando come un mostro, lui non è così" "Sì, che è un mostro." Mi fa voltare verso lui e sibila "E' un mostro che vuole portarti via da me" Sento le sue mani stringersi forte attorno ai miei fianchi mentre lui aggiunge risoluto "Glielo impedirò in ogni modo, non potrà mai avere il mio fiore." Scuoto subito la testa "Io appartengo solo a una persona" "A chi?" chiede lui pendendo dalle mie labbra. Gli sorrido e allacciandogli le braccia attorno al collo, vado incontro alle sue labbra. "Andiamo via da qui" ringhia lui quando ci stacchiamo ansimanti. "Aspetta...adoro questa canzone" miagolo come una gattina facendogli le fusa. Mi giro dandogli le spalle e muovendomi a ritmo della musica, chiudo gli occhi. Lui preme le sue dita sui miei fianchi seguendo il loro ritmo e abbassa la bocca al mio orecchio leccandone il lobo. Sorrido mordendomi il labbro, mentre inizio a muovere il sedere all'altezza del suo pacco con la chiara intenzione di farlo impazzire. Tariq posa una mano aperta sul mio addome e facendomi incollare al suo corpo, mi fa sentire la sua protuberanza sulla schiena. Alzo lo braccia gettando la testa all'indietro mentre lui l'abbassa e ci divoriamo con lo sguardo letteralmente. Stiamo andando a fuoco, abbiamo bisogno dell'uno e dell'altra per estinguere le fiamme o peggio ancora...per alimentarle fino a consumarci interamente. Gli prendo la mano e con lo sguardo furbissimo, lo trascino fino all'uscita della discoteca, dei miei colleghi mi chiamano per strada, ma non sento e non vedo nessun altro se non lui. Gli lascio la mano e sculettandogli davanti gli occhi, velocizzo i passi fino alla macchina...con la coda dell'occhio lo vedo seguirmi lento, con passi calcolati, come se sapesse già cosa farne della sua preda appena l'acchiapperà. Sento la macchina sbloccarsi e sorrido, mi sta tacitamente ordinando di salire, eseguo salendo davanti. Presto sale anche lui e fa per mettere in moto per raggiungere quanto più possibile casa, il mio letto, ma io non riesco ad aspettare e con un scatto gli salgo a cavalcioni e inizio a baciargli il collo. Tariq posa subito le mani sulla mia schiena per riparla dal volante e facendosi indietro col sedile mormora roco "Qui? Adesso?" "Non vuoi?" mormoro muovendomi con fare sensuale sul suo pacco. Lui mi afferra le natiche stringendole tra i palmi e risalendo con una mano fino alla mia testa sibila "Saremmo più comodi su un letto, non trovi?" "Io sono comoda qui" sussurro abbassando le mani sulla sua cintura. La slego facilmente e agganciando le dita ai suoi boxer sento lui mormorare "Bambina stai navigando in acque pericolose" "Posso?" chiedo alzando lo sguardo ai suoi occhi letali. Gli avvolgo le braccia attorno al collo e andando incontro alle sue labbra sussurro su queste "Sono bagnatissima per te, non posso aspettare oltre per averti dentro" "Dio..." geme lui chiudendo per un attimo gli occhi. "Per favore, per favore..." lo supplico lasciandogli baci roventi sulla mascella.. "Guarda cosa mi porti a fare..." borbotta lui andando più indietro col sedile per poi scostarsi i pantaloni e prendere il suo membro in mano. Mi mordo subito le labbra alla sua vista e notandolo anche lui, mi alza il mento e ringhia "Pregami ancora, implorami di prenderti" "Lo voglio così tanto...ti prego Tariq, ti prego." "Cosa vuoi?" Abbasso lo sguardo al suo membro, ma lui mi rialza il mento e sibila "Guardami negli occhi mentre mi supplichi" "Voglio te, voglio tutto di te" sussurro sentendo le sue mani abbassarmi il vestito senza spalline scoprendomi i seni. "Quanto lo vuoi?" si prende gioco di me intrappolando i seni tra i suoi palmi e iniziando a pizzicare i capezzoli. "Così tanto da essere disperata" mormoro in un filo di voce, sono eccitatissima...a malapena riesco a tenere gli occhi aperti. "Vieni qui allora" dice lui indicandomi il suo membro eretto e pronto per me. Mi alzo di poco e posizionandomi sul suo membro, mi abbasso sentendo la punta entrare dentro di me...mi arresto di scatto, l'audacia di prima è scomparsa lasciando spazio alla paura di farmi male. Non mi dà il tempo di ripensarci che si spinge dentro di me spezzandomi il fiato. "Cazzo" sibilo a denti stretti sentendolo tutto. "Hai voluto provocarmi? Ora ne paghi le conseguenze" ringhia lui spingendosi un'altra volta dentro di me. "Tariq!" urlo aggrappandomi alle sue spalle. Lui invece mi respinge spingendomi contro il volante, così da alzarmi il vestito all'altezza della vita e inserire una mano tra le mie gambe. "Oh ohhhh oh sì" gemo quando inizia a massaggiarmi il clitoride fino a farlo pulsare dall'eccitazione. "Inizia a muoverti su di me" mi ordina come se fossi un animale da addomesticare. "Io...non ci riesco" "Sì, che ci riesci" sbotta lui alzandomi i fianchi di forza per poi farmi ricadere su di lui riprendendolo tutto. Urlo nuovamente per l'invasione, mentre Tariq mi rialza i fianchi riuscendo da me e ringhia "E ora giù." "Non posso" mormoro col cuore che batte all'impazzata. "Zaira giù." mi ordina funesto facendomi rabbrividire. Decido di non farlo innervosire ulteriormente e stringendo i denti mi abbasso piano piano...spalanco gli occhi quando mi rendo conto che riesco a farlo veramente. "Ancora" mi esorta lui. Mi rialzo e mi riabbasso più velocemente...stavolta sorrido "Ci sono riuscita!" "Brava fiore mio, non fermarti" Mi aggrappo alle sue spalle e ricomincio a muovermi su di lui, mentre Tariq abbassa la bocca ai seni e li bacia con riverenza. Inizio ad andare più velocemente e sempre più a fondo...mi sento di morire, sto letteralmente andando in combustione e non ho più fiato. "Tariq" gemo quando anche lui va incontro alla mia intimità e me lo spinge fino a farmelo sentire nella pancia. "Così, continua così. Sei una visione fiore mio, sei così bella accaldata mentre mi cavalchi" ringhia lui premendo sui miei fianchi per farmi andare più veloce. "Sto...sto venendo" gemo posando una mano al finestrino appannato e un'altra alla sua spalla. Tariq mi fa appoggiare nuovamente al volante e spingendo anche lui, stringe i miei seni mormorando che sono vicinissima e che non vede l'ora di farmi venire. Urlo a squarciagola quando sento come dei fuochi d'artificio scoppiare dentro di me e i brividi farmi tremare fino alle punte dei piedi. Mi ci vogliono un paio di minuti per rendermi conto di quello che è successo e riabbassare gli occhi a Tariq che mi fissa assolutamente fiero di me. Poso una mano sul petto scoperto sentendo il cuore andare ancora veloce quanto una locomotiva e prendendo fiato sussurro "Wow..." Lui sorride compiaciuto e sfilandosi piano da me, mi rialza anche il vestito coprendomi i seni...mi sento scottare, se potessi togliermi la pelle di dosso, lo farei. "E' stato pazzesco" mormoro con voce roca scollandomi dal volante. "Concordo" dice Tariq lasciandomi un bacio sulle labbra. "Possiamo rifarlo?" chiedo staccandomi dal bacio. Lui scoppia a ridere e mettendomi i capelli sulla schiena per poi incorniciarmi il viso dice "Non qui fiore mio, tu sei troppo scomoda" "Andiamo da te?" propongo impaziente. "E' tardi, tuo padre potrebbe preoccuparsi" Mi rabbuio subito mentre lui mi lascia un bacio sulle labbra e scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio mormora "Un altro giorno, va bene?" "Faremo veloce, ti prego..." cerco di convincerlo. "E' proprio questo il punto...non voglio andare veloce con te, per una volta voglio godermelo tutto. Al buio non ho neanche potuto vederti venire" Alzo la mano per accendere la lucina nella macchina e dico "Lux fuit" "Pestifera" mormora Tariq lasciandomi un ultimo bacio e alzandomi in aria per rimettermi a posto. "Ma..." faccio per controbattere, ma lui si allunga su di me per mettermi la cintura e sussurra sulle mie labbra " Se fai la brava, ti prendo il gelato al Mcdrive" Accidenti, il Mcflurry è uno dei miei punti deboli. Sbuffo mentre lui capisce di averla vinta e lasciandomi un bacio, si mette la cintura per poi immettersi in strada. Come promesso, mi prende il gelato e con la mano costante sul ginocchio e tra le mie coscia torniamo a casa entro mezz'oretta. Sono tutti a dormire quindi mi prendo la libertà di saltare addosso a Tariq e farmi portare in braccio fino in camera. Una volta dentro fa per depositarmi sul mio letto ma mugolo subito "Voglio stare sul tuo letto" Lui mi accontenta e posandomi sul suo letto, mi leva le scarpe per poi sdraiarsi con me. Siamo su un letto singolo e lo spazio è molto ridotto, ma siamo abbracciati e occupiamo perfettamente il letto. Dopo qualche bacetto e carezza, appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi iniziando a sonnecchiare. Il suo profumo, il suo calore, il suo respiro su di me...ho bisogno solo di questo. "Piccola?" sento mormorare poco dopo. Mugolo contrariata sul suo petto e mi giro di spalle, non faccio neanche in tempo che lui mi alza in aria e mi riporta sul mio letto. Faccio per protestare quando lui sussurra "C'è qualcuno alla porta. Appena se ne va, ti riporto sul mio letto, va bene?" Corrugo subito la fronte mentre lui mi lascia un bacio a stampo e coprendomi con le coperte, corre poi ad aprire la porta chiusa a chiave. "Signora Cortada" sento dire. "Tariq ciao scusami...ho sentito un rumore e volevo assicurarmi che Zaira stesse bene" "E' crollata dopo la festa" le spiega Tariq. "Ha bevuto?" "No" mente il mio amato. "Peccato" dice mamma sorprendendo Tariq. Non sa ancora che mamma in realtà è folle e preferirebbe che io vivessi la mia vita, piuttosto che limitarmi delle cose. "Va bene, torno giù. Buonanotte e scusami ancora del disturbo" "Buonanotte a lei" risponde Tariq per poi chiudere a chiave la porta. Alzo subito le mani per essere presa in braccio e lui rimettendomi sul suo letto mormora piano "Perchè vuoi dormire qui quando hai il doppio del mio letto a pochi metri?" "Non lo so" borbotto strofinando la guancia sul suo petto. Lui mi abbraccia stringendomi a sè e rimane in silenzio, finchè io riapro gli occhi e dico "O forse lo so" "Lo sai?" Annuisco richiudendo gli occhi e rimettendomi in posizione fetale contro di lui. "Non me lo vuoi dire?" insiste Tariq accarezzandomi i capelli. "No, ti spaventeresti" "Non mi spaventerò" mi assicura lui. "Perchè ti amo Tariq"

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Il nostro letto denso di intenzioni e notti sbagliate" - lettidisfatti. SAMIR'S POV: " In particolare si aggiungono alla già nutrita costellazione di fattispecie incriminatrici i delitti di finanziamento di condotte con finalità di terrorismo (art. 270-quinquies.1 c.p.), sottrazione di beni o denaro sottoposti a sequestro (art. 270-quinquies.2 c.p.)e atti di terrorismo nucleare (art. 280-ter c.p.), prevedendo altresì una nuova ipotesi di confisca obbligatoria, diretta e per equivalente, per tutti i reati commessi confinalità di terrorismo articolo..." "Art. 270-septies del codice penale" completo io andandole in aiuto. Zaira butta i fogli di carta sul letto e si porta una mano sul viso esausta "Cazzo, non mi entra in testa...articolo 270 septies, septies, septies, S E P T I E S" ripete in continuazione battendosi la fronte come ad imprimerselo nella mente. "Non importa se sbagli articolo, tanto non lo saprà nessuno a memoria per correggertelo" dico accarezzando placido le sue braccia cercando di calmarla...sento la sua agitazione da stamattina, ha iniziato a ripassare la tesi dalle 5 del mattino, è super in ansia. "Sì invece...la commissione è fatta da mostri e poi non voglio deludere la Lombardo, ha molta fiducia in me" mormora lei triste per poi lanciare lo sguardo all'orologio. "Devo sbrigarmi a ripetere l'ultimo pezzo, tra un po' dovremo essere in facoltà" fa per riprendere i fogli sul letto, ma io la fermo e la faccio accomodare. "Che fai?" chiede lei mentre mi sfilo veloce la cravatta e la uso per legarle i polsi. "Aiii" fa una smorfia quando faccio un nodo stretto, in modo che non possa slacciarlo facilmente. "Sssst non abbiamo molto tempo" la rimprovero prendendo le mani legate e buttandola di schiena sul letto, alzando le sue braccia sopra la testa. "No aspetta, devo ancora ripetere la..." "Sai tutto a memoria, piantala e rilassati un attimo" borbotto slacciandole i pantaloni del completo rosa antico che indossa per la discussione della tesi. "Mi rovini l'acconciatura di zia Eleonora così" insiste lei finchè mi faccio spazio tra le mutandine e sfioro la sua carne. Zaira chiude gli occhi di scatto inarcando la schiena e spalancando la bocca dal piacere. Ecco la mia ragazza. Muovo con movimento circolari la carne che pulsa dal godimento e volendo metterla completamente a suo agio, mi abbasso sostituendo le mie dita con la lingua. "Tariq!" geme lei alzando di poco il bacino per non farmi smettere. Alzo lo sguardo alle sue mani che cercano di fuggire dal nodo della cravatta e lei che si contorce dal piacere "Ti prego, ti prego..." mi supplica lei afferrando le coperte disperata. "Così, lasciati andare fiore mio...va tutto bene, ci sono io qui" mormoro aggrappandomi alle sue coscia e accarezzandole piano mentre continuo a darle piacere con la bocca. Lei batte le mani sul materasso impaziente di liberarsi e quando fa per protestare, addento la carne succhiandola forte e facendola urlare. "Piano piccola, non vorrai farci scoprire. Immagina tuo padre che mi becca tra le gambe della sua innocente figliola" "Non ce la faccio, liberami" geme lei respirando con affanno. "Resisti ancora un po', è tutto mentale...non cambierebbe niente anche se avessi le mani libere. Saresti sempre nella mia trappola, in balia del godimento e della frustrazione" "Per favore, io...ahhhh cazzo, ti prego" sibila Zaira ruotando piano il bacino per andare a ritmo della mia lingua. Lancio uno sguardo al quadrante dell'orologio e mi rendo conto che devo darmi una smossa, Bilel sarà a momenti di sotto. Velocizzo il ritmo facendola ansimare di più e toccando il suo punto più sensibile, succhio la sua carne e magia...lei si scioglie come miele e trema sotto la mia lingua che raccoglie tutti i liquidi e si sazia a pieno. Alzo gli occhi a Zaira accaldata e ancora col fiatone, mentre le lascio dei baci roventi sull'interno coscia e risalendo il suo corpo, mi allungo per slegarle i polsi e le lascio un bacio a stampo. "Deliziosa fiore mio, deliziosa." Mi rimetto in piedi e alzandola di peso dal materasso, le rimetto le mutandine, i pantaloni e mentre le inserisco la camicetta bianca sotto i pantaloni, chiedo notando i suoi occhi che luccicano e il suo stato d'incoscienza "Come ti senti?" Finalmente incontra i miei occhi e sbattendo confusa gli occhi mormora "Io...bene, sto molto bene" Butta un sospiro e sorride rendendosi conto della leggerezza che inizia a provare chiede "Cosa mi hai fatto?" "il sesso è considerato un ottimo anti-stress, probabilmente grazie alle endorfine rilasciate durante l'attività sessuale, che riducono i segnali di stress inviati al cervello ed aumentano il buon umore" le spiego aggiustandole la giacca elegante e rimettendole i fermagli ai capelli. "Ma questa cosa è straordinaria...avrei potuto farlo per ogni esame" dice lei facendomi sorridere...effettivamente mi mangio le mani per non essermi presentato prima. "Solo con me funziona però" "Perchè?" "Perchè il tuo corpo ormai riconosce solo il mio tocco, quindi non ci provare con altri ragazzi." le dico duro finendole di sistemarle l'ultima forcina. Sentiamo all'improvviso bussare alla porta e staccandomi di scatto da lei, vediamo la madre Benedetta che apre piano la porta e sbircia per vedere in che stato si trovi la figlia. "Entra, non mordo mica" la prende in giro Zaira. "Sì che lo fai quando sei nervosa" borbotta Benedetta entrando nella stanza. Osservo il suo completo viola e la camicia di seta beige sotto i pantaloni, ai piedi porta delle scarpe col tacco beige e i capelli sciolti con delle onde leggere...è bellissima, capisco da chi abbia preso il mio fiore. "Ero nervosa, adesso sono molto più..." butta un sospiro di sollievo e dice facendomi sorridere compiaciuto "Eccitata..." "Cosa hai fatto di mia figlia tu!" esclama Benedetta prendendo in giro Zaira. "Qualcuno mi allaccia questo affare? Por favor?" chiede Rafael entrando nella stanza con la cravatta in mano. "Vieni qui, con Bilel ormai sono una veterana" dice Benedetta andando in aiuto a Rafael. Ne approfitto per riallacciare anch'io la cravatta e lancio un'occhiata maliziosa a Zaira che mi sorride e arrossisce. "Hai messo del gel ai capelli?" indaga Benedetta su Rafael che si fa subito beccare e dice "Per l'occasione..." "O per Ines" dice ridacchiando Zaira sgamando in pochi secondi Rafael che arrossisce. "Bambolina?" chiede Bilel entrando anche lui nella stanza con una cravatta in mano. "Che bambino, è solo una stupida cravatta" borbotta Adil alle sue spalle, il suo braccio destro. Sono tutti venuti di prima mattina per Zaira...Viviana, la moglie di Adil e sorella di Benedetta si è occupata del trucco di Zaira ed Eleonora, l'altra sorella di Benedetta, le ha fatto l'acconciatura. Bilel si scosta seccato da Adil e incomincia ad allacciarsi solo la cravatta. "Ma la sai mettere" constata Adil indicandolo. "Certo che la so mettere coglione, chiedevo a mia moglie per una ragione" sbotta Bilel. "Perchè è furbo, furbissimo. Vero orso?" chiede Benedetta finendo di allacciare la cravatta e passando a suo marito che le sorride subito compiaciuto. "Forza, andiamo o faremo tardi" dice Zaira riprendendo i fogli sul letto. Tutti annuiscono e Benedetta prendendo la mano di Zaira cerca di confortarla...non sa che ci ho già pensato io. ZAIRA'S POV: "Dottore, dottore, dottore del buco del cul, vaffancul vaffancul!" gridano tutti i miei parenti alzando in aria i calici di champagne. "Grazie (?)" chiedo facendo scoppiare a ridere i presenti. "Forza che vogliamo la torta!" grida zio Adil guadagnandosi una spallata da zio Efrem. Non tardo a tagliare la torta, mentre papà e mamma mi abbracciano e continuano a dirmi che sono fieri di me. La discussione della tesi è andata alla grande, quando il presidente di commissione mi ha proclamata dottoressa in Giurisprudenza con 110 e lode mamma è scoppiata a piangere e papà era emozionatissimo, ovviamente tutti i miei parenti hanno urlato di gioia mentre io stringevo la mano del presidente, della Lombardo e facendomi piccola piccola tornavo a posto. Dopo lo stappo nell'atrio della facoltà, siamo venuti nel locale di zio Jamal per un'apericena e adesso non vedo l'ora di scappare via per la sorpresa che mi ha promesso Tariq. La tentazione di correre ad abbracciarlo ogni volta era tanta, sentivo la sua presenza e il suo calore sempre anche se era sulla soglia della porta, ma solo io so che non mi ha mai staccato gli occhi di dosso...e non perchè fosse la mia guardia del corpo. I camerieri distribuiscono la torta agli invitati mentre io sposto lo sguardo a Tariq che indica piano l'orologio...è il segnale per andare. Mi avvicino a mamma e papà e mormoro "Vi dispiace se raggiungo i colleghi dell'associazione in centro? Mi aspettano anche loro per un brindisi" Ho preferito non invitare troppa gente all'apericena, volevo una cosa intima con i parenti...con Sole e Ludmilla ci vediamo domani sera per festeggiare. "Certo tesoro, vai. Tanto qua tra un po' si ritireranno tutti...non fare troppo tardi però" si raccomanda mamma. "In realtà....Sole mi ha chiesto di dormire da lei" "Zaira sai come la penso" mi becca papà. "Tranquilli, mi porto anche Tariq. Ne ho già parlato con lui" "Non starai disturbando troppo Sole?" "No, a lei fa piacere. Allora, posso?" "Vai, prima però fammi scambiare due parole con Tariq" dice papà alzandosi. Lo lascio raggiungere Tariq mentre saluto e ringrazio tutti, e alla fine raggiungo papà e Tariq fuori. "Mi raccomando, massima attenzione" dice papà rivolgendosi a entrambi. "Sì sì, vai dentro papà o ti raffreddi e prenderai un accidenti a quest'età" lo prendo in giro mentre lui scuote la testa divertito. "Signore" lo saluta anche Tariq facendo un cenno con la testa. "Non ti scordare di mandarmi il numero di Sole!" grida papà mentre ci allontaniamo. "Sì, tranquillo!" Contatto subito Sole chiedendole di starmi al gioco e una volta in macchina, impazzisco di felicità. "Cintura piccola" mi ricorda Tariq mettendo in moto. "Cos'è la sorpresa? Dove mi porti?" chiedo impaziente come una bambina mentre mi allaccio la cintura. "Vuoi che ti rovini subito la sorpresa?" borbotta lui mettendo la retro e abbassando di poco i finestrini per arieggiare. Faccio per pensarci, mi aspettavo che facesse più resistenza. "Non tutta, magari un indizio" "Non se ne parla...o ti rovino la sorpresa o dovrai fare la brava e portare pazienza" "Me lo merito l'indizio, sono una dottoressa ormai" metto il broncio. "E quindi?" chiede lui strafottente uscendo dal parcheggio. "Come quindi? Mi sono fatta in quattro per questo titolo e neanche riesco a impressionarti?" "Ci vuole ben altro per impressionarmi" "Tipo?" "Un bel culo..." "Tariq!" sbotto dandogli uno schiaffo sul braccio mentre lui ridacchia e posando la mano sulle mie coscia le stringe forte. "Smettila di scherzare" borbotto incrociando le braccia. "Non stavo scherzando" continua lui imperterrito mentre gli lancio un'occhiataccia e accendo la radio. "Apri il cruscotto" mi ordina dopo un po' svoltando a destra, mentre io ero impegnata a canticchiare la nuova canzone di Dua Lipa. "Che ti serve?" "Tu aprilo, per cortesia" non mi accenna a nulla. Faccio spallucce e aprendo il cruscotto rimango stranita "Che ci fai con il mio foulard nel cruscotto?" "Mettitela sugli occhi" ignora la mia domanda tenendo gli occhi sulla strada. "Dovrei bendarmi con questa?" chiedo sperando di aver capito male. "Esattamente" "Per...?" "Niente storie, forza" Sbuffo ed eseguo...con Tariq ci rinuncio in partenza. "Guarda cosa mi tocca fare appena diventata dottoressa" borbotto annodandomela dietro la testa, quando all'improvviso sento delle dita prendermi il mento e le labbra di Tariq rubarmi un bacio. "Ehi! Così non vale!" protesto contrariata. "Morivo dalla voglia di farlo da un bel po' " mi confessa lui ripartendo col verde. M'intenerisco e acciuffandogli alla cieca la mano, gli stampo un bacio sulle nocche per poi incrociare le nostre dita e portami la sua mano sul grembo. "Siamo arrivati piccola" m'informa lui una volta arrivati a destinazione. Prima di scendere bacia le nostre mani incrociate e uscendo dall'auto, viene ad aprirmi la portiera. "Vieni, ti guido io" mi esorta lui a scendere con movimenti molto goffi. Cerco di capire dove siamo dall'olfatto, l'udito...cerco di cogliere qualsiasi dettaglio ma non m viene niente in mente. C'è solo abbastanza freschetto e un leggero venticello che scombina i miei capelli. "Attenta qui" dice Tariq alzandomi in aria come una bambina per poi rimettermi giù. "Cos'era?" chiedo aggrappandomi alle sue spalle. "Un masso" "Un masso? Dove mi hai portata?" "Conosci già questo posto" mi dà finalmente un indizio Tariq. "Siamo alla casa del mare?" ipotizzo. "No. Ti levo la benda adesso, sei pronta?" "Sì sì, sono troppo curiosa" mormoro saltellando piano per eccitazione. "Sorpresa!" esclama da dietro Tariq togliendomi la benda. Spalanco gli occhi e mi lascio illuminare dalle mille lucine che ornano in maniera romantica la roulotte. "Questa l'ho presa da poco, pensavo che potessimo venire più spesso qui quando abbiamo voglia di stare soli e fare qualche picnic o...semplicemente chiacchierare, tu potrai studiare e..." indica un'amaca bianca legata agli alberi e continua a dire "Qua invece potrai leggere un buon libro, ascoltare della musica, potremmo anche riposarci un po'...c'è spazio per entrambi, l'ho preso apposta" Osservo il lungo tavolo di legno insieme alle panchine e una tovaglia rossa sopra, l'amaca enorme che ondeggia per il vento e la roulotte che cambia colore di lucine facendomi sorridere come una bambina. "Hai fatto tutto questo per me?" mormoro ancora incredula dal fatto che Tariq abbia voluto condividere il suo rifugio con me, dal quale la prima volta fui cacciata. Proprio con me. "Non solo, vieni dentro" dice prendendomi per mano e trascinandomi dentro la roulotte che viene illuminata da luci soffuse ed è tutto stato messo in ordine per il mio arrivo. "Ho fatto liberare questo spazio per metterci una poltroncina tutta tua, su questo tavolino potrai poggiare il pc, i vari codici, qualunque cosa e...sì, ho fatto sgombrare questo armadietto per uno più grande in modo che anche tu possa..." Non lo lascio finire e prendendogli il viso, gli lascio un bacio lunghissimo pieno di riconoscenza. "Grazie di tutto, sei stato dolcissimo" mormoro sulle sue labbra mentre un lacrima bagna la mia guancia. Lui segue il tratto della lacrima e baciandola delicatamente, alza lo sguardo a me intenerito. "A proposito di dolce" dice scostandomi da me per raggiungere il minifrigo. Mi porto subito le mani sul viso quando posa una tortina decorata con la sac a poche e al centro scritto "Congratulazioni al mio fiore che è sbocciato in una dottoressa" Mi piego sulla torta per osservarla in tutto il suo splendore, quando faccio per chiedergli dove avesse ordinato la torta e lo trovo in ginocchio dietro di me. "Che stai..." faccio per chiedergli mentre lui esce fuori un cofanetto di velluto blu scuro e aprendolo mormora "Vuoi sposarmi?" Mi porto una mano tremante sulla bocca e dico "Ma ti avevo già detto sì" "Lo so, però volevi una proposta come si deve. Ci sono riuscito?" Annuisco con la testa incapace di spiaccicare parola e lui passa a infilarmi l'anello con un fiore tempestato di diamanti, per poi alzarsi e abbracciarmi forte. Svuoto tutte le lacrime che ho in corpo e continuo a piangere di gioia come un fiume, non riesco a fermarmi...è stata la sorpresa più bella che mi abbiano mai fatto in vita mia. Sono così fortunata, accidenti. "Non lo vuoi un pezzo di torta?" chiede Tariq sulla mia testa cercando di confortarmi. "Sono troppo piena, che gusto è?" singhiozzo sul suo petto. "Red velvet" "Dannazione, dammene una fetta" piagnucolo tirando su il naso. "Non sapevo di avere a che fare con una bambina piagnucolona" mi deride lui portandomi al tavolo. Non mi stacco da Tariq e l'osservo tagliarmi una fetta di torta e posarci una forchettina sopra. "Dividiamola" gli dico indicando la fetta. "No, stiamo già condividendo troppo" dice lui facendomi ridacchiare, che stupido. Alla fine dividiamo la fetta di torta, sotto mio precedente suggerimento e sulle sue ginocchia mi faccio imboccare come una bimba. "Com'è?" mi chiede preparandosi a darmi un'altra forchettata. Annuisco con la testa e allungando la mano per prendere un bicchiere d'acqua mormoro "Buonissima, poi imboccata da te sembra ancora più buona" "Guardala che ruffiana" borbotta lui pizzicandomi il sedere facendomi sussultare. "Potrei farci l'abitudine, sai? E' così comodo farsi imboccare" "Anche questo funziona solo con me" mi becca lui dandomi un'altra forchettata. Raccolgo col dito un po' di crema all'angolo della bocca e chiedo "Immagino che solo tu abbia il tocco magico" "Esattamente" sbotta Tariq succhiando la crema dal mio dito. "Stai al tuo posto!" lo rimprovero divertita. "E quale sarebbe il mio posto, sentiamo?" chiede lui malizioso facendomi arrossire di colpo. Butto giù tutta l'acqua rimasta nel bicchiere e poggiandolo sul tavolino mormoro "Sotto di me, è chiaro" "E' così?" sussurra Tariq suadente infilando le mani sotto la mia camicia. Mi ritrovo presto col respiro pesante mentre lui mi alza in aria e portandomi a letto, si mette subito in ginocchio sotto di me. "E' questo il mio posto?" chiede con voce roca e calda sfilandomi le scarpe e i pantaloni di dosso. Mi aggrappo alle coperte indietreggiando e quando lui lo nota, mi afferra di scatto per le caviglie e mi trascina all'altezza della sua bocca senza delicatezza. "Dove hai intenzione di scappare fiore mio?" ringhia Tariq facendomi palpitare il cuore. Sale su di me sovrastandomi con la sua stazza e spogliandosi, si morde il labbro alla vista dei mie capezzoli turgidi sotto il tessuto della camicia...eppure indosso il reggiseno. Con una mossa mi strappa di dosso la camicia, il reggiseno e agguanta funesto i miei seni strizzandoli tra i suoi palmi. Rimango ipnotizzata dai suoi movimenti e sento la carne pulsarmi dall'eccitazione, voglio di più. Gli afferro i capelli in un pugno per farlo scostare dai miei seni e in uno scatto ribalto le nostre posizioni. "Sotto di me" gli ribadisco portando i capelli di lato. Lui ridacchia divertito e afferrandomi per i fianchi mi fa inarcare in avanti. Non capisco che diavolo stia succedendo quando lui scivola di poco sotto di me e senza darmi preavviso attacca la mia carne. Abbasso lo sguardo alla sua testa all'altezza della mia intimità e portando le mani in avanti inarco ulteriormente la schiena. Chiudo gli occhi ansimando senza pudore e inizio a muovere il bacino a ritmo dei suoi colpi di lingua, è così paradisiaco il suo tocco che continuo ad andare su e giù pretendendo che adesso segua il mio ritmo. Tariq afferra le mie coscia per andare ancora più a fondo e io gemo sentendo il cuore schizzare da un momento all'altro dalla cassa toracica. "Più veloce e più...oh sì,sì,sì! Così!" mugolo quando inizia a succhiare la mia intimità. "Non fermarti, per nessuna ragione al mondo." gli ordino adesso ruotando il bacino e mettendomi seduta sulla sua faccia. Mi tocco i seni sovreccita e quando sto per venire, mi porto le mani al collo e fingo che sia lui a stringermi fino a togliermi il respiro. "Cazzo!!" urlo venendomi con impeto e tremando tutta. Mi servono un paio di minuti per riprendere coscienza di me e calmare il battito andando in tilt. Sento Tariq scivolare da me, mentre io sono a quattro zampe sul letto e respiro con affanno. "Santo cielo" mormoro scuotendo la testa per riavere lucidità. "Abbiamo solo iniziato" mi annuncia lui dietro prendendomi i fianchi. Lo sento trafficare con la cintura e levandosi i pantaloni, sento la sua intimità coperta ancora dai boxer premere contro il mio sedere. "Che vuoi fare?" gli chiedo ancora ansimante lanciandogli un'occhiata da sopra la spalla. "Scoparti il culo" sputa diretto passando le dita sulla mia intimità ancora fradicia. "Dio...da quanto sei pronta per me piccola?" chiede lui continuando a stuzzicarmi. Appoggio i gomiti sul materasso inarcando la schiena e tenendo il sedere alzato per lui. "E' questo quello che immaginavi che ti facessi mentre ti masturbavi quella volta nella doccia? " ringhia Tariq agguantandomi le natiche. Apro leggermente le gambe scivolando di poco in avanti e lo ascolto chiedermi ancora "T'immaginavi che ti scopassi come un animale come sto per fare adesso?" "Ti prego" sussurro sfregando i seni surriscaldati sulle coperte fresche per dar loro un po' di sollievo. "Ti prego cosa? Devi essere più specifica fiore mio" mi provoca lui malvagio appoggiandomelo dietro. "Prendimi." "Dove?" Cazzo, lo odio. "Lì." "Lì. dove." ringhia scostando il tessuto dei boxer e strofinandomi il membro tra le natiche. "Dietro" ansimo disperata. "Dietro. dove." Stringo i pugni e urlo "Scopami il culo, dannazione!" E così fa. Entra furente dentro di me spezzandomi il fiato. Grido mentre mi rifila stoccate una più violenta dell'altra e affossa le dita nella carne dei miei fianchi. "Tariq! Tariq!" urlo a squarciagola aggrappandomi ai cuscini. Sussultiamo entrambi quando sentiamo un telefono squillare, il suo. Si ferma un attimo per recuperare il telefono e quando scopre di chi si tratta entra nuovamente dentro di me facendomi gridare. "E' tuo padre, che gli dico? Che sono impegnato a fottermi sua figlia al momento?" "Non...non rispondere, non fermarti" lo supplico, ma lui fa il totale contrario e risponde "Signore" Una stoccata violentissima mi fa nuovamente gridare sul cuscino pregando ogni santo che papà che non mi senta al telefono. "Sì, tutto sotto controllo signore" dice Tariq mentre risale con una mano la mia schiena e afferrandomi la coda mi attira a sè di scatto. La mia schiena incontra il suo impetuoso petto e quando rientra dentro di me, mi tappa la bocca con la mano. Altre stoccate forti mi fanno aggrappare al suo braccio mentre sento la voce di papà chiedere "Cosa sta facendo adesso?" "Si sta divertendo" mugolo sulla sua mano per farlo riattaccare, ma lui per punizione inizia a velocizzare le stoccate facendomi impazzire. "Dille di andare a dormire presto, è stata una giornata esaustiva per lei" "Come desidera signore" risponde Tariq. "Bene, dalle la buonanotte da parte mia che lei come al solito non risponde al cellulare" "Sarà fatto" "Mi raccomando Tariq, prenditi cura di lei" "Lo sto già facendo signore" dice lui abbassando la mano ad agguantare un mio seno mentre non accenna a rallentare con le stoccate. "Grazie Tariq, buonanotte allora. Dormite bene" "Una buonanotte anche a lei" dice Tariq per poi riattaccare e ributtarmi sul materasso. Non mi dà neanche un secondo di tregua e afferrandomi senza delicatezza la coda, continua a scoparmi come una bestia. "Vengo! Vengo!" urlo stringendo forte i cuscini. "Adesso!" ringhia Tariq dandomi un'ultima botta e non muovendosi da lì. Ricado sul materasso tremando e chiudendo gli occhi vedo un cielo stellato sopra di me. E' così che ci si sente sotto effetto di stupefacenti? Sento che viene anche lui e sfilandosi lentamente da me, mi lascia una sculacciata. "E' proprio così che lo immaginavo" mormora Tariq ricadendo sul materasso vicino a me. "Cosa?" sussurro sbattendo piano gli occhi ancora incosciente. "Mentre mi masturbavo qui e m'immaginavo di prenderti da dietro...era proprio così che lo sognavo" spiega anche lui con affanno. Continuo a respirare a fondo cercando di calmarmi e lo sento dire "Comunque tuo padre ti dà la buonanotte" "Stronzo" esordisco dandogli un pugno sul petto. Lui scoppia a ridere e alzandosi, mi prende in braccio. "Dove mi stai portando?" chiedo mentre lui va in fondo e girando leggermente a destra mi mostra una nuova vasca di zecca. "Questa era l'ultima sorpresa" dice poggiandomi delicatamente nell'acqua calda. Sorrido felice e aspetto che lui mi raggiunga dietro. Le sue braccia mi stringono subito a sè accarezzandomi la pelle dei seni e sento dei baci umidi sparsi sulla testa, il viso, il collo, le spalle...mi sta riempiendo d'amore. Alzo la mano sinistra e osservando meglio l'anello chiedo "Posso tenerlo anche quando divorzieremo?" In tutta risposta lui mi morde una spalla facendomi ridere. "Ok, lo prendo come un no" "E' tuo l'anello. Puoi farci quel che vuoi, non è questo il problema fiore mio" mi corregge subito lui. "E qual è allora?" chiedo appoggiando la testa sulla sua spalla. "Sei mia adesso, non hai scampo." risponde deciso. "Suona come minaccia..." "Lo è" replica Tariq facendomi ridacchiare. Alzo piano lo sguardo a lui e lo guardo adorante, è così bello e io lo amo così tanto. "Che c'è?" chiede lui tenero abbassando gli occhi a me. Scuoto la testa...non voglio rovinare il momento dicendogli che lo amo. Faccio per riabbassare lo sguardo, ma Tariq mi alza di scatto il mento e sussurra sulle mie labbra prima di baciarle "Ti amo anch'io."

