Under the moonlight

di lainil
(/viewuser.php?uid=1144634)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ciliegi non fioriscono su Marte [Ran x Mitsuya] ***
Capitolo 2: *** Eravamo tanto felici [Draken x Mikey] ***
Capitolo 3: *** Le notti ti sognavo [Kazutora x Chifuyu] ***
Capitolo 4: *** Sotto lune pallide [Koko x Inui] ***



Capitolo 1
*** I ciliegi non fioriscono su Marte [Ran x Mitsuya] ***


Ciao :)
Questa è una raccolta di brevissime storie scritte la sera, mentre sono stanca, mezza addormenta, ma ancora capace di battere due lettere sulla tastiera.
Vi spiego un po' come funziona:
- Estraggo un prompt casuale da una lista;
- Estraggo una ship casuale da una ruota;
- Mi dò una mezz'ora massimo di tempo e un numero di parole (tra le 500 e le 1000 di solito);
- Scrivo la storia con ciò che mi viene in mente.
Le storie sono ricontrollate per evitare che abbiano errori, ma non viene fatto nient'altro, non vengono approfondite, non vengono allungate, non viene aggiunto nulla.
Ed è così che nasce questa raccolta, piena di storie acerbe e tentativi di long che, forse, un giorno saranno tali, ma per ora sono pezzi, bozze, storie senza contesto e delle quali ne viene raccontata solo un pezzo.
Non mi dilungo troppo, perché non c'è altro da dire, e vi lascio alla lettura.

Controllate il rating e gli avvisi di ogni capitolo qua sotto riportati, per evitare spoiler e/o temi che non vi fanno sentire a vostro agio.  


Titolo: I ciliegi non fioriscono su Marte;
Genere: angst, drammatico, triste;
Rating: giallo;
Personaggi: Ran Haitani, Takashi Mitsuya
Parole: 500.
Avvisi: Major character death,
spoiler manga dal capitolo 243.
Prompt:“I was finally starting to live before
you showed up again. And now I see it.”


 

I ciliegi non fioriscono su Marte [Ran x Mitsuya]


Le braccia di Ran circondano i fianchi magri di Mitsuya e il suo viso si appoggia sulla sua spalla. Gli occhi si chiudono quando si immerge nuovamente in quel profumo che riconosce ancora come suo.

Mitsuya deglutisce, stringe i pugni e irrigidisce il corpo, sperando di allontanarlo, ma l’altro non si muove:

“Lascia che mi prenda cura di te.”

Si offre Ran, accarezzandogli le braccia, salendo fino al viso, sentendo Takashi allontanarsi:

“Non mi devi toccare!” Sbraita, spingendolo via da lui e mettendosi di fronte al ragazzo, impedendogli di toccarlo nuovamente: “Lasciami in pace. È colpa tua se è successo.”

“Rindou è morto due mesi fa per lo stesso motivo.”

Mitsuya non cede, non si fa incantare, sa di questa notizia e l’ha già metabolizzata:

“È tutta colpa tua: da quando avete tradito la Kanto, abbandonando Mikey, tutto è peggiorato nella mia vita. E non riesco a capire cosa c’entri io nelle tue scelte! Perché è successo tutto questo? Che colpa ne ho?”

Domanda retorico, stringendosi nelle braccia e chiudendosi in se stesso e Ran non si muove, non può dirgli nulla. Ha ragione:

“Le mie sorelle stavano per essere rapite, Takemichi è scomparso, Chifuyu è in ospedale e Hakkai…” Il suo corpo trema, mentre si porta le mani sulle orecchie, tappandosele: “Hakkai è morto davanti ai miei occhi per proteggermi, mi è morto tra le braccia, chiedendomi scusa per non avermi protetto più a lungo.”

Il suo sguardo torna su Ran, colmo di rabbia:

“Tutto questo perché tu hai detto a quel cane di Sanzu che eravamo in una relazione, che non è mai stata tale!”

Sbraita, gesticola, vuole cacciarlo, allontanarlo e vederlo sparire:

“Andava tutto così bene prima che tu entrassi nelle grazie di Mikey, io stavo facendo la mia vita pulita, tranquilla, seguendo i miei sogni, tu continuavi a sbagliare per conto tuo, quindi che bisogno c’era di ferirmi? Di coinvolgermi ancora? Abbiamo preso strade diverse, Ran. Dovevi lasciarmi vivere.“

E inizia a singhiozzare, coprendosi gli occhi e cadendo sulle ginocchia, raggomitolandosi su se stesso:

“Ti prego, vattene via e non farti più vedere. Ciò non cambierà la furia omicida di quei due, ma almeno eviterò di doverti vedere di nuovo.”

