Yu gi oh Zexal: I Cinque Prescelti

di Katty Fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter 1: Tutto alla normalità... o quasi ***
Capitolo 3: *** Chapter 2: Incontro famigliare... a sorpresa! ***
Capitolo 4: *** Chapter 3: La profezia ***
Capitolo 5: *** Chapter 4: Organizzazione ***
Capitolo 6: *** Chapter 5: Nuova compgna di classse... simpatica! ***
Capitolo 7: *** Chapter 6: La sfida di Shark! ***
Capitolo 8: *** Chapter 7: Ritorno all'infanzia ***
Capitolo 9: *** Chapter 8: Tori e Rio... rapite!? ***
Capitolo 10: *** Chapter 9: Missione di salvataggio! (parte 1) ***
Capitolo 11: *** Chapter 10: Missione di salvataggio! (parte 2) ***
Capitolo 12: *** Chapter 11: Volando con le aquile! ***
Capitolo 13: *** Chapter 12: Segreto svelato... la carta di Natsumi= Numero 90: Avril, Dea dell'Aura ***
Capitolo 14: *** Chapter 13: Incontro con il ragazzo dai occhi viola ***
Capitolo 15: *** Chapter 14: Ricordi dal Passato: La nascita ***
Capitolo 16: *** Chapter 15: Rincontro... a scontro ***
Capitolo 17: *** Chapter 16: Ricordi dal Passato: Incontro dei due principi ***
Capitolo 18: *** Chapter 17: Una nuova amiciza ***
Capitolo 19: *** Chapter 18: Regali speciali... attraverso il tempo ***
Capitolo 20: *** Chapter 19: Ricordi dal Passato: Un amicizia eterna... oltre i confini ***
Capitolo 21: *** Chapter 20: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 1°) ***
Capitolo 22: *** Chapter 21: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 2°) ***
Capitolo 23: *** Chapter 22: Il libro misterioso e la proposta ***
Capitolo 24: *** Chapter 23: Ricordi dal Passato: Ritorno! ***
Capitolo 25: *** Chapter 24: Una partita avvincente! ***
Capitolo 26: *** Chapter 25: L'intera storia del libro misterioso! ***
Capitolo 27: *** Chapter 26: L'appuntamento! ***
Capitolo 28: *** Chapter 27: Ricordi dal Passato: L'annuncio di Pace! ***
Capitolo 29: *** Chapter 28: Una rivelazione dispiacevole! ***
Capitolo 30: *** AVVISO ***
Capitolo 31: *** SONO RITORNATA!!!!!!! ***
Capitolo 32: *** Ultimo ritorno!! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
Guerra.
Questa è la parola adatta: “guerra”. Una guerra che non finirà mai.
L’isola era in fiamme. Guerrieri di regni diversi in lotta fra di loro per la conquista. Grida strazianti. Gente che scappano da loro per ripararsi in posti sicuri, donne, bambini e vecchi non venivano risparmiati per ordine del principe.
Il loro sovrano era un dittatore, un terribile Principe della Follia. Venne soprannominato dai suoi abitanti per l’orribile omicidio dei genitori nelle stanze del Re. Perciò, aveva strappato il Contratto di Pace con i regni misteriosamente e dichiarato guerra per conquistare le isole per costruirne un Impero.
Si procura una flotta di mille navi e migliaia di uomini a sua disposizione, cominciando a conquistare l’isola più vicina.
L’isola di Nasch.
Non appena che si sono sbarcati avevano cominciato la guerra, massacrando gli abitanti vicine al mare, sotto lo sguardo divertito del sovrano. Nasch decide di scendere in campo di battaglia di lottare contro il Principe della Follia e aveva ordinato di mettere in salvo i servitori e gli abitanti lontano da quell’isola infuocata.
Abitazioni incendiate. Torce di Luce al calar del crepuscolo. Tutti correvano verso le navi a disposizione. Solo uno che voleva.
Una ragazza… una principessa di sangue reale.
-Principessa, dobbiamo andarcene via!- gli grida il comandante, molto giovane, trattenendola per un braccio.
-Non posso! Così si uccideranno entrambi!- ribatté la fanciulla dai capelli corvini, togliendosi bruscamente il braccio e corse, ignorando le chiamate del ragazzo.
Si diresse verso il palazzo sventolando il vestito bianco e il velo sul capo, ansimando per la corsa. Doveva trovarli e fermali prima che sia troppo tardi!
Percorreva per tutti corridoi alla ricerca di lui. Era tutto il suo amore. La sua parte i è stessa. Lo aveva sempre amato con tutto il suo amore nei ultimi anni che erano stati assieme e di sposarsi con colui che sarebbe stato il Principe della Pace.
Cosa era successo? Perché era cambiato?
Alla fine lo trova.
Il giovane con gli occhi viola duellava contro il giovane sovrano dell’isola. Due mostri sul campo di gioco. Il mostro del ragazzo dai capelli viola lo attacca distruggendo il mostro dell’avversario e l’altro viene scaraventato a terra per molti metri.
Nasch aveva vinto.
La giovane corse verso di loro nel campo di gioco appena concluso.
Nasch si avvicina verso il ragazzo dai capelli arancioni, tentando di alzarsi –Arrenditi, dittatore. Per te è finita!- gli disse, sguainando la spada e puntando verso di lui.
Il ragazzo non si scompose, abbozza un sorriso maligno senza voltarsi –Hai ragione…- disse -…ma non tutto è finito!- gli grida, voltandosi e sguaina la spada per colpirlo.
Nasch lo blocca con la spada. Lama contro lama.
La fanciulla gli urla –No! Fermi! Fermatevi!-
Nasch gli fece volare la spada dell’avversario e puntandolo contro di lui –E’ la tua fine!- gli urla, prese la rincorsa e… colpisce la ragazza.
I due rimasero pietrificati. Nasch rimase con gli occhi spalancati ed estrasse la spada dal corpo della fanciulla.
Il Principe della Follia la prese al volto chiamandola di continuo, grosse lacrime salate scesero dal viso, guardando la fanciulla morente che lo guardava con gli occhi socchiusi e un sorriso pieno di dolcezza e di amore.
Vector aveva il cuore spezzato in mille frantumi. Perché doveva capitare a lei! La ragazza che l’aveva amata un tempo. Chiuse gli occhi pieni di dolore e urla con tutto il fiato nei polmoni al nulla facendo l’eco…

 
-…non si sapeva cosa era successo ai due innamorati. Si dice che si fossero uccisi a vicenda oppure avevano lasciato l’isola senza lasciare le tracce. Fu questa la leggenda del Principe della Follia e della Principessa dai Occhi di Galassia. Fine- concluse la donna, chiudendo il libro antico che aveva trovato in uno dei suoi viaggi con il marito. Merial aveva raccontato quella storia a sua figlia per farla addormentare ma niente successo –Ti è piaciuta?- chiese.
La piccola aveva quasi cinque anni, i capelli cortissimi quasi da maschiaccio, il pigiamino semplice e coperta dalla lenzuola leggera bianca per l’estate.
Adorava ascoltarla.
-Mi è piaciuta!- disse entusiasta la piccola.
Merial sorrise. Gli piaceva vedere sua figlia piena di allegria. Era uguale a lei ma con il carattere di suo padre. Appoggia il libro sul comò e la imbocca dentro il letto –Bene. Ora, mia piccola birbante, è il momento di dormire- gli disse con dolcezza e gli tocca con il dito il nasino della bimba.
-Secondo te, pensi che sia vera o no la leggenda?- chiese curiosa la piccina.
Merial, invece di risponderle la verità, gli disse –Ogni leggenda c’è un fondo di verità- Alcune ciocche di capelli neri gli scesero sulla fronte, diede un bacio sulla fronte della figlia
-Buona notte!- disse la piccola, chiudendo gli occhietti blu. 
-Buona notte- Merial si alza dal letto e apre la porta, rimanendo sulla soglia della porta –Ti voglio bene- gli sussurra e chiuse la porta.

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Capitolo 2
*** Chapter 1: Tutto alla normalità... o quasi ***


Chapter 1: Tutto alla normalità… o quasi

Erano passati appena pochi giorni da quando Astral aveva scoperto che Yuma gli aveva mentito sull’identità di Rei che era in realtà un Bariano, noto come Vector, il più terribile dei sette imperatori del loro mondo, soprattutto al ragazzo di averli raccontato di essere uno della polizia con il crimine di Brarian.
Tutti si erano fidati definitamente di lui che diventarono amici, compreso Yuma.
Nessuno si era accorto del misterioso comportamento del ragazzo dai capelli arancioni, teneva l’espressione di un bambino infantile e con quei occhi viola da cerbiatto sembra di poter sciogliere il cuore di una persona qualsiasi; con Yuma, invece, avvolte diventa severo con lui e con un comportamento da caporale di polizia che il ragazzo dai occhi cremisi si metteva sull’attenti.
Ma da quello che era successo in quel episodio: Vector aveva rapito Rei con lo scopo di portarlo in un’altra dimensione, Yuma e i suoi amici partirono immediatamente a salvare il loro amico grazie per mezzo del dirigibile uscito dalla Chiave dell’Imperatore.
Ma una volta arrivati… Yuma accecato dalla rabbia non diede ascolto Astral.
Non voleva accettarlo.
Non riusciva a credere che abbiamo fatto del male a Rei.
Si scopre che era un trucco. Un inganno!
In realtà, il Rei che conoscevano era Vector. Tutti rimasero sconvolti dalla terribile rivela-zione di Rei.
Una strana macchia oscura aveva macchiato la sua anima durante la trasformazione, il potere Zexal. In quella macchia prese il sopravento: il comportamento di Astral diventava simile al Numero 96 e, con la volontà malvagia, lui e Yuma diffusero le loro anime per dare origine un potere oscuro: il Zexal dark.
Il Yuma oscuro continuava a duellare contro il Bariano con sfoga e rabbia come un pazzo ma fortunatamente il Yuma buono riesce a salvare Astral dalla sua crudeltà.
Ma fu in quel momento, che ogni speranza stava per spegnersi… una luce abbagliante che fece unire di nuovo i loro cuori per apparire un nuovo potere Zexal; grazie a questa nuova forza, i due riescono a vincere il duello e portarono in salvo i loro amici sulla Terra.
Astral sapeva che le cose non sarebbero più state come prima ma non poteva far altro che sperare che un giorno sarebbe riuscito a perdonare definitivamente Yuma, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Non dimenticò quel giorno… e non lo dimenticò mai.

Era una giornata di sole su Heartland City, la città super tecnologica del mondo, una delle città più famose del mondo. Senza nuvole in giro e un lieve soffio di vento che si alzava dal caldo calore di primavera, il riflesso del fiume che scorreva sotto i ponti.
La gente si muovevano di qua e là in giro per lavoro d’ufficio, servire ai tavoli in un bar o divertire con amici, compagni di scuola oppure di parenti o altro.
Insomma, la classica giornata tranquilla.
Beh… tranquilla non proprio…
-Ah! Allora!? Mi è andata bene, no!?- gridava di felicità un ragazzo dai capelli oltremare e
gli occhi cremisi.
-Sì, come no! La prossima volta dovresti essere più prudente!- lo sgridava la ragazza dai capelli verdi con aria preoccupata e seccata allo stesso tempo.
I due ragazzi camminavano per le strade della città, prima si erano imbattuti contro un duellante che aveva in possesso di una carta numero, uno dei pezzi della memoria di Astral, per poco non faceva del male a una bambina piccola indifesa.
Chi teneva in possesso di una carta numero, il suo potere si manifesta nella mente della persona che tiene con sé e faceva del male a chiunque passasse nella testa qualcosa di terribile, di minaccioso. Per questo che la missione principale di Yuma era quello di ricuperare quelle carte di ricordare la missione di Astral. Il suo vero scopo…
-Nah, dai! Me la sono cavata bene!- contradice Yuma, con il suo solito sorrisetto allegro.
Tori, il nome della ragazza, ebbe una crisi di nervi. Odiava mentre diceva così –E se invece non è andata “bene”, come lo speri!?- disse lei, alzando la mano in pugno e gridarlo.
Il ragazzo si protesse con le braccia e cercava di giustificarsi –Dai, Tori, non fare così…-
La Chiave dell’Imperatore al collo di Yuma brillò leggermente, ed al fianco del ragazzo si materializzò un essere dalle sembianze umanoidi e dal corpo trasparente, che fluttuava al suo fianco.
-Yuma.- disse lo spirito - …il duellante che hai sconfitto… sarebbe seriamente stato capace di batterti e posso esserne d’accordo con Tori-
Tori gli sorrise –Grazie, Astral- riusciva a vedere Astral solo dopo il duello di Yuma, Kite e Shark contro Vector.
-Ehi!!- contradice il ragazzo, offeso –Non ti ci mettere anche tu!!-
-Ho detto quello che ho pensato, Yuma. E non cercare di dire che non devi dire stupidaggini-
-Uff!! Non è giusto!!- concluse il ragazzo, offeso.

Shark aspettava sua sorella che uscisse dal negozio, poco vicino all’ingresso e appoggiato alla moto con le braccia conserte.
“Beh, non poteva andare peggio di così!” si disse Shark, sospirando.
Socchiuse gli occhi: era da tempo che non passava con Rio, dopo quei anni in ospedale.
Anni prima, da piccolo non si interessava nei fatti della sorella e pensava solo a sé stesso e a duellare. Dopotutto, lui era il fratello maggiore da poterla occuparsene dopo la misteriosa scomparsa dei loro genitori ma gli voleva bene, anche se non lo voleva ammetterlo.
Dopo l'incidente della sorella aveva partecipato al torneo nazionale di Duel Monsters, man-tenendo la promessa fattale, quella di riuscire a vincere, ma viene squalificato durante la finale per aver guardato le carte dell'avversario prima dell'inizio del duello (ma si scopre che il duellante era Four e lo aveva fatto apposta).
Dopo questa delusione, si era unito a un gruppo di teppisti, ma si schiera dalla parte di Yu-ma e torna a scuola; faceva visita a Rio dopo la scuola quando era possibile.
Fortunatamente, si sentiva sollevato che sua sorella era guarita dopo il duello contro uno dei compagni di scuola (sotto controllo di una carta bariana) e vederla viva e salva. Alla fine si riprende e comincia a frequentare nella sua scuola.
In quei ultimi giorni, il ragazzo dai capelli viola era molto pensieroso su quello che era successo a Yuma.
Povero Yuma… sapere che qualcuno fingeva di essere un tuo migliore amico e scopri che in realtà faceva gioco… una cosa assurda!
Aveva assistito allo scontro contro Vector e alla trasformazione di Yuma e l’Astral oscuro, rimanendo sorpreso mentre duellava contro Durbe.
-Eccomi qua!- disse Rio, sorridendo al fratello-gemello, uscendo dal negozio con delle buste in mano –Mi andava proprio di fare delle compere- aggiunse, mettendo le buste dietro il sedile della moto.
Si accorse del silenzio inquietante del fratello che cominciava a preoccuparsi –Reginald… c’è qualcosa che non va?- chiese.
Reginald, il suo vero nome, ritorna alla realtà e guardava sua sorella con preoccupazione
–No, niente- disse, staccandosi dalla moto.
-Stai pensando a quello che è successo?- intuisce Rio, ricordandosi che era venuta con loro a salvare Rei.
Reginald sospirò –Hai capito. Se non fosse successo tutto questo, forse potevamo vivere tranquillamente- disse, salendo sulla moto e si mise il casco.
Rio lo guarda –Sai che non è possibile cambiare-
-Hai ragione- concluse il ragazzo.
Rio si mise il suo casco rosa e si sedette dietro il fratello. La moto comincia a rimbombare. In quel momento, Shark si era sempre domandato sul strano comportamento della sorella quando avverte il pericolo che i bariani entravano in azione –Mi domando una cosa, Rio: sei una indovina oppure solo tu quando ci sono i bariani in vista?- chiese con un tono scherzoso.
Rio si comincia ad arrabbiare –Reginald!-
Lui ridacchia divertito e parte con la moto, con il sorrisetto di nascosto sul casco.

Kite era rientrato nella grande residenza di Heartland City assieme a Orbital, il suo inseparabile robot-informatore, percorrendo il lungo corridoio della torre dal nastro trasportatore (un tempo residenza del Signor Heartland, il sindaco della città).
Kite Tenjo era un ragazzo dal carattere scontroso che non ama farsi aiutare, un cacciatore di Mostri Numero per conto del Dottor Faker, di cui suo figlio, perché voleva aiutare suo fratello malato Hart, al quale tiene molto. Viene aiutato del robot Orbital, con la capacità di fermare il tempo per chiunque, eccetto i possessori di Mostri Numero. A differenza di Astral, ogni volta che prende un Mostro Numero dall'avversario sconfitto gli ruba una parte della forza vitale, facendolo invecchiare. Decide di partecipare al Carnevale Mondiale di Duelli, dove batte Five e arriva in semifinale; affronta Tron per vendicare quello che ha fatto a Hart, ma viene sconfitto, perdendo tutte le Carte Numero e la sua forza vitale. Dopo il Carnevale Mondale di Duelli, affronta Yuma e riesce a sconfiggerlo; dopo questo diventano buoni amici e, poiché Yuma, sconfiggendo Tron, ha fatto tornare in vita Hart, Kite non raccolse più i Numeri e decise di aiutarlo a sconfiggere i bariani.
-Capo, secondo lei, perché il Dottor Faker ci vuole immediatamente?- chiese con una vocetta metallica Orbital; mentre lui e Kite era in volo per i grattacieli della città era arrivato una ricevuta di emergenza dal padre del ragazzo di rientrare subito alla torre ed è stato.
-Questo non lo so Orbital. Ce lo dirà lui- disse Kite.
L’ex-cacciatore di numeri e il robot si fermarono davanti a un enorme porta scorrevole ed entrarono: un enorme laboratorio in cui ci lavora il Dottor Faker per ricerche o esperimenti vari.
-Kite, sei arrivato- si volta l’uomo con un sorriso.
In passato, era un famoso scienziato, un tempo ha collaborato con Byron Arclight (Tron) e Kazuma Tsukumo, il padre di Yuma, per aprire un varco verso il Mondo Astrale ma a causa del suo tradimento, però, i due uomini sono finiti dall'altra parte del varco. Il suo scopo era controllare tutti i Mostri Numero per distruggere il Mondo Astrale per conto di Vector e alla fine controllare l'intero pianeta. A quel tempo era fortemente interessato ai poteri distruttivi di Hart, erano in grado di distruggere il Mondo Astrale con la spazzatura di Heartland City. Per ottenere altre carte numero decide di organizzare del Carnevale Mondiale di Duelli; poi, si scopre che era stato controllato da Vector e si scopre che ha fatto un patto con il bariano per guarire Hart ma viene sconfitto da Yuma, Shark e suo figlio ritornando alla normalità.
-Ciao, papà. È successo qualcosa?-
-Ti davo parlarti di una cosa importante con te-
Kite si guarda intorno –Dov’è Hart?- chiese.
-Nella sua camera. Non è uscito da lì tutto il giorno- rispose il padre, con un tono preoccu-
pato. Non era la prima volta che usciva dalla sua cameretta anche da quando era malato.
Faker, in tutta la sua vita, cercava in tutti i modi di tenere il figlio maggiore accanto a sé ma dopo la morte della madre e della malattia di Hart e con tutto ciò che era accaduto, non era riuscito ad averne una ultima possibilità di stare accanto ai figli…

Kite si diresse verso la camera del fratellino, entrando nell’enorme stanza in cima alla torre a forma di cuore, davanti si poteva ammirare un bel panorama dalla grande vetrata.
Almeno il bambino non poteva annoiarsi.
In quella stanza era riempita rispetto all’ultima volta da quando era malato; prima non c’era niente: niente giocatoli, niente pupazzi e neanche un disegno appeso alle pareti.
Tutto spoglio. Tutto triste.
Stava tutto il giorno ad ammirare la città sia di giorno che di notte, finché non veniva chiamato dal padre per i suoi piani di distruzione.
Hart aveva la capacità di creare sentieri verso altre realtà e usa la sua abilità per attaccare il Mondo Astrale; non aveva ricordi del suo passato, solo alcuni flashback di quando lui e il fratello maggiore vivevano in montagna con i genitori fino a che era colpito da quella male-detta malattia che tutto cambiò. Ora era guarito grazie all’aiuto di Yuma che decide di unir-si a lui e alla sua compagnia.
Ora la camera era piena di giocattoli di legno, elettronico, dei disegni appesi sulle pareti ero molto belli (almeno aveva scoperto di avere un talento nel disegno), una scrivania e un letto con le lenzuola azzurre.
Era più allegra come camera di un bambino.
Si volta a un lato e vide Hart vicino al comò dove teneva le fotografie da quando era nato fino ad oggi: un po’ di tempo fa, Hart si era fatto una foto con Yuma e i suoi amici con il fratello e il padre. Era così contento che non lo aveva avuto.
Teneva in mano una foto in silenzio che lui lo conosceva bene e anche Kite.
-Ehi, fratellino- lo saluta con affetto avvicinandosi –Papà mi ha detto che non sei uscito dalla camera per tutto il giorno…-
Con la coda nell’occhio, vide la foto con chiarezza: Hart era piccolino quando aveva tre anni, con la faccina felice e sorridente, alzava la mano come per salutare il fotografo. Era in braccio a una ragazzina che loro la conoscevano fin troppo bene… Aveva i capelli corti e mossi alla base, il viso tondo e roseo, gli occhi grandi e di un blu mai visto, un po’ come la galassia del suo Drago Occhi Galattici; si vestiva sempre in modo fantasioso: una T-shirt gialla corta preceduta da una giacca sbottonata azzurra con le maniche lunghe che gli copriva le mani, i pantaloncini neri con scalda muscoli dello stesso colore e dei scarponi da treking. Dall’altra parte lui che metteva una mano sulla spalla di lei e sorrise.
Quello scatto lo avevano fatto quando erano nella vecchia casa, in montagna.
Il ragazzo chiuse gli occhi e sospira. Sapeva che lui e suo fratello non la vedevano da un sacco di tempo ma con l’arrivo dei bariani a distruggere il Mondo Astrale, non avevano la possibilità di farlo.
S’inginocchia accanto a lui e mise la mano sulla spalla del fratellino. Hart alza lo sguardo verso di lui –Oh, ciao Kite. Non ti avevo sentito-
-Ti manca molto, vero?- chiese il fratello maggiore
Hart annuì con il visetto malinconico. Lui gli voleva molto bene a quella ragazza come se fosse una seconda sorella maggiore.
-Vedrai, quando tutto sarà tutto finito, la rivedremo- promise Kite, sorridendoli.
-E quando, fratellone?- chiese il piccolo.
-Presto, molto presto. Tranquillo- disse Kite in modo affettuoso.

Kite si ritira in camera sua. Era stanco di sorvegliare la città a percepire una presenza bariana all’attacco ma in quei ultimi giorni non era successo niente.
Almeno si poteva permettersi un po’ di riposo.
Si sedette sul letto e guardò verso il comodino accanto.
Teneva la foto di lui e Hart che giocavano sull’altalena, l’altra uguale a quella di Hart di poco fa e l’ultima fotografia era molto vecchia, lo prese per guardarlo e ridacchia.
Erano lui e ragazza da quando erano piccoli: lui aveva otto anni con un vestito montanaro della sua misura e i suoi occhietti celesti pieni di dolcezza e curiosi, girati verso alla bambina con la faccina felice e allegra, con gli occhi chiusi per la felicità, abbracciava lui dietro il collo con un salto: aveva due codini alti ai lati con dei fiocchetti di color rosa, una maglietta bianca come il latte e una gonnellina rosa con dei stivaletti gialli.
Kite se lo ricordava benissimo da quel giorno che lo avevano fatto: era il loro primo giorno che si sono conosciuti.
La sua unica cugina in famiglia che riusciva a capire gli stati d’animo delle persone e l’unica a dare una mano a chi ne ha bisogno.
“Forse... presto ci rincontreremo…” si disse tra sé e sé, nella sua mente.

L’aereo-porto di Heartland City era stracolmo di gente provenienti da tutto il mondo. Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli di quell’anno, molti duellanti erano partiti verso il Giappo-ne per nuove sfide e qualcuno che vorrebbe sfidare il campione Yuma Tsukumo.
L’aereo della Norvegia era arrivato con dieci minuti di anticipo.
I passeggeri scesero dall’aereo per mettere i piedi in quella città piena di sfide ad affrontare.
Natsumi era eccitata di andare in Giappone per la prima volta in vita sua.
Uscendo dalla stazione con lo zaino in spalla e la testa alta, con aria entusiasta e felice. Il leggero vento che accarezzava i capelli corti e neri come la pece, ammira la grande città.
Natsumi allargò le braccia e gridò –Bene! Natsumi Graziella Tenjo e tornata a sfidarti, Heartland City!!-




Angolo Autrice:
Salve!!! *sorriso ampio* Questo è il mio primissimo capitolo dopo il prologo! E' qui che sbuca la mia Natsumi! Ve la presento.
Natsumi: Salve!! *faccina sorridente* Sorpresa!!! Ci divertiremo insieme in questa avventura!!
Io: Ben detto, amica mia. *battono il cinque*
Yuma: Ehi! Natsumi! Andiamo che faremo tardi! *gli sfentola la mano*
Natsumi: Arrivo!!! Ci vediamo!! *la saluta*
Io: Va bene! Non perdete il prossimo capitolo: "Incontro parentale... a sorpresa!"!
Tutti: Energia al massimo!!!

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Capitolo 3
*** Chapter 2: Incontro famigliare... a sorpresa! ***


Chapter 2: Incontro famigliare… a sorpresa!
 
-Ehi, Tori-  
-Mmm?-
-Ti va di prendere un gelato insieme?- chiese con un largo sorriso Yuma.
Accidenti! Tori non s’immaginava che Yuma avrebbe fatto una proposta del genere!
Beh, qualche volta faceva lo stupido e l’ingenuo, ma questa non se lo aspettava.
Loro due si erano conosciuti da piccoli fin dall’infanzia e ora compagna di classe di lui, era rimasta sempre al fianco anche nei momenti più disperati e nei duelli contro avversari in possesso delle carte numero e anche contro i bariani. Era stato una volta che era sotto ipnosi di una carta bariana durante il Duel Sport Tournament organizzato da un certo Gilag (si è scoperto che era uno dei sette imperatori), assieme a Katy con problemi di amicizia.
-Ehm… si, certo- rispose la ragazza “Che bello! Solo io e lui a mangiare un gelato! Senza quella odiosa di Cathy” si disse tutta contenta. Tori si era presa una cotta, in qualunque circostanza ed era in rivalità con Katy per l'affetto di Yuma.
Mentre stavano per andare verso a un bar più vicino…
BAM!!
Yuma si scontra con una ragazza e caddero a terra entrambi.
I due ragazzi erano entrambi seduti sull’asfalto, massaggiandosi le parti doloranti, tutto
sotto lo sguardo di Astral, che guardava con la sua solita calma la scena.
-Yuma, ti sei fatto male?- chiese Tori, preoccupata.
-Secondo te, come dovrei stare?! Ahiahiahi, che dolore…!- piagnucola il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli blu, con un bernoccolo scoperto.
-Ohiohi, che male…!- si lamenta la ragazza con cui si era scontrata, massaggiandosi la testa.
Tori si rivolse alla sconosciuta –Stai bene?- chiese.
La sconosciuta alza la testa con un sorrisetto largo stampato sul volto –Sì… sto bene…- disse.
Tori fece un sospiro di sollievo. Nonostante Yuma sia spesso molto ingenuo, comincia a farfugliare -Scusa, scusa. Non ho fatto apposta!-
-Nah! Non ti preoccupare!-
Yuma si alza e, con un po’ d’imbarazzo per ciò che aveva combinato, riuscì a proferire parola e l’aiuta ad alzarsi -Mi dispiace, avevo la testa fra le nuvole e non ti ho vista, scusami tanto…-
-Scuse accettate…- disse la ragazza, una volta messa in piedi e spolverarsi la polvere dai vestiti.
I due ragazzi la guardarono attentamente: era un adolescente, più o meno della loro stessa età, aveva capelli corti e ribelli come la pece con la frangia in avanti, gli occhi di un blu mi-sto di luci come nello spazio, carnagione né scura né chiara; una T-shirt rosa preceduta da una felpa nera, indossava dei guanti neri senza dita, dei pantaloncini con una lunga catena attaccata al fianco destro, dei scaldamuscoli alzati fino sotto le ginocchia e delle scarpette tutte nere. Sulla sue spalle una sacca da sembrare uno zaino nero.
-Sei sicura di stare bene?- chiese di nuovo Tori per essere certa.
-No no, tutto a posto. Solo una botta al didietro ma niente di rotto- la rassicura la ragazza con un sorriso –Aspetta un momento… ma io ti conosco…!- aggiunse, guardando attentamente il ragazzo.
L’unica cosa che Yuma riuscì a pronunciare, in risposta a quello che il ragazzo disse di lui, fu solo un “Uh?” pieno di confusione.
-Ma sì! Tu sei Yuma Tsukumo, il vincitore del Carnevale Mondiale di Duelli!- disse con voce entusiasta –Tanto piacere di conoscerti! Ti ho visto in tv!- aggiunse.
-Beh, almeno hai una fan!- disse Tori mentre Yuma si massaggia la testa per l’imbarazzo
-E già… a proposito, sei nuova di queste parti?-
Lei annuì –Sono solo venuta qui per una visita parentela-
-Non immaginavo che Yuma avesse dei fan anche fuori città- disse lui, osservando la scena.
La ragazza si rivolse i due ragazzi così simpatici –Sentite, sapete dove si trova la residenza di questa città?- domandò.
I due ragazzi si diedero un’occhiata a vicenda –Forse stai parlando alla torre di Heartland City?- chiese Tori indicando la torre.
-Sì! Proprio quella!- rispose contenta la bruna –Sapete che strada dovrei prendere? È la prima volta che vengo qui…- aggiunse, imbarazzata di averlo detto.
Così, la ragazza dai capelli verdi gli spiega i percorsi da prendere per arrivare alla torre più alta della città, il cuore di Heartland City.
-Non ti sbaglierai- concluse Tori.
-Grazie molte!- disse l’altra, facendo un inchino rispettoso a loro e corse nella direzione indicata. Si vedeva che andava molto di fretta verso in quel posto.
Yuma cerca di fermarla –Ehi!! Aspetta!! Non ti faranno entrare!!- grida con e mani davanti alla bocca.
-Sta tranquillo!! Me la caverò!!!- disse a gran voce la ragazza e fece un “Ciao” facendo l’eco fino a che non sparisce nel nulla.
I due umani e lo spirito rimasero in silenzio per qualche secondo -Strana ragazza… ma simpatica!- disse Yuma, facendo un largo sorriso.
Tori lo guarda stranita e Astral non fece caso a quello che dice, chiuse gli occhi.
 
Intanto, Kite e Hart si diressero verso il laboratorio del padre nel parlare della questione sui sette Imperatori Bariani e del loro mondo. Faker aveva commesso dei errori in passato e ora vuole rimediarli dandoli delle informazioni al figlio maggiore e i suoi amici a sconfiggerli ma temeva per lui.
Che cosa sarà accaduto se Kite si sarebbe fatto del male? Morirebbe?
Non voleva pensarci.
Kite si mise dinanzi al padre –Che cosa volevi rifermi, papà?- chiese. Non aveva avuto cose confidenziali con lui quando era sotto controllo di Vector ma ora era ritornato normale ci provava di ricostruire quel rapporto perduto tra padre e figlio.
-Ecco, Kite… durante il duello che mi hai riferito contro gli imperatori… mi sono reso conto di qualcosa che non ti piacerà- disse Faker.
-Quali?-
Il Dottor Faker preme un pulsante sulla tastiera virtuale le immagini registrate da Orbital
-Queste, come vedi, sono le registrazioni dello scontro- disse –Sono rimasto stupito da quello che era successo tra Yuma e Astral e soprattutto che Vector sia ancora vivo e abbia nascosto la sua identità sotto forma di un essere umano e vi ha mentito a tutti quanti.
Forse il suo scopo era stato di tradire la fiducia di Astral e di trasformarlo in un essere malvagio e avere un potere oscuro, unendosi al potere Zexal. Beh, sono rimasto sconvolto da questa vicenda ma anche per quello che era successo in passato con voi-
Hart guarda gli schermi le immagini della terrificante battaglia contro gli imperatori bariani –Povero Yuma…- mormora sconvolto. Se non fosse stato per il aiuto non sarebbe mai guarito.
-So quello che era successo e l’ho visto con i miei stessi occhi- si volta verso il padre –E qual è questa cosa che “non mi piacerà”?- chiese, con tono freddo e calmo.
Faker sospira –Mi sono reso conto che i sette imperatori avevano dei nomi famigliari che ho fatto delle ricerche…-
-E?-
-…e ho avuto l’ipotesi che non sono dei bariani-
Kite spalanca gli occhi celesti, incredulo -Come che “non sono dei bariani”?!- domanda, balbettando. Anche Hart rimase meravigliato dalle parole del padre che rimase a bocca aperta.
-Vedi,- disse lui, facendo avvicinare il figlio al computer –questi nomi sono gli stessi dei più famosi personaggi storici dell’epoca e ho intuito che non sono stati sempre dei bariani. Prendiamo l’esempio a Durbe- fece uscire delle icona le informazioni trovate a disposizione -Durbe era stato un cavaliere bianco che proteggeva la sua terra assieme a un pegaso durante a una invasione di pirateria che governava un giovane principe. Tutti dicono che fosse una leggenda ma quando ho trovato questo, non ti piacerà- aggiunse.
Dallo schermo appare l’immagine di un giovane con un’armatura bianca a cavallo di un candido pegaso che apriva le sue enormi ali.
Kite guarda attentamente il giovane dell’immagine. Sembrava che quel viso gli era famigliare…
Non era possibile! Non ci poteva credere!
Durbe in forma umana!
Lui lo ricordava benissimo perché Shark aveva duellato contro il bariano mentre lui a duellava contro Mizael.
-Ma… com’è possibile!?- disse Kite, indietreggiando di qualche passo, incredulo quanto al fratello. Non aveva la più pallida idea di cosa stava succedendo!
-E’ per l’appunto! Anch’io mi sono chiesto com’è possibile ma quando ho confermato le identità dei sette imperatori e li ho sovrapposti con le immagini dei personaggi storici che i loro corpi non furono mai trovati. Né da questa epoca e né nella loro dopo la morte-
Il computer elabora tutti i dati che Faker aveva trovato con gli imperatori: con Gilag, Alit, Mizael, e con Vector… ma arrivati a quel punto il computer si ferma.
-Ma sfortunatamente,- prosegue Faker, sconvolto –non so chi sono gli ultimi due imperatori-
-Ma non erano sette? Perché sono solo in cinque?- chiese Hart.
-E’ quello che mi sono chiesto, Hart. Forse, l’unica risposta: sono loro- disse il Dottor Fa-ker, indicando lo schermo del computer gli Imperatori Bariani con le loro identità ancora misteriose.
Un enigma da risolvere…
 
Natsumi era arrivata finalmente davanti all’enorme e imponente torre di Heartland City, la più alta della città; osserva meravigliata la torre così alta che era ancora più alta a quella di New York.
-Cavoli!! Se qualcuno si vuole suicidarsi se ne approfitterebbe!- si disse a sé stessa, non staccandosi dai occhi l’altezza della torre a forma di cuore.
Si diresse verso all’entrata di metallo gialla con sopra un cuore rosa. Fortuna che sapeva utilizzare bene con i cavi e con la tecnologia, l’aveva insegnato suo zio. La porta si apre del tutto (autrice: uno dei suoi trucchi e non voglio rivelare i segreti della tecnologia).
Percorse il lungo corridoio ampio e molto alto, sembrava di essere nei film horror: imprigionati all’interno di una casa dove ci sono spettri e fantasmi durante una classica tempesta di fulmini da far gelare il sangue.
Natsumi non gli piaceva molto quei film anche quando era piccola, non voleva nemmeno immaginare di trovarsi davanti uno zombie oppure uno spettro terrificante. Sapeva che non esistevano ma sua madre diceva ‘Avvolte le cose possono ingannare’ e d’allora in poi dovette stare molto attenta nei suoi viaggi in luoghi maledetti o cimiteri di qualsiasi etnia: rispetto e onore.
Mentre camminava tranquilla, con la testa da un’altra parte come al solito, e guardarsi intorno con gli occhi ben aperti (con il brivido di incontrare uno spettro), non si accorse di aver inciampato su qualcosa… cade di faccia a terra con un “Ahi!”
-Chi è stato a venirmi addosso!?!- disse una vocetta stridula e metallica.
Natsumi si gira dietro di sé e rimase si sasso, seduta: un robot con la testina piccola, a sinistra una specie di mini-telecamera e a destra una lucetta rossa che lampeggiava mentre parla, ai lati due specie di codini di metallo che sarebbero delle orecchie, le braccia e il corpetto metallico e al posto delle gambe delle specie delle ruote da carrarmato in versione mini.
-Scusami, non l’ho fatto apposta- si giustifica la ragazza, alzandosi del pavimento.
Il robot si mette a faccia a faccia con lei, allungando il collo per arrivare alla sua altezza –E la prossima volta, guarda dove metti i piedi, hai capito?!- disse con il tono serio.
-Ehi, datti una calmata. Ti ho detto che non l’ho fatto apposta!- ripeté Natsumi, facendo le spallucce e alzando le mani come se fosse in arresto.
Orbital la osserva molto attentamente –Chi sei? Come hai fatto ad entrare qui?!-
-Trucchetti del mestiere- rispose la ragazza, con un sorrisetto furbo -Io mi chiamo Natsumi e faccio parte di questa famiglia- aggiunse, mettendo le braccia conserte.
-TC! Come no! Conosco solo la famiglia Tenjo da anni!- disse Orbital -Oops! Perché l’ho detto?- mette le manine metalliche davanti alla bocca che si apriva -Prima o poi lo scoprirà!-
-Lo scoprirà chi?- chiese Natsumi, confusa.
Orbital la spinse dietro di lei –Non sono obbligato di rispondere! Quindi smamma ragazzina o sono costretto di gettarti fuori con la forza!- disse con il tono minaccioso.
-Secondo me non ci riuscirai a farcela a buttarmi fuori- canzona Natsumi: certo che quel strano robot era buffo!
-Non cercare di provocarci e di farmi arrabbiare!!- contradice Orbital.
Per tutti i forzi che faceva per mandarla via decide di partire alla carica, Natsumi salta a un lato che fece cadere il povero Orbital a terra.
La ragazza comincia ad allontanarsi e si gira –Scusami ma non posso rifiutare un appuntamento famigliare!- e corse come un razzo.
Orbital sobbalza dal pavimento: aveva una faccia arrabbiato con un sopracciglio metallico rivolto verso in giù e dalle aperture dal suo piccolo corpetto uscirono fuori del vapore come il rumore di un locomotiva –Dove vai?!! Torna subito qui!! Me la pagherai!!- grida e corse per inseguirla a tutta gas.
 
Kite guardava come se avesse visto un fantasma!
Come poteva essere così certo che quei imperatori sono stati prima dei… umani!? Era assurdo!
-Quindi, tu dici che non sono quello che pensiamo, giusto?- chiese il ragazzo biondo, verso di lui.
Il Dottor Faker mise le braccia conserte –Non ne sono convinto del tutto ma quando i bariani faranno un passo in avanti, raccoglierò altre informazioni e ne avremo una conferma- rispose l’uomo –A questo lavoro ci penso io- mise una mano sulla spalla –Ma sta’ attento. È probabile che faranno qualcosa di brutto- aggiunse, preoccupato.
Lui annuì –Non ti preoccupare-
La conversazione “famigliare” venne interrotta da dei strilli poco famigliari, Kite sapeva benissimo che erano quelle di Orbital ma l’altra…? Di chi era?
La porta si palancò subito che entra una ragazza, non era riuscito a vederla in faccia che si era girata e chiuse subito la porta scorrevole appena in tempo, invece Orbital rimase con il muso schiacciato alla porta con un tonfo e cade a terra. La ragazza si mise le spalle contro la parete e riprendere fiato –C’è un robot pazzo che mi sta inseguendo!- disse, indicando il soggetto dietro la porta. Aveva corso un sacco per tutto il corridoio a cercare di seminarlo ma niente, aveva imboccato un corridoio a caso e si era buttata nella stanza.
I tre la guardarono meravigliati e confusi.
Hart la riconobbe –Natsumi!!- grida il piccolo.
-Harty! Harty, sei tu!- disse con meraviglia la ragazza, sorridendogli.
Hart corse da lei e gli salta addosso al collo, abbracciandola.
-Oh, Harty! Sei proprio tu!? Come sei cresciuto e sei guarito! Mi sei mancato, lo sai?- disse
Natsmi, piena di felicità nel rivederlo –Però… sei un po’ pesantuccio per tenerti in braccio…- ridacchia, rimettendolo a terra. Lo chiamava sempre così.
-Anche tu mi sei mancata- disse Hart, contento.
Faker rimase meravigliato nel vedere la ragazza che da tempo non la vedeva nei ultimi anni
-Grachi… Grachi, sei tu?- disse incredulo. Non sapeva se stava sognando o era reale.
Natsumi alza lo sguardo –Zio Faker! Ci sei anche tu!- disse, correndo per abbracciarlo.
Suo zio lo aveva sempre chiamato con il suo vero nome perché era il suo padrino ma solo i suoi conoscenti la chiamavano con il nome scelto dalla madre della ragazza, ma non aveva importanza.
-Oh, Grachi… sono così contento di rivederti…- disse, tenendola stretta a sé. L’aveva adottata mentre suo fratello e sua moglie erano fuori per il lavoro la lasciavano da loro per le vacanze estive in montagna. Hart era felicissimo di giocare con lei che non si stancava mai.
-Anche per me, zio- rispose Natsumi.
Si sciolsero dall’abbraccio che la ragazza vide Kite in disparte e si avvicina.
Kite la guarda da capo a piedi, trovandosi di fronte una ragazza più alta dell’ultima volta che l’aveva vista, con i capelli mossi, gli occhi sempre dolci e luminosi come le luci e un sorrisetto stampato sul volto.
La prima mossa fece lei e gli salta al collo.
Un abbraccio… era una sensazione che Kite aveva dimenticato, aveva scordato com’era essere abbracciati da lei, aveva completamente dimenticato cosa si provava ad averla tanto vicina a sé, una sensazione che gli piaceva.
-Mi sei mancato tanto, cugino- mormorò lei.
-Anche a me, piccola mia- disse con un tono basso e dolce. Non poté fare a meno che ricambiare quel gesto così semplice ma anche così meraviglioso e la circonda con le sue braccia forti stringendola a sé.
Si lasciarono e a prendere parola fu Natsumi –Scusa se non sono venuta da voi in questi anni! Avevo saputo della notizia di Hart e volevo venire da voi ma l’istituto non me lo permetteva! E poi…- disse frettolosamente e non finì la frase che Kite la interrompe.
-Ehi, ehi. È tutto apposto. Come vedi, Hart sta benissimo- disse Kite, con tono rassicurante e dolce alla cugina e gli mise la mano sulla spalla. Anche lei si preoccupava di Hart.
-E tu hai smesso di scrivermi- contradice Natsumi, prima che lui dicesse qualcos’altro, gli calpesta un piede e un “Ahia” gli fece sbucare dalla bocca –Così impari a non scrivermi più, è chiaro!?- disse, con le braccia conserte e con gli occhi chiusi per l’irritazione.
Quando Kite si dimenticava una cosa, una calpestata gli farebbe ricordare per tutta la vita.
-Ecco! Sei sempre la solita!- disse Kite, lamentandosi –Ma non cambierai mai- ridacchia divertito.
Padre e figlio minore si resero conto della risata di Kite: erano anni che non rideva e ne furono contenti.
In quel momento, Orbital entra nella stanza rumorosamente e molto arrabbiato -Eccoti!! Ora me la pagherai di…!!- disse il robot alla ragazza che si rese conto della presenza del ragazzo –Oh, capo! Perdonatemi! Non volevo…- si giustifica come sempre.
-Ah! Quindi questo è il tuo robot, cugino?- chiese Natsumi, capendo qualcosa, chinata ver-so il robot.
-Aspettate un momento! “Cugino”? Ma cosa sta succedendo?!- domandò confuso Orbital, quasi andando fuori tilt.
Kite, senza togliere il sorriso dalle labbra, mise la mano sulla spalla della cugina –Sì, Orbital. Ti presento Natsumi, nostra cugina- la presenta.
-Come!!?- domanda incredulo il robot, con un balzo –E da quando siete cugini?!?- chiese di nuovo.
-Da sempre!- rispose Natsumi.
Il povero robot abbassa le orecchie e abbassa le braccia a terra, quasi per svenire –E chi lo sapeva…- mormora.
Kite sorrise sarcastico –Natsumi…- rispose stupito –Che ci fai qui?-
-Mi sono trasferita qui, mi hanno dato il permesso di venirvi a trovarvi…- si mise di fronte a lui, con le mani dietro la schiena e sorrise –Sorpresa!!- esclama infine divertita.
Finalmente, la famiglia Tenjo potevano di nuovo vedere quel sorriso che tanto gli piacevano, che aveva il potere di farli rallegrare, che era come una carezza.
Il ragazzo sorrise.
-Avresti potuto dirmi che venivi in città…- disse lo zio.
-Se ve l’avessi detto che razza di sorpresa sarebbe stata?- ribatté Natsumi e tutti risero per la battuta tranne Orbital, confuso.
Era arrivato un vecchio famigliare alla carica!




Angolo Autrice:
Eccomi di nuovo! Questo è il secondo capitolo: Natsumi rincontra i due cugini e lo zio ma anche fa conoscenza i Yuma e Tori. Cosa succederà se si rincontrano?
Yuma: Ehi! Ce lo poteva dire anche adesso?! *faccia offesa*
Natsumi: Oh, andiamo! Non è mica la fine del mondo!
Astral: La fine del mondo? A dire la verità il mondo sta cadendo per via dei bariani. Cosa staranno tramando?
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "La profezia"! Energia al massimo!!!

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Capitolo 4
*** Chapter 3: La profezia ***


Chapter 3: La profezia
 
Nel Mondo Bariano, le cose erano precipitate. Nella sala del trono (autrice: lo chiamo così), tutto era silenzioso. In mille anni che in quella sala calava un silenzio tombale da quando i due imperatori, Nasch e Merag, sono scomparsi nel nulla e non neanche un leader per guidarli.
Appare dal nulla un buco viola-bianco e si materializza da esso uno dei imperatore: Durbe non porta più il cappuccio da molto tempo, dopo lotta contro Yuma e i suoi amici, Kite e Snark.
Rimase immobile davanti al trono in cui si sedeva il grande leader dei sette Imperatori Bariani: Nasch.
Nasch era stato un buon leader per i suoi compagni e tutto rispettabile in modo di tenere in equilibrio su Barian in qualunque modo possibile. Ma ora che sono scomparsi senza nessuna traccia, allora Durbe prese il posto per mantenere il regno e anche con le lite tra i Mizeal e Vector. Non era molto convinto che Vector sarebbe stato all’altezza di essere un leader per tutti, non si sarebbe mai fidato.
-Ti lasci trasportare dai vecchi ricordi?- chiese una voce famigliare, dietro di sé.
Durbe si volta verso Mizeal, appoggiato a un cristallo con le braccia incrociate –Da quanto che sei qui?- chiese freddo.
L’altro si stacca e si avvicina al suo fianco –Diciamo da non molto- disse, senza staccare lo sguardo dal trono –Sembra strano che due dei nostri scompaiono dal nulla. Ormai sono da anni che non si sono fatti vedere- aggiunse.
Durbe lo guarda per qualche secondo e si gira nella stessa direzione –Già…- sussurra lui.
Passarono quei attimi di silenzio finché qualcuno interrompe –Come siamo malinconici- canzonò la voce.
I due imperatori si voltarono verso un lato: Vector era seduto su un cristallo galleggiante, con la gamba sopra l’altra e le braccia incrociate, con uno sguardo divertito –Non è che state piagnucolando per loro, vero?- commenta lui.
-Che diavolo vuoi, Vector?!- si mise in allarme l’imperatore con uno sguardo minaccioso.
L’altro ridacchia divertito –Che caratteraccio…-
Mizeal odiava quello sguardo da pazzo che gli venne i nervi a fior di pelle!
Durbe sospira. Ormai era abituato alle lite dei due –Cosa vuoi?- chiese con una calma impressionante.
-Mmm… finalmente qualcuno che ha un briciolo di pazienza, eh- disse Vector, scendendo dal cristallo.
Durbe lo guarda in modo serio –Non cercare di provocare né a me e né a Mizeal-
Vector fece le spallucce, indifferente –Certo che voi non reggete allo scherzo… eheheh…-
Mizeal comincia a irritarsi ancora di più ma l’altro lo blocca con la mano davanti –Cerca di essere più chiaro e dici cosa vuoi- disse.
Prima che l’altro dicesse qualcosa, il terreno comincia a tremare sotto i loro piedi: i cristalli cominciarono a formare delle crepe, dal soffitto cedevano alcuni massi e i due si coprirono le teste con le braccia per non essere colpiti mentre il terzo apre le sue ali nere e si spicca in volo per non essere precipitato dall’enorme crepa formata sotto i suoi piedi.
-Che diavolo succede?!!- domanda Mizeal.
-Vi avverto: non sono stato io!- commenta Vector, anche lui non capiva cosa succede.
Accade qualcosa: dal soffitto comincia a crollare tutto, appare una luce dorata davanti a loro e i tre si ripararono per non essere accecati.
-Non è possibile…!- disse incredulo Durbe.
-Ma quello è…- balbetta Mizeal.
Vector non disse niente, osservo in silenzio quello che sta accadendo “Non ci posso credere…!!” si disse tra sé e sé, con gli occhi sbarrati.
Sapevano bene che cos’era…
 
Arriva la sera sulla città di Heartland, tutta illuminata da far sembrare uno spettacolo di luci.
Natsumi era affascinata da quella città che non voleva staccarsi dal vetro, con la bocca aperta per la meraviglia. Era nella camera di Hart a godersi il panorama.
Il ragazzino si era addormentato nel suo letto dopo una lunga giornata a giocare che si era stancato subito.
Non sapeva da quanto era lì ad osservare la grande città nella notte. Era la prima volta che
vedeva una meraviglia del genere in vita sua.
In quei anni nell’istituto femminile in Inghilterra era stato una sfrustrazione per lei: da quando i suoi genitori sono scomparsi misteriosamente, venne lasciata in affidamento a una tutrice che lavora come direttrice. Era una donna crudele e senza cuore, vecchia di faccia e di età. Aveva i capelli bianchi raccolti con una fascia verde a formare un perfetto chignon (quello classico), il viso pieno di rughe visibili sotto gli occhi piccoli e neri, ai angoli della bocca quando doveva fare un sorrisetto maligno contro di lei.
Era una vecchia che si veste all’antica: un vestito lungo blu scuro e il colletto bianco, un abito orribile (e non ne parliamo delle scarpe)!
Gli adulti dicevano che era una angelo di donna per la sua gentilezza e cortesia… come no! Lei sapeva ingannare chiunque!
Dato che era la sua tutor, aveva rubato i suoi soldi mentre li guadagnava per una attività fuori dell’istituto.
Che donna malvagia!
Nell’istituto, la direttrice pretendeva di avere ognuna delle uniformi all’antica: un vestito lungo blu come un grembiule dell’asilo, con il colletto bianco e dietro continuava fino alla schiena a formare una bandierina a triangoli, un fiocco rosso doppio al centro del petto. Lei pretende di mettere delle calze di cotone nere e le scarpe marrone chiaro come lo utilizzano in Giappone.
Avevano delle regole molto rigide e freddi per chi osa disobbedire le puniva: buttate nello scantinato o rimanere per tre ore fuori o essere picchiata.
Natsumi aveva subito tutti e tre queste punizioni e non si era mai rassegnata! Quando la puniva per una cosa ingiusta veniva subito punita: una volta era riuscita a sopravvivere fuori al freddo dell’autunno e aveva trovato un modo di ritornare dentro senza che nessuno se ne accorga: si arrampicava verso in camera sua come una scimmia. Lo aveva imparato mentre era in montagna con loro.
Altre volte l’aveva rinchiusa nello scantinato senza cibo per una settimana o due, portava di nascosto oppure teneva nascosti da un’altra parte qualcosa da sgranocchiare ma anche lì faceva molto freddo.
Ma solo quella volta che l’aveva picchiata: aveva ancora le cicatrici sulla schiena con il frustino fino a farla gridare ma lei resisteva fino all’ultimo. Quelle cicatrici le erano rimaste su di sé per tutta la vita.
Non aveva amici in quel posto maledetto perché la consideravano un’orfana. Ma non lo è!
Lei aveva i suoi cugini, suo zio e la casa sul monte… quando seppe la notizia che Hart si era ammalato da una malattia grave, la ragazza aveva cercato in tutti i modi di convincere a quella vecchia megera dalla notizia ma lei non voleva saperne niente. Così, rimase nei ultimi anni in quell’infernale istituto…
I suoi pensieri furono interrotti da dei passi di qualcuno. Si volta. Era suo cugino Kite. Era venuto per vedere cosa facevano.
-Si è addormentato?- chiese piano Kite.
Lei annuì –Sì. Si è stancato tutto il giorno- rispose.
Kite si avvicina al fratello per imboccargli le coperte e diede un bacio sulla fronte per darli la ‘buonanotte’.
Natsumi ritorna a guardare il panorama, con la mano appoggiato sul vetro. Kite le si avvicina –Ti piace?- chiese.
-Moltissimo- rispose verso lui, sorridendolo e ritorna a guardare –Non ho mai visto una città così luminosa- aggiunse.
Sbadiglia. Era stanca.
Kite la prese per la spalla –Vieni. Ti ho preparato la stanza per te-
-Grazie, Kite-
 
Il cugino maggiore fece entrare Natsumi in camera: era normale.
Alla parete accanto alla porta una scrivania con alcuni libri ordinati e alcune penne e matite dentro in un cilindro, alla parete centrale un letto con le lenzuola pulite, alla parete destra un armadio di legno con i cassonetti e dall’altra parte un mobile con sopra delle foto.
Peggio della sua camera all’istituto!
Fece un passo in avanti -Grazie di tutto, Kite- disse, rivolgendo a lui.
-Non ringraziarmi, dai- disse sorridendo –Per quanto tempo che rimani qui?- chiese a un certo punto.
-Tutto il tempo che voglio!- rispose la cugina lanciando lo zaino sul letto.
Kite era confuso –Che intendi dire?- domanda.
-Mi hanno dato il permesso di rimanere con voi. E non solo! Il giudice ha sciolto la tutela (di quella strega) della direttrice dell’istituto e si è reso conto della parentela qui, a Heartland City, che ha acconsentito che la tutela gli è stato dato dallo zio Faker. Quindi comincerò a frequentare la scuola di questa città che non lì. Insomma, mi trasferisco!- spiegò lei, facendo un largo sorriso.
Kite rimase sorpreso –Ma è fantastico! Allora vivrai con noi!-
Natsumi gli salta per il collo con un grande “Sì” e lui la strinse a sé a girando su sé stesso, felicissimo della buona notizia –Non ci separeremo mai. Rimaniamo uniti come una vera famiglia!- aggiunse lei, mettendo la fronte su quella del cugino.
-Sì. Come una famiglia- ripeté Kite, sorridendoli.
 
