Tu eri la mia Quotidianità

di Sleepesleep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti aspetto tra le lenzuola fredde ***
Capitolo 2: *** Vieni a scaldarmi con il tuo tocco? ***



Capitolo 1
*** Ti aspetto tra le lenzuola fredde ***


Kuroo osservo malinconico la palestra, l’esterno decadente non era molto cambiato, cinque anni erano scivolati tra le sue dita placidamente. Con nostalgia sorrise al pensiero del tempo passato ad allenarsi a saltare per bloccare qualche schiacciata, il sudore e la fatica di quel periodo erano stati riscattati dalle loro vittorie anche piccole.

Lentamente, assaporando il momento si avvicinò alla porta, la aprì piano sentendo il familiare stridolio diffondersi. Una chioma mora gli lanciò uno sguardo irritato, Kuroo gli regalo un mezzo sorriso mentre Yaku sbuffava avvicinandosi << Il capitano non dovrebbe arrivare in ritardo >>.

L’amico era ancora più basso di lui di qualche centimetro, in compenso i capelli mori erano cresciuti e raccolti indietro da quella che sembrava una forcina. Ricordava vagamente che durante l’ultimo scambio di messaggio Yaku gli avesse accennato che desiderava tagliarsi i capelli ma che non era riuscito a trovare il tempo, stava terminando la tesi in diritto ed era in piena crisi.

Il giovane fece spallucce asserendo << Disse il tappetto >>. Lev si intromise abbracciandolo << Guarda chi si vede >>. Kuroo noto infastidito come il più giovane fosse diventato oggettivamente più attraente, indossava vestiti sgargianti dall’aspetto costoso, dannato idiota russo e la sua stupida carriera da modello. Yaku lo rimproverò bonariamente << Lascialo respirare, è solo passato un anno dall’ultima riunione >>.

Kuroo chiese curioso << Come sei riuscito a farti dare la palestra quest’anno? >>. L’amico lo corresse << è stato Kai, da questa primavera insegna al Nekoma, assurdo >>. Un fischio li distrasse mente uno Yamamoto sovraeccitato gli salto al collo abbracciandolo << Finalmente il capitano si è deciso a presentarsi >>. Ormai lo schiacciatore aveva abbandonato lo stile da teppista, i capelli ora color marrone scuro accompagnavano un perfetto completo da impiegato, era cresciuto anche lui infondo.

Yamamoto si allontanò da lui e guardandosi intorno chiese << Allora dov’è? >>. Kuroo si blocco titubante e ammise << Non lo so >>. Lo schiacciatore sembro sorpreso da quelle parole ma non ebbe modo di approfondire che Yaku gli diede un calcio alle caviglie << Vai a prendere da bere al capitano, teppista >>. E lui gliene fu grato di averlo liberato da quel gravoso compito, tra lui e Kenma le cose si erano complicate o meglio non c’era più nulla.

Kenma aveva deciso di andare a studiare fuori Tokyo e dopo essersi laureato aveva preso le distanze da lui, Kuroo non ne capiva il motivo ma sapeva solo che l’amico si era volontariamente negato a lui. Con il tempo rispondeva sempre di meno ai suoi messaggi, l’ultima volta che si erano scritti era stato il mese scorso solo perché la madre di Kuroo aveva incontrato quella di Kenma, che si era lamentata che il figlio non le scriveva molto così sua madre gli aveva chiesto di contattarlo per aiutare l’amica.

Solo tre messaggi, nulla di più. Kemna era stato schietto e diretto come era solito ma anche evasivo e poco interessato a parlare con lui. Non lo aveva neppure avvisato che sarebbe venuto alla rimpatriata di quest’anno, lo aveva scoperto tramite Yaku. Erano passati quattro anni da quando lo aveva visto per l’ultima volta, il giorno della sua partenza da Tokyo, l’alzatore non era più tornato in città da allora.