Lo sta implorando, ma Ran non si muove, al contrario gli si avvicina e si siede davanti a lui:

“Non posso proteggerti.” Gli dice con sincerità, appoggiando la fronte sulla spalla dell’altro, abbassando la voce: “Ma dammi la possibilità di provarci, di morire per te. Non so quanto possa aiutarti, né quanto possa farmi perdonare per ciò che sta succedendo, ma stare divisi non è giusto. Ti prometto che farò di tutto per evitare la tua morte.

Lascia che io muoia con te.”

E, sentendo dei rumori di passi per le scale, stringe a sé Mitsuya, sorridendogli:

“Scusa per averti interrotto la vita, spero ci troveremo in una migliore.”

E la sua mano stretta attorno a quella poco convinta di Mitsuya, è l’unico ricordo che gli rimane, prima che il suono dei proiettili gli perfori l’orecchio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Eravamo tanto felici [Draken x Mikey] ***


Titolo: Eravamo tanto felici;
Genere: malinconico, triste;
Rating: verde;
Personaggi: Manjiro Sano, Ken Ryuguji
Emma Sano (citata)
Parole: 497.
Avvisi: /
Prompt:“Even when you’re next to me,
it feels like you’re miles away.”


 

Eravamo tanto felici [Draken x Mikey]


Quando Emma gli aveva detto che Ken le piaceva, Mikey non aveva provato nulla. L’aveva guardata e le aveva detto che era okay.

Eppure di “okay” non c’era niente.

Ken era suo.

Suo e di nessun altro.

Faticava già a dividerlo con Mitsuya, ma lo doveva accettare.

Ma dividerlo con sua sorella? Non esisteva.

Così aveva iniziato a stargli più appiccicato, ad arrampicarsi sulla sua schiena, ad addormentarsi su di lui, a giocare con i suoi capelli e mani, fino a quando Draken, stanco, non gli aveva chiesto di smetterla:

“Piaci a Emma.”

Gli aveva detto senza mezzi termini, in braccio a lui, con il viso premuto nel suo collo, evitando il suo sguardo:

“Anche lei mi piace.”

“Ken-chin, ti vuole tutto per lei.”

“Ti infastidisce?”

“Sì.”

“Mikey.” Lo aveva obbligato a guardarlo: “Io sono il tuo cuore, ricordi? Rimarrò sempre con te.”

“Perché ti piacciono le donne?”

“Perché non lo decido io. Andiamo.”

E gli aveva baciato la guancia, obbligandolo ad alzarsi e guardandolo anticiparlo, allontanandosi da lui, come stava succedendo.

 

 

 

“Lasciala.”

Lo aveva implorato, prendendogli la mano, distogliendo lo sguardo quando Ken l’aveva abbassato:

“Mikey, cosa c’è che non ti va bene?”

“Lei non è adatta a te.”

“E chi lo sarebbe?”

Ken era esausto di quella gelosia ingiustificata: lui era felice con Emma e Mikey, da migliore amico, l’avrebbe dovuto semplicemente supportare, no?

Invece sembrava continuamente cercare di sabotarli:

“Non lei.”

“Dammi un’alternativa.”

“Lasciala.”

“Intendo un no-”

“Lasciala e stai con me!”

Aveva alzato poco la voce, facendo sospirare Draken:

“Mikey, te l’ho già spiegato, io sono sempre con te, sono il tuo cu-”

“Lo so che sei il mio cuore, però anche se sei qua con me sembri sempre distante chilometri.”

Lo aveva fissato con il cuore, il suo, in gola, sperando che Ken recepisse il messaggio e cancellasse la convinzione che solo le donne potessero piacergli.

Odiava l’ambiente in cui Draken era cresciuto, che gli aveva impedito ogni pensiero di interesse verso gli uomini.

Se non fosse successo, forse ora Ken avrebbe occhi per lui e, forse, sarebbe a tutti gli effetti il suo cuore e non solo un qualcosa di simbolico:

“Mikey, mi spiace, ma non sono io che decido.”

“Non ti metti mai in dubbio?”

“I maschi non mi piacciono. Non c’è nulla da mettere in dubbio.”

“Per favore Ken-chin…”

“Basta Mikey.” Lo aveva fermato Draken, quando Mikey gli aveva afferrato la giacca, per trattenerlo ancora un po’: “Mi dispiace tanto, ma a me piace tua sorella e non posso far del male a lei solo per rendere felice te. Devi… Dobbiamo crescere. Un giorno mi ringrazierai per non averti illuso e aver chiarito le cose. Non oggi, non domani, ma lo farai.”

E lo aveva lasciato lì quando Emma lo aveva chiamato e Mikey non aveva potuto far altro che allungare la mano verso di lui.