…la luce dorata si spense e tutto ritorna in silenzio. Vector attera a una parte più solida per non cadere; i tre imperatori si guardarono a vicenda. Cosa era successo?
Si voltarono verso alla luce che si spegneva e comincia ad animarsi, trasformando in qualcosa di grande.
Solo i bariani sanno che cos’era: il Cristallo delle Profezie!
I tre rimasero stupiti…
Non era stato attivato da millenni! Nessuno non se lo aspettava!
Il potere di questo cristallo era quello di scrivere profezie incredibili e pericolose per loro. Per tutti era come una specie di oracolo che scrive parole incompressibili, in rime e senza senso. Non specificava bene a colui o colei che sia riferito alla profezia.
Era successo solo mille anni fa, il Mondo Bariano era sotto il controllo di Don Thousand, il dio più potente e credule del loro mondo. Voleva far diventare il mondo umano malvagio come quello Bariano, per poi fonderli con dei dispositivi e quindi usare i poteri sommati dei due mondi per distruggere quello Astrale.
Ma non aveva preso in considerazione alla profezia su di lui:
 
Un essere azzurro come il cielo,
nato dalla purezza dell’acqua.
Un grande combattente che difende il proprio mondo dal Male,
giungerà la lotta tra
Luce e Tenebre.
Solo il Bene può fermare la battaglia

(autrice: ma non la guerra)
 
 
Don Thousand venne sconfitto dall’essere Astrale della profezia e sigillato nel lago Malaugurio. La profezia gli si era venuto contro.
-Non ci posso credere…- disse incredulo Durbe –è lui…!- aggiunse, non riuscendo a dire altro.
-Il Cristallo delle Profezie!- esclama Mizeal, con gli occhi sbarrati.
Vector tacque. “Non credevo che si fosse attivato senza preavviso!”
Durbe si avvicina lentamente all’enorme cristallo davanti a sé. La superficie era liscia e resistente come l’acciaio (autrice: un modo di dire), fredda e luccicante.
Sotto i suoi occhi celesti apparvero, illuminandole, apparvero dei strani simboli indecifrabili: la lingua bariana.
Solo loro potevano leggerla.
-Una profezia…- disse a bassa voce l’imperatore.
-Cosa dice?- chiese Mizeal.
Così, l’imperatore bianco lesse a mente quello che c’è scritto. Spalanca gli occhi “Non ci credo!”
 
Natsumi s’imbocca sotto le coperte con il pigiama semplice di color azzurrino addosso, si comportava ancora una bambina di due anni. Kite si china verso di lei come lo faceva sempre quando erano piccoli.
In montagna si mettevano insieme nel lettone di paglia con le lenzuola calde per tutta la notte, Faker non diceva niente. Poi, quando nacque Hart fecero la stessa cosa: come se loro era i genitori!
Kite gli diede un bacio sulla fronte –Buonanotte, piccola- e gli accarezza i capelli neri.
Natsumi sorrise –Buonanotte-
Il ragazzo spense la luce e chiuse la porta dietro le spalle, dirigendosi nella sua camera.
Natsumi si mise di lato mettendosi bene il cuscino in modo più comodo, chiuse gli occhi e si addormenta.
 
Da un’altra parte, nel Mondo Astrale, gli abitanti si accorsero dell’immensa luce dorata proveniente dal palazzo. Anche in quel mondo ne aveva uno!
Il consigliere, molto vecchio, con la barba lunga e bianca, piena di rughe e con aria stanca e stupita, volava come un razzo verso le stanze della sovrana –Vostra Altezza! Quella è…- non finisce la frase che la sovrana alza la mano in segno di stare in silenzio.
-…una profezia sta arrivando- disse, senza voltarsi –La guerra non è ancora finita- concluse, con aria decisa e preoccupante.
La battaglia di mille anni fa, era soltanto l’inizio.
 
Durbe rimase in silenzio con gli occhi sgranati davanti alla profezia. Non aveva letto una cosa del genere in vita sua! Vorrebbe allontanarsi da li ma ci riesce e non riesce a far uscire neanche una parola.
Mizeal chiese con impazienza –Allora?! Cosa dice?!-
L’imperatore ritorna alla realtà e cerca di avere forza nella sua voce di leggere ad alta voce:
 
 
Bene e Male sono ancora in lotta.
Tre Mondi lottano contro il Male stesso.
Due Mondi ancora in guerra,
Astrali e Bariani,
Bene e Male,
dovrà avere fine.
La Pace è lontana, solo dei Duellanti potranno riuscirci.
Solo Coloro che Credono nelle cose Giuste e Sogni da realizzare.
Solo Cinque Prescelti del Marchio verranno chiamati:
Colui che CERCA di trovare il proprio Passato,
Colui che CERCA di Realizzare un Sogno,
Colui che Domina la Galassia del Drago,
Colui che Regna nel Mondo Bariano
e
Colei che ha un Anima Pura,
Passato e Presente si Incrociano.
Solo Coloro che hanno il Marchio della Luce
La Pace ritornerà.
 
 
Finisce di leggere con una voce tremante. Rimase solo il silenzio.
Vector interrompe con una delle sue solite battute –Beh… era abbastanza lunghina come profezia, no?- disse, facendo le spallucce.
Mizeal lo fulmina con lo sguardo –Secondo te, che significa?- chiese a Durbe.
L’imperatore si volse verso il compagno –Non lo so. Forse la profezia si sta rivolgendo alla guerra tra il nostro mondo e quello Astrale. Ma non capisco questo “Solo Cinque Prescelti del Marchio…”-
Vector s’intromise nella conversazione –Beh, è semplice! “Colui che CERCA di trovare il proprio Passato” è riferito ad Astral-
-“Colui che CERCA di Realizzare un Sogno…”- prosegue Durbe.
-E’ quell’odioso di Yuma Tsukumo!- disse con odio l’imperatore dai occhi viola.
-“Colui che Domina la Galassia del Drago…”-
-A quello si riferisce a Kite Tenjo e il suo Drago Occhi Galattici! Me lo aspettavo!- disse Mizeal, stringendo i pugni. La sfida non era ancora finita con lui.
-“Colui che Regna nel Mondo Bariano…” Questo mi preoccupa parecchio. Forse sarà riferito a uno di noi- ipotizza il bariano.
Mizeal non era convinto –Nessuno potrebbe fare una cosa del genere. Questo neanch’io-
Vector si mise le braccia incrociate –L’idea non è male ma non fa per me- disse, sarcasticamente.
Mizeal lo guarda convinto –Questo me lo immaginavo…-
Durbe fece sottolineare gli ultime versi privi di significato –Ma questo è la cosa che non capisco: “Colei che ha un Anima Pura, Passato e Presente si Incrociano…” Mmmm… questa frase che ha alcun significato… ma l’unica parola chiave è questo colei, si riferisce a una… ragazza!-
Vector inarca il sopracciglio –Una ragazza?- si mise a ridere divertito –Non ci posso credere… è assurdo! Ehehehe… una ragazza… si metterebbe a combattere contro di noi… ahahah… questa è bella…!-
Mizeal lo guarda minaccioso –Non è affatto divertente, Vector!- lo sgrida ma lui non si scompose.
In quel momento, dietro le spalle dell’imperatore bianco, ritorna di nuovo a brillare. Il bariano si protesse con le braccia e indietreggia verso i suoi compagni. La sfera di luce risale a tutta velocità e scomparve nel nulla. I tre bariani rimasero a guadare in silenzio.
Mizeal prese parola –Credo che sta per accadere qualcosa mai visto in questi mille anni-
Aveva ragione. Qualcosa accadrà di brutto…
 
La sfera d’orata proveniente dal Mondo Bariano freccia alla velocità della luce fuori da esso; dall’altra parte, l’altra sfera dorata lascia il Mondo Astrale. Entrambe lasciavano una scia dorata attraverso le stelle e lo spazio.
Il Cristallo delle Profezie dei bariani e la Tavola delle Profezie dei astrali si scontrarono lungo il loro percorso, formando una specie di polvere dorata che si sparse sulla Terra… tutta la città dormiva senza che nessuno se ne accorgesse dalla pioggia d’oro dal cielo.
Nella casa Tsukumo, Yuma dormiva beato sulla sua amaca della soffitta, con la mano sinistra teneva il ciondolo. In quel momento, una luce d’orata proveniva dalla mano destra che fece illuminare tutta la casa assieme alla Chiave dell’Imperatore, poi si spense. Il ragazzo dormiva ancora senza accorgere della luce.
Successe la stessa cosa da Snark e Kite nelle loro case.
Natsumi si sveglia si sopraffatto e si guarda intorno.
Niente. Era solo un sogno.
Chiuse gli occhi e si rimise di nuovo a dormire. Ma la mano destra s’illumina leggermente… questo, vuol dire solo una cosa…





Angolo Autrice:
Eccomi qua! Scusate, mi sono ritirata alla tre del mattino. Per spiegare in modo breve: i due mondi hanno a disposizione due oggetti incantati che avverano le profezie: Chi sarà mai questo "Colui che Regna nel Mondo Bariano"? Natsumi c'entra in tutto questo?
Vector: Non ci posso credere?! Ora entra una ragazza qui! Sono già sodisfatto di Tori. *braccia conserte*
Tori: HAi qualche problema su noi ragazze?!
Io: Già! E non costringermi a picchiarti!
Vector: Si, si, come no... *sgrana gli occhi mentre io e Tori facciamo un sorrisetto maligno* Ehi, ehi, ehi... stavo scherzando! *visetto da innocente*
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Organizzazione"! Energia al massimo!!!!

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Capitolo 5
*** Chapter 4: Organizzazione ***


Chapter 4: Organizzazione
 
Il giorno seguente, nessuno sapeva cosa era successo la notte precedente. Nemmeno i quattro ragazzi e lo psirito! Le due sfere dorate erano scomparse nel nulla. Gli abitanti non sapevano cosa era successo: gli astrali erano rimasti spaventati dal suo arrivo e per quello anche i bariani.
Gli imperatori non sapevano il suo significa ma forse la sovrana del Mondo Astrale sapeva benissimo di chi stava riferendo e chi sarebbe il quinto prescelto della profezia… ma tutto questo, non pensiamo.
Come sapete, la giornata, per Yuma, inizia come la maggior parte delle volte, e cioè con una corsa a più non posso per evitare il ritardo a scuola.
-Oh cavolo, devo sbrigarmi, o arriverò in ritardo anche oggi!- disse Yuma correndo con tutte le sue forze, facendo lo slalom tra le persone che gli si paravano davanti, e la corsa si ferma al semaforo per dover attendere il verde.
-Sai una cosa Yuma? Credo che la prossima volta faresti meglio a non migliorare il tuo deck fino alle due di notte…- disse lo spirito con aria calma, ma allo stesso tempo schernendo il suo amico umano.
-Beh scusa tanto Astral, se cerco di diventare più forte per evitare di farmi sconfiggere dal primo duellante che mi capita, come con Kaito l’altra volta…-
Yuma si era visibilmente infastidito, sentendo il consiglio di Astral, che però lui colse più come un rimprovero.
Il semaforo accende il verde e corse come un razza, facendo alzare la polvere mentre correva e con Astral a seguirlo.
 
Natsumi dormiva ancora, aveva viaggiato così a lungo che non voleva svegliarsi.
Mugola di nuovo nel sonno.
Continuava a sognare qualcosa che non era suo, qualcosa di orribile…
Due persone che lottano con spade in lotte mortali per la conquista, qualcuno si mise in mezzo per fermarli e la spada la travisse in pieno con il sangue che spruzzava, l’altro la prende in braccio e teneva gli occhi pieni di lacrime. Poi le immagini andarono veloci come nei film. Il primo che teneva il corpo, prende la spada e si getta su l’altro urlando…
Apre gli occhi di scatto e riprese fiato. Si alza dal letto rimanendo seduta e si guarda intorno.
Era nella camera da letto.
Fece un sospiro profondo e con la mano sul petto per stare più tranquilla, chiudendo gli occhi. Era solo un sogno, continuava a ripeterlo.
Natsumi scosse le coperte e si alza in piedi.
Intanto, in cucina, Hart e Kite preparavano la colazione. Orbital non era stato un buon cuoco con i fiochi ma qualcosa aveva imparato: frittelle.
Beh, non era un granché ma almeno si poteva fare.
I due sentirono dei passi provenire da fuori e venisse in quella direzione: era Natsumi, entrando in cucina e facendo un bel saluto allegro –Buongiorno!!-
-Buongiorno- salutarono i cugini.
La cugina saluta il piccolo con un bacio sulla guancia e bel abbraccio dietro le spalle –Ciao,
Harty- disse.
-Ciao, cugina- la saluta con un sorriso.
-Ciao, Kite- lo saluta dandoli un bacio sulla sua guancia –Buongiorno anche a te, Orbital- lo saluta al robot.
-Ecco che arriva la chiacchierona- sbuffa il robot.
-Ehi, volevo solo essere simpatica. Tutto qui- ridacchia Natsumi, si diresse verso la credenza per prendersi un bel succo di frutta al primo mattino. Era da un sacco di tempo che faceva una dormita del genere, all’istituto si alzava verso le cinque del mattino a fare una colazione schifosa: solo del latte e pane. Solo quello!
-Allora? Hai dormito bene?- chiese Kite, sistemandosi la veste nera. Gli stava bene.
-Come un ghiro appena entrato in letargo- disse e bevette un sorso –Kite, che cosa fai ogni mattina?- chiese, curiosa. Dato che erano passati anni voleva sapere che attività faceva suo cugino.
-Sto fuori in volo con Orbital- rispose lui, sistemandosi il colletto –Vuoi venire con me?- chiese, sorridendoli.
-Con vero piacere!- disse entusiasta la ragazza.
 
In quelle parti della città, Vector cammina in forma umana per le vie della città. Un sacco di gente in quel periodo. Almeno poteva mettersi tra la confusione per non essere riconosciuto né da Yuma né dai suoi amici nei paraggi.
Chiuse gli occhi e sospira. Quello che era successo sul suo mondo lo aveva sconvolto. Non immaginava che nella compagnia di quell’odioso di Yuma e quel sfiduciato di Astral entrasse un’altra duellante a sconfiggerli.
“So cosa pensi, Vector…” disse il Dio Bariano nella sua mente “… la profezia è una minaccia! Vorresti credere che quei mocciosi umani da quattro soldi sarebbero in grado di fermarmi… si sbaglia di grosso…” aggiunse, con voce tetra.
Eh! Avete ragione” disse Vector, mostrando il suo sorriso diabolico “Ci sarà da divertirsi.. ma come faremo con la quinta predestinata?” chiese serio.
“Non sarà un problema… basta solo trovarla prima che sia troppo tardi… ‘Colei che ha un Anima Pura’… eheheh… Vector: trovala e uccidila!” ordina il dio.
“Sarà fatto…” concluse il bariano, abbozzando un sorriso.
Anche per le vie, con grande sorpresa, Kite e Nantumi camminavano tranquillamente, l’uno accanto all’altra.
-Cavolo! Com’è grande! Come fai ad orientarti in questa città?- chiese la cugina, entusiasta.
-Questo, mia cara, si chiama ‘esplorazione-cittadina’- disse Kite, strofinandole i capelli neri -Anche noi, quando ci siamo trasferiti, non sapevo come orientarmi. Ma alla fine conosco qualsiasi angolo di questa città. Se vuoi, un giorno faremo una bella esplorazione, che ne dici?- propose.
Natsumi fece un bel “sì” a gran voce, si aggrappa al braccio di Kite con un abbraccio e ridacchia insieme a lui.
Era da molto tempo che non vedeva con quel sorriso dolce e allegra.
Mentre i due camminavano tranquillamente, dall’altra parte della strada Rei (o Vector), con le mani nelle tasche e pensando nella missione all’ordine imposto a Don Thousand, con un sorrisetto sotto i baffi. Con la coda nell’occhio vide Kite Tenjo che guardava una ragazza che teneva per il braccio. Non l’aveva guardata bene in faccia ma il suo aspetto fisico: capelli corti e neri, vestita con una T-shirt rosso-porpora, dei pantaloncini neri con una catena a un lato che ribalzava mentre camminava, scalda muscoli e della scarpe.
Rimase sorpreso. Da quando che Kite fa un passeggiata con una ragazza?
Non ci aveva mai pensato.
Fortuna che era distratto a parlare con la ragazza o se non sarebbero stati dei grossi guai per lui, si ferma per un attimo e li segue con lo sguardo per un secondo che la voce del dio
risuona nella testa.
“Ora che ti prende!?” domanda con tono grava Don Thousand.
“No… niente…” rassicura Vector. Scaccia via da quel pensiero e riprese a camminare.
Kite non si era accorto della presenza di Rei che c’era troppa gente da scorgerlo, comunque non voleva che la cugina si sospettasse qualcosa. Non voleva coinvolgerla nella lotta contro i bariani.
-Sai una cosa? Mi piacerebbe tanto andare a scuola!- disse a un certo punto Natsumi.
-Come?-
-Sì, di andare a scuola. Ho sempre pensato come sarebbe la scuola di questa città: più allegra, più carina e di avere dei amici. Invece, all’istituto sono troppo severi: triste, rigida, divise troppo all’antica e soprattutto… una noia mortale!- sbuffa. L’ultima frase aveva mentito, non voleva farlo preoccupare per le punizioni e le ferite alla schiena. Sarebbe stato una vera confusione!
-Non c’è problema- disse Kite con un sorriso –A Heartland City c’è una scuola enorme. L’unica che possono accettare molti ragazzi. Ci vorrà del tempo finché ci farai abitudine ma ne vale la pena- aggiunse.
-Dici davvero? Non sarai geloso che faccio amicizia o vado a casa di un amico che m’invita?- chiese lei. Suo cugino era molto geloso con ragazzi che cercano di pedinarla o metterle gli occhi addosso.
-Io? Geloso? Ma dai i numeri? Non sono affatto geloso!- commenta Kite, cercando di non arrossire.
-Si si, come no- concluse Natsumi, mettendo le braccia conserte.
Kite mise il braccio circondandole le spalle ridendo e lei lo abbraccia, ricambiando quel gesto di affetto.
In quelle parti, Reginald spense il motore della moto e Rio scese dalla moto togliendosi il casco e lui lo fece lo stesso. Con la coda dell’occhio, la ragazza guarda con gli occhi sgranati davanti a sé –Reginald. Ma quello non è Kite?- chiese, indicando con il dito.
Shark si volta. Già, era Kite che abbraccia una ragazza bruna. Lui si chiese tra sé e sé -E quella chi è?-
 
Presso alla fabbrica abbandonata da anni, i tre Imperatori Bariani si erano creati una base segreta con cui organizzare i loro piani. I due, sotto forma umana, faceva delle attività in giornate noiose: Gilag guardava accucciato a vedere la tv mentre Arito si allenava qualche volta.
Dopo un lungo sonno per riprendere le forze dopo i duelli contro Yuma, stavano quasi per scomparire ma Vector, dopo aver liberato il dio, li libera dal loro sonno profondo e furono il controllo del perfido imperatore per i suoi piani.
Sentirono dei passi che li stava raggiungendo: Vector entra nella base con le mani in tasca e con sorriso maligno di un maniaco.
Arito si ferma per un attimo –Vector! Pensavo che fosse un altro!- disse, alzandoli e prendersi la camicia rossa.
Vector rise –Ma non fare lo sciocco-
Gilag si alza in piedi, stufo di guardare la tv e si rivolse a lui –Che noia! Questi umani non metto mai niente di interessante!- disse e lo frantuma con tale forza da poter frantumare.
-Non ti preoccupare, Gilag. Non ti annoierai per molto- disse Vector, con gli occhi chiusi.
I due lo guardano confusi.
Il bariano fece un ampio sorriso e apre gli occhi, le pupille viola si strinsero e gli occhi si allargarono –Ho un giochetto che metterà a tacere Yuma e Astral, una volta per tutta!-
 
Verso sera, Natsumi si provava allo specchio con Hart e Kite. Era carina come divisa: era stretto e con una gonna, dal colletto fino al petto era rosa, ai lati dei fianchi di color celeste, la parte centrale bianca, la gonna dello stesso colore. Senza maniche. Le calze nere fine fino
al a metà polpaccio e le scarpette normali marroni per la scuola.
Questo si che è una divisa scolastica moderna!
-Cavoli! Qui le divise sono molto meglio che là!- disse Natsumi, guardandosi allo specchio.
Lei e Kite erano andati a scuola per iscriverla. Era enorme come l’aveva descritta! Poteva avere massimo quattro o cinque piani, forse anche di più. Teneva la forma rotonda e con una torretta alta al centro.
Kite si spiega che tenevano molti laboratori scolastiche ma anche quelle extra. Durante la ricreazione, i ragazzi si permettevano di duellare liberamente con altre classi. Natsumi era entusiasta di frequentare una scuola del genere ma la cosa che gli faceva ancora di felice: duellare. Gli era sempre piaciuto. Mentre all’istituto non permetteva nessun duello, solo fuori dalla scuola.
Una volta entrati al suo interno, rimase a bocca aperta: i corridoi erano ampi e luminosi, con vetrate che non era necessario delle lampadine. Sarebbe stato impossibile riuscire a orientarsi lì dentro. Forse sarebbe stato più facile uscire incolumi da una galleria degli specchi.
Si diressero verso la segreteria per l’iscrizione. La segretaria gli diede il modulo e la lista dei libri. Diede anche una lista dei indumenti da indossare.
Kite era contento per lei. Almeno poteva avere dei amici.
Usciti dall’enorme e labirinto-scuola, si dirisse verso ai negozi per le compere: andarono in libreria per i libri, poi all’abbigliamento: prese tuta per la ginnastica e il costume. Si era chiesta come mai…
Si ritirarono verso il tardo pomeriggio con le buste piene (anche qualcosa di nuovo).
-Ti sta benissimo- disse Kite, sorridendoli.
-Sei sicura di farlo?- chiese Hart.
Natsumi lo sguarda e gli sorrise, si china davanti a lui –Certo che sono sicura. Questa è una esperienza nuova per me. Mi piacerebbe sperimentarlo, tutto qua- disse.
-Ricordiamoci che non è più una bambina- disse scherzando il ragazzo.
-Non fare il solito pessimista!- esclama Natsumi, fulminandolo con lo sguardo –Sono così eccitata per domani! Sono al settimo cielo!- disse, entusiasta.
-E sperando che non farà una brutta figura- sussurra al fratellino. La ragazza aveva sentito benissimo quello che ha detto che gli calpesta il piede –Ben di sta!- disse, offesa.
A quella mossa, fece ride Hart.






Angolo Autrice:
Eccomi qua! Sono arrivata! Natsumi andrà a scuola mentre Vector sta combinando qualcosa... chissà quale piano? Molto pericoloso e terrificante? *canticchio* Vector... cosa starai combinando?
Vector: Io? *faccia indifferente* Proprio niente.
Io: Avanti, dimmelo.
Vector: Ehi! Vuoi sapere tutto?!
Io: E ricordati che io sono la scrittrice! *lo sgrido* Non perdete il prossimo capitolo: "Nuova compagna di classe... simpatica!"! Energia al massimo!!!!

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Capitolo 6
*** Chapter 5: Nuova compgna di classse... simpatica! ***


Chapter 5: Nuova compagna di classe… simpatica!
 
-Yuma! Svegliati Yuma! Farai tardi!-
Sente urlare Astral nelle orecchie del ragazzo che cadde dall’amaca con le gambe in aria.
-Avanti Yuma! La scuola!- grida lo spirito, con la solita posizione di braccia conserte.
-OH CAVOLO!-
Yuma si alza di scatto con un balzo e si prepara come una saetta a mettersi la divisa e prendere la borsa a tracolla, scese in cucina e prese una palla di riso che era sul tavolo in un solo boccone e salutando la nonna, Lily e Kari. Ma ogni volta la sorella gli urlava “Ricordati di rientrare per cena!!” ma lui non ci fece caso e corse il più possibile.
 
Oramai mancano due minuti al suono della campanella, Tori si era svegliata in ritardo (non si sa quante volta lo ha fatto), con la cartella fra le spalle e ansima per arrivare in tempo.
-Devo fare presto…! Anff! Sono quasi arrivata…!- disse, vedendo appena in lontananza la scuola e accelera la corsa.
-Ehi, Tori!!- grida una voce famigliare: era Bronk, il loro amico e compagno di classe, accompagnato da Filp e Katy.
-Ehi, ragazzi! Anche voi in ritardo?- domanda a gran voce ai quattro amici.
-Allora siamo alla pari! Scommetto che Yuma farà tardi più di noi!- disse Flip, con i suoi sorrisetti furbetti, immaginando l’amico rincorso dietro un cane grosso che supplicava che qualcuno lo aiutasse.
Arrivati in tempo per riprendere fiato dopo una discesa dalle scalinate uno alla volta, Tori si ferma a metà scalinata –Anff… anff… Non ce la faccio più… anff…- disse ansimando.
Perché oggi doveva succedere?
Qualcuno corse dietro di loro, vide la ragazza china e urla –Attenti!!- e fece un balzo, volando in alto sopra le loro teste.
Tutti rimasero a bocca aperta: una ragazza con la loro divisa scolastica e ai piedi teneva delle ruote dei rollei (autrice: scusate, non so come scriverlo), uno sguardo deciso e allegro anche nei suoi occhi blu-galassia.
Atterra con una capriola non molto lontano da loro. Tori la guarda con aria stupita “Quella ragazza la conosco!” disse tra sé e sé.
Natsumi li guarda con un sorriso e li fece un occhiolino, si volta e corse con i suoi pattini a rotelle verso l’entrata. Tutti rimasero pietrificati dall’accaduto che dovettero riprendersi un  bel po’.
-E chi era quella?- chiese per primo Bronk.
Tori rimase stupita dallo spettacolare salto dalle scale fino a terra con i pattini –E’ lei…- sussurra.
 
Il ragazzo entra in classe di soppiatto, respirando affannosamente e tutto agitato per la corsa inseguito di un cane rabbioso (autrice: che coincidenza!). Tutti lo guardarono in silenzio.
-Anff… anff… non ce lo fatta…- mormora sconvolto il ragazzo. Sa che cosa succederà.
Il professor Key lo rimprovera con voce seria –Yuma Tsukumo! Di nuovo in ritardo!- Yuma si cerca di giustificarsi in tutti i modi senza ottenere niente. Non era mica colpa sua che non ha una sveglia con il campanello per farlo svegliare e scattare in pieni sull’attenti.
Il professore sospira e si massaggia dalla parte alta del naso che appoggia gli occhiali –Non importa… lasciamo perdere… tanto con te non ce niente da fare- disse, mentre tutti i compagni (tranne i suoi amici) si misero a ridere e Yuma diventa rosso come un peperone.
Il ragazzo non si accorse della ragazza che si trovava accanto al prof: la ragazza si è scontrata!
Yuma punta il dito alla nuova arrivata –E-ehi! M-m-ma… tu sei quella dell’altra volta!- esclama.
La ragazza lo saluta con la mano –Ciao, Yuma- disse, sorridendoli.
-Ah! Ma allora hai già fatto amicizia!- disse felice il prof –Non m’immaginavo molto prima-
Astral, vedendola, fluttua più vicino alla ragazza per vederla meglio. “Chi è questa ragazza?” si chiese “Sembra che abbia qualcosa di famigliare” aggiunse.
-Ok, adesso che avete finito…- proseguì il proff. –Yuma, torna al tuo posto. Stavolta non dico niente- si rivolse a lei –Come dicevo, penso che voglia fare una mini presentazione, che ne dici?-
La ragazza annuì con il sorriso e si mise davanti alla cattedra in modo che tutti i ragazzi potessero vederla –Salve!- disse, facendo il classico saluto giapponese -Io mi chiamo Nat-sumi Graziella, ma potete chiamarmi anche Grachi, ho 14 anni e sono felice di fare la vo-stra conoscenza- sorrise –Mi sono trasferita da poco e spero di fare amicizia con tutti- concluse.
Il professor Key indica il posto in cui sedersi vicino a una ragazza strana. Natsumi la guarda meglio: aveva i capelli a forma di orecchie da gatto, dei occhiali quadrati e gli occhi celeste-scuro e alcuni aspetti di un gatto, quasi di essere un felino. Si sedette accanto a lei.
-Ciao, io sono Natsumi (oppure Grachi), e tu?- si presenta, alzandole la mano davanti a lei.
- Piacere, mi chiamo Katy Katherine- e glie la strinse.
 
Arriva l’ora della ricreazione.
Ma no, quella non era l’ora dell’intervallo. Quella era l’ora che Natsumi preferiva e voleva mettere in atto le sue capacità da duellante: l’ora dei duelli.
Così, dopo aver passato per qualche corridoio, la ragazza arriva con un grande balzo al grande spiazzo riservato alla ricreazione, ricco di piante e spiazzi sopraelevati. Sembra fatto apposta per duellare.
Natsumi si guarda intorno a bocca aperta con grande meraviglia. Era così eccitata di poter fare anche il suo primo duello. Qualcuno la chiama gridando –Natsumi!-
Lei si volta. Era Yuma che correva verso di lei e sventolava la mano assieme alla ragazza con i capelli verdi e dei ragazzi.
Natsumi lo saluta con la mano –Ehilà!- sorrise.
-Ciao! Mi sono sorpreso di vederti!- disse Yuma mentre Astral esce dalla chiave.
-Sono una che faccio sempre sorprese- disse mettendosi la mano fra i capelli neri –Ciao, Katy- la saluta. Gli stava simpatica con quelle orecchie da felino. –Ah, e anche voi- non dimentica anche loro.
I ragazzi la salutano con un “ciao” alla nuova arrivata. Yuma intervenne –Ti presento i miei amici-
Il ragazzo dai capelli blu le presenta, in ordine, le seguenti persone: un tipo grosso quanto un armadio a muro e alto il doppio, di nome Bronk, un amico che si conoscevano da piccoli; una ragazza dai capelli verde smeraldo e un sorriso candido come la neve che l’aveva incontrata con Yuma si chiama Tori; uno con l’aria da saputello ma l’aria simpatica, Caswell, il capoclasse della sua stessa classe; un ragazzino alto poco più di un nano da giardino, con un sorrisino fin troppo furbetto, di nome Flip.
-Ehi, ti va di duellare contro di me?- chiese per primo Caswell, curioso.
Natsumi sbatte un paio di volte le palpebre. La sua prima richiesta. Il primo duellante. –Va bene. Ma non sarà affatto facile sconfiggermi- disse, con un sorriso di sfida.
Come aveva detto: il povero ragazzo cade a terra dopo un forte attacco del suo mostro per almeno un metro.
Natsumi: 700 - Caswell: 0
Natsumi win.
Tutti rimasero stupiti. Natsumi era brava a duellare, soprattutto a quello stile gli ricordava a qualcuno di famigliare… chissà?
Yuma si tolse il duel-gaizer –Però è brava!– disse, abbozzando un sorriso.  
-Già, pure più brava di te!- commenta Astral mentre il ragazzo lo guarda con una faccia offesa.
Natsumi si avvicina verso Caswell –Accidenti… pensavo che andasse bene…- disse il ragazzo a terra.
Lei gli porse la mano e lo aiuta ad alzarsi –Però è stato un bel duello. Mi sono divertito!- aggiunse contento.
-Lo faccio sempre. È l’unico modo per conoscere la gente- rispose Natsumi.
-Si… e con quello scontro dell’altra volta? Sei riuscita a conoscere con dei scontri?- chiese Yuma, ricordandosi dell’accaduto.
-Quello è stato un’incidente- rispose lei –E poi, sei tu che pensa tra le nuvole- aggiunse.
A quella battuta tutti risero tranne Yuma offeso, Astral ridacchia sotto i baffi: era una ragazza normale, non poteva far del male a nessuno… a quello che credeva esteriormente… ma sente qualcosa interiormente che non convinceva. Ma quale? Che cosa sarebbe?
La campanella interruppe la tranquilla discussione del gruppo che ne furono sconvolti. Proprio questa non ci voleva!
-Andiamo. Ritorniamo in classe- disse Bronk e il gruppo s’incamminarono verso la classe.
“Che peccato…” disse Natsumi “Sarebbe stato bello che durasse in eterno!” concluse tra sé e sé che non si rese conto di una cosa…
BAM! Un'altra botta.
Sempre a lei doveva capitare?!
Il gruppetto si resero conto dello scontro che corsero da lei. La prima a preoccuparsi fu la sua compagna di banco –Tutto bene?- chiese Katy.
Natsumi fece un sorriso sforzato per vincere contro il dolore della botta –No… sto bene…- disse, massaggiandosi la testa dolorante.
-Vuoi stare più attenta!?- disse con irritazione la persona che si era scontrata. La bruna si volta verso quella persona: una ragazza più grande di età, aveva i capelli lunghi di colore blu con delle “punte” rivolte leggermente verso l’alto su ogni lato ed una frangia di un celeste chiaro dove una era corta l’altra più lunga, aveva gli occhi di un rosa strano con uno sguardo arrabbiato ed indossava l’uniforme tipica degli studenti del terzo anno di color verde scuro. Alla mano destra dell’annullare indossava un anello grigio.
Ma la cosa più strana dentro di sé era più la guardava e più sembra di conoscerla…
Come?! È la prima volta che la vedeva!
Una voce maschile corse verso la loro direzione –Rio!- grida il ragazzo: aveva i capelli viola con le punte in alto e anche due ciuffi celeste-metallizzato, uno sguardo duro ma preoccupante con gli occhi di un blu scuro come l’oceano, l’uniforme uguale ai ragazzi ma verde. In mano teneva una cartella scolastica e dall’altra anche esso un anello grigio uguale alla ragazza. Anche in quel ragazzo aveva un viso famigliare… si china verso di lei –Stai bene?- chiese.
-Si, sto bene…- rispose la ragazza di nome Rio.
-Ehi, fai più attenzione la prossima volta, è chiaro!?- disse il ragazzo con lo sguardo minaccioso alla ragazza.
Katy aiuta Natsumi ad alzarsi –Ehi! Guarda che non l’ho fatto apposta!- contradice la ragazza. Ormai ci aveva fatto abitudine alle contradittorie della strega di direttrice.
-Già, dovresti essere più gentile con lei!- disse Katy, mettendo le mani davanti come fanno i felini in attacco.
Rio fece tranquillizzare il ragazzo –Tranquillo, Reginald. Non l’ha fatto apposta- disse.
Il ragazzo, Reginald, guarda la ragazza e poi Natsumi, facendo uno sguardo indifferente
-Come vuoi- disse solo.
Natsumi l’osserva attentamente mentre Katy fece una faccia arrabbiata e offesa quasi per raddrizzare il pelo.
Mentre stava per cominciare una rissa Yuma intervenne appena in tempo –Ragazzi! Calmatevi, per favore…- disse con un sorriso sforzato e d’imbarazzo, ormai sapeva come comportarsi con loro.
-Ma guarda un po’ chi si rivede, la testa quadra- disse divertito Reginald.
-Grazie, eh! Mi dai un gran conforto!- Yuma fece una faccia offesa.
Natsumi si volta verso Yuma con l’aria interrogativa -Vi conoscete?- chiese.
-Certo. Ti presento Rio e Reginald Kastle, oppure Shark. Sono gemelli- li presenta i due ragazzi.
Incredibile! Due gemelli! Era la prima volta che li vedeva!
Beh, almeno, il giro del mondo le ha fatto bene a conoscere la gente diversa.
-Ragazzi, vi presento Natsumi. È nuova di queste parti-
-Un momento… ma ti conosco… sei la ragazza che ti ho vista ieri- disse ricordandosi Rio.
Natsumi era confusa. Ieri?! Forse quando era con Kite! Per non far scoprire tutto, agita le mani e fece un sorriso sforzato il più lungo possibile. Non voleva rovinare la sorpresa –Ah.. davvero? Eheheh… che strano, non mi sono resa conto… ihihih…- sudava freddo.
Reginald la guarda in modo strano, inarcando il sopracciglio –Sei trana- disse solo.
Natsumi cadde a terra. Ma come si permetteva!
-Grazie tante, eh! Ma che gentile!- esclama la bruna, offesa.
Rio intervenne –Lascialo stare. È sempre stato così- disse –Sono contenta di conoscerti, Natsumi- aggiunse, porgendo la mano con un sorriso. A quello che intuiva era una ragazza tranquilla e affascinante.
-Anche per me- disse, stringendole la mano.
 
Ripresero le lezioni: fisica. Accidenti!
Natsumi rimase a bocca aperta: la palestra era enorme! C’erano i ragazzi di tutti e tre gli anni nella stessa ora!
Cavolo, che scuola!
-Caspita!- disse stupita –Ma quanto è enorme la palestra?!- esclama, con la tuta da ginnastica: una maglietta con le maniche corte grigia e dei pantaloncini rosa che le arrivano fino le coscia. Tanto non c’era motivo di vergognarsi, andava tutti i giorni con i pantaloncini.
-Non si sa di preciso ma abbiamo a disposizione tutto quello che ce né bisogno- disse Tori, con la stessa tutta.
Natsumi mise la mani fra i capelli –Cavolo! Com’è complicato!- disse con un largo sorriso.
Il professore di fisica ha imposto al salto con la cavallina, con la fila divisa fra ragazze e ragazzi.
Natsumi era contenta ma allo stesso tempo nervosa, aveva paura di fare una figuraccia per
inciampare e fare una caduta di faccia a terra… non se la sarebbe perdonato. Si mise in fila con le altre ragazze per ultima e si guardava attorno. Certo che era incredibile una palestra che si potevano mettere attrezzi necessari, invece all’istituto la palestra quanto una gabbia per gli animali!
Il professore la chiama facendola ritornare alla realtà: era sola, immobile, davanti al cavallino. Che figuraccia! Toccava a lei! Deglutì.
-Dai Natsumi! Tocca a te!- urla Yuma, stimandola -Buona fortuna!- sventolandole la mano con gli altri. Anche Tori e Katy la stimarono –Tranquilla! Andrà tutto bene!- urla la ragazza dai capelli verdi.
Si, ‘andrà tutto bene’… lei diceva il contrario.
Prese un bel respiro profondo, si concentra sul cavallino come un avversario da duellare (solo che lei doveva saltare) e inizia a correre sotto gli occhi curiosi dei suoi compagni e dell’insegnante. Appoggiando le mani sul cavallino e fece un’enorme balzo facendo un grande salto come sei se volasse. Fece un salto perfetto.
L’insegnate gli fece dei complimenti del salto e lei lo ringrazia. Le ragazze si avvicinarono alla compagna per le congratulazioni. La immaginavano come una professionista e per poco non arrossiva.
Yuma si propose di saltare fino al numero 20 per saltare in alto più che poteva, lei si chiedeva come potesse fare un salto del genere?! Il ragazzo corse come un razzo e fece un grande balzo di salto… cade a terra tra i cavallini rossi e dei bernoccoli visibili tra i capelli blu.
Tutti si misero a ridere mentre il prof lo sgridava.
Astral, rimase impassivo. Natsumi, al contrario, non rise. Si avvicina all’amico e lo aiuta ad alzarsi –Non ti preoccupare- disse rassicurandolo –La prossima volta ci riuscirai-
-Grazie, Natsumi-
 
Arriva l’ora che non ci credeva: l’ora di nuoto.
-EH!?!- esclama la bruna con gli occhi spalancati e la mascella –Una piscina!? Ma Kite non me l’ha detto!!- aggiunse, mettendo le mani tra i capelli –Ora si che sono nei guai…- disse, piagnucolando.
Le due ragazze, con il costume della scuola di color rosa, si voltarono verso l’arrivata che aveva ancora i vestiti addosso –Perché, Natsumi?- chiese Katy, confusa.
Natsumi comincia a sudare freddo –Ecco… beh.. io…- comincia a balbettare e fece un mezzo sorriso in un angolo della bocca -…io… ehm…- alla fine dovette rassegare -…non so nuotare…- rispose, piagnucolando di nuovo.
-Come?! Non sai nuotare!- esclama Tori, granando gli occhi con Katy.
Natsumi chiuse gli occhi, arresa –Si… avete capito…- mormora. All’istituto niente piscina.
Tori gli venne un’idea –Tranquilla, te lo insegno io- disse.
Natsumi si volta verso la compagna –Davvero?-
-Certo. Sono una brava insegnante in queste cose. Sarà una passeggiata! Ci stai?- disse, mettendo la mano davanti.
-Se vuoi ti aiuto anch’io!- disse entusiasta Katy.
Natsumi non era molto convincente ma valeva di provare –D’accordo… proviamo…- disse, sconfitta.
Una passeggiata, eh…? Ve lo immaginate…
Natsumi era andata a cambiarsi nello spogliatoio femminile. Anche il costume non le andava male. Certo, era uguale a tutti gli altri costumi delle ragazze della scuola ma su di lei vestiva a pennello, come se gli fosse stato fatto su misura.
Tutti i ragazzi rimasero a guardarla sbavando mentre Natsumi raggiunse Tori e Katy al bordo della piscina.
Tori si tuffa in acqua. La ragazza guarda l’altra –Perché non ti sei tuffata, Katy?- chiese, con un’espressione interrogativa.
Katy disse sarcasticamente –Mia cara, ti devo dirti che sono la Regina dei Gatti e il cloro fa male ai miei capelli-
Natsumi ci rimase male –Ma come?! Mi avevi detto di aiutarmi?!- domanda, incredula.
-Ho detto solo “se vuoi”- rispose la ragazza-gatto.
-Bell’amica che sei…- piagnucola Natsumi.
Tori la incoraggia di tuffarsi e di non avere paura. Natsumi, a malgrado suo, fece un sospiro profondo e prese quel pizzico di coraggio che teneva, chiuse gli occhi e si tuffa.
Peggio dell’incubo che faceva!
Natsumi riemerge in superficie tutta agitata e di respirare l’aria nei polmoni mentre Tori disse –Visto? Non era così difficile-
Natsumi era contraria. Non aveva fatto una lezione di nuoto in tutta la sua vita all’istituto. Non se lo aspettava che Kite non le avesse detto che ci fosse una piscina. Stavolta, la sorpresa lo aveva fatto lui –Ricordatemi di ammazzarlo dopo scuola!- digrigna sotto i denti.
Yuma e Bronk intanto, si sfidavano ad una gara per vedere chi era il più veloce in acqua fino a guardare la figuraccia di Natsumi.
-Certo che per chi non sa nuotare ha il coraggio di entrare in acqua- disse Bronk.
-Sono d’accordo- conferma Yuma.
Astral, osservando la scena in disparte, rise sotto i baffi “Certo che doveva pensarci due volte prima di farlo”






Angolo autrice:
Beh, ecco come conoscerà i nostri amici e le figuracce della protagonista. E dopo cosa succederà?
Natsumi: ....
Io: Ehi, Natsumi, stai bene?
Natsumi: Che figuraccia...
Io: Ok... ti lascio sola *me la sguaio* Non perdete il prossimo capitolo: "La sfida di Shark"! Come andrà a finire? Energia al massimo!!!

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Capitolo 7
*** Chapter 6: La sfida di Shark! ***


Chapter 6: La sfida di Shark!
 
Le ore scolastiche passarono tranquillamente fino all’uscita della scuola. Alcuni studenti rimasero per fere qualche duello mentre altri se ne andavano a casa per il pranzo.
Yuma, Tori e Natsumi uscirono insieme con i zaini sulle spalle e chiacchieravano.
-Allora, che ne dici della scuola?- chiese Yuma a Natsumi.
- Magnifica! Ma… è un po’ troppo grande per i miei gusti, se devo essere sincera-
-Eh, si- ammise Yuma -Qui è facile perdersi-
-Basti pensare che Yuma, dopo due anni, a volte ancora si perde- intervenne Tori. Quella aveva tutta l’aria di essere una battuta, ma l’espressione seria della ragazza fece scoprire il contrario.
-Non è vero!- si difese Yuma.
-Si che è vero!- ribatté Tori.
-No che non lo è!-
-Si che lo è!-
Natsumi sorrise. Certo che sono simpatici quei due e pensa che sarebbero stati una buona coppia quei due. Mentre i due si bisticciavano fra di loro la ragazza scorse qualcuno –Ehi!! Kite!!- grida, alzando la mano e corse.
I due, sentendo quel nome, si girarono –Kite?- chiesero in coro.
Il ragazzo, sentendo chiamare, si gira vedendo la cugina correrli incontro. Kite gli sorrise.
-Ciao, tigre. Com’è andata la scuola?- chiese.
-Beh, diciamo… così e così…- disse Natsumi agitando la mano con uno sguardo differente,
poi si fece seria e gli calpesta il piede –Questo è quello che non mi hai detto che avessero la piscina!- disse, nervosa.
Kite si trattenne dal dolore –Come?!- domanda, confuso.
Yuma ridacchia per la sceneggiata –Ciao, Kite!- lo saluta. L’ex-cacciatore si volta verso al ragazzo con un sorriso da rivale –Ci rincontriamo di nuovo, Yuma Tsukumo- disse.
-Anch’io sono contento di rivederti, amico- disse Yuma, ricambiando con un sorriso da rivalità –Che ci fai qui?- chiese, sorpreso di vederlo davanti alla sua scuola per la prima volta.
Natsumi si ricorda di questo piccolo particolare che mise la mano fra i capelli –Ah, scusate! Mi sono scordata di dirvi che io e lui ci conosciamo da molto tempo- disse, con un sorriso imbarazzante. I due ragazzi non capirono e lo spirito rimase in attesa di una risposta.
-In che senso, scusa?- chiese Yuma.
Natsumi sorrise e prese il braccio di Kite –Il mio nome completo è Natsumi Graziella Tenjo. E Kite è mio cugino- disse –Sorpresa!- rise divertita.
I tre rimasero sbalorditi e il primo comincia ad agitarsi –C-come!? Sei sua cugina! Perché non ce l’hai detto!?-
Kite intervenne –Mia cugina fa sempre delle sorprese inaspettate-
Mentre parlavano, Natsumi scorse Rio e Shark che uscivano da scuola e li saluta a gran voce un “Ehi” e i due si voltarono. E già, Rio se lo aspettava di rivedere anche Kite. Sorrise.
-Non me lo aspettavo che Natsumi è parente a te- disse Shark, sorpreso, a Kite. L’altro annuì.
Astral si avvicina al ragazzo –Ora capisco da dove lo appreso lo stile di combattimento. Lo aveva preso da Kite- disse, ormai aveva capito da chi era famigliare.
-Ora ho capito…- disse senza parole Yuma.
-Scommetto che vi siete conosciuti con uno scontro accidentale, vero?- chiese Kite ai fratelli-gemelli.
-Indovinato- rispose sorridendo Rio.
Kite chiuse gli occhi con il tono da pessimista –Come me lo immaginavo. È il suo stile di conoscere le persone-
Natsumi fece una faccia offesa –Uff! Non è mica colpa mia…- sbuffa.
-Sembri più sbadata di Yuma!- rise divertito Shark.
Natsumi e Yuma lo fulminarono –Ehi!- gridarono in coro.
-Visto? Sembrano uguali- disse il ragazzo –Doveva essere parentato con Yuma che con te!-
Natsumi, offesa, si mette le braccia al petto –Ahah… ridi finché puoi. Quando sarà ti batterò non riderai più di me- disse seria.
Shark la guarda divertito. Non aveva mai vista una che abbia il coraggio di sfidarlo –Che ne dici di domani pomeriggio? Ti do appuntamento oggi alle due- sorrise lievemente, guardandola intensamente con i suoi occhi blu cobalto – …ci stai?- disse, alzando la mano.
Natsumi rimase leggermente tramortita: Yuma gli ha raccontato che Shark era un duellante molto bravo, ma non era certo questo che la preoccupava, anzi, le era sempre piaciuto duellare con veri avversari. La cosa che più la stupiva però era il modo in cui Shark gliel’aveva chiesto.
Shark la guarda un secondo e rise –O è che hai paura, eh?-
Natsumi, invece di reagire alla provocazione, sorrise -No, anzi!– strinse i pugni per l’eccitazione ed entusiasmo -Mi fa molto piacere poter duellare contro di te! Ti dimostrerò che anch’io sono molto brava come Kite! Quindi ci sto!- e gli lo strinse. Ora aveva un avversario forte da duellare.
-E non arrivare in ritardo, mi raccomando- rassicura Shark.
-Ci puoi contare!- disse con un sorriso di determinazione.
Kite non disse niente. Sorrise solo. Era giusto così. Non era più una bambina piccola di un tempo. Era la sua decisione. Avere dei amici e dei rivali da scontrarsi la farebbe maturare con il tempo. Era contento per lei.
Tutti si salutarono e ritornarono ognuno nelle proprie abitazioni. Rio era un po’ preoccupata per Reginald. Se avesse evocato il suo Draghetto Squalo per il duello di domani, Kite si arrabbierebbe parecchio.
Reginald la rassicura –Tranquilla, non lo utilizzerò-
-Sei sicuro?-
-Certo. Lo farò solo nei momenti di emergenza contro i bariani oppure qualcuno che ha la carta numero impazzito- disse, la grada e sorrise –Perché? Pensavi che lo utilizzasse contro una ragazzina come lei?- chiese.
-Non fare lo spiritoso- concluse Rio mentre Shark rise.
 
Dall’altra parte della città, Vector aveva messo in atto il suo piano. Ormai sapeva i punti deboli di Yuma: i suoi amici.
Se uno di loro si mettesse in pericolo il ragazzo perdeva il controllo, come era successo l’altra volta. Solo che doveva essere più cauto. Nello scontro precedente era successo tutto all’improvviso: la trasformazione del potere Zexal oscuro e della vittoria di Yuma con un nuovo potere. Ma ora che teneva Don Thousand dentro di sé poteva avere il potere di distruggerlo una volta per tutte.
La missine stabilita dal Dio bariano di scoprire la prescelta e ucciderla poteva aspettare.
Non deve fallire o altrimenti il dio non lo perdonerebbe mai. Sapeva che cosa gli accadesse se fallisse.
Il piano consisteva che Yuma duellasse contro di lui per vendicarsi e di darli il colpo di grazia. Se lo sconfigge anche Astral sparirebbe. Ma questo piano doveva funzionare con la collaborazione di Gilag e Arito per metterlo in atto che accattarono.
Arito odiava immensamente Yuma (stato corrotto dal potere di Don Thousand) che lo vo-rebbe farlo scomparire dalla faccia della Terra.
Vector aveva deciso di iniziare domani per fare una sorpresa al suo ex-amico -Bene, Yuma-
disse tra sé e sé, con la sua voce come una cantilena e sorrise –Ti farò una bella sorpresa…- e rise.








Angolo Autrice:
Scusate, mi è uscito corto ma non fa niente. Qui avete visto le facce di Yuma e Tori che scoprono Natsumi è la cugina di Kite. Che faccia buffa hai fatto, Yuma! *ridacchio*
Yuma: Non lo sapevo!!
Natsumi: Lo ha detto mio cugino che sono una di sorprese.
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Ritorno all'infanzia"! Ora vedete come ride Kite. Energia al massimo!!!

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Capitolo 8
*** Chapter 7: Ritorno all'infanzia ***


Chapter 7: Ritorno all’infanzia
 
Il giorno seguente, Yuma corse per le vie come un razzo e Astral che lo insegue fluttuando.
Anche quella volta che il ragazzo faceva tardi a scuola e che lo spirito lo continuava a urlare di svegliarsi. Forse aveva ragione: si doveva comprarsi una sveglia per alzarlo.
-AAAAAH! Perché sempre a me?!- urla Yuma, sbuffando per la corsa.
-La prossima volta, Yuma, fatti dire di regalarti una sveglia al tuo compleanno- disse Astral
Yuma si innervosì –Grazie mille!-
Anche da quelle parti, Natsumi correva con i suoi pattini a rotelle –Yuma!!- lo chiama gridando –Buongiorno!! In ritardo?- chiese, sorridendolo.
-Te ne sei accorta già ad adesso!?- domanda Yuma, nervoso.
-No. Da ieri!- rise divertita Natsumi.
Astral la guarda in modo strano. Anche se ha scoperto che era una parente di Kite, si era sorpreso parecchio, era brava nei duelli quando aveva duellato contro Caswell ma contro Shark? Sarebbe stata alla sua altezza?
Natsumi alza lo sguardo verso in alto… proprio ad Astral! “Come!? Riesce a vedermi?!” si chiese con gli occhi sgranati di stupore lo spirito. Lo sapeva già ieri? Perché non se n’era accorto?
La ragazza gli fece un occhiolino poi si rivolse al ragazzo –Facciamo una gara!- propose lei -Chi arriva ultimo e un duellante perdente!- canzona e comincia ad accelerare con la corsa.
Yuma s’infuria moltissimo –Ehi!! Natsumi!! Non è valido!! Tu hai i pattini e io no!!- urla
-Aspettami!!!- e corse il che non posso.
Astral rimase un po’ stranito per qualche secondo, poi ritorna alla realtà e insegue il ragazzo.
Che cosa sta succedendo?
 