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"Son io che vendo veleno a te, non tu a me" Shakespeare. ZAIRA'S POV: "Forza che siamo in ritardo!" esclama mamma a Esme e Rafael alzandosi da tavola. Sorseggio il mio cappuccino mentre mamma mi lascia un bacio sui capelli e dice "Dimmi quando vai da Sole" "Certo" rispondo leccandomi le labbra sporche di schiuma. "Bambolina hanno anticipato la riunione, porti tu Esme e Rafael a scuola?" chiede papà entrando di fretta in cucina. Mamma annuisce occupata a mandare un messaggio mentre papà le prende di forza il mento e le stampa un bacio "Sei consapevole del fatto di non darmi abbastanza attenzioni?" le rinfaccia. Lei scuote la testa divertita e lasciandogli un altro bacio dice "Muoviti o li porti tu i ragazzi a scuola" "Queste sì che sono minacce" dice papà facendoci ridere e lanciandoci un bacio volante. "Vi amo" aggiunge guardandoci per poi abbassare lo sguardo a mamma e dire ancora "Ti amo" Sorrido, che carini. Diana a quest'ora vomiterebbe...è molto simile a zia Vivi di carattere. Osservo che posa una mano sulla spalla di Tariq che è immobile sulla soglia a sorvegliare la stanza e il corridoio. Mi mordicchio il labbro e ripenso alla nostra doccia stamattina...di sicuro mi sento molto più rilassata dopo i ripetuti orgasmi che mi ha dato, questa relazione mi sta dando più benefici di quanto creda. Mamma risponde a una telefonata e fa segno a Rafael ed Esme di prendere gli zaini e seguirla. "Ciao Zari" mi saluta Rafael mettendosi la giacca. Ricambio con un occhiolino e finisco il mio cappuccino. "Buona giornata piccolo mio" Esme saluta Rambo che continua a sonnecchiare, non fa altro questo cane. Saluta anche me e corre fuori dalla cucina lasciandomi sola. Lancio un'occhiata a Tariq che continua a guardare di fronte a sè con una cuffia all'orecchio e vigile come un militare. Mi alzo per andare a lavare la mia tazza e asciugandola faccio per posarla sul ripiano, quando sento due mani afferrarmi forte i fianchi e la sua bocca incominciare a tormentare la mia spalla. Sorrido compiaciuta mentre i suoi baci continuano fino al collo mordicchiandolo e le mani s'infilano sotto la canottiera impazienti di toccarmi. Poso le mani ai bordi del lavabo e inarco la schiena sentendo subito la sua intimità ingombrante premere contro la stoffa dei suoi pantaloni di alta sartoria. Tariq mi addenta il lobo dell'orecchio leccandolo e io non resistendo più, mi giro fra le sue braccia e agguantandogli il viso, lo bacio come se non l'avessi già fatto abbondantemente un'ora fa. Lui mi alza in aria palpandomi il sedere e posandomi sul bancone, si fa spazio tra le mie gambe. "Ci farai beccare così" dico ridacchiando mentre lui mi accarezza un seno e mi zittisce aggredendomi le labbra. Gli butto le braccia attorno al collo e lo stringo forte a me mentre sentiamo Rosita gridare in lontananza "Buona giornata!" "Cazzo" borbotto staccandomi da Tariq, ma lui ripiomba sulle mie labbra e mormora "Aspetta, ancora un po' " Quando sentiamo i passi farsi sempre più vicino Tariq si decide a scostarsi da me e rimettendomi per terra, mi lascia una sculacciata prima di tornare alla porta. "Oh salve!" si sorprende di trovarci in cucina Rosita. "Tutto bene?" mi chiede notando che sono accaldata e non smetto di sorridere. "Sì, tutto perfetto. Io vado dalla mia collega, non ci sarò per pranzo" dico avvicinandomi a lei per darle un bacio sulla guancia. "Non vuole che le prepari qualche panino alla svelta?" "Uhmm...come potrei direi no ai tuoi panini, potresti farne uno anche per Sole?" "Certamente!" "Sei la migliore, vado a prendere lo zaino di sopra" "Mi metto già all'opera" dice lei correndo al frigo. Scuoto la testa divertita e uscendo dalla cucina, sento i passi di Tariq dietro. Raggiungiamo l'ingresso e prima di prendere le scale per andare in camera dico "Prendo lo zaino e ti raggiungo fuori" Tariq annuisce semplicemente e accennandomi a un sorriso esce dal portone. Corro di sopra e lavandomi i denti, mi metto un po' di mascara e burro cacao...ultimamente maltratto troppo le mie labbra. Mi guardo allo specchio con i pantaloni della tuta grigia, la canottiera bianca sotto, la giacchetta della tuta sopra e i capelli sciolti. Corro a mettermi le scarpe da ginnastica più vecchie che abbia e inserisco nello zaino un deodorante, non voglio puzzare come una bestia durante la giornata faticosa che ci aspetta. Butto nello zaino il cambio per me, per Tariq e due borracce d'acqua. Rimetto a posto il casino che ho fatto in bagno e afferrando lo zaino, scendo di sotto. Rosita sta finendo d'incartarmi i panini e mi posa di fianco dei succhi, che cara. "Grazie mille, sei un tesoro" la ringrazio abbracciandola. Lei mi sorride e porgendomi le cose dice "Ci ho messo kebab, lattuga, salsa rosa, salsa yogurt e delle patate al forno di ieri sera" "Mmm...non vedo l'ora di assaggiarlo" dico già con l'acquolina. Le mando un bacio volante e mettendo le cose nello zaino, scappo dalla cucina. Sento il cellulare vibrare e vedo che è Diana, accetto la chiamata e uscendo da casa corro alla macchina. Poso lo zaino ai miei piedi e allacciandomi la cintura, chiedo a Diana di rallentare col racconto dei suoi giorni...non ci sto capendo nulla. Tariq parte e io sto una decina di minuti al telefono, rimprovero Diana perchè non sta seriamente prendendo lo studio e si limita a essere presente a scuola...le spiego che non funziona così per passare l'anno e che se dovesse essere bocciata per la quarta volta, mamma e papà la decapiteranno. "Sì, lo so. Sei una lagna, riattacco e...ehi! Stavolta ero puntuale!" grida così forte da perforarmi il timpano. "Che succede? Perché gridi?" "Secondo te? Quel pazzo di Mehmet mi ha lasciata di nuovo a piedi" sbuffa lei. "La tua guardia del corpo? E perché mai?" "Dice che non sono il suo maggiordomo e che se alle otto meno un quarto non sono giù pronta, non mi aspetterà" "Papà lo sa?" "No" "Diglielo, non è normale che se ne vada senza di te...soprattutto se il suo lavoro consiste nell'averti sott'occhio " "No, per adesso no" "Perché?" "Perché in fondo mi diverte" "Ti diverte? Ma se ti tratta male" "Appunto...fa il contrario di quello che dico, mi piace questa cosa" Faccio per dire che è fuori di testa, ma mi fermo a pensare a Tariq...anche lui non mi obbediva all'inizio, anzi non lo fa tutt'ora e mi fa impazzire. "Almeno sai cosa prova mamma quando non le obbedisci" "Non è quel tipo di disubbidienza...mamma e papà non pensano che sia capace di concludere qualcosa nella vita e si sono quasi rassegnati. Mehmet no, lui sa che sono capace di essere puntuale e se non lo faccio, mi punisce per farmi maturare e rendere conto dello sbaglio" "Anche mamma e papà ti puniscono" "Togliendomi il cellulare nel weekend? Mehmet è una testa dura come me, sa come prendermi" Corrugo la fronte "Due minuti fa lo insultavi e adesso tessi le sue lodi, stai bene?" "Mai stata meglio, la Spagna mi sta facendo bene. Come se la passa Rafael?" "È innamorato perso di Ines" "Sa che Giorgio gli fa il culo, se solo dovesse avvicinarsi a lei?" "Tu come fai a sapere che..." "Osservo Zaira, non sono stupida quanto credi che io sia. Devo riattaccare che sta arrivando il bus" "Tu che prendi il bus, questa è bella" la derido. "Ci sarà un girone dell'inferno per le stronze come te" "Ti voglio bene sorellina" "Sisi, ciao" riattacca facendomi ridacchiare. "Sta facendo impazzire Mehmet?" chiede Tariq posando il gomito sul finestrino abbassato. "È lui che sta facendo impazzire lei" "È tosto, è andata male stavolta a Diana" "E pensare che se tu fossi andato in Spagna con Diana, forse me lo sarei beccata io questo Mehmet" "A te invece è andata di lusso" gongola lui. "Com'è Mehmet?" "Non abbastanza bravo" "A fare cosa?" "A farti venire" "Tariq!" esclamo dandogli uno schiaffetto sul braccio. "Dicevo fisicamente..." borbotto incrociando le braccia. "Non bello quanto me" "Sono sicura che sia più umile di te" ribatto divertita. "Fortunatamente l'umiltà non serve a letto" "Stamattina sei più molesto del solito" "Dici?" chiede afferrandomi una gamba con la mano. "Dico" scoppio a ridere quando si allunga veloce su di me e mi dà una leccata sulla guancia. Manco fosse una vacca. Arriviamo dopo pochi minuti e parcheggiando poco più lontano dalla casa al mare, osserviamo una montagna di mattoni e cemento scaricati di fianco, insieme a dell'attrezzatura per pulire la casa dai massi e i pezzi di vetro. Raggiungiamo la casa e Tariq levandosi la giacca, la ripone su una fila di mattoni per poi arrotolarsi le maniche fino ai gomiti. Mi mordicchio il labbro improvvisamente eccitata, menomale che era lui quello più molesto tra noi due. Entra in casa per valutare da dove iniziare con i lavori e io ne approfitto per legarmi i capelli e fare un po' di stretching. Non so quanto possa utile farlo in realtà. Recupero una scopa, il sacco e raggiungendo Tariq chiedo alle sue spalle " Vado a spazzare di sopra?" Tariq non mi considera e sono costretta a chiamarlo nuovamente. "Ah sì, sì. Comincia da sopra" dice continuando a darmi le spalle super concentrato. Vado di sopra e osservando tutta la polvere e i pezzi di vetro per terra, indosso una mascherina e inizio a spazzare. Abbiamo finalmente avuto la proprietà della casa, ho insistito affinché fosse solo sua, ma Tariq ha più volte ripetuto che è un nostro progetto e che lo porteremo a termine insieme. Inutile dire che mi sia sciolta. Abbiamo deciso di occuparci noi della ristrutturazione, meno persone sanno di questo posto, meglio è. Tariq ha contattato un suo amico che ci ha scaricato l'occorrente per murare e in seguito ci porterà il legno per il parquet, le finestre, le porte, il necessario per il tetto e la vernice. Sono entusiasta di questo nostro progetto, non vedo l'ora di finire la casa per viverla a pieno con Tariq. Dopo un'oretta torno al piano di sotto per recuperare altri sacchi e trovo Tariq togliere le vecchie finestre rotte. "Serve una mano?" chiedo approfittandone per bere dell'acqua. "Ce la faccio, tu hai finito?" "Ancora no, mi manca l'altra metà" "Sei stanca? Vuoi che..." "No, ce la faccio. Mi servivano altri sacchi" dico alzandoli. Lui annuisce e ritorna a concentrarsi nel suo lavoro...è così terribilmente serio. Risalgo con i sacchi nuovi e decido di divertirmi un po' mentre spazzo mettendo della musica. "Ti dà fastidio?" grido da sopra, ma lui non mi risponde neanche. Faccio spallucce e inizio a spazzare ballando. "Me despierto y lo primero que hago es ver si me escribiste Anoche te dejé un mensaje, pero no lo leíste Yo comprendo que tú no quieras saber más de mí Dicen que te perdí, te perdí" "Mi sveglio e la prima cosa che faccio è vedere se mi hai scritto Ieri sera ti ho lasciato un messaggio, ma non l'hai letto Capisco che non vuoi saperne di più su di me Dicono che ti ho perso, ti ho perso" Canticchio la canzone e uso la scopa come compagno di ballo, mentre faccio una giravolta a occhi chiusi per godermi le note e improvvisamente inciampo su qualcosa che mi fa cadere precipitosamente. Quando penso di essermi spaccata ogni cosa, a un palmo dal pavimento, sento un braccio afferrarmi la vita e una mano sotto la mia testa, come a proteggerla prima di ogni cosa. "Cazzo" impreco col cuore in gola, mi sono letteralmente vista spiaccicata per terra. "Attenta piccola" dice lui rialzandomi piano. Mi porto una mano sul petto, ancora scioccata dalla mezza caduta e chiedo "Come hai fatto a prendermi in tempo?" "Ero qui da un po' " confessa guardandosi attorno indifferente, per poi prendermi tra le sue braccia e farmi girare, come stavo facendo con la scopa. "Y yo no aguanto otra noche sin ti Otra noche sin ti Me duele tanto otra noche sin ti Otra noche sin ti" "E non posso sopportare un'altra notte senza di te Un'altra notte senza di te Fa così male un'altra notte senza di te Un'altra notte senza di te..." "Mi stavi spiando?" chiedo buttando le braccia attorno al suo collo. "Mi stavo gustando questo culetto ballerino" dice lui sfacciato palpandomelo. "Ti è piaciuto il panorama" "Mi è piaciuto sì" ribadisce con un bacio che mi fa tremare dalla testa ai piedi. "Tariq" gemo mentre lui mi alza in aria facendomi allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi e mi porta alla finestra. "Qua sopra ci faremo la nostra stanza, con un letto gigante al centro e una porta finestra che darà al mare" geme sulle mie labbra. "Solo un letto? Ho bisogno anche della cabina armadio" dico ridacchiando. "L'avrai" sussurra lui riappropriandosi delle mie labbra. "E anche una poltroncina sospesa, tipo a dondolo" interrompo il bacio. "Tutto quello che vuoi" dice veloce per riprendere a baciarmi. "Tutto tutto?" lo provoco. "Tutto. Qualsiasi cosa vorrai, farò in modo di fartela avere" ringhia stringendomi forte i fianchi. Lo bacio riconoscente per poi dire "Là ci metteremo anche un lettino per il piccolo" Tariq si stacca di scatto dalla mia bocca e chiede attonito "Cosa?" "Dicevo un lettino per il piccolo" spiego non capendo perchè sia così sconvolto. "Quale piccolo? Sei incinta?" "Che?! No!" esclamo spalancando gli occhi. "Di che lettino parli allora?" "In memoria di tuo fratello" "Ah..." mormora lui iniziando a capire. "Comunque no, sarebbe troppo inquietante" aggiunge tornando a respirare, l'ho visto sbiancare poco fa. "Scusa...mi sembrava una cosa carina da fare" Lui scuote la testa accarezzandomi una ciocca di capelli e dice malizioso "Non mi va di condividere il tuo corpo nudo con nessuno" "Neanche con Mehmet? Magari una cosa a tre sarebbe...ahi!" sussulto quando mi pizzica forte i fianchi e il sedere. "Ti uccido" dice lui mentre salto giù e sbotto divertita allontanandomi da lui "Pazzo, io stavo scherzando!" "Io no" borbotta Tariq cercando di acciuffarmi. Indietreggio un po' intimorita e arrivando inevitabilmente con le spalle al muro dico "Non saresti capace di uccidermi" "Non per forza togliendoti la vita, posso ucciderti" Mi raggiunge alzando le braccia sopra la mai testa e sibila "Guarda me, io sono morto quando hanno ammazzato mio fratello...per colpa mia" "Colpa tua? Perchè?" "Non sono un angelo, queste mani hanno torturato persone" dice prendendo tra le dita una mia ciocca di capelli sfuggita dalla colpa. "Persone cattive" ipotizzo ansimando; il suo tono è basso, roco, malvagio. Lui sorride illuminando i suoi occhi, non sembra più il mio Tariq, sembra un mostro nascosto nel corpo del mio amante, una faccia della luna maligna. "Sei così ingenua fiore mio, è impossibile poterti resistere. Convinceresti il diavolo a fare una preghiera per tutte le sue vittime" Fa per baciarmi, ma sfuggo dalla sua trappola e uscendomene con una risatina farfuglio "Mi sono appena ricordata di non aver avvertito mamma, arrivo subito" "Ci ho pensato io ad avvertire tuo padre" Afferro il cellulare con mani tremanti e mormoro indietreggiando "Sì, ma mamma me l'aveva espressamente chiesto" Faccio per scappare da lì quando Tariq dice "attenta." ed evita che io inciampi di nuovo sul sacco. "Oh ehm...grazie. Grazie per...io...vado a fare la chiamata" farfuglio scuotendo la testa per poi precipitarmi giù. "Zaira" mi richiama prima che sparisca da lì. Alzo lo sguardo a lui che mi dice "Stavo scherzando prima, lo sai?" "Certo" deglutisco non tanto convinta. Scendo alla velocità della luce e uscendo dalla casa, mi abbraccio cercando di calmare i brividi che attraversano tutto il mio corpo. Non so che diavolo sia successo lì dentro, ma non era il mio Tariq a parlarmi...non era lui, era un altro, qualcuno che realmente avrebbe potuto uccidermi senza battere un ciglio. Controllo che Tariq non mi abbia seguita e compongo il numero di mamma...non risponde. Ricordo di averle chiesto di indagare sul fratello di Tariq, sull'amico morto...non mi ha più fatto sapere nulla. Volgo lo sguardo al mare e incrocio le braccia, per la prima volta inizio a chiedermi il motivo di tutto ciò...cosa so del fratello? Del passato di Tariq? E davvero capace di uccidere una persona? Sussulto quando sento delle braccia avvolgermi le spalle e le labbra di Tariq lasciarmi un bacio sulla tempia "Tremi" mi fa notare, cazzo. "C'è un po' di freschetto" mormoro a disagio. Lui mi accarezza le braccia cercando di riscaldarle e baciandomi la spalla dice "Scusami per prima" "Per cosa?" fingo di non capire. "Per quelle parole brusche...quando si tratta di mio fratello divento irascibile" Le sue dita mi accarezzando piano i capelli e io mormoro "Hai detto che sono ingenua, perchè?" Non lo lascio replicare e girandomi fra le sue braccia chiedo ancora "E perchè hai torturato persone? Mio padre te l'ha chiesto?" Lui scuote la testa e fa per abbracciarmi, ma mi scosto e borbotto "Non so molto di te, di tuo fratello, del tuo passato...è per questo che sono ingenua?" Tariq mi guarda severo e sbotta brusco "Non lo fare di nuovo." "Cosa?" chiedo aggrottando le sopracciglia. "Non mi giudicare senza sapere nulla" "Spiegami allora" "Mio fratello è morto per colpa mia, perchè avevo rapito una persona e la tenevo in ostaggio" "Cosa hai fatto?" chiedo spalancando gli occhi. "Non avevo nulla, mio padre era morto, mia madre non l'ho mia vista e io e mio fratello non avevamo altro che il respiro. Ho dovuto farlo" "Hai dovuto...rapire una persona? Di che cavolo stai parlando" chiedo disgustata. "Era una famiglia ricca, il piano era quello di rapire la bambina, chiedere un riscatto e fare lo scambio con i soldi poi. Io avrei preso la casa al mare a mio fratello e avremmo ricominciato una nuova vita qui, insieme" Tariq stringe i pugni e mi dà le spalle guardando il mare, è provato ma non cedo e chiedo "Cos'è successo poi?" Non mi risponde subito...mi avvicino a lui e lo vedo con gli occhi chiusi, sta rivivendo tutto. "Tariq?" lo richiamo mentre lui riapre piano gli occhi e vedo una striscia sulla guancia causata da una lacrima. "Sono riusciti a rintracciarci...io non ero lì, ero andato a prendere da mangiare per lui e al mio ritorno..."si ferma e serra la mascella. Inspira a fondo e mormora a denti stretti "Al mio ritorno aveva delle pistole puntate contro e neanche il tempo d'intervenire che..." Gli hanno sparato. Una lacrima scende anche quando mi avvicino per abbracciarlo, ma lui mi spinge freddo. Lo guardo subito perplessa e Tariq sibila "Non toccarmi" Si gira per rientrare in casa e mi sputa addosso con arroganza "Anzi vattene via, non voglio vederti" Sparisce dalle mia vista e io rimango inerme lì a chiedermi cosa diavolo abbia appena fatto. Quante altre volte gli farò rivivere quel momento orribile? Non è lui il mostro, lo sono io. Rientro piano nella casa e lo becco che osserva il mare in silenzio, quanta rabbia avrà in corpo, dopo aver visto suo fratello morire per mano sua? "Vuoi davvero che me ne vada?" gli chiedo alle sue spalle. Lui non mi risponde, è come se fosse nella sua bolla adesso e non sentisse i rumori all'esterno. "Mi dispiace per tuo fratello, per quello che hai vissuto, per averti costretto nuovamente a parlarmene...io voglio solo capire, aiutarti" Gli accarezzo piano le spalle e sussurro "Ti amo, puoi contare sempre su di me...io non ti lascerò mai" "Non puoi dirlo" ribatte lui duro continuando a guardare davanti a sé. "Non puoi prevedere quello che la vita ti riserverà, potrei deluderti domani e tu smetteresti di amarmi" "Mai. Anche se tu non mi amassi più, io continuerei a farlo. Sei il mio primo amore" Vedo l'angolo della sua bocca alzarsi di poco "E l'ultimo?" "Il primo e l'unico" dico mentre lui si scioglie e girandosi finalmente, mi regala un bellissimo sorriso. "Con te è impossibile tenere il broncio" dice afferrando il viso tra le mani. "Anche perché ho io il primato" mormoro facendolo ridere, mentre si allunga per darmi un bacio mozzafiato. Ritorniamo presto a lavorare e fermandoci solo per pranzare, continuiamo fino le 16 a murare. Io gli passo i mattoni e lui applicando il cemento, lo posiziona insieme agli altri...riusciamo a coprire un intero muro, ed esausti e sporchi decidiamo di andare da lui per farci una bella doccia. Una volta da lui ci laviamo e facciamo l'amore così tante volte che morta mi addormento nell'amaca fuori e presto Tariq mi porta una coperta e mi culla tra le sue braccia. Mi rialzo al tramonto e sfregando la guancia sul suo petto nudo mugolio "Che ore sono?" "Ciao fiore mio" mi saluta lui scombinandomi i capelli e lasciandomi un bacio sulla fronte. "Sono le sette di sera" "Che stai dicendo?" Chiedo spalancando gli occhi, ma lui mi rassicura subito "Ho detto a tuo padre che saresti rimasta da Sole a dormire. Ha chiesto di parlare con te, ma gli ho detto che ti eri addormentata" "Che è l'unica verità" ridacchio sentendo le spalle doloranti. "Che c'è?" Chiede lui notando la mia smorfia. "Le spalle..." mormoro arricciando il naso. Tariq posa subito il libro sulle sue ginocchia e attirandomi a sé, inizia a tastarmi piano le spalle. Gemo quando tocca un punto piacevole e lascio che la sua magia mi faccia rinascere. "Che stavi leggendo?" chiedo prendendo il libro tra le mani. "Ma è il mio libro di penale" mi accorgo sfogliandolo. L'avevo lasciato da lui la settimana scorsa, stavo studiando per un caso che sto seguendo insieme a zio Efrem. Mi aspettano diversi anni di pratica nel suo studio, ma sono entusiasta e sempre più convinta che sia questa la mia strada. "Ci stavo dando un'occhiata" minimizza lui. In realtà ho capito che è molto interessato anche lui a questo mondo, mi aiuta spesso a studiare e delle volte è lui stesso a spiegarmi qualcosa a cui io ancora non sono arrivata col ragionamento. Ha una mente brillante e credo che sia sprecato come guardia del corpo. "Hai mai pensato d'iscriverti all'università?" chiedo chiudendo gli occhi, quante altre cose sanno fare quelle mani magiche? "Non fa per me" "Perché no? Memorizzi in tempi record, sai ragionare bene e scommetto che potresti andare lontano, se solo ti applicassi" "Ho già la mia età, non posso permettermi queste bravate" "Avevo un collega di 92 anni, si è sempre in tempo per studiare" "E chi baderà a te, se mi dovessi mettere a studiare?" "Parli di me cose se avessi 2 anni" "Perché? Quanti nei hai?" Gli mollo una gomitata che mi costa caro, perché mi afferra con i denti l'orecchio e inizia a mordermi il lobo forte. "Dai! Mi fai male, ahi ahi!" protesto mentre lui abbassa le mani alla mia canottiera e sfilandomela di dosso, espone i miei seni all'aria. "Sei impa..." faccio per dire ma lui avvolge i miei seni tra i suoi palmi e inizia a stuzzicarmi i capezzoli con le dita. Butto la testa sulla sua spalla e inarco la schiena sentendo il venticello della serata sfiorarmi i capezzoli turgidi e tutto il resto scoperto. "Entriamo dentro" gemo temendo che qualcuno possa passare da queste parti e vederci così. Lui invece scaltro infila una mano nelle mie mutandine e affonda un dito dentro me facendomi urlare. Mi tappo subito la bocca con la mano, ma lui me la leva e mormora al mio orecchio "Siamo soli, grida quanto ti pare fiore mio. Grida per me" "Mi vergogno qui fuori" gemo, ma non accennando a fargli levare la mano dalla mia intimità. "Ci sono solo io, credi che permetta a qualcun altro di godersi questo panorama? Dovranno prima passare dal mio cadavere" "Ahhhh ahhh dio sì, più veloce per favore, più veloce, non fermarti" lo supplico agganciando una mano dietro alla sua testa. Lui inserisce un altro dito facendomi impazzire e andando più veloce, come avevo chiesto, presto mi fa arrivare all'orgasmo. Respiro con affanno tremando tutta e noto sotto di me la sua erezione premere feroce. Mi lecco le labbra vogliosa e abbassando lo sguardo alla patta, sorrido. "Che hai in mente?" Chiede lui leggendomi nel pensiero. Scendo dall'amaca nuda e prendendolo per mano, lo porto fino alla panca dietro a un albero. Almeno se qualcuno dovesse passare dal bosco, saremmo coperti da questo. Mi siedo sulla panca arrivando all'altezza della sua erezione e sorridendo furba, aggancio le dita ai suoi pantaloni calandoli piano insieme ai boxer. Il suo membro svetta immediatamente e io sentendomi estremamente audace, lo prendo in mano e inizio a massaggiarlo piano. "Cielo, potrei venire adesso" dice lui lasciandomi fare. Velocizzo i movimenti, finché vedo una goccia fuoriuscire dal membro e curiosa l'assaggio. "Dio, cazzo...dammi la forza" sibila lui alzando lo sguardo al cielo. Seguo le vene del suo membro che pulsano sotto la mia lingua e alzo lo sguardo a lui che invece abbassa gli occhi funesti a me. Risalgo con la lingua il membro e schiudo le labbra per prenderlo in bocca. Piano piano vado sempre più a fondo fino a risalire e ripetere il movimento. Sento la sua mano infilarsi nella mia chioma e darmi il ritmo giusto, mentre risalgo alla punta e roteo su questa la lingua. "Dove...dove hai imparato queste cose? Dove l'hai imparato a farlo così bene" sibila Tariq perso nel piacere. Massaggio il membro per riprendere fiato e mormoro "Libri, non leggo solo politica" "Sembri nata per succhiarmelo fiore mio" dice lui mentre riprendo in bocca il membro e sorrido compiaciuta. Vado più veloce per dargli più piacere e sento la sua pressione sui miei capelli farsi più forte...vuole che gli dia tregua. Lo ignoro e vado più a fondo, non so spiegare come mi senta adesso, di certo questa non è Zaira. La Zaira che conosco non si sognerebbe mai di mettersi nuda in mezzo al bosco a succhiare un membro, mai nella vita. "Sì, cazzo sì, sei fantastica, dio se lo sei " ringhia Tariq andando incontro alla mia lingua muovendo il suo bacino. Mi alza all'improvviso il mento e sibila "Occhi a me. Sì, così fiore mio, guardami mentre me lo stai succhiando " E così faccio, non stacco gli occhi da lui e lascio lavorare la lingua e la bocca...anche Tariq mi osserva attento e solo quando sta per venire chiude per un attimo gli occhi, per poi spalancarli e venirmi in bocca con impeto. Il suo sapore è fresco, salato, ingoio tutto e mi lecco le labbra...mi sento una puttana adesso. "Dimmi la verità, l'hai già fatto?" chiede lui duro alzandomi in aria e posandomi sopra il tavolo di legno. Scuoto la testa mentre lui mi spalanca le gambe e senza darmi il tempo di realizzare, mi entra dentro. "Sai usare quella lingua meglio di una professionista, ti rendi conto del guaio in cui ti sei cacciata?" sibila lui dandomi una stoccata forte che mi fa aggrappare alle sue spalle. "Che...guaio?"gemo mentre lui mi dà una seconda stoccata, una terza, una quarta...rilascio le sue spalle e mi metto coi gomiti sul tavolo e le tette al vento. "Che guaio? C'è che adesso non penserò ad altro se non alla tua lingua e alla tua bocca sul mio cazzo. Sai che non avrai più pace?" ringhia arpionando i miei seni e continuando con le sue stoccate feroci. "Vuoi approfittare dei miei talenti nascosti?" Chiedo abbassando lo sguardo alle nostre intimità, s'incastrano alla perfezione. "Giurami che rimarrà tale. Un talento nascosto, un eccezione solo ed esclusivamente per me" "Sarebbe una promessa d'amore da farti?" "Non ci girare attorno." dice severo alzandomi una gamba da sua spalla per andare più a fondo. Cazzo, che bello. Gemo per l'intensità delle stoccate mentre lui mi lascia una sculacciata d'avvertimento e mormoro "Questa lingua sarà solo tua, lo giuro" "Adesso ci siamo "ringhia velocizzando le stoccate, finché veniamo entrambi, io urlando e lui con un latrato. Respiriamo con affanno e Tariq sfilando da me, si butta sul tavolo al mio fianco e mi attira a sè. Intanto si è fatto buio e resto ad osservare le stelle ascoltando il suo battito cardiaco sotto l'orecchio. Tariq attira la mia gamba su di sé e accarezzandomi la coscia mormora al mio orecchio "Ti va di fare un viaggio con me?" "Che viaggio?" chiedo alzando il mento. Lui ne approfitta per lasciarmi un bacio sulla punta del naso e mormora "Ti fidi di me?" "Sempre" rispondo mentre le sue labbra raggiungono le mie e mi lasciando un bacio dolcissimo. "Partiremo questo fine settimana appena ci sposeremo, ci stai?" "Questo fine settimana? E la casa al mare?" "Abbiamo fatto il grosso oggi, basterà mettere le finestre nuove, le porte, murare l'altra parte e mettere il parquet. All'arredamento ci penseremo dopo il viaggio" "Ce la faremo entro il fine settimana?" "Certo che sì, siamo già a un ottimo punto" "E cosa dirò a papà e mamma?" "Mi occuperò io di tutto" "E di me chi si occuperà?" "Occuparmi di te è la mia priorità in assoluto." Mi sciolgo a quella rivelazione e allungandomi per lasciargli un bacio mormoro "Ti amo" "Anch'io fiore mio, da morire.