Era incredibile come si stessero allontanando, come ogni giorno, più cercava di tenerselo stretto, più Draken andava un po’ più via da lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Le notti ti sognavo [Kazutora x Chifuyu] ***


 

Titolo: Le notti ti sognavo;
Genere: drammatico, triste;
Rating: verde;
Personaggi: Kazutora Hanemiya, Chifuyu Matsuno
Parole: 500.
Avvisi: Spoiler manga dal capitolo 193.
Prompt:“You’ve never been loved, I can tell."


 

 

Le notti ti sognavo [Kazutora x Chifuyu]

 

Le mani di Kazutora erano premute sulle sua bocca, mentre un senso di nausea lo pervadeva.

Non riusciva ad alzare lo sguardo verso Chifuyu, non ne aveva il coraggio dopo quelle parole.

Non capiva perché meritasse quella cattiveria, cos’avesse fatto di così grave per cambiare in modo tanto drastico il modo in cui Chifuyu lo aveva trattato:

“Alzati e vai via, per favore, non obbligarmi… A fare qualcosa. Sei licenziato.”

Non era vero.

Non poteva esserlo.

Lui non era meglio di Baji e lo sapeva, non aveva mai avuto la presunzione di esserlo.

Lui era Kazutora e, nonostante tutti gli errori, voleva riprovarci, poteva farcela, Chifuyu l’avrebbe aiutato, no? Non era quella la sua promessa? Non era per quello che era andato a prenderlo dal riformatorio?

Allora perché ora si trovavano in quella situazione?

“Tu non… Dici davvero?“

“Mi dispiace Kazutora, ma non riesco più a fingere.” Chifuyu tratteneva le lacrime, doveva resistere: “Ci ho provato, te lo giuro, ho provato ad andare avanti, ma non riesco. Tu non sei Baji, non gli assomigli, ma me lo ricordi, me lo hai ricordato per tutti questi anni.”

“Ma i nostri sogni, i nostri progetti…”

“Erano miei e di Baji. Non tuoi. I tuoi capelli sono quelli di Baji, le tue espressioni sono le sue e anche il tuo modo di parlare. Io ho amato la versione di Baji che proiettavo su di te, non ho mai amato te. Posso dirlo con certezza ora. In tutti questi anni non ti ho mai amato, ho amato l’immagine mentale che ti ho obbligato ad avere e indossare, forzandoti nei miei ricordi, in modo che assomigliassi a Baji, ma tu sei solo colui che l’ha ucciso, come puoi spartire qualcosa con lui?”

Kazutora era in lacrime: tutto ciò che avevano creato era stato uno scherzo, una finzione, un bisogno di colmare un vuoto che lui stesso aveva creato non solo nel suo cuore, ma anche in quello di Chifuyu.

E Chifuyu aveva sempre finto con lui, lo aveva illuso di poterlo amare, illuso qualcuno potesse ancora volerlo, solo per far vivere un po’ più a lungo Baji perché di sognarlo non gli bastava, voleva viverlo, vedersi muovere, parlare, ridere, pranzare e cenare con lui.

Ma era solo un’illusione e prima o poi se ne sarebbe dovuto rendere conto.

Sia lui che Chifuyu.

Solo che Chifuyu lo aveva fatto da solo, senza poter condividere la sua realizzazione con lui, se non durante un giorno di lavoro, un giorno particolarmente difficile perché erano quindici anni che Baji era morto e quelle giornate pesavano un po’ di più sulle spalle di entrambi.

Eppure Chiuyu l’aveva guardato e gli aveva chiesto scusa per non averlo mai saputo amare, che entrambi meritavano di meglio e quel “meglio” era Baji e continuare a forzare quella relazione fatta di menzogne non avrebbe portato a nulla, se non al male.

Eppure quando Chifuyu chiude il negozio alle sue spalle, Kazutora piange.

Perché l’unica menzogna che aveva raccontato era quella di aver accettato quell’addio.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sotto lune pallide [Koko x Inui] ***


Ciao :)
Tralasciando l'aver ignorato totalmente il fatto che dovessi aggiornare questa raccolta, vorrei precisare che questa fanfiction è nata logicamente prima della fine dello scontro avvenuto nella Kanto e di ciò che è successo tra Koko e Inui.
Diciamo che, ad ora, da una "what if?" è diventata una "canon divergence", ma a livello di lettura non cambia nulla, lo scrivo solo per precisarlo.
Buona lettura!
 


 

 

Titolo: Sotto lune pallide;
Genere: angst, drammatico, triste;
Rating: giallo;
Personaggi: Hajime Kokonoi, Seishu Inui,
Haruchiyo Sanzu, Senju Kawaragi,
Wakasa Imaushi
Parole: 658.
Avvisi: Spoiler manga dal capitolo 237,
possibile leggero OOC
Prompt:“I’m always wrong, aren’t I?”