I due amici arrivarono in tempo ad arrivare in classe che il professore arriva dopo di loro.
Fortunatamente non si era accorto del loro ritardo.
Meno male!
Il prof comincia a spiegare, spiegare e spiegare con gli esercizi e i problemi di aritmetica. A Natsumi non era stata un genio nella matematica, riusciva a seguire e prendere gli appunti così facilmente con il professor Key che era talmente bravo e disponibile a dare una mano ai suoi alluni. Quando una cosa non la capiva, alzava subito una mano e il prof Key lo rispiegava in modo semplice.
Mal mano che riusciva a capire i metodi della matematica che diventava più facile per lei.
Invece, all’istituto era tutto complicato: aveva un insegante complicato, baffuto e obeso; spiegava in modo complicato e non aiutava nessuna nella classe. Pretendeva che dovevano capire da soli. Per questo motivo che Natsumi prendeva 3 o 0 in matematica.
A quell’ora, il prof decide di fare un problema alla lavagna complicato da capirlo –Yuma…-
lo chiama.
Il ragazzo non rispose.
Astral e Tori lo guardarono: stava facendo un bel pisolino. Che guaio! Tori comincia a chia-marlo in tutti i modi. Il professor Key devenne impaziente –Yuma!- grida che il ragazzo sobbalza dal richiamo con un sonoro “eh?”. Tutti si voltarono.
-Yuma Tsukumo, visto che sei impegnato ai sonnellini, potresti venire a risolvere questo problema?- chiese l’uomo.
Tutti lo osservarono con gli occhi sgranati come fanno i gufi nella notte. Yuma era nei guai nella padella nella brace. Si guarda intorno con tutti a guardare e deglutì –Beh… ecco…- prova a parlare ma non sapeva cosa dire.
Tutti scoppiarono a ridere tranne i suoi amici. Natsumi gli venne un’idea –Professore- alza la mano –Potrei venire io al posto di Yuma. Credo di aver capito il problema-
Yuma si volta verso Natsumi, facendo gli occhioni da cucciolo.
Astral guarda il ragazzo e poi lei. Ancora pensava a quello che era accaduto stamattina. Come faceva a vederlo?
Il prof. Key rimase sorpreso –Oh! Beh… vediamo se ha capito, prego- disse.
Natsumi si alza in piedi e si diresse alla lavagna. Un professore di matematica con gli occhiali era più sincero che quell’altro. Prese il gesto e comincia a risolvere il problema per quello che ha capito. Sotto lo sguardo silenzioso dei compagni guardavano con ogni passaggio le operazioni fino ad arrivare al risultato –Fatto- disse.
Il prof ne rimase molto sorpreso –Molto bene- disse –Ancora qualche lavoro in più ma del resto stai imparando in fretta. Puoi andare- aggiunse.
Lei annuì con il capo e ritorna a sedere, il prof. Key comincia a spiegare e si volta a guardare Yuma con la faccina tutta felice “Grazie” disse abbassa voce.
Nutsumi lo ricambia con un “Non c’è di che” e ritorna ad ascoltare.
 
Arriva l’ora della ricreazione, andando fuori nel cortile: altri con i compagni a chiacchierare, altri a duellare come avversari e altri a fare la merenda.
Natsumi non ne aveva voglia di duellare, ormai aveva preso l’appuntamento con Sahrk.
Arriva Tori correndole d’incontro –Ehi, Natsumi- la chiama.
-Ciao, Tori- la saluta.
-Vieni a mangiare con noi? Conosciamo un posto tranquillo-
-Volentieri!-
Andarono di corsa verso al posto che ha parlato la compagna di classe: in cima della parte
opposta dell’edificio. Natsumi esce dalla botola che saliva verso il tetto dopo di Tori: una tovaglia apparecchiata a terra con tramezzini, polpette di riso, sushi e bevande che si erano portati con loro e le persone sedute intorno i suoi amici.
-Ehi! Natsumi!- la saluta con la mano Yuma.
-Ciao Natsumi. Accomodati pure!- disse Bronk, gentilmente.
Natsumi si sedette accanto a Katy e a Caswell. Poi vide che c’erano Rio con loro che le saluta con un sorriso e Shark in disparte, con una gamba piegata e il braccio appoggiato sul ginocchio. Si gira appena con lo sguardo rivolto a lei, sorridendoli con rivalità e lei lo ricambia.
-Ciao, maow!- Disse la ragazza-gatto in modo accogliente e felino, abbracciandola –Grazie pre quello che hai fatto a Yuma!- disse abbassa voce –Ma non cercare di rubarmelo, chiaro!?- all’improvviso il tono di voce diventa minacciosa.
Natsumi sgranocchia gli occhi in modo confusionario. Come mai ha cambiato tono di voce? Allora, capì subito. Dalla bocca esce un “oh” e annuì.
Cominciarono a mangiare mentre chiacchieravano del più e del meno, della vita passata e di quello che avrebbero voluto fare in futuro. Natsumi si trovava bene con loro. Poteva parlare liberamente e quanto pare. Da anni non aveva provato quella sensazione perduta da anni… l’amicizia.
Poi, cambiarono argomento che Rio fece sapere appositamente di proposito di essere la parente di Kite, tutti rimasero sorpresi che una baraonda di domande gli fecero scoppiare la testa.
-Cosa?! Tu sei la cugina di Kite?! Perché non ce l’hai detto!?- dissero in coro i ragazzi addosso alla ragazza bruna. Natsumi guarda Rio fulminandola come dire “Ti odio” mentre l’altra fece lo sguardo indifferente. Questo fece divertire Snark.
 
Le ore scolastiche passarono tranquillamente, senza nessun intoppo. Natsumi mise a posto la roba dello zaino e corse dall’aula fino all’uscita dell’edificio. Doveva fare presto per rimettersi in forze e a duellare contro Shark. Gli aveva spiegato in che luogo dove si dovevano scontrarsi.
Vide Yuma e Tori (e soprattutto Astral) che si dirigevano verso nelle loro abitazioni.
-Ehi, ragazzi!- li chiama avvicinandosi.
-Ciao, Natsumi. Ti ritiri a casa?- chiese Yuma. L’altra annuì.
-Ma ne sei sicura di duellare contro Shark? Lui è forte- disse preoccupata Tori.
Natsumi abbozza un largo sorriso –Nah! Sono eccitatissima!- disse –So come cavarmela. Come avete visto l’altro ieri sono stata brava contro Caswell. Sono curioso come andrà oggi- aggiunse.
-Ah!- rise Yuma e la mise sotto il collo –Questa si che è entusiasmo! Energia al massimo!!- disse gridando.
Nutsumi rimase di sasso e confusa. Tori fece la traduzione suggerendoli –E’ il suo "Kattobing", non farci caso-
Il suo Kattobing? Sembra molto interessante…
-Allora ci vediamo dopo- disse Natsumi, correndo via con i pattini appena indossati. Yuma e Tori la salutarono a gran voce e con la mano alzata per salutata.
 
Dopo una bella corsa, Natsumi si tolse i pattini per metterli nello zaino, la ragazza entra di corsa, vedendo Kaito che giocava con il fratellino. Anche lui era rientrato dopo un giro di pattuglia con Orbital.
-Natsumi, che bello rivederti!- disse voltandosi Hart.
-Guarda cosa ti ho portato, Harty!- disse lei, sventolandogli davanti una busta bianca fra la mano.
-Che cos’è?- chiese curioso il ragazzino mentre lo prese fra le mani.
-Oh, una sorpresa- Disse con la solita risposta.
Hart apre la busta -Grazie Natsumi!- disse lui, era un blocco con i fogli bianchi e dei colori a matita da disegno.
Natsumi sorrise –Ho pensato che un artista non smetterebbe di avere un talento come il tuo- disse.
Hart l’abbraccia –Grazie… ti voglio bene- disse, contento.
Lei ricambia il gesto e chiuse gli occhi –Anch’io, Harty- si staccarono dall’abbraccio –Senti, ho un’idea… prima di mangiare… acchiappiamo Kite!- disse lei indicando Kite che stava già pensando cosa ha intenzione di fare.
Hart grida di felicità. Da tempo che non giocava e voleva rifarlo insieme a lei –Si! Acchiappiamo Kite!!- ripeté Hart.
I due cercarono di prenderlo, ma Kite stava già correndo a zig zag per sfuggire a quei due matti, nascondendosi.
Perché gli era passato di mente?
Comunque, era da tempo che non si divertiva con il fratellino e la cugina da anni.
Hart si era già “perso”. Non era molto bravo a nascondino, anche se era il suo gioco preferito non aveva importanza.
Natsumi camminava a punta di piedi a cercarlo, voleva accoglierlo di soppiatto -Kite? Dove sei?- canzona continuando a ridere –Guarda che ti trovo io- aggiunse.
Chissà dove si era ficcato? Qualche volta lo trovava con uno spavento.
Passa per un corridoio con alcune porte chiuse, fortunatamente, non a chiave, le apre tutte quante fino ad arrivare all’ultima che…
BU!
La ragazza fece un sobbalzo per lo spavento.
-Fregata!- disse, ridendo.
In tutta reazione gli fece la linguaccia e corse. Non sopportava che gli facessero la linguaccia in faccia sua.
-Ehi!!- disse lui e la insegue per il corridoio mentre lei rideva e cercando di scappargli e di nascondersi: inutile, Kite ti trovava sempre, dovunque tu fossi. Era molto bravo in quel gioco.
La cerca da per tutto, con aria calma e indifferente per finta, per tutte le stanze, la trova in una stanza che, involontariamente, la ragazza fece piano per uscire allo scoperto, lui la scopre e la prese in braccia, bloccandola –Ah! Ti ho presa!- disse Kite ridendo e caricandola sulla sua spalla e girando su se stesso.
-AH! Non è possibile!- disse Natsumi continuando a ridere, prima o poi gli verrebbe il mal di mare –Dai, mettimi giù o mi farai vomitare!- grida la ragazza.
Per esaudire il suo desiderio, la butta per peso sul divano. I capelli sotto sopra, la gonna stropicciata, continuava a ridere –Ok, ok… ci rinuncio!-
Kite rise –Ti troverò sempre- disse, con le braccia conserte.
-Oh-oh! Cerchi di farmi paura, eh?- fece una finta risata e agitando la testa, ridendo.
-Ehi… non provocarmi- disse facendo col dito un no il cugino, si sedette accanto –Com’è andata il secondo giorno?- chiese, mettendo il braccio sulla spalliera del divano.
Natsumi ci pensa su –Mmm… la lezione di matematica era stato interessante, più facile qui che non là. Poi, ho fatto merenda con Yuma e gli altri e poi tutto tranquillo!- disse, mettendo le gambe piegate e i piedi sul divano.
Kite sorrise –E’ sempre stata la tua risposta di sempre-
Natsumi lo spinse con la spalla –Ma dai!- rise –E da quando che ti troverai una fidanzata, eh?- chiese.
-E io sono sicuro che tu conquisterai un sacco di ragazzi- disse lui con un sorriso furbo e simpatico, prendendole per una guancia –Ora sei grande. Avari tutto il tempo per trovarlo- aggiunse -Però… mi mancherai- disse con un sorriso quasi malinconico.
Natsumi lo guarda per un secondo. Non gli dava a genio di lasciarli se era appena tornata. Ebbe una lampadina illuminata, abbozzando un sorriso e gli scombina i capelli biondi del
ragazzo.
-No dai!- disse lui ridendo. Non aveva perso il brutto vizio di scombinarli i capelli.
Arriva Hart che era appena arrivato in camera sua per lasciare il regalo -Ehi, Kite, Natsumi… che cosa mangiamo?- chiese Hart.
Natsumi si alza dal divano e si china vicino a lui –Hai fame?- chiese. Il piccolo annuì.
La ragazza comincia a pensare qualcosa e si avvia in cucina sotto lo sguardo confusa dei cugini. Cosa avrà in mente?
La inseguirono e la videro mettersi il grembiule bianco ai fianchi –Stavolta,- disse, prendendo le pentole –cucino io- aggiunse.
Kite non era convinto –Ne sei sicura?- chiese, con un braccio appoggiato all’apertura della porta.
-Ah! Tranquillo! All’istituto mi chiamano l’ “Imperatrice delle Pentole”!- disse ridendo Natsumi –Allora, cosa preparo?- si disse lei, pensandoci. Si diresse in credenza e prese la roba necessaria –Ho trovato! Una bella frittata italiana con un bel kebab speziato indiano! Me l’hanno insegnata loro!- esclama sorridendo –Datemi alcuni secondi e sarà pronto!- concluse, mettendosi al lavoro.
Kite roteò gli occhi –Ora vediamo che cosa ci preparerà la nostra cuoca- disse, incuriosito.
Così si mise a preparare, mentre Kite era intento a riflettere su chissà cosa.
-Pronto!- disse Nutsumi sorridendo, dopo che aveva finito di cucinare mettendolo a tavola.
Kite e Hart si sedettero a tavola.
La bruna mise i piatti pronti a essere serviti, il primo ad assaggiare fu Hart –Mmm! Buono!- esclama e se lo mangia.
Kite lo guarda contento –Beh… almeno è più buono di quello che fa Orbital- disse.
-Ah! Davvero? Non lo sapevo- disse, mangiando un boccone –Mmm! Dov’è Orbital? Di solito è qui con te quando rientrate- gli chiese un po’ curiosa.
-Ah, dicevo bene… oh beh, Orbital non si è fatto vivo da ieri pomeriggio… aveva detto che era andato da Yuma per non so cosa…- gli rispose lui, quasi riflettendo un po’ su quale potesse essere il motivo che aveva spinto il suo robot a fare una cosa, a suo parere, così assurda.
-Ehi… Yuma ha una robot, vero?- chiese Natsumi, ricordandosi che il ragazzo gli aveva raccontato che ospitava una robot in casa sua.
-Sì, credo l’abbia chiamata Lily… e con ciò?- le rispose Kite dubbioso, tant’è che lei scoppia a ridere –Possibile che tu non abbia capito un acca?!?- esclama, portandosi le mani alla bocca.
-E che cosa dovrei capire? Tutto quello che so ora è che sei uscita di senno…- rispose il ragazzo, stranito ma mantenendo però la sua eterna calma.
-E dai, cugino, è così semplice… non dirmi che non ci sei arrivato…-
-No, non sono arrivato ad una conclusione… anche se non capisco di che cosa tu stia parlando- le rispose Kite.
-Orbital si è innamorato di Lily!- canzona la cugina, sotto lo sguardo perplesso del ragazzo
-Ma i robot non si innamorano, sciocchina…- canticchia lui.
-Ma la mamma diceva “I sentimenti umani nascono anche nei robot quando si innamorano”, direi che questo si riferisce proprio a loro due- disse, mangiando un altro boccone.
Kite ridacchia –La zia aveva sempre ragione… anche se devo ammettere che Orbital aveva la testa fra le nuvole da un po’ di tempo…- ammise riflettendo un secondo.
-Vedi?- esclama infine –Ci ho sempre creduto in queste cose, sappilo- aggiunse.
Dopo aver pranzato, Nutsumi si offre volontaria di lavare i piatti mentre Hart disegnava e Kite era seduto sul divano, pensieroso come prima. Si alza dal divano e si avvicina alla ragazza –A che ora farai il duello?- chiese.
Nutsumi gli rispose senza guardarlo –Shark mi ha detto d’incontrarlo alle tre e mi ha detto dove s’inizia il duello- poi lo guarda –Non mi dire che sei preoccupato per me?- chiese con il tono malizioso.
-Mmm? Cosa…? No…- balbetta Kite, con la mano dietro la nuca -…mmm… beh… si…-
Si arrese. Non poteva mentire a sua cugina con quello sguardo da angioletto.
Natsumi scosse la testa –Sta’ tranquillo. Se non da chi ho preso l’imprudenza, eh?- disse, sorridendo –Beh, io vado!- aggiunse, togliendosi il grembiule e corse verso in camera sua a cambiarsi.
-Ma se è ancora pesto?- disse il ragazzo, perplesso. L’orologio nelle vicinanze segnava le due e un quarto.
Dopo un minuto, Natsumi esce dalla camera con i suoi soliti vestiti –Mi farò un po’ di “meditazione” camminata prima di duellare- disse, facendo su e giù con le dita -Verrai a vedermi duellare?- chiese.
Kite le sorrise –Vedremo se Orbital rientra- disse.
Natsumi saluta con un bacio sulla fronte di Hart e uno sulla guancia di Kite, scappando di corsa con i pattini addosso.







Angolo Autrice:
Questo è il capitolo solo con la famiglia Tenjo. Kite e Hart hanno trovato il loro sorriso perduto da tempo e Natsumi avrà poco tempo di duellare contro Shark.
Shark: Tc! Lo sanno che vincerò io.
Io: *tossicchio* Giovanotto, lo sai che ho il potere di cambiare? Quindi non fare lo sbruffone e chiudi la bocca.
Shark: .... *schiccato*
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Tori e Rio... rapite!?"! Cosa succederà? Energia al massimo!!!

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Capitolo 9
*** Chapter 8: Tori e Rio... rapite!? ***


Chapter 8: Tori e Rio… rapite!?
 
Intanto, i tre Imperatori Bariani si trovavano sui tetti della grande città. Vector tenne le braccia incrociate con un sorrisetto maligno, con il vento che scompigliava i capelli arancioni e i vestiti neri. A destra Gilag con la solita divisa scolastica quando si era introfulato nella scuola e a sinistra Arito, con il suo visibile occhi verde che guarda davanti a sé.
-Ricordatevi. Voi fate quello che gli pare ma Yuma e Astral sono miei, chiaro?!- disse Vector, senza guardarli ma scostando gli occhi viola.
I due annuirono. Saltarono contemporaneamente dal tetto in diverse direzioni da prendere, Vector vuole distruggerli una volta per tutte.
 
Per le vie della città, Rio e Shark s’incamminano verso al luogo prestabilito per il duello. Suo fratello aveva organizzato tutto. Non era un granché come organizzatore m era curioso di sapere come duellava. Non per quel motivo ma qualcosa in sé dice di averla vista da qualche parte. Ma dove? Si ricordava perfettamente di non averla incontrata ma il suo sesto senso e mezzo dicesse di averla conosciuta. Magari in passato, in un lontano passato…
Rio lo guarda con aria perplessa e preoccupante –Sicuro di stare bene?- chiese.
Shark gli rispose indifferente –Certo che sto bene. Che mi domande fai?- domanda il ragazzo, stranito –Su, andiamo. Mi piacerebbe scoprire sei è una brava duellante come Kite-
I due non si resero conto che qualcuno li stava inseguendo, nascosto da tutti…
 
Mentre Natsumi sprizza con i suoi pattini per le vie di Heartland City, prese il suo duel-gazer dalla tasca: era grande e tiene una forma di un’ala di un uccello che gli copriva la tempia di color bianco, alcuni particolari erano disegnate in un verde platino con delle gemette verde smeraldo, il vetro di colore viola. Compose il numero che li aveva dato Tori per chiamarla –Ehilà, Tori!- la saluta.
-Ciao, Natsumi- la saluta anche lei.
-Dove sei? Io sto raggiungendo la meta- avvisa Natsumi mentre scese da una discesa limpida. Poi, invece di scendere per le scale, scese dalla rampa come se fosse uno skate come fa Bronk.
-Sto venendo anch’io. Vado da Yuma e ci andiamo insieme- avvisa Tori. Si vedeva che aveva una cotta persa per quel ragazzo, lo si legge dai occhi.
Natsumi fece uno sguardo perplesso –Come? Ancora è a casa?!- esclama, incredula.
Dall’altra parte, Tori cammina tranquillamente sul marciapiede mentre parlava con l’amica -Già, hai indovinato. Quando lo conoscerai bene ti renderai conto com’è fatto- disse.
Natsumi ridacchia –Me lo immaginerei già!- disse –A proposito, ti posso chiederti una cosa?- chiese a un certo punto.
-Dimmi?- Tori non si rese conto della figura nera che si avvicinava a lei, silenzioso.
-Beh, è un po’ complicato da spiegarlo…- disse Nutsumi -…se tu dici che quella persona lo
hai già vista ma non ti ricordi niente di quella persona, come posso capire che l’ha conosco?- chiese, si tolse da uno pazza-robot di quelle parti che puliva il marciapiede.
Tori ci pensa su –Beh… cerca di pensare con calma e pazienza, vedrai che riuscirai a ricordarla…- rispose.
Lo sconosciuto comincia a parlare in modo sinistro -…ma non di guardare alle tue spalle!- disse.
Quello che sente Natsumi era un urlo –Tori? Tori!?- decise di fermarsi –Tori! Cosa succede?! Rispondimi! Tori! Tori!!- comincia a gridare con preoccupazione, con gli occhi sgranati. Qualcuno prende il duel-gazer appena caduto da terra –Tori?-
Poi, parla una voce sconosciuta e sinistra, maschile –Se ci tieni tanto alla tua amica devi fare tutto quello ti dico, hai capito?-
Natsumi si mise in allarme –Chi sei?! Chi parla!? E dov’è Tori?!- domanda. In sé si cresceva una rabbia mischiato alla preoccupazione.
Il rapitore sorrise –La tua amica sta bene…- rispose, teneva bloccata Tori per impedirle di scappare, con il braccio muscoloso al suo collo -…ma se non esegui quello ti dico, non la rivedrai mai più!- aggiunse.
-Dimmi cosa vuoi!?-
-Chiama il tuo amico Yuma e ti do di preciso il luogo d’incontro-
Natsumi spalanca gli occhi –Cosa??!-
 
…Rio ebbe una strana sensazione che qualcuno, alle sue spalle, la stesse inseguendo ma suo fratello non se n’era accorto. Si gira appena e sgrana gli occhi: un’enorme figura nera alto quanto una montagna, prese per un braccio e gli tappa la bocca con l’enorme mano. Rio cerca di dimenarsi e liberare la bocca per chiamare il fratello ma inutilmente.
Shark si gira di scatto. Forse ha percepito qualcosa di strano. Non vide nessuno –Rio?-
Vide qualcosa che luccica sulla strada che si rese conto immediatamente cosa è successo
-Rio!-
Corse verso l’anello della sorella e lo prese in mano –Rio!!- grida Shark.
L’avevano rapita!
 
-Che cosa vuoi da Yuma?!-
-Non fare domande!- disse con voce minacciosa e fredda il rapitore –Fai quello che ti dico e basta!-
Natsumi avverte una sensazione di rabbia nei confronti di quel sconosciuto da quattro soldi –Se le torcerete un solo capello ti giuro che io…!- disse, digrignando i denti.
Il rapinatore si mise a ridere –Tu cosa? A prendermi a calci a sedere?- e continua a una risata maligna.
-Sarà l’ultima cosa che faccio!- rispose Nutsumi –Passami a Tori! Voglio sentirla!- aggiunse.
Arito fece le spallucce –Come vuoi- rispose semplicemente.
Natsumi attese un po’ che sente l’amica che piange. Aveva paura. –Tori! Stai bene?! Ti ha fatto del male?!-
Tori rispose con un filo di voce –No…- comincia a singhiozzare -Ti prego, Natsumi, aiutami!- ebbe la forza di gridare.
Arito riprese a parlare –Contenta?- chiese –Ora ti dico dove c’è l’incontro: ai parcheggi, fra due ore!-
Natsumi sobbalza –Ma ci vorranno molte ore per arrivare! Non ce la farà in due ore!-
-Peggio per lui. Se non arriva in due ore la vostra amica farà una brutta fine, ve l’assicuro!- contradice Arito e chiuse la comunicazione, facendo cadere di nuovo il duel-gazer di Tori.
Natsumi la chiama parecchie volte, con gli occhi blu galassia spalancati. Nessuna risposta. “D’accidenti!” Rimase in silenzio per qualche secondo, alza lo sguardo verso il cielo: stava cominciando arrivare enormi nuvoloni grigi che coprirono il sole. Fece dietro front e comincia a correre dalla parte opposta “Devo avvisare Yuma!”
 
A casa, Yuma fece la doccia mentre Astral era in camera del ragazzo.
Astral rimase seduto con le braccia conserte e in una posizione seduta per poco, si avvicina alla finestra e comincia a contemplare il tempo: guarda la strada che non c’era un’anima viva in giro, il cielo stava per scurirsi, in quel momento passò un treno diretto per chissà quale meta.
Astral sospira e chiuse gli occhi. Non sapeva quale spiegazione darsi. “Natsumi riesce a vedermi! Ma cosa…? La carta numero! Ma certo!” sobbalza dalla ipotesi fatta “Quando qualsiasi essere umano porta una carta numero, il potere che emano il mostro s’impossessa della sua mente da un’aura oscura e nessuno può sfuggire del proprio controllo. Da sogni più oscuri nel proprio cuore” riflette lo spirito, ricordando tutti i duelli precedenti che da quando aveva incontrato Yuma “Ma quella ragazza… ha qualcosa di strano… dentro di sé si sprigiona un aura dorata davvero molto potente. Non c’è altra spiegazione. Natsumi ha una carta numero! Ma come lo ha ottenuta?” concluse lui.
Entra Yuma in camera, con l’asciugamano tra i capelli –Ah! Ci voleva proprio!- disse il ragazzo soddisfatto, si avvicina alla finestra con Astral –Cavolo! Che nuvoloni! Prima o poi si metterà a piovere- esclama, preoccupato per il tempo.
Lo spirito rimase in silenzio per qualche secondo -Yuma, posso parlarti un attimo?- chiese al ragazzo.
Lui si volta verso lo spirito astrale –Dimmi?- e si gira per prendersi i vestiti di tutti i giorni.
-Hai presente quella ragazza nuova della tua classe?- chiese Astral, guardando fuori.
Mentre Yuma si mise la giuba rossa e si volta verso di lui –Si, Natsumi. Perché?-
Astral si gira a guardarlo –Yuma…- mentre stava iniziando a parlare della notizia da dargli ma venne interrotto dal duel-gazer del ragazzo che lo stavano chiamando –Questa è Natsumi- disse Yuma che preme l’accensione della chiamata –Ehi, Natsumi. Cosa c’è?-
-Yuma! È successo una cosa terribile!- esclama sconvolta Natsumi.
Yuma si mise in allarme –Cosa?! Dimmi!? È successo qualcosa?!- domanda preoccupato. Astral comincia a intuire dalla voce agitata e preoccupata della ragazza che diventa serio.
Natsumi correva senza sosta per la strada –Non ci crederai! Tori è stata rapita!-
Yuma e Astral sobbalzarono dalla notizia. –Cosa!?- domanda il ragazzo.







Angolo Autrice:
Oh, mamma! Questo si che è terribile: Rio e Tori sono state rapite! che traggedia!!! *mani tra i capelli* Ecco che cosa stavi combinando tu e i tuoi amici! *dito contro Vector*
Vector: Hai qualche problema? *inarca il sopracciglio*
Io: Certo che ho un 'problema'!! Quando tutti voglio dargli uno duello tra Shark e Natsumi e tu interrompi! *braccia incrociate* Un giorno di questi ti uccido!
Vector: Provaci se hai il coraggio *sorrisetto divertito*
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Missione di salvataggio! (questo è la prima parte)"! Speriamo che qualcuno le salva...
Tori & Rio: Aiutooooo!!!
Io: Ecco... Energia al massimo! Tranquille, qualcuno vi salverà!

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Capitolo 10
*** Chapter 9: Missione di salvataggio! (parte 1) ***


Chapter 9: Missione di salvataggio! (parte 1°)
 
-Cosa?!- domanda incredulo Yuma assieme ad Astral –Natsumi, se è uno scherzo non è affatto divertente, sai!- aggiunse, sudando freddo.
Natsumi comincia ad avere i nervi –Ti pare che io scherzi?! Guarda che lo sto dicendo veramente!-
-Dove sei!?-
-Non lo so. Sto girando a vuoto!- disse -Cerco di trovare quel tizio che l’ha rapita e a prenderli a calci nel sedere!- aggiunse con un’immensa rabbia che sembra di essere Kite.
Yuma cerca di convincerla –No, sarà troppo pericoloso! Chi è questo tizio?!-
Natsumi cerca di spiegare in modo più semplice possibile dell’accaduto, era ancora scossa per quello che era successo ma riesce a reagire in qualche modo.
Yuma e Astral sapevano chi poteva organizzare tutto questo: Vector!
-Yuma, che diavolo sta succedendo?!- chiese agitata la ragazza.
Yuma rimase per qualche momento in silenzio. Vector stava facendo lo stesso gioco dell’altra volta ma facendo del male ai suoi amici. Astral lo fissa per qualche secondo, mise la mano sulla sua spalla per incoraggiarlo, il ragazzo lo guardo nei suoi occhi bi-colore e annuì. Non deve rassegnarsi –Natsumi, dov’è che ti ha detto d’incontrarci?- chiese con calma.
Natsumi gli spiega il luogo che sarebbero incontrati –Io, intanto, cerco di trovare il luogo
che la nascondono!- disse infine, decisa.
Yuma spalanca gli occhi –Cosa? Ma sei impazzati?! Se ti faranno del male?!-
Natsumi sorrise –Tranquillo, so come cavarmela e…- disse –certo, sono sempre stata una pazza- concluse e chiude la comunicazione, accelera con la corsa “Tranquilla Tori! Ti troverò!”
 
Tori non sapeva dove si trova. Sembrerebbe un palazzo in costruzione. Le aveva legata le mani dietro la schiena e imbavagliata mentre la porta in quel luogo. Cercava in tutti i modi di liberarsi: lo sconosciuto l’aveva caricata sulle spalle. Tiene una camicia rossa e dei pantaloni ci color bianco-panna, i capelli castani con le punte all’in su (come quelli di Shark). Sembra di aver visto quel ragazzo… una volta entrati nel palazzo e portata in quel luogo in via di costruzione, la posa a terra e da lì che si rese conto chi era: il ragazzo gli tolse il fazzoletto davanti alla bocca e lei fece un sospiro –Arito…- mormora Tori.
Era sorpresa di rivederlo dopo l’ultima volta nel duello di Yuma e aveva detto che l’hanno aggredito.
-Ci rivediamo di nuovo, Tori- disse Arito, rivolgendole con uno sguardo malefico.
Si volta dall’altro lato e vide Gilag che porta Rio sulle spalle e la fece posare a terra -Rio!-esclama con sorpresa Tori.
Gilag gli tolse anche essa il bavaglio –Tori, stai bene?- chiese Rio. L’altra annuì. La ragazza dai occhi rosa gli grida d’incontro –Che cosa volete fare!? Liberateci immediatamente!-
-Lo vorremo. Ma dobbiamo mette in atto il piano- sorrise Arito.
-Di che piano stai parlando?- chiese Rio.
-Lo vedrete con i vostri occhi- concluse Arito in modo enigmatico, mentre Gilag lega le due ragazze dietro le spalle e le solleva in aria con una mini-gru trasportabile (autrice: l’ho inventato io!) -Che cosa volete fare?!- strilla la ragazza.
Arito utilizza il duel-gazer (uno rubato, è ovvio) e chiama –Abbiamo le ragazze. Il piano procede come hai sperato- comunica il bariano.
-Bene- ridacchia la voce in modo maligno –Ormai manca poco finché arrivano Yuma e Astral- aggiunse e chiude.
Tori venne un brivido alla schiena di sentire quella voce: Rei o noto come Vector nella forma umana.
Rio cerca di incoraggiarla –Non ti preoccupare, sono sicura che Yuma riuscirà a liberarci- la rassicura e Tori fece un sorriso ma triste.
 
Intanto, Natsumi continua a correre senza sosta, per strada non c’era nessuno. Le previsioni del tempo indicavano che ci sarebbe stato un diluvio. Ansima parecchio, i muscoli dei polpacci stavano per stirarsi, i piedi doloranti e accaldati per il sudore. Si ferma un momento per riprendere fiato e si guarda intorno –Non riuscirò mai a trovarla…- disse.
Doveva esserci una soluzione!
Poi, passandoli in mente, ebbe un flashback: suo cugino aveva detto che Orbital era con Lily e può darsi che stava per ritirarsi per colpa del tempo!
Dopo aver riflettuto, si mise il palmo della mano davanti alla fronte ed esclama –Ma certo! Orbital!- prese il duel-gazer e cerca di contattarsi con lui –Speriamo che sia rientrato!- aggiunse, pregando che quel robot fosse tornato.
Proprio in quel momento, le preghiere della ragazza furono esaudite: Orbital rientra a casa che doveva aiutare il Dr Faker, si diresse verso la sala centrale dei computer e rimase confuso della chiamata –Pronto? Chi parla?-
Natsumi fece un sospiro di sollievo –Orbital! Fortuna che ci sei!- grida di gioia che quasi sobbalza il piccolo robot –Ehi! Non urlare così!-
-Ooops… scusa…- disse Nutsumi poi ritorna seria –Orbital, mi davi fare un grosso favore!-
Orbital fece una faccia scocciata -Non sono qui a fare favori! Sei persa per via di casa?-
-No, ma… mi serve il tuo aiuto! Tori è in grave pericolo e la devo assolutamente salvarla!-
Orbital si rese conto una nota di preoccupazione nella voce della ragazza –E’ successo qualcosa, vero?-
-Certo! Ora, alza le tue chiappette metalliche e aiutami dove si trova!- ordina Natsumi, ricominciando a correre.
Orbital s’irrita –Ehi! Non puoi darmi dei ordini!- obbietta il robot ma la ragazza gli urla a gran voce “Scatta!!” e il robot corse come un fulmine ai computer lasciando una scia di polvere –Ricevuto! Subito!-
Non c’era tempo da perdere!
 
Yuma corse senza fermarsi per raggiungere la meta inseguito da Astral. Il ragazzo dai cappelli blu era intenzionato di mettere in salvo Tori in prima possibile, era preoccupato per la sua amica che si conoscevano fin dall’infanzia. Qualcuno lo chiama.
-Pronto? Scusa, non posso parlare…-
-Sono io, testa quadrata!-
-Shark!- esclama riconoscendo la sua voce. Infatti, Shark lo aveva chiamato insella alla sua moto e correndo a tutto gas
-Scusa, Shark. Ma non ho tempo per parlare- disse Yuma attraverso il duel-gazer –Tori è stata rapita!- lo avvisa.
-Ma che coincidenza: hanno rapito anche mia sorella!- rispose Shark.
Yuma si ferma di colpo –Cosa? Anche Rio?- chiese incredulo, Astral gli fluttua accanto -Allora Vector vuole a tutti i costi di riprendersi la rivincita- disse serio il ragazzo.
-E come fai a sapere che la tua amica è stata rapita?- chiese Shark.
Yuma riprese a correre e attraversando la strada deserta –Me lo ha detto Natsumi. Stava parlando con Tori ma poi ha parlato con il suo rapitore. Forse Vector le ha rapite per costringermi a duellare di nuovo con lui!-
-E cosa c’entra mia sorella con tutto questo?!- esclama Shark.
-Non lo so. Domandalo a lui!- rispose ansimando Yuma.
Shark cerca di stare calmo e chiese –Dove che ha detto che vi incontrate?- Yuma gli spiega il luogo preciso –Arrivo subito!- concluse, spinse di più con l’acceleratore e la moto sprizza alla velocità della luce.
 
Orbital si mise subito al lavoro con i cavi uscite dalle mani del robot, premevano le tastiere virtuali del computer digitale. Natsumi chiese attraverso il display apparso sullo schermo
-Ci sei, Orbital?-
-Sono già al computer per tuto avviso- ribatte il robot.
“Accidenti! Così veloce!” si disse sorpresa Natsumi –Orbital, cerca il suo duel-gazer se è ancora attivato e dimmi in che posizione si trova- ordina.
Il robot fece al volo l’ordine: appare dall’enorme schermo la piantina della città con il satellite e appare un puntino rosso –Si trova a sud-ovest della periferia- rispose il robot e continuava ad allargare la mappa dove un punto verde era Natsumi e a distanza il duel-gazer di Tori –pare vicino al quartiere- aggiunse.
-Proprio dove abita Yuma?- chiese Natsumi e l’altro disse “Affermativo” al suo duel-gazer
-D’accidenti!- esclama abbassa voce la bruna –E dimmi? Yuma dov’è?- chiese.
Orbital individua il duel-gazer del ragazzo –Sta raggiungendo i parcheggi-
“Yuma, sta’ attento!” si disse tra sé e sé.
 
Yuma arriva in cima ai parcheggi dell’ultimo piano e si guarda intorno –Non c’è nessuno- esclama il ragazzo. Astral si guarda a destra e a sinistra –Yuma, tieni gli occhi bene attenti- lo allarma.
Sentirono un rombo di moto avvicinarsi, fece un salto sopra le loro teste e atterra con una frena di lato poco lontano da loro. Si tolse il casco mentre il ragazzo gli corse d’incontro
-Shark. Hai visto qualcuno?- chiese.
Lui scosse la testa. Da lontano sentirono qualcuno che canticchiava –Yuma…- I due si voltarono dalla direzione della voce. A Yuma gli congela il sangue nelle vene: quella voce gli faceva sempre quell’effetto.
Da lontano una figura nera si avvicina a loro con passo lento: Vector si avvicinava sempre di più a loro, con un sorriso maligno –Yuma…- rise –Yuma!- lo chiama da alta voce con una risata da pazzo e le pupille diventarono piccole.
Yuma ebbe un brivido alla schiena –Vector!-
Vector lo guarda –Yuma…- ridacchia piano -…ci si rivede-
 
Orbital diede le coordinate precise da dove si trovava il duel-gazer dell’amica, corse il che poteva senza arrendersi. Non gli poteva perdonarli di quello che avevano fatto. Arriva in un vialetto a tutta discesa, tenendo i piedi fermi e le ginocchia piegate, gli faceva male ma cerca di ignorare il dolore. Vide qualcosa che luccica da terra, frena in modo brusco di lato e si formava una scia di polvere durante la frenata. Spalanca gli occhi blu: il duel-gazer di Tori. Lo prese in mano e rimase immobile per un minuto, senza dire niente e a rispondere alle chiamate del robot. Alza lo sguardo in alto, le nuvole avevano coperto il sole e il cielo azzurro… sgrana gli occhi –Ma certo…- mormora Natsumi.
-Ehi!! Mi senti!?- la chiama Orbital –Ci sei o non ci sei!?-
-Orbital, puoi collegarti con i satelliti?- chiese.
-Oh! Finalmente, era ora!- disse sodisfatto il robot –Certo che posso! Anche se ce mal tempo, i satelliti possono attraversare le particelle delle nuvole…-
Natsumi sbuffa –Orbital, lo so- lo interrompe –Arriva al punto!- disse la ragazza che sente un “ok”. Il robot comincia a lavorarci sopra, utilizzando la piantina della città con tutti dei puntini rossi in attivazione –Sarà un problema: ci sono un milione di duel-gazer attivi!- aggiunse preoccupato.
Natsumi ci pensa su –Vedi quelli che non hanno il duel-gazer. Kite non lo usa- disse.
Orbital si mise al lavoro, utilizzando tutte le informazioni in rete a quelli che hanno il tatuaggio (oppure che cambiamo il colore dell’occhio, come i bariani) sono di colore blu. Erano pochissimi che lo potevano fare –Mmm… molto curioso…- sussurra.
-Cosa, Orbital?-
-L’idea di individuare la gente senza duel-gazer è davvero geniale!- disse il robot –Ci sono pochissimi. E tre che non… non sono umani-
-Come??-
-No no, niente!- si tappa la bocca, vide che dall’altra parte Yuma e Shark con Vector al parcheggio mentre dall’altra parte i due Imperatori Bariani con le due ragazze –Trovati!- rimase perplesso -Mmm… mi domando che cosa ci fa anche la sorella di Snark-
Natsumi rimase a bocca aperta –Cosa? Anche Rio? Oh, no…!- si schiaffeggia la mano sulla fronte –Qualcun’latro?- chiese.
-Ehm… no, nient’altro-
-Dove si trovano?-
-Si trova a nord-ovest della città, una palazzina in costruzione-
Natsumi sorrise –Guidami!- disse, mise il duel-gazer di Tori in tasca e riprese a correre sotto la guida del robot.
 
-Vector! Dov’è Tori e Rio?!- domanda Yuma.
Il cielo grigio e cominciava ad alzare un vortice di vento. I due ragazzi si trovavano faccia a faccia contro l’Imperatore che aveva avuto il coraggio di rapire due delle loro amiche e farle del male. Non lo avrebbero mai perdonato.
Il bariano rise piano –Non vi preoccupate…- disse, divertito, schioccando le dita per far apparire dallo schermo digitale le due ragazze –stanno bene in compagnia- aggiunse.
Shark e Yuma chiamarono le due ragazze ma non li sentirono –Lasciale andare!- grida il ragazzo dai capelli viola con immenso odio.
Vector rimase impassibile –Ehi, non ti arrabbiare- disse –Sono solo venuto qui per la rivincita. Yuma Tsukumo! Ti sfido!- grida indicandolo col dito e senza togliersi quel sorriso sul volto.
Yuma cominciava a irritarsi ma Astral lo assicura –Yuma, calmati e rimani concentrato- disse. Lui annuì, non voleva fare la stessa cosa dell’altra volta.
-Va bene! Accetto la tua sfida!- grida, entrambi attivarono il duel-disck e il duel-gazer –Cominciamo!-
Il duello iniziò.
Yuma: 4000 – Vector: 4000
-E’ il mio turno: pesco!- tirò fuori una carta dal mazzo il ragazzo dai capelli blu –Prima di tutto evoco Arciere Gambara (scusate, non so come scriverlo)- appare un mostro con un arco e delle frecce sulle spalle –Una volta evocato ti infigge un danno di 1000 life poit!- avvisa il ragazzo. L’arciere prese una freccia e lo scocca colpendo il bariano alla spalla destra, mugolando di dolore.
Yuma: 4000 – Vector: 5000
-Ora evoco sul mio terreno Golem Gogo in posizione di difesa!- appare un grosso colosso fatto di roccia di color marrone e con un occhio rosso, si mette con le sue enorme braccia rocciose e diventa blu, cambiando il suo colore naturale –E non è tutto! Attivo immediatamente il potere speciale di Arciere Gambara: una volta che ha scoccato una sua freccia, il suo livello si alza da 2 al 4 livello! Sovrappongo Arciere Gambara e Golem Gogo di livello quattro!- i due mostri diventarono due sferette di luce: uno arancione, l’altro blu, spiccando in volo –Con questi due mostri costruisco una rete di sovrapposizioni! Evocazione xzy! Appari a noi Exalubur!- Sul terreno compare un mostro con un aspetto da un reale e una spada dorata in mano, due sfere di luce girano intorno a esso –Attivo il suo potere speciale! Utilizzando un’unità sovrapposta il livello di attacco sale a 2000 punti! Vai, Exalibur! Attaccalo!-
Il mostro alza la spada dorata contro di lui. Il bariano fu sbalzato di cinque metri all’indietro e cade a terra all’in giù.
Yuma: 4000 – Vector: 5000
Yuma fece un salto di gioia –E vai così!! Metto una carta coperta e concludo il mio turno!- Sul gioco di terreno appare una carta coperta –Allora? Che te né pare?- domanda.
Astral sorrise –Sei stato bravo-
Intanto, la corda che appendeva Tori e Rio se ne scendeva non appena che Gilag fece abbassare. Yuma guarda lo schermo –No, Tori!!- grida preoccupato –Rio!!- esclama anche Shark.
Sentirono Vector ridacchiare ancora a terra. Shark gli venne i nervi a fior di pelle –Che cos’hai da ridere?!!-
Il bariano si alza da terra con fatica continuando a ridere, poi la risata si fece più forte alzando il capo –Ma non avete capito? Ahahahaha! Se mi colpisci e ogni life point si abbassa… le tue amiche faranno una brutta fine…-
I due ragazzi e lo spirito astrale rimasero a bocca aperta –Cosa!?!- domanda Shark.
Yuma spalanca di più gli occhi -Questo vuol dire che….- sussurra.
Astral non riusciva a dire una parola “Oh, no…” balbetta tra sé e sé.
-Già, avete capito bene…- prosegue continuando a ridere –Ogni volta che mi colpisci! Dovete dire addio a Tori e a Rio!!- e rise come un pazzo.
Tori e Rio erano in grave pericolo. Invece, Nutsumi correva più che non possa per arrivare verso la meta e a salvare. Una corsa del tempo era iniziata…







Angolo Autrice:
Le due amiche sono state rapite, Natsumi ha intenzione di salvare. C'è la farà?
Natsumi: Bene, farò anche l'eroina!
Io: Anche quando ti inalzerai in volo... Non perdete la seconda parete di: "Missione di salvataggio!"! Energia al massimo!!!

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Capitolo 11
*** Chapter 10: Missione di salvataggio! (parte 2) ***


Chapter 10: Missione di salvataggio! (parte 2°)  
 
Vector continua a ridere in faccia ai ragazzi e al nulla. Le nuvole nere iniziarono ad urlare e a tuonare e apparire fulmini dal cielo, ma non si mise a piovere. Il vento cominciava ad alzarsi a formare dei turbini lasciando foglie cadute o staccate dai alberi. I due umani e l’Astrale rimasero immobili. Shark digrigna i denti e stinse i pugni –Come osi!!- grida il ragazzo ma Yuma lo blocca, ritornando alla realtà –Shark! Calmati Shark! Cerca di calmarti!-
Vector smise di ridere –Si… bravo… arrabbiati… non vuoi che accadesse qualcosa alla tua cara sorellina… - continua a ridacchiare –Pesco!- pesca dal deck una carta (Scusate, non so come sono le carte di Yuma e di Vector, quindi lo racconto a parole mie) evocando un mostro ambro e attivando un suo potere speciale facendo aumentare il suo livello d’attacco e lo attacca mentre l’altro allontana l’amico con una spinta.
Yuma viene colpito di nuovo ma stavolta più forte, scaraventando per molti metri a terra.
Astral si gira verso di lui preoccupato che una fitta di dolore percorse per tutto il corpo, il legame fra lui e Yuma era ancora legata.
Yuma: 4505 – Vector: 5000
Shark rimase a bocca aperta per lo stupore che gli aveva salvato la vita, si volta verso Vector con aria arrabbiata e minacciosa.
-Hai visto, Shark?- disse il bariano –Uno come Yuma è solo un perdente… uno che si preoccupa degli altri che a sé stesso! E quelli che fanno così faranno una brutta fine!- disse con uno sguardo da matto.
 
Natsumi gira il vincolo verso destra. Solo poche macchine per le strade, non le davano fastidio; fortunatamente cade una leggera pioggerellina sui vestiti; alza lo sguardo verso l’alto vedendo la grossa costruzione dell’edificio –Eccolo! Lo vedo!- grida Natsumi.
-Vedi solo seguire dritto per 20 metri e arriverai all’entrata!- concluse il robot –Se ti succede qualcosa…- continua.
-Oh, andiamo, Orbital! So cavarmela da sola! Figuriamoci se Kite lo scoprirà!- sbuffa scocciata Natsumi –Miracomando: non dire niente a Kite, chiaro!?- aggiunse.
-Va bene, va bene- rispose Orbital che la bruna chiuse la comunicazione con un clamoroso “grazie!”, fece un sospiro di sollievo –Non so il perché… prima o poi lo scoprirà…- si disse mentre se ne stava andando.
-‘Prima o poi lo scoprirà’ chi?- chiese il ragazzo biondo, davanti a lui, con uno sguardo se-vero e confuso. Il robot sobbalza all’indietro per lo spavento –Capo…-
 
Al parcheggio, le cose con Yuma vanno male, perso un mucchio di life point e di aver messo in salvo Shark. –Yuma! Stai bene?!- chiese preoccupato al ragazzo dai capelli blu.
Astral gli fluttua accanto con aria preoccupata –Yuma? Come ti senti?- gli chiese mentre l’altro si alza con fatica –No… sto bene…- rispose con un filo di voce.
Vector rise di nuovo –Risparmia il fiato… ihihih… tanto non riuscirai a farcela…- gli disse
-So che hai paura… sì… ihihih… non vuoi colpirmi per paura di far cadere giù le tue amiche… facendo così ho la vittoria a portata di mano!- aggiunse, continuando a ridere.
-Sei uno senza cuore!- digrigna i denti Shark con odio.
-Grazie mille per il complimento…- gli disse ridacchiando -metto in campo due carte coperte e concludo il turno… tocca a te… Yuma…- concluse.
Astral lo guarda in modo deciso e preoccupato all’avversario –Credo che non sarà affatto facile… vuole che facciamo una scelta: arrenderci oppure continuare a lottare per mettere in pericolo Tori e la sorella di Shark-
Yuma digrigna i denti –Ci dev’essere una soluzione…-
 
Finalmente fu ai piedi dell’edificio, disabitata da cima a fondo, forse per ricostruzione oppure per il fatto che era troppo vecchia e avevano deciso di costruirne una nuova; passa i blocchi con un solo salto e si ferma all’entrata, saltando e levandosi ai piedi le rotelle, atterra sul terreno e le mise direttamente nello zaino. Lo sguardo deciso di Natsumi solleva verso la cima del palazzo, rassicurandosi che ci fossero le due ragazze.
Corse all’interno dell’edificio e prese l’ascensore dei lavoratori a forma di gabbia, salendo verso l’alto con impazienza.
Con l’ascensore non gli andava a genio! Se prendeva le scale perdeva solamente tempo ma non aveva scelta!
Decise di fermare l’ascensore al piano di sotto per non sospettarli e prendere le scale. Almeno aveva risparmiato la fatica per nulla. Si guarda intorno, vide Rio e Tori sospese al nulla. Erano disperate. Si guarda a destra e a sinistra e corse a punta di piedi ma… problema!
Sbucarono dal nulla due personaggi che sarebbero i rapitori e si nascose dietro a un sacco di cemento in polvere –Perché Orbital non mi ha avvisato che ci sono di guardia quei due?- si chiese abbassa voce.
 
I tuoni cominciarono a smettere e i fulmini diventarono sempre più lontano, le nuvole grigie si spostarono verso est e alcuni raggi si sole si aprivano; sotto i raggi, non molto lontano, un oggetto sorvolava in cielo… No, non era un oggetto… era ‘qualcuno’ che sorvolava in cielo. Kite si era precipitato in volo dopo aver ottenuto le informazioni dal suo robot, sulle sue spalle, era preoccupato per sua cugina, quando doveva fare una pazzia la fa per forza, ma non quello –Muoviti, Orbital! Se Natsumi è in pericolo per colpa tua ti do un calcio forte da spegnerti e buttarti nell’immondizia di Heartland City!- disse con tono minaccioso e pieno di preoccupazione.
-Non è mica colpa mia, capo! È stata lei a…- disse il robot.
Kite intervenne, seccato –Taci e vola!- gli ordina.
A quel ordine, il robot aumenta la velocità fino a destinazione.
 
Yuma si alza con grande fatica –E’ il mio turno!- disse, pescando un carta dal deck  evocando un mostro di livello tre come Mago Gaga, il suo preferito, e lo equipaggia con la Bacchetta Magica per aumentare il livello di attacco e gli ordina un attacco verso il bariano. Ma Vector attiva una carta trappola che gli blocca l’attacco, poi attiva una carta magia Attacca Anime e lo manda al cimitero: la carta gli da la possibilità di attaccare anche nei prossimi turni e lo equipaggia sul mostro nel suo terreno.
Il mostro lo attacca con delle scariche viola contro Yuma e lo fece balzare a terra.
Ma a un caro prezzo. Deve sacrificare i suoi life point una volta attivata. La scarica lo colpisce in pieno e urla di dolore.
Yuma: 900 – Vector: 1000
-Yuma!!!- esclama preoccupato Shark. Avrebbe voluto battersi contro di lui ma era troppo tardi.
Yuma si alza con la schiena tutto dolorante mentre Vector si mise a ridere come un matto –Che ne dici? Non sta diventando un duello eccitante? Ahahahahahah….- mette una mano davanti al viso e un occhio -…Credi di poter sconfiggermi… ma non ci riuscirai mai… eheheh…-
-Tu sei un pazzo!!- gli grida Shark.
-E lo sono…- e rise come un pazzo.
Astral fluttua acconto al ragazzo –Sarà un duello difficile  e complicato…- disse “Se non fosse accaduto tutto questo, le cose tra me e Yuma potevano rimanere com’era… ma non si può”
 
Era in bel guaio. Con quei due in giro non riuscirà a salvarle in tempo! Comincia a studiare la situazione e i due tizi. Il primo era molto alto (più alto di Bronk), aveva i capelli rasati e dei capelli a spazzola verdi, uno sguardo cattivo da tempista, la corporatura robusta e scolpita. Aveva la divisa della scuola preceduta da bretelle attaccate ai pantaloni di jeans e scarponi pesanti. Dietro la schiena spuntavano due alette bianche d’uccello, faceva la guardia al monitor della mini-gru.
Il secondo era basso, quasi alla stessa altezza di Yuma, i capelli castani con la stessa capigliatura di Shark che copriva l’occhio sinistro, il destro erano verdi. Dava l’impressione che avesse i lineamenti italiani. Indossa una camicia rossa alla messicana e dei pantaloni lunghi bianco-panna. Era piuttosto carino. Girava di qua e di là a sorvegliare che non arrivasse nessuno.
-Oh, bene!- esclama Nutsumi –E ora che faccio!?- aggiunse, pensandoci sopra.
Vide dei sassolini nelle vicinanze e li raccolse il più possibile. Li lancia verso le scale per fare in modo che qualcuno salisse. Arito si volta mentre Nutsumi continuava a lanciarle con lo stesso ritmo, intuendo che il ragazzo stava andando in quella direzione –Va a controllare. Ho sentito dei rumori- avvisa Arito al compagno, scese dalle scale con cautela e non si accorge della presenza di lei.
-Bene!- continua –Fase uno fatta!- si volta dietro –Ora il colosso che sta di guardia- aggiunse. Prese altri sassolini e li lancia con sforzo verso il pavimento.
Gilag stente il rumore. Un altro e un altro ancora. Si alza in piedi per sentire le origini del rumore. La ragazza gli lancia un sasso in testa e si sente un “ahi” a Gilag che si volta dietro di sé. Un'altra botta.
Arito risale non sorpreso di vedere nessuno –Niente di niente. Falso allarme- disse con una mano tra i capelli castani –Ehi, Gilag. Ce qualcosa che non va?- gli chiese.
Gilag non si volta –Sei stato tu?- disse abbassa voce.
-Mmm?-
-Sei stato tu a tirarmi qualcosa dietro la testa!!?- chiese in modo minaccioso e voltandosi verso di lui.
Arito diventa nervoso –Ma che ti salta in mente!!? Sono arrivato solo ora!!- gli grida.
Mentre loro due cominciano a litigare, Nutsumi corse silenziosamente verso le due compagne di scuola. Rio se né accorse subito –Nutsumi! Che ci fai qui?!- gli chiese stupita.
Nutsumi fece silenzio –Ssssh… Vi porto fuori di qui- gli disse.
Tori l’avvisa –Attenta, Nutsumi!!- Era troppo tardi. La sorpresero alle spalle.
Gilag la prese per una spalla e la butta a terra con molta forza da farla cadere a terra.
-Spiacente ma qui abbiamo del lavoro da fare- gli disse Arito con le mani ai fianchi mente Gilag con le braccia al petto.
Ora si che questo era un grosso guaio.
 
