Creature della Notte, Mostri con un Cuore

di Vegetina ssj 94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Forks ***
Capitolo 2: *** Jacob Black ***
Capitolo 3: *** Incubi, auto e cena ***
Capitolo 4: *** A cena con la mia cantante ***
Capitolo 5: *** Shopping in blu ***
Capitolo 6: *** Invito ***
Capitolo 7: *** Mini torneo a casa Cullen ***
Capitolo 8: *** Fuga ***
Capitolo 9: *** Buca e trauma da parrucchiere ***
Capitolo 10: *** Come un cane che si morde la coda ***
Capitolo 11: *** Ti Voglio Bene ***
Capitolo 12: *** I Cani vanno in Canile, non con la mia Bella! ***
Capitolo 13: *** Mike Newton ***
Capitolo 14: *** L'inferno non ha fine ***
Capitolo 15: *** Il mio cervello è difettoso ***
Capitolo 16: *** Come si può uccidere Bambi? ***
Capitolo 17: *** Per quanta calma ci puoi mettere a masticare un boccone, prima o poi finisce ***
Capitolo 18: *** Neve e freddo ***
Capitolo 19: *** Appeso a 10 metri da terra ***
Capitolo 20: *** Per chi poi? ***
Capitolo 21: *** Colore, colore, colore ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Forks ***


Creature delle notte, mostri con un cuore


CREATURE DELLA NOTTE, MOSTRI CON UN CUORE



Agnello indifeso e stupido, scappa!
Tu ami il tuo vampiro.
Loro sono esseri della notte.
Loro bevono sangue.
Non ti importa, tu non li vedi come mostri.
Lui vuole il tuo sangue.
Lo sai e non riesci ad averne paura.
Che esseri strani sono i vampiri...
...avvolti nella leggenda...
...fredda e dura come il marmo è la loro pelle...

 ...freddi e duri i loro cuori...
nonostante questo loro possono amare
..lui può amarti.
Tu puoi amarlo, per sempre



Il mio nome è Bella Swan sono un'adolescente come tutte le altre, anzi peggio delle altre, sono estremamente goffa e attiro disgrazie, ma soprattutto sembra che io non abbia istinto di sopravvivenza.
Vivo a Phoenix, un' assolata cittadina dell'Arizona, con mia madre, Renèe, e il suo nuovo fidanzato Phil.
Lei è la mamma più pazza del mondo, lui è un atleta che gioca a baseball.
È un bravo giocatore, si allena molto e sogna di poter entrare in serie A e passare alla storia
Credo che tra poco si sposeranno.
Volete sapere cosa vi voglio raccontare?
Vi voglio raccontare com'è cambiata la mia vita.
Si, un giorno la mia vita è cambiata.
Un giorno ho incontrato un vampiro.
Credevate che i vampiri sono creature leggendarie?
Lo credevo anche io.
Pensavo anche che i licantropi fossero frutto della mente malata dell'uomo, questo prima di incontrare Jacob naturalmente.
Quando è incominciato tutto?
Questo Natale, quando sono andata a  trovare mio padre, Charlie, a Forks.
Forks è una piccola cittadina nello stato di Washington, per la precisione la cittadina più piovosa degli Stati Uniti.
Mio padre è il capo della polizia di Forks.
Era sposato con mia madre, ma lei è scappata quando ero solo una neonata
Odiava la coltre di nuvole e pioggia che avvolge questa piccola cittadina, lei come me ama il sole.
Non andavo a trovare Charlie da molti anni, ma ora volevo lasciare un po' soli Phil e mia madre.
Loro avevano progettato di fare una crociera e io sarei stata il terzo incomodo.
Venti giorni, viva, a Forks , un'impresa!


Io e mia madre siamo abbracciate vicino all'auto di Phil.
Non vorrei lasciarla, ma devo andare se non voglio perdere l'aereo.
Al tre mi stacco: tre, due...nooo la mia tenera mamma; non la vedrò per venti giorni!
-Ragazze vi voglio bene ma così perdiamo l'aereo.-
Ci ha pensato Phil a staccarci, scaraventandomi nell'auto e chiudendomi la portiera.
Il viaggio mi sembra eterno, nessuno parla e il silenzio sta diventando pesante.
Voglio spezzarlo.
Provo ad aprire la bocca, ma non esce nessun suono.
Venti giorni non sono un eternità, Bella!
Oddio ora non solo parlo con me stessa, ma mi cerco di convincere da sola dell'impossibile: essere felice in un buco verde e piovoso.
Si a Forks tutto è verde, anche quello che dovrebbe essere marrone, come il tronco degli alberi, è coperto da roba verde e viscida.
Quando fui stata abbastanza grande (5 anni) da odiare a pieno quel posto decisi che lì non ci avrei più messo piede.
A niente servirono le suppliche di mio padre, se mi voleva venire veniva lui!
Ora quando gli ho detto che sarei andata a trovarlo ha fatto i salti di gioia.
Penso che abbia ringraziato tutti i santi del paradiso e se avesse potuto gli avrebbe scodinzolato.
Sorrisi all'idea di mio padre con la coda.
Finalmente siamo in aereoporto.
Il mio volo è già lampeggiante sul tabellone.
Corro verso il check in alla velocità della luce, pessima idea visto il mio equilibrio precario, infatti incimpo e travolgo in pieno un ragazzo con i capelli rossicci, gli occhi gialli-ambrati e una carnagione pallidissima.
Mi affretto a chiedere scusa e lui in tutta risposta inspira forte e mi guarda con occhi neri e aguardo assassino, e dire che gli ho chiesto scusa...
Occhi neri??? Non erano gialli?!
Sono troppo in ritardo per riflettere sul colore degli occhi di un cafone, magari il giallo l'ho solo immaginato.
Eccomi al check in.
Imbarco il borsone e mi faccio dare il biglietto.
Posto 27b, coda!
All'altoparlante chiamano il mio volo, devo muovermi.
Odio gli addii, e non ho neanche tempo, quindi mi limito ad un -ciao mamma, ci vediamo presto-
-Bella, cara mi raccomando scrivimi!-
-Certo mamma. Ciao Phil-
Abbraccio e bacio entrambi e mi dirigo verso l'imbarco.
Durante il volo tento di dormire un po', ma senza successo.
Il volto del ragazzo cafone mi ritorna in mente.
Mi ha guardato in un modo che mi ha fatto paura, davvero tanta paura.
Non l'ho mica ucciso e poi ho chiesto pure scusa! Bah
All'aereoporto trovo Charlie con un cartello in mano con scritto: ISABELLA SWAN.
Mio padre con un cartello i cui c'è scritto il mio nome e rido.
In questo momento mi sembra di essere una di quelle studentesse che fanno i viaggi studio e vanno a vivere per qualche tempo presso una famiglia ospitante.
Rido ancora, sembra non avermi notato, trattengo le risate, faccio un bel respiro e mi avvicino a lui.
-Cercava la signorina...-fingo di leggere il cartello -Bella Swan?-
-Bella. tesoro!-
-Ah allora mi avevi riconosciuta!-
-Certo tesoro, sei pur sempre la mia bambina! La macchina è di là vieni... su dammi la borsa-
-Non c'è bisogno papà, non è pesante.-
Non faccio in tempo a dirlo che mio padre ha gà in mano il mio borsone.
Oh no. Charlie è venuto con l'auto della polizia.
Odio viaggiare con quel mezzo!
E..e dovrò farlo per altri venti giorni?!
No, piuttosto affitto un auto.
Certo e come lo dico a Charlie?
Si offenderebbe!
Se lui usa l'auto di servizio io non avrei come muovermi, scusa perfetta!
-Charlie senti pensavo che io qui non ho come muovermi e non voglio essere un peso per te, quindi potrei affittare un auto.-
-No. Un mio amico ti presta il suo pick up.-
-Ah di che genere?-
Non me ne intendo per niente di auto.
"Di che genere?" ma sarà sensata come domanda?
Boh. Vediamo cosa risponde.
Spero non incominci a parlare di motori, cavalli, strane tecnologie aliene...a momenti le auto ti fanno pure il caffè e la barba la mattina!
-È un Cheavy del '93.-
Ho capito solo l'anno, 93. Non è un po' vecchiotto?
Vebè meglio di niente, basta che funziona.
-Grazie papà!- lo dico anche entusiasta.
Lo sono davvero. Forse più soorpresa e grata. Non era di certo scontato che mi facesse trovare un auto, seppur del 93!
Gli scocco un bacio sulla guancia e si parte, destinazione Forks.

La casa è come la ricordo: piccola ma accogliente.
Davanti ha un ampio parcheggio e tre lati sono adiacenti al bosco.
Il porticato davanti la casa è più ampio di come lo ricordavo ed evidentemente papà l'ha ricolorato da poco, perchè i secchi di vernice sono ancora lì.
All'ingresso c'è un soggiorno con un ampio divano e un mobile con la Tv , il video registratore e anche un lettore dvd.
Sempre al piano di sotto c'è la cucina, mentre al piano di sopra ci sono le stanze da letto, la mia e quella di Chalie, e un bagno.
-Ti ho fatto spazio in bagno.-
-Giusto, un bagno solo.-
Non è il massimo, ma lo posso sopportare.
La mia stanza è rimasta proprio come me la ricordavo.
La sedia a dondolo, l'armadio, il lettore cd, la libreria, lo stesso letto... c'è un pc sulla scrivania, deve essere nuovo, cioè di seconda mano viste le condizioni, ma acquistato da poco.
Il modem sembra un vecchio modello, sarò paziente con lui.
Dopo cena (Charlie cucina malissimo, così ho proposto di occuparmi io dei pasti) subito a letto, non mi va di stare alzata, sono stanca per il viaggio e domani  andremo alla riserva di La Push a trovare il suo vecchio amico Billy.
Charlie mi ha detto che Billy ha un figlio, Jacob, con cui giocavo da piccola, io non ricordo, però sono contenta di conoscere qualcuno della mia età, almeno mi faccio qualche amico.



Come vi sembra?
Mi è venuta l'idea e l'ho buttata giù, è una storia scritta di getto, quindi mi rendo conto che forse non è il massimo.
I capitoli successivi seguiranno molto meno la storia della meyer.
Se questo assaggio è stato di vostro gradimento continuo la fan fiction.
Fatemi sapere, aspetto con ansia i vostri commenti, anche negativi, se non avete gradito o avete critiche da fare riguardo lo stile, la grammatica o qualsiasi altra cosa non fatevi problemi a dirlo.


Elena alias Vegetina ssj 94

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Capitolo 2
*** Jacob Black ***



Capitolo2

Jacob Black




La sveglia oggi mi sembra più odiosa del solito.
Ho ancora gli occhi gonfi dal sonno e le palpebre non vogliono rimanere aperte, ma che ora è?
Prendo l'orogolio dal comodino...le otto, guardo fuori..sembra notte, il cielo è coperto da nuvoloni neri e credo che stia piovigginando.
Bel tempo di Forks BUON GIORNO!
Prendo il beauty e vado in bagno, ho proprio bisogno di una bella doccia per svegliarmi.
-Ehi ciao Bells.-
-Ciao Char..papà.-
-Cosa vuoi per colazione?-
-Quello che c'è.-
-Latte e cereali?-
-Latte e cereali andranno benissimo!-
-Ok Bells ti aspetto di sotto.-
Entro in bagno e mi tuffo sotto il getto di acqua calda della doccia.
Vorresi restare lì sotto un'eternità, purtroppo l'acqua calda non è infinita e non voglio usarla tutta.
Quando sono sveglia e rilassata esco dalla doccia, infilo l'accappatoio e vado a scegliere i vestiti nella mia stanza.
Opto per un jeans blu, stretto, con alcuni strappi lungo la gamba, una maglietta nera a miniche lunghe e una giacca antracite e fucsia.
Non sono molto attrezzata per il clima di queste parti; io e mia madre abbiamo tentato di incrementare il mio guardaroba con abiti invernali prima di partire, ma con scarso successo.
Risultato? Morirò di freddo!
Un paio di sneakers nere e la borsa viola che mi ha regalato Phil per il mio diciassettesimo compleanno e sono a posto.
Scendo velocemente a fare colazione.
Verso i cereali nella ciotola e li ricopro di latte, poi mentre mangio guardo fuori.
Charlie sta caricando l'attrezzatura da pesca sull'auto, non sapevo dovessimo andare a pescare.
Finisco la colazione, sparecchio e lavo le tazze.
Dopodichhè vado di sopra a prendere la borsa ed esco per raggiungere Charlie in auto.
Apro la porta e il gelo mi si scagli addosso.
Accipicchia fa davvero freddo!
Faccio segno a Charlie di aspettare e vado di sopra a prendere una sciarpa, pregando di essermene portata una.
Bene, come immaginavo, niente sciarpa!
Ok, almeno prendo un ombrello.
Corro giù per le scale, l'appuntamento con Billy era mezz'ora fa, e mi catapulto in auto.
-Tesoro non sei vestita leggera? Qui fa freddo!-
-Non ho molti abiti pesanti papà.-
Charlie storce il naso -Dovresti comprarli, non voglio ti venga una polmonite e cose del genere.-
-Si papà, li comprerò.- il mio sembrava più un modo per declinare il discorso, che un'affermazione vera e propria.
In ogni caso dei vestiti pesanti li devo comprare o rischio il congelamento!


Arrivati alla riserva Charlie paracheggia davanti a una casetta rossa, con un portico davanti e degli alberi che la circondano.
Sulla soglia ad aspettarci ci sono un uomo anziano aulla sedia a rotelle, che penso sia Billy, e un ragazzone altissimo sui venticinque anni, pelle scura, capelli neri e lunghi e occhi neri.
-Buon giorno!- dico mentre aspetto che mio padre finisca di scaricare quello che aveva messo nel cofano dell'auto.
-Ciao Bella. Da quanto tempo non si ci vede! Come sei cresciuta! Immagino non ti ricorderai di me...io sono Billy!-
-No, mi spiace non ricordo molto di voi.- speriamo non si offendano, incrocio mentalmente le dita.
-È normale, eri piccola.-
Sorrido
-Lui è mio figlio Jacob.-
-Piacere Bella. Da piccoli facevamo le torte di fango insieme...non...ricordi..?-
Io facevo le torte di fango con lui? -Mi spiace no, però se lo dici tu ci credo!-
E ci mettiamo a ridere.
-Allora Billy andiamo a pesca e lasciamo i due ragazzi a conoscersi meglio?-
-Certo Charlie! Ci si vede dopo ragazzi. Mi raccomando Jake tratta bene Bella!-
-Certo...papà-
Io è Jacob da soli?
Charlie me la paghi!
-Allora Jacob che si fa?-
-Passeggiata tra i boschi?-
-Ehm...il trekking non è il mio forte. Inciampo dappertutto!-
-Non preoccuparti ci sono io.- mi suonava molto come un avance, comunque accetto, magari muovendomi mi scaldo.
-Allora...ok..ehm..grazie.-
-Di niente. Andiamo?-
-Uh uh- faccio si con la testa
Si mette alla mia destra e mi indica con la mano un sentiero.
Ci incamminiamo e prego tra me e me che il ragazzo conosca bene questo posto, non vorrei perdermi il primo giorno di soggiorno nella contea di Washington.
-Come mai sei tornata qui? Credevo non ti piacesse.-
-Renèe, mia madre, e Phil, il suo fidanzato, vanno in crociera e io per non fare da terzo incomdo sono venuta qui.-
-Devi volergli molto bene per tornare nel posto..aspetta come lo hai definito? Posto più odioso d'America, mi sembra.-
-Si...posto più odioso d'America. A te piace qui?-
-Se ti abitui non è male. Poi io devo viverci per forza...-
Jake ha abbassato lo sguardo e si è fatto cupo in volto, che strano lui è sempre così solare!
Qualcuno lo costringe a stare qui?
-Perchè?- mi azzardo a chiedere
-Beh qui c'è la tribù, Billy...non posso andarmene.-
Vero suo padre e sulla sedia a rotelle.
-Quanti anni hai Jacob?-
-Sedici-
Devo avere un'espressione sconvolta sulla faccia perchè  mi guarda e scatta a ridere
-Sedici???? Sembri un venticinquenne!-
-Lo so. Sono più grande fisicamente rispetto ai miei coetanei.-
-Più grande è riduttuvo! Jake sei un colosso! Quanto sarai alto? Due metri?-
-Si 2,10-
-Sei troppo alto. Prima di crescere così tanto non hai pensato a come si sarebbero sentiti i nani come me vicino a te?-
Scatta a ridere e io con lui.
Incominciano a cadere gocce di pioggia e ci incamminiamo verso casa di Billy.
-Se si mette a piovere Billy e Charlie dovranno rinunciae alla pesca.- sbotta tutto d'un tratto Jacob guardando il cielo.
-Si...-
Non sapendo cosa fare ci sediamo sul divano a parlare ed ascoltare musica.
Parliamo del più e del meno: di Phoenix, della riserva, di Renèe, di Phil, di Billy, delle cose più stupide, a un certo punto abbiamo aperto un dibattito sui pro e contro del consumo di brioscine.
Bel dibattito finito, logicamente, tra le risate.
-I Quiliute hanno delle leggende?- chiedo all'improvviso.
Io in genere non credo nelle leggende, però mi piacerebbe conoscere quelle della sua tribù.
Lui fa una faccia strana, è come indeciso se raccontarmele o meno e di nuovo si fa scuro in viso.
Alla fine si decide a parlare.
-Si. Si dice che i Quiliute discendano dai lupi e che i nostri nemici giurati sono i freddi. Molto tempo fa, secondo la leggenda, abbiamo fatto un patto con alcuni  di loro: potevano cacciare nei dintorni ma senza entrare nella riserva, noi in cambio li avremmo lasciati vivere tranquillamente.-
La mia faccia deve essere stata terribile perchè Jake scoppia a ridere e mi dice -Sono solo leggende Bella! Ora hai così paura da non dormire la notte e chiamare la mamma?-
-Certo- dico io stando al gioco, con un tono evidentemente scherzoso -Non vorrei che un licantropo mi venisse a sbranare mentre dormo!-
Alla parola licantropo lui ebbe un sussulto, io in tutta risposta lo guardo in modo interrogativo.
Non feci in tempo ad aprire bocca per chiedere il perchè di quella reazione che arrivarono Charlie e Billy.
-Ehi ragazzi avete visto che tempo da lupi?-
-Si papà, infatti abbiamo dovuto rinunciare alla passeggiata a causa del mal tempo.-
-Restate a pranzo? È tardi e se partite adesso arriverete verso le tre.-
-No papà. Bella e Charlie vanno via. Non abbiamo nulla di pronto e dovrebbero comunque aspettare.-
La sua faccia fa paure e credo sia per questo che nessuno lo ha contraddetto.
-Ok allora noi andiamo. Ciao Billy. Ciao Jacob.-
Io guardavo ancora Jacob con la sorpresa che mi si leggeva sul volto.
-Bella posso parlarti un attimo? In privato.-
-Ok Jake.-
Jacob e io uscimmo e chiusa la porta mi disse -Io e tu non dovremmo essere amici. Io sono pericoloso, ti prego renditene conto.-
-Non capisco Jake, perchè? Stavamo bene insieme...- dissi con un sussurro
-Si, ma loro non mi permetterebbero di essere tuo amico... Sono stato bene con te. Ciao.- Mi abbraccia e rientra.
Non credo d'aver capito il senso delle sue parole.
Perchè si è comportato così?
Ho detto qualcosa di così terribile senza accorgermene?
No, ha detto di essere pericoloso, quindi il problema è lui non io.
Jacob pericoloso?
Cosa ci sarebbe di pericoloso in lui?
Saluto Bily quasi in trance ed entro in auto, sperando che Charlie non mi faccia il terzo grado.
-Allora siete diventati buoni amici con Jacob...-
Speranza vana.
-No, mi ha detto che non mi vuole più vedere.-
-Cosa? Come...-
-Papà no. Argomento off-limits.-
-Ti piaceva?-
-NO- lo sapevo, ora sono dientata un peperone, parlare di queste cose con Charlie mi imbarazza.
Aspetta ha detto anche "loro".
Loro?
Fa parte di una setta?
Qualcuno lo minaccia?
No, non avrebbe senso.
Ti ordino di non stare con Isabella Swan se ci tieni alla tua vita.
Poi minacciare un colosso si 2.10m e impossibile, li farebbe scappare a gambe levate!!!
Rido da sola e Charlie se ne è accorto, pensa che io sia pazza, ne sono certa.
Ci fermiamo alla tavola calda a mangiare qualcosa.
-Domani Billy ti porta il pick up. Doveva dartelo oggi, ma il meccanico non gliel'ha consegnato.-
-Ah-
E con questo finisce la nostra grande conversazione, sia io che mio padre siamo tipi silenziosi.
Dopo pranzo Charlie è in servizio, perciò mi accompagna a casa e io ne approfitto per sistemare le cose nell'armadio.
Verso le sei scendo a preparare la cena, scelgo qualcosa di complicato, sperando si togliermi dalla testa le parole di Jacob.
Nessuno può minacciare un mio amico o costringerlo a non frequentare qualcuno, qualsiasi cosa ci sia sotto lo scoprirò, parola di Isabella Swan!


Abbigliamento Jacob
Abbigliamento Bella

Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia, spero che l'abbiate apprezzata.
Grazie di cuore a chi ha aggiunto la mia fan fiction tra le seguite e le preferite e grazie a eli4ever e tom angel
che hanno recensito.
Le letture ci sono, ma le recensioni sono poche. Timidi?
Fatemi sapere cosa ne pensate io non posso che essere felice dei vostri commenti, anche negativi, in fondo anche quelli servono!

Elena alias Vegetina ssj 94
 


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Capitolo 3
*** Incubi, auto e cena ***


INCUBI, AUTO E CENA


Grazie mille ragazzi!
Avevo deciso di non continuare la storia, dato che mi sembrava interessasse davvero poco, però poi sentendo le vostre recensioni e vedendo che l'avete messa tra le preferite e seguite...eccovi il te
rzo capitolo!


