La natura di Germy : edizione estesa

di PistachioPills
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [giornata tipica] ***
Capitolo 2: *** [feste e terrazze] ***



Capitolo 1
*** [giornata tipica] ***


Germy, dal punto di vista fisico, era un ragazzo comune, simile e non troppo diverso dagli altri giovani della sua età, con i suoi dolci quattordici anni, aveva una statura media, circa un metro e settantatre, dalla corporatura snella e frivola, i suoi arti sembravano minuti, delicati, dalle ossa fragili; i suoi occhi erano marroni, scuri, come due chicchi di caffè tondi e lisci, nei quali brillava la desiderosa speranza di mostrarsi utile e abile nella sua disinvolta spensieratezza, i suoi capelli, del medesimo colore del suo sguardo, quasi sempre in disordine, che teneva lunghi sulla fronte e ai lati, ma che teneva corti sul retro e sulle spalle. La sua pelle era molto chiara, che bruciava durante l'estate e che durante l'inverno si mimetizzava con il gelido colore della neve; sul suo volto era sempre presente un'espressione felice, un largo sorriso, segnato da deboli lentiggini che si distribuivano sulle sue candide guance e sulle sue morbide spalle, nonostante le varie insicurezze che riempivano la sua limpida coscienza, il suo aspetto non era una di quella, Germy amava il suo corpo e si sentiva a suo agio ogni volta che si guardava allo specchio di prima mattina. Viveva da solo da quando aveva dodici anni, da tutti era considerato in grado di cucinare per sé e vivere una vita autonoma ed indipendente, autosufficiente, i suoi parenti non potevano prendersi cura di lui ma proveddevano a pagare le bollette del piccolo monolocale in cui viveva e donavano mensilmente denaro con cui poteva permettersi spesa, vestiti nuovi e qualche lusso non necessario, come libri o fumetti. Il motivo per cui non aveva qualcuno con cui vivere assieme era quello della morte dei suoi genitori, uccisi durante il grande incendio della loro casa in campagna, causato dalla Famiglia Dibento, che, nonostante l'evidente colpevolezza non venne mai indagata o punita, queste due famiglie per vecchie ragioni, quasi antiche, si odiavano, un odio trasmesso da generazione in generazione, fino all'arrivo di Germy, che ripudiava l'odio e al suo posto proponeva la pace, la speranza e la possibilità di avere un calmo discorso al posto di ricorrere ad atti estremi come quelli che terminarono la vita di sua madre e suo padre. Durante una fresca mattina di primavera, Germy aprì gli occhi al debole suono della piccola sveglia che poggiava sul comodino che era attaccato al suo spoglio letto, sopra al quale era posata una lunga coperta invernale di acceso color rosa; si strofinò gli occhi con i palmi delle sue piccole mani e si infilò ai piedi le enormi pantofole che aveva comprato l'anno prima durante il periodo dei saldi natalizi, erano ormai rovinate, con le suole consumate dal frenetico uso che ricevevano da sua parte ogni giorno quando nel pomerigigo danzana e saltava nel suo angusto salone; si recò in cucina dove mise a bollire la caffetteria impostando il timer di dieci minuti : la mattina beveva sempre, indipendentemente dal giorno o dalla stagione, una tazza di caffè e latte. Mentre attendeva con calma il momento di poter gustare la tanto desiderata delizia, prese un sacchetto bianco situato vicino alle tazzine e i bicchieri, dentro c'erano piccoli biscotti di pasta frolla, sopra ai quali seccava dello zucchero a velo, erano un regalo della saccente donna di mezza età che abitava nella porta accanto a quella di Germy: la signorina Emily, insegnava inglese nella stessa scuola che il giovane frequentava, lei teneva molto a lui e spesso si preoccupava della sua solitudine, si, lui aveva degli amici a cui si sentiva anche molto unito, ma dopo la scuola, sia in casa o per strada era sempre solo, Emily provò più volte ad invitarlo da lei a cena o pranzo, ma rifiutava sempre gentilmente, quindi si limitava a regalargli dolcetti o altri piccol gadget come portachiavi e matite colorate che lui lasciava dentro a casetti o sopra a mensole. Diede un morso alla piccola tortina, erano stati preparati circa tre o quattro giorni prima quindi avevano un consistenza diversa da quella che avevano in origine, leggermente spugnosi; il timer suonò e velocemente si voltò per spegnerlo, versò con cura in una tazzina celeste