Changing habits

di Bookslovee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Settimo anno ad Hogwarts, ultimo anno ad Hogwarts. 

Il solo pensiero faceva venire la pelle d’oca, come erano passati così in fretta sette anni? 

Hermione, seduta sul letto della sua stanza, rimuginava sul tempo trascorso, evocando una sensazione di nostalgia che le faceva pizzicare gli occhi. Sapeva che avrebbe voluto rendere quest’anno memorabile, aveva iniziato a pensare di aver passato troppo tempo sui libri e troppo poco nel mondo reale. Forse non avrebbe mai pensato una cosa del genere se le cose non fossero andate come erano andate. Non avrebbe mai pensato che l’amicizia indissolubile tra lei Harry e Ron potesse infrangersi così velocemente. L’anno precedente i  due erano cambiati, erano cresciuti forse, avevano sviluppato altri interessi, primo fra tutti essere l’anima della festa di Hogwarts. Lei invece era rimasta la stessa ragazza impacciata, introversa e sempre sui libri. Lentamente il trio si era dissolto, era stata una cosa involontaria, certo, ma la faceva soffrire ugualmente. 

Sembrava che Harry e Ron non avessero più tempo per Hermione dopo l’enorme popolarità che avevano raggiunto, dal canto suo la ragazza non era interessata alla maggior parte delle attività che gli amici proponevano. Inoltre, dopo aver scoperto la Stanza delle Necessità, avevano cominciato ad organizzare una serie di feste a cui partecipavano tutti gli studenti degli ultimi due anni, da quel momento i due erano diventati i re del castello. Insomma, Harry e Ron avevano altro da fare piuttosto che passare le giornate in biblioteca con Hermione oppure le serate insieme nella Sala Comune. Lei non gli portava rancore, si era convinta che fosse del tutto normale, anche le strade degli amici più stretti sono destinate a dividersi ad un certo punto. 

Pensando al settimo anno, Hermione aveva capito che era la sua ultima occasione per uscire dal guscio e che non l’avrebbe sprecata. Anche se probabilmente era troppo tardi per ricucire i rapporti con Harry e Ron, non significava che non avrebbe provato ad aprire i propri orizzonti. Amava studiare, questo non sarebbe mai cambiato, però voleva godersi tutti gli aspetti di questo nuovo anno, voleva qualcosa di diverso. Lo doveva a se stessa, sapeva che non avrebbe saputo affrontare un altro anno come quello precedente. Le notti passate in camera a piangere, le occhiate impietosite dei Grifondoro, tutti i pasti che aveva saltato. Era giunto il momento di prendere in mano la situazione. 

Non si era mai sentita bella, non ci aveva neanche mai provato. Da qualche anno sua madre aveva tentato più volte a darle consigli su come migliorare il suo aspetto. 

-Hai un viso così bello amore mio, potremmo andare a fare un taglio di capelli che lo risalti di più, cosa ne pensi?- iniziava sempre così. Quando Hermione si rifiutava, cambiava tattica e la trascinava in qualche negozio di cosmetici per prendere creme, rossetti e gloss che la figlia, appena rincasavano, ammucchiava in un cassetto e dimenticava. Hermione sapeva che sua madre lo faceva perché le voleva bene, era fissata con la cura dell’aspetto fisico, tanto che dimostrava dieci anni meno di quanti ne avesse effettivamente. Quando quella mattina aveva ricominciato con la storia dei capelli, Hermione decise di assecondarla. Tutta colpa di questo sentimentalismo da ultimo anno. La donna aveva sgranato gli occhi trattenendo il respiro prima di afferrare il telefono per avvisare il parrucchiere che sarebbero arrivate, senza neanche aspettare conferma aveva già preso Hermione con una mano e le chiavi della macchina con l’altra. 

Adesso la ragazza si guardava allo specchio. I lunghi capelli castani, un tempo arruffati e indomabili, le cadevano in morbide onde sulle spalle. Sua madre aveva ragione, il taglio le incorniciava il viso, mettendo in luce i suoi grandi occhi nocciola dalle lunghe ciglia folte, le dolci labbra rosee e i lineamenti delicati. Per la prima volta si sentiva graziosa, o comunque accettabile. Hermione si girò verso la valigia pronta e, sorridendo, aprì il cassetto pieno di prodotti cosmetici mai utilizzati e ne selezionò alcuni da portare con sé. Se non è cambiamento questo -pensò- allora non so proprio cosa lo sia

Il primo settembre Hermione fece capolino dal binario nove e tre quarti e si ritrovò subito nella mischia. Maghi e streghe pullulavano sul binario, madri agitate e rumorose, padri burberi e orde di studenti che cercavano di salire sul treno prima degli altri. La ragazza si stupì dalla quantità di persone presente, non riusciva neanche a muoversi e si maledisse immediatamente per non aver lasciato che suo padre la aiutasse a portare i bagagli. Cercò di avvicinarsi ad una delle entrate del treno trascinandosi dietro il baule. Proprio quando pensava di essere riuscita a trovare un po’ di spazio per salire sulla pedana e sollevare il bagaglio, venne spinta violentemente da un ragazzo alto il doppio di lei che stava correndo per raggiungere un gruppo di studenti in fondo al binario. Ovviamente Hermione perse il già precario equilibrio che aveva. Stava per cadere faccia a terra, era pronta all’impatto, chiuse gli occhi e cercò di posizionare le braccia davanti a lei per attutire al meglio la caduta. Si stupì quando l’impatto non avvenne, poi si rese conto che una mano si era stretta attorno al suo braccio, subito dopo una le scivolò su un fianco e in un battito di ciglia era di nuovo in piedi. Quando Hermione riacquistò un po’ di stabilità si voltò di scatto per ringraziare chiunque l’avesse salvata da una pessima caduta e una figuraccia ancora peggiore.

-Grazie… - si fermò a metà frase quando incontrò gli occhi del suo salvatore. I due inconfondibili occhi verdi di Harry contraccambiavano lo sguardo, un’ombra di stupore nelle sue iridi smeraldo. Si fissarono per un momento, la mano del ragazzo ancora saldamente sul suo fianco, come se Hermione potesse cadere nuovamente da un momento all’altro.

-Nessun problema- disse lui riscuotendosi e mollando la presa -quell’idiota di Flint ti ha spinta, ti sei fatta male?-

-No, mi hai presa appena in tempo- rispose lei abbassando lo sguardo. Ci fu un momento di silenzio, poi Hermione riprese -G…grazie ancora, ora è meglio se vado a cercare uno scompartimento.- 

-Vieni con noi.- disse subito Harry.

-Noi?-

-Ron, Ginny e qualche altro amico- affermò. Prima che Hermione potesse rispondere, afferrò il baule della ragazza come se non pesasse affatto e fece strada. 

 Nello scompartimento sedevano Ginny, Ron e altri due ragazzi che Hermione non conosceva.

-Hermione! Mi stavo chiedendo se fossi arrivata in tempo- esclamò Ginny appena la vide, gettandosi ad abbracciarla. Le due erano rimaste molto unite anche dopo che Hermione, Harry e Ron avevano iniziato a vedersi meno. Ginny aveva imparato ad usare il telefono, così durante l’estate erano riuscite a mantenersi in contatto, soprattutto perché quell’anno Hermione non aveva passato le solite due settimane alla Tana.

-Come va?- chiese Ron sorridendole un po’ imbarazzato. Lei rispose velocemente che stava bene, non vedeva lui ed Harry dall’ultimo giorno del sesto anno. Subito, gli altri due ragazzi si presentarono come Morgan e Adler, due Corvonero. Il resto del viaggio proseguì tranquillamente, Hermione fu impegnata la maggior parte del tempo ad ascoltare i racconti di Ginny, a quanto pare si era trattenuta al telefono perché adesso non risparmiava dettagli. Ogni tanto Hermione sentiva gli sguardi di Harry e Ron su di lei, non osava distogliere il suo da Ginny in quei casi. Si sentiva a disagio, dopo tutto questo tempo senza vedere o  anche avere un contatto con i due Grifondoro non sapeva bene come approcciarsi.

Una volta arrivati nella Sala Grande, i ragazzi assistettero alla cerimonia di smistamento. Harry, Ron, Dean e Seamus prendevano in giro i ragazzini del primo anno che sembravano terrorizzati, facendo sbellicare dalle risate Ginny e indignare Neville che ancora ricordava la sensazione del suo smistamento. Nel frattempo Hermione era riempita di domande dai compagni di Casa, il che non le era mai successo. Possibile che un semplice taglio di capelli potesse avere tutto quell’effetto? 

Passarono la cena tra risate e racconti estivi. Hermione scoprì le innumerevoli storielle di Ron con almeno dieci ragazze diverse. Incredibile, proprio Ron che fino a qualche anno prima non riusciva a parlare nemmeno con lei senza arrossire. D’altro canto il rosso era cresciuto in quei mesi, Hermione non si meravigliava che avesse tanto seguito con le ragazze. Bastava guardare lo spruzzo di lentiggini sul naso, gli occhi sorridenti e maliziosi, i capelli rosso fuoco e il fisico allenato per sospirare. Niente a che vedere con il ragazzo mingherlino e timido dei primi anni. 

