The Drows

di Dors
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iria ***
Capitolo 2: *** Fatima ***
Capitolo 3: *** Murag ***
Capitolo 4: *** L'addestramento ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** la fuga ***
Capitolo 8: *** il rito ***
Capitolo 9: *** l'addio ***



Capitolo 1
*** Iria ***


I




Il telefono prese a squillare abbandonai il tema che stavo scrivendo sull'emancipazione femminile per andare a rispondere, era Sandra
-Ciao Irina, come va?? Ho qualche problema con la chimica...- mi salutò allegramente.

-Tutto bene..cioè...zia esclusa, quale è il problema??-risposi sottovoce.

-Il solito non riesco a fare l' esercizio sui legami...domani mi porti il tuo?-

Feci una sbuffo fingendo di essere seccata-va beeeneee , ma è l'ultima volta.Ciao.-

-Ciao,mi stai salvando la vita!!-

Riagganciai sorridendo e tornai a studiare.
Non ho molte amiche, anzi si può dire che Sandra sia l'unica; è causa di quello che sono,dei miei poteri, solo lei e mio cugino ne sono a conoscenza.
Cosa so fare?? Un pò di tutto, riesco a muovere oggetti semplicemente pensandolo, ma solo oggetti di piccole dimensioni; a volte capto le emozioni e i
pensieri delle persone e faccio strani sogni che spesso si avverano...Sandra si ostina a chiamarla magia ma non credo che sia questo, almeno non quello
che intende lei con gli incantesimi imbecilli e tutto il resto. L'ho scoperto per caso quando una penna si mise a volteggiare in aria sotto mio comando
e sotto lo sguardo incredulo di Sandra e mio cugino.
Sono Irina, 17 anni,ho una vita quasi normale, ma la mia natura non è fatta per essere accettata dagli altri , non so cosa sono ma la gente percepisce la
mia diversità, ne ha paura e mi allontana, non posso biasimare quelli che mi girano alla larga: a volte anche io vorrei fuggire da ma stessa.
Forse è per colpa dei miei poteri che sono così strana: cinica, sarcastica e con una certa attrazione per il macabro; anche il mio aspetto è insolito:
ho occhi neri e bui ma nella notte come un felino si illuminano acquisendo una tonalità sull'oro e mi permettono di vedere anche nella notte più scura,
porto i capelli molto lunghi per nascondere il marchio a fuoco che mi fece il pazzo che uccise i miei genitori crededomi una strega, anche se allora non
si erano ancora manifestate le mie capacità.
Mio cugino aprì la porta della mia camera sorridendo allegramente.
-Iria vuoi stare tutto il giorno la dentro??Esci trovati un ragazzo!-

-Non storpiare il mio nome, lo sai che lo odio! E sai anche perchè sono sempre chiusa in camera!-

-Sei bella Iria, li fuori ci sono un sacco di ragazzi che non chiedono di meglio che averti-

-Sono troppo strana per piacere a qualcuno!-

-Ma non è vero! Io ci ho fatto l'abitudine a venere i tuoi occhi che diventano gialli al buio!-

Mi alzai prendendo il cappotto.Lui battè le mani soddisfatto-Così si fa !! Vai da Sandra ??-
-Piantala Alex-dissi uscendo come una furia.
Ero così sovrappensiero mentre scendevo le scale che non mi accorsi di aver travolto qualcuno. -Irina ciao, cercavo Alex-mi salutò David,l'amico di mio cugino

-oh ehm...s-cusa...è ....a casa si,si è a casa-balbettai, ma perchè la mia propietà di linguaggio andava a farsi friggere quando ero con lui?!

-Ok,ciao...ehi ho detto ciao-
ero rimasta imbambolata senza sapere cosa dire
-Ciao David, non preoccuparti quella cervellona di Iria ha un pò la testa sulle nuvole oggi-disse mio cugino arrivato propio in quel momento togliendomi da una situaziona
ridicola.

-Ciao-mormorai scappando via e desiderando che mi colpisse un fulmine, ma mi andava bene anche sprofondare sotto terra.
Arrivai in pochi minuti a casa della mia amica quando venne ad aprire vedendo la mia faccia sospirò.
-Un altra bella figura con David vero?? Dai entra ho appena messo su il the-

-C'è un fondo di razionalità nella mia capacità di rovinare tutto o è solo sfortuna?? Una volta tanto che mi rivolge la parola!!!-mi lamentai

-Era una domanda retorica vero?... non ti aspetterai mica una risposta?!-scherzò Sandra mettendomi in mano una tazza di the-E cerca di rilassarti, lo sai che quando
sei nervosa non controlli la tua magia.Fai la strega seria!-

-Non sono una strega!!E abbassa la voce ! Se ti sentisse qualcuno...-scattai

-Siamo sole in casa. Comunque dovresti averlo capito ormai che lo dico per farti arrabbiare-rispose candidamente lei.
Fissai il liquido nella tazza, aveva perso la sua traspaenza e cominciava a diventare grigio; sulla superfice si disegnò il volto di una donna sui 50 che
sembrava abbigliata come una chiromante; chiusi gli occhi e quando li riaprii l'immagine andò via così come era venuta.

-Iria è successo di nuovo?? Ancora quella visione??-chiese ansiosa Sandra.Annuii lentamente.
Il volto di quella donna mi appariva in sogno da un circa una settimana, sempre allo stesso modo , la donna mi parlava ma io non riuscivo a sentirlo, e alla fine come
sempre spariva.

-Non mi piace-borbottai-Supera di gran lunga il concetto che ho di insolito-

-Ti preoccupi troppo tu-rise Sandra accendendo la tv.
Forse Sandra aveva ragione, il problema non c'era e lavoravo troppo di fantasia. No non mi convinceva affatto.
-Sai oggi deve arrivare la nuova insegnante di storia, speriamo che sia brava, non come quell'altra che per fortuna hanno mandato in pensione!-
Non facevo troppa attenzione a quello che mi diceva ma continuavo a pensare a cosa cercava di dirmi quella donna, le visioni erano troppo sfocate per riuscire a capirlo
dal movimento delle labbra.
-Iriaaaaaa!!!-urlò Sandra, sobbalzai rovesciando il the rimasto nella tazza.

-Ma sei impazzita??? Mi hai fatto prendere un colpo!!-strillai.

-Non mi stai ascoltando!-mi accusò socchiudendo minacciosamente gli occhi.

-Spiegami come potrò ascoltarti invece il giorno in cui mi farai morire d'infarto!-

Sandra sbuffò e asciugando la macchia di the sul tavolo. La invidiavo: lei non era tormentata da immagini di un passato di morte, non si sveglia nel cuore della notte per aver
sognato l'assassino dei suoi genitori;volevo una normale.
Toccai il marchio sulla mia nuca, la cicatrice non sarebbe mai scomparsa; un stella a cinque punte il pentagono ed il cerchio: il marchio delle streghe.