il tutto, che poi sorseggiò con fare malinconico... Si tolse di dosso il caldo pigiama e aprì la porta di casa, chiudendola lentamente alle spalle. Con la cartella piena di libri, scese le scale con l'obbiettivo di raggiungere in tempo la scuola, non appena varcò fuori dall'edificio, trovò di fronte a sé l'appena citata Insegnante : "Buongiorno Germy!" Esclamò con tonalità energetica ed estasiata; "B-buongiorno signorina Emily..." sospirò lo studente quasi spaventato dall'improvvisa apparizione della nota vicina di casa, che domandò con il suo solito modo di parlare lento e rilassato: "Che coincidenza eh?! Se ne hai voglia posso accompagnarti io a scuola, non faremo tardi, il traffico mi respinge" la risata della donna interruppe il breve discorso che lei stessa stava dicendo, l'iconica atmosfera venne interrotta dell'ennesimo rifiuto da parte del ragazzo "la ringrazio ma andrò a scuola camminando, buona giornata" annunciò salendo sul polveroso marciapiede che seguiva quella stretta via, lasciando la donna li sola delusa dell'ennesimo fallimento; era alta ma e indossava mai tacchi, con lunghi capelli biondi che le coprivano le rigide spalle, I suoi occhi erano verdi, al di sotto dei quali riposavano sporgenti occhiaie, che non passavano alla scoperto nemmeno con molto trucco, era una persona che credeva nella supremazia della sua materia scolastica, che curava poco il suo aspetto e non rispettiva le diete che le imponeva il suo buonsenso e assumeva pasti in modo disordinato ed irregolare. Germy raggiunse in qualche minuto la sua scuola e vide in lontananza due persone a lui care, parte del suo stretto gruppo di amicizie, una ragazza ed un ragazzo per la precisione, entrambe con spessi occhiali in volto che, essendo vicini di casa, percorrevano assieme la strada per la scuola quotidianamente, erano Tito ed Enzo : lei era una giovane adolescente sempre in forma e buon umore, appassionata di carrarmati e armeria pesante, non sapeva nemmeno lei stessa cosa la attraeva a certe cose, certo era che però le adorava, leggeva notizie e articoli che ne parlano e mostravano l'uso e cercava sempre in rete filmati o documentari, portava I suoi scuri capelli sempre sciolti e dietro alle rigide lenti vibrava la raggiante energia che i suoi occhi emanavo; Enzo invece era una persona calma e spesso assonnata, amava leggere e anche scrivere, comprava mensilmente romanzi e riviste che esaltavo i nuovi e giovani autori o fumettisti del momento, di alta statura, goffo e sbadato. Lo salutarono felicemente alzando le loro braccia verso la sua direzione "Germy! Buongiorno!" esclamarono in coro e uno dei due subito continuò "ecco gli appunti sulla lotta del Pancrazio che mi avevi chiesto" allungò all'amico un fascicolo al quale erano legati alcuni fogli, che Germy afferrò lentamente replicando con un dolce "Grazie mille" I tre raggiunsero la tettoia della scuola, dove aspettarono chiacchierando tra loro le altre tre ragazze che componevano la loro piccola 'squadra', Silvietta, Sozy e Giu. Dopo l'arrivo delle restanti amiche, entrarono tutti assieme all'interno dell'edificio dove, una volta raggiunta la loro classe, misero le cartelle sui banchi, Germy, escluse le cinque persone a cui si confidava e relazionava, non apprezzava la sua classe : non li detestava ma non provava nemmeno simpatia o minima carità per loro, erano persone irresponsabili, ribelli, untori di innumerevoli problemi e atti spregevoli a cui gli insegnanti non prestavano nemmeno attenzione o interesse; proprio in quell'esatto momento, mentre lui e gli altri estraevano i libri e i quaderni dai loro raccoglitori, alcune compagne di classe li fissarono con disprezzo per poi ridere e bisbigliare tra loro. Poco dopo lo spregevole evento, l'insegnante di educazione fisica entrò con passo lento e pesante, tutti si alzarono chinando il capo e augurando buongiorno al vecchio uomo : "quest'oggi avrete le prime due ore buche a causa dell'assenza del vostro insegnante, quindi andremo assieme in palestra poiché la scorsa settimana a causa del vostro test di latino non abbiamo avuto la possibilità di praticare sport" spiegò frugando con la mano destra nella piccola tracolla color turchese che portava sempre con se. La classe raggiunse i bagni, dove singolarmente all'interno dei gabinetti si cambiavano indossando le uniformi da palestra che