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Non vorrei farlo, ma non riesco a mettere nessun altro sopra di te. ZAIRA'S POV: "Quindi quale metto in valigia? Questo o quello viola?" chiedo a Tariq sdraiato sul mio letto. "Hanno entrambi la mutanda striminzita" protesta lui indicando i due bikini. "No, non è vero. Aspetta, l'indosso per..." "No, ti prego. Non mi torturare così" "Dai, aiutami" "Non so se mi va che mia moglie abbia il culo al vento, potresti attirare troppi sguardi" "Non so se mi va che mio marito sia rimasto al medioevo" "Ridillo" dice lui gongolando. E' da quando ci siamo sposati al comune che mi ripete di ricordargli che è mio marito, inizia a diventare un'ossessione. "No, non te lo meriti" Lui si allunga sul letto per afferrarmi le gambe e borbotto "Avanti, dillo" "Che sei mio marito per finta?" Tariq mi lascia un pizzicotto sul sedere e io scansandolo ridacchio "Attento o esco i documenti del divorzio" "Fanculo tu e il divorzio, vieni qua" sbotta attirandomi sul letto e salendo su di me per rubarmi un bacio. "Ho ancora metà valigia da fare" protesto cercando di allontanarlo, ma lui m'inchioda i polsi sopra la testa e inizia a baciarmi il collo. "A che ti servono i vestiti, se starai nuda tutto il giorno nella camera d'hotel" mormora Tariq scendendo a baciarmi le clavicole. "Mi hai preso per una schiava sessuale?" "Sì?" chiede lui guadagnandosi un pugno sull'addome. Sentiamo bussare alla porta e Tariq scendendo dal letto a tempo record, cerco di mettermi seduta composta sul letto quando mamma entra in camera seguita da Esme con Rambo tra le mani. "Hai bisogno di una mano per la valigia?" chiede mamma notando il macello nella mia stanza. Ho detto a mamma e papà che partivo con Sole e Ludmilla in Grecia per festeggiare la laurea, papà era molto contrario all'inizio, ma gli ho parlato e si è convinto. La sua ultima richiesta fu quella di portarmi dietro Tariq o non sarei partita, gli ho detto che mi sarei portata dietro Tariq con molto piacere. "Preferisci il costume blu o viola?" chiedo a mamma la stessa domanda che ho fatto prima a Tariq. Mamma fa per pensarci e indica dopo un po' quello viola "E' il più sensuale" decreta. "Lo penso anch'io" dico piegando il costume e mettendolo in valigia. "Hai in mente di portarmi un bel greco a casa al ritorno?" chiede mamma facendomi scoppiare a ridere. "Può darsi, perchè no?" "Non dirlo a papà o ci ripensa sul viaggio" scuoto la testa divertita. Mamma mi dà un aiuto enorme per piegare i vestiti, i pantaloncini e mettere le scarpe in valigia. "A quanto siamo?" chiede mamma pesando la mia valigia. "8 kg, non male per 4 giorni" commento un po' incerta. Mamma si butta sul mio letto esausta e io dico "Tra Rafael che partirà in gita e io con le mie amiche, tu e papà avrete finalmente del tempo libero per voi" "Esme e Rambo dove li metti?" "Li porti dai nonni per il weekend" "Credo che farò così, con le ragazze volevamo prenderci un weekend alla spa" "Con le zie?" Lei annuisce e spiega "Partiranno in gita anche Ines e Giorgio essendo nella stessa classe, quindi abbiamo via libera" "Devo rivelarti una cosa" dico piano. Mamma corruga la fronte e io mormoro "Papà ha organizzato un weekend romantico in montagna con te, è una sorpresa" "Davvero? Perchè non me ne ha ancora parlato?" Faccio spallucce e vedo mamma alzarsi di scatto e uscire dalla stanza dicendo "Devo comprarmi degli stivali nuovi. Dannazione, devo fare presto" Ridacchio e richiudendo la porta, alzo lo sguardo a Tariq che si mordicchia il labbro e chiede "Un greco, eh?" "Faceva parte della copertura, comprendimi" dico furba mentre lui è a un passo dall'afferrarmi tra le sue braccia, ma veniamo interrotti da papà che bussa alla porta ed entrando dice "Tariq, nel mio studio per favore" Papà va spedito nello studio e io metto il broncio quando Tariq lo segue e mi fa l'occhiolino. Ne approfitto per chiamare Diana e aggiornarla sul finto viaggio con le mie colleghe, ma non mi risponde. Riprovo e finalmente prende. "Pronto?" la sento strana. "Diana? Tutto bene?" chiedo perplessa. Non sprizza gioia quando la chiamo, ma non ha neanche questa voce così cupa. "Io, sì...sì. Tu?" Decido di farle sputare il rospo in qualche modo e mormoro "Problemi a scuola?" "Ho preso 9 in matematica" Spalanco gli occhi...caspita, cosa ne avete fatto di mia sorella? "Hai copiato?" "Ho capito che se dedico più di 5 minuti nello studio, posso concludere anch'io qualcosa" "Inizio a pensare che tu sia indemoniata, sai?" Finalmente sento una risatina e sorridendo anch'io contagiata chiedo ancora "Vuoi dirmi cosa non va?" "Va tutto bene...fin troppo bene" "E allora perchè ti sento triste?" "Credo di essermi innamorata" confessa dopo poco. Alzo un sopracciglio sorpresa "Davvero? Chi lo sfortunato?" "La pianti? Sono seria" Sbuffo "Ok ok, chi è? Il preside della scuola?" So per certo che Diana non si potrebbe mai e poi mai innamorare di un suo coetaneo, non riuscirebbero la gestirla. E' un'esplosione di emozioni Diana, ci vorrebbe una persona molto matura per domarla, non farsi incantare dalle sue menzogne, cosa in cui è molto abile la mia cara sorellina. "E' Mehmet" "La tua guardia del corpo?" chiedo cercando di non ridere...se sapesse di me. "Sì, ma lui non ricambia. Fanculo, lo odio" "E' molto più grande di te...vi togliete almeno 20 anni, se non mi sbaglio" "Me ne fotto, lo voglio con tutta me stessa" afferma decisa Diana. "Sei sicura che sia più una sfida per te? L'amore è..." "So cos'è l'amore e ho una paura fottuta per quello che sto provando...mi sono messa in riga per non deluderlo, voglio che sia fiero di me" "Lo sarà" "No invece, vuole sempre di più. Dice che sono ancora una mocciosa immatura, che non ho idea del mondo che c'è fuori, che non riuscirei..." la sento singhiozzare e a me si spezza il cuore. "Tesoro, Diana..." "Mi sento così stupida nei suoi confronti...lui è così sicuro di sè, non ha paura di nulla, sa cavarsela in qualsiasi situazione, cosa dire al momento giusto, è un uomo con le palle che non vuole un peso come me tra le scatole. La cosa peggiore è che lo capisco, chi mi sopporterebbe? Manco io mi sopporto, lo odio! Mi odio!" Tariq rientra nella stanza e notandomi preoccupata, viene verso di me aggrottando le sopracciglia. "Diana" le mimo con le labbra mentre mi attira verso di lui sul letto e mi stringe a sè. E' così bello perdersi tra le sue braccia. "Tutto bene con papà?" gli chiedo piano. Lui annuisce e mi lascia dei baci lungo la mascella, chiudo gli occhi per godermeli a pieno. "Calmati Diana, calmati. Dove sei adesso?" chiedo allacciando un braccio attorno alle spalle di Tariq. "Ho avuto una lite furiosa con lui, sono sulla vasca a piangermi addosso come un'idiota" "Perchè avete litigato?" "Mi sono messa una stupida minigonna per sedurlo, ma lui mi ha rifiutato e rimproverata per credere che una semplice minigonna possa farlo cedere. Mi ha detto che non mi basterebbero neanche 100 anni per crescere, che sono tanto piccola, che a lui piacciono donne molto più grandi, mature e...vaffanculo!" grida penso per farlo sentire a Mehmet. "Ti stai comportando come una bambina adesso Diana...asciuga le lacrime, esci dal bagno e affrontalo a testa alta. Questa non è la Diana che conosco! La Diana che conosco, se fossi nelle tue condizioni, mi direbbe che sono una sfigata e di guardare altrove. Di non perdere tempo con un idiota che non mi vuole e..." Tariq agguanta un mio seno stuzzicando il capezzolo con le dita e io mi mordicchio il labbro..."non ora" gli mimo, ma non mi ascolta e risalendo con la mano libera la mia coscia, raggiunge le mutandine e me le sfila. "Mi direbbe che sono una strafiga e che mi merito solo gli uomini più belli" "Mehmet è bellissimo" continua a singhiozzare Diana. Sento Tariq trafficare con la sua cinta e ben presto mi sento il suo membro stuzzicare la mia intimità, mi lascio sfuggire un gemito quando sprofonda dentro di me e inizia a muoversi. "E' possibile che tu non abbia incontrato neanche uno spagnolo bono? Mi sembra surreale" mormoro aggrappandomi alle spalle di Tariq. Lui mi stringe forte i fianchi, per poi buttarmi di schiena sul letto e salirmi sopra. Continua a pompare dentro di me, mentre tormenta i miei seni con la bocca. "E' come se mi rifiutassi di spostare la mia attenzione su qualcun altro. Mehmet mi attrae come una calamita, non riesco a resistergli...non so se mi capisci, inizia a diventare un'ossessione" "Certo che ti capisco" dico mentre Tariq velocizza le stoccate e mi fa urlare quando tocca con le dita un punto sensibilissimo. "Che ti prende?" chiede Diana stranita dal mio urlo. "No, niente...è Rambo che mi è saltato addosso" invento subito fulminando con lo sguardo Tariq che non accenna a scollarsi da me. "Diana esci dal bagno" sento dire dall'altra parte, è la prima volta che sento la voce di Mehmet. E' più dura e roca di quanto pensassi. "Sarei capace di ucciderlo adesso" mi confessa piano al telefono Diana. "Vai a fatti valere" sussurro all'estremo, sento che sta per arrivare l'orgasmo, lo sento così vicino. Cazzo, che bello. "Il problema è che non lo so neanch'io, ci sentiamo Zari" mormora riattaccando. Butto il cellulare sul letto e attirando Tariq a me, lo bacio impaziente. "Stronzo" borbotto sulle sue labbra. Lui mi morde forte il labbro inferiore facendomi ridere e finalmente mi fa arrivare all'orgasmo. Grido sulla sua mano che ha posato sulla mia bocca per evitare che mi faccia sentire da tutta la casa e ricado sul letto soddisfatta. Tariq esce da me poco dopo e rimettendosi i pantaloni, m aiuta a rimettermi le mutandine. "Comunque mi piace di più il bikini viola" dice facendomi scoppiare a ridere. SAMIR'S POV: Accarezzo piano i capelli di Zaira e stringendola forte, la cullo tra le mie braccia mentre sonnecchia sul bus che ci sta portando al nostro aereo. Bilel ha insisto per usare il suo jet privato, ma tutti avrebbero scoperto di me e Zaira quindi abbiamo optato per l'aereo come i comuni mortali. Alzo lo sguardo al finestrino e vedo l'aereo in lontananza, era ora. Sono le 4 del mattino, Zaira è già esausta e io voglio raggiungere al più presto la meta per poterla fare riposare. "Amore?" sussurro al suo orecchio grattandole delicato la cute della testa. Lei arriccia subito il nasino contrariata per poi sbattere piano le palpebre e mugolare "Mmm" "Siamo arrivati" le dico accarezzandole le guance arrossate dal sonno. Zaira si muove piano su di me eccitandomi ulteriormente e borbotta "Siamo arrivati a Bali?" Ridacchio "Non siamo neanche saliti sull'aereo" le ricordo intenerito, non ce la fa. "Dannazione, muoviamoci" mugola lei stropicciandosi gli occhi. Il bus si ferma facendo scendere le persone a bordo e alzandoci anche noi, recupero le nostre valigie a mano. "Sono questi i nostri posti?" chiede Zaira una volta dentro l'aereo indicando dei sedili in fondo. Controllo i nostri biglietti e annuisco con la testa. Sistemo le valigie sullo scompartimento in alto e sedendomi vicino a lei, mi assicuro che abbia la cintura legata. "Sei stanca?" le chiedo notando che si strofina il viso con le mani. "Non ho dormito bene stanotte" rivela lei sbuffando per poi posare la testa sulla mia spalla. "Dormi, ti chiamo io quando siamo arrivati" "Mmm, che marito premuroso che ho" mugola lei lasciandomi un bacio sulla guancia. Stringo le nostre mani e aspetto che si addormenti completamente per prendere il cellulare e discutere degli ultimi dettagli della cerimonia d'incoronazione. Dopo 3 ore di volo siamo arrivati alla meta e risvegliando Zaira, recupero veloce le nostre valigie per lasciare l'aereo. "Siamo arrivati così presto?" chiede Zaira guardandosi attorno. "C'è stato un problema tecnico, dovremmo soggiornare per questa notte qui" le spiego prendendole la mano e percorrendo il corridoio con le valigie. "Qui dove?" "Benvenuti a Damasco" ci dice l'hostess in inglese facendo spalancare gli occhi di Zaira. Non le lascio il tempo di realizzare che la trascino con me ed entrando in aeroporto, andiamo dritti all'uscita. "Aspetta, aspetta...dove stiamo andando? Non ci sto capendo nulla" protesta Zaira attirando sguardi di uomini che la fulminano con gli occhi. Recupero la sua sciarpa e mettendogliela sulla testa dico "Ti spiego dopo, andiamo che ci aspetta il taxi" Zaira continua a guardarsi attorno stranita, ma mi segue e saliamo insieme nel taxi. Comunico all'autista, mio uomo fidato all'interno dell'organizzazione, il nome della via dell'appartamento che ho preso poco più distante dalla base e mandando un messaggio ad Abel che terrà la cerimonia d'incoronazione dico per tranquillizzare Zaira "Sarà solo per stasera, domattina ripartiremo presto. Nessuno si aspettava questo scalo, a quanto pare ci sono delle turbolenze violente che impediscono agli aerei di continuare" "Turbolenze? A me sembra che ci sia bel tempo" non la dà a bere Zaira. "Magari in Thailandia diluvia" "E tu come fai a saperlo?" "Non lo so infatti, l'ha comunicato il capitano del volo. Ti sto solo riferendo quello che ha detto a tutti i passeggeri" Zaira continua a guardarmi scettica, poi dopo un po' butta un respiro profondo e mormora "Scusami...è che questo posto non mi piace" "Ci sono io, non devi temere nulla. Ti fidi di me?" le chiedo abbracciandola. Lei annuisce e lasciandosi cullare da me, arriviamo presto a destinazione. Ringrazio l'austista e scendendo le nostre valigie, riprendo Zaira per mano. "Non posso levarmi questo affare? Fa caldo" protesta contro il velo. "No, non lo togliere per niente al mondo" le dico brusco, forse fin troppo...infatti Zaira sfila la mano dalla mia e mi supera. Sospiro...manca così poco alla mia vendetta, non posso mandare tutto a puttane adesso. Saliamo nell'appartamento e lei continua a stare distante da me, devo rassicurarla in qualche modo. "Piccola, scusami per prima. Non ho dormito bene anch'io e sono più nervoso del solito" Zaira mi guarda con attenzione e dandomi le spalle, va verso la camera da letto. Sbuffo...non ho tempo per i suoi capricci adesso. "Ti piace?" le chiedo affacciandomi in camera nostra. "E' a spese della compagnia aerea?" indaga lei avvicinandosi alla finestra. "Certo" "Capisco, non trovo il mio cellulare. Ce l'hai tu?" "No" Sì, l'ho buttato prima di lasciare Palermo. "L'avrò lasciato in taxi?" "Può darsi, vedo se riesco a recuperarlo. Posso lasciarti un attimo sola?" "Dove vuoi che vada?" borbotta lei levandosi la sciarpa dalla testa. La raggiungo e prendendole il viso mormoro "Ehi, non fare così" "Te l'ho detto, non mi piace questo posto" "E' solo per stasera e l'appartamento è isolato, non verrà nessuno a disturbarci" "E se..." "Shh, spegni questa testolina. Riposati un attimo, io vedo di recuperare il tuo cellulare e di portarti qualcosa da mangiare" "Riesci a prendermi il gelato?" Sorrido intenerito, la mia bambina. "Tutto quello che vuoi fiore mio" mormoro lasciandole un bacio. "Cioccolato?" le chiedo accarezzandole le braccia. "E fior di latte" "Arriva. Tu intanto riposati un po', ok?" le lascio un ultimo bacio ed esco dalla camera. Recupero il mio cellulare, le chiavi e uscendo dall'appartamento, chiudo a chiave. L'autista mi aspetta di sotto e salendo in macchina, andiamo dritti alla base. Mi cambio gli abiti in macchina e impugnando la mitragliatrice, scendo dalla macchina una volta arrivati alla base. "Samir, figliolo" mi accoglie l'imam più vecchio e potente di Damasco. Era un caro amico di papà, mi ha cresciuto con i suoi precetti e aiutato nel momento del bisogno, gli devo la vita. "Allah è grande" mormoro inchinandomi al suo cospetto. "Sapevo che saresti tornato vincitore figliolo" dice lui reggendosi a malapena col bastone. Ha la bellezza di 103 anni, è cresciuto con i tre sceicchi Omar, Achraaf e Ahmed, mio padre...poi ha visto crescere Bilel e Kemal, ovvero figli di Omar. Ha preso sotto la sua protezione me, mio fratello Ibrahim, mio cugino Mustafa, ha letteralmente dato l'anima per l'organizzazione e adesso è arrivato il nostro momento di ridargli vita dopo il massacro di Bilel Cortada e i suoi uomini. "Dov'è la sposa? Mi sarebbe piaciuto vederla" M'irrigidisco di scatto, ma non lo do troppo a vedere e dico "Era stanca, è stato un viaggio faticoso. Entriamo?" "Aspettavamo solo lo Sceicco da incoronare" dice lui sorridendomi. Sceicco, da quanto mi spetta questo titolo e sono stato privato per quelle carogne? La cerimonia va per le lunghe, sfioriamo le mezzanotte quando finiamo e io firmo il sacro libro. "Che Allah, l'Altissimo, benedica il nuovo Sceicco!" gridano all'unisono inchinandosi a me. Sorrido gonfiandomi l'orgoglio il petto, sono Sceicco. Finalmente la mia vendetta può essere messa in atto. Dopo la cerimonia mi ritiro nelle stanze con il consiglio e firmando altre scartoffie, procedo subito a rivendicare la mia proprietà su Zaira come mia moglie e ordino la morte del traditore Kemal Cortada, ovvero l'assassino dello sceicco Omar, nonché suo padre. Il consiglio vuole discutere i dettagli dell'attentato contro Kemal Cortada, ma decido che è troppo tardi per continuare e soprattutto c'è Zaira che sarà preoccupata a casa. "Lode allo Sceicco! Lode allo Sceicco!" esultano i componenti del consiglio mentre lascio la stanza e mi affretto ad uscire dal palazzo. Rientro in macchina e ricambiandomi, chiedo ad Abdul, l'austista, di recuperare del cibo e il gelato per Zaira...spero non sia troppo incazzata con me. "Grazie Abdul, Allah è grande" scendo dalla macchina con i sacchi in mano. E' tardissimo, infatti quando entro nell'appartamento trovo Zaira dormire sul divano...mi stava aspettando. Poso i sacchi sul tavolo e inginocchiandomi di fronte a Zaira resto un attimo a osservarla e basta. Sento il mio cuore battere all'impazzata e la testa più leggera, Zaira inizia a essere il mio rifugio, l'unico posto dove sentirmi amato, compreso, al sicuro...e io le sto per togliere tutto. Chiudo gli occhi e respiro a fondo, sta andando tutto secondo i piani...la mia vendetta è iniziata e va a gonfie vele, perchè non mi sento felice? Vivo per questo eppure... "Tariq?" mormora Zaira. Abbasso subito lo sguardo a lei e sussurro "Scusami, ti ho svegliata?" "Perchè stai piangendo?" Cosa? Mi porto le mani sul viso e sento una lacrima rigare la mia guancia, che diavolo mi sta succedendo? "Non è niente. Sarà stata la sabbia" "La sabbia?" chiede lei strofinandosi il viso con una mano. "Sì, capita che ci sia nell'aria qui. Hai dormito bene?" "Dove sei stato?" ignora la mia domanda. Indico i sacchi e dico "Sono andato fuori dalla città per il miglior kebab di sempre" "Sei impazzito?" "Può essere, può essere. Dammi un bacio" mormoro davvero impaziente di stringerla tra le mie braccia e cibarmi delle sue labbra. Zaira non se le fa ripetere e allungandosi mi lascia un bacio casto sulla guancia, la guardo subito male e lei scoppia a ridere "Che c'è? Volevi un bacio, no?" "Voglio un limone, ecco cosa voglio Zaira" borbotto tirandomela addosso sul tappetto e assalendole le labbra. Ed è quello che mi prendo, divoro le sue labbra morbide, dolci, mi dimentico per un attimo di tutto quanto, del male che le sto per fare, di chi sia io, di chi sia lei...non la figlia di quel bastardo, ma l'amore più puro e intenso che io abbia provato. Le sfilo la canottiera di dosso e slacciandole il reggiseno, l'attiro su di me mettendola a cavalcioni. Ho bisogno di lei più che mai. Voglio spegnere la testa e sentire solo i suoi dolci gemiti, respirare dalla sua bocca peccaminosa, affondare in lei e perdermi nel suo calore. Sono brutale quando le entro dentro dopo poco e lei urla buttando la testa all'indietro...si aggrappa alle mie spalle e mettendo i capelli di lato, inizia a muoversi come una fottuta dea su di me. Poso le mani sul tappeto dietro di me per darle pieno controllo e godermi lo spettacolo del suo seno che sobbalza, la pelle sul petto e il viso arrossare, la sua bocca spalancata che annaspa alla ricerca di fiato e gli occhi luccicare dal piacere. "Vorrei poterti fare una foto in questo momento, stamparla e conservarla nel mio portafoglio. C'è chi si porta a presso foto di bambini, io di mia moglie che mi cavalca" Lei sorride divertita e continuando a scoparmi chiede "La mostrerai a tutti quanti?" "Caverei gli occhi a chiunque posasse lo sguardo sul tuo corpo nudo, chiunque. Sei fatta solo per i miei occhi." ringhio allungandomi su di lei per spingermi così a fondo dentro di lei in modo da ribadirle il concetto. "Tariq...dio" mugola lei mordendosi il labbro mentre le alzo di poco le coscia e riaffondo in lei. Zaira respira a fondo facendo luccicare alla luce della luna il sudore che inizia a imperniare il suo collo, il petto e l'addome...la stendo completamente sul tappetto e inizio a pompare più veloce, con più urgenza di vederla venire. Agguanto i suoi seni divorandoli con la bocca e stringendole il collo, faccio leggermente pressione su questo sentendo le vene pulsare sotto le mie dita. Lei mugola di piacere supplicandomi di non smetterla, di dargliene ancora, di andare più veloce, più forte, impreca per il caldo, dio la amo. "Di' che mi ami" impongo sopra di lei. "Mi hai fatto aspettare troppo per la cena" Rallento di scatto e lei mi fulmina subito con lo sguardo "Non fermarti, ti giuro che ti ammazzo Tariq se ti fermi" "Dimmelo." "Ti amo" Mi fermo facendola incazzare. "Cosa! Te l'ho detto! Cazzo Tariq, non puoi farmi questo!!" Le stringo le guance con una mano facendola tacere e sibilo "Stavi mentendo, non prendermi per il culo." "Non ti stavo prendendo per..." Faccio per sfilarmi da lei, ma lei grida esausta "Ok! Ok! Un attimo!" Mi guarda dritto negli occhi e mormora "Ti amo" Socchiudo gli occhi cercando di studiarla, ma lei sa bene come farmi cedere e sfiorandomi le labbra sussurra su queste "Ti amo davvero, adesso dammi quello che mi spetta" "Non t'interessa sapere se ti amo anch'io?" "Lo so già" dice stufandosi della situazione e indirizzando il mio membro dentro di lei. Mi appoggio di schiena al divano lasciandola fare sopra di me e chiedo distratto "Come fai a saperlo?" Lei continua a montarmi, ma io sono tormentato dal mio senso di colpa e così bisognoso di conferme...le prendo il mento per attirare la sua attenzione "Come fai ad essere così certa del mio amore?" "Lo vedo, lo sento...mi ami da sempre Tariq" Le mie braccia cadono per terra e resto a osservarla mentre lei si prende il piacere e io mi sento così affranto. Sto rovinando quello che ho di più prezioso al mondo, sto mandando al baratro me stesso...arrivato a questo punto del gioco, se cade lei, cado anch'io. E' parte di me Zaira, se si fa male lei, io potrei morirne. "Tutto bene?" chiede lei notando la mia espressione afflitta e uscendo da me. Rimango in silenzio a osservarla; la mia Zaira, il mio fiore più delicato, la mia linfa vitale, la mia croce. "Sei strano" decreta prendendomi il viso tra le mani. Chiudo gli occhi godendomi a pieno la sua carezza, sfrego la sguancia sul suo palmo caldo e morbido, mi odierà così tanto. "E' successo qualcosa?" chiede ancora preoccupata facendomi riaprire gli occhi. Le scosto piano i capelli sulla schiena per accarezzarle coi polpastrelli delicato le braccia, scivolare sui seni, le sue dolci curve, arrivo alle sue coscia e le stringo forti per poi alzare lo sguardo a lei annuendo. Zaira corruga subito la fronte e chiede piegando il viso di lato "Cos'è successo?" "Non voglio perderti, non posso permetterlo...non riuscirei più a vivere senza di te Zaira" confesso col cuore in mano. "Perchè mi stai dicendo queste cose?" mormora lei guardandomi confusa. "Perchè le cose potrebbero cambiare presto e devi sapere che farò qualsiasi cosa che sia in mio potere per proteggerti, a te non succederà mai nulla se starai al mio fianco" "Al tuo fianco? Cosa potrebbe succedere?" "Nulla, succederà qualcosa ai traditori. Tu non sei una traditrice, sei diversa da loro" "Io non capisco davvero cosa mi stai dicendo...di che traditori parli?" "Gli assassini di mio fratello" "Li hai trovati?" Annuisco agguantandole il culo, lo stringo forte e lo accarezzo subito dopo. "Vuoi ucciderli?" "Sì...ma non come tu pensi. Voglio vederli morire mentre sono ancora in vita" "Come?" "Togliendogli tutto, tutto quello che hanno di più caro...esattamente come hanno fatto con me" "Ucciderai la loro famiglia?" "Non ci sarà nessun spargimento di sangue" le accarezzo il viso e sussurro "Solo qualche cuore spezzato" Lei sbatte piano le palpebre cercando di decifrare le mie parole, ma non glielo permetto e prendendole la mano le faccio impugnare il mio membro. "Volevi il gelato? Prenditelo bambina" Zaira si distrae subito e mentre inizia a massaggiarmi il membro, poso le mani sotto la testa e mi godo il panorama di lei che si lecca le labbra e si abbassa per prendermelo in bocca. "Occhi a me" ringhio alzando il bacino in modo da facilitarle i movimenti. Gemo quando va più a fondo prendendolo tutto e fa vorticare la lingua sulla punta, santo cielo che goduria. Le raccolgo i capelli in una coda e stringendola forte, le impongo il ritmo giusto...non voglio che vada troppo veloce, voglio godermelo minuto dopo minuto...per me potrebbe succhiarmi il cazzo per tre ore consecutive e non sarei lo stesso soddisfatto. "Piano piano piccola, ce n'è abbastanza per te. Abbiamo ancora tutta la notte davanti, nessuno che ci venga a disturbare, possiamo prenderci tutto il tempo" Lei non mi ascolta andando sempre più veloce e decido di non curarmene più neanch'io. Le tengo ferma la testa e muovendo il bacino le scopo la bocca senza pietà, mi aspetto che indietreggi non sopportando l'aggressione, ma lei Zaira, la persona più splendida e imprevedibile che io abbia mai conosciuto e riesce a sopportare i miei movimenti bruschi. Grido scosso da fremiti quando sto per venire e m'immobilizzo, mentre lei riprende il controllo e continua a succhiarmelo finchè vengo con impeto. "Cazzo!" ringhio avventandomi sulle sue labbra buttandola sul tappeto. La giro ed entrandole dietro, afferro i suoi fianchi sbattendomela come un animale. Lei urla il mio nome accasciandosi sul tappeto e io continuando a scoparla ringhio "E' solo l'inizio Zaira, ho intenzione di approfittare di questo appartamento isolato da tutti" Scopiamo per ore come dannati, in ogni posizione possibile, sul divano, il tavolo, sopra i mobili, contro il muro, nella doccia...arriviamo stremati alle 3 di notte e decidiamo di darci una tregua e mangiare qualcosa...qualcosa di commestibile stavolta. "Non ci provare, sono tutta dolori" borbotta lei sulle mie ginocchia in accappatoio mentre mangia il suo kebab. "Non sto facendo nulla" mormoro mettendo una striscia di maionese nell'incavo dei suoi seni "Sei sporca qui" dico furbo leccandolo tutto. "Piantala! Ho fatto adesso la doccia" protesta lei coprendosi il petto. "Possiamo rifarla quando vuoi" replico dandole uno schiaffo al sedere. "Mangia e muto." sbotta lei porgendomi la mia piadina. Sconfitto mi appoggio allo schienale della sedia e attiro ancora verso di me Zaira che continua a protestare per le mie maniere brusche. "Non mi pare che le mie maniere brusche ti abbiano tanto infastidita prima" "Dove l'hai preso il kebab? E' davvero buono" chiede lei ignorandomi. "Non lo so, l'ha preso..." mi rendo conto di quello che stavo per dire e borbotto "Volevo dire...mi ha consigliato il taxi driver. E' un buongustaio a quanto pare" "Sei riuscito a trovarmi il cellulare?" Scuoto la testa "Puoi usare il mio" dico indicandolo sul tavolo. "Non hai i miei contatti" "Ho quello di tuo padre" Lei sbuffa e io lasciandole un bacio sull'angolo della bocca dico "Domani te ne compro uno" "A che ora abbiamo il volo?" "Lo hanno annullato, non te l'ho già detto?" "Ma come?" "Ho rifatto due biglietti per dopodomani, partiremo la sera" "Dobbiamo rimanere ancora qui?" mette lei il broncio. "Ancora per poco, pochissimo" cerco di rassicurarla accarezzandole la schiena. Lei finisce di mangiare la sua piadina e asciugandosi la bocca, si appoggia sul mio petto esausta. "Andiamo a letto?" le chiedo lasciandole un bacio sulla testa. "Mmm..." mugola lei incapace di muoversi. "Forza" dico alzandomi con lei in braccio ed entrando in camera da letto. La poggio delicatamente al centro e raggiungendola a gattoni, la stringo subito a me. Lei si accoccola tra le mie braccia e mentre le accarezzo i capelli chiedo "Non mi lascerai mai, vero?" Non risponde, penso che si sia addormentata. "Ci penso io a noi, non permetterò a quel mostro di portarti via da me. Adesso sei mia Zaira, lo sei sempre stata fiore mio."