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Capitolo 2
*** Fatima ***


II




Entrai silenziosamente in classe, ero in ritardo.
L' insegnante mi squadrò severo quindi indicò la porta, il che significava che avevo superato il limite massimo dei minuti di ritardo
e avrei dovuto aspettare fino all'ora successiva per entrare.
Uscii di nuovo senza dire nulla fra le risate generali, i miei compagni di classe trovavano divertente vedermi in difficoltà, dovevo essere un
vero spasso.
Mi appoggiai ad una parete del corridoio buttando a terra la cartella. Se stavo li ad aspettare che la campana suonasse era colpa di quella maedetta
visione che mi aveva trattenuta nel mondo dei sogni più del previsto.Se solo fossi riuscita a capire cosa significasse...
La risposta mi passo davanti pochi minuti dopo.

-Buongiorno questa è la 4B?-mi chiese una donna indicando la mia classe.
Feci segno di si con la testa.
Notai la sua somiglianza con la donna del sogno quasi subito ma era difficile dire se fossero la stessa persona o no, mi spinse a quel paragone
soprattutto l'abbigliamento etnico della donna e il medaglione che portava al collo che rappresentava in modo inquietante il mio marchio.
Mi accorsi che la stavo fissando troppo intensamente, come ipnotizzata; abbassai velocemente lo sguardo verso il pavimento.La donna entrò
nella mia classe.
Il professore la accolse e la presentò-In piedi ragazzi, lei è la profesoressa Fatima Manedoba, è la vostra nuova insegnante di storia-

La nuova insegnante di storia ??? Le cose cominciavano a perdere significato, accadevano troppo rapidamente per capirle,era come se mi fossero stati
rubati gli ultimi residui di logica che ancora c'erano nel mio mondo.

-Signorina ora può anche entrare non stia li imbambolata!!-mi richiamò il professore.
I i miei compagni di classe scoppiarono di nuovo a ridere mentre andavo a sedermi accanto a Sandra arrossendo violentemente.
Sandra mi scoccò un'occhiata compassionevole che ricambiai con uno sguardo assassino.
Il professore uscì e si sedette dietro la cattedra Manedoba; passai qull'ora di lezione a guardarla cercando rassomiglianze nei liniamenti con la donna
della visione.
Poi finalmente suonò la campana e l'attenzione degli studenti si focaliazzò su altro, la professoressa Manedoba mi fece segno di avvicinarmi.

-Ahi. Aria di guai !- commentò Sadra.

Andai alla cattedra imprecando mantalmente. Manedoba mi guardò, ero davanti a lei e oscurando il suo volto i suoi occhi cominciarono a brillare e
l'iride prese la tonalità di un giallo molto intenso, ma durò solo un attimo tanto che pensai di essermi sbagliata.

-Iria, so che mi hai riconasciuta, se vuoi delle risposte fatti trovare al ponte a mezzanotte e sii puntuale- sussurò lei

-Io non.. cosa vuole dire?-balbettai disorientata.

-Capirai-rispose semplicemente.

Rimasi a lungo a valutare la possibilità di andare al ponte ma non ne parlai con nessuno.
Alla fine decisi che avevo abbastanza potere da proteggermi da eventuali trappole ed ero abbastanza incuriosita per fare qualcosa di così stupido,
perchè era questo che era :stupido, stupido e avventato.
Aspettai che in casa si addormentassero tutti, afferrai il cappotto e uscii muovendomi lentamente nel buio, una normale diciasettenne avrebbe avuto
paura ad uscire la notte da sola, ma per me la notte non era diversa dal giorno e la paura non significava nulla.
Arrivai sotto il ponte ma non c'era nessun altro oltre me;cominciai a camminare avanti e indietro nervosamente un minuto dopo sentii qualcuno afferrarmi
da dietro tappandomi la bocca e trascinandomi contro una parete.Riuscii solo a vedere un bagliore negli occhi del mio aggressore prima che mi tramortisse.

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Capitolo 3
*** Murag ***


III




Aprii gli occhi lentamente, quando le immagini tornarono a fuoco vidi che mi trovavo distesa sul tappeto di un salotto, arreddato in stile orientale
e illuminato solo da candele nere sulle mensole, la stanza era pervasa da un forte odore di incenso.
Avevo le mani legate saldamente dietro la schiena e ero imbavagliata,cercai di rimettermi in piedi dibattendomi convulsamente per liberarmi le mani.
Qualcosa mi buttò di peso sul divano, così veloce che non mi resi conto di cosa fosse finche non lo vidi in faccia.
Un ragazzo di 20 o 21 anni mi guardava con aria di scheno tenendomi bloccata sul divano con il suo corpo.
Il mio cuore cominciò a battere più velocemente.
Mi soffermai a guardare il suo volto, aveva una carnagione bruna, capelli disordinati castono scuro, gli occhi neri e profondi; assomigliava per alcuni
tratti del viso alla professoressa Manedoba

-Ciao Iria, benvenuta-sussurrò-Il tuo arrivò qui era molto...atteso-
Mugugnai qualcosa,cercai di urlare.

Lui scoppiò a ridere - non preoccuparti non voglio violentarti o farti del male- come se mi avesse letto nel pensiero.
-Ora non metterti ad urlare -intimò liberandomi la bocca.

-Chi sei ?? Che vuoi da me ??-chiesi terrorizzata.

-Pazienza, presto sapraì tutto-assicurò.Ma io non avevo intenzione di aspettare senza fare nulla.
Provai ad usare i miei poteri su di lui, per spingerlo lontano da me, ma era come se le essenze e gli odori che bruciavano in quella stanza mi avessero
annebiato la mente;non ero abbastanza lucida e al pieno delle mie facoltà ma il mio rapitore fu spinto una decina di centimetri indietro,quanto bastava
perchè potessi rotolare di lato e sottrarmi alla sua presa.
Mi precipitai verso la porta ma scoprii con disperazione che era chiusa a chiave.Il ragazzo rise di nuovo guardandomi mentre cercavo un'altra via di
uscita.

-E' inutile.Ti conviene metterti comoda-suggerì-Potremmo trovare un modo più costruttivo di passare il tempo-aggiunse malizioso.

-Cosa stiamo aspettando?-domandai restando a distanza di sicurezza, cioè nel punto più lontano da lui.

-chi stiamo aspettando-mi corresse.

-Fatima Manedoba?-dissi ricordandomi della persona grazie alla quale ero in quella situazione.

-Indovinato.Sarà qui a momenti-rispose.

Sentii le chiavi girare nella serratura della porta, la professoressa Manedoba entrò richiudendola dietro di se.

- Benvenuta Iria, sperò che Murag non ti abbia spaventato-disse disinvolta

-Scusami per questa pagliacciata ma era il metodo più sicuro per incontrarti.Immagino che tu voglia delle risposte.-continuò.