Sono in una foresta e corro senza sosta, sono stanca, ogni muscolo del mio corpo mi fa male, ma non riesco a fermarmi.
Devo trovarlo, devo salvarlo, non so chi devo salvare, so solo che lui ha bisogno di me.
Sento degli ululati in lontananza e corro, corro verso di loro e stranamente non ho paura.
Cado inciampando su una radice, resto li ferma, accucciata in posizione fetale.
Un grosso animale mi si avvicina, mi annusa, ma io non riesco a temere per la mia vita, mi fido di lui, lo guardo negli occhi e vedo il mio amico Jacob.

Mi sveglio di soprassalto urlando.
Charlie, evidentemente spaventato dal mio urlo, corre nella mia stanza ed accende la luce.
L'improvvisa luce irradiata dalla lampadina mi da fastidio e con la bocca ancora impastata dal sonno biascico qualcosa del tipo -n...n..ia...la luce...n...o-
L'espressione di Charlie, dapprima preoccupata, diventa divertita quando vede che sto bene e che mi strofino gli ochhi con i pugni chiusi come una bambina.
-Sto bene, incubo.- mi affretto a rassicurarlo
-Tu per un incubo urli così? Pensavo ci fosse un serial killer pronto ad ucciderti, ho anche preso l'arma!-
mi mostra la pistola fiero di se per poi aggiungere -Niente più incubi tesoro. Notte-
-Notte papà.-
Sinceramente non ho voglia di dormire.
Guardo l'orario: le cinque meno dieci.
Mi alzo e vado a farmi una bella doccia calda, poi ne approfitto per preparare la colazione anche al "temibile e armato capo della polizia", sorrido al pensiero mentre prendo le tazze e le tovagliette.
Verso le sette scende mio padre.
-Buon giorno papà-
-Giorno Bells- e dopo un gigantesco sbadiglio aggiunge divertito -cosa hai sognato stanotte? Un terribile mostro?-
-Si papà: il fantasma formaggino! Uhhhhh uhhhhhhhh- stendo le mani avanti, rigide con i palmi all'ingiù e imito un fantasma.
Sia io che mio padre scoppiamo a ridere e finiamo la colazione in silenzio.
-Oggi andremo da Billy per ritirare il pick up verso le dieci, poi avrai la giornata libera. Mi spiace piccola, ma io non ci sarò, ho un affare urgente da sbrigare in commissariato.
Questa sera verranno a cena da noi i Cullen.
Carlaisle è un mio amico e spesso ceniamo insieme.
Lui è il primario della cardiologia qui all'ospedale di Forks, è una bravissima persona e un bravissimo medico, mi spiace che la gente di qui non lo veda di buon ochhio.-
-Perchè?-
-Non lo so. Quasi nessuno si fida dei Cullen. Eppure sono così gentili con tutti! Pensa la moglie di Carlisle non può avere figli, così ha deciso di adottare cinque giovanotti: Emmet, Jasper, Alice, Rosalie ed Edward.
Sono dei ragazzi deliziosi e non danno mai problemi, neanche una multa per eccesso di velocità!
Ora devo proprio andare. Ci si vede alle dieci Bells.-
-Alle dieci. Ciao!-
Adottare cinque ragazzi non è cosa da poco, mi dico tra me e me, bisogna avere veramente un grande cuore e tanta forza di volontà.
Mi ritrovo a riflettere su cosa cucinare questa sera; oserei buttarmi sulla cucina orientale, ma non sono certa che tutti aprezzerebbero.
Mi metto alla ricerca delle bacchette e dei piatti adatti a questo tipo di cucina, ma con mio rammarico noto che non ha nè l'uno nè l'altro.
Non ha neanche gli ingredienti necessari per le mie ricette, ho scelto: antipasto gamberi tostati alla Khmer krom, come primo tagliolini con peperoncino e limone, il secondo dei gamberi in agrodolce e infine il dolce, delle mele fritte caramellate.
Prendo carta e penna e incomincio a scrivere tutto ciò che dovrò comprare per le mie ricette.


Meno di quindici minuti dopo sono al super mercato e nonostante sia il più fornito della zona ho non pochi problemi a reperire il necessario.
Uscita dal supermercato mi metto alla ricerca degli ultmi ingredienti: cavolo cinese, salsa di soia e farina di mais.
Prendo tutto quello che mi serve, escluso il cavolo, però trovo  piatti e bacchette.
I piatti molto carini, con stampati dei fiori neri in stile gotico.
In perfetto stile orientale, compro anche delle tovagliette di bambù di colore neutro.
Prima di tornare a casa passo da un fruttivendolo e prendo la frutta e la verdura, non trovo il cavolo cinese e accomodo con un cavolo cappuccio.
Arrivo davanti casa alle dieci in punto, che puntualità!
Scendo di corsa dall'auto e vado dentro a mettere a posto la spesa alle ben e meglio.
Solo alla seconda busta (ce ne sono altre sei) e sento arrivare l'auto di Charlie.
Infilo frettolosamente tutti gli alimenti che lo necessitano nel frigorifero e nel congelatore e vado in contro a Charlie.
Gli altri alimenti, fino al mio ritorno, staranno bene anche sul tavolo.
-Ehi Bells. Pronta?-
-Certo! Prendo la borsa e arrivo.-

Durante il tragitto cerco di memorizzare la strada dandomi dei punti di riferimento: case isolate, biforcazioni, cartelli...
Arrivati a La Push cerco di ricordare la strada che avevamo fatto per andare a casa di Billy, la sbaglio tutta e mi ritrovo a ringraziare il cielo che papà é qui con me, perchè se fossi stata sola mi sarei di certo persa.

-Ehi Billy! Allora dov'è il gioiellino?-
-Ciao Charlie, Bella.- Saluto Billy con un sorriso - La mia piccola è in garage.-
A sentir dire "la mia piccola" e "gioiellino" mi illusi che fosse qualcosa di bello e veloce, cambiai subito parera quando la vidi.
Era un vecchio pick up, non sembra neanche in buone condizioni.
Se mi sembrava bruttino quando lo vidi, quando accendo il motore mi rendo conto che è orribile!
Il motore fa un tale frastuono che chiunque l'avrebbe udito a chilometri di distanza.
La radio non prende molti canali, il riscaldamento funziona a tratti e devo premere due volte la frizione, altrimenti non prende la marcia.
Considerando che è un prestito e che comunque Billy è stato molto gentile dandomi quell'auto non mi azzardo a mostrarmi infelice, anzi mi stampo il miglior sorriso che so fare e ringrazio Billy.
In effetti gli ero veramente grata, nonostante le condizoni del "nonno" sul quale avrei dovuto viaggiare.
Prima di ripartire decido di chiedere di Jacob.
-Billy, Jacob non c'è?-
-No Bella, mi spiace è uscito con i ragazzi.-
-Ah. Non fa niente sarà per la prossima.-
La risposta non ha niente di strano, se non fosse che girandomi vedo Jake che sbircia da dietro la finestra.
Non mi vuole vedere!
Il primo istinto è quello di entrare, salire in camera e urlargli contro che è un cafone e che voglio spiegato perchè mi odia, pensandoci un pochino meglio non mi sembra il caso, così decido di ignoralo e fare finta di non averlo visto.
Ringrazio di nuovo Billy, lo saluto e mi incammino verso la mia nuova auto.
Ci metto un po' a farla partire, però poi riesco a giudarla bene, in poco mi sono perfettamente abituata.
Arrivati a una rotonda Charlie mi fa segno di proseguire da sola, lui sarebbe tornato alla centrale.
Arrivo a casa, parcheggio il pick up, finendo contro il tronco di un albero.
Scendo e vado ad accertarmi che non ci siano danni.
No, neanche un graffio.
Bene ora posso dediacarmi alla cena.
Lavo con cura frutta e verdura, tiro fuori tutto ciò che mi serve e incomincio a cucinare.
Verso le sette mi vado a preparare; faccio una doccia e lo shampo e mi fiondo nell'armadio in cerca di un vestito elegante, ma allo stesso tempo informale.
Opto per un vestitino nero e viola a quadri, con, sulla vita, una striscia di tessuto nero allacciata in un fiocco.
Non mi veniva in mente nessuna borsa da abbinare, poi mi resi conto di essere una sciocca: cerco una borsa da abbinare quando la cena è nella mia casa? Che cosa stupida!
Infilo le mie amate converse nere e, per finire, un ciondolo con un cuore viola trapassato da una freccia.
Sono pronta.
Preparo la tavola, dando particolare rilievo a ogni dettaglio.
Metto un bel centrotavola con dei fiori freschi, delle candele, riempio i piatti e le varie ciotoline di pietanze e li dispondo sulla tavola, stasera tutto deve essere perfetto, Charlie mi ha parlato così bene dei Cullen che voglio che la serata sia di loro gradimento.

Mi siedo sul divano e liscio il vestito con le mani.
Non mi sembra di essere troppo elegante, sono vestita carina, ma non eccessivamente elegante, anzi le converse mi danno un tocco di sportività.
DRIN DRIN
Vado a rispondere al telefono, è Charlie.
-Ehi papà.-
-Bells scusa tesoro, ma c'è stato un omicidio in una vecchia fabrica abbandonata.
Stasera mi toccheranno gli straordinari.
Accogli tu gli ospiti.-
-Ok non preoccuparti.-
-Grazie ciao-
-Ciao-
Poso la cornetta e resto li a fissare il vuoto.
Devo accogliere degli sconosciuti? Oddio che gli dico?

*Suono del campanello*

Vado ad aprire la porta con un sorriso a 42 denti, mi ritrovo davanti una signora con un vestito nero molto elegante, scarpe con il tacco nere e un copri cuore di pelliccia.
-Ciao, tu devi essere Bella- mi porge la mano - Piacere io sono Esme, la moglie del dottor Cullen-
-Piacere mio. Prego entrate.-
Un uomo alto, biondo sulla trentina, con pantaloni bianchi e giacca marrone mi porge la mano -Carlaisle-
-Piacere. Mio padre mi ha parlato tanto di lei.-
-Spero non in male!-
-Oh certo che no. Charlie la stima tantissimo!-
-Loro sono i miei figli- il dottor Cullen indica con la mano i ragazzi dietro di lui.
-Lui è Edward- un ragazzo con i capelli rossicci, scompigliati; veste con un paio di jeans e una camicia bianca.
Non ho mai visto ragazzo più bello, è un dio!
Rettifico, io questo ragazzo l'ho già visto, ma dove?
-Piacere- ci stringiamo la mano. Che pelle fredda che ha, e che stretta forte!
-Loro sono Emmet e Rosalie.-
Emmet è un ragazzone grosso, con una felpa comoda e un paio di blu jeans.
Rosalie è l'incarnazione della pura bellezza: alta, bionda, capelli raccolti con una rosa tra i capelli, occhi color oro, un vestitino che la fa sembrare una modella, grigio e bianco con un cinturino rosa sulla vita.
La borsa, le scarpe, perfino lo smalto si intonano perfettamente al resto.
-Piacere-
-Piacere mio- risponde il ragazzo orso facendomi un bacia mano.
Rosalie lo incenerisce non uno sguardo e poi incenerisce anche me.
Wow simpatica la ragazza!
Per ultimi il dottore mi presenta Alice e Jasper.
Lei è molto simile ad un folletto, sembra anche molto dolce, invece di darmi la mano mi abbraccia.
Dir che è belllissima è dir poco; indossa un vestito blu che le risalta le forme, smalto blu, tacchi a spillo e degli orecchini pendenti.
 Jasper fa un po' paura, mi guarda come se mi volsse mangiare, ma mi convinco che è solo la mia immaginazione.
Una cosa strana che noto è che hanno tutti gli occhi color oro nonostante non siano fratelli di sangue e quel colore non è molto popolare.
-Mi spiace ma Charlie ha avuto un imprevisto e arriverà con un po' di ritardo.- dico imbarazzata
-Oh non preoccuparti cara- il tono di voce di Esme sembra quello di una mamma premurosa più che di un' invitata a una cena.
-Posso offrirvi qualcosa?-
Molti rispondono -a posto così- ma sento anche un -il tuo sangue-.
Mi si gela il sangue nelle vene, no non è possibile, non...perchè mai dovrebbero volere il mio sangue?
Immaginazione del c***o!
Li invito a sedersi sul divano e incominciamo a parlare del più e del meno.
Gli racconto di Phoenix, di Renèe, loro mi raccontano della vita a Forks, prima vivevano a Miami, poi Carlisle ha ricevuto  un offerta dall'ospedale di Froks, diventare il primario della cardiologia, e si sono trasferiti.
Parlare con loro è piacevole, se non fosse che quello con i capelli rossi mi guarda in modo strano.
Di nuovo la mia immaginazione?
Eppure io quello sguardo me lo ricordo, l'ho già visto.
Verso le nove meno un quarto arriva Charlie e finalmente ci sediamo a tavola.
Continuiamo a parlare degli argomenti più svariati, loro sanno un poco su tutto, non c'è discussione in cui ognuno di loro abbia espresso interessanti teorie o considerazioni.
In particolare mi hanno colpito il rosso, Edward, e sua sorella Alice, il folletto.
Lei sembra avere un debole per me, si comporta come se mi conoscesse da sempre, in effetti a me non dispiacerebbe essere sua amica.
Ha la fissazione per la moda e quando incomincia a parlarne tutti alzano gli occhi al cielo: liberato il mostro non lo metti più in gabbia.
A metà serata ho pensato che non gradissero la mia cucina: non hanno toccato niente, neanche assaggiato!
Certo cha potrebbero fare almeno lo sforzo di mangiare qualcosa!
Neanche mi avesse letto nel pensiero Edward prende le bacchette e inizia a divorare il secondo, seguito a ruota dagli altri.
Non gli piacevano gli antipasti e il primo?
Lo sapevo, la cunina orientale era un azzardo!
Dopo cena io e i ragazzi ci spostiamo in soggiorno, mentre signore e signora Cullen e mio padre rimangono in cucina a chiacchierare.
-Bellina, io e Rose andiamo a fare shopping domani, ti va di unirci a noi?-
-Certo, mi servono dei vestiti pesanti. Sapete in Arizona fa un po' più caldo di qui!-
-Giusto un po' eh Bella?- Edward Cullen mi rivolge la parola? Stasera non l'aveva ancora fatto, si limitava a guardarmi.
-Si giusto un po'- gli sorrido
Lui ricambia con un sorriso sghembo da mozzare il fiato, e in effetti il mio cuore perde un colpo.
-Domani verrai anche tu?-
-Ti farebbe piacere?- mi sorride di nuovo, il mio cuore è ko
-Si. Mi piacerebbe vedere un ragazzo che di perde tra i vari reparti.- brava Bella, stai al gioco!
-Non credo che mi perderei. Comunque ho già un impegno, mi dispiace, però un altro giorno potrei fare lo sforzo di perdermi per te in un grande magazzino.-
Hai capito il tipo?
-Allora sarà per un altro giorno.- ammicco.
-Love, love, love-
Ci mancava il fratello orso che canticchia!
-Love? Tra noi due? Beh se stanno così le cose...- mi si avvicina e mi abbraccia.
Cavoli è bello da mzzare il fiato e mi sta abbracciando, ne sono sicura sono diventata un peperone, speriamo non lo noti!
-Scusate è ora di andare.- compare Esme con un sorriso materno dipinto sul volto.
-Ma mamma, Edward non le ha ancora chiesto il numero!- altra battuta di Emmet, e come alla precedente tutti ridono, solo che ora non tentano neanche di contenersi!
-Oh beh, allora veloce figliuolo perchè è tardi.-
Altra risata.
Alice smette di ridere, o almeno ci prova e mi dice -Bella ti veniamo a prendere domani mattina alle dieci, ehm...il tuo numero?-
Ora rido anche io.
Prendo un pezzetto di carta, glielo scrivo e glielo porgo.
-Ehi a me non l'hai dato!- dice Edward
-Perchè lo volevi?- sbotto io
-Se non me lo dai come ti dico quando mi perderò al centro commerciale?-
Per mia fortuna Carlisle mi salva da una situazione imbarazzante richiamando i figli ed invitandoli a salutare.
Dopo che sono andati via sparecchio e vado a dormire, sono troppo stanca per farmi una doccia, mi inflilo i pantaloni della mia vecchia tuta e la maglietta che uso per la notte e vado a dormire.

Abbigliamento Bella, Alice e Rosalie
Abbigliamento Edward, Emmet e Jasper
Abbigliamento Esme, Carlisle e Charlie


Scusate ma in questo giorni sarò un po' impegnata, quindi gli aggiornamenti saranno un po' lenti.

eli4ever :  guarda che ci conto, un capitolo una rece!
marpy: grazieeee, nessuno mi aveva mai detto che gli piace il mio modo di scrivere, sono commossa. Mi spiace ma per Jake dovrai aspettare qualche capitolo.
Kumiko_Chan_: "-Sei troppo alto. Prima di crescere così tanto non hai pensato a come si sarebbero sentiti i nani come me vicino a te?-"  è quello che avrei detto io di fronte a Jacob, 1.60 di nanezza! Sai già chi è in aereoporto allora, shh non lo dire agli altri, è un segreto ;)!

Grazie a chi ha messo la mia fan fiction tra le seguite e tra le preferite!
Grazie anche ai timidoni che si limitano a leggere, guardate che se recensite mica vi uccido, non sonoun serial-killer!!!

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Capitolo 4
*** A cena con la mia cantante ***


A cena con la mia cantante



Edward POV

Stamattina Carlisle ci ha dato la "meravigliosa" notizia: a cena dai Swan.
È arrivata la figlia del capo della polizia qui a Forks per passare le vacanze di Natale con suo padre, e noi che siamo amici di Charlie andiamo lì per conoscerla.
Loro vanno li per conoscerla perchè io già la conosco.
Oddio non è che la conosco proprio, però l'ho incontrata.
Tre giorni fa in aereoporto mentre stavo tornando dalla mia vacanza a Phoenix mi sono scontrato con lei: Isabella Marie Swan, la mia cantante.
In quell'istante c'è voluta tutta la forza che avevo in corpo per non aggredirla, volevo il suo sangue, il veleno mi scorreva abbondante nella bocca, il mostro che c'è in me si era liberato dalle catene, mentre uno degli ultimi neuroni mi si spegneva per permettermi di seguire solo i miei istinti, notai una cosa: non potevo leggerle la mente.
Per sua fortuna fui abbastanza distratto da questo particolare da allontanarmi da lei.
Corsi alla biglietteria per cambiare volo, non potevo stare con lei in uno spazio ristretto e con pochi e deboli testimoni.
Quanto tempo mi sarebbe voluto per ucciderli tutti? Cinque minuti? Poi avrei potuto avere il suo sangue, avrei potuto affondare i miei canini nella carne morbida del suo collo...
Sento uno strano sapore in bocca, di pennuto...cazzo ho un cuscino tra i denti, altro che collo morbido di Bella!
Sputacchio le piume e scedo a suonare qualcosa al piano, ma mi blocco di botto quando intercetto la visione di mia sorella Alice: io e Bella e lei è tra le mie braccia.
Non sembra spaventata e io gli sorrido e le accarezzo una guancia.
Questa visione non ha senso!
Primo perchè non la posso vedere, secondo perchè se mi avvicinassi così tanto la ucciderei.
Ancora più irritato di prima esco e corro fino a Seattle, concedendomi un abbondante pasto.
Torno solo verso le sei per lavarmi e prepararmi.
Alice, Rosalie ed Esme si sono messe degli abiti da gran galà; faranno sentire in imbarazzo i padroni di casa, di certo per una cena informale non si saranno agghindati come hanno fatto loro.
Io, mio padre e i miei fratelli indossiamo qualcosa di più contenuto, look sportivo per emmet, informale ma curato per me, Carlisle e Jasper.
Tutti sono su di giri per la cena con Isabella e sono certo che mi nascondono qualcosa, perchè Alice sta traducendo l'inno americano in tedesco, latino, greco e spagnolo.
Arriviamo davanti alla casa del capo e il suo odore si abbatte su di me come uno schiaffo in pieno viso.
Ispiro ed espiro tentando di abituarmi a quel dolce profumo, sa di fiori, è dissetante.
Dopo il mio attimo di smarrimento, notato da tutti, infatti mi guardano con un viso strano e preoccupato, richiudo il mostro dentro la gabbia e indosso la mia maschera.
Edward ho sentito il tuo senso di fame pensa Jasper.
-Non preoccuparti, ho appena cacciato.-
Fratellino ti starò vicino io, non le farai niente, poi vedrai lei...tu...oh poi vedrai! pensa il folletto malefico
Io in tutta risposta la guardo con un'aria interrogativa, ma come al solito non ottengo risposta, ammenocchè per risposta vogliamo considerare l'inno croato in giaponese.
Esme suona al campanello -Ciao tu devi essere Bella, piacere io sono la moglie del dottor Cullen.
-piacere mio prego entrate.-
Che voce soave, che occhi profondi color cioccolato, resterei ore ad annegare in essi, e la sua pelle, il suo odore....no ecco il mostro.
Devo essermi perso una parte della conversazione perchè mio padre ci sta indicando con la mano, non l'avevo neanche sentito parlare, tanto ero distratto dall'io assassino.
Edward, devi presentarti pensa Alice
-Lui è Edward- dice mio padre con una nota di divertimento che di certo sarebbe sfuggita all'umana.
Seppur di malavoglia le porgo la mano e il mostro si fa sentire.
Ormai è una battaglia vera e propria: Edward Cullen il figo della Forks High School contro Edward l'assassino.
Le presentazioni continuano ma io sono troppo impegnato nella mia lotta personale per prestare attenzione a ciò che si dicono.
Credo di essermi perso qualcosa di importante perchè Emmet ride mentalmente e Rosalie vuole distruggere la sua jeep.
Guardo Alice con un tono interrogativo e lei ripensa alla scena di Bella e del bacia mano.
Le sorrido e lei mi chiede come va.
Guardo il soffitto, è il nostro modo di dire si.
Io e lei ci siamo sempre capiti in un attimo e con il passare degli anni abbiamo elaborato un modo tutto nostro per comunicare.
Guardo in su è si,guardo a destra e poi a sinistra è no, poi un sacco di altri strani segnali, cose normali sia per un umano che per un vampiro, per questo non ci ha mai scoperto nessuno.
-Mi spiace ma Charlie ha avuto un imprevisto e arriverà con un po' di ritardo.- dice evidentemente imbarazzata
-Oh non preoccuparti cara- le risponde Esme
-Posso offrirvi qualcosa?-