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Uccidendo il cane non si guarisce dal morso. ZAIRA'S POV: "Sono a casa!" grida Tariq richiudendo la porta. Continuo a scarabocchiare nel mio quadernetto e non gli rivolgo la mia attenzione. "Sono passato dal mercato e ho preso questi datteri dolcissimi che sono sicuro ti piaceranno" dice lui posando dei sacchi sul tavolo. Sento i suoi passi avvicinarsi mentre io continuo a dargli le spalle e cerco di finire il mio stupido disegno. "Che fai?" sussurra al mio orecchio scostandomi i capelli e scoprendo la spalla nuda con la bretellina del vestito abbassata. Non gli rispondo, è il quarto giorno consecutivo che siamo bloccati qui e sono più nervosa del solito. "Sei arrabbiata con me?" chiede sulla mia spalla cingendomi la vita. Continuo a ignorarlo, ma lui mi lascia dei baci su tutta la spalla e risalendo all'orecchio mormora "Per quanto tu sia adorabile col broncio, per favore parlami" "Non c'è niente da dire." rispondo fredda cercando di scostarmi da lui, ma invano perchè mi trascina a sè e chiede "E allora perchè non mi saluti con un bacio?" "Non te lo meriti" sbotto incrociando le braccia. "Ah no?" mi stuzzica dandomi pizzicotti sul fianco. "Smettila, sono seria!" esclamo contorcendomi come un'anguilla. Lui continua ancora un po' per poi alzarmi in aria e mettermi sulle sue ginocchia "Sentiamo, cos'ho fatto di così male da non meritarmi neanche un bacio?" "Sono stufa di questa situazione, poi tu te ne vai in giro tutto il giorno e neanche mi porti con te" "Non è sicuro fiore mio, lo sai" "Quando ce ne andremo? Mi annoio qui dentro, non ho neanche il cellulare" "Ti ho detto che puoi usare il mio" "Per farci cosa? A malapena hai whatsapp" "Puoi scaricarti tutti i social che vuoi" "Non ho le password, sono nel computer" sbuffo passandomi una mano sul viso "Non è così che m'immaginavo di passare questi giorni con te" Tariq mi prende il mento girandolo verso la sua direzione e mormora "Ti prometto che domani sarà tutto finito" "Me l'hai già detto questo" "Stavolta te l'ho promesso, domani a quest'ora saremo a Bali a sorseggiare champagne e fare sesso in spiaggia" "Voglio proprio vedere..."dico scettica riprendendo il mio quadernetto. "E il mio bacio?" insiste lui scuotendomi per avere la sua attenzione. Non glielo concedo e continuo a scribacchiare. "Va bene, l'hai voluto tu" dice lui alzandomi in aria facendomi urlare per la sorpresa. Mi porta in camera da letto e buttandomi al centro, mi sovrasta col suo peso. Indietreggio coi gomiti, ma non so quanto può funzionare perchè arrivo alla testiera e lo guardo dal basso. "Voglio il mio bacio" sibila impenetrabile fulminandomi con lo sguardo. "Non sarò certo io a dartelo" lo provoco andandogli sotto il muso. Lui socchiude gli occhi e infilando piano una mano nelle mie mutandine, inizia a strofinare la mia carne che trema subito al suo contatto. "Guarda un po' qui...sei fradicia fiore mio, da quanto tempo mi aspettavi?" "Non aspettavo te" gemo buttando la testa all'indietro. Tariq si allunga per stuzzicarmi il collo e sussurra "Bugia, non puoi negare qualcosa che il tuo corpo mostra con evidenza" "Fottiti" sbotto, ma subito dopo urlo quando inserisce due dita dentro di me e inizia a muoverle. Mi aggrappo alle sue spalle e alzo il bacino per farlo arrivare più a fondo "Sì, sì...così, ancora" "Non te lo meriti, lo sai?" ringhia lui dandomi esattamente quello che voglio. "Io ho solo chiesto un bacio" continua a dire lui mentre sono quasi a un passo dall'orgasmo e muovo il bacino per accoglierlo tutto. "Tariq!!" urlo tremando e posando la fronte sudata sulla sua spalla. Respiro con affanno, ma non sono ancora soddisfatta...aggancio le mani sulla sua cinta e slacciandola, tiro giù i pantaloni insieme ai boxer. "Ti stai prendendo tutto, che ingorda" mi beffeggia lui, ma me ne frego e salendogli a cavalcioni, lo prendo tutto dentro. Tariq mi toglie di dosso il vestito denudandomi e afferrando tra i denti un mio capezzolo, inizia a tormentarmi come solo lui sa fare. Poso le mani sulle sue spalle per non perdere l'equilibrio mentre vado su e giù muovendo il bacino. Quando vado più veloce, Tariq si stacca dai miei seni e capovolgendo le posizioni, mi butta sul letto di schiena. Scoppio a ridere per la sua irruenza, ma dura poco perchè lui si aggrappa alla testiera del letto e si spinge così a fondo dentro di me che lo sento fino allo stomaco. Urlo allacciandogli le gambe attorno ai fianchi, mentre continua a darmi stoccate fortissime facendomi gridare a squarciagola. Gli poggio una mano sul collo, per poi risalire sul suo mento e infilargli l'indice in bocca...lo succhia e lo lecca tutto continuando a farmi vedere le stelle. Con l'altra mano mi aggrappo alle coperte e quando sto per venire inarco la schiena e sento il cuore quasi esplodere dalla cassa toracica. "Tariq! Dio, si, si! Ahhhhh cazzo si!!" grido sentendo i brividi scuotere letteralmente il mio corpo fino alle punta dei piedi. Collasso sul letto e sorrido soddisfatta, mi sento così libera e leggera. Tariq esce da me poco dopo e allungandosi su di me mormora furbo "Adesso me lo merito?" "Dovresti farti pagare, sai?" dico scoppiando a ridere mentre lui mi guarda male. "Vieni qua" mormoro attirandolo a me e dandogli un bacio lungo. Quando schiudo le labbra, lui inserisce la lingua toccando la mia e la fa vorticare armoniosamente...che limone gente. Ansimo quando ci stacchiamo e finalmente lui sorride soddisfatto. "Ti amo" mi dice guardandomi dritto negli occhi. "Anch'io" sussurro sfinita. "Cosa anch'io?" chiede lui strofinando il naso contro il mio. Sorrido lasciandogli un piccolo bacio "Ti amo" "Ancora" "Ti amo" un altro bacio. "Un'altra volta" "Dai basta!" protesto sorridendo. "Solo una volta ancora" "Ti amo" "Va bene, per adesso può bastare" dice lui dandomi un bacio e alzandosi da me. "Cosa vuol dire per adesso?" chiedo ridendo e coprendomi con le lenzuola. "Mi piace da matti sentirtelo dire" mormora Tariq dirigendosi verso il bagno. "Vuoi fare un bel bagno caldo con me?" mi propone lui sulla soglia. Scuoto la testa "Sono stanchissima, magari dopo" sbadiglio sprofondando nel materasso. "Va bene. Farò veloce, non muoverti da lì che arrivo" "Dove vuoi che vada?" chiedo ridendo e chiudendo gli occhi esausta. Mi addormento stringendo il cuscino di Tariq, quando all'improvviso sento come un cellulare vibrare. Lo ignoro troppo stanca anche solo per prendere una chiamata, ma chiunque sia al telefono insiste e non mi fa dormire. Faccio per prendere il cellulare per silenziarlo, ma noto un nome strano sullo schermo scritto in arabo. Non leggo bene l'arabo ma qualche parola riesco a spiaccicarla, quindi decido di rispondere e dire all'interlocutore di richiamare più tardi. Rispondo alla chiamata e faccio per parlare quando mi gelo a sentire una frase "L'attentato è andato a buon fine" Spalanco gli occhi e mettendomi seduta sul letto continuo ad ascoltare la persona che dice "Si trovavano nella casa in montagna insieme a tutti gli altri, abbiamo preso in ostaggio la moglie e la figlia. Cosa ne dobbiamo fare di loro? Li uccidiamo come abbiamo fatto con Kemal?" Mi porto le mani sulla bocca, hanno ucciso zio Kemal? E perchè stanno chiedendo come procedere a Tariq? "Samir, figliolo...so che sei salito da poco a capo dell'organizzazione e non saprai come gestire queste notizie, ma fidati del signore Altissimo e di tuo padre Ahmed, sai che sarebbero fieri di te adesso" Riattacco di scatto e mi porto le mani sul viso sconvolta. "Ehi, disturbo?" chiedo sulla soglia dello studio di papà. "No tesoro, entra pure" "Festeggiavi qualcosa?" chiedo indicando lo champagne sul tavolino e chiudendo la porta. "In effetti sì, ho ricevuto una bellissima notizia" dice papà lasciandomi un bacio sulla testa. "Zio Adil ha deciso di smetterla con le sue battute?" "Per quello ci vorrebbe un miracolo. Non so se ti ho mai parlato di Omar" "Certo, tuo padre" rimembro sedendomi sulla poltroncina con le gambe incrociate. Papà si siede sulla scrivania e borbotta "Mmm...più precisamente uno dei tre sceicchi dell'organizzazione" "Tre sceicchi? Non era l'unico?" "C'è stato un periodo in cui ce n'erano ben tre. Omar, Achraaf e Ahmed" "Sono ancora vivi gli altri due?" "No, sono tutti deceduti. Il problema è che Ahmed ha nascosto di avere due figli, nessuno ne era a conoscenza finchè Bekka ha assassinato Ahmed e i figli hanno reclamato il posto al trono" "Sono saliti quindi?" Papà scuote la testa bevendo dell'altro champagne e dice "No, Khalil, il braccio destro di Ahmed e l'ultimo Sceicco della storia, gliel'ha impedito salendo lui al potere e alleandosi in un modo o nell'altro con me" "Che vuol dire in un modo o nell'altro?" "Ho incominciato a togliere i finanziamenti all'organizzazione e portare dalla mia parte tutti gli uomini, in tutto ciò Khalil stava solo a guardare senza alzare un dito" "Perchè?" "Flora, l'amore e l'ossessione più grande della sua vita. Non voleva deluderla, le aveva promesso che ne sarebbe uscito ed è quello che ha fatto dopo che ho tolto anche gli ultimi finanziamenti lasciando al lastrico l'organizzazione. E' rimasto lì solo per assicurarsi che i figli di Ahmed non prendessero il potere e combinassero una strage" "E che fine hanno fatto i figli?" "Hanno cercato di ribellarsi e attirare la nostra attenzione rapendo Bella insieme alla tata, inutile dire che li abbiamo subito beccati e ucciso uno di loro, il fratello minore Ibrahim. " "E quello che si è salvato?" "Sbattuto in carcere e deceduto stamattina, ecco cosa si festeggia. Finalmente non ci sarà più una minaccia da parte dell'organizzazione, siamo liberi adesso" "Davvero? Quindi tutte quelle minacce..." "Credo proprio che sia stato Samir dal carcere, avrà ingaggiato qualcuno per spaventarci, ma adesso che è morto, non ce ne dovremo preoccupare più di tanto. Massimo un mese e torneremo a vivere come prima" "Che vuol dire come prima? Non avrò più una guardia?" "Non credo che ce ne sarà più bisogno" Cazzo no, ho bisogno di Tariq. "Mi sento al sicuro con Tariq, potremmo assumerlo a tempo indeterminato" tento di dire con nonchalance. "Non eri la stessa che era venuta qui a supplicarmi di mandare via Tariq?" "Le cose cambiano, le persone maturano. Vado che la tesi non si scriverà da sola" borbotto alzandomi dalla poltroncina. Bevo il resto dello champagne nel calice di papà e chiedo "A proposito, festeggiamo la morte di...?" "Samir, il bastardo si chiamava così" "Alla morte di Samir" dico riposando il calice. "Merda merda" mormoro cercando nella rubrica del cellulare di Tariq il numero di papà. Lo trovo e facendo partire la chiamata, mi avvicino alla finestra pregando che ci sia campo. "Tariq, tutto bene? Ci hanno attaccato stamattina dall'organizzazione, dovete subito..." "Papà" sussurro con un filo di voce. "Zaira? Tesoro, stai bene?" butto un sospiro di sollievo, sentire la sua voce mi fa sperare che potrò uscirne indenne da questa situazione. "Sì, io...sì, sto bene. Voi? Che vuol dire che vi hanno attaccato?" "Hanno preso zio Kemal. Ci hanno tenuto un agguato, sapevano dov'eravamo" Chiudo gli occhi maledicendomi, anche questo l'ho detto io a Tariq. "Tutti gli altri? Mamma? Zia Melisa?" "Abbiamo appena recuperato zia Melisa e la piccola Nuvola. Di zio Kemal non c'è traccia, lo stiamo cercando da ore. Voi dove siete? Ho paura che arriveranno anche a voi" E' già arrivato a me. "Ho combinato un macello papà" mormoro sentendo il getto d'acqua spegnersi. "Cosa? Di che stai parlando Zaira?" chiede papà allarmandosi subito. "Ti spiegherò tutto dopo. Potresti rintracciare la mia posizione e mandarmi un aereo? Sono in un palazzo isolato, credo l'aereo possa atterrare sul tetto, lo aspetterò lì. Devi fare presto però" "Aspetta, cosa stai dicendo? Passami Tariq" "Tariq ci ha ingannati papà, non è chi tu pensi che sia. Devo riattaccare adesso. Hai massimo mezz'ora e non richiamare più a questo numero, lui non deve sospettare. A dopo" dico prima di chiudere la chiamata e cancellarla dal registro delle chiamate. Poso il cellulare dov'era e mi rimetto al letto in tempo che Tariq esca dal bagno con un asciugamano in vita e un altro che copre il capo bagnato. Quanto vorrei stringere l'asciugamano all'altezza del collo e strozzarlo, lurido bugiardo. "Pensavo...stasera potremmo mangiare il pollo. Qua lo fanno più speziato e potremmo accompagnarlo col riso pilaf" dice scoprendo la testa e buttando l'asciugamano bagnato sulla sedia. Rimango in silenzio, non riesco a spiaccicare parola...chi sei stato per tutto questo tempo? "Amore tutto bene?" chiede lui notando subito il mio cambio d'espressione. Mi raggiunge sul letto e accarezzandomi le braccia mormora "Tremi...che succede?" "Io..."abbasso gli occhi incapace di guardarlo e sussurro "Non lo so...non..." Zaira non ora, devi trovare un modo di allontanarlo da qui, da te. "Non credo di sentirmi bene" dico schiarendomi la voce. "Che hai? La febbre?" chiede posandomi la mano sulla fronte. "Può darsi" "Sei pallida in viso. Che dici di sciacquarti un po' la faccia?" "Sì" sibilo fuggendo dalle sue mani sul mio viso. Scendo dal letto rindossando goffamente il vestito ed entrando in bagno, apro subito il rubinetto. Mi aggrappo al lavandino e alzo lo sguardo allo specchio che riflette dietro Tariq che indossa una canottiera nera e mi guarda da lì. Un conato di vomito mi fa piegare in due e rigetto tutto nel water. Gemo sentendo la testa girare alla fine e presto sento delle mani accarezzarmi la schiena e raccogliere i capelli all'indietro. Mi faccio aiutare per rialzarmi e aprendo il rubinetto mi lavo il viso e la bocca...dio, voglio morire. "Meglio?" mi chiede accarezzandomi di nuovo la schiena. Mi scosto di scatto e lui corruga la fronte...Zaira dannazione, sta calma. "Scusami...è che sto troppo male, avrò mangiato qualcosa che sarà andato a male" Faccio per recuperare la saponetta, ma sfioro per sbaglio il rasoio e mi taglio al dito. "Merda" borbotto mettendo il dito sotto l'acqua, ma Tariq mi prende il polso e portandosi il dito ferito in bocca, succhia via la goccia di sangue. Chiude il rubinetto e prendendo un cerotto dal ripiano, lo applica piano sulla ferita. "Tremi come una foglia...va tutto bene, vieni qui" dice attirandomi tra le sue braccia. Il suo profumo che fino a pochi minuti fa mi faceva sentire a casa, adesso mi disgusta e vorrei solo scollarmi da lui. "Ok, adesso vado a prenderti qualcosa in farmacia e torno subito da te. Vedrai che tra poche ore starai molto meglio" cerca di rassicurarmi lasciandomi un bacio in fronte. Starò molto meglio lontana da te. Annuisco debolmente e staccandomi da lui, mi rifugio tra le coperte. "Arrivo, aspettami qui" mi sussurra all'orecchio salendo sul letto. Non gli rispondo e lui mi lascia un bacio sulla guancia per poi accarezzarmi i capelli "Mio prezioso fiore" sussurra prima di staccarsi da me e scendere dal letto. Aspetto di sentire la porta chiudersi per scendere dal letto e sfregarmi la guancia per togliere con ribrezzo il bacio di Tariq. SAMIR'S POV: "Ha vomitato fino a pochi minuti fa, quindi penso di sì...sarà un'intossicazione alimentare" dico al farmacista che mi guarda come se gli avessi chiesto la luna. Ho dovuto fare venti minuti di strada prima di trovare questa farmacia, non posso perdere altro tempo. "Capisco, allora le consiglio questo farmaco che farà bene alla flora intestinale e questa pomata da applicare sull'addome. Per precauzione le metto anche questo" "Cos'è?" chiedo notando una scatolina strana. "Un test di gravidanza, ma non si allarmi...magari è solo un'intossicazione, come dice lei" Mi paralizzo di scatto, non mi era passato neanche nell'anticamera del cervello che potesse trattarsi di una gravidanza. "Quanto le devo?" "55.284 lire" "Si tenga il resto" dico lasciandogli 100.000 lire. Esco dalla farmacia e andando verso la moto che ho noleggiato per questi giorni, sento vibrare il cellulare in tasca. Vorrei non rispondere per non perdere altro tempo, ma decido di prendere la chiamata alla svelta. "Pronto?" "Samir, quindi?" "Quindi cosa?" chiedo posando il sacchetto nel baule dietro. "Non mi hai dato una risposta prima, ho voluto darti del tempo per fare mente locale prima di richiamarti. Capisco che si tratti di..." "Quale risposta? Non capisco" "Ti ho chiamato prima per aggiornarti sull'attentato e tu sei rimasto in silenzio, non ricordi?" Mi aggrappo alla moto per non cadere per terra, sento all'improvviso le gambe molli "Prima quando?" "Mezz'ora fa circa, cosa succede Samir, figliolo?" "Mi hai chiamato così nella chiamata? Hai usato il mio nome?" chiedo pregando che mi dica di no. "Figliolo, come avrei dovuto chiamarti se non col tuo nome?" Il cellulare mi scivola tra le mani, cazzo, cazzo!! Monto all'istante in moto e sfreccio via. Ho in mente gli occhi di Zaira poco fa, erano tristi, delusi, come se le avessero estratto il cuore dal petto a mani nude. Tremava mentre la stringevo tra le mie braccia, era fredda, pallida...come ho fatto a non pensarci, merda! Quando arrivo al portone parcheggio a caso la moto e inizio a fare le scale a due a due fino all'ultimo piano alla velocità della luce...Signore non mi fare questo, non ora, giuro che sistemerò le cose, non mi togliere l'unico raggio di sole che scalda la mia anima, la mia misera vita. Arrivo col fiatone al piano e aprendo la porta a chiave, rimango in silenzio sperando con tutto me stesso di sentire la sua voce dolce pronunciare il mio nome. Non succede. Magari sta ancora dormendo, no? Attraverso il salone ed entrando in camera esitante mormoro "Amore? Sei sveglia? Ho portato le medicine per..." Di lei non c'è traccia, le lenzuola sono sfatte e vuote...mi affaccio in bagno, ancora niente. "Fiore mio? Sono a casa" grido uscendo dalla camera e andando in cucina. Niente, inizio a sudare freddo. "Tesoro? Avanti, esci fuori. Il dottore ha detto che devi prendere delle pasticche per stare meglio" grido rifacendo il giro della casa, magari si è nascosta...magari vuole farmi una sorpresa. "Amore? Dai, non è divertente. Vieni fuori" grido ancora con le mani che tremano. "Zaira?" urlo più forte rientrando in camera. "Zaira!!!" urlo a squarciagola afferrando l'abat jour e scagliandolo contro il muro. Inizio a perdere lucidità. "Posso spiegarti tesoro, per favore esci fuori. Non sono il mostro che credi che io sia, l'ho fatto per noi" apro l'armadio e butto fuori le valigie. Non ha preso nulla. "Zaira sono io, non aver paura" mormoro per poi prendere la sedia e scaraventarla in aria. "Non aver paura, esci fuori fiore mio. Non ti faccio nulla, non potrei mai farti del male, vieni qui da me." Rimango un attimo in silenzio finchè perdo definitivamente la testa e distruggo tutto quello che trovo sottomano. Scaravento in aria ogni cosa, butto giù porte, ante di armadi, colpisco specchi, sono una bestia inferocita, ho il cuore in gola...non può averlo scoperto così. "Zaira non puoi farmi questo. Hai promesso di non lasciarmi!" "Ricordi? Zaira ricordi?" mormoro ebbro, completamente stordito. "Zairaa!!!" urlo cadendo in ginocchio tra pezzi di vetro e le coperte del nostro letto...fa malissimo, non credevo fosse possibile provare un dolore ancora più forte della scomparsa di Ibrahim. Fuori diventa buio mentre rimango per terra in silenzio inerme e completamente svuotato...rivivo ogni momento nostro, realizzo solo adesso a cosa ho perso per colpa mia, a quante cose ho mandato a puttane, continuo a rimanere fermo senza alzare un dito anche quando degli uomini irrompono in casa e mi portano via di peso.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Alcuni pensieri sono troppo arrabbiati per dormire. Stanno svegli tutta la notte e diventano ossessioni. -Marty Rubin SAMIR'S POV: Il primo pugno non mi fa effetto, me lo aspettavo, ero consapevole che questo momento sarebbe arrivato, ero pronto anche se non ero pronto ad altro, come a lasciare l'amore della mia vita. Il secondo continua a non provocarmi nessun tipo di reazione, rimango immobile a subire, me lo merito. Il terzo e il quarto iniziano a irritare la mia pelle, sento le labbra spaccarsi e faccio una smorfia a sentire un dolore lancinante all'occhio destro. Il quinto mi fa vacillare la testa, inizio a vedere sfocato, anche se rimango terribilmente lucido della situazione. Il sesto e il settimo mi fanno gemere, ma ho subito torture peggiori quindi non mi do per vinto e rimango in piedi senza muovere un passo. Quando mi aspetto l'ottavo pugno, un'altra mano lo ferma e sento dire "Ora basta Bilel, ci serve lucido per l'interrogatorio, poi potrai farne quel che vuoi" "Io lo ammazzo, altro che lucidità" ringhia Bilel, non l'ho mi sentito così in collera. Posso comprenderlo, gli ho tenuto un bel tranello. "Ha ragione Adil, mantieni la lucidità Bilel...ricorda quello che ci siamo detti" cerca di farlo ragionare Efrem, l'avvocato. Bilel stringe i pugni tremando di rabbia, ma dà retta a quei cazzoni e mi sibila in faccia "Non finisce qui; ti farò pentire di essere nato brutto figlio di puttana." Mi fulmina con lo sguardo e io mantengo il contatto visivo, finchè lui scaglia un pugno sul muro e mi dà le spalle. Non riesce neanche a guardarmi in faccia, sono riuscito nell'intento allora. "Asciugati il sangue" borbotta Adil facendomi sedere e porgendomi una salvietta che profuma di limone. Lo prendo e passandomelo sul viso, lo ripongo sul tavolo davanti...ci è andato piano, penso mentre Efrem si siede di fronte a me e alza lo sguardo al muro dietro. Come se non sapessi che ci stanno tutti guardando oltre queste quattro misere pareti. "Puoi togliergli le manette Adil" dice Efrem, ma interviene Bilel che sibila "No, lasciagliele. Deve essere trattato come l'animale qual è." "Sì, ma ce le ha da ieri se...." "Non me ne frega un cazzo da quanto ce le ha; che nessuno gliele tolga, sono stato chiaro?" "Il solito..." borbotta Adil appoggiandosi alla parete. "Bilel potresti uscire da qui?" chiede Efrem infastidito. "Non ci penso neanche, questo cane deve confessare tutto guardandomi negli occhi, cazzo!" sbraita Bilel battendo le mani sul tavolo. "Bilel calmati o ti costringerò ad uscire" "Dov'è Kemal? Dimmelo o ti sgozzo con questa." ringhia ancora Bilel afferrando una penna. "Bilel non così, devi lasciarmi fare il mio lavoro e adesso ho bisogno che tu esca da qui" "Orso, ha ragione Efrem. Vieni qui, poi ci parleremo con più calma. Adesso dobbiamo trovare Kemal, non abbiamo tempo da perdere" interviene Benedetta dall'altoparlante. Bilel fa per protestare ma Benedetta dice ancora "Per favore, non complicare le cose" "Ho capito, cazzo." sibila Bilel portandosi una mano sul viso per poi abbassare lo sguardo a me e sibilare "Pagherai per tutto quanto, te lo posso assicurare" Quando penso che si levi finalmente dai coglioni, con uno scatto mi afferra il collo e stringendolo ringhia "Sei un verme, dopo tutto quello che ti ho dato. Ti ho affidato la vita di mia figlia; mia figlia! La cosa più preziosa che ho!" "Bilel!" gridano Adil ed Efrem intervenendo. "E tu che hai fatto? Hai abusato di lei in ogni modo possibile, sei morto figlio di puttana." ringhia ancora Bilel finchè viene trascinato fuori da Efrem e Adil che lo supplicano a rimanere calmo. Rimango immobile e un po' seccato quando Efrem e Adil rientrano e richiudono la porta. Quanto durerà ancora questa pagliacciata? "Ok, adesso possiamo procedere" borbotta Efrem risedendosi e aprendo una cartella. L'interrogatorio va avanti per ore, cercano di estrapolarmi qualche informazione, ma totalmente invano. Idioti, cosa credete? Che canti come un fottuto uccellino? Nel mentre m'informano che l'organizzazione è stata rasa al suolo, l'imam ucciso insieme a tutto il consiglio. Gli uomini rimanenti sono passati dalla parte di Bilel e hanno raccontato della mia cerimonia d'incoronazione, nessuno però sa dell'operazione contro Kemal. Mi minacciano in ogni modo, dicono che mi daranno l'ergastolo e che sarò abbandonato in un carcere in Siberia, dove creperò di freddo. Arrivano anche a dirmi che se non parlerò, mi spediranno in Florida, Alabama o Vermont dove la sedia elettrica è ancora prevista. Insomma...ci provano e ci riprovano senza risultati. Non parlo, non apro bocca neanche per respirare, sono immobile e muto. Quando penso che finalmente butteranno la spugna lasciandomi in pace, sentiamo bussare alla porta. "Non ora Bilel!" grida Efrem esausto. "Zio, sono io" Il cuore mi salta in gola, stringo i pugni sotto il tavolo e serro la mascella...credevo che non avrei più risentito la sua voce, dio se mi è mancata. "Zaira, tesoro. Che ci fai qui? Credevo che fossi a ippica con Ines" mormora Efrem sorpreso di vederla. "Lo ero, posso?" chiede garbata senza esitazione nella voce. L'ho istruita bene il mio fiore, così forte che neanche un uragano potrà scalfirla. I miei occhi la cercano immediatamente, la divorano nella sua tenuta per ippica con la giacca scura su misura, la camicetta bianca sotto, i pantaloni sempre chiari e aderenti sotto degli stivali alti, neri e dei guanti nelle mani. La prima cosa che fa è sfilarli infatti, rivelando le sue mani piccole e delicate. Se chiudessi gli occhi, sentirei ancora la morbidezza dei palmi sulle mie guance. "Tuo padre sa che sei qui?" chiede subito Efrem allarmato. "Sì, n'è a corrente. Posso chiedervi un favore?" Non degna di nessun sguardo me invece. Mi sta trattando come se fossi una fantasma, qualche scarto che non merita l'aria che respira. Quanto mi eccita dio, se non ci fosse gente, l'avrei sbattuta sul tavolo in questo istante...le avrei dato tante di quelle sculacciate da pentirsi di avermi lasciato solo e ingannato in questo modo. "Certo, cosa ti serve?" chiede Efrem corrugando la fronte. "Ho bisogno di stare solo col signore" Signore, questa è bella piccola. "Impossibile. Lui è..." "Ho parlato con papà, sono tutti fuori nel corridoio. Ho bisogno di parlare con lui da sola, vi prego di assecondarmi" lo mette a tacere quella gnocca di mia moglie. "Sei sicura Zaira,? Potrebbe aggredirti" dice Adil scettico. Le mani le ho alzate sì, ma solo per procurarle piacere signori miei. "Potrebbe, ma so difendermi bene. Sono cintura nera, ricordi zio?" "Come non potrei? Giorgio porta ancora la vergogna per essere stato messo al tappeto da te" dice Adil ridacchiando per poi abbracciare Zaira e raccomandarsi "Stai attenta, per qualsiasi cosa siamo fuori dalla porta" "Grazie zio" mormora lei sorridendo a entrambi. E' più bello il sorriso che rivolge a me, quando lo fa, le si luccicano gli occhi...il mio angelo maledetto. Aspetta che escano tutti e due e avvicinandosi al tavolo, tira fuori un tablet. Inizia a digitare qualcosa senza considerarmi, infatti sono io il primo a rompere il silenzio e dirle sfacciato "Ti fanno un bel culo quei pantaloni" Continua a non rivolgermi la sua attenzione, come se fossi invisibile, inizio a credere di esserlo veramente. Picchietto le dita sul tavolo e attendo la sua prossima mossa, sembra che sia passata una vita quando riprende a parlare continuando a non guardarmi in faccia "Sarò breve" Gira il tablet nella mia direzione e dice "Ho fatto delle ricerche per conto mio e sono riuscita ad ottenere il video di una telecamera di sorveglianza della fabbrica in cui avevate rapito quella notte Bella. Nessuno sa di questo video, questo è il motivo per cui ho deciso di far uscire tutti" Corrugo la fronte, dove stracazzo vuole arrivare? "E' un video abbastanza lungo, ma ho tagliato la parte fondamentale che servirà a spiegare ogni cosa" La guardo confuso, di che sta parlando? Ho visto tutto, hanno ucciso mio fratello, cos'altro vuole spiegarmi? Aziona il video e aumenta il volume...c'è Jamal che punta la pistola da lontano a Mustafa, mio cugino. "Dammi la bambina e Dolores!" grida lui avanzando piano. "Fottiti stronzo!" replica Mustafa impugnando anche lui una pistola. "No no! Non sarà così che risolveremo le cose, Jamal posa quella cazzo di pistola" grida Bilel intervenendo. "No! Hanno la mia bambina!" urla disperato Jamal. "Posa la pistola, ascoltami!" insiste Bilel, corrugo la fronte...che sta succedendo? "Cortada morirai presto in nome della Jihad! Brutto figlio di puttana! Sei un traditore!" grida Mustafa continuando a impugnare la pistola. "E' me che volete? Sono qui! Prendetemi e lasciate la bambina insieme alla balia" dice Bilel alzando le mani. "Sai cosa? Uccido la bambina e mi faccio succhiare il cazzo dalla vecchia, un bel piano no?" "Samir, per favore. Non complichiamo le cose, è me che volete" Alzo un sopracciglio, io ero ancora nel tragitto verso la fabbrica. "Dov'è quella puttana di tua moglie, voglio lei" continua a dire Mustafa. Non erano questi i piani...dovevamo solo spaventarli, avevo espressamente detto a Mustafa di non esporci troppo fuori. Avremmo agito di nascosto, cauti...non così. "Perchè vuoi lei?" "E' lei la causa della nostra rovina! L'organizzazione ha preso combattenti, finanziamenti, ogni cosa per colpa vostra!" "Lei non c'entra nulla, sono stato io a togliervi i soldi" replica Bilel. "Ibrahim!" grida all'improvviso Mustafa. Mi si riempiono gli occhi quando lo vedo sbucare accanto a Mustafa, è minuscolo, vita mia. "Sì?" chiede in arabo. "Portami la bambina" ordina Mustafa. Ibrahim esegue subito prendendo in braccio la bimba con attenzione..."Per favore, possiamo parlarne" dice ancora Bilel avanzando. "Non muoverti!" lo rimprovera subito Mustafa. Ibrahim intanto consegna la bimba a Mustafa e dice in arabo "Non farle del male però" Faccio una smorfia, ha sempre avuto un cuore enorme. Non si meritava tutto questo. "Samir, ti prego. Possiamo risolvere le cose senza arrivare alle mani, per favore" supplica Bilel. "Sta' zitto!" grido Mustafa uscendo un coltello e mettendolo al collo della bimba. "Bella!" grida Jamal dietro riprendendo la pistola. "Non sparare!" urla Bilel cercando di calmarlo. "Mia figlia ha un coltello alla gola! Sparo eccome, cazzo!" "No!!" grida Bilel quando Jamal spara e io spalanco gli occhi nel vedere la scena. Ibrahim si sporge per strappare Bella dalle braccia di Mustafa, ma lui alza in aria Ibrahim e lo usa come scudo umano agli spari. La scena si stoppa di scatto e Zaira ritira il tablet. "No" gemo posando una mano sul tavolo. Mi manca il respiro, non ci posso credere, non posso credere ai miei fottuti occhi. "Se vuoi vedere il resto del video, dovrai dirmi dov'è mio zio Kemal" sibila Zaira sicura di sè. "Fai partire il video." ringhio sperando d'intimidirla in qualche modo. "Dunque?" chiede lei tranquilla, non le faccio più nessun effetto. Abbasso lo sguardo al tablet, devo sapere. "Carta e penna" sbotto cedendo. Lei passa il bloc notes che era già lì insieme a una penna e io scrivo la posizione esatta. "Arrivo" dice prendendo il foglio e uscendo da lì. "Dove stai andando? Dovevi farmi vede..." non mi considera e chiudendo la porta sparisce. Mi porto le mani sulla testa...come ha potuto Mustafa? E' per questo che mi ha coperto per tutti questi anni spacciandosi per me? Per il senso di colpa di aver ucciso Ibrahim? Ricordo adesso l'ultima lettera scritta da lui prima di morire...c'era scritto solo "Mi dispiace, perdonami" Per cosa si scusava? Per essersi suicidato o per Ibrahim? E per cosa aver dovuto perdonarlo? Santo cielo. Zaira rientra dopo un tempo infinito e dice "La posizione era giusta, lo hanno trovato" "Ne dubitavi?" "Dubito anche della tua ombra" sibila riprendendo il tablet e buttandolo sul tavolo. Lo acciuffo e sbloccandolo aziono immediatamente il video. La scena che mi si presenta mi spezza in due, Ibrahim urla di metterlo per terra, ma è troppo tardi perchè gli spari oltrepassano il suo corpicino. Il primo sparo lo ferisce alla spalla, il secondo al fianco sinistro e l'ultimo al petto...Bella cade per terra avvolta nella coperta e Ibrahim al suo fianco. Jamal corre a prendere la bambina, ma Mustafa fa per sparargli e Bilel lo impedisce sparandogli alla gamba. Ibrahim giace per terra inerme mentre Jamal prende Bella, Dolores all'angolo incosciente e le porta in salvo. "Abbassa la pistola!" grida Bilel a Mustafa che continua a sparare. "Allah u akbar! Morirai per averci traditi!" sbraita Mustafa sparando a raffica mentre all'angolo sbuca una figura. Sono io. Corro da Ibrahim e lo prendo tra le mie braccia, urlo piangendo e la scena si ferma lì. So benissimo come continua. "E' lui Mustafa, vero?" chiede lei accanto alla porta, a debita distanza da me. "Come fai a sapere..." "L'hai gridato in sogno, hai detto che ti aveva lasciato" "Non sapevo che fosse stato lui e..." "E non mio padre a uccidere tuo fratello? Sì, ti sei sbagliato per 15 anni, niente male" sbotta lei riprendendosi il tablet e allontanandosi nuovamente da me. "Io credevo che...Mustafa mi ha detto che Cortada aveva...cazzo, cazzo!" mi porto le mani sul viso, mi viene da vomitare...sono stato ingannato per tutto questo tempo, ho sempre creduto che fosse stato Bilel, quando invece...invece è stato mio cugino, sangue del mio sangue. "Sì, è proprio così che ci si sente quando si viene ingannati" Alzo lo sguardo a lei, avrei tanto bisogno di un suo abbraccio in questo momento. Ho il cuore a pezzi. "Non ti ho mai ingannata" "Ah no, Samir?" Supero il tavolo "Non ti ho mai ingannato sul mio amore" "Amore? Tu non ha idea di cosa sia. Amore è quello che ho provato io per te, non tu per me. Amore è farsi mille giri di Palermo per trovare la fabbrica, comprare per una somma esorbitante i filmati delle telecamere di sorveglianza di 15 anni fa, rimanere insonne per trovare il filmato giusto e portati sul tavolo la verità. Ecco cos'è amore, Samir." "Il piano era ucciderti, mi pare che tu sia in carne e ossa davanti a me adesso" replico stizzito. "Hai detto tu che non serve necessariamente togliere la vita a una persona per ucciderla. Tu l'hai fatto togliendomi l'anima, ingannandomi nella maniera più turpe, col bacio di Giuda" Avanzo verso di lei, ma Zaira si avvicina alla porta e sibila "Fai un altro passo e sei morto." "Sono già morto" "Su una cosa siamo d'accordo." "Zaira" mormoro mentre lei scuote la testa e fa per uscire. Glielo impedisco, corro da lei e la blocco col mio peso contro il muro. "Aiut..."fa per urlare ma le tappo la bocca e sibilo sopra di lei "Pensi davvero che abbia finto con te le ultime settimane? Sei stata l'unica a cui abbia parlato di mio fratello, ti ho portata alla casa del mare, nel mio rifugio, ti ho amata con tutto me stesso" Scosto la mano dalla sua bocca e ringhio fulminandola con gli occhi funesti " Non ho mai mentito su quello che c'era tra noi. Prova a dire il contrario, prova a dire che fingevo ogni volta che facevamo l'amore e ti baciavo, ti promettevo tutto me stesso, mormoravo al tuo orecchio che ti amavo da morire. Prova a dire che mentivo anche allora fiore mio" Sentiamo la porta aprirsi e prima che venga scaraventato dall'altro lato della stanza Zaira mormora uccidendomi ancora "Io so solo che Tariq non è mai esistito. Prova a dire il contrario di questo." "Sta' lontano da mia figlia porco schifoso!" ringhia Bilel prendendomi a calci mentre sul viso di Zaira scende una lacrima che viene subito fermata. "Addio" sussurra prima di darmi le spalle e uscire definitivamente dalla mia vita. ZAIRA'S POV: "Tesoro mio..." mormora mamma accarezzandomi i capelli. Continuo a piangere sul suo petto, è da stamattina che piango senza sosta. Ieri sera mi sono addormentata solo perchè ero esausta dopo aver pianto l'intera giornata. Pensavo che stamattina sarebbe andata meglio, ma niente da fare...quando m'impongo che abbia superato la storia, ritorno a piangere più forte di prima fino a urlare sul cuscino e sentire il cuore sanguinare. Ho il fiatone e gli occhi gonfi, il letto è pieno di fazzolettini e non riesco a non pensare ad altro. Ogni cosa mi ricorda Tariq, vorrei correre da lui per abbracciarlo e urlargli il mio odio allo stesso tempo, vorrei che mi stringesse tra le sue braccia, sentire il suo profumo, ogni fibra del mio corpo lo reclama. Sono anche arrivata a pensare di suicidarmi e mettere fine ad ogni agonia, è troppo da sopportare, non mi basterebbero neanche 10 anni per riprendermi da tutto ciò. Dio, ho fatica a respirare, mi sento come un nodo bloccato in gola, lui era il mio respiro. La mia casa. Rivoglio Tariq con tutta me stessa, anche se mi ha mentito, anche se non mi vuole con lui. "Mamma voglio morire, non ce la posso fare, non ci riesco" singhiozzo piangendo istericamente. "Calmati, bevi un goccio per favore" mormora mamma passandomi la bottiglietta. La prendo, ho la gola secca e la salivazione a zero. Voglio morire. Bevo due sorsi e ripenso a quella volta che Tariq stava bevendo l'acqua e io per scherzo gli ho schiacciato la bottiglia facendogli versare l'acqua sul viso. Mi ha rimproverata e punita a dovere poi, dio...mi manca come l'aria. "Sono stata così stupida...era troppo bello per essere vero" singhiozzo tra i vari sorsi. "Non sei stupida, ti sei innamorata e delle volte l'amore ti porta a non vedere le cose per come stanno, oscura le imperfezioni risaltando solo il lato della mela non mangiata, quella impeccabile e perfetta" "No, sono solo una stupida. Avevo scoperto tutto e ho deciso di fidarmi di lui...questa è stupidità, non amore" sbotto bevendo un altro goccio. "Tu lo amavi?" "Certo che sì" "Allora non pensarci più, tieni in mente solo le belle sensazioni che ti ha fatto provare e cancella il resto" "Sono proprio quelle che mi fanno più male, non so se fosse tutto recitato, premeditato...non so più nulla. Che stupida..."sbotto mentre mamma cerca di confortarmi e dice "Smettila di darti tutte le colpe" "Ma lo è...zio Kemal ha rischiato di morire per colpa mia, mi sono fidata del primo che capita, non ci posso credere" "Amore della mamma, capita di prendere scelte sbagliate, l'importante è che non ci avrai più niente a che fare. Non lo vedremo più, è fuori dalle nostre vite ormai. Non potrà farci più nulla" Deglutisco sentendomi in colpa "Mamma...temo di non averti detto tutta la verità" "No?" chiede mamma alzando un sopracciglio. Scuoto la testa, come glielo posso dire? "Prima di fare il viaggio io e Tariq...insomma, abbiamo fatto una cosa" "Sei incinta?" chiede mamma allarmata. "Cosa? No! No...non si tratta di questo, io e Tariq..." prendo un bel respiro e sputo il rospo "Ci siamo sposati" "Cosa avete fatto?" schizza dal letto sconvolta. "Mi aveva detto che avrebbe risolto le cose all'interno dell'organizzazione, se fosse stato sceicco. Sposandomi, sarebbe diventato genero di papà e sarebbe potuto salire al trono" "Tu sapevi che faceva parte dell'organizzazione?" "Sì, me lo ha confessato una volta e...avrei dovuto parlarvene" mormoro portandomi le mani sulla testa. "Sì Zaira, avresti dovuto farlo. Siamo i tuoi genitori, è già grave che tu ci abbia nascosti la vostra relazione" "Mamma non ti arrabbiare, io volevo solo..." "Cosa? Hai già combinato un macello! Cos'altro avresti voluto fare?" grida mamma sconvolgendomi. Non mi ha mai rimproverata in questo modo. Mi sta guardando come se fossi un'enorme delusione, in parte lo sono. Parlo tanto dell'irresponsabilità di Diana e sono la prima a combinare cazzate. "Ho sbagliato" "Questo è certo." sbotta mamma portandosi una mano sul viso "E ora come cazzo facciamo? Siete legalmente sposati, santo cielo...devo parlare con Efrem" "Aspetta, forse possiamo convincerlo a..." Apre la porta e prima di chiuderla dice severa "Non muoverti da qui, sei in un mare di guai Zaira" Rimango sola in camera e crollando per terra, ricomincio a piangere. Voglio morire. "Cosa nascondi dietro?" chiedo divertita. "Sei curiosa?" mi provoca Tariq avvicinandosi. "Dai...