la scuola consegnava ad inizio anno ad ogni studente, erano composte da una semplice maglietta a maniche corte bianca al di sotto della quale venivano indossati pantaloncini corti, superiori al ginocchio, rossi per i ragazzi e blu per le ragazze. l'insegnante consegnò agli studenti racchette da badminton e ordinò loro di suddividersi in coppie e allenarsi, Germy si mise in coppia con Sozy, Tito con Silvietta ed infine Enzo con Giu anche se loro due, al posto di agitare le racchette, impiegarono la maggior parte del tempo ad agitare fantasiosi discorsi sui loro stessi interessi relativi alla lettura, infatti, anche Giu amava leggere fumetti e assieme ad Enzo spesso scrivevano FanFiction basate sui loro personaggi preferiti, intrappolandoli in iconici triangoli amorosi, che i loro amici leggevano non capendo però i contesti in cui le vicende avvenivano non essendo particolarmente interessati alle storie che venivano trattate e esportate dal duo. Al termine delle due ore, la campanella risuonò indicando l'inizio della pausa di quindici minuti, che i cinque passarono sulla terrazza della scuola, con adosso ancora le scomode uniformi sportive "Il test di Inglese è domani, giusto?" domandò Germy avvicinandosi l'indice destro alle labbra "Si, domani durante la terza e la quarta ora" rispose fermamente Silvietta "spero proprio che non sarà difficile" aggiunse Sozy posando la sua testa sulla spalla di Silvietta, che replicò : "di solito non richiede mai consegne troppo difficili o elaborate, andrà probabilmente bene" "Scusatemi!" Una voce proveniente dall'interno del corridoio concluse la conversazione relativa al test, tutti si voltarono posando il loro sguardo sulla figura che, davanti all'ingresso spalancato della terrazza, restava immobile con in mano un mazzo di volantini colorati "Me e altre mie compagne di classe stiamo girando nei corridoi della scuola per annunciare a voi studenti delle altre classi la data in cui si terrà la festa di quest'anno organizzata da noi!" La osservavano con espressione quasi delusa poiché aspettavano probabilmente di ricevere una notizia o un informazione totalmente diversa e opposta a quella che le loro orecchie udirono, "Verrete?" Domandò nuovamente avvicinandosi per dare loro i volantini che includevano le basiche informazioni relative alla celebrazione, il gruppo si scambiò brevi parole sottovoce che diedero possibilità a Tito di rispondere a nome di tutti alla ragazza "No." "Perchè!? Ci sarà buona musica a tutti volume e alcolici da bere!" "Sono proprio questi i motivi per cui rifiutiamo il tuo invito" sospirò con tono seccato Giu.

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Capitolo 2
*** [feste e terrazze] ***


Non appena Alessia finì di esporre gli ovvi motivi per cui rifiutavano l'invito all'angosciante e quasi rivoltante festa, due figure apparirono a sinistra della ragazza che con sguardo sognante lì ammirò, al contrario di tutti gli altri lì presenti, che invece sgranarono gli occhi con fare sia scioccato che disgustato: Baldo e Paolo erano arrivati, entrambi figli di famiglie benestanti erano i classici bulli presenti in ogni scuola, sempre circondati da ingenue ragazze e sciocchi ragazzi, insignificanti quanto loro, che aspiravano a diventare cari amici o almeno importanti nella vita di quella coppia che non conosceva minimamente il significato del termine amicizia o di amore e si limitavano solo a vivere l'ardente piacere dei beni materiali, considerando inferiori le persone che non potevano permettersi troppi lussi : "lasciali stare, sono un gruppo di idioti" esclamò Baldo con il suo solito sguardo torvo e fetente "come ti permetti bestiaccia!" rispose furiosamente Tonia alzandosi in piedi, i suoi occhi, che di primo mattino splendevano speranza, ora erano infuocati, come specchi che riflettevano l'ardente furia della sua rabbia, scatenata da quelle sciatte parole, "tesoro, le uniche bestie qui siete tu e il tuo gruppetto di stolti, sembrate un branco di pecore" rise Paolo mentre la studentessa dei volantini si allontanò lasciandosi dietro alle spalle quella che presto sarebbe divenuta una lite furibonda... Germy e gli altri erano le vittime preferite del duo spietato, in particolar modo di Baldo, poiché lui, che da tutti si faceva chiamare Molly, apparteneva alla tanto temuta famiglia che portò conclusione alla vita