L’hanno scoperta. Diamine! Sempre a lei doveva capitare? Ora, Natsumi si trova a faccia a faccia con i rapitori; rimase seduta a terra per riprendersi dallo schock di poco fa.
I due imperatori sorrisero malignamente davanti a lei –Ma guarda chi è venuto qui?- canzona Arito –Cosa ci fa una bella fanciulla in un posto del genere, eh?- chiese inginocchiato e alza il mente della ragazza con un dito –Forse si è persa?-
Natsumi scosse bruscamente il viso e lo guarda in modo minaccioso. Nessuno la doveva prenderla in giro. Nessuno.
-Ehi, che caratterino- disse di nuovo –Scommetto che sei venuta a liberare le tue amichette, non è così?- chiese, indicando col dito le ragazze.
-Arito! Lasciala stare!- grida Rio –Lei non c’entra niente!-
Arito si volta appena –Davvero? Ora credo che è già coinvolta in questa storia- gli disse.
-Già, è vero…- disse con un filo di voce la bruna, lui si gira a guardarla –Hai ragione, mi sono coinvolta da sola…- gli disse, alzando un angolo delle labbra -…e già lo sapevo da parecchio tempo!- concluse e diede un calcio nello stomaco da poter alzarsi e indietreggiare per parecchi metri per sicurezza.
Arito mugola di dolore e si incurva con la schiena digrignando qualcosa tra i denti.
Gilag si inchina al suo fianco –Arito! Tutto bene?!-
-…per niente…- digrigna i denti per il dolore l’imperatore.
Natsumi strinse i pugni –Liberate le mie amiche! Chiaro?! O mi arrabbio sul serio!- gli disse nel modo più duro. Anche contro la direttrice.
Gilag rise –Ecco, uno che vuole fare l’eroe- disse ridacchiando –Non lo sai che gli eroi fanno una brutta fine?-
Natsumi comincia a sudare freddo. Certo che quei tizi sono davvero molto strani.
La corda comincia a cedere e Tori comincia a strillare per la disperazione; Natsumi rimase preoccupatissima per loro due –No! Che cosa volete fare?!!- domanda lei, arrabbiata.
Arito alza le mani come fare l’innocente –Ah, noi niente. Siamo solo di guardia. Se ogni volta viene colpito la corda si spezzerà e bey bey Tori e Rio- gli spiega brevemente, ridacchiando.
-Colpito…? Lui chi?- chiese la bruna, con aria confusa.
 
Le cose andavano veramente molto male per il povero Yuma. Il ragazzo era pieno di graffi e ferite, alzandosi con grande fatica ma ancora intero “E’ migliorato dall’ultima volta…” si disse. Ripensa a quella volta che si sono rincontrati dopo il Carnevale di Duelli, un ragazzo innocente e avvolte ingenuo, sorrideva allegramente mentre dovevano trovare delle scorciatoie oppure quando si preoccupava di lui. Un buon amico… ora si trova danti a un Rei che lo aveva conosciuto. Un perfido bariano alla conquista del mondo.
Scosse la testa da quei pensieri e si concentra sul duello.
Astral lo guardo in modo preoccupato (anche se non si nota) verso al ragazzo che aveva creduto fosse un suo amico, ora le cose si stanno migliorando e tiene molto compassione per il suo amico.
Shark fissa l’amico che si sta lottando con tutte le sue forze per poter mettere in salvo sua sorella. “Yuma…”
Vector si ricompose –metto una carta coperta e concludo il turno- annuncia –Tocca a te…- aggiunse, senza togliere quel sorrisetto dal volto.
Astral si avvicina al ragazzo chiamandolo, l’altro lo guarda: quella solita posizione a braccia conserte e lo sguardo serio di sempre, lo spirito astrale china la testa e sorrise.
Yuma sorrise e riprese la fiducia di se stesso –Tocca a me: Pesco!- grida, con il ciondolo svolazzando al collo ed emise un piccolo bagliore di luce. Decise di attaccare di nuovo con Exalibur, utilizzando l’ultima unità sovrapposta e gli ordina di attaccare.
Yuma: 900 – Vector: 700
Poi, evoca un maghetto con un ghiacciolo in mano (non mi ricordo come si chiama) e attiva il suo potere speciale: il piccolo mago mangia velocemente il suo ghiacciolo e aumenta il suo livello al quarto.
-Non è possibile!- esclama Vector, spalancando gli occhi.
-E invece si, Vector!- ribatte il ragazzo, costruisce una rete di sovrapposizioni ed evoca Numero 17: Drago Leviatano, un gigantesco drago di livello otto di colore azzurro scuro e apre le sue ali ruggendo. Attiva il suo potere speciale utilizzando un unità sovrapposta alzando il livello d’attacco –Attacca, Numero 17: Drago Leviatano! Distruggi il suo mostro! - esclama Yuma. Il drago si leva in cielo e dalla bocca esce un fuoco blu.
Vector venne scaraventato più di cinque metri. L’attacco era molto potente da farlo andare al tappeto. Piccole fiamme blu (bruciarono) sui vestiti.
Yuma: 900 – Vector: 400
Shark alza la mano –Bravo, Yuma!- esclama.
-Yuma… continua così- sorrise lo spirito al ragazzo. L’altro lo ricambia.
In quel momento, Vector ridacchia piano e forte, alzandosi con la schiena incurvata –Troppo tardi…- disse.
I due ragazzi e lo spirito sobbalzarono.
 
La corda comincia a spezzarsi, le due ragazze cominciarono a precipitare nel vuoto. Tori non le piace saltare in un’altezza di 200 metri e strilla. Gilag e Arito si voltarono appena verso di loro con un sorriso maligno mentre Natsumi spalanca gli occhi –Tori!! Rio!!- grida…







Angolo Autrice:
Ecco, questo è la seconda parte della "Missione salvataggio!". Natsumi si è imbattuta contro i due bariani mentre Yuma duella contro Vector e ha paura che papitasse qualcosa alle sue amiche.
Shark: Quando lo vedo mi vengono i nervi a fior di pelle! *innervosito*
Vector: Oh, ma d'avero? *sorrisetto sarcastico*
Due: *si fulminano con lo sguardo*
Io: *intervengo mettendomi in mezzo* Finitela!! Ma insomma, non riuscite a trattenervi per un pò!! *li sgrido*
Due: *si danno le spalle a vicenda*
Io: Uff... con voi non ci ragionerò mai... non perdete il prossimo capitolo: "Volando con le aquile"!
Rio: Cosa? Dobbiamo volare con dei uccelli?!
Io: Energia al massimo!!!

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Capitolo 12
*** Chapter 11: Volando con le aquile! ***


Chapter 11: Volando con le aquile.
 
La corda comincia a spezzarsi, le due ragazze cominciarono a precipitare nel vuoto. Tori non le piace saltare in un’altezza di 200 metri e strilla. Gilag e Arito si voltarono appena verso di loro con un sorriso maligno mentre Natsumi spalanca gli occhi –Tori!! Rio!!- grida…
*******
 
Accidenti! Se fosse riuscita a salvarle in tempo, Yuma avrebbe vinto con maggior sicurezza. Invece… maledetti tizi dei miei stivali!
La bruna doveva fare solo una cosa… comincia a correre verso di loro, apre lo raino e si mette i pattini velocemente.
Arito mise le braccia conserte –Che vorresti fare, eh?- chiese, incuriosito.
Natsumi lo ignora –Levatevi dai piedi!!- gli grida.
Gilag si mise in avanti per prenderla e bloccarla, un colosso come lui può alzare almeno un masso; la bruna lo passa da sotto in mezzo alle gambe facendo la scivolata. Arito corse verso di lei; Natsumi fece un balzo, saltando, e mette la mano sulla spalla del ragazzo e si spinge lontano.
Il bariano non se lo aspettava una mossa del genere. Stupito –Che vuole fare!?- esclama.
Natsumi salta dalla sporgenza, agitando le gambe come una corsa tra l’aria e vento –Sto arrivando!!-
I due imperatori corsero alla sporgenza –Ma è impazzita?!- esclama il ragazzo dai capelli castani. Che ragazza strana…
Mal mano che scende, le orecchie cominciarono a fischiare sempre più forte, i vestiti e i capelli rivolti verso l’alto, le braccia e gambe spalancate. In stile caduta libera. Lo aveva fatto un mucchio di volte quando era a Mami (sono se si scrive così), sulle spiagge isolate e deserte del continente. Ma il vero problema: non ha il paracadute!
Vide le due ragazze non poco distante da lei, unisce le gambe e le braccia per avere una maggiore velocità. Una volta raggiunte, estrae un coltello tascabile e taglia le corde.
-Brava!! Ora come faremo a salvarci!!- esclama Rio, arrabbiata.
Natsumi ebbe un idea. Prese il duel-gazer sull’occhio sinistro, lo attiva e apre il porta-carte velocemente ed estrasse tre carte –Evoco Fenix, Imperatore dei Cieli e le doppie Aquile di Moira!- esclama la bruna. Le tre carte si illuminano di una luce dorata.
I due imperatori rimasero a guardare il vuoto per un paio di minuti, sentirono un battito di ali che si alza verso l’alto: sbucano dal nulla grossi uccelli verso il cielo.
Il cielo si apre rivelando la luce del tramonto: il primo una grande aquila dorata con ali enormi e magnifiche, gli occhi di un oro puro, la testa spuntano due orecchie feline. Le penne finirono a una parte di pelle giallognola con le zampe posteriori di un felino e una coda. Un autentico Grifone! In groppa al grifone, Natsumi alza il braccio in segno di vittoria e rise divertita.
Il secondo un aquila di color marrone come la corteccia di un albero: gli occhi nero corvino e gli aratigli affilati come rasoi. In groppa, Rio rimase affascinata a quei uccelli enormi che li hanno salvate e rise.
L’ultimo, uguale a quella di Rio e in groppa Tori si strinse più forte che poteva all’uccello e strilla tutto d’un fiato.
I due bariani rimasero sbalorditi.
-Andiamo Fenix! Farli veder di che pasta sei fatto!- disse al grifone, uno dei suoi preferiti. Il grifone sfreccia verso di loro –Attacca! Pioggia dorata!!- ordina la bruna; comincia ad agita le sue ali e penne sono resistenti e indistruttibili che potevano infilzare qualsiasi oggetto o metallo. I due bariani si ripararono dietro i sacchi ma inutile: si riempirono di polvere grigia. Arito era furioso –Detesto quell’umana!!- digrigna sotto i denti.
Natsumi raggiunse le altre e volarono verso i parcheggi.
-Ma come?-
-Il Cuore delle Carte-
-Mmm?-
-Il Cuore delle Carte! È il mio segreto!- rispose e le sorrise. Un sorriso allegro e pieno di luce pura. Rio si meraviglia di quel gesto. –Forza, andiamo! Dobbiamo raggiungere Yuma e in fretta!-
 
Non ci potevano credere. Yuma cade in ginocchio, rassegnato, con gli occhi lucidi e pieni di dolore. L’ha persa per sempre. Ha fallito. Se fosse stato più attento non le sarebbe accaduto niente, eppure… non è riuscito a salvare né lei e né la sorella di Sahrk. Astral chiuse gli occhi e strinse i pugni. Una dei suoi amici che lo poteva vederlo.
Shark spalanca gli occhi cobalto, non riesce a credere… no, non ci vuole credere –No, non è possibile…- sussurra.
Rio, la sua cara sorellina.
-Su via, non siate tristi- disse divertito Vector –Prima o poi le raggiungerete molto presto- e rise.
Shark strinse i pugni –Sei un maledetto bastardo!!- grida, pieno di odio e rabbia.
-Questa è la realtà, Shark. Alcuni fatti non possono essere cambiati- concluse lui mentre l’altro digrigna i denti.
Yuma non alza nemmeno un dito –Tori…- mormora.
 
Arrivare ai parcheggi al volo con delle aquile era un passeggiata: solo in pochi minuti! Tori continua a tenere gli occhi chiusi per la paure di cadere.
-Tori, apri gli occhi!- le disse l’amica –Non siamo morte!- aggiunse.
La ragazza dai capelli verdi apre un occhio e si accorse delle pelle marroni, alza lo sguardo e vide Rio e Natsumi in groppa delle creature –Ma cosa…?!-
-Non ti preoccupare!- la rassicura la bruna –Sono innocue, non ti faranno niente!-
Tori osserva la testa dell’enorme aquila, alza la mano con delicatezza per accarezzarono, sembra che la creatura gli piace di essere accarezzato, e sorrise.
-Natsumi!- la chiama Rio –Forse dovremo avvisare Yuma!-
-Hai ragione! Tu chiama tuo fratello mentre io Yuma!-
-D’accordo!-
 
In quel momento di odio e di furia nei confronti del perfido imperatore, una chiamata distolse dai suoi pensieri di vendetta,
-Ciao, Reginald- lo saluta la sorella. Shark rimase sorpreso. –Rio? Sei tu!?- domanda, incerto.
-Certo che sono io! Natsumi ci ha salvate!-
-Cosa!?- chiese incredulo.
Yuma, ripreso dallo schock, rispose alla chiamata –Ehilà, Yuma! Pensavi che siano morte!?-
Yuma fece un largo sorriso –Sei tu! Dimmi, come sta Tori?-
-Nah! Sta bene!- rispose Natsumi, dall’altra parte, si volta verso all’aquila –E si direbbe che ha fatto amicizia!- aggiunse, ridacchiando. La vide che continua ad accarezzare l'acquila con affetto.
-Cosa?-
-E’ una lunga storia, te lo racconterò dopo!- disse –Ora vinci questo duello! Contiamo tutti su di te! Energia al massimo!!!- grida la ragazza, allargando un sorriso e alzando il pugno.
L’amico annuì. Deve assolutamente vincere il duello.
Dall’altra parte, Natsumi si rivolse al grifone –Forza, Fenix! Non dobbiamo perdere la vittoria di Yuma!- esclama eccitata e partono a massima velocità.
Astral si rilassa –Yuma, alzati e vinci il duello!- disse, indicando il dito. L’altro fece un balzo con sonoro “si”.
-Che cosa!?- esclama incredulo il bariano. Come poteva succedere?!
-Bene! Il duello non è ancora finito! Prima di tutto: utilizza la carta magia Scambio Mostro Xzy-
Astral intervenne –Questa carta mi permette di scambiare un mostro xzy e mandarlo al cimitero- spiega in modo breve, con le braccia al petto.
-Quindi mando al cimitero Numero 17: Drago Leviatano e chiamo Numero 39: Utopia!- Appare un mostro bianco e dorato con due spade ai fianchi, due ali e sulla spalla sinistra il numero.–Attivo immediatamente il suo potere speciale: utilizzando una unita sovrapposta il livello d’attacco aumenta!-
-Oh, no!- esclama impaurito l’imperatore.
-Vai, Yuma! Darli il colpo di grazia!- stima Astral. Come se si fida di nuovo in lui.
-Vai, Utopia, con Verdente Spada della Speranza!! (almeno, mi che chiama così)- Utopia spende la spada illuminandosi, distrusse il mostro e colpisce Vector, mettendolo di nuovo al tappeto.
Yuma: 900 – Vector: o
Yuma win.
Il ragazzo dai capelli blu fece un’enorme salto e alzando il braccio in segno di vittoria –Sì!! Evviva!!- urla, allargando il sorriso –Hai visto? Abbiamo vinto!!-
Astral lo guarda, contento e annuì “Sapevo di contare su di te, Yuma”
Shark tacque, si limita solo a sorridere –Bravo, testa quadra- mormora.
In quel momento, le tre ragazze arrivano giusto in tempo per assistere la lotta finale. Natsumi rimase impressionata dell’attacco di quel numero che non ci crede… anche lui un numero!? Beh, se riesce a vedere Astral questo vuol di essere di essere il Numero Originale! Rio urla al fratello e i suoi amici verso l’alto. I tre rimasero stupiti nel vedere le ragazze in groppa su aquile giganti!
Vector rimase inginocchiato –Non ci credo… ho perso…- balbetta, incredulo e gli occhi viola spalancati, si alza con fatica da terra dolorosamente –Non è finita qui, Yuma Tsukumo!!- grida con un tono vendicativo mentre l’altro si gira –Ci rivedremo presto, fosse l’ultima cosa che faccio!!- aggiunse, il buco dietro di lui si materializza. Con la coda nell’occhio, alza verso l’alto per capire meglio chi fosse il responsabile del suo fallimento, si stupisce: la ragazza dell’altra volta con Kite! Allora è stata lei!... Così, scompare nel nulla.
Le tre aquile atterrano maestosamente davanti ai ragazzi e allo spirito e scompaiono in una luce dorata, Natsumi scese per ultima e prese le tre carte in mano –Grazie, Fenix e anche voi- mormora alle due carte. Come se fossero… vive.
Shark, cercando in tutti i modi di trattenersi, corse subito dalla sorella –Rio! Stai bene? Non ti hanno fatto del male, vero?- chiese. Dal suo tono di voce e dal suo sguardo era preoccupato parecchio.
Rio scosse la testa –No, sto bene- rispose.
Tori corse da Yuma e lo abbraccia, con le lacrime ai occhi –Yuma!! Ho avuto tanta paura!- singhiozza.
-Tranquilla, è tutto finito- la rassicura il ragazzo.
Natsumi si commosse da quella scena, si vede che quei due formano una bella coppietta.
All’improvviso, alzarono lo sguardo verso l’alto e videro un oggetto volante sulle loro teste: era Kite! Ma come? Ha scoperto tutto? Ora la cugina si trova nei grossissimi guai.
Orbital si stacca dalle spalle del ragazzo e atterrano sull’asfalto. I presenti rimasero sorpresi nel vederlo ma tranne la ragazza. Kite tenne un sguardo serio, anzi serissimo, puntati su Natsumi.
Ahi-ahi…! Era molto arrabbiato. Si ritrova davanti il volto di Kite arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo: la ragazza s’irrigidì -Kite… io non…- non finisce la frase che il ragazzo l’abbraccia, stringendola al sé. La ragazza rimase sorpresa da quel gesto: quando erano in montagna la sgridava di non allontanarsi da casa… ma questa volta era diverso. Era un abbraccio di solidarietà e di preoccupazione -Ti rendi conto di quello che stava per accadere, stupida?!-disse irato il ragazzo.
In effetti la ragazza ha cercato in tutti i modi di non dire niente dell’accaduto con Orbital e di non temere che le fosse successo qualcosa -Lo so…- rispose dispiaciuta la ragazza, il cugino la guarda nei occhi -Mi dispiace… volevo fare qualcosa per loro invece di stare con le mani in mano…! Non volevo farti preoccupare! Mi dispiace tanto…- aggiunse, abbassando lo sguardo.
Il ragazzo si calma e le mise le mani sulle spalle -Allora ascoltami- disse -La prossima volta di quello che hai in mente prima di entrare in azione- accenna un lieve sorriso e le strofina i capelli.
Natsumi sgrana gli occhi, sorpresa per la reazione del cugino: di solito tendeva ad arrabbiarsi per qualcosa di sbagliato, però quel giorno, malgrado tutto, si era comportato più o meno come un papà, o meglio, un fratello maggiore.
-Yuma, non ci crederai nemmeno. Natsumi ci ha salvate… e… e abbiamo volato!- racconta Tori, emozionatissima, alzando le braccia.
-Volato? Cosa intendi dire?- chiese Astral.
Le due ragazze spiegarono ai ragazzi dell’accaduto e come ha sistemato Gilag e Arito. Kite rimase meravigliato da quella vicenda che non sa l’aspetta. Come riesce a fare una cosa del genere? Evocare dei mostri senza duellare? Era stato quella volta che dovevano salvare Rei.
Yuma rimase a bocca aperta –Wow, come hai fatto, Natsumi?- chiese alla ragazza.
La bruna si mise le mani dietro la schiena e sorrise –Questo è un segreto- disse, fece un occhiolino e la linguaccia in modo affettuoso. Tutti scoppiarono a ridere. Non era una che rivela i suoi segreti a tutti, soprattutto ai suoi famigliari.
Astral rimase a guardare la scena in silenzio, deve assolutamente scoprire su di lei.





Angolo Autrice:
Rieccomi! Natsumi è riuscita a salvarle! Uf, meno male. cominciavo a preoccuparmi sul serio.
Tori: Grazie Natsumi! *l'abbraccia* Sei la mia eroina!
Kite: Ma non farmi più preoccupare, hai capito? *tono serio*
Natsumi: Uffa!
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Segreto svelato... la carta di Natsumi= Numero 90: Avril, Dea dell'Aura"! Chissà come mai riesce e vederlo?
Astral: Mi domando anch'io.
Io: Energia al massimo!!!!

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Capitolo 13
*** Chapter 12: Segreto svelato... la carta di Natsumi= Numero 90: Avril, Dea dell'Aura ***


Chapter 12: Segreto svelato… la carta di Natsumi= Numero 90: Avril, Dea dell’Aura
 
Le si avvicina dietro le sue spalle –Natsumi, dimmi la verità… tu riesci a vedermi, vero?- chiese…
 
********
 
Tutti si voltarono verso Astral, per la domanda imposta alla ragazza e stettero in silenzio. Natsumi rimase immobile, silenziosa, la frangetta le coprirono gli occhi.
-Hai una carta numero, vero?- chiese di nuovo lo spirito azzurrino.
L’ha scoperta! Accidenti!
Natsumi sorrise –Ok…- canzona lei –Mi hai scoperta, Astral!- disse, alzando le mani e fece un ampio sorriso.
Tutti esclamano di sorpresa –Cosa???!!-
 
Un’altra fitta al cuore. Che cosa sfrustrante! Dopo il fallimento compiuto contro Yuma, Don Thousand si infuria con l’imperatore da farlo soffrire molto. Queste sono le consequenze se falliva.
“Hai fallito!” rimbomba la voce infuriata del dio baiano “Mi avevi rassicurato di distruggerli una volta per tutte!!”
Vector digrigna i denti “Lo so… mio signore… ma se mi date un’altra possibilità”
“Possibilità?! Tc! Ci riusciresti?” domanda il dio, poco convinto.
“Si…” rispose affannosamente “so chi è stato! È stato quella piccola insignificante umana che le ha salvate!” aggiunse con immenso odio.
“Una ragazzina…” mormora pensieroso Don Thousand. Chissà cosa pensa? Vector lo vide per la prima volta che pensa in quel modo. Forse sa chi è quella ragazza?
“Molto bene…” ridacchia il dio “Se farà parte di quella compagnia di mocciosi sarà un bersario facile e vantaggioso per noi! Vai e trovala! Non deludermi!!” ordina al bariano, pare di essere sodisfatto di quell’idea folle, scompare.
Vector è in ginocchio sul pavimento freddo, la mano sul petto dolorante, con il respiro affannoso e bagnato di sudore sulla fronte. Che tortura. Si alza con fatica da terra e si appoggia con la mano alla parete per sorreggersi.
Maledizione! È tutta colpa di Don Thousand!
-Ci rincontreremo… è il minimo che potessi fare- si disse tra sé e sé, con un tono serio e deciso. Non si fermerà finché non avrà raggiunto il suo obbiettivo.
 
-Accidenti! Allora le carte numero sono specie di ricordi perduti!- esclama sbalordita Natsumi. L’astrale annuì.
Incredibile! Un essere astrale che cerca i suoi ricordi dentro delle carte normali! Mai sentita una cosa del genere. L’ora della ricreazione era appena iniziata, Astral rimase da solo con Natsumi per spiegarli la sua missione e di quello che sta accadendo. La bruna rimase ad ascoltarlo attentamente il suo racconto e nè rimase stupita.
-Wow! Quindi tu e Yuma siete gli unici alla ricerca di queste carte?- chiese curiosa.
-No, abbiamo molti nemici. Tra questi c’era stato tuo cugino Kite e…-
-Kite?!- chiese sorpresa.
Astral rispose sì con il capo. Natsumi ebbe un crisi di nervi, odia che suo cugino non dice niente nei ultimi anni non visti –Kite! Se ti prendo ti giuro che ti riduco in poltiglia!- digrigna i denti per le rabbia.
Astral sorrise. Non era male quella ragazza simpatica e allegra, la fotocopia di Yuma.
-Certo che sei strano, lo sia?- disse lei d’un tratto.
Lo spirito si volta, perplesso –In che senso scusa?-
-Non lo so!- rispose –Sei sempre serio! Ma quando ho visto il duello di ieri, ti ho visto sorridere. A quello che vedo siete molto amici. Mi hai raccontato che Yuma è migliorato nei suoi duelli e ho intuito che sei un buon maestro per lui- aggiunse.
-A quello che ho visto nel duello contro Caswell, metti in atto delle strategie mai viste prima d’ora. Tutte all’improvviso- disse Astral, ricordandosi del duello al suo primo giorno di scuola.
Natsumi sorrise e guarda il cortile davanti a sé –Anch’io ho avuto un buon maestro una volta: mio padre- gli racconta –Mentre i miei genitori erano in giro per mondo, papà trovava delle carte rarissime e me le regalava una volta ritornati. Mi aveva insegnato tutto e anche i loro segreti. Papà mi diceva sempre “Credere nelle proprie carte e di sé stessi” e tiene ragione! Anche lui crede nel suo deck e io nel mio- concluse, prendendo il deck in mano, accarezzandole –Non dimenticherò mai i suoi insegnamenti- aggiunse.
Astral la guarda –Posso farti una domanda?-
-Mmm?-
-Dove sono i tuoi genitori?- chiese.
Il volto di Natsumi cambia all’improvviso: triste e malinconica –Non lo so… sono scomparsi quando avevo dieci anni- rispose –Dovevano fare una spedizione in Atlantide, poi si sono imbattuti in una tempesta e… scomparsi nel nulla. Non hanno trovato nemmeno i loro corpi- aggiunse, chiudendo gli occhi.
Astral percepisce la tristezza dentro di lei. Li voleva molto bene. –Mi dispiace-
Natsumi scosse la testa e ritorna a sorridere –Comunque continuo sempre a lottare- rispose lei –Ah! Mi dimenticavo!- esclama, prese due carte dal mazzo e gli porse a lui -Tieni. Una lo tengo l’ho trovato per caso mentre l’altro lo presa durante un duello in Islanda. Mi era volta in mano- gli spiega allo spirito.
-Ne sei sicura?- chiese di nuovo.
Lei annuì –Ne sono certa. Dato che tu stai cercando i tuoi ricordi, ho pensato di darti una mano- rispose, sincera.
Senza pensarci due volte, Astral prese le due carte e assorbe i due ricordi che si celano al loro interno…
 
Astral venne chiamato dalla sovrana del Mondo Astrale. Non sapeva il perché ma dev’essere qualcosa d’importante. Una guardia lo accompagna una volta entrato al palazzo, conosceva qualsiasi abitante del suo regno più di chiunque altro. Astral è il più grande e abile duellante fin dalla nascita: proteggere il suo mondo dalla Minaccia.
Entra nella sala del trono, lasciandolo da solo con la sovrana.
-Mi avete chiamato, Vostra Maestà?- chiese gentilmente Astral, con un rispettoso inchino.
La sovrana si volta verso di lui. Bellissima. I suoi capelli azzurri, lunghi fino alle ginocchia, un ciuffo lungo sulla fronte e delle specie di gemme azzurre tra i capelli con delle strisce blu. Un viso grazioso azzurrino come gli occhi dolci e un sorriso sulle labbra. Un vestito lungo con due gemme al collo, le maniche corte. Ena era sempre stata la sovrana più bella nel suo mondo –Sapevo che venissi- disse con una voce dolce. Con un passo elegante, si avvicina ad Astral -Tu sei l’unica speranza che abbiamo- disse.
-Io?- chiese confuso.
Lei annuì –La Tavola delle Profezie si è attivato. Tu sei nato per questo. Proteggere il nostro mondo-
-Ma… perché io, Vostra Maestà?- Astral non capisce quello che succede.
Ena lo guarda –Tu hai qualcosa di diverso dentro di te, Astral- disse –Qualcosa che cambierà il nostro che quell’altro-
Astral rimase confuso. Non aveva idea di cosa sta parlando: della profezia o di sé stesso?
-Lo so che sei confuso, amico mio- lo rassicura la sovrana –La profezia vuole che tu ci salvi: solo un Astrale potente e forte può sconfiggere la Minaccia, ma la guerra non finirà. Non ancora. Finché la speranza ritorna di nuovo a fiorire sul nostro mondo- lo prese entrambe per le mani –Se tu riuscirai ad avere fiducia, potrai arrivare verso la battaglia finale- aggiunse e sorrise –Vai, e duella finché la guerra non finirà- concluse Ena.
Astral lascia il palazzo e si prepara verso il campo di battaglia. Che cosa vorrebbe dire con quelle parole? Fiducia? In che cosa e di chi? E come sarebbe che la guerra non è ancora finita?
Molte domande offuscarono la sua mente ma deve concentrarsi: sconfiggere il Nemico…
 
-Astral? Atral!- lo chiama un voce famigliare, Astral batte le palpebre molte volte e vide Natsumi che lo chiama, preoccupata –Meno male, ci sei! Mi hai fatto preoccupare, lo sai?- disse lei, quasi rimproverandolo.
Astral si tocca la testa, parecchio confuso –Ricordo qualcosa…- mormora lui.
-Mmm? Cosa ti sei ricordato?-
-Non lo so… non ho capito cosa significa-
Natsumi sorrise sollevata. Con la coda nell’occhio, vide la carta in mano –Astral, e questa? Te lo sei scordato?- chiese, indicandolo.
-Vorrei che la tenessi tu- disse a un certo punto lo spirito, sobbalzando la ragazza –Questa carta è potente. Ti potrebbe servirti-
-Perché?-
-Ora sei coinvolta con questa lotta. Questo vuol dire che i bariani avranno punto su di te, dato che hai salvato Tori e Rio- disse Astral
-Che cosa sono questi ‘bariani’?-
-Sono esseri spietati, pericolosi e fanno di tutto di distruggere il mio mondo, il Mondo Astrale- le spiega lo spirito.
-Ma è terribile!-
-Per questo che io e Yuma cerchiamo di fermarli prima che sia troppo tardi. Il mio mondo conta su di me-
Natsumi sorrise in modo decisa –Allora avrai la mia parola! Insieme riusciremo a salvare il tuo mondo! Lo giuro!- disse, alzando i pugni con eccitazione e decisa più che mai. Astral ne fu contento di avere un’altra compagna a combattere per il bene del Mondo Astrale. –Ma la cosa che non capisco…- disse a un certo punto -…è come fai a non essere influenzata dall’energia negativa?- chiese.
Natsumi si agita –Come?! V-v-vorresti dire ch-ch-che questa carta… è maligna?!- chiese balbettando lei, agitando la carta.
-Esatto-
Natsumi la fece cadere –Aaaaah! Carta maligna! Blea!- ribatte lei. Misteriosamente, la carta si alza da terra e svolazza verso la mano della ragazza, rimasta sbalordita. Anche quando era in Islanda a duellare contro un sfidante, dopo di averlo sconfitto, la carta che teneva in possesso le svolazza in mano. Come era possibile?
-Beh, questo vuol dire che ti ha scelto- rispose Astral alla domanda imposta sul viso della bruna –Non sono le persone a scegliere le carte ma è la carta a scegliere la persona. Tu l’hai raccolta per caso ma la carta ha visto la tua anima pura e questo vuol dire che tu sei destinata a tenerla- aggiunse.
-E come la potrei chiamarla?- chiese la bruna –Non ci sono riuscita a leggerlo- aggiunse.
-Te lo traduco io- la rassicura. La carta comincia a illuminarsi e la scrittura comincia a diventare più chiaro –Ti presento Numero 90: Avril, Dea dell’Aura-
Natsumi allarga la bocca con un sorriso. Allora poteva utilizzarla in fin di bene! Fece un salto di gioia della carta numero in possesso. Non se lo immagina di avere un carta che l’ha scelta –Evviva!!! Quindi duellerò contro un bariano e lo farò con tutte le mie forze!- disse mentre lo spirito azzurro annuì –Benvenuta, Avril- aggiunse e sorrise alla carta.
Astral se ne accorse: l’aura che emane la carta di color nero venne bloccata da aura potente di color oro al capo ai piedi. Dev’essere una ragazza speciale!
-Non vedo l’ora di dirlo a Yuma e gli altri. A proposito, Astral, grazie di avermi dato un’opportunità- disse contenta la bruna allo spirito.
Astral sorrise. Così, i due raggiunsero i compagni e darli una buona notizia –Ehi, ragazzi! Indovinate un po’: sono una di voi! Farò parte del vostro club!-
-Evviva! Un’altra nuova compagna!- esclama Bronk.
-Ora siamo in otto, a quanto pare- disse Caswell.
-Speriamo che non diventerà come Yuma- disse con un sorrisetto sarcastico Flip mentre l’altro lo fulmina. La più contenta fu Katy a saltare di gioia, la sua compagna di banco, come un felino. Tori l’abbraccia –Congratulazioni- disse.
-Grazie, Tori-
-E come mai questa proposta improvvisa?- chiese Yuma.
-Beh… io e Astral ne abbiamo discusso e ha deciso di darmi una carta numero- si volta verso Astral e poi a Yuma -Ti presento Avril, Dea dell’Aura!- esclama, alzando la carta davanti a lui.
Tutti diedero un’occhiata alla carta –Com’è graziosa!- disse Katy.
-Benvenuta nel ‘Club dei Numeri’, Natsumi!- esclamano in coro e alzando le braccia. Natsumi non era stato così felice in vita sua. Ora ha una carta numero, un’amica del cuore, dei amici. Non le manca proprio niente! Ora ha una missione: salvare il Mondo Astrale dai bariani.
 
Passarono solo un paio di giorni dall’accaduto, Yuma e i suoi amici hanno una nuova amica e membro del ‘Club dei Numeri’; Natsumi comincia ad uscire con loro qualche serata oppure dei duelli con loro. Kite seppe della notizia della carta numero di Natsumi e non riesce e farla convincere quanto fosse pericolo ma non lo ascoltava mai.
Non cambierà mai.
Avvolte resta per pranzo da Tori, la madre è una bravissima cuoca con i fiocchi, anche lei è brava a cucinare con nuove ricette dei viaggi. O da Katy, con una casa enorme e con quadri pieno di gatti, a quello che vede è appassionata di felini e il suo preferito era un gattino con il pelo azzurro e bianco. Un’autentica Regina dei gatti.
Nelle mattine scorge Yuma a correre come un razzo per far tardi a scuola, si mettono a fare gare a chi arriva per primo! Saluta Astral come un comune essere umano nelle sue parti e ne fu contento, un’amica che lo capisce e lo incoraggia di non pensare a quello che era successo con Rei.
Natsumi passa le giornate anche con Hart e Kite, come delle uscite per passeggiate oppure per aiuti di compiti ed esercizi da esporre. Il Dr Faker esce spesso dal suo laboratorio per godere i suoi figli con la cugina, felice di vederla sorridente ed energetica. Qualche volta Orbital si mette d’accordo con lei ma si arrabbia solo nel chiamarlo ‘Robottino’ oppure ‘Obital’ (i suoi soprannomi).
Solo alcune volte che Yuma e Astral devono duellare contro sfidanti con una carta numero li aiuta subito, utilizzando il numero 90. Ma non se lo aspetterà che qualcosa le cambierà di più la sua vita…




Angolo Autrice:
Eccomi qua!!! *salto, ma scivolo e cado di faccia a terra* Ahi! Che male! *mi alzo subito* Salve, amici, scusate se mi sono mancata per due giorni ma ho cominciato a studiare per gli esami di ammisione. Commentaimo questo capitolo: Astral scopre che Natsumi ha una carta numero. Grazie alla sua nima pura e speciale, le permise di tenere la nostra nuova carta inventata da me: Avril, Dea dell'Aura. Ora è dentro nel gruppo dei nostri amici del "Club dei Numeri". Chissà cosa succederà dopo?
Non perdete il prossimo capitolo: "Incontro con il ragazzo dai occhi viola"! Cosa accadrà tra Natsumi e Vector?
Natsumi: *mi abbraccia* Ah! sono così contenta che se qui!
Io: Eheheh... Energia al massimo!!!

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Capitolo 14
*** Chapter 13: Incontro con il ragazzo dai occhi viola ***


Chapter 13: Incontro con il ragazzo dai occhi viola
 
Vector si teletrasporta in un altro continente, lontano dal Giappone. Ha percepito una presenza oscura in lontananza, molto forte; un energia pura e maligna mai sentita da mille anni e si precipita verso a quella energia oscura. In un delle isole vicine dell’Oceania. Convinto di trovarlo in un batter d’occhio con quella energia così forte.
Comincia a gironzolare per le vie dei paesi come un turista normale. Scorse in lontananza molta gente eccitata a una parte del viale e decide, incuriosito, di dare un’occhiata. Tutti i cittadini aclamano il loro sindaco: uno uomo con i capelli bianchi, quasi sulla cinquantina, con giacca e gravata nere e uno sguardo serio da poter incoraggiare tutti i paesani.
Vector non si scompose. Non interessa a un concilio politico. Qualcosa lo attrae: mentre il sindaco si ritira verso la limusune nera, un bambina lo trattenne per la manica dalle giacca dicendoli qualcosa, non ha capito nemmeno cosa con tutta la gente che fischia e spingeva da una parte all’altra. Che nervi!
L’uomo fece un sorriso come se ha accettato e la piccola fece un sorrise di gratitudine. Una volta rientrato nella limusine, avverte l’aura oscuro. Non era un aura nel corpo dell’umano ma qualcos’altro… sorrise.
Insegue l’auto fino nella sua residenza, entrando a passo lento e ignorando le persone a terra. Entra nell’ufficio del sindaco e lo vide… un fumo nero e si materializza al suo cospetto: una figura alta e magra, la pelle nera e i arabeschi rossi, lo sguardo maligno e sinistro con un occhio tutto nero e l’altro oro, le orecchie a punta con dei orecchini neri, i capelli a ciuffo. E’ lui. Numero 96.
Vector si mise in ginocchio davanti a lui e con un sorriso maligno sul volto. Se deve sconfiggere Yuma, poteva contare su qualcuno…
 
La giornata trascorse tranquillante senza intoppi (o quasi), Natsumi corse a casa con i pattini e si sdraia sul divano, era un po’ stanca dalla corsa calpestre in palestra e forzato le braccia in acqua con le insistenze di Tori a farle imparare a nuotare. Non riesce nemmeno a stare in piedi!
-Che stanchezza…- sbuffa lei, non sentendo più le ossa.
In quelle parti, Kite si accorse della presenza della cugina –Non mi dire che sei già stanca, eh?- domanda in modo scherzoso.
-Ahah, spiritoso- disse Natsumi.
Kite non l’aveva vista così stanca (solo qualche volta), ebbe un’idea –Perché non ti fai una bella doccia? Almeno ti rilassi-
Natsumi alza lo sguardo –Lo sai che ti dico? Hai ragione- si alza in piedi –Forse una bella doccia e una boccata d’aria mi andrà bene- disse, scricchiolando le braccia.
Si diresse in bagno a farsi una doccia rinfrescante. Entra in camera sua e indossi i vestiti di tutti i giorni. Si diresse in cucina e si prepara un panino come merenda e un bicchiere di succo di frutta e si sedette sul divano, rilassandosi a guardare la tv.
Pochi minuti dopo, entra lo zio a prendere qualcosa da bere –Ehi, Grachi, ti sei ritirata più tardi del previsto?- chiese.
Natsumi si volta con il panino in bocca e fece le spallucce. Tanto Faker sa la risposta in quel modo ‘Si, sono distrutta’. L’uomo si sedette accanto a lei, era da una vita con trascorreva con sua nipote. –Ho sentito da Kite che hai fatto amicizia con Yuma e hai salvato due amiche. Me lo aspettavo-
-E’ così- rispose –Tori mi considera la sua eroina- e si avventa al panino in un gran boccone –E non so cosa pensa Rio-
-Grachi, lo sai che ho la responsabilità di tenerti. Se ti accadesse qualcosa di brutto…-
-Zio, me la sono cavata. Ho salvato Rio e Tori. Non ce ne bisogno che ti preoccupi-
Faker la prende per il viso -Grachi, io temo per te e a Kite. Ti sei coinvolta in questa storia da sola e se ti accadesse qualcosa? Ho promesso a tuo padre di prenderti cura come se fossi mia figlia- disse con dolcezza –Tu hai sempre portato felicità in famiglia anche in questa situazione critica. Promettimi che non ti accadrà nulla di male, promettilo- aggiunse.
Natsumi sgrana gli occhi. Lui si era sempre preoccupato in momenti come quelli –Te lo prometto, zio- sorrise le lo abbraccia, un caloroso abbraccio perduto da tempo. Faker ricambia il gesto.
In quel preciso momento, Kite si ferma sulla soglia dell’entrata, assistette l’abbraccio tra nipote e padrino: Natsumi era sempre stata una coccolona fin da piccola, ma solo quando deve fare una promessa. Questo è il segno di aver promesso qualcosa. Rimase in silenzio e sorrise.
Natsumi si stacca dall’abbraccio e vide il cugino a guardarli –Kite! Sei pronto per uscire?-
Kite la guarda confuso –Eh?-
Natsumi salta dal divano e prese il braccio del cugino –Per uscire, sciocchino! Dai, porteremo anche Harty. Zio, possimao?- chiese allo zio.
Faker ci pensa su –Beh… è da molto tempo che Hart non esce mai… potrebbe andare- disse.
Natsumi fece un sonoro grazie e corse da lui a darli un bacio sulla guancia e corse verso la camera di Hart.
Il bambino ne fu felice di quella notizia! Non era uscito da casa prima d’ora quando era malato (era uscito quando era malato a cercare il fratello) ma ore ha l’opportunità di conoscere nuove cose al di fuori delle mura.
Faker li ha raccomandati di rientrare prima del buio. Kite è il più grade della famiglia e di avere molta responsabilità di tenere il fratellino e la ‘scatenata’ cugina.
I tre gironzolarono per la città: Hart rimase a bocca aperta, vedendo negozi illuminati e tanta gente in giro. Lui e Natsumi diedero un’occhiata ai negozi uno a uno, ridendo e chiacchierando come facevano una volta. Hart tenne sempre la mano della cugina senza staccarla.
Il sole diventa arancione, l’ora di ritirarsi. Il bambino prese per mano il fratello maggiore e la cugina verso casa ma… Natsumi esclama –Accidenti! Mi sono scordata gli appunti!-
Ecco, ora gli venne viene di sfuggito quel ricordo?! Domani hanno un compito di storia e ha promesso a Tori di prenderli a casa sua.
-KIte, scusami, mi sono appena ricordata di correre da Tori per gli appunti di storia! Potrei…- disse la bruna, facendo gli occhi dolci. Come poteva resistere a quei occhi blu-galassia?
Kite sospira –Va bene… ma ritirati prima che faccia buoi, ok?- raccomanda il cugino.
-Va bene. Farò subito!- disse a gran voce la bruna, correndo. Era sempre sbadata. Non era cambiata neanche di una virgola!
Natsumi arriva in tempo a casa di Tori per darli gli appunti di storia. Che figuraccia se non deve fare il compito senza studiare. Ora dovrà studiare tutta la notte! La madre di Tori, due gocce d’acqua, la invita a cenare con loro ma la bruna lo rifiuta gentilmente.
Corse verso la strada a casa, con il quaderno in mano, e ansimando. Una corsa senza pattini fa bene alla salute! Senza quelli l’aiuta a pensare. A riorganizzare la mente. Lo aveva preso da suo padre durante i suoi viaggi, una volta le aveva raccontato di aver corso come un fulmine inseguito da un rinoceronte in Africa e lei si mise a ridere. Ogni volta pensa sempre a loro: Dove saranno? Dove si trovano? Sono vivi o morti? Tutte domande senza una risposta.
Decide di rallentare il passo e riprendere fiato, comincia a farle male il fegato per lo sforzo. Cammina a passo normale attraversando il ponte e si volta: il bel tramonto.
Il cielo si tinge di giallo, poi arancione e un celestino si trasforma in blu, le nuvole diventarono rosa con effetto azzurrino. Sua madre le diceva che era una magia di colori. Natsumi credeva nelle storie di sua madre e anche nelle leggende che le racconta ogni sera.
La ragazza decide di ammirare un po’ il tramonto. Era da un bel po’ che non lo vedeva così.
Si appoggia sulla ringhiera…
 
…l’alleanza è fatta. Il Numero 96 ha accettato la sua proposta. Vector diede la carta bariana e ritornarono insieme a Heartland City, cominciando con i piani diabolici. I due hanno lo stesso obbiettivo: sconfiggere Yuma Tsukumo e Astral per sempre! Il numero desidera infinitamente di rubare Utopia e finire la storia, Vector di obbedire ai ordini del dio: sconfiggere Yuma, distruggere il Mondo Astrale e uccidere la quinta prescelta. Questi sono i loro obbiettivi da raggiungere.
-Ricordati, Astral è mio e tu Yuma! E non prendo ordini da nessuno, chiaro?- disse Black Mist, con la solita posa di braccia conserte e una sorriso maligno.
Vector ridacchia –Come? Non ti fidi di me?- rispose –Strano. Perché hai accettato la proposta senza pensare a questo?- aggiunse.
-Non fare il furbetto con me, Vector. So chi sei e provieni dal Mondo Bariano. Detesto che qualcuno mi domini e di imporre sulle mie decisioni. Quindi, se hai un problema, basta mi chiami per telepatia-
-Ma guarda. Un numero come te mi raccomanda di chiamarlo- ridacchia divertito –Certo che sei strano- aggiunse e fece le spallucce.
Black Mist diventa serio –Non fare lo sciocco!-
 
…ma non si accorse dei strani rumori provenienti da quella ringhiera. Uno stridulo metallico. La ringhiera si rompe per colpa della ruggine, Natsumi si capovolse all’indietro e afferra in tempo la ringhiera, rimanendo sospesa nel vuoto –Ma perché sempre a me!?- si lamenta la bruna. Quando si ferma in un posto giusto ma in un momento sbagliato, cominciano le disgrazie.
Il quaderno cadde a terra con un tonfo. Vector e 96 si voltarono. Mentre chiacchieravano passando sotto il ponticello si accorsero del tonfo sull’asfalto. I due si avvicinano verso l’aggetto: un quaderno verde.
Vector si china per prenderlo e curioso di sapere chi sono, lesse l’etichetta: Tori Mizuki. E ti pareva!
-Questo è il quaderno di Tori!- esclama il bariano –Speriamo che non la rincontro- aggiuse. Non tiene voglia di rivedere uno dei compagni di Yuma.
-Io dico che è qualcun altro- disse Black Mist, indicando con il dito in alto. L’imperatore alza lo sguardo: una ragazza appesa?! Che ci fa lì?
Natsumi non riesce più a tenersi, le meni le sudano e scivolano al contatto con il metallo, si gita un po’ con le gambe ma peggiora le cose. –No… ti prego, no….- mormora lei, sperando di non scivolare. Come non detto: la mani scivolarono e precipita nel vuoto.
Vector, senza pensarci due volte, la prese in braccio appena in tempo. Non è così pesante di quanto sembra. Sgranocchia chi occhi viola: la ragazza dell’altre volte! I capelli ondulati e corti neri come la pece, le mani sul volto (forse per lo spavento), preceduti da guanti neri senza dita, una felpa nera con cappuccio, una maglietta rossa, dei pantaloncini con una catena al fianco destro, dei scaldamuscoli fino le ginocchia e delle scarpe marroni da trecking.
Cosa? Una ragazza vestita di nero? Mai vista!
-Tutto bene?-
Classica domanda umana.
Natsumi si accorge che qualcuno l’ha presa in braccio. Prima continua a dire “Sono morta? Sono morta?” ripetendo in continuazione, sentendo una voce maschile le venne dei dubbi, ebbe il coraggio di togliere le mani dal viso e gli occhi, guardando il suo “salvatore”… due occhi di viola mai visti! Un ragazzo della sua età. I capelli arancioni a spazzola con due ciocche davanti al viso, un viso infantile e innocente, due fantastici occhi viola puri e dolci.
Vector sobbalza: il viso rotondo e rosea, infantile, curiosa e allegra. Ma quello che di più lo stupisce: gli occhi di quel blu stupefacente. Un blu scuro come la notte e dei luci misti come la galassia. Mai visti.
Rimasero a guardarsi per qualche minuto –Ehm, scusa…- disse con un filo di voce –Potresti farmi scendere, per favore?- chiese, gentilmente Natsumi mentre il ragazzo ritorna alla realtà –Eh?! Si, certo…- rispose frettolosamente, mettendola a terra. Vedendola in altezza, è quanto a Tori. –Tutto bene?- chiese di nuovo.
Natsumi comincia a respirare profondamente –Si, sto bene… è solo lo spavento- disse, con una mano al petto –Comunque, grazie mille per avermi salvata- aggiunse, risolvendo a lui con un sorriso. A guardarlo: più alto di lei e indossa una maglietta nera preceduto da una giacca nera, i jeans neri e le scarpe nere. Oh, cavolo, si è salvata da un tipo dark!
-Ehm… non c’è di che- rispose. Sembra di essere ritornato il Rei buono. –Tieni, ti è caduto il quaderno- aggiunse, ridandolo.
-Ah, grazie- disse, riprendendo il quaderno in mano.
Che strano. Sembra di averlo visto da qualche parte… ma dove? Ecco, un’altra volta quella strana sensazione di famigliarità! Lo pensa anche Vector.
-Oh, no! Il mio ciondolo! Ho perso il mio ciondolo! Dove sarà?!- esclama all’improvviso Natsumi. Mentre mise la mano al petto si rese conto che manca qualcosa. Qualcosa di molto prezioso.
Vector vide un piccolo oggetto brillante nelle sue vicinanze e lo prese –E’ questa che cerchi?- chiese, mostrando in una mano una cordicella appesa una pietra.
-Si, è questa!- rispose contenta Natsumi, il ragazzo lo restituisce e lei lo mise al petto come abbracciarlo –Meno male! Grazie ancora!- aggiunse. Ma come diavolo ha fatto a sfilarsi?
Il ragazzo mise la mano dietro la nuca –Ma figurati- ridacchia.
Natsumi fece un sospiro di sollievo –Che fortuna. Non potrò viverci senza di lei- disse.
Vector fece una espressione interrogativa. Viverci senza di lei? Con una collana?
-Ehm, scusa se domando: è così importante quella collana?- chiese. Sta facendo troppe domande.
-Ah, è un ciondolo molto prezioso. Me lo ha regalato un persona molto importante- rispose.
Molto strano… più la guarda più si convince di averla conosciuta da qualche parte. Non sa come e perché, la conosce e basta! Quello sguardo allegro e dolce l’adora, quei occhi di quel blu lo ha ipnotizzato in quel momento tra le sue braccia. No si sa come spiegarlo.
-Devo andare o mio cugino e gli altri si preoccupano- disse la bruna mentre l’altro ritorna alla realtà –Grazie di tutto. Forse ci rincontreremo di nuovo- aggiunse, alzando la mano.
Lui strinse la mano –Può darsi- sussurra. Natsumi corse a casa e lo saluta sventolando la mano.
Vector rimase di sasso. Ma che cosa gli è preso?!
Black Mist ha assistito la scena, impassibile –Bel salvataggio- gli disse, con un sorriso beffo e fluttuando accanto. Vector lo fulmina con uno sguardo a omicida –Taci e non dire una parola!-
Black Mist ridacchia divertito.
 
Una volta a casa, cenarono insieme e con sorpresa, si mise a tavolo anche Faker. Era da un sacco di tempo che non cenava insieme con i figli. Dopo cena si misero subito studiare con l’aiuto di Kite. Con la storia non è stato un problema per lei, la sua materia preferita. Kite insiste di aiutarla e si misero sotto alla carica. Dopo aver studiato un bel po’, si mise subito a dormire: l’unica cosa che non smette di pensare quel ragazzo… i suoi occhi. L’ha incantato quei occhi meravigliosi. Spense la luce, chiuse gli occhi e si addormenta.
 