è una sorpresa per me?" cerco di estrapolargli un'informazione. "Sì, è per te" "Lo sapevo, è qualcosa da mangiare?" "No amore, non è commestibile questa cosa" "Mmm...un profumo?" "A che ti serve? La tua pelle ha già un profumo stupendo" mormora lui raggiungendomi. "Cos'è allora?" mi mordicchio il labbro aggrappandomi alla scrivania dietro. "Dimmi che mi ami prima" sussurra Tariq sulle mie labbra. "Ti amo" "Ancora" "Ti amo...dai! Sono fiori?" "No, sei tu il fiore più bello. Sei pronta a vedere la sorpresa?" chiede allontanandosi di poco. Annuisco con la testa mentre lui esce fuori...una pistola? Corrugo subito la fronte "Non capisco" "E' arrivato il momento di riprendermi tutto quello che mi avete tolto" sibila lui alzando la pistola verso di me. "Stai scherzando?" "Ti sembra che scherzi?" me lo dimostra sparandomi al petto, il mio cuore. Urlo cadendo per terra, mi porto una mano sul petto sanguinante e sento i suoi passi raggiungermi. "Muori puttana." Mi sveglio di scatto in un mare di sudore e mi porto subito una mano sul petto...non trovo sangue, è stato un incubo? Respiro con affanno e mi rendo conto di essermi addormentata per terra, è notte fonda e la stanza è nel buio, se non per quel fascio di luce della luna che illumina il pavimento. "Merda" borbotto sentendo un dolore allucinante alla schiena quando cerco di mettermi seduta. Sento la gola secca e gattonando, cerco di arrivare alla bottiglietta d'acqua che tengo sul comodino. "Ahia cazzo!" sbotto ancora sbattendo la testa sullo spigolo del comodino. Afferro la bottiglietta d'acqua e bevendo subito un bel sorso, accendo con l'altra mano l'abat jour. L'acqua mi va di traverso e inizio a tossire come un'indemoniata, mentre Tariq si scolla dalla porta e raggiungendomi batte dei colpi sulla schiena. Cerco di scostarmi, ma faccio un'enorme cazzata e mi ritrovo a tossire più forte di prima. "Calmati e bevi" mormora lui porgendomi la bottiglietta d'acqua e posandomi una mano sulla schiena. Vorrei scappare via, urlare, prenderlo a pugni, ma non riesco a respirare e sono costretta ad accettare il suo aiuto. Bevo l'acqua che mi porge e purtroppo sento un sollievo immediato quando mi accarezza la schiena. "Piano, così...brava" dice asciugandomi una lacrima. Quando la situazione sembra migliorare, mi stacco dalla bottiglietta e torno a fare lunghi respiri. "Meglio?" chiede come se nulla fosse successo. Lo spintono subito e sibilo "Non toccarmi stronzo." Lui alza un sopracciglio e sorridendo divertito mormora "Non si addice a una signorina così garbata come te usare parole scurrili" "Ficcatele in culo le parole scurrili" ringhio alzandomi per scappare alla porta. "Non così in fretta fiore mio" sibila Tariq alzandomi di scatto e inchiodandomi contro la porta. "Sei fatta una bambina monella" dice ancora prendendomi le mani dietro la schiena. Sento il suo rigonfiamento contro il fondoschiena e mi ritrovo ad ansimare sulla porta come una gallina in calore. Mi vergogno di me stessa, dopo tutto quello che mi ha fatto. "Come hai fatto a entrare? Ci sono guardie e allarmi ovunque" "Troverò sempre il modo di raggiungerti, ancora non l'hai capito" mormora al mio orecchio mentre sento che mi allaccia i polsi della mani con una corda. "Ahi!" sibilo quando stringe troppo forte. "Pardon, mi sono lasciato andare" allenta il nodo per poi farmi girare e dire risentito "Anche se te lo sei meritata per quello che mi hai fatto" "Nulla a che vedere con quello che hai fatto tu." "Cos'ho fatto, se non darti anima e corpo?" "Sei pazzo. Cosa vuoi fare?" "Ce ne andiamo" "Cosa? No!" "Non te l'ho chiesto fiore mio" Spalanco gli occhi realizzando che è terribilmente serio. "Aiuto!!! Pa..."inizio a urlare, ma lui mi tappa subito la bocca e mi fulmina con lo sguardo. "Davvero? Ti facevo più sveglia amore" sbotta prendendo un mio foulard dalla scrivania e allacciandomelo dietro la testa all'altezza della bocca per farmi stare zitta. Non mi do per vinta e alzando la gamba, gli assesto una ginocchiata all'altezza degli zebedei "Cazzo!" sibila lui allontanandosi con le mani al cavallo. Mi giro di scatto per provare ad aprire la porta, ma realizzo che è chiusa a chiave...no, no, non è possibile. Non sta succedendo. Cerco di urlare quando Tariq mi posa un panno sulla faccia e cerca di soffocarmi. Mi agito cercando di sfuggire dalla sua presa, ma ancora una volta vince lui e crollo tra le sue braccia perdendo completamente i sensi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


La verità fa male per poco, ma una bugia fa male per sempre. ZAIRA'S POV: Sbatto piano gli occhi e alzando la testa, cerco di adattarmi alla luce soffusa che vedo in lontananza. Mi porto una mano sul viso stropicciandolo e mettendomi sui gomiti, cerco di identificare la persona che vedo seduta davanti al camino mentre getta della legna dentro. Ha un dolcevita nero, pantaloni anch'essi scuri e un accenno di capelli mori...Tariq, realizzo quando muove di poco il viso mostrandomi il profilo. Abbasso lo sguardo al mio corpo e noto di essere ancora in pigiama su un letto non mio. Scosto le coperte e mettendomi seduta sul letto, mi accarezzo i polsi violacei...ricordo le corde, il foulard alla bocca, il panno in faccia; mi sembra di vivere un incubo. "Oh ben svegliata" sento dire da Tariq che mi osserva dal camino. Si sta comportando come se nulla fosse successo, di nuovo. Il mio istinto mi suggerisce di buttarlo dentro il camino, urlare, scappare immediatamente da qui, ma mi rendo conto che con lui non potrà mai funzionare. Mi troverà sempre, non c'è posto al mondo in cui possa nascondermi da Tariq. E' un maestro nella manipolazione, è pericoloso, letale oserei dire...sono spacciata. "Dormito bene?" mi chiede sorridendo. Brutto psicopatico. Decido di stare al suo gioco e abbozzando un sorriso annuisco con la testa. Urlargli contro e cercare di fuggire da lui non ha portato buoni risultati. "Dove siamo?" domando con troppa calma, sperando che se la bevi. "Tunisi, guarda cosa ho preso" dice alzandosi e andando a recuperare una scatolina. Merda, siamo in un altro continente. "Cos'è?" chiedo intimorita, mi aspetto qualsiasi cosa. "Apri" mormora sedendosi sul materasso. Prendo la scatolina un po' scettica, ma non voglio troppo farlo a vedere e sorrido come una scema. "Cosa sono?" mormoro osservando il contenuto della scatolina. "Sono I Makroud sono dei dolcetti appartenenti alla tradizione di Kairouan, una città della Tunisia che avremo modo di visitare più in avanti. Per non farla lunga, si tratta di biscotti a base di pasta frolla, datteri e miele" Sono stata legata, drogata, rapita, portata in un altro paese e lui cosa fa? Pensa a prendermi dei stupidi dolcetti? "Grazie, sembrano buonissimi" dico invece mentre lui me ne allunga uno per provarlo. "È molto dolce. Troppo" faccio una smorfia, ci vorrebbe del tè per accompagnarlo. "Non ti piacciono?" si mostra subito offeso lui. "No no, sono...gradevoli" "Non dirmi bugie Zaira, sai che le odio." si adombra tetro. Scuoto la testa "Non sto mentendo" Prendo un altro dolcetto e mangiucchiandolo mormoro "Vedi? Mi piacciono" "Bene, sono contento allora" si rialza per buttare altalena nel camino. Solo adesso mi guardo attorno e osservo con attenzione la stanza in cui mi ritrovo. È buia, se non per il camino che illumina una parte della stanza. È piccola, arredata in maniera rustica e ricoperta di tappeti con stampe colorate. Sento all'improvviso come dei gemiti e corrugando la fronte chiedo "Cos'è stato?" "Tranquilla piccola, ci sono io" dice lui trafficando ancora col camino. I gemiti si fanno più forti e sento come delle testate al muro, non è che..."Siamo in un bordello?" chiedo incredula. Tariq annuisce con nonchalance. "La stanza si pagava poco, quello stronzo di tuo padre ha congedato i miei conti e...nessuno ci verrà a disturbare qui. Vedrai che ci faremo l'abitudine " "L'abitudine? Per quanto ci dovremo restare?" "Il tempo che guadagno qualche soldino e potremo permetterci un posto più isolato e...normale " si rialza dal camino e marciando verso di me mormora roco "Pensa però al lato positivo" Gattona sul letto raggiungendomi e dice ancora furbo "Potrai gridare quanto ti pare mentre..." Si accosta al mio orecchio per sussurrare "mi spingerò dentro di te fino a farti perdere la testa" Deglutisco a disagio sentendo le sue labbra scendere a baciarmi il collo e le sue mani farsi strada sotto il pigiama. "Mi sei mancata come l'aria fiore mio. Sarei impazzito, se avessi aspettato anche solo un'ora in più per vederti" scosta la bretellina della canotta di seta e baciandomi la spalla nuda continua a dirmi "Per toccarti...muoio, se ripenso al vuoto che mi hai lasciato in questi giorni. Persino respirare costava una fatica senza di te" Sussulto quando sento i gemiti dell'uomo nell'altra stanza e il fiato caldo di Tariq sulle mie clavicole, non so quanto possa sopportare questa vicinanza. "Mangiamo i dolcetti che hai portato?" propongo io per allontanarlo, ma accade l'esatto contrario perché lui strofina la sua intimità su di me e mormora roco "Hai fame?" "Sì, cioè...sì, di cibo. Ho fame di cibo" "Dammi un bacio prima, ho corso un enorme rischio per venirti a trovare. Me lo merito" "Magari dopo..." cerco di spostarmi da lui senza risultati. È il triplo di me. "So che ce l'hai con me, ma possiamo sistemare tutto il casino. Noi ci amiamo e tutto andrà bene. Te lo prometto" "Va bene" mormoro abbozzando un sorriso, in realtà sono terrorizzata. "Perché noi ci amiamo, vero?" chiede all'improvviso lui scavandomi negli occhi. Il respiro mi viene a mancare e sbattendo fin troppo velocemente gli occhi dico stridula "Certo" Tariq mi osserva ancora un po' per poi chiedere "Mi stai dicendo la verità fiore mio?" "Ne dubiti?" chiedo a mia volta io fingendomi offesa dalle sue insinuazioni. Lui non mi lascia il tempo di battere ciglio che si fionda sulle mie labbra e con le mani cerca di spogliarmi dal pigiama. Mi ribello allontanandogli gentilmente le mani, ma Tariq sembra deciso a denudarmi e fa per abbassare le mie mutandine. "No, non ora" cerco di dire senza risultati perché Tariq m'infila la lingua in bocca zittendomi. Premo sui suoi pettorali insormontabili e quando non riesco più a recuperare fiato, tiro fuori i denti e gli do un forte morso al labbro inferiore. Tariq schizza subito all'indietro e portandosi una mano sul labbro ferito sibila "Tu non mi vuoi." "Io non..." mormoro ma lui esce fuori di testa e afferrandomi il braccio mi trascina giù dal letto. "Tariq cosa vuoi fa..." "Tariq è morto, quello che hai davanti è Samir." M'irrigidisco a sentirlo così freddo, gelido, crudele...ha ragione, Tariq è morto. "Per favore lasciami, mi fai ma..." "Sta' zitta!" esclama lui aprendo con furia la porta della stanza. Non ho neanche il tempo di realizzare che mi trascina al piano inferiore, dove c'è un salottino e scaraventandomi su un tavolo ringhia a tutti in arabo "Quanto offrite per questa puttana?" Spalanco gli occhi, non può averlo detto sul serio. "Mille!" Urla un uomo calvo sulla quarantina palesemente ubriaco, alzando in aria un bicchierone di birra. Mi guardo attorno terrorizzata e realizzo che siamo nel pieno di una festa a luci rosse. Alcuni sono appartati con delle ragazze che ridacchiano alle loro battutine e lasciano che le tocchino spudoratamente, altri sono in punti ben visibili mentre palpeggiano, scopano senza pietà e urlano senza vergogna. "Cinquemila" si offre un altro alla mia sinistra scostando una donna con un seno di fuori un po' in carne. Lei mi fulmina con lo sguardo e alzandosi dal tipo, va da un altro che l'accoglie a braccia aperte, mentre si sta già intrattenendo con un'altra donna che è occupata a succhiarglielo. Faccio per scappare da lì, ma Tariq mi tiene inchiodata al tavolo e grida "Cinquemila? Andiamo! Viene dall'Italia, è ancora inesperta e cinguetta come un uccellino quando viene scopata. Vi ho portato un bel gioiellino" Lo guardo con orrore, sono disgustata. Se non fossi così scioccata, rigetterei anche la mia anima in questo momento. "Cinguetta come un uccellino?" chiede un uomo che è appena entrato. E' altissimo, enorme, con una barba lunga arancione e occhi chiarissimi...no aspetta, ha le pupille bianche, è cieco. "Sarà musica per le vostre orecchie" dice Tariq andandogli incontro. Quando penso che sia arrivato il mio momento di darmela a gambe, Tariq sibila a due donne "Tenetele braccia e gambe" Mi aspetto che lo mandino all'inferno, ma al contrario eseguono immediatamente bloccandomi dietro le braccia e spalancandomi le gambe. "No! Lasciatemi, sono stata rapita! Sono una vittima!" grido ma nessuno mi ascolta, non mi credono. "Quanto offrite per l'uccellino?" chiede Tariq al tizio che seguendo la mia voce, mi raggiunge col bastone e allunga subito una mano al mio viso. Mi ritraggo immediatamente, ma lui mi afferra subito per i capelli inclinandomi il viso e facendomi urlare. "E' giovanissima" appura il porco schifoso. "Sentite la sua pelle, è seta pregiata per le vostre mani" continua a dire Tariq compiaciuto. L'uomo passa subito ad accarezzarmi le coscia e lo vedo sorridere furbo, gli sta piacendo. Sono spacciata, cazzo. Intanto alcuni uomini attratti dalla compravendita, si avvicinano al tavolo per osservare e faccio subito una smorfia per i loro sguardi affamati...vorrebbero tutti scoparmi senza pietà, sono un pezzo di carne per loro. Distratta a osservare gli uomini attorno non mi accorgo della mano del tipo che si avvicina alla mia bocca e m'infila un dito in bocca..."Succhialo" sibila, ma io faccio il perfetto contrario, prendendo a morsi il dito. Non sembra sorpreso dalla mia mossa, perchè ritrae subito il dito indolore e dice deciso "Ventimila" Spalanco gli occhi, ventimila per una notte con me? Questa è follia. "Andata, come pagate signore?" chiede Tariq facendomi inorridire. L'uomo gli consegna un mazzetto di banconote e non perdendo tempo, si fionda su di me. "No!! No, no! Aiuto! Vi prego, aiutatemi!" grido agitandomi, ma lui mi afferra con le mani grandi i seni e palpandoli senza delicatezza con una mossa mi strappa di dosso la canotta. Un seno viene denudato completamente, mentre lui non soddisfatto si fa spazio tra le mie gambe e aggancia le dita ai pantaloncini del pigiama. "Mi vuole stuprare, Tariq! Tariq non puoi restare a guardare!" urlo disperata con le lacrime agli occhi, mentre lui è appoggiato al muro e si porta un sigaro in bocca. "Non ti sta piacendo fiore mio?" chiede maligno espirando del fumo. Lo fulmino con lo sguardo e capisco di essere sola in questo momento, lo sono sempre stata in realtà. Credevo che fossimo una squadra, quanto ero in errore. Con un colpo secco do una testa all'uomo davanti facendolo indietreggiare e prendo a morsi il braccio di una donna che mi teneva. Questa si scosta subito urlando di dolore e con le mani libere, acciuffo i capelli dell'altra donna che mi tiene le gambe e glieli tiro così forte da strapparle alcune ciocche. "Puttana!" mi urla lei, ma la metto a tacere sbattendole in faccia un candelabro. Si riversa per terra e mettendomi alzata sul tavolo ringhio col candelabro in mano "Chi vuole essere il prossimo? Eh?" L'uomo cieco non si dà per vinto e prendendomi di peso fa per portarmi via, ma lo colpisco in testa col candelabro e cadiamo insieme per terra. Reagisco immediatamente e salendogli sopra lo colpisco ancora in viso col candelabro, sono così fuori di me che continuo a colpirlo fino a farlo svenire e non sentire più le mie braccia. Mi rialzo inferocita e adocchiando la donna che mi teneva per le braccia mentre la supplicavano di lasciarmi andare, le vado incontro e ringhio "Avresti dovuto aiutarmi prima" Lei cerca di scappare da me, ma la raggiungo in poche falcate e la colpisco col candelabro sul fianco...schizza subito in aria gridando di dolore, ma non è abbastanza per me, la voglio morta. Alzo il braccio per colpirla dritto in viso, ma qualcuno mi blocca la mano e presto non sento la terra sotto i piedi. "Può bastare così" sento dire da Tariq che mi tiene salda a lui e fa per uscire dal salottino. "No! Lasciami, non ho finito! Brutti figli di puttana me la pagherete per non aver mosso un dito!!" Urlo scalciando e agitando il candelabro minacciosamente. "Vi siete messi contro la stronza sbagliata, avanti! Ne ho per ognuno di voi! Lasciami!" cerco di mordere il braccio di Tariq, ma lui prevede la mia mossa e caricando sulla spalla, mi riporta di sopra. Urlo e scalcio come un'ossessa senza risultati e una volta dentro la stanza e con i piedi per terra, sbraito furiosa "Che cazzo ti è passato in testa? Volevi vendermi come una puttana qualsiasi!" "Amore...tu non sei una puttana qualsiasi" Stringo il candelabro fortissimo e prendendo sempre più distanza da lui ringhio "Perché sono una puttana speciale, no? La tua puttana. In fondo in questi mesi tu ti sei solo divertito a prendermi per il culo, letteralmente" Tariq mi osserva con un sorriso compiaciuto sul volto e dandomi ulteriormente fastidio la sua calma sibilo "Fammi uscire da qui o ti ammazzo. Sai che sono capace di farlo" "Con quello?" indica divertito il candelabro che ho in mano. Lo scaravento subito per terra "Con le mia mani, che gusto ci sarebbe altrimenti?" "Mani così belle e curate come le tue non uccidono persone" "Ti sorprenderesti a sapere cosa possono fare in realtà queste mani" ringhio afferrando una sedia e scaraventandogliela addosso. Lui si scosta subito osservando la sedia rompersi a pezzi, mentre io afferro subito l'abat jour e glielo scaglio addosso. Tariq ha dei riflessi attentissimi e riesce ad evitare anche la lampada di vetro, ormai in mille pezzi per terra. "Tutto qua?" mi provoca lui mordendosi il labbro. È eccitato, che malato di mente. "Ti sembra un gioco la mia vita? Prima te ne appropri, poi la getti via e adesso la vendi a ventimila dinari?" sibilo in collera guardandolo con occhi funesti, glaciali. "Almeno adesso abbiamo qualche soldo" Afferro un bicchiere di vetro e tirandoglielo adesso con tutte le mie forze grido "Qualche soldo? È questo che valgo per te!" Prendo la scatola di biscotti e lanciandoglieli contro urlo ancora "Sei un miserabile! Ignobile! Come hai potuto gettarmi in pasto a quelle bestie! Senza alcuna pietà!" Prendo a calci il letto spostandolo di lato e gettando per terra le lenzuola "Io non ho mai significato un cazzo per te, no? È per questo che mi hai portata via da casa, non perché mi ami e mi volevi con te! Tu volevi i soldi! Volevi...volevi vendermi e prendere il ricavato della mia scopata. Ti rendi conto dello schifo che fai!" "Sì, mi servivano soldi e allora? Non siamo tutti nati ricchi e figli di papà come te" sputa con arroganza Tariq dandomi altre pugnalate al cuore. "Avresti dovuto chiedermeli. Ho dei risparmi messi da parte, te li avrei dati e non ci saremmo più visti." "Non voglio i tuoi soldi" "Ma usarmi per guadagnarli, sì!" ribatto puntandogli il dito contro. "Oh avanti, ti ha solo palpato un seno. Non farne una tragedia" Una tragedia? Stringo forte i pugni e scagliandomi addosso a lui, lo butto per terra e inizio a prenderlo a pugni. Tariq non prova neanche a difendersi e subisce ogni mio colpo, sono accecata dal dolore, dalla rabbia. "Ti odio! Ti odio con tutta me stessa." grido scandendo bene le parole e accompagnandole con un pugno. Ho il fiatone quando osservo l'angolo del labbro di Tariq sanguinare e il naso perdere sangue. Sbatto velocemente gli occhi e solo adesso realizzo quello che ho fatto, al mostro che sono diventata. Mi alzo scottata da lui e indietreggiando piano, mi porto le mani sul viso che inizia a bagnarsi di lacrime. Non ci credo, non posso credere di essere arrivata a tanto. Mi accascio per terra e portandomi la testa tra le ginocchia, scoppio a piangere istericamente. Tremo come una foglia quando sento delle mani accarezzarmi le braccia e la sua voce mormorare "Va tutto bene, fiore mio" Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e avvicinandosi sempre di più sussurra sulla mia testa "Va tutto bene" Piango fino a non avere più fiato e forze per farlo, rimango inerme e in silenzio a fissare il vuoto. Mi sento una pezza. "Fa male, vero?" chiede lui attirando la mia attenzione. Lo guardo un attimo, di sfuggita...non riesco ancora a guardarlo in faccia. "Cosa" "Quello che tu hai vissuto di sotto, io l'ho vissuto per tutta la mia vita. Non hai idea dello schifo che ho attraversato. Sono nato già con una responsabilità sulle spalle, essere il prossimo Sceicco dell'organizzazione. Non sono mai stato un bambino, non ho mai avuto giochi normali...sapevo usare un kalashnikov già a 6 anni. Ero stato addestrato ad essere violento, crudele, spietato, non potevo permettermi il lusso di fare quello che mi piaceva, mi appassionava. Era tutto organizzato, una regola continua la mia vita. Ho cercato di salvare da quest'incubo Ibrahim, ma ho solo procurato la sua morte. Non me ne do pace " Rimango in silenzio, voglio che continui a parlare. "Quella sera...quando c'incontrammo la prima volta, avevo appena perso Ibrahim. Ero fuori di testa, non riuscivo a pensare ad altro che al suo corpo su una pozza di sangue" si ferma un attimo con gli occhi lucidi e mettendosi a fianco a me per terra dice "Non mi rimaneva più nulla, se non la possibilità di farla pagare ai suoi assassini. Avrebbero dovuto sentire lo stesso dolore e lo stesso vuoto che sentivo io a non avere più nessuno" Abbassa lo sguardo a me triste "Il piano era uccidere te, tua sorella e tua madre quella sera stessa, ma...incontrai un angelo quella sera, penso che sia stato Ibrahim a mandarmelo per impedirmi di fare una carneficina" sorride amaramente per poi dire "Era un angioletto piccolo, minuscolo...aveva capelli scuri lunghi lisci, un pigiamino adorabile, degli occhioni dolci, una piccola boccuccia e un fiore di carta in mano che mi donò senza esitare" Si porta una mano sulla testa e mormora "Credo di amarti da allora Zaira e non sono mai stato così onesto in vita mia quanto adesso. Ho sempre cercato di negarlo a me stesso che provavo qualcosa d'immenso per te, ho cercato con tutto me stesso di deviare i pensieri impuri che facevo su di te, eri...sei il mio mondo da sempre" Scuoto subito la testa alzandomi "Stronzate, come credi che possa crederti adesso? E' follia tutto questo" "Non ti sto chiedendo di credermi, non ti sto chiedendo nulla...volevo solo che lo sapessi" "Cosa? Che mi ami? Dopo avermi trascinata come una bestia e venduta al primo che capita?" chiedo ridendo. Tariq tira fuori un coltello dalla cinta e passandomelo per terra spiega "Se non mi avessi preceduto, lo avrei sgozzato io. Il tempo di darmi il denaro per farci vivere i prossimi giorni" Lo guardo confusa e chiedo sprezzante "E quando pensavi d'intervenire?" "Poco dopo, volevo spaventarti un po'. Farti capire chi sono i veri mostri" "Ho quasi ucciso delle persone per i tuoi giochetti del cazzo, sei serio?" "Ci serviva del denaro" "A te serviva del denaro, io non ho bisogno di tutto questo. Io ho una casa, una famiglia, una vita che non t'include decisamente" "Zaira." mi avverte lui. Afferro il coltello e chiedo portandolo all'altezza della gola "Cosa? Vuoi ficcarmi questo in gola? Magari per spaventarmi ancora un po' " "Zaira posa quel coltello." "Sta' zitto! Non sto ai tuoi fottuti comandi Samir" Lui spalanca subito gli occhi, mi è venuto spontaneo chiamarlo così...forse perchè sto iniziando a realizzare tutto, a capire finalmente chi ho davanti. "Non scherzare con queste cose." "Tu ti sei divertito prima" "No. Non avrei mai permesso che ti prendesse, sarebbe dovuto passare dal mio cadavere prima di averti." ribadisce duro lui. "Cazzate! Cazzate!" inveisco stringendo il coltello più forte. "Zaira posa quel dannato coltello! Non è un coltello qualsiasi, non..." "Ho detto di tacere!" urlo a squarciagola, ma lui mi fulmina con lo sguardo e recuperando una pistola dalla cinta se la porta alla tempia. "Avanti, fallo. Se vedo anche solo un segno minuscolo sul tuo corpo, mi sparo." "Non lo faresti mai." "Mettimi alla prova Zaira, non ho nient'altro da perdere oltre a te" Socchiudo gli occhi minacciosamente "Io non sono mai stata tua" ringhio con disprezzo. "Ma io sono sempre stato tuo" ribatte lui non staccando lo sguardo dal mio. Rimaniamo in silenzio, io col coltello alla gola, lui con la pistola alla testa e pochi centimetri che ci separano...i nostri respiri si fanno affannosi, schiudo le labbra sconvolta dalle sue parole e lui non smette di divorarmi con gli occhi, sono così intensi e profondi che potrei sprofondare dentro. "Samir" lo avverto anche se esce in un filo di voce. "Zaira" sussurra facendomi chiudere per un attimo gli occhi, dio...non credo di poter... "Eccola!" urla una voce alle nostre spalle e io non ho il tempo di girarmi che Samir spara davanti a sè. Grido per lo spavento e volgendo lo sguardo dall'altro lato vedo l'uomo cieco di prima per terra con un fucile in mano e la donna che ho ferito col candelabro di fianco. "Sono...morti?" chiedo tremante mentre Samir mi trascina a sè e alzandomi in aria, mi fa scavalcare una finestra. Individuo una scala a chiocciola dall'altro lato e stando attenta al cornicione, scendo immediatamente le scale seguita da Samir. "Di qua" mi dice prendendomi la mano e immettendoci in un vicolo stretto e buio fino a sbucare in una strada principale. Samir si leva subito il suo maglione e facendomelo indossare, va dritto verso un uomo con un camioncino fermo davanti un minimarket. Li osservo conversare e Samir allungandogli delle banconote, annuisce con la testa. "Vieni, andiamo" dice riprendendomi per mano. "Dove?" chiedo preoccupata mentre mi carica dietro il camioncino e mi raggiunge subito dopo. "Ci lascerà a metà strada in un paesino di passaggio, saremo al sicuro" "Voglio andare a casa Samir" "Sono io la tua casa fiore mio" dice lui attirandomi verso le sue braccia mentre sento una lacrima bagnarmi il viso. SPAZIO AUTRICE È doveroso comunicarvi che la storia sta per finire, seguiranno altri 2/3 capitoli massimo! Donc preparatevi già psicologicamente :/ Love you, xoxo Beni 💕