Harry era più riservato con i suoi racconti, lei però avrebbe voluto sapere di più sul suo conto. Anche lui era cresciuto, era più alto di come se lo ricordava, le spalle larghe e le braccia scolpite indicavano che si era allenato molto a Quidditch durante l’estate. Si era fatto crescere leggermente i capelli e ogni tanto qualche ciuffo ribelle gli ricadeva sul viso. Hermione non si rese conto che lo stava fissando finché Harry non incontrò il suo sguardo e sogghignò compiaciuto di averla sorpresa così apertamente ad osservarlo. Arrossendo, distolse lo sguardo velocemente senza dare tempo al ragazzo di proferire parola.  

Nella sua stanza da Prefetto, Hermione rifletteva sulla giornata appena trascorsa. Non si aspettava di essere invitata da Harry a viaggiare insieme verso Hogwarts, allo stesso tempo l’imbarazzo nello scompartimento era palpabile. Quando erano scesi dal treno, Harry e Ron erano stati assaliti da studenti e studentesse di case diverse, riempiti di domande alle quali riuscivano a malapena a rispondere, soprattutto riguardanti le feste in programma. Una volta giunti alle carrozze, Ron era salito con tre ragazze di Tassorosso, incitando Harry a raggiungerlo. Il ragazzo lanciò ad ad Hermione e Ginny un cenno di saluto, poi salì accanto all’amico e partirono verso il castello. Le due Grifondoro si erano posizionate su una delle ultime carrozze insieme a Neville e Luna.

-Chi erano quelle Tassorosso?- chiese Hermione senza riuscire a trattenersi.

-Meglio non sapere- rispose Ginny sarcasticamente.

-Credo che le abbiano conosciute ad un falò in spiaggia ad agosto- spiegò meglio Neville. 

Nella Sala Grande Hermione aveva sorpreso qualche studente a guardarla incuriosito, non sapeva cosa pensare, non era abituata a tutti quegli sguardi, né a ricevere attenzioni in generale, a meno che non provenissero da qualche studente bisognoso di ripetizioni. Forse ciò che creava tanto scompiglio era vederla così coinvolta con il gruppo di Harry e Ron. Sapeva che l’anno precedente giravano molte voci sul motivo dello scioglimento del trio, una più assurda dell’altra ovviamente. Non aveva mai provato sulla propria pelle tali sguardi inquisitori, era sempre rintanata in biblioteca o nella Sala Comune e andava ai pasti ad orari diversi dai suoi compagni. Girandosi su un lato decise di sgombrare la mente da questi pensieri e andare finalmente a dormire, non aveva senso dare peso a pettegolezzi inutili.

L'indomani indossò la sua divisa. Sua madre, prendendo la palla al balzo, aveva deciso anche di rinnovare il suo guardaroba, non lasciando scampo nemmeno alle divise. Aveva fatto sistemare la lunghezza delle gonne, prima Hermione insisteva per portarle leggermente più grandi rispetto alla sua taglia, si sentiva a disagio e non voleva peggiorare la situazione mostrando anche le gambe. Sua madre evidentemente aveva preso il taglio dei capelli come un rito di passaggio, sostituendo le vecchie divise oversize con quelle della sua taglia effettiva. Mamma, pensò Hermione alzando gli occhi al cielo guardandosi allo specchio. Si vestì e, senza dare più uno guardo alla sua immagine, uscì e raggiunse Ginny per andare a colazione. 

La rossa la guardò sgranando gli occhi -Divisa nuova?- chiese con un sorrisetto.

-Si vede tanto?-

-Considerando che l’anno scorso sembravi un sacco di patate, sì, si nota.-

-Sempre d’aiuto Ginny- disse Hermione sarcasticamente. 

-Stai benissimo, smettila di abbassarti quella gonna- la rimproverò Ginny svoltando il corridoio che portava alla Sala Grande. 

Dopo colazione, uscendo dalla Salta, Hermione si sentì prendere per un braccio e trascinare in un angolo appartato. 

-Blaise mi hai spaventata!- sussurrò la Grifondoro guardando chi l'aveva presa.

-Scusa, dovevo parlarti- rispose il ragazzo con un sorriso irresistibile. 

Hermione lo guardò e non potè fare a meno di pensare a quell’estate, la ragazza infatti non credette ai propri occhi quando, in vacanza con i suoi genitori, aveva incontrato Zabini. I due si erano evitati per un paio di giorni, ma dopo poco era diventato impossibile. Non c’erano molti giovani in quel resort, inoltre i genitori si erano conosciuti ad una partita di golf ed erano diventati inseparabili, costringendo anche i figli a fare lo stesso. Si erano ripromessi di finire tutto prima dell'inizio della scuola, ma Blaise sembrava non aver capito evidentemente. Dal canto suo, Hermione come poteva resistere a quei capelli neri e setosi e a quegli occhi blu? Avevano passato dei bei giorni insieme. Hermione si sentiva sola, Blaise probabilmente era semplicemente annoiato dalla vacanza con i genitori e non si aspettava che Hermione, sempre in divisa e ricoperta da polvere e libri, fosse in realtà così diversa fuori dalle mura di Hogwarts. Le differenze tra i due a scuola li riportarono alla realtà non appena la vacanza terminò. 

La ragazza si riscosse -Cosa succede? Noi due non ci dovremmo ved… - fu interrotta dalle labbra del Serpeverde che si erano posate dolcemente sulle sue, Hermione dimenticò subito quello che stava dicendo e rispose al bacio. -Sbaglio o volevi parlarmi?- disse fra le sue labbra.

-Parlare, baciare… è facile confondersi- si giustificò lui con un sorrisetto.

-Se ci vedesse qualcuno? É molto più facile se rimaniamo amici- disse lei. 

-Magari amici speciali?- insisté Blaise avvicinandosi nuovamente alle labbra della ragazza, la quale girò prontamente la testa e sussurrò -Non se ne parla.- 

Detto questo se ne andò, lasciando Blaise con il broncio.

-Mi piacciono i tuoi capelli- si sentì dire alle spalle mentre svoltava l’angolo. Un sorriso le affiorò sulle labbra, quando stavano insieme, Blaise adorava districare i lunghi capelli della ragazza arricciati dall’acqua salmastra, poteva solo immaginare che avrebbe apprezzato ancora di più il nuovo taglio. Hermione non era sicura dei sentimenti che provava per il Serpeverde, aveva passato dei bei momenti con lui al resort, era divertente e affascinante e si era affezionata, ma sentiva che era semplicemente una storia estiva, niente di più. Per quanto Blaise le potesse piacere, la ragazza ormai sentiva che la loro relazione non sarebbe potuta andare avanti. Non dopo aver rivisto i suoi amici comunque. Inoltre, doveva ammettere a se stessa che forse una parte di lei aveva usato Blaise come distrazione dalle sofferenze provocategli dall'allontanamento da Harry e Ron.

-Hermione a cosa pensi?- la voce di Harry la riportò alla realtà facendola sobbalzare, non si era resa conto che si era avvicinato.

-Niente- mentì la Grifondoro. 

Harry la guardò un momento, i suoi occhi scivolarono sulla figura della ragazza, poi parlò di nuovo -So che non ti piacciono le nostre feste, ma domani sera ne abbiamo organizzata una per il rientro a scuola e mi chiedevo se volessi venire- disse un po' incerto. 

La ragazza si irrigidì, non era mai andata ad una delle feste organizzate da loro, tuttavia il fatto che Harry avesse provato ad invitarla forse significava che lui e Ron volevano riavvicinarsi, non poteva dire di no. 

-Certo, sarà …divertente- rispose infine titubante. 

-Ti va di fare due passi?- chiese il ragazzo. Lei scosse la testa in segno di assenso e si avviarono verso il lago. Era una di quelle tipiche giornate che segnano il lento passaggio verso l’autunno. Il sole era alto nel cielo, ma i suoi raggi non riscaldavano più come faceva fino a qualche giorno prima.

-Come hai passato l'estate?- domandò la Grifondoro che non era ancora riuscita a chiederglielo direttamente. 

-Il solito. Tante feste, tanto Quidditch- rifletté un attimo, poi riprese -Ci sei mancata.-

Hermione dubitava che i due le avessero dedicato il minimo pensiero alle prese con le loro innumerevoli attività estive. -È per questo che mi hai trascinata quasi di peso nello scompartimento con voi?- disse  ridendo. Voleva sviare il discorso. 

-Ti devo ricordare che senza il mio aiuto saresti finita sotto il treno?- rispose lui scherzando, Hermione sorrise. -Sembri diversa- proseguì Harry. 