dei giovani genitori del pacato ragazzo, che nonostante ciò non provava rancore o odio verso il suo bullo i quasi nemico, infatti nonostante i deboli insulti si alzò e con calma e rigidità parlando con voce gentile li invitò ad andarsene "sennò cosa fai?" Paolo spinse Germy a terra, che però, privo di energia o minima intenzione rimase lì sul gelido pavimento, "Germy!" Emilia esclamò terrificato e velocemente si avvicinò a lui posando sotto la sua testa il suo braccio "sei ferito?" domandò impaurito mentre le lacrime riempivano i suoi occhi "no...non fisicamente"; le altre si alzarono raggiungendo Tonia "brutto bastardo" urlò colpendolo in faccia con un potente schiaffo, Baldo velocemente afferrò il braccio del suo amico e velocemente, voltandosi, chiuse l'ingresso della terrazza, apribile solo dall'interno. Al di là del trasparente vetro che componeva la porta, lui rise mentre disperatamente Luca e Gioia provavono inutilmente a forzare la serratura. "è colpa di Geremia" affermò Gioia "Ci ha feriti" aggiunse Tonia colpendo con un pugno la parete "È vero" disse Germy ancora a terra e continuò "Non solo ha macchiato il nostro pudore ma ha anche deriso le nostre frivole personalità, questo luogo è diventato velocemente da punto di ritrovo a trappola. Le bestie hanno rinchiuso noi deboli che fragilmente cercavamo modo di poter scappare da quel piccolo luogo, che da spazioso ed arieggiato, sta diventando angusto e soffocante." A tali parole tutti si voltarono verso di lui, ciò che li colpì fu la sua calma : Non provava alcun rancore nei confronti di Baldo e Paolo. "come faremo ora?! La pausa sta quasi per finire e si può accedere qui dentro solo dall'interno!" pianse Emilia mentre portò il capo del suo amico alle sue ginocchia, la caduta di Germy lo aveva preoccupato molto e pensò che posandolo su un qualcosa di morbido avrebbe allevato quel dolore che in realtà l'ingiurato non stava minimamente provando" Passarono vari minuti e Gioia bussò ripetutamente e violentemente contro il vetro della porta, sperando di attirare l'attenzione di un qualcuno che sarebbe poi venuto ad aprire ma nessuno passava lì; Luca invece provò a chiamare con il suo cellulare Cristophera, studente dell'altra classe a cui lei era sentimentalmente legata, che però ne rispose ne percepì la chiamata poiché non c'era segnale nella terrazza. Erano ormai passati circa venticinque minuti, quasi mezz'ora, i sei si radunarono vicini l'un l'altro in cerchio, disperati : "penseranno che siamo usciti di scuola senza il loro permesso e marinato le lezioni, ormai la lezione di inglese è già iniziata da vari minuti" sospirò tristemente Luca "Chi lo sa, forse non ci rivedranno mai più poiché forse non riusciremo ad uscire, forse nemmeno i vostri famigliari vi rivedranno a fine giornata, tutti si preoccuperanno, o forse no, bah, forse la nostra presunta scomparsa lì rilasserà, non sappiamo cosa pensano in realtà gli altri, non sappiamo se quello che dicono e fanno equivale a ciò che realmente pensano e desiderano, la mente umana e l'uomo stesso è pieno di sorprese e fatti su cui nemmeno riflettiamo, tutti potrebbero mentire a noi, anche sulle cose più insignificanti o basiche-" mentre Germy iniziò un così profondo discorso che metteva sott'analisi la vita umana e la fedeltà, il miracolo accadde : qualcuno aprì la porta; tutti si voltarono alzandosi in piedi, videro lei, la signorina Emily che esclamò con rabbia : "cosa ci fate qui?! Vi stavamo cercando da quasi quindici minuti!" Giu balzo verso la donna abbracciandola con forza "oh, signorina Emily, grazie, grazie tante" la signora non rispose e quasi imbarazzata rimase immobile a quel caldo ringraziamento, "le chiediamo scusa, ma non siamo noi i responsabili di ciò che è avvenuto" spiegò Gioia "proprio così, Baldo e Paolo ci hanno chiusi qua fuori" disse Alessia mollando la presa con cui aveva afferato i fianchi della donna che con espressione stupita domandò come ciò fosse accaduto "hanno anche spinto Germy a terra" esclamò Emilia indicando con l'indice della mano assieme a Tonia il volto di Germy, che annuì silenziosamente scuotendo il capo, "ed io ho la prova" concluse Luca "ho ripreso tutto con il mio cellulare" la ragazza fu in grado di riprendere tramite due filmati la scena in cui Germy venne spinto e quella in cui l'entrata venne chiusa, senza filmare il momento