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Ogni croce sulla mia pelle porta il tuo nome. ZAIRA'S POV: Sento la vescica scoppiare quando apro gli occhi e mi guardo attorno un po' intimorita. Ieri sera ci hanno scaricati in un posto sperduto con pochissime case che a quanto pare sono disabitate...siamo capitati in un paesino fantasma, nessuno ci abita da tempo, chissà cosa sarà successo. Prima che la pioggia ci venisse addosso siamo entrati dentro questo posto disabitato con solo un soffitto, quattro mura e dei tappeti. Samir ne pulì alcuni e mettendoli per terra, mi invitò a stendermi. All'inizio mi rifiutai, non volevo niente da lui, solo l'idea di condividere la stessa aria mi ripugnava...non ho avuto scelta quando mi trascinò per terra e mi bloccò tra le sue braccia come in una morsa. Gli dissi subito che non c'era bisogno di stringermi così forte, non avrei avuto le forze di scappare da lì, ma lui disse che era necessario per proteggermi. Gli chiesi chi mi avrebbe protetta da lui, inutile dire che non mi rispose. Piansi per tutta la sera singhiozzando piano, lui cercò di consolarmi accarezzandomi la schiena e lasciandomi qualche bacetto sulla testa, ma cercai di scostarmi sempre e ricordargli che lo odiavo. Non finirò mai di dirglielo. Piansi così tanto da addormentarmi e non sentire più nulla...è stata una giornata orribile e pesante, abbiamo percorso non so quanti chilometri e ci siamo fermati solo quando supplicai Samir. Per fortuna anche lui vide che ero esausta e stremata, non riuscivo neanche ad alzare la testa. Giro piano la testa e osservo Samir dormire beato...Samir, mi fa ancora strano chiamarlo col suo vero nome. Rimango alcuni secondi a studiare i dettagli del suo volto...in questi giorni che non ci siamo visti non si è fatto la barba, infatti ne ha un accenno che rende il suo viso più rude di quello che è. Le labbra sono gonfie, rosee, sembrano disegnate ad arte, l'arco del naso sinuoso, le ciglia degli occhi lunghe e scure, porta ancora dei segni dei pugni di papà...ha l'occhio destro poco più gonfio e violaceo dell'altro. Si sarà mai curato la ferita? Sbatto piano gli occhi e decido di distogliere lo sguardo. Per quanto lo odi, non riesco a non essere attratta da lui, avrà sempre un effetto totalizzante su di me. Osservo davanti a me un'altra casetta abbandonata con un portico crollato e altre macerie all'interno della casa, ci sarà un bagno? Abbasso gli occhi al braccio di Tariq che mi tiene la coscia serrata e l'altro sotto la mia testa. Non si è mosso da lì neanche per un secondo. Deglutisco a disagio e facendo attenzione a non svegliarlo, mi metto sui gomiti e cerco di scostare la mia coscia alla sua presa. Striscio piano sul tappeto e quando penso che ce l'abbia fatta, Tariq mi afferra la coscia affondando le dita nella mia carne e con ancora gli occhi chiusi sibila "Dove credi di andare?" "Mi stai facendo male" mormoro facendo una smorfia, ma lui non mi ascolta e stringendo più forte la coscia, mi trascina a sè senza alcuna delicatezza. "Non volevo scappare! Siamo sperduti nel nulla, dove credi che possa andare." esclamo irritata dalle sue maniere barbare. Lui m'ignora non rispondendomi e continuando a tenere gli occhi chiusi, che attore da quattro soldi. "Da quanto sei sveglio?" "Non ho mai dormito" Spalanco gli occhi, quindi era sveglio anche quando mi ero persa a fissarlo? "Perchè tieni gli occhi chiusi allora?" "Il sole mi dà fastidio" Sospiro scuotendo la testa e decido che devo svuotare per forza il sacco o rischierò di pisciarmi letteralmente addosso "Devo andare al bagno" "Pipì?" Socchiudo gli occhi, deve per forza mettermi in imbarazzo? "Sì." "Adesso?" "Sì Samir, adesso" "Non puoi aspettare qualche..." "No, non posso" lo anticipo brusca. Lui alza l'angolo della bocca sorridendo divertito e io m'indispettisco ancora di più "Cosa c'è da ridere? Tu non hai i tuoi bisogni fisiologici?" "Certo che li ho, soprattutto dopo aver passato la notte con te" "Non è successo nulla" gli ricordo. "Appunto" Solo adesso capisco e chiudendo gli occhi imbarazzata borbotto "Potresti lasciarmi andare adesso? Non riesco più a trattenermi" "Sì, un attimo...sai così di buono, mi è mancato svegliarmi con te" mormora sui miei capelli. Sbuffo scostandomi da lui di scatto "Non provarci." ringhio mentre Samir finalmente apre gli occhi e sorride divertito. Sembra gli faccia piacere vedermi così indispettita. "Fanculo, faccio da sola." borbotto alzandomi da lui e uscendo dal posto. Entro nella casetta di fronte e guardandomi attorno, mi accorgo che non è rimasto nulla d'intatto qui...inizio a pensare che un brutto terremoto abbia raso al suolo il paesino o non mi spiego. Esco anche da lì e mi ritrovo Samir di fronte ad aspettarmi "Fatto?" Dio, quanto mi dà i nervi. Lo ignoro e marcio dall'altro lato della stradina. "Di là non troverai nulla, ci sono solo macerie" mi grida dietro. Mi fermo e stringo le mani in due pugni, ho i nervi a fior di pelle. "Falla qui o puoi aspettare finchè arriviamo in città" "Quanto dista?" "Due ore?" ipotizza lui. Non posso tenermela per due ore. Non ho mai fatto la pipì per terra, che orrore. Non voglio crederci. "Girati" sbotto mettendomi di lato individuando un cespuglio. "Ho già visto tutto" "Ho detto di girarti!" esclamo più forte, sono a un passo dal prendere un masso e buttarglielo addosso. "Ho capito, vuoi un po' di privacy" mi deride lui girandosi finalmente. Mi assicuro che sia veramente girato e abbassandomi i pantaloncini e le mutandine, mi abbasso per fare la pipì. Sto morendo di vergogna. E' una liberazione quando sento la vescica vuota e mi rimetto i pantaloncini, che sensazione impagabile. Mi allontano subito da lì e superando Samir borbotto "Finito" "Un attimo, devo pisciare anch'io" dice andandomi nel mio stesso cespuglio, che copione. "Però puoi guardare, se vuoi" mormora sghembo slacciandosi la cintura. Mi giro di scatto e incrocio le braccia "Non potresti fingere di essere un galantuomo come hai sempre fatto?" Non sento una risposta, ma poco dopo ricevo una sculacciata "Che gusto ci sarebbe signorina Cortada?" chiede superandomi. "Fanculo Samir!" gli grido dietro indignata. "Forza, dobbiamo raggiungere la città entro mezzogiorno" dice lui rallentando per potermi tenere d'occhio. "Sono stanca" "Ci riposeremo in città" "Tu sai che tutto questo non ha senso?" chiedo con tono più dolce, sperando che possa provare pena. "Ha senso per me. Ha senso se è l'unico modo per poter stare con te" dice lui facendosi serio e non staccandomi gli occhi di dosso. "Noi non potremo mai stare insieme" mormoro scuotendo la testa. "Ti dimostrerò che non è vero" replica Samir dandomi le spalle e avanzando. Sospiro triste e lo seguo, non mi rimane altro da fare...magari in città trovo un modo per mettermi in contatto con la mia famiglia. Vaghiamo per ben più di due ore, percorriamo almeno 10 chilometri facendo qualche pausa ogni ora. Sono una pozza di sudore e stremata quando finalmente arriviamo a Cartagine, chi l'avrebbe mai detto che l'avrei visitata. Samir si accorda con un gruppo di ragazzi per cercare un posto in cui alloggiare per la notte e questi si offrono di ospitarci a casa loro nel quartiere in cui vivono. Per fortuna ci portano con apino strettissimo, in cui infatti sono costretta a stare sulle ginocchia di Samir e una volta arrivati, seguiamo i ragazzi fino a casa loro. Il quartiere è povero, ci sono bambini in mezzo alla strada che giocano a pallone, signore fuori con le sedie che borbottano o lavano i panni, vari motorini che ci tagliano la strada e diversi uomini messi fuori seduti a giocare a carte o fumare. Seguo Samir in silenzio e arrivando a destinazione, entriamo dal cancelletto minuscolo. Ci presentiamo subito a delle signore e ragazze che sono messe fuori dalla casa a prendere del tè. Sono molto in imbarazzo per il mio vestiario, ho dei semplici pantaloncini del pigiama, il dolcevita di Samir e non mi faccio una doccia da due giorni. Non oso immaginare lo stato dei miei capelli. Samir mi presenta come sua moglie e li ringrazia per l'ospitalità, io faccio la statuina limitandomi a sorridere. Il mio arabo non è il migliore, ma riesco a capire che le donne che ho di fronte sono una madre, le due figlie e i ragazzini più piccoli sono i nipoti che si mostrano subito molto affettuosi. "Amore" mi chiama Samir facendomi fare una smorfia. "Devo allontanarmi un attimo per dare una mano ai ragazzi, hanno della legna da tagliare e del pesce da scaricare dal camioncino. È per la cena di stasera" "Ok" "Tu intanto approfittane per riposare un po' " "Si" "Stai bene?" "Si" "Quando finirai di rispondermi a monosillabi?" Lo fulmino con lo sguardo e lui lascia stare. "Ho capito, sei stanca. Farò presto, sei in buone mani" si congeda lui sorridendomi e andando via. Era ora. "Figliola, vieni accomodati " dice subito la signora prendendomi il braccio. "Io..." faccio per dire, ma le figlie mi raggiungono con una tazza di tè fumante, dei datteri e dei biscottini. "Grazie" mormoro in arabo sedendomi su una panca di legno e prendendo la tazza di tè. "Avete un telefono?" chiedo subito approfittandomi dell'assenza di Samir. La signora scuote subito la testa e mi offre un dattero. "Telefono, devo chiamare mio padre" scandisco meglio le parole. Stavolta anche le ragazze scuotono la testa. "Non avete un telefono?" Chiedo stranita. "I nostri mariti lo hanno. Tuo marito ne avrà uno" Certo. Prendo un sorso del tè per non imprecare e alzo un sopracciglio quando sento della menta. È buonissimo. Ne prendo subito un altro sorso. "Sono stata rapita" dico prendendo un dattero, muoio di fame. Mi si scioglie in bocca. Faccio per spiegare i dettagli del mio rapimento, ma mi ridono in faccia. Corrugo subito la fronte "Anche noi siamo state rapite, molte ragazze vengono rapite per amore. Dopo il matrimonio possiamo far visita alle nostre famiglie" "Cosa? Che vuol dire che..." "Bevi figliola" m'interrompe la signora. Ottimo, pensano che questa sia una fuga d'amore. "Dove posso trovare telefoni nei dintorni?" "In piazza c'è un centralino" "Potete portarmi lì?"chiedo mentre sentiamo il cancello riaprirsi. "È guasto da tempo" mi comunica alla fine la figlia mentre i ragazzi rientrano in cortile con un cesto pieno di pesce, seguiti da Samir e altri due ragazzi che portano la legna. Sono stati più veloci del previsto. "Ho capito, grazie lo stesso" borbotto riprendendo il tè. Il sole inizia a tramontare quando gli uomini hanno quasi finito di spaccare la legna e noi donne ci siamo occupate di pelare e tagliare le verdure per il cous cous. La signora invece è dentro in cucina che si occupa del pesce, sembra pronto dal profumino che esce dalla finestra. "Siete sposati da tanto?" chiede la figlia maggiore, che ho scoperto chiamarsi Latifa. Scuoto la testa sbucciando la patata "Da qualche giorno in realtà " "La tua famiglia immagino che non lo sappia" "Immagini bene" "Si vede che siete molto innamorati però, state bene insieme" dice mentre alzo lo sguardo a Samir che spacca la legna con la canottiera incollata al corpo ormai per il sudore. I muscoli delle braccia e della schiena guizzano quando abbassa l'ascia e la ritrae, la luce dorata del tramonto non aiuta a mio favore perché risalta ogni parte del suo corpo. Alzo gli occhi al suo profilo e deglutisco sentendomi accaldata. Se non l'odiassi così tanto, lo avrei costretto a salire subito di sopra per sottrarsi agli occhi delle ragazze del quartiere che sono in visibilio per il nuovo arrivato. "Tranquilla, sono ragazzine innocenti. Probabilmente già promesse in sposa" dice Latifa seguendo la traiettoria del mio sguardo. "Non m'importa in realtà" "Sembra invece di sì, non ti sei manco accorta di esserti tagliata" Abbasso lo sguardo alle mie mani e trovo un taglietto di lato al medio, merda. Me lo porto subito in bocca ripulendolo dal sangue. "Vuoi che te lo medichi?" chiede Latifa ma nego subito con la testa. "È un piccolo taglio, non è niente" la rassicuro tornando a guardare Samir. "A queste ci penso io, tu hai già fatto abbastanza" dice lei prendendo il cesto delle patate. "Sei sicura di..." faccio per dire, ma lei scuote subito la testa ed entra in cucina. "Stupida" borbotto a me stessa per avere la testa in aria, mentre una bambina si avvicina a me e mi chiede di darle una mano per un disegno. Accetto volentieri e concentrandomi in quello, cerco di non fissare le ragazze che non staccano gli occhi da mio...Samir. È solo Samir per me. "Come ti chiami?"chiede la bambina mettendosi al mio fianco. "Zaira e tu?" "Hana" "Hana, che bel nome" "Anche il tuo, sembra il nome di una principessa" dice sporgendosi verso di me per mettermi un fiorellini tra i capelli. Sorrido genuinamente, che dolcezza. "A me piacerebbe essere un'eroina con un super potere" le confesso. Lei s'illumina e chiede "le ragazze possono avere un super potere?" La prendo in braccio "Certo che sì! Hanno già dei super potere" "Davvero?" "Tua mamma ti ha fatta nascere, questo è un super potere che sono le femmine hanno" "Anch'io voglio far nascere un..." Le tappo subito la bocca e scuoto la testa ridendo "È un super potere che bisogna essere usato con precauzione, quindi potrai usarlo solo dopo aver compiuto i 18 anni e aver trovato il tuo principe azzurro" "E come faccio a trovare il principe azzurro?" "Lo capirai quando lo incontrerai, ti farà battere forte forte il cuore" "Tu l'hai già incontrato?" Alzo lo sguardo a Samir che accetta un bicchiere di limonata che alcune vicine gli porgono. "Ancora no, pensavo di sì. Bisogna stare molto attenti a non confonderli con i principi cattivi" "Principi cattivi?" "Sì, si divertono a travestirsi da principi azzurri, ma in realtà non lo sono" "E come farò a distinguerli?" "Anche lì suppongo che lo sentirai..." "Tra dieci minuti a tavola!" Esclama Latifa raggiungendoci. "Tesoro, ho preparato la stanza per voi. C'è anche un bagno con la doccia, se vuoi rinfrescarti prima di cenare" "Oh sì, molto volentieri" dico felice facendo scendere la bimba che corre dagli altri suoi cuginetti. "Vieni, ti mostro la stanza. È in soffitta" Annuisco e seguendola dentro per le scale, arriviamo in una stanzetta fatto interamente di legno, infatti quando cammino si sentono i miei passi. Al centro un letto matrimoniale, di fianco un piccolo comodino con un abat jour particolare e come al solito vari tappeti per terra. "In questo armadietto ci sono dei vestiti puliti e di qua il bagno. Ho acceso lo scaldabagno mezz'ora, quindi dovresti avere l'acqua calda" "Grazie, molto gentile" mormoro sorridendole. "Ti lascio allora, non fare troppo tardi o si raffredderà il cibo" "Sì, il tempo di una doccia veloce e scendo" Lei ricambia il sorriso e uscendo dalla stanza, mi lascia finalmente da sola. Butto un lungo sospiro ed entrando subito in bagno, mi spoglio per poi entrare nel box doccia. È minuscolo, ma me lo faccio piacere e aziono il soffione. Appena sento l'acqua bagnarmi butto un gemito di piacere e alzo il viso al soffione. L'acqua è più calda del previsto, ma va benissimo per i miei muscoli super tesi. Avevo sottovalutato l'importanza di una doccia calda. Chiudo gli occhi per rilassarmi completamente, ma all'improvviso sento una presenza alle mie spalle. Sento il cuore salire in gola. Mi giro di scatto e mi ritrovo Samir completamente nudo che entra nel box doccia. "Cosa stai..." mormoro ma lui chiude il box dietro di sé, avvicinandosi ulteriormente a me e sibila "Ssst" "Non puoi stare qui" lo rimprovero severa rigirandomi per non mostrargli il seno. Lui si spinge ancora contro di me e raggiungendomi sotto il getto d'acqua, passa subito ad avvolgermi la vita con le braccia. "No" ringhio cercando di togliere le sue mani su di me, ma lui m'immobilizza contro il box doccia e sussurra al mio orecchio "Fai la brava" Non ho neanche il tempo di sgusciare via che s'insinua con una mano tra le mie gambe e inizia a stuzzicare la mia carne. Spalanco la bocca in cerca d'aria e inarcando la schiena, poso una mano sul suo braccio dietro cercando di scostarlo da me senza risultati. Con l'altra mano va a palpeggiare i miei seni e infilando subito due dita dentro di me, mi fa perdere anche quel briciolo di lucidità che mi era rimasto. "Piano, non vorrai farci scoprire" sussurra divertito Samir tappandomi la bocca. Non mi ero manco accorta di aver gridato. Chiudo gli occhi persa nel piacere e affondando le dita nel suo braccio, muovo di poco il bacino per andare a ritmo delle sue dita. Dio, ci sa proprio fare. Sento il suo membro premersi con furore contro il mio fondoschiena e decidendo di vendicarmi anch'io, muovo il sedere sul suo membro sentendolo farsi sempre più gonfio. Samir ringhia sul mio collo avvertendomi del pericolo che sto correndo e infilando l'indice e il medio nella mia bocca, m'impone di succhiargliele. Ci passo la lingua sopra mentre sento i seni premersi contro il box doccia e tra le gambe andare in fiamme. Quando sto per arrivare all'apice, richiudo le labbra sulle sue dita e succhiandogliele, gliele mordo piano. Lui le ritira subita e avvolgendo le mano attorno al mio collo, con l'altra mano velocizza i movimenti delle dita andando sempre più affondo. Appoggio le mani sul box doccia e mi scappa dalle labbra in un gemito "Samir..." La cosa crea una reazione forte in Samir che infila un altro dito dentro di me ringhiando "Ripetilo. Ripeti il mio nome ancora." "Samir, Samir cazzo, sì!" gemo chiudendo gli occhi, non posso permettermi che si fermi ora. "Neanche nei miei sogni più perversi mi sarei immaginato il mio nome su un tuo orgasmo" Inizia a stuzzicare anche la mia carne col pollice e sibila al mio orecchio spietato "Ne vuoi ancora fiore mio?" "Sì" mormora in un filo di voce. "Non ho sentito" "Ne voglio ancora" "Come mi chiamo" "Ne voglio ancora Samir, ti prego" E finalmente mi dà quello che voglio, un orgasmo che mi fa perdere la testa e il respiro. Samir mi anticipa tappandomi la bocca, mentre urlo a pieni polmoni e tremo dalla testa ai piedi per un minuto pieno. Rimango senza forze subito dopo e con le gambe mollicce, infatti è lui a trascinarmi sotto il getto d'acqua per lavarmi con cura. Recupero piano piano lucidità e sensibilità alle gambe, quando inizio a realizzare quello che ho appena fatto e arrossisco fino alle punte di piedi. Perchè diavolo non sono riuscita a fermarlo? "Basta così" sbotto nervosa scostandolo mentre mi stava lavando i capelli. Esco di fretta e furia dal box doccia e afferrando l'asciugamano, me lo lego addosso uscendo dal bagno. Mi passo subito le mani sul viso ancora accaldato e affrettandomi ad asciugarmi e vestirmi, recupero dall'armadietto l'intimo e un vestito lungo a fiori bianco e rosa a maniche corte a sbuffo e un piccolo spacco di lato. Mi veste perfetto ed è molto comodo, profuma anche di gelsomino. Mi asciugo velocemente i capelli e indossando delle ballerine, valuto l'idea di indossare il cerchietto che Latifa mi ha lasciato quando Samir esce fuori dal bagno con l'asciugamano sui fianchi e ancora umido sul petto e la schiena. "Sembri così piccola con questo vestito" dice lui non staccandomi gli occhi di dosso. Gli do subito le spalle e spazzolo i miei capelli. "Puoi girarti vedi, non c'è nulla che tu non abbia già visto" dice Samir tirandomi addosso l'asciugamano che aveva sui fianchi. Brutto stronzo. Me lo tolgo di dosso e ritirandoglielo, mi sfugge un'occhiata veloce al suo membro ancora gonfio. Mi rigiro trattenendomi il fiato e arrossendo come un pomodoro. "Ho visto che hai sbirciato, sai?" Beccata. "Non stavo sbirciando. Puoi smetterla di fare il macho, attacca con le ragazzine dei dintorni, non con me" borbotto mettendo il cerchietto ai capelli. "Ora capisco cosa ti prende, sei morta di gelosia per le tipe che mi ronzavano attorno" "Morta di gelosia? Per me puoi andarci anche a letto, non me ne importa un fico secco" "A me interessa infilarmi solo nel tuo letto" replica lui facendomi sbuffare e andare verso la porta. "Puoi aspettarmi?" chiede Samir prima che apra la porta. "No." replico secca sbattendo la porta e iniziando a scendere le scale. Mi porto una mano sul petto e respiro a fondo, non so quanto ancora potrò gestire questa situazione. Entro in cucina e vedendo la tavola già imbandita, mi lecco le labbra sentendo l'acquolina in bocca. Individuo una sedia vuota tra Latifa e un bambino e mi siedo subito lì, sperando così di non essere seduta accanto a Samir. Devo cercare di tenerlo il più lontano possibile da me, ho capito che sono ancora completamente stregata dal suo fascino. Latifa mi fa subito i complimenti per il vestito e incominciando a indicami le varie pietanze, mi consiglia di cominciare dalla mechouia, a base di verdure come peperoni grigliati, pomodori e cipolle cotte tritate a cui si può aggiungere tonno, uova e olive. Il tutto condito con aglio, olio e spezie. Lo provo col pane arabo e l'olio d'oliva che sembra essere il pezzo forte della casa, effettivamente ha tutto un altro sapore. Provo anche l'harissa, una salsa piccantissima e bevo almeno 3 bicchieri d'acqua per cercare di calmare il bruciore alla lingua. Nel mentre anche Samir si unisce a tavola, ha dei pantaloni di lino chiari e una camicia larga bianca che porta un po' sbottonata coi le maniche ai gomiti, è di una bellezza letale. Alcune ragazze che sono state invitate a cena gli indicano il posto vuoto accanto a loro, ma lui sembra cercare altro, infatti m'individua subito a tavola e nota che non ho lasciato un posto per lui. Lo guardo con sfida e alzo l'angolo della bocca vendicativa. Questo giro l'ho vinto io. Non ho manco il tempo di gustarmi la vittoria che Samir fa il giro della tavola e sussurrando qualcosa all'orecchio del bambino vicino a me, lo fa spostare insieme agli altri suoi cuginetti ottenendo il posto vicino a me. Avrei dovuto prevederlo. Sono tesa e ho il corpo rivolto verso Latifa per fargli capire che non ho intenzione di parlargli, ma lui è un osso duro e avvicinandosi al mio orecchio mormora "So che non mi vuoi attorno, ma so anche che potresti ingelosirti di più, se mi andassi a sedere di là" Quanto se la crede? Non ho mai incontrato una persona più prepotente, egoista e subdola di lui. Lo ignoro per tutta la cena, ma non è difficile farlo perchè lui scherza con le persone a tavola e io mi sto letteralmente ingozzando di cous cous. E' una delle cose più buone che abbia mai mangiato in vita mia, poi con l'agnello che si scioglie in bocca è uno spettacolo. Faccio il bis con molto piacere e col pane faccio la scarpetta col sugo d'agnello, non vorrei essere così piena per poter mangiarne ancora. A fine cena decidiamo di spostarci all'esterno per gustarci i baklava, i bambalouni, delle ciambelle locali e il thibarine, un liquore ai datteri aromatizzato alle erbe. Prima di seguirli sopra dico a loro che devo fare una scappatella in bagno. E' molto imbarazzante, ma non posso tenermela con tutto il cous cous e il pane mangiato. Faccio velocemente i miei bisogni e approfittandone per lavarmi i denti, scendo in cortile con le panche di legno, il tavolo pieno di dolcini, bevande e le lucine sopra di noi che rendono l'atmosfera più calorosa. Le sue panche sono occupate dalle signore e dai bambini, quindi cerco per me una sedia, ma sento un fischio e Samir che m'indica le sue ginocchia. Scuoto subito la testa, ma lui non mi dà altra scelta e trascinandomi su di lui, mi tiene stretta dalla vita. Sbuffo un po' irritata e prendendo dei baklava, cerco di non rovinare la serata a tutti col mio muso lungo. Gli uomini iniziano a diventare brilli dopo aver bevuto troppo liquore e si mettono a cantare e ballare insieme alle signore. Rido quando una coppia rischia di cadere per terra perdendo l'equilibrio e fanno sclerare un'altra coppia che ballava al loro fianco. Applaudo con le mani a ritmo del tamburo che suonano e sorrido felice godendomi la bella atmosfera, mentre sento Samir scostarmi i capelli di lato e lasciarmi piccoli baci lungo il collo. Cerco più volte di scostarmi, ma lui non me lo permette ed esausta lo lascio fare, in realtà ho bevuto un po' troppo liquore anch'io. "Vuoi ballare?" chiede Samir quando ormai tutti sono in piedi che si scatenano a ritmo dei tamburi. "No, ho bevuto un po' "confesso mentre poso la testa sulla sua spalla e sento lui sorridere. Porta le mie gambe di lato accarezzandole dal piccolo spacco e cullandomi tra le sue braccia mormora "Sai prima ti ho vista disegnare con una bambina, avevi un fiorellino tra i capelli ed eri adorabile. Ho subito pensato che saresti la madre perfetta per i nostri figli" "Mmm" mugolo chiudendo gli occhi, è stata una giornata infinita e sono così stanca. Sento le sue mani accarezzarmi il viso piano e lui dire ancora "Vorrei tutto questo per noi. Stare per i fatti nostri, fare sempre serate del genere, crearci una nostra casa, una nostra famiglia. Ci basterebbe così poco per stare bene" Scosta delle ciocche di capelli dietro l'orecchio sussurrandomi "A me basterebbe averti con me sempre" "Appena avrò la possibilità, scapperò via da te" sussurro invece io strofinando la guancia sul suo petto. "Lo so bene, ti amo anche per questo fiore mio. Ora dormi, per oggi mi hai fatto arrabbiare abbastanza" dice lui facendomi strappare un sorriso.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Trovarsi è un caso. Ritrovarsi la scelta. ZAIRA'S POV: "Hai capito il piano quindi?" "No, non credo di poterlo fare" mormoro scuotendo la testa. Samir mi afferra una coscia nuda e ribadisce "Abbiamo ripassato mille volte il piano, puoi farcela. Hai proprio l'aspetto di una bancaria" Osservo la mia gonna al ginocchio elegante abbinata alla giacca scura e la camicetta bianca sbottonata di poco, ho anche dei tacchi bassi ai piedi, una valigetta e un paio di occhiali finti. "E se qualcosa dovesse andare storto?" "Cosa dovrebbe andare storto?" "Tutto?" "Smettila di pensarci troppo e andiamo" "No aspetta! Non scherzo quando dico che ho dei risparmi che..." "Ho detto che non voglio i tuoi soldi. Forza, dobbiamo muoverci" dice Samir uscendo dalla macchina col borsone e il passamontagna. Respiro a fondo e facendo una piccola preghierina, scendo anch'io. Non posso credere che mi stia spingendo così oltre. "Pronta?" chiede lui raggiungendo l'ingresso della banca. "Ho paura" "Pensa che tra cinque minuti ne usciremo ricchi" dice Samir entrando dentro e trascinandomi con sè. Ci stacchiamo una volta dentro e prendendomi di coraggio, raggiungo la reception con il mio tesserino che aprirà le porte a Samir. "Salve" mormoro alla donna della reception che prende il tesserino e mi guarda a lungo. "Non l'ho mai vista" borbotta scettica. "Io...sono stata assunta da poco, oggi è il mio primo giorno" "Mmm, capisco" dice lei guardando a lungo l'immagine del tesserino e il mio viso. "Può passare" mi dà il via libera premendo il bottone che mi apre le porte. Le oltrepasso e come previsto Samir irrompe nella banca e mi punta una pistola in testa urlando agli altri di stare per terra. Mi aspetto di spaventarmi anch'io, ma non succede...al contrario, la cosa mi gasa. Sto davvero rapinando una banca? "Per terra! Datemi i telefoni, forza!" grida Samir mentre continua a puntare la pistola su di me e mi ordina "Tu! Riempi il borsone di contanti e assicurati che sia pieno. Dipenderà da te la salvezza di tutti quanti" "Io non posso farlo signore..." mormoro indietreggiando. "Non te l'ho chiesto! Muoviti!" grida lanciandomi il borsone. Vado subito verso le casse che sono già aperte e riempiendo il borsone di contanti, fingo di essere spaventata dalla situazione. "Forza! Forza!" grida Samir sparando una volta per spaventare i presenti. Io continuo a riempire il borsone finchè non c'entra più nulla e lo richiudo. "Ho fatto!" gli comunico. Samir mi raggiunge subito e prendendo il borsone, mi punta la pistola sul fianco e grida "Tu vieni via con me!" "No signore, la prego!" fingo cercando di sottrarmi dalla sua presa, ma lui mi carica sulla spalla e continuando a sparare sul soffitto, usciamo di scena. Una volta fuori Samir mi batte due pacche sul sedere felice e raggiungendo la macchina, mi fa entrare dentro e posa i borsone sulle mie ginocchia. Corre per fare il giro e mettendosi al volante, sgomma ed esce alla velocità della luce dal parcheggio. Sentiamo in lontananza delle sirene, ma noi ormai siamo distanti dalla banca e ci stiamo dirigendo verso ovest. "Siamo andati alla grande!" esclama lui battendo sul volante entusiasta. "Come mai non c'erano guardie?" chiedo stranita. "E' una banca del cazzo in un paesino minuscolo, persino le videocamere di sorveglianza erano rotte" Caspita, siamo stati fortunati. "Contali" mi dice indicando il borsone. Lo apro e iniziando a contare le banconote conto "Circa 40000 dinari, a che ti servono così tanti soldi?" Samir tira fuori dalla giacca una cartina e posandomela sulle ginocchia dice "Ce ne andremo a Bangkok, mi sono già messo in contatto con un amico per una casa. Non è grandioso?" Prendo la cartina con mani tremanti e spalanco gli occhi a realizzare la distanza da Palermo a Bangkok, è proprio dall'altra parte del mondo. Mi sale un conato di vomito. "Fermati" dico portandomi una mano sul petto. "Perchè?" "Fermati ho detto!" esclamo facendolo finalmente accostare. Scendo immediatamente dall'auto e rigetto tutto, mi sento morire. Samir mi raggiunge immediatamente e accarezzandomi la schiena chiede "Come stai?" "Non toccarmi" ringhio scostandomi da lui e fulminandolo con lo sguardo. "Hai bisogno dell'acqua?" "Ho bisogno di un bagno" "Ok, a pochi isolati dovrebbe esserci un posto di sosta. Sali" Fottiti. Salgo costretta e allacciandomi la cintura, abbasso il finestrino per prendere aria. "Stai meglio?" "Starò meglio quando sarò a casa mia" Samir non replica e guida in silenzio fino al posto di sosta. Gli conviene. "Vuoi qualcosa da bere?" chiede indicandomi il negozietto accanto alla stazione di benzina. "Dell'acqua" "Ok, andiamo" scende dalla macchina e fa per prendermi la mano, ma mi allontano subito. Entriamo nel negozietto e prendendo delle bottigliette d'acqua, prendiamo anche delle cose da mangiare e delle gomme da masticare alla menta. Usciamo da lì dopo aver pagato e Samir m'indica il bagno di servizio dietro. "Ti aspetto in macchina" mi dice assicurandosi che io entri. Inutile dire che il posto è disgustoso e puzza di piscio, da quanto non lavano i gabinetti? Mi limito ad asciugarmi il viso, le mani e il collo e mi osservo allo specchio di fronte...ho ancora il completo elegante e in faccia sono stremata. Ho gli occhi lucidi, il viso arrossato, il naso colante e le labbra gonfie. Sussulto quando sento una porta spalancarsi e una ragazza uscire fuori dal gabinetto piangendo e gettando qualcosa nel cestino accanto al lavandino. Non ho il tempo di chiederle niente che scappa via e io abbasso lo sguardo all'oggetto che ha buttato, aspetta ma...prendo un pezzo di carta e raccogliendo il test di gravidanza vedo il risultato positivo. Ecco perchè stava piangendo, è incinta e magari la sua famiglia non ha idea del fatto che abbia un ragazzo. Faccio per ributtare il test quando all'improvviso mi viene in mente un'idea, un'idea geniale per tornare a casa. Infilo il test nella tasca della giacca e lavandomi di nuovo le mani esco fuori trovandomi esattamente di fronte Samir ad aspettarmi. Salgo in macchina e rimettendomi la cintura rispondo a Samir che sto bene, sembra veramente preoccupato...peccato che non riesca a credergli. "Ho visto che nei dintorni c'è un motel, magari ci riposiamo un po' prima di andare a Sidi Bou Said" "Ok" mi limito a dire, tanto non posso controbattere. Raggiungiamo il posto in pochi minuti e prendendo la nostra chiave per la stanza entriamo senza problemi...non ci ha manco chiesto i documenti, penso di capire in che posto siamo capitati. La stanza è minimal e non molto grande, abbastanza per noi due con un letto matrimoniale, un cucinotto e il bagno. Mi siedo subito sul letto e osservo Samir svuotare le cose che abbiamo preso al negozietto sul tavolo e iniziare a comporre i nostri panini. Mi levo la giacca stando attenta a non perdere il test e quando Samir mi porge il mio panino, chiede se abbia bisogno di altro. "Va bene così" mormoro prendendo un morso del panino. Anche lui addenta il suo panino e in silenzio mangiamo piano...lui mi guarda stranito e io cerco di scappare dai suoi occhi, ovviamente fa parte della recita. "C'è dell'acqua?" chiedo arrivando a metà panino. "Certo, eccola" dice porgendomi una bottiglietta intera. Accenno un sorriso e prendendo un bel sorso sento chiedere lui "Sei scossa per la rapina?" Scuoto la testa smettendo di bere. "Che succede allora?" "Ho scoperto....una cosa, una cosa che mi ha molto turbata" "Di che si tratta?" Nego ancora con la testa. Lui non molla e mettendosi in ginocchio ai miei piedi, mi prende le mani e mormora "Puoi dirmi qualsiasi cosa, non mi arrabbierò" "Non ne sono sicura" "Lo prometto su mio fratello" Bingo. Mi metto l'espressione funeraria e trafficando con la giacca, esco fuori il test e glielo porgo. Lui rimane in silenzio per un attimo mentre io dico "Non preoccuparti, ho intenzione di abortire" Samir alza subito gli occhi a me e guardandomi severa sibila "Che diavolo stai blaterando? Stai parlando del nostro bambino!" "Non ho intenzione di partorire in queste condizioni e soprattutto senza la mia famiglia" "Sai che non vi farei mancare nulla" dice lui duro. "Non voglio vivere di rapine e continue scappatelle" "È una cosa momentanea questa! Sai che farò in modo di trovarci una casa e mettervi al sicuro" È proprio di coccio. "Puoi costringermi a fare qualsiasi cosa, ma non questa. O mi porti a Palermo dalla mia famiglia o io abortisco" dico dandogli un ultimatum. "Questo è impossibile" ringhia Samir alzandosi col test in mano e allontanandosi da me. Mi alzo con le mano a pugni e rispondo altrettanto dura "Preferisci perdere il bambino pur di tenermi nascosta?" "Tu sei..." mi raggiunge un poche falcate e afferrandomi la base del collo con una mano sibila "tutto quello che mi è rimasto. Non voglio perderti per niente al mondo" "Vuoi perdere il bambino però" "No! Non voglio perdere né il bambino né te" "Scegli allora." "Scelgo di prendermi cura di entrambi" Lo spintono all'indietro e sibilo glaciale "O mi lasci andare dalla mia famiglia o giuro che abortisco" "Credi che i tuoi mi lasceranno vedere il bambino? Vedere te? Mi allontaneranno da voi, perché non lo capisci!" "Parlerò io con loro" "Non ti prenderanno in considerazione. Ho sentito quando tua madre ha dato di matto dopo aver saputo del nostro matrimonio" "Chi non avrebbe dato di matto?" Lui mi fulmina con lo sguardo e io avvicinandomi a lui mormoro più dolce "Portami a casa, al resto ci penserò io. Fidati di me" Gli accarezzo il viso e sussurro "Fallo per me, per noi..." Samir non stacca gli occhi da me e posando le mani sui miei fianchi mormora a sua volta "Non posso perdervi..." "Non succederà, te lo prometto" dico sfiorando i nostri nasi. Lui mi accarezza i capelli sorridendo e abbassando lo sguardo alle mie labbra mormora "Dammi un bacio e poi deciderò" Corrugo la fronte "Come può un bacio farti cambiare idea?" "Non vuoi darmelo?" Sospiro e non pensandoci troppo, vado incontro alle sue labbra. È un bacio privo di sentimento, sbrigativo, finto...spero che non lo capisca. Mi stacco e lui resta a osservarmi con attenzione, come a studiare ogni minimo dettaglio del mio viso. "Credi che assomiglierà più a te o a me?" Deglutisco e ignorando la sua domanda chiedo "Allora? Ti sei convinto?" "Nemmeno un po' " "Che significa questo?" "Che non andrai da nessuna parte incinta di mio figlio" Lo guardo con odio e afferrando il borsone pieno di contanti, lo svuoto completamente per tutta la stanza e grido "Vuoi la guerra? Guerra avrai." Gli tiro il borsone addosso e spalancando la porta, esco fuori. "Che hai intenzione di fare?"mi grida dietro lui seguendomi. "Ucciderò il bambino, non voglio niente di tuo!" "Lui non ha colpe, non puoi prendertela col bambino perché sei arrabbiata con me" "Me la prendo eccome!" prendo una bottiglia di birra vuota per terra e spaccandola, avvicino il collo della bottiglia alla pancia. "Te lo ripeterò per l'ultima volta! O mi lasci andare o uccido il bambino" grido minacciosamente. "Zaira non sei in te, per favore non fare sciocchezze di cui potresti pentirti!" esclama lui cercando di avvicinarsi. "L'unica cosa di cui mi pento è averti amato con tutta me stessa! Ecco di cosa mi pento giorno e notte!" urlo con le lacrime agli occhi. "Non devi, hai fatto quello che ti sentivi di fare" "Cosa ne sai tu di quello che mi sentivo di fare? Tu non hai mai fatto nulla col cuore, non hai mai sentito di amarmi veramente" chiedo sprezzante inclinando il viso. Quando penso che possa sbraitarmi contro, si accascia improvvisamente per terra in ginocchio e guardandomi dritto negli occhi mormora "Se pensi che non ti abbia mai amata, che quel bambino sia frutto di una menzogna, ti lascio libera di agire come meglio credi di fare" "Mi stai dando il permesso di uccidere il bambino?" "Sì, se credi davvero che abbia finto con te, che tutte quelle promesse che ci siamo fatti siano state vane, che non abbia mai provato nulla per te" "Lo faccio davvero vedi! Non ho paura di ferirmi!" cerco di spaventarlo. Lui annuisce ancora in ginocchio e rimane in silenzio. Butto per terra la bottiglia e raggiungendolo con furia, lo butto per terra con un calcio al fianco "Come hai potuto mettere a rischio la vita del bambino?" Gli do un altro calcio e urlo fuori di me "Sei un miserabile! A te importa solo di te stesso, non sarai mai in grado di amare qualcun altro! Sei malato, dio...mi fai schifo!" Un altro calcio all'addome, non riesco a fermarmi "Perchè non ti stai