-Sono i capelli.- 

-No intendo… tu sembri diversa.- ripetè passandosi una mano fra i capelli con un movimento automatico. 

-Non sono l’unica ad essere cambiata- ribatté Hermione capendo a cosa si riferisse.

-Lo so, io e Ron non siamo stati da meno- confermò il ragazzo. 

Ad Hermione non piaceva affatto la piega che stava prendendo il discorso, non era pronta per parlare di questo, doveva trovare un modo per liberarsi da questa situazione. -Chi arriva primo all'albero paga la Burrobirra!- fu la prima cosa che le venne in mente. Iniziò a correre diretta verso l’enorme quercia che si innalzava vicino la sponda del lago.

Harry rimase fermo per un momento incredulo, poi, con un un ghigno in faccia, iniziò a correre. La raggiunse con poche falcate ma Hermione vinse ugualmente. 

La ragazza si girò ridendo -Il grande Harry Potter mi ha fatto vincere?- lo prese in giro.

-Il grande Harry Potter?- rispose Harry ridendo.

-Certo, il grande, celebre, cercatore numero uno, super Harry Potter- rincarò la dose Hermione schizzandolo con l’acqua del lago. Harry ricambiò gli schizzi ridendo ed Hermione squittì quando l’acqua gelida entrò a contatto con la sua pelle. Cercò subito di rinnovare l’attacco, immerse le mani più profondamente nell’acqua inciampando in avanti, improvvisamente sentì una fitta alla mano destra, poi qualcosa la trascinò dentro il lago sommergendola nell’acqua congelata.

-Hermione!- sentì Harry urlare prima di essere completamente sommersa.

Hermione cercò di divincolarsi dalla presa viscida che ora si era avvinghiata più saldamente al suo braccio. Non riuscendo a liberarsi, tentò di raggiungere la bacchetta nella tasca della divisa ma la creatura si muoveva troppo velocemente. Finalmente, riuscì ad avvinghiare la bacchetta con la mano libera, la puntò contro la figura scura che si stagliava sotto di lei lanciando un incantesimo di difesa. Una volta liberato il braccio, cercò disperatamente di nuotare verso la superficie ma la testa le rimbombava, non riusciva più a trattenere il respiro. Due braccia forti le cinsero i fianchi e la sollevarono verso l’alto, Hermione respirò profondamente tossendo e sputando acqua.

-Harry- riuscì a dire ansimando. Il ragazzo la aiutò a nuotare fino alla sponda del lago, poi si sdraiarono esausti uno accanto all’altra.

-Stai bene?-  chiese Harry con tono preoccupato.

-Credo di sì- rispose lei.

-Cosa diamine era?- 

-Non lo so, non sono riuscita vedere, so solo che era viscido e molto molto grande- rispose Hermione.

-Bentornati ad Hogwarts- disse Harry mettendosi a sedere. Hermione si sollevò per guardarlo e scoppiò a ridere, non riusciva a fermarsi fomentata dall’adrenalina e lo shock. Harry, che inizialmente aveva sgranato gli occhi, iniziò a ridere a sua volta. Vedendoli da lontano, nessuno avrebbe immaginato che Hermione fosse stata quasi affogata da una qualche creatura malvagia che abitava il lago della scuola. Improvvisamente la ragazza smise di ridere e un cipiglio preoccupato si formò sulla sua fronte. -Harry abbiamo Pozioni tra poco- esclamò scattando in piedi e afferrando il braccio del ragazzo per incitarlo a sbrigarsi. 

-Sei sicura di non voler andare da Madama Chips?- chiese il Grifondoro ancora una volta prima di entrare nella sala Comune.

-Harry sto bene!- lo rassicurò la ragazza con tono esasperato. Erano completamente fradici e tremavano di freddo. Dovevano ancora asciugarsi, cambiarsi e raggiungere l’aula in meno di mezz’ora. Non appena entrarono si trovarono davanti Ron, Neville, Seamus e Dean, riuniti su delle poltrone. I ragazzi si guardarono perplessi e chiesero all'unisono -Cosa vi è successo?- 

-Harry mi deve una Burrobirra-. 

 

Nota dell’autore: benvenuti in questa Hogwarts alternativa. Il primo capitolo è sempre il più difficile perché deve essere introduttivo ma al tempo stesso provocare interesse nel lettore. Spero di aver raggiunto questo obiettivo! Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensate della storia e se avete consigli non esitate a farmelo sapere!

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


La mattina dopo tutti gli studenti del sesto e settimo anno erano su di giri per la festa di quella sera. Harry e Ron non si vedevano da nessuna parte. 

Hermione stava camminando con Ginny, la limpida giornata autunnale illuminava i cortili e il parco attorno al castello, invogliando gli studenti a riversarsi all’aperto. 

-Emozionata per stasera?- chiese la Weasley. 

-Nessuno parla d’altro- replicò Hermione. 

-Per un buon motivo- disse Ginny -Ron non crede che ti presenterai alla fine- aggiunse.

-È così assurdo pensare che voglia venire ad una festa?- ribatté Hermione.

-Beh… sì, non ti sei mai fatta vedere l’anno scorso.- 

-L’anno scorso…- iniziò, -era diverso- tagliò corto Hermione.

Ginny alzò  gli occhi al cielo -Prima o poi mi spiegherai cosa diamine è successo fra te, Harry e Ron?-

-Ti ho già detto che non è successo niente- sbuffò. Ginny non insisté, ma Hermione sapeva che non avrebbe mollato la presa così facilmente e onestamente lei non sapeva quali spiegazioni dare, non era successo niente di concreto fra i tre. 

Le due continuarono a camminare fino al campo di Quidditch, solo una volta giunte vicino agli spalti si resero conto che due studenti si stavano allenando. Hermione si accorse troppo tardi che gli studenti in questione erano Malfoy e Zabini. La ragazza chinò la testa facendo il possibile per diventare invisibile, purtroppo, dall'alto della sua scopa, Zabini riconobbe subito la sua chioma e le atterrò proprio davanti, seguito da Malfoy. 

-Guarda guarda, la Granger e la Weasley, che fortuna- disse ironicamente il biondo.

-Non possiamo dire lo stesso- replicò Ginny lanciandogli un’occhiataccia. 

-Hermione ho saputo che verrai alla festa- disse Blaise rivolto alla ragazza. 

-Da chi lo avresti saputo?- la Grifondoro non aveva certamente pubblicizzato la cosa.

-Potrei averlo detto a qualche amico- intervenne Ginny.

-Che lo ha detto a qualche mio amico evidentemente- continuò Blaise.

-Dovrebbero trovare discorsi più interessanti- disse Hermione infastidita.

-Concordo- affermò Malfoy annoiato.

-Ti ho detto che le persone trovano strano che tu vada- disse Ginny con aria da te-l’avevo-detto.

-Ora che ci penso, non credo di averti mai vista nella Stanza delle Necessità- confermò Blaise.

-Possibile che nessuno abbia di meglio da fare che controllare dove vado o non vado?- esclamò Hermione spazientita.

-Quando sono coinvolti Harry e Ron sai bene che funziona così- disse la rossa. 

Malfoy alzò gli occhi al cielo a questa affermazione -Blaise vado cambiarmi- disse dirigendosi verso gli spogliatoi.

-Arrivo Dra’- rispose il Serpeverde, -Ci vediamo stasera Granger- aggiunse facendole l’occhiolino prima di avviarsi nella stessa direzione dell’amico.

-Cosa è preso a Zabini?- chiese Ginny ridendo.

-Perché?- domandò Hermione allarmata.

-Tanto per cominciare ci ha rivolto parola.-

Hermione sospirò, -Ginny… se ti racconto una cosa prometti di stare calma?- 

La ragazza raccontò all’amica di quanto era successo con Blaise, specificando che qualunque cosa ci fosse tra di loro, era finita il giorno in cui si erano salutati al resort estivo. Per un istante Ginny non disse niente, poi un sorriso si fece spazio sul suo volto.

-Niente male H- disse ghignando.

-È tutto quello che hai da commentare?- domandò Hermione scoppiando a ridere. 

-Così ti piacciono le serpi? Buono a sapersi- continuò la rossa.

-Mi sto già pentendo di avertelo raccontato- sbuffò l’altra. In realtà si sentiva enormemente sollevata che l’amica non avesse niente da ridire sull’argomento. Era questa una delle cose che Hermione preferiva di Ginny, non giudicava mai e faceva sembrare tutto meno problematico di quanto Hermione lo rendesse. 

Nel frattempo di Harry e Ron ancora nessuna traccia, le aspettative per la prima festa dell'anno crescevano sempre di più e, giunta la sera, le ragazze alla Torre di Grifondoro erano chiuse nei propri dormitori per preparasi all'evento. 

-Ginny ti ho già detto che quel vestito ti sta benissimo- disse esasperata Hermione guardando l'amica alle prese con un grazioso vestito verde smeraldo attillato che metteva in risalto i suoi lisci capelli rossi.