-A posto così- rispondono tutti, io compreso.
-Il tuo sangue- biascica Emmet con una voce da film horror, istintivamente gli mostro i denti ed emetto un ringhio soffocato.
-Sei il solito deficente!- dice Rosalie con un tono troppo basso perchè orecchie umane possano sentire.
Guardo la ragazza, si è spaventata, di certo penserà che siamo dei pluriomicidi malati di testa.
Non avrebbe tutti i torti: io lo sono!
Ci invita a sederci sul divano e incominciano a chiacchierare.
Io non parlo, evito di respirare.
Per mia fortuna arriva Charlie e ci sediamo a tavola, continuo a sperare che finisca presto.
Per non far notare ai Swan che non mangiamo ci mettiamo a parlare degli argomenti più svariati, riempendoci sempre il piatto per non attirare troppo l'attenzione e magari giocherellando con le bacchette e spezzettando il cibo.
Bella a quanto pare però si è accorta che c'è qualcosa che non va, perchè guarda i piatti pieni e poi noi e fa lo stesso giro più e più volte.
Afferro le bacchette e mi metto a mangiare il cibo umano, presto seguito dai miei parenti, evidentemente hanno capito dal mio comportamento che hanno intuito qualcosa.
In effetti non credo abbia intuito qualcosa, però non posso esserne sicuro dato che non riesco a leggerla e mi sembra ancora così strano!
Dopo cena i miei genitori e Charlie si misero sotto al portico a parlare, mentre io, i miei fratelli e Bella ci sistemiamo in soggiorno.
Mio padre ha lasciato la porta aperta e io ne approfittai mettendomi proprio in mezzo alla corrente: un po di aria fresca non avrebbe potuto che farmi bene!
-Bellina, io e Rose andiamo a fare shopping domani, ti va di unirci a noi?-
Oddio no, Alice, così la farà scappare da Forks!
-Certo, mi servono dei vestiti pesanti. Sapete in Arizona fa un po' più caldo di qui!-
-Giusto un po' eh Bella?-  faccio una battuta per sdrammatizzare, e per capirne un po' di più di lei.
-Si giusto un po'- mi sorride, decido di rilanciare e le offro il mio sorriso migliore, quello che incanta tutte le ragazze facendole cadere ai miei piedi.
-Domani verrai anche tu?- la sua domanda mi prende alla sprovvista.
-Ti farebbe piacere?- le sorrido
-Si. Mi piacerebbe vedere un ragazzo che di perde tra i vari reparti.- mi sta prendendo in giro...
-Non credo che mi perderei. Comunque ho già un impegno, mi dispiace, però un altro giorno potrei fare lo sforzo di perdermi per te in un grande magazzino.-
Non ho nessun impegno in realtà.
-Allora sarà per un altro giorno.-
Sono tentato a dirle di si, anche domani in effetti potrei andare con loro, ma se le facessi del male?
Edward non le farai niente! Comunque tu domani vieni, ma non le dire niente, sarà una sorpresa!
Cos'altro sta escogitando il folletto malefico?
-Sono io il telepate o tu? Sai a volte ho dei dubbi!- dico a bassa voce per farmi sentire solo da lei.
-Love, love, love-
Che diamine sta dicendo mio fratello?
-Love? Tra noi due? Beh se stanno così le cose...- mi avvicino a lei e l'abbraccio, stando attento a non toccarla con la mia pelle fredda.
Il mostro brama il suo sangue e io lo zittisco di nuovo.
Certo lei non rende le cose facili, al mio tocco il suo sague si concentra sulle sue guance, costringendomi a lasciarla all'istante.
-Scusate è ora di andare.- compare Esme con un sorriso materno dipinto sul volto.
-Ma mamma, Edward non le ha ancora chiesto il numero!- altra battuta di Emmet, e come alla precedente tutti ridono, solo che ora non tentano neanche di contenersi!
-Oh beh, allora veloce figliuolo perchè è tardi.- quando fa così, mia madre, non la sopporto.
Altra risata.
Alice smette di ridere, o almeno ci prova e le dice -Bella ti veniamo a prendere domani mattina alle dieci, ehm...il tuo numero?-
Prende un pezzetto di carta, glielo scrive e glielo porge.
-Ehi a me non l'hai dato!- sbotto divertito
-Perchè lo volevi?- e ora che le dico?
-Se non me lo dai come ti dico quando mi perderò al centro commerciale?-

Edward sei un genio, non sa più cosa risponderti.
Carlisle ci invita a salutare e andare via.
Tornato a casa, vado subito a caccia, sperando che Alice non mi torturerà per convincermi di andare con lei domani.
-Edward? Vengo con teeeee!!!-
Vuole venire a caccia con me? Penserei a una normalissima caccia, se non fosse così euforica.
-Cos'hai in mente piccolo folletto malefico?-
-Domani vieni con noi a fare shopping!-
-Alice sai che Bella è la mia cantante. Non vorrei rischiare.-
-Non rischi niente. Domani non le farai niente e ci divertiremo!-
-Alice le tue visioni non sono certe, basta...-
-Ooh basta Edward o ti mordo! Domani vieni o ti brucio l'Aston Martin- e ringia
Alice ha una visione: io che faccio shopping con loro e subito urla
-GRAZIEGRAZIEGRAZIEGRAZIEGRAZIE!-
Corro verso il confine  e mi abbandono ai sensi.


Questo capitolo doveva comprendere sia l'Edward pov che la giornata di shopping, ma mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo, quindi l'ho diviso a metà.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie a: Kumiko Chan, Crazyangel84, eli4ever ed eia (grz per aver letto nonostante non sia la tua coppia preferita. Se dovessi decidere di non leggere più per favore fammelo sapere.) per aver recensito.
Un grazie va anche a chi l'ha aggiunta tra le preferite e chi l'ha messa tra le seguite:

 ciccina5
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 Crazyangel84
[Contatta]
 eia
[Contatta]
 eli4ever
[Contatta]
 Kumiko_Chan_
[Contatta]
 marpy
[Contatta]
 Mitika81
[Contatta]
 cesarina89
[Contatta]
 eli4ever
[Contatta]
 PATRIZIA70
[Contatta]
 suxpicci_89
[Contatta]

Grazie di cuore a tutti, compresi i lettori anonimi che seguono la mia fan fiction.

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Capitolo 5
*** Shopping in blu ***


Shopping in blu

*attenzione: rischio di autocombustione*


POV Bella

Ore otto, l'odiosa sveglia mi degna della sua presenza.
Un giorno di questi la faccio volare dalla finestra, ha un suono stridulo che ti entra nel cervelo e ti rimane per mezz'ora buona.
Mi alzo felice di andare all'appuntamento con la mia amata doccia calda.
Ho cambiato doccia schiuma, ora ne uso uno al cocco e vaniglia che mi lascia sulla pelle un profumo delizioso.
Mi stendo un velo di crema sul corpo e sul viso e prendo dall'armadio un maglietta blu smanicata, con un golf bianco e dei jeans scuri.
Scelgo le converse blu e una borsa dello stesso colore, poi mi stendo un trucco leggero, fard rosa sulle guancie e color pesca sugli occhi, e mi metto un paio di orecchini.
Scendo a fare colazione, mi lavo i denti e sono pronta.
Circa cinque minuti dopo arrivano Alice, Rose ed...Edward?
-Ciao ragazze! Ehi Edward sei venuto alla fine, non vedevi l'ora di perderti in un grande magazzino vero?-
-Non vedevo l'ora di perdermi con te!-
Mi si è avvicinato, ora è una spanna dal mio viso e sento il suo respiro freddo sulla mia pelle.
-Edward? Ci fai salutare la nostra amica o no???-
Cinguetta Alice indispettita.
-Ciao Bella, oggi ci divertiremo vedrai!- mi dice mentre mi abbraccia, anzi mi stritola!
-Shopping sfrenato, sei pronta?- mi chiede Rosalie.
Risponderei volentieri di no, ma credo di non poterlo fare, quindi -Si, certo! Andiamo ragazze!!!-
Mi sorprende anche l'entusiasmo con cui l'ho detto.
Mi volto a guardare Edward, che mi risponde con un sorriso, e noto un particolare a cui prima non avevo fatto caso: i suoi occhi sono più chiari di ieri sera.
-Edward porti le lenti a contatto?-
Evidentemente sorpreso dalla mia domanda mi risponde di no, ma io non mi do per vinta, se porta le lenti a contatto perchè non dirmelo?
-Hai gli occhi più chiari di ieri sera.-
-Si, ho gli occhi cangianti, me lo dicono in molti.- e mi regala un sorriso sghembo da mozzare il fiato.
Siamo in macchina: Edward al volante, io dietro con Alice e Rosalie davanti con Edward.
Alice continua a parlarmi delle varie collezioni di vari stilisti famosi, ma sinceramente non sto ascoltando una parola di ciò che mi dice.
Sia perchè non mi interessa molto, sia perchè sono troppo occupata a guardare il mio dio pagano dallo specchietto retrovisore.
L'ultima mezz'ora l'ho passata a fissarlo e a distogliere lo sguardo quando mi guardava lui.
-Il tuo fidanzato ti ha spedita a Forks in vacanza tutta sola?-
Mi chiede mentre fingo di osservare il panorama fuori dal finestrino aspettando di poter tornare a fissare lui.
-Cosa? Umh il mio ragazzo? Beh io non ho un ragazzo.-
Rispondo come se avessi notato a malapena la sua domanda, invece l'ho sentita eccome e mi sono persa ad ascoltare il dolce suono della sua melodiosa voce.
-Una ragazza come te non ha un ragazzo?-
Sbaglio o ci prova?
Bella, tu sei la prima a starle dietro, anche se ci provasse sarebbe solo perchè ti ha visto persa dietro a lui e poi la cosa non ti dispiace affatto.
Ecco, lei è la parte del mio incoscio che prenderei volentieri a calci, non perchè dice stupidaggini, ma perchè deve sempre aprirmi gli occhi e ricordarmi qualcosa che volevo fingere di non sapere.
-Si, in effetti è difficile che qualcuno si innamori di me. Goffa, bruttina, bianca come una mozzarella anzi bianca come un vampiro!-
Alla parola vampiro tutti e tre sussultarono.
-Essere chiari di carnagione non è un difetto!-
s'intromise Alice.
-Si se sei di Phoenix e tutti gli altri sono biondi e abbronzati.-
-Uh Bella bionda e abbronzata deve essere figa, magari sfonderebbe come attrice di baywatch.-
Se era una battuta io non l'ho trovata divertente.
-Spiritoso!-
-Non stavo scherzando, saresti figa veramente, però non saresti bellissima come sei ora.-
Mi fa uno dei sorrisi sghembi che mi mozzano il fiato e le mie guancie avampano, quasi non mi rendo conto che ci sono anche le sue sorelle qui con noi, gli salterei addosso.
-Em...Grazie.-
-Ho solo detto la verità.-
-Alice dove parcheggio? Sopra o sotto?-
-Parcheggio sotterraneo.-
Il centro commerciale è enorme!
-Alice sicura che non ci perdiamo???-
In effetti lo temevo, soprattutto perchè il mio senso di orientamento, come il mio equilibrio, è molto scarso.
Edward scatta a ridere e mi dice -Non ero io che dovevo perdermi?-
-Si, ma qui penso che ci perderemo in due!-
Tutti ci mettiamo a ridere.
-Quindi se non vi ritroviamo più non dobbiamo cercarvi, ho capito bene?-
-Certo che ci dovete cercare, cosa ti salta in mente Rosalie? Non vorrai lasciarmi nelle grinfie di questo?-
e indico Edward.
-Hai ragione non sarebbe prudente-
I suoi occhi sono diventati improvvisaente tristi e mi guarda come se si volesse scusare di qualcosa.
-Abbiamo solo otto ore, quindi andiamo?-
-Solo??? Otto ore di shopping? Sei pazza!!!- Rispondemmo all'unisono io ed Edward.

POV Edward

Alice quando ci si mette è proprio una pazza, non che di solito non lo sia, ma in certe occasioni peggiora, e questa è una di quelle.
Sta trascinando Bella da uno scaffale all'altro, costringendo la poverina a provare non so quanti vestiti, dopo il sedicesimo ho perso il conto, e siamo ancora al primo negozio!
In fondo Bella però sembra divertirsi.
Di tanto in tanto mi lancia un occhiata da cucciolo indifeso che mi scioglie e vorrei toglierla dale grinfie delle mie sorelle, poi fa un qualche movimento e il suo odore mi colpisce, facendomi cambiare idea sulla fuga.
Io e lei, vicini e soli non sarebbe una buona idea.
Devo ammettere che sono migliorato, il mostro brama sempre il suo sangue però trovo la forza di farlo stare buono.
Jasper dice che quando penso a lei percepisce un sentimento forte simile all'amore, io non credo di amarla, posso essere curioso di conoscere i suoi pensieri, posso avere sete del suo sangue e magari essermi affezionato a lei in quanto figlia del capo Swan, ma non la amo.
Ci conosciamo da due giorni!
A farmi venire è stato il ricatto di mia sorella, non certo "l'amore" verso questa umana, anche se devo ammettere che è bellissima e che mi perdo nel suo modo di fare, ma questo è sicuramente un effetto collaterale del non poterla leggere.
Non conosco ciò che farà in anticipo, quindi sono sempre sorpreso dal modo in cui reagisce.
Solo questo mi attrae di lei.
Anche sesondo Carlisle io la amo; lui dice che i vampiri che resistono alla propria cantante ne restano legati per l'eternità.
Io la vedo diversamente: ho resistito solo grazie a decenni di sangue animale e fra diciotto giorni non la rivedrò mai più.
Ennesimo sguardo supplichevole a cui rispondo con un sorriso.
In fondo incomincia a farmi pena siamo al secondo negozio e le ragazze gli hanno già fatto comprare 4 capi.
Cioè lei ne ha comprato uno, un maglione viola con il collo largo e un bottone sotto il mento, loro gli hanno regalato gli altri tre e lei non sembra aver gradito: non gli piacciono i regali.
D'altronde o fanno così o la fanno tornare a casa con una borsa soltanto.
I negozi in cui la portano sono carissimi e lei, figlia di un poliziotto, non si può permettere capi così costosi.
Quarto regalo.
Questa volta Alice le ha detto di comprarlo per se, poi glielo darà in macchina.
È un vestito lungo fino al ginocchio, grigio con il collo in pelo, carino ma io trovo che il blu le doni meglio del grigio.
Stare li con loro è uno strazio, così, carico di borse perchè sono il loro portantino, decido di fare un giro.
Esco dal negozio e vedo un giubbotto blu in una vetrina.
Ripenso alla mia stessa osservazione "il blu le dona".
Entro e dico di voler comprare il giubbotto che c'è esposto in vetrina.
-La taglia?-
Aiz...non conosco la taglia di Bella, ad occhio una s o una m...
-Dovrebbe essere una s, però per sicurezza glielo faccio provare, se aspetta due minuti la porto qui.-
Due minuti? Se ne va? No, resta bel figo. Chissa se è per la sua ragazza...magari è per la sorella...macchè sarà per la ragazza.
I suoi pensieri sono divertenti, anche se uguali a quelli di tutte le altre ragazze che mi incontrano e a lungo andare monotoni, però le sorrido lo stesso, so che le farà piacere, infatti...
Mi ha sorriso! Mi ha sorriso! Gli piaccio! Ma no, cosa vai a pensare, però che bello, è un dio!
-Bella? Perfavore puoi venire un attimo?-
-No, Edward Bella deve provare dei vestiti.- mi risponde Alice, mentre Rosalie prende altri due vestiti da uno scaffale.
La s andrà bene. pensa mia sorella e le piacerà tanto.
-Ok, non era si vitale importanza.-
Poi sussurro un grazie ad Alice.
Il giubbotto le piacerà? Bene, in effetti ho buon gusto: è un giubbottino vernice, con il cappuccio con il pelo grigio, le maniche e il busto stropicciati.
-Scusi- richiamo la commessa che mi ha servito prima, questa volta senza far caso ai suoi pensieri. -la s andrà bene.-
-Oh certo, gliela prendo subito.-
Pago ed esco dal negozio pensando se dargielo ora o più tardi.
-No, Rosalie mi avete preso già un sacco di cose, anche questo no!!!-
Glielo darò più tardi.
Distraila, ora!!! Pensò Rosalie con un tono da far paura persino a un vampiro centenario come me.
-Bella???-
-Si?-
-Vieni, ti offro una ciocolata calda, starai morendo dal freddo, qui si congela.-
Non le diedi neanche il tempo di ribattere e la trascinai fuori dal negozio.
-Edward no! Dovevo impedire alle tue sorelle...-
-Figurati, lo fanno con piacere.-
-IO ODIO I REGALI! ODIO CHE SI SPENDANO SOLDI PER ME!-
-Per oggi resisterai.-
-Cosa prendi?- le chiedo arrivati davanti al bar
-Cioccolata-
-Ti piace, allora avevo azzeccato!-
-Si, tu cosa prendi?-
-Niente.-
-Come niente? Non mangi?-
-No, io ho una dieta diversa dalla tua.-
Cosa? Gli ho detto veramente che non mangio quello che mangia lei??? Mi sono fottuto il cervello o cosa?
-Perchè cosa mangi? Allergie?-
-No, ne riparliamo ok?-
Ne riparleremo? Non credo proprio. Se sapesse la verità si spaventerebbe: sai Bella io sono un...
-ok-
-Vampiro.-
-vampiro??-
Ho detto ad alta voce che sono un vampiro??? Ero così immerso nei miei pensieri da non accorgermene? Cazzo, sono il vampiro più deficente del mondo ecco cosa sono!
-Edward perchè hai quella faccia sconvolta?-
Perchè ti ho appena detto cosa sono!
-Perchè ho paura dei vampiri e mi sono ricordato che stasera Emmet mi costringerà a vedere un film sui vampiri.-
Ho paura dei vampiri? Questo si che è più penoso che dirle che sono un vampiro.
-Tu hai paura dei vampiri?? AHAHAHAHAH ma i vampiri non esistono!-
Quindi non crede nella nostra esistenza, bene.
-Tu potresti essere un vampiro.-
Io? Ho sentito male?! Forse è la mia mente che mi gioca brutti scherzi...
Credo di essere diventato ancora più pallido se possibile.
-Io? Un vampiro?-
Tento di mostrarmi indifferente ma non sono sicuro che ci riesco.
-Si sei bianco come un non morto. Se perdessi pezzi direi che sei uno zombie, anzi no sei troppo bello per essere uno zombie!-
-Grazie per l'insolito complimento.-
Si, Bella sono un vampiro e voglio il tuo sangue scappa, scappa agnello indifeso!
-Ragazziiii!-
Alice ci fa segno con la mano dall'altro lato del bar.
-Bella è meglio raggiungerle prima che ci trascinino fuori con la forza.-
-Si hai ragione.-
-Ehi ragazzi non vi trovavamo più. Vieni Bella, andiamo in un negozio di scarpe!-
Bella non mi sembrava molto entusiasta, io neppure.
-Vieni Edward, non mi vorrai lasciare sola con questi due mostri?-
-Ma no mia piccola umana! Il vampiro-zombie è sempre con te!-
Alice e Rosalie mi guardano scioccate e io le sussurro un -poi vi spiego-
Alice e Rosalie inseguono Bella con non so quante paia di scarpe e la poverina è disperata.
Se avesse saputo com'è lo shopping con le mie sorelle non sarebbe venuta.
Non mi sono accorto che mi ha preso per mano fino a quando non la sento tirare verso l'uscita.
Ci mettiamo a correre approfittando della distrazione delle due fino al garage.
Ci nascondiamo dietro una colonna e ridiamo come pazzi, mi sento un bambino che ha appena fatto una marachella ed è felice perchè nessuno lo sa.
So che le mie sorelle ci ritroveranno in un better d'occhio, seguiranno la nostra scia, ma voglio godermi questo momento con lei.
Lei si avvicina a me, mi abbraccia e mi dice ancora ridendo -Sei l'unico normale!-
La sua vicinanza fa riemergere il mostro, ma non lo vogio tra i piedi, lo scaccio, ora voglio solo godermi quel momento con lei, con la mia cantante.


Grazie a tutti voi che mi sostenete recensendo, a quelli che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti e le seguite(noto con piacere che sono aumentati) e a tutti coloro che leggono semplicemente.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, a me non sembra un granchè, quindi se non vi piace vi capisco.
Al prossimo aggiornamento, un
morso a tutti!


Ci tenevo a rispondere alla tecensione di trullitrulli del secondo capitolo:

Innanzitutto Jacob dice a Bella che non può essere suo amico perchè lui è un licantropo. Non vedo che ci sia di strano in questo, lui sa di essere un mostro peloso e grande quanto un cavallo, quindi le dice subito le cose come stanno, lei e lui non saranno amici.
Le descrizioni fisiche dei personaggi ci sono.
Quando Bella rriva a LaPush descrivo sia Jacob che Billy.
Per l'"io e tu" hai ragione.
Cosa intendi per caraterizzazione dei personaggi???
I miei personaggi hanno più o meno spessore nella storia, hanno pensieri ed emozioni, logicamente non ti puoi aspettare al secondo capitolo un trattato sul modo di essere di Jacob e di Bella.
Anzi a dire il vero mi sembra di aver descritto sia gli stati d'animo della ragazza che il suo modo di essere.
Inoltre non è detto che in una storia ci debba essere sin dalla prima apparizione del personaggio una caratterizzazione e una descrizione, queste si possono anche far intuire al lettore a poco a poco, capitolo dopo capitolo.
Charlie sono libera di dipingerlo come voglio e se non ti piace la mia storia, come è evidente, dato che mi sei andata contro senza neanche notare che quello che dici non è del tutto vero, non leggerla.
Se al contrario ti piace leggila.
Non pensare che ce l'ho con te perchè mi hai lasciato una recensione negativa, affatto ti ho voluto solo fare notare che quello che dici lo trovi nella mia storia, solo che non l'hai visto o non ne hai capito appieno il significato.
In ogni caso ognuno ha il suo parere. Mi spiace che la pensi così.