difendendo! Alzati, urlami contro! Forza, fammi vedere di cosa sei capace!" Lo vedo strisciare per terra facendo una smorfia, ho i tacchi e il colpo avrà fatto male doppiamente. Mi aspetto che si metta in piedi, ma non è così...si rimette in ginocchio e cala la testa in attesa che possa colpirlo ancora. Non è la prima volta che subisce in questo modo, capisco dalla sua posizione di sottomissione. Mi blocco di scatto e mi porto una mano tremante sulla bocca, cosa sto facendo? Samir alza di poco il viso e dice piano "Sto bene, puoi colpirmi ancora" Lo guardo inorridita, mi sta chiedendo di colpirlo ancora. Lo raggiungo e lui cala nuovamente la testa, si aspetta che lo colpisca nuovamente e non sta facendo assolutamente nulla per impedirlo. Crollo anch'io in ginocchio in lacrime e alzandogli il mento piano chiedo "Perchè?" Lui mi guarda triste, sta soffrendo ma rimane in silenzio. "Perchè vuoi che ti colpisca ancora?" richiedo posando una mano sulla sua guancia. Una lacrima scende dal suo occhio sinistro scivolando lungo la mia mano e scuote piano la testa. "Cosa?" sussurro col labbro tremante. "Non posso amarti più di così Zaira, non l'hai mai capito" dice lui con un'altra lacrima che bagna l'altro lato del suo viso. Asciugo subito la lacrima e lui fa lo stesso con le mie, ci guardiamo dritto negli occhi e appoggio la mia fronte contro la sua. Rimaniamo così a piangere in silenzio, a baciare le nostre lacrime a vicenda, a curarci dalle ferite che noi stessi ci siamo procurati. "Ho mentito" confesso col cuore infranto. Lui corruga subito la fronte quando all'improvviso sentiamo uno sparo. Non ho manco il tempo di realizzare che Samir mi trascina immediatamente dentro la stanza e blocca la porta con due chiavistelli. "Chi è stato?" chiedo allarmata mentre lui mi sbatte al muro e ringhia "Cosa vuol dire che hai mentito?" "Samir esci fuori o sfondiamo la porta!" grida una voce..."Papà" sussurro spalancando gli occhi. "Che cazzo vuol dire Zaira?" richiede Samir inchiodandomi alla parete, come se non gliene fregasse nulla di papà e dei suoi uomini oltre la porta pronti a sparargli. "Devi scappare via!" esclamo io cercando di andare alla finestra, ma lui mi afferra il mento e sibila "Non prima che tu mi dica la verità." Sbatto velocemente gli occhi e deglutendo forte, svuoto il sacco "Non è vero che sono incinta" Lui mi osserva con occhi funesti mentre gli spiego indicando il test sul letto "L'ho trovato nel cestino del bagno di servizio. Il test non è mio" Sussulto quando scaglia un pugno contro la parete sfondandola e ringhia guardandomi "Come hai potuto mentirmi sulla gravidanza?." "E tu come hai potuto mentirmi sulla tua intera vita?." replico dura, quando all'improvviso la porta viene sfondata e papà irrompe dentro con altri uomini di seguito. Samir mi spinge subito all'angolo e impugnando la pistola contro papà dice "Non fate un altro passo o sparo." "Lascia Zaira!" grida papà posando il dito sul grilletto. "Zaira è mia moglie, non va da nessuna parte." gli ringhia Samir mentre papà esce una seconda pistola e sibila "Lasciala o ti faccio saltare la testa in aria." "No, no! Papà abbassa la pistola! Vi prego, abbassatela tutti!" prego ai miei zii dietro. Con la coda dell'occhio individuo altri uomini alla finestra dietro e riconosco tra questi Idris che mi fa segno di dargli la mano. Scuoto la testa e gli faccio segno di andare via, ma Samir capisce male e girandosi di scatto punta la pistola contro Idris. "No! Aspetta, non stava facendo nulla!"cerco di dire, ma lui apre il fuoco e spara a Idris facendolo cadere dal cornicione. "No!!" urlo affacciandomi mentre sento gli zii correre al piano inferiore. "Cos'hai fatto! Hai ucciso Idris!" inveisco contro Samir che continua a puntare la pistola contro papà che è rimasto solo nella stanza. "Il prossimo sarà lui." ringhia Samir, ma papà fa una cosa che mi fa scioccare...abbassa la pistola e ripone per terra. "Papà?" chiedo confusa. "Vedi tesoro...tua madre dice sempre una cosa che ho sempre considerato stupido, ma per amor suo non l'ho mai contradetta. Inizio a pensare che abbia sempre avuto ragione perchè è verissimo che il karma gira per tutti" dice papà avvicinandosi tranquillo a Samir. "Papà non..." faccio per dire quando sgancia una bomba rivelando "Hai appena sparato a tuo fratello" Samir lo guarda subito male e puntandogli la pistola sul petto ringhia "Di che cazzo stai parlando? Mio fratello è morto." "No, Samir! Abbassa quella pistola, ti prego!" grido io portandomi le mani tremanti sul viso. Papà non sembra minimamente scosso da Samir e sibila "Idris è Ibrahim. Tuo fratello si è salvato quella sera con un trauma cranico, infatti non ricorda nulla del suo passato" "Non è possibile, mi stai mentendo! L'ho visto morire coi miei occhi, non aveva più battito!" ringhia Samir spostando il dito al grilletto. "No! No, ti prego, ti supplico Samir! Abbassa la pistola!" singhiozzo terrorizzata. "Jamal e Swarna hanno deciso di adottarlo nascondendo a tutti la sua reale identità. Ibrahim è vivo, almeno...era vivo, perchè lo hai appena ammazzato" rivela papà affrontandolo a testa alta. Samir lo guarda, come se si ritrovasse un alieno con due teste, ma poi scuote la testa e puntandogli la pistola sulla fronte sibila "Credi che me la beva? Vuoi solo tenermi lontano da Zaira, lei è mia, il suo posto è con me adesso." Mi aggrappo alle spalle di Samir e supplico piangendo "Non sparare a mio padre, ti prego. Farò tutto quello che vorrai, lascialo andare" "Zaira stagli lontano" sbotta papà stringendo le mani in due pugni. "Zaira resta dov'è! Vattene tu prima che perda la pazienza." lo minaccia Samir mentre papà esce dalla tasca dei fogli e glieli porge "Guarda, è il vostro test del dna. Crederai ai risultati, se non vorrai credere a me" Samir fa per pensarci, ma non volendo rischiare grida "In ginocchio e porta le mani sulla testa!" Papà non vuole obbedirgli, ma lo prego io con lo sguardo "Per favore papà, fai quello che ti dice" "Tu stai bene?" chiede papà fregandosene della pistola puntata. "Sì, sto bene. Ti prego, non complicare la situazione" Papà serra la mascella, ma decide di ascoltarmi e si mette in ginocchio portando le mani sopra la testa. Butto un sospiro di sollievo mentre Samir gli strappa dalle mani i fogli e li legge subito, mi sporgo anch'io e spalanco gli occhi nel vedere il 99% di compatibilità, non stava mentendo papà. "Chi mi dice che non sono falsificati i risultati?" ringhia Samir, ma stavolta intervengo io esclamando "Tuo fratello sta morendo e tu sei qua a contestare delle percentuali?" "Non t'intromettere" sibila lui, ma io alzo ulteriormente la voce e gli ricordo "Sta morendo! Ibrahim sta morendo!" Solo adesso Samir sembra essersi svegliato da un sonno profondo e girandosi ad osservarmi mormora "Tu credi che..." "Corri Samir! Prima che sia troppo tardi" lo spintono alla porta. "Aspetta...tu non mi lascerai, vero?" chiede lui prima di lasciare la stanza. Scuoto la testa un po' e gli sorrido con le lacrime agli occhi. Samir è scettico e capisce che c'è qualcosa che non va, ma decide di ascoltarmi e corre via da suo fratello. "Tesoro" mi abbraccia subito papà. Sospiro di sollievo e lo stringo forte piangendo "Papà" sussurro singhiozzando. "Perdonami, perdonami per non essere arrivato prima" "Va tutto bene papà, sono qui" Rimaniamo abbracciati per un paio di minuti finchè mi comunica che mamma è in macchina ad aspettarci, dice che ha cercato di farla ragionare e aspettarci direttamente a casa ma ha insistito così tanto che papà è stato costretto a portarla con sè. Sorrido felicissima e uscendo dal motel andiamo subito incontro a mamma che ci aspetta in macchina e appena mi vede uscire, corre da me "Bambina mia" piange come una fontana stringendomi fortissimo. "Ho visto l'ambulanza, ho pensato al peggio e..." "Quel figlio di puttana ha sparato a suo fratello" le comunica papà. "Idris è ferito?" "Aspetta...voi sapevate già tutto? Sapevate che Idris era..." mormoro indietreggiando. "Fratello di Samir? Certo" "Perchè non l'avete detto a Samir quando avevate scoperto la sua vera identità?" "Come perchè? E' pericoloso, avrebbe messo nuovamente in pericolo tutti...ha appena sparato a suo fratello" "Ma non sapeva che fosse..." scuoto la testa incredula "per quanto ancora volevate tenerglielo nascosto?" chiedo brusca allontanandomi da loro. "Tesoro noi...l'abbiamo fatto per il bene di Idris, era meglio che stesse lontano da quel farabutto" "Lui non è un farabutto! Lui amava suo fratello, avete idea di quanto abbia sofferto per tutto questo tempo?" "E ne hai idea tu? Ti dobbiamo ricordare noi che ti ha sempre mentito? O sapevi che si trattava di Samir?" insinua mamma facendomi socchiudere gli occhi minacciosamente. "Avrà mentito sul suo nome e sulle sue origini, ma non ha mai mentito sui suoi sentimenti, non ha mai mentito quando mi raccontava di suo fratello e dell'amore che nutriva nei suoi confronti" "Ti ha fatto il lavaggio del cervello Zaira, è così che fanno quelli dell'organizzazione quando devono adescare una recluta" "Io non sono una recluta per lui, voi...non capite nulla. Devo andare" "Zaira dove stai andando? Jamal ha detto che ci farà sapere su Idris, non possiamo fare nulla noi" chiede subito papà afferrandomi il polso. "Samir è solo, ha bisogno di me" "Tu non lo vedrai più quella carogna, dovrai passare sul mio cadavere prima che..." "Quella carogna è mio marito papà" ringhio scostandomi dalla sua presa e andando via. Fermo un taxi che passa per strada e comunicandogli la destinazione, guardo ancora in lacrime i miei genitori dal finestrino "Perdonatemi" mimo con le labbra prima che la macchina parta.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Sentimenti che non riesci a soffocare e che continuano a vivere come se avessero decine di vite di scorta. -Fabrizio Caramagna SAMIR'S POV: Scendo le scale alla velocità della luce e facendo il giro del motel, arrivo al punto in cui Ibrahim è caduto da lassù. Scosto immediatamente gli uomini di Bilel e accasciandomi per terra spalanco gli occhi nel vedere Ibrahim su una pozza di sangue...l'incubo si sta ripetendo e sono stato io a sparargli questa volta. "No no no...no! Ibrahim!" grido con le lacrime agli occhi e il cuore che batte all'impazzata. Le mie mani tremano quando gli accarezzo il viso e scendo al suo petto, come ho fatto a non riconoscerlo? Avevo percepito una strana connessione con lui, ma mai mi sarei aspettato che si trattasse proprio di Ibrahim. Avevo realizzato la sua morte, vivere con questo peso è stato angosciante, ma ero certo che non l'avrei più rivisto, che non lo avrei più stretto tra le braccia e sentito il suo profumo. Sento delle sirene in lontananza, ma Ibrahim è pallido in volto, il battito è molto debole...gli rimane pochissimo. Decido di alzarlo in aria e correre verso le sirene, ogni minuto sarà fatale per lui. "Di qua! Di qua! "grido all'ambulanza che si accosta subito. "Mio fratello sta morendo! Vi prego, salvatelo! Vi supplico!" dico disperato mentre aprono le porte dietro del veicolo e mi dicono di salire per poter posare Ibrahim sulla barella. "Cos'è successo?" chiede un medico attaccandogli subito dell'ossigeno. "Io...uno sparo. Gli hanno sparato" mormoro in un filo di voce, sto morendo dentro. Mi sembra di vivere un vero incubo. "Idris!" grida Jamal insieme agli altri stronzi dietro. "Solo un parente può entrare" gli comunica la signorina, ma Jamal mi fulmina con lo sguardo e ringhia "Sono suo padre! Quel pezzo di merda gli ha sparato!" La signorina si gira subito a guardarmi e io perdendo la testa grido "Non è il momento di puntare il dito il contro, sta morendo! Faccia qualcosa!" "Ok, entrate entrambi" prende una posizione lei facendo entrare Jamal e chiudendo le porte. Jamal inveisce subito contro di me, ma non lo sto ad ascoltare...ho occhi solo per Ibrahim che ha il polso sempre più debole, dio...non me lo perdonerei mai se perdesse la vita per mano mia. Mi avvicino a un cestino di lato e rigetto la colazione, mi sento morire...ho la fronte che scotta e sento il cuore in gola. Arriviamo dopo pochi minuti e scendendo insieme a loro chiedo col magone "Ce la farà, vero?" "La situazione è grave, ha perso moltissimo sangue e dobbiamo vedere se il proiettile ha preso un organo vitale" "Promettetemi che farete di tutto per salvarlo, vi prego. Non potete farlo morire" "Faremo il possibile signore, deve aspettare fuori adesso" "Ibrahim piccolo, perdonami. Perdonami un'altra volta" supplico prendendogli la mano e portandola al naso...ispiro l'odore della sua pelle e scuoto la testa incredulo. E' lui, è proprio il mio piccolo Ibrahim. "Ibra ti aspetto qua fuori! Sono qui, non me ne vado! Ci rivedremo presto!" gli grido dietro mentre le porte si chiudono e sparisce dalla mia vista. Non ho neanche il tempo di girarmi che Jamal mi alza per aria e scaraventandomi contro il muro ringhia "Non ti azzardare ad avvicinarti ancora a lui." Gemo per il dolore alla schiena e alla testa e cercando di rimettermi in piedi sibilo "Mi avete tenuto tutto nascosto" "Ringrazia il signore che sia stato così e sia cresciuto con una famiglia stabile, brutto pezzo di merda" ringhia Jamal assestandomi un calcio all'addome talmente forte da farmi boccheggiare. "Smettetela entambi! Jamal, non è il momento" sibila Efrem allontanandolo da me per poi spingerlo contro Adil e dirgli "Portalo fuori a prendere una boccata d'aria" "Io non mi muovo da qui" sibila Jamal, ma presto Adil lo convince ad uscire un attimo ed Efrem mi dà una mano a rialzarmi. "Come stai?" mi chiede ma lo scosto subito e sibilo "Fatti i cazzi tuoi, non ho bisogno della tua pietà" "Sei una testa calda" mi rimprovera lui, ma io mi allontano e ringhio "Fanculo, statemi lontano tutti quanti." Vado a sedermi di lato e mi porto una mano sull'addome...me lo sono meritato, mi merito di morire, non capisco perchè continui a essere in vita. "Samir!" sento gridare da lontano e ho bisogno di un paio di secondi per realizzare la sua voce. "Zaira?" chiedo incredulo vedendola correre verso di me. Mi sembra un sogno, ero straconvinto di averla persa, che sarebbe fuggita lontano da me e avrebbe continuato a odiarmi per il resto della sua vita. Le vado subito incontro correndo anch'io, è uno spiraglio di luce in questo momento, sono così felice di vederla, dio...grazie per avermi mandato il mio angelo, non so come avrei fatto senza. Quando i nostri corpi s'incontrano, l'impatto è fortissimo e io affondo subito il naso tra i suoi capelli...chiudo gli occhi sentendomi finalmente a casa adesso. "Il mio bellissimo fiore" mormoro sul suo collo stringendola fortissimo, così forte da assicurarmi che non vada da nessun'altra parte, che non mi lasci più. "Sono qui" dice Zaira accarezzandomi la schiena e stringendomi forte anche lei. Gemo quando con le gambe stringe anche i miei fianchi "Che succede?" chiede subito allarmata scostandosi di poco per vedere. "No, non è niente. Che ci fai qui? Credevo che fossi scappata via" chiedo, ma subito dopo non le do modo di parlare e la bacio. E' un bacio lungo, pieno di gratitudine e amore, darei la vita per questa donna...la amo da impazzire. "Non avrei potuto lasciarti solo in questo momento" "Come hai fatto? Tuo padre?" "Abbiamo discusso, ma gli ho detto che mio marito aveva bisogno di me" Giro attorno a me stesso per la felicità, facendola urlare per la sorpresa e mormoro "Sono tuo marito quindi?" "Così è scritto nel certificato di matrimonio" ci scherza su lei. "Sai che non ti lascerò più andare via, vero?" "Non ho intenzione di andarmene" dice Zaira baciandomi ancora. Gli afferro con una mano a coppa la testa e la tengo stretta a me, la mia ancora di salvezza. "Zio" si accorge solo adesso di Efrem alle nostre spalle. Scende da me e io metto subito il broncio, non voglio mollarla neanche per un secondo. "Come sta?" chiede Zaira mentre incrocio le nostre mani. "Ci vorrebbe un miracolo" Zaira sospira triste e mormoro "Ho visto zio Jamal e zio Adil di sotto, sembravano parecchio adirati" "Non hanno il piacere di stare nella stessa stanza con Samir" dice quello stronzo di Efrem alzando lo sguardo a me. Ringhio avanzando minaccioso, ma Zaira mi tiene a bada mettendosi di fronte a me e dice "E' stato un incidente, un bruttissimo incidente. Speriamo che Idris ce la faccia, è un osso duro" "Speriamo di sì. Se non vi dispiace, scendo anch'io a fumarmi una sigaretta" "Certo, noi restiamo qui" dice Zaira lasciando lo spazio a Efrem di andare via. "Come stai tesoro?" le chiede avvicinandosi. "Sto bene zio, stai tranquillo" "E tu?" ha il coraggio di chiedere a me. Lo fulmino con lo sguardo e serro la mascella pronto a insultarlo "Samir." mi avverte Zaira stringendomi forte la mano. Non voglio deluderla quindi mi limito ad annuire con la testa. "Ottimo, spero che Idris si rimetta perchè perdere un fratello è un dolore che non augurerei neanche al mio peggior nemico "dice Efrem per poi voltarci le spalle e uscire fuori. "Si riferisce a Farid, il padre biologico di Bella. Ci pensi che Bella ha come fratello il figlio dell'assassino della madre e Idris ha come sorella la figlia dell'assassina di suo padre?" Sapevo che è stata Bekka, la madre di Bella a uccidere mio padre Ahmed e a sua volta mio padre a uccidere lei. "Idris lo sa che siamo fratelli?" "Non lo so, forse gliel'hanno detto" ipotizza Zaira. Mi siedo su una sedia portandomela sulle ginocchia e mormoro triste "Sai che non volevo sparargli? E' stato tutto così confuso...ho perso la testa e ho premuto il grilletto. Non volevo, non volevo ferirlo, sono stato preso dal terrore che potessero portarti via da me e..." "Hai perso la testa, come hai detto tu. Adesso possiamo solo sperare che il Signore lo aiuti, sono sicura che ce la farà" cerca di confortarmi lei. "Se dovesse morire per mano mia, giuro che muoio anch'io" "Shhh, non ci pensiamo. Restiamo positivi, ok? Ce la farà, ripetilo con me" mormora lei prendendomi il viso tra le sue manine. Sorrido triste e ripeto le sue parole per accontentarla "Ce la farà" "Dobbiamo avere fede, vedrai che andrà tutto bene" "Mi sembra di vivere un incubo...è sempre stato vivo, ci ho persino parlato. Se solo non avessi tratto conclusioni troppo in fretta e non avessi dato conto a Mustafa che mi ha ingannato per tutto questo tempo" "Mustafa..." "Era mio cugino, credevo che ci volesse bene...quando vidi quel filmato alla fabbrica di lui che alzava in aria il colpo di Ibrahim per pararsi dai colpi della pistola, ho creduto di svenire. Non mi sarei mai aspettato un tradimento da parte sua, siamo cresciuti insieme eppure...non ha esitato neanche un secondo a mettere la vita di Ibrahim in pericolo." "Quindi...lui si è fatto arrestare e si è spacciato te?" Annuisco un po' con vergogna "Lo avevano colpito alla gamba e non poteva muoversi, mi ha cacciato dalla fabbrica per salvarmi. Credevo di dovergli dare la vita per questo gesto" "E poi lui...si è suicidato in prigione, giusto?" "Sì, mi aveva lasciato una lettera. Non diceva molto" "Cosa diceva?" chiede Zaira curiosa. "Di perdonarlo...credevo che si riferisse al fatto che mi avesse lasciato solo a combattere Bilel e i suoi uomini" "I sensi di colpa lo hanno portato a suicidarsi" deduce Zaira, ha ragione in pieno. "Avrebbe potuto scrivermelo in quella stupida lettera, confessare tutto" dico con rabbia stringendo i pugni. "Non ha avuto il coraggio. Ha vissuto da vigliacco ed è morto da vigliacco" "Me la sono presa con le persone sbagliate, con te..."mormoro davvero dispiaciuto, se solo potessi tornare indietro e aggiustare tutto. Correre a cercare mio fratello. "Sei rimasto incastrato nella tua stessa trappola o sbaglio?" mi deride Zaira. Le prendo il mento e sorrido..."Hai sempre avuto ragione tu, avrei dovuto seppellire il passato e non vivere nel rancore di vendicarmi" "La cattiveria porta ad altra cattiveria, spero tu lo abbia capito finalmente" "Ho capito che ti amo più di ogni altra cosa e la mia vita è con te e Ibrahim" Lei sorride intenerita e strofinando il suo naso col mio sussurra "Tu lo sai che abbiamo tutti i miei parenti contro, vero? Forse zio Efrem è il più imparziale" "Una cosa per volta, al momento m'importa solo il benessere tuo e di mio fratello" "Mmm...non hai mai sospettato di Idris?" "Sì, in realtà. Aveva i suoi tratti e i suoi occhi, ma pensavo di essere impazzito io" "Avresti dovuto seguire il tuo istinto" "Il mio istinto diceva pure di uccidere Walter" dico posando la testa suo petto accoccolandomi. "Oh...in quel caso hai fatto bene a non seguirlo. Sei stanco?" chiede Zaira accarezzandomi piano i capelli e la schiena. "Ho tanta paura" confesso in un filo di voce stringendola forte. Lei mi culla fra le sue braccia e io rimango inerme lì immerso nel suo calore, in casa mia. Passano diverse ore e di Ibrahim non c'è traccia, la sala d'attesa si è riempita dei parenti di Zaira e bene presto troviamo Bilel e sua moglie che ci fulminano con lo sguardo severo. Zaira mi trattiene il più delle volte, mi fa stare tranquillo nascondendomi tra le sue braccia, non vuole che nessuno mi faccia del male. La amo. "Buonasera, siete i parenti del paziente?" chiede una dottoressa uscendo dalla sala operatoria levandosi la mascherina. Ci alziamo tutti di scatto e Jamal annuisce dicendo di essere il padre. "Ottimo, le devo parlare di una questione delicata" dice a Jamal invitandolo ad entrare. Vorrei entrare anch'io, ma non ho nessuna autorità a farlo. Ho sparato io a Ibrahim, sono l'ultima persona che può parlare della sua vita. "Gli è successo qualcosa" dico portandomi le mani in testa e dando un pugno al muro. "Ehi no...aspetta, è ancora vivo. Possono salvarlo" interviene immediatamente Zaira. "Fanculo." sibilo prendendo a calci una sedia, sono furioso con me stesso. "Cerca di darti una calmata" sbotta Adil rimproverandomi. "Altrimenti?" ringhio andandogli sotto il muso. "Samir!" esclama Zaira frapponendosi tra noi e spingendomi al muro. "Non puoi fare così." sibila severa tenendomi per le spalle. "E questo troglodita ha a che fare con mia figlia" sbotta Bilel facendomi arrabbiare ulteriormente, ma Zaira è pronta a rispingermi all'indietro. "Giuro che se non ti calmi adesso, me ne vado." mi minaccia lei stringendomi con una mano le guance per zittirmi. Sono costretto a prendere un lungo respiro e chiudere gli occhi per calmarmi, non voglio deluderla per niente al mondo. Riapro gli occhi e annuisco con la testa piano per farle capire che sono lucido. "Ti sei calmato?" chiede lei posando le mani sul mio petto, all'altezza del cuore che batte all'impazzata. Le prendo le mani e ci lascio sopra dei baci umidi annuendo con la testa "Bene" risponde lei facendomi un bel sorriso per poi mimarmi con le labbra "Ti amo" "Anch'io" dico subito baciandole i palmi delle mani. Dopo qualche minuto finalmente Jamal esce dalla porta torvo in viso, mi agito immediatamente. "Cos'è successo? Sta bene?" chiede subito Benedetta a Jamal che alza lo sguardo a me. "E' successo che il proiettile ha perforato il rene non malato, hanno bisogno di un trapianto di rene urgente che sia compatibile con lui. Gli ho detto che non sono il padre biologico ma..." "Rene non malato?" chiedo non capendo. "Idris ha avuto un tumore al rene, viveva già solo con un rene" m'informa Zaira facendomi spalancare gli occhi incredulo. Ha avuto così tante disgrazie e io cosa facevo? Giocavo a fare le mie vendette. "Quindi signori, abbiamo deciso?" chiede la stessa dottoressa di prima uscendo dalla porta. "Ancora no" le comunica Jamal ma io avanzo e dico deciso "Può avere il mio rene, sono suo fratello" "Samir sei sicuro di..." fa per chiedermi Zaira, ma io annuisco e prendendola per mano dico "E' mio dovere farlo" "Deve firmare delle carte prima del trapianto, dobbiamo fare in fretta" dice la dottoressa mentre Zaira mi trattiene e mettendosi sulle punte mi lascia un bacio lungo e dolce. "Ti aspetto qui, ti amo tantissimo" dice facendomi sorridere. "Io di più fiore mio" ricambio il sorriso accarezzando le sue guance per poi frugare le tasche e prendere dal portafoglio una cosa. "Questa tienila tu per me, poi me la ridarai, ok?" chiedo posandole sul palmo il suo fiorellino di carta. Lei si commuove, ma annuisce con la testa e mi lascia un altro bacio. "La terrò io al sicuro per te" mi promette con una lacrime che riga la sua guancia. Gliel'asciugo subito e mormoro "Sarò presto da te, non temere. Continua a pregare per Ibrahim" "Pregherò per entrambi" "Brava mio prezioso fiore" sussurro lasciandole un bacio sulla fronte per poi separarmi da lei e seguire la dottoressa. DOPO DUE GIORNI: "Piano piano" borbotta Zaira aggiustandomi il cuscino dietro. "Posso farcela" borbotto a mia volta cercando di mettermi seduto. Faccio subito una smorfia di dolore quando sento un dolore allucinante all'addome "Vedi!" esclama a mo' di rimprovero lei. "Non è niente" "Sei il solito testardo, piantala di muoverti a caso! Devi stare a riposo, non l'hai sentita la dottoressa?" "L'ho sentita sì, ma non ho detto che avrei eseguito i suoi ordini" "Be', allora sei obbligato a eseguire i miei" Sorrido alzando lo sguardo a lei, porta una gonnellina bianca e un maglioncino a trecce blu...porto una mano sulla sua coscia e risalgo la gonna. "Vedo che il coraggio non l'hai perso" dice lei facendomi ridere. "Vieni qua" la trascino su di me. "Samir dai! Così non ti riprenderai mai" mi rimprovera ancora lei tenendomi resistenza. "L'idea di averti come infermiera non mi dispiace" "Buongiorno" entra la dottoressa nel momento meno opportuno. "Buongiorno!" squittisce Zaira allontanandosi da me e rimetto subito il broncio. "Come stiamo oggi?" mi chiede la dottoressa, ma mi limito a scuotere la testa a caso. "Quindi? Bene? Male?" cerca di decifrare la dottoressa. "Sta male, gli fa ancora male l'addome" fa la spia mia moglie. "E' normale, accuserà ancora dolori, prurito o bruciori e un certo fastidio alla ferita, finchè il taglio chirurgico sia completamente guarito. In genere si sconsigliano le attività fisiche pesanti e il sollevamento di pesi per almeno 6 settimane dopo l'intervento" "Hai sentito amore?" chiede subito Zaira incrociando le braccia. Ora chi la sente. "Mio fratello come sta?" le chiedo invece ignorando tutte le raccomandazioni che mi fa. "Non si è ancora svegliato purtroppo" ci comunica e io mi porto una mano sulla fronte, sono stanco di aspettare. "Si sveglierà presto, non è vero dottoressa?" cerca di tirarmi su di morale Zaira. "Certo, ce lo auguriamo tutti. Posso vedere la cicatrice?" chiede la dottoressa avvicinandosi a me. Mi fa i soliti controlli e raccomandandomi di stare a riposo, esce dalla stanza. Zaira fa per parlare, ma io la anticipo e borbotto "Sì, starò a riposo. Lo prometto" Lei mi sorride e prendendomi il viso tra le mani mormora dolce "Lo diciamo per il tuo bene, così che tu possa riprenderti quanto prima" "Non mi sfuggi appena potrò alzarmi da questo letto, prometto anche questo" dico facendola scoppiare a ridere, che spettacolo. DOPO UNA SETTIMANA: "Mi annoio qui, lo sai peste :( " rispondo a un messaggio di Zaira che mi chiede cosa faccio. L'orario di visite è finito mezz'ora fa e abbiamo fatto arrabbiare le infermiere perchè l'ho trattenuta altri dieci minuti. "Anch'io, mamma è appena scesa al ristorante dell'hotel per cenare" mi risponde subito dopo Zaira. "Tu non mangi?" le scrivo stranito. "Ho mangiato dei falafel poco fa e sono piena, credo che mi andrò a fare un bagno adesso" "Ma davvero? Senza di me? :/ " La risposta tarda ad arriva, ma mi soddisfa a pieno "Altri due giorni, resisti. Intanto accontentati di una foto" Apro immediatamente la foto e mi porto una mano sul pacco che cresce. C'è lei allo specchio con solo l'intimo che sorride e mi manda un bacio con le labbra. "Questo è ingiusto." Mi manda un'altra foto stavolta senza il reggiseno e il suo braccio che copre i seni. Cazzo. Scendo con difficoltà dal letto e andando in bagno, scosto la veste per impugnare il mio membro e inizio a massaggiarlo lentamente non staccando gli occhi dalla foto. Me la immagino di fronte a me che avanza piano, sensuale come una pantera pronta a divorarti e mi chiede di raggiungerla nella vasca. Non me lo faccio ripetere una seconda volta e raggiungendola alla vasca, osservo la mano che lasca i seni e lei che fa per entrare nella vasca. "Non ancora" le ringhio facendole appoggiare le mani sul bordo della vasca e facendola piegare. Strappo in un millesimo di secondo la mutandina ed entro furioso dentro di lei facendole strappare un urlo. Raccolgo i capelli in un pugno e facendole alzare il viso, la monto così forte da farla tremare. Lei geme il mio nome, mi supplica di non fermarmi, di prenderla come un animale...il mio fiore così innocente. "Cazzo" sibilo venendo così intensamente da appoggiarmi alla porta dietro e chiudere gli occhi. Respiro affannosamente vedendo le stelle sotto le palpebre chiuse e riaprendo gli occhi abbasso lo sguardo al macello creato. "Tutto bene?" leggo un messaggio da Zaira vedendo che non le sto rispondendo, se solo sapesse. "Era entrata la dottoressa" scrivo veloce per poi pulire il disastro. Esco dal bagno più rilassato grazie all'orgasmo e rimettendomi a letto, ricevo un altro messaggio di Zaira "Che dice?" "Che sto alla grande e potrò tornare a scopare presto" "Coglione." Ridacchio per la risposta e faccio per replicare, quando vedo entrare veramente la dottoressa dentro la stanza. "Samir" mi chiama sulla soglia. Corrugo la fronte, che vuol dire? "Sì? C'è qualcosa che non va?" chiedo allarmato. "Idris" dice facendomi capire che si è svegliato. Scendo immediatamente dal letto e sono costretto a rallentare perchè sento ancora fastidio alla ferita. "Ti aiuto io" si offre lei portandomi la sedia a rotelle. "Grazie" le dico riconoscente mentre usciamo dalla stanza e chiedo "Sta bene quindi?" "Bene è un parolone, ma ha recuperato i sensi e sembra lucido. Si è svegliato due ore fa, ma ho preferito farlo stare tranquillo per un po' " "Ha chiesto di me?" "No, ha chiesto di una certa 'Bella' " La sorella. "Capisco" mormoro triste, anche se me l'aspettavo. Arriviamo alla sua stanza e la dottoressa bussa alla porta prima di entrare "Papà?"chiede subito Idris. Io e la dottoressa ci guardiamo ed entrando nella stanza lei chiede "Possiamo?" Idris abbassa lo sguardo a me e corrugando la fronte mormora "Tu..." "Ciao Ibra...volevo dire, Idris." dico un po' impacciato. "Vi lascio da soli, per qualsiasi cosa...sono qui a fianco" dice la dottoressa uscendo dalla stanza. Si crea un silenzio imbarazzante e faccio per spezzarlo, quando lui mi anticipa sibilando gelido "Se vuoi che ti ringrazi per il rene, puoi tornartene da dove sei venuto." E' proprio mio fratello, adesso non ci sono dubbi. Avanzo con le ruote della sedia al suo letto e fermandomi poco più vicino a lui, mi limito a osservarlo...non mi sembra ancora vera che sia di fronte a me, in carne e ossa il mio Ibrahim. "Non sono venuto per quello" mormoro versandomi dell'acqua, ho di colpo perso la salivazione. "Sei un terrorista, un assassino e un ladro. Se pensi che possa voler costruire un legame con te, sei fuori strada. Io ho già la mia famiglia." continua a dire dandomi tante di quelle pugnalate che rimango inerme a subire, me lo merito. "Lo so, non pretendo nulla da te. Volevo solo vederti" "Puoi andare allora" sbotta infastidito. "Vuoi che me ne vada?" "Non voglio più vederti in vita mia Tariq o Samir...come diavolo ti chiami. Dottoressa?" chiama ad alta voce facendola entrare. "Tutto bene? Avete ancora qualche minuto a disposizione" ci comunica lei paziente. "Ci siamo detti tutto, io sono a posto" dice Idris lanciandomi uno sguardo d'odio. "Ho capito...allora andiamo via" dice la dottoressa prendendo la mia sedia. Esco da lì ancora scosso e una volta entrato nella mia stanza scoppio a piangere. Non mi perdonerà mai.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