Si sedette compostamente accanto a Murag sul divano, i nodi che legavano le mie mani si sciolsero a un suo gesto. Quindi disse: -Cominciamo dall'inizio.Ti sarai chiesta certamente cosa sia il marchio che hai sulla nuca, è il simbolo che caratterizza la nostra gente...-

-La nostra gente???-chiesi interrompendola

-Si il nostro popolo.Non sei sola Iria, anche se siamo una minoranza; siamo figli della notte, Drow, creature magiche...ma so che non ti piace essere
definita in questa maniera. Chi ti ha fatto quel marchio era un Cacciatore, una persona che ha dedicato la sua vita a concludere la nostra, usa il marchio
per riconoscere un Drow quando viene destinato a un rito sacrificale raggiunto un certo periodo della sua vita, il tuo momento è quasi giunto: Murag si è
infiltrato in una loro organizzazione e ha scoperto che il rito è fra un mese-

Murag cambio posizione osservando il nostro colloquio come se stesse guardando un film

-Mi sta dicendo che fra un mese dei pazzi esaltati potrebbero catturarmi e usarmi come bestia da sacrificare?!-chiesi cercando di sembrare scettica mentre
stavo sciogliendomi per la paura.

-In parole povere...si.Sono riti che i Cacciatori fanno per rinnovare il loro potere prosciugando quello dei Drow.Il nostro compito è quello di proteggerti,
per questo ora sei qui.-rispose lei.

-Perchè volete aiutarmi?-domandai

-Perchè i Drow si aiutano fra di loro, e saresti una preziosa alleata-disse semplicemente-Il modo migliore per proteggerti e potenziare le tue capacità, verrai qui
ogni giorno, puoi raccontare che stai facendo ripetizioni-

-Ancora non ho detto che sono d'accordo, signora Manedoba-le feci notare.

-Tesoro, non hai scelta. Ricordi i tuoi genitori vero?Non erano Drow ma sono stati uccisi da quel cacciatore che ti ha marchiato, non lasciare che facciano lo
stesso a te.-disse-Ora devi andare, mancano due ore all'alba, ti accompagnerà Murag-
Aprì la porta ma prima che me ne andassi disse-Chiamami pure Fatima-

I miei genitori, mi ero chiesta per tanto tempo chi e perchè li avesse uccisi ma scoprire che la causa ero io...
Perchè doveva essere quello il mio destino? Perchè dovevo far del male a tutte le persone che mi erano vicino?
Mentre eravamo in strada Murag mi prese per un braccio dicendo: -So che ora sembra andarti tutto storto ma non passare la tua vita a commiserarti e a prenderti le colpe degli altri sulle spalle, non è utile e non ti fa bene,
credimi-

-Non lo farò-

Murag indugiò sui miei occhi, mi sfiorò il volto con il dorso della mano; poi si allontanò velocemente.
-Siamo arrivati a casa tua-disse-Vieni domani pomeriggio, ok?- riprendendo il suo tono brusco.
Quando fu lontano corsi a casa e mi chiusi nella mia stanza, presi qualcosa da leggere, non aveva senso rimetteri a letto ora, soprattutto perchè non sarei più
riuscita a prendere sonno.

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Capitolo 4
*** L'addestramento ***


IV




Il giorno dopo non c'era scuola passai la mattina da Sandra e le raccotai tutto quello che era successo,dopo quella notte avevo bisogno di
sfogarmi con qualcuno.

-Hai fatto un idiozia.Ma sei completamente pazza??Tu in giro da sola a notte fonda..non ci posso credere! Poteva succedere di tutto!-mi sgridò.

-Parla piano! E' successo di tutto! oppure hai saltato un passaggio della mia spiegazione e non te ne sei resa conto??-ribattei aggrotando le
sopracciglia.

-Cielo! Tu sei pazza! E quando dovresti andare da Fatima?-

-Tutti i giorni anche questo pomeriggio-

-Tutti i giorni anche questo pomeriggio-ripetè lei

-Si-

-Sei pazza!! Folle!! Ricapitoliamo. Te ne vai in giro di notte da sola, poi vieni tramortita e ti ritrovi a casa della nostra professoressa di
storia che ti fa scottanti e improbabili rivelazioni su di te, poi il tipo-non-so-chi...-

-Murag-suggerii

-Murag, ti riaccompagna a casa; e fra qualche ora tu dovresti tornare da quelli??-

-Ok sono pazza.Ma almeno ho scoperto che ci sono altri come me-

-Oh certo! Una professoressa di storia e Murag, che come prima cosa ti hanno legato come un salame, ottima compagnia!-commentò sarcastica

-Smettila di farmi la predica.Che ne dici di uscire e andare a mangiare un gelato?-chiesi speranzosa
Sandra mi scoccò un'occhiata assassina:
-Non ti farò cambiare idea vero? Va bene andiamo. Ma promettimi che farai attenzione-

Non potei fare a meno di sorridere all'idea di Sandra, la persona più serena e fiduciosa sulla faccia della terra, che si preoccupava per me.

*************
-Ciao Iria.Tutto bene?? Se si, ancora per poco.-mi accolse Murag.Indossava una tuta aderente che metteva in risalto il suo corpo atletico e
tonico.

Mi fece strada verso la soffitta, salendo agilmente le scale.Spalancò la porta rivelando un ampio spazio sgombro, alle pareti erano appese una
grande varietà di spade e pugnali incorniciati da ragnatele mentre a terra c'erano dispsti ordinatamente dei bastoni e altri atrezzi ginnici.

-Hai gia fatto sport?-chiese camminando verso il centro della stanza

-Si, atletica leggera per qualche anno, e esercizi vari per conto mio-risposi vaga

-In ogni caso, ci sarà da lavorare.Mia madre vorrebbe concetrarsi solo sui tuoi poteri ma credo che qualche base di arti marziali non ti farà male-

-Fatima è tua madre?-chiesi

-Gia-

Afferrò due bastoni e me ne porse uno, lo presi cautamente.Murag fece tre passi indietrotenendo basso il bastone.
-Attaccami, fai del tuo meglio-ordinò

Avanzai lentamente poi scattai in avanti cercando di colpirlo,lui blocco il colpo e con un altrò mi fece volare via il bastone dalle mani;indietreggai
istintivamente.
Murag sospirò ridandomelo :
-Credo che ci sia ancora da lavorare, l'unica cosa buona che ho notato è che ti sei sotratta ad un possiibile controattacco indietreggiando.Non puoi
attaccare in modo irruento un avversario ben allenato, l'attacco deve essere pensato ma in fretta.Riprova ora mi difenderò soltanto-

Provai una finta che non ebbe molto successo, e provai a tirare colpi in tutte le direzione che Murag scansò in modo felino.
Mi fermai un minuto dopo senza essere riuscita a colpirlo e alquanto frustata.