Per i grattacieli della città, Vector ammira la città nelle tenebre; la luna piene illumina i grattacieli e le strade con poche macchine che passano, tutto silenzioso nei parchi e i negozi chiusi per la tarda notte. Solo il vento che scompiglia i capelli arancioni e i vestiti. Non finisce di pensare a lei… quella ragazza che sembra di conoscerla… i suoi occhi blu-galassia tanto stupendi da poter riscaldare il cuore. Com’è possibile? Forse i ricordi fanno brutti scherzi. Fissa la luna, argentea e tonda; sono da molte notti che lo ammira anche quando era giunto sulla terra. Lui non dorme mai. Chissà perché la conosce? Forse in un lontano, lontanissimo passato…






Angolo Autrice:
Wow... che colpo di scena! Vector salva Natsumi da una caduta e i loro sguardi si incorociano nei occhi: Lui in quelli della ragazza mentre Lei in quelli del bariano.
Vector: Un giorno di questi ti ammazzo!
Io: Non ti azzardare!
Natsumi: Andiamo, ragazzi! Non litigate!
Io: *guardo male a Vector* Come vi dicevo... Non perdete il prossimo capitolo: "Ricordi dal Passato: La nascita"! Energia al massimo!!!!

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Capitolo 15
*** Chapter 14: Ricordi dal Passato: La nascita ***


Chapter 13: Ricordi dal Passato: La nascita. (questo capitolo è dedicato al passato di Vector e Natsumi)
 
Il sole splende nel cielo azzurro e i suoi raggi riscalda l’isola e i suoi campi. Una giornata come tante. No, questa no.
Il suono delle campane risuonarono in tutto il paese; gli abitanti salirono verso il palazzo del loro sovrano. Donne, uomini, bambini e anziani clamarono con felicità. Un giorno speciale.
-Sua Altezza, il Principe Vector, è nato in un giorno fatale! Colui che porterà pace e prosperità nel nostro Regno. Colui che è l’incarnazione del nostro Dio, il Simbolo della Pace!- annuncia un uomo di anziana età, con le braccia alzate, sul grande balcone circolare del palazzo.
Dietro le sue spalle, i due sovrani. Lo sguardo altezzoso e autoritario del Re sotto gli occhi della sua gente, i capelli di color rosso scuro come il fuoco, con la barba e pizzetto, l’occhio coperto da un pezzo di cuoio nero mentre l’altro di color arancione scuro. Il petto nudo e muscoloso e sulle spalle un mantello rosso, al braccio sinistro una specie dai corazza d’oro in cui porta con sé il suo deck, il polso destro un bracciale con i bordi dorati, la cintura sulla vita e
Al suo fianco, la bellissima Regina: i capelli turchini tutti raccolti da un chignon, la frangia alzati e girate a un lato con due ciocche che cadono davanti. Il viso dolce rivolto al piccolo dormente nel fagotto tra le sue braccia, gli occhi di color viola chiarissimo, sulla fronte un diadema incastonato un rubino. Un vestito bianco candido a sirena.
Il Re, sentendo quelle parole, venne un forte disgusto. Non conosce quella parola nel suo vocabolario. –Pace… che mucchio di sciocchezze!- si disse tra sé e sé.
 
Dall’altra parte del regno, un altro giorno è arrivato anche lì. Il Re cammina con il passo veloce verso le stanze della Regina. I capelli biondi come il sole, uno sguardo giovane e preoccupante, gli occhi d’orati di un adulto. L’armatura d’orata e il braccio destro nudo e due bracciali d’oro ai polsi; il mantello blu sulle spalle comincia a svolazzare per la camminata con esso la vestaglia e i capelli, alle caviglie dei braccioli d’oro e dei sandoli. Deve assolutamente vederla!
Continua a camminare ignorando le parole dei consiglieri dietro di lui. L’annuncio della nascita di un erede dalla piccola Margò, la figlia di uno dei consiglieri e di una compagna di dama della Regina. Una immensa felicità gli ha illuminati i suoi occhi ma una ondata di preoccupazione lo investe.
Arrivato davanti le porte della stanza, lo spalanca con un grande tonfo. Le ancelle e la curatrice si voltarono verso il preoccupante sovrano; l’anziana signora fece un inchino –Vostra Maestà. E’ nata una bellissima bambina- disse l’anziana Eloise. È stata anche colei che lo fatto nascere e lo conosce molto bene.
Arthur guarda verso la moglie: la Regina Ay, la più bella del suo reame, seduta sul letto sotto le coperte, i capelli neri come la pece tutti scompigliati e bagnati di sudore, si volta verso il marito con un sorriso e un’aria stanca, con gli occhi celesti socchiusi. Tra le braccia un fagotto bianco.
Il giovane sovrano sgrana gli occhi e si avvicina lentamente al letto. Eloise e le altre ancelle li lasciarono soli chiudendo le porte. Rimasero in silenzio.
Arthur si china verso al fagotto e sobbalza: una piccola e dolcissima neonata rosea, il visetto tondo e addormentato, i capelli neri scompigliati, uguale alla madre. Sorrise: sua figlia. La sua erede. –Ay… è bellissima…- disse e si volta verso di lei -…come te- aggiunse e le diede un bacio sulle labbra. Il padre prese la piccola manina della figlia –Ehi, ciao, piccola- la saluta in modo dolce e tenero.
La piccola apre gli occhi: blu magnifico! Un blu che nessuno abbia avuti. Blu come la notte e luci colorate come l’universo. Il padre si meraviglia di quei occhi così stupendi da scioglierli il cuore, la prese con delicatezza e tremante la piccola creatura –Come la chiameremo?- chiese.
Ay e Arthur cominciarono a riflettere sul nome da sceglierle –Evelyn- disse Ay –La chiameremo Evelyn-
-Evelyn…- disse Arthur e sorrise –E’ deciso!- aggiunse.
Arthur decide di mostrarla all’intero Regno e lasciando la moglie a riposare, sporgendosi verso il balcone delle annunciazioni: un mucchio di gente del regno, la servitù e i paesani.
Tocca il minuscolo nasino della piccola Evelyn e ridacchia, la soleva in alto per vederla meglio –Ecco a voi la mia erede al trono! Mia figlia Evelyn!- annuncia e tutti clamarono –Porterà pace su questo regno e in futuro cambierà la sorte di tutti!- concluse.
La popolazione urlarono, fischiarono, le donne e le bambine lanciarono petali di rose in aria, le trombe suonarono per iniziare la festa.
La piccola neonata sorrise con meraviglia e stupore, sgranando i suoi occhietti blu-galassia. La festa durò fino a notte...





Angolo Autrice:
Rieccomi di nuovo. Questo capitolo proviene dai ricordi perduti di Vector e Natsumi. Il nome Evelyn lo scelto io in un libro che ho letto: Paranormalmete, la ragazza che vede i paranormali. I nomi dei personaggi li ho inventati. I due ragazzi sono predestinati a finire la guerra?
Vectro: Ehm...
Io: Hai qualcosa da obbiettare, mio caro?
Vector: Che strega che sei.
Io: Grazie, ma farò finta di non aver sentito.
Vector: Ehi!!!
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Rincontro... a scontro"! Energia al massimo!!!

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Capitolo 16
*** Chapter 15: Rincontro... a scontro ***


Chapter 14: Rincontro… a scontro
 
Il giorno seguente, Natsumi si sveglia in ritardo, ha dormito molto che non si rese conto dell’orario. Kite decise di andare a svegliarla, niente da fare! Non si sveglia! Che pigrona!
-Natsumi! Natsumi svegliati! Farai tardi a scuola, pigrona che non sei altro!- disse, scuotendola.
La bruna si sveglia di sopraffatto e corse immediatamente in bagno a lavarsi, mettere la divisa scolastica e prendere lo zaino, prese una palla di riso in cucina e saluta i cugini, lo zio e Orbital.
Arriva in classe in orario con Yuma appena in tempo. Passarono l’ora di matematica senza intoppi, l’ora dopo il compito di storia. Nell’aula regna il silenzio assoluto.
Astral guarda i ragazzi intenti a fare la verifica. “Osservazione n’ 26: Gli esseri umani, quando si concentrano su qualcosa, riescono a estraniarsi da tutto e da tutti” pensa. Il suo sguardo si posa su Yuma che era intento a schiacciare un pisolino “Alcuni però non riescono in questo intento…” aggiunse, mettendo la mano sulla fronte.
Natsumi aveva studiato per tutta la notte con l’aiuto del cugino, alcune domande erano facili e altre le sa a memoria. Semplice: aveva studiato con impegno all’istituto e lo bocciavano. Finisce il compito e lo rilesse, almeno ne vale la pena!
Poco dopo, Katy rimase in crisi con due domande difficili e le supplica di aiutarla, lei le suggerisce.
Risolto tutto.
Mancano solo una mezz’oretta al suono della campanella, prese velocemente un foglio bianco, tira fuori dall’astuccio la matita e comincia a disegnare. In quella oretta non fece altro che a pensare a quello ragazzo che l’ha salvata: riprodusse dalla sua mente al foglio il viso del giovane dai occhi viola.
L’attenzione di Astral si sposta sulla ragazza, si avvicina curiosamente per guardare cosa stesse facendo. Rimase stupito dalla sua bravura in disegno: la persona ritratta solo due occhi un po’ famigliari, con sfumature grigie e alcuni particolari che dovrebbero essere ciuffi di capelli.
In quel momento, suona la campanella dell’ora di chimica –Ragazzi, il tempo è scaduto. Consegnatemi la verifica- disse la prof di storia.
Tutti i ragazzi si alzarono con i fogli in mano e consegnarono il foglio alla cattedra.
-Sei molto brava in disegno, lo sai- disse Astral, accanto a lei.
Natsumi sorrise –Me lo ha insegnato una mia zia dalla Norvegia. È diventata un’artista di fama- gli spiega la bruna.
Poi, sentirono Tori chiamare quel dormiglione di Yuma. Natsumi ebbe un’idea: prese un specie di fischietto rintagliato in legno dallo zaino e lo suona nell’orecchio del ragazzo. Yuma si sveglia di sopraffatto dal suono –Ehi!! Ma sei impazzita!!? Per poco non perdo il timpano!!- grida arrabbiato alla bruna.
-Beh, prima di tutto, Tori ha cercato di svegliarti e secondo, la campanella è suonata da almeno un secondo fa- rispose Natsumi, mettendo le braccia conserte.
Yuma si agita –Cosa!!? È già suonata!!? Perché non mi avete svegliato prima!!? Ora che faccio!!?- domanda con molta agitazione e mettendo le mani tra i capelli blu.
-Così impari a non addormentarti durante le verifiche!- disse sarcasticamente Tori, con la mani ai fianchi mentre l’altro mise il mento sul banco e delle gocce di disperazione sul viso.
Natsumi assistette la scena con stupore -Si vede che non ti ingozza a studiare, vero?- chiese. Astral fece finta di niente.
 
Vector non sa in che direzione andare. Confuso e disorientato. Non ha fatto altro che pensare a quella ragazza per tutta la notte. Questa volta rimase solo senza la compagnia di Black Mist. Vuole riorganizzare la mente e risolvere la faccenda in men che non si dica. Ancora cerca delle risposte su quella ragazza dai occhi blu-galassia… le ha viste parecchie volte di quel colore ma si domanda: Dove li ha visti? Quando? In che luogo? Non si sa. Non se lo ricorda.
“Non distrarti, Vector!” rimbomba la sua voce nella mente Don Thousand “Hai trovato quello che cerchi. Ti sei alleato con quel numero e ora pensa alla tua missione” gli disse.
“Perdonami,” si scusa il bariano “non succederà più”
“Sta’ in guardia e guarda avanti…” concluse e scompare.
“Guardare avanti a cosa?” chiese il bariano in modo confuso.
Boom!! Uno scontro con i fiocchi! L’imperatore non si rese conto che una ragazza si scontra e le venne addosso. Che male!
Vector rimase disteso sull’asfalto del marciapiede e si massaggia la testa –D’accidenti… che male…- si lamenta lui –Ehi, stai più attenta…!!- la rimprovera ma quando alza lo guardo si rese conto si essersi scontrata con la ragazza dell’altro giorno.
Natsumi lo fissa. Non si è resa conto di essersi scontrata con il ragazzo l’ha salvata! Si fissarono per pochi secondi, così vicini i loro nasi che quasi si fiorarono a vicenda.
-Ehi! Tu sei quella ragazza di ieri!- esclama il bariano.
-E tu sei lo stesso ragazzo che mi ha salvata!- esclama anche lei.
Ecco. Si sono rincontrati con uno scontro! Che figuraccia!
La ragazza si tolse addosso a lui con imbarazzo ma non arrossì, l’imperatore si alza in piedi e spolverando i vestiti. Natsumi si alza ma esclama con un sonoro “ohi” e rimase accucciata a terra con le mani al ginocchio: dei piccoli segni rossi ben visibili sulla scapola.
-Stai bene? Ti sei fatta male- disse Vector.
Ma guarda un po’! ora si preoccupa per lei?
-Nah! Non è niente. È solo un graffio- sorrise la bruna, guardandolo. Anche se le fa male ma sensibile al dolore dopo quei anni all’istituto.
-Ma è meglio che lo disifetto con l’acqua, no?- propose il ragazzo.
Natsumi annuì, convinta.
Così, i due ragazzi si fermarono alla fontana del parco, lei seduta alla sporgenza mentre lui lo disifetta la ferita. Prese uno straccio nelle vicinanze e lo pulisce bene, si inginocchia accanto e le tolse i segni rossi con delicatezza… beh, lui non è mai stato delicato. Al primo tatto lei mugola di dolore ma riesce a trattenersi.
-Scusa-
-No, tranquillo-
Vector si concentra alla ferita. Che strana ragazza. Una come lei non le ha mai viste in giro. Finisce di pulirla e chiese –Hai qualcosa per coprirlo? Non so… un cerotto- chiese il ragazzo.
Natsumi capisce subito –Oh, si, certo- rispose, prese lo zaino, apre la tasca davanti, prese il cerotto e lo porse a lui. Il ragazzo dai capelli arancioni lo preso e lo mise sulla scapola -Va meglio?- chiese.
Lei annuì -Grazie per aver curato la ferita- disse, con un sorriso allegro. Si alza in piedi e si gira introno a sé stessa –Visto? È solamente un graffietto- aggiunse la bruna.
Quel sorriso… puro e dolce, calda e luminosa… da quando ha visto un sorriso del genere?
-Fammi indovinare…- disse a un certo appunto la bruna –non è che mi stai pedinando?- chiese.
-Cosa!?- chiese, confuso. Come cavolo ha pensato a una cosa del genere?!
-Scherzo, dai!- disse Natsumi, dandoli una panca alla spalla –E che mi guardi in quel modo ho pensato ‘questo mi sta pedinando’- rise divertita.
Vector fece un no con il dito –Ahah, con me non si scherza- canzona, lui.
-Ah, non ci siamo presentati: mi chiamo Natsumi Graziella Tenjo- si presenta, porgendoli la mano.
Vector rimase stupito –A-a-aspetta un momento! T-Tenjo?! Sei una parente di Kite?!- domanda, agitandosi. Accidenti! Proprio a una parente di quel duellante del suo nemico dev’essere?!
-Sì, sono sua cugina- rispose un po’ perplessa –Lo hai per caso conosciuto?- chiese, curiosa.
Vector comincia a sudare freddo –No… no no… lo ho sentito nominare…- balbetta.
-Certo che sei strano. Qual è il tuo nome?-
Vector è nei guai. Non può certo rivelare il suo vero nome. Ebbe un’idea –Rei Shingetsu, piacere di conoscerti-





Angolo Autrice:
Ecco il loro rincontro scontrandosi. Diventeranno ottimi amici?
Vector: Oh mamma...! Questo è un incubo!!?
Io: Di la verità, non è per caso ti sei preso una cotta per lei, eh? *canzono e gli do un panca alla spalla*
Vector: Non è vero!! *arrossì*
Io: Ah, si invece, sei diventato tutto rosso.
Vector: Sta' zitta.
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Ricordi dal Passato: Incontro dei due principi"! Chissà se tutti e due si prendono una cotta? Energia al massimo!!!

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Capitolo 17
*** Chapter 16: Ricordi dal Passato: Incontro dei due principi ***


Chapter 16: Ricordi dal Passato: Incontro dei due principi
 
Passarono sette anni dalla nascita di Vector; il giovane principe cresce ogni giorno che passa: diventa sempre più alto, i capelli diventarono sempre più chiari e più alti, gli occhi grandi e di un color viola. Di un viola magnifici, pieni di dolcezza e tenerezza, il viso ovale e con una espressione innocente di un bambino, il carattere dolce e deciso, come a sua madre.
Suo padre, al contrario, ha un aspetto di un cattivo, un dittatore, colui che conquista i regni con la forza e spargendo sangue nelle loro terre. Vector odia vedere la gente soffrire e soprattutto combattere, passa le sue giornate con la madre, l’unica persona che le sta a cuore. Ecco da dove ha preso quel carattere.
Un giorno, il principino viene chiamato dai suoi genitori, accompagnato una delle ancelle verso la sala del trono.
-Mi avete chiamato padre?- chiese, una volta entrato.
-Si, figliolo- rispose suo padre in tono autoritario –Vieni- disse ancora facendo segno di avvicinarsi.
Il principe Vector, un bambino di non più di sei anni appena compiuti, avanza con passo deciso verso di loro, vedendo due persone sconosciute, si ferma dinanzi a lui con rispetto. Quel rispetto lo deve mantenerlo per tutta la vita. Ma quella volta, il suo sguardo è diventato fiero e pieno di orgoglio -Figliolo, ti presento Arthur, il mio fedele alleato e di Ay, sua moglie- esordì il Rea poggiando una mano sulla spalla del bambino e facendolo voltare verso i presenti.
Vector si volta e osserva gli ospiti -Salute a voi- disse infine con un inchino rispettoso.
Arthur gli sorrise –Molto lieto di conoscerti, Altezza- disse e fece un inchino con Ay –Io e tuo padre siamo molto amici. Mi parla spesso di te- aggiunse.
Ma i suoi grandi occhi color viola indugiarono su una figura in particolare: una bambina accanto ad Ay e si nascose dietro le vesti della donna.
-Questa è mia figlia Evelyn- disse Arthur, la donna prese per mano la bambina in modo che Vector e i sovrani potessero vederla bene.
Evelyn ha solo 5 anni, ma una bambina estremamente incantevole. Vector venne incantato da quei grandi occhi blu-galassia mai visti. La piccola tenne gli occhi fissi a quelli del bambino, poi, senza farsi troppi problemi, con quel candore tipico dell’infanzia, gli sorrise -Ciao…- lo salutò con la sua vocina dolce e ventolando la piccola mano.
Vector rimase stupito: nessuno gli ha mai rivolto così, nessuno mai gli ha parlato con tanta spontaneità. Sorrise a sua volta.
Ay si accorse sua figlia e il giovane principino guardarsi con dei sorrisi. Sorrise, capendo i loro sguardi: si piacciono a vicenda.
-Qual è il tuo nome?- chiese Evelyn con una nota infantile -Mi hanno detto di chiamarti principe, ma a me non piace!- aggiunse.
-Evelyn!- la rimprovera suo padre -Non usare quel tono al cospetto dei sovrani e del Principe!- le disse in tono duro.
-Suvvia, amico mio!- intervenne la Regina -Non essere tanto severo… infondo Evelyn è solo una bambina…- aggiunse con un tono dolce.
Atem si avvicinò alla bimba senza dar badare agli sguardi che gli lanciavano i presenti. -Il mio nome è Vector- rispose infine –Puoi chiamarmi così- aggiunse, sorridendole.
La Regina e Ay si resero conto che i loro figli si è accesso qualcosa dentro di loro. Qualcosa che potrebbe sbocciare molto preso. Una parola che il Re non è riuscito a comprendere…
La sovrana ebbe un’idea –Figlio mio, perché non porti la principessa a vedere i Giardini Reali?- chiese sua madre –Noi dobbiamo discutere questioni da adulti- aggiunse.
Il Principe si volta verso suo padre, cercando di avere il suo consenso e quando il Re gli fece un’impercettibile gesto di approvazione che solo lui colse, ritorna a guardare il visino della bimba -Vieni- le disse semplicemente ed esce dalla sala del trono cominciando a percorrere gli immensi corridoi affrescati.
Evelyn lo segue in silenzio, stupita dall’enormità del Palazzo Reale di un altro Regno e di uscire dal suo Regno così lontano dal mare. La prima volta di far visita a un amico di suo padre e di conoscere un giovanotto così carino e dei occhi bellissimi. In quel momento, si volta verso a magnifico dipinto delle isole con scritto i Regni, il suo Regno si chiama Eregor mentre il Regno del Principe si chiama Deiler, il regno principale delle isole vicine.
Vector nota l’espressione assorta della fanciullina e si ferma attendendo che lei lo raggiungesse –Se continui a camminare con il naso per aria rischierai di cadere- le disse tra il serio e il divertito.
Evelyn lo osserva un po’ stupita, poi  le sopracciglia e gli fece una linguaccia. Vector sorrise -Vuoi o non vuoi andare ai Giardini? –domanda.
La condusse nella parte posteriore del Palazzo, attraversando immense sale e lunghi corridoi; mentre la servitù al suo passaggio si inchinano con rispetto e in modo amichevole. Tutti lo rispettano come fosse un semplice amico per la sua gentilezza.
Evelyn si ritrova a percorrere un ampio porticato attorniato da smisurate colonne e illuminato dalla luce del sole; scese alcuni gradini e posa i piedini sull’erba verde, si guarda attorno e vide abeti, alberi dalla chioma fitta, pini e alberelli di quercia, il profumo di fiori esotici: i Giardini Reali di Deiler, un giardino immenso e circolare protette da alte mura di pietra, un luogo di pace e tranquillità incontrastata. Per Evelyn quello era il luogo più splendido di tutta l’isola, ne resta incantata.
-Allora ti piace?- le chiese Vector facendo qualche passo in avanti.
Evelyn fece un largo sorriso -Eccome!- rispose sinceramente e cominciò a correre sul prato rigoglioso e rise felice.
Il Principe la guardava meravigliato, si chiedeva il perché di quello strano comportamento ma scosse la testa di non pensarci.
Evelyn gli corse incontro e lo tira per un braccio –Ti va di giocare?- gli chiese.
-Giocare?- ripeté guardando gli occhi blu-galassia di Evelyn -D’accordo…- disse poi.
-Prova a prendermi!- lo sfida lei cominciando a correre, nascondendosi dietro ai tronchi degli alberi.
Vectro lascia da parte il ruolo del Principe per cominciare a comportarsi come un bambino, così come la sua età vuole. Comincia a rincorrere Evelyn, si ritrova a ridere e a divertirsi, spensierato.
Sul balcone dove sbuca dal giardino, Ay e la Regina, osservarono compiaciuti i loro figli giocare.
-Spero che la guerra finisca presto- disse Ay -Arthur si è stancato di queste guerre vedere la gente soffrire. Non voglio che anche mia figlia veda tutto questo dolore-
La sovrana le mise una mano sulla spalla –Forse gli dèi hanno esaudito le nostre preghiere: i nostri figli cambieranno il mondo- le disse in fine.
Chissà se sarà vero oppure no…





Angolo Autrice:
Eccomi! Scusate, ma dovrò madarvi uno o due capitolo alla volta per mancanza di tempo (tutta colpa dei esami!), abbiate pazienza. *inchino di scuse* Come avete letto, i due ragazzi del passato di sono conosciuti da piccoli, le loro madri sono conviti che saranno in grado di fermare la guerra? S'innamoreranno una volta cresciuti?
Tori & Katy: Com'è romantico!!! *cuoricini da per tutto*
Mizeal: Per niente!
Io: Oh, avanti, Mizealino. Non fare quella faccia! *pizzico la guancia*
Vector: Ahahahahahah... Mizealino.... ahahhahahahah... questa è bella...
Mizeal: Tu sta' zitto!! *aria irritata* Già sono nervoso per conto mio!!
Io: Ahi, ahi... *mi allontano* Non perdete il prossimo capitolo: "Una nuova amicizia"!
Natsumi: *mi salta addosso* Energia al massimo!!!

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Capitolo 18
*** Chapter 17: Una nuova amiciza ***


Chapter 17: Una nuova amicizia
 
-Quindi sei nuova di queste parti?- chiese Rei.
-In un certo senso si- rispose Natsumi, camminando con lui verso casa –Anche tu sei nuovo?- chiese.
Rei fece la stessa risposta –In un certo senso si-
Natsumi diede una spinta alla spalla –Dai! Non mi sfregare le battute, copione!- ribatte scherzosamente.
Rei la trova simpatica come umana e ma strana allo stesso tempo, con la coda nell’occhio, cade sui piedi di Natsumi –Da quando tieni quei pattini?- chiese, curioso.
Natsumi sorrise –Li ho comprati in Italia-
-Come? In Italia?-
Lei annuì, mettendosi davanti e spalancando le braccia –Ho viaggiato per il mondo. È stato magnifico! Ho conosciuto molte persone di diverse etnia, le loro storie, le leggende, ho duellato con sfidanti, ho fatto amicizia e molte altre cose fantastiche!- disse, sorridendo –E’ stato un viaggio inaspettato!- aggiunse.
-Quindi adori viaggiare?-
Annuì di nuovo –Il divertimenti non manca mai!- disse –Rei, possiamo diventare amici!- aggiunse poi.
-Eh!??-
-Si, amici. Tanto deve accadere che ci scontreremo di nuovo come oggi, no? Perché non diventiamo amici?- chiese, alzando di nuovo la mano –Amici?- chiese di nuovo.
Rei rimase a guardarla per un secondo, chi se lo aspetta di fare amicizia uno come lui? Sorrise e le strinse la mano –Amici-
Mentre camminano e chiacchierano durante il percorso, si fermarono in un viale –Beh, fino a qui ci separiamo- disse.
-Qui? Sei sicura?-
-Nah! Sicurissima!- rispose –Ci vediamo domani dopo scuola?- chiese.
Lui annuì, contento. Natsumi corse con i pattini e lo saluta a gran voce “ciao” e sventolando la mano, imbocca la strada e scompare. Vector rimase immobile, con sorrisetto maligno nascosto –Ora la questione si sta facendo interessante-
 
S’incontrarono spesso verso le uscite di scuola, camminando, chiacchierando e scherzando da amici. Vector recita alla perfezione! Dal canto suo, ama dire la bugie altrui, ma dall’altra parte? Alcune cose le dice sinceramente… ma perché? Le parole gli escono fuori dalla bocca di spontaneo e accorgendosi troppo tardi, cercando di non far notare a Natsumi, tappandosi la sua maledetta boccaccia. Natsumi le racconta un po’ dei suoi viaggi e un po’ di quello che succede a scuola, ridendo per le buffe figuracce di Yuma ma riesce a non parlare di Astral. Sarebbe stata una disgrazia vera e propria! Non disse niente né a Yuma né a Kite e né con i suoi compagni del suo nuovo amico. Vuole fare una sorpresa!
Vector è al parco, appoggiato a un palo della luce e le mani nelle tasche, aspettando che arrivasse la ragazza.
“Vector…” lo chiama con voce profonda Don Thousand “Cosa stai combinando!?” domanda con voce autoritaria.
“Non vi preoccupate,” rispose sghignando il bariano “fa tutto parte del mio piano. Lo stesso giochetto di Yuma, niente più” aggiunse, sorridendo.
“Poco mi convinci, Vector. Ricordati della missione o guai a chi ostacola i piani” disse il dio.
“Sarà fatto” disse Vector.
Mentre il bariano concluse con quelle parole, qualcuno lo sorprese alle spalle. Sobbalza dallo spavento e scopre che Natsumi lo ha preso per un braccio e gridando –Sorpresa!!-
-Ah… sei tu… mi hai spaventato- disse Rei, riprendendosi dallo schock.
-Oh, scusa- gli disse Natsumi –Non volevo farlo apposta- aggiunse.
-Tranquilla... mi è passato… eheh…- ridacchia Rei, sudando freddo. Cavoli, non se lo aspetta a quella sorpresa del genere!
-Allora? Che facciamo?- chiese la bruna, con uno sguardo pieno di eccitazione.
-Perché? Non devi andare a casa?- chiese, non capendo bene.
Natsumi fece (diciamo) una lista: Yuma dovette rimanere a scuola in punizione per il ritardo dell’entrata a seconda ora e dovrà pulire la piscina e riordinare la palestra, poverino. Bronk a badare il negozio alimentare in assenza della madre; Katy dovette badare i gatti di ogni parte della città e di incontrare la sua amica, una bambina di nome Dog-chan, che al contrario di lei adora i cani, e venne sconfitta durante le eliminatorie del Carnevale dei Duelli; Caswell viene chiamato dal consiglio studentesco per organizzare nuove attività e di tenere d’occhio l’amico; Flip non si sa cosa (forse fare scherzi altrui); Tori rimase a casa a fare i compiti; Kite rimane per tutto il giorno con Orbital e Hart ad aiutare il padre in laboratorio. Che lista, ragazzi!
-E solo che rimando a casa senza fare niente mi annoio a morte. Che ne dici di fare qualcosa?-
-Non lo so…- disse il ragazzo, ebbe un’idea –Che ne dici di prenderci qualcosa al parco?-
Lei annuì.
Così, i due ragazzi si diressero verso il parco e ordinarono dei hot-dog in un specie di barretto all’aperto. I due si sedettero a una panchina libera. C’è un mucchio di gente da quelle parti! La cameriera porta la loro ordinazione e li lascia soli.
Natsumi prese il suo hot-dog –Buon appetito!- disse e lo avventa in un boccone. Tiene una gran fame!
Rei prese il suo e lo assaggia -Non è niente male questo hot-dog- disse.
Lei deglutì il cibo –Come? È la prima volta che lo assaggi?- chiese, incuriosita.
Rei inarca il sopracciglio –Perché? Hai qualcosa che non va?- domanda lui. Forse deve aver capito di non essere un umano.
-No, è che… non mi meraviglio di te- rise la bruna –E’ la prima volta che incontro qualcuno così strano in vita mia!- aggiunse.
-E tu invece?- domanda lui in modo scherzoso e risero entrambi. In quel momento, il bariano venne in mente una cosa –I tuoi genitori dove sono?- chiese a un certo punto.
Natsumi diventa seria e lo sguardo malinconico –Sono scomparsi- disse con un filo di voce –Durante in una spedizione e non furono trovati- aggiunse.
Rei capisce subito. Anche i genitori di Yuma erano scomparsi durante una spedizione –Mi dispiace- disse, con tono dispiaciuto.
Natsumi ritorna di nuovo a sorridere –Però continuo ad andare avanti, e poi- morse un boccone –ci sono i miei cugini e lo zio- gli disse e si concentra nel mangiare l’hot-dog.
Rei rimase stupito da quella ripresa. Anche se lei rimanesse sola ma ugualmente ha ancora dei parenti a Hertland City. Ma proprio Kite, accidenti! Per non dare troppo nell’occhio alla ragazza e riprese a mangiare il suo.
Dopo aver pranzato, si fa per dire, e fecero un giro nel parco, il ragazzo continua a fissare la ragazza. Natsumi è una ragazza diversa dall’altre: lei è allegra, vivace e non toglie mai quel sorriso pieno di luce puro. La cosa che più teme di scoprire se è quella che crede: e fosse la quinta prescelta? Che cosa dovrebbe fare? Ucciderla?
-Senti, Rei, tu hai una famiglia?- chiese a un certo punto la bruna.
Rei la fissa in modo meravigliato. Perché le è venuto una domanda come quella?
-C-come?!-
-Hai capito bene, una famiglia. C’è l’hai?- chiese di nuovo, guardandolo.
Rei venne raccolto alla sprovvista –Beh… ecco…- balbetta il bariano, sudando freddo. Che cosa dovrà dire?
-Guarda che non sei costretto a rispondere- avvisa la bruna. Rei rimase a guardarla –Se non vuoi me lo racconterai la prossima volta, non ti preoccupare- gli disse –Ehi, mi è venuto un’idea! Vieni con me!- lo tira per un braccia.
-Andare dove?-
-Vedrai. È una sorpresa!- concluse la bruna e cominciarono a correre.
Dove lo sta portando? Che cosa avrà in mente? Rei rimase confuso e disorientato, trascinato a forza e a correre con una ragazza. Cavolo! Che casino!
Uscirono dal parco e corsero verso un’altra zona della città, Natsumi lo aveva scoperto pochi giorni fa. Arrivati a una zona sconosciuta che nessuno ci mette piede da tempo: una villa abbandonata da secoli. Per entrarci dovettero gattonare attraverso un cespuglio di more e fecero molta attenzione a non essere spinati, corsero verso il vecchio giardino e si fermarono lì, una piccola piantina con alcune foglioline verdi. Chissà di che pianta si tratta?
Natsumi si sedette in ginocchio davanti alla pianta –Ah, ti sei ripresa- disse.
Rei s’inginocchia accanto a lei –Perché mi hai portato qui?- chiese.
-Questa villa è abbandonata da un sacco di tempo, una parte vecchia di Heartland City. L’ho scoperta alcuni giorni fa e ho deciso di prendere cura di questa pianta. È una rosa. Non vedo l’ora di vedere di che colore si tratta. Il mio colore preferito è il blu- disse la bruna.
Rei sobbalza da quella parola. Blu. Come i suoi occhi. Qualcosa fece smuovere nella sua mente. Non è Don Thousand con le sue solite chiacchiere, ma qualcos’altro… qualcosa che gli impedisce di ricordare…
-E tu, qual è il tuo colore preferito?- chiese Natsumi –Aspetta, fammi indovinare- ci pansa su –Mmm… vediamo un po’… mmm… il rosso! Ho indovinato?- esclama lei.
-E’ probabile- disse con un filo di voce.
-Ah! L’ho azzeccato!- disse contenta Natsumi, prese dallo zaino una bottiglietta e versa l’acqua sul terrendo –Si vede che hai sete, eh?- le chiese. Rei rimase affascinato dal suo modo di parlare con le piante o con le persone, mai incontrato.
Passarono per tutto il tempo in quella villa con chiacchiere del più e del meno, il sole comincia a tramontare e i due s’incamminarono per il viale, ormai Rei se lo ricorda a memoria quella strada, si salutarono.
-Grazie per avermi accompagnata- disse Natsumi –Beh, come sempre- aggiunse.
-Lo sai quante volte che ci salutiamo qui- disse Rei, roteando gli occhio viola.
-Lo so, lo so- rise divertita Natsumi –Ah! Tieni- disse, facendo uscire una scatolina impacchettato bianco e un fiocchetto blu a un angolo di color blu –Un piccolo pensierino- aggiunse.
Rei prese il pacchetto e le osserva per un attimo, poi annuì -Grazie…- le disse.
-Per un amico questo ed altro…- rispose Natsumi, si gira e corse salutandolo come sempre. Il ragazzo rimase lì, immobile e pensieroso, osserva il pacchetto e ripeté sottovoce -Amico…-
Natsumi lo considera già suo amico? Già si fida così tanto di lui? Decise di non pensarci più di tanto e stette in silenzio.





Angolo Autrice:
Eccomi!!!! *salto* Qui, avete letto che Natsumi e Rei fanno amicizia e gli da un misterioso pacchetto... chissà cosa sarà?
Natsumi: Ah, non chiedermalo a me! E' una sorpresa!
Io: Va bene, va bene, non lo dico! Non perdete il prossimo capitolo: "Regali speciali...attraverso il tempo"! Scoprirete altre cose! Energia al massimo!!!

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Capitolo 19
*** Chapter 18: Regali speciali... attraverso il tempo ***


Chapter 18: Regali speciali… attraverso il tempo
 
Alcuni giorni prima…
I due imperatori assistettero tutto, attraverso il cristallo volante. Il duello tra Vector e Yuma, la misteriosa ragazza che ha tratto in salvo le due ragazze evocando dei suoi mostri, una cosa sorprendente! Durbe e Mizeal rimasero sorpresi.
-Ma guarda un po’. Una semplice ragazzina umana che ha fatto tutto da sola. Mai visto una cosa del genere in vita mia!- disse in modo sarcastico Mizeal, con le braccia incrociate –Pesto i nostri nemici aumentano e siamo qui senza fare niente!- aggiunse.
Durbe non disse niente, limitandosi a guardare le immagini. Più la guarda e più si dice di averla già vista quella ragazza. “Quella ragazza… la conosco” si disse tra sé e sé.
In quel momento, appare Vector –Ehi, ancora qui siete?! M’immaginavo che siete andati a schiamazzare da qualche parte!- disse con un tono sconvolto ma divertente.
Mizeal lo guarda in modo minaccioso e con le braccia al petto  –Non fare il buffone. Bella mossa che hai fatto, perdente!- disse, alzando il tono della voce l’ultima parola.
Vector ebbe un attacco di nervi. Lui non vuole essere un perdente e né nominato così. Il più terribile imperatore bariano sconfitto contro una mezza calzetta di Yuma Tsukumo e quell’astrale di Astral. Non gli va tanto a genio. -Ehi! Non chiamarmi così, è chiaro!?- disse, infuriato.
-Oh, ma guarda un po’, il terribile Vector si è umiliato da solo e cascato nel suo stesso piano—isse con un tono divertito –E soprattutto da una ragazza- aggiunse l’imperatore, mettendosi faccia a faccia con lui. Era da tempo che non si divertiva a umiliarlo.
-Chiudi quella boccaccia!!- ribatte l’altro, con uno sguardo più minaccioso che ha. Odia essere umiliato.
-Basta! Finitela voi due!- grida Durbe, perdendo la pazienza, i due imperatori rimasero sorpresi –Se la volete litigare e umiliarvi a vicenda, fatelo da un’altra parte!- aggiunse. Non ha mai perso la pazienza fino a d’ora. –Credo che un altro nemico si è fatto avanti. Se quella ragazza è riuscita a rovinare il piano di Vector, vuol dire che riuscirà anche a contrastare anche i nostri- aggiunse poi.
Mizeal rimase senza parole –Vuol dire che… saranno in cinque?- chiese, incredulo.
L’altro annuì. Bel problema. I nemici aumentano mentre loro sono tranquilli su Barian. Bei imperatori che sono.
-Oh, bene! Qualcun altro?- chiese in modo sarcastico Mizeal.
L’altro scosse la testa –Nient’altro- concluse. Mizeal si mise le mani ai fianchi e digrigna qualcosa sotto i denti. Vector non si scompose –Beh, dovevamo immaginarlo, no?- fece le spallucce –A quella ragazzina ci penserò io- aggiunse.
-Che hai intenzione di fare?- chiese Durbe. Quando ci deve pensare a lui i piani non lo convice.
-Oh, vedrete- rispose solamente, voltandosi –Sarà una piccola sorpresina- aggiunse, sghignando una risatina sotto i baffi e uno sguardo divertito. Si è giurato a sé stesso che nessuno si sarebbe interferito nei suoi piani…
 
Alcuni giorni dopo…
Vector rimase immobile a guardare lo strano pacchetto che lo ha lasciato Natsumi. Ma come? Lo considera un amico? Non sospetta nulla di lui? Che ragazzina strana… alle sue spalle appare Numero 96 –Eccoti dov’eri finito. Sembra strano che in questi giorni non mi hai chiamato- disse –Scommetto che eri impegnato con la tua ragazza- aggiunse, stuzzicandolo.
Vector lo fulmina –Primo: Taci! E secondo: non è la mia ragazza!- ribatte il bariano.
Black Mist rise –Non è la tua ragazza? Come no. Vi vedo insieme come due innamoratini- disse, divertito.
Decise di scattarlo, incuriosito, di vedere all’interno, strappa il pacco e apre la scatoletta: un ciondolo piccolo rintagliato in legno a forma di ovale, dei ricami di color viola con forme di onde e di rami, al centro una lettera incomprensibile e mai letta.
Black Mist lo stuzzica –Oh-oh… Ma guarda un po’, la tua ragazza ti fa anche dei regalini, eh?- canticchia il numero.
Il bariano prese tra le dita la lettera per guardarlo meglio, sembra di conoscerlo quella scrittura… una runa! Una iniziale letterale! L’iniziale del suo finto nome! Prese un bigliettino all’interno della scatola e lo lesse:
 
Questo ciondolo è di legno di quercia,
i arabeschi viola rappresentano l’amicizia e la purezza.
Non sei riuscito a leggere la tua iniziale ma ti spiego il motivo:
è di una lingua sconosciuta e penso che nessuno ha scoperto di popolo appartiene.
L’ho costruito per te, in segno della nostra nuova amicizia.
Me lo ha insegnato da un artigiano.
Un porta fortuna!
 
Firmato
Natsumi
 
P.s. Forse la tua fortuna sarà dalla tua parte!
 
Vector tacque, gli occhi coperti dalla franga arancione, tenendo tra le dita il ciondolo di legno.
-Ehi, che cos’hai? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- domanda Black Mist ma lui non lo ascolta.
Quella ragazzina non sa quali sono le conseguenze se scopre si essere quello che non è realmente, non un ragazzo allegro e gentile come Rei ma il terribile imperatore Vector. Che succederà? Forse fa parte del suo piano? Lo strinse nella mano e lo mise in tasca –Andiamocene- disse solo senza nemmeno guardarlo.
Black Mist lo segue con lo sguardo un po’ perplesso, rimase un po’ pensieroso dal suo strano comportamento –Non mi dire che hai un debole per quella ragazzina, vero?- aggiunse, divertito.
Il perfido Vector si ferma di colpo dalla domanda imposta dal numero. Un debole? Lui non è un debole! Lui è il più forte dei sette imperatori! Nessuno può osare di dire una cosa del genere!
-Taci e vola!- concluse Vector e riprese a camminare. Numero 96 sa che il suo nuovo alleato non è così forte di spirito ma solo di forza fisica e di potenza, un’anima cattiva ma con qualche briciolo di bontà, lo insegue e rimasero in silenzio per tutto il tempo.
 
Il giorno seguente, Natsumi corse a scuola con i suoi pattini e incontra Bronk e Yuma intenti di fare una gara e Astral che lo insegue, fluttuando -Ciao ragazzi!!- li saluta con una mano sventolante, raggiungendoli.
-Ehi Natsumi!- salutarono in coro i ragazzi. Astral la saluta –Ciao, Natsumi-
-Natsumi, che ne dici di fare una gara?- chiese Bronk.
Yuma si agita –Cosa?! Ehi, ehi!! Non è valido!! Voi avete dei mezzi e io invece no!!- grida offeso e agitato. Che fregatura!
Natsumi si pensa su –Per me va bene! Chi arriva è un duellante perdente!!- grida a gran voce mentre si allontana e Bronk la segue con il suo skate. Il povero Yuma dovette correre come al solito, piagnucolando e gridando ai due come un disperato –Ehi!! Aspettatemi!!-
Arrivano a scuola con la vittoria di Natsumi mentre Bronk rimase imbarazzato per aver perso, Yuma rimase indietro a correre. Per poco non arriva in ritardo come l’altro giorno.
Le lezioni passarono tranquillamente, seguendo le lezioni e a trascorrere con i suoi amici a l’ora di ricreazione, scherzando e chiacchierando. Ormai li sconosce bene.
Verso l’uscita della scuola, decide di passare un po’ più tardi al parco a incontrare Rei e fece un tratto di strada con Yuma e Tori.
-Il compito di storia è andato bene. E tu?- chiese Tori.
-Benissimo- rispose Natsumi –Mi è andata molto bene- aggiunse, mettendo le mani dietro la nuca, contenta –All’istituto in Inghilterra, mi bocciavano sempre anche quando studio-
-Come mai?-
-Beh, diciamo… che un professore mi stava antipatico- disse e le due ragazze risero.
Yuma rimase un po’ giù di morale e con una faccia broncia mentre Astral gli fluttua accanto –Se tu non ti sei addormentato avresti un buon voto- disse. Dopotutto, ha sempre ragione, solo che Yuma è una testa calda.
-Sì, sì, ho capito- disse il ragazzo, alzando la mano.
Natsumi si volta verso l’amico offeso –Ehi, Yuma. Ti posso farti una domanda?- chiese.
Yuma fece un sonoro “hug?” con la bocca serrata.
-Come vi siete conosciuti tu e Astral?- chiese la bruna, curiosa.
-Beh…- comincia a spiegare –Tutto è cominciato quando Shark non è come oggi, lui si comportava da un vero bullo, viveva con dei tempisti di strada e andava a fare visita a sua sorella quando era in ospedale dopo da quell’incidente. Io sfidai Shark per riprendere il deck di Bronk, aveva rotto la Chiave dell’Imperatore; durante il duello, Shark venne impossessato da una carta numero perdendo il controllo; avevo fatto un sogno strano di vedere una porta e una voce che mi diceva “Se aprirai questa porta, avrai un immenso potere”. In quel momento, avevo deciso di aprirla con la chiave misteriosamente ritornata com’era prima, fu lì che incontrai Astral-
-All’inizio io gli altri pensavamo che stesse parlando da solo ma ora riesco a vederlo chiaramente- intervenne Tori, ridacchiando.
-Io e Astral vincemmo il duello e Shark ritorna normale. All’inizio non ci mettevamo d'accordo, ma ancora collaboriamo insieme- prosegue il ragazzo –Quella volta si confondeva il mio nome!- aggiunse.
-Ora, come sai, i suoi risultati migliorarono sempre di più- disse Astral –Ma con l’arrivo dei bariani stiamo avendo delle difficoltà-
-Nah! State tranquilli! Ora ci sono io a temerli!- disse in modo ironico Natsumi.
-E ricordati che ti hanno messo gli occhi di dosso- aggiunse di nuovo lo spirito. Natsumi ci rimase male. Forse ha ragione lui, con loro c’è niente da scherzare. –E’ vero, scusate- disse sconvolta –Hai una bella chiave. Te l’hanno regalata?- chiese.
Yuma prese il ciondolo in mano e annuì –Questa è la Chiave dell’Imperatore. È un caro ricordo di mio padre. I miei genitori viaggiano per il mondo- rispose.
-Allora anche i tuoi sono esploratori!?- esclama, entusiasta la bruna.
-Come? Anche i tuoi viaggiano?- chiese Tori.
L’altra annuì –Sono dei famosi archeologhi. Papà mi regalava delle carte molto rare, mentre mia madre mi ha regalato questa- prese il laccio di cuoio e lo sfila sotto la divisa di nascosto: una piccola pietra liscia e viola chiarissimo con un appendi-ciondoli argentata. Un ametista. Un leggero bagliore emana sulla pietra alla luce del sole.
-Wow, com’è bella- si meraviglia la ragazza dai capelli verdi.
-E’ l’unico ricordo della mamma- aggiunse lei, tenendolo stretto a sé –Anche loro viaggiavano per il mondo e mi lasciavano dallo zio Faker. La mamma mi disse che apparteneva a una Principessa Perduta- le spiega ai suoi amici.
-Una Principessa Perduta?- chiese Tori.
-Si dice che appartiene a colei che riesce a fermare la guerra sulle isola. Una vera eroina-
-Caspita…- disse Yuma, rimasto affascinato. Astral guarda attentamente la pietra –Dev’essere stato una bella leggenda- ipotizza l’astrale.
-Beh, sì. C’è la storia che me lo leggeva la mamma ogni sera, prima di andare a dormire, da piccola- rispose verso l’amico-spirito.
-E come narra?- chiese incuriosito Yuma.
-Beh, tutto inizia con la guerra di conquista. Un Re malvagio andava a conquistare le isole per allargare il suo impero ma i suoi piani furono contrastati dal profondo amore di suo figlio, il Principe che venne chiamato “Simbolo della Pace”, e della Principessa Perduta. Il loro era forte. Così, il Tiranno si ammala e il Principe firma un contratto di pace e annuncia il loro matrimonio. La voce si sparse in tutti i Regni. Poi, misteriosamente, il Principe aveva strappato il contratto e ricomincia la guerra di conquista-
-E perché mai?- chiese Yuma.
-Non si sa- rispose sincera -Altri dicono che diventa pazzo, alcuni dicono che cambia misteriosamente e segue le orme del padre- aggiunse la bruna, facendo le spallucce –Il “Simbolo della Pace” si trasforma in “Principe della Follia” e comincia a conquistare i territori senza pietà-
-Ma è terribile!- disse sconvolta l’amica.
-Già. La povera Principessa ordina di portare i suoi abitanti in posto sicuro e giunsero a un Regno, comandato da un giovane e saggio Re e uno scudiero dall’armatura bianco a galoppo di un pegaso-
-Un pegaso?- chiese Astral –Che cos’è?-
-E’ una creatura mitologica: un cavallo normale ma con l’aggiunta di due ali di un’aquila- gli spiega in modo breve.
-Ora capisco- afferma lo spirito.
-Dai, Astral, non la interrompere!- lo sgrida Yuma. Si vede che è parecchio interessato alla leggenda –Dai, continua!- la incoraggia.
Natsumi rimase stupita –Va bene…- poi riprese –Il giovane Re s’innamora della Principessa. Ma il suo amore apparteneva a un altro, proprio al Principe innamorato. Poi, arrivarono gli eserciti del nuovo Tiranno e comincia a conquistare l’isola. Ma la fanciulla non obbedisce di lasciare l’isola e decide di trovare il suo innamorato, li trova a duellare l’uno contro l’altro-
-Duellare? Allora fin dall’antichità si duellava?- chiese Yuma.
L’altra annuì –Esatto. Il Principe della Follia perde il duello e i due combatterono all’ultimo sangue e la Principessa cerca di fermarli…-
-E dopo che successe?- chiese Tori.
-Non si sa di preciso- rispose Natsumi –Dicono che si uccisero a vicenda mentre combattevano oppure i due innamoratini lasciarono l’isola e scomparvero nel nulla. Chi può dirlo. Ho sempre desiderato a far luce a questo mistero!- aggiunse, eccitata.
-Ma questo è solo una leggenda, giusto?- chiese Astral.
Natsumi fece un no col dito –Una cosa ti posso dirti “Ogni leggenda che sempre un fondo di verità”- disse e fece un occhiolino –Scusate ma devo fare una cosa, ci vediamo domani!- li saluta, correndo mentre i due ragazzi la salutano sventolando la mano. Astral ripensa a quelle parole. Verità? Vuol dire che ogni cosa c’è della verità? Chi può dirlo.
 
Rei rimase ad aspettare Natsumi nello stesso posto. Ora è diventato così paziente di aspettarla che non se ne accorse nemmeno. Prese il ciondolo e lo fissa per molto tempo.
Perché gli ha regalato un oggetto simile? Un porta fortuna… Nah, sciocchezze! La fortuna è per i principianti come Yuma. Ma per quale motivo? Per la loro nuova amicizia?
Natsumi lo chiama correndo, il ragazzo si accorse e si volta –Ciao, Rei. Mi aspettavi da un sacco di tempo?- chiese. Avvolte ritarda di qualche minuto.
-No… non me ne sono accorto- disse sorridendo Rei.
Con la coda nell’occhio, lo sguardo di Natsumi si abbassa sulla mano stretta del ragazzo –Hai aperto il regalo, vero? Ti piace?- chiese.
-Sì… è bello- disse il ragazzo non riuscendo a trovare le parole giuste.
-Aspetta, ti aiuto io- disse Natsumi, prese il ciondolo di legno, glie lo mise al collo –Ti sta bene!- esclama.
-Davvero? Non sto male?- chiese, prendendo il ciondolo.
-Nah, stai benissimo!- disse allargando di più il sorriso –Dai, andiamo- disse insistendo la bruna, si sono messi d’accordo di ritornare alla villa abbandonata.
Rei sorrise e s’incamminarono insieme.





Angolo Autrice:
Bene, bene... Mistero risolto! Un piccolo ciondolo di legno rintagliato, dipindo con dei segni viola e una lettera incompressibile di una lingua sconosciuta. Natsumi mostra la pietra appartenente a un Principessa Perduta, raccontando la storia ai suoi amici. Sarà leggenda o vera? Racconta la storia di loro due? *mi volto verso la protagonista* Ah, e chi se lo aspetta di un regalo del genere, eh! *braccio sulla spalla di lei*
Natsumi: Te l'ho detto che è una sorpresa! *braccia incrociate*
Vector: Una sorpresa mai aspettata.
Natsumi: E dai, Rei! *arrossì*
Io: Oh-oh... ma non mi dire che...
Natsumi: *mi prendere per ma maglia* Non-dire-una-parola-! Chiaro!? *sguardo severo*
Io: Ehi, ehi, non ti scaldare! Non perdete il prossimo capitolo: "Ricordi dal passato: Un amicizia eterna... oltre i confini"! Chissà se l'amicizia dal passato può durare anche da lontano... Energia al massimo!!!