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Capitolo 6
*** Invito ***



Invito


Pov Bella

Alice e Rosalie ci hanno ritrovato subito, ma come hanno fatto? Neanche fossero segugi.
Anzi incomincio a pensare che lo sono e devo ammettere che hanno un fiuto da far paura al commissario Rex!
Ora siamo in macchina, torniamo a Forks.
Edaward è alla guida, Rosalie davanti e io dietro con la nanerottola.
Lei è tutta contenta, lo shopping a quanto pare è la sua attività preferita.
Io come all'andata non la ascolto, o mi limito a seguire 
il minimo indispensabile i suoi discorsi;  guardo lui e lui guarda me dallo specchietto retrovisore.
Questa volta non facciamo finta di guardare altrove quando lo sguardo dell'altro si posa su uno di noi, i nostri occhi sono come incatenati e non sentiamo la necessità di nasconderlo, almeno io.
Di tanto in tanto Edward mi fa un sorriso a cui rispondo timidamente.
Alice vedendo che la considero pochissimo si è messa a parlare con Rosalie delle nuove collezioni di vari stilisti, sinceramente sarei stata sorpresa se non avessero parlato di moda.
-Bella domani ti va di venire a casa nostra? Emmet e Jasper hanno organizzato un mini torneo alla play station.-
-Ehm...io non so giocare-
-Non preoccuparti giocherai contro di me!-
-Bella allora devi preoccuparti, Edward è bravissimo!- interviene Rosalie
-Questo non mi rassicura!-
-Ma la lascio vincere, era sottinteso!- 
-Così sarebbe sleale- ero molto più tranquilla sapendo che forse non mi avrebbe stracciato al primo colpo, però a giocare così non c'è gusto!
-Il fine giustifica i mezzi-
-E quale sarebbe questo nobile fine?- 
-Che domande, farti divertire!- com'è dolce e premuroso!
Le sue sorelle strabuzzano gli occhi, non penso si aspettassero un simile comportamento dal fratello; non posso biasimarle neanche io me lo sarei aspettato.
-Quasi quasi vengo, più per vedere se riesci a farmi divertire che per giocare alla play.-
-Se non vuoi giocare alla play cos'altro ti piacerebbe fare?-
Avere le tue labbra, sentire il tuo profumo sulla mia pelle, avere il tuo corpo stretto al mio...no,no, no Bella! Che sto dicendo? Sono impazzita? Io non penso certe cose sugli uomini!
Oddio, sta sorridendo...l'ho detto ad alta voce?
-A cosa devo il tuo ridacchiare?- domando straimbarazzata e certa di aver combinato qualcosa che mi avrebbe fatto preferire essere morta piuttosto che qui ora-
-Sei diventata tutta rossa e poi...non sembri esserti accorta che siamo arrivati.-
Vero, siamo arrivati e Rosalie ed Alice sono già scese e mi tengono la portiera aperta.
-Ero sovrappensiero.-
 È l'unica cosa che sono riuscita a dire mentre scendevo dall'auto.
-Cosa ti ha fatto arrossire?-
Non posso rispondergli dicendogli la verità...
-Ehm...-
Cosa gli dico?
Edward si è avvicinato a me e ora il suo viso è a un palmo dal mio.
-Co..cose personali.-
-Non stavi pensando a un ragazzo, vero?-
-E anche se fosse?-
No, Bella sei suonata? Confessa e fai prima, anzi in parte l'hai già fatto.
-Ne sarei geloso-
Lui geloso di me? Mi prende in giro?!
Mi metto a ridere e lui sembra...offeso.
Che stesse dicendo sul serio?

Alice e Rosalie prendono le borse dall'auto, invece Edward mi si avvicina con una borsa rosa con un logo bianco in mano.
Non ricordo di essere entrata in quel negozio.
-Questo è per te.-
-Per me?- Non capisco, Edward mi ha fatto un regalo?
Prima dice di essere geloso e poi mi fa un regalo?
Ma allora diceva sul serio, o era almeno un po' serio.
Apro la busta e dentro c'è un giubbottino blu vernice, bello, molto bello!
-Edward non capisco...mi stai facendo un regalo?-
-Si, ho un debole per come il blu sposa la tua carnagione.-
-Non dovevi! Non dovevi spendere soldi per me, già le tue sorelle mi hanno preso un sacco di cose e...-
-Bella ti piace?-
-Si è bellissimo, ma...-
-Bene, allora non c'è alcun problema.-
-Sei incredibile, non vedo perchè avresti dovuto regalarmi qualcosa, già non ho capito perchè l'hanno fatto le tue sorelle... comunque  grazie.-
-Incredibile in senso buono o cattivo? Il regalo te l'ho fatto perchè mi andava. Prego-
-Cattivo visto che hai speso soldi per me- la sua fronte si è corrugata in una piccola smorfia -e buono dato che hai avuto un pensiero carino nei miei confronti.- ora la sua fronte si è distesa e mi ha abbozzato un sorriso.
-A domani- bel figo, ma questo è meglio che non lo dico.
-A domani. Notte e sogni d'oro.- 
Mi bacia la fronte...e da quando è così? Beh però è meglio del primo Edward, senza dubbio.
Entrai con la testa tra le nuvole e il suo giubbotto tra le braccia.
Che io piacessi ad Edward era molto probabile visto il suo comportamento (anche se non capivo cosa ci trovasse di attraente in me), ma Edward piace a me?
Si.
Si, Edward mi piace, ci conosciamo da pochissimo eppure mi piace.

Domani andrò dai Cullen a giocare alla play station, se lo sentissero i miei amici non ci crederebbero; ogni volta che mi proponevano di giocare io rifiutavo indignata, non l'ho mai sopportato quel coso che si tiene in mano, non riesco a capire quali sono i tasti da premere, quando guardo lo schermo non vedo il joystick e a niente è servito il mio tentativo di memorizzarne la posizione dei pulsanti, risultato? Un disastro totale!
Non voglio neanche immaginare domani che figuraccia farò al mini torneo di Jasper ed Emmet.
Dico che non lo voglio immaginare e mi ritrovo qui a pensare a come sarà, e nel frattempo preparo delle lasagne per Charlie.
Sono talmente presa che non mi rendo conto del tempo che passa; solo l'arrivo di mio padre mi desta dalle mie fantasie.
-Ciao Bells.-
-Ciao papà-
-Divertita oggi?-
-Si molto, anche se le ragazze mi hanno fatto troppi regali e non mi hanno permesso di ripagarle!-
Ommetto volontariamente il regalo di Edward.
-mmm-
Mio padre è sempre stato uno di poche parole, figuriamoci quando è intento a sbranare un piatto di lasagne!
A me sta bene così, meno domande mi fa meglio è.
Anche perchè a molte credo che non saprei rispondere, soprattutto quelle riguardanti Edward.
Lasciai che la mia mente vagasse di nuovo tra i ricordi di questa strana giornata di shopping, sulla gentilezza di Rosalie ed Alice, dovrò comprarle qualcosa per sdebitarmi.
Però non conosco i loro gusti, oggi hanno comprato vestiti di tutti i generi.
Domani quando andrò a casa loro tenterò di capire che gusti hanno.
Solo ora mi viene in mente che non so dove abitano i Cullen, nè l'ora in cui devo recarmi da loro.
Probabilmente per non avermi dato indicazioni stradali mi passeranno a prendere loro, ma a che ora?
Decido di farmi trovare pronta per le dieci, di certo non veranno prima.
Salgo in camera e scelgo i vestiti per il giorno dopo.

Non sono più nella mia stanza, devo essermi addormentata perchè ora sono in aereoporto.
Guardo il tabellone, cerco il mio volo, ma mi rendo conto di non sapere che volo devo prendere.
Il mio scopo adesso non è prendere un aereo, sento che è qualcos'altro.
Mi guardo in giro e vedo me stessa che corre, sembro in ritardo dato il mio affanno.
Ora focalizzo meglio il sogno, è il giorno in cui sono venuta a Forks, ma c'è qualcosa di strano, di diverso...
Passo i controlli e corro verso l'imbarco; no, prima doveva succedere qualcos'altro.
Corro verso la me stessa del sogno, non so per quale motivo lo faccio, devo farlo, devo dirle che non deve partire, non ancora.

Inciampo in un borsone lasciato a terra incustodito e travolgo in pieno un ragazzo con i capelli rossicci, gli occhi gialli-ambrati e una carnagione pallidissima.
La prima cosa che faccio è chiedere scusa, poi mi volto per andare da lei, dalla me del passato, ma non la vedo.
Mi guardo intorno e mi vedo vicino all'ingresso, me non sono la me che cercavo.
Sposto lo sguardo verso la mia mano e con essa tengo una valigia , il tabellone lampeggia e sento chiamare il mio nome all'altoparlante.
Ora sono io quella che deve partire, ora sono la me del passato.
Torno a fissare il ragazzo contro cui mi sono scontrata, mi guarda come se volesse uccidermi, ha gli occhi neri e i capelli scompigliati color bronzo; io questo ragazzo lo conosco, lui è...lui è...Edward Cullen!

E mi sveglio di soprassalto.
Aspetto qualche minuto per riprendere fiato, poi guardo l'orologio, sono le sette meno dieci.
Decido di alzarmi, tanto non riuscirei più a dormire.
Dopo aver sprecato mezz'ora buonaper la doccia vado a vestrirmi; indosso dei jeans neri e un maglione grigio e vado a fare colazione.
Avevo deciso di farmi trovare pronta per le dieci, ma sono appena le nove.
Mentre aspetto decido di dare una ripulita alla casa; la mia stanza fa paura, ci sono vestiti ovunque, libri buttati sulla scrivania (io amo leggere), scarpe sopra le  mensole? Come ci sono arrivate le mie scare sopra le mensole? Mistero!
Alle dieci e un quarto sento un auto avvicinarsi: sono i Cullen!


Chiedo perdono per il capitolo corto, ma ho ricominciato la scuola.
I vestiti di Bella sono questi: Abbigliamento Bella
Non ho trovato il giubbotto che Edward le ha regalato, quindi immaginatelo.
Grazie a:

Chi ha recensito:


Crazy Angela       grazie, sono contenta che ti piaccia!
eli4ever                non ho aggiornato proprio presto..scusaaaaaaaa
Kumiko_Chan_    si scusa, scrivendo di fretta non mi rendo conto di quello che scrivo (e dire che rileggo sempre)

Chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - cesarina89 [Contatta]
2 - debby 92 [Contatta]
3 - eli4ever [Contatta]
4 - Giulia miao [Contatta]
5 - IsAry [Contatta]
6 - Noemi91 [Contatta]
7 - PATRIZIA70 [Contatta]
8 - suxpicci_89 [Contatta]
9 - Tokiotwilighters [Contatta]


E chi l'ha aggiunta tra le seguite:

1 - Crazyangel84 [Contatta]
2 - eia [Contatta]
3 - eli4ever [Contatta]
4 - ely4890 [Contatta]
5 - gabrycullen [Contatta]
6 - Kumiko_Chan_ [Contatta]
7 - marpy [Contatta]
8 - Mitika81 [Contatta]
9 - Monika1 [Contatta]
10 - ornella [Contatta]
11 - serinetta [Contatta


Recensite,
non siate timidi,
vi voglio sentire tutti!

 

 

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Capitolo 7
*** Mini torneo a casa Cullen ***


Mini torneo a casa Cullen



Bella Pov

-Bellaaa!-
Non faccio in tempo ad aprire la porta che il tornado Alice mi travolge.
-Ciao Alice!-
Dietro di lei c'è Edward che mi saluta con un cenno della mano e un sorrisoo sghembo da mozzare il fiato.
In effetti penso che il mio cuore abbia perso un colpo o due.
-Bella? Sei rimasta imbambolata a guardarmi...-
-I..io? Cosa?-
Sia Edward che Alice ridono di gusto, devo avere una faccia da maniaca perchè Edward si avvicina a un mio orecchio e mi dice -Bella dopo sono tuo, ma ora è meglio andare...o preferisci davanti alla porta?-
Non ho neanche il coraggio di rispondere, non che stessi pensando proprio a quello, ma c'ero andata vicina.
Abbasso lo sguardo, sicurissima di essere diventata porpora; lo rialzo solo quando non sento più i miei piedi toccare terra.
-Edward che fai?-
-Ti porto in macchina. Non mi sembri in grado di muoverti in questo momento.-
E per la seconda volta in meno di cinque minuti faccio qualcosa di stupido: mi avvicino ad annusare Edward e lui se ne accorge.
Mi sorride e mi fa scendere davanti l'automobile.
Faccio per girarmi ma due mani mi fermano prendendoni le braccia.
-Ti voglio bene, Bella. Anche se è da poco che ci conosciamo.-
Credo che il mio cuore si sia fermato del tutto, eppure riesco ad abbracciarlo.
Lui ricambia l'abbraccio e appoggia la testa sull'incavo del mio collo, io al suo torace.
Ci stacchiamo solo quando sentiamo il folletto ridacchiare.
-Che cariniiiii i due fidanzatini!-
-Ma che fidanzati!- diciamo in coro
-Dicono tutti così all'inizio!-
Edward sbuffa, io divento rossa.
Siamo in macchina da un quarto d'ora e stiamo uscendo da Forks, vorrei chiedere sov'è la loro casa, ma aspettare mi sembra più educato.
Nessuno ha più detto una parola ed il silenzio sta diventando pesante, solo in quel momento mi ricordo del sogno.
-Edward, sei stato all'aereoporto di Phoenix di recente?-
Edawrd stringe il volante più del dovuto, fino a far diventare le nocche bianche, più di quanto lo erano in precedenza.
Alice si voltò a guardarlo con un espressione mista a compassione.
-Perchè?-
-Io...mi sono sontrata con un ragazzo che ti somigliava molto, però aveva gli occhi neri..o meglio prima oro poi neri..-
-Si era lui.- mi dice il folletto, intromettendosi nella conversazione.
Non ne sono sicura ma azzarderei a dire di aver visto la mano di Edawtrd muoversi e velocità sovraumana e dare una pacca sulla testa della sorella.
-Non credevo te ne ricordassi. Mi sono comportato da cafone, scusa.-
Sorrisi, cafone, lo stesso termine con cui l'avevo definito io.
-Non preoccuparti, potevo fare più attenzione.-
-Mi perdoni?-
Mi guarda con degli occhi da cucciolo indifeso, come dirgli di no?
-Certo-
Rispondo con un sorriso a 42 denti, a cui risponde a sua volta.
-Siamo arrivati.-
Mi scappa un -Alleluia- e tutti ridiamo.
La casa è bellissima; contemporanea,  non simmetrica, nonostante questo è in perfetta armonia con il paesaggio che la circonda, probabilmente perchè è costruita in legno e pietra.
Si divide su tre piani, il secondo più sporgente, e saltano subito all'occhio le imponenti vetrate e le grandi finestre.




La cucina e il saloncino sono unico ambiente, l'intera stanza è sui toni del marrone e del grigio.
Accanto alla porta-finestra in legno chiaro c'è un divano ad angolo marrone, su cui appoggiamo i giubbotti.
Dietro al divano ci sono delle mensole in legno laccato bianco su cui sono riposti alcuni libri e alcuni dvd.
Scorrendo i titoli noto molti film sui vampiri e alcuni classici.



Pensavo che ci saremmo messi qui a giocare eppure Edward ed Alice si dirigono verso un'altra stanza dove ci sono anche gli altri.
Emmet è già sul divano, questa volta bianco, mentre Rosalie sta prendendo delle sedie.
-Ciao Bella-
Mi salutano in coro i due e io rispondo con un cenno e un sorriso.
-Scusa ma la play è in questa stanza e spostarla si è rivelato più difficile del previsto, quindi l'abbiamo ricollegata a questo televisore. Staremo un po' stretti...questo divano è più piccolo.-
In effetti il divano di questa stanza era più piccolo, quattro posti.
La stanza era arredata con gusto: sulla mensola dietro al divano ci sono dei vasi sulle tonalità del marrone, mentre sulle nostre teste pende un lampadario a braccio, particolare quanto moderno.



Mi avvicino ad una delle sedie per sedermi, ma Edward mi ferma.
-Divano!-
-No, non c'è bisogno posso sedermi pure sulla sedia.-
-No, no Bella, tu sei l'ospite e tu DEVI sederti sul divano.-
Rosalie si intromette e  mi costringe a sedermi sul divano ed Emmet mi si siede accanto.
-Bene Bella. A che gioco preferisci giocare?- mi chiede porgendomi il joy stick.
Non so neanche tenerlo in mano, infatto lo prendo al contrario.
Mi sembra strano tenerlo così quindi lo giro per il verso giusto, o almeno penso che sia il verso giusto.
Emmet mi guarda stranito -Bella, sai giocare?-
-NO!-
-Avevo intuito che qualcosa non andava...-
Gli altri ridono e io con loro.
-Emmet avevo promesso a Bella di farla vincere, quindi posso giocare contro di lei, prima che venga battuta dall'orso Yoghi in persona?-
-Certo fratellino!-
-Fermi tutti!-
Edward è rimasto a mezz'aria, nè seduto nè alzato, girandosi verso l'origine di quell'urlo: Alice!
-Edward puoi sederti.-
-Avevi detto fermi tutti!-
-Si, ma non così fermi.-
-Spero che tu abbia fermato il mio super torneo per un motivo valido, nana!-
-Si orso! Bella, stasera ti va di restare a dormire qui?-
Edward ha alzato gli occhi al cielo, Rosalie sembrava un po' scettica ma ha accennato un sorriso, Emmet faceva capriole di gioia.
Aspetta, manca  qalcuno...Jasper!
-Ehi ragazzi, dov'è Jasper? Non mi ero accorta che non è qui...-
-Oh sta arrivando. Comunque non mi hai ancora risposto, si o no?-
-Mi piacerebbe ma...-
-Si si si si si che bello!!!!!-
-Alice non ha ancora detto di si!-
Le fa notare Edward.
Incomincio a pensare che sia il mio angelo custode!
-Non vuoi venire?-
Mi chiede con una faccia da cucciolo offeso che mi scioglie.
Dovevo preparare la cena a Charlie, ma farà a meno della mia cucina per oggi.
-Si, ma le mie cose? Non ho dietro niente!-
-Oh te le presto io.-
Detto questo mi tirò via dal divano, gesto che fece scaturire le lamentele dei presenti, volevano il torneo, e mi  trascinò su per le scale in una stanza che potrebbe essere un terzo soggiorno da quanto è grande.
-Questa è la mia cabina armadio!-
-È la cabina armadio più grande che ho mai visto!-
All'interno c'è perfino un pouff letto e alcune piante pendenti, oltre a un bonsai vicino al pouff.



-Mi piace avere tanto spazio dove mettere i vestiti!-
-Hai preso tre stanze solo per la cabina armadio!- le faccio notare schoccata!
-Eh si è un po' sproporzionata. Ecco i pigiami per tutte e tre, le tute per i giochi, e dei jeans, delle magliette, le ciabatte...che numero prendi?-
-39-
-Uh..io 37..le mie non ti entrano. Quelle di Rosalie però si. Le vado a prendere.-
Subito dopo ritorna con un paio di ciabatte ancora impacchettate dello stesso colore del pigiama.
-Tutto abbinato...-
-Certo! Ora possimo tornare di sotto!-
Di sotto trovo Jasper, ci salutiamo velocemente e il torneo ha inizio...che vinca il migliore!
Primo round io contro Edward, secondo round Emmet contro Jasper, terzo round Alice contro Rosalie.
Le ragazze non volevano giocare, per fortuna sono riuscita a convincerle, sarebbe stato imbarazzante essere l'unica donna a giocare e per giunta imbranata.
Edward è molto più bravo di me, potrebbe vincere in poche mosse, ma si lascia battere.
Non ho ben capito il nome del gioco, ci sono dei "soldati" che combattono, siamo in un arena, sembra un torneo di arti marziali.
Il mio personaggio è un ciccione rosa mentre quello di Edward è un ragazzo con i capelli a fiamma vestito con una tuta unico pezzo blu.
Inutile dire che non azzecco un colpo e mi confondo sui tasti da premere.
Nonostante l'emorme vantaggio che mi regala ad ogni round riesco comunque a perdere.
-Bella sei un disastro! Ho cercato di farti vincere ma tu proprio non ne vuoi sapere di collaborare!-
-Te l'avevo detto che per me vincere è impossibile.-
-La prossima volta ti prenderò sulla parola.-
Ci siamo spostati per far spazio alla nuova coppia di giocatori.
Tra me ed Edward c'è una strana elettricità, siamo persi l'uno negli occhi dell'altro quando mi squilla il cellulare.
-Jacob ciao-
Maledetto, devi per forza rovinarmi il mio momento di magia con Edward?
-Domani? No, non ho impegni. Si posso venire...-
-Non provare a riattaccare! io e tu dobbiamo parlare, anzi lo facciamo domani di persona.-
-Si, ciao-
Ora ero di pessimo umore.
Prima mi dice che non possiamo essere amici, poi mi chiama per invitarmi a casa sua pregandomi di andare.
Questo ragazzo non è normale.
Mi rigiro verso Edward tentando di togliermi dalla faccia quell'espressione da belva e gli faccio un sorriso, lui non ricambia, anzi ha un espressione indispettita e preoccupata sul volto.
-Scusa era un amico.-
-Frequenti i ragazzi di LaPush?-
-Si, ci siamo conosciuti quando eravamo piccoli. Ci siamo rincontrati qualche giorno fa.-
-Capisco. Scusami-
Si alza e se ne va.
Ma in questo posto hanno tutti le rotelle fuori posto?
Uno mi dice di stargli lontano dopo un pomeriggio in cui siamo stati divinamente, l'altro mi fa capire chiaramente che è interessato a me e poi se ne va straincazzato.
Torno a guardare lo schermo della televisione, il combattimento tra Emmet e Jasper continua imperterrito, Rosalie studia le loro mosse, solo Alice è voltata a guardare nella direzione in cui è sparito il fratello.
-Scusami.-
Dice e se ne va anche lei.
Probabilmente non era per la mia telefonata che si è arrabbiato così, forse mi sono persa un pezzo di qualcosa mentre ero a telefono, continuando a sperare mi concentro sul gioco.