-Tu come credi che sia andata?-chiese ironico lui

-Magari me la cavo meglio in difesa-

-Ne dubito. Comunque verifichiamo subito: in guardia!-

Si lanciò all'attacco, un attimo dopo avevo il suo bastone puntato alla gola.

-Pensa se fosse stata una spada molto affilata-disse con un sorriso falsamente affabile

-Da perdere la testa-scherzai
Murag rise di gusto prima di continuare l'attacco, la seconda volta riuscii quasi a parare il colpo. Si muoveva intenzionalmente in modo più lento
in modo da permettermi di parare alcuni colpi.Poi si fermò e lasciò cadere il bastone; mi tirò un calcio alle caviglie facendomi finire distese sul
pavimento e si sedette disinvolto a cavalcioni su di me per bloccarmi.

Trattenni il respiro cercando di non far trapelare l'imbarazzo per averlo così vicino a me

-Se avessi fatto sul serio saresti morta da un pezzo-disse avvicinando la sua faccia a un paio di centimetri dalla mia.

-Spero che i Cacciatori non combattano tutti come te-

-Alcuni anche meglio-

-Mi fai alzare?-chiesi seccata visto che eravamo ancora in quella posizione.

-Puoi liberarti da sola no? Non farò niente per impedirtelo-

Usai i miei poteri per allontanarlo da me e mi rimisi in piedi.

-Ottimo.Hai mai maneggiato una spada o un pugnale o qualche altra arma simile?-

-No-

Prese una spada lunga ed esile e la fece saettare in aria a velocità impossibili poi me la porse dal lato del manico.La presi maldestramente.

-No,no,no. Che modo è questo di impugnare una spada.Non stringere, tieni il polso rilassato, non stai parando un colpo.Il pollice in opposizione
Ora mettila davanti a te, deve proteggere la maggior parte di bersaglio.-
Feci come mi aveva detto.
-Ora allunga il braccio e porta la spada in linea retta con la spalla per minacciare l'avversario.Fallo solo se si trova a una certa distanza o
potrebbe prendere ferro, allontanare la lama e colpirti.-
Murag mi osservava critico-Fletti le gambe, busto eretto-disse-Devi muoverti come quando usavi il bastone i movimenti sono pressochè identici- -Va bene così? -domandai

-Non propio. Per oggi, forse...corri un po, una decina di giri poi abbiamo finito-

Murag si sedette a terra controlando che corressi quanto lui voleva poi disse-Vai giu , mia madre ti aspetta.Un'ultima cosa, prendi questo-mi porse
un pugnale-è tuo.Non separartene mai, se imparerai ad usarlo, ti salverà la vita-
Il pugnale era lungo un ventina di centimetri, aveva l'elsa nera forgiata nella forma di due serpenti che si intrecciavano, la lama scintillava e portava
su un lato delle incisioni in latino.
-Cosa dice questa scritta?-chiesi incuriosita.
-La notte ti protegga. E' una forma di augurio fra noi drow-
Misi il pugnale nel fodero di pelle e alzai lo sguardo verso Murag per ringraziarlo ma lui era sparito, la stanza era deserta.
Andai da Fatima, mi aspettava in salotto leggeva un libro che chiuse di scatto quando mi vide.
-Bene Iria. Ti senti pronta per verificare quanto potere hai?-domando con un espressione imperscrutabile.Annuii timidamente.

-Siediti Iria.Il tuo potere è legato alle tue emozioni, è più facile da controllare se sei lucida ma a volte la rabbia può renderlo più forte se sai sfruttarla,
puoi usare la telecinesi e vedere nel buio, ma credo che tu sia dotata anche di una sorta di preveggenza che non controlli,dico bene?-disse.
Annuii di nuovo sedendomi sul divano.

-Ora ci concentreremo propio su quest'ultima. Faremo dei semplici esercizi di purificazione-
Fatima prese delle foglie arancioni che bruciò in un piattino di ceramica. -Il fumo di queste antiche piante ha il potere di lavare via ogni preoccupazione anche se per poco.Chiudi gli occhi e svuota la mente-
Chiusi cli occhi rilassandomi.
-Sei solo tu, non c'è nessun altro. Sei libera non hai legami con il mondo, solo tu e il tuo potere- sussurrò-ora sciogli i tuoi legami con il tuo corpo e
abbandonalo-

All'improvviso mi resi conto che non sentivo il mio corpo e quando aprii di nuovo gli occhi era come se stessi volteggiando in aria e potevo vedermi seduta ancora
con gli occhi ancora chiusi.
Durò un'attimo; tornai all'istante nel nel mio corpo risvegliandomi urlando da quello stato di trance.

-Calma Iria. Hai solo proiettato astralmente la tua mente fuori dal corpo. E' una tecnica fra le più difficili ma tu sei molto portata vedo-

-Ma che cosa...solo???-feci irritata

Fatima ridacchiò-Un sacco di novizi hanno queste reazioni quando lo fanno per la prima volta. Devi farlo prima di andare a dormire, in questo modo
i vincoli con il tuo corpo fisico saranno ancora più deboli e potrai proiettarti nel futuro e conservare il ricordo di ciò che hai visto al risveglio-

-Le visioni possono rivelarsi solo in sogno allora?Io ne ho avuta una su di lei, ho visto il suo volto quando ero ancora cosciente-

Fatima sembrò realmente sorpresa -Dici sul serio? Hai più potere di quanto pensassimo, capisco perchè sei così importante per i cercatori-

-Cioè non è normale?-chiesi allarmata.

-E' un' ottima cosa,tesoro,non preoccuparti.Credo che abbiamo finito per oggi.Vai, la notte ti protegga.-

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


V




Nella settimana seguente la trascorsi tutto il mio tempo libero a casa di Fatima, e migliorai visibilmente le mie capacità, anche se Murag continuava
a disarmarmi durante ogni combattimento.
-Iria allora, con chi vai alla festa di Maggio?-mi chiese David.

Lui ed Alex stavano studiando in cucina, io avevo messo sul fuoco un pentolino per il the.

-Non pensavo di andarci-risposi senza sbilanciarmi.Quella stupida festa era fra due giorni, le odiavo queste manifestazioni ipocrite.

-Se cambi idea, perchè non vieni con me?-propose.

Il mio cuore perse una ventina di battiti. David,il ragazzo più desiderato dalla popolazione femminile, il più popolare, il campione di basket,insomma :David
aveva chiesto a me, Irina la rinnegata di andare alla festa insieme?
Se era possibile questo allora poteva essere possibile che Murag si lasciasse battere da Sandra in un combattimento corpo a corpo.
Tutto ad un tratto quelle feste ipocrite avevano cominciato a piacermi.

-M-mi prendi in giro?-chiesi giustamente dubbiosa.

-No.Allora?-insistette.Alex trattenne una risata.

-Si.Ok-risposi fulminando mio cugino con lo sguardo

Uscii velocemente arrossendo violentamente.Dovevo andare di nuovo a casa di Fatima.

