L'urlo di Sallie

di A_Lady_L25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo UNO ***
Capitolo 2: *** Capitolo DUE ***



Capitolo 1
*** Capitolo UNO ***


Finalmente i giorni si stavano allungando ed un sole tiepido riscaldava le nostre schiene. Era veramente piacevole stare all’aperto, dopo il duro inverno che era appena trascorso.
Io e Sallie eravamo sedute ad un tavolo da pic-nic nel nostro parco preferito, chine sui libri e con il pensiero agli esami di maturità che si stavano avvicinando.
“Luke mi ha chiesto di uscire con lui domani sera” mi dice Sallie, mentre stavamo ripassando gli appunti di geografia.
Eravamo quasi concentrate sugli esami, come vi dicevo prima.
“E tu hai intezione di accettare l’invito?” le chiedo.
“Ovvio! Luke é il piú bello della scuola, Alexis. Se non accettassi, sarei un’idiota. Non pensi?”
“No che non lo saresti. Anzi, sarebbe anche ora che qualcuna gli dicesse di no. Continua ad uscire con una ragazza quasi ogni settimana. Ed a te piace un tipo cosi?”
Sallie scioglie la coda di cavallo che tiene a bada i suoi meravigliosi ricci biondi. Ed ecco li la chioma leonine scenderle sulle spalle e la schiena, come una cascata dorata.
“Lo trovo carino, si…” mi dice timidamente.
“Sal, ma se non ti ha mai rivolto la parola prima di adesso. Siamo al quinto anno e lui é nostro compagno di classe dalla seconda superiore. Mai un ciao, come stai o altro. Io lo trovo strano. Due domande me le farei, se fossi in te”
Inizio a giocherellare con la matita perché mi sento nervosa.
“Quindi non sono abbastanza carina, secondo te?”
I miei occhi incrociano i suoi, castani contro azzurri.
Lei, che non ha una grande autostima e che pensa di essere bruttissima, quando a guardarla sembra un angelo scappato da qualche dipinto del Rinascimento fiorentino. Potrebbe benissimo essere rappresentata in un’opera del Botticelli o Da Vinci e farebbe comunque la sua bella figura.
Lei che mi chiede adesso se non é abbastanza carina, con degli occhi tristi ed un filo di voce.
“Sai che sei la piú bella tra noi due. Io intendendo che Luke mi sembra un tipo losco e…”
La sua risata mi interrompe.
“Alexis, sono grande ormai. So badare a me stessa, non ti preoccupare. Penso che sia ora di andare a casa, per oggi basta con i compiti, ok?”
“Cosa dirai ai tuoi, per l’appuntamento, dico?” le chiedo
“I miei non saranno in casa per tutta la serata. Vanno a dormire a casa di mia nonna per aiutarla a sistemare le sue cose prima di portarla a vivere con noi. Torneranno l’indomani mattina ed io sarò già a letto”
La guardo mettere tutto nello zaino rosa ed inizio a fare lo stesso.
Mentre si sta rifacendo la coda di cavallo, la osservo un pò imbronciata.
“Non fare quella faccia! Andrà tutto bene, Alexis”
Si avvicina e mi abbraccia.
“Ti voglio bene, Alexis” mi sussurra all’orecchio.
“Ti voglio bene anche io, Sallie. Te ne voglio tanto, tanto”

La giornata seguente passa cosi velocemente che, senza quasi accorgermene, eravamo già fuori in cortile nell’ora della ricreazione.
“Non so cosa mettermi stasera”
Sallie continuava a lamentarsi del fatto che non trovava l’outifit prerfetto.
“Cosa ci si mette ad un primo appuntamento?” mi chiede.
“Sal, sbagli persona. Non sono mai uscita con qualcuno e quindi non saprei cosa risponderti” brontolo e mi preparo ad addentare il mio sandwich al prosciutto e formaggio.
Lei mi sorride benevola e dà un morso alla sua mela.
“Appena entrerò in confidenza con Luke, gli chiederò di presentarti uno dei suoi amici. Cosi possiamo uscire tutti e quattro insieme, che ne pensi?”
“Neanche per sogno, Sallie! Non voglio un tipo come Luke al mio fianco”
“E dai, Al, dagli un’opportunità. Vedrai che ti piacerà”
Borbottando tra me e me, mi ripeto in testa che Luke non mi piacerà mai e poi mai. Ha qualcosa che mi rende inquieta, non so cosa.
“Alla fine penso di mettere i miei jeans neri ed un top fucsia. Poi le zeppe” mi dice mentre sta osservando un gruppo del secondo anno che sta ripassando qualche materia li, al tavolo accanto al nostro.
“Noi non eravamo cosi, vero?” mi chiede facendo un cenno con la testa al tavolo in questione.
Mi volto a guardarle anche io.
“No. Non capiscono che sono il primo ed il quinto, gli anni piú difficili. Il primo perché é come una selezione, passa chi é portato. Il quinto invece serve per dimostrare che abbiamo imparato qualcosa in cinque anni. Almeno, io, la penso cosi” le rispondo, sorridendo.
Lei ricambia il sorriso.
“Ancora un poco e saremo diplomate, Alexis”
“Si, insieme. Come sempre”
Scoppiamo entrambe a ridere, mentre la campanella annuncia la ripresa delle lezioni.