in cui l'amica colpì selvaggiamente in faccia uno dei due meschini colpevoli. L'insegnante di inglese guardò con attenzione e serietà i due filmini, e, assieme ai sei giovani rientrò in classe, e urlò con fervore in voce : "Baldo Dibento, Paolo Falvalo, venite immediatamente con me nell'ufficio della preside" I due provarono a controbattere ma le loro parole non raggiunsero gli adirati pensieri della professoressa che li prelevò con forza fuori dall'aula. Entrarono tutti in presidenza, dove la superiore, il sommo capo dell'istituto, li accolse con benevola calma; mentre Emily raccontava i fatti tenendo in mano il cellulare di Luca, Baldo e Paolo scrutavano con sguardo minatorio le tre ragazze e i tre ragazzi, che invece non mostrarono minimo segno di attenzione alla loro presenza. La preside si infuriò, urlò goffamente contro i due maschiacci, mentre su richiesta sua e di Emily gli altri abbandonarono la piccola stanza raggiungendo la loro classe; i genitori di entrambe gli studenti vennero chiamati e dopo un lungo rimproverò durato circa dieci minuti, la coppia di bulli venne espulsa dalla scuola per un'intera settimana. Al termine delle lezioni, Germy salutò i suoi cari amici e si incamminò verso la direzione di casa sua; appena salì le scale dell'edificio aprì velocemente la porta sospirando con espressione rilassata in volto. Dopo aver mangiato una lucida mela per pranzo, con spensieratezza e disinvoltura, iniziò a zompettare per la casa, sulle colorate mattonelle del pavimento della sua spoglia stanza, faceva risuonare il suolo con la punta dei suoi piedi, credeva di esser leggero come una piuma, libero e sognante. Quella tanto desiderata atmosfera di tranquilla festa, terminò quando qualcuno, con tocco pesante e quasi svogliato bussò alla porta. Ritornando alla realtà e abbandonando la fioca fantasia, Germy aprì la porta senza prima domandare "chi è?" o "chi va là?". Era consapevole che in città si erano registrati vari crimini negli ultimi mesi, poveracci che bussando alle porte ingannavano gli anziani e i giovani, rubavano i vari e costosi oggetti che in casa gli ultimi possedevano, non appena la soglia della porta venne spalancata, Germy esitò, spalancando gli occhi si sentì mancare la terra ai piedi, barcollando e indietreggando il suo sangue stava ribollendo, poco a poco, stava incanalando rabbia e frustrazione, stava aspettando però prima di poter far uscire il tutto, sapeva che agire d'impulso era la cosa peggiore. Colui che aveva bussato era Baldo : "è tutta colpa tua deficiente" strillò a pieni polmoni, "la colpa non è mia, sei tu che hai deciso di tua spontanea iniziativa di bullizarci, anzi no, non è tua la colpa, le ragioni per cui ci odi, anzi MI odi, sono dovute al tremendo pensiero con cui ti hanno sempre influenzato i tuoi genitori" spiegò "bugiardo! Non è vero, è solo colpa tua! Tua dico!" ribattè, "urlando non risolverai mai nulla, non ricordi cosa è successo sette anni fa? devo forse rinfrescarti la memoria? Perfavore vattene via" "stai zitto! Per colpa tua ora non posso più uscire con Paolo! I suoi genitori sono arrabbiati con me, mi odiano" Baldo provó a colpire Germy in faccia con un pugno, ma quest'ultimo lo schivò chiudendo la porta in faccia al coetaneo che provò più e più volte a bussare e suonare il campanello desideroso di vendetta, senza però ottenere il risultato tanto desiderato. Quella notte Germy non riuscì ad addormentarsi... L'incontro con Baldo gli aveva fatto tornare in mente ricordi oscuri del suo passato violento. Erano passati ormai sette anni ma non era ancora riuscito a dimenticare tutte quelle persone che tanto tempo fa gli avevano fatto male. sognare fu la prima cosa che riuscì a fare : ritrovò se stesso sdraiato su una lunga distesa di foglie e fiori, il colore arancione prevaleva in quella strana natura, piena di pigmenti e svariate sfumature che andavano dal rosso al giallo, toccandosi la fronte, si accorse che i suoi capelli avevano cambiato colore, erano diventati verdi, un verde molto chiaro ed acceso, come quello dei pastelli e quello del gelato alla menta, non riusciva a capire e sopratutto non riusciva a distinguere in quale lingua stava riflettendo. Si alzò in piedi e vide a pochi passi da lui un altro essere umano, con cui scambio vari e confusi sguardi.

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