Grazie ad Eli4ever e Kumico_chan_ per le recensioni, a tutti coloro che leggono e a chi ha aggiunto la mia ficcy tra le preferite e le seguite.

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Capitolo 8
*** Fuga ***


Fuga

Edward Pov

Io e Bella ci fissiamo negli occhi, mi sento sempre più legato a lei e incomincio a pensare he quello che diceva Carlaslie sulla mia cantante sia vero.
Qualcosa deve sempre rovinare i momenti più belli, è un classico, infatti le squilla il cellulare.
Non voglio origliare la sua conversazione, anche se mi è impossibile non farlo data la mia natura, ma voglio almeno tentare di non ascoltare.
-Ciao Bella! Sono io Jacob...Jacob Black-
Black?
Questo nome mi riporta alla mente ricordi lontani, un altro tempo, molti anni prima...qualcosa che ha a che fare con il nostro segreto...
Ephriam Black, il mutaforma con cui abbiamo stipulato il patto tra Quiliute e Cullen; noi non cacciamo nei loro territori e loro ci lasciano vivere nei dintorni.
Jacob Black.
Non l'ho mai sentito, probabilmente è un discendente.
Ephriam in fondo è morto da anni!
- Domani? No, non ho impegni. Si, posso venire.-
Bella domani va a LaPush?
Bella domani va a LaPush con un ragazzo che probabilmente è un licantropo?
Lei così vicina a un cane e io non potrò proteggerla.
Sento la rabbia salire, vorrei spaccare qualcosa, e mio fratello lo sente perchè pensa calmati o mi farei perdere contro Emmet.
Devo calmarmi, c'è Bella qui con noi e lei non conosce la nostra vera natura, non devo fare niente di anormale per un essere umano.
Lei non sa niente di me...
Vorrei...vorrei che lei sapesse, ma come la prenderebbe?
Scapperebbe urlando? Ne sarebbe spaventata?
Possibile, anzi certo!
Anche lei sembra arrabbiata dopo questa telefonata, il cipiglio sul suo viso mi rincuora, per poco però perchè una visione di mia sorella si fa largo nella mia mente: Bella abbracciata a un ragazzo, con una guancia appoggiata al suo torace.
Bella con Jacob?
No, mia sorella non può vedere il futuro dei licantropi.
È un umano.
Un umano abbraccia la mia Bella...
Senti come parlo...la mia Bella...lei non è mai stata mia, io sono un mostro che si ciba di sangue e lei un'anima pura, che ha tutta la vita davanti.
Mi sorride e rivedo la visione di Alice di due giorni fa: Bella con gli occhi rossi e la pelle bianca che brilla al sole.
In quella visione sono stato proprio io e mettere fine alla mortalità di Bella.
Un'altra visione: Bella fredda, immobile, con le labbra violacee, il mio angelo senza vita.
Questo è quello che ha visto Alice quando io e Bella ci siamo incontrati in aereoporto.
Come ho potuto bramare il suo sangue con così tanta avidità da ucciderla?
Io, io che ora la amo fino a tre giorni fa desideravo ucciderla...
La guardo, mi sorride.
Vorrei sorridere a mia volta, urlare al mondo quanto è importante per me, ma non ci riesco; continuo a vedere il suo corpo freddo e privo di vita.
Sono un assassino, un mostro, mi ero illuso che Bella potesse accettarmi o che io potessi essere cambiato ma non è così e non sarà mai così.
Mi alzo, forse troppo veloce per un normale unamo e mi dirigo verso l'uscita.
Voglio andarmene lontano da lei.
Perchè lontano?
Perchè altrimenti non riuscirei a resistere dalla tentazione di uccidere chiunque si avvicini a lei, non potrei mai vederla tra le braccia di quel ragazzo, tra le braccia di quell'umano.
Questa è la vita migliore per lei, stare con un vampiro non è mai stato salutare per nessuno!
Alice mi sta seguendo, sento i suoi passi ma non mi fermo, nè mi giro.
Il mio futuro continua a cambiare, non ho ancora preso una decisione in effetti, non so ancora dove andrò.
In Alaska c'è una famiglia di vampiri vegetariani come noi, potrei andare lì...
-Edward fermo, aspetta...-
Il folletto è sempre in mezzo ai piedi, anche quando la sua presenza non si è necessaria.
Stringo i pugni e mi volto lentamente.
-Edward non andartene...non pensi a come ci rimarrebbe Esme? E Carlaslie?-
Esme e Carlaslie, loro rimpongono così tanta fiducia in me, soprattutto mio padre, lui mi elogia come il figlio perfetto, mi tiene su un piedistallo d'oro...ma io non merito tuto questo.
Li ho sempre delusi, prima andandomene e rifiutando la loro dieta, poi, quando tutti avevano qualcuno che li amava, facendo lo scontroso e l'asociale, li odiavo, odiavo tutto quell'amore.
Ora ho lei, sono stato accontentato...lei però e umana...sarei troppo egoista se la facessi diventare come me.
Non mi curo più della presenza di mia sorella e corro, corro lontano, corro di nuovo senza una meta.

Scusate per l'enorme ritardo nella pubblicazione; il capitolo è cortissimo e anche i prossimi saranno così, ho troppe cose da fare per la scuola.
Gioite: oggi ho preso nove in arte!!!
Grazie a tutti coloro che leggono...ehi ma quanti siete? Io numeri così grandi non li so mica leggere (mi sono fermata alla decina...le centinaia non so cosa siano), però, si c'è un però, perchè nessuno di voi recensisce?
L'unica che recensisce è Kumico_Chan...possibile che solo lei abbia ventisecondi liberi per recensire? Si perchè di secondi si parla, a scrivete un ok storia carina o un mi fa schifo la tua storia non ci vuole molto.
Grazie a Kumico e a coloro che aggiunono la mia storia tra le preferite e le seguite.
Al prossimo capitolo, ciauuuuuuu

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Capitolo 9
*** Buca e trauma da parrucchiere ***


Buca e Trauma da parrucchiere

Bella Pov
Edward non è più tornato, il torneo è stato vinto da Emmet, dopo il torneo abbiamo cucinato delle pizze e una torta, mentre i ragazzi hanno giocato a calcio.
Il resto della serata è stato piacevole, sarebbe stato perfetto se lui fosse stato qui.
Questa mattina dopo essermi preparata sono andata di corsa a LaPush.
Ora sono qui, sotto la pioggia ad aspettare Jacob.
Sono già venti minuti che lo aspetto, ma niente, neanche una telefonata.
Vedo un'auto scura avvicinarsi, spero che sia lui, sto morendo dal freddo.
Si ferma davanti al mio pick-up, esce un ragazzo, ma non è lui, non è Jacob.
-Ciao, sei Bella?-
-Si...-
-Io sono Sam, Jacob ha avuto un contrattempo, mi ha chiesto di venirti a prendere.-
-Ah...beh se non può sarà per un'altra volta.-
-No. Tornerà fra poco. Ti prego di seguirmi.-
Mi volto verso la mia auto, ma Sam mi ferma e mi fa cenno di andare con la sua.
Dopo meno di dieci minuti siamo davanti a una casa.
-Puoi aspettarlo qui.-
Mi dice facendomi entrare.
-Lei è Emily, la mia ragazza.-
Emily è una ragazza molto bella, con dei lunghi capelli neri e gli occhi verdi, dtrano colore per un nativo americano.
Si volta per salutarmi e...ODDIO! il suo viso è solcato da cicatrici che partono da sopra l'occhio destro e finiscono sul collo.
Lo so non è bene fissare qualcosa, ma il mio stupore è troppo.
-Ho avuto un'incidente qualche anno fa.- mi dice
Sento Sam irrigidirsi all'istante;afferrato il concetto: argomento tabù!
-Scusa, mi spiace, non volevo fissare...-
-Non preoccuparti. Bella posso offrirti qualcosa?-
-Oh, no grazie.-
-Bene, io vado, torno subito.-
Sam esce, lasciandomi sola con Emily.
Certo che Jacob ha un bel coraggio, prima si comporta da cafone, poi mi invita, manda uno a recuperarmi(dopo averi fatta aspettare venti minuti) e poi questo se ne va, lasciandomi a sua volta con un'altra persona!
Emily è intenta a cucinare, così mi offro di aiutarla.
È da un'ora che inforniamo e sforniamo biscotti, ma per quante persone deve cucinare?
Stiamo preparando da mangiare per un esercito!
Un'altra mezz'ora e sentiamo qualcuno bussare alla porta.
Spero sia Jacob, lo spero per il suo bene!
No, non è Jacob, è Sam.
-Scusa Bella, Jacob non potrà venire oggi. Ti riaccompagno alla tua auto.-
Questo  è il colmo!
Adirata prendo le mie cose ed esco salutando il più cortesemente possibile Emily, in fondo lei è stata molto cortese, gentile e simpatica.
Durante tuttoil viaggio penso a oggi, a quel cafone di Jacob, devo sfoarmi con qualcuno!
Arrivo a casa, butto tutto sul letto, mi fiondo sotto la doccia e poi chiamo Alice.
-Pronto?-
-Alice, ciao!-
-Ciao Bella! Come va?-
Le racconto della "gita" a LaPush, di Jacob, del "taxi" Sam e della dolce Emily, poi le chiedo dov'è Edward e lei mi risponde che è fuori città e al mio -perchè?- trova una scusa per scappare, chiudendo la chiamata.
Ma in questa città è tutto così complicato?

I tre giorni seguenti si succedettero velocemente e furono incredibilmente monotoni, non accadde niente di interessante, conobbi gli amici di mio padre, cucinai per Charlie, andai avanti e indietro tra posta, banca e supermercato; Jacob non si fece sentire, Edward non era ancora tornato.

Oggi è la giornata più brutta che abbia mai visto, piove, grandina, tira vento, fa freddo, ma soprattutto non ho niente da fare.
Sono buttata sul letto a torturarmi le doppie punte, prima o poi dovrò tagliarmele.
Io ODIO i parrucchieri!
Ogni volta che ci entro esco disperata e soprattutto arrabbiata: non mi piace mai come mi fanno.
I punti sono due: o sono io che non riesco a spiegarmi quando gli porto la foto del taglio che voglio fatto, anche se non c'è molto da spiegare in una foto;
o becco le parrucchiere più cieche e incompetenti del mondo.
La conseguenza del mio"trauma da parrucchiere" è che ho doppie punte lunghe mezzo metro e dei capelli che fanno paura.
Oggi non ho niente da fare e ho i capelli un orrore, e se andassi dal parrucchiere?
Certo fuori piove e appena uscita diventerei un mostro, però tra andare in contro all'ennesimo taglio che non mi piace e stere qui a piangermi addosso e a ripensare a Edward, meglio il taglio.
Inspiro forte, pronti partenza, via.
Alzarsi dal letto e vestirsi.
Scelgo le prime cose che becco nell'armadio e vado dal parrucchiere più vicino.

Esco, il taglio non mi piace, le avevo detto di volere il ciuffo, toh mi fa la frangia.
Ci rinuncio non avrò mai un taglio che mi piace!
-Bella?-
Mi sento chiamare e mi giro, quello che vedo mi lascia senza parole.


Ecco il nuovo taglio di capelli di Bella, a lei non piacerà ma a me piace un sacco; peccato che ho i capelli ricci altrimenti me lo farei anche io.
Nuova acconciatura di Bella


 Crazyangel84
Non preoccuparti di essere ripetitiva, anche io a volte ho lo stesso problema; magari mi piacciono più capitoli di seguito e non ho niente di particolarmente rilevante da contestare quindi lascio un semplice "bella", poi al capitolo successivo mi sembra male scrivere la stessa cosa e mi scervello, non trovo niente e non lascio una recensione.
Anche se da quando ho ripreso a scrivere tento di non farlo perchè so quanto poi la scrittrice ci rimane male non vedendo recensioni nella sua storia.
eli4ever 
Grazie, che te ne pare di questo?
 edlla
Jacob ha chiamato Bella per chiederle di uscire, poi le ha dato buca mollandola a Sam che l'ha mollata ad Emily.
 LadySile 
Scappa per non farle del male, e soprattutto per non fare del male al ragazzo umano che l'abbraccia(non ti dico chi è :P) perchè è strageloso, oltre ad essere stracotto di Bellina.

Grazie a chi l'ha messa tra le preferite...

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e grazie anche a chi l'ha aggiunta tra le seguite ...

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Al prossimo capitolo, mi raccomando RECENSITE voglio sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 10
*** Come un cane che si morde la coda ***



Come un cane che si morde la coda




Edward Pov


Sono due giorni che corro, sono andato in Alaska dalla famiglia di Denali, gli altri vegetariani come noi, ma non mi sono fermato con loro.
Ho fatto una doccia, mi sono cambiato i vestiti ormai logori e sono ripartito.
Non so neanche io dove sono di preciso, non so dove sia il nord o il sud, o l'est, o l'ovest.
Non so da che parte è Forks.
Non so dov'è la mia Bella.
Vorrei tornare da lei, vorrei sapere come ha preso la mia scomparsa.
Non so neanche quale scusa si siano inventati i miei fratelli, di certo non le hanno detto la verità.
Mi immagino mia sorella che invita Bella a sedersi e che le racconta del perchè della mia fuga.
-Sai mio fratello voleva ucciderti, voleva il tuo sangue, poi però si è innamorato di te e...beh in una mia visione ti ha visto tra le braccia di un altro e ha capito che è stato uno stupido, che un essere come lui non potrà mai stare con una come te, con un'umana.
Ah a proposito io ed Edward siamo vampiri e io vedo il futuro.-
Immagino il volto spaventato di Bella, mia sorella che tenta di tranquillizzarla, senza successo però, perchè lei scappa via.
Sono giunto alla fine della foresta, sono sul ciglio di una strada, le macchine sfrecciano veloci e molti si girano a guardarmi nonostante sia all'ombra; chissà cosa penserebbero se mi vedessero alla luce del sole, se mi vedessero brillare come ricoperto di diamanti.
Non sono più io a controllare il mio corpo, ogni arto sembra avere una propria volontà: il piede si sposta in avanti, fuori dalla linea d'ombra, le labbra si curvano in un sorriso ampio, somigliante a un ghigno, cosa voglio fare?
Non lo so, probabilmente voglio vedere l'espressione dei passanti vedendo un vampiro alla luce del sole.
Faccio un altro passo, poi mi fermo.
Riconosco il profilo delle montagne che si staglia sull'orizzonte, sono a casa.
Una goccia di pioggia mi cade sul naso, dopo di essa tante altre.
Sono ancora fermo nella stessa posizione, un piede alzato e proteso verso la strada e l'altro appena fuori dall'ombra.
L'imobilità per noi vampiri è qualcosa di assolumamente naturale, potrei restare qui così per anni senza stancarmi o addormentarmi un arto, eppure mi rendo conto che se resto qui immobile qualcuno mi prenderebbe per pazzo e penserebbe pure che io non sono umano.
Se fossi stato lontano da casa non mi sarebbe importato, ma qui non posso fare nulla che possa far venire dei sospetti sulla mia famiglia, devo farlo per  Carlisle ed Esme; a loro questo posto piace molto e ne soffrirebbero, soprattutto Esme, se dovessimo andarcene.
Torno sui miei passi, questa volta non corro, mi siedo su un tronco poco distante e rimango li, seduto e immobile  a riflettere: devo tornare a casa? Devo tornare da Bella?
I miei genitori e tutta la mia famiglia a quest'ora saranno preoccupati, anche se c'è Alice che li aggiorna sui mei spostamenti (e credo che in questo mometo sappia meglio lei dove sia stato di quanto ne sappia io!).
Esme e Carlaslie si preoccupano così tanto per me...vorebbero che io fossi felice, che trovassi una donna che fa per me...
Certo sono sempre in pensiero anche per gli altri miei fratelli, ma a me tengono in modo particolare, ormai l'abbiamo capito tutti anche se loro tentano di nasconderlo.
Io sono il primo che ha seguito Carlaslie, il primo che l'ha capito e che ha condiviso le sue stranezze.
Sono quello che ha fatto dimenticare, per quanto possibile, a Esme suo figlio, morto a pochi giorni dalla nascita.
Hanno sempre riposto una fiducia immensa in me, non posso deluderli scappando di nuovo, non finirà come con Margaret, no Bella non morirà.
Margaret, da quanto tempo non penso più a lei?
Quarant'anni?
Si può essere, è da una quarantina d'anni che è morta, che me la sono lasciata alle spalle.
Mi ero ripromesso di non pensare più a lei, al suo viso candido, al suo sorriso, alla sua voce, adoravo il suo modo di cantare...eppure ora mi lascio andare ai ricordi, a quei dolorosi ricordi che ho fatto di tutto per dimenticare...

Il Sessantotto, anno di rivoluzioni,  l'anno in cui per la prima volta il mio cuore ha iniziato a battere veramente.
Lei era la figlia di dei ricchi imprenditori, gente attaccata alle tradizioni.
Andava in una scuola privata qui negli Stati Uniti, mi trasferii nella sua scuola perchè era una delle poche che avevano il corso serale.
Ci incontrammo per sbaglio, in un modo quasi stupido direi: un semplice e banale scontro in corridoio.
Io stavo andando in classe e lei stava tornando a casa, camminava guardando verso una sua amica e mi venne addosso.
Nello scontro le cadero i libri così la aiutai a raccoglierli.
Aveva un profumo buonissimo e anche il suo corpo mi piaceva parecchio.
La divisa scolastica le esaltava le morbide curve e il blu della gonna contrastava con le carnagione chiara.
I lunghi capelli castani le incorniciavano il viso, e le iridi verdi dei suoi occhi erano come diamanti incastonati sul suo volto, tanta era la luce che riflettevano.
Da quel giorni iniziammo a salutarci, a parlare di tanto in tanto.
Io facevo parte di un gruppo di hippy, se ripenso a come mi vestivo mi vengono i brividi.
Un vampiro Hippy, oggi rido della mia stupidaggine, ma allora ero fermamente convinto di ciò che facevo.
Parlando con lei scoprì il suo nome, Margaret, e seppi anche che suo fratello era in Vietnam, lei non voleva la guerra, proprio come me, avevamo gli stessi ideali, solo che lei non lo dava a vedere per paura dei genitori e del parere che la gente avrebbe avuto di lei.
In effetti un figlio dei fiori in una scuola privata di tale importanza e rispetto avrebbe dato a molti di che parlare.
Beh c'ero pur sempre anche io, però io ero entrato li grazie a quote extra versate da mio padre, lei no.
Comunque da lì a poco quasi tutti gli studenti aderirono al movimento.
Eravamo all'inizio di gennaio quando lei si unì a noi, dapprima ci aiutava con il volantinaggio dopo scuola, poi abbandonò gli studi per unirsi a tempo pieno al movimento.
"Pace, amore, sesso libero" questo era ciò che predicavamo, e io e lei l'abbiamo preso alla lettera (io solo le prime due parole, lei l'intero slogan).
Ci innamorammo, le stetti vicino quando arrivò la notizia che suo fratello era morto in Vietnam, l'ho protetta dalla polizia, nelle manifestazioni, l'aiutavo sempre, perfino quando rimase incinta(di chi non l'abbiamo mai saputo).
Comunque perse il bambino, c'era da aspettarselo data la mole imponente di droga di cui facevamo uso, ma non fu questo ad ucciderla.
La uccisi io.
Era da molto che non cacciavo, lei era strafatta e mi si buttò addosso, naturalmente non sapeva cosa ero in realtà... il suo odore, il calore del suo sangue, non ho resistito....l'ho avvicinata a me e mi sono nutrito del suo sangue fino ad ucciderla.

Non fu facile per me dimenticare, ancora oggi ripensare a lei fa male.
Eppure se penso a ciò che provavo per lei e a quello che sto provando per Bella, i sentimenti per Bella sono qualcosa di  diverso di più forte.
Potrei provare a stare con lei, ma se andasse a finire male?
Se uccidessi anche lei?
Stare con un vampiro non è salutare per nessuno, questo è ormai appurato.
Mi alzo e mi incammino, voglio tornare a casa, voglio essere forte, voglio...voglio Bella.



Ho scritto e riscritto questo capitolo e ancora mi convince poco la parte dei genitori di Edward, non sono riuscita a trovare un modo decente per scrivere ciò che pensavo.
Quella di Edward hippy ve la sareste mai aspettata? Dite la verità non sono un genio?!
Poi tutti pensavate di scoprire chi era all'uscita dal parrucchiere e invece, torno indietro di un giorno, Bella è ancora alle prese con i suoi tre giorno di noia più assoluta.
Ok, la smetto di parlare e vi lascio ai ringraziamenti.

eli4ever: visto come sono stata veloce ad aggiornare? Merito dello sciopero di domani che mi ha lasciato un po' di tempo libero.
Crazyangel84: lo scoprirai nel prossimo capitolo ;)
LadySile: anche tu dovrai aspettare il prossimo capitolo per saperlo, nel frattempo goditi il colpo di scena.

Naturalmente ringrazio i miei venticinque lettori (ora faccio come il Manzoni) e a chi ha dimostrato di apprezzare la mia storia mettendola tra le preferite e le seguite.