-Che ti è successo?- chiese Murag vedendomi arrivare con un sorriso a trentadue denti.

-Fra due giorni esco con DAVID-dissi con un grosso sospiro

Murag si oscurò in volto-Magnifico!Assicurati che si porti un preservativo-fece sarcastico.

-Murag! Ma come ti permetti!! Stronzo!-strillai indignata.

-Non scaldarti tanto, non sono tutti candidi e sinceri come ti immagini tu-rispose indifferente.

-Per fortuna non sono tutti come te!-dissi provocatoria.

-Vuoi sfogarti? Andiamo in soffitta, sarà un piacere poterti battere di nuovo-ringhiò

Ci precipitammo li e afferrammò furiosi i bastoni. Murag attaccò per primo ma questa volta non si limitò soltanto a disarmarmi ma mi colpì con forza
sulla gamba.Urlai accasciandomi a terra.Murag buttò di lato il bastone e si accovacciò vicino a me.

-Iria!! Sono un imbecille, stai bene? riesci a camminare?-chiese preoccupato.

Provai a tirarmi in piedi ma la gamba cedette di nuovo, Murag mi sorresse.

-Accidenti non sai quanto mi dispiace!! Ora ti porto giù e chiediamo a mia madre cosa può fare-mi assicurò

-Non è stata colpa tua-dissi senza troppa convinzione.

Murag mi ignorò e mi pprese in braccio.
-Che vuoi fare mettimi giu!-intimai-Sono pesante-
Lui non mi rispose nemmeno e scese le scale portandomi con facilità, mi stringeva a se con un atteggiamento quasi possessivo.Sentivo la sua pelle era così
morbida...
Mi fece stendere su un grosso letto, forse quello di Fatima.

-Ora la vado a chiamare-disse, lo trattenni per un braccio.

-Lascia perdere. Sta passando.-mentii

Mi tocco il punto in cui mi aveva colpito strappandomi un lamento sommesso.Mi guardò con aria di rimprovero.

-Sta passando, eh ? Non fare la stupida, mia madre mette a posto le ossa rotte in un attimo-

-Ossa rotte?-chiesi allarmata.

Murag uscì con l'agilita e la velocità che lo caratterizzavano e tornò un minuto dopo con Fatima.
Lei portava con se una boccetta di vetro rosso.

-Murag dove l'hai colpita?-gli chiese.Murag indicò il punto esatto.
Fatima scoprì la mia gamba rivelando una grossa macchia violacea e la esaminò attentamente.
-Murag ma posso sapere perchè l'hai colpita così forte?-domandò alterata.

-E' stato un incidente...-lo giustificai.

-Non credo proprio. Murag ha un controllo eccezzionale dei suoi movimenti, deve averne perso il controllo per aver fatto questo. Per cosa eri arrabbiato a
tal punto?-gli chiese ancora.

Murag roteò gli occhi-Nulla.E' stato solo un incidente come ha detto Iria. Mi sopravvaluti come al solito-

Fatima aprii la boccetta, sparse un liquido denso e puzzolente sulla mia gamba.Mi disse che fra un ora al massimo sarei tornata a camminare e che per fortuna
l'osso non era rotto;quindi uscì ordinando a Murag di farmi compognia.
Rimanemmo in silenzio per un parecchio finche non mi decisi a chiedergli: -Passi tutto il tuo tempo qui?-

Murag sembro sorpreso ma non ebbe difficoltà a rispondermi,-E' il contrario, cerco di stare il meno possibile in questa casa ma di solito esco di notte, e di giorno
mi aggiro solo nei posti più isolati-

-Come il vecchio molo? Io vado sempre li-

-Lo so, ti ho visto.Non dovresti andarci è un posto pericoloso-disse

-Uff, come sei noioso. Io invece non ti ho mai visto ti nascondevi?-

-Io mi nascondo sempre. Difetto di famiglia-

Non dissi altro, non sembrava avere voglia di parlarne.
Come promesso da Fatima dopo circa un'ora ero di nuovo in piedi; tornai a casa, ero gia in ritardo e non volevo sorbirmi una super ramanzina da parte di mia zia.

Era strano Murag.Più strano di quanto poteva esserlo in quanto drow. E non sembrava essere sempre stato in buoni rapporti con la madre, anche ora non parlavano poi
molto.
La sera feci il rito di purificazione; di solito non usavo le foglie che mi aveva dato fatima per la proiezione astrale ma quella volta decisi di fare un'eccezione,
volevo evadere dal mondo, anche se per poco.
La mia mente lascìò il corpo ma non rimase in quel tempo, si proiettò nel mio futuro.
Le immagini mi passavano davanti agli occhi come flash, i contorni si vedevano a malapena avvolti da una luce brillante.
Il fuoco che ardeva il marchio dei drow;figure incappucciate,centinaia, orribilmente identiche; io e Murag che facevamo l'amore...
Quando tornai nel mio corpo fu come svegliarsi da un incubo spaventoso. Per fortuna nessuno si era accorto della mia momentanea "assenza".Mi misi a dormire e il sonno
cancellò ogni preoccupazione.
Fatima avrebbe messo a posto tutto, lei aveva sempre una soluzione.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


VI




Avevo racconato a Fatima della visione tralasciando la parte che riguardava Murag, secondo lei poteva significare soltanto un imminente scontro
con i cacciatori. Ero diventata ancora più paranoica dopo quella rivelazione.
Comunque arrrivai tutta di un pezzo alla festa di Maggio con David.
Ballammo insieme, parlammo per quasi tutta la sera;mi sembrava troppo bello per essere vero, non feci neanche caso ai commenti sussurrati delle
altre ragazze sui miei foltissimi capelli.
Dopo la festa, andai in macchina con lui; ero così stupidamente felice che non mi accorsi che ci David mi stava portando al vecchio molo.

-Perchè siamo qui?-chiesi-Non vorrai che mia zia mi uccida perchè ho fatto tardi-

David mi baciò passionalmente, la mia mente si svuotò di ogni pensiero mentre mi lasciavo trasportare da quel tocco.David fece scivolare una mano
sulla mia coscia che risalì languidamente fino ad accarezzarmi il seno.
Trasalii e lo respinsi-David, no-mormorai

-Non fare la stupida-sussurrò mentre mi afferrava con più violenza.

-David...-ripetei

Lui mi bloccò sul sedile prendendo a sbottonarmi la camicia.Gli tirai uno schiaffo cercando di tirarmi indietro, non pensai nemmeno per un istante
all'ipotesi di usare i miei poteri tanta era la mia paura di essere scoperta.

-Puttana!-mi urlò colpendomi sulla faccia.

David mi bloccò i polsi mentre mi leccava avidamente il collo.
-David!Basta!!-gridai

Qualcuno aprì la portiera e lo buttò fuori dalla macchina.Mi precipitai fuori anche io.
Murag aveva afferrato David per le spalle e lo aveva buttato sul cofano della macchina.