Yaku gli diede una spallata di incoraggiamento asserendo << Non ci pensare, sono certo che avrà avuto una buona ragione, sai forse era sommerso da lavoro o semplicemente non l’ha fatto a posta, sai com’è fatto Kenma >>. Lev accanto annuiva comprensivo << Sai non tutte le relazioni sono felici come quella mia e di Yaku >>. Il fidanzato lo squadro infastidito << Ma che c’entra, sei dannatamente inopportuno lo sai stupido russo? >>.

Kuroo scosse la testa divertito ammettendo << Io e Kemna non eravamo una coppia >>. Il platino insensibile ammise << Ma lo sembravate >>. Yaku gli diede un calcio esasperato << Ma tu davvero non riesci a tenere la tua dannata bocca chiusa? >>. Il più giovane per nulla impressionato asserì furbo << Vorresti tenermela occupata tu, amore mio? >>. Kuroo trattenne a stento una risata mentre Yaku arrossiva vistosamente, quel ragazzino era davvero un ottimo allievo, come insegnate era fiero dei progressi che aveva fatto.

<< Credo che sia meglio che vi lasci da soli >> disse allusivo lui e si diresse verso il buffet. Stava morendo di fame, a causa delle varie riunioni era riuscito a stento a mettere sotto i denti qualcosa a pranzo. Inuoka apparve al suo fianco porgendogli un vassoio con vari stuzzichini << Questi sono favolosi, non so cosa ci sia dentro ma li adoro >>. Kuroo ne raccolse uno e lo addento, doveva ammettere che il moccioso aveva ragione, erano deliziosi.

Inuoka aggiunse pacato << Vado a farlo assaggiare anche a Kenma >>. Kuroo si irrigidi e chiese tenendo la voce ferma << è arrivato? >>. L’altro annuì e indico oltre una piccola folla << Assurdo che cambiamento ha fatto, per poco non lo riconoscevo ma immagino che tu lo sapessi già >>. Il moro non obbietto si limitò a sorridere enigmatico e dirigersi verso il luogo indicato.

Non era preparato a ciò che avrebbe trovato ma in generale nessuno avrebbe potuto avvertirlo su quello. Kenma era lì, gli occhi castani si posarono su di lui placidi mentre il giovane gli sorrise. Quello non era il suo amico d’infanzia, del ragazzo impacciato con i capelli sempre spettinati e il volto perennemente annoiato non c’era più traccia. Lunghe ciocche bionde perfette ricadevano sulle spalle, il volto era ricoperto di un velo di trucco illuminandolo. Le felpe slargate erano state sostituite da una camicetta brillante troppo aperta dal punto di vista di Kuroo mentre le gambe toniche venivano fasciate dal bianco pantalone a vita alta.

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Capitolo 2
*** Vieni a scaldarmi con il tuo tocco? ***


<< Kuroo >> lo saluto con il solito tono superiore l’amico. << Hey Kenma, bentornato >> rispose lui cercando di rimanere impassibile. Ora che erano più vicini Kuroo riuscì a notare più dettagli, come gli orecchini lunghi e le unghie laccate di verde come la maglietta. << Sono tornato ieri, mia madre ha detto che sei andato a trovarla la settimana scorsa, grazie per farle visita >> riprese del tutto vago l’alzatore, avvicinandosi ancora pericolosamente. Il moro rispose cortese << Non è un problema, voglio molto bene a tua madre >>.

La chioma bionda si abbassò regolare mentre il bicchiere pieno fu portate alle labbra rosee, sorseggiava lentamente guardandolo negli occhi indecifrabili. << Rimarrai per molto? >> chiese dubbioso Kuroo. Kenma si leccò le labbra sessuale prima di rispondere << No, in realtà riparto domani nel pomeriggio >>. Il moro si morse l’interno guancia per evitare di lasciarsi sfuggire un mugugno di scontento e chiese ancora << Come sta andando la tua azienda di software? >>. Il biondo incerto asserì spostando i capelli per far intravedere il collo pallido << Te ne ha parlato mia madre a quanto pare, va bene, diversi problemi ma nulla che non posso risolvere >>.