-Va bene, va bene. La smetto di chiedere- replicò l’amica alzando le braccia per difendersi.

Hermione la guardò sorridendo e tornò ai suoi pensieri. Prese il suo vestito dall’armadio, era un tubino nero con le maniche lunghe e che metteva in risalto il suo fisico slanciato. Ginny l’aveva costretta a scegliere dei tacchi, Hermione avrebbe preferito delle scarpe basse, era nervosa e l’ultima cosa che le serviva era inciampare su quei trampoli e cadere davanti a tutti. 

-É tardi, dobbiamo andare.- Ginny uscì correndo dal bagno interrompendo i pensieri dell’amica. -Hermione, non ti sei neanche vestita!- sbuffò. 

Erano quasi arrivate alla Stanza delle Necessità, il corridoio era deserto. Ginny fece cenno ad Hermione di avvicinarsi silenziosamente mentre si guardava intorno furtivamente, dopodiché tirò fuori le due piccole pergamene stregate che Ron le aveva consegnato la sera prima, non appena le avvicinò alla serratura della porta che si era materializzata di fronte a loro, questa si aprì mostrando all’interno una calca di studenti. 

Lo spazio era enorme, al centro si trovava una folla di studenti intenti a ballare, il pavimento era di una pietra argentata che si illuminava passandoci sopra creando effetti ottici ipnotizzanti. Intorno alla sala si stagliavano flessuosi alberi con fiori anch'essi argentati che donavano all’ambiente un’aria sognante e il soffitto era di un blu intenso tempestato di luci che si muovevano confusamente. La musica era sprigionata per magia ovunque ed Hermione capì il motivo per cui i suoi due amici non si erano fatti vedere tutto il giorno, quanto tempo avevano impiegato per creare una cosa del genere?

Le due amiche avevano appena raggiunto la pista quando una testa rossa e una mora apparvero nella folla.

-Finalmente- esclamò Ron avvicinandosi. 

-Stupito di vedermi Ron?- domandò Hermione lanciando una frecciatina.

-Psicologia inversa. Sapevo che se avessi saputo che non credevo che venissi, saresti venuta sicuramente- ghignò il rosso. Hermione alzò gli occhi al cielo sorridendo. 

-Vi siete superati- si complimentò Ginny. 

-Niente male vero?- rispose Harry compiaciuto. 

-Direi che è il momento di iniziare a bere qualcosa- affermò Ron prendendo Ginny sottobraccio e dirigendosi verso il bar.

-Andiamo?- domandò Harry rivolto ad Hermione, la quale assentì. Si lanciarono nella calca per raggiungere i due Weasley. Hermione pensò che la festa era fantastica, ma odiava le spinte e le urla che le arrivavano addosso, probabilmente passare attraverso la pista non era stata l’idea migliore. La ragazza inciampò più volte, ostacolata da studenti ubriachi e ignari del suo passaggio. Quando Hermione rimase indietro per quella che le era sembrata la centesima volta, Harry si spazientì, creò un varco fra lui e la ragazza e le prese mano per aiutarla nell’attraversare la calca di studenti. Hermione avvampò, non si aspettava quel contatto improvviso, poi si riscosse immediatamente. Calmati, state solo cercando di arrivare al bar, si disse respirando profondamente. Improvvisamente, una mano afferrò Harry per il braccio e lo strattonò lontano dalla Grifondoro. 

-Harry cosa pensi di fare?!- urlò una ragazza dai capelli corvini. 

-Cosa fai qui?- rispose Harry, la ragazza lo ignorò e lanciò ad Hermione uno sguardo tagliente. 

-Trovatene un altro- detto questo, prese Harry per il colletto della maglietta e lo baciò. Hermione rimase a bocca aperta, le guance bruciavano per l’imbarazzo. Provò a dire qualcosa ma venne inghiottita nuovamente dalla folla di studenti che ballava incurante. Cercò di farsi strada il più velocemente possibile fuori da quel mare di persone, soprattutto lontano da Harry. Mentre lei si preoccupava di essere mano nella mano come se fosse chissà quale evento, Harry aveva una ragazza. Non capiva perché stava dando tale peso alla cosa, non avevano parlato per tutta l’estate e anche l’anno prima non aveva fatto eccezione. Avrebbe potuto menzionare di avere una ragazza, si ritrovò a pensare stizzita. 

Hermione si diresse verso il bar dove trovò Ginny e Ron intenti a discutere con il barman, pensò che non era in vena di parlare con loro e non li raggiunse. Mentre faceva dietro front vide Blaise in un angolo che conversava con un gruppo di Serpeverde, decise di evitare anche lui. Proprio quando stava per cambiare direzione, sentì qualcuno rivolgersi a lei. 

-Cosa fai da sola?- la fredda voce di Malfoy la riportò alla realtà. 

-Mi godo la festa- rispose lei girandosi verso il ragazzo.

-Non mi sembra a giudicare dalla tua faccia.- 

-Magari questa è la mia faccia da “mi sto godendo la festa”- ribatté la Grifondoro con tono falsamente gentile.

-Allora abbiamo un problema- replicò Malfoy.

-Abbiamo?- sbuffò Hermione. 

-Diciamo che mi sto godendo la festa proprio come te- disse sarcasticamente, -Seguimi.-

Hermione ci pensò un secondo, cosa ho da perdere, poi si affrettò a seguire il ragazzo prima di perderlo di vista. Malfoy sfilò la bacchetta dalla tasca e sussurrò un -Accio Whisky-, facendo volare una bottiglia dritta nel sue mani. Si girò verso Hermione con un ghigno, poi si diresse verso una zona meno affollata. La musica rimbombava allo stesso volume però, al posto della pista, c’erano tanti salottini con poltrone, divani e tavolini dove gruppi più contenuti di persone bevevano e ballavano. Ovviamente Malfoy l’aveva trascinata nell’area elitaria della festa. 

Si fermarono davanti ad un basso divano nero davanti ad un tavolino luminoso.

-Io non bevo-  disse categoricamente Hermione. Soprattutto non con te, pensò.

-Non sai cosa ti perdi- disse Draco, la ragazza passò lo sguardo da lui alla bottiglia. 

-Un bel niente- rispose la Grifondoro. 

-Come fai a saperlo se hai detto che non bevi mai?- 

Touché.

Hermione sbuffò, d’altro canto cosa aveva di meglio da fare? 

-So che me ne pentirò- prese il Whisky e bevve tossendo non appena l’alcol le bruciò la gola. Malfoy rise e prese un sorso a sua volta. Il secondo sorso di Hermione bruciò di meno e riuscì buttarlo giù con più facilità. Sapeva che non era un’idea geniale quella di bere whisky liscio, soprattutto per lei che non era abituata, però si sentiva irrequieta e aveva bisogno di rilassarsi. 

Funzionò. Il tempo si era dissolto, la bottiglia quasi finita giaceva sul bordo del tavolino, mentre lei e il Serpeverde erano in piedi sul divano a ballare. Si sentiva leggera e non smetteva di ridere, non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando aveva incontrato Malfoy, sapeva solo che le facevano male le gambe ma che non voleva smettere di ballare. Finalmente, i due si lanciarono esausti sul divano, semi sdraiati uno accanto all’altra. 

-Niente male Granger- disse Draco. 

Hermione si mise a ridere -Anche tu Malfoy- biascicò. Poco dopo arrivò Pansy Parkinson accompagnata da Blaise. 

-Dra’ noi andiamo vieni? Oh fantastico sei ubriaco- la ragazza sbuffò e aiutò l'amico ad alzarsi. 

-Non voglio andare via, mi sto divertendo- si lamentò il ragazzo. 

-Sì invece, è tardi- insisté la Serpeverde.

-La Granger…- il biondo non poté finire la frase, Pansy lo stava già trascinando via, non prima di lanciare un’occhiataccia alla ragazza rimasta sul divano. 

-Hermione cosa pensi di fare bevendo così con Draco?- chiese Blaise chiaramente infastidito. Hermione lo guardò, provò a rispondere ma le parole non le uscirono dalla bocca -Ti accompagno al dormitorio- disse addolcendo il tono di voce, si diresse verso di lei. Hermione balzò in piedi, non voleva andare a dormire, voleva ballare, in un lampo scomparve tra la folla prima che Blaise potesse fermarla.

La ragazza si ritrovò nella mischia. Veniva sbattuta da una parte all’altra e iniziò a girarle violentemente la testa, accompagnata da un senso di nausea. Improvvisamente la musica le rimbombava forte nelle orecchie e le luci fluorescenti la accecavano facendola barcollare sempre di più. Doveva andare via da lì, riuscì vacillando ad arrivare fuori dalla Stanza delle Necessità e sospirò di sollievo all’improvvisa ondata di silenzio. Si accasciò nel corridoio deserto con la schiena appoggiata alla parete di pietra. Chiuse gli occhi un momento, poi sentì dei passi.