Sallie si é diretta verso il cestino della spazzatura per buttare il torso della mela mangiucchita, mentre io la sto aspettando accanto alla finistra del laboratorio di scienze.
All’improvviso sento due voci maschili che parlano al suo interno.
Strano, pensavo che il laboratorio di scienze fosse vuoto a quest’ora.
“Stasera?”
“Ci proverò, ma non ti prometto niente.”
“Devi farlo, Luke, o altrimenti saremo fuori..”
Il nome di Luke mi fa raddrizzare le antenne. Luke sta parlando di cosa e con chi?
Cerco di avvicinarmi ancor di piú alla finestra per ascoltare meglio.
“Andiamo?” mi chiede Sallie.
Mi giro a guardarla.
“Stai bene?”
Devo avere una faccia strana. Questo spiegherebbe la sua domanda.
“Si, si. Stavo solo pensando…”
“A cosa?”
“Non puoi non andare con Luke, Sallie? Usciamo insieme, io e te. Andiamo al cinema!” le propongo all’improvviso.
Sallie é confusa. Le si legge in volto.
“Al, ne abbiamo già discusso, ricordi?”
“Si, però…”
“Però niente, Alexis! Voglio andare all’appuntamento. Ti prego”
I suoi occhi imploranti sono un colpo al mio povero cuore.
“Va bene, Sal…come vuoi tu”
Mentre ci avviamo in aula, dentro di me, continuo ad avere un brutto presentimento.
Non andare, Sallie. Non andare.

Sono le 21 ed il mio cellulare mi segnala di aver ricevuto un messaggio.
Vedo che é di Sallie.
Da Sallie:
“Al, sono cosi nervosa. Mi ha appena chiamata e mi ha detto di aspettarlo davanti casa.
Ho deciso di inviarti questo SMS per tenerti aggiornata. TVB e starò bene, non ti preoccupare.”
Decido di risponderle subito.
A Sallie:
“Sal, credi che sia una buona idea aspettarlo fuori a quest’ora?”
La sua risposta non tarda ad arrivare.
Da Sallie:
“Vedo dei fari alla fine della strada, credo che sia lui. Ti racconterò tutto domani mattina, promesso. Ciao”
Vorrei chiamarla per sgridarla e dirle che non é una cosa saggia quello che sta facendo.
Ma decido di rispondere al suo SMS.
A Sallie:
“OK, divertiti. Fammi sapere quando torni. TVB. Ciao”
Si sarebbe arrabbiata tantissimo se l’avessi chiamata. Ne sono certa.
Ora spero che mi scriva quando arriverà a casa.
Ma non riesco a stare tranquilla.

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Capitolo 2
*** Capitolo DUE ***


La mia sveglia mi riporta alla realtà.
Stavo facendo uno strano sogno: c’erano un bosco, un buco enorme e pioveva. Da qualche parte ho pure sentito un urlo.
Ma che razza di incubo!
Mi stroppiccio gli occhi e prendo in mano il cellulare: sono le 6:30 e non ho nessuna chiamata o messaggio da parte di Sallie.
Che si sia addormentata o mi abbia dimenticata?
Mi alzo dal letto e decido che l’avrei chiamata io, appena finito di prepararmi per la scuola e con la mia tazza di cereali con il latte davanti a me.
Meglio di cosi?
Come al mio solito, prendo tutto il mio tempo perché non mi piace stressarmi di prima mattina. Semmai dovesse capitare, il mio umore sarebbe orribile per tutto il giorno e sarei proprio intrattabile.
Quando ho finito, scendo in cucina ed accendo la TV.
Mentre trasmettono uno dei miei cartoni d’infanzia, io preparo la mia colazione e chiamo Sallie. Metto il vivavoce, cosi ho le mani libere.
1 squillo ed io sto prenderndo una fetta di pane.
2 squilli e la sto imburrando.
3 squilli e ci metto pure della marmellata.
4 squilli e cosi via.
All’ennesimo, scatta la segreteria.
Ma cosa sta combinando Sallie? Possibile che non si sia manco svegliata?
Decido di riprovare e, anche stavolta, mi risponde la segreteria telefonica.
Non so se farmi prendere dal panico oppure no.
Mentre ci sto ancora pensando, il mio cellulare inizia a vibrare.
Emetto un sospiro di sollievo, ma la mia bocca diventa improvvisamente secca mentre leggo “Mamma di Sallie” sul mio display.
“Pronto?”
“Pronto, Alexis? Ciao, sono la mamma di Sallie” mi sento rispondere.
“Buongiorno, signora. Come sta?”
“Bene, Alexis. Senti, puoi dire a Sallie di tornare dritta a casa dopo la scuola? Sua nonna vorrebbe tanto rivederla”
Sento come se mi avessero dato un pugno nello stomaco.
“Come? Sallie non é a casa?” le chiedo, con un filo di voce.
“No, ho pensato che, visto che non é qui, fosse li da te per un pigiama party o qualcosa del genere”
“N-no, signora. Sallie non é venuta da me ieri”
La sento trattenere il respiro.
“C-come sarebbe a dire? Non l’hai sentita?”
Ho i brividi di freddo e non riesco a capire perché.
“Mi ha mandato un SMS ieri sera, diceva che sarebbe uscita con un nostro compagno di classe. Ho provato anche a chiamarla stamattina, ma non risponde”
“Pensi che possa addormentarsi a casa di questo ragazzo e lasciarci cosi preoccupati?” mi chiede lei.
“No, non lo penso…non credo”
“Ascolta Alexis, io e mio marito andiamo a denunciare la sua scomparsa. Tu vedi se per caso é a scuola e dille di ritornare dritta a casa. Questa non gliela faccio passare liscia” mi dice la mamma di Sallie.
“Va bene.“
“Chiamami se ci sono novità ed io faro lo stesso, OK?”
“OK”
Riaggancio e provo a chiamare di nuovo Sallie.
Ti prego rispondi, ti prego.
Ma continua a squillare a vuoto ed io mi sto facendo prendere dal panico.
Non finisco neanche di mangiare ed esco subito con lo zaino in spalla. Direzione scuola.
 