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Capitolo 20
*** Chapter 19: Ricordi dal Passato: Un amicizia eterna... oltre i confini ***


Chapter 19: Ricordi dal Passato: Un amicizia eterna… oltre i confini
 
Sono passati alcuni giorni che il principe Vector ha trovato una nuova amica: Evelyn, la principessa proveniente dal Regno di Eregor. I due Principi diventarono amici, anche provengono in Regni diversi e diversa cultura. Il loro legame è unica, indistruttibile e pieno di affetto. Non si sarebbero mai separati.
In quel castello si riempie una nuova allegria: la servitù fecero amicizia con i due bambini soprattutto a un vecchio generale, ex-condotiero del padre di lui che ha deciso di andare in pensione per due motivi: la prima è troppo vecchio per continuare, secondo è stanco di quella assurda guerra di conquista causando solo distruzione e sofferenza con le altre terre.
Vector non è come suo padre. Vuole che tutto ritornasse la pace. “Quando sarò Re, prometto sul mio onore, di portare la pace su tutti i Regni” disse così. Il vecchio Thom sorrise e annuì. Né fu felice che un Principe come lui sarebbe stato il “Simbolo della Pace”.
Un giorno, Vector scese ai Giardini dove la Principessa lo aspetta e la trova seduta ai piedi di un abete.
Le si avvicina -Cosa stai facendo?- le chiese.
Evelyn solleva lo sguardo –Sto cercando di fare una corona di fiori, me lo ha insegnato la mamma- rispose lei.
Il bambino diventa curioso e si accorse che tutt’attorno alla bimba sono sparsi tantissimi fiori colorati e nota che lei cerca di intrecciarli per creare una collana. Si accovaccia accanto a lei in silenzio.
-E come si fa?- le chiese, ancora più curioso.
Evelyn glie lo dimostra, fu molto complicato per il Principe, per la prima volta che costruisce con le sua stesse mani qualcosa. La sovrana li guarda con dolcezza i due bambini sotto l’abete. Vector rimase un po’ sconvolto per la sua corona di fiori un po’ storto.
Evelyn l’assicura –La prossima volta migliorerai- disse, allargando un sorriso.
In quel momento, i due bambini sentirono una voce famigliare avvicinarsi a loro: Thom. La Regina gli ha dato il permesso di entrare al palazzo a fare visita ai due principi.
I due bambini si alzarono e corse d’incontro. Thom fece un inchino –Vostra Altezza, sono lieto di rincontrarvi- disse con voce rocca.
-Anche per noi- disse Vector.
I bambini portarono l’ex-generale sotto l’abete e il vecchio racconta le sue avventure da giovane prima di diventare generale, loro rimasero così attenti e assorti ad ascoltarlo che non fiatarono.
Mentre la sovrana li osserva, appare Arthur al suo fianco –A quello che vedo, i nostri figli non si lasciano l’uno dall’altra- disse, sorridendo.
La sovrana annuì –Un amicizia eterna- disse –Quando partirete?- chiese.
Arthur ritorna serio –Fra due giorni- rispose il sovrano di Eregor –Non posso assentarmi e ho grandi responsabilità di sovrano. Mi dispiacerebbe di spezzare il legame tra mia figlia e suo figlio-
-Lui capirà-
 
-Quindi, partirete domani?- chiese incredulo Vector, il giorno seguente.
La bambina annuì, triste, con la testa. Vector rimase sconvolto: è la sua migliore amica mai avuto. –Tranquilla, è probabile che ci rincontreremo- disse.
Evelyn alza gli occhi su di lui -Davvero?- chiese.
Vector sorrise –Certo. Noi due siamo amici e un’amicizia non può essere spezzata- le disse –Me lo ha detto la mamma- aggiunse.
La sovrana appare uscendo dalla porta posteriore dei Giardini, si avvicina ai bambini e si inginocchia, mettendoli una mano sulla spalla dei principi –Quando un legame diventa stretto tra due persone speciali, anche se sono costretti a lasciarsi, quel legame non si spezzerà. Come il vostro- gli disse, poi si rivolse alla bambina –Anche io e tua madre abbiamo un legame di amicizia-
-Lei e la mamma siete ancora amiche?- chiese.
L’altra annuì –Certamente. Anche il vostro legame è puro come la luce e non verrà spezzato dal buio delle tenebre- rispose. Alza la mano verso di loro e lo apre: un piccolo seme –Se pianterete questo seme, sboccerà un fiore di amicizia e di mantenere una promessa fatta- aggiunse.
Vector prese delicatamente il seme con le dita e si guardarono a vicenda, sorridendo. –Dove lo pianteremo?- chiese il Principe.
Evelyn ci pensa su –Vicino al cespuglio! Li ci sono altri fiori- rispose, indicando il posto.
I bambini corsero verso il cespuglio dove crescono le more, si chinarono, Vector fece una buca, misero insieme il seme all’interno e lo sotterraneo. Presero un secchio e lo riempirono d’acqua, lo trasportarono insieme perché pesa molto e lo innaffiarono, si misero in ginocchio e si guardarono.
-Io, Principe Vector, erede del Regno di Deiler, prometto solennemente, che la nostra amicizia durerà per sempre, finché non sboccerà a un grande giorno- disse Vector, con la mano alzata e l’altra al petto, sorridendo.
-Io, Principessa Evelyn, erede del Regno di Eregor, prometto solennemente, che la nostra amicizia durerà per sempre, finché non sboccerà a un grande giorno- ripete Evelyn, facendo lo stesso. Alzarono le mani dal petto e diedero per mano, incrociando le dita a vicenda. –Promessa fatta!- dissero in coro.
La sovrana, a testimone di tutto, sorrise.
 
Il giorno seguente della partenza, i Reami di Eregor e di Deiler, partirono verso il porto e con tutti gli abitanti a salutarli.
I due Re si salutarono con una stretta di mano –Ci rivedremo, amico mio- disse il sovrano.
-Non mancherei per nulla al mondo- disse Arthur.
Le due sovrane si abbracciarono come due vecchie amiche che si danno addio –Mi ha fatto piacere di rivederti- disse Ay.
-Anche per me, amica mia- disse la sovrana.
I due principi non seppero cosa dirsi, un po’ imbarazzati perché ci sono i suoi genitori e gli abitanti. –Evelyn… ti voglio regalarti questo- disse, mostrando qualcosa di luccicante: un ametista con intorno un uncino d’argento appesa a un filo di cuoio –Ci ho messo un bel po’ di costruirlo… spero che ti piaccia- disse Vector, sorridendo.
Evelyn lo prese fra le piccole dita la pietra, meravigliata –Wow… è bellissima… grazie, Vector. Lo porterò sempre con me- disse –Anch’io ho un regalo da farti- prese dal sacchetto legata alla cintura un braccialetto di cuoio rivestito da pezzi di oro, prese il polso del bambino e lo lega –L’ho fatto con le mie mani- aggiunse e gli sorrise.
Ay chiama la figlia già a metà passerella, Evelyn diede un bacio sulla guancia di Vector e corse a raggiugerli. Il Principe rimase stupito da quella reazione e si tocca la guancia. Si promise a se stesso di non dimenticarla.
La nave salpa, le cime sciolsero dai moli di ferro, scesero le vele con il simbolo della casata, gli abitanti fecero un clamoroso saluto ai partiti. I sovrani di Eregor li salutarono, la bambina saluta il suo amico in braccio alla madre.
Vector si sporse dalla sporgenza del porto le alza le mani in alto a salutarli –Evelyn!! Ci rincontreremo!!- urla il piccolo.
Evelyn gli urla –Sì!! lo prometto!!- e sventola la mano.
Quel giorno non è un addio ma un arrivederci…






Angolo Autrice:
Ecco la dimostrazione di un legame di amicizia che può durare oltre il confine. I due principi dievrsi hanno piantato un seme e mantengono la promessa di prenderlo cura. Ma quale sarà questo grande giorno in cui parlano? quando sboccerà?
Rio: Oh... come siete carini!
Vector & Evelyn: Ehi!! *arrossirono*
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Avvolte, la curiosità porta guai!"! Che cosa combineranno i nostri amici? Si metteranno nel gai grossi o piccoli?
Yuma: Andiamo! Che l'avventura ci aspetta!!
Io & Yuma: *ci mettiamo a braccetto* Energia al massimo!!!

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Capitolo 21
*** Chapter 20: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 1°) ***


Chapter 20: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 1°)
 
Il giorno seguente, Natsumi racconta la storia della Principessa Perduta ai suoi amici, nell’ora di ricreazione. Tutti rimasero stupiti.
-Wow!! Che storia avvincente!!- disse Bronk.
-E’ veramente romantico!- canticchia Katy, mettendo le mani sotto a una guancia.
-Sì, è una bella storia- disse Ceswell, interessato.
-Troppo sdolcinato per me- disse sarcasticamente il ragazzino. Storie come quello sono il suo forte.
-Si direbbe che un po’ di mistero si trova in questo racconto, non vi pare?- chiese Rio, con il panino in mano.
-Se solo un racconto, Rio. Solo un mucchio di fantasia- ribatte il fratello, in disparte come al solito.
-Ogni leggenda che sempre un fondo di verità- ripete la frase Astral in giorno prima.
Natsumi si volta verso lo spirito –Allora impari in fretta, eh, Astral?- chiese.
-Ma c’è una cosa che non capisco- intervenne il capoclasse –Alcuni dicono che sono scomparsi altri dicono che sono morti tutti e tre. Io sommetto la seconda- disse.
Katy diede una panca alla spalla –Ma che dici!? Io dico che sono i due innamoratini sono scappati!- disse, raddrizzando il pelo come fanno i felini.
Natsumi cerca di fermarli –Dai, Katy, calmati- disse –Nessuno sa con precisione. Per fare delle ricerche specifiche bisogna fare molte ipotesi sulla misteriosa morte del personaggio storico, ad esempio… mmm… Giulio Cesare. Si è scoperto che è stato assassinato grazie all’autopsia- spiega la bruna.
Astral fece una espressione interrogativa –Che cos’è un autopsia?- chiese.
-Autopsia vuol dire capire quali sono le cause interne di una persona…- gli piega Tori ma Yuma intervenne suggerendo -…morta-
Tori gli diede una botta in testa, Yuma si tenne alla testa con alcune goccioline di lacrime ai occhi –Tori!! Perché lo hai fatto?!?- grida il povero ragazzo.
Natsumi ridacchia con un mezzo sorriso –Ma fanno così?- chiese al capoclasse.
Caswell sospira -Almeno tre volte ogni ora. Alla fine della fiera quei due sono come cane e gatto-
Natsumi non è sicura di sapere con certezza il significato di quel “alla fine della fiera”, ma capisce lo stesso quello che vuole dire l’amico.
Infatti, alla fine, Yuma gli si illumina la lampadina –Ehi, ho un’idea! Perché non facciamo una ricerca sulla leggenda?!- chiese, con un largo sorriso. Tutti fecero un sonoro “eh” con una espressione interrogativa. –A scoprire questo mistero! Immaginate: scopriremo la fine di questa storia e diventeremo famosi! Che ne dite?- disse in modo eccitato.
Rio non è tanto convinta di questa idea –Non so a voi, ma prima o poi ci metteremo nei guai…- disse la ragazza.
Natsumi intervenne –Sembra un’ottima idea!- disse, invece. Rio rimase meravigliata, neanche lei non da mai ascolto a qualcuno?
La bruna si alza in piedi –Andiamo, ragazzi! Ho sempre desiderato di fare una cosa del genere! Avanti, sarà una bella avventura!- disse incoraggiando i suoi amici.
Tutti ci pensarono su per qualche minuto –Io ci sto!- disse Bronk, alzandosi. Poi si alzarono uno a uno ormai convinti, si voltarono verso la ragazza rimasta a guardarli.
Rio sbuffa –E va bene, come si dice “la maggioranza vince”- disse, alzandosi e a sistemarsi la gonna a pieghe –Mi avete convinta- aggiunse, sorridendo.
Shark intervenne –Rio, ti vi metti anche tu!?- domanda, incredulo. Se sua sorella ha ragione non si sarebbe mai perdonato.
Natsumi si mise la braccia al petto –Guard che anche tu sei in minoranza- disse in modo ironico.
Shark odia di mettersi in una brutta situazione. Non ama tanto di mettersi nei guai. –E va bene! Mi arrendo!- disse arreso.
Natsumi e Yuma fecero i salti di gioia e fecero un batti-cinque.
 
Verso dopo scuola, tutti si ritirarono a casa, si saranno incontrati presso alla biblioteca della scuola oppure verso la sede. Natsumi prese il duel-gazer e compose il numero di Rei.
-Ciao Natsumi-
-Ciao Rei. Ti disturbo?-
-No… perché?-
-Volevo dirti che oggi ho un impegno con i miei amici per una cosa. Se vuoi, puoi venire, te li presento-
Dall’altra parte, Rei rimase immobile con gli occhi sgranati. E ora? Che scusa dovrà inventare?
-Ehm… scusa, ma devo andare dal dentista- mente –Ho un dente cariato e certe volte mi fa un male…- aggiunse, ridacchiando –Ci sei rimasta un po’ male?- chiese.
-Nah! Tranquillo! Ci vediamo!- lo saluta e chiuse la comunicazione.
Il bariano chiuse il suo duel-gazer nero e rosso, ridacchia. Ora può mettere in atto i suoi piani.
 
Arrivata a casa, pranza con i suoi parenti ed esce da casa, Kite gli scese dove sta andando così di fretta e la cugina gli rispose “una faccenda tra amici”. Il ragazzo non seppe cosa dire.
Corse con grande velocità verso il luogo d’incontro, infatti l’aspettano Tori e gli altri. Manca solo uno: il solito Yuma ritardatario.
-Come al solito è in ritardo!- disse Tori, spazientita.
-Da, tranquilla, prima o poi arriverà…- disse assicurandosi Natsumi, con un mezzo sorriso “…almeno lo spero” aggiunse, dicendosi tra sé e sé.
-Eccomi!- Yuma arriva correndo come un matto e con Astral al seguito.
-Ma quanto ci hai messo?- persino Bronk, che è ritardatario quanto Yuma, si è stancato di aspettarlo.
“Perché ho accettato di venire con una banda di perdenti?!” si chiese tra sé e sé Shark, con una mano sulla fronte. Che umiliazione!
-Scu... Scusate, non volevo fare tardi, ma...- il ragazzo cerca di spiegarsi quando Tori lo interruppe -Per favore, Yuma. Lo sai quante volte che non accetto le tue scuse- disse, mettendo le braccia incrociate.
Natsumi si mise in mezzo –Su, ragazzi, non litighiamo. Ora entriamo- disse la bruna.
Tutti entrarono nell’edificio e si diressero verso in biblioteca: scaffali pieni di libri normali scritti inchiostro su carta, e dei computer con lo schermo virtuale.
-Bene, mettiamoci al lavoro- disse Rio, mettendo le mani lungo i fianchi.
Così, tutti si divisero in tre gruppi: Rio rimase con suo fratello e (senza preavviso) con Bronk, Caswell con Flip e Katy ai computer, Natsumi con Tori, Yuma e Astral. Rimasero a svogliare un libro dopo l’altro, scaffale dopo scaffale. Una ricerca infinita. Rimasero più di due ore.
Natsumi svoglia l’ultimo libro e lo rimise apposto, sbadiglia, stanca per aver letto troppo –Non sapevo che queste ricerche continuassero per anni- disse, stiracchiandosi –E’ stata una cattiva idea- aggiunse. Si gira e vide Tori seduta a terra a leggere e svogliare un libro mentre Yuma disteso, sonnecchiando a bocca aperta, la bava scese dalle labbra e russando piano. Certo che è un strano ragazzo. Quando dice una cosa, come mettersi sui libri, si mette a dormire?
Natsumi scosse la testa e sorrise.
Caswell li chiama –Ragazzi! Ragazzi, venite!- e tutti corsero mentre Astral cerca in tutti i modi di svegliare il ragazzo, la bruna intervenne e prese il libro da Tori e gli diede una botta in testa, il ragazzo sobbalza in piedi dolorante. Almeno è l’unico modo per svegliarlo!
-Grazie tante, Natsumi- disse Astral.
-Non c’è di che- rispose –Andiamo, pigrone- aggiunse e trascina Yuma per un braccio.
Tutti si misero dietro a Caswell. Fortuna che è il più intelligente ed esperto di computer. –Ho trovato qualcosa d’interessante- tutti guardarono lo schermo virtuale mentre il ragazzo lesse:

 
La Principessa Perduta visse nel VI secolo d.c, erede di un isola situato a nord-ovest della sede principale dell’Impero. Le sue spoglie non vengono trovate, alcuni sostengono che scomparve come dice la leggenda oppure sti troverebbero in un luogo ancora sconosciuto. La data di morte, forse, risiede verso il X secolo d.c, dove finisce la Guerra di Conquista. La misteriosa Principessa provenga sull’isola di Eregor, dove alcuni archeologhi di tutto il mondo si trasferirono e cercano di trovare manufatti importanti. Il suo nome è ancora sconosciuto, i testi scritti sono ancora in ricerca. La sua leggenda è ancora un mistero.
 
Natsumi intervenne –Caswell non è questo la risposta che stiamo cercando- disse –Dobbiamo scoprire se ci sono testimonianze oppure no dal passato- aggiunse, mettendoli una mano sulla spalla.
-Beh, cercherò qualcos’altro- rassicura Caswell, mentre Yuma cerca in tutti i modi di vedere lo schermo con dei salti ma inutilmente, lo spirito lo guarda e si mise una mano sulla fronte. Certo che è umiliante!
-Qui c’è un’altra cosa- informa Caswell.
-Quale?- chiese Rio.
-Questa- aggiunse il ragazzo –Ho trovato una intervista di anni fa, guardate- indica un video.
Tutti guardarono l’intervista di una giornalista nei scavi archeologhi di un continente lontano dal Giappone. Molti scavatori giovani e adulti, scienziati e altre persone più famose del mondo. La donna intervista un uomo sulla cinquantina. In quei anni lavorava come capo-spedizione e professore universitario americano ma oggi prese la pensione. –Ora, intervisteremo due archeologhi che sono riusciti a trovare alcune testimonianze di un ex-generale a quel tempo: Oliver Roikey Tenjo e Liara Silyter Sperk.- Appare sull’immagine un uomo biondo con una pala in mano e si diresse verso la tenda con una donna con i capelli lunghi e neri corvini. Tutti si resero conto della somiglianza tra la donna e Natsumi.
-Un momento. Tenjo…- ci pensa all’improvviso Bronk –Natsumi, per caso è un tuo parente?- chiese verso di lei.
Natsumi fece un sorriso sforzato e imbarazzante –Beh… sì… sono i miei genitori…- ridacchia, mettendo una mano dietro la nuca.
Tutti caddero a terra tranne Tori e Yuma che lo sanno. –E perché non c’è l’hai detto subito?!- domanda Bronk.
-Io ve l’ho detto!- ribatte Natsumi, mettendo le mani ai fianchi.
L’intervista finisce e tutti rimasero poco sodisfatti e ancora perplessi –Beh, sappiamo che i tuoi genitori hanno trovato dei scritti,- riflette il capoclasse –ma dove li avranno portati?-
Natsumi ci pensa su –Prima fanno dei controlli sulle scritture e quanto tempo è rimasto in tatto, poi li portano al museo. Ma credo che nei ultimi anni, avranno fatto un mucchio di copie per i musei del mondo. Fortunatamente, gli originali li conservano nel luogo originario, mai spostato- gli spiega, anche lei aveva assistito uno dei loro viaggi.
-Oh, bene! In che luogo lo tengono?- chiese irritato Shark.
-Sull’isola di Eregor, un luogo ancora misterioso- rispose Natsumi.
-Ci risiamo…- disse Tori, facendo un mezzo sorrisetto, non tanto le piacciono i misteri.
-Ho un’idea, perché non andiamo nella biblioteca nazionale? Lì ci sono molte informazioni- propose Rio.
-Buona idea, Rio!- disse Yuma.
-Ogni volta che facciamo qualche passo, ci immergiamo sempre di più a questo mistero- disse Astral. Forse si è interessato molto alla leggenda.
Natsumi nota che nella sua voce una nota di eccitazione –Anche quando ci sono in giro delle leggende è ancora più eccitante!- disse, facendoli l’occhiolino.
-Allora che aspettiamo? Andiamo in biblioteca!!- grida eccitatissimo il ragazzo, alzando un pugno.
Natsumi intervenne –Ma ti piace andare in giro oppure dormire sui libri?- chiese stuzzicando la bruna.
Yuma rimase male perché l’ha capito bene e tutti risero. Uscirono insieme dalla scuola e s’incamminarono verso la biblioteca…






Angolo Autrice:
Qui, il "Club dei Numeri" e la loro amica entrano in azione! Yuma ha proposto di risolvere il mistero della leggenda e si uniscono anche Rio e Shark. Ma non sanno che qualcuno li sta inseguendo... chi sarà questo personaggio misterioso? Vector o qualcun'altro?
Vector: Non sono io!
Rio: E chi lo dice che sei tu a inseguirci?
Vector: Ti dico e te lo ripeto! Io non...!
Io: *intervengo e do un pugno alla testa del bariano* Finitela e non rovinate la sorpresa, è chiero!? *mostro i denti da squalo*
Vector & Rio: Sissignora.
Io: Non perdete la seconda parte di questo capitolo! Lì sì che qualcuno combinerà guai. *guardo a Yuma*
Yuma: Non guardare a me!!
Io: Energia al massimo!!!

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Capitolo 22
*** Chapter 21: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 2°) ***


Chapter 21: Avvolte, la curiosità porta ai guai! (parte 2)
 
Uscirono insieme dalla scuola e s’incamminarono verso la biblioteca…
 
**********
 
Qualcuno li stava seguendo da molto tempo e né loro e né Astral se ne accorse della sua presenza. Chi è che li insegue? Vector o qualcun altro? La figura misteriosa li insegue nascosta nell’ombra…
 
-Volevate notizie sulla Principessa Perduta, giusto?- chiese la donna con gli occhiali osservando i due ragazzi dinanzi a lei.
Arrivati da qualche oretta all’immensa e imponente Biblioteca Nazionale di Heartland City Natsumi rimase meravigliata. Anche in quell’edificio è enorme? Una volta entrati si rivolsero alla bibliotecaria ai balconi, armati di un’incredibile voglia di sapere.
-Esattamente…- rispose Tori con convinzione –Lei può aiutarci non è vero?- domanda gentilmente.
La donna scruta per un attimo i ragazzi, poi annuì –Potete andare verso destra e salire a una rampa di scale e girate a sinistra verso reparto storia- fece una pausa –Vi posso accompagnare, se volete?- chiese.
-No, grazie- intervenne, in modo di cortesia, Natsumi con un sorriso. S’incamminarono verso la direzione posta dalla donna gentile con gli occhiali, Tori le chiese il motivo di quella risposta ma Natsumi rispose –Ho la memoria ampia, amica mia- rispose, battendo con il dito la testa.
Come detto la bibliotecaria, salirono una rampa di scale e trovarono il reparto storico. Quando i ragazzi entrarono rimasero per un attimo senza fiato: era una stanza enorme, piena di scaffali stracolmi di volumi antichissimi, tutti catalogati e perfettamente in ordine.
-Oh, cavoli!- disse a bocca aperta Bronk –E’ la prima volta che ci vengo!- aggiunse.
I sei ragazzi e lo spirito rimasero meravigliati ma il stupito di tutti fu Astral. Ora capisce come fanno gli umani a ricavare delle informazioni su cose ancora a lui sconosciute e ne rimase soddisfatto. Solo Caswell rimase impassibile, lui andava qualche volta in quella biblioteca.
Natsumi si avvicina alcuni passi verso ai “vincoli” dei scaffali, guarda a destra e a sinistra, solo dei lunghi corridoi lunghi come un binario del treno. Si gira verso di loro e mise le mani ai fianchi –Beh, diamoci dentro- disse.
I ragazzi si divisero le zone: Bronck e Caswell nell’ala ovest; Flip e Tori nell’ala nord; Katy e Yuma nell’ala est (che rimase contenta); Rio, Shark e Natsumi nell’ala sud e si stabilirono il luogo d’incontro.
Ci rimasero per alcune ore scarse a guardare libri antichi, infatti, come ha detto la ragazza, Yuma si appisola di nuovo tra i libri mentre Katy l’osserva come se fosse ipnotizzata quando dorme che arrossì “Quando è così carino” si disse. Astral scosse la testa, ormai ci ha fatto abitudine con lui e i suoi soliti pisolini.
Shark gira aggressivamente la pagina per la noia e per il nervosismo che cerca di trattenerlo, Rio seduta a terra con Natsumi a sfogliare i libri a delle piccole colonne di libri affianco.
-Niente! Niente di niente!- disse irritato il ragazzo.
-Reginald, cerca di avere pazienza- disse la sorella, senza stacca gli occhi dal libro.
-Pazienza?! Lo sai che non ho la pazienza di questo cose!- disse Reginald -Bella idea di venire qui! Ci metteremo tutto il giorno!- aggiunse.
Mentre il ragazzo si sfoga per mettere fuori la sua irritazione, Natsumi non fece caso a lui , chiuse il libro mettendolo all’altra colonna e sospira. È stata una cattiva idea! Un rumore di passi attrae la sua attenzione, si volta e vide una figura nera che corse dall’altra parte, si alza e si diresse in quella direzione senza badare ai due fratelli. Non c’è nessuno. Strano? L’è sembrato che ci fosse qualcuno. Si gratta la testa e fece le spallucce, forse una sua immaginazione.
Mentre se né sta andando, un rumore di tonfo la fece sobbalzare e si gira. Nessuno, nemmeno l’ombra di una persona. Vide a terra un grosso libro a terra alzando la polvere.
Si china e pese il libro: la copertina grigia e marrone di un cuoio vecchissimo, due cinghie marroni che tenne chiuso per non rovinare le pagine per le pieghe e durante la caduta. Lo gira e lo rigira tra le mani. Niente titolo e niente autore, fantastico! Un libro misterioso è apparso nel nulla. Alza lo sguardo in alto, nessun libro fuori posto o mancante. Da dove proviene quel libro? Senza volerlo, fece dietro front e ritorna dai suoi amici.
Mentre Reginald si tranquillizza per lo sfogo fatto, si volta verso Natsumi con il librone in mano. –Ehi, dove sei andata? Dove l’ho hai preso?- chiese.
-L’ho trovato laggiù- rispose Natsumi, indicando la direzione andata e spiega quello che è successo poco fa –E’ sbucato dal nulla. Non so come ha fatto a cadere- aggiunse poi.
-Bene, un libro che sbuca da solo!- disse sarcasticamente Reginald -Qualcos’altro?- domanda infine.
Delle grida famigliari sparsero per il reparto, si voltarono e trovarono Flip, Bronk, Caswell, Tori, Katy e Yuma con Astral a correre come dei matti. –Correte!!- grida il ragazzino.
I tre ragazzi fecero un espressione interrogativa –E da chi?- chiese Rio.
-Non abbiamo tempo! Correte!!- urla come un matto Yuma.
I tre ragazzi si accorse da chi scappano: un uomo alto come un colosso e muscoloso (quanto a Gilag), si mostra una quarantina anni, barba folta e nera, gli occhiali da sole, vestito da custode, li insegue correndo per acchiapparli e con aria infuriata. Katy prese il braccio di Natsumi in tempo mentre Shark prese il polso della sorella e corsero con il gruppo.
-Che diavolo succede?!!- domanda Shark.
Flip grida piagnucolando mentre corre –Non è stata colpa mia! Non è stata colpa mia!- lo ripete all’infinito e pianse come una fontana.
-Ah, no? E di chi è allora?!- domanda arrabbiata Tori.
-Ma cosa succede?!- chiese Natsumi.
-Indovina? Flip ha fatto una delle sue stupidaggini!- le spiega la ragazza dai capelli verdi –Mentre cercavamo tra i libri, ci siamo imbattuti con il custode. Il nostro amico qui ha scambiato le chiavi dell’edificio con quelli da giocattolo!-
Chiavi da giocattolo? Che cosa stupida, Flip.
-E le chiavi?- chiese Rio.
Flip fece mostrare il mazzo da dito per non farle volare –Le ho ancora qua!- e fece un sorrisetto furbo.
-Tornate subito piccole pesti!!!- urla il custode con voce rocca e minacciosa mentre i ragazzi corsero a gran velocità verso l’uscita. Che guaio!
 
Il gruppetto corse lontano dall’enorme edificio il più lontano possibile dal custode, infatti Flip lancia il mazzo di chiavi in faccia all’uomo divertito. Ripresero fiato verso al fiumicello che passano dopo scuola, stanchi e miracolosamente in salvo. Si giurarono a sé stessi di non andarci più in biblioteca.
-Flip… che ti è saltato in mente di scambiare le chiavi… con un giocattolo..?!- domanda Yuma, con le mani a terra e in ginocchio, ansimando.
-Volevo fare uno scherzo..!- disse Flip, disteso a terra.
-E sarebbe il momento di farlo!?- lo sgrida Yuma.
Shark riprese fiato –La prossima volta… non ferrò più con voi…!- disse, con le mani sulle ginocchia.
Bronk, Tori, Katy e Caswell tacquero e ripresero fiato. Natsumi si sedette a terra con il libro al petto –Per un pelo!- disse tra sé e sé.
Atral fluttua accanto alla ragazza –Almeno abbiamo scampato il pericolo- disse, con la coda nell’occhio, i suoi occhi bi-colore caddero sul libro –Natsumi, dove lo hai trovato?- chiese.
Natsumi rispose –L’ho trovato a terra in biblioteca. Non come sia sbucato da nulla-
-Che starno…- mormora Yuma, avvicinandosi, incuriosito. Gli altri si avvicinarono alla ragazza con il libro in mano. Già, Yuma ha detto una parola esatta.
Katy l’aiuta ad alzarsi, la bruna gira e rigira di nuovo il libro studiandolo, tolse le cinghie che lo sigillano e lo apre con delicatezza. Le pagine si sono ingiallite con il corso dei anni ma sembra essere in ottimo stato, lo sfoglia e lesse: Le testimonianze di colei che non ha dimenticato il passato.
-“Colei che non ha dimenticato il passato”? Che cosa vuol dire?- chiese Yuma.
-Forse l’autore non vuole scrivere in suo vero nome e avrà firmato come titolo. Alcuni lo fanno così, in passato- disse Rio, ricordandosi di aver letto un libro del genere.
Natsumi lo svoglia di nuovo e trova una specie di cartina di color seppia chiaro, mostrando delle isole sparse con dei nomi strani, molte isolette sono vicine tra di loro che dei piccoli segnati neri che le collegano fra di loro verso sud, salendo verso nord si allontanano e diventando più distanti, sotto la cartina un bussola che mostra la Rosa dei venti.
-Ma questa è una mappa!- esclama Katy.
-Ma certo! Questa è la mappa dove fanno il commercio via mare- disse il ragazzo e indica il gruppo di isole vicine tra di loro -Questi segni neri è dove sono collegate con l’isola principale, Deiler- aggiunse.
Natsumi ebbe dei flashback quando erano nella biblioteca della scuola –Ragazzi, non vi ricordate in che isola hanno trovato dei scritti i miei genitori?-
-Certo, sull’isola di Eregor!- rispose Tori.
-Esatto!- esclama la bruna –L’isola si trova qui, a nord-ovest- e lo punta col dito il disegno –Forse farò delle ricerche più approfondite e credo che questo libro potremo trovare delle risposte che cerchiamo- disse Natsumi.
Katy fece i salti di gioia –Evviva! Missione compiuta!- esclama con gli altri.
Bronk alza lo sguardo dall’altra parte –Sta per tramontare. Fra poco inizia a scendere il crepuscolo- avvisa gli altri.
-Devo tornare a casa, mia madre sta aspettando per cena- disse Tori. Anche la madre di Caswell, di Flip e la sorella e nonna di Yuma, anche i tutori dei due gemelli.
-Allora ci vediamo domani- disse Natsumi, chiudendo il libro e lo strinse al petto -abbiamo la mattina libera e…- ma si blocca e non completa la frase. Si sta dimenticando di Rei! –Ah, scusate! Mi sono scordata che tengo un altro impegno!- esclama, mettendo la mano tra i capelli.
Tutti caddero –E lo dici proprio ora!!??-domandarono tutti con irritazione mentre la ragazza ridacchia, imbarazzata.
Il gruppo si salutarono ma si decisero che se trovano qualcosa di interessante uno di loro li chiama immediatamente, Natsumi s’incammina con il libro al petto e tutta contenta di aver trovato un libro può aiutarla a risolvere il mistero, s’incammina verso la strada di casa, si volta dietro di sé come se qualcuno la stesse spiando. Niente, non c’è nessuno. Non ci ripensa più e riprese a camminare.
La figura si nascose furtivamente dietro appoggiata con la schiena al palo della luce ancora in accensione, con le braccia conserte, uno sguardo freddo e serio e gli occhi color rosso sangue seguono la ragazza. Il buio scese e il palo si accese, la figura nera… scomparve.





Angolo Autrice:
Ecco la seconda parte del capitolo "Avvolte, la curiosità porta ai guai!"! Tutti decidono di andare nel Biblioteca Nazionale della città e la ragazza trova un mistrioso libro e riescono a scappare del guaio commesso da Flip. Che cosa si cela in quel libro? Sarà la chiave delle loro (e nostre) risposte?
Vector: Vi ripeto: Io non vi sto inseguendo!
Tori: Non fare il finto tonto!
Rio: Sappiamo che sei tu!
Vector: Ehi!! Io non ho gli occhi 'rosso sangue' ma li tengo viola!!
Io: Do raggione a lui, ragazze. Ha gli occhi viola.
Rio: *lo guarda bene* E allora chi è che ci insegue?
Io: Lo scopriremo mal mano che leggeranno i miei colleghi, non è vero? Non perdete il prossimo capitolo: "Il libro misterioso e la proposta"! Vediamo cosa succederà! Energia al massimo!!!

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Capitolo 23
*** Chapter 22: Il libro misterioso e la proposta ***


Chapter 22: Il libro misterioso e la proposta

Natsumi entra nella sua stanza con il libro in mano mentre l’altra un piattino di biscotti, li mise sul comò e accese la luce. Si mise il pigiama azzurrino e si mette sotto le coperte, prese il libro e un biscotto con le gocce di cioccolato mettendolo in bocca, svoglia il libro e si riguarda la cartina. Morse per metà il biscotto e lo mastica. Osserva attentamente il gruppo di isola come le ha spiegate Caswell, un isola grande delle altre si trova più o meno al centro con scritto il nome in rosso –Deiler…- lesse il nome dell’isola –Deiler… credo di aver sentito questo nome da qualche parte…- si disse, riflettendo –Da dove?- si chiese e si mangia l’altra metà del biscotto.
Sfoglia la pagina e trova un foglio scritto e l’altra una immagine disegnata con il carboncino (nel passato non c’erano matite e altre cose varie): un paesaggio in alta collina, sotto il villaggio e su una collina un castello, Natsumi fece un sonoro “wow” nel vedere la grande dote del disegnatore, prese un altro biscotto e lo mette in bocca, cominciando a leggere la prima pagina:
 
La nuova destinazione dei Eregor sta per compiersi, il giovane sovrano salì al trono fin dalla fanciullezza. Il vecchio Re è morto da una malattia della mente, incurabile e ossessionata dalla ricchezza dell’oro, nessuno lo avrebbe aiutato e nemmeno gli dèi. Una volta, Thron non era così: il Regno di Eregor era governata da un Re saggio e potente.
Thron non dubitava mai la durata del suo casato, perché teneva certezza nella vita di suo figlio Mord e di suo nipote Malcom.
Eregor, il più famoso delle sue leggende e mitologie del tempo, per il suo commercio di pesca e i scambi commerciali con l’isola di Poseidon, da generazione in generazione; ho passato per molto tempo verso il Palazzo Reale come vecchia amica del Re Thron e poi dama da compagnia del Principe Mord, suo figlio, sposato con una donna di sangue reale dell’isola di Riveland.
Mord si sposa con sua cugina e nacque Malcom: un bambino dolce, sincero e deciso come suo padre.
Io so tutto perché l’ho sposato. Ho sposato Thron da cinquant’anni e sono diventata Regina di Eregor. Sono vecchia e ho l’età tarda per raccontarvelo.
Sono passati cinquant’anni che Thron e io governiamo questo regno, le grande ricchezze per la fabbricazione di oro e argento nel Regno di Embrar, il più famoso per i suoi fabbri anche per la costruzione di ferri e armi, influenzarono la mente di mio marito.
Furono giorni bui per il Re. La sua mente comincia a offuscarsi e pensando solo al suo oro. Una malattia della mente si è manifestata e il suo cuore debole cedette al suo ultimo battito.
La vecchia generazione è conclusa e una nuova sta per nascere. Mord, mio figlio, un degno erede al trono…
 
Qualcuno la chiama sul suo duel-gazer, vicino al comò, svegliandola si soffiato. Si è addormentata mentre sta leggendo il racconto, si è stancata mentre lei e i suoi amici sono in Biblioteca Nazionale a svogliare i libri. La ragazza mugola mezz’assonata, prese il duel-gazer e lo accese –Pronto…?-
-Ehi Natsumi!- la saluta… Rei.
-Rei!?- si alza di scatto la testa –Ma che ore sono?!- esclama di nuovo Natsumi.
-Sono le… 10:15- rispose il ragazzo.
-Cosa?!- esclama ancora –Oh, no…!- e si appoggia con la schiena alla spalliera del letto. Non ci voleva!
Rei rimase un po’ perplesso –Ehm, Natsumi… sei sicura di stare bene?- le chiese.
Natsumi fece un profondo sospiro –Te lo racconto dopo, ci vediamo al parco- lo avvisa e chiuse la comunicazione. Fece un altro sospiro e si alza dal letto, posa lo sguardo verso il libro –Forse lo dovrò portarmelo con me- disse, decisa.
La ragazza si veste in fretta e scese in cucina a salutare i suoi famigliari –Buongiorno a tutti!-
Hart e Kite la salutano –Buongiorno, Natsumi!- mentre loro fecero colazione preparata con Orbital, Natsumi freccia verso la credenza e prese del pane e della marmellata di arachidi. Kite rimase un po’ perplesso –Ehi, datti una calmata. Non è la prima volta che ti alzi a quest’ora- le disse, ridacchiando.
Natsumi prese il coltello e lo spalma sul pane velocemente -Oggi non devo fare tardi. Mi stanno aspettando- aggiunse e mise il pane spalmato in bocca.
-Aspettando... chi?- chiese Kite, mentre lo sorpassa.
Natsumi si gira verso di lui e morse il boccone, masticandolo –Yuma e la compagnia, che altro?- gli mente. Non è ancora il momento di parlare di Rei.
Kite ridacchia –Mi domando come fai a fare amicizia con Yuma e la sua banda, me lo spieghi?- le chiese, inarcando il sopracciglio.
-Ricordati del mio “incontro-scontri”, senza di quello come farei a conoscere la gente?- chiese. Lo “incontro-scontri” lo ha chiamato lei per il fatto che si contra con qualcuno fanno subito amicizia, è il suo modo di conoscere la gente. Natsumi prese lo zaino, se lo mise sulle spalle e saluta i due cugini con un bacio sulla guancia e saluta Orbital con il suo soppranome e ne rimase offeso, uscendo di corsa con i pattini verso il parco.
Il ragazzo dai capelli arancioni l’aspetta sempre nello stesso posto. Natsumi lo saluta mentre lo raggiunse –Buongiorno Rei!-
Rei fece un largo sorriso –Ciao, Natsumi!-
-Com’è andata dal dentista?- chiese, vedendo il fazzoletto intorno alla testa e la guancia gonfia. Buffo per avere delle orecchie da coniglio, peggior travestimento per non rivelarle la menzogna. Che figuraccia!
I due amici si sedettero alla panchina e gli racconta cosa era successo l’altro giorno, il ragazzo scoppia a ridere nel sentire dello scambio di chiavi –Certo che quel piccoletto abbia scelto la persona sbagliata per reggere allo scherzo!- le disse, ancora ridendo.
-E non solo. Per colpa sua ci siamo messi a correre come dei matti- aggiunse la bruna –Infatti, mi fanno male ancora i piedi!- esclama, mettendo le gambe distese.
Rei rise piano –Beh, si direbbe che ha imparato la lezione!-
-Qualche volta sì- aggiunse poi e risero.
Rei smise di ridere –Allora, che cosa hai trovato in biblioteca?- chiese, curioso.
Natsumi fece uscire dallo zaino il librone –Questo ho trovato- gli disse –E’ caduto misteriosamente dal pavimento e credo che non appartiene alla biblioteca- aggiunse.
Il ragazzo prese con delicatezza il libro e l'osserva, con uno sguardo serio –Io dico che qualcuno lo abbia fatto apposta che lo trovassi- disse Rei.
-E chi lo potrebbe farlo?- chiese perplessa la bruna -Insomma, non conosco nessuno che abbia fatto apposta a trovarlo- disse, poi ebbe un flashback –Ma certo! Qualcuno ci inseguiva! Dev’essere stato quella persona a farlo! Forse sarà l’autore del libro- ipotizza lei.
Rei scosse la testa –No, è impossibile. A quello che vedo le pagine sono vecchie e non credo che abbia scritto qualcos’altro. Le pagine sono quasi ondulate dalla scrittura- rispose lui, mostrando le pagine.
Natsumi mise la mano dietro la nuca, imbarazzata –Hai ragione…- ridacchia lei –Da quando sei un esperto nei libri o nell’archeologia?- chiese, incuriosita.
Rei ridacchia –Diciamo istinto- le disse e restituisce il libro.
La ragazza lo riprese e lo rimise nello zaino –Senti… ti volevo chiederti… ti va di vedere una partita di calcio a scuola, martedì?- chiese, non riuscendo a trovare le parole giuste e sorrise.
-Mmm? Come?-
-Alla partita di calcio- ripete –Vuoi venire?- chiese di nuovo –Sarà una partita fantastica!- aggiunse poi.
Rei ci riflette sopra. Una partita di calcio? Vedere lei giocare? Oh, bene. Un bel vantaggio per studiarla. –Certo! Ci sarò!- rispose infine, sorridendo.
Natsumi fece i salti di gioia –Fantastico!!- esclama, si alza in piedi e mise lo zaino sulle spalle –Devo andare, forse Caswell avrà trovato qualcosa d’interessante. Ci vediamo- disse.
Rei si alza anche lui –Va bene, a domani- la saluta.
In quel preciso momento, senza accorgerne, la ragazza diede una bacio sulla guancia sinistra, un gesto veloce e affettuoso, lei corse via con la mano sventolante e lo grida con un “ciao” mentre si allontana.
Il bariano rimase immobile, toccandosi la guancia sinistra, con stupore. Un singolo bacio… tolse il fazzoletto e qualcosa dalla bocca. L’imperatore rimase confuso e disorientato, come fanno i simili schiocchi umani, ma quel bacio… qualcosa di famigliare…
 
La casa di Yuma non è affatto male, una normale casetta come le altre del viale. Il cancello è aperto, forse si sono dimenticati di chiuderlo. Alza lo sguardo e vide qualcuno alla finestra: Astral.
Lo saluta con la mano con la mano e passa il cancello. Il giardino di casa Tsukumo è molto piccolo ma decisamente ben curato; le aiuole non hanno un rametto fuori posto e gli alberi tenuti in perfetta forma. La ragazza intuisce che la madre di Yuma dev’essere appassionata di giardinaggio.
Si diresse verso la porta e bussa al campanello e attese che qualcuno apre la porta, in quel momento, da una porta scorrevole della facciata venne fuori una vecchina alta pressappoco quanto Flip (se non di meno) dalle guance gonfie e rotonde. Osserva la giovane ragazza con un sorriso sulle labbra –Salve, desidera qualcosa?- chiese in modo cordiale la signora.
Natsumi si avvicina e fece un inchino rispettoso –Salve, mi chiamo Natsumi e sono una compagna di classe di Yuma- si presenta educatamente.
La vecchina parve contenta –Molto piacere di conoscerti, mia cara. Io sono la nonna di Yuma, ma puoi chiamarmi Haru- si presenta, chinando il capo –Entra pure, ti preparo un buon thè- aggiunse.
-Grazie molte, signora Tsukumo- le disse e fece di nuovo l’inchino.
La gentile nonna di Yuma le apre la porta principale e entra in casa, l’arredamento non è neanche male: le pareti del soggiorno di color verde e le strisce di color magenta, i mobili bianchi con delle foto e vasi da fiori. Rimase sulla soglia per qualche minuto finché la signora Haru le indica di sedersi, indicando il divano di color marrone chiarissimo, si sedette e attese mentre la nonna va in cucina. Le pareti della cucina di color blu, l’arredamento di color bianco e un tavolo posto al centro. Haru prese la caffettiera, lo riempie pieno d’acqua e accese il fuoco del gas, poi si rivolse a lei –Quindi, sei nella stessa classe di Yuma, vero?- chiese.
Lei annuì. La vecchina si sedette sulla poltrona accanto a lei –Ah, ogni volta, Yuma è sempre il primo a fare amicizia con le persone-
-A dire sinceramente ci siamo incontrati-scontrandoci- rispose la bruna –Mi sono trasferita da un po’ e vivo con i miei cugini e mio zio-
-Quindi, sei nuova di queste parti?-
-In questa città sì- rispose, sorridendole.
Dalle scale scese una ragazza alta, i capelli color magenta chiaro legati a una coda di cavallo e la fine delle punte alzate, un ciuffo corto cede sulla fronte di lato e con delle strisce arancioni, gli occhi color violetto, un maglietta a maniche corte verde-acqua con un giubbotto blu e il cappuccio arancione, un paio di jeans bianchi e in mano il suo duel-gazer a parlare di lavoro. –Senti, ne parleremo dopo, ciao- concluse lei –Ah, meno male, e chi lo sente!- disse in modo sarcastico. Sposta lo sguardo su Natsumi, che si era girata appena. –Salve… ho disturbato qualcosa?- chiese, perplessa.
-Kari, lei è una compagnia di classe di Yuma- la presenta Haru.
Natsumi si alza in piedi e si presenta con un inchino, Kari mise le mani ai fianchi e sorrise –Piacere di conoscerti, io sono Kari, la sorella maggiore di Yuma-
-Sei la sua sorella maggiore? Che strano… me ne ha parlato- disse riflettendo la ragazza.
-Ah! Lo sapevo! Quel fannullone di mio fratello si dimentica della propria famiglia!- disse Kari, con la mano sulla fronte.
Natsumi intuisce che Yuma si scorda sempre per qualcosa o qualcuno. Dal piano di sopra si sente un rumore assordante, quello è Yuma, inciampa su qualcosa e cade in avanti facendo la ruota sui gradini e attera con la faccia a terra. Dai capelli blu uscirono quattro bernoccoli una volta presi per la botta.
-Yuma, tutto bene?- chiese Natsumi.
Astral gli fluttua accanto con la solita posizione di braccia conserte –Ho cercato di svegliarlo mentre sei entrata- le disse alla ragazza.
Yuma sussurra –Ahi…. che male…..-

Poco dopo, Natsumi beve la tazza di thè preparato dalla nonna di Yuma con delle chiacchiere del più e del meno. Yuma si riprese dalla caduta e invita l’amica di salire in soffitta, una volta salita da una rampa di scalette, sbuca dall’apertura a forma sferica e si meraviglia: una soffitta piena di robe da antiquariato, un armadio, dei bauli chiusi da anni, vicino alla finestra un tavolino molto basso e una specie di sedia senza piedi, un amaca di rete appesa al soffitto. Cavoli, che camera!
-Scusa per il disordine! Ho fatto in fretta a vestirmi- disse Yuma, prendendo il pigiama da terra e lo mise nell’armadio frettolosamente.
Natsumi diede un’occhiata intorno, mai vista una camera come quella –Carina la tua camera. Non ne ho mai vista una così- disse, alzando le braccia e metterle ai fianchi.
Yuma fece un sorrisetto –Mi fa piacere!- disse, allargando il sorriso, prese un cuscino e lo mise a terra –Accomodati- le disse.
Natsumi, invece di sedersi sul cuscino, si sedette a terra. Quel gesto rimase sorpreso l’astrale, sedendosi su un baule nelle vicinanze, anche se è una femmina ma si comporta da maschiaccio.
-Dimmi, come mai sei qui?- chiese, curioso.
Natsumi prese il libro –Ieri sera ho letto una parte libro- disse, porgendoli e il ragazzo comincia a sfogliarlo –Penso che sia un diario personale di persone trascorse da generazione in generazione- aggiunse.
Astral si avvicina a vedere il libro incuriosito mentre il ragazzo lo sfoglia –Si direbbe che queste persone lo avranno conservato per dimostrare quello che succedeva in passato- disse.
-Ma parla proprio del Regno di Eregor. Forse la nostra misteriosa Principessa Perduta viveva proprio là- disse la ragazza, indicando col dito sulla cartina.
-Ma ne sei sicura?- chiese di nuovo lo spirito.
-Si, ne sono sicurissima- rispose sodisfatta Natsumi.
-E come fai a saperne di essere ‘sicurissima’?- chiese Yuma.
Natsumi non ci ha mai pensato. Lei si convince di essere sicura ma qualcosa dentro di sé dice che è proprio quel luogo dove vive. –Beh, non lo so… so solo che... lo so e basta- rispose e ritorna a guardare la mappa. Fece sfogliare il foglio e indica la pagina scritta –Leggete qua. È roba da non crederci- aggiunse.
Yuma e Astral lessero e ne rimasero sorpresi. Mai letto una cosa del genere.
-Capite? Questo è l’inizio della storia di questa stirpe e a testimonianza di una grande sovrana di Eregor. Non capite? Abbiamo fatto una scoperta sulle sue origini!- disse con in sorriso stampato sul volto.
-Evviva! Diventeremo tutti famosi!- grida il ragazzo eccitato e alza le braccia in aria –Quindi qui ci sarà scritto tutto quanto!- aggiunse.
Lei annuì con la testa –E ben presto scopriremo della leggenda della Principessa!-
Yuma gli brillarono gli occhi –Si!! diventerò come papà!!- urla.
Astral sorrise per l’eccitazione dei suoi amici –Allora siamo in vantaggio. Se continuerete così e senza arrendervi, riuscirete a scovare la verità che nasconde- disse.
I due ragazzi fecero un batti-cinque, allegro.
Dopo alcuni minuti di calma, la ragazza riprese il libro e lo rimise nello zaino –Senti, Yuma, a scuola hanno annunciato che ci sarà una partita di calcio martedì, pensavo che tu e gli volete venire a vederla?- chiese.
-Perché?-
-E’ una sorpresa! Venite o no?-
Yuma ci pensa su per qualche secondo e annuì –Ok, va bene!-
-Che cos’è una partita di calcio?- chiese incuriosito Astral.
Natsumi rispose –Il calcio è uno sport per divertirsi, fare amicizie e fare dei incontri amichevoli. Si gioca con una palla e rincorrerla con i piedi e calciarlo. Ecco perché viene chiamato calcio. Quando arriverà martedì lo vedrai come si gioca-
Lo spirito annuì. Yuma fece un balzo e si mise in piedi –Evviva!! Qualcosa si più eccitante, non vedo l’ora!!!- urla il ragazzo ma la voce di Kari lo fece sobbalzare –Basta di gridare che sto lavorando!!- lo sgrida al piano di sotto.
Yuma fece il broncio mentre Natsumi rise sotto i baffi.






Angolo Autrice:
Eccomi! Sono di nuovo io! Natsumi scopre che il misterioso libro trovato è un specie di diario segreto di coloro che parlano cosa succedeno ai reali del Regno di Eregor.
Natsumi: Che incredibile scoperta!!! *alza le braccia*
Io: Trattieni l'entusiasmo, Natsumi. Rincontra Rei e propose di venire alla partita di calcio, chissà il perché... un'altra sorpresa?
Natsumi: *annuì* E non te lo dico cosa ho in mente.
Yuma: Perché vuoi che io e gli altri andiamo a vedere una partita di calcio?
Astral: Yuma, non l'hai sentita?
Io: Non ascolti mai attentamente la gente? Non perdete il prossimo capitolo: "Ricordi dal Passato: Ritorno!"! Si rincontreranno di nuovo Vector ed Evelyn?
Vector: Un'altra volta no...!!
Io: Oh, andiamo. Così vedremo come sei romantico. Energia al massimo!!!
Vector: La ucciderei.
Io: *do una botta in testa* Ciao!!

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Capitolo 24
*** Chapter 23: Ricordi dal Passato: Ritorno! ***


Chapter 23: Ricordi dal Passato: Ritorno!
 