-Mrs. Purr?- sentì in lontananza.

Gazza.

Hermione scattò in piedi entrando nel panico. Non sapeva cosa fare, dove nascondersi, le girava la testa e, proprio mentre sentiva i passi farsi più vicini, fu afferrata da qualcuno per un fianco e trascinata in uno sgabuzzino. Quando la ragazza si voltò, vide Harry che la guardava con i suoi occhi verde smeraldo -Ci è mancato poco- sospirò il ragazzo spiando nel corridoio che avevano appena lasciato. Hermione trasalì alla sua vista, era ancora stranita da quanto successo all’inizio della festa. Ora la sua mente era confusa, non riusciva a pensare chiaramente, sapeva solo che era infastidita dall’avvenuto e ciò la rendeva ancora più nervosa.

-Hermione stai bene?-  chiese  Harry guardandola più attentamente.

-Mai stata meglio- biascicò lei.

-Sei ubriaca?-  chiese con un tono fra il divertito e lo sconvolto.

-Io? Io…- Hermione non riuscì a formare altre parole.

-Lo prendo per un sì- disse Harry più a se stesso che a lei. 

-Ti porto a dormire- detto questo si avvicinò a lei per aiutarla a camminare, ma la ragazza si spostò. 

-Porta la tua ragazza a dormire- disse di getto, Harry sgranò gli occhi. Quando lei  si rese conto delle parole uscite dalla sua bocca avvampò, doveva allontanarsi da lì. Si girò così velocemente verso la porta che le sue già instabili gambe cedettero definitivamente.

-Hermione!- sussurrò Harry prendendola appena in tempo. Lei cercò di dimenarsi inutilmente, il ragazzo la teneva saldamente fra le braccia. -Se continui così ci fai scoprire entrambi- la rimproverò. La ragazza cercò di liberarsi ancora una volta dalla presa di Harry ma sentiva che non ne aveva la forza e si arrese. Finalmente, i due si diressero verso la torre di Grifondoro ma, al primo scalino, Hermione cadde nuovamente ed Harry decise che sarebbero stati più silenziosi se l’avesse portata lui. La sollevò delicatamente e la portò fino all’interno della Sala Comune e nella stanza della ragazza. 

-Ecco fatto- le sussurrò adagiandola sul letto. Quando fece per andarsene, Hermione gli prese improvvisamente la mano. Harry si girò di scatto sorpreso, non fece in tempo a chiederle cosa avesse che la ragazza si era già addormentata.

Hermione si svegliò con la testa che pulsava, i vestiti della sera prima e un disperato bisogno di una doccia. Era una domenica piovosa, la ragazza riempì la vasca da bagno con acqua fumante e vi si immerse sospirando di piacere. Non appena riuscì a rilassarsi, gli eventi della sera precedente le tornarono in mente in frammenti. Cosa le era venuto in mente? Ricordava che stava ridendo e ballando con Malfoy, si stava divertendo contro ogni sua previsione e poi… non riusciva a ricordare, era come se la sua mente non riuscisse a mettere a fuoco il resto della notte. Come era arrivata in camera? Come aveva fatto a non farsi scoprire nel tragitto nello stato in cui era? Chiuse gli occhi e tirò un sospiro rassegnato, sospettava che lo avrebbe scoperto a breve. Uscì dalla vasca e si asciugò rapidamente, si infilò un paio di jeans a sigaretta e un  morbido maglione a girocollo color crema, poi uscì. 

Quando arrivò nella Sala Grande squadrò la stanza, dal tavolo dei Serpeverde Malfoy incrociò il suo sguardo e le fece un cenno di saluto mentre Blaise guardò prima lui e poi lei con sguardo interrogatorio. Hermione si sedette al tavolo di Grifondoro tra Neville e Ginny.

-Chi si rivede- scherzò Ginny. 

-Buongiorno- disse Hermione. 

-Dove sei sparita ieri?- chiese la rossa. 

-Non sono tornata con te?- domandò Hermione sorpresa. 

-No, io ti ho persa di vista appena siamo arrivate- replicò l’amica. Hermione sentì l’ansia montarle nello stomaco e  raccontò sottovoce l’accaduto.

-Come sei finita a passare la serata con Malfoy?- disse Ginny sbalordita.

-È successo e basta- mentì Hermione, aveva omesso di spiegare come esattamente aveva perso di vista di vista Harry, dicendole soltanto che si era persa tra la folla. -Non ricordo cosa è successo da quando Mafoy è andato via- continuò. 

-Magari è stato proprio lui ad accompagnarti- ipotizzò Ginny. 

-Impossibile, un Serpeverde non può entrare nel dormitorio di Grifondoro, per questo davo per scontato di essere tornata con te.- disse Hermione. Le due continuarono a fare congetture fino a che non si presentarono Harry e Ron.

-Giorno- salutò Ron, mentre l’altro guardò Hermione senza dire niente.

-Voi sapete con chi è tornata Hermione ieri sera?- chiese Ginny improvvisamente. Ron si strozzò con il caffè che aveva appena sorseggiato ed Harry posò subito uno sguardo interrogatorio sulla ragazza. Hermione fulminò l’amica con lo sguardo, si alzò di scatto e uscì dalla Sala Grande con le guance in fiamme. Svoltò diversi corridoi senza avere una meta precisa e si fermò ansimante in un’aula vuota. Chissà cosa avrebbero pensato Harry e Ron di lei. Soprattutto, chissà cosa aveva combinato, non sapeva se avrebbe preferito rimanere all’oscuro oppure ricordare. La cosa certa è non era tornata da sola, sarebbe stato impossibile per chiunque in quelle condizioni. Nell’agitazione non si era resa conto che Harry l'aveva seguita.

-Harry non ne voglio parlare- gli disse. 

-Va bene, ti consiglio solo di passare da Madama Chips per una pozione contro il mal di testa- disse con un mezzo sorriso.

-Come sai che ho il mal di testa?-

-A giudicare da come stavi ieri quando ti ho accompagnata al dormitorio, direi che era più che probabile.-

Hermione nascose il viso tra le mani -Sei stato tu- sospirò.

-Per essere una che non beve, ieri ti sei data da fare- rise Harry.

-Non infierire- pregò la ragazza. Harry si avvicinò, spostandole dolcemente le mani dal viso e costringendola a guardarlo. 

-Non trovi che sia meglio che ti abbia trovata io?-

Hermione annuì leggermente, pietrificata dalla vicinanza del ragazzo. Lentamente le tornarono frammenti dell’accaduto, Gazza, lo sgabuzzino, ma ancora era tutto molto confuso.

-Non è la mia ragazza.- disse Harry di punto in bianco. Hermione avvampò, ricordava vagamente di aver fatto un brutto commento la sera precedente quando lui stava cercando di aiutarla.

-Harry io… mi dispiace, stavi solo cercando di aiutarmi, non avevo il diritto di…- 

-Non devi scusarti, tutti diciamo cose stupide quando beviamo- la rassicurò. 

Hermione fece un sospiro di sollievo.

-Se non state insieme perché vi siete baciati?- domandò la Grifondoro senza riuscire a trattenersi.

-Ha fatto tutto da sola, ho provato a cercarti subito ma sei scomparsa- spiegò Harry con un tono misto a rabbia e tristezza.

-Chi è questa ragazza?-

-Una Corvonero con cui sono uscito un paio di volte le ultime settimane estive, niente di serio.-

-Forse dovresti spiegarglielo meglio, prima che mi pietrifichi la prossima volta che mi vede nelle tue vicinanze- rise Hermione. 

-Credo proprio che adesso abbia capito- disse il ragazzo. -Adesso però tocca a te dare spiegazioni. Dove sei finita tutta la sera?- 

Hermione si irrigidì, non aveva intenzione di dire ad Harry che aveva svuotato una bottiglia di Whisky Incendiario con Draco Malfoy, non solo perché i due non erano esattamente quello che si dice amici, ma anche perché non voleva che il ragazzo la interpretasse come una cosa che non era. 

-Io… non ricordo bene, preferisco non parlarne- replicò. Allo sguardo divertito del Grifondoro non riuscì a trattenersi, -Adesso devo andare- mentì allontanandosi da Harry e dirigendosi verso la porta, il cuore che le martellava nel petto.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Hermione sapeva perfettamente che, andato via così, avrebbe solo incuriosito Harry maggiormente. Nonostante ciò tirò un sospiro di sollievo quando svoltò l’angolo, con un po’ di fortuna si sarebbe dimenticato la questione. Persa nei suoi pensieri, la ragazza quasi non si rese conto di quanto le pulsasse ancora la testa. Decise di dirigersi da Madama Chips per prendere la pozione di cui le aveva parlato Harry. 

L’infermeria era deserta, dei fasci di luce si facevano strada dalle alte finestre ad arcata, donando alla stanza un aspetto rassicurante nonostante le file di malinconici letti vuoti. 