<< I miei complimenti allora >> ammise Kuroo. Kenma si morse il labbro inferiore e chiese schietto << A te come vanno le cose? Nulla all’orizzonte? >>. Il capitano ridacchiando asserì << Lavoro e solo lavoro, vecchio e noioso lavoro >>. Il biondo sembro abbastanza compiaciuto da questa risposta e svuotando in un sorso il suo bicchiere chiese << Ne prendiamo un altro? >>. Kuroo non obbietto e lui arpiono il polso del più grande per trascinarlo alla ricerca di un po’ d’alcol.

Le dita erano sottili, il tocco era deciso ma dolce, era lo stesso di sempre. << Trovato >> asserì il biondo mettendo fine al contatto, che peccato. Un bicchiere con un liquido dal colore chiaro entro nella sua visuale accompagnato da un sorriso suadente. << Hai fame? >> propose Kuroo imbarazzato e indicando il tavolo accanto a loro << Sembrano invitanti >>. Il biondo ne prese qualcuno, Kuroo osservò incantato il modo in cui le labbra avvolgevano la tartina, lo stava forse facendo apposta?

Kenma stava per parlare di nuovo ma fu bloccato da Lev che confuso lo fissava << KENMA? >>. Il biondo sembro bearsi di quell’espressione << Esatto >>. Lev chiese ancora << Ma cosa diamine ti è successo? >> e aggiunse sincero << Sei davvero uno schianto >>. Kuroo fece una smorfia visibile a quel commento ma per fortuna nessuno sembro notarla. Yaku apparve poco dopo e medesima fu la reazione, anche se a differenza del fidanzato ebbe la decenza di non dire nulla di inappropriato.

Kuroo si prese allora il tempo di scrutare meglio il biondo, quella scollatura era davvero esagerata, lasciava intravedere tentatrice i muscoli del petto dell’altro, il che lo infastidì parecchio. Kenma incrocio il suo sguardo, con placidità si porto l’ennesima tartina dal contenuto incerto mentre manteneva il contatto sicuro.
In tutto ciò Lev stava sproloquiando su qualcosa a cui il capitano presto con distrazione attenzione, recepì solo l’ultima frase << Nessuno è però cambiato quanto te, non so se te l’ho detto ma è straordinario >>. Kenma incurvo le labbra in maniera familiare, Kuroo sapeva che significava, era in soggezione così asserì << Non credo che sia cambiato poi così tanto, è sempre il solito vecchio Kenma immagino >>.

Il biondo si irrigidi a quelle parole, ma non disse nulla. Lev lanciò un’occhiata confusa a entrambi prima che Yaku alzando gli occhi al cielo lo trascinò via borbottando << Coglione >>. Rimasero per qualche secondo in silenzio prima che Kenma dicesse freddo << Bene, io devo andare, non posso trattenermi fino a tardi domani ho un treno da prendere >>. Dopo si dileguo veloce, lasciandolo immobile a fissare il vuoto per qualche secondo, aveva detto qualcosa di sbagliato?

Non seppe bene come ma si ritrovò nel parcheggio ad afferrare il braccio dell’amico, Kenma si voltò a fissarlo perso mentre Kuroo percepì il tempo dilatarsi e l’assordante battito del suo cuore riempigli le orecchie. << Cosa c'è? >> chiese il biondo con voce flebile. << Perché continui a scappare da me? >> chiese invece il più grande schietto.

Kenma si libero dalla stretta irritato << Sul serio, sei davvero un idiota >>. Il moro indietreggio dolorante, ecco che veniva respinto ancora, non se lo meritava << Davvero? Non sono io quello che ha deciso di non tornare per quattro anni interi, di rispondere a malapena ai messaggi. E sarei io l’idiota? >>.  Il biondo ferito ammise << Non volevo ma dovevo >.