-Murag!?-chiesi tremando ancora per la paura.

-Calmati, amico. E' solo una scopata non..-disse David.Murag gli tirò un pugno sulla mascella.

-Va bene ho capito. Tieniti la tua troietta, ne posso fare benissimo a meno-fece David allontanando Murag con uno spintone.

-Non chiamarla così!!-ruggì Murag colpendolo di nuovo.

-Murag, ti prego andiamo via.-lo implorai.

-Se ti avvicini di nuovo a lei ti uccido, non provare mai più a toccarla-intmò lui prima di lasciar andare via David che riparti a razzo in macchina.

Scoppiai a piangere sedendomi sulla riva del lago.Murag si sedette vicino a me circondandomi con un braccio.

-Iria.Non piangere, uno così non merita le tue lacrime-disse parlando con una dolcezza che non avrei creduto possibile per lui.
Appogiai la testa alla sua spalla singhiozzando -Sto bene, sono s-solo..spaventata.Avevi ragione credo-

-Mi dispiace.Ti riporto a casa?-chiese.Annuii asciugandomi le guance freneticamente.

Mi aiutò ad alzarmi. Cominciava a farsi buio e i nostri occhi presero a brillare.

-Come torniamo senza che chi ci veda ci prenda per dei lampioni viventi?-domandai

-Conosco una scorciatoia, se non ti fa troppo schifo la muffa è perfetta-rispose enigmatico

La scorciatoia era un vecchio canale fognario che sbucava fra i tanti posti anche sotto un tombino propio dietro casa mia.
Uscita da li mi voltai per ringraziarlo ma come al solito era gia sparito nascosto in qualche ombra.
*********************

Una settimana dopo

-Sai devi presentarmi questa Sandra prima o poi, non fai che parlare di lei-disse murag mentre ci allenavamo con i bastoni

-E' la mia unica amica, è davvero speciale -risposi ansimando per la fatica.

-Ok, facciamo una pausa-acconsentì buttando via il bastone.

-Come mai sei così clemente oggi?-domandai sarcastica

-E chi ha detto che sono clemente.Io intendevo una pausa con i bastoni ora tocca a lotta a mani nude-rise lui

Lo guradai allibita.-Come non detto-sospirai-anche se non capisco come mi portà aiutare tutto questo,voglio dire sono una schiappa...-

Murag mi atterrò in un nanosecondo-In guardia-disse trattenendo un sorriso

-AAAAHHH.-sentimmo il grido di Fatima seguito da un rumore di vetri frantumati e ci precipitammo al piano sottostante.
Fatima giaceva scomposta fra i cocci delle ante della credenza che aveva rotto probabilmente finendo su quella; a lanciarla era stato un tipo
vestito con una tunica bianca con la testa coperta da un cappuccio che lasciava uno squarcio solo sugli occhi, era armato di balestra e la puntava
dritto verso di noi.
Murag scartò di lato cercando di prenderlo alle spalle, io mi buttai a terra cercando protezione dietro il divano.
Strisciai verso Fatima; grazie al cielo era viva e stava rimettendosi in piedi.
Mi arrischiai a sporgermi di poco dal mio nascondiglio; Murag stava combattendo ferocemente con il Cacciatore tanto che era difficile distinguerli tanto
erano veloci ma decisamente era sul punto di essere sopraffatto.
Fatima aveva impugnato un pugnale, prima che potessi intuire le sue intenzioni si lanciò contro il Cacciatore affondandoglielo nel petto; scatto un dardo dalla
balestra.
Murag si allontanò con il viso cotratto in una smorfia di dolore e di sorpresa.Il dardo si era conficcato nel collo di Fatima, lei e il Cacciatore si accasciarono
privi di vita.
Murag cadde in ginocchio con la testa china abbracciando il corpo di sua madre.Mi pietrificai a guardarli.
Il volto di Fatima era macchiato di sangue e delle lacrime nere di Murag.
Restammo congelaati in quella posizione, il freddo che avvolgeva quella stanza era incredibilmente reale.
Murag si alzò di scatto -NO,NO!! -

-Murag...-

-LA PAGHERETE BASTARDI! PADRE SO CHE PUOI SENTIRMI!! LA PAGHERAI!!VENGO A PRENDERTI!-urlò correndo in soffitta.

Lo segui ma quando arrivai non c'era nessuno. Ero sola, in tutti i sensi.

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Capitolo 7
*** la fuga ***


VII




Non vidi più Murag dal giorno dell'attacco,ed era passata una settimana.
Dovetti sopportare il dolore per la perdita di una della poche persone che mi volevano bene, e le invadenti e ripetitive domende della polizia
che investigava sul caso "manedoba": insegnante uccisa nel suo appartamento con un colpo di balestra, a dare l'allarme è stata una sua allieva,
il figlio sembra essere scomparso. Probabilmente ero anche sulla lista dei sospettati, avendo chiamato io per denunciare l'omicidio.
Fatima fù cremata e le ceneri furono conservate nella sua casa come lei voleva.
Da allora ero diventata ancora più introversa e non avevo più sorriso.
-Iria devi tirarti su. In fondo li conoscevi solo da qualche settimana-disse Sandra

Non capiva, non poteva capire. Erano come una famiglia, mi era sembrato dal primo istante di conoscerli da una vita.

-Lo so.Io...non ce la faccio, Sandra. Ho visto morire davanti ai miei occhi l'unica persona che mi ha dato protezione e...-

Mi interruppi abbassando lo sguardo.
Era una bella giornata e al vecchio molo non tirava un alito di vento,il cielo limpidissimo era in netto contrasto con il mio stato d'animo.
Mi sedetti sul bordo del molo il, legno cigolò lievemente.
-Iria, non sei sola-mi ripetè per l'ennesima volta la mia amica, anche lei sapeva che non poteva aiutarmi.

Fissai lo specchio d'acqua che rifletteva la mia immagine, mi sembrava ancora più vuota e opaca di quanto non lo fosse.La superfice si increspò
e dall'acqua saltò fuori qualcosa, urlai trovandomi di fronte la faccia di Murag.
-Iria, ma che ti prende?!-fece lui arrampicandosi sul molo.

-CHE COSA?? TU SCAPPI VIA E POI MI VIENI A DIRE CHE MI PRENDE?-gli gridai.

Murag aprì la bocca per dire qualcosa ma lo precedetti-HAI IDEA DI QUELLO CHE HO PASSATO IN QUESTI GIORNI SENZA SAPERE NIENTE DI QUELLO CHE SUCCEDEVA?!!
PENSANDO OGNI VOLTA CHE SENTIVO UN RUMORE IMPROVVISO: ECCO, SONO VENUTI A PRENDERTI, E' IL TUO TURNO.!!!-urlai dando voce a tutta la rabbia e la paura che
provavo
Murag mi tappò la bocca con una mano fissandomi con i suoi occhi profondi.