Vector se ne sta affacciato all’ampia balconata, osservando quel che succede al di fuori del Palazzo: ama guardare la vita svolgersi nelle strade di Deiler.
Il giovane Principe è cresciuto diventando un bel ragazzo: un rubino incastonato sulla sua fronte, una specie di armatura al collo fino le spalle e un mantello nero sulle spalle, il petto nudo, dei pantaloni blu scuro preceduti da delle vesti celesti e bianchi, al braccio sinistro una corazza d’orata come quella del padre e una spada legata a un fianco. Tenne le mani poggiate sul corrimano di marmo e il busto sporto in avanti, completamente rilassato. In tutti quei anni pensava solo a lei. Alla sua voce dolce e il suoi bellissimi occhi blu-galassia, le mancava molto. Ma il ragazzo non si è mai tirato indietro e vuole mantenere la promessa fatta da quel giorno, prendendo cura del seme piantato da lui ed Evelyn, insieme.
Qualcuno, dietro le sue spalle, senza accorgersi, solleva le sue mani e si posarono sugli occhi del Principe, lasciando al buio, privo della luce del sole. Sorrise divertita senza dire una parola.
Vector resta interdetto. Chi è che gli ha coperto gli occhi? Solleva la mano toccando con le dita la mano morbida e di affusolate.
-Indovinate: chi sono?- chiese lei con voce divertita.
Vector sorrise –Fatemi pensare…- rispose, riflettendo –Se sete voi, vuol dire che sei ritornata, giusto?- chiese, canticchiando.
-Avete indovinato- disse lei, togliendo le mani dai suoi occhi viola.
Vector si volta e allarga il sorriso: non può scordarsi dei suoi occhi. –Evelyn…- sussurra. Non ci crede. È ritornata. -Evelyn!- esclama lui, l’afferra per la vita, la solleva e le fece fare un giro a mezz’aria. Lei rise e quando i suoi piedi toccarono di nuovo terra, lo abbraccia –Vector… amico mio- gli disse con una nota di felicità e malinconica. Da tempo che si non vedono.
-Evelyn! Ma guardati!- esclama Vector, guardandola -Sei… sei… così…- non riesce a trovare le parole per descriverla.
Cinque anni sono trascorsi dal loro ultimo incontro e molto è cambiato: sul volto di Evelyn non vi è quasi più traccia della fanciullezza, ma nei suoi splendidi occhi indulge ancora la luce dell’innocenza e delle stelle, è appena divenuta una giovane donna e già la fama della sua bellezza si è sentito voce per i Regni. Indossa una lunga veste bianca di seta, le spalle e le braccia nude con due bracciali, al petto una rubino un altro strato di veste bianca, al collo della ragazza la pietra che le ha regalato da piccola.
-Così come?- chiese lei incuriosita.
-Non sei più una bambina…- rispose tuttavia Vector, fece una breve pausa per poi riprendere –Sono passati cinque anni… come mai non sei venuta più a Deiler?-
-Non per mia volontà, questo è certo!- replica la fanciulla –Ma ora, che importa? Ciò che conta è che ti rivedo!- aggiunse sorridente.
Vector resta incantato da quel sorriso, così spontaneo, così luminoso. Si accorse di quanto fosse bella, ma tenne per sé questo pensiero -Hai pienamente ragione- rispose infine –Vieni, i miei genitori saranno felicissimi di rivederti- aggiunse, porgendole la mano.
Evelyn accetta l’invito e sii diedero per mano come ai vecchi tempi.
Arrivati alla sala del trono, il Re e la Regina rimasero meravigliati nel vedere la fanciulla che un tempo l’avevano incontrata cinque anni fa, arrivarono l’anziana tutrice e una dama da compagna la stessa età dell’erede di Eregor, i capelli castani lunghi con le punte leggermente in alto, due boccoli sulle spalle e due grandi occhi dello stesso colore dei capelli, una veste bianca e un braccialetto nero al polso destro.
La Principessa fece un rispettoso inchino –Sono molto felice di rivedervi, Vostra Maestà- disse con rispetto.
La Regina le si avvicina, con un sorriso di tenerezza, mettendole mani sulle sue spalle –Anche per noi, Principessa del Regno di Eregor- e diede un bacio sulla fronte della giovane.
Il Re si mise difronte a lei, fecero un inchino rispettoso a vicenda e lui prese la mano della fanciulla e la bacia con rispetto –Sono onorato di rivedere la figlia del mio caro amico, se la benvenuta nel nostro Regno- le disse.
Lei annuì, si volta verso Vector e sorrise. Il Principe si avvicina e fece un inchino rispettoso senza staccare il sorriso sulle labbra.
Dopo di essere alloggiati lei e le due accompagnatrici, la fanciulla incontra il giovane in giro da quelle parti, gli si avvicina -Ho voglia di rivedere i Giardini…- dichiara lei.
Vector la osserva –Io credo che tu abbia avuto molta più nostalgia dei fiori di Deiler che di me! –ribatté, mettendo le braccia conserte.
-Ma cosa dici!- esclama lei con un risolino e lo spinse piano per la spalla. La prese per mano come faceva quand’erano piccoli e la condusse nel luogo che lei tanto amava.
-Questo luogo…- sussurra lei indugiando all’ombra di una robusta palma –Quanti ricordi…-sussurra ancora.
Vector stette ad osservarla. La vide camminare lentamente sull’erba, si muove con gesti spontaneamente eleganti, la veste bianca si mosse ad ogni suo passo, così come i lunghissimi capelli ondulati che le scendono alla schiena come un morbido manto.
-Sai, certe volte ho nostalgia dei nostri giochi…- disse la fanciulla con tono un po’ malinconico –Sembra ieri che correvamo liberi su questo prato…- aggiunse e ritorna a guardarlo.
-Il tempo trascorre e a noi non è dato opporci…- replica Vector -Siamo adulti ormai…- le fece notare.
-Ma questo non significa che dobbiamo dimenticarci come si gioca!- controbatte Evelyn. Rise leggermente e Vector con lei; una risata sincera che non ha un motivo preciso di essere, ma che proviene dal cuore. Risero assieme, risero e sembra che tutt’intorno riecheggiasse la loro felicità.
Vector la prese di nuovo la mano e le disse solo un “vieni”, corsero piano verso il posto dove avevano piantato il seme; la fanciulla rimase meravigliata: il seme piantato cinque anni fa è cresciuta di un centimetro, alcune gemme uscite dalle foglioline e una magnifica rosa di color blu… come i suoi occhi… si chinarono insieme accanto al fiore.
-Vector… ma è…- balbetta Evelyn, rimanendo senza parole.
-L’ho presa cura ogni giorno, ogni mese dalle stagioni e ogni anno finché non avremmo mantenuto la promessa- le disse il giovane, inginocchiato con lei.
Evelyn prese con delicatezza le dita affusolate i petali blu e fece attenzione alle spine, sentendo meraviglioso profumo. Sorrise.
-Vorrei tanto che questa rosa… appartenesse a te- disse Vector ad un certo punto.
Evelyn lo guarda stupita. Lui vuole che quella rosa fosse sua? Il Principe lo ha tenuta cura solo per lei fino a quando ritornasse un giorno. Lei sorrise, alza la mano sulla guancia del ragazzo –Grazie, Vector- e diede un bacio sulla guancia, lo stesso bacio di cinque anni fa.
Lui sorrise.
La loro felicità ritorna a fiorire…





Angolo Autrice:
Eccomi!! Scusate, ieri non mi sono stentita bene e ho dovuto rimanere a letto, ma ora sto a veraviglia!!! In questo capitolo, sono pasati 5 anni, Vector perché Evelyn è ritornata, il seme piantato insieme è fiorito dando origine una rosa blu, ora sono più felici che mai. Come siete carini insieme!! *facciana dolce*
Vector presente: Carini col cavolo!
Natsumi: Oh, andiamo. Anche nel presente siamo carini.
Vector passato: Sei solo invidioso.
Vector presente: Chi, io? *ridacchia* Ma che ti salta in mente?
Evelyn: Mio caro Vector, guarda che ti conosco troppo bene.
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Una partita avvincente!"! Scopriremo come mai Natsumi ha insistito tanto a far vedere la partita a Vector e i suoi amici. Energia al massimo!!!

 

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Capitolo 25
*** Chapter 24: Una partita avvincente! ***


Chapter 24: Una partita avvincente!
 
Martedì. Il giorno della partita. I tre giorno trascorsero velocemente che nemmeno i nostri amici si resero conto, il primo a essere più eccitato fu Yuma –E vai!! Oggi c’è la partita di calcio!!- esclama eccitato, saltando di gioia.
-Non vedo l’ora di rivedere la partita contro gli americani- disse Tori.
-Già, l’anno scorso ci hanno rubato la vittoria ma oggi riprenderemo la rivincita!- disse Katy, insieme a Tori.
-Speriamo che quest’anno ci riusciremo a riconquistarla- disse poco convinto Bronk.
-La squadra americana ci ha fracciati 3-0. Molto molto forti come giocatori. Ho sentito che sono arrivati in terza classifica- disse Caswell, ricordandosi bene di quella partita poco emozionante.
Flip fece le spallucce, quasi convinto. –Scommetto che perderemo anche questa volta-
-Ma quello che mi domando è perché Natsumi ha insistito che noi venissimo?- chiese Katy.
Bronk mise la mano sotto il mento riflettendo. –Non lo so, forse avrà qualcosa in mente-
Yuma li chiama –Ehi ragazzi! Andiamo o ci rubano i posti migliori!- e corse in fretta mentre Astral rimase a guardarlo, preferendo aspettare gli altri.
Il piccolo stadio della scuola si riempie fino all’orlo, le lezioni saltarono per la partita ‘amichevole’ con l’America; i posti rimasero occupati e altri ragazzi dovettero sedersi ai scalini ma non importa. Sopra le loro teste, il bariano rimase seduto sul tetto dei palchi per non essere scoperto… beh, scoperti. In sua compagnia venne pure Black Mist –Bella idea di metterci sopra, i posti sono tutti occupati- disse, sghignando.
-Mi sono messo in un posto sicuro dove non incontrerò Yuma e la sua compagnia- disse stufo l’imperatore.
-Non smentisci mai?- rise 96.
In quel momento, arrivarono Yuma, Astral e la compagnia, il ragazzo rimase sconvolto perché non ci sono più posti per sedersi e Tori lo sgrida perché non si è svegliato presto come ci sono accordati.
Vector se lo aspettava una cosa del genere –Visto?- si rivolse al numero.
-La vedete?- chiese Yuma, con ma mano sulla fronte e guarda in ogni direzione.
-No, non la vedo- rispose Katy, intenzionata a scoprire dove si trova la sua amica di banco.
-Non è che ha fatto tardi pure lei?- chiese Bronk.
Prima che facessero altre domande, verso il centro del campo, il capo-consiglio scolastico si rivolse a tutti -Benvenuti a tutti, ragazzi e ragazze di ogni età, oggi si disputerà una partita tra il Giappone contro l’America- tutti applaudono –Come sapete, l’anno scorso abbiamo perso a 3-0, ma spero che oggi riprenderemo la rivincita e arriveremo in classifica per il Campionato Mondiale di Calcio!- disse, alzando il pugno in alto, tutti applaudirono e fischiarono –Ora, basta con le discussioni e che la partita cominci!!- concluse il ragazzo, andandosene via dal campo mentre tutti urlarono e fischiarono, con cartelloni di diverso colore con scritto “Siete con noi”, “Forza, Hertland-Deuels” oppure “Siete la nostra squadra del cuore” con cuoricini rossi da per tutto.
Dalla porta dell’entrata del campo dove conducono i spogliatoi entrano le squadre in fila indiana, alla destra la squadra dell’Istituto Superiore University dell’America la Kimbur, mentre a sinistra la squadra Giapponese di Heartland-Duels. Tutti maschi eccetto una ragazza… Natsumi.
Tutti rimasero meravigliati: Yuma si sporse troppo alla ringhiera e per poco non cade giù, Astral non si scompose, invece Tori e gli altri fecero un sonoro “eh” con aria interrogativa.
-Cosa?- esclama Bronk.
-Da quando Natsumi gioca a calcio? Sappiamo solo che sa duellare bene!- disse Caswell.
-Ha ragione Kite, lei è piena di sorprese- disse una voce femminile e a loro famigliare, si voltarono e trovarono con sorpresa Rio con una mano alzata a salutarli e Shark al suo fianco.
-Oh-oh, sapevo che la tua ragazza fa parte di gioco- sghigna una risatina 96.
Vector tacque, tanto sa già tutto. Natsumi gli racconta tutto dopo scuola. Ma la cosa che non sopporta ancora di più è per il fatto che Black Mist la chiama “la sua ragazza”, gli venne i nervi a fior di pelle ma si trattenne.
Sul campo, le due squadre si guardarono faccia a faccia. La Kimbur sono eccitati e con dei sguardi maligni dritti di loro mentre la Heartland-Duels rimasero impassibili e di più è Natsumi. Tranne quel fifone di Hendony, il fifone della squadra, tremante come una foglia, alla sua sinistra, la ragazza gli mise la mano sulla spalla –Dai, andrà tutto bene- lo incoraggia con un sorriso.
Hendony né è il contrario –Andrà tutto bene?! Ti sei resa conto che quelli ci hanno fatto a brandelli l’anno scorso?!- balbetta lui.
-Non ci pensare- disse Natsumi, mettendoli le mani sulle spalle -Immagina che devi giocare da solo come hai sempre fatto prima dei allenamenti, d’accordo?- aggiunse.
-E se non ci riesco?- chiese a un certo punto il ragazzino.
Natsumi rimase di sasso. Già, bella domanda. –Beh… ecco…-
-Lascialo stare. È solo un fifone- disse un ragazzo della Kinbur.
-E poi, i fifoni scappano da quelli come noi!- disse l’altro, con un sorriso beffo.
Natsumi si irrita –Non è vero! Lui è un bravissimo giocatore!- disse.
Uno di loro non si scompose, sventolando la mano –Si, si, come no- disse –Tanto vinceremo lo stesso- aggiunse e rise divertito.
Il capitano della Kimbur si rivolse alla ragazza, con aria severa e si scusa –Perdonateli, non sa quello che dicono. Non vedo l’ora di giocare contro di voi, io sono Jones- si presenta il ragazzo con i capelli rossicci.
-Piacere, il mio nome è Natsumi- fece la stessa cosa anche lei e si strinsero la mano.
-Ecco a voi, ragazzi e ragazze della Heartlang School. Assisteremo alla partita decisiva dalla nostra squadra, la Heartland-Duels contro la Kimbur, la squadra americana!- parla il telecronista della scuola Giapponese –Nella nostra squadra è arrivato una recluta, si chiama Natsumi Graziella Tenjo, iscritta da poco ed è la sua prima partita. La nostra squadra ci riuscirà a sconfiggere la Kimbur?-
Mentre la squadra fanno strecing, Natsumi si rese conto che qualcuno la stesse spiando. Una figura nera non lontana da lei, appoggiata con la schiena al muro, le braccia conserte e gli occhi fissi su di lei. Di un rosso sangue mai visti. Chi è quel tipo?
Mentre fece quel pensiero, il capitano la chiama –Stai bene?- le chiese.
Natsumi si volta –No, sto bene- rispose.
-E’ normale essere tesa per la tua prima partita. Rilassati e concentrati- la raccomanda il capitano.
Lei annuì. Si volta di nuovo e… svanito? Come, si è girata solo da pochi minuti è già sparito? Come ha fatto a essere così veloce?
L’arbitro fischia l’inizio partita, tutti i giocatori si misero in posizione. Natsumi si mise al cento tra gli attaccanti, la centro-campista. I suoi amici la guardarono con stupore e pieno di domande, intuirono solo che sa solo duellare con i Duel Monters ma quello no, non l’ha detto.
Black Mist ridacchia divertito –La partita comincia…- disse con un filo di voce.
 
[avviso: scusate, non sono molto brava a descrivere delle partite di calcio, li ho ingarbugliati per fare in modo breve per il primo tempo]
La partita inizia, la Kimbur si dimostrarono forti contro la Harteland-Duels ma per Natsumi non ci furono problemi: prende il pallone all’avversario, trepling (non so come si scrive) per tutto il campo, se uno cerca di fermarla salta con il pallone al piede come se fosse incollato al piede e blocca la palla con una fantastica scivolata se qualcuno si avvicina alla porta. Natsumi si diverte come una matta.
-Accidenti! È brava!- disse meravigliato Flip.
-Non sapevo che gioca a calcio- disse Cawsell, senza staccare lo sguardo al campo.
-E la prossima volta informati meglio prima che conosciamo qualcuno- lo fulmina con lo sguardo il ragazzo con il cappellino mentre l’altro fece un mezzo sorriso imbarazzato.
Un giocatore della Kimbur avanza con il pallone verso la porta avversaria ma Natsumi lo ferma con una scivolata e mandando la palla fuori campo.
-Che scivolata perfetta per Tenjo, mandandolo fuori dal campo. Ora una rimessa in angolo per la Kimbur, chissà se riusciranno a fare un goal?- annuncia il telecronista.
Un giocatore alto e muscoloso tira la palla verso al compagno di testa ma uno con una testa dura di Tai lo tira a Window con la testa.
Lo passa al fifone di Hendony, prendendolo con le gambe che tremano. Non seppe cosa fare e rimase immobile –Che cosa devo fare? Che cosa devo fare!?- ripete all’infinito, nel panico.
-Hendony! Passamela presto!- gli grida Natsumi. Il ragazzino deglutisce, le tira il pallone e si protegge con entrambe le braccia la testa per non essere colpito da due colossi ma lo sorpassarono.
Natsumi riesce a superare i difensori e lo passa a Steve che lo tira in porta, il portiere della Kimbur riesce a pararlo con facilità. È un vero problema, un portiere come quello, grosso e agile, chi può riuscire a fare un goal? Natsumi capisce subito il perché la Heartland-Duels non è riuscita a vincere.
I due ragazzi ritornarono alla loro posizione –Accidenti! Ci stavamo riuscendo!- esclama Natsumi.
-Beh, ora hai capito- disse Steve –Una cosa ti posso dire: mi sto divertendo molto!- aggiunse e sorrise.
-Accidenti! La Heartland-Duels non sono riusciti a fare goal. Ma a quello che vediamo la partita si sta facendo interessante ed emozionante- disse il telecronista.
Ripresero la partita, la palla in possesso della Kimbur avanzarono mentre Window e Michel cercarono in tutti i modi di bloccarli ma invano, Holly incoraggia l’amico tremante –Avanti, Hendony! Puoi farcela!- gli grida.
-Ah! Non ce la faccio! Non ce la faccio! Non ce la faccio!!- ammise Hendony, più agitato del solito.
Natsumi ebbe una crisi di nervi –Avanti, Hendony! Non costringermi a darti una calcio nel sedere e comincia a scattare!!- gli urla la ragazza, dopo il tentativo di togliere la palla con una scivolata.
Hendony, non osa immaginare di essere preso a calci nel sedere da una femmina, corse come un matto e, senza saperlo, tolse al giocatore della Kimbur con un tiro e cade di faccia a terra. Nessuno giocatore riesce a recuperarla ed esce fuori dal campo.
-Bravo Hendony! Ce l’hai fatta!- gli grida il capitano mentre l’altro ridacchia imbarazzato.
L’arbitro fischia la fine del primo tempo e ritornarono nei spogliatoi.
La partita finisce con un pareggio di 0-0, nessuna delle due squadre riuscirono a fare un goal; tutti i ragazzi furono così eccitati a una partita del genere dell’anno scorso. Una bella partita. Anche Yuma e gli altri fecero il tifo per loro.
-Uff! certo la partita si sta svolgendo in modo eccitante- disse Steve, asciugandosi il sudore.
-Già, forse facendo entrare in squadra quella ragazza ci stiamo divertendo moltissimo- disse Holly, con la bottiglietta in mano.
-E bravo Hendony!- disse Walin, dando una panca forte al ragazzino così forte che si raddrizza –Sei riuscito ad affrontare la tua paura!- aggiunse, con un grande sorriso mentre l’altro ridacchia.
Natsumi si butta l’acqua in faccia per rinfrescarsi, si asciuga e prese la bottiglia d’acqua per dissetarsi tutto d’un fiato. Certo che questa partita è talmente faticoso ma fantastico allo stesso tempo. Con la coda nell’occhio, abbassa lo sguardo verso il basso e vide un pezzo di carta ai suoi piedi, lo prese con espressione interrogativa e lo analizza: un foglietto bianco piegato in due.
Mentre lo sta per aprirlo, l’allenatore batte le mani e richiama tutti i ragazzi, Natsumi mette il foglio nei pantaloncini neri per non scordarlo e ritorna dai suoi compagni per entrare in campo.
Il secondo tempo inizia e scesero in campo, tutti clamarono con applausi, urla e fischi. Yuma grida di più dei altri –Vai Natsumi!!! Sei tutti noi!!!- Alcuni ragazzi nelle vicinanze si voltarono verso di lui mentre il ragazzo fece una risatina imbarazzata.
Vector rimase impassibile “Il solito idiota” si disse tra sé e sé mentre Numero 96 ridacchia.
-Ecco a voi che inizia il secondo tempo. Sono ancora in pareggio e la partita comincia ad avere un ruolo interessante nella nostra scuola- disse il telecronista.
Natsumi si mise in posizione, con lo sguardo serio e concentrato, rimase ad a guardare Jones, il capitano della Kimbur, al centro del campo.
L’arbitro fischia. Il primo ad avanzare fu Jones con il pallone, Window e Tai avanzarono per bloccarli ma il ragazzo fu svelto prima di loro e li sorpassa con estrema facilità. Natsumi corse verso di lui e cominciarono una battaglia per afferrare il pallone come fanno i leoni in caccia alla preda, alla fine, la ragazza riesce a prenderla sotto lo sguardo stupido di Jones. Certo che quella ragazza è fenomenale!
Natsumi avanza verso il campo avversario con una serie di passaggi con Moira e Steve, l’allenatore alza il braccio sinistro a loro. I tre ragazzi annuirono, avanzarono sempre di più sempre con i passaggi all’infinito; il portiere della Kimbur si innervosì –Ora basta!! Mi sono stufato!!- e corse lasciando involontariamente la porta.
-Cosa succede?!- si domanda il telecronista –Sta lasciando la porta incustodita e sta andando contro Storn!-
Moira, il ragazzo dai capelli corvini, si spaventa e si sposta in tempo per non essere travolto dall’omone –Scusa… ma credo che hai sbagliato persona- disse lui.
-C-cosa…?!- esclama confuso il ragazzone.
Qualcuno gli fischia alle sue spalle, lui si volta e vide Natsumi con la faina tutta contenta, le mani dietro la schiena e il pallone sotto il piede vicinissima alla porta. Lo calcia piano ed entra in porta.
-E goal! La Heartland-Duels porta il vantaggio di 1-0! Incredibile e che gioco di squadra!- disse il ragazzo al microfono.
La squadra Giapponese esulta, Natsumi si volta all’allenatore che annuì e lei sorrise.
I suoi amici li clamarono con salti di gioia –Brava! Vai così!!- le grida Tori.
-Vinci per noi!!- le disse Bronk.
-Si!!!! Vai!!!! Energia al massimo!!!!!!- urla Yuma, con un piede alla ringhiera e il braccio alzato. Ancora un'altra volta, tutti si voltarono verso di lui e il ragazzo diventa tutto rosso in faccia.
-Osservazione n°24: gli umani fanno di tutto per vincere una partita con le proprie forze e mettono in atto le loro strategie e lavoro di squadra con i compagni- disse Astral imparando un altro insegnamento –Un po’ come duellare- aggiunse, pensando.
Shark ne rimase affascinato –Non male per essere una ragazza-
Rio lo fulmina –Perché? Hai qualche problema che una ragazza giochi a calcio?- chiese, con uno sguardo gelido.
-Non è questo che voglio dire…- ribatte il fratello.
Mentre sopra, Black Mist rimase un po’ sorpreso –Scommetto che prima o poi ci sorprenderà-
L’imperatore bariano annuì solo con la testa. A dire la verità né rimase sorpreso che una ragazza come lei, che si fida ciecamente di lui, abbia del fegato da vendere.
L’allenatore della Kimbur, capelli lunghi e neri, barba e pizzetto, camicia e gravata in nero, capisce la situazione e decide di mandare in campo un altro giocatore. La squadra rimase sorpreso della sostituzione: un ragazzo quanto un gorilla, i capelli grigi e ricci, avanza verso il campo con un sorrisetto maligno sulle labbra.
-Come? Vuole far entrare lui?!- esclama Jin, il ragazzo biondo con gli occhialini verdi in testa.
-Ma cosa gli è saltato il mister?!- domanda Hiros, con la sciarpa blu al collo.
La quadra non va a genio di giocare con lui, l’anno scorso ha fatto secchi alle povere squadre scontrate, ma stavolta, Jones capisce che l’allenatore vuole vincere con le maniere forti.
-E lui chi è?- chiese Natsumi.
-Lui è Jonathan Crew, il più forte della squadra- le spiega il capitano -Viene sopranominato ‘orso bruno’ per la sua struttura fisica. L’anno scorso ha mandato molti di noi in ospedale. Faresti stare attenta, con lui non si scherza- aggiunse, avvisandola.
Lei annuì.
La partita riprese con la palla in possesso della Kimbur mentre la Heartland-Duels avanzarono per toglierli il pallone; Jin, contro la sua volontà, fu costretto a passare al ragazzone. La prima vittima a scontrarsi fu Moira nel tentativo di toglierla e si frattura la caviglia. Tutti rimasero sconvolti.
-Oh no!!- esclama Yuma mentre Bronk, Caswell e Flip si sporgono alla ringhiera.
Tori si mise le mani entrambe alla bocca –Poverino…-
I compagni corsero da lui vedendolo accovacciato su sé stesso e tenendo il piede con entrambe le mani per il dolore. Natsumi si china verso di lui –Come stai?- chiese, preoccupata.
-Sto bene… è solo una storta…- disse dolorante il ragazzo.
-Invece no, questa è una frattura. Si che è diventata viola!- contradice Natsumi, rivolto alla parte della caviglia diventando di colore violaceo.
Jones si rivolse al ragazzone –Che hai intenzione hai?! Questa è una partita amichevole non una del campionato!-
Lui fece un sorriso beffo –E’ stato l’allenatore a dire: fateli a pezzi!- disse Jonathan. Tutti sobbalzarono da quelle parole. Perché il loro allenatore ha detto quelle parole?
Due uomini detti alla sicurezza e un medico corsero in campo, i ragazzi si tolsero davanti e portarono il ferito sulla barella e corsero fere l’autombulanza fuori della scuola. Questa non ci vuole, un giocatore fuori dalla lista! L’allenatore fece entrare Airon per sostituirlo.
Natsumi si volta verso all’omone, con un sorriso beffo e divertito, lo guarda in modo serio e arrabbiato e strinse forte i pugni.
Questo, a Vector, lo nota subito. È la prima volta che la vede arrabbiata in quel modo. Un punto debole lo ha trovato.
-Rimessa in campo per la Heartland-Duls. Per la brutta caduta da Moira Storn, viene sostituito da Airon Vince (in inglese si dice “vinse”). Ci riuscirà a fare un goal al loro compagno?-
Il ragazzo prese la rincorsa e tira il pallone con tutta la forza che ha ma niente da fare, il portiere lo para. Non ci vuole proprio!
Quell’incidente si ripete ancora, colpendo in pieno Window e Steve con le pallonate; Natsumi dovette fare qualcosa, non può stare ferma a guardare, corse verso Jin in possesso della palla e gli lo tolse. Corse verso il campo avversario.
-Di qui non passi, mocciosa!- le disse Jonathan. La spinse in modo violento la ragazza colpendola a un fianco. Natsumi grida di dolore e rimbalza a terra, rimando immobile di lato con una mano al fianco destro.
-Oh no, Natsumi!!- si preoccuparono i suoi amici.
Katy, invece, addrizza i capelli per la rabbia –Ehi arbitro!!! Non vedi che è un fallo!?- gli urla.
-Non credo. L’arbitro lo hai visto troppo tardi e non solo, ha bloccato la visualizzazione- disse riflettendo il capo-classe.
Numero 96 fece un sonoro “uh” dalla bocca e con un occhio chiuso, non se lo immaginerebbe che male; Vector sobbalza ma si trattenne, quel colpo l’avrà tramortita, un’onda di preoccupazione lo invase nella sua mente… da quando si preoccupa una ragazzina come lei?
Natsumi si alza con fatica, strinse i denti e gli occhi sopportando il dolore, rimase in piedi baraccolando –Non mi darò per vinta!!- disse lei e corse di nuovo verso il gorilla sotto lo sguardo stupito di tutti.
Natsumi spinse di spalla Jonathan ma lui la spinse più forte, lei non cade a terra ma fece uno slalong e spinse più forte lui; si mise spalla e spalla mentre corrono –Non ci riuscirai a farcela, marmocchia!- disse Jonathan –La vittoria lo abbiamo in pugno!-
-Questo è una partita amichevole e farò in modo che sia un gioco pulito!- disse Natsumi, gli tolse il pallone e lo tira ad Arion che lo prese, lei si ferma cadendo a terra con la polvere in faccia.
-Non cercare di fare l’eroina, mocciosa- riprese il ragazzone -Molte persone che si sono scontrati si sono fatti molto male. Quindi, se non vuoi rischiare la pelle, non ti intromettere- aggiunse, sghignando un sorriso maligno, prima di andarsene.
“Questo lo vedremo…” ribatte lei fra sé, con uno sguardo arrabbiato e infuriato contro di lui.
Holly corse da lei –Stai bene? Ti sei fatta male?- le chiese preoccupato.
Natsumi si alza con fatica e tenendo la mano al fianco –No, tutto ok-
-Anche questa volta, Vince ha cercato di fare goal ma niente da fare- disse il ragazzo, l’arbitro controlla l’orologio sul polso –Mancano solo due minuti alla fine della partita. Siamo 1-0. In questi pochi minuti ci sarà il rigore. Se la Hertland-Duls segneranno un goal porteranno la vittoria- avvisa.
Il primo a tirare fu Hendony, nervoso e preoccupato perché quel gorilla di Jonathan è dietro di lui, forse vuole fargli male mentre deve tirare come l’anno scorso. Natsumi intuisce l’intenzione del ragazzone ma non poté fare niente con il fianco dolorante.
In quel momento, il loro allenatore li chiama per avere la loro attenzione, alza il braccio destro e due dita in segno di vittoria, sorridendoli.
-Ma quello…- si meraviglia il capitano.
-…è il segnale!- concluse la frase Holly.
Hendony annuì tremante, prese la rincorsa e tira il pallone… Jonathan corse e fece una scivolata ma il ragazzino si tolse in tempo da lui, con un sospiro di sollievo. Si rese conto troppo tardi.
-Jamachi lo lancia a Rayan!- esclama incredulo il telecronista.
-Natsumi! Tocca a te!- le grida e lancia il pallone il alto; la ragazza corse ignorando il dolore mentre Walin si mette in ginocchio e unisce le mani, salta facendo una ruota.
Tutti rimasero sorpresi e meravigliati da quel gesto: la bruna alza la gamba all’indietro e lo calcia con tutta la forza che ha, il pallone si diresse in porta mentre il ragazzo rimase immobile e gli occhi spalancati.
-Gooooooooaaaallllll!!!! Una fantastico goal di Natsumi Tenjo  e la Heartland-Duels passa il vantaggio di 2-0!- disse, l’arbitro fece un lungo fischio –E la partita finisce!!!- Tutti i ragazzi gridarono e fischiarono molto forte, alzando sempre in alto i cartelloni –Che partita eccitante! Una partita da non dimenticare!- concluse.
Natsumi rimase distasa a terra con le braccia e gambe spalancate, affannata e sorrise. Hanno vinto. Il capitano e la squadra gli vanno vicino –Sei stata brava- le disse il ragazzo.
Holly l’aiuta ad alzarsi e lei fece una smorfia di dolore –Sei ferita! Ce lo potevi dirlo!- esclama lui.
Natsumi fece l’indifferente –Senza di me non potevate vincere, no?- disse in modo sarcastica e ironica. Non ha tutti i torti.
-Facciamo tutti un “urra” per Natsumi!- propose il grosso difensore. Tutti la presero e la lanciano in aria, la bruna si mise a ridere.
Mentre i suoi amici fecero i salti di gioia: Tori e Katy saltarono abbracciate, Bronk, Caswell e Filp fecero un batti-cinque, Yuma alza il pugno in alto –Brava!!! Natsumi!!!!- le urla, allargando la mascella con un sorriso. Astral rimase a guardare “Anche quando sfidiamo avversari più potenti, in alcuni casi non si arrende mai. Oggi mi ha fatto capire che anche duelliamo incontriamo sfidanti e nuovi amici, si stringono un legame di amicizia stabilita e impossibile da spezzarla. Questo lo hai insegnato tu, Natsumi” e sorrise.
Intanto, Numero 96 fece l’indifferente ai applausi –Fortuna da principianti- disse, facendo le spallucce.
Vector tacque, analizzando all’accaduto, si è trovata una nemica da non sconfiggerla così facilmente, con uno spirito così forte, sarà molto complicato a indebolirla.
 
Verso l’uscita, festeggiarono per tutto il giorno con la squadra e i suoi amici: pizza, bibite e altro da poter ingozzare. Per poco Yuma non moriva affogato! Natsumi viene visitata infermeria della scuola: un bel livido verde-viola. Non è una bella novità! L’infermiera le disse di rimanere a casa per un paio di giorni al riposo e non potrà andare a scuola finché non sarà guarita. Fantastico, un po’ di vacanza! La bruna decide di ritornare a casa e li avvisa, molto stanca e ancora li fa male il fianco nonostante le hanno messo del ghiaccio.
All’uscita, intravide Rei che l’aspetta con le braccia incrociate. I due ragazzi s’incamminarono verso a casa di lei.
-Accidenti, che partita! Non hai visto come alzata in alto e tirato dritto in porta! Natsumi Graziella Tenjo vince la partita amichevole di quest’anno!- disse eccitata lei.
Lui annuì. Ha ragione, lo ha trovato interessante la partita.
-A proposito, dove eri seduto? Non riuscivo a trovarti- chiese Natsumi. Prima della partita non lo ha scorto da nessuna parte.
Rei si inventa una scusa –Forse perché dei ragazzi grandi mi hanno coperto la visuale- fece un sorrisetto, sudando freddo.
-E tu ti sei ficcato là?- esclama lei –Che scemo che sei, ti potevi trovare un altro posto!-
-Tutti i posti sono occupati e non mi fanno nemmeno passare- aggiunse il ragazzo.
Natsumi rise –Ok, comunque hai assistito la partita- disse –Ma la prossima volta mettiti in prima fila- aggiunse.
-La prossima volta lo terrò in mente- disse Rei.
La ragazza vide una lattina vuota nelle vicinanze –Ecco che arriva Natsumi Tenjo, prende la rincorsa e… tira!!- mentre lo lancia, cade all’indietro e una fitta dolore al fianco le fece sentire. Rei, senza pensarci due volte, la prende al volo per le spalle. Che ragazzina sbadata!
-Tutto bene?-
-Sì… ahi! Che scema che sono- disse Natsumi, sorridendo –Mi sono scordata che mi fa male il fianco- aggiunse, rimettendosi in piedi.
-Sei sicura di arrivare a casa?-
-Dipende…-
Rei ebbe un idea, si mise in ginocchio –Dai sali- le disse.
-Ma che vuoi fare?-
-Se ti fa male in fianco e non riesci a stare in piedi, ti porto io-
-Sei sicuro?-
Lui annuì. La ragazza non ebbe scelta, sale sulla schiena e si resse mentre lui si alza –Sono pesante?-
-No- rispose lui, sorridendo –Sei leggera come una piuma!- aggiunse, poi comincia a correre –Galoppa cavallino!!-
-Rei!!! Non correre così!! Rei, il fianco!!!! Ahi!-
-Scusa!-
Solo alcune ore dopo, il bariano riprese a camminare normalmente, con Natsumi sulle spalle si è addormentata, stanca come è, non è riuscita a tenere gli occhi aperti. Vector, intanto, si immerse nei suoi pensieri “Accidenti, ora si che sarà molto complicato. A quello che ho visto è solamente una ragazzina come tutte le altre sulla Terra, ognuno ha dei punti deboli,” si gira e la guarda “ma non con lei è diverso. Oggi ha quasi rischiato di farsi male sul serio! Ma…” ritorna a guardare la strada “…c’è qualcosa… di famigliare in lei… ma perché?” si chiese tra sé e sé. In quel momento, ebbe una strana sensazione di deja-vu…
 
Vector cammina con il respiro affannoso, con Evelyn sulle spalle e inzuppati piani d’acqua. Si è messo a piovere ma lui non lo importa, l’unica importanza è che lei è ancora viva. Dopo a quella maratona, si è spaventata moltissimo. Evelyn apre i due occhietti blu-galassia e vide il bambino a trasportarla.
-Stai bene, Evelyn?- le chiese con un tono preoccupato.
La bambina annuì.
-Tranquilla, ti porto a casa- le disse, sorridendole.
-Vector…- disse con un filo di voce la bambina e lui si gira -…grazie- aggiunse.
Il Prince sorrise e si incammina verso il palazzo…
 
Il bariano scaccia via da quel pensiero e si incammina con la ragazza sulle spalle, verso destinazione.







Angolo Autrice:
Eccomi!!!! Scusate, ho fatto troppe uscite e poi ho internet in chiavetta. Mi sto preparando anche un regalo speciale per voi! E' una sorpresa!
Yuma: Scusa, non devi parlare del capitolo?
Io: Oh, già! Natsumi ha vinto una partita di calcio contro l'America, ma dovrà rimanere a casa per un bel pò.
Natsumi: Ahi... che male... *mano al fianco*
Kite: Vai dritto a letto e niente discurssioni.
Natsumi: Uffa!
Io: Vector sta per ricordare qualcosa... Riuscirà a ricordare? Non perdete il prossima capitolo: "L'intera storia del passato!" Scoprirà qualcosa d'interessate nel libro? Energia al massimo!!!

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Capitolo 26
*** Chapter 25: L'intera storia del libro misterioso! ***


Chapter 25: L’intera storia del libro mistorioso!
 
Passarono alcuni giorni dalla guarigione, Natsumi dovette stare a casa anche dalla costrizione del cugino; a volte Kite può essere severo per quanto deve tenere d’occhio suo fratello minore, ora con lei. La ragazza si annoia senza fare niente ma fortuna che le fa compagnia Hart.
Yuma e Tori passano a casa (fortunatamente con il permesso di Kite) per darli i compiti e qualche volta li fecero insieme anche con Astral, qualche volta le due ragazze lo svegliano con delle botte in testa all’amico perché si appisola anche quando studia. Ma quando la devono lasciarla, rimase con il broncio.
Stupido livido!
Per passare il tempo, disegna con Hart oppure a contemplare il suo deck. Le carte sono composte da mostri un po’ misti e carte magia regalate dal padre durante i viaggi, ci è molto affezionate a quelle carte che non se ne separa mai! Il più stretto a sé è la carta numero data ad Astral, ma anche un'altra: Drago Polvere di Stelle. (autrice: è anche il mio preferito. L’ho preso nella serie di Yu Gi Oh 5Ds) La sua prima carta acquisita durante un viaggio all’istituto, nascosto e portato sempre con sé.
Natsumi, dato che non può uscire di casa, decise di leggere il libro. Si è interessata a quel libro di scoprirne il suo contenuto e di scoprire il nome e la leggenda della Principessa Perduta.
Riprese a leggere fino dove ha lasciato il giorno scorso.
 
...Mord. Mio figlio è diventato Re. Un degno Re che anche gli abitanti di Eregor apprezzarono la sua decisione.
La mia anziana età mi permisero di vedere i grandi progressi di mio figlio: decise di rafforzare il commercio, diminuire le tasse delle vendite e un grande esercito da poter difendere il Regno da attacchi dei nemici provenienti dal mare. All’età di vent’anni.
Mi sento orgogliosa di lui. Anche Thron sarebbe fiero del suo erede.
Al suo venticinquesimo compleanno, dovrà scegliere in sposa una di Sangue Reale. Una del nostro casato: Miduel, sua cugina.
Un’amore a prima vista!
In quei anni passati, si odiavano a vicenda da piccoli… adesso sono adulti e possono decidere quale sorte da prendere. Mia nipote è la più bella dal casato: i capelli rosa come i petali delle rose, lunghi e morbili come la seta, gli occhi dolci e celesti del cielo d’estate. Un bella donna.
Si sposarono (a quell’epoca, i matrimoni combinati) ed ebbero un figlio: Malcom. Uguale al padre. Il mio primo nipotino.
Una gioia immensa mi evase un grande calore al cuore. Un altro erede al trono con le stesse decisioni di mio figlio.
La mia vecchiaia è giunto al termine. Un terribile tumore mi sopraggiunse al mio ventre, solo pochi mesi di vita. Dovrò dare queste testimonianze di questo libro a mia nipote, così per poter raccontarle a chiunque lo trova, per generazione in generazione.
Ora, potrò ragiungere mio marito e restare con lui, per sempre.
 
A quella storia le vennero le lacrime ai occhi. Un’anziana donna che ha amato un uomo che è diventato pazzo per l’oro. Che cosa ingiusta! Finito il capitolo della vecchia Regina, passa alla nuova sovrana Miduel. Una pagina dove c’è il suo auto ritratto: proprio bella.
Lesse il nuovo capitolo:
 
Il mio nome è Miduel, figlia di Endon e di Miral, del casato dei Eregor. Seppi la morte del mio caro nonno per quella maledetta malattia della mente, per colpa della ricchezza e delle pietre preziose del Regno di Embrar!
Me lo hanno portato via.
Mi ero afezzionata a lui.
Mi sono sposato con mio cugino Malcom, un giovane che l’ho sempre odiato, ma qualcosa in me mi dice che lo cose sono cambiate… sono già passati anni da quel bellissimo giorno, nacque mio figlio Malcom. Lui e mio marito: due gocce d’acqua.
Dopo alcuni mesi, seppi che mia nonna ebbe un tumore e corsi subito da lei: un’anziana donna piena di rughe, la pelle bianca. Distesa sul letto, in punto di morte.
Mi avvicinai a lei, chiamandola piano –Nonna…-
Lei apre piano gli occhi –Miduel… mia cara nipote…- disse con un filo di voce e rocca, poi tossisce.
L’accarezzai la fronte rugosa –Non parlate. Risparmiate le forze- le dissi, preoccupata.
Mi punta i suoi occhi verdi smeraldo spento su di me –Miduel… ho una cosa da mostrarti…- alza la mano destra tremante -…nel mio armadio… aprila… e trova un grosso libro…-
Obbedì e corsi imediatamente verdo l’armadio a quatro ante, le apro tutte e alla fine lo trovo: questo grosso libro. Ritorno al letto –E’ questo?- domandai, incerta.
Lei annuì debolmente.
-Che cosa ci devo fare?-
Alza entrambe le braccia e le mise sulle mie –Questo, mia cara…- tossisce -…sono i miei ricordi e l’inizio… di un nuovo futuro…- mi disse, con il respiro affannoso.
-Un nuovo futuro?-
-Sì…. un fuuro lontano…- mi disse -…queste saranno… le testimonianze nel nostro Regno… la storia di tutti noi…- aggiunse –Miduel… ascoltami…- presegue mentre stetti a sentirla con le orecchie aperte -…scrivi tutto quello che succede, tutto quello che ricordi… sarà scritto tutto qui… su questo libro… finché tu vivrai… lo darai ai tuoi figli, i tuoi nipoti e via vicendo… finchè il ricordo della nostra dinastia contiunui…- tossisce ancora.
-Nonna, no!-
-…mi raccomando… ricorda quello che ti ho detto…-
Dai miei occhi uscirono delle lasccrime salate sulle guance –Nonna! No!- mi aggrappo al grembo della nonna, lei mi accarezza i miei capelli, lo faceva anche da piccola.
-Miduel… ti ho sempre voluta bene… come se fossi mia figlia… e ti ringrazio…- aggiunse, rimase distesa e sento solo –Ora… ritorno in pace……- concluse, sento il suo ultimo respiro e il suo cuore battere per l’ultima volta.
Alzai lo sguardo verso si lei, gli occhi chiusi e con un sorriso sulle labbra; le sue mani diventarono fredde al suo tatto, la scuoto –Nonna. Nonna? Nonna! Nonna!!- e scoppio a piangere.
Arriava di corsa Mord e mi abbraccia, tenendo il libro al petto.
Fu quella volta che parlai con mia nonna, l’ultima volta che la vidi. Dopo i funerali, decisi di rispettare il desiderio di mia nonna.
Scrivo questo eposido per dirvi quanto soffro la perdita di qualcuno a cuore e di ricordare i momenti felici che hai passato con quella persona. Tu dici che non riesci ad andare avanti?
Ma io continuerò andare avanti! Finchè il mio cuore continuarà a essere forte…
 
Natsumi esce dalla camera e si diresse in cucina per stuzzicare qualcosa sotto i denti, fortuna che non si è messa a piangere leggendo il libro. È troppo triste ma anche a dare forza.
Prese un piattino di biscotti preferiti e si diresse di nuovo in camera, vide il cuginetto in salotto inginocchiato al tavolino a disegnare. Incuriosita da sempre, si avvicina a lui e si china affianco –Ehi, Harty. Che stai disegnando?- gli chiese.
Hart fece le spallucce –Non lo so. Mi sono annoiato e ho deciso di disegnare qualcosa- le rispose, ritornando di nuovo sul foglio: cerca di disegnare Yuma e Astral che litagano, li vede spesso .
Natsumi ridacchia –Sai una cosa: il tuo modo di disegnare sta migliorado- gli disse, con un sorriso.
Hart le sorrise e annuì.
-Ti posso farti compagnia? Mi sto annoiando- chiese la ragazza.
Il ragazzino annuì di nuovo.
Natsumi si sedette sdragliata sul divano, apre il libro e prese un biscotto e lo porse uno al cuginetto.
Riprese a leggere:
 
…Sono passati molti anni dalla morte di mia nonna, ora governo il Regno affianco con mio marito per trent’anni. Malcom cresceva velocemente assomigliando sempre di più al padre. Un vero erede!
Mord dovette insegnarli tutto: il comportamento di un Re, come trattare la politica, nell’arte della spada e nell’esercito militare. Passa tutto il tempo con suo padre ma tranne nelle riunioni.
Quando lo vedo allenarsi con la spada nei Giardini Reali contro il suo nemico invisibile, ormai i figli non hanno più il tempo di passare con le proprie madri, Malcom mi si avvicina solo quando vuole una consolazione.
All’età di diciannove anni è il momento di trovare una sposa e scelse una Principessa di Ailand, proveniente al sud dell’Impero. Ma dopo lcuni mesi dopo, scoprimmo che non può dare alla luce dei figli e si divorziarono.
Le acque si calmarono e all’età di ventitre anni, si decise di risposarsi: Rose, del Regno di Ered, una giovane dai capelli d’argento mai visti e piccoli occhi celesti come il ghiaccio, ma un’immenso calore nel suo cuore.
Una buona scelta.
Il suo Regno proviene di puù al Nord, sopranominato anche il “Regno del Ghiaccio”, un posto freddo e isolato; a prendere il posto di governare fu la sorella maggiore detta “Principessa del Ghiaccio” e sposata con il “Signore dell’Acciaio” del Regno di Embrar.
Nacquero due gemelle: la prima la chiamarono Ambra perché la sua pelle e i suoi capelli come l’ambra degli dèi, mentre la senconda i capelli argenti come la madre ma gli occhi d’orati li ha presi da un lontano parente della madre e decisi di chiamarla Dream, perché i suoi occhi puri come le stelle della notte. Per questo motivo che la chiamai così.
Passarono gli anni ed ebbero sette anni: Ambra diventa una ragazzina indipendente, socielove e decisa, passa molte giornate tra i libri e stare con la sorellina; Dream è il contrario di lei, le piace passare per la maggior parte del tempo con me e Rose, una bambina allegra, vivace e di un coraggio da vendere. Un vero coraggio da ragazzo.
Due gocce d’acqua ma diverse di carattere e di passione.
Quei momenti felici passarono a un incubo… durante la notte, Mord e Malcom si trattenero alla riunione tardi mentre io e Rose portammo le bambine a letto, quando le mie nipote si addormenterono… suona l’allarme!
Le guardie del Palazzo corsero verso la Sala delle Riunioni: un’assassino è entrato di nascosto e ha fatto strage di tutti i consiglieri e… mio figlio...! Mi trovo davanti con gli occhi spalancati una scena terribile.
In quel momento, un grido strazziante dietro le mie spalle: Rose tenne gli occhi spalancati verso Malcom e pianse mentre io corsi da lei per abbracciarla, troppo tardi per non farle vedere una scena orribile.
Mio marito rimase ferito durante la lotta ma le guardie riuscirono a fermarlo. Mord rimase sconvolto nel vedere nostro figlio traffito al cuore, il primo a essere colpito mentre lo protesse. È la prima volta che lo vedo piangere.
Dopo quei mesi dalla morte di Malcom, Rose diventa vuota, fredda di carattere nei confronti di tutti.
Una settima dopo, l’assassino venne giustizziato e condannato a morte alla ghigliottina, quello che ha sempre voluto Rose.
Le due gemelle compiono dodici anni e non è cambiato niente: Rose pensa a governare con freddezza e senza pietà a coloro che supplicano a una richiesta di aiuto. Rimase sola dentro di sé e non fece caso alle sue figlie.
Mi preoccupo per lei.
Ho deciso che stasera le parlo e tutto si sitemerà come un tempo…
 
Mentre la ragazza lesse quelle pagine, Kite passa per i corridoi per caso e la trova sul divano e Hart a disegnare, curioso si avvicina silenziosamente alla cugina. Si vede che è parecchia concentrata a leggere. –Che cosa stai leggendo?- le chiese.
Natsumi sobblza dallo spavento –Kite! Che colpo mi hai dato!- lo rimprovera al cugino, rimando seduta a guardarlo.
Kite alza le mani –Oh, scusa- le disse e si sedette affianco –Allora, che leggi? Non è uno dei tuoi soliti racconti di avvuntura, vero?- Kite ama punzacchiare sua cugina con le sue storie di avventura da pazzi.
Natsumi fece un finta risata –Ah-ah. Spiritoso!- sbuffa lei –Mi sono messa a leggere questo libro, l’ho presa solo in prestito dalla Biblioteca Nazionale- gli rispose, mostrandolo.
Il cugino lo prese e lo analizza attentamente –Cavolo, è parecchio vecchiotto ma ancora tutto intero- si disse –Scommetto che hai cambiato genere e sei passata al romanticismo- aggiunse, scherzando.
-No, non è affato un libro di romanticismo e neanche di avventura!- gli disse in modo sarcastico la bruna –Questo è un specie di diario di un Regno Sperduto, dove lavoravano mamma e papà-
-Sì, me lo ricordo-
-Gli zii erano dei ercheologhi?- chiese Hart. Non ha mai conosciuto gli zii.
Natsumi annuì –E anche molto famosi- rispose, poi spiega al cugino le sue intenzioni –Io e i miei amici abbiamo deciso di scoprire la leggenda della Principessa Perduta se è vera o no. Siamo andati in biblioteca e ho trovato questo libro. Qui racconta la vita dei sovrani del Regno di Eregor ed è probabile che scopriremo questo mistero!- aggiunse poi –Se vuoi, te lo presto-
-Grazie-
-Ma prima…- disse Natsumi, riprendendolo –Lo leggo tutto io! Sono stata la prima a trovarlo!- aggiunse.
-D’accordo, d’accordo! Va bene, va bene!- le disse, ridacchiando divertito.
In quel momento, il Dr Faker rimase sulla soglia a guardarli. Vederli guardarli sorridere. Dei sorrisi perduti dal tempo.
 
Verso sera, anche questa volta, Natsumi si mise al letto e apre il libro a riprendere a leggere: cosa sarà successo tra Miduel e Rose?
Sfoglia la pagina e inizia un nuovo capitolo: dall’altra parte un vecchio ritratto della famiglia della Regina Miduel con il marito, il figlio, la moglie e le due gemelline appena nate dentro nei fagotti, una in braccio alla madre mentre l’altra alla nonna. Che tenere.
La ragazza inizia a leggere:
 
Io sono la seconda genita del casato. Dream, la figlia di Malcom e di Rose, sorella gemella di Ambra.
Siamo nate sotto la Costellazione del Sagittario, il segno della fortuna. Ma a volte, la fortuna non può servire sempre…
Dopo la tragedia della morte di notro padre, mia madre non è più la stessa: rimase fredda e distaccata come la zia (solo qualche volta) ma lo è ancora di più. Quando l’avvicino per consolarla, lei mi dice –Vatte via!- e ci rimasi male…
Ambra mi mise una mano per consolarmi e scosse la testa, non c’è niente da fare. Ci rimasi molto male.
Durante l’esecuzione alla ghigliottina dall’assassino, l’uomo comincia a parlare –Prima o poi, comincerà una nuova guerra!!- disse ridacchiando in modo maligno -Una Guerra di Conquista!! Arriverà un Tirrano proveniente da Sud e vi ucciderà tutti!! Vi metto in guardia e vi dico… che non ci sarà nessuna pace!! Nessuna!!!- aggiunse, ridendo forte.
Il boia tira la lega e la lama del metallo gli mozza la testa dell’uomo.
Io e mia sorella ci coprimmo a vicenda e la nonna ci abbraccia. Solo allora che mi resi conto nei occhi della mamma l’immenso odio nei confronti dell’essere umano, un odio eterno e infinito.
Con quel comportamento contiuna ad andare avanti per tutta la vita.
Una sera, non riesco a dormire mentre Ambra dorme profondamente accanto a me, mia nonna Miduel entra nella nostra camera con la candela in mano, mi vide ancora sveglia –Non riesci a dormire, tesoro?- mi chiese, sedendosi sul letto e mi accarezza i capelli.
Scossi la testa -Non riesco a dormire. Sono preoccupata per la mamma- le risposi, mettendo la schiena al cuscino.
-Non ti preoccupare. Ogni volta le persone cambiano nella vita, me lo ha insegnato la tua bis-nonna.-
-Ne siete sicura? La mamma è cambiata troppo-
Rimaniamo in silenzio. Poi, la nonna estrae qualcosa sotto lo scialle sulle spalle: un vecchio libro. –Dream, voglio che questo sia tuo- mi disse, posandoli il libro.
-Che cosa ci devo fare?- le chiese, confusa.
-Mia nonna mi disse che questo libro sarà la testimonianza per una nuova generazione. Me lo ha dato a me per scriverci tutto quello che succede nel nostro Regno. Solo quello e della mia vita. Mi disse anche di far in modo di cotruire un nuovo furuto-
-In che senso?-
La nonna mi accarezza i capelli con un sorriso –Lo capirai- mi disse solo, mi diede un bacio sulla fronte –Buonanotte, piccola mia-
-Notte, nonna- la saluto e mi distesi sul letto, avvolta dalle lenzuola bianche e calde e chiusi gli occhi.
La nonna si alza, prese la candela lasciata sul comò, si diresse alla porta e chiuse.
Fu in quel momento, in quella sera, tutto cambia…










Angolo Autrice:
Rieccomi! Ehehhe... scusate, qualche volta mi sta lasciando l'ispirazione... eheheheh... ma mi troverò aggiornata. Allora, Natsumi legge il misterioso libro trovato e scopre tutta la storia di questo Regno Perduto dove vivono i discendenti della Principessa Perduta. Che cosa scoprirà dopo? Che cosa succederà alla Regnina Miduel?
Dream: Non voglio che succeda qualcosa alla nonna!
Io: Tranquilla, Principessa, andrà tutto bene... lo spero.
Dream: Come?
Io: No no, niente. Non perdete il prossimo capitolo: "L'appuntamento!" Di chi sarà? Vostra Altezza, volete dare un saluto ai notri amici lettori? *faccio l'inchino*
Dream: Con piacere.

Io & Dream: Energia al massimo!!!
Dream: Come sono andata?
Io: A meraviglia!

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Capitolo 27
*** Chapter 26: L'appuntamento! ***


Chapter 26: L’appuntamento!
 