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Capitolo 11
*** Ti Voglio Bene ***


Ti Voglio Bene

Capitolo cortino, ma non temete ne arrivano subito due più lunghi ;)

Bella Pov

Mi sento chiamare, mi giro e quello che vedo mi lascia senza parole.
Davanti a me c'è Jacob, con lo sguardo basso, intento a torturarsi un labbro con i denti.
-Ciao Bella-
Vorrei rispondergli, ma sto zitta. In fondo mi ha trattato da schifo, perchè dovrei consiederarlo?
-Scusa per l'altro giorno, ma...-
-No, non voglio scuse varie.-
Odio quando le persone non mi guardano in faccia e lui sta giusto appunto guardando a terra.
-Io...volevo venire...solo che...c'è stato un contrattempo-
-Non mi interessano le tue squallide scuse, Black. Non sei venuto, mi hai scaricato a un tizio che non conosco, che a sua volta mi ha lasiato da una tizia mai vista prima, per poi venirmi a riprendere e portarmi al mio pick, rimasto parcheggiato in un posto sperduto tra gli alberi, e dopo ttto questo neanche una telefonata!-
-Hai ragione...si hai ragione. Mi sono comportato male con te, cosa posso fare per farmi perdonare?-
Ancora sguardo basso, ora trema, mi sta dando i nervi.
"Cosa posso fare per farmi perdonare" classica frase fatta, tra tutte è nella top ten di quelle che odio di più.
Prima di fare qualcosa che sai già farà saltare i nervi all'altro pensaci e, magari, non la fare; ma farla e venire a chiedere "cosa posso fare per te?" è una cosa che proprio non sopporto.
Poverino, certo che ha anche beccato un momento orribile, appena uscita dal parrucchiere...aspetta un attimo: come ha fatto Jacob a sapere che ero qui e non a casa?
-Jacob, come facevi a sapere dov'ero?-
Finalmente, per la prima volta in tutta la nostra conversazione, alza lo sguardo e mi guarda negli occhi.
Apre la bocca, ma non esce alcun suono.
Mi fissa di nuovo, intensamente, negli occhi, poi sento un ringhio, quasi un sibilo provenire da un punto indefinito della foresta che mi si apre davanti.
Anche Jacob lo sente perchè si gira e la sua espressione cambia, cupa, corrucciata, poi di nuovo rilassata, libera.
-Capisco. Bella...ti voglio bene! Ciao-
Sono senza parole, non riesco neanche a rispondergli, lui è già sparito tra la fitta vegetazione.
Sono ancora più confusa di prima, coma ha fatto a trovarmi? Cos'era quel suono?
"Capisco", ha deto che capisce, ma cosa?
"Ti voglio bene" questa frase mi ronza nella testa, ci conosciamo da così poco, eppure mi vuole bene.
Mi soffermo a pensare al suo fisico. Nonostante il freddo era coperto da una maglietta a maniche corte bianca e un paio di jeans.
La maglietta era attillata e non lasciava molto all'immaginazione, si modellava sui suoi muscoli, e che muscoli!
Il candore del tessuto faceva risaltare il colore ambrato della sua pelle e il nero corvino dei suoi capelli.
Non c'è che dire, è un bel ragazzo!
Sento qualcosa di freddo e umido sulla pelle, mi guardo il braccio ed è completamente bagnato.
La pioggia cade pesante e scroscia sul terreno, sulle auto, sulle foglie degli alberi, come ho fatto a non accorgermi che ha iniziato a piovere?
Corro verso il mio pick-up, ormai zuppa, sperando che funzioni il riscaldamento e vado a casa pregando di non prendermi una polmonite.

Grazie a tutti voi che mi sostenete, pochi ma meglio di niente!
Vi è piaciuto questo capitolo??? Fatemi sapere!

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Capitolo 12
*** I Cani vanno in Canile, non con la mia Bella! ***



I Cani vanno in Canile, non con la mia Bella!



Edward Pov



Sono arrivato a casa.
La mia famiglia sapeva, come era prevedibile, del mio arrivo, Alice li aveva già informati della mia decisione di tornare.
Leggo velocemente nelle menti di tutti, sembrano felici, non trovo nulla di negativo; anche nelle menti dei miei genitori ci sono solo pensieri felici. E io che pensavo di trovare un'atmosfera lugubre!
-Edward siamo tutti contenti di riaverti tra noi! Credici, abbiamo temuto il peggio: Alice non vedeva un futuro certo, ti vedeva smarrito, eravamo così in pena per te!-
Ecco..mi sembrava strano non leggere un certo tipo di pensieri su di me.
-Si Carlaslie, sono stato indeciso riguardo le sorti del mio futuro.-
Annuisce con un cenno del capo, poi mi invita ad entrare in casa.
Tutti mi salutano fugacemente e tornano alle loro occupazioni.
Io mi distendo sul divano e penso a Margaret, di nuovo, poi penso a Bella, alle visioni di Alice.
Io sto qui a rimuginare su eventi accaduti vent'anni fa mentre la mia Bella fra pochi giorni tornerà a Phoenix, devo darmi una mossa!
Mi alzo dal divano, è già pomeriggio, mia sorella mi viene vicino e pensa l'ho vista, è appena uscita dal parrucchiere, si è tagliata  capelli, ma il taglio non le piace. Prima di andare vai a darti una ripulita e indossa i vestiti che ti ho preparato.
Mia sorella e la sua mania della moda!
A vederla non sembrerebbe neanche un pericolo: un metro e cinquantotto, capelli corti, lisci e cotonati sulle punte, viso da folletto...eppure quando si mette in testa qualcosa...e riesce anche nascondermi quello che le passa per la mente!
È chiaro che per avermi preparato perfino i vestiti e per darmi tutte queste informazioni non richieste ha in mente qualcosa.
Mi faccio una doccia veloce ed esco in corridoio con ancora l'accappatoio addosso. Mi fermo. C'è qualcosa che non va, il futuro di Bella è diventato tutto nero, Alice non lo vede più.
Al diavolo il folletto e l'estetica, infilo velocemente le prime cose che mi capitano sotto mano e corro verso il punto in cui Alice l'aveva vista l'ultima volta.
Corro attraverso la foresta, tagliando per una strada trafficata, probabilmente qualcuno mi ha visto ma non me ne curo.
Alice non la vede, perchè?
È con un cane?
Sta bene?
Non dovrei essere così preoccupato, ma lei è diventata tutto per me.
Lo ammetto forse ci vedo anche un po' di Margaret e tento di espiare le mie colpe attraverso Bella, facendo del bene a lei, tenendola fuori dai guai.
Pazzo!
Un vampiro può perdere la testa?
Io si e credo di essere il primo vampiro mai impazzito, wow un record!
Eccola!
La mia piccola è lì, davanti a me.
Con lei c'è anche il cane...non ci riesco...non riesco a contenere un ringhio.
Credo di essermi lasciato andare troppo: lei mi ha sentito.
Non mi curo neanche di questo, se mio padre dovesse venire a sapere di tutto quello che ho combinato tra strada affollata e ringhio mi staccherebbe la testa.
Anzi no, lui non è un tipo violento, la testa me la staccherei da solo, per disperazione, non potendo più sopportare la lunga ramanzina che mi farebbe.
Provo a non pensarci e a concentrarmi sulla mia espressione, lo guardo in cagnesco, marco il territorio, lei è mia!
-Toccala anche solo con un dito, cane, e non ti stacco solo il dito, ma il dito con la mano e il braccio!-
Più chiari di così si muore!
L'espressione mista di sfida e paura che aveva quando mi ha visto si dilegua per lasciare il posto a un sorriso.
Il bastardo ha anche il coraggio di fregarsene di ciò che dico.
No, fa di più, mi sfida, la abbraccia.
-Capisco. Bella...ti voglio bene! Ciao-
Sento la rabbia salire, sradico un albero, ma lo fermo prima che cada, non voglio spaventare Bella.
Succhiasangue non finisce qui. Bella è mia, stalle lontano. Tra l'altro non credo che vorrebbe un nonnetto centenario e per giunta freddo come un iceberg tra le braccia. Ah quasi dimenticavo, lei odia il freddo! Non temere non l'ho scoperto da me, me l'ha detto Charlie. Ciao denti aguzzi!
IO LO UCCIDO!
Sento qualcuno avvicinarsi e bloccarmi da dietro.
Sono Emmet e Jasper, seguiti da Carlaslie ed Alice.
Dio li benedica, se non fosse stato per loro non so cosa avrei fatto
Sento la pace e la tranquillità invadermi, è Jasper con il suo potere.
In altre occasioni avrei rifiutato, ma ora ne ho troppo bisogno!
Torno a guardare Bella, è ancora lì ferma, immobile, credo non si sia accorta della pioggia che ha iniziato a cadere con pesanti goccioloni.
Solo ora sembra destarsi dal suo sonno momentaneo, si guarda il braccio e quasi non capisce il perchè dell'acqua, poi si guarda intorno e un lampo l'attraversa.
Corre verso il pick-up e scappa alla massima velocità consentita dal suo mezzo.
Solo ora un pensiero mi attraversa: le stupidagini che ho fatto oggi.
Guardo Alice. Non ho detto nulla, non preoccuarti. Poi nessuno si è accorto di te.
Sono sollevato da questa affermazione, temevo che nel mio attimo di follia avrei rovinato quello che Esme e Carlasli avevano costruito per noi: un paradiso terrestre dove poter vivere come umani.
Voglio assicurami che lei sia al sicuro, lontana da quel lurido cane, ringrazio tutti e mi dirigo verso casa Swan, intenzionato a vegliare su di lei per tutta la notte.

Uuh ma quante recensioni, allora vi piace! Che bello!!! 5, ma per gli standard che stava prendendo la mia storia sono tante!

Kumico_Chan: I ceci fanno male! Scusa se te lo chiedo ma sei del sud Italia? Perche 'na lo usano quelli del sud principelmante. Non temere non sei stupida, probabilmente mi sono espressa male io(niente di più facile); Jacob ha capito che Edward vuole Bella, il capito era una specie di presa in giro, perchè in effetti, come hai letto in questo capitolo(perchè lo hai letto vero???) poi Jacob sfida il "denti aguzzi".
Periodo Hippie? Oh my God!!!!
eli4ever: e di questo che ne dici? Si stanno chiarendo un po' di dettagli oscuri?
marphy: Io neanche mi sarei accorta della pioggia...gli sarei saltata direttamente addosso!!!
Reneesme_Carlie_Cullen: posto ogni quanto mi è permesso dai ritmi scolastici.
Hai presente la frase di Dante: Lasciate ogni speranza o voi che entrate? Ecco nella mia scuola è così!
Sono felice che ti sia piaciuta la mia storia, grazie per averla aggiunta tra le seguite :)
Crazyangel84: Eccoti il seguito alla velocità della luce (non prendere alla lettera, magari dividila per una potenza di dieci!)

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Capitolo 13
*** Mike Newton ***



Mike Newton

Capitolo dedicato a *Giorgio*


Bella Pov

Stanotte ho dormito poco e niente. Questo posto è infernale, è tutto verde, poi piove e tira vento 21 ore su 24, quando va bene!
Se alle condizioni atmosfreriche aggiungiamo pure il fatto che mi ronzano per la testa i comportamenti di un paio di stranissimi ragazzi del luogo, siamo a cavallo.
Da un lato Edward con la sua fuga, dall'altro Jacob con i suoi tira e molla.
Oggi poi per coronare il quadretto ne aggiungiamo un altro: Mike Newton!
Mike, detto anche "il viscido", il figlio di un caro amico di mio padre, il signor Newton, quello che ha il negozietto di articoli sportivi all'ingresso di Forks, credo l'unico negozio del genere nell'arco di kilometri.
Comunque questo tizo è uno stronzo con la S maiuscola.
Ci provava spudoratamente con me, nonostante davanti a lui ci fossero sia i suoi genitori che mio padre.
Tanto ha insistito che ho dovuto concedergli un'appuntamento; oggi alle cinque mi verrà a prendere per portarmi a guardare un concerto di classica.
Mia madre ascolta moltissima musica classica, io sono per la musica più movimentata e credo anche lui dato che non aveva la minima idea di chi fosse Bach!
Mi alzo e vado a farmi una doccia.
Non ho voglia di rilassarmi, sono troppo arrabbiata per ragionare in modo lucido e, magari, capire che un po' di relax mi farebbe pure bene.
Per colazione oso: pizza!
Ora sorge un problema cosa fare l'intera mattinata?
Mi ricordo di essermi portata alcuni libri scolastici dietro, quelli delle materie che amo di più.
Pendo il libro di fisica e scelgo uno degli esperimenti proposti dal testo: il pendolo semplice.
Scopo dell'esperimento: determinare il periodo di oscillazione di un pendolo semplice. Trovare sperimentalmente in che modo un pendolo dipende dalla sua lunghezza. Determinare il valore dell'accellerzione di gravità.
Occorrente: asta lunga, morsetto doppio, cronometro meccanico sensibilità 1/10s, riga millimetrata da 1m, pesetto con gancio o un dado di ferro da bullone, cordicella sottile in cotone lunga un metro.

Tra il tempo impiegato a trovare l'occorrente e quello impiegato a fare l'esperimento mi è andata via mezza giornata.
Sono le quattro e mezza quando decido di prepararmi.
Non un filo di trucco, nè un abbigliamento particolarmente ricercato.
Mi metto delle ballerine nere, con dei collant sotto i jeans a sigaretta e  una camicia bianca con una cravatta nera, giusto per essere un po' più sistemata.
Niente gioielli, niente orecchini e rinuncio anche all'orologio, in caso ho il cellulare.
Maledico un altro paio di volte Mike per la sua faccia tosta e me stessa per aver accettato e, neanche l'avessi chiamato, eccolo di sotto intento a suonare ripetutamente al campanello alla velocità della luce con una mano, mentre con l'altra tenta di far cadere bene la camicia sui jeans.
Sono tentata dal non rispondere, ma ormai è tardi mi ha visto affacciata alla finestra.
Mi sforzo, gli sorrido e mino uno -scendo- con le labbra.
Nonostante sia con "il viscido" tanto vale divertirmi, no?
Allora su un bel sorriso e andiamo a goderci le 4 stagioni di Vivaldi!
-Ciao Mike!-
-Ehi ciao tesoro.-
Tesoro? Se gli spaccassi il naso?
-Non chiamarmi tesoro!-
Al tre un pugno! uno, due...
-Ok. Come vuoi che ti chiamo?-
Sono tentata a dirgli Isabella, lo stesso nome con cui mi chiamano gli estranei, però mi sembra poco carino, soprattutto perchè i nostri genitori sono amici da molto.
-Bella e basta!-
-OK, Bella.-
Ricordati lo fai per Vivaldi, non per lui, quindi sorridi!
Si incammina verso l'auto tentando di prendermi per mano, non glielo permetto naturalmente.
Il viaggio si sta rivelando più noioso del previsto, siamo totalmente diversi, non abbiamo neanche un piccolo interesse in comune.
Fino ad ora è riuscito a usare come argomento di conversazione le patatine fritte della madre, la pasta preparatogli dalla nonna che ha poi vomitato addosso al cugino, il suo cane con la prostata e la vescica che le è venuta sul piede.
Per fortuna non c'era niente di tagliente nell'abitacolo della sua macchina, quindi non ho potuto nè uccidere lui, cosa che ho scartato perchè poi sarei morta dato che è lui al volante, nè uccidere me tagliandomi le vene o roba simile.
Il concerto si tiene nella chiesa maggiore di Forks, concerto...ci sono quattro bamnini di circa tredici anni con degli strumenti in mano. (tranne quello che suona il piano, lui lo strumento ce l'ha davanti)
Ci sono una bambina e un bambino che suonano il flauto traverso, un bambino al piano forte e uno con il violino.
La chiesa è piccola, potrà contenere a stento una sessantina di persone.
Io e Mike ci mettiamo alla fine della navata attaccati al portone di ingresso e...in piedi.
Si, in piedi perchè ha preferito far sedere una donna con una figlia di circa sedici anni al posto nostro.
Classe: meno venti, pazienza.
Tutto sommato il concerto è stato bello, non mi sento più le ginocchia però ne è valsa la pena, quesi ragazzini erano davvero bravi!
-Ti va una cioccolata? Non sei a dieta vero?-
-No. Cioè si per la cioccolata, no per la dieta.-
-Ottimo, ti porto in un posto in cui fanno una cioccolata divina.-
In cuor mio spero meglio delle lasagne della nonna.
Il posto è carino, colorato, i mobili sono dipinti con i colori dell'arcobaleno, mettono allegria!
La ragazza che ci viene incontro è una tipa all'apparenza simpatica, bionda, occhi verdi, ha un bel sorriso.
-Cosa vi porto?-
-Due cioccolate.-
Non solo il viscido le sorride come per dire: tesoro sono tuo, ma le guarda anche tette e culo!
Ma in compagnia di chi mi trovo?
Mi rispondo da sola: sono in compagnia di una scimmia bionda con il cervello di una gallina, che non ha la minima idea di cosa siano la civiltà e le buone maniere! Di bene in meglio!
Prima che potesse attaccare discorso arrivano le cioccolate.
Sono servite in un bicchiere con delle onde arancioni e il sottobicchiere è arancione anch'esso.
Mi piace proprio questo posto, amo i colori!
Per mia fortuna è troppo impegnato a slurpare la sua cioccolata per parlare, così si limata a chiedermi se mi piace.
Finiamo in fretta...almeno pagherà lui o le sue buone maniere non portano a tanto?
Mi alzo per andare in bagno, lui si alza nel mio contempo e si dirige verso la cassa.
Con un misto tra curiosità e vera e propria necessità rallento passando davanti la cassa e ascolto ciò che dice.
-Una cioccolata.-
Una cioccolata? Una? No, non ci credo, non ha neanche offerto!
Perchè l'ho fatto? Perchè ho accettato di uscire con lui?
Vado in bagno, vorrei non uscire più di lì, tornare da lui, invece mi limito a lavarmi velocemente le mani e ad andare a pagare quello che in teoria sarebbe dovuto essermi offerto, o almeno se il galateo non è un opinione!

Kumiko_Chan: O.O ma quante parole dici al secondo??? Dai scherzo, mi piacciono tanto le tue recensioni, mi scompiscio dalle risate quando le leggo! Mia sorella abita in provincia di Bergamo, io in Sicilia (il primo che dice mafiosa siciliana lo maledirò per tutte le notti fino a quando non le cadrà un cesso in testa! >. Crazy Angel: sisi, io li chiamo così i vampiri...non copiatemi il termine, grazie!
Reneesme_Carlie_Cullen: *Shock* Tu dovresti amare Jacob, lui è il tuo lupetto, non devi offenderlo...eh eh Nessie non si fa così!
Beh che leggi quando posto mi sembra logico, se non posto come leggi?
eli4ever: La luce! Ha visto la luce, eccola è lei...l'illuminata! Il nuovo budda!
Scusate a tutti sono pazza oggi!

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Capitolo 14
*** L'inferno non ha fine ***


L'Inferno non ha fine!

Bella Pov

Il giorno con il viscido è ufficialmente passato.
Oggi spesa al supermarket, poi bucato e questo pomeriggio chiamo Alice per avere notizie di Edward e, se le è possibile, le chiedo di vederci.
Il supermarket di Forks è piccolo, però la commessa e la signora Wallet, la proprietaria, fanno di tutto per renderlo accogliente.
Ora stanno montando altre decorazioni natalizie, come se non ce ne fossero già abbastanza!
-Buon giorno.-
-Oh signorina Isabella...oddio...auch...-
La commessa, che era su uno sgabello, girandosi per salutarmi cade a terra trascinando con lei anche il nastro che unisce le ghirlande, schiodandole tutte.
Non so se precipitarmi ad aiutarla oppure mettermi a ridere.
Mi sembra male ridere per il male altrui, anche se la scenetta è stata divertente...
-Mary, tesoro, che succede?-
La signora Wallet si avvicina preoccupata, probabilmente attirata dal frastuono provocato dalla sua caduta.
Correndo però inciampa a sua volta in una delle tante ghirlande cadendo proprio sulla commessa.
Adesso non riesco più a trattenermi e mi metto a ridere e con me la proprietaria del negozio.
-Brutta strega, smettila di ridere! È tutta colpa tua!-
Se il suo intento era quello di farmi smettere di ridere c'è riuscita.
-Come hai detto scusa?-
-Ho detto che sei una strega che porta disgrazie!-
-Ehi..ehi...Mary calmati. La signorina non ha colpa se sei caduta...su..su non è successo niente, ora rimettiamo le cose a posto.-
-E no, invece ha colpa eccome; se non fosse entrata e io non avessi dovuto salutarla non sarei caduta!-
Ma guarda questa gallina impertinente!
Ora sono veramente irritata, ma Forks è abitato solo da persone così??? Fortuna che ci sono i Cullen, se non ci fossero loro passerei 20 giorni in depressione. Incomincio a pensare che siano gli unici normali!
Esco dal negozio senza salutare. Mi ha fatto salire il  nervoso, questa città mi fa venire il nervoso, Edward mi fa venire il nervoso!
Gli sembra modo? Scappare così dalla sua famiglia...no, non è questo il problema, sono arrabbiata con lui perchè è scappato da me.
Il mio comportamento non è normale, lo so ci conosciamo da poco, da troppo poco...però in fondo mi sono legata a lui!
-Bella? Bella!!!-
Mike? Nooo, Mike no! Soprattutto non ora che sono già alterata di mio.
-Ciao Mike.-
Il mio tono è acido, distaccato.
-Beh è stato divertente ieri, quindi pensavo se ti va di venire al cinema con me qualche giorno.-
Non sono riuscita a non lasciare trasparire lo stupore iniziale dal mio volto e lui l'ha notato perchè mi ha risposto con un sorriso ammiccante.
Guardo il suo sorriso e rievoco quello di Edward, come sono diversi!
Lui Edward il mio angelo, gentile, simpatico, divertente...dolce in fondo; Mike lo zoticone, quello senza un briciolo di classe, la scimmia bionda che disconosce le buone maniere.
-Mi spiace.-
Forse quel calvario può essere stato divertente per lui, ma per me è stato un incubo!
-Non ti piace il cinema?-
Non mi piaci tu!
-Devo andare...scusa...-
-Oh sì immagino che debba preparare per la cena di stasera...-
-Cena?-
-Si, stasera ceno a casa tua. Con i miei...cioè i miei e i tuoi...anche tu e io...-
Oh Santo Cielo!
Oh Santi Santi!
Oh Santo...non so che!
Lui a casa mia? A cena...e non potrò neanche spaccargli il muso, non davanti i suoi genitori.
Basta, non lo voglio più vedere!
-Stasera non sono in casa!-
Non glielo dico, glielo sputo, e con un tono da far paura.
-Oh...tuo padre diceva...-
-Mio padre si è sbagliato, stasera sono con amici. Ciao-
Mi allontano, non mi preoccupo neanche di andare a fare la spesa.
Ho detto a Mike che sarò fuori stasera, stasera non devo essere a casa. C'è una sola persona, o meglio una sola famiglia che può fare al caso mio: i Cullen.
Estraggo il cellulare e compongo veloce il numero di Alice.
Uno, due, tre...rispondi...quattro...
-Ciao Bella!-
-Ciao! Senti oggi che fai?-
-Assolutamente niente, tranne stare con te. Vieni a casa nostra abbiamo già organizzato tutto. Ti aspetto!-
Ma..ma come faceva? Come faceva a saperlo???
Questa ragazza mi sconvolge a volte...diciamo sempre!
Torno al pick-up tentando di ricordare la strada per casa Cullen, in effetti ci sono stata solo una volta e non sono stata neanche così tanto attenta al percorso.
Ci impiego 5 minuti buoni a rendermi conto di non sapere bene dove andare. Devo chiamare Alice e farmi dare bene il percorso.