-Conosco questa sensazione e sono tornato qui per te-disse calmo lui.

-Io...scusami.Probabilmente sei a pezzi anche tu e...-ammisi. Mi tornò in mente Sandra; mi voltai verso di lei, stava guardandomi stranita e ancora cercava di
capire con chi stavo parlando, gli risparmiai la fatica presentandoglielo.

-Sandra lui è Murag.Murag Sandra-

-Finalmente ci conosciamo.Iria non faceva altro che parlare di te-le sorrise amichevole Murag

-Idem. Iria, Murag non era quello che nella visione...-cominciò Sandra ma si fermo rendendosi conto dalla mia espressione e dal mio rossore che non avevo detto niente
della parte che riguardava lui nella visione.

-Ho scoperto dove si nascondono i cacciatori.Si riuniscono in piccoli gruppi in un palazzo abbandonato abbastanza lontano dai centri abitati;ma penso che per il
rito sacrificale sceglieranno un posto più sicuro e spazioso, e il rito è fra quattro giorni.Devi scappare-mi disse senza girarci attorno

-Cosa? Ma dove dovrei andare??-chiesi disorientata

-Via di qui.Forse non ci prenderanno, ma ora che non c'è più mia madre ad occultare la nostra presenza con i suoi poteri non è molto probabile-ribadì mettendomi la mani
sulle spalle.

-Iria?-fece Sandra spaventata.

La guardai tristemente e andai ad abbracciarla

-Ascoltami non so come finirà. Comunque vada cerca di starne fuori, è per il tuo bene-le dissi.

-Dobbiamo andare ORA, non c'è tempo- mi incitò Murag.

-Parlerò io con tuo cugino-mi promise-ci rivedremo-

-Lo spero proprio- dissi con un sorriso amaro.

***********************************

Murag e io andammo verso il vecchio canale fognario per uscire in un vicolo poco frequentato vicino alle campagne.
Camminammo allungando il precorso per non rischiare di essere visti tagliando per le strade; attraversammo i campi e continuammo finche fui stanca.
Ci fermammo all'ombra di una grossa quercia, mi sedetti a terra sollevata.

-Murag?-

-Si?-

-Il giorno in cui Fatima...è morta. Hai detto qualcosa su tuo padre-dissi a bassa voce temendo di essere troppo invadente

Murag si rabbuiò-Gia.Mio padre.Lui è un Cacciatore, è per questo che riesco a combattere e a muovermi così velocemente e i miei poteri non sono così accentuati come i tuoi.
Ironia del destino: sono figlio di due razze in lotta da secoli.Quando mia madre si innamorò di lui sperava di poterlo cambiare...e ora lei è morta e il mandante è propio mio padre.
L'uomo che devo e voglio uccidere per salvare te e vendicare mia madre; ma forse sono stato generoso nel definirlo un uomo, non prova più sentimenti umani vive con un solo obbiettivo
e scopo: eliminarci.-le sue parole suonavano aspre, odiava suo padre e anche se stesso per essere suo figlio.

-Riposati, quando farà buio ripartiremo-concluse appoggiando la schiena contro il tronco del salice.

Non dissi altro, un ora dopo era gia notte inoltrata.

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Capitolo 8
*** il rito ***


IX




Mancava un giorno al rito, Murag era sempre più guardingo.
-Non importa dove andiamo, purchè non rimaniamo troppo a lungo in un posto. Li sento,Iria. Sono sempre più vicini-aveva detto
Non parlavamo molto, avevamo paura e la paura non rende loquaci; eravamo braccati, i Cacciatori inseguivano le loro prede e guadagnavano terreno.
Odiavo sentirmi in trappola, camminare lontano dalla strada di notte.

-Quelle sono mele!!-esclamai indicando un albero che spuntava come un miraggio a una decina di metri da noi.

-Mele.Si mangia!-approvò Murag,andandammo verso quello,ma i rami erano troppo alti per me.

-Sali sulle mie spalle-sì offri lui.Mi arrampicai con difficoltà sopra Murag ma persi l'equilibrio trascinandomi lui mentre rotolavo rovinosamente ai
piedi del pendio. Ci ritrovammò ammaccati uno sopra l'altro su un tappeto di erba alta, murag arrossì leggermente trovandosi a due centimetri dal mio seno e si rialzò in fretta.
-Perchè non derubiamo il solito negozio di alimentari?-propose ironico

-A quest'ora saranno aperti e non possiamo farci vedere in giro-risposi-Quanti chilometri abbiamo fatto, quanto siamo lontani da casa?-

-Non lo so. Non abbastanza per seminare i Cacciatori-

-Potrei provare una proiezione nel futuro-suggerii coraggiosamente

-Non usare i tuoi poteri a meno che non sia necessario, sono come un richiamo per loro, ci troverannò all'istante-si raccomandò serio.

In quel momento sentimmo un urlo acuto e disumano, ma non riuscii a capire da dove venisse: mi guardai intorno, ma c'eravamo solo io, Murag e un'infinità di insetti in quel campo.

-IL GRIDO DEI CACCIATORI. SCAPPA IRIA. VERSO IL BOSCO-urlò Murag.

Le spighe di grano in un campo vicino cominciarono a frusciare, i Cacciatori si avvicinavano nascosti da quelle.
Sempre più vicini.
Una tunica bianca cominciava a intravedersi fra le spighe.
Cominciai a correre senza voltarmi indietro, verso una zona più riparata dagli alberi.
Non mi fermai, anche se i polmoni cominciavano a farmi male. Un lampo bianco si muoveva accanto a me, fra il fogliame comparivano per pochi attimi degli scorci di tuniche voluttuose:
mi stavano accerchiando!.
Correvo inevitabilmente più lentamente, ansimando. Ma la paura non mi permetteva di fermarmi anche se sapevo di non poter scappare.
-Prendete viva la drow-risuono una voce che sembrava essere il risultato di un coro perfettamente coordinato.
Sentii un violento colpo alla nuca e caddi in avanti stordita.

********************

Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il tetto con la volta a crociera, c'erano ancora resti di affreschi sul soffitto ma i colori erano sbiaditi.
La luce era soffusa. Ero immobilizzata su un piano di freddo marmo, non ero legata in alcun modo ma mi accorsi di non potermi muovere, a parte i muscoli facciali; avevo la testa ovattata,
solo dopo qualche minuto cominciai a ricordare dell' iseguimento dei Cacciatori.
Mi avevano presa. Probabilmente ero in una chiesa o un'abbazzia o un monastero, a giudicare dall' architettura del soffitto, ma non ne ero sicura non potendo muovere la testa e guardarmi intorno.
Sentii un cigolio di una porta.
-Ti sei svegliata Drow? Ora ci ciberemo del tua carne-non riuscivo a vedere chi aveva parlato.