-Signorina Granger- la salutò Madama Chips. 

Hermione sorrise e chiese qualcosa per alleviare quel terribile mal di testa. 

-Ci deve essere un’epidemia di dolori alla testa questa mattina…- borbottò l’infermiera sparendo dietro una porticina di legno e tornando secondi dopo con una fiala di vetro. 

Hermione aveva bevuto il liquido azzurro da meno di cinque minuti e già sentiva le tempie pulsare di meno e una sensazione di sollievo farsi progressivamente strada dentro di lei. Quando Madama Chips decise che la pozione aveva finalmente fatto il suo dovere, lasciò andare la Grifondoro raccomandandole di tornare se l’emicrania si fosse ripresentata. Hermione si sentiva così meglio che era convinta di potersi concedere qualche ora di studio in biblioteca. 

Si diresse verso la porta, il viso rivolto ancora verso l’infermiera per ringraziarla. Quando si voltò nella direzione in cui stava camminando era arrivata all’ingresso e si scontrò con una ragazza che stava entrando proprio in quel momento. Si rese conto con orrore che si trattava della Corvonero della sera precedente. Aveva riconosciuto immediatamente il suo viso ambrato, i flessuosi occhi marroni che la squadravano con diffidenza e i lisci capelli neri che le arrivavano poco sotto le orecchie. La Grifondoro si rese conto che ormai era troppo tardi per svignarsela, la ragazza l’aveva riconosciuta a sua volta. 

-Scusa- disse Hermione sbrigativamente.

-Fammi il piacere- rispose l’altra con tono sprezzante.

Hermione strabuzzò gli occhi, -Cosa?-

-Scommetto che avresti preferito se fossi caduta a terra- ribatté l’altra a denti stretti.

-Io credo che tu abbia l’idea sbagliata- provò a spiegare cercando di mantenere la calma. 

-Io credo di no.- 

-Tra me ed Harry non c’è niente. Però ti posso assicurare che lo stesso vale per te- si spazientì Hermione.

L’espressione altezzosa della Corvonero vacillò. -Pensi che un taglio di capelli e una festa ti riuniranno ai tuoi amichetti, vero? Sei patetica. Harry prova solo pena per te, ecco perché ti rivolge ancora parola- sibilò.

-Non sai di cosa stai parlando- rispose la Grifondoro cercando di non dare peso alle parole della ragazza.

-Tutti sanno che senza di te stanno meglio. Sbaglio o non ti ho mai vista quest’estate? Per caso il gufo ha perso tutti i tuoi inviti?- 

Hermione sentì gli occhi pizzicare, aveva toccato un tasto dolente. Senza rispondere, le scivolò accanto in tutta fretta cercando di mettere distanza il più velocemente possibile fra lei e la Corvonero. Aveva faticato molto per riuscire a farsi scivolare addosso certi commenti ignobili. L’anno precedente aveva sentito ogni tipo di storia sul suo conto. A cominciare da quella su come Harry e Ron si fossero finalmente stufati del topo da biblioteca a quella su come la gelosia di Hermione nei confronti dei due Grifondoro fosse diventata talmente insopportabile da spingere i due a levarsela di torno. 

Niente di tutto ciò era vero. Purtroppo per Hermione, a nessuno interessava la verità. Bastava che il desiderio di gossip degli studenti fosse soddisfatto, per accartocciare qualsiasi briciolo di empatia umana. Hermione non conosceva la versione di Harry e Ron ma era abbastanza convinta che coincidesse con la sua, ossia un semplice allontanamento dovuto ad indoli troppo diverse. Non sarebbe mai riuscita a comprendere l’insaziabile bisogno di spargere veleno e menzogne che sembrava affliggere la maggior parte degli studenti di Hogwarts. Era quasi come se ci guadagnassero qualcosa. La realtà era molto più triste ed Hermione, diventata l’oggetto principale di queste inutili dicerie, lo aveva capito bene. Quale modo migliore per sentirsi meglio di se stessi che evidenziare i difetti degli altri?

Nonostante fosse conscia di ciò, quando la ragazza si ritrovava a sentire certi pettegolezzi circolare sul suo conto e a percepire il giudicante sguardo degli altri su di lei, dei macigni le si formavano sul petto. A lungo andare aveva smesso di frequentare luoghi affollati, spesso inventava scuse con Luna e Ginny per evitare di uscire dal dormitorio e saltava i pasti quando sapeva di non destare il sospetto dei professori. 

Un volta tornata a casa per le vacanze estive con chili in meno ed occhi tristi, i genitori non avevano trovato altra soluzione nell’immediato se non quella di trascinarla in vacanza in un resort tropicale per cercare di distrarla. Lì aveva incontrato Blaise. Tra la storia con il Serpeverde che l’aveva aiutata a distrarsi e la sofferenza che sapeva di provocare ai genitori, aveva deciso di tentare un cambiamento. Non poteva più sopportare di essere la causa di tanta preoccupazione per la sua famiglia.  

Questa volta però non potè fare a meno di pensare che le parole della Corvonero contenessero un fondo di verità. Se Harry e Ron avevano organizzato anche solo la metà delle cose che le avevano raccontato, perché non era mai stata invitata? 

Le venne in mente la prima sera, quando Neville aveva parlato di un falò in spiaggia e tornarono in mente anche innumerevoli telefonate con Ginny ricche di racconti riguardanti feste e incontri organizzati dai due. Sul momento non ci aveva fatto caso, sapeva che i rapporti con gli amici si erano erosi, ma tornando ad Hogwarts Harry non aveva esitato ad includerla immediatamente. Il pensiero che fosse stato solo per il cambiamento nel suo aspetto fisico la ferì più di quanto volesse ammettere. Peggio ancora, il pensiero che Ron, Harry e persino Ginny si sentissero in obbligo di includerla solamente per pietà le faceva venire la nausea. Adesso, lacrime salate le rigavano il volto senza che potesse fermarle.

-Granger.- una voce strascicata la fece sobbalzare.

Hermione alzò lo sguardo e vide Malfoy che le veniva incontro, cercò di asciugarsi il viso con le maniche del maglione ma sapeva di avere gli occhi arrossati. 

-Ciao- rispose senza guardare il Serpeverde negli occhi.

-Volevo solo…- iniziò il ragazzo. -Stai bene?- riprese una volta giunto di fronte a lei.

Merlino, pensò Hermione. -Sì sto bene, solo polvere negli occhi- mentì poco convincente. -Volevi dirmi qualcosa?- aggiunse prima che Malfoy potesse ribattere qualcosa.

Il ragazzo si riscosse -Solo scusarmi per ieri.-

-Scusarti?- domandò lei confusa.

-Non dovevo farti bere così e poi lasciarti sola. Blaise mi ha detto che non è riuscito ad accompagnarti al dormitorio, era molto preoccupato- spiegò il biondo.

Hermione arrossì e si domandò se Malfoy sapesse della sua storia con l’amico.

-Sono tornata sana e salva- cercò di sorridere in modo rassicurante.

-Ciò non cambia che sono stato un idiota. Mi dispiace- il ragazzo sembrava davvero affranto.

Hermione si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla con fare rassicurante -Va tutto bene. Mi sono divertita.- 

Gli occhi di Malfoy si illuminarono con l’ombra di un sorriso, aprì la bocca per parlare ma la richiuse non appena Blaise chiamò il suo nome in lontananza. Sia Hermione che Draco si voltarono verso il suono della voce e videro il Serpeverde che si stava avvicinando. Indossava la tenuta da Quidditich e teneva la sua Nimbus 2001 con una mano.

-Dra’ ti stiamo aspettando- disse Blaise una volta raggiunti gli altri due.

-Vado a prendere la scopa- rispose l’altro indietreggiando, dirigendosi al lato opposto del corridoio. Hermione notò solo in quel momento che anche Malfoy aveva la divisa da Quidditch, probabilmente Mlafoy l’aveva vista nel tragitto verso l’uscita del castello.

-Mi hai fatto preoccupare ieri- Blaise si rivolse alla ragazza.

-Mi dispiace- rispose Hermione incerta, non ricordava di averlo incontrato.

-Tu non bevi. Cosa pensavi che succedesse scolandoti una bottiglia di whisky con Malfoy?- insisté il ragazzo.

A quelle parole Hermione sentì una sensazione di rabbia montarle nello stomaco, non era dell’umore per una ramanzina.

 -Non ti devo nessuna spiegazione.- 

Gli occhi del Serpeverde si indurirono. -Non ti puoi fidare del primo ragazzo che ti offre da bere. Sarebbe potuta finire diversamente.- 

-Nemmeno se il ragazzo in questione è il tuo migliore amico?- domandò lei in tono di sfida, sapendo benissimo che il punto del discorso non era questo. Blaise si avvicinò pericolosamente a lei inchiodandola al muro con le braccia.