Appena arrivo in classe, non vedo molti compagni.
Mancano ancora una trentina di minuti prima dell’inizio delle lezioni e decido di fare un giro di corsa tra palestra, biblioteca e bagni.
Ma di Sallie non vi é alcuna traccia.
Ritorno in classe e mi siedo al mio banco. Meglio aspettare ancora un pò.
Nel frattempo guardo fuori dalla finestra. Il tempo é cambiato, di nuovo. Grossi nuovoloni grigi minacciano pioggia e riflettono a pieno il mio umore.
Dove sei?
Quando entra la professoressa e chiude la porta, finalmente capisco.
Sallie non é tornata e forse non tornerà mai.
Chiedo subito il permesso di uscire un secondo e, vista la mia espressione di inquietudine, la prof non fa storie e mi lascia andare.
“Pronto?”
“Pronto, signora. Sallie non é venuta a scuola oggi…Ha qualche novità?”
La sento sospirare e la sua voce inizia a spezzarsi.
“N-nessuna, Alexis…O-ora s-sono davvero p-p-preoccupata”
Non riesco neanche a risponderle perché ho iniziato a singhiozzare anche io.
Passano alcuni minuti con noi due che singhiozziamo e poi lei tira su con il naso.
“La troveremo, Alexis..Puoi venire da noi dopo la scuola? Ci saranno anche i poliziotti e magari potresti dire cosa aveva in mente di fare Sallie” mi dice.
“Certo, vengo volentieri se posso esservi d’aiuto”
 
Sono davanti alla casa di Sallie e vedo parcheggiata una volante delle forze dell’ordine.
Appena la mamma di Sallie mi vede, corre e mi abbraccia forte.
Stento a trattenere le lacrime perché mi sembra impossibile che siamo qui, senza Sallie e non sappiamo neanche dove cercarla.
La sua mamma mi fa accomodare su una poltrona e, davanti a me, un carabiniere mi chiede alcune informazioni su Sallie.
“Ti ha detto il nome del ragazzo con cui sarebbe uscita?” mi chiede ad un certo punto.
“Si, si chiama Luke Watson”
“E ti ha detto dove sarebbero andati?”
Mi mordo il labbro. Non avevo pensato di chiederglielo, accidenti!
“No” ed aggiungo un pò piú piano “Non gliel’ho chiesto”
I genitori di Sallie sono dietro di me, appoggiati alla parete e all’improvviso sento qualcuno darmi dei colpetti alla spalla.
Quando alzo la testa, vedo che é il papa di Sallie.
“E come avresti potuto, anche solo pensare, che sarebbe successa una cosa simile?”
Abbasso la testa ed annuisco, in silenzio.
“Non devi sentirti in colpa” mi dice il poliziotto.
“Si, Tesoro….anzi grazie per quell oche stai facendo” aggiunge la mamma di Sallie.
“Sai come si sarebbe vestita Sallie, Alexis?” mi chiede l’agente.
Ci penso su e le parole “Jeans neri, top fucsia e poi le zeppe” mi ritornano in mente. Decise, feroci, quasi da far male.
Lei amava il fucsia.
No, lei ama il fucsia.
Sallie sta bene.
Ripeto le parole al poliziotto che continua a prendere appunti su un taccuino.
Da quando ha iniziato a parlarmi, non ha smesso di scrivere neanche per un secondo.
Se quello che gli sto dicendo sembra essere cosi importante, allora troveranno Sallie molto presto.
Ed io potrò di nuovo abbracciarla.
E poi le tirerò le orecchie e la rimprovererò perché mi ha giocato proprio un bruttissimo scherzo.
 

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