Il rumore dei passi si moltiplico, quanti erano i cacciatori? Impossibile dirlo.
Volevo gridare aiuto ma non avevo la forza di farlo.
Pronunciai a bassa voce, come una preghiera il nome di Murag, dell'unica persona che avrebbe potuto aiutarmi.
-SANGUE. IL SANGUE DELLA DROW SCORRERA'-urlarono ripetutamente.

Il rumore era assordante, avrei voluto poter muovere le mani per tapparmi le orecchie, volevo solo andare via, volevo solo che Murag mi portasse via da li....E avevo paura...ma non abbastanza
perchè la paura è un sentimento umano ma la mia mente aveva perso ogni razionalità.
Un Cacciatore si avvicinò a sufficienza perchè potessi vederlo. Si abbassò il cappuccio, assomigliava in modo inquietante a Murag.
Mi guardò con crudeltà, ghignando.
Gli altri cacciaori reclamavano ancora il mio sangue semprè più forte. Un' altro di loro mi si avvicinò sollevando un pugnale d'avorio ricurvo su di me; chiusi gli occhi aspettando che mi trafiggesse
ma non successe nulla. Sentii un grido stozzato seguito da un tonfo, un brusio di indecisione dei Cacciatori seguito dalle loro urla disumane.
Mi decisi a guardare: Murag si eregeva in piedi sul altare dove ero distesa e guardave dritto davanti a se brandendo un bastone infuocato.
Nessuno lo aggredì, anzi i Cacciatori si allonatanarono con cautela.
Murag si accovacciò e mi prese su una spalla; cominciò a correre si fermò solo quando fummo molto lontani.
Mi fece sdraiare in una radura recintata dalle betulle, al riparo dietro dei massi che ci coprivano.
-M-murag...cosa...-balbettai faticosamente.

Lui mi guardò rassicurante sussurandomi-E' tutto finito Iria. Ora ci sono io qui con te-

Era notte inoltrata, una notte senza luna, le stelle coperte da nubi violacee.
Qualche minuto dopo, trascorso in silenzio la mia mente cominciò a riacquistare lucidità.

-Murag. Cosa è successo?-chiesi di nuovo

-Ci avevano catturato. Non so cosa sia successo a te, dove ti abbiano portata, credo che ti abbiano drogata per farti stare buona. Mi hanno portato al cospetto di mio padre, che ha provveduto a torturarmi a
dovere quando ho rifiutato di unirmi ai Cacciatori poi mi hanno abbandonato in non so che cella di monaci. Sono riuscito ad uscire per miracolo quando non c'era più nessuno di guardia-cominciò a spiegare.
Di tanto in tanto si fermava, quando riprendeva le sue parole risultavano sempre più ciniche
-Mi sono travestito come uno di loro, e mi sono offerto per ucciderti. Faceva tutto parte del mio piano, no?...Far finta di ucciderti...e poi all' ultimo u-uccidere ...-si
interruppe singhiozzando.
-Quindi ho ucciso mio...padre. E ho preso il suo bastone e l'ho messo sul fuoco. Ai Cacciatori non piace il fuoco, ai Cacciatori non piace il fuoco, non piace il fuoco...-continuava a ripetere ossessivamente quella
frase.
-Murag, sei sconvolto. E' tutto finito, l'hai detto tu prima...-dissi cercando di farlo tornare in se.

Lui rise-Ai Cacciatori non piace il fuoco. Non avrebbero dovuto accendere il braciere. Io dovrei averne paura ma io sono anche un Drow. Non piace il fuoco...-

-Murag ti prego...-

-E poi siamo scappati.Ma loro non ci hanno seguito. NO,NON CI HANNO SEGUITO! Si sono avventati sul corpo di mio padr e hanno iniziato a mangiarlo, perchè e così che si nutrono i cacciatori, mangiano uomini o drow
o si sbranano fra di loro, così assorbono l'energia e il potere dell'altro...e alcuni residui rimangono nella tua testa il grido disperato di quello, quando gli viene strappato il cuore...-disse

Rimasi ammutolità.

-E' così che mi ha torturato mio padre. Ha trasferito, tutti i residui delle sue vittime nella mia testa. E ora sento migliaia di grida,non fanno male, non fisicamente. E sento anche la sua voce, Iria, anche la voce di
mio padre-
Murag scoppio in una risata isterica.-Divertente,no? Prima di questo giorno mi sarei ucciso pur di non ascoltare le sue parole e ora le ovrò nella mia testa per tutta la vita e mi farò carico delle sue colpe sopportando le
urla di quelli che ha assorbito-

-Io...-non sapevo cosa dirgli.

-Non preoccuparti per me. Sto bene ora. Domattina chiederemo un passaggio per casa tua ,ok? Riposati-disse, ma la sua espressione non nascondeva il dolore.

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Capitolo 9
*** l'addio ***


IX




Eravamo tornati a casa finalmente.
Dovetti inventarmi una storia inverosimile per spiegare la mia fuga a mia zia, tirai fuori la classica crisi adolescenziale che come scusa è sempre
buona, così però mi ero condannata a una noiosissima seduta psichiatrica e profonda analisi psicologica.
Alex, continuò a rimproverarmi per giorni, come Sandra, passato il sollievo per vedermi ancora viva.
E Murag? Murag come al solito era sparito, proprio ora che cominciavo a capire cosa provavo per lui...
L'avevo cercato dovunque, ma a casa Manedoba c'erano solo le ceneri di Fatima. Poi lo incontrai al vecchio molo, seduto vicino la riva.

-Murag. Ti ho cercato per giorni! Dov'eri?-lo sgridai seccata per la sua odiosa abitudine di sparire nei momenti meno opportuni.

-Dovevo sistemare un pò di cose-rispose vago-Devo andare via, Iria-

Quelle ultime parole mi investirono violentemente, restai qualche secondo a fissarlo incredula.-Cosa intendi dire? Via dove?-

-In un luogo dove posso ritrovare pace. Tibet, Cina, India, non lo so ancora: in oriente ci sono comunità di Drow che potrebbero aiutarmi-ripose con
un sorriso amaro.

-Non puoi andartene!-protestai

-Devo-

-Perchè, Murag? Perche??-gridai quasi

-Tu meriti una vita normale, e con me nei paraggi non puoi averla-

-No! Io voglio te!-quello che dissi sorprese me quanto se non più di Murag.

Murag mi abbracciò stringendomi al suo corpo caldo. Poi si allontanò.

-Mi dispiace-

-E' un addio questo?-domandai sarcastica.

-Non lo so Iria. Non lo so.Scusami...-murag fece qualche passo indietro poi mi iede le spalle e corse via.

Le lacrime scesero senza che io potessi controllarle, restai immobile a guardarlo mentre si allontanava.


********************
NOTE DELL'AUTORE:
Con questo capitolo si conclude la prima parte di Drows. Di solito non scrivo fanfictions di questo genere quindi siate clementi

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