-Sto solo cercando di proteggerti- le sussurrò. 

Hermione ebbe un fremito all’improvvisa vicinanza di Blaise. Una parte di lei avrebbe voluto allungare il collo e posare le sue labbra su quelle del ragazzo. Voleva perdersi nei suoi baci proprio come aveva fatto durante l’estate, seppellendo i propri problemi nella stretta sicura del Serpeverde. Sapeva di non poterlo fare, avrebbe complicato le cose. Non era più in vacanza, l’ultima cosa che le serviva era far credere a Blaise che tra loro potesse funzionare quando la verità era che stava soffrendo per le parole della Corvonero. Non poteva usarlo così. 

-Blaise…- 

-Lo so, lo so- sospirò Zabini alzando le mani e  allontanandosi dalla ragazza. -Ci vediamo in giro- le disse dolcemente prima di andarsene.

Hermione sbuffò, ne aveva avuto abbastanza di incontri inaspettati per quella giornata. Il resto del pomeriggio si rinchiuse in biblioteca al sicuro da altre sorprese. 

A cena incontrò inevitabilmente Harry e Ron e le si strinse il cuore pensando alle ore precedenti. Mangiò velocemente e si ritirò nella sua stanza inventandosi che le fosse tornato il mal di testa. 

Il giorno dopo le lezioni procedettero tranquillamente, Hermione adorava tutte le materie del settimo anno ed era intenzionata a passare con il massimo i suoi M.A.G.O. 

Terminata l’ultima ora di Trasfigurazione, la ragazza si diresse verso la Sala Comune accompagnata da Harry e Ron. Hermione era tornata distante, non voleva rivelare il suo stato d’animo, allo stesso tempo era difficile mascherare i propri sentimenti. Si sentiva… triste. La sola idea che, in quel preciso istante, i due amici stessero in sua compagnia solo per pietà le rendeva molto difficile non far vacillare il falso sorriso che aveva diligentemente mantenuto durante la giornata. Non voleva creare problemi, si trattava solo di fare buon viso a cattivo gioco ancora per un anno. 

L’avrebbe presa come una sfida: riuscire a sopravvivere al settimo anno senza far preoccupare i suoi genitori. Era questo il suo obiettivo, non diventare un problema per la sua famiglia.

-Pronti per le selezioni di domani?- chiese Harry con una punta di eccitazione nella voce.

-Non vedo l’ora- disse Ron sorridendo.

Harry era capitano della squadra di Grifondoro anche quest’anno, lui e Ron adoravano le selezioni.

-Verrai a vedere Herm?- domandò il rosso. 

Neanche morta, pensò la ragazza. Non aveva intenzione di sedersi per ore con un gruppo di oche starnazzanti che sbavano intorno ad Harry e Ron per un pomeriggio intero. Aveva di meglio da fare.

-Credo che passerò- rispose con il tono più gentile che era riuscita a simulare. 

-Non puoi mancare. Quest’anno Neville prova ad entrare, ci sarà da ridere- tentò nuovamente Ron.

-Andateci piano con lui- sbuffò Hermione spostando il suo guardo su quello di Harry. Il ragazzo fece spallucce sorridendo.

 -Sai che non posso fare favoritismi- disse maliziosamente, -Ma sono sicuro che se tu venissi sarei influenzato a comportarmi al meglio- aggiunse con sguardo divertito. Ron scoppiò a ridere ed Hermione alzò gli occhi al cielo.

-Dagli retta, non so cosa potrà combinare senza di te- disse Ron.

-Se vengo mi assicuri che vi comporterete bene con Neville?- 

-Parola di cercatore- affermò Harry solennemente, quel sorrisetto ancora stampato in faccia.


Nota dell’autore: Innanzitutto spero che vi sia piaciuto questo capitolo! 

Come seconda cosa vorrei solo specificare che sto ancora introducendo la storia, fornendo un quadro emotivo più chiaro. In questo capitolo ho cercato di affrontare la realtà delle difficoltà che ha vissuto Hermione nell’ultimo periodo e perché per lei sia così difficile confidare nel fatto che Harry e Ron vogliano ricucire i rapporti. Se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate :)

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Quel lunedì mattina i Grifondoro e i Serpeverde avevano due ore di Pozioni con Lumacorno. Casualmente le due Case più competitive di Hogwarts si ritrovavano sempre a condividere i corsi più importanti. Dopo sette anni in questa scuola, Hermione aveva capito che probabilmente non si trattava di una una mera coincidenza. 

La ragazza prese posto davanti ad un calderone vicino alla finestra. Harry e Ron arrivarono in classe giusto pochi secondi prima che entrasse il professore. Harry si posizionò accanto a lei salutandola con un sorriso irresistibile, mentre Ron si diresse verso il fondo dell’aula. Da quando Piton non insegnava più Pozioni, Harry si era rivelato un vero portento. Riusciva a creare degli intrugli impeccabili ed Hermione lo invidiava moltissimo. Lei ovviamente dava sempre il massimo e la maggior parte delle volte riusciva ad eseguire delle miscele esemplari, ma non appena si trattava di eseguire pozioni leggermente più particolari o complesse, sapeva che probabilmente sarebbe finita con qualche esplosione. Sperava che, almeno per le prime lezioni, Lumacorno avrebbe scelto miscele più tradizionali.

In quel momento le passarono accanto Blaise e Malfoy diretti verso le loro postazioni.

-‘Giorno- le sorrise il primo, mentre il secondo le rivolse un cenno di saluto. 

Harry si girò immediatamente verso la ragazza guardandola con aria interrogativa, questa familiarità con i due Serpeverde gli era nuova. Hermione rispose brevemente al saluto evitando lo sguardo del Grifondoro. 

-Buongiorno a tutti!- esclamò entusiasta il professore. Seguì un coro di saluti da parte degli studenti. 

-Oggi procederemo insieme alla realizzazione di una pozione particolarmente importante per questo corso, il Distillato della Morte Vivente- proseguì. 

Hermione lo guardò sconfortata, alla faccia del tradizionale. 

Gli studenti trascorsero la lezione osservandolo nella preparazione della pozione, Hermione annotò ogni singolo passaggio, facendo attenzione ad ogni minimo dettaglio. Quando Lumacorno giunse all’ultimo — e fondamentale — step, la ragazza rimase assolutamente confusa sulla procedura da eseguire e scribacchiò parole senza senso con la sua piuma. 

-Una volta terminata, la pozione dovrebbe avere proprio questo colore- affermò il docente visibilmente soddisfatto, dopodiché  versò il liquido rosa pallido in una fiala trasparente per farlo vedere meglio. 

Hermione controllò gli appunti dal principio, poi cercò di sbirciare se Harry avesse scritto la parte che le mancava. 

-Serve qualcosa?- domandò lui notando gli occhi della ragazza vagare sulla sua pergamena. Hermione arrossì e alzò immediatamente lo sguardo.

-Niente- sussurrò. 

Non le piaceva ammettere di non saper fare qualcosa. Lei era quella che aiutava con le lezioni, gli altri non aiutavano lei. Si rendeva conto che era un atteggiamento presuntuoso e probabilmente molto stupido,   era impossibile eccellere in tutto. Allo stesso tempo, la sua intelligenza e dimestichezza con le materie magiche era una delle sue certezze, una delle cose che nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio, su cui nessuno avrebbe potuto proferire parola.

-La prossima settimana voglio una fiala di Distillato preparato da ognuno di voi. Sarà molto importante nella valutazione finale- proclamò Lumacorno alla fine della lezione. Un suono disperato uscì dalla bocca di Hermione. Harry la guardò divertito e la ragazza si ricompose subito.

-Bene, potete andare- gridò il professore sopra il parlottio di studenti che stavano già prendendo le loro cose e uscendo dalla classe. 

L’aula si era svuotata ed Hermione, senza perdere altro tempo, si diresse verso un vecchio armadio vicino alla postazione di Lumacorno per controllare se ci fosse un libro sui Distillati che potesse renderle più facile la preparazione.

-Lì non troverai niente di interessante- le disse una voce familiare. 

Hermione si girò sussultando e vide Harry appoggiato disinvoltamente allo stipite della porta, le braccia conserte e un sorrisetto sulle labbra.

-Non sai neanche cosa sto cercando- replicò la ragazza.

-Giusto, cosa stai cercando?-

-Niente che ti possa interessare- sbuffò lei.

-Qualcosa che sia d’aiuto per la pozione?- azzardò Harry.

-No!- esclamò lei indignata, -Sì… contento?- ammise infine alzando gli occhi al cielo. 

-Ti aiuto io, me la cavo abbastanza bene in Pozioni- disse con semplicità.

-Non serve, sono sicura di poterci riuscire anche da sola- disse. Sapeva benissimo che probabilmente non era vero, ma in quel momento le era sembrata l’unica risposta da dare.