Kuroo si avvicinò di nuovo e con delicatezza lo costrinse a rialzare lo sguardo facendo pressione sul mento. << Non ti sei mai reso conto che avevo una cotta per te, per questo sei un idiota >> ammise con voce tremante l’alzatore e aggiunse << Sei sempre stato unico per me, non importa cosa accadesse tu eri lì , il mio scintillante cavaliere senza paura >>. Nervoso continuò ormai incapace di fermare la sua confessione << Eri sempre così luminoso, pulsante. Innamorarmi di te fu così naturale che mi terrorizzo, ti prendevi cura di me come se fossi la cosa più importate per te, sembrava che riuscissi a leggermi dentro, mi completavi in maniera così perfetta da essere spaventoso >>.

<< Siamo stati una cosa solo per così tanto tempo che eri diventato parte di me, eri come l’aria che respiravo o come un videogioco di cui non mi sarei mai stancato. Tu eri la mia quotidianità, ne eri la parte più grande e imponente. >> ammise sincero Kenma e allottandosi continuò << Ma tu non sembravi guardarmi, era come se per te fossi solo il piccolo ragazzino della casa accanto di cui dovevi prenderti cura >>. Kuroo gli sorrise dolce << Per questo sei diventato così? >>.

<< No, quello che vedi lo ha creato frequentare Hinata e Oikawa, quei due sono pazzi >> rispose sincero Kenma e aggiunse << Non volevo sparire così, solo che dovevo imparare a vivere senza di te, dovevo riuscire a separami da te, prima che fossi tu a cacciarmi. Questo mi è sembrato il metodo più semplice >>. << Avevi paura che me ne sarei andato? >> chiese curioso Kuroo scrutando quegli occhi nocciola ipnotizzato. << Un giorno ti saresti fidanzerai e io non sarei riuscito a stare al tuo fianco fingendomi felice per te, ti sarei stato solo d’impiccio >> riprese Kenma fermo, ricacciando giù quella sensazione di vertigini che lo stava avvolgendo.  << Non è vero >> lo corresse offeso l’altro.  << Si invece, so anche che tu non ti saresti mai lamentato di me, per te sono sempre il vecchio Kenma >> e aggiunse stizzito << Anche ora lo sono >>.

<< Qual è il problema? >> chiese dubbioso Kuroo mentre cercava di riavvicinarsi. Kenma però era intenzionato a mantenere spazio tra loro << Ho provato a sedurti per tutta la sera ma per te sono solo il piccolo Kenma insicuro >> e aggiunse dandogli le spalle << Fottiti Kuroo, tu e il tuo irresistibile sorriso >>.

<< Che cattiveria >> lo scherni fingendosi offeso Kuroo e aggiunse schietto << Non ti volevo mica insultare, a me il vecchio Kenma piaceva molto >>. Il biondo si voltò di scatto a quelle parole mentre l’altro riprendeva << Ti ho sempre detto che pensi troppo, se mi avessi detto tutto questo anni fa, il mio letto non sarebbe stato così freddo in questi quattro anni >>. L’alzatore roteò gli occhi sussurrando << Coglione >>.

<< Ancora mi insulti, sei proprio cattivo con me >> lo ammoni Kuroo mettendo le braccia conserte al petto e riprese << Mi piacevano i tuoi capelli sempre arruffati, mi piaceva il tuo modo di fissarmi in silenzio alla ricerca della mia attenzione, mi piaceva quando indossavi le felpe rubate dal mio armadio, mi sei sempre piaciuto ma tu non sembravi per nulla interessato a me così ho pensato che fosse meglio rimanere nel limbo confuso in cui eravamo. Scusami. >>

<< Rimedia allora >> disse dopo qualche minuto di incertezza Kenma. << Come? >> chiese speranzoso il più grande. << Fai in modo che ci sia per me una ragione per restare a riscaldare il tuo letto >> rispose schietto l’altro mentre azzerava la distanza tra loro. Impaziente il capitano afferrò il volto dell’altro appropriandosi delle labbra, piccoli mugugni di piacere furono rilasciati dal biondo. Kuroo ai staccò di poco soffiando a fior di labbra << Ti prenderò alla lettera, mio alzatore >>. Dopo averlo detto si riappropriò di quelle labbra tanto desiderate…

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