 

 

 

Sotto lune pallide [Koko x Inui]

 

Quando i tre proiettili lo avevano colpito, lo orecchie di Kokonoi avevano iniziato a fischiare e gli occhi ad appannarsi, non capendo più chi o cosa avesse attorno.

Era caduto sulle ginocchia per poi raggiungere rovinosamente terra, faticando a respirare e sputando sangue.

Il dolore al petto era lancinante ed era sicuro che Sanzu, con quegli spari, aveva colpito dei punti focali e la sua vita gli sarebbe scivolata tra le mani:

“Haruchiyo, cosa hai fatto?”

Erano anni che Kokonoi non sentiva la voce di una donna e suonava così piacevole alle sue orecchie, anche se poi altri spari, non diretti a lui, ma forse a nessuno, lo avevano nuovamente distratto:

“Zitto maledetto insetto o la prossima a morire sei t-”

“Koko!”

Il suo corpo era stato girato, lasciando che si appoggiasse a delle ginocchia che conosceva bene e sulle quale poteva concedersi di riposarsi.

Con fatica aveva aperto gli occhi, incrociando lo sguardo preoccupato e lucido di Inui che gli spostava i capelli insanguinati dal viso per permettergli di guardarlo, sorridendogli:

“Lo sai Inui… Lo sai che sei bellissimo?”

“Koko, stai buono, non parlare. Adesso facciamo qualcosa. Chiamiamo qualcuno. Rimani sveglio.”

Lo implorava, facendo pausa ad ogni frase, guardandosi attorno, probabilmente cercando il supporto di avversari e alleati che, escluso Sanzu, forse lo avrebbero aiutato:

“Non fargli perdere conoscenza.”

Aveva sentito una voce maschile e poi quella femminile di prima aveva parlato ancora:

“Come hai potuto Haruchiyo? Era un tuo alleato.”

“Uno sporco traditore, proprio come te, ipocrita!”

“Koko. Non devi morire.”

Inui gli aveva accarezzato il viso e Koko, pur rimanendo sveglio, aveva cercato la sua mano, per sentirne il calore:

“Le tue mani sono così calde, non mi dispiace l’idea di morire così, sai?”

“Non dire queste cose, resisti ancora un attimo, resisti per me.”

Era disperato il biondo, mentre l’altro sorrideva con fatica, ma faceva di tutto per farlo, voleva lasciargli un ricordo di lui felice mentre scompariva tra le sue mani:

“Takemichi non ti ha protetto come pensavo. Sennò ora non saresti qua a combattere sporco di sangue.” Faticava a mettere insieme le parole e la sua voce stava diventando sempre più bassa mentre si sforzava: “Pensavo fosse una brava persona, che potesse proteggerti come facevo io. Mi sbaglio sempre, vero?”

Chiedeva conferma, sorridendo, e Inui era scoppiato a piangere, appoggiando la testa sul suo petto e sentendo quanto il suo cuore battesse sempre più debolmente:

“Non mi devi lasciare Koko, io ho bisogno di te, ho bisogno di proteggerti, voglio riportarti a casa, voglio tornare a vivere la nostra vita insieme, dove tu mi prometti di rimanere al mio fianco e lo fai sul serio, non io che ti lascio andare per la tua strada senza neanche cercare di fermarti.

Se solo avessi saputo tenerti quella sera, ora non saremmo qua così.”

“Mi dispiace Inui, di averti fatto venire qua per riportare indietro il casino che sono e dover pure assistere ad una scena pietosa come la mia morte. Se non ti avessi fatto affezionare così tanto a me, tu non avresti dovuto combattere contro Wakasa, Sanzu non ti avrebbe ferito e io non mi sarei preoccupato facendomi sparare.

Ora saresti al sicuro.”

Qualche lacrime stava abbandonando gli occhi di Koko, che diventavano sempre più vuoti:

“Mi dispiace così tanto Inui. Mi dispiace di non aver fatto altro che ferirti. Avrei voluto amarti di più, se solo avessi avuto più tempo e non solo soldi.”

“Koko adesso ti porto via, torniamo a casa e vivremo insieme, va bene? Non ti lascerò mai più andare, mai più, nulla ci separerà, capito?”

Inui aveva alzato la testa a fatica, guardandolo negli occhi:

“Capito? Koko rispondimi, Koko, ti prego, Koko! Koko!”

Continuava a chiamarlo ininterrottamente, con la voce che si alzava sempre di più nella speranza potesse sentirlo, ma a separarli ci aveva già pensato la morte che non accettava opinioni, prendeva senza lasciare nulla in cambio e non c’era possibilità di trattative o fughe.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4019475