Natsumi si sveglia a buon ora, il fianco non è guarita del tutto a si è ripresa del tutto dalla botta della partita, si lava e indossa la divisa scolastica in fretta, si diresse in cucina salutando i cugini –Buongiorno!!-
-Ehi, tigre, fa attenzione. La ferita non è guarita del tutto- la raccomanda Kite.
La ragazza finisce di magiare in solo due bocconi il riso preparoato e beve tutto d’un fiato il succo di frutta –Tranquillo, porto il certificato medico della scuola- lo rassicaura al cugino “iper-protettivo” come lo pensa sempre –Ciao!- li saluta dandoli un biacio alla guancia ed esce di corsa.
Corse, come al solito, con i pattini a rotelle ma non allera molto, per questo motivo si è alzata presto. Durante il tragitto, invece di incontrare Yuma, incontra Rei per starda –Rei!! Ciao!!- lo saluta chiamandolo.
Il ragazzo si gira –Buorngiorno, Natsumi- la saluta mentre si ferma davanti a lui –Come va con il fianco?- le chiese. Fortuna che non è andato a casa sua mentre lei dormiva sulle sue spalle e decise di svegliarla a malincuore, gli piace vederla mentre dorme come un ghiro, ma è l’unico modo per non essere scoperto da suo cugino Kite. I due si salutarono, lei sale a casa con aria stanchissima mentre lui prosegue la sua strada in mente i piani di conquista.
-Così e così- rispose Ntasumi –Mi meraviglio di te di vederti in giro di mattina- aggiunse.
Rei fece un mezzo sorriso –Beh, ho dei servizi da fare-
Natsumi sorrise –Tranquillo, non dico che servizi dei fare- gli disse –Mi… accompagni fino a scuola?- le chiese un po’ timorosa. A chiedere qualcosa a un ragazzo come lui tiene un po’ paura di fare una brutta figuraccia.
-Certo- rispose lui. Lei fece un sospiro di sollievo “Meno male!” si disse tra sé e sé.
I due s’incamminarono verso scuola mentre chiacchierano –Ah, Rei, ho scoperto delle cose molto interessati sul libro- disse a un certo punto la bruna.
-Quali?-
Natsumi comincia a spiegare in parole povere il racconto letto –Mi sono messa leggere per tutta la giornata e non riesco a staccare gli occhi di dosso! Ora sono rimasta al punto che Miduel da il libro alla nipote dopo che si sono incontrate per l’ultima volta-
-E che cosa successe tra Miduel e Rose?-
-Non lo so. A quel punto mi sono addormentata come un sacco di patate!- disse lei, buffando, mentre il ragazzo rise per le ultime parole dette –Come un sacco di patate?- chiese lui.
-Ho un sonno pesante… beh, quasi, insomma…- rispose, mettendo una mano dietro la nuca.
-Senti… in questa settimana devo fare delle commissioni e…- le disse Rei.
-Cosa?!- esclama la regazza –Uffa! Non ci vuoleva!- Natsumi fece in broncio, sta bene con lui (stranamente) con cui chiacchierare e incortrarsi spesso dopo la scuola. Ci rimase male.
Rei non piace guardarla in quel modo, giù di morale e con l’espressione bronciata, senza pensarci due volte le disse –Mi è venuto un’idea… dato che non ci vediamo questa settima… ti va di fare un giro inssieme al parco il sabato…?- balbetta lui, con la mano tra i capelli arancioni.
Natsumi alza di scatto la testa e si volta verso di lui con gli occhi blu-galassia verso di lui. Come? Lui le sta chiedendo un’appuntamento? Il cuore comincia a battere mille volte più veloce. –Aspetta, mi stai chiedendo un’appuntamento?- gli chiese.
Il bariano rimase sorpreso. Diamine, gli esseri umani lo chiamano ‘appuntamento’? Che guaio, si è ficcato da solo! Lui balbetta –S…sì...-
-Ok- rispose in modo frettolosamente la bruna. “Oh cavolo! Il mio primo appuntamento con un ragazzo! Però non uno qualsiasi. Ma con Rei! Oh mamma mai!” si agita tra sé e sé, nel panico interiore da trattenere e un leggero rossere sulle guance.
“Oh, bene! Bravo Vector, sei uno stupido genio!” si disse l’imperatore bariano, con una faccia depressa e si malidisse sé stesso.
-A che ora?-
-Verso… le 5:00, ti va bene?-
-Ok- concluse lei e si guardarono per un paio di minuti. In lontananza, la campanella della scuola suona –Oh cavolo! È suonata!- esclama la bruna, tra le chiacchiere e cose varie non si rese conto del tempo –Allora, ci il sabato?-
-Ok-
-Va bene. Ciao- lo sualuta e (un’altra volta) gli diede un gacio alla guancia e corse verso scuola.
Il bariano rimase immobile come l’altra volta. Per quelche motivo, dentro di sé rimse sconvolto. Non può continuare a fingere di essere un suo amico “umano” mentre lui in realtà è il più terribile dei imperatore bariani. È deciso, lo avrà detto il sabato.
 
Arrivata a scuola in ritardo, non molto grave fortunatamente, il prof Key la perdona sapendo che ha partecipato alla paritita di calcio e si rimise a sedere. Ma per Yuma, beh, diciamo pulizia per i corridoi della scuola come punizione e lui ci rimase molto male.
Passarono le ore senza intoppi per natsumi fino alla ricreazione, tutti salirono sul tetto della scuola a fare merenda.
-Hai scoperto qualcosa sul libro?- chiese Katy al suo fianco.
Lei annuì- E ho scoperto delle cose molto interessanti- rispose, sorridendole.
-Davvero? E quali sono?- chiese eccitato Bronk. Anche gli altri e i due fratelli sono curiosi da saperlo (meno di tutti è Shark, come al solito).
Natsumi fece un mezzo sorriso e agita le mani –Ok, calmatevi…- disse ridacchiando, prese il libro dallo zaino, se lo ha portato con sé per leggerlo nelle altre ore, apre il libro e lo lesse ad alta voce le pagine lette. Durante la lettura, tutti (quasi) rimasero commossi: Tori ebbe le lacrime ai occhi, Katy in lacrime con il fazzoletto tra le mani e davanti alla bocca, i tre ragazzi piagnucolano come dei bambini vicino l’uno all’altro, Yuma si è appisolato come al solito, Astral rimase molto attento alla storia, Rio rimase quasi neutra ma delle goccioline ai aocchi e Shark… rimase impassibile e rimase a fissare per tutto il tempo a Natsumi. Non ha la minima idea il perché a guardarla.
Finito di leggere, vide i suoi amici piangere come delle fontane –Questo racconto mi ha commosso- disse Filp.
-Non ho mai sentito una storia del genere- ammette Caswell.
-E’ una storia davvero triste!- piagnucola Katy.
-Si direbbe che le sovrane di questo Regno Perduto hanno avuto delle vite felici e tristi da poter far capire al lettore che la vita può essere dura- disse riflettendo lo spirito.
Natsumi annuì –Infatti è così. Quando l’ho letto stavo per scoppiare a piangere!- gli disse a lui.
Katy intervenne –Ma la parte che mi ha commoso di più è quando la Regina Miduel perde sua nonna!-
-Pe me, invece, con la nipote- piagnucola Tori.
Natsumi ridacchia imbarazzata –Si direbbe che prima o poi farete il Lago di Locnes (scusate, non sa come si scrive)!- commanta lei, inarcando il sopraciglio. Si gira verso Rio vedendola con le lacrime scenderle sulle guance –Rio, ma stai piangendo- si accorse la bruna.
Rio sobbalza e si tocca la guancia con le dita. È vero, sta piangendo. Shark scese preoccupato e corse da lei –Ehi, Rio, stai bene?-
-No, tranquilli, sto bene- disse asciugando in fretta gli occhi e sorrise –E’ solo che mi sono commossa, tutto qui- aggiunse.
Natsumi le porse un fazzoletto –Tieni. Soffiati il naso- le disse sorridendole. La ragazza lo prese si pulisce con il naso –Grazie…- disse –Ma la prossima volta, avvisami quando ci sono pezzi da piangere!- aggiunse in modo autoritaria.
Tutti cadero a terra tranne la bruna rimase a ridacchiare –Che bella risposta, sorellina di Shark- brontola Flip.
 
La settimana scorse velocemente fino ad arrivare il sabato, la ragazza rimase nervosa nell’idea di uscire con un ragazzo che ha conosciuto; per tutta la amttina rimase a casa per avere un po’ di privacy e per distrarsi un po’, decise di leggere il libro. Almeno di sapere cosa succede tra le due regine. Apre il libro e lesse:
 
…Mi addormire da poco ma dentro di me non mi sente affatto tranquilla. Strinsi il libro al petto e mi arranicchio affianco di mia sorella.
Passarono solo un paio di minuti di silenzio che accadde quello che doveva succedere, delle urla strazzianti percorsero per i corridoi del Palazzo. Io e mia sorella sobbalzammo dallo spavento, mi resi conto che quelle urla sonno della mamma e poi un altro della nonna, senza pensarci due volte, mi alzai e corsi verso le stanze della mamma con il libro al petto mentre Ambra mi corse dietro cercando di fermarmi.
Arrivata come un fulmine, spalancai le porte e vidi una scena orribile: la nonna Miduel distessa a terra e la mamma con un coltello in mano.
-Fermati Rose! Ti ho detto quello che dorebbe accadere se farai delle scelte sbagliate!- le disse la nonna im modo spaventata.
-Non dirmi quello che devo fare, vecchia megera! Mi hanno portato via quello che amavo: mio marito! E’ solo ora mi rendo conto che il mondo è malvagio! Dovevo dare ascolto a mia sorella anni prima, ma ora non sbaglierò!!- urla la mamma in modo minaccioso.
-Rose! Non farlo!- la implora la nonna.
La mamma ignora le sue supliche, alza il coltello e la trafisse in pieno petto, al cuore. La colpisce una, due, tre, quattro volte, non so quante volte la colpisce perché rimasi pietrificata da quell’orrore. A coprimi il viso fu Ambra, abbracciandomi.
Arriava il nonno e chiama in tempo le guardie per fermarla con la forza, piena di schizzi di sangue sul viso e sulla veste da notte e con il coltello ancora in mano –Portate questa pazza nelle segrete!- ordine alle guardie e obbedirono.
Sciolsi l’abbraccio di Ambra e corsi verso la nonna morente –Nonna! Nonna!! Mi senti?!-
La nonna Miduel mi guarda nei occhi, mi afferra il braccio e disse –Dream… non arrenderti mai… ti voglio bene… mia picola stella….- e chiuse gli occhi, morendo.
La chiamai parecchie volte con le lacrime ai occhi e scuotendola, tutto inutile. Ambra mi abbraccia e mi fece allontanare dal corpo freddo della nonna, il nonno si tolse il mantello e l’avvolse fino al viso –Addio, Miduel…- le disse con un filo di voce, la prese in braccio ed esce dalla stanza.
Mi stinzi più forte ad Ambra e il libro al petto, piangendo.
Quella fu una notte da incubo…
 
La ragazza smise di leggere, con una gocciolina all’occhio sinistro e si asciuga con il dito. Non se lo aspetta una cosa del genere: Rose che uccide sua suocera davanti a sua figlia Dream. Una cosa da pazzi!
Si alza dal divano e appoggia il libro sul tavolino, si diresse verso la cucina e si prese un bicchere d’acqua, almeno si deve riprendersi dalla lettura che l’ha quasi scossa. Alza lo guardo verso l’orologio: le 5:45 del pomeriggio.
Riflettè per un attimo e poi sobbalza –Accidenti! L’appuntamento!- esclama, esce dalla cucina e corse in fretta in camera.
Durante la corsa… Bam! Si scontra con il cugino che cammina nelle vicinaze. –Scusami, Kite!- si scusa in fretta la bruna.
-Ma che stai combinando?- le chiese, confuso e sospettoso da quel fare strano che ha assunto la ragazza tutto d’un tratto.
-Ehm… ho fretta! Devo andare!- disse frettolosamente lei, si alza e corse in camera, chiudendo la porta alle sue spalle.
Kite si alza da terra, spolverando la veste nera e si avvicina alla potra, con le spalle al muro e le braccia incrociate –Perché vai di fretta?- le chiese, curioso.
-Non è il momento!- rispose dietro la porta –Se parlo con te mi fai perdere un sacco di tempo!- aggiunse, cercando di scegliere i vestiti da mettere.
-Almeno dimmi il motivo-
-Ok, te lo dico- si arrese –Ho conosciuto un ragazzo…-
In quel momento, Kite si allarma –Che ragazzo?-
-Non ti preoccupare!- lo rassicura –E’ un ragazzo simpaticissimo. È un bravo ragazzo e ci incontriamo dopo scuola per accompagnarmi a casa-
Ahi-ahi! Kite diventa sempre di più sospettoso!
Nelle vicinanze, passa Hart vedendo il fratello maggiore accanto alla porta della cugina –Kite, cosa sta succedendo?- gli chiese, curioso.
-Un’appuntamento- gli rispose semplicemente –E come vi siete conosciuti?-
Natsumi apre la porta e fece uscire solo la testa –E un interrogatorio, per caso?- gli chiese, perplessa.
-No, e che…-
Lei sbuffa e rotea gli occhi –Guarda che non sono più una bambina- lo avvisa, rientrando rimanendo con la porta mezza aperta.
-Almeno mi rassicuro- ribatte Kite e apre la porta –Non vorrei che…- si blocc di colpo.
Natsumi indossa una T-shirt di color viola chiaro con delle stritte rosse, preceduta da una giacchetta nera e corta fino ai fianchi, una minigonna viola a pieghe con le calze nere fino a metà coscia e le scarpette nere leggere. Niente trucco sul viso perché sua madre le disse che è più carina anche così.
-Come sto?- disse infine rivolgendosi ai cugini, sfoggiandogli uno dei suoi migliori sorrisi.
Kite la guardò un attimo, meravigliato e senza parole. Da quando si veste in quel modo? Mai. Si veste sempre da mascchiaccio.
Lui cerca di trovare le parole guiste –Beh… ecco…-
-Stai benissimo- interviene Hart, sorridendo –Ma perché non ci dici con chi stai uscendo?- le chiese.
-Ah! Lo dovresti conoscerlo- disse Natsumi, corse verso il bagno e loro li seguono –E’ un ragazzo simpatico, un paio di giorni fa mi ha salvata la vita- aggiunse, prendendo spazzolino e dentifricio.
Kite sobbalza dalla notizia e sgranando gli occhi. Ma come? Gli racconta smepre tutto a fine giornata! Sente puzza di guai.
-Fammi indovinare allora- insiste Hart. Non è molto bravo a indovinare ma si diverte.
Natsumi si sciacqua la bocca –Provaci-
Hart arriccia le labbra, riflettendo –A quello che vedo, tu e Yuma andate d’accoro-
Lei scosse la testa con un no.
-Mi è sembrato che tu e Shark parlate spesso…- riflette il cugino maggiore. Non gli va a genio lei con quell’arrogante di Shark, non osa nemmeno immaginare.
-No, tentativo fallito- taglia corto, asciugandosi la faccia.
-Uno della tua scuola?- chiese Hart.
-Altro buco nell’acqua-
-Allora vado a tentativi con l’iniziare del nome:- disse Kite -A?-
-No-
-B?-
-No-
Kite e Hart continuarono con le lettere dell’alfabeto, seguite sempre dai no di Natsumi mentre si sbriga di prepararsi.
-P?-
-No-
-R?-
-Indovitato, Harty-
-Che bello!- esulta il ragazzino con i salti di gioia -Prima lettera indovinata!- aggiuanse –Ora la seconda!-
Natsumi sorrise –La prossima volta, da grande fai il detecvide- disse, sistemando i capelli, con un fermaglio in bocca e lo specchio davanti. Mise i due fermagli alla frangetta entrambi i lati e lasciando il ciuffetto sulla fronte –Vi do dei indizi: la pima che avete indovinata è la “R”. Secondo indizio: ha solo tre lettere. Ultimo: finisce con la “i”- gli spiega ai due cugini mentre ritorna in camera a prendere qualcosa. Mentre sistema frettolosamente di mettere i vestiti nei cassonetti, si rese conto qualcosa nella tasca del pantaloncini, lo tira fuori: il bigliettino che ha trovato nei spoiatoi! Inarca il sopriaciglio e lo apre:
 
Stai alla larga da Rei. È molto pericoloso.
 
Rei pericoloso? Ma chi lo ha scritto? Come fa a conoscerlo? Forse è stato quella misteriosa figura dai occhi rossi? Guarda di nuovo l’orologio da polso ed esclama. Mancano solo dieci minuti.
Intanto, Kite riflette con attenzione su quello che ha detto: una “R” per iniziale e una “i” finale. Solo tre lettere. Non ha la vaga idea di chi tiene tre lettere. –Ok, mi arrendo. Un altro undizio?- chiese, arreso. Non è molto bravo in questo gioco ma lei sì.
Un po’ come uno scambio di giochi: lui riesce a trovarli a nascondino mentre lei con gli indovinelli.
-Va bene, va bene- disse Natsumi uscendo dalla camera –Se lo vedi per strada, ha i capelli arancioni e gli occhi viola- aggiunse, entrando in cucina.
Kite capisce immediatamente di chi si sta riferendo: un ragazzo dai capelli arancioni e occhi viola li ha solo… Vector! Solo lui li possiede! Quando era Rei in umano e diventato migliore amico di Yuma. Non può crederci. Sua cuciga esce con… un bariano! Con un pazzo, per giunta.
-Ok, io vado!- avvisa Natsumi –Ci vediamo stasera. Ciao- e corse via.
Kite non è riuscita a fermarla in tempo. Ora che cosa accadrà? E se la farà del male? Non glielo permetterà!
 
Il bariano rimase molto nervoso, con la testa bassa e le meni nelle tasce dei pantaloni. È tutta colpa di Alito di averlo preso in giro.
Alcune ore prima…
Ritorna al rifugio come le altre volte, i due gli chiesero cosa ha fatto d’interessante ma lui rispose -Niente d’interessate- Rimase in silenzio a pensare, disteso sul divano nelle vicinanze, meditando su quello che dovrebbe succedere tra lui e Natsumi. Che pasticio si è ficcato!? Verso le le quatro e mezza, decise di uscire.
-Ehi, Vector, dove vai?- chiese Alito.
-Esco- rispose solo –Sperando che questo appuntamento finisca presto- borbotta sottovoce in modo da non por sentire.
-Un’appuntamento?- domanda il bariano, scattando all’in piedi –Di che appuntamento si tratta?- chiese di nuovo.
Bella novità che Vector abbia un’appuntamento.
-Niente-
Alito incrocia le braccia al petto –Oh-oh, ma non mi dire. Il più cattivo tra i sette Imperatori Bariani ha un’appuntamento- disse ridacchiando divertito –E dimmi, chi è la fortunata, eh?- chiese, mettendo il braccio sul collo del compagno.
-Nessuna- rispose in modo minaccioso e tolse bruscamente il suo braccio.
Alito non è affatto impaurito delle sue minacce –Ma non mi dire che ti sei trovato una fidanzatina, eh?- chiese di nuovo, stuzzicandolo.
-Non ti ci mettere anche tu!- disse a denti stretti. Già riesce a sopportare Numero 96 e ora ci mette anche lui! Che gliella!
-Ok, ti tolgo il disturbo…- disse l’imperatore con le mani dietro la nuca -…Vectucciolino-
L’altro non disse nulla, con il volto scuro, alza la mano verso il compagno e utilizza i suoi poteri: lo scaraventa contro il muro e atterra sui materassi vecchi.
-Me ne vado. Tanti saluti- concluse lui, andandosene, lasciando il povero ragazzo con il naso sangiunante e mormora tra sé e sé –Perché a me….??-
Dopo un ora…
Vector sospira –E’ tutta colpa di Alito… non lo sopprto più…!- mormora a denti stretti con iritazione.
-E’ tutta colpa di chi?- chiese una voce famigliare, dietro le sue spalle.
Rei sobbalza dallo spavento –Eh?!- si gira ridacchiando e sudando freddo -No, non è niente…-
Il bariano rimase stupito: osserva Natsumi dai piedi fino al capo. È davvero carina.
-Allora?- chiese, mettendo le mani dietro la schiena.
-Natsumi… sei così… ecco…- balbetta lui.
-Così cosa?- gli chiese, curiosa.
Rei non seppe cosa dire… carina… anzi, fantastica… rimase a bocca aperta uscendo un sonore “ehm” di continuo.
-Nah! Lasciamo stare!- esclama la bruna, lo prese per un braccio e lo trascina –Dai, andiamo! È da una settimana che non ci siamo sentito!- aggiunse.
Rei non sa come reagire, come può raccontarle la verità? Sorrise, togliendo quella preoccupazione e di pensare al divertimento.







Angolo Autrice:
Eccomi! Sono tornata a dirvi che Natsumi ha un appuntamento con il nostro imperatore bariano. Poverino, si è ficcato nei guai da solo!
Vector: Che momento imparazzante...
Io: Oh, dai, Victy. *metto il gomito sulla sua spalla* La prossima volta pensaci due volte che dirlo subito, non trovi?
Vector: Leva quel gomito sulla mia spalla! *sguardo minaccioso*
Io: *mi levo* Ah, scusa. Non perdete il prossimo capitolo: "L'Annuncio di Pace!" Chissà se il nostro bariano racconterà la verità?
Natsumi: Di che cosa state parlando?
Io & Vector: Niente!
Io: Energia al massimo!!!!

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Capitolo 28
*** Chapter 27: Ricordi dal Passato: L'annuncio di Pace! ***


Chapter 27: Ricordi dal Passato: L’Annuncio di Pace!

Evelyn se ne sta seduta sul largo corrimano di pietra, affacciata su quella balconata da dove le piace osservare il cielo stellato e la vista dell’intera città, Vector accanto a sé. Il Principe se ne sta in piedi, eppure continua a tenere lo sguardo su di lei ed Evelyn se né accorse -C’è qualcosa che non va?- chiese lei dubbiosa.
Vector scosse lievemente il capo –No…- rispose –Ascoltami, Evelyn…- disse poi e si chinò verso di lei.
-Ti ascolto- disse la fanciulla osservando il giovane attentamente.
-Sono davvero felice che tu sia qui…- le disse lui e allungò la mano alla sue e le accarezza lievemente –Vorrei che restasti qui…- le disse piano – …non voglio lasciarti andare…- continua -…perché vedi io…- non riesce a trovare le parole, rapito dai lucenti occhi blu-galassia di lei non seppe andare avanti. Le prese il volto tra le mani e la baciò lievemente, sfiorandole appena le labbra e poi tornando a guardarla.
Evelyn rimase stupita, sentendo un brivido invaderla e un sentimento diverso emergere dal cuore, ed era qualcosa di sconosciuto, strano a dirsi a parole -Cos’era?- chiese ingenuamente, sentendosi molto sciocca.
-Un bacio…- rispose Vector un po’ titubante e le sorrise.
Evelyn allunga la mano attendendo che il Principe la prendesse nella sua, poi si alza e resta ferma dinanzi al giovane, perdendosi nelle sue iridi viola. Avvicina il suo viso a quello di Vector e chiuse piano gli occhi… appoggia la sua fronte a quella del Principe, sorridendogli.
Vector la guarda per pochi attimi –Buona notte- le disse solo, sciolse le mani e si allontana da lei.
Evelyn rimase immobile, confusa e scossa dall’accaduto, alza la mano e si tocca il labbro inferiore con le dita. Ecco perché si comporta in quel modo. Si gira a guardare per l’ultima volta le stelle; e capisce che se né innamorato sul serio.

Nei giorni successivi, i due Principi si incontrano nei Giardini Reali come le altre volte. La sovrana li osserva ogni giorno che passa, capendo che suo figlio si è innamorato della Principessa di Eregor solo con gesti semplici e risate. Sorrise.

Vector la vide arrivare nel loro stesso luogo d’incontro come sempre, ogni sera, ad ammirare le stelle. La osserva con un viso triste e la testa china mentre si avvicina verso di lui e si accorse che qualcosa non va –Evelyn…- disse con una voce dolce e preoccupata, prendendole le mani morbide e affusolate –C’è qualcosa che non va?- le chiese.
Evelyn lo guarda intristita -Purtroppo, non posso restare…- rispose -Non posso restare così a lungo da Eregor…- gli spiega –Dopo la morte di mia madre, tre anni fa, non posso lasciare il regno tutto nelle mani di mio padre. Lui ha bisogno di me…- aggiunse con l’amaro in bocca, desidera una maggior libertà, ma purtroppo non l’è concessa.
Vector si volta a guardare il cielo stellato -Se sono io a volerlo, allora resterai qui…- ribatté con voce più che mai convinta.
La fanciulla l’osserva con gli occhi sgranati -Non vorrei mai lasciarti…- gli disse -…più di qualunque altra cosa…- aggiunse, con nodo alla gola -…ma non potrei mai farlo…-
Vector si volta verso di lei, fissando i suoi occhi viola in quelli blu-galassia della fanciulla, le pose le mani sulle spalle nude -Sposami, Evelyn…- le disse infine -Resta a Palazzo come Regina- aggiunse. Le indicò poi il regno al di fuori della finestra –Deiler, tutto, sarà tuo- disse ancora.
Evelyn rimase silenziosa, colta alla sprovvista, gli occhi le brillarono per l’emozione, non riuscendo a trattenere la felicita che, innata, le sale dal cuore.
-Non dirmi di no…- Vector torna ad osservala quanto mai serio -Non accetterò mai un rifiuto- l’avvisa.
-Non c’è bisogno che tu aggiunga altro…- lo interruppe la giovane -Se tu lo desideri, allora ti sposerò- acconsentì -Ma non Deiler, né per il titolo di Regina, ma per te, perché ti amo, che accetto- continua portando le braccia attorno al collo del ragazzo e abbracciandolo, abbandonando la testa sulla sua spalla, e quel momento fu uno dei più belli della sua vita.

In quel giorno, il Re cadde a terra, uno dei consiglieri se ne accorse e chiama immediatamente i Medici Reali. Si scopre una malattia al cuore e dovette rinunciare a governare il Regno in quelle condizioni. La sovrana non può riuscire a governare da sola ma deve assolutamente trovare qualcuno che possa governare: suo figlio.
Il giorno seguente, lo trova per i corridoi del Palazzo Reale con la Principessa mano nella mano finché non si accorsero di lei.
Evelyn le fece l’inchino come saluto e la sovarana la racambia, ormai l’ha tratta come una figlia per lei. –Figlio mio…- comaincia a dire, chiudendo gli occhi –Tuo padre, il Re, non può governare- fece una pausa.
Evelyn sobbalza dalla notizia. Il Re ammalato!? Nei giorni precedenti lo vedeva in buona forma mentre percorreva i corridoi verso la sala delle riunioni. Non ci prense confidenza, solo poco.
Vector rimase impassibile. Non gli era mai piaciuto di comportarsi come lui, un tiranno, al contrario.
La madre del Principe apre gli occhi e gli rivolse con uno sguardo supplichevole -Ora è posibile salvare questo Regno. Tu sei l’unico che può. Ti sto implorando, Vector…-
La fanciulla si commosse e si gira verso il giovane. Lui e sua madre si voglio tanto di quel bene che non può mai rifiutare una cosa simile; avrà migliorato Deiler con un sovrano giusto e mettere in accordo con i Regni lontani per un Trattato di Pace.
Il giovane annuì –Lo farò, madre…- le rivolse con un sorriso, deciso.
Evelyn gli sorrise.

-Mio popolo- disse il Principe rivolto ai paesani dalla balcone –Avete sentito la notizia su mio padre: non potrà governare in condizioni gravi- gli spiega –Dora in poi, prenderò io al suo posto!- la folla clamarono –Non mi piace combattere! Desidero vedre la gente della nostra terra vivere in poce e felicità! Tutti dobbiamo lavorare insime per costruire un mondo migliore!!- concluse, allargando le braccia.
La gente urlarono con clamore la decisione del nuovo sovrano.
Dietro al giovane, la sovana si commose durante la dichiarazione che non riesce a tarttenere una lacrima. Alla sua sinistra, Evelyn le mise la mano sulla spalla per darle conforto.
-E non è tutto!- disse a un certo punto Vector, si volta verso la fanciulla e le porse la mano; lei lo accetta e accenna un sorriso –Ci sarà una nuova Regina in questo Regno! Evelyn, la Principessa di Eregor, e io ci sposeremo presto!!- annuncia con una nota di felicità.
La folla urla con il nome di “Regina Evelyn! Regina Evelyn!” all’infinito.
Vector si volta verso di lei e le cinse la vita –Rimaneremo per sempre…- le disse dolcemente. Evelyn mise le braccia intorno al suo collo –…e mai ci lasceremo- concluse lei e si baciarono, sotto gli occhi della sovrana e dei abitanti.
Il giorno più bello della loro vita…






Angolo Autrice:
Eccomi! Scusate, miei cari lettori, ma ho avuto dei problemi al mio portatile ma si è sistemato tutto! Allora, in questo capitolo, scoprimamo il profondo amore di Evelyn e Vector che annunciano il loro matrimonio. *mi metto a piagnucolare* Che storia commovente!
E che cosa succederà con i nostri amici del presente?
Vector: Oh mamma mai! oh mamma mai! *agitato con le mani tra i capelli*
Io: Che hai?
Vector: Come?! Non lo vedi?! *si punta il dito su di sè* Sono preoccupato per mè stesso! Ahhhh! devo assolutamente uscire da questa brutta situazione!!!
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Una rivelazione spiacente!" Cosa accadrà con i due "innamoratini"?
Vector: *in un ongolino depresso* Ora sono nei guai... ora sono nei guai...
Io: Ehehehe.... ciao-ciao! Energia al massimo!!!

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Capitolo 29
*** Chapter 28: Una rivelazione dispiacevole! ***


Chapter 28: Una rivelazione dispiacevole.
 

Il sole tramonta, i negozi aperti e la gente che cammina di qua e di là per le strade, in mezzo a loro, due ragazzi a passeggiare con chiacchiere e battutte scherzose.
-Allora, Rei, dove andiamo?- chiese Natsumi.
-Non lo so… tu che pensi?- rispose pensieroso Rei.
La ragazza rifletté –Beh… mi ricordo che Katy mi ha detto che c’è un mercatino non lontano da qui. Che ne dici di dare un’occhiata?- propose.
Rei ci pensa su -Sì… nessun problema.- rispose infine.
La bruna lo prese per il polso e lo trascina tutta eccitata.
Il mercato occupa entrambe le strade del viale della citta; alcuni con le baracche di legno altri con i steli bianchi e i tavoli portabili con sopra vari oggetti – braccialetti, collane, talismani, ecc. – di vari entnia, con leggende e storie di quel luogo, altre la vendita di elettrodomestici a forma di robot e altre con la musica, con casse e volume ad alto volume.
Il più interessato tra tutti sono i talismani dell’Antico Egitto. Una volta, i suoi genitori l’hanno portata li e raccontandole una storia che le è piaciuta una sacco: un faraone, il nome sconosciuto sui libri di storia, imprigionato in un luogo chiamato ‘regno delle ombre’.
Rei rimase curioso della storia, ma di più le collane a forma di talismano.
Natsumi gli spiega che un tempo gli oggetti appartenevano ai sei sacerdoti e vengono chiamati ‘oggetti del  millennio’. Il suo preferito è il puzzel del millennio, appartenuto al faraone, un personaggio misterioso. A lei piace molto cose misteriose.
Decise di comprarlo e ne fu felice. Rei la guarda e sorrise.
 
-Uffa! Che noia!- sbuffa il ragazzo, con le braccia dietro la testa.
-La vuoi finire di lamentarti Yuma!?- lo sgrida Tori.
Forse è stato una pessima idea. Dopotutto, si sarebbe annoiato lo stesso.
-Potevo stare benissimo a dormire.- Piagnuccola Yuma.
La ragazza dai capelli verdi, con la coda nell’occhio, si ferma di colpo. –Ma quella non è Natsumi??- chiese.
Vide correre Natsumi con un vestito carino e un pacco bianco stretto a sé.
-Sì, è proprio lei!- disse contento il ragazzo –Ehi!! Natsumi!! Siamo qui!!- grida e alza la mano.
Ma… i due rimasero pietrificati…
Natsumi si ferma e si gira dietro di sé –Dai! Muoviti!!- grida mentre il ragazzo cammina tranquillamente con le mani in tasche –Arrivo arrivo!- disse.
Yuma rimase con gli spalancati e Tori comincia a tremare.
Vector!!?
-Ma cosa ci fa con Natsumi!?!- esclama lui.
Appare Astral –Dobbiamo salvare Natsumi prima che sia troppo tardi- disse.
Lui annuì e corsero, ma vengono fermati da Rio e Reginald intarfarati e agitati, chi se lo spatta a deverli così, pensa Yuma.
-Che ci fate voi qui!??-
-Yuma *anf* abbiamo *anf* un problema *anf*- disse affannosamente la ragazza.
-Oh bene! Che coincidenza! Quale!?-
Reginald comincia a iritarsi e lo prese per un’orecchio –MA COME NON HAI CAPITO TESTA QUADRA!!? È per Natsumi!!-
Il ragazzo dai occhi cremisi sgrana gli occhi –Cosa!!??-
-Anche voi li avete visti??- domanda Tori, tremente.
-Sì, lì, vicino alla bancarella degli egiziani- Rispose Rio.
Tutti si misero d’accordo di seguirli di nascosto, Yuma si propose di chiamare Kite e corsero prima che sia troppo tardi.
 
Kite rimase pensieroso ma anche molto preoccupato; non si è mai immaginato che sua cugina non gli ha detto niente.
Proprio con lui, Vector! Con quel pazzo!
A qualcun altro no?!
E se le facesse del male? Non se lo sarebbe mai perdonato!
L’ex-cacciatore di numeri rimase a guardare la città, immobile da molto tempo, il braccio destro e il pugno chiuso sulla vestrata. Non riesce a stare fermo lì, deve fare qualcosa!
Qualcuno lo chiama dal computer e accende il displey virtuale: Yuma Tsukumo.
-Kite! Meno male che ci sei!-
Il ragazzo si stacca dalla vetrata e disse in modo seccante e indifferente –Cosa vuoi?-
-Abbiamo un grosso problema! Ci devi aiutare!-
L’altro chiuse gli occhi e sorpassa il display verso l’uscita –Ho già un problema da risalvere- disse in modo freddo.
Già che lui ha un problema, arriva lui e gli chiede di aiutarlo in un momento critico?
Che si risolva da solo.
-Si tratta di tua cugina!- Rispose frettolosamente Yuma.
Kite si ferma di colpo a metà soglia.
Allora le sue preoccupazione sono fondate! Sua cugina è in pericolo!
Si gira verso di lui, con uno sguardo deciso e odio nel suo nemico –Dimmi dove si trova- disse e fece sventolare la giacca nera.
 
La ragazza si diverte come una matta in quella sera, con dietro Rei che le sorrise nel vederla. Energetica e allegra.
Però… la domanda è: come diamine le dirà la verità?
Bella parola!
Natsumi propose di andare in posto più tranquillo per chiacchierare e, se è possibile, alla villa abbandonata. Lui accetta senza problemi.
Si spostarono e passeggiarono con tranquillità – però senza esser accorti di essere inseguiti dal gruppetto – e arrivarono ai piedi di un ponticello sotto il fiume.
La corrente piatta e scorrevole, il ponte alto un metro e le ringhiere di metallo quasi ossidate ma ancora sicure; la giovane Tenjo vide dei pezzi di legno nelle vicinanze e le li prese e ne porse uno a Rei.
Il bariano rimase confuso.
Lei fece il segno di segiurla sul ponte e mise il braccio fuori con in mano il ramo –Facciamo una gara?- chiese, sorridendo.
Rei non capì ma cerca di non farle notare, fece lo stesso.
-Uno… due… tre!- disse Natsumi.
Entrami lasciarono i rametti in acqua; la corrente comincia a trasportarli dalla parte opposta e loro li segiurono, lontano da loro.
-Evviva! Ho vinto!!- esclama Natsumi, alzando le braccia in segno di vittoria.
Il bariano comincia a capire per il suo strano comportamento: un gioco infantile dei umani.
Non rimase molto sorpreso.
-Ehi! Non è valido!- mente lui, con la sua solita recita –Voglio la rivincita!- aggiunse.
-Solo se riesci a vincere in un duello- disse ironica, facendo l’occhiolino.
Risero.
 
Dall’altra parte, poco lontano da loro, il gruppetto si nascosero dietro a un cespuglio – l’unico nelle vicinanze. Yuma fece un buco in mezzo per vedere meglio, dietro Tori e Rio mentre Shark in disparte, con le braccia conserte, nervoso com’è.
Il ragazzo insistette di fare silenzio e sentire quello che dicono, tra le voci delle amiche e di Shark.
-Che stanno facendo?- chiese Rio.
-Se voi vi state zitte, riesco a sentire bene!- disse lui –Stanno… ridendo!?-
-Cosa?!!- esclama Rio, incredula.
-E non senti le risate??!- esordì Yuma.
-Ora basta! Non ne posso più! Ora vado e lo sfido al duello!- esordì spazientito Shark, alzandosi.
A quel punto Yuma dovette bloccarlo per le spalle e cercando di calmarlo… difficile calmare uno come lui.
 
Nel frattempo, i due smisero di ridere; Natsumi si volta verso il tramonto, ancora visibile dietro i grattacieli, mise le mani sulla ringhiera e la busta sull’avrambraccio.
-A volte, aspetto che il sole tramonta per vedere le stelle- disse ad un tratto.
L’imperatore non capisce di cosa stesse parlando e si avvicina accanto a lei.
-Mia madre mi dice sempre che le persone più care che abbiamo, vedono quello che facciamo. Anche se alcuni dicono che è solo una palla di fuoco fredda- aggiunse poi.
Rimasero in silenzio.
-E tu ci credi?-
-Forse sì e forse no-
“Grazie mille della risposta…” disse tra sé e sé Vector.
-Ma a quello che desidero…- disse lei -…è di rivedere i miei genitori sani e salvi- e abbassa lo sguardo, triste.
Il ragazzo rimase un po’ dispiaciuto nel vederla star male, appoggia la manno sulla sua per farle avere un po’ di conforto.
A quel tatto, la ragazza sobbalza e guarda prima lui e poi la sua mano –Rei! La tua mano è fredda!- esclama lei, prendendolo fra le sue per farle scardare.
Strano… di solito erano tiepide, ma adesso?
-Natsumi… io…-
-Sì?-
-…io… ti devo dirti che…-
-Cosa?-
Lui non seppe cosa dire e distilse lo sguardo.
 
Intanto, il gruppetto rimase ad scoltare (quasi) la conversazione tra Vector e Natsumi ma con le proteste di Yuma e dall’agitazione di Shark, non capirono niente. La sorella fece pugno a pugno sulle loro teste per farli stare zitti.
 
Rei la guarda appena nei occhi blu-galassia di lei, tristemente, le prese entrambe le mani e le strinse.
È vero. Sono fredde.
-Natsumi… io non son—non finisce la parola che viene interrotto da qualcuno dietro le sue spalle.
-Ma chi ho qui…- disse una voce maschile.
Si voltarono: una ragazzo alto e magro, musoloso e massiccio. La testa rasata ai lati e e una cresta a spine di color rosso fuoco, il volto ovale, gli occhi castano scuro e dei percining sul naso e  sul labbro superiore, una serie di orecchini metall sull’orecchio destro e due sul sinistro. Una maglia nera preceduta da una giacca di pelle nera, i guanti neri senza dita, i pantaloni neri e le scarpe dello stesso colore.
Un autentico tempista di strada.
-Due piccioncini a dichiarasi…- disse, sostrando un sorriso maligno e la mazza da baseball in mano.
Dentro di lui comincia a scattare, si mise davanti alla ragazza per proteggerla.
Da quando fa cosa del genere?!
 
Il gruppetto si allarma dell’improvvisa apparizione di un tempista, Tori annuncia del suo arrivo ai due ragazzi: Yuma sgranocchia gli occhi per la sorpresa mentre Shark per la preoccupazione.
Questa non ci vuole!
 
-Sganciate i soldi! O assaggerete questa!- disse minaccioso il tempista.
-Non non ne abbiamo!- ribatté Natsumi, stringendo il pacchetto.
-Ah sì? Quello d’essere un buon bottino- aggiunse poi, avvicinandosi pericolosamente.
L’imperatore bariano dovette reagire a modo suo –Non ti avvicinare a lei!- eclama lui.
-Sì sì, come no!- sbuffa lui stufato -Levati di mezzo, moccioso!- aggiunse, alzando la mazza per colpirlo.
L’ira bariana scattò, la collana con sopra il cristallo comincia a brillare e l’aura rossa sotto i suoi piedi comincia a sprigionare; blocca con un braccio la mazza e lo guarda minaccioso -Ora mi hai fatto irritare…!- disse lui.
Un’ondata invisibile scaravanta a terra il tempista e Natsumi. La ragazza rimase sorpresa dalla sua reazione ma anche confusa di quello che sta succedendo.
 
Tutti rimasero sorpresi dalla sua reazione, non se lo spettano. Shark decise di intervenire subito e corsero a intervenire.
 
Tutto cessa e ritorna normale, il tempista si massaggia la testa dolorante e seduto a terra, alza lo sguardo e… vede un Rei scuro in viso, immobile e i pugni stretti; poi appare un sorrisetto maligno sulle labbra.
-Ora a chi chiami ‘moccioso’ eh?- esordì lui.
L’altro s’impaurì.
La Tenjo si accorse del suo strano comportamento… un brutto presentimento… si alza da terra e corse da lui –Rei! Rei ma cosa fai!?- e mise una mano sulla sua spalla –Ma cos’hai?!-
Il ragazzo scosta bruscamente la spalla, non la guarda, ma diede uno spintone con il braccio –Levati di mezzo!!- le grida, senza badarla.
La sbatte contro la ringhiera con violenza alla schiena; la ringhiera arruginita non riesce e trattenere l’impatto e si stacca del tutto, a quel punto Natsumi cade fuori dal ponte.
Istintivamente allunga le mani in cerca di un appiglio, lo trova, precariamente resta appesa al cornicione esterno del ponte, terrorizzata da quello che puo accaderle se solo avesse lasciato la presa. Guarda per un attimo sotto di sé, solo acqua del fiume… il vero problema è nel nuotare!
-Rei!! Aiuto!!- grida Natsumi, tenendosi aggrappata alla ringhiera.
Il ragazzo indietreggia impaurito, l’altro si avvicina a passi decisivi e sghignando.
-T-Tu chi sei!!??-
Il bariano allunga la mano verso di lui –Il tuo incubo…- disse solo.
Dalla sua mano appare una mano nera e sfreccia sulla testa del tempista e comincia a stringerlo, l’altro urla per il dolore.
Gli occhi di Natsumi vagarono ancora sul fuime, così in basso, tremendamente in basso. Sapere di non avere un sostegno sotto di sé è un pensiero che quasi la paralizza. Si impose di guardare verso il cielo, ordinando a sé stessa di calmarsi, disse al suo cuore di smetterla di martellarle nel petto così forte.
Niente da fare.
Continua a chiamare Rei ma invano e cercando di avere la sua attenzione; il bariano non bada alle sue grida, impegnato a torturare il ragazzo, assorto dalle sue grida di dolore e supplichevoli che avrebbe mai pietà a nessuno.
-Rei!!! Rei!!!! Aiuto!!!!- urla lei.
Nessuna risposta.
Incoscientemente, forse per la paura o per altro, strinse gli occhi e urla con l’aria nei polmoni –VECTOR!!!!!!!-
In quel momento, il bariano l’ascolta… lo ha chiamato per nome, il suo nome. La voce di Natsumi gli rimbomba nella sua testa, lascia la presa facendo cadere a peso morto il ragazzo e si volta verso di lei.
-Natsumi!!- esclama lui e corse.
La ringhiera sta per cedere mentre Natsumi rimase aggrappata.
Lui innarca la schiena in avanti, appoggia la mano sulla ringhiera e con l’altra verso di lei -Avanti! Afferra la mia mano!- le disse l’imperatore bariano.
-Non ce la faccio!- rispose lei stringendo sempre di più la ringhiera.
-Certo che ce la fai!- rispose Vector.
Il gruppetto corsero a raggiungere il ponte.
-Fidati di me!- aggiunse il bariano.
Natsumi lo guarda negli occhi, un’incredibile sicurezza li illumina, e all’improvviso sente il coraggio rinascerle dentro. Il suo migliore amico era lì, pronto ad aiutarla. Tirò su la mano destra, tendendola verso quella di Vector, toccandogli la punta delle dita, sembrava che fosse quasi riuscita a stringergliela quando in avvertitamente il pezzo della ringhiera cedette.
Vector non è riuscito ad afferrarla in tempo.
Natsumi cade in acqua, non riuscendo a respirare, risale in superficie e viene trasportata dalla corrente, gridando aiuto. Il gruppetto seguono la corrente cercando di raggiungerla.
Il bariano, senza pensarci due volte, si butta in acqua e comincia a nuotare.
La Tenjo non riesce a stare a galla e si agita troppo per uscirne fuori, affonda; Vector raggiunge nel punto in cui scomparve, trattenne il fiato e si immerse in acqua. Trova la ragazza che viene trascinata al fondale della corrente e nuota verso di lei con tutte le sue forze, fu in quel momento che accade qualcosa… un ricordo…
 
-Vector!-
Lui e la bambina si sono allontanati dal castello mentre gioccano ad acchiapparsi, finireno in una parte della foresta. La bambina, testardamente, sale su un tronco.
-Attenta! Così cadi!- disse leui, preoccupato.
Se cadesse? Non se sarebbe perdonato.
La bimba, invece, non si preoccepa affatto –Tranquillo Vector. Starò attenta- disse.
Tranquillo, come no.
La bambina vide un fiorellino alla fine del tronco e decide di andare a raccoglierlo, allunga la manina e… presa. Mentre lo chiama, il ramo stotto di lei cedette e cade in acqua. Le sue grida si sentirono dal principino, corse a vedere… sparita. La trova e viene trascinata dalla corrente; corse il più veloce possibile saltando sassi e shivando i rami e tronchi caduti per in cammino, gridando all’amica di resistere. Vide una sporgenza e si butta di tuffo, non è un bravo nuotatore, arriva da lei e, con molta forza, la trascina fino a riva.
I due, affannati e bagnati, sono fuori pericolo.
Vector decide di portarsi sulle spalle la bambina, scoppia un temporale e rimasero inzuppati più di prima.
Si volta verso di lei “Tranquilla, andrà tutto bene… Evelyn.”
 
Ecco che cos’è quel pezzo di memoria… e poi quel nome… Evelyn… prima volta o gia sa questo nome?
Ritorna alla realtà, scuotendo la testa, afferra la sua mano e poi la prende per la vita per uscirne da lì, gli manca aria nei polmoni e la corrente non gli permette a ritornare in superficie; fu solo in quel momento che, senza pensarci due volte, fu costretto a trasformarsi per uscirne da lì. Con l’aiuto delle ali, riesce e uscirne intero con Natsumi e alzarsi in volo.
Yuma e i suoi amici rimasero sorpresi da quel gesto che rimasero a bocca aperta, corsero a insegiurlo.
Il bariano la porta sulle sponde del fiume, appoggiandola a terra mentre lei tossì nel far uscire l’acqua dai polmoni.
-Tutto bene?- chiese lui.
Natsumi sobbalza. Non è la voce di Rei.
Si volta trovandosi un essere davanti a lei, si spaventa per un attimo. La pelle viola chiaro e delle strisce nere, i capelli della stessa capigliatura ma bianchi con delle pietroline rubino, le ali nere e a quello che vide le unghie delle mani sono come artigli (autrice: meglio che non vado troppo nei particolare!).
Rimase immobile, pietrificata e non riesce a parlare, l’uniche parole che uscirono dalla bocca fu… -R-Rei..?? S-sei tu…??- chiese…







Angolo Autrice:
Ta-ta-ta-ta-da!!!! Arrivoooooooo!!!!!! *arriva con un balzo e cadde di faccia a terra* Ahi ahi ahi ahi... che male!! *piagnuccola*
Vector: *con le mani ai fianchi* La solita...
Io: Tu taci!! *lo sgrido* Salva a tutti gente! Scusate se sono arrivata tardi ma ho avuto problemi scolastici ma ora che è estate sono libera da tutto! Allora, i nostri due "piccioncini" si stanno divertendo in quella sera per il loro primo appuntamento, ma qualcosa va storto... proprio al momento che Vector le dicesse la verità, arriva un tempista e Natsumi per poco non rischiava di di essre morta affogata. Ora, cosa succederà?
Vector: Non è colpa mia che è arrivato quello!
Io: io ti trucido Vector... ti trucido! *occhi rossi disegnati del fuoco, furiosa*
Vector: ... *schock*
Io: Non perdete il prossimo capitolo: "Sofferenze!"! Capirete che entrambi soffriranno molto. Energia al massimo!!!!!!

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Capitolo 30
*** AVVISO ***


Salve a tutti, cari lettori e amanti di tu gi oh zexal. Purtroppo, per mancanza di creatività e di ispirazione, dovrò cancellare questa storia per ricominciare d'accapo e di migliorare di più sulla scrittura, anche per mancanza di tempo per scrivere, per via dell'Università e quant'altro, non potrò scrivere. Fra una settimana questa storia si autodistruggerà. Grazie per l'attenzione.

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Capitolo 31
*** SONO RITORNATA!!!!!!! ***


Salve a tutti voi, gente!!!!!! E si, sono ritornata in questo posto malinconico e primo sito in cui ho scritto! Mamma mia, che ricordi! Comunque sono ritornata da questa lunga assenza (come una baccalà, sì, sono un pesce idiota) da tutti problemi personali e tecnici. Sì, troppo studio fa male alla salute, sono una vera baka che ci vado appresso senza risolvere niente; tecnici perché ho avuto moltissimi problemi nel collegarmi dal computer a internet. I problemi arrivano sempre a me senza un motivo logico! Ma badiamo alle ciance e ritorniamo a noi: sono passati quasi 5 anni da quando ho scritto la storia di YU GI OH ZEXAL - I CINQUE PRESCELTI, non ho potuto continuare per questi motivi che vi ho accennato prima, la mia primissima storia di questa serie che ho apprezzato per moltissimi anni ed ecco cosa annuncio: RIPRENDERO' A SCRIVERE!!! Si, avete capito bene. Mi è mancato così tanto questa storia che ho letto e riletto adocchiando con le altre storie che ho scritto. Lo so, sono un vero mostro lasciarlo nel dimenticatoio o cancellarlo... Fortuna che non è successo, quindi riprenderò a scrivere e portarlo al termine come di deve. Vorrei rimediare e scusarmi a tutti voi di questa inattività da parte mia (non è stata una mia scelta, lo giuro) e cercherò di ritornare il più fretta possibile e magari durante le feste, per quello si vedrà. Vorrei solo chiarire alcune cosette: 1) la storia si riprendere; 2) dovrò fare una revisione del capitoli. Un'ultima cosa, vorrete che continui qui oppure di rifarlo da capo in un'altra storia un specie di "remake". Decidete voi! Questa storia ci sarà anche su Wattpad, il mio profilo è @Fantasy_World_Story, dove metterò anche i miei disegni (stranamente qui non fa mettere le immagini e nemmeno con il sito che mi consiglia) così potrò divertirmi un pò con la fantasia. Spero che mi perdoniate per questo accaduto, dovrò rivede la serie per riorganizzare meglio e di riprendere la storia. Non mi picchiate non sono come Yuma!! Ci sentiremo presto e ricordate: ENERGIA AL MASSIMO!!!!!!!!!

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Capitolo 32
*** Ultimo ritorno!! ***


Ma salve a tutti gente!!!!!!
 
Sono resuscitata in questo server dopo da un sacco di tempo! Mi devo vergognare, lo so. *si scava la fossa da sola e riempirla di nuovo* Ok, a parte gli scherzi, dico sul serio.
 
Mi è venuta una grande nostalgia per questa storia, e mi è venuto la brillante idea di riprendere la storia. Ho dovuto rileggerla non ricordandomi una ceppa, mi sono sentita una vergogna di quanto, a quell’epoca, dopo averla letta, sembro una ragazzina stereotipata (XD). Quindi, il mio stile è cambiato e migliorato un po’ in questi anni, anche scrivendo un po’ di storie abbastanza serie, cambierò un po’ di cose e aggiungendo molte cose.
 
 
Vi avviso un paio di cose:
 
 
  1. La storia sarà ambientata nella serie;
  2. Si inizierà nella seconda stagione, più o meno ai inizi dell’invasione bariana, fino alla terza stagione, teoricamente subirà un reboot (*preghierina del perdono* spero che non mi ucciderete per questa decisione);
  3. Non sono un granché con i duelli, anzi non proprio duellare, quindi alcune cose saranno inventate o prese nelle serie precedenti, inserirò un bel po’ di psicologia sui personaggi;
  4. Ci saranno varie ship nella storia, oltre a quella principale, ad esempio Durbe X OC e la Alito X OC (eeeeh, non ve lo aspettavate? XD Lo avevo in mente da un sacco di tempo);
  5. Ci sarà anche un triangolo amoroso, quindi non ci sarà solo la Vector X OC, ma anche un po’ la Shark X OC, e vi spiegherò il perché andando avanti con la storia;
 
 
Ora come ora, sto rivedendo gli episodi di Yu Gi Oh Zexal, essendo che non ricordo una ceppa di niente! Fortuna che con Animeunity mi ha dato un ancora di salvezza, anche di rivedere le prime tre serie della mia infanzia.
 
Credo di aver detto tutto, penso… ah, troverete la nuova versione anche su wattpad (@pamy_grim) dove posso almeno inserire i disegni e le schede dei personaggi. Spero che verrete la nuova versione, ma le dinamiche saranno sempre quelle, non vi preoccupate!
 
Allora, ci rivediamo!!!!!!
 
Energia al massimo!!!!!!!!!!!!!!!

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