-Certo che puoi, ma non devi. Lascia che ti dia una mano- insisté il ragazzo avvicinandosi a lei, il sorrisetto di prima sostituito da un’espressione più dolce. Hermione fu presa alla sprovvista dalla gentilezza nella voce del ragazzo, ancora di più dalle sue parole. 

Non devi farlo da sola.

-Va bene… grazie- disse infine titubante. Harry sorrise e le mise un braccio intorno alle spalle guidandola verso la porta.

-Andiamo a pranzo- disse prima di uscire dall’aula. 

 Erano le cinque di sera, le lezioni erano finite presto quel pomeriggio ed Hermione si era fermata in biblioteca per controllare una serie di pergamene dense di appunti presi a Rune Antiche. Quando si rese conto dell’ora sgranò gli occhi. Le selezioni erano già iniziate. Corse in camera sua, infilò il primo paio di jeans su cui riuscì a mettere le mani, un maglione nero e si diresse alla volta del campo da Quidditch. Quando arrivò, gli spalti erano colmi di Grifondoro, neanche si trattasse di una partita. Cercò con lo sguardo qualcuno che conoscesse, quando vide Luna, Dean e Seamus li raggiunse.

-Ciao- salutò.

-Eccoti finalmente- le disse Luna con il suo solito tono sognante. Nonostante fosse una Corvonero, tutti sapevano che la ragazza aveva un debole per la squadra di Grifondoro. Hermione fu sollevata che fosse venuta anche lei, Ginny era nella squadra con Ron ed Harry quindi si era preparata ad affrontare queste ore in solitudine. 

-Menomale ti sei fatta vedere. Harry ci stava assillando per sapere quando saresti venuta- sbuffò Dean.

-Ho perso la cognizione del tempo- disse Hermione con le guance che avvampavano.

In campo, due ragazze avevano appena terminato la loro prova, si erano candidate come battitrici. Era evidente che Ron avesse apprezzato molto la loro performance, una volta scesi dalla scopa i tre parlarono così a lungo che Harry dovette scendere a sua volta per ripescare l’amico e continuare con gli altri candidati. 

Uno studente del terzo anno fu meno fortunato, era così scoordinato che faceva cadere ogni Pluffa che gli veniva lanciata. Dopo innumerevoli tentativi riuscì finalmente a prenderne una, si accorse troppo tardi che aveva usato entrambe le mani. Con la palla ancora stretta al petto, precipitò rovinosamente dalla scopa. Harry e Ron lo ripresero al volo.

Quando arrivò il turno di Neville, Hermione si girò istintivamente verso Harry. Lui fece lo stesso e i loro sguardi si incrociarono, con un sorrisetto le fece l’occhiolino prima di volare via. Dal momento in cui la Pluffa venne lanciata in aria, Neville fu impeccabile, sapeva esattamente come muoversi, lasciando Hermione a bocca aperta. 

-Quello è veramente Neville?- chiese a Luna.

-Un bel cambiamento vero? Harry e Ron gli hanno insegnato a giocare l’anno scorso e lo hanno allentato per le selezioni quest’estate- spiegò la Corvonero. 

Hermione mise insieme i pezzi. Harry e Ron l’avevano indotta a credere che Neville fosse negato solo per spingerla a venire. Sapevano che l’unico modo sarebbe stato quello di farle pensare che l’amico avrebbe subito una terribile figuraccia se non ci fosse stata lei a tenere d’occhio gli istinti  irrefrenabili che sorgevano in Harry e Ron quando giocavano a Quidditch. 

Un volta terminate le selezioni, i giocatori si ritirarono negli spogliatoi per cambiarsi mentre gli studenti si diressero verso il castello.

-Hermione! Sei venuta- esclamò Ron abbracciandola non appena scese dalla scopa.

-Siete due manipolatori- disse lei divincolandosi dall’abbraccio, però sorrideva.

-In realtà non abbiamo mai detto espressamente che Neville fosse negato- si difese l’amico capendo subito a cosa si riferisse.

-Me lo avete lasciato credere, è la stessa cosa- lo corresse Hermione.

-Nient’affatto- intervenne Harry atterrando di fronte a lei, seguito da Ginny.

-Avete visto i soggetti che si sono presentati?- chiese la rossa con un tono fra l’esasperato e il divertito.

-Il mio preferito è stato quello della Pluffa- disse Dean ridendo. 

-Secondo me sono stati tutti bravissimi- affermò Luna. 

Si trattennero qualche minuto a commentare i poveri sventurati che si erano presentati alle selezioni, Ron  e Ginny li prendevano in giro mentre Luna cercava di difendere tutti.

-Andiamo a cambiarci che sto morendo di fame- affermò Ron infine dirigendosi verso gli spogliatoi, subito imitato da Ginny. 

Anche gli altri Grifondoro e Luna si diressero verso il castello. Harry però era rimasto sul posto.

-Non vai a cambiarti?- chiese Hermione.

-Tra un momento- rispose lui.

-Hai chiesto di me prima. Non ti fidavi?- domandò lei sorridendo.

Il ragazzo sorrise a sua volta -Volevo solo essere sicuro che riuscissi a vedermi con la divisa nuova.-

-Sta meglio a Ron se è questo che volevi sapere- rispose lei.

-Gli piacerebbe- replicò lui. Rimasero in silenzio per qualche istante.

 -Ti va di fare un giro?- chiese Harry improvvisamente.

-Un giro?- replicò Hermione ingenuamente.

Harry la guardò negli occhi, poi spostò lo sguardo sulla sua Firebolt.

-Non se ne parla, lo sai che non mi piace volare e poi…- Hermione non fece in tempo a finire la frase che Harry l’aveva già afferrata per i fianchi e sistemata sulla scopa, poi salì dietro di lei iniziò a volare prima che la ragazza potesse scendere.

Hermione urlò, cosa diamine gli era preso? Sapeva benissimo che odiava volare. Il fatto che l’unica volta che aveva provato a farlo era stata al primo anno al corso di madama Bumb era assolutamente irrilevante. Harry curvò la scopa per cambiare direzione ed Hermione si strinse a lui per paura di cadere. 

Una volta atterrati lo avrebbe ucciso.

Poco a poco si tranquillizzò, il ragazzo era perfettamente sicuro di sé mentre volava, lo faceva sembrare facile come respirare. La sua presa sicura e il sorrisetto compiaciuto che lanciava alla ragazza di tanto in tanto bastarono a distrarla abbastanza da farle dimenticare di avere paura. Sorvolarono il Lago Nero, la schiena di Hermione fu percorsa da un brivido al solo pensiero della creatura che l’aveva afferrata qualche giorno prima, probabilmente Harry percepì l’angoscia della ragazza perché si strinse a lei in modo protettivo provocandole tutt’altro tipo di brividi. Ora però Hermione vedeva solo il loro riflesso sull’acqua scura. Il vento tiepido le accarezzava le guance e le muoveva i capelli. Attraversarono il limitare della Foresta Oscura, passando sopra la casa di Hagrid e atterrarono all’entrata del castello. Harry la aiutò a scendere dalla scopa, alla ragazza tremavano le gambe e si sorresse a lui per ritrovare un po’ di equilibrio.

-È normale quando non si è abituati a volare- spiegò Harry con una mano intorno al suo fianco.

-Ti dovrei pietrificare in questo momento- lo rimproverò la ragazza.

-Ma?- chiese il Grifondoro con un sorriso fin troppo sfacciato.

-Preferisco ricorrere a mezzi più divertenti- detto questo, si liberò dalla sua presa e afferrò la Firebolt prima che Harry potesse fermarla. Hermione iniziò a correre ridendo. Nessuno toccava la Firebolt Harry senza il suo permesso, sopratutto nessuno che non avesse la minima idea di come usarla come Hermione. Non aveva calcolato quanto fosse pesante la scopa ed Harry la raggiunse con poche falcate, afferrandola da dietro e cingendola con le braccia. All’improvviso contatto Hermione si sentì avvampare, si arrese immediatamente, girandosi e restituendo la scopa al ragazzo.

Si schiarì la gola -Ci vediamo a cena- gli sorrise imbarazzata prima di dirigersi verso l’ampio ingresso del castello. 

Si girò appena in tempo per vedere Harry salire sulla sua Firebolt con un sorriso stampato in faccia e volare verso spogliatoi accanto al campo da Quidditich. 

 Quella notte Hermione non riusciva a prendere sonno. Pensava e ripensava al volo con Harry, alla sua stretta sui suoi fianchi, al suo respiro che le pizzicava il collo mentre sorvolavano il lago e poi… a come l’aveva stretta fra le sue braccia quando erano scesi e lei aveva stupidamente afferrato la sua Firebolt. 

Cosa ti è venuto in mente? Si chiese esasperata.

Adesso non riusciva a levarsi dalla testa lo sfrontato sorrisetto del ragazzo che fino a poco tempo prima la faceva andare su tutte le furie e ciò la confondeva più di quanto volesse ammettere.

 

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