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Capitolo 15
*** Il mio cervello è difettoso ***


Il mio cervello è difettoso

Bella Pov

Sono riuscita ad arrivare a destinazione, ho sbagliato un paio di volte, nonostante le indicazioni davvero dettagliate del folletto.
Neanche mi avessero sentito arrivare sono tutti sul vialetto, analizzo, rianalizzo, esamino, spero, guardo, guardo meglio, conto, riconto...Edward non c'è.
Solo ora mi accorgo di avere ancora le mani strette al volante. Le allontano, sono quasi bloccate, indolenzite, come se fossero state in questa posizione per ore.
I Cullen mi guardano straniti, tranne Emmet, lui si sta ammazzando dalle risate.
Prendo la borsa ed esco dall'abitacolo, o meglio prendo la borsa, apro la portiera e sbatto su qualcuno...è lui!
Edward, con il sorriso sghembo che più preferisco è li davanti a me, e mi fissa con un'espressione mista tra il meravigliato, il divertito e il preoccupato.
-Bella? Stai bene?-
Sento la testa pesante, tante immagini mi vorticano nel cervello, lui, noi, lo shopping, l'aeroporto...poi un flash: Edward con gli occhi rossi e i denti sporgenti, è un sogno che ho fatto in questi giorni.
Nel mio sogno lui era un vampiro e stava dissanguando una ragazza con i miei stessi capelli. Non l'ho vista in volto, ho visto solo i suoi capelli e mi sono svegliata di soprassalto, spaventata.
Mi do della stupida e mi giro per sorridergli.
Lui mi sorride, ma c'è qualcosa che non va. O semplicemente va tutto per il verso in cui io non avrei mai immaginato che andasse.
Due canini sporgono dalla sua bocca, non sono proprio come quelli dei film però sono aguzzi e ha dei denti bianchissimi.
La pelle diafana, le occhiaie...non è forse sempre stato così? Non mi piaceva anche prima?
Perché non dovrebbe piacermi ora? Mi sono soltanto lasciata suggestionare da uno stupido sogno.
Quelle immagini continuano a vorticarmi in mente anche ora, anche ora lo rivedo in aeroporto, la testa è sempre più pesante.
L'ultimo cosa che vedo è Jasper che fa un cenno al fratello, poi buio.

Quando riprendo coscienza sono sdraiata su qualcosa si morbido, qualcosa di gelato mi tiene stretta la mano...è...è una mano. Una mano gelata, nessuno può avere una temperatura simile.
Apro gli occhi lentamente per abituarmi alla luce.
Sono in mezzo a cosa? Vampiri? Esistono i vampiri?
Che luogo strano questo, gli umani sono strani, ci sono dei vampiri e...mancano solo licantropi e zombie, magari ci sono pure delle streghe!
Mi metto a ridere da sola e sono cosciente che questo mi farà sembrare pazza, e quello che sto per dire toglierà loro ogni dubbio...
-Bella, stai bene? Sei svenuta, mi hai fatto preoccupare!-
"Mi" non "ci", si è preoccupato lui.
Per cosa si preoccupava, aveva paura di rimetterci la cena? Se mi vuole come cena che faccia pure.
Mi stringo a lui, ora sono accucciata sul suo petto. Sento il suo sguardo addosso, è preoccupato, lo percepisco.
-Come sei freddo...-
Mi allontana, ma io protesto mugolando. Alla fine vinco.
-Bella mi stai facendo paura, cosa ti sta succedendo?-
Questa volta è Alice a chiedermelo.
-Ti faccio paura? Io ti faccio paura? Non dovrebbe essere al contrario?-
Rido, la mia risata è macabra, come il mio senso dell'umorismo in questo momento.
-Che vuoi dire Bella?-
-Cosa siete?-
-Bella tu non stai bene.-
-Sto benissimo invece; cosa siete?-
Tutti si guardano tra loro, sembrano indecisi...c'è qualcosa che non volevano dirmi? I miei sospetti erano fondati? Stanno solo valutando la possibilità di farmi internare? Possibile! Fin troppo! Ma i manicomi non li avevano chiusi? O gli hanno solo cambiato nome?
Edward mi stringe di più a sé, la sua stretta quasi mi stritola. Appoggia la testa alla mia spalla, sembra combattuto, sofferente.
-Vi prego...no...non voglio perdere anche lei...-
Le sue parole a stento sono state percepibili, le ha dette così piano che, nonostante sia con l'orecchio vicinissimo alla sua bocca, quasi  non le ho sentite.
Non vuole perdermi? Perché dovrebbe perdermi?
Sono così importante per lui da aver paura di perdermi?
-Bella...-
Le sue parole sono ancora un sussurro, ha spostato la testa in modo che i suoi occhi incrociassero i miei.
-Bella, non spaventarti ti prego...-
Mi fa quasi pena, le sue parole mi sembrano sofferte...
-Noi non vogliamo farti del male, te lo giuro, io...per me sei troppo importante, anche se il mio cuore non batte più da anni...-
Questa volta la sua pausa è calcolata, studia la mia espressione, devo avere avuto un sussulto, ma subito mi sono ripresa.
Appoggio una mano sul suo torace, nel punto in cui c'è il cuore; lui mette una mano sopra la mia, portando la mia mano alla sua bocca e stampandovi un bacio.
-Noi siamo vampiri Bella. Non ti faremo niente, nessuno di tutti noi.-
Il suo sguardo si sposta verso suo fratello Jasper, che gli fa un "no" con la testa.
-Non sei spaventata?-
No, dovrei? Sono qui con te, non ho paura, qualsiasi cosa tu sia.
Mi accorgo però che non ho voce. Non dico nulla di ciò che penso. Le labbra sono ancora chiuse, non le ho mai aperte.
Vorrei almeno avvicinarmi a lui, se i miei muscoli rispondessero ai comandi lo farei.
Edward mi fa scivolare piano di lato, poggiandomi sul divano e si allontana da me.
Perché? Perché il mio angelo se ne va?
-No.-
Ho parlato...non sono stata io a dare un comando preciso alla mia bocca, ha fatto tutto lei.
-Cosa "no" ?-
-Non andare via.-
-Sono qui, non sto andando via.-
-Sei lì, non qui. Non sei con me.-
-Vuoi che mi siedo vicino a te?-
La sua fronte si corrucciò e delle piccole rughe la solcarono.
-Voglio che mi metti come prima.-
Suono come una bambina, ma in questo momento è il massimo che posso fare. Il massimo che la mia mente riesce a fare.
-Bella, forse non hai capito, noi...-
-Non mi importa! Ti voglio vicino a me!- Riecco la bambina viziata e testarda.
-Non ti importa se siamo dei mostri costretti a nutrirci di sangue e nasconderci nell'ombra?-

Perché il sogno non mi spaventa più?
-No. Tu per me non sarai mai un mostro. Neanche loro.-
Per una frazione di secondo l'ho visto sbarrare gli occhi, poi mi sono ritrovata addosso il folletto, tutto contento, che urlava come un ossessa per la felicità.


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Capitolo 16
*** Come si può uccidere Bambi? ***


Come si può uccidere Bambi?


Io e il mio angelo siamo seduti sul divano della sua stanza.
Lui, loro, non dormono mai. Non solo vivono per sempre, ma devono stare svegli 24 ore su 24.
Mi ha spiegato anche che sono vampiri "vegetariani", non si nutrono di sangue umano. L'ha fatto per non spaventarmi, ne sono certa, anche se non ha fatto altro che far nascere domande su domande. Non gliene ho posta nessuna, sia perché non mi sembra il momento sia perché mi ha subito posto un'altra domanda,ha voluto spiegato perché non sono scappata via urlando a gambe levate. Gli ho raccontato del sogno, si è messo a ridere, chissà quale brillante deduzione si aspettava!
Ora sono seduta in braccio a lui a raccontargli di come a cinque anni sono caduta dalla bicicletta.
Poi un'improvvisa folgorazione -Tu quanti hai, Edward?-
-Diciassette.-
-Per lo stato di Washington hai 17 anni, ma qual'è la tua vera età?-
-Sono nato nel 1901 a Chicago.-
-Guarda un po' se dovevo innamorarmi di un nonnetto centenario!-

Mi pento subito di ciò che ho detto; sono innamorata di lui? E se anche fosse, dovevo proprio dirlo?
-Ehi non sono un nonnetto!- Sono diventata rossa, e tengo gli occhi bassi, eppure mi sforzo di alzarli per rispondergli a tono, e per evitare che prenda l'argomento.
-Si che lo sei!- e gli faccio una linguaccia, lui ride, voglio fargli un'ultima domanda, sono troppo curiosa -Come sei diventato un vampiro?- gli chiedo.
-Mi ha trasformato Carlisle, stavo morendo di spagnola.-
-È stato...doloroso?-
-Incredibilmente; è l'unico particolare della mia vecchia vita ancora vivo nella mia mente.-
Un brivido mi percorre la schiena.
Non mi sono neanche accorta del tempo che è passato: sono già le otto. Io non ho ancora mangiato ma mi sembra male chiedere a loro, a dei vampiri se hanno del cibo, anche perché non credo ce l'abbiano, loro si nutrono di tutt'altro.
-A cosa pensi?-
-La mia mente è off-limits!-
-Nel vero senso della parola!-
-Come?-
-Niente.-
Ripenso alle ultime ore, a quello che sono i Cullen. Eppure non mi fanno paura. Dovrebbero, lo so, però non li temo, sembrano così umani, sono così gentili, soprattutto Esme, poi anche Edward...un nonno centenario che dissangua Bambi! Rido da sola, dandomi della stupida per il pensiero appena elaborato.
-Perché ridi?-

-Perché sei un nonnetto centenario che dissangua Bambi e coniglietti!-

Lui mi stringe forte e mi accarezza i capelli, come farebbe a una bambina. In effetti se si proporziona la mia età alla sua, io sono l'equivalente di una bambina per lui. Una bambina. I bambini si accudiscono. Se mi vedesse come una bambina e non come altro? Se si stesse solo prendendo cura di me, come farebbe con una bambina?
-Ti prego non scappare da me...io non sono un mostro, o almeno mi sforzo di non esserlo. Non avere paura, non ti voglio fare del male.- Probabilmente il mio viso si è incupito e lui vi ha letto tutt'altro.
Comunque sembra voler convincere più se stesso che me. Anche perché ora come ora anche se mi presentassero un licantropo lo accoglierei come qualcosa di normale. La mia mente funziona al contrario, almeno al momento, dopo spero elabori in modo più efficace e accurato.
-Non ho paura di te.- E non sto mentendo.
-Hai fame?-
-Non preoccuparti.-
-Ti brontola lo stomaco. Hai fame.-
Non è una domanda è un'affermazione. Peraltro corretta.
-Si, però se non avete nulla non preoccuparti.-
-Certo che mi preoccupo. Tu sei umana, devi mangiare!- Una bambina Bella, una bambina.
-Si..ma voi..insomma...-
-Alice è andata a prendere qualcosa dalla tavola calda, tornerà a momenti. Nel mentre possiamo scendere.-
Ma quanto è bello? Lui e quel sorriso mi uccideranno qualche volta.
-Si, andiamo.-

Mangiare con loro è estremamente imbarazzante. Io mangio, loro mi guardano, soprattutto Edward, lui studia con attenzione ogni mio movimento, è snervante.

Grazie alle due persone che hanno recensito, a chi mi ha aggiunto tra i preferiti e le segiuite e a chi legge solamente.

Mi date un aiutino? Cosa possono fare un ragazzo e una ragazza di entusiasmante assieme?
Fatemi sapeeere!!!

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Capitolo 17
*** Per quanta calma ci puoi mettere a masticare un boccone, prima o poi finisce ***


Per quanta calma ci puoi mettere a masticare un boccone, prima o poi finisce.

Mordo di nuovo la pizza, pizza con le patatine, e bevo un sorso di coca cola. Non vedo più Jasper, né Rosalie. Esme è indaffarata ad innaffiare alcune piante in giardino, Emmet gioca alla play contro il folletto, Carlisle studia alcuni tomi di medicina, un vampiro che fa il medico? Ed Edward continua a fissarmi. Non so più dove posare lo sguardo per evitare di concentrarmi su di lui: la teiera sul tavolinetto, sembra porcellana cinese, il servizio d'argento, i libri sugli scaffali, i DVD buttati sul divano, credo che siano le custodie vuote dei videogiochi, non film.

Mi guarda ancora. E un dato di fatto, non posso dirgli di smetterla.

Invece dovrei capire cosa c'è tra di noi. L'ho trattato come se fosse il mio ragazzo nelle ultime ore...e proprio mentre penso al mio angelo, la mia mente contorta mi gioca un bruttissimo scherzo, l'immagine di Mike mi si presenta, nitida e shoccante. D'istinto guardo l'orologio appeso alla parete, per rendermi conto che è tardi, probabilmente i Newton sono già a casa di mio padre, casa che ho peraltro lasciato senza cibo in frigorifero!

Sono stata meschina, povero Charlie, lui non sa neppure cucinare. Certo è che se al posto di invitare i Newton (o lasciare auto invitare loro, non so come siano andate bene le cose, ma ritengo quest'ultima ipotesi più plausibile.), avesse chiesto alla sottoscritta, non sarei scappata a casa dei Cullen, lasciandolo con il frigo vuoto.

Edward ha smesso di guardarmi, ora fissa la finestra. No, fissa la mia immagine riflessa. Ne sono sicura, sono arrossita.

-Sei divertente quando mangi.-

-Divertente? Bene!-

-Si, mordi, mastichi, mastichi, mastichi all'infinito. Io mordo e succhio, succhio, succhio...-

E la mia mente malata e mal funzionante cosa può pensare? A un vampiro che beve sangue, affondando i canini nel collo di qualche ragazza? Macché! Mente perversa!

E nel frattempo arrossisco ancora di più. E lui se ne accorge.

-Perché sei diventata rossa?-

Cosa posso dirgli? Perché facevo pensieri molto poco puri? No, mastico, mastico, mastico e non rispondo, d'altronde se sto mangiando non posso parlare!

Il problema è che per quanto puoi masticare un boccone, prima o poi lo devi ingoiare, e per quanta calma ci puoi mettere a mangiare un pezzo di pizza, prima o poi finisce, ed il mio era finito.

-Che facciamo, Edward?-

-Tu cosa vuoi fare?-

-Usciamo a passeggiare?-

-Bella, è quasi notte.-

-Non ci vedi al buio?-

La mia domanda provoca una sonora risata -Io si, tu no!-

Logica schiacciante. -Un film?-

-Che film vuoi guardare?-

-Oggi c'è su CW quel nuovo film sui vampiri, Vampire Diaries.-

Questa nuova affermazione provoca una risata ancora più sonora della precedente.

-Agli ordini, che film sui vampiri sia!-

Oggi è di buon umore, decisamente!

E' la prima puntata. Il film si apre in quadrando un bosco, e mostrando fin dai primi secondi di chi sarà la voce narrante: di un vampiro.

Poi l'inquadratura si sposta su una coppia che torna in auto da un concerto, che al maschio non è piaciuto, che viene subito uccisa dal vampiro.

Domande e domande sui vampiri mi frullano in testa, ma mi sforzo di restare concentrata sul film. A noi si uniscono anche gli altri membri della famiglia, che sembrano divertiti dal susseguirsi di scene, e tirano ad indovinare i ruoli dei vari attori che compaiono sullo schermo.

Quella che sembra la protagonista è molto carina, ha perso i genitori in un incidente automobilistico e sembra parecchio spaventata dalle auto. L'amica, una discendente delle streghe di Salem, crede di essere una sensitiva, e investe un corvo, che nell'inquadratura successiva è vivo e vegeto. La scuola è il classico liceo, popolato da attori ventenni e più, niente brufoli, solo strafighi, e spacciatori parecchio sfortunati e attraenti. Ma ecco il vampiro che ipnotizza la segretaria, e qui ripenso a Edward e mi giro a guardarlo, lui mi sorride.

-Mi sa che il tipo è il vampiro.-

-Uh uh...credo anche io-

-Hai mai letto i libri?- mi chiede il folletto

-Libri?-

-Certo, questa serie è ispirata a dei libri di Lisa Jane Smith.-

-Oh, non lo sapevo.-

-Bella, non darle corda. Ti prego. E' una pazza, legge tutti i libri sui vampiri!- Il viso, come pure il tono di Jasper, sembra supplichevole.

-Mi piacciono! Sono macabri, però i vampiri sono sempre così carini!-

Gli altri vampiri ridono e io con loro. Ma la risata finisce presto, siamo tutti attratti da una scena con la classica musica da sta-per-succedere-qualcosa.

In un cimitero, la protagonista vede un corvo e la nebbia la circonda, poi ecco la scena romantica interrotta dal sangue che cola dalla gamba della ragazza, che fa scappare il vampiro.

Il sangue. E se io mi ferissi? Come reagirebbero loro? Il “non ti faremo del male sarebbe valido”?

Edward prende la mia mano e la stringe. -A che pensi? I tuoi occhi sono solcati da una ruga.-

-A nulla.- Gli sorrido, è un sorriso a suo modo sincero.

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Capitolo 18
*** Neve e freddo ***


Neve e freddo


Ieri sera sono tornata a casa tardi. I Newton se n'erano già andati, per fortuna!

Oggi sono più o meno felice. So che probabilmente non vedrò Edward, d'altronde non posso appiccicarmi a lui, anche se non nego che mi piacerebbe.

Metto i vestiti da lavare in lavatrice, facendo attenzione a separare i bianchi dai colorati e quelli che necessitano un lavaggio a bassa temperatura.

Non si siamo ancora baciati. Desidero farlo, certo, però il fatto che sia un vampiro mi frena.

La mia mente non ha ripreso a funzionare, il che non mi sorprende più di tanto.

Tento di aggiustarmi, inutilmente, i ciuffi ribelli di capelli. Ora mi sono abituata al mio nuovo taglio, nonostante non riesca bene ad acconciarli. Prima li legavo con una coda di cavallo, ora, essendo un taglio più scalato, qualche ciuffo sfugge alla mia accurata raccolta.

Non sapendo che fare nella cittadina più pazza degli Stati Uniti mi infilai un paio di cuffie e premendo play. Meno di due tracce dopo squilla il mio cellulare. E' Charlie, che mi chiede di andare a fare la spesa. Duh! Ieri non abbiamo più preso l'argomento, quando sono rientrata stava praticamente dormendo in piedi, però non avevo più neanche pensato a questo particolare: l'avevo lasciato senza cibo! Chissà come ha fatto a cavarsela ieri sera, probabilmente hanno ordinato delle pizze.

Infilandomi la prima cosa mi capita e, naturalmente, il giubbotto blu che mi ha regalato Edward, esco.

Stranamente al mio ritorno mi rendo conto che non c'è stato alcun avvenimento strano, la solita pioggia, le solite vecchierelle pettegole tipiche dei paesini, le commesse annoiate, i ragazzini che girano per le strade, tutto normale, e dire che siamo nel paese meno normale che conosca!

A pranzo Charlie vuole sapere cosa ho fatto il giorno prima, e io mi informo sulla cena con i Newton. Come immaginavo: pizza.

Non mi sorprende neanche venire a conoscenza del fatto che Mike ha voluto mie nuove, fortunatamente non pervenute.

Nel pomeriggio esco a prendere un gelato, ebbene sì, nonostante sia inverno io mangio un gelato!

Nella gelateria vedo uno dei colossi di La Push, credi che sia quello che mi è venuto a prendere il giorno in cui Jacob mi ha dato buca. Com'è che si chiama? Sam?

-Sam! Saaam!-

-Ehi, ciao.-

Solo ora mi rendo conto che non ho la minima idea di cosa potrei dirgli. In fondo non lo conosco neppure.

-Ciao. Che fai da queste parti?- Squallida e vecchia come trovata, ma accettabile.

-Niente. Prendevo gelati a volontà per i ragazzi. Oggi falò alla spiaggia.-

-Capisco. Ma non fa un po' freddo per fare un falò sulla spiaggia?-

-Domani è prevista neve, quindi o oggi, o mai più!-

Lo saluto augurandogli di divertirsi, ometto volontariamente un eventuale “salutami Jacob”, se devo essere sincera non l'ho ancora ben capito, prima amici, poi no, poi mi chiama mi fa andare alla spiaggia per darmi buca e farmi portare a casa di una sconosciuta, per poi esordire con un ti voglio bene.