"Avevamo calcolato tutto tranne i sentimenti. E i sentimenti si sa, fanno sempre saltare il banco." Downton Abbey IDRIS'S POV: "Non voglio vedere nessuno!" esclamo sentendo di nuovo bussare alla porta. "Idris, sono io" dice Bella facendomi sorridere. "Piccola mia, vieni" la faccio passare senza esitazione. "Ehi...sei di cattivo umore?" chiede lei avanzando esitante. E' bellissima come sempre. "Mi sta scoppiando la testa" mormoro alzando il braccio. Lei capisce di raggiungermi e prendendomi la mano, continua a sorridermi. "Papà ha detto che non vuoi parlare con nessuno" "Con nessuno tranne te" dico attirandola a me e lasciandole un bacio sulla guancia. "Come mai?" "Mi hanno tutti mentito, non ho intenzione di parlare con nessuno di loro. Mi sento tradito dalla mia stessa famiglia" "Sarà stato difficile anche per loro" "Cosa? Mentirmi sul fatto che sono loro figlio?" "Lo sei, sarai sempre loro figlio" "Sai cosa? Quando ho saputo la verità, ho pensato subito a noi" "Idris..."mi avverte lei, ma non le do ascolto e prendendole il viso, le stampo un bacio sulle labbra. "Dio...mi sei mancata, perchè ci hai messo tanto?" "Appena ho saputo, sono corsa da te e...ti prego, dobbiamo fare attenzione. Questo era l'ultimo bacio" mormora lei sulle mie labbra. "Perchè? Abbiamo appena scoperto di non essere fratelli" "Non lo eravamo neanche prima di sangue..." "Ho intenzione di cambiare cognome" "Perchè?" "Non sarà difficile così per noi, eri preoccupata di questo no?" "Sarà lo stesso strano...mamma e papà capiranno che stavamo insieme anche prima e..." "Shh ti prego, fidati di me" la zittisco con un altro bacio. Mi aspetto che mi rimproveri per il bacio, ma fa il contrario stranamente...me ne restituisce un altro e un altro ancora. "Scusatemi io..." mormora una voce dietro di noi. Alziamo subito lo sguardo e troviamo Samir sulla soglia che chiude immediatamente la porta e dice "Sapete che i vostri genitori sono nel corridoio?" "Ti prego, non lo dire a nessuno" corre subito da Samir Bella. "Non lo dirà a nessuno, me lo deve." sibilo fulminandolo con gli occhi. Samir non intende abbassare lo sguardo e tenendomi testa dice brusco "Non lo dirò perchè non sono affari miei." Distoglie finalmente lo sguardo a Bella e chiede stranito "Voi due state insieme?" "No" dice Bella simultaneamente a me che sbotto "Certo" La guardo subito male e lei si nasconde da me, odio quando fa così. "E' complicato, ma non deve scoprirlo nessuno. I nostri genitori impazzirebbero e...sarebbe una catastrofe, noi due..." "Ho capito, ho capito. Stai tranquilla, non ne farò parola con nessuno" dice lui mentre sentiamo qualcun altro bussare e vediamo Zaira affacciarsi. "Posso?" chiede timida. "Fiore mio, entra" dice Samir come se fosse la sua camera, che stronzo. Zaira chiude la porta dietro di sè e Samir dice subito piano "Loro due stanno insieme" "Ma che diavolo?" chiede Bella a Samir che fa spallucce e risponde "Mia moglie non è nessuno" "Voi due siete sposati?" chiediamo all'unisono io e Bella. "Voi due state insieme?" chiede invece Zaira indicandoci. "Shhh! Mamma e papà non lo sanno, non lo deve sapere nessuno Zari!" esclama Bella tappandole la bocca. "Monique mi ha chiesto di te, che le dico?" mi comunica Zaira facendo rabbuiare Bella. "Dille che sono morto" dico bevendo un po' d'acqua. "Seriamente?" "Sì" "Dille che sta bene e che...sta con una nuova ragazza" risponde Bella facendomi sorridere, è ancora gelosa di lei. "Ook...questo proprio non me l'aspettavo da voi" dice Zaira sedendosi su Samir che la stringe subito e le molla un bacio sulla tempia. Vorrei poterlo fare anch'io liberamente con Bella. "Io sì" risponde Samir facendo disperare Bella. "Come sì? Si vede?" "No ma...so riconoscere degli occhi innamorati, quelli di Ibrahim lo erano" "Idris, sono Idris." ringhio io. "Calmati tu" dice Zaira e lo ribadisce anche Bella stringendomi la mano. "Che si fa adesso?" chiede sempre Zaira osservandoci. "In che senso?" "Magari stasera tu e Samir potreste parlare un po' " "No." "Non l'ho chiesto Idris" "Mi stai minacciando Zaira?" chiedo socchiudendo gli occhi. "Esattamente...cugino" rimarca l'ultima parola. "Magari una conversazione che duri più di dieci minuti" pretende ancora. Faccio per mandarla a quel paese, ma Bella dice riflettendo "Sì, è vero. Potreste parlare un po' " "Da che parte stai tu?" chiedo brusco alla mia ragazza. "Darei il mondo per avere mia madre o mio padre in vita...hai avuto la fortuna di scoprire di avere un fratello in vita, dagli una chance. Non te ne pentirai" dice Bella accarezzandomi una guancia, le bacio subito la mano morbida e profumata. (per i nuovi lettori: Bella è figlia di Bekka e Farid, trovate la loro storia nel secondo libro "Un attentato al cuore". Bekka è stata assassinata dallo sceicco Ahmed, padre di Samir e Ibrahim, e Bekka ha sparato ad Ahmed, infatti sono morti entrambi nello stesso momento. Successivamente Farid ha deciso di suicidarsi senza la sua Bekka e affidare Bella, la figlia appena nata, alla custodia del migliore amico Jamal e la sorella di Bekka, Swarna, che avranno una relazione nel terzo libro "Contro ogni mia ragione) "Quindi? Affare fatto?" chiede Zaira insistente. Osservo Bella che mi sorride e annuisce la testa, non voglio deluderla. "Mezz'ora" gli concedo brusco. "Grazie" dice Samir contento per poi indietreggiare con la sua sedia a rotelle "Vi lasciamo un po' soli, cercherò di tenere zio e zia lontani per un po' "dice Zaira sulle ginocchia di Samir. Bella fa per negare, ma io le pizzico il fianco e sibilo "Provaci soltanto a dire di no." " A stasera" dice Samir sorridendomi e chiudendo la porta. "Adesso non hai più scuse per darmi almeno un centinaio di baci" borbotto a Bella cingendole la vita e fiondandomi subito sulle sue labbra. SAMIR'S POV: "Posso?" chiedo affacciandomi nella stanza di Ibra. Lui sembra infastidito, ma annuisce con la testa e mi lascia entrare. "Come stai?" mormoro chiudendo la porta e avvicinandomi a lui. "Facciamola finita con queste formalità. Ho deciso di parlarti solo per sapere se è possibile prendere il tuo cognome" "Come?" chiedo incredulo. "E' per Bella, non credere che m'importi di avere il tuo cognome" "Certo. Io...potrei vedere" "Sì o no?" richiede lui brusco. Socchiudo gli occhi "Non lo so Ibra...Idris." Lui incrocia le braccia contrariato e io chiedo "Perchè questa fretta, vuoi sposarla?" "Se solo potessi" sbotta Ibrahim massaggiandosi la fronte. "Capisco come ti possa sentire. Anch'io quando stavo con Zaira facevo fatica a fingere di fronte a tutti" cerco di dire per consolarlo, mi fa male vederlo così in pena. "La tua situazione con mia cugina è diversa, totalmente diversa." "Sì, lo so ma..." "Vorrei riposare adesso" sbotta lui spegnendo l'abat jour e invitandomi tacitamente a spegnere la luce della stanza e andare via. "Avevi detto che mi avresti ascoltato" gli ricordo non demordendo. "Tu fai in modo che possa cambiare il cognome al più presto e poi vedrò di darti la possibilità di spiegarti" Questo ragazzino non ha idea di con chi ha a che fare. Rimetto l'abat jour e guardandolo male sibilo "Vedrò di risolvere il tuo problema solo dopo che mi avrai ascoltato." Ibrahim mi fulmina con lo sguardo, ma riesco a tenere duro e non distoglierlo. "Parla, hai dieci minuti" mi concede alla fine sbuffando. "Bene" dico tirando un sospiro di sollievo. Io..." mi blocco immediatamente, non ricordo più cos'avevo da dirgli. "Ehm...io...."mi gratto la testa e cerco di ricordarmi, così questo vuoto di memoria? "Comincio io, se non ti dispiace" mi viene in aiuto lui, che strano. Annuisco con la testa ancora a disagio. "Come credi che possa perdonarti dopo aver messo la mia vita, quella di Bella e di Dolores in pericolo? Ho visto i filmati della fabbrica, ho sentito una telefonata che feci con te, sembra che avessi avuto un affetto sincero nei tuoi confronti. Ti chiedevo quando saresti arrivato..." Mi guarda dritto negli occhi e sibila "Dove cazzo eri Samir mentre tuo fratello veniva quasi ammazzato?" Ho ricevuto diverse pugnalate, ma questa la sento così intensamente che ho bisogno di mettere una mano al petto per lenire il dolore al cuore. Vorrei tanto rispondergli, dirgli che stavo arrivando, che quando lo vidi per terra mi sentì morire, che non mi perdonerò mai di averlo lasciato nelle mani di quel mostro, ma non riesco a dire assolutamente nulla. Una lacrima che minaccia di scendere viene subito fermata e spegnendo l'abat jour mormoro "Non mi sento molto bene, scusami" Indietreggio con la sedia a rotelle e quando faccio per uscire, sento lui sibilare "Vai, in fondo ti riesce così bene sparire...fratello." Serro fortissimo la mascella e uscendo da lì, mormoro chiudendo la porta "Buonanotte" Raggiungo la mia stanza e una volta dentro mi lascio andare a un pianto isterico, mi sento così impotente. Piango così tanto che mi addormento sulla sedia a rotelle e la testa poggiata sul materasso. Faccio una smorfia quando sento qualcosa solleticare il mio orecchio, scuoto la testa per togliere la mosca, ma sento che mi segue. Alzo la mano per scacciarla e sento una risata...non sono solo. Apro gli occhi piano e metto a fuoco dei capelli scuri e un bel visino...il mio fiore. "Buongiorno" mi saluta lei sorridendo. Che bella che è. Le prendo la mano con cui sta accarezzando la mia guancia e ne bacio il palmo "Sei qui da tanto?" "Da pochi minuti...volevo svegliarti perchè stanno dimettendo Idris" "Lo stanno dimettendo?" chiedo spalancando gli occhi. "Sì...non te l'ha detto ieri sera?" "Non abbiamo parlato" "Non ha voluto vederti? Ora mi sente." parte spedita Zaira, ma la trattengo per il polso e confesso "Sono andato via io" "Ma come..." mormora lei delusa, lo sono anch'io di me stesso. "Non ce l'ho fatta...mi ha parlato di quella sera, ha visto i filmati della fabbrica" "In che senso ti ha parlato di quella sera?" "Mi ha chiesto dove fossi stato mentre lui stava morendo" Zaira fa subito una smorfia e sedendosi sulle mie ginocchia, mi abbraccia forte...mi rifugio tra le sue braccia, nella mia casa. "Mi dispiace" mormora lei accarezzandomi la schiena. Affondo il naso tra i suoi capelli profumati e raccogliendoli in un pugno, appoggio la fronte tra il collo e la spalla...il mio angolo preferito per rifugiarmi da ogni male. "Sono passati tanti anni, non permettere che il passato rovini tutto quanto di nuovo. Sei ancora in tempo per recuperare il rapporto con tuo fratello, è già un miracolo il fatto che tu abbia questa possibilità. Parlagli col cuore in mano, digli ogni cosa...Ibrahim si merita la verità" "Non so se sono capace di dirgliela..." "Certo che lo sei, guardami" mi prende il mento e fissandomi negli occhi mormora decisa "Il Samir che conosco io è capace di qualsiasi cosa, persino di aspettare 15 anni per una sciocca vendetta. Nessuno avrebbe mai avuto il sangue freddo di aspettare tanto...devi sfruttare questa cosa per dirgli la verità e chiudere definitivamente quest'orribile pagina della vostra vita. Anche tu meriti di vivere in pace dopo tanto dolore" "Davvero credi che me lo meriti? Ho fatto tanto male, ti ho fatto soffrire come una bestia" "E' vero...ma non hai mai mentito per quello che provavi per me e questo l'ho visto, lo sento tutt'ora. Io ti ho già perdonato, perchè non dovrebbe farlo anche Idris?" Annuisco con la testa..."Devo combattere ancora per lui, lo farò." Zaira sorride subito e dandomi un bacio sulle labbra, dice alzandosi "Benissimo, andiamo allora prima che se ne vada" Annuisco ma prima di seguirla, la ritiro sulle mie gambe e le lascio un altro bacio più lungo e rude lasciandola senza fiato. Sorrido compiaciuto quando si rialza e barcolla per un attimo. Non vedo l'ora di tornare a scopare, ieri la signorina mi ha provocato abbastanza da farmi uscire pazzo. Percorriamo il corridoio e quando stiamo per avvicinarci alla stanza, sentiamo come delle voci arrabbiate, qualcuno sta litigando? Io e Zaira ci guardiamo subito confusi e raggiungendo la stanza, ci fermiamo immediatamente quando Jamal spinge fuori dalla stanza Bella e urla a Idris "Azzardati a rimetterle le mani addosso e ti ammazzo Idris" "Non riuscirai a portarmela via!" grida Idris facendoci spalancare gli occhi. Hanno scoperto di loro due, cazzo. Jamal si ferma di scatto e ringhiando a Bella di stare ferma, rientra nella stanza furioso, merda merda. Zaira abbraccia subito Bella in lacrime e io entro dentro la stanza. Jamal lo tiene per il collo e gli sta gridando addosso che lo denuncerà per molestie sessuali quando arrivo io e do uno spintone a Jamal per smollarlo da Ibrahim. "Eccolo l'altro fenomeno" sibila Jamal rosso in volto. "Non le ho mai fatto del male! Niente che anche lei non volesse!" ribadisce Idris facendo incazzare ulteriormente Jamal. "Bella ha solo 18 anni cazzo! 18! E' ancora una bambina!" "State dando spettacolo" intervengo io indicando le infermiere di lato che osservano la scena interdette. "Ho promesso a Farid che mi sarei preso cura di Bella e che l'avrei protetta da ogni male ed è quello che farò." ringhia Jamal a Idris puntandogli il dito contro. "Papà, noi ci amiamo" sentiamo dire alla porta...Bella è tornata alla riscossa. Zaira cerca di tirarla fuori dalla stanza, ma lei s'impunta e dice decisa "Amo con tutta me stessa Idris, l'ho sempre amato e lo amerò per l'eternità papà" "Che cazzo ne volete sapere voi due di amore? Siete solo due ragazzi con gli ormoni a palla che hanno dato sfogo ai loro bisogni" "Papà noi..." "Non esiste nessun noi, siete fratelli dannazione! Tu non lo vedrai più!" si gira verso Idris e ringhia "E tu non la cercherai" "Sai che non succederà papà." sibila Idris digrignando. "Bene, farò in modo che tu non la possa trovare" dice Jamal per poi prendere il braccio di Bella e trascinarla via. "Idris!" urla Bella mentre lui cerca di scendere dal letto, ma è ancora troppo debole per mettersi in piedi e cade per terra. "Bella, no! Sole mio!" grida ancora Idris disperato mettendosi seduto contro il comodino. "Ibrahim" mormoro col cuore a pezzi per lui mentre gli metto una mano sulla spalla. Lui è così distrutto dal dolore che l'afferra e scoppia a piangere con l'altra mano sul petto. "Si risolverà tutto, te lo prometto" gli mormoro mettendomi a terra con lui. Idris scuote la testa come a comunicarmi il suo stato d'animo e io lo abbraccio forte...sento presto lui aggrapparsi a me e continuare a piangere. Piango anch'io perchè mai mi sarei aspettato di poterlo rifare in vita mia, afferro in un pugno i suoi ricci e sorrido mentre sento altre due braccia circondare le nostre spalle. Alzo la testa leggermente e allungando il braccio, comprendo anche l'amore della mia vita nell'abbraccio. "Andrà tutto bene, ci sono io adesso. Sarò sempre dalla tua parte." sussurro a Idris accarezzandogli la schiena e con l'altra mano accarezzando la guancia di mia moglie che mi sorride commossa e orgogliosa. "Ho rovinato tutto, lei mi aveva avvertito che qualcuno sarebbe entrato ma io...cazzo! Ho rovinato tutto!" grida addolorato Idris mentre piano piano lo rialzo e posandolo sulla mia sedia a rotelle mormoro uscendo dalla stanza "Andiamo, risolveremo tutto. Non avere paura." "Devo trovare Bella, devo dirle che..." "Non adesso. Devi riposare prima, poi troveremo Bella e potrai dirle quello che vorrai" "Me lo prometti che la troveremo?" "Hai la mia parola" "Dove stiamo andando?" "A casa nostra, non ti abbandonerò mai più." "Prometti anche questo?" chiede lui alzando gli occhi arrossati. "Sì fratellino, mai più" ribadisco stringendogli la spalla ed entrando in ascensore insieme a Zaira di fianco. UN MESE DOPO: "Avanti" grida Bilel ignaro del fatto che ci sia io dietro la porta. Prendo un bel respiro e aprendo la porta, entro nella tana del leone. Ho tardato il più possibile questo momento, ma lo devo a Zaira...non voglio che rimanga senza una famiglia, voglio solo il meglio per lei e lo avrà, anche se questo comporta che Bilel mi ammazzerà di botte. Bilel è al telefono di spalle e non mi ha ancora visto, sarei ancora in tempo per scappare via. Decido di affrontare di petto la situazione e chiudendo la porta, aspetto che si accorga di me. "Sì, ci aggiorniamo. Mandami per email il rendiconto" sbotta brusco, come suo solito, per poi girarsi e rimanere fermo. Non si aspettava che mi presentassi al suo cospetto. "Samir." quasi sibila tra i denti il mio nome andando a sedersi dietro la scrivania. "Posso?" chiedo indicando la poltroncina davanti. "Prima versami del whisky" mi ordina nervoso, eseguo subito. "Posso prenderne un po' anch'io?" chiedo notando che sono fin troppo agitato, è insolito da parte mia, solo Zaira ha il potere di rendermi tanto vulnerabile. "Hai preso mia figlia senza il mio permesso, cosa t'impedisce di fare lo stesso col mio whisky?" La stessa linguaccia della figlia, sono allenato a ciò per fortuna. "Aveva a che fare con Tariq prima" dico posando il suo bicchiere di whisky sulla scrivania e prendendo posto. "E adesso ho a che fare con chi?" chiede lui sorseggiando il liquore ambrato. "Con una persona nuova, una persona che ama sua figlia tanto da venire dal padre a farsi calpestare l'orgoglio" "Te l'ha chiesto Zaira?" Scuoto la testa "No, ma non volevo sistemare le cose prima d'iniziare una nuova vita con lei" "Sembri un uomo veramente innamorato" "Lo sono" "Sei un bastardo" Accuso il colpo e annuisco con la testa, tanto torno non ha. "Ricordi quella volta che brindammo alla morte di Samir? Mi guardasti dritto negli occhi e sorridesti...ancora oggi mi chiedo come diavolo hai fatto ad essere tanto lucido e non darmi un pugno in faccia" "Non lo so neanch'io signore, so solo di essere stato accecato dalla rabbia, dalla vendetta per quello che pensavo che avevate fatto a mio fratello. Ero solo, Mustafa mi aveva messo in testa tante di quelle menzogne che..." "Non me ne frega un cazzo di quello che pensavi Samir, mi hai preso per il culo per 15 lunghissimi anni. Hai tramato alle mie spalle, hai messo in pericolo la vita di mia figlia, hai rubato il mio cognome per introdurti nell'organizzazione, il tutto mentre io ti davo vitto, alloggio e fiducia senza misura" mi ringhia tutto addosso Bilel. Bevo un lunghissimo sorso di whisky prima di parlare "Non finirò mai di scusarmi per il mio comportamento con lei, con Zaira...sarà un peso che mi porterò all'inferno per sempre. Non le sto chiedendo di perdonarmi, so di averla fatta grossa e che mai sarò compreso per quello che ho fatto, ma le chiedo di pensare alla felicità di Zaira e di agire di conseguenza" "Le sto già permettendo di andare a convivere con te, per chi credi che l'abbia fatto?" "Posso capire la sua rabbia nei miei confronti, se fossi stato al suo posto, avrei già ficcato un proiettile in testa alla carogna, ma le posso dare la mia parola che mi prenderò cura di Zaira come il fiore prezioso e delicato che è. Non le farò mancare mai nulla, l'amerò e la onorerò per il resto dei miei giorni, che possa credermi o meno" "Queste parole non devi dirle solo a me" dice lui indicando dietro. Mi giro e trovo Benedetta alla porta con le braccia incrociate. "Signora Cortada" mi alzo subito. "Stai stai" mi ferma lei andando verso il marito che si alza per darle il suo posto. Mi liscio la camicia e mi sistemo il colletto, Benedetta ha sempre uno strano effetto su tutti quanti. "Samir" dice facendomi cagare sotto. "Signora io...volevo...." "Hai il mio perdono" dice subito facendomi spalancare gli occhi. "Ma...come?" chiedo infatti ancora incredulo. "Hai mancato di rispetto a tutti quanti, ci hai mentito, ingannati e raggirati nel modo più becero ma..." alza lo sguardo al marito prendendogli la mano e continua a dire "Rivedo me e Bilel in voi. Tu l'ami e lei ama te, siete disposti a qualsiasi cosa per l'uno e per l'altra e niente e nessuno potrà mai mettersi tra voi due...neanche il passato" Stento a crederci quando aggiunge "Conobbi Bilel in una circostanza strana, lui voleva fare un attentato nella mia scuola e il nostro incontro è stato un puro caso. Ho avuto a che fare con i suoi fantasmi, con l'organizzazione...so bene la merda che vi mettono in testa, è stata dura combattere contro loro, ma come vedi...l'amore quello puro e reale può resistere a qualsiasi cosa" Si alza dal posto del marito per venirmi incontro e posandomi una mano sulla spalla dice "Ahmed è un mostro che è riuscito a infettare anche i suoi figli, eravate vulnerabili e lui si è approfittato di questo. La morte di tuo fratello ha alimentato i tuoi fantasmi e hai perso il controllo dei tuoi pensieri fino a quando hai incontrato Zaira...lei è riuscita a vederti per quello che sei, ti ha compreso, si è presa cura di te e dato il mondo. E' così che ci si sente a innamorarsi...ti senti denudato e tu non sopportavi che quella sensazione te la desse proprio sangue del sangue del presunto assassino di tuo fratello. Hai agito scioccamente, ma come vedi...il cuore è prevalso" "Io...non so che dire. Non volevo causare tanto dolore a Zaira, è come se mi fossi svegliato da un orrendo incubo e...lei c'è sempre stata per me, l'amo con tutto il cuore, sarei pronto a dare la mia vita per lei" mormoro con gli occhi lucidi. "Lo so, lo leggo nei tuoi occhi...è per questo che abbiamo lasciato te e Zaira liberi di vivere la vostra vita. Anche tu meriti un po' di pace dopo tutto l'inferno che hai passato" D'istinto abbraccio forte Benedetta e mi asciugo una lacrima che scorre lungo la mia guancia sinistra...è stata così buona e comprensiva con me, non me lo meritavo, sono stato un mostro. "Va tutto bene" dice lei accarezzandomi la schiena. "Grazie per queste parole, è bello sentirsi compresi...ho fatto cose orribili, niente può giustificare il mio comportamento, ma è stato troppo doloroso per me vedere morire sotto gli occhi Idris e...mi sono sentito morire anch'io dentro, giuro che se non fosse stato per Zaira sarei morto " "Perdonatemi per tutto quanto, farò qualsiasi cosa per dimostrarvi che voglio solo il bene di Zaira e vivere in pace con lei" aggiungo mentre Bilel mi tende la mano e prendendola, mi attira in un abbraccio paterno. Mi trattengo dal piangere, Bilel si è comportato come un padre con me, non mi ha mai fatto mancare nulla e sempre trattato con rispetto...devo solo essere riconoscente di tutto ciò. "Mi perdoni signore, potrà fidarsi di me da ora in poi. Siamo dalla stessa parte" mormoro sulla sua spalle mentre sentiamo una voce in lontananza chiedere "Che diavolo sta succedendo?" Bilel indica Zaira alla porta e la moglie "Ringrazia loro se non ti ritrovi sottoterra adesso" Scuoto la testa ricevendo uno schiaffone al collo e mormoro "Grazie signore, non la deluderò più" "Ti conviene ragazzo" dice lui severo raggiungendo la moglie e abbracciandola da dietro. "Forza che mi devi dare una mano con le valigie!" protesta Zaira tirandomi fuori dallo studio. Da domani ci trasferiremo alla casa al mare che abbiamo costruito con le nostre mani, quando la mostrai a Idris e gli raccontai la storia, scoppiammo a piangere tutti quanti. Purtroppo Idris non potrà vivere in quella casa perchè i tornei di tennis e gli allenamenti lo tengono inchiodato in America, ma ha promesso che ci farà visita molto spesso. (Per i vecchi lettori: Ho modificato un po' il profilo di Idris. Ve lo ricordate come veterinario e a questo ho aggiunto la sua passione per il tennis. Ben presto abbandonerà il suo lavoro per seguire la sua passione e nei prossimi 5 anni riesce a vincere diversi tornei nazionali e la sua carriera da professionista tennista è solo in salita!) Nel frattempo Zaira sta facendo pratica presso uno studio di un avvocato molto importante e studia per magistratura, ha scelto d'intraprendere questa strada e io non potrei essere più orgoglioso di lei. "Com'è andata?" chiede subito lei trascinandomi nella sua stanza. "Era molto incazzato all'inizio, ma tua madre è intervenuta e..." sorrido ripensando alle sue parole "Che c'è?" mormora Zaira stranita sedendosi sulle mie ginocchia. "Ha detto delle bellissime parole, è stata comprensiva e...capisco perchè tuo padre se n'è perdutamente innamorato. E' ragionevole, sensibile, dolce..." "Ehi ehi...non hai mai fatto un elenco così bello dei miei pregi" mi riprende Zaira. "Ad averceli" dico ricevendo una gomitata all'addome. "Ti amo, lo sai peste" Lei mi guarda male e chiede seria allacciando un braccio attorno alle mie spalle "Quando hai capito di amarmi?" "Vediamo, ah sì...quando mi feci quel fantastico pomp..."Zaira mi tappa subito la bocca e mi fulmina con lo sguardo "Le prendi." mi minaccia piano. Scoppio a ridere e lei si finge subito offesa...le porto i capelli sulla schiena e sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio mormoro "Ricordi quando feci quegli incubi e tu mi abbracciasti subito al mio risveglio?" Lei annuisce piano la testa e io aggiungo "Là capii di essermi cacciato nei guai. Mi sentì in un'altra dimensione tra le tue braccia, non avrei mai voluto staccarmi da quel calore che mi teneva lontano dagli incubi e da ogni male. Capii di amarti in quell'istante, nessuno si era mai preso la premura di vedere come stessi, di confortarmi in quel mondo. Non pensavo di meritarmi tanta dolcezza e cura, è stato un momento che mi ha scaldato il cuore. Per una volta non mi sono sentito solo" "Non ti sentirai mai più solo. Sarò sempre dalla tua parte, te lo prometto" mormora lei accarezzandomi una guancia. Sorrido intenerito, mi sento così fortunato ad averla al mio fianco "Mi rendi una persona migliore, prometto di renderti sempre fiera di me fiore mio" "Lo sono già, sono così fiera di te amore mio" mormora lei facendomi commuovere. "Ehi no! Non ho finito con le valigie!" grida ridendo Zaira mentre l'alzo in aria e la butto sul lettone. "Le valigie possono aspettare" dico facendomi spazio tra le sue gambe. DOPO DUE ANNI: "Grande! Sei il numero uno, vai così!" grido agitano il pollicione blu con la scritta del nome di mio fratello. "Amore hai finito il thè? Sto crepando di caldo" borbotta Zaira al mio fianco agitando il ventaglio. "Sì, cer...cazzo si! Distruggilo!" urlo saltando finchè Idris lancia un'occhiata al mio posto e sorride scuotendo la testa. "Mio fratello è un campione, quello è mio fratello" ribadisco ai spettatori nei dintorni. Mi risiedo notando le occhiatacce degli stronzi mentre Zaira borbotta ancora "Vuoi darmi quel thè o no?" "Sì, eccolo. Stai bene?" chiedo passando un braccio attorno alle sue spalle. "Non so, oggi fa particolarmente caldo a Miami. Potrei svenire dal caldo" dice bevendo velocemente la bevanda fresca. "Quanto manca ancora alla fine?" chiede Monique limandosi le unghia. "Siamo all'ultimo set" le rispondo mentre Idris fa una pausa per bere dell'acqua e posa per terra la racchetta. "Quel thè è pieno di zuccheri gioia" informa Zaira per poi alzarsi e dire seccata "Faccio un salto in bagno" Zaira si scolla subito dalla bottiglia e fa una smorfia "Quella stronza...non la sopporto, perchè Idris ci è tornato insieme?" "Gli vuoi dare torto?" chiedo facendo riferimento al corpo da modella. L'arbitro fischia l'inizio del set e Idris batte, il tiro è così preciso che l'avversario non riesce a ribattere e il primo punto va a Idris. "Forza!" grido agitando nuovamente il pollicione. "Credi che sia ingrassata? Monique mi fa venire i complessi" mi chiede Zaira guardandosi le braccia. "Te lo dirò quando saremo in hotel e ti avrò finalmente nuda" "Shh!" esclama Zaira arrossendo di scatto. "Cosa devono capirne dell'italiano questi americani" "Magari c'è qualcuno che sa parlarlo" "Meglio, così sa già che sei mia" dico pizzicandole il fianco. Lei sussulta fulminandomi con lo sguardo mentre Monique torna e si rimette a limare le unghia. "Domattina a che ora dovrebbe atterrare papà?" "Verso le dodici" dico ansioso di vederlo per la riunione di lavoro. Con Bilel abbiamo un rapporto più che buono, mi ha dato una seconda possibilità e adesso lavoriamo insieme. Sono agli inizi, ma imparo molto in fretta e non mi sarei mai aspettato che questo tipo di lavoro mi sarebbe potuto piacere, odiavo tutto ciò che aveva a che fare con l'amministrazione e i conti. "Allora mi daresti un passaggio al centro commerciale prima di andare alla banca?" "Sai cosa fare per meritarti il passaggio" dico risalendo con la mano la gonna fino all'interno coscia. Zaira ferma subito la mano e scostandola borbotta piano "Ci guardano tutti..." "Sai già cosa ne penso fiore mio" "Set point" sentiamo dire e subito ci concentriamo sulla partita. Rimango senza fiato e in ansia per tutta la durata del set e salto in aria felice quando Idris fa l'ultimo punto portandosi a casa la vittoria. "L'ho detto o no che è un campione?" grido prendendo in braccio Zaira e facendola girare in aria. "Ha vinto?" chiede Monique mentre non mollo Zaira e urlo alla platea "Fottetevi bastardi! Mio fratello è un campione" Zaira scoppia a ridere per le mie grida e stringendomi forte, mi consiglia di andare a congratularci con Idris. Scendiamo subito e mostrando i nostri pass, lo raggiungiamo in campo mentre lui è assalito da giornalisti. "Mi sono molto divertito e il mio avversario è stato grande, sono molto felice di questa vittoria" "Cosa vuole dirci a proposito delle voci a proposito del matrimonio tra lei e Monique?" sentiamo chiedere un giornalista a Idris. "Sono solo voci" borbotta lui e fa per andarsene quando si paralizza alla prossima domanda "E cosa può dirci a proposito del fidanzamento tra sua sorella Bella e il suo collega Marcus?" Merda. Tiro subito Idris per un braccio e dico sfacciato "Scusatemi, ve lo rubo un attimo" lo allontano da quegli avvoltoi mentre lui mi ringrazia e mi abbraccia forte. "Sei un grande, sono così fiero di te" gli dico battendo dei colpi sulla schiena. Idris mi sorride, ma sembra assente dallo sguardo...starà pensando a Bella. "Hai promesso che te la saresti dimenticata" gli ricordo guardandolo serio. Lui deglutisce e annuendo con la testa mormora "Lo so, ma che è complicato e...davvero sta con quel figlio di puttana di Marcus?" "Idris" lo rimprovero mentre anche Zaira si congratula con lui e Monique ce lo porta via per fare delle foto insieme dai paparazzi. "Che vi siete detti?" chiede curiosa Zaira. "Ha saputo del nuovo ragazzo di Bella" "Un gran figo" Alzo un sopracciglio e lei dice sorridendo furba "Che c'è? Tu puoi fare apprezzamenti su Monique e io no?" "No, i tuoi occhi devono e possono posarsi solo su tuo marito" le dico pizzicandole il fianco, infatti lei scappa via da me, ma è troppo facile con lei perchè l'acciuffo tempo niente e alzandola in aria, le lascio una sculacciata "Domani riferirò della tua indisciplina a tuo padre" le dico mentre lei scoppia a ridere e mi prega di rimetterla per terra. Eseguo e le agguanto subito il viso "Cosa devo fare con te?" chiedo tirando coi denti il suo labbro inferiore. Lei ridacchia ancora e posando le mani sul mio petto mormora sensuale "Abbiamo accesso allo spogliatoio di Idris per un attimo?" "Io...credo di sì, che vuoi fare?" chiedo alzando il sopracciglio sorpresa dalle sue iniziative. "Muoio di caldo, potremmo rinfrescarci un po'...tanto Idris avrà a che fare con Monique e le giornaliste ancora per molto" "Idris?" urlo prendendo subito per mano Zaira. Lui si gira e io gli grido in italiano in modo che i giornalisti non capiscano "Bussa prima di entrare nello spogliatoio" "Avanti amico, sul serio?" chiede Idris incredulo mentre io trascino Zaira dentro. "Tarda più che puoi!" gli grido anche correndo insieme a Zaira che se la ride. Sono tutti fuori quindi non troviamo nessuno nel corridoio e riusciamo a raggiungere in fretta lo spogliatoio. "Attento" ride lei mentre le levo la camicetta e non notando un borsone, ricado sulla panca di legno dietro. L'attiro subito su di me mettendola a cavalcioni e lascio che traffichi con la cintura dei miei pantaloni mentre le slaccio il reggiseno e le bacio subito la carne dei seni. "Mi fai uscire pazzo" ringhio alzandole la gonna per palparle i glutei. "Lo sei già amore" si diverte a deridermi lei, ma dura poco perchè entro dentro di lei scostando le mutandine e lei è costretta ad aggrapparsi alle mie spalle per restare in equilibrio. "Cos'è? Non fai più la simpatica?" la derido uscendo e rientrando più forte facendole spalancare la bocca. "Samir" dice in filo di voce raccogliendo in un pugno i miei capelli e alzando gli occhi al soffitto. Le prendo subito il mento e ringhio "Occhi a me fiore mio" velocizzando le stoccate e facendola gemere di piacere. "Farai ancora apprezzamenti a quel coglione del ragazzo di Bella?" Lei ride per un attimo, ma la zittisco nuovamente strofinando con due dita il suo centro pulsante "Non ho sentito la risposta" ribadisco severo. "Sei geloso?" geme lei muovendo il bacino a ritmo. "Dovrei esserlo?" "No, perchè amo solo te" Ecco la risposta che volevo. La premio facendole raggiungere l'orgasmo al più presto e venendo anch'io poco dopo, respiriamo con affanno appoggiati uno contro l'altra. "Mi sono meritata il passaggio domani?" chiede lei facendomi ridere. "Questo era solo un assaggino" mormoro lasciandole dei baci sulla spalla nuda. "Volevo rinfrescarmi, non sudare ulteriormente" borbotta lei mentre io le disegno un cuore a lato del seno e mormoro "Ci andiamo a prendere un gelato?" Lei s'illumina come una bambina ed esulta "Sì! Un gelato sarebbe perfetto!" Fa per alzarsi da me, ma la trattengo dalla vita e dico "Aspetta un secondo..." Incrocio le nostre dita e baciandole, la osservo ancora un attimo "Che succede?" chiede lei corrugando la fronte. "E' che...ti amo così tanto che delle volte ho bisogno di un attimo per calmare il mio cuore, senti" le poso una mano sul petto e lei alza un sopracciglio sorpresa dalla velocità dei battiti. "E' così ogni volta che dici di amarmi; mi surriscaldo, il cuore inizia a battere più veloce di una locomotiva e guarda...tremo come un idiota" le mostra la mano sinistra tremante. "Non sei un idiota, sei tenero..."dice lei regalandomi un bacino dolce. "Menomale...il mio orgoglio è ancora in salvo" ci scherzo su mentre le sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mormoro "Diventi sempre più bella, com'è possibile?" "Immagino sia il sesso a rendermi tanto radiosa" mi fa scoppiare a ridere lei. "Domani dovrò assolutamente rendere conto a tuo padre del tuo linguaggio sfacciato" "Attento a disubbidirmi, stai ancora sotto i miei comandi. Non ricordo di aver mai avuto le tue dimissioni da mio bodyguard" Sorrido rimettendole il reggiseno e la camicetta "Mi scusi signorina Cortada, l'aspetto fuori in macchina allora" "Signora Cortada, mi sono sposata" dice lei alzandosi da me. "Oh ma davvero? Chi è il fortunato?" chiedo sistemandomi i pantaloni e la cintura. "Il mio bodyguard, riesce a crederci?" mormora lei slacciandosi qualche bottone della camicetta ricevendo una mia occhiataccia, ma lei lo ignora e mi fa un occhiolino. "Si è dato da fare questo bodyguard" cedo raggiungendola alla porta. "Decisamente un bodyguard di troppo" dice facendomi ridere mentre incrocio le nostre dita e le lascio un bacio dolce sulla tempia, il mio fiore prezioso. FINE ♡ SPAZIO AUTRICE: Non avevo assolutamente idea di scrivere di loro, non mi era passato neanche nell'anticamera del cervello questa coppia. È successo in maniera così improvvisa e spontanea che in un solo giorno iniziai a fantasticare su di loro e le idee scorrevano talmente veloci che fui obbligata ad annotarmele tutte...e io non mi annoto mai nulla. Vivo insieme a voi la storia dei personaggi, se mi passa per la testa un'idea folle la scrivo nell'immediato, è raro che ci sia un ragionamento sensato dietro la mia scrittura, ma è proprio per questo che penso che sia tanto sincero e totalizzante. Samir mi ha divertita un sacco, scrivere di lui è stato rigenerante e insieme a Zaira mi hanno fatto vivere una splendida storia d'amore parecchio tormentata, come piace a me ormai. A ogni libro mi dico sempre "questo è l'ultimo" perché dietro c'è un lavoro immenso e molte volte vorrei darmi per vinta, ma posso fermarmi adesso che Idris e Bella hanno stuzzicato il mio interesse?? Esatto, è da matti. Per non parlare del fatto che ho scelto il mio amato Matteo Berrettini come modello per Idris, aspettavo da un secolo questo momento. Se scorrete avanti, ho caricato il primo capitolo del sequel "Un azzardo in due". Per i prossimi capitoli trovate il libro tra le mie storie, quindi adesso allacciatevi la cintura che si riparte col botto! PS. Non mi sono scordata di Giorgio e Ines, sarebbero dovuti essere proprio loro la prossima coppia che avrei trattato, ma non è ancora il loro momento! Magari più avanti, ma vi prometto che ci saranno 💘 Vi aspetto in California, è proprio lì che si ambienterà la storia! Sarà la prima volta per me, uscirò dalla mia comfort zone di Palermo per un po' e sono molto curiosa di cimentarmi in questa nuova avventura. Spero di non deludervi mai e di esserne all'altezza! Ok, ho parlato troppo, come mio solito uff! Do la parola a Idris e Bella, ci sentiamo presto bamboline 💕 Love you all, xoxo Benilka ♡

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