Vengo svegliata dall'arrivo di un messaggio sul cellulare.

Ancora in stato comatoso, con un piede e mezzo nel mondo dei sogni e solo una piccola parte, un alluce diciamo, nel mondo della realtà guardo il display del telefonino.

E' Edward.

-Nevica, ti va di fare un pupazzo di neve?-

-Con un occhio aperto e le dita intorpidite digito, non senza una certa fatica -Nevica? Bello! Ok, dove?-

E mi riaddormento.

Sento qualcosa di freddo toccarmi la fronte. Non voglio aprire gli occhi.

-Si, ha la febbre.-

Apro gli occhi di scatto e altrettanto velocemente tento di tirarmi su, finendo con altrettanta velocità sul cuscino vedendo la stanza che mi gira intorno.

-Edward?-

-Buongiorno. Tuo padre mi ha fatto entrare. Come va?-

-Mio padre?

-Non mi hai più risposto, ti ho mandato tre messaggi. Poi passavo di qui e ho deciso di fare un salto. Tra l'altro nevica e...guarda che bello fuori!-

Edward si alza e sposta le tende mostrandomi il bianco che ricopre gli alberi, il viale, i tetti.

-Io vi lascio soli- Non mi ero neanche accorta della presenza di Charlie fino a quando non ha parlato.

-Scusami tanto, non ho sentito il cellulare.-

Si siede sul mio letto e mi accarezza una guancia, -Non preoccuparti. Hai la febbre. Vuoi qualcosa? Un tè, una tisana? Cos'altro bevete voi umani?-

La sua domanda, unita alla sua espressione sconcertata e indecisa, mi fece ridere.

-Non voglio nulla. Tranne te.-

Mi avvicino a lui e lo abbraccio, lui mi accoglie tra le sue braccia e mi bacia la fronte.

-Che messaggio mi sono persa?- dico recuperando il cellulare. Leggo velocemente i messaggi e mi rendo conto che mi aveva dato appuntamento per le undici, sono le quattro. -Ho dormito tutta la mattina?- la mia più che una domanda sembra un'esclamazione di pura sorpresa.

-Sì. Mi sono preoccupato. Pensavo non mi volessi vedere, poi però ho realizzato che probabilmente ti era successo qualcosa. Tieni.-

Edward mi passa il termometro e io, da bambina diligente, mi provo la temperatura.

Durante i dieci minuti necessari per l'operazione io e lui stiamo abbracciati, io sotto le coperte, con la testa sul suo petto, in silenzio, semplicemente guardando dinnanzi a noi.

-Ehi 38! Altina.-

-Vuoi prendere qualcosa? Non usate i medicinali voi?-

Forse non lo fa apposta, ma risulta divertente.

-Uh conosci i medicinali?- Decido di stare al gioco.

-Mmm...fammici pensare, sono laureato in medicina, dovrei?-

-Sei laureato?-

-Si, in medicina, lettere, lingue e giurisprudenza. Ti basta?-

Devo avere un'espressione shoccata, e lui se ne accorge dato che ride sotto i baffi.

-Ti sei seriamente laureato tutte queste volte?-

-Si.-

-Deve essere deprimente...ripetere gli studi all'infinito.-

-Dopo le prime tre volte non presti più neanche attenzione a quello che dicono i professori, o quello che studi.-

-Sei stanca?-

-No.-

-Secondo me sì.-

-No. Voglio stare un altro po' qui con te.-

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Capitolo 19
*** Appeso a 10 metri da terra ***


Appeso a 10 metri da terra

Edward Pov


-Domani nevicherà!- urla la nana, distraendomi dall'alce che stavo dissanguando. Gli erbivori mi fanno schifo, non sanno di nulla, senti solo la puzza che emanano. Preferisco i carnivori, il loro sangue è più simile a quello umano.

-Edward, che ne dici di andare a prendere Bella domani e fare una lotta di palle di neve?-

-Non la vuoi proprio lasciare in pace, eh? In ogni caso, chi mi garantisce che non le rompiate un braccio tirandole una palla di misera neve?-

-Sappiamo moderare la forza proprio come te!-

-Dì la verità la vuoi tutta per te, fratellino!-

-Certo, Em. Infatti domani faremo un pupazzo di neve, il che è molto più salutare.- Gli strizzo l'occhio e mi dirigo verso casa.

Ad occhio saranno le cinque di mattina. Decido di aspettare un bel po' prima di mandarle un messaggio, per un umano è indubbiamente presto.

Ne approfitto per fare una doccia e suonare al piano.

Sono le otto e io non so più che fare per ammazzare il tempo, a parte ammazzare uno degli stilisti amati da mia sorella di cui sento il video, correlato all'intervista della sfilata.

Prendo il cellulare e le scrivo un messaggio, riguardo l'orologio appeso alla parete, è troppo presto, lo salvo in bozze.

Rosalie ed Alice stanno discutendo sulla nuova collezione di Armani, non mi sembra il caso unirmi. Jasper ed Emmett giocano a scacchi, deduco che Emmett sta per perdere dai pensieri di Jasper. Mio padre sta uscendo per andare al lavoro, mentre Esme, che tra l'altro non ho mai avuto il coraggio di chiamare “mamma”, pulisce il pavimento, sul quale spiccano macchie di sangue mischiato a terriccio. Ieri sera abbiamo sporcato non poco tornando dalla caccia.

Riguardo l'orologio, sono le otto e cinque. Per la mia personale visione del tempo, cinque minuti non sono che bazzecole, se paragonati all'eternità, perfino qualche mese è nulla, ma in questo momento il tempo mi sembra un macigno che grava pesantemente sulle mie spalle.

Esco di casa. Corro. Vado da Bella.

Come pensavo sta dormendo.

Sembra avere freddo; è accucciata in posizione fetale e stringe le coperte in una mano nel, credo, vano tentativo di tirarne di più su di sé.

Il padre è sveglio, lo sento trafficare con qualcosa in cucina. Mi dico che è meglio andare, non per paura di essere scoperto, ma perché mi sento uno spione stando appeso così alla sua finestra. A parte che non è molto umano stare appesi a un ramo di un albero a 10 metri da terra con una mano sola, e nel frattempo guardare con i canini sporgenti(il suo profumo fa ancora un certo effetto su di me) la ragazza con cui non hai neppure una relazione, escludendo la voglia di ucciderla e l'amore che provi per lei.

Bazzico in giro, osservando la vita che mi circonda e la neve che scende fitta dal cielo. In poco tempo gli alberi sono ricoperti, come pure le strade, i marciapiedi, i tetti delle case.

Torno da Bella, Charlie è momentaneamente uscito per raggiungere una certa Sue, e io mi prendo la libertà di entrare nel momento in cui lui esce. Deve aver avvertito qualcosa di strano perché si guarda più volte intorno, probabilmente ha sentito lo spostamento d'aria. In ogni caso non mi vede, sono un cacciatore io, so come rendermi invisibile alle mie prede.

Salgo nella camera da letto di Bella e la guardo restando comunque a debita distanza.

Dopo un'abbondante mezz'ora si irrigidisce, e anche se non ha ancora aperto gli occhi capisco che si sta per svegliare.

Esco silenziosamente e una volta fuori le mando il messaggio. Lei mi risponde dopo pochi secondi, probabilmente non sospettando neppure che io sia sotto la sua finestra.

Dopo poco i miei messaggi non ottengono più risposta. Mi arrampico di nuovo in quello che ormai sembra essere diventato il mio ramo preferito e vedo che è sprofondata di nuovo tra le braccia di Morfeo.

Un po' amareggiato torno a casa.

Alle tre ancora nessuna risposta.

Guardo per l'ennesima volta l'orologio(che Alice esasperata fa volare fuori dalla finestra.) sono le quattro. Vado da lei.

Questa volta opto per entrare in maniera convenzionale. Busso e mi apre Charlie.

Dopo i convenevoli tipici, e dopo aver inventato una buona scusa per giustificare la mia presenza a casa Swan, chiedo di Bella, fingendo un interesse minimo, se non nullo e mostrando di aver chiesto solo per cortesia.

Mi fa salire al secondo piano e mi indica la stanza di Bella, come se ce ne fosse bisogno! Ma lui questo non lo sa.

-Ha la febbre. Almeno credo. Dorme da ieri sera.-

Vorrei ribadire che si è sì svegliata, ma è poi crollata di nuovo, ma mi rendo conto che sarebbe come darsi la zappa sui piedi, per cui lascio correre.

D'istinto metto una mano sulla fronte di Bella, e sempre l'istinto mi dice di spostare la mano sul suo collo, si alzarlo e di affondare i miei canini nella sua giugulare, sentire il sangue caldo scendere nelle mia gola...un ringhio appena percettibile mi sale dal torace, nel contempo smetto di respirare ma me ne pento quando mi rendo conto che dovrei parlare. -Sì, ha la febbre.- Una breve boccata d'aria e smetto di nuovo.

L'ho svegliata, la sento muoversi e chiamare il mio nome con tono interrogativo e di chi è appena riemerso dal mondo dei sogni. Sorrido, mentre interiormente convinco il vampiro a non uccidere padre e figlia. Ben presto Charlie ci lascia da soli. Per avere un po' di tregua dalla sete mi avvicino alla finestra e mostro a Bella il paesaggio innevato, la sua espressione è estasiata, la sete invece non si è chetata.

Bella mi esorta ad andare vicino a lei, tentenno un attimo, poi mi avvicino e mi stendo sul piumone facendo ben attenzione a non farla aderire con la mia pelle ghiacciata. Lei si stende con la testa sul mio petto, penso a lei, dimentico la sete, la faccio passare in secondo piano, al pari di uno sfondo.

Mi preoccupo per lei, non sembra stare bene, le chiedo se vuole qualcosa e sforzo la mia memoria in cerca di qualche bevanda umana adatta alla situazione, la faccio ridere e continua a ridere, intervallando un breve momento di stupore nel momento in cui le elenco le università da me frequentate, infine si addormenta di nuovo.

Mi rendo conto di dover chiamare il padre, informarlo che sua figlia sta di nuovo dormendo, ma non voglio lasciarla. La stringo a me un po' più forte, facendo attenzione a non spezzarle le ossa o procurarle qualche livido, e appoggio la testa nell'incavo del suo collo, la bocca stretta contro la sua vena, e il suo profumo che mi inonda le narici.

Restiamo così, lei inconscia del pericolo che sta correndo, io troppo beato da quel contatto, e in vena di sfidare i miei limiti, che scopro, con mia ammirazione, essere più al di là di quanto pensassi.

Sento i passi di Charlie in corridoio, e mi alzo di scatto, quasi spaventato che lui possa capire che desidero il sangue di sua figlia. Apriamo la porta nello stesso momento. -Sta dormendo.- La mia voce, seppur bassa, porta i segni dello sforzo appena compiuto. Il mio volto è incorniciato da occhi neri, che ne sono sicuro, non devono essergli sfuggiti.

Per oggi ho sfidato abbastanza la sorte.


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Capitolo 20
*** Per chi poi? ***


Vi parlerò sinceramente io ho altro da fare che stare qui a pubblicare storie, lo faccio perchè mi piace e sono felice di potervi alleggerire quei cinque minuti necessari alla lettura di un capitolo, e anche condividere con voi un pezzetto della mia fantasia. Però capirete pure che quando trovo, zero, una recensione, mi stufo pure a pubblicare, per chi poi? Non faccio prima a scrivermi la mia storia e tenermela per me? O non scriverla affatto? Ecco, il capitolo successivo era un capitolo veramente carino, anche lungo(forse troppo) e molto ricco, però ragà, parliamoci chiaro, fate venire il latte alle ginocchia! Se avrò tempo e voglia posterò il prossimo capitolo, altrimenti rallegratevi(spero che vi rallegriate) leggendovi quelli che sono stati scritti fin ora e ve lo immaginate da soli come va a finire.

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Capitolo 21
*** Colore, colore, colore ***


Dopo il bastone, ecco la carota.

Ma allora ci siete! E io che pensavo che leggessero i fantasmi!

A questo punto non posso che ringraziarvi per il sostegno datemi =)

Colore, colore, colore

Pov Bella

Per tre giorni ho avuto la febbre, oggi finalmente sto meglio, togliendo il mal di testa e il raffreddore. Dopo giovedì, giorno in cui ha nevicato, non ho più visto Edward, solo una volta mi ha mandato un messaggio a cui ho risposto con un -ho ancora la febbre.- poi mi ha lasciata riposare.

Essendo domenica mio padre è andato a pescare con un suo amico della riserva.

Aveva insistito per rimanere, considerando le mie condizioni, ma io ho insistito perché andasse.

Prendo il cellulare e seleziono il numero di Edward nella rubrica.

-Pronto.-

-Ciao, Edward. Sono Bella.-

-Ciao Bella.-

-Che fai?-

-Sono con una mia quasi parente.-

-Ah, ti richiamo.-

-No, posso parlare.-

Edward insomma chi è? Non sarà mica la tua ragazza?

-No. Ti richiamo.-

Non so perché ma mi sono alquanto infastidita dal sentire la voce stridula di quella quasi parente, che ci scommetterei non è affatto una parente, ma piuttosto la ragazza o l'amante, il che non sarebbe neanche tanto strano dato che non ne ha una, e io non ho nessun diritto di considerarlo più di un amico, né di esserne gelosa.

Mi butto sul cuscino e fisso il soffitto. Dovrei ritingere questa camera, magari di violetto e bianco, sarebbe carina.


Pov Edward

Domani arriverà il clan di Denali.

Stamattina ho già mandato un messaggio a Bella, ha ancora la febbre.

Ne approfitto per aiutare Alice ed Esme nei preparativi, mentre Rosalie ed Emmett preparano le valigie per l'imminente partenza per il nord Africa. Faranno la decima luna di miele.


-Buongiorno!-

In un attimo Tanya mi è addosso. Ha sempre avuto un debole per me, nonostante i miei continui rifiuti. Lei ha sempre tentato di farmi capire che avrei dovuto avere una ragazza prima o poi, e che lei era disponibile, fin troppo.

-Tanya, che piacere rivederti.-

Non me la riesco a staccare di dosso, è forte!

Mi squilla il cellulare, subito lo afferro sperando che sia lei. Si, è lei. Sul mio volto compare un sorriso ebete e Tanya se ne accorge iniziando a fissarmi con occhio omicida.

-Pronto.-

-Ciao, Edward. Sono Bella.-

-Ciao Bella.-

-Che fai?-

Questa domanda mi coglie impreparato. Cosa posso dirle che sono con una ninfomane che se non gliela do è probabile che mi stupra?

-Sono con una mia quasi parente.-

-Ah, ti richiamo.-

-No, posso parlare.- O almeno spero che Tanya me ne dia la possibilità, e ad una rapida occhiata non mi sembra.

-Edward insomma chi è? Non sarà mica la tua ragazza?- L'ha detto ad alta voce, in modo che anche lei sentisse...

-No. Ti richiamo.-

...ed ha sentito.

-No...-Troppo tardi ha già chiuso la telefonata...

-Grazie Tanya, grazie mille!-

-Chi era?-

-Non sono affari tuoi!-

-Certo che lo sono! Hai una ragazza e non me l'hai detto?-

-Non è la mia ragazza-anche se lo desidero-e in ogni caso non devo dare conto e ragione a te di ciò che faccio!-


-Ehi Tanya!- Emmett mi libera dalla scomoda situazione.

-Ciao Em! Allora fratello orso che si fa?-

-Caccia?-

-Si!- Urla il folletto. -Purtroppo Edward non potrà venire...ma noi andiamo subito! Torneremo stasera. Ciao Ed!-

Esce come un uragano, trascinandosi dietro i miei fratelli e il clan di Denali. Devo ammettere che a volte mi fa paura, non so mai bene cosa ha in mente e questo per uno che legge nel pensiero è grave, molto!

Nonostante le mie incertezze sull'innocenza delle sue idee, le sono grato per avermi lasciato da solo, cosicchè io possa andare da Bella. Abbiamo chiuso la telefonata in modo brusco e, pensandoci, non conosco le sue attuali condizioni di salute.

Vado a casa sua, ma non c'è nessuno. Decido di aspettare.

Dopo una buona mezz'ora sento il rumore del suo pick-up. Scende dal superato veicolo e sembra non vedermi, ma quanto è distratta la mia Bella?

-Ehi Bella!-

Sussulta, l'ho colta di sorpresa. Strizza gli occhi, e finalmente mette a fuoco.

-Ciao.-

La sua voce però è acida.

-Devi tinteggiare casa?- Le chiedo vedendo i barattoli di vernice e sperando di capire il perché del suo cipiglio.

-Mmm mmm.-

E' buffa: ha in mano le borse contenenti i barattoli e i pennelli, la borsa tenuta precariamente in bilico sul ginocchio e le chiavi del pick-up in bocca nella disperata ricerca di quelle di casa.

Con la velocità tipica di quelli della mia specie prendo le chiavi da sotto il tappetino e nel contempo afferro le borse con le vernici, provocando di fatto la sua perdita di equilibrio. Poso le chiavi, e afferro lei. I suoi occhi sono spalancati, è evidentemente confusa. I suoi sensi non le hanno permesso di percepire tutti i miei movimenti, e probabilmente questo l'ha anche spaventata. Le sorrido. Lei mi fissa, biascica un grazie impercettibile per le orecchie umane. Allargo il sorriso e la invito a precedermi.

Non devo più fare cose del genere, non vorrei traumatizzarla ulteriormente.

-Allora cosa dobbiamo tinteggiare?-

-Dobbiamo?-

-Non ti serve il mio aiuto?- Faccio la faccia da cucciolo bastonato, sperando che la convinca a stare con me.

-Se vuoi, ma ci sporcheremo.-

-No problem.-

-La mia stanza. Non mi piace più quel colore.-

-Il bianco non ti piace?-

-No, la voglio colorata.-

-Ok, mettiamoci all'opera.-

Passiamo il pomeriggio a portare fuori i mobili, operazione per la quale la mia super forza si rivela utile. Poi copriamo con giornali e teloni in plastica quelli che non siamo riusciti a togliere, per esempio le mensole.

Quando finiamo le operazioni di imballaggio ci rendiamo conto che è tardi, e che Bella dormirà nel corridoio, dato che è lì che si trova il suo letto.

Per tutto il pomeriggio è rimasta non dico acida, ma prevenuta, infastidita ecco.

-Allora abbiamo fatto un bel lavoro!-

-Sisi. Domani potremo tinteggiare!-

-Ah finalmente includi me. Ammettilo siamo una coppia perfetta.- Mi pento immediatamente di ciò che ho detto, lei abbassa lo sguardo e arrossisce. Mi do dello stupido, anche perché non so come rimediare.

-Chi c'era oggi con te?-

-Come?-

-Quando ti ho chiamato. C'era una ragazza...-

-Tanya. Una specie di cugina di Denali.- Quindi è sempre stato questo il problema? La telefonata?

-Cugina.-

Non è una domanda, più che altro una sconsolata affermazione. Pensa che le stia mentendo? Pensa che tra me e Tanya potrebbe mai esserci qualcosa? Odio non poter ancora leggere nella sua mente!

-Si, solo una cugina.-

-Capisco.-

-Bella?-

-Cosa?-

-Veramente è solo mia cugina.-

-Certo. In ogni caso sono affari tuoi. Saresti libero di avere una ragazza, ovviamente.-

-Qualsiasi?-

-Si.-

-Anche umana?- Non so neanche io dove voglia andare a parare. So che il mio cervello si è momentaneamente scollegato, la ragione mi ha del tutto abbandonato.

-Tanya è umana?-

-No.-

-Non capisco.-

-Tu sei umana.- Edward Cullen sei ufficialmente un coglione patentato!

-Si, io sono umana. E questo cosa c'entra?-

-Hai detto tu che potrei avere una ragazza, anche umana.-

Ha lo sguardo basso. Ho sbagliato.

-Anche tu.-

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico; ed io da bravo essere del male persevero, affondo la lama ancora più in profondità, masochisticamente finirò per lacerarmi l'ultima parte di cuore che mi è rimasta e tutto per un semplice “no”, il no che mi aspetto che dirà di qui a poco.

Non risponde e l'attesa mi lacera dentro.

-Anche io?-

E' un sussurro. Un'impercettibile sussurro. Non sembra arrabbiata, neppure felice.

-Scusa.-

Edward Cullen hai appena rovinato tutto, ti faccio i miei più sinceri complimenti.

Faccio l'ultima cosa che mi rimane da fare, andarmene, zitto e con la coda tra le gambe, dandomi dello stupido e pregando che mi perdoni.

Qualcosa di caldo mi afferra il braccio: la sua mano. Mi fermo, ma non mi giro, non voglio vedere il suo viso. Mi spaventa ciò che potrei leggervi.

-Edward.-

La sua voce è calma, ma allo stesso tempo trema. Ha paura? Paura di me? Se mi girassi leggerei questo nei suoi occhi?

-Edward.-

Mi chiama di nuovo. Questa volta è più decisa.

Mi gira attorno e si piazza di fronte a me. E' un attimo e mi bacia. Un bacio a fior di labbra, appena accennato, timido, insicuro, pericoloso. Il mostro si risveglia, lo metto a tacere, o almeno ci provo. Non voglio rovinare questo momento. Ha detto sì. Questo è un sì.

Quando ci stacchiamo è rossa in viso, abbassa gli occhi imbarazzata. Piccola la mia Bella.

La stringo a me, e di nuovo, sprezzante del pericolo, appoggio la testa sull'incavo del suo collo. Dovrò ricordarmi di non prendermela più con mia sorella se propone un'attività innocua come una lotta con le palle di neve.

Restiamo così, io lei e il mostro, fino a quando non sento la macchina di Charlie avvicinarsi.

-Bella, sta arrivando tuo padre.-

Lei mi guarda con gli occhi da cerbiatto -Si, dovrò anche spiegargli il manicomio che abbiamo fatto.-

-Non lo sapeva?-

-No- Alla mia sorpresa corrisponde la sua risata. -Per fortuna che non abbiamo ancora tinteggiato!-

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